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DOSSIER
Destinazione Giove
Una missione europea e una statunitense esploreranno
alcune sue lune che potrebbero ospitare oceani abitabili
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IL TUO 5X1000
QUI E ORA
Qui, in uno degli ospedali
di EMERGENCY nel mondo,
proprio in questo momento,
qualcuno sta ricevendo
le cure di cui ha bisogno
grazie al tuo 5X1000.
W W W. E M E R G E N CY. I T/ 5X10 0 0
in copertina Sommario
Due missioni verso Giove e le sue lune esploreranno ambienti tra
i più promettenti del sistema solare quanto a capacità di ospitare
la vita (NASA/JPL-Caltech/SwRI/MSSS/Kevin M. Gill ©, CC by 3.0) Giugno 2023 numero 658
72
BIOLOGIA
Piccolo grande
mistero
di Kate Wong
I ricercatori si stanno
affrettando per scopri-
re come le enormi ba-
lene che si nutrono fil-
trando l’acqua riescano
a trovare prede minu-
scole. La risposta po-
trebbe essere fonda-
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DOSSIER PSICOLOGIA
e creatività usando i dati di una fotocamera dedicata a loro donna-cane, i miti sulla figura canina sono variega-
ti e diffusi in tutto il mondo e ci rivelano molto sulla sua
sulla sonda NASA Juno
domesticazione
www.lescienze.it Le Scienze 3
Sommario Rubriche
7 Editoriale
di Marco Cattaneo
8 In edicola
10 Intervista
Un orologio più preciso per la storia umana antica
di Enrico Nicosia
12 Made in Italy
Strumenti digitali per un’agricoltura di precisione
di Letizia Gabaglio
14 Il matematico impertinente
Le variazioni Goldbach di Piergiorgio Odifreddi
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15 Scienza e filosofia
Un pianeta di sfollati di Telmo Pievani
16 Homo sapiens
10 Il racconto di un Neanderthal di Giorgio Manzi
17 La finestra di Keplero
Il Sole come immenso telescopio di Amedeo Balbi
88 Coordinate
Il DNA delle razze di cani di Clara Moskowitz
89 I bastioni di Orione
Medicina bellicosa di Michele Bellone
90 La ceretta di Occam
Sfigurati dalla medicina estetica di Beatrice Mautino
92 Rudi matematici
Colazione galeotta
di Rodolfo Clerico, Piero Fabbri e Francesca Ortenzio Cortesia Sahra Talamo (Bacho Kiro); robertsrob/iStock (Sole)
E
Johns Hopkins Bloomberg Vilayanur S.
School of Public Health Ramachandran
io quando Galileo Galilei puntò il re) aveva scelto l’incipit «Era una notte bu- direttore, Center for Brain and
Richard Dawkins
suo telescopio verso il cielo not- ia e tempestosa…». Più Charlie Brown che fondatore e presidente,
Cognition, Università della
California a San Diego
Richard Dawkins Foundation
turno. Era stato a lungo ossessionato dalla Roth, insomma, ma questa è un’altra storia.
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Lisa Randall
Drew Endy
speranza di scoprire nuovi mondi oltre la Il racconto che ho chiesto a ChatGPT era docente di bioingegneria,
docente di fisica, Harvard
University
Terra, e stava lavorando instancabilmente il pretesto per parlare di due storie di que- Stanford University
Carlo Alberto Redi
Ed Felten
per migliorare i suoi strumenti per poter sto numero. La prima è il dossier in cui rac- direttore, Center for
docente di zoologia,
Università di Pavia
scrutare sempre più lontano. Mentre guar- contiamo le missioni JUICE, dell’Agenzia Information Technology Policy,
Princeton University
Martin Rees
dava attraverso l’oculare del telescopio, spaziale europea, ed Europa Clipper, del- Kaigham J. Gabriel
docente di cosmologia e
astrofisica, Università di
Galileo notò qualcosa di strano nei pres- la NASA, destinate proprio allo studio di tre presidente e CEO, Charles Cambridge
Stark Draper Laboratory John Reganold
si di Giove. C’erano quattro piccole stelle di quei puntini scoperti nel cielo di Giove Harold Garner docente di scienza del suolo,
che sembravano orbitare attorno al gigan- all’inizio del 1610 e raccontati nel Sidereus direttore, divisioni sistemi e Washington State University
informatica medici, docente, Jeffrey D. Sachs
te gassoso, a una distanza che sembrava Nuncius. Europa, Ganimede e Callisto, in- Virginia Bioinformatics
direttore, The Earth Institute,
Institute, Virginia Tech
troppo vicina per essere una coincidenza. fatti, i satelliti galileiani che osserveranno Michael S. Gazzaniga
Columbia University
Eugenie C. Scott
Galileo non poteva credere ai suoi oc- le due sonde, sono tra i migliori candidati direttore, Sage Center for the Founding Executive Director,
Study of Mind, Università
chi. Aveva scoperto quattro nuovi mondi. del sistema solare a ospitare forme di vita. della California a Santa
National Center for Science
Education
Iniziò a scrivere freneticamente le sue os- Non sulle loro superfici ghiacciate, ma ne- Barbara
Terry Sejnowski
David Gross
servazioni e a fare disegni dei satelliti che gli oceani di acqua liquida che potrebbero docente di fisica teorica,
docente e direttore del
Laboratorio di neurobiologia
aveva appena scoperto. Era sicuro che que- trovarsi al di sotto. Perché inizino a racco- Università della California a computazionale, Salk Institute
Santa Barbara (premio Nobel for Biological Studies
sta scoperta avrebbe cambiato per sem- gliere dati, dovremo aspettare il 2030, ma per la fisica 2004) Michael Shermer
pre la nostra comprensione dell’universo. sono senz’altro due missioni ambiziose, de- Danny Hillis editore, rivista «Skeptic»
co-presidente, Applied Michael Snyder
La notizia della scoperta di Galileo si diffu- gno seguito delle sonde Galileo e Juno. Minds, LLC
docente di genetica, Stanford
se rapidamente in tutta Europa, suscitan- La seconda storia riguarda proprio i re- Daniel M. Kammen University School of Medicine
direttore, Renewable Giorgio Vallortigara
do un enorme entusiasmo tra i suoi colleghi centi progressi dell’intelligenza artificia- and Appropriate Energy docente di neuroscienze,
Laboratory, Università della
astronomi. Fu un momento di grande ecci- le in tutti i campi della comunicazione e California a Berkeley
direttore associato, Centre
for Mind/Brain Sciences,
tazione e scoperta, che avrebbe portato a dell’informazione. Da ChatGPT a mid- Vinod Khosla Università di Trento
Partner, Khosla Ventures Lene Vestergaard Hau
una rivoluzione nella nostra comprensione journey, che genera immagini a partire da docente di fisica e fisica
Christof Koch
del sistema solare. un set di istruzioni di testo, ai video deep- presidente dell’Allen Institute applicata, Harvard University
Michael E. Webber
Fin qui, avete letto ciò che mi ha rispo- fake, come quelli di cui abbiamo parlato a for Brain Science di Seattle
direttore associato, Center
Lawrence M. Krauss
sto ChatGPT quando ho chiesto all’ormai dicembre 2018, nell’articolo Click, bugie e direttore, Origins Initiative,
for International Energy
& Environmental Policy,
popolare chatbot di intelligenza artificiale videotape. Qui invece Giacomo Miceli, in- Arizona State University
Università del Texas ad Austin
Morten L. Kringelbach George M. Whitesides
di raccontarmi in stile letterario la scoper- formatico e imprenditore italo-america- direttore, Hedonia: TrygFonden docente di chimica e
ta dei satelliti galileiani di Giove. Una rico- no, ci parla del sito web «The Infinite Con- Research Group, Università di
Oxford e Università di Aarhus
biochimica, Harvard
University
struzione fantasiosa, per lo meno per quan- versation», dove con un algoritmo di AI Steven Kyle Nathan Wolfe
to riguarda l’ossessione dei nuovi mondi e ha simulato un interminabile dialogo tra docente di economia direttore, Global Viral
applicata e management, Forecasting Initiative
l’instancabile lavoro per migliorare i suoi Werner Herzog e Slavoj Žižek. Ma le voci, Cornell University
Anton Zeilinger
strumenti, dato che il primo cannocchiale perfettamente credibili, non sono reali. Robert S. Langer docente di ottica quantistica,
docente, Massachusetts Università di Vienna
di Galileo aveva visto la luce da pochi mesi. Benvenuti nel futuro della post-verità. Institute of Technology Jonathan Zittrain
Ho dovuto rinunciare invece alla ver- Anche se potrebbe essere meno roseo di Lawrence Lessig docente di legge e computer
docente, Harvard Law School science, Harvard University
sione nello stile di Philip Roth, perché in quanto sperassimo.
www.lescienze.it Le Scienze 7
In edicola In edicola con «Le Scienze» di luglio i Teoremi
dell’incompletezza di Gödel, il nuovo volume
della collana Rivoluzioni Matematiche
P I A N O D E L L’ O P E R A
1 - Teorema dell’equilibrio di Nash 12 - Teorema di Eulero
2 - Teorema di Pitagora 13 - Teorema del punto fisso
3 - Ultimo teorema di Fermat di Banach-Caccioppoli
4 - Teoremi di Euclide e primo libro 14 - Teorema dell’impossibilità di Arrow
degli Elementi 15 - Teorema di Lagrange
5 - Teorema fondamentale del calcolo o del valor medio
6 - Teorema di Talete sul fascio di rette 16 - Teorema di Bayes
7 - Teorema egregium di Gauss 17 - Teorema fondamentale dell’algebra
8 - Teorema del limite centrale 18 - Teorema di Abel-Ruffini
9 - Teorema di Noether 19 - Teorema di Cauchy-Kovalevskaja
10 - Teoremi dell’incompletezza di Gödel per le equazioni differenziali
11 - Teorema dei quattro colori 20 - Teorema di Perel’man-Poincaré
Ideato dal premio Nobel Willard Frank Libby negli anni quaranta, il ra-
diocarbonio è uno dei metodi di datazione più usati in archeologia. Co-
me lo avete migliorato?
Rispetto alla tecnica di Libby, che gli valse il premio Nobel per
la chimica nel 1960, il metodo aggiornato fonde alcuni aspetti in-
novativi della datazione con il radiocarbonio. Usiamo moderni
spettrometri di massa con acceleratori di particelle (AMS) ad al-
ta risoluzione, che ci permettono di datare con precisione cam-
pioni molto piccoli. Abbiamo poi sviluppato tecniche di pretratta-
mento dei campioni più meticolose, con le quali possiamo evitare
qualsiasi contaminazione da parte del carbonio moderno e arriva-
re a una datazione accurata. Infine, abbiamo perfezionato la cur-
va di calibrazione, parametro che indica la concentrazione glo-
bale di radiocarbonio presente nell’atmosfera in un determinato Scavi nella grotta di Bacho Kiro (sopra); il gioiello
momento e ci permette di ottenere l’età reale di un campione. La rinvenuto nella grotta di Stajnia (a fronte in alto); Sahra
curva di calibrazione basata sugli alberi, che registrano le fluttua- Talamo al lavoro in laboratorio (a fronte in basso).
zioni di carbonio-14 nel tempo, arriva fino a 14.000 anni fa. Ades-
so abbiamo combinato diversi parametri cronologici e usato nuo- che arrivano fino a 42.000 anni fa hanno un errore di circa 2.000
vi alberi fossili, come alcuni provenienti dalla Nuova Zelanda che anni. È un margine troppo ampio quando parliamo, per esem-
coprono un periodo compreso fra i 44.000 e i 41.000 anni fa, cru- pio, delle interazioni fra Neanderthal e Homo sapiens. Con il ra-
ciale per la storia umana, riuscendo a datare con precisione reper- diocarbonio 3.0 l’errore è ridotto a 300 anni. Significa restringere
Cortesia Sahra Talamo (tutte le foto)
ti risalenti fino a 55.000 anni fa. di molto l’arco di tempo nel quale collocare un evento e questo ci
L’unione di questi elementi, possibile grazie alla sinergia fra fi- permette di parlare con maggiore precisione della storia evoluti-
sici, chimici e archeologi, crea l’analisi del carbonio-14 aggiornata va umana. È la grande novità del radiocarbonio 3.0.
e rafforzata che chiamiamo radiocarbonio 3.0.
Il metodo ha già dato risultati per un sito molto importante della sto-
Usando il radiocarbonio 3.0 che cosa si riesce a osservare? ria umana antica
Riusciamo ad andare indietro nel tempo con un livello di pre- Lo abbiamo testato sui reperti di Bacho Kiro, la grotta in Bul-
cisione mai raggiunto prima. Molte datazioni al radiocarbonio garia che, nel 2020, ha restituito le prime prove dirette del-
CHI È
SAHRA TALAMO
Ordinaria di chimica al Dipartimento di chimica Autrice di molte pubblicazioni sulla cronologia sapiens in Europa. Dal 2019 lavora al progetto
«Giacomo Ciamician» dell’Università di Bologna dei Neanderthal e degli umani moderni, ha preso RESOLUTION, finanziato dall’European Research
e direttrice del laboratorio di radiocarbonio parte agli studi del gruppo del Max-Planck- Council, per sviluppare dati di calibrazione al
BRAVHO, studia gli eventi evolutivi umani in Institut, guidato dal premio Nobel Svante Pääbo, radiocarbonio ad alta risoluzione per far luce sui
combinazione con la datazione al radiocarbonio. che hanno trovato le più antiche tracce di Homo periodi chiave della preistoria europea.
www.lescienze.it Le Scienze 11
Made in Italy Dati e immagini ricavati da fotocamere e sensori
su smartphone, droni e trattori aiutano
ad aumentare rese e sostenibilità delle coltivazioni
Strumenti digitali
per un’agricoltura di precisione
a cosa giusta, nel posto giusto, al momento giusto. Non
Alto
Medio
la produzione. Droni, sensori, smartphone, mappe 3D e sistemi
Basso
di intelligenza artificiale sono alcuni ingredienti di questa nuova
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LA SCHEDA - AGROBIT
Una mappa (sotto) ottenuta
da un drone grazie agli strumenti Azienda fondata nel 2022
digitali di Agrobit. Accanto, Persone di riferimento: Niccolò Bartoloni (COO), Simone Kartsiotis, (CEO)
una ricostruzione 3D di un vigneto
Sito: https://www.agrobit.ag/ Mail: info@agrobit.ag
ottenuta dalla start-up,
che sviluppa soluzioni di imaging Numero di brevetti: –
terrestre per dare supporto Dipendenti-collaboratori: 1 dipendente + 2 collaboratori
ad agricoltori e tecnici.
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www.lescienze.it Le Scienze 13
Il matematico impertinente di Piergiorgio Odifreddi
Le variazioni Goldbach
Una congettura semplice da enunciare ma ardua
da dimostrare ha ispirato più di un romanzo
volte i problemi di matematica so- somma di tre primi. Ma almeno uno di que-
strare che ogni numero pari maggiore di 2 è la strata nel 2013, dopo un secolo di sforzi.
somma di due numeri primi. È ovvio per ogni
caso particolare che tu consideri. Ma più i nu- Per passi successivi
meri crescono, e più calcoli richiedono. E co- Il primo passo fu compiuto nel 1923 da
munque, poiché ci sono infiniti numeri, non si Godfrey Hardy e John Littlewood, ma il loro
può affrontare il problema caso per caso. Devi risultato aveva due grossi nei: l’uso di una ver-
dimostrarlo in generale, e temo che questo sia sione dell’ipotesi di Riemann; e la restrizio-
più difficile di quel che pensi». ne a «quasi tutti» i numeri dispari, cioè, quelli
Il problema proposto è la congettura di maggiori di un numero enorme, non ben de-
Goldbach che dà il titolo al romanzo, chia- terminato. Il primo neo fu eliminato nel 1937
mata così perché fu proposta da Christian da Ivan Vinogradov, che dimostrò la conget-
Goldbach in una lettera a Eulero del 7 giu- tura senza l’ipotesi di Riemann. Ma solo per
gno 1742. Se la congettura è vera, Zio Petros ha tutti i numeri dispari maggiori di 3315, che è un
ragione a dire che una verifica caso per caso numero con quasi sette milioni di cifre.
non potrebbe dimostrarla. Ma lo zio non sem- Il secondo neo fu invece eliminato nel 1997
bra capire che, se invece fosse falsa, la stes- da quattro matematici, che usarono l’ipotesi
sa verifica potrebbe refutarla, trovando un di Riemann per dimostrare un risultato analo-
controesempio. In particolare, la congettura go, per tutti i numeri dispari maggiori di 1020.
di Goldbach non può essere uno dei proble- Questo numero di sole 21 cifre era più maneg-
mi indecidibili di cui Gödel ha dimostrato l’e- gevole di quello di Vinogradov, e la sua relati-
sistenza nel 1931. Anche se, nel romanzo, Zio va piccolezza permise di controllare tutti i nu-
Petros smette di lavorarci proprio perché os- meri inferiori al computer. Infine, nel 2013 il
sessionato da questa supposta possibilità. peruviano Harald Helfgott è riuscito a elimi-
nare entrambi i nei, dimostrando così la for-
Versioni forti e deboli ma debole della congettura. La forma forte
Già Goldbach aveva notato che la conget- originale rimane aperta: vari risultati analo-
tura si può riformulare dicendo che «ogni nu- ghi ai precedenti mostrano che le eccezioni
mero maggiore di 5 è la somma di tre numeri sono relativamente poche, ma non così poche
primi». In una direzione, dato un numero di- da poterle per ora escludere con il computer.
spari maggiore di 5, basta togliergli il nume- L’unica dimostrazione completa nota è
ro primo 3 per ottenere un numero pari mag- quella del romanzo Il teorema del pappagal-
giore di 2, che è somma di due primi. Questi lo (1998) di Denis Guedj. L’ha trovata un ma-
due, sommati a 3, danno il numero di parten- tematico amazzonico, che si suicida senza
za. Nell’altra direzione, dato un numero pa- averla pubblicata. Ma il suo pappagallo l’ha
ri maggiore di 2, basta aggiungergli 2 per ot- imparata a memoria, e la tramanda ai suoi si-
tenere un numero pari maggiore di 5, che è mili nella foresta.
Un pianeta di sfollati
I flussi migratori attuali sono solo un modesto preludio
di quel che ci attende col procedere della crisi climatica
C
hi è convinto che un flusso di nale più vicina, altri attraverseranno un con-
30.000 migranti all’anno sia tecni- fine, altri ancora (pochi, ma per chi ha avuto
camente una «emergenza» dovreb- la fortuna di nascere nelle regioni tempera-
be consultare i dati raccontati in un documen- te paiono già intollerabilmente troppi) faran-
tato libro della scrittrice ambientale londinese no il lungo e periglioso viaggio verso di noi. Lo
Gaia Vince, Il secolo nomade. Si accorgerebbe stato insulare di Kiribati, con meritoria lungi-
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presto che siamo davanti a un fenomeno non miranza e gran dignità, si trasferirà nelle Fiji:
solo strutturale, come molti politici amano ri- hanno già acquistato i terreni.
petere con l’intento di scaricare su altri le re-
sponsabilità dell’azione, ma sconvolgente. Al sicuro ma non troppo
Partiamo dal presente. Nel 2022 si sono Poi c’è lo scenario futuribile, ma sempre
contati 100 milioni di rifugiati nel mondo, me- meno improbabile, di un riscaldamento glo-
tà dei quali bambini. Altri 350 milioni di per- bale che nella seconda metà del secolo si alze-
sone sono senza documenti, mentre 50 sono rà rapidamente da 2 a 4 °C. A quel punto, co-
i milioni di sfollati a causa degli effetti del ri- me già sta accadendo, le fasce desertiche si
scaldamento climatico, diretti (ondate di calo- sposteranno verso le zone temperate. Si cre-
re estremo, siccità e desertificazione, incendi, erà una vasta area umida caldissima. La deser-
inondazioni) e indiretti: riduzione dei lavori tificazione avanzerà in Sud Europa, l’Amazzo-
all’aperto; perdita di produttività, soprattut- nia diventerà prateria e savana, in Antartide
to agricola; megalopoli costiere da abbando- spunteranno foreste e l’Artico sarà la nuova
nare, come Giacarta, che sprofonda di 25 cen- frontiera. Paesi come Canada, Russia, Argen-
timetri all’anno (la capitale indonesiana sarà tina, Danimarca e Nuova Zelanda riscuote- Giacarta. La metropoli indonesiana
perciò trasferita a Nusantara, nel Borneo); le ranno grandi vantaggi strategici. In sinte- sprofonda in fretta e il governo ha deciso
assicurazioni sulla casa che non pagano più si, tutti potremmo diventare presto o tardi il trasferimento della capitale in una città
perché il rischio è troppo alto; diseguaglian- migranti, quando ci accorgeremo, per esem- di fondazione, Nusantara. In questo caso
ze, fame, carestie. pio, che passare sei mesi l’anno chiusi in casa l’innalzamento dei mari si somma alla
con l’aria condizionata, mentre fuori imper- subsidenza del suolo, amplificando e
Prima del previsto versano zanzare tropicali, non è il massimo. accelerando un fenomeno che col tempo
Ora il futuro prossimo. Il caldo torrido è ar- C’è un elefante nella cristalleria e noi ne toccherà varie città costiere.
rivato prima di quanto previsto dai model- vediamo solo la coda. O meglio, fingiamo di
li IPCC: secondo gli ultimi aggiornamenti, ar- vederne solo la coda. E allora lui tra un po’ si
riveremo a 1,5 °C di riscaldamento globale nel darà una scrollata e farà un grande sconquas-
2030 (tra sei anni e mezzo, quando i liceali di so. Secondo Gaia Vince, chi teme le migrazio-
oggi si laureeranno). A quel punto scatteranno ni lo fa perché non ha abbastanza fiducia nel-
i meccanismi di auto-amplificazione e il pro- la propria identità nazionale. A suo avviso, se
cesso subirà un’ulteriore accelerazione. Le vogliamo essere Homo sapiens, dovremo sfa-
implicazioni migratorie sono chiare. Poiché la tare gli spauracchi infondati sulle migrazioni
fascia di abitabilità umana tra poco si restrin- e trasformarle in un’opportunità di sviluppo.
gerà, il 15 per cento della popolazione mondia- Sarà difficile. Intanto, la prossima volta che
Weny Lisa/iStock
le sarà esposta a ondate di calore letale e dovrà qualcuno con gran cipiglio chiederà: «Ma chi
abbandonare la terra in cui vive. Entro il 2050, paga per la transizione ecologica?», rispondia-
1,5 miliardi di persone lasceranno le loro case. mo: «Sì, ma chi paga se non la facciamo?». La
Molti si accalcheranno nella megalopoli infer- risposta è poco sopra.
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Homo sapiens di Giorgio Manzi
Il racconto di un Neanderthal
Narrare vicende scientifiche in forma di romanzo
aiuta a ideare ipotesi proficue e verificabili su molti temi
proposito del Neanderthal di cui si tela sul pavimento irregolare, finendo anche
– scriveva Gould – sia una sede […] appropriata perficie irregolare del soffitto della grotta.
[…] per affrontare molte questioni […] Que- Dentro di sé provava un sentimento misto
ste speculazioni hanno un ruolo nella scien- fra la disperazione e la rassegnazione. A quel
za. Esse esplorano la gamma delle alternative; punto del racconto, però, l’umore del «mio»
incanalano il pensiero verso la costruzione di Neanderthal mutò d’improvviso. Si era gira-
ipotesi verificabili». Ho provato a seguire que- to, dandomi le spalle, e si era accovacciato,
sta ispirazione nel mio L’ultimo Neanderthal rannicchiandosi sui talloni: con le ginocchia
racconta (Il Mulino, 2021), dove ho immagi- piegate e le mani raccolte in avanti. Aveva re-
nato d’incontrare, appunto, un Neanderthal. clinato la testa fra le braccia, fin quasi a capo-
Quanto segue è l’estratto (con molte riduzioni volgerla.
e adattamenti) di alcuni passi ispirati proprio È stato allora che ho visto qualcosa di incre-
agli ultimi momenti del Neanderthal di Alta- dibile – una di quelle bizzarre situazioni che si
mura. Spero vi piaccia e possa essere d’ispira- vivono nei sogni – come se stessi assistendo,
zione per le ricerche. impotente, a un’animazione di realtà aumen-
tata. Ho visto così il suo corpo che si andava
Caduto in trappola progressivamente dissolvendo, fino a spari-
Ormai albeggiava e l’aria era frizzante. Data re. Non del tutto, però. Sul terreno erano rima-
la stagione, tutto era colorato di giallo e aran- ste le sue ossa, in apparente disordine. Si erano
cio, con qualche punta di rosso. Sul suolo una disposte sul terreno, via via che i vari tessuti
quantità di foglie cadute. del corpo si erano andati dissolvendo. Alla fi-
Fu allora che il Neanderthal cadde in una ne, avevo lì davanti a me l’intero scheletro di
trappola della natura: era finito in un pozzo un Neanderthal. In primo piano vedevo il baci-
carsico nascosto dal tappeto di foglie morte. no, più avanti le ossa lunghe delle gambe e del-
Sprofondò per alcuni metri, sbattendo ora la le braccia, con i femori divaricati tra loro; fra di
spalla ora la testa contro le pareti irregolari. esse e alcune costole, si riconoscevano anche
Mentre precipitava, aveva cercato di aggrap- la mandibola, rovesciata, e sotto c’erano le ossa
parsi a qualche appiglio, ma l’unico risultato di taglia più piccola, come vertebre e falangi.
era stato solo quello di farsi grattare le mani Più in là ancora c’era il cranio, anch’esso
dalle pareti ruvide di quel dannato pozzo. ribaltato, con i denti verso l’alto e con la vol-
Arrivato sul fondo, cadde su un tappeto ta appoggiata su una depressione del terreno.
morbido di guano di pipistrello. Si controllò: Le sue grandi orbite vuote continuavano a fis-
aveva solo alcune ferite e poteva camminare. sarmi.
E così fece, dolorante, brancolando sempre Io, a quel punto, avevo ormai aperto gli oc-
più nel buio mentre si allontanava dalla debo- chi, nella luce artificiale del vagone del treno
le luce che filtrava dall’alto. Si aggirò a lungo dove mi ero addormentato. Guardai fuori e mi
in quelle tenebre, poggiando i piedi con cau- accorsi che s’era fatta sera.
n questa rubrica abbiamo parlato più vol- ra e il Sole. Nessuna sonda spaziale si è mai
asse focale della lente gravitazionale solare telescopio, ma solo pochi decenni fa anche
bisognerebbe spedirlo ad almeno 80 miliardi soltanto scoprire pianeti in orbita intorno ad
di chilometri dal Sole. Questa distanza è circa altre stelle sembrava fantascienza; eppure ci
550 volte più grande della distanza tra la Ter- siamo riusciti.
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News
SVILUPPO SOSTENIBILE
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JossK/iStock
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News
ASTRONOMIA
Nella versione classica dell’esperimento di Young, il passaggio della ossia ne cambiano il colore: la figura di interferenza ottenuta è stata
luce attraverso due fenditure parallele produce su uno schermo una quindi tale da esaltare alcuni colori, annullandone altri. L’esperimento
figura di interferenza (composta da strisce di luce chiare alternate a può costituire un punto di partenza verso applicazioni interessanti, sia
strisce scure) tipica della propagazione di onde. Già da tempo, diversi di tipo tecnologico sia nell’ambito della fisica fondamentale.
scienziati hanno avanzato l’idea di poter studiare la propagazione della Matteo Serra
servate sono stelle molto giovani, e che altre so- tro, si fondono e i due SMBH iniziano a orbita- sorgente gravitazionale. I
no in formazione. re l’uno attorno all’altro. Prima che i due SMBH risultati sono in accordo con
A produrre questa strana scia è, secondo Van si fondano in un unico oggetto, arriva una terza le previsioni della relatività
Dokkum e colleghi, un buco nero supermassic- galassia, con un SMBH. Questo terzo SMBH crea generale e ridimensionano gli
cio (SMBH, da «supermassive black hole») espul- un’instabilità gravitazionale nel sistema e uno indizi che indicavano alcune
so dalla galassia da cui sembra uscire il corteo dei tre SMBH viene espulso. Gli autori ipotizza- possibili crepe nel modello
di stelle. In pratica, il buco nero, di massa pari a no che questa sia solo la prima scia scoperta, e cosmologico standard.
20 milioni di masse solari, muovendosi a grande che altre verranno osservate presto. Matteo Serra
velocità (1600 chilometri al secondo) nel mezzo Emiliano Ricci
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News
FISIOLOGIA VEGETALE
DNA giunto
Anche le piante si lamentano dai virus regola
lo sviluppo
Sotto stress, emettono vari tipi di ultrasuoni della placenta
Il nostro DNA contiene
un sorprendente otto
per cento di retrovirus
endogeni, antichi virus
che si sono integrati qua
e là nel nostro genoma e
sono diventati inattivi. Sono
spesso considerati «DNA
spazzatura», relitti innocui e
superflui.
Ma l’evoluzione non butta
via niente, come dimostra
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cum) e pomodoro (Solanum lycopersicum) in bero avere applicazioni per la cura delle piante. il funzionamento di queste
una scatola acustica dotata di microfoni a ultra- «Anche gli esseri umani potrebbero usare que- sequenze potrebbe aiutare
suoni in grado di registrare frequenze compre- ste informazioni, per esempio con sensori che a prevenire e affrontare
se fra i 20 e i 250 chilohertz (kHz). In seguito, al- dicono quando una pianta ha bisogno d’acqua», malattie della gravidanza.
cune delle piante sono state messe in condizioni afferma Hadany. Massimo Sandal
di stress, privandole di acqua e praticando tagli Enrico Nicosia
Una formica chimerica, mosaico di due tipi di cellule con genomi diversi
Le cellule di un organismo hanno tutte la stessa dotazione di DNA. materno. Sono quindi chimere viventi, come spiegato su «Science».
È una delle regole dell’ereditarietà biologica. Ma c’è un’eccezione. I ricercatori hanno denominato le cellule con i nomi dei cromosomi
Sequenziando il DNA di 53 regine, 91 operaie e 574 maschi di che le caratterizzano: le cellule R sono sovra-rappresentate nei tessuti
formica pazza gialla (Anoplolepis gracilipes) prelevati da 14 località del somatici, le W sono più frequenti nella linea germinale. Il meccanismo
Sudest asiatico, ricercatori della «Johannes Gutenberg» Universität di riproduttivo è complesso: tutte le uova della regina portano una copia
Magonza, in Germania, guidati dal biologo evoluzionista Hugo Darras, del genoma R. Se un uovo è fecondato da uno spermatozoo con
hanno scoperto un sistema riproduttivo finora sconosciuto. «Studi genoma R, si sviluppa una regina. Se invece è fecondato da uno
precedenti avevano mostrato che i maschi hanno due versioni di ogni spermatozoo W, ci sono due possibili esiti: se i due nuclei si fondono,
cromosoma. Un risultato inatteso, perché i maschi di formiche, api e si sviluppa una formica operaia, con cellule diploidi; se non si fondono,
vespe di solito si sviluppano da uova non fecondate, per cui hanno solo per cause ancora ignote, l’uovo dà vita a un maschio chimerico, in cui
una copia di ciascun cromosoma», ha spiegato Darras. alcune cellule portano un genoma R e altre W. La scoperta rivelerebbe
Cortesia Anik Grearson
Gli studi del suo gruppo hanno rivelato però che i maschi nascono da un conflitto evolutivo tra i lignaggi per dominare la linea germinale
ovuli fecondati e che, sorprendentemente, sono gli unici organismi nella specie, considerata tra le più invasive. Per scoprire se tale tratto
noti a presentare differenti patrimoni genetici in diverse cellule del dipenda dal mosaico dei suoi cromosomi, serviranno ulteriori indagini.
corpo: alcune contengono solo il genoma paterno, altre solo quello Giulia Assogna
www.lescienze.it Le Scienze 23
News
solo cellule del muscolo impedisce la diffusione tra coralli, a differenza degli antibiotici. Se l’azione di McH1-7 si mostrerà ad ampio
cardiaco, ma anche cellule spettro (si sta testando su altri coralli), si potrà sviluppare una nuova cura per le barriere coralline. (MaSap)
dello strato esterno della
parete del cuore, che
giocano un ruolo chiave
nella sua formazione.
L’«epicardioide», come è
stato battezzato, aiuterà a
far luce sulle prime fasi di
sviluppo del cuore, ancora
poco note, e su malattie e
difetti congeniti. (EuMe)
24 Le Scienze
I tessuti delle donne forse Un dolcificante artificiale
invecchiano prima frena l’immunità dei topi Droghe
cerimoniali
A giudicare dall’aspetto della pelle, le donne Il sucralosio è un dolcificante artificiale privo di
sembrano invecchiare più in fretta degli uomi- calorie derivato dal saccarosio, rispetto al quale
nell’Età
ni, anche se in media vivono più a lungo. è 600 volte più dolce. del bronzo
Ora una ricerca pubblicata in preprint (in at- Viene consumato in cibi e bevande, ma i suoi
tesa di peer review) su «bioRxiv», da Michael Ben effetti sull’organismo umano non sono ancora Da un sito di sepoltura
Ezra e colleghi dell’Università di Copenaghen, chiari. Nei topi, invece, sappiamo che frena l’at- dell’Età del bronzo
indica che in effetti l’invecchiamento avviene a tività di alcune cellule immunitarie, i linfociti T. sull’isola di Minorca, nel
velocità diverse nei due sessi. Lo studio riporta Lo ha scoperto un gruppo coordinato dalla bio- Mediterraneo occidentale,
i dati di 33 milioni di biopsie di individui da ze- loga Karen Vousden del Francis Crick Institute arrivano le più antiche prove
ro a 100 anni, scoprendo che mentre segni di britannico, con uno studio pubblicato su «Natu- dirette sull’uso di droghe
invecchiamento, come infiammazione e cellu- re». Dopo aver dato da bere agli animali acqua e in Europa. Le ha scoperte
le giganti, si notano nelle donne fin dai 19 anni, sucralosio per dieci settimane (in dosi giorna- un gruppo di ricercatori
con una successivo aumento graduale, negli uo- liere considerate sicure dalle agenzie per la si- con prima firma Elisa
mini non si vedono fino ai 40, ma poi aumenta- curezza alimentare europea e statunitense), i Guerra-Doce, archeologa
no rapidamente. Fanno eccezione solo fegato e ricercatori hanno osservato una minore proli- dell’Università di Valladolid
cuore, che invecchiano allo stesso ritmo nei due ferazione e attivazione dei linfociti T in risposta in Spagna, che ha analizzato
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sessi. Lo studio però non convince tutti: le biop- a infezioni e tumori. Il dolcificante impedisce la alcune ciocche di capelli
sie infatti sono state prelevate a causa di patolo- mobilitazione del calcio al loro interno e così ne umani risalenti a 3000
gie, e i segni di invecchiamento potrebbero di- riduce l’attività (non ha invece alcun effetto su anni fa, rinvenute in una
pendere dalla malattia. Inoltre la differenza fra altre cellule immunitarie). La scoperta non deve grotta funeraria dell’isola
i generi potrebbe anche dipendere dal fatto che allarmare, visto che è improbabile che una per- delle Baleari. Nello studio,
le donne in media si recano dal medico per sin- sona consumi le quantità giornaliere di sucralo- pubblicato su «Scientific
tomi meno gravi di quelli che spingono gli uo- sio date ai topi. Piuttosto, i ricercatori intendo- Reports», gli autori hanno
mini, quindi ci sono più biopsie di donne da gio- no sfruttarla a scopo terapeutico, per curare chi usato la cromatografia
vani. Per una conferma occorrerà uno studio soffre di malattie autoimmuni in cui si ha un’ipe- liquida ad alta prestazione
analogo su soggetti sani. (AlSa) rattivazione dei linfociti T. (MaSap) – una tecnica che separa i
componenti di un campione
– e la spettroscopia di massa
Osservata per la prima volta la riflessione temporale avanzata, trovando tracce
di atropina, scopolamina
Il fenomeno della riflessione spaziale è familiare: ed efedrina nei campioni
la sperimentiamo, per esempio, osservandoci analizzati.
allo specchio o ascoltando l’eco di un’onda Atropina e scopolamina,
sonora. Ma la riflessione nello spazio non è l’unica sostanze che inducono
possibile: a livello teorico, si ipotizza da tempo allucinazioni, sono presenti
che un’onda possa subire anche una riflessione in alcune piante come la
temporale, che inverte la direzione dell’onda mandragora (Mandragora
nel tempo e ne modifica la frequenza. L’effetto è autumnalis), il giusquiamo
bizzarro: specchiandoci in un ipotetico «specchio (Hyoscyamus albus)
temporale», che riflette temporalmente un’onda e lo stramonio (Datura
visibile, vedremmo la nostra nuca anziché il volto, stramonium). L’efedrina
in colori diversi. Ora un gruppo guidato da Andrea invece è un alcaloide
Alù, della City University of New York, ha realizzato stimolante presente
per la prima volta un esperimento che ha prodotto nell’arbusto efedra fragile
riflessioni temporali di segnali elettromagnetici (Ephedra fragilis).
(microonde). I ricercatori – che hanno pubblicato Secondo gli autori, le
il risultato su «Nature Physics» – hanno sfruttato sostanze individuate nei
le proprietà di un metamateriale realizzato ad hoc, capelli antichi suggeriscono
le cui proprietà ottiche possono variare in modo che queste piante venivano
Cortesia Andrea Alù
www.lescienze.it Le Scienze 25
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I MOLTI
MONDI DI
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GIOVE Nuove missioni
esploreranno oceani
potenzialmente abitabili su
lune enigmatiche in orbita
attorno al pianeta più
grande del sistema solare
Illustrazione di
Señor Salme
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PLANETOLOGIA
Missioni
sulle lune
Una sonda europea e una della NASA
andranno alla ricerca di segni di abitabilità
sulle lune ghiacciate di Giove
di Jonathan O’Callaghan
Le lune Io ed Europa
sono visibili a destra di Giove
in questa fotografia
scattata dalla missione Juno.
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S
e c’è vita su altri corpi del siste-
ma solare oltre la Terra, le gran-
di lune ghiacciate di Giove sono
un ottimo luogo in cui cercarla.
Gli scienziati ritengono che al
loro interno si nascondano vasti oceani, che so-
no mantenuti liquidi dalle oscillazioni prodotte
dall’immenso campo gravitazionale di Giove,
e protetti dall’intensa cintura di radiazioni del
pianeta grazie a spesse lastre di ghiaccio.
Jonathan O’Callaghan è un giornalista freelance che
si occupa di voli spaziali commerciali, esplorazione
dello spazio e astrofisica.
dea allettante, visto che sulla Terra la vita si trova nei luoghi in cui no a Europa allo stesso modo in cui JUICE orbiterà intorno a Ga-
c’è l’acqua. nimede, perché Europa, per la sua vicinanza a Giove, è pericolo-
Nel dicembre 1995 la missione Galileo della NASA è stata la pri- samente immerso nella cintura di radiazioni del pianeta. Clipper
ma a orbitare intorno a Giove, facendo numerose scoperte, tra cui effettuerà invece circa 50 sorvoli di Europa sfrecciando nel siste-
il fatto che la terza luna del pianeta per dimensioni, Io, è il mondo ma gioviano, consentendo di mapparne l’interno e di determina-
con la maggiore attività vulcanica del sistema solare. I dati raccol- re l’estensione del suo oceano sotterraneo, oltre che di studiare
ti da Galileo su Europa nel 1996 hanno rivelato che qualcosa sta- altri obiettivi. «Visto l’ambiente radioattivo, mettere un orbiter in-
va perturbando il campo magnetico di Giove, rafforzando gli in- torno a Europa significherebbe farlo sopravvivere solo da uno a
dizi della presenza di un liquido in movimento sotto la superficie tre mesi prima che le radiazioni lo mettano fuori uso», dice Curt
Unported (https://photojournal.jpl.nasa.gov/catalog/PIA25015) (elaborazione dell’immagine)
di Europa. La prova migliore dell’esistenza di un oceano liquido su Niebur, scienziato del programma Europa Clipper al quartier ge-
NASA/JPL-Caltech/SwRI/MSSS (dati dell’immagine); Thomas Thomopoulos © CC BY 3.0
Europa è poi arrivata vent’anni dopo, quando il telescopio spaziale nerale della NASA a Washington. «Ci siamo però resi conto che
Hubble ha individuato pennacchi d’acqua che fuoriuscivano dalla potevamo fare un sorvolo, raccogliere i dati e andarcene dove le
sua superficie. La sonda Galileo ha orbitato intorno a Giove per ot- radiazioni sono più basse. Così potrà durare anni, non mesi».
to anni, terminando nel 2003, ed è stata «una missione fantastica», Durante le loro missioni sovrapposte, JUICE e Clipper esegui-
dice Olivier Witasse dell’ESA, scienziato del progetto JUICE. «Stia- ranno un intricato tango saltellando tra le «attrazioni» di Giove,
mo davvero camminando sulle spalle di Galileo». con molte opportunità per collaborare. «Avere due veicoli spa-
Nessun’altra sonda ha orbitato intorno a Giove fino all’arrivo di ziali nello stesso sistema sarà fantastico», afferma Witasse. Una
Juno, della NASA, nel 2016. Juno è tuttora operativa, ma si con- ventina di scienziati di entrambe le missioni si stanno incontran-
centra su Giove, girandogli intorno in un’orbita ad anello per son- do pressoché ogni settimana nell’ambito del Comitato direttivo
darne l’interno, riprendere immagini delle sue violente tempeste di JUICE-Clipper, che sta ragionando su come le due sonde po-
e monitorarne l’immenso campo magnetico. Ha scattato anche tranno sincronizzarsi su Giove. «Stiamo discutendo le opportuni-
qualche foto delle sue lune, ma ci vorranno missioni specifiche tà scientifiche ed elaborando un piano» da presentare alla NASA e
per svelarne i segreti. E qui entrano in gioco JUICE e Clipper. all’ESA, dice Bunce, co-presidente del comitato insieme a Prock-
ter. Anche se «alcuni dettagli sono un po’ diversi» rispetto alla col-
Balzi tra lune e avvistamenti di pennacchi laborazione iniziale EJSM, dice Bunce, il sogno rimane vivo. «Il
Clipper sarà lanciato nell’autunno del 2024 con un razzo Fal- piano originale prevedeva una missione incentrata su Ganimede
con Heavy di SpaceX. Nonostante la partenza più tardiva, grazie e un’altra su Europa – dice Bunce – ed è quello che abbiamo».
al veicolo di lancio più potente raggiungerà Giove con oltre un Una possibilità è che ogni veicolo spaziale faccia da osservato-
anno di anticipo su JUICE, nell’aprile 2030. Non orbiterà intor- re per l’altro. JUICE, per esempio, potrebbe tenere d’occhio Eu-
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NASA/JPL-Caltech/SwRI/MSSS (image data);
Kalleheikki Kannisto © CC BY 3.0 Unported
(https://photojournal.jpl.nasa.gov/catalog/PIA25028)
(image processing)
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da vicino Ganimede, la luna
Nel 2021 Juno ha sorvolato
Le Scienze 33
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Crepe e creste ricoprono la superficie di Europa le Pereira, ora al Florida Institute of Technology, ha condotto un
in questa immagine assemblata usando i dati rilevati esperimento per verificare quanto tempo potrebbe occorrere,
dalla sonda Galileo. usando una colonna di ghiaccio criogenico alta due metri chiama-
ta Europa Tower, per simulare la superficie del satellite. Ha pre-
tremmo dover cambiare la nostra orbita», dice Giuseppe Sarri, sentato il suo lavoro al congresso dell’American Astronomical So-
dell’ESA, responsabile del progetto JUICE. ciety, svoltosi a Seattle a inizio gennaio 2023, mostrando che il
Clipper fornirà un’analoga mole di conoscenze su Europa e compito potrebbe richiedere da 3 a 13 anni, un’attesa lunga anche
il suo oceano. Non è progettato per trovare prove definitive del- per missioni pluridecennali come queste.
la presenza di organismi viventi ma, nella migliore delle ipotesi, Oltre al ticchettio dell’orologio, ci sono altri ostacoli. «Trovare
potrebbe osservare gli ingredienti della vita nei pennacchi emes- un modo per avere cavi che trasferiscano energia e informazio-
si dalla sua superficie. La rilevazione della vita potrebbe avveni- ni tra il lander e la sonda è un problema davvero grande, che va
re in una missione successiva, come l’ambitissimo Europa Lander risolto nei prossimi anni», dice do Vale Pereira. Il lander dovreb-
della NASA. Un’idea per questa missione è stata elaborata anni fa be forse portare con sé diversi chilometri di cavi, abbastanza resi-
da scienziati e ingegneri del Jet Propulsion Laboratory (JPL) della stenti da sopportare che l’acqua si ricongeli attorno a loro durante
NASA, in California, ma è in attesa di ulteriori finanziamenti. «Eu- la discesa. Il valore scientifico della soluzione di questi problemi,
ropa Lander non viene inserita da un bel po’ di tempo nel bilan- tuttavia, è enorme, non da ultimo per la prospettiva di collocare
cio presidenziale o in quello approvato dal Congresso», dice Nie- una macchina direttamente in un oceano alieno.
bur. Una tabella di marcia per l’esplorazione interplanetaria degli Questi sogni sono lontani molti anni. Ogni speranza di realiz-
Stati Uniti, prodotta dalle National Academies statunitensi a fine zarli dipenderà dal fatto che i viaggi verso Giove confermino che
2021, ha assegnato alla missione una priorità inferiore rispetto ad le sue lune ghiacciate sono davvero quelle mete interessanti che
altri progetti NASA. Per ora il lavoro è archiviato, pronto e in attesa riteniamo. Partendo da JUICE, e da Clipper l’anno prossimo, ab-
di rinascere. «Confido che ciò che ci mostrerà Europa Clipper fa- biamo iniziato ad affrontare alcuni dei quesiti più affascinanti sul-
rà venire voglia di tornare sul satellite, e il passo logico successivo le lune di Giove rimasti a lungo irrisolti. La sonda Galileo «ci ha
NASA/JPL-Caltech/SETI Institute
è qualche lander», dice Niebur. «Ma forse da Clipper emergerà un mostrato che vale la pena tornarci», dice Niebur. Ora lo stiamo fa-
colpo di scena, e un lander non sarà la soluzione giusta. Forse pre- cendo non con uno ma con due veicoli, in una partnership tran-
feriremo volteggiare nei pennacchi, anziché atterrare». satlantica che mira a fare progressi considerevoli nella ricerca di
Se ci si vorrà immergere in questo oceano alieno, sfondare il zone abitabili intorno al Sole. Nel nostro sistema solare non c’è un
ghiaccio dello spessore di chilometri pone le sue difficoltà. Una mondo come la Terra, ma forse luoghi come Europa e anche Ga-
possibilità è che un lander includa una sonda termica che apra la nimede sono qualcosa di abbastanza simile. E se la vita può so-
strada fondendo la crosta ghiacciata. L’anno scorso Paula do Va- pravvivere qui, chissà dove altro potrebbe prosperare? Q
Oceani
(Random House) si occuperà della relazione
tra la Terra e il suo satellite nel corso della storia.
di Rebecca Boyle
Grafica di 5W Infographic
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el 2005 la sonda Cassini, in visita a Satur- superficie di Ganimede, sotto i fiumi di metano ed etano di Tita-
N
no, passò attraverso qualcosa che gli inge- no e forse in acque salse (brine) nei crateri più profondi dei pia-
gneri non si aspettavano: una sottile nebbia neti nani Cerere e Plutone. I gusci ghiacciati dei mondi oceani-
d’acqua, spruzzata nello spazio a 1290 chi- ci possono persino contenere pori pieni di acqua liquida e forse
lometri all’ora attraverso le crepe nella su- microbi, afferma Mike Malaska, astrobiologo del Jet Propulsion
perficie di Encelado, la minuscola luna di Laboratory (JPL) della NASA.
Saturno ricoperta di ghiaccio. Cassini non Sotto circa due chilometri e mezzo di ghiaccio nella calotta del-
era progettata per studiare campioni d’acqua, e così questa sco- la Groenlandia, le condizioni di pressione somigliano a quelle del-
perta ha portato allo sviluppo di nuove missioni sulle lune ghiac- la parte superiore dello strato di ghiaccio su lune come Europa, e
ciate del sistema solare esterno. Almeno sei di questi mondi – due le concentrazioni di microrganismi sono paragonabili a quelle in
in orbita attorno a Saturno, tre attorno a Giove e uno attorno a Net- un cucchiaio di yogurt. Le interazioni chimiche o l’attività geolo-
tuno – potrebbero ospitare oceani di acqua, compresi tra un caldo gica possono fornire energia a queste forme di vita, così come le
nucleo planetario al di sotto e una crosta di ghiaccio sopra. bocche vulcaniche in acque profonde, come quelle scoperte da
Sulla Terra l’acqua è necessaria per la vita «come la conoscia- German, forniscono energia agli estremofili sulla Terra. «Ognu-
mo». Oltre alle dune di Marte, dove la cerchiamo da mezzo seco- no ha il suo scenario preferito per l’origine della vita sulla Ter-
lo, gli astrobiologi ora considerano le lune ghiacciate dei pianeti ra, e potrebbe essersi verificato su Europa», afferma Steve Vance,
esterni tra i posti migliori dove cercare la vita nel sistema solare. astrobiologo del JPL. È possibile che i ricercatori trovino organi-
Il Jupiter Icy Moons Explorer dell’Agenzia spaziale europea, smi con le stesse tecniche usate per studiare la vita estrema sul
soprannominato JUICE, è stato lanciato ad aprile verso Giove nostro pianeta.
e le sue lune Europa, Callisto e Ganimede (si veda l’articolo a p. NOW è diretto da scienziati di Woods Hole, del Southwest Re-
40). JUICE e la missione Europa Clipper della NASA verso Giove search Institute, del Desert Research Institute e della Stanford
ed Europa, il cui lancio è previsto per il 2024, cambieranno tutto University. Ad agosto terrà il suo primo incontro collettivo, con
quello che sappiamo del sistema solare esterno. Le lune ghiaccia- l’obiettivo di riunire astrobiologi e oceanografi nella ricerca di es-
te potrebbero riscrivere la nostra immagine del cosmo, come av- seri biologici. La condirettrice Alison Murray, ecologa microbi-
venne quando, nel Seicento, gli astronomi le scoprirono. ca al Desert Research Institute, ha preso in considerazione per la
«Il sistema solare esterno è probabilmente pieno di lune che prima volta la vita su lune aliene mentre studiava un lago antarti-
potrebbero avere oceani di acqua liquida, e una parte potrebbe co ipersalino ghiacciato chiamato Lago Vida. Dice che avere espe-
ospitare sul fondo interazioni geotermiche e tra acqua e roccia», rienza degli ambienti acquatici terrestri è essenziale per com-
afferma Chris German, oceanografo alla Woods Hole Oceano- prendere quelli del resto del sistema solare. «Stiamo per andare
graphic Institution e condirettore di un’iniziativa finanziata dalla in luoghi in cui pensiamo che possa esistere la vita oggi», afferma
NASA chiamata Network for Ocean Worlds (NOW). Perché queste Murray. «La vita si è evoluta proprio lì? Ci è arrivata?». Per scoprir-
caratteristiche sono importanti? «Tutti i punti del nostro piane- lo, dobbiamo solo fare un tuffo più profondo. Q
ta in cui sono presenti vengono colonizzati dalla vita microbica»,
spiega German.
PER APPROFONDIRE
La vita potrebbe fiorire nella fanghiglia semicongelata su Eu-
ropa e su Encelado, all’interno dell’oceano di acqua salata sotto la La missione di Galileo. Johnson T.V., in «Le Scienze» n. 328, dicembre 1995.
www.lescienze.it Le Scienze 35
LUNE DI GIOVE
POSSIBILE
STRUTTURA*
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Possibili camini
NASA Visualization Technology Applications and Development (VTAD) (esterni di Europa e Ganymede),
idrotermali
Callisto
Callisto è la meno densa delle lune di POTENZIALE
Giove. Ha la fortuna di orbitare a 1,8 OCEANO
POSSIBILE
DI ACQUA LIQUIDA
milioni di chilometri dal pianeta, al di STRUTTURA*
SOTTO
là delle intense fasce di radiazioni del LA SUPERFICIE
Crosta
pianeta. Poiché a questa distanza il di ghiaccio
campo gravitazionale di Giove è meno
Oceano sotto QUELLO CHE ANCORA
intenso, Callisto sperimenta anche un
la superficie NON SAPPIAMO
minore attrito di marea rispetto alle lune
C’è disaccordo sul fatto
compagne. La superficie fortemente Interno misto che Callisto ospiti un
segnata da crateri fa ritenere che non roccia-ghiaccio oceano sotterraneo di
sia mai stata geologicamente attiva sin acqua salata e sulla
dalla formazione e quindi potrebbe profondità a cui si
troverebbe. Usando
conservare tracce di com’era il sistema
JUICE per studiare la
solare primordiale. forma della luna e il suo
campo gravitazionale,
gli scienziati sperano
VOLUME OCEANI
di risolvere questo
(miliardi di km3) Terra Callisto
dibattito.
www.lescienze.it Le Scienze 37
LUNE DI SATURNO
Encelado
Il minuscolo Encelado è l’oggetto più riflettente del sistema solare. Pennacchi di nebbia che emergono dal FORTI PROVE
DI UN OCEANO
guscio esterno si congelano e ricadono in superficie, mantenendola bianca come la neve. È liscio come Europa, DI ACQUA
ulteriore prova che è tuttora geologicamente attivo. Poiché la nebbia genera il secondo anello più esterno di SALATA LIQUIDA
Saturno, l’anello E, analizzarlo è un modo per campionare il presunto oceano di Encelado e cercare molecole SOTTO
LA SUPERFICIE
organiche, amminoacidi o altri ingredienti per la vita.
Pennacchi di
vapore acqueo
e ghiaccio
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Crosta
di ghiaccio 50 km
(più sottile
al Polo Sud)
OCEANO
LIQUIDO
SOTTO 80 km
LA SUPERFICIE
Composti
Possibili
camini
idrotermali
Titano), NASA Visualization Technology Applications and Development (VTAD) (esterno diTritone)
Sono stati rilevati pennacchi
d'acqua alti fino a 200 km QUELLO CHE ANCORA NON SAPPIAMO
che fuoriuscivano Gli scienziati non conoscono le dimensioni dell’oceano di Encelado,
dalla regione del Polo Sud ma la luna potrebbe essere una delle più facili da indagare perché
le sonde spaziali possono rilevare elementi sia dai suoi pennacchi sia
dall’anello E di Saturno.
VOLUME OCEANI
(miliardi di km3) Terra Encelado
LUNA DI NETTUNO
Tritone Pennacchi
scuri OCEANO
La più grande luna di Nettuno orbita con moto
rilevati LIQUIDO
retrogrado ed è stata molto probabilmente SOTTO
catturata dopo essere appartenuta alla gelida LA SUPERFICIE
fascia di Kuiper, un lontano anello di asteroidi. POSSIBILE IPOTIZZATO
STRUTTURA*
Il radicale cambiamento nella traiettoria della
Crosta
luna l’ha probabilmente riscaldata, forse QUELLO CHE ANCORA
di azoto
tanto da fondere un oceano globale sotto congelato NON SAPPIAMO
la crosta. Anche il riscaldamento stagionale Voyager 2 ha intravisto
Mantello tracce di geyser e
dovuto al Sole aumenta lievemente
ghiacciato
la temperatura della luna, persino colate simili a lava in
Oceano sotto superficie, suggerendo
a 4,5 miliardi di chilometri di distanza.
la superficie la presenza di un
oceano sotto una crosta
Nucleo ghiacciata e attiva. Un
VOLUME OCEANI di roccia
esame più approfondito
(miliardi di km3) e metallo
Terra Tritone aiuterebbe a spiegare
che cosa succede.
www.lescienze.it Le Scienze 39
PLANETOLOGIA
Da Galileo
a JUICE
La missione europea è in viaggio per il sistema di Giove,
dove studierà da vicino tre sue lune ghiacciate, ovvero
Europa, Ganimede e Callisto, scoperte da Galileo Galilei
di Emiliano Ricci
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elle notti di gennaio del 1610, Galileo Galilei, dal giardino della sua
tana dalla stella. Naturalmente la posizione della linea di congela- segue Altobelli – è proprio confrontare lo stato attuale delle tre lu-
mento dipende dalla temperatura della stella e dalla composizio- ne galileiane ghiacciate, in relazione alle loro diverse condizioni
ne del disco protoplanetario che la circonda. ambientali all’interno del sistema gioviano, con lo scopo di con-
Intorno alle stelle più calde, come il nostro Sole, la linea del ge- validare i modelli evolutivi delle lune ghiacciate intorno ai piane-
lo si trova più lontana dalla stella rispetto alle stelle più fredde, co- ti giganti gassosi. Questi modelli potrebbero poi essere applicati a
me le nane rosse. In particolare, nel sistema solare la linea del gelo sistemi esoplanetari confrontabili».
si trova oltre l’orbita di Marte, alla distanza della fascia principa- Ma raggiungere gli obiettivi della missione non sarà facile. Du-
le degli asteroidi. Per inciso, questo è il motivo per cui i pianeti rante il viaggio interplanetario la sonda dovrà affrontare alcu-
esterni sono composti principalmente da ghiacci volatili, mentre ne sfide. Una di queste sarà rappresentata dalle grandi variazio-
quelli interni sono rocciosi. «L’obiettivo generale di JUICE – pro- ni di temperatura. Durante la fase di avvicinamento a Venere,
www.lescienze.it Le Scienze 43
GIOVE E IL SUO AMBIENTE COMPLESSO
per esempio, ci saranno temperature altissime, fino a 250 gra- gnetico. Comprendere le lune di Giove, i loro ambienti e il modo
di Celsius. Al contrario, quando si raggiungerà il sistema solare in cui interagiscono con il sistema gioviano in generale ci porte-
esterno, e in particolare Giove, ci si troverà nell’ambiente freddo rebbe un passo più vicino a capire dove la vita potrebbe essersi
del pianeta, con temperature che potrebbero arrivare fino a –230 originata nel nostro sistema solare, al di là della Terra. JUICE non
gradi quando la sonda si troverà all’ombra di Giove. è in grado di trovare la vita in quanto tale, ma può far progredire
«Inoltre – aggiunge Altobelli – la navigazione sarà una sfida im- la nostra comprensione di quante condizioni necessarie alla vita
portante durante tutta la permanenza nel sistema gioviano. Ci sa- siano presenti sulle lune galileiane».
rà infatti bisogno di eseguire una complessa serie di assist gravi- Per l’abitabilità sono infatti necessari, come minimo, calore,
tazionali alle diverse lune galileiane per modificare la traiettoria acqua in forma liquida, materiale organico e un ambiente stabi-
e poter condurre osservazioni scientifiche più precise. Non solo: le, e sappiamo che su Europa, che si ritiene abbia sorgenti idro-
anche l’ambiente radioattivo rappresenta un’altra importante sfi- termali, esistono tre di queste condizioni, mentre su Ganimede e
da per la navicella. Le particelle cariche, intrappolate e in rotazio- Callisto dobbiamo ancora scoprirlo (si veda l’articolo a p. 35). «Ca-
ne con il campo magnetico di Giove, colpiscono costantemente pire dove si trovano le “zone abitabili”, aree in cui la vita potreb-
la navicella e potrebbero danneggiare l’elettronica sensibile. Per be essersi evoluta ed essere ospitata nel nostro sistema solare, è
© ESA (lavoro svolto ATG sotto contratto con ESA), CC BY-SA 3.0 IGO
questo motivo è stato necessario progettare un caveau interno importante per capire dove la vita potrebbe trovarsi anche altro-
per proteggere l’elettronica». ve nella nostra galassia. Stiamo vivendo un’epoca d’oro di scoper-
te su altri mondi attorno alle stelle, e capire le condizioni in cui la
La scienza di JUICE vita può evolversi nel sistema solare è fondamentale per iniziare a
La missione dell’ESA è stata appositamente progettata per ana- comprendere dove ciò potrebbe avvenire in questi nuovi mondi»,
lizzare le lune ghiacciate che orbitano attorno a Giove, in parti- prosegue Hussain.
colare per confermare e caratterizzare la presenza di acqua liqui- Ma gli obiettivi della missione non si limitano a questo. Ci
da sotto lo spesso strato di ghiaccio superficiale. «D’altra parte si aspetta infatti che possa aumentare la nostra comprensione
– interviene Gaitee Hussain, a capo della divisione scientifica del- sull’origine e l’evoluzione del sistema solare e sulla formazione
la missione, presso l’European Space Research and Technology dei pianeti. «Le osservazioni di JUICE sveleranno la natura di Ga-
Centre (ESTEC) di Noordwijk, nei Paesi Bassi, il centro ESA do- nimede e in particolare come l’intenso ambiente di radiazioni di
ve vengono progettate le missioni – riteniamo che l’acqua sia una Giove influisca sui suoi satelliti e possa averne influenzato la for-
condizione essenziale per ospitare la vita. La missione si concen- mazione e l’evoluzione. Questo ha implicazioni per la nostra com-
trerà in particolare sulla luna più grande, Ganimede, che è l’unica prensione degli esopianeti di dimensioni simili», sostiene anco-
luna del nostro sistema solare a generare un proprio campo ma- ra Hussain. «Gli esopianeti sono pianeti in orbita attorno ad altre
La sonda JUICE nel Large Space Simulator di ESTEC, il centro ESA di Noordwijk, nei Paesi Bassi, dove sono simulate le condizioni dello spazio.
stelle, e capire come Giove e il suo sistema si sono evoluti ha chia- arrivata – è una tecnica usata in ambito spaziale proprio per mo-
re implicazioni per lo studio degli ambienti attorno agli altri mon- dificare la traiettoria e la velocità di una sonda spaziale sfruttando
di che stiamo continuamente scoprendo attorno ad altre stelle co- la gravità di un pianeta. Quando una sonda si avvicina a un piane-
me il Sole». ta, viene influenzata dalla sua forza gravitazionale, con l’effetto di
aumentarne o diminuirne la velocità e modificarne la traiettoria,
Il viaggio interplanetario a seconda delle condizioni in cui si verifica l’incontro.
Prima di poter studiare da vicino il gigante gassoso e le lune L’uso dell’assist gravitazionale richiede una programmazio-
ghiacciate, JUICE dovrà affrontare un viaggio di otto anni. La son- ne accurata della sonda spaziale in modo da ottenere la curvatu-
da arriverà a Giove nel 2031, non per un semplice sorvolo, come ra della traiettoria e la variazione di energia cinetica desiderate,
anticipato, ma in condizioni tali da farsi catturare dalla sua gravità senza alcun consumo di combustibile. La tecnica è così efficace
e poi poter orbitare attorno al pianeta per visitarne le lune. che è stata impiegata con successo in molte missioni spaziali (co-
«Questo tempo è necessario per poter trasferire a JUICE l’e- me con le sonde Voyager, per esempio), a partire dal 1974, quando
nergia (e quindi la velocità) necessaria per arrivare in queste con- fu sfruttata per la prima volta su proposta dell’italiano Giuseppe
dizioni», spiega Andrea Accomazzo, direttore delle operazioni di «Bepi» Colombo, che ne suggerì l’uso nella missione spaziale Ma-
volo della missione JUICE presso lo European Space Operations riner 10. Grazie all’effetto fionda della gravità di Venere, la sonda
Centre (ESOC) di Darmstadt, in Germania, il centro ESA di con- Mariner 10 poté raggiungere e studiare anche Mercurio. Per inci-
trollo delle missioni. «Il razzo Ariane 5 che porterà in orbita JUICE so, fu sempre Colombo a suggerire modifiche analoghe alle traiet-
riesce a liberare la sonda dalla gravità terrestre, mentre per rag- torie delle missioni Voyager per volare oltre Giove e raggiungere
giungere Giove occorre molta più energia. Questa, quindi, la an- i pianeti più esterni.
dremo a rubare ai pianeti. Nel caso particolare lo faremo tre volte Durante il lungo viaggio, JUICE non sarà ibernata. «Il profilo di
con la Terra e una volta con Venere. I cosiddetti assist gravitazio- missione è governato dagli assist gravitazionali che dovremo fa-
nali ci permettono, per mezzo della gravità, di scambiare energia re per raggiungere la nostra destinazione», commenta Accomaz-
cinetica (velocità) tra i pianeti e la sonda. In pratica, rallentiamo zo. «Questi dettano le tempistiche delle azioni da prendere e, ov-
© ESA/ SJM Photography
in maniera impercettibile i pianeti e acceleriamo notevolmente la viamente, anche le orbite che la sonda farà attorno al Sole prima
sonda, in modo da poterla lanciare verso l’esterno del sistema so- di raggiungere quella grande a sufficienza per arrivare fino a Gio-
lare con sufficiente energia». ve. Durante questi archi ci saranno fasi di bassa attività, per esem-
L’assist gravitazionale – noto anche con il nome di «effetto fion- pio le fasi in cui le unità a vita operativa limitata verranno preser-
da», così chiamato perché in pratica la sonda viene «lanciata» via vate, e fasi di check-out, ovvero fasi in cui andremo a verificare le
dal pianeta con una maggiore velocità rispetto a quella con cui è funzionalità e le prestazioni dei sistemi della sonda».
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Lungo il percorso, la sonda dovrà affrontare numerose sfi- approccio multistrumentale. I cosiddetti strumenti di «telerile-
de di navigazione. Non effettuare uno degli assist gravitaziona- vamento» (remote sensing) osserveranno Giove e la superficie del-
li previsti o una delle manovre propulsive programmate, ovvero le lune a diverse lunghezze d’onda (ultravioletto, visibile, infra-
con i motori di bordo, comprometterebbe in maniera irreversibi- rosso e submillimetrico), mentre gli strumenti cosiddetti in situ
le il successo della missione. «I pianeti purtroppo non ci aspetta- analizzeranno direttamente l’ambiente circostante in cui si tro-
no – spiega ancora Accomazzo – e la loro tabella di marcia è ben va a passare il veicolo spaziale (campo magnetico, particelle cari-
consolidata, pertanto dovremo essere molto precisi nel naviga- che di bassa e alta energia, particelle neutre e polveri). Inoltre, un
re la sonda. Lo scambio di energia con i pianeti, e quindi il cam- esperimento di radio-scienza farà misurazioni di gravità, mentre
bio di velocità e direzione ottenuti, dipendono da parametri come un altimetro laser misurerà la topologia della superficie e un ra-
l’altezza di sorvolo e l’angolo di arrivo. Errori in questi parametri dar misurerà la composizione delle sottosuperfici ghiacciate delle
possono compromettere il risultato della manovra. Per prevenir- lune, fino a circa 9 chilometri di profondità.
lo o, meglio, per minimizzare questo rischio, pianifichiamo una La collaborazione che ha progettato e realizzato la missione
campagna di navigazione più accurata nelle settimane preceden- conta 23 paesi, compresi i contributi non europei di Stati Uniti e
ti l’evento». Giappone, per un totale di oltre 2000 persone che lavorano su
Queste campagne di navigazione consistono nel raccoglie- JUICE, ospitate da 18 istituzioni scientifiche e 83 aziende, per un
re un maggior numero di dati di navigazione, determinare l’orbi- costo complessivo stimato attorno a 1,5 miliardi di euro. E anche
ta della sonda con metodi diversi tra loro, usare diversi sistemi di la comunità scientifica e tecnologica italiana ha dato un fonda-
acquisizione dati proprio per poter avere informazioni indipen- mentale contributo, in particolare proprio nella realizzazione di
denti tra loro, al fine di prevenire errori nascosti. Inoltre occor- alcuni degli strumenti. A finanziare e a coordinare il lavoro è stata
re avere una scaletta predefinita di manovre propulsive di corre- l’Agenzia spaziale italiana (ASI), con la collaborazione scientifica
zione, ovvero da attuare solo se la traiettoria risultante dai calcoli dell’Istituto nazionale di astrofisica (INAF) e di alcune università
di cui sopra non rientri in certi parametri limite. In quel caso, per («Parthenope» di Napoli, «Sapienza» di Roma, Trento), mentre fra
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mezzo dei motori di bordo, la traiettoria è corretta di quanto ne- i vari partner industriali hanno avuto ruoli di particolare rilievo
cessario. «La parte difficile – specifi-
ca Accomazzo – è dovuta al fatto che i
calcoli più precisi si hanno solo quan- La collaborazione che ha progettato e realizzato
do la sonda è entrata nella sfera di in-
fluenza del pianeta, ovvero sente più la la missione conta 23 paesi, per un totale
gravità del pianeta che quella del Sole,
e questo avviene tipicamente nelle ul-
di oltre 2000 persone che lavorano su JUICE
time 24 ore. Per questo motivo, e in ba-
se a un’esperienza negativa dei colle-
ghi statunitensi con Marte anni fa, abbiamo sempre una finestra Leonardo e Thales Alenia Space (joint venture fra la francese Tha-
di correzione di emergenza prevista a sei ore dal sorvolo. Se ser- les e l’italiana Leonardo), nei cui stabilimenti hanno visto la luce
ve, significa che è andato tutto storto, e allora attiviamo una pro- parti importanti della strumentazione ora in viaggio verso Giove,
cedura paragonabile a un freno o paracadute di emergenza. Ov- fra cui la fotocamera JANUS, lo spettrometro MAJIS, il radar RI-
viamente è l’ultima cosa che vogliamo fare, e mi stupirei se mai la ME e lo strumento 3GM.
dovessi attuare».
Una volta nel sistema di Giove, JUICE effettuerà una serie di ol- Il telescopio JANUS
tre 30 incontri ravvicinati con le lune ghiacciate, che per comodi- «JANUS (acronimo di “Jovis, Amorum ac Natorum Undique
tà sono chiamati sorvoli, ma che in realtà non sono altro che assist Scrutator», traducibile in «scrutatore da ogni parte di Giove, dei
gravitazionali come quelli messi in atto durante la fase di crociera suoi amori e dei suoi figli”) è la fotocamera multispettrale selezio-
e che permetteranno alla missione di disegnare il tour delle lune nata dall’ESA per essere l’occhio della missione JUICE», spiega Pa-
di Giove. Con due grosse differenze: quelli planetari hanno una squale Palumbo, principal investigator dello strumento JANUS,
frequenza annuale o anche meno e si basano su conoscenze mol- già professore all’Università «Parthenope» di Napoli e dal 2023 in
to precise delle loro orbite (la variabile è solo l’orbita della sonda), forza all’Istituto di astrofisica e planetologia spaziali (IAPS) dell’I-
quelli del tour invece avranno frequenze che arriveranno anche NAF, a Roma. «JANUS sarà in grado di acquisire immagini in di-
a ogni due settimane e, data la limitata conoscenza delle orbite versi colori grazie alla presenza di 13 filtri intercambiabili che se-
delle lune, dovranno basarsi anche sulla navigazione ottica, ba- lezionano intervalli di lunghezza d’onda della luce fra il violetto
sata quindi su immagini successive delle lune in avvicinamento, e il vicino infrarosso.» In pratica si tratta di un telescopio che fo-
dovendo risolvere sia la traiettoria di JUICE che quella della lu- calizza l’immagine su un sensore simile a quelli usati nelle comu-
na stessa. ni macchine fotografiche, nella versione adatta all’impiego nello
spazio. Il telescopio include una ruota portafiltri e un meccanismo
Gli strumenti di JUICE di chiusura per proteggerlo da contaminazioni. «Il progetto ter-
Per poter raggiungere tutti gli obiettivi prefissati, la sonda ha momeccanico del telescopio è risultato complesso – dettaglia Pa-
a bordo una suite di dieci strumenti, ognuno dei quali accurata- lumbo – dovendo garantire l’accurato posizionamento delle otti-
mente selezionato per fornire un pezzo del puzzle. Per studiare che nonostante le forti vibrazioni al lancio e alle temperature a cui
a fondo l’atmosfera di Giove, la sua magnetosfera e le lune ghiac- sarà esposto lo strumento nello spazio: fra sensore e telescopio ci
ciate, è essenziale coprire tutti gli aspetti fisici rilevanti con un aspettiamo temperature fra –45 e –20 gradi Celsius».
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JANUS trasmetterà immagini ad alta risoluzione di tutti gli og- ga ancora Palumbo – è fondamentale perché permette di aggiun-
getti presenti nel sistema di Giove. I satelliti galileiani, che inclu- gere informazioni sui materiali che compongono le superfici e
dono le lune ghiacciate Europa, Ganimede e Callisto e la vulcani- sulle loro caratteristiche, di penetrare strati diversi dell’atmosfera
ca Io, le molte altre piccole lune, gli anelli e lo stesso Giove, con la di Giove e di selezionare particolari fenomeni: proveremo a osser-
sua atmosfera molto dinamica e turbolenta. Le orbite della son- vare le tenui atmosfere che si originano dalle superfici solide (eso-
da nel sistema di Giove permetteranno sia osservazioni alla sca- sfere), le aurore ai poli di Giove, i pennacchi (plume) di particel-
la di un chilometro per pixel sia osservazioni ravvicinate duran- le di ghiaccio che probabilmente sono emessi dalle fratture nella
te i numerosi passaggi in prossimità delle lune ghiacciate (fino a crosta ghiacciata dei satelliti e altro ancora».
3 metri per pixel). Infine, quando JUICE orbiterà attorno a Gani- Alla realizzazione di JANUS ha lavorato un gruppo di ricerca
mede, permetterà di acquisire immagini dell’intera superficie a internazionale, che ha visto collaborare ricercatori italiani, tede-
70 metri per pixel e fino a 7 metri per pixel su regioni di partico- schi, spagnoli e britannici. Per lo sviluppo tecnologico, l’ASI, in
lare interesse. qualità di agenzia leader del progetto a guida italiana, ha coinvol-
© ESA
«La capacità di osservare in 13 diversi intervalli spettrali – spie- to Leonardo SpA come industria responsabile della realizzazione,
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MISSIONI SU GIOVE
1973 Pioneer 10
1974 Pioneer 11
1979 Voyager 1
Voyager 2
1992 Ulysses
Galileo (1995–2003)
2000 Cassini-Huygens
Europa Clipper
(2030-2035)
Missioni dell’ESA
JUICE (2031-2035)
Missioni della NASA
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Fionda
VIAGGIO SU GIOVE gravitazionale
di Venere UN VIAGGIO INSIDIOSO
Fionda La gravità sarà un’alleata
gravitazionale volubile, fornirà regolari spinte
Fionda
della Terra II di supporto lungo il percorso, ma
gravitazionale
della Terra I minaccerà in qualsiasi momento
Lancio il deragliamento. Dopo che JUICE
Fionda
avrà completato un record di 35
gravitazionale
sorvoli di Europa, Ganimede e
lunare-
IL VIAGGIO Callisto, i controllori della missione
terrestre*
DI JUICE utilizzeranno ingegnosamente
Arrivo l’enorme gravità di Giove per
su Giove guidare il veicolo spaziale in orbita
JUICE sarà gestita dai controllori di missione attorno alla più grande luna del
presso l’ESOC dell’ESA (in Germania) sistema solare delle dimensioni di
un pianeta, ossia Ganimede.
Fionda Fionda
gravitazionale gravitazionale Arrivo
lunare-terrestre* della Terra I su Giove
agosto 2024 settembre 2026 luglio 2031
verifica e consegna dello strumento da volo. Il contributo di Leo- nardo. «È dotato di due diversi canali che nel complesso copro-
CC BY-SA 3.0 IGO (tutte e due le illustrazioni )
nardo, oltre all’integrazione dell’intero strumento, si è concentra- no un intervallo spettrale molto ampio, che si estende dal visibi-
to in particolare sulle ottiche e sulle meccaniche del telescopio, le al medio infrarosso. È come se si trattasse di 1016 macchine fo-
mentre altri hanno curato le parti elettroniche. tografiche che scattano immagini contemporaneamente, ognuna
catturando un diverso “colore” della scena, cioè una diversa lun-
Lo spettrometro MAJIS ghezza d’onda della luce. Lo strumento è dotato inoltre di un’uni-
Ma Leonardo ha realizzato anche un altro importante com- tà di scansione, cioè uno specchio rotante che può essere coman-
ponente della strumentazione di JUICE: la testa ottica di MAJIS, dato in velocità e accelerazione in modo da compensare il veloce
acronimo di Moons And Jupiter Imaging Spectrometer. «MAJIS è moto della sonda JUICE rispetto al pianeta Giove e ancora più ri-
uno spettrometro a immagini, o imager iperspettrale», spiega Le- spetto alle sue piccole lune durante i fly–by».
onardo Tommasi, responsabile dell’ingegneria di MAJIS per Leo- Lo strumento è progettato sia per l’osservazione dell’atmosfe-
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Arte planetaria
Cittadini dediti alla scienza amatoriale mescolano ricerca e creatività
usando i dati di una fotocamera dedicata a loro sulla sonda NASA Juno
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Le tempeste di
Giove ricordano
la Notte stellata di
Vincent van Gogh
in un’immagine
elaborata.
La colorazione
e gli effetti applicati
mettono in
evidenza i cicloni
al Polo Nord
di Giove.
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Un montaggio
mostra i volti
cangianti
nel tempo
dell’atmosfera
di Giove.
Animali
che ridono
Da quando si è appurato che la nostra specie non è l’unica a ridere,
etologi, primatologi e neuroscienziati hanno unito le forze per rivelare i
meccanismi e le funzioni della risata, smontando due millenni di teorie
idere è la cosa che facciamo più spesso nell’arco delle nostre giornate, ma
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Fausto Caruana è neuroscienziato all’Istituto di neuroscienze del CNR di Parma; Elisabetta Palagi è etologa
all’Università di Pisa; Frans de Waal è primatologo alla Emory University di Atlanta, negli Stati Uniti.
psicologo statunitense Robert Provine, massimo esperto su que- logica. Il primo frutto di questa collaborazione è il volume collet-
sto tema, ha spesso lamentato che i filosofi hanno formulato le lo- taneo Cracking the laugh code: laughter through the lens of biology,
ro teorie standosene saldamente seduti in poltrona, e senza alcun psychology and neuroscience, recentemente pubblicato a cura dei
dato empirico sotto mano. Bisogna invece abbandonare la pista tre autori da «Philosophical Transactions of the Royal Society» (la
dei filosofi e assumere i panni dell’etologo, studiando cioè il riso prestigiosa rivista della Royal Society di Londra), al quale hanno
così come emerge in natura. Cosa che disvelerà un primo indizio contribuito oltre 70 esperti di molteplici discipline scientifiche.
prezioso: il riso è, prima di tutto, una vocalizzazione sociale che In quete pagine cerchiamo di riassumere i punti cardine di que-
emerge in contesti non umoristici. sta nuova visione.
Il secondo errore riguarda l’assunzione che solo l’uomo ride,
un’idea divenuta popolare già al tempo di Aristotele e sostanzial- La risata dei ratti
mente mai messa in discussione. Una rara eccezione fu Charles Alla fine degli anni novanta Jaak Panksepp e Jeffrey Burgdorf
Darwin, il quale alla fine del XIX secolo sosteneva che «possiamo descrivono nei ratti un tipo di vocalizzazione molto rapida, basata
confidare nel fatto che la risata, come segnale di piacere o di gio- su ultrasuoni emessi a 50 chilohertz, prodotta sia durante il gio-
ia, fosse praticata dai nostri progenitori già molto prima che me- co sociale sia durante la stimolazione tattile applicata sulla pancia
ritassero di essere chiamati umani». Ma come sempre Darwin (un vero e proprio solletico). Esattamente come avviene per la ri-
era in anticipo sui tempi, e dovette passare circa un secolo pri- sata umana, notano che queste vocalizzazioni sono più frequenti
ma che questa idea venisse presa sul serio. Ancora negli anni qua- nei giovani, e sono più frequenti in condizioni sociali favorevoli,
ranta, infatti, il padre dell’antropologia filosofica tedesca Helmut mentre scompaiono durante situazioni stressanti come l’espo-
Plessner scriveva le seguenti righe: «Il principio secondo cui solo sizione all’odore di gatto o l’accensione di luci fastidiose. Poiché
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l’uomo dispone del riso, e non invece l’animale, non è un’ipotesi queste vocalizzazioni sono sostanzialmente differenti da quelle
che potrebbe un giorno essere confutata, ma una certezza». prodotte in condizioni di paura o di stress, ne concludono che le
Con buona pace dei filosofi, però, a partire dal XX secolo la vi- vocalizzazioni a 50 chilohertz rappresentano l’omologo, o quan-
sione humor-centrica e quella antropocentrica del riso hanno ini- tomeno l’analogo, del riso umano, ipotizzando che il riso murino
ziato a scricchiolare, grazie al lavoro
di etologi e neuroscienziati che hanno
sviluppato una nuova «neuroetologia Con buona pace dei filosofi, dal XX secolo
del riso», mettendo in luce come le teo-
rie discusse fino a oggi non facciano al- la visione humor-centrica e quella antropocentrica
tro che toccare la punta di un enorme
iceberg.
del riso hanno iniziato a scricchiolare
I due scienziati che hanno contribui-
to più di ogni altro a combattere queste
assunzioni sono stati il neuroscienziato estone Jaak Panksepp e lo possa aprire la strada allo studio etologico e a quello neuroscienti-
psicologo statunitense Robert Provine. Il primo, descrivendo per fico delle emozioni positive negli altri animali e negli umani. E co-
la prima volta nei ratti un comportamento paragonabile al riso, al- sì infatti è stato.
la fine degli anni novanta ha aperto la strada allo studio compara- L’ipotesi di un riso murino suggerisce omologie profonde tra i
to del riso animale, mostrandone sia la continuità funzionale con meccanismi socio-emozionali umani e quelli animali, soprattutto
quello umano sia quella relativa ai substrati neurali. Il secondo in- per quel che riguarda i centri sottocorticali, cioè quei centri pre-
vece – applicando il metodo dell’etologia allo studio della risata senti al di sotto della corteccia cerebrale e che, secondo alcune
umana e di altri primati – ha messo in luce il ruolo essenzialmen- influenti teorie dell’evoluzione dell’encefalo, sono rimasti mag-
te comunicativo e affiliativo di questa vocalizzazione, e la sua in- giormente conservati nel corso dell’evoluzione – e quindi più si-
dipendenza dallo humor. mili nei roditori a quelli umani – di quanto non sia avvenuto con
Grazie al loro lavoro, oggi le tre teorie filosofiche possono la corteccia cerebrale, più profondamente modificata.
quindi essere affiancate da un nuovo approccio neuroetologico, E infatti proprio un centro sottocorticale – il nucleo accum-
naturalistico ed evoluzionista, fondato sull’idea che la funzione bens (NAcc) – sembra avere un ruolo fondamentale nel facilitare
primaria della risata umana – nonché di comportamenti anima- il riso in entrambe le specie. Il NAcc appartiene al «sistema do-
li omologhi (tratti evolutivamente condivisi) od omoplasici (tratti paminergico della ricompensa» ed è coinvolto nel rinforzo posi-
con funzione simile ma evolutivamente indipendenti) – sia quel- tivo, ovvero quel tipo di rinforzo che contribuisce al ripetersi di
la di creare legami affiliativi e promuovere l’interazione e il lega- un comportamento piacevole, dipendenze incluse. Nel ratto, l’i-
me sociale. niezione nel NAcc di amfetamina – un agonista della dopamina –
È proprio questo nuovo orizzonte che ci ha portato a unire le aumenta l’emissione di queste vocalizzazioni a valenza positiva.
nostre competenze – Elisabetta Palagi etologa all’Università di Pi- Negli umani, la stimolazione elettrica della stessa struttura (ese-
sa, Frans de Waal primatologo alla Emory University di Atlanta, guita su pazienti chirurgici per ragioni cliniche) innesca emozio-
e Fausto Caruana neuroscienziato all’Istituto di neuroscienze del ni positive, fino a indurre vere e proprie esplosioni di risate. Sem-
CNR di Parma – per fare il punto su questa nuova svolta neuroeto- pre nella nostra specie, una ricerca di neuroimmagini condotta
nel 2019 da Elise Wattendorf all’Università di Friburgo, in Sviz- Proprio perché basato sulla stimolazione tattile, tuttavia, il groo-
zera, ha dimostrato che questo nucleo si attiva quando qualcuno ming è un ottimo mezzo per favorire legami sociali, ma solo tra
sta per farci il solletico, il che suggerisce che il nucleo contribui- pochi individui alla volta e dedicandoci molto tempo. Questo po-
sca all’anticipazione della ricompensa, influenzando rapidamen- ne inevitabilmente un limite massimo al numero di individui con
te la circuiteria coinvolta nell’elaborazione emotiva ancor prima cui stringere legami sociali in un certo tempo. Secondo Dunbar il
che qualcuno ci tocchi. riso ha permesso di aggirare questo vincolo. Il riso infatti sfrutta
Tanto il riso umano quanto quello animale, insomma, attiva- i canali uditivo e visivo anziché quello tattile, permettendoci co-
no i sistemi di rilascio della dopamina, del piacere e del rinforzo sì di fare «grooming a distanza» molto rapidamente e con tanti in-
positivo, e lo fanno prevalentemente durante contesti di gioco e dividui in contemporanea. Negli animali non umani le espressio-
di interazione positiva tra individui, e questo porta a consolida- ni di gioco e le vocalizzazioni possono svolgere lo stesso compito.
re i legami interindividuali. Questa idea sembra rappresentare Infatti le sessioni di gioco libero spesso coinvolgono molti sogget-
una valida alternativa alle tre teorie filosofiche dello humor, can- ti (sessioni poliadiche), che talvolta entrano nella sessione a turno
didandosi a essere una nuova alternativa naturalistica ed evoluti- (secondo regole ancora tutte da studiare!), e altre volte formano
vamente valida. veri e propri gruppi. Osservazioni recenti indicano che durante il
gioco poliadico la componente acustica si aggiunge più spesso a
Il grooming a distanza quella visiva, in modo da amplificare il segnale e raggiungere tut-
Secondo l’antropologo e psicologo britannico Robin Dunbar, il ti i giocatori coinvolti. Resta da dimostrare se la «risata» sia capace
riso rappresenta un meccanismo di facilitazione dei legami socia- di motivare altri soggetti a buttarsi nella mischia.
li a metà strada tra quelli tipicamente umani e dipendenti da cul- Di recente il gruppo di neuroscienziati di Lauri Nummenmaa,
tura e linguaggio (cantare e ballare a un concerto, andare a una all’Università di Turku, in Finlandia, ha portato acqua al mulino
cena o guardare un film insieme) e quelli più ancestrali, come il di questa affascinante ipotesi, dimostrando che – proprio come
grooming dei primati. Il grooming – quella procedura di pulizia avviene con il grooming e con le carezze – il riso sociale nella no-
del mantello fatta tra conspecifici – attiva, in chi lo riceve, un tipo stra specie aumenta il rilascio di oppioidi in una serie di regioni
di meccanorecettori responsivi alla stimolazione leggera e lenta cerebrali che includono la corteccia cingolata anteriore (la cui sti-
Illustrazione di Fosca Mastrandrea
della pelle, che a loro volta attivano neuroni C-tattili (CT) a condu- molazione elettrica, come vedremo fra poco, è in grado di evoca-
zione lenta, non mielinizzati, che sono collegati a una regione del re fragorose risate). Ridere con qualcuno, insomma, fa da rinfor-
cervello emozionale, l’insula, anziché alla corteccia somatosenso- zo positivo, attivando il sistema degli oppioidi in modo da indurci
riale tattile. Tramite l’insula, questo stimolo attiva il sistema de- a cercare di nuovo quella persona. Ecco dunque il segreto del ri-
gli oppioidi, provocando un senso di piacere, calma, rilassamen- so. Ma non siamo tutti uguali: la densità di recettori +-oppioi-
to, che ha un effetto analgesico e che induce un senso di vicinanza di (MOR) in quest’area correla con la propensione individuale al
emotiva tra chi riceve e chi pratica il grooming. ridere. Detto altrimenti: chi ne ha di più, ride di più.
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Il cervello che ride (o che finge di farlo)
La risata può scaturire dall’attività di due
pre-SMA
reti cerebrali: quella emozionale (in rosso) e
quella volontaria (in blu).
La corteccia cingolata anteriore (ACC), il
polo temporale (TP) e il nucleo accumbens
(NAcc) controllano la risata emozionale, ACC
Area motoria
che dà piacere e induce effetti positivi primaria
tramite il rilascio di oppioidi, attivando il
sistema della ricompensa e facilitando NAcc
così i legami sociali. FO
L’area motoria pre-supplementare (pre-
SMA) e l’opercolo frontale (FO), che fanno
parte del sistema motorio volontario, sono
TP
coinvolte nel controllo volontario del riso,
che nelle occasioni sociali quotidiane
possiamo sopprimere, amplificare o
simulare per motivi strategici.
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Un primo network – costituito dalle regioni ACC, TP e dal nu- Ridere come parlare
cleo accumbens (NAcc, quello studiato da Panksepp) – controlla Ammettiamo pure che l’origine evolutiva del riso sia quella di
la risata emozionale, inducendo effetti positivi tramite il rilascio stabilire legami sociali e facilitare le interazioni di gioco, così co-
di oppioidi, attivando il sistema della ricompensa e facilitando co- me avviene nei primati e addirittura nei ratti. Ci si potrebbe por-
sì i legami sociali e il «grooming a distanza». È insomma la base re la seguente domanda: siamo sicuri però che nell’uomo l’entrata
neurale del riso di cui abbiamo parlato finora. in scena del linguaggio verbale non abbia rivoluzionato le funzio-
Un secondo network è invece costituito dalle regioni pre-SMA ni di questa vocalizzazione, e che dunque lo studio di come il riso
e FO, che fanno parte del sistema motorio volontario, e che infat- umano emerge durante una conversazione non ristabilisca il tra-
ti sono coinvolte nel controllo volontario del riso, e verosimilmen- dizionale legame tra riso e humor?
te negli altri «usi strategici» di questo comportamento. Nella vita Per molti anni Robert Provine ha condotto veri e propri studi
quotidiana capita spesso di dover sopprimere, o amplificare, una sul campo analizzando come emerge il riso durante le reali inte-
risata spontanea, e lo possiamo fare proprio grazie all’intervento razioni sociali, disinnescando questa obiezione. I suoi studi dimo-
di un controllo motorio volontario sulle aree emozionali. strano che solo il 10-20 per cento delle frasi seguite da una bella
Se nella vita di tutti i giorni questi due sistemi interagiscono tra risata sono a contenuto umoristico, e che addirittura ride più chi
loro, esistono però condizioni neurologiche che possono ledere parla di chi ascolta. Il riso segue poi complesse gerarchie sociali in
uno dei due risparmiando l’altro. Da un lato, le lesioni del siste- cui contano più il sesso e lo status sociale degli interlocutori che
ma motorio possono provocare una paresi facciale che impedisce non il contenuto della conversazione.
di inscenare una risata a comando al paziente il quale, se indot- Oggi esistono studi di analisi della conversazione che indaga-
to a ridere spontaneamente, potrà tuttavia scoppiare in una risata no come il riso impatta nella durata e nel cambio di turno duran-
genuina. Viceversa, alcune malattie degenerative possono provo- te banali conversazioni quotidiane o durante conversazioni par-
care l’effetto opposto: il paziente può perdere la sua risata emo- ticolari, come un’intervista lavorativa, un’intervista giornalistica,
zionale, ma potrà continuare a simularla volontariamente. Il che o un esame medico, e tutto va in un’unica direzione: anche dopo
implica anche che potrà continuare a inscenare risate false e op- l’entrata in scena del linguaggio, sembra che l’elemento crucia-
portunistiche. le resti la comunicazione tra individui. Insomma, la risata come
Ma c’è un fatto curioso. A differenza dei centri emozionali – «punteggiatura».
che controllano tutta la muscolatura facciale coinvolta nel riso – A sostegno dell’ipotesi della punteggiatura si collocano i dati
i centri motori sono in grado di controllare per lo più la muscola- relativi alle espressioni di gioco e vocalizzazioni degli animali non
tura della parte inferiore del volto, ma meno quella superiore, che umani durante le loro interazioni ludiche, vere e proprie «conver-
è più difficilmente sotto il controllo volontario. Di conseguenza sazioni corporee». Nel gioco di lotta, dove si alternano diversi mo-
secondo alcuni psicologi – tra cui Paul Ekman, divenuto celebre duli comportamentali sia «offensivi» (come mordicchiare, spinge-
Immagini di Frans de Waal (2)
come consulente scientifico della serie televisiva Lie to Me, a lui re, saltare sopra un compagno) sia «difensivi» (fuggire, schivare il
ispirata – è possibile distinguere una risata genuina da una falsa colpo), la possibilità di fraintendimento tra i due giocatori è mol-
proprio prestando attenzione alla muscolatura facciale superiore, to alta. Quando gli individui non sono abili nel comunicare le lo-
e in particolare a quella responsabile della grinza che si forma ai ro intenzioni (cosa abbastanza frequente fra i giovani) la sessione
lati degli occhi quando ridiamo, e che è più difficilmente control- di gioco può degenerare e qualcuno può farsi male. Ma giocare è
labile durante una risata falsa. importante! Il gioco affina le capacità motorie e cognitive, incre-
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LA FISICA Chien-Shiung Wu nel suo laboratorio
alla Columbia University nel 1978.
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Michelle Frank è divulgatrice scientifica e poetessa del CUNY
Graduate Center. I suoi lavori hanno ricevuto il sostegno dei seguenti
organismi: Consortium for History of Science, Technology, and
Medicine; Friends of the Center for History of Physics at the American
Institute of Physics; American Physical Society; Sundog Poetry Center.
FISICA SPERIMENTALE
Una variabile
nascosta dietro
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l’entanglement
La storia poco conosciuta delle origini della ricerca scientifica
che nel 2022 è stata premiata con il Nobel per la fisica
di Michelle Frank
americano dell’ateneo ad aiutare con il trasporto. partono in direzioni opposte. Pochi anni prima John Wheeler ave-
Il campo magnetico prodotto da un ciclotrone fa accelerare va teorizzato che i fotoni rilasciati in un incontro tra materia e anti-
le particelle fino a velocità vertiginose. In quel laboratorio, Wu e materia avrebbero dovuto essere polarizzati ortogonalmente. Wu
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e Shaknov stavano cercando una prova conclusiva per questa teo-
ria di Wheeler, detta processo di produzione di coppie.
Non erano i primi a tentare. Gli esperimenti di un preceden-
te gruppo di ricerca avevano un margine di errore troppo am-
pio, perciò i risultati non erano sufficientemente affidabili. Un se-
condo gruppo di ricerca aveva ottenuto risultati troppo bassi, che
quindi non corrispondevano alle previsioni di Wheeler. Però Wu
era conosciuta per la sua estrema precisione e per il modo stra-
tegico con cui progettava gli esperimenti. Un anno prima aveva
confermato la teoria del decadimento beta di Enrico Fermi dopo
più di un decennio di tentativi altrui.
Wu e Shaknov raccolsero l’isotopo di rame in una minuscola
capsula di appena 8 millimetri e aspettarono gli scontri tra elet-
troni e positroni all’interno del macchinario. Poi tracciarono la ra-
diazione della conseguente annichilazione fino ai confini estremi
dell’esperimento, usando due tubi fotomoltiplicatori, cristalli di
antracene e un rivelatore a scintillazione come rilevatore di rag-
gi gamma.
Alla fine riuscirono a raccogliere una quantità di dati signifi-
cativamente superiore rispetto ai loro predecessori e notarono
qualcosa di stupefacente. Le prove raccolte indicavano che i foto-
ni di una coppia emersa da una collisione tra particelle rimaneva-
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portavano nomi che ricordavano profumi delicati o splendidi fio- 20 migliori università degli Stati Uniti contava una donna nel cor-
ri, il nome scelto da Zhong-Yi per la figlia si traduceva come «eroe po docente della facoltà di fisica.
risoluto». La discriminazione di genere non era l’unico ostacolo che Wu
Chien-Shiung crebbe tra le correnti incrociate del nazionali- doveva affrontare. Un anno dopo il suo arrivo negli Stati Uniti, l’e-
Entanglement
L’entanglement permette a due particelle in sovrapposizione di formare glement, Mao Zedong aveva ormai stabilito il comunismo nella
un collegamento immediato, in modo che qualsiasi azione effettuata Repubblica Popolare Cinese, mentre negli Stati Uniti era in cre-
su una di loro (per esempio la misurazione di una parte di una coppia scita il maccartismo, per cui tornare nel suo paese d’origine era
in entanglement) influisce su entrambe, anche se si trovano a grande praticamente impossibile. Wu non vide mai più la sua famiglia.
distanza tra loro. Nell’immagine in basso, le particelle entangled partono
da uno stato di sovrapposizione tra gli stati di spin su e spin giù. Quando
entanglement spunta dai rami più rigorosi della ma-
una misurazione esterna su una delle due particelle le costringe a
«scegliere» un singolo stato, le due particelle scelgono sempre due stati
coordinati tra loro. L’esperimento di Wu nel 1949 offrì una prima prova
dell’entanglement: i fotoni di una coppia emersa da una collisione tra
L’ tematica e della fisica, però ha un fascino poetico. Ab-
ner Shimony, fisico e filosofo, l’ha definito «passione a
distanza». L’entanglement propone l’idea folle che quando certe
particelle rimanevano sempre polarizzati ad angolo retto l’uno rispetto particelle o certi sistemi interagiscono tra loro, poi non si posso-
all’altro, anche se erano lontani l’uno dall’altro. I risultati osservati da Wu no più descrivere in modo indipendente l’uno dall’altro. Non im-
dipendevano dalla natura correlata dei fotoni nel suo esperimento. porta quanto i due elementi entangled siano distanti tra loro: ciò
che accade a uno influisce all’istante anche sull’altro, come dimo-
strato ormai da decenni di prove. Le caratteristiche delle particel-
le entangled sono correlate, senza alcuna comunicazione appa-
rente e a qualsiasi distanza. Di più, sembra che ciascun elemento
della coppia di particelle entangled sia privo di un insieme com-
pleto di proprietà definite fino al momento in cui uno dei due vie-
ne misurato. A quel punto, immediatamente, la coppia di parti-
celle entangled si trova sincronizzata, anche se le due particelle
sono ormai a intere galassie di distanza. È l’esempio perfetto di
amore impossibile.
Per capire fino in fondo la stranezza dell’entanglement, è uti-
le ricordare che quando i fisici quantistici iniziarono a tentare di
quantificare la posizione e il moto delle particelle subatomiche
era impossibile fissarle. A volte le particelle sembravano localiz-
zate e distinte, altre volte esibivano un comportamento vago e
ondulatorio, con effetti che si esercitavano su uno spazio fisico di
dimensioni molto ampie rispetto alla loro grandezza naturale. In
alcuni casi i ricercatori sperimentali del primo XX secolo non riu-
Grafica di Federica Fragapane
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Wu con alcuni
strumenti scientifici
industriali nel 1963.
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steriosi risultati sperimentali della fisica quantistica. Per Bohr, un L’esperimento in questione, afferma Indianara Silva, professo-
modo di considerare tutta quella situazione confusa consisteva ressa di scienze fisiche e storia all’Universidade Estadual de Fei-
nel presumere che alcuni aspetti osservati, per esempio la «posi- ra de Santana in Brasile, era quello effettuato nel 1949 da Wu e
zione» e la «quantità di moto» di una particella, formassero cop- Shaknov.
pie complementari tra loro; nel mondo subatomico queste carat- Come storica, Indianara Silva è particolarmente attenta alle
teristiche complementari non si sarebbero potute percepire o storie mancanti delle donne nella scienza. Quando nel 1949 Wu
misurare in modo preciso simultaneamente e forse neanche esi- e Shaknov fecero la prima misurazione precisa della produzio-
stevano fino al momento della misurazione. Però le cose si com- ne di coppie di Wheeler, spiega la docente, furono i primi a do-
plicarono quando i calcoli matematici della meccanica quantisti- cumentare l’entanglement tra fotoni, in un lavoro che avrebbe
ca indicarono che la misurazione di una particella potesse influire ispirato decenni di ricerche successive sui fondamenti della fisica
all’istante sullo stato di un’altra particella molto lontana dalla pri- quantistica. Silva ha identificato una serie di pubblicazioni di al-
ma. La cosa sembrava particolarmente assurda se le due particelle tri fisici e storici che hanno riconosciuto l’osservazione dei fotoni
non avevano caratteristiche misurabili fino al momento in cui, in entangled fatta da Wu nel 1949, partendo da Bohm nel 1957 e con-
qualche modo, si collegavano tra loro telepaticamente. tinuando fino a Zeilinger, uno dei premi Nobel del 2022, che nel
Nel 1935 Einstein, Boris Podolsky e Nathan Rosen cercarono di 1999 scrisse che «un precedente esperimento di Wu e Shaknov
trovare falle nella meccanica quantistica sottolineando quanto i (1950) aveva dimostrato l’esistenza di stati entangled separati nel-
suoi principi sembrassero un controsenso. Il famoso paradosso di lo spazio».
Einstein-Podolsky-Rosen («paradosso EPR») puntava il dito diret- Bohm aveva buone ragioni per fidarsi dei risultati di Wu. Ave-
tamente contro l’entanglement e sosteneva che ci dovesse essere va qualche anno meno di lei e i due erano stati studenti di dottora-
una spiegazione migliore per il modo in cui una particella entan- to insieme a Berkeley. Entrambi avevano studiato con Oppenhei-
gled influiva sull’altra particella a una velocità superiore a quella mer e lavorato nel prestigioso laboratorio sulle radiazioni di E.O.
della luce. Einstein descrisse sarcasticamente il fenomeno come Lawrence. Bohm, quindi, conosceva bene l’ottima reputazione di
«una spettrale azione a distanza». Per lui e i suoi coautori, questa Wu e ne riconobbe il lavoro in una nota a piè di pagina nel suo ar-
azione spettrale dimostrava che la teoria quantistica era ancora ticolo del 1957.
incompleta. Silva ha seguito le tracce di come il lavoro sperimenta-
Come Einstein, il fisico David Bohm era convinto che dovesse le di Wu (nel 1949 e poi nel 1971) avrebbe stimolato l’avvio degli
esserci una spiegazione perfettamente ragionevole dell’entangle- esperimenti successivi sull’entanglement e ha pubblicato i suoi
Science History Images/Alamy Stock Photo
ment. Magari non riuscivamo ancora a vederla, ma non sarebbe risultati nel 2022 in The Oxford Handbook of the History of Quan-
stata una spiegazione così spettrale. Poteva dipendere da variabi- tum Interpretation. La storica sottolinea come l’articolo di Bohm
li nascoste, e la fisica doveva semplicemente darsi da fare per sco- sulle variabili nascoste avrebbe ispirato John Bell, il quale pro-
prirle. Nel 1957 Bohm e il suo studente di dottorato Yakir Aharo- pose che si potesse prevedere e contare il numero di coinciden-
nov scrissero che la ricerca sui fotoni avrebbe potuto sfruttare il ze quantistiche tra particelle. Nel 1964, su una rivista poco no-
famoso paradosso EPR per rivelare queste variabili nascoste. «È ta dal titolo «Physics, Physique, Fizika», Bell discusse l’articolo di
stato condotto un esperimento che, come vedremo, mette essen- Bohm del 1957 (che menzionava l’esperimento di Wu) e lanciò la
zialmente alla prova proprio questo punto, ma in modo meno di- sua nuova teoria. Pochi anni più tardi, alla Columbia University,
retto», scrisse Bohm. il giovane Clauser avrebbe trovato in biblioteca «il teorema di
Bell»: quella teoria lo avrebbe spinto a progettare un nuovo uando fu pubblicato l’articolo di Bohm sulle variabili na-
esperimento con il quale sperava di poter confermare l’idea di
Bell e dimostrare che le variabili nascoste erano reali.
È interessante notare che la lettera di Wu e Shaknov pubblica-
Q scoste, ormai molte cose erano cambiate nella vita di Wu.
La ricercatrice si era sposata e si era trasferita sulla co-
sta orientale degli Stati Uniti. Aveva rotto il soffitto di cristallo a
ta su «Physical Review» nel 1950 parlava della produzione di cop- Princeton, aveva avuto un figlio e ottenuto la cittadinanza statu-
pie di Wheeler, ma non menzionava l’entanglement. Nel 2012 il nitense. Faceva parte del corpo docente stabile della Columbia
fisico F.J. Duarte definì la produzione di coppie di Wheeler «l’es- University, anche se non aveva ancora ottenuto il grado di pro-
senza dell’entanglement». Anche altri fisici, nonché storici come fessore ordinario.
Silva, hanno notato il collegamento. Allora perché Wu non men- Nel 1956 T.D. Lee, collega di Wu alla Columbia, si rivolse a lei
zionò l’entanglement quantistico nella lettera del 1950? per chiederle consiglio su una questione strana. Assieme a un al-
È possibile che Wu esitasse a menzionare eventuali prove tro ricercatore con cui collaborava, Chen Ning Yang, Lee si chie-
dell’entanglement perché durante tutti gli anni cinquanta e ses- deva se alcune delle particelle più piccole dell’universo potessero
santa questo tipo di lavoro sui fondamenti della fisica quantistica andare contro quello che ci si aspettava secondo le teorie conso-
era stigmatizzato come scienza spazzatura. All’epoca, spiega David lidate. Per tutta risposta, Wu diresse Lee verso un corpus di ricer-
Kaiser, professore di fisica e storia della scienza al Massachusetts ca e descrisse alcuni possibili esperimenti per affrontare le que-
Institute of Technology, l’idea di usare un esperimento per com- stioni poste.
Grafica di Federica Fragapane
provare o confutare le teorie di fisica quantistica o per cercare Yang e Lee non erano assolutamente i candidati più adatti a
variabili locali nascoste «non passava neanche per la mente» al- mettere in pratica i suggerimenti di Wu. Entrambi erano teori-
la maggior parte dei fisici. Spesso i ricercatori che si dedicavano ci, non fisici sperimentali come Wu. In un racconto orale raccol-
a esplorare questioni legate all’entanglement camuffavano que- to dalla Simons Foundation mezzo secolo più tardi, Yang avreb-
sto tipo di ricerca, perché le ripercussioni negative a cui potevano be confessato che nel 1956 né lui né Lee credevano sinceramente
andare incontro avrebbero potuto mettere fine anche alla carrie- che l’ipotesi potesse reggere. In realtà da decenni i fisici davano
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Wu a un convegno sulla fisica
delle particelle in Israele nel 1967
(seduta in prima fila).
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radioattivo esibisse una preferenza per la «destra» o la «sinistra». lavoro è rilevante per la fisica delle particelle e che sono ampia-
mente considerate meritevoli del Nobel,
ma che non l’hanno ricevuto, in alcuni casi
Il fatto che la legge della fisica confutata nonostante il premio sia stato riconosciuto
ai loro colleghi maschi», si legge nella lette-
da Wu si chiamasse principio di parità ra. Il nome di Wu è il primo della lista.
Dopo aver confutato il principio di pari-
non poteva essere più azzeccato tà, Wu fu la prima donna a ricevere il pre-
mio Comstock della National Academy of
Sciences; la prima presidente donna dell’A-
Wu si avvalse della collaborazione del National Bureau of Stan- merican Physical Society; la prima fisica a ricevere il premio Wolf;
dards (NBS, oggi chiamato NIST) di Washington, perché al con- e la prima fisica vivente a cui è stato intitolato un asteroide. Il suo
trario di molti altri laboratori disponeva della tecnologia e dell’e- lavoro ha aperto le porte dell’insegnamento universitario alle
sperienza necessarie per lavorare a temperature vicine allo zero donne e agli scienziati di colore nel mondo occidentale. In Cina è
assoluto. Per mesi Wu fece avanti e indietro tra New York e Wa- letteralmente venerata. Nel 2021 lo U.S. Postal Service ha emesso
shington per supervisionare il lavoro degli studenti di dottorato a un francobollo Forever [commemorativo, NdR] con il suo ritratto.
supporto dell’esperimento. Oggi il suo esperimento sulla parità è riconosciuto come un pri-
A gennaio 1957, in stretta collaborazione con Yang e Lee, Wu e mo passo sul percorso che avrebbe portato al modello standard
i suoi colleghi dell’NBS fecero una scoperta sorprendente: le par- della fisica delle particelle e indica possibili risposte alla domanda
ticelle generate dal decadimento beta erano leggermente «vira- sul perché nel nostro universo esista la materia.
te a sinistra», non simmetriche come presupponeva tutta la ricer- Il lavoro di Wu sull’entanglement, invece, è rimasto nell’oscu-
ca in fisica. Non appena fu annunciato questo risultato, Yang, Lee rità. A volte, esaminando una parte di un sistema iniziamo a per-
e Wu, assieme ad altri fisici sperimentali che seguivano il lavoro, cepire un legame correlato, a distanza. Il premio Nobel per la fisi-
si ritrovarono lanciati in una serie di conferenze in tutto il paese, ca 2022 ha celebrato una serie di esperimenti collegati tra loro ed
per gentile concessione di AIP Emilio Segrè Visual Archives
mentre i loro nomi e le loro fotografie comparivano sulle coper- effettuati a grande distanza l’uno dall’altro. Wu non avrebbe potu-
tine della stampa popolare. Al congresso annuale della Ameri- to ricevere il premio Nobel perché è morta, ma finalmente le sue
can Physical Society al New York Hotel, presentarono i risultati in prime ricerche iniziano a emergere come componente crucia-
quello che il «New Yorker» definì «il salone più grande […] occu- le della storia dell’entanglement, soprattutto grazie a storici co-
American Association of Physics Teachers;
pato da una folla così immensa che poco ci mancava che qualcuno me Silva. Magari al pubblico piace di più la storia dell’eroe o il mi-
stesse appeso ai lampadari». to del genio solitario, ma se guardiamo meglio ci accorgiamo che
Nell’ottobre dello stesso anno, Yang e Lee furono i primi due si- la scienza più straordinaria, come l’entanglement stesso, dipende
noamericani a ricevere il premio Nobel. Anche se le regole per- fondamentalmente dalle interconnessioni. Q
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INTELLIGENZA ARTIFICIALE
Vaniloqui tra
macchine
Una conversazione
tra un cineasta
e un filosofo, generata
dall’intelligenza
artificiale, mostra
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le spettacolari –
e preoccupanti –
potenzialità
delle tecnologie
di sintesi vocale
di Giacomo Miceli
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Giacomo Miceli è un informatico, programmatore
creativo e imprenditore italo-americano.
Slavoj Žižek*: E dunque, dov’è che tu vedi la possibilità di un fino all’ultimo dettaglio, su qualunque cosa. E continui costantemente
cambiamento radicale oggi? Come valuti la situazione attuale, in termini ad aggiornare le tue conoscenze. Fai costantemente ricerca. E questo
di potenzialità rivoluzionarie? va avanti, avanti, avanti. Fra dieci anni saremo del tutto diversi da come
siamo adesso. E dunque è qui che dobbiamo concentrare le energie. Il
Werner Herzog: Non lo so. Penso che non ci siano vere potenzialità per prossimo stadio dell’evoluzione interiore. È qui.
una rivoluzione. Non nella nostra società, e non nel futuro prevedibile.
Nessuna vera potenzialità. Penso che dovremmo impiegare le nostre Žižek: Dunque secondo te dovremmo organizzare una specie di
energie altrove. Dovremmo lavorare al prossimo stadio dell’evoluzione movimento pro intelligenza artificiale? Che cosa ti piacerebbe ottenere?
umana. Ho tenuto qualche conferenza nella Silicon Valley, e lì
sono convinti che il prossimo passo dell’evoluzione sia rendere Herzog: Non ho un obiettivo chiaro. Ho una specie di sogno. Ma
artificialmente intelligenti gli esseri umani. Lo vedono come inevitabile. allo stesso tempo sono anche profondamente felice. È questo
Naturalmente, la cosa dovrà essere ampiamente discussa e prevenuta che dovrebbero fare il cinema, la letteratura e la musica. Più che
alle Nazioni Unite. Ma sono convinto che il prossimo passo stia lì. Il organizzare un movimento e basta. Solo fare film, solo fare musica.
prossimo passo dell’evoluzione interiore sta lì. Guarda te stesso! Usi Ecco cosa dovremmo fare.
costantemente il telefono cellulare, e sembri una pecora di montagna,
totalmente perduto. Eppure, in un secondo, puoi trovare tutto quanto, Žižek: Cinema, sì. Cinema per le macchine. Sì, grande idea.
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* I due soggetti che conversano sono chatbot, intelligenze artificiali addestrate a imitare il filosofo Žižek e il cineasta Herzog.
A questo punto non sapevo ancora bene che forma avrebbe terica di questi temi, l’ascoltatore può temporaneamente ignora-
preso alla fine il mio progetto; però ero sorpreso da quanto era re le occasionali assurdità generate dal modello. La versione IA
stato facile clonare la voce. Come dicevo, i deepfake sono diventa- di Žižek, per esempio, vede di volta in volta il famoso regista Al-
ti troppo ben fatti, e troppo facili da realizzare. Proprio a gennaio fred Hitchcock come un genio o come un cinico manipolatore; al-
di quest’anno, Microsoft ha annunciato un nuovo strumento per trettanto incoerente è il fatto che, mentre il vero Herzog notoria-
la sintesi vocale denominato VALL-E, che, secondo i ricercatori, mente non sopporta le galline, l’IA che lo imita spesso parla con
è in grado di imitare qualunque voce basandosi su appena tre se- amorevolezza dei polli. Dato che in effetti la filosofia postmoder-
condi di registrazione audio. Stiamo andando incontro a una cri- na può di per sé sembrare confusa e oscura – problema del resto
si di fiducia, e non siamo minimamente preparati ad affrontarla. notato dallo stesso Žižek – la scarsa chiarezza della Conversazione
Per mettere in evidenza la capacità di queste tecnologie di pro- Infinita può essere presa per una profonda ambiguità.
durre disinformazione su larga scala, sono giunto all’idea di rea- Questo probabilmente ha contribuito al successo del proget-
lizzare una conversazione senza fine. Mi servivano soltanto un to. Svariate centinaia di visitatori del sito The Infinite Conversa-
potente modello linguistico – da mettere a punto su testi scritti tion (https://infiniteconversation.com) sono rimasti ad ascoltare
da ciascuno dei due partecipanti – e un semplice programma per la conversazione per più di un’ora, e c’è chi lo ha fatto molto più
controllare il flusso della conversazione, facendolo risultare natu- a lungo. Come dico nel sito, la mia speranza è che i visitatori non
rale e credibile. prendano troppo sul serio ciò che dicono i chatbot; voglio invece
Data una serie di parole, i modelli linguistici prevedono qua- far sì che la gente si renda conto dell’esistenza di questa tecnologia
le sarà la successiva parola della sequenza. Smanettando con uno e delle sue conseguenze. Se una sequela di chiacchiere generate
di questi modelli, è possibile replicare lo stile di conversazione di da IA può sembrare plausibile, figuriamoci quali e quante siano le
una certa persona, a patto di disporre di una grande quantità di possibilità di usare un parlato all’apparenza realistico per rovinare
trascrizioni di ciò che ha detto. Io ho deciso di usare uno dei più la reputazione di un politico, ingannare un imprenditore o sempli-
avanzati modelli disponibili in commercio. Ed è stato allora che cemente distrarre il pubblico con informazioni false o distorte che
ho cominciato a capire che già oggi è possibile generare un dialo- però suonano come un notiziario letto da un essere umano.
go fasullo, con tanto di voci sintetiche, in meno tempo di quel che Un lato positivo però c’è. I visitatori di The Infinite Conversa-
ci vuole per ascoltarlo. Da cui, ovviamente, il nome del mio pro- tion possono unirsi al crescente numero di ascoltatori che dicono
getto: The Infinite Conversation. Dopo un paio di mesi di lavoro, di usare il ronzio tranquillizzante delle voci di Werner Herzog e
nell’ottobre del 2022 l’ho reso pubblico on line. Quest’anno poi la Slavoj Žižek come una sorta di rumore bianco per addormentarsi.
mia conversazione infinita è stata scelta per far parte del Misali- Un uso di questa nuova tecnologia che mi sento di appoggiare. Q
gnment Museum, un’installazione artistica a San Francisco.
Quando tutti i pezzi del progetto sono andati a posto, mi sono
PER APPROFONDIRE
stupito di una cosa a cui inizialmente non avevo pensato. Come i
veri personaggi che imitano, le mie versioni chatbot di Herzog e ChatGPT spiega perché le IA come ChatGPT dovrebbero essere
Žižek parlano spesso di filosofia e di estetica. E data la natura eso- regolamentate. Bushwick S. e Mukerjee M., www.lescienze.it, 9 gennaio 2023.
www.lescienze.it Le Scienze 71
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BIOLOGIA
Piccolo
grande
mistero
I ricercatori si stanno affrettando per scoprire
come le enormi balene che si nutrono filtrando l’acqua
riescano a trovare prede minuscole. La risposta potrebbe
essere fondamentale per salvare le specie in pericolo
di Kate Wong
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Q Copia di 44a51459b9e30982c62bc1505f0b61bd
della Terra, con la missione di abbuffarsi fino a diventare felicemente
grasse. Devono fare scorta di energia, accumulando quasi una tonnella-
ta di grasso alla settimana per poter affrontare il viaggio dal luogo in cui
si nutrono, in zone polari e subpolari, a quello della riproduzione, in ac-
que piacevolmente calde. Potrebbero trovarsi a percorrere migliaia di chilometri nell’arco
di vari mesi e all’arrivo devono essere pronte per riprodursi.
Per un curioso paradosso della natura questi predatori gigan- ha conseguenze importanti per la loro conservazione, soprattutto
teschi, che possono arrivare a 18 metri di lunghezza e 40 tonnel- per una specie detta balena franca nord-atlantica.
late di peso, per accumulare le riserve di grasso si nutrono delle Questo cetaceo scuro e tozzo si nutre dei cosiddetti copepodi –
prede marine più piccole: per esempio il krill, cioè crostacei simi- organismi grandi come chicchi di riso che fanno parte dello zoo-
li a gamberetti che vivono in tutti gli oceani del mondo, ma sono plancton – ed è tristemente noto per essere tra i mammiferi più a
concentrati nelle acque fredde alle latitudini più alte. rischio sulla Terra. All’inizio del XX secolo la caccia commercia-
Sappiamo bene come si nutrono le megattere: filtrano l’acqua le alle balene aveva portato questa specie sull’orlo dell’estinzione.
di mare attraverso i cosiddetti fanoni, cioè lamine di cheratina di- Nel 1935 la Società delle Nazioni vietò di cacciare tutte le balene
sposte lungo la mascella superiore e simili alle setole logore di un franche [specie del genere Eubalaena, N.d.R.], ma – diversamente
vecchio spazzolino da denti. Ogni giorno le megattere divorano da altre specie che erano state decimate dalla caccia – quella nord-
tonnellate di prede minuscole: per trovare una simile quantità di atlantica non è più riuscita a riprendersi. I territori in cui si nutre,
cibo devono cercare aggregati fitti di crostacei. Quando ne trova- al largo delle coste del New England e delle province marittime
no uno, possono adottare una tattica di caccia collaborativa e in- canadesi, coincidono con zone di attività umana intensa. Le col-
gegnosa: nuotano in cerchio e soffiano colonne di bolle, creando lisioni con le navi, la presenza delle reti da pesca e le ripercussio-
una specie di rete in cui imprigionano il krill. Quindi comincia- ni del cambiamento climatico sull’habitat e sulle prede di questa
no a nutrirsi: scattano a bocca spalancata verso le prede così rag- specie hanno avuto conseguenze devastanti.
gruppate, inghiottendo migliaia di litri d’acqua piena di krill nella Stando alle stime più recenti, le balene franche nord-atlantiche
gola scanalata, per poi filtrarla attraverso i fanoni. sono ormai meno di 350 e le femmine in età fertile non arrivano a
Ma pur con tutto quello che hanno scoperto riguardo ai misti- 70. Secondo alcune proiezioni la specie potrebbe estinguersi en-
ceti (un gruppo che comprende per esempio le megattere, le bale- tro una ventina d’anni. Capire come i misticeti cercano le prede
nottere azzurre e quelle comuni e boreali), gli scienziati non san- potrebbe aiutare gli scienziati a prevedere dove si nutriranno e a
no come questi colossi carismatici riescano a trovare il cibo. Gli gestire meglio le attività umane nelle aree dove potrebbero dan-
odontoceti o cetacei dentati – i loro parenti come capodogli, be- neggiare le balene.
luga, delfini e simili – localizzano le prede usando segnali a ul- Tutto questo non riguarda solo un’unica specie di cetacei. Le
Scott Wilson (pagine precedenti)
trasuoni, ma i misticeti non ne sono in grado. Eppure, in qualche balene franche nord-atlantiche e altri misticeti sono per così di-
modo riescono a trovare quelle prede minuscole nel mare infini- re «ingegneri ecosistemici»: si nutrono in acque profonde e poi
to e uniforme. attraverso le feci rilasciano sostanze nutritive vicino alla super-
È un mistero che gli scienziati sono fortemente intenzionati a ficie, sostenendo la crescita di organismi microscopici simili a
risolvere. Un motivo è che costituisce un’enorme lacuna nelle no- piante, il cosiddetto fitoplancton. Questo a sua volta alimenta il
stre conoscenze di base su una specie di alto profilo. Ma ce n’è an- krill, i copepodi e altre minuscole creature alla deriva, dette zoo-
che un altro, più urgente: il modo in cui i misticeti cercano il cibo plancton, di cui si nutrono animali più grandi. Inoltre i tessuti del-
I ricercatori studiano le megattere in Antartide vendo in cambio tre cabine condivise, il vitto e l’uso di due robusti
per scoprire come fanno a trovare il krill. gommoni Zodiac, il gruppo aggiornava regolarmente gli altri pas-
seggeri sulla sua ricerca, dichiarata una spedizione per cittadini
le balene intrappolano enormi quantità di anidride carbonica che scienziati (citizen scientist) dedicata alle balene.
altrimenti potrebbe contribuire al riscaldamento globale: si sti- Il gruppo verificava un’ipotesi sull’alimentazione dei mistice-
ma un valore di 33 tonnellate per un esemplare di dimensioni me- ti, emersa dalle ricerche sugli uccelli marini. A partire dalla metà
die. E le carcasse delle balene finiscono sul fondo marino, dove degli anni novanta Gabrielle Nevitt, dell’Università della Califor-
sostengono intere comunità di organismi abissali – dagli squali di nia a Davis, ha dimostrato che il dimetilsolfuro (DMS), una sostan-
Groenlandia ai solfobatteri – che si sono adattati per ricavarne nu- za emessa quando lo zooplancton si nutre del fitoplancton, attira
trimento e riparo. Dalla salute dei misticeti dipende quella di nu- i procellariformi – un gruppo di uccelli marini carnivori che com-
merose altre specie. prende albatri, petrelli e berte – che quindi attaccano lo zooplan-
Il modo più diretto per capire come un misticeto trovi il cibo cton mentre sta mangiando. È un accordo di aiuto reciproco: atti-
Kate Wong; attività completate/immagine scattata con i permessi Antarctic Conservation
Act ACA2019-018 ed Environmental Protection and Biodiversity Cetacean 2018-0020
consiste nel marcarlo con un dispositivo in grado di registrarne il rando gli uccelli marini con l’odore del DMS, il fitoplancton riesce
comportamento in acqua e osservare l’animale quando si nutre. a difendersi dallo zooplancton. Anche in fondo alla catena alimen-
Con le balene franche nord-atlantiche però non è possibile: sono tare, il nemico del mio nemico è mio amico.
già così stressate dalle attività umane che un contatto diretto ine- La spedizione era diretta da Daniel Zitterbart, un fisico del-
vitabilmente peggiorerebbe la situazione. Per fortuna la balena la Woods Hole Oceanographic Institution che studia il compor-
franca ha parenti molto meno a rischio, come la megattera. E uno tamento e l’ecologia di balene e pinguini con metodi di telerile-
dei luoghi migliori in cui osservarli mentre mangiano è la loro zo- vamento, e da Kylie Owen, dello Swedish Museum of Natural
na di alimentazione nell’estremo sud del mondo. Nel 2020, due History, specialista del comportamento delle balene; i due si chie-
settimane prima che l’Organizzazione mondiale della Sanità di- devano se anche questi cetacei possano essere attirati dal DMS. Se
chiarasse lo stato di pandemia per il COVID-19, mi sono imbarca- così fosse le balene, seguendo questa sostanza nelle acque dove è
ta su una nave diretta in Antartide per seguire un gruppo di ricer- più concentrata, in teoria dovrebbero trovare più krill e altri or-
ca che voleva scoprire come i misticeti trovino da mangiare. Sono ganismi che si nutrono di fitoplancton rispetto a quanti ne trove-
stata ospite della compagnia crocieristica Polar Latitudes per os- rebbero cercandoli a caso. Per scoprirlo Zitterbart e Owen han-
servare uno studio eseguito dai sette scienziati ospitati sulla sua no collaborato con Annette Bombosch (biologa della Woods Hole
imbarcazione da turismo, nonché per illustrare al pubblico l’evo- specializzata in balene), Joseph Warren (ricercatore dell’Universi-
luzione delle balene. tà di Stony Brook esperto di zooplancton), Kei Toda, dell’Univer-
Aggregandosi a una spedizione turistica, il gruppo di ricerca- sità di Kumamoto, in Giappone, inventore di una tecnologia per
tori, provenienti da Stati Uniti, Svezia e Giappone, ha risparmia- misurare il DMS, Kentaro Saeki, all’epoca suo dottorando, e infi-
to le spese esorbitanti del viaggio verso il continente bianco. Rice- ne Alessandro Bocconcelli, oceanografo della Woods Hole che ha
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contribuito a lanciare l’uso di sofisticati sensori digitali per stu- re se c’erano balene nei dintorni e come era il meteo. La giorna-
diare le balene. ta prometteva bene. Nella zona erano state avvistate balene e l’ac-
Il gruppo prevedeva di contrassegnare le megattere con stru- qua era calma: la condizione ideale per recuperare i sensori, che
menti realizzati appositamente, tra cui sensori di pressione, acce- sono programmati per restare su una balena solo per qualche ora,
lerometri, bussole magnetiche e idrofoni per registrarne il com- prima di staccarsi e risalire in superficie.
portamento sott’acqua, oltre a un trasmettitore radio per poter Entro le 6:45 i gommoni erano stati calati in acqua e gli scien-
rintracciare gli animali. I ricercatori erano autorizzati a marca- ziati si preparavano a contrassegnare una balena avvistata nelle
re solo cinque megattere in tutto, e per farlo avevano solo cinque vicinanze. Sul gommone usato a questo scopo, oltre la poppa e la
giorni: sui 12 totali del viaggio, gli altri erano destinati al trasferi- prua si estendeva un’asta in fibra di carbonio lunga sei metri: ser-
mento. Non potevano permettersi molti errori. ve ad attaccare il sensore, dotato di quattro ventose sulla parte po-
steriore, alle megattere ignare quando si trovano entro i 3 metri
alpati il 28 febbraio dal porto di Ushuaia, in Argentina, la di distanza. Bombosch e Bocconcelli hanno attraversato una di-
Canale di Drake, l’effetto soporifero dei farmaci che avevo usa- le megattere solo quando agitano in aria le pinne grandi, solleva-
to per contrastarlo stava svanendo e quindi potevo apprezzare no la coda prima di immergersi in profondità o escono completa-
in pieno la bellezza del paesaggio. Gli iceberg di varie dimensio- mente dall’acqua con un salto spettacolare.
ni – alcune tra le molte forme di ghiac-
cio qui presenti – si univano al mare e
al cielo, mettendo in mostra ogni sfu- Le balene discendono da quadrupedi terrestri
matura di azzurro. Pulcini lanuginosi
di pinguino Papua inseguivano i geni- e passando alla vita acquatica subirono una
tori esausti chiedendo da mangiare. Le
foche mangiagranchi biondo platino si
trasformazione tra le più spettacolari dei vertebrati
rilassavano su sofà di ghiaccio alla de-
riva, crogiolandosi al Sole. Mi lasciavo
inondare dalla bellezza indescrivibile di quel luogo. La mattina Zitterbart ha afferrato l’asta ingombrante per fissare il senso-
del 4 marzo mi sono svegliata all’alba a Paradise Bay, un’insenatu- re ed è rimasto sul chi vive, un piede sulla prua e uno all’interno
ra panoramica dove in passato si ancoravano le baleniere. Dal mio del gommone. Attaccare il sensore è un’operazione problematica.
posto sul galleggiante di uno Zodiac guardavo sorgere il Sole, che Doveva essere posizionato il più in alto possibile sul dorso dell’a-
spuntava da un’apertura nella coltre di nubi per inondare di luce nimale per assicurare un segnale del trasmettitore forte, ma senza
dorata un ghiacciaio lontano. avvicinarsi troppo alla pelle sensibile intorno allo sfiatatoio. Men-
Ormai eravamo nel territorio delle balene: ne incontravamo tre il gommone per la marcatura si avvicinava alle balene, Zitter-
gruppi mentre galleggiavano in superficie come tronchi, liberan- bart ha sollevato l’asta e poi, al momento opportuno, l’ha affonda-
do alti pennacchi di aria umida. Il sibilo bagnato del loro respiro ta proprio con la forza giusta per fissare il sensore in sicurezza a
si mischiava al fragore del distacco del ghiaccio e al rombo del- un animale. La balena è rimasta sorpresa, quindi è scomparsa im-
le valanghe. mergendosi – una reazione tipica – e i ricercatori si sono affrettati
Il giorno prima gli scienziati erano riusciti a marcare la prima a mettere via l’asta e segnare la posizione GPS dell’esemplare con-
megattera. I passeggeri erano entusiasti quando a colazione i ri- trassegnato, preparandosi a monitorarlo. Ormai avevano attacca-
cercatori hanno annunciato la novità, ma purtroppo la balena ha to tre sensori su tre.
dormito per tutta la durata dell’osservazione. Nello stesso giorno, Una volta tornata in superficie la balena marcata, nelle ore
però, gli scienziati ne hanno contrassegnata un’altra che si è di- successive l’avrebbero seguita a vista e con l’aiuto di un ricevi-
mostrata un soggetto più interessante: si è immersa in profondità tore VHF sintonizzato sulla trasmittente del sensore, restando a
diverse volte, fino a quasi 260 metri. Secondo i dati dei sensori, la una distanza di oltre 90 metri per non interferire con le abitudi-
balena faceva proprio quello che i ricercatori volevano vedere: si ni dell’animale. Bisognava recuperare i sensori – che conservano i
nutriva scattando a bocca aperta verso i banchi di prede, inghiot- dati sul comportamento e costano 10.000 dollari ciascuno – quan-
tendole e poi filtrando l’acqua. do, dopo essere stati applicati, si sarebbero staccati automatica-
Quel mattino il gruppo cercava di marcare un terzo esemplare, mente dalle balene al momento programmato. Quindi il gruppo
nella speranza che si comportasse come il secondo. Zitterbart, un doveva solo sperare di scegliere un soggetto collaborativo. «Nel
uomo alto e vivace che pensa e parla a velocità formidabile, dopo migliore dei casi avremmo marcato una balena attiva che non si
essersi alzato alle 5:30 si è diretto sul ponte della nave, per scopri- stava ancora nutrendo, ma si sarebbe allontanata per farlo», ha
I misticeti aspirano quantità enormi di acqua ricca anche la loro evoluzione fu influenzata dal cambiamento dell’am-
di prede, e quindi la filtrano attraverso lamine di cheratina biente. Tutto ebbe inizio intorno a 50 milioni di anni fa, duran-
dette fanoni (in alto). Il krill antartico (in basso) te l’Eocene, in condizioni particolarmente calde. All’epoca il su-
è tra gli alimenti preferiti delle megattere. percontinente meridionale detto Gondwana si stava disgregando
e l’antico mare Tetide andava dall’Oceano Pacifico al Mediterra-
neo. Nelle sue acque calde e poco profonde le balene vissero la
prima fase della propria trasformazione: si adattarono alla vita in
mare. Gli arti anteriori diventarono pinne, il naso si trasformò in
uno sfiatatoio e le orecchie si rimodellarono per sentire sott’ac-
qua. Circa 10 milioni di anni dopo che i loro antenati con la pellic-
cia camminavano a quattro zampe in riva al mare, le balene si era-
no adattate alla vita acquatica in modo così completo che ormai
non potevano più avventurarsi sulla terraferma.
La seconda fase dell’evoluzione delle balene avvenne con il
passaggio a un’epoca glaciale. Quando l’Eocene lasciò il posto
all’Oligocene le forze tettoniche diedero il colpo di grazia al Gon-
dwana, staccando Australia, Sud America e Antartide. Quando la
separazione tra questi continenti si era ormai conclusa, l’Antar-
tide era circondata dalla corrente circumpolare antartica, che la
commentato Owen. In seguito, i ricercatori sul gommone che se- isolava dalle acque più calde e attirava dalle profondità sostanze
guiva le prede avrebbero prelevato campioni d’acqua per vedere nutritive, che sostenevano un’abbondanza di fitoplancton e zoo-
se lungo il percorso della balena le concentrazioni di krill e DMS plancton. Anzi, questa nuova corrente era così ampia e forte da al-
fossero in aumento. Marcando una balena mentre si stava già nu- terare la circolazione, la temperatura e la produttività degli ocea-
Michael S. Nolan/Alamy Stock Photo (in alto);
Justin Hofman/Alamy Stock Photo (in basso)
trendo, non avrebbero avuto una traccia da seguire. Ma le megat- ni in tutto il mondo. Da questo insieme di cambiamenti tettonici,
tere sono animali selvatici e fanno ciò che vogliono. «Deve esserci climatici e oceanici emersero gli antenati dei misticeti moderni.
una convergenza di fattori affinché le cose vadano come vorrem- Al più tardi 35 milioni di anni fa, i primi rappresentanti di questa
mo», ha aggiunto Owen. linea evolutiva solcavano i mari. Nel corso di milioni di anni, i lo-
ro discendenti avrebbero acquisito i fanoni e la mole gigantesca a
isitando l’Antartide si incontrano forze che influiscono cui deve la sua fama questo ramo della famiglia delle balene.
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Le balene franche nord-atlantiche sono in pericolo critico. Con l’uso del dimetilsolfuro i ricercatori sperano di riuscire
a prevedere dove andranno a nutrirsi questi animali: sono informazioni su cui potrebbe basarsi la loro conservazione.
secolo, le baleniere industriali armate di arpioni esplosivi e le na- mentari, che promuove l’olio di krill per il consumo umano data la
vi officina in grado di lavorare le carcasse in mare hanno ucciso sua ricchezza di acidi grassi omega 3, e nell’industria dell’acqua-
oltre 2 milioni di misticeti, portando molte popolazioni sull’orlo coltura, che usa il krill come mangime per i pesci di allevamento.
dell’estinzione e degradandone gli ecosistemi. In seguito al crollo La gestione sostenibile della pesca del krill è una questione con-
di quel settore alcune specie si sono riprese, ma adesso devono af- troversa. Uno studio del 2020 sui suoi predatori, però, ha rilevato
frontare una nuova serie di minacce alla loro esistenza: il riscalda- che, sebbene nelle acque intorno alla Penisola Antartica il krill sia
mento dei mari e la pesca commerciale stanno modificando la di- soggetto a limiti di cattura prudenti – meno dell’1 per cento del-
sponibilità dello zooplancton di cui si nutrono le balene. lo stock nel settore atlantico sud-occidentale dell’Oceano Meri-
Quattro giorni dopo avere osservato il fissaggio dei sensori, ho dionale – in questa regione il numero dei pinguini è in calo, forse
raggiunto Warren, Zitterbart, Saeki e Julien Bonnel della Woods perché le zone che preferiscono sono anche quelle più frequen-
Hole sul gommone che seguiva le prede. La nave doveva fare una tate dai pescherecci. Via via che cambiano la distribuzione e la
deviazione verso la Stazione Frei, una base cilena con una pista biomassa del krill e di altre prede, anche i predatori – comprese le
di atterraggio sull’Isola di Re Giorgio, nelle Shetland Meridiona- balene – devono modificare le proprie abitudini alimentari.
li, per portare un passeggero ferito all’ospedale più vicino in Cile. Mentre lo Zodiac si allontanava lentamente dalla nave da cro-
I ricercatori hanno deciso di sfruttare quella pausa imprevista per ciera, i ricercatori hanno preparato l’attrezzatura. Con un ecome-
mappare le concentrazioni di krill e DMS in una baia poco profon- tro hanno inviato onde sonore in acqua, dove il krill ed eventuali
da nella parte settentrionale dell’isola. altri animali presenti le riflettono, generando sul portatile di War-
Indossavamo giacca, berretto e guanti per difenderci dal fred- ren un’immagine delle creature alla deriva nella colonna d’acqua.
do del mattino, ma solo poche settimane prima in Antartide si era Gli impulsi a frequenza più bassa permettono al trasduttore di
raggiunta la temperatura di 18,3 °C, la più alta mai rilevata. La Pe- «vedere» più in profondità, mentre quelli a frequenza più alta ri-
nisola Antartica, il luogo che avevamo esplorato, è tra le regioni levano obiettivi più piccoli. Il gruppo usa due frequenze, una alta
della Terra che si stanno riscaldando più velocemente. Di conse- e una bassa, per cercare i banchi di minuscoli crostacei, che di so-
guenza sta perdendo molto ghiaccio e per il krill è un problema, lito si trovano nei 200 metri superiori della colonna d’acqua. Fa-
come ha spiegato Warren: il krill giovane si ripara nel ghiaccio ceva da supervisore ai lavori la mascotte del laboratorio di War-
Foto4440/Getty Images
marino invernale, e a quanto pare si nutre di alghe che crescono ren, un maialino di gomma di nome Sir Pings-a-Lot II. «Adesso sì
sotto di esso. che ci divertiamo», ha detto Warren ridendo mentre gettava in ac-
Le temperature in aumento non sono l’unico fattore di stress qua l’ecometro.
per il krill. Da una ventina d’anni la domanda di questi piccoli cro- Rintracciare il krill è meno emozionante che seguire i suoi
stacei è in crescita, soprattutto nel settore degli integratori ali- predatori, ma negli ultimi anni i maggiori progressi sono avvenuti
boravano. Anche se i ricercatori erano riusciti a marcare le cin- centrazioni di DMS. In questo caso, a prescindere dal fatto che le
que balene per le quali erano autorizzati, solo due esemplari si so- balene riescano effettivamente a rilevarlo o invece seguano qual-
no nutriti nel corso del monitoraggio. Gli altri tre hanno dormito che altro indizio collegato al DMS per caso, gli scienziati in teoria
o si sono rilassati vagando nella baia. Secondo Zitterbart, se alle si possono basare sui valori del DMS per prevedere dove e quando
balene non interessava nutrirsi significa che la prossima volta il compariranno le balene.
gruppo dovrà eseguire le ricerche in un altro periodo. «A marzo Attualmente le misure per proteggere le balene franche nord-
[le megattere] sono già così grandi che dormono troppo», ha com- atlantiche includono limiti di velocità stagionali per le navi e siste-
mentato. «È meglio studiarle prima, quando stanno ancora accu- mi di monitoraggio visivo e acustico. Per esempio, dal 1° gennaio
mulando le riserve di grasso e sono più attive». al 15 maggio nella baia di Cape Cod, un territorio importante per
Forse bisogna perfezionare anche le modalità con cui si ana- l’alimentazione delle balene, tutte le imbarcazioni lunghe almeno
lizza l’acqua. Le analisi preliminari dei campioni ottenuti dai ri- una ventina di metri sono soggette a un limite di 10 nodi, per ri-
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Le balenottere azzurre
e altri misticeti sono «ingegneri
ecosistemici»: dalla loro salute
dipende quella di tante altre specie.
PER APPROFONDIRE
La seconda vita delle balene. Little C.T.S., in «Le Scienze» n. 500, aprile 2010.
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Le origini
mitologiche
del cane
Dal guardiano degli inferi all’uomo che sposa una donna-
cane, i miti sulla figura canina sono variegati e diffusi in
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A riprova della forza di questo legame, si è riscontrato che nel Julien D’Huy, antropologo presso il Laboratorio di antropologia sociale del
tempo i livelli di cortisolo del cane (un indicatore dello stress) arri- Collège de France, CNRS, EHESS.
vano a sincronizzarsi con quelli del padrone. Mietje Germonpré, archeozoologa presso l’Istituto reale
La forza del nostro legame affettivo con il cane si traduce nel- di scienze naturali del Belgio.
Charles Stépanoff, antropologo, membro del Laboratorio di antropologia
la nostra capacità di metterlo al lavoro: il cane è infatti l’animale
sociale del Collège de France, CNRS, direttore degli studi presso l’EHESS
domestico a cui abbiamo assegnato il maggior numero di ruoli.
Abbiamo cani da caccia, da trasporto, da guardia, cani accompa-
gnatori, segugi, combattenti, da traino e via dicendo. Un’altra di- L’analisi comparativa dei motivi mitologici che prevedono
mostrazione lampante del nostro attaccamento al cane è il fatto la figura del cane permette di costruire il seguente albero
che, in alcuni popoli autoctoni della Malesia, dell’Australia, del- «filomitologico». I numeri indicano le probabilità che ogni
la Papuasia e delle Americhe, i cuccioli siano allattati dalle donne ramificazione ha di esistere. Questo approccio fa pensare che i miti
per integrarli nel gruppo degli umani. Appare dunque evidente canini discendano con la maggiore probabilità dai miti provenienti
come la dimensione affettiva e non soltanto utilitaristica del rap- dall’Asia nordorientale, regione in cui sarebbe stato addomesticato il
porto tra umani e cani abbia origini primordiali. Al punto da ri- lupo secondo i recenti risultati di studi genetici.
flettersi nei primi racconti riguardanti l’animale?
Ercole e Cerbero. La cattura del mostruoso cane a tre teste che fa la guardia agli inferi è l’ultima delle 12 imprese richieste all’eroe greco secondo il
mito delle 12 fatiche di Eracle, divenuto poi Ercole nella mitologia romana.
sua assenza con lo 0, e ciò consente di creare un «codice mitologi- quel che si sa sulle varie migrazioni umane; e permettono di valu-
co» specifico per ciascuna area. Si ottengono così serie di nume- tare che forma avesse un mito o una tradizione mitologica prima
ri che formano in pratica il «codice mitico» delle versioni dei mi- di ciascuna divergenza principale. Vediamo ora i risultati ottenu-
ti. Queste diverse serie di 0 e di 1 sono quindi confrontate tramite ti dall’applicazione di questo approccio ai miti riguardanti i cani.
programmi statistici presi a prestito dalla filogenetica, ovvero dal-
lo studio dei legami di parentela tra i taxa (gruppi di organismi de- La culla della domesticazione del cane
finiti dai tratti che condividono). Gli algoritmi di questi program- Per cominciare, la struttura e il radicamento dei vari alberi ot-
mi si basano sull’ipotesi che le somiglianze tra i codici successivi tenuti convergono nel raccontare la stessa storia: i primi miti ca-
di una catena evolutiva (genetica, mitica o di altro tipo) siano dovu- nini sarebbero comparsi in Asia centrale o in Asia orientale, per
te a un legame di parentela e non a una creazione spontanea (come poi diffondersi nell’Asia orientale e in America durante il popola-
una mutazione nel caso dei geni, o un’invenzione nel caso dei mi- mento del Nuovo Mondo. Poi, dopo una fase di evoluzione in Asia,
ti). Ciò permette di far emergere nella moltitudine di dati le catene questa mitologia si sarebbe diffusa una seconda volta fino alla zo-
di filiazione che abbiano subito un numero minimo di innovazioni na americana dell’Artico. Gli alberi mostrano inoltre un’espansio-
(mutazioni, invenzioni, prestiti). Si possono così costruire alberi fi- ne precoce della mitologia canina verso l’Eurasia occidentale.
logenetici, ovvero alberi di parentela, fra le tradizioni mitologiche Questi risultati riecheggiano quelli dell’analisi genetica di al-
dei gruppi umani. Al loro interno, i rami più vicini sono quelli che cune popolazioni di cani e di lupi, che porterebbe a collocare l’ori-
condividono il maggior numero di motivi. In questo modo è possi- gine della domesticazione del lupo in Asia. I dati genetici confer-
bile creare un «albero mitologico» del cane basato sull’ipotesi mi- mano anche il secondo arrivo di miti canini in America: i genomi
nima che i miti «vivano» (esistano) abbastanza a lungo da consenti- mitocondriali (la parte di DNA trasmessa soltanto dalle femmine)
re la ricostruzione della loro storia evolutiva. dei cani dell’Artico americano, infatti, sono nettamente diversi da
Rispetto ai metodi classici della mitologia comparata, le rico- quelli di altre razze di cani amerindi.
struzioni filomitologiche presentano molti vantaggi: consentono È significativo notare come l’approccio statistico collochi le ra-
Fototeca Gilardi/AGF
di testarne la solidità, ovvero valutare statisticamente (in termi- dici degli alberi filogenetici dei miti canini in un’area geografica
ni probabilistici) quali parti dei dati sono spiegabili con legami di in cui alcuni motivi mitologici sono condivisi sia dai cani sia dai
parentela tra i miti; permettono di modellizzare i prestiti tra ra- lupi. Un elemento affascinante, in quanto i primi umani ad aver
mi non adiacenti; consentono di confrontare le ricostruzioni con addomesticato dei cani (senza dubbio iniziando con l’appropriar-
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Yuri Berezkin, il mitologo del mondo
Nato nel 1946 a Leningrado (oggi San Pietroburgo), l’archeologo e mi- come alcuni racconti fossero già diffusi nella preistoria. In particolare, al-
tologo Yuri Berezkin guida il Dipartimento delle Americhe del Museo di cune storie dell’emisfero meridionale (come quelle di matriarchia primi-
antropologia ed etnologia Pietro il Grande dell’Accademia delle scienze tiva, per cui le donne possedevano saperi, oggetti o santuari sacri a cui
di Russia (Museo Kunstkamera). Nel 1990, dopo il dottorato di ricerca, oggi non hanno accesso), o alcuni miti sulle origini (come quello per cui
Berezkin ha creato un database on line con circa 70.000 riassunti di te- l’umanità proverrebbe da un mondo sotterraneo), recano tracce della
sti orali da tutto il mondo. Grazie a questo enorme inventario compren- provenienza umana dall’Africa. Yuri Berezkin è inoltre professore al Di-
dente oltre 3000 motivi mitologici da più di 1000 tradizioni, ha illustrato partimento di antropologia dell’Università europea di San Pietroburgo.
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in «Pour la Science» n. 544, pp. 64-70, febbraio 2023; mappa di Yuri Berezkin.
L’archeologo Yuri Berezkin ha stabilito la ripartizione geografica delle famiglie di miti di numerose regioni del mondo (le linee arancioni indicano
si di piccoli di lupo, e poi arrivando a controllare la loro riprodu- cane e la morte appare come un tratto culturale umano estrema-
zione da adulti) sapevano necessariamente di avere a che fare mente antico. Numerosi studi di mitologia comparata ne confer-
con discendenti dei lupi. È quindi logico che cani e lupi abbiano mano l’origine paleolitica: confrontando diversi miti dell’Antico e
in origine una mitologia comune nell’area i cui i lupi sono stati del Nuovo Mondo, Yuri Berezkin è riuscito a dimostrare che i mo-
addomesticati. tivi mitologici amerindi che univano il cane all’oltretomba hanno
Ancora meglio, la struttura degli alberi ha permesso di ri- avuto origine in Eurasia. Il motivo si sarebbe diffuso in America
costruire i motivi dei miti canini che erano diffusi tra gli umani di pari passo con l’animale. Lo studio filomitologico di un corpus
già all’inizio del processo di domesticazione: un uomo sposa una di motivi basato specificamente su questo nesso tra cane e oltre-
donna-cane; alcuni uomini (con testa di) cane sposano donne; il tomba ha confermato l’arrivo in due fasi in America di una mitolo-
cane ha a che fare con il regno dei morti, in qualità di guardiano, gia canina, in cui il cane serviva da guida all’anima verso il regno
guida o signore, oppure perché vive lungo la strada che lo rag- dei morti. Signore di questo regno, o quantomeno suo abitante
giunge; la stella Sirio è associata a un cane o a un lupo. o guardiano, il cane aiutava soltanto gli umani che avevano trat-
Dunque, secondo il metodo filomitologico, l’associazione tra il tato bene i cani nella loro vita terrena, concedendo loro acces-
to per il 5-25 per cento al genoma dei cani neolitici, che la diffusione to, un altro cranio di cane altrettanto antico è stato ritrovato con
dell’agricoltura ha condotto in Europa, da dove poi hanno conosciu- un frammento di osso inserito intenzionalmente tra gli incisivi, al
to un’espansione mondiale in epoca coloniale. momento della morte o poco dopo.
Le conseguenze della domesticazione del cane sono immense. Questo gesto può essere interpretato alla luce delle attuali pra-
Pensiamo innanzitutto al contributo che l’animale ha offerto al- tiche di diversi popoli, che onorano l’anima dell’animale che han-
la caccia. L’etnologo Richard Borshay Lee, oggi all’Università di To- no ucciso nutrendolo dopo la morte. Questa prassi servirebbe,
ronto, in Canada, ha dimostrato che nell’Africa australe degli anni secondo i risultati della filomitologia, a procurarsi la benevolen-
sessanta il popolo di cacciatori Dobe Ju/’hoansi, nel deserto del Ka- za del «signore degli animali», ovvero di un cane che è guardia-
lahari, catturava circa un terzo delle prede con l’aiuto di un cane, no dell’aldilà.
una quota che raggiungeva anche il 75 per cento in alcuni perio- Questo legame affettivo ultraterreno è rispecchiato in vita nei
di dell’anno. Gli etnologi hanno ampiamente documentato i nume- motivi basati sull’unione tra un cane e un umano, anch’essi cor-
rosi ruoli del cane (pastore, guardiano, traino, fonte di cibo e pellic- roborati dallo studio filogenetico di un’altra famiglia di racconti,
ce, salvatore, cane da guerra, ricercatore, guida per i ciechi, cane detti della «casalinga misteriosa». Questo mito, ampiamente diffu-
da compagnia e via dicendo). Questi ruoli riflettono la coevoluzio- so nel Vecchio e nel Nuovo Mondo, racconta come un uomo solo,
ne parallela degli umani e dei cani avvenuta nel tempo, che ha tra- o più raramente una donna, trovando la propria dimora sempre ri-
sformato entrambi anche dal punto di vista biologico. Il più vecchio ordinata o il pasto pronto, scopre che si tratta dell’opera di un ani-
amico dell’uomo assume infatti una varietà di aspetti, mentre il lupo male di sesso opposto, che si toglie temporaneamente la pelle per
ne ha uno solo; durante il Neolitico il cane ha acquisito una capacità agire. L’uomo distrugge quindi la pelle per poter sposare la crea-
di digerire l’amido molto migliore rispetto al suo antenato lupo, riflet- tura. L’analisi filomitologica di questa famiglia di racconti suggeri-
tendo il suo adattamento all’agricoltura; il cane ha inoltre sviluppato sce che l’animale dell’altro sesso era di solito una colomba o un ca-
una mente empatica nei confronti del nostro sguardo, e così via. E ne, che questa storia pare aver avuto origine nell’Asia orientale e
noi, a che cosa assomiglieremmo se non ci fossero i cani? che il mito si sarebbe diffuso in due riprese in America, offrendo
quindi risultati uguali a quelli ottenuti partendo dall’albero filoge-
netico della sola mitologia canina.
L’unione feconda tra un umano e un cane potrebbe trovare un
parallelo nella pratica dell’allattamento dei cuccioli di scimmia, di
orso, di maiale e di cane, ampiamente diffusa nell’ottica di inte-
grare questi animali nella comunità umana; tanto più che, in nu-
merosi miti, è la donna che va verso il cane. Come suggerisce an-
che il mito della casalinga misteriosa, senza dubbio relazioni di
tipo familiare con i cani si sono instaurate molto rapidamente
Layne Kennedy/Getty Images
Le Scienze 87
Coordinate
Terrier
Cani da Razze
pastore convenzionali
Retriever, Sovrapposto al grafico genetico,
cani da cerca questo diagramma mostra
e cani d’acqua le categorie razziali usate dalla Questi due grafici mostrano due modi
Levrieri Fédération Cynologique Internationale diversi di classificare le razze di cani,
per raggruppare i cani. Ogni colore uno basato sui raggruppamenti definiti
rappresenta un gruppo distinto. dagli umani, e l’altro su «linee di
In alcuni casi, i raggruppamenti discendenza» ricavate da dati genetici.
coprono un ampio territorio In ambo i grafici, ciascuno dei 4000
Cani da compagnia genetico. punti rappresenta un singolo cane. Le
e cani toy loro posizioni (identiche nei due grafici)
riflettono quanto ciascuno è
Pinscher, geneticamente affine agli
Dobermann, altri (due puntini vicini
Spitz e di Nuova
Cani da ferma Schnauzer, sono simili, due
tipo primitivo molossoidi, classificazione
Qui i ricercatori hanno ignorato le distanti sono più
Bassotti (Basenji, bovari svizzeri lontani).
Podenco, Cirneco) razze convenzionali e hanno usato i dati
genetici per ricavare dieci gruppi naturali,
o linee di discendenza, in cui organizzare
Razze miste, sconosciute i cani. L’opacità dei punti riflette quanto un
o non riconosciute, cane è affine agli altri: i punti scuri sono
cani di villaggio (vivono più distinti geneticamente, quelli chiari
Cani da seguita liberi attorno ai villaggi)
e razze correlate hanno spesso nessi con altri cani
e cani selvatici (Licaone,
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Il DNA delle
razze di cani
Grafica di Emily V. Dutrow e MSJONESNYC; fonte: Domestic Dog Lineages Reveal Genetic Drivers of Behavioral Diversification, di
Riguardo ai tratti
Emily V. Dutrow, James A. Serpell ed Elaine A. Ostrander, in «Cell», Vol. 185, 8 dicembre 2022 (riferimento)
comportamentali, le linee
di discendenza ricavate
su base genetica sono
più indicative delle razze
Medicina bellicosa
La metafora della guerra alle malattie è molto radicata,
ma ha i suoi inconvenienti e forse andrebbe rivista
“S
iamo in guerra», proclamava- una narrazione eroica, che andava dalle isti-
no capi di Stato nella prima- tuzioni impegnate nello sviluppo di nuove ar-
vera del 2020, chiudendo i mi alla lotta dei malati. Il tutto con una retorica
confini ed esortando i cittadini a stare in casa, non diversa da quella di film come Indepen-
mentre su giornali e social network si parlava dence Day, dove l’umanità fronteggia l’invasio-
della ricerca di nuove armi contro il virus, e ne di un nemico alieno di cui si sa poco o nulla.
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dell’eroismo di medici e infermieri che com- Questa narrazione medica offre diversi
battevano in prima linea. Questa è stata la nar- vantaggi: può aiutare a preparare la cittadi-
razione prevalente del COVID-19, soprattutto nanza ad affrontare tempi difficili, specie in
nelle prime fasi, quando il lessico militare di- situazioni di emergenza come il COVID-19;
lagava e ovunque si parlava di guerra al virus, incoraggia la coesione e la mobilitazione di ri-
combattuta sia a livello individuale, con l’or- sorse; stimola l’empatia nei confronti delle vit-
ganismo e le sue difese che cercano di resiste- time; può galvanizzare il morale dei pazienti
re all’invasore, sia a livello di comunità. e aiutarli a capire i trattamenti cui sottoporsi.
Ma le metafore belliche in medicina non
sono un’invenzione recente. Emersero, in Oc- Una narrazione alternativa
cidente, nel Seicento, restando però in secon- Ma, come tutti gli strumenti, comporta an-
do piano fino al XIX secolo, quando la nascen- che dei rischi, che secondo molti esperti pos-
te microbiologia individuò il nemico ideale sono essere maggiori dei benefici che offre.
contro cui combattere: i germi, responsabili L’approccio bellico si concentra sulle armi
delle peggiori malattie che flagellavano l’uma- da usare e sui bersagli da colpire, ma può tra-
nità. Il corpo dei malati diventò così il campo scurare le componenti sociali e psicologiche
di battaglia su cui i medici intervenivano con della cura, suscitare impotenza o fatalismo, e
le armi a loro disposizione e ne sperimenta- distorcere il ruolo di medici e infermieri. Inol-
vano di nuove, a volte con metodi poco etici. tre, in guerra chi vince in genere è più forte,
Nacquero i vaccini e proprio il loro inventore, ha più risorse o una grande determinazione.
Louis Pasteur, fece grande uso delle metafore Ma questo implica che chi non ha risorse non
militari. Che da allora divennero dominanti. può sperare di guarire? O che chi soccombe
alla malattia non ha lottato abbastanza?
Un nemico alieno «Io con il cancro non ci sto facendo una
Nel secolo successivo la medicina mos- battaglia perché non credo che sarei in gra-
se guerra alle malattie infettive, sviluppando do di vincerla, è un avversario molto più forte
nuove armi con cui affrontarle – antibiotici, di me. Il cancro è un compagno di viaggio in-
vaccini sempre più efficaci, farmaci antivirali desiderato, però non posso farci niente». Co-
e antiretrovirali – in una corsa agli armamenti sì Gianluca Vialli, nel 2021, parlava del tumore
con gli adattamenti evolutivi di virus e batteri. al pancreas che lo affliggeva. Vialli è morto lo
Il conflitto si estese alle malattie non trasmis- scorso gennaio, ma ha lasciato una grande le-
sibili – diabete, Alzheimer, disturbi cardio- zione sulla narrazione della malattia, evocan-
vascolari e soprattutto cancro – e pazienza se do una metafora alternativa, quella del viag-
non erano provocate da eserciti di minuscoli gio, che potrebbe essere molto più efficace di
nemici: c’erano comunque bersagli da colpire quella bellica quando si ha a che fare con pa-
con proiettili molecolari, che fossero placche tologie con cui, volenti o nolenti, bisogna im-
amiloidi o cellule tumorali, e c’era comunque parare a convivere.
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La ceretta di Occam di Beatrice Mautino
a top model Linda Evangelista nel si sottopone alla procedura in modo che ven-
a storia delle conserve alimentari è non sapeva ancora che il riscaldamento di-
XVIII secolo. Nel 1795, Appert scoprì che il ri- mento comune nei supermercati di tutto il
scaldamento in acqua bollente di un vaso di mondo, e le stesse tecnologie, perfezionate e
vetro a chiusura ermetica poteva prolunga- migliorate, sono ancora utilizzate per la con-
re di molto la conservazione dei vegetali. Egli servazione di una vasta gamma di alimenti.
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Rudi matematici I brutti voti rendono necessario dividere in gruppi
le classi di una scuola per impartire corsi di
recupero, secondo criteri non facili da rispettare
Colazione galeotta
on guardare alla tua destra.»
aveva davanti, magari? E vorrei ricordarti che tu sei il primo a dire «Ah! Quindi anche tu risolvevi problemi “per un amico”, come
che Doc è matematicamente inetto…» nelle migliori tradizioni della Rete», fa Rudy con un sogghigno
«Al tempo. Forte del fatto che non è presente, sono dispo- impercettibile a chiunque, Alice esclusa. «Ma va bene, dai. Rac-
sto a riconoscere che le conoscenze matematiche del dottor Sil- conta, racconta: basta che non diventi un’abitudine, che di solito
verbrahms, nonostante restino le ultime in classifica nel consesso quello che propone i problemi sono io.»
di questa casa e debbano essere stimolate di continuo, sono de- «Oh, non sperare di essere l’unico che lo fa. Comunque, in que-
IL PROBLEMA DI MAGGIO
Il mese scorso il problema scaturiva da un misterioso convegno in cui ci a considerare le rotazioni in un senso: gli spostamenti possibili sono
si organizzava un ancora più complicato workshop. Per il bene nostro e di 1, 2, 3, ..., 9 sedie, dacché spostarsi di dieci posti equivale a non spo-
dei lettori, non diciamo altro sull’ambientazione e ci limitiamo al noccio- starsi affatto. Per una qualsiasi sedia precedentemente occupata, ognu-
lo, che era questo: è vero che, tra tutte le possibili disposizioni di cinque na delle quattro persone che prima non la occupavano potrebbe, sce-
persone su un tavolo da dieci, è sempre possibile trovare una rotazione gliendo l’opportuna rotazione, andarsi a sedere su quella sedia. Poiché
per cui almeno tre persone si troveranno su un posto occupato prece- all’inizio c’erano cinque sedie occupate, su tutti i nove diversi sposta-
dentemente da qualcun altro? menti ci saranno 5 x 4 = 20 casi di «nuova occupazione di una sedia già
Ebbene, sì: è sempre possibile trovare una rotazione che soddisfi le con- precedentemente occupata». Ma siccome 20/9 è maggiore di 2, alme-
dizioni date, e la cosa sorprendente è che non serve controllare tutte le no una delle possibili rotazioni deve coinvolgere tre sedie, precedente-
possibili disposizioni iniziali dei partecipanti. Per dimostrarlo, limitiamo- mente occupate, nuovamente occupate.
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Libri & tempo libero
Il fuoco invisibile
di Daniele Rielli
Rizzoli, Segrate (MI), 2023, pp. 304 (euro 18,00)
È passato mezzo secolo dal celebre «che effetto fa es- cepiamo nulla al di fuori di un certo spettro di frequen-
sere un pipistrello?», con cui il filosofo Thomas Nagel ze, quello tra il rosso e il viola. Per questo manchiamo
si interrogava sulla conoscibilità delle esperienze co- molti motivi naturali, come quelli sul muso del pescetto
scienti soggettive degli altri animali da parte dell’esse- dell’Oceano Pacifico Pomacentrus amboinensis, per-
re umano, che non ne condivide l’universo percettivo cepibili invece da chi ha la visione ultravioletta.
e sensoriale. Ogni specie è racchiusa nella propria bol- Questo accade anche con molte altre esperienze sen-
la sensoriale unica, dove percepisce solo un minusco- soriali, per figurarsi le quali serve molta immaginazio-
lo frammento dello sconfinato mondo che la circonda. ne: si pensi all’ecolocalizzazione, all’elettroricezione, al-
Un mondo immenso è la notevole opera di Ed Yong, la magnetoricezione (l’unico senso privo di un sensore
premio Pulitzer per il giornalismo divulgativo 2021 conosciuto), e anche all’«elettrotatto» dell’ornitorinco, il
per i lavori sulla pandemia. Un saggio sul mondo del- cui famoso becco da anatra combina la percezione del-
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le percezioni degli animali, che ha ottenuto importan- la pressione dell’acqua con quella dei campi elettrici.
ti riconoscimenti in tutto il mondo, tra cui la prestigiosa Un volume anche esteticamente molto bello, corredato
Carnegie Medal per l’eccellenza. Yong scrive di ragni, da una ventina di pagine patinate a colori con foto de-
tartarughe, polpi, pipistrelli, e di un’infinità di altri ani- gli animali descritti. Quello che ci regala Yong, per usare
mali, che rilevano luci, suoni e sostanze chimiche in le parole di Marcel Proust riprese dall’autore, è «l’ave- Un mondo immenso
modo diverso da noi. E registrano attività laddove per re altri occhi […] nel vedere i cento universi che ciascu- di Ed Yong
noi regnano silenzio, oscurità e vuoto. no di essi vede». La nave di Teseo, Milano, 2023,
Il nostro senso principale è la vista e, anche lì, non per- Nicla Panciera pp. 592 (euro 24,00)
Probabilmente quasi tutti sanno, almeno a grandi linee, di Carlo Rovelli, fisico teorico all’Università di Marsiglia
cos’è un buco nero: un corpo celeste la cui attrazione e già autore di diversi saggi bestseller, che qui racconta
gravitazionale è così forte da impedire a qualunque og- un’idea ambiziosa formulata col collega fisico Hal Hag-
getto o segnale (luce inclusa) di sfuggire, una volta su- gard. Secondo loro, ogni buco nero sarebbe destinato
perato un confine detto «orizzonte degli eventi». La pro- a divenire un buco bianco, in una sorta di «rimbalzo
va più spettacolare della loro esistenza è giunta da poco temporale» che ha tuttavia un prezzo: la violazione del-
con le immagini delle ombre dei buchi neri supermas- le leggi gravitazionali di Einstein e la necessità di ipotiz-
sicci al centro della galassia M87 e della Via Lattea. zare una struttura quantistica della spazio-tempo.
Tuttavia, è molto meno noto che le soluzioni delle equa- L’ipotesi appare molto ardita (il passaggio da buco nero
zioni della relatività generale di Albert Einstein prevedo- a buco bianco corrisponderebbe a un vero «salto quan-
no (almeno in teoria) anche l’esistenza del buco bian- tico» in cui, per un breve istante, spazio e tempo non
co, una sorta di «gemello speculare» del buco nero, esisterebbero più), ma è di certo ricca di fascino, an-
che si ottiene con una semplice inversione di segno del che perché permette all’autore di arricchire il testo con
tempo. Mentre il buco nero può solo assorbire, il bu- riflessioni profonde sulla natura del tempo e sul desti-
co bianco fa l’opposto, come in un filmato che scorre no dell’universo. E non manca, sul finale, una conget-
all’indietro: può soltanto emettere materia e luce. tura affascinante, che potrebbe mettere i buchi bianchi Buchi bianchi
A differenza dei buchi neri, non esistono prove della re- in una luce diversa, finalmente non più soltanto spe- di Carlo Rovelli
ale esistenza dei buchi bianchi, che sono però da tem- culativa. Adelphi, Milano, 2023,
po oggetto di numerose ricerche teoriche, tra cui quella Matteo Serra pp. 144 (euro 14,00)
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Libri & tempo libero
Marte è sporco, freddo, deserto, secco e polveroso l’amore, la dedizione e l’onore di aver guidato alcune
ma soprattutto è lontano e «non collaborativo». Ep- delle più belle avventure spaziali degli ultimi anni.
pure, Marte è Marte. È quel puntino nel cielo nottur- Quello che per chiunque sarebbe solo il mero sposta-
no che forse più di ogni altro ha affascinato e incuriosi- mento di una sonda di metallo nel vuoto dello spazio
to chi cercava di cogliere l’enigma del movimento degli è narrato come il risultato di notti insonni, collaborazio-
astri, chiodo fisso di generazioni di astronomi in cerca ni tecniche e apprensioni umane; il racconto dei conti-
di vita aliena e obiettivo di decine di missioni spaziali, nui interventi durante il viaggio di Mars Express, delle
di cui moltissime fallimentari. A lungo capo del Diparti- manovre automatizzate di discesa che si svelano come
mento operazioni spaziali dell’Agenzia spaziale europea frutto di incredibili pianificazioni insieme a colpi di ge-
(ESA) e responsabile di missioni epiche come Roset- nio. In breve, un libro sull’arte di risolvere i problemi.
ta, Mars Express ed ExoMars, Ferri si è dedicato anche Ricordi professionali si mescolano a immagini personali
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alla scrittura di un libro. Che non è propriamente un li- seguendo un medesimo obiettivo: raccontare la passio-
bro su Marte. Piuttosto, sui viaggi per Marte. Il raccon- ne del proprio lavoro. Passione che traspare in ogni mo-
to delle tante incredibili sfide che centinaia di scienzia- mento e forse sublimata da un personaggio che appare
ti di tutto il mondo hanno affrontato negli ultimi 60 anni di sfuggita, Bill Gerstenmaier della NASA, che nel rac-
per tentare di portare l’umanità a toccare quella piccola contare il ruolo dell’innovazione nel mondo delle opera- Le sfide di Marte
luce lontana. Cuore della narrazione sono le sue storie, zioni spaziali afferma: «Noi facciamo innovazione per di Paolo Ferri
quelle vissute in prima persona nel ruolo di «autista del disperazione». Raffaello Cortina, Milano, 2023,
bus». Un’esposizione appassionante che ci trasmette Leonardo De Cosmo pp. 280 (euro 22,00)
I terremoti, i sommovimenti della Terra, gli smottamen- ché, tra tutte le discipline scientifiche, la geologia ha il
ti, le scosse, e ancora la lava, le eruzioni vulcaniche, il compito di raccontarci come si è formato il luogo in cui
magma: sono le espressioni di un linguaggio, quello for- viviamo, sotto quali forze e secondo quali leggi fisiche.
se più intimo della Terra, che è potentissimo e continua Alessandro Iannace ce ne dà una ricostruzione divulga-
a incutere timore. Timore per forze che possono esse- tiva che abbraccia in poche centinaia di pagine la storia
re distruttrici, al punto che gli antichi avevano popolato geologica del nostro pianeta, mescolando aneddoti per-
di divinità ctonie (letteralmente «sotterranee») la super- sonali, biografie di personaggi fondamentali per la disci-
ficie del pianeta. Ma se è energia che può obliterare un plina ma poco noti al di fuori, spiegazioni dei fenomeni.
paesaggio in pochi attimi, già gli antichi erano consape- Ne esce un racconto che non indugia troppo nel voler
voli che era anche una forza generatrice, come ricorda educare, ma ci porta dentro ai sommovimenti della Ter-
il mito di Gea, incarnazione della forza primordiale della ra grazie alle storie. Il lettore va così alla scoperta di al-
Terra. Paure, invece, che nel cristianesimo assumono cuni dei luoghi più incredibili, come la fossa delle Ma-
le forme dell’inferno sotterraneo, come quello racconta- rianne e le cime delle montagne più alte, ma Iannace
to da Dante nella Commedia, dove si agitano i dannati e non tralascia di guidarlo nelle miniere sudafricane o sull
ha dimora Satana. e scogliere coralline. E lo fa anche divertire, perché i ca-
Negli ultimi secoli una comunità sempre più vasta di pitoli sono corredati di QR code che rimandano diretta- Storia della Terra
scienziati, i geologi, ha scritto una nuova storia della mente a Google Earth e a una serie di visualizzazioni dei di Alessandro Iannace
Terra che non cancella le paure ancestrali, ma ci per- punti toccati dalla narrazione. Laterza, Roma-Bari, 2023,
mette di comprendere i fenomeni razionalmente. Per- Marco Boscolo pp. 320 (euro 22,00)
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Q
uando morì, il 24 maggio 1543, Oltre a celebrare il genio di uno scien-
nessuno si diede la pena di pre- ziato del passato, il museo, che dai tempi
parargli una tomba personale: di Wolynski si è enormemente arricchito
il suo corpo venne deposto in modo ano- di pezzi di pregio, oggi è un lungo e artico-
nimo nella cripta della cattedrale di From- lato percorso nella storia della disciplina.
bork, cittadina sulla laguna della Vistola, Si celebrano gli astronomi arabi gra-
in faccia al Mar Baltico. Ma la fama di Co- zie all’astrolabio arabo valenzano di Ibra-
pernico è cresciuta esponenzialmente col him ibn Said al-Sahli, datato 1070. Gran-
passare del tempo: l’astronomo polacco è de rilevanza è data alla collezione di globi
uno dei padri della rivoluzione scientifica. che spazia in ogni epoca, tra i quali vale la
Così, dopo una lunga indagine, nel 2009 si pena segnalare i tre di Gerardo Mercatore
Cortesia G. Masi (sala di geodesia, dettaglio astrolabio); cortesia INAF (globo celeste)
è identificata la sua tomba ed è stata posta risalenti alla metà del XV secolo.
una lapide a imperitura memoria. Di grande interesse sono le strumenta-
A Roma, sulla collina di Monte Mario, zioni del XIX secolo, come gli spettroscopi
dove oggi ha la sua sede principale l’Isti- che proprio nella storia dell’Osservatorio
tuto nazionale di astrofisica (INAF) a Villa romano ricoprono una grande importan-
Mellini, l’idea di celebrarlo con un museo za. Qui, infatti, sono stati effettuati i pri-
era già venuta in occasione del quattro- mi studi sistematici dello spettro della lu-
centesimo anniversario della nascita, nel ce proveniente dal Sole e dalle altre stelle,
1873. Il motore di quella iniziativa era il po- per comprendere le caratteristiche chimi-
lacco Artur Wolynski, storico della scienza che e fisiche dei corpi celesti. Tra gli scien-
e studioso di Galileo e Copernico, che ave- ziati di questo periodo va ricordato alme-
va scelto l’esilio romano dopo il fallimen- no Angelo Secchi (1818-1878), considerato
to della rivolta polacca del 1863. Wolynski il padre dell’astrofisica per la sua proposta
aveva raccolto memorabilia e cimeli che di una classificazione spettrale delle stelle
oggi costituiscono una parte di questo rin- Sala di geodesia, topografia e computo del che ha gettato le basi per la comprensione
novato allestimento voluto in occasione tempo del museo (in alto); globo celeste di dei meccanismi che ne governano l’evolu-
del cinquecentocinquantesimo anniver- Matthäus Greuter, 1636 (in mezzo); dettaglio di zione.
sario dalla nascita dell’astronomo. un astrolabio del XVI secolo (in basso). Marco Boscolo
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