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le Scienze

edizione italiana di Scientific American


Febbraio 2023
euro 5,90

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Una nuova era


per l’astronomia
RIVISTA MENSILE - NUMERO 654 - 28 GENNAIO 2023
POSTE ITALIANE SPED. IN A.P. - D.L. 353/2003
CONV. L. 46/2004, ART. 1, C. 1, DCB - ROMA

I dati e le immagini ottenuti dal


James Webb Space Telescope
stanno già trasformando
la nostra visione dell’universo

Cambiamento climatico Genetica Astrofisica


La nuova spinta dell’idrogeno Come i supergeni Alla ricerca del fondo cosmico
per abbattere le emissioni guidano l’evoluzione di onde gravitazionali
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Paco Calvo con Natalie Lawrence


Planta Sapiens
Perché il mondo vegetale ci assomiglia
più di quanto crediamo
in copertina Sommario
Nei suoi primi mesi di attività, il James Webb Space Telescope ha già
fornito dati e immagini che ci obbligano a riconsiderare idee importanti
sull’universo (NASA, ESA, CSA, STScI e Webb ERO Production Team) Febbraio 2023 numero 654

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56
CAMBIAMENTO
C L I M AT I C O
L’idrogeno
potrebbe
aiutare
il pianeta
di Davide Castelvecchi
Molti ricercatori
vedono un ruolo
enorme per
questo gas nella
decarbonizzazione
delle economie

DOSSIER GENETICA

26 Una nuova era 52 Come i supergeni guidano l’evoluzione


di Carrie Arnold
per l’astronomia
di Clara Moskowitz I supergeni fanno in modo che un insieme di tratti sia ere-
ditato in blocco, e sono molto diffusi in natura, sebbene il
Come il James Webb Space Telescope sta trasformando la
loro mix di benefici e rischi per la specie che li reca si stia
nostra immagine dell’universo
rivelando complesso

28 Cosmologia in crisi ASTROFISICA


di Jonathan O’Callaghan 64 In cerca di un fondo gravitazionale
Le prime immagini del JWST mostrano galassie a distanze di Matteo Serra
inimmaginabili, così antiche da mettere in dubbio le teo- L’universo potrebbe essere permeato da un fondo di on-
rie sull’evoluzione dell’universo primordiale de gravitazionali ancora non rilevato ma importante an-
che per avere informazioni sui primi istanti successivi al-
39 La ricchezza la nascita del cosmo
dello spazio vuoto
SALUTE
di Fabio Pacucci
Le immagini di campo profondo svelano l’universo in un 72 Overdose di disuguaglianza
modo che non avremmo mai creduto possibile di Melba Newsome
Negli Stati Uniti l’epidemia da oppioidi ha cambiato faccia:
42 Dietro le immagini dalle persone bianche e di classe media è passata a quelle
di colore. Nell’offerta di cure mediche ci sono pregiudizi, e
di Clara Moskowitz
c’è gente che muore per questo
Come vengono realizzate le «fotografie» del James Webb
Space Telescope PSICOLOGIA
Sean Gallup/Getty Images

80 Un’epidemia invisibile
46 Ritratti cosmici di Elizabeth Svoboda
di Clara Moskowitz
La ferita morale insorge quando sono violati i nostri prin-
Le nuove immagini inviate dal JWST di luoghi familiari cipi fondamentali, come in tempo di guerra o durante una
dello spazio rivelano dettagli mai visti prima pandemia, e colpisce milioni di persone

www.lescienze.it Le Scienze 3
Sommario Rubriche

7 Editoriale
di Marco Cattaneo

8 In edicola
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10 Intervista
Embrioni creati in laboratorio sempre più simili a quelli
naturali di Valentina Murelli

12 Made in Italy
Un film per agganciare e spostare ogni carico
di Letizia Gabaglio

10 14 Il matematico impertinente
La perfezione dei numeri interi di Piergiorgio Odifreddi

15 Scienza e filosofia
Tempi bui per le università di Telmo Pievani

16 Homo sapiens
Su due piedi tra gli alberi di Giorgio Manzi

17 La finestra di Keplero
Di chi è il cielo notturno di Amedeo Balbi

88 Coordinate
I ghiacciai più grandi del mondo di Theo Nicitopoulos

17
89 I bastioni di Orione
Ritorno a Pandora di Michele Bellone

90 La ceretta di Occam
Un caleidoscopio di capelli di Beatrice Mautino

© Amadei e Handford (embrioni); cortesia KPNO/NOIRLab/IAU/SKAO/NSF/AURA/R.


91 Pentole & provette
Latte e microbi di Dario Bressanini

92 Rudi matematici
Pedigree felino
di Rodolfo Clerico, Piero Fabbri e Francesca Ortenzio
Sparks (cielo stellato); 5PH/iStockphoto (latte)

94 Libri & tempo libero


91
SCIENZA NEWS

18 Il piacere del gusto è tutto mio 21 In cerca di materia oscura 23 Le femmine non sono
20 Un lampo gamma che non torna con orologi atomici piccoli maschi
20 Il lungo viaggio galattico 22 DNA e comportamento dei cani 23 Un nuovo supergruppo
dell’antimateria 22 L’agricoltura ha legato gli umani di microscopici, voraci eucarioti
21 La prima volta di un wormhole ai gatti 24 Brevissime

4 Le Scienze 654 febbraio 2023


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di Marco Cattaneo Editoriale Comitato scientifico
Leslie C. Aiello John P. Moore
presidente, Wenner- docente di microbiologia e
Gren Foundation for immunologia, Weill Medical
Anthropological Research College, Cornell University
Roberto Battiston M. Granger Morgan
professore ordinario di fisica docente, Carnegie Mellon
sperimentale, Università University
di Trento Miguel Nicolelis
Roger Bingham condirettore, Center for
docente, Center for Brain and Neuroengineering, Duke
Cognition, Università della University
California a San Diego Martin Nowak

Il nuovo gioiello Edoardo Boncinelli


docente, Università Vita-
Salute San Raffaele, Milano
Arthur Caplan
direttore, Program for
Evolutionary Dynamics,
Harvard University
Robert Palazzo
docente di biologia,
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dell’astronomia
docente di bioetica,
Rensselaer Polytechnic
Università della Institute
Pennsylvania
Telmo Pievani
Vinton Cerf
professore ordinario filosofia
Chief Internet Evangelist, delle scienze biologiche,
Google Università degli Studi di
George M. Church Padova
Già dai primi risultati il James Webb Space direttore, Center for Carolyn Porco
Computational Genetics, leader, Cassini Imaging
Telescope promette meraviglie Harvard Medical School Science Team, e direttore,
Rita Colwell CICLOPS, Space Science
Institute
docente, Università del
Maryland a College Park e Vilayanur S.
a seguente nota riguardan- A proposito, a un gigante come Hub- Ramachandran

“L
Johns Hopkins Bloomberg
School of Public Health direttore, Center for Brain
te i periodi di 25 stelle va- ble era stato dedicato il primo telescopio Richard Dawkins and Cognition, Università
della California a San Diego
riabili nella Piccola Nube di spaziale. Lanciato nel 1990 ed entrato in fondatore e presidente,
Lisa Randall
Richard Dawkins Foundation
Magellano è stata preparata dalla signorina funzione nel 1993, dopo la prima missio- Drew Endy docente di fisica, Harvard
University
Leavitt». Con queste scarne parole Edward ne di servizio per correggere un clamoroso docente di bioingegneria,
Carlo Alberto Redi
Stanford University
Pickering, direttore dell’Harvard Colle- difetto dello specchio primario, in questi Ed Felten
docente di zoologia,
Università di Pavia
ge Observatory, introduceva tre paginet- trent’anni Hubble ci ha regalato immagi- direttore, Center for
Martin Rees
Information Technology
te vergate da Henrietta Swan Leavitt per le ni emozionanti e illuminanti. E ha trova- Policy, Princeton University docente di cosmologia e
astrofisica, Università di
Harvard College Observatory Circulars, una to galassie anche nelle più remote regioni Kaigham J. Gabriel Cambridge
raccolta di comunicazioni astronomiche dell’universo, fissando il suo occhio su zo- presidente e CEO, Charles
Stark Draper Laboratory
John Reganold
docente di scienza del suolo,
che erano considerate rilevanti e dunque ne all’apparenza vuote e che invece si sono Harold Garner Washington State University
meritevoli di immediata diffusione. dimostrate insospettabilmente ricche. direttore, divisioni sistemi e Jeffrey D. Sachs
informatica medici, docente,
direttore, The Earth Institute,
Dopo essersi laureata nel 1892 al Rad- Le immagini dello Hubble Deep Field ci Virginia Bioinformatics Columbia University
Institute, Virginia Tech
cliffe Women’s College, nel 1895 Henrietta hanno portato più vicini che mai alle ori- Michael S. Gazzaniga
Eugenie C. Scott
Founding Executive Director,
Swan Leavitt era entrata come volontaria gini dell’universo. Finché non è arrivato direttore, Sage Center for the National Center for Science
Study of Mind, Università
all’osservatorio di Harvard nella funzione il nuovo gioiello dell’astronomia, il James della California a Santa
Education
Terry Sejnowski
di computer, di calcolatrice. All’epoca alle Webb Space Telescope, che in pochi me- Barbara
docente e direttore del
David Gross
donne non era permesso di lavorare diret- si ha già dato inizio a una rivoluzione. Os- docente di fisica teorica,
Laboratorio di neurobiologia
computazionale, Salk
tamente ai telescopi, ed Henrietta fu inca- servando quello stesso angolo di universo, Università della California a Institute for Biological
Santa Barbara (premio Nobel Studies
ricata di catalogare spettri stellari, per es- Webb ha individuato migliaia di galassie, per la fisica 2004) Michael Shermer
sere infine assunta nel 1902, quando le fu alcune delle quali sembrano essersi forma- Danny Hillis editore, rivista «Skeptic»
co-presidente, Applied Michael Snyder
affidato lo studio di migliaia di stelle varia- te poco dopo il big bang. Talmente antiche Minds, LLC
docente di genetica, Stanford
bili nelle Nubi di Magellano. Già nel 1908 – se i primi dati osservativi saranno confer- Daniel M. Kammen University School of Medicine
direttore, Renewable Giorgio Vallortigara
aveva osservato che alcune di quelle stel- mati – da mettere in crisi il modello conso- and Appropriate Energy docente di neuroscienze,
le sembravano avere una regolarità, ma fu lidato della cosmologia. È per questo che Laboratory, Università della direttore associato, Centre
California a Berkeley for Mind/Brain Sciences,
proprio con la nota del 1912 che le variabi- dedichiamo un corposo dossier al nuovo Vinod Khosla Università di Trento
li Cefeidi – così si chiamano Le stelle di Miss telescopio spaziale. Perché fin dai primi ri- Partner, Khosla Ventures Lene Vestergaard Hau
Christof Koch docente di fisica e fisica
Leavitt, per ricordare il bel libro di George sultati il James Webb Space Telescope pro- presidente dell’Allen Institute applicata, Harvard University
Johnson pubblicato da Codice Edizioni nel mette meraviglie. for Brain Science di Seattle Michael E. Webber
Lawrence M. Krauss direttore associato, Center
2006 – divennero lo strumento fondamen- E non sarà solo, perché nuovi strumen- for International Energy
direttore, Origins Initiative,
& Environmental Policy,
tale per misurare le distanze nell’universo. ti stanno per aprire un’età dell’oro dell’a- Arizona State University
Università del Texas ad
Fu proprio grazie alla relazione tra di- stronomia. Quest’anno, per esempio, in Morten L. Kringelbach Austin
direttore, Hedonia: George M. Whitesides
mensioni e luminosità di quelle stelle varia- Cile sarà inaugurato il Vera Rubin Obser- TrygFonden Research Group, docente di chimica e
Università di Oxford e
bili proposta da Leavitt che nel 1923, esatta- vatory, dedicato all’astrofisica statunitense Università di Aarhus
biochimica, Harvard
University
mente un secolo fa, Edwin Hubble avrebbe che per prima ha ipotizzato l’esistenza del- Steven Kyle Nathan Wolfe
fatto una delle scoperte più sconvolgenti la materia oscura. E chissà se un giorno a docente di economia
applicata e management,
direttore, Global Viral
Forecasting Initiative
dell’epoca: certe variabili nella nebulosa di qualcuno verrà in mente di battezzare uno Cornell University
Anton Zeilinger
Robert S. Langer
Andromeda erano così lontane da cambiare strumento con il nome di Henrietta Swan docente di ottica quantistica,
docente, Massachusetts Università di Vienna
per sempre la nostra visione del cosmo. An- Leavitt, che da semplice computer ha aper- Institute of Technology Jonathan Zittrain
dromeda non era un ammasso di stelle lon- to una finestra su un universo che nessuno Lawrence Lessig docente di legge e computer
docente, Harvard Law School science, Harvard University
tano nella Via Lattea. Era un’altra galassia. prima avrebbe potuto immaginare.

www.lescienze.it Le Scienze 7
In edicola In edicola con «Le Scienze» di marzo il Teorema
di Talete sul fascio di rette, il nuovo volume della
collana Rivoluzioni matematiche

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Un fascio di rette parallele
n fascio di rette parallele che interseca due rette trasversali indivi-

U dua su di esse due classi di segmenti direttamente proporzionali. È


il più noto dei teoremi attribuiti al filosofo, scienziato e matemati-
co greco Talete di Mileto, ed è l’oggetto del sesto volume della collana Rivo-
luzioni matematiche, acquistabile a marzo con «Le Scienze» a 14,90 euro (il
prezzo include anche la rivista).
Questo teorema e il suo inverso individuano le condizioni necessarie e
sufficienti per il parallelismo di due rette, e hanno trovato applicazioni im-
portanti nello sviluppo della geometria, quali per esempio il procedimento
per suddividere un segmento in parti uguali con riga e compasso, oppure la
dimostrazione del secondo criterio di congruenza dei triangoli.

P I A N O D E L L’ O P E R A
1 - Teorema dell’equilibrio di Nash 12 - Teorema di Eulero
2 - Teorema di Pitagora 13 - Teorema del punto fisso
3 - Ultimo teorema di Fermat di Banach-Caccioppoli
4 - Teoremi di Euclide e primo libro 14 - Teorema dell’impossibilità di Arrow
degli Elementi 15 - Teorema di Lagrange
5 - Teorema fondamentale del calcolo o del valor medio
6 - Teorema di Talete sul fascio di rette 16 - Teorema di Bayes
7 - Teorema egregium di Gauss 17 - Teorema fondamentale dell’algebra
8 - Teorema del limite centrale 18 - Teorema di Abel-Ruffini
9 - Teorema di Noether 19 - Teorema di Cauchy-Kovalevskaja
10 - Teoremi dell’incompletezza di Gödel per le equazioni differenziali
11 - Teorema dei quattro colori 20 - Teorema di Perel’man-Poincaré

G L I A LT R I A L L E G A T I R I S E R VAT O
A G L I A B B O N AT I

La scienza in cucina Per tutti gli abbonati


è on line il sito
Cosa suggerisce la scienza per preparare al meglio un buon www.ilmioabbonamento.gedi.it
brasato, un ossobuco o una scaloppina? È vero che aggiun- dove è possibile acquistare
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dove viene la credenza che le carote fanno bene alla vista? A Le Scienze allo stesso prezzo
queste e innumerevoli altre domande rispondono i tre volumi dell’edicola.
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della rivista o del giornale). I titoli dedicati nell’ordine a Verdu- GEDI e grandi opportunità
re, Pasticceria e Carne sono firmati da Dario Bressanini – do- anche per l’acquisto di collane.
cente di chimica e ricercatore, autore su «Le Scienze» della Rimane sempre attivo il nostro
rubrica «Pentole & provette» – e si rivolgono tanto a gastro- Servizio Clienti al numero
nomi, chef e addetti ai lavori quanto a chiunque prepari da 0864.256266 dal lunedì
mangiare in casa. al venerdì dalle 9-18.

8 Le Scienze 654 febbraio 2023


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Intervista Col giusto mix di staminali e nutrienti, ricavati
embrioni di topo così realistici da essere utilizzabili
come modelli nelle ricerche sullo sviluppo

Embrioni creati in laboratorio


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sempre più simili a quelli naturali


na certa quantità di cellule staminali embrionali di topo,

U più due tipi di staminali extra-embrionali, che daranno


origine a tessuti di sostegno all’embrione, più il giusto
mix di nutrienti. È quanto è servito per creare un simil-embrio-
ne di topo in grado di svilupparsi per 8,5 giorni, formando un cer-
vello, un cuore pulsante, un intestino e altri abbozzi di organi: un
record. A raggiungerlo, il gruppo di ricerca di Magdalena Zernic-
ka Goetz, tra le massime esperte mondiali di biologia dello svilup-
po e cellule staminali, all’Università di Cambridge nel Regno Uni-
to. Il risultato è stato annunciato ad agosto sulla rivista «Nature»,
con un articolo che ha come prima firma quella dell’italiano Gian-
luca Amadei, al quale abbiamo chiesto qualche approfondimen-
to sul tema.

Sui mezzi di comunicazione, molti hanno definito «embrioni sintetici»


le strutture cellulari che avete generato. L’espressione, però, non piace
a molti scienziati: perché?
Perché fa pensare che, indipendentemente dalla loro origi-
ne (sintetica, appunto), si tratti di embrioni veri e propri, quan-
do invece non è esattamente così. Si tratta di modelli di embrio-
ni, di strutture simil-embrionali che per molti versi assomigliano
a embrioni «naturali» ma presentano anche molte differenze. In
molti, noi compresi, credono che sia opportuno sottolineare fin
dal nome queste differenze, per non generare fraintendimenti
che potrebbero complicare la discussione etica che sarà necessa-
rio avviare su questo ambito di ricerca. In inglese si parla anche di
stembryos, embrioni derivati da cellule staminali, ma capisco che
in italiano l’espressione non ha lo stesso appeal. Embrioni di laboratorio (sotto) e naturali (sopra)
a confronto; le colorazioni evidenziano gli abbozzi del
Già. A proposito: ci ricorda perché è stato importante partire da cellule sistema nervoso (foto a sinistra) e del cuore (a destra).
staminali, invece che da cellule uovo e spermatozoi?
Ovviamente si possono generare in vitro embrioni a partire dai binare le cellule staminali embrionali con staminali extra-embrio-
gameti: lo si fa anche con la fecondazione assistita per la riprodu- nali, in particolare cellule staminali del trofoblasto, che daranno
zione umana. Per la ricerca, però, sarà molto più utile disporre di origine alla placenta: è in questa occasione che si è comincia-
questi modelli generati da staminali, più veloci da produrre una to a parlare di embrioni sintetici o artificiali. Il lavoro su «Natu-
volta messa a punto la ricetta giusta per farlo. re» segna ora un passaggio ulteriore, con l’aggiunta di un altro ti-
po di staminale extra-embrionale e la messa a punto di una nuova
© Amadei e Handford (embrioni)

Un percorso che non è stato semplice: per arrivare alla pubblicazione di combinazione di nutrienti per sostenere la crescita delle cellule e
agosto ci sono voluti più di dieci anni di ricerca da parte del laboratorio dell’embrione. È un tema classico della ricerca sulle staminali: oc-
di Zernicka Goetz… corre individuare sia le cellule giuste per raggiungere un deter-
Proprio così. Il primo passo, raggiunto nel 2014, è stato l’utiliz- minato obiettivo sia le condizioni migliori per farle esprimere in
zo di sole cellule staminali embrionali, che ha permesso di ripro- tutta la loro potenzialità. È un lungo lavoro, che si basa sulle co-
durre in vitro le primissime fasi dello sviluppo embrionale. Nel noscenze pregresse, su una successione di tentativi e anche su un
2017 è arrivata la dimostrazione di quanto fosse più potente com- pizzico di fortuna.

10 Le Scienze 654 febbraio 2023


di Valentina Murelli

CHI È

GIANLUCA AMADEI

Da giugno 2022 è assegnista di ricerca gruppo di ricerca. Romano di origine, Amadei molecolare, per poi trascorrere un periodo
presso il Dipartimento di biologia dell’Università ha alle spalle una carriera prettamente di sei anni nel laboratorio di Magdalena Zernicka
di Padova, dove è arrivato grazie a un bando internazionale. Ha infatti conseguito in Canada Goetz all’Università di Cambridge, nel Regno
lanciato dall’ateneo per attrarre ricercatori
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sia la laurea in scienze biomolecolari Unito, dove ha cominciato a occuparsi di


dall’estero e dove punta ad avviare un proprio applicate sia il dottorato di ricerca in genetica embrioni «sintetici».

servano in embrioni «naturali» con lo stesso difetto genetico. Per


noi è stata la prova che il sistema «funziona» e può essere utilizzato
per la ricerca sulle prime fasi dello sviluppo embrionale, che, tra
l’altro, è l’applicazione dei simil-embrioni di topo che al momento
mi interessa di più. In particolare, vorrei approfondire le prime fa-
si dello sviluppo nervoso, sulle quali c’è ancora molto da scoprire:
saperne di più sulla fisiologia di questi momenti è fondamentale
per capire le basi di malattie che hanno origine proprio in altera-
zioni di queste fasi. Tra l’altro, utilizzare questi modelli permette-
rebbe di ridurre l’uso di embrioni naturali e, dunque, l’uso di ani-
mali per la ricerca.

Siete riusciti a far sviluppare i simil-embrioni per 8,5 giorni. Pensa che
sarà possibile spingersi anche più in là?
Penso di sì. A un certo punto, la sfida principale diventerà col-
legare queste strutture cellulari a una circolazione esterna che mi-
mi l’attività della placenta, fornendo nutrienti in modo molto rapi-
do. Bisognerà interfacciare il modello con sistemi di microfluidica
o altri sistemi di circolazione in vitro.

Altre possibili applicazioni, oltre che per la ricerca sullo sviluppo em-
brionale?
Naturalmente la ricerca sulle primissime e fondamentali fa-
si della gravidanza: molte gravidanze si interrompono precoce-
mente proprio perché c’è qualcosa che non va nel modo in cui le
staminali embrionali e quelle extra-embrionali interagiscono. Ma
anche lo sviluppo in laboratorio di tessuti e organi da utilizzare
per i trapianti.

Per questo tipo di applicazioni sarà importante disporre anche di mo-


delli di embrioni umani, e non solo di topo. A che punto siamo?
© Amadei e Handford (embrioni); cortesia Amadei (ritratto)

Alla fine, il risultato sono stati questi simil-embrioni che hanno tanto In effetti ci sono gruppi, compreso quello di Zernicka Go-
emozionato la comunità scientifica… etz dal quale provengo, che lavorano allo sviluppo di embrioni a
Sì: sono modelli ancora imperfetti, perché il processo per otte- partire da cellule staminali umane. In questo caso, la sfida è che
nerli non è molto efficiente, non tutte le combinazioni di cellule si di staminali embrionali ed extra-embrionali umane ne sappia-
sviluppano in simil-embrioni, e perché queste strutture non so- mo meno di quanto sappiamo su quelle di topo, per cui ci vorrà
no del tutto simili a un embrione, ma cominciano davvero a esse- ancora tanto lavoro e un po’ di tempo. Ma non è un male, perché
re ottimi modelli. nel frattempo è necessario avviare anche una riflessione etica. Il
punto principale della discussione è se queste strutture sinteti-
Come avete capito di essere sulla buona strada? che dovranno essere considerate embrioni veri e propri: dipende-
Abbiamo provato a inattivare nei nostri modelli un gene chia- rà molto dalla loro potenzialità di dare effettivamente origine a un
mato Pax6, ben noto per il suo coinvolgimento nello sviluppo embrione «funzionante», che non sarà però semplice da definire.
del cervello. Ebbene, abbiamo osservato alterazioni dello svilup- Al momento non c’è un chiaro consenso internazionale al riguar-
po del sistema nervoso del tutto sovrapponibili a quelle che si os- do, ma bisognerà arrivarci, coinvolgendo tutta la società.

www.lescienze.it Le Scienze 11
Made in Italy Il sottile dispositivo di AdapTronics, se attivato
elettricamente, si fa adesivo e può sollevare 50
chilogrammi con due fogli piccoli

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Un film per agganciare
e spostare ogni carico
n esperimento che abbiamo fatto in tanti, a scuola per lo

U più: strofinare un palloncino e avvicinarlo ai capelli per


vederli alzarsi e capire così l’azione della forza elettro-
statica. È questo il principio alla base della tecnologia che ha por-
tato giovani ingegneri a fondare una start-up che promette di rivo-
luzionare il mondo della robotica, sulla Terra e nello spazio.
In che modo? Semplificando e rendendo più efficace il mo-
do in cui i robot afferrano e spostano oggetti, una capacità essen-
ziale nel mondo della logistica industriale, nei capannoni dove si
stoccano pallet di prodotti piccoli e grandi, sui droni che conse-
gnano pacchi, sui velivoli spaziali in missione per riparare i satel-
liti o raccogliere detriti spaziali. Una molteplicità di applicazioni
per una tecnologia nata durante gli studi di dottorato che Loren-
zo Agostini ha portato avanti fra Pisa e Bologna, con un interval-
lo passato in Germania. «I miei studi si sono incentrati sui trasdut-
tori polimerici elettro-attivi e sulla robotica collaborativa. Ma oltre
alla passione per la ricerca, da sempre ho avuto anche l’idea di riu-
scire nel trasferimento tecnologico», racconta l’ingegnere e dotto-
re di ricerca. Che oggi è CEO di AdapTronics, start-up accreditata
spin-off dell’Università di Bologna, che ha fondato insieme a Roc-
co Vertechy, direttore del laboratorio SAIMA (sensori e attuatori
intelligenti per il manifatturiero avanzato) all’ateneo bolognese, e
a Camilla Conti, compagna di studi al Politecnico di Milano. L’idea
nasce nel 2020, poche settimane prima del lockdown. «Avevamo
selezionato alcuni programmi di aiuto all’impresa a cui voleva-
mo aderire e per fortuna siamo riusciti a partecipare ugualmente funzionare) e poco sensibili (se il peso è grande e l’imballaggio po-
a questi percorsi anche se in maniera virtuale», racconta Agostini. co resistente, la forza impressa sul pacco rischia di danneggiarlo).
«È stato davvero importante perché passare dai laboratori al busi- «Il braccio robotico non deve più comprimere l’oggetto per alzar-
ness è difficile senza competenze specifiche: abbiamo studiato e lo e spostarlo. Gli basta appoggiarsi alla sua superficie, ricevere il
capito che cosa dovevamo fare. Ma soprattutto ci è servito a vali- feedback del contatto e a quel punto essere attivato elettricamen-
dare la nostra idea». Validazione che è arrivata con tutti i crismi nel te per aderire in maniera efficace all’oggetto e spostarlo dove si
2021 con le vittorie della start cup della Regione Emilia-Romagna vuole. Per sganciarlo, basterà disattivarlo elettricamente», spiega
e del Premio nazionale per l’innovazione. Agostini. «Un’innovazione che va nella direzione della sostenibi-
lità, poiché ormai si tende e diminuire l’impatto degli imballaggi
Leggeri e versatili e quindi il packaging rischia di proteggere meno l’oggetto». Peral-
L’innovazione di AdapTronics è un dispositivo a film sottile che tro la minore voluminosità rende anche meno efficiente il sistema
diventa adesivo quando attivato elettricamente, in grado di solle- a ventosa, quindi l’innovazione di AdapTronics risolve un proble-
Cortesia AdapTronics (tutte le foto)

vare fino a 50 chilogrammi con due foglietti piccoli come carte di ma che si farà sempre più concreto nel mondo della logistica.
credito e la cui forza di presa totale può essere scalata semplice- In più è una tecnologia che può essere introdotta su qualsia-
mente aumentando la superficie totale. Gli Electro-AdapThesive si tipo di superficie e scalata in grandezza in modo da aumentar-
Devices (EAD) sono leggeri, versatili, con un consumo energeti- ne la forza. Può essere aggiunta ai sistemi già usati o sostituirli
co minimo, e con capacità sensoristiche integrate. Per intender- completamente. «Rispondiamo quindi alla forte esigenza di si-
ci, oggi questo lavoro viene svolto da sistemi a ventosa pneuma- stemi robotici automatizzati ed efficienti per la presa e la manipo-
tica che sono ingombranti (hanno bisogno di un compressore per lazione di oggetti in un’ampia gamma di mercati, come automa-

12 Le Scienze 654 febbraio 2023


di Letizia Gabaglio

LA SCHEDA - ADAPTRONICS

I film sottili di AdapTronics Azienda fondata nel 2022


possono agganciare con facilità Persone di riferimento: Lorenzo Agostini (CEO), Camilla Conti (COO)
oggetti di ogni genere, da una mela
Sito: https://www.adaptronics.it/ Mail: info@adaptronics.it
a un pacco pesante e voluminoso,
senza essere condizionati dalla
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Numero di brevetti: n.d.


loro forma e senza comprimerli col Dipendenti-collaboratori: 5
rischio di danneggiarli.

Lorenzo Agostini, CEO, e


Camilla Conti, Chief Operating
Officer di AdapTronics (sopra).

zione industriale, last-mile delivery con robot autonomi, raccolta zia spaziale europea nel suo incubatore a Torino. «Grazie a questa
automatizzata di frutta, rimozione di detriti spaziali e servizi in or- collaborazione stiamo ingegnerizzando un gripper, una mano da
bita ai satelliti», specifica Agostini. mettere sui bracci robotici che si dispiegano nello spazio e avvol-
La logistica è un settore in forte trasformazione. Già oggi i dro- gono il satellite per fare il docking, in maniera non invasiva e sen-
ni vengono usati per consegnare pacchi in zone difficilmente rag- za rovinare gli strumenti che potrebbero trovarsi sulla sua super-
giungibili da altri mezzi di trasporto. Gli oggetti sono agganciati al ficie», sottolinea Agostini.
corpo del velivolo oppure adagiati in una scatola costruita ad hoc, L’elettroadesione è un fenomeno noto che però AdapTronics
soluzioni che limitano le dimensioni di ciò che viene trasportato. è riuscita a declinare in maniera innovativa, grazie a un sistema
Con la tecnologia AdapTronics, invece, basterà fare aderire il ven- di stampa elettronica con inchiostri conduttori e dielettrici che
tre del drone al pacco per ottenere l’aggancio perfetto, qualsiasi ha consentito di sviluppare un film sottile. «Ci sono molte azien-
sia la sua forma. de che stanno lavorando a migliorare i sistemi di presa di oggetti,
Per partire con il business però bisognava scegliere un caso ma sono concentrate tutte a migliorare il sistema a ventose, e non
di studio, concentrarsi su una delle molteplici applicazioni della li consideriamo dei competitor. Abbiamo invece voluto incontrare
tecnologia. «Parlando con le diverse industrie e conducendo in- un’azienda californiana che nel 2014 aveva sviluppato una tecno-
dagini di mercato abbiamo capito che c’era un campo dove pote- logia simile ma in un campo diverso, ed è stato molto importante
vamo davvero fare la differenza, quello aerospaziale. L’elettrosta- per noi confrontarci con loro per imparare dalla loro esperienza»,
tica infatti funziona anche in condizioni di microgravità e vuoto conclude l’ingegnere.
spaziale». Dall’incontro con diverse aziende che lavorano in que- In capo a un anno, infatti, i giovani ingegneri vogliono arrivare
sto campo viene la richiesta di incubazione da parte dell’Agen- sul mercato. Niente più esperimenti, si fa sul serio.

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Il matematico impertinente di Piergiorgio Odifreddi

professore ordinario di logica matematica all’Università di Torino


e visiting professor alla Cornell University di Ithaca (New York)

La perfezione dei numeri interi


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I due più antichi problemi aperti della matematica


riguardano i cosiddetti numeri perfetti

un outsider, la matematica moder- Secoli prima, il matematico greco Euclide

A na può dare l’impressione che le no-


zioni di cui essa si interessa stiano di-
ventando sempre più astruse e astratte, e che
aveva già osservato, nella proposizione ix.36
degli Elementi, qualcosa di molto più interes-
sante. Il fatto, cioè, che se 2n+1 – 1 è primo allora
le difficoltà dei suoi problemi aperti derivi- 2n (2n+1 – 1) è perfetto. La verifica è praticamen-
no appunto dall’astrusità e dall’astrattezza di te immediata, ed è appunto ciò che succede
queste nozioni. Sicuramente questo è vero, al- con i numeri 6, 28, 496 e 8128.
meno in parte, ma non bisogna dimenticare Molto meno immediato è provare che i nu-
che l’astrazione è per definizione un processo meri perfetti pari sono esattamente quelli del
che parte dal concreto. tipo trovato da Euclide. Nel 1737 Eulero con-
Nel caso della matematica moderna, molte fermò che è effettivamente così. La sua di-
sue nozioni astruse e astratte si sono appunto mostrazione sfrutta un procedimento che lui
evolute a partire da quelle semplici e concrete stesso aveva già usato in precedenza per di-
degli antichi. E sarebbe ingenuo pensare che mostrare che i numeri primi sono infiniti, e
si sia andati avanti soltanto quando non c’era che avrebbe portato in seguito alla formula-
più niente da sapere sulle nozioni classiche. E zione dell’ipotesi di Riemann.
che non esistano più problemi aperti al loro ri-
guardo, perché esse sono ormai state comple- Uno stretto legame
tamente comprese. L’esempio più ovvio di un I numeri perfetti pari sono dunque stret-
vasto territorio classico che non è stato affat- tamente legati ai numeri primi del tipo
to conquistato, e in cui rimangono aperti mol- 2m – 1, detti primi di Mersenne. Attualmente,
ti fronti, è la teoria dei numeri: un’area in cui il più grande primo di Mersenne conosciu-
abbondano problemi come l’ultimo teorema to è 282.589.933 – 1, da cui si può ricavare il più
di Fermat, che sono facilissimi da enunciare e grande numero perfetto conosciuto: il cin-
difficilissimi da risolvere. quantunesimo, per la precisione. Ma rimane
un problema aperto se ci siano infiniti numeri
La somma dei divisori perfetti pari. O, equivalentemente, se ci siano
I due più antichi problemi aperti della ma- infiniti numeri primi di Mersenne.
tematica riguardano appunto i numeri inte- Inoltre, resta aperto un secondo proble-
ri. In particolare, i numeri perfetti, che già i pi- ma: se ci siano o no numeri perfetti dispari. Co-
tagorici avevano definito come quei numeri sì sembrerebbe, almeno stando a 5 è il nume-
che sono uguali alla somma dei loro divisori, ro perfetto: un fumetto e un film di Igor Tuveri,
escluso il numero stesso, e inclusa l’unità. Per rispettivamente del 2002 e del 2019. Ma en-
esempio, è perfetto 6, che è la somma di 1, 2 e trambe le opere intendono la perfezione del
3. E lo sono anche 28, 496 e 8128, che erano gli numero 5 in senso artistico, non matematico.
unici numeri perfetti noti agli antichi. Se veramente ci sono numeri dispari per-
Filone Giudeo, un filosofo ebreo del pri- fetti, in teoria si potrebbe trovarne uno me-
mo secolo, sostenne in La creazione del mondo diante una ricerca esaustiva, ovviamente al
che Dio creò il mondo in 6 giorni, e che la Lu- calcolatore. In pratica, però, tutto dipende da
na gira attorno alla Terra in 28 giorni, proprio quanto grande sia il più piccolo numero per-
perché i numeri 6 e 28 sono perfetti. E questa fetto dispari: sicuramente, più di 101500. Se la
posizione venne condivisa agli inizi del V se- risposta fosse invece negativa, i risultati con-
colo dal vescovo cristiano Agostino, in La cit- giunti di Euclide ed Eulero caratterizzerebbe-
tà di Dio. ro allora completamente i numeri perfetti.

14 Le Scienze 654 febbraio 2023


di Telmo Pievani Scienza e filosofia
professore ordinario di filosofia delle scienze biologiche
dell’Università degli Studi di Padova

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Tempi bui per le università
Lo scorso anno gli indici di libertà accademica sono calati
in molti paesi e il problema riguarda anche le democrazie

S
e credete ciecamente nel progresso gruppo separatista ha ucciso tre docenti cine-
di un’umanità che di anno in anno si e il loro autista dell’Istituto Confucio dell’U-
conquista nuovi spazi per la demo- niversità di Karachi.
crazia e i diritti civili, allora è consigliabile leg- Le democrazie non sono immuni. Nel rap-
gere l’ultimo rapporto sulla libertà di ricerca e porto, Scholars at Risk denuncia: casi di mi-
di insegnamento pubblicato a fine 2022 dalla nacce a docenti universitari da parte delle
rete internazionale Scholars at Risk. Pare che forze di sicurezza in Corea del Sud; mancate
il mondo sia in preda a un’insana passione per promozioni di studiosi polacchi a causa del-
autocrati, dittatori e uomini forti (sono quasi le loro ricerche su temi considerati sensibi-
sempre maschi; sopra quel soffitto di cristal- li; attentati dinamitardi contro gli Historical-
lo passeggia un sacco di gente con il testoste- ly Black Colleges and Universities negli Stati
rone a mille). Uniti, dove un’ulteriore minaccia alla libertà
di espressione proviene da crescenti censure
Professori e studenti nel mirino su temi ritenuti non «politicamente corretti».
Dal 1° settembre 2021 a fine agosto 2022, Nei soli 12 mesi monitorati, si sono contate
l’organizzazione con sede alla New York violente repressioni contro le manifestazioni
University ha registrato 391 attacchi contro la studentesche o restrizioni alla libertà di mo-
libertà accademica in 65 paesi (il 41 per cen- vimento anche in Sri Lanka, Indonesia, Tur-
to dei quali ha colpito gli studenti). L’invasio- chia, Bangladesh, Yemen, Cina, Thailandia,
ne russa sta avendo conseguenze catastrofi- Algeria, India, Nicaragua, Kenya, Kuwait, e al-
che sul sistema scientifico ucraino, in termini la Birzeit University nei Territori palestinesi.
di vittime, infrastrutture distrutte, fuga di stu- A Hong Kong il regime cinese procede nella Porte chiuse. Studentesse fermate
denti e docenti. Dall’altro lato della trincea, sistematica riduzione delle libertà di espres- da forze talebane vicino all’ingresso
qualsiasi opposizione esplicita al regime è sione. Già prima che si manifestasse tutta la di un’università a Kabul, in Afghanistan,
perseguitata e per la comunità scientifica rus- ferocia reazionaria contro la rivoluzione del- il 21 dicembre 2022. Dal giorno
sa aumenta l’isolamento interno e internazio- le giovani donne iraniane, nel terrore teo- precedente, il governo dei talebani ha
nale. I fondamentalisti talebani hanno raso al cratico erano all’ordine del giorno gli arresti vietato l’istruzione universitaria alle donne
suolo vent’anni di faticosi progressi nell’edu- contro studenti e professori universitari accu- in tutto il paese a tempo indeterminato.
cazione femminile, azzerandola. Le università sati senza alcuna prova di legami con poten-
afgane schiacciate sotto il loro tallone hanno ze straniere.
licenziato personale accademico e ammini-
strativo, anche su base etnica, e incarcerato Sempre peggio
un numero imprecisato di docenti oppositori Colpisce, soprattutto, il dato comparativo
del nuovo governo. rispetto agli anni precedenti: gli indici di li-
Dopo l’ennesimo colpo di mano milita- bertà accademica sono in calo in molti paesi.
re nel febbraio 2021, in Myanmar i soldati oc- La formula delle società chiuse, in cui magari
WAKIL KOHSAR/AFP via Getty Images

cupano i campus e mettono in galera qualsia- si fa scienza competitiva e ben pagata purché
si dissidente tra studenti e docenti. In Etiopia, non si contraddicano gli ordini del partito uni-
la Wollo University è oggi un martoriato te- co o dei pasdaran, esercita un certo fascino.
atro di guerra tra governativi e Fronte di Li- Dopo aver letto questo documento ango-
berazione del Tigray. Terroristi sospettati di sciante, ci si sente fortunati a vivere in paesi
appartenere al gruppo Boko Haram hanno as- imperfetti, inefficienti e litigiosi, dove però si
saltato la Nigerian Army University di Biu. In possono ancora criticare apertamente i poten-
Pakistan un attacco suicida rivendicato da un ti di turno.

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Homo sapiens di Giorgio Manzi

ordinario di paleoantropologia alla Sapienza Università di Roma;


socio corrispondente dell’Accademia Nazionale dei Lincei

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Su due piedi tra gli alberi
Uno studio ribadisce che il bipedismo si sarebbe evoluto
in un contesto forestale e non in ambienti aperti

È
da tempo che qui non parliamo di bi- ne si sia evoluto sugli alberi, probabilmente
pedismo e delle sue origini. Il biz- guidato da strategie di foraggiamento in fore-
zarro modello di locomozione che ci sta: un bipedismo arboricolo, dunque.
contraddistingue venne probabilmente acqui- Lo studio ha rilevato che questi scimpanzé
sito ai tempi della separazione evolutiva con i trascorrono tanto tempo sugli alberi quanto
nostri più stretti parenti tuttora viventi: gli altri della stessa specie, nonostante l’habitat
scimpanzé. Loro, intorno a sei milioni di anni più aperto, e non mostrano alcuna tendenza
fa, continuarono a vivere nelle foreste equato- a muoversi molto sul terreno, com’era invece
riali dell’Africa centro-occidentale e acquisi- atteso. Inoltre, sebbene si pensasse di veder-
rono il «knuckle walking» (andatura sulle noc- li camminare eretti fra l’erba alta della sava-
che delle mani) per muoversi sul terreno: una na, l’andatura bipede si è verificata sugli albe-
particolare forma di quadrupedismo, analoga ri in più dell’85 per cento dei casi. Questi dati
a quella dei gorilla, che sfrutta i loro lunghi ar- sembrerebbero dunque contraddire l’ipotesi
ti anteriori. I nostri antenati, invece, iniziaro- secondo cui un clima più secco e ambienti più
no a camminare sul terreno da bipedi, prelu- aperti avrebbero spinto i nostri primi antenati
dio fondamentale a tutti i passi che seguirono a camminare sul terreno su due gambe, sugge-
nel cespuglio della nostra evoluzione. rendo piuttosto che il bipedismo fosse un loro
modo di muoversi fra i rami degli alberi.
Scimpanzé di oggi
Un recente studio di scienziati dell’Univer- La regola delle tre C
sity College London pubblicato su «Science Forse mi sbaglio, ma non condivido le lo-
Advances» mette in discussione l’ipotesi che il ro conclusioni. Trovo al contrario che mol-
bipedismo sia stato una risposta adattativa agli to di quanto loro osservano lo sapevamo già.
ambienti a mosaico (un misto tra foresta e sa- Penso, in particolare, all’alluce prensile di Ar-
vana) che si andavano aprendo in Africa orien- dipithecus (uno dei primi bipedi del nostro ce-
tale, lungo la traiettoria della Great Rift Val- spuglio evolutivo), alle sue lunghe braccia e
ley, verso la fine del Miocene. Gli autori hanno alle altrettanto lunghe dita delle mani. Penso
studiato sul campo il comportamento di una anche alle caratteristiche che da decenni os-
varietà di scimpanzé (Pan troglodytes schwein- serviamo nelle diverse specie del genere Au-
furthii) che vive in Tanzania, nella Issa Valley, stralopithecus, incluse le loro proporzioni
ai limiti più orientali dell’areale di distribu- corporee che ne fanno come delle «scimmie
zione della specie. Si trova, quindi, in un’area anfibie», capaci al tempo stesso di muoversi
prossima a quella dove si sono evoluti i nostri sugli alberi per lo più con le braccia e sul ter-
primi antenati bipedi diversi milioni di anni reno con le gambe.
fa, quando la foresta si andava ritraendo. Ritengo inoltre che le loro conclusioni sia-
Contrariamente a ipotesi ormai consoli- no offuscate dai limiti dell’osservazione di una
date – secondo le quali il bipedismo sarebbe specie vivente e non di un percorso evolutivo,
stato dovuto a una maggiore frequentazio- che solo il dato paleontologico può fornire.
ne degli spazi aperti e al camminare in po- Nella loro analisi, infatti, non si rispetta la
stura eretta sul terreno – sono arrivati alla «regola delle tre C» di cui parlo talvolta agli
conclusione che il contesto forestale fosse an- studenti. È vero che ci sono le Contingenze
cora una componente essenziale della nicchia (l’ambiente, l’ecologia), ma mancano sia il Ca-
adattativa dei primi ominidi bipedi e che il lo- so (della variazione genetica cruciale) sia le
ro (e nostro) particolare modello di locomozio- Circostanze (della storia naturale).

16 Le Scienze 654 febbraio 2023


di Amedeo Balbi La finestra di Keplero
professore associato di astronomia e astrofisica
al Dipartimento di fisica dell’Università di Roma Tor Vergata

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Di chi è il cielo notturno
Le costellazioni di satelliti in bassa orbita disturbano già
la visione della volta celeste, e cresceranno a dismisura

el maggio 2019 la compagnia ni di cielo per lunghi periodi. Tra il 2021 e il

N spaziale privata SpaceX, costituita


e guidata da Elon Musk, ha messo
in orbita i primi 60 satelliti della costellazione
2022, gli astronomi che analizzano i dati del-
lo Zwicky Transient Facility (ZTF) in Califor-
nia hanno calcolato che circa il 20 per cento
Starlink; una rete che, a regime, dovrebbe es- delle osservazioni è stato alterato dalle scie la-
sere composta da oltre 10.000 minisatelliti, in sciate dai satelliti. L’osservatorio Vera Rubin
grado di fornire accesso a Internet ad alta ve- (un grande telescopio di 8,4 metri attualmente
locità sull’intera superficie terrestre. Il lancio in costruzione in Cile, che dovrebbe osserva-
ha colto di sorpresa la comunità astronomica, re l’intera volta celeste una volta ogni tre gior-
che ha iniziato a valutare con preoccupazione ni per dieci anni) avrebbe più del 30 per cento
l’impatto che un numero così grande di satel- dei dati contaminato dal passaggio dei satelliti
liti in bassa orbita terrestre avrebbe sull’osser- delle megacostellazioni. E non c’è solo il pro-
vazione del cielo. blema delle scie luminose. Molti nuovi satelli-
Da allora le preoccupazioni non sono dimi- ti trasmettono a frequenze radio non soggette
nuite, anzi. Il business delle megacostellazio- alle limitazioni delle trasmissioni terrestri, e
ni non fa gola solo a Elon Musk, e già esistono possono quindi causare interferenze per i ra-
almeno due concorrenti di SpaceX (l’inglese diotelescopi.
OneWeb e il progetto Kuiper di Amazon) che
puntano a fornire servizi analoghi. Al momen- Soluzioni da inventare
to, i satelliti già messi in orbita e appartenen- Al momento non esistono leggi internazio-
ti a questi progetti sono più di 4000. Ma le ri- nali che regolino la materia e non ci sono li-
chieste di autorizzazione inviate alla Federal miti a quanto possa apparire brillante un sa- Sempre più luminosi.
Communications Commission (FCC) statuni- tellite. Le compagnie private si sono dette A novembre 2022 il CPS ha espresso
tense e all’International Telecommunication interessate a collaborare con gli astronomi, la preoccupazione della comunità
Union (ITU) delle Nazioni Unite sono oltre ma per ora non esistono piani concreti e stra- astronomica globale per il lancio in bassa
430.000. Un numero strabiliante che, se ap- tegie risolutive. orbita del primo di una nuova serie
provato e messo in atto, trasformerebbe com- L’International Astronomical Union (IAU) di satelliti, BlueWalker 3, che non solo
pletamente la visione del cielo notturno negli ha recentemente fondato il CPS (Centre for è ora «uno dei più brillanti oggetti
anni a venire. the Protection of the Dark and Quiet Sky from nel cielo notturno», ma trasmette onde
Satellite Constellation Interference), un cen- radio in grado di arrecare gravi disturbi
Più luminosi di una stella tro per la protezione dei cieli dall’interferen- alla radioastronomia.
Cortesia KPNO/NOIRLab/IAU/SKAO/NSF/AURA/R. Sparks

A differenza della maggior parte dei satelli- za dei satelliti delle megacostellazioni, con lo
ti per telecomunicazioni, che orbitano a gran- scopo di studiare possibili soluzioni al proble-
di distanze dalla Terra e sono pressoché invi- ma e di sensibilizzare le istituzioni e i comu-
sibili, i satelliti delle megacostellazioni sono ni cittadini.
collocati più vicini alla superficie terrestre, Sì, perché la questione non riguarda sol-
tra i 500 e i 1000 chilometri di quota. Quando tanto gli astronomi professionisti e i gran-
non sono nel cono d’ombra del nostro pianeta di progetti osservativi, ma anche i semplici
(tipicamente nelle ore attorno all’alba e al tra- appassionati e più in generale l’intera umani-
monto), i satelliti riflettono la luce solare, e la tà: il punto è di chi sia la proprietà dei nostri
loro luminosità può superare quella delle stel- cieli notturni e se la visione della volta celeste
le visibili a occhio nudo. possa restare, in futuro, la stessa che millenni
A farne le spese sarebbero soprattutto i te- fa ha riempito di meraviglia i nostri antenati e
lescopi terrestri che osservano grandi regio- ha fatto muovere i primi passi alla scienza.

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News

ANTROPOLOGIA

Il piacere del gusto è tutto mio


Le preferenze alimentari sono legate alle tradizioni solo in piccola parte
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Mel Longhurst/VW Pics/Universal Images Group via Getty Images

18 Le Scienze 654 febbraio 2023


Ricerca, tecnologia
e medicina dai laboratori
di tutto il mondo

Sembrerà strano a noi italiani, ma i gusti alimentari


dipendono poco dalla tradizione locale, mentre sono
Lungo la Via della seta. Un mercato nella città di Samarcanda, molto dipendenti da preferenze individuali, che
in Uzbekistan, uno dei paesi in cui gli autori della ricerca cambiano anche nel corso della vita. Lo ha scoperto
hanno studiato la relazione tra gradimento dei cibi e caratteristiche un gruppo di biologi, medici e antropologi italiani,
individuali come genetica, età e luogo di nascita.
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delle università di Torino, Trieste, Padova e Tartu,


in Finlandia, che ha misurato le preferenze per 79
ingredienti diversi lungo la Via della seta, fra Georgia
e Tagikistan. Come spiegato sui «Proceedings of
the National Academy of Sciences», nel percorso i
ricercatori, coordinati da Luca Pagani dell’Università
di Padova, si sono fermati in sei aree, dove hanno
prelevato campioni di DNA a 543 persone, che poi
hanno intervistato sui loro gusti alimentari.
«Il nostro scopo era dimostrare che le informazioni sul
gradimento dei cibi possono essere usate per creare
gruppi di individui, al cui interno individuare poi quali
altre caratteristiche, dalla genetica al luogo di nascita
all’età, siano più predittive riguardo ai gusti», spiega
Pagani. «Così abbiamo determinato che le preferenze
alimentari sono legate solo per il 20 per cento a dove
si vive, mentre la presenza di questa o quella variante
genetica ne spiega solo il 2 per cento: tutto il resto
dipende da fattori come età, sesso e scelte individuali».
Ma com’è possibile che i gusti alimentari siano legati
poco al territorio, quando vediamo la passione
degli italiani per la pizza o degli statunitensi per gli
hamburger? «La nostra ricerca si basa sulla preferenza
di ingredienti di base, senza considerare il contesto
gastronomico», spiega Pagani. In altre parole «gradire
le melanzane» non dice nulla sul fatto che le preferiamo
cucinate «alla Norma» o «come Moussaka», scelta che
invece è probabile dipenda dalle tradizioni famigliari o
locali. La pizza, poi, è una ricetta così universalmente
gradita da essere poco informativa: se dividessimo la
popolazione mondiale in base al suo gradimento, non
troveremmo una divisione «italiani contro resto del
mondo», ma «tutti contro pochi dai gusti difficili».
Insomma, una sessantenne italiana avrebbe più
possibilità di avere gusti simili a quelli di una coetanea
cinese, che a quelli del diciottenne della porta
accanto? «Non a livello di ricette, che dipendono
dalla tradizione; ma a livello di ingredienti ci sono
buone possibilità che i gusti delle due sessantenni si
somiglino», spiega Pagani. I giovani di tutto il mondo
amano cibi dai forti sapori di base dolce, salato e
proteico, afferma il ricercatore, ma le preferenze degli
anziani sono più sfumate, includendo anche verdure
e altri alimenti dai sapori meno «decisi». «Riflette il
loro maggiore vissuto e anche la necessità di usare
il cibo per preservare la salute. Non c’è quindi da
meravigliarsi che, sebbene vivano ai lati opposti del
mondo, gli ingredienti che scelgono per i loro piatti si
somiglino», conclude Pagani.
Alex Saragosa

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News

ASTROFISICA

Un lampo gamma che non torna


Ha avuto una durata del tutto anomala rispetto a quelle osservate finora

I lampi di raggi gamma sono violente


emissioni di radiazione ad alta energia pro-
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venienti da galassie distanti. Benché sia-


no noti agli astronomi dal 1967, resta an-
cora molto da capire sulle loro proprietà
e sui fenomeni cosmici che li generano. A
conferma di ciò, un nuovo rompicapo per
gli esperti del settore arriva ora da GRB
211211A, un lampo gamma osservato nel di-
cembre 2021 e analizzato da ben quattro
gruppi di ricerca distinti, che hanno pub-
blicato i rispettivi risultati in altrettanti ar-
ticoli sulla rivista «Nature». La conclusione
è stata unanime: le caratteristiche del lam-
po gamma osservato sembrano sfuggire al-
la classificazione finora accettata di queste
violente esplosioni cosmiche.
A oggi le categorie note di lampi di rag-
gi gamma sono due: i lampi «corti», che du-
rano meno di due secondi e vengono pro-
dotti nel processo di fusione di due stelle
di neutroni in un buco nero, e quelli «lun-
ghi», che possono durare diversi minuti e la fusione tra due stelle di neutroni, ma le ro come il buco nero possa aver generato
sono generati da esplosioni di supernova, opinioni divergono sull’oggetto finale pro- un lampo gamma così lungo.
in seguito al collasso di stelle massicce. Ma dotto dalla fusione, che avrebbe originato Per avere indicazioni più chiare servirà
GRB 211211A, come evidenziato dai quattro il lampo gamma: un gruppo ipotizza una osservare altre emissioni simili, tuttavia è
gruppi di ricerca, ha avuto una durata in- stella di neutroni in rapida rotazione (chia- probabile che in futuro sarà necessario ag-
termedia del tutto anomala, pari a circa un mata anche «magnetar»), mentre gli altri giungere una terza categoria nella classifi-
minuto. I ricercatori sono concordi nel ri- tre scommettono su un buco nero: se fosse cazione dei misteriosi lampi gamma.
tenere che alla base dell’emissione vi sia vera quest’ultima ipotesi, però, non è chia- Matteo Serra

Il lungo viaggio galattico dell’antimateria


La nostra galassia è semitrasparente all’antimateria prodotta A causa del processo di annichilazione tra materia e antimateria, i
dall’interazione fra particelle di materia oscura. La scoperta è stata fisici si aspettavano che l’antimateria prodotta nelle regioni centrali
pubblicata su «Nature Physics» dalla collaborazione dell’esperimento della nostra galassia, dove la materia oscura si concentra, non potesse
ALICE, uno dei quattro grandi rivelatori installati lungo il perimetro del viaggiare per decine di migliaia di anni luce e arrivare sino a noi, per
Large Hadron Collider (LHC), al CERN di Ginevra. Per ottenere questo essere rivelata da strumenti come AMS-02, operativo da oltre dieci
risultato, i ricercatori della collaborazione hanno studiato l’interazione anni sulla Stazione spaziale internazionale in orbita attorno alla Terra,
fra la materia ordinaria di cui è composto il rivelatore e i nuclei di proprio con l’obiettivo di studiare antimateria e materia oscura. La
antielio-3 prodotti da miliardi di collisioni fra protoni e ioni piombo collaborazione ALICE al CERN ha invece scoperto che per l’antielio-3
all’interno dell’acceleratore. prodotto da materia oscura la nostra galassia ha una trasparenza pari
Cortesia Samuele Ronchini/GSSI 2022

I nuclei di antielio-3 non sono prodotti solo negli acceleratori, ma al 50 per cento, mentre per l’antielio-3 prodotto dall’interazione fra
esistono anche in natura. In particolare, i ricercatori hanno studiato raggi cosmici e mezzo interstellare la trasparenza varia dal 25 al 90 per
due possibili meccanismi di produzione di questi nuclei leggeri di cento, a seconda dell’energia del nucleo atomico.
antimateria. Il primo è costituito dalle collisioni ad alta energia fra L’esperimento GAPS, che in futuro verrà lanciato a bordo di un pallone
raggi cosmici e mezzo interstellare, il secondo dal decadimento o sonda sopra l’Antartide, potrà fornire ulteriori conferme a questa
dall’annichilazione di particelle di materia oscura del tipo WIMP scoperta.
(particelle massicce debolmente interagenti). Emiliano Ricci

20 Le Scienze 654 febbraio 2023


FISICA
In cerca
La prima volta di un wormhole di materia
oscura con
La sua dinamica è stata simulata da un computer quantistico orologi atomici
La precisione degli orologi
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atomici – strumenti di
misurazione del tempo molto
sensibili, che sfruttano le
transizioni energetiche di
ioni e atomi – è in continuo
aumento, tanto da aprire
orizzonti di ricerca inediti:
tra questi, la possibilità di
indagare problemi aperti
di natura fondamentale. In
questa direzione si inserisce
una proposta avanzata su
«Nature Astronomy» da
tre ricercatori, guidati da
Marianna Safronova della
statunitense Università
del Delaware, che hanno
suggerito di inviare due
orologi atomici nelle zone
interne del sistema solare,
allo scopo di verificare la
presenza di particelle di
materia oscura ultraleggera.
Queste particelle
produrrebbero piccole
oscillazioni tali da influenzare
il funzionamento degli
orologi, tanto da indurre una
differenza rilevabile nel loro
«ticchettio».
Uno dei problemi aperti più importanti della fisi- dell’entanglement, fenomeno peculiare che pre- Sebbene al momento l’idea
ca è l’incompatibilità tra la teoria generale della vede la possibile esistenza di una correlazione a sia una semplice proposta,
relatività di Albert Einstein e la meccanica quan- distanza tra sistemi quantistici. la sua realizzazione appare
tistica: benché le due teorie funzionino mol- Spiropulu e colleghi hanno usato un compu- fattibile, tenendo conto
to bene nei rispettivi regimi (rispettivamente, ter quantistico costituito da un circuito a nove che ci sono già missioni
l’infinitamente grande e l’infinitamente picco- qubit (le unità di informazione quantistica), ba- spaziali con a bordo orologi
lo), falliscono quando se ne allontanano. Tutta- sato sul processore Sycamore di Google, per si- atomici (come per esempio
via, da tempo i fisici teorici hanno messo in luce mulare un sistema quantistico semplificato, ma la missione Deep Space
l’esistenza di dualità inattese tra sistemi gravi- tale da preservare le sue proprietà fondamentali. Atomic Clock della NASA,
tazionali e quantistici. Proprio in questo filone Nella simulazione, i ricercatori hanno realizzato lanciata nel 2019) e che
si inserisce uno studio pubblicato su «Nature» il teletrasporto di un qubit attraverso il proces- sono già state inviate con
da un gruppo di ricerca guidato da Maria Spiro- sore, osservando la stessa dinamica attesa se il successo alcune sonde in
Cortesia inqnet/A. Mueller (Caltech)

pulu, del Caltech di Pasadena, in California, che qubit si spostasse lungo un wormhole transitabi- prossimità dell’interno del
ha simulato per la prima volta la dinamica di un le. Il risultato dimostra che l’informatica quanti- sistema solare e del Sole
wormhole (un tunnel spazio-temporale) su un stica può rappresentare una strada interessante stesso, che costituisce la
computer quantistico. per testare teorie di gravità quantistica (che nel- zona di maggiore interesse
I ricercatori hanno verificato in particola- la maggior parte dei casi non sono facilmente in- per la missione proposta da
re l’esistenza di una connessione tra il compor- dagabili sperimentalmente), oltre a studiare altri Safronova e colleghi.
tamento del wormhole e il teletrasporto quan- problemi aperti di fisica fondamentale. Matteo Serra
tistico, una delle applicazioni più spettacolari Matteo Serra

www.lescienze.it Le Scienze 21
News

ETOLOGIA
L’agricoltura
DNA e comportamento dei cani ha legato
gli umani
Individuate le sequenze che più distinguono le varie razze ai gatti
Fra i misteri del gatto c’è
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anche quello del dove


e quando sia diventato
domestico. I più antichi resti
di Felis catus sono quelli
rinvenuti nella tomba di un
uomo morto a Cipro 9500
anni fa, ma è improbabile
che la specie si sia evoluta
su un’isola. Per dirimere la
questione la genetista Leslie
Lyons, dell’Università del
Missouri, ha usato dati sul
DNA di gatti di tutto il mondo
– raccolti per individuare
la frequenza delle malattie
genetiche – impiegandoli
per ricostruirne l’albero
genealogico. «Seguendo
l’evoluzione delle mutazioni,
abbiamo concluso che la
domesticazione del gatto è
avvenuta nella Mesopotamia
di 10.000 anni fa», spiega
Lyons su «Heredity». «E,
a differenza di quanto
avvenuto con cani, cavalli
o bovini, c’è stata solo una
domesticazione: tutti i gatti
domestici sono discendenti
di quei primi esemplari
I cani rappresentano uno dei più grandi e riu- tuttavia a identificarne molti. In uno studio pub- mesopotamici».
sciti esperimenti genetici degli esseri umani. Le blicato sulla rivista «Cell», hanno analizzato cir- La Mesopotamia è una culla
oltre 340 razze attuali discendono tutte da lupi ca 4000 genomi di cani appartenenti a oltre 200 dell’agricoltura, quindi uno
addomesticati nelle steppe dell’Asia centrale cir- razze pure, meticci, cani rinselvatichiti e canidi dei primi luoghi in cui gli
ca 15.000 anni fa. Poche specie vantano una si- selvatici. Applicando strumenti computaziona- umani hanno avuto bisogno
mile variabilità nell’aspetto e nel comportamen- li, hanno identificato dieci principali lignaggi ge- di proteggere i magazzini
to, che è frutto di secoli di selezioni e riflette i netici, con gruppi comuni di sequenze geniche dei cereali dai roditori: in
molti compiti che i cani svolgono. responsabili di comportamenti come la caccia questo il gatto selvatico era
Se le prime razze erano plasmate per la cac- con l’olfatto o la difesa del bestiame. Questi dati l’aiutante ideale. Il fatto poi
cia o per la guardia, a partire dall’Ottocento sono sono stati incrociati con 46.000 sondaggi effet- che, a differenza del cane, il
comparse molte delle razze da compagnia. Alcu- tuati tra i proprietari di cani di razza, che hanno gatto sia stato addomesticato
ne oggi trovano impiego nella ricerca di droga ed permesso di associare a ogni lignaggio specifici per fare una sola cosa, che
esplosivi, nel salvataggio e come guida per i non tratti comportamentali. Il lignaggio dei terrier, del resto già faceva in natura
vedenti. Che cosa rende i cani così bravi a svol- per esempio, mostra spiccati istinti predatori. (cacciare topi), ha anche fatto
gere compiti specifici? Da 30 anni gli scienziati Le sequenze responsabili dei diversi compor- sì che da allora sia cambiato
cercano di far luce sulle basi genetiche di queste tamenti si sono rivelate in gran parte sequenze molto poco in aspetto e
attitudini. Non è facile, però, rintracciare i geni regolatorie non codificanti, appartenenti a cir- comportamento rispetto al
suemack/iStock

responsabili dei tratti comportamentali. Ricer- cuiti genici che controllano lo sviluppo del siste- progenitore selvatico.
catori guidati da Elaine Ostrander, dei National ma nervoso. Alex Saragosa
Institutes of Health statunitensi, sono riusciti Eugenio Melotti

22 Le Scienze 654 febbraio 2023


FARMACOLOGIA

Le femmine non sono piccoli maschi


Le differenze d’effetto dei farmaci dipendono solo in parte dalla massa corporea

Nelle donne i farmaci hanno dal 50 al 75 per cento in più di effet-


ti avversi rispetto agli uomini e un’efficacia media ridotta. Questa
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differenza, come è stato più volte evidenziato, dipende soprattut-


to dal fatto che i farmaci sono in genere sperimentati, fin dalle fa-
si precoci nei modelli animali, su campioni di maschi. Da tempo si
chiede di ovviare a questa distorsione, che ha costi enormi a livello
individuale e di sanità pubblica. Una soluzione adottata è ridurre le
dosi individuali, basandosi sull’assunto che le differenze di effetto
(terapeutico o avverso) siano semplicemente dettate da una diffe-
renza di massa fra il corpo maschile e quello femminile.
Uno studio su «Nature Communications» guidato da Shinichi
Nakagawa, dell’Università del New South Wales a Sydney in Au-
stralia, pone seri dubbi sull’efficacia di questa soluzione: la diffe-
renza di effetto fra generi non è semplicemente dettata dal peso
corporeo e ogni farmaco andrebbe valutato come caso a se stante.
Lo studio è stato effettuato su topi, abbondantemente usati nel-
la sperimentazione farmaceutica per l’essere umano, e ha utiliz-
zato un metodo tipico della biologia evolutiva, l’analisi allometri-
ca, che studia come i vari tratti fenotipici (quali dimensioni di parti
del corpo, valori fisiologici o comportamenti) variano con la massa
dell’animale. I dati provenivano da oltre due milioni di misurazio-
ni archiviate dall’International Mouse Phenotyping Consortium.
Prendendo in esame ben 363 tratti fenotipici, i ricercatori han-
no rilevato che questa relazione spesso (per circa tre quarti dei
tratti) è diversa nei due sessi e che quindi anche l’azione dei far-
maci non è direttamente correlabile alla massa: non c’è un legame
lineare fra la massa e l’effetto del farmaco e dunque, oltre al peso
corporeo, devono essere considerate altre differenze fisiologiche
fra maschi e femmine.
Federica Sgorbissa

Un nuovo supergruppo di microscopici, voraci eucarioti


«Provora» è il nome che è stato dato a un nuovo supergruppo (le grandi categorie all’apice della loro catena alimentare. Questo
un nuovo gruppo di eucarioti unicellulari tassonomiche che hanno sostituito i regni comportamento potrebbe spiegarne la rarità
scoperti grazie all’analisi di campioni di acque come piante e animali): Provora, appunto. e quindi il perché non siano stati scoperti
provenienti da varie zone del mondo: nelle Le analisi ne hanno individuato la presenza finora: al pari di leoni, leopardi e altre specie
barriere coralline del mare dei Caraibi, nel Mar in acque molto diverse, ma non nel suolo. dalle abitudini simili, la loro densità è ridotta e
Nero e nel Mar Rosso, nell’Oceano Artico e Le abitudini alimentari e altre caratteristiche perciò sfuggono facilmente ai campionamenti.
nell’Oceano Pacifico. hanno permesso di suddividerli in due gruppi: La scoperta conferma l’importanza della
Per comprendere il loro grado di parentela con Nibbleridia e Nebulidia. I primi tendono ricerca sulla diversità degli eucarioti, al fine
il resto dei viventi, è stato analizzato un gene, a «rosicchiare» la preda con appendici di scoprire altri possibili gruppi di esseri
quello del 18s rRNA, che è solitamente usato simili a minuscoli denti, mentre i secondi viventi ancora sconosciuti. Lo studio è
per definire le differenze tra le specie. Esseri inglobano per fagocitosi l’intero pasto. Tutti stato pubblicato sulla rivista «Nature» ed
umani e cavie, per esempio, differiscono si mostrano eccezionalmente voraci: nel giro è stato effettuato da Denis Tikhonenkov,
Medicimage/SPL/AGF

in questo gene per sei nucleotidi. I Provora di qualche giorno, nei campioni analizzati dell’Università di Tyumen in Russia, con
sembrano differire dal resto degli eucarioti per dai ricercatori non rimaneva quasi altra un team proveniente da diversi atenei
oltre 150 nucleotidi. In breve, le loro differenze traccia di vita microbica se non loro. Vengono internazionali.
sono tali e tante da giustificare la nascita di dunque considerati piccoli superpredatori, Aurora Colangelo

www.lescienze.it Le Scienze 23
News

Giochi di bambini
La soffice dell’Età del rame
consistenza
Antiche placche in ardesia a forma di gufo,
del nostro risalenti a 5000 anni fa, potrebbero essere sta-
cervello te incise dai bambini dell’Età del rame come gio-
cattoli. A suggerirlo sono alcuni ricercatori spa-
Forse non vi siete mai gnoli che, analizzando un centinaio di manufatti
chiesti quale sia la
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rinvenuti in antichi pozzi e tombe della peniso-


consistenza fisica del la iberica, hanno trovato segni che allontanereb-
cervello. Quella che può bero questi oggetti dai significati rituali ai quali
sembrare una semplice erano stati finora associati.
curiosità, tuttavia, è Nello studio, pubblicato su «Scientific Re-
un‘informazione importante, ports», gli autori hanno osservato incisioni che
per esempio in caso di richiamano i tratti morfologici dei gufi, come
operazione chirurgica, per ampie aperture per gli occhi, inserzioni per le
aiutare a prevedere come piume, un disco facciale piatto, becchi e ali. Se-
si muoverà il tessuto sotto il condo Juan Negro, biologo evoluzionista della
bisturi e ridurre l’invasività Estación Biológica de Doñana a Siviglia in Spa-
della procedura. Uno studio gna e primo autore dello studio, le incisioni sa-
pubblicato sul «Journal of rebbero opera di bambini dell’antichità e non di
the Royal Society Interface» artigiani.
con prima firma Nicholas Per confermare la loro ipotesi, gli autori han-
Bennion, dell’Università di no confrontato i manufatti antichi con immagi-
Cardiff in Galles, ha fornito ni di gufi disegnate da bambini odierni, trovan-
il modello oggi più preciso do diverse somiglianze. I risultati suggeriscono
delle proprietà fisiche della quindi che queste placche vadano interpreta-
materia cerebrale basandosi te come giocattoli realizzati dai bambini dell’Età
su misurazioni in vivo e del rame e forniscano indizi sui comportamenti
modelli matematici. dell’infanzia durante la preistoria. (EnNi)
Le proprietà fisiche del
cervello finora sono state
studiate principalmente Himalaya tra riscaldamento globale e incendi
su campioni conservati
per immersione in varie La fusione dei ghiacci dell’Himalaya è un problema per le risorse idriche della regione, e causa eventi
sostanze che potrebbero estremi quali valanghe di neve e roccia, collassi di pezzi di ghiacciaio, cadute di detriti, esondazione
averli alterati. Il nuovo improvvisa di laghi glaciali, tutti fenomeni sempre più frequenti. Ovunque la fusione dei ghiacciai montani è
lavoro ha invece osservato la prova più diretta degli impatti del riscaldamento globale. Ma nel causarla, oltre alle temperature crescenti,
la reazione fisica non vanno sottovalutati effetti più indiretti. A tal proposito è stato pubblicato su «Nature Geoscience» un
dell’organo in persone vive articolo dei ricercatori cinesi Chao You, dell’Università di Chongqing, e Chao Xu, dell’Accademia delle
e in movimento grazie alla scienze cinese a Pechino, che discute il ruolo delle polveri carboniose scure provenienti da incendi in
risonanza magnetica. I dati zone più o meno lontane. Ebbene, si stima che circa il 15 per cento della fusione dei ghiacci nell’Himalaya
ottenuti con l’imaging sono sia dovuto all’inscurimento dei ghiacci causato dalla deposizione di particelle carboniose, che ne cambia
stati poi elaborati con una il potere riflettente. E oltre la metà di queste particelle proviene da incendi. Così il riscaldamento globale
tecnica di machine learning, non solo causa la fusione diretta dei ghiacciai, ma prolunga anche la stagione secca e induce un tempo
e Museu Nacional de Arqueologia de Portugal, Lisbona (gufo)

per estrarre le proprietà favorevole agli incendi. Lo studio sull’Himalaya mostra come questo effetto indiretto sia stato finora
complessive del materiale. sottovalutato e vada invece considerato più attentamente nei futuri modelli di impatto. (AnPa)
Lo studio conferma che
DanielPrudek/iStock (Himalaya); Juan J. Negro

si tratta di una sostanza


piuttosto fragile (è soffice
come gelatina e si schiaccia
dieci volte più facilmente
del polistirolo). In futuro il
gruppo intende studiare con
la stessa tecnica la reazione
del cervello a movimenti più
bruschi e traumatici. (FeSg)

24 Le Scienze
Prove tecniche di CRISPR Addio al secondo
contro l’Huntington intercalare? Il gene drive
può aiutare
La cautela è d’obbligo: si tratta di uno studio La Conferenza generale dei pesi e delle misure
nelle fasi precliniche precoci, effettuato su tes- (CGPM) di Parigi ha proposto di sospendere, a
a controllare
suti ingegnerizzati. Eppure non può non destare partire dal 2035, la pratica di aggiungere «secon- anche i topi
attenzione, visto che la malattia presa in esame, di intercalari» agli orologi ufficiali per mantener-
il morbo di Huntington, provoca enormi soffe- li sincronizzati con la rotazione terrestre. Le specie invasive sono una
renze ed è al momento senza cura. Le terapie di-
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La pratica si era resa necessaria negli ultimi minaccia per la biodiversità,


sponibili hanno inoltre una scarsa efficacia nel decenni a causa di un lieve rallentamento della soprattutto in ecosistemi
ridurre i sintomi della malattia, causata da una rotazione terrestre, con l’aggiunta di ben 27 se- delicati come quelli delle
precisa mutazione genetica che può venire sco- condi «extra» tra il 1972 e il 2016 (per una media isole. Spesso tra queste
perta con numerosi anni di anticipo sull’insor- di circa uno ogni anno e mezzo). Tuttavia, di re- specie figura il topo comune
genza ed è mortale nella totalità dei casi. cente la tendenza si è invertita, con un aumento (Mus musculus), capace di
Per questo l’applicazione di CRISPR, un me- della velocità di rotazione della Terra che rende- creare danni soprattutto a
todo di modifica del DNA che ha raccolto negli rebbe ora necessario sottrarre un secondo. L’o- piante, uccelli e rettili locali.
ultimi tempi una serie di risultati positivi contro perazione rischierebbe però di creare seri pro- Una ricerca ha applicato
alcune malattie genetiche e forme di cancro, de- blemi ai sistemi informatici, tanto da convincere al roditore un particolare
sta interesse. In uno studio pubblicato su «Natu- la CGPM a proporre la sospensione dei secondi meccanismo di controllo
re Neuroscience» da Gene Yeo dell’Università intercalari per almeno un secolo. Ciò implica che genetico noto come gene
della California a San Diego e colleghi, la meto- il tempo astronomico potrà divergere di oltre un drive, finora applicato solo a
dologia è riuscita a ridurre nei tessuti nervosi la minuto dal tempo coordinato universale, basato insetti come le zanzare.
quantità di RNA «tossico» che secondo gli esper- sugli orologi atomici. Mus musculus presenta
ti provoca i gravi sintomi della malattia. Non tutti i paesi membri della CGPM, che in- naturalmente nel suo
La particolarità del lavoro è che non usa l’e- clude rappresentanti dei governi di circa 100 genoma un aplotipo,
diting genetico per modificare il DNA nucleare Stati, tra membri effettivi e associati, hanno però cioè una serie di alleli
delle cellule affette dalla mutazione patologica, votato a favore della proposta e i dettagli restano su un cromosoma, che
ma riduce selettivamente l’RNA che viene tra- discussi, tanto che è stata rimandata al 2026 ogni viene ereditato molto più
scritto da questo DNA mutato, riducendo così i decisione definitiva sul limite temporale massi- frequentemente di altri,
rischi per i pazienti. (FeSg) mo da imporre allo scostamento. (MaSe) circa nel 95 per cento
dei casi: l’aplotipo t.
Modificando l’aplotipo t con
La scrittura cinese si è complicata la tecnologia CRISPR-Cas9,
Paul Thomas dell’Università
In genere, quanto più un sistema di scrittura evolve, di Adelaide in Australia, e
tanto più i suoi caratteri di base si semplificano, colleghi, vi hanno inserito
passando dalla rappresentazione di oggetti reali geni che inibiscono la
a segni molto più schematici; lo si nota anche nel produzione della prolattina,
nostro alfabeto, le cui lettere, in origine, erano rendendo le femmine
figure (la A, per esempio, era la testa di un toro). sterili. In più, l’aplotipo t
L’eccezione, ha scoperto Simon Han dell’Università rende i maschi omozigoti
di Melbourne in Australia, è la scrittura cinese, che naturalmente sterili.
è diventata sempre più intricata. Come spiegato In simulazioni al computer
su «Open Mind», i ricercatori hanno creato un corroborate da incroci in
programma che ha misurato la complessità visiva di laboratorio, il modello, come
750.000 ideogrammi cinesi, usati dal 1600 a.C. a illustrato sui «Proceedings
oggi. È risultato che gli stessi caratteri sono diventati of the National Academy of
via via più complicati, restando più complessi di Sciences», ha dimostrato di
quelli delle origini anche quando il governo cinese estinguere una popolazione
nel 1956 ha semplificato la scrittura. La ragione di topi in 25 anni.
è che, nel tempo, nella scrittura cinese si sono Bisognerà approfondire
aggiunti sempre nuovi caratteri per rappresentare gli studi su colonie reali,
concetti inediti. E più ideogrammi si aggiungevano, tuttavia la ricerca mostra
più nella loro rappresentazione grafica si la possibilità di controllare
dovevano inserire nuovi dettagli, per evitare che popolazioni invasive di
kool99/iStock

si confondessero fra loro. Rendendo così il cinese roditori con manipolazioni


sempre più complicato da scrivere. (AlSa) genetiche. (AuCo)

www.lescienze.it Le Scienze 25
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Una nuova era


per l’astronomia
Come il James Webb Space Telescope
sta trasformando la nostra immagine dell’universo
hiudete gli occhi e immaginate lo «spazio»: molto

C probabilmente la vostra mente tirerà fuori una fo-


to scattata da Hubble. Il telescopio spaziale diven-
ne un nome familiare negli anni novanta, quando
le immagini che scattava apparvero in televisio-
ne, su riviste, giornali e film. Nel corso dei decenni ha creato un
lessico visivo condiviso dello spazio e ha pervaso l’immagina-
zione di più generazioni con immagini di nebulose splendenti,
pianeti misteriosi e galassie lontane. A più di trent’anni dal lan-
cio, Hubble va ancora alla grande. Ma adesso il suo successore
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promette di superarlo.
Le prime foto del James Webb Space Telescope (JWST) so-
no state diffuse il 12 luglio 2022 e sono sbalorditive. La chiarez-
za e il livello di dettaglio sono senza precedenti. Vedere le nuove
immagini che il telescopio ci dà di alcuni oggetti familiari, dalla
nebulosa della Carena, spesso fotografata, al pianeta Nettuno, è
come indossare nuovi occhiali più forti. Finora sono state pub-
blicate solo le prime serie di foto del JWST, ma ogni immagine
ha suscitato scalpore: c’è da pensare che nei prossimi anni le im-
magini del telescopio si infiltreranno nella coscienza pubblica
altrettanto a fondo di quelle di Hubble.
È un trionfo particolarmente gradito, pensando a che cosa è
servito per arrivare a questo punto. Gli scienziati hanno iniziato
a progettare il JWST più di trent’anni fa e i lavori per la costru-
zione dell’osservatorio hanno tardato tanto rispetto al previsto,
sforando di molto i preventivi, al punto che in tanti temevano
che non sarebbe mai stato lanciato. Il 25 dicembre 2021, quan-
do finalmente il telescopio si è sollevato da terra, dopo aver rag-
giunto un costo di quasi 10 miliardi di dollari, gli astronomi han-
no provato un enorme sollievo. Nei sei mesi successivi il JWST
ha dimostrato di funzionare persino meglio del previsto e gli
astronomi hanno cominciato a divertircisi davvero.
Ora il mondo della scienza è entusiasta. Nei tre mesi successi-
vi alla pubblicazione dei risultati iniziali del telescopio, l’archi-
vio di preprint arXiv ha già ricevuto circa 200 articoli di inter-
pretazione dei dati, e non mancherà un profluvio di altri lavori: il
tempo di osservazione è già impegnato dai fortunati ricercatori
le cui proposte hanno prevalso in un processo di selezione peer-
reviewed molto competitivo.
Nelle pagine seguenti abbiamo raccolto alcuni ritratti cosmi-
ci che il JWST ci ha fornito finora. A pagina 42 vediamo come
gli scienziati creano immagini compiute partendo dai dati grez-
zi del telescopio. A pagina 28 il giornalista Jonathan O’Callaghan
spiega come alcune di queste foto hanno già messo in crisi la co-
smologia. E a pagina 39 l’astrofisico Fabio Pacucci descrive co-
me Hubble e il JWST hanno cambiato la scienza fotografando lo
spazio «vuoto».
Presto la prima immagine che ci verrà in mente pensando al-
NASA, ESA, CSA, STScI e Webb ERO Production Team

lo spazio potrebbe provenire dal JWST. Quanto durerà e quale


sarà la sua ultima eredità sono ancora questioni aperte. Ma l’ini-
zio è sicuramente brillante.
Clara Moskowitz,
senior editor di «Scientific American»

La nebulosa Tarantola è un vivaio di polvere e gas in cui


stanno nascendo nuove stelle. Le giovani stelle calde brillano
azzurre al centro di questa immagine dalla NIRCam del JWST,
mentre le increspature color ruggine tutto intorno rappresentano
il gas più freddo dove si formeranno le stelle future.
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Cosmologia
in crisi
Le prime immagini del JWST mostrano galassie
a distanze inimmaginabili, così antiche da mettere in dubbio
le teorie sull’evoluzione dell’universo primordiale

di Jonathan O’Callaghan
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Galassie dalle profondità del tempo cosmico appaiono in una piccola


inquadratura delle osservazioni di campo profondo condotte dal James
Webb Space Telescope (JWST). Gli oggetti più distanti visibili in queste
immagini possono rivelare dettagli inediti e del tutto inattesi sull’universo.
Jonathan O’Callaghan è un giornalista freelance
che si occupa di voli spaziali commerciali, esplorazione
dello spazio e astrofisica.

ohan Naidu era a casa con la fidanzata quando ha trovato la galassia

R
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che ha quasi mandato in frantumi la cosmologia. Mentre il suo algo-


ritmo scavava tra le prime immagini del James Webb Space Telesco-
pe (JWST) in una tarda notte di luglio, qualcosa ha attirato la sua at-
tenzione. Aveva selezionato un oggetto che, a un esame più attento,
risultava inspiegabilmente massiccio e risaliva a soli 300 milioni di anni dopo il big bang,
più vecchio di qualsiasi galassia mai vista prima.
«Ho chiamato subito la mia ragazza», racconta Naidu. «Le ho numerose galassie che per età, dimensioni e luminosità apparenti
detto: “Questa potrebbe essere la luce stellare più lontana che ab- superavano ogni previsione. La competizione per la scoperta era
biamo mai visto”». Dopo aver scambiato messaggi eccitati e «con feroce: ogni giorno che passava, sembrava che un gruppo di ricer-
molti punti esclamativi» con uno dei suoi collaboratori, Naidu si è ca o un altro affermasse di aver trovato l’ennesima «prima galassia
messo al lavoro. Pochi giorni dopo, i due hanno pubblicato un ar- conosciuta» che batteva i record precedenti. «Stavano impazzen-
ticolo sulla galassia candidata, che hanno chiamato GLASS-z13. In- do tutti», ricorda Charlotte Mason, astrofisica all’Università di Co-
ternet è esplosa. «La notizia ha fatto il giro del mondo», dice Naidu. penaghen. «Non ce lo aspettavamo proprio».
La scoperta di questa galassia, a poche settimane dall’entrata in Nelle settimane e nei mesi successivi alle scoperte da parte del
funzione del JWST, andava oltre i sogni più sfrenati degli astrono- JWST di queste galassie «precoci» sorprendentemente mature,
mi. JWST, il più grande e potente osservatorio mai lanciato dal- teorici e osservatori, sconcertati, si sono affannati a cercare una
la Terra, è stato costruito per rivoluzionare la nostra comprensio- spiegazione. L’abbondanza di galassie primordiali di grandezza e
ne dell’universo. Collocato a 1,5 milioni di chilometri di distanza luminosità anomale potrebbe essere illusoria, forse a causa di er-
dalle interferenze terrestri, raffreddato quasi allo zero assoluto dal rori nelle analisi delle osservazioni iniziali del telescopio? Se fos-
suo parasole delle dimensioni di un campo da tennis, il gigante- sero autentiche, potrebbero in qualche modo essere spiegate dai
sco specchio segmentato del telescopio e i suoi strumenti estre- modelli cosmologici standard? O, forse, sono i primi indizi che l’u-
mamente sensibili sono stati progettati per scoprire dettagli mai niverso è più strano e complesso di quanto le nostre teorie più ar-
visti prima dell’alba cosmica. dite avessero supposto?
Si tratta dell’epoca poco indagata – non più di qualche centi- In gioco c’è nientemeno che la nostra comprensione di come
naio di milioni di anni dopo il big bang – in cui si sono formate le l’universo ordinato che conosciamo sia emerso dal caos primor-
primissime stelle e galassie. Il modo esatto in cui si è svolto que- diale. Le prime rivelazioni di JWST potrebbero riscrivere i capi-
sto processo dipende da un miscuglio di fisica esotica, che va dal- toli iniziali della storia cosmica, che non riguardano solo epoche
le influenze incerte della materia oscura e dell’energia oscura al- lontane e galassie remote, ma anche la nostra esistenza qui, nel- NASA, ESA, CSA e STScI (pagine precedenti e pagina a fronte)

le interazioni reciproche, poco conosciute, tra luce stellare, gas la familiare Via Lattea. «Si costruiscono queste macchine non per
e polvere. Osservando le galassie dall’alba cosmica con il JWST, i confermare il paradigma, ma per infrangerlo», afferma lo scienzia-
cosmologi possono mettere alla prova la loro conoscenza di tut- to del JWST Mark McCaughrean, consulente senior per la scienza
ti questi fenomeni, confermando la validità dei loro migliori mo- e l’esplorazione all’Agenzia spaziale europea. «Solo, non sappiamo
delli o rivelandone lacune che potrebbero preannunciare nuove come si romperà».
e profonde scoperte.
Queste osservazioni avrebbero dovuto richiedere tempo; le Uno sguardo profondo verso l’alba cosmica
proiezioni iniziali stimavano che le prime galassie sarebbero state Si potrebbe dire che le osservazioni delle prime galassie
così piccole e deboli che JWST, nelle sue indagini pilota, avrebbe compiute dal JWST hanno richiesto miliardi di anni di prepara-
trovato al massimo qualche candidato straordinariamente remo- zione, ma più modestamente si possono far risalire al 1985 e allo
to. Le cose sono andate diversamente. Non appena gli scienziati Space Telescope Science Institute (STScI) di Baltimora. All’epo-
che gestivano il telescopio hanno pubblicato le prime immagini ca mancavano ancora cinque anni al lancio del telescopio spaziale
dell’universo lontano, astronomi come Naidu (del Massachusetts Hubble con uno space shuttle. Ma Garth Illingworth, allora vice-
Institute of Technology) hanno iniziato a trovare al loro interno direttore dello STScI, rimase sorpreso quando un giorno il suo ca-

30 Le Scienze 654 febbraio 2023


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Le galassie del Quintetto di Stephan,


che interagiscono fra loro, viste da
JWST, a circa 290 milioni di anni luce
dalla Terra. Questo mosaico, che copre
l’equivalente di un quinto del diametro
lunare, è costruito da quasi 1000
immagini distinte e rivela dettagli mai visti
prima di questo gruppo di galassie.

www.lescienze.it Le Scienze 31
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po, l’allora direttore di STScI Riccardo Giacconi, scomparso nel to che faceva osservazioni in luce visibile. Quando la luce prove-
2018, gli chiese di iniziare a pensare a che cosa sarebbe venuto do- niente da una galassia molto lontana viaggia attraverso l’abisso
po Hubble, molto più in là nel tempo. «Protestai, dicendo che ave- cosmico, viene allungata dall’espansione dell’universo, subendo
vamo già fin troppo da fare con Hubble», ricorda Illingworth. Ma un aumento delle lunghezze d’onda noto come redshift. Più alto
Giacconi insistette: «Fidati, ci vorrà molto tempo», disse. Così Il- è il valore del redshift, maggiore è lo stiramento subito dalla lu-
lingworth e una manciata di altri studiosi si misero al lavoro, ela- ce e quindi più distante sarà la galassia d’origine. I redshift delle
NASA, ESA, CSA e STScI

borando idee per quello che all’epoca era noto come Next Genera- galassie primordiali sono così alti che la loro luce visibile, quan-
tion Space Telescope (NGST), poi ribattezzato JWST dal nome di do arriva ai nostri telescopi, si è allungata fino all’infrarosso; per
un ex amministratore della NASA. questo motivo Hubble non poteva vederle. L’NGST, invece, avreb-
Hubble era destinato a trasformare l’astrofisica, ma gli astrono- be potuto fare osservazioni nell’infrarosso e avrebbe avuto uno
mi sapevano che le sue capacità sarebbero state limitate dal fat- specchio di raccolta della luce stellare molto grande (e molto fred-

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Un’immagine del JWST rivela centinaia di stelle neonate zione di cielo apparentemente vuota per dieci giorni consecutivi.
prima invisibili nel nido di stelle noto come nebulosa della Molti esperti avevano previsto che l’osservazione prolungata sa-
Carena, un vasto agglomerato di gas e polvere situato a circa rebbe stata uno spreco di risorse, rivelando al massimo una man-
7600 anni luce dalla Terra. ciata di galassie poco luminose. Invece lo sforzo è stato ampia-
mente ricompensato: l’immagine risultante, l’Hubble Deep Field,
do), che gli avrebbe permesso di scrutare molto più in profondità ha mostrato che la zona «vuota» era in realtà piena di migliaia di
nell’universo. «Tutti hanno capito che Webb sarebbe stato il tele- galassie, risalenti fino a 12 miliardi di anni fa, sui 13,8 miliardi di an-
scopio per osservare le prime galassie», dice Illingworth. «Questo ni di storia dell’universo. «C’erano galassie dappertutto», dice Il-
è diventato quindi l’obiettivo scientifico principale». lingworth, oggi astrofisico all’Università della California a Santa
La necessità del telescopio è apparsa evidente nel dicembre Cruz. L’Hubble Deep Field ha mostrato che l’universo primordiale
1995, quando gli astronomi hanno puntato Hubble su una por- era ancora più affollato e affascinante di quanto ci si aspettasse, of-

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frendo tesori osservativi a chi vi dedicava il tempo e la cura neces- Survey from Space), avrebbero trascorso decine di ore ciascuno
sari a guardarlo bene. Tuttavia, per quanto impressionante fosse alla ricerca di galassie nell’universo primordiale fissando picco-
l’Hubble Deep Field, gli astronomi volevano di più. le porzioni di cielo separate. Non ci si aspettava molto: forse una
Dopo oltre vent’anni di lavoro al costo di circa 10 miliardi di versione un po’ più decorata dell’Hubble Deep Field, ma niente di
dollari, il JWST è stato finalmente lanciato il giorno di Natale del più. Steven Finkelstein, dell’Università del Texas ad Austin e re-
2021. Un mese dopo il telescopio ha raggiunto la sua destinazio- sponsabile di CEERS, afferma che l’osservazione di galassie estre-
ne nello spazio profondo, dove i suoi strumenti sono stati messi mamente distanti era prevista solo «dopo alcuni cicli di dati» rica-
esaustivamente alla prova per garantire che offrissero prestazio- vati da più programmi.
ni ottimali. Nel luglio 2022 il tanto atteso primo anno di osserva- Invece, con grande sorpresa degli astronomi, quelle galas-
NASA, ESA, CSA e STScI

zioni scientifiche, noto come Ciclo 1, poteva iniziare. Una parte del sie sono apparse immediatamente. La galassia più distante cono-
tempo iniziale del telescopio è stata dedicata a programmi ad alto sciuta mai avvistata da Hubble era GN-z11, individuata nel 2015
impatto in una serie di discipline, i cui dati sarebbero stati imme- a un redshift di 11 grazie a un aggiornamento del telescopio che
diatamente resi pubblici. Due di questi, CEERS (Cosmic Evolution nel 2009 ha migliorato le sue modeste capacità nell’infrarosso. Un
Early Release Science Survey) e GLASS (Grism Lens-Amplified redshift di 11 corrisponde a un’età cosmica di circa 400 milioni di

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Un confronto fianco a fianco mostra le osservazioni stime di redshift derivate da semplici misure di luminosità. Que-
dettagliate di JWST della nebulosa Anello del Sud nel vicino ste sono più facili da ottenere, ma meno precise delle misure diret-
infrarosso (a sinistra) e nel medio infrarosso (a destra). Situata te del redshift, che richiedono un tempo di osservazione più lun-
a oltre 2000 anni luce dalla Terra, la nebulosa è composta da go. Tuttavia, anche la tecnica semplificata può essere accurata, e
gusci di gas e polvere espulsi da una stella morente, visibile in in questo caso indicava una galassia inaspettatamente grande e lu-
ciascuna immagine vicino al nucleo della nebulosa. minosa, con una massa di stelle già pari a un miliardo di soli, solo
qualche centinaio di volte inferiore alla popolazione stellare della
anni, al limite di quando si ritiene che sia iniziata la formazione Via Lattea, nonostante la nostra galassia sia più matura di miliar-
delle galassie. Ma fin dai primi dati di GLASS due gruppi di ricer- di di anni. «Questo andava oltre le nostre più rosee aspettative», af-
catori, uno dei quali guidato da Naidu in quella scoperta notturna ferma Tommaso Treu, astronomo all’Università della California a
mozzafiato, hanno trovato indipendentemente un candidato per Los Angeles e responsabile di GLASS.
una galassia più distante chiamata GLASS-z13, a un redshift di 13, Il record non è durato a lungo. Nei giorni successivi da CEERS e
circa 70 milioni di anni più indietro nel tempo. GLASS sono apparse decine di galassie candidate con redshift sti-
Nella loro sete di risultati rapidi, i ricercatori si sono basati su mati fino anche a 20, vale a dire appena 180 milioni di anni dopo il

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big bang; e alcune avevano strutture discoidali che non ci si aspet-
tava si fossero manifestate così presto nella storia del cosmo. Un
altro team, nel frattempo, ha trovato prove di galassie grandi come
la nostra Via Lattea a un redshift di 10, cioè neanche 500 milioni di
anni dopo il big bang.
Questi colossi che emergono così in fretta sfidano le aspettative
del modello standard dei cosmologi sull’evoluzione dell’univer-
so. Questo modello, chiamato Lambda CDM (LCDM), incorpora le
migliori stime degli scienziati sulle proprietà dell’energia oscura
e della materia oscura, che agendo collettivamente dominano l’e-
mergere di strutture cosmiche su larga scala. («Lambda» si riferi-
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sce all’energia oscura e «CDM» alla materia oscura relativamente


lenta, o «fredda».) «Anche se si prendesse tutto ciò che era disponi-
bile per formare le stelle e si schioccassero le dita all’istante, non
si riuscirebbe comunque a ottenere così in fretta qualcosa di così
grande», afferma Michael Boylan-Kolchin, cosmologo all’Univer-
sità del Texas ad Austin. «Sarebbe una vera rivoluzione».

Come costruire una galassia


Per capire il dilemma serve un breve ripasso: nel primo secon-
do dopo il big bang l’universo era una zuppa quasi inconcepibil-
mente calda e densa di particelle primordiali. Nei tre minuti suc-
cessivi, mentre il cosmo si espandeva e si raffreddava, iniziarono
a formarsi i nuclei di elio e di altri elementi molto leggeri. Dopo
400.000 anni l’universo era abbastanza freddo da permettere la
comparsa dei primi atomi; quando aveva circa 100 milioni di anni,
secondo i teorici, le condizioni erano finalmente adatte alla com-
parsa delle prime stelle. Queste gigantesche palle di fuoco, com-
poste per lo più da idrogeno ed elio, non erano ancora contamina-
te dagli elementi più pesanti presenti nelle stelle attuali, e quindi
avevano proprietà significativamente diverse. Più grandi e più lu-
minosi delle stelle odierne, questi primi soli si sono aggregati in
protogalassie, ammassi di gas aggrappati a vaste e invisibili impal-
cature di materia oscura. La gravità ha guidato le successive inte-
razioni tra queste protogalassie, che infine si sono fuse a formare
galassie più grandi. Si ritiene che questo processo di trasformazio-
ne, in cui il caos dell’universo primordiale ha lasciato il posto al co-
smo odierno, più ordinato, sia durato circa un miliardo di anni.
La scoperta da parte del JWST di galassie luminose nel cosmo
primordiale mette in discussione questo modello. «Dovremmo
vedere molti di questi piccoli frammenti protogalattici che non
si sono ancora fusi per formare una grande galassia», dice Sta-
cy McGaugh, cosmologo alla Case Western Reserve University,
in Ohio. «Invece, vediamo poche cose che sono già grandi galas-
sie». Alcune di queste potrebbero essere dei falsi: galassie molto
più vicine avvolte dalla polvere, che le fa apparire più fioche e più
lontane quando si ricorre a misure basate sulla luminosità. Tutta-
via, le osservazioni di controllo su GLASS-z13, effettuate ad ago-
sto dall’Atacama Large Millimeter Array (ALMA), in Cile, indica-
no che non è il caso di questa candidata, in quanto ALMA non ha
rilevato segni di grandi quantità di polvere. «Penso che possiamo
escludere che siano intrusi a basso redshift», afferma Tom Bakx,
astronomo all’Università di Nagoya, in Giappone, che ha diretto le
osservazioni. Tuttavia la mancanza di polvere significa che ALMA
ha faticato a vedere la galassia, mostrando quanto possa essere
difficile per i telescopi confermare le osservazioni fatte usando le
avanzate capacità di JWST. «La buona notizia è che non è stato ri-
levato nulla», dice Naidu. «La cattiva notizia è che non è stato rile-
vato nulla». Solo JWST, in questo caso, può fare nuove osservazio-
ni per confermare se stesso.

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NASA, ESA, CSA, STScI and Webb ERO Production Team

La galassia Ruota di Carro, in


questa immagine di JWST nel vicino
infrarosso, mostra i suoi caratteristici
«raggi» ricchi di polvere e gli anelli stellari
interno ed esterno. Queste strutture si
dipartono come onde d’urto dal centro
della galassia, sede di una collisione
ad alta velocità con un’altra galassia
avvenuta circa 400 milioni di anni fa.

www.lescienze.it Le Scienze 37
La spiegazione più stupefacente è che il modello cosmologico son, direttrice ad interim dello STScI. «Ma ne ho sottovalutato la
canonico LCDM sia sbagliato e debba essere rivisto. «Questi risul- quantità».
tati sono molto sorprendenti e difficili da ottenere ricorrendo al Ciò ha permesso di rendere pubblici e discutere rapidamen-
nostro modello cosmologico standard», afferma Boylan-Kolchin. te i risultati scientifici, ma alcuni temono che questo abbia avu-
«E probabilmente non si tratta di un piccolo cambiamento. Do- to un costo. «Si è corso un po’ troppo», dice Klaus Pontoppidan,
vremmo rivedere tutto dall’inizio». Un’idea controversa è la dina- progettista scientifico di JWST allo STScI. «Lo standard ottimale
mica newtoniana modificata (MOND, MOdified Newtonian Dyna- è sempre un articolo sottoposto a peer-review». I problemi iniziali
mics), che sostiene che la materia oscura non esiste e che i suoi di calibrazione di JWST, per esempio, potrebbero aver influenza-
effetti possono invece essere spiegati da fluttuazioni su larga sca- to alcuni risultati. Nathan Adams, dell’Università di Manchester,
la della gravità. Le osservazioni del JWST, finora, potrebbero soste- nel Regno Unito, e i suoi colleghi hanno scoperto che potrebbero
nere questa teoria. «La teoria MOND ha visto avverarsi molte del-
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esserci variazioni drastiche, con una galassia a un redshift di 20,4


le sue previsioni, e questa è un’altra», dice McGaugh, che è uno dei ricalibrata a un redshift di appena 0,7. «Dobbiamo darci una cal-
principali sostenitori dell’idea. Altri rimangono poco convinti. «Fi- mata», dice Adams. «È un po’ presto per dire che abbiamo comple-
nora, tutto ciò che abbiamo provato per testare la MOND non ha tamente sconvolto l’universo».
dato risposte davvero soddisfacenti», afferma Jeyhan Kartaltepe, Tuttavia è improbabile che la correzione di questi problemi eli-
astrofisico del Rochester Institute of Technology a New York. mini tutte le galassie ad alto redshift trovate da JWST, dato il lo-
Una soluzione più semplice è che le galassie dell’universo pri- ro numero. «È più probabile che l’universo primordiale sia di-
mordiale potrebbero avere una quantità scarsa o nulla di polvere, verso da quello che avevamo previsto», afferma Finkelstein. «Le
il che le fa apparire più luminose. Questo scenario potrebbe con- probabilità che ci sbagliamo tutti sono minime». Ora gli astronomi
fondere i tentativi di calcolare le masse reali delle galassie e for- stanno facendo a gara per condurre osservazioni di controllo con
se potrebbe anche spiegare le difficoltà di ALMA nell’individuare JWST. Levenson dice che sta esaminando una dozzina di proposte
GLASS-z13. «Potrebbe essere che le supernove non abbiano avuto di vari gruppi che chiedono tempo di osservazione aggiuntivo con
abbastanza tempo per produrre la pol-
vere, o forse nelle fasi iniziali [della for-
mazione delle galassie] la polvere viene «È probabile che l’universo primordiale sia diverso
espulsa dalle galassie», afferma Andrea
Ferrara, astronomo alla Scuola normale da quello che avevamo previsto.
superiore di Pisa, che ha proposto que-
sta possibilità. In alternativa, Mason e
Le probabilità che ci sbagliamo tutti sono minime»
colleghi propongono che, nelle sue os-
servazioni dell’universo primordiale, fi-
nora JWST potrebbe aver visto solo le più luminose fra le galassie JWST, nella maggior parte dei casi per esaminare le galassie can-
giovani, che dovrebbero essere le più facili da individuare. «For- didate ad alto redshift. «Considerando l’eccitazione e l’importanza
se nell’universo primordiale accadeva qualcosa per cui per alcune di queste prime scoperte, abbiamo ritenuto opportuno chiedere
galassie era più facile formare stelle», afferma Mason. un po’ di tempo per confermarle», afferma Treu, che ha presenta-
David Spergel, rinomato astrofisico teorico e attuale presiden- to una delle proposte.
te della Simons Foundation di New York, è d’accordo. «Penso che Altri programmi in arrivo mirano a dare la caccia a galassie lon-
stiamo vedendo che la formazione di stelle ad alta massa è molto tane, come COSMOS-Webb, diretto da Kartaltepe, che dovrebbe
efficiente nell’universo primordiale», dice. «Le pressioni del gas aumentare enormemente la popolazione conosciuta di galassie
sono più elevate. Le temperature sono più elevate. Questo ha un primordiali, osservando una fascia di cielo più ampia per centi-
enorme impatto sull’ambiente di formazione delle stelle». Forse naia di ore. «Stimiamo che riusciremo a rilevare migliaia di galas-
anche i campi magnetici sono sorti nell’universo prima di quanto sie», dice. Le proposte future potrebbero cercare prove di queste
si pensasse, guidando la materia a dare il via alla nascita delle stel- prime protogalassie, forse usando come marcatori della loro esi-
le. «Forse stiamo vedendo i segni di campi magnetici emersi molto stenza le morti esplosive delle prime stelle di grandi dimensio-
presto nella storia dell’universo», ipotizza Spergel. ni che hanno generato supernove particolarmente luminose ed
energetiche. Secondo alcune stime, il JWST potrebbe vedere fi-
Una corsa a mandare in frantumi l’universo no a un redshift di 26, appena 120 milioni di anni dopo il big bang;
Il rapido flusso di articoli scientifici provenienti dalle prime os- un battito di ciglia cosmico. Molto altro lavoro sarà fatto per con-
servazioni di JWST non è un caso: quando sono iniziati a circola- fermare e seguire il crescente elenco di candidati ad alto redshift.
re i primi dati, gli astronomi erano in trepidante attesa. «Tutti lavo- «Anche soltanto confermarne una manciata sarebbe davvero sor-
ravano ai propri progetti da anni», dice Boylan-Kolchin. Evitando i prendente», afferma Naidu. «Dimostrerebbe che non ci stiamo fa-
tradizionali processi di peer-review, che possono richiedere mesi, cendo ingannare».
molti sono invece ricorsi alla pubblicazione su arXiv, un sito web Il JWST ha aperto una nuova era per la scienza; e, nonostante
in cui i lavori scientifici possono essere caricati dopo una revisio- tutte le incertezze, le rapide comunicazioni sulle nuove scoperte
ne minima da parte dei moderatori, ma ben prima della revisio- hanno rinvigorito gli astronomi. «È stato fantastico», dice Treu. «È
ne formale. davvero meraviglioso vedere la comunità così impegnata ed entu-
Questa nuova forma di peer-review si svolge quasi in tempo re- siasta». Ora la domanda è: se possiamo davvero credere a ciò che
ale, su Twitter e sugli altri social media. «È la scienza di arXiv», di- stiamo vedendo, è giunto il momento di rivalutare la nostra visio-
ce Naidu. La frenesia risultante è stata intensa, e ha colto alcuni ne e interpretazione dell’alba dei tempi? «Stiamo scrutando l’igno-
di sorpresa. «Mi aspettavo una grande attività», dice Nancy Leven- to», dice Mason. Q

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Fabio Pacucci è un astrofisico del Center for Astrophysics
della collaborazione Harvard & Smithsonian, dove è
titolare della borsa di studio Clay and Black Hole Initiative.
Seguitelo su Twitter @fabio_pacucci

La ricchezza
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dello spazio vuoto


Le immagini di campo profondo svelano l’universo
in un modo che non avremmo mai creduto possibile

di Fabio Pacucci

o scorso luglio 2022 gli astronomi che lavorano con il James Webb Space

L
come gemme luminose nell’oscurità del cosmo.
Alcuni di questi fari lontani brillavano già quando l’universo
aveva solo poche centinaia di milioni di anni. Per capire come sia-
mo arrivati a questo straordinario risultato – ovvero in che modo
Telescope (JWST) hanno pubblicato l’immagine astronomica più profon-
da mai ottenuta, lasciando il mondo a bocca aperta. Sullo sfondo di un am-
masso di galassie denominato SMACS 0723, visto come appariva 4,6 mi-
liardi di anni fa, miriadi di galassie di forme e dimensioni diverse appaiono

sto: gli astronomi puntavano il telescopio su una regione di cielo


priva di sorgenti visibili e usavano un tempo di esposizione mol-
to lungo per arrivare «in profondità» nel cosmo e osservare il mag-
gli astronomi abbiano navigato verso isole galattiche tanto lonta- gior numero possibile di deboli sorgenti di luce. Dalla sua posi-
ne da noi nello spazio e nel tempo, raccogliendo fotoni il cui viag- zione in orbita bassa sopra l’oceano d’aria del nostro pianeta che
gio è iniziato un infinitesimo di tempo dopo il big bang – è utile diffonde la luce stellare, all’epoca Hubble era la migliore piattafor-
sapere come sono nate le osservazioni del cosiddetto «campo pro- ma per l’osservazione del campo profondo che gli astronomi aves-
fondo» (deep field). sero mai conosciuto.
L’origine del primo campo profondo di Webb va fatta risalire ai Tuttavia, non tutti pensavano che l’approccio si sarebbe rive-
primi anni novanta, con il lancio del predecessore di JWST, il tele- lato rivoluzionario. In un famoso articolo pubblicato su «Science»
scopio spaziale Hubble. All’epoca, il concetto di osservazioni del nel 1990, John Bahcall e colleghi dell’Institute for Advanced Stu-
campo profondo era ancora agli albori. Hubble era stato progetta- dies sostenevano che un’immagine di campo profondo di Hub-
to principalmente per osservazioni mirate: gli astronomi puntava- ble non avrebbe rivelato un numero di galassie significativamente
no il telescopio verso una sorgente in un punto specifico del cie- maggiore rispetto ai telescopi a terra. Bahcall, un gigante dell’a-
lo e lo esponevano (o «integravano») secondo le necessità, in base strofisica, era noto per il suo lavoro sul problema dei neutrini so-
alla luminosità della sorgente. Ma Hubble poteva essere usato an- lari e per i suoi calcoli della distribuzione delle stelle attorno a un
che per le osservazioni di campo profondo, che prescrive l’oppo- buco nero massiccio. Ha anche contribuito in modo fondamenta-

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le allo sviluppo del telescopio spaziale Hubble, dalla sua concezio- Advanced Camera for Surveys che era stato aggiunto al telescopio
ne originale negli anni settanta fino al lancio. Bahcall pensava che durante una missione di servizio nel 2002. Questa storica ripresa
le immagini del campo profondo di Hubble potessero essere usa- conteneva migliaia di galassie, alcune delle quali, come oggi sap-
te per studiare le dimensioni e le forme delle galassie deboli e per piamo, brillavano quando l’universo aveva meno di un miliardo di
censire i quasar (un termine piuttosto antiquato per indicare i bu- anni. Il campo ultra-profondo ha mostrato, con un dettaglio sen-
chi neri supermassicci in fase di accrescimento), ma non credeva za precedenti, la storia della formazione delle galassie. Quelle più
che avrebbero rivelato nuove popolazioni di galassie. Quelle tie- lontane sono apparse definitivamente più piccole e di forma più
pide aspettative hanno frenato l’urgenza di tentare di osservare il irregolare rispetto a quelle più vicine, fornendo prove sostanziali
campo profondo con Hubble. a sostegno delle teorie sull’evoluzione delle galassie.
Il primo tentativo è avvenuto verso le vacanze invernali del La tecnologia utilizzata per l’Ultra Deep Field fornisce essen-
1995, dopo una necessaria riparazione delle ottiche. Il telescopio
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zialmente l’immagine più profonda che si possa ottenere nel-


ha trascorso dieci giorni di esposizione fissando una minusco- le lunghezze d’onda ottiche. Se una galassia è troppo lontana, la
la porzione di cielo nella costellazione dell’Orsa Maggiore, appe- sua luce ottica viene spostata al di fuori della gamma visibile, nello
na un tredicesimo del diametro angolare della Luna. Quando setti- spettro infrarosso; questa è una conseguenza del redshift cosmo-
mane dopo gli astronomi hanno visto l’immagine risultante, nota logico, in cui l’espansione dell’universo allunga le lunghezze d’on-
come Deep Field North, hanno immediatamente capito che si trat- da della luce che viaggia attraverso enormi distese di spazio inter-
tava di un regalo di Natale per quei tempi. Poiché le stelle della Via galattico. Per guardare più lontano nello spazio e nel tempo era
Lattea sono molto disperse nella regione considerata, Hubble era necessaria una fotocamera a infrarossi. Aggiungendo a Hubble
stato in grado di sondare l’abisso cosmico come un osservatore una telecamera per il vicino infrarosso, nel 2009 è stato ottenuto
che scruta da uno spioncino. Il telescopio ha visto quasi 3000 ga- un Ultra Deep Field a infrarossi, che ha rivelato galassie che brilla-
lassie deboli di forme e dimensioni diverse, molte di più del previ- vano solo 600 milioni di anni dopo il big bang. Un decennio dopo,
sto, alcune delle quali distanti fino a 12 miliardi di anni luce. Hub- nel 2019, è stato pubblicato un campo profondo prodotto con il te-
ble non stava solo esplorando lo spazio, ma stava anche sondando lescopio spaziale a infrarossi Spitzer della NASA. Entrambe le im-
il tempo, raccogliendo la luce delle stelle emessa eoni fa, duran- magini sono ricche di galassie all’alba cosmica.
te epoche precedenti dell’universo. L’immagine è subito diventa- La campagna Frontier Fields di Hubble, completata nel 2017,
ta iconica.
Ed è anche sorta una domanda cru-
ciale: la regione ricca di galassie rivela- I campi profondi dell’Hubble Space Telescope
ta dal Deep Field North era la norma?
Oppure gli astronomi avevano punta- hanno fotografato oltre 10.000 galassie in
to per caso il telescopio verso un affol-
lamento pantagruelico di galassie? Nel
una delle prime sfide di «big data» per l’astronomia
1998, Hubble ha ottenuto Deep Field
South. L’esposizione era simile, ma il te-
lescopio puntava verso l’emisfero celeste meridionale, il più lon- è stata il vero prologo alla prima immagine profonda del James
tano possibile dalla regione precedente. Questa nuova immagine Webb Space Telescope. Durante questa campagna osservativa,
ha confermato che l’universo contiene molte più galassie di quan- Hubble è stato puntato verso sei grandi concentrazioni di galas-
to si pensasse in precedenza, soprattutto a grandi distanze. Oltre sie. Secondo la teoria generale della relatività di Albert Einstein, la
al loro valore scientifico e di ispirazione, i campi profondi di Hub- presenza di una consistente densità di massa lungo la linea di vista
ble hanno rappresentato anche un trionfo della tecnica, catturan- può deflettere e quindi amplificare la luce in arrivo da una sorgen-
do oltre 10.000 galassie in una delle prime sfide di «big data» per te di fondo, con un effetto chiamato lente gravitazionale. Questi
l’astronomia. ammassi di galassie sono stati quindi usati come lente di ingran-
Le osservazioni di campo profondo non sono limitate al regno dimento per osservare ancora più lontano. Oltre a essere piene di
visibile dello spettro. All’inizio del nuovo millennio, l’osservatorio galassie brulicanti in un ammasso, le immagini di Frontier Fields
Chandra nei raggi X, una missione rivoluzionaria della NASA lan- sono ornate da strani archi di luce, che rappresentano le imma-
ciata nel luglio 1999 e attiva ancora oggi, aveva ottenuto il suo pri- gini allungate e amplificate di galassie di fondo molto più distan-
mo campo profondo ad alta energia. Il Chandra Deep Field South ti dell’ammasso e forse troppo deboli per essere osservate diretta-
è stato ottenuto integrando per circa un milione di secondi una fi- mente con Hubble. Queste immagini hanno rivelato alcune delle
R. Williams/STScI, Hubble Deep Field Team e NASA/ESA

nestra priva di nubi di idrogeno e polveri della Via Lattea. Il Chan- galassie più distanti e la prima supernova rilevata tramite l’effetto
dra Deep Field South ha scoperto l’universo estremo, rivelando di lente gravitazionale.
centinaia di buchi neri, alcuni dei quali molto remoti. L’immagi- Sono passati quasi 200 anni dall’avvento della fotografia, quan-
ne non era visivamente spettacolare come le fotografie di Hubble, do l’umanità è riuscita per la prima volta a catturare e registrare
tuttavia era densa di significati scientifici. In seguito l’osservatorio direttamente fotoni per creare immagini. Oggi, fotocamere alta-
Chandra ha ripreso immagini dello stesso campo con un’esposi- mente complesse a bordo di un telescopio spaziale a un milione
zione totale di circa sette milioni di secondi, il che lo rende il cam- di chilometri di distanza stanno sconvolgendo la nostra conoscen-
po più profondo ottenuto fino a oggi nei raggi X. Nel 2003 è stato za dell’universo, aprendo nuove finestre sullo spazio e sul tem-
pubblicato il Chandra Deep Field North, con i dati di oltre 500 sor- po. Questi due eventi sono separati da un arco temporale relati-
genti a raggi X. vamente breve, ma sono legati dallo stesso obiettivo: raggiungere
Nel 2006 gli scienziati hanno reso pubblico l’Hubble Ultra De- una comprensione più profonda della natura guardando quello
ep Field, che è stato ottenuto usando uno strumento chiamato che i nostri occhi non possono vedere. Q

40 Le Scienze 654 febbraio 2023


La prima immagine di campo profondo
del telescopio spaziale Hubble,
ottenuta nel 1995, ha sorpreso gli scienziati
con la sua orda di galassie.

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www.lescienze.it Le Scienze 41
Come vengono realizzate le «fotografie» del James Webb Space Telescope

Dietro le immagini
testo di Clara Moskowitz
grafica di Jen Christiansen
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Mentre attraversa lo spazio, la luce viene «stirata» dall’espansione dell’universo. È per questo che molti degli oggetti più lontani risplendono nell’infraros-
so, cioè a lunghezze d’onda maggiori di quelle della luce visibile. Questa antichissima luce è invisibile per i nostri occhi, ma il James Webb Space Telescope
(JWST) è fatto in modo da catturarla, e ha rivelato alcune fra le prime galassie che si sono formate nell’universo.

Porzione dello spettro elettromagnetico che gli esseri umani sono in grado di vedere

Gamma Raggi X Ultravioletto Infrarosso Microonde Onde radio

Hubble Spitzer
Porzione dello spettro che JWST è in grado di rilevare

Sei componenti per raccogliere dati…

Maschera d’apertura Schiera di micro-otturatori Spettrografi


Una piastra metallica perforata Una griglia di 248.000 Reticoli o prismi separano
blocca parte della luce che minuscoli sportelli che la luce incidente per
entra nel telescopio, si possono aprire darne lo spettro,
che così simula un e chiudere per rivelando
interferometro (uno misurare lo spettro l’intensità
strumento che (la scomposizione delle singole
combina i dati di vari della luce nelle lunghezze
telescopi per ottenere lunghezze d’onda d’onda.
una risoluzione più di cui è costituita)
alta di quella di una di un massimo di
singola lente). Ciò rivela 100 punti di un’unica
più dettagli degli oggetti molto inquadratura.
luminosi ravvicinati, come due
stelle molto vicine nel cielo.

… distribuiti su quattro strumenti

Sensore di guida Spettrografo


fine (FGS)/ per infrarosso
Fotocamera per vicino
infrarosso vicino (NIRSpec)
e spettrografo Con la sua
senza fenditura schiera di micro-
(NIRISS) otturatori questo
Il sensore FGS è una spettrografo dedicato
fotocamera guida che può registrare
contribuisce all’esatto simultaneamente
puntamento del 100 spettri.
telescopio. NIRISS, Vista posteriore dell’interno del modulo strumenti È il primo strumento
nello stesso blocco, è spaziale in grado di
dotato di fotocamera catturare gli spettri
Gamma in cui raccoglie dati: Gamma in cui raccoglie dati:
e spettrografo, per di tanti oggetti
ottenere immagini e contemporaneamente.
spettri nella gamma
dell’infrarosso vicino. Infrarosso vicino (fino a 5 micrometri) Infrarosso vicino (fino a 5 micrometri)

42 Le Scienze 654 febbraio 2023


Luce incidente Specchio primario
Vista laterale
del modulo strumenti
Specchio
secondario

Modulo
integrato degli
strumenti scientifici
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Il nucleo del JWST comprende


i quattro strumenti scientifici
descritti sotto, con cui sono
raccolti i dati.
Schermo solare

Fotocamere Unità a campo integrale Coronografi


Il JWST ha tre fotocamere: Una fotocamera combinata con Il bagliore di una stella
due che catturano la uno spettrografo cattura brillante può oscurare la
luce nella gamma un’immagine e insieme luce più debole dei
dell’infrarosso vicino uno spettro per pianeti e dei dischi
e una che opera nel ciascuno dei suoi di detriti che vi
medio infrarosso. pixel, rivelando orbitano attorno.
le variazioni della Un coronografo
luce attraverso il è un disco opaco
campo visivo. che oscura la stella
brillante in modo da
lasciar passare i segnali
più deboli.

Fotocamera Strumento
per l’infrarosso per l’infrarosso
vicino medio
(NIRCam) (MIRI)
È l’unico strumento Combina fotocamera
per l’infrarosso e spettrografo, ed è
Andi James e J. Olmstead, STScI (riferimenti)

vicino dotato di l’unico strumento


coronografo, e sarà del JWST capace di
cruciale per studiare compiere osservazioni
gli esopianeti, la nell’infrarosso
cui luce altrimenti medio, la gamma in
si perderebbe nel cui emettono luce
Fonti: NASA; ESA; STScI;

bagliore della stella oggetti meno caldi


vicina. Riprenderà come le galassie
Gamma in cui raccoglie dati: Gamma in cui raccoglie dati:
immagini ad alta estremamente
risoluzione e spettri lontane e i dischi
nell’infrarosso vicino. di detriti intorno
Infrarosso vicino (fino a 5 micrometri) alle stelle. Infrarosso medio (5-28 micrometri)

www.lescienze.it Le Scienze 43
Ma queste immagini Lunghezza d’onda infrarossa:
0,90 micrometri 1 2 3 4
sono «reali»?

Gli scienziati devono fare aggiustamenti per convertire


i dati grezzi del JWST in qualcosa di visibile, ma le sue
foto sono «reali», dice Alyssa Pagan, sviluppatrice delle Lunghezza d’onda infrarossa:
2,00 micrometri 1 2 3 4
visualizzazioni scientifiche per lo Space Telescope Science
Institute. «Sono proprio ciò che vedremmo se fossimo lì? Questo
no, perché i nostri occhi non sono fatti per vedere nell’infrarosso
e perché il telescopio è assai più sensibile di loro alla luce». In
questo senso, la visione incrementata del telescopio ci dà una Lunghezza d’onda infrarossa:
3,35 micrometri 1 2 3
rappresentazione degli oggetti cosmici più vera di quanto possa
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fare l’occhio. JWST raccoglie immagini usando fino a 27 filtri, che


colgono parti diverse dello spettro infrarosso. Gli scienziati prima
isolano la gamma dinamica più utile per una data immagine e
regolano la scala di luminosità per ottenere più dettagli possibile. Lunghezza d’onda infrarossa:
4,44 micrometri 1 2
Poi assegnano a ciascuno dei filtri infrarossi un colore della
gamma visibile dello spettro, dando il blu alle lunghezze
d’onda più brevi, poi il verde e il rosso a quelle via via più
lunghe. Una volta combinati insieme i colori, restano da
fare solo il bilanciamento del bianco e le regolazioni Immagine composita
delle 4 lunghezze d’onda 1 2
di contrasto e colore, come per le fotografie
ordinarie.

Dati grezzi provenienti da un singolo filtro


presentati in forma di immagine

Gamma di valori «stirata» a rivelare più dettagli

Idrogeno atomico Idrogeno molecolare Polvere di idrocarburi


Lunghezza onda infrarossa: 1,87 micrometri Lunghezza onda infrarossa: 2,12 micrometri Lunghezza onda infrarossa: 3,3 micrometri
Colore assegnato: blu Colore assegnato: verde Colore assegnato: rosso

44 Le Scienze 654 febbraio 2023


Colore assegnato: blu 1 2 3 4

Colore assegnato: verde 1 2 3 4

4 Copia di 44a51459b9e30982c62bc1505f0b61bd
Colore assegnato: arancione 1 2 3 4

3 4 Colore assegnato: rosso 1 2 3 4

Immagine composita
3 4 a quattro colori 1 2 3 4

Dettagli dai dati

Le immagini multicolori sono affascinanti, ma molte delle scoperte


più entusiasmanti si realizzano osservando una lunghezza d’onda
alla volta. Qui lo strumento NIRSpec svela varie caratteristiche della
Fonti delle immagini: NASA,

nebulosa Tarantola mediante i suoi diversi filtri. Le lunghezze d’onda


ESA, CSA, STScI e Webb

emesse dall’idrogeno atomico (in blu), per esempio, vengono da una


ERO Production Team

stella centrale ma anche da una «bolla» che la circonda; fra esse ci


sono le emissioni caratteristiche dell’idrogeno molecolare (in verde) e
quelle degli idrocarburi complessi (in rosso). I dati suggeriscono che un
Immagine composita gruppo di stelle, in basso a destra nell’immagine, stia sospingendo un
fronte di polveri e gas verso la stella al centro.

www.lescienze.it Le Scienze 45
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Ritratti
cosmici
Le nuove immagini inviate dal JWST
di luoghi familiari dello spazio
rivelano dettagli mai visti prima

di Clara Moskowitz
Copia di 44a51459b9e30982c62bc1505f0b61bd
elaborazione immagine di Ricardo Hueso/UPV/EHU e Judy Schmidt
NASA, ESA, CSA e Jupiter ERS Team;

In questa immagine dello strumento NIRCam del JWST sono visibili gli anelli di Giove, le sue lune Amaltea (il punto
luminoso sulla sinistra) e Adrastea (il punto fioco sul vertice sinistro degli anelli) e persino le galassie sullo sfondo.
Le aree più chiare del pianeta rappresentano le regioni con la maggiore copertura nuvolosa, che riflette la luce solare,
in particolare la famosa Grande Macchia Rossa di Giove; i punti più scuri hanno meno nuvole. Forse la caratteristica
più sorprendente è il bagliore azzurro delle aurore del pianeta ai poli nord e sud. Questi spettacoli di luce si verificano
quando le particelle ad alta energia che fluiscono dal Sole colpiscono gli atomi nell’atmosfera di Giove. Le aurore
si trovano su qualsiasi pianeta con un’atmosfera e un campo magnetico, che guida verso i poli le particelle provenienti
dal Sole; oltre che sulla Terra e su Giove, i telescopi hanno osservato aurore su Saturno, Urano e Nettuno.
Copia di 44a51459b9e30982c62bc1505f0b61bd
Copia di 44a51459b9e30982c62bc1505f0b61bd

ESA/Webb, NASA e CSA, J. Lee e PHANGS-JWST Team;


ESA/Hubble e NASA, R. Chandar; Judy Schmidt

La Galassia Fantasma, M74, forma vortici ipnotici


in questa foto che combina le osservazioni del JWST
e di Hubble. I dati di Hubble sulla luce visibile mostrano
la luce delle stelle di questa spirale, con stelle più vecchie
e più rosse nel nucleo luminoso della galassia e quelle
più giovani e più azzurre alla sua periferia. La luce infrarossa
catturata dal JWST, invece, mette in evidenza il gas
e la polvere presenti nei bracci a spirale, nonché un luminoso
ammasso di stelle nel cuore della galassia. Ogni telescopio
vede un aspetto diverso di questa meraviglia cosmica
e l’immagine complessiva offre un quadro più completo che mai.
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Il JWST ha reso possibile questa prima visione in assoluto


degli anelli di Nettuno a infrarossi, che ne rivela il delicato bagliore
impalpabile. La foto mostra anche sette delle lune del pianeta, tra cui
il satellite più grande, Tritone, il luminoso punto azzurro in alto a sinistra
rispetto a Nettuno. La superficie di azoto ghiacciato della luna riflette
Joseph DePasquale/STScI, Anton M. Koekemoer/STScI,

il 70 per cento della luce solare che riceve, rendendola luminosissima


nell’infrarosso. Sullo sfondo di questa ripresa a campo ampio sono
cosparse galassie lontane. Nel riquadro sono chiaramente visibili
i diversi anelli di Nettuno: due ovali sottili e luminosi e due strati più
fiochi e diffusi. Chiazze scintillanti dovute alle nuvole di ghiaccio
di metano nell’atmosfera del pianeta ne caratterizzano la metà inferiore.
NASA, ESA, CSA e STScI

PER APPROFONDIRE

Osservatorio a nido d’ape. Irion R., in «Le Scienze» n. 508, dicembre 2010.
Il lungo viaggio di un telescopio. Moskowitz C., in «Le Scienze» n. 642, febbraio
2022.

50 Le Scienze 654 febbraio 2023


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www.lescienze.it Le Scienze 51
GENETICA

Come i supergeni
guidano l’evoluzione
Copia di 44a51459b9e30982c62bc1505f0b61bd

di Carrie Arnold
Myriam Wares for Quanta Magazine

52 Le Scienze 654 febbraio 2023


I supergeni fanno migliaia di chilometri da ca- nica unità ereditaria. «Sono una specie
sa, nell’umido della fore- di jolly», ha detto Marte Sodeland, ecolo-
in modo che sta amazzonica, a metà Ot- ga molecolare dell’Università di Agder, in
un insieme di tratti tocento, il naturalista Norvegia. Questa forma di eredità aggre-
britannico Henry Wal- gata «ha ovvi vantaggi, perché consente
sia ereditato in blocco, ter Bates aveva un pro- un rapido adattamento, ma ci sono molte
blema. Più d’uno, in cose che ancora non sappiamo»
e sono molto diffusi verità: c’erano grossi insetti che lo punge- Un tempo i supergeni sembravano
in natura, sebbene vano, la malaria costantemente in aggua- una bizzarria evolutiva, ma i progressi del
to, serpenti velenosi, muffe e funghi che sequenziamento genetico hanno mostra-
il loro mix di benefici
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minacciavano di infestare i suoi prezio- to che sono molto più comuni di quan-
si esemplari prima che potesse spedirli in to si credesse. Non è detto che tutti que-
e rischi per la specie Inghilterra. Ma quel che lo assillava era un sti gruppi di geni che funzionano come
che li reca si stia problema scientifico, riguardo alle farfalle. un gene unico abbiano una funzione, ma
Bates aveva notato che alcune delle far- le ricerche degli ultimi anni hanno rivela-
rivelando complesso falle Heliconius dai colori vivaci presen- to che potrebbero controllare svariati trat-
ti nella foresta non svolazzavano come le ti in un’ampia gamma di specie animali e
altre, ma con più lentezza. Quando le cat- vegetali. I supergeni aiutano i girasoli sel-
turò e le esaminò col suo microscopio di vatici ad adattarsi a una serie di ambienti,
fortuna, scoprì che non erano affatto He- come le dune di sabbia, le pianure costiere
liconius, ma sorprendenti sosia, apparte- e le isole barriera vicino alle coste. In altre
nenti a famiglie di farfalle non correlate. piante producono sottili ma importanti va-
Quando la scoperta di Bates divenne riazioni negli organi sessuali e nella fertili-
nota a chi si intendeva di scienza in Inghil- tà che aiutano a prevenire gli incroci fra in-
terra, si capì che l’idea della selezione na- dividui imparentati. Una ricerca pubblicata
turale da poco proposta da Charles Darwin la scorsa primavera ha dimostrato che, in
poteva spiegare i motivi di questo brillante alcune specie di formiche di fuoco, i super-
mimetismo. Gli uccelli e gli altri predatori geni determinano il tipo di organizzazio-
evitano le Heliconius perché sono tossi- ne sociale predominante, se cioè una colo-
che e hanno un sapore amaro; le farfalle nia ha una sola regina riproduttrice o più di
che le imitano non sono tossiche, ma poi- una, o se produce più maschi o più femmi-
ché assomigliano così tanto alle Heliconius ne. (Negli esseri umani non è stato confer-
amare, hanno meno probabilità di essere mato alcuno specifico supergene, ma sono
mangiate. Più stretta è la somiglianza, più stati trovati alcuni probabili candidati.)
potente è la protezione. I supergeni sembrano anche spiegare
molti vecchi misteri evolutivi, per esempio
Sfumature misteriose come le specie possano talvolta adattarsi in
Quello che Bates e molti altri biologi fretta a nuovi ambienti, come le popolazio-
evoluzionisti successivi non riuscivano a ni possano evolversi in direzioni diverse
spiegare era come fosse possibile questo pur vivendo vicine, e perché alcune specie
mimetismo. Ottenere le corrette sfuma- abbiano «sistemi letali bilanciati» di ripro-
ture di color acquamarina e arancio fuo- duzione, una condizione per cui un indivi-
co nei punti giusti delle ali richiedeva una duo deve avere due versioni diverse di un
costellazione di geni, regolati con preci- dato cromosoma per sopravvivere.
sione. Per mantenere il travestimento da Ma i supergeni non sono onnipoten-
Heliconius, le loro sosia avrebbero dovu- ti. I lavori più recenti sulla loro evoluzione
to ereditare questi tratti con perfetta fe- stanno dipingendo un quadro dei loro ef-
deltà, generazione dopo generazione. For- fetti con molte sfumature. Questi model-
se le vere Heliconius potevano permettersi li teorici e gli studi sulle popolazioni rea-
qualche deviazione nei loro colori, perché li hanno dimostrato che spesso i supergeni
le loro tossine potevano ancora insegnare accumulano mutazioni dannose molto più
ai predatori a stare alla larga; ma i mimi do- in fretta di altri tratti di DNA, e ciò può por-
vevano essere repliche sempre impeccabi- tare gradualmente a effetti degenerativi
li. Ma il rimescolamento casuale dei tratti che minano i loro originari benefici.
nella riproduzione sessuale avrebbe dovu-
to stravolgere rapidamente quegli schemi Geni in lavatrice
di colorazione così essenziali. La definizione di supergene è piuttosto
Oggi sappiamo che in molte specie la ri- tecnica e gli scienziati discutono ancora
sposta sta nei supergeni, ovvero tratti di sui suoi dettagli, anche se il concetto esiste
DNA che accorpano diversi geni in un’u- fin dagli anni trenta. Ma al livello più sem-

www.lescienze.it Le Scienze 53
plice, spiega Simon Martin, biologo evolu- Carrie Arnold è giornalista scientifica freelance e vive in Virginia; scrive del mondo
zionista dell’Università di Edimburgo, un vivente per «Scientific American», «National Geographic» e varie altre testate.
supergene è un gruppo di geni che vengo-
no ereditati in blocco come un’unica uni-
tà, spesso insieme a molto altro DNA non l’equivalente evolutivo degli asciugamani è già ben adattata all’ambiente circostante,
codificante. «Così è possibile continuare a rosa spesso non è un problema, dice Ber- renderla un blocco unico includendola in
ottenere due tratti distinti, determinati cia- dan: un mix di caratteristiche può essere un’inversione non le consentirà d’improv-
scuno da un dato gruppo di varianti di quei vantaggioso. viso di prendere il volo come supergene.
geni, senza preoccuparsi che si mescoli- A volte, però, la vita trae vantaggio dal Ciò può contribuire a spiegare perché non
no», ha detto Martin. tenere separata la propria biancheria ge- accade di routine che tratti vitali complessi
Il rimescolamento avviene spesso nel
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netica. Per i sosia delle farfalle Heliconius siano legati fra loro sotto forma di superge-
corso della produzione di ovociti e sper- di Bates, avere un mix di schizzi di colore ni: spesso le normali pressioni selettive so-
matozoi, durante la quale le copie mater- provenienti da geni diversi potrebbe es- no sufficienti a preservarli.
ne e paterne dei cromosomi si allineano e sere un disastro: le farfalle traggono be- La domanda se un adattamento preceda
scambiano a caso segmenti di DNA in un neficio dal mimetismo solo se assomiglia- un’inversione o viceversa, ha capito Lot-
balletto chiamato ricombinazione. La ri- no abbastanza a Heliconius da ingannare i terhos, potrebbe non avere mai una rispo-
combinazione è un meccanismo con cui la predatori. sta. «Che cosa viene prima, l’inversione o
natura si garantisce i benefici dati dall’ave- Ecco perché molti ricercatori hanno in- l’adattamento?», ha detto. «Probabilmente
re diverse permutazioni dei geni; aumenta dagato come nascono i supergeni e qua- concorrono entrambi».
la diversità genetica e aiuta a eliminare le li potrebbero essere le conseguenze per
mutazioni dannose. Il superpotere dei su- una specie quando un suo supergene con- Il rovescio della medaglia
pergeni è di bloccare questo processo. In tinua a evolversi. Capire l’origine di un su- I supergeni offrono notevoli vantaggi
genere, i supergeni contengono delezioni, pergene è «una delle domande più impe- nell’eredità dei tratti adattativi, ma hanno
inserzioni o inversioni (sequenze tagliate gnative», ha detto Tanja Slotte, genetista anche un costo.
e inserite al contrario) del DNA. Di conse- evolutiva dell’Università di Stoccolma che Ripensiamo all’analogia con il bucato di
guenza, queste parti del DNA cromosomi- studia i supergeni nelle piante. «E non è Berdan: lavare asciugamani rossi e bianchi
co non si allineano con un partner e hanno scontato che sia sempre possibile» in un unico carico elimina le differenze di
molte meno probabilità di ricombinarsi.

Supergeni impazziti
I supergeni possono complicare il processo
Negli anni settanta i ricercatori hanno
dimostrato che questo stesso meccanismo di accoppiamento: in alcune specie generano un
– disallineamenti nei cromosomi che bloc-
cano la ricombinazione in alcuni loro trat-
sistema riproduttivo che prevede quattro sessi
ti, che poi perdono parte dei loro geni – ha
portato all’evoluzione dei cromosomi ses-
suali Y dai cromosomi X nei mammiferi. I In un recente tentativo Katie Lotterhos, colore fra i due tipi di biancheria. Tuttavia,
cromosomi sessuali sono essenzialmen- biologa evoluzionista marina della North- se si strappa o si macchia un asciugamano
te supergeni impazziti. Sia i supergeni sia i eastern University, in Massachusetts, ha rosa, si ha un asciugamano rosa identico
cromosomi sessuali esistono perché a vol- costruito un modello al computer per stu- da usare come riserva. Se una copia di un
te c’è un vantaggio nell’avere una serie di diare i primi passi del percorso che porta cromosoma subisce una mutazione dan-
geni ereditata tutta insieme, dice Deborah da un’inversione a un supergene, pubbli- nosa che interrompe un gene, è probabi-
Charlesworth, una delle genetiste evoluti- cato ad agosto in un numero speciale sui le che sul cromosoma omologo si trovi una
ve che hanno aperto la strada agli studi sui supergeni di «Philosophical Transactions copia di riserva funzionante che permette
cromosomi sessuali e che è da poco andata of the Royal Society B». Il modello ha mo- all’organismo di sopravvivere. E poiché la
in pensione dall’Università di Edimburgo. strato che, quanto più grande è il tratto di ricombinazione assicura che la mutazione
In questi casi, «sarebbe ideale non avere al- DNA che si inverte all’inizio, tanto più pro- sia ereditata indipendentemente dagli altri
cuna ricombinazione, ma far sì che le cose babile è che da questo evento, con l’evo- geni, nel tempo la selezione naturale può
che funzionano bene insieme restino bloc- luzione, scaturisca un supergene. Il moti- eliminare la mutazione.
cate insieme per sempre», ha detto. vo è semplice: un frammento più grande di Per i supergeni, tuttavia, questo non è
Per capire perché questo potrebbe es- DNA invertito ha più probabilità di cattu- vero. Dato che si ricombinano raramente,
sere vantaggioso, pensate di fare il buca- rare molteplici geni, e bloccarli facendoli le mutazioni dannose che si creano den-
to, dice Emma Berdan, biologa evoluzioni- divenire un’unica entità. Le eventuali mu- tro un supergene tendono a rimanervi. I
sta dell’Università di Göteborg, in Svezia. tazioni benefiche che si verificano all’in- vantaggi dei supergeni, quindi, potrebbe-
Supponiamo di avere un cesto di asciuga- terno dell’inversione potrebbero poi favo- ro essere accompagnati da svantaggi signi-
mani bianchi e uno di asciugamani rossi. rirne la diffusione come supergene. ficativi. Per esempio Berdan e Benjamin
La ricombinazione equivale a gettare en- Ma la conclusione più importante del Wielstra, dell’Istituto di biologia di Leida,
trambi i carichi nella stessa lavatrice, apri- modello di Lotterhos è stata che le inver- nei Paesi Bassi, hanno scoperto che, nella
re l’acqua e avviare il lavaggio. Il risultato sioni in sé non forniscono necessariamente salamandra chiamata tritone crestato, me-
sarà un mucchio di asciugamani rosa. Ma un vantaggio evolutivo. Se una serie di geni tà delle uova che vengono deposte non so-

54 Le Scienze 654 febbraio 2023


ORIGINE
(SD) che è comparso in alcuni moscerini
della frutta in Zambia e che altera il rap-
Come nasce un supergene porto tra i sessi nella loro prole. «È un killer
degli spermatozoi», ha spiegato, ma ucci-
Spesso i supergeni nascono quando un pezzo di DNA cromosomico viene invertito. L’inversio- de solo gli spermatozoi che non hanno un
ne impedisce la ricombinazione, quindi i geni nell’inversione vengono quasi sempre eredita- cromosoma con SD.
ti come un’unità indivisibile. In qualche momento negli ultimi 3000
anni, una versione di SD si è impadronita
Ricombinazione cromosomica di un’ampia porzione di DNA cromosomi-
I cromosomi materni e paterni duplicati si allineano e scambiano casualmente co, creando un supergene noto come SD-
pezzi di DNA, rompendo le combinazioni di geni esistenti
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Mal che si è diffuso nelle popolazioni di


Materno Paterno Cromosomi moscerini della frutta di tutta l’Africa. «È
davvero il gene egoista per eccellenza», ha
detto Larracuente.

Basta poco
Il sequenziamento e le analisi del DNA
condotti da Larracuente, Daven Presgra-
ves, anch’egli di Rochester, e dai loro col-
leghi hanno mostrato che i cromosomi con
Il DNA si allinea Tratti corrispondenti I geni si sono
di DNA si scambiano rimescolati SD-Mal accumulano mutazioni dannose,
L’effetto dell’inversione come previsto dalla mancanza quasi to-
L’inversione del DNA impedisce l’allineamento completo e lo scambio di DNA. tale di ricombinazione tra SD-Mal e il suo
I geni nell’inversione sono protetti dalla ricombinazione cromosoma omologo. Ma i ricercatori han-
no trovato meno mutazioni di quelle che
si aspettavano. Il motivo, hanno scoperto,
è che occasionalmente un moscerino ere-
dita due cromosomi con SD-Mal, e que-
sti due supergeni sono abbastanza simi-
li da poter avere una certa ricombinazione
fra loro. Queste occasionali ricombinazio-
ni permettono di eliminare alcune muta-
Inversione del DNA Nel DNA non allineato Nessun rimescolamento
gli scambi sono rari dei geni
zioni dannose dai supergeni nel corso del
tempo.
«Si è scoperto che un po’ di ricombina-
zione è sufficiente», ha detto Larracuente.
no vitali a causa di tutte le mutazioni ac- siasi insieme di varianti sarà molto difficile Lei e Presgraves stanno ora cercando altri
cumulate in un supergene. I supergeni da mantenere, tanto più per milioni di ge- supergeni SD nelle popolazioni selvatiche
sembrano quindi frenare il successo ripro- nerazioni», ha detto Berdan. «Questo è uno di moscerini della frutta per trovare indizi
duttivo di questi anfibi. dei grandi misteri dei supergeni». La ricer- più generali sull’evoluzione e sull’impatto
I supergeni possono anche complica- catrice ha suggerito che diverse forme di dei supergeni.
re il processo di accoppiamento: in alcune selezione potrebbero essere in atto insie- I loro risultati dimostrano che gli ef-
specie, creano un sistema di riproduzione me per preservare i supergeni, e che certi fetti purificatori della ricombinazione sui
che prevede di fatto quattro sessi. Negli uc- ambienti potrebbero essere più favorevoli genomi non cessano mai di essere impor-
celli nordamericani chiamati passeri dalla alla loro persistenza nella popolazione. tanti. I tratti complessi che l’eredità stabi-
gola bianca, per esempio, a causa di un su- Ironia della sorte, uno dei meccanismi le e prevedibile dei supergeni rende possi-
pergene esistono due forme con colorazio- che a volte possono preservare i superge- bili possono essere preziosi per aiutare le
ni e comportamenti diversi. I maschi non ni sembra essere la ricombinazione, il fe- specie ad adattarsi, ma anche i supergeni
solo devono trovare le femmine con cui ac- nomeno a cui di norma resistono. Aman- possono trarre beneficio dal rimescolare di
coppiarsi, ma devono anche trovare una da Larracuente, genetista evoluzionista tanto in tanto il loro contenuto. Q
compagna della forma opposta; altrimen- dell’Università di Rochester, nello Stato di
ti la prole morirà, o per aver ereditato i su- New York, e i suoi coautori hanno descrit- L’originale di questo articolo è
pergeni da entrambi i genitori o per non to un caso simile su «eLife» lo scorso aprile. stato pubblicato l’8 novembre 2022 da
Merrill Sherman/Quanta Magazine

averne ereditato nessuno. Solo i figli che ri- Inizialmente Larracuente non era QuantaMagazine.org, una pubblicazione
cevono l’eredità «letale bilanciata» costitui- interessata ai supergeni o ai loro costi evo- editoriale indipendente on line promossa
ta da un supergene e un segmento cromo- lutivi. La sua attenzione era rivolta ai geni dalla Fondazione Simons per migliorare la
somico ordinario sopravvivono. egoisti, segmenti di DNA che proliferano comprensione pubblica della scienza.
Con un prezzo così alto, è sorprenden- nelle popolazioni senza apportare bene- Traduzione ed editing a cura di «Le Scienze».
te il fatto stesso che i supergeni siano com- fici ai loro ospiti. Era affascinata da un ge- Riproduzione autorizzata, tutti i diritti
parsi nell’evoluzione, dice Berdan. «Qual- ne egoista chiamato Segregation Distorter riservati.

www.lescienze.it Le Scienze 55
C A M B I A M E N T O C L I M AT I C O

L’idrogeno potrebbe
aiutare il pianeta
Copia di 44a51459b9e30982c62bc1505f0b61bd

Sean Gallup/Getty Images

Molti ricercatori vedono un ruolo enorme


per questo gas nella decarbonizzazione delle economie

di Davide Castelvecchi
Volano scintille
mentre un operaio preleva
un campione di ferro fuso
dall’altoforno dell’acciaieria
Thyssenkrupp Steel Europe
a Duisburg, in Germania.

Copia di 44a51459b9e30982c62bc1505f0b61bd
Davide Castelvecchi scrive di scienza per «Nature» da Londra.
In passato è stato reporter per le scienze fisiche a Science News
e senior editor a «Scientific American».

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l fiume bianco di ferro liquido non si ferma mai. A ogni ora del giorno e della

I notte, in questa acciaieria dell’estremo nord della Svezia il metallo si riversa da


un foro sul fondo di un enorme altoforno alto 90 metri. Altrettanto inesorabile
è il flusso di anidride carbonica che esce dalla parte superiore. La CO2 è un pro-
dotto di scarto del carbone che l’altoforno divora.
Per ogni tonnellata di ferro destinata alla produzione di acciaio,
questo forno produce 1,6 tonnellate di CO2, dice Martin Pei, chief
technology officier di SSAB, l’azienda proprietaria dell’impianto di
Luleå. Nel mondo ci sono centinaia di altiforni simili, la maggior
parte dei quali con emissioni più elevate. Se si aggiungono altre fa-
ni di carbonio. Il contributo maggiore dell’idrogeno sarà piuttosto
quello di ripulire i processi industriali, dalla produzione di plasti-
che e fertilizzanti alla raffinazione degli idrocarburi. Queste indu-
strie sono state convenzionalmente considerate più difficili da de-
carbonizzare e hanno ricevuto meno attenzione da parte di mezzi
si ad alta intensità energetica di questo settore industriale, diven- di comunicazione, investitori e politici.
ta chiaro come la produzione di acciaio provochi il 7 per cento del- L’idrogeno potrebbe trovare impiego anche nella produzione
le emissioni di gas serra a livello mondiale, paragonabili, secondo di energia. I combustibili liquidi ricavati dall’idrogeno potrebbe-
alcune stime, ai gas di scarico di tutti i veicoli passeggeri del mon- ro un giorno alimentare i viaggi aerei e le spedizioni via nave. L’i-
do messi insieme. drogeno potrebbe anche contribuire a decarbonizzare la rete elet-
Ma a poche centinaia di metri dal forno di Luleå ce n’è uno più trica: l’energia solare o eolica in eccesso potrebbe essere dirottata
piccolo che produce ferro con emissioni di carbonio molto più ri- verso la produzione del gas, che potrebbe poi essere usato in altri
dotte. Questa tecnologia pilota sostituisce il carbone con l’idroge- processi industriali o semplicemente per immagazzinare energia.
no e libera solo vapore acqueo. «Questo è il nuovo modo di pro- In questo modo, ci si aspetta che l’idrogeno faccia da ponte tra di-
durre acciaio e, in linea di principio, possiamo eliminare tutta versi settori dell’economia.
l’anidride carbonica», afferma Pei. «L’idrogeno è unico per la sua versatilità nei modi in cui si può
Il percorso dall’idrogeno all’acciaio non è del tutto privo di in- produrre e in cui si può usare», afferma Dharik Mallapragada, in-
quinamento: le altre fasi della conversione del ferro in acciaio gegnere chimico al Massachusetts Institute of Technology di
emettono comunque un po’ di CO2 e il minerale di ferro deve es- Cambridge.
sere estratto. Tuttavia, nel 2021 questo sito ha prodotto il primo Ansiosi di raggiungere gli obiettivi di zero emissioni nette, i de-
«acciaio verde» al mondo, con l’aiuto dell’idrogeno ottenuto sfrut- cisori politici hanno avviato una massiccia spinta verso l’idroge-
tando l’abbondante elettricità a basse emissioni di carbonio della no, in particolare negli Stati Uniti e nell’Unione Europea. In alcuni
Svezia, generata da energia idroelettrica, nucleare ed eolica. L’im- casi stanno sovvenzionando il prezzo dell’idrogeno a basse emis-
pianto pilota è di proprietà di HYBRIT, una joint venture che SSAB sioni di carbonio; in altri stanno distribuendo crediti d’imposta
ha costituito nel 2016 con la società di servizi svedese Vattenfall e per i produttori di idrogeno o per le industrie che lo usano.
LKAB, l’azienda mineraria nazionale. In parte, come risultato gli investimenti in progetti sull’idro-
Rendere ecologico l’acciaio è solo uno dei modi in cui l’idroge- geno stanno vivendo una crescita esponenziale. L’Hydrogen
no dovrebbe contribuire a decarbonizzare l’economia mondiale. Council, un gruppo industriale di Bruxelles, stima che le centinaia
Sebbene alcuni ne abbiano invocato l’uso come carburante per i di progetti annunciati per l’idrogeno su larga scala ammontino già
trasporti, è improbabile che l’idrogeno abbia un grande impatto a un possibile investimento di 240 miliardi di dollari entro il 2030,
in quel settore o nel riscaldamento, per i quali le batterie e l’ener- sebbene finora solo un decimo di questi siano accordi completati.
gia elettrica forniscono già soluzioni più efficienti a basse emissio- Entro il 2050, l’Hydrogen Council ritiene che il mercato dell’idro-

58 Le Scienze 654 febbraio 2023


GRIGIO, VERDE O BLU
pio, è miscelato con l’azoto dell’aria per
produrre ammoniaca (NH3), un ingredien-
Fonti di idrogeno te dei fertilizzanti. Le raffinerie petrolchi-
miche usano l’idrogeno per rimuovere lo
La produzione di idrogeno potrebbe quintuplicare entro la metà del secolo*, con quantità sem- zolfo dal petrolio o per decomporre alcuni
pre più grandi provenienti da fonti a basse emissioni. degli idrocarburi più grandi del petrolio
in idrocarburi più piccoli. Nell’industria
500
chimica, poi, l’idrogeno serve a produrre
enormi quantità di prodotti, come il meta-
nolo (CH3OH), che a sua volta è usato per
400
H2 per anno (milioni di tonnellate)

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la sintesi di innumerevoli altri prodotti


chimici.
300 «Prima di considerare l’idrogeno co-
Attualmente sono prodotte me soluzione per il cambiamento clima-
solo piccole quantità
di idrogeno «verde» o «blu» tico dobbiamo affrontare l’idrogeno come
200 problema del cambiamento climatico», ha
dichiarato Michael Liebreich, consulen-
te per l’energia e amministratore delega-
100 to di Liebreich Associates di Londra, in un
discorso programmatico al World Hydro-
gen Congress di Rotterdam, nei Paesi Bas-
0 si, a ottobre 2022.
2021 2030 2050 Parte della CO 2 emessa dalla produ-
Combustibili fossili e raffinerie Combustibili fossili con CCUS† Elettrolisi zione di idrogeno da combustibili fossi-
*Previsioni nello scenario emissioni nette zero dell’Agenzia internazionale per l’energia. li potrebbe essere catturata e immagazzi-
† Cattura, uso e stoccaggio di carbonio. nata nel sottosuolo, in serbatoi geologici
profondi. L’idrogeno decarbonizzato in
questo modo è definito «blu». Ma i critici
geno e delle tecnologie a idrogeno avrà un valore di 2500 miliar- dell’idrogeno blu sottolineano che non impedisce tutte le emis-
di di dollari all’anno. sioni di CO2 e che produrre idrogeno blu significa continuare a
Gli analisti prevedono che entro la metà del secolo la produzio- estrarre gas naturale, con i conseguenti svantaggi ambientali.
ne di idrogeno aumenterà da cinque a sette volte (si veda il box in Un altro modo di produrre idrogeno può essere quasi comple-
questa pagina). Questo dovrebbe contribuire a ridurre l’impron- tamente privo di anidride carbonica. Si tratta della tecnica dell’e-
ta di carbonio del mondo, ma solo se l’idrogeno è ottenuto senza lettrolisi dell’acqua, risalente a 200 anni fa: gli elettrolizzatori
far aumentare le emissioni di CO2, come avviene nel progetto pi- estraggono H da H2O facendo scorrere corrente elettrica tra elet-
lota di Luleå. trodi catalizzati. Se l’energia usata per alimentare questo proces-
Già in passato l’idrogeno è già stato oggetto di clamore. Ma la so è rinnovabile, il prodotto risultante è chiamato idrogeno ver-
quantità di denaro interessata questa volta suggerisce a molti de. L’idrogeno verde ha il potenziale per essere a emissioni zero,
esperti che l’idrogeno decollerà davvero. Secondo gli analisti, la o almeno quasi.
transizione non ha bisogno di nuove tecnologie: è già collaudata, Un fattore cruciale nel determinare la velocità del passaggio
anche se i progressi scientifici contribuirebbero ad accelerarla. all’idrogeno pulito sarà il costo degli elettrolizzatori. IEA, Bloom-
«La rivoluzione dell’idrogeno sta avvenendo, questa volta per bergNEF, che si occupa di analisi sull’energia pulita, e altre orga-
davvero», asserisce Oleksiy Tatarenko, economista del Rocky nizzazioni prevedono che il costo degli elettrolizzatori potreb-
Mountain Institute (RMI), un think tank sulla sostenibilità con se- be diminuire rapidamente, riducendosi di oltre due terzi entro il
de a Boulder, in Colorado. 2030, via via che gli elettrolizzatori verranno prodotti in linee di
assemblaggio sempre più automatizzate, anziché costruiti a mano.
Da dove cominciare? Per questo motivo gli analisti prevedono che il costo di pro-
di D. Castelvecchi, in «Nature», Vol. 611, 17 novembre 2022.
Illustrazione di Danilo Sossi; fonte The hydrogen revolution,

La produzione di idrogeno è già un’industria considerevole e duzione dell’idrogeno verde scenderà dai circa 5 dollari al chilo-
inquinante. L’Agenzia internazionale per l’energia (International grammo attuali a 1 dollaro al chilogrammo in futuro, anche senza
Energy Agency, o IEA) stima che ogni anno vengano prodotti cir- sussidi come le agevolazioni fiscali. Questo lo renderebbe compe-
ca 94 milioni di tonnellate (Mt) di gas. La quasi totalità proviene da titivo con l’idrogeno grigio, che può essere prodotto per meno di
combustibili fossili come il gas naturale. Il metano (CH4) presen- 1 dollaro al chilogrammo (quando le guerre non fanno aumenta-
te nel gas naturale reagisce con l’ossigeno trasformandosi in mo- re il prezzo del gas naturale, come è accaduto in Europa). Tuttavia,
lecole di idrogeno e CO2. L’anidride carbonica è poi immessa in at- diversi studi prevedono che, con il forte aumento della domanda,
mosfera: 900 milioni di tonnellate ogni anno, pari a più del 2 per nei prossimi decenni gran parte della domanda di idrogeno dovrà
cento delle emissioni globali di CO2, paragonabili alle emissioni essere soddisfatta dall’idrogeno blu.
annuali totali di Indonesia e Regno Unito messi insieme. Gli anali- La trasformazione richiederà enormi quantità di energia rin-
sti chiamano «grigio» questo idrogeno inquinante. novabile. Se gli elettrolizzatori fossero efficienti al 100 per cento,
L’idrogeno che il mondo già produce è in gran parte usato per ci vorrebbero più di 3000 terawattora (TWh) di elettricità da fon-
le fasi di lavorazione chimica nelle industrie essenziali. Per esem- ti rinnovabili ogni anno solo per sostituire l’idrogeno grigio usato

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oggi con idrogeno verde; in realtà, è più probabile che l’elettricità Elettrolisi in una piccola centrale a idrogeno;
necessaria sia superiore a 4500 TWh. Si tratta di una cifra parago- nella foto il direttore dell’impianto Guido König, dell’azienda
nabile a quella generata dagli Stati Uniti in un anno. Inoltre, l’IEA Apex Energy, in Germania, che fornisce l’idrogeno verde.
prevede un futuro in cui il fabbisogno annuo di elettricità dell’i-
drogeno pulito salirà a 14.800 TWh, nel suo scenario di un mondo tratta di estrarre il ferro da minerale ferroso, che è essenzialmen-
a zero emissioni nette entro la metà del secolo. te ruggine, contenente ferro in forma ossidata. In un altoforno, gli
Eppure, l’energia pulita sta crescendo a un ritmo notevole. atomi di ossigeno vengono rimossi dalla ruggine e rimane ferro li-
Entro il 2024, per esempio, BloombergNEF prevede che il mon- quido. Per farlo, il minerale è fuso insieme a carbon coke (un deri-
do avrà la capacità di produrre quasi 1 TW di pannelli fotovoltaici vato del carbone) o a carbone vegetale (charcoal). In realtà la fun-
all’anno: da soli potrebbero soddisfare un settimo della domanda zione principale di questo combustibile non è fondere il minerale,
annuale di elettricità di oggi. Complessivamente, secondo l’IEA, ma sottrargli atomi di ossigeno, in un processo di riduzione chi-
l’offerta mondiale di elettricità a basse emissioni è già destinata a mica che ha un costo termodinamico oltre sei volte più elevato a
più che triplicare entro la metà del secolo, sebbene sia necessaria quello della fusione della roccia. Questo processo porta al rilascio
un’espansione ancora più aggressiva per un mondo a zero emis- di grandi quantità di CO2.
sioni nel 2050. SSAB ha considerato idee come la cattura della CO2 emessa e
il suo stoccaggio nel sottosuolo, ma ha concluso che sarebbe sta-
Accelerare i tempi to troppo costoso. Invece, l’azienda ha scelto la via dell’idrogeno.
Tra tutti gli emettitori industriali di anidride carbonica, l’accia- L’idrogeno può diffondersi all’interno di pellet di minerale ferroso
io è uno dei più grandi ed è il settore in cui l’idrogeno potrebbe solido e rimuovere l’ossigeno, in un processo chiamato riduzione
avere il maggiore impatto. Per anni si è cercato di usare l’idroge- diretta del ferro, che avviene a 600 gradi invece degli oltre 1500 di
no in questo processo, dice Pei, ma non si è riusciti a farlo diven- un altoforno (si veda il box nella pagina a fronte).
tare un prodotto di scala. Ma nel 2016, proprio nel momento in cui La riduzione diretta del ferro esisteva già da molto prima che
la maggior parte dei paesi ha firmato l’accordo sul clima di Pari- HYBRIT iniziasse a usare l’idrogeno per questo processo: par-
Jens Büttner/picture alliance via Getty Images

gi, impegnandosi a mantenere il riscaldamento globale a meno di te dell’acciaio di oggi è prodotta in questo modo usando il gas na-
2 gradi rispetto ai livelli preindustriali, Pei ha iniziato a guidare la turale, ma questo porta a emissioni di carbonio che l’impiego di
ricerca sull’idrogeno presso SSAB. Era chiaro che per la Svezia la idrogeno pulito eviterebbe.
decarbonizzazione dell’acciaio era fondamentale per rispettare gli Le prove di HYBRIT a Luleå hanno avuto tanto successo che
impegni di Parigi. SSAB non è una grande produttrice di acciaio, SSAB ha deciso di anticipare la data di chiusura dei suoi altifor-
ma da sola rappresenta il 10 per cento delle emissioni di CO2 della ni dal 2045 al 2030, dice Pei. HYBRIT sta costruendo il suo primo
Svezia. «Tutti sapevano che se SSAB non fosse riuscita a eliminare impianto a grandezza naturale a Gällivare, un villaggio 200 chilo-
queste emissioni, la Svezia non avrebbe avuto successo», afferma metri a nord di Luleå, e ha reso pubblici i risultati della sua ricer-
Mia Widell, portavoce dell’azienda. ca, sperando di dare slancio al settore. A mezz’ora di macchina da
Il problema più difficile nella produzione dell’acciaio è che si Luleå, una start-up di Stoccolma chiamata H2 Green Steel ha av-

60 Le Scienze 654 febbraio 2023


UNA SIDERURGIA AMICA DEL CLIMA

Acciaio più verde


L’uso dell’idrogeno al posto del carbone per produrre acciaio da minerale ferroso potrebbe ridurre le emissioni di anidride carbonica di questo setto-
re fino al 90 per cento, come anche un approccio più sperimentale che usa l’elettricità.

L’estrazione Minerali ferrosi Pellet


di minerali ferrosi di minerali
CO2 emette CO2 ferrosi

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CO2
Altoforno
Forno a ossigeno basico Carbone Il minerale ferroso
è fuso in presenza
CO2 di coke per produrre
ghisa (che
Carbon ha impurità
coke
oltre il carbonio);
Ossigeno il carbonio
in eccesso
Ghisa Aria calda è poi bruciato per
Pellet produrre acciaio.
di minerali
ferrosi

Forno ad arco elettrico Acqua Processo


a idrogeno
Il minerale ferroso
viene chimicamente
ridotto usando
idrogeno per produrre
ferro ridotto diretto
(ferro spugna o
spugnoso),
Acciaio che è poi fuso
da rottami in acciaio. Aziende
come HYBRIT
Idrogeno Pellet hanno venduto
di minerali acciaio verde
Ferro ferrosi sfruttando
spugna questo processo.

Minerali O2 Elettricità
ferrosi Una corrente
elettrica separa
l’ossigeno e il ferro
elementare dal
minerale ferroso;
il ferro fuso va a
produrre acciaio.
di D. Castelvecchi, in «Nature», Vol. 611, 17 novembre 2022.
Illustrazione di Danilo Sossi; fonte The hydrogen revolution,

Aziende come
Pellet Boston Metal
Metallo stanno lavorando
liquido di minerali
ferrosi a questo processo.

viato la costruzione di un impianto ancora più grande e afferma di zialmente la maggior parte di essi userà gas naturale, sarà in grado
aver venduto in anticipo 1,5 milioni di tonnellate del suo prodotto. di ridurre via via la propria impronta di carbonio con il graduale
Poiché le fonderie durano decenni, gli analisti che si occupano aumento della fornitura di idrogeno nei prossimi trent’anni.
di energia sostengono che se le nazioni vogliono raggiungere gli «Nel bilancio delle emissioni di carbonio non c’è spazio per
obiettivi dell’accordo di Parigi, l’industria siderurgica dovrebbe nuovi altiforni», afferma Rebecca Dell, responsabile del program-
interrompere immediatamente la costruzione di nuovi altiforni e ma industriale della fondazione ClimateWorks, un’organizzazio-
iniziare a sostituirli con riduttori diretti a idrogeno. Anche se ini- ne di San Francisco, in California, che eroga fondi.

www.lescienze.it Le Scienze 61
Molti produttori di acciaio stanno prendendo la strada della ri-
duzione diretta del ferro, anche se in Cina e in India si stanno pro-
gettando nuovi altiforni, secondo l’organizzazione non governati-
va Global Energy Monitor, anch’essa di San Francisco. Il compito
è talmente immane che alcune organizzazioni, tra cui Bloomberg-
NEF, prevedono che alcuni altiforni saranno ancora attivi a metà
del secolo e che sarà necessario ricorrere alla cattura del carbonio
per ridurre le loro emissioni.
In linea di principio, la produzione di acciaio potrebbe anche
diventare completamente elettrificata, evitando la necessità di
produrre idrogeno, il che potrebbe migliorare ulteriormente l’ef-
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ficienza, afferma Dell. L’elettrolisi può scindere l’ossido di ferro e


diverse start-up, come Boston Metal di Woburn, in Massachusetts,
cercano di usarla nella produzione di acciaio. Per il momento, tut-
tavia, l’idrogeno è in testa. «Il vantaggio principale dell’approccio
con l’idrogeno è che ha il più piccolo incremento richiesto di nuo-
va tecnologia per ottenere una siderurgia veramente pulita», af-
ferma Dell.

Un ponte di idrogeno
Nel lungo periodo è possibile che il contributo maggiore dell’i-
drogeno al rallentamento del riscaldamento globale sia fare da
ponte tra settori diversi – elettricità, edilizia, manifattura e tra-
sporti – rendendo più conveniente la decarbonizzazione comple-
ta di tutti insieme rispetto a quella che si otterrebbe cercando di
decarbonizzarli separatamente, sostiene Christian Breyer, ana-
lista di sistemi energetici alla Lappeenranta-Lahti University of
Technology, in Finlandia.
Il nodo cruciale di questa rete interconnessa sarà la generazio-
ne di elettricità. In questo caso, l’idrogeno potrebbe contribuire a
risolvere un noto inconveniente dell’energia rinnovabile: sebbe- Ferro spugnoso, la materia prima da cui si ricava l’acciaio,
ne abbondante, è distribuita in modo disomogeneo nell’arco delle prodotta nell’impianto HYBRIT di Luleå, in Svezia, senza l’uso
ore e delle stagioni, e spesso è imprevedibile. Questo rende diffici- di combustibili fossili.
le la pianificazione in lunghi periodi di assenza.
Per esempio, i ricercatori che lavorano a simulazioni che cer- Non è chiaro se questo sia il modo più conveniente per decar-
cano di bilanciare la domanda e l’offerta nelle future reti elettri- bonizzare l’ultimo 20 per cento di elettricità, rispetto alla costru-
che devono pianificare come fornire elettricità se i venti non sof- zione di centrali nucleari o all’espansione dell’energia geotermica.
fiano per una settimana in un inverno freddo e buio in Europa. Il mix ottimale varierà probabilmente da paese a paese, suggeri-
Gli scienziati hanno un nome per questo fenomeno: Dunkelflau- scono studi specifici condotti da organizzazioni come l’Agenzia
te, una parola tedesca che si traduce approssimativamente come internazionale per le energie rinnovabili delle Nazioni Unite.
«calma piatta e scura».
Le batterie contribuiscono a bilanciare la domanda e l’offer- Miti e idee sbagliate
ta da un’ora all’altra, ma una volta che la quota di energia eolica Sebbene l’idrogeno abbia una miriade di applicazioni possibi-
e solare supera l’80 per cento del mix elettrico di una rete, secon- li, ciò non lo rende la soluzione migliore per tutti i problemi. Per le
do alcuni studi diventa estremamente costoso rendere le reti resi- autovetture, le batterie hanno già ampiamente vinto la gara per-
lienti al Dunkelflauten, come per esempio hanno illustrato Jesse ché sono una soluzione più efficiente e meno costosa rispetto al
D. Jenkins, dell’Harvard University Center for the Environment, e trasporto di un serbatoio di idrogeno e alla conversione della sua
colleghi su «Joule» nel 2018. Una soluzione considerata è costruire energia in elettricità.
un numero di turbine eoliche sufficiente a far superare a una rete Un altro settore in cui probabilmente non ha senso usare l’i-
JONATHAN NACKSTRAND/AFP via Getty Images

anche gli inverni più rigidi, per poi dedicare le turbine per la mag- drogeno è il riscaldamento domestico. Se l’idrogeno è grigio, ov-
gior parte dell’anno alla produzione di idrogeno. Quell’idrogeno vero ricavato da gas naturale, non fa altro che aumentare il ri-
potrebbe essere venduto a clienti industriali: a centri siderurgici scaldamento globale, sostiene Rebecca Lunn, ingegnere civile
o come combustibile liquido per il trasporto, la spedizione via ma- dell’Università di Strathclyde a Glasgow, nel Regno Unito. Lei e al-
re e l’esportazione. tri ricercatori hanno indicato il riscaldamento domestico come un
In periodi particolarmente difficili dell’anno, quell’idrogeno uso problematico dell’idrogeno in uno studio del National Engi-
potrebbe essere usato per generare nuovamente elettricità bru- neering Policy Centre (NEPC) del Regno Unito, pubblicato a set-
ciandolo in turbine simili a quelle che funzionano a gas naturale, tembre 2022.
anche se ciò comporterebbe un notevole spreco: la rete recupere- Ma anche se l’idrogeno è verde – ovvero prodotto da elettrici-
rebbe solo un terzo o meno dell’elettricità originariamente impie- tà generata da fonti rinnovabili – è fino a sei volte più efficiente
gata per produrre l’idrogeno. sfruttare quell’elettricità per riscaldare direttamente le case usan-

62 Le Scienze 654 febbraio 2023


UNO SGUARDO AL FUTURO
laro al chilogrammo, o anche meno, a se-
conda del luogo (si veda il box in questa
I costi dell’idrogeno pulito pagina). Secondo i calcoli dell’RMI, que-
sto già rende competitivi l’acciaio, l’am-
Si prevede che i costi dell’idrogeno «verde» e «blu» a basse emissioni si avvicineranno a quelli moniaca e i combustibili liquidi a base di
dell’idrogeno «grigio» ricavato dal gas naturale. Ma in alcune aree sussidi come i crediti d’impo- idrogeno rispetto alle loro controparti a
sta statunitensi li hanno già resi competitivi. combustibili fossili.
Senza sovvenzioni, i prodotti a idroge-
500 no pulito, come l’acciaio verde, potrebbe-
Intervallo dei costi per l'idrogeno (dollari per chilogrammo)

ro comunque essere più costosi dei loro


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equivalenti «sporchi». HYBRIT e H2 Green


400 Steel non rivelano il costo previsto per la
H2 prodotto con energia solare produzione dei loro prodotti. I governi
dagli Stati Uniti sud-occidentali potrebbero anche adottare politiche per
l’acquisto di acciaio verde, come si è im-
300 pegnata a fare l’Amministrazione del pre-
H2 prodotto con energia
eolica dal Texas sidente degli Stati Uniti Joe Biden in base
a una disposizione «Buy Clean» [«compra-
200 re pulito», N.d.R.] contenuta in un ordine
esecutivo approvato a dicembre 2021.
L’IEA prevede che entro il 2030 la do-
manda globale di idrogeno potrebbe au-
100
mentare del 20-30 per cento. I progetti
di idrogeno a basse emissioni di carbonio
che sono stati avviati finora saranno suf-
0 ficienti a coprire solo un quarto di quella
2021 Diminuzione Previsioni Previsioni percentuale. Questo suggerisce che i pia-
negli Stati Uniti 2030 2050
con sussidi ni di espansione dell’idrogeno non sono
del 2022 ancora abbastanza ambiziosi: affinché il
Fonte di idrogeno
mondo sia sulla buona strada per raggiun-
Gas naturale Elettrolisi da solare fotovoltaico
gere zero emissioni nette entro la metà del
Gas naturale con CCUS* Elettrolisi da eolico su terraferma
secolo, sono necessari circa 180 Mt di pro-
†Cattura, uso e stoccaggio di carbonio. Tasse sul carbonio (non mostrate) renderebbe più costoso l'idrogeno grigio.
duzione di idrogeno entro il 2030, di cui la
metà a basse emissioni.
Ma Tatarenko sostiene che non è esclu-
do, per esempio, le pompe di calore, che raggiungono efficienze so che la produzione globale di idrogeno verde possa raggiungere
molto superiori al 100 per cento aspirando il calore dall’esterno. il livello necessario nel 2030: «Dovremmo essere super ambiziosi».
Per ridurre le emissioni più rapidamente, le politiche dovreb- Altri avvertono che la spinta verso l’idrogeno potrebbe finire per
bero dare priorità al miglioramento dell’isolamento delle abitazio- incrementare anche quello non verde, aumentando così perversa-
ni, che ridurrà il fabbisogno di energia per il riscaldamento a pre- mente le emissioni di CO2. In particolare, una misura controversa
scindere dalla fonte, afferma Nilay Shah, ricercatore in ingegneria all’esame della Commissione Europea attenuerebbe la definizione
dei sistemi di processo all’Imperial College di Londra, che ha gui- dell’Unione Europea di idrogeno verde, permettendo di produrlo
dato lo studio del NEPC. in parte con elettricità generata da combustibili fossili.
La riorganizzazione dell’economia per accogliere l’idrogeno
Previsioni sull’idrogeno avrà ripercussioni sociali. Anche con sussidi e investimenti massic-
Gli investimenti nell’idrogeno a basse emissioni di carbonio ci, in alcune regioni l’industria pesante si troverà ancora in una po-
hanno registrato un’impennata negli ultimi anni, ma gli eventi del sizione di svantaggio competitivo. Poiché l’idrogeno è più costoso
di D. Castelvecchi, in «Nature», Vol. 611, 17 novembre 2022.
Illustrazione di Danilo Sossi; fonte The hydrogen revolution,

2022 hanno innescato quello che sembra essere un boom. e tecnicamente più difficile da trasportare rispetto al carbone, in-
Negli Stati Uniti, l’Inflation Reduction Act ha introdotto un’a- dustrie come quella siderurgica potrebbero finire per doversi spo-
gevolazione fiscale di 3 dollari per ogni chilogrammo di idrogeno stare più vicino a siti dove l’idrogeno può essere prodotto a basso
verde, oltre a una serie di altre politiche e fondi per il gas. In Eu- costo, dice Dell. «Potrebbero anche trovarsi in paesi diversi».
ropa, l’aggressione della Russia all’Ucraina ha portato un nuovo Anche se questo e altri problemi politici potrebbero rallenta-
senso di urgenza. Nel mese di marzo, la Commissione Europea ha re il ritmo della transizione, non ci sono più sfide irrisolvibili, ag-
fissato l’obiettivo di produrre 10 milioni di tonnellate di H2 e di im- giunge Dell. «La transizione è alla portata delle nostre capacità
portarne altri 10 milioni all’anno entro il 2030. Molte altre grandi tecniche ed economiche, sia nei paesi ad alto reddito sia nelle eco-
economie hanno definito strategie nazionali per sviluppare capa- nomie emergenti», conclude. Q
cità di idrogeno.
«Tutto è cambiato, l’intera equazione», afferma Patrick Molloy, La versione originale di questo articolo è stata pubblicata
economista di RMI. Le agevolazioni fiscali degli Stati Uniti, in par- su «Nature», Vol. 611, 17 novembre 2022.
ticolare, hanno portato il costo dell’idrogeno verde a circa un dol- Riproduzione autorizzata, tutti i diritti riservati.

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ASTROFISICA

In cerca di un fondo
gravitazionale
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L’universo potrebbe essere


permeato da un fondo di onde
gravitazionali ancora non rilevato
ma importante anche per avere
informazioni sui primi istanti
successivi alla nascita del cosmo
di Matteo Serra

Illustrazione di due buchi neri in orbita


l’uno attorno all’altro. Questa danza genera
increspature nel tessuto dello spazio-tempo,
ovvero onde gravitazionali, ormai rilevate
di continuo da alcuni strumenti sulla Terra.

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Mark Garlick/ SPL/AGF

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Matteo Serra è fisico, giornalista scientifico
e comunicatore della scienza freelance.
Scrive per «Le Scienze» e altre testate nazionali.
È autore di Dove va la fisica? (Codice, 2022)

al 2015 rilevare onde gravitazionali è diventata ormai una routine:

D
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grazie agli interferometri LIGO, negli Stati Uniti, e Virgo, in Italia, ne-
gli ultimi sette anni sono state rilevate decine di increspature dello
spazio-tempo, prodotte principalmente in processi di fusione tra cop-
pie di buchi neri.
La capacità di osservare questi segnali – la cui possibile esisten- Un ulteriore salto di qualità arriverà poi con l’osservatorio LI-
za è stata teorizzata per la prima volta da Albert Einstein nel 1916, SA, che sarà il primo rivelatore di onde gravitazionali spaziale.
all’indomani della pubblicazione della sua teoria generale della re- Con LISA sarà possibile avere accesso a una banda di frequenze
latività – è considerata una delle più importanti imprese scientifi- del tutto inesplorata, che si spingerà fino ai millihertz, aprendo al-
che e tecnologiche del nuovo millennio, capace di aprire un cana- la possibilità di rilevare segnali prodotti da fenomeni cosmici an-
le di indagine dell’universo totalmente inedito. cora più estremi.
Tuttavia nemmeno LISA potrà andare oltre, lasciando così sco-
Un menù più ricco perta una grossa fetta dello spettro di frequenze che può carat-
Tuttavia, le rilevazioni ottenute finora potrebbero costituire terizzare le onde gravitazionali di origine astrofisica: si tratta di
solo un piccolo antipasto di un menù potenzialmente molto più frequenze estremamente basse (fino ai nanohertz, pari a un mi-
ricco: LIGO e Virgo, infatti, sono in grado di rilevare solo una ri- liardesimo di hertz), associate a segnali emessi negli eventi cosmi-
dotta porzione dell’insieme di onde gravitazionali prodotte nell’u- ci più violenti che possono verificarsi nell’universo, come la fusio-
niverso. Esattamente come accade per le onde elettromagnetiche, ne tra galassie. «È ormai noto che al centro di quasi tutte le galassie
il cui spettro di frequenze è molto ampio e va dalle onde radio fino si formano buchi neri supermassicci, le cui masse possono arriva-
agli energetici raggi gamma, anche le onde gravitazionali posso- re a milioni o miliardi di masse solari», sottolinea Alberto Vecchio,
no presentare frequenze di oscillazione molto diverse, che vanno docente di fisica gravitazionale all’Università di Birmingham.
da minuscole frazioni di hertz fino alle decine di migliaia di hertz «Quando due galassie si fondono, “portano con sé” i rispettivi bu-
e oltre. E proprio come gli strumenti necessari per rivelare onde chi neri, che formano così un sistema binario e possono dare luo-
elettromagnetiche di frequenza diversa sono differenti (ci sono te- go a loro volta a spettacolari eventi di fusione, producendo una
lescopi distinti per osservare raggi X, raggi gamma, luce visibile, grande quantità di onde gravitazionali di bassa frequenza».
onde radio e così via), anche per registrare increspature dello spa- È convinzione ormai comune tra gli scienziati che la quanti-
zio-tempo che «pulsano» a ritmi diversi bisogna affidarsi necessa- tà di questi sistemi binari di buchi neri supermassicci sia incre-
riamente a metodi di rilevazione tra loro alternativi. dibilmente elevata, cosicché l’insieme delle onde gravitazionali
Gli esperimenti LIGO e Virgo, in particolare, sono in grado di ri- prodotte in questi eventi costituirebbe un vero e proprio «fon-
levare unicamente onde gravitazionali di alta frequenza – compre- do», in cui sarebbe quasi impossibile distinguere le singole com-
sa tra circa 10 hertz e alcune migliaia di hertz – prodotte in eventi ponenti. «È utile fare un paragone con un’orchestra composta da
di fusione tra coppie di stelle di neutroni o di buchi neri astrofisici, un gran numero di strumenti musicali: quando suonano tutti in-
che derivano cioè dall’evoluzione di stelle massicce. Sono tuttavia sieme, noi non percepiamo i suoni dei singoli strumenti, ma una
già in cantiere esperimenti futuri più avanzati, con l’obiettivo di melodia complessiva. Accade la stessa cosa con le onde gravita-
avere accesso a segnali di frequenza più bassa: in particolare, nei zionali emesse dai sistemi binari di buchi neri supermassicci: so-
prossimi decenni dovrebbero vedere la luce due grandi interfero- no talmente tante da formare un fondo, una “melodia gravitazio-
metri terrestri di nuova generazione, l’Einstein Telescope e il Co- nale”», prosegue Vecchio.
smic Explorer (sorgeranno rispettivamente in Europa e negli Sta-
ti Uniti), che puntano ad abbassare a qualche hertz la soglia minima Increspature dai primordi
di rilevazione, aumentando così la capacità di osservare eventi di Questo fondo astrofisico di onde gravitazionali a bassissima
fusione. Lo scopo è soprattutto cercare di rilevare segnali emessi frequenza non è però l’unico. Spostando molto più indietro nel
da buchi neri molto massicci (pesanti fino a mille masse solari), ol- tempo le lancette dell’evoluzione del cosmo, fino ai primi istanti
tre a un numero maggiore di eventi di coalescenza tra stelle di neu- successivi al big bang, si entra infatti in un’epoca che è stata pro-
troni, che a differenza delle fusioni tra buchi neri possono essere babilmente molto generosa dal punto di vista della produzione di
osservati anche dai telescopi elettromagnetici, nell’ambito della increspature dello spazio-tempo, definite in questo caso di natu-
cosiddetta astronomia «multimessaggera». ra «cosmologica»: ma anche la rilevazione diretta di questi segna-

66 Le Scienze 654 febbraio 2023


L’ O B I E T T I V O

Lo spettro delle onde gravitazionali


Le onde gravitazionali sono emesse da oggetti celesti differenti lungo un ra e nello spazio, oppure già operativi, come i due interferometri gemelli
intervallo di frequenze, in modo simile a quello che si osserva per le on- LIGO negli Stati Uniti e Virgo in Italia.
de elettromagnetiche. Per rilevare frequenze differenti di onde gravita- Questa gamma di strumenti permetterà di ampliare in modo notevole lo
zionali sono necessari strumenti diversi (illustrazione) da costruire a ter- studio dell’universo sia nello spazio sia nel tempo.

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li – la cui frequenza può spingersi fino a valori ancora più bassi, non può spingersi a periodi più remoti di 370.000 anni dopo il big
dell’ordine anche dei milionesimi di nanohertz – è fuori dalla por- bang, che è il momento in cui l’universo è diventato trasparente
tata dei rivelatori terrestri e spaziali presenti e futuri. alla radiazione elettromagnetica. È come se ci fosse una sorta di
In particolare le cosiddette «onde gravitazionali primordiali», “sipario cosmologico” che ci impedisce di vedere oltre, almeno
che sarebbero state prodotte in grande quantità durante la cosid- in modo diretto. Con le onde gravitazionali la situazione è inve-
detta fase di «inflazione cosmica», un’espansione rapidissima che ce molto diversa: indipendentemente dal fenomeno cosmologi-
sarebbe avvenuta agli albori del cosmo, capace di aumentare di un co che le ha originate, le onde gravitazionali si sono disaccoppiate
fattore enorme le dimensioni dell’universo, costituiscono da tem- dal plasma primordiale in un intervallo di tempo infinitesimo, pa-
po un filone di ricerca indipendente. Da circa 15 anni l’esperimen- ri a una frazione minuscola di secondo», precisa Vecchio. «Ciò si-
to Background Imaging of Cosmic Extragalactic Polarization (BI- gnifica che se riuscissimo a osservare questo fondo cosmologico
CEP), in Antartide, cerca di trovarne una traccia indiretta (finora di onde gravitazionali avremmo accesso a uno stato dell’univer-
invano) analizzando la polarizzazione della radiazione cosmica di so completamente diverso rispetto a ciò che possiamo osservare
fondo, la prima luce dell’universo, emessa circa 370.000 anni do- con la radiazione di fondo. Si tratta di un regime totalmente fuori
po il big bang, tuttora osservabile nello spettro delle microonde. dalla portata anche degli esperimenti terrestri, come i più poten-
Illustrazione Danilo Sossi; fonte: https://lisa.nasa.gov

Più in generale, gli scienziati sono ormai concordi sul fatto ti acceleratori di particelle, in cui le energie in gioco erano molto
che l’insieme delle onde gravitazionali prodotte nelle prime fa- più alte, le interazioni fondamentali erano probabilmente unifica-
si dell’universo costituisca un fondo primordiale, per certi versi te e avevano sicuramente rilevanza anche effetti quantistici del-
analogo alla radiazione di fondo elettromagnetica: un fondo defi- la gravità. Poter indagare questo regime estremo costituisce una
nito anche «stocastico», per la natura casuale della distribuzione motivazione fortissima per cercare di osservare onde gravitazio-
delle sue singole componenti. «Parallelamente al fondo cosmico nali primordiali di natura cosmologica».
a microonde, è ormai chiaro che esiste un equivalente costituito Rilevare questo fondo gravitazionale cosmologico permette-
dalle onde gravitazionali emesse dall’universo agli albori», spiega rebbe anche di fare luce sull’origine stessa dei fenomeni che l’a-
Vecchio. «C’è però una differenza sostanziale tra il fondo elettro- vrebbero generato, su cui c’è ancora molto da capire. «Ci sono
magnetico e quello gravitazionale: la radiazione cosmica di fon- molte ipotesi “esotiche” su quello che potrebbe essere accaduto
do ci dà un’importante fotografia dell’universo primordiale, ma nei primissimi istanti di vita del cosmo», spiega ancora Vecchio.

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Il radiotelescopio da 64 metri di diametro nel sud della Sardegna, inaugurato nel 2013, fa parte della rete European Pulsar Timing Array.

«Stringhe cosmiche, transizioni di fase, turbolenze nel campo ma- che, come fari sulla costa, appaiono a un osservatore sotto forma
gnetico primordiale: sono tutti fenomeni ipotetici che potrebbe- di impulsi estremamente regolari, ripetendosi con periodi molto
ro aver prodotto una grande quantità di onde gravitazionali. Oltre stabili, variabili da circa 1,5 millisecondi ad alcuni secondi. Sebbe-
a questi, un’ipotesi particolarmente in voga al momento è quella ne i meccanismi di funzionamento delle pulsar non siano ancora
secondo cui nell’universo appena nato si sarebbero formati tan- ben compresi, questi oggetti sono da tempo sfruttati dagli astro-
tissimi piccoli buchi neri, detti “primordiali”, che accoppiandosi nomi per la loro capacità di essere eccezionali orologi di precisio-
avrebbero generato un fondo di onde gravitazionali». ne, una caratteristica che deriva proprio dalla straordinaria re-
golarità della loro rotazione. «Poiché la rotazione di una pulsar è
Un osservatorio naturale altamente stabile, una volta che ne misuriamo il periodo saremo
Insomma, con ogni probabilità i fondi gravitazionali, sia quel- in grado di prevedere con precisione estrema il tempo di arrivo
Fotografia di Mike Peel (www.mikepeel.net)/CC-BY-SA-4.0

lo astrofisico a basse frequenze sia quello cosmologico, permeano di qualunque impulso da quella stessa pulsar. Questa precisione
l’intero universo e attendono solo di essere osservati. Ma quali so- è tanto maggiore per le pulsar che ruotano più velocemente, con
no le possibilità concrete di riuscire a rilevarli, dal momento che periodi dell’ordine del millisecondo», sottolinea Marta Burgay, ri-
gli osservatori artificiali non sono in grado di farlo? La risposta è in cercatrice dell’Istituto nazionale di astrofisica (INAF) all’Osserva-
qualche modo sorprendente: il cosmo stesso è dotato di un poten- torio astronomico di Cagliari.
ziale «osservatorio naturale» di onde gravitazionali, che ha tutte le Tutto ciò ha una conseguenza fondamentale: se il segnale ra-
carte in regola per riuscire a scovare questi segnali così sfuggen- dio emesso dalla pulsar incontra qualche ostacolo nel suo percor-
ti. Gli elementi costitutivi di questo osservatorio naturale sono al- so verso i telescopi terrestri, gli astronomi misureranno una di-
cuni tra gli oggetti più affascinanti dell’universo: le pulsar. Si trat- screpanza tra il tempo di arrivo previsto e quello effettivo, la cui
ta di stelle di neutroni – oggetti molto densi che possono costituire natura potrà fornire informazioni preziose sul fenomeno che
lo stadio finale dell’evoluzione di stelle massicce – fortemente ma- l’ha prodotta. E tra i molti ostacoli che possono frapporsi tra una
gnetizzate e in grado di ruotare molto rapidamente. La loro carat- pulsar e i telescopi c’è anche il passaggio di onde gravitazionali.
teristica principale è la capacità di emettere fasci di onde radio «Se tra noi e una pulsar passa un’onda gravitazionale, lo spazio-

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PULSAR E ONDE GRAVITAZIONALI

Fari cosmici per le basse frequenze


Una strada per rilevare onde gravitazionali a bassissima frequenza di ori- osservatore sotto forma di impulsi regolari. Una minima variazione nel
gine astrofisica o cosmologica implica l’osservazione di più pulsar, cioè «ticchettio» delle pulsar monitorate potrebbe indicare il passaggio di on-
stelle neutroni in grado di ruotare molto rapidamente ed emettere fasci de gravitazionali a bassissima frequenza (illustrazione) nel nostro piane-
di onde radio o raggi gamma che, come fari sulla costa, appaiono a un ta. Ed è questo l’obiettivo del consorzio International Pulsar Timing Array.

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Grafico di Danilo Sossi; fonte: https://ipta.github.io/mock_data_challenge; Mark Garlick/SPL/AGF (buchi

tempo si comprime e si allunga, producendo a sua volta una com- scientifiche nazionali e continentali che hanno l’obiettivo di mo-
neri); NASA/DOE/Fermi LAT Collaboration (mappa del cielo nei raggi gamma); janrysavy/iStock (Terra)

pressione e un allungamento dei tempi di arrivo degli impulsi suc- nitorare reti di pulsar. Sul fronte europeo c’è la rete European
cessivi», riprende Burgay. «Parliamo di differenze molto piccole e Pulsar Timing Array (EPTA), che ha in dote cinque radiotelesco-
difficili da rilevare, ma che sono comunque misurabili, almeno in pi: tra questi è incluso anche il Sardinia Radio Telescope (SRT), te-
linea di principio, grazie alla natura estremamente precisa di que- lescopio da 64 metri di diametro inaugurato nel 2013 nel sud della
sti orologi cosmici». Sardegna. In Nord America c’è poi il consorzio NanoGrav, con tre
radiotelescopi dislocati tra gli Stati Uniti e il Canada, mentre l’Au-
Stelle nella rete stralia ha il Parkes Pulsar Timing Array (PPTA), con il radiotele-
Tuttavia, proprio a causa della debolezza dell’effetto, che può scopio Parkes nel Nuovo Galles del Sud. Di recente si sono aggiun-
facilmente confondersi con piccole discrepanze prodotte da al- ti alla partita anche l’India, con la rete Indian Pulsar Timing Array
tri fenomeni astrofisici o anche da rumore strumentale, osserva- (InPTA), il Sudafrica con il telescopio MeerKAT e la Cina con la re-
re una sola pulsar non può essere sufficiente a rilevare il passag- te Chinese Pulsar Timing Array (CPTA).
gio di un’onda gravitazionale, né tantomeno del fondo cosmico L’insieme di queste collaborazioni costituisce il consorzio In-
di onde gravitazionali. Per avere qualche possibilità è quindi ne- ternational Pulsar Timing Array (IPTA): una rete globale che mo-
cessario seguire due strade: la prima è usare più di un telescopio, nitora decine di pulsar al millisecondo, con l’obiettivo principale
per verificare l’esistenza di uno stesso effetto con strumenti diver- di andare a caccia di onde gravitazionali a bassissima frequenza di
si. La seconda, ancora più importante, è osservare più pulsar. «Se origine astrofisica o cosmologica (si veda il box in questa pagina).
numerose pulsar sono investite dalla stessa onda gravitazionale, è I ricercatori delle varie collaborazioni che compongono la rete
possibile stabilire in modo molto più preciso se quello che stiamo IPTA sono al lavoro già da diversi anni per cercare di cogliere ogni
osservando è lo stesso fenomeno globale. Monitorando una rete di minima variazione al «ticchettio» regolare delle pulsar sotto osser-
pulsar, quindi, possiamo riuscire a intercettare questi segnali gra- vazione. Tuttavia, mai come in questo caso è necessaria una gran
vitazionali», spiega Burgay. dose di pazienza, per almeno due motivi: anzitutto, le onde gravi-
Già da tempo, a questo scopo, esistono diverse collaborazioni tazionali di cui stiamo parlando sono caratterizzate da periodi di

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oscillazione dell’ordine di anni (la frequenza è infatti una grandez- zione. In particolare noi di EPTA, nella precedente pubblicazione,
za fisica inversamente proporzionale al periodo), quindi il monito- ci eravamo concentrati su sei pulsar, ma nella prossima ne inclu-
raggio delle pulsar va effettuato necessariamente su una scala di deremo quattro volte tanto. La rete americana NanoGrav invece
tempi pari ad almeno un decennio. Ma c’è un altro aspetto crucia- sta analizzando i dati raccolti negli ultimi due anni e mezzo, che
le da considerare, come ricorda ancora Burgay: «C’è una differen- non aveva incluso nel lavoro precedente. In generale l’obiettivo è
za sostanziale tra gli esperimenti artificiali terrestri, come LIGO pubblicare entro uno o massimo due anni un lavoro simile a quel-
e Virgo, e l’IPTA: nel primo caso, per aumentare la sensibilità lo pubblicato nel 2022, ma con dati molto più precisi: se tutto va
dell’esperimento è sufficiente aggiornare gli strumenti di rileva- come prevediamo, questa nuova analisi dovrebbe permetterci di
zione, ossia gli interferometri. Nel caso di IPTA invece non basta riuscire a osservare l’eventuale correlazione attesa, e quindi con-
migliorare la qualità dell’osservazione, bisogna al tempo stesso fermare o smentire che la causa del rumore rilevato sia proprio un
anche aumentare continuamente la copertura temporale dei dati,
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fondo cosmico di onde gravitazionali».


cioè osservare eventuali segnali promettenti per diversi anni, per
poterne confermare la genuinità. Per capirci, LIGO e Virgo o ve- Dalle onde radio ai raggi gamma
dono un’onda gravitazionale, con una certa significatività, o non L’eventuale conferma dell’osservazione del fondo cosmico gra-
la vedono; noi inizialmente “intravediamo” un segnale, ma poi vitazionale costituirebbe più un punto di partenza che un punto
dobbiamo monitorarlo nel tempo per vedere se si rafforza. Inol- di arrivo, aprendo nuove prospettive di ricerca molto interessan-
tre, è importante anche avere un numero sempre crescente di ti dal punto di vista sperimentale e teorico. Sul fronte osservativo,
pulsar da osservare: più ne abbiamo, maggiore sarà la significati- un aspetto importante sarà la capacità di ottenere conferme indi-
vità di un’eventuale correlazione». pendenti alle osservazioni della rete IPTA. In quest’ottica, un filo-
ne molto promettente è rappresentato dalle pulsar a raggi gamma,
Qualcosa di promettente il cui monitoraggio costituisce un settore di ricerca relativamen-
Su tutti questi fronti (miglioramento della qualità degli stru- te nuovo. La larga maggioranza delle pulsar oggi conosciute (se ne
menti di osservazione, aumento della quantità e qualità dei da- contano oltre 3000) è stata infatti scoperta grazie alla loro emis-
ti disponibili e del numero di pulsar monitorate), i progressi sono sione periodica nella banda radio, tuttavia di recente ha iniziato
stati molto importanti negli ultimi anni, da parte di tutte le colla- a crescere in modo significativo anche il numero di pulsar osser-
borazioni incluse nel consorzio IPTA. E qualcosa di promettente vate grazie all’emissione di raggi gamma, che costituiscono la ra-
si comincia a vedere: nel gennaio 2022 la collaborazione interna- diazione più energetica dello spettro elettromagnetico. La svolta,
zionale ha pubblicato sulla rivista «Monthly
Notices of the Royal Astronomical Society» la
seconda analisi completa dei dati raccolti ne- L’eventuale conferma dell’osservazione del fondo
gli anni dalle varie reti continentali, la prima
era stata pubblicata nel 2016. Lo studio, con- cosmico di onde gravitazionali costituirebbe
dotto su un campione di 65 pulsar al millise-
condo, ha confermato e rafforzato qualcosa
più un punto di partenza che un punto di arrivo
che era già stato evidenziato in lavori di po-
co precedenti, pubblicati separatamente dal-
le tre collaborazioni principali (europea, nordamericana e austra- in questo senso, è arrivata soprattutto grazie al lancio del telesco-
liana): le tre reti stanno osservando simultaneamente un «rumore pio spaziale Fermi, dedicato proprio allo studio della radiazione
di fondo» comune a tutte le pulsar sotto osservazione, che potreb- di altissima energia dell’universo. «Prima del lancio di Fermi, nel
be essere compatibile con il fondo cosmico di onde gravitaziona- 2008, erano note meno di dieci pulsar a raggi gamma, oggi ne co-
li a bassa frequenza. nosciamo quasi 300», sottolinea Matthew Kerr, astronomo allo
L’esistenza di questo effetto non è però sufficiente a trarre con- statunitense Naval Research Laboratory e membro della collabo-
clusioni definitive: per poter parlare di una scoperta non basta, in- razione Fermi. «Di queste 300, oltre un terzo è costituito proprio
fatti, osservare un segnale comune a tutte le pulsar, è necessario da pulsar al millisecondo, cioè quelle caratterizzate dalla maggio-
anche che il segnale stesso segua una legge di correlazione spe- re stabilità, ideali per essere usate come “orologi cosmici” di rife-
cifica. Nel caso di un rumore prodotto da un fondo di onde gravi- rimento anche per la ricerca di onde gravitazionali. Così abbiamo
tazionali, questa legge è la cosiddetta «curva di Hellings-Downs», pensato che, parallelamente ai vari Pulsar Timing Array basati su
che prevede una correlazione massima per due pulsar che si tro- onde radio, è possibile cercare tracce del fondo cosmico gravita-
vano nella stessa direzione, minima quando sono a circa 90 gra- zionale anche mediante una rete di pulsar a raggi gamma».
di, e un nuovo aumento della correlazione quando le pulsar sono L’idea è stata messa nero su bianco in un articolo pubblicato ad
in direzione opposta. «Al momento non siamo ancora in grado di aprile 2022 su «Science» dalla collaborazione Fermi (guidata in
osservare questa correlazione, perché non abbiamo un numero questo lavoro dallo stesso Kerr e dal collega Aditya Parthasarathy),
sufficiente di pulsar nel nostro insieme di dati e le barre di errore dove i ricercatori hanno ottenuto un limite superiore all’intensi-
associate a questo rumore di fondo sono ancora piuttosto grandi. tà dell’eventuale fondo gravitazionale, basandosi proprio sul nuo-
Ovviamente, finché non la osserveremo restano in piedi anche al- vo Pulsar Timing Array a raggi gamma. «Il vantaggio principale
tre ipotesi sull’origine del rumore, sia di natura astrofisica sia stru- di usare i raggi gamma rispetto alle onde radio è che queste ulti-
mentale», spiega Burgay. Tuttavia, un’indicazione più chiara po- me, nel loro percorso tra le pulsar sorgenti e la Terra, interagisco-
trebbe arrivare in tempi relativamente brevi. «In questo momento no con il mezzo interstellare. Questa interazione produce ritar-
tutte le collaborazioni sono impegnate a migliorare l’analisi dei di di natura casuale nel segnale radio, un effetto che è necessario
dati, mentre è in continua crescita il campione di pulsar a disposi- riconoscere e correggere per poter distinguere senza equivoci un

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Prototipi di antenne per la sede dello Square Kilometre Array, in Australia, installate al Murchison Radio-Astronomy Observatory.

eventuale segnale di onde gravitazionali: si tratta di un lavoro mol- Per fare un ulteriore salto di qualità, che porti non solo a osser-
to impegnativo e complesso», spiega Kerr. «I raggi gamma invece vare il fondo di onde gravitazionali, ma anche a capire in dettaglio
non sono influenzati dal mezzo interstellare, che attraversano sen- le sue caratteristiche e i fenomeni che l’hanno generato, servirà
za alcuna interazione. Di conseguenza, se osserviamo un ritardo tempo, necessario sia a mettere insieme ancora più dati e osser-
nel segnale di una pulsar a raggi gamma prodotto da un’onda gra- vazioni sia a sviluppare telescopi ancora più potenti e sensibili.
vitazionale, è molto più semplice riconoscerla». Per quanto riguarda il primo filone, un supporto importante ar-
La sensibilità del metodo di rilevazione basato sui raggi gam- riverà dai dati raccolti dal satellite Gaia, dell’Agenzia spaziale eu-
ma è attualmente ancora molto inferiore rispetto alla contropar- ropea, lanciato nel 2013 con l’obiettivo di realizzare un vero e pro-
te radio, ma secondo i ricercatori, con la raccolta di molti più dati e prio «censimento stellare» dei corpi celesti all’interno della nostra
il raffinamento dell’analisi, già nel giro di cinque anni le sensibili- galassia (e oltre). Grazie a questi dati, di cui è stata pubblicata a giu-
tà potrebbero diventare paragonabili, offrendo così un eccellente gno 2022 la terza raccolta, sarà possibile localizzare in modo an-
test di conferma indipendente. cora più dettagliato le pulsar, non solo in termini di posizione nel
cielo, ma anche di distanza da noi.
In attesa di SKA Sul fronte osservativo, una svolta fondamentale arriverà con
Nel frattempo, se sarà confermata l’osservazione del fondo gra- lo Square Kilometre Array (SKA), un progetto internazionale che
vitazionale da parte di IPTA, è facile attendersi un dibattito tra i teo- punta a realizzare la più grande rete di radiotelescopi del mondo
rici per dare la corretta interpretazione al fenomeno. «Il proble- (un migliaio in totale), tra Australia e Sudafrica. La fase di costru-
ma è che, al momento, esperimenti come IPTA possono osserva- zione delle antenne di SKA è iniziata nel 2021: una volta operati-
re un fondo cosmico di onde gravitazionali in un intervallo ristret- vo, presumibilmente dalla fine di questo decennio, l’esperimento
to di frequenze, ma non sono in grado di trarre informazioni che permetterà di rilevare segnali radio provenienti dall’universo con
ci aiutino a capire quale sia l’esatto fenomeno che genera il fondo: un livello di dettaglio enormemente superiore ai migliori stru-
come già sottolineato, segnali con queste frequenze possono es- menti attuali, con obiettivi ambiziosi. Grazie a SKA, il monitorag-
sere prodotti sia da sorgenti astrofisiche, come buchi neri super- gio di reti estese di pulsar permetterà di raccogliere dati molto più
massicci, sia da fenomeni cosmologici avvenuti nell’universo pri- precisi e dettagliati: a quel punto, forse anche l’origine del fondo
mordiale», sottolinea Vecchio. «Per restare alla metafora musicale, cosmico di onde gravitazionali non sarà più un mistero. Q

diciamo che ora possiamo riuscire a sentire una “nota” di una cer-
ta intensità, ossia il fondo gravitazionale, ma non siamo ancora ca-
Cortesia ICRAR

PER APPROFONDIRE
paci di distinguere se questa nota è stata emessa dall’insieme dei
“sassofoni” dei buchi neri supermassicci al centro delle galassie, o L’era delle onde gravitazionali. Losurdo G. e Ricci F., in «Le Scienze» n. 590,
dai “contrabbassi” del cosmo primordiale». ottobre 2017.

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SALUTE

Overdose di
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disuguaglianza
Negli Stati Uniti l’epidemia da oppioidi
ha cambiato faccia: dalle persone bianche
e di classe media è passata a quelle di colore.
Nell’offerta di cure mediche ci sono
pregiudizi, e c’è gente che muore per questo

di Melba Newsome
Fotografie di Gioncarlo Valentine

n un modo o in un altro, Thomas Gooch com-

I batte con le droghe illegali da più di trent’an-


ni. Nato 52 anni fa a Nashville, in Tennessee,
è cresciuto in condizioni di estrema povertà. È
finito in prigione per la prima volta nel 1988 e
ha passato i 15 anni successivi a entrare e uscire di galera
per uso e spaccio di stupefacenti. «Fino al 2003», raccon-
ta. «Quella è stata la prima volta che sono entrato in tera-
pia e l’ultima volta che ho fatto uso di stupefacenti». Da al-
lora, da quasi 19 anni, si dedica a cercare di aiutare altre
persone a uscire dal tunnel, o almeno a rimanere in vita.

«Non avevo mai visto la morte come l’ho vista nella dipendenza
da oppioidi», afferma Thomas Gooch, consulente nel recupero di
tossicodipendenti a Nashville, in Tennessee. Nella fotografia, Gooch mostra
sul telefono una foto di sua moglie, morta di overdose.

Le Scienze 73
Per farlo distribuisce aghi puliti e altre attrezzature per l’inie- Melba Newsome è una giornalista che scrive di scienza, salute
zione di droghe nelle comunità più colpite di Nashville, una misu- e ambiente. Per i suoi articoli ha ricevuto diversi premi, vive a
ra che riduce il danno, i contagi e le morti da overdose. Nel 2014 ha Charlotte, in North Carolina.
fondato My Father’s House, un centro transitorio di recupero per
Gioncarlo Valentine è un fotografo e scrittore che
padri che si trovano ad affrontare disturbi da abuso di sostanze.
ha vinto diversi premi e vive a Baltimora. Basandosi
Tuttavia, nonostante la sua lunga esperienza, Gooch è rimasto sui suoi sette anni di esperienza nei servizi sociali,
sconvolto dal livello di devastazione che l’epidemia da oppioidi ha Valentine esamina i problemi che affrontano le
portato di recente nella comunità nera. «Non avevo mai visto la popolazioni emarginate, puntando la lente soprattutto
morte come l’ho vista nella dipendenza da oppioidi», afferma. «Ci sulle esperienze delle comunità nere e LGBTQIA+.
sono così tanti funerali che non riesco più a trovarci un senso. Co-
noscevo personalmente almeno 50-60 persone che sono morte di
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overdose negli ultimi dieci anni». Tra le tantissime vittime si con-


tano anche la moglie dalla quale Gooch si era separato da poco,
morta nel 2020, e una compagna precedente, nel 2019. re l’accesso alle cure per la dipendenza e di migliorare questa di-
namica generalmente disfunzionale. Altri gruppi si dedicano a
Un’epidemia a due facce portare terapie più efficaci contro le dipendenze all’interno del-
Negli Stati Uniti dagli anni novanta a oggi sono morte per over- le prigioni, per ridurre il rischio di ricadute al momento della scar-
dose di oppioidi un milione di persone. Però negli ultimi dieci an- cerazione. Una proposta di legge federale riguarda il metadone,
ni questa epidemia ha cambiato faccia, e ha cambiato razza. Se in un farmaco comunemente usato contro le dipendenze, e intende
origine le vittime erano bianche e di classe media, oggi sono per- ridurne il costo per le fasce povere della popolazione, nonché lo
sone di colore con problemi di tossicodipendenza persistenti e po- stigma. E Volkow usa la sua posizione ai NIH per puntare i riflet-
chissime risorse. Nel giro di dieci anni brutali, le morti da oppioidi tori sulle prove sempre più numerose portate dalla ricerca a soste-
e stimolanti sono aumentate del 575 per cento tra gli statuniten- gno di metodi migliori per comprendere e curare le dipendenze.
si neri. Nel 2019 per la prima volta il tasso di morti da overdose di
droga tra i neri ha superato quello tra i bianchi: 36,8 contro 31,6 Accesso alle cure
su 100.000. E con l’aggiunta del fentanil, un oppioide sintetico tra La storica riluttanza degli Stati Uniti a trattare le dipendenze
50 e 100 volte più potente della morfina, i maschi neri sopra i 55 come un problema sanitario invece che penale ha portato a un si-
anni che erano sopravvissuti per decenni alla dipendenza da eroi- stema sanitario in cui sono ancora troppo poche (appena il 10 per
na stanno morendo a un ritmo quattro volte maggiore rispetto alle cento) le persone di qualsiasi gruppo etnico che ricevono cure per
persone di altri gruppi etnici nella stessa fascia d’età. i disturbi da abuso di sostanze. Diversi fattori, tra cui lo stigma e
Le ragioni di un cambiamento così netto sono da cercare nelle l’impossibilità di accedere alle cure, per motivi economici o altro,
diseguaglianze razziali. Ricerche dimostrano che le persone nere fanno sì che il dato sia considerevolmente più basso tra le persone
hanno maggiori difficoltà a essere ammesse nei programmi di tera- di colore. Anche dopo un’overdose non fatale, la probabilità che i
pia rispetto alle persone bianche; inoltre è dimostrato anche che ci pazienti neri siano indirizzati a cure specialistiche oppure abbia-
sono meno probabilità che ai neri siano prescritti i farmaci che so- no accesso a un programma di terapia sono pari alla metà rispet-
no lo standard di riferimento come terapia per l’abuso di sostanze. to ai pazienti bianchi non ispanici, secondo i dati forniti dal gover-
«Se sei nero e hai un disturbo da abuso di oppioidi è probabile che no federale.
riceverai una terapia cinque anni più tardi che se tu fossi bianco», Una crescente consapevolezza che la criminalizzazione e l’in-
afferma Nora D. Volkow, direttrice del National Institute on Drug carcerazione sono poco utili per arginare l’uso di droghe illega-
Abuse dei National Institutes of Health (NIH). «Le terapie hanno li o per migliorare la salute pubblica e la sicurezza hanno portato
un’utilità eccezionale nel prevenire le morti da overdose e permet- a politiche che favoriscono la riduzione del danno, come le leggi
tere un vero recupero. Cinque anni possono fare la differenza tra del «buon samaritano», norme che prevedono una parziale immu-
vivere o morire». I neri con problemi di abuso di sostanze hanno nità per reati minori legati alle droghe e aumentano l’accessibili-
paura di rimanere intrappolati in un sistema giudiziario punitivo e tà del naloxone, un farmaco che può invertire un’overdose. Però
spesso non hanno una copertura assicurativa che permetta loro di nell’applicazione e nell’efficacia di entrambe le misure sono emer-
cercare aiuto da soli. E la pandemia da COVID-19 ha interrotto mol- se disparità razziali. Uno studio di RTI International ha rilevato che
ti servizi dedicati al recupero e alla riduzione del danno provocato i tossicodipendenti neri o latinoamericani che assumono droga per
dalla droga, soprattutto per le persone di colore. via intravenosa non hanno un accesso equo a questo medicinale.
Gooch punta il dito anche contro una vera e propria discrimi- Loftin Wilson, responsabile di programma per la NC Harm Re-
nazione razziale all’interno del sistema sanitario. «Quando chia- duction Coalition di Durham, in North Carolina, che lavora nel
miamo le diverse strutture per cercare di far entrare in terapia una settore da oltre un decennio, afferma che i problemi di disegua-
persona, quello che ci chiedono è: “Di che droga fa uso?”», raccon- glianza portano alla sfiducia nel sistema, il che crea un circolo vi-
ta, esasperato. «Se rispondi crack, all’improvviso non ci sono più zioso in cui le persone che hanno bisogno di aiuto non si rivolgo-
posti letto disponibili. Se dici oppioidi ed eroina, allora trovano un no alle istituzioni che potrebbero aiutarle. Chi entra in terapia si
letto, perché quello è il target demografico che vogliono. Un paio preoccupa, e a ragione, che avere rapporti con il sistema dei servi-
di volte ho detto ai pazienti che l’unico modo che avevano per ot- zi sociali possa portarlo a perdere il lavoro, la casa o addirittura la
tenere aiuto era di ubriacarsi e di presentarsi al Vanderbilt Hospi- custodia dei figli. «Questo è un altro esempio delle esperienze ne-
tal, perché il Vanderbilt li ricovera per cinque giorni, e in questo gative che ha chi fa uso di droghe. Di sicuro queste esperienze non
modo vengono ammessi in terapia». colpiscono tutti nello stesso modo, né tutti le vivono nello stesso
Gooch è una delle persone che stanno cercando di migliora- modo. C’è un’enorme differenza nella ricerca di cure sanitarie tra

74 Le Scienze 654 febbraio 2023


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Loftin Wilson, responsabile di programma per la NC Harm Reduction Coalition di Durham, in North Carolina, usa il suo furgone (in alto) per
raggiungere le persone con disturbo da abuso di sostanze e distribuisce diversi tipi di forniture, tra cui kit di soccorso per overdose di oppioidi (ultima foto a
destra), fornellini monouso sicuri per le droghe da iniezione (al centro) e preservativi (a sinistra).

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Yvonne Alloway,
che soffre di
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disturbo da abuso
di oppioidi, aspetta
nell’ambulatorio
del suo medico a
Washington dopo
che le è stato
somministrato il
Suboxone. Questo
farmaco riduce
la dipendenza
da oppioidi e la
gravità dei sintomi
dell’astinenza.

l’esperienza di una persona nera che fa uso di droghe e quella di me un problema morale, il che li porta a concludere che affidarsi
una persona bianca», sostiene Wilson. a un farmaco per mantenersi sobri o astenersi dall’uso di sostanze
Kathleen Burlew, psicologa all’Università di Cincinnati, fa eco a significa semplicemente sostituire una dipendenza con un’altra.
Volkow nel sottolineare che anche quando un paziente nero entra Molti medici di medicina generale che non hanno ricevuto una
in terapia è probabile che lo faccia più tardi rispetto a un paziente formazione specifica in medicina delle dipendenze hanno la stes-
bianco e ha meno probabilità di portare a termine il percorso. Ol- sa convinzione errata.
tre alla sfiducia, sostiene Burlew, i risultati meno positivi sono do- I tre farmaci approvati dalla FDA sono buprenorfina, metadone
vuti a fattori quali i pregiudizi dei medici specialisti e la mancanza e naltrexone. La buprenorfina e il metadone sono oppioidi sinte-
di diversità etnica tra i fornitori di servizi di terapia. tici che bloccano i recettori degli oppioidi nel cervello e riducono
Anche le risorse federali, come i finanziamenti a sostegno di sia il desiderio impellente per la droga (craving) sia i sintomi dell’a-
cliniche e programmi locali per i disturbi da abuso di oppioidi, stinenza. Il naltrexone è un medicinale iniettabile che si può assu-
tendono a favorire la popolazione bianca. Stando a dati del 2021 mere una volta al mese dopo la disintossicazione e che blocca gli
raccolti dalla Substance Abuse and Mental Health Services Admi- effetti degli oppioidi. Pochissime assicurazioni sanitarie negli Stati
nistration, gli utenti assistiti con questi finanziamenti erano per il Uniti coprono tutti tre questi farmaci e, stando ai Centers for Disea-
77 per cento bianchi, per il 12,9 per cento neri e per il 2,8 per cen- se Control and Prevention, tutti i medicinali sono assai meno ac-
to nativi americani. Questa disparità è ancora più pronunciata in cessibili per le persone nere.
alcuni Stati. Per esempio, nel 2019 il North Carolina ha annuncia- La ricerca indica che vari fattori economici e razziali influisco-
to che era composto da persone bianche l’88 per cento degli utenti no su quali medicinali riceve un paziente. La buprenorfina, per
assistiti con il finanziamento federale di 54 milioni di dollari mes- esempio, è disponibile più ampiamente nelle contee abitate in
so a disposizione, contro un 7,5 per cento di persone nere. I nativi prevalenza da bianchi, mentre i centri di recupero con metadone
americani rappresentavano meno dell’uno per cento degli uten- si trovano di solito nelle comunità povere e di colore.
ti assistiti. Per usare il metadone, i pazienti devono recarsi quotidiana-
mente in una clinica dove assumono il medicinale sotto la super-
Disuguaglianza dei farmaci visione di un operatore sanitario. Questo requisito rende diffici-
La ricerca ha dimostrato che tra gli operatori sanitari c’è un li tutte quelle cose che permettono di costruirsi una vita normale,
pregiudizio contro l’uso del trattamento assistito da farmaci (MAT, come andare a scuola, oppure ottenere e mantenere un impiego.
dall’inglese medication-assisted treatment), che unisce medicina- C’è anche lo stigma di dover stare in una fila quando tutti quel-
li approvati dalla Food and Drug Administration (FDA) con inter- li che passano sanno benissimo che è per la cura della tossicodi-
venti di counseling e terapie comportamentali. Gli esperti di abuso pendenza. «Questo modello di terapia è stato sviluppato [duran-
di sostanze lo considerano l’approccio migliore al problema dell’a- te l’amministrazione Nixon] su una base razzista e con una visione
buso di oppiacei. Eppure uno studio pubblicato su «JAMA Net- stigmatizzata delle persone con dipendenza, senza pensare mini-
work» ha rilevato che, tra i 368 programmi residenziali per la tos- mamente alla privacy o alla dignità delle persone o a trattare la di-
sicodipendenza presi in considerazione negli Stati Uniti, circa il pendenza come un problema di salute», afferma Andrew Kolodny,
40 per cento non offriva il MAT e il 21 per cento ne scoraggiava at- direttore sanitario della Opioid Policy Research Collaborative al-
tivamente l’uso. Molti programmi di cura delle dipendenze sono la Brandeis University. Lo stigma è peggiorato dal fatto che il me-
legati a organizzazioni religiose e considerano la dipendenza co- tadone è classificato come sostanza controllata dell’«Elenco II»

76 Le Scienze 654 febbraio 2023


GLI ANDAMENTI
(Schedule II), cioè definito come una sostanza ad alto potenziale
di abuso, che può portare a una grave dipendenza psicologica o fi-
Droga, morti e razza sica. Questa classificazione ha portato a una quasi criminalizzazio-
ne del farmaco e ha spinto i centri che lo usano verso le aree abita-
Le overdose colpiscono tutte le etnie, ma i dati indicano che negli an- te dalle minoranze.
ni l’incidenza più grande è passata dalle persone bianche a quelle di Con la buprenorfina, invece, è un’altra storia. Quando i proble-
colore. Esaminare le statistiche sulla base dei gruppi demografici e mi di abuso di oppioidi sono aumentati nelle comunità abitate da
delle zone può presentare problemi di privacy, ma gli studi che l’han- bianchi, il Congresso ha preso provvedimenti per dare opzioni di
no fatto indicano una chiara tendenza generale. terapia meno stigmatizzanti. Il Drug Addiction Treatment Act del
2000 («DATA 2000») ha revocato il divieto che da 86 anni impedi-
Tutte le droghe in tutto il territorio degli Stati Uniti Copia di 44a51459b9e30982c62bc1505f0b61bd

va di curare la dipendenza da oppioidi con farmaci narcotici come


Le overdose mortali sono aumentate bruscamente tra le persone di la buprenorfina, oggi venduta con i nomi commerciali Subutex e
colore tra il 2018 e il 2020. Per la prima volta dal 1999, la percentuale
tra le persone di colore ha superato quella tra i bianchi. L’aumento più Suboxone. La maggioranza dei medici che hanno ottenuto le spe-
netto si è registrato tra i nativi americani. Sembra che l’aumento sia stato ciali licenze federali per prescriverla accettano solo assicurazioni
scatenato dall’arrivo di sostanze tossiche come il fentanil, che si sono sanitarie private o pagamenti in contanti, così di solito questo far-
aggiunte a preesistenti disuguaglianze nelle condizioni di vita. maco è offerto a una popolazione più benestante, che negli Stati
Tassi di mortalità da overdose di droghe negli Stati Uniti Uniti significa persone bianche. I pazienti che usano la buprenor-
su 100.000 persone, per razza e/o etnia fina sono bianchi per il 95 per cento circa e hanno un’assicurazio-
40 ne sanitaria privata nel 34 per cento dei casi, secondo uno studio
Morti per 100.000 persone

Neri
Bianchi dei dati a livello nazionale fino al 2015.
Grafici di Jen Christiansen; fonti: Friedman, J.R., e Hansen, H., Evaluation of Increases in Drug Overdose Mortality Rates in the US by Race and Ethnicity before and during the
COVID-19 Pandemic, in «JAMA Psychiatry», Vol. 79, marzo 2022 (dati sulle overdose per droga); Furr-Holden, D., e altri, African Americans Now Outpace Whites in Opioid-Involved

30 John Woodyear è uno specialista in cura delle dipendenze che


Nativi americani o indigeni dell’Alaska
Ispanici o latinoamericani esercita a Troy, una cittadina rurale nel centro-sud del North Ca-
20 rolina dove l’epidemia sta mietendo un numero sempre maggio-
re di vittime tra la popolazione nera e nativa americana. Il numero
10 generale di morti da overdose è aumentato del 40 per cento tra il
2019 e il 2020, ma in quei due sottogruppi in particolare il nume-
0 ro di morti è aumentato rispettivamente del 66 e del 93 per cen-
Overdose Deaths: A Comparison of Temporal Trends from 1999 to 2018, in «Addiction», Vol. 116, marzo 2021 (dati sui tassi di morte legati agli oppioidi).

2000 2005 2010 2015 2020 to. Eppure Woodyear, che è nero ed esercita in una cittadina che
è abitata per il 31 per cento da neri, afferma che i suoi pazienti so-
Oppioidi in 21 Stati
no bianchi per il 90 per cento. I pazienti arrivano alla clinica gra-
Il tasso di variazione nelle morti collegate agli oppioidi è crollato per le
persone bianche nei primi dieci anni del secolo ed è risalito dopo il 2013. zie al passaparola o ai consigli di amici. Finché la maggioranza dei
Per le persone nere il tasso di crescita, prima contenuto, è aumentato pazienti è bianca, continueranno a essere in maggioranza bianchi
parecchio. I cambiamenti sono stati più netti in alcuni Stati che in altri. anche i nuovi pazienti, sostiene Woodyear.
Variazione relativa nei tassi di morte da overdose collegata Un’eccezione in questo schema razziale è la clinica di Edwin
agli oppioidi per stato* e razza Chapman nel quartiere Northeast di Washington, una delle zo-
1999–2010 2010–2013 2013–2018 ne prevalentemente nere e più povere del distretto. Chapman pre-
Variazione percentuale nel tasso di morte per ciascun intervallo temporale

Ohio scrive spesso la buprenorfina ai suoi pazienti con problemi di abu-


+700%
so di oppioidi, che sono per la stragrande maggioranza neri. Per
Neri
prescrivere il farmaco, spiega, gli operatori come lui devono su-
Bianchi
+600% perare diversi ostacoli. «In molti Stati le assicurazioni impongono
Pennsylvania
maggiori restrizioni per i pazienti in contesti urbani, per esempio
richiedendo l’autorizzazione previa per la cura delle dipendenze»,
+500% afferma. Inoltre, «per aumentare la dose oltre i 16 o i 24 milligram-
mi a volte è necessario ottenere un’autorizzazione previa. I dosag-
New Jersey gi standard sono basati sui pazienti bianchi e sulla dipendenza da
+400%
pasticche. La nostra popolazione nera sopravvissuta ha spesso bi-
sogno di dosi maggiori di buprenorfina».
+300% Chapman dice che sono pochi i medici in cliniche private dispo-
New Jersey nibili a curare questi pazienti. «Non si sentono a loro agio ad avere
North Carolina
questi pazienti nel loro ambulatorio, o non sono del tutto pronti ad
Tutti 21
+200% gli Stati affrontare i problemi economici e di salute mentale che accompa-
Pennsylvania gnano questa popolazione», spiega: i problemi in questione com-
Ohio prendono, tra gli altri, il disturbo bipolare e la schizofrenia.
North Carolina
+100% I pazienti stessi hanno pregiudizi che li tengono lontani da me-
Maryland Tutti 21
gli Stati dicinali come la buprenorfina, sostiene Wilson. A molti sembra di
Nessuna Nevada non fare altro che sostituire una droga con un’altra. «Si dicono: “Se
modifica Nevada voglio fare questo passo, perché non scegliere direttamente la di-
Maryland sintossicazione e smettere di prendere qualsiasi medicinale?”»,
–100% *Analisi riferita a 21 Stati spiega. «A livello culturale c’è una grossa lacuna nel comprende-
re che [questi] farmaci sono l’unica cura basata su prove concre-

www.lescienze.it Le Scienze 77
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te per il disturbo da abuso di oppioidi. Per la maggior parte dei pa- te diffuse nelle popolazioni più colpite e dei pregiudizi presenti
zienti la disintossicazione a breve termine non è l’intervento più tra gli operatori sanitari. «Sappiamo da decenni che la tossicodi-
appropriato». pendenza è un problema medico, un disturbo mentale curabile,
Gooch concorda sull’esistenza dei pregiudizi. Opera come fa- non un difetto di carattere oppure una forma di devianza socia-
cilitatore nei centri di recupero di un programma gestito da un le», ha scritto.
gruppo del Meharry Medical College, un ente storicamente nero. Volkow sostiene che la riforma delle cure dovrebbe iniziare
Eppure, afferma, «non ho ancora visto una persona nera. Alcuni dalle prigioni e dal sistema giudiziario. Anche se la distribuzione
pensano che sia una trappola. La sfiducia è così grande che fan- delle persone che fanno uso di droghe illegali non presenta linee
no fatica a capire che è legale. Questa è la cultura delle persone ne- di demarcazione razziali, è pur vero che nel 2016 i neri sono sta-
re. Molte sono religiose e pensano che [assumere questo farmaco] ti arrestati per reati legati alla droga cinque volte più spesso dei
sia sbagliato». bianchi. La sproporzione razziale tra i detenuti per reati legati al-
«Queste [idee errate] sono il retaggio di un’educazione sbaglia- la droga non riflette un tasso più elevato di violazioni delle leggi
ta che abbiamo ricevuto fin dall’inizio», concorda Chapman. «I in merito, bensì semplicemente riflette tassi più alti di arresti tra
bianchi hanno fatto un ottimo lavoro nello spiegare alle loro co- le minoranze etniche e razziali. Attualmente il numero degli arre-
munità che questo è un problema medico, una malattia. Nella co- sti legati all’eroina (che è più usata dai neri) supera il numero di ar-
munità afroamericana la tossicodipendenza è sempre stata vista e resti legati all’uso illecito di oppioidi con obbligo di prescrizione
continua a essere vista ancora oggi come un problema morale, la (che sono più usati dai bianchi), sebbene questo secondo tipo di
cui cura è il carcere». droga sia più diffuso.
Questi squilibri nei numeri di arresti e detenzioni peggiora le
Speranza di cambiamento disuguaglianze razziali sia nelle cure sia nel tasso di sopravviven-
Sul numero della rivista «Neuropsychopharmacology» pubbli- za alla tossicodipendenza. Si stima che due terzi delle persone de-
cato a novembre 2021, Volkow ha sostenuto che è ormai giunta, e tenute negli istituti carcerari degli Stati Uniti abbiano un distur-
anche superata, l’ora di arrivare a un nuovo approccio alla tossico- bo diagnosticabile da abuso di sostanze e che circa il 95 per cento
dipendenza, cioè un approccio che tenga conto delle idee sbaglia- di esse avrà una ricaduta una volta uscita dal carcere. Nelle pri-

78 Le Scienze 654 febbraio 2023


Edward Chapman, un medico di Washington, cura
i pazienti con disturbo da abuso di oppioidi nel suo
ambulatorio, dove offre trattamenti assistiti da farmaci come la
buprenorfina, che blocca i recettori degli oppioidi nel cervello.

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Gooch (a destra) nella cucina di My Father’s House, un


centro di recupero che ha fondato a Nashville, assieme a
Charles Gordon, residente nella struttura. Gooch afferma
che il sistema sanitario discrimina la popolazione nera e
che le persone di colore con problemi di dipendenza hanno
difficoltà a ottenere cure da medici e ospedali privati.

me due settimane dopo essere uscite di galera, il rischio di over- zione delle overdose: si tratta di spazi nei quali le persone con
dose aumenta di oltre 100 volte e il rischio di morte aumenta di disturbo da abuso di sostanze possono assumere droghe con la su-
12 volte. pervisione di personale medico. A dicembre 2021 sono stati aperti
Paradossalmente, questa situazione fa sì che le prigioni e i due spazi di questo genere, uno a East Harlem e l’altro a Washing-
centri di detenzione (ovvero proprio le istituzioni dove le disu- ton Heights, che insieme hanno ricevuto più di 10.000 visite e so-
guaglianze razziali sono più ovvie ed evidenti) siano i posti con no riusciti a prevenire quasi 200 overdose con la somministrazio-
le maggiori possibilità di portare a un cambiamento efficace. ne del naloxone.
Volkow fa riferimento a un recente studio dei NIH, nel quale si di- Ci sono anche altri segnali di cambiamento. La California ha
mostra che iniziare una terapia per il disturbo da abuso di sostan- promulgato una legge secondo la quale tutti gli operatori che of-
ze durante la detenzione fa diminuire il rischio di violazioni della frono terapie nel territorio di quello Stato sono tenuti a prepa-
libertà vigilata e di nuove incarcerazioni e aumenta le probabilità rare una «carta dei diritti del cliente» con cui comunicano ai pa-
di recupero. Però tra i detenuti con problemi di abuso di sostanze zienti tutti gli aspetti della cura raccomandata, inclusi i rischi e i
solo uno su 13 riceve una terapia, secondo un’analisi dei dati effet- risultati attesi dalla terapia e gli effetti attesi in caso non si intra-
tuata dal Pew Research Center. prenda alcun trattamento. E le autorità federali hanno ammorbi-
Ci sono programmi a livello locale che hanno iniziato ad affron- dito le regole sul metadone durante la pandemia: invece delle visi-
tare alcuni di questi problemi. A Pittsburgh, nel maggio 2021 l’Al- te in presenza quotidiane, è stato permesso a un maggior numero
legheny Health Network ha aperto la clinica RIvER (Rethinking di pazienti di usufruire di visite in telemedicina e di portarsi a casa
Incarceration and Empowering Recovery), che ha l’obiettivo di ri- le dosi di farmaco necessarie. I senatori Edward John Markey, del
durre le ricadute nelle persone con dipendenze, offrendo terapie Massachusetts, e Randal Howard Paul, del Kentucky, hanno pre-
subito dopo la scarcerazione agli ex detenuti, indipendentemen- sentato una proposta di legge che renderebbe permanente questo
te dalla loro possibilità di pagare. Dall’apertura, gli operatori della cambiamento. Assieme ad altri programmi e iniziative in tutti gli
clinica hanno seguito centinaia di persone. Stati Uniti, questi esempi sono un’indicazione che le politiche sul-
Di recente la municipalità di New York è diventata la prima de- le terapie per la tossicodipendenza stanno iniziando ad andare in
gli Stati Uniti ad approvare l’istituzione di centri per la preven- una direzione più equa, basata sulle prove. Q

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Illustrazione di Ashley Mackenzie
PSICOLOGIA

UN’EPIDEMIA
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INVISIBILE

La ferita morale
insorge quando
sono violati i nostri
principi fondamentali,
come in tempo
di guerra o durante
una pandemia,
e colpisce milioni
di persone

di Elizabeth Svoboda

Le Scienze 81
Elizabeth Svoboda è saggista scientifica e vive a San
Jose, in California. È autrice di What Makes a Hero? The
Surprising Science of Selflessness (Current, 2013).

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ll’inizio del 2021 il medico del pronto soccorso Torree McGowan si au-

A gurava che il peggio della pandemia fosse alle spalle. Lei e i colleghi si
erano adattati indossando i dovuti strati protettivi prima di visitare i pa-
zienti, ma riuscivano a gestire la situazione senza intoppi. La regione
dell’Oregon centrale dove McGowan abitava – un altopiano desertico
circondato da monti incappucciati di neve – era stata in buona parte risparmiata dalle pri-
me ondate di COVID che si erano abbattute su aree come la città di New York.
Poi però la variante Delta del virus ha colpito l’Oregon centra- a casa aveva un marito immunodepresso. «Ogni mese faccio ore
le con una furia esponenziale, e il delicato equilibrio che la don- e ore di formazione permanente», spiega McGowan. «Di ogni pa-
na aveva conservato ha cominciato a infrangersi. D’improvviso, i ziente su cui ho commesso un errore, ti posso raccontare la storia
malati di COVID hanno iniziato ad affluire nei pronto soccorso de- per filo e per segno. E il pensiero che vi siano persone così insen-
gli ospedali in cui lei lavorava, e si è trovata costretta a confessare a sibili verso una vita, quando io stessa do tanto valore a quella degli
molti la propria impotenza: non poteva aiutarli, perché i pochi far- altri, è un grosso peso».
maci di cui disponeva non erano efficaci nelle fasi avanzate della La ferita morale è un trauma specifico che scaturisce quando
malattia. «Era una sensazione orribile», ricorda. «Non era questa la ci troviamo dinanzi a situazioni che violano profondamente la no-
ragione per cui ciascuno di noi si era arruolato». stra coscienza o che minacciano i nostri valori fondamentali. Chi,
Non erano solo i malati di COVID che la dottoressa McGowan come McGowan, vi si trova alle prese, può lottare contro il senso
non riusciva ad aiutare. Erano anche tutti gli altri. Le persone si ri- di colpa, di rabbia e la sensazione logorante di non riuscire a per-
volgevano ancora a un’unità sanitaria di emergenza aspettandosi donare né se stessi né gli altri.
di essere assistite il prima possibile; ma nel pieno dell’ondata man- Questa situazione riguarda milioni di persone, nei ruoli più di-
cavano i letti. «E non ho un elicottero che può portarvi in volo dal versi: in un clima di cure razionate i medici devono ricoverare po-
mio ospedale a un altro – racconta – perché sono tutti al comple- chi pazienti e mandarne a casa molti altri; i soldati, per portare a
to». Una paziente con un sospetto tumore al colon si è presentata termine le missioni loro assegnate, uccidono i civili; i veterinari
sanguinante al pronto soccorso, e gli impulsi interiori gridavano a devono abbattere certi animali quando nessuno si fa avanti per
McGowan che bisognava ricoverarla subito per gli esami del caso. adottarli.
Ma, senza più letti liberi, dovette rimandarla a casa. Questo trauma è più diffuso e devastante di quanto si cre-
Dover rinunciare ai propri principi e guardare la gente soffri- da. «Abbiamo ormai chiaro che è presente in ogni genere di con-
re e morire era già piuttosto duro per McGowan. Non meno diso- testi», dice la psichiatra Wendy Dean, presidente e cofondatrice
rientante, però, era la percezione che sempre più pazienti non si dell’associazione no profit Moral Injury of Healthcare a Carlisle,
curavano più di cosa succedesse a lei o a chiunque altro. Era con- in Pennsylvania. «Riguarda operatori sociali, educatori, avvoca-
vinta che i suoi pazienti seguissero le sue stesse regole elementa- ti». Sondaggi svolti negli Stati Uniti riportano che oltre la metà dei
ri: che lei si sarebbe prodigata per aiutarli a stare meglio e che loro lavoratori scolastici, inclusi gli insegnanti, è abbastanza o molto
l’avrebbero sostenuta o perlomeno trattata con umanità. d’accordo con l’affermazione di aver affrontato situazioni riguar-
Ma quando il virus è dilagato, quelle alleanze si sono rotte. Ma- danti il prossimo che li hanno feriti moralmente. Studi simili in
lati di COVID non vaccinati entravano in ambulatorio senza ma- Europa rivelano che circa la metà dei medici è stata fortemente
scherina, a dispetto delle regole dell’ospedale; e le imprecavano esposta a eventi in grado di causare ferite morali.
contro per aver detto loro che avevano il virus. «Ho sentito tante Anche queste cifre però potrebbero essere artificialmente bas-
di quelle persone dire “non mi interessa se faccio ammalare qual- se, se consideriamo la scarsa consapevolezza che la gente ha della
cuno e lo uccido”», ricorda McGowan. La loro spietatezza la ter- ferita morale: molti nemmeno hanno le parole per descrivere co-
rorizzava e al contempo la faceva infuriare, non da ultimo perché sa sta succedendo in loro. A prescindere dalle cifre esatte, gli ef-

82 Le Scienze 654 febbraio 2023


fetti sulla salute mentale sono enormi. In una metanalisi svolta al Medical Center, osservò che questo tipo di angoscia morale non ri-
King’s College di Londra, che ha passato in rassegna 13 studi, la fe- guardava solo il mondo militare. «Insorge spesso quando si è con-
rita morale preannunciava un tasso superiore di depressioni e di sapevoli della cosa giusta da fare – scriveva – ma le costrizioni ren-
impulsi suicidi. dono quasi impossibile comportarsi nel modo corretto».
Quando il COVID ha travolto il pianeta, la crisi da ferita morale Quel che ha stimolato il primo studio rigoroso della ferita mo-
è divenuta più pressante, poiché dilemmi eticamente laceranti so- rale, tuttavia, è stata la moltitudine di soldati statunitensi afflit-
no divenuti la nuova normalità, non solo tra gli operatori sanitari ti da problemi dopo avere preso parte alle guerre in Vietnam, in
ma anche per altri lavoratori in prima linea: le commesse dei nego- Iraq e in Afghanistan. Brett Litz, psicologo del Veterans Affairs Bo-
zi, per guadagnarsi da vivere, hanno dovuto rischiare la propria in- ston Healthcare System, ha osservato numerosi veterani che non
columità e quella dei familiari vulnerabili; gli avvocati spesso non rispondevano bene alla terapia una volta rientrati dalle missioni.
potevano incontrare i clienti di persona, il che rendeva quasi im-
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Sembravano bloccati in un dolore stagnante per gli atti commes-


possibile rappresentarli adeguatamente. In queste situazioni, «per si, come l’uccisione di civili in teatri di guerra. Ricordavano a Litz
quanto zelo tu metta nel lavoro, quasi di certo non sarai all’altezza», un suo vecchio terapeuta, che sembrava stranamente distaccato,
commenta l’avvocata d’ufficio californiana Jenny Andrews. mai presente con la mente nella stanza. La ragione l’avrebbe sco-
Benché la ferita morale non sia ancora contemplata nei manua- perta poi: «Forse qualche mese prima che io mi recassi nel suo stu-
li diagnostici, cresce il consenso che sia una condizione distinta dio lui, aprendo lo sportello dell’auto, aveva provocato la morte di
dalla depressione o dal disturbo da stress post-traumatico (PTSD). un bambino in bicicletta», spiega. «Era totalmente distrutto. Toc-
Questo consenso ha portato a sviluppare trattamenti per aiutare a cai con mano cosa significa una situazione simile».
risolvere traumi etici di vecchia data. I trattamenti – che sono in- Dopo lunghe conversazioni con i veterani, crebbe in Litz la
tegrazioni vitali per un ampio spettro di psicoterapie dei traumi – convinzione di assistere a un disturbo differente dal PTSD e dal-
incoraggiano ad affrontare apertamente i conflitti morali anziché la depressione. Il PTSD attecchisce in genere quando la vita o la si-
nasconderli o giustificarli, e sottolineano l’importanza del soste- curezza di una persona sono minacciate. Ma gran parte del trauma
gno della comunità nel recupero a lungo termine. In alcuni casi, i persistente che riscontrava nei veterani non aveva niente a che fa-
pazienti in terapia elaborano addirittura piani per farsi perdonare re con una minaccia personale diretta; era invece legato a sensi di
i danni commessi. colpa e di sconforto crescenti, «la disumanità assoluta, la mancan-
za di senso e la partecipazione a eventi di guerra
assurdi», spiega. «Erano dei reietti, o perlomeno
Vedere gente morire senza poterla aiutare era così si sentivano».
Basandosi su un lavoro precedente di Shay,
già duro, ma lo era altrettanto che sempre più Litz decise di sviluppare un’idea operativa di
ferita morale, affinché i ricercatori potesse-
pazienti non si curavano di lei o chiunque altro ro studiarla a fondo e trovare il modo per trat-
tarla al meglio. «Pensai, “tutto ciò è destinato a
influenzare la nostra cultura, e avrà ampie ri-
Benché la ricerca sulla ferita morale sia un settore giovane e in percussioni”», commenta. «Dovevamo coinvolgere la scienza, de-
crescita, gli scienziati e gli operatori sanitari sono già concordi sul finire i termini della questione».
fatto che un passo decisivo verso la guarigione di chi ne soffre – A tal fine, nel 2009 Litz e colleghi hanno pubblicato un artico-
che sia o meno in terapia – implica il cogliere la vera natura di ciò lo panoramico sulla ferita morale, evidenziando i conflitti mora-
che sta affrontando. Non sono persone incurabili, «mele marce», li dei veterani e proponendo un approccio terapeutico che pre-
né irrecuperabili. Possono non rientrare nei criteri del PTSD né di vedeva atti – significativi per l’interessato – riparativi del danno
un’altra malattia mentale. Stanno invece soffrendo per una grave causato. Litz osservava inoltre che non tutti gli «eventi potenzial-
disconnessione tra i principi morali su cui si impernia la loro vita mente causa di una ferita morale» la provocano davvero. Se ucci-
e la realtà di ciò che sta accadendo o è accaduto. Nella ferita mora- dete qualcuno e vi sentite pienamente giustificati per averlo fat-
le «è messo in discussione il senso di chi sei come persona», spiega to, potreste non sperimentare alcuna ferita morale; questa tende
Dean. «Sentiamo un sacco di persone affermare: “Queste sono le a manifestarsi quando avete una visione del mondo come sostan-
parole che cercavo da vent’anni”». zialmente equo e buono, e qualcosa che avete compiuto o visto di-
strugge questa visione.
Origini antiche L’articolo di Litz attirò presto l’attenzione di Rita Nakashima
Benché lo psichiatra del Veterans Affairs [l’ente che si occu- Brock, allora visiting scholar alla Starr King School for the Mini-
pa degli ex combattenti delle forze armate statunitensi] Jonathan stry in California. Teologa e pacifista, Brock si stava preparando a
Shay abbia coniato il termine «ferita morale» negli anni novanta, il convocare la Truth Commission on Conscience in War (commis-
fenomeno risale a millenni prima. Nell’Iliade, l’eroe Achille perde sione di verità sul senso di colpa in guerra), un evento in cui i redu-
in battaglia il miglior amico Patroclo, e poi si strugge interiormen- ci testimoniavano di persona a proposito dell’impatto morale del
te per non essere riuscito a proteggerlo. Quando nel Novecento il coinvolgimento in azioni belliche.
mondo è stato devastato dalle guerre mondiali, per i reduci che re- Il pacifismo di Brock aveva radici personali. Il padre, ufficiale
cavano cicatrici mentali si parlava di «nevrosi da guerra» o «shock medico dell’esercito statunitense, una volta rientrato dal Vietnam
da esplosione». In realtà molti di loro, più che dagli shock da grana- si isolò dalla famiglia. Quando parlava ai propri cari, li aggrediva
ta, erano tormentati dalle proprie stesse gesta belliche, di cui pro- verbalmente in un crescendo di rabbia. «Mio padre era cambiato
vavano troppa vergogna per raccontarle. Negli anni ottanta l’e- a tal punto che io non volevo più nemmeno stare a casa», ricorda.
sperto di bioetica Andrew Jameton, dello University of Nebraska Dopo la morte del genitore, lei ne ricostruì la storia con l’aiuto di

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un cugino: mentre era in missione il padre aveva lavorato con una diverso rispetto a chi ha subito minacce fisiche dirette. Questi ri-
guida, una giovane donna vietnamita che in seguito era stata tor- sultati stanno promuovendo l’elaborazione di teorie per cui la fe-
turata e uccisa. L’uomo rimase sconvolto per l’accaduto, e proba- rita morale è un’entità biologica a se stante.
bilmente tormentato dal senso di colpa; sapeva infatti che i suoi le- Quando il suo Shay Moral Injury Center era in formazione,
gami con la guida avrebbero potuto metterla in pericolo. Brock ha instaurato legami con persone influenti che potevano
Non appena Brock seppe dell’articolo di Litz sulla ferita morale, far conoscere le loro tesi sulla ferita morale; tra queste Margaret
in lei scattò qualcosa. «Leggendolo, la mia collega ed io esclamam- Kibben, l’attuale cappellano alla Camera dei rappresentanti sta-
mo: “Mio Dio, ecco di cosa si tratta”», rammenta. «Lo inviammo a tunitense. Kibben organizza eventi periodici per i membri della
ogni persona chiamata a testimoniare con l’invito: “Leggetelo!”». Camera, e uno dei suoi seminari più recenti ha riguardato la feri-
ta morale. L’evento ha attirato un numero di partecipanti tre vol-
Raccontare l’inenarrabile
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te superiore al normale, riferisce Brock, «e ognuno voleva raccon-


Dopo la Truth Commission di Brock del 2010, la sua organiz- tare la propria esperienza». La collaborazione tra Brock e Kibben
zazione si prefisse un obiettivo essenziale: organizzare program- riflette una tendenza crescente negli studi sulla ferita morale: la
mi per informare il pubblico sulla ferita morale. Con una dona- collaborazione tra studiosi e membri del clero, i quali mirano a
zione dell’ente filantropico Lilly Endowement, Brock avviò un raccontare l’inenarrabile e aiutare le persone ad affrontarlo. Il te-
programma di istruzione e ricerca sulla ferita morale alla Texas’s ma della ferita morale «avvicina fra loro numerose discipline»,
Brite Divinity School. In seguito Tommy Potter – al tempo fun- spiega la psicologa Anna Harwood-Gross del Metiv, il Centro per
zionario allo sviluppo alla Brite – parlò del lavoro di Brock al pro- il trauma psichico di Gerusalemme. «È raro vedere articoli scritti a
prio amico d’infanzia Mike King, a capo dell’associazione no pro- quattro mani da cappellani e psicologi».
fit Volunteers of America (VOA). E così Brock e King fissarono un Quando dal 2020 in avanti il COVID ha sconvolto il pianeta, le
incontro. ricerche e le indagini sulla ferita morale hanno preso una direzio-
La VOA era da tempo concentrata sull’aiuto a popolazioni emar- ne nuova. Gli operatori sanitari lamentavano che il dover raziona-
ginate, e quando Brock descrisse a King il concetto di ferita mora- re le cure li stava danneggiando psicologicamente, e Dean, con le
le, «questo entrò subito in risonanza con ogni area del nostro la- sue colleghe Breanne Jacobs e Rita Manfredi, entrambe alla Geor-
voro», ricorda King. «Calzava a pennello nel caso dei veterani. Ma ge Washington University School of Medicine and Health Science,
lo immaginavo anche nel nostro lavoro con gli ex detenuti e cer- hanno pubblicato sugli «Annals of Emergency Medicine» un arti-
tamente nell’assistenza sanitaria». Così, nel 2017 la VOA contribuì colo che esortava i datori di lavoro a monitorare gli effetti della fe-
con 1,3 milioni di dollari a creare lo Shay
Moral Injury Center ad Alexandria, in
Virginia, che prese il nome da Jonathan Come può la gente chattare e bere il caffè serena
Shay. Brock fu la prima direttrice del
centro, a capo di programmi di ricerca e mentre lei, pochi minuti prima, aveva rispedito
di addestramento volti a comprendere e
a trattare la ferita morale.
a casa qualcuno che poteva a malapena respirare?
Nel frattempo, le ricerche sulla feri-
ta morale nel laboratorio di Litz e in al-
tri laboratori stavano decollando. Nel 2013, insieme con i colleghi rita morale. «Abbiamo bisogno di tempo, di energia e di capacità
che lavoravano nell’assistenza sanitaria, Litz inaugurò e verificò intellettuale per far pace con quegli spettri», scrivevano.
sul campo quella che chiamò la Moral Injury Events Scale, una mi- Spesso i casi di ferita morale che Dean osserva nel mondo sa-
sura dell’esposizione a eventi che possono causare ferite morali. nitario non scaturiscono da un singolo evento catastrofico. Molti
La scala valutava, per esempio, quanto le persone percepivano di operatori soffrono di quella che lei definisce «morte per centina-
aver violato la propria morale, il grado in cui sentivano che gli altri ia di tagli», ossia la consapevolezza costante e mortificante di do-
avessero tradito valori importanti e il livello di angoscia che spe- ver dare alle persone che si rivolgono a loro un’assistenza scaden-
rimentavano di conseguenza. Altri ricercatori hanno conferma- te, se non nulla. «Pensano di essere degli sfigati. Pensano di essere
to che la ferita morale può avere un peso significativo sulla salu- inadeguati», commenta Gregory Peck, chirurgo traumatologo al-
te mentale: in uno studio del 2019 di cinque cliniche per veterani la Rutgers Robert Wood Johnson Medical School, nel New Jersey.
negli Stati Uniti, chi aveva sperimentato una ferita morale corre- «Nessuno si rende conto di dover pensare: “Non sono uno sfiga-
va sistematicamente un rischio maggiore di suicidio rispetto ai to. È una ferita morale che mi sta opprimendo”». La psichiatra Mo-
partecipanti di controllo. na Masood, che nel 2020 ha fondato la Physician Support Line,
Altre ricerche avvalorano l’intuizione iniziale di Litz che la fe- ha ascoltato una marea di medici che si tormentavano per via dei
rita morale sia distinta dal PTSD, benché talvolta i due disturbi si compromessi morali quotidiani. «Sentiamo i medici chiedere: “So-
sovrappongano. Uno studio del 2019 di ricercatori del Salisbury no davvero un disastro? Sono venuto meno alla mia missione? Sto
VA Healthcare System, nel North Carolina, riferisce che la ferita perdendo la mia umanità?”».
morale si riflette sull’attività cerebrale in modi differenti dal solo
PTSD: le persone con una ferita morale rivelano un’attività più in- Un mondo fuori fase
tensa nel precuneo – un’area cerebrale che contribuisce a gesti- Quelle parole sarebbero di certo in sintonia con McGowan. Du-
re i giudizi morali – rispetto a chi ha soltanto il PTSD. E secondo rante una crescita dei casi di COVID, mentre ci avviciniamo a un
uno studio del 2016 svolto da ricercatori dello University of Texas ospedale dove lei svolge turni regolari, un’ambulanza esce dal
Health Science Center a San Antonio, e da loro colleghi, chi ha su- parcheggio, a lampeggianti accesi, sotto una coltre di nubi. «For-
bito traumi morali rivela un metabolismo cerebrale del glucosio se è un altro trasferimento», dice McGowan. Significa che qual-

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Torree McGowan, medico di pronto
soccorso nell’Oregon centrale, ha dovuto
affrontare difficoltà che le impedivano
di rispettare i suoi principi morali
fondamentali.

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cuno ha richiesto uno dei pochi letti disponibili per il COVID nel- Eppure è ancora alle prese con le ricadute dei suoi dilemmi mo-
la regione; il che vuol dire che qualcun altro, altrettanto malato, rali, a riprova dell’idea, sempre più diffusa, che la terapia tradizio-
dovrà farne a meno. Nel pronto soccorso – una sequela di stanze nale non sempre basta per aiutare le persone ferite moralmente a
e di corridoi spogli – scatole di guanti e di cavetti neri penzolano sconfiggere i demoni che non le lasciano. Chi cerca aiuto fa talvol-
dalle pareti. Camminando all’interno scorgiamo segnali di avver- ta progressi con una terapia cognitivo-comportamentale di base,
timento di altri compromessi morali in arrivo. Un appunto scara- quella preferita dalle compagnie assicurative. Alcuni ricercatori
bocchiato su una lavagnetta bianca nel corridoio recita: «Grave pensano che la terapia cognitivo-comportamentale sia sufficien-
carenza di provette col tappo verde; scorte ormai azzerate di pro- te per trattare la ferita morale.
vette col tappo blu». Quando queste provette sono esaurite, spiega Ma un punto critico della terapia cognitivo-comportamentale è
McGowan, lei non è più in grado di richiedere le analisi del sangue che mira a correggere gli schemi mentali distorti dei pazienti. Nel-
necessarie ai pazienti, e di conseguenza potrebbe avere grosse dif- le persone moralmente ferite, che hanno vissuto eventi strazian-
ficoltà a capire qual è il loro problema. ti che sovvertono il loro intero sistema di valori, l’angoscia etica è
Nei lunghi giorni della pandemia, spesso McGowan ha dovu- autentica e non il prodotto di un pensiero distorto, spiega Harwo-
to lottare contro lo spaesamento dato dall’incessante spola tra il od-Gross. Se si limitano a rieducare i propri pensieri, le persone
pronto soccorso – una bolgia di negazionisti del COVID, pazien- con una ferita morale rischiano di rimanere insoddisfatte e ritro-
ti moribondi e familiari infuriati – e il mondo esterno, nella sua in- varsi con la ferita ancora aperta.
quietante normalità. Come può la gente – si chiedeva – chattare Anche le terapie per il PTSD possono essere insufficienti nei
come se niente fosse e bere il caffè mentre lei, pochi minuti pri- pazienti moralmente feriti, secondo l’esperienza di Harwood-
ma, aveva rispedito a casa qualcuno che poteva a malapena respi- Gross. Gli approcci centrati sul PTSD insegnano ai pazienti ad
rare? Come può il suo mondo morale essere andato così profonda- adattarsi a stimoli traumatici, per esempio a fuochi d’artificio che
Richard Darbonne

mente fuori fase, mentre il resto del mondo procede quasi come sembrano colpi d’arma da fuoco; ma questo trattamento basato
se niente fosse? sull’esposizione non li aiuta a risolvere i conflitti etici profondi.
McGowan è seguita da un terapeuta che la aiuta a elaborare le Una terapia efficace per la ferita morale riguarda «più l’elaborazio-
situazioni che le è toccato affrontare, e a suo dire le è stato utile. ne», spiega Harwood-Groos. «Ci deve essere un cambio di atteg-

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Anche in Italia, all’inizio della pandemia, l’enorme pressione sugli ospedali ha generato in molti sanitari frustrazione e senso di inadeguatezza.

giamento che porti a chiedersi: “Come posso riuscire a vederlo la loro capacità di vivere bene. «Non smetterai di sentirti terribil-
per quello che è, e partendo di qui sviluppare una visione che per mente dispiaciuto quando penserai a cosa è successo», aggiunge
me abbia più significato?” È un approccio più spirituale». Litz. «Quella sarà la nuova normalità. La questione è “come riabili-
Riconoscendo i problemi peculiari della ferita morale, psicolo- tarsi e avere un vita sufficientemente buona?”».
gi come Litz hanno creato terapie che affrontano più direttamente Per il team di Brock alla VOA, la riabilitazione dalla ferita mo-
i bisogni del paziente. In particolare hanno sperimentato una tera- rale prevede anche una serie di programmi di sostegno tra pari.
pia chiamata «rivelazione adattativa» [perché basata sul condivide- L’offerta di base del gruppo dello Shay Moral Injury Center, ossia
re i ricordi traumatici ed elaborarli, N.d.R.]. In Australia ricercatori il Resilience Strenght Training, è un programma di 60 ore in pre-
della La Trobe University e dell’Università del Queensland hanno senza per rafforzare la resilienza, in cui le persone con una ferita
sviluppato un approccio simile, la collaborazione narrativa pasto- morale si raccontano gli eventi che l’hanno causata, partecipano
rale, che prevede di parlare di questioni morali con un cappellano a discussioni sul perdono (per se stessi e per gli altri) e fanno eser-
o con altri consiglieri spirituali anziché con un medico. cizi che li aiutano a definire il proprio sistema di valori e le pro-
Queste terapie sottolineano l’importanza di una resa dei conti prie finalità. In un’indagine condotta in due sedi del programma
sul piano morale. Incoraggiano ad accettare verità scomode: «So- del VOA, i partecipanti hanno ottenuto un punteggio più alto in
no stato io a guidare quell’attacco ai civili iracheni»; «io ho rispe- media del 46 per cento rispetto ai valori registrati prima del pro-
dito a casa quel paziente sofferente senza trattarlo». A quel pun- gramma su una scala di crescita post-traumatica, e del 19 per cento
to, con la collaborazione dei pazienti, i terapeuti possono aiutarli in una scala del significato percepito della vita. Benché durante la
a sviluppare strategie per fare ammenda o per provare a chiude- pandemia il programma in presenza sia stato sospeso, sono in cor-
re la faccenda, magari chiedendo scusa a una famiglia al cui figlio so progetti per riavviarlo.
hanno fatto del male. Stando ai primi risultati, questi approcci re- Nel 2020 la VOA ha creato una versione on line del Resilience
gistrano progressi dove altri invece falliscono. Nella sperimenta- Strength Training per gli operatori sanitari e per altri professio-
zione iniziale di Litz della rivelazione adattativa , con 44 marine, le nisti, il Resilience Strength Time (ReST). Sedute libere del ReST si
convinzioni negative dei partecipanti su se stessi e sul mondo so- svolgono alcune volte la settimana, e i partecipanti si prenotano a
no diminuite. Molti affermavano, poi, che la terapia li aveva aiutati tutte quelle che desiderano.
a risolvere i loro dilemmi morali. A un recente incontro on line del ReST, diverse persone in pri-
All’inizio del 2022 Litz ha concluso un trial clinico sulla rivela- ma linea nell’assistenza sanitaria si sono presentate per parlare
Antonio Masiello/Getty Images

zione adattativa con 173 persone in sedi dei VA a Boston, a Minnea- per un’ora dei propri problemi morali. Una raccontava il suo sen-
polis, a San Diego, a San Francisco e nel Texas centrale. I risulta- so di impotenza mentre guardava un paziente che insultava un’in-
ti del trial devono ancora essere pubblicati, ma Litz ha riscontrato fermiera intenta a fare vaccinazioni. I responsabili delle sedute, i
che, in generale, la rivelazione adattativa migliorava nel tempo il veterani di guerra Bruce Gonseth e Jim Wong, ascoltavano con at-
livello di funzionamento psicologico dei partecipanti. Il suo obiet- tenzione i dilemmi di ciascun partecipante ed entravano in empa-
tivo, dice, non è ripulire la coscienza delle persone, ma ristabilire tia, spesso condividendo rievocazioni di situazioni simili che essi

86 Le Scienze 654 febbraio 2023


stessi avevano affrontato. «A mio avviso, ciò che noi abbiamo pro- può funzionare solo fino a un certo punto. La terapia può aiutar-
vato in guerra era esattamente quel che i lavoratori in prima linea vi a fare i conti con scelte passate, ma se il vostro datore di lavo-
stanno sperimentando ora: il nemico invisibile», diceva Wong ri- ro non assume altro personale o non mette a disposizione più ri-
volto al gruppo. «Forse provate la sensazione di deludere il prossi- sorse molto probabilmente continuerete a prendere decisioni che
mo. O magari vi capita di osservare altri intenti a fare qualcosa di violano la vostra etica, aggravando il trauma. Un sacco di problemi
dannoso. Ma non siete soli. Siamo qui per darvi una mano». che causano ferite morali quindi «richiedono soluzioni sistemiche
In quasi tutte le relazioni terapeutiche vi è un divario di pote- a un livello molto più ampio», spiega Andrews, avvocato d’ufficio
re fra il terapeuta e il paziente. I gruppi di VOA, dove i membri e in California.
il coordinatore si avvicendano nell’esporre le proprie vulnerabi- Tuttavia molte organizzazioni stanno prendendo la via più faci-
lità, pongono i partecipanti su un piano più omogeneo. Questa le, dice Dean. Invece di varare riforme sistemiche che potrebbero
apertura crea legami che favoriscono il recupero, garantendo ai
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aiutare a prevenire la ferita morale, offrono «trattamenti di benes-


partecipanti che i loro conflitti morali non li renderanno isolati. sere» come massaggi o meditazione, che è come mettere un cerot-
«Sono persone che li conoscono bene e nell’intimo, e questo è im- to su un osso fratturato. «Se mi ritrovo ad ascoltare altri discorsi
portante», commenta Brock. «La ferita morale è una rottura di re- del tipo “mangia sano, dormi bene, pratica lo yoga”, mi viene il vol-
lazioni: hai una crisi d’identità. Devi stabilire nuove relazioni che tastomaco», commenta Jane Kim, dottoressa del pronto soccorso
ti sostengano». di New York. Meglio sarebbero, a suo avviso, discorsi approfon-
Le terapie per la ferita morale che accrescono nei malati il sen- diti, sistemici, a proposito di ciò di cui gli operatori in prima linea
so di avere uno scopo condividono un obiettivo comune con i trat- hanno davvero bisogno per svolgere in modo etico il proprio lavo-
tamenti sviluppati dallo psicologo austriaco Viktor Frankl, il quale ro, e non chiacchiere su ciò che i fornitori di programmi di well-
ness presumono che serva loro. Kim
sostiene che riforme basate su oneste
Per sopravvivere ai lager, Frankl si concentrò su ciò valutazioni interne di questo tipo sareb-
bero vantaggiose tanto per gli operato-
che lo motivava, come l’amore per la moglie ri quanto per le persone assistite. «Noi
ci prendiamo cura degli altri – dice – ma
e la volontà di riscrivere un testo distrutto dai nazisti se noi stessi siamo a pezzi, come potre-
mo mai aiutarli?»
Col trascinarsi della pandemia, pen-
credeva che una ricerca personale di significato favorisse il recu- sieri analoghi occupano la mente di McGowan. Benché nella sua
pero dal trauma. Per sopravvivere alla prigionia nei campi nazisti, zona i ricoveri per COVID siano un po’ diminuiti, gli operatori si
tra cui Auschwitz, Frankl si concentrò su ciò che lo motivava ad sono licenziati in massa, e ciò significa che il numero di sanitari
andare avanti, come l’amore sconfinato per la moglie e la determi- resta insufficiente per fornire ai pazienti un trattamento adegua-
nazione a riscrivere un manoscritto di ricerca che i nazisti avevano to. «Mi viene da paragonarlo alla marcia della morte di Bataan [il
distrutto. «Tutto si può togliere a un uomo, tranne una cosa: l’ulti- nome con cui è conosciuto il trasferimento forzato operato nell’a-
ma delle libertà umane, quella di scegliere che atteggiamento te- prile del 1942, dall’esercito imperiale giapponese, di circa 76.000
nere in qualsiasi circostanza, di scegliere la propria strada», scrisse prigionieri di guerra filippini e statunitensi, in seguito alla batta-
Frankl. Dopo la sua liberazione, nel 1945, perfezionò un approccio glia di Bataan durante la campagna delle Filippine, N.d.T.]. Non se
terapeutico, la logoterapia, che enfatizzava come un senso di fina- ne vede la fine», dice McGowan.
lità potesse aiutare a sopportare le sofferenze più gravi. Sulla libreria della sua fattoria inondata di luce, una targhetta
Come avrebbe fatto Frankl, terapeuti come Litz e Harwood- recita: «Non capirai mai quanto sei forte fino a quando essere for-
Gross incoraggiano i malati ad accettare la profonda disumani- te è la tua unica scelta».
tà del mondo, anziché cercare di cancellare la consapevolezza di Le finestre guardano su una distesa di campi riarsa. L’anno
quella disumanità. La domanda essenziale – la stessa che affrontò scorso il marito di McGowan, un agricoltore, è riuscito a far cre-
Frankl – allora diventa: «Nel mezzo di ciò che è accaduto e che sta scere solo una minima parte della consueta quantità di foraggio,
ancora accadendo, come posso trovare un significato nella vita?» per via della siccità. Per certi versi, i due coniugi si trovano dinan-
Le alleanze tra medici e figure religiose hanno agevolato questa zi allo stesso dilemma esistenziale: che cosa fare quando forze fuo-
ricerca di significato, commenta Brock. Il trattamento della salu- ri dal tuo controllo prosciugano le tue migliori intenzioni?
te mentale può apparire come uno schema formale in cui «il ruolo Per contrastare i pensieri disperati, la sensazione che la pro-
del professionista non è ritagliato sulla persona», dice. Il clero in- pria missione di medico stia venendo meno, McGowan prova
vece spesso eccelle nello stabilire un rapporto più informale, più a concentrarsi su specifici atti di bene che è riuscita a compiere.
umano, un valore aggiunto nel rapporto con persone con ferite Quando non è al pronto soccorso, presta servizio come tenente
morali, che hanno ormai messo in dubbio la propria stessa umani- colonnello nella Oregon Air National Guard, e la sua unità ha vac-
tà. «I cappellani non si fanno pagare a ore», commenta Brock. «De- cinato più di 100.000 persone contro il COVID.
dicano alle persone il tempo che serve». Anche fare da guida ad altri medici – offrendo loro i propri con-
sigli quando sono alle prese con le sue stesse scelte strazianti e gli
Nessuna facile scappatoia stessi suoi rimorsi – le ha dato forza. «Mi ha aiutato a imparare a es-
I trattamenti per sanare la ferita morale sono una valvola di si- sere un po’ più carina con me stessa», commenta. «Le stesse paro-
curezza necessaria a chi lotta contro i sensi di colpa e vede venir le che io dico a loro cerco di ripeterle a me stessa: hai fatto del tuo
meno i suoi appigli etici. Ma, come osservano i veterani in prima meglio». Fa un respiro, esitante. «E sei ancora un buon medico. Ti
linea, spingere chi ha una ferita morale verso l’autoriparazione darei ancora in mano la cura della mia famiglia». Q

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Coordinate Un nuovo elenco presenta i più imponenti
ghiacciai di ogni parte del pianeta, aiutando
a seguirne i cambiamenti dovuti al clima

I ghiacciai più
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grandi del mondo


n team di scienziati ha creato la prima classifica siste-

U matica dei ghiacciai più estesi al mondo. Confrontan-


do database incoerenti, ha selezionato le formazioni
che meglio rispondono alla definizione di ghiacciaio: una massa Alaska Le sagome sotto indicano il ghiacciaio
e il complesso glaciale più grandi
di ghiaccio durevole in movimento. Stabilirne i confini è compli- Complesso glaciale in ciascuna delle 19 regioni
cato: da una calotta, per esempio, possono scorrere più ghiacciai di Malaspina- del mondo indicate nella mappa
Seward
in varie direzioni, e a quote più basse i ghiacciai possono conver-
Complesso glaciale
gere, rendendo poco chiaro se contino come uno o più corpi. Il
rapporto individua oltre 200.000 ghiacciai e complessi glaciali Ghiacciaio
(ghiacciai con un confine comune), con in cima alla lista rispet-
tivamente il Ghiacciaio Seller e il Complesso glaciale della Peni- Tutti i ghiacciai e i complessi
glaciali sono illustrati in scala
sola Antartica. «Meglio li mappiamo, e meglio possiamo seguirne
Ghiacciaio
la fusione per il cambiamento climatico» dice l’autore principa- 0 chilometri 250
di Malaspina-
le Ann Windnagel, dello U.S. National Snow and Ice Data Center. Seward
Theo Nicitopoulos 0 miglia 100 200

Canada Occidentale Canada artico Canada artico Islanda Groenlandia Svalbard e Jan Mayen
e Stati Uniti meridionale settentrionale
Calotta di ghiaccio Complesso glaciale Complesso glaciale
Complesso glaciale Calotta di ghiaccio Complesso glaciale di Vatnajökull di Flade Isblink di Asgardfonna/
di Klinaklini di Penny di Ellesmere nord Balderfonna/Olaf V

Ghiacciaio Skeiðarárjökull
di Klinaklini Ghiacciaio del pendio

di Ann Windnagel e altri, in «Journal of Glaciology», 2022 (forme dei ghiacciai e riferimenti sulla mappa)
nord della cupola Ghiacciaio di Tjalfe
sud della calotta Ghiacciaio
di ghiaccio di Barnes di Wykeham sud
Artico russo
Europa Centrale
Calotta di ghiaccio Caucaso e Medio Oriente Storstraumbreen
settentrionale Complesso glaciale
di Aletsch Complesso glaciale di Bezengi

Grafica di Amanda Montañez; fonte: Which Glaciers Are the Largest in the World?,
dell’isola Severnyj Asia settentrionale
Scandinavia Complesso glaciale Ghiacciaio Ghiacciaio di Bezengi
di Tavan Bogd di Aletsch Isole
Complesso glaciale
di Jostedalsbreen sub-antartiche
Ghiacciaio di Potanin
Basse latitudini Antartide
Ghiacciaio Complesso glaciale continentale
di Moshnyj Asia Sud-Orientale di Vilcanota
Austerdalsisen
Complesso glaciale
di Yanong Ghiacciaio
di Jancapampa Complesso
Asia Centrale Asia Sud-Occidentale glaciale
Complesso Complesso glaciale Ande meridionali di Alexander
glaciale del Kunlun di Siachen Ghiacciaio di Yanong Ghiacciaio Island
Complesso
Occidentale glaciale Seller
della Patagonia
Nuova Zelanda
Meridionale
Ghiacciaio Complesso glaciale
di Tasman Ghiacciaio Pío XI Complesso
Fedchenko Ghiacciaio di Siachen (o Brüggen) glaciale
Ghiacciaio di Tasman della Penisola
Antartica Ghiacciaio n.1 di Thurston Island

88 Le Scienze 654 febbraio 2023


di Michele Bellone I bastioni di Orione
editor di saggistica, giornalista, docente di narrazioni e
comunicazione della scienza. Autore di Incanto (Codice, 2019)

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Ritorno a Pandora
Nel sequel del film Avatar di scienza ce n’è tanta
ed è uno dei motori che alimentano il senso di meraviglia

13 anni di distanza da Avatar, James La spiritualità dei Na’vi, per esempio, si ba-

A Cameron è tornato sulla luna aliena


di Pandora per raccontarci il conflit-
to fra gli umanoidi autoctoni Na’vi e gli uma-
sa sulle interconnessioni neurofisiologiche
fra specie diverse che si sono evolute nel com-
plesso ecosistema del satellite. I Metkayina so-
ni che vogliono depredare le risorse del satel- no un esempio di evoluzione in corso: come
lite, per salvare la Terra morente. Avatar, la spiega Cameron in un’intervista, si sono sepa-
Via dell’Acqua, ci porta dalle giungle del pri- rati dai clan delle foreste da decine di miglia-
mo film alle isole tropicali abitate dai Na’vi dei ia di anni, durante i quali hanno sviluppato di-
clan Metkayina, ispirati dalla cultura Maori. versi adattamenti alla vita marina: strutture
Se la trama di Avatar era un blando miscuglio simili a pinne sugli avambracci, code più ro-
di Balla coi lupi e Pocahontas, visto dalla sola buste dei loro cugini terrestri e a forma di pa-
prospettiva del protagonista, il sequel fa perlo- gaia, membrane nittitanti a protezione degli
meno lo sforzo di diventare corale, mostrando occhi e la capacità di trattenere il respiro a lun-
i punti di vista di un’intera famiglia e anche, in go. Le dinamiche comportamentali e culturali
parte, dell’antagonista. Rimane comunque il dei tulkun prendono spunto dalle caratteristi-
solito viaggio dell’eroe in salsa hollywoodiana che intellettuali e sociali dei cetacei dei nostri
con la solita, banale sceneggiatura. mari, che Cameron aveva esplorato producen-
Ma, come nel predecessore, è sul compar- do per «National Geographic» il documenta-
to visivo che Cameron punta tutto. E se già rio Secrets of the Whales. La bioluminescen-
nel primo film aveva fatto un lavoro magnifi- za – tratto estremamente diffuso su Pandora,
co, qui si è superato. La maestosità della mes- essendo stata sviluppata dalla maggior par-
sa in scena non si limita al «wow», al bell’effet- te degli animali (Na’vi inclusi) e da molte pian-
to speciale, ma è così avvolgente e immersiva te – è stata ricreata prendendo spunto dai di-
che dopo un po’ ci si dimentica di star guar- noflagellati, alghe la cui luce verde-blu è
dando umanoidi blu che cavalcano grandi pe- influenzata dal movimento dell’acqua e dai rit-
sci volanti dalle ali colorate. È come se Pando- mi circadiani. E potrei continuare a lungo.
ra esistesse davvero e Cameron fosse andato
là a filmare. «È il documentario naturalistico Atto d’amore per la biodiversità
più costoso della storia», titola la recensione di Cameron da ragazzo voleva diventare un
«Slate». sommozzatore. Ha diretto documentari e svi-
luppato tecnologie per l’esplorazione subac-
Un mondo scientificamente vivo quea. È stato il primo uomo a scendere da so-
Ci sono solo due scienziati nel film e non lo sul fondo della Fossa delle Marianne con un
fanno una gran figura: uno si rivela impoten- sottomarino monoposto. Non stupisce quin-
te rispetto alla conoscenza sciamanica dei di che La Via dell’Acqua sia un atto di amore
Metkayina e insensibile al loro legame spiri- per la bellezza e la biodiversità degli oceani.
tuale con il mondo naturale; l’altro fornisce le In particolare per gli ecosistemi tropicali, con
sue competenze ai cacciatori dei tulkun (l’e- i loro variopinti e vividi fondali, le barriere co-
quivalente pandoriano delle balene), pur di- ralline, gli atolli.
sapprovandone i metodi, perché i loro enormi Pandora è un mondo alieno, ma la sua bio-
guadagni finanziano la sua ricerca. logia e la sua ecologia sono una celebrazione
Ma di scienza nel film ce n’è tanta. Ed è uno di quelle terrestri. Così come la saga di Avatar
dei motori che alimentano il senso di meravi- è anche una celebrazione della potenza imma-
glia e che rendono Pandora un mondo vivo. ginifica che la scienza può avere.

www.lescienze.it Le Scienze 89
La ceretta di Occam di Beatrice Mautino

biotecnologa, giornalista e comunicatrice scientifica. Tra i suoi libri


più recenti Il trucco c’è e si vede (Chiarelettere, 2018)

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Un caleidoscopio di capelli
Le tinture semipermanenti e quelle temporanee sono
più delicate, ma attenzione ai prodotti non a norma

i avvicina Carnevale e gli scaffali di sciati nel tempo scaricando il colore man ma-

S supermercati e profumerie si popo-


lano di tinture per capelli di colori
inusuali: blu, viola, verde, rosso acceso e, ad-
no a ogni lavaggio.
Discorso analogo anche per le tinture
«temporanee» che, come suggerisce il no-
dirittura, di kit per farsi i capelli arcobaleno me, durano molto poco. Uno o due lavaggi e
oppure, per dirla come va di moda, «color uni- tutto torna alla normalità perché il colore è
corno». depositato semplicemente sulla superficie
In questa rubrica abbiamo già parlato delle esterna del capello, non c’è penetrazione e,
reazioni chimiche che avvengono all’interno ovviamente, non c’è decolorazione. Le bom-
dei nostri capelli quando facciamo una tintu- bolette per farsi le ciocche colorate, così come
ra «permanente» grazie alla presenza di tre in- quelle per «coprire la ricrescita», rientrano in
gredienti fondamentali: l’ammoniaca, l’acqua questa categoria e sulle confezioni riportano
ossigenata e i pigmenti, che lavorano per de- sempre l’indicazione che si possono rimuove-
colorare, cioè distruggere il nostro colore na- re «in uno shampoo» o in «pochi lavaggi».
turale e sostituirlo con quello desiderato. È un Per questi prodotti si utilizzano solo colo-
trattamento drastico che non consente di tor- ranti che non hanno bisogno di reazioni par-
nare indietro. Una volta decolorati, i capelli ticolari per sviluppare colore e possiamo ve-
non possono recuperare il loro colore natura- derlo a occhio nudo osservando la miscela,
le. Bisogna aspettare che lentamente ricresca- colorata, appunto, che si applica sui capel-
no. Questo è il motivo per cui, per le occasio- li. Hanno un pH acido che permette loro di
ni eccezionali come il Carnevale, preferiamo aderire per bene al capello e nomi come Acid
utilizzare tinture diverse, che durano meno e blue, Acid yellow e così via.
che sono più delicate sul capello. Ne esistono
di due tipi: le tinture semipermanenti e quel- Acquistare con giudizio
le temporanee. Quando si comprano questi prodotti biso-
gna essere consapevoli dei loro limiti. La ri-
Rimozione facile duzione delle concentrazioni di acqua ossi-
Il termine «semipermanente» descrive be- genata nelle colorazioni semipermanenti e
ne il prodotto che somiglia a una tintura per- l’assenza di decoloranti nelle tinture tempo-
manente, ma lo è un po’ meno. Le troviamo ranee non consentono cambi drastici di colo-
sugli scaffali con indicazioni del tipo «fino a 24 razione, quindi per chi ha i capelli scuri è dif-
lavaggi» o «capelli colorati per 4 settimane» e ficile ottenere colori sgargianti. Il fatto che si
simili. In questi prodotti l’acqua ossigenata è possano lavare via facilmente permette di fa-
presente in concentrazioni minori, l’ammo- re prove senza troppo impegno, stando però
niaca è sostituita da analoghi meno efficaci co- molto attenti a utilizzare prodotti a norma.
me l’etanolammina e nell’elenco degli ingre- Soprattutto sotto Carnevale, l’aumento del-
dienti troviamo i coloranti diretti, cioè quelli la domanda per queste colorazioni può far im-
che non hanno bisogno di reazioni chimiche portare sul territorio nazionale partite di co-
ulteriori per colorare, a differenza dei pig- loranti non a norma che sfuggono ai controlli
menti utilizzati nelle tinture permanenti che della dogana e che, stando ai sequestri effet-
sviluppano il colore direttamente nel capel- tuati negli anni passati, possono contenere
lo in seguito a una reazione di ossidazione. In quantità preoccupanti di contaminanti peri-
questi prodotti, i coloranti, se anche riescono colosi per la nostra salute. Quindi, attenzione
a penetrare nel capello, tendono a essere rila- a quello che si compra e a dove lo si compra.

90 Le Scienze 654 febbraio 2023


di Dario Bressanini Pentole & provette
chimico, divulgatore, gastronomo. Autore di Contro natura
(Rizzoli, 2015), La Scienza della Carne (Gribaudo, 2016)

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Latte e microbi
Il tipo di trattamento termico sperimentato o meno
da questo alimento influenza la flora batterica presente

l latte è l’alimento con cui femmine dei binazione di tempi e temperature utilizzate

I mammiferi nutrono i propri cuccioli nel


primo periodo della loro vita. Contiene
tutte le sostanze nutritive che servono per
nella pastorizzazione è un buon compromes-
so: i valori nutritivi sono modificati assai po-
co, così come il sapore. A volte potete leggere
crescere i piccoli: proteine, zuccheri, gras- la scritta «alta pastorizzazione». Significa che
si, minerali e altro; e se è così nutriente per i sono state utilizzate per pochi secondi tempe-
neonati, è anche un perfetto terreno di col- rature superiori a 80 °C, allo scopo di prolun-
tura per molti microrganismi. Il latte di vac- gare la vita del prodotto rispetto a un prodotto
ca che possiamo acquistare esce sterile dal- che ha subito una pastorizzazione più blanda.
la mammella, però viene contaminato subito In questo modo si alterano un poco sia il pro-
dopo dalle operazioni di mungitura e in com- filo nutrizionale sia il sapore del latte. Il latte
mercio si differenzia, oltre che per il contenu- pastorizzato contiene ancora batteri ed è per
to di grassi, anche per il trattamento termico questo che, anche senza aprire la confezione,
sperimentato che influenza la flora batterica a lungo andare i batteri consumeranno il latto-
presente. sio presente producendo acido lattico che farà
cagliare il latte.
La catena del freddo
Il latte crudo non ha subito trattamenti ter- Alte temperature e filtrazione
mici e si vende spesso in distributori ormai Il latte venduto nei cartoni sugli scaffali
diffusi in tutta Italia. Nonostante la cura du- non refrigerati invece ha subito un trattamen-
rante la mungitura e il rispetto della catena to termico molto più drastico denominato
del freddo, alcuni batteri patogeni possono UHT (Ultra High Temperature). Si raggiungo- Terreno di coltura. Il latte di vacca
ancora essere presenti. In passato in Italia so- no temperature superiori a 135 °C per pochis- esce sterile dalla mammella, ma viene
no stati segnalati casi di intossicazioni dovute simi secondi, oppure temperature un po’ più contaminato subito dopo dalle operazioni
all’assunzione di latte crudo da parte di bam- basse per un tempo più lungo, che uccidono di mungitura, ed è un perfetto terreno
bini, con gravi complicazioni sanitarie. A se- tutti i batteri permettendo la conservazione di coltura per microrganismi.
guito di quegli episodi il Ministero della salu- del prodotto, fuori dal frigorifero, anche per
te consiglia, prima di consumare il latte crudo, vari mesi. Il sapore però viene alterato, assu-
di farlo bollire. mendo delle sfumature di «cotto».
Il latte fresco venduto negli scaffali refri- Il latte può anche essere microfiltrato: si
gerati di un supermercato invece è stato pa- separa completamente la panna che viene
storizzato, cioè riscaldato per un periodo di omogeneizzata, riducendo la grandezza dei
tempo sufficiente a distruggere tutti gli even- globuli di grasso. Il latte magro invece viene
tuali batteri patogeni e ridurre in generale il fatto passare attraverso filtri di ceramica che
numero di microrganismi presenti, per per- trattengono la maggior parte della flora batte-
mettere al latte di durare, refrigerato, almeno rica, permettendo però di far passare tutte le
sei giorni. La pastorizzazione ha anche lo sco- sostanze nutrienti.
po di disattivare gli enzimi naturalmente pre- La panna è poi ricomposta al latte magro
senti che porterebbero all’irrancidimento dei microfiltrato fino a raggiungere la percentua-
grassi. Più è alta la temperatura del trattamen- le di grassi desiderata, a cui segue la fase di pa-
5PH/iStockphoto

to, minore è il tempo necessario per uccidere storizzazione. Grazie a questo procedimento
i batteri. La pastorizzazione viene effettuata il latte microfiltrato ha una durata anche dop-
a varie combinazioni di temperatura/tempo: pia o addirittura tripla rispetto a quello sem-
per esempio a 71,7 °C per 15 secondi. La com- plicemente pastorizzato.

www.lescienze.it Le Scienze 91
Rudi matematici Rudy vuole tracciare l’albero genealogico
di Gaetanagnesi. Ma è un albero che considera
la componente micia e la componente pantera

Pedigree felino
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na volta tanto, la scena che si presentava in salotto era

U improntata a calma e tranquillità. Gaetanagnesi, che


aveva a portata di zampa un numero ragionevole di
crocchette, osservava pigramente l’oscillare del ciuffo attaccato al
filo; Rudy, comodamente seduto in poltrona con una pipa in boc-
ca, prendeva appunti senza l’abituale sguardo satanico di chi sta
creando problemi al mondo.
«Vedo e non ci credo, Treccia: i due principali animatori delle
nostre serate sembrano impegnati a non fare nulla se non i fatti lo-
ro; vuoi vedere che riusciremo a scampare la tradizionale agonia
da problema, questa volta?»
«In prima istanza, una situazione del genere mi solleva – am-
mette Alice – anche se vedere Gaetanagnesi così calma un po’ mi
preoccupa... non sarà malata?»
Piotr sbuffa nervoso: «Vorrei evitare di pormi problemi del ge-
nere nei confronti di Rudy, ma vederlo sereno e tutt’altro che im-
pegnato a torturarci come al solito mi fa sentire un po’ messo da
parte... Capo, ti senti bene?»
«Sì, grazie – bisbiglia Rudy – ma adesso, per favore, non venite a
turbare l’ecosistema. C’è un esperimento di alta biologia in corso.»
«Visto, Doc? Non c’era proprio di che preoccuparsi, in merito a
Rudy. Forse però dovremmo cominciare a preoccuparci per la mi-
cia, o magari anche di noi stessi. L’etica del Capo non è tale da im-
pedirgli di usare anche noi due come cavie da laboratorio.»
«Risparmiatevi le preoccupazioni – brontola Rudy – non ser-
vono proprio. Nulla di tutto questo, anzi. L’esperimento è pratica-
mente terminato, con diletto della cavia e soddisfazione dello spe-
rimentatore, che ora sta ordinando i risultati. O almeno lo stava
facendo, quando sono arrivati due rompiscatole senza portare ne-
anche una birra...»
«Oh, piantala di fare la vittima – fa Doc – la birra puoi sempre
prendertela da solo, e si vede dall’altro capo della stanza che non
vedi l’ora di raccontare esperimento e risultato.» «Siamo abbastanza in sintonia, allora: anche io pensavo che la
«Io insisto nel dire che sono preoccupata: Gaetanagnesi ha a divina gatta Bastet doveva essere un buon punto di partenza, per
disposizione crocchette e giocattoli, eppure ignora entrambi. O una micia eccezionale come la nostra. Però una leonessa come
sei riuscito ad attuare un condizionamento pavloviano su di lei, Sekhmet mi sembrava stonare un po’, non fosse altro che per il co-
nel qual caso sei un uomo morto, o stai ripetendo l’esperimento lore. Un’ideale progenitrice felina non gattesca dovrebbe essere
dell’Asino di Buridano, nel qual caso sei un uomo morto. A te la una pantera, secondo me, ma non mi risulta che nel pantheon egi-
scelta.» zio siano presenti dee con la testa adatta.»
«Tranquilla, Treccia. La gatta sta ignorando la cosa per il sem- Colta da un dubbio feroce e improvviso, Alice sgrana gli occhi:
plice motivo che è sazia, soddisfatta e stanca.» «Non avrai fatto un prelievo genetico alla gatta?»
Illustrazione di Stefano Fabbri

«Adesso che sei riuscito a dare sfogo alla tua brama allitterati- «Non ci penso neanche!», si schermisce Rudy. «Ho fatto una mi-
va, vuoi spiegarci cosa hai combinato? Perché hai disegnato quel- surazione assolutamente non invasiva. Ma concorderai con me
lo che sembra essere l’albero genealogico di Gaetanagnesi? Ave- che il soprannome che rifiliamo più spesso alla gatta è pantera in
vamo già concordato che deve essere una discendente diretta per sedicesimo; così, la mia idea era di misurare la “componente pan-
primogenitura di Bastet, con Sekhmet nume tutelare della fami- tera” della gatta verificando per quanto tempo, prima di stancar-
glia, Darwin permettendo.» si, avrebbe torturato il fiocco sospeso; per contro, ho misurato la

92 Le Scienze 654 febbraio 2023


di Rodolfo Clerico, La soluzione del problema esposto in queste pagine sarà
Piero Fabbri e pubblicata in forma breve a marzo e in forma estesa sul
Francesca Ortenzio nostro sito: www.lescienze.it. Potete mandare le vostre
risposte all’indirizzo e-mail: rudi@lescienze.it.

IL PROBLEMA DI GENNAIO

Al netto della sceneggiatura, il problema del mese scorso richiedeva di 1440 numeri, si vede che il numero cercato sarà il 583° (dato da 2023 –
trovare il 2023° numero, in ordine crescente, tra tutti i numeri ottenibili
Copia di 44a51459b9e30982c62bc1505f0b61bd

1440) degli elementi che iniziano con 3. In questo nuovo insieme di 720
da combinazioni di n cifre tutte diverse da loro. Poiché è noto che il «nu- elementi, i numeri che hanno «1» come seconda cifra (cioè della for-
mero dei numeri» ottenibili con n cifre tutte diverse tra loro è pari al fat- ma 31abcde) sono 5! = 120, seguiti da altri 120 di tipo 32abcde, poi al-
toriale di n, è facile capire che il primo valore di n in grado di genera- tri 120 della forma 34abcde (la cifra «3» è già stata utilizzata), e via di se-
re almeno 2023 elementi è 7, poiché 6! = 720 e 7! = 5040. L’elenco da guito.
considerare è quindi composto da 5040 elementi, il primo dei quali sarà Dovendo trovare il 583° e notando che 120 x 4 = 480 e 120 x 5 = 600, si
1234567 e l’ultimo 7654321. deduce che il numero cercato è della forma 36abcde. Reiterando il pro-
Considerando le cifre iniziali, si nota che a ognuna delle sette cifre possi- cesso si scopre che la cifra successiva dovrà essere 7, e quindi che il nu-
bili corrisponderanno 720 elementi: quindi i primi 720 inizieranno con 1, mero cercato è della forma 367abcde, e che solo 4! = 24 elementi han-
poi dal 721° al 1440° inizieranno con 2, e si può già stabilire che nel ter- no questa caratteristica. A questo punto si può continuare con lo stesso
zo gruppo (1441°- 2160°) troveremo il ricercato 2023° elemento. metodo o, più brutalmente, listare i 24 candidati residui e intercettare il
Appurato che il numero ricercato è della forma 3abcdef, il metodo è settimo, che con facili calcoli si capisce essere quello che ci interessa, e
naturalmente riproponibile: togliendo dall’elenco i primi 720 + 720 = vedere che è 3672145.

“componente micio” in base al tempo che ha passato a mangia- te generazioni saranno necessarie prima di ottenere un ibrido con
re crocchette. Anche se può non sembrare, Gaetanagnesi talvol- componenti 56 per cento-44 per cento, e quanti esemplari puri
ta trascura i croccantini, se ha alternative interessanti: e la scelta dell’una e dell’altra tipologia sono necessari? Badate poi che il pro-
se cacciare la piuma oscillante o riempirsi la pancia di inerti croc- blema è di ordine generale, ho già richieste da parte di clienti: ave-
chette rende le due componenti misurabili.» te presente il gatto dell’amministratore di condominio?»
«E i tuoi risultati sarebbero?» «Ti riferisci a quella specie di bradipo che farebbe sentire snel-
«Approssimando all’intero più vicino, abbiamo un 56 per cento la anche una megattera?»
di componente “Micio” e 44 per cento di componente “Pantera”.» «Esatto! Dalle mie misurazioni, risulta un 60 per cento di com-
«Bene, abbiamo il risultato e non vedo problemi, sono conten- ponente “Bradipo” contro solo un 40 per cento di “Micio”. Sempre
to», Piotr sospira di sollievo. «Per premio vado a prenderti quel- approssimando all’intero più vicino, logico.»
la birra.» «Capisco: ti sei messo in affari come certi siti internet. Ma allo-
«Un attimo: voglio tracciare l’albero genealogico della micia, ra a cosa ti serve l’albero genealogico della nostra povera micia?»
non solo stabilire la percentuale delle componenti. Quindi, il pro- «Ma a disegnarle lo stemma nobiliare, no? Già me lo vedo: pan-
blema c’è: supponendo di avere a disposizione Mici e Pantere pu- tera d’argento rampante in campo rosso e banda montante di
ri al 100 per cento e ignorando alcune difficoltà biologiche, quan- crocchette su ermellino...»

www.lescienze.it Le Scienze 93
Libri & tempo libero

La grande illusione della nostra epoca


Perché a forza di credere nella crescita infinita rischiamo la fine dei dinosauri
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Crescita
di Vaclav Smil
Hoepli, Milano, 2022, pp. 720 (euro 29,90)

a decenni l’economia mondiale è preda di una grande il-

D lusione: la crescita infinita. Ogni anno il prodotto inter-


no lordo (PIL) dei paesi deve aumentare il più possibile,
in termini assoluti e percentuali. Di fronte al rallentamento della
crescita o – Dio ce ne scampi! – alla diminuzione del PIL, si mobi-
litano le istituzioni per evitare una potenziale catastrofe. Sembra
che non sia pensabile un limite. Eppure, ci suggerisce questo vo-
lume, basterebbe guardarsi intorno per comprendere quanto sia
inverosimile l’idea di una crescita infinita. Nella sua lunga carrie-
ra di ricercatore Vaclav Smil si è occupato di energia, e questo li-
bro compie un passo importante: «La crescita di qualsiasi organi-
smo o di qualsiasi manufatto è una trasformazione di massa resa
possibile dalla conversione di energia». È il cibo per i viventi, o le
varie fonti energetiche necessarie alla produzione industriale. Si
può quindi analizzare la crescita – cioè l’aumento di una specifica
dimensione in relazione al tempo – dai virus fino ai mega-sistemi
iperconnessi che costituiscono l’ambiente in cui si muove la stra-
grande maggioranza dell’umanità. Degne di trattazione, in que-
sta prospettiva, sono lo sviluppo dell’agricoltura e della zootecnia
(che influenzano anche l’altezza media umana) ma anche l’evolu-
zione dei cosiddetti convertitori (per esempio, i mulini a vento e la
polvere da sparo), diventati sempre più potenti ed efficienti nei lo-
ro compiti di trasformazione.
Smil mette in fila numeri e decine di grafici. Molti di essi si so-
migliano, attraverso il mondo vivente e non vivente, e hanno un
andamento a S: un incremento inizialmente lento che diventa più
rapido nella parte centrale e si appiattisce nella parte finale. Molti
processi di crescita mostrano questo profilo: una colonia batterica
in laboratorio, la diffusione di un virus, o i collegamenti aerei negli comune, evidenziato nella conclusione del volume (subito prima
Stati Uniti. Ma sarebbe un errore universalizzare questo tipo di an- della lunghissima bibliografia): non esiste alcun esempio di cresci-
damento, poiché sempre dalla storia vediamo come ci siano state ta infinita sulla scala planetaria, se non nella narrazione degli eco-
in passato crescite lineari o esponenziali, quindi diverse dalla S, di nomisti. Rendersi conto dell’esistenza di un limite è il primo pas-
cui non abbiamo ancora visto la fine o che sono terminate con un so necessario per evitare il collasso repentino dell’attuale sistema
netto declino dopo aver raggiunto un picco assoluto. Alcune tec- socio-economico che sta riducendo drasticamente la biodiversità
nologie, alcune civiltà o alcune specie sono pressoché scomparse, e usando in modo dissennato le fonti energetiche a disposizione.
pur dopo essere state onnipresenti e dominanti: il telefono fisso, Nonostante l’ottimismo tecnologico basato sulla speranza di
l’Impero romano, i dinosauri. trovare soluzioni ai problemi causati dallo stile di vita della mo-
Il libro è denso di esempi, e per ogni «crescita» Smil non si limi- dernità occidentale, è evidente dalle storie intrecciate nel volume
ta a tracciarne il profilo numerico, ma inserisce ogni tecnologia, che sia necessario un «fondamentale allontanamento dal model-
ogni organismo, ogni costruzione sociale in un contesto più am- lo consolidato di massimizzazione della crescita e di promozione
pio, che sia dell’evoluzione biologica o della storia umana. Ne ri- del consumo materiale». Senza rendersi conto dei limiti che abbia-
sulta un mosaico dettagliatissimo e affascinante, in cui le traietto- mo di fronte, rischiamo la fine dei dinosauri. Ma a differenza di lo-
rie possono essere ripetute in ambiti molto lontani o essere invece ro, abbiamo creato noi stessi le condizioni per la nostra estinzione.
pressoché uniche all’interno del loro dominio. C’è però un tratto Mauro Capocci

94 Le Scienze 654 febbraio 2023


Scelte consapevoli in casa
Un approccio scientifico a detersivi e pulizie
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Siamo sicuri di sapere che cosa sia lo sporco? Quando «igienizzare», «disinfettare», «sanificare» e tutti gli altri
siamo impegnati nella seccatura di rimuoverlo, pensia- termini resi familiari anche dall’emergenza sanitaria, ep-
mo di avere ben chiaro il concetto, ma, se dovessimo pure spesso confusi. Come anche molta confusione è
definirlo, molti resterebbero interdetti come Sant’Ago- generata dalla vastissima scelta di prodotti detergenti e
stino quando parlava del tempo: «Se nessuno mi inter- disinfettanti presenti nella grande distribuzione, in una
roga, lo so; se volessi spiegarlo a chi mi interroga, non molteplicità di consistenze e formati, tra cui spesso si
lo so». Dal momento che è complicato pianificare una sceglie lasciandosi guidare dall’istinto o dalla pubblici-
strategia efficace contro qualcosa che non si conosce tà. O, sempre più di frequente, dalle molte affermazio-
bene, in tutte le sue varianti e componenti, questo vo- ni che circolano in rete, alcune talmente ricorrenti da
lume dedicato alla scienza che si nasconde dietro alle aver creato vere e proprie mitologie attorno ai prodotti di
pulizie domestiche si sofferma a chiarire concetti come uso comune. È il caso, per esempio, del bicarbonato, al
questo, solo in apparenza banali. L’autore è Dario Bres- quale vengono attribuiti usi e proprietà di ogni tipo, del
sanini – chimico, docente universitario, nonché uno tra i quale si spiega con chiarezza il campo d’azione e so-
comunicatori della scienza più seguiti in Italia – e, come prattutto l’inutilità della più diffusa tra le miscele dome-
nelle altre sue opere presenti nella stessa collana, riesce stiche, quella con l’aceto.
a creare il giusto connubio tra rigore del dato scientifico Molto apprezzabile anche l’attenzione riservata alla so-
e praticità nell’impostazione. stenibilità ambientale e all’uso responsabile di prodotti La scienza delle pulizie
Oltre a capire davvero che cosa significhi sporco e che ed elettrodomestici, imprescindibile in un’epoca in cui di Dario Bressanini
cosa sia ragionevole fare per portare qualcosa allo sta- la crisi climatica impone a tutti di fare la propria parte. Gribaudo, Milano, 2022,
to di «pulito», si impara anche che cosa si intenda per Anna Rita Longo pp. 280 (euro 24,00)

Quando la pillola non è verde


L’impatto ambientale dell’industria farmaceutica

Novecentottantacinque (985) milioni di euro e 14 an- come benessere psicologico e sociale, quali aspetti di
ni di ricerca e sviluppo. A tanto ammonta l’investimen- come è fatta la società hanno un peso sulla nostra salu-
to medio calcolato più di recente per lo sviluppo di un te? Basterebbe pensare all’inquinamento atmosferico e
nuovo farmaco. Una cifra imponente, ma che è comun- al suo ruolo nello sviluppo di alcune malattie. È solo un
que più bassa di quella calcolata qualche decennio fa, esempio, anche banale, ma mostra come, quando par-
prima che innovazioni, come per esempio l’intelligen- liamo di salute, sia necessario – ce lo ricorda Ticchi – al-
za artificiale, riuscissero ad accorciare di un po’ i tem- largare lo sguardo dal laboratorio alla società tutta.
pi e permettere così di risparmiare qualcosa. È anche Un’altra domanda che potrebbe venirci in mente è co-
una cifra che, al netto delle polemiche sulla presunta me facciamo a stabilire quale impatto sia accettabile
perfidia di Big Pharma, siamo generalmente inclini a re- per ottenere rimedi per una malattia? Seppure in ma-
putare come ben spesa, nonostante siano davvero mol- niera decrescente negli ultimi anni, comunque quella
ti soldi, perché contribuisce a tutelare uno dei beni più farmaceutica è un’industria che contribuisce all’inqui-
preziosi che abbiamo: la nostra salute. namento atmosferico citato sopra. Risulta così evidente
Negli ultimi anni, però, si è cominciato a studiare l’im- che la questione della salute non è mai individuale, ma
patto dell’industria farmaceutica sull’ambiente. E il libro è un aspetto collettivo della nostra esistenza, del quale
di Nicole Ticchi, chimica farmaceutica e comunicatrice siamo a volte poco coscienti. Il libro di Ticchi fornisce al-
scientifica, ci porta a scoprire che cosa ne sappiamo og- cune risposte, non tutte, ma soprattutto aiuta chi legge Salute a tutti i costi
gi. Ma nel farlo, ci fa necessariamente riflettere su mol- a farsi molte domande interessanti sul rapporto tra salu- di Nicole Ticchi
ti altri piani. Per esempio, nel momento in cui la salute è te, società, economia e ambiente. Codice editore, Torino, 2022,
definita non solo come l’assenza di malattia, ma anche Marco Boscolo pp. 240 (euro 16,00)

www.lescienze.it Le Scienze 95
Libri & tempo libero

La gravità nel mondo dei quanti


I tentativi di conciliare la relatività e la meccanica quantistica
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Oltre un secolo fa la fisica venne sconvolta dalla formu- promettenti, si sono nel tempo rivelate problematiche,
lazione di due nuove teorie: la meccanica quantistica, in particolare perché incapaci di produrre previsioni da
necessaria per descrivere i fenomeni del microcosmo, sottoporre a verifica sperimentale. In questo libro, Jim
dalla struttura dell’atomo alla fisica delle particelle ele- Baggott, scrittore scientifico britannico già tradotto da
mentari, e la relatività generale, rivelatasi essenziale per Adelphi, racconta la storia di questi tentativi, fino ad ar-
la descrizione del macrocosmo, dall’evoluzione dell’u- rivare a descrivere in dettaglio quella che adesso sem-
niverso allo studio dei buchi neri. I fisici si resero pre- bra la teoria più interessante: la «gravità quantistica a lo-
sto conto che queste due teorie, per quanto estrema- op» (LQG, da «loop quantum gravity»), dove lo spazio
mente efficaci nelle capacità di calcolo e di previsione non è più continuo, ma quantizzato, costituito da anelli
nei rispettivi ambiti, erano incompatibili fra loro. La pri- («loop») di dimensioni infinitesime. Nel narrarne gli svi-
ma, probabilistica, descrive l’azione delle forze in termi- luppi, l’autore dà voce anche ai principali protagonisti di
ni di campi quantistici; la seconda, deterministica, de- questa teoria, lo statunitense Lee Smolin e l’italiano Car-
scrive invece la forza di gravità in termini di curvatura lo Rovelli, ripercorrendone il percorso scientifico. Il volu-
dello spazio-tempo. me, completato da un ricco apparato di note, un glos-
Nel corso dei decenni, sono stati in molti a cimentar- sario e un indice analitico, può essere considerato una
si nel tentativo di conciliare fra loro queste due teorie, la rassegna completa della LQG e delle sue conseguenze
cui azione congiunta si manifesta, per esempio, nei pri- nella descrizione del mondo fisico. Una lettura fonda- Quanti di spazio
mi istanti di vita dell’universo, o in prossimità dell’oriz- mentale, quindi, per chiunque voglia essere aggiornato di Jim Baggott
zonte degli eventi di un buco nero. I vari approcci hanno sui più recenti sviluppi della fisica teorica. Adelphi Edizioni, Milano, 2022,
portato allo sviluppo di teorie che, seppure inizialmente Emiliano Ricci pp. 442 (euro 32,00)

Un Nobel e la sua vita normale


L’autobiografia pubblica e privata del fisico Giorgio Parisi

«Ho scelto fisica e, ci si creda o no, ancora oggi non moglie è capace di «bruciare anche il brodo», legge le
saprei bene spiegare perché». Cominci l’università co- fiabe di Italo Calvino ai figli e trent’anni dopo fa lo stesso
sì e un paio di anni più tardi, proprio davanti alla facol- coi nipotini, e intanto diventa uno degli scienziati più im-
tà di fisica, ti presentano una ragazza e le dicono: «Lui portanti del nostro tempo, capace di scrivere «quasi un
un giorno vincerà il Nobel». Lei si innamora di te, tu di migliaio di articoli, spesso su temi completamente diver-
lei, e poi il Nobel lo vinci davvero. È un pezzo della bio- si e molti nello stesso anno». Ha la passione dei balli di
grafia di Giorgio Parisi, raccontata da lui stesso a Pier- gruppo, divora libri da quando è bambino, va al mare
giorgio Paterlini (sì, proprio quello di «Cuore – settima- ad Anzio, non lontano da Roma, ed è premiato dall’Ac-
nale di resistenza umana»), con delicatezza e ironia, in cademia reale svedese per una scoperta che interessa
un libro memoir scandito in 100 capitoletti che sono co- i sistemi fisici «dalla scala atomica a quella planetaria».
me ciliegie. E allora ne approfitta per ricordare al mondo il rischio
Ed è come farsela raccontare a voce, la vita tutto som- legato ai cambiamenti climatici e l’importanza degli in-
mato normale di un premio Nobel che ama la famiglia e vestimenti nella ricerca scientifica. Tra i segreti che si
la scienza, ha tra gli amici alcuni dei più grandi lettera- scoprono nel libro: Parisi si chiama Giorgio, Leonardo,
ti del Novecento (tra tutti Luce d’Eramo e Ignazio Silone) Renato, «nessuno lo sa e non lo si trova neanche in re-
Gradini che
e a Capodanno finisce a una festa e si occupa dei «be- te». E soprattutto, di ricevere un Nobel Parisi avrebbe
non finiscono mai
veraggi». Salvo che intanto risolve un paio di problemi di potuto aspettarselo, o almeno sognarlo; ma la cosa che
di Giorgio Parisi
fisica come quello sui «vetri di spin» in maniera «estre- lo emoziona di più è sapere che c’è un asteroide lassù con Piergiorgio Paterlini
mamente fantasiosa e matematicamente priva di sen- che gli è stato dedicato e porta il suo nome. La nave di Teseo, Milano, 2022,
so», ma che funziona. Cucina per la famiglia, mentre la Silvia Bencivelli pp. 304 (euro 20,00)

96 Le Scienze 654 febbraio 2023


VETRO. Dall’antichità romana alle sonde spaziali
Fino al 30 aprile 2023
Museo Giovanni Poleni
via Loredan 10, Padova

Una lunga storia trasparente


I tanti ruoli e i segreti del vetro, tra scienza, tecnologia, arte e società
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S
i è concluso l’anno internazionale del vetro indetto dal-
le Nazioni Unite per il 2022, ma si può prolungare l’e-
splorazione dei suoi segreti grazie a questa mostra. Nella
propria decisione, l’Assemblea dell’ONU ha sottolineato la carat-
teristica di trasversalità del vetro, capace di essere impiegato in di-
verse discipline nel corso di una lunga storia, sottolineandone «il
ruolo tecnologico, scientifico, economico, ambientale, storico e
artistico nella nostra società».
Nonostante il vetro sia conosciuto e utilizzato fin dall’antichi-
tà, infatti, ancora oggi è impiegato e studiato dalla scienza per il
suo essere un solido con caratteristiche da liquido. Lo illustra un
percorso nella sua storia allestito all’interno del Museo Giovanni
Poleni – Museo di storia della fisica a Padova, dove il vetro è mo-
strato come materiale privilegiato per strumenti scientifici e ope-
re d’arte, in un continuo dialogo tra l’Europa e il mondo islamico.
La mostra, oltre a essere inserita nel contesto dell’anno internazio-
nale, è anche il secondo appuntamento espositivo sul rapporto tra
la scienza islamica e quella europea. Ma è anche uno degli ultimi
tasselli del programma di celebrazioni per gli 800 anni dalla fon-
dazione dell’Università di Padova.
Tra gli strumenti scientifici storici caratterizzati dall’impiego
del vetro vanno ricordate le lastre radiografiche di fine Ottocento,
in cui il vetro è stato il supporto per una rivoluzione della diagno-
stica e della ricerca medica. Ma va ricordato anche il suo impiego
come isolante elettrico nei generatori elettrostatici del Settecen-
to. Sul fronte più artistico, invece, nell’esposizione sono presenta-
ti alcuni prestiti dal Museo di arti applicate e decorative di Palazzo
Zuckermann, sempre a Padova, che dialogano in perfetta sincro-
nia temporale con le strumentazioni scientifiche, mostrando i di-
versi e contemporanei impieghi del vetro, oltre a sottolineare i
punti di contatto e le influenze reciproche di un ambito sull’altro.
Nel dialogo tra Europa e Islam spicca un capolavoro dell’arte
vasaria orientale, decorato con illustrazioni che raccontano i con-
Cortesia Museo di storia della fisica, Università di Padova (tutte le foto, 3)

tributi islamici agli sviluppi dell’arte del vetro.


Marco Boscolo

Microscopi e telescopi,
con lenti di vetro, del XVII secolo
(in alto) esposti alla mostra;
fotomoltiplicatori del rivelatore
Super-Kamiokande, in Giappone
(sopra). Un esemplare di
fotomoltiplicatore è in mostra
al Museo di storia della fisica, a
Padova. Vetro al piombo usato negli
anni novanta per un esperimento
sui neutrini, al CERN di Ginevra,
chiamato NOMAD (accanto),
sempre esposto alla mostra.

www.lescienze.it Le Scienze 97
Prossimo numero

a marzo

Alchimia cosmica
di Sanjana Curtis

Gli scienziati hanno nuove prove su come i cataclismi cosmici for-


giano oro, platino e altri elementi chimici pesanti. Facendo così un
passo in avanti verso un obiettivo scientifico più ampio, ovvero ri-
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spondere alla domanda: da dove viene tutto?

Oltre i geni
di David Pfennig

Gli esseri viventi non sono determinati solo dal loro patrimo-
nio genetico, ma modificano le proprie caratteristiche fisiche
anche a seguito di fattori ambientali. Questo meccanismo ga-
rantisce la flessibilità per adattarsi a un ambiente che cambia e
presumibilmente ha un ruolo importante nell’evoluzione.

Il motore umano
di Herman Pontzer

Studi sul nostro metabolismo stanno rivelando informazioni


sorprendenti sul modo in cui bruciamo le calorie. E anche su co-
me la collaborazione nella produzione alimentare ha aiutato Ho-
mo sapiens a prosperare.

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98 Le Scienze 654 febbraio 2023


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