Sei sulla pagina 1di 100

le Scienze

edizione italiana di Scientific American


Agosto 2022
euro 5,90

L’era della
repressione digitale

Copia di 91992966cbf5c8f83f927ad18d6a0549

Per sorvegliare i cittadini


e reprimere il dissenso
un numero crescente di paesi
ricorre alle tecnologie digitali

Paleontologia Ambiente Paleoantropologia


La riscossa dei mammiferi Perché il riciclo dell’urina Homo naledi,
dopo l’estinzione dei dinosauri può aiutare il pianeta un arrampicatore inaspettato
Copia di 91992966cbf5c8f83f927ad18d6a0549
in copertina Sommario
Molti regimi autoritari usano spionaggio e censura digitali per reprimere
gli oppositori, ma anche nei paesi democratici gli usi problematici non
mancano (Immagine in copertina: ER_Creative/iStock) Agosto 2022 numero 648

58

TECNOLOGIA AMBIENTE

26 L’era della repressione digitale 58 La rivoluzione dell’urina


di Marco Boscolo di Chelsea Wald
In un numero crescente di paesi le tecnologie dell’infor- Separarla dal resto delle acque reflue potrebbe mitigare
mazione, e in particolare quelle digitali, sono impiegate difficili problemi ambientali, ma ci sono ostacoli enormi
per sorvegliare i cittadini e reprimere il dissenso alla revisione radicale di uno degli aspetti più elementa-
ri della nostra vita
PALEONTOLOGIA

34 La riscossa PALEOANTROPOLOGIA

dei mammiferi 66 L’arrampicatore


di Steve Brusatte che non era più una scimmia
Erano rimasti all’ombra dei dinosauri per milioni di anni. di Jean-Luc Voisin
Poi l’impatto di un asteroide con la Terra creò un nuovo L’anatomia da arrampicatore di Homo naledi sembra ano-
Copia di 91992966cbf5c8f83f927ad18d6a0549

mondo pieno di opportunità evolutive mala vista la rarità degli alberi nel suo ambiente, ma può
essere stata un adattamento a falesie e grotte, come del re-
NEUROSCIENZE sto per i suoi predecessori australopitechi
42 Il cervello
MEDICINA
costruttore del mondo
di György Buzsáki 74 Il parassita tenace
Il cervello sonda il mondo intorno a noi selezionando sol- di Arnaldo D’Amico
tanto l’informazione che gli serve per sopravvivere e ave- Eradicarla dall’Italia non è stato facile, e nonostante i far-
re successo maci, gli insetticidi e gli altri presidi, in vaste aree del
mondo la malaria continua a eludere le nostre difese
© MAK/Georg Mayer, EOOS NEXT

FISICA TEORICA
SVILUPPO INFANTILE
50 Una nuova struttura
della realtà 82 Per dare ai bambini
di Natalie Wolchover una vita migliore
La vana ricerca di nuove particelle elementari che spie- di Dana Suskind e Lydia Denworth
ghino l’universo che osserviamo costringe i fisici a ripen- Gli studi sul cervello indicano le scelte politiche da fare
sare un vecchio presupposto sulle leggi della natura per migliorare le abilità cognitive e sociali dei piccoli

www.lescienze.it Le Scienze 3
Sommario Rubriche

7 Editoriale
di Marco Cattaneo

8 In edicola

10 Intervista
La lunga marcia verso l’Einstein Telescope
di Matteo Serra

12 Made in Italy
Trasformare ogni veicolo in un robot a guida autonoma
di Letizia Gabaglio

10 14 Il matematico impertinente
Il maestro di tutti noi di Piergiorgio Odifreddi

15 Scienza e filosofia
Equilibri nella foresta di Telmo Pievani

16 Homo sapiens
Una moltitudine di specie di Giorgio Manzi

17 La finestra di Keplero
Un GPS per lo spazio profondo di Amedeo Balbi

88 Coordinate
Tempo selvaggio di Clara Moskowitz
17
89 I bastioni di Orione
La parabola di Crichton di Michele Bellone

90 La ceretta di Occam
Spray nasali per abbronzarsi di Beatrice Mautino

cortesia ESA/S. Marti (radiotelescopio, in mezzo); brazzo/iStock (patatine fritte, in basso)


Copia di 91992966cbf5c8f83f927ad18d6a0549

91 Pentole & provette


L’olio nei fritti di Dario Bressanini
Cortesia ET Collaboration (illustrazione Einstein Telescope, in alto);
92 Rudi matematici
Di centesimi, piedi e zappe
di Rodolfo Clerico, Piero Fabbri e Francesca Ortenzio

91 94 Libri & tempo libero

SCIENZA NEWS

18 All’origine del lungo collo delle giraffe 21 Il nucleo della Terra 23 Le Alpi sono sempre
20 Com’è Ryugu studiato da vicino oscilla in modo periodico più verdi
20 Un’ipotesi per la nascita di galassie 22 La domesticazione dei polli 23 Le origini della peste nera
senza materia oscura 22 Le salamandre paracadutiste in Asia Centrale
21 Una nuova vista sulla Via Lattea planano tra gli alberi 24 Brevissime

4 Le Scienze 648 agosto 2022


Copia di 91992966cbf5c8f83f927ad18d6a0549
Copia di 91992966cbf5c8f83f927ad18d6a0549
di Marco Cattaneo Editoriale Comitato scientifico
Leslie C. Aiello John P. Moore
presidente, Wenner- docente di microbiologia e
Gren Foundation for immunologia, Weill Medical
Anthropological Research College, Cornell University
Roberto Battiston M. Granger Morgan
professore ordinario di fisica docente, Carnegie Mellon
sperimentale, Università University
di Trento Miguel Nicolelis
Roger Bingham condirettore, Center for
docente, Center for Brain and Neuroengineering, Duke
Cognition, Università della University
California a San Diego Martin Nowak

La scelta europea Edoardo Boncinelli


docente, Università Vita-
Salute San Raffaele, Milano
Arthur Caplan
direttore, Program for
Evolutionary Dynamics,
Harvard University
Robert Palazzo
docente di biologia,

per gas e nucleare


docente di bioetica,
Rensselaer Polytechnic
Università della Institute
Pennsylvania
Telmo Pievani
Vinton Cerf
professore ordinario filosofia
Chief Internet Evangelist, delle scienze biologiche,
Google Università degli Studi di
George M. Church Padova
L’inserimento di queste fonti nella tassonomia dell’UE direttore, Center for Carolyn Porco
Computational Genetics, leader, Cassini Imaging
è vincolato al loro contributo alla neutralità climatica Harvard Medical School Science Team, e direttore,
Rita Colwell CICLOPS, Space Science
Institute
docente, Università del
Maryland a College Park e Vilayanur S.
Ramachandran

C
omplice soprattutto la crisi del rò si vanno a leggere le disposizioni conte- Johns Hopkins Bloomberg
School of Public Health direttore, Center for Brain
gas russo innescata dal conflit- nute nel Complementary Climate Delega- Richard Dawkins and Cognition, Università
della California a San Diego
to in Ucraina, da qualche mese a ted Act, il testo stabilisce con chiarezza che fondatore e presidente,
Lisa Randall
Richard Dawkins Foundation
questa parte la questione energetica è tor- le attività concernenti gas e nucleare so- Drew Endy docente di fisica, Harvard
University
nata di grande attualità. Ma non solo per no indicate sotto stringenti condizioni: per docente di bioingegneria,
Carlo Alberto Redi
Stanford University
quello. Sullo sfondo, e a lungo termine, ci entrambe, che contribuiscano alla transi- Ed Felten
docente di zoologia,
Università di Pavia
sono gli obiettivi di decarbonizzazione sta- zione alla neutralità climatica; per il nuclea- direttore, Center for
Martin Rees
Information Technology
biliti dalla Conferenza sul clima di Glasgow re, che rispetti i requisiti di sicurezza nu- Policy, Princeton University docente di cosmologia e
astrofisica, Università di
e soprattutto gli ambiziosi traguardi del cleare e ambientale; e per il gas, infine, Kaigham J. Gabriel Cambridge
presidente e CEO, Charles
Green Deal dell’Unione Europea (UE) di ri- che contribuisca alla transizione dal car- Stark Draper Laboratory
John Reganold
docente di scienza del suolo,
durre le emissioni di gas serra almeno del bone alle rinnovabili, nel ruolo di solu- Harold Garner Washington State University
55 per cento rispetto al 1990 entro il 2030 zione transitoria. Il tutto in osservanza direttore, divisioni sistemi e Jeffrey D. Sachs
informatica medici, docente,
direttore, The Earth Institute,
e di raggiungere la neutralità climatica en- dell’articolo 10(2) del Regolamento euro- Virginia Bioinformatics Columbia University
Institute, Virginia Tech
tro il 2050. peo 2020/852, secondo il quale queste at- Michael S. Gazzaniga
Eugenie C. Scott
Founding Executive Director,
In questo quadro si inserisce il dibatti- tività devono avere livelli di emissioni che direttore, Sage Center for the National Center for Science
Study of Mind, Università Education
to sulla tassonomia delle attività sostenibi- corrispondono alle migliori prestazioni del della California a Santa
Terry Sejnowski
li a cui l’UE sta lavorando da qualche anno, settore, non ostacolare lo sviluppo e la dif- Barbara
docente e direttore del
David Gross
vale a dire il «sistema di classificazione che fusione di alternative a basse emissioni di docente di fisica teorica,
Laboratorio di neurobiologia
computazionale, Salk
stabilisce un elenco di attività economiche carbonio e non vincolare ad attività ad al- Università della California a Institute for Biological
Santa Barbara (premio Nobel Studies
sostenibili dal punto di vista ambientale», ta intensità di carbonio, considerandone la per la fisica 2004) Michael Shermer
come si legge sul sito della Commissione. durata economica. Danny Hillis editore, rivista «Skeptic»
co-presidente, Applied Michael Snyder
L’obiettivo del regolamento europeo è con- Considerata l’inerzia di un sistema com- Minds, LLC
docente di genetica, Stanford
tribuire a incrementare gli investimenti so- plesso come l’infrastruttura energetica in Daniel M. Kammen
Copia di 91992966cbf5c8f83f927ad18d6a0549

University School of Medicine


direttore, Renewable Giorgio Vallortigara
stenibili fornendo ad aziende, investitori e un continente con il grado di sviluppo e di and Appropriate Energy docente di neuroscienze,
responsabili politici definizioni appropria- benessere dell’Europa, la scelta dell’Unio- Laboratory, Università della direttore associato, Centre
California a Berkeley for Mind/Brain Sciences,
te per le attività economiche che posso- ne sembra dunque improntata a un com- Vinod Khosla Università di Trento
no essere considerate sostenibili dal punto prensibile pragmatismo. Anche perché, Partner, Khosla Ventures Lene Vestergaard Hau
Christof Koch docente di fisica e fisica
di vista ambientale. La tassonomia stabi- per esempio, la decisione tedesca di abban- presidente dell’Allen Institute applicata, Harvard University
lisce sei obiettivi ambientali: mitigazione donare il nucleare risale al 1998 e la chiusu- for Brain Science di Seattle Michael E. Webber
Lawrence M. Krauss direttore associato, Center
dei cambiamenti climatici; adattamento ai ra delle ultime centrali è prevista per la fi- for International Energy
direttore, Origins Initiative,
& Environmental Policy,
cambiamenti climatici; uso sostenibile e ne di quest’anno. Ma con la crisi del gas il Arizona State University
Università del Texas ad
protezione delle risorse idriche e marine; governo tedesco ha deciso di tornare a ri- Morten L. Kringelbach Austin
direttore, Hedonia: George M. Whitesides
transizione verso un’economia circolare; correre al carbone, che ha un tasso di emis- TrygFonden Research Group, docente di chimica e
Università di Oxford e
prevenzione e controllo dell’inquinamen- sioni di gas serra doppio rispetto al gas e ol- Università di Aarhus
biochimica, Harvard
University
to; protezione e ripristino della biodiversità tre 40 volte superiore rispetto al nucleare. Steven Kyle Nathan Wolfe
docente di economia
e degli ecosistemi. Quelle dell’Unione Europea sono racco- applicata e management,
direttore, Global Viral
Forecasting Initiative
Nelle ultime settimane, a scatenare la mandazioni motivate dall’urgenza di ridur- Cornell University
Anton Zeilinger
Robert S. Langer
polemica tra opposte tifoserie, e a dividere re le emissioni qui e ora, per cercare di con- docente di ottica quantistica,
docente, Massachusetts Università di Vienna
alleanze politiche già fragili, è stato l’inse- tenere l’aumento della temperatura globale Institute of Technology Jonathan Zittrain
rimento di gas e nucleare in tassonomia da entro 1,5 o al massimo 2 gradi rispetto all’e- Lawrence Lessig docente di legge e computer
docente, Harvard Law School science, Harvard University
parte del Parlamento Europeo. Quando pe- ra preindustriale. Con ogni mezzo.

www.lescienze.it Le Scienze 7
In edicola In edicola con «Le Scienze» di settembre
i paradossi della credenza razionale, l’ultimo
volume della collana Paradossi della scienza

La scienza non è una lotteria


e una lotteria ha un premio e 1000 biglietti, è razionale credere che

S il primo biglietto non vincerà. Così per il secondo, e tutti gli altri.
Ma allora, dovremmo concludere che tutti i biglietti non vinceran-
no: una persona razionale dovrebbe credere all’insieme delle cose a cui cre-
de razionalmente prese una per una. Ma com’è ovvio, crediamo razional-
mente che un biglietto vincerà. È uno dei paradossi della credenza razionale
illustrati nel volume di settembre della collana Paradossi della scienza, ac-
quistabile con «Le Scienze» a 14,90 euro (il prezzo include anche la rivista).
Sono paradossi importanti perché mettono alla prova le nostre intuizioni su
verità, certezza, probabilità e razionalità. E sembrano smontare una soluzio-
ne a un problema cruciale della scienza: sapendo che ogni credenza è fallibi-
le, come possiamo avere credenze che sono allo stesso tempo razionali e fal-
libili, cioè le credenze che gli scienziati hanno in una teoria scientifica?

P I A N O D E L L’ O P E R A
1 - Il paradosso del mentitore 11 - I paradossi della conoscenza
2 - Il paradosso dei compleanni 12 - Il paradosso di Cantor
3 - Achille e la tartaruga 13 - Il paradosso dell’onnipotenza
4 - Il gatto di Schrödinger 14 - Il paradosso dell’asta nel fienile
5 - Il paradosso dei gemelli 15 - I paradossi della democrazia
6 - I paradossi del futuro 16 - I paradossi dell’informatica
7 - Il paradosso dell’albergo 17 - Il paradosso del prigioniero
di Hilbert 18 - Il paradosso del sorite
8 - Il paradosso del nonno 19 - I paradossi del divenire
9 - Il paradosso del barbiere 20 - I paradossi della credenza
10 - Il paradosso di Olbers razionale

I QUADERNI R I S E R VAT O
Copia di 91992966cbf5c8f83f927ad18d6a0549

A G L I A B B O N AT I

Una nuova versione Per tutti gli abbonati

per l’IA è on line il sito


www.ilmioabbonamento.gedi.it
dove è possibile acquistare
I quaderni de Le Scienze tornano anche in versione carta- i prodotti in uscita con
cea. Il primo volume è stato allegato al numero di luglio ed Le Scienze allo stesso prezzo
è dedicato all’intelligenza artificiale. Questo quaderno è una dell’edicola.
nuova edizione, aggiornata ed estesa, del quaderno digita- Registrandosi sul sito inoltre
le già pubblicato sull’argomento. I quaderni cartacei saran- è possibile usufruire di sconti
no in edicola a cadenza periodica allegati a «Le Scienze». Gli sugli abbonamenti del Gruppo
abbonati possono acquistarli anche separatamente tramite GEDI e grandi opportunità
il Servizio Clienti (si veda il box a destra). Gli stessi quader- anche per l’acquisto di collane.
ni sono inoltre disponibili per tutti anche in versione digita- Rimane sempre attivo il nostro
le, in formato PDF interattivo, scaricabile e stampabile, co- Servizio Clienti al numero
me gli altri titoli digitali già pubblicati. I quaderni digitali sono 0864.256266 dal lunedì
acquistabili a 3,99 euro sul nostro sito web. al venerdì dalle 9-18.

8 Le Scienze 648 agosto 2022


Copia di 91992966cbf5c8f83f927ad18d6a0549
Intervista Italia e Paesi Bassi si contendono la sede in cui
sarà costruito un osservatorio terrestre per onde
gravitazionali, ideale evoluzione di LIGO e Virgo

La lunga marcia
verso l’Einstein Telescope
el 1916, Albert Einstein fu il primo a teorizzare la pos-

N sibile esistenza delle onde gravitazionali, all’indomani


della pubblicazione della sua teoria generale della rela-
tività. La previsione è stata confermata quasi cent’anni dopo, nel
2015, con la prima rilevazione delle increspature dello spazio-tem-
po, che ha aperto una nuova era nel campo dell’astronomia. Non è
quindi un caso che proprio al fisico tedesco sarà intitolato il pros-
simo grande osservatorio terrestre europeo di onde gravitazio-
nali: il percorso verso l’Einstein Telescope – progetto coordinato
dall’Istituto nazionale di fisica nucleare (INFN) e dall’istituto di ri-
cerca olandese Nikhef – è ancora nella sua fase iniziale, ma offre
l’occasione per scoprire i tanti risvolti (sia scientifici sia politici)
che caratterizzano l’avvio ex novo di un grande esperimento. Ne
abbiamo parlato con Fernando Ferroni, co-direttore del progetto.

Quali sono i principali obiettivi scientifici dell’Einstein Telescope?


Sarà un interferometro sotterraneo di nuova generazione, che
in Europa costituirà idealmente l’evoluzione di LIGO e Virgo, gli
osservatori terrestri attualmente operativi negli Stati Uniti e in
Italia. Questi ultimi sono interferometri ad alta frequenza, capa-
ci di rilevare onde gravitazionali con frequenze comprese tra i 50
hertz e le migliaia di hertz.
L’Einstein Telescope, oltre a continuare a scandagliare le alte
frequenze, avrà una sensibilità che permetterà di rilevare segna-
li di frequenza molto più bassa, fino a circa cinque hertz. Ciò per-
metterà di avere accesso a molti più eventi astrofisici e di poterli
Copia di 91992966cbf5c8f83f927ad18d6a0549

studiare con un dettaglio nettamente superiore. L’attenzione sarà


rivolta soprattutto a eventi di fusione tra coppie di stelle di neutro-
ni, che possono essere osservati sia attraverso le onde gravitazio-
nali sia tramite segnali elettromagnetici.

È un progetto molto ambizioso e complesso. Come è strutturata la sua


cortesia ET Collaboration (illustrazione Einstein Telescope)

tecipano al progetto. E poi c’è un altro tassello, che è forse quello


governance? più importante: i costi del laboratorio saranno a carico del gover-
Va fatta una premessa importante: in questo caso non si trat- no del paese che ospiterà l’Einstein Telescope, quindi esiste un ul-
ta solo di costruire l’esperimento, cioè l’interferometro, ma di cre- timo livello di governance rappresentato dai delegati ministeriali
are da zero anche il laboratorio che servirà l’esperimento stesso. dei governi dei paesi coinvolti.
Cortesia Fernando Ferroni (Ferroni);

Ciò comporta la necessità di avere diversi livelli di gestione: c’è la


collaborazione scientifica, che si è costituita ufficialmente lo scor- Quanto costa fare l’Einstein Telescope?
so giugno nel corso di un simposio a Budapest, che lavorerà all’e- Si tratta di un progetto da circa due miliardi di euro. Di questi
sperimento vero e proprio; c’è inoltre un direttorio, rappresentato circa un miliardo, a carico del governo ospitante, servirà a realiz-
dal sottoscritto insieme al collega olandese Jo van den Brand, il cui zare la cavità sotterranea in cui si svolgerà l’esperimento. Un’al-
compito è organizzare la costituzione del laboratorio; ci sono poi tra spesa importante, quantificabile in circa mezzo miliardo, sarà
naturalmente le due agenzie fondatrici, INFN e Nikhef, che finan- legata alla costruzione dei lunghi tubi a vuoto costituenti l’inter-
ziano l’esperimento, oltre ai rappresentanti di tutti i paesi che par- ferometro, che avrà forma triangolare. Su quest’ultimo aspetto,

10 Le Scienze 648 agosto 2022


di Matteo Serra

CHI È

FERNANDO FERRONI

Fernando Ferroni è professore ordinario di fisica ed è stato visiting scientist al CERN di Ginevra e Attualmente lavora agli esperimenti CUORE e
sperimentale al Gran Sasso Science Institute di al laboratorio SLAC di Stanford, negli Stati Uniti. CUPID, ai Laboratori nazionali del Gran Sasso
L’Aquila. Dopo la laurea in fisica, conseguita alla La sua attività di ricerca si è concentrata su dell’Istituto nazionale di fisica nucleare. Dal 2011
«Sapienza» Università di Roma nel 1975, ha aspetti sperimentali della fisica delle particelle, al 2019 è stato presidente dell’INFN. Dal 2021 è
lavorato all’Università di Ancona e alla «Sapienza» con particolare riferimento alla fisica dei neutrini. co-direttore di progetto dell’Einstein Telescope.

Come sarà. Illustrazione dell’Einstein


Telescope, un grande interferometro sotterraneo
per la rilevazione di onde gravitazionali.

questo accadrà, è bene sottolinearlo, assumendo che il finanzia-


mento governativo italiano od olandese, indispensabile a realizza-
re il laboratorio, sia confermato.

Veniamo a una questione cruciale, ossia la scelta della sede. Ci sono


due candidati: le miniere di Sos Enattos a Lula, in Sardegna, e la pro-
vincia olandese del Limburgo, al confine con Belgio e Germania. Quali
sono i vantaggi e gli svantaggi delle due opzioni?
Il sito sardo è senza dubbio migliore sotto l’aspetto strutturale e
geologico, perché estremamente stabile dal punto di vista sismico
e con una scarsa antropizzazione. Tuttavia proprio quest’ultimo
fattore potrebbe rappresentare anche un grosso handicap: non
dobbiamo dimenticare, infatti, che questo laboratorio dovrà acco-
gliere diverse centinaia di persone, molte delle quali non italiane,
che avranno la necessità di stabilirsi nelle vicinanze della struttu-
ra. In termini di trasporti, collegamenti e prossimità a città impor-
tanti, come per esempio Maastricht e Aquisgrana, il sito olandese
è indubbiamente avvantaggiato. Per colmare il gap, sarà impor-
tante che le istituzioni locali sarde si impegnino affinché le diffi-
coltà logistiche e pratiche legate al sito di Sos Enattos vengano su-
perate.
Copia di 91992966cbf5c8f83f927ad18d6a0549

Al di là delle questioni tecniche, quanto potrà incidere il peso politico


dei paesi coinvolti nella scelta finale?
Sicuramente il fatto che la provincia del Limburgo si trovi al
confine fra tre paesi è un punto di forza, perché per esempio nulla
vieta di pensare che Paesi Bassi, Belgio e Germania decidano di di-
tra l’altro, abbiamo appena stipulato un accordo di collaborazio- vidersi tra loro la spesa necessaria a realizzare il laboratorio. Tut-
ne con il CERN di Ginevra, che si occuperà di progettare il siste- tavia va sottolineato che l’Italia, con l’INFN, può vantare maggiori
ma a vuoto. competenze su questo tipo di progetto, vista l’esperienza accumu-
lata nella realizzazione dell’interferometro Virgo: questo aspetto
Quali sono le tempistiche? certamente potrà avere un peso importante.
Il lavoro è entrato nel vivo nel luglio dello scorso anno, con l’ap-
provazione del progetto da parte dello European Strategy Forum Come viene gestita la «competizione» tra le due sedi all’interno della
on Research Infrastructures, che ha avviato la fase preparatoria. collaborazione, in cui ricercatori dell’INFN e del Nikhef lavorano a stret-
Entro due o tre anni al massimo da ora si dovrà decidere la sede, to contatto?
poi tra il 2026 e il 2027 potrebbero iniziare gli scavi della caverna Si può parlare di «coopetizione»: è chiaro che ciascuna delle
sotterranea, che dovrebbero durare circa sei anni. In parallelo sa- due agenzie lavora per cercare di portare a «casa sua» l’esperimen-
rà costruito l’esperimento, per arrivare a un possibile avvio dell’o- to, tuttavia il lavoro della collaborazione è guidato dall’obiettivo di
peratività dell’osservatorio intorno al 2035. Naturalmente tutto realizzare il miglior laboratorio possibile, ovunque esso sorgerà.

www.lescienze.it Le Scienze 11
Made in Italy I software di Proxima Robotics danno a macchine
industriali di ogni genere la capacità di muoversi
con precisione evitando gli ostacoli

Trasformare ogni veicolo


in un robot a guida autonoma
na grande scuola. Questo è stato per Alessandro Settimi,

U Danilo Caporale e Lucia Pallottino, ingegneri informati-


ci, il Centro Enrico Piaggio dell’Università di Pisa. È lì in-
fatti che hanno potuto lavorare a diversi progetti europei nel cam-
po della robotica, accumulando esperienza nello sviluppo e nella
gestione di piattaforme utili a differenti scopi, dalla logistica alle
operazioni di salvataggio in caso di disastri, dal monitoraggio sot-
tomarino ai sistemi per la guida autonoma in auto da corsa. «È pro-
prio a partire dalla molteplicità di progetti su cui abbiamo potuto
lavorare che abbiamo elaborato una visione olistica dello svilup-
po dei sistemi robotici, perché tutti i robot, anche se hanno utiliz-
zi diversi, condividono alcuni problemi sistematici», spiega Setti-
mi, oggi CEO di Proxima Robotics, spin-off dell’ateneo pisano. «Ed
è sulla base di questa visione che abbiamo fondato la nostra azien-
da, per sviluppare software che vadano bene per tutti i robot».
È il 2017 e i due ragazzi decidono di mettere a frutto tutte le
esperienze fatte durante gli studi dando vita a Proxima Robotics.
«Quando fai ricerca all’università puoi spaziare da un’applicazio-
ne all’altra, quando fai business invece devi concentrare le ener-
gie là dove si pensa che possa essere più utile. Noi abbiamo deciso,
per adesso, di lavorare su robot mobili per la logistica e per la pu-
lizia a livello industriale», va avanti l’ingegnere. Ma l’obiettivo dei
giovani ingegneri è spaziare in diversi campi, di non fermarsi. An-
che perché – sono convinti – i robot saranno sempre di più presen-
ti nella vita di tutti i giorni. Da questa convinzione nasce anche la
scelta del nome, perché la robotica sarà – anche grazie ai prodotti
Copia di 91992966cbf5c8f83f927ad18d6a0549

di questa azienda – sempre più prossima alle attività umane.

Il primo prodotto
L’azienda – che è incubata nel Polo tecnologico di Navacchio, ve è tutto dentro il robot. E questo è un vantaggio per chi lo acqui-
in provincia di Pisa – è quindi partita con lo sviluppo di un primo sta, perché l’installazione è molto facile e non ci sono costi aggiun-
prodotto: un sistema di navigazione autonoma che trasforma un tivi. Infine il sistema è semplice da integrare con diversi sensori
veicolo in un robot capace di localizzarsi nello spazio, di calcolare e protocolli di comunicazione industriali, è accessibile da remoto
il percorso da effettuare ed evitare gli eventuali ostacoli presenti per l’assistenza ed è aggiornabile con facilità».
sul suo cammino. Proxima Compass – così si chiama il software – è Di robot capaci di pulire il pavimento ce ne sono ormai mol-
come un cervello capace di consultare la piantina del luogo dove si ti, anche per uso domestico. Quando parliamo di macchine indu-
Cortesia Proxima Robotics (tutte le foto)

trova il veicolo e, sulla base di questo, disegnare le traiettorie mi- striali però i livelli di efficienza e sicurezza devono essere assicu-
gliori per percorrere lo spazio e portare a termine i suoi compiti, rati: non si può rischiare di tornare il giorno dopo e scoprire che il
che si tratti di pulire il pavimento o di spostare pacchi da una parte robot si è fermato perché non è riuscito a circumnavigare un osta-
a un’altra di un magazzino. «Il nostro prodotto è modulare, cioè è colo o non ha pulito a dovere. Insomma, non dobbiamo immagi-
composto da diverse parti che si possono aggiungere o togliere co- narci un sistema simile a quello dei robottini da salotto ma una
me mattoncini di una costruzione, a secondo di ciò che si vuol far piattaforma complessa in cui il margine di errore deve essere ri-
fare al robot», spiega Settimi. «In più non ha bisogno che vengano dotto praticamente a zero: per intenderci, il robot non può sbat-
installate componenti aggiuntive nei luoghi di lavoro. Ciò che ser- tere sull’ostacolo per capire che quella strada non è percorribile

12 Le Scienze 648 agosto 2022


di Letizia Gabaglio

LA SCHEDA - PROXIMA ROBOTICS

Azienda fondata nel 2017


Persone di riferimento: Alessandro Settimi (CEO), Lucia Pallottino (scientific advisor)
Sito: www.proximarobotics.com Mail: info@proximarobotics.com
Numero di brevetti: n.d.
Dipendenti-collaboratori: 7

I robot mobili di Proxima Robotics,


utilizzabili per la logistica e per le pulizie a
livello industriale, sono progettati in modo
modulare, con diverse parti che si possono
aggiungere o togliere come mattoncini di
Copia di 91992966cbf5c8f83f927ad18d6a0549

una costruzione, a secondo di ciò che si


vuol far fare alla macchina.

ma, con un sistema di sensori simili a quelli montati sugli autovei- riescano a ripulire i campi dalle erbe infestanti, che valutino gli
coli per favorire il parcheggio, riesce a «vedere» l’ostacolo prima eventuali danni alle colture», specifica l’ingegnere.
ed evitarlo. Nei cantieri, d’altra parte, c’è bisogno di un controllo costante
Dopo cinque anni in cui il software è stato testato e migliora- del rispetto delle norme di sicurezza oltre che di sistemi efficien-
to anche grazie alla collaborazione con aziende early adopter, ti per lo spostamento dei carichi. Ma di spazio per rendere le mac-
che hanno cioè sposato il progetto di Proxima e che in gran par- chine autonome, efficaci e sicure ce ne è davvero tanto. Nei set-
te avevano collaborato con i giovani ingegneri prima del 2017, tori individuati con pragmatismo da Proxima Robotics, ma anche
ora l’azienda pisana è pronta ad andare sul mercato. Anche per- in altri, a cominciare dai veicoli a guida autonoma, campo in cui i
ché, come dice Settimi, il loro software si adatta a qualsiasi nuo- giovani ingegneri si sono cimentati durante gli studi universitari.
vo progetto: «L’unico limite è la fantasia». Nel futuro della start-up «I nostri studi ci danno la possibilità di interagire anche in questo
ci sono quindi molteplici nuove applicazioni, a partire da quelle settore, per cercare di migliorare la sicurezza di questi sistemi»,
in ambito agricolo ed edile. «L’agricoltura sta diventando sempre conclude Settimi. La grande scuola dove hanno studiato e fatto
più tecnologica ed è grande la domanda per l’adozione di soluzio- ricerca i giovani ingegneri è una miniera inesauribile di compe-
ni innovative. Per esempio per macchine che in maniera autono- tenze e conoscenze, che permettono a Proxima Robotics di essere
ma possano garantire il monitoraggio della salute delle piante, che pronta a nuove avventure.

www.lescienze.it Le Scienze 13
Il matematico impertinente di Piergiorgio Odifreddi

professore ordinario di logica matematica all’Università di Torino


e visiting professor alla Cornell University di Ithaca (New York)

Il maestro di tutti noi


Con la sua rubrica, Martin Gardner è stato
l’ambasciatore della matematica ricreativa

enché possa sembrare strano a mol- Viribus Quantitatis (la forza della quantità,

B ti, la matematica è spesso diver-


tente e ludica, soprattutto quan-
do nasconde questioni serie dietro un’allegra
1508) di Luca Pacioli.
Il vero ambasciatore planetario della mate-
matica ricreativa è stato però Martin Gardner,
maschera di enigmi, indovinelli e giochi. Lo che ha tenuto dal 1956 al 1981 su «Scienti-
sapeva bene Lewis Carroll, che nei Pillow fic American» una leggendaria rubrica men-
Problems (problemi da cuscino) dedicati agli sile, pubblicata anche su «Le Scienze», inti-
insonni ne propose parecchi; in particola- tolata Giochi matematici, in cui è riuscito a
re, una versione del gioco televisivo in cui un combinare con grande successo il puro diver-
presentatore chiede a un concorrente di sce- timento e l’alta divulgazione. È stato lui a far
gliere una busta-premio. conoscere a un vasto pubblico una serie di ar-
Supponiamo che di buste ce ne siano tre: gomenti curiosi e stimolanti, spesso trascura-
due vuote, e una con un premio da un milio- ti dai libri e dai corsi convenzionali, come le
ne di euro. Il concorrente ne sceglie una. Il opere di Escher, le tassellazioni di Penrose, i
presentatore, che sa dov’è il premio, apre una frattali di Mandelbrot, i rompicapi di Piet Hein
busta vuota tra le due rimanenti, e chiede al e i giochi di Conway.
concorrente se preferisce rimanere sulla sua
scelta o cambiare busta. La probabilità che vin- Un’intera generazione
ca è 2/3 se cambia, e 1/3 se non cambia, ma il Oltre che un grande divulgatore, Gardner è
motivo è sottile: nel primo caso, il concorren- stato anche un famoso critico letterario: la sua
te perde solo se aveva scelto la busta giusta agli versione annotata di Le avventure di Alice nel
inizi, e nel secondo, vince solo in quel caso. paese delle meraviglie e Attraverso lo specchio
e quel che Alice vi trovò ha raggiunto il milione
Tradizione antica di copie, e svelato i segreti logici, matematici e
Fare matematica giocando è comunque scientifici disseminati da Carroll nei suoi due
un’antica tradizione. Risale ad almeno 3500 capolavori. Come se non bastasse, Gardner è
Copia di 91992966cbf5c8f83f927ad18d6a0549

anni fa, quando il Papiro di Rhind, tramanda- stato anche un famoso polemista, soprattut-
toci dallo scriba egizio Ahmes, chiese di quan- to in un’altra famosa rubrica tenuta dal 1983 al
te cose parla questa storia: «In una proprietà 2002 su «Skeptical Inquirer», organo dell’ana-
ci sono sette case. Ognuna ha sette gatti. Ogni logo statunitense del nostro CICAP (il Comi-
gatto acchiappa sette topi. Ogni topo mangia tato italiano per il controllo delle affermazio-
sette spighe. Ogni spiga dà sette misure di gra- ni sul paranormale, fondato da Piero Angela).
no». La soluzione è 19.607, ottenuto somman- La rubrica di Gardner su «Scientific Ameri-
do le cinque potenze consecutive di 7 da 71 a 75. can» è considerata la progenitrice di una lun-
Neppure i grandi matematici disdegnano ga discendenza. Nel 1981 fu sostituita da Temi
un approccio ludico alla propria disciplina: metamagici di Douglas Hofstadter, il cui tito-
Archimede, per esempio, inventò uno straor- lo in inglese era un anagramma dell’originario
dinario puzzle chiamato stomachion, costitui- Giochi matematici, nel 1984 le consegne pas-
to da 14 pezzi che si possono combinare a for- sarono all’Angolo matematico di Alexander
mare uno stesso quadrato, in ben 17.152 modi Dewdney. Da allora una genealogia di divulga-
diversi. Ma a contenere problemi di questo ti- tori ispirati da Gardner ha seguito le orme del
po sono soprattutto le opere di matematica ri- maestro, con rubriche analoghe nel mondo, a
creativa, tra i cui classici spiccano il Liber Aba- dimostrazione della fecondità e dell’interesse
ci (libro dell’abaco, 1202) di Fibonacci e De dell’approccio ludico alla matematica.

14 Le Scienze 648 agosto 2022


di Telmo Pievani Scienza e filosofia
professore ordinario di filosofia delle scienze biologiche
dell’Università degli Studi di Padova

Equilibri nella foresta


L’Amazzonia è tutt’altro che vergine e intatta, e la sua
biodiversità è plasmata da millenni dalle culture indigene

bbiamo a lungo pensato che l’Amaz- generare immagini in 3D del suolo, rendendo

A zonia, prima dell’arrivo dei conqui-


statori europei nel XVI secolo, fosse
un paradiso di biodiversità abitato da piccole
trasparente l’impenetrabile coltre di foresta
che per secoli ha coperto questi insediamenti.
Sorvolando in elicottero la regione del po-
e sperdute tribù nomadi di cacciatori racco- polo Casarabe, ecco la scoperta, pubblicata
glitori. Che li si vedesse come «buoni selvag- con grande risalto su «Nature» dal gruppo di
gi» in armonia con l’ambiente, o come ultimi Heiko Prümers, dell’Istituto archeologico ger-
sopravvissuti di un rozzo e primordiale stile manico di Bonn: il telerilevamento ha svelato
di vita, gli occidentali ansiosi di civilizzarli e l’esistenza di un enorme complesso di 26 in-
di depredarli diedero per scontato che la loro sediamenti, centri urbani estesi su un’area di
presenza fosse marginale rispetto alla possen- centinaia di ettari, con terrazze alte sei me-
te natura incontaminata di cui facevano parte. tri, piramidi coniche di 22 metri, lunghe stra-
Alcuni esploratori dissero sì di aver visto de rialzate che connettevano per chilometri
resti di città e di imponenti edifici sommersi i quartieri, coltivazioni di mais. In sostanza,
dalla giungla, ma i loro racconti vennero pre- qualcosa di molto simile a una città, chiamata
si per leggende romantiche e poi divennero Cotoca, brulicante di abitanti per nove secoli,
la scenografia di Indiana Jones. Il suolo amaz- dal 500 al 1400, e poi tramontata forse a causa
zonico è troppo povero di nutrienti – si diceva di cambiamenti ambientali nel sud-ovest del
– per sostenere società agricole su larga scala grande bacino fluviale.
paragonabili a quelle vicine dell’America Cen-
trale e delle Ande. Eppure gli archeologi, da Intrecci profondi
una ventina d’anni a questa parte, notavano Cade un dogma, leggiamo su «Nature». L’A- Il sito di Cotoca, nell’Amazzonia
un’inusuale concentrazione di piante dome- mazzonia non era un deserto verde e i po- boliviana, ricostruito in un’animazione in
sticate e appezzamenti di suolo fertile chiara- poli nativi non erano i passivi fruitori di una 3D. Il sito ospitava un’estesa area urbana
mente frutto di un lavoro intenzionale uma- natura vergine. Ciò conferma i risultati, pub- a bassa densità di popolazione, che per
no. Primi indizi del fatto che forse gli antichi blicati di recente su diverse riviste, secondo nove secoli è stata brulicante di vita.
Copia di 91992966cbf5c8f83f927ad18d6a0549

amazzonici avevano plasmato i loro ambienti cui i gruppi umani già in tempi antichi aveva-
più di quanto supposto. no modificato gli ambienti in cui vivevano e
scolpito i paesaggi per millenni, co-evolvendo
Città nella selva con le biodiversità locali e interagendo attiva-
Nel 2018, complice la criminale deforesta- mente con le opportunità ambientali. In altri
zione, nella regione meridionale del bacino termini, dobbiamo ai popoli indigeni una lun-
amazzonico cominciarono a emergere i resti ga manutenzione degli ecosistemi che ancora
di centinaia di tumuli geometrici, segno che oggi ospitano gran parte delle specie.
in quei luoghi antiche società organizzate po- Accorgersi che quella giungla all’apparen-
tevano risiedere e prosperare per lunghi pe- za intoccata aveva ospitato, fino a poco prima
riodi. Già dal 1999 in effetti, nell’Amazzonia dell’arrivo dei colonialisti, una ricca e com-
boliviana, un gruppo internazionale di arche- plessa società urbana mostra, ancora una
Cortesia Heiko Prümers / DAI

ologi aveva cominciato a studiare tumuli con volta, quanto siamo stati ciechi verso gli al-
resti di abitazioni umane, di muri, di sepoltu- tri popoli. Rende ancora più preziosi quegli
re e di piattaforme, appartenuti alla misteriosa ecosistemi. Soprattutto, ci insegna che la di-
cultura Casarabe. Ma gli scavi erano impervi. versità biologica e la diversità culturale sono
Poi è giunta in soccorso la tecnologia di tele- profondamente intrecciate, sin dagli esordi
rilevamento, che grazie ai laser permette di dell’umanità.

www.lescienze.it Le Scienze 15
Homo sapiens di Giorgio Manzi

ordinario di paleoantropologia alla Sapienza Università di Roma;


socio corrispondente dell’Accademia Nazionale dei Lincei

Una moltitudine di specie


Convince l’idea che fra 3,5 e 1,5 milioni di anni fa,
in Africa, sia convissuta una varietà di ominini

nche quest’anno siamo a Perugia per a partire dagli ultimi anni settanta del secolo

A l’undicesima edizione della Scuola


di paleoantropologia (http://www.
paleoantropologia.it). È un bell’esempio di co-
scorso. In particolare, in molti avevamo resi-
stito a lungo nel riconoscere la validità di nuo-
ve proposte che andassero oltre l’esistenza di
me si possano combinare, in uno stesso luogo una sorta di tronco dell’albero evolutivo, rap-
e in uno stesso momento, competenze di pri- presentato fra 4 e 3 milioni di anni fa dalla spe-
mo piano che sono abitualmente dissemina- cie di Lucy, Australopithecus afarensis, e da
te in varie università italiane (e non solo). Una quella che la precede nel tempo (e nella mor-
settimana ogni anno, con una cinquantina o fologia), A. anamensis. Non sono invece affat-
più di allievi ogni anno, di varia età e di varia to da accantonare altre specie e generi coesi-
provenienza, suddivisi in un corso entry le- stenti, come A. bahrelghazali, A. deyiremeda
vel e in un secondo livello di approfondimen- e/o Kenyanthropus platyops.
to a carattere monografico. Chi vuole, poi, ha
la possibilità di partecipare alle nostre attività Quanta variabilità
sul terreno in Africa (Tanzania), nelle leggen- Ancor più interessante è stata la presenta-
darie Gole di Olduvai, o anche a quelle, mol- zione di Spoor su origini e variabilità delle pri-
to più prossime geograficamente, organizzate me specie di Homo intorno a 2 milioni di anni
nel Lazio meridionale dall’Istituto italiano di fa. Mi ha ricordato un articolo del 2015, in cui
paleontologia umana. lo stesso Fred e altri ricercatori presentavano
Eccezionalmente, a causa del COVID, su «Nature» una ricostruzione 3D del reperto
quest’anno la Scuola di paleoantropologia si di riferimento (olotipo) della specie H. habilis,
è tenuta a giugno e, come ogni anno, ha avu- ottenuta con sofisticate tecniche virtuali. Par-
to ospiti importanti: Enrico Cappellini dall’U- liamo di OH 7: un insieme di elementi fossili
niversità di Copenaghen, uno dei massimi frammentari di uno stesso individuo, scoper-
esperti di paleoproteomica; l’ecologo ed eto- ti a Olduvai nei primi anni sessanta, che inclu-
logo Ivan Norscia dall’Università di Torino; e, dono parti della volta cranica e la mandibola.
Copia di 91992966cbf5c8f83f927ad18d6a0549

last but not least, l’olandese Fred Spoor, le cui Nella ricostruzione, proprio questi elementi
afferenze spaziano dal Natural History Mu- avevano indicato l’associazione di una capaci-
seum di Londra al Max-Planck-Institut für tà cranica piuttosto alta (circa 800 centimetri
evolutionäre Anthropologie di Lipsia e al Ko- cubi) con una faccia molto allungata in avanti,
obi Fora Research Project in Kenya. con arcata dentaria a U (come Lucy).
Al solito, una combinazione di caratteri ar-
Un paradigma sradicato caici e derivati che sorprende e che, soprattut-
Spoor ha tenuto due lezioni, entrambe de- to, non sembra compatibile con altri reperti
dicate alla variabilità degli ominini bipedi in attribuiti in seguito alla stessa specie. Al soli-
Africa nell’intervallo cruciale di tempo com- to, un vero rompicapo; e forse anche la neces-
preso fra 3,5 e 1,5 milioni di anni fa. In entram- sità di denominare una nuova specie ancora.
be ha sostenuto la presenza di una notevole Infatti, in base alle regole internazionali di no-
varietà di generi e specie, coesistenti nel vasto menclatura, la denominazione H. habilis è for-
scenario della Rift Valley e del Sudafrica. malmente agganciata a OH 7.
Devo dire che mi ha convinto! In effetti, ha A quale specie apparterrebbero allora gli
come sradicato, con dati e argomenti piutto- altri reperti attribuiti finora a questo taxon, vi-
sto convincenti, un paradigma condiviso nel- sto che anche H. rudolfensis e H. ergaster mo-
la comunità scientifica dei paleoantropologi strano caratteristiche loro proprie?

16 Le Scienze 648 agosto 2022


di Amedeo Balbi La finestra di Keplero
professore associato di astronomia e astrofisica
al Dipartimento di fisica dell’Università di Roma Tor Vergata

Un GPS per lo spazio profondo


Oggi per stabilire dov’è una sonda servono i contatti
radio con la Terra, ma si lavora a sistemi autonomi

C
ome fanno le sonde spaziali a non Le pulsar sono stelle di neutroni in rapida
perdersi nello spazio? In un’epoca rotazione, che emettono impulsi di radiazione
in cui per capire dove ci troviamo elettromagnetica molto potenti e con periodi
sul globo terrestre è sufficiente dare un’oc- estremamente regolari, tanto che sono spes-
chiata allo smartphone, abbiamo dimenticato so definite «gli orologi più precisi dell’univer-
che quello dell’orientamento è stato, per seco- so». Questa grande regolarità le rende perfette
li, uno dei problemi più complicati per la navi- per orientarsi nello spazio. Infatti, la cadenza
gazione. Oggi non lo è più sul nostro pianeta, dei segnali provenienti dalle pulsar è talmen-
ma rimane ancora relativamente arduo nello te uniforme che basta spostarsi anche di poco
spazio profondo. Per un veicolo lontano dalla nello spazio per notare una leggera variazio-
Terra, gli unici riferimenti fissi sono le stelle, ne nei tempi di arrivo. Dunque, confrontando
che però possono solo indicare la direzione, i segnali provenienti da un catalogo di pulsar
non la posizione. Al momento, il solo modo note, un veicolo spaziale sarebbe perfetta-
per stabilire dove si trova una sonda è mante- mente in grado di capire dov’è, e potrebbe na-
nere un continuo contatto radio tra questa e la vigare in modo del tutto indipendente.
Terra, usando il tempo di viaggio dei segnali
per determinare la sua distanza rispetto al no- Il primo test
stro pianeta. In teoria questo metodo consentirebbe
Il metodo è affidabile e collaudato, ma non a una sonda, anche molto lontana dalla Ter-
è semplice come potrebbe sembrare. Intanto, ra, di conoscere la propria posizione con una
al crescere della distanza, il ritardo dei segna- precisione di pochi chilometri, come illustra-
li aumenta e la loro intensità diminuisce, ren- to nel 2016 su «Experimental Astronomy» da La stazione DSA-1 (Deep Space
dendo la procedura lenta e complicata proprio un gruppo guidato da Setnam Shemar, del Antenna-1) a New Norcia, in Australia,
là dove servirebbe di più. Inoltre, ci sono po- National Physical Laboratory britannico. ospita un radiotelescopio con un’antenna
che strutture in grado di assicurare una comu- Negli ultimi anni, le principali agenzie spa- parabolica del diametro di 35 metri.
nicazione costante con le sonde spaziali (come ziali si sono interessate a questa sorta di GPS Fa parte della rete ESTRACK (European
Copia di 91992966cbf5c8f83f927ad18d6a0549

il Deep Space Network della NASA o lo Euro- cosmico. Nel 2016, l’Accademia delle scien- Space Tracking) dell’Agenzia spaziale
pean Space Tracking dell’Agenzia spaziale eu- ze cinese ha lanciato il satellite sperimentale europea, per tenere i contatti con
ropea), e devono tenere sotto osservazione un XPNAV 1, per studiare la fattibilità del sistema le sonde, tipicamente quelle a oltre due
numero sempre più grande di veicoli. di navigazione basato sulle pulsar; lo studio milioni di chilometri dalla Terra.
guidato da Liangwei Huang, del Laboratory
I fari cosmici of Space Technology di Pechino, è apparso nel
L’ideale sarebbe una tecnica che consenta 2017 sull’«International Journal of Aerospa-
alle sonde di navigare in autonomia, senza di- ce Engineering». Nel 2018, sfruttando lo stru-
pendere dalla Terra per conoscere la propria mento NICER (Neutron Star Interior Compo-
posizione in ogni momento. Ma come? Per lo- sition Explorer) a bordo della Stazione spaziale
calizzare completamente un punto nello spa- internazionale, l’esperimento SEXTANT (Sta-
zio tridimensionale è necessario misurare con tion Explorer for X-ray Timing and Navigation
precisione la sua distanza da almeno tre pun- Technology) della NASA ha eseguito il primo
Cortesia ESA/S. Marti

ti di riferimento fissati, ma chiaramente non si test della tecnica, dimostrando di saper deter-
possono usare le stelle a questo scopo. Quan- minare la propria posizione con un’accuratez-
to meno, non le stelle normali. Il sogno, da de- za di circa cinque chilometri. Forse, un giorno
cenni, è riuscire a usare oggetti che sono veri e non lontano, orientarsi nello spazio sarà sem-
propri fari cosmici: le pulsar. plice come lo è sulla Terra.

www.lescienze.it Le Scienze 17
News

EVOLUZIONE

All’origine del lungo collo delle giraffe


Si sarebbe evoluto in loro antenati come arma da competizione sessuale

Copia di 91992966cbf5c8f83f927ad18d6a0549
Juniors Bildarchiv/AGF

18 Le Scienze 648 agosto 2022


Ricerca, tecnologia
e medicina dai laboratori
di tutto il mondo

Lungo ed elegante, il collo delle giraffe si sarebbe


evoluto come arma da combattimento. È la nuova
Doppio uso. Fondamentale per raggiungere teoria proposta da paleontologi dell’Accademia cinese
le foglie che formano le alte chiome degli alberi, delle scienze, che descrivono su «Science» i resti
il collo delle giraffe ha anche un ruolo importante fossilizzati di una forma di giraffa primitiva e danno
nella lotta tra esemplari di questi animali. nuovi indizi per spiegare l’allungamento del collo
delle giraffe moderne. Considerandolo fin dai tempi di
Charles Darwin un esempio di evoluzione adattativa,
gli scienziati ritenevano che un fattore determinante
per l’evoluzione del collo molto lungo di questi animali
fosse stata l’altezza alla quale si trovano le foglie di cui si
nutrono. Adesso, un cranio completo e alcune vertebre
cervicali rinvenute nel bacino di Junggar, nel nord
della Cina, fanno pensare a un’altra spiegazione.
Osservazioni anatomiche e analisi filogenetiche hanno
dimostrato l’affinità dei resti con la superfamiglia delle
Giraffoidea – di cui fanno parte diverse forme estinte,
giraffe e antilocapre moderne – e hanno permesso
di attribuirli a una nuova specie estinta, chiamata
Discokeryx xiezhi. Risalenti al Miocene inferiore – circa
17 milioni di anni fa – questi antichi parenti delle giraffe,
bassi e di piccole dimensioni, mostrano complesse
articolazioni tra la testa e il collo, vertebre cervicali
robuste e un grande osso a forma di disco sul cranio,
simile a un elmo. Secondo gli autori, queste strutture
sarebbero adatte a sostenere i forti impatti testa a testa
durante gli scontri, molto più efficacemente di quelle
presenti in altri animali che combattono con il capo.
«Sebbene le morfologie di cranio e collo delle giraffe
esistenti e quelle di Discokeryx xiezhi presentino
differenze tra di loro, sono ugualmente associate a lotte
di corteggiamento», spiega Shi-Qi Wang, paleontologo
e primo autore dello studio.
I ricercatori hanno inoltre confrontato
morfologicamente le corna di diversi mammiferi
ruminanti che si scontrano con il capo con quelle delle
giraffe, sia antiche sia moderne, scoprendo che in
Copia di 91992966cbf5c8f83f927ad18d6a0549

queste ultime la diversità delle corna si è evoluta con


una differenziazione estrema. Una prova, secondo gli
autori, di come le lotte per il corteggiamento siano
più intense in questo gruppo. Le giraffe infatti usano
il collo, lungo fino a tre metri, per scagliare il pesante
cranio contro l’avversario. E più il collo è lungo,
maggiore è il danno che riescono a procurare.
Le analisi isotopiche dello smalto dei denti di D.
xiezhi hanno poi fornito indizi sulla nicchia ecologica
di questa specie, che abitava le praterie aride. Un
ambiente poco confortevole, dove la competizione
fra membri della stessa specie per le risorse e per
l’accoppiamento era molto intensa. Sarebbero state
queste lotte estreme, guidate dalla selezione sessuale,
a favorire in primo luogo l’allungamento del collo delle
giraffe, rendendole poi adatte a nutrirsi delle foglie che
formano le alte chiome degli alberi.
Enrico Nicosia

www.lescienze.it Le Scienze 19
News

ASTRONOMIA

Com’è Ryugu studiato da vicino


Analizzati i campioni di questo asteroide prelevati da una sonda spaziale

La navicella Hayabusa 2, dell’agenzia


spaziale giapponese JAXA, ha portato sul-
la Terra campioni prelevati nel 2019 da
un asteroide chiamato Ryugu, a forma di
trottola. I frammenti di questo asteroi-
de custoditi dalla sonda, cinque grammi
di polveri e roccia, sono i primi campioni
asteroidali ad arrivare incontaminati sul-
la Terra, senza aver subito alterazioni e
senza interazioni con la nostra atmosfera,
grazie alla protezione offerta dal veicolo
spaziale. Un gruppo di ricercatori, guidato
da Tetsuya Yokoyama del Tokyo Institute
of Technology, ha esaminato per due an-
ni i campioni di Ryugu, pubblicando su
«Science» quel che ha scoperto.
La composizione chimica di polvere e
roccia analizzate, prelevate sopra e sotto
la superficie del corpo celeste, suggerisce
una somiglianza fra la materia che compo-
ne l’asteroide e la composizione del Sole,
con qualche differenza nelle abbondanze
di elementi chimici. 4,5 miliardi di anni fa, dal collasso gravita- damento della superficie dell’asteroide,
I campioni prelevati da Hayabusa 2 ri- zionale di una nube di gas e polveri in ro- ghiacci e polveri iniziali si sarebbero fusi e
entrano in una classe di meteoriti chiama- tazione: la maggior parte della materia nel- compattati, portando alla roccia esamina-
ta «condriti carboniose di tipo Ivuna», la la nube si è addensata a formare il Sole e i ta. Le analisi di Yokoyama e colleghi per-
cui composizione chimica è simile a quella pianeti, mentre i residui hanno contributo metteranno di risalire alle condizioni fisi-
rilevata nella fotosfera solare, l’involucro alla formazione di asteroidi come Ryugu. che e chimiche sperimentate dall’asteoride
più esterno del Sole. Ryugu sarebbe quin- I frammenti mostrano inoltre tracce del- nel suo lungo viaggio.
di nato con il nostro sistema solare, circa la presenza di ghiaccio: in seguito al riscal- Giulia Fabriani

Un’ipotesi per la nascita di galassie senza materia oscura Copia di 91992966cbf5c8f83f927ad18d6a0549

Localizzata a una distanza di circa 60 milioni di anni luce in direzione possono essere stabili anche senza invocare la presenza di materia
della costellazione della Balena (Cetus), la galassia ellittica NGC 1052 oscura. Con ulteriori osservazioni, van Dokkum e collaboratori hanno
è la capostipite di un gruppo di galassie denominato «gruppo di NGC poi scoperto che DF2 e DF4 non sono sole, ma fanno parte di un corteo NASA / ROBERT MARKOWITZ / SCIENCE PHOTO LIBRARY/AGF

1052», alcune delle quali, secondo talune ricerche, sarebbero prive di allineato di una decina di galassie, tutte candidate a essere prive di
materia oscura. Ora un nuovo studio sembra fare luce sulle origini di materia oscura.
queste galassie, la cui esistenza pone problemi al modello cosmologico Modelli teorici ed elaborazioni numeriche precedenti hanno dimostrato
più accreditato, che attribuisce un ruolo fondamentale alla materia che galassie di questo tipo possono avere origine da impatti ad alta
oscura. Secondo tale modello, la formazione delle galassie si sviluppa velocità fra galassie molto ricche di gas. Come descritto su «Nature»,
proprio grazie a locali addensamenti di materia oscura che attraggono i dati raccolti da van Dokkum e collaboratori su questa scia di galassie
per gravità la materia ordinaria, da cui poi nascono le stelle. sembrano coerenti con questi modelli, in particolare con un evento
Nel 2018 e poi nel 2019, un gruppo guidato da Pieter van Dokkum, accaduto otto miliardi di anni fa, anche se devono essere messi alla
della Yale University negli Stati Uniti, grazie all’uso del Dragonfly (DF) prova con un modello dedicato. Ma altri astronomi ritengono che la scia
Telephoto Array situato nel New Mexico, aveva individuato due galassie sia solo prospettica e che le distanze delle galassie sarebbero quindi
molto particolari, DF2 e DF4, appartenenti al gruppo di NGC 1052. diverse da quelle ipotizzate. Il che costringerebbe queste galassie ad
Lo studio della dinamica di queste due galassie, classificate come avere di nuovo bisogno di materia oscura.
ultradiffuse (sono praticamente «trasparenti»), mostra infatti che Emiliano Ricci

20 Le Scienze 648 agosto 2022


ASTRONOMIA
Il nucleo
Una nuova vista sulla Via Lattea della Terra
oscilla in modo
La missione Gaia ha ottenuto una mappa senza precedenti periodico
Il nucleo interno della Terra
oscilla, e non ruota a una
velocità costante come
ritenuto finora. Un gruppo
di ricercatori della University
of Southern California, a
Los Angeles, ha analizzato
il movimento del nucleo
del nostro pianeta, grazie
a dati sismici registrati
dai sismometri del Large
Aperture Seismic Array,
nello Stato del Montana
negli Stati Uniti.
Lo studio, guidato da Wei
Wang e pubblicato su
«Science Advances», ha
investigato la dinamica del
nucleo sferico composto
da ferro e nichel. I risultati
della ricerca confermano
che il nucleo si muove a
velocità diversa da quella
del mantello (fenomeno
detto super rotazione) ma
contraddicono quanto
ipotizzato finora sul tipo di
moto: non è una rotazione
ma un’oscillazione.
Secondo osservazioni
sismologiche, il nucleo
La prima catalogazione sistematica delle stel- radiali di oltre 33 milioni di stelle, combinate ai avrebbe infatti cambiato
le risale all’astronomo greco Ipparco di Nicea, relativi moti propri, è stato possibile determina- direzione di rotazione tra il
Copia di 91992966cbf5c8f83f927ad18d6a0549

vissuto nel II secolo avanti Cristo. Il suo catalo- re il loro moto completo nello spazio, ricostruen- 1969 e il 1974, rallentando
go conteneva circa 850 stelle, classificate secon- done le traiettorie passate e future all’inter- e provocando una
do la posizione in cielo e la luminosità apparente. no della nostra galassia. Gaia ha prodotto anche variazione nella lunghezza
In suo onore l’Agenzia spaziale europea nominò estesi cataloghi di sistemi binari e stelle variabi- del giorno di 0,2 secondi
Sonda spaziale: ESA/ATG medialab; Via Lattea: ESA/Gaia/DPAC;

Hipparcos la prima missione spaziale dedicata li e, grazie alle osservazioni spettroscopiche, ha nel periodo considerato. Il
all’astrometria, operativa fra il 1989 e il 1993. Ere- permesso di determinare la distribuzione delle moto di oscillazione avrebbe
de di Hipparcos è la missione Gaia, lanciata nel stelle secondo la loro composizione chimica. Fra un periodo di sei anni.
dicembre 2013, di cui è appena stato pubblicato il i risultati, pubblicati in una serie di articoli su La differenza di velocità
CC BY-SA 3.0 IGO; Ha contribuito: A. Moitinho.

terzo catalogo di dati: Gaia Data Release 3 (DR3). «Astronomy & Astrophysics», di particolare rilie- rispetto al resto del nostro
Con la DR3, la conoscenza del nostro vicinato vo è lo studio, a guida italiana, dell’orientamen- pianeta, conclude lo studio
stellare compie un fondamentale salto in avan- to della barra della nostra galassia, che è appunto di Wang e colleghi, sarebbe
ti. Gaia è stata infatti in grado di disegnare una una spirale barrata. inoltre responsabile del
mappa della Via Lattea a un livello di precisione Ma Gaia non si è limitata alle stelle: nella DR3 magnetismo terrestre e
mai raggiunto prima, raccogliendo informazioni troviamo osservazioni di quasi 160.000 asteroidi delle inversioni periodiche
su quasi due miliardi di stelle, per ciascuna delle del sistema solare e di quasi cinque milioni di og- del campo magnetico della
quali ha fornito misure accurate di posizioni, di- getti extragalattici, fra galassie e quasar. E da qui Terra.
stanze, moti propri, luminosità e colori. al 2030 arriveranno altre due «release». Giulia Fabriani
Inoltre, grazie alla misurazione delle velocità Emiliano Ricci

www.lescienze.it Le Scienze 21
News

ZOOLOGIA
Le salamandre
La domesticazione dei polli paracadutiste
planano
È avvenuta nel Sudest asiatico, più tardi di quanto creduto tra gli alberi
Le salamandre erranti
(Aneides vagrans) che
abitano in cima agli
alberi hanno imparato
a paracadutarsi per
scendere verso quote
più basse. A osservare
questo comportamento
sono stati alcuni ricercatori
dell’University of South
Florida e dell’Università
della California a Berkeley,
che hanno studiato le
prestazioni aeree di questi
anfibi e di altre specie affini.
Con esperimenti nella
galleria del vento, i
ricercatori hanno ripreso
le salamandre erranti
paracadutarsi verso il basso
con movimenti controllati
del corpo, inclinato di circa
cinque gradi, e della coda.
Pur non avendo strutture
adatte al volo, come lembi
di pelle, queste salamandre
sono capaci di eseguire
quindi una sorta di «volo
planato», in grado di
rallentare la loro discesa
anche del dieci per cento.
Non c’è posto al mondo in cui non si trovino gal- finora. I risultati hanno smentito quindi la pre- «Uno straordinario controllo
li e galline. Ma ora, finalmente, sappiamo da do- cedente convinzione che l’addomesticamento delle manovre», come lo ha
Copia di 91992966cbf5c8f83f927ad18d6a0549

ve vengono: dal Sudest asiatico, dove circa 3500 sia iniziato circa 10.000 anni fa in Cina o in India. descritto Christian Brown,
anni fa il gallo selvatico (Gallus gallus), antena- In Europa questi animali non arrivarono pri- primo autore dello studio
to comune di quelli che conosciamo oggi (Gal- ma dell’800 a.C., trasportati lungo le rotte com- pubblicato su «Current
lus gallus domesticus), si è avvicinato alla nostra merciali di greci, etruschi e fenici. Dopo l’arrivo Biology», che non è stato
specie attratto dalle coltivazioni di riso e miglio. nella regione mediterranea, però, ci sono voluti osservato in specie meno
Lo raccontano due studi pubblicati su «Anti- ben 1000 anni perché si adattassero ai climi più arboricole. Secondo i
quity» e «PNAS» da due gruppi internazionali, freddi, soprattutto nelle aree del nord come Re- ricercatori, queste abilità
guidati rispettivamente da Naomi Sykes dell’U- gno Unito e Scandinavia. Un altro aspetto sor- aeree si sarebbero evolute
niversità di Exeter e Greger Larson dell’Univer- prendente è che in Europa galli e galline sono per affrontare le cadute
sità di Oxford. Gli esperti hanno riesaminato i stati venerati, e non considerati cibo, fino al III da grandi altezze, ma con
fossili di polli scoperti in oltre 600 siti in 89 pa- secolo dopo Cristo, come testimoniano alcune il tempo sono diventate
esi, scoprendo che le ossa più antiche, datate tra sepolture di animali non macellati e corredi fu- parte del repertorio
il 1650 e il 1250 a.C., si trovavano nel sito neoli- nerari in cui le donne erano sepolte con le galli- comportamentale delle
tico di Ban Non Wat, nella Thailandia centrale. ne e gli uomini con i galli. È stato l’Impero roma- salamandre erranti per
La datazione al radiocarbonio ha anche stabilito no a diffondere l’uso di polli e uova come fonte di spostarsi fra gli alberi e
pixinoo/iStock

con esattezza l’età di 23 dei primi polli trovati in proteine. Oggi, nel mondo, esistono circa 70 mi- sfuggire ai predatori.
Eurasia e nell’Africa nord-occidentale, mostran- liardi di esemplari di questi animali. Enrico Nicosia
do che sono molto più recenti di quanto ritenuto Giulia Assogna

22 Le Scienze 648 agosto 2022


C A M B I A M E N T O C L I M AT I C O

Le Alpi sono sempre più verdi


Meno neve e più vegetazione hanno nel complesso esiti ambientali negativi

Le Alpi stanno cambiando colore, dal bianco al verde. Si vede dal-


lo spazio, come raccontano su «Science» l’ecologa Sabine Rumpf,
dell’Università di Losanna in Svizzera, e colleghi.
I ricercatori hanno confrontato le immagini satellitari delle Al-
pi dal 1984 al 2021: nel nove per cento dell’area considerata (dall’a-
nalisi sono stati esclusi boschi, ghiacciai, pianure sotto i 1700 me-
tri) la neve è significativamente diminuita, soprattutto quella
estiva, con importanti conseguenze per la disponibilità di acqua
dolce; la copertura vegetale, invece, è aumentata sul 77 per cento
del territorio sopra al limite del bosco.
La riduzione della neve è massima sui 3000 metri ed è causa-
ta principalmente dal calo delle precipitazioni nevose; il rinver-
dimento, invece, è maggiore intorno ai 2300 metri ed è influen-
zato soprattutto dalle piogge più abbondanti e dalle temperature
più elevate che prolungano le stagioni riproduttive delle piante.
A prosperare sono le specie alpine ma anche quelle delle quote
più basse che ora, complice il clima più mite, stanno «scalando» le
montagne, con importanti conseguenze sulla futura biodiversità
delle Alpi.
Se qualcuno pensasse che più copertura vegetale significhi più
assorbimento di anidride carbonica, si sbaglia: la quantità di CO2
catturata dalla nuova vegetazione è irrilevante (il grosso del lavo-
ro in questo senso lo fanno gli ecosistemi tropicali). Il fenomeno
non dà benefici, quindi, ma solo problemi. L’avanzata della vege-
tazione e il ritiro della neve, infatti, diminuiscono l’albedo, cioè la
quantità di luce solare riflessa dalla superficie terrestre. Questo si-
gnifica che il suolo assorbe più calore, il clima si scalda ulterior-
mente e innesca lo scioglimento di altra neve e la crescita di nuova
vegetazione, in un pericoloso circolo vizioso.
Martina Saporiti

Le origini della peste nera in Asia Centrale Copia di 91992966cbf5c8f83f927ad18d6a0549

Un altro mistero del passato è stato risolto. navi mercantili provenienti dal Mar Nero, si è iscrizioni funebri citano una pestilenza
Le pagine di «Nature» svelano l’origine della diffusa rapidamente in Europa, Medio Oriente sconosciuta. Il gruppo internazionale di storici,
pandemia probabilmente più devastante e Africa Settentrionale spazzando via almeno archeologi e genetisti – con prima firma Maria
registrata nella storia umana: la peste nera del 50 milioni di persone. In successive ondate ha Spyrou dell’Università di Tubinga in Germania,
XIV secolo. flagellato l’Europa per 500 anni, fino all’inizio e fra gli altri autori Pier Giorgio Borbone
La peste è una zoonosi causata dal batterio del XIX secolo. dell’Università di Pisa – ha ottenuto e studiato
Yersinia pestis, trasmesso con la puntura delle Nonostante l’enorme impatto demografico e il genoma di alcuni individui riesumati.
pulci dei ratti, ed è una vecchia conoscenza socioeconomico, le origini di questa pandemia Le analisi non solo hanno confermato che si
dell’umanità. La peste di Giustiniano del 541 sono rimaste a lungo un mistero. L’ipotesi più trattava delle più antiche vittime note di peste
d.C. ha ridotto del 40 per cento la popolazione accreditata le collocava in Asia Orientale, in nera, ma hanno anche ricostruito il genoma
di Costantinopoli, propagandosi poi con particolare in Cina, tra il X e il XIV secolo. Il del ceppo responsabile. Si tratta dell’antenato
diverse ondate in tutta l’area mediterranea nuovo studio, invece, ha stabilito l’epicentro delle varianti moderne, più simile ai ceppi
fino all’anno 750. La più letale è stata però la della pandemia intorno al lago Issyk-Kul (o oggi presenti sulle montagne del Tian Shan,
bluejayphoto/iStock

seconda pandemia di peste, quella del XIV Ysyk-Köl), nel nord del Kirghizistan, in Asia in Asia centrale. È questa quindi, l’origine più
secolo descritta da Petrarca e Boccaccio. centrale. Qui, 140 anni fa, sono state scoperte probabile della peste nera.
Giunta nel Mediterraneo nel 1347 con le sepolture che risalgono al 1338 e che nelle Eugenio Melotti

www.lescienze.it Le Scienze 23
News

I più antichi segni


Sonno della coltivazione dell’olivo
disturbato
Risalgono a 7000 anni fa le prime prove della
dal caldo domesticazione dell’olivo. Analizzando i resti di
notturno carbone scoperti nel sito di Tel Tsaf, nella valle
del fiume Giordano, in Israele, archeologi dell’U-
Un sonno insufficiente può niversità di Tel Aviv e dell’Università ebraica di
favorire disturbi e malattie. Gerusalemme hanno trovato tracce di alcuni al-
E il caldo disturba il sonno. beri da frutto, fra i quali l’olivo (Olea europaea).
Cosa succede e succederà, Poiché l’olivo non cresce spontaneamente nell’a-
allora, in conseguenza del rea, gli autori hanno ipotizzato che la popolazio-
riscaldamento globale? ne di Tel Tsaf, villaggio abitato fra 7200 e 6700
Se lo sono chiesti Kelton anni fa, lo avesse introdotto intenzionalmente
Minor, dell’Università di nel territorio. «È la prova più antica che abbiamo
Copenaghen, e collaboratori dell’addomesticamento della pianta», ha detto
in un studio pubblicato su Dafna Langgut, prima autrice dello studio pub-
«One Earth». Con l’ausilio blicato su «Scientific Reports».
di braccialetti, hanno Lo studio ha trovato anche indizi della colti-
registrato il sonno di migliaia vazione del fico. La coltivazione della frutta a Tel
di abitanti in 68 Stati diversi Tsaf dà indicazioni su questa antica popolazione:
– per miliardi di minuti di questi alberi producono i frutti solo tre o quattro
misurazioni – ottenendo dati anni dopo essere stati piantati, suggerendo una
sul perdurare del sonno, programmazione a lungo termine, adatta a una
che hanno messo poi in società stanziale e in crescita. A riprova, nel sito
relazione con le temperature sono stati riconosciuti punti per lo stoccaggio dei
esterne notturne. raccolti, manufatti in ceramica e prodotti di com-
Ovviamente la temperatura mercio. Prove di una società complessa con agri-
interna alle abitazioni può coltori, mercanti e amministratori, che scambia-
essere diversa da quella va merci pregiate come olive, olio e fichi. (EnNi)
esterna; ma qui si vuole
capire l’impatto sui vari
strati di popolazione in tanti I delfini imparano a curarsi con spugne e coralli
paesi, che hanno dotazioni
di climatizzazione diverse o I cetacei non smettono mai di sorprenderci. Un nuovo capitolo, pubblicato su «iScience», giunge dal Mar
non le hanno proprio. Rosso settentrionale, dove da anni Angela Ziltener, dell’Università di Zurigo, studia la specie di delfino
Ebbene, l’effetto del Tursiops aduncus. Diversi esemplari sono stati osservati da Ziltener e colleghi mentre strofinavano alcune
medesimo aumento di parti dei loro corpi contro invertebrati della barriera corallina locale.
temperatura sulla durata Lo strofinamento è praticato solo su poche specie di coralli (Rumphella aggregata, Sarcophyton sp.) e
del sonno è molto più di spugne (Ircinia sp.). Un’analisi approfondita di questi organismi ha dimostrato che sono in grado di
Copia di 91992966cbf5c8f83f927ad18d6a0549

forte nei paesi poveri produrre sostanze di natura ormonale o dalle proprietà antibatteriche o antiossidanti. L’ipotesi è quindi che i
della fascia subtropicale delfini sfruttino questi composti per prevenire infezioni e malattie della pelle, o addirittura per curare quelle
rispetto agli altri, con le già in corso.
donne più influenzate degli Non tutti gli animali agiscono però allo stesso modo. I piccoli di un anno, per esempio, restano a guardare gli
uomini, mostrando quindi adulti che si strofinano, il che fa pensare che il comportamento sia appreso e non innato. Quanto osservato
disparità internazionali potrebbe essere il primo caso documentato di automedicazione nei cetacei e ribadisce, ancora una volta,
aluxum/iStock (olivi); Doug Perrine/SPL/AGF (delfino)

e di genere. Per adesso l’importanza della conservazione di ambienti a rischio come le barriere coralline. (AuCo)
le ore di sonno perse
non sono tante, ma negli
scenari di riscaldamento
futuro i ricercatori stimano
che, a fine secolo, ogni
persona potrebbe perdere
mediamente fino a 60 ore
di sonno all’anno, con ovvie
differenze tra paesi e gruppi
sociali. (AnPa)

24 Le Scienze
È in Australia Il tabacco rovina
la pianta più grande anche l’ambiente
Oltre 180 chilometri di estensione e circa 4500 Che il fumo di tabacco rovini la salute è risapu-
anni di età. La pianta più grande mai trovata sul- to. Ma l’Organizzazione mondiale della Sanità
la Terra è a Shark Bay, sulla costa occidentale (OMS), nel rapporto Tobacco: poisoning our pla-
dell’Australia, e a individuarla sono stati ricer- net, rimarca che la sua produzione è una piaga
catori della University of Western Australia, co- anche per l’ambiente e i lavoratori.
ordinati da Elizabeth Sinclair, con colleghi della «Anche se produce solo 6 milioni di tonnellate
Flinders University di Adelaide. di foglie all’anno, contro i 756 milioni di tonnel-
L’obiettivo era indagare la varietà genetica late di riso, la coltivazione del tabacco richiede
delle praterie di fanerogame nelle acque della 22 miliardi di tonnellate d’acqua ed è responsa-
baia. Analizzando vari campioni da ambienti con bile del cinque per cento della deforestazione:
caratteristiche diverse però, e usando 18.000 600 milioni di alberi vengono infatti tagliati ogni
marcatori genetici (i cosiddetti SNP), i ricercato- anno per creare nuovi campi in cui piantarlo»,
ri si sono accorti che una lunga serie di campio- ricorda Ruediger Krech, esperto OMS di sanità
ni rispondeva a un solo marcatore. Hanno così pubblica e responsabile del rapporto. «Le emis-
concluso che per quasi 200 chilometri avevano sioni legate alla filiera del tabacco ammontano
incontrato un unico esemplare, o meglio tanti a 80 milioni di tonnellate di CO2 all’anno, più di
cloni dello stesso, appartenente alla specie Posi- quelle dell’Austria, mentre ciò che resta sui cam-
donia australis. L’estensione è tale che la pianta pi o esce come scarto dalle manifatture, conte-
si adatta a condizioni molto variabili: buio e luce, nendo 7000 sostanze tossiche, è nocivo per la
salinità disomogenea, temperature medie tra i 17 fauna e per i lavoratori del settore, nei paesi po-
e i 30 °C. Come si legge sui «Proceedings of the veri spesso minorenni». E i 4500 miliardi di moz-
Royal Society B», si tratta di un individuo poli- ziconi gettati ogni anno sono così intrisi di ca-
ploide, cioè con un numero di cromosomi multi- trame, microplastiche e nicotina da inquinare
plo rispetto al normale. Queste piante vivono in ognuno 100 litri d’acqua. «Rimediare costa mi-
condizioni ambientali estreme e sono sterili, ma liardi di dollari, 2,6 solo alla Cina: dovrebbe pa-
possono continuare a crescere a dismisura se la- gare Big Tobacco, che invece riceve ancora 500
sciate indisturbate. (GiAs) milioni in sussidi», conclude Krech. (AlSa)

Le temperature del cervello Errata corrige

La temperatura del nostro cervello è considerata per Nel numero di «Le


convenzione simile a quella del resto dell’interno del Scienze» di aprile
corpo, di circa 37 °C, anche se è noto che ha valori 2022, a p. 21,
più alti, di circa 1,5 °C. In realtà, una ricerca del nella news dal titolo
Medical Research Council Laboratory of Molecular Il primo buco nero isolato,
Biology di Cambridge, nel Regno Unito, indica che si legge: «[...] gli autori
Copia di 91992966cbf5c8f83f927ad18d6a0549

la differenza è nettamente maggiore: in condizioni hanno ipotizzato che


normali la temperatura cerebrale può raggiungere la causa fosse proprio
e superare i 40 °C, e varia parecchio nel corso della il passaggio di questa
giornata e tra le varie aree cerebrali. Valori così alti, stella davanti a un buco
spiegano Nina Rzechorzek e colleghi su «Brain», nero isolato [...]»;
erano già stati rilevati in passato, ma solo in caso in realtà, la frase corretta
di lesioni cerebrali. Ora, grazie alla spettroscopia di è: «[...] gli autori hanno
risonanza magnetica, una tecnica di indagine non ipotizzato che la causa
invasiva, i ricercatori hanno analizzato il cervello di fosse proprio il passaggio
numerosi individui in salute, scoprendo che i 40 davanti a questa di un
Simon van Hemert/iStock (mozziconi)

°C possono essere raggiunti anche in condizioni buco nero isolato [...]».


K H FUNG/SPL/AGF (cervello);

normali, per esempio nelle donne nel periodo Si è trattato di uno


successivo all’ovulazione. La temperatura del spiacevole errore in fase
cervello cresce con l’aumentare dell’età. Il talamo di editing che ha
sembra essere la regione che raggiunge i valori modificato il testo
più alti e, in generale, il cervello è più caldo di originale, corretto. Ce ne
pomeriggio e meno di notte. (MaMa) scusiamo con i lettori.

www.lescienze.it Le Scienze 25
TECNOLOGIA

L’era della
repressione

Copia di 91992966cbf5c8f83f927ad18d6a0549
Peter Cade/Getty Images

26 Le Scienze 648 agosto 2022


di Marco Boscolo In un numero crescente di paesi
le tecnologie dell’informazione,
e in particolare quelle digitali,

digitale sono impiegate per sorvegliare


i cittadini e reprimere il dissenso

Copia di 91992966cbf5c8f83f927ad18d6a0549

www.lescienze.it Le Scienze 27
Marco Boscolo è giornalista scientifico freelance. Si occupa di tecnologia,
storia della scienza, ambiente e società. Con Elisabetta Tola ha pubblicato Semi
ritrovati. Viaggio alla scoperta della biodiversità agricola (Codice Edizioni, 2020).
Con Michele Catanzaro ha vinto il premio giornalistico Colombine nel 2021.

ll’interno del consolato dell’Arabia Sau-


dita a Istanbul non si possono porta-
re telefoni cellulari. Così, il 2 ottobre
2018, il giornalista saudita Jamal
Khashoggi lo lascia alla sua fidan-
zata, la cittadina turca Hatice
Cengiz, la quale lo aspetta
all’esterno dell’edificio. Khashoggi è in esi-
lio volontario in Turchia perché nel proprio
paese non si sente più al sicuro: la sua attivi-
tà di giornalista che denuncia le storture del
governo lo fa sentire un potenziale bersa-
glio. Per questo motivo, se quel 2 ottobre non
avesse fatto ritorno entro quattro ore, Cen-
giz avrebbe dovuto dare l’allarme. Dalle ri-
costruzioni fatte a posteriori, Khashoggi vie-
ne probabilmente torturato e sicuramente
strangolato da un gruppo di funzionari che
fanno capo al governo di Riad. Copia di 91992966cbf5c8f83f927ad18d6a0549

Secondo un’inchiesta del quotidiano britannico «The Guar- la sua esecuzione. L’analisi tecnica effettuata durante le indagini
dian», attorno alle 16.00 di quel giorno il corpo di Khashoggi e i ha permesso di accertare che attraverso Pegasus anche il cellulare
funzionari sauditi sarebbero stati trasferiti a 200 metri di distan- della sua fidanzata era sotto sorveglianza. Chi li spiava sapeva pra-
za dal consolato, nella residenza del console generale dell’Arabia ticamente tutto di loro.
Saudita, dove a tutto il personale era stata data una giornata di va-
Keith Tsuji/SOPA Images/LightRocket via Getty Images

canza. Un fatto che conferma l’ipotesi della premeditazione e del- La punta dell’iceberg
la pianificazione dell’assassinio. Il caso di Jamal Khashoggi è stato dirompente ed estremamente
Tra negazioni, smentite («è un interrogatorio finito male», pro- visibile dal punto di vista mediatico. Ma secondo gli studi condot-
vano a sostenere i sauditi) e accuse varie che coinvolgono anche il ti dal Citizen Lab dell’Università di Toronto, in Canada, le persone
governo della Turchia, il caso Khashoggi diventa presto uno dei vittime di uno spyware come Pegasus sono migliaia, e in molti casi
simboli dell’attività di repressione della libertà di parola e critica il software ha un ruolo decisivo nell’identificazione o nell’uccisio-
del governo dell’Arabia Saudita. Al centro di tutta la vicenda c’è un ne di attivisti e giornalisti che si oppongono a un regime non de-
programma informatico, Pegasus, prodotto da una società con se- mocratico con la propria attività e manifestando. «Spyware» è un
de in Israele, NSO Group, che ha permesso a chi voleva uccidere neologismo apparso negli anni novanta con la diffusione di Inter-
Khashoggi di monitorarne gli spostamenti, leggere le sue e-mail net ed è nato dalla unione di «spying» e «software»: un programma
e i suoi messaggi privati, addirittura attivare la telecamera e l’au- informatico per spiare. Citizen Lab è un gruppo di ricerca che si
dio del suo cellulare per carpire altre informazioni. E di pianificare occupa di studiare come le tecnologie dell’informazione, e in par-

28 Le Scienze 648 agosto 2022


Manifestanti a Hong Kong, ex colonia britannica e oggi regione amministrativa speciale
della Cina, nel 2019. Gli ombrelli sono diventati il simbolo del movimento di protesta
di quel periodo e servivano a impedire alle telecamere della città di riprendere i volti e quindi
non farsi identificare dai sistemi di riconoscimento facciale installati dal governo cinese.

Copia di 91992966cbf5c8f83f927ad18d6a0549

ticolare quelle digitali, sono usate per minare diritti umani e la si- conferma al telefono Deibert ci sono forti prove circostanziali che
curezza globale. In un recente articolo intitolato Protecting Society «suggeriscono un nesso con le autorità spagnole». In pratica, un
from Surveillance Spyware e pubblicato su «Issues in Society and gruppo di sostenitori della causa indipendentista della Catalogna è
Technology», il suo fondatore e direttore, Ron Deibert, ha elenca- stato spiato da ambienti vicini al governo di Madrid.
no una serie di spyware simili a Pegasus usati a vario titolo per mo- Già due anni prima, secondo quanto emerso da un’inchiesta di
nitorare e spiare giornalisti, attivisti e politici e ha descritto un ti- due testate giornalistiche, «El País» in Spagna e «The Guardian»
po nuovo di potere che è oggi in mano a governi non democratici: nel Regno Unito, i telefoni cellulari del presidente del Parlamen-
quello di spiare i propri obiettivi ovunque. to regionale della Catalogna, Roger Torrent, e di due esponenti di
Un altro recente esempio dell’uso di queste tecnologie, che ha spicco del movimento indipendentista, Anna Gabriel e Jordi Do-
innescato una discussione anche sul piano politico, è il cosiddet- mingo, erano in una lista di 1400 utenti WhatsApp infettati da Pe-
to Catalan Gate, scoppiato in Spagna nella primavera 2022. Secon- gasus. A complicare lo scenario spagnolo, a inizio maggio 2022
do un primo rapporto proprio del Citizen Lab pubblicato lo scorso con una conferenza stampa il governo di quel paese annuncia che
18 aprile, le comunicazioni di alcuni membri del governo catala- i cellulari del presidente del governo Pedro Sanchez e della mini-
no e sostenitori dell’indipendentismo sarebbero state monitorate stra della difesa Margarita Robles sono stati infettati da Pegasus
proprio con Pegasus e un altro software simile noto come Candi- durante la primavera dell’anno precedente. Era un periodo di ten-
ru. Il report non ha individuato in maniera inequivocabile da chi sione internazionale con il Marocco per la pressione migratoria
sarebbe stata orchestrata l’operazione, ma come si legge e come ci verso le città di Ceuta e Melilla, che sono territorio spagnolo ma si

www.lescienze.it Le Scienze 29
trovano sulla costa settentrionale dell’Africa, circondate dal terri- ni, come strumento da impiegare nelle operazioni di antiterrori-
torio marocchino. smo e di prevenzione del crimine. La realtà, a cominciare dal caso
Il Catalan Gate mostra chiaramente come lo spionaggio digita- Khashoggi, ha mostrato che questo tipo di strumenti è usato am-
le effettuato con gli spyware sia una guerra a geometria variabile, piamente anche per reprimere il dissenso, attraverso lo spionag-
dove il possesso dell’arma non garantisce di non esserne vittima a gio di personalità scomode da parte dei governi non democratici.
propria volta. È lo scenario globale allargato che ha raccontato nel Per questo motivo, Deibert parla apertamente di un servizio a di-
suo libro Così mi hanno detto che finirà il mondo. La corsa agli ar- sposizione del dispotismo, dal momento che a oggi «non c’è una
mamenti cibernetici e il futuro dell’umanità (Il Saggiatore, 2022) la normativa internazionale che regoli la compravendita di prodot-
giornalista del «The New York Times» Nicole Perlroth, che per set- ti spyware». Si tratta di un settore che secondo Deibert «sta fioren-
te anni ha coperto per il quotidiano statunitense la nuova guerra do in quello che è di fatto un settore non governato» a livello inter-
digitale globale. In un’escalation senza precedenti, Perlroth rac- nazionale e nazionale.
conta di come sia sempre più difficile tracciare i confini tra le squa-
dre e le fazioni. Succede perché il mercato è talmente redditizio Oltre gli spyware
che gli hacker e gli ingegneri informatici di maggior talento, in as- Pegasus e gli altri software che si intrufolano nei nostri cellulari
senza di un personale scrupolo di coscienza, si offrono di volta in sono solo una delle tecnologie digitali usate dai governi per repri-
volta al miglior offerente. Perlroth si è occupata soprattutto di armi mere il dissenso e sorvegliare i propri cittadini. Recentemente un
digitali vere e proprie che sfruttano le falle del codice dei program- gruppo di ricerca guidato dalla sociologa dell’Università dell’Ari-
mi e dei sistemi operativi per procurare danni all’avversario, co- zona a Tucson Jennifer Earl ha pubblicato una revisione sistema-
me bloccare i siti dei servizi governativi o, come è avvenuto in Ita- tica che vuole organizzare per la prima volta quanto sappiamo nel
lia di recente, interferire con i software delle ferrovie con lo scopo campo della repressione digitale. Pubblicata su «Science Advan-
di provocare danno economico e caos. Limitandosi all’impiego di ces», l’analisi ha preso in considerazione 192 studi sul tema del-
queste tecnologie per la sorveglianza e lo spionaggio, Deibert so- la repressione digitale e ha provato a mettere in relazione quanto
stiene che negli ultimi anni «qualcosa di nuovo sta accadendo, e le emerso con le forme più tradizionali di repressione, messe in pra-
conseguenze per le democrazie liberali, per i diritti umani e per lo tica dai governi di mezzo mondo da secoli.
Stato di diritto sono disturbanti». Per esempio, la censura non è una novità ed è impiegata per re-
Per la segretaria generale di Amnesty International Agnès Cal- primere le voci che non sono allineate con il potere. Ma, spiega
lamard, i software come Pegasus sono vere e proprie armi a dispo- Earl, i suoi obiettivi «sono cambiati e i sistemi per canalizzare l’in-
sizione dei governi repressivi «che vogliono ridurre al silenzio i formazione si sono evoluti in modo sostanziale». Oggi si possono
giornalisti, attaccare gli attivisti e stroncare il dissenso, mettendo scrivere algoritmi in grado di «ascoltare» tutto quello che faccia-
a rischio innumerevoli vite umane». Secondo un’inchiesta inter- mo on line, aumentando enormemente la portata potenziale del-
nazionale portata avanti da un collettivo di giornalisti e giornaliste la stessa attività di censura. E molto spesso, specialmente quando
che va sotto il nome di Forbidden Sto-
ries, nel 2016 i clienti di NSO erano più
di 50 Stati e le utenze telefoniche messe Lo spionaggio digitale con spyware è una guerra
sotto sorveglianza oltre 50.000.
a geometria variabile, dove il possesso dell’arma non
Pegasus e i suoi fratelli
Pegasus è uno spyware, cioè un sof-
garantisce di non esserne vittima a propria volta
tware che è in grado di monitorare e
intercettare le attività on line e telefo-
niche di un utente senza il suo permesso. Pegasus è uno dei più usiamo servizi gratuiti, siamo disposti a mettere on line informa-
noti, perché è salito agli onori della cronaca, ma di spyware sul zioni che ci riguardano senza pensarci troppo.
Copia di 91992966cbf5c8f83f927ad18d6a0549

mercato ce ne sono moltissimi, il primo risale addirittura al 1996. Nel mondo digitale, inoltre, censurare non significa per forza
Uno spyware si insinua nel sistema operativo dello smartphone o impedire che uno scritto o un pensiero circolino. Può voler dire
dell’unità periferica da infettare attraverso un messaggio via chat usare tecniche di distrazione di massa che sfruttano anche l’intel-
o sfruttando altre vie di accesso attraverso le connessione del- ligenza artificiale (IA) per nascondere o limitare la circolazione di
la periferica stessa. Una volta all’interno del sistema, lo spyware certi contenuti. Ne è un esempio perfetto quanto è successo negli
è in grado di leggere qualsiasi comunicazione scritta, anche quelle ultimi anni in Kazakhstan e analizzato in uno studio da Luca Ance-
criptate, e di attivare alla bisogna anche telecamera e audio per re- schi, docente di studi eurasiatici all’Università di Glasgow, in Sco-
gistrare quello che il cellulare sta vedendo e sentendo. zia. Il governo dell’ex repubblica sovietica, oggi un regime autori-
Pegasus è progettato per non incrementare di troppo il consu- tario, oltre a chiudere i siti che esprimono dissenso si è dotato di
mo della batteria, un fattore che potrebbe suscitare sospetti ne- un sistema di produzione di contenuti innocui, molto spesso a ca-
gli utenti, ed è in grado di trasmettere ciò che ha spiato a un server rattere sportivo, che servono per inondare social media e siti web
esterno sfruttando le connessioni dati a disposizione del cellulare. di informazioni irrilevanti per le posizioni politiche del governo. Il
L’unico indizio è un potenziale picco anomalo di dati scambiati dal risultato è un’enorme operazione di diluizione del dissenso, che si
telefonino, ma non è facile accorgersene. L’unico altro modo per trova annegato in una marea di contenuti inutili che impediscono
scovarlo è un’analisi condotta da esperti informatici in grado di tro- una circolazione efficace dei pensieri critici.
vare le tracce del software nel codice informatico. Un altro esempio è stato studiato da Andrew Leber, della Har-
L’azienda produttrice, NSO, ha sempre dichiarato che Pega- vard University, e Alexei Abrahams, del Citizen Lab, in una ricerca
sus è un prodotto venduto ai propri clienti, principalmente gover- pubblicata su «Review of Middle East Studies» nel 2019. L’oggetto

30 Le Scienze 648 agosto 2022


SORVEGLIARE PER SILENZIARE

Il mondo della repressione digitale


Il Digital Repression Index
di Steven Feldstein, del
Carnegie Endowment for
International Peace di
Washington, è un tentativo di
misurare quanto ogni singolo
paese del mondo stia usando
strumenti digitali per la
repressione (mappa in alto).
La banca dati include 179
paesi, ovvero tutte le entità
politiche indipendenti che
abbiano una popolazione di
almeno 250.000 abitanti.
Le variabili prese in
considerazione sono:
monitoraggio governativo
dei social media, filtraggio
di Internet, censura nei
social media, distribuzione
di informazioni false da parte
del governo o di partiti politici,
chiusura di Internet, chiusura
dei social media, arresto di
autori di contenuti digitali
a tema politico. Il Digital
Capacity Repression Index
mostra invece il potenziale di
repressione digitale per ogni
paese (in basso).

dello studio erano i mezzi messi in campo per contenere il dissenso do non troppo trasparente ed esplicito, ai governi. Per esempio, il
da parte dei governi dei paesi che si affacciano sul Golfo Persico a social media più diffuso tra i cittadini cinesi, WeChat, fornisce al
Copia di 91992966cbf5c8f83f927ad18d6a0549

partire dalla crisi del 2017, che ha visto diversi paesi rompere i rap- governo le mappe di intensità degli spostamenti dei propri uten-
Fonte dati: Digital Repression Index (updated 2021 data), di Steven Feldstein,

porti diplomatici con il Qatar a causa di un suo presunto sostegno ti. In questo modo, sfruttando quei dati e incrociandoli con le in-
al terrorismo islamico. I due ricercatori hanno potuto documenta- formazioni a disposizione con algoritmi basati sull’intelligenza ar-
re l’uso di bot, programmi automatici simili a quelli degli assistenti tificiale, il governo di Pechino è in grado di prevedere in tempo
digitali dei nostri smartphone, in grado di produrre contenuti digi- praticamente reale se si sta formando un assembramento in un
tali per disperdere le critiche ai governi e far circolare contenuti a determinato punto e, quindi, intervenire con le forze dell’ordine
Mendeley Data, V3, 2022. doi: 10.17632/5dnfmtgbfs.3

loro favore. In Corea del Sud, nel 2012, durante un momento di cri- per impedire la manifestazione.
si del governo, l’agenzia nazionale per l’intelligence, in pratica i ser- Dalle analisi svolte da una commissione delle Nazioni Uni-
vizi segreti, ha inondato Twitter di messaggi postati da centinaia di te che cercava di individuare le responsabilità delle forze mili-
utenti falsi creati appositamente per denigrare l’opposizione. tari e degli agenti di sicurezza del Myanmar nel genocidio dei
Rohingya del 2017 è emerso che Facebook avrebbe avuto un ruo-
Prevedere le manifestazioni con l’IA lo determinante nel fornire i dati che hanno permesso di identifi-
In uno studio pubblicato nel 2019 sul «Journal of Democra- care le persone.
cy», l’analista statunitense Steven Feldstein, oggi in forza al think- Secondo Feldstein, l’uso di dati raccolti da soggetti privati co-
tank Carnegie Endowment for International Peace di Washing- me le aziende digitali che gestiscono i social media accoppiato alla
ton, poneva l’accento sul ruolo che hanno le nostre vite digitali potenza dell’intelligenza artificiale rischia di rendere sempre più
nel fornire dati da analizzare, innanzitutto alle aziende che gesti- frequente la pratica degli arresti preventivi per tentare di impedi-
scono i servizi che usiamo, ma in seconda battuta, magari in mo- re l’organizzazione del dissenso e delle manifestazioni di piazza.

www.lescienze.it Le Scienze 31
Un capitolo decisivo: la biometria dono di installare un sistema di videosorveglianza, ma non sanno
Nel 2019, nel periodo delle manifestazioni per le strade di Hong davvero bene come funzioni».
Kong, gli ombrelli sono diventati il simbolo di un movimento di Oltre all’impiego per la vigilanza del territorio urbano, in Italia
protesta. Gli abitanti dell’ex colonia britannica contestavano le una tecnologia di riconoscimento facciale è impiegata dalla poli-
scelte del governo della Cina di eliminare l’eccezionalità di Hong zia fin dal 2018. Si chiama SARI, ed è prodotto da Parsec 3.26, un’a-
Kong e gli ombrelli servivano a uno scopo preciso: impedire alle zienda che collabora con l’Istituto di scienze applicate e sistemi in-
telecamere di riprendere i volti e quindi non farsi identificare dai telligenti del Consiglio nazionale delle ricerche per lo sviluppo di
sistemi di riconoscimento facciale installati dal governo cinese. algoritmi di riconoscimento facciale. Il sistema presenta due mo-
Il rapporto tra biometria e telecamere di sorveglianza risale duli diversi. SARI Enterprise permette di confrontare l’immagine
perlomeno al 2005, quando il governo cinese ha lanciato il pro- di un volto acquisito dalle telecamere con la banca dati già a dispo-
gramma Skynet. L’idea era fornire un sistema di sorveglianza sizione della polizia. La versione Real-Time, invece, è in grado di
continua degli spazi pubblici: strade, scuole, università, edifici confrontare in tempo reale le immagini riprese in un determina-
pubblici e così via. Secondo le stime, già nel 2017 la rete di tele- to luogo dalle telecamere e confrontarlo con una lista di persone
camere contava 170 milioni di punti di osservazione e l’obiettivo sotto osservazione che, a quanto risulta dalla documentazione di
per il 2020 era di raggiungere i 400 milioni. Tutte queste teleca- Hermes Center, è composta da decine di migliaia di soggetti.
mere sono collegate in rete tra di loro, fanno cioè parte dell’Inter- SARI Enterprise è usato durante le indagini di polizia come
net delle cose, e mandano i propri segnali a un sistema centrale, strumento a disposizione degli inquirenti. Per questa versione
dove sono analizzati con sistemi basati sull’intelligenza artificia- della tecnologia, il Garante della privacy ne ha approvato l’uso fin
le per il riconoscimento facciale. Una pratica famosa è identifica- dal luglio 2018. Tre anni più tardi, invece, si è espresso contro l’u-
re con questi metodi coloro che attraversano le strisce pedonali so della versione Real-Time perché «l’identificazione di una per-
con il semaforo rosso e metterli alla berlina proiettando immagini sona in un luogo pubblico comporta il trattamento biometrico di
e nomi su schermi giganti agli incroci. Secondo Xiao Qiang, ricer- tutte le persone che circolano nello spazio pubblico monitorato, al
catore dell’Università della California a
Berkeley, che ne ha scritto in uno stu-
dio pubblicato nel 2019 su «Journal of In Russia il sistema per il riconoscimento facciale
Democracy», Skynet permette alle au-
torità cinesi di «identificare il genere, il Sphere è usato dall’inizio della guerra
tipo di abbigliamento e l’altezza dei pas-
santi, riuscendo a trasformare le infor-
in Ucraina per identificare i manifestanti pacifisti
mazioni catturate dalle telecamere in
dati» e così alimentando le banche da-
ti governative e gli algoritmi. Ufficialmente, però, Skynet nasceva fine di generare i modelli di tutti per confrontarli con quelli delle
per garantire la sicurezza degli spazi pubblici, facilitando l’identi- persone incluse nella watch-list. Pertanto, si determina una evo-
ficazione di chi commette un crimine. «La sicurezza urbana è un luzione della natura stessa dell’attività di sorveglianza, passando
grimaldello che viene usato per l’installazione di sempre più te- dalla sorveglianza mirata di alcuni individui alla possibilità di sor-
lecamere nei centri urbani», spiega Laura Carrer, che è giornali- veglianza universale allo scopo di identificare alcuni individui». In
sta e fellow del Centro Hermes per la trasparenza e i diritti uma- altre parole, il Garante ravvisa il pericolo che SARI Real-Time pos-
ni digitali, un’organizzazione italiana che promuove la campagna sa essere usato come strumento per sorveglianza e identificazio-
Reclaim Your Face nata allo scopo di vietare l’uso dei sistemi bio- ne di massa.
metrici in Europa. Da un’inchiesta portata avanti da Carrer con al-
tri due colleghi giornalisti è emerso che la città di Como nel 2020 Una sorveglianza smart e globale
ha acquistato e installato 16 telecamere predisposte per il ricono- Secondo le ricerche condotte da Feldstein per il Digital Re-
Copia di 91992966cbf5c8f83f927ad18d6a0549

scimento facciale nei pressi dei giardini pubblici di via Francesco pression Index (si veda il box a p. 31), nel mondo sono 55 i paesi che
Anzani e via Leone Leoni. Il sistema installato a Como permette hanno almeno una città dove la tecnologia della smart city è im-
la visualizzazione in tempo reale di immagini, la funzione di rico- piegata per la sorveglianza dei cittadini. Sono invece 68 i paesi do-
noscimento facciale e quella di rilevamento automatico del loite- ve sistemi di riconoscimento facciale pubblici sono attivi. Tra di
ring, cioè del bighellonaggio. A monte della scelta della città, oltre questi c’è la Federazione Russa, dove il sistema per il riconosci-
al problema della sicurezza, c’era quello di monitorare i migranti mento facciale Sphere è usato dall’inizio della guerra in Ucraina
che cercano di arrivare in Svizzera e da lì nei paesi del Nord Euro- per identificare i manifestanti pacifisti. Human Rights Watch ave-
pa passando da Como. va lanciato l’allarme già nel settembre 2021, denunciando che «le
Il 26 febbraio 2020 il Garante della privacy ha emesso un prov- autorità russe continuano a espandere l’uso della tecnologia del
vedimento con cui ha chiarito che mancano le basi legali per l’in- riconoscimento facciale in tutto il paese, senza alcuna regolamen-
stallazione del sistema di videosorveglianza con riconoscimento tazione, supervisione o protezione dei dati». Come sottolinea Dei-
facciale di Como. Ma il caso è indicativo del fatto che anche in Ita- bert per quanto riguarda la compravendita degli spyware, anche
lia questo tipo di tecnologie esercita un enorme fascino. «Le tele- nel caso del riconoscimento facciale a livello internazionale non
camere per la sicurezza sono una risposta semplice a un problema c’è una regolamentazione del settore che tuteli i dati personali dei
complesso», sottolinea Carrer. C’è in sostanza l’idea, molto attraen- cittadini. Chi abita in Europa è in una situazione leggermente mi-
te per i politici, che le telecamere servano da deterrente e che gliore, secondo Feldstein, perché esiste il GDPR, il Regolamento
la tecnologia possa da sola risolvere problemi sociali e crimina- generale sulla protezione dei dati emanato nel 2016, che rende più
li. «C’è il fascino della tecnologia, esercitato su persone che deci- difficile l’installazione di sistemi come quello russo o cinese.

32 Le Scienze 648 agosto 2022


L’assenza di una regolamentazione internazionale contribuisce all’uso di tecnologie digitali per la repressione del dissenso e il controllo dei cittadini.

Ma, allargando lo sguardo, Feldstein si dice preoccupato soprat- canza di una regolamentazione internazionale che favorisce l’e-
tutto per quelli che chiama «regimi ibridi». Si tratta di quei paesi in mergere di una zona grigia dove le tecnologie digitali si possono
cui formalmente c’è la democrazia, ma si sta sperimentando una infilare ed essere usate per reprimere il dissenso e sorvegliare i cit-
crescente erosione delle libertà con forme di repressione. Sono tadini, che si ritrovano in un mondo sempre più controllato.
paesi che hanno intrapreso una strada che li sta facendo progressi- Per Deibert si tratta di un paradosso. Solo nel 2011, durante la
vamente allontanare, passo dopo passo, dai valori delle democra- cosiddetta Primavera araba, le tecnologie digitali e i social net-
zie liberali e li fa avvicinare sempre più ai totalitarismi. «Sono casi work erano visti come strumenti in grado di rinforzare la socie-
come India, Pakistan, Ungheria – elenca Feldstein – in cui la china tà civile internazionale. Oggi, pur continuando a rappresentare
è di un certo tipo». Un pensiero simile a quello di Carrer, che si dice anche quel sogno tecno-ottimista, quelle stesse tecnologie «aiu-
preoccupata per il fatto che sistemi per il riconoscimento facciale tano la diffusione di nuovi tipi di autoritarismo digitale che supe-
vengano installati «in sordina» in moltissime città. ra i confini delle nazioni». Per Deibert è un effetto «inquietante».
Copia di 91992966cbf5c8f83f927ad18d6a0549

Che soluzioni ci sono? Deibert indica la possibilità di un trat-


Se non hai nulla da nascondere… tato internazionale, simile a quello per la regolamentazione degli
Rispetto alla privacy dei dati personali, in moltissimi casi non armamenti. Si tratta di un’eventualità «improbabile», tuttavia sa-
è chiaro in che modo i governi e le forze di polizia possano usar- rebbe un riferimento giuridico a cui, almeno, si potrebbe fare ap-
li, quanto a lungo vengano mantenuti nelle banche dati e con chi pello. Strumenti più pratici, oltre all’indispensabile operato degli
possano essere condivisi. Tutto questo preoccupa gli attivisti dei attivisti per i diritti umani digitali, potrebbero essere regole più ri-
diritti umani, che sottolineano l’opacità di questi sistemi. Ma c’è gide su quali aziende possono fornire tecnologie alle amministra-
anche un problema ulteriore, legato alla variabilità della sua accu- zioni pubbliche, a tutti i livelli. Società come NSO, che produce
ratezza. Un rapporto della polizia metropolitana del Regno Unito Pegasus, oppure quelle che installano sistemi di riconoscimento
pubblicato nel 2019 rilevava un tasso di errore altissimo: l’81 per facciale potrebbero essere messe su una lista nera che impedisce
cento. Un altro studio, effettuato dal comitato etico di Axion, uno di fare affari con il settore pubblico. Su questo punto, però, si ab-
dei principali fornitori di body camera (le telecamere che si indos- batte il pessimismo generato dalla diffusa scarsa preparazione cul-
sano) alle forze di polizia statunitensi, ha concluso che «il ricono- turale in questo settore proprio dei funzionari pubblici e degli am-
scimento facciale è una tecnologia non sufficientemente affidabi- ministratori che sbandierano la tecnologia come la soluzione dei
ER_Creative/iStock

le perché se ne possa giustificare l’impiego da un punto di vista problemi. Servirebbe, invece, una maggiore educazione e forma-
etico». Da allora, Axion non ha più fornito il supporto del ricono- zione ai cittadini sui rischi dell’impiego delle tecnologie digita-
scimento facciale nei propri prodotti. li. Perché è difficile tutelare un proprio diritto se non si hanno gli
Ancora una volta, come già rilevato per gli spyware, è la man- strumenti per farlo. Q

www.lescienze.it Le Scienze 33
PALEONTOLOGIA

La riscossa dei

Copia di 91992966cbf5c8f83f927ad18d6a0549

Ectoconus, uno dei primi


mammiferi placentati, dava alla luce
cuccioli vivi e ben sviluppati.

34 Le Scienze 648 agosto 2022


mammiferi
Erano rimasti all’ombra
dei dinosauri per milioni di anni.
Poi l’impatto di un asteroide
con la Terra creò un nuovo mondo
pieno di opportunità evolutive

di Steve Brusatte

O
gni primavera porto i
miei studenti nel de-
serto nel nord-ovest
del New Mexico, po-
co a nord del Canyon
Chaco, dove 1000 anni fa l’antico popolo dei
Pueblo costruì una grande città di roccia.
Nel corso della nostra escursione a piedi,
tra le sfumature pastello dei calanchi, non
Copia di 91992966cbf5c8f83f927ad18d6a0549

possiamo fare a meno di notare le ossa di di-


nosauro. Il terreno è cosparso di zampe di
Tyrannosaurus rex e di pezzi di quelle ver-
tebre che circa 66,9 milioni di anni fa, du-
rante il Cretaceo, ancoravano i lunghi col-
li dei sauropodi. Poi, all’improvviso, le ossa
spariscono. Continuando ad arrampicarci
tra gli strati rocciosi, iniziamo a notare un
nuovo tipo di fossile.

www.lescienze.it Le Scienze 35
Si tratta di mascelle piene di denti. Non sono quelli simili a col- Steve Brusatte è professore all’Università
telli da bistecca del T. rex, bensì denti con cuspidi e valli comples- di Edimburgo e autore di The Rise and Reign
se: sono molari di mammiferi. Durante un’uscita nel 2014 avevo of the Mammals, una nuova storia dell’evoluzione
seguito le tracce di questi fossili addentrandomi nel letto asciutto dei mammiferi (Mariner Books, 2022).
di un torrente sacro ai Navajo, il Kimbeto, che significa «sorgente
dello sparviero». Dall’altro versante del canale avevo sentito giun-
gere un grido vittorioso. Era il mio collega Tom Williamson che
aveva scoperto uno scheletro: apparteneva a un grosso animale di tra le zampe dei dinosauri viveva un’abbondanza di mammiferi in
circa 100 chilogrammi. Basandoci sulle ossa del bacino potevamo miniatura, non più grandi di un tasso. Erano animali che correva-
affermare che quell’animale dava alla luce cuccioli vivi e ben svi- no, si arrampicavano, scavavano, nuotavano e planavano. Furono
luppati. Era un mammifero placentato, come noi. loro a sviluppare le caratteristiche classiche dei mammiferi: il pe-
Quel mammifero fossile, Ectoconus, era rivoluzionario. Visse lo, il metabolismo a sangue caldo, una gamma complessa di denti
appena 380.000 anni dopo il giorno peggiore nella storia della Ter- (canini, incisivi, premolari, molari) e la capacità di nutrire i picco-
ra, quando un asteroide del diametro di dieci chilometri mise fi- li con il proprio latte.
ne, tra fuoco e fiamme, all’Era dei dinosauri, inaugurando così un Quei primi mammiferi proliferarono in un albero genealogico
mondo nuovo. Spesso questa storia è raccontata in modo semplice lussureggiante. C’erano decine di sottofamiglie distinte da diversi
sui libri di testo: i dinosauri morirono, invece i mammiferi soprav- tipi di dentature, diete e metodi riproduttivi. Uno di questi grup-
vissero e presero rapidamente il sopravvento. Però questo raccon- pi, quello dei multitubercolati, prosperò nel sottobosco del Creta-
to passa sotto silenzio una verità preoccupante: in realtà sappiamo ceo perché usava i premolari a sega e gli incisivi taglienti per divo-
poco sui mammiferi che resistettero all’estinzione e che persevera- rare un nuovo tipo di alimento: frutta e fiori. Fossili di questo tipo
rono nei 10 milioni di anni successivi, nell’epoca chiamata Paleoce- di animali emersero a dozzine tra il 1963 e il 1971, durante le spedi-
ne. Come fecero a resistere quando morì il 75 per cento delle specie zioni polacco-mongole nel Deserto del Gobi, uno dei primi grandi
animali? E come fecero a gettare le basi per le oltre 6000 specie di progetti di ricerca paleontologica sul campo guidati da una donna,
mammiferi placentati che prosperano oggi, dai pipistrelli nell’aria in particolare una che è tra i miei eroi, la compianta paleobiologa
alle balene nel mare fino a noi esseri umani? polacca Zofia Kielan-Jaworowska.
La scienza discute di queste domande fin dagli anni settan- Intanto, mentre i multitubercolati prosperavano, altri tre rami
ta dell’Ottocento, quando in New Mexico furono scoperti i primi si separavano dal tronco principale dell’albero genealogico, senza
fossili di mammiferi placentati risalenti al Paleocene. Finalmen- grandi clamori. Questi straordinari innovatori diedero origine ai
te, negli ultimi vent’anni, nuove scoperte e tecniche di ricerca so- tre lignaggi di mammiferi che esistono ancora oggi: i monotremi,
no riuscite a rivelarci l’identità di quei pionieri. Si tratta di anima- che depongono uova; i marsupiali, che danno alla luce cuccioli an-
li placentati che per poco non fecero la fine dei dinosauri, ma che, cora deboli, che poi continuano a svilupparsi dentro il marsupio;
dopo essere sopravvissuti per un pelo all’inferno di zolfo, creb- e i placentati, come Ectoconus e noi umani, che partoriscono cuc-
bero rapidamente di dimensioni passando da quelle di un ratto a cioli già più grandi e sviluppati. L’orologio molecolare, una tecni-
quelle di una mucca, si diversificarono per alimentazione e com- ca che usa le differenze tra i DNA di diverse specie moderne per
portamenti, poi svilupparono un cervello più grande e così segna- calcolare a ritroso il momento in cui quelle specie si sono separa-
rono l’avvento di una nuova Era dei mammiferi. te, stima che alcuni lignaggi di placentati, tra cui i primati, esistes-
sero già contemporaneamente ai dinosauri. I paleontologi deside-
Origini triassiche rano disperatamente scoprire fossili di quei primissimi placentati,
Torniamo indietro al Triassico. Spesso si pensa che i mammi- ma non ci sono ancora riusciti.
feri siano successivi ai dinosauri nel passato evolutivo, ma in re- Poi, un giorno di 66 milioni di anni fa, questo quadro primor-
altà entrambi i gruppi ebbero origine nello stesso posto e nello diale con i dinosauri che galoppavano a passo pesante sulla terra
stesso momento: circa 225 milioni di anni fa, quando tutte le su- e i mammiferi che zampettavano nell’ombra finì nel caos. Un aste-
Copia di 91992966cbf5c8f83f927ad18d6a0549

perfici emerse della Terra erano riunite nel supercontinente Pan- roide grande come l’Everest sfrecciava nei cieli, più veloce di un
gea. All’epoca il nostro pianeta si stava riprendendo dalla peggio- aereo di linea e per caso andò a schiantarsi su quella che oggi è
re estinzione di massa della storia, quando i megavulcani della la penisola dello Yucatán, in Messico. La colpì con una forza di ol-
Siberia sputarono lava e anidride carbonica per milioni di anni, tre un miliardo di bombe atomiche, facendo un buco largo più di
causando un picco di calore a livello globale che uccise fino al 95 160 chilometri e profondo più di 16 chilometri nella crosta terre-
per cento di tutte le specie esistenti. Quando i vulcani si spense- stre. Tsunami, incendi, terremoti ed eruzioni vulcaniche sconvol-
ro, i dinosauri, i mammiferi e molti altri nuovi gruppi di animali sero tutto il pianeta. Polvere e fuliggine riempirono l’atmosfera e
emersero a riempire il vuoto. lasciarono il mondo al buio per anni. Le piante non riuscivano a
Pagine precedenti: illustrazione di Beth Zaiken

Per i successivi 160 milioni di anni, dinosauri e mammiferi se- effettuare la fotosintesi, le foreste arrivarono al collasso, gli erbi-
guirono strade separate, ma entrambi con successo. I dinosau- vori morirono, presto seguiti dai carnivori. Interi ecosistemi furo-
ri divennero giganti ed esclusero i mammiferi dalle nicchie adat- no ridotti in polvere. Fu la fine dell’Era dei dinosauri.
te agli animali di grandi dimensioni. I mammiferi fecero l’esatto
contrario: con i loro corpi di dimensioni ridotte, potevano sfrutta- Per un pelo
re nicchie ecologiche a cui i dinosauri, più grandi, non avrebbero L’asteroide fu un cataclisma apocalittico e cambiò il corso del-
avuto accesso. Dato che avevano ottenuto un vantaggio competi- la storia della Terra. Tre specie su quattro tra tutte quelle viventi,
tivo in quegli habitat, in pratica impedirono al T. rex, al Tricera- incapaci di far fronte alla situazione, soccombettero e si estinsero.
tops e ai loro parenti di diventare più piccoli. Tra i 201 milioni e i 66 I dinosauri furono le vittime più famose: tutti quegli animali con
milioni di anni fa, nei periodi denominati Giurassico e Cretaceo, il collo lungo, le corna, il becco d’anatra, la testa a cupola e i denti

36 Le Scienze 648 agosto 2022


Le rocce nel canale del Torreon Wash, nel nord-ovest del New Mexico, contengono fossili di mammiferi vissuti nel Paleocene.

aguzzi morirono, e solo un manipolo di uccelli riuscì a sopravvive- La situazione rimase stabile per gli ultimi 2 milioni di anni del Cre-
re e a portare avanti fino a oggi l’eredità dei dinosauri. taceo. Non c’erano segnali di grossi problemi.
E i mammiferi? La maggior parte delle storie che raccontano Poi tutto cambiò. Se osserviamo le rocce sedimentarie che si
l’estinzione alla fine del Cretaceo parla dei mammiferi come dei formarono 66 milioni di anni fa, vediamo comparire una sottile li-
grandi sopravvissuti, i vincitori che si appropriarono dello scettro nea satura di iridio, un elemento raro sulla superficie terrestre ma
dei dinosauri. In un certo senso è vero: i mammiferi perseveraro- comune nello spazio cosmico. Quella linea è l’impronta chimica
no, altrimenti noi non saremmo qui. Però le ricerche più recenti dell’asteroide. I dinosauri, compresi T. rex e Triceratops, scompa-
dimostrano che ci mancò poco, e che il loro fato dipese totalmente iono all’improvviso. Il Cretaceo ha lasciato il posto al Paleocene.
da quello che avvenne nei giorni, nei decenni e nei millenni suc- Lo scenario nel primo Paleocene è tragico. In Montana c’è un
cessivi all’impatto dell’asteroide. Per i mammiferi, quell’asteroide sito fossile chiamato Z-Line Quarry, che risale a circa 25.000 an-
fu allo stesso tempo il momento di maggior pericolo e una gran- ni dopo l’impatto dell’asteroide. È un posto che sa di morte. Qua-
de occasione. si tutti i mammiferi che prosperavano in quella zona nel Cretaceo
La migliore documentazione fossile sui mammiferi che si tro- sono scomparsi; ne rimangono solo sette specie. Diversi altri siti
varono ad affrontare l’asteroide e le sue conseguenze arriva dalla fossili raccontano quello che successe nei 100.000-200.000 anni
zona settentrionale delle Grandi Pianure negli Stati Uniti. William successivi. Se mettiamo insieme tutti i mammiferi esistenti in di-
Clemens dell’Università della California a Berkeley, scompar- versi momenti durante quel periodo, si arriva a un totale di 23 spe-
so nel 2020, ha passato quasi cinquant’anni a esplorare i terreni cie. Di queste solo una appartiene ai metateri; questi antenati dei
Copia di 91992966cbf5c8f83f927ad18d6a0549

dei ranch nel nord-est del Montana, accompagnato dal profumo marsupiali, che nel Cretaceo erano così abbondanti, per poco non
di salvia dell’artemisia tridentata. A formare queste colline sono si estinsero completamente. Nell’insieme, se consideriamo tutta
le rocce plasmate dai fiumi che per i tre milioni di anni tra la fi- la documentazione fossile del Montana e i dati provenienti dal re-
ne del Cretaceo, le conseguenze dell’asteroide e l’alba del Paleo- sto del Nord America occidentale, le statistiche sono tetre. Appena
cene scendevano dalle Montagne Rocciose ancestrali attraverso un misero 7 per cento dei mammiferi sopravvisse alla carneficina.
le foreste. Decine di migliaia di fossili scoperti in quegli strati roc- Immaginiamo l’asteroide come una roulette russa, una pistola con
ciosi, studiati con metodi statistici da Gregory Wilson Mantilla, ex dieci fori nel tamburo, nove dei quali contengono una pallottola:
studente di Clemens e attualmente paleontologo alla Washington anche così le probabilità di sopravvivere sarebbero leggermen-
State Universiy, rivelano quali animali vissero, quali morirono e te superiori a quelle che dovettero affrontare i nostri antenati nel
perché. magnifico mondo nuovo del Paleocene.
La cosa può forse sorprendere, ma i mammiferi se la cavavano Questa situazione cupa solleva una domanda: che cosa permi-
bene alla fine del Cretaceo. All’epoca in Montana ne vivevano al- se ad alcuni mammiferi di resistere? La risposta è diventata chia-
meno 30 specie, che rivestivano molti ruoli nell’ecologia alla base ra quando Wilson Mantilla ha guardato quali animali fossero morti
della catena alimentare dominata dai dinosauri: per esempio si ci- e quali fossero sopravvissuti. I sopravvissuti erano più piccoli del-
bavano di ossa o di fiori, o ancora erano insettivori oppure onnivo- la maggior parte dei mammiferi del Cretaceo e i loro denti indicano
Steve Brusatte

ri. Per la stragrande maggioranza erano metateri (antichi membri che seguivano una dieta generalista, onnivora. Le vittime, invece,
del lignaggio dei marsupiali) o multitubercolati. Erano presenti erano più grandi, con diete carnivore o erbivore più specializzate.
anche i primi cugini dei placentati, chiamati euteri, ma erano rari. Questi ultimi erano estremamente adattati al mondo della fine del

www.lescienze.it Le Scienze 37
Cretaceo, ma quando l’asteroide scatenò l’inferno quegli adatta- liamson, curatore del New Mexico Museum of Natural History
menti si trasformarono in difficoltà. Gli animali più piccoli e gene- and Science. Da oltre 25 anni Williamson perlustra i calanchi e in-
ralisti, al contrario, riuscivano più facilmente a nutrirsi di qualsia- segna ai suoi figli, i gemelli Ryan e Taylor, e a molti studenti Nava-
si cosa trovassero nel caos successivo all’impatto e potevano anche jo locali a diventare campioni nella raccolta di fossili. Negli ultimi
rintanarsi con più facilità per aspettare che il peggio passasse. dieci anni i miei studenti e io ci siamo uniti alla sua squadra.
Quando gli ecosistemi si riformarono, all’inizio del Paleoce- Tom e il suo gruppo hanno raccolto migliaia di fossili, che nel
ne, molti dei mammiferi che iniziarono a moltiplicarsi erano eu- loro insieme disegnano un quadro a colori vivaci di quella che era
teri, gli antenati di quei placentati che nel Cretaceo erano semplici la vita nel Paleocene nel primo milione di anni dopo l’asteroide.
comparse. Con le loro piccole dimensioni, la dieta flessibile e for- Nell’elenco di placentati arcaici si trovano animali come Ectoco-
se modi più rapidi di crescere e riprodursi, riuscirono ad appro- nus, che si fanno rientrare un po’ a forza in un gruppo nebuloso
priarsi di nicchie ecologiche aperte e iniziarono a costruire nuove chiamato condilartri. I membri di questo gruppo erano soprattut-
reti alimentari. Circa 100.000 anni dopo l’asteroide, in Montana to erbivori, oppure onnivori con una corporatura robusta. Molti
apparve un nuovo euterio, che ben presto divenne comune. Pur- erano dotati di zoccoli. Condividevano le nicchie ecologiche adat-
gatorius, con i suoi molari caratterizzati da cuspidi delicate, che te agli erbivori con i pantodonti, animali dal torace largo e con arti
usava per mangiare frutta, e le articolazioni del tarso estrema- enormi, che si nutrivano di foglie e raggiungevano dimensioni si-
mente mobili, adatte ad aggrapparsi e ad arrampicarsi sugli alberi, mili a quelle delle vacche moderne. Un altro gruppo, i teniodon-
era un esponente precoce della linea dei primati. Questo animale, ti, era composto da strani esseri con enormi zampe anteriori dota-
o forse un altro euterio strettamente imparentato con questo, fu te di artigli, con cui scavavano nel terreno, e possenti mandibole
l’antenato da cui discendiamo noi. con canini ingrossati, che usavano per estrarre i tuberi. Tutti que-
sti mammiferi dovevano sicuramente temere i triisodonti, il terro-
I primi placentati re del Paleocene, che sembravano lupi sotto steroidi e frantuma-
Questi impavidi sopravvissuti forgiarono un mondo nuovo: vano le ossa delle prede con i loro molari terribili.
un’Era dei mammiferi, in cui i placentati si affermarono più di tut- Districarsi tra la genealogia di questi placentati arcaici non
ti gli altri. Per quanto riguarda i primi veri placentati che formaro- è facile. Attualmente il mio gruppo di ricerca collabora con Wil-
no comunità diversificate nel Paleocene, alcuni dei fossili migliori liamson, con il mammalogo del Carnegie Museum of Natural Hi-
arrivano dal New Mexico, in particolare dal Kimbeto. Uno di quegli story John Wible e con altri colleghi per risolvere questo nodo
innovatori era Ectoconus, l’animale di cui abbiamo trovato lo sche- gordiano filogenetico. Stiamo mettendo insieme un enorme set di
letro nel 2014, che quando attraversava a balzi le foreste pluviali e dati sui mammiferi fossili e attualmente esistenti, con le rispetti-
paludose di 65,6 milioni di anni fa, sgranocchiando foglie e legu- ve caratteristiche anatomiche e genetiche, per poter compilare un
mi, era il mammifero più grande che vi
avesse mai vissuto. Nello stesso ambien-
te viveva una decina di nuove specie di Questi impavidi sopravvissuti forgiarono
placentati, mentre i dinosauri stavano
già diventando storia antica. un mondo nuovo: un’Era dei mammiferi, in cui
Conosciamo questi placentati del Pa-
leocene da quasi 150 anni. I loro fossili
i placentati si affermarono più di tutti gli altri
furono segnalati nelle campagne degli
anni settanta e ottanta dell’Ottocento,
quando i geologi si unirono ai cartografi e ai soldati per tracciare albero genealogico completo. I primi risultati sono incoraggianti.
le mappe dei territori da poco confiscati ai nativi americani. Uno Alcune specie arcaiche, come i teniodonti, derivano forse da al-
di quegli esploratori, David Baldwin, trovò un vero tesoro di mam- cuni euteri del Cretaceo e quindi sono forse tra i placentati più
miferi presso il Kimbeto e in altri siti di epoca simile, stretti tra gli primitivi, sul tronco dell’albero genealogico. Altri, tra cui alcu-
Copia di 91992966cbf5c8f83f927ad18d6a0549

strati più antichi, con i dinosauri del Cretaceo, e quelli più recen- ni condilartri, condividono alcune caratteristiche con gli attuali
ti, con i mammiferi dell’Eocene, un’epoca che andò da 56 a 34 mi- mammiferi artiodattili e sono probabilmente forme di protocaval-
lioni di anni fa. Questi ultimi si potevano facilmente classificare in li e protobovini. Sembra quindi che i placentati arcaici siano una
gruppi che ci sarebbero familiari, per esempio cavalli, scimmie e collezione variegata, con alcuni che formavano stravaganti sotto-
roditori. I mammiferi del Paleocene, invece, non erano facili da gruppi a parte e altri che costituiscono il ceppo ancestrale da cui
categorizzare. Erano nettamente più grandi di qualsiasi mammi- nacquero i placentati di oggi.
fero esistente nel Cretaceo e non presentavano ossa epipubiche
sulla parte anteriore del bacino, il che suggerisce che avessero Un vantaggio iniziale
una placenta grande per nutrire i cuccioli in utero. Questo signi- Anche se la posizione di condilartri, teniodonti e dei loro simi-
fica che erano sicuramente placentati. Ma i loro scheletri erano li arcaici sull’albero genealogico deve ancora essere definita con
strani: tarchiati e muscolosi, con un miscuglio di elementi che og- precisione, riusciamo già a farci un’idea di com’erano questi ani-
gi si ritrovano in gruppi diversi di mammiferi. mali in vita. I fossili raccolti dal nostro gruppo e studiati con nuo-
Questi strambi abitatori del Paleocene si guadagnarono una re- ve tecnologie rivelano come questi placentati svilupparono carat-
putazione difficile e gli studiosi iniziarono a liquidarli come pla- teristiche e comportamenti nuovi, che li aiutarono ad adattarsi
centati «arcaici». Che rapporto avevano con i loro antenati del Cre- nel caos del primo Paleocene e a sfruttare le nicchie ecologiche
taceo e con i mammiferi di oggi? Come si muovevano, di che cosa aperte. Durante questo periodo si svilupparono molti dei tratti ti-
si nutrivano, come crescevano? Per generazioni queste domande pici dei placentati, vantaggi che aiutarono a plasmare i generali-
lasciarono i paleontologi senza risposte. Poi arrivò Thomas Wil- sti sopravvissuti all’estinzione trasformandoli in specialisti nuo-

38 Le Scienze 648 agosto 2022


CRONOLOGIA DI UN SUCCESSO

L’avvento dei mammiferi


Grafica di Jen Christiansen e Ornella Bertrand (cervelli); fonti: Smith, F.A., e altri, The Evolution of Maximum Body Size of Terrestrial Mammals, in «Science», Vol. 330, 26 novembre 2010 (dati sulle dimensioni corporee); Grossnickle D.M. e altri, Untangling the
Multiple Ecological Radiations of Early Mammals, in «Trends in Ecology and Evolution», Vol. 34, ottobre 2019 (dati sulla diversità ecologica); Close R.A. e altri, Diversity Dynamics of Phanerozoic Terrestrial Tetrapods at the Local-Community Scale, in «Nature

I mammiferi vissero sotto il giogo dei dinosauri per decine di milioni cie esistenti (inclusi tutti i dinosauri a eccezione di quelli che sarebbero
Ecology and Evolution», Vol. 3, febbraio 2019 (dati sulla varietà di specie); Bertrand O.C. e altri, Brawn before Brains in Placental Mammals after the End-Cretaceous Extinction, in «Science», Vol. 376, 31 marzo 2022 (dati sulla dimensione del cervello).

di anni e solo 66 milioni di anni fa iniziarono a prendere il centro del- diventati gli uccelli). Scoperte recenti ci rivelano come fecero i mammi-
la scena, quando un asteroide largo 10 chilometri si schiantò in quel- feri a sopravvivere all’estinzione di massa, per poi dare il via alla nuova
lo che oggi è il Golfo del Messico, cancellando il 75 per cento delle spe- Era dei mammiferi, con specie che oggi abitano il mare, la terra e il cielo.

Compaiono gli antenati dei marsupiali, I mammiferi si evolvono con tutta una serie di Sia i mammiferi che i dinosauri
dei monotremi ovipari e dei placentati forme corporee diverse per sfruttare diverse ebbero origine circa 225 milioni di
con i loro cuccioli di grandi dimensioni. nicchie ecologiche, ma al contrario dei dinosauri anni fa sul supercontinente Pangea.
rimangono di piccole dimensioni.

CRETACEO GIURASSICO TRIASSICO

Inferiore Superiore Medio Inferiore Superiore

120 130 140 150 160 170 180 190 200 210
110 Milioni di anni fa

TERZIARIO

Olocene
CRETACEO PALEOGENE NEOGENE Pleistocene
Pliocene
Superiore Paleocene Eocene Oligocene Miocene

100 90 80 70 60 50 40 30 20 10

DIMENSIONE DEL CORPO


Il corpo di piccole dimensioni aiutò alcuni mammiferi a sopravvivere all’impatto dell’asteroide a causa
del quale si estinsero i dinosauri. Però nel periodo successivo al cataclisma i precursori dei placentati
iniziarono a ingrandirsi, passando dalle dimensioni di un ratto a quelle di un bovino e oltre.

DIVERSITÀ ECOLOGICA
I placentati svilupparono dei tratti che permisero loro di sfruttare l’ampia gamma di nicchie ecologiche
aperte. Alcuni, per esempio, presentavano corpi e denti specializzati per arrampicarsi sugli alberi e nutrirsi
di frutta, mentre altri erano fatti apposta per scavare sotto terra e sgranocchiare i tuberi.

Copia di 91992966cbf5c8f83f927ad18d6a0549

RICCHEZZA DI SPECIE
Con il passaggio dal periodo del Cretaceo all’epoca del Paleocene, man mano che gli ecosistemi si
riprendevano dalla devastazione causata dall’asteroide, il numero di specie di mammiferi presente
in ciascuna comunità locale aumentò bruscamente.

INTELLIGENZA/DIMENSIONI DEL CERVELLO


Tra tutti i vertebrati, i mammiferi sono quelli con il cervello più grande in rapporto alle dimensioni
del corpo. Secondo il consenso convenzionale, il cervello sarebbe cresciuto in modo costante nel
tempo. Invece alcune scoperte recenti dimostrano che i mammiferi non diventarono particolarmente
intelligenti se non dopo aver raggiunto dimensioni corporee più significative.

Scansioni TAC di crani fossili


rivelano che la dimensione del
cervello diminuì nei primi placentati
e poi crebbe di nuovo in modo
indipendente in diversi lignaggi,
attraverso una crescita pronunciata Placentato «arcaico» condilartro Placentato «arcaico» tillodonte Placentato moderno perissodattilo
delle regioni cerebrali coinvolte Arctocyon primaevus Trogosus hillsis Hyrachyus modestus
nella funzionalità sensoriale. (tardo Paleocene) (medio Eocene) (medio Eocene)

www.lescienze.it Le Scienze 39
Durante le ricerche sul campo presso il canale del Kimbeto, sempre nel nord-ovest del New Mexico (qui sopra), sono state scoperte mascelle
fossili appartenenti all’erbivoro chiamato Ectoconus (a fronte, in alto a destra) e agli spaventosi carnivori detti triisodonti (in basso a destra).

vi e diversi tra loro. Questi tratti furono alla base del successo dei po la scomparsa dei dinosauri, dopo 160 milioni di anni in cui era-
placentati nei successivi 66 milioni di anni e fanno parte delle fon- no rimasti fermi a dimensioni ridotte.
damenta della nostra biologia come esseri umani. Mentre crescevano di dimensioni, i placentati del Paleocene
Prima fra tutti questi tratti caratteristici dei mammiferi placen- si diversificarono anche in altri modi. Sarah Shelley, già mia stu-
tati è la capacità di dare alla luce cuccioli ben sviluppati, che ri- dentessa di dottorato e ora ricercatrice post-dottorato che ha avu-
mangono in gestazione per un periodo prolungato all’interno to un’importanza fondamentale per le nostre squadre di lavoro sul
della madre per poi nascere in stadio già avanzato. Questo siste- campo in New Mexico, ha studiato in dettaglio gli scheletri di al-
ma è nettamente diverso da come si riproducono gli altri due tipi cune specie arcaiche, prestando attenzione all’attaccatura dei mu-
di mammiferi oggi esistenti. I piccoli dei monotremi escono dalla scoli. Shelley ha effettuato un’analisi statistica su un grande insie-
schiusa di un uovo, i marsupiali nascono così prematuri che de- me di misurazioni, paragonando le specie del Paleocene con i loro
vono rifugiarsi nel marsupio della madre per mesi prima di rag- precursori nel Cretaceo e con i loro discendenti attuali. E ha sco-
giungere lo sviluppo completo. In alcuni placentati, invece, la ge- perto qualcosa di inaspettato: gli scheletri dei placentati arcaici
stazione prolungata dà un vantaggio a inizio vita: in molti casi i mostravano una grande diversità e avevano articolazioni del tarso
Copia di 91992966cbf5c8f83f927ad18d6a0549

piccoli iniziano a muoversi, a socializzare e perfino a procurarsi da capaci di molti tipi diversi di locomozione. A prima vista gli sche-
soli il cibo poco tempo dopo la nascita. letri erano tozzi e generalizzati, ed è uno dei motivi per cui a lun-
Per capire come crescevano i placentati arcaici del Paleocene, go sono stati considerati in modo stereotipato come arcaici. Inve-
Gregory Funston, un ricercatore post-dottorato che lavora al mio ce la loro muscolatura era molto adattabile e permetteva a specie
laboratorio all’Università di Edimburgo, ha tagliato a fettine sot- diverse di scavare gallerie, di trottare e di arrampicarsi. Le specie
tili diversi dei loro denti, inclusi quelli da latte dei cuccioli, e li ha diverse potevano anche procurarsi risorse alimentari di tipo di-
esaminati al microscopio. Funston ha contato le linee di crescita verso. Questa diversificazione così intensa è indice di quella che i
giornaliere e ha identificato marcatori chimici nello smalto che in- biologi chiamano radiazione adattativa, che avviene quando mol-
dicano specificamente lo stress della nascita; così ha potuto deter- te specie nuove proliferano rapidamente da uno stesso antenato,
minare che alcune madri crescevano i piccoli in grembo per cir- cambiando diverse caratteristiche del loro aspetto e del loro com-
ca sette mesi, cioè più del doppio rispetto ai marsupiali. Questa portamento per sfruttare nuovi ambienti o nuove opportunità.
osservazione coincide con le prove ottenute dall’anatomia pelvi- Nonostante tutta questa specializzazione, però, i placentati ar-
ca e conferma che queste specie del Paleocene erano davvero pla- caici del Paleocene non erano particolarmente intelligenti. Que-
centati. Soprattutto, questa strategia di crescita apriva le porte a sta sorprendente rivelazione è il risultato di uno studio di Ornella
Thomas Williamson

un superpotere. Cuccioli più grandi riuscivano con maggiore fa- Bertrand, una ricercatrice post-dottorato del mio laboratorio che
cilità a diventare adulti più grandi, e forse è stato proprio questo a è un genio nell’usare la TAC per ricostruire digitalmente cervel-
permettere ai primi placentati di aumentare di dimensioni a vista lo, orecchie e altre strutture neurosensoriali delle specie estinte.
d’occhio nel giro di appena poche centinaia di migliaia di anni do- Bertrand ha scansionato i crani di diversi placentati arcaici prove-

40 Le Scienze 648 agosto 2022


be dovuto aspettare il periodo temporale successivo al Paleo-
cene: l’Eocene, quando i placentati arcaici entrarono in lento de-
clino e i gruppi di placentati moderni (tra cui cavalli, pipistrelli e
balene) conquistarono il pianeta.

Il mondo moderno
Durante il Paleocene il mondo era una serra; i mammiferi del
New Mexico giocavano nella giungla e i coccodrilli si crogiolava-
no al Sole ad alte latitudini. Poi, circa 56 milioni di anni fa, quel-
la serra divenne ancora più calda. Sotto i continenti settentrionali
iniziò ad accumularsi magma, che poi si spostò verso l’alto in pen-
nacchi, filtrando attraverso la crosta terrestre e cuocendo le roc-
ce degli strati profondi. Come un motore a benzina, questa attività
liberò anidride carbonica, a migliaia di miliardi di tonnellate, che
fece aumentare la temperatura dell’atmosfera di 5-8 gradi nel giro
di 200.000 anni al massimo. Da allora la Terra non ha mai supera-
to quelle temperature.
Quell’evento di riscaldamento climatico improvviso, chiama-
to massimo termico del Paleocene-Eocene, fu un altro ostacolo da
superare per i mammiferi. Però questa volta, al contrario di quan-
to successo con l’asteroide 10 milioni di anni prima, pochissime
specie di mammiferi si estinsero. Piuttosto si trasferirono altro-
ve, verso le zone ad alte latitudini, seguendo nuovi corridoi di mi-
grazione che si erano aperti con l’aumento delle temperature. Al-
cuni dei migratori vantavano nuovi adattamenti, in particolare un
cervello molto più grande. Mostravano al mondo anche altri tratti
nuovi: i primati avevano sviluppato unghie sulle dita delle mani e
dei piedi per aggrapparsi ai rami; gli artiodattili, che hanno un nu-
mero pari di dita, avevano formato ossa a puleggia nell’articolazio-
nienti dal New Mexico e di alcuni straordinari fossili nuovi scoper- ne del tarso, per facilitare la corsa veloce; i perissodattili, che han-
ti di recente nei pressi di Denver da Tyler Lyson, Ian Miller e colle- no un numero dispari di dita, avevano acquisito grossi zoccoli che
ghi. Confrontati con i loro minuscoli predecessori del Cretaceo, i li rendevano particolarmente bravi nel galoppo. Questi mammi-
mammiferi del Paleocene avevano effettivamente un cervello più feri più moderni invasero i continenti del Nord America, dell’Eu-
grande in termini di dimensioni assolute. Ma gli studi di laborato- ropa e dell’Asia, collegati tra loro, e nella loro migrazione di massa
rio e sul campo condoti sui mammiferi dimostrano che la cosa che travolsero i placentati arcaici. Condilartri, teniodonti, pantodonti
conta è la dimensione relativa del cervello, cioè il rapporto tra vo- e triisodonti non sarebbero sopravvissuti ancora a lungo.
lume del cervello e massa corporea. In questi termini relativi, le A sud dell’equatore, dove i fossili di mammiferi del Cretaceo e
dimensioni del cervello dei placentati arcaici erano ridicolmente del Paleocene sono molto più rari, la storia andò diversamente. Sia
piccole non solo rispetto a quelle dei mammiferi moderni, ma per- l’Africa che il Sud America erano continenti isolati che incubaro-
fino rispetto a quelle delle specie che vivevano durante il Creta- no in isolamento i propri placentati insoliti: gli elefanti e i loro si-
ceo, assieme ai dinosauri. mili in Africa, i bradipi e gli armadilli in Sud America. Fu sempre a
A quanto pare i primi placentati crebbero così in fretta che in sud che altre due linee di mammiferi riuscirono a sopravvivere. I
Copia di 91992966cbf5c8f83f927ad18d6a0549

una prima fase il loro cervello non riuscì a tenere il passo. Questa monotremi, come l’ornitorinco e l’echidna, si rifugiarono in Au-
scoperta contraddice una convenzione di vecchia data secondo cui stralia e Nuova Guinea, dove a oggi ne rimangono appena cinque
il cervello dei mammiferi sarebbe cresciuto progressivamente nel specie. I marsupiali scomparvero dai continenti settentrionali, ma
tempo in termini di dimensioni sia assolute sia relative. In qualche ottennero una sospensione di pena immigrando in Sud America e
senso sfida anche le aspettative: non sarebbe logico pensare che i poi facendo il salto verso Antartide e Australia, dove si diversifica-
mammiferi che fondarono la dinastia dei placentati usassero il cer- rono in canguri e koala. (Un gruppo migrò di nuovo verso il Nord
Steve Brusatte (in alto); Thomas Williamson (in basso)

vello per superare la corsa a ostacoli che era la sopravvivenza nel America in un momento successivo: si tratta degli opossum.)
mondo post-asteroide? A quanto pare no. Aumentare le dimen- Ma il futuro apparteneva più che altro ai placentati. Presto,
sioni corporee era più importante che sviluppare un cervello più quando finì il picco di calore, ce n’erano alcuni che si dondolavano
grande, almeno in un primo momento, quando c’erano tantissime dagli alberi, altri che battevano le ali, altri che sostituivano le brac-
nicchie vuote da riempire. In un mondo mutevole e ricco di oppor- cia con le pinne e crescevano fino a diventare i colossi dei mari. È
tunità, un cervello grande poteva anche rivelarsi deleterio, a causa a quel punto temporale che si possono far risalire le origini del pa-
del maggiore dispendio energetico che richiedeva. norama ricco e variegato dei placentati di oggi, inclusi noi. Q

Alla fine, quando gli ecosistemi si stabilizzarono e aumentò la


competizione tra i nuovi placentati, anche il cervello aumentò di
PER APPROFONDIRE
dimensioni. La crescita riguardò soprattutto la neocorteccia, una
sublime regione cerebrale coinvolta nelle funzioni cognitive supe- L’ascesa dei mammiferi. Brusatte S., Luo Z.X., in «Le Scienze» n. 576, agosto
riori e nell’integrazione sensoriale. Però questa espansione avreb- 2016.

www.lescienze.it Le Scienze 41
NEUROSCIENZE

Il cervello
costruttore
del mondo
Il cervello
sonda il mondo
intorno a noi
selezionando
soltanto Copia di 91992966cbf5c8f83f927ad18d6a0549

l’informazione
che gli serve
per sopravvivere
e avere successo

di György Buzsáki
Illustrazione di Islenia Milien
Copia di 91992966cbf5c8f83f927ad18d6a0549
Gÿorgy Buzsáki è un neuroscienziato dei sistemi, il cui lavoro si è concentrato su come i ricordi
si formano e i ritmi cerebrali segmentano l’informazione neurale per alimentare le funzioni
cognitive. Nel 2011 ha ricevuto il Brain Prize della Lundbeck Foundation. Ha pubblicato di
recente The Brain from Inside Out (Oxford University Press, 2019).

Q
uando ero un giovane docente nei seminari per studenti di medicina,
insegnavo neurofisiologia aderendo fedelmente al testo, spiegando con
entusiasmo come il cervello percepisce il mondo e come controlla il cor-
po: gli stimoli sensoriali dagli occhi, dalle orecchie e da altri sensi sono
convertiti in segnali elettrici e poi trasmessi alle rispettive parti rilevan-
ti della corteccia sensoriale, che elabora gli input e induce la percezione; e, per iniziare un
movimento, gli impulsi dalla corteccia motoria istruiscono i neuroni del midollo spinale a
generare la contrazione muscolare.
Quasi tutti gli studenti erano appagati dalle mie spiegazioni stotele si è ipotizzato che l’anima, o la mente, siano all’inizio come
libresche dei meccanismi di input-output del cervello. Ma una una lavagna vuota, una tabula rasa su cui sono rappresentate le
minoranza – i più intelligenti – ponevano sempre una serie di do- esperienze. Questa concezione ha influenzato il pensiero della
mande scomode: «Ma dove avviene nel cervello la percezione?», filosofia cristiana e persiana, l’empirismo britannico e la dottrina
«Che cosa inizia il movimento delle dita prima che le cellule del- marxista; e nel secolo scorso ha permeato la psicologia e la scienza
la corteccia motoria si attivino?» Liquidavo sistematicamente le cognitiva. Questa concezione outside-in (dall’esterno) dipinge la
loro domande con una risposta semplice: «Tutto questo accade mente come uno strumento per imparare la natura vera del mon-
nella neocorteccia». Poi cambiavo abilmente argomento o usavo do. La concezione alternativa – che ha definito la mia ricerca – as-
alcuni oscuri termini in latino che i miei studenti non capivano serisce invece che le reti cerebrali si occupano principalmente di
realmente, ma che sembravano scientifici a sufficienza; così ri- conservare la propria dinamica interna e di generare senza sosta
manevano soddisfatti, almeno per un po’, dalle mie spiegazioni in miriadi di schemi di attività neurale, in sé privi di senso. Quando
Copia di 91992966cbf5c8f83f927ad18d6a0549

apparenza autorevoli. un’azione in apparenza casuale si rivela vantaggiosa per la soprav-


Come altri giovani ricercatori, iniziai a studiare il cervello sen- vivenza dell’organismo, lo schema neuronale che genera quell’a-
za preoccuparmi più di tanto se questo quadro teorico, di perce- zione acquisisce un significato. Quando un neonato emette i versi
zione e azione, fosse giusto o sbagliato. Per anni fui appagato dai «te-te», il genitore gli offre con gioia «Teddy», l’orsacchiotto, e così
miei progressi e dalle scoperte spettacolari che gradualmente si il suono «te-te» acquisisce il significato di orsacchiotto. Recenti
evolvettero in quel campo che negli anni sessanta avrebbe preso progressi nelle neuroscienze hanno corroborato questo quadro.
il nome di «neuroscienze». Eppure, già allora la mia incapacità di
dare risposte soddisfacenti alle domande legittime degli studenti Il cervello «rappresenta» davvero il mondo?
più brillanti mi ossessionava: vivevo la difficoltà di provare a spie- Le neuroscienze hanno ereditato il quadro concettuale della la-
gare qualcosa che in realtà neanch’io avevo compreso bene. vagna vuota, millenni dopo che i primi pensatori, per indicare le
Realizzai, negli anni, che questa frustrazione non riguardava operazioni mentali, avevano usato espressioni come «tabula rasa»;
soltanto me. Molti colleghi, che lo ammettessero o meno, provava- e ancora oggi cerchiamo meccanismi neurali che si correlino alle
no la stessa sensazione. C’era però un aspetto positivo: queste fru- teorie da loro concepite. Il predominio del quadro outside-in è illu-
strazioni furono uno sprone alla mia carriera. Mi spinsero, anno strato dalle straordinarie scoperte della coppia di scienziati David
dopo anno, a elaborare un punto di vista che offre una descrizione Hubel e Torsten Wiesel, che introdussero le registrazioni da sin-
alternativa di come il cervello interagisce col mondo esterno. goli neuroni per studiare il sistema visivo, e che nel 1981 avrebbe-
La sfida, per me e altri neuroscienziati, riguarda una domanda ro ricevuto il premio Nobel per la medicina. Nei loro esperimenti,
complessa: che cos’è esattamente la mente? Sin dai tempi di Ari- registrarono l’attività neurale degli animali mentre mostravano

44 Le Scienze 648 agosto 2022


M O D E L L I A LT E R N A T I V I
loro immagini raffiguranti varie forme: linee in mo-
vimento, margini, aree illuminate o scure, e altre ca-
ratteristiche fisiche inducevano la scarica del poten- Outside-in o inside-out
ziale d’azione (ossia l’attivazione) di insiemi diversi di
neuroni. Nella loro ipotesi, la computazione neurale La teoria del cervello come tabula rasa su cui viene trascritta l’esperienza esiste dai
inizia da figure semplici, che si fondono poi in figure tempi antichi, e persiste tuttora in forma modificata. Alcuni neuroscienziati hanno
più complesse. Queste sono quindi riunite, in qual- iniziato a mettere in discussione questa teoria perché richiede un assunto diffici-
che parte del cervello, per creare la rappresentazio- le da giustificare su come percepiamo ed elaboriamo gli eventi dal mondo esterno,
ne di un oggetto. Non serve una partecipazione atti- in particolare la necessità di invocare un ipotetico «interprete» per spiegare che co-
va: il cervello svolge il compito in automatico. sa sta accadendo.
Il modello outside-in presume che la funzione
fondamentale del cervello sia percepire «segna-
Il quadro outside-in
li» dal mondo e interpretarli correttamente. Ma se
Uno stimolo – l’immagine di un fiore – raggiunge gli occhi, e il cervello risponde causando
questo è vero, allora per rispondere a questi segnali la scarica dei neuroni. Questa teoria è plausibile solamente se si postula che ci sia uno
serve un’operazione aggiuntiva: incuneato tra gli in- «sperimentatore» che osserva e stabilisce una relazione tra il fiore e le risposte neuronali
put percettivi e gli output risiede un ipotetico pro- che esso induce. Se lo sperimentatore è assente, i neuroni nella corteccia sensoriale non
cessore centrale, che incamera le rappresentazioni «vedono» il fiore.
sensoriali dall’ambiente e prende decisioni su come
trattarle per eseguire l’azione corretta.
E quindi, che cos’è esattamente il processore cen-
trale in questo paradigma outside-in? Questa entità
poco compresa e ipotetica assume vari nomi, come Attività
neuronale
libero arbitrio, omuncolo, decisore, funzione esecu-
tiva, variabili intermedie o semplicemente «scatola
nera»: dipende dalle inclinazioni filosofiche dello
Sperimentatore
sperimentatore e dal fatto che l’operazione mentale
in questione sia applicata al cervello umano, ai cer-
velli di altri animali o a modelli al computer. Eppure,
questi concetti si riferiscono tutti alla stessa cosa.
Un’implicazione pratica implicita nel quadro
outside-in è che la prossima frontiera del progresso
delle neuroscienze contemporanee dovrebbe essere
quella di trovare la sede in cui il presunto elaborato-
re centrale risiede nel cervello ed elabora in modo
sistematico i meccanismi neuronali della presa di
Il quadro inside-out
decisioni. In effetti, la fisiologia della presa di deci- La teoria alternativa, inside-out, elimina lo sperimentatore. Presume che arriviamo a
sioni è uno dei temi principali delle neuroscienze comprendere il mondo esterno compiendo azioni – muovendo un fiore, per esempio
attuali. Si è ipotizzato che le regioni cerebrali di or- – per acquisire la conoscenza di un oggetto. Per svolgere questo compito, gli input
dine superiore, come la corteccia prefrontale, siano dai neuroni di avvio dell’azione si combinano con i messaggi sensoriali per fornire una
il luogo dove «ogni cosa si fonde» e da dove «hanno conoscenza della grandezza, della forma e di altri attributi dell’oggetto. Così scaturisce
origine tutti i segnali in uscita». Ma, a ben vedere, il un’immagine significativa, che consente ai neuroni di «vedere» il fiore.
quadro outside-in non sta in piedi.
Copia di 91992966cbf5c8f83f927ad18d6a0549

Non può spiegare come i fotoni che colpiscono la


retina siano trasformati nella reminiscenza di una
passeggiata estiva. Il quadro outside-in richiede l’in- Attività Neuroni di avvio dell’azione
serimento artificiale di uno sperimentatore umano neuronale
che osserva questo evento (si veda il box a destra).
Lo sperimentatore al centro della scena è necessa- Neuroni
sensoriali
rio perché, anche se i neuroni modificano il proprio
profilo di attività quando i recettori sugli organi di
senso sono stimolati (dalla luce o da un suono, per
esempio), questi cambiamenti non «rappresentano»
intrinsecamente nulla che il cervello possa assorbi-
Graphic by Brown Bird Design

re e integrare. I neuroni nella corteccia visiva che


rispondono all’immagine, poniamo di una rosa, non
hanno alcun indizio; non «vedono» la sembianza di
un fiore. Semplicemente, generano oscillazioni elet-
triche in risposta agli input da altre parti del cervel-
lo, inclusi quelli provenienti dalla retina attraverso
molteplici e complessi percorsi.

www.lescienze.it Le Scienze 45
In altre parole, i neuroni delle aree corticali sensoriali, e per- sona compie azioni per indagare il fiore e la sua relazione con la
sino quelli dell’ipotetico processore centrale, non possono «ve- persona stessa e con altri oggetti. Senza questa esplorazione, i soli
dere» eventi che accadono nel mondo. Nel cervello non c’è alcun stimoli dal fiore – i fotoni che colpiscono la retina connessa a un
interprete che assegni un significato a questi cambiamenti delle cervello inesperto – non diverrebbero mai segnali che forniscono
scariche neuronali. I neuroni che incamerano ed elaborano tut- una descrizione significativa della dimensione e della forma del
ti gli stimoli – che non sono un omuncolo magico che osserva le fiore. La percezione può allora essere definita come ciò che noi
attività di ogni neurone del cervello con l’onniscienza dello spe- facciamo, e non quello che incameriamo passivamente attraverso
rimentatore – sono inconsapevoli degli eventi che hanno causa- i nostri sensi.
to i cambiamenti della loro attività. Le fluttuazioni dell’attività Potete dimostrare voi stessi una versione semplice del mecca-
neuronale sono significative solo per lo scienziato, che è nella nismo della scarica corollaria. Copritevi un occhio con la mano e
condizione privilegiata di poter osservare gli eventi nel cervello e muovete l’altro occhio lentamente da un lato con la punta del vo-
quelli nel mondo esterno, e confrontare le due prospettive. stro dito, circa tre volte al secondo mentre leggete questo testo:
vedrete immediatamente che la pagina si muove avanti e indietro.
Percepire è fare Per confronto, quando leggete o vi guardate intorno nella stanza,
Poiché non hanno un accesso diretto al mondo esterno, i neu- nulla sembra muoversi. Questa costanza avviene perché i neuroni
roni hanno bisogno di un modo per confrontare o per «radicare» i che avviano i movimenti oculari per scansionare le frasi inviano
propri profili di attività in qualcos’altro. Il termine «radicamento» anche un segnale corollario al sistema visivo, per indicare se è il
si riferisce alla capacità dei circuiti del cervello di assegnare un mondo o il bulbo oculare che si stanno muovendo, stabilizzando
significato alle variazioni delle scariche neuronali generate dai così la percezione del mondo circostante.
segnali sensoriali. I circuiti lo fanno correlando questa attività a
qualcos’altro: il codice Morse «ta-ta-ti» acquisisce significato solo Imparare abbinando
quando è stato connesso in precedenza alla lettera «G». Nel cervel- Il contrasto tra l’impostazione outside-in e quella inside-out
lo l’unica fonte disponibile di una seconda opinione, il «qualcos’al- (dall’interno) è più evidente quando le impieghiamo per spiegare
tro» a cui correlare l’attività, compare quando iniziamo un’azione. i meccanismi dell’apprendimento. Un assunto tacito del modello
Soltanto muovendoli impariamo che gli stecchi, che nell’ac- della tabula rasa è che la complessità del cervello cresce col grado
qua appaiono piegati, in realtà non sono spezzati; analogamente, di esperienza: man mano che impariamo, le interazioni dei nostri
la distanza tra due alberi e quella tra due vette montane potrebbe circuiti cerebrali dovrebbero diventare progressivamente più ela-
apparire identica, ma muovendoci e spo-
stando la nostra prospettiva scopriamo la
differenza. Per dare significato agli input sensoriali serve
Il quadro outside-in segue una catena
di eventi: dalla percezione alla decisione, il movimento: uno stecco per metà nell’acqua appare
all’azione. In questo modello, i neuroni
in aree sensoriali dedicate sono «guidati»
spezzato, solo muovendolo impariamo che non lo è
da segnali ambientali e quindi non pos-
sono correlare la propria attività a qual-
cos’altro. Ma il cervello non è un’unità di elaborazione seriale; non borate. Nel quadro inside-out, tuttavia, l’esperienza non è la fonte
procede eseguendo ciascuno di questi passi uno dopo l’altro. Vi- principale della complessità del cervello.
ceversa, ogni azione che intraprendiamo fa sì che le aree motorie Quest’ultimo si organizza invece in un vasto repertorio di pro-
informino la parte restante della corteccia cerebrale che l’azione è fili di attività neuronale preformati, conosciuti come traiettorie
iniziata, un messaggio conosciuto come scarica corollaria. neuronali. Questo modello del cervello autorganizzato è parago-
I circuiti neuronali che avviano un’azione si dedicano a due nabile a un dizionario pieno, inizialmente, di parole senza senso.
Copia di 91992966cbf5c8f83f927ad18d6a0549

compiti. Il primo è inviare un comando ai muscoli che controllano Le nuove esperienze non cambiano il modo di funzionare di que-
gli occhi e altri sensori del corpo (le dita e la lingua, tra gli altri). ste reti, per esempio il livello della loro attività complessiva: l’ap-
Questi circuiti orientano i sensori corporei nella direzione otti- prendimento avviene, invece, tramite un processo di abbinamen-
male per indagare in dettaglio la fonte di un input e potenziano to fra le traiettorie neuronali preesistenti e gli eventi nel mondo.
la capacità del cervello di identificare la natura e la posizione dei Per capire come procede l’abbinamento, dobbiamo esaminare
segnali, inizialmente ambigui, che entrano dai sensi. i vantaggi e i vincoli che le dinamiche cerebrali impongono all’e-
Il secondo compito di questi circuiti dell’azione comporta l’in- sperienza. Nella loro versione elementare, i modelli a tabula rasa
vio di notifiche – le scariche corollarie – alle aree sensoriali e alle delle reti neuronali ipotizzano un insieme di neuroni sostanzial-
aree di ordine superiore del cervello: immaginatele analoghe a ri- mente simili e connessi in modo casuale. Il presupposto è che i cir-
cevute postali registrate. I neuroni che avviano i movimenti ocu- cuiti cerebrali siano particolarmente plastici e che qualsiasi input
lari notificano anche alle aree visive sensoriali della corteccia quel arbitrario possa modificarne l’attività. Possiamo cogliere la falla-
che sta succedendo e così disambiguano se, poniamo, un fiore si cia di questa impostazione considerando un esempio dal mondo
sta muovendo nel vento o se, invece, è maneggiato dalla persona dell’intelligenza artificiale (IA). La ricerca classica nell’IA – in par-
che lo sta osservando. ticolare nel suo ramo noto come connessionismo, su cui si basano
Questo messaggio corollario fornisce ai circuiti sensoriali la le reti neurali artificiali – aderisce al modello outside-in, quello
«seconda opinione» necessaria per il radicamento: la conferma della tabula rasa. Questa concezione prevalente è stata forse pro-
che «la mia stessa azione è l’agente del cambiamento». Messaggi mossa nel modo più esplicito nel secolo scorso da Alan Turing,
corollari simili sono inviati al resto del cervello quando una per- il grande pioniere dei modelli della mente: «Presumibilmente, il

46 Le Scienze 648 agosto 2022


L’ E S P E R I M E N T O

Immaginare la strada Percorso a sinistra


Percorso a destra
da percorrere
Un esperimento dimostra che si attivano insiemi distinti di
neuroni – ciascun insieme in un ordine differente – a se-
conda che un ratto stia pianificando se seguire il percorso a
sinistra oppure a destra per ricevere un premio. Premio

Dispositivo sperimentale
Una ruota girevole è situata all’ingresso di un labirinto
che ha due percorsi alternativi, i quali conducono
entrambi a un premio. Il ratto è libero di scegliere un
percorso nel labirinto dopo una corsa di 15 secondi Ruota girevole
sulla ruota. Gli schemi delle scariche neuronali sono
registrati durante l’attività sia nel labirinto sia sulla ruota.

Prove a sinistra Prove a destra


Risultati Schema di scariche Schema di scariche
L’attività neuronale mentre il ratto neuronali riferite neuronali riferite
al percorso a sinistra al percorso a destra
correva nella ruota prediceva la
direzione che il roditore avrebbe Neurone 1
preso nel labirinto molti secondi Neurone 3
dopo, come se l’animale stesse Neurone 5
immaginando il percorso a venire.
Il pannello delle «prove a sinistra»
rappresenta una sequenza di
scarica neuronale che differisce
da quella del pannello delle prove Attività
a destra. Quando si manifestava neuronale
lo schema «sinistro» mentre il
ratto era nella ruota, qualche
istante dopo l’animale prendeva il 0 5 10 15 0 5 10 15
percorso a sinistra nel labirinto. Tempo sulla ruota (secondi)

cervello del bambino è simile a un taccuino, di quelli che compria- ricchi», rimangono ben informate sugli eventi neuronali di ogni
mo dal cartolaio», scriveva. parte del cervello.
Le reti neurali artificiali costruite per «scrivere» gli input su un Il laborioso club dei ricchi costituisce circa il 20 per cento della
circuito neurale spesso falliscono perché ogni nuovo input modi- popolazione complessiva di neuroni, ma è responsabile di quasi
fica inevitabilmente le connessioni e la dinamica del circuito. Si metà dell’attività del cervello. A differenza del club dei ricchi, gran
dice che il circuito manifesta una plasticità. Ma si nasconde un’in- parte dei neuroni del cervello – quelli del club dei poveri – scari-
Copia di 91992966cbf5c8f83f927ad18d6a0549

sidia: nel regolare costantemente le connessioni della propria rete cano lentamente e hanno connessioni deboli con gli altri neuroni;
durante l’apprendimento, il sistema di IA può cancellare, a un ma sono molto plastici e capaci di modificare fisicamente i punti in
certo punto imprevedibile, tutte le memorie archiviate, un baco cui si collegano tra loro, cioè le sinapsi.
conosciuto come interferenza catastrofica, un evento che un cer- Entrambi i club, il ricco e il povero, sono importanti per conser-
vello reale non sperimenta mai. vare le dinamiche del cervello. I membri del club dei ricchi, che è
Viceversa, nel modello inside-out le reti autorganizzate del sempre pronto, scaricano in modo simile in risposta a esperien-
cervello resistono a queste perturbazioni, pur manifestando una ze diverse. Offrono soluzioni rapide e abbastanza soddisfacenti
plasticità selettiva quando è necessaria. Il modo in cui il cervello in buona parte delle condizioni: possiamo fare buone congetture
raggiunge questo equilibrio è legato a differenze enormi nella for- sulle cose ignote, non già perché le ricordiamo, ma perché il no-
za di connessione di gruppi differenti di neuroni. Le connessioni stro cervello genera in continuazione ipotesi su un evento nuovo
tra i neuroni esistono in un continuum: la maggior parte di queste e non familiare. Nulla per lui è completamente nuovo, perché il
Graphic by Brown Bird Design

cellule è connessa solo debolmente con le altre, mentre un insie- cervello correla sempre il nuovo con il vecchio. Generalizza. An-
me più piccolo instaura collegamenti solidi. La minoranza che ha che un cervello senza esperienza ha una vasta riserva di traietto-
connessioni forti è sempre in allerta: scarica rapidamente, condi- rie neuronali pronte all’uso, che offrono le opportunità di abbi-
vide prontamente le informazioni all’interno del gruppo e resiste nare gli eventi nel mondo a schemi cerebrali preesistenti, senza
tenacemente a qualsiasi modifica nei circuiti di neuroni. A causa dover riconfigurare in modo sostanziale le connessioni. Un cer-
della molteplicità di connessioni e della loro alta velocità di comu- vello che si ricrea in continuazione non saprebbe adattarsi veloce-
nicazione, queste sottoreti scelte, talvolta descritte come «club dei mente a eventi in rapido mutamento nel mondo esterno.

www.lescienze.it Le Scienze 47
Ma un ruolo essenziale lo svolgono anche i neuroni plastici, che al punto in cui si trova l’animale nel percorso. Da questa osserva-
hanno una frequenza di scarica lenta. Queste cellule entrano in zione si può indicativamente dedurre che gli input sensoriali con-
gioco quando viene rilevato qualcosa di importante per l’organi- tinuamente variabili originati dall’ambiente esercitano un control-
smo e che deve essere ricordato come riferimento futuro; proce- lo sulla scarica dei neuroni, in linea col modello outside-in.
dono allora mobilitando la loro vasta riserva al fine di cogliere le Tuttavia altri esperimenti, condotti anche sull’uomo, rivelano
sottili differenze tra una cosa e l’altra, modificando la forza di alcu- che queste stesse reti sono usate per i nostri mondi interiori che
ne connessioni con altri neuroni. I bambini imparano il significato tengono traccia dei ricordi personali, svolgono pianificazioni e
della parola «cane» dopo avere visto diverse razze di cani. Quando immaginano azioni future. Se i processi cognitivi sono considerati
un bambino vede per la prima volta una pecora, può succedere da una prospettiva inside-out, diviene chiaro che la navigazione
che esclami «cane». Solo quando la distinzione è importante – co- lungo uno spazio fisico o lungo un territorio esistente solo nell’im-
gliere la differenza tra un animale da compagnia e uno da alleva- maginazione sono elaborate da meccanismi neurali identici.
mento – impareranno a discriminare tra i due. Quindici anni fa, nel mio laboratorio abbiamo cominciato a
esplorare i meccanismi della navigazione spaziale e della memo-
Il processo cognitivo come azione interiorizzata ria nell’ippocampo, per mettere a confronto il quadro outside-in
Come scienziato sperimentale, non mi ero riproposto in par- e quello inside-out. Nel 200, la ricercatrice post-dottorato Eva Pa-
tenza di costruire una teoria in opposizione al quadro outside-in. stalkova e io abbiamo addestrato alcuni ratti ad alternare il ramo
Solo decenni dopo aver iniziato i miei studi sull’autorganizzazio- sinistro e il ramo destro di un labirinto per trovare l’acqua. Prima
ne dei circuiti cerebrali e sulla scarica ritmica delle popolazioni di ciascun attraversamento, il ratto doveva sgambettare in una
neuronali dell’ippocampo, mi sarei reso conto che il cervello è ruota girevole per 15 secondi, e questo permetteva di garantire
più occupato con se stesso che con quello che gli succede intorno. che soltanto la memoria dei percorsi nel labirinto, e non indizi de-
Questa consapevolezza è sfociata in un programma di ricerca del rivanti dall’ambiente o dal corpo, gli consentissero di scegliere un
tutto nuovo per il mio laboratorio. I nostri esperimenti, insieme certo ramo del dedalo. Secondo il nostro ragionamento, se – come
con i risultati di altri gruppi, rivelavano che i neuroni dedicano predice la teoria della navigazione spaziale di O’Keefe – i neuro-
gran parte della propria attività ad alimentare gli stati interni del ni dell’ippocampo «rappresentano» posizioni nei corridoi del
cervello in perenne cambiamento, più che essere controllati dagli labirinto e nella ruota, alcuni neuroni dovrebbero scaricare con-
stimoli che colpiscono i nostri sensi.
Nel corso della selezione naturale, gli
organismi si adattano alle nicchie ecolo- Il cervello è più occupato con se stesso che con
giche in cui vivono e imparano a preve-
dere i plausibili esiti delle proprie azioni quel che gli succede intorno, e capirlo ci ha portati
nelle nicchie stesse. Aumentando la
complessità del cervello, connessioni e
a un programma di ricerca del tutto nuovo
computazioni neuronali più intricate si
inseriscono tra gli input sensoriali e gli
output motori. Questo investimento consente di prevedere le azio- tinuamente in ciascun punto, sia che il ratto si trovi nei corridoi
ni pianificate in ambienti più complessi e mutevoli e su scale tem- sia sulla ruota; viceversa, se la scarica dei neuroni è generata da
porali più distanti nel futuro. I cervelli più evoluti si organizzano, meccanismi interni del cervello che alimentano sia la navigazione
inoltre, per consentire che le computazioni proseguano quando sia la memoria, la durata della scarica neuronale dovrebbe essere
gli input sensoriali svaniscono temporaneamente e le azioni di un simile in tutte le posizioni, anche all’interno della ruota.
animale si arrestano: quando voi chiudete gli occhi, sapete ancora I risultati di questi esperimenti hanno messo in discussione le
dove vi trovate perché buona parte di ciò che definisce il «vedere» spiegazioni outside-in: non un singolo neurone, tra le centinaia
è radicata nell’attività cerebrale stessa. Questa modalità disinserita di neuroni registrati, scaricava di continuo durante la corsa nella
Copia di 91992966cbf5c8f83f927ad18d6a0549

dell’attività neuronale permette di accedere a un mondo virtuale ruota girevole; molti altri invece scaricavano temporaneamente,
interiorizzato di esperienze indirette o immaginate, e serve da via uno dopo l’altro, in una sequenza continua.
di accesso a diversi processi cognitivi. Chiaramente, questi neuroni non potrebbero essere chiamati
Vorrei ora offrirvi un esempio di questa modalità disinserita cellule di posizione, perché il corpo dell’animale non si era sposta-
delle operazioni cerebrali, ricavato dai nostri studi sul lobo tem- to mentre era nell’unica posizione occupata sulla ruota girevole;
porale del cervello, un’area che include l’ippocampo, la vicina cor- inoltre, i profili di attività dei singoli neuroni in questa traiettoria
teccia entorinale e strutture correlate coinvolte in vari aspetti della neuronale erano indistinguibili dall’attività che avevano i neuroni
navigazione spaziale (il monitoraggio della direzione, della veloci- quando il ratto percorreva i rami del labirinto.
tà, della distanza percorsa, dei confini dell’ambiente, e così via). Quando abbiamo suddiviso i singoli test in base alla successiva
La nostra ricerca si fonda sulle principali teorie delle funzioni scelta che il ratto avrebbe fatto tra braccio destro e sinistro, le tra-
del sistema ippocampale, per esempio la spettacolare scoperta iettorie neuronali erano differenti, e in un modo caratteristico. Il
effettuata dal premio Nobel John O’Keefe, dello University Col- fatto che le traiettorie fossero distinte eliminava la possibilità che
lege di Londra. O’Keefe ha scoperto che l’attivazione dei neuroni le sequenze neuronali scaturissero dal conteggio dei passi, dalla
ippocampali durante la navigazione spaziale rispecchia la posizio- stima dello sforzo muscolare o da altri stimoli di ritorno dal corpo
ne nello spazio di un animale. Per questa ragione, questi neuroni che non avevamo rilevato; inoltre, le traiettorie neuronali esclusi-
sono conosciuti come cellule di posizione. ve ci permettevano di prevedere quale ramo del labirinto avrebbe
Quando un ratto percorre un labirinto, insiemi distinti di cellule scelto l’animale già dal momento in cui entrava nella ruota e men-
di posizione si attivano in una catena sequenziale, corrispondente tre la ruota girava, un periodo in cui il ratto doveva tenere a men-

48 Le Scienze 648 agosto 2022


AT T I V I TÀ N E U R O N A L E
rali di 100 millisecondi e riattivano gli stessi neuroni
che stavano scaricando nei vari secondi di corsa nel
Prova e playback labirinto, ricapitolando le sequenze neuronali che
si manifestavano quando si attraversava il labirinto.
Un gruppo di neuroni scarica prima, durante e dopo che un ratto ha fatto un giro su Le sequenze di increspature a onde aguzze contri-
una pista sopraelevata. I neuroni che scaricano rapidamente all’inizio e alla fine del- buiscono a formare i nostri ricordi a lungo termine
la corsa (inserto) sono gli stessi attivi durante la corsa, e costituiscono o una prova e sono essenziali per il normale funzionamento del
o una riproduzione (quest’ultima in senso contrario) della traiettoria del ratto. Questi cervello. Infatti l’alterazione di questi eventi, a causa
eventi, precoci e tardivi, sono conosciuti come increspature a onde aguzze e rendo- di una manipolazione sperimentale o di una patolo-
no possibile un processo mentale che sceglie e che poi ricorda un percorso ottimale. gia, genera gravi deficit di memoria (si veda il box in
questa pagina).
Sequenza di scarica
Brillanti esperimenti svolti nell’ultimo decen-
Progressione della scarica dei neuroni nio con volontari umani e con animali illustrano
prima, durante e dopo una corsa che gli eventi d’increspatura compressi nel tempo
costituiscono un processo per prove ed errori inte-
Tempo riorizzato, che crea inconsciamente alternative reali
o fittizie nella presa di decisioni circa una strategia
Neurone 1 ottimale, per creare nuove inferenze e per pianifi-
Neurone 3 care azioni future senza doverle immediatamente
Neurone 5 metterle alla prova cimentandosi in un’azione reale.
In questo senso, i nostri pensieri e le nostre piani-
ficazioni sono azioni differite, e l’attività cerebrale
svincolata è un’operazione cerebrale attiva ed essen-
ziale. Viceversa, la teoria outside-in non prova nem-
meno ad assegnare un ruolo al cervello svincolato
Visione ingrandita
Visione ingrandita della sequenza quando è a riposo o persino nel cuore del sonno.
della sequenza «inversa»
di increspature di increspature Il significato di inside-out
a onda aguzza a onda aguzza
«in avanti» (dall’ultima alla prima) Oltre alle sue implicazioni teoriche, l’imposta-
zione inside-out ha diverse applicazioni pratiche:
potrebbe rivelarsi utile nella ricerca di strumenti
diagnostici migliori per le malattie cerebrali. La ter-
minologia attuale è spesso incapace di descrivere
accuratamente i meccanismi biologici alla base delle
te il ramo visitato in precedenza. Gli animali dovevano ogni volta malattie mentali e neurologiche. Gli psichiatri sono consapevoli
scegliere correttamente l’altro ramo del labirinto per ricevere il del problema, ma sono stati ostacolati dalla conoscenza limitata
premio (si veda il box a p. 47). dei meccanismi patologici e della loro relazione con i sintomi e
Questi esperimenti ci hanno indotto a pensare che gli algoritmi con le risposte ai farmaci.
neuronali che usiamo per camminare verso il supermercato con- La teoria inside-out dovrebbe poi essere considerata un’alter-
trollino anche il viaggio mentale interiorizzato. Una navigazione nativa ad alcuni dei modelli connessionisti più diffusi nella ricerca
spaziale svincolata ci conduce attraverso la serie di eventi che co- sull’intelligenza artificiale. Un’alternativa potrebbe essere costrui-
stituiscono i ricordi personali, le cosiddette memorie episodiche. re modelli che conservano la propria attività autorganizzata e che
Copia di 91992966cbf5c8f83f927ad18d6a0549

In verità, le memorie episodiche sono più di semplici remini- imparano per «abbinamento» anziché per regolazioni continue
scenze di eventi trascorsi, perché ci consentono anche di guar- dei propri circuiti. Macchine così costruite potrebbero svincola-
dare avanti per pianificare il futuro; fanno da «motore di ricerca» re le proprie operazioni dagli input dei sensori elettronici e crea-
che ci permette di sondare a un tempo il passato e il futuro. Questa re nuove forme di computazione che si richiamano ai processi
presa di coscienza prefigura, inoltre, un ampliamento della termi- cognitivi interni.
nologia. Questi esperimenti mostrano che le progressioni di atti- Nei cervelli reali, i processi neurali che operano svincolando-
vità delle cellule di posizione sono generate internamente come si dai sensi vanno di pari passo con i meccanismi che favoriscono
sequenze preconfigurate per ciascun corridoio del labirinto. Uno le interazioni con il mondo circostante. Tutti i cervelli, semplici o
stesso meccanismo ha così molteplici denominazioni: possiamo complessi, usano gli stessi principi fondamentali. L’attività neu-
definirle, secondo la circostanza, cellule di posizione, cellule di rale svincolata, calibrata in simultanea dall’esperienza esterna, è
memoria o cellule di pianificazione. l’essenza dei processi cognitivi. Come vorrei averlo saputo quan-
Graphic by Brown Bird Design

Un ulteriore sostegno all’importanza delle operazioni svincola- do i miei brillanti studenti di medicina ponevano le loro legittime
te dei circuiti deriva dall’attività cerebrale off line, quando un ani- domande che io liquidavo troppo sbrigativamente. Q

male gironzola senza fare niente, consumando un premio o sem-


plicemente dormendo. Quando un ratto riposa nella sua gabbia
PER APPROFONDIRE
dopo avere esplorato il labirinto, il suo ippocampo genera brevi
traiettorie neuronali autorganizzate. Queste increspature a onde Dove sono? Dove vado? Moser M-B. e Moser E.I., in «Le Scienze» n. 571, marzo
aguzze – questo il loro nome – avvengono entro finestre tempo- 2016.

www.lescienze.it Le Scienze 49
R. Windhorst (Arizona State University), and Z. Levay (STSCI) / Science Photo Library

Copia di 91992966cbf5c8f83f927ad18d6a0549
NASA, ESA, H. Teplitz and M. Rafelski (IPAC / CALTECH), A. Koekemoer (STSCI),

Galassie lontane, in una foto scattata dal


telescopio spaziale Hubble, in allontanamento
dal nostro punto di vista a causa dell’espansione
dell’universo. Questo ultimo fenomeno è uno dei
problemi ancora irrisolti della fisica.

50 Le Scienze 648 agosto 2022


FISICA TEORICA

Una nuova
struttura
della
realtà
La vana ricerca di nuove particelle
elementari che spieghino l’universo
che osserviamo costringe i fisici
a ripensare un vecchio presupposto
sulle leggi della natura

di Natalie Wolchover

n La struttura delle rivoluzioni

I scientifiche, il filosofo della scien-


Copia di 91992966cbf5c8f83f927ad18d6a0549

za Thomas Kuhn osserva che gli


scienziati trascorrono lunghi pe-
riodi compiendo piccoli passi. Pon-
gono e risolvono problemi, e interpretano
collettivamente tutti i dati all’interno di una
visione del mondo o una struttura teorica fis-
sa, che Kuhn chiama «paradigma». A un certo
punto, però, emergono fatti che si scontrano
con il paradigma prevalente. Segue una crisi.

www.lescienze.it Le Scienze 51
Gli scienziati si allarmano, riesaminano le basi dei loro ragiona- Natalie Wolchover è senior editor per Quantamagazine.org, e si occupa
menti e alla fine passano in modo rivoluzionario a un nuovo para- di fisica. Ha scritto anche per «Nature», NewYorker.com, «Popular Science»
digma, un modo radicalmente diverso e più vero di comprende- e altre pubblicazioni.
re la natura. A questo punto riprende il progresso incrementale.
Da diversi anni i fisici delle particelle che studiano i componen-
ti fondamentali della natura sono presi in una crisi kuhniana da supposto apparentemente pacifico, che fa parte del punto di vista
manuale. scientifico fin dall’antica Grecia: le cose grandi sono costituite da
La crisi è diventata innegabile nel 2016, quando, nonostante cose più piccole e più fondamentali. È l’idea nota come riduzioni-
importanti miglioramenti, nel Large Hadron Collider di Ginevra smo. «Il paradigma riduzionista è strettamente legato ai problemi
non era ancora comparsa nessuna delle nuove particelle elemen- di naturalezza», osserva Nima Arkani-Hamed, teorico dell’Institu-
tari che i teorici si aspettavano da decenni. Lo sciame di particel- te for Advanced Study di Princeton, nel New Jersey.
le aggiuntive avrebbe risolto un grande enigma su una particella Ora un numero crescente di fisici delle particelle pensa che
già nota, il famoso bosone di Higgs. È il cosiddetto problema della i problemi di naturalezza e l’assenza di risultati al Large Hadron
gerarchia: perché il bosone di Higgs è così leggero, con una massa Collider possano essere legati a un venir meno del riduzionismo.
100 milioni di miliardi di volte inferiore alle più alte scale energe- «È possibile che tutto questi cambi le regole del gioco?», si chie-
tiche esistenti in natura? La massa dell’Higgs sembra su una scala de Arkani-Hamed. C’è una serie di articoli recenti in cui il riduzio-
innaturalmente esigua rispetto a queste energie più elevate, come nismo è stato gettato al vento. Si stanno esplorando nuovi modi in
se in un’equazione che ne determina il valore comparissero nu- cui possono interagire scale grandi e piccole di distanza, portando
meri enormi che, in modo miracoloso, si cancellano tutti. a valori parametri che, da una prospettiva riduzionista, sembre-
Le nuove particelle avrebbero spiegato la minuscola massa del rebbero tarati in modo innaturale.
bosone di Higgs, riportando alle equazioni ciò che i fisici chiama- «Alcuni la chiamano crisi. Ma questo suona pessimista e io non
no «naturalezza». Ma dopo che LHC è stato il terzo e più grande la vedo così», commenta Garcia Garcia. «È un momento in cui sen-
collisore che le ha cercate invano, è parso che il senso stesso di ciò to che stiamo per capire qualcosa di profondo».
che è naturale in natura possa essere sbagliato. «Ci troviamo di
fronte alla necessità di riconsiderare i principi guida che seguia- Che cos’è la naturalezza
mo da decenni per affrontare le domande più fondamentali sul C’è una scoperta fondamentale che dobbiamo al Large Ha-
mondo fisico», ha scritto nel 2017 Gian Francesco Giudice, a capo dron Collider: nel 2012 ha finalmente rilevato il bosone di Higgs, la
della divisione teorica del CERN, il laboratorio che ospita l’LHC. chiave di volta dell’insieme di equazioni risalente a cinquant’an-
ni fa, noto come modello standard della fisica delle particelle, che
Dalla disperazione a una nuova visione descrive le 17 particelle elementari conosciute.
Sulle prime la reazione della comunità è stata di disperazione. La scoperta del bosone di Higgs ha confermato la storia avvin-
«Il pessimismo era palpabile», commenta Isabel Garcia Garcia, cente che è scritta nelle equazioni del modello standard. Alcuni
teorica delle particelle al Kavli Institute for Theoretical Physics istanti dopo il big bang un’entità che permea lo spazio, detta cam-
dell’Università della California a Santa Barbara (UCSB), che all’e- po di Higgs, si è improvvisamente infusa di energia. Questo cam-
poca era una dottoranda. Non solo il collisore da 10 miliardi di dol- po di Higgs ribolle di bosoni di Higgs, particelle che hanno massa
lari non era riuscito a rispondere a una domanda vecchia di qua- a causa dell’energia del campo. Quando gli elettroni, i quark e altre
rant’anni, ma non ci si poteva più fidare delle convinzioni e delle particelle si muovono nello spazio, interagiscono con i bosoni di
strategie che per molto tempo avevano guidato la fisica delle par- Higgs, e in questo modo acquisiscono anch’essi massa.
ticelle. Ci si chiedeva con forza se l’universo fosse semplicemen- Dopo che nel 1975 il modello standard è stato completato, i suoi
te innaturale, il risultato di un preciso cancellarsi di termini mate- autori hanno notato quasi immediatamente un problema.
matici. Forse esiste un multiverso di universi, in ognuno dei quali Quando l’Higgs conferisce massa ad altre particelle, quelle
la massa del bosone di Higgs e altri parametri sono scelti a caso, e stesse particelle la restituiscono subito; c’è una reciprocità fra le
Copia di 91992966cbf5c8f83f927ad18d6a0549

ci troviamo qui solo perché le specifiche proprietà del nostro uni- masse delle particelle. Si può scrivere un’equazione per la mas-
verso favoriscono la formazione di atomi, stelle e pianeti, e quindi sa del bosone di Higgs che include un termine per ciascuna par-
la vita. Questa «argomentazione antropica», sebbene possa essere ticella con cui interagisce. Tutte le particelle del modello stan-
corretta, è frustrante, poiché non verificabile. dard dotate di massa contribuiscono all’equazione, ma non sono
Molti fisici delle particelle sono migrati verso altre aree di ricer- gli unici contributi. Il bosone di Higgs dovrebbe anche mescolar-
ca, «in cui le difficoltà non sono al livello del problema della gerar- si matematicamente con le particelle più pesanti, fino ai fenome-
chia», afferma Nathaniel Craig, fisico teorico dell’UCSB. ni alla scala di Planck, un livello di energia associato alla natura
Alcuni di quelli che sono rimasti si sono messi a esaminare ipo- quantistica della gravità, ai buchi neri e al big bang. I fenomeni al-
tesi vecchie di decenni. Hanno ricominciato a pensare alle pro- la scala di Planck dovrebbero fornire contributi enormi alla mas-
prietà sorprendenti della natura che sembrano tarate in modo in- sa del bosone di Higgs, circa 100 milioni di miliardi di volte mag-
naturalmente preciso: la minuscola massa del bosone di Higgs e giori della sua massa effettiva. Se ne dedurrebbe che il bosone di
un’altra situazione in apparenza non correlata, che riguarda l’e- Higgs sia pesante come loro, e appesantisca così anche altre parti-
Jeff J Mitchell/Getty Images

nergia innaturalmente bassa dello spazio stesso. «I problemi ve- celle elementari. Le particelle avrebbero masse troppo elevate per
ramente fondamentali sono problemi di naturalezza», commenta formare gli atomi e l’universo sarebbe vuoto.
Garcia Garcia. Affinché il bosone di Higgs dipenda da energie enormi ma fi-
Questi approfondimenti stanno dando i loro frutti. I ricercatori nisca per essere così leggero, dobbiamo presumere che alcuni dei
si concentrano sempre più su ciò che vedono come una debolezza contributi «planckiani» alla sua massa siano negativi mentre altri
nel ragionamento tradizionale sulla naturalezza. Si basa su un pre- siano positivi e che siano tutti tarati nella giusta misura perché si

52 Le Scienze 648 agosto 2022


annullino esattamente. A meno che non ci sia un motivo per que-
sta cancellazione, sembra insensata: come se le correnti d’aria e le
vibrazioni del tavolo si contrastassero a vicenda nell’esatto modo
per mantenere una matita in equilibrio sulla punta. È questo tipo
di cancellazione esatta che i fisici considerano «innaturale».
Nel giro di pochi anni è stata trovata una soluzione elegante: la
supersimmetria, un ipotetico raddoppio delle particelle elemen-
tari della natura. La supersimmetria dice che ogni bosone (uno dei
due tipi di particella) ha un partner fermione (l’altro tipo) e vice-
versa. Bosoni e fermioni contribuiscono rispettivamente in ter-
mini positivi e negativi alla massa del bosone di Higgs. Quindi, se
questi termini appaiono sempre a coppie, allora si cancelleranno
a vicenda.
La ricerca di particelle partner supersimmetriche è iniziata nel
Large Electron-Positron Collider negli anni novanta. I ricercato-
ri avevano ipotizzato che le particelle fossero appena più pesanti
delle loro compagne del modello standard, il che avrebbe richie-
sto più energia per farle materializzare, e quindi avevano accele-
rato le particelle fin quasi alla velocità della luce, le avevano fatte
collidere e avevano cercato oggetti pesanti tra i detriti. Nel frat-
tempo, però, era emerso un altro problema di naturalezza.
La struttura dello spazio, anche quando è privo di materia,
sembra ribollire di energia, come risultato complessivo dell’at-
tività di tutti i campi quantistici che lo attraversano. Quando i fi-
sici delle particelle sommano tutti i presunti contributi all’ener-
gia dello spazio, scoprono che, come per la massa di Higgs, quelli
provenienti dai fenomeni alla scala di Planck dovrebbero essere
soverchianti. Albert Einstein ha mostrato che l’energia dello spa-
zio, che aveva chiamato costante cosmologica, ha un effetto gra-
vitazionalmente repulsivo e quindi fa sì che lo spazio si espanda
sempre più velocemente. Se lo spazio fosse pervaso da una densità
di energia planckiana, l’universo sarebbe finito in frantumi pochi
istanti dopo il big bang. Ma non è successo.
Quello che invece osservano i cosmologi è che l’espansione del-
lo spazio sta accelerando solo lentamente, e quindi la costante co-
smologica è piccola. Le misurazioni del 1998 ne hanno trovato un
valore un milione di milioni di milioni di milioni di milioni di volte
inferiore all’energia di Planck. Anche qui sembra che tutte quel-
le enormi somme e sottrazioni di energia nell’equazione che dà
la costante cosmologica si annullino perfettamente, lasciando lo
spazio stranamente placido.
Copia di 91992966cbf5c8f83f927ad18d6a0549

Due sintomi dello stesso problema


Entrambi questi grandi problemi di naturalezza erano evidenti
alla fine degli anni settanta, ma per decenni i fisici li hanno trattati
separatamente. «Era la fase in cui eravamo schizofrenici in propo-
sito», dice Arkani-Hamed. Il problema della costante cosmologica
sembrava potenzialmente correlato ai misteriosi aspetti quantisti-
ci della gravità, poiché l’energia dello spazio viene rilevata esclusi-
vamente attraverso il suo effetto gravitazionale, mentre il proble-
ma della gerarchia sembrava più del tipo «piccoli dettagli sporchi
da sistemare», commenta Arkani-Hamed, il tipo di problema in
cui, come per altri due o tre del passato, alla fine si sarebbero tro-
vati pochi pezzi mancanti del puzzle. «La malattia del bosone di
Higgs», come Giudice ha definito la sua innaturale leggerezza, si
sarebbe curata con poche particelle supersimmetriche all’LHC.
Con il senno di poi, i due problemi di naturalezza sembrano ora
sintomi di un problema più profondo.
Peter Higgs, qui in posa per una fotografia con una statua di James Watt «È utile pensare a come sono emersi questi problemi», ci ha
a Edimburgo, in Scozia, ha teorizzato il bosone che porta il suo nome. spiegato Garcia Garcia questo inverno nel corso di una chiamata

www.lescienze.it Le Scienze 53
Zoom da Santa Barbara. «Il problema della gerarchia e quello del- di scale. Se zoomiamo sui protoni e i neutroni, per un po’ conti-
la costante cosmologica sono problemi che sorgono anche a causa nueranno a sembrare protoni e neutroni; in questo intervallo ne
degli strumenti che usiamo per tentare di rispondere alle doman- possiamo descrivere le dinamiche con una cosiddetta «teoria di
de, cioè del modo in cui cerchiamo di comprendere alcune carat- campo efficace chirale». Ma poi un’EFT raggiungerà il suo «taglio
teristiche del nostro universo». (cutoff) ultravioletto», una scala di brevi distanze e alte energie in
cui l’EFT smette di essere una descrizione efficace del sistema. A
Il riduzionismo precisato un taglio di 1 GeV, per esempio, la teoria di campo efficace chira-
I fisici arrivano in buona fede al loro modo curioso di calcolare le smette di funzionare, perché protoni e neutroni smettono di
i contributi alla massa del bosone di Higgs e alla costante cosmo- comportarsi come singole particelle e agiscono invece come ter-
logica. Il metodo di calcolo rispecchia la strana struttura nidifica- zetti di quark. Ed entra in gioco una teoria diversa.
ta del mondo naturale. È importante sottolineare che c’è un motivo se un’EFT viene
Se ingrandiamo qualcosa, scopriremo che in realtà è fatto di meno raggiungendo il suo taglio ultravioletto. Questo limite è il
molte cose più piccole. Ciò che da lontano sembra una galassia è punto in cui è necessario trovare nuove particelle o fenomeni ad
in realtà un insieme di stelle; ogni stella è composta di molti ato- alta energia che non sono inclusi in quella teoria.
mi; un atomo si distingue ulteriormente in strati gerarchici di par- Nell’intervallo in cui funziona, un’EFT tiene conto della fisica
ti subatomiche. Inoltre, via via che passiamo a scale di distanze più UV al di sotto del limite aggiungendo «correzioni» che rappresen-
piccole, osserviamo fenomeni e particelle elementari più ricchi di tano questi effetti sconosciuti. È proprio come per un’equazione
massa ed energia: c’è un legame profondo tra alte energie e brevi dei fluidi, che ha un termine di viscosità per descrivere l’effetto
distanze che spiega perché un collisore di particelle ad alta ener- risultante delle collisioni molecolari su brevi distanze. Non è ne-
gia fa da microscopio sull’universo. Il nesso tra alte energie e di- cessario sapere quale fisica reale si trovi oltre il taglio per scrive-
stanze ridotte ricompare in tutta la fisica. Per esempio, la meccani- re queste correzioni; si usa semplicemente la scala del taglio come
ca quantistica dice che ogni particella è anche un’onda; più grande stima dell’entità degli effetti.
è la massa della particella, più corta è la lunghezza d’onda associa- In genere, quando si calcola qualcosa su una scala IR, le corre-
ta. Un altro modo per pensarlo è che l’energia deve compattarsi zioni UV sono piccole, proporzionali alla scala di lunghezza (rela-
più densamente per formare oggetti più piccoli. I fisici conside- tivamente più piccola) associata al cutoff. La situazione cambia pe-
rano la fisica a basse energie e su lunghe distan-
ze come «l’IR» e quella ad alte energie e su bre-
vi distanze come «l’UV», tracciando un’analogia Per alcuni la naturalezza è una mera
con le lunghezze d’onda della luce infrarossa
(IR) e ultravioletta (UV). preferenza estetica, altri sottolineano che ha
Negli anni sessanta e negli anni settanta i ti-
tani della fisica delle particelle Kenneth Wilson
rivelato verità nascoste e precise sulla natura
e Steven Weinberg hanno messo a fuoco che
cosa c’è di tanto straordinario nella struttura ge-
rarchica della natura: ci permette di descrivere quello che acca- rò quando si usa l’EFT per calcolare un parametro come la massa
de su una scala elevata, IR, senza sapere che cosa stia accadendo del bosone di Higgs o la costante cosmologica, grandezze espresse
«davvero» su scale UV più microscopiche. Per esempio, possiamo in termini di massa o di energia. In questo caso le correzioni UV al
costruire un modello dell’acqua con un’equazione idrodinamica parametro sono grandi, perché (per avere le unità corrette) le cor-
che la tratta come un fluido omogeneo, ignorando la complicata rezioni sono proporzionali all’energia – e non alla lunghezza – as-
dinamica delle sue molecole H2O. L’equazione idrodinamica in- sociata al cutoff. E mentre la lunghezza è piccola, l’energia è eleva-
clude un termine che rappresenta la viscosità dell’acqua: un sin- ta. Si dice che simili parametri sono «sensibili all’UV».
golo numero che si può misurare su scale IR e che riassume tut- Il concetto di naturalezza è emerso negli anni settanta insieme
Copia di 91992966cbf5c8f83f927ad18d6a0549

te le interazioni molecolari che si verificano nell’UV. Per i fisici le alla stessa teoria di campo efficace, come strategia per identificare
scale IR e UV si «disaccoppiano», il che permette di descrivere con dove un’EFT deve lasciare il campo a una fisica nuova. La logica è
efficacia alcuni aspetti del mondo senza sapere che cosa stia suc- questa: se un parametro di massa o energia ha un taglio elevato, il
cedendo in profondità alla scala di Planck, la scala UV definitiva, suo valore deve essere, in modo naturale, grande: spinto in alto da
corrispondente a un miliardesimo di trilionesimo di trilionesimo tutte le correzioni UV. Pertanto, se il parametro è piccolo, l’ener-
di centimetro, ossia dieci miliardi di miliardi di gigaelettronvolt gia del taglio deve essere bassa.
(GeV) di energia, dove il tessuto stesso dello spazio-tempo proba- Alcuni hanno liquidato la naturalezza come una mera preferen-
bilmente si dissolve in qualcos’altro. za estetica, mentre altri sottolineano i casi in cui questa strategia
«È possibile fare fisica perché possiamo continuare a non sape- ha rivelato verità nascoste e precise sulla natura. «La logica fun-
re che cosa accade sulle brevi distanze», spiega Riccardo Rattazzi, ziona», afferma Craig, tra i più attivi nel tentativo di riprenderla in
fisico teorico del Politecnico di Losanna. esame. I problemi di naturalezza «sono sempre stati un segnale di
Wilson e Weinberg, indipendentemente l’uno dall’altro, hanno dove la situazione cambia e dove devono apparire cose nuove».
sviluppato parti della struttura usata dai fisici delle particelle per
modellizzare diversi livelli nidificati del nostro mondo: la teoria di Che cosa può fare la naturalezza
campo efficace (EFT). È nel contesto dell’EFT che sorgono i pro- Nel 1974, pochi anni prima che si cominciasse a parlare di «na-
blemi di naturalezza. turalezza», Mary K. Gaillard e Benjamin Lee usarono in modo
Una teoria di campo efficace dà un modello di un sistema – per spettacolare questa strategia per prevedere la massa di una par-
esempio un fascio di protoni e neutroni – su un certo intervallo ticella allora ipotetica chiamata quark charm. «Il successo di que-

54 Le Scienze 648 agosto 2022


UN BOSONE MISTERIOSO
Quale fosse il limite non era noto, ma i fisici dell’epoca pensava-
no che non potesse essere molto elevato, altrimenti la differenza
Il problema che ne sarebbe risultata tra le masse dei kaoni sarebbe sembrata
curiosamente piccola rispetto alle correzioni: innaturale, come di-
della gerarchia cono oggi i fisici. Gaillard e Lee dedussero così la bassa scala di cu-
toff della loro EFT, il punto in cui si deve rivelare una nuova fisica.
Il bosone di Higgs conferisce la massa alle altre particelle elemen- Sostennero che un quark che era stato proposto da poco, il quark
tari ed esse, a loro volta, influenzano la massa del bosone di Higgs. charm, avrebbe avuto una massa non superiore a 1,5 GeV.
Particelle con massa elevata alla scala di Planck – una scala ad alta Il quark charm apparve tre mesi dopo, con una massa di 1,2
energia associata alla gravità quantistica – dovrebbero amplificare la GeV. La scoperta ha inaugurato un periodo di approfondimenti
massa del bosone di Higgs e, insieme, quella di tutto il resto. Eppu- noto come «rivoluzione di novembre», che ha portato rapidamen-
re ciò non accade. te al completamento del modello standard. In una recente video-
chiamata, Gaillard, che ora ha 82 anni, ha ricordato che si trovava
in Europa in visita al CERN quando fu diffusa la notizia. Lee le in-
viò un telegramma: CHARM È STATO TROVATO.
Questi trionfi portarono molti fisici a pensare che anche il pro-
blema della gerarchia avrebbe portato alla scoperta di nuove par-
ticelle non molto più pesanti di quelle del modello standard. Se il
taglio del modello standard fosse vicino alla scala di Planck (do-
ve si sa per certo che il modello standard viene meno, perché non
tiene conto della gravità quantistica), le correzioni UV alla mas-
sa del bosone di Higgs sarebbero enormi, rendendo innaturale la
sua leggerezza. Invece un taglio non molto al di sopra della mas-
sa del bosone di Higgs stesso lo renderebbe circa pesante quanto
le correzioni provenienti dal taglio, e tutto sembrerebbe naturale.
«Questa possibilità è stata il punto di partenza del lavoro svolto ne-
gli ultimi quarant’anni nel tentativo di affrontare il problema del-
la gerarchia», afferma Garcia Garcia. «Sono state escogitate gran-
di idee, come la supersimmetria e il fatto che il bosone di Higgs sia
composito, ma non le abbiamo visto realizzate in natura».
Nel 2016 Garcia Garcia aveva cominciato da poco il dottorato in
fisica delle particelle all’Università di Oxford, quando le fu chiaro
che era necessario fare il punto della situazione. «Fu allora che ri-
volsi l’interesse a questa componente mancante che di norma non
includiamo quando discutiamo di questi problemi, cioè la gravi-
tà… questa consapevolezza che la gravità quantistica aggiunge
qualcosa a ciò che possiamo dire dalla teoria dei campi efficace».

La gravità rimescola tutto


Negli anni ottanta i teorici hanno imparato che la gravità non
gioca seguendo le solite regole riduzioniste. Se si fanno collidere
con una violenza sufficiente due particelle, le loro energie si con-
Copia di 91992966cbf5c8f83f927ad18d6a0549

centrano nel punto di collisione al punto di formare un buco ne-


ro, una regione di gravità così estrema che nulla può sfuggirne.
Se le facciamo schiantare con forza ancor maggiore, formeranno
un buco nero più grande. Un’energia maggiore non permette più
di vedere distanze più brevi, anzi. Più colpiamo forte, più è este-
sa la regione invisibile che ne risulta. I buchi neri e la teoria della
gravità quantistica che descrive i loro interni invertono completa-
mente la consueta relazione tra alte energie e brevi distanze. «La
gravità è antiriduzionista», afferma Sergei Dubovsky, fisico dell’U-
sta previsione e la sua importanza per il problema della gerarchia niversità di New York.
Merrill Sherman per Quanta Magazine

sono ampiamente sottovalutati nel nostro campo», ha detto Craig. La gravità quantistica sembra giocare con l’architettura della na-
Quell’estate del 1974, Gaillard e Lee erano perplessi sulla dif- tura e prendere in giro l’ordinato sistema di scale nidificate a cui so-
ferenza tra le masse di due kaoni, particelle composte da quark. no abituati i fisici che usano l’EFT. Craig, come Garcia Garcia, ha
La differenza misurata era piccola, ma quando cercarono di cal- iniziato a pensare agli effetti della gravità subito dopo che LHC non
colarla con un’equazione dell’EFT osservarono che il suo valore ha trovato niente. Nel tentativo di scoprire nuove soluzioni al pro-
rischiava di aumentare a dismisura. Poiché la differenza tra i ka- blema della gerarchia, Craig ha riletto un saggio del 2008 sulla na-
oni è una massa, è sensibile all’UV e riceve correzioni relative al- turalezza di Giudice, il teorico del CERN, e ha iniziato a chiedersi
le alte energie provenienti dalla fisica sconosciuta oltre il taglio. che cosa intendesse Giudice quando scriveva che la soluzione al

www.lescienze.it Le Scienze 55
problema della costante cosmologica potrebbe tirare in ballo «una Ciò significa che l’abituale calcolo della costante cosmologica
complicata interazione tra effetti infrarossi e ultravioletti». Se l’IR e usando l’EFT è troppo ingenuo. Secondo questo calcolo quando si
l’UV hanno interazioni complicate, ciò andrebbe contro l’abituale ingrandisce il tessuto dello spazio dovrebbero apparire fenomeni
disaccoppiamento che rende possibile il funzionamento di una teo- ad alta energia, e questo dovrebbe far gonfiare a dismisura l’ener-
ria di campo efficace. «Ho cercato su Google cose come “miscela- gia dello spazio. Ma il limite CKN implica che possa esserci molta
zione UV-IR”», ha detto Craig, che in questo modo ha trovato alcuni meno attività ad alta energia di quanto presuppone il calcolo con
interessanti articoli del 1999, «e mi sono messo in moto». l’EFT, il che significache ci sono pochissimi stati ad alta energia
La miscelazione UV-IR potrebbe risolvere i problemi della na- che le particelle possono occupare. Cohen, Kaplan e Nelson han-
turalezza spezzando lo schema riduzionista dell’EFT. Nella teo- no svolto un semplice calcolo che mostra che, per una scatola del-
ria di campo i problemi di naturalezza sorgono quando grandezze le dimensioni del nostro universo, il loro limite prevede in modo
come la massa del bosone di Higgs e la costante cosmologica so- abbastanza preciso il minuscolo valore della costante cosmologi-
no sensibili all’UV, ma in qualche modo non esplodono, come se ci ca che si osserva.
fosse una cospirazione tra tutta la fisica UV che ne annulla l’effet- Il loro calcolo implica che le scale grandi e piccole possano es-
to al livello IR. «Nella logica della teoria di campo efficace, scartia- sere correlate tra loro in un modo che diventa evidente quando
mo questa possibilità», spiega Craig. Il riduzionismo ci dice che la si osserva una proprietà IR dell’intero universo, come la costan-
fisica IR emerge da quella UV – cioè che la viscosità dell’acqua de- te cosmologica.
riva dalla sua dinamica molecolare, che i protoni ricavano le loro Draper e Nikita Blinov hanno confermato in un altro calcolo
proprietà dai quark al loro interno e che le spie-
gazioni appaiono via via che si «zooma», e mai
il contrario. L’UV non è influenzato o spiega- Negli anni ottanta i fisici teorici hanno
to dall’IR, e «quindi non ci può essere una con-
giura [degli effetti UV] perché su una scala mol- imparato che la forza di gravità non gioca
to diversa le cose funzionino bene per l’Higgs».
La domanda che ora si pone Craig è: «È possi-
seguendo le solite regole riduzioniste
bile che questa logica di una teoria di campo ef-
ficace venga meno?». Forse le spiegazioni pos-
sono davvero fluire in entrambe le direzioni tra l’UV e l’IR. «Non approssimato dello scorso anno che il limite CKN prevede la co-
sarebbe un’assurdità, perché sappiamo che per la gravità funzio- stante cosmologica osservata; hanno anche mostrato che ciò va-
na così», aggiunge. «La gravità viola il normale ragionamento EFT le senza che vengano meno i numerosi successi dell’EFT negli
perché mescola la fisica a tutte le scale di lunghezza: distanze bre- esperimenti su scala ridotta.
vi, distanze lunghe. Visto che fa così, abbiamo una via d’uscita». Il limite CKN non dice perché UV e IR siano correlati, cioè per-
ché la grandezza della scatola (l’IR) limita fortemente il numero di
Come si potrebbe salvare la naturalezza stati ad alta energia all’interno della scatola stessa (l’UV). Per capir-
Nuovi studi sulla miscelazione UV-IR e su come potrebbe risol- lo servirà probabilmente la gravità quantistica.
vere i problemi della naturalezza fanno riferimento a due articoli Altri ricercatori hanno cercato risposte in una specifica teoria
apparsi nel 1999. «C’è una crescita di interesse per le soluzioni più della gravità quantistica: la teoria delle stringhe. La scorsa estate,
esotiche, non di tipo EFT, a questi problemi», afferma Patrick Dra- i teorici delle stringhe Steven Abel e Keith Dienes hanno mostra-
per, professore all’Università dell’Illinois a Urbana-Champaign, il to come la miscelazione UV-IR nella teoria delle stringhe possa af-
cui lavoro recente riprende dal punto a cui arrivava uno degli ar- frontare sia i problemi relativi alla gerarchia che quelli relativi alla
ticoli del 1999. costante cosmologica.
Draper e i suoi colleghi studiano il limite CKN, che prende il no- Secondo la teoria delle stringhe, uno dei candidati come teoria
me dagli autori dell’articolo del 1999, Andrew Cohen, David B. Ka- fondamentale della gravità e di tutto il resto, tutte le particelle so-
Copia di 91992966cbf5c8f83f927ad18d6a0549

plan e Ann Nelson. Gli autori partono dall’idea che, se mettiamo no, viste da vicino, minuscole stringhe vibranti. Le particelle del
delle particelle in una scatola e la riscaldiamo, possiamo aumenta- modello standard come i fotoni e gli elettroni sono modalità di vi-
re l’energia delle particelle solo fino a un certo punto, prima che la brazione a bassa energia della stringa fondamentale, che però può
scatola collassi in un buco nero. Hanno calcolato che il numero di oscillare anche in modo più energico, dando origine a uno spettro
stati di particelle ad alta energia che possono essere contenuti nel- infinito di stati con energie sempre più elevate. Il problema della
la scatola prima che collassi è proporzionale alla superficie della gerarchia, in questo contesto, chiede perché le correzioni date da
scatola elevata alla potenza 3/4, non al volume della scatola come questi stati delle stringhe non gonfino il bosone di Higgs, in assen-
si potrebbe pensare. Si sono resi conto che questo rappresentava za di qualcosa di simile alla supersimmetria che lo protegga.
una strana relazione UV-IR. La grandezza della scatola, che impo- Dienes e Abel hanno calcolato che, a causa di una diversa sim-
sta la scala IR, limita fortemente il numero di stati di particelle ad metria della teoria delle stringhe chiamata invarianza modulare,
alta energia all’interno della scatola: la scala UV. le correzioni date dagli stati delle stringhe a tutte le energie nello
Si sono quindi resi conto che se lo stesso limite vale per il no- spettro infinito da IR a UV saranno correlate nel modo giusto per
stro intero universo, questo risolve il problema della costante co- annullarsi, mantenendo piccole sia la massa del bosone di Higgs
smologica. In questo scenario, l’universo osservabile è come una sia la costante cosmologica. I ricercatori hanno osservato che que-
scatola enorme, e il numero di stati di particelle ad alta energia che sta cospirazione tra stati di stringhe a bassa e alta energia non spie-
può contenere è proporzionale alla superficie dell’universo osser- ga perché la massa di Higgs e l’energia di Planck siano così lontane
vabile elevata alla potenza 3/4, e non al volume (molto più grande) tra loro, ma solo che questa separazione è stabile. Tuttavia, secon-
dell’universo stesso. do Craig, «è davvero una buona idea».

56 Le Scienze 648 agosto 2022


Il rivelatore ATLAS del CERN di Ginevra, che ha contribuito alla rilevazione del bosone di Higgs, il cui valore di massa però lascia perplessi i fisici.

I nuovi modelli rappresentano un crescente bagaglio di idee scoperto che un problema di naturalezza che appare negli studi
sulla miscelazione UV-IR. L’approccio di Craig risale all’altro ar- sulle collisioni tra buchi neri è risolto da una simmetria «nasco-
ticolo del 1999, dell’eminente teorico Nathan Seiberg dell’Insti- sta» che collega le deformazioni a bassa e alta frequenza della for-
tute for Advanced Study e due coautori. Questi ricercatori hanno ma dei buchi neri.
studiato situazioni in cui c’è un campo magnetico di fondo che ri- Come altri ricercatori, Dubovsky non sembra pensare che al-
empie lo spazio. Per avere un’idea di come si verifica qui la misce- cuno dei modelli specifici scoperti finora abbia le caratteristiche
lazione UV-IR, immaginiamo una coppia di particelle con carica di una rivoluzione scientifica alla Kuhn. C’è chi pensa che l’intero
opposta unite da una molla e che volano nello spazio, perpendico- concetto di miscelazione UV-IR non sia promettente. «Attualmen-
larmente al campo magnetico. Quando aumentiamo l’energia del te non vi è alcun indizio che l’EFT non vada bene», afferma David
campo, le particelle cariche si allontanano tra loro, estendendo la E. Kaplan, fisico teorico della Johns Hopkins University (che non è
molla. In questo scenario semplificato, le energie più elevate cor- imparentato con l’autore dell’articolo CKN). «Non penso che ci sia
rispondono a distanze maggiori. da preoccuparsi». Per convincere tutti, la nuova idea avrà bisogno
Seiberg e coautori hanno scoperto che in questa situazione le di prove sperimentali, ma finora i modelli di miscelazione UV-IR
correzioni UV hanno caratteristiche peculiari che chiariscono co- esistenti sono gravemente a corto di previsioni verificabili; in ge-
me sia possibile ruotare la freccia riduzionista, in modo che l’IR in- nere mirano a spiegare perché non abbiamo osservato nuove par-
fluenzi ciò che accade nell’UV. Il modello non è realistico, perché ticelle al di là del modello standard, piuttosto che prevedere che se
Copia di 91992966cbf5c8f83f927ad18d6a0549

l’universo reale non ha un campo magnetico che impone una di- ne debbano osservare. Ma c’è sempre la speranza che future pre-
rezionalità di fondo, ma Craig ha studiato come qualcosa del gene- visioni e scoperte vengano dalla cosmologia, se non dai collisori.
re possa funzionare come soluzione al problema della gerarchia. Nel loro insieme, i nuovi modelli di miscelazione UV-IR illu-
Craig, Garcia Garcia e Seth Koren hanno anche studiato insie- strano la miopia del vecchio paradigma, basato esclusivamente
me come un ragionamento basato sulla gravità quantistica, la co- sul riduzionismo e sulla teoria di campo efficace, e questo potreb-
siddetta congettura di gravità debole, se vero, possa imporre con- be essere un inizio.
dizioni di coerenza che richiedono in modo naturale un’enorme «Il semplice fatto che si perde il riduzionismo quando si arriva
separazione tra la massa del bosone di Higgs e la scala di Planck. alla scala di Planck, cosicché la gravità è antiriduzionista… – com-
Dubovsky, dell’Università di New York, si occupa di questi menta Dubovsky – Penso che sarebbe, per così dire, una vera sfor-
problemi almeno dal 2013, quando era già chiaro che le particel- tuna se questo fatto non avesse profonde conseguenze sulle cose
le della supersimmetria latitavano a LHC. Quell’anno, lui e due che osserviamo». Q
collaboratori hanno scoperto un nuovo tipo di modello di gravi-
tà quantistica che risolve il problema della gerarchia; in questo L’originale di questo articolo è stato pubblicato il 1° marzo
modello la freccia riduzionista punta sia verso l’UV che verso l’IR 2022 da QuantaMagazine.org, una pubblicazione editoriale
da una scala intermedia. Per quanto promettente, il modello fun- indipendente on line promossa dalla Fondazione Simons per
Cern/SPL/AGF

zionava solo in uno spazio bidimensionale e Dubovsky non aveva migliorare la comprensione pubblica della scienza.
idea di come generalizzarlo; si dedicò così ad altri problemi. Poi, Traduzione ed editing a cura di «Le Scienze». Riproduzione
l’anno scorso, ha incontrato di nuovo la miscelazione UV-IR e ha autorizzata, tutti i diritti riservati.

www.lescienze.it Le Scienze 57
AMBIENTE

La rivoluzione
dell’urina

Copia di 91992966cbf5c8f83f927ad18d6a0549
© MAK/Georg Mayer, EOOS NEXT

58 Le Scienze 648 agosto 2022


Separarla dal resto delle acque reflue potrebbe mitigare
difficili problemi ambientali, ma ci sono ostacoli enormi
alla revisione radicale di uno degli aspetti più elementari della nostra vita

di Chelsea Wald

Sistemi igienici specializzati recuperano


azoto e altri nutrienti dall’urina per usarli in seguito
come fertilizzanti e altri prodotti.
Gotland, l’isola più

A
contro quantità pericolose di inquinanti

che provengono dall’agricoltura e dai

sistemi fognari e causano fioriture algali


grande della Svezia,

l’acqua dolce è scarsa.


Allo stesso tempo,

i residenti lottano

dannose nel Mar Baltico circostante. Queste

fioriture possono uccidere i pesci e far

ammalare le persone. Per risolvere questo

insieme di sfide ambientali, l’isola ripone

le proprie speranze in una singola, bizzarra

sostanza che le collega: l’urina umana. A


Copia di 91992966cbf5c8f83f927ad18d6a0549

partire dal 2021, un gruppo di ricercatori ha

iniziato a collaborare con un’azienda locale

che noleggia bagni portatili. L’obiettivo è

raccogliere più di 70.000 litri di urina in

tre anni da orinatoi senz’acqua e da servizi

igienici specializzati in diversi luoghi

durante la stagione turistica estiva, in forte

espansione.

www.lescienze.it Le Scienze 59
Il gruppo è della Swedish University of Agricultural Scien- Chelsea Wald è una reporter freelance dell’Aia, nei Paesi Bassi,
ces (SLU) di Uppsala, che ha creato uno spin-off chiamato Sanita- e autrice di Pipe Dreams: The Urgent Global Quest to Transform the
Toilet (Avid Reader/Press Simon & Schuster, 2022)
tion360. Usando un processo che hanno sviluppato, i ricercatori
asciugano l’urina in blocchetti simili al cemento che trasformano
in polvere e poi pressano in pellet di fertilizzante adatti alle attrez-
zature agricole standard. Un agricoltore locale usa il fertilizzante
per coltivare orzo destinato alla produzione di birra che, dopo il
consumo, potrebbe entrare di nuovo nel ciclo.
I ricercatori vogliono portare il riuso dell’urina «oltre la visio-
ne concettuale e nella pratica» su larga scala, dice Prithvi Simha,
ingegnere di processo chimico alla SLU e direttore tecnologico di
Sanitation360. L’obiettivo è fornire un modello che le regioni di
tutto il mondo potrebbero seguire. «L’ambizione è che tutti, ovun-
que, seguano questa pratica».
Il progetto dell’isola di Gotland fa parte di un’ondata di sforzi
simili in tutto il mondo per separare l’urina dal resto delle acque
reflue e riciclarla in prodotti come i fertilizzanti. Questa pratica,
conosciuta come diversione dell’urina, è stata studiata da grup-
pi negli Stati Uniti, in Australia, Svizzera, Etiopia e Sudafrica, tra
gli altri. Gli sforzi vanno ben oltre i confini dei laboratori univer-
sitari. Gli orinatoi senz’acqua si collegano a sistemi di trattamento
sotterraneo in uffici in Oregon e nei Paesi Bassi. A Parigi, ci sono
piani per l’installazione di servizi igienici per la deviazione dell’u-
rina in un eco-quartiere di 1.000 residenti in costruzione nel 14°
distretto della città. L’Agenzia spaziale europea metterà 80 toilette
che deviano l’urina nella sua sede di Parigi, che entreranno in fun-
zione più tardi quest’anno. Secondo i sostenitori della deviazione
dell’urina, potrebbe essere utilizzata in siti che vanno dagli avam-
posti militari temporanei agli accampamenti di rifugiati, dai ricchi
centri urbani alle baraccopoli tentacolari.
Gli scienziati affermano che la cosiddetta «diversione dell’uri-
na» (urine diversion) avrebbe enormi benefici per l’ambiente e la
salute pubblica se fosse distribuita su larga scala in tutto il mon-
do. Anche perché l’urina è ricca di sostanze nutritive che, invece
di inquinare i corpi idrici, potrebbero fertilizzare colture o alimen-
tare processi industriali. Secondo le stime di Simha, gli esseri uma-
ni producono abbastanza urina per sostituire circa un quarto degli
attuali fertilizzanti di azoto e fosforo in tutto il mondo; contiene an-
che potassio e molti micronutrienti (si veda Che cosa c’è nell’urina
a p . 63). Inoltre, non scaricando l’urina nello scarico si potrebbero
risparmiare grandi quantità d’acqua e ridurre in parte la pressione
sui sistemi fognari obsoleti e sovraccarichi.
Copia di 91992966cbf5c8f83f927ad18d6a0549

Secondo gli esperti del settore, grazie ai progressi nei WC e nel-


le strategie di trattamento dell’urina, molti componenti della de- che diventerà sempre più cruciale via via che le società lotteranno
viazione dell’urina potrebbero presto essere pronti per un’ampia contro le carenze di energia, acqua e materie prime per l’agricol-
diffusione. Ma ci sono anche grandi ostacoli per riprogettare ra- tura e l’industria, dice Lynn Broaddus, biologa e consulente per la
dicalmente uno degli aspetti più basilari della vita. Ricercatori e sostenibilità a Minneapolis, in Minnesota, ed ex presidente della
aziende devono risolvere una serie di problemi, dal miglioramen- Water Environment Federation di Alexandria, in Virginia, un’as-
to del design dei gabinetti per la deviazione dell’urina al rendere sociazione di professionisti della qualità dell’acqua in tutto il mon-
più facile il trattamento dell’urina e la sua trasformazione in pro- do. «Il fatto è che è roba di valore».
dotti di valore. Tutto ciò potrebbe includere sistemi di trattamen-
to chimico collegati ai singoli gabinetti o dispositivi sotterranei Rifiuti misti
che servono interi edifici, con servizi di raccolta e manutenzione Un tempo l’urina era un bene prezioso. In passato, alcune so-
del prodotto concentrato o solidificato che ne risulta (si veda il box cietà la usavano per fertilizzare le colture, per conciare le pelli,
a pp. 62-63). Poi ci sono questioni più ampie di cambiamento e ac- per lavare i vestiti e per produrre polvere da sparo. Poi, tra la fi-
Cortesia Jenna Senecal

cettazione sociale, legate sia ai vari livelli di tabù culturali sui ri- ne del XIX e l’inizio del XX secolo, in Inghilterra nacque il model-
fiuti umani sia alle consuetudini profondamente radicate sui siste- lo moderno di gestione centralizzata delle acque di scarico, che
mi di fognatura industriale e alimentare. poi si diffuse in tutto il mondo portando infine a quella che è stata
La deviazione e il riuso dell’urina sono il tipo di «drastica ri- chiamata urine blindness [letteralmente: cecità all’urina, N.d.R.].
progettazione di come facciamo i servizi igienico-sanitari umani» In questo modello, i vasi sanitari con sciacquone usano l’acqua

60 Le Scienze 648 agosto 2022


L’esperimento sull’isola di Gotland ha messo a confronto zione dell’urina sarebbe «trasformativa», afferma. In uno studio
l’orzo concimato con l’urina (a destra) con piante coltivate con modelli per sistemi di gestione delle acque reflue in tre Sta-
senza fertilizzanti (al centro) e con piante coltivate con fertilizzanti ti degli Stati Uniti, lei e i suoi colleghi hanno confrontato i sistemi
minerali (a sinistra). convenzionali di acque reflue con quelli ipotetici che deviano l’u-
rina e usano i nutrienti recuperati per sostituire i fertilizzanti sin-
tetici. Love e colleghi hanno previsto che le comunità con devia-
zione dell’urina potrebbero ridurre le loro emissioni complessive
di gas serra fino al 47 per cento, il consumo di energia fino al 41 per
cento, l’uso di acqua dolce di circa la metà e l’inquinamento da nu-
trienti delle acque reflue fino al 64 per cento, a seconda delle tec-
nologie usate.
Ma il concetto è rimasto di nicchia, per lo più limitato a luoghi
scollegati dalla rete fognaria come ecovillaggi del Nord Europa,
case rurali e progetti di sviluppo in ambienti a basso reddito.
Molto del ritardo è dovuto ai gabinetti stessi, dice Tove Larsen,
ingegnere chimico dell’Istituto federale svizzero di scienza e tec-
nologia dell’acqua (EAWAG) a Dübendorf. Vendute per la prima
volta negli anni novanta e duemila, la maggior parte delle toilette
che deviano l’urina ha una vaschetta nella parte anteriore per cat-
turare il liquido: una configurazione che richiede una mira atten-
ta. Altri progetti hanno incorporato nastri trasportatori a pedale
che lasciano defluire l’urina mentre trasportano le feci in una ca-
mera di compostaggio, o sensori che azionano valvole per dirigere
l’urina verso uscite separate.
Ma nei progetti pilota e dimostrativi europei le persone non ne
hanno accettato l’uso, dice Larsen, lamentandosi che erano trop-
po ingombranti, puzzolenti e inaffidabili. «Siamo stati bloccati da
questo argomento dei WC».

L’esperienza del Sudafrica


Queste preoccupazioni hanno tormentato il primo uso su lar-
ga scala dei gabinetti con deviazione dell’urina: un progetto degli
anni duemila nella municipalità sudafricana di eThekwini. Dopo
l’apartheid, i confini della municipalità si sono improvvisamen-
te allargati, e le autorità hanno assunto la responsabilità di povere
aree rurali dove le infrastrutture per i servizi igienici erano assen-
ti e c’erano pochi servizi relativi all’acqua, racconta Anthony Odi-
li, che studia governance della sanificazione dell’acqua all’Univer-
sità del KwaZulu-Natal a Durban.
Dopo un’epidemia di colera nell’agosto 2000, le autorità han-
no rapidamente introdotto diverse soluzioni per la sanificazione
dell’acqua che soddisfano vincoli finanziari e pratici, compresi
Copia di 91992966cbf5c8f83f927ad18d6a0549

circa 80.000 gabinetti a secco con deviazione dell’urina, la mag-


per inviare rapidamente urina, feci e carta igienica nelle fogne, gior parte dei quali sono in uso ancora oggi. L’urina defluisce sotto
dove si mischiano con altri liquidi provenienti dalle case, da fon- la toilette nel terreno e le feci cadono in un deposito che, dal 2016,
ti industriali e a volte dalle piogge. Negli impianti di trattamento la municipalità svuota ogni cinque anni.
centralizzato, un processo ad alta intensità energetica sfrutta mi- Il progetto ha avuto successo nel dotare la regione di una più
crobi per pulire le acque di scarico. sicura sanificazione dell’acqua, dice Odili. Ricerche in scienze so-
A seconda dei regolamenti locali e delle condizioni di un im- ciali, però, hanno rivelato molti problemi del programma. Anche
pianto di trattamento, l’acqua di scarico rilasciata dal processo se le persone percepivano che i gabinetti erano meglio di niente,
può ancora contenere molto azoto e altri nutrienti, e anche altri dice Odili, gli studi, compresi alcuni in cui è stato coinvolto, han-
contaminanti. E il 57 per cento della popolazione mondiale non è no poi scoperto che gli utenti generalmente non li amavano. Mol-
collegato a sistemi fognari centralizzati (si veda Liquame umano ti erano stati costruiti con materiali scadenti, ed erano scomodi da
a p. 63). usare. Anche se in teoria gabinetti del genere dovrebbero preveni-
Gli scienziati lavorano a soluzioni per rendere i sistemi centra- re i cattivi odori, in quelli di eThekwini l’urina spesso entrava nei
lizzati più sostenibili e meno inquinanti; in Svezia, però, a parti- contenitori con le feci, causando una puzza terribile. Le persone
re dagli anni novanta alcuni ricercatori hanno iniziato a spingere «non potevano respirare», dice Odili. Per di più, l’urina rimane in
per un cambiamento fondamentale. I progressi a valle sono «solo gran parte inutilizzata.
un’altra evoluzione della stessa cosa», dice Nancy Love, ingegne- In definitiva, la decisione di usare i bagni a secco con deviazio-
re ambientale all’Università del Michigan ad Ann Arbor. La devia- ne dell’urina, guidata in gran parte da preoccupazioni di salute

www.lescienze.it Le Scienze 61
DA SCARTO A RISORSA

Come riciclare la pipì


L’urina è una sostanza preziosa, e ce n’è molta. Ogni persona ne
produce circa 500 litri all’anno. L’urina rappresenta solo l’1 per
cento delle acque reflue domestiche, ma secondo alcuni studi
contiene l’80-90 per cento dell’azoto e almeno la metà del fosforo
e del potassio. Con l’aumento della popolazione e la continua cre-
scita del fabbisogno di fertilizzanti, il riciclaggio della pipì potrebbe
essere l’opzione migliore e impedirebbe ad alcune di queste so-
stanze nutritive di inquinare i corsi d’acqua. Alcune comunità so-
no all’avanguardia nell’installazione di servizi igienici specializzati
e nel riciclaggio dell’urina.

Un nuovo tipo di toilette


La chiave per recuperare le sostanze nutritive dall’urina è
separarla dal resto del flusso dei rifiuti, un processo chiamato
diversione dell’urina (urine diversion, o UD). I sistemi UD
vanno da quelli che trattano urina e feci sul posto a quelli che si
collegano a sistemi fognari più grandi. Nel progetto Urine Trap,
dell’azienda austriaca EOOS, l’urina scorre lungo la parte interna
della tazza e in beccuccio verso un tubo separato.

Copia di 91992966cbf5c8f83f927ad18d6a0549

62 Le Scienze 648 agosto 2022


www.lescienze.it
Copia di 91992966cbf5c8f83f927ad18d6a0549

Le Scienze
63
Illustrazioni di Danilo Sossi; fonte: How Recycling Urine Could Help Save The World,
Wald C., in «Nature», Vol. 602, 10 febbraio 2022
pubblica, è stata presa dall’alto e non ha tenuto conto delle pre- il corpo produce come scarto della metabolizzazione delle protei-
ferenze delle persone, dice Odili. Uno studio del 2017 ha scoperto ne. L’urea di per sé è utile: una versione sintetica è un comune fer-
che a eThekwini oltre il 95 per cento degli intervistati aspirava ai tilizzante azotato. Ma è anche complicata: quando si combina con
comodi servizi igienici con scarico inodore che i bianchi più ricchi l’acqua, l’urea si trasforma in ammoniaca gassosa, che contribui-
usano in città, e che molti hanno intenzione di installare quando le sce a dare all’urina il suo caratteristico odore. Se non è contenu-
circostanze lo permetteranno. In Sudafrica, i servizi igienici sono ta, l’ammoniaca puzza, inquina l’aria e porta via il prezioso azoto.
stati a lungo un simbolo di disparità razziale. Catalizzata dall’enzima ureasi, questa reazione, chiamata idrolisi
Un nuovo design, però, potrebbe rappresentare una svolta per dell’urea, può durare microsecondi, rendendo l’ureasi uno dei più
la deviazione dell’urina. Guidato dal designer Harald Gründl e in efficienti enzimi conosciuti.
collaborazione con Larsen e altri, nel 2017 lo studio di design au- Alcuni approcci permettono all’idrolisi di andare avanti. I ri-
striaco EOOS (che da allora ha scorporato la società EOOS Next) ha cercatori di EAWAG hanno sviluppato un processo avanza-
presentato Urine Trap (una trappola per l’urina). Grazie a questa to per trasformare l’urina idrolizzata in una soluzione nutritiva
trappola gli utenti non devono più mirare, e la funzione di devia- concentrata. Prima, in un serbatoio i microrganismi trasformano
zione dell’urina è quasi invisibile (si veda il box a pp. 62-63). l’ammoniaca volatile in nitrato di ammonio non volatile, che è un
La trappola per l’urina sfrutta la tendenza dell’acqua ad aderi- fertilizzante comune. Poi un distillatore concentra il liquido. Uno
re alle superfici per dirigere l’urina lungo il lato interno fronta- spin-off chiamato Vuna, sempre a Dübendorf, lavora per mette-
le del water in un foro separato. Sviluppata con il finanziamento re in commercio sia il sistema per l’uso negli edifici sia il prodot-
della Bill & Melinda Gates Foundation di Seattle, che ha sostenuto to, chiamato Aurin, che è stato approvato in Svizzera per l’uso su
un’ampia fascia di ricerca nell’innovazione dei gabinetti per con- piante commestibili: una prima mondiale.
testi a basso reddito, la trappola per l’urina può essere incorpora- Altri cercano di fermare la reazione di idrolisi alzando o abbas-
ta in tutto, dai modelli di alta gamma con piedistallo in ceramica ai sando rapidamente il pH dell’urina, che di solito è neutro quan-
bagni alla turca in plastica. LAUFEN, una società con sede in Sviz- do esce dal corpo. All’Università del Michigan, una collaborazione
zera, ne sta già producendo uno per il
mercato europeo – chiamato save! – an-
che se per molti consumatori è ancora Alcuni ricercatori stanno sviluppando soluzioni
troppo costoso.
L’Università del KwaZulu-Natal e la per produrre elettricità con celle a combustibile
municipalità di eThekwini hanno an-
che testato versioni di toilette con Uri-
microbiche che contengono urina
ne Trap che deviano l’urina e scaricano
i solidi. Questa volta, la ricerca è più fo-
calizzata sull’utente. Odili è ottimista sul fatto che le persone pre- tra Love e il no-profit Rich Earth Institute di Brattleboro, in Ver-
feriranno le nuove toilette a deviazione di urina, perché hanno un mont, sta sviluppando un sistema per gli edifici che spruzza acido
odore migliore e sono più facili da usare; però sottolinea che gli citrico liquido lungo i tubi di una toilette che devia l’urina e di un
uomini dovrebbero sedersi per urinare, il che è un grande cam- orinatoio senz’acqua. Poi concentra l’urina tramite ripetuti conge-
biamento culturale. Ma se questa toilette verrà «adottata e accetta- lamenti e scongelamenti.
ta anche in aree ad alto reddito, con persone di diversi gruppi etni- Il gruppo della Swedish University of Agricultural Sciences che
ci, allora ciò aiuterà davvero la sua diffusione», spiega. «Dobbiamo lavora al progetto sull’isola di Gotland, guidato dall’ingegnere am-
sempre mettere la lente dell’etnia», aggiunge, per assicurarci che bientale Björn Vinnerås, ha capito come essiccare l’urina in urea
non si stia sviluppando qualcosa che sarà visto come «solo per i solida mescolata con gli altri nutrienti. Il gruppo sta valutando il
neri» o «solo per i poveri». suo ultimo prototipo, una toilette autonoma con un essiccatore in-
corporato, presso la sede dell’ente pubblico svedese per l’acqua e
Copia di 91992966cbf5c8f83f927ad18d6a0549

Usi dell’urina le acque reflue VA SYD a Malmö.


La separazione dell’urina è solo il primo passo nella trasforma- Altri metodi mirano a singole sostanze nutritive ottenute
zione della sanificazione dell’acqua. La parte successiva è capire dall’urina: potrebbero inserirsi più facilmente nelle catene di ap-
che cosa fare dell’urina. Nelle zone rurali la si potrebbe conserva- provvigionamento esistenti per i fertilizzanti e i prodotti chimici
re in vasche in modo da uccidere eventuali agenti patogeni e poi industriali, dice l’ingegnere chimico William Tarpeh, ex postdoc
applicarla ai campi. L’Organizzazione mondiale della Sanità forni- di Love, ora alla Stanford University, in California.
sce linee guida per questa pratica. Un modo consolidato di recuperare il fosforo dall’urina idro-
Ma gli ambienti urbani sono più complicati, ed è lì che viene lizzata prevede l’aggiunta di magnesio, che provoca la preci-
prodotta la maggior parte dell’urina. Non è pratico aggiungere pitazione di un fertilizzante chiamato struvite. E Tarpeh lo sta
una serie di tubi fognari in tutta una città per spostare l’urina in sperimentando con perle di materiali di adsorbimento che ri-
un unico luogo centralizzato. E poiché l’urina è per il 95 per cen- muovono selettivamente l’azoto sotto forma di ammoniaca oppu-
to acqua, è troppo costosa da conservare e trasportare. Così alcu- re il fosforo sotto forma di fosfato. Il suo sistema sfrutta un altro
ni ricercatori si stanno concentrando sull’essiccazione, sulla con- liquido, chiamato rigenerante, che scorre sulle perle dopo che so-
centrazione o sull’estrazione di altre sostanze nutritive dall’urina no state consumate. Il rigenerante porta via i nutrienti e rinnova
a livello di toilette o di edificio, lasciandosi dietro acqua. le perle per un altro giro. È un metodo passivo a bassa tecnologia,
Non è un obiettivo facile, ammette Larsen. Da un punto di vista ma i rigeneranti commerciali sono dannosi per l’ambiente. Il suo
ingegneristico, «l’urina è una brutta soluzione», dice. A parte l’ac- gruppo sta cercando di produrre quelli meno costosi e più rispet-
qua, la porzione più grande è urea, un composto ricco di azoto che tosi dell’ambiente.

64 Le Scienze 648 agosto 2022


Orinatoio ecologico con sistema di riciclaggio a dinanze e regolamenti ha causato problemi con la gestione delle
Ile Saint-Louis, a Parigi. L’urina raccolta è poi trattata e strutture, dice, ed è per questo che Orner fa parte di un gruppo
trasformata in un composto per far crescere piante. che sviluppa nuove ordinanze.
Parte dell’inerzia potrebbe essere dovuta alle preoccupazioni
Altri ricercatori stanno sviluppando modi per produrre elettri- per la resistenza dei clienti, ma un sondaggio del 2021 su persone
cità con celle a combustibile microbiche che contengono urina. A di 16 paesi ha indicato che la disponibilità a consumare cibo ferti-
Città del Capo, in Sudafrica, un altro gruppo ha sviluppato un me- lizzato con l’urina si avvicina all’80 per cento in posti come Fran-
todo per produrre un mattone non convenzionale da costruzio- cia, Cina e Uganda.
ne combinando urina, sabbia e batteri produttori di ureasi in uno Pam Elardo, che dirige il Bureau of Wastewater Treatment co-
stampo; questi mattoni calcificano in qualsiasi forma senza biso- me vice-commissario del New York City Department of Envi-
gno di cottura. E l’Agenzia spaziale europea guarda all’urina de- ronmental Protection, sostiene innovazioni come la diversione
Copia di 91992966cbf5c8f83f927ad18d6a0549

gli astronauti come a una risorsa per costruire habitat sulla Luna. dell’urina perché ridurre ulteriormente l’inquinamento e recupe-
«Quando pensiamo al grande futuro del recupero dell’urina e rare risorse sono obiettivi chiave del suo ufficio. Elardo immagina
delle acque reflue, vogliamo essere in grado di fare più prodotti che per una città come New York l’approccio più pratico e conve-
possibili», dice Tarpeh. niente alla deviazione dell’urina possa essere un sistema scollega-
I ricercatori che perseguono una serie di idee per trasformare to dalla rete per edifici rinnovati o nuovi, unitamente a operazioni
l’urina in prodotti di base sanno anche che è una battaglia in sali- di manutenzione e di raccolta. Se gli innovatori possono risolvere
ta, in particolare con settori industriali consolidati. Le aziende di questo problema, dice, «allora dovrebbero darci dentro».
fertilizzanti e di prodotti alimentari, gli agricoltori, i produttori di Considerati i progressi, Larsen prevede che la produzione di
Elise HARDY/Gamma-Rapho via Getty Images

bagni e gli enti regolatori sono lenti nell’operare grandi cambia- massa e l’automazione delle tecnologie di deviazione dell’urina
menti nelle rispettive pratiche. «C’è molta inerzia», dice Simha. potrebbero essere dietro l’angolo. E questo migliorerebbe l’oppor-
All’Università della California a Berkeley, per esempio, l’instal- tunità economica per questa trasformazione nel trattamento dei
lazione di un WC LAUFEN save! per la ricerca e l’istruzione, com- rifiuti. La diversione delle urine «è la tecnologia giusta», dice. «È
preso un tubo di scarico verso un serbatoio di stoccaggio al pia- l’unica tecnologia che può risolvere il problema dei nutrienti dalle
no sottostante, ha inaspettatamente richiesto quasi tre anni ed è case in un tempo ragionevole. Ma le persone devono osare». Q
costato più di 50.000 dollari. Il costo comprende le spese per gli
architetti, la costruzione e il rispetto delle ordinanze comunali, La versione originale di questo articolo è stata pubblicata
spiega l’ingegnere ambientale Kevin Orner, ora alla West Virgi- su «Nature», Vol. 602, 10 febbraio 2022.
nia University di Morgantown, e non finisce qui. L’assenza di or- Riproduzione autorizzata, tutti i diritti riservati.

www.lescienze.it Le Scienze 65
Copia di 91992966cbf5c8f83f927ad18d6a0549

S. Entressangle/E. Daynes/SPL/AGF

Ricostruzione di un maschio
di Homo naledi. Si pensa che un maschio
adulto fosse alto circa 1,5 metri
e pesasse 45 chilogrammi.

66 Le Scienze 648 agosto 2022


PALEOANTROPOLOGIA

L’arrampicatore
che non era
più una scimmia
L’anatomia da arrampicatore di Homo naledi sembra anomala,
vista la rarità degli alberi nel suo ambiente, ma può essere stata
un adattamento a falesie e grotte, come del resto per i suoi predecessori

di Jean-Luc Voisin

el 2015 i paleoantropologi, increduli, hanno dovuto ammettere nella

N famiglia umana una forma anomala: Homo naledi. Scoperto nel 2013
nelle profondità di una caverna, questa sorta di gnomo arcaico sem-
bra aver conservato le capacità arboricole degli australopitechi. Si
tratta però chiaramente di un umano, che è vissuto circa 300.000 an-
ni fa in un’Africa australe priva di qualsiasi tipo di foresta.
Lo studio di Homo naledi è appena agli inizi e, per il momento,
sono uno dei pochi ricercatori francesi ad aver avuto occasione di
prendervi parte. Tutto cominciò, nel mio caso, all’inizio del 2014,
Copia di 91992966cbf5c8f83f927ad18d6a0549

sta specie tutto, dalle condizioni della sua scoperta fino a ciascuna
delle sue caratteristiche, sorprende e disturba al punto da rendere
questa forma umana quasi irreale. Eppure esiste, o meglio è esisti-
quando ricevetti una e-mail di Elen Feuerriegel, all’epoca studen- ta, neanche troppo tempo fa sulla scala dell’evoluzione.
tessa alla Australian National University di Canberra. Elen mi con- La pubblicazione nel 2015 della scoperta di Homo naledi da par-
sultava per le sue ricerche, cosa che mi portò a partecipare alla te del gruppo di Lee Berger, dell’Università del Witwatersrand
valutazione della sua tesi. Di conseguenza ci conoscevamo bene in Sudafrica, finì sulle prime pagine dei giornali di tutto il mon-
quando nel 2017, dall’Università di Washington a Seattle, dove la- do, ma soprattutto inquietò profondamente chi si occupa di prei-
vorava all’epoca, mi propose di aiutarla a studiare gli arti superio- storia. Il ramo umano in effetti era già piuttosto affollato: conosce-
ri di Homo naledi. L’analisi anatomica della sua spalla che all’epoca vamo all’epoca tra sei e nove specie di australopiteco (tre specie
ebbi occasione di fare, e la mia esperienza personale di scalatore, non trovano tutti gli esperti d’accordo), tre specie di australopite-
mi portarono a formulare un’ipotesi sorprendente: e se Homo na- co robusto (genere Paranthropus) e oltre dieci specie umane (an-
ledi fosse stata una forma umana selezionata per l’arrampicata? che su queste non c’è un consenso generale). È in questo quadro
A priori, questa idea non aveva nulla di plausibile: il passato ar- complesso che andava a iscriversi Homo naledi, aggiungendo ul-
boricolo degli ominini (il ramo di ominidi che porta al genere Ho- teriore confusione.
mo) risale agli australopitechi, quindi a oltre un milione di anni Naledi significa «stella» in sesotho, una delle 11 lingue ufficia-
fa, un’epoca molto anteriore a quella di Homo naledi. Ma in que- li della Repubblica del Sudafrica. Lee Berger ha scelto questo no-

www.lescienze.it Le Scienze 67
me perché i suoi colleghi speleologi hanno scoperto i primi resti Jean-Luc Voisin è un paleoantropologo associato al laboratorio ADES
di Homo naledi nel 2013 nel complesso di grotte chiamato Rising (Anthropologie bio-culturelle, droit, étique et santé) dell’Università di Aix-Marseille.
Star («stella crescente»), nel sistema carsico della provincia di Gau-
teng, in Sudafrica. La grotta si trova a meno di tre chilometri da
Sterkfontein e a meno di 800 metri da Swartkrans, due dei siti di
ritrovamenti di fossili di australopitechi più importanti dell’Africa in cui sono ripartite nelle cripte lo esclude), e via dicendo. L’ipo-
australe (si veda la figura nella pagina a fronte). I resti ossei di que- tesi sostenuta da Lee Berger è che i resti siano stati portati da altri
sta nuova specie provengono dalla camera Lesedi e dalla camera umani, cosa che implicherebbe una pratica funeraria. Da un lato
Dinaledi del complesso di grotte. sembra un’idea plausibile, dal momento che Sima de los Huesos,
la «fossa delle ossa» di Atapuerca, in Spagna, presenta un caso si-
Ossa fossili di almeno 15 individui mile di necropoli sotterranea dove alcuni predecessori dell’uomo
A Dinaledi sono state portate alla luce – o, piuttosto, al buio asso- di Neanderthal avrebbero deposto i loro morti circa 430.000 anni
luto che regna nella grotta – oltre 1550 ossa, tra cui 137 denti isolati fa. D’altro lato, molti paleoantropologi rifiutano di crederci: Homo
e 58 ancora inseriti nelle ossa della mascella e della mandibola. Le naledi presenta tratti arcaici che, secondo loro, sono incompatibili
variazioni di queste ossa fra loro sono inferiori a quelle che presen- con un’intelligenza così sviluppata da sostenere una vita culturale
tano rispetto a ciascuna delle altre specie umane, cosa che dimo- che dia un senso alla morte e alle pratiche funerarie.
stra che abbiamo a che fare con un’unica forma umana. La came-
ra Lesedi, la cui superficie nel 2013 era stata scavata solo in minima Tratti arcaici
parte, ci ha rivelato 118 resti attribuiti a due adulti e a un bambino L’ostacolo che appare più insormontabile, sotto questo aspet-
molto piccolo. Le ossa presenti nelle cavità di Lesedi e Dinaledi vi to, è senza dubbio la ridotta capacità cranica di Homo naledi, asso-
sono state deposte in un intervallo di tempo piuttosto breve e rap- ciata a un certo prognatismo (prominenza della faccia). Il volume
presentano almeno 15 individui tra adulti, adolescenti e bambini. del cranio è compreso tra 465 e 560 centimetri cubi, un dato che
In altre parole, è stato scoperto in una volta sola un intero campio- rende H. naledi più vicino a un australopiteco che al genere Ho-
ne di popolazione, evento rarissimo per il Paleolitico. mo. In una forma umana del Pleistocene medio (ossia tra 781.000
Altrettanto spettacolare, per un paleoantropologo, è il fatto che e 126.000 anni fa), questa piccola capacità cranica sorprende, per-
tutte le ossa dello scheletro, o quasi, sono rappresentate in più ché i cervelli avevano già raggiunto dimensioni notevoli (oltre
esemplari, e spesso mantengono le loro connessioni anatomiche. 1000 centimetri cubi) negli altri ominini dell’epoca, e in particola-
Per esempio, una mano destra comprende tutte le re nei primi Neanderthal e negli uomini moderni
ossa carpali (del polso) e metacarpali (del palmo), I suoi arti (anatomicamente simili a H. sapiens) arcaici.
oltre che delle falangi, con l’eccezione del pisifor- Va notato tuttavia che almeno altre due spe-
me (uno degli ossicini del carpo); la accompagna- superiori sono cie umane di questo periodo hanno un cervel-
no non meno di altre 110 ossa della mano. molto simili lo piccolo: Homo floresiensis e Homo luzonensis.
La scoperta di una popolazione fossile del Pa- In questi due casi si tratta però di specie insula-
leolitico è già, di per sé, un evento notevole. Ma a quelli ri, nelle quali la riduzione di volume è sicuramen-
le circostanze in questo caso la rendono a mala- te legata al nanismo insulare, un adattamento alle
pena credibile. Non c’è alcuna industria litica, né
delle scimmie risorse limitate delle isole.
carbone, né resti di fauna: in breve, non c’è alcu- antropomorfe Lo strano aspetto di Homo naledi è causato an-
na traccia di cultura materiale attorno ai fossili a che dalla sua morfologia generale. La maggior
offrirci la minima informazione sullo stile di vita arboricole parte della porzione superiore del corpo è più
«nalediano». simile a quella di uno scimpanzé che a quella di
L’accesso estremamente difficile alla camera Dinaledi costitui- un Homo; la parte inferiore mostra invece un adattamento al bi-
sce anch’esso un enigma. Implica infatti che ci fosse un’illumina- pedismo ben più vicino a quello dell’uomo moderno che a quello
Copia di 91992966cbf5c8f83f927ad18d6a0549

zione, quindi il controllo del fuoco; per entrare inoltre bisogna di Australopithecus. La morfologia generale del cranio lo avvicina
superare il Superman’s Crawl, un cunicolo così stretto che solo inoltre a Homo erectus (carena sagittale, costrizione post-orbita-
speleologi snelli e di bassa statura possono sperare di gattonarvi le poco marcata, eccetera), mentre la sua morfologia mandibola-
dentro senza restare bloccati; arrivati poi in una prima camera, oc- re globale è molto simile a quella di numerosi australopitechi o ai
corre fare una scalata di una quindicina di metri sulla «schiena del primi rappresentanti del genere Homo.
drago» (The Dragon’s Back) per accedere all’ingresso di un cana- Per dimensioni, la mano di Homo naledi assomiglia a quella di
le molto stretto e quasi verticale di una dozzina di metri (si veda la Australopithecus sediba (un australopiteco ritrovato in Sudafri-
figura a p. 70) che fa onore al suo nome, «la caduta» (The Chute), e ca), in particolare a quella dell’individuo di sesso femminile MH2
porta all’ingresso della camera Dinaledi. di questa specie. Quindi è piuttosto piccola. Eppure la sua orga-
L’accesso alla cavità Lesedi, situata a 145 metri da Dinaledi nella nizzazione è particolare, perché le ossa del polso (carpali) e del
stessa rete sotterranea, è leggermente più facile, purché si dispon- palmo (metacarpali) sono molto simili a quanto riscontriamo nei
ga di una fonte luminosa facile da usare, cosa che nella preistoria Neanderthal e nell’uomo moderno. Le sue falangi, per contro, so-
non era certo automatica. E tutto indica che 300.000 anni fa gli no forse ancora più incurvate di quelle di certi australopitechi: ciò
unici accessi a queste due camere fossero gli stessi di oggi. implica che il palmo di H. naledi doveva essere rigido, in particola-
Di conseguenza, la presenza di una sorta di necropoli in que- re a livello del pollice. Favorendo la dispersione delle forze, questa
sti luoghi così particolari non si spiega. Sono state avanzate nume- caratteristica aiuta a manipolare strumenti.
rose ipotesi per queste ossa: trasportate nelle grotte da predatori Viceversa, la morfologia delle falangi attesta un comportamen-
(ma non mostrano segni di denti), da un’inondazione (ma il modo to locomotorio in cui l’arrampicata aveva un ruolo importante. La

68 Le Scienze 648 agosto 2022


Situata circa 30 chilometri a
nord di Johannesburg, in Sudafrica, la
Culla dell’umanità sudafricana è una
zona di 470 chilometri quadrati dove
sono stati scoperti numerosi fossili di
australopitechi e antenati umani.

Gondolin

Haasgat

Malapa
Gladysvale
Motsetse

Drimolen
Plovers Lake

Coopers D
Kromdraii B
Swartrans
Sterkfontein 1180 1450 1715 m

N 0 100 chilometri
Rising Star
²

mano ha anche certe caratteristiche di cui non conosciamo il ruo- no di H. naledi sono frammentari, cosa che limita i confronti, ma si
lo funzionale. In ogni modo, Homo naledi era probabilmente in possono comunque fare alcune osservazioni. I frammenti di ossa
grado di intagliare strumenti, ma anche di arrampicarsi e appen- iliache, che costituiscono la parte alta del bacino, presentano es-
dersi ai rami. senzialmente caratteristiche proprie degli australopitechi; dove-
Contrariamente a quella degli australopitechi, la morfologia vano essere quindi piuttosto corte e svasate, coerentemente con
dei piedi di Homo naledi è abbastanza simile alla nostra (si veda la morfologia del torace. La parte bassa del bacino formata dall’i-
la figura a p. 72), con un alluce non opponibile e un arco planta- schio e dal pube, per contro, è morfologicamente molto prossima
re ben sviluppato. Quest’ultimo rende il bipedismo meno costo- a quella dell’uomo moderno, il che è coerente con la morfologia
so in termini energetici, e più efficace. Come nel caso della mano, degli arti inferiori.
è la morfologia delle falangi (e in particolare delle falangi prossi- Le ossa di Homo naledi sono quindi decisamente enigmatiche,
mali) a essere molto diversa da quella dell’uomo moderno; queste al punto che è una fortuna aver trovato tutte insieme quelle di al-
ossa, piuttosto ricurve, rientrano nello spettro di ciò che osservia- cuni esemplari: se alcune parti (come le ossa della metà superio-
mo nelle scimmie antropomorfe e in certi australopitechi. Questo re e quelle della metà inferiore del corpo) fossero state scoperte
insieme di caratteri ancestrali e derivati [generati dalla modifica separatamente, senza dubbio sarebbero state descritte come due
di un carattere ancestrale con l’evoluzione, N.d.R.] si ritrova an- specie distinte. Questa impressione di un’anomalia evolutiva è
Copia di 91992966cbf5c8f83f927ad18d6a0549

che nel femore e nella tibia, anch’essi morfologicamente molto vi- rinforzata dai tentativi di collocare H. naledi nell’albero evolutivo
cini ai nostri per certi tratti e a quelli di Australopithecus per altri. del genere Homo. Nessuno di questi studi filogenetici dà infatti il
Le vertebre di Homo naledi contengono un canale vertebrale medesimo risultato, se non per una sola cosa: tutti pongono H. na-
BardoczPeter/iStock (cartina a sinistra); prospective56/iStock (Africa);

(in cui passa il midollo spinale) grande rispetto alle dimensioni ge- ledi all’interno del genere Homo.
nerali delle vertebre. La dimensione di questo canale è correlata La grande somiglianza tra gli arti superiori nalediani e quelli
© T. R. Edwards et al., «PeerJ», vol. 7, e6202, 2019 (a destra)

direttamente alla densità dell’innervazione dei muscoli della cas- delle scimmie antropomorfe adattate ad arrampicarsi sugli alberi
sa toracica e del diaframma, cosa che sembra proprio indicare che è particolarmente bizzarra. Per capire bene la questione è neces-
il controllo della muscolatura respiratoria di H. naledi fosse pre- saria un po’ di anatomia della spalla. Poco studiata, questa parente
ciso. Ma lo era tanto quanto lo è nell’uomo moderno? Questa do- povera della paleoantropologia è costituita dalla cintura scapolare
manda non ha un mero interesse aneddotico, perché sottintende (la clavicola più la scapola) e dall’omero (il braccio). La cintura sca-
che questa specie potesse avere capacità linguistiche. Il linguag- polare è dunque la prima maglia della catena articolare degli ar-
gio articolato esige infatti un complesso coordinamento dei mu- ti superiori. La spalla unisce l’arto superiore al resto del corpo e, di
scoli respiratori, cosa possibile soltanto se il sistema nervoso dedi- conseguenza, ne condiziona le capacità.
cato alla respirazione è abbastanza sviluppato. Le tre ossa della spalla dei primati sono dotate di oltre 20 mu-
Il torace di Homo naledi è a forma di campana, come quello de- scoli (il numero esatto varia a seconda delle specie). La scapola
gli ominini antichi e delle scimmie antropomorfe contemporanee; «galleggia» in questa massa muscolare, dato che è in contatto sol-
quello dell’uomo moderno, invece, è simile a una botte, con una tanto con la testa dell’omero e con la clavicola (l’osso lungo della
larghezza pressoché identica lungo tutta l’altezza. I resti del baci- spalla). Quest’ultima è l’unico osso che collega lo scheletro assia-

www.lescienze.it Le Scienze 69
Sezione nord-est/sud-ovest dell’accesso a Dinaledi Le cavità Dinaledi (a sinistra)
e Lesedi (non rappresentata)
Altezza Ingresso hanno un accesso estremamente
(in metri) difficile, al punto che riescono
a entrarvi soltanto speleologi di
Cunicolo quasi verticale
corporatura minuta. Eppure,
(largo una ventina
di centimetri) sembra che membri della
1 470 popolazione nalediana vi abbiano
Camera Dinaledi deposto i propri morti.
(sito fossilifero)
1 460
Il cranio di un esemplare
Superman’s Crawl di Homo naledi scoperto nella
Dragon’s Back
1 450 (alto meno di 25 centimetri) cavità Lesedi, visto da quattro
angolazioni diverse (pagina a
0 fronte). La sua morfologia è molto
10
30 20 Distanza
40 dall’ingresso diversa da quella del cranio di
1 440 50
60 (in metri) Homo habilis. In realtà, è poco
70
90 80
plausibile che Homo naledi sia un
discendente di Homo habilis.

le all’arto superiore e permette così al braccio di muoversi in tutte vo per cui è stato a lungo trascurato. Fortunatamente, queste cur-
le direzioni, in particolare fuori dal piano parasagittale, un piano ve possono essere scomposte in due piani distinti (in vista dorsa-
perpendicolare a quello che passa per le due spalle (si veda l’im- le e in vista dall’alto), cosa che mi ha permesso di mostrare che la
magine a p. 72). Ciò rende quella della spalla l’articolazione più clavicola è l’osso che offre più informazioni sull’architettura della
mobile nell’uomo e nei suoi cugini più prossimi, le scimmie an- spalla e che completa così l’aspetto funzionale derivante dallo stu-
tropomorfe. dio della scapola.
La clavicola di Homo naledi è piuttosto corta e robusta. Presen-
Una clavicola e una scapola da arrampicatore ta anche una doppia curva sia in vista dorsale sia dall’alto, come
La clavicola e la scapola di Homo naledi hanno caratteristiche nelle scimmie antropomorfe attuali. La spalla di H. naledi è dun-
fortemente associate all’arrampicata. La scapola mostra in effetti que caratterizzata da una scapola alta rispetto al torace e in posi-
una cavità glenoidea (la superficie articolare a contatto con la te- zione meno dorsale rispetto all’uomo moderno, con una cavità
sta dell’omero) orientata verso l’alto, come nelle scimmie antropo- glenoidea orientata verso l’alto. Questa architettura della spalla
morfe, mentre nella nostra specie questa superficie ha un orienta- è simile a quella delle scimmie antropomorfe. Ciò nonostante, la
mento laterale (si veda l’immagine a pagina 73). clavicola di H. naledi presenta anche tratti tipicamente umani, co-
Nelle scimmie, l’orientamento verso l’alto della cavità glenoi- me l’aspetto dell’inserzione del legamento costo-clavicolare all’e-
dea facilita l’innalzamento degli arti superiori e tutti i loro movi- stremità mediale del lato inferiore della clavicola (vicino alla testa).
menti al di sopra della testa: li rende molto meno costosi in termi- Riassumendo, l’architettura della spalla di Homo naledi è molto
ni energetici e favorisce l’aumento della superficie di inserimento vicina a quella delle scimmie antropomorfe – fondamentalmente
di certi muscoli, come il sovraspinato (molto piccolo nell’uomo arboricole – ma soprattutto a quella della spalla di Homo habilis.
moderno), che così possono essere più forti. Negli esseri umani, Le vestigia della spalla di questo primo rappresentante del gene-
l’orientamento laterale di questa superficie articolare rende più re Homo, vissuto in Africa orientale tra 2,5 e 1,6 milioni di anni fa,
Copia di 91992966cbf5c8f83f927ad18d6a0549

costosi, da un punto di vista energetico, i movimenti del brac- si limitano a qualche frammento della scapola e della clavicola, in-
cio sopra la testa, ma facilita la manipolazione di oggetti davanti sieme a una clavicola intera molto ben conservata. Quest’ultima è
a sé, nel proprio campo visivo, per esempio mentre si maneggia- corta, robusta e presenta una doppia curvatura sia in vista dorsa-
no strumenti. le sia in vista superiore. Ha anche un’impronta del legamento co- Illustrazione di José Miguel Mayo, da Paul H.G.M. Dirks et al., «eLife»,

In Homo naledi, la morfologia di questa articolazione è inoltre sto-clavicolare di tipo moderno. In altre parole, le clavicole di H.
identica a quella di altri ominidi, nel senso che è piccola e legger- habilis sono molto simili a quelle di H. naledi, che è però molto
articolo 09561, pubblicato on line il 10 settembre 2015

mente ovalizzata, cosa che facilita i movimenti della testa dell’o- più recente: i due sono separati da quasi 1,5 milioni di anni. Que-
mero. Per quanto riguarda le scapole di H. naledi, non si può dire sto particolare è così importante che i criteri che abbiamo descrit-
molto altro, perché sono tutte molto frammentarie. Quest’osso è to portano molti ricercatori a pensare che il comportamento loco-
molto fragile e sono note poche scapole fossili più o meno comple- motorio di H. habilis fosse ancora in gran parte arboricolo.
te, anche tra quelle del Paleolitico superiore.
È opportuno ricordare qui fino a che punto la clavicola è un Caratteristiche arboricole
osso particolare: da un lato esiste soltanto in una minoranza dei in un habitat povero di alberi
mammiferi, e dall’altro è l’osso che richiede più tempo per ossi- Viene la tentazione di considerare Homo naledi come un Ho-
ficarsi. In effetti, è il primo a iniziare il processo di ossificazione mo habilis «evoluto» che sarebbe sopravvissuto in questa regio-
(nell’essere umano, tra la quinta e la sesta settimana di gestazione) ne. Questo tipo di fenomeno evolutivo, per quanto raro, può ave-
e l’ultimo a completarlo in età adulta (tra i 21 e i 25 anni). Presenta re luogo nel regno animale. Il caso più noto è quello del celacanto,
poi una sinuosità complessa che ne rende delicato lo studio, moti- che scompare dalla documentazione fossile circa 66 milioni di an-

70 Le Scienze 648 agosto 2022


5 cm Copia di 91992966cbf5c8f83f927ad18d6a0549

ni fa, durante l’estinzione di massa della fine del Mesozoico, per ogni 40.000 anni e poi, a partire da un milione di anni fa, separate
poi «ricomparire» nel 1938 nell’estuario del fiume Chalumna, in da intervalli ben più ampi, ogni 100.000 anni. Sia in Africa austra-
Sudafrica. Uno scenario del genere, tuttavia, sembra poco pro- le sia in Africa orientale la documentazione fossile mostra che, du-
babile per Homo naledi. Da un lato, in Sudafrica non è mai sta- rante il Pleistocene, queste due regioni sono state zone favorevoli
to scoperto alcun Homo habilis; dall’altro, la morfologia del cra- per la vita degli ominini. Se Homo naledi ha effettivamente svilup-
nio e quella dei piedi sono troppo diverse da quelle di H. habilis e, pato caratteristiche favorevoli all’arrampicata, questo deve essere
in particolare, il piede di quest’ultimo è più simile al nostro che a successo nel corso dell’ultimo milione di anni, nell’Africa australe.
quello di H. naledi. Di conseguenza, un’evoluzione di H. naledi a
© J. Hawks et al. «eLife», 2017

partire da H. habilis non è plausibile. Un’Africa australe dal clima secco


Circa 300.000 anni fa, quindi, una specie umana con pronun- Quale clima vi regnava, all’epoca? Oggi viviamo in un periodo
ciate caratteristiche arboricole viveva nell’Africa australe. I suoi interglaciale con condizioni piuttosto aride legate in gran parte,
tratti devono essere stati selezionati durante il Pleistocene (da 2,6 come vedremo, alle rocce del sottosuolo. Condizioni simili sono
milioni a 11.700 anni fa), un lungo periodo che coincide più o meno esistite anche nel corso dei precedenti periodi interglaciali, e so-
con quello della comparsa e dell’evoluzione del genere Homo. Si no diventate più pronunciate durante i periodi glaciali. Possiamo
tratta di un’epoca segnata da una successione di ere glaciali prima dunque ritenere che, per la maggior parte del tempo, la linea na-

www.lescienze.it Le Scienze 71
5 cm

Un piede, una clavicola. Questo piede di Homo naledi (sopra) era quasi completo. L’alluce rivolto in avanti, il tarso
allungato e l’articolazione calcaneo-cuboidea della caviglia rivelano una grande specializzazione per un bipedismo
completo e lo fanno somigliare molto al nostro piede; differisce però per le falangi prossimali più incurvate e un arco
longitudinale mediano ridotto. Ciò suggerisce diversi modi possibili di locomozione, quali la camminata e l’arrampicata.
Una clavicola destra completa di Homo naledi (a destra) vista da diverse angolazioni; è simile a quella di Homo habilis.

lediana abbia conosciuto nell’Africa australe un clima secco, che danti. Ciò favorisce la formazione di numerose zone carsiche, os-
permetteva solo una copertura arborea limitata. sia terreni pieni di grotte formate dalla dissoluzione di rocce come
Una teoria banale e diffusa è che le caratteristiche «arcaiche» calcare, dolomite e gesso. Questi paesaggi comprendono centina-
che non rivestono più funzioni particolari si conservano se sono ia di cavità, alcune delle quali prendono la forma di doline, ossia
neutrali sul piano evolutivo, ossia se non apportano né vantaggi pozzi a fondo piatto; per una specie di buoni scalatori, queste do-
né inconvenienti per la selezione. Questa idea, di sicuro valida in line costituiscono un rifugio sia contro i predatori sia contro il ca-
alcune situazioni, non è verosimile nel caso nalediano, visto quan- lore, e consentono anche un accesso all’acqua che, sugli altopiani
to sono pronunciati e numerosi i suoi adattamenti all’arrampicata. carsici, in superficie scarseggia sempre. L’acqua che circola nelle
Come immaginare che simili caratteristiche siano potute restare reti sotterranee è inoltre fresca e pulita, cosa che limita i rischi di
stabili per un milione di anni? Con la deriva genetica, i tratti non contrarre malattie gravi, con attacchi di diarrea e la grave disidra-
utili per la sopravvivenza o la riproduzione tendono a poco a poco tazione che ne consegue.
a cancellarsi, e un milione di anni è un arco di tempo largamente
sufficiente perché ciò avvenga. Ecco perché abbiamo la netta im- Falesie e canyon profondi a poca distanza
pressione che queste caratteristiche rivelino un reale adattamen- Una ventina di chilometri a nord di questo sito si trova il Ma-
to all’arrampicata. galiesberg, una catena montuosa lunga 196 chilometri che rag-
E allora come si spiega l’esistenza di una piccola forma umana giunge i 1853 metri di altezza. Questo massiccio si erge sullo stes-
dai tratti apparentemente arboricoli in una vasta regione povera so altopiano di quello che ospita la Culla dell’umanità. È costellato
di copertura vegetale e arborea? La geologia della regione ci offre ovunque di falesie, spesso alte parecchie decine di metri, e di kloof,
Copia di 91992966cbf5c8f83f927ad18d6a0549

una via d’uscita. Notiamo per iniziare che, anche in una savana bo- gole scavate da fenomeni erosivi che possono raggiungere un cen-
scosa, salire sugli alberi può costituire una strategia di sopravvi- tinaio di metri di profondità, dove la concentrazione di umidità
venza per una forma umana. I grandi predatori, sempre presenti consente una vegetazione più lussureggiante. Queste falesie ri-
nell’Africa australe, di solito durante le ore più calde della giorna- cevono poca luce solare diretta e restano quindi piuttosto fresche Équipe di Lee Berger (piede); © J. Hawks et al. eLife, 2017 (clavicola)

ta sono inattivi; le attività umane come la caccia sono quindi meno anche d’estate.
pericolose. Un brutto incontro resta però possibile e la capacità di La regione che circonda il Magaliesberg ha evidentemente ri-
rifugiarsi in alto molto in fretta è vantaggiosa. Bivaccare tra i rami vestito un ruolo importante per gli ominini, dato che nelle vici-
è poi una scelta giudiziosa per piccoli cacciatori poco armati che nanze troviamo la maggior parte dei siti di australopitechi pre-
devono passare la notte lontano dal riparo del loro gruppo. D’altro senti in Sudafrica. Considerata l’aridità relativa di questa regione
canto, un adattamento così pronunciato per l’arrampicata non è dell’Africa australe, come d’altronde dell’Africa orientale, la stes-
indispensabile se si tratta semplicemente di dover scalare un tron- sa sorpresa che ci dà la presenza di una specie umana all’apparen-
co una volta ogni tanto. Ecco perché si pone la domanda del rifu- za arboricola in un ambiente povero di alberi dovremmo provarla
gio abituale dei nalediani. anche riguardo agli australopitechi, le cui capacità arboricole era-
La regione soprannominata «Culla dell’umanità» (Cradle of Hu- no ugualmente sviluppate. Un gran numero di fossili di australo-
mankind) comprende i più importanti siti di ritrovamento di au- pitechi ritrovati nelle grotte, d’altra parte, sembra siano dovuti a
stralopitechi in Sudafrica, e anche le grotte di Rising Star. Si tratta cadute.
di un altopiano calcareo piuttosto arido dove, tuttavia, le precipi- È dunque ragionevole supporre che l’adattamento all’arrampi-
tazioni durante la calda estate australe sono relativamente abbon- cata di Homo naledi corrisponda all’ecosistema in cui viveva, os-

72 Le Scienze 648 agosto 2022


a b c d e
2 cm

Scapole di scimmie antropomorfe e di esseri umani in posizione sia una regione pullulante di grotte e falesie, e non del tutto priva
anatomica (in alto a destra). La cavità glenoidea (freccia rossa) è più di alberi in certi luoghi come i kloof. Questo ambiente è stato in-
orientata verso l’alto nelle scimmie antropomorfe (a: orangutan; b: gorilla; teressante per gli animali per la sua umidità in una regione spes-
c: scimpanzé) e in Homo naledi (d). In Homo sapiens, la cavità glenoidea so arida (soprattutto durante le glaciazioni), e lo è stato pure per
ha un orientamento orizzontale (e). australopitechi fortemente arboricoli, che indubbiamente aveva-
Sotto: illustrazione di un maschio e una femmina di Homo naledi. no anche buone capacità di scalare le pareti rocciose o di scende-
re nelle grotte dove alcuni sono stati ritrovati; per le stesse ragioni,
lo è stato anche per i grandi predatori, che dovevano cacciare, ma
senza riuscire a penetrare nelle grotte a forma di pozzo con gli in-
gressi posti in verticale.
Adattandosi a questo ambiente ricco ma pericoloso, Homo na-
ledi avrebbe così acquisito una buona predisposizione all’arram-
picata. Salire in posizione sopraelevata è una strategia interessan-
te, perché tre o quattro metri bastano a proteggersi dai predatori,
tanto più che ci si poteva ritrovare al fresco. I nalediani sarebbe-
ro stati quindi arboricoli occasionali, ma soprattutto free climber,
specializzati in uno stile di vita in cui la sicurezza dipendeva dalla
capacità di allontanarsi in fretta dal suolo. Nello stesso periodo, in
Copia di 91992966cbf5c8f83f927ad18d6a0549

Africa australe viveva anche Homo sapiens: più alti di statura, que-
sti umani avrebbero puntato di più sulla mobilità, così da esplora-
© J. Hawks et al. eLife, 2017 (scapole); John Bavaro Fine Art/AGF (Naledi)

re un territorio ben più vasto, e su un effetto di gruppo, amplifica-


to dal loro efficace equipaggiamento contro i predatori.
Per troppo tempo l’evoluzione è stata considerata una succes-
sione lineare di forme; nel caso degli umani si immaginava la se-
quenza Homo habilis, H. erectus, H. neanderthalensis, H. sapiens…
Questa visione oggi è stata sostituita da quella di un’evoluzione a
cespuglio, caratterizzata non solo da una certa tendenza all’omo-
geneizzazione delle forme grazie agli scambi culturali e genetici,
ma anche, viceversa, dalla persistenza di forme isolate in un am-
biente particolare che esige uno stile di vita specializzato. Que-
ste forme isolate e specializzate comprendono Homo floresiensis e
Homo luzonensis, ma anche, allo stesso modo, Homo naledi. Q

PER APPROFONDIRE

Misterioso e umano. Wong K., in «Le Scienze» n. 573, maggio 2016.

www.lescienze.it Le Scienze 73
Uno scolaro italiano irrora un larvicida
contro la malaria nel luglio del 1946.

Copia di 91992966cbf5c8f83f927ad18d6a0549
Touring Club Italiano/Marka/Universal Images Group via Getty Images

74 Le Scienze 648 agosto 2022


MEDICINA

Eradicarla dall’Italia non è stato


facile, e nonostante i farmaci,
gli insetticidi e gli altri presidi,
in vaste aree del mondo la malaria
continua a eludere le nostre difese

IL di Arnaldo D’Amico

PARASSITA
TENACE
opo i vecchi flagelli, negli ultimi decenni

D
abbiamo contenuto o sconfitto AIDS, Ebo-
la, SARS e abbiamo già valide difese con-
tro COVID-19. La malaria invece ogni anno
contagia 500 milioni di esseri umani, ne
uccide direttamente due, e indirettamente
altre decine di milioni. Eppure è la prima
infezione ad avere avuto una cura specifica, e da oltre tre secoli.
Oggi è insensibile al chinino, e spesso ad alcuni dei farmaci suc-
cessivi, costringendo a prenderne due o tre insieme, finché diven-
terà invulnerabile anche ai cocktail. Analogamente, la disponibili-
tà di insetticidi economici ed efficaci da oltre 70 anni ha portato a
popolazioni di zanzare resistenti. Così, nell’emisfero nord libera-
Copia di 91992966cbf5c8f83f927ad18d6a0549

to dalla malaria, arrivano ogni anno dalle aree tropicali endemi-


che centinaia di persone che hanno nel sangue il suo agente, il pla-
smodio. Qualcosa di questa infezione continua a mandare in tilt le
nostre difese immunitarie, scientifiche e sociali.
Il suo impatto è tale da averla resa un importante fattore di se-
lezione darwiniana nella nostra specie: ha conservato nel nostro
DNA una serie di mutazioni dell’emoglobina o di altre componen-
ti del globulo rosso, sfavorevoli perché causano malattie anche
gravi (come le varie talassemie, emoglobina C, favismo), ma favo-
revoli perché limitano i danni dell’infezione malarica. Va bene a
quella parte della discendenza che, nel sorteggio dei geni al con-
cepimento, riceve dai genitori un gene malfunzionante e uno nor-
male, e quindi ha globuli rossi funzionanti ed è protetta dalla ma-
laria. Per le altre possibili combinazioni il futuro è più gramo: chi
riceve ambedue i geni mutati si ammala di anemia mediterranea,
favismo e via dicendo; chi riceve ambedue i geni normali corre un
rischio molto maggiore di morire di malaria. È una difesa dal prez-
zo molto alto, quindi; ma la mortalità per questa malattia deve es-

www.lescienze.it Le Scienze 75
sere stata elevata per millenni se queste mutazioni si sono tanto
conservate. Oggi il favismo è il deficit enzimatico ereditario più
diffuso nella specie umana.
Il nemico è tenace, potente, scaltro e subdolo. Peste, vaiolo o
colera, quando erano liberi di agire e scatenare epidemie, con un
malato potevano farne dieci in 24 ore. Dopo una settimana i mor-
ti erano centinaia al giorno, si scatenava il panico, poi il fuggi fug-
gi che spandeva il contagio, la vita sociale finiva, e l’inevitabile cri-
si economica assestava il colpo finale. Sopravviveva a volte metà
della popolazione, o anche meno. Quelle epidemie sono passate
alla storia. La malaria invece procede lenta, aspettando un passag-
gio da una zanzara, con i prelievi di sangue notturni. Nell’insetto
rimane almeno una settimana per compiere metà del suo ciclo vi-
tale. Alla successiva rapina di sangue dell’insetto, il parassita con-
tagia un altro essere umano. Impiega ancora una settimana per
svolgere l’altra metà del ciclo e poi rientra nella zanzara.
Il plasmodio si nutre di emoglobina, la proteina dei globuli rossi
che porta l’ossigeno. La grave anemia che provoca indebolisce si-
no a volte a uccidere, a seconda del tipo di plasmodio e delle con-
dizioni del contagiato. Non solo: il parassita logora il sistema im-
munitario in una guerra senza fine. Dopo una prima battaglia i
plasmodi scompaiono dalla circolazione, entrando nei globuli ros-
si, dove si moltiplicano senza essere disturbati dal sistema immu-
nitario. Dopo qualche giorno abbandonano i globuli rossi svuotati.
Sono più di prima, e la battaglia riprende. Così ogni tre giorni (ter-
zana) o quattro (quartana), sfinendo il sistema immunitario. Pri-
ma o poi un altro microbo, che un soggetto sano distruggerebbe,
stronca il malato. Il plasmodio uccide soprattutto «involontaria-
mente», spianando la strada ad altri killer. Succede in Africa, do-
ve le mappe della mortalità da malaria coincidono con quelle di
tubercolosi e AIDS. Succedeva sino agli inizi del secolo scorso da
noi, con i sopravvissuti alla malaria presa d’estate che morivano
in inverno di polmonite o per altre infezioni, che poi risultavano Nel sangue dei malati di malaria, nel 1881, il medico france-
la causa di morte. se Alphonse de Laveran vede microrganismi che sembrano ame-
be. Ciò non basta però a inchiodarle come responsabili della ma-
Un problema di Stato lattia. Ci pensa nel 1885 il medico italiano Ettore Marchiafava, con
L’Italia è stata da sempre ostaggio della malaria. Al Plasmodium un esperimento sull’uomo, all’epoca considerato lecito. Accerta-
vivax della terzana benigna, arrivato nel Neolitico, si aggiunge il P. ta la presenza delle «amebe» nel sangue di un malato dell’Ospeda-
falciparum della terzana maligna, quello che ha stimolato la sele- le Santo Spirito di Roma, trasfonde questo sangue in una persona
zione delle anemie ereditarie. Arriva quando Roma, divenuta ca- sana, che si ammala dello stesso tipo di malaria. Ora il colpevole
pitale imperiale, intensifica l’importazione via mare di grano e al- è certamente il plasmodio, come lo battezza Marchiafava. La sco-
tre merci dall’Africa. Il plasmodio più aggressivo si installa nelle perta fa il giro del mondo. E cominciano ad affluire i finanziamen-
Copia di 91992966cbf5c8f83f927ad18d6a0549

aree più calde della penisola, adatte alla sua riproduzione: le isole ti privati e pubblici ai malariologi di Roma, che diventeranno noti
maggiori e le pianure dalla Maremma in giù. come la «Scuola romana».
Alla fine dell’Ottocento l’aspettativa di vita nei comuni malarici Poco dopo Camillo Golgi mette ordine nel tripudio di forme di-
è quasi dimezzata rispetto ai pochi liberi dal flagello: 22 anni con- verse descritte da vari ricercatori: sono stadi evolutivi dei plasmo- Touring Club Italiano/Marka/Universal Images Group via Getty Images

tro 39. Nel 1880 risultano due sole province senza la malattia, Ma- di, che a loro volta sono di tre tipi. Saranno battezzati Plasmodium
cerata e Imperia. Arriva a 75 anni il 2,3 per cento dei residenti di malariae, vivax e falciparum, tutti presenti nei malati romani, a
Imperia, quasi il doppio della media nazionale (1,3 per cento) e ben volte insieme in uno stesso malato. Ogni tipo ha il suo ciclo, che si
oltre il doppio che a Foggia (0,9 per cento), dove due terzi dei gio- ripete ogni tre o quattro giorni, ma le principali tappe dello svilup-
vani di leva vengono riformati per terzana maligna. po descritte sopra sono comuni a tutti. Ma da dove arrivano?
Ma sono altri numeri a spingere il neonato Regno d’Italia a en- Il 31 dicembre 1898 il medico britannico Ronald Ross pubbli-
trare in guerra con la malaria, dichiarando la malattia un pro- ca la scoperta che una zanzara è l’agente infettante della malaria
blema di Stato. In Sicilia su 2200 ferrovieri in organico più della negli uccelli. Anche il medico e zoologo italiano Giovanni Batti-
metà, 1440, sono bloccati dalla malaria. Lo scopre nel 1878 la com- sta Grassi dimostra il ruolo dell’insetto, tre mesi prima e nell’uo-
missione parlamentare che indaga sulla lentezza con cui procede mo, ma non annuncia la scoperta, che avrebbe dirottato il premio
l’ampliamento della rete ferroviaria meridionale. L’allarme sem- Nobel da Ross a lui. Continua a raccogliere conferme che chiari-
bra essere finito – anche lui – in una palude quando arriva in Italia scono i misteri più importanti rimasti: come quello degli uccelli,
la notizia che, dopo quelli di Pasteur e di Koch, c’è un nuovo mi- il plasmodio umano completa il suo ciclo vitale nella zanzara; que-
crobo che uccide. sto ciclo è chiuso, la zanzara non trasmette il plasmodio alla prole,

76 Le Scienze 648 agosto 2022


IL CHININO

La polvere dei gesuiti


Il primo rimedio efficace contro la malattia sbarca in Spagna su un
veliero salpato dall’America del Sud intorno al 1630. Lo portano al-
cuni missionari gesuiti e per questo viene chiamato «polvere dei ge-
suiti». Non si sa come funziona, ma guarisce. È la corteccia essicca-
ta e tritata del raro albero della china, che cresce alle pendici delle
Ande; si riuscirà a coltivarlo altrove solo all’inizio dell’Ottocento. Fino
ad allora la corteccia di china seccata e tritata, e spesso contraffatta,
sarà rara e costosissima. Non manca per Oliver Cromwell, che però
la rifiuta. Il condottiero a cui l’Inghilterra deve il suo unico periodo re-
pubblicano, l’invasione dell’Irlanda, il rafforzamento del controllo dei
mari e tanto altro, non ne vuole sapere di spagnoli, cattolici e della lo-
ro «polvere dei gesuiti». Nel 1658 muore in preda alla malaria e a
un’infezione renale a cui il plasmodio ha spalancato le porte. Invece
prende subito la polvere, due anni dopo, Carlo II, restauratore della
monarchia e successore del Carlo I, decapitato da Cromwell. La re-
gale vendetta può accanirsi solo sulla salma del condottiero, che vie-
ne dissepolta, impiccata e infine decapitata.
Nel 1820 si individua e si estrae il principio attivo, il chinino, che ora
può essere somministrato con precisione. Dal 1906 si produce in
abbondanza e basso costo per via chimica, ma compaiono i primi
ceppi resistenti. La ricerca ha poi sfornato altri 12 antimalarici, e per
tutti oggi ci sono i rispettivi ceppi resistenti.

Prelievi di sangue agli alunni di una scuola


italiana nell’ambito di una campagna di contenimento
della malaria nel 1920.

che si contagerà pungendo un malato; si svela il mistero dei luoghi baccherie il farmaco è a carico dello Stato. Solo così si possono evi-
con «tante zanzare ma niente malaria», scoprendo specie dell’in- tare i sottodosaggi dovuti a contraffazioni, truffe o impossibilità
setto refrattarie al parassita. Oppure, se ci sono le anofele, non ci delle persone di pagarlo, lasciando alcuni individui infetti a soste-
sono malati con cui infettarsi. nere il ciclo del plasmodio.
Seguono esperimenti nelle zone malariche che gettano le ba- Le modifiche apportate al piano dalla politica ostacolano il pic-
si per una prevenzione efficace. Prima si dimostra che evitando le colo esercito, che inizia a muoversi nel 1904. La principale è una
punture (con zanzariere alle case e non uscendo di notte d’estate), nuova tassa, vivamente sconsigliata dagli scienziati per non osta-
o prendendo il chinino d’estate, non ci si ammala. Ora si sa quanto colare il consenso popolare: è un contributo a carico di compagnie
basta per andare all’attacco. I benefici dello sforzo economico so- ferroviarie e minerarie, proprietari terrieri e chiunque abbia di-
stenuto dieci anni prima per finanziare la ricerca della Scuola ro- pendenti esposti al rischio di malaria per il lavoro prestato. La tas-
Copia di 91992966cbf5c8f83f927ad18d6a0549

mana sono già arrivati e gli italiani saranno i primi a riceverli. sa è in proporzione all’estensione del latifondo o al numero dei la-
voratori. L’onere di calcolarla e riscuoterla è demandato ai comuni
Più ostico del previsto che la useranno per pagarsi la guerra alla malaria.
Nel 1900, il 29 luglio, a Monza viene ucciso Umberto I. Gli suc- Già nel 1908 l’avanzata segna il passo. Mentre in alcune provin-
cede Vittorio Emanuele III, che firmerà dichiarazioni di guerra ce del nord ci sono alcuni Comuni definitivamente indenni, nel re-
e le leggi razziali, sarà imperatore d’Etiopia e re d’Albania, e ab- sto d’Italia la mortalità scende poco o niente. Nei Comuni centro-
dicherà nel 1947. Quello che l’impietoso popolo romano battezza meridionali mancano il personale per calcolare e incassare la tassa,
«Re Pippetto», per la bassa statura, riceve dagli esponenti più noti e la forza politica di imporla ai latifondisti, che sono la principale
della Scuola romana, Giovanni Grassi e Angelo Celli, una proposta causa della malaria (la pioggia riempie di pozze stagnanti i terreni
allettante: diventare il re che libera l’Italia dalla malaria. La spe- incolti) ma spesso sono anche sindaci o consiglieri. I Comuni reclu-
sa per milioni di dosi di chinino è notevole. Ma praticabile, rispet- tano, se va bene, un medico, che non ha il tempo di inseguire con-
to all’installazione di zanzariere e alle ristrutturazioni di milioni di tadini e braccianti nei campi. Dove ci riesce, emerge un problema
abitazioni approssimative, capanne e baracche dove le zanzare en- più grave: troppe pasticche rimangono nelle tabaccherie, o sono
trerebbero comunque. I tempi sono irresistibili per un governan- scambiate con le sigarette, o vendute al nascente mercato africa-
te: se tutto funziona come previsto, dopo tre estati di chinino il cir- no dove un chinino di quella qualità è raro. Oppure il malato in-
cuito zanzara-uomo si interromperà. Per sempre. terrompe l’assunzione del farmaco una volta finita la febbre, inne-
Dei progetti degli scienziati rimane intatto solo quello noto co- scando la selezione di plasmodi resistenti, che dopo qualche anno
me «chinino di Stato»: dalla produzione alla distribuzione nelle ta- daranno filo da torcere. O ancora si fa finta di ingoiarle e si sputa-

www.lescienze.it Le Scienze 77
no appena escono i carabinieri mandati da Roma, sull’onda di te- stesso di orario. Le incombenze si svolgono quando si presentano,
si complottiste, circolanti sin dall’inizio, circa progetti di sterminio in giorni scanditi da alba, mezzogiorno e tramonto. La guerra al-
col chinino dei poveri inutili e altri timori dello stesso tenore. la malaria richiede molto più che un’obbedienza passiva ai medi-
Si stende un elenco di errori. Il chinino è presentato come «un ci, peraltro rara. Richiede di sapere che non tutti stanno così male
potente veleno», concetto chiaro per un medico ma non per chi e quindi si può stare meglio.
non ha alcuna cultura. Si sottovaluta l’impatto emotivo degli ef- Dentro o vicino alle stazioni sanitarie sorgono le scuole rura-
fetti collaterali: nausea, vomito, mal di testa, fischio alle orecchie e li. A differenza delle prime, sono da subito affollate. Memori del-
altri segni di intolleranza al farmaco, attesi dai medici ma che alla la lezione di chinino e zanzariere, l’importanza di saper leggere e
popolazione impreparata confermano i sospetti di complotto. Av- scrivere la si fa toccare con mano. I libri di testo sono manuali per
valorati dal dare il «veleno» a tutti, anche ai sani. In generale poi i coltivare, allevare, curare malattie di piante e bestiame, mappe ca-
medici sono malvisti dato che, davanti alla richiesta di una visita tastali dei terreni per studiare geometria, contratti di lavoro per
per polmonite, a un bimbo raggrinzito dalla diarrea, o a un parto imparare a fare i conti e conoscere i propri diritti e così via. Ora
complicato, mandano il paziente in città. Nel bilancio del 1909 la sono i contadini a chiedere il chinino. Sebbene manchino anco-
maggior parte del chinino non era stato ingerito. ra medici, i catasti non aggiornati scatenino contenziosi sulla tassa
del latifondista e tanto altro, il traguardo si avvicina rapidamente.
Medici che ascoltano I 480 morti ogni milione di italiani nel 1900 scendono di quasi no-
Nascono quindi le stazioni sanitarie rurali. Ora ci sono anche i ve volte, a 57 per milione nel 1914. L’anno dopo i decessi potevano
medici che ascoltano, visitano e curano tutti quelli che bussano al- essere azzerati; l’Italia liberata dalla malaria avrebbe festeggiato
la stazione per qualsiasi motivo. Altri possono girare per le case, per sempre il 1915 come l’anno della rinascita e del decollo econo-
censire i casi, fare visite e analisi del sangue, controllare l’assunzio- mico. Invece l’anno passa alla storia per l’ingresso in guerra.
ne del chinino. Inizia l’installazione ove possibile delle zanzariere Dopo i tre anni di ostilità, le vittime della malaria si sono molti-
che, si spera, non accendano gli stessi sospetti del chinino. E che plicate quasi per sei: 325 per milione, in cifre assolute 11.487 morti.
però, messe a giugno, a novembre sono sparite, quasi tutte. Strap- A cui vanno aggiunti molti dei 600.000 decessi per la Spagnola, a
pate, smontate, buttate o usate come setacci per la passata di po- cui la malaria spalanca le porte. La mappe con le rispettive morta-
modoro. Le motivazioni date agli sconfortati operatori: bambini e lità coincidono. La malaria rialza la testa per la chiusura delle 1200
animali non vanno e vengono come prima, le reti impediscono il stazioni sanitarie, il rientro a casa di soldati infetti (solo dai Balcani
passaggio di cose dalle finestre, complicano l’entrare e uscire con 49.701 con P. falciparum), la carenza di chinino, i campi abbando-
borse e altro in mano. Insomma, sono solo un problema in più. nati disseminati di acque stagnanti.
È Celli a centrare il perché. In sintesi: inutile affannarsi a spie-
gare e offrire soluzioni a un problema che la gente non sa di ave- Le paludi pontine
re. La febbre spossante, il ventre gonfio, la debolezza ce l’hanno La Scuola romana si rimette al lavoro, riaprono le stazioni sani-
da sempre tutti. Non viaggiano, non conoscono simili in salute, tarie e le scuole rurali e nel 1923 la mortalità nazionale per malaria
quei sintomi sono la normalità, fanno parte dell’essere contadini e è tornata ai livelli del 1914 e continua a scendere. «Nella campagna
braccianti. Il primo problema da risolvere è portare a casa da man- romana non si vedono più i moribondi agli angoli delle strade»,
giare. Combattere le malattie, sì, ma del bestiame e delle piante. Il scrive Grassi nel 1925. Poco più a sud, tre anni dopo, il fascismo av-
resto sono solo altri ostacoli in vite già piene di ostacoli, da sem- via la bonifica dell’Agro Pontino per eradicare la malaria. È il 1928.
pre. Infine, l’ignoranza taglia fuori i pochi contadini disponibili. A differenza delle tante altre zone malariche dell’Italia, le pa-
Le madri, per esempio, non riescono a dare il chinino ai figli con ludi pontine sono famose. Goethe, Lord Byron e tanti altri scrit-
regolarità. In quella società non ci sono né orologi né il concetto tori hanno lasciato descrizioni struggenti; vari pittori, immagini

IL PLASMODIO Copia di 91992966cbf5c8f83f927ad18d6a0549

Tutto iniziò da un’alga


I plasmodi sono protozoi e derivano tutti da un re, che vanno sull’acqua a deporre 200 uova e delle proteine delle circa 200 specie di pla-
progenitore formatosi 200 milioni di anni fa a alla volta dopo aver digerito l’emoglobina ruba- smodio che oggi banchettano nei globuli rossi
partire da un’alga unicellulare (contengono in- ta di notte. Poi va direttamente nella fonte di di uccelli e mammiferi. Permette di ridiscende-
fatti resti di cloroplasto). Per mutazioni succes- quella proteina. re il loro albero evolutivo e le sue biforcazioni,
sive, il progenitore assembla un nuovo arma- Dalle zanzare i plasmodi si insinuano in tutti i quando si sono separate le diverse specie. Che
mentario biochimico: invece di sfruttare luce vertebrati che compaiono sulla Terra. Gli anfi- possono coincidere con i tempi delle biforca-
solare e anidride carbonica per crescere, si bi, i rettili (ma il recupero di DNA di dinosau- zioni evolutive delle loro vittime. Per esempio,
moltiplica più rapidamente prendendo energia ro da una zanzara è inverosimile, visto che nel il Plasmodium falciparum che oggi infetta gli
e materiali da costruzione da altri organismi, tempo il DNA si degrada; inoltre quella mostra- umani e il P. reichenowi degli scimpanzé si se-
come fanno gli animali. Dal mare in cui viveva ta in Jurassic Park è una specie di zanzara che parano circa 7 milioni di anni fa, quando la no-
ora può ambire a un altro «mare», il sangue, non mangia sangue); gli uccelli evoluti dai di- stra linea evolutiva si distacca da quella degli
ricco di nutrienti energetici come grassi e zuc- nosauri nel Giurassico; i mammiferi, inclusi i scimpanzé. Così quando 2-300.000 anni fa
cheri e di materiale da costruzione solido e ver- nostri progenitori. spunta l’attuale Homo sapiens, i plasmodi so-
satile, le proteine. Prima si installa nelle zanza- La ricostruzione si basa sul confronto del DNA no già dentro il suo sangue.

78 Le Scienze 648 agosto 2022


Copia di 91992966cbf5c8f83f927ad18d6a0549
Touring Club Italiano/Marka/Universal Images Group via Getty Images

Somministrazione di chinino nell’ambito della lotta alla malaria in Italia, nel luglio 1926.

www.lescienze.it Le Scienze 79
malinconiche. Anche il «New York Times» ha raccontato i pochi
abitanti, 1600 circa, febbricitanti e miseri in capanne di paglia at-
traversate da insetti voraci. L’eliminazione della malaria da que-
sta pianura a sud di Roma, a differenza che nelle altre zone d’Italia
colpite, avrebbe celebrato nel mondo il fascismo.
Nel 1939 i titoli di proprietà delle terre bonificate e assegnate so-
no consegnati ai 45.000 coloni trasferitisi qui dal nord Italia. Nella
cerimonia si annuncia la sconfitta della malaria. Nella neonata pro-
vincia di Littoria (oggi Latina), da 82 casi su cento abitanti e 47 de-
cessi registrati nel 1928 (all’inizio della bonifica), dal 1937 si azzera-
no i decessi, e nel 1939 ci sono appena 33 malati. I dati sono quelli
dichiarati dal Comitato provinciale antimalarico; ma sono inferio-
ri ai numeri che l’ente presenta al governo per i rinnovi dei finan-
ziamenti, secondo cui i casi sono stati 1890 l’anno prima e 877 nel
1939, 25 volte di più. Di certo i plasmodi circolanti a fine bonifica
erano molto superiori a quanto ammesso pubblicamente (conside-
rato anche che le infezioni erano misurate solo tra i residenti e non
si avevano dati sulle maestranze immigrate temporaneamente per
la bonifica, ben più numerose). La conferma viene quattro anni do-
po, con la catastrofe predisposta dai nazisti in ritirata.

Una specie più pericolosa


Nell’ottobre del 1943 l’esercito del Reich distrugge quasi le
pompe di drenaggio e le chiuse. L’obiettivo: ripristinare il pantano
che ostacolerà gli anglo-americani in arrivo da sud. Ma un partico-
lare svela un altro piano. Qualche pompa è lasciata in funzione, ma
invertita: aspira acqua dal mare e la riversa nella palude.
I medici italiani avevano da poco scoperto una specie di zan-
zara capace di trasmettere Plasmodium falciparum con più effi-
cienza delle altre: Anopheles labranchiae, che è l’unica a riprodursi
nelle acque salmastre, dove non ha competitori. Negli anni tren-
ta le A. labranchiae sono il 30 per cento delle zanzare pontine, nel malattie del bestiame, nozioni di alimentazione e quanto altro ser-
1944 il 100 per cento. In quell’anno il Comitato provinciale regi- ve per elevare la condizione economica e con essa le capacità di
stra 54.929 casi, ma se ne stimano 100.000, poco meno della me- difesa immunitaria. Nel 1949, cinque estati dopo quella del bom-
tà dei residenti. Il flagello è tornato ai livelli iniziali. La mortalità è bardamento al DDT, le zanzare sono tornate. Ma sono scomparse
bassa perché non c’è la Spagnola e il chinino americano abbonda, le Anopheles labranchiae, sloggiate insieme all’acqua salmastra. Il
ma il problema rimane comunque molto grave per l’Italia tutta. 1945 finisce senza un malato nell’Agro Pontino e vede la ripresa
Come ricorda il malariologo statunitense Fred Soper, «la malaria del piano di eradicazione nazionale interrotto dalla prima guer-
schiavizza quelli che non riesce a uccidere». Ed è un peso sociale ra mondiale. La malaria va fuori controllo una sola volta, a Palma
ed economico enorme e duraturo avere una popolazione febbri- di Montechiaro, in Sicilia, per un focolaio con 78 malati nell’estate
citante, esausta per l’anemia e il perenne conflitto immunitario, del 1956. Ancora due casi a Palermo nel 1962, e dal 1965 l’Italia non
vulnerabile a ogni malattia infettiva, in oltre la metà della penisola è più indicata tra le zone malariche sul mappamondo.
Copia di 91992966cbf5c8f83f927ad18d6a0549

(l’Agro Pontino era nelle stesse condizioni di prima, mentre nel re-
sto del centro-sud nulla era stato fatto contro la malaria). Oltretut- L’epoca del DDT
to quella colpita è gran parte dell’area fertile della nazione. La narrazione del merito esclusivo del DDT resta ostinatamen-
Dal 5 giugno al 4 settembre 1944 un bombardiere statuniten- te in primo piano. L’eradicazione rapida del flagello millenario
se sparge tonnellate di DDT sull’Agro Pontino. Nel 1949 la provin- piace a tutti. Ai politici che possono promettere la fine del male nel
cia di Latina è libera dalla malaria, per sempre. Il merito va appun- corso del loro mandato. A chi raccoglie fondi perché è semplice da
to al DDT, primo insetticida di sintesi scoperto in Svizzera nel 1943 spiegare e affascinante da raccontare con metafore guerresche –
e prodotto in abbondanza dagli Stati Uniti. La prima sperimenta- battaglia, arma finale, nemico, sconfitta, vittoria – che svegliano
zione sul campo è un successo che avvierà altre massicce irrora- l’attenzione. E piace a chi, desideroso di un ritorno d’immagine in
ullstein bild/ullstein bild via Getty Images

zioni in Italia e nel resto del mondo malarico. Ma quella rapida vit- tempi brevi per il proprio marchio o per se stesso, apre il portafo-
toria si ripeterà di rado. gli o sale su un palco. Ma le campagne basate solo su «armi» come
Tre mesi prima dell’inizio del bombardamento col DDT, le sta- farmaci o insetticidi a tappeto, o zanzariere date casa per casa, so-
zioni sanitarie vengono riattivate. Il personale sa già cosa fare. Lo no fallite una dopo l’altra. Nel frattempo si sono generati ceppi re-
sa anche la popolazione e alla fine del 1944, tre mesi dopo l’ultima sistenti che allontanano ancora di più l’eradicazione.
irrorazione, metà dei malati ha il sangue ripulito grazie al chini- I primi plasmodi insensibili al chinino si osservano in Italia già
no, assunto volentieri e con regolarità. Arrivati i fondi americani ai primi del Novecento. Le resistenze sono favorite, come sempre,
si sigillano le case, si rimettono le zanzariere e riprende l’insegna- dalle somministrazioni interrotte prima del mese prescritto, quan-
mento; si spiegano tecniche agricole, prevenzione e cura delle do le persone non avevano ancora capito che cosa stavano facen-

80 Le Scienze 648 agosto 2022


Braccianti dell’Agro Pontino assistono do e soprattutto perché. Una situazione che deve essere la regola in
con i loro bambini a un filmato educativo sull’uso Africa quando, da fine Ottocento, inizia «la corsa all’Africa», come
preventivo e terapeutico del chinino e sulla titolano i giornali inglesi dell’epoca. Un fiume di chinino accom-
protezione dalle zanzare, nel 1932. pagna esploratori seguiti da missionari, militari, ingegneri, ope-
rai, minatori, e solo pochi agronomi e contadini, perché quel che
interessa sta sotto la terra. Sono inevitabili i trattamenti incostan-
ti, interrotti anzitempo per ignoranza o per cause di forza maggio-
re, come l’esaurimento del farmaco. Se in Italia basta qualche anno
di uso improprio del chinino a produrre le resistenze, è immagi-
nabile l’esplosione di mutanti resistenti dopo appena dieci anni
in Africa. La stessa roulette delle mutazioni la innesca il DDT nel-
le zanzare se, come è inevitabile, non le stermina tutte e subito. La
prima zanzara invulnerabile all’insetticida è vista placidamente
appostata su un candido muro di un paesino della Grecia nel 1947.
L’intonaco è inzuppato di DDT, e lo sa bene chi la nota, terrorizza-
to, perché è il funzionario dell’Organizzazione mondiale della Sa-
nità (OMS) che sta seguendo la campagna antimalarica in Grecia.
Seguono identiche comunicazioni all’OMS da tutti i luoghi in cui
è stato irrorato a tappeto il DDT. Ciò nonostante, il primo program-
ma mondiale di eradicazione della malaria si basa proprio sul DDT.

L’eradicazione mancata
Nel 1958 gli Stati Uniti stanziano 100 milioni di dollari per can-
cellare in cinque anni la malattia nei 90 paesi malarici. Seguono
donazioni sollecitate da campagne informative, mobilitazioni di
registi, attori e cantanti, donazioni di magnati dell’industria e del-
la finanza. Anche l’OMS scende in campo. L’impegno è massimo
nel Mediterraneo e nel Sudest asiatico, con l’obiettivo dichiarato
di mostrare la bontà del blocco occidentale rispetto al blocco so-
vietico. L’Africa non ha interesse geopolitico. «Il massimo che po-
tremo fare per l’Africa è dare farmaci ai malati», lamenta l’allora di-
I L M A L E N E L L’ A R I A
rettore generale dell’OMS.
Dopo i cinque anni previsti, nel 1963, 11 paesi su 90 si dichiara-
La fine dei miasmi no liberi dalla malaria. In altre nazioni i dati dicono che la malattia
sta per scomparire. Invece, in tre anni riesplode in America cen-
La malaria deve il suo nome alla convinzione della medicina greco- trale, Sri Lanka, Afghanistan e India, con zanzare e plasmodi resi-
romana che fosse causata dall’aria maleodorante delle paludi: «mal stenti. Man mano che altrove la malaria arretra al migliorare del-
aria», appunto. In assenza di verifiche sperimentali la teoria ha do- le condizioni socioeconomiche, seguono altri programmi centrati
minato la medicina sino al XIX secolo. I pochi che sollevavano dub- soprattutto sull’Africa, con le solite strategie «tutto e subito» e il
bi o coglievano contraddizioni accendevano dibattiti a volte furibondi solito fallimento. La malaria è ancora l’ultimo problema per tan-
in cui i medici, in assenza di verifiche sperimentali, combattevano a te popolazioni subsahariane, come lo era per i braccianti italiani a
colpi di retorica, come militanti di partiti contrapposti, anziché come inizio Novecento. «Di che cosa ha più bisogno»? «Di una radio, una
Copia di 91992966cbf5c8f83f927ad18d6a0549

scienziati che confrontano esperimenti e dati. bicicletta e un secchio di plastica», risponde all’attonito inviato del
Già Varrone nel I secolo d.C., invece che contro i miasmi puntava il di- «New York Times» in Africa un malato di malaria.
to contro le zanzare. Accuse ripetute in seguito da altri studiosi, ma Al vaccino si lavora dal 1948. Enorme la sfida: innescare nel si-
che, senza una dimostrazione, rimanevano una delle tante teorie su stema immunitario una reazione più efficace di quella prodotta in
cui accapigliarsi. Col tempo la dottrina miasmatica ha cominciato pe- milioni di anni contro un nemico che logora le difese ripresentan-
rò a scricchiolare sempre più, specie tra chi coglieva il ridicolo degli dosi diverso e più numeroso a ogni ciclo di febbre. Al momento vi è
ultimi contorcimenti elaborati dai suoi seguaci pur di mantenerla in vi- un vaccino approvato di recente dall’OMS per i bambini, in cui evi-
ta. Il Sud Italia rappresentava una contraddizione ormai impossibile ta l’infezione nel 30 per cento dei casi, proteggendoli per 2-3 anni,
da ignorare: tanta malaria ma niente paludi. Per spiegarla, si provò ad risparmiando milioni di morti indirette e di «schiavi» della malaria
affiancare ai miasmi palustri i miasmi «tellurici» che, nell’asciutto Me- ogni anno, ma senza stroncare la giostra dei plasmodi.
ridione, si liberavano direttamente nell’aria. Alcuni medici romani de- Si lavora anche sulle zanzare, molto con l’ingegneria genetica,
cisero infine di porre termine alle acrobazie della teoria miasmatica. per renderle inospitali verso i plasmodi. In caso di successo, i pro-
Reclutarono gli operai scampati alla malaria nel frettoloso e maldestro blemi pratici non saranno pochi. Per esempio, come ottenere che
tentativo di bonifica del delta del Tevere avviato dal governo, e diede- le anofele ingegnerizzate scalzino quelle normali? E i plasmodi,
ro loro da bere per un mese acqua di quelle paludi. Ottennero qual- trovata la strada sbarrata, quanto impiegheranno a trovare passag-
che caso di mal di pancia, di diarrea con e senza febbre continua, ma gi in altre specie di zanzare? C’è chi accarezza l’idea di sterminarle
nessuno di malaria. Era il 1889, e di miasmi non si parlò più. tutte, tanto non servono a nulla. Ma bisogna fare attenzione a giu-
dicare inutile qualche specie: si rischiano guai, seri e duraturi. Q

www.lescienze.it Le Scienze 81
SVILUPPO INFANTILE

Per dare ai bambini Copia di 91992966cbf5c8f83f927ad18d6a0549

una vita migliore


Gli studi sul cervello indicano con chiarezza le scelte politiche
necessarie a migliorare le abilità cognitive e sociali dei bambini
e la loro vita futura, con vantaggi per l’intera società

di Dana Suskind e Lydia Denworth


Copia di 91992966cbf5c8f83f927ad18d6a0549

Illustrazione di Islenia Milien


Dana Suskind, ricercatrice nel campo dell’apprendimento infantile e
chirurga specializzata in implantologia cocleare pediatrica al Medical Center
dell’Università di Chicago, è co-direttrice del TMW Center for Early Learning +
Public Health. È coautrice di Parent Nation: Unlocking Every Child’s Potential,
Fulfilling Society’s Promise (Dutton, 2022).

Lydia Denworth vive a New York e scrive di scienza. È redattrice e collaboratrice di


«Scientific American». Un suo articolo sugli aspetti neuroscientifici della balbuzie è
apparso sul numero di ottobre 2021 di «Le Scienze». È coautrice di Parent Nation.

u alcuni indicatori decisivi che predicono il loro futuro successo, a scuola

S e nella vita, i bambini degli Stati Uniti sono indietro rispetto a quelli di pae-
si paragonabili. È un dato preoccupante, che viene da uno studio dell’OCSE
(Organizzazione per lo sviluppo e la cooperazione economica) sui bambi-
ni di cinque anni. Da tempo l’OCSE rileva i risultati scolastici degli studenti
di varie parti del mondo all’età di 15 anni, e di recente ha esteso l’indagine a questo gruppo
più giovane. In media, i bambini statunitensi ottengono punteggi più bassi in lettura, scrit-
tura e aritmetica, hanno minori capacità di autoregolazione e fanno rilevare meno di atti di
cooperazione, gentilezza e altri comportamenti prosociali, rispetto a quelli del Regno Uni-
to e dell’Estonia, gli altri due paesi dello studio.
L’unico, o quasi, aspetto positivo è che i bambini degli Stati Uni- cose: una relazione amorevole con chi se ne prende cura e la pro-
ti sono più o meno alla pari con gli altri su alcuni degli indicatori tezione da stress dannosi. Negli ultimi cinque anni una nuova on-
Copia di 91992966cbf5c8f83f927ad18d6a0549

socio-emotivi; ma non su tutti. data di studi scientifici ha evidenziato gli effetti neurobiologici
I risultati non hanno ricevuto l’attenzione che meritavano per- delle esperienze precoci, indicando con forza i modi per soddisfa-
ché sono stati resi noti nel marzo del 2020, pochi giorni dopo che re queste esigenze. Sono ricerche che consentono di gettare uno
l’Organizzazione mondiale della Sanità aveva dichiarato che CO- sguardo su ciò che accade nel cervello dei bambini sin dalle prime
VID-19 era ormai una pandemia. Ma non erano una sorpresa: altre fasi. Gli studi mostrano che gli ambienti e le relazioni che sappia-
recenti ricerche avevano già mostrato che circa la metà dei bam- mo favorire lo sviluppo sono associati a più alti livelli di attivazio-
bini statunitensi è indietro in almeno una delle aree critiche del ne e a una maggiore connettività delle parti del cervello da cui di-
percorso di preparazione alla scuola. I dati OCSE, che riguardano pende lo sviluppo delle facoltà cognitive e del linguaggio.
bambini all’inizio del cammino scolastico, sono un richiamo forte: Una di noi (Suskind), pediatra e ricercatrice sull’apprendi-
abbiamo perso di vista qualcosa di basilare, il fatto che l’apprendi- mento infantile precoce, ha seguito il cammino delle conoscen-
mento ha inizio nel primo giorno di vita e non con il primo giorno ze scientifiche emergenti sullo sviluppo cerebrale e il modo in cui
di scuola. I primissimi anni di vita di un bambino sono pieni di op- possono informare ciò che facciamo non solo come genitori ma
portunità. Mai il suo cervello sarà più plastico e ricettivo verso l’e- come società. I congedi retribuiti, per esempio, danno ai genitori
sperienza che in questo periodo cardine. Quasi l’85 per cento della il tempo di costruire rapporti di accudimento e sostegno. Assegni
crescita cerebrale avviene tra la nascita e i tre anni. In questo pe- familiari e sgravi fiscali possono alleviare la povertà, che sappia-
riodo si forma un milione di connessioni neurali al secondo. mo andare a scapito dello sviluppo infantile. Quando i genitori la-
Vent’anni di ricerche sullo sviluppo infantile ci dicono che per vorano fuori casa, come deve fare una considerevole maggioran-
partire al meglio i bambini hanno bisogno, prima di tutto, di due za delle madri e dei padri negli Stati Uniti, poter accedere a centri

84 Le Scienze 648 agosto 2022


AT T E N Z I O N I PA R E N TA L I
vrebbero essere al centro della conversa-
zione, perché ci danno una guida per mi-
Coorti dello studio
Congedo di maternità
Congedi e cognizione gliorare le politiche nazionali e locali e
retribuito (colore pieno) dare ai piccoli una vita assai migliore.
Congedo non retribuito Un recente studio ha paragonato gli effetti del congedo
(contorno vuoto) per maternità retribuito e di quello non retribuito. A I tanti ruoli del linguaggio
Livello di istruzione delle madri Con in testa, come sempre, un berretto
due anni, i bambini la cui madre aveva goduto di un
Diploma di maturità o inferiore dei Chicago Bulls, Randy si accoccola sul
congedo retribuito avevano migliori abilità linguistiche, a
Studi universitari incompleti morbido tappeto del soggiorno e si tira in
prescindere dalle condizioni socioeconomiche. Quelli da
Laurea di primo livello grembo il suo figlio di due anni, Julian.
famiglie a basso reddito avevano anche migliori risposte
Studi superiori
«Giochiamo?», chiede.
emotive nelle situazioni sociali.
Ignoto
Julian fa un gran sorriso e comincia a
mettere l’uno sull’altro dei blocchi da co-
Ognuno degli ovali rappresenta Un colore più intenso indica un maggior numero di
un partecipante allo studio punteggi individuali che ricadono in un certo intervallo struzione. Padre e figlio contano insieme
(«uno… due… tre… quattro… cinque…»);
Capacità linguistiche dei bambini Comportamento dei bambini
Congedo Congedo davanti a loro cresce un’alta e precaria
0
Migliore
Punteggio nei test sulle capacità linguistiche

non retribuito retribuito torre di blocchi.


120 «Buttala giù, buttala giù!»: Randy stuz-
zica Julian, spingendolo a far crollare la
5
torre. Julian guarda il papà, con gli occhi
Punteggio nel test sui comportamenti problematici

brillanti di gioia, mentre Randy aggiunge


100
ancora altri blocchi. Quando i blocchi – e
10 il conteggio – arrivano a 16, la torre crolla
Media rovinosamente.
80 (+9,1
punti) «Boom!», strilla Randy.
15 «Boom!», gli fa eco Julian.
Randy ha assunto in pieno il suo ruo-
60 lo di genitore presente e coinvolto, tanto
20 che ha aderito a un programma di ricerca
basato su visite domiciliari nella zona di
Chicago volto a capire meglio lo sviluppo
40
25 infantile. (Per tutelare la riservatezza, si
La differenza dovuta
al congedo retribuito riportano solo i nomi di battesimo.) Si era
(+ 3,7 punti) è risultata sintonizzato sul bambino, parlando con
significativa solo per
20 30 i bambini la cui madre lui e dandosi reciprocamente il turno in
aveva al massimo una conversazione, anche se Julian, per
Socioemotional Outcomes during Toddlerhood, di Karina Kozak e altri, in «Infancy», Vol. 26, luglio/agosto 2021.

Peggiore

un diploma di maturità
ora, non è in grado di dire granché. Que-
0 35
sto genere di ricco apporto linguistico è
un aspetto centrale di un rapporto che
Grafica di Amanda Montañez; fonte: Paid Maternal Leave Is Associated With Better Language and

faccia crescere. Per anni i ricercatori si so-


per l’infanzia di qualità assicura che i piccoli siano accuditi da per- no concentrati sulla quantità di parole che ascolta un bambino – il
sonale coinvolto e motivato. cosiddetto «divario di 30 milioni di parole» – considerandolo il mi-
Copia di 91992966cbf5c8f83f927ad18d6a0549

Eppure c’è un divario tra i bisogni dei bambini indicati dal- glior indicatore del futuro sviluppo del linguaggio. Ma le ricerche
la scienza e ciò che facciamo per loro come società. Gli Stati Uni- più recenti rivelano che la qualità dell’esposizione al linguaggio è
ti sono il solo paese sviluppato in cui i congedi parentali retribui- ancora più importante. Ascoltare conversazioni altrui non basta: i
ti dopo la nascita dei figli non sono obbligatori. Nel 2020 quattro bambini devono partecipare, e Randy spingeva Julian a farlo.
bambini su 10 vivevano in famiglie che faticavano a soddisfare i bi- In uno studio del 2018, il primo del suo genere, ricercatori del-
sogni di base. Il Congresso ha da poco lasciato scadere un piano la Harvard University e del Massachusetts Institute of Technology
di estesi sgravi fiscali per i figli che ha aiutato milioni di famiglie hanno sottoposto a scansione cerebrale 36 bambini tra i quattro e
ad affrontare la pandemia e ha molto ridotto il numero dei bam- i sei anni, mentre ascoltavano storie che parlavano di giochi a na-
bini poveri. In più, circa metà degli statunitensi vive in zone che, scondino e regali di compleanno da aprire. Mentre i bimbi ascol-
quanto a centri per l’infanzia, sono quasi un deserto, con struttu- tavano, gli scienziati ne osservavano la struttura e la funzione ce-
re e personale di gran lunga insufficienti; e meno del 10 per cento rebrale. In precedenza, i ricercatori avevano registrato per due
degli attuali programmi di assistenza all’infanzia sono considerati giorni tutto ciò che ascoltavano quei bambini, per farsi un’idea del
di buona qualità. La pandemia ha rimarcato queste mancanze. Co- loro ambiente linguistico.
me un forte terremoto seguito da tante scosse di assestamento, ha I bambini che tipicamente non solo erano esposti di più al lin-
mostrato quanto debole e incerto sia nei fatti il sostegno che il no- guaggio, ma venivano più spesso coinvolti in conversazioni a tur-
stro paese offre ai genitori e ai loro figli. ni, mostravano una maggiore attivazione di aree linguistiche
I dati scientifici sullo sviluppo del cervello entrano solo di rado chiave del cervello mentre sentivano raccontare le storie. E mo-
nel dibattito pubblico su come colmare questi vuoti. E invece do- stravano anche connessioni più forti tra le varie aree del linguag-

www.lescienze.it Le Scienze 85
gio che governano la percezione e la produzione del discorso. «In però, gli studi sui suoi effetti sulla salute delle madri e dei figli han-
famiglie di ogni livello socioeconomico, un di più di conversazio- no mostrato che il congedo retribuito per maternità è associato a
ne era legato a un più maturo sviluppo del cervello», dice Rachel minore depressione post-parto, migliore attaccamento neonatale,
Romeo, neuroscienziata e specialista dei disturbi del linguaggio, diminuzione della mortalità infantile e dei ritorni in ospedale, e a
oggi all’Università del Maryland, che ha condotto lo studio. un aumento di visite pediatriche, tempestività delle vaccinazioni
Altre ricerche indicano che tra il bambino assai piccolo e chi se e durata dell’allattamento al seno. Il congedo retribuito per i padri
ne prende cura si stabiliscono importanti relazioni a livello neura- alla nascita dei figli giova alla salute mentale di ambo i genitori, ri-
le. I loro cervelli si sincronizzano. Elise Piazza e colleghi, al Neuro- ducendo sintomi depressivi e stress. Inoltre, i genitori sposati che
science Institute dell’Università di Princeton, lo hanno visto con ne fruiscono insieme hanno meno probabilità di divorziare.
la spettroscopia funzionale nel vicino infrarosso, una tecnica per A questi dati, già convincenti, gli ultimi studi aggiungono il po-
seguire l’attività dei neuroni. Hanno osservato adulti e bambini di sitivo impatto dei congedi retribuiti sullo sviluppo cognitivo in-
9-15 mesi, in diverse situazioni. Le onde cerebrali dell’adulto e del fantile. Nel 2021 Natalie Brito, psicologa specialista dello svilup-
piccolo si sincronizzavano quando giocavano direttamente insie- po infantile dell’Università di New York, ha pubblicato con i suoi
me o concentravano insieme l’attenzione su uno stesso oggetto, colleghi uno studio condotto su 328 bambini e madri di varia con-
ma non quando l’adulto parlava con un’altra persona nella stan- dizione socioeconomica, alcune delle quali avevano fruito di un
za, mostrando che il semplice ascolto non conta. Questa sincronia congedo retribuito alla nascita del bimbo e altre di un congedo
è stata associata all’apprendimento delle abilità sociali, alla capa- non retribuito. Ai due anni di età dei bambini, i ricercatori han-
cità di risolvere i problemi e allo sviluppo del lessico. E risulta che no chiesto alle madri di riferire sulle capacità linguistiche dei figli
quando sono in sincronia è l’adulto a seguire il bambino, preve- e sulle loro risposte emotive nelle situazioni sociali. Il congedo re-
dendo sorrisi e interesse, e non il contrario. tribuito era associato a migliori capacità linguistiche dei piccoli a
«Sapevamo già che il parlare ai bambini molto piccoli conta tutti i livelli socioeconomici, e a migliori competenze emozionali
molto per il primo apprendimento infantile e che diversi segna- tra i figli di madri a basso livello di istruzione. «Il congedo retribu-
li comunicativi potrebbero essere importanti per loro», dice Piaz- ito sembra essere stato positivo per tutte le famiglie, ma forse par-
za, ora all’Università di Rochester. «Anche pri-
ma che siano pienamente in grado di parlare»,
però, «ci sono molti modi in cui il cervello [del Il congedo retribuito per maternità è associato
bambino] afferra questi differenti segnali pro-
venienti dall’ambiente». a un calo di ricoveri e mortalità infantili
Queste ricerche confermano che i genitori
devono avere il tempo per stare con i figli. E sot-
e a un migliore attaccamento neonatale
tolinea anche il motivo per cui hanno bisogno
di strutture per l’infanzia di alta qualità e dal co-
sto accessibile. Il problema di Randy, e di milioni di persone come ticolarmente utile a quelle di livello socioeconomico più basso»,
lui, è che solo di rado ha il tempo di fare il genitore come desidera. dice Brito.
Per sbarcare il lunario, svolge contemporaneamente diversi lavo- In effetti, il congedo retribuito modifica l’attività cerebrale.
ri. Anche sua moglie Mayra lavora a tempo pieno. La maggior par- In un secondo studio su 80 madri e bambini pubblicato lo scor-
te dei giorni, Randy vede i figli per non più di 30 minuti in tutto. E so aprile su «Child Development», Brito e colleghi hanno registra-
il solo asilo nido che può permettersi è poco più di un parcheggio: to le onde cerebrali dei piccoli tre mesi dopo la nascita, median-
spesso, quando va a prenderlo, trova Julian davanti a un televisore te elettroencefalografia. Queste onde, od oscillazioni, sono dovute
a tutto volume. «Abbiamo una mole di ricerche che mostrano, tut- alle interazioni tra i neuroni; ciascuno di noi ha oscillazioni sia di
te, che le interazioni di base fra adulto e bambino nei primi anni alta sia di bassa frequenza, e tutti e due i tipi sono importanti. A
di vita sono decisive per lo sviluppo cerebrale e sociale», dice Ro- mano a mano che i bambini crescono, però, l’attività ad alta fre-
Copia di 91992966cbf5c8f83f927ad18d6a0549

meo. «Fare tutto il possibile, come società, per creare un ambien- quenza tende ad aumentare rispetto all’altra. Altri studi avevano
te in cui queste relazioni possano fiorire è il miglior investimento già suggerito che i piccoli con maggiore attività ad alta frequenza,
che possiamo fare per il futuro dei bambini.» se sottoposti a test qualche tempo dopo, tendono a ottenere pun-
teggi più alti nelle capacità necessarie per apprendere e ragionare.
Aiutare i genitori, fin dal principio Nel lavoro di Brito e collaboratori, i piccoli la cui madre aveva
Il linguaggio è solo una delle dimensioni in cui un bambino ri- potuto fruire di un congedo retribuito tendevano ad avere più on-
ceve un forte sostegno dalle interazioni amorevoli con chi lo ac- de ad alta frequenza e meno onde a bassa frequenza di quelli le cui
cudisce. I neonati cominciano a stringere relazioni fin dal primo madri avevano fruito di un congedo non retribuito. È vero che il
giorno di vita. Perciò il congedo parentale retribuito è coerente campione era alquanto ridotto e non realmente casuale, ma co-
con una politica volta a favorire le fasi iniziali dello sviluppo ce- munque i ricercatori hanno controllato una serie di possibili fon-
rebrale. Ma negli Stati Uniti ne fruiscono in pochi. Non Randy e ti di confusione, come le età delle gestanti alla nascita, il numero
Mayra, per esempio. Alla nascita dei loro due figli, Mayra è stata di bambini in famiglia, e ancora la situazione sentimentale, lo sta-
una delle tante madri che riprendono a lavorare entro due setti- to civile, l’istruzione e il prestigio lavorativo della madre. L’asso-
mane (circa un quarto del totale), e Randy ha avuto, ogni volta, so- ciazione tra congedo retribuito e profili di attività cerebrale re-
lo uno o due giorni di permesso. stava valida, e rendeva conto del 12-30 per cento della varianza
Le ricerche sul tema si sono tradizionalmente concentrate riscontrata nelle onde cerebrali dei bambini.
sull’aspetto economico, valutando l’impatto del congedo retribui- È difficile individuare i motivi di queste differenze, ma uno dei
to sui redditi delle famiglie o dei datori di lavoro. Più di recente, fattori può essere lo stress materno. Nello studio è stato misurato

86 Le Scienze 648 agosto 2022


il livello di un ormone legato allo stress, il cortisolo, nei capelli del- Ma alla fine del 2021 il Senato, tra forti divisioni, ha rifiutato di
le madri, livello che tende a salire quando si accumulano stress fi- far proseguire il programma. Con la fine degli sgravi, tra dicem-
sici e psicologici. Le madri con congedo retribuito presentavano bre 2021 e gennaio 2022 il tasso di povertà infantile è balzato dal
livelli di cortisolo più bassi di quelle con congedo non retribuito. E 12 al 17 per cento, superando il livello pre-pandemia. E riducendo
ottenevano anche punteggi più alti nelle misure delle interazioni in povertà 3,7 milioni di bambini in più. Stando al rapporto della
con il bambino rilevate nell’ambito dei test sulla sensibilità mater- NAS, gli effetti a lungo termine della povertà infantile sull’occu-
na. Dato che il congedo retribuito conferisce risorse e stabilità fi- pazione da adulti, sui tassi di criminalità e sulla salute della popo-
nanziaria, suggerisce Brito, «è probabile che riduca lo stress e ab- lazione costano agli Stati Uniti 800-1100 miliardi di dollari all’an-
bia un impatto indiretto sul modo di essere madri o di interagire no, mentre un insieme di provvedimenti centrati su sgravi fiscali,
con i piccoli». Questi sono solo i primi studi sull’argomento, e non supplementi alimentari e qualche altro programma ridurrebbe la
bastano a provare i rapporti di causa ed effetto. Ma, come dice Bri- povertà infantile del 50 per cento e in definitiva costerebbe me-
to, «stiamo cominciando a delineare una parte del quadro». no al paese.
Sappiamo anche, piuttosto bene, come devono funzionare i
Soluzioni per il futuro centri per l’infanzia. Già oggi gli Stati Uniti mantengono un siste-
Sappiamo che i bambini più piccoli crescono al meglio quan- ma universale di strutture di alta qualità, gestito dal Dipartimen-
do sono protetti dagli stress dannosi e hanno una vita stabile e pre- to della difesa per le famiglie dei militari. Una trentina d’anni fa gli
vedibile. Recentissime ricerche hanno riscontrato un aumento asili per i figli dei militari erano simili al peggio di ciò che si ve-
del rischio di ritardi di sviluppo nei neonati venuti al mondo du- de oggi. I militari quindi, già presi da mansioni piuttosto impegna-
rante la pandemia di COVID, che secondo alcuni esperti potrebbe tive, dovevano anche preoccuparsi di chi badava ai propri figli, e
essere legato ai più alti livelli di stress nelle madri. E sappiamo da ciò poteva minarne l’efficacia. Dunque il Pentagono ha comple-
decenni che i bambini che crescono nelle famiglie a più basso red- tamente rivisto il programma, migliorando sviluppo professio-
dito hanno maggiori probabilità di trovarsi in situazioni analoga- nale e stipendi di chi lavorava negli asili, imponendo alti standard
mente imprevedibili e angosciose. di assistenza, limitando i costi a carico delle famiglie e facilitando
l’accesso agli asili. L’accesso di ampie fasce del-
la popolazione a strutture di alta qualità è una
Le onde cerebrali dell’adulto e del piccolo caratteristica distintiva dei paesi europei. Per
esempio sia il Regno Unito che l’Estonia, gli al-
si sincronizzavano quando giocavano insieme, tri due paesi dello studio OCSE sui bambini di
cinque anni, prevedono ampi congedi parenta-
e questo era legato a migliori abilità sociali li e programmi prescolari pressoché universali.
Istituire qualcosa di simile negli Stati Uniti
non sarà a buon mercato. L’anno scorso il Con-
Più di recente, le neuroscienze hanno preso a studiare ciò che gresso non ha approvato alcune leggi che avrebbero coperto il co-
la povertà fa ai cervelli dei bambini. In uno studio del 2015 su oltre sto dell’assistenza infantile per la maggior parte delle famiglie dei
1000 partecipanti tra i tre e i vent’anni, Kimberly Noble, neuro- lavoratori, e garantito compensi adeguati agli addetti. Il costo era
scienziata del Teachers College della Columbia University, e col- di 400 miliardi di dollari, che possono sembrare tanti, ma non lo
leghi hanno trovato un solido rapporto tra l’area della superficie sono in confronto al prezzo che ha l’inazione.
della corteccia cerebrale (che è associata alle capacità cognitive) e Un rapporto di ReadyNation, un gruppo senza fini di lucro fon-
i fattori socioeconomici. Questo e altri studi hanno trovato che le dato da manager aziendali per fare ricerca nel campo dell’istru-
massime differenze si riscontrano nelle aree cerebrali preposte al zione, ha trovato che i problemi dell’assistenza all’infanzia costa-
linguaggio, alle funzioni esecutive e alla memoria. no agli Stati Uniti 57 miliardi di dollari all’anno in mancati introiti,
Nel 2019, per esempio, di nuovo usando i livelli di cortisolo nei produttività e redditi. Si stima, inoltre, che se le donne statuniten-
Copia di 91992966cbf5c8f83f927ad18d6a0549

capelli come indicatore dello stress cronico, Noble e colleghi han- si rimanessero nella forza lavoro a un tasso simile a quello della
no dimostrato un’associazione tra alti livelli di stress e ridotte di- Norvegia, dove esistono congedi retribuiti e assistenza all’infanzia
mensioni dell’ippocampo, una regione cerebrale essenziale per la sovvenzionata dallo Stato, il prodotto interno lordo del paese po-
memoria. Potrebbe trattarsi di una risposta adattativa: il cervello trebbe salire di 1600 miliardi di dollari all’anno.
infantile attende istruzioni dall’ambiente, e se il bambino cresce in Assenza di congedi retribuiti, niente assistenza all’infanzia e
un ambiente carico di stress negativi il suo cervello si organizzerà sgravi fiscali limitati: è evidente che c’è una distanza devastante
in modo da essere altamente reattivo agli stress. Ma in seguito per tra ciò che ci dice la scienza sui bisogni dei bambini e ciò che le po-
il bambino potrà esserci un costo da pagare, a scuola e sul lavoro. litiche degli Stati Uniti fanno per loro. È ora di cominciare a usare
L’intervento più efficace per ridurre i tassi di povertà infantile la mole di prove scientifiche di cui disponiamo come guida per le
è dare sgravi fiscali alle famiglie con bambini piccoli, secondo un nostre scelte politiche e le nostre pratiche. Una corretta matura-
rapporto del 2019 della National Academy of Sciences (NAS) sta- zione cerebrale è il fondamento del nostro paese, perché rappre-
tunitense. I benefici di simili interventi si sono visti con chiarez- senta il futuro. Ciò vuol dire che non abbiamo nessun compito più
za nel corso della pandemia, quando una storica espansione degli importante, come società, di quello di promuovere e tutelare lo
sgravi fiscali ha condotto a un’immediata riduzione dei tassi di po- sviluppo cerebrale dei nostri bambini. Q
vertà infantile. Per la prima volta, lo sgravio era indipendente dal
reddito, e dunque è andato a vantaggio sia di chi lavorava sia di chi
PER APPROFONDIRE
desiderava stare a casa con i figli. Ne ha avuto diritto più del 90 per
cento dei bambini statunitensi. Un aiuto per il cervello. Noble K.G., in «Le Scienze» n. 585, maggio 2017.

www.lescienze.it Le Scienze 87
Coordinate

16
Incendi estremi Entro 1 anno Entro 5 anni

Tempo 14 seguiti da piogge

Numero di eventi estremi accoppiati


estreme
12 entro 6 mesi

selvaggio
(per 100.000 km2 per anno)
10

8 Pacifico
Nord-occidentale
6
Nell’ovest degli Stati
Uniti si prevede 4
California
che le terre arse 2

dagli incendi saranno 0 Colorado


poi inondate
5

0
00

04

07

10

00

04

07

10

00

04

07

10
–2

–2

–2

–2

–2

–2

–2

–2

–2

–2

–2

–2
da piogge torrenziali
80

06

41

71

80

06

41

71

80

06

41

71
19

20

20

20

19

20

20

20

19

20

20

20
Il cambiamento climatico tende a far Anche la percentuale di tutti gli incendi estremi a cui seguono piogge estreme crescerà
emergere il peggio nei fenomeni 100
meteorologici, che siano estremi nel Incendi estremi Entro 1 anno
Percentuale di incendi estremi seguiti

seguiti da piogge
caldo, nel freddo, nelle precipita- estreme
80
zioni o negli incendi. Un nuovo stu- entro 6 mesi
dio ha scoperto che il riscaldamento
dell’atmosfera aumenta le probabi- 60
lità che, negli Stati Uniti occidenta-
li, un incendio sia seguito da piog-
da piogge estreme

40
ge intense. Questa convergenza di
eventi aumenta il rischio di frane e
di inondazioni. 20

in the Western United States, di Danielle Touma e altri, in «Science Advances», Vol. 8, n. 13, 1 aprile 2022 (dati)
«Quando è divampato un incen-
Entro 5 anni
dio, tutta la vegetazione è morta e 0

Grafici di Jen Christiansen. Fonte: Climate Change Increases Risk of Extreme Rainfall following Wildfire
non ci sono apparati radicali che
5

0
00

04

07

10

00

04

07

10

00

04

07

10
tengano fermo il suolo, che quindi è
–2

–2

–2

–2

–2

–2

–2

–2

–2

–2

–2

–2
80

06

41

71

80

06

41

71

80

06

41

molto più vulnerabile», dice Saman- 71


19

20

20

20

19

20

20

20

19

20

20

20
tha Stevenson, climatologa all’Uni-
Copia di 91992966cbf5c8f83f927ad18d6a0549

versità della California a Santa Bar-


bara e coautrice dello studio.
Gli incendi non sono di per sé 8
Piogge estreme Entro 1 anno Entro 5 anni
causa delle tempeste, ma gli stessi che seguono un
Numero di episodi di pioggia estrema

7
aumenti di temperatura che rendo- incendio estremo
6 entro 6 mesi
no più gravi gli incendi permettono
per ciascun incendio estremo

anche all’atmosfera di incamerare 5


più umidità, facendo sì che le preci-
pitazioni scarichino in breve tempo 4
più acqua. «Stiamo parlando di tem- 3
peste straordinariamente intense,
nel 99,9esimo percentile», dice Ste- 2
venson. 1
Clara Moskowitz
0
5

0
00

04

07

10

00

04

07

10

00

04

07

10
–2

–2

–2

–2

–2

–2

–2

–2

–2

–2

–2

–2
80

06

41

71

80

06

41

71

80

06

41

71
19

20

20

20

19

20

20

20

19

20

20

20

88 Le Scienze 648 agosto 2022


di Michele Bellone I bastioni di Orione
editor di saggistica, giornalista, docente di narrazioni e
comunicazione della scienza. Autore di Incanto (Codice, 2019)

La parabola di Crichton
In nome della scienza che lo appassionava e che diceva
di difendere, ha sostenuto posizioni antiscientifiche

erbosità, sintassi mediocre, ripetizio- usare carisma e senso dell’umorismo per mo-

V ni, troppe astrazioni. Sono alcuni dei


ricorrenti difetti evidenziati dall’a-
nalisi di diversi articoli del «New England
strarsi al pubblico come portavoce del mondo
della scienza.
Questa grande passione per la scienza non
Journal of Medicine», pubblicata sulla stessa gli impedì di assumere posizioni molto con-
rivista nel 1975. Secondo l’autore, la scrittura troverse sul riscaldamento globale, le cui cau-
medico-scientifica era un linguaggio oscuro, se, entità e minaccia riteneva in gran parte
un modo per intendersi fra simili, come una sconosciute. Tanto da immaginare, nel roman-
stretta di mano segreta, che fa leva sull’incom- zo Stato di paura, un complotto politico-me-
prensibilità per trasmettere un senso di «pro- diatico che sfrutta la scienza climatica per
fondità scientifica», di distanza fra il medico e mantenere il controllo sociale sulla cittadi-
i pazienti. Un’analisi impietosa, firmata da Mi- nanza tramite la paura. Crichton considerava
chael Crichton. l’ambientalismo una pericolosa e potente re-
Sì, quel Michael Crichton, che nel 1975 era ligione moderna, ma un conto è criticare cer-
già un autore affermato e che nella sua carrie- te ingenue narrazioni ambientaliste, un con-
ra ha pubblicato diversi romanzi – come An- to è sostenere che il DDT non è pericoloso e la
dromeda, Congo o Sfera, fino a Jurassic Park – sua proibizione ha causato decine di milioni
ricchi di contenuti scientifici anche piuttosto di morti; o considerare irrilevante il consenso
complessi e provenienti da diverse discipline, scientifico, usando le stesse fallaci argomen-
come microbiologia, genetica o teoria del ca- tazioni di antidarwinisti o sostenitori del lega-
os. Contenuti che non erano semplici abbelli- me fra vaccini e autismo; o ancora, paragonare
menti ma tratti importanti dell’ambientazione la scienza climatica all’eugenetica e alle teorie
e dei personaggi, intorno ai quali Crichton co- pseudoscientifiche dell’agronomo sovietico
struiva trame in cui gruppi di esperti con di- Trofim Lysenko, come esempi di cosa succede
verse competenze si univano per fronteggia- quando si politicizza la scienza, non renden-
re una crisi, in genere legata a un progresso dosi conto di essere lui il primo a farsi influen-
Copia di 91992966cbf5c8f83f927ad18d6a0549

scientifico-tecnologico andato storto, esplo- zare dalle proprie idee, vedendo solo i (pochi e
randone le conseguenze psicologiche, sociali controversi) dati che confermavano le sue tesi.
ed etiche. Cosa accadrebbe se potessimo clo-
nare i dinosauri o se un microrganismo extra- Il fascino dell’alter ego
terrestre scatenasse un contagio letale? Crichton è morto nel 2008 per un linfo-
ma, a soli 66 anni. Ha lasciato un segno pro-
Le regole della narrazione fondo nella narrativa e nel cinema, grazie alle
Crichton conosceva bene le regole e le ne- sue doti di narratore e al suo riuscito mix di ro-
cessità della narrazione letteraria e di quella manzo d’avventura e thriller tecnologico. Ma
cinematografica, il cui obiettivo non è dare in- ha anche sostenuto, in nome della scienza che
formazioni corrette ma intrattenere e coinvol- diceva di difendere, posizioni che di scientifi-
gere. E proprio partendo da questi concetti, in co avevano ben poco. Forse perché ci credeva
un saggio su «Science» del 1999 si rivolse agli davvero. O forse perché si era identificato un
scienziati spiegando che invece di lamentarsi po’ troppo con il suo alter ego letterario, il bril-
di come i media e i film rappresentavano il lo- lante Ian Malcolm, matematico sopra le righe
ro lavoro, banalizzandolo, dovevano imparare e fuori dagli schemi, che dice ciò che gli altri
a parlare per primi con i giornalisti per disin- non dicono. E che, a differenza di Crichton, al-
nescare storie false e statistiche inventate, e a la fine aveva sempre ragione.

www.lescienze.it Le Scienze 89
La ceretta di Occam di Beatrice Mautino

biotecnologa, giornalista e comunicatrice scientifica. Tra i suoi libri


più recenti Il trucco c’è e si vede (Chiarelettere, 2018)

Spray nasali per abbronzarsi


Sono tornati di moda ma il loro uso può essere inutile,
nel migliore dei casi, o addirittura molto rischioso

È
stata presentata dai giornali come In realtà, no. Già dalle prime fasi della spe-
l’ultima tendenza dei social, in par- rimentazione il farmaco aveva mostrato effet-
ticolare del social media più nuovo ti collaterali superiori agli scarsi benefici che
e giovane di tutti, TikTok. Nella realtà si trat- poteva dare, tanto da interromperne lo svi-
ta di una moda che ritorna, come spesso capi- luppo clinico e commerciale. Chi lo usa può
ta, dopo una decina di anni di sostanziale pau- andare incontro a priapismo, cioè erezioni
sa. Parliamo degli spray nasali abbronzanti, prolungate e dolorose, ma anche alla più pre-
ovvero prodotti che promettono di aumenta- occupante crescita incontrollata dei nei, con
re la pigmentazione della pelle in poco tempo, un rischio sostanziale di sviluppare tumori
senza necessità di esporsi al Sole e regalando della pelle. Questo non ha impedito la nascita
un’abbronzatura intensa, il tutto con un pro- di una fiorente attività di vendita sottobanco
dotto che, nella forma, ricorda gli spray de- di Melanotan II come abbronzante facile e ve-
congestionanti che si usano quando si ha il loce. Le autorità sanitarie internazionali sono
raffreddore. corse ai ripari sequestrando i prodotti e met-
tendo in guardia la popolazione, ma è molto
Vendita sottobanco difficile fermare questo tipo di traffico, soprat-
La prima volta che se ne è sentito parlare è tutto se le vendite si svolgono on line, con so-
stato, appunto, una decina di anni fa come ef- cietà che cambiano nome e sede velocemente
fetto collaterale di un farmaco sviluppato per e che basano la loro comunicazione sul passa-
curare la disfunzione erettile. La storia della parola dei singoli utenti dei social.
scoperta del farmaco è bizzarra e vede un ri-
cercatore particolarmente devoto alla cau- Senza regole
sa iniettarsi la sostanza che stava studiando e Il risultato lo vediamo ancora oggi nel com-
sperimentare in prima persona un’erezione di mercio illegale di prodotti che, nella miglio-
otto ore, accompagnata però da nausea e vo- re delle ipotesi, sono truffe, con boccette di
mito. Il principio alla base di questi prodotti è acqua vendute a caro prezzo, ma che almeno
Copia di 91992966cbf5c8f83f927ad18d6a0549

un ormone artificiale chiamato commercial- non fanno male. Nella peggiore delle ipotesi,
mente Melanotan II, dall’unione delle parole invece, si tratta davvero del farmaco non au-
«melanina», cioè la sostanza colorata prodotta torizzato con tutti gli effetti collaterali che si
dalle cellule della nostra pelle, e «tan» che in porta dietro, ai quali si aggiunge lo svantaggio
inglese significa abbronzatura. Questa sostan- di non seguire le regole imposte dalla produ-
za mima l’azione di alcuni ormoni che hanno zione farmaceutica.
a che fare con la funzionalità sessuale, ma an- Un’indagine qualitativa e quantitativa svol-
che con la produzione di melanina. In pratica ta su alcuni prodotti reperibili on line ha mo-
è come se ingannasse il nostro organismo e lo strato come le dosi di principio attivo siano
portasse ad attivarsi per produrre il pigmento molto variabili da flacone a flacone, con pro-
anche in assenza di esposizione al Sole. dotti che ne contengono assai poco e prodot-
La scelta della formulazione in spray è sta- ti che invece ne contengono moltissimo. Oltre
ta fatta per velocizzare e ottimizzare l’assorbi- alla presenza di impurità, contaminanti e ad-
mento perché le mucose nasali, a differenza ditivi non regolamentati e rischiosi per la salu-
della pelle, facilitano il passaggio di farmaci e te. Nelle pagine di questa rubrica ci siamo det-
altre sostanze (basti pensare alle droghe «snif- ti più volte che il Sole può fare molto male, ma
fate») direttamente nel circolo sanguigno. di fronte a questi prodotti sembra davvero il
Tutto bene, quindi? male minore.

90 Le Scienze 648 agosto 2022


di Dario Bressanini Pentole & provette
chimico, divulgatore, gastronomo. Autore di Contro natura
(Rizzoli, 2015), La Scienza della Carne (Gribaudo, 2016)

L’olio nei fritti


Solo una minima parte di quello che vi ritroviamo
è stato assorbito effettivamente durante la frittura

ritto è buono anche il cartone. Può dell’olio all’interno del cibo. Gli esperimenti

F sembrare un’esagerazione, ma se
avete mai assaggiato una melanza-
na fritta a dovere, confrontando sapore e con-
mostrano che, se le temperature dell’olio so-
no basse, vi è più penetrazione di olio duran-
te la frittura, a causa della minor pressione
sistenza con quelli di una melanzana cruda, generata dal vapore che fuoriesce. Tuttavia,
beh, forse converrete con me che c’è del ve- la maggior parte dell’olio che ritroviamo nel-
ro. La frittura è in grado quasi magicamente la patatina o nella melanzana fritte quando
di generare sapori e consistenze sconosciuti le mangiamo non è stata assorbita durante la
ai cibi prima dell’immersione in grasso bol- frittura.
lente. E, non a caso, le ricette del cosiddetto ci-
bo da strada, che negli ultimi anni sta viven- Tre vie di penetrazione
do una riscoperta, usano a piene mani questa Uno studio pubblicato nel 2003 sul
tecnica di cottura: velocissima e in grado di ri- «Journal of Food Science» ha mostrato che
chiamare con i suoi aromi le persone dall’al- un prodotto che è stato fritto ha assorbito l’o-
tro lato della strada. I cibi fritti, però, possono lio attraverso tre meccanismi diversi. Una par-
trattenere una parte considerevole del grasso te, chiamata «olio strutturale», è stata assorbi-
di frittura, anche fino a un terzo del peso tota- ta durante l’immersione ad alte temperature,
le. E le raccomandazioni delle istituzioni sani- ed è di solito una piccola quantità, meno del
tarie internazionali premono per una riduzio- cinque per cento dell’olio totale che rimane
ne degli eccessi di consumi di grassi. nel cibo. Paradossalmente, la maggior parte
dell’olio viene assorbito subito dopo la fase di
Trasmissione rapida frittura, quando il cibo è scolato e lasciato raf- Sapori sconosciuti. La frittura
Friggere è un modo estremamente efficace freddare. Durante l’immersione in olio, l’ac- è in grado di generare in pochi minuti
di trasferire calore. Messa in forno, una caro- qua si è vaporizzata e, fuoriuscendo, ha lascia- consistenze e sapori molto graditi che
ta ci mette 20 minuti o più per ammorbidirsi to una struttura porosa con piccole cavità che, i cibi non avevano minimamente prima
e cuocere, perché l’aria è un cattivo condutto- al momento dell’estrazione, sono piene di va- dell’immersione in grasso bollente,
Copia di 91992966cbf5c8f83f927ad18d6a0549

re di calore: anche se il forno è a 170 °C potete pore. Non appena questo vapore si raffredda, e non a caso è usata a piene mani nella
aprirlo e inserire la mano, brevemente, senza si ricondensa in piccole goccioline d’acqua, la- preparazione del cosiddetto
ustionarvi. Se invece immergete una carota in sciando il vuoto che risucchia all’interno l’olio cibo da strada.
acqua bollente, a 100 °C, in una decina di mi- rimasto in superficie. Quest’olio è chiamato
nuti sarà pronta per essere mangiata. L’acqua «olio penetrato», e una volta entrato nel cibo
conduce molto meglio il calore dell’aria e se non è possibile sgocciolarlo o asciugarlo come
inavvertitamente immergete il dito vi ustio- invece si può fare con la terza frazione: l’«olio
nerete. A maggior ragione, se gettata in olio superficiale», che in cucina di solito togliamo
bollente a 170 °C – una temperatura alla quale o riduciamo con la carta assorbente o facendo-
in una cucina l’acqua non può arrivare, nem- lo sgocciolare su una grata.
meno in una pentola a pressione – una carota La dinamica di assorbimento dell’olio sug-
cuocerà in pochi minuti. gerirebbe, in teoria, una possibile strategia
A temperature così elevate, l’acqua conte- per ridurlo, magari evitando di raffreddare
nuta nei cibi evapora molto in fretta. Il vapo- bruscamente il cibo appena fritto e metten-
re, fuoriuscendo vigorosamente (sono tutte le dolo invece in un forno caldo per poter toglie-
brazzo/iStock

bolle che si vedono immergendo il pezzo da re la maggior parte dell’olio superficiale prima
friggere nell’olio bollente), crea una pressio- che venga assorbito, anche se all’atto pratico
ne verso l’esterno che rallenta la penetrazione la cosa è tutt’altro che semplice.

www.lescienze.it Le Scienze 91
Rudi matematici Un problema con alcune pile di monetine
diventa subito l’occasione per una competizione
sfrenata alla ricerca della sua soluzione

Di centesimi, piedi e zappe


imenticate la città. Dimenticate il caldo, il traffico e gli

D appartamenti, e immaginate una casetta di campagna,


immersa nel verde e nascosta dagli alberi. Immaginate
insomma un ambiente assai diverso dalla solita casa in cui si arra-
battano i protagonisti di questa rubrica. Il Sole estivo, il silenzio
intorno, l’ombra degli alberi che, generosa, addolcisce l’atmosfera
nel giardino dove chiacchierano due dei nostri tre eroi: tutto po-
trebbe far pensare che finalmente i nostri stiano volgendo le men-
ti verso argomenti diversi dai maledetti giochini e problemi mate-
matici. E invece no.
«Capo – dice Alice osservando Rudy che sposta monetine sul
tavolo da giardino – sbaglio o la tua celebre collezione di monetine
si è ridotta drasticamente?»
«Oh, no. Non è la collezione, questa. Sono monete dei resti del-
le spese quotidiane fatte nei negozietti del villaggio vicino. Ho rac-
colto le monete da un centesimo, tenendo solo quelle di conio ita-
liano per evitare distrazioni.»
«Sono contenta per te e soprattutto per i negozianti, che si sa-
ranno liberati di questi spiccioli. Allo stesso tempo, vederti muo-
vere monete o segnalini su un tavolino mi preoccupa…»
«È abbastanza facile farti preoccupare, signorina Riddle – sog-
ghigna Rudy – ma posso capirti. Vedi? Ne ho già fatte delle piccole
pile da tre monete ciascuna, e adesso posiziono queste pile in mo-
do da comporre un bel quadrato tre per tre.»
«Totale 27 centesimi. Un vero capitale; sai se c’è una cassaforte,
in questa casetta che abbiamo affittato?»
«Cominciamo con il sarcasmo? Non puoi aspettare almeno che
arrivi Doc?»
«Ah, è per lui, il problema? Pensavo fosse per la gatta, vista la
Copia di 91992966cbf5c8f83f927ad18d6a0549

somiglianza tra centesimi e crocchette.»


«No, l’aria di campagna deve averle risvegliato gli istinti ferini.
L’ho vista inseguire un topo: temo solo per erudirlo sulle bellezze
dell’analisi matematica, però.»
Alice sospira: «Si capisce benissimo che la stai tirando lunga so-
lo per aspettare che arrivi Doc. Nell’attesa, che cosa ne dici se pro-
vo a procacciare un paio di birre?»
«Birra? Qualcuno ha detto birra?», la voce arrivava dal fondo del
vialetto, ma era ben riconoscibile. Rudy accenna a un mezzo sor- «Come sarebbe a dire “il resto di questo problema”? Non sarà il ca-
riso: «Visto, Treccia? Certe parole hanno davvero poteri magici…» so che tu ce lo ponga nella sua interezza?»
«Uhm… vedo delle pericolose monetine sul tavolo. Treccia, «Ah! Vedete che non potete fare a meno dei miei quesiti? Cade-
non disturbarti, a prendere la birra vado io, e potrei metterci un te nelle mie trappole lessicali come citrulli, lasciatevelo dire. Co-
Illustrazione di Stefano Fabbri

po’.» munque, si tratta proprio di un problema che è problematico pro-


«Poche storie! Portane tre, ben ghiacciate, e siediti. Il resto di prio a causa dei resti, contenti?»
questo problema ha irritato la micia, che ha preferito andarsene Con l’aria triste e rassegnata di chi si è tirato da solo la zappa sui
in compagnia di piccoli roditori. Adesso vi sedete e mi state a sen- piedi, Alice e Doc annuiscono malinconicamente.
tire tutti e due.» «Molto bene. Come stavo dicendo prima dell’ingresso in scena
Alice e Piotr si guardano, e concordano la domanda a due voci: dell’assetato, ho sistemato dei centesimi in pile da tre, e costruito

92 Le Scienze 648 agosto 2022


di Rodolfo Clerico, La soluzione del problema esposto in queste pagine sarà
Piero Fabbri e pubblicata in forma breve a settembre e in forma estesa
Francesca Ortenzio sul nostro sito: www.lescienze.it. Potete mandare le vostre
risposte all’indirizzo e-mail: rudi@lescienze.it.

IL PROBLEMA DI LUGLIO

Il problema del mese scorso era ambientato tra i gangster di Chicago, nessun altro insieme (dacché ogni gang a cui il gangster appartiene è
infestata da 36 gang. I gangster possono appartenere a più gang, ma in guerra con qualche gang cui il gangster non appartiene). Il problema
ogni coppia di gangster appartiene a un insieme diverso di gang. Si sa pertanto è equivalente a chiedersi quanti insiemi indipendenti massima-
inoltre che nessun gangster appartiene a due gang in guerra fra loro, e li siano possibili, al più, in un grafo di 36 punti. Come al solito, si proce-
che ogni gang a cui un gangster non appartiene è in guerra con qualche de per induzione, e si riesce a dimostrare che un grafico formato da 3K
gang a cui lo stesso appartiene. Si chiedeva quanti fossero, al massimo, punti può contenere al più 3K insiemi stabili massimali. Si parte ovvia-
i gangster di Chicago. mente da K = 1, ovvero da tre gang, ed è facile verificare che le condi-
L’esposizione del quesito è complicata, e la soluzione non è certo da me- zioni sono rispettate se le tre gang sono composte da un solo gangster;
no: si può però usare la teoria dei grafi per approcciarlo. A ogni nodo cor- è poi possibile – anche se con calcoli non banali – dimostrare l’assun-
risponde una gang, e la guerra tra gang è rappresentata da un arco che to per tutti i K.
unisce i nodi corrispondenti. Considerando l’insieme dei nodi/gang a cui In conclusione, per K = 12 (ovvero per 36 gang) al massimo si avranno
un gangster appartiene, si nota che è indipendente, perché non contie- 312 = 531441 gangster, numero che ci sembra eccessivo perfino per la
ne nodi uniti da archi, e anche massimale, poiché non è contenuto in Chicago degli anni venti.

«Solo per esserti ricordato come si calcola il volume di un pa-


rallelepipedo? Scordatelo. Ma qualcosa della tua generalizzazio-
ne la salveremo, vedrai. Quello che propongo è una specie di so-
litario: il giocatore deve togliere le monete dalle pile, tenendo
tuttavia conto che ogni volta che toglie una moneta, deve toglier-
ne una anche da una pila adiacente, e per adiacente intendo una
vicina in direzione orizzontale oppure verticale, non in diagona-
le. Le diagonali vengono quasi sempre vietate, in questi giochi…
È importante, perché se ci si trova in una situazione in cui non
si può togliere la seconda moneta, allora non è permesso toglie-
re la prima.»
«Aspetta un attimo, Capo – dice Alice – questa regola comporta
che a ogni mossa si eliminino due monete: siccome mi sembra di
ricordare che non esistano numeri dispari divisibili per due, non
sarà mai possibile togliere tutte le monete dal tavolo. Anche una
partita perfettamente giocata ne lascerebbe almeno una, sola so-
letta, dopo 13 mosse...»
«Bingo! Capito adesso quale fosse “il resto del problema”? Il ve-
Copia di 91992966cbf5c8f83f927ad18d6a0549

ro quesito è: quante monete restano sul tavolo, come minimo, ov-


viamente rispettando le regole delle mosse lecite? Certo, per il
caso particolare dell’esempio, quello di un quadrato 3 x 3, si può
anche sperare di capirlo andando per tentativi, ma se seguissimo
l’involontario desiderio di generalizzazione proposto da Doc? Che
succede, generalizzando, con K monetine per ogni pila e le pile or-
ganizzate in un rettangolo M per N (con M e N dispari, però, sennò
non c’è gusto)? Anche giocando nel migliore dei modi, quante mo-
un grazioso quadrato tre per tre con queste pile. Come Alice no- nete resteranno tristemente sul tavolo?»
tava con sagacia, il totale dei centesimi, in questo caso particola- «Aspetta, aspetta… – temporeggia Doc, con l’aria corrucciata –
re, è 27.» vorresti dire che il problema l’hai formulato in questo modo per
«Grande! Un problema che saprò risolvere! Sono pronto capo! causa mia?»
Generalizziamo pure! Detto N il lato dei quadrati, avremo sem- «Beh, non che ci volesse molto, a dire il vero; comunque, sì, ho
pre un totale di 3N2 centesimi! Anzi, detto K il numero di mone- colto al balzo il tuo suggerimento, e… ma dove vai? Non resti qui
te di una pila, il risultato è KN2! Di più: anche se disponi le pile in con noi? Le birre sono in frigo, e…»
un rettangolo M x N, anziché in un quadrato, i centesimi saranno «Bevetevele voi. Io devo fare penitenza, pagare pegno, porta-
KMN. Fatto, generalizzato tutto, sono stato bravo. Vado a prende- re il cilicio. Vado a piedi fino al paesello per punirmi: passi darsi la
re altre birre…» zappa sui piedi una volta, ma addirittura due…»

www.lescienze.it Le Scienze 93
Libri & tempo libero

I numeri, motore della civiltà


Una tesi ardita ma esposta in modo molto persuasivo, anche per i non esperti

Uno, due, tre, molti


di Michael Brooks
Bollati Boringhieri, Torino, 2022, pp. 384 (euro 26,00)

S
enza indicazioni sul contesto, la frase del titolo potreb-
be essere interpretata come una sorta di gioco al rial-
zo: un’asta, una vendita all’incanto per vedere chi offre
di più. In realtà è la sintesi del patrimonio matematico «naturale»
degli esseri umani, che è lo stesso di quello di diversi animali. Po-
polazioni rimaste isolate, come i piraha dell’Amazzonia, non co-
noscono numeri oltre il tre e, soprattutto, non ne sentono la ne-
cessità. Insomma, Homo sapiens non è naturalmente portato alla
matematica più di quanto lo siano altre specie sul pianeta.
Ma proprio di una sorta di rilancio si tratta. Brooks non è un
matematico: ha un PhD in fisica e ha deciso di dedicarsi più alla di-
vulgazione che alla ricerca, collaborando con alcuni tra i più pre-
stigiosi giornali inglesi, pubblicando libri e tenendo conferenze.
Forse stanco di sentirsi ripetere dal pubblico la domanda preferi-
ta dagli studenti che sudano nel tentativo di risolvere gli esercizi
(«A che diavolo mi servirà mai, questa roba?»), Brooks raddoppia
la posta, e struttura questo libro con l’intenzione di mostrare non
solo che la matematica è utile, ma che è il motore primo della cre-
azione della civiltà.
Sembra un obiettivo assai difficile da raggiungere, oltre che un
po’ presuntuoso; ma va riconosciuto all’autore che riesce a essere
sorprendentemente convincente. In buon ordine, tratta otto aree
matematiche (aritmetica, geometria, algebra, calcolo, logaritmi,
numeri complessi, statistica e informatica), e per ognuna descrive
alcuni eventi epocali che ne sono seguiti. Per quanto la narrazione
sia finalizzata alla tesi del libro, è davvero ipnotico seguire la cate-
Copia di 91992966cbf5c8f83f927ad18d6a0549

na di cause ed effetti che Brooks propone: per esempio, pur sapen-


do che dall’aritmetica discende la contabilità e da questa lo stato di
salute delle nazioni, è impressionante seguire la logica che lega lo
splendore della Firenze dei Medici e lo scatenarsi della Rivoluzio- gnificativi, come la Battaglia d’Inghilterra vinta grazie a un’inno-
ne francese alla scomparsa di due buoni contabili. Che la fioritura vazione (matematica) nella progettazione dei famosi aerei Spitfire,
artistica del Rinascimento sia legata al fatto che solo in Italia si pa- o anche, più semplicemente, la descrizione del buon carattere di
droneggiava la geometria proiettiva è forse già noto ai più, ma non Claude Shannon, padre della teoria dell’informazione.
pochi si stupiranno nello scoprire che tutta l’espansione europea Il risultato è un libro davvero piacevole da leggere, che non ri-
verso gli altri continenti risalga, in ultima analisi, alle capacità ma- chiede alcuna conoscenza matematica pregressa (l’autore riesce
tematicamente analitiche della scuola di marineria fondata da En- persino a rendersi complice di quanti avessero difficoltà nel som-
rico il Navigatore, re di Portogallo, che voleva a ogni costo trovare mare due frazioni) e che, allo stesso tempo, è in grado di sorpren-
la via per raggiungere il fantomatico Prete Gianni. dere anche chi non è digiuno di matematica e della sua storia. Ci
Per alcune aree della matematica, Brooks ha gioco facile: è ri- sarà certo chi contesterà la tesi che la civiltà discenda davvero dal
saputo che il calcolo infinitesimale è alla base della nascita di ogni fatto che qualcuno, millenni fa, abbia deciso di varcare il confine
tecnologia moderna, ed è chiaro che l’avvento dell’informatica sa- pronunciando il numero «quattro», anziché rifugiarsi subito nel
rà segnato nei futuri libri di storia come il momento cruciale in cui «molti». Ma è facile lasciarsi conquistare dall’idea che sì, tutto po-
ogni essere umano poteva finalmente essere connesso a qualsiasi trebbe essere cominciato proprio da quel momento.
altro. Ma anche in casi come questi si ritrovano aspetti curiosi e si- Piero Fabbri

94 Le Scienze 648 agosto 2022


Quante isole ci sono al mondo?
Tante storie insolite di animali, vulcani e umani antichi e non

Che cosa sono le isole? Chi non le studia per mestiere mente presenti meno specie che sulla terraferma e di
può forse adattare un aforisma di Agostino sul tempo molte è possibile individuare la data di colonizzazione,
per rispondere: «Se nessuno me lo chiede, lo so; se do- permettendo di ricostruire quindi la loro storia. Le isole,
vessi spiegarlo a chi me lo chiede, non lo so». Già, per- come ben aveva capito Charles Darwin visitando l’arci-
ché oltre quale misura di superficie passiamo da «sco- pelago delle Galapagos, diventano così perfetti laborato-
glio» a «isola»? O dobbiamo considerare l’abbondanza ri per lo studio della vita e della sua evoluzione.
di forme di vita che ospitano? Già da queste prime que- Scritto in parte come saggio divulgativo e in parte co-
stioni si capisce che solo contare quante isole esistono me diario dei viaggi di Norder alla scoperta delle isole di
al mondo non è semplice. mezzo mondo, il libro ci porta per esempio su Tenerife,
Per fortuna ci sono i biogeografi come Sietze Norder, con uno dei più alti e massicci vulcani attivi presenti su
che ci viene in aiuto con questo libro d’esordio. Sco- un’isola. O possiamo visitare Mauritius, scoprendo che
priamo così che le isole al mondo sono migliaia, ma so- (come molte isole isolate) è abitata dall’uomo da poche
lo una settantina superano i 10.000 chilometri quadra- centinaia d’anni. Come hanno fatto invece i nostri an-
ti. Di queste solo due sono nel Mediterraneo, Sardegna tenati a colonizzare le isole del Pacifico? Lo scopriamo
e Sicilia, mentre piccolo e piccolissimo sono la norma. seguendo Norder nell’arcipelago indonesiano, abitato
Questo fatto spiega il «miniatura» del titolo, ma è solo da Homo da tempi lontanissimi e, inoltre, diviso quasi a
un pezzo della storia. La condizione di isolamento co- metà dalla linea di Wallace (il confine biologico orientale Il mondo in miniatura
stituisce una caratteristica privilegiata per lo studio degli della regione asiatica). Ma le curiosità sono moltissime e di Sietze Norder
ecosistemi e delle loro interazioni con l’uomo, la specia- per ognuna c’è una storia da leggere. Add editore,Torino, 2022,
lità di ricerca di Norder. Sulle isole, infatti, sono solita- Marco Boscolo pp. 224 (euro 18,00)

Naturalisti in città
La fauna che popola gli spazi urbani ha molto da insegnarci

Ci risulta invisibile quello che non attira la nostra atten- gli esseri umani, spesso profondo quanto irresponsabi-
zione e, quindi, non ci spinge a posarvi sopra lo sguar- le. Prendiamo, per esempio, i piccioni. Non si tratta di
Copia di 91992966cbf5c8f83f927ad18d6a0549

do. Succede di continuo nell’ambiente naturale in cui la una specie in pericolo e sono onnipresenti nelle nostre
maggior parte di noi abita ogni giorno: la città. città, dove sembrano recare noia a molte attività uma-
Ma non si stava parlando di ambiente naturale? È il pri- ne; eppure, a ben pensarci, sono spesso l’unico contat-
mo apparente paradosso che il lettore di questo libro to con gli animali selvatici facilmente a disposizione di
incontra: sebbene siano, giustamente, il simbolo del- tanti cittadini. È il «paradosso del piccione» di cui parla
lo spazio antropizzato per antonomasia, le nostre città l’ecologo Robert Dunn: per promuovere la conservazio-
sono abitate da numerose specie delle quali ci accor- ne della biodiversità dobbiamo entrare in contatto con le
giamo di rado, che convivono strutturando rapporti di specie selvatiche e per farlo è importante anche il ruolo
catena alimentare come in tutti gli ecosistemi. Il concet- di un animale bistrattato come questo.
to, come fa notare l’autore – biologo che si occupa di Nelle pagine del libro si avrà modo di rivalutare altri in-
conservazione ambientale – è stato sottolineato da altri, contri che tendiamo a trascurare, per esempio quelli
come Menno Schilthuizen, che, partendo dal comune con gli insetti, che, per via delle loro dimensioni, pas-
concetto della città come male necessario, ne illustra- sano ancor più facilmente inosservati. In generale, tut-
no, però, le potenzialità in quanto luogo di osservazio- ti gli abitanti nascosti delle nostre città sono pronti a in-
ni naturalistiche. segnarci qualcosa e a lanciarci messaggi di stringente Bestiario invisibile
Perfino gli animali per cui tanti provano istintiva ostilità attualità e urgenza. Sta a noi accorgercene ed essere di Marco Granata
possono essere agganci utilissimi per imparare concet- disposti ad ascoltarli. il Saggiatore, Milano, 2022,
ti base di ecologia e spingerci a riflettere sull’impatto de- Anna Rita Longo pp. 320 (euro 22,00)

www.lescienze.it Le Scienze 95
Libri & tempo libero

Sabotatori atomici
Una storia poco nota ma decisiva per la vittoria sul nazismo

Durante la seconda guerra mondiale, i fisici non han- ma inseriti in un panorama ampio che ritenevano al loro
no solo partecipato alle ricerche nucleari ma hanno an- servizio, quello dell’Europa nazi-fascista. Così incontria-
che lavorato attivamente per spiare e sabotare gli sfor- mo Edoardo Amaldi – l’allievo di Enrico Fermi a Roma –
zi dei nemici. Il libro racconta la «missione Alsos» che e i coniugi Iréne e Frédéric Joliot-Curie, tutti e tre antifa-
portò un ristretto numero di fisici statunitensi ad andare scisti e al corrente degli sviluppi della fisica nucleare, di
alla ricerca del materiale e degli scienziati tedeschi im- grande aiuto alla missione Alsos con nomi e informazio-
pegnati nello sviluppo dell’atomica. Diversi fisici si mi- ni. Di contorno abbiamo anche figure come Lise Meit-
sero a disposizione dell’esercito per evitare che i nazisti ner e Niels Bohr, che non riuscirono ad allontanare i lo-
arrivassero alla bomba ed eventualmente rapire i ricer- ro colleghi tedeschi dal delirio ariano.
catori tedeschi (e per evitare che lo facessero i russi). La fine è nota: l’atomica la fecero gli americani, e molti
Protagonisti di questa storia incredibile e affascinante scienziati nazisti vennero poi sfruttati nella Guerra fred-
sono soprattutto due ebrei: Moe Berg, ex professioni- da sia dagli Stati Uniti sia dall’Unione Sovietica, scate-
sta del baseball, laureato in legge a Princeton, e Samuel nando una corsa agli armamenti nucleari che vide na-
Goudsmit, fisico olandese emigrato oltreoceano. Duran- scere un’importante opposizione proprio tra i fisici,
te la guerra Goudsmit e Berg si mossero in Europa per coscienti del ruolo centrale che la loro comunità aveva
ottenere informazioni sul Club dell’Uranio tedesco e su giocato. Il libro mette moltissima carne al fuoco – ab-
altri ricercatori potenzialmente pericolosi. bondano i dettagli scientifici e biografici – ma chi legge La brigata dei bastardi
La rete che si trovarono a infiltrare era fatta da alcuni non si perde mai, rapito dalle vicende appassionanti e di Sam Kean
grandi nomi della fisica: Werner Heisenberg, Carl von raccontate con maestria da un autore ormai collaudato. Adelphi, Milano, 2022,
Weizsäcker, Otto Hahn, circondati da tecnici e militari Mauro Capocci pp. 492 (euro 32,00)

Elogio delle megaforeste


Un affresco grandioso dei polmoni del pianeta

Nel primo decennio di questo secolo, la sola perdita di I trascorsi degli autori e soprattutto la loro familiarità con
foresta tropicale è stata responsabile dell’emissione di la vita di campo proietta Sempre verdi in una dimensio-
Copia di 91992966cbf5c8f83f927ad18d6a0549

circa cinque miliardi di tonnellate di CO2 all’anno. Per ne alternativa a quella del saggio canonico. Le pagine ri-
farsi un’idea delle proporzioni, il valore supera tutte le costruiscono infatti decenni di peregrinazioni nei luoghi
emissioni dell’Unione Europea nello stesso periodo. più remoti del pianeta, riccamente corredate da aned-
Questa perdita di gas serra dalla biosfera sarebbe sta- doti, mappe e fotografie, alcune delle quali scattate da
ta ancora più allarmante se non fosse stata riassorbita, un altro celebre estimatore delle foreste come Sebastião
per circa la metà, dalle foreste tropicali non tagliate. Ma Salgado.
l’importanza delle foreste, specie quelle grandi e inte- Nonostante l’accuratezza scientifica, la lettura raramen-
gre, va ben oltre la causa climatica: esse sono un trion- te si impantana nei tecnicismi poiché gli autori sono abi-
fo di biodiversità, ambienti e processi ecologici da cui lissimi a guidare il lettore dal contesto locale al fenome-
dipende buona parte della vita sulla terraferma, uma- no che vi è dietro. Il maggior pregio di questo diario di
nità compresa. viaggio è però la volontà degli autori di non limitarsi alle
Lo spettacolo grandioso costituito dalle cinque maggio- argomentazioni utilitaristiche sulla conservazione delle
ri foreste del pianeta – Amazzonia, bacino del Congo, foreste, ma lasciare che sia la voce delle popolazioni na-
Nuova Guinea, taiga siberiana e canadese – è il vero tive a convincere il lettore: «La foresta è parte della no-
protagonista dell’affresco dipinto a quattro mani dall’e- stra famiglia. Quando la osserviamo vediamo anche al- Sempre verdi
conomista forestale John Reid insieme al compianto tro. Vediamo vita. Vediamo vite che hanno bisogno di di John Reid e Thomas Lovejoy
Thomas Lovejoy, gigante dell’ecologia forestale, dece- noi come noi abbiamo bisogno di loro». Einaudi, Torino, 2022
duto alcuni mesi prima della pubblicazione dell’opera. Davide Michielin pp. 310 (euro 30,00)

96 Le Scienze 648 agosto 2022


The Soul Expanding Ocean #3 e #4
Fino al 2 ottobre
Ocean Space - Campo San Lorenzo, 5069 Venezia
www.ocean-space.org

Esplorando gli oceani e noi


Due diverse interpretazioni d’artista del rapporto tra l’umanità e i mari

S
ono due artiste contemporanee a proseguire il percor-
so a cavallo tra arte, ricerca e riflessione antropologica di
Ocean Space, lo spazio costituito dalla chiesa di San Lo-
renzo, nel cuore di Venezia, recentemente recuperato e ora alle-
stito in occasione della prima Biennale post pandemia. Entram-
be le opere sono state commissionate appositamente per il ciclo di
esposizioni che esplora il rapporto con gli oceani.
Pur scegliendo linguaggi diversi, entrambe le installazioni par-
lano del rapporto tra natura e cultura, tra natura e uomo, mostran-
do come si tratti di contrapposizioni artificiose, messe profonda-
mente in discussione dalla crisi climatica e ambientale che stiamo
vivendo.
Ciguatera è un’installazione multimediale opera dell’artista
portoghese Diana Policarpo, che sfrutta roccia, video, sonoro e il-
luminazione per ricreare nella sede espositiva il senso di presen-
za che l’artista cercava. Lo spunto per l’opera è un viaggio nelle
piccole Isole Selvagge, un piccolo arcipelago a nord delle Cana-
rie, oggi parco naturale. In uno spazio così limitato, praticamen-
te disabitato, Policarpo ci fa osservare il confronto/scontro tra la
biodiversità del luogo e la storia coloniale europea, fatta di sfrut-
tamento ed estrazione di risorse. Protagonisti, allora, diventano i
microrganismi, invisibili all’occhio umano ma indispensabili per
la sopravvivenza dell’ecosistema. Policarpo auspica la liberazione Le opere Ocean! (in basso a sinistra) e Ciguatera (in alto; e in basso
dell’umanità dall’impulso estrattivo, per il bene dell’umanità stes- a destra nel work in progress per la mostra) sono le tappe più recenti del
sa, e si interroga sul ruolo della scienza nei processi coloniali dei programma espositivo biennale «The Soul Expanding Ocean», a cura di
secoli passati. Chus Martínez, curatrice di Ocean Space per il 2021 e 2022.
Sono sempre isole, in questo caso l’arcipelago delle Salomone,
le protagoniste dell’opera dell’artista sudafricana Dineo Seshee
Bopape intitolata Ocean! What if no change is your desperate mis-
Foto MatteoDeFina (in alto e in basso a sinistra); foto Studio Enrico Fiorese (in basso a destra)

sion. Al centro della video-installazione ci sono le conseguenze,


ancora oggi tangibili, dell’epoca coloniale su alcune parti del pia-
Copia di 91992966cbf5c8f83f927ad18d6a0549

neta. Il simbolo dell’oppressione è la nave fantasma di schiavi im-


mersa nell’oceano, come collettore di storie e moniti del passato.
Sfruttando anche la realtà aumentata, Bopape vuole trasporta-
re dentro l’oceano il visitatore, in una visione artistica che inten-
de simbolicamente contenere anche chi fruisce dell’opera, senza
distinzione tra dentro e fuori, perché ogni essere vivente, uomo
compreso, è integrato nella vita naturale del pianeta.
Marco Boscolo

www.lescienze.it Le Scienze 97
Prossimo numero

a settembre

In viaggio verso le stelle


di Tim Folger

Voyager 1 e Voyager 2, identiche in ogni dettaglio, furono lancia-


te dalla NASA a distanza di 15 giorni l’una dall’altra nell’estate 1977.
Oggi sono le sonde spaziali arrivate più lontano in assoluto e sono
entrate in un mondo inesplorato: lo spazio interstellare.

Clima: l’istruzione negata


di Katie Worth

Da tempo ormai l’industria dei combustibili fossili si sforza di ren-


dere più verde la sua immagine. E negli Stati Uniti, come parte di
questa strategia, esponenti delle compagnie petrolifere manipola-
no le direttive sui programmi scolastici e i libri di testo che riguar-
dano clima e ambiente, dall’asilo fino alle superiori.

Fiumi frammentati
di Carlos García de Leániz

Il flusso dei fiumi europei è interrotto da una miriade di barriere


trasversali, mettendo in pericolo gli organismi che vivono all’in-
terno o nelle vicinanze del corso d’acqua. Un piano ambizioso po-
trebbe ricollegare almeno una parte di questi fiumi frammentati.

LE SCIENZE S.p.A. Responsabile del trattamento dati Notizie, manoscritti, fotografie, e altri materiali
Il responsabile del trattamento dei dati raccolti redazionali inviati spontaneamente al giornale
Sede legale: Via Cristoforo Colombo 90, in banche dati di uso redazionale è il direttore non verranno restituiti.
00147 ROMA. responsabile a cui è possibile rivolgersi
scrivendo a privacy@lescienze.it per i diritti In conformità alle disposizioni contenute nell’articolo 2
Redazione: tel. 06 49823181 previsti dal Regolamento (UE) 2016/679 sulla comma 2 del «Codice Deontologico relativo al trattamento
Via Cristoforo Colombo 90, 00147 Roma protezione dei dati personali. dei dati personali nell’esercizio dell’attività giornalistica ai
sensi dell’Allegato A del Codice in materia di protezione dei
e-mail: redazione@lescienze.it Registrazione del Tribunale di Milano n. 48/70 dati personali ex d.lgs. 30 giugno 2003 n.196», Le Scienze
www.lescienze.it del 5 febbraio 1970. S.p.A. rende noto che presso la sede di Via Cristoforo Colom-

NASA/JPL-Caltech (illustrazione Voyager); J. Jones/Progetto AMBER (mappa della rete fluviale europea)
Direttore responsabile bo, 90, 00147, Roma esistono banche dati di uso redazionale.
Rivista mensile, pubblicata da Le Scienze S.p.A. Per completezza, si precisa che l’interessato, ai fini dell’eser-
Marco Cattaneo Printed in Italy - luglio 2022 cizio dei diritti riconosciuti dall’articolo 7 e seguenti del d.
Redazione Copyright © 2022 by Le Scienze S.p.A. lgs.196/03 - tra cui, a mero titolo esemplificativo, il diritto di
Giovanni Sabato, Cinzia Sgheri, ISSN 2499-0590 ottenere la conferma dell’esistenza di dati, la indicazione
Giovanni Spataro (caposervizio), delle modalità di trattamento, la rettifica o l’integrazione dei
Tutti i diritti sono riservati.
Copia di 91992966cbf5c8f83f927ad18d6a0549

dati, la cancellazione ed il diritto di opporsi in tutto od in


Giovanna Salvini (caposervizio grafico), Nessuna parte della rivista può essere riprodotta, parte al relativo utilizzo - potrà accedere alle suddette ban-
Andrea Mattone (grafico) rielaborata o diffusa senza autorizzazione scritta che dati rivolgendosi al Responsabile del trattamento dei
Collaborazione redazionale dell’editore. Si collabora alla rivista solo su invito dati contenuti nell’archivio sopraindicato presso la Redazio-
Folco Claudi, Gianbruno Guerrerio e non si accettano articoli non richiesti. ne di Le Scienze, Via Cristoforo Colombo, 90, 00147 Roma.
Segreteria di redazione:
Andrea Lignani Marchesani ABBONAMENTI E ARRETRATI
Progetto grafico: Giovanna Salvini
SCIENTIFIC GEDI Distribuzione S.p.A.
AMERICAN Per informazioni sulla sottoscrizione di abbonamenti
Referente per la pubblicità e sulla richiesta di arretrati telefonare
Editor in Chief al numero 0864.256266 o scrivere a
A. Manzoni & C. S.p.A. Laura Helmut abbonamenti@gedidistribuzione.it o
Marta Bisin (tel. 02 57494231, 348 9320514) arretrati@gedidistribuzione.it
President
e-mail mbisin@manzoni.it Fax 02.26681986.
Dean Sanderson
Pubblicità: Executive Vice President Italia
A. Manzoni & C. S.p.A. Michael Florek abb. annuale € 42,00
Via Nervesa 21, 20139, Milano, abb. biennale € 80,00
Hanno collaborato a questo numero abb. triennale € 106,00
telefono: (02) 574941 copia arretrata € 9,90
Per le traduzioni: Francesca Bernardis: La Estero
Stampa riscossa dei mammiferi; Silvio Ferraresi: Il cer- abb. annuale € 79,00
Puntoweb, Via Variante di Cancelliera, snc,
vello costruttore del mondo; Eva Filoramo: L’ar-
00040 Ariccia (RM).
rampicatore che non era più una scimmia; Danie-
Accertamento
Consiglio di amministrazione le Gewurz: Una nuova struttura della realtà;
Corrado Corradi (presidente), Michael Keith Alfredo Tutino: Per offrire ai bambini una vita diffusione stampa
Florek (vice presidente), Gabriele Acquistapace, migliore; a cura della redazione: La rivoluzione certificato n. 9065
David Blancato, Markus Bossle (consiglieri) dell’urina. del 06/04/2022

98 Le Scienze 648 agosto 2022


Copia di 91992966cbf5c8f83f927ad18d6a0549
Copia di 91992966cbf5c8f83f927ad18d6a0549

Potrebbero piacerti anche