Sei sulla pagina 1di 100

le Scienze

edizione italiana di Scientific American


Giugno 2023
euro 5,90

DOSSIER

Destinazione Giove
Una missione europea e una statunitense esploreranno
alcune sue lune che potrebbero ospitare oceani abitabili
Copia di 44a51459b9e30982c62bc1505f0b61bd

Fisica Comportamento Antropologia


La storia della prima Etologi e neuroscienziati Le origini dei miti sul cane
prova dell’entanglement rivelano la natura della risata e sulla sua domesticazione
Copia di 44a51459b9e30982c62bc1505f0b61bd

IL TUO 5X1000
QUI E ORA
Qui, in uno degli ospedali
di EMERGENCY nel mondo,
proprio in questo momento,
qualcuno sta ricevendo
le cure di cui ha bisogno
grazie al tuo 5X1000.

FIRMA IL TUO 5X1000 PER EMERGENCY

971 471 101 55

W W W. E M E R G E N CY. I T/ 5X10 0 0
in copertina Sommario
Due missioni verso Giove e le sue lune esploreranno ambienti tra
i più promettenti del sistema solare quanto a capacità di ospitare
la vita (NASA/JPL-Caltech/SwRI/MSSS/Kevin M. Gill ©, CC by 3.0) Giugno 2023 numero 658

72
BIOLOGIA

Piccolo grande
mistero
di Kate Wong
I ricercatori si stanno
affrettando per scopri-
re come le enormi ba-
lene che si nutrono fil-
trando l’acqua riescano
a trovare prede minu-
scole. La risposta po-
trebbe essere fonda-
Copia di 44a51459b9e30982c62bc1505f0b61bd

mentale per salvare


le specie in pericolo

DOSSIER PSICOLOGIA

26 I molti mondi di Giove 52 Animali che ridono


Nuove missioni esploreranno oceani potenzialmente abi- di Fausto Caruana, Elisabetta Palagi e Frans B.M. De Waal
tabili su lune enigmatiche in orbita attorno al pianeta più Etologi, primatologi e neuroscienziati hanno unito le for-
grande del sistema solare ze per rivelare meccanismi e funzioni della risata, smon-
tando due millenni di teorie
28 Missioni FISICA SPERIMENTALE
sulle lune
60 Una variabile nascosta
di Jonathan O’Callaghan
dietro l’entanglement
Una sonda europea e un’altra della NASA andranno alla ri-
di Michelle Frank
cerca di segni di abitabilità sui satelliti ghiacciati di Giove
La storia poco conosciuta delle origini della ricerca
scientifica che nel 2022 è stata premiata col Nobel per la
35 Oceani alieni fisica
di Rebecca Boyle
Sei lune del sistema solare esterno potrebbero ospitare INTELLIGENZA ARTIFICIALE
grandi quantità di acqua liquida e, con essa, la vita 68 Vaniloqui tra macchine
di Giacomo Miceli
40 Da Galileo a JUICE Una conversazione tra un cineasta e un filosofo, gene-
di Emiliano Ricci rata dall’intelligenza artificiale, mostra le spettacolari e
preoccupanti potenzialità di questa tecnologia
La missione europea è in viaggio per il sistema gioviano,
dove studierà da vicino tre sue lune ghiacciate, ovvero
ANTROPOLOGIA
Europa, Ganimede e Callisto, scoperte da Galileo Galilei
82 Le origini mitologiche del cane
di Julien d’Huy, Mietje Germonpré e Charles Stépanoff
50 Arte planetaria
Cittadini dediti alla scienza amatoriale mescolano ricerca Dal guardiano degli inferi all’uomo che sposa una
Scott Wilson

e creatività usando i dati di una fotocamera dedicata a loro donna-cane, i miti sulla figura canina sono variega-
ti e diffusi in tutto il mondo e ci rivelano molto sulla sua
sulla sonda NASA Juno
domesticazione

www.lescienze.it Le Scienze 3
Sommario Rubriche

7 Editoriale
di Marco Cattaneo

8 In edicola
10 Intervista
Un orologio più preciso per la storia umana antica
di Enrico Nicosia

12 Made in Italy
Strumenti digitali per un’agricoltura di precisione
di Letizia Gabaglio

14 Il matematico impertinente
Le variazioni Goldbach di Piergiorgio Odifreddi
Copia di 44a51459b9e30982c62bc1505f0b61bd

15 Scienza e filosofia
Un pianeta di sfollati di Telmo Pievani

16 Homo sapiens
10 Il racconto di un Neanderthal di Giorgio Manzi

17 La finestra di Keplero
Il Sole come immenso telescopio di Amedeo Balbi

88 Coordinate
Il DNA delle razze di cani di Clara Moskowitz

89 I bastioni di Orione
Medicina bellicosa di Michele Bellone

90 La ceretta di Occam
Sfigurati dalla medicina estetica di Beatrice Mautino

91 Pentole & provette


Pomodoro e altre conserve di Dario Bressanini

92 Rudi matematici
Colazione galeotta
di Rodolfo Clerico, Piero Fabbri e Francesca Ortenzio Cortesia Sahra Talamo (Bacho Kiro); robertsrob/iStock (Sole)

94 Libri & tempo libero


17
SCIENZA NEWS

18 Un mondo più giusto 22 Anche le piante si lamentano


Certificato PEFC e meno affollato 22 DNA giunto dai virus regola
20 ‘Oumuamua, lo sviluppo della placenta
La nostra carta
proviene da foreste una cometa oscura 23 Gli strani recettori di polpi e calamari
gestite in modo 20 Una doppia fenditura nel tempo 23 Una formica chimerica, mosaico
sostenibile
e da materiali riciclati 21 La fuga di un buco nero di due tipi di cellule
21 Una mappa dettagliata con genomi diversi
www.pefc.it
conferma la relatività 24 Brevissime

4 Le Scienze 658 giugno 2023


Copia di 44a51459b9e30982c62bc1505f0b61bd
Copia di 44a51459b9e30982c62bc1505f0b61bd
di Marco Cattaneo Editoriale Comitato scientifico
Leslie C. Aiello John P. Moore
presidente, Wenner- docente di microbiologia e
Gren Foundation for immunologia, Weill Medical
Anthropological Research College, Cornell University
Roberto Battiston M. Granger Morgan
professore ordinario di fisica docente, Carnegie Mellon
sperimentale, Università University
di Trento Miguel Nicolelis
Roger Bingham condirettore, Center for
docente, Center for Brain and Neuroengineering, Duke
Cognition, Università della University

Tre lune di Giove California a San Diego


Edoardo Boncinelli
docente, Università Vita-
Salute San Raffaele, Milano
Martin Nowak
direttore, Program for
Evolutionary Dynamics,
Harvard University
Robert Palazzo
Arthur Caplan

per trovare nuova vita docente di bioetica, Università


della Pennsylvania
Vinton Cerf
docente di biologia,
Rensselaer Polytechnic
Institute
Telmo Pievani
Chief Internet Evangelist, professore ordinario filosofia
Google delle scienze biologiche,
Europa, Ganimede e Callisto sono tra i migliori George M. Church Università degli Studi di
Padova
direttore, Center for
candidati a ospitare vita extraterrestre Computational Genetics,
Harvard Medical School
Carolyn Porco
leader, Cassini Imaging
Rita Colwell Science Team, e direttore,
CICLOPS, Space Science
docente, Università del
Institute
Maryland a College Park e
ra una notte limpida di genna- un impeto di euforia creativa (si fa per di-

E
Johns Hopkins Bloomberg Vilayanur S.
School of Public Health Ramachandran
io quando Galileo Galilei puntò il re) aveva scelto l’incipit «Era una notte bu- direttore, Center for Brain and
Richard Dawkins
suo telescopio verso il cielo not- ia e tempestosa…». Più Charlie Brown che fondatore e presidente,
Cognition, Università della
California a San Diego
Richard Dawkins Foundation
turno. Era stato a lungo ossessionato dalla Roth, insomma, ma questa è un’altra storia.
Copia di 44a51459b9e30982c62bc1505f0b61bd

Lisa Randall
Drew Endy
speranza di scoprire nuovi mondi oltre la Il racconto che ho chiesto a ChatGPT era docente di bioingegneria,
docente di fisica, Harvard
University
Terra, e stava lavorando instancabilmente il pretesto per parlare di due storie di que- Stanford University
Carlo Alberto Redi
Ed Felten
per migliorare i suoi strumenti per poter sto numero. La prima è il dossier in cui rac- direttore, Center for
docente di zoologia,
Università di Pavia
scrutare sempre più lontano. Mentre guar- contiamo le missioni JUICE, dell’Agenzia Information Technology Policy,
Princeton University
Martin Rees
dava attraverso l’oculare del telescopio, spaziale europea, ed Europa Clipper, del- Kaigham J. Gabriel
docente di cosmologia e
astrofisica, Università di
Galileo notò qualcosa di strano nei pres- la NASA, destinate proprio allo studio di tre presidente e CEO, Charles Cambridge
Stark Draper Laboratory John Reganold
si di Giove. C’erano quattro piccole stelle di quei puntini scoperti nel cielo di Giove Harold Garner docente di scienza del suolo,
che sembravano orbitare attorno al gigan- all’inizio del 1610 e raccontati nel Sidereus direttore, divisioni sistemi e Washington State University
informatica medici, docente, Jeffrey D. Sachs
te gassoso, a una distanza che sembrava Nuncius. Europa, Ganimede e Callisto, in- Virginia Bioinformatics
direttore, The Earth Institute,
Institute, Virginia Tech
troppo vicina per essere una coincidenza. fatti, i satelliti galileiani che osserveranno Michael S. Gazzaniga
Columbia University
Eugenie C. Scott
Galileo non poteva credere ai suoi oc- le due sonde, sono tra i migliori candidati direttore, Sage Center for the Founding Executive Director,
Study of Mind, Università
chi. Aveva scoperto quattro nuovi mondi. del sistema solare a ospitare forme di vita. della California a Santa
National Center for Science
Education
Iniziò a scrivere freneticamente le sue os- Non sulle loro superfici ghiacciate, ma ne- Barbara
Terry Sejnowski
David Gross
servazioni e a fare disegni dei satelliti che gli oceani di acqua liquida che potrebbero docente di fisica teorica,
docente e direttore del
Laboratorio di neurobiologia
aveva appena scoperto. Era sicuro che que- trovarsi al di sotto. Perché inizino a racco- Università della California a computazionale, Salk Institute
Santa Barbara (premio Nobel for Biological Studies
sta scoperta avrebbe cambiato per sem- gliere dati, dovremo aspettare il 2030, ma per la fisica 2004) Michael Shermer
pre la nostra comprensione dell’universo. sono senz’altro due missioni ambiziose, de- Danny Hillis editore, rivista «Skeptic»
co-presidente, Applied Michael Snyder
La notizia della scoperta di Galileo si diffu- gno seguito delle sonde Galileo e Juno. Minds, LLC
docente di genetica, Stanford
se rapidamente in tutta Europa, suscitan- La seconda storia riguarda proprio i re- Daniel M. Kammen University School of Medicine
direttore, Renewable Giorgio Vallortigara
do un enorme entusiasmo tra i suoi colleghi centi progressi dell’intelligenza artificia- and Appropriate Energy docente di neuroscienze,
Laboratory, Università della
astronomi. Fu un momento di grande ecci- le in tutti i campi della comunicazione e California a Berkeley
direttore associato, Centre
for Mind/Brain Sciences,
tazione e scoperta, che avrebbe portato a dell’informazione. Da ChatGPT a mid- Vinod Khosla Università di Trento
Partner, Khosla Ventures Lene Vestergaard Hau
una rivoluzione nella nostra comprensione journey, che genera immagini a partire da docente di fisica e fisica
Christof Koch
del sistema solare. un set di istruzioni di testo, ai video deep- presidente dell’Allen Institute applicata, Harvard University
Michael E. Webber
Fin qui, avete letto ciò che mi ha rispo- fake, come quelli di cui abbiamo parlato a for Brain Science di Seattle
direttore associato, Center
Lawrence M. Krauss
sto ChatGPT quando ho chiesto all’ormai dicembre 2018, nell’articolo Click, bugie e direttore, Origins Initiative,
for International Energy
& Environmental Policy,
popolare chatbot di intelligenza artificiale videotape. Qui invece Giacomo Miceli, in- Arizona State University
Università del Texas ad Austin
Morten L. Kringelbach George M. Whitesides
di raccontarmi in stile letterario la scoper- formatico e imprenditore italo-america- direttore, Hedonia: TrygFonden docente di chimica e
ta dei satelliti galileiani di Giove. Una rico- no, ci parla del sito web «The Infinite Con- Research Group, Università di
Oxford e Università di Aarhus
biochimica, Harvard
University
struzione fantasiosa, per lo meno per quan- versation», dove con un algoritmo di AI Steven Kyle Nathan Wolfe
to riguarda l’ossessione dei nuovi mondi e ha simulato un interminabile dialogo tra docente di economia direttore, Global Viral
applicata e management, Forecasting Initiative
l’instancabile lavoro per migliorare i suoi Werner Herzog e Slavoj Žižek. Ma le voci, Cornell University
Anton Zeilinger
strumenti, dato che il primo cannocchiale perfettamente credibili, non sono reali. Robert S. Langer docente di ottica quantistica,
docente, Massachusetts Università di Vienna
di Galileo aveva visto la luce da pochi mesi. Benvenuti nel futuro della post-verità. Institute of Technology Jonathan Zittrain
Ho dovuto rinunciare invece alla ver- Anche se potrebbe essere meno roseo di Lawrence Lessig docente di legge e computer
docente, Harvard Law School science, Harvard University
sione nello stile di Philip Roth, perché in quanto sperassimo.

www.lescienze.it Le Scienze 7
In edicola In edicola con «Le Scienze» di luglio i Teoremi
dell’incompletezza di Gödel, il nuovo volume
della collana Rivoluzioni Matematiche

Non si può dimostrare tutto


ödel ha usato la matematica per dimostrare che la matematica

G non poteva dimostrare tutto in matematica. È questa l’essenza


dei suoi teoremi di incompletezza, cui è dedicato il decimo vo-
lume della collana Rivoluzioni matematiche, acquistabile a luglio con «Le
Scienze» a 14,90 euro (il prezzo include anche la rivista).
I teoremi, pubblicati nel 1931, mostravano l’impossibilità di trovare un
insieme completo e coerente di assiomi per tutta la matematica. E questo
non solo ha rivoluzionato l’intero edifico matematico, ma ha avuto un forte
impatto su varie altre discipline, dalla logica alla filosofia della mente, par-
landoci del pensiero in generale e dei confini oltre i quali la mente umana
non può spingersi.
Copia di 44a51459b9e30982c62bc1505f0b61bd

P I A N O D E L L’ O P E R A
1 - Teorema dell’equilibrio di Nash 12 - Teorema di Eulero
2 - Teorema di Pitagora 13 - Teorema del punto fisso
3 - Ultimo teorema di Fermat di Banach-Caccioppoli
4 - Teoremi di Euclide e primo libro 14 - Teorema dell’impossibilità di Arrow
degli Elementi 15 - Teorema di Lagrange
5 - Teorema fondamentale del calcolo o del valor medio
6 - Teorema di Talete sul fascio di rette 16 - Teorema di Bayes
7 - Teorema egregium di Gauss 17 - Teorema fondamentale dell’algebra
8 - Teorema del limite centrale 18 - Teorema di Abel-Ruffini
9 - Teorema di Noether 19 - Teorema di Cauchy-Kovalevskaja
10 - Teoremi dell’incompletezza di Gödel per le equazioni differenziali
11 - Teorema dei quattro colori 20 - Teorema di Perel’man-Poincaré

I QUADERNI DIGITALI R I S E R VAT O


A G L I A B B O N AT I

Temi di frontiera Per tutti gli abbonati

e di attualità è on line il sito


www.ilmioabbonamento.gedi.it
dove è possibile acquistare
Per approfondire temi di frontiera o di attualità sono disponibili i vo- i prodotti in uscita con
lumi digitali della collana I quaderni de Le Scienze. In formato PDF Le Scienze allo stesso prezzo
interattivo, scaricabile e stampabile, ogni quaderno raccoglie alcu- dell’edicola.
ni dei migliori articoli, italiani e internazionali, pubblicati nelle edi- Registrandosi sul sito inoltre
zioni cartacea e on line della rivista su un argomento specifico. Per è possibile usufruire di sconti
acquistare i quaderni basta collegarsi alla pagina web https://www. sugli abbonamenti del Gruppo
lescienze.it/plus/edicola/collane/quaderni.jsp. GEDI e grandi opportunità
Gli argomenti trattati riguardano, fra l’altro, COVID-19, buchi ne- anche per l’acquisto di collane.
ri, virus, dinosauri, esopianeti, interfacce uomo-macchina, impat- Rimane sempre attivo il nostro
to del riscaldamento globale sui poli, materia oscura, coscienza, Servizio Clienti al numero
Neanderthal, intelligenza artificiale, intelligenza animale, disinfor- 0864.256266 dal lunedì
mazione, le specie umane estinte e le frontiere estreme della fisica. al venerdì dalle 9-18.

8 Le Scienze 658 giugno 2023


Copia di 44a51459b9e30982c62bc1505f0b61bd
Intervista Il metodo del radiocarbonio 3.0 può datare fossili
di decine di migliaia di anni con precisione inedita,
chiarendo passaggi importanti della preistoria

Un orologio più preciso


per la storia umana antica
icostruire la storia umana antica è un po’ come com-

R porre un puzzle. Ogni pezzo deve essere collocato al


proprio posto e nel momento giusto, altrimenti affian-
cheremmo parti sbagliate della storia. Riuscire a datare con pre-
cisione le ossa umane antiche è quindi fondamentale e adesso
arriva una versione aggiornata e più accurata del metodo di da-
tazione al radiocarbonio, l’analisi che risale all’età di un reperto
Copia di 44a51459b9e30982c62bc1505f0b61bd

archeologico misurando la quantità residua dell’isotopo 14 del


carbonio presente nel campione. I ricercatori lo chiamano «ra-
diocarbonio 3.0» e promette di rivelare informazioni più precise
sulla storia antica di Homo sapiens. A raccontarci come funziona
e che cosa può svelare è Sahra Talamo, archeologa dell’Universi-
tà di Bologna che ha guidato lo sviluppo del metodo aggiornato.

Ideato dal premio Nobel Willard Frank Libby negli anni quaranta, il ra-
diocarbonio è uno dei metodi di datazione più usati in archeologia. Co-
me lo avete migliorato?
Rispetto alla tecnica di Libby, che gli valse il premio Nobel per
la chimica nel 1960, il metodo aggiornato fonde alcuni aspetti in-
novativi della datazione con il radiocarbonio. Usiamo moderni
spettrometri di massa con acceleratori di particelle (AMS) ad al-
ta risoluzione, che ci permettono di datare con precisione cam-
pioni molto piccoli. Abbiamo poi sviluppato tecniche di pretratta-
mento dei campioni più meticolose, con le quali possiamo evitare
qualsiasi contaminazione da parte del carbonio moderno e arriva-
re a una datazione accurata. Infine, abbiamo perfezionato la cur-
va di calibrazione, parametro che indica la concentrazione glo-
bale di radiocarbonio presente nell’atmosfera in un determinato Scavi nella grotta di Bacho Kiro (sopra); il gioiello
momento e ci permette di ottenere l’età reale di un campione. La rinvenuto nella grotta di Stajnia (a fronte in alto); Sahra
curva di calibrazione basata sugli alberi, che registrano le fluttua- Talamo al lavoro in laboratorio (a fronte in basso).
zioni di carbonio-14 nel tempo, arriva fino a 14.000 anni fa. Ades-
so abbiamo combinato diversi parametri cronologici e usato nuo- che arrivano fino a 42.000 anni fa hanno un errore di circa 2.000
vi alberi fossili, come alcuni provenienti dalla Nuova Zelanda che anni. È un margine troppo ampio quando parliamo, per esem-
coprono un periodo compreso fra i 44.000 e i 41.000 anni fa, cru- pio, delle interazioni fra Neanderthal e Homo sapiens. Con il ra-
ciale per la storia umana, riuscendo a datare con precisione reper- diocarbonio 3.0 l’errore è ridotto a 300 anni. Significa restringere
Cortesia Sahra Talamo (tutte le foto)

ti risalenti fino a 55.000 anni fa. di molto l’arco di tempo nel quale collocare un evento e questo ci
L’unione di questi elementi, possibile grazie alla sinergia fra fi- permette di parlare con maggiore precisione della storia evoluti-
sici, chimici e archeologi, crea l’analisi del carbonio-14 aggiornata va umana. È la grande novità del radiocarbonio 3.0.
e rafforzata che chiamiamo radiocarbonio 3.0.
Il metodo ha già dato risultati per un sito molto importante della sto-
Usando il radiocarbonio 3.0 che cosa si riesce a osservare? ria umana antica
Riusciamo ad andare indietro nel tempo con un livello di pre- Lo abbiamo testato sui reperti di Bacho Kiro, la grotta in Bul-
cisione mai raggiunto prima. Molte datazioni al radiocarbonio garia che, nel 2020, ha restituito le prime prove dirette del-

10 Le Scienze 658 giugno 2023


di Enrico Nicosia

CHI È
SAHRA TALAMO

Ordinaria di chimica al Dipartimento di chimica Autrice di molte pubblicazioni sulla cronologia sapiens in Europa. Dal 2019 lavora al progetto
«Giacomo Ciamician» dell’Università di Bologna dei Neanderthal e degli umani moderni, ha preso RESOLUTION, finanziato dall’European Research
e direttrice del laboratorio di radiocarbonio parte agli studi del gruppo del Max-Planck- Council, per sviluppare dati di calibrazione al
BRAVHO, studia gli eventi evolutivi umani in Institut, guidato dal premio Nobel Svante Pääbo, radiocarbonio ad alta risoluzione per far luce sui
combinazione con la datazione al radiocarbonio. che hanno trovato le più antiche tracce di Homo periodi chiave della preistoria europea.

Ora siamo andati più nel dettaglio, individuando diversi mo-


menti di occupazione della grotta da parte di Homo sapiens. Ab-
biamo usato le numerose precedenti datazioni combinate con i
nuovi parametri di calibrazione del radiocarbonio 3.0, scoprendo
due, se non tre, diverse fasi di occupazioni a Bacho Kiro durante
periodi climatici differenti. Una fase di occupazione è avvenuta
fra i 44.600 e i 44.400 anni fa, un’altra fra i 44.200 e i 43.400 an-
Copia di 44a51459b9e30982c62bc1505f0b61bd

ni fa e una terza, probabile, fra i 43.100 e i 42.700 anni fa. Questo


tipo di distinzione, con un margine di errore così ristretto, prima
non si poteva fare.

Come volete usare il radiocarbonio 3.0?


L’obiettivo è ricostruire la cronologia precisa di alcuni siti in
Europa, che potrebbe cambiare molte cose che sappiamo sul-
la storia umana. Un esempio è ciò che abbiamo scoperto nel 2021
studiando un ciondolo in avorio di mammut rinvenuto nella grot-
ta di Stajnia, in Polonia. Datato intorno ai 41.500 anni fa, il reper-
to rappresenta il più antico gioiello prodotto dagli esseri umani
in Eurasia. Anche in quel caso abbiamo lavorato con un metodo
che ora chiamiamo radiocarbonio 3.0. Siamo riusciti così a scopri-
re come l’area dell’attuale Polonia, che prima pensavamo essere
disabitata a causa del clima rigido, era invece frequentata dagli es-
seri umani. Questo dimostra come l’uso del radiocarbonio 3.0 po-
trebbe farci scoprire nuovi posti abitati da Homo sapiens che pri-
ma non sospettavamo.

Il radiocarbonio 3.0 permette anche di studiare i reperti riducendo il


materiale archeologico necessario per le datazioni. C’è modo di preve-
dere se un antico reperto può essere datato?
Adesso sì ed è uno degli aspetti più importanti del metodo. Le
ossa sono il materiale archeologico più prezioso che abbiamo per
la presenza di Homo sapiens in Europa. È lì che abbiamo iniziato ricostruire il puzzle dell’evoluzione umana. Il radiocarbonio però
a sviluppare il metodo aggiornato del radiocarbonio. Dopo aver è un metodo distruttivo. Con il radiocarbonio 3.0 si riduce di mol-
scoperto un dente di Homo sapiens, insieme ai colleghi del Poli- to il materiale necessario per le datazioni, ma siamo andati anco-
tecnico federale di Zurigo (ETH) e del Max-Planck-Institut für ra avanti. Abbiamo aggiunto un ulteriore elemento che consiste
evolutionäre Anthropologie volevamo datare con un margine di nell’uso di una fotocamera associata allo spettro elettromagneti-
errore più piccolo possibile i resti umani trovati nel sito. Per farlo co del vicino infrarosso. La tecnica prevede di fotografare il cam-
abbiamo usato metodi di datazione di alto livello: uso della spet- pione e mappare sull’osso il collagene, la proteina che ci serve per
trometria di massa avanzata e pretrattamenti accurati. In que- effettuare la datazione al radiocarbonio. In questo modo, sapen-
sto modo abbiamo raggiunto la datazione dell’Homo sapiens di do quale parte di osso usare, possiamo fare campionamenti mira-
46.000 anni fa ed è così che è nata l’idea del radiocarbonio 3.0. ti dei reperti senza danneggiarli inutilmente. Sono innovazioni in
grado di rivoluzionare gli studi di archeologia e di far luce sulle fa-
Con le nuove ricerche, invece, che cosa avete osservato? si cruciali della storia umana antica.

www.lescienze.it Le Scienze 11
Made in Italy Dati e immagini ricavati da fotocamere e sensori
su smartphone, droni e trattori aiutano
ad aumentare rese e sostenibilità delle coltivazioni

Strumenti digitali
per un’agricoltura di precisione
a cosa giusta, nel posto giusto, al momento giusto. Non

L parliamo di medicina di precisione – anche se l’obietti-


vo e la strategia sono gli stessi – ma di agricoltura di pre-
cisione, quell’insieme di tecnologie che permette di ottimizzare
Vigore Vegetativo

Alto
Medio
la produzione. Droni, sensori, smartphone, mappe 3D e sistemi
Basso
di intelligenza artificiale sono alcuni ingredienti di questa nuova
Copia di 44a51459b9e30982c62bc1505f0b61bd

strategia che si inserisce a pieno titolo negli strumenti indispensa-


bili per attuare il Green Deal Europeo per la riduzione degli input
chimici e la Farm 2 Fork Strategy per un’agricoltura sostenibile.
Le linee guida nazionali per l’agricoltura di precisione sono del
2017, esattamente l’anno in cui Niccolò Bartoloni, agronomo, e Si-
mone Kartsiotis, ingegnere aerospaziale, decidono di iniziare a
fornire alle aziende agricole un servizio innovativo: il sorvolo con
i droni dei campi per poter raccogliere informazioni sulle colture
e sviluppare mappe che aiutino a decidere come gestirle nel mo-
do migliore. «Entrambi venivamo da lunghe esperienze lavorati-
ve nei nostri rispettivi campi, io nelle aziende viti-vinicole, Simo-
ne nell’automotive, e volevamo fare qualcosa di nuovo», ricorda
Bartoloni. «E proprio il fatto che fossero tecnologie nuove, poco
conosciute, ci ha spinti a fornire non solo il servizio ma anche la
formazione, in modo da rendere indipendenti gli agricoltori». Na-
sce così una prima società, DroneBee, che in pochi anni diven-
ta un punto di riferimento per l’uso di droni in agricoltura e che
combina la rivendita di servizi e consulenza con la ricerca scien-
tifica. «L’innovazione corre veloce e se ci si ferma si viene rapi-
damente superati. Ecco perché abbiamo sempre pensato di dover
collaborare con università e centri di ricerca», sottolinea l’agrono-
mo. Università di Firenze e di Torino in primis, ma anche Consi- coltivazioni e individuare stress idrici e carenze, e iTractor, servi-
Cortesia Agrobit (immagine in questa pagina e nella pagina a fronte)
glio nazionale delle ricerche. Il lavoro dei due non rimane inos- zio di monitoraggio della resa in vigneto mediante camera stereo-
servato e dalla collaborazione con Agricolus, una delle maggiori scopica montata su trattore.
aziende italiane impegnate nell’agricoltura di precisione, nasce L’app iAgro elabora i dati ottenuti dalla scansione fotografica
la start-up Agrobit. Obiettivo: lo sviluppo di soluzioni di imaging di una porzione di filare o di un albero, fatta tramite smartphone
terrestre per dare supporto ad agricoltori e tecnici. o tablet, creando su una cloud un modello 3D della pianta (chia-
mato anche gemello digitale, o digital twin in inglese), e dà indi-
Un approccio promettente e innovativo cazioni sulle dosi ottimali di acqua e di agrofarmaci da impiega-
Gli strumenti con cui Agrobit vuole raggiungere la precisione re. L’app permette di acquisire alcuni parametri biometrici della
sono digitali e mettono insieme i dati e le immagini raccolti da fo- pianta, come spessore, altezza e volume della biomassa; mentre le
tocamere e sensori posizionati su smartphone, droni e trattori. Il scansioni ripetute in più punti del campo consentono di genera-
prodotto di punta è iAgro, la prima app mobile DSS (decision sup- re mappe di vigore, utili per programmare concimazioni e irriga-
port system, sistema di supporto alle decisioni) per ottimizzare i zioni differenziate o la raccolta selettiva di frutti. L’app può esse-
trattamenti fitosanitari in colture arboree e produrre mappe di vi- re utilizzata su colture arboree come vite, olivo, mandorlo, frutta
gore direttamente col proprio smartphone. I servizi principali in- e agrumi, permettendo di risparmiare fino al 60 per cento di ac-
vece sono iDrone, telerilevamento da drone per radiografare le qua e agrofarmaci, di ottimizzare la produzione e la qualità fino al

12 Le Scienze 658 giugno 2023


di Letizia Gabaglio

LA SCHEDA - AGROBIT
Una mappa (sotto) ottenuta
da un drone grazie agli strumenti Azienda fondata nel 2022
digitali di Agrobit. Accanto, Persone di riferimento: Niccolò Bartoloni (COO), Simone Kartsiotis, (CEO)
una ricostruzione 3D di un vigneto
Sito: https://www.agrobit.ag/ Mail: info@agrobit.ag
ottenuta dalla start-up,
che sviluppa soluzioni di imaging Numero di brevetti: –
terrestre per dare supporto Dipendenti-collaboratori: 1 dipendente + 2 collaboratori
ad agricoltori e tecnici.

Copia di 44a51459b9e30982c62bc1505f0b61bd

si può produrre a breve», spiega Bartoloni. Una telecamera stere-


oscopica posizionata sul trattore è invece lo strumento usato per
monitorare la resa dei vigneti. Il servizio si chiama iTractor e rac-
coglie dati in maniera automatica durante tutto l’anno, riuscen-
do a valutare con una precisione superiore al 90 per cento sia il
numero di grappoli sia quello di acini che verranno raccolti, non-
ché il loro stato di maturazione e l’eventuale presenza di malattie.
Insomma, sono molti gli strumenti per cercare di ridurre al mini-
mo l’imprevisto in un’attività che deve fare i conti con tante varia-
bili. «Il nodo è l’integrazione dei dati: mettere insieme quello che
sappiamo dal monitoraggio in tempo reale e dalle serie storiche
ci permette di elaborare delle previsioni. L’agricoltura per defini-
20 per cento e di ridurre gli impatti su ambiente, comunità rurali zione pone davanti a variabili non del tutto controllabili, ma la dif-
e lavoratori fino al 60 per cento. «Uno dei parametri che possiamo fusione sempre maggiore di strumenti di monitoraggio permet-
misurare è l’estensione della parete fogliare (in inglese LWA, da te di raccogliere sempre più dati che possiamo elaborare per fare
leaf wall area), indispensabile per capire come usare i nuovi agro- previsioni sempre più precise», afferma l’agronomo.
farmaci che si basano proprio su questo indicatore. A oggi in Italia L’approccio digitale all’agricoltura di precisione di Agrobit è
ne abbiamo solo due che riportano in etichetta il dosaggio secon- stato riconosciuto come promettente e innovativo tra gli altri da
do LWA ma in futuro ne avremo sempre di più», dice Bartoloni, G-Factor, acceleratore e incubatore di start-up della Fondazio-
chief operating officer di Agrobit. ne Golinelli; e da Italian Lifestyle, il progetto di Intesa Sanpao-
iDrone, invece, usa fotocamere multispettrali che intercetta- lo Innovation Center e Fondazione CR Firenze con Nana Bianca
no le bande che non sono nel visibile per valutare la salute del- e Fondazione per la ricerca e l’innovazione. «Vogliamo dedicarci
la pianta. In altre parole, radiografarla. «Le immagini prese in all’agricoltura in maniera specifica perché pensiamo che la com-
volo permettono di produrre mappe di vigore e mappe di efficien- petenza sia importante in un settore come questo. Le nostre solu-
za fotosintetica, che poi sono interpretate anche con algoritmi zioni sono specifiche e soddisfano i bisogni delle aziende agricole
proprietari per fornire un supporto alle decisioni dell’agricoltore non solo in termini di maggiore produttività ma anche di maggio-
o del tecnico. Grazie invece a fotocamere termiche misuriamo la re sostenibilità economica, ambientale e sociale», conclude Bar-
“febbre” della coltura in campo e capiamo se c’è stress idrico o se toloni.

www.lescienze.it Le Scienze 13
Il matematico impertinente di Piergiorgio Odifreddi

professore ordinario di logica matematica all’Università di Torino


e visiting professor alla Cornell University di Ithaca (New York)

Le variazioni Goldbach
Una congettura semplice da enunciare ma ardua
da dimostrare ha ispirato più di un romanzo

volte i problemi di matematica so- somma di tre primi. Ma almeno uno di que-

A no così semplici da enunciare che


possono diventare protagonisti di
romanzi di successo. È così, per esempio, in
sti dev’essere 2, altrimenti la somma sarebbe
dispari. E allora il numero pari di partenza è
uguale alla somma degli altri due primi.
Zio Petros e la congettura di Goldbach (1992) di Una forma più debole della congettura di-
Apostolos Doxiadis, in cui si legge: ce che «ogni numero dispari maggiore di 5 è la
Mio zio mi disse: «Voglio che tu provi a dimo- somma di tre numeri primi», ed è stata dimo-
Copia di 44a51459b9e30982c62bc1505f0b61bd

strare che ogni numero pari maggiore di 2 è la strata nel 2013, dopo un secolo di sforzi.
somma di due numeri primi. È ovvio per ogni
caso particolare che tu consideri. Ma più i nu- Per passi successivi
meri crescono, e più calcoli richiedono. E co- Il primo passo fu compiuto nel 1923 da
munque, poiché ci sono infiniti numeri, non si Godfrey Hardy e John Littlewood, ma il loro
può affrontare il problema caso per caso. Devi risultato aveva due grossi nei: l’uso di una ver-
dimostrarlo in generale, e temo che questo sia sione dell’ipotesi di Riemann; e la restrizio-
più difficile di quel che pensi». ne a «quasi tutti» i numeri dispari, cioè, quelli
Il problema proposto è la congettura di maggiori di un numero enorme, non ben de-
Goldbach che dà il titolo al romanzo, chia- terminato. Il primo neo fu eliminato nel 1937
mata così perché fu proposta da Christian da Ivan Vinogradov, che dimostrò la conget-
Goldbach in una lettera a Eulero del 7 giu- tura senza l’ipotesi di Riemann. Ma solo per
gno 1742. Se la congettura è vera, Zio Petros ha tutti i numeri dispari maggiori di 3315, che è un
ragione a dire che una verifica caso per caso numero con quasi sette milioni di cifre.
non potrebbe dimostrarla. Ma lo zio non sem- Il secondo neo fu invece eliminato nel 1997
bra capire che, se invece fosse falsa, la stes- da quattro matematici, che usarono l’ipotesi
sa verifica potrebbe refutarla, trovando un di Riemann per dimostrare un risultato analo-
controesempio. In particolare, la congettura go, per tutti i numeri dispari maggiori di 1020.
di Goldbach non può essere uno dei proble- Questo numero di sole 21 cifre era più maneg-
mi indecidibili di cui Gödel ha dimostrato l’e- gevole di quello di Vinogradov, e la sua relati-
sistenza nel 1931. Anche se, nel romanzo, Zio va piccolezza permise di controllare tutti i nu-
Petros smette di lavorarci proprio perché os- meri inferiori al computer. Infine, nel 2013 il
sessionato da questa supposta possibilità. peruviano Harald Helfgott è riuscito a elimi-
nare entrambi i nei, dimostrando così la for-
Versioni forti e deboli ma debole della congettura. La forma forte
Già Goldbach aveva notato che la conget- originale rimane aperta: vari risultati analo-
tura si può riformulare dicendo che «ogni nu- ghi ai precedenti mostrano che le eccezioni
mero maggiore di 5 è la somma di tre numeri sono relativamente poche, ma non così poche
primi». In una direzione, dato un numero di- da poterle per ora escludere con il computer.
spari maggiore di 5, basta togliergli il nume- L’unica dimostrazione completa nota è
ro primo 3 per ottenere un numero pari mag- quella del romanzo Il teorema del pappagal-
giore di 2, che è somma di due primi. Questi lo (1998) di Denis Guedj. L’ha trovata un ma-
due, sommati a 3, danno il numero di parten- tematico amazzonico, che si suicida senza
za. Nell’altra direzione, dato un numero pa- averla pubblicata. Ma il suo pappagallo l’ha
ri maggiore di 2, basta aggiungergli 2 per ot- imparata a memoria, e la tramanda ai suoi si-
tenere un numero pari maggiore di 5, che è mili nella foresta.

14 Le Scienze 658 giugno 2023


Scienza e filosofia di Telmo Pievani

professore ordinario di filosofia delle scienze biologiche


dell’Università degli Studi di Padova

Un pianeta di sfollati
I flussi migratori attuali sono solo un modesto preludio
di quel che ci attende col procedere della crisi climatica

C
hi è convinto che un flusso di nale più vicina, altri attraverseranno un con-
30.000 migranti all’anno sia tecni- fine, altri ancora (pochi, ma per chi ha avuto
camente una «emergenza» dovreb- la fortuna di nascere nelle regioni tempera-
be consultare i dati raccontati in un documen- te paiono già intollerabilmente troppi) faran-
tato libro della scrittrice ambientale londinese no il lungo e periglioso viaggio verso di noi. Lo
Gaia Vince, Il secolo nomade. Si accorgerebbe stato insulare di Kiribati, con meritoria lungi-
Copia di 44a51459b9e30982c62bc1505f0b61bd

presto che siamo davanti a un fenomeno non miranza e gran dignità, si trasferirà nelle Fiji:
solo strutturale, come molti politici amano ri- hanno già acquistato i terreni.
petere con l’intento di scaricare su altri le re-
sponsabilità dell’azione, ma sconvolgente. Al sicuro ma non troppo
Partiamo dal presente. Nel 2022 si sono Poi c’è lo scenario futuribile, ma sempre
contati 100 milioni di rifugiati nel mondo, me- meno improbabile, di un riscaldamento glo-
tà dei quali bambini. Altri 350 milioni di per- bale che nella seconda metà del secolo si alze-
sone sono senza documenti, mentre 50 sono rà rapidamente da 2 a 4 °C. A quel punto, co-
i milioni di sfollati a causa degli effetti del ri- me già sta accadendo, le fasce desertiche si
scaldamento climatico, diretti (ondate di calo- sposteranno verso le zone temperate. Si cre-
re estremo, siccità e desertificazione, incendi, erà una vasta area umida caldissima. La deser-
inondazioni) e indiretti: riduzione dei lavori tificazione avanzerà in Sud Europa, l’Amazzo-
all’aperto; perdita di produttività, soprattut- nia diventerà prateria e savana, in Antartide
to agricola; megalopoli costiere da abbando- spunteranno foreste e l’Artico sarà la nuova
nare, come Giacarta, che sprofonda di 25 cen- frontiera. Paesi come Canada, Russia, Argen-
timetri all’anno (la capitale indonesiana sarà tina, Danimarca e Nuova Zelanda riscuote- Giacarta. La metropoli indonesiana
perciò trasferita a Nusantara, nel Borneo); le ranno grandi vantaggi strategici. In sinte- sprofonda in fretta e il governo ha deciso
assicurazioni sulla casa che non pagano più si, tutti potremmo diventare presto o tardi il trasferimento della capitale in una città
perché il rischio è troppo alto; diseguaglian- migranti, quando ci accorgeremo, per esem- di fondazione, Nusantara. In questo caso
ze, fame, carestie. pio, che passare sei mesi l’anno chiusi in casa l’innalzamento dei mari si somma alla
con l’aria condizionata, mentre fuori imper- subsidenza del suolo, amplificando e
Prima del previsto versano zanzare tropicali, non è il massimo. accelerando un fenomeno che col tempo
Ora il futuro prossimo. Il caldo torrido è ar- C’è un elefante nella cristalleria e noi ne toccherà varie città costiere.
rivato prima di quanto previsto dai model- vediamo solo la coda. O meglio, fingiamo di
li IPCC: secondo gli ultimi aggiornamenti, ar- vederne solo la coda. E allora lui tra un po’ si
riveremo a 1,5 °C di riscaldamento globale nel darà una scrollata e farà un grande sconquas-
2030 (tra sei anni e mezzo, quando i liceali di so. Secondo Gaia Vince, chi teme le migrazio-
oggi si laureeranno). A quel punto scatteranno ni lo fa perché non ha abbastanza fiducia nel-
i meccanismi di auto-amplificazione e il pro- la propria identità nazionale. A suo avviso, se
cesso subirà un’ulteriore accelerazione. Le vogliamo essere Homo sapiens, dovremo sfa-
implicazioni migratorie sono chiare. Poiché la tare gli spauracchi infondati sulle migrazioni
fascia di abitabilità umana tra poco si restrin- e trasformarle in un’opportunità di sviluppo.
gerà, il 15 per cento della popolazione mondia- Sarà difficile. Intanto, la prossima volta che
Weny Lisa/iStock

le sarà esposta a ondate di calore letale e dovrà qualcuno con gran cipiglio chiederà: «Ma chi
abbandonare la terra in cui vive. Entro il 2050, paga per la transizione ecologica?», rispondia-
1,5 miliardi di persone lasceranno le loro case. mo: «Sì, ma chi paga se non la facciamo?». La
Molti si accalcheranno nella megalopoli infer- risposta è poco sopra.

www.lescienze.it Le Scienze 15
Homo sapiens di Giorgio Manzi

ordinario di paleoantropologia alla Sapienza Università di Roma;


socio corrispondente dell’Accademia Nazionale dei Lincei

Il racconto di un Neanderthal
Narrare vicende scientifiche in forma di romanzo
aiuta a ideare ipotesi proficue e verificabili su molti temi

proposito del Neanderthal di cui si tela sul pavimento irregolare, finendo anche

A diceva il mese scorso – scoperto nel


1993 in una grotta presso Altamu-
ra, in Puglia – mi torna in mente l’introduzio-
in qualche pozzanghera. Tastava la roccia del-
le pareti della grotta e sentiva il suo respiro
come rimbombare in quello spazio vuoto. Poi
ne di Stephen Jay Gould a La danza della tigre: si infilò in un cunicolo; lo poteva capire dal
un romanzo dell’era glaciale di Björn Kurtén fatto che poteva toccare le pareti con entram-
(Editori Riuniti, 1983): «Credo che un romanzo be le mani e che sentiva i capelli sfiorare la su-
Copia di 44a51459b9e30982c62bc1505f0b61bd

– scriveva Gould – sia una sede […] appropriata perficie irregolare del soffitto della grotta.
[…] per affrontare molte questioni […] Que- Dentro di sé provava un sentimento misto
ste speculazioni hanno un ruolo nella scien- fra la disperazione e la rassegnazione. A quel
za. Esse esplorano la gamma delle alternative; punto del racconto, però, l’umore del «mio»
incanalano il pensiero verso la costruzione di Neanderthal mutò d’improvviso. Si era gira-
ipotesi verificabili». Ho provato a seguire que- to, dandomi le spalle, e si era accovacciato,
sta ispirazione nel mio L’ultimo Neanderthal rannicchiandosi sui talloni: con le ginocchia
racconta (Il Mulino, 2021), dove ho immagi- piegate e le mani raccolte in avanti. Aveva re-
nato d’incontrare, appunto, un Neanderthal. clinato la testa fra le braccia, fin quasi a capo-
Quanto segue è l’estratto (con molte riduzioni volgerla.
e adattamenti) di alcuni passi ispirati proprio È stato allora che ho visto qualcosa di incre-
agli ultimi momenti del Neanderthal di Alta- dibile – una di quelle bizzarre situazioni che si
mura. Spero vi piaccia e possa essere d’ispira- vivono nei sogni – come se stessi assistendo,
zione per le ricerche. impotente, a un’animazione di realtà aumen-
tata. Ho visto così il suo corpo che si andava
Caduto in trappola progressivamente dissolvendo, fino a spari-
Ormai albeggiava e l’aria era frizzante. Data re. Non del tutto, però. Sul terreno erano rima-
la stagione, tutto era colorato di giallo e aran- ste le sue ossa, in apparente disordine. Si erano
cio, con qualche punta di rosso. Sul suolo una disposte sul terreno, via via che i vari tessuti
quantità di foglie cadute. del corpo si erano andati dissolvendo. Alla fi-
Fu allora che il Neanderthal cadde in una ne, avevo lì davanti a me l’intero scheletro di
trappola della natura: era finito in un pozzo un Neanderthal. In primo piano vedevo il baci-
carsico nascosto dal tappeto di foglie morte. no, più avanti le ossa lunghe delle gambe e del-
Sprofondò per alcuni metri, sbattendo ora la le braccia, con i femori divaricati tra loro; fra di
spalla ora la testa contro le pareti irregolari. esse e alcune costole, si riconoscevano anche
Mentre precipitava, aveva cercato di aggrap- la mandibola, rovesciata, e sotto c’erano le ossa
parsi a qualche appiglio, ma l’unico risultato di taglia più piccola, come vertebre e falangi.
era stato solo quello di farsi grattare le mani Più in là ancora c’era il cranio, anch’esso
dalle pareti ruvide di quel dannato pozzo. ribaltato, con i denti verso l’alto e con la vol-
Arrivato sul fondo, cadde su un tappeto ta appoggiata su una depressione del terreno.
morbido di guano di pipistrello. Si controllò: Le sue grandi orbite vuote continuavano a fis-
aveva solo alcune ferite e poteva camminare. sarmi.
E così fece, dolorante, brancolando sempre Io, a quel punto, avevo ormai aperto gli oc-
più nel buio mentre si allontanava dalla debo- chi, nella luce artificiale del vagone del treno
le luce che filtrava dall’alto. Si aggirò a lungo dove mi ero addormentato. Guardai fuori e mi
in quelle tenebre, poggiando i piedi con cau- accorsi che s’era fatta sera.

16 Le Scienze 658 giugno 2023


La finestra di Keplero di Amedeo Balbi

professore associato di astronomia e astrofisica


al Dipartimento di fisica dell’Università di Roma Tor Vergata

Il Sole come immenso telescopio


Un giorno forse potrà fare da lente gravitazionale
per osservare in dettaglio la superficie di pianeti lontani

n questa rubrica abbiamo parlato più vol- ra e il Sole. Nessuna sonda spaziale si è mai

I te di una delle conseguenze più strabi-


lianti della teoria generale della relativi-
tà di Einstein, ovvero la possibilità di usare la
spinta così lontano. Quelle che si sono allonta-
nate di più dalla Terra, le Voyager, dopo oltre
quarant’anni di viaggio hanno fatto circa un
curvatura dello spazio-tempo prodotta da og- terzo della strada.
getti massicci come una vera e propria len-
Copia di 44a51459b9e30982c62bc1505f0b61bd

te, in grado di distorcere e amplificare la lu- Molti ostacoli


ce proveniente da corpi celesti sullo sfondo. Ma il viaggio non sarebbe l’unico ostacolo
Questo effetto di lente gravitazionale è ormai da superare. Il pianeta da osservare dovrebbe
applicato abitualmente dagli astronomi, per trovarsi precisamente alle spalle della lente
esempio per osservare galassie molto lontane, gravitazionale, e quindi il telescopio dovreb-
per investigare la presenza di materia oscura be puntare dritto verso il Sole. Questo signi-
negli ammassi di galassie, o per scoprire pia- fica che la luce della nostra stella sarebbe di
neti extrasolari. Considerata l’utilità del feno- gran lunga più intensa di quella del piane-
meno, ci si potrebbe chiedere se non sia pos- ta che vorremmo ingrandire, e bisognerebbe
sibile usare l’oggetto massiccio più vicino a quindi trovare un modo efficiente per scher-
noi – il Sole – come se fosse un gigantesco te- marla. Inoltre, l’immagine del pianeta sareb-
lescopio naturale. be distorta passando attraverso la lente, con-
vergendo in un sottilissimo anello circolare
Prospettive entusiasmanti intorno al Sole noto come «anello di Einstein».
Sulla carta, il fattore di ingrandimen- Bisognerebbe dunque usare sofisticate tecni-
to prodotto dalla lente gravitazionale sola- che di analisi per ricostruire la sua forma ori- L’oggetto massiccio più vicino.
re aprirebbe prospettive entusiasmanti, so- ginaria. Come gli altri corpi massicci dell’universo
prattutto per l’osservazione diretta di pianeti Ma le cose sono ancora più complicate. anche il Sole, curvando lo spazio-tempo,
extrasolari. Un piccolo telescopio posizionato Una volta puntato in una data direzione, il te- può distorcere e amplificare la luce
lungo l’asse focale delle lente – dove conver- lescopio osserverebbe un enorme ingrandi- proveniente da corpi celesti sullo sfondo,
gono i raggi deviati dalla curvatura prodotta mento di una piccola regione della superfi- consentendo in teoria di visualizzare
dal Sole – si ritroverebbe ad avere lo stesso po- cie del pianeta, e dovrebbe quindi spostarsi oggetti alle sue spalle come fosse un
tere risolutivo di un ipotetico strumento con e puntare in un’altra direzione per guarda- gigantesco telescopio.
un diametro di diverse decine di migliaia di re un’altra regione, e così via. Solo ripetendo
chilometri. In linea di principio, ciò consen- molte volte la stessa procedura si otterrebbe
tirebbe di osservare la superficie di un piane- un’immagine completa. Sebbene possibile te-
ta extrasolare distante decine di anni luce con oricamente, nella pratica ottenere un risulta-
un dettaglio di pochi chilometri, mettendo a to del genere richiederebbe una precisione di
fuoco continenti, fiumi, catene montuose, e puntamento che è per ora al di là delle possi-
magari anche città, ammesso che ci siano. bilità tecnologiche.
Sensazionale. Ma allora perché non lo ab- D’altra parte, nessuna di queste limitazio-
biamo già fatto? Be’, tanto per cominciare, ni è insuperabile. Siamo ancora molto lontani
perché per piazzare un telescopio lungo un dal giorno in cui potremo usare il Sole come
robertsrob/iStock

asse focale della lente gravitazionale solare telescopio, ma solo pochi decenni fa anche
bisognerebbe spedirlo ad almeno 80 miliardi soltanto scoprire pianeti in orbita intorno ad
di chilometri dal Sole. Questa distanza è circa altre stelle sembrava fantascienza; eppure ci
550 volte più grande della distanza tra la Ter- siamo riusciti.

www.lescienze.it Le Scienze 17
News

SVILUPPO SOSTENIBILE

Un mondo più giusto e meno affollato


La riduzione delle disuguaglianze farebbe diminuire la popolazione globale

Copia di 44a51459b9e30982c62bc1505f0b61bd
JossK/iStock

18 Le Scienze 658 giugno 2023


Ricerca, tecnologia
e medicina dai laboratori
di tutto il mondo

Un mondo meno povero, più giusto, più in salute, più


verde. E, di conseguenza, anche meno affollato. È uno
Il futuro che ci aspetta? Uno sguardo su Kathmandu, in Nepal, la dei possibili futuri della popolazione e dell’impronta
cui popolazione è in crescita continua e alimenta uno sviluppo urbano ecologica umana, secondo gli scenari pubblicati da
dall’elevato impatto ambientale. Secondo le previsioni delle Nazioni Unite, Earth4All, collettivo internazionale di scienziati ed
la popolazione mondiale supererà i dieci miliardi entro il 2100. economisti che include, tra gli altri, il Club di Roma e
l’Istituto Potsdam per la ricerca sull’impatto climatico.
Le Nazioni Unite prevedono che la popolazione mondiale
supererà i dieci miliardi entro il 2100. Le proiezioni
ufficiali si limitano però a estrapolare le attuali tendenze
demografiche. Natalità e mortalità dipendono in realtà
da numerosi fattori sociali in evoluzione, come l’accesso
alla contraccezione e l’istruzione femminile. Il modello
matematico di Earth4All tiene quindi conto dell’influenza
dello sviluppo economico (che include in sé fattori come
la contraccezione) e delle migrazioni nel modulare
l’andamento demografico. Earth4All inoltre tenta di
Copia di 44a51459b9e30982c62bc1505f0b61bd

prevedere anche come cambierà l’impatto ambientale e


come si evolverà il nostro benessere collettivo.
Earth4All confronta due scenari. Il primo, Too Little
Too Late, in cui lo sviluppo socio-economico mondiale
prosegue come nei 50 anni precedenti, porterebbe a un
picco di popolazione di 8,8 miliardi nel 2050, seguito da
un lento declino fino a 7 miliardi nel 2100. Ma la crescita
dell’impatto ecologico e delle disuguaglianze economiche
diminuirebbe il benessere complessivo, con il rischio di
collassi socio-economici in varie regioni. Nel secondo,
The Giant Leap, Earth4All ipotizza invece un «grande
balzo» globale nell’affrontare la povertà, migliorare i
livelli di istruzione e la salute pubblica. Inoltre assume
politiche che riducano la disuguaglianza economica e di
genere, consolidino la sicurezza alimentare e portino a
una rapida e completa transizione energetica. In questo
caso la popolazione mondiale potrebbe non superare 8,5
miliardi, nel 2050, e scenderebbe a 6 miliardi nel 2100.
La migliore distribuzione delle risorse e un parziale
risanamento ambientale porterebbero a un maggior
benessere globale e a società più stabili. In entrambi i casi
la popolazione mondiale sarebbe vicina oggi al suo valore
massimo, e destinata poi a scendere significativamente. È
questo alleggerimento demografico la chiave di un futuro
migliore? I calcoli mostrano che, in realtà, il principale
problema è la distribuzione asimmetrica dei consumi e
quindi dell’impronta ecologica, dominata dalla minoranza
più ricca. Il calo della popolazione non è la causa, ma la
conseguenza di una società più equa e sostenibile.
I modelli di Earth4All, come tutti i modelli sul futuro delle
società umane, non vanno presi come oracoli accurati.
Sono ipotesi, sia pure supportate da modelli matematici.
Ci mettono però davanti alla possibilità che ridurre il
nostro impatto planetario e costruire un mondo più equo
e felice siano, in fondo, la stessa cosa.
Massimo Sandal

www.lescienze.it Le Scienze 19
News

ASTRONOMIA

‘Oumuamua, una cometa oscura


Emissioni di idrogeno hanno accelerato questo oggetto senza chioma né coda

Subito dopo la sua scoperta, avvenuta a


ottobre 2017, gli astronomi capirono che
‘Oumuamua era davvero un corpo alieno,
completamente diverso da quelli osser-
vati fino a quel momento. L’asteroide sta-
va attraversando a grande velocità il siste-
ma solare per la prima e unica volta nella
sua vita, avvicinandosi fino a circa 30 mi-
lioni di chilometri dalla Terra, con un’orbi-
ta fortemente inclinata di tipo iperbolico.
La traiettoria, che implicava che l’oggetto
non era legato gravitazionalmente al Sole,
Copia di 44a51459b9e30982c62bc1505f0b61bd

lasciava dedurre che si trattasse del primo


corpo interstellare, esterno al nostro siste-
ma planetario, scoperto proprio nel breve
periodo del suo passaggio ravvicinato con
il Sole.
La sua stranezza stava anche nella for-
ma non arrotondata, ma estremamente ap-
piattita, e nel fatto di essere spinto anche
da una forza di tipo non gravitazionale,
pur non comportandosi come una cometa, la Cornell University, ‘Oumuamua è una energia sul ghiaccio d’acqua di cui è ricco.
quindi senza manifestare chioma né coda. cometa espulsa dal proprio sistema pla- Il riscaldamento prodotto dal Sole avrebbe
Adesso, uno studio pubblicato su «Nature» netario. La spinta deriva dal degassamen- poi permesso il rilascio del gas intrappola-
fa luce sul meccanismo capace di produr- to dell’idrogeno molecolare accumulatosi to, da cui è derivata la spinta osservata. In
re questa accelerazione anomala mentre il sotto la superficie dell’asteroide. A pro- pratica, ‘Oumuamua è una cometa oscura,
corpo si allontanava dal Sole. Secondo Jen- durre questo cambiamento nella struttura non così dissimile da altri corpi che si os-
nifer Bergner, dell’Università della Cali- dell’oggetto sarebbe il continuo bombar- servano nel sistema solare esterno.
fornia a Berkeley, e Darryl Seligman, del- damento di raggi cosmici e di fotoni ad alta Emiliano Ricci

Una doppia fenditura nel tempo


L’esperimento della «doppia fenditura», realizzato per la prima volta nel luce anche attraverso due fenditure «temporali», intese come due
1801 dal fisico Thomas Young, è uno dei più iconici della fisica: oltre a configurazioni diverse del materiale con cui la luce interagisce.
dimostrare la natura ondulatoria della luce, ha permesso di indagare la Sapienza e colleghi hanno così progettato un esperimento con un
cosiddetta «dualità onda-particella», una bizzarra proprietà quantistica materiale basato su ossido di indio-stagno, le cui proprietà ottiche
secondo cui anche le particelle possono comportarsi come onde. possono variare per un breve periodo di tempo (dell’ordine di un
Ora, un gruppo di ricerca guidato da Riccardo Sapienza dell’Imperial milionesimo di miliardesimo di secondo) se sottoposte a un forte
College London è riuscito a realizzare per la prima volta una versione impulso laser. Il risultato è stata l’osservazione di una figura di
temporale dell’esperimento, osservando che la luce si comporta sia interferenza, prodotta dalla separazione temporale tra due onde di luce
come una particella sia come un’onda non solo nello spazio, ma anche in arrivo rispettivamente con il laser acceso e spento. In particolare, le
nel tempo. Il risultato è stato pubblicato su «Nature Physics». fenditure temporali hanno l’effetto di modificare la frequenza della luce,
Cortesia ESO/M. Kornmesser

Nella versione classica dell’esperimento di Young, il passaggio della ossia ne cambiano il colore: la figura di interferenza ottenuta è stata
luce attraverso due fenditure parallele produce su uno schermo una quindi tale da esaltare alcuni colori, annullandone altri. L’esperimento
figura di interferenza (composta da strisce di luce chiare alternate a può costituire un punto di partenza verso applicazioni interessanti, sia
strisce scure) tipica della propagazione di onde. Già da tempo, diversi di tipo tecnologico sia nell’ambito della fisica fondamentale.
scienziati hanno avanzato l’idea di poter studiare la propagazione della Matteo Serra

20 Le Scienze 658 giugno 2023


ASTRONOMIA
Una mappa
La fuga di un buco nero dettagliata
conferma
Espulso da una galassia, si lascia dietro una scia di stelle la relatività
Una mappa della materia
oscura che copre circa
un quarto dell’intero cielo:
a ricostruirla, con un
livello di dettaglio senza
precedenti, sono stati gli
oltre 160 ricercatori della
collaborazione Atacama
Cosmology Telescope (ACT),
che hanno pubblicato il
risultato sulla piattaforma on
line arXiv.org.
Copia di 44a51459b9e30982c62bc1505f0b61bd

La materia oscura costituisce


circa l’85 per cento della
massa dell’intero universo:
a oggi è possibile accorgersi
della sua esistenza solo
indirettamente, attraverso
gli effetti gravitazionali
che produce sulla materia
ordinaria e sulle radiazioni
elettromagnetiche. Per
mappare la sua distribuzione
nella zona di universo
considerata, gli scienziati
di ACT hanno studiato le
deformazioni della radiazione
cosmica di fondo (la
«prima luce» dell’universo,
prodotta poco dopo il big
A circa sei miliardi di anni luce di distanza, si circumgalattico, innesca processi di formazio- bang): una parte di quelle
trova una lunga e stretta scia di stelle, apparen- ne stellare al suo passaggio. Nello studio, pubbli- disomogeneità è generata
temente espulse da una galassia. Scoperta per cato su «The Astrophysical Journal Letters», gli proprio dalla materia oscura
caso analizzando una ripresa del telescopio autori stimano che la scia, lunga circa 200.000 attraverso il fenomeno delle
spaziale Hubble, questa striscia luminosa all’i- anni luce (il doppio del diametro della nostra ga- «lenti gravitazionali», un
nizio era stata considerata un difetto dell’imma- lassia), sia stata creata in 40 milioni di anni. effetto previsto dalla teoria
gine fotografica. Analisi più approfondite con- Il meccanismo di espulsione del buco nero generale della relatività di
dotte alle Hawaii col telescopio Keck I, da un dal centro della galassia ospite richiede la com- Albert Einstein, secondo
gruppo guidato da Pieter Van Dokkum della Ya- presenza di altri due buchi neri supermassicci. cui la traiettoria della luce
le University, hanno dimostrato che quelle os- All’inizio due galassie, con i loro SMBH al cen- può essere deviata da una
Cortesia NASA/ESA/Leah Hustak (STScI)

servate sono stelle molto giovani, e che altre so- tro, si fondono e i due SMBH iniziano a orbita- sorgente gravitazionale. I
no in formazione. re l’uno attorno all’altro. Prima che i due SMBH risultati sono in accordo con
A produrre questa strana scia è, secondo Van si fondano in un unico oggetto, arriva una terza le previsioni della relatività
Dokkum e colleghi, un buco nero supermassic- galassia, con un SMBH. Questo terzo SMBH crea generale e ridimensionano gli
cio (SMBH, da «supermassive black hole») espul- un’instabilità gravitazionale nel sistema e uno indizi che indicavano alcune
so dalla galassia da cui sembra uscire il corteo dei tre SMBH viene espulso. Gli autori ipotizza- possibili crepe nel modello
di stelle. In pratica, il buco nero, di massa pari a no che questa sia solo la prima scia scoperta, e cosmologico standard.
20 milioni di masse solari, muovendosi a grande che altre verranno osservate presto. Matteo Serra
velocità (1600 chilometri al secondo) nel mezzo Emiliano Ricci

www.lescienze.it Le Scienze 21
News

FISIOLOGIA VEGETALE
DNA giunto
Anche le piante si lamentano dai virus regola
lo sviluppo
Sotto stress, emettono vari tipi di ultrasuoni della placenta
Il nostro DNA contiene
un sorprendente otto
per cento di retrovirus
endogeni, antichi virus
che si sono integrati qua
e là nel nostro genoma e
sono diventati inattivi. Sono
spesso considerati «DNA
spazzatura», relitti innocui e
superflui.
Ma l’evoluzione non butta
via niente, come dimostra
Copia di 44a51459b9e30982c62bc1505f0b61bd

uno studio pubblicato


su «Nature Structural &
Molecular Biology» da
Miguel Branco, della Queen
Mary University di Londra, e
colleghi.
La regolazione di numerosi
geni fondamentali per lo
sviluppo della placenta
umana, infatti, sembra
essere governata dalle
sequenze di retrovirus
endogeni che si trovano
vicini a essi. In particolare,
le sequenze retrovirali sono
necessarie per l’espressione
di geni decisivi per lo
sviluppo del trofoblasto, il
Le piante sono tutt’altro che silenziose: quan- sul fusto. Le registrazioni hanno rivelato che le tessuto da cui dipende il
do soffrono, emettono suoni impercettibili all’o- piante stressate emettono numerosi suoni si- nutrimento dell’embrione.
recchio umano. Lo hanno scoperto ricercato- mili a clic e schiocchi, con frequenze fra i 40 e Alcuni dei geni regolati
ri dell’Università di Tel Aviv, in Israele, che per gli 80 kHz. Sono frequenze che superano la so- dai retrovirus endogeni,
la prima volta hanno registrato i rumori emes- glia dell’udito umano, che rileva una frequenza oltre a dimostrare il ruolo
si da alcuni vegetali sotto stress. «Il mondo in- massima di circa 16 kHz. Usando modelli mate- di queste sequenze nella
torno a noi è pieno di suoni emessi dalle pian- matici, i ricercatori hanno capito che ogni pian- nostra evoluzione, sono noti
te, che contengono informazioni circa la scarsità ta e ogni tipo di stress sono associati a un suono per il loro coinvolgimento in
d’acqua o lesioni delle loro strutture», dice Li- specifico. condizioni patologiche della
lach Hadany, biologa e autrice senior dello stu- I biologi vogliono ora capire con che mecca- placenta, di cui alcune gravi,
dio pubblicato su «Cell». nismo esatto questi suoni sono prodotti e se ser- come la preeclampsia. Tutto
Per ascoltare questi rumori, i ricercatori han- vono a comunicare con altre specie vegetali e ciò suggerisce che, in futuro,
no collocato piante di tabacco (Nicotiana taba- animali. Secondo gli autori, le ricerche potreb- comprendere e modulare
Cortesia Ohad Lewin-Epstein

cum) e pomodoro (Solanum lycopersicum) in bero avere applicazioni per la cura delle piante. il funzionamento di queste
una scatola acustica dotata di microfoni a ultra- «Anche gli esseri umani potrebbero usare que- sequenze potrebbe aiutare
suoni in grado di registrare frequenze compre- ste informazioni, per esempio con sensori che a prevenire e affrontare
se fra i 20 e i 250 chilohertz (kHz). In seguito, al- dicono quando una pianta ha bisogno d’acqua», malattie della gravidanza.
cune delle piante sono state messe in condizioni afferma Hadany. Massimo Sandal
di stress, privandole di acqua e praticando tagli Enrico Nicosia

22 Le Scienze 658 giugno 2023


ZOOLOGIA

Gli strani recettori di polpi e calamari


Situati sui tentacoli, derivano dai recettori di un neurotrasmettitore

Una ricerca guidata da Ryan Hibbs dell’Università della California


a San Diego, e Nicholas Bellono della Harvard University, dimo-
stra l’esistenza di un particolare tipo di recettori sugli arti di polpi
e calamari. Si tratta di recettori chemiotattili, che permettono a
questi molluschi cefalopodi, dalla nota intelligenza, di percepire
informazioni sul «sapore» di ciò che toccano, e sembrano deriva-
re da recettori per il neurotrasmettitore acetilcolina, simili a quel-
li presenti nei nostri motoneuroni.
I ricercatori hanno inoltre individuato alcune differenze tra i
recettori dei polpi e quelli di seppie e calamari. I recettori chemio-
tattili di questi ultimi animali, appartenenti a un superordine di-
verso, sono sensibili a sostanze dal sapore amaro e sono struttu-
ralmente più simili ai recettori per l’acetilcolina. Quelli dei polpi,
Copia di 44a51459b9e30982c62bc1505f0b61bd

invece, sono sensibili a sostanze grasse, come i terpeni, e hanno


più differenze rispetto alla struttura originale.
È probabile che i due tipi di recettori si siano differenziati indi-
pendentemente in base alle diverse necessità e abitudini preda-
torie di questi animali. Seppie e calamari cacciano rimanendo in
agguato e mimetizzandosi con l’ambiente circostante, piomban-
do sulla preda e arpionandola con due lunghi tentacoli. È proba-
bile quindi che i loro recettori tornino utili per captare sostanze
rilasciate da altri animali e disciolte nell’acqua. I polpi utilizzano
invece le loro otto braccia per esplorare il fondo marino alla ricer-
ca di potenziali prede.
Il risultato è stato pubblicato su «Nature» e rappresenta una
delle prime osservazioni di un adattamento da un recettore per
un neurotrasmettitore a un recettore sensoriale, differenziatosi a
seconda delle caratteristiche comportamentali delle varie specie.
Aurora Colangelo

Una formica chimerica, mosaico di due tipi di cellule con genomi diversi
Le cellule di un organismo hanno tutte la stessa dotazione di DNA. materno. Sono quindi chimere viventi, come spiegato su «Science».
È una delle regole dell’ereditarietà biologica. Ma c’è un’eccezione. I ricercatori hanno denominato le cellule con i nomi dei cromosomi
Sequenziando il DNA di 53 regine, 91 operaie e 574 maschi di che le caratterizzano: le cellule R sono sovra-rappresentate nei tessuti
formica pazza gialla (Anoplolepis gracilipes) prelevati da 14 località del somatici, le W sono più frequenti nella linea germinale. Il meccanismo
Sudest asiatico, ricercatori della «Johannes Gutenberg» Universität di riproduttivo è complesso: tutte le uova della regina portano una copia
Magonza, in Germania, guidati dal biologo evoluzionista Hugo Darras, del genoma R. Se un uovo è fecondato da uno spermatozoo con
hanno scoperto un sistema riproduttivo finora sconosciuto. «Studi genoma R, si sviluppa una regina. Se invece è fecondato da uno
precedenti avevano mostrato che i maschi hanno due versioni di ogni spermatozoo W, ci sono due possibili esiti: se i due nuclei si fondono,
cromosoma. Un risultato inatteso, perché i maschi di formiche, api e si sviluppa una formica operaia, con cellule diploidi; se non si fondono,
vespe di solito si sviluppano da uova non fecondate, per cui hanno solo per cause ancora ignote, l’uovo dà vita a un maschio chimerico, in cui
una copia di ciascun cromosoma», ha spiegato Darras. alcune cellule portano un genoma R e altre W. La scoperta rivelerebbe
Cortesia Anik Grearson

Gli studi del suo gruppo hanno rivelato però che i maschi nascono da un conflitto evolutivo tra i lignaggi per dominare la linea germinale
ovuli fecondati e che, sorprendentemente, sono gli unici organismi nella specie, considerata tra le più invasive. Per scoprire se tale tratto
noti a presentare differenti patrimoni genetici in diverse cellule del dipenda dal mosaico dei suoi cromosomi, serviranno ulteriori indagini.
corpo: alcune contengono solo il genoma paterno, altre solo quello Giulia Assogna

www.lescienze.it Le Scienze 23
News

Quanto sono antiche


Un cuore le savane africane
in miniatura
Ricercatori della Baylor University di Waco in
creato in Texas, e dell’Università del Minnesota a Minnea-
laboratorio polis, a capo di un’ampia collaborazione interna-
zionale, hanno datato la comparsa delle savane
È grande appena mezzo africane intorno ai 20 milioni di anni fa, dieci mi-
millimetro ma è la cosa lioni di anni prima di quanto si pensasse.
più simile a un cuore Analizzando campioni di suolo antico del
umano che sia stata Kenya e dell’Uganda, Daniel Peppe, primo auto-
creata in laboratorio. Il re dello studio pubblicato su «Science», e colle-
mini-cuore, un modello ghi hanno individuato abbondanti firme di pian-
noto come organoide, è te C4 – con ciclo fotosintetico che permette di
opera di un gruppo delle resistere in condizioni di aridità ed esposizione
Technische Universität diretta al Sole – risalenti a un periodo compre-
di Monaco di Baviera, so fra 21 e 17 milioni di anni fa. La scoperta indi-
in Germania, guidato da ca che nell’Africa del primo Miocene erano pre-
Alessandra Moretti, docente senti habitat misti e aperti come i boschi erbosi.
di medicina rigenerativa
Copia di 44a51459b9e30982c62bc1505f0b61bd

Uno studio correlato, pubblicato su «Science»


cardiovascolare. I ricercatori e guidato da John Kingston dell’Università del
hanno fatto ruotare circa Michigan, ha effettuato analisi dentali e schele-
35.000 cellule staminali triche su un primate estinto del Miocene, Moro-
pluripotenti indotte in una topithecus, chiarendo che consumava foglie con
sfera all’interno di una poca acqua e sapeva muoversi in spazi aperti.
centrifuga. Per alcune Secondo gli autori, lo sviluppo dei boschi erbo-
settimane, seguendo un si con piante C4 nell’Africa di 20 milioni di anni
protocollo brevettato, sono fa avrebbe spinto l’evoluzione di nuove forme di
state aggiunte alla coltura locomozione fra i primati. (EnNi)
cellulare diverse molecole
di segnalazione, che
controllano il programma Probiotici per curare i coralli
di sviluppo del cuore.
L’organoide così ottenuto, Troppi antibiotici aumentano il rischio di resistenza pure nei coralli. Perciò fanno ben sperare i risultati di
descritto su «Nature uno studio su «Communications Biology» coordinato da Valerie Paul, ecologa a capo della Smithsonian
Biotechnology», non pompa Marine Station di Fort Pierce negli Stati Uniti. I ricercatori hanno scoperto un probiotico più efficace
sangue ma può essere dell’amoxicillina (la terapia antibiotica oggi in uso) nel curare la malattia della perdita di tessuto dei coralli
stimolato elettricamente duri, scoperta nel 2014 in Florida e forse causata da un batterio, che distrugge i tessuti molli di alcuni
ed è in grado di contrarsi coralli con scheletro calcareo. Studiando la madrepora Montastraea cavernosa, una delle specie colpite
come le camere cardiache dalla malattia, il gruppo ha visto che anche in individui infetti rimanevano comunque alcune parti sane.
umane. Gli organoidi Analizzando la comunità batterica residente su questi frammenti resistenti, il gruppo ha quindi individuato
cardiaci esistevano già; batteri con attività antimicrobica, tra cui un ceppo del genere Pseudoalteromonas denominato McH1-
questo, però, non contiene 7. Esperimenti in laboratorio hanno provato che questo ceppo rallenta la progressione della malattia e ne
Cortesia Corbin Rainbolt (Morotopithecus); SPL/AGF (coralli)

solo cellule del muscolo impedisce la diffusione tra coralli, a differenza degli antibiotici. Se l’azione di McH1-7 si mostrerà ad ampio
cardiaco, ma anche cellule spettro (si sta testando su altri coralli), si potrà sviluppare una nuova cura per le barriere coralline. (MaSap)
dello strato esterno della
parete del cuore, che
giocano un ruolo chiave
nella sua formazione.
L’«epicardioide», come è
stato battezzato, aiuterà a
far luce sulle prime fasi di
sviluppo del cuore, ancora
poco note, e su malattie e
difetti congeniti. (EuMe)

24 Le Scienze
I tessuti delle donne forse Un dolcificante artificiale
invecchiano prima frena l’immunità dei topi Droghe
cerimoniali
A giudicare dall’aspetto della pelle, le donne Il sucralosio è un dolcificante artificiale privo di
sembrano invecchiare più in fretta degli uomi- calorie derivato dal saccarosio, rispetto al quale
nell’Età
ni, anche se in media vivono più a lungo. è 600 volte più dolce. del bronzo
Ora una ricerca pubblicata in preprint (in at- Viene consumato in cibi e bevande, ma i suoi
tesa di peer review) su «bioRxiv», da Michael Ben effetti sull’organismo umano non sono ancora Da un sito di sepoltura
Ezra e colleghi dell’Università di Copenaghen, chiari. Nei topi, invece, sappiamo che frena l’at- dell’Età del bronzo
indica che in effetti l’invecchiamento avviene a tività di alcune cellule immunitarie, i linfociti T. sull’isola di Minorca, nel
velocità diverse nei due sessi. Lo studio riporta Lo ha scoperto un gruppo coordinato dalla bio- Mediterraneo occidentale,
i dati di 33 milioni di biopsie di individui da ze- loga Karen Vousden del Francis Crick Institute arrivano le più antiche prove
ro a 100 anni, scoprendo che mentre segni di britannico, con uno studio pubblicato su «Natu- dirette sull’uso di droghe
invecchiamento, come infiammazione e cellu- re». Dopo aver dato da bere agli animali acqua e in Europa. Le ha scoperte
le giganti, si notano nelle donne fin dai 19 anni, sucralosio per dieci settimane (in dosi giorna- un gruppo di ricercatori
con una successivo aumento graduale, negli uo- liere considerate sicure dalle agenzie per la si- con prima firma Elisa
mini non si vedono fino ai 40, ma poi aumenta- curezza alimentare europea e statunitense), i Guerra-Doce, archeologa
no rapidamente. Fanno eccezione solo fegato e ricercatori hanno osservato una minore proli- dell’Università di Valladolid
cuore, che invecchiano allo stesso ritmo nei due ferazione e attivazione dei linfociti T in risposta in Spagna, che ha analizzato
Copia di 44a51459b9e30982c62bc1505f0b61bd

sessi. Lo studio però non convince tutti: le biop- a infezioni e tumori. Il dolcificante impedisce la alcune ciocche di capelli
sie infatti sono state prelevate a causa di patolo- mobilitazione del calcio al loro interno e così ne umani risalenti a 3000
gie, e i segni di invecchiamento potrebbero di- riduce l’attività (non ha invece alcun effetto su anni fa, rinvenute in una
pendere dalla malattia. Inoltre la differenza fra altre cellule immunitarie). La scoperta non deve grotta funeraria dell’isola
i generi potrebbe anche dipendere dal fatto che allarmare, visto che è improbabile che una per- delle Baleari. Nello studio,
le donne in media si recano dal medico per sin- sona consumi le quantità giornaliere di sucralo- pubblicato su «Scientific
tomi meno gravi di quelli che spingono gli uo- sio date ai topi. Piuttosto, i ricercatori intendo- Reports», gli autori hanno
mini, quindi ci sono più biopsie di donne da gio- no sfruttarla a scopo terapeutico, per curare chi usato la cromatografia
vani. Per una conferma occorrerà uno studio soffre di malattie autoimmuni in cui si ha un’ipe- liquida ad alta prestazione
analogo su soggetti sani. (AlSa) rattivazione dei linfociti T. (MaSap) – una tecnica che separa i
componenti di un campione
– e la spettroscopia di massa
Osservata per la prima volta la riflessione temporale avanzata, trovando tracce
di atropina, scopolamina
Il fenomeno della riflessione spaziale è familiare: ed efedrina nei campioni
la sperimentiamo, per esempio, osservandoci analizzati.
allo specchio o ascoltando l’eco di un’onda Atropina e scopolamina,
sonora. Ma la riflessione nello spazio non è l’unica sostanze che inducono
possibile: a livello teorico, si ipotizza da tempo allucinazioni, sono presenti
che un’onda possa subire anche una riflessione in alcune piante come la
temporale, che inverte la direzione dell’onda mandragora (Mandragora
nel tempo e ne modifica la frequenza. L’effetto è autumnalis), il giusquiamo
bizzarro: specchiandoci in un ipotetico «specchio (Hyoscyamus albus)
temporale», che riflette temporalmente un’onda e lo stramonio (Datura
visibile, vedremmo la nostra nuca anziché il volto, stramonium). L’efedrina
in colori diversi. Ora un gruppo guidato da Andrea invece è un alcaloide
Alù, della City University of New York, ha realizzato stimolante presente
per la prima volta un esperimento che ha prodotto nell’arbusto efedra fragile
riflessioni temporali di segnali elettromagnetici (Ephedra fragilis).
(microonde). I ricercatori – che hanno pubblicato Secondo gli autori, le
il risultato su «Nature Physics» – hanno sfruttato sostanze individuate nei
le proprietà di un metamateriale realizzato ad hoc, capelli antichi suggeriscono
le cui proprietà ottiche possono variare in modo che queste piante venivano
Cortesia Andrea Alù

significativo quasi all’istante. La scoperta potrà consumate come droghe


aprire la strada ad applicazioni tecnologiche, in vegetali durante le cerimonie
particolare nelle telecomunicazioni. (MaSe) rituali. (EnNi)

www.lescienze.it Le Scienze 25
Copia di 44a51459b9e30982c62bc1505f0b61bd

La missione europea JUICE


e quella statunitense Europa
Clipper (in questa illustrazione)
investigheranno sotto la superficie
di alcune lune gioviane.
DOSSIER

I MOLTI
MONDI DI

Copia di 44a51459b9e30982c62bc1505f0b61bd
GIOVE Nuove missioni
esploreranno oceani
potenzialmente abitabili su
lune enigmatiche in orbita
attorno al pianeta più
grande del sistema solare

Illustrazione di
Señor Salme
Copia di 44a51459b9e30982c62bc1505f0b61bd

PLANETOLOGIA

Missioni
sulle lune
Una sonda europea e una della NASA
andranno alla ricerca di segni di abitabilità
sulle lune ghiacciate di Giove

di Jonathan O’Callaghan
Le lune Io ed Europa
sono visibili a destra di Giove
in questa fotografia
scattata dalla missione Juno.

Copia di 44a51459b9e30982c62bc1505f0b61bd

S
e c’è vita su altri corpi del siste-
ma solare oltre la Terra, le gran-
di lune ghiacciate di Giove sono
un ottimo luogo in cui cercarla.
Gli scienziati ritengono che al
loro interno si nascondano vasti oceani, che so-
no mantenuti liquidi dalle oscillazioni prodotte
dall’immenso campo gravitazionale di Giove,
e protetti dall’intensa cintura di radiazioni del
pianeta grazie a spesse lastre di ghiaccio.
Jonathan O’Callaghan è un giornalista freelance che
si occupa di voli spaziali commerciali, esplorazione
dello spazio e astrofisica.

«Quello che abbiamo imparato sulla Terra è che, dove si trova


l’acqua, molto spesso si trova la vita», dice Mark Fox-Powell, del-
la Open University, nel Regno Unito. «Quando ci guardiamo in gi-
ro nel sistema solare, i luoghi che hanno acqua [liquida] oggi sono
ristretti alla Terra e alle lune di Giove e di Saturno». Quest’ultimo
pianeta e i suoi satelliti, studiati in dettaglio dal 2004 al 2017 dalla
missione Cassini-Huygens della NASA e dell’Agenzia spaziale eu-
ropea (ESA), nascondono ancora segreti che gli scienziati un gior-
no sonderanno. Per ora, però, tutti gli occhi sono puntati su Giove.
Una nuova missione che visiterà il pianeta più grande del no-
stro sistema solare e indagherà l’abitabilità delle sue lune è appe-
na partita: la sonda JUICE (Jupiter Icy Moons Explorer) dell’ESA,
lanciata il 14 aprile da una base ESA nella Guyana Francese, in Sud
America, su un razzo europeo Ariane 5. La navicella, di sei ton-
nellate, impiegherà otto anni per raggiungere Giove, risparmian-
do carburante lungo il percorso grazie alle spinte gravitazionali
di Terra, Venere e Marte. Al suo arrivo, nel luglio 2031, la sonda
Copia di 44a51459b9e30982c62bc1505f0b61bd

a energia solare concentrerà i suoi dieci strumenti scientifici su


tre delle quattro lune gioviane più grandi – Europa, Ganimede e
Callisto – che si pensa ospitino oceani nel sottosuolo. Ganimede,
la luna più grande del sistema solare, riceverà gran parte dell’at-
tenzione. Dopo la ricognizione iniziale la sonda entrerà in orbi-
ta intorno a Ganimede nel 2034 (si veda l’articolo a p. 40). «Stia-
mo cercando di caratterizzarne l’abitabilità», spiega Emma Bunce,
dell’Università di Leicester, nel Regno Unito, che fa parte del team gettando le basi per missioni successive che cerchino direttamen-
di JUICE. te le prove della vita, eventualmente anche immergendosi negli
L’ESA non è l’unica agenzia spaziale che ha Giove nel mirino. oceani stessi. Non possiamo ancora viaggiare su mondi alieni in-
L’idea che si sarebbe poi concretizzata in JUICE è nata nel 2008, torno ad altre stelle, ma Giove potrebbe essere l’alternativa mi-
nell’ambito di una collaborazione con la NASA denominata Eu- gliore che abbiamo al momento.
ropa Jupiter System Mission (EJSM). Questa collaborazione pre-
vedeva che l’Europa costruisse una sonda focalizzata su Gani- Le prime lune
mede, mentre la NASA avrebbe costruito una sonda per Europa. Giove e i suoi satelliti sono spesso considerati un sistema sola-

Pagine precedenti: NASA/JPL-Caltech/SwRI/MSSS (dati dell’immagine); Andrea Luck © CC BY 3.0


Problemi di finanziamento negli Stati Uniti, tuttavia, hanno por- re in miniatura per la complessità e la varietà delle lune del piane-

Unported (https://photojournal.jpl.nasa.gov/catalog/PIA25014) (elaborazione dell’immagine)


tato la NASA ad abbandonare la EJSM a inizio 2010, lasciando ta, e in particolare delle quattro più grandi, le lune galileiane, che
l’Europa da sola. «Non avevamo i soldi», dice Louise Prockter del prendono il nome da Galileo Galilei, che le scoprì nel 1610. La lo-
Johns Hopkins University Applied Physics Laboratory, che fa par- ro identificazione sconvolse la nostra visione dell’universo, rive-
te del gruppo di ricerca statunitense. «Questo ha segnato la fine lando i primi oggetti conosciuti in orbita attorno a un corpo che
del ramo dedicato a Europa del progetto». È stata una delusione, non fosse il Sole o la Terra e avvalorando così il modello coperni-
ma non del tutto inattesa: «Sono cose che capitano», dice Miche- cano del cosmo, che non ci vedeva al centro. Oggi si sa che Giove
le Dougherty dell’Imperial College di Londra, che ha lavorato alla ha 92 satelliti naturali. Eppure, neanche Galileo avrebbe potuto
parte europea dell’EJSM. immaginare quanto si sarebbero rivelate affascinanti le sue lune
Il riscatto è arrivato nel 2013, quando gli sforzi della NASA per 400 anni dopo, o quanto potrebbero rivelarsi cruciali nella ricer-
esplorare Europa hanno ricevuto nuovo sostegno e finanziamenti ca di vita nell’universo.
dal Congresso. Inizialmente chiamato Europa Multiple Flyby Mis- La prima sonda ad avventurarsi nel regno di Giove, con le sue
sion, il progetto statunitense è poi diventato Europa Clipper, dal lune e il resto, è stata Pioneer 10, della NASA. Ha sorvolato il piane-
nome delle navi mercantili «clipper» del XIX secolo. La collabo- ta nel dicembre 1973, fornendo le prime immagini ravvicinate del
razione internazionale è così rinata, almeno in parte. Prockter di- magnifico gigante gassoso. Il sorvolo eseguito dalla sonda NASA
ce che «è molto ridotta», anche se stima che sarà ancora possibile Voyager 1 nel marzo 1979 si è rivelato ancora più notevole. Le sue
condurre circa il 70 per cento della ricerca scientifica congiunta immagini hanno rivelato che Europa ha una brillante superficie
prevista in origine. Con queste due missioni, la nostra conoscen- ghiacciata, priva di crateri, il che fa pensare a un qualche proces-
za di Giove e delle sue lune è destinata ad aumentare in modo so di riemersione che mantiene la sua crosta fresca e intatta. Gli
sostanziale. Le navicelle ci diranno se la vita potrebbe esistere in scienziati hanno ipotizzato che la spiegazione più plausibile fos-
alcuni degli incredibili oceani sotto la superficie di questi mondi, se una riserva invisibile di acqua liquida sotto la superficie, un’i-

30 Le Scienze 658 giugno 2023


Copia di 44a51459b9e30982c62bc1505f0b61bd

dea allettante, visto che sulla Terra la vita si trova nei luoghi in cui no a Europa allo stesso modo in cui JUICE orbiterà intorno a Ga-
c’è l’acqua. nimede, perché Europa, per la sua vicinanza a Giove, è pericolo-
Nel dicembre 1995 la missione Galileo della NASA è stata la pri- samente immerso nella cintura di radiazioni del pianeta. Clipper
ma a orbitare intorno a Giove, facendo numerose scoperte, tra cui effettuerà invece circa 50 sorvoli di Europa sfrecciando nel siste-
il fatto che la terza luna del pianeta per dimensioni, Io, è il mondo ma gioviano, consentendo di mapparne l’interno e di determina-
con la maggiore attività vulcanica del sistema solare. I dati raccol- re l’estensione del suo oceano sotterraneo, oltre che di studiare
ti da Galileo su Europa nel 1996 hanno rivelato che qualcosa sta- altri obiettivi. «Visto l’ambiente radioattivo, mettere un orbiter in-
va perturbando il campo magnetico di Giove, rafforzando gli in- torno a Europa significherebbe farlo sopravvivere solo da uno a
dizi della presenza di un liquido in movimento sotto la superficie tre mesi prima che le radiazioni lo mettano fuori uso», dice Curt
Unported (https://photojournal.jpl.nasa.gov/catalog/PIA25015) (elaborazione dell’immagine)

di Europa. La prova migliore dell’esistenza di un oceano liquido su Niebur, scienziato del programma Europa Clipper al quartier ge-
NASA/JPL-Caltech/SwRI/MSSS (dati dell’immagine); Thomas Thomopoulos © CC BY 3.0

Europa è poi arrivata vent’anni dopo, quando il telescopio spaziale nerale della NASA a Washington. «Ci siamo però resi conto che
Hubble ha individuato pennacchi d’acqua che fuoriuscivano dalla potevamo fare un sorvolo, raccogliere i dati e andarcene dove le
sua superficie. La sonda Galileo ha orbitato intorno a Giove per ot- radiazioni sono più basse. Così potrà durare anni, non mesi».
to anni, terminando nel 2003, ed è stata «una missione fantastica», Durante le loro missioni sovrapposte, JUICE e Clipper esegui-
dice Olivier Witasse dell’ESA, scienziato del progetto JUICE. «Stia- ranno un intricato tango saltellando tra le «attrazioni» di Giove,
mo davvero camminando sulle spalle di Galileo». con molte opportunità per collaborare. «Avere due veicoli spa-
Nessun’altra sonda ha orbitato intorno a Giove fino all’arrivo di ziali nello stesso sistema sarà fantastico», afferma Witasse. Una
Juno, della NASA, nel 2016. Juno è tuttora operativa, ma si con- ventina di scienziati di entrambe le missioni si stanno incontran-
centra su Giove, girandogli intorno in un’orbita ad anello per son- do pressoché ogni settimana nell’ambito del Comitato direttivo
darne l’interno, riprendere immagini delle sue violente tempeste di JUICE-Clipper, che sta ragionando su come le due sonde po-
e monitorarne l’immenso campo magnetico. Ha scattato anche tranno sincronizzarsi su Giove. «Stiamo discutendo le opportuni-
qualche foto delle sue lune, ma ci vorranno missioni specifiche tà scientifiche ed elaborando un piano» da presentare alla NASA e
per svelarne i segreti. E qui entrano in gioco JUICE e Clipper. all’ESA, dice Bunce, co-presidente del comitato insieme a Prock-
ter. Anche se «alcuni dettagli sono un po’ diversi» rispetto alla col-
Balzi tra lune e avvistamenti di pennacchi laborazione iniziale EJSM, dice Bunce, il sogno rimane vivo. «Il
Clipper sarà lanciato nell’autunno del 2024 con un razzo Fal- piano originale prevedeva una missione incentrata su Ganimede
con Heavy di SpaceX. Nonostante la partenza più tardiva, grazie e un’altra su Europa – dice Bunce – ed è quello che abbiamo».
al veicolo di lancio più potente raggiungerà Giove con oltre un Una possibilità è che ogni veicolo spaziale faccia da osservato-
anno di anticipo su JUICE, nell’aprile 2030. Non orbiterà intor- re per l’altro. JUICE, per esempio, potrebbe tenere d’occhio Eu-

www.lescienze.it Le Scienze 31
NASA/JPL-Caltech/SwRI/MSSS (image data);
Kalleheikki Kannisto © CC BY 3.0 Unported
(https://photojournal.jpl.nasa.gov/catalog/PIA25028)
(image processing)

Copia di 44a51459b9e30982c62bc1505f0b61bd
da vicino Ganimede, la luna
Nel 2021 Juno ha sorvolato

più grande del sistema solare.


ropa da lontano mentre Clipper si prepara a passargli vicino; una
partnership preziosa, soprattutto se davvero ci sono pennacchi
d’acqua liquida che sgorgano da crepe nel ghiaccio che la sovra-
sta. Scrutare questi pennacchi potrebbe portare a studiare ma-
teriali oceanici espulsi solo da «pochi minuti», dice Fox-Powell.
«C’è davvero l’opportunità di studiare qualcosa di incontamina-
to.» Mentre Clipper si avvicina a Europa, JUICE potrebbe cerca-
re i pennacchi che eruttano dalla superficie, consentendo a Clip-
per di orientare il suo sguardo in quella direzione. «Se JUICE ne
individuasse uno, potrebbe indicarci dove guardare», dice Prock-
ter. Clipper potrebbe anche passare per caso attraverso alcuni
pennacchi, e potrebbe quindi campionarli direttamente e cerca-
re tracce di molecole complesse, possibili segni di vita nell’ocea-
no di Europa.
Anche JUICE eseguirà due sorvoli di Europa prima di orbita-
re intorno a Ganimede. Uno di questi, nel luglio 2032, sarà a sole
quattro ore da un sorvolo di Clipper. «Possiamo eseguire misure
simili nello stesso momento», dice Witasse. Ciò potrebbe consen-
tire di svolgere alcune interessanti attività scientifiche, anche se
i dettagli esatti restano ancora da stabilire. «Non sorvoleremo la
stessa posizione, ma sarà senz’altro molto interessante», aggiun-
ge. «Potremmo riprendere caratteristiche superficiali simili o, se
Copia di 44a51459b9e30982c62bc1505f0b61bd

c’è un pennacchio, osservarlo da prospettive diverse».


L’attenzione congiunta riservata a Europa è dovuta fra l’altro
al sospetto che il suo oceano d’acqua liquida sia a diretto contat-
to con un nucleo roccioso. Lì le bocche idrotermali – aperture nel
fondale marino da cui può fuoriuscire il calore delle profondità –
potrebbero fornire energia e sostanze nutritive sufficienti a soste-
nere la vita. «Sulla Terra abbiamo bocche idrotermali che ospitano
intere comunità di organismi», dice Fox-Powell. «Abbiamo buone
ragioni per credere che su Europa avvengano reazioni chimiche
simili». La massa molto più grande di Ganimede, invece, significa
che il ghiaccio a più alta densità potrebbe essere caduto sul fondo
del suo oceano, creando una barriera che blocca gli sfiati. Il ghiac-
cio «potrebbe sigillare il nucleo roccioso», dice Fox-Powell. «Eu-
ropa non è abbastanza grande per avere tanta gravità e pressione,
quindi il ghiaccio ad alta pressione non si forma».

Due missioni, una sola visione


Nulla di tutto ciò esclude che Ganimede possa essere abitabile,
né diminuisce il suo interesse scientifico. Dopo essere entrato in
orbita intorno a Ganimede nel dicembre 2034, JUICE effettuerà
un rilevamento dell’intera superficie, studierà il suo campo ma-
gnetico e tenterà di mappare i suoi strati d’acqua interni. Perché
un ambiente sia interessante quanto a potenziale abitabilità, deve
avere «una fonte di calore, acqua liquida, materiale organico e sta-
bilità», dice Dougherty, «Su Encelado [la luna di Saturno] sappia-
mo di averne tre. Su Europa ne abbiamo tre. E su Ganimede stia-
mo cercando di capirlo».
Anche se partirà da un’orbita alta, a 5000 chilometri sopra Ga-
nimede, nell’arco di nove mesi JUICE scenderà fino a soli 200 chi-
lometri sopra la sua superficie. Infine, nel 2035, al termine del-
la missione, si schianterà deliberatamente sulla sua superficie
per minimizzare il rischio che i propri detriti contaminino Euro-
pa. Non si ritiene che Ganimede abbia pennacchi, ma se dovesse
averne, o se la sua crosta di ghiaccio si rivelasse particolarmente
sottile, questo finale potrebbe essere ripensato per non contami-
nare anche l’oceano liquido di Ganimede. «Se qualcosa indica che
c’è un collegamento tra oceano interno e superficie esterna, po-

Le Scienze 33
Copia di 44a51459b9e30982c62bc1505f0b61bd

Crepe e creste ricoprono la superficie di Europa le Pereira, ora al Florida Institute of Technology, ha condotto un
in questa immagine assemblata usando i dati rilevati esperimento per verificare quanto tempo potrebbe occorrere,
dalla sonda Galileo. usando una colonna di ghiaccio criogenico alta due metri chiama-
ta Europa Tower, per simulare la superficie del satellite. Ha pre-
tremmo dover cambiare la nostra orbita», dice Giuseppe Sarri, sentato il suo lavoro al congresso dell’American Astronomical So-
dell’ESA, responsabile del progetto JUICE. ciety, svoltosi a Seattle a inizio gennaio 2023, mostrando che il
Clipper fornirà un’analoga mole di conoscenze su Europa e compito potrebbe richiedere da 3 a 13 anni, un’attesa lunga anche
il suo oceano. Non è progettato per trovare prove definitive del- per missioni pluridecennali come queste.
la presenza di organismi viventi ma, nella migliore delle ipotesi, Oltre al ticchettio dell’orologio, ci sono altri ostacoli. «Trovare
potrebbe osservare gli ingredienti della vita nei pennacchi emes- un modo per avere cavi che trasferiscano energia e informazio-
si dalla sua superficie. La rilevazione della vita potrebbe avveni- ni tra il lander e la sonda è un problema davvero grande, che va
re in una missione successiva, come l’ambitissimo Europa Lander risolto nei prossimi anni», dice do Vale Pereira. Il lander dovreb-
della NASA. Un’idea per questa missione è stata elaborata anni fa be forse portare con sé diversi chilometri di cavi, abbastanza resi-
da scienziati e ingegneri del Jet Propulsion Laboratory (JPL) della stenti da sopportare che l’acqua si ricongeli attorno a loro durante
NASA, in California, ma è in attesa di ulteriori finanziamenti. «Eu- la discesa. Il valore scientifico della soluzione di questi problemi,
ropa Lander non viene inserita da un bel po’ di tempo nel bilan- tuttavia, è enorme, non da ultimo per la prospettiva di collocare
cio presidenziale o in quello approvato dal Congresso», dice Nie- una macchina direttamente in un oceano alieno.
bur. Una tabella di marcia per l’esplorazione interplanetaria degli Questi sogni sono lontani molti anni. Ogni speranza di realiz-
Stati Uniti, prodotta dalle National Academies statunitensi a fine zarli dipenderà dal fatto che i viaggi verso Giove confermino che
2021, ha assegnato alla missione una priorità inferiore rispetto ad le sue lune ghiacciate sono davvero quelle mete interessanti che
altri progetti NASA. Per ora il lavoro è archiviato, pronto e in attesa riteniamo. Partendo da JUICE, e da Clipper l’anno prossimo, ab-
di rinascere. «Confido che ciò che ci mostrerà Europa Clipper fa- biamo iniziato ad affrontare alcuni dei quesiti più affascinanti sul-
rà venire voglia di tornare sul satellite, e il passo logico successivo le lune di Giove rimasti a lungo irrisolti. La sonda Galileo «ci ha
NASA/JPL-Caltech/SETI Institute

è qualche lander», dice Niebur. «Ma forse da Clipper emergerà un mostrato che vale la pena tornarci», dice Niebur. Ora lo stiamo fa-
colpo di scena, e un lander non sarà la soluzione giusta. Forse pre- cendo non con uno ma con due veicoli, in una partnership tran-
feriremo volteggiare nei pennacchi, anziché atterrare». satlantica che mira a fare progressi considerevoli nella ricerca di
Se ci si vorrà immergere in questo oceano alieno, sfondare il zone abitabili intorno al Sole. Nel nostro sistema solare non c’è un
ghiaccio dello spessore di chilometri pone le sue difficoltà. Una mondo come la Terra, ma forse luoghi come Europa e anche Ga-
possibilità è che un lander includa una sonda termica che apra la nimede sono qualcosa di abbastanza simile. E se la vita può so-
strada fondendo la crosta ghiacciata. L’anno scorso Paula do Va- pravvivere qui, chissà dove altro potrebbe prosperare? Q

34 Le Scienze 658 giugno 2023


PLANETOLOGIA Rebecca Boyle è una pluripremiata giornalista freelance
che vive in Colorado. Il suo imminente libro Our Moon:
How Earth’s Celestial Companion Transformed the
Planet, Guided Evolution, and Made Us Who We Are

Oceani
(Random House) si occuperà della relazione
tra la Terra e il suo satellite nel corso della storia.

alieni Juan Velasco è il fondatore del premiato studio di information


design 5W Infographic (www.5wgraphics.com). È ex direttore
artistico di «National Geographic» e del «New York Times».

Sei lune del sistema solare esterno potrebbero ospitare


grandi quantità di acqua liquida e, con essa, la vita

di Rebecca Boyle
Grafica di 5W Infographic
Copia di 44a51459b9e30982c62bc1505f0b61bd

el 2005 la sonda Cassini, in visita a Satur- superficie di Ganimede, sotto i fiumi di metano ed etano di Tita-

N
no, passò attraverso qualcosa che gli inge- no e forse in acque salse (brine) nei crateri più profondi dei pia-
gneri non si aspettavano: una sottile nebbia neti nani Cerere e Plutone. I gusci ghiacciati dei mondi oceani-
d’acqua, spruzzata nello spazio a 1290 chi- ci possono persino contenere pori pieni di acqua liquida e forse
lometri all’ora attraverso le crepe nella su- microbi, afferma Mike Malaska, astrobiologo del Jet Propulsion
perficie di Encelado, la minuscola luna di Laboratory (JPL) della NASA.
Saturno ricoperta di ghiaccio. Cassini non Sotto circa due chilometri e mezzo di ghiaccio nella calotta del-
era progettata per studiare campioni d’acqua, e così questa sco- la Groenlandia, le condizioni di pressione somigliano a quelle del-
perta ha portato allo sviluppo di nuove missioni sulle lune ghiac- la parte superiore dello strato di ghiaccio su lune come Europa, e
ciate del sistema solare esterno. Almeno sei di questi mondi – due le concentrazioni di microrganismi sono paragonabili a quelle in
in orbita attorno a Saturno, tre attorno a Giove e uno attorno a Net- un cucchiaio di yogurt. Le interazioni chimiche o l’attività geolo-
tuno – potrebbero ospitare oceani di acqua, compresi tra un caldo gica possono fornire energia a queste forme di vita, così come le
nucleo planetario al di sotto e una crosta di ghiaccio sopra. bocche vulcaniche in acque profonde, come quelle scoperte da
Sulla Terra l’acqua è necessaria per la vita «come la conoscia- German, forniscono energia agli estremofili sulla Terra. «Ognu-
mo». Oltre alle dune di Marte, dove la cerchiamo da mezzo seco- no ha il suo scenario preferito per l’origine della vita sulla Ter-
lo, gli astrobiologi ora considerano le lune ghiacciate dei pianeti ra, e potrebbe essersi verificato su Europa», afferma Steve Vance,
esterni tra i posti migliori dove cercare la vita nel sistema solare. astrobiologo del JPL. È possibile che i ricercatori trovino organi-
Il Jupiter Icy Moons Explorer dell’Agenzia spaziale europea, smi con le stesse tecniche usate per studiare la vita estrema sul
soprannominato JUICE, è stato lanciato ad aprile verso Giove nostro pianeta.
e le sue lune Europa, Callisto e Ganimede (si veda l’articolo a p. NOW è diretto da scienziati di Woods Hole, del Southwest Re-
40). JUICE e la missione Europa Clipper della NASA verso Giove search Institute, del Desert Research Institute e della Stanford
ed Europa, il cui lancio è previsto per il 2024, cambieranno tutto University. Ad agosto terrà il suo primo incontro collettivo, con
quello che sappiamo del sistema solare esterno. Le lune ghiaccia- l’obiettivo di riunire astrobiologi e oceanografi nella ricerca di es-
te potrebbero riscrivere la nostra immagine del cosmo, come av- seri biologici. La condirettrice Alison Murray, ecologa microbi-
venne quando, nel Seicento, gli astronomi le scoprirono. ca al Desert Research Institute, ha preso in considerazione per la
«Il sistema solare esterno è probabilmente pieno di lune che prima volta la vita su lune aliene mentre studiava un lago antarti-
potrebbero avere oceani di acqua liquida, e una parte potrebbe co ipersalino ghiacciato chiamato Lago Vida. Dice che avere espe-
ospitare sul fondo interazioni geotermiche e tra acqua e roccia», rienza degli ambienti acquatici terrestri è essenziale per com-
afferma Chris German, oceanografo alla Woods Hole Oceano- prendere quelli del resto del sistema solare. «Stiamo per andare
graphic Institution e condirettore di un’iniziativa finanziata dalla in luoghi in cui pensiamo che possa esistere la vita oggi», afferma
NASA chiamata Network for Ocean Worlds (NOW). Perché queste Murray. «La vita si è evoluta proprio lì? Ci è arrivata?». Per scoprir-
caratteristiche sono importanti? «Tutti i punti del nostro piane- lo, dobbiamo solo fare un tuffo più profondo. Q
ta in cui sono presenti vengono colonizzati dalla vita microbica»,
spiega German.
PER APPROFONDIRE
La vita potrebbe fiorire nella fanghiglia semicongelata su Eu-
ropa e su Encelado, all’interno dell’oceano di acqua salata sotto la La missione di Galileo. Johnson T.V., in «Le Scienze» n. 328, dicembre 1995.

www.lescienze.it Le Scienze 35
LUNE DI GIOVE

Europa FORTI PROVE


La navicella spaziale Galileo ha scoperto che Europa potrebbe emettere sottili pennacchi d’acqua nello spazio, DI UN OCEANO
fino a un’altezza di 160 chilometri. Ha anche osservato che i campi magnetici di Giove inducevano una corrente, DI ACQUA
il che indica che all’interno della sfera era presente acqua salata liquida. Europa è l’oggetto più liscio del sistema SALATA LIQUIDA
solare, e questa caratteristica fa pensare che la sua superficie sia ricostruita da processi interni più spesso SOTTO
rispetto alla maggior parte degli altri mondi oltre alla Terra. LA SUPERFICIE

POSSIBILE
STRUTTURA*

Nucleo È possibile che blocchi di ghiaccio galleggino sopra una fanghiglia


di ferro
oceanica. Il fondo marino roccioso può essere ricoperto di ghiaccio VII ad
Mantello alta pressione, che forma una struttura cristallina cubica, a differenza del
roccioso ghiaccio d’acqua esagonale sulla Terra. Il ghiaccio VII può trasportare in
modo efficiente i sali, e così potrebbe rendere possibili interazioni chimiche
in grado di fornire energia a una rete biologica.

Pennacchi di vapore acqueo

Copia di 44a51459b9e30982c62bc1505f0b61bd

Crosta di ghiaccio 10 chilometri

OCEANO 100 chilometri


LIQUIDO
SOTTO
LA SUPERFICIE Correnti
oceaniche

Possibili camini

NASA Visualization Technology Applications and Development (VTAD) (esterni di Europa e Ganymede),
idrotermali

NASA/JPL-Caltech/SETI Institute (tessitura superficiale di Europa), NASA/JPL/DLR (esterno di Calisto)


QUELLO CHE ANCORA NON SAPPIAMO
Il telescopio spaziale Hubble ha osservato fugaci tracce di pennacchi
d’acqua che escono da Europa attraverso crepe nel suo guscio
ghiacciato. La futura sonda spaziale Europa Clipper ha un radar in grado
di penetrare il ghiaccio; il suo spettrometro potrebbe rilevare molecole
organiche, ammoniaca, ghiacci ad alta pressione e persino pozze di
VOLUME OCEANI
(miliardi di km3) acqua salsa nelle profondità dell’interno.
Terra Europa

SCOPERTA DIAMETRO Luna ESPLORATO DA MISSIONI IN PROGRAMMA


della Terra Anni settanta: sorvoli di Aprile 2023: JUICE
1610 3130 chilometri (3475 km
di diametro) Pioneer 10, Pioneer 11, dell’Agenzia spaziale europea
da Galileo TEMP. SUPERFICIALE Voyager 1, Voyager 2 2024: Europa Clipper
Galilei –143 °C 1996: Galileo della NASA

* Gli strati non sono disegnati in scala

36 Le Scienze 658 giugno 2023


Ganimede POSSIBILE
FORTI PROVE
STRUTTURA*
La luna più grande del nostro sistema DI UN OCEANO
Crosta di
solare potrebbe contenere diversi strati ghiaccio/roccia DI ACQUA
di roccia, acqua e ghiacci esotici ad SALATA LIQUIDA
alta pressione. Sulla Terra le interazioni Strati di ghiaccio SOTTO
tra roccia e acqua sono fondamentali LA SUPERFICIE
Strati oceanici
per la varietà microbica. Ganimede è
liquidi, più salini
l’unica luna nota con un proprio campo QUELLO CHE ANCORA
all’aumentare
della profondità NON SAPPIAMO
magnetico, che provoca aurore simili a
Ganimede è l’obiettivo
quelle sulla Terra. Le aurore oscillano Mantello principale della
quando il campo magnetico di Giove roccioso missione JUICE. Gli
fluttua, prova parziale di un grande Nucleo scienziati useranno
oceano di acqua salata. di ferro la sonda spaziale per
cercare di determinare
la fonte del campo
magnetico della luna e
per studiare i dettagli
delle sue aurore.
VOLUME OCEANI
(miliardi di km3) Terra Ganimede
Copia di 44a51459b9e30982c62bc1505f0b61bd

SCOPERTA DIAMETRO ESPLORATO DA MISSIONI IN PROGRAMMA


Luna Anni settanta: sorvoli di Aprile 2023: JUICE
1610 5262 chilometri della Pioneer 10, Pioneer 11, dell’Agenzia spaziale europea
da Galileo TEMP. SUPERFICIALE Terra Voyager 1 e Voyager 2
Galilei DA –183 A –113 °C 1996: Galileo
2000: Cassini 2021: Juno

Callisto
Callisto è la meno densa delle lune di POTENZIALE
Giove. Ha la fortuna di orbitare a 1,8 OCEANO
POSSIBILE
DI ACQUA LIQUIDA
milioni di chilometri dal pianeta, al di STRUTTURA*
SOTTO
là delle intense fasce di radiazioni del LA SUPERFICIE
Crosta
pianeta. Poiché a questa distanza il di ghiaccio
campo gravitazionale di Giove è meno
Oceano sotto QUELLO CHE ANCORA
intenso, Callisto sperimenta anche un
la superficie NON SAPPIAMO
minore attrito di marea rispetto alle lune
C’è disaccordo sul fatto
compagne. La superficie fortemente Interno misto che Callisto ospiti un
segnata da crateri fa ritenere che non roccia-ghiaccio oceano sotterraneo di
sia mai stata geologicamente attiva sin acqua salata e sulla
dalla formazione e quindi potrebbe profondità a cui si
troverebbe. Usando
conservare tracce di com’era il sistema
JUICE per studiare la
solare primordiale. forma della luna e il suo
campo gravitazionale,
gli scienziati sperano
VOLUME OCEANI
di risolvere questo
(miliardi di km3) Terra Callisto
dibattito.

SCOPERTA DIAMETRO ESPLORATO DA MISSIONI IN PROGRAMMA


Luna Anni settanta: sorvoli di Aprile 2023: JUICE
1610 4820 chilometri
della Pioneer 10, Pioneer 11, dell’Agenzia spaziale europea
da Galileo TEMP. SUPERFICIALE Terra Voyager 1 e Voyager 2
Galilei –139 °C 1996: Galileo

www.lescienze.it Le Scienze 37
LUNE DI SATURNO

Encelado
Il minuscolo Encelado è l’oggetto più riflettente del sistema solare. Pennacchi di nebbia che emergono dal FORTI PROVE
DI UN OCEANO
guscio esterno si congelano e ricadono in superficie, mantenendola bianca come la neve. È liscio come Europa, DI ACQUA
ulteriore prova che è tuttora geologicamente attivo. Poiché la nebbia genera il secondo anello più esterno di SALATA LIQUIDA
Saturno, l’anello E, analizzarlo è un modo per campionare il presunto oceano di Encelado e cercare molecole SOTTO
LA SUPERFICIE
organiche, amminoacidi o altri ingredienti per la vita.

POSSIBILE I pennacchi di materiale espulso dalle crepe del guscio di Encelado


STRUTTURA* alimentano l’anello E di Saturno, che contiene grani di ghiaccio e di silice
che si formano solo nelle interazioni tra acqua calda e roccia. La loro
Nucleo roccioso
esistenza suggerisce camini idrotermali sotto l’oceano di Encelado, che
e poroso
potrebbero essere simili a quelli sul fondo marino della Terra.

Pennacchi di
vapore acqueo
e ghiaccio
Copia di 44a51459b9e30982c62bc1505f0b61bd

Crosta
di ghiaccio 50 km
(più sottile
al Polo Sud)

OCEANO
LIQUIDO
SOTTO 80 km
LA SUPERFICIE
Composti

NASA/JPL-Caltech (esterno di Enceladus), NASA/JPL-Caltech/Università di Nantes/Università dell’Arizona (esterno di


organici

Possibili
camini
idrotermali

Titano), NASA Visualization Technology Applications and Development (VTAD) (esterno diTritone)
Sono stati rilevati pennacchi
d'acqua alti fino a 200 km QUELLO CHE ANCORA NON SAPPIAMO
che fuoriuscivano Gli scienziati non conoscono le dimensioni dell’oceano di Encelado,
dalla regione del Polo Sud ma la luna potrebbe essere una delle più facili da indagare perché
le sonde spaziali possono rilevare elementi sia dai suoi pennacchi sia
dall’anello E di Saturno.

VOLUME OCEANI
(miliardi di km3) Terra Encelado

SCOPERTA DIAMETRO Luna ESPLORATO DA MISSIONI IN PROGRAMMA


1789 504 chilometri della 1980-81: sorvoli di Il progetto ipotetico di Enceladus
Terra Voyager 1 e Voyager 2 Orbilander del Johns Hopkins Applied
da William TEMP. SUPERFICIALE
2005: Cassini Physics Laboratory orbiterebbe e poi
Herschel –201 °C atterrerebbe alla ricerca di possibile vita

* Gli strati non sono disegnati in scala

38 Le Scienze 658 giugno 2023


Titano
Cassini lanciò su Titano, il mondo alieno FORTI PROVE
POSSIBILE DI UN OCEANO
più simile alla Terra, con vaste pianure STRUTTURA* LIQUIDO
e canyon, un lander che si posò su una SOTTO
Atmosfera LA SUPERFICIE
pianura fatta di grani di ghiaccio e trovò
densa
prove di grandi laghi di idrocarburi.
Strato esterna:
L’atmosfera densa di Titano è per lo più di acqua ghiacciata
azoto, come quella terrestre, ma è priva ricoperta da un QUELLO CHE ANCORA
ricco sedimento NON SAPPIAMO
di ossigeno. Sono presenti metano ed
di idrocarburi Una teoria sul motivo
etano liquido in abbondanza, che creano
per cui su Titano è
la foschia di colore arancione della luna. Oceano sotto presente tanto metano
I composti hanno un ciclo di circolazione la superficie – che si scompone
come l’acqua sulla Terra che potrebbe Strato di continuamente alla
sostentare forme di vita a base di metano. ghiaccio ad luce del Sole – è
alta pressione che il metano erutti
Nucleo di da criovulcani che
silicato idrato emettono acqua gelida
(miscela invece di roccia fusa.
VOLUME OCEANI
di roccia e
(miliardi di km3) Terra Titano
Copia di 44a51459b9e30982c62bc1505f0b61bd
ghiaccio)

SCOPERTA DIAMETRO ESPLORATO DA MISSIONI IN PROGRAMMA


Luna
5152 chilometri della 1980-81: sorvoli di Metà anni 2030: il lancio
1655
Terra Voyager 1 e Voyager 2 di Dragonfly è previsto per il
da Christiaan TEMP. SUPERFICIALE 2005: Cassini-Huygens 2027 e l’arrivo per il 2034
Huygens -179 °C (sorvoli di Cassini
e atterraggio di Huygens)

LUNA DI NETTUNO

Tritone Pennacchi
scuri OCEANO
La più grande luna di Nettuno orbita con moto
rilevati LIQUIDO
retrogrado ed è stata molto probabilmente SOTTO
catturata dopo essere appartenuta alla gelida LA SUPERFICIE
fascia di Kuiper, un lontano anello di asteroidi. POSSIBILE IPOTIZZATO
STRUTTURA*
Il radicale cambiamento nella traiettoria della
Crosta
luna l’ha probabilmente riscaldata, forse QUELLO CHE ANCORA
di azoto
tanto da fondere un oceano globale sotto congelato NON SAPPIAMO
la crosta. Anche il riscaldamento stagionale Voyager 2 ha intravisto
Mantello tracce di geyser e
dovuto al Sole aumenta lievemente
ghiacciato
la temperatura della luna, persino colate simili a lava in
Oceano sotto superficie, suggerendo
a 4,5 miliardi di chilometri di distanza.
la superficie la presenza di un
oceano sotto una crosta
Nucleo ghiacciata e attiva. Un
VOLUME OCEANI di roccia
esame più approfondito
(miliardi di km3) e metallo
Terra Tritone aiuterebbe a spiegare
che cosa succede.

SCOPERTA DIAMETRO ESPLORATO DA MISSIONI IN PROGRAMMA


Luna
1846 2704 chilometri della 1989: sorvoli Attualmente nessuna
Terra di Voyager 2
da William TEMP. SUPERFICIALE
Lassell –235 °C

www.lescienze.it Le Scienze 39
PLANETOLOGIA

Da Galileo
a JUICE
La missione europea è in viaggio per il sistema di Giove,
dove studierà da vicino tre sue lune ghiacciate, ovvero
Europa, Ganimede e Callisto, scoperte da Galileo Galilei

di Emiliano Ricci
Copia di 44a51459b9e30982c62bc1505f0b61bd

La destinazione di JUICE è mostrata in questa immagine composita,


non in scala. Ganimede è in primo piano a sinistra, Callisto all’estrema
destra ed Europa al centro-destra. A sinistra si vede anche la luna Io, attiva
dal punto di vista vulcanico. Al centro Giove, con un’aurora.
Copia di 44a51459b9e30982c62bc1505f0b61bd

Navicella spaziale: ESA/ATG medialab;


Giove: NASA/ESA/J. Nichols (Università
di Leicester); Ganimede: NASA/JPL; Io:
NASA/JPL/University of Arizona; Callisto
ed Europa: NASA/JPL/DLR
Emiliano Ricci è giornalista scientifico freelance e professore a contratto
di media digitali all’Università di Firenze. Si occupa di astrofisica,
cosmologia ed esplorazione dello spazio. È autore di alcuni saggi divulgativi,
fra cui Guida turistica dell’universo (Giunti, 2021).

elle notti di gennaio del 1610, Galileo Galilei, dal giardino della sua

N Dopo aver accuratamente annotato le sue osservazioni su un


quaderno di notte in notte, Galileo dedusse che quello che stava
Copia di 44a51459b9e30982c62bc1505f0b61bd

vedendo erano quattro satelliti che orbitavano attorno al piane-


ta. La scoperta era sconvolgente, perché mostrava per la prima
volta che, a differenza di quanto sostenuto dal modello tolemai-
casa padovana, puntò ripetutamente il suo cannocchiale verso Gio-
ve. Lo scienziato pisano era incuriosito dal fatto che, accanto al disco
brillante del pianeta, si trovavano alcuni puntini luminosi che sem-
bravano danzargli intorno.
Giove è stato oggetto di incontri ravvicinati anche da parte di mis-
sioni non specificamente dirette al suo studio: Ulysses, nel 1992,
che sfruttò la spinta gravitazionale di Giove stesso per dirigersi
verso il Sole; Cassini, nel 2000, mentre era in viaggio verso Satur-
no; New Horizons, nel 2007, nel suo lungo tragitto verso Plutone.
co dell’universo, secondo cui tutto doveva ruotare attorno alla Ma la prima sonda a entrare in orbita attorno al pianeta è stata Ga-
Terra, esistevano corpi che violavano questa regola, orbitando at- lileo, missione operativa dal 7 dicembre 1995 al 21 settembre 2003,
torno a un altro pianeta. Galileo non tardò a pubblicarla, così, nel quando venne fatta cadere con un impatto controllato nell’atmo-
marzo dello stesso anno, vide la luce il suo primo trattato di astro- sfera di Giove, proprio per evitare il rischio di eventuale contami-
nomia, intitolato Sidereus Nuncius (messaggero celeste). Il libro nazione con batteri terrestri delle lune del pianeta. Per tornare a
riporta nel frontespizio la denominazione medicea sidera – astri Giove, ed entrare di nuovo in orbita zenocentrica (da Zeus, il no-
medicei – per i quattro satelliti scoperti, come dedica al Grandu- me greco della divinità), si è poi dovuto attendere la sonda Juno,
ca di Toscana Cosimo II de’ Medici, che lo scienziato pisano vo- arrivata nel 2016 e ancora operativa, dopo un’estensione della mis-
leva ingraziarsi per poter tornare in Toscana. Poco tempo dopo, sione fino al 2025. Anche Juno, come Galileo, terminerà la sua vita
su proposta dell’astronomo tedesco Simon Marius, acerrimo an- operativa con un tuffo nell’atmosfera gioviana.
tagonista di Galileo, che lo accusò anche di aver plagiato il suo la- La missione JUICE è la prima diretta allo studio di Giove e del-
voro, a quei quattro nuovi corpi celesti venne dato il nome di Io, le sue lune ghiacciate Europa, Ganimede e Callisto, interamen-
Europa, Ganimede e Callisto (in ordine di distanza dal pianeta), at- te progettata dall’Agenzia spaziale europea (ESA). Inserita all’in-
tingendo dai nomi di alcune figure mitologiche di cui il dio greco terno del programma decennale 2015–2025 denominato Cosmic
Giove si era innamorato. Vision, JUICE è una missione particolarmente ambiziosa, anche
Galileo non avrebbe mai immaginato che il frontespizio del li- perché è la prima volta che l’ESA lancia una sonda verso il siste-
bro, assieme alle due pagine che descrivono la scoperta di quei sa- ma solare esterno, ovvero oltre la fascia principale degli asteroidi.
telliti, sarebbero stati imbarcati su una sonda progettata proprio «Scopo principale della missione JUICE – spiega Nicolas Altobelli,
per esplorare Giove e tre di quelle lune, che, a dispetto di quanto responsabile della missione JUICE, che opera presso lo European
proposto da Galileo stesso, prendono in suo onore il nome di «sa- Space Astronomy Centre (ESAC), vicino a Madrid, in Spagna, uno
telliti galileiani». Si tratta di JUICE (acronimo di JUpiter ICy moons dei centri operativi dell’ESA – è esplorare Giove e le sue lune gali-
Explorer: esploratore delle lune ghiacciate di Giove), lanciata il 14 leiane ghiacciate Europa, Ganimede, Callisto, per comprendere la
aprile scorso dal centro spaziale di Kourou, nella Guyana France- fisica che guida l’evoluzione di questi corpi planetari costituiti da
se, in Sud America, a bordo di un razzo Ariane 5, ultimo lancio di una miscela di ghiaccio e roccia, che si sono formati ed evoluti in-
questo vettore prima della sua sostituzione con il suo successore, torno a un pianeta gigante gassoso massiccio come Giove. Le pre-
Ariane 6, il cui primo lancio è previsto entro fine 2023. cedenti missioni che hanno studiato Giove e Saturno hanno in-
fatti dimostrato che le lune ghiacciate possono mantenere acqua
L’esplorazione di Giove liquida al loro interno, pur trovandosi ben oltre la cosiddetta linea
Dopo Luna e Marte, Giove è il corpo più studiato del sistema so- del gelo (frost line, in inglese) del sistema solare».
lare. Già nella prima metà degli anni settanta fu meta di due mis- In astronomia questa linea indica la distanza da una stella ol-
sioni interplanetarie della NASA: le missioni Pioneer 10 e 11, che tre la quale i composti volatili, come acqua, ammoniaca, metano
sorvolarono il gigante gassoso rispettivamente nel dicembre 1973 e anidride carbonica, possono condensare in grani di ghiaccio so-
e nel dicembre 1974. Poi fu la volta dei sorvoli (fly-by, in inglese) lido. Questo avviene perché la temperatura scende al di sotto del
delle missioni gemelle Voyager 1 e 2, nel marzo e nel luglio 1979. punto di congelamento di questi composti via via che ci si allon-

42 Le Scienze 658 giugno 2023


STRUMENTI SCIENTIFICI DI JUICE
JUICE accoglierà dieci strumenti all’avanguardia, tra cui gli strumenti più potenti di telerilevamento, geofisici e di misure in situ,
mai usati prima nel sistema solare esterno. Nove degli strumenti sono guidati da partner europei e uno dalla NASA. JUICE include
anche un esperimento chiamato Pride, che effettuerà misurazioni di precisione usando radiotelescopi sulla Terra.

Strumenti in loco Strumenti di telerilevamento Strumenti geofisici Esperimento Altimetro laser


(GALA)
Elementi 3GM RIME
Sistema di telecamere (all’interno del
ottiche (JANUS) veicolo spaziale) Esperimento
RPWI di radio-scienza (3GM)
Spettrometro nel visibile
RPWI
e nell’infrarosso PEP
(MAJIS) SWI
JANUS Magnetometro
GALA
MAJIS UVS (J-MAG)
Spettrografo PEP
per immagini UV RPWI RPWI Pacchetto per la misura
(UVS) RIME
RADEM delle particelle (PEP)
Interferometro
Strumento a onde radio planetario
submillimetriche ed esperimento BRACCIO
Doppler (PRIDE) MAGNETOMETRO Strumento radio
(SWI) (J-MAG, RPWI) e onde plasma
JUICE accoglierà anche (RPWI)
Ecoscandaglio un monitor per le radiazioni
radar (RIME)
Copia di 44a51459b9e30982c62bc1505f0b61bd
(RADEM)

OPERARE IN UN AMBIENTE ESTREMO


Gli ingegneri hanno ideato soluzioni tecnologiche avanzate in modo che JUICE
possa funzionare in ambienti estremi. Per contribuire alla protezione del BASSA POTENZA
veicolo spaziale durante queste situazioni difficili, i controllori di missione lo
Sfida: luce solare 25 volte
monitoreranno costantemente durante il suo viaggio verso e intorno a Giove. PANNELLI SOLARI più debole che sulla Terra
LEGGERI
Soluzione: pannelli solari
RADIAZIONI ELEVATE con un’area di 85 m2
per raccogliere molta luce
Sfida: uno degli ambienti di radiazioni
più intense del sistema solare SCHERMI

Soluzione: schermi per proteggere


MLI
i componenti elettronici sensibili
TEMPERATURE RIGIDE
© ESA (lavoro svolto ATG sotto contratto con ESA), CC BY-SA 3.0 IGO (tutte e due le illustrazioni)

Sfida: +250 °C durante


la fionda gravitazionale
ANTENNA di Venere, -230 °C di Giove
Soluzione: una coperta di nuovo
LUNGA DISTANZA isolamento multistrato (MLI)
Sfida: centinaia di milioni di chilometri dalla Terra per mantenere stabile
la temperatura interna
Soluzione: un’antenna da 2,5 metri (m) per inviare
i dati a casa e un potente computer di bordo
per la risoluzione automatica di alcuni problemi

tana dalla stella. Naturalmente la posizione della linea di congela- segue Altobelli – è proprio confrontare lo stato attuale delle tre lu-
mento dipende dalla temperatura della stella e dalla composizio- ne galileiane ghiacciate, in relazione alle loro diverse condizioni
ne del disco protoplanetario che la circonda. ambientali all’interno del sistema gioviano, con lo scopo di con-
Intorno alle stelle più calde, come il nostro Sole, la linea del ge- validare i modelli evolutivi delle lune ghiacciate intorno ai piane-
lo si trova più lontana dalla stella rispetto alle stelle più fredde, co- ti giganti gassosi. Questi modelli potrebbero poi essere applicati a
me le nane rosse. In particolare, nel sistema solare la linea del gelo sistemi esoplanetari confrontabili».
si trova oltre l’orbita di Marte, alla distanza della fascia principa- Ma raggiungere gli obiettivi della missione non sarà facile. Du-
le degli asteroidi. Per inciso, questo è il motivo per cui i pianeti rante il viaggio interplanetario la sonda dovrà affrontare alcu-
esterni sono composti principalmente da ghiacci volatili, mentre ne sfide. Una di queste sarà rappresentata dalle grandi variazio-
quelli interni sono rocciosi. «L’obiettivo generale di JUICE – pro- ni di temperatura. Durante la fase di avvicinamento a Venere,

www.lescienze.it Le Scienze 43
GIOVE E IL SUO AMBIENTE COMPLESSO

ATMOSFERA AMBIENTE MAGNETICO IO VULCANICO ANELLI DI POLVERE


E LUNE PIÙ PICCOLE
• Come variano le temperature, • Cosa possono dirci le aurore di • Com’è composta la superficie
i venti,e la composizione Giove su come interagiscono di Io? • Che età hanno gli anelli? Sono
chimica con il tempo l’atmosfera del pianeta e il alimentati continuamente?
nell’atmosfera superiore di campo magnetico? • Com’è l’attività vulcanica sul
Giove? corpo più attivo del sistema • Di che cosa sono fatti gli
• Che influenza ha il fortissimo solare? anelli? Il loro materiale
• Come si muovono le onde, campo magnetico di Giove proviene dalle lune più
l’energia e la materia tra gli sulle condizioni delle lune • Come viene formato piccole?
strati atmosferici inferiori, ghiacciate? l’ambiente plasma gioviano
medi e superiori di Giove? dall’attività vulcanica intensa • Come e dove si sono formate
• Che cosa può insegnarci della luna? le lune più piccole di Giove?
• Perché la Grande Macchia l’accelerazione delle particelle
Rossa si sta restringendo,
Copia di 44a51459b9e30982c62bc1505f0b61bd
nel campo magnetico di Giove • Perché esiste una relazione • Come sono cambiate nel
che aspetto avrà in futuro e sulla fisica fondamentale? così stabile tra le orbite tempo le orbite delle lune più
quali processi chimici stanno di Ganimede, Europa e Io piccole?
avvenendo al suo interno? • In che modo il campo (rapporto 1:2:4 dei periodi
magnetico di Giove trasporta orbitali)?
• Come reagisce l’atmosfera di lo zolfo e l’ossigeno rilasciati
Giove a impatti di asteroidi e dai vulcani della luna gioviana
comete? Io verso le tre lune ghiacciate?

per esempio, ci saranno temperature altissime, fino a 250 gra- gnetico. Comprendere le lune di Giove, i loro ambienti e il modo
di Celsius. Al contrario, quando si raggiungerà il sistema solare in cui interagiscono con il sistema gioviano in generale ci porte-
esterno, e in particolare Giove, ci si troverà nell’ambiente freddo rebbe un passo più vicino a capire dove la vita potrebbe essersi
del pianeta, con temperature che potrebbero arrivare fino a –230 originata nel nostro sistema solare, al di là della Terra. JUICE non
gradi quando la sonda si troverà all’ombra di Giove. è in grado di trovare la vita in quanto tale, ma può far progredire
«Inoltre – aggiunge Altobelli – la navigazione sarà una sfida im- la nostra comprensione di quante condizioni necessarie alla vita
portante durante tutta la permanenza nel sistema gioviano. Ci sa- siano presenti sulle lune galileiane».
rà infatti bisogno di eseguire una complessa serie di assist gravi- Per l’abitabilità sono infatti necessari, come minimo, calore,
tazionali alle diverse lune galileiane per modificare la traiettoria acqua in forma liquida, materiale organico e un ambiente stabi-
e poter condurre osservazioni scientifiche più precise. Non solo: le, e sappiamo che su Europa, che si ritiene abbia sorgenti idro-
anche l’ambiente radioattivo rappresenta un’altra importante sfi- termali, esistono tre di queste condizioni, mentre su Ganimede e
da per la navicella. Le particelle cariche, intrappolate e in rotazio- Callisto dobbiamo ancora scoprirlo (si veda l’articolo a p. 35). «Ca-
ne con il campo magnetico di Giove, colpiscono costantemente pire dove si trovano le “zone abitabili”, aree in cui la vita potreb-
la navicella e potrebbero danneggiare l’elettronica sensibile. Per be essersi evoluta ed essere ospitata nel nostro sistema solare, è
© ESA (lavoro svolto ATG sotto contratto con ESA), CC BY-SA 3.0 IGO
questo motivo è stato necessario progettare un caveau interno importante per capire dove la vita potrebbe trovarsi anche altro-
per proteggere l’elettronica». ve nella nostra galassia. Stiamo vivendo un’epoca d’oro di scoper-
te su altri mondi attorno alle stelle, e capire le condizioni in cui la
La scienza di JUICE vita può evolversi nel sistema solare è fondamentale per iniziare a
La missione dell’ESA è stata appositamente progettata per ana- comprendere dove ciò potrebbe avvenire in questi nuovi mondi»,
lizzare le lune ghiacciate che orbitano attorno a Giove, in parti- prosegue Hussain.
colare per confermare e caratterizzare la presenza di acqua liqui- Ma gli obiettivi della missione non si limitano a questo. Ci
da sotto lo spesso strato di ghiaccio superficiale. «D’altra parte si aspetta infatti che possa aumentare la nostra comprensione
– interviene Gaitee Hussain, a capo della divisione scientifica del- sull’origine e l’evoluzione del sistema solare e sulla formazione
la missione, presso l’European Space Research and Technology dei pianeti. «Le osservazioni di JUICE sveleranno la natura di Ga-
Centre (ESTEC) di Noordwijk, nei Paesi Bassi, il centro ESA do- nimede e in particolare come l’intenso ambiente di radiazioni di
ve vengono progettate le missioni – riteniamo che l’acqua sia una Giove influisca sui suoi satelliti e possa averne influenzato la for-
condizione essenziale per ospitare la vita. La missione si concen- mazione e l’evoluzione. Questo ha implicazioni per la nostra com-
trerà in particolare sulla luna più grande, Ganimede, che è l’unica prensione degli esopianeti di dimensioni simili», sostiene anco-
luna del nostro sistema solare a generare un proprio campo ma- ra Hussain. «Gli esopianeti sono pianeti in orbita attorno ad altre

44 Le Scienze 658 giugno 2023


Copia di 44a51459b9e30982c62bc1505f0b61bd

La sonda JUICE nel Large Space Simulator di ESTEC, il centro ESA di Noordwijk, nei Paesi Bassi, dove sono simulate le condizioni dello spazio.

stelle, e capire come Giove e il suo sistema si sono evoluti ha chia- arrivata – è una tecnica usata in ambito spaziale proprio per mo-
re implicazioni per lo studio degli ambienti attorno agli altri mon- dificare la traiettoria e la velocità di una sonda spaziale sfruttando
di che stiamo continuamente scoprendo attorno ad altre stelle co- la gravità di un pianeta. Quando una sonda si avvicina a un piane-
me il Sole». ta, viene influenzata dalla sua forza gravitazionale, con l’effetto di
aumentarne o diminuirne la velocità e modificarne la traiettoria,
Il viaggio interplanetario a seconda delle condizioni in cui si verifica l’incontro.
Prima di poter studiare da vicino il gigante gassoso e le lune L’uso dell’assist gravitazionale richiede una programmazio-
ghiacciate, JUICE dovrà affrontare un viaggio di otto anni. La son- ne accurata della sonda spaziale in modo da ottenere la curvatu-
da arriverà a Giove nel 2031, non per un semplice sorvolo, come ra della traiettoria e la variazione di energia cinetica desiderate,
anticipato, ma in condizioni tali da farsi catturare dalla sua gravità senza alcun consumo di combustibile. La tecnica è così efficace
e poi poter orbitare attorno al pianeta per visitarne le lune. che è stata impiegata con successo in molte missioni spaziali (co-
«Questo tempo è necessario per poter trasferire a JUICE l’e- me con le sonde Voyager, per esempio), a partire dal 1974, quando
nergia (e quindi la velocità) necessaria per arrivare in queste con- fu sfruttata per la prima volta su proposta dell’italiano Giuseppe
dizioni», spiega Andrea Accomazzo, direttore delle operazioni di «Bepi» Colombo, che ne suggerì l’uso nella missione spaziale Ma-
volo della missione JUICE presso lo European Space Operations riner 10. Grazie all’effetto fionda della gravità di Venere, la sonda
Centre (ESOC) di Darmstadt, in Germania, il centro ESA di con- Mariner 10 poté raggiungere e studiare anche Mercurio. Per inci-
trollo delle missioni. «Il razzo Ariane 5 che porterà in orbita JUICE so, fu sempre Colombo a suggerire modifiche analoghe alle traiet-
riesce a liberare la sonda dalla gravità terrestre, mentre per rag- torie delle missioni Voyager per volare oltre Giove e raggiungere
giungere Giove occorre molta più energia. Questa, quindi, la an- i pianeti più esterni.
dremo a rubare ai pianeti. Nel caso particolare lo faremo tre volte Durante il lungo viaggio, JUICE non sarà ibernata. «Il profilo di
con la Terra e una volta con Venere. I cosiddetti assist gravitazio- missione è governato dagli assist gravitazionali che dovremo fa-
nali ci permettono, per mezzo della gravità, di scambiare energia re per raggiungere la nostra destinazione», commenta Accomaz-
cinetica (velocità) tra i pianeti e la sonda. In pratica, rallentiamo zo. «Questi dettano le tempistiche delle azioni da prendere e, ov-
© ESA/ SJM Photography

in maniera impercettibile i pianeti e acceleriamo notevolmente la viamente, anche le orbite che la sonda farà attorno al Sole prima
sonda, in modo da poterla lanciare verso l’esterno del sistema so- di raggiungere quella grande a sufficienza per arrivare fino a Gio-
lare con sufficiente energia». ve. Durante questi archi ci saranno fasi di bassa attività, per esem-
L’assist gravitazionale – noto anche con il nome di «effetto fion- pio le fasi in cui le unità a vita operativa limitata verranno preser-
da», così chiamato perché in pratica la sonda viene «lanciata» via vate, e fasi di check-out, ovvero fasi in cui andremo a verificare le
dal pianeta con una maggiore velocità rispetto a quella con cui è funzionalità e le prestazioni dei sistemi della sonda».

www.lescienze.it Le Scienze 45
Lungo il percorso, la sonda dovrà affrontare numerose sfi- approccio multistrumentale. I cosiddetti strumenti di «telerile-
de di navigazione. Non effettuare uno degli assist gravitaziona- vamento» (remote sensing) osserveranno Giove e la superficie del-
li previsti o una delle manovre propulsive programmate, ovvero le lune a diverse lunghezze d’onda (ultravioletto, visibile, infra-
con i motori di bordo, comprometterebbe in maniera irreversibi- rosso e submillimetrico), mentre gli strumenti cosiddetti in situ
le il successo della missione. «I pianeti purtroppo non ci aspetta- analizzeranno direttamente l’ambiente circostante in cui si tro-
no – spiega ancora Accomazzo – e la loro tabella di marcia è ben va a passare il veicolo spaziale (campo magnetico, particelle cari-
consolidata, pertanto dovremo essere molto precisi nel naviga- che di bassa e alta energia, particelle neutre e polveri). Inoltre, un
re la sonda. Lo scambio di energia con i pianeti, e quindi il cam- esperimento di radio-scienza farà misurazioni di gravità, mentre
bio di velocità e direzione ottenuti, dipendono da parametri come un altimetro laser misurerà la topologia della superficie e un ra-
l’altezza di sorvolo e l’angolo di arrivo. Errori in questi parametri dar misurerà la composizione delle sottosuperfici ghiacciate delle
possono compromettere il risultato della manovra. Per prevenir- lune, fino a circa 9 chilometri di profondità.
lo o, meglio, per minimizzare questo rischio, pianifichiamo una La collaborazione che ha progettato e realizzato la missione
campagna di navigazione più accurata nelle settimane preceden- conta 23 paesi, compresi i contributi non europei di Stati Uniti e
ti l’evento». Giappone, per un totale di oltre 2000 persone che lavorano su
Queste campagne di navigazione consistono nel raccoglie- JUICE, ospitate da 18 istituzioni scientifiche e 83 aziende, per un
re un maggior numero di dati di navigazione, determinare l’orbi- costo complessivo stimato attorno a 1,5 miliardi di euro. E anche
ta della sonda con metodi diversi tra loro, usare diversi sistemi di la comunità scientifica e tecnologica italiana ha dato un fonda-
acquisizione dati proprio per poter avere informazioni indipen- mentale contributo, in particolare proprio nella realizzazione di
denti tra loro, al fine di prevenire errori nascosti. Inoltre occor- alcuni degli strumenti. A finanziare e a coordinare il lavoro è stata
re avere una scaletta predefinita di manovre propulsive di corre- l’Agenzia spaziale italiana (ASI), con la collaborazione scientifica
zione, ovvero da attuare solo se la traiettoria risultante dai calcoli dell’Istituto nazionale di astrofisica (INAF) e di alcune università
di cui sopra non rientri in certi parametri limite. In quel caso, per («Parthenope» di Napoli, «Sapienza» di Roma, Trento), mentre fra
Copia di 44a51459b9e30982c62bc1505f0b61bd

mezzo dei motori di bordo, la traiettoria è corretta di quanto ne- i vari partner industriali hanno avuto ruoli di particolare rilievo
cessario. «La parte difficile – specifi-
ca Accomazzo – è dovuta al fatto che i
calcoli più precisi si hanno solo quan- La collaborazione che ha progettato e realizzato
do la sonda è entrata nella sfera di in-
fluenza del pianeta, ovvero sente più la la missione conta 23 paesi, per un totale
gravità del pianeta che quella del Sole,
e questo avviene tipicamente nelle ul-
di oltre 2000 persone che lavorano su JUICE
time 24 ore. Per questo motivo, e in ba-
se a un’esperienza negativa dei colle-
ghi statunitensi con Marte anni fa, abbiamo sempre una finestra Leonardo e Thales Alenia Space (joint venture fra la francese Tha-
di correzione di emergenza prevista a sei ore dal sorvolo. Se ser- les e l’italiana Leonardo), nei cui stabilimenti hanno visto la luce
ve, significa che è andato tutto storto, e allora attiviamo una pro- parti importanti della strumentazione ora in viaggio verso Giove,
cedura paragonabile a un freno o paracadute di emergenza. Ov- fra cui la fotocamera JANUS, lo spettrometro MAJIS, il radar RI-
viamente è l’ultima cosa che vogliamo fare, e mi stupirei se mai la ME e lo strumento 3GM.
dovessi attuare».
Una volta nel sistema di Giove, JUICE effettuerà una serie di ol- Il telescopio JANUS
tre 30 incontri ravvicinati con le lune ghiacciate, che per comodi- «JANUS (acronimo di “Jovis, Amorum ac Natorum Undique
tà sono chiamati sorvoli, ma che in realtà non sono altro che assist Scrutator», traducibile in «scrutatore da ogni parte di Giove, dei
gravitazionali come quelli messi in atto durante la fase di crociera suoi amori e dei suoi figli”) è la fotocamera multispettrale selezio-
e che permetteranno alla missione di disegnare il tour delle lune nata dall’ESA per essere l’occhio della missione JUICE», spiega Pa-
di Giove. Con due grosse differenze: quelli planetari hanno una squale Palumbo, principal investigator dello strumento JANUS,
frequenza annuale o anche meno e si basano su conoscenze mol- già professore all’Università «Parthenope» di Napoli e dal 2023 in
to precise delle loro orbite (la variabile è solo l’orbita della sonda), forza all’Istituto di astrofisica e planetologia spaziali (IAPS) dell’I-
quelli del tour invece avranno frequenze che arriveranno anche NAF, a Roma. «JANUS sarà in grado di acquisire immagini in di-
a ogni due settimane e, data la limitata conoscenza delle orbite versi colori grazie alla presenza di 13 filtri intercambiabili che se-
delle lune, dovranno basarsi anche sulla navigazione ottica, ba- lezionano intervalli di lunghezza d’onda della luce fra il violetto
sata quindi su immagini successive delle lune in avvicinamento, e il vicino infrarosso.» In pratica si tratta di un telescopio che fo-
dovendo risolvere sia la traiettoria di JUICE che quella della lu- calizza l’immagine su un sensore simile a quelli usati nelle comu-
na stessa. ni macchine fotografiche, nella versione adatta all’impiego nello
spazio. Il telescopio include una ruota portafiltri e un meccanismo
Gli strumenti di JUICE di chiusura per proteggerlo da contaminazioni. «Il progetto ter-
Per poter raggiungere tutti gli obiettivi prefissati, la sonda ha momeccanico del telescopio è risultato complesso – dettaglia Pa-
a bordo una suite di dieci strumenti, ognuno dei quali accurata- lumbo – dovendo garantire l’accurato posizionamento delle otti-
mente selezionato per fornire un pezzo del puzzle. Per studiare che nonostante le forti vibrazioni al lancio e alle temperature a cui
a fondo l’atmosfera di Giove, la sua magnetosfera e le lune ghiac- sarà esposto lo strumento nello spazio: fra sensore e telescopio ci
ciate, è essenziale coprire tutti gli aspetti fisici rilevanti con un aspettiamo temperature fra –45 e –20 gradi Celsius».

46 Le Scienze 658 giugno 2023


Un ingegnere ispeziona l’antenna ad alto guadagno
di JUICE, che sarà usata per inviare dati tra la navicella
spaziale e le stazioni sulla Terra.

Copia di 44a51459b9e30982c62bc1505f0b61bd

JANUS trasmetterà immagini ad alta risoluzione di tutti gli og- ga ancora Palumbo – è fondamentale perché permette di aggiun-
getti presenti nel sistema di Giove. I satelliti galileiani, che inclu- gere informazioni sui materiali che compongono le superfici e
dono le lune ghiacciate Europa, Ganimede e Callisto e la vulcani- sulle loro caratteristiche, di penetrare strati diversi dell’atmosfera
ca Io, le molte altre piccole lune, gli anelli e lo stesso Giove, con la di Giove e di selezionare particolari fenomeni: proveremo a osser-
sua atmosfera molto dinamica e turbolenta. Le orbite della son- vare le tenui atmosfere che si originano dalle superfici solide (eso-
da nel sistema di Giove permetteranno sia osservazioni alla sca- sfere), le aurore ai poli di Giove, i pennacchi (plume) di particel-
la di un chilometro per pixel sia osservazioni ravvicinate duran- le di ghiaccio che probabilmente sono emessi dalle fratture nella
te i numerosi passaggi in prossimità delle lune ghiacciate (fino a crosta ghiacciata dei satelliti e altro ancora».
3 metri per pixel). Infine, quando JUICE orbiterà attorno a Gani- Alla realizzazione di JANUS ha lavorato un gruppo di ricerca
mede, permetterà di acquisire immagini dell’intera superficie a internazionale, che ha visto collaborare ricercatori italiani, tede-
70 metri per pixel e fino a 7 metri per pixel su regioni di partico- schi, spagnoli e britannici. Per lo sviluppo tecnologico, l’ASI, in
lare interesse. qualità di agenzia leader del progetto a guida italiana, ha coinvol-
© ESA

«La capacità di osservare in 13 diversi intervalli spettrali – spie- to Leonardo SpA come industria responsabile della realizzazione,

www.lescienze.it Le Scienze 47
MISSIONI SU GIOVE

SATELLITI ORBITALI DI GIOVE SORVOLI DI GIOVE

1973 Pioneer 10

1974 Pioneer 11

1979 Voyager 1
Voyager 2
1992 Ulysses
Galileo (1995–2003)
2000 Cassini-Huygens

2007 New Horizons


Juno (2016 a oggi)

Europa Clipper
(2030-2035)
Missioni dell’ESA
JUICE (2031-2035)
Missioni della NASA

Copia di 44a51459b9e30982c62bc1505f0b61bd

Fionda
VIAGGIO SU GIOVE gravitazionale
di Venere UN VIAGGIO INSIDIOSO
Fionda La gravità sarà un’alleata
gravitazionale volubile, fornirà regolari spinte
Fionda
della Terra II di supporto lungo il percorso, ma
gravitazionale
della Terra I minaccerà in qualsiasi momento
Lancio il deragliamento. Dopo che JUICE
Fionda
avrà completato un record di 35
gravitazionale
sorvoli di Europa, Ganimede e
lunare-
IL VIAGGIO Callisto, i controllori della missione
terrestre*
DI JUICE utilizzeranno ingegnosamente
Arrivo l’enorme gravità di Giove per
su Giove guidare il veicolo spaziale in orbita
JUICE sarà gestita dai controllori di missione attorno alla più grande luna del
presso l’ESOC dell’ESA (in Germania) sistema solare delle dimensioni di
un pianeta, ossia Ganimede.
Fionda Fionda
gravitazionale gravitazionale Arrivo
lunare-terrestre* della Terra I su Giove
agosto 2024 settembre 2026 luglio 2031

Lancio Fionda Fionda Tour di Giove Orbite


aprile 2023 gravitazionale gravitazionale e 35 sorvoli delle di Ganimede
di Venere della Terra II lune ghiacciate dicembre 2034
agosto 2025 gennaio 2029 luglio 2031 settembre 2035
novembre 2034
*Da sostituire con una fionda gravitazionale della Terra se JUICE fosse stata lanciata dopo il 18 aprile 2023
© ESA (lavoro svolto ATG sotto contratto con ESA),

verifica e consegna dello strumento da volo. Il contributo di Leo- nardo. «È dotato di due diversi canali che nel complesso copro-
CC BY-SA 3.0 IGO (tutte e due le illustrazioni )

nardo, oltre all’integrazione dell’intero strumento, si è concentra- no un intervallo spettrale molto ampio, che si estende dal visibi-
to in particolare sulle ottiche e sulle meccaniche del telescopio, le al medio infrarosso. È come se si trattasse di 1016 macchine fo-
mentre altri hanno curato le parti elettroniche. tografiche che scattano immagini contemporaneamente, ognuna
catturando un diverso “colore” della scena, cioè una diversa lun-
Lo spettrometro MAJIS ghezza d’onda della luce. Lo strumento è dotato inoltre di un’uni-
Ma Leonardo ha realizzato anche un altro importante com- tà di scansione, cioè uno specchio rotante che può essere coman-
ponente della strumentazione di JUICE: la testa ottica di MAJIS, dato in velocità e accelerazione in modo da compensare il veloce
acronimo di Moons And Jupiter Imaging Spectrometer. «MAJIS è moto della sonda JUICE rispetto al pianeta Giove e ancora più ri-
uno spettrometro a immagini, o imager iperspettrale», spiega Le- spetto alle sue piccole lune durante i fly–by».
onardo Tommasi, responsabile dell’ingegneria di MAJIS per Leo- Lo strumento è progettato sia per l’osservazione dell’atmosfe-

48 Le Scienze 658 giugno 2023


ra di Giove sia per quella della superficie dei tre satelliti medicei. penetrare la superficie osservata fino a profondità sufficienti per
Grazie all’osservazione iperspettrale su un intervallo così esteso, raggiungere gli obiettivi della missione». Come già successo per
sarà possibile identificare i minerali che compongono la superfi- gli strumenti MARSIS, montato a bordo della sonda ESA Mars Ex-
cie dei corpi solidi (i satelliti) e i gas presenti nelle loro atmosfe- press, e SHARAD, a bordo della sonda NASA Mars Reconnaissan-
re (oltre che nelle nubi di Giove), misurandone anche la densi- ce Orbiter, entrambi prodotti da Thales Alenia Space in collabora-
tà, la temperatura, i movimenti e così via. «Un bel passo avanti zione con il Jet Propulsion Laboratory (JPL) della NASA, RIME è
da quando Galileo Galilei scoprì l’esistenza dei satelliti di Giove, un «adattamento» all’ambiente gioviano del radar sounder per usi
reso possibile dalle moderne tecnologie e dallo sforzo di decine spaziali concepito per le precedenti missioni.
di ingegneri e tecnici in una collaborazione italo–francese dura- «La soluzione tecnologica proposta è di derivazione navale –
ta quasi dieci anni», commenta Tommasi. MAJIS è infatti frutto prosegue Rippo – il sounder è da molti anni utilizzato in Marina
del lavoro congiunto tra l’agenzia spaziale francese CNES (Centre per rilevare i fondali oppure per segnalare eventuali pericoli mi-
national d’études spatiales), responsabile del progetto, e l’ASI. Per litari. A suo tempo si pensò di trasferirne l’uso in ambito spaziale,
quanto riguarda il contributo italiano, il ruolo principale è stato con particolare attenzione alle missioni di esplorazione del siste-
svolto, assieme all’INAF, da Leonardo, che ha progettato e realiz- ma solare, per arrivare a studiare pianeti e satelliti non solo sulla
zato la testa ottica, con un contributo di Thales Alenia Space, che superficie oppure per capire come è composta l’eventuale atmo-
ha fornito le analisi termiche e la coperta a doppio strato in gra- sfera presente intorno a essi, ma anche per capire come sono fat-
do di isolare termicamente la testa ottica di MAJIS dall’ambiente ti “dentro”. L’analisi degli spettrogrammi in frequenza ottenuti,
molto più caldo della piattaforma. amichevolmente chiamati “radargrammi”, permette di arrivare
La realizzazione di MAJIS ha richiesto di affrontare due im- a osservare “fette” del pianeta o satellite studiato e, confrontan-
portanti sfide tecnologiche: la copertura di un intervallo spettra- doli con analoghi grafici terrestri ottenuti in varie maniere, si ri-
le esteso, risolta con l’impiego di due diversi canali in uno stru- esce a capire similitudini e differenze fra i differenti corpi celesti
mento molto compatto, e la necessità di raffreddare passivamente e la Terra.» Thales Alenia Space, ancora sotto la guida italiana e il
Copia di 44a51459b9e30982c62bc1505f0b61bd

finanziamento dell’ASI, ha realizzato


anche alcune componenti dello stru-
JUICE farà luce sulle condizioni fisiche che mento di radio-scienza 3GM (Gravity
& Geophysics of Jupiter and Galilean
permettono la presenza di strati d’acqua liquida e, Moons), che permetterà di effettua-
re misurazioni gravimetriche e quin-
forse, di oceani globali sotto la superficie delle lune di di individuare le anomalie gravita-
zionali nelle lune ghiacciate, da cui
sarà possibile determinare la distri-
(cioè senza consumo di energia elettrica) la testa ottica e i due ri- buzione delle masse sotto la loro superficie e dedurre la presen-
velatori visibile e infrarosso a temperatura criogenica. «Nel pri- za di strati di acqua liquida, lavorando in completa sinergia con
mo caso il risultato è stato ottenuto ripiegando più volte il cammi- RIME. Ma, ovviamente, tutti gli strumenti a bordo della missione
no ottico mediante l’uso di diversi specchi, facendo compiere alla sono stati selezionati in modo da lavorare in cooperazione, anche
luce una specie di complicato percorso a zig–zag», specifica Tom- se ciascuno di essi è in grado di garantire propri risultati scienti-
masi. «Nel secondo caso il raffreddamento fino alle temperature fici indipendenti.
necessarie al funzionamento dello strumento nell’infrarosso (l’in-
tera testa ottica di MAJIS lavora a una temperatura di –140 gradi Un pianeta ancora tutto da scoprire
Celsius) è stato garantito con una coppia di radiatori che “cattura- Il sistema gioviano è spesso definito un «mini-sistema solare»,
no” il freddo dallo spazio profondo mediante scambio radiativo. perché si è formato da una regione della nebulosa solare conte-
Per ottenere questo risultato è stato anche necessario isolare ter- nente lo stesso materiale con cui si sono formati il Sole e i piane-
micamente lo strumento dal satellite, in modo da ridurre al mini- ti. La composizione della massa di Giove (idrogeno ed elio) è simi-
mo il calore raccolto dal resto della piattaforma, che è invece pro- le a quella del Sole e il materiale che ha formato le lune gioviane
gettata per funzionare a una temperatura molto più alta». è la stessa miscela di volatili (ghiacci) ed elementi refrattari (roc-
ciosi) che ha formato i pianeti del sistema solare. Giove ha un’am-
Il radar RIME e il gravimetro 3GM pia magnetosfera, riempita con il suo stesso plasma (a cui contri-
Una delle principali aspettative della missione è la possibilità di buisce principalmente l’attività vulcanica della luna Io), che isola
analizzare la struttura interna delle lune ghiacciate. I dati raccolti il sistema gioviano dalle condizioni del vento solare. All’interno
da JUICE faranno luce sulle condizioni fisiche che permettono la di questa bolla magnetosferica gioviana, le lune ghiacciate si so-
presenza di strati d’acqua liquida e, forse, di oceani globali sotto la no formate ed evolute con destini diversi, in funzione della loro
superficie, anche trovandosi a grande distanza dal Sole. E a svol- posizione nel sistema e della loro storia orbitale e termica, rispec-
gere questo compito sarà in particolare lo strumento RIME (Ra- chiando in pratica i diversi destini dei pianeti del nostro sistema
dar Sounder for Icy Moons Exploration). planetario.
«RIME è un radar sub-superficiale – spiega Raffaello Paolo Rip- Con i dati raccolti dalla missione JUICE i planetologi sperano di
po, responsabile del programma RIME per Thales Alenia Space – migliorare la nostra comprensione del sistema solare e della for-
ovvero permette di penetrare la superficie osservata, sia essa di mazione dei pianeti. E di capire se le lune che la missione studierà
un pianeta o di un satellite, e capire “che cosa c’è” sotto. Agendo possano in linea di principio ospitare la vita come la conosciamo
a determinate frequenze adatte allo scopo, lo strumento riesce a sulla Terra. Q

www.lescienze.it Le Scienze 49
Arte planetaria
Cittadini dediti alla scienza amatoriale mescolano ricerca e creatività
usando i dati di una fotocamera dedicata a loro sulla sonda NASA Juno

Copia di 44a51459b9e30982c62bc1505f0b61bd

Le tempeste di
Giove ricordano
la Notte stellata di
Vincent van Gogh
in un’immagine
elaborata.

La colorazione
e gli effetti applicati
mettono in
evidenza i cicloni
al Polo Nord
di Giove.

50 Le Scienze 658 giugno 2023


Un modello di
elevazione a scala
esagerata illustra,
in un’immagine
composita, come
potrebbe apparire
Europa, la luna
di Giove, a un
visitatore vicino.

Copia di 44a51459b9e30982c62bc1505f0b61bd

Un montaggio
mostra i volti
cangianti
nel tempo
dell’atmosfera
di Giove.

In senso orario, partendo in alto a sinistra: NASA/JPL-Caltech/SwRI/MSSS/Kevin M. Gills;


NASA/JPL-Caltech/SwRI/MSSS (dati dell’immagine), Gerald Eichstädt (elaborazione dell’immagine);
NASA/JPL-Caltech/SwRI/MSSS/Kevin M. Gill; NASA/JPL-Caltech/SwRI/MSSS/Abastumani-63
PSICOLOGIA

Animali
che ridono
Da quando si è appurato che la nostra specie non è l’unica a ridere,
etologi, primatologi e neuroscienziati hanno unito le forze per rivelare i
meccanismi e le funzioni della risata, smontando due millenni di teorie

di Fausto Caruana, Elisabetta Palagi e Frans B.M. De Waal


Copia di 44a51459b9e30982c62bc1505f0b61bd

idere è la cosa che facciamo più spesso nell’arco delle nostre giornate, ma

R Volontariamente possiamo fingere di ridere; ma la risata finta


paradossalmente è uno dei nostri comportamenti più misteriosi, un vero
enigma che ha occupato i pensieri di filosofi e scienziati sin dai tempi di Pla-
tone. Per i filosofi, il riso è da sempre una sfida alla distinzione tra mente e
corpo: non è un’azione volontaria, ma neppure un mero riflesso corporeo.

e quella spontanea sono controllate da parti differenti del cervel-


lo e mostrano piccole ma significative differenze, che sono studia-
te dagli psicologi.
Per i neurologi, invece, il riso è il campanello d’allarme di serie
la risata, come fotografato nel famoso dialogo de Il nome della Ro-
sa tra il benedettino Jorge da Burgos (secondo cui «il riso squas-
sa il corpo, deforma i lineamenti del viso, rende l’uomo simile alla
scimmia. […] Ecco perché Cristo non rideva») e il francescano Gu-
glielmo di Baskerville (per il quale «le scimmie non ridono, il ri-
condizioni patologiche, dalle crisi dette gelastiche (crisi epilettiche so è proprio dell’uomo, è segno della sua razionalità»). Insomma,
che si manifestano con una risata incontrollata) alla sindrome di in modo più o meno indipendente, tutte le discipline si sono po-
riso e pianto patologico (studiata anche dall’attore Joaquin Phoe- ste domande sul perché ridiamo e su quale funzione abbia questo
nix per dare vita alla sua celebre interpretazione di Joker), fino strano comportamento.
al caso della cataplessia, in cui una risata spontanea può indurre In duemila anni abbiamo formulato molte ipotesi sui meccani-
un’improvvisa perdita del tono muscolare e l’inibizione dei mo- smi psicologici e fisiologici del riso, che possono essere ricapitola-
vimenti volontari. te sotto tre voci principali: la teoria della superiorità, per cui il riso
Per i linguisti, il riso può aiutarci a comprendere il linguaggio. è evocato da un senso di superiorità sugli altri; la teoria dell’incon-
Da un lato perché il modo in cui il riso interagisce con il linguag- gruenza, per cui ridiamo quando qualcosa viola le nostre aspetta-
gio segue regole ben precise, che ricordano stranamente quelle tive; e la teoria del sollievo, per cui il riso è evocato dal rilascio di
che, nel linguaggio scritto, regolamentano la punteggiatura. Da energia da parte del sistema nervoso a seguito di un momento di
un altro perché il confronto tra il riso e le vocalizzazioni animali tensione. Tutte queste teorie colgono alcuni aspetti interessan-
potrebbe addirittura dirci qualcosa di nuovo sull’origine del lin- ti del riso, ma condividono due errori che si sono tramandati nei
guaggio. Il riso incuriosisce anche le scienze umane: gli storici secoli e per oltre due millenni hanno impedito di comprendere a
hanno scritto pagine su pagine per cercare di capire se e come ri- fondo il nostro comportamento sociale più frequente.
dessero gli antichi, mentre i critici letterari si sono interrogati sui Il primo errore riguarda il confondere riso e humor: sebbene
meccanismi retorici alla base del comico. esista un’ovvia connessione tra questi concetti, le teorie citate so-
Non ultimi, i teologi hanno dibattuto sulla bontà o meno del- pra studiano gli antecedenti cognitivi del riso, ma non il riso. Lo

52 Le Scienze 658 giugno 2023


Copia di 44a51459b9e30982c62bc1505f0b61bd
Illustrazione di Fosca Mastrandrea

www.lescienze.it Le Scienze 53
Fausto Caruana è neuroscienziato all’Istituto di neuroscienze del CNR di Parma; Elisabetta Palagi è etologa
all’Università di Pisa; Frans de Waal è primatologo alla Emory University di Atlanta, negli Stati Uniti.

psicologo statunitense Robert Provine, massimo esperto su que- logica. Il primo frutto di questa collaborazione è il volume collet-
sto tema, ha spesso lamentato che i filosofi hanno formulato le lo- taneo Cracking the laugh code: laughter through the lens of biology,
ro teorie standosene saldamente seduti in poltrona, e senza alcun psychology and neuroscience, recentemente pubblicato a cura dei
dato empirico sotto mano. Bisogna invece abbandonare la pista tre autori da «Philosophical Transactions of the Royal Society» (la
dei filosofi e assumere i panni dell’etologo, studiando cioè il riso prestigiosa rivista della Royal Society di Londra), al quale hanno
così come emerge in natura. Cosa che disvelerà un primo indizio contribuito oltre 70 esperti di molteplici discipline scientifiche.
prezioso: il riso è, prima di tutto, una vocalizzazione sociale che In quete pagine cerchiamo di riassumere i punti cardine di que-
emerge in contesti non umoristici. sta nuova visione.
Il secondo errore riguarda l’assunzione che solo l’uomo ride,
un’idea divenuta popolare già al tempo di Aristotele e sostanzial- La risata dei ratti
mente mai messa in discussione. Una rara eccezione fu Charles Alla fine degli anni novanta Jaak Panksepp e Jeffrey Burgdorf
Darwin, il quale alla fine del XIX secolo sosteneva che «possiamo descrivono nei ratti un tipo di vocalizzazione molto rapida, basata
confidare nel fatto che la risata, come segnale di piacere o di gio- su ultrasuoni emessi a 50 chilohertz, prodotta sia durante il gio-
ia, fosse praticata dai nostri progenitori già molto prima che me- co sociale sia durante la stimolazione tattile applicata sulla pancia
ritassero di essere chiamati umani». Ma come sempre Darwin (un vero e proprio solletico). Esattamente come avviene per la ri-
era in anticipo sui tempi, e dovette passare circa un secolo pri- sata umana, notano che queste vocalizzazioni sono più frequenti
ma che questa idea venisse presa sul serio. Ancora negli anni qua- nei giovani, e sono più frequenti in condizioni sociali favorevoli,
ranta, infatti, il padre dell’antropologia filosofica tedesca Helmut mentre scompaiono durante situazioni stressanti come l’espo-
Plessner scriveva le seguenti righe: «Il principio secondo cui solo sizione all’odore di gatto o l’accensione di luci fastidiose. Poiché
Copia di 44a51459b9e30982c62bc1505f0b61bd

l’uomo dispone del riso, e non invece l’animale, non è un’ipotesi queste vocalizzazioni sono sostanzialmente differenti da quelle
che potrebbe un giorno essere confutata, ma una certezza». prodotte in condizioni di paura o di stress, ne concludono che le
Con buona pace dei filosofi, però, a partire dal XX secolo la vi- vocalizzazioni a 50 chilohertz rappresentano l’omologo, o quan-
sione humor-centrica e quella antropocentrica del riso hanno ini- tomeno l’analogo, del riso umano, ipotizzando che il riso murino
ziato a scricchiolare, grazie al lavoro
di etologi e neuroscienziati che hanno
sviluppato una nuova «neuroetologia Con buona pace dei filosofi, dal XX secolo
del riso», mettendo in luce come le teo-
rie discusse fino a oggi non facciano al- la visione humor-centrica e quella antropocentrica
tro che toccare la punta di un enorme
iceberg.
del riso hanno iniziato a scricchiolare
I due scienziati che hanno contribui-
to più di ogni altro a combattere queste
assunzioni sono stati il neuroscienziato estone Jaak Panksepp e lo possa aprire la strada allo studio etologico e a quello neuroscienti-
psicologo statunitense Robert Provine. Il primo, descrivendo per fico delle emozioni positive negli altri animali e negli umani. E co-
la prima volta nei ratti un comportamento paragonabile al riso, al- sì infatti è stato.
la fine degli anni novanta ha aperto la strada allo studio compara- L’ipotesi di un riso murino suggerisce omologie profonde tra i
to del riso animale, mostrandone sia la continuità funzionale con meccanismi socio-emozionali umani e quelli animali, soprattutto
quello umano sia quella relativa ai substrati neurali. Il secondo in- per quel che riguarda i centri sottocorticali, cioè quei centri pre-
vece – applicando il metodo dell’etologia allo studio della risata senti al di sotto della corteccia cerebrale e che, secondo alcune
umana e di altri primati – ha messo in luce il ruolo essenzialmen- influenti teorie dell’evoluzione dell’encefalo, sono rimasti mag-
te comunicativo e affiliativo di questa vocalizzazione, e la sua in- giormente conservati nel corso dell’evoluzione – e quindi più si-
dipendenza dallo humor. mili nei roditori a quelli umani – di quanto non sia avvenuto con
Grazie al loro lavoro, oggi le tre teorie filosofiche possono la corteccia cerebrale, più profondamente modificata.
quindi essere affiancate da un nuovo approccio neuroetologico, E infatti proprio un centro sottocorticale – il nucleo accum-
naturalistico ed evoluzionista, fondato sull’idea che la funzione bens (NAcc) – sembra avere un ruolo fondamentale nel facilitare
primaria della risata umana – nonché di comportamenti anima- il riso in entrambe le specie. Il NAcc appartiene al «sistema do-
li omologhi (tratti evolutivamente condivisi) od omoplasici (tratti paminergico della ricompensa» ed è coinvolto nel rinforzo posi-
con funzione simile ma evolutivamente indipendenti) – sia quel- tivo, ovvero quel tipo di rinforzo che contribuisce al ripetersi di
la di creare legami affiliativi e promuovere l’interazione e il lega- un comportamento piacevole, dipendenze incluse. Nel ratto, l’i-
me sociale. niezione nel NAcc di amfetamina – un agonista della dopamina –
È proprio questo nuovo orizzonte che ci ha portato a unire le aumenta l’emissione di queste vocalizzazioni a valenza positiva.
nostre competenze – Elisabetta Palagi etologa all’Università di Pi- Negli umani, la stimolazione elettrica della stessa struttura (ese-
sa, Frans de Waal primatologo alla Emory University di Atlanta, guita su pazienti chirurgici per ragioni cliniche) innesca emozio-
e Fausto Caruana neuroscienziato all’Istituto di neuroscienze del ni positive, fino a indurre vere e proprie esplosioni di risate. Sem-
CNR di Parma – per fare il punto su questa nuova svolta neuroeto- pre nella nostra specie, una ricerca di neuroimmagini condotta

54 Le Scienze 658 giugno 2023


Copia di 44a51459b9e30982c62bc1505f0b61bd

nel 2019 da Elise Wattendorf all’Università di Friburgo, in Sviz- Proprio perché basato sulla stimolazione tattile, tuttavia, il groo-
zera, ha dimostrato che questo nucleo si attiva quando qualcuno ming è un ottimo mezzo per favorire legami sociali, ma solo tra
sta per farci il solletico, il che suggerisce che il nucleo contribui- pochi individui alla volta e dedicandoci molto tempo. Questo po-
sca all’anticipazione della ricompensa, influenzando rapidamen- ne inevitabilmente un limite massimo al numero di individui con
te la circuiteria coinvolta nell’elaborazione emotiva ancor prima cui stringere legami sociali in un certo tempo. Secondo Dunbar il
che qualcuno ci tocchi. riso ha permesso di aggirare questo vincolo. Il riso infatti sfrutta
Tanto il riso umano quanto quello animale, insomma, attiva- i canali uditivo e visivo anziché quello tattile, permettendoci co-
no i sistemi di rilascio della dopamina, del piacere e del rinforzo sì di fare «grooming a distanza» molto rapidamente e con tanti in-
positivo, e lo fanno prevalentemente durante contesti di gioco e dividui in contemporanea. Negli animali non umani le espressio-
di interazione positiva tra individui, e questo porta a consolida- ni di gioco e le vocalizzazioni possono svolgere lo stesso compito.
re i legami interindividuali. Questa idea sembra rappresentare Infatti le sessioni di gioco libero spesso coinvolgono molti sogget-
una valida alternativa alle tre teorie filosofiche dello humor, can- ti (sessioni poliadiche), che talvolta entrano nella sessione a turno
didandosi a essere una nuova alternativa naturalistica ed evoluti- (secondo regole ancora tutte da studiare!), e altre volte formano
vamente valida. veri e propri gruppi. Osservazioni recenti indicano che durante il
gioco poliadico la componente acustica si aggiunge più spesso a
Il grooming a distanza quella visiva, in modo da amplificare il segnale e raggiungere tut-
Secondo l’antropologo e psicologo britannico Robin Dunbar, il ti i giocatori coinvolti. Resta da dimostrare se la «risata» sia capace
riso rappresenta un meccanismo di facilitazione dei legami socia- di motivare altri soggetti a buttarsi nella mischia.
li a metà strada tra quelli tipicamente umani e dipendenti da cul- Di recente il gruppo di neuroscienziati di Lauri Nummenmaa,
tura e linguaggio (cantare e ballare a un concerto, andare a una all’Università di Turku, in Finlandia, ha portato acqua al mulino
cena o guardare un film insieme) e quelli più ancestrali, come il di questa affascinante ipotesi, dimostrando che – proprio come
grooming dei primati. Il grooming – quella procedura di pulizia avviene con il grooming e con le carezze – il riso sociale nella no-
del mantello fatta tra conspecifici – attiva, in chi lo riceve, un tipo stra specie aumenta il rilascio di oppioidi in una serie di regioni
di meccanorecettori responsivi alla stimolazione leggera e lenta cerebrali che includono la corteccia cingolata anteriore (la cui sti-
Illustrazione di Fosca Mastrandrea

della pelle, che a loro volta attivano neuroni C-tattili (CT) a condu- molazione elettrica, come vedremo fra poco, è in grado di evoca-
zione lenta, non mielinizzati, che sono collegati a una regione del re fragorose risate). Ridere con qualcuno, insomma, fa da rinfor-
cervello emozionale, l’insula, anziché alla corteccia somatosenso- zo positivo, attivando il sistema degli oppioidi in modo da indurci
riale tattile. Tramite l’insula, questo stimolo attiva il sistema de- a cercare di nuovo quella persona. Ecco dunque il segreto del ri-
gli oppioidi, provocando un senso di piacere, calma, rilassamen- so. Ma non siamo tutti uguali: la densità di recettori +-oppioi-
to, che ha un effetto analgesico e che induce un senso di vicinanza di (MOR) in quest’area correla con la propensione individuale al
emotiva tra chi riceve e chi pratica il grooming. ridere. Detto altrimenti: chi ne ha di più, ride di più.

www.lescienze.it Le Scienze 55
Il cervello che ride (o che finge di farlo)
La risata può scaturire dall’attività di due
pre-SMA
reti cerebrali: quella emozionale (in rosso) e
quella volontaria (in blu).
La corteccia cingolata anteriore (ACC), il
polo temporale (TP) e il nucleo accumbens
(NAcc) controllano la risata emozionale, ACC
Area motoria
che dà piacere e induce effetti positivi primaria
tramite il rilascio di oppioidi, attivando il
sistema della ricompensa e facilitando NAcc
così i legami sociali. FO
L’area motoria pre-supplementare (pre-
SMA) e l’opercolo frontale (FO), che fanno
parte del sistema motorio volontario, sono
TP
coinvolte nel controllo volontario del riso,
che nelle occasioni sociali quotidiane
possiamo sopprimere, amplificare o
simulare per motivi strategici.

Copia di 44a51459b9e30982c62bc1505f0b61bd

applicata a quattro regioni della corteccia cerebrale: la corteccia


Stimolare il riso in sala operatoria
cingolata anteriore (ACC), il polo temporale (TP), l’area motoria
Essendo il riso un segno distintivo di alcune condizioni pato- pre-supplementare (pre-SMA) o l’opercolo frontale (FO). Una vol-
logiche, gli studi sulle sue basi neurali si sono a lungo focalizzati ta finito l’effetto della stimolazione, per i pazienti è difficile mo-
sulle strutture sottocorticali più tipicamente coinvolte nella gene- tivare perché siano scoppiati a ridere: a volte ammettono di non
si dei diversi tipi di risata patologica descritti in apertura: il tron- saperne spiegare la ragione, mentre in alcuni casi addirittura con-
co dell’encefalo, la cui lesione può provocare la sindrome di riso fabulano spiegazioni ad hoc.
e pianto patologico, e l’ipotalamo, coinvolto sia nelle crisi epilet- La stimolazione di pre-SMA e FO tipicamente evoca il pattern
tiche gelastiche sia nella cataplessia. Confinando il riso alle strut- motorio della risata (espressione facciale, vocalizzazione), ma non
ture sottocorticali, considerate antiche e periferiche rispetto ai la controparte emozionale. Viceversa, se a essere stimolate sono
piani nobili della corteccia cerebrale, questi studi ben si sposava- ACC o TP, l’effetto non si limita agli aspetti motori ma induce an-
no con le teorie filosofiche che consideravano questo comporta- che una reale esperienza di felicità, suggerendo che questi centri
mento una banale conseguenza di ben più interessanti anteceden- controllino sia gli aspetti esteriori e osservabili sia quelli interio-
ti cognitivi legati allo humor. Ma la nuova teoria del riso, che fa di ri e soggettivi della risata emozionale; in coerenza con l’idea evo-
questo comportamento un caposaldo del cervello sociale, ne sug- luzionista per cui la risata è intrinsecamente connessa al sistema
gerisce anche una più complessa rappresentazione corticale. della ricompensa e del rinforzo positivo!
Uno studio neuroscientifico del riso deve però affrontare due Uno studio condotto con la stessa tecnica alla Emory University
problemi difficili da risolvere. Il primo, di tipo tecnico, è che School of Medicine ha addirittura mostrato che, stimolando ACC,
le convulsioni e i movimenti che caratterizzano il riso non so- lo stato di felicità indotto è così forte da poter temporaneamente
no compatibili con la gran parte delle tecniche di registrazione riscrivere memorie emozionali negative: su richiesta dei chirur-
neuronale presenti nei laboratori, che richiedono al soggetto di ghi, il paziente poteva descrivere eventi tristi, come la morte del
rimanere immobile durante le scansioni. Il secondo, ancora più cane di famiglia, ma lo faceva continuando a ridere e ammettendo
profondo e problematico, riguarda l’impossibilità di riprodurre che, pur consapevole che si trattasse di un evento triste, era inca-
all’interno di contesti di laboratorio le condizioni sociali in grado pacitato al momento a percepirlo come tale. E giù a ridere.
di evocare una risata spontanea.
Riso emozionale e riso volontario
Refluo/iStock (cervelli); rielaborazione Le Scienze

In tempi recenti alcune informazioni preziose sono emerse per


serendipità, studiando l’esito della stimolazione elettrica esegui- Perché nel cervello abbiamo così tante aree che inducono
ta su pazienti con epilessia farmacoresistente durante procedure una risata quando stimolate? Queste aree coordinano insieme
chirurgiche finalizzate alla loro cura. Grazie a una collaborazione un’unica funzione o si occupano di aspetti differenti del ridere?
tra l’Istituto di neuroscienze del CNR di Parma e il Centro Muna- Di recente all’Istituto di neuroscienze del CNR di Parma abbia-
ri per la chirurgia dell’epilessia del Niguarda di Milano – un’eccel- mo studiato le connessioni tra questi centri grazie alla trattogra-
lenza mondiale per la cura chirurgica dell’epilessia – abbiamo fi- fia mediante tensore di diffusione, una tecnica di neuroimmagi-
nalmente iniziato ad avere accesso ai segreti del cervello che ride. ni che permette di ricostruire le connessioni tra le varie aree del
Durante la stimolazione, infatti, può capitare che il paziente inter- cervello. I risultati hanno mostrato che i centri la cui stimolazione
rompa ogni attività e scoppi in una fragorosa risata. Questa curio- elettrica induce il riso costituiscono in realtà due reti neuronali (o
sa risposta può avvenire, però, soltanto quando la stimolazione è network) parzialmente distinte.

56 Le Scienze 658 giugno 2023


Anche le scimmie, come i bonobo (a sinistra) e gli scimpanzé (a
destra), ridono, e anche fra loro la risata è contagiosa, a differenza di
quanto si ritenesse fino a pochi anni fa.
Copia di 44a51459b9e30982c62bc1505f0b61bd

Un primo network – costituito dalle regioni ACC, TP e dal nu- Ridere come parlare
cleo accumbens (NAcc, quello studiato da Panksepp) – controlla Ammettiamo pure che l’origine evolutiva del riso sia quella di
la risata emozionale, inducendo effetti positivi tramite il rilascio stabilire legami sociali e facilitare le interazioni di gioco, così co-
di oppioidi, attivando il sistema della ricompensa e facilitando co- me avviene nei primati e addirittura nei ratti. Ci si potrebbe por-
sì i legami sociali e il «grooming a distanza». È insomma la base re la seguente domanda: siamo sicuri però che nell’uomo l’entrata
neurale del riso di cui abbiamo parlato finora. in scena del linguaggio verbale non abbia rivoluzionato le funzio-
Un secondo network è invece costituito dalle regioni pre-SMA ni di questa vocalizzazione, e che dunque lo studio di come il riso
e FO, che fanno parte del sistema motorio volontario, e che infat- umano emerge durante una conversazione non ristabilisca il tra-
ti sono coinvolte nel controllo volontario del riso, e verosimilmen- dizionale legame tra riso e humor?
te negli altri «usi strategici» di questo comportamento. Nella vita Per molti anni Robert Provine ha condotto veri e propri studi
quotidiana capita spesso di dover sopprimere, o amplificare, una sul campo analizzando come emerge il riso durante le reali inte-
risata spontanea, e lo possiamo fare proprio grazie all’intervento razioni sociali, disinnescando questa obiezione. I suoi studi dimo-
di un controllo motorio volontario sulle aree emozionali. strano che solo il 10-20 per cento delle frasi seguite da una bella
Se nella vita di tutti i giorni questi due sistemi interagiscono tra risata sono a contenuto umoristico, e che addirittura ride più chi
loro, esistono però condizioni neurologiche che possono ledere parla di chi ascolta. Il riso segue poi complesse gerarchie sociali in
uno dei due risparmiando l’altro. Da un lato, le lesioni del siste- cui contano più il sesso e lo status sociale degli interlocutori che
ma motorio possono provocare una paresi facciale che impedisce non il contenuto della conversazione.
di inscenare una risata a comando al paziente il quale, se indot- Oggi esistono studi di analisi della conversazione che indaga-
to a ridere spontaneamente, potrà tuttavia scoppiare in una risata no come il riso impatta nella durata e nel cambio di turno duran-
genuina. Viceversa, alcune malattie degenerative possono provo- te banali conversazioni quotidiane o durante conversazioni par-
care l’effetto opposto: il paziente può perdere la sua risata emo- ticolari, come un’intervista lavorativa, un’intervista giornalistica,
zionale, ma potrà continuare a simularla volontariamente. Il che o un esame medico, e tutto va in un’unica direzione: anche dopo
implica anche che potrà continuare a inscenare risate false e op- l’entrata in scena del linguaggio, sembra che l’elemento crucia-
portunistiche. le resti la comunicazione tra individui. Insomma, la risata come
Ma c’è un fatto curioso. A differenza dei centri emozionali – «punteggiatura».
che controllano tutta la muscolatura facciale coinvolta nel riso – A sostegno dell’ipotesi della punteggiatura si collocano i dati
i centri motori sono in grado di controllare per lo più la muscola- relativi alle espressioni di gioco e vocalizzazioni degli animali non
tura della parte inferiore del volto, ma meno quella superiore, che umani durante le loro interazioni ludiche, vere e proprie «conver-
è più difficilmente sotto il controllo volontario. Di conseguenza sazioni corporee». Nel gioco di lotta, dove si alternano diversi mo-
secondo alcuni psicologi – tra cui Paul Ekman, divenuto celebre duli comportamentali sia «offensivi» (come mordicchiare, spinge-
Immagini di Frans de Waal (2)

come consulente scientifico della serie televisiva Lie to Me, a lui re, saltare sopra un compagno) sia «difensivi» (fuggire, schivare il
ispirata – è possibile distinguere una risata genuina da una falsa colpo), la possibilità di fraintendimento tra i due giocatori è mol-
proprio prestando attenzione alla muscolatura facciale superiore, to alta. Quando gli individui non sono abili nel comunicare le lo-
e in particolare a quella responsabile della grinza che si forma ai ro intenzioni (cosa abbastanza frequente fra i giovani) la sessione
lati degli occhi quando ridiamo, e che è più difficilmente control- di gioco può degenerare e qualcuno può farsi male. Ma giocare è
labile durante una risata falsa. importante! Il gioco affina le capacità motorie e cognitive, incre-

www.lescienze.it Le Scienze 57
Copia di 44a51459b9e30982c62bc1505f0b61bd

Illustrazione di Fosca Mastrandrea

58 Le Scienze 658 giugno 2023


menta la competenza sociale e crea legami. Quindi l’evoluzione tivo) era capace di farlo. La collega britannica ha dimostrato che
ha operato per sistemi comunicativi efficienti. quando due orangutan giocano insieme è altamente probabile che
Un’ipotesi avanzata dall’etologo Niko Tinbergen (premio Nobel ridano anche insieme. Dopo pochi anni, la stessa cosa è stata di-
per la fisiologia e la medicina nel 1973 proprio per lo studio dell’e- mostrata anche nel gelada, la «scimmia dal petto sanguinante» che
voluzione dei segnali nel mondo animale) è stata recentemen- vive sugli altopiani etiopi. Il contagio della risata sembra quindi
te dimostrata nel cane: quella della meta-comunicazione. Giu- avere origini evolutive molto più antiche di quello che si pensava.
sto prima di ingaggiare in un comportamento aggressivo, spesso Studi successivi hanno anche dimostrato che, quando la risata di
il giocatore emette un’espressione facciale, la cosiddetta faccia da uno dei due giocatori riesce spesso a evocare la risata nell’altro, tra
gioco, per anticipare al compagno che quello che seguirà non ha i due si creano legami preferenziali, che li porteranno a interagire
niente di davvero pericoloso ed è «solo per gioco». Le sessioni che sempre più spesso. Il legame che si crea andrà a invadere anche al-
contengono molte «risate» sono anche quelle che hanno durata tre sfere del comportamento, come il grooming, il supporto agoni-
maggiore e in cui i moduli comportamentali offensivi e difensivi stico e le alleanze. Interazioni importantissime quando si vive in
sono più bilanciati, rendendo la sessione più simmetrica. società complesse, dove la capacità di farsi degli amici è essenziale
Un’altra importante funzione delle facce da gioco è quella re- per la sopravvivenza e la fitness.
troattiva. Laddove qualcosa non ha funzionato e la sessione va in- Se gli animali non umani ci aiutano a comprendere l’importan-
contro a un’escalation, l’emissione del segnale può avere una fun- za evolutiva del contagio della risata, per comprendere i circuiti
zione rassicurante per il compagno e trasmettere il messaggio neurali alla base di questo incredibile fenomeno dobbiamo guar-
«scusa, ho sbagliato». Se pensiamo all’uso che facciamo delle emo- dare all’essere umano. Provine aveva predetto che «l’efficacia che
ticon nei messaggi di testo, i principi sono più o meno gli stessi. ha una risata nell’evocare un’altra risata suggerisce che gli uomini
Infatti, come accade per gli animali non umani, Provine sostiene abbiano un sistema di riconoscimento del riso, un circuito neura-
che la collocazione del riso in una frase non è casuale ma segue le che risponde esclusivamente all’ascolto di questa vocalizzazio-
ne, innescando lo stesso pattern moto-
Copia di 44a51459b9e30982c62bc1505f0b61bd

rio in chi ascolta». Sappiamo, grazie a


studi di neuroimmagini, che percepi-
Ciò che suscita più facilmente il riso re una risata attiva aree uditive di or-
dine superiore e aree visive specializ-
non è il senso di superiorità, né l’incongruenza, zate nel riconoscimento di espressioni
facciali dinamiche. Quanto ipotizza-
né il sollievo, bensì il riso di un’altra persona to da Provine, invece, è qualcosa di un
po’ diverso: l’idea è che esista nel cer-
vello una regione in cui il «mio» riso e
una grammatica simile a quella che ha la punteggiatura nei testi il «tuo» riso si sovrappongono; ovvero un centro responsabile del
scritti (per esempio, il riso non interrompe la frase, ma avviene controllo motorio del riso, ma che si attivi anche quando percepi-
a chiusura della stessa). E la ragione non va ricercata in aspetti di sco il riso altrui. Ma come studiarlo?
basso livello legati al controllo della vocalizzazione, poiché un ef- Una volta individuati i centri la cui stimolazione evoca il riso,
fetto simile è stato trovato anche nel linguaggio dei non udenti. ancora in collaborazione col Centro Munari del Niguarda di Mi-
Lo studio degli aspetti fonologici del riso ha portato poi a stu- lano, abbiamo mostrato ai pazienti video di attori intenti a ridere,
diare in modo comparato la struttura acustica del riso umano e di piangere o tenere un’espressione neutrale. Usando gli elettrodi
quello delle grandi scimmie, permettendo di scoprire che la prin- per registrare segnali neurali dal cervello (anziché per stimolarlo,
cipale differenza sta nella capacità – che appare unica degli uma- come nello studio precedente) abbiamo scoperto che ACC si attiva
ni – di segmentare le molteplici vocalizzazioni che compongo- anche quando semplicemente vediamo qualcuno ridere. Quando
no una risata all’interno di un unico ciclo di esalazione (le grandi percepisco qualcuno ridere, dunque, questa informazione non è
scimmie non hanno questo controllo motorio della respirazione, analizzata solo nelle aree uditive e visive, ma è rapidamente invia-
e sono quindi costrette a ridere distribuendo le vocalizzazioni in ta ad ACC, un centro che controlla la mia risata emozionale, facili-
ciascuna fase di esalazione e inspirazione). Secondo la «teoria bi- tando il contagio, il rilascio di oppioidi e il «grooming a distanza».
pede dell’evoluzione del parlato», proprio l’avvento del bipedismo Ecco perché una risata è il miglior collante sociale!
ha permesso un controllo motorio più raffinato della respirazione, Alla fine di questo viaggio neuroetologico sul riso possiamo
divenuto fondamentale per lo sviluppo del linguaggio parlato ma tornare alle domande con cui abbiamo aperto l’articolo, e trarre
testimoniato dalla peculiare modalità di controllo del riso umano. alcune conclusioni. Al contrario di quanto suggeriva una tradizio-
ne bimillenaria, oggi possiamo dire che il riso non è affatto tipico
Il contagio del riso dell’uomo, e non è necessariamente connesso allo humor. Il riso
Con buona pace dei filosofi, ciò che suscita più facilmente il ri- è invece un comportamento complesso che assolve rilevanti fun-
so non è il senso di superiorità, né l’incongruenza, e neppure il sol- zioni ancestrali – stringere legami sociali, promuovere il gioco e
lievo. Quello che stimola meglio di qualunque altra cosa il riso è il le interazioni cooperative, ridurre la tensione – che condividiamo
riso di un’altra persona. Fino a qualche anno fa si riteneva che solo con molte altre specie animali. Da questo punto di vista, è lì a ri-
l’essere umano fosse capace di essere contagiato dalle risate altrui, cordarci di non montarci troppo la testa perché – anche se siamo
ma nel 2008 Marina Davila Ross, dell’Università di Portsmouth, ha andati sulla Luna, se abbiamo scritto poemi e dimostrato teoremi,
scoperto che anche una specie di scimmia antropomorfa (il grup- se abbiamo costruito ponti e astronavi – beh, stiamo ancora par-
po di primati più vicino alla nostra specie dal punto di vista evolu- lando il linguaggio dei nostri antenati. Q

www.lescienze.it Le Scienze 59
LA FISICA Chien-Shiung Wu nel suo laboratorio
alla Columbia University nel 1978.

Copia di 44a51459b9e30982c62bc1505f0b61bd
Michelle Frank è divulgatrice scientifica e poetessa del CUNY
Graduate Center. I suoi lavori hanno ricevuto il sostegno dei seguenti
organismi: Consortium for History of Science, Technology, and
Medicine; Friends of the Center for History of Physics at the American
Institute of Physics; American Physical Society; Sundog Poetry Center.

FISICA SPERIMENTALE

Una variabile
nascosta dietro
Copia di 44a51459b9e30982c62bc1505f0b61bd

l’entanglement
La storia poco conosciuta delle origini della ricerca scientifica
che nel 2022 è stata premiata con il Nobel per la fisica

di Michelle Frank

el novembre 1949 Chien-Shiung Wu e il suo studente di dottorato Ir-

N Il magnete del ciclotrone pesava diverse tonnellate ed era così


grande che, narrava la leggenda, per portarlo all’interno dell’edi-
ficio dieci anni prima l’amministrazione aveva dovuto fare un bu-
co in un muro perimetrale e chiamare tutta la squadra di football
ving Shaknov scesero in un laboratorio della Columbia University
ubicato sotto la Pupin Hall. Avevano bisogno di antimateria per un
nuovo esperimento, quindi ne produssero un po’ con un macchina-
rio chiamato ciclotrone.
Shaknov lo usarono per bombardare di deutoni una lastra di ra-
me e generare così un isotopo instabile, Cu-64, che facesse da fon-
te di positroni: l’antimateria. Quando un positrone e un elettrone
si scontrano, si annichilano a vicenda, rilasciando due fotoni che
Lynn Gilbert

americano dell’ateneo ad aiutare con il trasporto. partono in direzioni opposte. Pochi anni prima John Wheeler ave-
Il campo magnetico prodotto da un ciclotrone fa accelerare va teorizzato che i fotoni rilasciati in un incontro tra materia e anti-
le particelle fino a velocità vertiginose. In quel laboratorio, Wu e materia avrebbero dovuto essere polarizzati ortogonalmente. Wu

www.lescienze.it Le Scienze 61
e Shaknov stavano cercando una prova conclusiva per questa teo-
ria di Wheeler, detta processo di produzione di coppie.
Non erano i primi a tentare. Gli esperimenti di un preceden-
te gruppo di ricerca avevano un margine di errore troppo am-
pio, perciò i risultati non erano sufficientemente affidabili. Un se-
condo gruppo di ricerca aveva ottenuto risultati troppo bassi, che
quindi non corrispondevano alle previsioni di Wheeler. Però Wu
era conosciuta per la sua estrema precisione e per il modo stra-
tegico con cui progettava gli esperimenti. Un anno prima aveva
confermato la teoria del decadimento beta di Enrico Fermi dopo
più di un decennio di tentativi altrui.
Wu e Shaknov raccolsero l’isotopo di rame in una minuscola
capsula di appena 8 millimetri e aspettarono gli scontri tra elet-
troni e positroni all’interno del macchinario. Poi tracciarono la ra-
diazione della conseguente annichilazione fino ai confini estremi
dell’esperimento, usando due tubi fotomoltiplicatori, cristalli di
antracene e un rivelatore a scintillazione come rilevatore di rag-
gi gamma.
Alla fine riuscirono a raccogliere una quantità di dati signifi-
cativamente superiore rispetto ai loro predecessori e notarono
qualcosa di stupefacente. Le prove raccolte indicavano che i foto-
ni di una coppia emersa da una collisione tra particelle rimaneva-
Copia di 44a51459b9e30982c62bc1505f0b61bd

no sempre polarizzati ad angolo retto l’uno rispetto all’altro, come


se fossero in qualche modo collegati, anche a distanza. L’esperi-
mento di Wu e Shaknov comprovava la produzione di coppie di
Wheeler e i due scienziati pubblicarono i loro risultati il 1° gennaio
1950 con una lettera di una pagina apparsa su «Physical Review».
Però quello stesso esperimento aveva prodotto anche la prima
prova documentata di un fenomeno più strano: le proprietà del-
le particelle entangled sono sempre perfettamente correlate, indi-
pendentemente da quanto le due particelle si allontanino tra loro.
L’entanglement è così strano che Albert Einstein lo considerava la
prova che la fisica quantistica era sbagliata.
Nel 2022 il comitato del premio Nobel ha riconosciuto il lavoro
sperimentale sull’entanglement di tre fisici, John Clauser, Alain
Aspect e Anton Zeilinger. Ciascuno dei tre ha prodotto prove sem-
pre più convincenti del fenomeno e ha migliorato la progettazio- La pratica di immigrazione di Chien-Shiung
ne degli esperimenti rispetto a chi era venuto prima, eliminando Wu, che risale al 1936.
le possibili spiegazioni alternative una dopo l’altra, fino a quan-
do l’entanglement è rimasto l’unica conclusione possibile. L’espe- smo cinese e del Movimento di nuova cultura, critico nei confron-
rimento condotto da Wu nel 1949 non era progettato per esclu- ti dei valori tradizionali del confucianesimo. Nel 1936, a 24 anni,
dere le spiegazioni alternative, ma gli storici concordano che fu avendo raggiunto il limite della formazione che la Cina poteva of-
il primo a documentare i fotoni entangled. Tuttavia la scienziata, frirle nell’ambito della fisica, si imbarcò sul transatlantico Hoover,
venuta a mancare nel 1997, non è stata menzionata nell’annuncio diretta in California. I movimenti politici reclamavano «scienza e
dei premi del 2022. E quella non è stata la prima occasione in cui democrazia» e auspicavano una generazione di scienziati che po-
è stata dimenticata. tesse portare la Cina a un nuovo livello. Wu partiva per consegui-
re un dottorato in fisica e avrebbe studiato con pionieri del calibro
hien-Shiung Wu nacque lo stesso anno in cui si costituì la di Emilio Segrè, Ernest Lawrence e J. Robert Oppenheimer.

C nuova Repubblica Cinese, in una cittadina nel bacino del


fiume Yangtze. Suo padre, Zhong-Yi Wu, era un intellet-
tuale, un rivoluzionario e un femminista. Per festeggiare la nasci-
All’Università della California a Berkeley, Wu si rivelò una stu-
dentessa modello. La sua tesi di ricerca sui prodotti di fissione
dell’uranio era così complessa e delicata che fu trasmessa all’eser-
ta di sua figlia e la fine del governo dinastico, nella primavera del cito e sottoposta a segretazione fino alla fine della seconda guerra
1912 Zhong-Yi organizzò una festa in cui annunciò il nome della fi- mondiale. Eppure dopo il dottorato la donna ebbe difficoltà a tro-
glia e il progetto di aprire la prima scuola elementare femminile vare lavoro. Per due anni dipese completamente dagli assegni di
della regione. In un’epoca in cui la maggior parte delle bambine ricerca che le procuravano i suoi mentori. All’epoca nessuna tra le
National Archives

portavano nomi che ricordavano profumi delicati o splendidi fio- 20 migliori università degli Stati Uniti contava una donna nel cor-
ri, il nome scelto da Zhong-Yi per la figlia si traduceva come «eroe po docente della facoltà di fisica.
risoluto». La discriminazione di genere non era l’unico ostacolo che Wu
Chien-Shiung crebbe tra le correnti incrociate del nazionali- doveva affrontare. Un anno dopo il suo arrivo negli Stati Uniti, l’e-

62 Le Scienze 658 giugno 2023


per avvertirlo che l’assunzione della donna sarebbe stata ap-
provata solo in forma di contratto temporaneo. Meno di un
Stranezze anno più tardi gli scrisse di nuovo: «Le norme stabilite dal
Consiglio dei reggenti» facevano sì che «la signorina Wu non
quantistiche ha i requisiti per lavorare» presso l’ateneo e quindi «dovreb-
bero essere prese misure immediate per licenziare questa dipen-
Due degli aspetti della fisica quantistica che più vanno contro le dente dal vostro staff». Quando Oppenheimer lasciò Berkeley nel
aspettative del senso comune sono la sovrapposizione e l’entangle- 1942 per mettersi alla guida del Progetto Manhattan, portò con
ment. sé molti dei suoi studenti ma, nonostante fosse molto apprezza-
ta, Wu non fu invitata.
Sovrapposizione Alla fine Wu si trasferì a est per un incarico di docenza allo
Secondo la fisica quantistica, fotoni e particelle subatomiche possono
Smith College. L’anno successivo divenne la prima donna assunta
esistere simultaneamente in più stati e anche in più luoghi (in uno
nel corpo docente della Facoltà di fisica alla Princeton University.
stato detto di sovrapposizione, illustrazione in alto) finché non vengono
misurati. Mentre un oggetto classico come una biglia può girare solo in Poco tempo dopo fu finalmente reclutata nel Progetto Manhat-
una direzione alla volta, una particella quantistica si può considerare tan, dove ebbe un ruolo silenzioso, conflittuale e cruciale nello
come una particella con due «stati di spin» simultanei, per esempio sviluppo della bomba atomica. Però per anni dovette sottostare a
«spin su» e «spin giù». Un fotone in stato di sovrapposizione si può ripetute indagini da parte dell’ufficio immigrazione e a numero-
considerare come polarizzato simultaneamente in due direzioni diverse se minacce di deportazione. Quando lasciò la Cina, nel 1936, Wu
e contrastanti. E un oggetto quantistico si può considerare come si aspettava di rimanere lontana dalla patria solo per poco tem-
«esistente» e «non esistente» allo stesso tempo. In altre parole, sembra po. Nel 1945, quando ripresero le comunicazioni tra Stati Uniti e
che gli oggetti in sovrapposizione quantistica non abbiano determinate
Cina, il paese asiatico era invischiato in una brutale guerra civi-
proprietà in modo definitivo fino al momento in cui sono misurati.
le e i suoi parenti le sconsigliarono di tornare troppo presto. Nel
1949, l’anno in cui Wu osservò la prova fondamentale dell’entan-
Copia di 44a51459b9e30982c62bc1505f0b61bd

Entanglement
L’entanglement permette a due particelle in sovrapposizione di formare glement, Mao Zedong aveva ormai stabilito il comunismo nella
un collegamento immediato, in modo che qualsiasi azione effettuata Repubblica Popolare Cinese, mentre negli Stati Uniti era in cre-
su una di loro (per esempio la misurazione di una parte di una coppia scita il maccartismo, per cui tornare nel suo paese d’origine era
in entanglement) influisce su entrambe, anche se si trovano a grande praticamente impossibile. Wu non vide mai più la sua famiglia.
distanza tra loro. Nell’immagine in basso, le particelle entangled partono
da uno stato di sovrapposizione tra gli stati di spin su e spin giù. Quando
entanglement spunta dai rami più rigorosi della ma-
una misurazione esterna su una delle due particelle le costringe a
«scegliere» un singolo stato, le due particelle scelgono sempre due stati
coordinati tra loro. L’esperimento di Wu nel 1949 offrì una prima prova
dell’entanglement: i fotoni di una coppia emersa da una collisione tra
L’ tematica e della fisica, però ha un fascino poetico. Ab-
ner Shimony, fisico e filosofo, l’ha definito «passione a
distanza». L’entanglement propone l’idea folle che quando certe
particelle rimanevano sempre polarizzati ad angolo retto l’uno rispetto particelle o certi sistemi interagiscono tra loro, poi non si posso-
all’altro, anche se erano lontani l’uno dall’altro. I risultati osservati da Wu no più descrivere in modo indipendente l’uno dall’altro. Non im-
dipendevano dalla natura correlata dei fotoni nel suo esperimento. porta quanto i due elementi entangled siano distanti tra loro: ciò
che accade a uno influisce all’istante anche sull’altro, come dimo-
strato ormai da decenni di prove. Le caratteristiche delle particel-
le entangled sono correlate, senza alcuna comunicazione appa-
rente e a qualsiasi distanza. Di più, sembra che ciascun elemento
della coppia di particelle entangled sia privo di un insieme com-
pleto di proprietà definite fino al momento in cui uno dei due vie-
ne misurato. A quel punto, immediatamente, la coppia di parti-
celle entangled si trova sincronizzata, anche se le due particelle
sono ormai a intere galassie di distanza. È l’esempio perfetto di
amore impossibile.
Per capire fino in fondo la stranezza dell’entanglement, è uti-
le ricordare che quando i fisici quantistici iniziarono a tentare di
quantificare la posizione e il moto delle particelle subatomiche
era impossibile fissarle. A volte le particelle sembravano localiz-
zate e distinte, altre volte esibivano un comportamento vago e
ondulatorio, con effetti che si esercitavano su uno spazio fisico di
dimensioni molto ampie rispetto alla loro grandezza naturale. In
alcuni casi i ricercatori sperimentali del primo XX secolo non riu-
Grafica di Federica Fragapane

scivano neanche ad affermare con certezza che quelle particelle


scalation che avrebbe portato alla seconda guerra mondiale in- fossero oggetti tangibili.
terruppe ogni comunicazione con la Cina, mentre si intensifica- Nel 1927 Werner Heisenberg diede a questo problema il no-
vano le discriminazioni contro gli immigrati asiatici, soprattutto me di «principio di indeterminazione». Heisenberg aveva studia-
negli Stati della costa occidentale. Nel 1940 l’amministratore ad to con il fondatore della meccanica quantistica, Niels Bohr, che
interim dell’economato di Berkeley scrisse al supervisore di Wu aveva coniato il termine «complementarità» per descrivere i mi-

www.lescienze.it Le Scienze 63
Wu con alcuni
strumenti scientifici
industriali nel 1963.

Copia di 44a51459b9e30982c62bc1505f0b61bd

steriosi risultati sperimentali della fisica quantistica. Per Bohr, un L’esperimento in questione, afferma Indianara Silva, professo-
modo di considerare tutta quella situazione confusa consisteva ressa di scienze fisiche e storia all’Universidade Estadual de Fei-
nel presumere che alcuni aspetti osservati, per esempio la «posi- ra de Santana in Brasile, era quello effettuato nel 1949 da Wu e
zione» e la «quantità di moto» di una particella, formassero cop- Shaknov.
pie complementari tra loro; nel mondo subatomico queste carat- Come storica, Indianara Silva è particolarmente attenta alle
teristiche complementari non si sarebbero potute percepire o storie mancanti delle donne nella scienza. Quando nel 1949 Wu
misurare in modo preciso simultaneamente e forse neanche esi- e Shaknov fecero la prima misurazione precisa della produzio-
stevano fino al momento della misurazione. Però le cose si com- ne di coppie di Wheeler, spiega la docente, furono i primi a do-
plicarono quando i calcoli matematici della meccanica quantisti- cumentare l’entanglement tra fotoni, in un lavoro che avrebbe
ca indicarono che la misurazione di una particella potesse influire ispirato decenni di ricerche successive sui fondamenti della fisica
all’istante sullo stato di un’altra particella molto lontana dalla pri- quantistica. Silva ha identificato una serie di pubblicazioni di al-
ma. La cosa sembrava particolarmente assurda se le due particelle tri fisici e storici che hanno riconosciuto l’osservazione dei fotoni
non avevano caratteristiche misurabili fino al momento in cui, in entangled fatta da Wu nel 1949, partendo da Bohm nel 1957 e con-
qualche modo, si collegavano tra loro telepaticamente. tinuando fino a Zeilinger, uno dei premi Nobel del 2022, che nel
Nel 1935 Einstein, Boris Podolsky e Nathan Rosen cercarono di 1999 scrisse che «un precedente esperimento di Wu e Shaknov
trovare falle nella meccanica quantistica sottolineando quanto i (1950) aveva dimostrato l’esistenza di stati entangled separati nel-
suoi principi sembrassero un controsenso. Il famoso paradosso di lo spazio».
Einstein-Podolsky-Rosen («paradosso EPR») puntava il dito diret- Bohm aveva buone ragioni per fidarsi dei risultati di Wu. Ave-
tamente contro l’entanglement e sosteneva che ci dovesse essere va qualche anno meno di lei e i due erano stati studenti di dottora-
una spiegazione migliore per il modo in cui una particella entan- to insieme a Berkeley. Entrambi avevano studiato con Oppenhei-
gled influiva sull’altra particella a una velocità superiore a quella mer e lavorato nel prestigioso laboratorio sulle radiazioni di E.O.
della luce. Einstein descrisse sarcasticamente il fenomeno come Lawrence. Bohm, quindi, conosceva bene l’ottima reputazione di
«una spettrale azione a distanza». Per lui e i suoi coautori, questa Wu e ne riconobbe il lavoro in una nota a piè di pagina nel suo ar-
azione spettrale dimostrava che la teoria quantistica era ancora ticolo del 1957.
incompleta. Silva ha seguito le tracce di come il lavoro sperimenta-
Come Einstein, il fisico David Bohm era convinto che dovesse le di Wu (nel 1949 e poi nel 1971) avrebbe stimolato l’avvio degli
esserci una spiegazione perfettamente ragionevole dell’entangle- esperimenti successivi sull’entanglement e ha pubblicato i suoi
Science History Images/Alamy Stock Photo

ment. Magari non riuscivamo ancora a vederla, ma non sarebbe risultati nel 2022 in The Oxford Handbook of the History of Quan-
stata una spiegazione così spettrale. Poteva dipendere da variabi- tum Interpretation. La storica sottolinea come l’articolo di Bohm
li nascoste, e la fisica doveva semplicemente darsi da fare per sco- sulle variabili nascoste avrebbe ispirato John Bell, il quale pro-
prirle. Nel 1957 Bohm e il suo studente di dottorato Yakir Aharo- pose che si potesse prevedere e contare il numero di coinciden-
nov scrissero che la ricerca sui fotoni avrebbe potuto sfruttare il ze quantistiche tra particelle. Nel 1964, su una rivista poco no-
famoso paradosso EPR per rivelare queste variabili nascoste. «È ta dal titolo «Physics, Physique, Fizika», Bell discusse l’articolo di
stato condotto un esperimento che, come vedremo, mette essen- Bohm del 1957 (che menzionava l’esperimento di Wu) e lanciò la
zialmente alla prova proprio questo punto, ma in modo meno di- sua nuova teoria. Pochi anni più tardi, alla Columbia University,
retto», scrisse Bohm. il giovane Clauser avrebbe trovato in biblioteca «il teorema di

64 Le Scienze 658 giugno 2023


ra più promettente. C’è da chiedersi se an-
che Wu abbia fatto lo stesso.
Violare il principio di parità Silva nota che oltre vent’anni più tar-
di Wu sarebbe tornata sull’esperimento
Chien-Shiung Wu dimostrò che le particelle mediatrici dell’interazione debole all’interno del nu- del 1949 per migliorarlo ulteriormente. A
cleo di un atomo non si comportano in modo simmetrico come il resto dell’universo. Nel 1956 quel punto era molto più affermata nella
progettò un esperimento per mettere alla prova il cosiddetto principio di parità delle particelle me- sua carriera professionale e poté affron-
diatrici dell’interazione debole, come quelle che si producono nel decadimento radioattivo (si ve- tare direttamente questioni legate al-
da in basso). Quando un atomo ha troppi protoni o troppi neutroni, il nucleo espelle gli elettroni in la meccanica quantistica. Wu favoriva
eccesso trasformandosi da un elemento a un altro. Wu e colleghi usarono un magnete potente a le interpretazioni tradizionali a propo-
temperature bassissime per allineare lo spin magnetico dei nuclei di cobalto-60 e poi osservarono sito dell’entanglement quantistico, non
la direzione in cui gli elettroni ne erano espulsi. Cambiando la direzione dello spin dei nuclei da si- la teoria di Bohm. Nel 1971, quando Wu
nistra a destra, i ricercatori si aspettavano di vedere un risultato speculare a quello precedente, in- progettò una nuova versione dell’espe-
vece l’esperimento dimostrò che per le particelle mediatrici dell’interazione debole la parità non si rimento del 1949, scrisse che avrebbe «si-
conservava: i nuclei di cobalto-60 continuavano a emettere elettroni principalmente in una dire- curamente messo a tacere i sostenitori
zione, relativa allo spin. Questo risultato inatteso fu uno shock per il mondo della fisica. delle variabili nascoste».
Quando nel 1969 Clauser pubblicò
tamento atteso mento osse
por orta rva il test che proponeva per il teorema di
m omp to
Co C Bell, fu attento a separarlo nettamente
Elettroni Immagine da quello di Wu-Shaknov. Clauser aveva
(raggi beta) speculare
intenzione di dimostrare che le variabi-
li nascoste erano vere; invece, nel 1972,
ne confutò l’esistenza e dimostrò con
Copia di 44a51459b9e30982c62bc1505f0b61bd

Campo ancor maggiore certezza l’entan-


magnetico glement. Aveva contato le coinci-
denze, come suggerito da Bell, ma
quelle coincidenze erano molte di
più di quelle che si sarebbero potu-
te spiegare con le variabili nascoste.
Il lavoro di Clauser avrebbe condot-
to ai successivi esperimenti di Aspect
e Zeilinger, che colmarono altre lacune
rimaste e portarono ulteriore sostegno
all’entanglement. Nell’insieme, questi
Nuclei di cobalto-60 con spin durante il decadimento radioattivo esperimenti avrebbero portato al premio
Nobel del 2022.

Bell»: quella teoria lo avrebbe spinto a progettare un nuovo uando fu pubblicato l’articolo di Bohm sulle variabili na-
esperimento con il quale sperava di poter confermare l’idea di
Bell e dimostrare che le variabili nascoste erano reali.
È interessante notare che la lettera di Wu e Shaknov pubblica-
Q scoste, ormai molte cose erano cambiate nella vita di Wu.
La ricercatrice si era sposata e si era trasferita sulla co-
sta orientale degli Stati Uniti. Aveva rotto il soffitto di cristallo a
ta su «Physical Review» nel 1950 parlava della produzione di cop- Princeton, aveva avuto un figlio e ottenuto la cittadinanza statu-
pie di Wheeler, ma non menzionava l’entanglement. Nel 2012 il nitense. Faceva parte del corpo docente stabile della Columbia
fisico F.J. Duarte definì la produzione di coppie di Wheeler «l’es- University, anche se non aveva ancora ottenuto il grado di pro-
senza dell’entanglement». Anche altri fisici, nonché storici come fessore ordinario.
Silva, hanno notato il collegamento. Allora perché Wu non men- Nel 1956 T.D. Lee, collega di Wu alla Columbia, si rivolse a lei
zionò l’entanglement quantistico nella lettera del 1950? per chiederle consiglio su una questione strana. Assieme a un al-
È possibile che Wu esitasse a menzionare eventuali prove tro ricercatore con cui collaborava, Chen Ning Yang, Lee si chie-
dell’entanglement perché durante tutti gli anni cinquanta e ses- deva se alcune delle particelle più piccole dell’universo potessero
santa questo tipo di lavoro sui fondamenti della fisica quantistica andare contro quello che ci si aspettava secondo le teorie conso-
era stigmatizzato come scienza spazzatura. All’epoca, spiega David lidate. Per tutta risposta, Wu diresse Lee verso un corpus di ricer-
Kaiser, professore di fisica e storia della scienza al Massachusetts ca e descrisse alcuni possibili esperimenti per affrontare le que-
Institute of Technology, l’idea di usare un esperimento per com- stioni poste.
Grafica di Federica Fragapane

provare o confutare le teorie di fisica quantistica o per cercare Yang e Lee non erano assolutamente i candidati più adatti a
variabili locali nascoste «non passava neanche per la mente» al- mettere in pratica i suggerimenti di Wu. Entrambi erano teori-
la maggior parte dei fisici. Spesso i ricercatori che si dedicavano ci, non fisici sperimentali come Wu. In un racconto orale raccol-
a esplorare questioni legate all’entanglement camuffavano que- to dalla Simons Foundation mezzo secolo più tardi, Yang avreb-
sto tipo di ricerca, perché le ripercussioni negative a cui potevano be confessato che nel 1956 né lui né Lee credevano sinceramente
andare incontro avrebbero potuto mettere fine anche alla carrie- che l’ipotesi potesse reggere. In realtà da decenni i fisici davano

www.lescienze.it Le Scienze 65
Wu a un convegno sulla fisica
delle particelle in Israele nel 1967
(seduta in prima fila).

Copia di 44a51459b9e30982c62bc1505f0b61bd

66 Le Scienze 658 giugno 2023


per assodato l’opposto: che la simmetria fosse uno degli schemi della differenza di genere. L’anno successivo, finalmente la Co-
immutabili e persistenti dei mattoni che costituiscono il nostro lumbia University promosse Wu al rango di professore ordinario.
universo. Le leggi matematiche di conservazione affermavano
che facendo scorrere la stessa sequenza di eventi avanti e indie- el discorso per il premio Nobel che tenne nel dicembre
tro nel tempo gli eventi sarebbero rimasti simmetrici. L’ipotesi di
Yang e Lee, invece, suggeriva che il comportamento delle parti-
celle nucleari nel decadimento beta, riflesso in uno specchio im-
N dello stesso anno, Yang raccontò al comitato del Nobel
e agli ospiti presenti quanto era stato cruciale l’esperi-
mento di Wu, dichiarando audacemente che i suoi risultati era-
maginario, potesse non rimanere uguale. Questa idea non colli- no dovuti al coraggio e alla bravura del gruppo di ricerca della
mava con il pensiero scientifico convenzionale, né con il senso scienziata. In seguito, Lee avrebbe chiesto al comitato del Nobel
comune. di dare riconoscimento al lavoro di Wu. Oppenheimer affermò
Come suo padre, Wu non si faceva problemi a mettere in di- pubblicamente che anche Wu avrebbe dovuto essere tra i premia-
scussione le teorie prevalenti. Sospettava che si trattasse di una ti per il Nobel del 1957. Segrè disse che la confutazione del princi-
questione importante e sapeva come affrontarla. Perciò progettò pio di parità era «probabilmente il maggiore progresso della fisi-
ed condusse un esperimento che mettesse alla prova le idee dei ca dopo la guerra».
colleghi. Per fare ciò annullò un viaggio in Cina, che sarebbe stato Anche altri scienziati criticarono l’esclusione di Wu da quel-
il suo primo ritorno in patria dal 1936. lo che è il premio più prestigioso a riconoscimento dei risultati
Per fare l’esperimento che aveva in mente, Wu doveva ridur- scientifici. Nel 1991 Douglas Hofstadter, l’autore di Gödel, Escher,
re la temperatura dei nuclei radioattivi di cobalto-60 fino al punto Bach, organizzò un’iniziativa che chiedeva alla comunità dei ri-
in cui le particelle smettevano quasi di muoversi. La sua intenzio- cercatori di scrivere al comitato del Nobel per sostenere Wu come
ne era capire se le particelle figlie nate dal decadimento nucleare candidata al Nobel per la fisica. E nel 2018 ben 1600 ricercatori in-
emergessero in modo simmetrico (come ritenevano tutte le teo- vocarono il nome di Wu in una lettera aperta al CERN contro l’at-
rie della fisica ufficiale) oppure se il comportamento dello schema tuale sessismo nella fisica. «Ci sono almeno quattro donne il cui
Copia di 44a51459b9e30982c62bc1505f0b61bd

radioattivo esibisse una preferenza per la «destra» o la «sinistra». lavoro è rilevante per la fisica delle particelle e che sono ampia-
mente considerate meritevoli del Nobel,
ma che non l’hanno ricevuto, in alcuni casi
Il fatto che la legge della fisica confutata nonostante il premio sia stato riconosciuto
ai loro colleghi maschi», si legge nella lette-
da Wu si chiamasse principio di parità ra. Il nome di Wu è il primo della lista.
Dopo aver confutato il principio di pari-
non poteva essere più azzeccato tà, Wu fu la prima donna a ricevere il pre-
mio Comstock della National Academy of
Sciences; la prima presidente donna dell’A-
Wu si avvalse della collaborazione del National Bureau of Stan- merican Physical Society; la prima fisica a ricevere il premio Wolf;
dards (NBS, oggi chiamato NIST) di Washington, perché al con- e la prima fisica vivente a cui è stato intitolato un asteroide. Il suo
trario di molti altri laboratori disponeva della tecnologia e dell’e- lavoro ha aperto le porte dell’insegnamento universitario alle
sperienza necessarie per lavorare a temperature vicine allo zero donne e agli scienziati di colore nel mondo occidentale. In Cina è
assoluto. Per mesi Wu fece avanti e indietro tra New York e Wa- letteralmente venerata. Nel 2021 lo U.S. Postal Service ha emesso
shington per supervisionare il lavoro degli studenti di dottorato a un francobollo Forever [commemorativo, NdR] con il suo ritratto.
supporto dell’esperimento. Oggi il suo esperimento sulla parità è riconosciuto come un pri-
A gennaio 1957, in stretta collaborazione con Yang e Lee, Wu e mo passo sul percorso che avrebbe portato al modello standard
i suoi colleghi dell’NBS fecero una scoperta sorprendente: le par- della fisica delle particelle e indica possibili risposte alla domanda
ticelle generate dal decadimento beta erano leggermente «vira- sul perché nel nostro universo esista la materia.
te a sinistra», non simmetriche come presupponeva tutta la ricer- Il lavoro di Wu sull’entanglement, invece, è rimasto nell’oscu-
ca in fisica. Non appena fu annunciato questo risultato, Yang, Lee rità. A volte, esaminando una parte di un sistema iniziamo a per-
e Wu, assieme ad altri fisici sperimentali che seguivano il lavoro, cepire un legame correlato, a distanza. Il premio Nobel per la fisi-
si ritrovarono lanciati in una serie di conferenze in tutto il paese, ca 2022 ha celebrato una serie di esperimenti collegati tra loro ed
per gentile concessione di AIP Emilio Segrè Visual Archives

mentre i loro nomi e le loro fotografie comparivano sulle coper- effettuati a grande distanza l’uno dall’altro. Wu non avrebbe potu-
tine della stampa popolare. Al congresso annuale della Ameri- to ricevere il premio Nobel perché è morta, ma finalmente le sue
can Physical Society al New York Hotel, presentarono i risultati in prime ricerche iniziano a emergere come componente crucia-
quello che il «New Yorker» definì «il salone più grande […] occu- le della storia dell’entanglement, soprattutto grazie a storici co-
American Association of Physics Teachers;

pato da una folla così immensa che poco ci mancava che qualcuno me Silva. Magari al pubblico piace di più la storia dell’eroe o il mi-
stesse appeso ai lampadari». to del genio solitario, ma se guardiamo meglio ci accorgiamo che
Nell’ottobre dello stesso anno, Yang e Lee furono i primi due si- la scienza più straordinaria, come l’entanglement stesso, dipende
noamericani a ricevere il premio Nobel. Anche se le regole per- fondamentalmente dalle interconnessioni. Q

mettono fino a un massimo di tre persone premiate ogni anno,


Wu non fu inclusa. Il fatto che la legge della fisica confutata da
PER APPROFONDIRE
Wu si chiamasse principio di parità non poteva essere più azzec-
cato. Come un prisma, il premio Nobel del 1957 separò gli elemen- La corsa a ostacoli delle scienziate. Ponce Dawson S. e Butcher G., in «Le
ti di identità come fasci di luce, rendendo più visibile l’impatto Scienze» n. 647, luglio 2022.

www.lescienze.it Le Scienze 67
INTELLIGENZA ARTIFICIALE

Vaniloqui tra
macchine
Una conversazione
tra un cineasta
e un filosofo, generata
dall’intelligenza
artificiale, mostra
Copia di 44a51459b9e30982c62bc1505f0b61bd

le spettacolari –
e preoccupanti –
potenzialità
delle tecnologie
di sintesi vocale

di Giacomo Miceli

68 Le Scienze 658 giugno 2023


Copia di 44a51459b9e30982c62bc1505f0b61bd

Illustrazione di John Cuneo

www.lescienze.it Le Scienze 69
Giacomo Miceli è un informatico, programmatore
creativo e imprenditore italo-americano.

ul sito web «The Infinite Conversation» il cineasta tedesco Werner Her-

S zog e il filosofo sloveno Slavoj Žižek chiacchierano in pubblico di tutto e di


niente. La discussione è avvincente, anche perché i due intellettuali parla-
no in inglese con i propri accenti caratteristici e tendono a scegliere le pa-
Copia di 44a51459b9e30982c62bc1505f0b61bd

role in modo eccentrico.


Ma hanno anche un’altra cosa in comune: entrambe le voci so-
no fasulle (o, come si dice, deepfake) e ciò che dicono con quei ca-
ratteristici accenti è generato, momento per momento, da un’in-
telligenza artificiale.
Ho realizzato questa conversazione per lanciare un avverti-
ta degli attrezzi», corredata di una fiorente comunità di utenti e
di un’ampia documentazione, ho capito che avevo a disposizione
tutto il necessario per clonare una voce famosa.
Apprezzo molto le opere, l’immagine pubblica e la concezio-
ne del mondo di Herzog, e sono sempre stato attratto dalla sua vo-
mento. I progressi delle tecniche dette di apprendimento auto- ce e dal suo modo di parlare. E non sono certo il solo, visto che la
matico hanno fatto sì che realizzare deepfake – «falsificazioni pro- cultura pop ne ha fatto, letteralmente, un personaggio da cartoni
fonde», cioè immagini, video o discorsi incredibilmente realistici animati: ha partecipato o collaborato a I Simpson, Rick and Morty
ma fasulli – sia ormai troppo facile, e che la qualità dei falsi sia e I pinguini di Madagascar. Quindi, quando mi sono trovato a do-
troppo alta. Allo stesso tempo, le intelligenze artificiali (IA) fatte ver scegliere un personaggio per giocare con la sua voce, non c’e-
per generare linguaggio riescono a sfornare un sacco di testo ra- ra scelta migliore; tanto più che avrei dovuto ascoltare quella vo-
pidamente e a basso costo. Usate insieme, queste tecnologie pos- ce per ore e ore.
sono fare ben di più che mettere in scena una conversazione infi- Raccogliere un insieme di materiali su cui addestrare il siste-
nita: sono in grado di inondarci con un’alluvione di informazioni ma per clonare la voce di Herzog è stata la parte più facile. Tra in-
manipolate. terviste, doppiaggi e audiolibri, ci sono centinaia di ore di parlato
L’apprendimento automatico, una tecnica di IA che fa uso di che possono essere raccolte e sfruttate per addestrare un model-
grandi quantità di dati per «addestrare» un algoritmo a miglio- lo di apprendimento automatico o, nel mio caso, per perfezionare
rare le sue prestazioni man mano che esegue più e più volte un i risultati di un modello già esistente. Di regola, i risultati di un al-
determinato compito, sta attraversando una fase di rapida cre- goritmo di apprendimento automatico migliorano a tappe in una
scita. E ciò sta portando a nuovi livelli interi settori delle tecno- serie di «epoche» successive, che sono i cicli attraverso cui viene
logie dell’informazione, fra cui la sintesi vocale, cioè i sistemi che addestrata la rete neurale. Alla fine di ogni epoca l’algoritmo può
enunciano parole e discorsi comprensibili agli esseri umani. Da- campionare i risultati, dando modo al ricercatore di valutare a che
to che mi interesso agli spazi di confine tra uomo e macchina, ho punto sia arrivato il programma. Nel caso della voce sintetizzata
sempre trovato affascinanti queste applicazioni. Negli ultimi an- di Herzog, ascoltare i miglioramenti del modello, un’epoca dopo
ni poi, quando, dopo un lungo periodo di modesti miglioramen- l’altra, mi ha dato la sensazione di assistere, metaforicamente, a
ti incrementali, i progressi dell’apprendimento automatico hanno una nascita: la sua voce che gradualmente prendeva vita nel re-
consentito alle tecnologie di sintesi e clonazione della voce di fare gno digitale.
passi da gigante, la cosa ha destato la mia attenzione. Assicuratami una soddisfacente voce di Herzog, ho cominciato
La mia «conversazione infinita» ha iniziato a nascere quando a lavorare a una seconda voce, e ho avuto l’intuizione di sceglie-
mi sono imbattuto in un esemplare programma di sintesi vocale re Žižek. Il quale, come Herzog, ha un accento interessante, una
chiamato Coqui TTS. Molti progetti, nel digitale, nascono quando presenza rilevante nella sfera intellettuale, e legami con il mondo
qualcuno scopre una libreria di software o un programma open- del cinema. E ha raggiunto anch’egli un’ampia notorietà, fra l’al-
source che non conosceva. Io, quando ho trovato questa «casset- tro per il suo fervore polemico e le idee a volte controverse.

70 Le Scienze 658 giugno 2023


Profondi pensieri filosofici
Qualche battuta di una conversazione interminabile e totalmente falsa

Slavoj Žižek*: E dunque, dov’è che tu vedi la possibilità di un fino all’ultimo dettaglio, su qualunque cosa. E continui costantemente
cambiamento radicale oggi? Come valuti la situazione attuale, in termini ad aggiornare le tue conoscenze. Fai costantemente ricerca. E questo
di potenzialità rivoluzionarie? va avanti, avanti, avanti. Fra dieci anni saremo del tutto diversi da come
siamo adesso. E dunque è qui che dobbiamo concentrare le energie. Il
Werner Herzog: Non lo so. Penso che non ci siano vere potenzialità per prossimo stadio dell’evoluzione interiore. È qui.
una rivoluzione. Non nella nostra società, e non nel futuro prevedibile.
Nessuna vera potenzialità. Penso che dovremmo impiegare le nostre Žižek: Dunque secondo te dovremmo organizzare una specie di
energie altrove. Dovremmo lavorare al prossimo stadio dell’evoluzione movimento pro intelligenza artificiale? Che cosa ti piacerebbe ottenere?
umana. Ho tenuto qualche conferenza nella Silicon Valley, e lì
sono convinti che il prossimo passo dell’evoluzione sia rendere Herzog: Non ho un obiettivo chiaro. Ho una specie di sogno. Ma
artificialmente intelligenti gli esseri umani. Lo vedono come inevitabile. allo stesso tempo sono anche profondamente felice. È questo
Naturalmente, la cosa dovrà essere ampiamente discussa e prevenuta che dovrebbero fare il cinema, la letteratura e la musica. Più che
alle Nazioni Unite. Ma sono convinto che il prossimo passo stia lì. Il organizzare un movimento e basta. Solo fare film, solo fare musica.
prossimo passo dell’evoluzione interiore sta lì. Guarda te stesso! Usi Ecco cosa dovremmo fare.
costantemente il telefono cellulare, e sembri una pecora di montagna,
totalmente perduto. Eppure, in un secondo, puoi trovare tutto quanto, Žižek: Cinema, sì. Cinema per le macchine. Sì, grande idea.
Copia di 44a51459b9e30982c62bc1505f0b61bd

* I due soggetti che conversano sono chatbot, intelligenze artificiali addestrate a imitare il filosofo Žižek e il cineasta Herzog.

A questo punto non sapevo ancora bene che forma avrebbe terica di questi temi, l’ascoltatore può temporaneamente ignora-
preso alla fine il mio progetto; però ero sorpreso da quanto era re le occasionali assurdità generate dal modello. La versione IA
stato facile clonare la voce. Come dicevo, i deepfake sono diventa- di Žižek, per esempio, vede di volta in volta il famoso regista Al-
ti troppo ben fatti, e troppo facili da realizzare. Proprio a gennaio fred Hitchcock come un genio o come un cinico manipolatore; al-
di quest’anno, Microsoft ha annunciato un nuovo strumento per trettanto incoerente è il fatto che, mentre il vero Herzog notoria-
la sintesi vocale denominato VALL-E, che, secondo i ricercatori, mente non sopporta le galline, l’IA che lo imita spesso parla con
è in grado di imitare qualunque voce basandosi su appena tre se- amorevolezza dei polli. Dato che in effetti la filosofia postmoder-
condi di registrazione audio. Stiamo andando incontro a una cri- na può di per sé sembrare confusa e oscura – problema del resto
si di fiducia, e non siamo minimamente preparati ad affrontarla. notato dallo stesso Žižek – la scarsa chiarezza della Conversazione
Per mettere in evidenza la capacità di queste tecnologie di pro- Infinita può essere presa per una profonda ambiguità.
durre disinformazione su larga scala, sono giunto all’idea di rea- Questo probabilmente ha contribuito al successo del proget-
lizzare una conversazione senza fine. Mi servivano soltanto un to. Svariate centinaia di visitatori del sito The Infinite Conversa-
potente modello linguistico – da mettere a punto su testi scritti tion (https://infiniteconversation.com) sono rimasti ad ascoltare
da ciascuno dei due partecipanti – e un semplice programma per la conversazione per più di un’ora, e c’è chi lo ha fatto molto più
controllare il flusso della conversazione, facendolo risultare natu- a lungo. Come dico nel sito, la mia speranza è che i visitatori non
rale e credibile. prendano troppo sul serio ciò che dicono i chatbot; voglio invece
Data una serie di parole, i modelli linguistici prevedono qua- far sì che la gente si renda conto dell’esistenza di questa tecnologia
le sarà la successiva parola della sequenza. Smanettando con uno e delle sue conseguenze. Se una sequela di chiacchiere generate
di questi modelli, è possibile replicare lo stile di conversazione di da IA può sembrare plausibile, figuriamoci quali e quante siano le
una certa persona, a patto di disporre di una grande quantità di possibilità di usare un parlato all’apparenza realistico per rovinare
trascrizioni di ciò che ha detto. Io ho deciso di usare uno dei più la reputazione di un politico, ingannare un imprenditore o sempli-
avanzati modelli disponibili in commercio. Ed è stato allora che cemente distrarre il pubblico con informazioni false o distorte che
ho cominciato a capire che già oggi è possibile generare un dialo- però suonano come un notiziario letto da un essere umano.
go fasullo, con tanto di voci sintetiche, in meno tempo di quel che Un lato positivo però c’è. I visitatori di The Infinite Conversa-
ci vuole per ascoltarlo. Da cui, ovviamente, il nome del mio pro- tion possono unirsi al crescente numero di ascoltatori che dicono
getto: The Infinite Conversation. Dopo un paio di mesi di lavoro, di usare il ronzio tranquillizzante delle voci di Werner Herzog e
nell’ottobre del 2022 l’ho reso pubblico on line. Quest’anno poi la Slavoj Žižek come una sorta di rumore bianco per addormentarsi.
mia conversazione infinita è stata scelta per far parte del Misali- Un uso di questa nuova tecnologia che mi sento di appoggiare. Q
gnment Museum, un’installazione artistica a San Francisco.
Quando tutti i pezzi del progetto sono andati a posto, mi sono
PER APPROFONDIRE
stupito di una cosa a cui inizialmente non avevo pensato. Come i
veri personaggi che imitano, le mie versioni chatbot di Herzog e ChatGPT spiega perché le IA come ChatGPT dovrebbero essere
Žižek parlano spesso di filosofia e di estetica. E data la natura eso- regolamentate. Bushwick S. e Mukerjee M., www.lescienze.it, 9 gennaio 2023.

www.lescienze.it Le Scienze 71
Copia di 44a51459b9e30982c62bc1505f0b61bd

BIOLOGIA

Piccolo
grande
mistero
I ricercatori si stanno affrettando per scoprire
come le enormi balene che si nutrono filtrando l’acqua
riescano a trovare prede minuscole. La risposta potrebbe
essere fondamentale per salvare le specie in pericolo

di Kate Wong
Copia di 44a51459b9e30982c62bc1505f0b61bd

Le megattere e gli altri misticeti


sono gli animali più grandi della Terra,
eppure si nutrono di alcune tra le prede
più piccole degli oceani.
Kate Wong è redattrice senior di «Scientific American»
specializzata in evoluzione ed ecologia.

uando è ora di mangiare le megattere si dirigono verso i punti estremi

Q Copia di 44a51459b9e30982c62bc1505f0b61bd
della Terra, con la missione di abbuffarsi fino a diventare felicemente
grasse. Devono fare scorta di energia, accumulando quasi una tonnella-
ta di grasso alla settimana per poter affrontare il viaggio dal luogo in cui
si nutrono, in zone polari e subpolari, a quello della riproduzione, in ac-
que piacevolmente calde. Potrebbero trovarsi a percorrere migliaia di chilometri nell’arco
di vari mesi e all’arrivo devono essere pronte per riprodursi.
Per un curioso paradosso della natura questi predatori gigan- ha conseguenze importanti per la loro conservazione, soprattutto
teschi, che possono arrivare a 18 metri di lunghezza e 40 tonnel- per una specie detta balena franca nord-atlantica.
late di peso, per accumulare le riserve di grasso si nutrono delle Questo cetaceo scuro e tozzo si nutre dei cosiddetti copepodi –
prede marine più piccole: per esempio il krill, cioè crostacei simi- organismi grandi come chicchi di riso che fanno parte dello zoo-
li a gamberetti che vivono in tutti gli oceani del mondo, ma sono plancton – ed è tristemente noto per essere tra i mammiferi più a
concentrati nelle acque fredde alle latitudini più alte. rischio sulla Terra. All’inizio del XX secolo la caccia commercia-
Sappiamo bene come si nutrono le megattere: filtrano l’acqua le alle balene aveva portato questa specie sull’orlo dell’estinzione.
di mare attraverso i cosiddetti fanoni, cioè lamine di cheratina di- Nel 1935 la Società delle Nazioni vietò di cacciare tutte le balene
sposte lungo la mascella superiore e simili alle setole logore di un franche [specie del genere Eubalaena, N.d.R.], ma – diversamente
vecchio spazzolino da denti. Ogni giorno le megattere divorano da altre specie che erano state decimate dalla caccia – quella nord-
tonnellate di prede minuscole: per trovare una simile quantità di atlantica non è più riuscita a riprendersi. I territori in cui si nutre,
cibo devono cercare aggregati fitti di crostacei. Quando ne trova- al largo delle coste del New England e delle province marittime
no uno, possono adottare una tattica di caccia collaborativa e in- canadesi, coincidono con zone di attività umana intensa. Le col-
gegnosa: nuotano in cerchio e soffiano colonne di bolle, creando lisioni con le navi, la presenza delle reti da pesca e le ripercussio-
una specie di rete in cui imprigionano il krill. Quindi comincia- ni del cambiamento climatico sull’habitat e sulle prede di questa
no a nutrirsi: scattano a bocca spalancata verso le prede così rag- specie hanno avuto conseguenze devastanti.
gruppate, inghiottendo migliaia di litri d’acqua piena di krill nella Stando alle stime più recenti, le balene franche nord-atlantiche
gola scanalata, per poi filtrarla attraverso i fanoni. sono ormai meno di 350 e le femmine in età fertile non arrivano a
Ma pur con tutto quello che hanno scoperto riguardo ai misti- 70. Secondo alcune proiezioni la specie potrebbe estinguersi en-
ceti (un gruppo che comprende per esempio le megattere, le bale- tro una ventina d’anni. Capire come i misticeti cercano le prede
nottere azzurre e quelle comuni e boreali), gli scienziati non san- potrebbe aiutare gli scienziati a prevedere dove si nutriranno e a
no come questi colossi carismatici riescano a trovare il cibo. Gli gestire meglio le attività umane nelle aree dove potrebbero dan-
odontoceti o cetacei dentati – i loro parenti come capodogli, be- neggiare le balene.
luga, delfini e simili – localizzano le prede usando segnali a ul- Tutto questo non riguarda solo un’unica specie di cetacei. Le
Scott Wilson (pagine precedenti)

trasuoni, ma i misticeti non ne sono in grado. Eppure, in qualche balene franche nord-atlantiche e altri misticeti sono per così di-
modo riescono a trovare quelle prede minuscole nel mare infini- re «ingegneri ecosistemici»: si nutrono in acque profonde e poi
to e uniforme. attraverso le feci rilasciano sostanze nutritive vicino alla super-
È un mistero che gli scienziati sono fortemente intenzionati a ficie, sostenendo la crescita di organismi microscopici simili a
risolvere. Un motivo è che costituisce un’enorme lacuna nelle no- piante, il cosiddetto fitoplancton. Questo a sua volta alimenta il
stre conoscenze di base su una specie di alto profilo. Ma ce n’è an- krill, i copepodi e altre minuscole creature alla deriva, dette zoo-
che un altro, più urgente: il modo in cui i misticeti cercano il cibo plancton, di cui si nutrono animali più grandi. Inoltre i tessuti del-

74 Le Scienze 658 giugno 2023


Copia di 44a51459b9e30982c62bc1505f0b61bd

I ricercatori studiano le megattere in Antartide vendo in cambio tre cabine condivise, il vitto e l’uso di due robusti
per scoprire come fanno a trovare il krill. gommoni Zodiac, il gruppo aggiornava regolarmente gli altri pas-
seggeri sulla sua ricerca, dichiarata una spedizione per cittadini
le balene intrappolano enormi quantità di anidride carbonica che scienziati (citizen scientist) dedicata alle balene.
altrimenti potrebbe contribuire al riscaldamento globale: si sti- Il gruppo verificava un’ipotesi sull’alimentazione dei mistice-
ma un valore di 33 tonnellate per un esemplare di dimensioni me- ti, emersa dalle ricerche sugli uccelli marini. A partire dalla metà
die. E le carcasse delle balene finiscono sul fondo marino, dove degli anni novanta Gabrielle Nevitt, dell’Università della Califor-
sostengono intere comunità di organismi abissali – dagli squali di nia a Davis, ha dimostrato che il dimetilsolfuro (DMS), una sostan-
Groenlandia ai solfobatteri – che si sono adattati per ricavarne nu- za emessa quando lo zooplancton si nutre del fitoplancton, attira
trimento e riparo. Dalla salute dei misticeti dipende quella di nu- i procellariformi – un gruppo di uccelli marini carnivori che com-
merose altre specie. prende albatri, petrelli e berte – che quindi attaccano lo zooplan-
Il modo più diretto per capire come un misticeto trovi il cibo cton mentre sta mangiando. È un accordo di aiuto reciproco: atti-
Kate Wong; attività completate/immagine scattata con i permessi Antarctic Conservation
Act ACA2019-018 ed Environmental Protection and Biodiversity Cetacean 2018-0020

consiste nel marcarlo con un dispositivo in grado di registrarne il rando gli uccelli marini con l’odore del DMS, il fitoplancton riesce
comportamento in acqua e osservare l’animale quando si nutre. a difendersi dallo zooplancton. Anche in fondo alla catena alimen-
Con le balene franche nord-atlantiche però non è possibile: sono tare, il nemico del mio nemico è mio amico.
già così stressate dalle attività umane che un contatto diretto ine- La spedizione era diretta da Daniel Zitterbart, un fisico del-
vitabilmente peggiorerebbe la situazione. Per fortuna la balena la Woods Hole Oceanographic Institution che studia il compor-
franca ha parenti molto meno a rischio, come la megattera. E uno tamento e l’ecologia di balene e pinguini con metodi di telerile-
dei luoghi migliori in cui osservarli mentre mangiano è la loro zo- vamento, e da Kylie Owen, dello Swedish Museum of Natural
na di alimentazione nell’estremo sud del mondo. Nel 2020, due History, specialista del comportamento delle balene; i due si chie-
settimane prima che l’Organizzazione mondiale della Sanità di- devano se anche questi cetacei possano essere attirati dal DMS. Se
chiarasse lo stato di pandemia per il COVID-19, mi sono imbarca- così fosse le balene, seguendo questa sostanza nelle acque dove è
ta su una nave diretta in Antartide per seguire un gruppo di ricer- più concentrata, in teoria dovrebbero trovare più krill e altri or-
ca che voleva scoprire come i misticeti trovino da mangiare. Sono ganismi che si nutrono di fitoplancton rispetto a quanti ne trove-
stata ospite della compagnia crocieristica Polar Latitudes per os- rebbero cercandoli a caso. Per scoprirlo Zitterbart e Owen han-
servare uno studio eseguito dai sette scienziati ospitati sulla sua no collaborato con Annette Bombosch (biologa della Woods Hole
imbarcazione da turismo, nonché per illustrare al pubblico l’evo- specializzata in balene), Joseph Warren (ricercatore dell’Universi-
luzione delle balene. tà di Stony Brook esperto di zooplancton), Kei Toda, dell’Univer-
Aggregandosi a una spedizione turistica, il gruppo di ricerca- sità di Kumamoto, in Giappone, inventore di una tecnologia per
tori, provenienti da Stati Uniti, Svezia e Giappone, ha risparmia- misurare il DMS, Kentaro Saeki, all’epoca suo dottorando, e infi-
to le spese esorbitanti del viaggio verso il continente bianco. Rice- ne Alessandro Bocconcelli, oceanografo della Woods Hole che ha

www.lescienze.it Le Scienze 75
contribuito a lanciare l’uso di sofisticati sensori digitali per stu- re se c’erano balene nei dintorni e come era il meteo. La giorna-
diare le balene. ta prometteva bene. Nella zona erano state avvistate balene e l’ac-
Il gruppo prevedeva di contrassegnare le megattere con stru- qua era calma: la condizione ideale per recuperare i sensori, che
menti realizzati appositamente, tra cui sensori di pressione, acce- sono programmati per restare su una balena solo per qualche ora,
lerometri, bussole magnetiche e idrofoni per registrarne il com- prima di staccarsi e risalire in superficie.
portamento sott’acqua, oltre a un trasmettitore radio per poter Entro le 6:45 i gommoni erano stati calati in acqua e gli scien-
rintracciare gli animali. I ricercatori erano autorizzati a marca- ziati si preparavano a contrassegnare una balena avvistata nelle
re solo cinque megattere in tutto, e per farlo avevano solo cinque vicinanze. Sul gommone usato a questo scopo, oltre la poppa e la
giorni: sui 12 totali del viaggio, gli altri erano destinati al trasferi- prua si estendeva un’asta in fibra di carbonio lunga sei metri: ser-
mento. Non potevano permettersi molti errori. ve ad attaccare il sensore, dotato di quattro ventose sulla parte po-
steriore, alle megattere ignare quando si trovano entro i 3 metri
alpati il 28 febbraio dal porto di Ushuaia, in Argentina, la di distanza. Bombosch e Bocconcelli hanno attraversato una di-

S città più a sud del Sud America, abbiamo trascorso i suc-


cessivi due giorni dell’anno bisestile percorrendo i circa
1000 chilometri del Canale di Drake, il tratto di mare burrascoso
stesa vitrea di mare aperto verso un gruppo di balene, rallentan-
do mentre si avvicinavano. Ma quel branco sembrava pigro. Gli
scienziati non volevano marcare un’altra balena assonnata, co-
tra Sud America e Antartide, in compagnia di albatri e petrelli. Il 1° sì Owen e Bombosch hanno deciso di puntare a un altro gruppo
marzo abbiamo superato una zona di confine detta Convergenza dall’aspetto più attivo.
Antartica, entrando nelle acque calme e fredde dell’Oceano Meri- Dal mio punto di osservazione su un altro Zodiac ho avvistato
dionale. Per la prima volta dall’ingresso nel Canale di Drake abbia- due megattere. Si vedevano solo le piccole pinne dorsali e la par-
mo avvistato terra, a dritta (destra) della nave: l’isola Smith, una te superiore del dorso scuro e lucido. Non sembravano poi tanto
delle Shetland Meridionali, nel Territorio Antartico Britannico. grandi. Ma, come negli iceberg, gran parte della massa è nascosta
Ormai superato il mal di mare provocato dalle onde lunghe nel sott’acqua. Da lontano ci si rende conto di quanto siano enormi
Copia di 44a51459b9e30982c62bc1505f0b61bd

Canale di Drake, l’effetto soporifero dei farmaci che avevo usa- le megattere solo quando agitano in aria le pinne grandi, solleva-
to per contrastarlo stava svanendo e quindi potevo apprezzare no la coda prima di immergersi in profondità o escono completa-
in pieno la bellezza del paesaggio. Gli iceberg di varie dimensio- mente dall’acqua con un salto spettacolare.
ni – alcune tra le molte forme di ghiac-
cio qui presenti – si univano al mare e
al cielo, mettendo in mostra ogni sfu- Le balene discendono da quadrupedi terrestri
matura di azzurro. Pulcini lanuginosi
di pinguino Papua inseguivano i geni- e passando alla vita acquatica subirono una
tori esausti chiedendo da mangiare. Le
foche mangiagranchi biondo platino si
trasformazione tra le più spettacolari dei vertebrati
rilassavano su sofà di ghiaccio alla de-
riva, crogiolandosi al Sole. Mi lasciavo
inondare dalla bellezza indescrivibile di quel luogo. La mattina Zitterbart ha afferrato l’asta ingombrante per fissare il senso-
del 4 marzo mi sono svegliata all’alba a Paradise Bay, un’insenatu- re ed è rimasto sul chi vive, un piede sulla prua e uno all’interno
ra panoramica dove in passato si ancoravano le baleniere. Dal mio del gommone. Attaccare il sensore è un’operazione problematica.
posto sul galleggiante di uno Zodiac guardavo sorgere il Sole, che Doveva essere posizionato il più in alto possibile sul dorso dell’a-
spuntava da un’apertura nella coltre di nubi per inondare di luce nimale per assicurare un segnale del trasmettitore forte, ma senza
dorata un ghiacciaio lontano. avvicinarsi troppo alla pelle sensibile intorno allo sfiatatoio. Men-
Ormai eravamo nel territorio delle balene: ne incontravamo tre il gommone per la marcatura si avvicinava alle balene, Zitter-
gruppi mentre galleggiavano in superficie come tronchi, liberan- bart ha sollevato l’asta e poi, al momento opportuno, l’ha affonda-
do alti pennacchi di aria umida. Il sibilo bagnato del loro respiro ta proprio con la forza giusta per fissare il sensore in sicurezza a
si mischiava al fragore del distacco del ghiaccio e al rombo del- un animale. La balena è rimasta sorpresa, quindi è scomparsa im-
le valanghe. mergendosi – una reazione tipica – e i ricercatori si sono affrettati
Il giorno prima gli scienziati erano riusciti a marcare la prima a mettere via l’asta e segnare la posizione GPS dell’esemplare con-
megattera. I passeggeri erano entusiasti quando a colazione i ri- trassegnato, preparandosi a monitorarlo. Ormai avevano attacca-
cercatori hanno annunciato la novità, ma purtroppo la balena ha to tre sensori su tre.
dormito per tutta la durata dell’osservazione. Nello stesso giorno, Una volta tornata in superficie la balena marcata, nelle ore
però, gli scienziati ne hanno contrassegnata un’altra che si è di- successive l’avrebbero seguita a vista e con l’aiuto di un ricevi-
mostrata un soggetto più interessante: si è immersa in profondità tore VHF sintonizzato sulla trasmittente del sensore, restando a
diverse volte, fino a quasi 260 metri. Secondo i dati dei sensori, la una distanza di oltre 90 metri per non interferire con le abitudi-
balena faceva proprio quello che i ricercatori volevano vedere: si ni dell’animale. Bisognava recuperare i sensori – che conservano i
nutriva scattando a bocca aperta verso i banchi di prede, inghiot- dati sul comportamento e costano 10.000 dollari ciascuno – quan-
tendole e poi filtrando l’acqua. do, dopo essere stati applicati, si sarebbero staccati automatica-
Quel mattino il gruppo cercava di marcare un terzo esemplare, mente dalle balene al momento programmato. Quindi il gruppo
nella speranza che si comportasse come il secondo. Zitterbart, un doveva solo sperare di scegliere un soggetto collaborativo. «Nel
uomo alto e vivace che pensa e parla a velocità formidabile, dopo migliore dei casi avremmo marcato una balena attiva che non si
essersi alzato alle 5:30 si è diretto sul ponte della nave, per scopri- stava ancora nutrendo, ma si sarebbe allontanata per farlo», ha

76 Le Scienze 658 giugno 2023


Copia di 44a51459b9e30982c62bc1505f0b61bd

I misticeti aspirano quantità enormi di acqua ricca anche la loro evoluzione fu influenzata dal cambiamento dell’am-
di prede, e quindi la filtrano attraverso lamine di cheratina biente. Tutto ebbe inizio intorno a 50 milioni di anni fa, duran-
dette fanoni (in alto). Il krill antartico (in basso) te l’Eocene, in condizioni particolarmente calde. All’epoca il su-
è tra gli alimenti preferiti delle megattere. percontinente meridionale detto Gondwana si stava disgregando
e l’antico mare Tetide andava dall’Oceano Pacifico al Mediterra-
neo. Nelle sue acque calde e poco profonde le balene vissero la
prima fase della propria trasformazione: si adattarono alla vita in
mare. Gli arti anteriori diventarono pinne, il naso si trasformò in
uno sfiatatoio e le orecchie si rimodellarono per sentire sott’ac-
qua. Circa 10 milioni di anni dopo che i loro antenati con la pellic-
cia camminavano a quattro zampe in riva al mare, le balene si era-
no adattate alla vita acquatica in modo così completo che ormai
non potevano più avventurarsi sulla terraferma.
La seconda fase dell’evoluzione delle balene avvenne con il
passaggio a un’epoca glaciale. Quando l’Eocene lasciò il posto
all’Oligocene le forze tettoniche diedero il colpo di grazia al Gon-
dwana, staccando Australia, Sud America e Antartide. Quando la
separazione tra questi continenti si era ormai conclusa, l’Antar-
tide era circondata dalla corrente circumpolare antartica, che la
commentato Owen. In seguito, i ricercatori sul gommone che se- isolava dalle acque più calde e attirava dalle profondità sostanze
guiva le prede avrebbero prelevato campioni d’acqua per vedere nutritive, che sostenevano un’abbondanza di fitoplancton e zoo-
se lungo il percorso della balena le concentrazioni di krill e DMS plancton. Anzi, questa nuova corrente era così ampia e forte da al-
fossero in aumento. Marcando una balena mentre si stava già nu- terare la circolazione, la temperatura e la produttività degli ocea-
Michael S. Nolan/Alamy Stock Photo (in alto);
Justin Hofman/Alamy Stock Photo (in basso)

trendo, non avrebbero avuto una traccia da seguire. Ma le megat- ni in tutto il mondo. Da questo insieme di cambiamenti tettonici,
tere sono animali selvatici e fanno ciò che vogliono. «Deve esserci climatici e oceanici emersero gli antenati dei misticeti moderni.
una convergenza di fattori affinché le cose vadano come vorrem- Al più tardi 35 milioni di anni fa, i primi rappresentanti di questa
mo», ha aggiunto Owen. linea evolutiva solcavano i mari. Nel corso di milioni di anni, i lo-
ro discendenti avrebbero acquisito i fanoni e la mole gigantesca a
isitando l’Antartide si incontrano forze che influiscono cui deve la sua fama questo ramo della famiglia delle balene.

V sul destino dei misticeti da tempo immemore. Le balene,


che discendono da quadrupedi terrestri, passando alla vi-
ta acquatica subirono una trasformazione tra le più spettacolari
La lunga storia dei misticeti, pur segnata da straordinari cam-
biamenti ambientali ed ecologici avvenuti con i ritmi dell’evo-
luzione, non ha protetto i loro discendenti moderni dai pericoli
di qualsiasi gruppo di vertebrati. Come per ogni altro organismo, portati da cambiamenti profondi in tempi più rapidi. Nel solo XX

www.lescienze.it Le Scienze 77
Copia di 44a51459b9e30982c62bc1505f0b61bd

Le balene franche nord-atlantiche sono in pericolo critico. Con l’uso del dimetilsolfuro i ricercatori sperano di riuscire
a prevedere dove andranno a nutrirsi questi animali: sono informazioni su cui potrebbe basarsi la loro conservazione.

secolo, le baleniere industriali armate di arpioni esplosivi e le na- mentari, che promuove l’olio di krill per il consumo umano data la
vi officina in grado di lavorare le carcasse in mare hanno ucciso sua ricchezza di acidi grassi omega 3, e nell’industria dell’acqua-
oltre 2 milioni di misticeti, portando molte popolazioni sull’orlo coltura, che usa il krill come mangime per i pesci di allevamento.
dell’estinzione e degradandone gli ecosistemi. In seguito al crollo La gestione sostenibile della pesca del krill è una questione con-
di quel settore alcune specie si sono riprese, ma adesso devono af- troversa. Uno studio del 2020 sui suoi predatori, però, ha rilevato
frontare una nuova serie di minacce alla loro esistenza: il riscalda- che, sebbene nelle acque intorno alla Penisola Antartica il krill sia
mento dei mari e la pesca commerciale stanno modificando la di- soggetto a limiti di cattura prudenti – meno dell’1 per cento del-
sponibilità dello zooplancton di cui si nutrono le balene. lo stock nel settore atlantico sud-occidentale dell’Oceano Meri-
Quattro giorni dopo avere osservato il fissaggio dei sensori, ho dionale – in questa regione il numero dei pinguini è in calo, forse
raggiunto Warren, Zitterbart, Saeki e Julien Bonnel della Woods perché le zone che preferiscono sono anche quelle più frequen-
Hole sul gommone che seguiva le prede. La nave doveva fare una tate dai pescherecci. Via via che cambiano la distribuzione e la
deviazione verso la Stazione Frei, una base cilena con una pista biomassa del krill e di altre prede, anche i predatori – comprese le
di atterraggio sull’Isola di Re Giorgio, nelle Shetland Meridiona- balene – devono modificare le proprie abitudini alimentari.
li, per portare un passeggero ferito all’ospedale più vicino in Cile. Mentre lo Zodiac si allontanava lentamente dalla nave da cro-
I ricercatori hanno deciso di sfruttare quella pausa imprevista per ciera, i ricercatori hanno preparato l’attrezzatura. Con un ecome-
mappare le concentrazioni di krill e DMS in una baia poco profon- tro hanno inviato onde sonore in acqua, dove il krill ed eventuali
da nella parte settentrionale dell’isola. altri animali presenti le riflettono, generando sul portatile di War-
Indossavamo giacca, berretto e guanti per difenderci dal fred- ren un’immagine delle creature alla deriva nella colonna d’acqua.
do del mattino, ma solo poche settimane prima in Antartide si era Gli impulsi a frequenza più bassa permettono al trasduttore di
raggiunta la temperatura di 18,3 °C, la più alta mai rilevata. La Pe- «vedere» più in profondità, mentre quelli a frequenza più alta ri-
nisola Antartica, il luogo che avevamo esplorato, è tra le regioni levano obiettivi più piccoli. Il gruppo usa due frequenze, una alta
della Terra che si stanno riscaldando più velocemente. Di conse- e una bassa, per cercare i banchi di minuscoli crostacei, che di so-
guenza sta perdendo molto ghiaccio e per il krill è un problema, lito si trovano nei 200 metri superiori della colonna d’acqua. Fa-
come ha spiegato Warren: il krill giovane si ripara nel ghiaccio ceva da supervisore ai lavori la mascotte del laboratorio di War-
Foto4440/Getty Images

marino invernale, e a quanto pare si nutre di alghe che crescono ren, un maialino di gomma di nome Sir Pings-a-Lot II. «Adesso sì
sotto di esso. che ci divertiamo», ha detto Warren ridendo mentre gettava in ac-
Le temperature in aumento non sono l’unico fattore di stress qua l’ecometro.
per il krill. Da una ventina d’anni la domanda di questi piccoli cro- Rintracciare il krill è meno emozionante che seguire i suoi
stacei è in crescita, soprattutto nel settore degli integratori ali- predatori, ma negli ultimi anni i maggiori progressi sono avvenuti

78 Le Scienze 658 giugno 2023


proprio grazie al monitoraggio delle prede. Mentre il gommone cercatori e di altri, raccolti dai passeggeri della nave nell’ambito
percorreva le linee di transetto, ogni due minuti si Saeki sporge- del programma di citizen science, hanno indicato livelli di DMS
va per raccogliere acqua di mare superficiale da analizzare. In due minori del previsto. Forse in effetti quell’acqua non ne conteneva
contenitori di plastica, grandi circa come una borsetta e un baga- molto. Warren però ha immaginato un’altra possibilità, cioè che
glio a mano, si trovavano le attrezzature per misurare l’eventua- uno strato di acqua dolce sciolta sopra quella marina abbia diluito
le DMS presente nei campioni d’acqua. Un gorgogliatore spinge il segnale. «Il quadro è complicato dalle proprietà fisiche dell’ac-
aria nel campione per trasformare il DMS in gas; un asciugatore qua», ha aggiunto. Per conoscere meglio le caratteristiche chimi-
elimina eventuale umidità residua; un ozonizzatore estrae zolfo che, forse i ricercatori dovranno prelevare i campioni di acqua
elementare dal DMS gassoso e infine un fotomoltiplicatore misu- più in profondità.
ra la luce emessa dallo zolfo, che è proporzionale alla quantità di Per il futuro Zitterbart vuole fare a meno dei giri turistici sulle
DMS presente. In passato questo tipo di analisi si eseguiva in la- navi da crociera, puntando a creare un quadro dettagliato dell’at-
boratorio, ma grazie ai ricercatori della Woods Hole le attrezza- tività in una sola baia. Il progetto consiste nello sfruttare un pas-
ture di Toda per la misura del DMS sono state miniaturizzate fino saggio da una crociera per raggiungere una base di ricerca in
a poter stare su un’imbarcazione piccola. «Poter usare il rilevato- Antartide e rimanere lì solo con gli Zodiac. I ricercatori rilevereb-
re del DMS sullo Zodiac è il grande progresso di questa stagione», bero per più giorni consecutivi le balene, il krill e la composizione
ha commentato Zitterbart: così, per esempio, si può analizzare un dell’acqua nello stesso luogo, osservandone i cambiamenti, per
campione d’acqua immediatamente. «Non sappiamo quanto dura poi salire sulla nave madre nel viaggio di ritorno.
il segnale del DMS contenuto nell’acqua», ha aggiunto. «Per sicu- Ma per prima cosa devono trovare un’imbarcazione che li ri-
rezza lo analizziamo nel giro di due minuti». porti all’estremo sud del mondo. Il settore delle crociere deve
Monitorare i dati dell’ecometro, raccogliere l’acqua, analizzare smaltire l’arretrato dei clienti che negli anni scorsi per la pande-
il campione. Ripetere. Qui non c’erano balene a rompere la mono- mia hanno dovuto rimandare un viaggio già prenotato. Le cro-
ciere a cui normalmente il gruppo po-
trebbe aggregarsi non hanno neanche
Copia di 44a51459b9e30982c62bc1505f0b61bd

Al termine dell’estate australe le megattere un posto libero. «Prevedevamo di rac-


cogliere i dati necessari in cinque anni,
si sarebbero dirette a nord per riprodursi nelle e ormai tre se ne sono andati»: così Zit-
terbart commenta le conseguenze del-
acque calde a ovest del Sud e del Centro America la pandemia sul progetto. Spera che il
gruppo riesca a trovare un passaggio
nel 2024. Intanto ha cominciato a fare
tonia: solo un cielo di un azzurro estremo, un vento gelido e il ron- ricerche dall’altra parte del pianeta, che potrebbero dare un aiuto
zio del motore fuoribordo. Eravamo già oltre la metà del sondag- più velocemente alle balene che ne hanno più bisogno.
gio quando l’ecometro ha cominciato a rilevare krill: un banco di
crostacei sospeso sopra il fondo nelle acque basse della baia. Que- egli ultimi tre anni, mentre aspettavano un’altra occasio-
sto lavoro era povero di adrenalina, ma in compenso ricco di po-
tenziale impatto scientifico. «Queste baie finora sono state pres-
soché ignorate dai sondaggi, quindi ogni dato che riusciamo a
N ne per andare in Antartide, Zitterbart, Owen e colleghi
hanno studiato il rapporto tra DMS, zooplancton e misti-
ceti nelle acque del Massachusetts. Non potendo marcare le ba-
ottenere è prezioso», ha commentato Warren. Il gruppo è tornato lene franche nord-atlantiche, cercano collegamenti tra le zone
alla nave dopo aver rilevato due banchi di krill e analizzato deci- ricche di DMS e i raggruppamenti di balene franche nella Baia di
ne di campioni d’acqua; questi dati aiuteranno i ricercatori a capi- Cape Cod. L’idea è vedere se questa sostanza si possa usare come
re la distribuzione di krill e DMS nell’Oceano Meridionale, e a fis- strumento indiretto per prevedere dove compariranno le balene.
sare un punto di riferimento per misurare i cambiamenti futuri. Il gruppo le monitora con barche e aerei, senza bisogno di senso-
ri. Mentre le ricerche in Antartide puntano a identificare precisa-
marzo la breve estate australe stava già volgendo al termi- mente il meccanismo con cui i misticeti trovano le prede – che si

A ne. Le ore di luce diventavano sempre di meno e il ghiac-


cio marino cominciava ad avanzare. Presto le megattere si
sarebbero dirette a nord per riprodursi nelle acque calde a ovest
tratti di raggiungere i banchi di krill in base ai cambiamenti della
concentrazione del DMS, o con qualche altro sistema – la ricerca
di Cape Cod cerca solo di stabilire se tendenzialmente queste ba-
del Sud e del Centro America. Forse è per questo che non colla- lene siano più diffuse nelle regioni oceaniche con maggiori con-
Franco Banfi/Minden Pictures (pagine successive)

boravano. Anche se i ricercatori erano riusciti a marcare le cin- centrazioni di DMS. In questo caso, a prescindere dal fatto che le
que balene per le quali erano autorizzati, solo due esemplari si so- balene riescano effettivamente a rilevarlo o invece seguano qual-
no nutriti nel corso del monitoraggio. Gli altri tre hanno dormito che altro indizio collegato al DMS per caso, gli scienziati in teoria
o si sono rilassati vagando nella baia. Secondo Zitterbart, se alle si possono basare sui valori del DMS per prevedere dove e quando
balene non interessava nutrirsi significa che la prossima volta il compariranno le balene.
gruppo dovrà eseguire le ricerche in un altro periodo. «A marzo Attualmente le misure per proteggere le balene franche nord-
[le megattere] sono già così grandi che dormono troppo», ha com- atlantiche includono limiti di velocità stagionali per le navi e siste-
mentato. «È meglio studiarle prima, quando stanno ancora accu- mi di monitoraggio visivo e acustico. Per esempio, dal 1° gennaio
mulando le riserve di grasso e sono più attive». al 15 maggio nella baia di Cape Cod, un territorio importante per
Forse bisogna perfezionare anche le modalità con cui si ana- l’alimentazione delle balene, tutte le imbarcazioni lunghe almeno
lizza l’acqua. Le analisi preliminari dei campioni ottenuti dai ri- una ventina di metri sono soggette a un limite di 10 nodi, per ri-

www.lescienze.it Le Scienze 79
Copia di 44a51459b9e30982c62bc1505f0b61bd

Le balenottere azzurre
e altri misticeti sono «ingegneri
ecosistemici»: dalla loro salute
dipende quella di tante altre specie.

80 Le Scienze 658 giugno 2023


durre il rischio di lesioni gravi in caso di impatto. Se in questa zo-
na si vedono o si sentono balene, in qualsiasi periodo dell’anno, le
imbarcazioni di ogni dimensione sono tenute a rallentare e proce-
dere con cautela tenendo d’occhio i cetacei. L’app gratuita Whale
Alert segnala le zone di gestione stagionale e i dati sul rilevamento
delle balene su una mappa aggiornata quasi in tempo reale.
A questi metodi gestionali però manca la capacità di previsio-
ne, spiega David Wiley, ecologo ricercatore allo Stellwagen Bank
National Marine Sanctuary, gestito dalla National Oceanic and At-
mospheric Administration, che collabora con Zitterbart nella ri-
cerca sul DMS. E sulle rotte congestionate spesso le imbarcazio-
ni grandi non riescono a cambiare direzione in tempo per evitare
le collisioni con le balene che si muovono lentamente. «Con uno
strumento predittivo come il DMS possiamo programmare, inve-
ce di reagire».
Nel 2021 Owen, Zitterbart, Wiley e collaboratori hanno pubbli-
cato un articolo sulle ricerche a Cape Cod, secondo cui i livelli di
DMS più alti corrispondono a maggiori concentrazioni di zooplan-
cton, quindi se i misticeti rilevano davvero il DMS, questo permet-
te loro di trovare le prede. Ora i ricercatori stanno cercando di sta-
bilire se in effetti i misticeti si raggruppano in queste zone ad alta
concentrazione di DMS. Stando ai risultati preliminari, è così sia
Copia di 44a51459b9e30982c62bc1505f0b61bd

per le balene franche nord-atlantiche sia per le balenottere boreali


(un’altra specie di misticeti che si nutre di copepodi).
Per rafforzare la propria tesi, da quest’anno i ricercatori misu-
reranno ogni due settimane le concentrazioni del DMS nella ba-
ia di Cape Cod e nella baia del Massachusetts, lungo linee di rileva-
mento standardizzate, in momenti diversi: prima che compaiano
le balene, al loro arrivo e infine al momento della partenza. L’o-
biettivo è capire quale sia la quantità di DMS necessaria per fare
arrivare le balene. «Dobbiamo scoprire le soglie, che cosa sia deci-
sivo per le balene a livello biologico», commenta Wiley a proposito
dello studio, che secondo la sua stima durerà circa due anni.
L’ideale sarebbe riuscire a monitorare i luoghi dove il livello
di DMS è in crescita – e che quindi probabilmente sarebbero fre-
quentati dalle balene franche nord-atlantiche – dallo spazio grazie
alle immagini satellitari. I gestori della fauna selvatica potrebbero
deviare la rotta delle navi intorno a queste zone, oppure chiudere
temporaneamente le attività di pesca o gli impianti eolici che po-
trebbero disturbare le balene, in attesa che i livelli di DMS calino
e i cetacei si allontanino. Da molto tempo il DMS interessa i clima-
tologi perché favorisce la formazione delle nuvole. Hanno già sco-
perto che questa sostanza si può rilevare dallo spazio. Ma per pre-
vedere i movimenti delle balene serviranno dati satellitari con una
risoluzione maggiore rispetto a quella disponibile oggi.
Per salvare le balene franche nord-atlantiche, oltre a tutti gli
organismi il cui destino è collegato al loro, bisogna acquisire in-
formazioni il più velocemente possibile. «Se le cose non cambie-
ranno, le balene franche si estingueranno nel corso della nostra
vita», commenta Wiley, secondo il quale la situazione difficile di
questa specie fondamentale è il principale problema di conserva-
zione nella nostra epoca. Con l’aiuto delle megattere affamate in
Antartide e di alcuni scienziati curiosi, forse un giorno le balene
franche nord-atlantiche e altri misticeti in pericolo riconquiste-
ranno il trono del regno marino. Q

PER APPROFONDIRE

La seconda vita delle balene. Little C.T.S., in «Le Scienze» n. 500, aprile 2010.

www.lescienze.it Le Scienze 81
Copia di 44a51459b9e30982c62bc1505f0b61bd

Daniel Garrido/Getty Images

Alle origini della domesticazione,


cani e lupi venivano ancora confusi.
Così sono entrati a far parte insieme
delle storie mitologiche degli esseri umani.

82 Le Scienze 658 giugno 2023


ANTROPOLOGIA

Le origini
mitologiche
del cane
Dal guardiano degli inferi all’uomo che sposa una donna-
cane, i miti sulla figura canina sono variegati e diffusi in
Copia di 44a51459b9e30982c62bc1505f0b61bd

tutto il mondo e ci rivelano molto sulla sua domesticazione

di Julien d’Huy, Mietje Germonpré e Charles Stépanoff

er i menomini, un popolo amerindio che vive nell’odierno Wisconsin

P È lui a decidere se un’anima può tentare la traversata, e a non


concedere il passaggio a chi abbia vissuto un’esistenza malvagia
o, da vivo, abbia maltrattato cani o lupi. Questa sorta di Cerbero
amerindio è un ulteriore esempio del grande valore simbolico del
cane per gli umani. Di che valore si tratta? Quali miti riguardanti
negli Stati Uniti, l’anima di un defunto deve attraversare un fiume tu-
multuoso prima di raggiungere il villaggio dei morti. L’unico ponte di-
sponibile, un tronco scivoloso in equilibrio instabile sulla corrente, è
sorvegliato da una bestia enorme, il «signore dei cani».
e gli umani si sono evoluti in parallelo fino a formare una «comu-
nità ibrida», un’associazione di due specie conviventi e adattatesi
l’una all’altra. Ma in che modo?
Sviluppando un forte attaccamento affettivo. Il cane ha un’in-
credibile capacità di interpretare una varietà di emozioni umane.
il cane si sono diffusi e in quali popolazioni? Per saperlo, abbiamo Riesce a comprendere i nostri segnali di cognizione sociale, come
sviluppato un metodo ispirato a quello usato dalla biologia evolu- quando gli indichiamo un oggetto con il dito e lo sguardo, ed è in
tiva per creare gli alberi filogenetici, e abbiamo ricostruito l’evo- grado di collegare ciò che ci vede fare e ciò che ci sente dire, deci-
luzione dei miti associati alla figura del cane. frando i nostri comportamenti. Inoltre, il cane subisce il contagio
emotivo, come sanno tutti coloro che hanno visto un cane condi-
La comunità ibrida umani-cani videre la gioia o la tristezza del suo padrone.
Il nome scientifico del cane, Canis lupus familiaris, riflette Al contempo, sin dai primi anni di vita una persona sarebbe in
non soltanto il fatto che l’umanità abbia addomesticato il lupo (si grado di capire gli stati emotivi fondamentali del cane semplice-
veda il box a p. 87), ma anche che lo abbia reso parte della sua fami- mente ascoltandolo e guardandolo. In effetti, il rapporto tra ca-
glia. Secondo le stime, oggi nel mondo vivrebbe un numero di ca- ne ed essere umano si crea principalmente attraverso lo scambio
ni da compagnia o randagi compreso all’incirca tra 700 milioni e di sguardi che, come ha evidenziato il team di Miho Nagasawa,
un miliardo. Di fatto, se è vero che noi umani abbiamo addomesti- dell’Università di Azabu, in Giappone, favoriscono l’attaccamento
cato il lupo, anche il lupo a sua volta ha addomesticato noi: i cani reciproco aumentando in entrambi i livelli di ossitocina.

www.lescienze.it Le Scienze 83
A riprova della forza di questo legame, si è riscontrato che nel Julien D’Huy, antropologo presso il Laboratorio di antropologia sociale del
tempo i livelli di cortisolo del cane (un indicatore dello stress) arri- Collège de France, CNRS, EHESS.
vano a sincronizzarsi con quelli del padrone. Mietje Germonpré, archeozoologa presso l’Istituto reale
La forza del nostro legame affettivo con il cane si traduce nel- di scienze naturali del Belgio.
Charles Stépanoff, antropologo, membro del Laboratorio di antropologia
la nostra capacità di metterlo al lavoro: il cane è infatti l’animale
sociale del Collège de France, CNRS, direttore degli studi presso l’EHESS
domestico a cui abbiamo assegnato il maggior numero di ruoli.
Abbiamo cani da caccia, da trasporto, da guardia, cani accompa-
gnatori, segugi, combattenti, da traino e via dicendo. Un’altra di- L’analisi comparativa dei motivi mitologici che prevedono
mostrazione lampante del nostro attaccamento al cane è il fatto la figura del cane permette di costruire il seguente albero
che, in alcuni popoli autoctoni della Malesia, dell’Australia, del- «filomitologico». I numeri indicano le probabilità che ogni
la Papuasia e delle Americhe, i cuccioli siano allattati dalle donne ramificazione ha di esistere. Questo approccio fa pensare che i miti
per integrarli nel gruppo degli umani. Appare dunque evidente canini discendano con la maggiore probabilità dai miti provenienti
come la dimensione affettiva e non soltanto utilitaristica del rap- dall’Asia nordorientale, regione in cui sarebbe stato addomesticato il
porto tra umani e cani abbia origini primordiali. Al punto da ri- lupo secondo i recenti risultati di studi genetici.
flettersi nei primi racconti riguardanti l’animale?

Una presenza mitologica globale


Il cane è presente nelle mitologie di ogni parte del pianeta, e
questo dà da pensare. Prendiamo in considerazione il tema del ca-
ne guardiano dei morti, già ricordato attraverso il mito dei meno-
mini. Nelle nostre culture, questa figura è impersonata da Cerbe-
ro, il cane policefalo che custodisce l’ingresso agli inferi greci. Il
Copia di 44a51459b9e30982c62bc1505f0b61bd

suo ruolo è di impedire ai morti di fuggire e ai vivi di entrare; in so-


stanza, è un guardiano del regno della morte. Lo stesso tema si ri-
trova nel popolo dei ciukci, che vive nell’estremità orientale del-
la Siberia, lungo le sponde del Mar Glaciale Artico e dello Stretto
di Bering. Situati geograficamente tra i greci e i menomini e a mi-
gliaia di chilometri da entrambi, i ciukci propongono una versione
intermedia tra i miti di questi due popoli: per raggiungere il paese
dei suoi antenati, l’anima di un defunto deve attraversare il «villag-
gio dei cani», che la lasceranno passare soltanto se in vita la perso-
na si è comportata bene nei confronti di questi animali.
L’ampia diffusione di un tema mitologico che vede il cane co-
me guardiano del regno dei morti è uno dei molti esempi che illu-
strano il rapporto tra la distribuzione dei temi mitologici nel mon-
do e l’evoluzione umana. Per studiare questo rapporto in modo
approfondito ci siamo basati sui lavori dello storico russo Yuri Be-
rezkin, del Museo di etnografia e antropologia di San Pietrobur-
go, in Russia, che negli anni settanta ha documentato la presen-
za o l’assenza di oltre 2264 motivi mitologici in quasi un migliaio
di gruppi umani. I suoi risultati mostrano che la distribuzione dei
miti lungo il pianeta riflette la propagazione culturale che ha ac-
compagnato le migrazioni delle popolazioni umane. Per questo

Illustrazione di Danilo Sossi; fonte: Aux origines mythologiques du chien,


in continenti diversi sono associati al cane miti simili, come quel-
lo del guardiano dei morti. Alcuni di questi racconti sarebbero
emersi durante il Paleolitico superiore, per poi diffondersi insie-
me all’animale. Come sfruttare allora la mitologia per ricostruire
in «Pour la Science» n. 544, pp. 64-70, febbraio 2023.

la storia di questa domesticazione?


di (come «i cani un tempo potevano parlare; sono stati privati, o
Il metodo filomitologico si sono privati essi stessi, del dono della parola per non raccon-
Un membro del nostro team, Julien d’Huy, ha applicato il me- tare storie compromettenti», oppure «i cani avvisano gli uomini
todo filomitologico, un approccio statistico preso a prestito dal- dell’arrivo di un’alluvione, e spiegano loro cosa fare»). Ciascuno di
la biologia evolutiva, per sfruttare i segnali storici presenti nei questi motivi corrisponde a elementi di racconti replicabili e tra-
diversi miti diffusi nel pianeta. I miti e i racconti sono in effetti co- smissibili, sia da una generazione all’altra sia tramite prestiti.
stituiti da uno o più motivi appartenenti a epoche diverse e con Grazie al colossale insieme di dati raccolto da Yuri Berezkin, ab-
differenti livelli di diffusione sulla superficie del globo. Per i rac- biamo identificato i motivi mitologici canini presenti o assenti in
conti riguardanti i cani e i lupi, i cosiddetti «miti canini», questi un insieme di aree culturali ben documentate. Alcuni erano pre-
motivi possono essere immagini (per esempio «un cane e un uo- senti soltanto in due aree, altri invece in molte aree diverse. La
mo sono visibili sulla Luna», o «Alcor è un cane»), oppure episo- presenza di un motivo in un’area è codificata con il numero 1, la

84 Le Scienze 658 giugno 2023


Copia di 44a51459b9e30982c62bc1505f0b61bd

Ercole e Cerbero. La cattura del mostruoso cane a tre teste che fa la guardia agli inferi è l’ultima delle 12 imprese richieste all’eroe greco secondo il
mito delle 12 fatiche di Eracle, divenuto poi Ercole nella mitologia romana.

sua assenza con lo 0, e ciò consente di creare un «codice mitologi- quel che si sa sulle varie migrazioni umane; e permettono di valu-
co» specifico per ciascuna area. Si ottengono così serie di nume- tare che forma avesse un mito o una tradizione mitologica prima
ri che formano in pratica il «codice mitico» delle versioni dei mi- di ciascuna divergenza principale. Vediamo ora i risultati ottenu-
ti. Queste diverse serie di 0 e di 1 sono quindi confrontate tramite ti dall’applicazione di questo approccio ai miti riguardanti i cani.
programmi statistici presi a prestito dalla filogenetica, ovvero dal-
lo studio dei legami di parentela tra i taxa (gruppi di organismi de- La culla della domesticazione del cane
finiti dai tratti che condividono). Gli algoritmi di questi program- Per cominciare, la struttura e il radicamento dei vari alberi ot-
mi si basano sull’ipotesi che le somiglianze tra i codici successivi tenuti convergono nel raccontare la stessa storia: i primi miti ca-
di una catena evolutiva (genetica, mitica o di altro tipo) siano dovu- nini sarebbero comparsi in Asia centrale o in Asia orientale, per
te a un legame di parentela e non a una creazione spontanea (come poi diffondersi nell’Asia orientale e in America durante il popola-
una mutazione nel caso dei geni, o un’invenzione nel caso dei mi- mento del Nuovo Mondo. Poi, dopo una fase di evoluzione in Asia,
ti). Ciò permette di far emergere nella moltitudine di dati le catene questa mitologia si sarebbe diffusa una seconda volta fino alla zo-
di filiazione che abbiano subito un numero minimo di innovazioni na americana dell’Artico. Gli alberi mostrano inoltre un’espansio-
(mutazioni, invenzioni, prestiti). Si possono così costruire alberi fi- ne precoce della mitologia canina verso l’Eurasia occidentale.
logenetici, ovvero alberi di parentela, fra le tradizioni mitologiche Questi risultati riecheggiano quelli dell’analisi genetica di al-
dei gruppi umani. Al loro interno, i rami più vicini sono quelli che cune popolazioni di cani e di lupi, che porterebbe a collocare l’ori-
condividono il maggior numero di motivi. In questo modo è possi- gine della domesticazione del lupo in Asia. I dati genetici confer-
bile creare un «albero mitologico» del cane basato sull’ipotesi mi- mano anche il secondo arrivo di miti canini in America: i genomi
nima che i miti «vivano» (esistano) abbastanza a lungo da consenti- mitocondriali (la parte di DNA trasmessa soltanto dalle femmine)
re la ricostruzione della loro storia evolutiva. dei cani dell’Artico americano, infatti, sono nettamente diversi da
Rispetto ai metodi classici della mitologia comparata, le rico- quelli di altre razze di cani amerindi.
struzioni filomitologiche presentano molti vantaggi: consentono È significativo notare come l’approccio statistico collochi le ra-
Fototeca Gilardi/AGF

di testarne la solidità, ovvero valutare statisticamente (in termi- dici degli alberi filogenetici dei miti canini in un’area geografica
ni probabilistici) quali parti dei dati sono spiegabili con legami di in cui alcuni motivi mitologici sono condivisi sia dai cani sia dai
parentela tra i miti; permettono di modellizzare i prestiti tra ra- lupi. Un elemento affascinante, in quanto i primi umani ad aver
mi non adiacenti; consentono di confrontare le ricostruzioni con addomesticato dei cani (senza dubbio iniziando con l’appropriar-

www.lescienze.it Le Scienze 85
Yuri Berezkin, il mitologo del mondo
Nato nel 1946 a Leningrado (oggi San Pietroburgo), l’archeologo e mi- come alcuni racconti fossero già diffusi nella preistoria. In particolare, al-
tologo Yuri Berezkin guida il Dipartimento delle Americhe del Museo di cune storie dell’emisfero meridionale (come quelle di matriarchia primi-
antropologia ed etnologia Pietro il Grande dell’Accademia delle scienze tiva, per cui le donne possedevano saperi, oggetti o santuari sacri a cui
di Russia (Museo Kunstkamera). Nel 1990, dopo il dottorato di ricerca, oggi non hanno accesso), o alcuni miti sulle origini (come quello per cui
Berezkin ha creato un database on line con circa 70.000 riassunti di te- l’umanità proverrebbe da un mondo sotterraneo), recano tracce della
sti orali da tutto il mondo. Grazie a questo enorme inventario compren- provenienza umana dall’Africa. Yuri Berezkin è inoltre professore al Di-
dente oltre 3000 motivi mitologici da più di 1000 tradizioni, ha illustrato partimento di antropologia dell’Università europea di San Pietroburgo.

Copia di 44a51459b9e30982c62bc1505f0b61bd

in «Pour la Science» n. 544, pp. 64-70, febbraio 2023; mappa di Yuri Berezkin.
L’archeologo Yuri Berezkin ha stabilito la ripartizione geografica delle famiglie di miti di numerose regioni del mondo (le linee arancioni indicano

Illustrazione di Danilo Sossi; fonte: Aux origines mythologiques du chien,


l’estensione delle famiglie principali di Eurasia, Africa e Oceania).

si di piccoli di lupo, e poi arrivando a controllare la loro riprodu- cane e la morte appare come un tratto culturale umano estrema-
zione da adulti) sapevano necessariamente di avere a che fare mente antico. Numerosi studi di mitologia comparata ne confer-
con discendenti dei lupi. È quindi logico che cani e lupi abbiano mano l’origine paleolitica: confrontando diversi miti dell’Antico e
in origine una mitologia comune nell’area i cui i lupi sono stati del Nuovo Mondo, Yuri Berezkin è riuscito a dimostrare che i mo-
addomesticati. tivi mitologici amerindi che univano il cane all’oltretomba hanno
Ancora meglio, la struttura degli alberi ha permesso di ri- avuto origine in Eurasia. Il motivo si sarebbe diffuso in America
costruire i motivi dei miti canini che erano diffusi tra gli umani di pari passo con l’animale. Lo studio filomitologico di un corpus
già all’inizio del processo di domesticazione: un uomo sposa una di motivi basato specificamente su questo nesso tra cane e oltre-
donna-cane; alcuni uomini (con testa di) cane sposano donne; il tomba ha confermato l’arrivo in due fasi in America di una mitolo-
cane ha a che fare con il regno dei morti, in qualità di guardiano, gia canina, in cui il cane serviva da guida all’anima verso il regno
guida o signore, oppure perché vive lungo la strada che lo rag- dei morti. Signore di questo regno, o quantomeno suo abitante
giunge; la stella Sirio è associata a un cane o a un lupo. o guardiano, il cane aiutava soltanto gli umani che avevano trat-
Dunque, secondo il metodo filomitologico, l’associazione tra il tato bene i cani nella loro vita terrena, concedendo loro acces-

86 Le Scienze 658 giugno 2023


so all’oltretomba; un tratto che illustra il ruolo centrale dei cani
nell’universo morale degli umani. Soltanto più tardi, nelle religio-
Un antico lupo asiatico ni dell’antichità, saranno le relazioni tra umani a diventare la chia-
ve della salvezza.
che ha cambiato tutto Le radici paleolitiche del ruolo funebre del cane e del caratte-
re morale del suo ruolo di accompagnatore dell’uomo consento-
Da tempo si presuppone che il cane discenda dal lupo, ma solo di no di spiegare l’esistenza di sepolture canine preistoriche, tanto
recente si sono ottenute le prove genetiche che lo confermano. Più nel Nuovo Mondo quanto nel Vecchio. Il primo cane indiscuti-
precisamente, i risultati di uno studio a cui ha partecipato un mem- bilmente identificato è quello della sepoltura di Bonn-Oberkas-
bro del nostro team (Mietje Germonpré), pubblicato nel 2022 su sel in Germania: questa tomba di oltre 14.200 anni fa, infatti, ol-
«Nature», dimostrano che i cani sono geneticamente più vicini agli tre a contenere un uomo e una donna conservava anche i resti di
antichi lupi dell’Eurasia orientale o centrale rispetto a quelli dell’Eu- un cane. L’animale aveva sofferto di una grave infezione e aveva
rasia occidentale. L’origine del cane domestico si collocherebbe evidentemente ricevuto cure da parte degli esseri umani. L’ap-
dunque nella parte centrale o in quella orientale dell’Asia, anche se proccio filomitologico suggerisce che, all’epoca delle sepolture,
per il momento i genomi di lupi dell’antichità non sono sufficien- il cane avesse già una funzione di psicopompo, cioè di guida delle
ti a determinare la popolazione lupina progenitrice. Tuttavia, i ca- anime verso l’aldilà. Sembra inoltre che al trattamento funerario
ni del Vicino Oriente e dell’Africa discenderebbero quasi per metà dei canidi venissero dedicate cure particolari.
da una popolazione imparentata con gli odierni lupi del sud-ovest
dell’Eurasia. In questa regione del mondo, quest’ultima constatazio- Un’unione feconda
ne potrebbe indicare una domesticazione locale, o l’ibridazione di Per esempio a Předmostí, nella Repubblica Ceca, diversi cra-
cani provenienti dall’est con lupi locali. A ogni modo, questa popo- ni di cani e lupi risalenti al Gravettiano (31.000-24.000 anni fa in
lazione progenitrice di lupi dell’Eurasia sudoccidentale ha contribui- Europa) furono perforati al momento della morte. Nello stesso si-
Copia di 44a51459b9e30982c62bc1505f0b61bd

to per il 5-25 per cento al genoma dei cani neolitici, che la diffusione to, un altro cranio di cane altrettanto antico è stato ritrovato con
dell’agricoltura ha condotto in Europa, da dove poi hanno conosciu- un frammento di osso inserito intenzionalmente tra gli incisivi, al
to un’espansione mondiale in epoca coloniale. momento della morte o poco dopo.
Le conseguenze della domesticazione del cane sono immense. Questo gesto può essere interpretato alla luce delle attuali pra-
Pensiamo innanzitutto al contributo che l’animale ha offerto al- tiche di diversi popoli, che onorano l’anima dell’animale che han-
la caccia. L’etnologo Richard Borshay Lee, oggi all’Università di To- no ucciso nutrendolo dopo la morte. Questa prassi servirebbe,
ronto, in Canada, ha dimostrato che nell’Africa australe degli anni secondo i risultati della filomitologia, a procurarsi la benevolen-
sessanta il popolo di cacciatori Dobe Ju/’hoansi, nel deserto del Ka- za del «signore degli animali», ovvero di un cane che è guardia-
lahari, catturava circa un terzo delle prede con l’aiuto di un cane, no dell’aldilà.
una quota che raggiungeva anche il 75 per cento in alcuni perio- Questo legame affettivo ultraterreno è rispecchiato in vita nei
di dell’anno. Gli etnologi hanno ampiamente documentato i nume- motivi basati sull’unione tra un cane e un umano, anch’essi cor-
rosi ruoli del cane (pastore, guardiano, traino, fonte di cibo e pellic- roborati dallo studio filogenetico di un’altra famiglia di racconti,
ce, salvatore, cane da guerra, ricercatore, guida per i ciechi, cane detti della «casalinga misteriosa». Questo mito, ampiamente diffu-
da compagnia e via dicendo). Questi ruoli riflettono la coevoluzio- so nel Vecchio e nel Nuovo Mondo, racconta come un uomo solo,
ne parallela degli umani e dei cani avvenuta nel tempo, che ha tra- o più raramente una donna, trovando la propria dimora sempre ri-
sformato entrambi anche dal punto di vista biologico. Il più vecchio ordinata o il pasto pronto, scopre che si tratta dell’opera di un ani-
amico dell’uomo assume infatti una varietà di aspetti, mentre il lupo male di sesso opposto, che si toglie temporaneamente la pelle per
ne ha uno solo; durante il Neolitico il cane ha acquisito una capacità agire. L’uomo distrugge quindi la pelle per poter sposare la crea-
di digerire l’amido molto migliore rispetto al suo antenato lupo, riflet- tura. L’analisi filomitologica di questa famiglia di racconti suggeri-
tendo il suo adattamento all’agricoltura; il cane ha inoltre sviluppato sce che l’animale dell’altro sesso era di solito una colomba o un ca-
una mente empatica nei confronti del nostro sguardo, e così via. E ne, che questa storia pare aver avuto origine nell’Asia orientale e
noi, a che cosa assomiglieremmo se non ci fossero i cani? che il mito si sarebbe diffuso in due riprese in America, offrendo
quindi risultati uguali a quelli ottenuti partendo dall’albero filoge-
netico della sola mitologia canina.
L’unione feconda tra un umano e un cane potrebbe trovare un
parallelo nella pratica dell’allattamento dei cuccioli di scimmia, di
orso, di maiale e di cane, ampiamente diffusa nell’ottica di inte-
grare questi animali nella comunità umana; tanto più che, in nu-
merosi miti, è la donna che va verso il cane. Come suggerisce an-
che il mito della casalinga misteriosa, senza dubbio relazioni di
tipo familiare con i cani si sono instaurate molto rapidamente
Layne Kennedy/Getty Images

nell’animo umano, rese ancora più intense dall’affetto e dall’attac-


camento all’interno di una comunità multispecie.
Ecco dunque la lezione dei miti. Dall’unione mitica tra l’uomo
e la femmina del cane evocata in precedenza è nato un nuovo li-
gnaggio umano, il nostro, che è partito alla conquista del mondo,
o per lo meno del Nuovo Mondo. Q

Le Scienze 87
Coordinate
Terrier
Cani da Razze
pastore convenzionali
Retriever, Sovrapposto al grafico genetico,
cani da cerca questo diagramma mostra
e cani d’acqua le categorie razziali usate dalla Questi due grafici mostrano due modi
Levrieri Fédération Cynologique Internationale diversi di classificare le razze di cani,
per raggruppare i cani. Ogni colore uno basato sui raggruppamenti definiti
rappresenta un gruppo distinto. dagli umani, e l’altro su «linee di
In alcuni casi, i raggruppamenti discendenza» ricavate da dati genetici.
coprono un ampio territorio In ambo i grafici, ciascuno dei 4000
Cani da compagnia genetico. punti rappresenta un singolo cane. Le
e cani toy loro posizioni (identiche nei due grafici)
riflettono quanto ciascuno è
Pinscher, geneticamente affine agli
Dobermann, altri (due puntini vicini
Spitz e di Nuova
Cani da ferma Schnauzer, sono simili, due
tipo primitivo molossoidi, classificazione
Qui i ricercatori hanno ignorato le distanti sono più
Bassotti (Basenji, bovari svizzeri lontani).
Podenco, Cirneco) razze convenzionali e hanno usato i dati
genetici per ricavare dieci gruppi naturali,
o linee di discendenza, in cui organizzare
Razze miste, sconosciute i cani. L’opacità dei punti riflette quanto un
o non riconosciute, cane è affine agli altri: i punti scuri sono
cani di villaggio (vivono più distinti geneticamente, quelli chiari
Cani da seguita liberi attorno ai villaggi)
e razze correlate hanno spesso nessi con altri cani
e cani selvatici (Licaone,
Copia di 44a51459b9e30982c62bc1505f0b61bd

al di fuori della propria linea di


Dingo, Cuon alpino)
discendenza.

Il DNA delle
razze di cani

Grafica di Emily V. Dutrow e MSJONESNYC; fonte: Domestic Dog Lineages Reveal Genetic Drivers of Behavioral Diversification, di
Riguardo ai tratti

Emily V. Dutrow, James A. Serpell ed Elaine A. Ostrander, in «Cell», Vol. 185, 8 dicembre 2022 (riferimento)
comportamentali, le linee
di discendenza ricavate
su base genetica sono
più indicative delle razze

Ci sono 356 razze uniche di cani, secondo la


Fédération Cynologique Internationale, la più
grande organizzazione globale di associazioni ci-
nofile nazionali. Ma capire le basi genetiche dei trat-
ti caratteriali che differenziano queste razze è stato a
lungo una sfida irrisolta. In uno studio recente, gli scien-
ziati hanno compilato le sequenze di DNA di oltre 4000 ca-
ni domestici e selvatici per individuare i loro nessi genetici, sco-
prendo che questi a volte non riflettono le classiche categorie
razziali. Anziché presupporre che alcune razze fossero affini ad al-
tre, i ricercatori hanno trovato un nuovo modo di raggruppare gli no molti tratti in comune, e certe varianti genetiche potevano es-
animali in base alla loro genetica. L’analisi ha rivelato che i cani sere legate a questi tratti. «Abbiamo trovato una serie di geni che si
ricadono in dieci «linee di discendenza» con strette relazioni ge- sono mostrati importanti nello sviluppo cerebrale dei cani da pa-
netiche. Per vedere se i cani in ciascuna linea condividono trat- store», dice Elaine A. Ostrander del National Human Genome Re-
ti simili, gli studiosi hanno combinato i loro dati con questiona- search Institute, co-autrice dello studio su «Cell». «È un ottimo
ri sul comportamento di circa 46.000 cani di razza, compilati dai punto di partenza per studiare le basi del loro comportamento.»
proprietari. Hanno trovato che i membri di ciascuna linea aveva- Clara Moskowitz

88 Le Scienze 658 giugno 2023


di Michele Bellone I bastioni di Orione
editor di saggistica, giornalista, docente di narrazioni e
comunicazione della scienza. Autore di Incanto (Codice, 2019)

Medicina bellicosa
La metafora della guerra alle malattie è molto radicata,
ma ha i suoi inconvenienti e forse andrebbe rivista

“S
iamo in guerra», proclamava- una narrazione eroica, che andava dalle isti-
no capi di Stato nella prima- tuzioni impegnate nello sviluppo di nuove ar-
vera del 2020, chiudendo i mi alla lotta dei malati. Il tutto con una retorica
confini ed esortando i cittadini a stare in casa, non diversa da quella di film come Indepen-
mentre su giornali e social network si parlava dence Day, dove l’umanità fronteggia l’invasio-
della ricerca di nuove armi contro il virus, e ne di un nemico alieno di cui si sa poco o nulla.
Copia di 44a51459b9e30982c62bc1505f0b61bd

dell’eroismo di medici e infermieri che com- Questa narrazione medica offre diversi
battevano in prima linea. Questa è stata la nar- vantaggi: può aiutare a preparare la cittadi-
razione prevalente del COVID-19, soprattutto nanza ad affrontare tempi difficili, specie in
nelle prime fasi, quando il lessico militare di- situazioni di emergenza come il COVID-19;
lagava e ovunque si parlava di guerra al virus, incoraggia la coesione e la mobilitazione di ri-
combattuta sia a livello individuale, con l’or- sorse; stimola l’empatia nei confronti delle vit-
ganismo e le sue difese che cercano di resiste- time; può galvanizzare il morale dei pazienti
re all’invasore, sia a livello di comunità. e aiutarli a capire i trattamenti cui sottoporsi.
Ma le metafore belliche in medicina non
sono un’invenzione recente. Emersero, in Oc- Una narrazione alternativa
cidente, nel Seicento, restando però in secon- Ma, come tutti gli strumenti, comporta an-
do piano fino al XIX secolo, quando la nascen- che dei rischi, che secondo molti esperti pos-
te microbiologia individuò il nemico ideale sono essere maggiori dei benefici che offre.
contro cui combattere: i germi, responsabili L’approccio bellico si concentra sulle armi
delle peggiori malattie che flagellavano l’uma- da usare e sui bersagli da colpire, ma può tra-
nità. Il corpo dei malati diventò così il campo scurare le componenti sociali e psicologiche
di battaglia su cui i medici intervenivano con della cura, suscitare impotenza o fatalismo, e
le armi a loro disposizione e ne sperimenta- distorcere il ruolo di medici e infermieri. Inol-
vano di nuove, a volte con metodi poco etici. tre, in guerra chi vince in genere è più forte,
Nacquero i vaccini e proprio il loro inventore, ha più risorse o una grande determinazione.
Louis Pasteur, fece grande uso delle metafore Ma questo implica che chi non ha risorse non
militari. Che da allora divennero dominanti. può sperare di guarire? O che chi soccombe
alla malattia non ha lottato abbastanza?
Un nemico alieno «Io con il cancro non ci sto facendo una
Nel secolo successivo la medicina mos- battaglia perché non credo che sarei in gra-
se guerra alle malattie infettive, sviluppando do di vincerla, è un avversario molto più forte
nuove armi con cui affrontarle – antibiotici, di me. Il cancro è un compagno di viaggio in-
vaccini sempre più efficaci, farmaci antivirali desiderato, però non posso farci niente». Co-
e antiretrovirali – in una corsa agli armamenti sì Gianluca Vialli, nel 2021, parlava del tumore
con gli adattamenti evolutivi di virus e batteri. al pancreas che lo affliggeva. Vialli è morto lo
Il conflitto si estese alle malattie non trasmis- scorso gennaio, ma ha lasciato una grande le-
sibili – diabete, Alzheimer, disturbi cardio- zione sulla narrazione della malattia, evocan-
vascolari e soprattutto cancro – e pazienza se do una metafora alternativa, quella del viag-
non erano provocate da eserciti di minuscoli gio, che potrebbe essere molto più efficace di
nemici: c’erano comunque bersagli da colpire quella bellica quando si ha a che fare con pa-
con proiettili molecolari, che fossero placche tologie con cui, volenti o nolenti, bisogna im-
amiloidi o cellule tumorali, e c’era comunque parare a convivere.

www.lescienze.it Le Scienze 89
La ceretta di Occam di Beatrice Mautino

biotecnologa, giornalista e comunicatrice scientifica. Tra i suoi libri


più recenti Il trucco c’è e si vede (Chiarelettere, 2018)

Sfigurati dalla medicina estetica


Il caso della top model che ha reso pubblici i danni subiti
ha fatto emergere diversi inghippi e problemi sottaciuti

a top model Linda Evangelista nel si sottopone alla procedura in modo che ven-

L 2021, a 56 anni, è tornata a occupare


le pagine di giornali e riviste non per
annunciare un suo ritorno sulle passerelle,
gano compresi.
Nell’aprile 2023 il «New York Times» è an-
dato a indagare sul fenomeno e a verificare
ma per un fatto molto più infelice: aveva fatto quei numeri, scoprendo che le cose sono un
un trattamento di medicina estetica e ne era po’ diverse da come le ha raccontate l’azienda.
Copia di 44a51459b9e30982c62bc1505f0b61bd

uscita male, sfigurata. Intanto, l’inchiesta ha fatto emergere di-


Evangelista ha diffuso alcune foto del suo verse azioni sospette dell’azienda, come l’in-
corpo spiegando che aveva iniziato a notare serimento in libro paga di alcuni esperti che
qualcosa di strano tre mesi dopo alcune sedu- poi avrebbero scritto articoli su riviste di set-
te di criolipolisi, una tecnica che ricade sotto tore e divulgative nei quali gli effetti collate-
al cappello del bodysculpting, letteralmente rali venivano ridimensionati. Si è inoltre sco-
la scultura del corpo o, meglio, del grasso. In perto dell’esistenza di accordi di riservatezza
sostanza, è una procedura di medicina esteti- stipulati dall’azienda con i clienti che, di fatto,
ca e prevede il posizionamento di un disposi- impedivano loro di parlare pubblicamente dei
tivo sulla parte del corpo che si vuole trattare. problemi che avevano riscontrato.
Il dispositivo congela le cellule adipose che
dovrebbero così morire ed essere assorbite Uscire allo scoperto
dall’organismo. Il terzo elemento, forse quello più preoc-
Tutto molto bello, peccato che ogni tan- cupante, è stata la scoperta dell’interruzione
to vada male, come è successo a Evangelista, delle notifiche degli effetti avversi alle autori-
che ha iniziato a veder spuntare protuberan- tà di controllo, portando a una sottostima no-
ze lungo il collo, le cosce e l’addome. Queste tevole della loro incidenza.
sporgenze si sono poi irrigidite, sono diventa- Linda Evangelista ha fatto causa all’azien-
te insensibili e si sono riformate anche dopo da che aveva prodotto il dispositivo utilizzato
una liposuzione, rendendole la vita difficile. per i suoi trattamenti e ha dichiarato di aver
raggiunto un accordo legale ed economico
Reazione paradossale senza però entrare nei dettagli. Il clamore me-
Il fenomeno a cui è andata incontro Linda diatico che si è creato attorno al suo caso, pe-
Evangelista si chiama iperplasia adiposa pa- rò, ha fatto uscire allo scoperto molte persone
radossale ed è dovuto a un comportamento colpite da effetti collaterali simili, che eviden-
anomalo del grasso, che anziché essere rias- temente avevano bisogno di prendere corag-
sorbito resta lì nei tessuti e cambia forma irri- gio o anche solo di trovare il nesso tra quel-
gidendosi. L’azienda produttrice del principa- lo che gli era capitato e il trattamento a cui si
le dispositivo per la criolipolisi ha dichiarato erano sottoposte.
che è un’evenienza molto rara, che si verifica Nel 2021 l’ente di controllo statunitense
nello 0,033 per cento dei trattamenti, cioè cir- ha ricevuto oltre 1100 segnalazioni di even-
ca in uno su 3000. ti avversi da criolipolisi, più che nell’intero
Che una procedura medica abbia effetti decennio precedente, e le segnalazioni sono
collaterali è previsto. Non stiamo parlando di aumentate ancora nell’anno successivo. Ve-
cosmetici o di trattamenti prettamente esteti- dremo nei prossimi mesi se ci saranno ridi-
ci. Il punto è capire se questi rischi sono misu- mensionamenti volontari da parte dell’azien-
rati correttamente e se sono comunicati a chi da o provvedimenti da parte delle istituzioni.

90 Le Scienze 658 giugno 2023


Pentole & provette di Dario Bressanini

chimico, divulgatore, gastronomo. Autore di Contro natura


(Rizzoli, 2015), La Scienza della Carne (Gribaudo, 2016)

Pomodoro e altre conserve


In meno di vent’anni, intorno al 1800, due novità hanno
inaugurato le tecniche di conservazione tuttora in uso

a storia delle conserve alimentari è non sapeva ancora che il riscaldamento di-

L lunga e affascinante, costellata da in-


ventori e imprenditori che hanno
trasformato radicalmente il nostro rapporto
sattivava gli enzimi responsabili della degra-
dazione chimica e uccideva i microrganismi
che altrimenti avrebbero continuato a cibar-
quotidiano con il cibo, soprattutto con gli or- si dei nutrienti, facendo andare a male il con-
taggi, liberandoci dai vincoli imposti dalle sta- tenuto. Dopo aver sperimentato con diverse
Copia di 44a51459b9e30982c62bc1505f0b61bd

gioni. temperature e tempi di cottura, Appert scoprì


Tra le conserve, forse la più diffusa è quel- che la sua tecnica di conservazione funziona-
la di pomodoro. Le prime conserve di pomo- va anche per carne, frutta e verdura. Avendo-
doro erano preparate dai contadini, i quali fa- lo saputo, nel 1810 il governo francese gli offrì
cevano bollire a lungo i pomodori triturati, un premio di 12.000 franchi in cambio della
dopo aver eliminato semi e bucce. Quando il pubblicazione dettagliata del procedimento,
liquido era diventato molto denso e scuro, ve- pensando che sarebbe stato utile all’esercito
niva esposto al Sole per l’essiccazione finale, francese. Appert accettò e nello stesso anno
che lo trasformava in una pasta solida nera pubblicò il trattato L’arte di conservare per più
chiamata «conserva nera», mantenuta in for- anni tutte le sostanze animali e vegetali, in cui
ma di panetti, avvolti nella carta oleata. Que- descrisse in dettaglio il metodo di conserva-
sto metodo, seppur semplice e rudimentale, zione sottovetro.
consentiva di conservare i pomodori per lun-
ghi periodi, anche durante l’inverno, quan- La scatola metallica
do non erano disponibili pomodori freschi. La La tecnica di conservazione sottovetro di
conserva nera veniva utilizzata per insapori- Appert divenne presto di uso comune in tutta Conservazione in vetro. La scoperta
re minestre e altre pietanze e il suo successo Europa e fu molto importante per l’industria che il riscaldamento in acqua bollente
fu tale che divenne presto un alimento molto delle conserve, poiché permetteva di conser- di un vaso di vetro a chiusura ermetica
diffuso e apprezzato nelle regioni italiane me- vare gli alimenti per lunghi periodi di tempo poteva prolungare di molto la durata
ridionali. senza dover utilizzare altri metodi come l’es- dei vegetali impresse una svolta alle
Tuttavia la conserva nera aveva alcuni li- siccazione o la salatura. tecniche di conservazione.
miti, in particolare per quanto riguarda la Sempre nel 1810, una seconda innovazione
conservazione a lungo termine e la possibili- migliorò ulteriormente la tecnologia di con-
tà di trasportare il prodotto su larga scala. Fu servazione. L’inglese Peter Durand brevettò
quindi necessario trovare un metodo di con- la conservazione del cibo in una scatoletta in
servazione più efficace e moderno, che potes- banda stagnata, cioè lamiera di ferro ricoper-
se soddisfare le esigenze dell’industria emer- ta internamente di un sottile strato di stagno:
gente delle conserve. nasce la classica lattina che usiamo, migliora-
ta, ancora oggi.
La rivoluzione del vasetto Le tecnologie sviluppate da Appert e Du-
La conservazione dei pomodori e di altri rand hanno avuto un impatto duraturo
alimenti fu rivoluzionata dall’invenzione del sull’industria alimentare. Oggi, le conserve di
francese Charles Nicolas Appert alla fine del pomodoro sottovetro o in lattina sono un ali-
pilipphoto/iStock

XVIII secolo. Nel 1795, Appert scoprì che il ri- mento comune nei supermercati di tutto il
scaldamento in acqua bollente di un vaso di mondo, e le stesse tecnologie, perfezionate e
vetro a chiusura ermetica poteva prolunga- migliorate, sono ancora utilizzate per la con-
re di molto la conservazione dei vegetali. Egli servazione di una vasta gamma di alimenti.

www.lescienze.it Le Scienze 91
Rudi matematici I brutti voti rendono necessario dividere in gruppi
le classi di una scuola per impartire corsi di
recupero, secondo criteri non facili da rispettare

Colazione galeotta
on guardare alla tua destra.»

“N «Rudy, sai benissimo che un ordine di questo


tipo genera immediatamente un irresistibile im-
pulso a guardare alla propria destra. Quindi, devo dedurre che mi
stai chiedendo di guardare alla mia destra ma di non stupirmi per
qualunque cosa. Oibò, come diresti tu: no, non stupirmi è impos-
sibile. Ma credo di riuscire a tenere a freno la curiosità e non mi
lancerò in battute sarcastiche. Adesso però rientriamo: abbiamo
visto cose che noi umani non dovremmo neppure sognare.»
Copia di 44a51459b9e30982c62bc1505f0b61bd

Una volta rientrati in casa, adagiati su due comode poltrone in


compagnia di due birre, di una pipa e di una gatta evidentemente
molto interessata ai pettegolezzi, Rudy e Alice analizzano il suc-
culento fenomeno di cui sono stati spettatori in incognito.
«Riepilogando: quello che abbiamo visto era sicuramente Doc,
affabilmente seduto in un dehors che armeggiava con carta e ma-
tita e chiacchierava con una professoressa...»
«Non correre troppo, Capo», obietta Alice. «Come fai a dire che
era una professoressa?»
«Aveva la classica borsa da professoressa, no?». Rudy si con-
cede un piccolo sorriso di sufficienza: «Le manager portano uno
zaino; ottimo per i computer, ma pessimo per i compiti in classe.
Fidati, è una prof. E, visto che ormai siamo lanciati nelle più sfre-
nate illazioni, aggiungerei “di matematica”.»
«Sei all’improvviso diventato lombrosiano? Hai notato la pre-
senza di una cresta occipitale interna, propria della didattica ma-
tematica, solo sbirciandola di sfuggita a 20 metri di distanza?»
«Molto spiritosa, davvero. No, l’anatomia comparata non è
il mio forte, e in fondo si può insegnare matematica anche sen-
za essere matematici, e quasi mi stupisco che Lombroso non ab-
bia esteso le sue farneticanti analisi a esseri umani tanto peculia-
ri quanto i matematici. Però, diamine, non hai visto? Stava usando cisamente superiori a quelle dell’umano quadratico medio. Più
un quaderno a quadretti!» concentrazione e meno digestione, ecco cosa ci vorrebbe, per lui!
«Fantastico!», esclama Alice sgranando gli occhi. «Anche se Ma basta, adesso: sento una chiave nella toppa e... Eccolo! Bentor-
non sei più un giovanotto, hai una vista invidiabile! Mi spieghi co- nato, Doc! Che aria tira nella tua pasticceria preferita?»
me diavolo hai fatto a vedere quadretti, righe o fiorellini da quel- «Libero di non crederci, Capo, ma oggi non l’ho neanche sfio-
la distanza? E se anche fossero stati quadretti, sappi che neppure rata, avevo un problema da risolvere. Matematico, prima che co-
il peggior tribunale accetterebbe una prova come questa, caro il minciate a preoccuparvi.»
mio Sherlock: quadretti per i matematici, righine per gli scrittori, «Oh. E ce l’hai fatta?», pigola Alice.
pagine bianche per poeti e disegnatori… ma dai! Deduci qualco- «Ai sensi pratici, sì. Non sono riuscito a generalizzarlo, ma
sa anche dal fatto che non aveva ancora addentato il croissant che quantomeno il mio amico se ne è andato soddisfatto.»
Illustrazione di Stefano Fabbri

aveva davanti, magari? E vorrei ricordarti che tu sei il primo a dire «Ah! Quindi anche tu risolvevi problemi “per un amico”, come
che Doc è matematicamente inetto…» nelle migliori tradizioni della Rete», fa Rudy con un sogghigno
«Al tempo. Forte del fatto che non è presente, sono dispo- impercettibile a chiunque, Alice esclusa. «Ma va bene, dai. Rac-
sto a riconoscere che le conoscenze matematiche del dottor Sil- conta, racconta: basta che non diventi un’abitudine, che di solito
verbrahms, nonostante restino le ultime in classifica nel consesso quello che propone i problemi sono io.»
di questa casa e debbano essere stimolate di continuo, sono de- «Oh, non sperare di essere l’unico che lo fa. Comunque, in que-

92 Le Scienze 658 giugno 2023


di Rodolfo Clerico, La soluzione del problema esposto in queste pagine sarà
Piero Fabbri e pubblicata in forma breve a luglio e in forma estesa sul
Francesca Ortenzio nostro sito: www.lescienze.it. Potete mandare le vostre
risposte all’indirizzo e-mail: rudi@lescienze.it.

IL PROBLEMA DI MAGGIO

Il mese scorso il problema scaturiva da un misterioso convegno in cui ci a considerare le rotazioni in un senso: gli spostamenti possibili sono
si organizzava un ancora più complicato workshop. Per il bene nostro e di 1, 2, 3, ..., 9 sedie, dacché spostarsi di dieci posti equivale a non spo-
dei lettori, non diciamo altro sull’ambientazione e ci limitiamo al noccio- starsi affatto. Per una qualsiasi sedia precedentemente occupata, ognu-
lo, che era questo: è vero che, tra tutte le possibili disposizioni di cinque na delle quattro persone che prima non la occupavano potrebbe, sce-
persone su un tavolo da dieci, è sempre possibile trovare una rotazione gliendo l’opportuna rotazione, andarsi a sedere su quella sedia. Poiché
per cui almeno tre persone si troveranno su un posto occupato prece- all’inizio c’erano cinque sedie occupate, su tutti i nove diversi sposta-
dentemente da qualcun altro? menti ci saranno 5 x 4 = 20 casi di «nuova occupazione di una sedia già
Ebbene, sì: è sempre possibile trovare una rotazione che soddisfi le con- precedentemente occupata». Ma siccome 20/9 è maggiore di 2, alme-
dizioni date, e la cosa sorprendente è che non serve controllare tutte le no una delle possibili rotazioni deve coinvolgere tre sedie, precedente-
possibili disposizioni iniziali dei partecipanti. Per dimostrarlo, limitiamo- mente occupate, nuovamente occupate.

scenti”, ogni classe deve essere organizzata in due sottoclassi se-


Copia di 44a51459b9e30982c62bc1505f0b61bd

parate... no, prima che lo chiediate: tutte le classi hanno un nume-


ro pari di studenti.»
«Con calma, per favore. Doc: hanno fatto un test, è andato male,
fanno corsi di recupero, dividono le classi in due sottoclassi, e…»
«Sì, dai, non è complicatissimo: avevo anche le medie delle
classi. Quella della classe che doveva suddividere il mio amico era
37/5, e…»
«Ah, adesso i voti vengono espressi in quinti? Questo evita i
settemmezzo, cinquepiù, quattromenomeno?»
«Ammettilo, semplifica il conto. E facilita il calcolo delle medie.
Comunque, siccome la somma di tutti i voti in ogni classe era pa-
ri, l’ordine del preside è stato di dividere ogni classe in due grup-
pi con lo stesso numero di persone e in modo tale che ogni grup-
po avesse la stessa media...»
«Quindi, nel caso in esame, 37/5, giusto?»
«Come primo lavoro, sì: ma poi anche di tutte le altre classi che
hanno fatto il test. È un tipo che non sa dire di no, e siccome tut-
ti i colleghi erano terrorizzati, è finita che le hanno delegato tut-
ti i calcoli...»
«E tu sei partito al soccorso.»
sto caso il problema arriva da un preside. O dirigente scolastico, «Già. E sono riuscito a trovare la divisione su tutte le classi. So-
se preferisci.» no abbastanza orgoglioso, ma lo sarei ben di più se fossi riuscito a
«Oh! Allora quel tuo amico fa il preside?» trovare un metodo generale.»
«No, no… il mio amico insegna matematica. Il preside in que- Rudy sorride bonario, si alza dalla poltrona: «Aspetta. Il tempo
stione è il suo capo: qualche tempo fa, nella sua scuola sono stati di prendere carta e matita... Non fate calcoli senza di me.»
fatti una serie di test per alcune classi. Erano test di 11 domande, e Piotr lo guarda sparire nella sua camera, perplesso: «Uh, Trec-
in ogni classe i risultati erano decisamente variegati: pensate che, cia… sembra io sia riuscito a interessare il Capo, ma mi sembra
attribuendo un punto per ogni risposta giusta e zero per ogni ri- strano. E anche tu, perché hai quell’aria pensierosa?»
sposta sbagliata, in ogni classe erano presenti tutti i risultati pos- «No, niente... Sei poi riuscito a mangiartela, quella brioche, a fi-
sibili da zero a 11.» ne conteggi?»
«Beh, la vita è bella perché c’è varianza, no? No, scherzi a parte: «Certo! Ma… ma come fai a saperlo, mi avete visto? E come mai
non è che le classi fossero tutte composte da 11 studenti?» il Capo non si è lanciato in battute sarcastiche?»
«Ma no, figurati… qualche risultato era presente in copia mul- «Probabilmente aspettava che tu ti tradissi: preparati, hai detto
tipla. Comunque, il preside si è arrabbiato e ha imposto l’organiz- “le hanno delegato tutti i calcoli”.»
zazione di corsi di recupero per tutti gli studenti. E per garantire, «Dannazione. Sarà andato a prendere una lingua di Menelik
come dice lui, “attenzione commisurata ai bisogni specifici dei di- per sbeffeggiarmi al meglio»

www.lescienze.it Le Scienze 93
Libri & tempo libero

Narrare la complessità della Xylella


Le molte facce dell’epidemia che ha messo in pericolo l’agricoltura pugliese

Il fuoco invisibile
di Daniele Rielli
Rizzoli, Segrate (MI), 2023, pp. 304 (euro 18,00)

fatti anzitutto: da più di dieci anni, a partire dalla costa ioni-

I ca salentina vicino a Gallipoli, gli olivi hanno iniziato a mori-


re di una malattia che si è manifestata in tutto il suo potenzia-
le distruttivo con molta lentezza. Risalendo pian piano verso nord
– soprattutto perché non si è fatto pressoché nulla di concreto per
fermarlo – il batterio responsabile, Xylella fastidiosa, ha semina-
Copia di 44a51459b9e30982c62bc1505f0b61bd

to il deserto. Nel Salento, in cui l’autrice di questa recensione vi-


ve praticamente da sempre, il paesaggio porta impressi i segni di
un problema con cui non è facile fare i conti. Colpire gli oliveti, in
questa zona della Puglia, vuol dire incidere sull’estesa monocol-
tura che la copriva senza soluzione di continuità, definendo l’a-
spetto del territorio ma anche tutta una serie di elementi culturali
ed economici. Da fenomeno avvertito soprattutto a livello locale,
la vicenda è poi salita agli onori della cronaca nazionale suscitan-
do una serie di letture contrapposte e spesso discutibili, in parti-
colare nei media destinati al grande pubblico.
Dopo un tempo piuttosto breve il polverone sembra essere ca-
lato e di Xylella si parla molto di meno. Eppure abbiamo ancora
bisogno di riflettere su una questione che non si limita a un pro-
blema agricolo, per quanto grave. Questo libro, dello scrittore Da-
niele Rielli, ha anzitutto la caratteristica apprezzabile di rimettere
Xylella al centro dell’attenzione a bocce ferme, con una ragione-
vole differita che, come è evidente a chi legge, è stata l’esito di un
lungo lavoro di ricerca e documentazione, che può restituire i
suoi migliori frutti proprio quando si lascia decantare.
Negli esempi passati di racconto mediatico e saggistico sul te-
ma, non sono mancate dosi massicce di fiction. Potremmo anzi di-
re che sull’epidemia sono già stati scritti molti romanzi e si sono
avvicendati toni da thriller, da epopea pseudostorica o da roman- pale differenza con la narrazione coloristica di cui si diceva, quel-
ticismo bucolico, spesso mettendo al centro, come è tipico del ge- la che, anziché attenersi al fatto, sceglie quale tesi presentare e
nere, l’eroe o il cattivo di turno. È particolarmente apprezzabile il procede quindi alla deformazione ideologica dei dati.
fatto che qui la forma scelta, quella narrativa, che rende più facile Il risultato fa emergere in modo più completo le ragioni che si
seguire la storia anche a chi non vi si è mai avvicinato, non intac- nascondono dietro alla fortuna delle teorie del complotto, come
chi l’aderenza ai fatti. Il racconto, quindi, si fa insieme un roman- pure, in generale, quelle dell’eccesso di resistenza all’innovazio-
zo familiare (il padre di Rielli è originario del Salento e il legame ne tecnologica, storicamente registrato in alcune zone in setto-
con gli olivi resta in lui irrinunciabile) e una sintesi delle evidenze ri come l’agricoltura, le cui conseguenze hanno avuto un riflesso
scientifiche allo stato attuale; una lucida analisi storica, economi- sulla gestione dell’epidemia. Sicuramente Xylella e l’agricoltura
ca e sociologica e uno spaccato di cronaca giudiziaria, senza con- salentina attendono ancora altre narrazioni e altri punti di vista:
traddizioni e, soprattutto, senza forzature. I ritratti umani di chi il problema è ben lontano dall’essere risolto e archiviato. Ma il lu-
si fronteggia su opposte fazioni – per esempio della scienza e del cido racconto di Rielli è un passo in più verso una comprensione
complottismo antiscientifico – non sono macchiettistici o mono- che potrebbe aiutare a prevenire vicende simili.
dimensionali e aiutano a capire in profondità. È questa la princi- Anna Rita Longo

94 Le Scienze 658 giugno 2023


Il mondo coi sensi degli animali
Un viaggio affascinante fra universi percettivi esotici

È passato mezzo secolo dal celebre «che effetto fa es- cepiamo nulla al di fuori di un certo spettro di frequen-
sere un pipistrello?», con cui il filosofo Thomas Nagel ze, quello tra il rosso e il viola. Per questo manchiamo
si interrogava sulla conoscibilità delle esperienze co- molti motivi naturali, come quelli sul muso del pescetto
scienti soggettive degli altri animali da parte dell’esse- dell’Oceano Pacifico Pomacentrus amboinensis, per-
re umano, che non ne condivide l’universo percettivo cepibili invece da chi ha la visione ultravioletta.
e sensoriale. Ogni specie è racchiusa nella propria bol- Questo accade anche con molte altre esperienze sen-
la sensoriale unica, dove percepisce solo un minusco- soriali, per figurarsi le quali serve molta immaginazio-
lo frammento dello sconfinato mondo che la circonda. ne: si pensi all’ecolocalizzazione, all’elettroricezione, al-
Un mondo immenso è la notevole opera di Ed Yong, la magnetoricezione (l’unico senso privo di un sensore
premio Pulitzer per il giornalismo divulgativo 2021 conosciuto), e anche all’«elettrotatto» dell’ornitorinco, il
per i lavori sulla pandemia. Un saggio sul mondo del- cui famoso becco da anatra combina la percezione del-
Copia di 44a51459b9e30982c62bc1505f0b61bd

le percezioni degli animali, che ha ottenuto importan- la pressione dell’acqua con quella dei campi elettrici.
ti riconoscimenti in tutto il mondo, tra cui la prestigiosa Un volume anche esteticamente molto bello, corredato
Carnegie Medal per l’eccellenza. Yong scrive di ragni, da una ventina di pagine patinate a colori con foto de-
tartarughe, polpi, pipistrelli, e di un’infinità di altri ani- gli animali descritti. Quello che ci regala Yong, per usare
mali, che rilevano luci, suoni e sostanze chimiche in le parole di Marcel Proust riprese dall’autore, è «l’ave- Un mondo immenso
modo diverso da noi. E registrano attività laddove per re altri occhi […] nel vedere i cento universi che ciascu- di Ed Yong
noi regnano silenzio, oscurità e vuoto. no di essi vede». La nave di Teseo, Milano, 2023,
Il nostro senso principale è la vista e, anche lì, non per- Nicla Panciera pp. 592 (euro 24,00)

I gemelli dei buchi neri


Salti arditi nel mondo, ancora teorico, dei buchi bianchi

Probabilmente quasi tutti sanno, almeno a grandi linee, di Carlo Rovelli, fisico teorico all’Università di Marsiglia
cos’è un buco nero: un corpo celeste la cui attrazione e già autore di diversi saggi bestseller, che qui racconta
gravitazionale è così forte da impedire a qualunque og- un’idea ambiziosa formulata col collega fisico Hal Hag-
getto o segnale (luce inclusa) di sfuggire, una volta su- gard. Secondo loro, ogni buco nero sarebbe destinato
perato un confine detto «orizzonte degli eventi». La pro- a divenire un buco bianco, in una sorta di «rimbalzo
va più spettacolare della loro esistenza è giunta da poco temporale» che ha tuttavia un prezzo: la violazione del-
con le immagini delle ombre dei buchi neri supermas- le leggi gravitazionali di Einstein e la necessità di ipotiz-
sicci al centro della galassia M87 e della Via Lattea. zare una struttura quantistica della spazio-tempo.
Tuttavia, è molto meno noto che le soluzioni delle equa- L’ipotesi appare molto ardita (il passaggio da buco nero
zioni della relatività generale di Albert Einstein prevedo- a buco bianco corrisponderebbe a un vero «salto quan-
no (almeno in teoria) anche l’esistenza del buco bian- tico» in cui, per un breve istante, spazio e tempo non
co, una sorta di «gemello speculare» del buco nero, esisterebbero più), ma è di certo ricca di fascino, an-
che si ottiene con una semplice inversione di segno del che perché permette all’autore di arricchire il testo con
tempo. Mentre il buco nero può solo assorbire, il bu- riflessioni profonde sulla natura del tempo e sul desti-
co bianco fa l’opposto, come in un filmato che scorre no dell’universo. E non manca, sul finale, una conget-
all’indietro: può soltanto emettere materia e luce. tura affascinante, che potrebbe mettere i buchi bianchi Buchi bianchi
A differenza dei buchi neri, non esistono prove della re- in una luce diversa, finalmente non più soltanto spe- di Carlo Rovelli
ale esistenza dei buchi bianchi, che sono però da tem- culativa. Adelphi, Milano, 2023,
po oggetto di numerose ricerche teoriche, tra cui quella Matteo Serra pp. 144 (euro 14,00)

www.lescienze.it Le Scienze 95
Libri & tempo libero

Sporco e freddo, ma è Marte


Un protagonista racconta le tante missioni sul pianeta

Marte è sporco, freddo, deserto, secco e polveroso l’amore, la dedizione e l’onore di aver guidato alcune
ma soprattutto è lontano e «non collaborativo». Ep- delle più belle avventure spaziali degli ultimi anni.
pure, Marte è Marte. È quel puntino nel cielo nottur- Quello che per chiunque sarebbe solo il mero sposta-
no che forse più di ogni altro ha affascinato e incuriosi- mento di una sonda di metallo nel vuoto dello spazio
to chi cercava di cogliere l’enigma del movimento degli è narrato come il risultato di notti insonni, collaborazio-
astri, chiodo fisso di generazioni di astronomi in cerca ni tecniche e apprensioni umane; il racconto dei conti-
di vita aliena e obiettivo di decine di missioni spaziali, nui interventi durante il viaggio di Mars Express, delle
di cui moltissime fallimentari. A lungo capo del Diparti- manovre automatizzate di discesa che si svelano come
mento operazioni spaziali dell’Agenzia spaziale europea frutto di incredibili pianificazioni insieme a colpi di ge-
(ESA) e responsabile di missioni epiche come Roset- nio. In breve, un libro sull’arte di risolvere i problemi.
ta, Mars Express ed ExoMars, Ferri si è dedicato anche Ricordi professionali si mescolano a immagini personali
Copia di 44a51459b9e30982c62bc1505f0b61bd

alla scrittura di un libro. Che non è propriamente un li- seguendo un medesimo obiettivo: raccontare la passio-
bro su Marte. Piuttosto, sui viaggi per Marte. Il raccon- ne del proprio lavoro. Passione che traspare in ogni mo-
to delle tante incredibili sfide che centinaia di scienzia- mento e forse sublimata da un personaggio che appare
ti di tutto il mondo hanno affrontato negli ultimi 60 anni di sfuggita, Bill Gerstenmaier della NASA, che nel rac-
per tentare di portare l’umanità a toccare quella piccola contare il ruolo dell’innovazione nel mondo delle opera- Le sfide di Marte
luce lontana. Cuore della narrazione sono le sue storie, zioni spaziali afferma: «Noi facciamo innovazione per di Paolo Ferri
quelle vissute in prima persona nel ruolo di «autista del disperazione». Raffaello Cortina, Milano, 2023,
bus». Un’esposizione appassionante che ci trasmette Leonardo De Cosmo pp. 280 (euro 22,00)

La Terra e i suoi sommovimenti


Forze distruttrici e generatrici tra mito e scienza

I terremoti, i sommovimenti della Terra, gli smottamen- ché, tra tutte le discipline scientifiche, la geologia ha il
ti, le scosse, e ancora la lava, le eruzioni vulcaniche, il compito di raccontarci come si è formato il luogo in cui
magma: sono le espressioni di un linguaggio, quello for- viviamo, sotto quali forze e secondo quali leggi fisiche.
se più intimo della Terra, che è potentissimo e continua Alessandro Iannace ce ne dà una ricostruzione divulga-
a incutere timore. Timore per forze che possono esse- tiva che abbraccia in poche centinaia di pagine la storia
re distruttrici, al punto che gli antichi avevano popolato geologica del nostro pianeta, mescolando aneddoti per-
di divinità ctonie (letteralmente «sotterranee») la super- sonali, biografie di personaggi fondamentali per la disci-
ficie del pianeta. Ma se è energia che può obliterare un plina ma poco noti al di fuori, spiegazioni dei fenomeni.
paesaggio in pochi attimi, già gli antichi erano consape- Ne esce un racconto che non indugia troppo nel voler
voli che era anche una forza generatrice, come ricorda educare, ma ci porta dentro ai sommovimenti della Ter-
il mito di Gea, incarnazione della forza primordiale della ra grazie alle storie. Il lettore va così alla scoperta di al-
Terra. Paure, invece, che nel cristianesimo assumono cuni dei luoghi più incredibili, come la fossa delle Ma-
le forme dell’inferno sotterraneo, come quello racconta- rianne e le cime delle montagne più alte, ma Iannace
to da Dante nella Commedia, dove si agitano i dannati e non tralascia di guidarlo nelle miniere sudafricane o sull
ha dimora Satana. e scogliere coralline. E lo fa anche divertire, perché i ca-
Negli ultimi secoli una comunità sempre più vasta di pitoli sono corredati di QR code che rimandano diretta- Storia della Terra
scienziati, i geologi, ha scritto una nuova storia della mente a Google Earth e a una serie di visualizzazioni dei di Alessandro Iannace
Terra che non cancella le paure ancestrali, ma ci per- punti toccati dalla narrazione. Laterza, Roma-Bari, 2023,
mette di comprendere i fenomeni razionalmente. Per- Marco Boscolo pp. 320 (euro 22,00)

96 Le Scienze 658 giugno 2023


Museo astronomico e copernicano
Museo dell’osservatorio astronomico di Roma
Viale del Parco Mellini 84, Roma,
https://www.beniculturali.inaf.it/musei/roma/

Un museo a Roma nel segno di Copernico


Un allestimento rinnovato celebra i 550 anni dalla nascita dell’astronomo

Copia di 44a51459b9e30982c62bc1505f0b61bd

Q
uando morì, il 24 maggio 1543, Oltre a celebrare il genio di uno scien-
nessuno si diede la pena di pre- ziato del passato, il museo, che dai tempi
parargli una tomba personale: di Wolynski si è enormemente arricchito
il suo corpo venne deposto in modo ano- di pezzi di pregio, oggi è un lungo e artico-
nimo nella cripta della cattedrale di From- lato percorso nella storia della disciplina.
bork, cittadina sulla laguna della Vistola, Si celebrano gli astronomi arabi gra-
in faccia al Mar Baltico. Ma la fama di Co- zie all’astrolabio arabo valenzano di Ibra-
pernico è cresciuta esponenzialmente col him ibn Said al-Sahli, datato 1070. Gran-
passare del tempo: l’astronomo polacco è de rilevanza è data alla collezione di globi
uno dei padri della rivoluzione scientifica. che spazia in ogni epoca, tra i quali vale la
Così, dopo una lunga indagine, nel 2009 si pena segnalare i tre di Gerardo Mercatore
Cortesia G. Masi (sala di geodesia, dettaglio astrolabio); cortesia INAF (globo celeste)

è identificata la sua tomba ed è stata posta risalenti alla metà del XV secolo.
una lapide a imperitura memoria. Di grande interesse sono le strumenta-
A Roma, sulla collina di Monte Mario, zioni del XIX secolo, come gli spettroscopi
dove oggi ha la sua sede principale l’Isti- che proprio nella storia dell’Osservatorio
tuto nazionale di astrofisica (INAF) a Villa romano ricoprono una grande importan-
Mellini, l’idea di celebrarlo con un museo za. Qui, infatti, sono stati effettuati i pri-
era già venuta in occasione del quattro- mi studi sistematici dello spettro della lu-
centesimo anniversario della nascita, nel ce proveniente dal Sole e dalle altre stelle,
1873. Il motore di quella iniziativa era il po- per comprendere le caratteristiche chimi-
lacco Artur Wolynski, storico della scienza che e fisiche dei corpi celesti. Tra gli scien-
e studioso di Galileo e Copernico, che ave- ziati di questo periodo va ricordato alme-
va scelto l’esilio romano dopo il fallimen- no Angelo Secchi (1818-1878), considerato
to della rivolta polacca del 1863. Wolynski il padre dell’astrofisica per la sua proposta
aveva raccolto memorabilia e cimeli che di una classificazione spettrale delle stelle
oggi costituiscono una parte di questo rin- Sala di geodesia, topografia e computo del che ha gettato le basi per la comprensione
novato allestimento voluto in occasione tempo del museo (in alto); globo celeste di dei meccanismi che ne governano l’evolu-
del cinquecentocinquantesimo anniver- Matthäus Greuter, 1636 (in mezzo); dettaglio di zione.
sario dalla nascita dell’astronomo. un astrolabio del XVI secolo (in basso). Marco Boscolo

www.lescienze.it Le Scienze 97
Prossimo numero

a luglio

Ridisegnare la vita
di Philip Ball

Con la morfologia sintetica stiamo imparando a plasmare la mate-


ria organica per creare tessuti, organi o interi organismi mai visti
in natura, con una varietà di possibili impieghi, sollevando inter-
rogativi sui fondamenti della vita e dell’evoluzione.

Universo immaginario?
di Marc-Olivier Renou, Antonio Acín, Miguel Navascués

La versione più comune della teoria quantistica si basa sui numeri


complessi, somma di un reale e un immaginario. Una nuova ver-
sione, con soli numeri reali, pareva promettente ma sembra non
funzionare. I numeri immaginari «esistono» quindi nella realtà?

Nuove terapie con la CRISPR


Copia di 44a51459b9e30982c62bc1505f0b61bd

di Anna Meldolesi

Oltre 200 persone con malattie gravi, soprattutto genetiche, han-


no già ricevuto terapie sperimentali basate sulla correzione mira-
ta del DNA, in decine di casi con successo. Restano però vari nodi,
dagli alti costi alla durata dei benefici da verificare.

LE SCIENZE S.p.A. Responsabile del trattamento dati Notizie, manoscritti, fotografie, e altri materiali
Il responsabile del trattamento dei dati raccolti redazionali inviati spontaneamente al giornale
Sede legale: Via Cristoforo Colombo 90, in banche dati di uso redazionale è il direttore non verranno restituiti.
00147 ROMA. responsabile a cui è possibile rivolgersi
In conformità alle disposizioni contenute nell’articolo 2
scrivendo a privacy@lescienze.it per i diritti
Redazione: tel. 06 49823181 previsti dal Regolamento (UE) 2016/679 sulla comma 2 del «Codice Deontologico relativo al trattamento
Via Cristoforo Colombo 90, 00147 Roma dei dati personali nell’esercizio dell’attività giornalistica ai
protezione dei dati personali. sensi dell’Allegato A del Codice in materia di protezione dei
e-mail: redazione@lescienze.it
Registrazione del Tribunale di Milano n. 48/70 dati personali ex d.lgs. 30 giugno 2003 n.196», Le Scienze
www.lescienze.it

Illustrazione di Richard Borge (animale con morfologia sintetica) Maurizio De Angelis/SPL/AGF (CRISPR)
del 5 febbraio 1970. S.p.A. rende noto che presso la sede di Via Cristoforo Colom-
Direttore responsabile bo, 90, 00147, Roma esistono banche dati di uso redaziona-
Marco Cattaneo Rivista mensile, pubblicata da Le Scienze S.p.A. le. Per completezza, si precisa che l’interessato, ai fini dell’e-
Printed in Italy - maggio 2023 sercizio dei diritti riconosciuti dall’articolo 7 e seguenti del
Redazione d.lgs.196/03 - tra cui, a mero titolo esemplificativo, il diritto
Giovanni Sabato, Cinzia Sgheri, Copyright © 2023 by Le Scienze S.p.A. di ottenere la conferma dell’esistenza di dati, la indicazione
Giovanni Spataro (caposervizio), ISSN 2499-0590 delle modalità di trattamento, la rettifica o l’integrazione dei
Giovanna Salvini (caposervizio grafico), Tutti i diritti sono riservati. dati, la cancellazione ed il diritto di opporsi in tutto od in
Andrea Mattone (grafico) Nessuna parte della rivista può essere riprodotta, parte al relativo utilizzo - potrà accedere alle suddette ban-
che dati rivolgendosi al Responsabile del trattamento dei
Collaborazione redazionale rielaborata o diffusa senza autorizzazione scritta dati contenuti nell’archivio sopraindicato presso la Redazio-
Folco Claudi, Gianbruno Guerrerio dell’editore. Si collabora alla rivista solo su invito ne di Le Scienze, Via Cristoforo Colombo, 90, 00147 Roma.
Segreteria di redazione: e non si accettano articoli non richiesti.
Anna Perin ABBONAMENTI E ARRETRATI
Progetto grafico: Giovanna Salvini
SCIENTIFIC GEDI Distribuzione S.p.A.
Per informazioni sulla sottoscrizione di abbonamenti
Referente per la pubblicità AMERICAN e sulla richiesta di arretrati telefonare
A. Manzoni & C. S.p.A. Editor in Chief al numero 0864.256266 o scrivere a
Marta Bisin (tel. 02 57494231, 348 9320514) abbonamenti@gedidistribuzione.it o
e-mail mbisin@manzoni.it Laura Helmut
arretrati@gedidistribuzione.it
President
Pubblicità:
A. Manzoni & C. S.p.A. Dean Sanderson Italia
Via Ferrante Aporti 8, 20124, Milano, Executive Vice President abb. annuale € 42,00
abb. biennale € 80,00
telefono: (02) 574941 Michael Florek abb. triennale € 106,00
Stampa Hanno collaborato a questo numero copia arretrata € 9,90
Estero
Puntoweb, Via Variante di Cancelliera, snc, Per le traduzioni: Silvia Baldi: Le origini mitolo- abb. annuale € 79,00
00040 Ariccia (RM). giche del cane; Francesca Bernardis: Una varia-
Consiglio di amministrazione bile nascosta dietro l’entanglement; Daniele
Gewurz: Oceani alieni; Lorenzo Lilli: Piccolo Accertamento
Corrado Corradi (presidente),
Markus Bossle (vice presidente), grande mistero; Alfredo Tutino: Vaniloqui tra diffusione stampa
Marco Di Pierro, David Blancato, macchine; a cura della redazione: Missioni sulle certificato n. 9065
Diane Frances Mc Garvey (consiglieri) lune, Arte planetaria. del 06/04/2022

98 Le Scienze 658 giugno 2023


Copia di 44a51459b9e30982c62bc1505f0b61bd
Copia di 44a51459b9e30982c62bc1505f0b61bd

Potrebbero piacerti anche