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“Ciò che per l’universo si squaderna”

Binodobson 24”

Andrea Boldrini
Prefazione

Dedico questo libro a Maria Kent con cui ho condiviso i momenti più belli
di questa storia che mi accingo a narrare.

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Foto di Leonardo Ciuffolotti: Cygnus
Foto di Andrea Storani: part. Heart Nebula

Il mio rapporto con l’astronomia è molto semplice ed è racchiuso in


questo assunto: “osservo e comprendo per emozionarmi”.
Amo il cielo stellato perché è fonte di trepidazione e turbamento
suscitando in me domande non solo scientifiche ma anche filosofiche e
teologiche. Sotto il cielo possono fondersi armoniosamente sia il sapere
che il sentire umani. Nella cosmogonia antica la comprensione
dell’universo rientrava in un ordine mitologico che giustificava anche i
fenomeni naturali. Già al tempo di Talete l’astronomia e la filosofia
andavano a braccetto e percorrevano gli stessi territori nello sforzo
comune di trovare quei principi, physis e kosmos, epurati dalla
mitologia.
Solo dopo tanti secoli, con Galileo si operò una necessaria separazione.
Tuttavia a noi che non siamo scienziati ma semplici astrofili nessuno
vieta la libertà sentimentale di ricollegare, anche in forma
semplicemente dialogante ciò che venne separato. Questo
ricongiungimento tra le “scienze dello spirito” e le “scienze della natura”
come le chiamava Dilthey, oggi può avvenire solo ad opera di chi senta
l'esigenza di armonizzare e connettere gli umani saperi, un po’ come
nell’antico spirito umanistico rinascimentale in cui si poteva essere
artista, scrittore, poeta, filosofo e scienziato. Pensiamo a Pico della
Mirandola e allo stesso Leonardo. Pensiamo anche più tardi in epoca
Foto di Andrea Storani: NGC 7000 post illuministica al poeta Leopardi a quanto amasse l’astronomia tanto

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da averne scritto una "Storia”. Eppure, con verso sublime, il
“pastore errante dell’Asia” si rivolge alla luna porgendo le più
radicali domande esistenziali. Come nel “Cantico del gallo
silvestre” in cui lo stesso universo “mirabile e spaventoso”
diventa lo scenario nichilistico della fine. L’astronomia dunque
ha anche la forza di attirare su di sé gli occhi dell’animo
umano. Dopo essere stata logos è diventata nomos
sganciandosi dalle “scienze dello spirito” per instaurare
nuove relazioni con le altre scienze della natura.
Confrontandosi con la moderna fisica e chimica è divenuta
“astrofisica” e i suoi orizzonti conoscitivi si sono
enormemente spalancati. Così tanto che sono nate delle
nuove branche e ripartizioni specialistiche.
Di conseguenza oggi la vita di uno scienziato non basterebbe
neanche a scrivere la prefazione di questo “enorme libro”!
Ars longa, vita brevis!
Che spazio può rimanere allora al semplice amatore se non
quello di apprendere qualcosa di qua e di là come in una
degustazione di vini in cui si assaggiano, sorseggiando,
alcuni prodotti tipici? D’altronde la stessa parola sapere
deriva dal verbo latino sapio che vuol dire aver sapore,
gustare, sentire il sapore!
Quale miglior contesto, dunque, se non quello della
condivisione e della convivialità può favorire questa
“degustazione“ dei saperi in cui l’astronomia sembra
presentarsi come il vino forte che si lega con gran parte dei
cibi. Questo è il mio approccio direi sentimentale (oltre che con gli amici astrofili e l’immersione fisica e metafisica
g-astronomico!) con questa stupenda passione: l’incontro nell’universo!

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Foto di Christian Cammoranesi e Stefano Palmieri: Via Lattea da Forca Canapine

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Astrofilo
visualista
sentimentale

Foto di Gianni Fardelli: Simeis 147


Non sono tra “quelli che s’innamorano di pratica sanza scienza”
Foto Leonardo Ciuffolotti: part. Propeller Nebula

Dopo una discreta serie di telescopi acquistati negli anni con l'entusiasmo di voler
rilanciare sempre più in alto come si fa nel poker, alla fine mi ritrovai a possedere
un Dobson 30" (76 cm!), uno strumento enorme e impegnativo sia per la gestione
che per il trasporto. Ero convinto che quello fosse il mio limite. Ma non era così!
Fin da bambino ho nutrito la passione per l’astronomia. Evidentemente all’inizio
era solo un approccio emozionale, determinato dalla curiosità e dalla bellezza delle
immagini fotografiche degli astri che erano nelle copertine di alcuni libri divulgativi.
Così mi spingevo fin dove arrivava la mia capacità di apprendimento. Poi quando
apparivano le formule e si entrava intrinsecamente nel linguaggio matematico, mi
arrendevo. Capivo subito che avrei dovuto intraprendere un’altra strada molto più
impegnativa e difficile. Però fino a quel momento, dentro un alveo narrativo e
descrittivo, nel facile territorio dei prolegomeni, muovevo i miei primi passi.
All’epoca, negli anni ’70 l’approccio al sapere era limitato. Dalle mie parti a Jesi
(AN) non esistevano associazioni, non si conoscevano astrofili impegnati e muniti
di telescopi come invece è facile incontrare oggi. L’Associazione Jesina Astrofili di
cui divenni presidente per un periodo, si costituiva nel 1981. Non c’erano molti libri
per ragazzi, sicché si doveva aspettare la trattazione della materia nel tempo
Dobdon 30” opportuno della scuola.

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A seguito di una brutta influenza che mi colpì all’età di 9 anni, mio astronomica, il mio
padre per regalo mi fece un cannocchiale munito di due prismi, professore, abituato
sicuramente progettato per uso terrestre in quanto l’immagine era solitamente a infliggermi
raddrizzata, al contrario dei telescopi astronomici che erano e brutti voti, si sorprese
sono dotati del solo diagonale. Non ricordo bene ma penso che oltremodo nel vedermi
avesse un obiettivo di 6 cm. entusiasticamente
Con questo strumentino, ho cominciato a osservare la Luna e le preparato in astronomia!
stelle durante il periodo estivo. Il cielo dell’epoca non era Il risveglio della passione
certamente quello di oggi così tanto inquinato. La Via Lattea era avvenne come una
imponente e si stagliava intensa nella volta celeste. Questo “folgorazione” all’età di
monumentale scenario della natura in questi ultimi 40 anni si è 40 anni presso un
molto degradato: in gran parte del territorio italiano rimane oggi negozio di telescopi. Fu Celestron Nexstar 11”

una flebile traccia. Nondimeno anche in contesti di alta proprio la bellezza di uno
montagna la Via Lattea emerge quasi sempre come pallida effigie strumento telescopico a sedurmi totalmente. Con me c’era il mio
rispetto a quello che dovrebbe essere in assenza di inquinamento amico Giampiero, detto Omiopièttro. Mi capitò sotto mano la
luminoso. Di questo mi sono reso conto personalmente nel 2008 brochure pubblicitaria di un moderno telescopio tutto
quando, per la prima volta, osservai il cielo della Namibia. Solo computerizzato. Si trattava di un Celestron Nexstar 11" GPS che
questa esperienza mi ha dato il metro di quanto fosse inquinato il nel 2003 era sicuramente un traguardo per pochi astrofili. Un
nostro cielo! telescopio avveniristico. Montatura altazimutale, tubo in fibra di
Dopo questo primo adolescenziale avvicinamento all’astronomia, carbonio Smith-Cassegrain da 28 cm, ricerca automatica degli
negli anni successivi la passione entrò in un lungo letargo. Mi oggetti con Go-to e l’inseguimento. Un amore a prima vista. Lo
ricordo solo che all’ultimo anno del liceo classico quando ordinai dopo qualche giorno. Il mio amico non comprese quella
all’interno della materia “Scienze” si insegnava geografia folgorazione e ancora oggi ricorda l'evento non senza una sorta di

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bonario disprezzo nei miei confronti per aver fatto una scelta così
fulminea e costosa senza un tempo di razionale e prudenziale
”gestazione”. E a cascata nel giro di alcuni anni seguirono gli altri
telescopi tutti di alto livello qualitativo.
Ricordo il rifrattore Vixen ED114 SS su montatura Vixen Gp Dx
con lo Skysensor per la ricerca degli oggetti. Un telescopio Foto di Leonardo Ciuffolotti: M31 Foto di Gianni Fardelli: Cometa Lovejoy

completo, di corta focale (600 mm, f/5.3) sicuramente più adatto


siano stati sempre tutti monoculari. L'uomo osserva con due
per l'astrofotografia che per il visuale deep sky. I rifrattori, a
occhi, perché escludere questa possibilità?
differenza dei telescopi a specchio, producono immagini stellari
Con due occhi si migliora la qualità della percezione dei
molto puntiformi e, se apocromatici, contengono di gran lunga
particolari, e maggiore è il senso della tridimensionalità. Ma
l’aberrazione cromatica tanto invalidante per i fotografi che è il
mentre quest'ultima è sperimentabile solo nella visione terrestre,
vero punctum dolens di questa configurazione ottica. Il mio
in quella astronomica esprime solo un "ameno inganno" poiché
rifrattore Vixen era un doppietto ED semi-apocromatico
non è fisicamente possibile ottenere una reale profondità di
(composto da due vetri uno Crown e l’altro Flint), con bassa
campo per le enormi distanze che ci separano dalle stelle prese in
dispersione. Sugli oggetti come i campi stellari, la stessa Via
osservazione. Invece la maggiore qualità percettiva dei particolari
Lattea, le stelle doppie, gli ammassi aperti esprimeva tutte le sue
è facilmente dimostrabile. Ad esempio si provi a puntare con un
potenzialità qualitative.
binocolo un oggetto celeste e contemporaneamente a chiudere
Ogni sapiente astrofilo conosce l'importanza di avere appresso
un occhio osservando solamente con l'altro aperto. Si capirà
un buon binocolo. A volte per alcuni oggetti come le Pleiadi, le
subito di quanta perdita subisca l'osservazione. Un visualista
Iadi, alcune comete, le ampie regioni stellari lo strumento migliore
puro non può rimanere indifferente alla visione binoculare perché
è appunto il binocolo che soddisfa di più la visione a largo campo
essa non solo realizza un maggior confort, certamente più
in quanto impegna entrambi gli occhi ricavando un maggior
naturale, ma conferisce un respiro più ampio all'osservazione e
guadagno visivo. E allora ci si chiede per quale motivo i telescopi

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più potenzialità (non potere risolutivo che è dovuto solo al alcuni amici dell'Associazione A.J.A. (Associazione Jesina
diametro dell’obiettivo). Astrofili) visitai la famosa Fiera di Forlì dedicata all'elettronica e
In uno Star Party abruzzese presso Massa d’Albe, vicino all'astronomia. Vidi in uno dei tanti stand un binoscopio
Avezzano nella primavera del 2004, ebbi l’occasione di osservare Vixen-Astromeccanica ED 114 formato da due tubi uguali a
dentro un binocolo astronomico angolato. Si trattava del quello che già possedevo io. Era in vendita ad un prezzo
giapponese Miyauchi 20x77, un eccellente strumento che poi veramente proibitivo. Parlai a lungo con il titolare,
acquistai, che mi dischiuse per la prima volta il mondo binoculare facendomi spiegare tutto lo strumento nei minimi particolari.
in astronomia. Mi accorsi subito dell’effetto “immersione nella Tornai a casa pensando ad una soluzione più economica. Avevo
scena”. Negli anni ho già un tubo Vixen ED 114, ne avrei dovuto comprare un altro di
osservato in molti seconda mano e dall'artigiano Astromeccanica avrei ordinato
telescopi fino ad arrivare a solamente la "culla", il gruppo ottico degli specchi posteriori, la
giganti dal diametro di 92 forcella e la colonna. Così avrei realizzato un risparmio
cm. Ebbene nessuno di considerevole rispetto allo strumento nuovo. Da quel momento
questi “monocoli”, ho cominciato a farci un pensierino. Dopo aver acquistato un altro
quand’anche eccellenti, mi tubo Vixen ED 114 da un astrofilo di Pordenone, mi diressi da
ha restituito quell’effetto Luciano Dal Sasso nella sua ditta ad Aprilia. Mi fece vedere tutto
vertiginoso d’immersione il suo “regno” portandomi nei vari reparti dove si producevano
che anche un buon 10x50 stampi e stampaggi per articoli in plastica. Poi in ultimo mi
può dare! condusse nel suo sancta sanctorum: un capannone bianco non
La visione binoculare mi dissimile dagli altri edifici. Entrammo e vidi in fila una dozzina di
aveva totalmente strumenti tutti coperti da teli bianchi. Sembravano fantasmi
conquistato! Forca Canapine Luglio 2015: il mostruoso sospesi! Come un prestigiatore Luciano incedette con lena sicura
dobson 36” della Optiques Fullum di Fabio
Nel Dicembre del 2004 con Rubeo

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verso il primo per togliere il velo . Così ad uno ad uno venivano
fuori i binoscopi da lui realizzati quasi tutti rifrattori con diverse
focali e aperture. Una magnificenza indescrivibile!
Dopo questa sublime ouverture che mi stordì non poco, si
procedette alla realizzazione del mio binoscopio. Fu una bella
esperienza piena di emozione. A sera arrivai a casa e subito puntai
il nuovo strumento sulla Via Lattea. Avevo inserito due oculari
Nagler 22 mm da 82 gradi apparenti di campo ciascuno dando 27
ingrandimenti con una pupilla d'uscita di 4,2 mm. Sembrava di
scandagliare i fondali dell'Universo con una maschera subacquea
tanto era l' "effetto finestra"! Inoltre la puntiformità delle stelle
inquadrate era perfetta, come capocchie di spillo!
La visione binoculare era entrata a pieno titolo nella mia vita
astrofila. Ma non si può essere pienamente appagati senza il
coinvolgimento degli amici. In
astrofilia condividere è
sicuramente l'altra metà del
godimento! Non è solo il cielo
ad emozionarci ma anche lo
stupore di chi si emoziona
insieme a noi! Così nelle varie
sessioni osservative assistevo
felice alle più disparate Binoscopio Vixen-Astromeccanica con oculari Ethos 17 mm
Forca Canapine 2006

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esclamazioni, segno evidente di un apprezzamento sia verso lo
strumento che verso la mia passione.
Avevo già due strumenti al top e tralasciando l'ulteriore acquisto
di un eccellente rifrattore Tec 140 che dopo qualche anno
permutai con un Meade Advanced Coma Free, apertura 356 mm,
focale 3556 mm, f/10, certamente più adatto per le galassie e i
globulari, a creare una nuova “crisi astrofila” fu l'esperienza di un
Dobson.
Ero a Forca Canapine (AP) 1500m s.l.m. nei Monti Sibillini in un
sabato di ottobre del 2006 e stavo finendo bel bello la mia
sessione osservativa presso il rifugio Ratti (oggi Genziana)
Maurizio Dibitetto con il suo Dobson 25” a Forca Canapine nel 2009
quando qualcuno annunciò con solennità la presenza di un
Dobson 63 cm sul piazzale Monti del Sole a soli due km da lì. Si tutti i vari filamenti intrecciati. L’immagine si esplicava in tutta la
assistette a una "diaspora astrofila": tutti a vedere questo mostro! sua potenza e si avvertiva la sensazione di una presenza
Anch’io, dopo aver caricato in macchina la mia strumentazione e fotonicamente vivente! Prima dell'alba, basse sull'orizzonte
prima di affrontare il viaggio di ritorno per Jesi, decisi di andare vennero puntate sia la nebulosa M 42 e successivamente la
sul piazzale per dare un'occhiata in questo enorme strumento il famosa e ostica nebulosa Testa di Cavallo. La prima turbò
cui proprietario, Maurizio Dibitetto divenne in seguito mio amico letteralmente i miei sensi: quella vastità cavernosa di volute
con il quale feci un meraviglioso viaggio in Namibia nel Giugno nebulari, quei velati cirri ora più fibrosi ora più diafani ma sempre
del 2008. alabastrini mi avevano dischiuso un nuovo modo di osservare il
Questa esperienza fu devastante! Non potevo mai immaginare di deep sky. La Testa di Cavallo appariva imponente in silhouette in
osservare la Nebulosa Velo nel Cigno ancora più dettagliata delle quanto, essendo una nebulosa oscura, è retro illuminata dalla IC
foto che fanno gli astrofotografi con il loro rifrattori. Si vedevano 434 che a sua volta ne permette l'osservazione. Non l'avevo mai

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vista prima, figuriamoci in questo modo! Feci il viaggio di ritorno
felicemente sconvolto da questa nuova esperienza osservativa.
Sapevo già in cuor mio che avrei aperto un nuovo capitolo verso il
grande diametro.
"E che pensieri immensi, che dolci sogni mi spirò” il Dobson
Obsession 25"!
Dopo tre anni, nel 2008 arrivò il mio Dobson da 60 cm. Fu il frutto
artigianale di due collaborazioni quella del mio amico Cristian
Fattinnanzi per quanto riguarda la struttura e quella di Fausto
Giacometti per quanto riguarda gli specchi. Era uno strumento
veramente performante, ben equilibrato e facilmente gestibile sia
nel montaggio che nel trasporto. Certo mancava della parte
elettronica. Ma se da un lato questo creava una sua scomodità e
Dobson 60 cm costruito da Cristian Fattinnanzi nel 2008
limitazione, dall’altro mi ha reso quasi un go-to vivente: con un
laser in parallelo allo strumento, avevo imparato a rintracciare esprimeva il suo meglio. Ci avevo già
molti oggetti Messier e diversi Ngc. E’ stata una buona palestra osservato la prima volta a Forca
per orientarmi nel cielo con rapidità e precisione talora Canapine nel 2007 presso il rifugio
sorprendendo anche gli amici astrofili più esperti. Ratti e ricordo oltre la sempiterna Velo,
Mi sarei fermato lì se non avessi avuto la ghiottissima occasione un M 33 da fotografia con tutti i bracci
nel 2010 di comprare uno specchio newtoniano di 76 cm messo e le regioni più evidenti di HII tipo la
in vendita da Franco Salvati divenuto in seguito mio caro amico. Ngc 604 e altri oggetti galattici.
Era uno specchio non perfetto con un lieve astigmatismo ma che Queste le caratteristiche tecniche:
Cristian Fattinnanzi nel suo
tuttavia sugli oggetti deep sky a medi-bassi ingrandimenti 1) specchio primario della laboratorio

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thickness ratio= 1/20; cella dello specchio primario con 27 punti
flottanti.
2) specchio secondario della Reginato (Italia); asse maggiore 220
mm; asse minore 157 mm; spessore 40 mm.

Franco fu molto onesto: mi descrisse sia i punti di debolezza che


di forza di questo specchio. Ma per me che ho sempre prediletto
gli oggetti estesi avere in più altri 15 cm significava molto.
Rimanevano in sospeso alcuni problemi: il trasporto, lo spazio in
macchina e la vendita del Dobson 60.
Decisi comunque di andare avanti nel nuovo progetto. Per la
struttura questa volta mi rivolsi all'artigiano tedesco di Zeltingen,
Dieter Martini, che dopo qualche mese realizzò il lavoro. Sia
chiaro tutto doveva essere subordinato alla capienza della mia
automobile, allora una Fiat Multipla sufficientemente spaziosa. Fu
una bella soddisfazione e sebbene io non sia un fotografo né un
perfezionista dell'ottica reputandomi più un esteta che un esperto
di telescopi, non mi inquietò affatto quel limite ottico di cui era
Forca Canapine Ottobre 2007, Rifugio Ratti: Andrea Boldrini, Christian
Cammoranesi, Franco Salvati con il figliolo e Maurizio Dibitetto. Dietro il mega- affetto lo specchio. Per un anno mi tuffai nel cielo profondo
Dobson 30” di Franco
attraverso questa enorme apertura che nel cielo di Forca

Intermountain Optics (USA); focale 3 metri; diametro 30”; Canapine (Sqm 21,3-21,6) mi presentava alcuni oggetti come

rapporto focale f/4; LF= 121,5”; spessore specchio 1,%; fossero vere e proprie fotografie in bianco e nero.

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Per la prima volta osservai l’Elmo di Thor, NGC 2359, una
nebulosa a emissione nel Cane Maggiore molto elusiva la cui
bassa declinazione scoraggia ogni tentativo di ricerca con i più
comuni telescopi amatoriali. Su consiglio del mio amico Christian
Cammoranesi, che come esperto astrofotografo lo conosceva
bene, puntai questo oggetto con il filtro OIII nel momento del suo
passaggio in meridiano, in una freddissima serata invernale. Fu
uno spettacolo inatteso e straordinario che ancora vividamente
ricordo! Non se lo aspettava nessuno poiché sempre creduto un
oggetto esclusivamente fotografico, perfino ignorato dai manuali
per visualisti!
Il salto dal dal 60 al 76 si notava non poco: nella Nebulosa
Rosetta con il nuovo strumento, avendo più potere risolutivo,
riuscivo a scorgere i globuli di Bok.
Non solo. Nella nebulosa M 16, detta Aquila, le “Colonne della
Creazione” iniziavano leggermente a evidenziarsi in silhouette. Per
non parlare di molti altri oggetti come le galassie M 101, M 51, M
33 i cui bracci si palesavano con più definizione. Le serate di
buon seeing erano il momento più propizio per scandagliare nel
remoto stellato gli ammassi globulari più grandi e a noi più
famigliari cominciando da M 13, M 3, M 15, M 22, M 5, M 2.
Lo spettacolo era proprio esplosivo!
Dobson 30” a Forca Canapine nel Settembre del 2010

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E anche chi era del tutto ignaro e non avvezzo all’osservazione creare: il fondo cielo è
astronomica, in presenza del globulare non poteva che irrompere prevalentemente chiaro! E
con incontrollata emozione! Il globulare ha sempre la forza di non poco gioca la qualità
coinvolgere emotivamente sia esperti che non esperti. La sua del cielo che in una località
imponenza nell’oculare di un dobsoniano di 76 cm per un astrofilo come Forca Canapine, tra i
diviene come un’esperienza misticamente indicibile! Impiegando migliori siti del centro Italia,
alcuni oculari come il Nagler 12 Tipo 4 della Tele Vue si entra sembrerebbe ancora
veramente dentro l’oggetto e i suoi confini scompaiono: insufficiente per sfruttare
un’immersione spaventosa dentro quella fornace atomica fino a tutte le potenzialità dello
risolvere in profondità il suo ardente nucleo. Ricordo un bambino strumento. Occorrerebbe il
che in una serata d’estate al passaggio di M 13 al meridiano, volle cielo della Namibia, buio
caparbiamente salire la lunga e ripida scala, anche contro l’ordine come la pece!
del padre, per raggiungere l’oculare posto allo Zenit. E il suo Nel frattempo mi rimaneva
stupore fu veramente commovente! Da lassù nel buio della notte sul “groppone” il Dobson Fig.8: Maria Kent Pasquarella con il Dobson 30”
palpitava con “gemiti inesprimibili”. da 60 cm che non riuscivo
Per contrappunto alla bellezza di questa “salita al cielo” del a vendere. Non mi preoccupavo, sicuramente prima o poi lo avrei
bimbo, non posso tralasciare il ricordo di una serata pubblica in venduto! Intanto mi godevo il 76 che se da un lato mi spalancava
cui, essendo io il coordinatore, fui annichilito dalla richiesta di un una finestra enorme sull’universo con una raccolta di luce
uomo che dopo aver osservato lungamente M 13 all’oculare del superiore a qualsiasi strumento amatoriale, dall’altro mi creava
mio Meade ACF LX200R 14” se ne uscì con un: “ma non mi puoi non pochi problemi nel trasporto e nel montaggio. Il mio
far vedere qualcosa di più emozionante?”. traguardo era realizzare questi due passaggi senza l’ausilio di
Purtroppo il problema dei grandi diametri come il Dobson 76 con altre persone. Essere vincolati alla disponibilità di altri, anche se
un corto rapporto focale (f/4) è lo scarso contrasto che si viene a amici, per me è un limite soprattutto per cogliere al volo il

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momento propizio. inserire nei gradini più alti una traversa d’acciaio munita di
Lasciarselo sfuggire verricello con un cavo d’acciaio. La scala così disposta poteva
per l’altrui essere messa a cavallo della base del Dobson (formata dal rocker
indisponibilità è una box e, inserito dentro ad esso, dal mirror box). Per togliere le due
grande frustrazione, semilune occorreva sollevare il mirror box che solo con questa
considerate le rare soluzione poteva da me essere effettuato girando cioè, in tutta
volte in cui debbano sicurezza e semplicità, la carrucola dentata del verricello. In luogo
coincidere periodo di delle semilune, per evitare il contatto tra la sottostante cella dello
Una delle due mezzelune
luna nuova, fine specchio primario e la base del rocker box, dovevo inserire dei
settimana e bel tempo. Quindi dovevo assolutamente studiare fermi di legno avvitati che garantissero inamovibilità e stabilità al
una soluzione che mi garantisse totale autonomia, sfruttando mirror box. In questo modo potevo anche abbassare
essenzialmente i mezzi a mia disposizione. Il problema principale ulteriormente quest’ultimo fino al limite, permettendo così un
erano le due semilune laterali del mirror box, cioè quelle che notevole guadagno di spazio in altezza. Lo strumento,
permettono il movimento in altezza dello strumento che, per il organizzato in questa maniera entrava abbondantemente nella
trasporto, devono essere smontate. La lunga e robusta scala di mia Fiat Multipla con l’ausilio di due rampe pieghevoli, quelle per
alluminio con cui intenderci che servono a caricare le moto nell'apposito carrello.
necessariamente salivo Avevo raggiunto la piena autonomia! Non solo. Questo semplice
per raggiungere l’oculare ma ingegnoso sistema, nel pieno spirito dobsoniano, mi
è stata anche la consentiva inoltre con rapidità di inserire e togliere dal basamento
soluzione di tutti i del rocker box anche le quattro ruote, quelle che servono a
problemi di montaggio. muovere, caricare e scaricare lo strumento. Con grande
Sfruttandola come ponte soddisfazione, potevo in ogni momento decidere di partire,
Fig. ruote sotto il rocker box del dobson 76 potevo facilmente raggiungere il sito, montare il telescopio e a fine sessione

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smontarlo facendo tutto da solo. In teoria una gran passo in
avanti. In pratica le cose si complicavano.
Alle tre di mattina, a fine sessione, quando si è veramente stanchi e
protesi verso il naturale riposo, si deve compiere lo sforzo più
grande: smontare tutto, caricare in macchina e affrontare il viaggio
di ritorno per altre due ore! Fino a 48-50 anni si può fare ancora.
Dopo no! Questo grande sforzo non avrebbe più senso, non solo
perché esporrebbe inevitabilmente la persona al pericolo del
colpo di sonno durante la guida ma anche perché si uscirebbe
dal solco della passione e del godimento. Più sapientemente,
occorrerebbe andare a dormire lasciando lì lo strumento, dopo

Forca Canapine Novembre 2010 (Foto di Giampaolo Pistola)

aver tolto i tralicci e averlo coperto. L'indomani, riposati, si


sarebbe provveduto con calma alle operazioni di smontaggio e di
carico.
Quelli del Dobson 60 cm e del Dobson 76 cm sono stati anni
bellissimi che ho avuto la fortuna di condividere con la mia
compagna Maria, anche lei astrofila. Abbiamo percorso insieme
tutte le varie fasi da quelle progettuali a quelle trepidanti della
“prima luce” fino alle tantissime sessioni osservative svolte da
soli, con gli amici e con il pubblico nelle serate sociali. Osservare
Forca Canapine, Settembre 2010: Dobson 30” e Dobson 25” di Franco Salvati
con questi due enormi strumenti era per noi come effettuare un

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viaggio cosmico sempre più ravvicinato. Per un attimo si da Pitagora fino alla materia oscura! Un arrovellarsi vertiginoso
avvertiva insieme la sensazione del prevalere del mirabile sullo verso l’inevitabile sconfinamento metafisico della domanda di
spaventoso, di una riduzione di quell’ “abisso orrido, immenso” senso oppure alla più radicale Grundefrage : “perché l’essere
che tanto ci sgomenta a immaginarlo! Quante notti siamo stati lì a piuttosto che il nulla?”. Per osare di andare anche oltre, in quel
pensare l’universo, i suoi “interminati spazi”, le sterminate “ganz Andere” in cui noi, la terra e il cielo siamo un suo creaturale
distanze, le grandezze degli astri, l’antica e moderna cosmologia riverbero!
Ecco l’astronomia ci agganciava a tutto questo, con attrazione e
paura alla maniera del numinoso che è sempre fascinans e
tremendum nello stesso tempo.

A questo punto del libro il mio sforzo è tutto proteso a giustificare


la nascita del Binodobson 24” dando una motivazione
convincente e seria onde preservare ancora la mia reputazione di
persona normale! Taluno potrebbe obiettare chiedendo cosa io
cercassi di più avendo già uno strumento così grande e potente!
Talaltro potrebbe sostenere (come più volte mi sono sentito dire)
che avrei facilmente risolto il tutto dotando il Dobson 30” di una
torretta binoculare e così avrei evitato questa difficile e onerosa
avventura dagli esiti incerti. Su quest’ultimo punto potrei
controbattere asserendo che la quasi totalità delle torrette in
commercio sono di un pollice e un quarto ovvero tutte escludenti
gli oculari a grande campo da due pollici, quelli cioè che fanno
Forca Canapine,Ottobre 2010: Marco Mattorre, Maria Kent Pasquarella, Cristian più palpitare sul deep sky. E anche quando si dovesse disporre di
Cammoranesi, Stefano Palmieri, Lorenzo Massimi

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una torretta da due pollici difficilmente si sfrutterebbe tutto il spesso premiano. Come la fortuna che, si sa , aiuta gli audaci. E
campo dei gradi apparenti dei singoli oculari come invece avviene infatti ho potuto beneficiare dell’aiuto determinante di alcuni amici
su due tubi autonomi. Inoltre la torretta è uno sdoppiatore ed è esperti che, affascinati dalla folle impresa, hanno risolto ogni
chiaro che si avrebbe una notevole diminuzione di luce per tutte problema, imprimendo conseguentemente la loro mano nella storia
le osservazioni del profondo cielo. costruttiva di questo straordinario strumento: il Binodobson 24”!
Mi sento allora di dire che questa esperienza sia stata una felice Tre sono state le scaturigini genetiche da cui ho mosso i primi
combinazione tra uno scarso esprit de géométrie e un passi: un sito australiano di Dobson binoculari dove ho appreso
sovrabbondante esprit de finesse. Per dirla più concretamente l’esistenza di questi mirabili strumenti studiandoli nei particolari:
una storia donchisciottesca a lieto fine. Se non avessi avuto http://www.binoscope.co.nz/index.html; l’invendibilità del mio
questa primiera follia, questa spregiudicatezza, quest’impeto Dobson 60 cm e in ultimo la disponibilità all’eventuale
fanciullesco e soprattutto il coraggio di contravvenire anche ai realizzazione della struttura del Binodobson da parte di Dieter
consigli dei più esperti, questo strumento non sarebbe mai nato. Martini. All’inizio, non sapevo dare una risposta convincente circa
La visionarietà, l’intuito e la giusta sfrontatezza nell’osare, molto le ragioni di questo strumento se non quella scontata di affermare
che due occhi sono meglio di uno!
Più in profondità, penso che ci
fossero altre componenti come una
mia costante tensione verso un oltre
mai raggiungibile dove lo strumento
diventa una sorta di scala di
Giacobbe per salire al cielo verso ciò
che per l’universo si squaderna;
come forse il terrore attrattivo del
faccia a faccia, a due occhi,

19
binoculare appunto, con il vuoto cosmico e il mio nulla esistenziale, totale d’immersione nella scena da far paura, ma rappresenti
oppure l’incontro epifanico con la bellezza che, come dice Rilke, è anche un generatore d’emozioni vertiginose, una piattaforma di
solo l’inizio del tremendo! Per me allora era difficile rispondere lancio per viaggi inter-galattici e infine uno scandaglio dentro lo
perché a quel punto il Binodobson non era più solo uno strumento gran mar de l’essere.
astronomico che consentiva di esplorare i fondali dell’universo con Credo infine che questi siano sommariamente i motivi per cui non
due occhi ma si rivelava anche un inginocchiatoio dell’anima! mi sento soltanto tra “quelli che s’innamorano di pratica...”
A distanza di anni ritengo che questo strumento non solo sia una
sorta di entelècheia dell’osservazione astronomica con un effetto
20
I monti di Forca Canapine. Dal Pian Grande di Castelluccio

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I monti di Forca Canapine. Dal Pian Grande di Castelluccio

22
I monti di Forca Canapine. Pian Grande di Castelluccio

23
Gli albori del
Binodobson 24”
Breve storia
Foto della Via Lattea di Cammoranesi e Palmieri

Nell'iniziare l’opera del Binodobson 24” non avevo la benché minima idea dei
problemi tecnici a cui sarei andato incontro. Una generica indicazione l'avevo
ricavata da un sito internet di area anglosassone dove si trattava di Binodobson
con diversi riferimenti fotografici e link vari. In particolare prestai attenzione allo
strumento dell'australiano Clive Milne, un Binodobson da 50 cm! Lo contattai per
e-mail e chiesi informazioni sommarie sul suo progetto tanto per avere una prima
idea.
Clive gentilmente mi rispose subito dicendo che non era partito da un progetto
predefinito ma che il tutto era il frutto di un disegno che aveva in mente e che
ancora doveva essere terminato, insomma una specie di work in progress.
Infatti così mi scrisse:

Hi Andrea,
Thankyou for you kind words.  :)
The binocular telescope is something of a work in progress, and unfortunately I
designed it in my mind so never actually made any drawings. That is not such a
bad thing because it has a number of design features that can be significantly
improved upon. You do not need to repeat my mistakes. Moving forward, I will be
more than happy to help you design a much better one.  Your first step is to define
Foto di Leonardo Ciuffolotti

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some physical parameters, and these will be driven by how you Questi florilegi emozionali (http://www.binoscope.co.nz/
intend to use it and what you want out of it. dave.htm), scritti da astrofili di una certa esperienza,
Decision #1) Do you have the option of leaving it permanently set manifestavano in comune questa peculiarità del binoculare
up in an observatory at a dark sky site?  My reccomendation is descrivendo gli oggetti come mai prima con un potenziamento
that if you have that option, do it. percettivo talora superiore a quello delle immagini fotografiche. Il
Consideration #1)  What is your budget? What aperture would you risultato non era di poco conto se paragonato alle solite
prefer, and why have you chosen that size? osservazioni monoculari. Tutti questi astrofili che avevano fatto
Enabler #1) Do you have access to CNC machining facilities or esperienza con il Binodobson di Clive sono rimasti impressionati
know someone that does?  It is not critically important, but has non solamente dall'effetto finestra che si spalanca sull'universo
significant adavantages in that you could have 2 or 3 built at the con l'impiego di oculari a grande campo, ma riportavano questa
same time for other people which will amortise costs to a certain idea di "galleggiamento" degli oggetti stessi come sospesi dando
extent. una chiara sensazione di effetto stereoscopico. Infatti alcuni
globulari al Binodobson sembrano realmente assumere una
Come per mettermi in guardia, mi comunicò in seguito i due più conformazione sferoidale che non è possibile invece percepire
grandi problemi a cui era andato incontro e cioè la stabilità dello nella visione mono.
strumento e l'accordo tra i due tubi. Non prestai attenzione a Era il 23 Ottobre del 2010 quando, come per gioco mandai una e-
questi aspetti credendoli facilmente superabili. Non mi mail a Dieter Martini che già in precedenza aveva realizzato per
immaginavo affatto le difficoltà che avrei incontrato strada me la struttura del Dobson 30”, chiedendogli se era disponibile a
facendo. Se fossi stato un tecnico, con una reale comprensione realizzare la struttura di un Binodobson da 60 cm, formato cioè
dei vari problemi, di sicuro non avrei mai affrontato l'impresa. da due specchi primari di questa dimensione.
Ad appassionarmi smodatamente erano stati quei “dannosissimi” Così scrissi:
report che si leggevano online a seguito di alcune sessioni
osservative effettuate sul Binodobson di Clive. E anche se il cielo Dear Martini,
descritto fosse quello dell'emisfero australe che io già un po' do you remember me?
conoscevo, mi colpiva questa vista nova fornita dal suo I've just had a crazy idea.
Binodobson 20”. I'd like a 60 cm newton binoscope.
Non solo.
26
I'm sending you some photos: link Per realizzare un Binodobson newtoniano è necessario disporre
I alresdy have a 60 cm Newton mirror. di due sistemi ottici idealmente identici, ciascuno composto di
Would it be possible for you to help me? uno specchio primario parabolico e di due specchi piani
If so, could you tell me the price more or less? (secondario e terziario).
Thanks! Per quanto riguarda gli specchi secondari e terziari il problema è
Looking forward to hearing from you soon. minimo, essendo questi piani e non parabolici come i primari. In
Best regards. realtà, affinché siano perfettamente piani, gli specchi secondari e
terziari sono i più difficili da realizzare nella lavorazione. Questo,
Sorprendente fu la risposta: sebbene importante, era comunque una difficoltà facilmente
risolvibile per un ottico esperto.
Dear Andrea, Per quanto invece riguarda la coppia dei primari l’errore focale
I like to remember you. What makes your 30 "?? non deve evidentemente superare un certo limite, pena
2 weeks ago I was able to observe with a 30 "it in Kärnten of l’inevitabile percezione della differenza d’ingrandimento nelle due
Emberger Alm. immagini oculari.
For crazy projects I am happy to have. Nel sito di Jacques Civetta, costruttore di un bellissimo
Which mirrors are in demand, and the focal length? Binodobson da 460 mm di apertura, si afferma che la tolleranza
best regards, Dieter focale tra i due specchi deve stare dentro un rapporto di 5/1000
(http://www.astrosurf.com/altaz/460_bino.htm).
Dieter già si dichiarava felice di poter mettere le mani su un Diversamente, per altri autocostruttori, come l’Ing. Massimo
progetto di tale portata! D’Apice, si può ammettere una maggiore tolleranza percentuale,
A quel punto eravamo due folli che si incontravano e nessun pari all’ 1% (10/1000).
freno avrebbe ostacolato la corsa, tanto eravamo entrambi In pratica, il vero problema consiste nel disporre di due specchi
“happy” di realizzare, io un grande sogno, lui una primazialità parabolici dello stesso diametro, aventi la medesima focale entro i
assoluta a livello artigianale che gli avrebbe certamente conferito limiti predetti.
prestigio e originalità. Il mio vecchio 60 cm f/4,3 focale 2600 mm, quello che non
Rimaneva l’ostacolo specchi! riuscivo a vendere, doveva a questo punto trovare un suo
gemello. Nello specifico, pur assumendo la tolleranza (più larga)
27
dell’1%, sarebbe stato possibile accettare una differenza focale di Ai primi di Aprile 2011 il nuovo primario era fatto: la sua focale era
soli ± 26mm. di 2615, pronto per essere alluminato da Zaot a Milano!
Occorreva dunque interpellare il bravissimo ed esperto artigiano Eravamo dentro i limiti senza la necessità di intervenire di nuovo
di Tribano (Pd) Fausto Giacometti. Gli illustrai questo mio progetto per “aggiustare” la focale con il rischio di peggiorare le cose.
e gli chiesi se potevo avere da lui un altro specchio uguale a Fausto si era impegnato a realizzare anche i due secondari piani di
quello che mi aveva già fatto due anni prima possibilmente forma ellittica. Ma questo passaggio richiedeva da Martini la
rimanendo dentro la stessa focale, al massimo dentro un margine comunicazione della misura dell’asse minore secondo il progetto
d’errore non superiore a 20 mm. Mi raccomandai dunque di tener che aveva realizzato con il Cad. La misura era di 140 mm. Verso la
presente questo problema e lui con la sicurezza di sempre mi fine di Aprile anche i due secondari erano pronti. Ringrazio Fausto
convinse che avrebbe realizzato uno specchio entro quei ristretti per il suo ottimo lavoro realizzato, sempre ai massimi livelli.
limiti. Occorreva la massima precisione e dovetti quindi ritornare Nel frattempo nel Febbraio 2011 mi era arrivata, tramite corriere,
di nuovo da lui soltanto per misurare al millimetro la focale del la struttura grezza del binodobson 24”. Un pacco enorme,
mio primario che risultò essere proprio di 2600 mm f/4,3. imponente, pesantissimo. Il povero corriere faticò non poco a
organizzare lo scarico della merce. Lo aiutai
perché da solo non era affatto in grado di
concludere la consegna. Quando ebbi
finalmente l’intero collo in casa, iniziai
l’estrazione dall’imballo. Grande emozione e
palpitazione!
I singoli pezzi in legno, tutti grezzi, erano uno
dentro l’altro. Il più grande, il roker box
ovviamente conteneva il mirror box che a sua
volta conteneva il cappello con i supporti dei
due specchi secondari e il gruppo ottico degli
specchi terziari. Tutto ben imballato e
protetto! Come spedizione a parte mi arrivò
un pacco contenente i dodici tralicci di
28
sostegno.Avevo già predisposto una stanza per iniziare il lavoro di
carteggiatura e di verniciatura con sostanze protettive su tutte le
superfici di legno. Insieme a Maria iniziai questo paziente lavoro
che durò diversi giorni.
Alla fine la struttura era pronta, pronti erano tutti gli specchi e
rimaneva solamente il problema di tagliare nella giusta misura tutti
e 12 i tralicci di sostegno. Non era facile per me calcolare con
precisione il percorso ottico dai primari passando per i secondari
e terziari fino al piano focale e stabilire di conseguenza la giusta
lunghezza. Per questo motivo chiesi aiuto al mio amico Cristian
Fattinnanzi che, oltre ad essere un bravo astrofotografo, è anche
un valente auto costruttore.
Lo strumento così come preparato sembrava pronto per essere
subito messo in campo. E chi poteva pensare ai tanti problemi
che invece da lì in poi sarebbero sorti.
Il progetto Martini essendo un prototipo mai da lui realizzato in
precedenza, in quasi assenza di significativi riferimenti in
letteratura, non poteva affatto prevedere che il suo vero punto
vulnerabile sarebbe stato l'instabilità proprio laddove invece
emergevano ostentate e accattivanti le nuove e originali soluzioni.
Anche la più piccola instabilità avrebbe compromesso la corretta
funzionalità. Tutto questo è la dimostrazione che se il progetto è
bello e convincente solo sulla carta, occorre sempre un banco di
prova che ne decreta concretamente la riuscita o meno.

29
La nascita del
Binodobson 24”

Foto di Leonardo Ciuffolotti


Il progetto Martini
Dieter Martini (http://www.dietermartini.de) accolse la sfida di realizzare in legno
tutta la struttura del Binodobson 24". Comunicavamo per e-mail con difficoltà
essendo il suo inglese un po’ maccheronico. Da parte mia nessun problema in
quanto Maria Kent essendo inglese mi traduceva alla perfezione. Ma alla fine ci si
capiva facendo ricorso anche alle immagini e a ogni altro artificio.
Martini già un'idea del progetto se l'era fatta e così per evitare complicanze
linguistiche e fraintendimenti mi inviò subito un link di un sito di una rivista
americana degli anni '80 "Telescope making" in cui nella copertina del numero 23
dell'estate del 1984 appariva un Binodobson 17,5" messo in campo nello Star
Party del Texas: http://www.kalmbachstore.com/tmkpdf023.html
Da questa immagine si poteva già capire alcuni elementi importanti. Intanto la
confluenza a V dei fasci luminosi uscenti dai due secondari diretti nel gruppo
ottico degli specchi terziari. In alternativa a questa soluzione vi era un'altra che
prevedeva invece l'uscita orizzontale, per intenderci quella classica, dei fasci
luminosi dei secondari. In questo caso però si doveva prevedere il necessario
spazio tra i due "tubi" per l'inserimento della testa dell'osservatore, dovendo in
questo modo conseguentemente aumentare l'ostruzione del secondario e
consentire così il giusto spazio. Quest'ultima in effetti non era la soluzione migliore
e non fu per niente presa in considerazione.
Un altro elemento che emergeva con evidenza era l'inserimento dei due primari in
Schema ottico del Binodobson 24”
un unico mirror box. Inoltre non apparivano neanche le due mezzelune di

31
scorrimento in altezza del mirror box oggi presente in quasi tutti i
Dobson dai 50 cm in su. Infine non si riusciva a vedere il sistema
della regolazione della distanza interpupillare (d’ora in poi DI) e

dei focheggiatori. Comunque quest’immagine doveva essere un


punto di riferimento sommario, dove cogliere alcuni spunti
interessanti per il nostro progetto.
Mi fidai di lui.
In base al progetto elaborato al Cad da Martini , l’asse minore dei
due specchi secondari da comunicare a Fausto Giacometti era di
14 cm. Anche Fausto si mise all'opera. Per lui non era certamente
facile eguagliare l’altro specchio primario rimanendo dentro un
valore di tolleranza percentuale ammissibile dello 0,5%. Struttura lignea del Binodobson appena “sfornato”.

32
Intanto Martini aveva acceso seghe e pialle e comunicandomi
Cappello solo un disegno relativo alla zona ottica dei secondari e terziari, si
era messo all'opera senza che io conoscessi almeno un abbozzo
del resto della struttura. Mi doveva bastare la foto di "Telescope
making". Finalmente il 21 Febbraio del 2011 mi inviò le prime foto
della struttura grezza già pronta. Devo dire che da subito ebbi un
impatto emotivo molto forte, mitigato poi dai primi dubbi che mi
sorgevano di volta in volta.

Tralicci Da queste prime immagini si poteva già notare che la zona dei
terziari (focheggiatori e regolazione della DI) ancora doveva
nascere. Un’altra importante indicazione erano le celle dei primari
che erano essenzialmente in legno.
E questo mi lasciava un po' perplesso. Mi aspettavo che in
questo comparto Martini avesse provveduto con un robusto
sistema d'appoggio tutto in acciaio a mo' di graticola considerato
il notevole peso degli specchi primari. Ma il mio problema si era
momentaneamente tutto concentrato su come avrebbe risolto la
Mezzaluna
zona dei terziari. Devo dire che Martini su questo punto non
aveva le idee chiare. In un primo momento mi disse che avrebbe
Mirror box
risolto con l'inserimento di due focheggiatori e due diagonali e
Mezzaluna per farsi meglio comprendere mi inviò una foto molto eloquente
da cui emergeva subito l'impossibilità di regolare la DI. Infatti
Rocker box questa non poteva concretizzarsi perché impedita dagli angoli dei
rispettivi diagonali che anche toccandosi non sarebbero mai
arrivati ad una giusta regolazione che mediamente si attesta dai 6
Grande ruota di azimut
ai 7 cm.
33
Come poteva Martini essere caduto in un errore così
sesquipedale?
Scavalcando le complicanze linguistiche e comunicando più
efficacemente per immagini, da quella foto evidenziai
inesorabilmente il vero punctum dolens (vedi foto). Rimasi
sbalordito quando sempre per immagini, propose, direi su
impulso, una soluzione certamente non “tedesca” e del tutto
ciabattona cioè quella di tagliare gli angoli dei due diagonali per
recuperare la distanza di almeno 65 mm.

Passarono giorni di silenzio in cui chiaramente s’imponeva una


riflessione più approfondita e seria.

34
Fino a quando mi arrivò una mail con un link che si collegava ad come il binodobson 24" in cui la regola numero uno doveva
un sito tedesco oggi non più esistente in cui si mettevano in luce essere la semplicità e la stabilità assoluta.
soluzioni interessanti con sistemi di slitte che collegavano lo Probabilmente innamorato delle soluzioni di questo sito, la strada
specchio secondario e il suo supporto direttamente al box del che intraprese Martini fu quella di collegare gli specchi secondari
fuocheggiatore che a sua volta poteva "slittare" in direzione alto- e i loro rispettivi supporti al box mobile degli specchi terziari.
basso. Una buona soluzione per piccoli diametri e sicuramente
per l'utilizzo di una torretta binoculare. È chiaro che abbassando il Due grandi lamine in luogo delle classiche raggiere per ogni
secondario per estrarre il fuoco, quello va fuori dal campo di specchio secondario avrebbero creato questo ponte di
piena luce con una conseguente perdita di luminosità. collegamento e nel contempo di supporto (vedi foto).
Francamente non si capiva perché Martini mi indicasse queste Dopo diversi giorni giunsero finalmente alcune foto. Da esse si
soluzioni così macchinose per uno strumento talmente colossale poteva, meglio di qualsiasi altra spiegazione tradotta, capire il
funzionamento e la meccanica. Subito appariva l'assenza dei
fuocheggiatori. Al loro posto solo un semplice porta oculare. La

Colonne di scorrimento

soluzione trovata dal Martini "sulla carta" come si suol dire era
interessante ma non aveva fatto i conti con la pratica che a volte

35
Infine il problema della DI non sembrava affatto risolto ma solo
vagamente accennato. Due slitte di legno sotto i due portaoculari
percorrevano nei loro binari la stessa direzione degli assi ottici
provenienti dai secondari ai terziari. Ma a questo movimento delle
due slitte doveva contemporaneamente seguire, come
strettamente collegato, lo stesso identico movimento dei due
sottostanti specchi terziari. Altrimenti si perdeva la centratura
dell'asse ottico. Insomma alla fine questa strada non si percorse.
In suo luogo Martini realizzò la soluzione più complicata da
attuare sul campo quella cioè che rendeva gli specchi terziari
regolabili autonomamente senza collegamento con le slitte
portaoculari. Dunque un conto era spostare le slitte portaoculari
collegate sotto con gli specchi terziari, un conto era non avere
si rivela molto diversa! Il celebre aforisma di Leonardo su "quelli
che s'innamorano di pratica, sanza scienza..." in questo caso può
essere simpaticamente capovolto come un monito a quelli che
s'innamorano solo di scienza o di teoria tralasciando la pratica!
La messa a fuoco avveniva girando un grande pomello situato
sotto al box dei terziari che contemporaneamente spostava su
colonne guida sia il box stesso che i due secondari ad esso
ancorati. Un sistema che non poteva andar bene su uno
strumento così grande che al contrario imponeva precisione e
massima stabilità. Infatti già alla prima uscita il sistema si
manifestò fallimentare: una volta trovata con difficoltà la
collimazione tra i due tubi essa si perdeva solo spostando lo
strumento da un oggetto ad un altro o addirittura cambiando gli
oculari e rimettendo di nuovo a fuoco.
36
della collimazione tra i due tubi era costituito dalla ulteriore
possibilità di spostamento delle celle stesse per intenderci negli

questo collegamento e dover riposizionare i terziari di volta in volta


alla variazione della DI, operazione davvero pazzesca, complicata e
dispersiva di tempo. I supporti dei terziari erano tradizionali con le
tre viti di regolazione basculante. Inoltre era previsto per ogni
supporto uno spazio di movimento per permettere di seguire l'asse
ottico spostato delle slitte dei portaoculari.
Insomma un impazzimento!
Per non parlare delle celle dei due primari. Esse, come abbiamo
già detto, sono state concepite e realizzate in legno, con 18 punti
d'appoggio e ovviamente con le tre viti di regolazione della
collimazione. Ma il loro punto debole, che nella mente del Martini
doveva invece rappresentare un quid novi e un perfezionamento Uno di tre deboli punti d’appoggio laterali dello specchio primario

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assi x e y del loro piano per allineare gli assi dei due tubi a cui ecco che la stessa, con lo spostamento dello strumento da un
necessariamente per adeguamento dovevano seguire anche gli oggetto a un altro, inesorabilmente si perdeva e bisognava
spostamenti dei rispettivi secondari e infine dei terziari. ricominciare da capo. Inoltre la semplice messa a fuoco così
Anche qui un altro impazzimento! concepita come sopra descritto, comportava un costante
disallineamento delle ottiche. Addirittura anche la stessa
struttura, sotto il proprio peso si fletteva dal rocker box al
mirror box fino ai tralicci!
Era per me il fallimento totale e mi sentivo come punito dalla sorte
per non aver ascoltato a suo tempo i consigli degli esperti!
Mettendo in campo lo strumento la prima volta, uno dei problemi
principali che subito era emerso, era, come già ampiamente
illustrato l’estrema difficoltà a perfezionare le continue

Le due celle degli specchi primari

In teoria un bel progetto. Ma per realizzarlo occorreva una


ortoprassi tecnologicamente avanzata con impiego di materiali
adeguati e di precisione che certamente il solo legno di Martini
non sarebbe mai stato capace di realizzare. Pertanto quel sistema
così instabile non andava assolutamente bene. Mi ricordo il
giorno della prima luce a Forca Canapine nel Maggio del 2011: fu
un vero insuccesso! Non sapevo dove mettere le mani! Puntavo
un oggetto e quando a fatica realizzavo una precaria collimazione Tre punti di regolazione di una cella per consentire la collimazione del primario

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collimazioni negli specchi terziari i quali strutturalmente si
presentavano nei loro supporti come dei veri e propri secondari
ordinari di un piccolo newtoniano. Sicché la collimazione per ogni
specchio avveniva agendo sulle tre viti di regolazione con le
chiavi a brugola per accedere alle quali Martini aveva previsto i
rispettivi fori sul basamento ligneo del box. Ma questa
operazione, svolta di notte diventava una tragedia per la difficoltà
di arrivare ogni volta alle viti a brugola dei terziari interni al box.
Per non parlare del tempo che si perdeva per queste manovre .
Occorreva una soluzione più rapida e semplice!
In quel periodo chiesi a Cristian Fattinnanzi di realizzare un
sistema di regolazione degli specchi terziari proponendogli in
qualche modo di prendere spunto, ove possibile, dal mio
binoscopio Vixen-Astromeccanica che prevede una collimazione
a movimenti a croce dei due specchi. Ovvero lo specchio di
sinistra percorre il movimento di regolazione in verticale, lo
specchio di destra in orizzontale, sicché la stella inquadrata col
movimento a croce + dei due specchi ad un certo punto si
incontra combaciandosi. Sapevo che questa soluzione sul
Binodobson 24” non poteva andare bene perché i fasci di luce
provenienti dai due secondari non sono in parallelo come nel
binoscopio ma confluenti a V. Si è pensato allora di procedere in
questo modo. Una volta trovata la centratura degli specchi terziari
in riferimento alla distanza interpupillare degli oculari, l’unico
movimento che poteva efficacemente realizzare una giusta
collimazione con la stella era il solo movimento alto-basso dei
due terziari. Pertanto l’incontro non sarebbe stato a croce come Sistema altazimutale di regolazione dei terziari (con i Galletti!)

39
nel binoscopio ma a X. invece le cose erano semplici: bastava l’inserimento di una molla
Ovvero la stessa stella e dalla parte opposta quello di una vite che regolasse il
nei due oculari avrebbe movimento sempre in tensione come si può ben capire dalla foto.
trovato il suo punto di Per un periodo di quasi due anni questo sistema ha consentito
coincidenza attraverso allo strumento un apprezzabile funzionamento. Ringrazio Cristian
lo spostamento alto- Fattinnanzi per questo suo utile contributo che rendeva
basso dei due terziari, enormemente più facile la regolazione della collimazione degli
tracciando un specchi terziari. Sapevo però che non era e non voleva essere la
movimento a X. Perciò soluzione finale. All’appello mancava la regolazione della DI. Solo
Cristian doveva trovare l’ingegneristica creatività di Massimo D’Apice rese possibile
Supporti cilindrici in Pvc posti su forcelle per una soluzione semplice, questa funzione per niente facile a realizzarsi.
consentire il movimento in altezza economica e risolutiva
che tenesse presente
questa premessa qui esposta. E la risposta al problema non
tardò. L’ispirazione di Cristian probabilmente fu l’immagine di un
telescopio disposto su montatura altazimutale con le due forcelle
e il basamento. Mutatis mutandis la soluzione era bella che fatta:
rendere cioè altazimutale il solo supporto cilindro in Pvc dello
specchio (vedi foto). In questa maniera esso avrebbe svolto tutti i
movimenti. Per quello di azimut non c’era difficoltà: bastava
allentare la vite dell’asse centrale e il movimento rapidamente si
effettuava. In realtà quest’operazione richiedeva attenzione e
precisione una volta impostata la giusta DI. Il laser rosso che
partiva dal focheggiatore doveva poi colpire il centro del terziario
posto perfettamente a 45 gradi che a sua volta colpiva il centro
del secondario posto anch’esso a 45 gradi che a sua volta
andava a colpire il centro del primario. Per il movimento in altezza
40
Le modifiche

Foto di Andrea Storani


Modifiche ad opera di Franco Salvati

Come prima modifica, certamente non di


natura strutturale ma direi integrativa è stata
quella di dotare questo strumento di un
sistema elettronico in grado di effettuare la
ricerca degli oggetti, il Go-to e l’inseguimento.
Sapevo che l’amico Franco Salvati, dopo
avermi venduto lo specchio 76 cm con il
secondario aveva accantonato la struttura del
suo 76 cm e supponevo che con essa anche il
sistema elettronico denominato Argonavis e
Servo-cat. Così gli chiesi se poteva
vendermelo dato il suo inutilizzo. Franco in
quel periodo aveva infatti acquistato il famoso
Rocker box prima dell’istallazione del
e strepitoso Dobson Obsession 25” di Maurizio Servocat
Dibitetto, quello che anni prima mi aveva
letteralmente scioccato, anch’esso dotato dello stesso sistema (Argonavis e
Servo-cat). Me lo vendette. Il Binodobson 24”, un progetto nei miei sogni così
ambizioso non poteva essere sprovvisto di questa opzione. Ovviamente io da solo
non sarei stato in grado di realizzare l’opera di istallazione. Chiesi aiuto allo stesso
Franco che con estrema gentilezza, disponibilità e vera passione astrofila provvide
Franco Salvati alle prese con i cavi elettrici
al montaggio del nuovo dispositivo nella sua grande azienda di carpenteria

42
43
metallica ad Avezzano. Appena montato ci accorgemmo che il
teflon disposto da Martini sia nel reparto azimut che nel reparto
altezza per consentire scorrevolmente i rispettivi movimenti non
era la soluzione migliore perché opponeva molta resistenza
creando sforzo notevole ai motori. Si doveva trovare un'altra
soluzione. Franco, persona dotata di molti carismi e di rapido
intuito inserì dei rulli di scorrimento di acciaio in luogo del teflon
disposto nella culla del rocker box. Di conseguenza lo
scorrimento divenne perfetto. Sapevamo che quei rulli a contatto
con il basamento in formica delle mezzelune a lungo andare
avrebbero creato un solco. Per evitarlo avrei dovuto ricoprire
quella superficie con lamina di acciaio che in seguito feci
personalmente. Infatti ora lo scorrimento è acciaio su acciaio e lo
strumento, perfettamente equilibrato, consente al motore in
altezza il minimo sforzo. A questo intervento seguì subito anche
quello nel reparto azimut dove Franco al teflon sostituì sei sfere
d’acciaio incassate nel basamento inferiore del rocker box a
contatto con la grande ruota dell’azimut. Anche qui sapevamo
che a lungo andare le
sfere d’acciaio a
contatto con la formica
della grande ruota
avrebbero creato solchi.
Pertanto si doveva
successivamente
intervenire per sostituirla
Sfera d’acciaio con alloggiamento in lamiera d’acciaio Centralina Servo Cat
con una superficie di
44
Motore di azimut

Franco nella sua grande officina di Avezzano

lamina d’acciaio a forma di ciambella che


ricalcava il percorso delle sfere. Ringrazio
Franco per questa sua preziosa e generosa
collaborazione che si è protratta anche in
seguito come assistenza e consulenza.

In questi anni mi è capitato di manovrare lo


strumento a mano libera sia per scelta che
Pulsantiera Argonavis e
Pignone del motore azimut che trasmette il movimento al bordo della grande ruota
a seguito di piccoli problemi elettronici del Servo cat
45
Franco durante un’operazione di settaggio del Servo-cat

sistema Servo-cat. Quei momenti sono stati meravigliosi. Si della Via Lattea, ammassi stellari immersi in sterminate regioni
creava una sorta di corpo unico con lo strumento. Le mani nebulari, disseminate galassie debolmente emergenti, stelle
ancorate ai bordi delle due grandi bocche sviluppavano questo doppie dai colori dissonanti. Tutta un’architettura cosmica dagli
ponte di collegamento “pilotando” quasi con impulso sinaptico la oscuri abissi laddove “nostro intelletto si profonda tanto”.
rotta di navigazione. E con potenza risolutiva si squadernavano
scenari imprevedibili, nebulosità estese sulle plaghe chiaroscurali
46
Le modifiche ad opera di Roberto Zacconi

In una delle prime uscite con me c’era l’amico astrofilo Roberto visione delle deficienze emergenti, mi disse che si doveva
Zacconi che è uno spirito eclettico: un appassionato di ottica, di intervenire su tutto lo strumento, in ogni comparto cercando di
meccanica e di elettronica ma soprattutto dotato di un grande realizzare il traguardo di una stabilità quasi assoluta.
talento di manualità. Subito non si rese conto di tutti i problemi
Roberto, come un angelo custode, offrì la sua disponibilità a
che affliggevano lo strumento che invece si palesarono con il
intervenire sulle modifiche. Per me era una “prima luce” di
tempo di volta in volta. In seguito quando ebbe più completa
speranza che si accendeva. Conosco Roberto. Per lui mettere
mano su questo “mostro binoculato” e poterlo resuscitare a
nuova vita era una sfida estremamente emozionante perché lo
avrebbe posto al vertice della sollecitazione mentale dove intuito
e intelligenza si rincorrono in un travaglio creativo che solo un
artista e uno scienziato possono sentire così intensamente!

Partimmo per questa nuova avventura in cui io mi proponevo


come assistente del Maestro. Allestii il mio studio che divenne
subito un’officina piena di vari attrezzi. Per un mese e mezzo
lavorammo intensamente.

Come primo intervento togliemmo gli instabili supporti degli


specchi secondari, quelli che erano collegati al box dei terziari. In
loro luogo inserimmo le tradizionali e stabili raggiere in acciaio,
alleggerendo di non poco il peso di tutto il  cappello conferendo
Roberto Zacconi a Pian de’ Conti di Cingoli durante un test nell’estate del 2011

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48
sede uno specchio secondario con il suo supporto e in suo luogo
inserì stabilmente un laser. Lo accese. Il raggio terminava la sua
corsa proprio sopra il coperchio di legno dello specchio primario,
circa al centro in un punto preciso che fu segnato con una matita.
Poi mi disse di abbassare lo strumento attraverso il movimento in
altezza. E piano piano si notava come il raggio laser si
allontanasse da quel punto iniziale e di non poco! Lo strumento
così come costruito da Martini era già dall’inizio sbilanciato nel
suo baricentro. Esso pesava troppo nella parte inferiore, cioè nel
mirror box anche a seguito della sottrazione delle quattro grandi
Inserimento di due focheggiatori elicoidali e blocco del box terziari
lamine di ottone che supportavano i due secondari. Occorreva
conseguentemente una totale stabilità agli specchi secondari. dunque un nuovo bilanciamento che provvisoriamente
Questa modifica implicò la rinuncia al macchinoso sistema di decidemmo di risolvere zavorrando di quasi 10 kg il cappello.
messa a fuoco messo in atto da Martini. Il nuovo sistema era
Non era una soluzione definitiva,
formato semplicemente da due focheggiatori elicoidali fissi nella
ma intanto ci consentiva un
loro sede a una DI di 6,3 cm come quella mia e di Roberto,
maggior equilibrio. In seguito
rinunciando momentaneamente così alla possibilità di regolazione
saremmo dovuti intervenire nel
che sicuramente avremmo affrontato più in là con calma. Questa
nuovo calcolo del baricentro del
modifica di conseguenza risolveva anche il problema dei terziari
mirror box- tralicci-cappello
che una volta correttamente collimati attraverso il nuovo sistema
spostando le due semilune laterali
altazimutale introdotto da Cristian Fattinnanzi, non avrebbero più
nella giusta posizione. Solo così
avuto bisogno di ulteriori interventi se non quelli strettamente
con il nuovo baricentro la zavorra
necessari a inizio sessione osservativa.
sarebbe stata tolta e la struttura
Per farmi capire empiricamente come l’intera struttura fosse non avrebbe più sofferto alcuna
ancora del tutto instabile, dopo aver montato lo strumento e flessione. C’era ancora molto
averlo posto nella sua massima altezza, Roberto tolse dalla sua lavoro da compiere ma intanto la
Zavorra di 10 kg

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parte superiore, quella del
cappello sotto l’aspetto ottico era
provvisoriamente risolta. La
zavorra veniva alloggiata in mezzo
al cappello sul piano di
collegamento tra le due bocche.
Ciò se da una parte bilanciava lo
strumento, dall’altra creava
proprio al centro un nuovo punto
di vulnerabilità. Era evidente che si
doveva intervenire efficacemente.
La via più semplice era quella di Roberto e il traliccio a triangolo

inserire proprio lì un nuovo


traliccio alla maniera degli altri dodici. Ma per Roberto questa
ipotesi non dava molte garanzie di stabilità soprattutto durante il
movimento in altezza dello strumento. La soluzione fu la
costruzione di un “traliccio a triangolo” in alluminio molto più
efficace nel neutralizzare ogni flessione, rispetto a un semplice
traliccio a tubo. Fu la soluzione migliore. Ripetemmo
l’esperimento con il laser e questa volta il punto segnato con la
matita rimase “quasi” lo stesso anche con l’inclinazione. La
strada era quella giusta e portava i suoi buoni frutti. Certo in
assenza di zavorra quel “quasi” non ci sarebbe stato! Prima di
affrontare il problema delle celle degli specchi primari, Roberto
decise di intervenire sul rocker box rinforzandolo proprio nei suoi
punti più deboli dove avvenivano alcune flessioni. Incominciando
Traliccio a triangolo che punta sotto il vano-zavorra nella parte sottostante introducendo due traverse di alluminio
50
Le ruote per il trasporto Il binodobson 24” sulle rampe

per analogie simboliche con la sua persona forte, salda e


affidabile. Infine l’inserimento degli assi delle quattro ruote per
Trave di alluminio incollata alla sponda con resina epossidica consentire lo spostamento dello strumento. Si doveva andare
avanti in economia, possibilmente riutilizzando il materiale
scartato. Con più risorse a disposizione si poteva intervenire
radicitus trovando certamente soluzioni più efficaci. Fu per
questo che decidemmo di irrobustire solamente le celle di legno
degli specchi primari quando la soluzione più ottimale sarebbe

Traversa di alluminio e assi per le ruote

avvitate e incollate con resina epossidica. Poi sopra la base, al


bordo della parte più bassa e vulnerabile dei due lati più lunghi
del Rocker box, inserì una trave di alluminio interamente incollata
con epossidico nella sponda interna. Roberto da questo
momento affettuosamente fu soprannominato l’Epossidico. Non
solo per il grande utilizzo che faceva di questa resina ma anche Prima Dopo
51
Spostamento della cella in direzione x/y degli assi

stata quella di sostituirle completamente con due molto più stabili


di acciaio. Per rinforzarle Roberto inserì nel retro di ogni cella tre Spostamento laterale delle celle tramite viti poste su ponti di pvc

barrette di alluminio avvitate e incollate con resina epossidica per della semplificazione, la chiamerei la “via epossidica” in quanto
scongiurare possibili flessioni. C’è da premettere che una volta ideata da Roberto che bloccava una volta per tutte la posizione x/
che i due tubi fossero ognuno perfettamente e autonomamente y degli specchi primari dopo aver trovata la loro giusta centratura
collimato, sarebbe poi stato necessario anche collimare tra loro i in stretto riferimento alla centratura dei due secondari. Questo
due tubi. Questa operazione pertanto si sarebbe realizzata o passaggio fu una svolta! Inoltre Roberto non seguì la letteratura
muovendo letteralmente i due tubi tra di loro sul loro piano x/y, più autorevole riguardante la progettazione e costruzione dei
operazione quasi impossibile con i nostri mezzi a disposizione, Dobson tradizionali (The Dobsonian Telescope. A pratical Manual
oppure si doveva optare per la soluzione di Martini. Il quale aveva for Building Large Aperture Telescopes by Dave Kriege and
inserito per ogni cella dei due primari un meccanismo, alquanto Richard Berry) dove questo problema è risolto con l’inserimento
instabile, di spostamento delle celle negli assi x/y del loro piano di una cinghia o cavo di acciaio che “abbraccia” il bordo sud
proprio per consentire l’accordo tra i due tubi e la dello specchio consentendo un accomodamento più libero dello
perpendicolarità dei due assi ottici. Ma c’era una terza via, quella specchio primario. Qui eravamo di fronte a un Binodobson e

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Roberto Zacconi intento all’opra
Inoltre si doveva anche intervenire lateralmente in direzione
questo “ancoraggio” applicato ai due specchi primari non orizzontale. I due specchi mantengono la loro costante centratura
avrebbe mai garantito la necessaria, stabile e permanente anche se in quella direzione non subiscono sostanzialmente
distanza dei rispettivi centri. Si pensi solo agli spostamenti spostamenti rimanendo nelle loro sedi. Tra i due specchi primari
durante il trasporto dello strumento. Roberto aveva avuto proprio nel centro del mirror box, Roberto realizzò un
l’intuizione di rifarsi ai costruttori quando per eseguire le loro importantissimo spessore in legno con una sua precisa misura. I
verifiche e misurazioni inseriscono gli specchi primari in verticale bordi di questo spessore dovevano costituire il punto di contatto
in un banco che prevede solo un punto d’appoggio. Perché laterale dei due specchi. E per mantenere questo costante
allora, si domandava, non ideare due celle che prevedessero contatto si era provveduto ai lati opposti di inserire due piccoli
questo punto d’appoggio, questo risolutivo ubi consistam che pistoni di teflon (vedi foto) a pressione con molla regolabile che
avrebbe garantito costantemente la centratura di entrambi gli impedisse spostamenti laterali. I due specchi primari in questo
specchi soprattutto nel movimento in elevazione dello strumento. modo erano ben alloggiati e stabili. Così stabili che talvolta alla

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intrinseche qualità e peculiarità binoculari ma proprio perché
effettivamente, quando indossa elegantemente il suo smoking
nero (il telo), da sotto il box dei terziari sbucano appariscenti due
bei pomelli chiari rispettivamente a capo di due lunghe aste
comunicanti con uno dei tre punti di regolazione di ogni cella.
Questo intervento di Roberto in realtà trasse spunto da un
Binodobson nel sito internet di Jacques Civetta dove si rilevava la
possibilità di regolare i primari rimanendo costantemente con gli
occhi agli oculari. Un'enorme vantaggio e guadagno di tempo
contro il dover di volta in volta scendere dalla scala e girare le
La distanza tra i centri dei due specchi primari deve permanentemente essere sempre rispettive viti di regolazioni sotto le celle. In sostanza questi due
la stessa di quella tra i centri degli specchi secondari con gli assi ottici dei due tubi in pomelli sono di estrema importanza. Consentono cioè, come si è
parallelo e perpendicolari tra loro
già detto, di operare, con minimi aggiustamenti, quella necessaria
successiva sessione osservativa, si presentavano quasi collimati coincidenza in un unico punto della stessa stella presente nei due
senza effettuare rilevanti regolazioni. E veniamo al delicato settore oculari. Ma questo passaggio inevitabilmente va a sua volta a
della collimazione degli scollimare i due tubi già
specchi primari che ha autonomamente ben
impegnato non poco collimati in precedenza. Si
Roberto. Qualcuno potrebbe dunque affermare
degli amici astrofili ha con cognizione di causa
simpaticamente esperienziale che questo è il
affermato che lo vero punctum stantis vel
strumento può definirsi cadentis dello strumento.
un Binodobson con le Per questo motivo l’alta
palle. E questo non definizione che impone una
tanto per le sue rigorosa collimazione di tutte
Pistoncini di teflon a pressione regolabile le ottiche è, entro certi livelli, Le “palle”uscenti dal telo del Binodobson
54
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Schema dei 6 punti di regolazione delle celle dei primari. Due punti, uno per ogni cella, (quelli tra loro Girando i due pomelli, la stessa stella che si presenta sdoppiata ai due
più vicini) sono regolabili attraverso lunghe aste di collegamento che, terminando con due pomelli oculari, trova il suo punto c di coincidenza
consentono il giramento dalla posizione dell’osservatore

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preclusa. Quella necessaria stabilità raggiunta e applicata come
dogma su tutti i reparti, ha in un certo senso “bloccato” anche
l’opportunità di registrare le ottiche stesse per l’alta definizione.
Francamente questo per me non era e non è un problema
prediligendo di gran lunga le osservazioni deep sky. Inoltre la
binocularità a questi livelli con questo strumento dalla focale di
2600, con un rapporto focale di f/4,3, non può che esprimersi
ottimamente sul cielo profondo con oculari da 30 mm fino a 12
mm sviluppando con quest’ultimi 216 ingrandimenti. Entro questo
range la risposta è ottima. Oltre, quando si cominciano a forzare
gli ingrandimenti, la qualità perde perché manca quel quid pluris
di perfezionamento sulla collimazione che non è possibile
realizzare senza il sacrificio della stabilità così tanto difficilmente
Prima Dopo
ottenuta. E’ un compromesso, direi un ottimo paretiano della
binocularità di questo strumento! Va considerata infine, a di un ponte ovvero di un rettangolo in multistrato nell’apertura tra
differenza dei comuni dobsoniani, la presenza nel Binodobson di un box e l’altro dei due specchi primari, quella parte si irrobustì
una terza superficie riflettente, ovvero i terziari che degradano un ulteriormente. Queste in
po’ la trasmissione di luminosità riducendo il contrasto. Si poteva grandi linee furono le
fare di più certamente. Ma come sostengono i più saggi a volte modifiche di Roberto
l’ottimo è nemico del bene. E comunque dovevamo raggiungere senza parlare dei suoi
questi buoni risultati col minimo della spesa avendo già dato innumerevoli piccoli
abbondantemente per tutto il resto. interventi e ritocchi che
sono stati necessari di
L’introduzione del traliccio triangolare da puntellare sotto il vano
volta in volta. Infine
zavorra di cui abbiamo già parlato, rese conseguentemente
occorre includere in
necessario creare un rinforzo anche nella parte centrale del mirror Sponda laterale del rocher box prima
questo capitolo altre due dell’intervento di abbassamento
box sicuramente la più vulnerabile nel flettersi. Con l’inserimento

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modifiche. La prima riguardante la variazione del baricentro del il conseguente spostamento in basso delle due mezzelune dalla
mirror box-tralicci-cappello, la seconda riguardante la copertura loro precedente posizione. Questa modifica è stata materialmente
in lamina d’acciaio sia sulle superfici d’attrito delle due semilune realizzata da un artigiano professionista che ha provveduto a
sia sotto il rocker box eseguire le indicazioni di Roberto che aveva già elaborato il
nel percorso delle calcolo preciso delle nuove misure. Le sponde abbassate sono
corrispondenti sfere state rinforzate con lamine d’acciaio nelle parti ricongiunte. Lo
d’acciaio. strumento a seguito di questa modifica risultò perfettamente
equilibrato e così non furono più necessari quei dieci kg di
La variazione del zavorra che in qualche modo nonostante i vari interventi creavano
baricentro ha ancora leggere flessioni. E per concludere l’ultimo intervento che
richiesto fu da me personalmente posto in essere ovvero l’inserimento
l’abbassamento delle della ciambella di acciaio sotto il basamento del rocher box e il
sponde laterali a rivestimento in lamina d’acciaio delle due semilune (entrambe
culla del rocker box e realizzate da un artigiano locale). Dopo questa ultima modifica i
Prima Dopo

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movimenti altazimutali dello
strumento erano molto fluidi ed
equilibrati. Le superfici d’attrito
scorrevano acciaio su acciaio
avendo eliminato il teflon che
creava notevole resistenza e
sforzo ai motori. Queste sono
state sommariamente le
modifiche introdotte da Roberto
che ringrazio davvero tanto per
il gran tempo, la dedizione e la
passione con cui si è
seriamente e generosamente
Semiluna ricoperta di lamina d’acciaio
profuso apportando grandi e
determinanti risultati.

Roberto, l’Epossidico, mentre rinforza il mirror box


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Lo strumento pronto per essere messo in campo dopo le modifiche di Roberto

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Le modifiche ad opera di Massimo D’Apice

Le soluzioni adottate da Roberto nell’ambito dei focheggiatori non prevedevano la


regolazione della DI. Una deficienza non grave. Il ragionamento era semplice. Lo
strumento si presentava nel suo assetto generale come impostato essenzialmente
per le osservazioni deep sky . Si impiegavano infatti coppie di oculari da due pollici
che partivano dalla focale di 30 mm fino alla focale di 12 mm, tutti con una buona
estrazione pupillare e una relativa ampia pupilla d’uscita. Impostando in maniera
fissa i focheggiatori elicoidali ad una distanza dai loro centri di 6,3 cm, la speranza
era che anche chi avesse una maggior o minor misura trovasse in qualche modo
un suo aggiustamento. In effetti per due anni in cui è stato adottato questo
sistema fisso, ho assistito a poche richieste di intervenire sulla regolazione. La DI
diventa esigente e rigorosa con l’aumentare degli ingrandimenti e con la
conseguente riduzione della pupilla d’uscita. Impostata nella mia misura (la stessa
di Roberto), il discorso sembrava chiuso. Ma non era così.
Nel maggio 2011 ebbi la fortuna di conoscere Massimo D’Apice, un ingegnere
appassionato di strumenti ottici e di “meccanica fine” applicata alle realizzazioni
astronomiche, nonché autocostruttore di diversi binoscopi, di focheggiatori
Crayford e altro ancora. Come un’ape che sorvola sul fiore, Massimo mi ronzava
intorno già da lontano. Avendo saputo dal comune amico Christian Cammoranesi
di Roma del mio nuovissimo Binodobson, mi inviò una mail dalla quale traspariva
curiosità per gli aspetti tecnici e una garbata irrequietezza nel voler subito
visionare lo strumento. Per chi è profondamente appassionato come Massimo,

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questo e analoghi eventi sono delle vere epifanie del godimento rilevante della contropartita da me offerta. Quando ricevetti
astro-ottico-maccanico! questa e-mail non sapevo chi fosse Massimo. Sinceramente lo
Così si presentò a me: immaginavo uno degli altri ragazzi che spasimavano per avere
l’occasione di osservare. E la mia risposta fu la seguente:
“Ciao Andrea, “Ciao Massimo,
sono un astrofilo di Roma, amico di Cristian Cammoranesi, dimmi la verità: stai sbavando!? Fremi e non vedi l'ora di metterci
appassionato di binoscopi (ne ho già realizzati tre: MTO-1000, gli occhi per provare il vero parossismo visualistico!?
Celestron 5, Skywatcher 150/750). Naturalmente sono stato Se possiedi 3 binoscopi (anche io ne posseggo tre: un Miyauchi
subito attratto dal tuo gigante da 60cm. 20-37x100; un Vixen-Astromeccanica 114 ED e il Binodob 24")
In settimana entrante, tra Martedì 31 Maggio e Sabato 4 Giugno, vuol dire che sei malato come me e in tal caso mi sentirei
mi troverò presso un amico di Pieve Bovigliana (MC) e contavo di neurologicamente e cardiologicamente responsabile della tua
trascorrere una serata astronomica a Forca Canapine con salute nell'eventualità che decidessi di ficcare gli occhi in quello
Crhistian ed altri amici astrofili di Roma. strumento. Ti premetto che ancora non ci ho fatto nessuna
Mi chiedevo se, in occasione della Luna Nuova, tu avessi in osservazione. Ho solo compiuto esercizi di collimazione, capendo
programma di portare il tuo bino-Dobson a Forca Canapine. In tal il meccanismo, nei giorni scorsi con la Luna piena e sotto casa
caso farei naturalmente coincidere la mia venuta con la tua per con i lampioni accesi. Era indispensabile una stella e con essa
avere l'opportunità di provare il tuo strumento. sono riuscito a collimare il complesso sistema. Attualmente lo sto
Se così non fosse, spero di avere presto la possibilità di motorizzando con il mio caro ed esperto amico Franco Salvati.
incontrarti. Magari potrei fare una scappata a Jesi in una delle mie Sarà dotato di "Argo Navis" e di "Servo-Cat".
prossime venute nelle Marche. L'inaugurazione ufficiale con gli amici astrofili è previsto a Forca
A presto risentirci, Massimo D'Apice” presso il rifugio Colle le Cese per questo Sabato ma le previsioni
meteo sono brutte. In tal caso quindi dovremo rimandare per il
In quel periodo molti astrofili per lo più giovani mi contattavano sabato successivo.
per aver l’occasione di mettere gli occhi nel Binodobson. E mi Avrò piacere di incontrarti ma non di essere la causa dei tuoi futuri
divertivo a rispondere con un linguaggio leggermente prosaico mali...”.
per stuzzicare e far emergere le più incontrollate voglie astrofile.
Così mi prendevo queste ludiche licenze approfittando del peso
62
Non avevo capito bene che Massimo fosse oltre che un Nel giugno 2012, quando lo strumento era già in buona parte
appassionato astrofilo anche il costruttore dei suoi binoscopi! Poi modificato, sistemato e operativo, scrissi a Massimo che volevo
il quadro delle sue competenze mi si chiarì meglio. Ci trovare un sistema nuovo e performante di regolazione della DI
incontrammo la prima volta da me a Jesi e per l’occasione invitai come quello realizzato da Jacques Civetta che mi sembrava
anche Roberto. Montai tutto lo strumento nel mio studio. Fu una molto ben fatto. Questa fu la risposta:
serata molto bella perché si confrontarono spiriti e intelligenze
diversi, con ipotesi e proposte interessanti, tutti sempre “Carissimo Andrea,
concentrati sullo strumento quasi alla maniera del “geomètra che il problema che ti sei posto mi è ben noto e l'ho già affrontato per
tutto s'affige per misurar lo cerchio”. L’attenzione di Massimo si il progetto, al momento ancora solo sulla carta, del mio
pose in gran parte sulla DI realizzata da Martini e non ancora binodobson da 250/1200mm. Per ridurre la distanza minima
modificata da Roberto. Dopo circa un mese, Massimo mi informò interpupillare a misura conveniente è possibile adottare due
che aveva realizzato per me un distanziatore, un dispositivo soluzioni:
1. fissare i due portaoculari allineati su un unico asse, coi
diagonali che vengono ad avvicinarsi testa a testa; tuttavia non
credo che questa soluzione sia compatibile con la geometria del
tuo binodobson, a meno di non stravolgerne pesantemente la
struttura.
2. fissare gli assi dei due portaoculari ad angolo retto utilizzando,
come ha fatto Jacques Civetta, due diagonali a geometria
circolare. Il problema è che diagonali di questo tipo NON
meccanico molto semplice ed efficace per realizzare la DI. sembrano essere disponibili in commercio, per cui devono
Doveva essere applicato tra le due slitte. In seguito, da lì a poco, essere realizzate ad hoc. Al riguardo, ho già in mente delle
quando si decise di mettere in atto la “rivoluzione copernicana” possibili soluzioni costruttive, non tutte a geometria circolare,
dell’intero strumento all’insegna della stabilità, questo generoso che però non posso descriverti ora in maniera sintetica. Il fatto
contributo di Massimo non venne più posto in essere e me ne è che finora ho tracciato solo degli schizzi e non dispongo di
dispiacque. disegni meccanici definiti e comprensibili da poterti inviare via
e-mail.  Ti basti sapere che ritengo il problema risolvibile e sono
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ragionevolmente sicuro di poter far realizzare per te, ad un suo spazio come in una disposizione orchestrale. Per me
costo abbordabile, le due diagonali per oculari da 2 pollici. Per inesperto non era neppure possibile ipotizzare il quantum di
le restanti parti dei focheggiatori sarà invece possibile utilizzare lavoro che è stato necessario per realizzare questi pezzi tutti per
parti commerciali con piccoli e semplici adattamenti in fase di tornitura e fresatura! Mi sconvolsi quando seppi che occorsero
assemblaggio”. 150 ore! Ora bisognava assemblare tutti i pezzi, montare il blocco

Era un’occasione per me imperdibile!


Decisi di accogliere immediatamente la
generosa offerta di Massimo che si
proponeva di realizzare un lavoro
complesso e articolato che richiedeva
molto tempo e impegno.
Dopo quasi un anno il nuovo sistema era
pronto.
Massimo mi invia la tanto attesa mail:

“Dopo innumerevoli fatiche, mentali


prima ancora che fisiche, il mio lavoro
per il binodobson volge al termine.
In allegato ti invio un paio di foto dei 54
pezzi sin qui realizzati. Ne mancano
soltanto due, piccoli ed in ottone, che
conto di completare in settimana
entrante...”.
Grande emozione nel vedere questa
foto. Tutti i pezzi collocati ordinatamente
e elegantemente sul tavolo, ognuno nel I 54 pezzi tutti lavorati per tornitura e fresatura

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Tutto il sistema montato

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sullo strumento e collaudarlo sul campo. Mi ricordo quando assi dei rispettivi pomelli. Queste due asticelle s’incontravano
Massimo ritornò da me per procedere al montaggio. Quel fino a comunicare attraverso due ruote dentate ad
pomeriggio eravamo diversi amici, tutti nel mio studio dove avevo accoppiamento conico. Sicché muovendo un pomello dei due
predisposto un tavolo di lavoro con sopra il grande cappello del grandi focheggiatori Crayford questo trasmetteva
Binodobson che da lì a poco avrebbe cambiato tutto il box dei simultaneamente all’altro grande focheggiatore lo spostamento
terziari e i vecchi focheggiatori. Una volta montato il nuovo realizzando così con precisione ed equidistanza la DI desiderata.
blocco, si evidenziavano subito i due grandi focheggiatori Questo dispositivo doppio realizzato da Massimo assolveva
Crayford che in questo caso perdevano questa loro funzione fondamentalmente a tre funzioni specifiche:
acquisendo invece quella della regolazione della DI attraverso il 1. regolazione della distanza interpupillare per mezzo di
classico giramento dei sottostanti pomelli. Ma quello che focheggiatori Crayford con movimento sincronizzato tramite
maggiormente colpiva era il meccanismo di collegamento coppia di ingranaggi conici;
simultaneo tra i due grandi focheggiatori Crayford che avveniva 2. regolazione del fuoco e della correzione diottrica sui due occhi
attraverso l’incontro delle due asticelle cilindriche uscenti dagli tramite coppia di focheggiatori elicoidali indipendenti;
3. sovrapposizione (coincidenza) fine delle immagini ai due oculari
tramite 2 manopole di regolazione X-Y dello specchio terziario
di sinistra e tramite ghiera di rotazione dello specchio terziario
di destra.
Aver accorpato queste funzioni in un unico sistema ha richiesto
uno sforzo progettuale d'insieme non trascurabile, non foss'altro
per garantire un adeguato campo di piena luce che, nello
specifico, è risultato di 35mm.
Quest'ultimo aspetto ha richiesto il corretto dimensionamento,
nell'ordine:
1. dell'apertura libera e della corsa dei tubi di scorrimento dei
Crayford;
2. della posizione e dimensione (asse minore) degli specchi
Coppia di ingranaggi conici terziari;
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3. della posizione ed apertura libera degli elicoidi di messa a tecnica Massimo si era portato tutti gli attrezzi di lavoro. Mi
fuoco; ricordo che per eseguire alcuni aggiustamenti portammo il
4. della posizione e lunghezza dei tubi portaoculari in funzione cappello del Binodobson sopra un tavolo di legno proprio davanti
degli oculari da 2" a largo campo. alle cristalline acque del lago Misurina. Massimo quasi come un
Tra l'altro, la disposizione dei comandi del dispositivo è stata pianista perfezionava la sua esecuzione prima del grande
lungamente pensata per una corretta ed immediata ergonomia spettacolo. Quella sera sotto le Tre Cime di Lavaredo il
nelle previste condizioni d'uso (in oscurità notturna) per Binodobson si dotava del nuovo sistema di regolazione della DI,
osservatori sia destri che mancini. Per questi ultimi è stata pronto a scandagliare con più precisione quel meraviglioso
prevista la possibilità di invertire i due blocchi, destro e sinistro, in stellato. La prova andò molto bene e rimanemmo tutti soddisfatti.
uscita dai Crayford, in virtù dalla intercambiabilità degli attacchi. Ringrazio Massimo per il suo grande e impegnativo contributo
generosamente offerto in seguito al quale ora è possibile con
Il banco di prova fu quel meraviglioso contesto del Lago di rapidità e precisione regolare la DI, e le altre funzioni enunciate.
Misurina (BL) dove decidemmo con tutta la comitiva di trascorrere
la prima settimana di Agosto. Per affrontare ogni evenienza

A sinistra Andrea Boschetti, al centro Massimo D’Apice “sovrastato” da Costantino


Cicconi, a destra Andrea Storani Montaggio del Binodobson presso l’Istituto Pio XII di Misurina

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Massimo D’Apice davanti alle cristalline acque del lago Misurina, come un pianista.

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Massimo D’Apice “che tutto s’affige”

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Gruppo amici astrofili al lago di Braies. Da sinistra: Massimo D’Apice, Andrea Storani, Andrea Boschetti, Carmela Sabina, Costantino Cicconi, Maria Kent Pasquarella, Andrea Boldrini,
Giampaolo Pistola, Maurizio Morricone e Claudia Roncati.

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I report emozionali

Foto di Gianni Fardelli: particolare


Report emozionali

CINGOLI, PIAN DE' CONTI 25/06/2011


ANDREA STORANI:
"NCG 869 - NGC 884 (doppio ammasso aperto di Perseo). La visione di questo
oggetto, uno degli oggetti più spettacolari del cielo, consente di sperimentare una
delle principali peculiarità della visione al binodobson, l’effetto ottico di
tridimensionalità. Ad alti ingrandimenti ci si ritrova immersi (il paragone non è
affatto casuale) in un mare di stelle ed è un piacere spostarsi tra un ammasso e
l’altro, fino al punto di perdersi nella vastità di questi due oggetti. Mi soffermo sul
più spettacolare dei due, NGC 869 e in particolare su di un gruppetto di stelle
disposte a semicerchio proprio al centro di esso. Immerse in una fitta cornice di
stelle di colore azzurro quest’asterismo spicca per una maggiore luminosità, tanto
che le sue componenti appaiono quasi di colore giallo. Questa diversa luminosità e
la particolare forma semicircolare fanno si che sembrino in primo piano rispetto
alle altre, come se alla vista si animassero sino a formicolare, quasi come si stesse
osservando attraverso un fondale marino. A tal punto è singolare constatare come
chiudendo un occhio la tridimensionalità cessi, con un vero e proprio effetto on /
off.
Alternare la visione stereoscopica e monoscopica su un ammasso aperto è un
esperimento che consiglio a tutti gli astrofili visualisti che avranno la fortuna di

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sull’ammasso aperto si nota come
questo tenda a staccarsi
nettamente dallo sfondo
nebuloso, quasi si trattasse di due
oggetti estranei tra loro.
Spostando l’attenzione sulla
nebulosa, a cui è stata da sempre
associata l’immagine di una
laguna, ci si accorge che mai
paragone più improprio fu fatto.
La piattezza lagunare lascia lo
spazio a una massa nebulosa in
lievitazione, ci si trova di fronte ad
un oggetto dall’apparenza
tridimensionale, ricco di particolari
e venature. Sembra quasi di
Pian de’ Conti di Cingoli, serata del 25/06/2011 Foto di Cristian Fattinnanzi
osservare il pane che sta
lievitando e la nebulosa oscura
osservare al binodobon, poiché spiega meglio di mille parole la che la solca non fa altro che acuire questa sensazione.
sensazione che ho provato, un effetto ottico di tridimensionalità. Andrea, ma come si fa a descrivere a parole quello che abbiamo
M8 - Nebulosa Laguna (nebulosa ad emissione + ammasso visto? Mi rendo conto che ciò che ho scritto potrà evocare delle
aperto). La visione di questo oggetto con qualsiasi altro immagini e delle sensazioni ma non eguaglierà mai e poi mai la
strumento, anche di dimensioni paragonabili, appare piatta visione diretta stereoscopica di cui un astrofilo visualista potrà
rispetto alla vivacità mostrata attraverso il Binodobson. Nella godere in prima persona. Solo così si può cogliere fino in fondo
visione a medi ingrandimenti l’oggetto si sdoppia in due differenti l’esclusività di una visione offerta da due specchi da 60 cm l’uno
componenti che si rubano la scena vicendevolmente: l’ammasso di diametro!!! A dire il vero mancano M17 e M11… sarà per la
aperto e la nebulosa ad emissione. Concentrando la visione prossima volta!
75
ANDREA CAPOMAGI:
"Be' direi che l'esperienza ha avuto del mistico !!!!!!!!! Innanzi
tutto ti ringrazio per l'osservazione dell'universo con il tuo
"mostro scopio" poi ti ringrazio anche per gli innumerevoli
suggerimenti che ci dai. finita la premessa ti posso
tranquillamente dire che sabato sono rimasto veramente
scioccato da quello che la tua bestia e' in grado di catturare nella
notte e di come e' dettagliato nell'osservazione di oggetti
estremamente lontani e poco luminosi. La cosa piu' spettacolare
e' stata, a mio dire, la Nebulosa Laguna .............infinita nel
mostrarsi ai nostri piccoli occhi profani!!!!!!!!! Poi comunque tutto il
resto osservato non e' stato da meno ovviamente!!!!!!!! Penso che
il mio amico Andrea, io e Fattinnanzi da sabato non avremo più
notti serene dopo aver visto oggetti così eclatanti, e per tutti gli
Andrea Storani, Andrea Capomagi, Andrea Boldrini e Cristian Fattinnanzi
altri impossibili neanche da immaginare. Concludendo ti ringrazio
ancora per la serata e spero che i problemi del tuo "bino" una grandissima passione poteva concepire, trovando le forze e
verranno risolti al più presto per regalare a noi e altri fortunati le risorse per realizzare uno strumento tanto impegnativo.
visioni ancor piu' esagerateeeeeeeeeeee!!!!!! ciao e cieli buiiii!!!!!!!" Siamo talmente abituati alla visione in telescopi “monoculari” che
al momento di affacciarsi con lo sguardo dentro i due oculari di
CRISTIAN FATTINNANZI: questo strumento si viene quasi risucchiati in una dimensione
Con due grandi occhi! Ho avuto l’occasione ed il privilegio di completamente nuova: la potenza dell’apertura, unita agli oculari
osservare per qualche oretta con il megalitico binoscopio ultragrandangolari, fornisce una visione degli oggetti celesti
realizzato dall’amico Andrea Boldrini, utilizzando due enormi indimenticabile: all’oculare le stelle ci circondano, ci sono di
specchi da 60 cm di diametro. fianco, brillano, a volte avanti, a volte dietro una nebulosa, le
Cosa dire: dalla mia esperienza posso dire che si è di fronte a spirali delle galassie sembrano avvilupparsi ed intricarsi con un
qualcosa praticamente unico al mondo, che solo un astrofilo con effetto che nessuna foto può restituire. Gli ammassi globulari
acquistano un aspetto sferico che fa viaggiare l’occhio fin dentro i
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meandri intricati del loro nucleo, trapassandoli alla ricerca di
qualche oggetto magari nascosto dietro la loro granulosa
consistenza. L’impegno che richiede questo strumento, dal
trasporto sotto cieli degni del suo potenziale, al montaggio, alla
collimazione, una volta messi gli occhi agli oculari svanisce, si
disperde come fumo nel vento, proiettandoci in un universo
lontano, vastissimo e misterioso, che sembra risucchiarci
magneticamente al suo interno, con una forza tale che vien quasi
voglia di voltarsi con un senso di vertigine per vedere quanto ci
siamo allontanati dalla terra dietro di noi!
Grazie Andrea.

FORCA CANAPINE, 26-27/08/11


LEONARDO CIUFFOLOTTI:
Leonardo Ciuffolotti tra due “binoscopi”
PARTE 1
E' proprio vero che le difficoltà rendono più bella l'impresa: “per oculari il 24 agosto, in una calda serata di test a Jesi dal cortile di
aspera ad astra”. Da anni ammiro le meraviglie del cielo casa di Andrea, assieme a Roberto: il Bino è ora docile e pronto a
attraverso i potenti strumenti di Andrea. L'ultimo di essi è il Bino- mostrare i suoi attributi (non solo in senso figurato!). Alla prima
Dobson da 60: il più potente, complesso, promettente e occhiata negli oculari le stelle sono belle, pulite, collimate e la
stimolante, ma come un purosangue che recalcitra indomito, visione confortevole. La nostra gioia ed entusiasmo trovano
aveva fatto vedere solo a tratti le sue potenzialità (come ad conferma non appena puntata M27 di cui si percepisce bene la
esempio nella notte del 03/07/2011 a Cingoli). La collimazione si sfumata forma a clessidra e alcune deboli stelline attraverso la
era rivelata più difficile del previsto da ottenere e soprattutto nebulosità. Poi M57: sfumata ciambellina luminosa ben staccata
mantenere. La diagnosi giusta e le idonee terapie "epossidiche", dal fondo cielo cittadino. Ancora molto belli i globulari M15 e M2
individuate e operate da Roberto Zacconi, con paziente e risolti in polvere di stelle e quasi in rilievo. Il Bino mantiene la
sapiente abilità, hanno dato le giuste correzioni e la necessaria collimazione e fornisce alla retina, e quindi alla corteccia visiva dei
stabilità allo strumento. Dopo le modifiche metto gli occhi ai suoi
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lobi occipitali, le immagini giuste per creare quel mirabile ricordano in foto a lunga esposizione ottenute a prezzo di grande
fenomeno di sovrapposizione, fusione sensoriale e stereopsi impegno. La mia emozione è forte osservando M8 Laguna che
tridimensionale delle vera visione binoculare. Con crescente riempie l’oculare con l’aspetto di un cumulo-nembo di luce, la
baldanza, tra i vapori di limoncello e le volute di fumo di Roberto, M20 Trifida che sembra dischiudere i suoi petali luminosi, la Swan
Andrea osa puntare il suo amore di sempre: la Velo del Cigno, che flessuosa e luminosa anche nelle sue parti più deboli, la Nord
solo lui può trovare sotto il cielo di Jesi, così generosamente America e la Pellicano gigantesche, i cui contorni e le tenui volute
illuminato dal Comune. Ebbene è LEI, vaporosa, convoluta, di luce seguo girando lo sguardo negli oculari e muovendo
affascinante nonostante le condizioni proibitive. Una notte carica lentamente gli obiettivi, la Helix, che non avevo mai visto così ben
di buone sensazioni, una prova generale ben riuscita per la serata delineata, richiama alla mia mente l’immagine ripresa da HST, e
programmata a Forca il 27, sotto un cielo all'altezza dello poi la Velo in tutte le sue componenti da seguire facendo girare lo
strumento, ove, scomparsa la cappa di luce colorata che fa da strumento e gli occhi dentro i potenti Nagler, incredibilmente
soffitto ai cieli cittadini, si ha la percezione quasi vertiginosa chiara e seguibile nelle sue delicate evoluzioni, infinitamente più
dell'abisso infinito verso cui ci si sporge. ricca di dettagli rispetto alla visione cittadina. Ho solo un
rammarico: aver mancato la visione di qualche oggetto, perchè
PARTE 2 perso a rincorrere i miei tentativi di astrofotografia, ma confido in
A Forca la sera del 27 è limpida, asciutta, e affollata da astrofili occasioni future, da godere e condividere con gli appassionati
con i migliori strumenti amatoriali del mondo sia in campo amici astrofili.
fotografico, sia in visuale. Su tutti svettano il Bino-60 di Andrea e
l’Obsession-63 di Franco che, avvolti nei loro manti neri, sono i MARCO MATTORRE:
Signori della Notte, i protagonisti indiscussi. Le osservazioni al Arrivo al rifugio e trovo diverse nuvole, ma nonostante tutto non
Bino si rivelano un indimenticabile festival di oggetti deep-sky, perdo la speranza. Sul piazzale trovo un bel po’ di
che gli astrofili, in fila dietro la scaletta per raggiugere gli oculari, amici,sopratutto fotografi, scendo dal furgone e corro a salutare
osservano con esclamazioni colorite e divertenti, rapiti da quanto Fabiomassimo, Giancarlo, Giampaolo e Leonardo. Insieme ai
stanno osservando . I più piacevolmente sconvolti sono quelli più molti che già conoscevo,ho trovato diversi fotografi e visualisti
esperti: realizzano immediatamente la meraviglia di vedere in nuovi, che come si sa, grazie agli star party e alla passione per il
diretta con i loro occhi, in 3D, oggetti che conoscono nei minimi cielo, in pochi minuti sembra di conoscere da diversi anni.
particolari, e di cui sanno la difficoltà di osservazione, o li Leonardo, quasi leggendomi nel pensiero, mi dice che più tardi
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arriverranno Franco ed Andrea coi loro megadobson. Il tempo di scendere il mostro, amici fotografi e visualisti, come iene pronte a
due chiacchiere e il resistere dallo scaricare il 16", che arriva rubare una carcassa gli si fanno intorno, quando d'improvviso,
Costantino. Finisco di montare il mio dobson nella zona dei sembra d'esser su Marte. Si proprio su Marte, perché questo
visualisti e vado a salutare Costantino. Inizio ad aprire gli atlanti e binodobson da 24", prima d'esser montato, somiglia ai famosi
cartine varie per ripassare i target della serata e mentre mi rilasso, robot che camminavano sul suolo marziano. Per non esser
sento arrivare una macchina. Mi giro ed ecco Andrea, con il suo d'intralcio, continuo ad osservare le mie liste di target e di tanto in
binodobson da 24"! Apre il rimorchio e prepara due rampe per far tanto a buttar gli occhi su quel mostro che man mano prendeva
forma. Passa una mezz'ora ed ecco il mostro praticamente
pronto, e devo dire che già vederlo è un'emozione a parte. Forse
avendo già visto dobson da 30", un poco mi sono trattenuto ma è
comunque un'emozione non indifferente. Il tempo passa una tra
una chiacchiera e l'altra ed ecco arrivare le prime stelle e con
esse, Franco e il suo megadobson da 25". Come sempre l'amico
visualista, prepara il 25", l'Argonavis e tante di quelle diavolerie
tecnologiche che se non fosse per la forma e la tipologia del suo
strumento, potrebbe esser scambiato tranquillamente per un
fotografo che usa un diametro esagerato. Ecco che la serata inizia
finalmente nella sua forma di rispetto tra le due rispettive categorie
nel migliore dei modi, visualisti lontani e senza laser, fotografi con
monitor schermati e orientati dall'altra parte, come in ogni star
party che si rispetti. Non capita tutti i giorni d'aver un 8",10",16",
25" e un binodobson da 24" a pachi metri l'uno dall'altro a far
brillare gli occhi a noi tutti e non solo agli amici fotografi...
Come non puntare il complesso della Velo, ngc 6960-6992-6995
e già nel 16" era roba pazzesca. Quando mi ero letteralmente
perso, osservandola nel mio dobson, sento una voce chiamarmi
Andrea Boldrini, Leonardo Tartufoli, Giampaolo Pistola, Maria Kent Pasquarella e Giancarlo
Braconi
in lontananza, sembrava una voce d'oltretomba. Marco, Marco,
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Marco il mio nome ripetuto da una voce che fin da subito, seppur ieri.....Ebbene, l' M13 visto da Forca nulla aveva da invidiare ad
riconosciuta la fonte, ingannava, se non per il fatto della Omega Centauri. E la Velo avrei giurato che fosse dipinta sul
consapevolezza d'esser una tentazione. Era una tentazione, non fondo degli oculari. Per non parlare di tutti gli altri oggetti.
poteva esser diversamente, proveniva dalla bocca di Giorgio che Nasco astrofotografo; ho solo un oculare, così, giusto per
aveva appena osservato la Velo nel binodobson da 24". Per un collimare lo strumento. L'ultima volta che l'ho usato e' stato due
attimo, sono riuscito a resistere, ero col mio 16" fiero quanto anni fa'. Ma l'altra sera, a Forca, dopo aver goduto le visioni nel
onesto compagno di osservazioni ma alla seconda chiamata, un tuo binodobson, posso dire che ciò che si riesce a vedere ( e non
po’ per curiosità,un po’ forse per la tentazione, le mie gambe dico a intravedere) non differisce molto da una bella
senza quasi accorgermene stavano salendo, salendo sulla astrofotografia. Con la differenza della tridimensionalità. E non e'
scaletta del binodobson da 24"! Al terzo gradino, quasi come sul poco. E mi dici che lo strumento non e' ancora al 100%. Non oso
film esorcista, mentre continuavo la scalata stile sonnambulo/ pensare a cosa sarà quando sarà a punto. Quella sera mi portero'
zoombie, riprendo un minimo di conoscenza e dico: "Giorgio, te la scaletta personale e la incollerò al prato a fianco del tuo,,,,,,
mi vuoi male, prepara un byepass"! Arrivo ed ecco la nebulosa giocattolo. E, per una notte, il computer resterà spento.
Velo in visione binoculare, all'inizio vedo che è semplicemente un
po’ più luminosa che nel mio dobson ma niente di eccezionale.
Poi man mano che la visone si fondeva in un unico campo, la mia
bocca ha lanciato un wow, udibile minimo ad un paio di parsec e
trovata la forza di ridiscendere dalla scaletta, avevo
semplicemente la pelle d'oca!!!
Rimango in quello stato per diversi minuti anche quando, per il
mio bene, decido di tornare sul mio dobson...

GIANCARLO ERRIQUEZ:
Ho avuto la fortuna di ammirare il fantastico cielo del sud da S.
Pedro de Atacama, in Cile. Fino a ieri quelle immagini mozzafiato,
secche e contrastate, da far venire i brividi e non riuscire a
staccare gli occhi dall'oculare, erano solo splendidi ricordi. Fina a Giancarlo Erriquez, la moglie Kye e Maria

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ANDREA BOLDRINI: condizione, entrambi gli occhi, immersi negli oculari,
Le mirabilia osservative in "diretta fotonica" che questo strumento scandagliano rapaci i remoti fumi tra i campi stellari. Un altro
riesce a produrre, esulano da qualsiasi altra esperienza. Il elemento di fondamentale importanza non ravvisabile in altri
binoculare genera "l'ameno inganno" della tridimensionalità e in strumenti monoculari è la sensazione di galleggiamento e di
alcuni oggetti questo gioco è sorprendente! A parte la visione sospensione di alcuni oggetti a medio-basso ingrandimento
certamente più confortevole rispetto al mono, la cosa più come i globulari e le planetarie.
emozionante e più sconvolgente è quella di osservare in Ad osservare M 13 con questo strumento si rischia di cadere
binoculare con due specchi da 60 cm!!! Ho fatto vedere la M8 a dalla scala! Emerge con maggior precisione la sfericità del
un mio amico visualista con 40 anni di esperienza e ha stentato globulare e alcune stelle più
non poco a riconoscerla!!! Penso che soltanto dall'inclinazione del luminose sembrano più
bino sia riuscito a dedurre l'oggetto in osservazione. vicine rispetto alle altre
E' come se alcuni oggetti Messier, ormai a noi tanto familiari dando la percezione del 3D.
poiché osservati sempre con diametri dai 10 cm ai 40 cm, nella Senza parlare di M27:
visione con il bino 24" assumessero altre sembianze, altri enorme e dettagliata come
particolari, altre morfologie, perdendo i loro precedenti segni una foto in B/N con tutte le
d'identità. La visione binoculare a questi livelli introduce uno stelline in trasparenza!
sconvolgimento dei sensi: ci si inabissa come se indossassimo Così come la Helix,
una maschera da sub per scandagliare i fondali dell'universo. M tracimante per bellezza e
17 presenta una vastità e pluralità di particolari da doversi definizione! Da cardiopalma
perdere negli intricati giochi nebulari e nelle deboli piroette la Crescent! Un grande cuore
dell'omega. disegnato nel cielo per
La nebulosa del Velo, uno spettacolo indicibile, direi mistico fino a astrofili amanti! Poi la Nord
perdere le parole: "Oh quanto è corto il dire e come fioco al mio America. Nella parte del
concetto! e questo, a quel ch'i' vidi, è tanto, che non basta a dicer golfo è un immenso budello
'poco". Anche il corpo partecipa con brivido allo spostamento di fumo: spettrale immagine
dello strumento e sebbene talora l'instabile scala che siamo d'inquietanti similitudini
obbligati a salire ci ricordi la precarietà fragile della nostra terrestri! E che dire della Andrea Boldrini

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oggetti quasi al limite come la California
e la Testa di Cavallo entrambe ben
definite.
Infine la percezione dei colori e dei toni
cromatici ravvisati da alcuni amici in
nebulose come la Velo e M 42 sebbene
quest’ultima fosse ancora bassa
sull’orizzonte. Personalmente non vedo il
colore e la natura, in questo senso, non
mi ha dotato ma con questo strumento
ho già raccolto convinte e sorprendenti
testimonianze!
Arrivati "in sul primo albore" lo strumento
perde di potenza e noi, stanchi, ci
corichiamo ebbri di un universo mai visto
prima!
Così è andata la sera del 26 Agosto 2011
Forca Canapine, Rifugio Colle le Cese 27/08/2011: Binodobson 24” e Dobson Obsession 25” di Franco Salvati
a Forca Canapine con gli amici astrofili
cometa Garradd in transito nei pressi di M 71? Un mirabile e completamente stupefatti e increduli!
grazioso quadretto ove i due corpi molto luminosi e definiti si
interfacciano per breve tempo per poi allontanarsi pian piano. In ANDREA STORANI:
ultimo la grande galassia di Andromeda M 31 e l'altra galassia del M17 – nebulosa ad emissione “Omega” nel Sagittario. La visione
Triangolo con l'appariscente nebulosa NGC 604. Nella prima si di questo oggetto al binodobson lascia una sensazione tra il
osservano nette le due bande scure e alcune fioche increspature; perplesso e lo stupito. La perplessità sta nella difficoltà
nella seconda tra scintillanti facelle, si materializzano, come nell’identificare quell’oggetto utilizzando il ricordo delle svariate
minacciose piovre, le lunghe spirali lattiginose. E poi ancora altri osservazioni effettuate con strumenti di diametro inferiore. Il
punto di vista dell’osservatore è completamente stravolto e ci si
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accorge che la parte occidentale, quella con maggiore luminosità, ogni sfumatura fino a dipingerla nella nostra mente, vuol dire
che assume le sembianze di un cigno e che ogni visualista portarci idealmente a casa un pezzo unico da collezione a
conosce, è il complemento dalla parte orientale della nebulosa memoria di un’indimenticabile serata osservativa.
anch’essa altrettanto evidente e ricca di particolari. Ed è qui che Carissimo Andrea, anche se lo strumento non è ancora al 100%
arriva lo stupore! Il cigno si tramuta in un pesce! La nebulosa delle possibilità, in quanto la mole e la complessità della struttura
oscura che racchiudeva il collo del cigno diviene la bocca del esigono ancora alcune messe a punto (che a questo punto visti i
pesce e proseguendo verso est la nebulosità continua risultati raggiunti mi permetto di definire marginali) mi auguro che
degradando e affievolendosi per poi riprendere con una zona più il passaparola tra gli astrofili e gli addetti del settore e i report che
ampia associabile alla pinna caudale. Inoltre la nebulosità è pubblichi nel sito, facciamo sì che qualche rivista astronomica
letteralmente scolpita e i particolari sono così innumerevoli che dedichi un articolo a questo strumento UNICO NEL SUO
l’osservazione potrebbe continuare per ore. Ma lo star party in GENERE e alle FORTI EMOZIONI che sa regalare ai più
corso imponeva tempi molto ristretti, molte voci infatti CONSUMATI ASTROFILI!!!
reclamavano la visione STEREOSCOPICA, così ho ceduto mio
malgrado GLI OCULARI per la fortuna del successivo astrofilo! MIRCO TRAINI:
NGC 6995 – nebulosa “Velo”, resto di supernova nel Cigno. 27 Ago 2011. Le mie serate passate sul piazzale a Forca sono
Quanti di noi hanno potuto soffermarsi proficuamente in visuale oramai un piacevolissimo appuntamento al quale non mi abituerò
su questa parte della Velo? Veramente in pochi! Al mio dobson da mai: l'eccitazione di una serata sospirata per un mese intero, la
30 cm NGC 6995 è solamente un debole solco a forma di frenesia dei preparativi per scongiurare sorprese dell'ultimo
parentesi e occorre un grande sforzo per trarne alcuni particolari minuto e...finalmente si parte per quel fazzoletto di prato quasi
grossolani. Al binodobson questo oggetto diventa addirittura magico dove si incontrano “amici mai visti”ma che sembra di
troppo facile, la parentesi si trasforma in un artiglio rapace che conoscere da anni, questo, significa condividere una passione.
colpisce per la innumerevole quantità di dettagli. Sembra di L'ultima serata di sabato 27 Agosto mi rimarrà a lungo impressa
trovarsi di fronte a una tela di un pittore astratto. La bellezza di grazie all'amico Andrea che ci ha permesso di godere delle
questo oggetto al binodobson, uno dei più estesi del nostro bellezze del cielo con occhi nuovi, quelli della sua ultima creatura,
emisfero, risiede nel poter viaggiare con GLI OCULARI salendo e 2 occhioni da 60cm che regalano l'immersione più realistica che
scendendo più volte lungo l’artiglio sfruttando la visione abbia mai provato. Non voglio soffermarmi a descrivere i dettagli
STEREOSCOPICA. Contarne ogni singola increspatura, rubarne di questo o quell'altro oggetto perché non sono così bravo a farlo
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ma voglio ricordare le CHRISTIAN CAMMORANESI:
bellissime sensazioni Brevi impressioni sul binodobson 24”
provate guardando le Giugno 2011/Agosto 2011
sfumature della “Laguna” Ho avuto il piacere di assistere al battesimo in alta quota del
come fossero pennellate mostruoso binodobson del carissimo amico Andrea a Giugno,
di luce o la sconfinata una realizzazione epica e senza precedenti sia in Italia che nel
“Velo” che mi ha mondo mi sento di dire….. la serata è stata senza dubbio sotto
costretto più e più volte a tono viste le aspettative ed io come altri amici abbiamo notato un
muovere lo strumento per Andrea amareggiato ma al contempo intento a dare il meglio per
godere degli infiniti apportare modifiche significative all’ambiziosissimo progetto.
dettagli. Per l'ammasso A distanza di due mesi circa ci siamo rivisti come consuetudine
di Ercole invece non c'è sotto il bel cielo di Forca Canapine, il telescopio è subito apparso
Mirco Traini col suo Binoscopio Skywatcher 150
stato bisogno di toccare migliorato ed irrobustito nella meccanica laddove in precedenza
nulla, erano tutte lì le lamentava incertezze, ebbene da esperto d’ottica quale sono e
stelle, davanti ai tuoi occhi e vicine, vicinissime ma si risolvevano possessore di ogni genere di strumento amatoriale posso senza
fino al centro come diamanti. dubbio asserire che siamo sulla buona strada anzi, direi siamo
I secondi passano veloci, devo trovare il coraggio di staccare gli verso il
occhi e lasciare agli altri amici di condividere le stesse emozioni, traguardo!!
quindi quando finalmente torno a salire sulla scala ed una nuvola Quelle che
si intromette tra i miei occhi e le Pleiadi non riesco a trattenere un solo poche
lunghissimo “noooooo” di disapprovazione. La visione binoculare settimane fa
è davvero confortevole, un placido distacco dalla realtà, è il più erano
dolce degli inganni per il nostro cervello quasi a voler nuotare nel immagini
nulla più pieno che c'è e quando lo fai con il Binodobson da 24” , “spente”
meraviglia, sgomento ed un sorriso stampato in volto non ti confuse e di
abbandonano mai. Grazie Andrea! difficile
Christian Cammoranesi
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e talvolta in 3D non ultimo mai stancante il che non è poca
cosa…Mancano pochi passi al raggiungimento del massimo
esprimibile dallo strumento, i problemi di collimazione rimangono
per via del peso enorme degli specchi e masse flottanti sospese
in gioco, secondari e terziari. Ho visto un Andrea determinato a
dare il massimo e son certo che a breve il risultato per ora direi al
70% tenderà al 100. Non posso che farti i miei migliori auguri e
complimenti per aver realizzato un “essere” ciclopico e per come
nonostante le difficoltà oggettive tutto stia procedendo per il
meglio. Spero di potermi tuffare presto dentro M42, se la Veil
Nebula mi ha così impressionato non oso pensare cosa potrebbe
succedere puntando il GigaBinoDobson verso Orione.
Un carissimo saluto e complimenti vivissimi per l’impresa riuscita!
Christian Cammoranesi.
Le amiche irlandesi, Giampaolo Pistola, Claudia Roncati e Maurizio Morricone

GIAMPAOLO PISTOLA:
interpretazione si sono trasformate in “accecanti” voli interstellari!!
Dopo le difficoltà iniziali dovute a problemi di progettazione del
Non elencherò i soggetti osservati perché lo hanno già fatto gli
binodobson ho potuto finalmente mettere l'occhio agli oculari
altri amici e mi ripeterei solamente, posso dare il mio contributo
dello stesso: apriti cielo!!!!! purtroppo ho potuto osservare solo
dicendo che l’immagine binoculare a queste aperture con cieli
pochi oggetti perché ero impegnato nella fotografia astronomica.
degni di nota meriterebbe la massima personalizzazione possibile
Sono rimasto molto colpito dalla galassia di Andromeda che
dello strumento che poco si addice al Sali scendi frenetico sulla
mostrava le polveri oscure dei bracci a spirale cosa che non
scala tutti in ordinata fila per ammirare le meraviglie all’oculare.
avevo mai visto se non in fotografia e la cosa più bella è che la
Occorre tempo per apprezzare al meglio ogni finissimo dettaglio
stavo guardando con due occhi. Poi Andrea ha puntato la
del qualsivoglia oggetto M NGC IC etc. puntato, l’effetto
nebulosa planetaria dumbell e qui ho avuto la sensazione di
binoculare con oculari Ultra Wide come Nagler/Ethos amplifica
tridimensionalità con le stelline di fondo che sembravano stare
l’effetto “campo” consegnando una view più naturale, appagante
dietro la nebulosa e che appariva luminosissima come non mai.
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Pio Iannetti e Gianni Fardelli
Giampaolo Pistola e Roberto Zacconi a Forca Canapine

L'ultimo oggetto che ho avuto modo di osservare è stata la


GIORGIO BONACORSI:
NGC891 vista di taglio che mostrava chiaramente le polveri
Sono passate almeno 2 settimane da quelle splendide giornate
oscure dell'equatore galattico , anche qui ho avuto una grande
passate a Forca Canapine in compagnia di amici astrofili...
emozione perché le poche volte che ho osservato questo oggetto
momenti indimenticabili che spero possano tornare. Ho aspettato
con i "comuni telescopi "sono rimasto un po’ deluso.
tutto questo tempo per vedere se potevano "decantare"le
emozioni che ho provato osservando attraverso gli oculari di un
GIANNI FARDELLI:
vero"mostro",il binodobson dell'amico Andrea Boldrini. Credevo
"guardare nel binodobson da 24 è come affacciarsi ad un balcone
che queste settimane potessero servire per riordinare
sospeso nel vuoto... è forte il senso di vertigine. Sembra di
"freddamente" le sensazioni provate in quei magici momenti, ma
precipitare da un momento all'altro tra stelle e nebulose.
non è così !! Le immagini e i brividi si riaffacciano nell'anima e nel
Impossibile dimenticare la nebulosa velo, la laguna, la cometa
cuore prepotentemente... Da infarto!!! Mi ricordo la prima
Garradd con l'ammasso M71... tutto rigorosamente
immagine della nebulosa M 8 Laguna : Una pennellata su una tela
tridimensionale :-)"

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di stelle, un quadro a olio che nessun artista potrebbe all'ammasso M 71 nella Sagitta. Una pallina con la coda immersa
rappresentare. in un'immensità di stelle... sconvolgente!!
Poi la nebulosa Omega M 17, enorme sbuffo di fumo nel nero Se dovessi disegnare anche uno solo degli oggetti osservati,non
cielo,quasi irriconoscibile la forma... da batticuore !! Di seguito M basterebbe una serata,tanto erano i particolari più fini
13, l'ammasso globulare in Ercole, una sfera di diamanti osservabili !!! Quasi una visione fotografica,con la differenza che
bellissimi... la Nebulosa Helix, enorme ciambella nebbiosa... La quì ci siamo solo noi,con i nostri occhi, ad "affrontare" l'mmensità
sera successiva ,indelebile è stata la visione di M31, la Galassia in del cosmo... Il ricordo più indelebile é stato, per me, il silenzio che
Andromeda, lì ho avuto la netta sensazione di un enorme disco di accompagnava ogni osservazione, seguita dopo alcuni minuti di
stelle e polveri sospeso nel vuoto. Anche la Nord America nel "risveglio" da un: "Madonna che roba!!!"
Cigno, enorme " budello " opaco che oscurava le stelle ...da E' stato un vero perdersi con tutti noi stessi nell' infinita bellezza
panico!! Impressionante anche la Cometa Garradd vicino dell'Universo.... un viaggio dell'anima e del cuore, come affacciati
da un'oblò di un'astronave in navigazione tra le stelle... per
tornare, barcollanti e increduli, sulla Terra.
Questo, però, dovrebbe essere sempre lo spirito di chi osserva il
cielo, indipendentemente dallo strumento che si possiede.
Osservare è un'arte che si apprende nel tempo, dopo anni di
allenamento, dapprima solo come "tecnica" poi come vero
piacere perché il visualista è colui che fonde e fonderà se
stesso,come un tutt'uno, nell'Universo. Io quando osservo e
disegno, ho i migliori strumenti del mondo, i miei occhi, il mio
cervello e la mia anima e questo, credetemi, nessuna "macchina
"li potrà sostituire.
Grazie Andrea per le "scosse" che ci hai regalato e che,spero,ci
regalerai in futuro.
Con affetto, Giorgio.

Giorgio Bonacorsi

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FORCA CANAPINE, 30/9 - 01/10/2011 simili. Solo che non viene spontaneo pensarci immediatamente in
GIULIO NIZZO: uno strumento normale, poiché quasi sempre il fatto di vedere un
Prendete uno specchio, cercate di farlo il più grande possibile, batuffolino con un solo occhio fa perdere naturalezza alla visione
fino ai limiti delle possibilità di un astrofilo. Al crescere del rendendola, in qualche modo, "artificiale". Queste sensazioni al
diametro, è evidente, vedrete sempre di più e sempre meglio, ma binodobson invece saltano fuori appena focalizzi l'oggetto, ed è
nulla si potrà mai avvicinare a quanto, grazie all'amico Andrea un'esperienza unica.
Boldrini, ho visto sabato notte con il suo binodobson, per il Ultimo oggetto, tra quelli che ricordo con particolare emozione
semplice fatto che con un dobson normale vedi, ma in binoculare (anche se ognuno è un brivido a sé stante) è il Doppio Ammasso.
vivi. Ed è tutta un'altra storia, come la differenza tra guardare un Quando l'ho osservato era allo zenit, quindi per vedere dentro gli
meraviglioso paesaggio in fotografia e vederlo dal vivo. M17, oculari dovevo guardare in basso. Ebbene, la sensazione era
purtroppo basso, era meraviglioso e mi ha paralizzato per diversi simile a M15 ma si percepiva una tridimensionalità unica.
secondi, solo il fatto che ero ancora in abiti leggeri e che quindi Sembrava di esserci completamente dentro e ti veniva voglia di
sentivo freddo mi ha riscosso. Un altro oggetto che mi ha fatto tuffarti letteralmente al centro dell'ammasso e di nuotare in quel
quasi venire un infarto è stato il globulare M15: lo vedevo con mare di stelle.
entrambi gli occhi aperti galleggiare leggiadro in un mare Questo binoscopio non è un semplice telescopio, è un'astronave
cosmico, e quasi veniva istintivo allungare la mano per capace di viaggi ai limiti dell'umana comprensione, dovrebbero
scompigliare quell'esplosione infinita di stelle, tant'era naturale e vietarlo ai bambini, ai malati di cuore e alle donne incinte, perché
rilassata la visione all'oculare. lo shock sarebbe fatale... Ad ogni modo, condivido il pensiero di
La velo, poi. La velo mi ha fatto venire la pelle d'oca, ma non per Andrea riguardo al non utilizzo dello strumento nelle serate
il gelo. Era li, distaccata e nettissima rispetto al fondo stellato, pubbliche, visto che un non addetto ai lavori direbbe: "Si, si,
mostrando una vastissima struttura al tempo stesso elegante e molto bello" con qualsiasi strumento, non avendo termini di
violenta. Mi tremano le gambe al solo pensiero. paragone, quindi è inutile fargli vedere il cielo proprio con questo
NGC 891 mi ha dato, fin dall'inizio, la stessa profonda ed 60 speciale se non può apprezzarlo. Andrea sta cercando il più
angosciosa emozione che mi attanaglia ogni qualvolta osservo possibile di farlo vedere a chiunque ed è ben contento perché,
una galassia, sia in un binocolo che in un dobson: quella almeno una volta nella vita, un astrofilo ci deve osservare dentro.
sensazione di universo isola, di mondo in qualche modo parallelo
al nostro dove possono esistere stelle, pianeti, persone a noi
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SIMONE MARIANI:
ASTROFILI FORCHE CANEPINE
CARISSIMO ANDREA TI SCRIVO PER DARTI LE MIE
IMPRESSIONI SUL TUO BINOSCOPIO, E' UNO STRUMENTO
ECCEZIONALE SECONDO IL MIO GIUDIZIO NELLE DUE VOLTE
CHE HO AVUTO L'OPPORTUNITA' DI POTERCI FARE
OSSERVAZIONE MI HA DATO OTTIME IMPRESSIONI DI
NITIDEZZA. AVENDO L'ESPERIENZA CON TELESCOPI DI 25-30
CM ED AVENDO AVUTO ESPERIENZE ANCHE DOBSON DA 40
E 60 CM POSSO DIRE CHE IL TUO BINOSCOPIO
QUALITATIVAMENTE SIA SUPERIORE AGLI STRUMENTI DA ME
Lorenzo Massimi
MENZIONATI. E' BASTATO OSSERVARE GALASSIE COME M33
E M31 PER NOTARE I DETTAGLI DELLE SPIRALI CHE IN ALTRI proprietario, a Forca Canapine. E' impossibile descrivere tutti gli
STRUMENTI NON ERANO MESSI COSI IN EVIDENZA, oggetti visti, per cui mi soffermerò su quelli che mi hanno colpito
OSSERVARE LA NEBULA RING E SCOPRIRE CON NITIDEZZA di più, anche se sono consapevole di essermene persi molti,
LA STELLA CENTRALE E POI VEDERLO LO SCORSO 2 correndo, letteralmente, tra la mia postazione e quella di Andrea.
OTTOBRE COMPLETAMENTE MECCANIZATO CON IL GOTO E’ Il doppio del Perseo sembra essere tridimensionale. Lo strumento
STATO VERAMENTE ECCEZIONALE E SINCERAMENTE restituisce la sensazione di avere stelle su piani diversi tipica dei
RIUSCIRE A DESCRIVE LA MIA EMOZIONE IN CIO CHE binocoli, unita però all'enorme raccolta di luce di un dobson di
ABBIAMO OSSERVATO NON E FACILE. SPERO AL PIU' PRESTO grande diametro. L'impatto con l'oculare, anzi gli oculari, E' stato
DI POTERCI RIVEDERE PER EFFETTUARE MOLTE ALTRE grandioso. La tridimensionalità dà un senso di profondità che
OSSERVAZIONI INSIEME A TUTTO IL NOSTRO GRUPPO complice il fatto di essere in cima ad una scala dà le vertigini;
ASTROFILI DI FORCHE CANAPINE . UN SALUTO sembra di precipitare dentro il telescopio, tanto che mi sono
dovuto appoggiare un attimo sul bordo dei tubi per rendermi
LORENZO MASSIMI: conto che in realtà ero saldamente in piedi sulla scala.
Era da molto tempo che attendevo di osservare nel binodobson e La nebulosa Velo (ngc 6992) è immensa, muovere a mano il
finalmente nel weekend di inizio ottobre ho incontrato Andrea, il telescopio per seguire l'intera lunghezza di quel braccio di gas è
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un' esperienza incredibile, sembra di avere gli occhi attaccati che anche ad elevati ingrandimenti sia inquadrata interamente.
all'oblò di una astronave. La visione è riposante e sembra di Più si aspetta più appaiono dettagli, ed ecco perfettamente
fluttuare tra le stelle, cercando di cogliere ogni tenue sfumatura di evidenti il bulge, la banda di polveri e l'intera lunghezza della
grigio. Con un po' di pratica, muovendo il telescopio, si può galassia che occupa il campo dei due oculari da parte a parte. In
abbandonare il confortante chiarore del primo braccio vagando diretta sotto i proprio occhi appare, enorme, un oggetto distante
nel buio con solo stelle, ed alla fine, se non si è sbagliato strada, quasi 30 milioni di anni luce; un' altra galassia, sede di
si arriva dall'altra parte, ngc 6990, che appare improvvisamente in innumerevoli stelle, e inevitabilmente la mente vaga pensando,
tutta la sua lunghezza; fatelo senza togliere gli occhi dagli oculari, perché no, anche di innumerevoli mondi. E' forse il più lontano
e sarà la cosa più simile ad un viaggio tra stelle che possiate oggetto visto da me quella notte. Potrei riempire intere pagine
provare. La nebulosa Velo è talmente bella che è veramente cercando di descrivere ogni oggetto, M15, la Rosetta, M33, M27,
difficile allontanarsene. La galassia di Andromeda è infinita, il ngc 7000 e molti altri ma qualsiasi cosa potrò scrivere non
nucleo è enorme, e le bande di polvere evidentissime. renderà minimanente onore alle visioni che Andrea e il suo
Anche qui è necessario muovere il telescopio per percepire la strumento ci hanno regalato.
grandezza di ciò che si sta guardando. Muovendosi, cercando di Questa è un' esperienza che cambia il modo di concepire
abbracciare una visione di insieme si arriva quasi per caso ad l'osservazione visuale e la trasporta ad un livello superiore, da cui
inquadrare una delle galassie compagne. Vagando lungo scendere è difficile come dalla scala che porta agli oculari. Che
l'immensità di Andromeda ci si era quasi scordati della loro senso ha ora tornare ad osservare nei miei telescopi dove ogni
presenza ma ecco che prepotentemente M110 entra nel campo oggetto appare come una nebbiolina senza dettagli sulla quale
ricordandoci della sua presenza, allora andiamo a cercare anche soffermarsi non più di un minuto?
la sorella M32 ed eccola là immersa nel chiarore di M31 che si fa Da fotografo convinto, mi trovo spesso impegnato in discussioni
fatica a dire dove termina. sulla miriade di hardware e software che impieghiamo per
Per finire, un oggetto che forse non avrà colpito molti osservatori, scattare le nostre foto, quante volte mi accorgo che invece di
probabilmente neanche Andrea, ma a me ha lasciato un' guardare il cielo, ho perso ore a guardare lo schermo del
immagine indelebile, più profonda di molti altri oggetti comunque computer. Osservare in quello strumento ti allontana da tutto ciò,
meravigliosi, quali la nebulosa di Orione. La galassia ngc 891 E' lì non ti trovi lì a parlare di ottiche ma di cosa gli altri hanno appena
tenue e debole, visibile come in una foto su un monitor con la visto, attendendo di salire anche tu su quella scala come se fossi
luminosità troppo bassa. L'enorme campo dello strumento fa sì all'imbarco di un astronave in partenza. E' un ritorno alle origini,
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un modo per rialzare gli occhi al cielo e annegare in quel mare di gettato tutt’intorno del materiale. Osservando con il binodobson,
stelle che ci ha sempre affascinato, dimenticando per un attimo le il nostro satellite acquista un’altra dimensione: la profondità.
ottiche, i focheggiatori, gli spianatori, i ccd e i computer. Raramente in passato sono riuscita a percepirla; mi è capitato
durante un’eclisse di prendere finalmente coscienza visiva, non
DANIELA CAROTTI: soltanto intellettuale, del fatto che la Luna è un corpo sferico in
1) Casa Boldrini-Pasquarella viaggio nel cielo. Ecco, io questa sera non sento solo di essere
Salgo sull’ippogrifo e vado. un’appassionata e meticolosa osservatrice delle plaghe celesti,
La Luna è quasi piena, nella situazione peggiore per sono proprio una viaggiatrice del cielo.
l’osservazione, in queste condizioni il disco lunare è quasi tutto 2) Rifugio “Le Cese”, località Forca Canapine - Monti Sibillini
occupato dal cratere Tycho con la sua enorme raggiera; in un Salgo sull’astronave e vado. E’ una bella nottata limpida, mille
tempo lontano un grande meteorite è impattato sulla Luna ed ha stelle fioriscono in cielo.

Foto di Gianni Fardelli


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I^ DESTINAZIONE: Swan nebula - M. 17 Ero solita dare a questo M. 31, osservo la piccola galassietta satellite M. 32. Spostando
oggetto il nomignolo “granchietto di fiume” perché ai miei occhi a ancora un poco lo strumento, riesco ad inquadrare anche M. 110
questo rassomigliava. Stasera al suo posto vedo apparire uno in alto a destra, e così, con un piccolo movimento delle braccia,
splendido cigno che emana un grande lucore. Incredibile! Sarà le ho afferrate tutte e tre in successione. Impossibile non pensare
stata la regina delle fate che abita sul monte Sibilla qui vicino a agli infiniti mondi ed agli infiniti spazi che esse contengono ed a
fare l’incantesimo! me piccola che guardo lontano, arrampicata ad una scaletta. La
II^ DESTINAZIONE: il doppio ammasso di Perseo. Salgo sulla vertigine del mistero mi prende. I monti Sibillini, questi luoghi così
scala perché l’oggetto ha una declinazione abbastanza alta. Già carichi di leggende, forse un residuo di antichi culti di divinità
questo mi ricorda gli antichi sciamani che salivano su pali a pioli o giunte nel cuore dell’Italia dalle profondità dell’Asia, abitati da
scale per raggiungere l’altra dimensione. Il doppio ammasso mi tempi remoti da popoli antichissimi, parlano ora anche a me.
appare in tutta la sua magnificenza, stelline di vari colori popolano V^ DESTINAZIONE: M. 33. Dopo un attimo di incertezza la spirale
l’oggetto, alcune sembrano più vicine, altre più lontane. Il corpo della galassia vista di fronte mi appare in forma di girandola e si
celeste viene visto in prospettiva e l’occhio sprofonda, quasi delinea contro lo sfondo nero del cielo.
annega nell’abisso. VI^ DESTINAZIONE: M. 15 “Rosa mistica” Sembra una rosa di
III^ DESTINAZIONE: la nebulosa Velo. Guardo la porzione di polveri di diamanti sulla seta di velluto nero.
nebulosa che ricorda gli artigli di una strega o piuttosto una VII^ DESTINAZIONE: Nebulosa Blinking. Vedo la stellina ed
grande ghirlanda che si stia disfacendo. Osservo il volume del appena distolgo lo sguardo la nebulosa. Mai osservata così
gas, sembra un velo stracciato che si stia rigirando su se stesso. chiaramente!
Questo oggetto è il trionfo della tridimensionalità. Muovendo un VIII^ DESTINAZIONE: Crescent nebula. Ammiro una bolla di gas
poco il telescopio arrivo al triangolo di Pickering e qui mi arresto trasparente sospesa nel cielo, con la parte destra della sfera più
perché l’oculare ha perso l’oggetto. delineata dell’altra che pure è anch’essa percepibile, quasi una
IV^ DESTINAZIONE: la Galassia di Andromeda. L’ “universo bolla di sapone fatta per gioco dai bambini, all’interno si
isola”, nostro vicino di casa, mi mostra stasera la sua veste più distinguono nettamente le stelle. E’ un oggetto bellissimo, forse
splendida. E’ enorme, il nucleo luminosissimo, riesco anche a uno scherzo degli spiriti folletti che abitano questo luogo.
percepire una banda di polvere oscura, poi forse anche una IX^ DESTINAZIONE: M. 42. Ormai si è fatto tardi nella notte, sono
seconda, stento a vedere tutto l’oggetto nell’oculare, al suo stanchissima ma devo aspettare. Poi Orione sorge, il gigante
fianco a sinistra quasi immersa nel grande lucore della più grande piano piano si sta rimettendo in piedi. E’ ora di guardare la
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nebulosa che giace sulla sua spada. Vedo un tripudio di veli, strati investivano.
e strati di veli attraverso i quali rilucono i diamanti delle stelle. Altro oggetto che mi ha colpito è stata Andromeda, galassia
Sembra un grande pipistrello in volo. Andrea dice che, quando immensa, sconvolgente che sono riuscito a vedere
l’oggetto sarà più in alto in cielo, si vedrà molto meglio, ma è completamente con le sue galassie satelliti. Ricordo poi la
troppo tardi per me. Vado a dormire sotto la protezione della Crescent Nebula a forma di cuore che faceva palpitare il mio. Poi
regina delle fate. la nebulosa di Orione, seppur vista in condizioni non ottimali, poi
ancora la Velo di cui sinceramente sono riuscito ad apprezzare
MAURO CIARMATORI: completamente soltanto gli artigli, ma tanto è bastato. Infine
La sera del 30 settembre scorso ci rechiamo ancora una volta a aggiungerei Giove mai visto in queste condizioni con le sue
Forche Canapine per poter usufruire a pieno delle prestazioni del bande ed i suoi satelliti. Quello che mi ha colpito soprattutto dello
binodobson di Andrea, dopo altri tentativi non ben riusciti, strumento è il fatto che mi ha introdotto in mondi nuovi, diversi da
seppure apprezzabili, per motivi tecnici o meteorologici. come li avevo già visti, emozionanti e coinvolgenti e come
Giungiamo al rifugio “Le Cese” che è già notte fonda e troviamo avrebbe detto il Sommo Poeta, se ai suoi tempi avesse avuto a
Andrea già pronto con il suo gioiello. Senza seguire un ordine disposizione un simile telescopio, “al fine entrammo a riveder le
cronologico, descriverò gli oggetti celesti che più mi hanno stelle”.
colpito. In primis il doppio ammasso di Perseo così luminoso e
quasi accecante, bello FORCA CANAPINE, 26/11/2011
da sbalordire. Muovendo ANDREA ULISSI:
lo strumento in verticale E' stata una delle serate più interessanti e appassionanti che
avevo la sensazione di abbia mai trascorso, un meraviglioso viaggio nell'universo...
essere sull’ottovolante, Mi aspettavo di "vedere le stelle" e invece è stato un vero e
spostandomi proprio viaggio alla scoperta di quegli oggetti unici che avevo
dall’ammasso più visto solo in foto su internet ma che è nulla paragonato
luminoso in basso a all'emozione di vederli li, davanti a me, in tutta la loro grandezza.
quello in alto e Sono abituato a guardare le stelle dal balcone di casa mia nelle
viceversa, con tante sere limpide e sono sempre stato affascinato dalla loro luce
Mauro Ciarmatori stelle che quasi mi
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Canapine. Un cielo senza luna,
nero come la pece che
accendeva migliaia di stelle e
rendeva complicato anche
riconoscere una semplice
costellazione. Appoggiare gli
occhi sul binoscopio più grande
del mondo sotto la guida di
Andrea e immergersi nello
spazio tra galassie, nebulose,
ammassi stellari e pianeti mi ha
Forca Canapine, Piazzale Monti del Sole 26/11/2011: Gianni Fardelli nella gestione del setup lasciato senza fiato e sono
sicuro che sono emozioni che
lontana che attraversa lo spazio per arrivare fino a noi ma mai rimarranno per tutta la vita. E' stata un'esperienza magnifica
avevo avuto modi di vedere un cielo come quello di Forca e...non vedo l'ora di ripeterla.
Andrea

FORCA CANAPINE 21/01/2012


FRANCESCO DI COSIMO:
Caro Andrea,
Ricordo ancora il primo giorno che misi l'occhio in un telescopio,
ero andato su invito di un mio amico presso l'osservatorio
astronomico di Campo Catino. Ebbene, per la prima volta nella
mia vita, avevo appagato uno dei primi desideri che mi portavo
nel cuore fin da bambino. Decisi allora che mi sarei dedicato
all'astrofilia come hobby primario, non che ne avessi avuti molti
Andrea Storani e il suo setup all'epoca, semplicemente, con costanza e dedizione, avrei
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coltivato questa Avevo già avuto modo di mettere
innata passione. gli occhi sul BinoDobson di Andrea
Iniziai subito con la ma, per problemi tecnici o forse di
fotografia e devo feeling e concentrazione, non ero
dire che come un stato in grado di recepire in pieno
occhio avvizzito le emozioni visive che era in grado
dalla tanta luce di di trasmettere. Il miracolo è
Francesco Di Cosimo
una giornata di avvenuto su una lastra di neve e
primavera, avevo ghiaccio ed un cielo stupendo.
dimenticato cosa volesse realmente dire l'osservazione visuale... Rivedo ancora le sottili velature di
Poi, dopo ben 10 anni, arriva il tuo Bio Dobson e quella sera, M42 e dell'Elmo di Thor (http:// Antonio Forcina
precisamente la sera del 21 gennaio 2012, www.flickr.com/photos/
ho appagato il mio secondo desiderio ancestrale: il viaggio nello antoniorosara/6802784302/in/photostream), i dettagli nei bracci
spazio! Posso dire di aver viaggiato con gli occhi, con il cuore e di M51, i fuochi d'artificio di M3 e M13, il bagliore, al tempo
con la fantasia nel profondo immenso e una volta arrivato vicino stesso, acceso e delicato della Ngc 2438 in M46 (http://
alla nebulosa di Orione, ho aperto il portellone della tua navicella www.flickr.com/photos/antoniorosara/6946700631/in/
e mi sono immerso in un mare di stelle... un mare di stelle, photostream). I link sono a mie immagini che possono dare solo
ovunque guardassi! Non posso far altro che ringraziarti, una pallida idea, a tavolino.
ringraziare te e il tuo Bino-Dobson, una navicella perfetta per i Piuttosto che tentare un resoconto che, letto a freddo, potrebbe
viaggi spaziali e così come allora, spero ancora di poter sembrare sopra le righe, ho pensato di decantare le meraviglie
assaporare nuovamente quella fantastica esperienza. della nottata con i versi, volutamente esagerati, di Fred
Un grazie infinito a te e al tuo BD. Con affetto, Francesco. Buscaglione. Nota di lettura: il testo in parentesi contiene
annotazioni che non sono parte della metrica
FORCA CANAPINE 25/02/2012
ANTONIO FORCINA: Che notte quella notte !
Visioni Celestiali, Forca Canapine, 25 febbraio 2012 Se ci penso mi sento le pupille cotte.
M'aspettava quella bionda (Ngc4631) che fa il pieno (zenith) al
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Cese Bar. FORCA CANAPINE
Che buio, che buio quella notte !
19/05/2012
Mi circondavan, di gelo, tre dita e rotte,
ma per un tale appuntamento, LEOPOLDO
Se c'è zucchero da far, lo sapere, so rischiar: MARZANO:
Ci vado la vedo, ma dal buio ne spuntan altre sei:
Buck la Peste (Elmo di Thor), Jecky Donnel (M46) coi fratelli ... Ore 17 è il momento
Bolivar (M51) di partire per Forca, ci
mentre sopra ad una sdraio, se la spassa Mary Karr (Kent)
Che stelle, che ebrezze, quella notte, separano ben 2 more di
Sapete, era un Bino da un quintale strada, non che fosse
e del resto, vi dirò, che non c'è al mondo eguale ! Andrea le punta tanto distante, ma la
ed io che guardo,
e poi riguardo, perché non si sa mai. montagna la fa da
Ah, che buio, che stelle, che notte quella notte ! padrona e i tornanti
sono tanti e rallentano
la marcia.
L’appuntamento è
presso il rifugio Le Cese Leopoldo Marzano

e ovviamente col…..
BINODOBSON da 24” di Andrea Boldrini. A 100 metri prima di
arrivare sul piazzale del rifugio già noto il cassone color legno
degli specchi primari, due bestie da sessanta centimetri…e
l’aspettativa cresce sempre di più.
Sapevo che era un bestione ma non così grosso, arrivo che
Andrea lo stava montando, circondato da una folta schiera di
astrofili, è bello ritrovarsi circondato da gente che condivide
questa mia passione, sembra di stare dentro un acquario,
parliamo la stessa lingua, e ci muoviamo tutti intorno ad una cosa
soltanto: l’astronomia. Ma ormai è l’ora della cena e il rifugio Le
La fredda notte del 25/02/12 davanti al Rifugio Colle le Cese di Forca Canapine

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Cese offre una ottima cena a base di zuppa di lenticchie e carne FORCA CANAPINE: 20/07/12
alla griglia con vino rosso… VITTORIO RIZZO:
Sono ormai le 22 circa e siamo fuori, le osservazioni cominciano, Caro Andrea, dopo anni di osservazione, ho capito, nell'osservare
Andrea punta il primo oggetto la M51, il meteo è abbastanza nel tuo binodobson da 60 cm, la differenza tra l'intravedere ed il
clemente, offrendo un cielo non al 100% , tra tenui velature e vedere.
schiarite repentine. OK è il mio turno, salgo sulla scala per buttare Tutti gli oggetti da te puntati mostravano dettagli fotografici,
gli occhi dentro ed M51 eccola li, appare molto dettagliata i dettagli solo accennati in tutti gli altri strumenti da me utilizzati in
bracci si osservano direttamente, senza bisogno di artifici, filtri o vari lustri di osservazioni. In sintesi, definirei il tuo telescopio un
altre diavolerie. Sono nette le zone scure tra un braccio ed un vero ponte tra l'uomo e l'infinito celeste. Con viva gratitudine.
altro e l’elica bianca è netta in cielo, ah quasi dimenticavo che, in Vittorio Rizzo
cima al binodobson erano montanti ben due e dico due Ethos da
17mm 100°, era da tempo che volevo guardarci dentro e devo FRANCESCO ANGELINI:
dire che osservare con una finestra da 100° è veramente Né le foto, né i filmati, rendono l'idea di ciò che veramente è,
emozionante, ti si spalanca il cielo, sembra di stare nello spazio, fisicamente intendo.
considerando che l’occhio umano ha 180° di campo, rimangono
scoperti 40° per parte che non vengono sfruttati dall’occhio
perché non riesce a mettere a fuoco, l’effetto è quello di sentirsi
circondati dal cielo come stare in un planetario. La serata
prosegue con M3, M13, e la M57 che ero proprio curioso di
osservare. I due globulari sono spettacolari, la visione binoculare
rende un senso di tridimensionalità eccezionale e la grande
apertura mantiene la luminosità di M57 fino ad alti ingrandimenti.
Unico neo della serata è stato il cielo, troppa umidità nell’aria, il
cielo di forca sa offrire momenti migliori, in fondo è uno dei posti
più bui d’Italia. Spero di poterci riguardare dentro.

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Quando sabato 21 luglio sono arrivato sul piazzale di fronte al occhi sugli oculari con una certa emozione e, sulle prime, non ho
rifugio "Le Cese" di Forca Canapine è stata la prima cosa che ho visto nulla. Poi, girando le pupille ed adattando la vista sbattendo
visto. Era già sera inoltrata, ma non ancora notte, il cosiddetto le palpebre ... CHE MERAVIGLIA!!! I bracci della galassia più
crepuscolo astronomico. La sagoma dell'enorme telescopio grande sembravano uno scintillio di lucciole in mezzo ai rami di
avvolto da un telo dominava la scena. Era la prima volta che mi un albero. Ma ciò che maggiormente mi ha impressionato è stato
recavo ad un'osservazione collettiva e piazzati qua e là c'erano quell'enorme bagliore che si crea laddove le due galassie
altri strumenti pronti per l'uso. uniscono i loro bracci: un tizzone ardente che sprigiona una
Durante la cena ho conosciuto Andrea. A tavola abbiamo parlato lingua di fuoco mista tra il rosso e il blu. Con la mia solita
di tutto un po', poi ci siamo recati sul piazzale. Tolto il telo e ingenuità ho detto: "ma se si punta un oggetto verso lo zenit ci
messi a nudo i due enormi tubi ottici collegati tra di loro, vuole la scala ..!!!". Ed ecco che è comparsa una scala alta
l'imponenza della struttura si è manifestata in tutta la sua almeno due metri! Dell'ammasso globulare M13 si contavano le
maestosità. Mi sono sentito una formica sovrastata da una stelle ma ancora più sorprendente e spettacolare è stata la
montagna. La collimazione delle ottiche e l'attivazione della nebulosa "Velo". Spostandola a piccoli colpetti con i tasti di una
motorizzazione non ha funzionato subito. Non conoscendo pulsantiera ne ho percorso i filamenti, fino a perderla, per poi
praticamente nessuno e per timore di disturbare e di essere di tornare indietro e raggiungere di nuovo la luminosissima 52 del
intralcio, mi sono allontanato e ne ho approfittato per vedere le Cigno. Di che ubriacarsi di tanta bellezza a portata di mano (o di
altre postazioni. Chi fotografava una debolissima nebulosa in occhi) e con le prime luci dell'alba andare a coricarsi inebriato,
Cefeo, chi una lontanissima galassia in Cassiopea, chi una delle stordito, come se il sole non dovesse sorgere mai più.
nebulosa del Cigno, chi calibrava l'inseguimento con il CCD di E' stato un piacere conoscerti e sicuramente ci saranno altre
guida ... io mi ero portato il NexStar 125 che non ho nemmeno occasioni di incontri. Francesco
tolto dal bagagliaio.
Da lontano ho sentito i primi commenti, ad alta voce, di alcuni KATI BAZZUCCHI:
astrofili che avevano cominciato ad osservare con il BinoDobson. Osservare nel binodobson di Andrea è stata un'esperienza
Mi sono allora affrettato a raggiungerli e, puntata ad altezza indimenticabile...
d'uomo, c'era la galassia vortice (M51). Ho aspettato con una Con la visione binoculare e gli oculari grandangolari si è "rapiti"
certa impazienza che gli altri finissero la loro osservazioni fino a dentro l'immagine, che colma lo spazio visivo e dà l'impressione
quando non è toccato a me. Confesso che ho appoggiato gli di essere in un'altra dimensione, senza tempo, staccati dalla
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materia ordinaria, causando un leggero senso di disorientamento Spero di avere la fortuna e il privilegio e poter osservare ancora
e vertigine. Gli oggetti sono tridimensionali e quanti dettagli! Si con questo strumento. Grazie Andrea!
fatica a coglierli tutti! La Nebulosa Laguna è immensa, appare
ribollire e il multiforme gioco delle mille pieghe oscure in cui si FORCA CANAPINE: 16-17-18/08/12
articola sembra un ricamo.. la Velo emoziona quando la si GIUSEPPE MITTIGA:
percorre lungo il suo drappeggio , delicata ed elegante. La Le due serate del 17 e 18 agosto 2012 trascorse sotto la
galassia di Andromeda è imponente, con i suoi bracci ( sì, si spettacolare volta celeste di Forca Canapine ad osservare i
distinguono nettamente! ) pieni di rivoli oscuri, e poi l'esplosione migliori gioielli del cielo estivo con il tuo binodobson da 24" (che a
di luce e colori dell'ammasso di Ercole, tridimensionale, con me piace chiamare "grandioso binocolo d'eccezione") sotto la tua
alcune sue stelle che appaiono più vicine, nel brillantissimo e sapiente guida attenta e premurosa, rimarranno impresse per
granuloso nucleo, rispetto alle altre più lontane. sempre nella mia memoria. Osservare i più straordinari oggetti
Che dire della Dumbell? Presenta una nebulostità più debole e celelesti del nostro cielo estivo con la definizione mozzafiato
circolare che solo nelle foto a lunga esposizione sono riuscita a permessa da due specchi da 24" l'uno, e per giunta in una visione
vedere e appare sollevarsi leggera dal fondo cielo, con alcune
stelline che sembrano trapassarla...

Leonardo Ciuffolotti, Kati Bazzucchi, Giovanni Giardina Giancarlo Braconi, Giuseppe Mittiga, Andrea Boldrini e Maria Kent Pasquarella

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binoculare ha suscitato in me delle emozioni non facilmente non credo di
descrivibili con le parole: riuscire a farne
- le stelle del doppio ammasso in Perseo sembravano due uno come il
manciate di perle luccicanti lanciate nello spazio da cui si tuo. Ma per
diffondevano aloni di luce, dando l'impressione di essere immersi molto tempo
nello spazio profondo; credo che
- scorrendo il lungo filone della nebulosa velo ho avuto approfitterò
l'impressione di osservare un lungo fiocco illuminato lateralmente della presenza
che si dipanava nello spazio tridimensionale e non spiaccicato su del tuo,
un piano; seguendoti
- le stelle di M13? un'esplosione pirotecnica vista da vicino, quasi quando potrò, Stefano Rosoni

come dall'interno. sempre in un


La grandiosità della visione in questo strumento restituisce la sito, ne sono certo, degno dello strumento, come Forca Canapine
tridimensionalità di chi guarda con entrambi gli occhi che in (e chissà che un domani non sia possibile più vicino?). Alcuni
confronto alla visione monoculare è come per chi, privo di un esempi: la nebulosa Velo nel Cigno, la galassia di Andromeda con
occhio, è costretto ad osservare il mondo con un occhio solo! le due galassie satelliti, il doppio ammasso di Perseo, la Helix
Grazie Andrea per avermi dato questa opportunità di cui ti sarò Nebula, e poi M13, M17, M27 campana silenziosa. Stavamo per
grato per sempre, Giuseppe Mittiga. vedere anche M42, la meravigliosa nebulosa di Orione, ma non ce
l'hai consentito perché stava sorgendo l'alba che velandola
STEFANO ROSONI: avrebbe compromesso la sua bellezza, come vedremo nella
Che dire quindi all'amico Boldrini, che tanto ci teneva, e prossima fotografia.
giustamente, a mostrarmi questa meraviglia, e per giunta letta "Caro Andrea, il sito è da brividi, sia in senso figurato che in
attraverso la fantastica esperienza del suo Binodobson 24 pollici? senso letterale, e li ho anche sentiti, e bene; il freddo umido per
"Caro Andrea, sono rimasto senza parole, come toccare il Cielo quanto mi dite ai minimi storici è stato assai più intenso che a
Profondo con le mani; oggetti celesti già noti e tuttavia mai visti Civitella, dove invece la temperatura sembra comunque più alta,
così luminosi e tridimensionali che mi è venuto il desiderio di certamente ma non soltanto per l'assenza di umidità.
costruirmi anch'io uno strumento grande e binoculare, anche se
100
Vedendo il cielo da questo sito e col tuo strumento meraviglioso la realtà ha superato la fantasia! Erano 2 anni che aspettavo di
sono rimasto senza parole, è vero, ed è stato come toccare il mettere gli occhi nel tuo famoso bino-dobson e finalmente il
Cielo Profondo con le mani; avere di fronte così evidenti oggetti sogno si è avverato. M33 con i suoi bracci e a lato, evidentissima
celesti già noti e tuttavia mai visti così luminosi e tridimensionali, e quasi in rilievo sopra la galassia, la sua nebulosa.
mi ha suscitato il desiderio di costruirmi anch'io uno strumento La Omega perdeva la sua forma abituale e assumeva quella di
grande e binoculare, anche se non credo di riuscire a farne uno una profonda ripresa fotografica, con vaste nubi cha partendo
come il tuo. Ma anche se per molto tempo ancora credo che dalla "coda del cigno" uscivano dal campo per poi ricomparire
approfitterò della tua cordiale presenza, del tuo sostegno e sopra la testa. M31 semplicemente incontenibile, dove sembrava
consiglio e della tua cortesia nel farmi vedere dal tuo strumento, che finiva la galassia c'era in realtà l'interruzione di una banda di
seguendoti quando potrò (e sono certo che sceglierai sempre i polveri, per poi continuare e interrompersi ancora in una seconda
siti migliori), spero tuttavia che sia possibile trovare un sito più banda scura. Ngc 7331 sembrava andromeda nel mio C9 e il
vicino di Colle Le Cese, e mi auguro che sia anche più vicino quintetto di Stephan era già evidente alla prima rapida
accogliente come rifugio, meno freddo e meno umido." occhiata. La Helix una enorme ciambellona con tenui sbuffi di gas
lungo il bordo. Ma la visione più emozionante è stato il complesso
CARLO ROCCHI: del velo del Cigno: sarei rimasto ore appollaiato su quella scala
Grazie Andrea per le stupende visioni offerte dal tuo mostruoso ad ammirare tutti quei tenui filamenti molti dei quali mai visti in
binocolo!! Avevo precedenza. Il solo triangolo di Pickering sembrava una lunga
ancora impresse negli mano protesa che si estendeva lunghissima in mezzo alle due
occhi le emozionanti nebulose. Ancora grazie Andrea per la disponibilità, la stupenda
immagini attraverso il compagnia e le incredibili emozini provate da quel stupendo
tuo dobson da 76cm raccogli-fotoni del tuo telescopio!! A prestissimo (spero). Carlo
dove deboli
galassiette appena DANIELE CARMINUCCI:
scorte in precedenza Accostare gli occhi agli Ethos del “binosauro” è stato come
si trasformavano in indossare la maschera da sub e tuffarsi nelle profondità del cielo
lminose e dettagliate stellato. Mi sono immerso tra le centinaia di migliaia di stelle del
Carlo Rocchi isole di stelle, ma ora Grande Ammasso di Ercole, ho attraversato l’imponente canale
101
della Nebulosa la mia curiosità. Quest'anno l'ho ritrovato di nuovo a Le Cese
Laguna, ho accompagnato pero' dal suo "bestione" del quale ne va molto
percorso le fiero ( mi sembra il minimo ) e quindi non ho potuto esimermi di
immense bande dare un occhiata a così tanta bellezza. La serata parte con le
scure della solite nuvole che ci tengono compagnia fino ad oltre le
Galassia di una di notte. Ad un certo punto vedo Andrea che parte spedito
Andromeda, ho verso il suo telescopio e questo non voleva altro che dire che il
vagato in lungo e cielo stava sicuramente migliorando. In effetti era così, il cielo
A destra Daniele Carminucci in largo finalmente mostrava le costellazioni e la sua meravigliosa Via
attraverso la Lattea.
splendida Nebulosa Nord-America, ho ammirato attonito le Dopo un po' di attesa salgo sulla scaletta e accosto i miei occhi
enormi spire tridimensionali della Galassia del agli oculari e "MAMMA MIA" vedo una nebulosa Velo così grande
Triangolo, il magnifico intreccio di filamenti della Nebulosa Velo, i e piena di dettagli che pare toccarla, mi muovo all' interno degli
bordi rilevati di quel mirabile bassorilievo che è la Nebulosa Elica, oculari per vedere ogni piccolo particolare, il senso di vertigine e
le meraviglie scolpite della Nebulosa Omega. smarrimento e' grande, sembra di affacciarsi su di un oblò di un
Immagini tridimensionali che porterò per sempre stampate sulle
mie retine. Un’esperienza unica, possibile solo grazie alla grande
passione, all’impegno ed alla perseveranza dell’amico Andrea,
che non finirò mai di ringraziare per questi fantastici “incontri
ravvicinati”.
(Daniele Carminucci, astrofilo visualista puro da oltre 45 anni).

ROBERTO POGGIALI
(e gli amici astrofili di Firenze Manola e Giuseppe)
Ho avuto l'occasione di conoscere Andrea l'anno scorso a Le
Cese ma non aveva con se' il suo megabinodobson, e tutti quanti
mi chiedevano se avessi osservato nel suo bino alimentando così
102
astronave che sta transitando nei pressi della nebulosa. Rimango dimensione : nella terza dimensione che mai con nessun altro
in silenzio per qualche secondo cercando di cogliere ogni piccolo strumento avevamo percepito in maniera così profonda. M13 ed
dettaglio sapendo che purtroppo non potrò rimanere con gli occhi M11 se chiudo gli occhi provo ancora la netta sensazione di starci
incollati molto a lungo per lasciare spazio anche ad altri dentro circondata da miriadi di stelleLa Velo immensa da
osservatori. Scendendo dalla scaletta mi sono poi chiesto, come esplorare, palmo palmo. Compatta e consistente pur nella sua
faro' dopo un esperienza simile a ritornare al mio telescopio? leggerezza. La Cigno e tutte le altre nel Sagittario, la Helix tutte
La serata prosegue con la visione di altri oggetti, la Dumbell, la veramente incredibili. La Dumble qui la percezione del tutto tondo
Swan, la Helix, M15 e poi soprattutto per concludere in bellezza tridimensionale era totale, veniva voglia di farci un giro intorno.
la galassia di Andromeda che si mostrava in tutta la sua bellezza Andromeda, doppio ammasso di Perseo, Ring Nebula irripedibili.
e grandezza; le bande di polveri sotto il nucleo non erano delle Ricerca, puntamento ed inseguimento gestito con precisione e
semplice linee scure ma 2 autostrade enormi dove vagamente si semplicità. Complimenti per il progetto, la realizzazione e la
intravedevano anche delle disuniformità. gestione. Un perfetto connubio fra tecnica e poesia. Grazie, A
Una serata veramente fantastica che mi lascerà sicuramente un presto. Giuliana e Vittorio
ricordo indelebile.
Grazie Andrea per la tua cortesia e disponibilità. CINGOLI, PIAN DE'CONTI, 16/09/12
A presto. Gli astrofili di Firenze Roberto, Manola, Giuseppe DECIO SPADINI
Ciao Andrea,
GIULIANA ZANNI le mie emozioni? Tante per tutta la serata. Ma le emozioni forti
Carissimo Andrea, sono state 2: la prima è stata nel momento in cui o messo
tornati dalle vacanze , sfogliando con la mente i ricordi più belli ci finalmente i mie occhi sul binodobson 24. La seconda emozione
scorrono davanti agli occhi le immagini che il tuo splendido è molto forte: è stato scoprire che viaggiare nello spazio tra
strumento la notte del 17 agosto 2012 a Forca Canapine ci ha nebulose di tutti i tipi, ammassi, galassie è cosa veramente
mostrato, regalandoci sensazioni che definire uniche ed irripetibili possibile con il tuo binodobson 24. Il primo oggetto è stata la
è sicuramente riduttivo. Non siamo forse super esperti, ma favolosa nebulosa velo. Spaziare da un punto a l'altro della
abbiamo avuto la fortuna di osservare spesso con strumenti nebulosa era veramente come navigarci sopra.
importanti e ci siamo spesso molto divertiti. Ma quel tuo Grazie Andrea
binoscopio dobson è veramente un’altra cosa, si va in un’altra
103
Per quel che riguarda le emozioni trasmesse dalla visione nello
strumento, ebbene posso solo provare a tradurle in parole che
cercano di ricostruire la ricchezza di particolari che per me,
visualista binofilo, aumentavano man mano che ammiravo gli
oggetti. E’ difficile riportare tutte le osservazioni effettuate nel
corso della nottata, ma per la prima volta sono riuscito ad
osservare nitidamente oggetti prettamente fotografici quali le
nebulose Helix, Crescent, Cuore oppure il triangolo di Pickering :
non erano lievissime chiazze appena più chiare del fondo cielo, i
loro contorni mi apparivano finalmente evidenti e riconoscibili.
Percorrere la Velo da un estremo all’altro e perdersi tra gli

A destra Decio Spadini

FORCA CANAPINE: 22/09/12


ANDREA CORINALDESI
La notte tra il 22 ed il 23 settembre con gli amici Alessandro
Marini e Marco Bocchini ho raccolto l’invito di Andrea e mi sono
recato presso il rifugio Colle Le Cese per l’osservazione del cielo
con il binodobson di cui tanto avevo sentito parlare.
Vedendolo in azione, alla prima impressione di imponenza dello
strumento, si è aggiunta una sensazione di eleganza derivante sia
dai movimenti fluidi e precisi del go-to, ottimamente funzionante,
sia dalla possibilità di poterlo pilotare, liberamente, in posizione
Forca Canapine, 22/09/12: Maria Kent Pasquarella, Andrea Boldrini, Marco Bocchini,
osservativa, tramite la pulsantiera wireless. Alessandro Marini e Andrea Corinaldesi

104
inviluppi di gas è stata un’esperienza favolosa. E favolosa è la
visione delle galassie in questo strumento. La 891 si estende
quasi da un estremo all’altro del campo mostrando nitida la sua
riga di polveri che la divide a metà. La visione di M31 è
sorprendente perché il nucleo è piccolissimo ed abbagliante, la
luminosità degrada uniformemente fino a scomparire quasi in
prossimità delle nubi di polveri che la circondano. La visione di
M33, infine, è stata sconcertante: mai mi sarei immaginato di
poter osservare così tanti dettagli lungo i bracci a spirale che
occupavano tutti i 110° degli oculari Ethos: nebulose ed ammassi
stellari extragalattici.
Il ringraziamento per tutto questo va ad Andrea ed al suo lavoro telecomando ed è docile più del mio cpc800!! rendendo la
lungimirante, per perfezionare quello che, a detta di molti, Navigazione tra gli oggetti davvero piacevole e riposante.
assomiglia ad un sogno. Forse quella notte ho sognato anch’io, o Dicevo qualità ottiche...
forse no. ho avuto in passato il privilegio di osservare nel dobson 24" di
Mauro Da Lio sotto cieli bui ed ero preparato più o meno a quello
FORCA CANAPINE 07/06/13 che mi avrebbe mostrato una tale apertura...più o meno!
NICOLA COATTI (LONGASTRINO): M51... sono salito aspettandomi una visone simile a quella avuta
Sul campo erano presenti due visualisti, io ed Andrea Boldrini col a pratopiazza, ma sono rimasto spiazzato. effetto tridimensionale
suo Binodobson da 24"!!! impressionante, i bracci della galassia erano... più spessi di
Uno strumento davvero enorme e nel contempo stupefacente e quanto avessi mai visto, una spirale netta e bellissima. Elisa è
per le prestazioni ottiche e per quelle meccaniche. rimasta impressionata.
Mi ha stupito l'eleganza con cui un simile strumento si muove, il M13... forse l'oggetto in assoluto che rende di più e mi ha fatto
servocat e argonavis funzionano egragiamente, veloci nel quasi imprecare dallo stupore. Con due Ethos 17 il globulare è
puntamento e stabili nel mantenere l'oggetto nel campo senza esploso nellE retinE fondendosi in una immagine MARMOREA
indugio. Ho "pilotato" io stesso il bestione mediante il SCOLPITA. Il nucleo è gonfio, le stelle coloratissime, le tre stelle

105
oro al centro sembrano su piani differenti, il globulare diventa mediocre!! merito anche della motorizzazione che tiene l'oggetto
GLOBULARE, non è più un 2D. Incredibile!! fermo nel campo.
M20 Trifida...galleggia ed è spaccata da una fenditura mai vista Uno strumento davvero notevole ma Necessita di cielo BUIO!!
così ricca di particolari. credo ci si rincontrerà alle tre cime ad inizio agosto.. il posto
Crescent Nebula... in due parole, STRUTTURE 3D. Effetto ideale per un tale strumento (varrebbe per tutti gli strumenti!)
tridimensionale notevole, i bordi si alzano e si gonfiano, il centro grazie Andrea della disponibilità e della compagnia e grazie anche
dove si notano diversi filamenti sembra invece affondare. a tutti i ragazzi che ho conosciuto.
Sicuramente la nebulosa più emozionante che ho visto con
questo strumento. Ho fatto una prova per togliermi un dubbio che CAMPOCATINO (FR) 06/07/13
avevo in mente, ho chiuso alternativamente prima un occhio pio LUCA ORRU':
l'altro, cercando di vedere le differenze tra una visone monoculare Caro Andrea,
e una binoculare. Immaginavo una visone simile in monoculare (si desidero ringraziarti di cuore, come astrofilo prima di tutto, ma
tratta pur sempre di un 60!) invece aprendo anche l'altro occhio, anche come Presidente dell’ATA e Segretario dell’UAI, per il
l'apporto di luce dell'altro specchio aumenta drasticamente tutto, privilegio di aver fatto provare a me e a tanti amici astrofili
dai dettagli visibili alla luminosità per non parlare della l’emozione di trovarsi a tu per tu con il “leviatano” (buono) del
tridimensionalità che acquisiscono gli oggetti. Niente a che fare cielo ! Già le operazioni di montaggio, infatti, fanno presagire
con le torrette binoculari, una "consapevolezza" davvero diversa. l’eccezionalità della situazione: siamo abituati ai Dobson,
M101 la bastarda diviene uno spettacolo da osservare per interi secondo me i veri “Re” degli Star Party astrofili, custodi di quel
minuti.. struttura evidente, due bracci che si stagliano nel nero e rapporto antico tra Cielo e Terra che solo l’osservazione visuale,
ricchi di chiaroscuri, si notano diverse galassiette di contorno, ma con il nostro occhio, ci può restituire… ma NON a un colosso
il nucleo si gonfia.. una galassia nuova per gli occhi! Si presenta come il più grande Bino-Dobson del mondo !!
circa così vi sono anche alcuni oggetti che non mi hanno fatto Immergersi tra delicate strutture nebulari o fitti campi stellari è
cadere dalla scala, come la Velo, M8, M17 che rimangono seppur una esperienza che possono regalare solo i telescopi di
dettagliatissime ma molto simili alle visioni in monoculare.(IMHO) dimensioni superiori, e sotto cieli sufficientemente bui, ma la
Infine M16, la nebulosa aquila..la nebulosità delicata fluttua sullo visione letteralmente avvolgente che si può sperimentare con la
sfondo di stelle e osservando un po'... STRUTTURE!! con un cielo visione binoculare è qualcosa di ineguagliabile in qualsiasi altro
Osservatorio (e ne ho visitati tanti !). Soprattutto nella seconda
106
l’ammasso. La lista degli oggetti che avrei voluto osservare è
lunga, purtroppo quanto la fila di astrofili che, giustamente,
volevano avere la loro parte di emozione…
Ma d’altra parte esperienze simili esigono di essere condivise, e
forse solo così si valorizzano pienamente, dando il senso di tanti
sforzi compiuti. Ed è stata infatti, per me, convinto assertore nel
valore di promozione sociale dell’astrofilia e della divulgazione
scientifica, un’emozione altrettanto forte scoprire la tua passione
nel mettere a disposizione degli altri la tua creatura e la tua
competenza e simpatia, che resta solo e soltanto un tuo merito
ma in tal modo diventa anche un “patrimonio collettivo”, in gado
parte della notte, ho potuto ammirare la vividezza e la di renderci tutti un po’ più ricchi.
complessità delle strutture della Nebulosa Omega, che Grazie anche per questo.
generalmente ad un telescopio amatoriale “ordinario”si mostra Un abbraccio e un “doppio” augurio di Cieli Sereni !
giusto come un baffo luminoso.
La visione della Galassia Vortice è stata superba: non avrei mai OTTAVIANO FERA:
potuto sperare di apprezzare con nettezza le due braccia di Quando ho saputo da Andrea Boldrini che con il suo Binodobson
spirale che emergevano pian piano dal fondo cielo man mano che 24” sarebbe stato a Campo Catino sabato 6 luglio 2013, ho
l’occhio si adattava, immergendosi nell’enorme campo visivo. deciso che non potevo farmi sfuggire una simile occasione con la
Il densissimo ammasso M15 è apparso semplicemente possibilità di partire da Napoli e tornare in nottata. La serata si è
grandioso, risolto quasi come fosse un ammasso aperto: presentata subito molto propizia con un cielo sgombro da nubi
veramente emozionante poter esplorare le sue immense periferie anche se un po’ lattiginoso per la presenza di umidità. In ogni
stellari. Infine, anche osservare un oggetto facile e inquadrato più caso l’esperienza si è rivelata unica e tale da minimizzare tutte le
e più volte, come il doppio ammasso del Perseo, grazie all’ampio precedenti esperienze osservative. Si inizia con M51 che rivela
campo inquadrato ed alla visione avvolgente, è stata evidentissimi i bracci a spirale delle due galassie che appaiono,
un’esperienza unica e irripetibile con altri strumenti, tanto grazie alla tridimensionalità fornita dalla visione binoculare e
particolare è la sensazione di trovarsi veramente immersi “dentro” recepita comunque intensamente a livello cerebrale, come
107
sospese e staccate dal fondo cielo e dalle stelle di contorno che pressante richiesta dei presenti! Riparto per Napoli con ancora
appaiono su piani diversi. Segue M 13 che da ammasso globulare negli occhi le esclusive immagini fornite dal Binodobson e con la
è diventato, come ha esclamato un astrofilo in osservazione, soddisfazione interiore di una esperienza unica e, spero,
addirittura un ammasso aperto! E nelle stelle esterne di questa assolutamente ripetibile anche su altri oggetti. Un doveroso
enorme sfera stellare sembra di potersi tuffare fino a raggiungere ringraziamento a Andrea Boldrini per avere realizzato un simile
quelle più interne parimenti risolte e distinguibili. La nebulosa strumento e per averlo messo a disposizione di tutti gli astrofili
Omega, M17, mi appare come un tunnel conico dalla struttura a appassionati con una operazione che al tempo stesso è
filamenti e dalla tridimensionalità corposa, mentre M 57, la emozione, cultura, liberalità e tanto altro ancora…
nebulosa anulare della Lira che bisogna guardare quasi sempre
con visione distolta per vederla, è luminosissima e diventa uno RINO CANNAVALE:
spot luminoso da faro teatrale, proiettato sul palcoscenico del Quando si avvicina l'occhio all'oculare di un telescopio, è sempre
fondo cielo e delle stelle di contorno. Ma il pezzo forte che più di una bella esperienza. Sommersi da immagini astronomiche quasi
ogni altra cosa mi aveva spinto a Campo Catino è la nebulosa irreali, strumentazioni sempre più sofisticate, apparecchiature
Velo nel Cigno che si illumina
come un percorso da seguire,
nonostante gli oculari
supergrandangolari, con l’aiuto
della pulsantiera tante sono le
curve e le volute dei suoi ricami
itineranti mentre il ramo della
nebulosa illuminato dalla stella 52
Cygni, oggetto di un ulteriore
puntamento, si stacca dal fondo
cielo come una brillante lama
ricurva e vagamente istoriata.
Scendo dalla scaletta necessaria
per l’osservazione, solamente su
108
degne di Star Trek, ci dimentichiamo che osservare il cielo con i CESARE PAGANO:
propri occhi è il modo più emozionante per godere delle bellezze Andrea,
del cosmo. volevo condividere alcune impressioni della bellissima serata
Nessuna foto potrà mai cancellare le sensazioni che ognuno di osservativa del 6 Luglio con il tuo Bino-Dobson che, incarnando
noi ha provato osservando per la prima volta la Nebulosa di l'essenza dell'Astrofilia, hai offerto al nostro gruppo di
Orione, o gli anelli di Saturno... appassionati, sobbarcandoti tra l'altro non pochi chilometri per
Quando poi capita di avere tra le mani (si fa per dire) un doppio farlo. Ho molto apprezzato sia la parte osservativa che la tua
telescopio da 60cm di diametro, e un visore binoculare, compagnia, per cui e' con vero piacere che condivido queste
l'emozione diventa indescrivibile. Andrea, davvero non so come impressioni assieme ad alcune foto che ho caricato su Facebook.
ingraziarti per averci donato questa possibilità a Campo Il giorno dopo lo star party sono partito per gli USA da cui sono
Catino...sono state ore indescrivibili. Tu dici che il cielo non era tornato solo ieri, ma i ricordi e le impressioni sono vividi come il
granchè, ma per noi romani abituati alle luci della città - che nulla giorno dopo. Il ricorso agli appunti e' solo per non dimenticare
hanno di poetico, nonostante Chaplin - anche un cielo da qualche oggetto osservato, ma le impressioni sono tutte in testa.
magnitudine 6 è qualcosa di inebriante. Tuffarsi con il tuo Anche per questo preferisco condividerle in forma di appunti, così
strumento tra gli ammassi, le nebulose e le galassie che ci hai come mi sono venute in mente durante la giornata e la serata.
mostrato è stato un viaggio quasi irreale, tanto diversa e arricchita Curiosità e attesa. Macchina con carrello a rimorchio... Come
era la visione rispetto agli strumenti che usiamo normalmente. sarà? Primo impatto: enorme gruppo dei secondari su sedile
Non saprei cosa scegliere, tra un globulare come M15, le bande posteriore ribaltato. Chissà quanto deve pesare!
di M31 o immenso alone di M27...davvero, qualcosa di magico e Cerimonia (e' la parola che mi viene in mente) del montaggio nel
stupefacente. Andrea, le visioni al tuo telescopio mi hanno fatto pomeriggio. Sole che tramonta, corposo gruppetto di
confermato che la risposta che do alla gente che mi chiede appassionati curiosi che fluttua, si ingrossa, si assottiglia. Ricorda
"Perchè osservi il cielo con un telescopio?" è quella giusta, uno stormo di uccelli al tramonto. Andrea che procede con calma
almeno per me.Osservo, osserviamo il cielo semplicemente metodica, montando il Bino secondo, appunto, il cerimoniale.
perché il cielo è BELLO, e merita di essere osservato. Grazie Il Bino e' strutturato per essere montato da una persona, Andrea
ancora, davvero. ovviamente. Il gruppo di secondari che sembrava cosi' pesante lo
Rino posiziona da solo; allora non deve essere cosi' pesante... Ben
fatto. Dopo cena. Crepuscolo astronomico quasi terminato. Si
109
inizia. Molta gente all'inizio. Aspettiamo con calma, tanto il cielo Non so quante volte l'ho osservato in vari telescopi, ma mai così.
non scappa; piuttosto scivola lentamente. "Andrea, l'uomo che apriva i Globulari".
M51, la Galassia vortice. Si vedono i due bracci! Mai visti in un Nebulosa velo: tutte e tre le parti! Una lunga passeggiata lungo i
oculare, e qui ne ho addirittura due! 'sto coso (il Bino, un po' di suoi delicati filamenti. Rispetto alle foto manca solo il colore. C'e'
diffidenza all'inizio :-)) non solo ha un risoluzione impressionante chi, saputo della presenza di Andrea, e' venuto apposta da Napoli
grazie al diametro, ma sembra che ne abbia ancora di più per la apposta per vedere questa nebulosa attraverso il Bino; adesso
visione binoculare. capisco il perché. M57, Nebulosa ad anello: a vederla così viene
M13. SEMBRA UN AMMASSO APERTO!!! Non e' tanto una da chiamarla "nebulosa ciambella". Infatti l'anello sembra
esagerazione: Tantissime stelle a riempire l'oculare interamente tridimensionale, ricco di dettagli e filamenti.
per cui non si percepisce la forma arrotondata, nessun senso di ...e così via. M17, M27, Andromeda, M15, il Doppio Ammasso...
nebulosità al centro dovuto alla mancata risoluzione delle stelle... oggetti familiari, o che credevo tali, che prendono nuove forme,
con nuovi dettagli mai visti prima se non in foto. Il tutto condito
dalla piacevole compagnia di Andrea, basata sul comune piacere
di condividere la passione per il cielo. Gli anglosassoni usano il
termine "spoiled"; e' qualcosa tra "viziato" e "rovinato", cioe' in
questo caso l'essere viziati da ottime esperienze che rovinano le
esperienze successive. Alla fine non so se essere veramente
grato ad Andrea. :-) Scherzo; l'Astrofilo sa far tesoro e apprezzare
ogni osservazione, che e' unica anche solo per il momento in cui
si svolge e lo strumento usato. Sarà comunque inevitabile dire, di
tanto in tanto, "una volta l'ho visto con uno strumento..."
Grazie ancora. Saluti, Cesare Pagano

PAOLO PALIFERI:Caro Andrea voglio complimentarmi ancora per


il tuo splendido strumento. Mi è capitato in tanti anni di osservare
in strumenti anche di 80 cm. di diametro, ma la sensazione di
tridimensionalità che dona il tuo strumento è impareggiabile. M13
Star Party di Campocatino Luglio 2013
110
un turbinio di stelle in cui ci si immerge totalmente come se si conosciuto moltissime persone con la mia stessa passione ma il
osservasse dall'oblò di una astronave in avvicinamento. M51 loro livello era decisamente più "nerd" del mio:D
veramente un vortice di gas che si arrotolano su se stessi. La La mitica Kati dell'associazione di cui faccio parte (Astrofili Maffei
nebulosa Velo una cosa che non si può descrivere a parole; è di Perugia)che ringrazio per la disponibilità di sempre, mi ha
necessario osservarla. presentato Andrea, un astrofilo appassionatissimo che conoscete
Grazie ancora per la bella serata di Campocatino e per la tua anche per il suo enorme binoscopio dobson. Devo dire la verità,
disponibilità. Sicuramente ad una prossima occasione. avevo letto resoconti leggendari su questo strumento ma un
Paolo Paliferi conto è sentirne parlare, un conto è guardarci dentro.
Inizio con il ringraziare Andrea per aver permesso a me e ad altri
FORCA CANAPINE: 03/08/13 amici astrofili di vivere quest'esperienza e provo a spiegarvi con
MARCO ALIAS MARSALA: parole mie quello che ho visto
Premetto che ho iniziato l'avventura nell'astronomia solo 6 mesi Sono arrivato e lo strumento era posizionato su M27....ragazzi
fa e ho un po’ bruciato le tappe inserendomi in un mondo o in che dire, non l'avevo neanche riconosciuto pur essendo un
questo caso, un universo, fatto di mistero e di passione di tante soggetto che avevo fotografato poche sere prima, ENORME,
persone che la esprimono nei modi più diversi, dall'osservazione , potevo quasi ...toccarlo.....Successivamente è stato un uno due
passando per la fotografia, il disegno, e perché no, la musica. di Nebulose Laguna e Trifida - M8 ed M20, la visione binoculare
Senza divagare ulteriormente, ieri ho trascorso la notte insieme qui è stata veramente appagante, sarei rimasto attaccato agli
ad altri astrofili nello splendido sito di Forche Canapine. Ho oculari mezz'ora......è stato quasi un peccato dover lasciare il

111
posto agli altri:D Uno spettacolo. Sono però i prossimi due Nell'uso rivela invece una "dolcezza" insospettabile, fluidissimo
oggetti che mi hanno lasciato letteralmente a bocca aperta con nei movimenti si lascia manovrare in manuale con una facilità che
tanto di raccolta mascella precipitata dalla scala dove dovevamo lascia interdetti e se si usa il sistema GoTo diventa una vera e
salire per poter osservare.........M51 e M13. Non pensavo fosse propria guida turistica del cielo. L'espressione guida turistica è in
possibile distinguere così bene Nucleo delle due Galassie e realtà un eufemismo, questo strumento svolge più la funzione di
Bracci delle spirali di M51 e invece si!!!ero sopra le galassie, un'astronave e dicendo questo non esagero. La prima emozione
immerso nello spazio profondo con questi oggetti lontani milioni che si prova non appena si posano gli occhi sui due oculari toglie
di anni luce dei quali potevo distinguere così tanti dettagli con i il fiato, sembra di caderci dentro, quasi ti vengono le vertigini
miei occhi e non era una foto!!!! Non era una foto!!! erano VIVI!!! come se veramente fossi li di fronte all'oggetto in una astronave.Il
Ora M13, qui mi hanno letteralmente strappato dalla scala, stavo campo percepito è enorme, un vero e proprio finestrone in cui gli
contando le stelle dell'ammasso, ero "appoggiato" con gli occhi oggetti riempiono completamente la vista e mostrano dettagli
su un tappeto di stelle.....semplicemente meraviglioso.....Non mi impensabili per qualsiasi strumento amatoriale. Non è niente di
dilungo oltre ma sarebbe da raccontare molto di più, da neofita paragonabile a una sterile fotografia, qui la visione è
non riesco a dare pareri tecnici ma solo emozioni solo tridimensionale, piena di sfumature e quel "quid" che rende la
che ....sapete una cosa?... Sono le emozioni che mi hanno spinto
verso lo spazio... e quindi va bene così.
Grazie ancora Andrea, Marco alias Marsala

EMANUELE GHERARDI:
"Descrivere cosa significa poter scrutare il cielo con uno
strumento come questo è molto difficile perché anche un astrofilo
esperto non potrà mai essere preparato a una esperienza simile.
Questo binodobson è un'opera d'arte solo per veri astrofili e
inquanto tale è senza compromessi. Già nel vederlo montato e
pronto all'uso incute un senso di riverenza, alto piu di due metri
con questi due tubi enormi sembra volere e potere conquistare il
cielo come il missile Saturn che portò gli astronauti sulla luna. E. Gherardi (sulla sinistra) con i suoi amici astrofili

112
visione diretta degli oggetti nettamente superiore a qualsiasi osservazioni, previsto per le 22.30. Arrivati sul posto notiamo una
fotografia.Gli ammassi globulari come M13 hanno la qualità visiva notevole schiera di astro fotografi e, più avanti l'area dei (pochi)
di una foto ma al tempo stesso il realismo e la profondità della visualisti, caratterizzata dalla presenza del mastodontico
visione binoculare. Tutte le stelle sono risolte fino al nucleo e tra binodobson da 60 cm di Andrea Boldrini. Decidiamo di
di esse è evidente il "senso" della distanza. Il doppio ammasso di appostare la strumentazione nelle vicinanze del colosso,
perseo sembra quasi una immagine frattale generata al computer, confidando nella possibilità di poter buttare un occhio negli
migliaia di stelle sparse di diversi colori, brillanti e diffuse su un oculari. Durante la cena proviamo a fare una classifica degli
campo enorme come non l'avevo mai visto e mai lo rivedrò se oggetti potenzialmente più interessanti che avremmo voluto
non con questo strumento. Le nebulose sono identiche alle osservare semmai avessimo avuto l'opportunità di dare
nuvole del cielo, non come le tenue e confuse visioni degli altri un'occhiata attraverso il bino. Già, però tutto avremmo
strumenti ma profonde, con tutti i particolari staccati e piene di immaginato meno che la serata sarebbe stata consumata
sfumature.Le galassie mostrano strutture mai viste prima, bulge, interamente negli oculari del colosso, lasciando praticamente
bracci e le zone meno dense di stelle che li separano sono molto inutilizzati i nostri strumenti!
evidenti...M51 sembra veramente una girandola e il ponte che la La cosa incredibile infatti è stato il numero degli oggetti che
collega alla sua compagna è ben visibile.Potrei continuare siamo riusciti ad osservare. Alla fine della serata, dopo quasi 6
all'infinito cercando di descrivere le visioni magnifiche che questo ore di osservazioni, abbiamo totalizzato una trentina di oggetti,
strumento è in grado di dare ma l'unica verità è che bisogna nonostante fossimo mediamente sempre almeno 4 o 5 persone a
poggiarci gli occhi per capire con la consapevolezza che da quel osservare. Al contrario di quanto si possa immaginare infatti, il
momento in poi non si guarderà più il cielo come prima e super tele ha un sistema di puntamento e di inseguimento
cesseranno tutte le fissazioni riguardo gli strumenti che spesso davvero efficace. Questo consente di utilizzarlo con relativa
affliggono le menti degli astrofili navigati." facilità, permettendo serate osservative assai proficue.
Impressionante poi la stabilità della montatura: l'immagine a
RUGGIERO (PAPERINIK): qualsiasi ingrandimento è risultata sempre ferma, in totale
Sono circa le 20 quando Angelo/Astrocurioso ed io arriviamo assenza di vibrazioni. Di seguito vi voglio riportare una
presso il rifugio le Cese di Forca Canapine. Decidiamo di descrizione degli oggetti più interessanti osservati durante la
scaricare la strumentazione prima di mangiare un boccone al serata:
rifugio in modo da averla completamente in temperatura ad inizio
113
così tridimensionale e viva! E'
meravigliosa!
Complesso Velo EST-Velo
OVEST-Triangolo di Pickering:
qui è da impazzire,
imbarazzante! Questo è forse
l'oggetto che rende
maggiormente merito alla
potenza del bino: è infinita, con
una quantità di particolari
inimmaginabile, una ragnatela di
propaggini di gas che si
M17: osservata in due tempi, la prima quando ancora non era del staccano dal fondo cielo con un effetto di tridimensionalità
tutto terminato il crepuscolo (22.10): WOOOWWWW un cigno allucinante!
immenso si staglia su un cielo nero pece. Sono ben visibili intorno La quantità, e soprattutto la definizione dei dettagli visibili, supera
alla base del "Cigno" una serie di filamenti di gas che, formando di gran lunga la maggior parte delle fotografie che mi è capitato di
una sorta di semicerchio, sembrano quasi voler raffigurare lo vedere. Per disegnarla occorrerebbero delle ore. Incredibile.
specchio d'acqua dove il Cigno sta nuotando, magnifico... la NGC6888 CRESCENT: Uno dei miei oggetti preferiti. Oggetto non
visione binoculare poi dona un'incredibile senso di profondità semplice in tele di medio diametro, dove mostra l'intera area
all'immagine. A tal riguardo provo a chiudere un occhio per periferica solo in presenza di cieli molto bui. Agli oculari del bino è
sperimentare la differenza... Ebbene c'è un abisso! Eppure sto emozionante, sembra un cuore disegnato nel cielo. Delicatissimi i
sempre osservando in monoculare con un 60 cm! Farò questo filamenti di gas che, partendo dalla stella centrale, culminano nel
esperimento con la totalità degli oggetti visti nella serata e l'esito perimetro della nebulosa.
sarà sempre lo stesso. La visione binoculare non è che aiuta, M57: Uno spettacolare anello di fumo! In certi momenti, in
STRAVOLGE la visione, migliorandola drasticamente, e donando distolta, mi appare la stella centrale, ma è davvero debole. La
all'immagine un incredibile tridimensionalità e dettaglio. M20: cosa più incredibile però è stato poter percepire, sulll'estremo
Sarebbe simile a una bella foto in bianco e nero.... se non fosse bordo della nebulosa, il colore: rosso mattone.... Adesso
114
qualcuno contesterà che è impossibile vedere il colore degli Voglio concludere ringraziando Andrea per la sua disponibilità, la
oggetti celesti in visuale. Eppure il colore del bordo, nella sua sua passione e soprattutto la sua pazienza. Pensate che ero
parte più esterna, io l'ho visto chiaramente! l'unico con distanza interpupillare anomala, ed ogni volta, al mio
NGC891: Oggetto tipicamente difficile, ma non per il bino, in cui turno, era necessario modificare le configurazione degli oculari e
taglia tutto il campo dell'oculare mostrando il rigonfiamento nella le relative messe a fuoco...... e Andrea ha insistito che lo facessi
regione nucleare e la fascia di polveri che la attraversa, ad ogni turno in modo che potessi godere al massimo della
tagliandola in maniera pressoché simmetrica. Attaverso la visione visione offerta dal bino... non ho parole per la sua disponibilità!
binoculare sembra quasi di poterla toccare.... Sinceramente non avrei mai potuto immaginare che un giorno
NGC6946 FIREWORKS: Questa galassia è stata una vera avrei avuto l'opportunità di osservare attraverso un tele di simile
sorpresa. Mostrava distintamente facilmente l'aspetto potenza. Sarà una di quelle serate che mi ricorderò per tutta la
spiraliforme, magnifica. vita...
QUINTETTO DI STEPHAN: La prima volta che lo osservo. Che Grazie Andrea!
dire... le cinque galassie sono lì, senza alcuna difficoltà Ruggero
M33: Finalmente l'ho vista come ho sempre desiderato! Uno degli
oggetti più "infami" del cielo si è dovuto arrendere alla potenza ANGELO (ASTROCURIOSO):
del bino dobson. La visione è fotografica, spirali chiaramente Eh sì, gran bella serata. Ho già messo un commento anche nel
visibili in visione diretta, si vedono anche diverse regioni H II post di un'altro ragazzo presente quella sera. Lo riposto anche
dislocate lungo i bracci e, più esternamente, la NGC 604. Qui il qua. Oltre a quanto detto già da Ruggero aggiungo che non avrei
miglioramento conferito dalla visione binoculare è senza parole. mai pensato che mi sarei potuto emozionare così tanto all'oculare
Laddove le spirali con la visione monoculare si vedono sbiadite, da cominciare a pronunciare frasi di meraviglia da solo!!
poco definite, con due occhi diventano nette e tridimensionali. Quando ho visto la Velo (NGC 6995) nel binodobson di Andrea
M13 - M15: Fantastici e risolti fino al nucleo. Anche qui l'effetto non ci potevo credere. Aldilà dell'estensione dell'oggetto, che
binoculare risulta determinante. richiedeva lo spostamento del tele per vederlo tutto, la quantità di
Tra gli altri oggetti osservati ricordo inoltre: M8, M16, M31, dettagli e la risoluzione erano impressionanti!! Ripeto,
NGC7331, M74, Blinking, Saturn, Pacman, Helix, NGC7789, impressionanti!! La Velo era netta, tridimensionale,
Doppio ammasso Perseo, M51, tutti chiaramente altamente dettagliatissima, piena di filamenti e di chiaroscuri più o meno
spettacolari.
115
netti. Sembrava di osservare da vicino il fumo di una sigaretta in Vorrei ringraziare Andrea Boldrini per la sua grande disponibilità a
controluce.....non so se ho reso l'idea. mettere praticamente a disposizione di noi astrofili visualisti che
Per non parlare poi di M17, altra goduria per gli occhi, ricchissima avevamo la fortuna di essere li, sabato, un simile strumento!!
di particolari fini e con dettagli inimmaginabili in visuale (fino ad Grazie, Andrea.
ora..). E la Velo dalla parte di 52 Cygni, impressionante la qualità
dell'immagine e la ricchezza di dettagli. E NGC 891, netta e con la LAGO DI MISURINA, ISTITUTO PIO XII 10/08/13:
banda di polveri ben visibile per quasi tutta la lunghezza della JAN:
galassia. E per finire, M33!! si distinguevano nettamente 2 bracci Io e i miei amici astrofili siamo rimasti stupiti dall`osservazione col
(forse 3 ma ero troppo emozionato per essere anche lucido... ) e binodobson 24" durante lo starparty delle dolomiti. Sopratutto l
la regione di formazione stellare NGC 604 (interessantissima osservazione della nebulosa della vela mi ha entusiasmato; non
regione...) e forse anche un'altra regione di formazione stellare, avendola neanche mai vista così bene nemmeno in fotografia.
più piccola, ma non ho potuto controllare. E senza bisogno di Pur avendo avuto la possibilità di osservare con altri telescopi di
usare visione distolta, tutto netto e facile. grandi dimensioni non avevo mai visto una tale nitidezza e

116
Universi, veri, da una spettacolare porta su di essi spalancata e
attraverso questa lasciarsi abbracciare dai loro tentacoli di
polvere stellare. Ho rivissuto le emozioni, indicibili per un
visualista, di quando da bambino vidi la mia prima M57 da un
sessantino e, ciò che più conta, è il fatto che, dopo questa
esperienza nulla sarà più come prima. No, sarà in meglio! Sempre
avrò vivide innanzi ai miei occhi le immagini che la tua generosità
d'animo (che solo ciò ha permesso tanto) mi ha mostrato allorchè
le osserverò nuovamente in strumenti molto più piccoli che ora
sono pronti a regalarmi nuove emozioni che quasi credevo sopite.
Questa è la forza del tuo strumento, non la capacità di vedere
all'istante spettacolari oggetti, ma quella di destare nuovi interessi
e provocare nuovamente le stesse emozioni nelle sere e negli

Con Rodolfo Calanca e il gruppo Ean a Misurina, Agosto 2013


anni a seguire a prescindere dallo strumento utilizzato.

luminosità e sopratutto non un tale effetto di tridimensionalità in


alcuno strumento.

FORCA CANAPINE:28/06/14
ANDREA PERFETTI:
Caro Andrea,
mi hai lasciato senza parole! Solo illustri ed ormai passati Poeti
sarebbero stati in grado di esprimere a parole così intense
emozioni come quelle di trovarsi, finalmente, ad osservare
Andrea Perfetti

117
GUARDARE, NUOVAMENTE, IL CIELO CON GLI OCCHI DI UN dire che la mia scelta si è rivelata azzeccata. Innanzitutto quando
BAMBINO! sono arrivato a Forca Canapine ho trovato un luogo molto isolato,
Con stima e riconoscenza in mezzo ai monti, come non ricordo di aver visto mai finora
Cieli Sereni durante le serate nelle mie zone; può sembrare magari un aspetto
poco rilevante, ma per me è sempre importante trovare pace e
FORCA CANAPINE: 25/07/14 tranquillità, specialmente durante una nottata astronomica.
GIOVANNI SUCCI: Arrivato sul piazzale, ho incontrato Andrea che aveva già montato
Report dell'osservazione a forca canapine del 25 luglio 2014 buona parte del telescopio e si accingeva ad eseguire la
Sono un appassionato astrofilo di Forlì e già da diverso tempo collimazione sui due specchi, operazione nella quale ho potuto
avevo notato, frequentando il forum Astrofili italiani, un utente che aiutarlo, anche solo tenendo fermo l'imponente struttura, per
possedeva un Binodobson da 24 pollici come pochi al mondo. consentirgli di dirigere correttamente il fascio luminoso del
Sin da subito mi è nata ovviamente la curiosità di poter scorgere collimatore laser in alcuni punti prestabiliti, sia per gli specchi
gli oggetti del cielo con questo strumento, tramite il quale si secondari che per quelli primari. Nel frattempo sono arrivati altri
sarebbero di sicuro rivelati come mai prima. tre Astrofili della zona, la cui compagnia è stata molto piacevole
È stato così che poche settimane fa ho contatto Andrea Boldrini, nell'arco di tutta la serata. Finito di montare il gigante ed eseguite
il proprietario del Binodobson, che si è reso da subito disponibile le operazioni di puntamento per il sistema go-to, abbiamo
a dirmi in quale occasione saremmo potuti andare ad osservare, e cominciato ad osservare. Come prima zona è stata scelta quella
la scelta è ricaduta su sabato 26 luglio, ovviamente di luna nuova, del triangolo estivo, nella costellazione della Sagitta, in cui è
nella località di Forca Canapine, in provincia di Ascoli Piceno.Poi presente la famosa nebulosa planetaria M27. È proprio in questo
però, per problemi dovuti al maltempo, abbiamo anticipato di un momento che sono cominciate le vere emozioni: approcciandosi
giorno, venerdì 25 luglio, e avendolo saputo solo il giorno prima all'oculare già cominciava a notarsi una visione sublime e si
sono stato indeciso fino all'ultimo se andare o no, non solo a notavano particolari incredibili; guardando attentamente si
causa del meteo incerto, ma anche della distanza da percorrere, potevano scrutare tutte le piccole strutture all'interno della
che dalla mia città, Forlì, è di ben 300 chilometri. Riflettendoci un nebulosa che facevano venir voglia di rimanere per minuti con gli
po', e guardando anche le previsioni, che davano qualche occhi fissi negli oculari! Infatti questo telescopio, a causa della
sprazzo di sereno nella notte, mi sono deciso a partire, e devo sua struttura, si presta solamente (e fortunatamente) alla visione
binoculare, che dà un vantaggio abissale su qualsiasi altro
118
diametro in visione singola. È presente una sensazione di seguito. M17 si presentava davvero contrastata e si poteva notare
tridimensionalità tale che l'immagine diventa veramente netta con chiarezza la sua parte oscura che si distaccava di netto dal
sullo sfondo delle stelle e consente di distinguere i più piccoli resto della nebulosa. D'altro canto, anche le strutture filamentose
elementi dell'oggetto. A discapito di questa visione così erano ben visibili, e l'oggetto nel suo insieme è stato spettacolare.
meravigliosa sono di frequente arrivate le nuvole nel corso della M8 invece mi ha lasciato leggermente più deluso: probabilmente
serata e questo ha influito purtroppo negativamente sulla visione la velatura presente si faceva sentire di più, e non sono riuscito a
degli oggetti. Noi però non ci siamo fatti prendere dallo sconforto, cogliere la nebulosa come avrei voluto. La struttura della
e abbiamo perseverato finché il meteo ce lo ha consentito. Il nebulosa era anche qui chiara, anche se con poco contrasto.
secondo oggetto che abbiamo puntato è stato una mia richiesta, Infine, l'ultimo oggetto osservato è stato l'ammasso globulare
M51. Nonostante il cielo nella zona dell'Orsa Maggiore e dei Cani M13 nell'Ercole. Questo invece si è rivelato molto interessante!
da Caccia il cielo fosse parzialmente velato e l'oggetto non fosse Ovviamente lo avevo già osservato tante altre volte, ma il
nel suo punto più alto, dettaglio raggiunto nella risoluzione di tutte le stelle era una cosa
si sono potuti che mi ha tolto le parole di bocca, anche a causa della struttura
distinguere chiaramente stessa dell'ammasso, che sembrava quasi un "ragno" da quanti
i bracci della galassia filamenti di stelle aveva.
maggiore e i nuclei di Qui purtroppo la serata si è conclusa, a causa delle nuvole che
entrambe le galassie. hanno definitivamente coperto tutto il cielo. A questo punto,
La coppia era Andrea ci ha spiegato un po' tutto il procedimento che lo ha
chiaramente però al di portato ad ottenere uno strumento così performante e bello (eh si,
sotto delle sue perché oltre a mostrare gli oggetti chiaramente è anche piacevole
potenzialità: sono alla vista), infine ci siamo fatti diverse foto di ricordo insieme al
sicuro che sotto un Binodobson e ci siamo salutati. Qual è il mio parere sulla serata?
cielo perfetto saranno Non potrebbe essere che positivo, anzi direi proprio che non vedo
magnifiche! Abbiamo l'ora che il cielo sia bello per poter ritornare a Forca Canapine!
poi tentato la zona del Sono sicuro che quando non ci saranno né nuvole né veli in cielo
Sagittario, puntando questo fantastico strumento potrà esprimere tutte le sue qualità.
Giovanni Succi a cavallo dei “Presidentini” ovvero
Mauro Ciarmatori e Daniela Carotti M17 prima e M8 in
119
FOSCO FICOLA allontanati. Tornati di nuovo sul piazzale, abbiamo trovato e fatto
Forche Canapine ,emozioni di una serata osservativa. conoscenza con un altro astrofilo di Forlì, anche lui ansioso come
Un saluto a tutti quanti,soprattutto a coloro che nutrono come me noi di provare questa esperienza. Nel frattempo Andrea avendo
una passione per l'astronomia.Il report che sto per raccontarvi è perfezionato lo stazionamento di questo gigante,ci ha dato l'ok,e
riferito alla serata del 25 Luglio 2014, località Forche Canapine, così è cominciata l'avventura nello spazio.Ho posato gli occhi nel
piazzale dei Monti del Sole, luogo abbastanza buio dove ,insieme binoculare con una certa emozione ed incredulità, perché stava
ad altri astrofili del gruppo Maffei di Perugia ed ovviamente al inquadrando M27 e mi sono trovato difronte ad uno spettacolo
gent.mo Andrea Boldrini, abbiamo potuto fare osservazioni del unico e meraviglioso con quella sua nebulosità che pur avendola
profondo cielo attraverso il suo imponente e fantastico osservata tanta volte con il mio 8 pollici,non avrei mai creduto di
Binodobson. Era già da tempo che avevo contattato il sig. Andrea poterla vedere cosi maestosa e affascinante. Successivamente
al quale avevo chiesto la possibilità di una serata osservativa mentre si commentava questa prima osservazione, Andrea ha
attraverso questo suo telescopio,ma nonostante che fin dall'inizio diretto il binodobson su M51 ,anche questa molto bella ma un po’
ci fosse stata da parte Sua la completa disponibilità, tutto ciò evanescente per via di qualche nuvola dispettosa che velava il
purtroppo non c'era da parte del meteo e quindi è stato un cielo e faceva si che ciò
continuo rinvio.Stanchi di tutto ciò,e se non altro per sfatare avvenisse anche con la
questa situazione di continui rinvii,si è deciso,dopo la conferma di Nebulosa laguna (M8)
Andrea B. di tentare il tutto per tutto la sera del 25/07/2014.Quella nel sagittario. A questo
sera che aspettavamo da tempo ,era finalmente arrivata e quindi punto ho vissuto la parte
pur consapevole che il meteo non garantisse più di tanto, siamo più emozionante della
partiti alla volta del piazzale Monti del Sole, dove dopo circa due serata e cioè la visione
ore di strada una volta arrivati, abbiamo fatto conoscenza con magnifica di M17 (la
Andrea che già aveva cominciato lo stazionamento del suo Omega) sempre nel
binodobson. sagittario dove in quel
Per non intralciare questa delicata operazione,abbiamo momento il cielo si era
approfittato per rifocillarci presso un vicino ristoro aspettando che aperto e mi aveva
si facesse buio,ma che nel frattempo arrivavano anche dei lasciato il tempo di farmi Giovanni Succi, Kati Bazzucchi, Catia Trovarelli,
nuvoloni neri che fortunatamente dopo un po’ si sono in parte osservare con calma Andrea Boldrini, Fosco Ficola

120
tutte le peculiarità di questa stupenda nebulosa,che distaccava osservare con uno strumento unico nel suo genere. Un immenso
nettamente la sua luminosità dalla parte oscura il tutto in uno grazie Andrea per averci dato la possibilità di una serata piena di
sfondo lievemente illuminato,e qui mi è venuto spontaneo emozioni vissute ed indimenticabili. Fosco
esternare un "mio Dio". Approfittando di qualche brusco
annuvolamento e aspettando che nel cielo si aprisse qualche FORCA CANAPINE: 29/08/14
squarcio di sereno, ci siamo fatti descrivere da Andrea tutto l'iter ROBERTO MUGNAINI:
che aveva riguardato la procedura di costruzione ed i relativi Venerdì 29 agosto io e Marco Michelassi abbiamo deciso un po’
inconvenienti che aveva dovuto affrontare durante le varie fasi di all’ultimo di partire alla volta di Forca Canapine data l’astinenza
costruzione e devo dire che qui Andrea ha dimostrato il suo osservativa che durava ormai da mesi e il meteo per una volta
animo gentile mettendo a disposizione dei vari astrofili la sua incredibilmente propizio. E anche dato che quella sera a Forca
monumentale e magnifica realizzazione.Sopra di noi qualche c’era pure Andrea Boldrini (che ringrazio) col suo
nuvola se n'era andata e subito,occasione irripetibile, il telescopio superbinodobson da 24”. Essendo partiti non presto, avendo
e stato direzionato su M13,ammasso globulare che non poteva trovato traffico e volendoci quasi 4 ore da Firenze siamo arrivati
essere tralasciato. sul prato davanti al Le Cese verso le 23.
Bè, qui c'è stato un attimo di sgomento ,quando posando gli Abbiamo montato i nostri due dobson da 16” accanto al
occhi nel binoculare mi sono trovato immerso in una esplosione bicannone da 24” e abbiamo fatto conoscenza con Andrea che ci
di cristalli e che ti davano la sensazione di uno spettacolo ha subito invitato a osservare qualcosa nel suo strumento;
pirotecnico,tanto che si vedevano alcune parti filamentose quasi onestamente ero preparato all’infarto ma non avevo idea di che
come una ragnatela gigantesca,fantastica, eccezionale. Di nuovo visioni mi aspettassero.
la famosa nuvola di fantozzi si è riposizionata sopra di noi e a Tutta la serata è stata monopolizzata dalle visioni col binodobson
questo punto si è deciso di chiudere la serata anticipatamente, sia grazie alla gentilezza di Andrea che ogni pochino ci chiamava
serata che nonostante il tempo è stata stupenda, sia per quello dopo che aveva puntato un nuovo oggetto, sia perché quello che
che ho potuto osservare che per le persone con le quali ho potuto si vedeva in quei due oculari era qualcosa di indescrivibile. Ma
condividere questa bellissima esperienza. Il meraviglioso proverò a descriverlo, questa è la lista di ciò che ho osservato nel
binodobson di Andrea Boldrini si è rivelato uno strumento bino24 nell’arco della nottata (ah, l’SQM classico ha segnato una
qualitativamente imponente che ti da la possibilità di una visione media di 21,3, serata bella ma molto umida):
nel contempo rilassante e tridimensionale,ed è fantastico
121
emergere dappertutto, se qualcuno non mi avesse fatto una voce
ci sarei rimasto a tempo indeterminato.
- M31: Della serie “ti piace vincere facile” . Quando ho avvicinato
gli occhi agli oculari non ho riconosciuto M31 ma ho visto un
bagliore diffuso e da un lato un arco di luce con qualche rinforzo.
Doveva essere NGC 206, anche se oltre alla condensazione si
vedeva in maniera chiarissima pure la continuazione della
curvatura dell’ansa esterna di Andromeda. Insomma se ne
riconoscevano i confini, che sono ben distanti dal nucleo.
Spostandosi verso il centro infatti appariva un nucleo
estremamente luminoso (mai vista tutta questa luce in una
galassia) e le due bande scure ovvie e molto lunghe. Dall’altra
parte la periferia galattica continuava a estendersi per un bel po’.
Roberto Mugnaini - NGC 7331: Come giustamente diceva Andrea questa si vedeva
come M31 in un rifrattore di media grandezza. Intorno alla 7331 si
- M13: Salgo sulla scaletta, mi avvicino agli oculari, metto a
notavano subito le “compagne” (sono però poste a una distanza
fuoco prima su un occhio e poi sull’altro, li apro entrambi e lascio
da noi molto maggiore): NGC 7335, NGC 7337 e NGC 7340 erano
che il cervello fonda per bene l’immagine… la prima
evidenti, ma facendo più attenzione veniva fuori anche NGC 7336
esclamazione è un sincerissimo “WOW” seguito da silenzio e
(che alcuni danno di mag. 15 e altri di mag. 16).
contemplazione. C’è un’esplosione di stelle in 3D, sembra di
A questo punto ho voluto provarle anche col mio 16”. Le prime 3
vedere una foto con in più un senso d’immersione che nessuna
si vedevano senza troppa difficoltà, anche se non con l’ovvietà di
foto può dare. Tra le miriadi di stelle si vede molto bene la Y di
prima. Ma con mio grande stupore anche la 7336 era percepibile
M13.
a tratti in distolta!
- Velo: Chi mi conosce sa che adoro questa nebulosa, nel
- Quintetto di Stephan: Anche questo sul binodob era di una
binodob è stato un riscoprirla o meglio uno svelarla sotto una
facilità disarmante. Tutte e 5 le componenti erano visibili. Ho
nuova veste. Si vedevano filamenti più deboli o più intensi
quindi provato a puntarlo pure col 16” e anche con quello si
vedevano tutte e 5 le componenti, anche se tutte meno luminose
122
rispetto a prima. In particolare si scorgeva la NGC 7317 e si parte era lunga poco meno della prima ma più luminosa.
distinguevano i due nuclei molto vicini ma separati di NGC 7318 Guardando qualche foto a casa mi sono accorto che
A e B, oltre alle più facili NGC 7319 e NGC 7320. L’ultima volta probabilmente c’era anche un altro pezzetto della nebulosa
che avevo osservato il Quintetto era sotto un cielo da 21,4 col 10” visibile, ma lì per lì non ci ho pensato perché non credevo fosse
in cui s’intuivano a malapena 3 componenti, stavolta il discorso così grande!
era molto diverso! - M15: Un’altra palla di stelle tridimensionale, si nota chiaramente
- Crescent: Pazzesca, mai vista così! Molto grande e a forma di C il nucleo molto più denso rispetto a M13.
quasi chiusa, con una scarsa luminosità nella parte interna e tanti - Nord America: È talmente grande che bisogna navigarci dentro.
rinforzi di luce sui bordi, ma soprattutto era visibilissima la striscia Si vedono molti dettagli, il Golfo del Messico è nettissimo così
luminosa che l’attraversa a metà da parte a parte. come la regione scura che la divide dalla Pellicano la quale pure
- NGC 891: Visti gli oggetti precedenti su questo mi sarei presenta varie sfumature.
aspettato più contrasto sul fondo cielo, ma i dettagli c’erano - M33: Beh, è difficile dire quale sia stato l’oggetto più bello della
comunque tutti. Evidente la forma a disco volante, periferia molto serata ma M33 è stata una delle visioni più belle che abbia avuto
estesa, bulge centrale luminoso e nitida banda scura che la taglia da quando ho cominciato ad alzare gli occhi al cielo. A una prima
a metà. occhiata la galassia si presentava molto grande e luminosa,
- Helix: Era tanto che non osservavo questa splendida nebulosa. proseguendo l’osservazione dopo pochissimo emergeva la
Nel binodob si è mostrata in tutta la sua gloria, di aspetto struttura spirale (mi pare di aver contato 6 braccia) e tante
ciambelliforme irregolare col cerchio che la delimita molto condensazioni sulle braccia. NGC 604 in particolare era
luminoso e non uniforme, inoltre erano visibili facilmente anche le facilissima. Una visione mozzafiato.
due “code” ai lati opposti della nebulosa che sfumano nel fondo - NGC 253: Questa bella galassia nello Scultore l’avevo già
cielo e in una si percepiva una fascia più luminosa sul bordo. osservata in passato col 10” ma non mi aveva mai mostrato
- California: Non ero mai riuscito a vederla prima ma stavolta niente di più che una macchia allungata. Nel binodobson era
tanto per cambiare era palese. Muovendo il telescopio si poteva chiaramente visibile un vasto alone periferico e una linea scura
seguire la nebulosa in tutta la sua lunghezza, da un lato partiva curva e irregolare che si faceva strada all’interno del bulge
una nebulosità non molto definita che a un certo punto faceva un galattico.
doppio angolo per continuare più sotto con una direzione quasi A questo punto erano quasi le 4 e l’umidità elevatissima
parallela ma spostata rispetto alla parte precedente; quest’ultima (smontando il binodob il telo copritralicci era fradicio e i due
123
enormi secondari un po’ appannati), per cui abbiamo deciso di Finzione ed in molti
sbaraccare e andare a dormire, con ancora stampati nella mente presero a seguirlo
tutti quei fotoni ricevuti. incuriositi dalla sua arte.
Dalla serata il 16” ne è uscito a testa alta, anche se il binodobson Luna scoprendo che il suo
da 24” resta uno strumento unico nel suo genere. Certo è che popolo la trascurava
dopo osservazioni del genere la passione di un astrofilo non può nascose dal cielo gli Astri
che aumentare e si capisce come mai spendiamo tutte quelle e per un po' sparì.
energie per stabilire un contatto visivo diretto con l’universo che Vedendo che i suoi fedeli
solo il visuale di questo tipo può dare. continuavano a preferire la
In conclusione, un’esperienza emozionante! finzione allo spettacolo del
cielo colta dalla Gelosia e Andrea Storani e Ilaria Novembrini a Forca
ILARIA NOVEMBRINI: accecata dall'Ira scagliò a Canapine, Agosto 2014

MITO DI LUNA o STORIA DELL'ASTROFILO terra il suo bellissimo


Vi era tanto tempo fa un'antica civiltà dedita al culto della Dea carro frantumandolo in mille pezzi. Alcuni pezzi non furono mai
Luna. ritrovati. Il Manubrio (M27) del timone volteggiando nell'aria arrivò
La Dea mostrava ogni notte ai suoi fedeli le più belle meraviglie talmente lontano che s'impigliò nella coda della Volpetta.
del Cielo e alternava il buio e la luce nella notte scura ed essi per Una delle ruote (M57) fu scagliata con tale forza che tutt'oggi -
questo la onoravano dedicandole canti e doni preziosi. solo con i migliori strumenti- è ancora possibile vederla girare
Il dono più prezioso fu senza dubbio quello che essi costruirono animata da quell'antico furore.
con le loro mani: un carro d'argento trainato da due fenici Ma ciò che finì più lontano di tutto furono i Diamanti.
splendenti. Esso era molto prezioso poiché i fedeli vi fecero Il più grande dei preziosi si conficcò nella fronte di un elefante (IC
incastonare i diamanti più belli che loro stessi avevano estratto 1396) mentre gli altri furono sparsi per l'Universo infinito come
lavorando nelle miniere. pugni di sassi (M13 - M15) che anche oggi cercandoli sembra
Luna innamorata del suo popolo e del suo nuovo carro impossibile poterli raccogliere.
scorrazzava felice ogni notte in cielo anche se certe volte colta Calò sulla Terra la notte buia e triste e quelli che prima tanto
dalla timidezza si nascondeva in penombra per poi riapparire. avevano amato la Dea Luna ora erano disperati e correvano dal
Giunse un mago, egli usava trucchi e magie per rappresentare la Mago implorandolo affinché compisse qualche prodigio in onore
124
della Divinità. Il Mago che era anche uno scultore capì di essere la sera mi sono sentito un po' come quando un bambino scopre la
causa di tutto e decise di scolpire la più bella statua che mai si neve per la prima volta in vita sua...è stata un'esperienza del tutto
fosse vista nel mondo per donarla alla Dea. nuova per me poter godere delle meraviglie del cielo con uno
Luna vedendo la disperazione del suo popolo e la Statua che essi strumento di tale diametro e che inoltre offre la possibilità di
le donarono fu mossa da Compassione e memore dell'antico osservare in visione binoculare. Senza dubbio questo è per me il
affetto che li aveva legati decise di uscire dall'ombra in cui si era suo punto di forza maggiore, la binocularità che permette di
nascosta. percepire la profondità di ogni oggetto garantendo quindi una
Siccome quelli presero ad acclamarla fu felice di ricollocare al loro tridimensionalità senza precedenti nell'ambito dell'osservazione
posto gli Astri che aveva nascosto. del cielo profondo. Quando si sale su quella scala fino a due
Ma non senza una lezione. metri di altezza e poi ci si china sopra gli oculari del telescopio ci
Ella coprì la volta celeste con un grande velo e con queste parole si sente come se ci si stesse affacciando verso una gigantesca
ammonì quelli che la stavano ad ascoltare: "Da oggi solo chi finestra cosmica che ti apre le porte letteralmente verso un altro
tralascerà la Finzione e osserverà davvero il Cielo con devozione mondo in cui ci si trova subito immersi.Poter osservare il cielo
per gli Astri che gli Dei miei padri crearono per gli uomini meriterà con questo strumento è stato un autentico piacere sia intellettuale
di scostare questo Velo (NGC 6960) e di scoprire ciò che esso che per gli occhi. Ed è per questo che ti ringrazio e speriamo di
nasconde." Da allora chiunque si avvicini all'Astronomia con
l'animo curioso di chi guarda oltre l'apparenza delle cose
squarcia - drappeggio dopo drappeggio - quel velo di
Superficialità e solo per un istante svela l'Infinito che dietro esso
si cela.

FORCA CANAPINE, 19/12/14


FEDERICO PELLICCIA:
Ciao Andrea....ti scrivo direttamente qui le impressioni che ho
ricevuto ieri sera grazie al tuo fantastico strumento :
Sostanzialmente , nonostante siano anni che osservo e in cui ho
avuto la possibilità di posare l'occhio in numerosi strumenti , ieri Federico Pelliccia
125
ritrovarci presto per poter godere assieme delle meraviglie del e realtà in quanto questo strumento, che alla vista potrebbe
cielo con il tuo fantastico strumento. anche incudere una sorta di timore, grazie a un imprevisto che
Federico quella sera aveva reso inutilizzabile il sistema di puntamento e
inseguimento automatico, è diventato un prolungamento delle
GIOVANNI GIARDINA: mie braccia e dei miei occhi, una finestra su un Universo
Quanta pressione può mettere, ad un astrofotografo, l'incertezza bellissimo, vero, mai visto. E' stato emozionante entrare e
di trovare una serata perfetta per portare a casa un lavoro che navigare tra i gas e le polveri della Velo, dettagliata come nelle
giustifica la fatica, il sonno perduto e le spese economiche migliori fotografie anche se priva dei colori che il nostro occhio
sostenute per perfezionare il setup di ripresa. Con la non ci permette di vedere tramite il telescopio. Enorme e
soddisfazione di vedere, qualche giorno dopo, una bella foto avvolgente la galassia di Andromeda ma ancora più sconvolgente
oppure dover cestinare tutto. Il rammarico, quasi sempre, di i dettagli visibili sui suoi satelliti M32 e M110. Entusiasmante la
essere stato ore e ore sotto un cielo bellissimo del quale non puoi visione delle nebulose presenti nella galassia del Triangolo: ho
godere da casa e,quasi sempre, del quale non godi mentre fai le visto una nebulosa extragalattica! NGC 891 in visione distolta
riprese, intento a seguire l'evoluzione del tuo lavoro attraverso il sfoggiava il suo disco di polveri centrali, come in foto. E alla fine il
monitor del computer. Per chi ama il cielo questo rammarico grande protagonista è lui: Orione e le meraviglie che contiene.
accompagna quasi sempre le notti fotografiche per questo sono
contento se insieme a me trovo qualche visualista con cui
condividere la gioia del vedere quel cielo coi propri occhi.
Il 19 dicembre 2014, un venerdì caratterizzato dai lunghi giorni
precedenti in cui l'ansia delle condizioni meteorologiche e la
possibilità di poter passare un bel fine-settimana astrofilo o no, il
viaggio lungo e con qualche imprevisto e altri condizioni al
contorno, quel giorno, o meglio quella notte, ho potuto toccare
con mano uno splendido cielo sopra Forca Canapine ma quella
che potrebbe sembrare una romantica metafora in realtà non lo è.
Grazie a Andrea Boldrini e al suo maestoso binodobson, tra i più
grandi al mondo, ho varcato quella sottile differenza tra metafora Giovanni Giardina

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L'abbiamo vista in tutti i modi possibili la bella M42, col filtro, c'è dubbio, è una delle
senza, e con il gioco dell'abile Andrea di non puntare grandi qualità
direttamente la nebulosa ma lasciarla appena fuori dal campo e dell'Universo, e se non
dare a te la possibilità di trovarla e restarne meravigliato. richiede viaggi verso i
Questa descrizione la faccio a quasi un mese di distanza da poli o in quegli
quella memorabile serata, perché? Volevo che le emozioni sperduti posti per
decantassero un po' in modo da rendere giustizia a questo osservare un'eclisse di
strumento evitando facili sviolinamenti dovuti all'entusiasmo del Sole, non è di certo
momento. Avrei potuto anche il giorno dopo perché, mentre gratuita. Deve essere
scrivo, mi rendo conto che le emozioni sono rimaste le stesse e infatti conquistata con
quindi non possono che essere autentiche. grandi e potenti
Grazie Andrea, grazie binodobson. Giovanni telescopi, nonché con
Daniele Gasparri
molta esperienza e
DANIELE GASPARRI: determinazione. Gli
(Per gentile concessione di Daniele Gasparri, tratto dal suo libro strumenti che di solito possiamo permetterci ci danno ottime
"Vent'anni sotto il cielo stellato"). visioni dei pianeti e della Luna e discrete immagini dei cosiddetti
L'osservazione del cielo stellato diventa sempre più bella mano a oggetti del profondo cielo, vale a dire ammassi stellari, nebulose
mano che il cielo è scuro ma, soprattutto, all'aumentare della e lontane galassie.
potenza del telescopio. Nell'ambito astronomico, potenza Se però siamo un minimo esperti di astronomia pratica, sappiamo
significa diametro dello strumento: maggiore è la sua apertura, già che molti appassionati prima o poi si dirigono verso la
più deboli e dettagliati appariranno gli oggetti celesti. fotografia astronomica perché tra i suoi maggiori punti di forza c'è
In effetti se tutto quello che ho descritto fino a questo momento il considerevole fatto che mostra molti più dettagli rispetto a quelli
può essere ammirato addirittura a occhio nudo, a prezzo però di che l'occhio potrebbe vedere con lo stesso strumento.
grandi viaggi o di una gran fortuna, c'è tutto un Universo Non sono però qui a parlare di fotografia, né di come questa
nascosto agli occhi che è altrettanto, se non più spettacolare e, richieda strumentazione molto costosa e anni di pratica, perché
come se non bastasse, completamente diverso da quello che pur avendola praticata per molti anni non mi ha mai dato le stesse
possiamo osservare senza alcun ausilio ottico. Anche questa, non
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soddisfazioni che vedere in diretta e senza l'aiuto di uno schermo cabina di pilotaggio di quella potente astronave cosmica. Dopo le
di un computer l'Universo che ci circonda. indispensabili indicazioni del comandante potei volare libero
Nel corso degli anni, sono stato assalito dall’irrefrenabile voglia di verso il cielo sconfinato. Fu l'inizio di un nuovo amore per
avvicinarmi sempre di più alle perfette visioni fotografiche con i l'Universo, perché lì dentro, non so davvero come dirlo, c'erano
miei occhi, stregato dal contatto diretto con l'Universo profondo. cose che pochi umani avevano visto. Al centro del grande campo
Le mie povere tasche da studente universitario non mi hanno si stagliava nitida la sagoma inconfondibile della nebulosa Velo,
però permesso di andare oltre uno strumento da 36 centimetri di ciò che resta di un'antica esplosione di una stella molto più
diametro, che peraltro consente già di avere ottime visioni degli grande del Sole. È uno degli oggetti più fotografati ma poco
oggetti del cielo profondo. osservati, perché richiede cieli scuri, telescopi di buon diametro e
Nulla però in confronto a quanto ho potuto provare, per ben due una discreta dose di immaginazione per tracciare gli indistinti
volte, grazie a un amico che potuto realizzare in modo contorni di quei filamenti gassosi dispersi nello spazio. È così
spettacolare un grande sogno: costruirsi un telescopio, anzi, un evanescente che spesso richiede filtri particolari, e in ogni libro di
enorme binocolo, così grande da permettere ai nostri occhi di astronomia pratica è sottolineato quanto sia difficile osservare la
vedere dettagli molto simili a quelli delle fotografie astronomiche sua tenue immagine.
(colore escluso). E grazie alla sua estrema cordialità, l'Universo Niente di tutto questo mi aspettava all'oculare e niente poteva
diventa alla portata di tutti. L'unica cosa richiesta? Voglia di prepararmi a quello che stavo per vedere. Fluttuanti nello spazio
meravigliarsi. Nient’altro. La prima volta che vidi il leggendario aperto si stagliavano delicati ma contrastati i deboli filamenti di
binodobson di Andrea Boldrini, un mega strumento composto da gas interstellare, i pezzi di quell'antica stella, meglio di qualsiasi
due telescopi di ben 60 centimetri di diametro l’uno, era l'estate fotografia. E quando il comandante mi consegnò la console di
del 2012 dal rifugio di ogni appassionato di astronomia del centro controllo dell'astronave e mi disse: “Navigaci” mi sentii la persona
Italia: Forca Canapine. più felice di questo mondo perché stavo davvero esplorando una
Rimasi esterrefatto di fronte alla mole dello strumento, alto circa magnifica zona cosmica che a ogni movimento mi rivelava
tre metri e largo quanto una piccola utilitaria. Mi avvicinai timido e sempre nuovi dettagli, nuove sfumature, nuove emozioni.
intimorito, e mentre cercavo di trovare il coraggio di chiedergli se Ricordo e ricorderò per sempre quell'osservazione dell’ammasso
avessi potuto metterci gli occhi dentro, fu lui ad anticiparmi e a di Ercole, che mi regalò la visione di tutte le circa 500 mila stelle
invitarmi alla vera festa delle stelle che si stava svolgendo proprio che lo popolano; la tenue sagoma della nebulosa ad anello, una
lì. Salii un po' spaventato sulla scala che portava fino verso la fotografia di come sarà il nostro Sole tra poco più di 5 miliardi di
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anni. Passai di fianco alle distese gassose della nebulosa nelle sue viscere e, magari, scoprire le proprietà di un luogo che
planetaria M27, mi imbattei nelle intricate trame che mai avrei 4,6 miliardi di anni fa somigliava moltissimo al nostro Sistema
pensato di vedere della nebulosa Crescent. E cosa dire di M17, la Solare. Spesso ho sognato quella fantastica serata ma impegni
nebulosa Cigno (o Omega)? Non potevo non assistere al miracolo universitari e lavorativi mi hanno tenuto lontano da quel cielo e dal
della nascita di migliaia di stelle da un’immensa distesa di gas, mastodontico binodobson per più tempo di quanto fossi disposto
talmente luminosa e contrastata che mi sembrava di vederla in tre ad aspettare.
dimensioni. La bellezza di quelle immagini, reali più che mai, mi Poi, casualmente, la sera del 19 Dicembre 2014 le previsioni
fece viaggiare con la fantasia immaginando davvero tutte queste meteo erano buone e un paio di amici della mia associazione mi
assurde situazioni e luoghi che solo l'Universo può regalarci convinsero a tornare sotto quel cielo scuro. Mai, però, mi sarei
perché qui sulla Terra, per fortuna, non potranno mai realizzarsi. aspettato che sul piazzale freddo e deserto ci fosse anche Andrea
Avrei voluto contare una a una le stelle dell'ammasso di Ercole, e il suo incredibile binodobson. Avrei potuto realizzare qualcosa
avrei voluto diradare la nebbia della nebulosa Omega per poter che mi frullava per la testa sin da quella lontana serata:
scovare tutte le stelline e i giovani pianeti che stanno nascendo osservare con quel gigante la galassia di Andromeda e la

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nebulosa di Orione, due oggetti già spettacolari con piccoli grande e nuovo sussultò arrivò dalla galassia a spirale M33,
telescopi e che avrebbero riservato chissà quale sublime visione famosa per essere molto estesa (più della Luna piena) ma al
attraverso quella stupenda astronave. Fu in questo modo che contempo estremamente debole e avara di dettagli. Bene, in
una serata improvvisata all’ultimo momento si trasformò in una quell'astronave mi fece restare a bocca aperta e con me tutti i e
nuova, appassionante festa delle stelle, nella quale condividere luoghi che solo l'Universo può regalarci perché qui sulla Terra,
le emozioni del cielo, sia quello, bello, a occhio nudo ma per fortuna, non potranno mai realizzarsi. Avrei voluto contare
soprattutto quello che avremmo potuto osservare a bordo del una a una le stelle dell'ammasso di Ercole, avrei voluto diradare
binodobson. Andrea ben sapeva che la star della serata, la la nebbia della nebulosa Omega per poter scovare tutte le
grande nebulosa di Orione, ci avrebbe rapito, così come rapì lui stelline e i giovani pianeti che stanno nascendo nelle sue viscere
che non poteva più fare a meno di osservarla ogni volta che la e, magari, scoprire le proprietà di un luogo che 4,6 miliardi di
vedeva sopra l'orizzonte. Questa, però, Orione era ancora anni fa somigliava moltissimo al nostro Sistema Solare. Spesso
troppo bassa sull'orizzonte e sarebbe stata la parte finale di un ho sognato quella fantastica serata ma impegni universitari e
tour che iniziò dagli oggetti estivi ormai al tramonto, come la già lavorativi mi hanno tenuto lontano da quel cielo e dal
vista nebulosa Velo, e gli ammassi globulari M15 e M13 (di mastodontico binodobson per più tempo di quanto fossi
Ercole) tutti spettacolari, proprio come me li ricordavo. Il primo disposto ad aspettare.
Poi, casualmente, la sera del 19 Dicembre 2014 le
previsioni meteo erano buone e un paio di amici
della mia associazione mi convinsero a tornare
sotto quel cielo scuro. Mai, però, mi sarei aspettato
che sul piazzale freddo e deserto ci fosse anche
Andrea e il suo incredibile binodobson. Avrei potuto
realizzare qualcosa che mi frullava per la testa sin
da quella lontana serata: osservare con quel
gigante la galassia di Andromeda e la nebulosa di
Orione, due oggetti già spettacolari con piccoli
telescopi e che avrebbero riservato chissà quale
sublime visione attraverso quella stupenda
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astronave. Fu in questo modo che una serata improvvisata così lontano da non poter immaginare, allora tutto cambia e
all’ultimo momento si trasformò in una nuova, appassionante dentro esplodono sensazioni ineguagliabili. Sarei restato per ore
festa delle stelle, nella quale condividere le emozioni del cielo, su quella girandola cosmica. L'unico modo per farmi scendere
sia quello, bello, a occhio nudo ma soprattutto quello che dalla scala e lasciare le redini dell'astronave al comandante fu la
avremmo potuto osservare a bordo del binodobson. promessa di puntare la galassia di Andromeda, che si
Andrea ben sapeva che la star della serata, la grande nebulosa preannunciava ancora più spettacolare. Pochi minuti di viaggio,
di Orione, ci avrebbe rapito, così come rapì lui che non poteva giusto per permettere all’esperto comandante di fare le delicate
più fare a meno di osservarla ogni volta che la vedeva sopra manovre di avvicinamento, poi egli ci avvertì dell'arrivo nei
l'orizzonte. Questa, però, Orione era ancora troppo bassa pressi di quell’isola di stelle. Non con uno sterile comunicato
sull'orizzonte e sarebbe stata la parte finale di un tour che iniziò come quello dei comandanti d un aereo, ma attraverso
dagli oggetti estivi ormai al tramonto, come la già vista nebulosa un’esplosione di aggettivi che tentavano di descrivere la
Velo, e gli ammassi globulari M15 e M13 (di Ercole) tutti bellezza del panorama che stava osservando. Bellezza che
spettacolari, proprio come me li ricordavo. riuscii a comprendere solo quando misi gli occhi agli oculari. Il
Il primo grande e nuovo sussultò arrivò dalla galassia a spirale nucleo della galassia di Andromeda era lì, brillante come mai
M33, famosa per essere molto estesa (più della Luna piena) ma l'avevo visto. Ma non era questa la caratteristica che cercavo.
al contempo estremamente debole e avara di dettagli. Bene, in Estesa ben oltre il campo inquadrato dallo strumento, cominciai
quell'astronave mi fece restare a bocca aperta e con me tutti i a spostarmi navigando con prudenza alla ricerca di quei dettagli
compagni di avventura. Ben evidenti i tenui bracci di spirale su che la fotografia cattura con estrema facilità, ma che nessun
cui spiccavano ogni tanto delle condensazioni di forma sferica. telescopio di noi comuni appassionati ci ha mai mostrato. Ed
Incredibile ma vero, stavo osservando nebulose di un'altra ecco che laddove tutti i telescopi usati mostravano nient’altro
galassia, a 2,5 milioni di anni luce da noi. Stavo vivendo, in quel che il nero del cielo, quell’astronave mi portò talmente vicino
momento, uno spettacolare viaggio attraverso un Universo che che riuscì a farmi vedere quello che cercavo: i bracci di spirale.
per la prima volta potevo riuscire a comprendere quanto fosse Zone più chiare e più scure strettamente mescolate in modo
vasto. Quei tenui bracci di spirale, quasi tridimensionali nel buio perfetto, sembravano non terminare più. Le due galassie satelliti
del cielo, potevano sembrare una tipica opera di pittura astratta, erano così grandi ed evidenti che per un attimo scambiai una di
ma quando si ha la consapevolezza che sono un disegno queste (M110) per il nucleo di Andromeda.
cosmico immenso, costituito da decine di miliardi di stelle poste
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Viaggiando ben più veloce della luce verso periferie della galassia di Andromeda quando qui sulla Terra non esisteva
galassia, ancora quasi nessuna traccia degli esseri umani.
ecco che nel braccio più esterno comparve quella che Molti di quegli astri che stavo osservando probabilmente non
sembrava una nuvola indistinta, ma che a uno sguardo più esistevano più ma per noi sulla Terra erano e sono tutt'ora reali.
attento rivelava centinaia di deboli stelline: si trattava E allora è meraviglioso pensare che tutto quello che facciamo,
dell'ammasso aperto NGC206, situato in uno dei bracci di anche nelle più piccole cose, viaggerà nell'Universo alla velocità
Andromeda e che non solo era evidente, ma mostrava le singole della luce e per qualcuno, anche milioni o miliardi di anni dopo
stelle. Un momento di silenzio, perché quella era una visione che sarà accaduto, si fonderà con il presente. Le nostre vite e le
memorabile: stavo osservando la luce di centinaia di stelle nostre azioni vengono registrate su un lungo nastro che alla
distanti 2,3 milioni di anni luce, qualcosa come velocità della luce percorrerà tutto l'Universo, senza mai perdere
23000000000000000000 chilometri! Non solo, ma la luce che memoria di quello che è stato, chissà quanto tempo prima.
stavo osservando era vecchia di 2,3 milioni di anni e lasciò la Perso come un ragazzino che per la prima volta si sentiva

Foto di Silvia Buzi

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perdutamente innamorato, non mi resi conto di quanto tempo affrontare sensazioni che avrebbero disgregato il limite terreno e
passai fantasticando su quella splendida galassia, al punto che si sarebbero scatenate nel luogo più vasto e meraviglioso che
il comandante mi comunicò che il momento tanto atteso era esista: l’Universo.
forse arrivato: potevamo andare sulla nebulosa di Orione. “Ma ti Afferrate le aperture del super telescopio e messi gli occhi agli
avverto” disse con aria divertita e orgogliosa, “Se la galassia di oculari, non vidi subito la nebulosa. La tecnica, suggerita da
Andromeda ti è piaciuta così tanto, preparati a quello che vedrai Andrea, era infatti quella di spostare lo strumento di poco e
sulla nebulosa di Orione. Non puoi immaginare, è qualcosa che navigare poi a vista verso di essa, scoprendola poco a poco.
toglie il respiro”. Non ricordo molto bene il momento tra questa Così al comando di quell’astronave cominciai a viaggiare
sua frase e l’attimo in cui i miei occhi hanno visto la cosa più velocissimo tra le numerose stelle nel campo, cercando la rotta
bella di sempre. Ho dei flash che ogni tanto compaiono un po’ per la nebulosa. A un certo punto un lieve bagliore mi suggerì
sconclusionati. Ad esempio, ricordo che per primi osservarono che c’ero vicino. Mi fermai, feci un gran respiro e mi spostai
Federico e Giovanni e che rimasero senza parole, letteralmente. velocemente in quella direzione per far entrare la sua luce
Increduli, nonostante ormai decine di serate osservative, prepotente nel campo, fino a riempirlo tutto. E fu l’apoteosi.
nonostante aver visto la nebulosa di Orione tante volte con Persino ora, mentre sto scrivendo queste righe, non vedo le
strumenti più piccoli, nonostante in cuor loro sapessero che parole scorrere ma riesco ad accarezzare quelle delicate e
avrebbero assistito a uno spettacolo mai visto. Eppure, come dettagliate regioni soffici come la seta. Molto meglio di qualsiasi
sempre dovrebbe accadere, non si è mai preparati a qualcosa fotografia, perché gli occhi hanno maggiore dinamica, quindi
che non si è mai visto né vissuto. Ed è proprio questo il segreto consentono di avere una visione inarrivabile da qualsiasi altro
per vivere al massimo la vita e tutte le belle sorprese che da dispositivo. Al centro il trapezio luminoso ma non sovraesposto,
essa possiamo trarre. Perché se tutto fosse prevedibile e ogni era contornato da una nebulosa estesa quanto le migliori foto,
cosa potessimo immaginarla già prima di affrontarla, sarebbe ma con la delicatezza unica che solo l’occhio umano può
davvero una noia mortale. E invece, le emozioni più belle sono restituire. Era senza alcun dubbio la visione più bella di sempre,
quelle che non si possono immaginare prima di viverle.Quando non solo riguardo all’astronomia, ma rispetto a tutto quello che
venne il mio turno, il cuore mi batteva forse più forte della mia avevo visto e che, forse, mai vedrò. Mi persi con
prima cotta, più che il giorno della laurea, più che in ogni altra l’immaginazione tra le piccole nuvolette simili a tante pecorelle
situazione. Anche perché stavo per vivere emozioni ben al di della zona centrale. Mi spostai lungo le ali, che proprio come
fuori del confine piccolo e protettivo di questo mondo; stavo per avevo teorizzato in un articolo sui colori delle nebulose,
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apparivano rosate a causa del contrasto con la regione centrale dopo. Le vere emozioni si possono provare anche solo una volta
verdina. In realtà erano grigie, ma il colore, di fronte a quei nella vita, non importa: è il loro ricordo a durare per sempre e a
chiaroscuri così reali e vicini, era l’ultima cosa che mi renderci felici e appagati per questa straordinaria esistenza.
interessava.
Avevo davanti a me un’immagine statica, ma nella mia mente FORCA CANAPINE 13/08/15
non lo era affatto. Stava a me farla muovere, viaggiando con la ALGOL SETTANTADUE
mente, la fantasia e l’immaginazione. E al contrario della Ringraziamenti ed emozioni dicevo in quello che ho appena
televisione, che ci dice quali sono le immagini che dobbiamo postato...ma anche sogni ...piccoli ma grandi.
vedere senza darci l’opportunità di pensare, qui, Signori, siamo Ne avevo uno che vi sembrerà strano non ero riuscito ancora a
noi a comandare il gioco e a rendere una tale bellezza il Ricordo realizzare : avere il piacere e l'onore di salire sulla scaletta
da non dimenticare mai più nella vita. Quella sera restai più di dell'astronave di Andrea...quel bino dobson è stato appunto a
dieci minuti a volare sopra Orione e non mi sarei mai stancato di lungo nei miei sogni notturni e mille volte ho letto gli articoli sulla
farlo. Quella fucina di stelle ha un fascino unico, quasi stregato, sua realizzazione,
del quale non si può più fare a meno. E tornato a casa, con il partendo da un
cuore pieno di gioia, iniziai a contare i minuti che mi separavano progetto
dalla successiva osservazione. Quel telescopio dovrebbe essere apparentemente
patrimonio dell’umanità; è una finestra migliore di qualsiasi impossibile e mille
astronave, che può farci capire davvero quale sia il nostro posto volte ho
nell’Universo, quali sono le grandezze, le priorità, i veri problemi apprezzato i
in gioco e quanto stupide e superficiali siano condotte a volte le report di chi ha
nostre vite. Viviamo troppo poco per poterci permettere di avuto la fortuna di
perdere tempo in cose effimere. Ma come fare a capire se godersi grazie ad
qualcosa per noi è effimero o no? È semplice e forse l’ho già Andrea, questo
detto: se il suo ricordo sopravvive immutato per mesi e strumento tra i
addirittura anni, allora avremmo vissuto un’esperienza unica, pochi esistenti al
altrimenti la nostra mente, ben più furba della parte che usiamo mondo...
per sopravvivere, ce l’avrà già fatto dimenticare già pochi giorni Beh potrei parlare Algol Settantadue

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ore delle emozioni che mi ha regalato tale ponte per le stelle ... condivisione. In che modo è possibile ringraziarti di questo? Le
potrei descrivere la tridimensionale magnificenza del velo in tutte parole o queste due righe non sono certo sufficienti...
le sue parti (anche il triangolo di Pickering!!), l'imponenza dei
bracci di M33 con la sua regione HII più luminosa NGC 604
dall'apparenza e dall'evidenza di un faro,la facilità mai scontata
della banda di polveri di NGC 891 e così via ...tutte fotografie
vive, che per un attimo davano l'illusione di avere un vero ccd
raffreddato al posto degli occhi, per chi viene da parecchi anni di
visuale come il sottoscritto, una esperienza quasi
metafisica.Tuttavia se il fantastico binodobson è un eccezionale
pozzo di luce, una perfetta macchina raccogli fotoni, Andrea la
cui dedizione e disponibilità mi ha colpito sin dal primo istante è
una altrettanto perfetta "macchina" raccogli emozioni. Ma mai
macchina fu più umana! Una bellissima vocazione e capacità di
vedere il cielo come nessuno, ovvero attraverso i mille occhi di
chi condivide i suoi viaggi astrali e le mille emozioni che questi in
essi suscitano... Semplicità e pulizia interiore ...tanta fatica per
montare smontare viaggiare ..che scompare alla prima
esclamazione di gioia di chi ha la fortuna di salire sulla sua
astronave ... Questa è l'esperienza più bella che ho avuto Andrea
e non me ne voglia il tuo fantastico strumento, né le immagini
emozionanti che fotografate dalla mente, rimarranno sempre nei
miei più cari ricordi di questo mio primo ventennio di passione per
il cielo. Lo strumento è l'occasione per entrare in una esperienza
quasi filosofica del firmamento, e quindi di noi stessi (perchè nel
silenzio e nell'immensità del cielo ognuno di noi è in grado di
vedere il proprio volto interiore), il tutto nella più totale Foto di Silvia Buzi

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Ringraziamenti:

Per il loro contributo fotografico si ringraziano: Silvia Buzi, Christian Cammoranesi,


Leonardo Ciuffolotti, Gianni Fardelli, Stefano Palmieri, Giampaolo Pistola e Andrea © copyright 2016, tutti i diritti riservati
Storani.
Le fotografie presenti in questo libro sono dell’autore ad eccezione di
Un ringraziamento a tutti coloro che hanno testimoniato con i report emozionali la loro quelle offerte per gentile concessione dagli autori riportati in didascalia
esperienza osservativa con il Binodobson 24” che autorizzano la pubblicazione in quest’opera

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