Sei sulla pagina 1di 100

le Scienze

edizione italiana di Scientific American


Settembre 2022
euro 5,90

La terza volta di LHC


L’acceleratore di particelle più potente del mondo è tornato in funzione
per il terzo periodo di raccolta dati e cercherà prove di nuova fisica

Copia di 91992966cbf5c8f83f927ad18d6a0549

Spazio Scienza e società Ambiente


Il viaggio delle Voyager oltre II punto sul diritto all’aborto Una strategia per risanare
i confini del sistema solare e sulla sua visione sociale i fiumi frammentati d’Europa
Copia di 91992966cbf5c8f83f927ad18d6a0549
in copertina Sommario
Finora LHC ha esplorato la fisica conosciuta, riaffermando la validità del
modello standard; ora si spera in qualche risultato sorprendente che
riveli nuova fisica (Immagine Cortesia CERN) Settembre 2022 numero 649

26
ESPLORAZIONE
SPAZIALE
In viaggio
verso le stelle
di Tim Folger
Le sonde spaziali
arrivate più lontane
in assoluto sono
entrate in un nuovo
mondo: lo spazio
interstellare

Copia di 91992966cbf5c8f83f927ad18d6a0549

FISICA ASTROFISICA

42 La terza volta di LHC 68 Misteriose detonazioni


di Elizabeth Gibney cosmiche
Dopo una lunga pausa per aggiornamenti, il Large Hadron di Adam Mann
Collider del CERN è di nuovo in funzione per il suo ter- A vent’anni dalla loro scoperta, i lampi radio veloci stanno
zo periodo di attività, e si spera di trovare risultati insoliti svelando la loro natura

CITTADINANZA PSICOLOGIA
50 Clima: l’istruzione negata 72 L’eredità del trauma
di Katie Worth di Rachel Yehuda
Come le aziende petrolifere e del gas statunitensi mani- Le esperienze avverse dei genitori lasciano tracce biolo-
polano i programmi scolastici e i libri di testo, dalle scuole giche nei figli
elementari alle superiori
ECOLOGIA
ABORTO
78 Fiumi frammentati
60 Voci interrotte di Carlos García de Leániz
NASA/JPL-Caltech

di Anna D’Errico Il flusso dei fiumi europei è interrotto da una miriade di


Il dibattito verte spesso su ciò che l’aborto o la sua proibi- barriere trasversali che disturbano gli ecosistemi fluvia-
zione tolgono, ma dovrebbe considerare anche ciò che ap- li. Una strategia scientifica internazionale propone misu-
portano, in tanti ambiti del rapporto tra scienza e società re per ricollegarli

www.lescienze.it Le Scienze 3
Sommario Rubriche

7 Editoriale
di Marco Cattaneo

8 In edicola
9 Sondaggio
10 Intervista
Luce sugli abissi con cavi in fibra ottica
di Davide Michielin

12 Made in Italy
Studiare malattie e farmaci su piccoli organi artificiali
di Letizia Gabaglio
10
14 Il matematico impertinente
Il grande gioco di Piergiorgio Odifreddi

15 Scienza e filosofia
Leggi, regolarità e fatti di Elena Castellani

16 Homo sapiens
La nascita di Homo sapiens di Giorgio Manzi

17 La finestra di Keplero
Lo sguardo profondo di Webb di Amedeo Balbi

88 Coordinate
Copia di 91992966cbf5c8f83f927ad18d6a0549
3.117.275.501 basi, 0 buchi di Clara Moskowitz
12
89 I bastioni di Orione
Supereroi in soccorso del clima di Michele Bellone

90 La ceretta di Occam
La lezione dell’alluminio di Beatrice Mautino

91 Pentole & provette


La matematica degli hamburger di Dario Bressanini

cortesia React4life (organo su chip); Nicholas77/iStock (hamburger)


92 Rudi matematici
Olimpiadi a Poseidonia
di Rodolfo Clerico, Piero Fabbri e Francesca Ortenzio
Beau Lark/Corbis/VCG/Getty Images (fibre ottiche);

94 Libri & tempo libero


91

SCIENZA NEWS

18 Sempre più incendi forestali 21 Lo sfarfallio rivela come 23 Le conseguenze


in Europa si accresce il buco nero della scomparsa dell’Y
20 Betelgeuse non sta per esplodere 22 Lunga vita alle tartarughe 23 Come si è evoluta
20 Sulle tracce dei neutrini fossili 22 Ancora un po’ più vicini la placenta
21 Tre nuove particelle esotiche agli xenotrapianti da maiali 24 Brevissime

4 Le Scienze 649 settembre 2022


Copia di 91992966cbf5c8f83f927ad18d6a0549
Copia di 91992966cbf5c8f83f927ad18d6a0549
di Marco Cattaneo Editoriale Comitato scientifico
Leslie C. Aiello John P. Moore
presidente, Wenner- docente di microbiologia e
Gren Foundation for immunologia, Weill Medical
Anthropological Research College, Cornell University
Roberto Battiston M. Granger Morgan
professore ordinario di fisica docente, Carnegie Mellon
sperimentale, Università University
di Trento Miguel Nicolelis
Roger Bingham condirettore, Center for
docente, Center for Brain and Neuroengineering, Duke
Cognition, Università della University
California a San Diego Martin Nowak

I limiti dello Edoardo Boncinelli


docente, Università Vita-
Salute San Raffaele, Milano
Arthur Caplan
direttore, Program for
Evolutionary Dynamics,
Harvard University
Robert Palazzo
docente di biologia,

sviluppo, oggi
docente di bioetica,
Rensselaer Polytechnic
Università della Institute
Pennsylvania
Telmo Pievani
Vinton Cerf
professore ordinario filosofia
Chief Internet Evangelist, delle scienze biologiche,
Google Università degli Studi di
George M. Church Padova
A cinquant’anni dalla pubblicazione, i messaggi direttore, Center for Carolyn Porco
Computational Genetics, leader, Cassini Imaging
chiave dello storico rapporto del MIT sono attuali Harvard Medical School Science Team, e direttore,
Rita Colwell CICLOPS, Space Science
Institute
docente, Università del
Maryland a College Park e Vilayanur S.
arco, l’hai letto que- seguire uno stato di equilibrio globale. Quel Ramachandran

“M
Johns Hopkins Bloomberg
School of Public Health direttore, Center for Brain
sto?». «No, professo- messaggio, oggi, è quanto mai attuale. Richard Dawkins and Cognition, Università
della California a San Diego
re, in verità no». «Tieni, Vale la pena rileggerlo, il capitolo sulle fondatore e presidente,
Lisa Randall
Richard Dawkins Foundation
leggilo, perché è un libro importante». Fu- risorse e sui limiti della crescita esponen- Drew Endy docente di fisica, Harvard
University
rono tra le prime parole della conversazio- ziale. Anche nei brevi passaggi in cui ac- docente di bioingegneria,
Carlo Alberto Redi
Stanford University
ne con cui mi accolse Felice Ippolito quan- cenna all’aumento del consumo di combu- Ed Felten
docente di zoologia,
Università di Pavia
do fui assunto a «Le Scienze». Era il 1991. stibili fossili, al conseguente aumento di direttore, Center for
Martin Rees
Information Technology
Così nei giorni scorsi, coinvolto in una CO2 nell’atmosfera e al cambiamento cli- Policy, Princeton University docente di cosmologia e
astrofisica, Università di
discussione social sul cambiamento clima- matico che ne potrebbe derivare. Come Kaigham J. Gabriel Cambridge
tico, in cui quel libro veniva dileggiato con vale la pena rileggere l’inizio del capitolo presidente e CEO, Charles
Stark Draper Laboratory
John Reganold
docente di scienza del suolo,
sarcasmo, ho deciso di andare a rileggerme- sulla tecnologia, dove si dice come la sto- Harold Garner Washington State University
lo. Anche perché sono passati esattamente ria del faticoso progresso dell’uomo venga direttore, divisioni sistemi e Jeffrey D. Sachs
informatica medici, docente,
direttore, The Earth Institute,
cinquant’anni dalla pubblicazione del rap- spesso raccontata come una marcia trion- Virginia Bioinformatics Columbia University
Institute, Virginia Tech
porto I limiti dello sviluppo stilato dal Sy- fale di successi, trascurandone i fallimenti. Michael S. Gazzaniga
Eugenie C. Scott
Founding Executive Director,
stem Dynamics Group del Massachusetts È in queste righe che fa irruzione il concet- direttore, Sage Center for the National Center for Science
Study of Mind, Università
Institute of Technology (MIT) per il Club di
Copia di 91992966cbf5c8f83f927ad18d6a0549
to di ottimismo tecnologico. Quello stesso della California a Santa
Education
Terry Sejnowski
Roma. E sì, se le si interpreta come previsio- ottimismo che anima, oggi, chi pensa che Barbara
docente e direttore del
David Gross
ni puntuali, parecchie conclusioni del rap- anche la crisi climatica sarà risolta da im- docente di fisica teorica,
Laboratorio di neurobiologia
computazionale, Salk
porto erano grossolanamente sbagliate. minenti nuove tecnologie. Università della California a Institute for Biological
Santa Barbara (premio Nobel Studies
D’altra parte, lo studio fu condotto in La verità, scomoda, è che con il clima e per la fisica 2004) Michael Shermer
circostanze decisamente sfavorevoli. Era- con l’ambiente stiamo campando a debito. Danny Hillis editore, rivista «Skeptic»
co-presidente, Applied Michael Snyder
no gli anni della crisi petrolifera, e dell’uni- Nel 2022 l’Overshoot Day, il giorno in cui Minds, LLC
docente di genetica, Stanford
ca crisi dei mercati cerealicoli della secon- si consumano tutte le risorse che il pianeta Daniel M. Kammen University School of Medicine
direttore, Renewable Giorgio Vallortigara
da metà del Novecento. In più la crescita rinnoverà in un anno, è caduto il 28 luglio. and Appropriate Energy docente di neuroscienze,
demografica aveva appena toccato il picco Nella speranza – quasi da pensiero magico Laboratory, Università della direttore associato, Centre
California a Berkeley for Mind/Brain Sciences,
– con il 2,1 per cento all’anno – per diventa- – che si affacci una soluzione all’orizzonte. Vinod Khosla Università di Trento
re lineare a cavallo del 2000 e cominciare Oppure, al massimo, lasceremo il cerino in Partner, Khosla Ventures Lene Vestergaard Hau
Christof Koch docente di fisica e fisica
a calare fino all’1 per cento di oggi. Ma, co- mano a chi verrà dopo di noi. Ma anche vo- presidente dell’Allen Institute applicata, Harvard University
me si è detto anche per la pandemia, quel- lendo credere più o meno fideisticamente for Brain Science di Seattle Michael E. Webber
Lawrence M. Krauss direttore associato, Center
li tratteggiati dal rapporto erano scenari. E nel potere taumaturgico della tecnologia, for International Energy
direttore, Origins Initiative,
& Environmental Policy,
all’epoca delineavano quanto avrebbe po- bisognerebbe mettersi nelle condizioni Arizona State University
Università del Texas ad
tuto accadere in condizioni costanti. per poterla sviluppare. Morten L. Kringelbach Austin
direttore, Hedonia: George M. Whitesides
In realtà, a suo tempo non furono tanto Per questo, in una campagna elettora- TrygFonden Research Group, docente di chimica e
Università di Oxford e
le previsioni quantitative a destare critiche, le degna di questo nome dovremmo sentir Università di Aarhus
biochimica, Harvard
University
soprattutto degli economisti. Ma il messag- parlare principalmente di tre argomenti: Steven Kyle Nathan Wolfe
gio secondo il quale con il nuovo secolo, mitigazione e adattamento al cambiamen- docente di economia
applicata e management,
direttore, Global Viral
Forecasting Initiative
quello in corso, l’umanità si sarebbe trovata to climatico, transizione energetica e in- Cornell University
Anton Zeilinger
Robert S. Langer
a fronteggiare una crescente penuria di ri- vestimenti in ricerca. Perché da questo docente di ottica quantistica,
docente, Massachusetts Università di Vienna
sorse, e per evitarla si sarebbe dovuto pas- dipenderà il benessere di domani. Ma for- Institute of Technology Jonathan Zittrain
sare dalla fase di crescita incontrollata a un se, per la qualità della politica nostrana, è Lawrence Lessig docente di legge e computer
docente, Harvard Law School science, Harvard University
nuovo modello di sviluppo che doveva per- chiedere troppo.

www.lescienze.it Le Scienze 7
In edicola In edicola con «Le Scienze» di ottobre il Teorema
dell’equilibrio di Nash, il primo volume di una
nuova collana sui grandi teoremi matematici

Giochi ed equilibri
i sono situazioni di competizione tra più soggetti (come individui

C o aziende) in cui il risultato dipende dalle scelte di tutti, ed esiste


una strategia ottimale per tutti; tale che ciascuno, adottandola, ne
trae un certo vantaggio, anche se non quello massimo possibile, ma nessu-
no può ottenere più vantaggi se la cambia unilateralmente. È l’equilibrio di
Nash, a cui è dedicato il primo volume di una nuova collana sui grandi teore-
mi della matematica, acquistabile a ottobre con «Le Scienze» a 14,90 euro (il
prezzo include anche la rivista). John Nash, matematico e Nobel per l’econo-
mia, ha così lasciato un contributo fondamentale alla teoria dei giochi, con
implicazioni che toccano il comportamento ottimale da tenere in ogni situa-
zione della vita quotidiana, anche la più banale.

P I A N O D E L L’ O P E R A
1 - Teorema dell’equilibrio di Nash 12 - Teorema di Eulero
2 - Teorema di Pitagora 13 - Teorema del punto fisso
3 - Ultimo teorema di Fermat di Banach-Caccioppoli
4 - Teoremi di Euclide e primo libro 14 - Teorema dell’impossibilità di Arrow
degli Elementi 15 - Teorema di Lagrange
5 - Teorema Fondamentale del Calcolo o del valor medio
6 - Teorema di Talete sul fascio di rette 16 - Teorema di Bayes
7 - Teorema egregium di Gauss 17 - Teorema fondamentale dell’algebra
8 - Teorema del limite centrale 18 - Teorema di Abel-Ruffini
Copia di 91992966cbf5c8f83f927ad18d6a0549
9 - Teorema di Noether 19 - Teorema di Cauchy-Kovalevskaja
10 - Teoremi dell’incompletezza di Gödel per le equazioni differenziali
11 - Teorema dei quattro colori 20 - Teorema di Perel’man-Poincaré

I QUADERNI R I S E R VAT O
A G L I A B B O N AT I

Una nuova versione Per tutti gli abbonati

per l’IA è on line il sito


www.ilmioabbonamento.gedi.it
dove è possibile acquistare
I quaderni de Le Scienze tornano anche in versione carta- i prodotti in uscita con
cea. Il primo volume è stato allegato al numero di luglio ed Le Scienze allo stesso prezzo
è dedicato all’intelligenza artificiale. Questo quaderno è una dell’edicola.
nuova edizione, aggiornata ed estesa, del quaderno digita- Registrandosi sul sito inoltre
le già pubblicato sull’argomento. I quaderni cartacei saran- è possibile usufruire di sconti
no in edicola a cadenza periodica allegati a «Le Scienze». Gli sugli abbonamenti del Gruppo
Sonia Moskowitz/Getty Images

abbonati possono acquistarli anche separatamente tramite GEDI e grandi opportunità


il Servizio Clienti (si veda il box a destra). Gli stessi quader- anche per l’acquisto di collane.
ni sono inoltre disponibili per tutti anche in versione digita- Rimane sempre attivo il nostro
le, in formato PDF interattivo, scaricabile e stampabile, co- Servizio Clienti al numero
me gli altri titoli digitali già pubblicati. I quaderni digitali sono 0864.256266 dal lunedì
acquistabili a 3,99 euro sul nostro sito web. al venerdì dalle 9-18.

8 Le Scienze 649 settembre 2022


Rispondendo alle domande del nostro Sondaggio
questionario ci aiuterete a migliorare e potrete
sfogliare un giornale ancora più ricco

Il «Mind» che vorresti


alla pandemia alla guerra in Ucraina,

D
Per rispondere al questionario vai alla pagina
dalla crisi economica al disagio sociale, www.lescienze.it/mind oppure inquadra
in questi anni incerti la nostra stabilità con il tuo smartphone il QR Code qui a sinistra
emotiva e psichica è messa a dura prova. E anche e sarai collegato direttamente al nostro sito.
quando ansia e depressione non emergono
esplicitamente, lo stress fa irruzione nella nostra
quotidianità, minacciando il nostro equilibrio.
Su «Mind», ogni mese esploriamo le sfide che
animano il nostro tempo, le trasformazioni
sociali, il mondo sempre più caotico e complesso
in cui viviamo e le tante, spesso contraddittorie,
emozioni che lo attraversano. Le paure, i sogni,
le speranze di tutti noi. Con i nostri dossier,
le interviste e i reportage, proviamo a
raccontarvi ogni mese tutto questo e molto
altro ancora, sfruttando le conoscenze
della psicologia e delle scienze sociali e alla
luce delle più recenti scoperte nel campo
delle neuroscienze. Lo facciamo con
curiosità, passione e competenza, ma per
regalarvi un giornale ancora più ricco e
più vicino ai vostri interessi ci piacerebbe
fare quattro chiacchiere insieme a voi. È
Copia di 91992966cbf5c8f83f927ad18d6a0549

facile, vi basterà rispondere alle domande


del nostro questionario e raccontarci il
«Mind» che vorreste leggere.

www.lescienze.it Le Scienze 9
Intervista I cavi per telecomunicazioni che solcano i fondali
degli oceani potrebbero essere convertiti in una
ragnatela di sensori per conoscere meglio la Terra

Luce sugli abissi


con cavi in fibra ottica

C
onsiderata la vastità del cosmo, sostenere che la nostra
comprensione dell’universo superi quella degli abissi
è quanto meno temerario. Tuttavia, l’iperbole restitu-
isce efficacemente uno stato di fatto: gli sterminati fondali ocea-
nici rappresentano forse le ultime terrae incognitae della nostra
epoca. Ancora oggi l’umanità conosce davvero poco di queste lan-
de desolate e il poco che sa lo ha dovuto desumere, perlopiù, at-
traverso metodi indiretti oppure ricerche in situ inevitabilmente
limitate. I fondali sono però solcati da una ragnatela di cavi in fi-
bra ottica che permettono le comunicazioni intercontinentali. Il
metrologo Giuseppe Marra, del National Physical Laboratory bri-
tannico, è al lavoro per capire come sfruttare queste infrastrutture
per ottenere una sorgente continua di informazioni su quello che
avviene in profondità.

Come si osserva ciò che avviene sui fondali oceanici?


Se parliamo di infrastrutture permanenti, solo il Giappone è
dotato di una vera e propria rete di sensori sismici e di pressio-
ne. Gran parte di questa rete è stata posata sui fondali, in corri-
Copia di 91992966cbf5c8f83f927ad18d6a0549

spondenza delle faglie attive, dopo il maremoto del 2011 che cau-
sò anche l’incidente nucleare di Fukushima. Altre piccole reti si
trovano al largo della costa occidentale del Nord America. Per le
restanti aree oceaniche dipendiamo prevalentemente dai dati ot-
tenuti tramite le campagne via nave durante le quali gli scienziati
depositano i sensori sui fondali e tornano a recuperarli dopo alcu-
ni mesi. Questo metodo ha limiti evidenti: i dati ottenuti si riferi-
scono ad aree circoscritte e inoltre la loro trasmissione non avvie-
ne in tempo reale.

Perché studiare i cavi sottomarini? ando artificialmente piccole scosse locali. Tuttavia, questo meto-
Nonostante i satelliti, la quasi totalità delle comunicazioni in- do è limitato a cavi lunghi qualche decina di chilometri. Già nel
tercontinentali avviene tuttora via cavo: i fondali oceanici sono at- 2018, insieme a colleghi dell’Istituto nazionale di ricerca metrolo-
traversati da oltre un milione di chilometri di fibra ottica. Durante gica di Torino, abbiamo dimostrato di poter coprire distanze su-
Beau Lark/Corbis/VCG/Getty Images (fibre ottiche)

il suo viaggio da un capo all’altro dell’oceano, la luce subisce pic- periori. Ora, grazie a un nuovo esperimento su un cavo sottomari-
colissime variazioni nella velocità di propagazione a causa di vi- no tra Regno Unito e Canada, abbiamo messo a punto una tecnica
brazioni e variazioni di pressione causati, per esempio, da terre- ancora più evoluta, dimostrando che il cavo può essere converti-
moti e correnti marine. Quest’ultime sono in grado di far vibrare to in una serie di sensori, non più in uno unico. I risultati di que-
Cortesia Giuseppe Marra (Marra);

il cavo come una corda di chitarra. Misurare e interpretare queste sto esperimento, pubblicati lo scorso maggio su «Science», aprono
piccole variazioni tramite interferometria di precisione può rive- scenari potenzialmente rivoluzionari. Si potrebbero derivare mi-
larci, in tempo reale, che cosa accade negli abissi. gliaia di sensori sui fondali marini, senza nessuna modifica alla re-
te di cavi già esistente.
Come è nata l’idea?
L’industria petrolifera utilizza da tempo le fibre ottiche per stu- Come funziona?
diare gli strati geologici attraverso la sismologia attiva, ovvero cre- Partiamo da una premessa: i cavi di telecomunicazione so-

10 Le Scienze 649 settembre 2022


di Davide Michielin

CHI È

GIUSEPPE MARRA

Metrologo del tempo e della frequenza, si Ha iniziato il suo percorso di studi al Politecnico di Londra, dove attualmente dirige le attività di
occupa del confronto degli orologi atomici ad di Torino e in seguito ha ottenuto il dottorato di ricerca sullo sviluppo di tecniche di precisione
altissima accuratezza su distanze continentali e ricerca all’Università di Southampton, nel Regno per la rilevazione di terremoti e correnti marine
intercontinentali utilizzando collegamenti in fibra Unito. sfruttando i cavi di telecomunicazione che
ottica. Dal 2002 lavora al National Physical Laboratory attraversano gli oceani.

no comportamenti caratteristici a seconda dell’origine del distur-


bo. Il processo di validazione dei segnali, almeno all’inizio, si basa
sul confronto dei nostri dati con quelli di altri sensori disponibili.
Per esempio: per stabilire che alcuni segnali rilevati erano indot-
ti dal moto delle maree abbiamo dovuto confrontare i nostri dati
con quelli acquisiti dalle boe presenti nel medesimo tratto di ma-
re. Una volta compresa la correlazione l’abbiamo estesa alle aree
prive di sensori tradizionali.

Quali sono le possibili applicazioni?


Le applicazioni più immediate riguardano la sismologia e l’oce-
anografia. Riguardo alla prima, potremmo ottenere nuove infor-
mazioni su struttura e comportamento dinamico della Terra e di
aree poco studiate come la dorsale medioatlantica. Per quanto ri-
guarda l’oceanografia potremmo comprendere meglio la circo-
lazione oceanica, e i suoi effetti sul clima globale, esaminando le
correnti marine profonde di cui, a differenza di quelle superficiali,
sappiamo tuttora poco. Infine, la mia speranza è che l’applicazione
Copia di 91992966cbf5c8f83f927ad18d6a0549
di questa tecnologia possa rivelarsi utile nell’allerta degli tsunami.
Rispetto ai sensori sulla terraferma, essa potrebbe suonare l’allar-
me con maggiore anticipo, contribuendo a salvare più vite umane.

E i limiti?
I limiti dipendono prevalentemente dalla natura stessa dell’in-
frastruttura. Alcune applicazioni necessitano di una risoluzione
spaziale superiore a quella che, al momento, possiamo fornire. In
secondo luogo, la fibra ottica non è in grado di differenziare effi-
cientemente lungo quali dei tre assi di moto è avvenuta la pertur-
bazione, e questo pone limiti in alcuni casi.
no organizzati in coppie di fibre ottiche, una per ogni direzione
di propagazione della luce: nel caso del nostro esperimento, dal Queste misurazioni interferiscono con le comunicazioni? Quali svilup-
Regno Unito al Canada e viceversa. Nonostante la fibra ottica sia pi prevede?
estremamente trasparente, su grandi distanze è necessario am- Negli esperimenti che abbiamo effettuato finora, la luce dei
plificare periodicamente la luce usando ripetitori posizionati nostri laser a elevata stabilità ha viaggiato nella stessa fibra otti-
ogni 45-90 chilometri. All’interno di questi amplificatori c’è una ca usata per la consueta trasmissione dei dati. Abbiamo ricevuto
connessione tra le due fibre ottiche, usata occasionalmente dagli numerose manifestazioni di interesse per questa tecnica, come
operatori dei cavi per controllare il funzionamento dei ripetitori. quella di Google, che è partner del progetto. Un’altra prospettiva
Sfruttando questa linea di ritorno possiamo «spezzettare» metafo- interessante è l’uso dei cavi che sono dismessi in quanto obsole-
ricamente il cavo transoceanico in segmenti più brevi, sui quali ri- ti per gli attuali standard tecnologici: se fossero destinati alla ricer-
usciamo a rilevare le perturbazioni locali. ca scientifica potrebbero godere di una seconda vita. Da parte no-
stra, continueremo nella ricerca affinché la luce che viaggia nella
Come è possibile correlare variazioni di luce a fenomeni naturali? ragnatela di cavi sottomarini possa svelarci i segreti degli abis-
Proprio come le diverse onde sismiche sono riconoscibili in un si oceanici e aiutarci a capire meglio il funzionamento del nostro
sismogramma, così le variazioni di luce nelle fibre ottiche mostra- pianeta. Sono convinto che siamo all’inizio di una nuova era.

www.lescienze.it Le Scienze 11
Made in Italy React4life sviluppa sistemi che simulano
la biologia umana e portano a modelli più predittivi
e affidabili in ambito medico e farmacologico

Studiare malattie e farmaci


su piccoli organi artificiali
iprodurre gli organi umani in laboratorio, per poter stu-

R diare i meccanismi che portano allo sviluppo di malattie


e l’azione dei farmaci che dovrebbero curarle. Risolven-
do in un colpo solo il problema etico della sperimentazione anima-
le ma anche la sua limitata accuratezza, che obbliga i ricercatori ad
accontentarsi di risultati meno verosimili rispetto a quelli che si
potrebbero avere sugli esseri umani. È la promessa dei cosiddetti
organi su chip. Una promessa che è già realtà per React4life, la bio-
tech italiana nata nel 2016 dall’incontro di Silvia Scaglione e Mau-
rizio Aiello, entrambi ricercatori del Consiglio nazionale delle ri-
cerche (CNR). Già, perché se è vero che sono in molti i gruppi di
ricerca che in tutto il mondo sono riusciti a sviluppare organi su
chip, sono davvero pochi quelli che hanno portato il loro prodot-
to sul mercato.

Eccellenza del settore


L’azienda italiana lo ha fatto nel 2021: MIVO®- Multi-In-Vitro-
Organ è un organ on chip che permette la crescita di cellule o di
tessuti biologici in laboratorio, in condizioni tali da ricreare la bio-
Copia di 91992966cbf5c8f83f927ad18d6a0549

logia umana, riducendo tempi e costi della ricerca preclinica, ed


è già usato da grandi gruppi internazionali come Roche e Merck.
«Quando ho conosciuto Silvia ho capito che alcune sue idee e tec-
nologie potevano essere portate sul mercato, sviluppate a livello
industriale», racconta Aiello che ha un’esperienza pluriennale nel
trasferimento tecnologico, avendo fondato nel 2006 uno dei pri-
mi spin-off del CNR in ambito di cyber sicurezza.
L’impresa parte grazie ai finanziamenti dei soci e a operazioni «In questi tre anni di progetto siamo riusciti a sviluppare un
di raccolta fondi fra amici e nel 2017 riesce a realizzare un primo prototipo di organ on chip multicamera in grado di ospitare da
prototipo. «Il MIVO di allora era molto differente rispetto a quello una parte un modello tumorale umano e cellule endoteliali, con
di oggi: il nostro obiettivo è sempre stato migliorare la tecnologia l’obiettivo di ricreare in laboratorio il tumore alla mammella va- Cortesia React4life (foto in questa pagina e nella pagina a fronte)

sulla base dei feedback e delle esigenze dei nostri partner», spie- scolarizzato, e dall’altra un modello di reticolo osseo che è target
ga Aiello. «Nel corso di questi anni abbiamo collaborato con mol- delle metastasi», spiega Scaglione. «Creando una connessione flui-
te e diverse realtà di ricerca, in Italia e in Europa, e abbiamo fatto dica che simula la ramificazione dei vasi sanguigni abbiamo di fat-
tesoro delle loro indicazioni». Nel 2018, per esempio, React4life è to messo in connessione le due camere e realizzato così una piat-
coinvolta in un progetto europeo FET-OPEN di cui Scaglione, che taforma di ricerca per testare l’efficacia di nuove molecole per la
da 15 anni fa ricerca su materiali innovativi e bioreattori, è coor- riduzione delle metastasi e per studiare in quali condizioni le cel-
dinatrice: lo sviluppo di un modello di metastasi in vitro nell’am- lule tumorali migrano e infiltrano il tessuto osseo».
bito del tumore della mammella. Un obiettivo ambizioso che va a Il sistema organ on chip messo a punto da React4life permette
colmare un gap importante nello studio dei meccanismi che per- di superare i limiti sia degli attuali test in vitro sia dei modelli ani-
mettono al tumore di diffondersi e della ricerca di farmaci in gra- mali, poiché può ospitare al suo interno differenti organi collega-
do di bloccare questa diffusione. Nel modello animale di tumore ti tra loro, replicandone le interazioni. Caratteristiche che hanno
della mammella, le metastasi non raggiungono l’osso, cosa che in- convinto molti ricercatori dei principali centri di ricerca e anche
vece avviene nell’umano. Manca quindi un modello su cui poter importanti aziende farmaceutiche a utilizzare MIVO® nell’ambi-
fare ricerca. to dell’oncologia pediatrica (in particolare per lo studio del neu-

12 Le Scienze 649 settembre 2022


di Letizia Gabaglio

LA SCHEDA - REACT4LIFE

Azienda fondata nel 2016


Persone di riferimento: Silvia Scaglione (cofondatrice e Chief Scientist), Maurizio Aiello (CEO)
Un particolare di MIVO (qui
Sito: http://www.react4life.com Mail: info@react4life.com
sotto), l’organ on chip sviluppato e
messo sul mercato da React4life. Numero di brevetti: n.d.
Accanto, cellule di fegato fatte Dipendenti-collaboratori: 10
crescere in laboratorio.

Copia di 91992966cbf5c8f83f927ad18d6a0549

roblastoma), del tumore al seno e all’ovaio, nelle immunoterapie, giugno scorso al Microphysiological Systems (MPS) World Sum-
come pure nell’ambito cardiaco, dove è stata investigata la cardio- mit, il primo meeting mondiale in cui enti regolatori, università ed
tossicità indotta dal COVID-19. Un successo testimoniato anche enti di ricerca, aziende che a livello mondiale producono tecnolo-
dalla vittoria, nel 2021, dell’Innovation Radar Prize della Commis- gia organ on chip si sono incontrati per parlare di come fare a in-
sione Europea nella categoria Health Tech, e dalle molte pubbli- trodurre queste nuove tecnologie nei processi regolatori che por-
cazioni scientifiche che dimostrano – dati alla mano – l’efficacia tano alla registrazione dei farmaci.
del sistema nel ricreare in laboratorio ciò che avviene nell’orga- Se oggi MIVO® è usato principalmente da centri di ricerca,
nismo umano. Nel caso del tumore all’ovaio, per esempio, è sta- in futuro il mercato che React4life vuole aggredire è quello del-
to dimostrato che il sistema MIVO® riesce a simulare l’azione del le aziende farmaceutiche, che devono essere però certe di poter
cisplatino, uno dei farmaci più usati per questo tumore, meglio di contare su una regolamentazione aggiornata ai nuovi modelli di
quanto possa fare la coltura statica di un tumoroide, una riprodu- sperimentazione. «Grazie alle prime collaborazioni con il mondo
zione tridimensionale della malattia sviluppata a partire da cellu- pharma abbiamo anche capito come modificare ulteriormente la
le malate. «A fare la differenza in questo caso è il sistema di pom- nostra tecnologia, rimodellandola nella struttura e nei materiali»,
paggio che simula il circolo sanguigno e che quindi garantisce spiega Aiello. «Per questo abbiamo aperto una nuova campagna
una migliore aderenza a quello che avviene nella realtà», specifi- di crowdfunding con cui miriamo a raggiungere i fondi necessari
ca Aiello. per poter iniziare a progettare il nuovo MIVO®». Dai laboratori al
Che l’azienda italiana sia un’eccellenza nel suo campo lo dimo- mercato, la promessa dell’organ on chip è già una realtà commer-
stra anche il fatto che è stata chiamata a partecipare alla fine di ciale e parla, anche, italiano.

www.lescienze.it Le Scienze 13
Il matematico impertinente di Piergiorgio Odifreddi

professore ordinario di logica matematica all’Università di Torino


e visiting professor alla Cornell University di Ithaca (New York)

Il grande gioco
John Conway ha elaborato una versione matematica
del gioco della vita con profonde implicazioni filosofiche

no dei temi del romanzo Kim (1901) istante all’intera scacchiera le regole descrit-

U di Rudyard Kipling era «il Grande


Gioco che non cessa mai, giorno e
notte, per tutta l’India». Si trattava del gioco
te, che costituiscono una versione delle leg-
gi dell’evoluzionismo di Malthus e Darwin. La
cosa interessante è che, nonostante la radica-
geopolitico giocato dalle due superpotenze le semplificazione effettuata da Conway, il suo
imperiali di allora, nel quale l’orso russo pre- gioco risulta essere il più complicato possibi-
meva sul subcontinente indiano nel tentati- le: Life è infatti una macchina universale di
vo di arrivare all’oceano, e il leone britannico Turing, nel senso che ogni computazione ef-
cercava di impedirglielo controllando l’Asia fettuata da un qualsiasi computer può esservi
centrale, in generale, e l’Afghanistan, in parti- simulata scegliendo un’appropriata configu-
colare. La durata del gioco era potenzialmente razione iniziale finita di celle accese o spen-
illimitata, e il romanzo azzardava la previsione te. In particolare, Life può generare configu-
che «il Grande Gioco non finirà fino a quando razioni in grado di autoreplicarsi, ed è anche
non saranno tutti morti». in grado di simulare se stesso.
Per quanto grandi, i giochi delle superpo-
tenze sui vari scacchieri e nei vari periodi sto- Da regole semplici
rici non sono però altro che miseri sottogiochi Le implicazioni filosofiche di questo gioco
di un gioco ben maggiore, che li sovrasta nel- sono profonde. A lungo si era infatti creduto
lo spazio e nel tempo: il gioco della vita, che ha
Copia di 91992966cbf5c8f83f927ad18d6a0549
che un universo dovesse essere estremamen-
già coinvolto il nostro intero pianeta per quat- te complicato, per permettere l’evoluzione
tro miliardi e mezzo di anni, e finirà appunto di sistemi viventi in grado di autoreplicarsi.
quando al mondo non resterà più alcun essere Le regole di Life mostrano invece che la vi-
vivente. Lo studio scientifico delle regole, del- ta emerge spontaneamente anche da regole
le condizioni iniziali e dello sviluppo di questo estremamente semplici, e può dunque essere
gioco non è altro che la biologia. considerata un fenomeno di routine, più che
l’espressione di condizioni eccezionali dell’u-
Una scacchiera infinita niverso in cui viviamo: in particolare, non c’è
Anche la matematica ha però una sua ver- nessun bisogno di postulare un fine tuning
sione del gioco della vita, non a caso chiama- delle costanti universali della fisica e delle
ta Life. Il suo creatore è stato il poliedrico John condizioni iniziali dell’universo, come invece
Conway, che nel 1970 ha ridotto lo spazio tri- suggerisce il principio antropico.
dimensionale e il tempo continuo a una scac- La prima descrizione di Life apparve nel
chiera bidimensionale infinita e un tempo 1970, ma nella rubrica di Martin Gardner su
discreto. In ogni istante ogni cella della scac- «Scientific American», e non in un articolo
chiera è accesa (viva) o spenta (morta), a se- scientifico, perché all’epoca sembrava anco-
conda di com’erano l’istante prima le otto cel- ra essere soltanto un innocuo divertimento.
lule che la circondano: una cella nasce se ha In Genius at Play (2015) di Siobhan Roberts, la
esattamente tre vicine vive; muore per isola- sua biografia autorizzata, Conway ha raccon-
mento se ha meno di due vicine vive; soprav- tato come ha scoperto Life e perché lo odiava,
vive se ha due o tre vicine vive; e muore per al punto da non volerne più parlare: essendo
sovraffollamento se ha più di tre vicine vive. il suo risultato matematico più noto, ha finito
Una partita di Life si inizia accendendo un per oscurarne molti altri ben più importanti.
numero finito di caselle, dopo di che il gioco Such is Life, possiamo ben dire: ovvero, così va
procede automaticamente, applicando in ogni la vita di un popolare matematico.

14 Le Scienze 649 settembre 2022


di Elena Castellani Scienza e filosofia
professore associato, Dipartimento di filosofia,
Università di Firenze

Leggi, regolarità e fatti


Rivisitazione in chiave contemporanea
della questione delle leggi di natura

C
ome definire una legge di natu- le proprietà collegate dalle leggi: le proprie-
ra? Ci sono regolarità nel corso de- tà hanno una «disposizione» tale per cui tra
gli eventi che sono naturalmen- di loro si possa stabilire una relazione (la «leg-
te considerate come leggi, a differenza d’altre ge»). In altre parole, il corso degli eventi sareb-
che sembrano invece accidentali. Come ca- be determinato dai «poteri» che hanno i cor-
ratterizzare esattamente questa differenza? pi (per esempio attrarre o respingere un altro
La questione di come distinguere le unifor- corpo nel caso di cariche elettriche), con un ri-
mità da considerare come «leggi» è stata mol- chiamo esplicito a una posizione «neotomi-
to dibattuta, da un punto di vista sia formale sta» dei sostenitori di quest’approccio. Il con-
sia sostanziale. Il problema non riguarda tan- tenuto di una legge di natura riguarderebbe
to l’estensione del dominio di validità delle ge- ciò che ha disposizione ad accadere, invece di
neralizzazioni che esprimono le leggi: come si quello che deve necessariamente accadere.
sa, tutte le leggi hanno un determinato domi- In contrasto con entrambe le preceden-
nio spazio-temporale di validità, anche quan- ti posizioni è invece l’approccio regolarista.
do sono chiamate «universali» (come la legge Con un chiaro riferimento alla filosofia di Da-
di gravitazione di Newton). Il punto riguarda vid Hume, si sostiene che le leggi non siano al-
piuttosto la natura stessa delle regolarità a cui tro che aggregati di fatti locali: non governano
è attribuito lo status di «legge»: regolarità che alcunché, ma riassumono – nel modo più sem-
sono di solito formulate come relazioni di na-
Copia di 91992966cbf5c8f83f927ad18d6a0549
plice ed efficace – quello che accade. In altre
tura formale (relazioni matematiche, nel caso parole, le leggi non sarebbero altro che pat-
delle scienze cosiddette «dure»). tern regolari che emergono dal mosaico dei
fatti (quello che viene chiamato, dai sostenito-
Tre approcci ri di questa posizione, il «mosaico humeano»).
Oggi la discussione filosofica si concentra Non ci sarebbe quindi una necessità imposta
su tre approcci principali: governismo, dispo- «dall’alto» sui fenomeni, anche se questo non
sizionalismo e regolarismo, come sono chia- impedisce di trovare regolarità nel mondo dei
mati nella letteratura sul tema. Secondo il pri- fatti ed esprimerle in termini di equazioni o
mo approccio, «leggi» sono quelle regolarità teoremi matematici (nel migliore dei casi).
che «governano» in modo necessario sia ciò
che succede sia ciò che potrebbe succedere, Le tematiche tradizionali
nel dominio fenomenico considerato (e date Ognuna di queste posizioni si confronta
le condizioni a cui l’accadere degli eventi de- con tematiche tradizionali come innanzitut-
ve sottostare). Nella versione più comune, le to quella della spiegazione per mezzo di leggi
leggi sono viste come relazioni necessarie tra (come un fenomeno sia spiegato dipende dalla
proprietà generali («universali»): per esempio, concezione di legge che è adottata). Inoltre, va
la seconda legge di Newton (F = ma) è intesa tenuta in conto la diversità delle forme delle
come una relazione che lega in modo necessi- leggi a seconda dell’ambito fenomenico con-
tante le proprietà di forza (F), massa (m) e ac- siderato; per dire, leggi fisiche formulate nei
celerazione (a). Legge e modalità necessitante termini di equazioni differenziali sono ben di-
sono intimamente legate in questa concezio- verse da leggi biologiche come quelle di Men-
ne, e la modalità si esplica nel modo in cui le del. Un’illustrazione aggiornata di queste di-
proprietà in questione sono collegate. scussioni è fornita, per esempio, dal volume
Secondo il disposizionalismo, al contra- collettivo Laws of Nature, a cura di W. Ott e L.
rio, la modalità è inerente alle «cose», cioè al- Patton (2018, Oxford University Press).

www.lescienze.it Le Scienze 15
Homo sapiens di Giorgio Manzi

ordinario di paleoantropologia alla Sapienza Università di Roma;


socio corrispondente dell’Accademia Nazionale dei Lincei

La nascita di Homo sapiens


Le due visioni, di un’origine puntuata o una convergenza
da tante popolazioni, non sono incompatibili

S
ulle pagine di «Evolutionary Anthro- Nel nostro lavoro, Andra, Telmo e io abbia-
pology» – una rivista scientifica di mo preso in esame le linee di evidenza usate a
primo piano, che ha la vocazione di supporto di ciascun modello, mettendo in ri-
parlare alle tante anime delle scienze uma- salto limiti inferenziali e possibili malinte-
ne, con contributi di sintesi sui più svariati ar- si terminologici. Abbiamo poi rilevato che lo
gomenti d’interesse per la nostra comunità scenario di metapopolazione previsto dai so-
scientifica – è comparso un articolo che prova stenitori del modello pan-africano descrive
a leggere in modo critico e in termini di biolo- bene la diversificazione a mosaico nel fenotipo
gia evoluzionistica l’attuale dibattito sull’ori- delle popolazioni del tardo Pleistocene Medio.
gine della specie umana moderna.
Mi voglio subito giustificare se ve ne par- Un raccordo possibile
lo, visto che c’è una sorta di conflitto d’inte- Tuttavia, notiamo che ciò non esclude af-
resse (ma penso che l’articolo sia di un certo fatto un contributo importante emerso da una
rilievo), essendo io fra gli autori di questo la- singola popolazione, nella quale alcune carat-
voro di rassegna e di proposta teorica, insieme teristiche della specie – in particolare quel-
ai colleghi Andra Meneganzin e Telmo Pieva- la da noi ritenuta cruciale dell’acquisizione di
ni dell’Università di Padova. L’articolo si inti- una scatola cranica di forma globulare – sareb-
tola: Pan-Africanism vs. single-origin of Homo bero apparse come risultato di un evento pun-
sapiens: Putting the debate in the light of evolu-
Copia di 91992966cbf5c8f83f927ad18d6a0549
tuato di speciazione. Pertanto, ritenendo che
tionary biology. un raccordo sia possibile, abbiamo proposto
uno scenario che si possa conciliare meglio
Il pacchetto Sapiens con le aspettative della moderna sintesi evo-
I lettori di questa rubrica ben sanno che il luzionistica estesa. Queste indicano infatti la
tema delle origini di Homo sapiens come spe- speciazione in popolazioni isolate come una
cie è da alcuni anni al centro di un rinnovato modalità ordinaria per l’origine di un nuovo
dibattito. Sono da tempo superate le infuoca- modello biologico, in particolare durante fasi
te controversie tra i sostenitori della cosiddet- di marcata instabilità ambientale, come quella
ta «teoria multiregionale» e quelli dell’ipotesi che si ebbe intorno a 200.000 anni fa.
di una «origine africana recente», avendo pre- Nulla toglie che, sia prima che dopo, ci pos-
valso ormai da decenni il secondo modello. Da sa essere stato flusso genico fra popolazio-
qualche anno il dibattito si è riacceso, vedendo ni africane – prima a livello intraspecifico e
ora contrapposte una visione puntuata della poi a livello interspecifico – in modo simile a
specie – che sarebbe cioè comparsa da una po- quelle ibridazioni che ormai riteniamo un da-
polazione isolata, più probabilmente in Africa to consolidato per le introgressioni di DNA di
orientale (le più nitide evidenze fossili sono in Neanderthal e Denisova nel genoma di Homo
Etiopia) intorno a 200.000 anni fa – e un’ipo- sapiens. Basta ammettere che questo possa es-
tesi denominata pan-africana. Questa ipotizza sere avvenuto anche tra le popolazioni della
la combinazione di caratteri acquisiti in diver- specie madre e i discendenti della popolazio-
se popolazioni diffuse un po’ su tutto il conti- ne isolata da cui sarebbe comparsa la nuova
nente (dal Marocco al Sudafrica), che avreb- specie.
bero costituito una rete di relazioni genetiche Che poi la specie madre si chiami Homo
e culturali dalla cui confluenza, e a partire da heidelbergensis, Homo rhodesiensis, Homo
tempi più remoti (prima di 300.000 anni fa), helmei o in qualche altro modo, lo lasciamo ai
sarebbe emerso il «pacchetto Sapiens». cultori della nomenclatura tassonomica.

16 Le Scienze 649 settembre 2022


di Amedeo Balbi La finestra di Keplero
professore associato di astronomia e astrofisica
al Dipartimento di fisica dell’Università di Roma Tor Vergata

Lo sguardo profondo di Webb


In una delle prime immagini del nuovo telescopio
ci sono galassie tra le più remote mai osservate

era del telescopio spaziale James La grande densità di materia presente

L’ Webb è ufficialmente iniziata il 12


luglio scorso, con la pubblicazio-
ne delle prime cinque immagini catturate dal-
nell’ammasso, curvando lo spazio, ha deviato
i raggi luminosi e ha distorto alcune delle im-
magini delle galassie lontane, dando una spet-
lo strumento: un dettaglio della nebulosa della tacolare dimostrazione dell’effetto di «lente
Carena, lo spettro dell’atmosfera dell’esopia- gravitazionale» previsto dalla teoria della rela-
neta WASP-96 b, la nebulosa planetaria Anel- tività generale.
lo del Sud, il quintetto di galassie di Stephan e Prima del James Webb Space Telescope, il
l’ammasso di galassie SMACS 0723. Gli obietti- telescopio spaziale Hubble aveva già collezio-
vi scelti per le prime osservazioni riflettono i nato una serie di immagini di campo profon-
temi scientifici principali che saranno investi- do che si erano spinte sempre più indietro nel
gati dal James Webb Space Telescope (JWST): passato dell’universo, mostrando la formida-
le prime fasi della storia dell’universo, l’evo- bile abbondanza di galassie che ci circonda in
luzione delle galassie, la caratterizzazione dei ogni direzione. Ciò che colpisce della prima
pianeti extrasolari e la formazione delle stelle immagine di campo profondo del telescopio
e dei sistemi planetari. spaziale Webb, però, è innanzitutto la facili-
Pur non rivelando nulla di sostanzialmen- tà con cui lo strumento è riuscito a catturar-
te nuovo rispetto alle conoscenze precedenti, la: poco più di 12 ore di osservazione sono ba-
le immagini dimostrano però che lo strumen-
Copia di 91992966cbf5c8f83f927ad18d6a0549
state per fare ciò che con il telescopio Hubble
to funziona come previsto e ne mettono in richiedeva settimane. Inoltre, una prima ana-
mostra le straordinarie potenzialità, lascian- lisi dell’immagine del JWST ha già rivelato al-
do immaginare gli enormi passi avanti che po- cune galassie che si collocano tra le più remo- Ai primordi del cosmo.
trà far compiere alla ricerca astronomica negli te nel tempo mai osservate. La luce della più La prima immagine di campo profondo
anni a venire. lontana finora identificata nella foto ha viag- ottenuta dal James Webb Space
giato per ben 13,1 miliardi di anni, ovvero una Telescope. Questa foto contiene migliaia
Osservazioni più veloci frazione considerevole dell’età dell’universo, di galassie, alcune così lontane che
Vorrei soffermarmi in particolare sulla pri- che è di 13,8 miliardi di anni. Ma non è escluso la loro luce è partita poche centinaia
ma immagine ufficiale del Webb, svelata con che nella stessa immagine ve ne siano di anco- di milioni di anni dopo il big bang.
un giorno di anticipo rispetto alle altre, al- ra più lontane, che verranno individuate solo
la presenza del presidente degli Stati Uniti da analisi successive.
Joe Biden. Si tratta di un’immagine di «cam-
po profondo», ovvero di un’osservazione che Primati da infrangere
si spinge a grandissima distanza nello spazio Dal telescopio spaziale Webb ci si aspet-
e, quindi, molto indietro nella storia cosmi- ta anche una conferma di quella che, a oggi,
ca. Pur essendo ristretta a una minuscola re- sembrerebbe la galassia più lontana mai os-
gione del cielo (grande quanto un granello di servata: un oggetto noto come HD1, la cui luce
sabbia tenuto alla distanza di un braccio dagli ci raggiunge dopo aver viaggiato per 13,5 mi-
occhi), l’immagine contiene migliaia di galas- liardi di anni.
NASA, ESA, CSA, e STScI

sie, alcune delle quali così lontane che la loro Ma c’è da scommettere che non passerà
luce è partita quando l’universo aveva poche molto prima che questo primato sia infranto.
centinaia di milioni di anni. Nel tragitto verso Sono infatti in programma osservazioni an-
di noi, questa luce proveniente dal passato ha cora più profonde, e c’è la speranza che il te-
attraversato una regione occupata da un am- lescopio possa rivelare migliaia di galassie al-
masso di galassie noto come SMACS 0723. trettanto distanti.

www.lescienze.it Le Scienze 17
News

CLIMA

Sempre più incendi forestali in Europa


Il cambiamento climatico sta vanificando decenni di progressi nel loro controllo

Copia di 91992966cbf5c8f83f927ad18d6a0549
Eurokinissi/AFP via Getty Images

18 Le Scienze 649 settembre 2022


Ricerca, tecnologia
e medicina dai laboratori
di tutto il mondo

Da alcuni anni si registrano roghi forestali di intensità


inaudita in varie parti d’Europa, come quelli che
Grecia in fiamme. uccisero decine di persone in Portogallo e in Grecia nel
Nell’estate del 2021 in Grecia sono scoppiati diversi grandi incendi 2017 e 2018, o che colpiscono paesi finora risparmiati
alimentati dalle ondate di calore, inclusi uno nelle foreste vicino a Olimpia dal fenomeno, come l’Inghilterra nel 2022. Jofre
(nella foto), e uno che ha distrutto decine di edifici intorno ad Atene. Carnicer, ecologo dell’Università di Barcellona,
non è sorpreso: a luglio ha pubblicato su «Scientific
Report» un articolo che avvertiva come il regime degli
incendi forestali in Europa stia diventando molto più
pericoloso. «Abbiamo valutato il cambiamento in
Europa, fra il 1980 e il 2020, dell’Indice stagionale di
gravità del pericolo incendi (SSR, per seasonal severity
rating), legato a fattori come umidità del suolo, venti
e temperature, che offre un’indicazione del rischio di
roghi forestali, anche se poi il loro effettivo innescarsi
dipende anche dalla nostra capacità di prevenirli»,
spiega Carnicer. «Si è notato un forte aumento
dell’SSR nel XXI secolo in Europa meridionale, con un
passaggio del rischio da basso a elevato, e un aumento
meno accentuato in Europa centrale. In quella
settentrionale, invece, l’SSR è ancora molto basso».
Così, dopo che fra il 1950 e il 2000 l’aumento di
sorveglianza e capacità di spegnimento aveva
stabilizzato il numero dei roghi forestali, nel XXI secolo
si è assistito a una crescita dei danni che questi causano,
perché, sempre più spesso, sono troppo numerosi e
intensi per gli attuali mezzi antincendio.
«E le cose peggioreranno col cambiamento climatico:
oggi i paesi mediterranei hanno una stagione degli
Copia di 91992966cbf5c8f83f927ad18d6a0549
incendi di circa tre mesi, che nel 2100, secondo gli
scenari dell’Intergovernmental Panel on Climate
Change (IPCC), potrebbe allungarsi di 20-40 giorni,
diventando in pratica come quella attuale in Marocco o
in Algeria. Saranno a rischio soprattutto zone montane
con molte foreste come i Pirenei in Spagna, Alpi e
Appennini italiani, il Massiccio Centrale in Francia, i
Balcani, il Caucaso e la sponda sud del Mar Nero».
Le nostre foreste, già in sofferenza per siccità e
calore eccessivo, potrebbero quindi essere esposte
a un rischio crescente di bruciare in estate, e la flora
mediterranea, benché sia adattata agli incendi,
potrebbe non resistere alla loro maggiore frequenza e
intensità, col rischio che il paesaggio della sponda nord
del bacino finisca per somigliare sempre più a quello,
ben più spoglio, della sponda sud. «Gli incendi forestali
minacciano anche di far crescere le emissioni di CO2. Se
ne è già notato un aumento anche in Europa Centrale e
Settentrionale, e se gli incendi aumentassero ancora in
frequenza e intensità in quelle aree, come indicano gli
scenari IPCC, potrebbero aggredire i grandi depositi di
carbonio costituiti dalle foreste locali. Ciò annullerebbe
la riduzione del 10 per cento delle emissioni
europee, 360 milioni di tonnellate annue, dovuta
all’assorbimento delle foreste», conclude Carnicer.
Alex Saragosa

www.lescienze.it Le Scienze 19
News

ASTRONOMIA

Betelgeuse non sta per esplodere


Diverrà una supernova entro 100.000 anni, ma l’evento non è imminente

Dallo studio dei modelli di evoluzione stel-


lare, gli astrofisici si aspettano che la stella
Betelgeuse (Alfa Orionis), una supergigan-
te rossa distante oltre 500 anni luce in di-
rezione della costellazione di Orione, pos-
sa esplodere come supernova nell’arco dei
prossimi 100.000 anni. Ma verso la fine del
2019, quando la stella ha subito un inatte-
so e profondo abbassamento di lumino-
sità, si è avuto il sospetto che l’evento po-
tesse diventare più imminente. Alcune
settimane dopo, tuttavia, la stella ha recu-
perato la propria brillantezza, lasciando gli
astrofisici con molti dubbi, ma con la cer-
tezza che l’esplosione come supernova era
ancora lontana nel tempo.
Vari gruppi hanno proposto modelli
per spiegare questo temporaneo abbassa-
mento di luminosità, denominato il «gran-
de oscuramento» di Betelgeuse. Un pri-
mo gruppo ha suggerito che il fenomeno
fosse dovuto al passaggio davanti al disco
della stella di un’enorme nube di polve- Un terzo gruppo, infine, ha proposto un ef- Un aspetto interessante è che le osserva-
ri circumstellari, che ne avrebbe assorbito fetto combinato dei due fenomeni. zioni di Taniguchi e colleghi, pubblicate su
parte della radiazione. Un secondo grup- Un gruppo di tre specializzandi dell’U- «Nature Astronomy», arrivano dal satellite
po, invece, si è concentrato sulla possibili-
Copia di 91992966cbf5c8f83f927ad18d6a0549
niversità di Tokyo, guidato da Daisuke Ta- meteorologico Himawari-8, progettato per
tà che sulla superficie di Betelgeuse si fos- niguchi, ora ha confermato la bontà del osservare la Terra, non il cielo di sfondo.
se formata un’enorme macchia scura, a modello ibrido, in cui la macchia scura ha Un risultato che potrebbe aprire all’impie-
temperatura più bassa rispetto a quella ti- prodotto l’espulsione del gas freddo da cui go di strumenti non convenzionali.
pica della stella, e quindi meno luminosa. si è formata la nube oscurante di polveri. Emiliano Ricci

Sulle tracce dei neutrini fossili


Circa un secondo dopo il big bang, i neutrini – particelle elementari sono strettamente legate alla sensibilità sperimentale. L’esperimento
prive di carica elettrica e di massa piccolissima – si sono separati KATRIN, che si svolge a Karlsruhe in Germania, punta a rilevare
dalle altre particelle e hanno cominciato a viaggiare indisturbati l’eventuale interazione dei neutrini con atomi di trizio (un isotopo
nell’universo. Oggi si pensa che questi neutrini «fossili» siano ancora dell’idrogeno che nel nucleo atomico contiene due neutroni, oltre
presenti nel cosmo, sebbene non sia semplice riuscire a osservarli al protone): in particolare, tale interazione produrrebbe un segnale
sperimentalmente. Ora, però, i ricercatori della collaborazione elettrico riconoscibile nello spettro di decadimento beta del trizio (un
internazionale Karlsruhe Tritium Neutrino Experiment (KATRIN) tipo di decadimento radioattivo in cui viene emesso un elettrone).
hanno ristretto in modo significativo l’ambito entro cui si potrà cercare Analizzando i risultati relativi alle prime due sessioni di presa dati
Cortesia ESA/Herschel/PACS/L. Decin et al

di rilevare il segnale associato ai neutrini fossili, aprendo prospettive dell’esperimento (che si sono svolte nel 2019), gli scienziati non hanno
interessanti per il futuro. I risultati della ricerca sono stati pubblicati su trovato evidenze di tale segnale. Tuttavia sono riusciti ad abbassare di
«Physical Review Letters». un fattore 100 il limite superiore del possibile valore della sovradensità,
Il punto di partenza è l’ipotesi che i neutrini cosmici fossili formino oltre la quale i neutrini fossili sono rilevabili.
ammassi, che sarebbero presenti anche nella nostra galassia. Si tratta di una svolta importante, che delimita in modo più preciso il
Se la densità di questi ammassi supera una certa soglia, detta perimetro in cui è possibile osservare il segnale e aumenta la probabilità
«sovradensità», i neutrini potrebbero produrre un segnale rilevabile di poterlo rilevare con esperimenti futuri ancora più sensibili.
anche sulla Terra. Naturalmente le chance di catturare questo segnale Matteo Serra

20 Le Scienze 649 settembre 2022


FISICA
Lo sfarfallio
Tre nuove particelle esotiche rivela come
si accresce
Scoperte da LHC, la loro natura è dibattuta il buco nero
Lo studio della radiazione
emessa dai dischi di
accrescimento attorno ai
buchi neri supermassicci
permette di comprendere i
meccanismi con cui questi
dischi si alimentano della
materia che poi cadrà nel
buco nero.
In genere gli astrofisici si
aspettano che questi dischi
vengano riforniti dal toro di
gas e polveri che si trova
a una certa distanza dal
buco nero centrale. Questa
spessa nube, a forma di
ciambella, avvolge e talvolta
nasconde alla vista il disco
di accrescimento e il buco
nero stesso, tanto è estesa e
opaca alla radiazione.
Ma ora, studiando i tempi
di variabilità del buco
nero centrale della nostra
galassia, Sagittarius A*
Copia di 91992966cbf5c8f83f927ad18d6a0549
(Sgr A*), un gruppo di
astronomi guidato da Lena
Murchikova, dell’Institute
for Advanced Study di
Princeton negli Stati Uniti,
ha calcolato che, almeno
Il mosaico del modello standard delle particelle ri, composti da quattro o cinque quark. Nono- nel caso di Sagittarius A*,
elementari si arricchisce di tre componenti: un stante l’ipotesi teorica risalga al 1964, solo negli ad alimentare il disco di
nuovo tipo di «pentaquark» (particella compo- ultimi 20 anni LHCb e altri esperimenti hanno accrescimento non è il
sta da quattro quark e un antiquark) e la prima cominciato a osservare diversi tetraquark e pen- toro circostante, ma i venti
coppia mai osservata di «tetraquark» (ciascuno taquark. stellari provenienti dalle
formato da due quark e due antiquark). Ne han- I tre nuovi adroni esotici appena scoperti stelle vicine.
no annunciato la scoperta, il 5 luglio al CERN di hanno caratteristiche particolari: il pentaquark Il rapido «sfarfallio» della
Ginevra, i ricercatori della collaborazione LHCb, è il primo mai osservato a contenere un quark luce proveniente dal buco
uno dei quattro grandi esperimenti in corso strange (uno dei sei «sapori» che possono ca- nero, messo a confronto
all’acceleratore Large Hadron Collider (LHC). ratterizzare un quark), mentre uno dei due te- con alcuni modelli teorici
I quark sono i mattoni fondamentali della ma- traquark presenta una carica elettrica doppia sviluppati dagli autori
teria, componenti ultimi dei protoni e dei neu- (l’altro è invece elettricamente neutro): una pro- dell’articolo, pubblicato
troni presenti negli atomi. Le particelle costitu- prietà del tutto inedita, come l’osservazione di su «Astrophysical Journal
ite da quark sono dette «adroni», e tipicamente una coppia di tetraquark. Secondo i ricercatori, Letters», sembra infatti
possono essere di due tipi: i barioni (formati da la crescita costante del numero di adroni esotici causato proprio da questa
tre quark, come i protoni e i neutroni) e i meso- noti potrà aiutare i teorici a costruire un model- particolare modalità di
ni (formati da un quark e da un antiquark). Tut- lo unificato che descriva queste particelle rare, accrescimento del disco.
Cortesia CERN

tavia il modello standard, la teoria che descrive la cui esatta natura è ancora oggetto di dibattito Con buona pace del toro.
il comportamento delle particelle elementari, nella comunità scientifica. Emiliano Ricci
non esclude l’esistenza di adroni «esotici» più ra- Matteo Serra

www.lescienze.it Le Scienze 21
News

BIOLOGIA
Ancora un po’
Lunga vita alle tartarughe più vicini agli
xenotrapianti
Uno studio mostra che sono quasi immuni alla senescenza da maiali
Due cuori di maiale
geneticamente modificati
sono stati trapiantati con
successo in due pazienti
in stato di morte cerebrale
da un’equipe medica
della New York University
Langone Health, negli Stati
Uniti. Dopo numerose
ore di intervento i cuori
hanno ripreso a battere e
funzionare normalmente
senza bisogno di particolari
«aiuti» esterni oltre quelli di
una terapia farmacologica
post-trapianto. E dopo tre
giorni di monitoraggio per
raccogliere quanti più dati
possibile, i medici hanno
interrotto il supporto vitale
fornito dalle macchine.
I cuori trapiantati avevano
dieci modifiche genetiche
che bloccavano quattro
geni del maiale e ne
Copia di 91992966cbf5c8f83f927ad18d6a0549
aggiungevano sei umani, per
aiutare a prevenire il rigetto,
ridurre la crescita anormale
dell’organo e promuovere
l’espressione di proteine
necessarie al buon esito
Almeno per le tartarughe, l’antico adagio «chi va po, perfino «trascurabili» – e vivono molto più a del trapianto. A differenza
piano, va sano e va lontano» sembra funzionare. lungo di altri animali di taglia simile. Per una tar- di un recente tentativo di
Questi rettili, tra gli animali più longevi, possono taruga, la probabilità di morire a 10 o a 100 an- xenotrapianto che aveva
vivere oltre 200 anni. Hanno però anche un altro ni è quasi la stessa, mentre nei mammiferi, esseri portato alla morte del
asso nella manica: come molti anfibi, sono prati- umani inclusi, cresce enormemente. paziente per infezione virale,
camente immuni alla senescenza, il deperimen- Il metabolismo lento degli ectotermi (gli ani- però, in questo caso non è
to fisico che in genere accompagna la vecchiaia. mali «a sangue freddo») rispetto agli endotermi stata rilevata la presenza di
A questa conclusione è giunto lo studio più (mammiferi e uccelli) non basta a spiegarlo: so- virus che avrebbero potuto
completo mai realizzato sull’invecchiamen- lo nelle tartarughe c’è una correlazione. Que- compromettere la riuscita
to e la longevità, pubblicato su «Science» da un sti animali invecchiano più lentamente e sono dell’intervento. Esperimenti
gruppo internazionale di 114 scienziati guida- più longevi anche grazie a fenotipi protettivi co- come questo sono necessari
to dalla Penn State e dalla Northeastern Illinois me gusci e armature, che riducono la predazio- ai medici per affinare la
University. I ricercatori hanno analizzato i da- ne. Inoltre crescono e si riproducono per tutta la tecnica e i protocolli di
petesphotography/iStockphoto

ti raccolti in natura da 107 popolazioni di 77 spe- vita, perciò evolutivamente ha più senso per lo- sicurezza, e raccogliere
cie di rettili e anfibi in tutto il mondo, applican- ro riparare i danni a cellule e tessuti. Grazie al- ulteriori informazioni prima
do metodi filogenetici comparativi e tecniche di la medicina, noi esseri umani abbiamo aumenta- di tentare nuovamente
cattura-marcatura-ricattura. È emerso che rane, to enormemente la nostra aspettativa di vita. Ma l’intervento su persone
rospi, salamandre, coccodrilli, tartarughe e te- la nostra biologia non può proteggerci dalla se- ancora in vita.
stuggini hanno tassi di invecchiamento partico- nescenza. Mattia Maccarone
larmente bassi – in almeno una specie per grup- Eugenio Melotti

22 Le Scienze 649 settembre 2022


GENETICA

Le conseguenze della scomparsa dell’Y


Nelle cellule del sangue è un fenomeno legato all’età, e attacca pure il cuore

Il 40 per cento degli uomini over 70 non ha più il cromosoma Y


nelle cellule staminali emopoietiche da cui si originano globuli
rossi, bianchi e piastrine. La delezione finisce con l’interessare so-
prattutto i leucociti o globuli bianchi, e studi epidemiologici han-
no messo in relazione questa condizione con un maggior rischio
di sviluppare un tumore e, in generale, con una mortalità più ele-
vata. In effetti, la delezione del cromosoma Y nel sangue accorcia
la vita in media di 5,5 anni. Ora uno studio pubblicato su «Science»
da un gruppo di ricerca coordinato da Kenneth Walsh, docente di
medicina interna all’Università della Virginia, ha provato che que-
sta delezione ha ripercussioni pure sul cuore.
Con la tecnica di editing genomico CRISPR, gli autori dello stu-
dio hanno eliminato il cromosoma Y dalle cellule emopoietiche
di topi. I ricercatori non hanno rilevato nessun effetto immedia-
to, ma nel tempo la perdita si è fatta sentire: gli animali morivano
prima e sul cuore si formavano cicatrici di tessuto fibroso che peg-
gioravano la funzionalità cardiaca. Accade lo stesso negli uomini,
ha scoperto il gruppo di Walsh analizzando dati medici e geneti-
ci di 500.000 persone raccolti nella UK Biobank: il rischio di mor-
te per malattie cardiovascolari era più alto del 31 per cento in co-
loro che avevano perso il cromosoma Y in oltre il 40 per cento dei
leucociti. La buona notizia è che i danni causati dalla delezione del
cromosoma Y nel sangue si possono attenuare nei topi; vedremo
se sarà lo stesso negli uomini. Per ora i ricercatori hanno scoperto
che i macrofagi (cellule immunitarie che si originano dai monoci-
ti, i leucociti più grandi) senza cromosoma Y promuovono l’attivi-
Copia di 91992966cbf5c8f83f927ad18d6a0549

tà del fattore di crescita trasformante beta (TGF-`1), il quale a sua


volta favorisce la formazione di tessuto fibroso sul cuore: neutra-
lizzando TGF-`1, le cicatrici diminuiscono.
Martina Saporiti

Come si è evoluta la placenta


Come erano le prime placente? È la domanda (come l’ornitorinco e l’echidna), e mammiferi di tipo invasivo», afferma Vincent Lynch,
che si è posta Katelyn Mika, genetista euteri, sia con placenta invasiva, estesa a biologo e coautore dello studio, che aggiunge:
dell’Università di Chicago, insieme ad alcuni gran parte della parete dell’utero (come «Placente non invasive si sarebbero evolute
colleghi delle Università di Sydney e di nei primati, nei canidi e nei felini), sia con poi più volte nel corso della storia evolutiva dei
Buffalo impegnati a studiare le origini della placenta non invasiva, in contatto solo con mammiferi». Lo studio chiarisce quindi come
placenta. Non potendo fare affidamento una piccola parte della parete uterina (come era fatta la prima placenta dei mammiferi
sulla documentazione fossile, nello studio negli equidi, nei bovini e nei cetacei). I profili euteri e aiuta a capire come si è evoluta la
pubblicato su «eLife» i ricercatori hanno di espressione genica durante la gravidanza gravidanza.
sviluppato modelli di espressione genica di animali attualmente esistenti suggeriscono Secondo gli autori, inoltre, questo tipo di
per ricostruire l’evoluzione della placenta e che l’attività dei geni dell’utero sia collegata al studi potrebbe aiutare a prevedere eventuali
descriverne l’aspetto nell’ultimo antenato grado di invasività della placenta. Su queste difficoltà durante le gestazioni. «Stiamo
comune a tutti i mammiferi euteri, o placentali. basi, le analisi filogenetiche hanno permesso capendo quali geni stabiliscono il giusto
Per le analisi, gli autori hanno confrontato i agli autori di ricostruire l’evoluzione dell’organo ambiente per una gravidanza sana. Se questi
geni attivi nell’utero di 23 specie di mammiferi nei mammiferi. geni non si esprimessero nel modo corretto,
durante la gravidanza, includendo marsupiali, «I dati ci dicono che la placenta dell’ultimo potrebbero sorgere problemi», spiega Lynch.
SPL/AGF

mammiferi monotremi che depongono le uova antenato comune ai mammiferi euteri era Enrico Nicosia

www.lescienze.it Le Scienze 23
News

Come fa il picchio
Scritture a non spaccarsi la testa
sconosciute
Il picchio colpisce i tronchi 20 volte al secon-
indagate do, con velocità che arrivano quasi a 30 chilome-
dall’IA tri all’ora e decelerazioni fino a 1200 g: un esse-
re umano ne avrebbe il cervello spappolato. Per
La scrittura cipro-minoica, capire come faccia l’uccello a sopravvivere, Sam
trovata in numerosi reperti Van Wassenbergh, biologo dell’Università di An-
sparsi a Cipro e altrove, versa, ha visionato filmati ad alta velocità di pic-
risale a circa 3500 anni fa. chi che stanavano larve nel legno e ha realizzato
Non è ancora stata decifrata un modello al computer del loro cranio. «Si pen-
e non c’è nemmeno un sava che la testa del picchio agisse come un ca-
accordo su quale sia sco, deformandosi per assorbire i colpi», ha spie-
l’insieme completo dei suoi gato Van Wassenbergh su «Current Biology».
segni grafici, divisi in tre «Ma non è così: sia i filmati sia il modello biomec-
sottogruppi. canico mostrano che il cranio è in realtà rigido e
Per la prima volta un non attenua molto il ritorno dei colpi al cervel-
gruppo dell’Università di lo. Del resto, se si deformasse, il colpo si indebo-
Bologna, nell’ambito del lirebbe e non riuscirebbe a scavare il legno».
progetto INSCRIBE, ha Il segreto della resistenza del picchio, più che
cercato di svelare alcuni nel cranio, sembra trovarsi nel cervello stesso.
segreti del cipro-minoico «È molto piccolo e denso, in grado di resistere a
con il deep learning, o urti che il nostro non sopporterebbe. I colpi che
apprendimento profondo, l’uccello sferra al legno, materiale che in parte
una tecnica di intelligenza assorbe l’urto, si avvicinano al suo limite di resi-
artificiale comunemente stenza, ma non lo superano». Quindi, se un pic-
usata nella visione artificiale. chio cercasse di perforare il ferro farebbe una
La ricerca, pubblicata su brutta fine, perché il colpo di ritorno distrugge-
«PLOS One» e coordinata rebbe anche il suo cervello resistente. (AlSa)
da Silvia Ferrara, docente
dell’Università di Bologna
e principal investigator
Copia di 91992966cbf5c8f83f927ad18d6a0549 Un nuovo dinosauro gigante dalle braccia corte
del progetto, è la prima ad
applicare il deep learning a Come Tyrannosaurus rex, dal quale è evolutivamente molto lontana, una nuova specie di dinosauro gigante
una scrittura non decifrata. tiene aperto il dibattito sull’evoluzione di braccia sproporzionatamente corte nei grandi predatori teropodi.
I risultati non confermano Scoperto in Patagonia da un gruppo internazionale di ricercatori e ribattezzato Meraxes gigas, questo nuovo
l’ipotesi finora dominante, dinosauro lungo 11 metri, con un cranio enorme e braccia brevi, ha caratteristiche che hanno permesso
ovvero che i tre sottogruppi ai paleontologi di capire che i mega-predatori teropodi evolvevano in modo simile, seppure indipendente,

CreativeNature_nl/iStockphoto (picchio); Carlos Papolio (illustrazione di Meraxes gigas)


di segni rappresentino crani estremamente grandi e braccia sempre più piccole. Un modello di evoluzione che svincola le braccia
lingue diverse. Lo studio dalle attività predatorie, ma lascerebbe loro altre importanti funzioni.
supporta invece un’ipotesi «Le azioni legate alla predazione erano eseguite dal capo» spiega Juan Canale, paleontologo dell’Università
alternativa. Immaginate di nazionale del Rio Negro, in Argentina, e primo autore dello studio pubblicato su «Current Biology». «Ma
dover scrivere in italiano la presenza di grandi inserzioni muscolari trovate in Meraxes gigas indica che le braccia avevano muscoli
in due modi: con uno stilo potenti ed erano coinvolte in altre attività». Gli autori, impegnati a capire quali fossero queste attività,
incidendo argilla o con un ipotizzano per le braccia un ruolo nei comportamenti riproduttivi e nella stabilità del corpo. (EnNi)
pennello su una superficie
di ceramica. I vostri segni
avranno un aspetto molto
diverso. I segni della
scrittura cipro-minoica,
conclude la ricerca, sono
stati adattati a diversi
supporti – tavolette di argilla,
vasi di ceramica e altro – ma
codificherebbero una sola
lingua. (FeSg)

24 Le Scienze
Anche i rospi sanno Il più antico vertebrato
arrampicarsi sugli alberi conosciuto Il clima
europeo
Cercare sugli alberi roditori e pipistrelli, trova- Gli yunnanozoi , creature acquatiche estinte
re rospi. Un recente studio pubblicato su «PLOS risalenti al Cambriano (intorno ai 500 milioni di
e l’ozono
One» ha analizzato dati sull’uso di cassette nido anni fa), sono i più antichi vertebrati conosciuti. dell’Artico
e cavità sugli alberi e il risultato è stato proprio A scoprirlo sono stati Tian Qingyi, dell’Accade-
questo: alcuni siti non contenevano le specie mia cinese delle scienze, e colleghi che, in uno Quello che succede nello
aspettate, bensì anfibi, soprattutto rospi comu- studio pubblicato su «Science», hanno effettua- stato fisico dell’Artico può
ni (Bufo bufo). Ciò che ha colpito Silviu Petrovan, to analisi geochimiche e osservazioni strutturali influenzare il clima in altri
dell’Università di Cambridge, e colleghi è l’altez- su 127 nuovi campioni fossilizzati di queste anti- luoghi della Terra. Ora si
za dei ripari, tutti ad almeno un metro da terra che creature. comincia a esaminare
(il più alto addirittura a tre) e richiedenti quin- Combinando diverse tecniche di imaging, co- l’effetto di cambiamenti
di una buona capacità di arrampicata per essere me la microtomografia a raggi X, la microscopia nella chimica della sua
raggiunti. Non esattamente la qualità che si asso- elettronica a scansione e la spettroscopia a in- atmosfera, innanzitutto per
cerebbe al rospo, animale con corpo tozzo, zam- frarossi, gli autori hanno esaminato gli archi fa- la presenza di «buchi» più
pe corte e abitudini notoriamente terricole-ac- ringei – strutture che producono parti del capo o meno grandi di ozono
quatiche. e del collo – degli yunnanozoi, trovandovi par- stratosferico sul Polo Nord.
Benché il numero di animali trovati non sia ti cartilaginee: una caratteristica specifica dei Si è notato che la
elevatissimo (circa 50 esemplari), è probabile co- vertebrati. Gli archi faringei erano inoltre col- diminuzione dell’ozono
munque che le loro abitudini arboree siano più legati fra loro da aste orizzontali, dorsali e ven- porta spesso a primavere
estese di quanto si pensi. L’ipotesi degli autori trali, che formavano una struttura a forma di ce- calde e secche sul
della scoperta, che necessiterà di ulteriori stu- sto, simile a quella presente oggi nella faringe continente europeo. Ma
di per essere confermata, è che gli anfibi trovino di lamprede e missine, gli unici vertebrati sen- abbiamo solo pochi decenni
sugli alberi buone risorse alimentari, soprattutto za mascella (gli agnati) esistenti. Secondo gli au- di osservazioni di questo
invertebrati, e riparo da predatori e parassiti. Il tori, queste osservazioni supportano il posizio- tipo e dunque da esse non
risultato è intanto entusiasmante, e come affer- namento degli yunnanozoi alla base dell’albero si possono trarre conclusioni
ma Petrovan, aiuterà a conoscere meglio, e quin- filogenetico dei vertebrati e chiariscono il pas- affidabili. Così, Marina
di anche a proteggere, l’anfibio più diffuso d’Eu- saggio evolutivo da invertebrati a vertebrati, a Friedel, dell’ETH di Zurigo,
ropa. (AuCo) lungo ricercato dagli scienziati. (EnNi) e collaboratori hanno
usato modelli climatici
che includono la chimica
Rare Terre attorno alle pulsar
Copia di 91992966cbf5c8f83f927ad18d6a0549
dell’atmosfera per effettuare
analisi causa-effetto relative
Trent’anni fa, nel 1992, gli astronomi Aleksander a questi fenomeni.
Wolszczan e Dale Frail annunciarono la scoperta Nel loro articolo pubblicato
di due pianeti di massa terrestre attorno alla su «Nature Geoscience»,
pulsar PSR B1257+12, una stella di neutroni confrontando le simulazioni
rotante con un periodo di 6,2 millisecondi, modellistiche che includono
distante circa 980 anni luce in direzione della o escludono gli effetti della
costellazione della Vergine. Adesso, il numero presenza di ozono, gli autori
di pianeti extrasolari confermati supera quota hanno trovato che i «buchi»
5000, ma i sistemi planetari come quello di PSR dell’ozono stratosferico
B1257+12 (che ospita anche un terzo pianeta) portano a un clima più caldo
continuano a essere rari, come dimostra lo studio e secco in Europa. I modelli
pubblicato su «Monthly Notices of the Royal che non includono gli effetti
Astronomical Society» da astronomi dell’Università dell’ozono sottostimano
di Manchester, guidati da Iuliana Niţu. Grazie invece la temperatura
all’analisi dei dati raccolti negli ultimi 50 anni dal osservata e sovrastimano
radiotelescopio del Jodrell Bank Observatory su mediamente le piogge.
800 pulsar, Niţu e colleghi hanno calcolato che Questo studio potrebbe
NASA/JPL-Caltech/R. Hurt (SSC)

meno dello 0,5 per cento delle pulsar ospita pianeti contribuire a migliorare
di tipo terrestre. Una spiegazione potrebbe essere le previsioni stagionali
che questo tipo di pianeti venga distrutto o espulso sull’Europa, che fino a ora
dall’orbita in seguito all’esplosione di supernova che non hanno mai considerato
dà origine alla pulsar. Rendendo ancora più unico e gli influssi climatici
raro il sistema planetario di PSR B1257+12. (EmRi) dell’ozono. (AnPa)

www.lescienze.it Le Scienze 25
ESPLORAZIONE SPAZIALE

In viaggio
verso
le stelle
Le sonde spaziali arrivate più lontane in assoluto
Copia di 91992966cbf5c8f83f927ad18d6a0549

sono entrate in un nuovo mondo: lo spazio interstellare

di Tim Folger

26 Le Scienze
Copia di 91992966cbf5c8f83f927ad18d6a0549
Tim Folger è un giornalista freelance
che scrive per «National Geographic», «Discover»
e altre pubblicazioni statunitensi.

S
e le stelle non fossero sta-
te propizie, due dei più stra-
ordinari veicoli spaziali mai
lanciati non avrebbero mai
lasciato la Terra. In realtà,
non erano stelle, ma pianeti, in particolare
i quattro più grandi pianeti del sistema so-
lare. Circa sessant’anni fa si stavano lenta-
mente disponendo in uno schieramento
Copia di 91992966cbf5c8f83f927ad18d6a0549

che si era verificato l’ultima volta all’inizio


dell’Ottocento.
Per un po’ questa rara disposizione planetaria si svolse per lo tute fionde gravitazionali, come vengono chiamate, avrebbero ri-
più inosservata. La prima persona a richiamare l’attenzione in dotto il tempo di volo fra la Terra e Nettuno da 30 anni a 12. C’era
proposito fu un dottorando in aeronautica al California Institute un unico problema: l’allineamento si verificava solo una volta ogni
of Technology (Caltech), Gary Flandro. 176 anni. Per raggiungere i pianeti finché era in corso l’allinea-
Era il 1965 e l’era dell’esplorazione spaziale era appena inizia- mento, sarebbe stato necessario lanciare un veicolo spaziale entro
ta: l’Unione Sovietica aveva lanciato lo Sputnik 1, il primo satellite la metà degli anni settanta.
artificiale, appena otto anni prima. Flandro, che lavorava part-ti- Di fatto, la NASA costruì due sonde spaziali per sfruttare
me al Jet Propulsion Laboratory della NASA a Pasadena, in Cali- quell’occasione unica. Voyager 1 e Voyager 2, identiche in ogni
fornia, era stato incaricato di trovare il modo più efficiente per in- dettaglio, furono lanciate a distanza di 15 giorni l’una dall’altra
NASA/JPL-Caltech (pagine precedenti e questa pagina)

viare una sonda spaziale su Giove o magari addirittura su Saturno, nell’estate del 1977. Dopo quasi 45 anni nello spazio, funzionano
Urano o Nettuno. Usando lo strumento di precisione preferito da- ancora e inviano dati sulla Terra ogni giorno da oltre i più distan-
gli ingegneri del XX secolo, la matita, determinò i percorsi orbi- ti pianeti conosciuti del sistema solare. Sono arrivate più lontano e
tali di questi pianeti giganti e scoprì una cosa interessante: alla fi- sono durate più a lungo di qualsiasi altro veicolo spaziale nella sto-
ne degli anni settanta e all’inizio degli anni ottanta tutti e quattro ria. E sono passate nello spazio interstellare, in base a quello che
sarebbero stati allineati in un lungo arco insieme alla Terra, come capiamo del confine tra la sfera di influenza del Sole e il resto del-
perle su una collana celeste. la galassia. Sono i primi oggetti creati dagli esseri umani a farlo e
Per via di questa coincidenza un veicolo spaziale avrebbe po- rimarranno gli unici ancora per almeno qualche decennio. Nien-
tuto ricevere un’accelerazione di velocità dall’attrazione gravita- te male, tutto sommato, considerando che in origine le missioni
zionale di ogni pianeta gigante passandoci accanto, come se fosse Voyager sarebbero dovute durare solo quattro anni.
trascinato da una corda invisibile che si spezza all’ultimo secondo, All’inizio dei loro viaggi, oltre una quarantina d’anni fa, le Voya-
scagliando la sonda sul suo percorso. Flandro calcolò che le ripe- ger offrirono agli sguardi stupefatti dei ricercatori le prime imma-

28 Le Scienze 649 settembre 2022


Copia di 91992966cbf5c8f83f927ad18d6a0549

Pronto per il lancio: Voyager 2 è sottoposta «Siamo a 44 anni e mezzo», osserva Ralph McNutt, fisico del
a test al Jet Propulsion Laboratory Johns Hopkins University Applied Physics Laboratory (APL), che
della NASA prima del lancio (a sinistra). La sonda spaziale ha dedicato gran parte della sua carriera alle Voyager. «Quindi la
fu lanciata il 20 agosto 1977. garanzia è scaduta da un bel po’…».

gini ravvicinate delle lune di Giove e Saturno, che rivelarono l’e- ll’inizio le stelle erano propizie, ma il Congresso [il Par-
sistenza di vulcani attivi e di campi di ghiaccio fessurati su mondi
che gli astronomi ritenevano inerti e pieni di crateri come la Lu-
na. Nel 1986 Voyager 2 è stata la prima sonda a sorvolare Urano; tre
A lamento degli Stati Uniti, N.d.R.] no. Dopo il rapporto
di Flandro, la NASA elaborò il progetto di un cosiddet-
to Grand Tour che avrebbe inviato fino a cinque sonde sui quat-
anni dopo ha superato Nettuno. Finora è l’unico veicolo spaziale tro pianeti giganti e su Plutone. Era ambizioso. Era costoso. Il Con-
che ha raggiunto questi pianeti. Ora che queste sonde interstellari gresso lo respinse.
senza precedenti sono a circa 20 miliardi di chilometri dalla Terra, «Avevano una visione davvero grandiosa», spiega Linda Spil-
stanno al contempo entusiasmando e lasciando perplessi i teorici ker, planetologa del JPL che iniziò a lavorare alle missioni Voya-
con scoperte inaspettate su quella regione inesplorata. ger nel 1977, pochi mesi prima del lancio. «I costi eccessivi la fece-
Adesso la loro straordinaria odissea sta però giungendo alla fi- ro ridimensionare».
ne. Quest’anno la NASA prevede di iniziare a disattivare alcuni dei Alla fine il Congresso approvò una versione ridotta del Grand
sistemi delle Voyager, sfruttando le rimanenti riserve di energia Tour, chiamata inizialmente Mariner Jupiter-Saturn 1977, o MJS
NASA/JPL-Caltech

per estenderne i viaggi fino al 2030, o giù di lì. Per i ricercatori del- 77, che prevedeva l’invio di due sonde spaziali su due soli piane-
le Voyager, molti dei quali lavorano alla missione fin dall’inizio, è ti. Gli ingegneri della NASA procedettero però, un po’ di nascosto,
un periodo agrodolce. Stanno affrontando ora la fine di un proget- a progettare veicoli capaci di resistere alle difficoltà di una missio-
to che ha superato di gran lunga tutte le loro aspettative. ne molto più lunga. Speravano che una volta che le sonde gemelle

www.lescienze.it Le Scienze 29
Copia di 91992966cbf5c8f83f927ad18d6a0549

si fossero dimostrate valide, il loro itinerario sarebbe stato esteso «A quei tempi lanciavamo sempre due sonde per volta» per via
verso Urano, Nettuno e oltre. dell’elevato tasso di insuccessi, dice Donald Gurnett, solo in parte
«La missione principale era di quattro anni», racconta Suzanne per scherzo. Gurnett, fisico dell’Università dell’Iowa, tra i ricerca-
Dodd, che, dopo una pausa di vent’anni dalla squadra Voyager, è tori iniziali della squadra Voyager, era un veterano di altre 40 mis-
tornata nel 2010 come responsabile del progetto. «Ma se un inge- sioni spaziali. L’ho incontrato poche settimane prima che moris-
gnere aveva la possibilità di inserire un componente che costava se, a gennaio di quest’anno. (In un necrologio, la figlia Christina ha
il 10 per cento in più e non era indispensabile per una missione detto che il suo unico rimpianto era che «non avrebbe potuto ve-
di quattro anni, lo faceva lo stesso. Magari senza dirlo alla direzio- dere i prossimi dieci anni di dati trasmessi dalle Voyager».)
ne dei lavori». Il fatto che siano riusciti a costruire due veicoli spa- All’epoca in cui vennero costruite le Voyager, solo una sonda
ziali, e che entrambi funzionino tuttora, è ancora più straordina- spaziale aveva sfruttato una fionda gravitazionale per raggiunge-
rio, aggiunge. re un altro pianeta: la sonda Mariner 10 aveva ricevuto un aiuto da
Dal punto di vista della tecnologia e della navigazione spaziale, Venere mentre era in rotta verso Mercurio. Ma le Voyager avreb-
era un mondo completamente nuovo. Il motto «Il fallimento non è bero tentato vari assist con margini di errore misurati in decine di
un’opzione» non era ancora stato coniato, e all’epoca non sarebbe minuti. Giove, la loro prima tappa, era circa dieci volte più lonta-
NASA/JPL-Caltech

stato calzante. All’inizio degli anni sessanta la NASA aveva tenta- no di Mercurio dalla Terra. Inoltre, lungo il percorso le Voyager
to di inviare una serie di veicoli spaziali sulla Luna per esaminare i avrebbero dovuto attraversare la fascia degli asteroidi. Prima del-
futuri siti di atterraggio per missioni con equipaggio. Dopo 12 falli- le missioni Voyager c’era stato un grande dibattito sulla possibili-
menti, uno di questi tentativi ebbe finalmente successo. tà che un veicolo spaziale potesse attraversare questa zona «senza

30 Le Scienze 649 settembre 2022


Copia di 91992966cbf5c8f83f927ad18d6a0549

Disco dorato: Ogni Voyager trasporta un disco dorato ti i dati raccolti dagli strumenti delle sonde sarebbero stati archi-
(pagina a fronte) contenente suoni e immagini dalla Terra, viati su registratori a otto tracce e quindi inviati sulla Terra da una
nel caso in cui il veicolo spaziale venga intercettato trasmittente da 23 watt, circa il livello di potenza della lampadina
da una civiltà extraterrestre. Gli ingegneri installano il disco di un frigorifero. Per compensare la debolezza della trasmittente,
su Voyager 1 prima del lancio (qui sopra). entrambe le Voyager portano antenne paraboliche del diametro
di circa 3,5 metri per inviare e ricevere segnali.
essere fatto a pezzi», dice McNutt, aggiungendo che poi, all’inizio «Al tempo ci sentivamo come se fossimo al top della tecnolo-
degli anni settanta, Pioneer 10 e 11 la attraversarono indenni – si gia», afferma Alan Cummings, fisico del Caltech, anch’egli tra i pri-
constatò che la fascia era composta per lo più da spazio vuoto – mi ricercatori delle Voyager. «La cosa sorprendente è la rapidità
aprendo così la strada alle Voyager. con cui si è svolta l’intera faccenda». In quattro anni il gruppo del
Per affrontare tutte queste difficoltà, le sonde Voyager, ciascu- MJS 77 aveva costruito tre veicoli spaziali, tra cui un modello di
na delle dimensioni di un vecchio Maggiolino Volkswagen, ave- prova funzionante in scala reale. Le sonde spaziali furono ribattez-
vano bisogno di una certa dose di intelligenza a bordo. Così gli zate Voyager 1 e 2 pochi mesi prima del lancio.
ingegneri della NASA dotarono i computer dei veicoli di 69 ki- Sebbene nel corso dei decenni molti scienziati abbiano lavora-
NASA/JPL-Caltech

lobyte di memoria, meno di un centomillesimo di quella di un tipi- to alle Voyager, per un verso Cummings è unico. «Sono stato l’ul-
co smartphone. Ma in realtà il confronto con gli smartphone non tima persona a toccare le sonde prima del lancio», racconta. Cum-
ha molto senso. «I computer delle Voyager hanno meno memoria mings era responsabile di due rivelatori progettati per misurare
del telecomando che apre la portiera dell’auto», dice Spilker. Tut- il flusso di elettroni e altre particelle cariche quando le Voyager

www.lescienze.it Le Scienze 31
Il viaggio più lungo
Quarantacinque anni dopo il lancio nel 1977, le due sonde spaziali Voyager 1 e 2 stanno viaggiando là dove nessun veicolo
terrestre è mai giunto prima. La missione, originariamente destinata a durare appena quattro anni e a sorvolare Giove
e Saturno, è tuttora in corso. Voyager 2 ha proseguito fino a visitare Urano e Nettuno, ed entrambe le sonde alla fine sono
uscite dall’eliosfera, la zona di influenza del Sole, entrando nella regione tra le stelle chiamata spazio interstellare. Sebbene
le Voyager stiano inviando informazioni su questo territorio inesplorato, quest’anno gli scienziati inizieranno a spegnere
alcuni dei loro strumenti nella speranza che i dispositivi rimanenti possano continuare a trasmetterci dati fino al 2030 circa.

VOYAGER 1
Massachusetts Institute of Technology, Center for Space Research) e Merav Opher (professoressa, Dipartimento di astronomia, Boston University)

VOYAGER 2
Grafica di Matthew Twombly e Juan Velasco (5W Infographic); Consulenti: John Richardson (principal investigator, Voyager Plasma Science,

Copia di 91992966cbf5c8f83f927ad18d6a0549

La missione planetaria
5 settembre 1977 1977–1980
20 agosto 1977 1977–1981 12 novembre 1980
IL LANCIO LA MISSIONE PRIMARIA SU E FUORI
La missione è stata progettata per sfruttare Giove e Saturno erano previsti come Dopo aver incontrato
una rara disposizione dei pianeti esterni. primi obiettivi di studio per entrambe Saturno e la sua luna
Voyager 2 è stata lanciata per prima, ma ha le Voyager. Le due sonde hanno Titano, la traiettoria
raggiunto Giove e Saturno dopo Voyager 1. inviato 52.000 immagini di Giove, di Voyager 1 è stata
Poco dopo il lancio, Voyager 1 ha trasmesso Saturno e i loro satelliti e hanno diretta verso nord, fuori
la prima fotografia della Terra e della Luna scoperto 10 nuove lune. dal piano dell’eclittica
scattata da una sonda spaziale. del sistema solare.

LE PIETRE MILIARI DI VOYAGER


La missione interstellare
25 agosto 2012
5 novembre 2018
14 febbraio 1990
L’USCITA
IL PALLIDO PUNTINO BLU Secondo gli scienziati, Voyager 1
Più di nove anni dopo il suo incontro è stato il primo velivolo a uscire
con Saturno, a quasi 6 miliardi di dall’eliosfera. Questo confine è
chilometri dalla Terra, gli scienziati impreciso, ma il segno più chiaro è
hanno ordinato a Voyager 1 di girare giunto quando la sonda ha incontrato
la fotocamera e scattare un’ultima un marcato aumento dell'intensità
fotografia in cui ha ritratto la Terra dei raggi cosmici che, schermati
come «un granello di polvere, dal campo magnetico solare, sono
sospeso in un raggio di Sole», limitati all’interno dell'eliosfera ma
per dirla con Carl Sagan. abbondanti nello spazio interstellare. VOYAGER 1
Voyager 2 è uscita sei anni dopo. 23,3 miliardi di
chilometri dalla Terra

Spazio interstellare
25 agosto 2012

i n a zi o n e
i ter m
Zona

ra
ingrandita

osfe
kd

E li
oc
Sh
Spazio interstellare
5 novembre 2018

Copia di 91992966cbf5c8f83f927ad18d6a0549
VOYAGER 2
19,3 miliardi di
chilometri dalla Terra

24 gennaio 1986
I MARGINI ESTERNI OGGI
In base al piano originale era ritenuto troppo Le sonde Voyager sono
costoso che una sonda raggiungesse Urano ancora in funzione 45 anni
e Nettuno, ma la traiettoria di Voyager 2 dopo il lancio e inviano dati
conservava questa possibilità. Dopo una visita da miliardi di chilometri di
riuscita a Saturno, la sonda sembrava in grado distanza. Adesso si trovano
di raggiungere Urano con tutti gli strumenti entrambe nello spazio
operativi, e così la NASA ha fornito interstellare, una regione
ulteriori finanziamenti. mai visitata prima da
oggetti fabbricati
dagli esseri umani.
Bolla protettiva
La nostra parte del sistema solare è racchiusa in una bolla detta eliosfera, una regione in cui il vento solare formato
da particelle cariche che fluisce dal Sole porta con sé il campo magnetico solare. Quest’area si estende per circa
quattro volte la distanza tra il Sole e Nettuno, ma non per l’intera ampiezza del sistema solare, che include la nube
sferica di oggetti della famiglia delle comete detta Nube di Oort, a circa metà strada tra noi e la stella successiva.

LA FORMA DELLA BOLLA ELIOSFERA


La forma dell’eliosfera rimane un mistero. Spesso Il vento solare è
raffigurata come una sfera o qualcosa di simile a supersonico vicino al Sole.
una cometa con una coda, un nuovo studio ipotizza Dopo un punto chiamato
che possa essere a forma di croissant, con un campo shock di terminazione,
magnetico sinuoso che incanala il vento solare. rallenta e assume una
forma che è confinata
dai campi magnetici del
mezzo interstellare.

Sole

Forma a cometa Sfera Croissant

DISTANZE ASTRONOMICHE

Shock di terminazione Eliopausa


Voyager 1

Voyager 2

avrebbero sorvolato i pianeti giganti. Le particelle passano attra-


Copia di 91992966cbf5c8f83f927ad18d6a0549
Cummings ricorda in modo vivido il giorno in cui vide per la
verso una piccola «finestra» in ciascun rivelatore, composta da prima volta Io, la terza luna più grande di Giove. «Stavo andando
una lamina di alluminio spessa appena 3 micrometri. Cummings in un edificio del campus del Caltech dove venivano trasmesse in
temeva che i tecnici che lavoravano sulle sonde potessero defor- diretta [le immagini delle Voyager]», ricorda. «Entro e c’è questa
mare le piccole finestre o perforarle accidentalmente. «Per que- grande immagine di Io, ed è tutta arancione e nera. Ho pensato,
sto andavano ispezionate subito prima del lancio», dice. «In effetti, d’accordo, gli studenti di tecnologia del Caltech hanno fatto uno
scoprii che una era un po’ lenta». scherzo, ed è l’immagine di una pizza venuta male».
I colori di Io erano del tutto inaspettati. Prima che le Voyager
oyager 1 raggiunse Giove nel marzo 1979, 546 giorni dopo dimostrassero il contrario, si dava per scontato che tutte le lune

V il lancio. Voyager 2, seguendo una traiettoria diversa, ar-


rivò a luglio dello stesso anno. Entrambe le sonde erano
state progettate per essere piattaforme stabili per le fotocamere di
del sistema solare sarebbero state più o meno simili: anonime e
ricche di crateri. Nessuno si aspettava l’enorme eterogeneità di
paesaggi lunari che le Voyager avrebbero scoperto intorno a Gio-
bordo, che usavano filtri rosso, verde e blu per produrre immagi- ve e Saturno.
Grafica di Matthew Twombly e Juan Velasco (5W Infographic)

ni a colori. Le sonde non ruotano quasi per niente mentre sfrec- Il primo indizio che nei cieli potessero esserci più tipi di lune di
ciano nello spazio: hanno un movimento di rotazione oltre 15 vol- quanti avessero sognato gli astronomi era giunto mentre le Voya-
te più lento di quello della lancetta delle ore di un orologio, il che ger erano ancora a circa un milione di chilometri da Giove. Uno
minimizza il rischio di immagini mosse. Al JPL i presenti assistet- dei loro strumenti, il sistema di rilevamento Low-Energy Charged
tero in piedi all’arrivo delle prime immagini di Giove, che la son- Particle (LECP), rilevò segnali insoliti. «Si cominciarono a vedere
da iniziò a trasmettere quando era ancora a circa tre o quattro me- ioni ossigeno e zolfo che colpivano il rivelatore», spiega Stamatios
si dal pianeta. Krimigis, che ha progettato il LECP e ora è direttore emerito del
«Avevano allestito degli schermi televisivi in tutte le principa- Dipartimento spaziale al Johns Hopkins APL. La densità di ioni os-
li sale conferenze e nei corridoi», racconta Spilker. «Così, via via sigeno e zolfo era aumentata di tre ordini di grandezza rispetto ai
che arrivavano i dati, riga dopo riga, ogni immagine appariva su livelli misurati fino a quel momento. All’inizio il suo gruppo pen-
un monitor. L’attesa crescente e l’aspettativa di quello che avrem- sava che lo strumento fosse difettoso. «Abbiamo esaminato i dati –
mo visto quando ci fossimo avvicinati ancora di più era davvero dice Krimigis – ma non c’era niente che non andava».
entusiasmante». Le telecamere delle Voyager risolsero presto il mistero: Io ave-

34 Le Scienze 649 settembre 2022


Campo magnetico Eliopausa Campo magnetico
dell’eliosfera La linea di demarcazione del mezzo interstellare
tra i campi magnetici
e di plasma solari MEZZO INTERSTELLARE
e quelli interstellari Oltre a un incremento dei
Shock di terminazione raggi cosmici galattici, gli
Confine oltre cui scienziati si aspettavano che
il vento solare rallenta le Voyager registrassero uno
a velocità subsoniche spostamento nella direzione
del campo magnetico
ambientale, passando nello
VOYAGER 1 spazio interstellare. Ma così
Vento solare non è stato. Si ritiene che le
linee del campo magnetico
possano connettersi
lungo l’eliopausa, il bordo
dell'eliosfera, in modo che
alcune linee del campo
solare si uniscano alle
VOYAGER 2 linee di campo del mezzo
interstellare e ruotino al di
fuori dell’eliopausa.

Raggi cosmici galattici

Bowshock (onda d’urto)


L’eliosfera in rapido
movimento può creare
un'onda d'urto mentre
attraversa il mezzo
interstellare che si muove
più lentamente.

Nube di Oort Proxima Centauri

va vulcani attivi. Quel piccolo mondo, leggermente più grande no. Nel 1986 ha scoperto dieci nuove lune attorno a Urano e ha
Consulenti: John Richardson (principal investigator, Voyager Plasma Science, Massachusetts Institute of Technology,

Copia di 91992966cbf5c8f83f927ad18d6a0549

della nostra Luna, è ora noto per essere il corpo vulcanicamente aggiunto il pianeta al crescente elenco dei pianeti con anelli. So-
più attivo del sistema solare. «Gli unici vulcani attivi che conosce- lo quattro giorni dopo il massimo avvicinamento di Voyager 2 a
Center for Space Research) e Merav Opher (professoressa, Dipartimento di astronomia, Boston University)

vamo all’epoca erano sulla Terra», dice Edward Stone, che è sta- Urano, però, le sue scoperte vennero messe in ombra, quando lo
to tra i responsabili del progetto per le missioni Voyager dal 1972. space shuttle Challenger esplose poco dopo il lancio. Tutti e sette
«Ed ecco improvvisamente una luna che aveva un’attività dieci i membri dell’equipaggio rimasero uccisi, e tra essi Christa McAu-
volte più intensa di quella terrestre». I colori di Io – e gli ioni ano- liffe, un’insegnante di scuola superiore del New Hampshire che
mali che avevano colpito il rivelatore di Krimigis – erano dovuti sarebbe stata la prima civile a viaggiare nello spazio.
agli elementi scagliati fuori dai vulcani della luna. Il più grande dei Tre anni dopo, passando circa 4800 chilometri sopra l’atmosfe-
vulcani di Io, noto come Pele, ha emesso pennacchi alti 30 volte ra azzurra di metano di Nettuno, Voyager 2 misurò la velocità del
il monte Everest; i detriti di Pele coprono un’area delle dimensio- vento più alta di qualsiasi pianeta del sistema solare: fino a 1600
ni della Francia. chilometri all’ora. La luna più grande di Nettuno, Tritone, è risul-
Nel complesso le Voyager hanno scattato oltre 33.000 foto di tata uno dei luoghi più freddi del sistema solare, con una tempe-
Giove e dei suoi satelliti. Con ogni immagine arrivava una nuova ratura superficiale di –235 gradi. I vulcani di ghiaccio sulla luna
scoperta: Giove aveva gli anelli; Europa, una delle 53 lune di Giove riversano nell’atmosfera azoto e particelle di polveri fino a 8 chi-
a cui è stato assegnato un nome, era coperta da una crosta di ghiac- lometri di quota.
cio con crepe, con uno spessore che ora si stima in oltre 100 chilo- Le immagini di Nettuno e delle sue lune di Voyager 2 sarebbe-
metri. Quando le sonde lasciarono il sistema di Giove, ricevettero ro state le ultime riprese dalle sonde, se non fosse stato per l’astro-
dalla fionda gravitazionale un calcio d’addio di 57.500 chilometri nomo Carl Sagan, che era un membro del gruppo di imaging del-
all’ora. Senza di esso non sarebbero riuscite a superare l’attrazio- la missione. Una volta completato ufficialmente il Grand Tour, la
ne gravitazionale del Sole e a raggiungere lo spazio interstellare. NASA prevedeva di spegnere le telecamere su entrambe le sonde.
Presso Saturno le due sonde si sono separate. Voyager 1 è sfrec- Sebbene la missione fosse stata estesa con la speranza che le Voya-
ciata attraverso gli anelli di Saturno (dove è stata colpita da mi- ger potessero arrivare allo spazio interstellare – era stata ufficial-
gliaia di granelli di polvere), ha sorvolato Titano, una luna avvolta mente ribattezzata Voyager Interstellar Mission – non ci sarebbe-
da smog arancione, e poi si è diretta verso «nord», fuori dal piano ro stati scatti fotografici dopo Nettuno, ma solo il vuoto infinito e
dei pianeti. Voyager 2 ha continuato da sola verso Urano e Nettu- le stelle incredibilmente lontane.

www.lescienze.it Le Scienze 35
I più grandi successi delle Voyager
Le sonde gemelle hanno percorso un ampio itinerario tra i pianeti giganti del sistema solare,
passando per Giove (1, 2) e Saturno (5, 6) e fotografando per la prima volta da vicino le lune
di questi pianeti.
Il satellite di Giove Europa (3), per esempio, si è rivelato coperto di ghiaccio, mentre Io (4), altra luna
di Giove, era disseminata di vulcani: scoperte particolarmente sorprendenti, perché si ipotizzava
che le lune sarebbero state grigie e piene di crateri come quella della Terra. Voyager 2 ha sorvolato inoltre
Urano (7) e Nettuno (8), e ancora oggi è l’unica sonda che sia mai arrivata a sorvolare quei pianeti.

1 Copia di 91992966cbf5c8f83f927ad18d6a0549

5 6

36 Le Scienze 649 settembre 2022


Copia di 91992966cbf5c8f83f927ad18d6a0549

3 4

NASA/JPL (1, 2, 4, 5, 6, 8); NASA/JPL/USGS (3); NASA/JPL-Caltech (7)

7 8

www.lescienze.it Le Scienze 37
Sagan esortò i vertici della NASA a fare trasmettere a Voyager 1 1 aveva già 50 UA sul contachilometri. «Se [l’eliopausa] era a 120
un’ultima serie di immagini. Così, il giorno di San Valentino del UA, significava che ne avevamo ancora 70 da percorrere». Se Gur-
1990, la sonda puntò gli obiettivi verso l’interno del sistema solare nett aveva ragione, le Voyager, che viaggiano a circa 3,5 UA all’an-
e scattò le sue ultime 60 foto. Quella che colpisce di più, e che Sa- no, non sarebbero uscite dall’eliosfera per almeno altri vent’anni.
gan rese famosa come Pale Blue Dot (pallido puntino blu), ritrae la Quella previsione sollevava interrogativi preoccupanti: le
Terra da più di 6 miliardi di chilometri. È tuttora la foto più distan- Voyager, o il sostegno del Congresso, sarebbero durati tanto a lun-
te del nostro pianeta mai scattata. Velata dalla fioca luce solare che go? Il finanziamento della missione era stato esteso in base all’a-
si riflette nell’obiettivo della fotocamera, la Terra è appena visibile spettativa che le sonde avrebbero attraversato l’eliopausa a cir-
nell’immagine. Non occupa nemmeno un pixel intero. ca 50 UA. Invece si lasciarono indietro quella pietra miliare senza
Scomparso nel 1996, Sagan «si impegnò a fondo per convince- trovare nessuno dei segni previsti per il transito interstellare. Gli
re la NASA che valeva la pena di guardare indietro, verso di noi – astronomi avevano previsto che le Voyager rilevassero una quan-
dice Spilker – e vedere quanto fosse piccolo quel puntino celeste». tità improvvisamente più elevata di raggi cosmici galattici: par-
ticelle ad alta energia quasi alla velocità della luce, come in una
ntrambe le Voyager sono ora così lontane dalla Terra che pioggia di frammenti, provenienti dalle supernove e da altri ca-

E un segnale radio unidirezionale che viaggia alla velocità


della luce impiega quasi 22 ore per raggiungere Voyager 1
e poco più di 18 per raggiungere Voyager 2. Ogni giorno si allonta-
taclismi dello spazio lontano. Il vasto bozzolo magnetico formato
dall’eliosfera devia la maggior parte dei raggi cosmici a bassa ener-
gia prima che possano raggiungere il sistema solare interno. «Ci
nano di altri tre o quattro secondi luce. Il loro unico collegamento protegge da almeno il 75 per cento di quello che c’è là fuori», spie-
con la Terra è il Deep Space Network della NASA, tre complessi di ga Stone.
localizzazione in vari punti del pianeta che consentono una comu- Il gruppo delle Voyager si aspettava anche che la sonda regi-
nicazione ininterrotta con le sonde mentre la Terra ruota. Via via strasse uno spostamento nel campo magnetico prevalente. Il cam-
che le Voyager si allontanano da noi nello spazio e nel tempo, i lo- po magnetico interstellare, che dovrebbe essere generato da stelle
ro segnali si fanno sempre più deboli. «La Terra è un posto rumo- vicine e vaste nubi di gas ionizzati, avrebbe presumibilmente un
roso», osserva Glen Nagle, responsabile della divulgazione e delle orientamento diverso rispetto a quello dell’eliosfera. Ma le Voya-
comunicazioni presso la struttura del Deep Space Network a Can- ger non avevano rilevato alcuna variazione del genere.
berra, in Australia. «Radio, televisori, telefoni cellulari: tutto fa ru- Le stime di Gurnett del 1993 erano fondate. Passarono quasi 20
more. E così diventa sempre più difficile sentire i piccoli sussurri anni prima che una delle Voyager raggiungesse finalmente l’elio-
dalle sonde spaziali».
Per quanto deboli siano, questi sus-
surri sono andati contro tutte le aspet-
tative degli astronomi su quello che
Oggi un segnale radio che dalla Terra viaggia alla
avrebbero trovato le Voyager una vol- velocità della luce impiega quasi 22 ore per
ta entrate nella fase interstellare del-
la missione. Stone e altri scienziati del- raggiungere Voyager 1 e poco più di 18 per Voyager 2
la missione Voyager con cui ho parlato
Copia di 91992966cbf5c8f83f927ad18d6a0549

mi hanno avvertito di non confonde-


re il confine dello spazio interstellare con quello del sistema so- pausa. Durante quel periodo la missione era sopravvissuta per
lare. Il sistema solare include la lontana Nube di Oort, un insieme un soffio alla minaccia dei tagli ai finanziamenti e la squadra del-
sferico di corpi simili a comete vincolati dalla gravità del Sole, che le Voyager si era ridotta da centinaia di scienziati e ingegneri a po-
può estendersi fino a metà della distanza dalla stella più vicina. Le che decine di veterani affiatati. La maggior parte di loro continua a
Voyager non raggiungeranno questo limite almeno per altri 300 lavorarci ancora oggi. «Quando ti occupi di una missione così lun-
anni. Ma lo spazio interstellare è molto più vicino: inizia dove fini- ga, inizi a considerare gli altri come una famiglia», dice Spilker.
sce un fenomeno chiamato vento solare. «Abbiamo avuto figli più o meno nello stesso periodo. Andavamo
Come tutte le stelle, il Sole emette un flusso costante di parti- in vacanza insieme. Ormai ci sono più generazioni e alcuni dei gio-
celle cariche e campi magnetici: il vento solare. Il vento si allonta- vani del gruppo Voyager non erano nemmeno nati quando le son-
na dal Sole a velocità ipersonica come un palloncino che si gonfia, de sono state lanciate».
formando quella che gli astronomi chiamano l’eliosfera. Mentre si La tenacia e l’impegno di quella banda di fratelli e sorelle so-
estende nello spazio, il vento solare trascina con sé il campo ma- no stati premiati il 25 agosto 2012, quando Voyager 1 ha finalmen-
gnetico del Sole. A un certo punto la pressione della materia inter- te attraversato l’eliopausa. Ma alcuni dei dati che ha inviato erano
stellare si oppone all’espansione dell’eliosfera, creando un confine enigmatici. «Abbiamo ritardato l’annuncio di essere arrivati allo
– preceduto da un enorme fronte d’urto, lo «shock di terminazio- spazio interstellare perché non riuscivamo a raggiungere l’unani-
ne» (termination shock) – con lo spazio interstellare. Prima delle mità in proposito», conferma Cummings. «Ci sono state molte di-
Voyager, le stime della distanza fra noi e questo confine con lo spa- scussioni per circa un anno».
zio interstellare, noto come eliopausa, variavano enormemente. Sebbene Voyager 1 avesse effettivamente riscontrato il salto
«In effetti alcune erano solo ipotesi», secondo Gurnett. Una pri- previsto nella densità del plasma – secondo il rilevatore di onde di
ma stima poneva l’eliopausa non più in là di Giove. I calcoli di Gur- plasma, strumento progettato da Gurnett, c’era un incremento di
nett, svolti nel 1993, fissavano invece la distanza tra 116 e 177 unità 80 volte – non vi era però alcun segno di cambiamento nella dire-
astronomiche (UA), circa 25 volte di più. (Una UA è la distanza tra zione del campo magnetico ambientale. Se il veicolo fosse passa-
la Terra e il Sole, pari a circa 150 milioni di chilometri.) Su quei nu- to da un’area permeata dal campo magnetico del Sole a una regio-
meri, dice, non molti colleghi erano d’accordo. Nel 1993 Voyager ne in cui il campo magnetico era dovuto ad altre stelle, il passaggio

38 Le Scienze 649 settembre 2022


Eruzione: La scoperta del vulcano Pele su Io, na – era esplosa alla fine del proprio ciclo vitale e aveva riscaldato
mostrato in questa fotografia di Voyager 1, lo spazio, strappando gli elettroni dai loro atomi. Il confine attor-
ha confermato che la luna di Giove è attiva no a quella regione si può pensare come «una specie di riva, con
dal punto di vista vulcanico.
Copia di 91992966cbf5c8f83f927ad18d6a0549
tutta l’acqua e le onde che turbinano e si mescolano. Noi ci trovia-
mo in una regione turbolenta di questo tipo… i campi magnetici
non sarebbe stato percepibile? «È stato uno shock», commenta si contorcono, si ribaltano. Non sono i campi magnetici regolari
Cummings. «E la cosa mi dà ancora fastidio. Ma sono in molti a oc- come li disegnano in genere i teorici», ma la quantità di turbolen-
cuparsi di questo problema». za registrata può variare a seconda del tipo di osservazione. I dati
Quando, nel novembre 2018, Voyager 2 ha raggiunto la frontie- delle Voyager mostrano poche variazioni di campo su larga scala
ra interstellare, anch’essa non è riuscita a rilevare uno spostamen- ma molte fluttuazioni su piccola scala attorno all’eliopausa, causa-
to nel campo magnetico. E la sonda ha aggiunto un altro enigma: te dall’influenza dell’eliosfera sul mezzo interstellare. A un certo
ha incontrato l’eliopausa a 120 UA dalla Terra, la stessa distanza punto, si ritiene, le sonde si lasceranno alle spalle quei bassifondi
rilevata dalla gemella sei anni prima. Ma questo non concorda- tumultuosi e alla fine incontreranno il campo magnetico interstel-
va con nessun modello teorico, secondo cui l’eliosfera dovrebbe lare puro.
espandersi e contrarsi in sincronia con il ciclo di 11 anni del Sole. O forse questa immagine è completamente sbagliata. Alcuni ri-
Durante questo lasso di tempo il vento solare cala per poi intensi- cercatori ritengono che le Voyager non abbiano ancora lasciato
ficarsi di nuovo. Voyager 2 è arrivata quando il vento solare stava l’eliosfera. «Non c’è motivo per cui i campi magnetici nell’eliosfe-
raggiungendo il picco, il che, se i modelli erano corretti, avrebbe ra e nel mezzo interstellare abbiano esattamente lo stesso orien-
dovuto spingere l’eliopausa oltre 120 UA. «Era inaspettato da tutti i tamento», afferma Lennard A. Fisk, scienziato del plasma spaziale
teorici», dice Krimigis. «Penso che, per quanto riguarda le scoper- all’Università del Michigan ed ex amministratore della NASA. Ne-
te delle Voyager, i nostri modelli si siano rivelati carenti». gli ultimi anni Fisk e George Gloeckler, collega all’Università del
Ora che le Voyager stanno fornendo ai teorici alcuni dati rea- Michigan e ricercatore di lunga data della missione Voyager, han-
li sul campo, i modelli dell’interazione tra l’eliosfera e l’ambien- no lavorato su un modello dell’eliosfera che ne allontana la fron-
te interstellare stanno diventando più complessi. «L’idea genera- tiera di ulteriori 40 UA.
le è che [il Sole] sia emerso da una regione calda e ionizzata» ed è La maggior parte delle persone che lavorano nel campo, tut-
NASA/JPL/USGS

entrato in un’area della galassia meno omogenea e parzialmente tavia, ha trovato convincente il significativo incremento dei rag-
ionizzata, afferma Gary Zank, astrofisico dell’Università dell’Ala- gi cosmici galattici e dalla densità del plasma misurato dalle Voya-
bama a Huntsville. La regione calda si formò probabilmente in se- ger. «Con questi dati – dice Cummings – è molto difficile sostenere
guito a una supernova: un’antica stella vicina – o magari più d’u- che non siamo davvero nello spazio interstellare. Ma, d’altro can-

www.lescienze.it Le Scienze 39
Un puntino: tra le ultime fotografie di Voyager 1
c’era questa immagine della Terra vista da 6,1 miliardi
di chilometri di distanza, soprannominata
Pale Blue Dot (pallido puntino blu) da Carl Sagan,
scienziato del gruppo di Voyager.

Copia di 91992966cbf5c8f83f927ad18d6a0549

NASA/JPL-Caltech

40 Le Scienze 649 settembre 2022


to, non è che tutto vada bene. Ecco perché abbiamo bisogno di Attualmente a Voyager 2 rimangono cinque strumenti funzio-
una sonda interstellare». nanti e a Voyager 1 quattro. Sono alimentati tutti da un dispositi-
McNutt caldeggia una missione del genere da decenni. Di re- vo che converte il calore dal decadimento radioattivo del plutonio
cente con i suoi colleghi della Johns Hopkins ha completato un in elettricità. Ma ora che la potenza in uscita diminuisce di circa 4
rapporto di quasi 500 pagine che delinea i piani per una sonda in- watt all’anno, la NASA è stata costretta alla modalità «triage». Due
terstellare che verrebbe lanciata nel 2036 e che in teoria potrebbe anni fa gli ingegneri della missione hanno spento l’elemento ri-
raggiungere l’eliosfera entro 15 anni, riducendo di 20 anni il tem- scaldante del rivelatore di raggi cosmici, che era stato cruciale nel
po di volo della Voyager 1. E, a differenza delle missioni Voyager, la determinare il transito dell’eliopausa. Tutti si aspettavano che lo
sonda interstellare sarebbe progettata specificamente per studia- strumento smettesse di funzionare.
re il bordo esterno dell’eliosfera e i suoi dintorni. Entro i prossimi «La temperatura è scesa di circa 60 o 70 gradi, ben al di fuori
due anni le National Academies of Sciences, Engineering, and Me- dei limiti operativi testati – afferma Spilker – eppure lo strumento
dicine statunitensi decideranno se la missione debba essere una ha continuato a funzionare. È stato incredibile».
delle priorità della NASA per il prossimo decennio. Gli ultimi due strumenti delle Voyager a essere spenti saranno
Una sonda interstellare potrebbe rispondere a una delle do- probabilmente un magnetometro e lo strumento per studiare il
mande più fondamentali sull’eliosfera. «Se potessimo veder- plasma. Sono contenuti nel corpo delle sonde, dove sono riscalda-
la dall’esterno, che aspetto avrebbe questa struttura?», chiede ti dal calore emesso dai computer. Gli altri strumenti sono sospesi
McNutt. «Non lo sappiamo proprio. È come cercare di capire che su un’asta in fibra di vetro lunga oltre 13 metri. «Quando spegnere-
aspetto ha un acquario dal punto di vista del pesce rosso. Dobbia- mo il riscaldamento – dice Dodd – quegli strumenti diventeranno
mo riuscire a vederlo dall’esterno». In alcuni modelli, mentre l’e- davvero freddissimi».
liosfera viaggia a 720.000 chilometri all’ora, la materia interstel- Quanto potranno ancora durare le Voyager? «Se tutto va al me-
lare le scorre dolcemente accanto, come l’acqua intorno alla prua glio, forse possiamo estendere le missioni fino agli anni trenta», di-
di una nave, generando una forma complessiva simile a una co- ce Spilker. «Dipende solo dalla potenza. È questo il nostro limite».
meta. Un recente modello informatico, sviluppato dall’astronoma Anche dopo che le Voyager saranno completamente mute, i
loro viaggi continueranno. Tra altri
16.700 anni Voyager 1 supererà la no-
«Nel complesso – dice Stamatios Krimigis – penso stra stella più vicina, Proxima Centau-
ri, seguita, 3600 anni dopo, da Voyager
che la missione sia durata così a lungo perché 2. Quindi continueranno ad andare in
tondo per la galassia per milioni di an-
quasi tutto era cablato, non basato su software. ni. Saranno ancora là in giro, più o me-
Gli ingegneri di oggi non lo sanno fare… no intatte, eoni dopo che il Sole sarà col-
lassato e l’eliosfera non esisterà più, per
La missione Voyager è l’ultima del suo genere». non parlare di un certo puntino celeste.
A un certo punto del loro viaggio, po-
Copia di 91992966cbf5c8f83f927ad18d6a0549
trebbero riuscire a recapitare un ultimo
Merav Opher e dai suoi colleghi dell’Università di Boston, prevede messaggio. Non verrà trasmesso via radio e, se sarà ricevuto, i de-
che dinamiche più turbolente conferiscano all’eliosfera una forma stinatari non saranno esseri umani.
simile a un croissant cosmico. Il messaggio è registrato su un altro tipo di tecnologia vinta-
«Su questo argomento è facile che in qualunque convegno ge: due dischi. Non la normale versione in plastica, però: sono fat-
scientifico nascano litigi – dice McNutt – ma l’unico modo per ca- ti di rame, rivestiti d’oro e sigillati in una copertura di alluminio.
pire che cosa succede sarà andarci e svolgere effettivamente misu- Codificati nei solchi dei Golden Record (dischi dorati), come ven-
razioni. Sarebbe bello sapere che aspetto hanno i nostri dintorni». gono chiamati, ci sono immagini e suoni pensati per dare un’i-
dea del mondo da cui provengono le Voyager. Ci sono immagini di
lcuni oggetti, a un certo punto, non servono più: segre- bambini, delfini, ballerini e tramonti; il suono dei grilli, della piog-

A terie telefoniche, videoregistratori, monete da un cen-


tesimo. Le Voyager no: hanno continuato a rendersi uti-
li con una tecnologia di cinquant’anni fa. «La quantità di software
gia che cade e di una madre che bacia il suo bambino; e 90 minuti
di musica, tra cui il Concerto Brandeburghese n. 2 di Bach e John-
ny B. Goode di Chuck Berry.
su questi strumenti è praticamente nulla», dice Krimigis. «Non ci E c’è un messaggio di Jimmy Carter, che era presidente degli
sono microprocessori: non esistevano!». I progettisti delle Voya- Stati Uniti quando vennero lanciate le Voyager. Tra l’altro, il mes-
ger non potevano basarsi su migliaia di righe di programmazione saggio dice: «Abbiamo inviato questo messaggio nel cosmo. […]
per far funzionare la navicella spaziale. «Nel complesso – dice Kri- Speriamo che un giorno, dopo aver risolto i problemi che dobbia-
migis – penso che la missione sia durata così a lungo proprio per- mo affrontare, entreremo a far parte di una comunità di civiltà ga-
ché quasi tutto era cablato, non basato su software. Gli ingegneri lattiche. Questo disco rappresenta la nostra speranza, la nostra de-
di oggi non lo sanno fare. Non so se oggi sarebbe possibile costrui- terminazione e la nostra buona volontà in un universo enorme e
re un veicolo spaziale così semplice. La missione Voyager è l’ulti- fantastico». Q
ma del suo genere».
Non vorremmo dire addio a questi veicoli pionieristici. «Sarà
PER APPROFONDIRE
difficile vederne la fine», dice Cummings. «Ma abbiamo ottenuto
qualcosa di veramente sorprendente. Potevamo non arrivare mai I problemi tecnici del volo di Voyager 2 verso Urano. Laeser R.P., McLaughlin
all’eliopausa, e invece eccoci». W.I. e Wolff D.M., in «Le Scienze» n. 221, gennaio 1987.

www.lescienze.it Le Scienze 41
FISICA

La terza volta

Copia di 91992966cbf5c8f83f927ad18d6a0549

La fase finale del programma di


manutenzione e consolidamento di ATLAS,
uno dei rivelatori del Large Hadron Collider
del CERN di Ginevra, in previsione dell’inizio
del terzo periodo di attività per l’acceleratore.
di Elizabeth Gibney Dopo una lunga pausa per
aggiornamenti, il Large Hadron
Collider del CERN è di nuovo in

di LHC funzione per il suo terzo periodo


di attività, con la speranza
di trovare risultati insoliti

Copia di 91992966cbf5c8f83f927ad18d6a0549

© Brice, Maximilien/CERN
Elizabeth Gibney è senior reporter di «Nature».
In passato ha scritto per «Scientific American», BBC e CERN.

iparte la caccia alla nuova fisica. Il Large Hadron Collider (LHC), la

R
lisione dei fasci di particelle.
macchina più potente al mondo per la collisione di particelle ad alta
energia, è stato riacceso dopo oltre tre anni di fermo. Fasci di protoni
sfrecciano di nuovo nel suo anello di 27 chilometri al CERN, il labora-
torio europeo di fisica delle particelle vicino a Ginevra.
I fisici potranno accendere i loro esperimenti e osservare la col-

Nei suoi primi due periodi di attività (o run), dal 2009 al 2013 e
Copia di 91992966cbf5c8f83f927ad18d6a0549

dal 2015 al 2018, LHC ha esplorato il mondo della fisica conosciu-


to. Tutto quel lavoro, compresa la trionfale scoperta del bosone di
produrre particelle nelle regioni ad alta energia in cui, secondo al-
cune teorie, potrebbe trovarsi la nuova fisica, spiega Rende Stee-
renberg, responsabile delle operazioni di fascio al CERN. I fasci
della macchina genereranno anche pacchetti (bunch) di particelle
più compatti, aumentando la probabilità di collisioni. Questo per-
Higgs nel 2012, ha riaffermato l’attuale migliore descrizione del- metterà a LHC di mantenere il suo picco di collisioni più a lungo,
le particelle e delle forze che compongono l’universo: il modello consentendo agli esperimenti di registrare un numero di dati pari
standard. Ma gli scienziati, passando al setaccio i detriti di quadri- a quello dei primi due run messi insieme.
lioni di collisioni ad alta energia, non hanno ancora trovato la pro- Per far fronte a questo diluvio, i rivelatori della macchina – stra-
va di nuove particelle sorprendenti o di qualcosa di sconosciuto. ti di sensori che catturano le particelle che emergono con forza
Questa volta potrebbe essere diverso. Finora la costruzione di dalle collisioni e ne misurano energia, quantità di moto e altre pro-
LHC è costata 9,2 miliardi di dollari, compresi gli ultimi aggiorna- prietà – sono stati aggiornati per renderli più efficienti e precisi (si
menti: la terza versione produrrà un maggior numero di dati ed veda il box a p. 46).
è dotata di rivelatori migliori e di metodi innovativi per la ricerca Una delle principali sfide per i ricercatori di LHC è sempre stata
di nuova fisica. Inoltre, gli scienziati iniziano con un’allettante li- la possibilità di archiviare pochi dati relativi alle collisioni. La mac-
sta di risultati anomali, molti di più rispetto all’inizio dell’ultimo china fa collidere i pacchetti 40 milioni di volte al secondo e ogni
run, che suggeriscono dove cercare particelle al di fuori del mo- collisione protone-protone, o «evento», può produrre centinaia di
dello standard. particelle. I cosiddetti «sistemi di trigger» devono selezionare gli
«Iniziamo con l’adrenalina alle stelle», dice Isabel Pedraza, fisi- eventi più interessanti e buttare via il grosso dei dati. Per esempio
ca delle particelle alla Meritorious Autonomous University di Pue- in CMS – uno dei quattro esperimenti principali di LHC – un trig-
bla, in Messico. «Sono sicura che vedremo qualcosa nel terzo run». ger integrato nell’hardware effettua una selezione approssimativa
di circa 100.000 eventi al secondo sulla base di valutazioni di pro-
Maggiore energia e più dati prietà come l’energia delle particelle, prima che il software ne se-
Dopo i lavori di rinnovamento delle componenti che accelera- lezioni circa 1000 da ricostruire integralmente per l’analisi.
no le particelle, la terza versione di LHC farà collidere protoni a Con più dati, i sistemi di trigger devono selezionare un nume-
13,6 trilioni di elettronvolt (TeV), un’energia leggermente supe- ro ancora più elevato di eventi. Un miglioramento in questo ambi-
riore a quella del secondo run, che ha raggiunto i 13 TeV. Queste to deriva da una sperimentazione di chip originariamente proget-
collisioni più energetiche dovrebbero aumentare le probabilità di tati per i videogiochi, chiamati GPU (da graphics processing unit,

44 Le Scienze 649 settembre 2022


Una sezione del Vertex Locator di LHCb, un dispositivo con compiti di osservazione di particelle con breve vita media. Questo esperimento di LHC
ha rinnovato l’elettronica del rivelatore in modo da usare solo un programma informatico per analizzare gli eventi alla ricerca di fisica interessante.

cioè unità di elaborazione grafica). Queste unità sono in grado di gare fenomeni come la materia oscura. Negli ultimi due anni sono
ricostruire la storia delle particelle più rapidamente di quanto non emerse più volte scoperte che contrastano con questo modello,
facciano i processori convenzionali, per cui il software sarà in gra-
Copia di 91992966cbf5c8f83f927ad18d6a0549
ma che non sono abbastanza solide da poter essere considerate
do di effettuare una scansione più veloce e su più criteri al secon- una discrepanza definitiva (si veda il box a p. 49).
do. Potenzialmente, questo a sua volta permetterà di individuare La più recente è del Tevatron, il collisore del Fermi National
collisioni strane che in precedenza sarebbero potute sfuggire. Accelerator Laboratory (Fermilab) di Batavia, negli Stati Uniti, che
In particolare, l’esperimento LHCb ha rinnovato l’elettroni- nel 2011 è stato spento definitivamente. I ricercatori hanno tra-
ca del rivelatore in modo da usare solo il software per analizzare scorso l’ultimo decennio a esaminare i dati dell’esperimento CDF
gli eventi alla ricerca di fisica interessante. I miglioramenti appor- del Tevatron. E ad aprile hanno riferito che la massa del bosone W,
tati significano che nel terzo run l’esperimento dovrebbe racco- una particella fondamentale che trasporta la forza nucleare debo-
gliere una quantità di dati quattro volte superiore a quella ottenu- le coinvolta nel decadimento radioattivo, è significativamente più
ta nel secondo run . È «quasi come un rivelatore nuovo di zecca», alta di quanto previsto dal modello standard.
dice Yasmine Amhis, fisica del Laboratoire de Physique des 2 Infi- Questo non coincide con i dati di LHC: le misurazioni di ATLAS
nis Irène Joliot-Curie di Orsay, in Francia, e membro della collabo- e LHCb sono in disaccordo con i dati di CDF, anche se sono me-
razione LHCb. no precise. Ora i fisici di CMS sono al lavoro per una propria misu-
razione, usando i dati del secondo run dell’acceleratore. I dati del
Individuare le anomalie terzo run potrebbero dare una risposta definitiva, anche se non
Il run 3 darà ai fisici anche una maggiore precisione nelle mi- immediatamente, perché la massa del bosone W è notoriamente
surazioni di particelle note, come il bosone di Higgs, afferma Lu- difficile da misurare.
dovico Pontecorvo, fisico dell’esperimento ATLAS. Già questo po-
trebbe produrre risultati in conflitto con la fisica conosciuta, per Confusione del mesone B
esempio nel caso in cui una sua misurazione più precisa restringa I dati di LHC hanno suggerito altre anomalie. In particolare, da
© Brice, Maximilien/CERN

le barre di errore abbastanza da metterlo al di fuori delle previsio- quasi un decennio si accumulano prove di uno strano comporta-
ni del modello standard. mento delle particelle chiamate mesoni B. Queste particelle insta-
Ma i fisici vogliono anche sapere se una serie di risultati recen- bili, che decadono rapidamente in altre, sono chiamate così per-
ti e singolari sono vere e proprie anomalie, che potrebbero aiutare ché contengono coppie di particelle fondamentali che includono
a colmare alcune lacune nella comprensione dell’universo. Il mo- un quark bottom, o beauty. Le analisi di LHCb suggeriscono che i
dello standard è incompleto: per esempio, non è in grado di spie- decadimenti dei mesoni B tendono a produrre elettroni più spesso

www.lescienze.it Le Scienze 45
DUE RUN IN UNO

Un incremento enorme di dati


Nel terzo run del Large Hadron Collider (LHC), i ricercatori prevedono di più stabili e più compatti che circolano nell’anello. E in parte è dovuto an-
registrare un numero di dati sulle collisioni di particelle pari a quello dei che ai miglioramenti apportati ai quattro rivelatori principali della macchi-
primi due run della macchina messi insieme. Questa prestazione è dovuta na: CMS, ATLAS, ALICE e LHCb. Quest’ultimo, in particolare, è stato com-
in parte a un numero più elevato di collisioni, prodotte da fasci di particelle pletamente rinnovato.

Copia di 91992966cbf5c8f83f927ad18d6a0549

Illustrazioni di Danilo Sossi; fonte: LHC: Third Time Lucky?

di quanto non facciano i loro cugini più pesanti, i muoni. Il model- che molti dei rivelatori di LHCb sono stati sostituiti, la prossima fa-
lo standard prevede che la natura non debba preferire l’uno all’al- se di acquisizione dei dati dovrebbe fornire un controllo incrocia-
di E. Gibney, in «Nature», Vol 605, 26 maggio 2022

tro, precisa Tara Shears, fisica delle particelle dell’Università di Li- to, dice Shears. «Saremo affranti se [l’anomalia] sparirà. Ma questa
verpool, nel Regno Unito, e membro della collaborazione LHCb. è la vita degli scienziati, potrebbe succedere».
«I muoni vengono prodotti circa il 15 per cento in meno rispetto L’anomalia è supportata da simili sottili discrepanze che LHCb
agli elettroni, ed è assolutamente bizzarro», afferma. ha osservato in altri decadimenti che coinvolgono quark bottom;
Il risultato si discosta dalle previsioni del modello standard anche esperimenti in collisori in Giappone e negli Stati Uniti han-
con una significatività di circa 3 sigma, o 3 deviazioni standard da no osservato indizi di questo risultato insolito. Questo tipo di la-
quello che ci si aspetta, il che si traduce in 3 probabilità su 1000 voro è il mestiere di LHCb: i suoi rivelatori sono stati progettati
che il rumore casuale possa aver prodotto l’apparente distorsione. per studiare in dettaglio i decadimenti di particelle che contengo-
Solo ulteriori dati potranno confermare se l’effetto è reale o se si no quark pesanti, consentendo all’esperimento di raccogliere in-
tratta di una fluttuazione statistica. Gli sperimentatori potrebbero dizi indiretti di fenomeni che potrebbero influenzare il compor-
aver frainteso qualcosa nei loro dati o nella loro macchina, ma ora tamento di queste particelle. CMS e ATLAS sono esperimenti più

46 Le Scienze 649 settembre 2022


Copia di 91992966cbf5c8f83f927ad18d6a0549

generici, ma gli sperimentatori stanno verificando se possono in- te: i leptoni, come gli elettroni e i muoni, e i quark. Questa parti-
dividuare un numero maggiore degli eventi che sono sensibili alle cella ibrida deriva dalle teorie che cercano di unire le interazio-
anomalie, spiega Florencia Canelli, fisica sperimentale delle parti- ni elettromagnetiche, deboli e forti come aspetti della stessa forza
celle all’Università di Zurigo in Svizzera e membro della collabo- e potrebbe spiegare i risultati di LHCb. Il leptoquark – o una sua
razione CMS. versione complessa – calza a pennello anche per un’altra anomalia
allettante: la misurazione effettuata l’anno scorso dall’esperimen-
Caccia al leptoquark to Muon g-2 al Fermilab, secondo cui i muoni sono più magneti-
CMS e ATLAS faranno anche quello che LHCb non può fare: se- ci del previsto.
tacciare i dati delle collisioni per cercare direttamente le particel- Alla conferenza Moriond di fisica delle particelle tenutasi a
le esotiche che, secondo i teorici, potrebbero essere la causa delle marzo a La Thuile, in Italia, i ricercatori di CMS hanno presentato
anomalie ancora non confermate. Una di queste particelle ipote- i risultati di una ricerca che ha trovato intriganti indizi di un lep-
tiche è stata soprannominata leptoquark, perché ad alte energie tone oltre il modello standard. Questa particella interagirebbe con
avrebbe le proprietà di due famiglie di particelle altrimenti distin- i leptoquark ed è prevista da alcune teorie sui leptoquark. I fisi-

www.lescienze.it Le Scienze 47
CRONOLOGIA

LHC ieri, oggi e domani


Il Large Hadron Collider (LHC) sarà ulteriormente potenziato dal 2026 al 2029 per ottenere un numero ancora più grande di collisioni di particelle, a
energie più elevate. Il suo funzionamento è previsto per un altro decennio.

ci hanno osservato un leggero eccesso di particelle in cui il lep- l’esperimento di un sistema di trigger più veloce, basato esclusi-
tone proposto potrebbe decadere, quark bottom e tauoni (cugini vamente sul software. ALICE, che sonderà la temperatura del pla-
più pesanti del muone), ma la significatività della scoperta è di so- sma e misurerà con precisione le particelle che contengono quark
li 2,8 sigma. «Sono risultati molto eccitanti, visto che anche LHCb charm e beauty, questa volta sarà in grado di raccogliere un nu-
sta osservando qualcosa di simile», dice Pedraza. Alla conferenza, i mero di eventi 100 volte più elevato rispetto ai due precedenti
fisici di CMS hanno presentato indizi di altri nuovi fenomeni: due run, grazie ai miglioramenti apportati ai suoi rivelatori.
potenziali particelle che potrebbero decadere in due tauoni, e una
potenziale particella ad alta energia che, attraverso una via di de-
Copia di 91992966cbf5c8f83f927ad18d6a0549
L’apprendimento automatico aiuta la ricerca
cadimento teorizzata ma non dimostrata, si trasformerebbe in ca- Il run 3 vedrà all’opera anche esperimenti del tutto nuovi. FA-
scate di particelle caratteristiche chiamate getti. SER, a 500 metri da ATLAS, andrà a caccia di particelle leggere e
Un altro risultato interessante proviene da ATLAS, dove Ismet debolmente interagenti, tra cui i neutrini, e nuovi fenomeni che
Siral, dell’Università dell’Oregon a Eugene, e i suoi colleghi hanno potrebbero spiegare la materia oscura. Per inciso, queste particel-
cercato ipotetiche particelle cariche, pesanti e a lunga vita media. le non possono essere individuate da ATLAS, perché volerebbe-
In trilioni di collisioni provenienti da tre anni di dati, hanno tro- ro via dalle collisioni su una traiettoria che è nella stessa direzione
vato sette candidati a circa 1,4 TeV, circa otto volte l’energia del- della linea di fascio di LHC e che elude i rivelatori. Nel frattempo,
la particella più pesante conosciuta. Questi risultati sono a 3,3 sig- i rivelatori di ATLAS e CMS sono stati migliorati, ma non riceve-
ma, e l’identità delle particelle candidate rimane un mistero. «Non ranno aggiornamenti hardware importanti fino al prossimo fermo
sappiamo se sia vero, abbiamo bisogno di più dati. È qui che entra prolungato dell’attività, nel 2026. A quel punto LHC sarà rinno-
in gioco il run 3», dice Siral. vato per creare fasci più focalizzati, «ad alta luminosità», che en- Illustrazione di Danilo Sossi; fonte: LHC: Third Time Lucky? di E. Gibney,

Un altro esperimento di LHC, ALICE, esplorerà la sua sorpren- treranno in funzione nel 2029 (si veda il box in questa pagina). Nei
dente scoperta, e cioè che le condizioni estreme che si creano nelle run successivi ciò permetterà agli scienziati di accumulare un nu-
collisioni tra ioni piombo (che LHC fa collidere quando non lavora mero di dati sulle collisioni dieci volte superiore a quello dei run
con i protoni) potrebbero emergere da qualche altra parte. ALICE è da 1 a 3 messi insieme. Per ora, CMS e ATLAS hanno a disposizione
stato progettato per studiare il plasma di quark e gluoni, una zuppa una tecnologia prototipo per prepararsi.
calda e densa di particelle fondamentali prodotta da collisioni di io- Oltre a ottenere un maggior numero di eventi, fisici come Si-
in «Nature», Vol 605, 26 maggio 2022

ni pesanti che si pensa sia esistita subito dopo il big bang. Le analisi ral vogliono cambiare il modo in cui gli esperimenti di LHC van-
dei primi due run hanno scoperto che nelle collisioni protone-pro- no a caccia di particelle. Finora, gran parte della ricerca di LHC
tone e protone-ione piombo le particelle mostrano tratti di questo ha riguardato la verifica di previsioni specifiche (come la ricerca
stato della materia, come percorsi che sono correlati, anziché ca- dell’Higgs dove i fisici si aspettavano di osservarlo) o la ricerca di
suali. «È un fenomeno assai interessante e inaspettato», conferma particolari ipotesi di nuova fisica.
Barbara Erazmus, vice portavoce di ALICE al CERN. Gli scienziati pensavano che sarebbe stata una strategia frut-
Come LHCb, anche ALICE è stato sottoposto a un importante tuosa, perché avevano buone indicazioni su dove cercare. Subito
aggiornamento, che include un’elettronica rinnovata per dotare dopo l’avvio di LHC, molti di essi si aspettavano di scoprire nuove

48 Le Scienze 649 settembre 2022


CONTRO IL MODELLO STANDARD
particelle pesanti, come quelle previste da un gruppo di teorie no-
te come supersimmetria. Il fatto che non le abbiano rilevate esclu-
Indizi de tutte le versioni della supersimmetria, tranne quelle più con-
torte. Attualmente, solo poche estensioni teoriche del modello
di nuova fisica? standard sembrano essere più probabili di altre.
Gli scienziati stanno passando a strategie di ricerca meno vinco-
Alcune recenti anomalie sono in disaccordo con il modello standard late da aspettative. ATLAS e CMS cercheranno, per esempio, par-
della fisica dele particelle, ma non sono ancora abbastanza solide da ticelle di lunga vita media che potrebbero persistere per due colli-
poter essere considerate scoperte. sioni. Spesso le nuove strategie di ricerca comportano la scrittura
di software di analisi che rifiutano le solite ipotesi, dice Siral.
Probabilmente anche l’apprendimento automatico sarà d’aiu-
to. Molti esperimenti di LHC usano già questa tecnica per distin-
guere dal rumore di fondo particolari collisioni ricercate. Si trat-
ta di un apprendimento «supervisionato»: all’algoritmo è dato uno
schema da cercare. Ma gli scienziati usano sempre più spesso al-
goritmi di apprendimento automatico «non supervisionati», che
sono in grado di fare una scansione ampia alla ricerca di anoma-
lie, senza aspettative.
Per esempio, una rete neurale può confrontare eventi con una
simulazione appresa del modello standard. Se la simulazione non
riesce a ricreare l’evento, si tratta di un’anomalia. Anche se questo
tipo di approccio non è ancora usato in modo sistematico, «pen-
so che questa sia la direzione in cui si andrà», dice Sascha Caron,
della Radboud University di Nimega, nei Paesi Bassi, che lavora
all’applicazione di queste tecniche ai dati di ATLAS.
Nel rendere meno parziali le ricerche, i trigger che decidono
quali eventi siano interessanti da considerare hanno un ruolo cru-
ciale, quindi è utile che le nuove GPU siano in grado di esaminare
gli eventi candidati con criteri più ampi. CMS userà anche un ap-
proccio chiamato scouting: l’analisi di ricostruzioni grezze di tutti
i circa 100.000 eventi inizialmente selezionati ma non salvati nei
minimi dettagli. «È l’equivalente di dieci anni in più di funziona-
mento del rivelatore, ma in un anno», dice Andrea Massironi, fisi-
co dell’esperimento CMS.
Copia di 91992966cbf5c8f83f927ad18d6a0549
Anche gli stessi trigger potrebbero presto affidarsi all’ap-
prendimento automatico per fare le loro scelte. Come prova di
fattibilità, Katya Govorkova, fisica delle particelle al CERN, e i suoi
colleghi hanno messo a punto un algoritmo ad alta velocità che
usa l’apprendimento automatico per selezionare quali dei 40 mi-
lioni di eventi al secondo del collisore salvare, in base alla loro cor-
rispondenza con il modello standard. Nel terzo run, i ricercatori
intendono addestrare e testare l’algoritmo sulle collisioni di CMS,
insieme al trigger convenzionale dell’esperimento. Una sfida am-
biziosa sarà comprendere in che modo analizzare gli eventi che
l’algoritmo etichetta come anomali, perché non è ancora in gra-
Illustrazioni di Danilo Sossi; fonte: LHC: Third Time Lucky? di E. Gibney,

do di indicare esattamente il motivo per cui un evento è anomalo,


spiega Govorkova.
Secondo Amhis, i fisici devono mantenere una mentalità aper-
ta su dove potrebbero trovare la trama che li condurrà a una teo-
ria oltre il modello standard. Sebbene l’attuale serie di anoma-
lie sia entusiasmante, precedenti stranezze osservate da diversi
esperimenti si sono poi rivelate fluttuazioni statistiche che sono
in «Nature», Vol 605, 26 maggio 2022

svanite quando sono stati raccolti più dati. «È importante conti-


nuare a spingere su tutto il programma di fisica», afferma Amhis.
Si tratta di non puntare tutto su un unico ambito, conclude la
scienziata. Q

La versione originale di questo articolo è stata pubblicata


su «Nature», Vol. 605, 26 maggio 2022.
Riproduzione autorizzata, tutti i diritti riservati.

www.lescienze.it Le Scienze 49
CITTADINANZA

Come le aziende petrolifere e del gas


statunitensi manipolano i programmi
scolastici e i libri di testo,
dalle scuole elementari alle superiori

di Katie Worth

Copia di 91992966cbf5c8f83f927ad18d6a0549

50 Le Scienze 649 settembre 2022


Clima:
l’istruzione
negata

Copia di 91992966cbf5c8f83f927ad18d6a0549

www.lescienze.it Le Scienze 51
Katie Worth è un’autrice freelance di Boston. Ha scritto
il libro Miseducation: How Climate Change is Taught in
America (Columbia Global Reports, 2021).

n una scialba sala per audizioni di Austin, i membri della Commissione per l’i-

I struzione dello Stato del Texas, seduti a piccole scrivanie disposte in un ampio
cerchio per osservare il distanziamento sociale, discutevano se gli studenti del
corso di scienze di terza media dovessero dimostrare di saper «descrivere gli
sforzi rivolti alla mitigazione del cambiamento climatico».
Una di essi, un’insegnante di scienze nella scuola pubblica di
grande esperienza, appoggiava la proposta di inserire il nuovo re-
quisito fra gli standard di riferimento. Un altro, venuto dall’ufficio
legale della Shell Oil, sosteneva che bisognava bocciarla.
Ha vinto l’avvocato. Alla fine, il voto della commissione ha im-
dard nel redigere il materiale che poi venderà alle scuole di tut-
to il paese; e la Commissione per l’istruzione del Texas, con i suoi
15 membri elettivi, guarda da tempo ai libri di testo in un’ottica po-
litica conservatrice. Come mi ha detto una volta un ex redattore
di testi scientifici per la scuola: «Non ho mai sentito nessuno di-
posto che gli studenti di terza media imparino invece a «descrive- re esplicitamente: “Non possiamo parlare di ambientalismo per-
re il ciclo del carbonio». ché c’è il Texas”. Ma più o meno era chiaro a tutti. In qualche mo-
Negli ultimi due anni le riunioni dei consigli scolastici hanno do, tutti sanno che le cose stanno così». E così, ciò che succede in
visto le discussioni degenerare in furiosi litigi un po’ in tutto il pae- una sala per audizioni del Texas incide su ciò che viene insegnato
se: sulle mascherine, sulle liste dei libri da leggere e sulla pretesa a milioni di bambini in tutto il paese.
di impedire che nella scuola si parli di razzismo strutturale. In Te- La maggioranza degli statunitensi è favorevole all’insegna-
xas è stato affrontato un tema politico meno rumoroso nel corso di mento della crisi climatica ai giovani. Un sondaggio nazionale del
un processo poco frequentato, attraverso il quale sono stati defini- 2019, condotto da NPR/Ipsos, ha trovato che quasi quattro quin-
ti gli standard di riferimento per le scuole nel campo delle scienze, ti degli intervistati – inclusi due terzi dei repubblicani – pensava-
cioè le linee guida su ciò che gli allievi devono imparare, anno per no che gli alunni dovessero essere informati a scuola sul cambia-
anno, su ciascun argomento. Per la prima volta, la commissione di
Copia di 91992966cbf5c8f83f927ad18d6a0549
mento climatico. In un’indagine condotta dalla Texas Education
quello Stato ha discusso se gli allievi debbano imparare qualcosa Agency fra gli insegnanti di scienze di tutto lo Stato, su che cosa
sul cambiamento climatico di origine umana, dando luogo a un te- andasse aggiunto agli standard, un insegnante su quattro ha chie-
so scontro tra i rappresentanti dei settori industriali interessati ad sto di inserire il cambiamento climatico o argomenti correlati, co-
alimentare un atteggiamento positivo verso i combustibili fossili e me le energie alternative. Nessuno ha chiesto di parlare di più dei
i sostenitori di un’istruzione corretta, che pensano che gli studen- combustibili fossili.
ti debbano apprendere ciò che dice la scienza sulla crisi climatica Però, come ho visto seguendo dal vivo o in registrazione 40 ore
che si sta svolgendo intorno a loro. di udienze della commissione, esaminando decine di documenti
L’adozione degli standard è una procedura burocratica, ma il pubblici e intervistando 15 dei partecipanti, a ogni tappa del pro-
risultato incide fortemente sui contenuti dell’istruzione scolasti- cesso di adozione degli standard per i corsi di scienze del Texas
ca. Gli editori li consultano quando realizzano i libri di testo. I fun- hanno partecipato esponenti dell’industria dei combustibili fos-
zionari ministeriali degli Stati li usano come base per le prove d’e- sili, che ha lavorato per influenzare a proprio favore ciò che vie-
same standardizzate. I distretti scolastici vi fanno riferimento per ne insegnato. Il Dipartimento dell’istruzione del Texas ha convo-
stilare i programmi, e gli insegnanti per preparare le lezioni. Ogni cato gruppi di volontari per rielaborare gli standard in vigore, e
Stato adotta i propri standard, ma da tempo l’influenza di quelli membri dell’industria si sono offerti di far parte di questi gruppi
Illustrazione di Taylor Callery (pagine precedenti)

del Texas va molto al di là dei suoi confini. e hanno condizionato la stesura degli standard su energia e di cli-
Nel 2020 due importanti associazioni attive nel campo dell’i- ma. Rappresentanti dell’industria si presentavano regolarmente a
struzione – il National Center for Science Education e il Texas dire la loro ogni volta che le proposte di revisione degli standard
Freedom Network – hanno incaricato alcuni esperti di valutare erano dibattute in pubblico. Quando la commissione ha discusso
gli standard per le materie scientifiche di ciascuno dei 50 Stati e l’approvazione finale degli standard rielaborati, l’industria si è ri-
del Distretto federale degli Stati Uniti (Washington, DC), in base volta ai commissari per proporre propri emendamenti, assicuran-
al modo in cui viene trattata la crisi climatica. Trenta Stati, e il Di- dosi che quanto accadeva sul palcoscenico apparentemente locale
stretto, hanno ottenuto buoni voti (A o B, in una scala in cui A è il di Austin avesse conseguenze su scala ben più vasta.
migliore ed F il peggiore). Fra i sei Stati che hanno preso F c’è il Te- Da almeno un decennio l’industria dei combustibili fossili si
xas. Che però è uno dei massimi acquirenti di libri di testo del pae- sforza di rendere più verde la sua immagine. Ma i lavori della com-
se; dunque l’editoria scolastica fa molta attenzione ai suoi stan- missione texana mostrano che non sempre le sue azioni rifletto-

52 Le Scienze 649 settembre 2022


no questa immagine. Lontano dai riflettori, l’industria continua presenza e virtualmente (su Zoom) per la pandemia di COVID. Più
a sminuire la portata dalla crisi che ha generato, ostacolando gli di 30 insegnanti, genitori, e attivisti nel campo dell’istruzione si
sforzi di offrire chiare informazioni scientifiche a una nuova gene- sono presentati a testimoniare che la crisi climatica ha aspetti bio-
razione il cui mondo sarà definito proprio da questa crisi. logici, chimici e fisici che la rendono rilevante per tutti i corsi di ba-
se. Dopo tre ore e mezzo di riunione, però, sullo schermo di Zoom

L’
ultima volta che la commissione ha rivisto gli standard è comparsa una persona che aveva un messaggio diverso: Robert
TEKS (Texas Essential Knowledge and Skills) per le Unger, un ingegnere dalla chioma argentea di Dallas, che da oltre
scienze, nel 2009, il suo presidente era Don McLeroy, 45 anni lavorava nell’industria del petrolio e del gas. Rappresenta-
un dentista del Texas centro-orientale, che espresse con chiarez- va il Texas Energy Council e aveva qualcosa da suggerire.
za le sue vedute sull’educazione scientifica dicendo in una riunio- Il Texas Energy Council raggruppa circa 35 organizzazioni im-
ne: «Qualcuno deve pur ribattere agli esperti!». Gran parte dei la- prenditoriali, prevalentemente del settore petrolifero e del gas,
vori fu assorbita dagli scontri sull’evoluzione, ma la commissione per un totale complessivo di oltre 5000 aderenti. Qualche mese
inserì anche il requisito che gli studenti delle superiori, nel corso prima aveva iniziato a reclutare volontari che partecipassero al
di scienze ambientali, discutessero di una cosa su cui gli scienzia- processo di adozione dei nuovi standard. «Le scienze della Ter-
ti avevano smesso di discutere già da un pezzo: se fosse in corso o ra, e in particolare l’industria del petrolio e del gas, sono state si-
meno un riscaldamento globale. McLeroy disse a un giornalista di gnificativamente maltrattate, nel corso del tempo, nei program-
esserne contento, perché «i conservatori come me pensano che le mi scolastici dalle elementari alle superiori», diceva una pagina
prove siano solo un sacco di balle». del sito web del Council. Nella speranza di invertire la tendenza,
Alla fine del 2019, quando è arrivato il momento di avviare una il Council ha arruolato 17 persone – geologi, ingegneri petroliferi,
nuova revisione, McLeroy non c’era più. La commissione ha mes- professori, avvocati e altri professionisti attivi nel settore dei com-
so in chiaro con gli 85 volontari, incaricati dalla Texas Education bustibili fossili – che, stando al sito, «condividevano la sua visio-
Agency di redigere le bozze dei nuovi standard, che sperava che ne di assicurare che petrolio e gas siano presentati con equilibrio
non ci sarebbe stato un nuovo scontro sull’evoluzione. Ma si è come un contributo essenziale al mix energetico del Texas, de-
capito ben presto che lo scontro, stavolta, avrebbe riguardato le gli Stati Uniti e del mondo». Unger aveva contribuito a organizza-
scienze del clima. re i volontari. (Diversi esponenti dell’organizzazione, incluso Un-
Per avviare i lavori, la commissione ha suddiviso il da farsi in ger, hanno rifiutato di farsi intervistare per questo articolo. In uno
tre parti, da considerare una alla volta: per primi gli standard per i scambio di e-mail Michael Cooper, presidente del Council, ha cri-
corsi di scienze obbligatori delle superiori, poi quelli per i corsi fa- ticato alcune delle affermazioni qui presenti ma ha detto che non
poteva dare una risposta completa senza prima
esaminare una bozza dell’intero articolo.)
«Non ho mai sentito nessuno dire: “Non Unger ha chiesto alla commissione di eli-
minare dal materiale introduttivo di tutti i cor-
possiamo parlare di ambientalismo perché c’è si di base delle superiori una riga che parlava di
giustizia sociale ed etica, termini che «nel ma-
il Texas”. Ma tutti sanno che è così»
Copia di 91992966cbf5c8f83f927ad18d6a0549
teriale dei corsi sono fuori luogo». Invece, ha
aggiunto, bisognava inserire negli standard il
concetto di analisi costi-benefici.
coltativi (sempre per le superiori), e infine gli standard per lo stu- La maggior parte dei commissari aveva espresso poco interes-
dio delle scienze nelle scuole elementari e medie (dette, negli Stati se per le tante testimonianze a favore dell’educazione climatica,
Uniti, K-8). La redazione di ognuna delle bozze era affidata a un ap- ma l’intervento di Unger ha destato la loro attenzione. La repub-
posito gruppo di volontari. Consulenti professionali, per la mag- blicana Barbara Cargill, un’ex insegnante di biologia della zona
gior parte nominati da vari membri della commissione, dovevano settentrionale di Houston agli ultimi mesi del suo incarico di com-
poi formulare le proprie osservazioni sui cambiamenti proposti. missaria gli ha domandato come si potesse inserire l’analisi costi-
Nell’estate del 2020 uno dei gruppi ha affrontato la prima par- benefici negli standard TEKS di scienze. E lui ha fatto un esempio:
te, gli argomenti da trattare nei corsi di base delle superiori: bio- il principale beneficio dei combustibili fossili è l’energia che pro-
logia, chimica e fisica, più un corso integrato di chimica e fisica. ducono, e i costi sono «questioni ambientali che il nostro settore
Questi standard erano importanti per due ragioni. I corsi sono sta già regolamentando».
seguiti da un altissimo numero di studenti: quasi mezzo milio- Ma petrolio e gas non sono gli unici combustibili che hanno un
ne all’anno solo per quello di biologia. E l’andamento di queste costo, ha detto Unger. Prendiamo il solare: «Sembra che i benefi-
discussioni avrebbe segnato il tono di quelle successive, sia per ci siano meravigliosi, ma i costi, in realtà, stanno nell’estrazione
i corsi facoltativi delle superiori sia per le elementari e medie. di minerali rari per le batterie», ha detto. «Il vento, ugualmente,
Quando, nel giugno 2020, la Texas Education Agency ha pubbli- ha costi e benefici». Un insegnante di scienze può fare questi con-
cato sul suo sito web i risultati del lavoro del gruppo incaricato fronti con gli studenti, ha aggiunto, «senza entrare nelle ambigui-
della stesura, i sostenitori dell’educazione climatica hanno visto tà dell’ingiustizia sociale e dell’etica sociale». Cargill ha promesso
con costernazione che la bozza dei requisiti standard non conte- di prendere in considerazione la proposta di Unger.
neva il minimo riferimento al cambiamento climatico dei nostri Ogni fonte energetica ha i suoi costi. Ma molti dicono che in-
tempi. Ma c’era ancora una possibilità di rimediare all’omissione. sistere sull’«analisi costi-benefici» è un modo per promuovere
La commissione statale doveva ancora sottoporre la bozza a pub- l’«inattivismo», per riprendere il termine coniato dal climatologo
bliche testimonianze, audizioni ed emendamenti. Michael Mann: una tattica che, senza negare il cambiamento cli-
La prima ampia audizione si è tenuta nel settembre 2020, in matico provocato dall’uomo, lo minimizza, svia l’attribuzione del-

www.lescienze.it Le Scienze 53
PROGRAMMI SCOLASTICI

L’educazione ambientale in Italia


Nel nostro paese non si registrano influenze indebite sull’editoria scolastica,
ma ci sono comunque aspetti che potrebbero essere migliorati
di Anna Rita Longo

L’importanza e l’urgenza della crisi climatica e la necessità di una transi-


zione ecologica aspettano una risposta anche dalle scuole, nelle quali si
formano i cittadini che erediteranno le sfide di un’agenda certo non facile
da portare avanti. Ma qual è la situazione della didattica sulle questioni cli-
matiche, ecologiche, energetiche nel nostro paese? Per approfondire ab-
biamo chiesto il parere di alcuni esperti che, per ragioni diverse e da pun-
ti di vista complementari, hanno avuto modo di riflettere sulla questione.
Martha Fabbri, oggi manager del Centro studi Altroconsumo, ha una lun-
ga esperienza nell’editoria scolastica, perché ha ricoperto il ruolo di re-
sponsabile dell’area scientifica del settore scolastico di un grande gruppo
editoriale. A suo parere va innanzitutto sottolineato come i problemi delle
indebite influenze sugli editori scolastici registrati negli Stati Uniti non sem-
brino riguardare il nostro paese. «Negli anni in cui ho lavorato nel settore,
occupandomi direttamente di libri di materie scientifiche e matematiche
– afferma Fabbri – non ho mai ricevuto pressione alcuna nella progetta-
zione dei nostri testi da parte di centri di potere di alcun tipo. La pressio-
ne, anche molto intensa, riguardava solo la qualità, nel caso in cui non fos-
se impeccabile».
Ma come si arriva al libro di testo che i nostri studenti e le nostre studen-
tesse adoperano in classe? «A occuparsi della progettazione dei libri di te-
sto, inclusi gli adattamenti dei testi stranieri, sono le redazioni scientifiche
delle case editrici scolastiche italiane, composte da professionisti che uni-
scono la competenza tecnica editoriale a quella disciplinare», aggiunge
Fabbri. «Il progetto editoriale è frutto di un ampio gruppo di lavoro che in-
Copia di 91992966cbf5c8f83f927ad18d6a0549

clude anche docenti, ed è un’ipotesi che viene validata grazie al riscon-


tro della scuola: le ipotesi che funzionano diventano standard; le altre so-
no abbandonate o rielaborate in un continuo processo di generazione di
alternative».

L’evoluzione delle riforme


Ma bisogna sempre considerare un fattore importante, dato che l’edito-
ria scolastica, così come l’editoria in generale, è sottoposta alle leggi del
mercato. Sottolinea Martha Fabbri: «Questo costoso processo è ulterior-
mente stimolato da un mercato mutevole. Non è solo la sensibilità didat-
tica a cambiare nel tempo; ci sono anche frequentissime evoluzioni della sione importante, che mette in evidenza come la crisi climatica riguardi
normativa, tanto che si può dire che i libri di scuola in Italia seguono il rit- appieno il nostro sistema sociale, economico, finanziario, sanitario e giu-
mo delle riforme dei quadri orari, o della metodologia di valutazione, o l’av- ridico, e sia dunque un tema trasversale nel piano didattico scolastico».
vicendarsi delle tematiche trasversali che si vogliono contemplate nella di- Da questa idea sono partite alcune interessanti iniziative. «Possiamo ricor-
dattica, e tra queste rientrano senz’altro le tematiche ambientali». dare – aggiunge Giacomin – RiGenerazione Scuola, il piano del Ministero
Secondo Serena Giacomin, fisica climatologa e presidente dell’Italian Cli- dell’Istruzione attuativo degli obiettivi dell’Agenda 2030 dell’ONU, pensa-
mate Network, una svolta importante è avvenuta negli ultimi anni. «Il pro- to per accompagnare le scuole nei temi della transizione ecologica attra-
cesso di aggiornamento – ci ha detto – ha visto un’accelerazione da quan- verso percorsi di educazione allo sviluppo sostenibile. Le scuole inseriran-
do l’ex ministro dell’istruzione Lorenzo Fioramonti aveva richiesto, nel no, a partire dal mese di settembre 2022, le attività relative ai temi della
novembre del 2019, l’obbligatorietà dello studio dei cambiamenti climati- transizione ecologica e culturale, collegandole agli obiettivi di RiGenera-
FatCamera/iStock

ci e dello sviluppo sostenibile a scuola. Oltre all’individuazione di 33 ore di zione. L’editoria scolastica, dunque, si è dovuta adeguare velocemente al-
educazione civica distribuite nell’intero anno scolastico da dedicare ai pro- le nuove direttive, incoraggiata da una sempre maggiore attenzione del
blemi ambientali, Fioramonti aveva suggerito di affrontare tutte le materie corpo docenti a quella che mi piace definire “educazione climatica”: un
in una nuova prospettiva, sempre legata allo sviluppo sostenibile. Una vi- programma che parte dalle scienze del clima, dai concetti di risorsa am-

54 Le Scienze 649 settembre 2022


Il libro di testo è solo uno ni che sono state smentite anche categoricamente nel corso del tempo.
degli strumenti a disposizione dei Racconta Marco Ferrari, giornalista scientifico, saggista e autore di un te-
docenti, ed è la qualità complessiva sto di scienze destinato alla scuola secondaria di primo grado: «In un re-
dell’insegnamento a determinarne cente libro di testo per le scuole superiori, per esempio, ho trovato una
l’efficacia didattica, anche con parte che riportava posizioni scettiche sull’origine antropica del surriscal-
approcci che superino la tradizionale damento globale, conferendo loro una certa dignità». Si tratta di passi fal-
impostazione basata sulle nozioni e si forse compiuti con leggerezza, ma certamente molto pericolosi. Anche
sulla distinzione tra le discipline. lo spazio concesso alla crisi climatica, secondo l’esperto, non va trascura-
to, per il messaggio indiretto che trasmette. «La trattazione dell’argomen-
to – continua Ferrari – è presente in tutti i libri che ho esaminato, ma toc-
ca al massimo quattro pagine per l’argomento specifico. Che sono meglio
di niente, però per un problema di queste dimensioni avrei preferito qual-
che pagina in più».
Non sempre, inoltre, si riesce a restituire quel senso di interdipendenza
tra i diversi fattori influenzati dalla crisi climatica, che può avere un grande
impatto sullo stimolo all’impegno. «Ho potuto riscontrare – aggiunge Fer-
rari – che quasi sempre il riscaldamento globale è trattato come modifica
dell’atmosfera, con ovvie conseguenze sul clima, ma con pochi collega-
menti al resto del sistema Terra, a parte la fusione dei ghiacciai. Quando si
parla di ecologia, non ho trovato cenno alle conseguenze del riscaldamen-
to globale su alcuni biomi. E, per esempio, non si parla degli effetti sulla
biodiversità, altro tema che meriterebbe molto più spazio di quanto non ci
sia nei libri. A volte, paradossalmente, il concetto stesso non è presente se
non di sfuggita. Così come non ho trovato rimandi alle conseguenze del ri-
scaldamento sulla situazione sanitaria umana. Insomma, secondo me il
fenomeno globale non è trattato come meriterebbe, cioè come un mega-
oggetto che influenza e influenzerà tutto il pianeta».

Ripensare la didattica nel suo complesso


Accanto allo strumento libro, bisogna però ricordare l’importanza del pro-
getto didattico nel suo complesso. Sottolinea Martha Fabbri: «Il libro di
testo è solo uno degli strumenti a disposizione del corpo docente, men-
Copia di 91992966cbf5c8f83f927ad18d6a0549
tre è la qualità dell’insegnamento a determinare l’efficacia didattica, in-
sieme al modo in cui è concepita la scuola nel nostro paese. Se vogliamo
sviluppare fin dall’ambito formativo gli strumenti necessari per affronta-
re, tra le altre, anche la crisi climatica e la transizione ecologica, servo-
no un poderoso rinforzo delle basi scientifiche e tecnologiche e il supera-
mento dell’impostazione tradizionale per nozioni e discipline». Partendo,
per esempio, da una maggiore concretezza. Continua Fabbri: «Non man-
cano gli approcci didattici utili, come l’apprendimento basato sui proble-
mi. Questo e altri metodi per competenze sono già ben codificati, anche
se spesso nella nostra didattica sono subiti con diffidenza o ridotti a como-
de formulette. L’alternativa è fermarsi a un’educazione un po’ buonista alle
bientale e di sviluppo sostenibile, passa attraverso la comprensione dei buone pratiche ambientali, lasciando la scuola a fare da spettatrice rispet-
meccanismi che regolano i negoziati internazionali, analizza il ruolo della to all’evoluzione del nostro modello di convivenza e sviluppo».
cittadinanza attiva e l’importanza di mettere in atto azioni di adattamento e «Le modalità di insegnamento sono fondamentali – conferma Serena Gia-
di mitigazione, comprende l’importante legame tra clima e diritti umani, e comin – perché siamo consci del fatto che la crisi climatica non è facile
arriva al tema della buona comunicazione». da comunicare promuovendo un reale cambiamento e dunque fornen-
do nuovi strumenti culturali per avviare una reazione consapevole. Anche
Le contraddizioni per questo nei libri di testo cominciano a trovarsi proposte di buone prati-
Il problema nasce dal fatto che non sempre inseguire il succedersi del- che, di azioni individuali e collettive, compiti di realtà e attività interattive.
le riforme consente di ripensare adeguatamente un intero corso di studi: In ultimo, ma non meno importante, ritengo doveroso fornire a studenti e
nei tempi spesso stretti tra un anno scolastico e l’altro, gli adattamenti ri- studentesse gli strumenti per interpretare le notizie che i media forniscono
guardano la forma (testo cartaceo, digitale o misto, modalità di verifica, ti- con maggior frequenza sulla crisi climatica, non sempre in modo corret-
pologie di compiti e via dicendo) e i contenuti sono talvolta ripresi e rias- to o con un tono adeguato, perché i giovani devono avere modo di affron-
semblati da edizioni precedenti. Questo spiega, in parte, la presenza di tarle con cognizione di causa e senza sentirsi paralizzati dal senso del-
affermazioni contraddittorie tra una sezione e l’altra, che riflettono posizio- la minaccia».

www.lescienze.it Le Scienze 55
le responsabilità e cerca di ritardare l’azione di contrasto. Certo, Nel gennaio 2021 la commissione ha tenuto le prime udienze
dice questo modo di pensare, i combustibili fossili provocano dan- per i corsi facoltativi delle superiori: scienze ambientali, scien-
ni. Ma quale fonte di energia non lo fa? La critica di Mann e altri è ze delle acque, scienze della Terra e astronomia. Gli studenti che
che sono equivalenze false: i costi ambientali e sanitari dei mine- scelgono queste materie sono assai meno numerosi di quelli che
rali contenenti le terre rare, necessari per certe fonti rinnovabili, seguono i corsi di biologia, chimica o fisica, ma gli standard per i
sono bassi rispetto a quelli dei combustibili fossili. corsi di scienze della Terra e di scienze ambientali erano gli unici
Il giorno dopo, quando la commissione si è riunita per discute- che già menzionavano il cambiamento climatico.
re gli emendamenti, Cargill ha fatto la sua parte. Ha proposto di eli- Nei mesi precedenti le audizioni, i 23 membri dei gruppi inca-
minare dagli standard la giustizia sociale e di aggiungere l’analisi ricati di redigere le bozze dei nuovi standard per i corsi facoltativi
costi-benefici. Un’altra repubblicana, Pat Hardy, insegnante di sto- si erano riuniti più o meno ogni due settimane. Per i corsi di scien-
ria in pensione e specialista dei programmi scolastici, ha sostenuto ze dalla Terra, gli standard esistenti prevedevano che gli studen-
entusiasticamente l’aggiunta. «La gente parla delle auto elettriche ti dovessero «analizzare la relazione empirica tra le emissioni di
come se stessero salvando il mondo», ha detto Hardy. «E la risposta anidride carbonica, i livelli atmosferici di anidride carbonica e le
è no, non è vero». La commissione ha votato a favore dell’emenda- tendenze della temperatura media globale negli ultimi 150 anni»,
mento. Era la prima grossa vittoria del Texas Energy Council. cioè nel periodo iniziato con l’industrializzazione, quando i livel-
Una vittoria dei sostenitori dell’educazione climatica c’è stata li di anidride carbonica nell’atmosfera hanno preso a impennar-
l’ultimo giorno delle audizioni. Marisa Pérez-Díaz, una commissa- si. Questa formulazione non andava bene a William J. Moulton,
ria democratica proveniente da San Antonio (la più giovane ispa- geofisico con una lunga carriera nell’industria petrolifera. Con
no-americana mai eletta a far parte di una commissione statale l’appoggio del Texas Energy Council, lui e vari altri rappresentanti
sull’istruzione), aveva prestato ascolto
ai loro appelli, e ha proposto di aggiun-
gere le parole «e il cambiamento clima- Senza negare il cambiamento climatico, la tattica
tico globale» alla fine di uno degli stan-
dard di riferimento, in cui si stabiliva dell’«inattivismo» lo minimizza e confonde
che gli studenti dovevano esaminare
vari tipi di impatto umano sull’ambien-
le responsabilità per frenare le azioni di contrasto
te. La commissione, cosa degna di no-
ta, ha approvato la mozione. Non è sta-
ta una grossa vittoria: queste parole valgono per un solo standard, dell’industria avevano chiesto e ottenuto di far parte di un gruppo
quello per il corso integrato di fisica e chimica, frequentato da ap- di lavoro, e Moulton era stato inserito in quello che si occupava di
pena un quinto degli studenti rispetto a quello di biologia. Ma per scienze della terra e di astronomia.
i sostenitori dell’educazione climatica è stato motivo di speranza; Moulton era d’accordo sulla necessità di menzionare in qual-
e certamente un passo avanti rispetto a «un sacco di balle». che modo il cambiamento climatico, visto che gli studenti ne
avrebbero sentito parlare comunque. Ma secondo lui non dove-
ei mesi seguenti, in cui la commissione si è occupata del- vano essere indotti a pensare che il verdetto della scienza sia or-

N
Copia di 91992966cbf5c8f83f927ad18d6a0549

le due parti successive – gli standard per i corsi facolta- mai definitivo. Ha sostenuto che bisognava eliminare la preci-
tivi delle superiori e quelli per le elementari e medie – i sazione «negli ultimi 150 anni». Il gruppo ha accettato questa, e
volontari del Texas Energy Council si sono presentati sempre, riu- diverse altre, modifiche proposte da Moulton. Quando poi gli
nione dopo riunione. A volte chiedevano modifiche che i sosteni- standard, già così indeboliti, sono arrivati alla commissione in
tori dell’educazione climatica hanno trovato ragionevoli, come la gennaio, sono comparsi via Zoom altri quattro volontari del Texas
richiesta di far studiare le leggi della geologia e quella di incorag- Energy Council, tutti con emendamenti da proporre. Uno ha det-
giare l’uso di risorse come musei e mentori. Ma hanno sempre te- to che bisognava concentrarsi sui pericoli dei minerali contenen-
nuto al centro la richiesta di aggiungere agli standard l’analisi co- ti terre rare. Un’altra che era importante che i ragazzi imparassero
sti-benefici; e non solo. Hanno insistito perché venissero eliminati che la nascita dell’industria dei combustibili fossili ha messo fi-
i termini «rinnovabili» e «non rinnovabili» per descrivere le diver- ne alla caccia alle balene, il cui grasso veniva trasformato in olio
se fonti energetiche: preferivano che fossero chiamate tutte «ri- combustibile. «Petrolio e gas hanno letteralmente salvato le bale-
sorse naturali». Hanno sollevato spesso la questione della penu- ne», ha detto.
ria energetica: il mancato accesso all’elettricità a costi contenuti. Nella commissione, inoltre, c’era un nuovo paladino dell’in-
«La penuria energetica è uno dei pericoli più gravi e più sottovalu- dustria petrolifera: Will Hickman, eletto nel novembre 2020 in
tati che stanno dinanzi all’umanità», ha dichiarato in una riunione un distretto nei pressi di Houston. Le sue esperienze nel campo
Jason Isaac, direttore di un’iniziativa sull’energia di un think tank dell’istruzione comprendevano la partecipazione a un gruppo di
conservatore. E ha proposto un’unica soluzione: «Proprio qui, nel genitori della scuola dei suoi figli, e attività di allenatore sportivo
Texas, abbiamo sotto i piedi la chiave per mettere fine alla penuria nella sua comunità e di insegnamento religioso domenicale. Dal
energetica globale». 2004 lavorava come dirigente nell’ufficio legale della Shell Oil.
I commissari favorevoli all’educazione climatica si attendevano Nell’audizione di gennaio, la prima di Hickman, la sua doman-
di perdere alcune di queste battaglie. Ma speravano che i volon- da d’apertura è stata dove, negli standard proposti, avrebbe potuto
tari del Texas Energy Council avrebbero deposto le armi quando trovare vantaggi e svantaggi delle varie forme di energia. Il giorno
si sarebbe trattato di inserire informazioni chiare sulle conoscen- dopo ha presentato un esempio che avrebbe potuto essere propo-
ze scientifiche sul cambiamento climatico. La successiva tappa dei sto nelle classi: «Tutti pensano che l’elettricità rinnovabile sia una
lavori ha mostrato che le cose stavano diversamente. grande idea, e la Germania l’ha adottata su larga scala», ha detto.

56 Le Scienze 649 settembre 2022


«Ma il rapporto costi-benefici… alla fine i loro prezzi dell’elettrici- Bell-Metereau e altri commissari hanno minacciato di ritarda-
tà sono due volte e mezzo più alti dei nostri». re l’intero processo di adozione se Hardy avesse insistito nel pro-
I gruppi di lavoro avevano già inserito un riferimento all’anali- muovere gli emendamenti, e quest’ultima alla fine li ha lascia-
si costi-benefici nella sezione «pratiche scientifiche e ingegneri- ti cadere. Ma Moulton e il Council avevano già ottenuto vittorie
stiche» di ognuno dei corsi facoltativi, e un’altra menzione negli importanti: nei nuovi standard per i corsi facoltativi c’erano va-
standard per le scienze ambientali. Ma nella successiva audizio- ri riferimenti all’analisi costi-benefici; varie menzioni dei termi-
ne della commissione, ad aprile, Hickman è tornato a battere sullo
Copia di 91992966cbf5c8f83f927ad18d6a0549
ni «energie rinnovabili» ed «energie non rinnovabili» erano state
stesso tasto. Un’altra commissaria, Rebecca Bell-Metereau di Au- eliminate; era stata cancellata l’unica descrizione degli effetti del
stin, docente di inglese e cinema alla Texas State University, anche bruciare i combustibili fossili; e la descrizione del cambiamento
lei appena eletta, ha controbattuto: «Già dire “costi-benefici” pone climatico era stata riformulata per renderla meno incisiva.
l’accento sul denaro invece che sulla società, sul benessere o sul-
la salute delle persone». E tuttavia la commissione ha approvato la sostenitori dell’educazione climatica non erano riusciti a in-
mozione di Hickman perché fosse aggiunta una nuova menzione
di costi e benefici, per le scienze acquatiche.
Moulton ha cominciato a presentarsi alle audizioni della com-
I serire una solida presentazione delle conoscenze scientifiche
sulla crisi climatica in nessuno dei corsi, obbligatori o facol-
tativi, delle scuole superiori, e avevano visto i volontari del Texas
missione con ulteriori proposte di modifica. Gli altri componen- Energy Council raggiungere i loro obiettivi uno dopo l’altro. Ma
ti del gruppo di lavoro avevano accettato alcuni dei suoi sug- avevano speranze per gli standard delle elementari e medie. Qua-
gerimenti, ma non tutti, e dunque voleva che la commissione si tutti gli allievi delle medie seguono gli stessi corsi di scienze, nei
valutasse la possibilità di aggiungerli come emendamenti. Nell’ul- quali si parla dei sistemi meteorologici e climatici: un tema in cui è
tima audizione, a giugno, la commissaria Hardy ha chiesto a Moul- naturale che trovi posto un’efficace discussione della crisi per una
ton se aveva sentito «delle ultime novità sul cambiamento climati- generazione di studenti che dovrà vivere con le sue conseguenze.
co», secondo cui, ha detto, la crisi climatica non si stava svolgendo In una giornata di fine agosto del 2021, con il termometro sopra
come gli scienziati avevano predetto. Moulton ha suggerito che i 35 gradi, la commissione ha tenuto un’udienza pubblica, in pre-
sul riscaldamento globale gli scienziati avevano manifestato un senza e virtuale, sugli standard per elementari e medie. Il gruppo
consenso esagerato, per ottenere più fondi per la ricerca. di lavoro aveva molto lavorato sulle bozze, aggiungendo un solo
Hardy ha preso a proporre emendamenti che ricalcavano paro- passaggio sul cambiamento climatico. Gli studenti di terza media,
la per parola i suggerimenti di Moulton, provocando l’indignazio- dichiarava, dovevano essere in grado di «usare le prove scientifi-
ne di Bell-Metereau: «Lei non crede che se qualcuno si occupa per che per descrivere come le attività umane possono influenzare il
Davide Zanin/iStock

lavoro di combustibili fossili magari può avere qualche pregiudi- clima: per esempio con l’emissione di gas serra». Uno dei gruppi
zio sulla questione?», ha chiesto a Hardy. Che ha risposto: «Forse incaricati della stesura, di cui faceva parte il responsabile di una
sono io che ho dei pregiudizi a favore dell’industria dei combusti- fondazione dedicata al gas naturale, aveva inoltre allegato una no-
bili fossili». ta secondo cui i commissari non erano riusciti a raggiungere un

www.lescienze.it Le Scienze 57
accordo sulla proposta di aggiungere un’altra frase: «Indagare e Aicha Davis, commissaria di Dallas che ha dedicato 11 anni
descrivere costi e benefici della riduzione delle emissioni di gas all’insegnamento delle scienze per poi conseguire un PhD in di-
serra rispetto alla riduzione della penuria energetica globale». rezione e politiche scolastiche, ha parlato chiaro. «Con tutto il
Nell’udienza, due dei professionisti specializzati incaricati di ri- rispetto per la mia collega, lei non ha mai insegnato scienze in
esaminare le bozze hanno esposto alla commissione opinioni radi- terza media», ha detto, con voce paziente. «Non possiamo assolu-
calmente diverse. Ron Wetherington, docente in pensione di an- tamente permettere che sia l’industria del petrolio e del gas a det-
tropologia presso la Southern Methodist University, nominato da tare che cosa imparano i nostri ragazzi quando si parla di scien-
Pérez-Diaz, ha sostenuto che la parte degli standard relativa al cli- ze. Non dovremmo decidere in base ai desideri del Texas Energy
ma doveva essere decisamente rafforzata. Council, ma in base a ciò che è meglio per i nostri studenti». Né
Ha proposto fra l’altro che, nella frase «descrivere come le atti- uno scienziato né un educatore avevano espresso preoccupazioni
vità umane possono influenzare il clima», le parole «possono in- sull’insegnare il cambiamento climatico in terza media, ha osser-
fluenzare» fossero sostituite con «influenzano». «Possono» impli- vato. «Quindi diciamo le cose come stanno. A questo punto, stia-
ca che qualcosa è una possibilità, mentre qui abbiamo abbondanti mo semplicemente votando in base alle pretese dell’industria del
prove che è una realtà già in atto. Ha inoltre chiesto alla commis- petrolio e del gas».
sione di aggiungere il requisito che gli studenti esplorino i modi in Hickman, il legale della Shell, ha acceso il suo microfono.
cui si cerca di mitigare la crisi. Dato che gli studenti dovranno im- «Qualche pensiero e qualche risposta», ha detto. «Uno, io penso
parare che c’è, ha sostenuto, sarà il caso che imparino anche cosa che il nostro fondo scolastico permanente sia finanziato, nel com-
si fa per risolverla. plesso, da gas e petrolio», riferendosi alla grossa parte dei finan-
Gloria Chatelain, un’insegnante di lunga esperienza e ammini- ziamenti per l’istruzione che proviene dai diritti di estrazione dei
stratrice delegata della sua società di consulenza, la Simple Scien- combustibili fossili dai terreni demaniali. «Tutti noi, probabilmen-
ce Solutions, che era stata nominata da
Hardy e Cargill, si è espressa in modo
del tutto opposto. Ha cominciato la sua «Diciamo le cose come stanno: a questo punto,
testimonianza lodando il lavoro «asso-
lutamente magnifico» già fatto dal Te- stiamo semplicemente votando in base alle pretese
xas Energy Council nel migliorare gli
standard. E poi ha detto che alle me-
dell’industria del petrolio e del gas»
die il cambiamento climatico di origine
umana doveva essere trattato – se pro-
prio lo si doveva trattare – in modo molto leggero. «Il nostro sco- te, torneremo a casa consumando gas e petrolio… e se tutto ciò è
po non è produrre ragazzini arrabbiati ma bambini che amano vero – i gas serra sono un male – che facciamo? Mettiamo al ban-
la scienza. Li sfidiamo a impegnarsi nel risolvere alcuni di questi do la benzina e smettiamo di usare le auto a benzina? Mettiamo al
entusiasmanti problemi ma senza farli diventare come Greta», ha bando il gasolio per i camion? Come ci arriva a casa ciò che com-
detto, riferendosi alla giovane attivista svedese Greta Thunberg. priamo da Amazon e Walmart?». Il presidente della commissione
Invece, ha sostenuto, bisognava aggiungere che gli studenti dove-
Copia di 91992966cbf5c8f83f927ad18d6a0549
ha proposto di rinviare la questione all’ultimo ciclo di audizioni,
vano «ricercare e descrivere il ruolo dell’energia nel migliorare la previsto per il novembre del 2021.
qualità della vita riducendo la povertà e la malnutrizione globali»,
le stesse parole proposte dal Council. «Penso proprio che questo n attesa dell’ultima tornata, il National Center for Science
punto vada inserito, sapete. È molto, molto importante», ha det-
to Chatelain.
Quella settimana, la commissione ha lavorato per tre giorni sul-
I Education e il Texas Freedom Network si sono organizzati.
Hanno reclutato 67 climatologi texani, che hanno firmato
una lettera che chiedeva, fra l’altro, di sostituire le parole «posso-
le formulazioni per le elementari e medie. Fra le proteste dei de- no influenzare» con «influenzano» e che la frase sulla mitigazione
mocratici, Hardy ha presentato una mozione per aggiungere «l’ef- rimanesse invariata non solo perché si tratta di «conoscenze di ba-
ficienza in rapporto ai costi» in ognuna delle classi delle medie. E se» che ogni cittadino dovrebbe avere ma anche per dare agli stu-
insieme a Hickman ha convinto la maggioranza conservatrice del- denti un senso di speranza.
la commissione a cambiare «energie rinnovabili» e «non rinnova- Ciò malgrado, l’ultimo round di deliberazioni, a novembre, è
bili» in «risorse naturali» nei vari casi in cui venivano menzionate stato un massacro. Il cambiamento climatico era stato aggiunto, li-
negli standard per le elementari. mitatamente, negli standard, e la maggioranza conservatrice lo ha
Il secondo giorno i sostenitori dell’educazione climatica hanno accettato. Ma ha respinto la mozione per modificare l’espressione
ottenuto due inattese vittorie. Pérez-Díaz ha proposto di riformu- «possono influenzare». Ha bloccato una mozione per eliminare l’a-
lare la frase relativa al clima in «descrivere come le attività umane nalisi costi-benefici nei corsi di scienze delle medie. Ha approvato
degli ultimi 150 anni, fra cui le emissioni di gas serra, influenzano una nuova menzione del «ruolo critico delle risorse energetiche»
il clima». Poi ha proposto di aggiungere un’altra riga: «Descrive- per la vita moderna. Ha inserito un riferimento alle terre rare. Ha
re gli sforzi volti a mitigare il cambiamento climatico, quali la ri- introdotto il concetto di penuria energetica globale.
duzione delle emissioni di gas serra». Tutti e due gli emendamenti Infine, Hickman ha chiesto di eliminare dagli standard la men-
sono stati approvati. Ma il terzo giorno la commissione ha tagliato zione della mitigazione del cambiamento climatico che Pérez-
il riferimento agli ultimi 150 anni e ha ripristinato le parole «pos- Díaz era riuscita a inserire a settembre, sostenendo che il tema era
sono influenzare». I dettagli dei recenti cambiamenti climatici, ha più appropriato per le scienze sociali che per i corsi di scienze e
sostenuto Hardy, sarebbero troppo difficili da capire per gli allie- che «sembra semplicemente eccessivo per studenti e insegnanti
vi di terza media. di terza media». I commissari democratici si sono opposti alla mo-

58 Le Scienze 649 settembre 2022


difica, ma erano in minoranza, e al posto della frase sulla mitiga- Il Texas non è l’unico grande acquirente di testi scolastici. Al-
zione è stata inserita una riga: «Descrivere il ciclo del carbonio». tri grandi Stati, come la California, hanno adottato standard che
Il Texas Energy Council e altre due organizzazioni alleate, in un abbracciano le acquisizioni scientifiche sul cambiamento climati-
comunicato stampa, hanno lodato la commissione per l’istruzio- co, e questo produce una divisione. Gli editori realizzano un cer-
ne per aver adottato standard che «sottolineano il ruolo essenziale to insieme di prodotti per il Texas e gli Stati orientati nello stesso
dell’energia nella vita moderna». Più ambivalente è stato il Texas
Copia di 91992966cbf5c8f83f927ad18d6a0549
modo, e un altro per quelli allineati con la California. Ciò pone un
Freedom Network, nel suo rapporto di fine anno: «La Commissio- problema di equità: l’istruzione ricevuta dai bambini su una delle
ne per l’istruzione avrebbe potuto – e dovuto – fare molto meglio. questioni centrali del mondo moderno dipende dallo Stato in cui
Ma la nostra campagna ha portato a nuovi standard per i corsi di si trovano a vivere.
scienze che per la prima volta chiariscono agli studenti delle scuo- Nell’aprile 2022 la Texas Education Agency ha emesso una ri-
le pubbliche texane che il cambiamento climatico è reale ed è do- chiesta ufficiale di libri di testo basati sui nuovi standard. Gli
vuto alle attività umane». editori hanno un anno di tempo per proporre i loro materia-
L’industria dei combustibili fossili, come altre, lavora da decen- li all’agenzia. Commissioni di revisione, composte di insegnanti,
ni per far giungere i propri messaggi agli studenti. Ne ho trovato esamineranno i testi in cerca di errori e ne valuteranno l’aderen-
esempi in tutti gli Stati Uniti. Le compagnie petrolifere finanziano za agli standard. Poi i materiali andranno alla commissione stata-
regolarmente iniziative di formazione dei docenti, offrendo come le per essere approvati o respinti. I singoli distretti scolastici texa-
incentivo materiali scolastici gratuiti. Le organizzazioni industria- ni hanno la possibilità di scegliere autonomamente i propri libri
li hanno speso milioni di dollari per produrre e distribuire guide di testo, ma comunque solo tra quelli che rispettano gli standard;
didattiche sull’energia. Ho assistito io stessa a una presentazione la maggior parte, comunque, si limita ad attenersi alle scelte del-
in Power Point tenuta da un impiegato dell’industria del petrolio la commissione. I nuovi testi di scienze dovrebbero arrivare nelle
e del gas, che minimizzava radicalmente la crisi climatica, in una classi a partire dall’autunno del 2024.
classe di seconda media. Moulton, del Texas Energy Council, mi ha detto di aver trovato
Anche se i materiali didattici on line abbondano, solo il 9 per molto stimolante il processo di adozione degli standard, e che spe-
cento degli insegnanti di scienze delle superiori dice di non usa- ra di continuare a parteciparvi. Non appena ne avrà la possibilità,
re mai il libro di testo. I più diffusi testi di scienze delle medie sono ha detto, comincerà a esaminare i nuovi libri di testo, e tornerà a
Illustrazione di Taylor Callery

pieni di frasi che mettono in dubbio – a volte sottilmente, a volte dire ciò che ne pensa alla commissione. Q

no – il cambiamento climatico. In un testo che nel 2018 era adotta-


to in un quarto delle scuole medie del paese gli studenti leggevano
PER APPROFONDIRE
che «alcuni scienziati propongono che il riscaldamento globale sia
dovuto ai naturali cicli climatici». Nella realtà, il numero di clima- Dalla torre d’avorio alla vita quotidiana. Greco P., in «Le Scienze» n. 627,
tologi che la pensa così è praticamente nullo. novembre 2020.

www.lescienze.it Le Scienze 59
ABORTO

Voci interrotte

Copia di 91992966cbf5c8f83f927ad18d6a0549

60 Le Scienze 649 settembre 2022


Il dibattito si concentra spesso su ciò che l’aborto toglie, in termini di
diritto alla vita o all’autodeterminazione, ma dovrebbe considerare anche
ciò che apporta, in tanti ambiti del rapporto tra scienza e società

di Anna D’Errico

Copia di 91992966cbf5c8f83f927ad18d6a0549

Anna Moneymaker/Getty Images

I crisantemi deposti davanti alla Corte suprema federale degli Stati Uniti,
dopo la sua decisione di cancellare il diritto costituzionale all’aborto,
simboleggiano le persone che secondo gli attivisti moriranno in conseguenza di tale scelta.

www.lescienze.it Le Scienze 61
Anna D’Errico è una neuroscienziata e divulgatrice scientifica.
Il suo primo libro, Il senso perfetto, mai sottovalutare il naso (Codice Edizioni,
2019) è stato tra i cinque finalisti al premio letterario Galileo 2020.

È
una mattina di inizio estate, scorro i messaggi sul telefono e ci trovo
l’immagine di un’ecografia. Forme poco chiare, ma un sottotitolo ine-
quivocabile: «Eccoci qua!», e di seguito, «lenticchia però è ancora po-
co attaccata, quindi riposo assoluto». Una delle mie più care amiche mi
comunicava così l’inizio della sua gravidanza. In un modo inconsueto
– ma del resto, fortunatamente, anche lei è poco convenzionale – poiché c’è sempre molta
reticenza ad annunciare una gravidanza durante il primo trimestre.
Un fenomeno che si accompagna con i pregiudizi e l’inadegua- Scienza, diritto e società
tezza delle informazioni sulle interruzioni di gravidanza, volute o L’ultimo rapporto del Ministero della salute, con i dati definiti-
meno che siano. «E se poi va male, come faccio a dirlo?» è una delle vi relativi al 2020, registra che quell’anno le interruzioni volonta-
giustificazioni che si sentono più spesso, in un misto di scaraman- rie di gravidanza sono state 66.413, in calo rispetto agli anni prece-
zia, senso di pudore e ansia non solo individuale, ma anche, e for- denti. Sono tante? Sono poche? In base ai dati delle Nazioni Unite
se soprattutto, sociale. dal 2011 al 2020, l’Italia ha un tasso di abortività relativamente bas-
«Non si tratta solo di superstizione, è un comportamento dato so: 10,6 interventi annui ogni 1000 donne nella fascia di età 15-44
quasi per scontato che nasconde però il senso di vergogna nel ca-
Copia di 91992966cbf5c8f83f927ad18d6a0549
anni, rispetto alla media mondiale di 19,5, con paesi come Russia a
so la gravidanza non dovesse andare a buon fine», mi fa notare la 53,7 e Vietnam a 35,2 che hanno tra i tassi più alti. Se poi si conside-
psicoterapeuta Elisa Accornero, che collabora da anni anche con il ra solo il 2020, in Italia si hanno 5,4 aborti ogni 1000 donne tra i 15
reparto di medicina neonatale del Policlinico San Matteo di Pavia. e i 49 anni. Secondo l’Organizzazione mondiale della Sanità (OMS),
«A livello sociale e collettivo osserviamo di solito molta pres- ogni anno si registrano circa 121 milioni di gravidanze non pro-
sione psicologica intorno alla gravidanza e al suo buon esito – grammate e di queste circa il 60 per cento viene interrotto, per un
spiega Accornero – per cui, nel caso una persona decida di inter- totale di almeno 73 milioni di aborti indotti. Quasi la metà di que-
romperla volontariamente, in paesi come il nostro vi è ancora un ste interruzioni (il 45 per cento) è considerata a grave rischio per
forte schieramento accusatore nei confronti della donna. Ma que- la salute della donna, a causa delle condizioni di precarietà econo-
sta colpevolizzazione si ritrova velatamente anche nei confronti mica, medica e legislativa e perché molti interventi sono clande-
di chi sperimenta un aborto spontaneo, perché l’evento viene in- stini in luoghi in cui l’aborto è illegale. Sulle mappe demografiche
terpretato come un fallimento, riflette l’archetipo femminile per relative all’aborto delle Nazioni Unite, infatti, sono assenti quasi
cui la donna deve portare avanti la gravidanza e se non lo fa sta ve- tutti i paesi di Africa e America Latina e, anche qualora i dati siano
nendo meno a un ordine naturale e sociale», da cui il senso di sog- presenti, non includono il tasso di abortività clandestina, partico-
gezione e inadeguatezza che emerge in molte donne. larmente diffusa proprio nei paesi in via di sviluppo.
A ciò si aggiunge spesso un contesto lavorativo che predilige In Italia, seppure parte del trend calante sia attribuito alle mi-
ancora chi non deve richiedere congedi per gravidanza, materni- gliori strategie di educazione sessuale e prevenzione, la situazio-
tà o paternità alimentandosi di una visione storico-patriarcale se- ne è più complessa poiché dietro a questi dati c’è anche, in mol-
condo cui la donna dovrebbe concentrarsi in primo luogo su fa- te regioni, un problema di accesso agli interventi. Come riporta
miglia e figli e solo poi, eventualmente, sul lavoro (si vedano al un’indagine pubblicata per Fandango Edizioni nel libro Mai da-
riguardo anche i dati ISTAT che mostrano un crollo del tasso di ti. Dati aperti (sulla 194) – e condotta da Chiara Lalli, autrice e do-
occupazione femminile in concomitanza con l’arrivo di un figlio). cente di storia della medicina e deontologia alla «Sapienza» Uni-
Questo può scoraggiare ulteriormente una persona dal rendere versità di Roma, e Sonia Montegiove, giornalista e informatica – in
subito nota una gravidanza, ma dall’altro lato, qualora decidesse Italia, sebbene l’interruzione volontaria di gravidanza (IVG) do-
di interromperla, la scelta appare ugualmente osteggiata e spesso vrebbe essere garantita dalla legge 194/1978, di fatto, in moltissimi
difficile da perseguire. ospedali e talvolta in intere regioni, ciò è reso impossibile dal fat-

62 Le Scienze 649 settembre 2022


Un’altra manifestazione tenuta a luglio tifici, in numerose situazioni garantisce alla donna di mantenere
a Washington DC contro la decisione della Corte suprema tale condizione di benessere, sia la comunità scientifica sia l’OMS
federale di abolire la tutela federale del diritto all’aborto. fanno presente come il suo accesso sia un diritto fondamentale
della persona e raccomandano di assicurarlo sempre.
to che pressoché tutti i medici e gli operatori sanitari sono obietto- I dati scientifici, raccolti soprattutto negli ultimi due decenni,
ri di coscienza. «Sappiamo che ci sono ospedali con il 100 per cen- mostrano infatti come poter scegliere liberamente di interrompe-
to di obiettori, regioni con non obiettori solo in una città, decine re una gravidanza riduca in modo drastico la mortalità femmini-
di strutture con percentuali superiori all’80», scrivono le autrici.
Copia di 91992966cbf5c8f83f927ad18d6a0549
le e consenta in molte situazioni di mantenere una qualità di vita e
«Mentre la media nazionale è del 64,6 (per cento) per i medici gi- un’indipendenza economica maggiori rispetto ai luoghi in cui l’a-
necologi, ci chiediamo se la decisione sulla sentenza Roe vs Wa- borto è illegale o difficile da ottenere. Già alcune analisi sistema-
de servirà come (ennesimo) monito oppure se domani ce ne sare- tiche, pubblicate su «PLOS One» nel 2013 sotto la guida di Caitlin
mo già dimenticati». Gerdts dell’Università della California a San Francisco, e su «Lan-
Negli Stati Uniti il 24 giugno 2022 la storica sentenza Roe vs Wa- cet Global Health» nel 2014 da Lale Say dell’OMS, e poi confermate
de, che garantiva il diritto costituzionale all’aborto, è stata ribalta- da altri studi, riportavano che tra il 9 e il 13 per cento della mortali-
ta rendendo ora tale diritto opzionale a discrezione dei singoli Sta- tà legata a gravidanza e maternità al mondo è dovuto ad aborti non
ti. Già più di 20 Stati hanno preparato disegni di legge per renderlo sicuri, attuati in carenza dell’opportuna assistenza medica e psico-
quasi del tutto illegale. «Con quanto accaduto negli Stati Uniti ca- logica. Gli autori notano come le stime siano probabilmente al ri-
de un principio ispiratore e ciò si teme vada a rinforzare il fronte basso: in molti contesti gli interventi sono mascherati o non sono
antiabortista, con ripercussioni sulla salute delle donne anche di riportati perché illegali o per lo stigma sociale. Quindi vi sono casi
altri paesi», spiega Daniela Ovadia, giornalista scientifica, medico in cui la morte per aborto è classificata come dovuta ad altre cau-
e bioeticista. «Ci siamo abituati a pensare all’aborto come a un di- se, per esempio anossia cerebrale o embolia amniotica, un even-
ritto acquisito, ma a livello politico non lo è mai e basta poco per to in realtà molto raro in cui si ha un passaggio di liquido amnio-
riportarlo indietro», aggiunge. L’aborto è una questione che coin- tico nel torrente vascolare della madre con conseguente embolia.
Yasin Ozturk/Anadolu Agency via Getty Images

volge aspetti sociali, religiosi, bioetici e politici. Ma non solo, per- Infine, uno studio su «Lancet Global Health» del 2020, gui-
ché il diritto all’aborto implica il diritto alla salute ed è dunque una dato da Jonathan Bearak del Guttmacher Institute di New York,
questione scientifica, che riguarda i rapporti tra scienza e società. ha osservato una relazione inversa fra il tasso di gravidanze
indesiderate e il reddito medio, che è correlato anche a un miglior
Medicina e interruzione di gravidanza accesso generale a cure mediche, educazione sessuale e meto-
L’OMS definisce la salute come uno stato di benessere fisico, di contraccettivi; al contrario, il numero di aborti è significativa-
mentale e sociale, non solo come l’assenza di malattia o di uno sta- mente più alto proprio dove la sua pratica è soggetta a maggiori
to di infermità, ribadendo come il diritto alla salute debba essere restrizioni o è illegale, il che indica come tali divieti, oltre a non es-
perseguito e garantito sempre. Poiché l’aborto indotto è una pro- sere un deterrente all’aborto, aumentano il ricorso agli interven-
cedura che, alla luce della letteratura e degli studi medico-scien- ti clandestini, esponendo le donne a rischi aggiuntivi per la salute

www.lescienze.it Le Scienze 63
che potrebbero essere evitati. In generale, quindi, la distribuzione Esponenti del movimento femminista Non una
degli aborti nel mondo non è uniforme: la maggior parte avviene di meno manifestano a Roma l’8 marzo 2019 davanti al
nelle aree geografiche a più basso reddito e nei contesti sociali più Ministero della salute a difesa dei diritti riproduttivi.
vulnerabili. Il fenomeno è però trasversale se si considera il deli-
cato e mutevole concorso di condizioni che rendono l’aborto ac- sofferenza. Tuttavia, «quando l’aborto è voluto e indotto si pas-
cessibile. Anche in Italia, infatti, i dati del Ministero della salute e
Copia di 91992966cbf5c8f83f927ad18d6a0549
sa facilmente a “stai uccidendo una creatura” e si pretende, inve-
delle indagini dell’Associazione Luca Coscioni indicano quasi il 15 ce, che sia una scelta difficile e sofferta», riprende Accornero. Che
per cento di aborti clandestini, con una tendenza in lieve crescita conclude: «L’aborto rispecchia comunque un vissuto personale,
e in relazione con le aree in cui non vi sono ospedali o sufficiente e a livello culturale non c’è disponibilità ad accogliere i vissuti in-
personale che possa effettuare le interruzioni di gravidanza. dividuali; manca il ruolo del “villaggio”, del gruppo che accoglie e
Dal punto di vista medico l’aborto può avvenire in due circo- dà conforto quando le cose non vanno, riducendo quindi la pos-
stanze: in modo spontaneo, oppure indotto volontariamente. L’a- sibilità dell’individuo di cercare aiuto e sostegno o semplicemen-
borto spontaneo è un fenomeno relativamente comune che avvie- te di perseguire una scelta personale». Il punto è delicato perché
ne in circa il 20-25 per cento delle gravidanze, soprattutto durante fa passare facilmente il dibattito da scientifico a politico (si pen-
il primo trimestre. «È quindi interessante che vi siano ancora co- si proprio, paradossalmente, allo slogan della femminista radicale
sì tanti tabù sul parlare ed elaborare a livello individuale e collet- Carol Hanisch: «Il personale è politico»). Lo conferma anche Ova-
tivo un evento in realtà piuttosto frequente», fa notare Accornero. dia: «È una questione di scelta di narrazioni diverse che prevale su
Ciò si riflette anche in un’ambivalenza dei comportamenti e del- quella di conoscere l’individualità della motivazione. Se si riuscis-
le reazioni nei confronti dell’aborto spontaneo e di quello indot- se a de-ideologizzare il dibattito, su entrambi i fronti sia pro-vita
to. «Se in generale, a livello individuale, l’evento è accompagnato sia abortista, si potrebbe giungere più facilmente a una discussio-
al senso di vergogna citato prima, le reazioni della collettività so- ne equilibrata.»
no spesso contraddittorie», prosegue la psicologa. La maggior par-
te degli aborti di ambo i tipi avviene durante le prime settimane Come avviene l’interruzione volontaria di gravidanza
Simona Granati/Corbis/Getty Images

di gestazione; eppure, per due eventi che si verificano nello stes- L’OMS ha pubblicato proprio quest’anno le nuove linee gui-
so lasso di tempo e che biologicamente non hanno sostanziali dif- da evidence-based, cioè basate sulle prove raccolte dalla comunità
ferenze, la percezione collettiva e individuale può essere molto di- scientifica, circa le procedure mediche, paramediche e assisten-
versa. «Di fronte a una donna che ha subito un aborto spontaneo ziali da seguire in caso di aborto e che, se adottate, comportano
si tende a minimizzare l’accaduto, e sono comuni commenti del ti- rischi minimi per la salute della donna. L’aborto indotto è di so-
po: “Suvvia ripigliati, in fondo era ancora solo un insieme di cel- lito classificato, in base alla legislazione dei diversi paesi, in due
lule”», afferma la terapeuta. Non le si lascia lo spazio emotivo per grandi categorie. Quando viene effettuato per cause legate a gra-
elaborare l’accaduto, e ci si aspetta anzi che non mostri segni di vi malformazioni o patologie del feto o per condizioni cliniche

64 Le Scienze 649 settembre 2022


AT T I V I TÀ C E R E B R A L E

Lo sviluppo neurofisiologico
di embrione e feto
Per stabilire a quale stadio dello sviluppo embrionale si possa considerare ragionevole l’attribu-
zione di uno status «morale» vale la pena considerare anche dal punto di vista neurofisiologico
come avviene lo sviluppo di cervello e sistema nervoso e a quale stadio inizi a esserci una fun-
zione che permetta di supportare minimamente l’attività mentale e sensoriale di un individuo.
Durante lo sviluppo embrionale il cuore è uno dei primi organi a formarsi, poiché la sua pom-
pa fisiologica è necessaria a sostenere il resto dei tessuti in formazione, ed è perciò attivo già al-
la quarta settimana dal concepimento. A questo stadio il tubo neurale si sta appena differenzian-
do in tre strutture bulbari dalle quali origineranno le strutture cerebrali. Bisogna però aspettare
tra la quinta e la sesta settimana, intorno al quarantesimo giorno, affinché le cellule nervose mo-
strino la prima attività elettrica. Tuttavia si tratta ancora di un’attività spontanea e non coordinata
e, di fatto, il sistema nervoso è ancora in formazione. Il cervello inizia propriamente a formarsi in-
torno all’ottava-decima settimana. In questa fase l’attività e i segnali nervosi sono però ancora in-
coerenti. Alla fine del quarto mese la superficie cerebrale si presenta ancora liscia e priva delle
circonvoluzioni e dei solchi tipici del cervello fisiologicamente e cognitivamente maturo. Quando
alla tredicesima settimana il feto inizia muoversi lo fa per via di riflessi motori e nervosi che non
hanno ancora nessun legame con la reazione a specifici stimoli esterni. In effetti, se si osserva
l’attività cerebrale di un embrione tra il secondo e il terzo mese, si osserverà un’attività cerebra-
le che, se paragonata a quella di una persona adulta, sarebbe simile a uno status di «morte ce-
rebrale», come ha spiegato il neuroscienziato ed esperto di neuroetica Michael Gazzaniga. Affin-
ché si possa osservare un’attività cerebrale minima e capace di reagire attivamente agli stimoli
esterni è necessario aspettare circa sei mesi.

che comportano un grave rischio di vita per la donna, si parla di la cervice uterina e gli studi hanno mostrato che rende più rapido
aborto terapeutico. In questa circostanza può essere effettuato ge- il recupero, favorendo il mantenimento di una buona elasticità dei
neralmente fino a gravidanza avanzata, a seconda del caso clini- tessuti. Su queste basi le linee guida raccomandano la sua sommi-
co. Negli altri casi si parla invece di aborto volontario, che si attua nistrazione anche prima di un aborto chirurgico, per preparare la
di solito durante i primi mesi di gestazione; tipicamente il limite cervice uterina. Di recente fra i trattamenti farmacologici sotto le
temporale entro cui è consentito è di tre mesi o 12-14 settimane di
Copia di 91992966cbf5c8f83f927ad18d6a0549
12 settimane è stata aggiunta anche una terza opzione: l’assunzio-
gestazione, con alcune variazioni tra paesi diversi. ne per tre giorni di fila di dieci milligrammi di letrozolo (che riduce
L’interruzione volontaria di gravidanza si può fare per via me- i livelli di estrogeni) e di misoprostolo, seguiti al quarto giorno da
dica, detta anche farmacologica, o chirurgica. Quest’ultima può un’altra dose di misoprostolo sottolingua.
essere effettuata tramite isterosuzione (aspirazione dei tessu- Le ricerche hanno mostrato che l’aborto farmacologico, sotto
ti dall’utero) o raschiamento, che sono procedure più invasive e le 12 settimane, può essere fatto in sicurezza anche da sole a casa
presentano un rischio maggiore di complicazioni, soprattutto do- oppure con assistenza di personale paramedico o di operatori so-
ve l’assistenza medica non è adeguata. L’OMS raccomanda per- ciali e sanitari. È un approccio adottato già da qualche anno in di-
ciò di preferire l’aborto farmacologico o, se ciò non è possibile, versi paesi, come il Regno Unito, dove entro le dieci settimane è
raccomanda l’isterosuzione rispetto al raschiamento, che è il me- possibile assumere la seconda pillola a casa. In un’analisi sistema-
todo più invasivo. Il trattamento farmacologico avviene in due tica pubblicata nel 2020 su «Cochrane Database of Systematic Re-
fasi: si assume prima una dose da 200 milligrammi di mifepristo- views», Katherine Gambir del Population Council di New York e
ne – la RU486 – che fa abbassare i livelli dell’ormone progestero- colleghi non hanno trovato differenze significative nel succes-
ne, importante per il mantenimento dell’impianto dell’embrione so della procedura tra chi era seguito direttamente dal personale
nell’utero. Dopo 48 ore una seconda pillola, di misoprostolo (da ospedaliero e chi si autosomministrava la seconda pillola a domi-
800 microgrammi), stimola invece le contrazioni uterine e facili- cilio. Inoltre nel 2020, durante alcune fasi della pandemia da co-
ta l’espulsione, che si manifesta in genere come una mestruazione. ronavirus, il segretario di Stato per la salute e l’assistenza sociale
Questa in alcuni casi può presentarsi con un flusso più abbondan- del Regno Unito aveva approvato un provvedimento temporaneo
te del solito e durare fino a 10-15 giorni, a differenza di una norma- che consentisse di seguire a casa l’intero iter farmacologico (quin-
le mestruazione. Si raccomanda perciò al personale medico e para- di prima e seconda pillola) e, visto il successo dell’operazione, si
medico di fornire le adeguate informazioni in modo che le donne sta ora valutando se rendere permanente questa modalità. Intan-
siano preparate. I dati dei trial clinici hanno mostrato che la com- to uno studio pubblicato su «BMJ Sexual & Reproductive Health»
binazione di mifepristone e misoprostolo è la più efficace, ma è nel 2021, guidato da John Joseph Reynolds-Wright dell’Universi-
possibile prendere anche solo il misoprostolo, sempre nelle dosi di tà di Edimburgo, ha valutato gli esiti, durante la pandemia, dell’au-
800 microgrammi, da assumere per bocca o per via sottolingua- tosomministrazione a casa in combinazione con consulti medici
le o vaginale. Questo farmaco presenta anche effetti dilatatori del- in telemedicina, mostrando che le pazienti riuscivano a seguire la

www.lescienze.it Le Scienze 65
procedura con un successo analogo a quello ottenuto in ambito farmacologico da sette a nove settimane di gestazione (circolare
ospedaliero. Gli scienziati notano però che in questo caso è oppor- del 12 agosto 2020 del Ministero della salute sull’aggiornamento
tuno stabilire protocolli adeguati al trattamento del dolore che al- delle Linee di indirizzo sulla interruzione volontaria di gravidan-
cune pazienti possono sperimentare. za con mifepristone e prostaglandine), le procedure organizzative
Come osservato dalle autorità sanitarie, e nelle linee guida per predisporre la somministrazione farmacologica – che in real-
dell’OMS, l’approccio domiciliare favorirebbe anche l’accesso al tà potrebbe avvenire in day hospital – incontrano diversi ostacoli,
servizio in casi di vulnerabilità sociale ed economica e laddove dovuti anche alla carenza di posti disponibili, di medici e operato-
non vi siano centri medici vicini. Inoltre garantirebbe alle persone ri che possano eseguire la procedure, e alla mancata coordinazio-
che ne fanno richiesta una maggiore privacy, un fattore che in cer- ne di personale e tempi di osservazione. Tutto ciò induce molte
ti contesti socio-culturali rappresenta talvolta un ulteriore ostaco- strutture a mantenere l’organizzazione tradizionale ed eseguire
lo o rallenta l’avvio dell’intervento. D’altra parte, altri studi sono in la procedura chirurgica per prassi consolidata, anche se più anti-
corso per verificare che proprio alcune fasce di popolazione non quata rispetto alle linee guida internazionali.
risultino svantaggiate; si pensi per esempio a situazioni di analfa- Inoltre, come racconta Ovadia, il fatto stesso che ormai i con-
betismo o scarsa conoscenza della lingua, che potrebbero impe- sultori siano stati assorbiti quasi interamente dagli ambulato-
dire di leggere o comprendere correttamente le istruzioni sull’as- ri ospedalieri impatta sull’efficacia degli interventi stessi, perché
sunzione dei farmaci e i loro effetti, generando quindi un ulteriore l’intero circuito è medicalizzato, dipendente dalle strutture ospe-
divario sociale e di accesso all’assistenza. daliere e dalla loro disponibilità. Ciò si riflette spesso in procedure
Invece, per le interruzioni di gravidanza oltre le 12 settimane e tempi di attesa lunghi anche solo per parlare della propria con-
l’OMS raccomanda comunque l’approccio farmacologico, ma con dizione, cosa che scoraggia molte persone o crea ritardi nell’effet-
diverso dosaggio e in presenza di personale medico e paramedi- tuare l’IVG. D’altra parte, come previsto dalla legge, il ruolo del
co. La combinazione di mifepristone (200 milligrammi) e miso- consultorio non è solo di offrire informazioni e supporto per la
prostolo è quella consigliata, ma in questo caso il misoprostolo certificazione di accesso all’IVG, ma anche di contribuire alla pre-
va assunto a dosi di 400 microgrammi ogni tre ore circa fino all’e- venzione dell’IVG stessa.
spulsione del materiale abortivo e sotto
osservazione medica.

L’aborto in Italia
In Italia l’aborto farmacologico è praticato solo
In Italia la legge 194/1978 prevede nel 21 per cento dei casi, contro percentuali
che si possa effettuare l’interruzione
volontaria di gravidanza fino a 90 gior-
superiori al 50 per cento in gran parte dell’Europa
ni dal concepimento (ovvero 12 setti-
mane e 6 giorni). I dati raccolti dal Mi-
nistero della salute indicano che la maggior parte degli interventi «Il consultorio dovrebbe essere un servizio di sostegno e infor-
avviene entro le 8 settimane di gestazione (il 56 per cento) e a 9-10 mazione per chi volesse fare un’interruzione di gravidanza, ma in
settimane (il 26,5 per cento), mentre solo il 10,9 per cento a 11-12
Copia di 91992966cbf5c8f83f927ad18d6a0549
realtà ciò che si fa molto spesso è cercare di convincere la donna
settimane e il 6,5 per cento oltre le 12 settimane. Per accedere al a proseguire la gravidanza. Si tenta di abbattere le possibili bar-
servizio la donna deve presentare una certificazione in cui dichia- riere economiche sul breve periodo, ma non si considera davve-
ra di non poter proseguire la gravidanza perché essa rappresen- ro l’evento della messa al mondo di un bambino nel suo comples-
ta un pericolo per la propria salute fisica o mentale. Nella maggior so», spiega Accornero. «Difficilmente ci si preoccupa di che cosa
parte dei casi tali certificazioni sono ottenute mediante consulto- accadrà in seguito, e dopo il parto le donne si ritrovano quasi sem-
rio familiare (nel 43,1 per cento dei casi), o tramite un servizio oste- pre ad affrontare una situazione che originariamente avrebbero
trico-ginecologico o il proprio medico. voluto evitare e per la quale nel frattempo non è stata fornita suf-
Se la gestazione supera i 90 giorni occorre invece una certifica- ficiente assistenza psicologica, poiché non si tratta sempre e so-
zione medica che attesti la necessità di «aborto terapeutico», an- lo di problemi economici. Osservo inoltre, anche nei miei corsi di
che se, dovendo essere precisi, in Italia ogni tipo di aborto è «te- formazione agli infermieri e al personale ospedaliero, che non vi è
rapeutico» poiché «da noi l’aborto non è basato sul principio di sufficiente preparazione su come riconoscere i sintomi o le possi-
autodeterminazione della donna, ma sul fatto che debba esser- bili avvisaglie di un disagio psicologico, di depressione post-par-
ci una motivazione medico-psicologica», spiega Daniela Ova- tum o di altre difficoltà». Ovadia fa inoltre notare che «non solo non
dia. In questo contesto l’intersezione tra le indicazioni scientifi- vi è una vera presa in carico psicologica della donna né prima né
che e le scelte politiche mostra alcune crepe di sistema: l’aborto dopo la procedura abortiva, ma spesso tale sostegno è organizzato
farmacologico, seppure disponibile e autorizzato dal 2009, in Ita- proprio dai centri pro-vita in una dinamica che fa loro gioco» per-
lia è praticato solo nel 21 per cento dei casi, rispetto a percentua- ché l’obiettivo è comunque ridurre le interruzioni di gravidanza.
li superiori al 50 per cento della maggior parte dei paesi europei.
Ciò è dovuto in buona parte a cavilli amministrativi e organiz- Vita e compromessi
zativi, poiché l’IVG deve per legge essere eseguita da personale Per comprendere le apparenti contraddizioni della situazione
medico in ospedale o in clinica e quindi, diversamente da quan- italiana (ma anche di altri Stati) vale la pena precisare alcuni aspet-
to avviene negli altri paesi, è necessario procedere al ricovero, un ti bioetici, politici e di diritto su cui si basa l’attuale legge 194 e che,
processo dispendioso per il sistema sanitario e stressante per la di nuovo, si ripercuotono anche sul nostro rapporto con la scien-
donna. Dunque, seppure alcuni aggiornamenti siano stati già in- za. La legge rappresenta di fatto un punto di compromesso mi-
trodotti, come l’estensione della possibilità di praticare l’aborto nimo che possa garantire ai cittadini e alle cittadine con diverse

66 Le Scienze 649 settembre 2022


A 40 anni dall’approvazione della 194, una ha buone possibilità di sopravvivere è di 24 settimane e sotto tale
manifestazione di Non una di meno a Roma ribadisce le limite le probabilità sono inferiori al 50 per cento; oltre salgono in-
rivendicazioni dei diritti conquistati in decenni di battaglie vece al 60-70 per cento, ma spesso con complicazioni a lungo ter-
e l’idea che la sessualità femminile non è finalizzata alla mine per la salute. Infatti di solito si cerca di assistere lo sviluppo
procreazione e la maternità non è un obbligo. del feto in utero il più a lungo possibile, perché anche una o due
settimane in più migliorano drasticamente la prognosi riguardo a
posizioni, laiche e religiose, di seguire le proprie convinzioni. Il li- sopravvivenza e complicazioni.
mite di 90 giorni implica infatti che sia da un lato garantito il dirit- Il passaggio concettuale delicato qui è che un dato medico-
to alla salute della donna e, dall’altro, quello alla vita del feto in for-
Copia di 91992966cbf5c8f83f927ad18d6a0549
scientifico genera in automatico nuovi quesiti etici, ma anche po-
mazione che non ha ancora autonomia giuridica. litici e di diritto, perché a un certo punto è necessario decidere an-
Nel dialogo tra scienza e società riguardo all’aborto, un punto che chi è responsabile di che cosa. Finora il termine di sei mesi è
critico è se e quando riconoscere all’embrione uno status «mora- stato considerato come soglia di riferimento anche per le discus-
le», definizione arbitraria poiché cambia con la visione laica, re- sioni bioetiche su quando attribuire lo status di «persona» ai pre-
ligiosa, individuale e scientifica di ciò che si considera vita e di maturi, perché è il limite ragionevole dal quale, con gli attuali stru-
quando essa inizi. «Lo sviluppo dell’embrione come lo spegnimen- menti della medicina, ci sono buone possibilità che sopravviva.
to di un individuo sono un continuum», spiega Ovadia. «L’inizio e «Ma ora questo limite si sta abbassando perché la medicina fa pro-
la fine della vita sono entrambi limiti arbitrari e nel corso della sto- gressi, e quindi alcune delle motivazioni scientifiche spesso usa-
ria sono sempre stati stabiliti in base alle evidenze empiriche a di- te a sostegno della possibilità di abortire prima dei sei mesi sono
sposizione. Tipicamente l’inizio vita era sancito dal primo respiro saltate», commenta Ovadia. Uno dei dilemmi etici è ora quanto sia
alla nascita, mentre la fine dall’interruzione del battito cardiaco», accettabile far nascere un feto le cui funzioni biologiche e nervo-
elementi che si ripercuotevano su aspetti cruciali della società co- se sono largamente immature solo perché siamo in grado di farlo.
me quelli legali. Nel diritto romano, per esempio, per definire l’as- Infine, il problema di definire che cosa sia una persona non si
se ereditario era importante stabilire se un bambino morto alla na- esaurisce con quando essa inizi a essere tale, ma riguarda anche in
scita avesse respirato o no, poiché solo in caso affermativo sarebbe che misura ognuno di noi si riconosce in quella definizione e sen-
Andrea Ronchini/NurPhoto via Getty Images

stato considerato come «persona deceduta». «Ciò fornisce già una te di appartenervi, quanto tale visione è rispettata e accettata dal-
misura di come la relazione tra etica e fisiologia influenza poi una la società, e quanto è protetta dal diritto. Di fatto «la bioetica non
scelta soprattutto politica», aggiunge Ovadia. Tuttavia i progres- media, mette in fila i valori in gioco per portare la collettività a tro-
si delle conoscenze medico-scientifiche sollevano nuovi quesiti, vare un compromesso che non leda la libertà di nessuno», con-
perché se da un lato consentono di conoscere più nel dettaglio i clude Ovadia. Analogamente la scienza non può dirimere da sola
meccanismi fisiologici dello sviluppo di un organismo, spesso per- questioni morali, ma evidenza le fallacie logiche in cui tutti cadia-
mettono anche di intervenire per assisterne lo sviluppo o la vita (si mo, fornendo una visione d’insieme, ridando il contesto generale
pensi ai progressi della medicina neonatale e della capacità di far quando ci si perde nella propria bolla ideologica, fornendo gli stru-
sopravvivere un prematuro fuori dall’utero a partire da stadi sem- menti per decisioni consapevoli e sostenendo il processo di crea-
pre più precoci). Al momento lo stadio di sviluppo al quale un feto zione di uno spazio condiviso di diritto alla scelta e di umanità. Q

www.lescienze.it Le Scienze 67
ASTROFISICA

Misteriose
detonazioni
cosmiche
A vent’anni dalla loro scoperta, i lampi radio
veloci stanno svelando la loro natura

di Adam Mann

Copia di 91992966cbf5c8f83f927ad18d6a0549
Copia di 91992966cbf5c8f83f927ad18d6a0549

Illustrazione di Mark Ross

www.lescienze.it Le Scienze 69
Adam Mann è un giornalista specializzato in astronomia
e fisica. I suoi articoli sono stati pubblicati da «National
Geographic», «Wall Street Journal», «Wired» e altre
testate.

el 2001, quando un radiotelescopio australiano colse una fugace esplosio-

N ne proveniente da ben oltre la Via Lattea, non se ne accorse nessuno. Le


registrazioni del potente bagliore rimasero ignorate per più di cinque an-
ni, finché un gruppo di ricercatori, setacciando i dati d’archivio, indivi-
duò l’eruzione, un cosiddetto lampo radio veloce (fast radio burst, FRB).
Secondo uno di quegli scienziati, l’astrofisico Duncan Lorimer
della West Virginia University, il fenomeno generò in pochi mille-
simi di secondo tanta energia quanta ne produce il Sole in un me-
se. Oggi si sa che queste esplosioni si verificano almeno 800 vol-
te al giorno in tutto il cielo, e sono uno degli argomenti su cui più
Il modo esatto in cui una magnetar possa generare un FRB è an-
cora oggetto di dibattito. La maggior parte delle teorie contempla
una sorta di violento «terremoto» stellare o un’esplosione che si
scatena quando le tortuose linee di campo magnetico di una ma-
gnetar si spezzano e si riconnettono. Eventi come questi potreb-
ferve la ricerca in astrofisica. Sebbene ci sia ancora molto che non bero generare direttamente il bagliore di un FRB, oppure potreb-
si sa sugli FRB, proprio nell’ultimo anno ha iniziato a emergere un bero produrre un’onda d’urto che riscalda il materiale circostante,
quadro più chiaro. «Ritengo che siamo più vicini a capire che cosa incenerisce la polvere e trasforma il gas in plasma producendo lu-
siano alcuni FRB», afferma Ziggy Pleunis, astrofisico dell’Univer- ce mentre si sposta verso l’esterno.
sità di Toronto. «Ma via via che gli studi procedono, nuove scoper- Diversi telescopi hanno osservato un lampo di raggi X arriva-
te portano a nuove domande.» re subito dopo il segnale radio di SGR 1935+2154, il che fa pensa-
Lo studio degli FRB è ormai a un punto di svolta. Un gran nu- re che qualunque cosa abbia rilasciato l’energia radio abbia anche
mero di nuove rilevazioni e studi più approfonditi ha messo in generato effetti collaterali più complicati. Molti dettagli non so-
luce alcuni possibili modelli del loro funzionamento interno eli- no ancora chiari. «È successo sulla superficie della stella, o nella
minandone altri, e diversi progetti imminenti dovrebbero contri- magnetosfera, o nel materiale attorno alla magnetar?», si chiede
buire a restringere ulteriormente il campo. Nel frattempo abbia- Emily Petroff, astrofisica, anche lei dell’Università di Amsterdam.
mo capito che l’intensa luminosità di un FRB porta al suo interno
Copia di 91992966cbf5c8f83f927ad18d6a0549
«Su questo non c’è ancora un’opinione condivisa.»
una registrazione del contenuto delle profondità intergalattiche
attraversate lungo la traiettoria verso la Terra, il che ci fornisce in- Curiosità cosmiche
formazioni senza uguali sulle galassie e sul materiale tra di esse. Dato che gli FRB possono variare in luminosità, durata e altre
proprietà, è improbabile che una singola osservazione possa spie-
Attimi magnetici garli tutti. Nell’estate 2021 il Canadian Hydrogen Intensity Map-
Nell’aprile 2020 tre diversi gruppi di ricerca hanno rilevato ping Experiment (CHIME), un telescopio che si trova nella provin-
un’enorme esplosione di energia radio proveniente da una ma- cia canadese della British Columbia, dedicato alla caccia agli FRB,
gnetar situata nella Via Lattea. La magnetar è un tipo estremo di ha pubblicato un catalogo di 536 FRB rilevati nel suo primo anno
stella di neutroni, un residuo delle dimensioni di una città che ri- di attività, quadruplicando il numero noto. Dei lampi si sapeva già
mane quando una stella dotata di grande massa diventa una su- che hanno due varietà distinte: alcuni emettono segnali che lam-
pernova e muore. Il campo magnetico di una magnetar può esse- peggiano ripetutamente, mentre altri sono eventi singoli. I dati di
re così intenso che, se ci avvicinassimo a meno di 1000 chilometri, CHIME hanno mostrato che i non ripetitori erano molto più co-
l’interazione di un campo del genere con i nuclei atomici e gli elet- muni dei ripetitori e ognuno aveva caratteristiche diverse.
troni del nostro corpo ci farebbe di fatto disintegrare. In media, i lampi dei ripetitori duravano più a lungo delle lo-
Le magnetar erano già uno dei principali candidati come fonte ro controparti una tantum ed emettevano luce in una gamma più
di FRB, ma non si era mai osservata una delle magnetar conosciu- ristretta di frequenze. Resta da vedere se le differenze corrispon-
te nella nostra galassia, poche decine in tutto, mentre produceva dano a un meccanismo diverso per questi lampi o ad altri fattori,
eruzioni che potessero somigliare a questi fenomeni. La scoperta relativi all’età o all’ambiente degli oggetti che li generano. La si-
di un breve e formidabile lampo radio da una magnetar galattica tuazione ricorda il mistero che circondava un’altra classe di esplo-
chiamata SGR 1935+2154 era esattamente quello che mancava. Se sioni cosmiche: i lampi di raggi gamma, di cui negli anni novanta
la stessa esplosione fosse arrivata da un’altra galassia, la sua traccia si è dimostrato che derivano da tre tipi distinti di eventi. Gli scien-
sarebbe stata indistinguibile da un tipico FRB. «È stato un grande ziati sperano di scoprire se anche gli FRB formano classi distinte,
momento per noi», afferma Kenzie Nimmo, astronoma dell’Uni- ognuna con una sua origine.
versità di Amsterdam. «Ha sciolto tutti i dubbi sul fatto che almeno Il catalogo di CHIME include un gran numero di FRB da va-
alcuni FRB provengano dalle magnetar.» rie galassie, il che rende meno chiaro il legame con le magnetar,

70 Le Scienze 649 settembre 2022


che appaiono quasi esclusivamente in galassie che sfornano stel- di neutroni orbitanti le cui magnetosfere interagiscono periodica-
le di grande massa e breve durata. Il dati di CHIME sugli FRB, in- mente, creando una cavità dove possono aver luogo i lampi. «Ciò
vece, includono anche molte sorgenti provenienti da galassie che oggi rende questo settore così interessante è che ci sono tante
più tranquille che a malapena formano nuove stelle. «Le magne- possibilità entusiasmanti», commenta Chatterjee.
tar possono spiegare una parte degli FRB, e nessuno lo mettereb-
be in dubbio», afferma Shami Chatterjee, astronomo della Cornell Risposte in avvicinamento
University. «Tutte? Quasi certamente no.» Gli astronomi che si occupano degli FRB continuano ad affron-
Un articolo pubblicato su «Nature» nel febbraio 2022 va a so- tare questioni importanti. I non ripetitori sono davvero even-
stegno di questa affermazione. Usando una schiera di radiotele- ti irripetibili o forse emetterebbero di nuovo se li osservassimo
scopi che costituiscono la Rete europea di interferometria a base abbastanza a lungo? La magnetar nella nostra galassia sembra
molto ampia (very long baseline interferometry, VLBI), un gruppo piuttosto silenziosa. Ma forse in tempi andati era ben più attiva?
di ricerca ha determinato con estrema precisione la posizione di È possibile che altri fenomeni arcani, come asteroidi che collido-
un’esplosione ripetuta denominata FRB 20200120E. L’oggetto no con un buco nero, producano in qualche modo segnali simi-
era stato originariamente localizzato nella vicina galassia a spirale li a FRB? Nuove osservazioni e teorie sono pubblicate di continuo.
M81, ma la VLBI lo ha studiato più a fondo e ha rivelato che si tro- La collaborazione CHIME sta costruendo telescopi più picco-
va all’interno di un ammasso globulare, un antico gruppo di stel- li per triangolare le posizioni esatte di molti FRB. Si prevede che
le densamente riunite. Questi ammassi ospitano principalmente in pochi anni sarà possibile conoscere le posizioni precise di cen-
stelle con un’età di circa dieci miliardi di anni, mentre si ritiene tinaia di eventi o forse anche di un migliaio. Oltre a far luce sugli
che le magnetar durino solo per 10.000 anni circa prima di de- FRB, i dati consentiranno importanti misurazioni dell’universo.
cadere in stelle di neutroni più tranquille. «È un punto di svol- Che gli FRB provengono dall’esterno della Via Lattea lo si è ca-
ta», afferma Mohammadtaher Safarzadeh, astrofisico teorico del- pito perché la loro luce era dispersa, nel senso che le frequenze
la Harvard University. «Qualunque sia la causa del segnale FRB, più alte arrivavano pochi millisecondi prima di quelle più basse.
ha probabilmente la stessa età dell’ammasso globulare e senz’altro Questo fenomeno offre informazioni sulla materia attraversata
non è una magnetar.» dalle onde radio mentre percorrevano lo spazio fino a noi. Gli
Le magnetar forse emergono occasionalmente dalla collisio- astronomi ritengono che ci sia molta altra materia ordinaria
nell’universo, oltre a quella che vedia-
mo in stelle e galassie, e sospettano che
Alcuni lampi radio veloci che non si ripetono la materia mancante si trovi nel mezzo
intergalattico. Nel 2020 un gruppo di ri-
potrebbero generare anche onde gravitazionali cerca ha studiato una manciata di FRB
per stimare quanto materiale sia stato at-
da rilevare con LIGO o i suoi omologhi traversato dalla loro luce e ha mostrato
che era quasi esattamente equivalente
alla quantità di materia prevista.
ne tra due stelle di neutroni – un meccanismo di generazione che
Copia di 91992966cbf5c8f83f927ad18d6a0549
L’obiettivo finale è usare gli FRB per mappare la materia in tut-
non è mai stato confermato – il che potrebbe in teoria spiegarne to l’universo. E la luce di alcuni FRB è altamente polarizzata – le
una all’interno di un ammasso globulare, afferma l’astrofisico teo- onde elettromagnetiche sono state ruotate da campi magnetici
rico Bing Zhang dell’Università del Nevada a Las Vegas. Ma nessu- durante il tragitto – e può così rivelare informazioni sulle condi-
no sa esattamente con quale frequenza si verifichino eventi simi- zioni del magnetismo in altre galassie o negli spazi tra di esse. Però
li o per quanto tempo le magnetar risultanti rimarrebbero attive. il mistero delle origini degli FRB rimane. «Sono convinta che en-
A complicare ulteriormente il quadro delle magnetar c’è un’al- tro il prossimo decennio avremo una o due nuove sorprese, come
tra curiosità: FRB 20180916B, noto anche come R3 perché è stata la magnetar galattica che non sapevamo nemmeno di dover cerca-
la terza scoperta in assoluto di un FRB ripetitore. Originariamen- re, grazie a cui ne sapremo significativamente di più», dice Petroff.
te rilevato in una regione verso il centro (dove si formano le stelle) Se alcuni FRB non ripetitori derivano da eventi catastrofici co-
di una galassia a spirale a circa mezzo miliardo di anni luce di di- me le collisioni di stelle di neutroni, come sospettano molti astro-
stanza, si è capito in seguito che R3 si trova alla periferia della stes- nomi, allora creano anche onde gravitazionali. Se un radiotelesco-
sa galassia, il che fa ritenere che si tratti di un oggetto più vecchio pio osservasse un lampo contemporaneamente a LIGO o ad altri
oppure che in qualche modo si sia allontanato dal luogo di nascita. rilevatori di onde gravitazionali nel mondo, darebbe più forza a
Il fatto ancor più strano è che questo lampo produce esplosioni so- questa possibilità. E se una simile collisione producesse una ma-
lo durante una finestra di attività della durata di quattro o cinque gnetar, il singolo, potentissimo FRB iniziale potrebbe dare origine
giorni che si verifica ogni 16,35 giorni, ed è quindi un cosiddetto a una specifica sorgente di FRB ripetitori? Un giorno lo sapremo.
ripetitore periodico. Data la storia recente, è probabile che nei prossimi anni gli FRB
I ricercatori sono perplessi per questa peculiare regolarità. Una ci riservino altre entusiasmanti sorprese, secondo Lorimer: «Pro-
possibile spiegazione è che sia una magnetar che ruota sul pro- prio quando uno pensa che le cose si stiano sistemando, arriva un
prio asse come una trottola, a volte puntando le esplosioni verso anno con tutte queste scoperte straordinarie». Q
la Terra e altre volte altrove. Una diversa spiegazione è che sia un
oggetto che emette lampi mentre si trova in orbita attorno a una
PER APPROFONDIRE
seconda struttura, come un buco nero circondato da un disco di
materiale, che oscura ciclicamente gli eventi esplosivi. Gli scien- Lampi nella notte. Lorimer D. e McLaughlin M., in «Le Scienze» n. 598, giugno
ziati hanno anche ipotizzato che provenga da una coppia di stelle 2018.

www.lescienze.it Le Scienze 71
PSICOLOGIA

L’EREDITÀ
DEL TRAUMA
Le esperienze avverse dei genitori
lasciano tracce biologiche nei figli
di Rachel Yehuda

Copia di 91992966cbf5c8f83f927ad18d6a0549

72 Le Scienze 649 settembre 2022


Copia di 91992966cbf5c8f83f927ad18d6a0549

Illustrazione di Joyce Hesselberth

www.lescienze.it Le Scienze 73
Rachel Yehuda è professoressa di psichiatria e neuroscienze, e direttrice del Center for
Psychedelic Psychotherapy and Trauma Research, all’Icahn School of Medicine del Mount Sinai
Hospital. È direttrice per la salute mentale al James J. Peters Veterans Affairs Medical Center.

opo il collasso delle Torri gemelle in una nube di fumo e di orrore, l’11

D settembre 2001, i medici dell’Icahn School of Medicine al Mount Sinai


a Manhattan si erano offerti di controllare chiunque fosse stato nell’a-
rea del crollo per verificare l’esposizione a tossine. Tra coloro che si
erano presentati per la valutazione c’erano 187 donne incinte, molte
sotto shock, e una collega mi aveva chiesto di aiutarla a fare una diagnosi e a monitorarle.
Erano a rischio di sviluppare un disturbo post-traumatico da
stress, o PTSD, e quindi di vivere sulla propria pelle flashback, in-
cubi, anestesia emotiva o altri sintomi psichiatrici per anni a veni-
gli a essere esposti a disturbi di salute mentale. Ma ci sono anche
prove secondo cui la risposta epigenetica potrebbe agire da adat-
tamento, aiutando i figli di genitori traumatizzati ad affrontare av-
re. I loro feti correvano lo stesso pericolo? versità simili. O entrambi gli esiti sono forse possibili?
Il mio gruppo di ricerca aveva rapidamente addestrato gli ope-
ratori sanitari affinché valutassero ed eventualmente curassero Nel periodo successivo
le donne. Le abbiamo monitorate durante la gravidanza e anche Il mio primo incontro con la trasmissione intergenerazionale
in seguito. Alla nascita, i neonati erano più piccoli del normale, il del trauma risale agli anni novanta, poco dopo che il mio gruppo
primo segno che il trauma dell’attacco al World Trade Center era aveva documentato tassi elevati di PTSD tra i sopravvissuti all’O-
giunto fino al ventre materno. Nove mesi dopo abbiamo esamina- locausto nella comunità dove vivevo da bambina, a Cleveland, ne-
to 38 donne e i loro neonati durante una visita di controllo sullo gli Stati Uniti. Primo studio nel suo genere, si era conquistato un
stato di salute generale: le valutazioni psicologiche hanno rivela- bel po’ di pubblicità. Così, in poche settimane mi ero ritrovata a
to che molte madri avevano sviluppato il PTSD; e in quelle donne dirigere un centro di ricerca sull’Olocausto, un centro creato dal
con PTSD i livelli di cortisolo – l’ormone legato allo stress – erano nulla al Mount Sinai e formato da professionisti volontari. Il telefo-
insolitamente bassi, una caratteristica che i ricercatori comincia- no squillava ininterrottamente. Ma non chiamavano solo soprav-
vano ad associare a questo disturbo.
Copia di 91992966cbf5c8f83f927ad18d6a0549
vissuti all’Olocausto: erano soprattutto i figli adulti di sopravvis-
L’aspetto sorprendente e allarmante allo stesso tempo era che suti. Uno di essi particolarmente tenace – che chiamerò Joseph
anche la saliva dei figli di nove mesi delle donne con PTSD mo- – insisteva affinché io studiassi persone come lui. «Sono una vitti-
strava un livello basso di cortisolo. L’effetto era più marcato nei ma dell’Olocausto», sosteneva.
bambini le cui madri erano al terzo trimestre di gravidanza quel Presentatosi per un colloquio, Joseph non sembrava vittima di
giorno fatale. Giusto un anno prima, un gruppo che dirigevo ave- nulla: consulente finanziario di bell’aspetto e benestante in abito
va osservato bassi livelli di cortisolo in figli adulti di sopravvis- Armani, poteva benissimo essere uscito dalle pagine di una rivi-
suti all’Olocausto. Tuttavia, avevamo ipotizzato che quell’effetto sta patinata. Ma Joseph viveva ogni giorno con la vaga percezio-
dipendesse dal fatto di essere stati cresciuti da genitori che soffri- ne che qualcosa di terribile stesse per accadergli e di dover fuggire
vano delle conseguenze emotive a lungo termine di un grave trau- o combattere per salvarsi la vita. Aveva cominciato a prepararsi al
ma. Ora, invece, sembrava che il trauma avesse lasciato una trac- peggio da quando aveva vent’anni, tenendo pronti denaro e gioiel-
cia nei figli ancora prima che nascessero. li e diventando abile nel pugilato e nelle arti marziali; ultimamen-
Nei tanti anni trascorsi da allora, alcune ricerche effettuate dal te aveva sofferto di attacchi di panico e di incubi di persecuzione,
mio gruppo e da altri scienziati e loro colleghi hanno confermato forse scatenati dalle notizie sulla pulizia etnica in Bosnia.
che le esperienze avverse possono influire sulle generazioni suc- I genitori di Joseph si erano conosciuti in un campo profughi,
cessive seguendo molte strade. Il percorso più evidente passa at- dopo essere sopravvissuti molti anni ad Auschwitz, per poi arriva-
traverso il comportamento dei genitori, ma un ruolo potrebbero re negli Stati Uniti senza soldi. Il padre lavorava 14 ore al giorno ed
averlo influenze durante la gestazione e addirittura cambiamen- era di poche parole, non parlava mai della guerra; ma quasi ogni
ti in ovuli e spermatozoi. Del resto, tutti questi canali sembrano notte svegliava la famiglia con grida di terrore per gli incubi. La
implicare l’epigenetica, ovvero alterazioni nel modo in cui i geni madre invece parlava in continuazione della guerra, raccontando
operano. L’epigenetica può spiegare per quale ragione gli effetti ai bambini vivide storie della buona notte sui parenti che le aveva-
del trauma potrebbero durare molto tempo dopo che il pericolo no ucciso davanti agli occhi. Era determinata affinché il figlio riu-
immediato è svanito, ed è anche coinvolta nei diversi percorsi at- scisse nella vita, e la sua decisione di non sposarsi e non avere fi-
traverso cui il trauma è trasmesso alle generazioni future. gli l’aveva fatta infuriare: «Non sono sopravvissuta ad Auschwitz
Le implicazioni di queste scoperte potrebbero sembrare dispe- affinché mio figlio ponesse fine alla discendenza di famiglia!», era
ranti, suggerendo che il trauma dei genitori segni il destino dei fi- solita esclamare. «Hai un obbligo verso di me e verso la storia!».

74 Le Scienze 649 settembre 2022


Ci siamo ritrovati a parlare con molte persone come Joseph: fi- Così il mio gruppo, composto da cinque persone, approdò a
gli adulti di sopravvissuti all’Olocausto che soffrivano di ansia, an- Cleveland, munito di centrifuga e di altri strumenti. Abitavamo
goscia, sensi di colpa, relazioni disfunzionali e intrusioni di imma- a casa dei miei genitori. Passavamo di porta in porta per intervi-
gini legate all’Olocausto. Joseph aveva ragione: dovevo studiare stare le persone di giorno, e la sera ritornavamo per gli esami del
persone come lui. Poiché le persone che ci chiamavano erano (nel sangue e dell’urina. Quando arrivarono, i risultati furono chiari:
gergo della ricerca) auto-selezionate, decidemmo di valutare i fi- la metà dei sopravvissuti all’Olocausto aveva un PTSD, e tra quel-
gli dei sopravvissuti all’Olocausto che avevamo appena studiato li con il PTSD il livello di cortisolo era basso. Nessun dubbio: persi-
a Cleveland. I risultati furono chiari: i figli adulti di sopravvissuti no quando l’esperienza traumatica risaliva a molto tempo prima, il
all’Olocausto erano soggetti con più probabilità di altri a disturbi PTSD era accompagnato da un basso livello di cortisolo.
dell’umore e d’ansia, come pure al PTSD. Inoltre, molti figli dell’O- Ma come mai? E quale dei due viene prima? Un indizio impor-
locausto avevano bassi livelli di cortisolo, qualcosa che avevamo tante lo offriva una revisione di studi pubblicata nel 1984 e redat-
osservato nei loro genitori con PTSD. ta da Allan Munck e altri ricercatori della Geisel School of Medici-
ne, al Dartmouth College statunitense. Munck e colleghi avevano
Lotta, fuga o «congelamento» osservato che, tra gli ormoni dello stress, il cortisolo svolgeva un
Che cosa significava tutto ciò? Districarsi nel groviglio di trau- ruolo speciale di regolazione. Livelli elevati di ormoni dello stress,
ma, cortisolo e PTSD ha impegnato me e molti altri ricercatori per se mantenuti a lungo nel tempo, danneggiano in svariati mo-
decenni. Nella risposta classica fuggi-o-combatti, identificata ne- di l’organismo: indebolendo il sistema immunitario e aumen-
gli anni venti del secolo scorso, un incontro che spaventa innesca tando la predisposizione a problemi come l’ipertensione. Ma nel
il rilascio degli ormoni dello stress, come l’adrenalina e il cortisolo. contesto di un trauma, il cortisolo potrebbe paradossalmente an-
A loro volta, gli ormoni innescano cambiamenti a cascata, come che avere un effetto protettivo: interrompere il rilascio di ormo-
l’accelerazione del battito cardiaco, e affinano i sensi, permetten- ni dello stress – incluso il cortisolo stesso – riducendo il potenzia-
do alla persona o all’animale minacciati di concentrarsi e di reagi- le danno per gli organi e per il cervello. Questo ciclo di retroazione
re al pericolo immediato. Si pensava che questi effetti acuti svanis- (feedback) indotto dal trauma potrebbe reimpostare il «termosta-
sero alla scomparsa del pericolo. to» del cortisolo a un livello inferiore.
Tuttavia, nel 1980 psichiatri e altri sostenitori dei veterani sta- Avevo trovato un altro pezzo del puzzle e l’avevo messo al suo
tunitensi della guerra in Vietnam vinsero una lunga battaglia per posto. Nei primi anni novanta avevamo dimostrato che i veterani
far inserire lo stress post-traumatico nella terza edizione del Dia- del Vietnam avevano più probabilità di sviluppare il PTSD se ave-
gnostic and Statistical Manual of Mental Disorders (DSM-III). Fu il vano subìto un abuso da bambini. Lentamente emergeva un mo-
primo riconoscimento ufficiale del fatto che il trauma poteva ave- dello che collegava gravi avversità nell’infanzia – un periodo di
re effetti di lunga durata. La diagnosi, però, era controversa: mol- «congelamento» (freezing), poiché di solito un bambino non può
né lottare né fuggire – con un basso li-
vello di cortisolo e la possibilità di un
I figli di persone sopravvissute all’Olocausto futuro PTSD. Avevamo anche studiato
erano soggetti con più probabilità di altri al PTSD persone vittime di stupro o che avevano
Copia di 91992966cbf5c8f83f927ad18d6a0549
avuto un incidente d’auto e che si erano
presentate al pronto soccorso, scopren-
ti psicologi ritenevano che la sua inclusione nel DSM-III avesse ra- do che quelle con livelli di cortisolo più bassi avevano più probabi-
gioni più politiche che scientifiche, anche perché mancavano le lità di sviluppare PTSD dopo l’aggressione o l’incidente.
spiegazioni scientifiche di come una minaccia continuasse a in- Mi ero chiesta se i bassi livelli di cortisolo fossero presenti pri-
fluenzare il corpo molto tempo dopo essere svanita. ma dell’evento che aveva portato quelle persone al pronto soccor-
A complicare le cose, dagli studi su veterani del Vietnam so. Se una persona con basso livello di cortisolo vivesse un’espe-
emergevano risultati sconcertanti. A metà degli anni ottanta i rienza traumatica, ipotizzavo, i livelli di cortisolo nel suo corpo
neuroscienziati John Mason, Earl Giller e Thomas Kosten, della potrebbero essere troppo bassi per tamponare la reazione allo
Yale University, riferirono che veterani con PTSD avevano livelli stress. Quindi i livelli di adrenalina potrebbero schizzare verso
elevati di adrenalina, ma livelli inferiori di cortisolo rispetto a pa- l’alto, segnando il ricordo del nuovo trauma nel cervello, dal quale
zienti con altre diagnosi psichiatriche. Poiché in genere lo stress potrebbe poi riemergere in forma di flashback o incubi. Forse un
aumenta gli ormoni dello stress, tra cui il cortisolo, molti ricerca- basso livello di cortisolo rappresenta una vulnerabilità al PTSD.
tori, inclusa me, erano scettici riguardo a queste osservazioni. Un Lo studio sui figli dell’Olocausto avvalorava questa ipotesi. I fi-
anno dopo entrai da ricercatrice nel laboratorio di Yale e studiai gli dei sopravvissuti all’Olocausto affetti da PTSD tendevano ad
un gruppo differente di veterani impiegando altri metodi per mi- avere bassi livelli di cortisolo anche quando non soffrivano a lo-
surare il cortisolo. Con mio stupore, replicai i risultati. ro volta di PTSD. Come sospettavamo, un basso livello di cortisolo
Ancora non riuscivo a credere che i bassi livelli di cortisolo sembrava legato a una vulnerabilità al PTSD.
avessero la benché minima relazione col trauma. Di sicuro l’Olo-
causto è stato terribile tanto quanto la guerra del Vietnam, ragio- Il ciclo a feedback
nai; ed essendo cresciuta, figlia di un rabbino, in una comunità Ma quale meccanismo collegava l’esposizione al trauma a un
dove c’erano tanti sopravvissuti all’Olocausto, molti dei quali ge- basso livello di cortisolo e a un futuro PTSD? Per rispondere al-
nitori di miei amici, non notavo in loro nulla di anormale. Ero cer- la domanda, abbiamo avviato una serie di studi. Un’osservazione
ta che non avessero né un PTSD né un basso livello di cortisolo, significativa è stata che i veterani del Vietnam con PTSD avevano
spiegai al mio tutor Giller. «È un’ipotesi che puoi verificare», repli- un maggior numero di recettori dei glucocorticoidi, cioè le pro-
cò. «Perché non la indaghi, invece di limitarti a fare delle ipotesi?» teine a cui il cortisolo si lega per esercitare i suoi diversi influssi.

www.lescienze.it Le Scienze 75
Ciò faceva pensare che costoro avessero una maggiore sensibili- trauma fosse trasmesso con il comportamento: i problemi di Jo-
tà al cortisolo: un lieve aumento della concentrazione dell’ormone seph parevano l’esito dell’atmosfera stressata, luttuosa nella casa
scatena una reazione fisiologica sproporzionata. Ma solo indagan- d’infanzia. Ma ora sembrava che anche l’ambiente uterino avesse
do più a fondo le basi molecolari della funzione del cortisolo, an- un ruolo; e che lo avesse il sesso del genitore traumatizzato.
che esaminando l’epigenetica, abbiamo capito come l’esposizio- Nei primi studi sui figli dell’Olocausto, avevamo scelto solo le
ne al trauma potrebbe reimpostare il feedback di questo ormone. persone con entrambi genitori sopravvissuti all’Olocausto. Abbia-
Negli anni novanta gli scienziati erano ormai consapevoli che mo poi rieseguito gli studi per capire se il sesso del genitore era
l’attività dei nostri geni è sensibile a fattori non scritti direttamen- importante, e la risposta è stata affermativa. Chi aveva la madre
te nel codice genetico. I geni forniscono lo stampo per produr- (o entrambi i genitori) affetti da PTSD mostrava in linea di massi-
re le proteine. Ma, come torte preparate con gli stessi ingredien- ma livelli inferiori di cortisolo e recettori dei glucocorticoidi più
ti possono venire diverse a seconda della temperatura del forno, sensibili; viceversa, chi aveva il padre, ma non la madre, affetta da
così la quantità di queste proteine prodotte, o «espresse», dipen- PTSD manifestava l’effetto opposto.
de dall’ambiente. Questa scoperta ha dato vita all’epigenetica, cioè Andando a vedere meglio, scoprimmo di nuovo una minore
lo studio di quello che influisce sull’espressione dei geni, e come. metilazione nel gene NR3C1 del recettore dei glucocorticoidi nei
Studio che si è rivelato decisivo per comprendere sia la neurobio- figli dell’Olocausto la cui madre, o i cui due genitori, soffrivano di
logia del PTSD sia gli effetti intergenerazionali dei traumi. PTSD. Questi cambiamenti rispecchiavano quanto avevamo os-
Gli epigenetisti studiano gli interruttori che attivano e disat- servato anche nelle madri sopravvissute. Ma nei figli il cui solo il
tivano l’espressione genica. Uno dei meccanismi, la cosiddetta padre soffriva di PTSD, abbiamo osservato una metilazione mag-
metilazione, riguarda un gruppo metilico, ossia una molecola di giore, ovvero l’effetto opposto. Questi risultati evocavano la pos-
metano priva di uno dei suoi quattro atomi di idrogeno, che aven- sibilità che il PTSD delle madri e dei padri causasse cambiamen-
do un legame chimico libero può attaccarsi a un altro atomo o a ti epigenetici differenti nel recettore dei glucocorticoidi dei figli.
un’altra molecola. La metilazione è un processo mediante il qua- In una seconda serie di studi avviati nel 2016, abbiamo esa-
le, in presenza di enzimi specifici, i gruppi metilici si attaccano a minato la metilazione in un secondo gene, indicato con la sigla
siti strategici su un filamento di DNA oppure all’interno del com- FKBP5, che codifica per una proteina che regola la capacità del re-
plesso di DNA e proteine conosciuto come cromatina. Occupan- cettore dei glucocorticoidi di legarsi al cortisolo. I risultati han-
do questi siti come blocchi su una superstrada, i gruppi metilici no rivelato schemi di metilazione affini in FKBP5 sia nei genito-
possono modificare la trascrizione, un
passaggio essenziale nell’espressione
genica, durante il quale viene prodot- L’epigenetica si è rivelata decisiva
to l’RNA da uno stampo di DNA. Un au- per capire gli effetti intergenerazionali dei traumi
mento della metilazione impedisce in
genere la trascrizione dell’RNA; invece,
una metilazione minore accresce la trascrizione. Questi cambia- ri dell’Olocausto sia nei loro figli. Ma a causa del numero ridotto di
menti sono durevoli poiché sopravvivono alla normale divisione partecipanti allo studio – stavolta è stato difficile trovare molti so-
cellulare e richiedono enzimi specifici per essere rimossi.
Copia di 91992966cbf5c8f83f927ad18d6a0549
pravvissuti all’Olocausto ancora in vita che potessero partecipa-
Nel 2015 il nostro gruppo è stato tra i primi a individuare va- re con i figli – ci è stato impossibile esaminare come alcuni fattori,
riazioni epigenetiche sui geni legati allo stress in veterani affetti quale la condizione dei genitori riguardo al PTSD, contribuisse al-
da PTSD. Queste alterazioni spiegavano in parte perché gli effet- la metilazione di FKBP5.
ti del trauma erano così persistenti, durando per decenni. Abbia- Siamo tuttavia riusciti a replicare e ad ampliare questo lavo-
mo osservato una ridotta metilazione in una regione importante ro in un campione decisamente più grande, composto solo da fi-
di NR3C1, un gene che codifica per il recettore dei glucocorticoi- gli dell’Olocausto. Nel 2020 abbiamo riportato livelli inferiori di
di, il che probabilmente aumenta la sensibilità di questi recettori. metilazione di FKBP5 nei figli adulti, le cui madri – e non i padri
Questa modifica epigenetica suggerisce una possibile spiega- – erano stati esposti all’Olocausto nell’infanzia. Questo effetto era
zione di come il trauma può reimpostare i livelli di cortisolo. Il cor- indipendente dal fatto che la madre avesse o meno un PTSD. Sug-
po regola la risposta allo stress mediante un complicato meccani- geriva che il trauma aveva forse alterato gli ovuli della madre de-
smo di feedback: un aumento dei livelli di cortisolo induce il corpo cenni prima che questa concepisse dei figli, quando era ancora lei
a produrre una quantità minore di ormone, che potrebbe far au- stessa bambina.
mentare il numero e la capacità di risposta dei recettori dei glu- Considerando le chiare difficoltà nello studiare le persone per
cocorticoidi. Alla luce dei cambiamenti epigenetici, e di altra na- generazioni, gli scienziati ricorrono spesso a studi con anima-
tura, che avvengono in seguito a risposte prolungate al trauma, il li per indagare la trasmissione epigenetica. Nel 2014 Brian Dias e
feedback si ricalibra. Nelle persone che già hanno subìto un trau- Kerry Ressler, della Emory University School of Medicine, han-
ma, il loro sistema dello stress potrebbe essere sensibilizzato e il lo- no riferito una via di trasmissione epigenetica intergeneraziona-
ro livello di cortisolo ridotto, aumentando così la risposta all’adre- le veicolata dagli spermatozoi. Avevano somministrato a un topo
nalina un caso di un ulteriore trauma, il cui esito sarebbe un PTSD. maschio una leggera scossa elettrica mentre sentiva il profumo di
fiori di ciliegio, inducendo una risposta di paura all’odore. La ri-
Eredità epigenetica sposta era accompagnata da variazioni epigenetiche nel cervello
È forse possibile trovare alcuni di questi cambiamenti epigene- e negli spermatozoi. L’aspetto interessante è che la prole maschile
tici in figli di sopravvissuti a traumi? Nel 2002 la scoperta di bas- del topo sottoposto alla scossa rivelava una paura simile per i fiori
si livelli di cortisolo nei figli dell’11 settembre ci ha detto che alcu- di ciliegio – come pure variazioni epigenetiche nel cervello e negli
ne nostre riflessioni erano errate. Avevamo sempre pensato che il spermatozoi – pur senza essere stata esposta allo shock. E questi

76 Le Scienze 649 settembre 2022


effetti venivano trasmessi per due generazioni. In altre parole, la vidanza, 11`-HSD2 agisce anche nella placenta, proteggendo il fe-
lezione imparata dal topo nonno, che il profumo di fiori di ciliegio to dall’esposizione al cortisolo materno circolante, che può essere
significa pericolo, era stata trasmessa al figlio e al nipote. tossico per il cervello in via di sviluppo. L’enzima, che è particolar-
Insieme ad alcuni colleghi, in uno studio recente ho effettuato mente attivo nel terzo trimestre, converte il cortisolo materno in
esperimenti impiegando l’analisi dell’espressione genica sull’in- una forma inattiva, creando così nella placenta una sorta di scudo
tero genoma (genome-wide), un metodo che identifica i nessi fra chimico che protegge il feto dagli effetti dannosi dell’ormone. I li-
un particolare disturbo e l’espressione delle proteine codificate velli elevati di questo enzima nei figli di sopravvissuti all’Olocau-
dall’intero genoma umano. Con questa strategia abbiamo nuova- sto potrebbe quindi riflettere un adattamento, uno sforzo per pro-
mente osservato schemi distinti di espressione genica legati alla teggere il feto dai minori livelli di 11`-HSD2 nella madre.
esposizione – materna o paterna – al trauma e al PTSD. Perciò i figli non sempre sono riceventi passivi delle ferite dei
genitori: come il genitore è riuscito a sopravvivere al trauma con
Nel ventre materno adattamenti biologici, allo stesso modo i figli possono talvolta
Oltre ad alterare gli ovuli e gli spermatozoi che racchiudono la adattarsi all’impatto biologico del trauma dei genitori.
nostra eredità genetica, talvolta decenni prima del concepimen- Naturalmente, il modo in cui i genitori vittime di un trauma in-
to, il trauma sembra influenzare anche l’ambiente uterino. Studi teragiscono con i figli influenza anche lo sviluppo di quest’ultimi.
meticolosi sui figli di donne gravide durante la carestia olandese Una testimonianza, tra le più efficaci, di che cosa significa cresce-
detta «l’inverno della fame» – sei mesi durante la seconda guerra re con genitori sopravvissuti all’Olocausto è stato Maus, il roman-
mondiale in cui i nazisti bloccarono il rifornimento di cibo verso zo a fumetti di Art Spiegelman del 1991, che ha abbattuto una
i Paesi Bassi, causando una carestia diffusa – hanno fornito alcu- barriera culturale, inducendo così altri a raccontare le proprie sof-
ne prime indicazioni sugli effetti in utero. I ricercatori hanno sco- ferenze. Molti psicologi e neuroscienziati hanno così esaminato la
perto che lo stress estremo e la deprivazione nutritiva delle madri famiglia traumatizzata, scoprendo infinite sfumature, e la storia si
producevano sui figli effetti combinati, quali deficit del metaboli- dipanerà ancora nei decenni a venire.
smo e predisposizione a malattie cardiovascolari, dipendenti dal Una domanda importante è se le alterazioni epigenetiche nei
trimestre di gravidanza in cui le donne erano state esposte. geni legati allo stress, in particolare quelle riflesse nei figli di ge-
Anche i figli dell’11 settembre sono stati influenzati nel ventre nitori vittime di trauma, siano necessariamente un marcatore di
materno, e quelli al terzo trimestre avevano livelli di cortisolo si- vulnerabilità o se siano parte di un meccanismo tramite cui i figli
sono diventati più attrezzati per affron-
tare le avversità. È un campo che stia-
Alcuni cambiamenti tra generazioni mo esplorando attivamente. Si sarebbe
e legati allo stress potrebbero essere reversibili tentati, infatti, di interpretare l’eredità
epigenetica come una storia del modo
in cui un trauma si traduce in un dan-
gnificativamente inferiori. Che cosa abbia comportato questa con- no permanente. Le influenze epigenetiche, però, potrebbero an-
dizione per il loro sviluppo futuro purtroppo non l’ho mai scoper- che rappresentare lo sforzo del corpo per preparare la futura pro-
to. Alla visita di controllo sullo stato di salute generale, le madri
Copia di 91992966cbf5c8f83f927ad18d6a0549
le a difficoltà simili a quelle incontrate dai genitori. Ma al mutare
con PTSD (e con bassi livelli di cortisolo) riferivano con maggiore delle circostanze, i vantaggi conferiti da alterazioni del genere po-
probabilità che i propri figli di nove mesi erano insolitamente an- trebbero affievolirsi o portare addirittura alla comparsa di nuove
siosi e timorosi verso gli estranei. Ma non abbiamo avuto i finan- vulnerabilità. Quindi il vantaggio, in termini di sopravvivenza, di
ziamenti per seguire i bambini fino all’età adulta. questa forma di trasmissione intergenerazionale dipende in buo-
In che modo l’ambiente uterino potrebbe lasciare nei figli una na parte dall’ambiente che incontreranno i figli.
traccia del trauma? Il nostro lavoro sui sopravvissuti all’Olocausto Inoltre, alcuni cambiamenti intergenerazionali legati allo stress
e sui rispettivi figli adulti offre indizi. Di nuovo, la storia è com- potrebbero essere reversibili. Diversi anni fa abbiamo scoperto
plicata, e riguarda l’enzima 11-beta-idrossisteroido deidrogena- che veterani di guerra con PTSD che avevano beneficiato di una
si di tipo 2 (11`-HSD2). I sopravvissuti all’Olocausto avevano livelli psicoterapia cognitivo-comportamentale mostravano cambia-
dell’enzima inferiori rispetto a chi non aveva vissuto l’Olocausto, menti, indotti dal trattamento, nella metilazione di FKBP5. La sco-
e l’effetto era particolarmente pronunciato tra chi al tempo della perta confermava che la guarigione si riflette anche nel cambia-
seconda guerra mondiale era più giovane. In genere, questo en- mento epigenetico. Dias e Ressler, del resto, hanno ricondizionato
zima è concentrato nel fegato, nei reni e nel cervello. Tuttavia, in i loro topi a perdere la paura dei fiori di ciliegio; la prole concepi-
condizioni di deprivazione alimentare, il corpo può abbassarne i ta dopo questo trattamento non aveva alterazioni epigenetiche da
livelli per aumentare il combustibile metabolico, ai fini della so- fiori di ciliegio, né temeva il loro profumo. Anche se preliminari,
pravvivenza. Alla fine del periodo di stenti, negli adulti il livello questi risultati rappresentano una frontiera importante in psichia-
dell’enzima ritorna come prima, ma nei figli può rimanere basso. tria e potrebbero suggerire nuove vie di trattamento.
I nostri risultati suggerivano che i livelli di 11`-HSD2 erano forse La speranza è che, conoscendo sempre meglio i modi in cui le
stati modificati nell’infanzia, quando i sopravvissuti all’Olocausto esperienze catastrofiche hanno plasmato le persone sopravvissu-
erano stati esposti a lunghi periodi di malnutrizione, un cambia- te a simili orrori e i loro discendenti, saremo più bravi nell’affron-
mento che persisteva ancora da anziani. tare, ora e in futuro, i pericoli con risolutezza e flessibilità. Q
Tuttavia, nei figli di donne sopravvissute all’Olocausto abbia-
mo osservato la situazione opposta: i livelli di 11`-HSD2 erano su-
PER APPROFONDIRE
periori rispetto a soggetti di controllo ebrei. Questo risultato
potrebbe sembrare contraddittorio, ma ha una sua logica. In gra- L’ombra lunga del trauma. Kwon D., in «Le Scienze» n. 643, marzo 2022.

www.lescienze.it Le Scienze 77
Copia di 91992966cbf5c8f83f927ad18d6a0549
J. Jones/Progetto AMBER

78 Le Scienze 649 settembre 2022


ECOLOGÍA

Fiumi
frammentati
Il flusso dei fiumi europei è interrotto
da una miriade di barriere trasversali
che disturbano gli ecosistemi fluviali.
Una strategia scientifica internazionale
propone misure per ricollegarli

di Carlos García de Leániz

Copia di 91992966cbf5c8f83f927ad18d6a0549

Una mappa dei principali fiumi europei colorati per bacini elaborata
dal progetto AMBER, che vuole creare un inventario di tutte le barriere
nei fiumi europei e proporre misure per il ripristino della connettività.
Lo spessore è proporzionale all’ordine di flusso dei corsi d’acqua.

www.lescienze.it Le Scienze 79
Carlos García de Leániz è professore di biologia acquatica all’Università
di Swansea, nel Regno Unito, dove dirige il Centre for Sustainable Aquatic
Research. È coordinatore del progetto AMBER, un’iniziativa europea
per il ripristino della connettività fluviale. La sua ricerca si concentra sull’ecologia
e sulla conservazione dei pesci e sull’acquacoltura sostenibile.

fiumi ospitano una delle biodiversità più ricche della Terra. Ma sono anche tra

I gli ecosistemi più minacciati a causa delle attività umane, tra cui lo sfruttamen-
to eccessivo degli stock ittici, l’inquinamento delle acque, il degrado degli habi-
tat. Uno dei principali fattori di degrado è la costruzione di barriere che impedi-
scono o limitano il libero flusso dei fiumi.
Copia di 91992966cbf5c8f83f927ad18d6a0549

Nel corso dei secoli, dighe, briglie (o traverse), paratie e chiu-


se ci hanno permesso di captare l’acqua dai fiumi, di macinare la
farina, di far funzionare le ferriere, di generare elettricità, di con-
trollare le inondazioni e di trasportare merci attraverso i principa-
li corsi d’acqua. I fiumi hanno fornito servizi essenziali all’umanità
preso il progetto Adaptive Management of Barriers in European
Rivers (AMBER). L’iniziativa mira a creare un inventario di tutte le
barriere esistenti nei fiumi europei e a proporre misure per gesti-
re queste barriere in vista del ripristino dei fiumi.
Il lavoro svolto dal progetto ha rivelato che la maggior parte dei
e continuano a farlo, ma se c’è una cosa che caratterizza l’uso che fiumi europei è molto più frammentata di quanto si pensasse in
ne facciamo è che, usandoli, li abbiamo frammentati. precedenza e probabilmente i fiumi europei sono i più frammen-
La frammentazione mette in pericolo gli organismi che vivono tati al mondo. Ma quali sono i loro impatti ecologici, e quali sono le
all’interno o nelle vicinanze del fiume, alterando il flusso natura- soluzioni migliori che permettono di sfruttarli in modo redditizio
le e i regimi termici dell’acqua, interrompendo la connettività fiu- e allo stesso tempo di ripristinare gli ecosistemi fluviali?
me-pianura, riducendo la produttività acquatica e limitando l’ac-
cesso dei pesci ad habitat di riproduzione e nursery. I fiumi sani scorrono
La riduzione della frammentazione è un obiettivo chiave di Nel 1980 Robin L. Vannote, direttore dello Stroud Water Re-
molti programmi di ripristino fluviale. Infatti, la nuova Strategia search Center, in Pennsylvania, ha proposto il concetto di «con-
dell’Unione Europea sulla biodiversità per il 2030 invita gli Sta- tinuum fluviale» e ha gettato le basi per la comprensione dei fiu-
ti membri a ricollegare almeno 25.000 chilometri di fiumi e a tra- mi come sistemi in equilibrio dinamico che scorrono e cambiano
sformarli in fiumi liberi di scorrere senza barriere entro il 2030. gradualmente dalle sorgenti alla foce secondo uno schema ben
Ma che cosa significa esattamente, e quali soluzioni ci sono per definito. Nelle sorgenti, dove predominano i gradienti elevati,
raggiungere questo obiettivo? la corrente è veloce, il canale è stretto e ha un substrato spesso,
Il ripristino della continuità fluviale in Europa è una sfida parti- e la vegetazione ripariale forma foreste a galleria che riducono la
colarmente difficile da affrontare, perché in molte regioni la cono- quantità di luce che raggiunge l’acqua. La maggior parte della ma-
scenza delle barriere esistenti è limitata e ciò rappresenta un osta- teria organica che contiene è esogena e proviene dalla vegetazio-
colo per prendere decisioni ben informate. Per colmare questa ne terrestre circostante. I macroinvertebrati acquatici sono do-
lacuna di conoscenze e offrire possibili soluzioni correttive, nel minati da specie trituratrici che si nutrono di foglie cadute dagli
2016 diversi centri di ricerca e altre organizzazioni hanno intra- alberi. Le poche specie ittiche che vi prosperano si sono adattate

80 Le Scienze 649 settembre 2022


Una barriera sull’Arno, a Firenze, offre l’opportunità di fare una passeggiata vicino al corso d’acqua.
Copia di 91992966cbf5c8f83f927ad18d6a0549

a vivere in aree ad alta velocità di corrente. Al contrario, nel corso la direzione del flusso del fiume (dalla sorgente alla foce); laterale,
inferiore la portata è più elevata, la profondità e l’apporto di sedi- che si riferisce alla continuità tra il canale e la pianura alluviona-
menti aumentano e la maggior parte della materia organica è en- le; e verticale, che si riferisce alla continuità tra il canale e la fal-
dogena (proveniente dal fiume stesso). L’ecosistema fluviale di- da acquifera. Le tre forme di connettività, insieme ai cambiamenti
venta complesso, con un maggior numero di specie e interazioni associati al passare del tempo, costituiscono le quattro dimensio-
tra esse, e molte specie diventano più abbondanti. ni del fiume.
In altre parole, ciò che caratterizza un fiume è che scorre e Tradizionalmente, la connettività longitudinale è stata la più
cambia gradualmente, senza brusche discontinuità. Simili cam- studiata, il che spiega perché l’effetto delle barriere trasversali, co-
biamenti sono prevedibili, quindi la qualità del fiume dipende in me dighe e briglie o traverse, è il più conosciuto. In questo articolo
larga misura dalla qualità del suo bacino idrografico e delle sor- mi concentrerò principalmente su di loro. Tuttavia, sono ben lun-
genti. Anche se oggi può sembrare ovvio, non è sempre stato co- gi dall’essere le uniche barriere importanti. Ve ne sono altre, come
sì. Decenni fa, molti ricercatori passavano la vita a studiare «il lo- argini, scogliere artificiali e pontili, che non interrompono la cor-
ro metro quadrato d’acqua», lamentava Vannote, come se i fiumi rente ma impediscono o riducono la connettività laterale e quel-
non scorressero. la verticale.
Sebbene il concetto di continuum fluviale sia diventato più ric- Definire l’espressione «barriera trasversale» non è facile. Nel
co e sfumato nel tempo, la sua parte essenziale rimane valida e progetto europeo AMBER si parla di «qualsiasi struttura artificia-
In Pictures Ltd./Corbis via Getty Images

rappresenta un quadro utile per individuare e prevedere gli effetti le che interrompa o modifichi il flusso dell’acqua, il trasporto dei
delle alterazioni antropiche, compresa la frammentazione causa- sedimenti o il movimento degli organismi e che possa causare una
ta da barriere artificiali. discontinuità longitudinale». Questa definizione implica un cam-
biamento di attenzione e invita a considerare non solo l’impatto
Che cos’è la frammentazione fluviale? sul movimento degli organismi (che varia a seconda della specie o
Per frammentazione fluviale si intende la perdita di connettivi- del taxon), ma su tutti i processi fluviali, con particolare focalizza-
tà causata dall’introduzione di barriere artificiali. La geologa Ellen zione sulla quantificazione della discontinuità.
Wohl, della Colorado State University, ha distinto tre tipi di con- La definizione esclude le barriere che non sono strutture idrau-
nettività fluviale: longitudinale, che si riferisce alla continuità nel- liche, come un corpo idrico troppo caldo o troppo freddo, una ve-

www.lescienze.it Le Scienze 81
A

Le barriere trasversali comprendono dighe, come questa


sul fiume Claerwen, in Galles (A); traverse, come quella sul fiume
Robledillo, in Spagna (B); e paratoie, come questa sul fiume Villahermosa,
B
che scorre tra Aragona e Valencia, sempre in Spagna (C).

locità eccessiva della corrente, un flusso insufficiente o un trat- vei e a ridurre l’incisione sulle rive dei fiumi canalizzati o modi-
to d’acqua inquinato. Tutti questi elementi possono impedire od ficati, i guadi, condutture (tubature) permettono di attraversa-
ostacolare il movimento di pesci e altri organismi acquatici e co- re piccoli corsi d’acqua in modo più economico rispetto ai ponti.
stituiscono barriere artificiali, ma non sono strutture idrauliche. Anche se non comportano un dislivello apprezzabile o uno sbar-
Sono inoltre escluse le barriere come le cascate naturali che, pur ramento, la velocità della corrente nelle condutture dei canali è
limitando la colonizzazione di alcune specie migratorie, a diffe- spesso troppo elevata, la profondità troppo bassa o l’uscita dell’ac-
renza delle barriere artificiali, non interrompono il continuum
Copia di 91992966cbf5c8f83f927ad18d6a0549
qua può essere «sospesa» nell’aria, in modo che siano impraticabi-
fluviale. Non alterano la morfologia fluviale, non causano sbarra- li per gli organismi quanto o più di altre barriere.
menti e non influenzano il flusso dei sedimenti.
Le barriere trasversali sono classificate in sei tipi principali a Impatto ecologico delle barriere
seconda dell’uso, delle dimensioni e degli impatti. Quelle più alte Sebbene l’effetto più evidente delle barriere sia impedire od
immagazzinano l’acqua e regolano la portata e, grazie al loro effet- ostacolare il movimento degli organismi acquatici, questo non è
to di arginamento, modificano l’habitat fluviale. Si tratta di dighe, di gran lunga l’unico impatto. Le barriere alterano anche numero-
briglie o traverse e barriere di paratoie o chiuse. Le dighe sono so- si processi idrogeomorfologici: molte dighe interrompono il tra-
litamente più alte (più di 5 metri) rispetto alle traverse. In que- sporto dei sedimenti e modificano il regime idrologico e la tem-
ste, l’acqua scorre normalmente oltre il coronamento, a differen- peratura del fiume, sia a monte che a valle. L’acqua rilasciata dalle
za delle dighe (anche se molte sono dotate di sfioratori), e la loro dighe è spesso molto povera di sedimenti (intrappolati nell’inva-
funzione è deviare l’acqua, per esempio per l’irrigazione o, in pas- so), il che ne aumenta l’energia e il potere erosivo e, di conseguen- S. Barrento (diga); AEMS-Ríos con Vida (sbarramento e paratoie)

sato, per i mulini o le ferriere; dato che la loro capacità di argina- za, favorisce l’incisione delle rive e dei letti dei fiumi. Inoltre, a
re l’acqua è piccola, di solito non sono usate per generare energia valle, le zone umide dei fiumi regolati da dighe sono a maggior ri-
idroelettrica, anche se ci sono eccezioni. Le barriere sono carat- schio di prosciugamento e l’interruzione dell’apporto stagionale
terizzate dal fatto di poter essere aperte completamente, come le di sedimenti ha un impatto anche sugli estuari e sugli ecosistemi
chiuse dei canali, cosa che non è possibile per le briglie, le traver- costieri.
se o le dighe (anche se queste ultime possono avere sfioratori e pa- Ma a quali dimensioni una struttura costituisce una barriera?
ratoie di fondo). Sebbene possa sembrare che l’impatto di una barriera dipenda
Questi tre tipi di barriere che sbarrano l’acqua sono quelli che dalla sua altezza, non è sempre così. Tradizionalmente, l’impatto
singolarmente alterano maggiormente i fiumi. Tuttavia, poiché è stato valutato quasi esclusivamente sulla base della sua supera-
tendono a essere le strutture meno abbondanti, il loro impatto cu- bilità (transitabilità o permeabilità) per i pesci, in particolare per
mulativo è molto inferiore rispetto a quello causato dalle barriere i salmonidi. Le strutture di altezza inferiore a 50 centimetri sono
più piccole ma molto più numerose. state considerate prive di difficoltà di accesso e quindi di ostaco-
Queste ultime non trattengono o deviano l’acqua e sono costrui- li. Ma questa è una visione molto distorta, perché l’abilità natato-
te per diversi scopi. Mentre le rampe servono a stabilizzare gli al- ria dei salmonidi, vere e proprie «medaglie olimpiche» nel nuoto e

82 Le Scienze 649 settembre 2022


B

Le piccole barriere trasversali sono le più numerose.


Si tratta di rampe di stabilizzazione in pietra, come quella sul fiume Töss,
in Svizzera (A); guadi, come questo sul fiume Guadalhorce, in Spagna (B);
C
o barriere tubolari, come quella sul fiume Afan, in Galles (C).

nel salto in alto, non è affatto rappresentativa di tutti i pesci d’ac- che dipende dalle pulsazioni stagionali, e influisce anche su alcu-
qua dolce. ne specie migratorie che hanno bisogno di portate elevate per ri-
Nei nostri esperimenti di laboratorio abbiamo usato vasche salire il fiume in determinati periodi dell’anno. Inoltre, quando
d’acqua con cascate artificiali e tunnel per il nuoto per osservare le centrali idroelettriche generano molta energia nei momenti di
l’effetto dell’altezza della barriera sugli organismi. I nostri risulta- picco della domanda (hydropeaking), producono un flusso enor-
ti hanno dimostrato che anche barriere molto piccole, corrispon- me, che può verificarsi in qualsiasi momento dell’anno. Questo
denti a cascate di meno di 10 centimetri, rallentano il movimen-
Copia di 91992966cbf5c8f83f927ad18d6a0549
confonde alcune specie, che migrano nel momento sbagliato e, in
to di pesci con minori capacità natatorie, come la sanguinerola seguito, quando la centrale smette di far girare le turbine, restano
europea (Phoxinus phoxinus), lo scazzone (Cottus gobio) o il co- intrappolate in una zona poco profonda del fiume.
bite barbatello (Barbatula barbatula). Inoltre, dato che le specie Le barriere non riguardano solo i pesci, ma quasi tutte le spe-
e gli esemplari variano nella loro capacità di superare gli ostaco- cie presenti nel fiume, compresi i macroinvertebrati e le idrofite
li, le barriere artificiali (e i passaggi per i pesci) possono generare (piante acquatiche), alcune delle quali hanno bisogno di altre spe-
una forte pressione selettiva e agire come una «trappola evoluti- cie per disperdersi. Per esempio, alcune idrofite si affidano al tra-
va»: permettendo il movimento di alcune specie e fenotipi ma non sporto nel tratto digestivo dei pesci per disperdersi e moltiplicarsi
di altri, impoveriscono la composizione delle comunità ittiche e altrove, un fenomeno chiamato zoocoria. Alcuni invertebrati pe-
le rendono meno resilienti ai cambiamenti, come il riscaldamento santemente minacciati, come Margaritifera margaritifera o Mar-
globale o altre pressioni antropiche. garitifera auricularia, due specie di cozza d’acqua dolce, hanno
Le barriere hanno talvolta conseguenze evolutive più sotti- bisogno di completare il loro ciclo vitale nelle branchie di un pe-
Bosiger (rampa); AEMS-Rios con Vida (guado); J. Jones (tubature)

li, come abbiamo osservato in diversi bacini fluviali della Spagna sce ospite. Se il movimento dei pesci viene ostacolato o impedito,
settentrionale. Quando risalgono alle sorgenti dei fiumi, le femmi- anche la dispersione e la sopravvivenza di molte altre specie vie-
ne di alcune specie anadrome (quelle nate nel fiume ma cresciute ne compromessa.
in mare, come alcuni salmonidi) sono costrette ad accoppiarsi con L’altezza della diga è spesso ritenuta il fattore determinante
maschi più forti e con maggiori capacità natatorie. Questo erode la nella valutazione dell’equilibrio tra impatti e benefici. Una gran-
strutturazione naturale delle popolazioni e le omogeneizza, per- de diga trattiene più acqua, genera più energia idroelettrica e for-
ché nega i benefici adattativi derivanti dalla selezione sessuale e nisce un maggiore controllo delle inondazioni rispetto a uno sbar-
dalla scelta del compagno. ramento più piccolo. Tuttavia, gli effetti delle due barriere sul
Un’altra trappola evolutiva causata dalle barriere, in questo ca- movimento degli organismi potrebbero non differire in modo ap-
so grandi dighe, è la loro capacità di alterare il regime idrologico. prezzabile. Per esempio, l’altezza massima che il salmone atlanti-
Nei fiumi con portata regolata, di solito quest’ultima varia poco, co può raggiungere è di 3,7 metri (si tratta di un valore estremo; di
più alta in estate e più bassa in inverno (nell’emisfero settentrio- solito è più basso e dipende dalle dimensioni del pesce, dalla tem-
nale), rispetto a quello che si avrebbe in un fiume naturale. Que- peratura dell’acqua e dalle caratteristiche del salto). Quindi, uno
sta omogeneizzazione del flusso altera il trasporto dei sedimenti, sbarramento di 6 metri ha lo stesso effetto di una diga di 120 metri:

www.lescienze.it Le Scienze 83
il salmone non riuscirà a superare nessuno dei due. Il sovvenzio- industrializzati del centro del continente, mentre i fiumi meglio
namento di piccoli impianti idroelettrici con la motivazione che, collegati si trovano nelle aree montane più remote e meno popola-
a differenza delle grandi dighe, avranno un impatto limitato, è in- te, come i Balcani e la Scandinavia. I risultati dei modelli mostrano
fondato. Le mini-dighe sono «mini» solo per la quantità di energia che è possibile prevedere la densità delle barriere a partire da in-
che producono, non per i disturbi che provocano. Infatti, spesso la dicatori di uso del suolo (in particolare la pressione agricola), den-
costruzione di molte piccole dighe causa una maggiore frammen- sità di attraversamenti stradali, estensione delle acque superficia-
tazione del fiume (e genera meno energia) rispetto alla costruzio- li ed elevazione.
ne di poche grandi dighe. Le analisi rivelano anche un’ampia disparità nell’abbondanza
Secondo le nostre ricerche, descritte di seguito, non c’è una di diversi tipi di barriere, ma anche nell’affidabilità dei dati. Per-
soglia di altezza al di sotto della quale non si verifichino impatti. tanto, il numero di dighe inventariate (61.521) è inferiore solo del
Gli impatti non dipendono tanto dall’altezza delle barriere quan- 16 per cento rispetto a quello calcolato dai dati sul campo, men-
to dal loro numero e dalla loro posizione nel bacino idrografico. I tre il numero effettivo di rampe, guadi e canali di scolo è mol-
fiumi non si distruggono con un colpo secco, ma vengono «ucci- to più alto rispetto ai dati ufficiali. In effetti, potrebbero esserci
si da mille tagli». 418.000 rampe (solo in Svizzera ce ne sono più di 100.000) e for-
se 760.000 canali di scolo. In generale, confrontando le registra-
Frammentazione fluviale in Europa zioni degli sbarramenti con i dati sul campo, abbiamo riscontrato
Fino a poco tempo fa non c’era una valutazione completa del- che le prime sottostimano la densità reale del 61 per cento, anche
la frammentazione fluviale in Europa, sebbene la necessità di se questa cifra varia notevolmente tra i vari paesi (tra 3 e 100 per
una valutazione del genere sia chiaramente indicata nella diretti- cento): mentre alcuni, come Paesi Bassi, Francia e Svizzera, han-
va quadro sulle acque dell’Unione Europea (UE), lo standard del- no registrazioni abbastanza complete, altri, come Albania, Gre-
la politica idrica dell’UE dal 2000. Il progetto AMBER è nato pro- cia, Romania o Svezia, tendono a registrare solo le dighe di gran-
prio per colmare questa lacuna di conoscenza. A motivare questa di dimensioni e a sottostimare notevolmente la reale portata della
iniziativa è stata la nostra convinzione che, per risolvere il proble- frammentazione fluviale.
ma della frammentazione fluviale in Europa, sia necessario in- L’analisi di oltre 100.000 barriere con dati sull’altezza mostra
nanzitutto valutarne la portata. Non si
può risolvere ciò che non si conosce.
Finanziato dall’UE tramite il program- Le barriere inventariate in Europa sono quasi
ma Horizon 2020, il progetto si è svol-
to dal 2016 al 2020 e ha riunito più di 60 630.000, ma secondo i nostri calcoli sono più di 1,2
partecipanti provenienti da 22 istituzio-
ni di 11 paesi europei, tra cui università,
milioni e potrebbero arrivare a 3,9 milioni
centri di ricerca, ONG, agenzie statali e
anche l’industria idroelettrica.
Per quantificare la frammentazione fluviale abbiamo creato che il 91 per cento di esse raggiunge meno di 5 metri e il 68 per cen-
una banca dati unificata delle barriere trasversali europee a parti-
Copia di 91992966cbf5c8f83f927ad18d6a0549
to meno di 2 metri, con una mediana di soli 1,20 metri. In tutta Eu-
re dai registri ufficiali di 36 paesi, che coprono 1,6 milioni di chilo- ropa, le barriere più sottovalutate sono quelle di altezza ridotta,
metri di fiume. Abbiamo contato un totale di 629.955 record unici meno di un metro, in particolare chiuse, condutture e guadi. Que-
di barriere (dopo aver escluso 106.393 duplicati). Inoltre, abbiamo sto perché sono scarsamente rappresentate negli inventari ufficia-
percorso 2715 chilometri di 147 fiumi per convalidare le densità li, che tendono a includere solo le costruzioni più grandi. Inoltre, le
delle barriere secondo le registrazioni della banca dati con dati sul loro dimensioni ridotte e la loro posizione nelle sorgenti rendono
campo. Abbiamo anche usato la tecnica di regressione chiamata più difficile la loro localizzazione. Molti dei guadi e delle conduttu-
«foresta casuale» (random forest) per stimare il numero di barriere re sono molto recenti e sono stati costruiti con poca o nessuna con-
mancanti ed elaborare modelli della loro posizione. siderazione del loro impatto ambientale
Come risultato delle analisi, nel giugno 2020 il progetto ha lan- In sintesi, mentre le barriere inventariate in Europa sono qua-
ciato il primo atlante paneuropeo delle barriere trasversali e la pri- si 630.000, secondo i nostri calcoli sono in realtà più di 1,2 milioni,
ma valutazione completa della frammentazione fluviale basata su una cifra che potrebbe addirittura arrivare a quasi 3,9 milioni. Me-
densità di barriere empiriche e modellizzate. no dell’1 per cento di esse sono dighe di grandi dimensioni
Con una media di 0,74 barriere per chilometro di fiume [per
l’Italia è 0,49, N.d.R.], i risultati indicano che i fiumi europei so- Ricollegare i fiumi d’Europa
no probabilmente i più frammentati al mondo, molto più dei fiu- La nuova Strategia per la biodiversità 2030 è un piano ambizio-
mi degli Stati Uniti (con 0,04 barriere per chilometro), della Cina so, con l’obiettivo principale di arrestare il degrado degli ecosiste-
(0,04), del Giappone (0,02), del Brasile (0,008) o dell’India (0,008). mi e ripristinare la diversità biologica. Nel caso degli ecosistemi
Ciò si spiega in parte con il fatto che l’inventario delle barriere in fluviali, un obiettivo importante è ricollegare almeno 25.000 chi-
Europa è più completo, ma anche perché i fiumi europei sono pro- lometri di fiumi liberi di scorrere e senza barriere entro il 2030.
babilmente quelli che sono stati alterati più a lungo. Ci sono dighe Sebbene questa cifra rappresenti meno del 2 per cento della rete
che risalgono all’epoca romana, e una legislazione sul passaggio fluviale europea (stimata in circa 1,6 milioni di chilometri di lun-
dei pesci che risale al VII secolo. ghezza), abbiamo calcolato che, se si intervenisse strategicamente
La distribuzione delle barriere europee rispecchia in lar- su 2500 barriere, si potrebbero ricollegare circa 25.000 chilome-
ga misura la distribuzione di altre pressioni antropiche. Le den- tri di fiumi, ipotizzando che per ogni barriera smantellata si po-
sità più elevate tendono a concentrarsi nei fiumi più disturbati e trebbero guadagnare 10 chilometri di fiume.

84 Le Scienze 649 settembre 2022


GLI ELEMENTI DI FRAMMENTAZIONE

Un fiume dai mille ostacoli


Diverse costruzioni umane alterano il corso dei fiumi Barriere di contenimento dell’acqua
e li frammentano, con un impatto sugli organismi e O
A Dighe
sugli ecosistemi fluviali. Qui sono illustrati i principali Immagazzinano acqua, producono energia idroelettrica e regolano il flusso.
tipi di barriere trasversali e i loro effetti individuali. Il loro Ma causano la stratificazione termica dell’acqua e trattengono i sedimenti e i
impatto sul bacino fluviale nel suo complesso è spesso nutrienti trasportati dal fiume. Inoltre, il rilascio di flussi privi di sedimenti ha un
sinergico e cumulativo. elevato potere erosivo, degradando le sponde e compattando il letto del fiume.

Copia di 91992966cbf5c8f83f927ad18d6a0549

Barriere che alterano il flusso dell’acqua


O
D Condutture e tubature
Permettono a persone e veicoli di attraversare piccoli corsi d’acqua,
ma alterano il flusso dell’acqua e sono impraticabili per molte specie.
O
B Briglie o traverse
O
E Rampe in pietra
Deviano parte del flusso e consentono vari usi dell’acqua, ma inondano l’habitat
Infografica: Mikel Rodríguez Hidalgo

delle sponde a monte, trattengono i sedimenti e ostacolano il movimento degli Usate per correggere l’impatto dei fiumi incanalati, attenuano
organismi acquatici. il potere erosivo dell’acqua e stabilizzano i canali. Ma interrompono
il flusso dei sedimenti e ostacolano il movimento di alcune specie.
O
C Paratoie
Le paratoie fluviali (C1) controllano il livello dell’acqua nei canali e nelle chiuse, O
F Guadi
ma agiscono come barriere e habitat per le inondazioni. Le paratoie per le maree Permettono il passaggio dei veicoli, ma sono una fonte
(C2) e altre strutture costiere proteggono i centri urbani dall’intrusione salina, ma di immissione di materiali fini e, quando il flusso è basso, sono
disturbano il movimento dei sedimenti e delle specie migratorie. un ostacolo insormontabile per alcuni pesci e altri organismi.

www.lescienze.it Le Scienze 85
Densità di barriere
nei fiumi europei
(numero di barriere per chilometro
di fiume, corretto con i dati ottenuti
sul campo). I fiumi più frammentati
sono quelli dell’Europa centrale,
mentre quelli meglio collegati sono
i fiumi dell’area balcanica e della
Scandinavia.

Copia di 91992966cbf5c8f83f927ad18d6a0549

Questo obiettivo implica il superamento di diverse sfide im- gresso mondiale sull’energia idroelettrica del 2021, l’Internatio-
portanti. In primo luogo è necessario definire bene il significato nal Hydropower Association ha lanciato la dichiarazione di San
di frammentazione fluviale. Non esiste una misurazione univo- Jose, in cui si riconosce che «si dovrebbe prendere in considera-
ca per valutarla, né è chiaro che cosa si intenda per «flusso libe- zione l’eventuale smantellamento delle dighe che non forniscono
ro» o addirittura per «fiume» in questo contesto. Dobbiamo con- più benefici alla società, che presentano problemi di sicurezza che

Adattato da Belletti et al. in Nature, vol. 588, pp. 436-441, 2021/Progetto AMBER
siderare interi bacini fluviali o è sufficiente includere segmenti di non possono essere mitigati in modo efficace dal punto di vista dei
fiumi? Si può dire che un fiume è libero di scorrere se scorre sen- costi o che hanno impatti ambientali sproporzionati che non pos-
za ostacoli per centinaia di chilometri, ma poi viene interrotto da sono essere affrontati efficacemente». Ci saranno occasioni in cui
una singola diga vicino all’estuario? Si tende a pensare al flusso co- le barriere non potranno essere rimosse a causa del rischio di in-
me «libero» solo dal punto di vista dei pesci e considerando solo gresso di specie invasive o del loro valore storico, economico o so-
il canale principale. Forse un approccio più utile potrebbe essere ciale. Ma anche in questi casi possono essere modificate e adattate
quello di definire i gradi di continuità (connettività) a scala di baci- in modo da causare il minor impatto possibile e non interrompere
no e di identificare le unità fluviali funzionali con un’elevata quali- completamente la continuità fluviale e i processi naturali. Le bar-
tà ambientale. Questo è anche lo spirito della direttiva quadro sul- riere possono essere dotate di dispositivi che permettono il pas-
le acque. Il termine «flusso libero» è attraente perché è facile da saggio dei pesci e il movimento dei sedimenti, come quelli svilup-
immaginare e aiuta a fissare gli obiettivi, ma deve essere definito pati dal progetto europeo FIThydro.
in modo rigoroso I nuovi progetti di turbine sommerse, come quelle prodotte da
In secondo luogo, sarà necessario rimuovere alcune barriere Kepler Energy (Regno Unito), Idénergie (Canada) e Smart Hydro
o introdurre nuovi sistemi per catturare l’acqua e produrre ener- Power (Germania), possono anche essere utilizzati per genera-
gia. Gli inventari sul campo indicano che circa il 10-15 per cento re energia idroelettrica senza dover costruire dighe o sbarramen-
delle barriere sono fuori uso e la loro rimozione dovrebbe esse- ti sui fiumi. Inoltre, il sito web della Freshwater Information Plat-
re una priorità. Anche l’industria idroelettrica, tradizionalmente form, creato sulla base dei risultati del progetto di ricerca europeo
resistente ai cambiamenti, se ne rende conto. Sulla scia del Con- Management of Aquatic Ecosystems and Water Resources under

86 Le Scienze 649 settembre 2022


dell’insicurezza idrica, esasperata dai cambiamenti climatici, che
richiederà la costruzione di nuove dighe per far fronte alle caren-
ze idriche previste in alcune parti d’Europa. Ma un’influenza l’a-
vrà anche l’insicurezza energetica, che dovrà essere soddisfatta
dalle energie rinnovabili, oltre all’idroelettrico, come quella sola-
re e quella eolica, che richiedono tutte la costruzione di strade di
servizio. Si deve inoltre tenere conto della crescente minaccia del-
le specie acquatiche invasive, che verrà arginata con la costruzio-
ne di barriere di esclusione. Inoltre, alcune vecchie strutture non
possono essere rimosse perché fanno parte del patrimonio stori-
co e culturale.
Una quarta sfida nella riconnessione dei fiumi è dare priorità
agli interventi più efficaci e meno costosi. Le barriere da affron-
tare per prime devono essere selezionate in modo da ottenere il
massimo incremento di connettività con il minimo sforzo possi-
bile. Ma questo richiede migliori indicatori di connettività e mo-
derni metodi di ottimizzazione dei costi. Attualmente, solo il 10
per cento dei progetti realizzati per rimuovere le barriere in di-
suso viene valutato, il che rappresenta un’opportunità mancata.
Dato che il budget europeo per il ripristino fluviale non è infini-
to, è essenziale che la gestione delle barriere segua un processo
chiaro, trasparente, rigoroso e documentato. Le barriere più pic-
cole sono le più numerose e anche le più facili da rimuovere e mo-
dificare. Gli sforzi dovrebbero quindi concentrarsi sull’interven-
to sul maggior numero possibile di barriere nel bacino, piuttosto
che concentrarsi su alcune grandi barriere isolate, anche se que-
ste hanno un impatto mediatico maggiore.
Infine, nell’ambito della nuova strategia per la biodiversità do-
vrebbe essere valutata anche l’opportunità di «riciclare» e mo-
dernizzare le vecchie dighe. Gran parte dei costi di costruzione
di nuove dighe deriva dall’acquisizione dei terreni e dalla prepa-
razione delle strade di accesso. Il calcestruzzo è anche un mate-
La demolizione di dighe e altre barriere in disuso è uno dei principali riale scarsamente riciclabile, con un enorme costo ambientale. In
strumenti per la riconnessione dei fiumi. Qui possiamo vedere alcuni casi sarà più sostenibile modernizzare e riutilizzare le di-
la demolizione dello sbarramento di Trefilerías, sul fiume Gándara,
Copia di 91992966cbf5c8f83f927ad18d6a0549
ghe abbandonate (che hanno già causato la frammentazione) an-
in Spagna, e il recupero del fiume 12 mesi dopo. ziché demolirle e costruirne di nuove altrove. Non ha molto senso
rimuovere le vecchie dighe in Europa centrale per costruirne di
Multiple Stressors (MARS), offre diversi strumenti di gestione per nuove nei Balcani. Allo stesso modo, la costruzione di nuove mi-
una raccolta dell’acqua più efficiente e sostenibile. ni-dighe (che forniscono poca energia) dovrà essere rivalutata cri-
Una terza sfida da affrontare è la progettazione di strategie per ticamente rispetto all’alternativa di migliorare l’efficienza delle di-
ricollegare i fiumi. Oltre ad applicare soluzioni come quelle cita- ghe esistenti. In definitiva, è necessario tenere conto dei guadagni
te, la prima e più urgente cosa da fare è smettere di frammentarle. e delle perdite nette di connettività e di energia.
Va ricordato che le attività più comuni che causano la frammen-
tazione non sono le dighe, ma le opere di ingegneria civile nei ca- Il ruolo dei cittadini
nali fluviali (scogliere artificiali e rampe di stabilizzazione) e la co- Infine, la partecipazione e la pressione dei cittadini sono fon-
struzione di strade, autostrade e superstrade. Ogni volta che una damentali nel processo di riconnessione dei fiumi. La cosiddet-
strada, un sentiero, una pista forestale o una linea ferroviaria at- ta citizen science, o scienza dei cittadini, può svolgere un ruolo
traversano la rete fluviale c’è un alto rischio di frammentazione. molto importante, un tema su cui abbiamo posto particolare en-
È necessaria una legislazione più severa che applichi il principio fasi nel progetto AMBER. Abbiamo sviluppato l’applicazione Bar-
di precauzione nella pianificazione e nella costruzione delle stra- rier Tracker, attraverso la quale chiunque può contribuire a com-
de e che eviti – o almeno riduca il più possibile – gli incroci con la pletare l’inventario delle barriere, a localizzare quelle fuori uso e
rete fluviale. Anche la formazione dei professionisti e dei dirigen- a identificare quelle che causano i maggiori impatti. Dopo tutto,
ti deve essere migliorata. I gestori delle risorse naturali e le autori- fiumi sani e scorrevoli sono necessari per promuovere non solo la
tà locali devono essere sensibilizzati sul problema della frammen- biodiversità, ma anche il benessere umano.
tazione e sulla gamma di soluzioni semplici ed efficaci disponibili. Se è possibile che l’Europa abbia i fiumi più frammentati del
L’idea che un fiume debba essere «interrato, incanalato o deviato» mondo, è anche vero che ora dispone delle informazioni, degli
C. García de Leániz

in modo che «non faccia danni» è indifendibile e deve lasciare il strumenti e del quadro giuridico per iniziare a deframmentarli.
posto a soluzioni basate sulla natura. Nei prossimi decenni potremmo assistere, per la prima volta nella
Se non si interviene subito, è probabile che la frammentazio- nostra storia, allo smantellamento di più dighe e barriere che alla
ne fluviale aumenti, in futuro. A questo contribuirà l’aumento loro costruzione. Q

www.lescienze.it Le Scienze 87
Nelle barre orizzontali sotto, ciascuno dei 22 cromosomi umani numerati e i
Coordinate due cromosomi sessuali (X e Y) sono divisi in regioni (righe verticali sottili) di
1.000.000 di basi (o nucleotidi). Le differenti lunghezze delle barre riflettono
le diverse lunghezze fisiche dei cromosomi, come illustrato da questa
raffigurazione delle 23 coppie di cromosomi. I colori indicano le regioni che
1 22 X,Y hanno raggiunto il 50, 90 o 99 per cento di completamento in ciascun anno.

2000 2001 2002


1
2
3
4
5
6
7
8
9 Il livello di
10 completamento Nel 2002
11 il 40% del
12 rimasto come
13 l’anno prima è genoma è salito al
14 indicato in toni di grigio 99% di copertura
15
16 2000 2000 2001 2001 2002
17
18 50% 50% 50%
19 90% 90% 90%
20
21 99% + 99% + 99% +
22
X Y

2003 2004 2006


1
2
3
4
5
6
7
8
9
10
11
12
13
14 Nel 2003 è cresciuta
15
16 la copertura dei Nel 2006 meno
17 cromosomi 1-5 e 12, dell’1% del genoma ha
18
19 mentre per i 13, 14 Dal 2004 al 2013 ci sono aumentato il suo livello
20 e 19-22 è cambiato poco stati pochi aggiornamenti di completamento
21
22
X Y

2009 2013 2022


1
2 Copia di 91992966cbf5c8f83f927ad18d6a0549

3
4
5
6
7
8
9
10
11
12
13 Nel 2022

Grafica di Martin Krzywinski; fonti: UCSC Genome Browser; The Complete Sequence of
14 gli scienziati hanno
15
16 aggiunto 251.330.818
17 Nel 2009 circa l’80% Nel 2013 circa l’8% del basi, arrivando

a Human Genome, di Sergey Nurk e altri, in «Science», Vol. 376, aprile 2022
18
19 del genoma era stato genoma non era stato a una sequenza genomica
20 sequenziato al 99% o più sequenziato per niente senza alcuna lacuna
21
22
X Y

3.117.275.501 basi, 0 buchi


Dopo 22 anni, gli scienziati hanno decifrato tutto il nostro codice genetico
Il genoma umano è infine completo. I ricercatori ci hanno lavorato quali coinvolti nell’immunità e nello sviluppo di cervelli più gran-
per decenni, e il Progetto genoma umano ha proclamato il succes- di di quelli dei nostri antenati. «Ora che abbiamo un riferimento
so nel 2001, quando aveva letto quasi tutto il genoma di una per- completo, possiamo comprendere la variazione umana e come
sona. Ma per decifrare l’8 per cento mancante sono occorsi altri siamo cambiati rispetto alle specie più vicine», ha detto il geneti-
due decenni. Queste sezioni erano altamente ripetitive e altamen- sta Evan Eichler dell’Università di Washington, uno dei leader del
te variabili fra gli individui, il che le ha rese la parte più difficile da consorzio Telomere-to-Telomere che ha completato il genoma.
sequenziare. Ma hanno rivelato centinaia di nuovi geni, alcuni dei Clara Moskowitz

88 Le Scienze 649 settembre 2022


di Michele Bellone I bastioni di Orione
editor di saggistica, giornalista, docente di narrazioni e
comunicazione della scienza. Autore di Incanto (Codice, 2019)

Supereroi in soccorso del clima


Film che raggiungono milioni di persone sono molto
efficaci nel sensibilizzare e far discutere sul tema

el 1985, in una striscia del fumet- li, ma a provocarle non è l’uso di combustibi-

N to Dykes to Watch Out For di Ali-


son Bechdel, una donna spiega a
un’amica le regole con cui sceglie quali film
li fossili, bensì il risveglio di un’entità aliena
semidivina nel nucleo della Terra. L’umanità
quindi non ha nessuna responsabilità, è solo
vedere: ci devono essere almeno due don- una vittima che gli immortali protagonisti del
ne, che parlano fra loro di qualsiasi argomen- film dovranno salvare. Qui Wonder Woman se
to che non riguardi un uomo. Nacque così il la cava meglio perché il suo antagonista, Max
test di Bechdel, molto usato per valutare l’u- Lord, è un magnate dell’industria petrolifera
guaglianza di genere nelle opere narrative e che sfrutta il potere di una pietra in grado di
che, secondo alcune analisi, è un buon indi- esaudire desideri (suoi e delle altre persone)
catore del successo commerciale di un film. per accumulare ricchezza e potere, provocan-
Nel 2021 il gruppo di autori e attivisti Clima- do però una crescente instabilità globale che
te + Pop Culture ha realizzato una versione del si ripercuote anche sul clima.
test incentrata sul cambiamento climatico e
l’ha usata per analizzare alcuni film, fra i qua- Ispirare soluzioni
li spiccano tre storie di supereroi: Spider-Man: Si arriva così alla terza condizione: deve es-
Far From Home (2019), Wonder Woman 1984 serci almeno un personaggio che cerca di ri-
(2020) ed Eternals (2021). solvere il problema. Gli immortali di Eternals
Copia di 91992966cbf5c8f83f927ad18d6a0549
lottano per salvare la Terra e l’Uomo Ragno
Artefice o vittima? lotta contro Mysterio, ma entrambi questi
Tutti e tre rispettano la prima condizione scontri non hanno nulla a che fare con il con-
del Climate Test: riconoscere che il clima della testo climatico. Wonder Woman, invece, con
Terra sta cambiando. In Spider-Man, Venezia un ispirato discorso convince l’umanità a sal-
è allagata da gigantesche ondate che assumo- vare la Terra rinunciando all’eccesso di de-
no l’aspetto di una creatura elementale, men- sideri incontrollati che la stavano sconvol-
tre una scena di Eternals mostra la fusione gendo. E fra le scene che raccontano il suo
dei ghiacci dell’Alaska attribuendola esplici- successo ce n’è una che mostra le emissioni di
tamente al riscaldamento globale. Il più timi- gas climalteranti che tornano nelle ciminiere.
do da questo punto di vista è Wonder Woman Una soluzione didascalica e ingenua ma che
– forse perché ambientato negli anni ottanta, almeno punta il dito verso un problema reale.
quando gli impatti del cambiamento climati- Viene da chiedersi se le storie di supereroi,
co non erano evidenti e discussi come oggi – essendo spesso incentrate su azioni epiche e
che comunque fa riferimento a diverse crisi, mirabolanti di persone con enormi poteri, sia-
inclusa quella climatica. no adatte a raccontare temi complessi come il
La seconda condizione del Climate Test cambiamento climatico. Forse sì, forse no, ma
è che le attività umane responsabili di que- il punto è un altro. Grazie alla loro popolarità,
sti cambiamenti siano rappresentate in ma- questi film raggiungono milioni di persone in
niera negativa. E qui cominciano i problemi. tutto il mondo e possono quindi essere mol-
L’elementale d’acqua con cui si scontra l’Uo- to efficaci nello stimolare il dibattito pubblico
mo Ragno si rivela essere un trucco del super- su questo argomento. E uno strumento come
criminale Mysterio, smontando così qualsi- il Climate Test – con tutti i suoi limiti, non di-
asi riferimento al clima e alle attività umane. versi da quelli del test di Bechdel – può servi-
L’aumento delle temperature e la fusione dei re a innescare questo dibattito, sollevando do-
ghiacci citati in Eternals, invece, sono rea- mande e andando al di là delle apparenze.

www.lescienze.it Le Scienze 89
La ceretta di Occam di Beatrice Mautino

biotecnologa, giornalista e comunicatrice scientifica. Tra i suoi libri


più recenti Il trucco c’è e si vede (Chiarelettere, 2018)

La lezione dell’alluminio
Nella cosmesi è uno degli ingredienti più demonizzati,
ma in realtà è studiato a fondo dagli enti regolatori

a prima cosa che ho imparato quando nel 2012 su pelle umana ottenuta da operazio-

L ho iniziato a occuparmi della scienza


dei cosmetici è che nell’Unione Euro-
pea tutti gli ingredienti autorizzati al commer-
ni di chirurgia estetica, sulla quale sono stati
spalmati diversi prodotti antitraspiranti con-
tenenti sali di alluminio. Anche in questo ca-
cio sono sicuri alle normali condizioni d’uso, so l’assorbimento era basso per la pelle inte-
quindi è inutile perdere tempo a interrogarsi gra, ma aumentava in maniera preoccupante
se il tal ingrediente sia da evitare o se quell’al- attraverso la pelle danneggiata da abrasioni o
tro sia da preferire. irritazioni. Le autorità hanno deciso di guar-
Ci sono enti che lo fanno al posto nostro e dare più a fondo e si sono messe al lavoro chie-
lo fanno anche molto bene. Ma ho anche im- dendo all’industria e alle altre parti interessa-
parato subito che questa assunzione che mi ha te di produrre studi in grado di dare risposte
semplificato molto la vita è anche la più diffi- più complete.
cile da far passare al grande pubblico. Ci sarà È così partito un lavoro di revisione da par-
sempre l’ingrediente cattivo, quello che è me- te del Comitato scientifico per la sicurezza dei
glio non usare secondo l’opinione di una rivi- consumatori, l’ente della Commissione Euro-
sta, di un influencer o di un sedicente esperto. pea che si occupa di valutare i rischi legati agli
Tra gli ingredienti più demonizzati in circola- ingredienti cosmetici, durato sei anni e con-
zione ce n’è uno di cui abbiamo già parlato in clusosi sono a fine 2020.
passato quando vi ho raccontato la storia de-
Copia di 91992966cbf5c8f83f927ad18d6a0549

gli antitraspiranti, cioè di quei cosmetici che Lasciar andare la diffidenza


ci aiutano a sudare meno. Sto parlando dell’al- Grazie ai nuovi studi prodotti, effettuati su
luminio, accusato di volta in volta di provoca- campioni più ampi e in condizioni paragona-
re il cancro o la malattia di Alzheimer. bili alle condizioni d’uso tipiche di un deodo-
rante, si sono potute escludere molte delle
Un lavoro di sei anni preoccupazioni che c’erano in prima battuta.
Tutte cose che gli enti regolatori prendono Si è visto che l’alluminio assorbito attraverso
molto seriamente, avviando studi o richieden- la pelle è marginale rispetto a quello assunto
do dati per poter essere certi di consentirne per via alimentare e le analisi approfondite di
l’utilizzo. Il primo studio degno di nota risa- tossicologia hanno permesso di arrivare a de-
le al 2001, pubblicato sulla rivista «Food and finire dei valori soglia per le diverse formu-
Chemical Toxicology» a opera di un gruppo lazioni: il 6,25 per cento nei deodoranti non
di ricercatori dell’Università della Pennsylva- spray, il 10,6 per cento nei deodoranti spray,
nia. Gli autori hanno spalmato una soluzione il 2,65 per cento nei dentifrici e il 14 per cen-
radioattiva di cloridrato di alluminio sotto le to nei rossetti.
ascelle di due volontari che sono poi stati se- Si tratta di valori soglia calcolati per fare in
guiti per diverse settimane raccogliendo cam- modo che siano almeno un centinaio di volte
pioni di sangue e urine man mano. L’utilizzo inferiori al valore minimo che ha dimostrato
di una soluzione radioattiva permette di trac- di essere problematico considerando l’espo-
ciare il viaggio dell’alluminio attraverso l’or- sizione complessiva, quindi anche quella che
ganismo e i risultati sono stati incoraggianti avviene attraverso l’alimentazione. Insomma,
perché rilevavano un assorbimento minimo. anche questa volta, l’assunto iniziale, quello
Si trattava però di dati molto preliminari, che che semplifica la vita, si è rivelato essere vero.
sono stati poi confermati grazie a uno studio Riusciremo mai a lasciar andare la diffidenza e
francese dell’Università di Nantes effettuato a fidarci delle istituzioni?

90 Le Scienze 649 settembre 2022


di Dario Bressanini Pentole & provette
chimico, divulgatore, gastronomo. Autore di Contro natura
(Rizzoli, 2015), La Scienza della Carne (Gribaudo, 2016)

La matematica degli hamburger


Un modello della loro cottura suggerisce quante volte
girarli per cuocerli il più velocemente possibile

ual è il modo più efficace di cuoce- Come tutti i modelli è molto semplificato,

Q re un hamburger? Scelto il grado


di cottura – al sangue, media o ben
cotto – se lo chiedete a un cuoco vi darà una ri-
per esempio assume che la polpetta sia spessa
1 centimetro ma che abbia estensione infinita,
in modo da potersi occupare solo della cottura
sposta basata sulla sua esperienza, e probabil- in direzione perpendicolare alla piastra di cot-
mente i dettagli sarebbero diversi se lo si chie- tura. Tuttavia, le sue simulazioni possono da-
desse a un altro cuoco. Ma se la domanda se re interessanti risposte qualitative.
la pone un matematico, costruirà un model-
lo matematico dell’hamburger e per trovare la Il limite teorico
risposta risolverà complicate equazioni diffe- Affinché l’hamburger sia considerato cot-
renziali alle derivate parziali. to, ogni punto al suo interno deve avere rag-
È quello che ha fatto Jean-Luc Thiffeault giunto almeno i 70 °C. Thiffeault simula prima
del Dipartimento di matematica dell’Universi- la cottura con un singolo capovolgimento e si
tà del Wisconsin a Madison. Il suo studio è sta- chiede come devono essere i due intervalli di
to pubblicato da poco sulla piattaforma di pre- tempo per la cottura di ogni lato per cuocere
print arXiv. Thiffeault cerca di rispondere alla nel minor tempo possibile. I calcoli mostrano
domanda «quante volte devo girare un ham- che la cottura prima del capovolgimento deve
burger sulla griglia o sulla piastra per cuocer- durare il 45 per cento del tempo totale, in cui
lo il più velocemente possibile?».
Copia di 91992966cbf5c8f83f927ad18d6a0549
solo il 29 per cento dell’hamburger è cotto, e
quindi cuocere l’altra superficie per il restan-
Semplice simulazione te 55 per cento. A questo punto si chiede che
La stessa cosa ci si può chiedere anche di cosa succede se si aumenta il numero di ca- Gira e rigira.
una spessa fetta di melanzana oppure di una povolte. Come aveva mostrato empiricamen- All’aumentare del numero di ribaltamenti
bistecca. Uno dei metodi ancora diffusi per te McGee, più si gira la polpetta e più velo- dell’hamburger ci si avvicina a un
cuocere una bistecca di un certo spessore è cemente si cuoce. Con due giravolte il primo risparmio del 29 per cento per il tempo
adagiarla sulla piastra, aspettare finché la su- intervallo di cottura dovrebbe durare il 18 per di cottura, il massimo risparmio teorico
perficie è brunita, girare la carne per cuocere cento del tempo totale, il secondo il 40 e per previsto dal modello.
l’altro lato e servirla. In alcuni ristoranti posi- la cottura finale il 42 per cento. All’aumenta-
zionano anche la carne in verticale, sull’osso, re del numero di ribaltamenti il tempo di cot-
ma è solo una scelta scenografica data la bassa tura totale si avvicina al limite teorico del 29
conduzione del calore dell’osso. per cento in meno, mentre l’intervallo di tem-
Lo scrittore di scienza in cucina Harold po tra un ribaltamento e l’altro diventa pres-
McGee aveva già, molti anni fa, mostrato em- soché costante, tranne l’ultimo che è sempre
piricamente che le bistecche si possono cuo- più lungo dei precedenti e più o meno di du-
cere più in fretta girandole molto più spesso rata doppia.
di quanto si faccia abitualmente, arrivando a Essendo un modello astratto non ha mol-
risparmiare anche il 30 per cento del tempo. to senso per discutere i tempi di cottura rea-
L’idea di fondo è che, girando la carne di fre- li, che non sono realistici in un modello tanto
quente, la superficie superiore non faccia a semplice. Le conclusioni qualitative sono in-
tempo a raffreddarsi troppo e quindi la bistec- teressanti, anche se tutto sommato può ave-
Nicholas77/iStock

ca cuocia in modo più uniforme. Thiffeault ha re poca importanza per il cuoco casalingo. Ma
messo alla prova matematicamente questa os- forse per una catena di fast food che cuoce mi-
servazione empirica costruendo un modello lioni di hamburger ogni giorno il risparmio di
matematico di un hamburger. energia può non essere trascurabile.

www.lescienze.it Le Scienze 91
Rudi matematici Tornato da una gita a Paestum, Rudy
racconta di un curioso affido di bambini e di
una corsa che ha ideato per tenerli buoni

Olimpiadi a Poseidonia

ccovi, finalmente, ecumene di sicofanti!», ruggi-

«E
mio ritorno!»
sce Rudy, ancora in tenuta da viaggio: «Credevo
di trovarvi già qui, per festeggiare degnamente il

«In realtà sapevamo che saresti arrivato oggi, Capo», farfuglia


Piotr: «Diciamo che cercavamo di procrastinare i convenevoli del
rituale “Welcome back home”.»
«No, parliamoci subito chiaro, senza giri di parole», fa Alice:
«La verità è che siamo terrorizzati all’idea che tu ci costringa a sci-
ropparci le foto delle tue vacanze, come ogni anno. Non potresti
metterle su Instagram come fanno tutti? Così mettiamo un bel “mi
piace” all’ultima e non ci pensiamo più.»
Rudy alza un sopracciglio sdegnato: «Sono su Instagram. Tut-
te e 178. Se ho preparato questo schermo per proiezioni è solo per
mostrare a voi un’accurata selezione dei miei capolavori.»
«Come no – sbuffa Piotr – conoscendoti, la tua “accurata sele-
zione” ne conterrà 177. Ne avrai tolto a malincuore una in cui il tuo
ditone copriva l’obiettivo.»
«Doc, sei riuscito a fare l’ipotesi più sbagliata possibile: au con-
traire, ne proietto una sola. Le altre sono per “oi polloi”.»
Copia di 91992966cbf5c8f83f927ad18d6a0549

«Rudy, sappiamo tutti che le tue conoscenze di greco ti con-


sentono solo di ordinare una birra. Quindi, anche se hai passato le
ferie nella Magna Grecia, potresti evitare di massacrare l’augusta
lingua? Da qualche parte in libreria c’è il Rocci, ma pesa troppo
per consultarlo al solo fine di prenderti in castagna.»
«Tempo sprecato, Treccia – sospira Doc – è già riuscito a defini-
re “ecumene” due persone; non c’è speranza di fermarlo.»
«Forse è vero, “ecumene” è un po’ eccessivo, per definire voi
due. E non sono neppure sicuro che il termine “sicofanti” vi si
adatti bene. Non ricordo bene chi fossero, e…»
«Tranquillo – lo rassicura Piotr – se volevi insultarci ci sei riu-
scito benissimo. Ma perché non ci togliamo subito il dente? Che
cosa ci mostrerai, in questa incomparabile fotografia? Il pronao «Non parlavo per metafore. Ho detto che sono un problema, nel
del tempio di Nettuno, dove non si può entrare? La statua del tem- senso che lo stanno rappresentando. È capitato che alcune fami-
pio di Atena, scomparsa da tempo? O il tempio della Pace, che sarà glie, intenzionate a fare un giro tranquillo di Paestum, me li hanno
arrossito quando sei arrivato?» affidati per un po’, e…»
«No. Questo.» «...e i servizi sociali sono arrivati a sirene spiegate?»
«Cioè? Una strada? Sarà pure antica e greca, ma è tutto qua? O il «No. C’era un patto ben chiaro: finito il giro dei genitori, tutti
fatto rimarchevole sono quei bambini che corrono e quel tizio con i bambini sarebbero stati portati via, e così sarei stato io a poter-
Illustrazione di Stefano Fabbri

barba e pipa a mezza strada?» mi fare il giro di Paestum in santa pace. Ma vogliamo passare al
«Già. I bambini sono un problema.» problema della foto? Vorrei attrarre la vostra attenzione sui due
«Ancora? Lo dici da una vita, speravo che essere diventato geni- piccoli obelischi, situati uno a est e una a ovest del gruppo di bam-
tore avesse un po’ ammorbidito il tuo giudizio sugli esseri umani bini. Distano 100 metri l’uno dall’altro, ma vorrei che la distanza in
molto giovani. Invece, ancora qui a dire, con aria saccente, che “i questione la chiamassimo stadion.»
bambini sono un problema”?» «Ma non sarà che… Capo, ti prego: dimmi che non hai spostato

92 Le Scienze 649 settembre 2022


di Rodolfo Clerico, La soluzione del problema esposto in queste pagine sarà
Piero Fabbri e pubblicata in forma breve a ottobre e in forma estesa sul
Francesca Ortenzio nostro sito: www.lescienze.it. Potete mandare le vostre
risposte all’indirizzo e-mail: rudi@lescienze.it.

IL PROBLEMA DI AGOSTO

Nel problema del mese scorso si immaginava una griglia di M x N pile di superstiti bianche. Il risultato è generalizzabile: sono eliminabili al massi-
monete, ognuna con K elementi. Si dovevano togliere tutte le monete a mo K(MN–1) monete, ovvero si resta con K monete residue.
coppie, tenendo conto che ogni coppia doveva essere formata da mone- L’eventuale ricerca del numero minimo di mosse possibili per arrivare a
te di pile adiacenti in orizzontale o verticale. una situazione in cui non è più possibile eseguire alcuna mossa è inve-
È evidente che, indipendentemente dalla parità di K, una generica cop- ce più complessa. Nel caso del testo si dimostra che non possono es-
pia di pile adiacenti può essere «svuotata» agendo ripetutamente sul- sere fatte meno di nove mosse: anche in questo caso il metodo della
le pile che la compongono: il quesito è quindi immediatamente ri- scacchiera è d’aiuto, perché, ipotizzando di aver raggiunto una posizio-
solubile se M o N sono pari. Se invece sono entrambi dispari, è utile ne bloccata in otto mosse, si vede che le monete nere residue devono
«colorare a scacchiera» il rettangolo formato dalle pile: nel caso del testo essere quattro, quindi esistono almeno due pile che contengono almeno
(K=M=N=3) si vede che ci sono 15 monete su uno dei colori (diciamo una moneta nera. Queste avranno, nel migliore dei casi, adiacenti quat-
«bianco») e 12 monete sull’altro («nero»). Visto che ogni mossa consi- tro caselle (due a testa) bianche, le cui monete non possono essere sta-
ste nel prendere coppie di monete da pile di colore diverso, nella miglio- te tutte tolte in solo otto mosse; quindi esiste ancora almeno una mos-
re delle ipotesi si esauriranno le 12 monete nere restando con 3 monete sa possibile.

stessa direzione iniziale di corsa per Briareo, che parte 20 metri


più avanti di Artemide. Altri 20 metri avanti, insomma a 40 metri
dall’obelisco in est, c’è Demetra, anch’essa pronta a partire verso il
traguardo posto in ovest. Ancora 20 metri – quindi a 60 dall’obeli-
sco est e a soli 40 dal traguardo ovest – abbiamo Eufrosine, che al
via partirà anche essa verso il medesimo obiettivo. A soli 20 metri
dal traguardo ovest abbiamo Eos: solo che lei guarda a est, ovvia-
mente, avendo il nome della dea dell’aurora: e verso il traguardo
est comincerà a correre al momento del via.»
«Ehm, Capo… ti sei accorto che, in questa descrizione dei bim-
Copia di 91992966cbf5c8f83f927ad18d6a0549
bi alfabeticamente elencati, hai saltato la lettera gamma?»
«Oh, quella sta per Giasone: c’è anche lui, da qualche parte non
ben definita, tra Briareo e Demetra: come Eos, correrà verso l’o-
belisco est.»
«Che gioco è, con bimbi che vanno da una parte e altri dall’al-
tra? Una specie di autoscontro senza macchinine?»
«No: al via tutti si muovono nella direzione prevista, alla pru-
dente velocità di un metro al secondo; però, quando due bimbi
stanno per scontrarsi, si danno il “cinque”, fanno dietrofront e ri-
partono in direzione opposta.»
«Non sembra pericoloso, in effetti. Certo, da qui a dire che sia
divertente…»
«Oh, i bimbi si sono divertiti molto. Adesso divertitevi voi: dite-
due reperti archeologici esclusivamente per organizzare un pro- mi chi arriverà per ultimo a uno dei due traguardi, e quanto tempo
blema!» ci mette. Tenete presente che quando uno dei bimbi raggiunge
«No, ma mi piaceva l’idea di farvelo credere per un istante. Però uno dei due obelischi esce dal gioco, e che il “battersi cinque” è
ho misurato davvero la distanza: ti assicuro che il nostro stadion è fatto in tempo zero.»
proprio pari a un ettometro.» «Capo – fa Piotr – si può sapere perché hai messo a due bambini
«Prosegui senza altre interruzioni: ti abbiamo pensato già insi- un nome che inizia per “E”?»
diatore di fanciulli e vandalo dei patrimoni archeologici, direi che «Prenditela con gli antichi greci. Che razza di idea è, quella di
può bastare.» avere la epsilon vicino alla eta?»
«Allora, ho organizzato per i frugoletti una corsa multidire- «In realtà – sorride Doc – tra epsilon ed eta c’è la zeta. E c’è un
zionale non competitiva: partivano da posizioni diverse lungo lo nome bellissimo per una bimba: Zoe, che vuol dire “vita”. Così,
stadion, diretti verso uno dei due obelischi/traguardi. Detti A, B, non ti dispiacerà troppo se, in onore della dimenticata Zoe e so-
C… anzi no, restiamo in tema Magna Grecia: la prima bimba, Ar- prattutto per salvare la mia vita, io mi dileguo e parto subito per le
temide, è piazzata sull’obelisco est pronta a partire verso ovest; mie vacanze, vero?»

www.lescienze.it Le Scienze 93
Libri & tempo libero

La scienza non è nata solo in Europa


Il mito eurocentrico è tenace, ma trascura innumerevoli contributi cruciali

Orizzonti
di James Poskett
Einaudi, Torino, 2022, pp. 520 (euro 34,00)

opernico, Galileo, Newton. E poi Linneo, Darwin, Ein-

C stein. Numi tutelari della storia della scienza moderna:


tutti maschi bianchi europei, a testimoniare la superio-
rità intellettuale dell’Occidente rispetto a ogni altra cultura.
D’altra parte, tutti abbiamo imparato che l’Europa è stata la cul-
la di una scienza che ha cambiato il mondo. Ma se negli ultimi due
decenni il mito della rivoluzione scientifica è stato ampiamente ri-
visto, così non è stato per la centralità geografica dell’Europa. «L’i-
dea secondo cui la scienza moderna fu inventata in Europa conti-
nua a essere uno dei miti più tenaci della storia moderna», scrive
James Poskett nell’introduzione a questo stimolante volume, ag-
ganciando l’eurocentrismo ai conflitti novecenteschi: le necessità
della guerra fredda fecero sì che, da ambo i lati della cortina di fer-
ro, fossero create storie di superiorità. Per «noi», si è trattato di di-
mostrare che le società capitaliste europee erano il luogo perfetto
per lo sviluppo dell’ingegno umano. Tuttavia, già prima la scienza
era stata vista come motore di modernità, e spesso usata come giu-
stificazione per la missione degli imperi coloniali.
Poskett si propone di mostrare che in realtà gli orizzonti an-
Copia di 91992966cbf5c8f83f927ad18d6a0549

drebbero allargati. La scienza moderna non è nata in Europa, o


meglio: non solo in Europa. Con un approccio globale, piuttosto
che genealogie lineari e progressiste, si dovrebbero tracciare reti
di connessione lungo cui sono circolate idee, oggetti e persone. È
proprio quello che l’autore vuole fare in questo libro estremamen-
te stimolante e ricco di riferimenti. Diviso in quattro blocchi cro-
nologici (dal XV al XX secolo), espande l’ottica fino a comprende-
re tutti i continenti. Per esempio la conoscenza della geografia, da
noi tradizionalmente attribuita alle «scoperte» dei navigatori eu-
ropei in giro per il mondo, fu sviluppata grazie alla «consulenza»
dei popoli indigeni. Quando dalla Spagna si chiesero informazio- la quindi non essere semplicemente un luogo di ricezione passi-
ni sulle nuove colonie americane, le mappe furono disegnate dai va, bensì un’agente attiva di produzione di conoscenza. In luoghi
sudditi aztechi che conoscevano il territorio, non dagli ammini- culturalmente lontani dall’Occidente si scambiano saperi radicati
stratori che di rado si erano allontanati dalle città. in ambienti diversi, che viaggeranno in ogni direzione e verranno
I colonizzati peruviani furono invece di grande aiuto quando a loro volta modificati e rinnovati.
usarono il loro sapere tradizionale per rispondere alle forzate ri- La ricostruzione – basata su un’ampia letteratura – non è sem-
chieste degli scienziati che tentavano di calcolare la dimensione plice esercizio accademico. Di fronte alla crisi climatica, per esem-
della Terra: sfruttando le stesse tecniche con cui erano state cre- pio, occorre una prospettiva globale, non incentrata sull’Occiden-
ate le linee di Nazca e le piramidi locali, costruirono l’infrastrut- te, che pure è il maggior responsabile dell’emissione storica di gas
tura usata nel Settecento da Charles-Marie de la Condamine per serra. La ricerca, che dovrebbe essere universale per definizione,
verificare la lunghezza dei meridiani e provare alcuni aspetti del- deve quindi saper superare pregiudizi e ostacoli legati alle divisio-
la teoria gravitazionale di Newton. Ma Poskett offre molti esem- ni politiche del passato, non ultima la violenza coloniale. Si facili-
pi di conoscenze innovative sviluppate fuori dal «centro» anche terebbe così la circolazione di dati, idee e persone, nella speranza
più di recente: la genetica in Messico, in Cina e in Medio Oriente, che porti a sviluppare soluzioni all’altezza del problema.
o la fisica in Unione Sovietica e in Giappone. La «periferia» si rive- Mauro Capocci

94 Le Scienze 649 settembre 2022


Dal micro al macrocosmo
Fenomeni, esperimenti, teorie lungo 40 ordini di grandezza

La nostra conoscenza del mondo fisico, anche quan- voluzione planetaria ricche di eventi, talvolta catastrofi-
do sembra consolidata, è sempre pronta a venire rimes- ci come le grandi estinzioni di massa, e talvolta benefici,
sa in discussione dall’osservazione di nuovi fenomeni o come l’ossigenazione dell’atmosfera primordiale che ha
dallo sviluppo di nuovi modelli e teorie. Così, anche se permesso lo sviluppo di forme di vita complesse.
oggi riteniamo che i comportamenti del microcosmo si- Sono questi – microcosmo, macrocosmo, pianeta Terra
ano correttamente descritti dal modello standard delle (comprese le ipotesi sull’origine della vita) – i tre temi af-
particelle elementari, i fisici delle alte energie, che lavo- frontati da altrettanti autori, in un volume che riassume
rano con acceleratori come il Large Hadron Collider del le conoscenze fisiche attuali in maniera chiara e sinteti-
CERN, sono alla costante ricerca di segnali dell’esisten- ca. Gianpaolo Bellini, fisico delle particelle, Marco Ber-
za di una nuova fisica. sanelli, astrofisico, ed Enrico Bonatti, geofisico, accom-
Un ragionamento analogo vale per il macrocosmo, i cui pagnano il lettore in una carrellata di teorie, fenomeni,
mattoni sono le galassie, dal cui studio astrofisici e co- esperimenti, problemi, soluzioni, attraverso un intervallo
smologi sono in grado di fare deduzioni sul passato, il di lunghezze che spazia per oltre 40 ordini di grandez-
presente e il futuro del nostro universo. Anche in que- za. In chiusura Bellini racconta in prima persona l’espe-
sto caso, il modello cosmologico Standard (la teoria del rimento Borexino, sotto il Gran Sasso, con la conferma,
big bang) è coerente con molte osservazioni, per spie- grazie allo studio dei neutrini, dei processi termonuclea-
Dai quark alle galassie
gare le quali occorre tuttavia invocare materia ed ener- ri che si verificano nelle stelle. Lettura interessante, con
di Gianpaolo Bellini, Marco
gia oscure, la cui natura è ancora ignota. qualche illustrazione tuttavia non sempre all’altezza dei Bersanelli, Enrico Bonatti
Fra il microcosmo e il macrocosmo ci troviamo noi, abi- testi. Hoepli, Milano, 2022,
tanti della Terra, testimoni indiretti di una storia e un’e- Emiliano Ricci pp. 216 (euro 19,90)

L’umanità viaggiatrice Copia di 91992966cbf5c8f83f927ad18d6a0549

Lo spazio è solo una tappa del nostro incessante migrare

Il sottotitolo non deve ingannare. L’esplorazione del- sionata – e appassionante – carrellata su come l’uma-
lo spazio, dagli albori dell’astronautica, con i primi pio- nità è andata via via rappresentando il mondo intorno
nieristici lanci, alla «Seconda era spaziale», con i raz- a sé e il proprio posto in esso attraverso la realizzazione
zi privati e i turisti in orbita, occupa sì la parte centrale di mappe sempre più precise, in un progresso di cono-
del volume, che offre una panoramica particolarmente scenze che è stato concettuale ancor più che geografi-
esauriente e dettagliata sia dei risultati già raggiunti sia co ed esplorativo.
delle prospettive più prossime di questa ambiziosissima Ricco di informazioni sugli ultimi decenni, nelle sue
impresa umana. quasi 400 pagine il volume non tralascia quasi nulla di
Ma il libro di Piero Bianucci, firma storica del giornali- ciò che può interessare un lettore incuriosito dall’avven-
smo scientifico su «La Stampa», si discosta nettamente tura spaziale: dal ruolo dei telescopi terrestri in ciò che
dagli ormai numerosi titoli su astronauti e dintorni. Con sappiamo dell’universo all’emergere dell’idea di vita su
grande felicità di scrittura e impegno di approfondimen- cui si basa l’astrobiologia, per fare solo due esempi.
to, l’autore va molto più in là, poiché colloca quell’im- Ma via via che ne scorre le pagine, il lettore capirà di es-
presa in un contesto ben più ampio, presentando una sere stato accompagnato in un altro genere di viaggio,
ricostruzione puntuale dell’intera storia dell’umanità che non riguarda lo spazio ma la nostra mente. Poiché,
viaggiatrice, che mostra come le imprese spaziali di oggi come si scopre nelle ultimissime righe, il messaggio del
siano da un lato un’evoluzione naturale e inevitabile di libro è che «l’unico pellegrinaggio cosmico degno di Pellegrini dell’universo
quella storia, e dall’altro solo una sua tappa intermedia. questo nome non è andare noi nell’universo ma, attra- di Piero Bianucci
Ecco quindi che si va dalle migrazioni di Homo fino alle verso la conoscenza, portare l’universo dentro di noi». Solferino Editore, Milano, 2022,
grandi esplorazioni dell’Ottocento attraverso una appas- Claudia Di Giorgio pp. 384 (euro 19,00)

www.lescienze.it Le Scienze 95
Libri & tempo libero

Per il fuoco non basta la scintilla


La creatività umana di rado procede per colpi di genio

Che cos’è la creatività? Una delle letture più diffuse è li pietre usare, che innesco preparare e come utilizzarlo,
che siano le persone geniali a far compiere quasi d’im- con che forza soffiare sulle braci per avviare la fiamme
provviso dei passi in avanti all’umanità. O in alternativa, e molto altro.
che siano singoli colpi di genio a spostare un po’ più in Si tratta di piccole innovazioni che, messe tutte insie-
là le nostre conoscenze e fornire all’umanità ritrovati uti- me, portano a una grande rivoluzione, quella del fuo-
lissimi. Avviene spessissimo per gli scienziati, ma si trat- co. È una forma di pensiero creativo che funziona per
ta di una visione della creatività e della genialità che si combinazione di elementi diversi, fino a creare qualco-
attaglia a tutte le discipline. Il principale merito del libro sa di nuovo. È un processo molto simile a quello che
del saggista tedesco Stefan Klein è mostrare quanto po- ha portato al torchio da stampa che attribuiamo al so-
co questa visione corrisponda alla realtà. lo Gutenberg o alle tesi scientifiche di Copernico. Non
Il viaggio parte da molto lontano. Il fuoco è una del- è l’unico tipo di pensiero creativo, ma quello che Klein
le scoperte fondamentali dell’umanità, senza cui è al- identifica come il più diffuso, una specie di livello ba-
tamente improbabile che si sarebbe potuta sviluppare se. Esistono quindi altre forme di creatività, come per
qualsiasi civiltà. Eppure, noi Homo sapiens di oggi, che esempio quella impiegata dagli scacchisti, capaci di
abbiamo a disposizione Internet e una tecnologia strabi- agire su un grande numero di possibili permutazioni Come cambiamo
liante, se fossimo catapultati in un mondo preistorico è con l’intuizione, forgiata dall’esperienza e dallo studio, il mondo
assai probabile che non riusciremmo ad accendere ne- che permette di dischiudere nuovi sviluppi possibili al- di Stefan Klein
anche un misero fuocherello. Questo perché le innova- la partita e al gioco. Bollati Boringhieri, Torino, 2022,
zioni che hanno portato al fuoco sono tante: capire qua- Marco Boscolo pp. 258 (euro 25,00)

Maschi e femmine di scimmia


Copia di 91992966cbf5c8f83f927ad18d6a0549

Un celebre primatologo indaga le questioni di genere

Il celebre primatologo olandese Frans de Waal, già au- e quindi liceità, dell’esclusione di uno solo dei due ses-
tore di numerosi saggi sui nostri cugini più prossimi, si si dal sistema di potere e privilegi delle nostre società.
avventura questa volta in un «campo minato in termi- Per esempio, non è vero che nelle società dei primati la
ni ideologici», per usare le sue parole, «uno degli argo- competizione tra femmine non esiste o che i maschi so-
menti più sensibili e controversi»: quello delle differenze no i leader indiscussi e i detentori del potere; imparia-
tra maschi e femmine quanto a propensioni e caratte- mo che dominanza fisica e potere politico sono concet-
ristiche. ti distinti; vediamo all’opera matriarche anziane e reticoli
Finalmente è un primatologo a farlo. Ci parla di noi e di di alleanze tra più femmine capaci di ribaltare gli equili-
grandi scimmie, principalmente bonobo e scimpanzé, bri gerarchici. Per noi primati, geni e ambiente interven-
le due specie di antropomorfe più vicine a Homo Sa- gono in modo congiunto a plasmare il comportamen-
piens (l’antenato comune ai tre risale a soli sei milioni di to dei singoli.
anni fa). Descrive dinamiche che conosciamo benissi- A differenza loro, la nostra organizzazione delle famiglie
mo perché sono anche le nostre: accoppiamento, sesso e del lavoro porta maschi e femmine a interagire molto
non a fini riproduttivi, accudimento dei piccoli, strategie strettamente. È questo il «carattere più esclusivo del pri-
per dirimere le contese e mantenere le amicizie, nascita mate umano», dice de Waal. Oltre a quello di potersi av-
di nuove alleanze e lotte per il potere. valere di tutta una serie di stratagemmi preclusi ai nostri
Passando in rassegna i principali aspetti della vita socia- cugini, privi di linguaggio verbale.
le di queste due specie molto diverse tra loro, eppure al- Il libro è un inno alla diversità e alla tolleranza. Ed è un Diversi
trettanto strettamente imparentate con noi, smentisce vero piacere ritrovarvi tanti protagonisti di storie già rac- di Frans de Waal
molti luoghi comuni su di loro, a cui ricorrono i sosteni- contate da de Waal, come Luit, Mama, Loretta o Donna. Raffaello Cortina, Milano, 2022,
tori degli stereotipi di genere e della presunta naturalità, Nicla Panciera pp. 470 (euro 28,00)

96 Le Scienze 649 settembre 2022


Trieste Next
dal 22 al 24 settembre 2022
www.triestenext.it

Si torna a Trieste a parlare di innovazione


Dopo le limitazioni degli ultimi anni, la classica kermesse sarà tutta in presenza

S
aranno di nuovo tutti in presenza gli eventi dell’undice- ad Avram Hershko e Irwin Rose, per la scoperta della proteoli-
sima edizione di Trieste Next, la manifestazione che por- si ubiquitina-dipendente, un meccanismo fondamentale con cui
ta ricercatori, innovatori, imprenditori e semplici curiosi le cellule degradano le proteine che non servono più. Gli aspet-
a dialogare in riva all’Adriatico. Rimarrà però la possibilità di se- ti più etici, invece, saranno appannaggio di Gloria Origgi, filoso-
guire i singoli panel e le singole conferenze anche in live strea- fa e direttrice di ricerca dell’Institut Jean Nicod all’Ecole Norma-
ming, un servizio che ormai è irrinunciabile. Il tema di quest’an- le Supérieure di Parigi. Il punto sulla comunicazione medica della
no è «I confini della scienza. Innovazione e ricerca: limiti etici e pandemia non mancherà nel contributo della giornalista e divul-
nuove frontiere», e vuole esplicitamente includere nello spirito di gatrice Roberta Villa, tra le più attente commentatrici italiane sul
questa edizione le lezioni, le riflessioni e le difficoltà che gli ultimi tema. Tra gli oratori anche il patologo Pier Paolo Di Fiore, recente
anni segnati dalla pandemia hanno fatto emergere, senza per que- vincitore del Premio Galileo per la divulgazione scientifica con il
sto che i temi legati al coronavirus monopolizzino il programma. libro sulla lotta al cancro Il prezzo dell’immortalità.
Tra gli ospiti internazionali, a Trieste sbarcheranno Chris Novità di questa edizione è che una fetta degli oltre 100 even-
Smith, virologo dell’Università di Cambridge e celebre condutto- ti in cartellone sarà direttamente in lingua inglese, con focus sulla
re della trasmissione radiofonica The Naked Scientist sulla BBC; il fisica, sulle biotecnologie e sulle scienze mediche. Come da tradi-
glaciologo Peter Wadhams, famoso anche per i suoi libri-rappor- zione, per i tre giorni di Trieste Next, lo spazio pubblico tra piaz-
ti sull’Artico; e Jan Lundqvist, esperto dello Stockholm Internatio- za dell’Unità e piazza Borsa ospiterà il Villaggio della conoscen-
nal Water Institute, che toccherà uno dei temi di grande attualità, za, con gli stand di enti, istituti e aziende che offrono uno sguardo
ovvero la gestione dell’acqua. Il premio Nobel ospite della kermes- ravvicinato sull’innovazione.
se è l’israeliano Aaron Ciechanover, vincitore nel 2004, assieme Marco Boscolo

Copia di 91992966cbf5c8f83f927ad18d6a0549

Una novità dell’edizione di quest’anno di Trieste Next


è che alcuni degli oltre 100 eventi saranno in lingua
inglese (nelle foto, edizioni degli anni passati).
© Trieste Next (tutte le foto, 4)

Le Scienze 97
Prossimo numero

a ottobre

Conflitto cosmico
di Anil Ananthaswamy

A che velocità si espande l’universo? Quanto si accumula la mate-


ria nel nostro vicinato cosmico? Un dibattito sulle misurazioni di
proprietà cosmologiche chiave plasmerà il prossimo decennio di
astrofisica, con il contributo di nuovi telescopi spaziali e terrestri.

La nuova corsa alla Luna


di Rebecca Boyle

Diverse aziende private sono in competizione per arrivare sul-


la superficie lunare con propri veicoli che trasporteranno
esperimenti scientifici e altri carichi per clienti paganti, tra cui en-
ti pubblici come la NASA. Uno dei principali obiettivi, ancora tutto
da raggiungere, è avviare una nuova economia spaziale.

Dossier: Scoperte dagli abissi


di Mark Fischetti, Timothy Shank, Stephanie Stone,
Katherine Harmon Courage, Michelle Nijhuis

I progressi della robotica, dei sensori e della genomica accelera-


no il ritmo delle scoperte nelle più oscure profondità oceaniche,
svelando uno spazio inaspettatamente complesso e pieno di vita.

LE SCIENZE S.p.A. Responsabile del trattamento dati Notizie, manoscritti, fotografie, e altri materiali
Il responsabile del trattamento dei dati raccolti redazionali inviati spontaneamente al giornale
Sede legale: Via Cristoforo Colombo 90, in banche dati di uso redazionale è il direttore non verranno restituiti.
00147 ROMA. responsabile a cui è possibile rivolgersi In conformità alle disposizioni contenute nell’articolo 2
scrivendo a privacy@lescienze.it per i diritti comma 2 del «Codice Deontologico relativo al trattamento
Redazione: tel. 06 49823181
Copia di 91992966cbf5c8f83f927ad18d6a0549

previsti dal Regolamento (UE) 2016/679 sulla


Via Cristoforo Colombo 90, 00147 Roma dei dati personali nell’esercizio dell’attività giornalistica ai
protezione dei dati personali. sensi dell’Allegato A del Codice in materia di protezione dei
e-mail: redazione@lescienze.it dati personali ex d.lgs. 30 giugno 2003 n.196», Le Scienze
www.lescienze.it Registrazione del Tribunale di Milano n. 48/70 S.p.A. rende noto che presso la sede di Via Cristoforo Colom-
del 5 febbraio 1970. bo, 90, 00147, Roma esistono banche dati di uso redazionale.
Direttore responsabile
Per completezza, si precisa che l’interessato, ai fini dell’eser-
Marco Cattaneo Rivista mensile, pubblicata da Le Scienze S.p.A.
cizio dei diritti riconosciuti dall’articolo 7 e seguenti del d.
Printed in Italy - agosto 2022 lgs.196/03 - tra cui, a mero titolo esemplificativo, il diritto di
Redazione
Giovanni Sabato, Cinzia Sgheri, Copyright © 2022 by Le Scienze S.p.A. ottenere la conferma dell’esistenza di dati, la indicazione
Giovanni Spataro (caposervizio), delle modalità di trattamento, la rettifica o l’integrazione dei
ISSN 2499-0590
dati, la cancellazione ed il diritto di opporsi in tutto od in
Giovanna Salvini (caposervizio grafico),
Tutti i diritti sono riservati. parte al relativo utilizzo - potrà accedere alle suddette ban-
Andrea Mattone (grafico) che dati rivolgendosi al Responsabile del trattamento dei
Nessuna parte della rivista può essere riprodotta,
Collaborazione redazionale dati contenuti nell’archivio sopraindicato presso la Redazio-
rielaborata o diffusa senza autorizzazione scritta ne di Le Scienze, Via Cristoforo Colombo, 90, 00147 Roma.
Folco Claudi, Gianbruno Guerrerio
Segreteria di redazione: dell’editore. Si collabora alla rivista solo su invito
ABBONAMENTI E ARRETRATI NASA/ESA/HST Frontier Fields team (STScI) (ammasso di galassie);
Andrea Lignani Marchesani e non si accettano articoli non richiesti.
Progetto grafico: Giovanna Salvini
GEDI Distribuzione S.p.A.
Per informazioni sulla sottoscrizione di abbonamenti
SCIENTIFIC e sulla richiesta di arretrati telefonare
Referente per la pubblicità
A. Manzoni & C. S.p.A. AMERICAN al numero 0864.256266 o scrivere a
abbonamenti@gedidistribuzione.it o
Marta Bisin (tel. 02 57494231, 348 9320514) Editor in Chief arretrati@gedidistribuzione.it
e-mail mbisin@manzoni.it Laura Helmut Fax 02.26681986.
Flip Nicklin/Minden Pictures (zooplancton)

Pubblicità: President Italia


A. Manzoni & C. S.p.A. abb. annuale € 42,00
Dean Sanderson abb. biennale € 80,00
Via Nervesa 21, 20139, Milano,
Executive Vice President abb. triennale € 106,00
telefono: (02) 574941 copia arretrata € 9,90
Michael Florek Estero
Stampa abb. annuale € 79,00
Puntoweb, Via Variante di Cancelliera, snc, Hanno collaborato a questo numero
00040 Ariccia (RM). Per le traduzioni: Silvio Ferraresi: L’eredità del
trauma; Daniele Gewurz: In viaggio verso le stel- Accertamento
Consiglio di amministrazione
Corrado Corradi (presidente), Michael Keith le, Misteriose detonazioni cosmiche; Alfredo Tuti- diffusione stampa
Florek (vice presidente), Gabriele Acquistapace, no: Clima: l’istruzione negata; a cura della reda- certificato n. 9065
David Blancato, Markus Bossle (consiglieri) zione: La terza volta di LHC, Fiumi frammentati. del 06/04/2022

98 Le Scienze 649 settembre 2022


Copia di 91992966cbf5c8f83f927ad18d6a0549
Copia di 91992966cbf5c8f83f927ad18d6a0549

Potrebbero piacerti anche