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26
ESPLORAZIONE
SPAZIALE
In viaggio
verso le stelle
di Tim Folger
Le sonde spaziali
arrivate più lontane
in assoluto sono
entrate in un nuovo
mondo: lo spazio
interstellare
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FISICA ASTROFISICA
CITTADINANZA PSICOLOGIA
50 Clima: l’istruzione negata 72 L’eredità del trauma
di Katie Worth di Rachel Yehuda
Come le aziende petrolifere e del gas statunitensi mani- Le esperienze avverse dei genitori lasciano tracce biolo-
polano i programmi scolastici e i libri di testo, dalle scuole giche nei figli
elementari alle superiori
ECOLOGIA
ABORTO
78 Fiumi frammentati
60 Voci interrotte di Carlos García de Leániz
NASA/JPL-Caltech
www.lescienze.it Le Scienze 3
Sommario Rubriche
7 Editoriale
di Marco Cattaneo
8 In edicola
9 Sondaggio
10 Intervista
Luce sugli abissi con cavi in fibra ottica
di Davide Michielin
12 Made in Italy
Studiare malattie e farmaci su piccoli organi artificiali
di Letizia Gabaglio
10
14 Il matematico impertinente
Il grande gioco di Piergiorgio Odifreddi
15 Scienza e filosofia
Leggi, regolarità e fatti di Elena Castellani
16 Homo sapiens
La nascita di Homo sapiens di Giorgio Manzi
17 La finestra di Keplero
Lo sguardo profondo di Webb di Amedeo Balbi
88 Coordinate
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3.117.275.501 basi, 0 buchi di Clara Moskowitz
12
89 I bastioni di Orione
Supereroi in soccorso del clima di Michele Bellone
90 La ceretta di Occam
La lezione dell’alluminio di Beatrice Mautino
SCIENZA NEWS
sviluppo, oggi
docente di bioetica,
Rensselaer Polytechnic
Università della Institute
Pennsylvania
Telmo Pievani
Vinton Cerf
professore ordinario filosofia
Chief Internet Evangelist, delle scienze biologiche,
Google Università degli Studi di
George M. Church Padova
A cinquant’anni dalla pubblicazione, i messaggi direttore, Center for Carolyn Porco
Computational Genetics, leader, Cassini Imaging
chiave dello storico rapporto del MIT sono attuali Harvard Medical School Science Team, e direttore,
Rita Colwell CICLOPS, Space Science
Institute
docente, Università del
Maryland a College Park e Vilayanur S.
arco, l’hai letto que- seguire uno stato di equilibrio globale. Quel Ramachandran
“M
Johns Hopkins Bloomberg
School of Public Health direttore, Center for Brain
sto?». «No, professo- messaggio, oggi, è quanto mai attuale. Richard Dawkins and Cognition, Università
della California a San Diego
re, in verità no». «Tieni, Vale la pena rileggerlo, il capitolo sulle fondatore e presidente,
Lisa Randall
Richard Dawkins Foundation
leggilo, perché è un libro importante». Fu- risorse e sui limiti della crescita esponen- Drew Endy docente di fisica, Harvard
University
rono tra le prime parole della conversazio- ziale. Anche nei brevi passaggi in cui ac- docente di bioingegneria,
Carlo Alberto Redi
Stanford University
ne con cui mi accolse Felice Ippolito quan- cenna all’aumento del consumo di combu- Ed Felten
docente di zoologia,
Università di Pavia
do fui assunto a «Le Scienze». Era il 1991. stibili fossili, al conseguente aumento di direttore, Center for
Martin Rees
Information Technology
Così nei giorni scorsi, coinvolto in una CO2 nell’atmosfera e al cambiamento cli- Policy, Princeton University docente di cosmologia e
astrofisica, Università di
discussione social sul cambiamento clima- matico che ne potrebbe derivare. Come Kaigham J. Gabriel Cambridge
tico, in cui quel libro veniva dileggiato con vale la pena rileggere l’inizio del capitolo presidente e CEO, Charles
Stark Draper Laboratory
John Reganold
docente di scienza del suolo,
sarcasmo, ho deciso di andare a rileggerme- sulla tecnologia, dove si dice come la sto- Harold Garner Washington State University
lo. Anche perché sono passati esattamente ria del faticoso progresso dell’uomo venga direttore, divisioni sistemi e Jeffrey D. Sachs
informatica medici, docente,
direttore, The Earth Institute,
cinquant’anni dalla pubblicazione del rap- spesso raccontata come una marcia trion- Virginia Bioinformatics Columbia University
Institute, Virginia Tech
porto I limiti dello sviluppo stilato dal Sy- fale di successi, trascurandone i fallimenti. Michael S. Gazzaniga
Eugenie C. Scott
Founding Executive Director,
stem Dynamics Group del Massachusetts È in queste righe che fa irruzione il concet- direttore, Sage Center for the National Center for Science
Study of Mind, Università
Institute of Technology (MIT) per il Club di
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to di ottimismo tecnologico. Quello stesso della California a Santa
Education
Terry Sejnowski
Roma. E sì, se le si interpreta come previsio- ottimismo che anima, oggi, chi pensa che Barbara
docente e direttore del
David Gross
ni puntuali, parecchie conclusioni del rap- anche la crisi climatica sarà risolta da im- docente di fisica teorica,
Laboratorio di neurobiologia
computazionale, Salk
porto erano grossolanamente sbagliate. minenti nuove tecnologie. Università della California a Institute for Biological
Santa Barbara (premio Nobel Studies
D’altra parte, lo studio fu condotto in La verità, scomoda, è che con il clima e per la fisica 2004) Michael Shermer
circostanze decisamente sfavorevoli. Era- con l’ambiente stiamo campando a debito. Danny Hillis editore, rivista «Skeptic»
co-presidente, Applied Michael Snyder
no gli anni della crisi petrolifera, e dell’uni- Nel 2022 l’Overshoot Day, il giorno in cui Minds, LLC
docente di genetica, Stanford
ca crisi dei mercati cerealicoli della secon- si consumano tutte le risorse che il pianeta Daniel M. Kammen University School of Medicine
direttore, Renewable Giorgio Vallortigara
da metà del Novecento. In più la crescita rinnoverà in un anno, è caduto il 28 luglio. and Appropriate Energy docente di neuroscienze,
demografica aveva appena toccato il picco Nella speranza – quasi da pensiero magico Laboratory, Università della direttore associato, Centre
California a Berkeley for Mind/Brain Sciences,
– con il 2,1 per cento all’anno – per diventa- – che si affacci una soluzione all’orizzonte. Vinod Khosla Università di Trento
re lineare a cavallo del 2000 e cominciare Oppure, al massimo, lasceremo il cerino in Partner, Khosla Ventures Lene Vestergaard Hau
Christof Koch docente di fisica e fisica
a calare fino all’1 per cento di oggi. Ma, co- mano a chi verrà dopo di noi. Ma anche vo- presidente dell’Allen Institute applicata, Harvard University
me si è detto anche per la pandemia, quel- lendo credere più o meno fideisticamente for Brain Science di Seattle Michael E. Webber
Lawrence M. Krauss direttore associato, Center
li tratteggiati dal rapporto erano scenari. E nel potere taumaturgico della tecnologia, for International Energy
direttore, Origins Initiative,
& Environmental Policy,
all’epoca delineavano quanto avrebbe po- bisognerebbe mettersi nelle condizioni Arizona State University
Università del Texas ad
tuto accadere in condizioni costanti. per poterla sviluppare. Morten L. Kringelbach Austin
direttore, Hedonia: George M. Whitesides
In realtà, a suo tempo non furono tanto Per questo, in una campagna elettora- TrygFonden Research Group, docente di chimica e
Università di Oxford e
le previsioni quantitative a destare critiche, le degna di questo nome dovremmo sentir Università di Aarhus
biochimica, Harvard
University
soprattutto degli economisti. Ma il messag- parlare principalmente di tre argomenti: Steven Kyle Nathan Wolfe
gio secondo il quale con il nuovo secolo, mitigazione e adattamento al cambiamen- docente di economia
applicata e management,
direttore, Global Viral
Forecasting Initiative
quello in corso, l’umanità si sarebbe trovata to climatico, transizione energetica e in- Cornell University
Anton Zeilinger
Robert S. Langer
a fronteggiare una crescente penuria di ri- vestimenti in ricerca. Perché da questo docente di ottica quantistica,
docente, Massachusetts Università di Vienna
sorse, e per evitarla si sarebbe dovuto pas- dipenderà il benessere di domani. Ma for- Institute of Technology Jonathan Zittrain
sare dalla fase di crescita incontrollata a un se, per la qualità della politica nostrana, è Lawrence Lessig docente di legge e computer
docente, Harvard Law School science, Harvard University
nuovo modello di sviluppo che doveva per- chiedere troppo.
www.lescienze.it Le Scienze 7
In edicola In edicola con «Le Scienze» di ottobre il Teorema
dell’equilibrio di Nash, il primo volume di una
nuova collana sui grandi teoremi matematici
Giochi ed equilibri
i sono situazioni di competizione tra più soggetti (come individui
P I A N O D E L L’ O P E R A
1 - Teorema dell’equilibrio di Nash 12 - Teorema di Eulero
2 - Teorema di Pitagora 13 - Teorema del punto fisso
3 - Ultimo teorema di Fermat di Banach-Caccioppoli
4 - Teoremi di Euclide e primo libro 14 - Teorema dell’impossibilità di Arrow
degli Elementi 15 - Teorema di Lagrange
5 - Teorema Fondamentale del Calcolo o del valor medio
6 - Teorema di Talete sul fascio di rette 16 - Teorema di Bayes
7 - Teorema egregium di Gauss 17 - Teorema fondamentale dell’algebra
8 - Teorema del limite centrale 18 - Teorema di Abel-Ruffini
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9 - Teorema di Noether 19 - Teorema di Cauchy-Kovalevskaja
10 - Teoremi dell’incompletezza di Gödel per le equazioni differenziali
11 - Teorema dei quattro colori 20 - Teorema di Perel’man-Poincaré
I QUADERNI R I S E R VAT O
A G L I A B B O N AT I
D
Per rispondere al questionario vai alla pagina
dalla crisi economica al disagio sociale, www.lescienze.it/mind oppure inquadra
in questi anni incerti la nostra stabilità con il tuo smartphone il QR Code qui a sinistra
emotiva e psichica è messa a dura prova. E anche e sarai collegato direttamente al nostro sito.
quando ansia e depressione non emergono
esplicitamente, lo stress fa irruzione nella nostra
quotidianità, minacciando il nostro equilibrio.
Su «Mind», ogni mese esploriamo le sfide che
animano il nostro tempo, le trasformazioni
sociali, il mondo sempre più caotico e complesso
in cui viviamo e le tante, spesso contraddittorie,
emozioni che lo attraversano. Le paure, i sogni,
le speranze di tutti noi. Con i nostri dossier,
le interviste e i reportage, proviamo a
raccontarvi ogni mese tutto questo e molto
altro ancora, sfruttando le conoscenze
della psicologia e delle scienze sociali e alla
luce delle più recenti scoperte nel campo
delle neuroscienze. Lo facciamo con
curiosità, passione e competenza, ma per
regalarvi un giornale ancora più ricco e
più vicino ai vostri interessi ci piacerebbe
fare quattro chiacchiere insieme a voi. È
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www.lescienze.it Le Scienze 9
Intervista I cavi per telecomunicazioni che solcano i fondali
degli oceani potrebbero essere convertiti in una
ragnatela di sensori per conoscere meglio la Terra
C
onsiderata la vastità del cosmo, sostenere che la nostra
comprensione dell’universo superi quella degli abissi
è quanto meno temerario. Tuttavia, l’iperbole restitu-
isce efficacemente uno stato di fatto: gli sterminati fondali ocea-
nici rappresentano forse le ultime terrae incognitae della nostra
epoca. Ancora oggi l’umanità conosce davvero poco di queste lan-
de desolate e il poco che sa lo ha dovuto desumere, perlopiù, at-
traverso metodi indiretti oppure ricerche in situ inevitabilmente
limitate. I fondali sono però solcati da una ragnatela di cavi in fi-
bra ottica che permettono le comunicazioni intercontinentali. Il
metrologo Giuseppe Marra, del National Physical Laboratory bri-
tannico, è al lavoro per capire come sfruttare queste infrastrutture
per ottenere una sorgente continua di informazioni su quello che
avviene in profondità.
spondenza delle faglie attive, dopo il maremoto del 2011 che cau-
sò anche l’incidente nucleare di Fukushima. Altre piccole reti si
trovano al largo della costa occidentale del Nord America. Per le
restanti aree oceaniche dipendiamo prevalentemente dai dati ot-
tenuti tramite le campagne via nave durante le quali gli scienziati
depositano i sensori sui fondali e tornano a recuperarli dopo alcu-
ni mesi. Questo metodo ha limiti evidenti: i dati ottenuti si riferi-
scono ad aree circoscritte e inoltre la loro trasmissione non avvie-
ne in tempo reale.
Perché studiare i cavi sottomarini? ando artificialmente piccole scosse locali. Tuttavia, questo meto-
Nonostante i satelliti, la quasi totalità delle comunicazioni in- do è limitato a cavi lunghi qualche decina di chilometri. Già nel
tercontinentali avviene tuttora via cavo: i fondali oceanici sono at- 2018, insieme a colleghi dell’Istituto nazionale di ricerca metrolo-
traversati da oltre un milione di chilometri di fibra ottica. Durante gica di Torino, abbiamo dimostrato di poter coprire distanze su-
Beau Lark/Corbis/VCG/Getty Images (fibre ottiche)
il suo viaggio da un capo all’altro dell’oceano, la luce subisce pic- periori. Ora, grazie a un nuovo esperimento su un cavo sottomari-
colissime variazioni nella velocità di propagazione a causa di vi- no tra Regno Unito e Canada, abbiamo messo a punto una tecnica
brazioni e variazioni di pressione causati, per esempio, da terre- ancora più evoluta, dimostrando che il cavo può essere converti-
moti e correnti marine. Quest’ultime sono in grado di far vibrare to in una serie di sensori, non più in uno unico. I risultati di que-
Cortesia Giuseppe Marra (Marra);
il cavo come una corda di chitarra. Misurare e interpretare queste sto esperimento, pubblicati lo scorso maggio su «Science», aprono
piccole variazioni tramite interferometria di precisione può rive- scenari potenzialmente rivoluzionari. Si potrebbero derivare mi-
larci, in tempo reale, che cosa accade negli abissi. gliaia di sensori sui fondali marini, senza nessuna modifica alla re-
te di cavi già esistente.
Come è nata l’idea?
L’industria petrolifera utilizza da tempo le fibre ottiche per stu- Come funziona?
diare gli strati geologici attraverso la sismologia attiva, ovvero cre- Partiamo da una premessa: i cavi di telecomunicazione so-
CHI È
GIUSEPPE MARRA
Metrologo del tempo e della frequenza, si Ha iniziato il suo percorso di studi al Politecnico di Londra, dove attualmente dirige le attività di
occupa del confronto degli orologi atomici ad di Torino e in seguito ha ottenuto il dottorato di ricerca sullo sviluppo di tecniche di precisione
altissima accuratezza su distanze continentali e ricerca all’Università di Southampton, nel Regno per la rilevazione di terremoti e correnti marine
intercontinentali utilizzando collegamenti in fibra Unito. sfruttando i cavi di telecomunicazione che
ottica. Dal 2002 lavora al National Physical Laboratory attraversano gli oceani.
E i limiti?
I limiti dipendono prevalentemente dalla natura stessa dell’in-
frastruttura. Alcune applicazioni necessitano di una risoluzione
spaziale superiore a quella che, al momento, possiamo fornire. In
secondo luogo, la fibra ottica non è in grado di differenziare effi-
cientemente lungo quali dei tre assi di moto è avvenuta la pertur-
bazione, e questo pone limiti in alcuni casi.
no organizzati in coppie di fibre ottiche, una per ogni direzione
di propagazione della luce: nel caso del nostro esperimento, dal Queste misurazioni interferiscono con le comunicazioni? Quali svilup-
Regno Unito al Canada e viceversa. Nonostante la fibra ottica sia pi prevede?
estremamente trasparente, su grandi distanze è necessario am- Negli esperimenti che abbiamo effettuato finora, la luce dei
plificare periodicamente la luce usando ripetitori posizionati nostri laser a elevata stabilità ha viaggiato nella stessa fibra otti-
ogni 45-90 chilometri. All’interno di questi amplificatori c’è una ca usata per la consueta trasmissione dei dati. Abbiamo ricevuto
connessione tra le due fibre ottiche, usata occasionalmente dagli numerose manifestazioni di interesse per questa tecnica, come
operatori dei cavi per controllare il funzionamento dei ripetitori. quella di Google, che è partner del progetto. Un’altra prospettiva
Sfruttando questa linea di ritorno possiamo «spezzettare» metafo- interessante è l’uso dei cavi che sono dismessi in quanto obsole-
ricamente il cavo transoceanico in segmenti più brevi, sui quali ri- ti per gli attuali standard tecnologici: se fossero destinati alla ricer-
usciamo a rilevare le perturbazioni locali. ca scientifica potrebbero godere di una seconda vita. Da parte no-
stra, continueremo nella ricerca affinché la luce che viaggia nella
Come è possibile correlare variazioni di luce a fenomeni naturali? ragnatela di cavi sottomarini possa svelarci i segreti degli abis-
Proprio come le diverse onde sismiche sono riconoscibili in un si oceanici e aiutarci a capire meglio il funzionamento del nostro
sismogramma, così le variazioni di luce nelle fibre ottiche mostra- pianeta. Sono convinto che siamo all’inizio di una nuova era.
www.lescienze.it Le Scienze 11
Made in Italy React4life sviluppa sistemi che simulano
la biologia umana e portano a modelli più predittivi
e affidabili in ambito medico e farmacologico
sulla base dei feedback e delle esigenze dei nostri partner», spie- scolarizzato, e dall’altra un modello di reticolo osseo che è target
ga Aiello. «Nel corso di questi anni abbiamo collaborato con mol- delle metastasi», spiega Scaglione. «Creando una connessione flui-
te e diverse realtà di ricerca, in Italia e in Europa, e abbiamo fatto dica che simula la ramificazione dei vasi sanguigni abbiamo di fat-
tesoro delle loro indicazioni». Nel 2018, per esempio, React4life è to messo in connessione le due camere e realizzato così una piat-
coinvolta in un progetto europeo FET-OPEN di cui Scaglione, che taforma di ricerca per testare l’efficacia di nuove molecole per la
da 15 anni fa ricerca su materiali innovativi e bioreattori, è coor- riduzione delle metastasi e per studiare in quali condizioni le cel-
dinatrice: lo sviluppo di un modello di metastasi in vitro nell’am- lule tumorali migrano e infiltrano il tessuto osseo».
bito del tumore della mammella. Un obiettivo ambizioso che va a Il sistema organ on chip messo a punto da React4life permette
colmare un gap importante nello studio dei meccanismi che per- di superare i limiti sia degli attuali test in vitro sia dei modelli ani-
mettono al tumore di diffondersi e della ricerca di farmaci in gra- mali, poiché può ospitare al suo interno differenti organi collega-
do di bloccare questa diffusione. Nel modello animale di tumore ti tra loro, replicandone le interazioni. Caratteristiche che hanno
della mammella, le metastasi non raggiungono l’osso, cosa che in- convinto molti ricercatori dei principali centri di ricerca e anche
vece avviene nell’umano. Manca quindi un modello su cui poter importanti aziende farmaceutiche a utilizzare MIVO® nell’ambi-
fare ricerca. to dell’oncologia pediatrica (in particolare per lo studio del neu-
LA SCHEDA - REACT4LIFE
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roblastoma), del tumore al seno e all’ovaio, nelle immunoterapie, giugno scorso al Microphysiological Systems (MPS) World Sum-
come pure nell’ambito cardiaco, dove è stata investigata la cardio- mit, il primo meeting mondiale in cui enti regolatori, università ed
tossicità indotta dal COVID-19. Un successo testimoniato anche enti di ricerca, aziende che a livello mondiale producono tecnolo-
dalla vittoria, nel 2021, dell’Innovation Radar Prize della Commis- gia organ on chip si sono incontrati per parlare di come fare a in-
sione Europea nella categoria Health Tech, e dalle molte pubbli- trodurre queste nuove tecnologie nei processi regolatori che por-
cazioni scientifiche che dimostrano – dati alla mano – l’efficacia tano alla registrazione dei farmaci.
del sistema nel ricreare in laboratorio ciò che avviene nell’orga- Se oggi MIVO® è usato principalmente da centri di ricerca,
nismo umano. Nel caso del tumore all’ovaio, per esempio, è sta- in futuro il mercato che React4life vuole aggredire è quello del-
to dimostrato che il sistema MIVO® riesce a simulare l’azione del le aziende farmaceutiche, che devono essere però certe di poter
cisplatino, uno dei farmaci più usati per questo tumore, meglio di contare su una regolamentazione aggiornata ai nuovi modelli di
quanto possa fare la coltura statica di un tumoroide, una riprodu- sperimentazione. «Grazie alle prime collaborazioni con il mondo
zione tridimensionale della malattia sviluppata a partire da cellu- pharma abbiamo anche capito come modificare ulteriormente la
le malate. «A fare la differenza in questo caso è il sistema di pom- nostra tecnologia, rimodellandola nella struttura e nei materiali»,
paggio che simula il circolo sanguigno e che quindi garantisce spiega Aiello. «Per questo abbiamo aperto una nuova campagna
una migliore aderenza a quello che avviene nella realtà», specifi- di crowdfunding con cui miriamo a raggiungere i fondi necessari
ca Aiello. per poter iniziare a progettare il nuovo MIVO®». Dai laboratori al
Che l’azienda italiana sia un’eccellenza nel suo campo lo dimo- mercato, la promessa dell’organ on chip è già una realtà commer-
stra anche il fatto che è stata chiamata a partecipare alla fine di ciale e parla, anche, italiano.
www.lescienze.it Le Scienze 13
Il matematico impertinente di Piergiorgio Odifreddi
Il grande gioco
John Conway ha elaborato una versione matematica
del gioco della vita con profonde implicazioni filosofiche
no dei temi del romanzo Kim (1901) istante all’intera scacchiera le regole descrit-
C
ome definire una legge di natu- le proprietà collegate dalle leggi: le proprie-
ra? Ci sono regolarità nel corso de- tà hanno una «disposizione» tale per cui tra
gli eventi che sono naturalmen- di loro si possa stabilire una relazione (la «leg-
te considerate come leggi, a differenza d’altre ge»). In altre parole, il corso degli eventi sareb-
che sembrano invece accidentali. Come ca- be determinato dai «poteri» che hanno i cor-
ratterizzare esattamente questa differenza? pi (per esempio attrarre o respingere un altro
La questione di come distinguere le unifor- corpo nel caso di cariche elettriche), con un ri-
mità da considerare come «leggi» è stata mol- chiamo esplicito a una posizione «neotomi-
to dibattuta, da un punto di vista sia formale sta» dei sostenitori di quest’approccio. Il con-
sia sostanziale. Il problema non riguarda tan- tenuto di una legge di natura riguarderebbe
to l’estensione del dominio di validità delle ge- ciò che ha disposizione ad accadere, invece di
neralizzazioni che esprimono le leggi: come si quello che deve necessariamente accadere.
sa, tutte le leggi hanno un determinato domi- In contrasto con entrambe le preceden-
nio spazio-temporale di validità, anche quan- ti posizioni è invece l’approccio regolarista.
do sono chiamate «universali» (come la legge Con un chiaro riferimento alla filosofia di Da-
di gravitazione di Newton). Il punto riguarda vid Hume, si sostiene che le leggi non siano al-
piuttosto la natura stessa delle regolarità a cui tro che aggregati di fatti locali: non governano
è attribuito lo status di «legge»: regolarità che alcunché, ma riassumono – nel modo più sem-
sono di solito formulate come relazioni di na-
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plice ed efficace – quello che accade. In altre
tura formale (relazioni matematiche, nel caso parole, le leggi non sarebbero altro che pat-
delle scienze cosiddette «dure»). tern regolari che emergono dal mosaico dei
fatti (quello che viene chiamato, dai sostenito-
Tre approcci ri di questa posizione, il «mosaico humeano»).
Oggi la discussione filosofica si concentra Non ci sarebbe quindi una necessità imposta
su tre approcci principali: governismo, dispo- «dall’alto» sui fenomeni, anche se questo non
sizionalismo e regolarismo, come sono chia- impedisce di trovare regolarità nel mondo dei
mati nella letteratura sul tema. Secondo il pri- fatti ed esprimerle in termini di equazioni o
mo approccio, «leggi» sono quelle regolarità teoremi matematici (nel migliore dei casi).
che «governano» in modo necessario sia ciò
che succede sia ciò che potrebbe succedere, Le tematiche tradizionali
nel dominio fenomenico considerato (e date Ognuna di queste posizioni si confronta
le condizioni a cui l’accadere degli eventi de- con tematiche tradizionali come innanzitut-
ve sottostare). Nella versione più comune, le to quella della spiegazione per mezzo di leggi
leggi sono viste come relazioni necessarie tra (come un fenomeno sia spiegato dipende dalla
proprietà generali («universali»): per esempio, concezione di legge che è adottata). Inoltre, va
la seconda legge di Newton (F = ma) è intesa tenuta in conto la diversità delle forme delle
come una relazione che lega in modo necessi- leggi a seconda dell’ambito fenomenico con-
tante le proprietà di forza (F), massa (m) e ac- siderato; per dire, leggi fisiche formulate nei
celerazione (a). Legge e modalità necessitante termini di equazioni differenziali sono ben di-
sono intimamente legate in questa concezio- verse da leggi biologiche come quelle di Men-
ne, e la modalità si esplica nel modo in cui le del. Un’illustrazione aggiornata di queste di-
proprietà in questione sono collegate. scussioni è fornita, per esempio, dal volume
Secondo il disposizionalismo, al contra- collettivo Laws of Nature, a cura di W. Ott e L.
rio, la modalità è inerente alle «cose», cioè al- Patton (2018, Oxford University Press).
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Homo sapiens di Giorgio Manzi
S
ulle pagine di «Evolutionary Anthro- Nel nostro lavoro, Andra, Telmo e io abbia-
pology» – una rivista scientifica di mo preso in esame le linee di evidenza usate a
primo piano, che ha la vocazione di supporto di ciascun modello, mettendo in ri-
parlare alle tante anime delle scienze uma- salto limiti inferenziali e possibili malinte-
ne, con contributi di sintesi sui più svariati ar- si terminologici. Abbiamo poi rilevato che lo
gomenti d’interesse per la nostra comunità scenario di metapopolazione previsto dai so-
scientifica – è comparso un articolo che prova stenitori del modello pan-africano descrive
a leggere in modo critico e in termini di biolo- bene la diversificazione a mosaico nel fenotipo
gia evoluzionistica l’attuale dibattito sull’ori- delle popolazioni del tardo Pleistocene Medio.
gine della specie umana moderna.
Mi voglio subito giustificare se ve ne par- Un raccordo possibile
lo, visto che c’è una sorta di conflitto d’inte- Tuttavia, notiamo che ciò non esclude af-
resse (ma penso che l’articolo sia di un certo fatto un contributo importante emerso da una
rilievo), essendo io fra gli autori di questo la- singola popolazione, nella quale alcune carat-
voro di rassegna e di proposta teorica, insieme teristiche della specie – in particolare quel-
ai colleghi Andra Meneganzin e Telmo Pieva- la da noi ritenuta cruciale dell’acquisizione di
ni dell’Università di Padova. L’articolo si inti- una scatola cranica di forma globulare – sareb-
tola: Pan-Africanism vs. single-origin of Homo bero apparse come risultato di un evento pun-
sapiens: Putting the debate in the light of evolu-
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tuato di speciazione. Pertanto, ritenendo che
tionary biology. un raccordo sia possibile, abbiamo proposto
uno scenario che si possa conciliare meglio
Il pacchetto Sapiens con le aspettative della moderna sintesi evo-
I lettori di questa rubrica ben sanno che il luzionistica estesa. Queste indicano infatti la
tema delle origini di Homo sapiens come spe- speciazione in popolazioni isolate come una
cie è da alcuni anni al centro di un rinnovato modalità ordinaria per l’origine di un nuovo
dibattito. Sono da tempo superate le infuoca- modello biologico, in particolare durante fasi
te controversie tra i sostenitori della cosiddet- di marcata instabilità ambientale, come quella
ta «teoria multiregionale» e quelli dell’ipotesi che si ebbe intorno a 200.000 anni fa.
di una «origine africana recente», avendo pre- Nulla toglie che, sia prima che dopo, ci pos-
valso ormai da decenni il secondo modello. Da sa essere stato flusso genico fra popolazio-
qualche anno il dibattito si è riacceso, vedendo ni africane – prima a livello intraspecifico e
ora contrapposte una visione puntuata della poi a livello interspecifico – in modo simile a
specie – che sarebbe cioè comparsa da una po- quelle ibridazioni che ormai riteniamo un da-
polazione isolata, più probabilmente in Africa to consolidato per le introgressioni di DNA di
orientale (le più nitide evidenze fossili sono in Neanderthal e Denisova nel genoma di Homo
Etiopia) intorno a 200.000 anni fa – e un’ipo- sapiens. Basta ammettere che questo possa es-
tesi denominata pan-africana. Questa ipotizza sere avvenuto anche tra le popolazioni della
la combinazione di caratteri acquisiti in diver- specie madre e i discendenti della popolazio-
se popolazioni diffuse un po’ su tutto il conti- ne isolata da cui sarebbe comparsa la nuova
nente (dal Marocco al Sudafrica), che avreb- specie.
bero costituito una rete di relazioni genetiche Che poi la specie madre si chiami Homo
e culturali dalla cui confluenza, e a partire da heidelbergensis, Homo rhodesiensis, Homo
tempi più remoti (prima di 300.000 anni fa), helmei o in qualche altro modo, lo lasciamo ai
sarebbe emerso il «pacchetto Sapiens». cultori della nomenclatura tassonomica.
sie, alcune delle quali così lontane che la loro Ma c’è da scommettere che non passerà
luce è partita quando l’universo aveva poche molto prima che questo primato sia infranto.
centinaia di milioni di anni. Nel tragitto verso Sono infatti in programma osservazioni an-
di noi, questa luce proveniente dal passato ha cora più profonde, e c’è la speranza che il te-
attraversato una regione occupata da un am- lescopio possa rivelare migliaia di galassie al-
masso di galassie noto come SMACS 0723. trettanto distanti.
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News
CLIMA
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Eurokinissi/AFP via Getty Images
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News
ASTRONOMIA
di rilevare il segnale associato ai neutrini fossili, aprendo prospettive dell’esperimento (che si sono svolte nel 2019), gli scienziati non hanno
interessanti per il futuro. I risultati della ricerca sono stati pubblicati su trovato evidenze di tale segnale. Tuttavia sono riusciti ad abbassare di
«Physical Review Letters». un fattore 100 il limite superiore del possibile valore della sovradensità,
Il punto di partenza è l’ipotesi che i neutrini cosmici fossili formino oltre la quale i neutrini fossili sono rilevabili.
ammassi, che sarebbero presenti anche nella nostra galassia. Si tratta di una svolta importante, che delimita in modo più preciso il
Se la densità di questi ammassi supera una certa soglia, detta perimetro in cui è possibile osservare il segnale e aumenta la probabilità
«sovradensità», i neutrini potrebbero produrre un segnale rilevabile di poterlo rilevare con esperimenti futuri ancora più sensibili.
anche sulla Terra. Naturalmente le chance di catturare questo segnale Matteo Serra
tavia il modello standard, la teoria che descrive la cui esatta natura è ancora oggetto di dibattito Con buona pace del toro.
il comportamento delle particelle elementari, nella comunità scientifica. Emiliano Ricci
non esclude l’esistenza di adroni «esotici» più ra- Matteo Serra
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News
BIOLOGIA
Ancora un po’
Lunga vita alle tartarughe più vicini agli
xenotrapianti
Uno studio mostra che sono quasi immuni alla senescenza da maiali
Due cuori di maiale
geneticamente modificati
sono stati trapiantati con
successo in due pazienti
in stato di morte cerebrale
da un’equipe medica
della New York University
Langone Health, negli Stati
Uniti. Dopo numerose
ore di intervento i cuori
hanno ripreso a battere e
funzionare normalmente
senza bisogno di particolari
«aiuti» esterni oltre quelli di
una terapia farmacologica
post-trapianto. E dopo tre
giorni di monitoraggio per
raccogliere quanti più dati
possibile, i medici hanno
interrotto il supporto vitale
fornito dalle macchine.
I cuori trapiantati avevano
dieci modifiche genetiche
che bloccavano quattro
geni del maiale e ne
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aggiungevano sei umani, per
aiutare a prevenire il rigetto,
ridurre la crescita anormale
dell’organo e promuovere
l’espressione di proteine
necessarie al buon esito
Almeno per le tartarughe, l’antico adagio «chi va po, perfino «trascurabili» – e vivono molto più a del trapianto. A differenza
piano, va sano e va lontano» sembra funzionare. lungo di altri animali di taglia simile. Per una tar- di un recente tentativo di
Questi rettili, tra gli animali più longevi, possono taruga, la probabilità di morire a 10 o a 100 an- xenotrapianto che aveva
vivere oltre 200 anni. Hanno però anche un altro ni è quasi la stessa, mentre nei mammiferi, esseri portato alla morte del
asso nella manica: come molti anfibi, sono prati- umani inclusi, cresce enormemente. paziente per infezione virale,
camente immuni alla senescenza, il deperimen- Il metabolismo lento degli ectotermi (gli ani- però, in questo caso non è
to fisico che in genere accompagna la vecchiaia. mali «a sangue freddo») rispetto agli endotermi stata rilevata la presenza di
A questa conclusione è giunto lo studio più (mammiferi e uccelli) non basta a spiegarlo: so- virus che avrebbero potuto
completo mai realizzato sull’invecchiamen- lo nelle tartarughe c’è una correlazione. Que- compromettere la riuscita
to e la longevità, pubblicato su «Science» da un sti animali invecchiano più lentamente e sono dell’intervento. Esperimenti
gruppo internazionale di 114 scienziati guida- più longevi anche grazie a fenotipi protettivi co- come questo sono necessari
to dalla Penn State e dalla Northeastern Illinois me gusci e armature, che riducono la predazio- ai medici per affinare la
University. I ricercatori hanno analizzato i da- ne. Inoltre crescono e si riproducono per tutta la tecnica e i protocolli di
petesphotography/iStockphoto
ti raccolti in natura da 107 popolazioni di 77 spe- vita, perciò evolutivamente ha più senso per lo- sicurezza, e raccogliere
cie di rettili e anfibi in tutto il mondo, applican- ro riparare i danni a cellule e tessuti. Grazie al- ulteriori informazioni prima
do metodi filogenetici comparativi e tecniche di la medicina, noi esseri umani abbiamo aumenta- di tentare nuovamente
cattura-marcatura-ricattura. È emerso che rane, to enormemente la nostra aspettativa di vita. Ma l’intervento su persone
rospi, salamandre, coccodrilli, tartarughe e te- la nostra biologia non può proteggerci dalla se- ancora in vita.
stuggini hanno tassi di invecchiamento partico- nescenza. Mattia Maccarone
larmente bassi – in almeno una specie per grup- Eugenio Melotti
mammiferi monotremi che depongono le uova antenato comune ai mammiferi euteri era Enrico Nicosia
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News
Come fa il picchio
Scritture a non spaccarsi la testa
sconosciute
Il picchio colpisce i tronchi 20 volte al secon-
indagate do, con velocità che arrivano quasi a 30 chilome-
dall’IA tri all’ora e decelerazioni fino a 1200 g: un esse-
re umano ne avrebbe il cervello spappolato. Per
La scrittura cipro-minoica, capire come faccia l’uccello a sopravvivere, Sam
trovata in numerosi reperti Van Wassenbergh, biologo dell’Università di An-
sparsi a Cipro e altrove, versa, ha visionato filmati ad alta velocità di pic-
risale a circa 3500 anni fa. chi che stanavano larve nel legno e ha realizzato
Non è ancora stata decifrata un modello al computer del loro cranio. «Si pen-
e non c’è nemmeno un sava che la testa del picchio agisse come un ca-
accordo su quale sia sco, deformandosi per assorbire i colpi», ha spie-
l’insieme completo dei suoi gato Van Wassenbergh su «Current Biology».
segni grafici, divisi in tre «Ma non è così: sia i filmati sia il modello biomec-
sottogruppi. canico mostrano che il cranio è in realtà rigido e
Per la prima volta un non attenua molto il ritorno dei colpi al cervel-
gruppo dell’Università di lo. Del resto, se si deformasse, il colpo si indebo-
Bologna, nell’ambito del lirebbe e non riuscirebbe a scavare il legno».
progetto INSCRIBE, ha Il segreto della resistenza del picchio, più che
cercato di svelare alcuni nel cranio, sembra trovarsi nel cervello stesso.
segreti del cipro-minoico «È molto piccolo e denso, in grado di resistere a
con il deep learning, o urti che il nostro non sopporterebbe. I colpi che
apprendimento profondo, l’uccello sferra al legno, materiale che in parte
una tecnica di intelligenza assorbe l’urto, si avvicinano al suo limite di resi-
artificiale comunemente stenza, ma non lo superano». Quindi, se un pic-
usata nella visione artificiale. chio cercasse di perforare il ferro farebbe una
La ricerca, pubblicata su brutta fine, perché il colpo di ritorno distrugge-
«PLOS One» e coordinata rebbe anche il suo cervello resistente. (AlSa)
da Silvia Ferrara, docente
dell’Università di Bologna
e principal investigator
Copia di 91992966cbf5c8f83f927ad18d6a0549 Un nuovo dinosauro gigante dalle braccia corte
del progetto, è la prima ad
applicare il deep learning a Come Tyrannosaurus rex, dal quale è evolutivamente molto lontana, una nuova specie di dinosauro gigante
una scrittura non decifrata. tiene aperto il dibattito sull’evoluzione di braccia sproporzionatamente corte nei grandi predatori teropodi.
I risultati non confermano Scoperto in Patagonia da un gruppo internazionale di ricercatori e ribattezzato Meraxes gigas, questo nuovo
l’ipotesi finora dominante, dinosauro lungo 11 metri, con un cranio enorme e braccia brevi, ha caratteristiche che hanno permesso
ovvero che i tre sottogruppi ai paleontologi di capire che i mega-predatori teropodi evolvevano in modo simile, seppure indipendente,
24 Le Scienze
Anche i rospi sanno Il più antico vertebrato
arrampicarsi sugli alberi conosciuto Il clima
europeo
Cercare sugli alberi roditori e pipistrelli, trova- Gli yunnanozoi , creature acquatiche estinte
re rospi. Un recente studio pubblicato su «PLOS risalenti al Cambriano (intorno ai 500 milioni di
e l’ozono
One» ha analizzato dati sull’uso di cassette nido anni fa), sono i più antichi vertebrati conosciuti. dell’Artico
e cavità sugli alberi e il risultato è stato proprio A scoprirlo sono stati Tian Qingyi, dell’Accade-
questo: alcuni siti non contenevano le specie mia cinese delle scienze, e colleghi che, in uno Quello che succede nello
aspettate, bensì anfibi, soprattutto rospi comu- studio pubblicato su «Science», hanno effettua- stato fisico dell’Artico può
ni (Bufo bufo). Ciò che ha colpito Silviu Petrovan, to analisi geochimiche e osservazioni strutturali influenzare il clima in altri
dell’Università di Cambridge, e colleghi è l’altez- su 127 nuovi campioni fossilizzati di queste anti- luoghi della Terra. Ora si
za dei ripari, tutti ad almeno un metro da terra che creature. comincia a esaminare
(il più alto addirittura a tre) e richiedenti quin- Combinando diverse tecniche di imaging, co- l’effetto di cambiamenti
di una buona capacità di arrampicata per essere me la microtomografia a raggi X, la microscopia nella chimica della sua
raggiunti. Non esattamente la qualità che si asso- elettronica a scansione e la spettroscopia a in- atmosfera, innanzitutto per
cerebbe al rospo, animale con corpo tozzo, zam- frarossi, gli autori hanno esaminato gli archi fa- la presenza di «buchi» più
pe corte e abitudini notoriamente terricole-ac- ringei – strutture che producono parti del capo o meno grandi di ozono
quatiche. e del collo – degli yunnanozoi, trovandovi par- stratosferico sul Polo Nord.
Benché il numero di animali trovati non sia ti cartilaginee: una caratteristica specifica dei Si è notato che la
elevatissimo (circa 50 esemplari), è probabile co- vertebrati. Gli archi faringei erano inoltre col- diminuzione dell’ozono
munque che le loro abitudini arboree siano più legati fra loro da aste orizzontali, dorsali e ven- porta spesso a primavere
estese di quanto si pensi. L’ipotesi degli autori trali, che formavano una struttura a forma di ce- calde e secche sul
della scoperta, che necessiterà di ulteriori stu- sto, simile a quella presente oggi nella faringe continente europeo. Ma
di per essere confermata, è che gli anfibi trovino di lamprede e missine, gli unici vertebrati sen- abbiamo solo pochi decenni
sugli alberi buone risorse alimentari, soprattutto za mascella (gli agnati) esistenti. Secondo gli au- di osservazioni di questo
invertebrati, e riparo da predatori e parassiti. Il tori, queste osservazioni supportano il posizio- tipo e dunque da esse non
risultato è intanto entusiasmante, e come affer- namento degli yunnanozoi alla base dell’albero si possono trarre conclusioni
ma Petrovan, aiuterà a conoscere meglio, e quin- filogenetico dei vertebrati e chiariscono il pas- affidabili. Così, Marina
di anche a proteggere, l’anfibio più diffuso d’Eu- saggio evolutivo da invertebrati a vertebrati, a Friedel, dell’ETH di Zurigo,
ropa. (AuCo) lungo ricercato dagli scienziati. (EnNi) e collaboratori hanno
usato modelli climatici
che includono la chimica
Rare Terre attorno alle pulsar
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dell’atmosfera per effettuare
analisi causa-effetto relative
Trent’anni fa, nel 1992, gli astronomi Aleksander a questi fenomeni.
Wolszczan e Dale Frail annunciarono la scoperta Nel loro articolo pubblicato
di due pianeti di massa terrestre attorno alla su «Nature Geoscience»,
pulsar PSR B1257+12, una stella di neutroni confrontando le simulazioni
rotante con un periodo di 6,2 millisecondi, modellistiche che includono
distante circa 980 anni luce in direzione della o escludono gli effetti della
costellazione della Vergine. Adesso, il numero presenza di ozono, gli autori
di pianeti extrasolari confermati supera quota hanno trovato che i «buchi»
5000, ma i sistemi planetari come quello di PSR dell’ozono stratosferico
B1257+12 (che ospita anche un terzo pianeta) portano a un clima più caldo
continuano a essere rari, come dimostra lo studio e secco in Europa. I modelli
pubblicato su «Monthly Notices of the Royal che non includono gli effetti
Astronomical Society» da astronomi dell’Università dell’ozono sottostimano
di Manchester, guidati da Iuliana Niţu. Grazie invece la temperatura
all’analisi dei dati raccolti negli ultimi 50 anni dal osservata e sovrastimano
radiotelescopio del Jodrell Bank Observatory su mediamente le piogge.
800 pulsar, Niţu e colleghi hanno calcolato che Questo studio potrebbe
NASA/JPL-Caltech/R. Hurt (SSC)
meno dello 0,5 per cento delle pulsar ospita pianeti contribuire a migliorare
di tipo terrestre. Una spiegazione potrebbe essere le previsioni stagionali
che questo tipo di pianeti venga distrutto o espulso sull’Europa, che fino a ora
dall’orbita in seguito all’esplosione di supernova che non hanno mai considerato
dà origine alla pulsar. Rendendo ancora più unico e gli influssi climatici
raro il sistema planetario di PSR B1257+12. (EmRi) dell’ozono. (AnPa)
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ESPLORAZIONE SPAZIALE
In viaggio
verso
le stelle
Le sonde spaziali arrivate più lontane in assoluto
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di Tim Folger
26 Le Scienze
Copia di 91992966cbf5c8f83f927ad18d6a0549
Tim Folger è un giornalista freelance
che scrive per «National Geographic», «Discover»
e altre pubblicazioni statunitensi.
S
e le stelle non fossero sta-
te propizie, due dei più stra-
ordinari veicoli spaziali mai
lanciati non avrebbero mai
lasciato la Terra. In realtà,
non erano stelle, ma pianeti, in particolare
i quattro più grandi pianeti del sistema so-
lare. Circa sessant’anni fa si stavano lenta-
mente disponendo in uno schieramento
Copia di 91992966cbf5c8f83f927ad18d6a0549
viare una sonda spaziale su Giove o magari addirittura su Saturno, nell’estate del 1977. Dopo quasi 45 anni nello spazio, funzionano
Urano o Nettuno. Usando lo strumento di precisione preferito da- ancora e inviano dati sulla Terra ogni giorno da oltre i più distan-
gli ingegneri del XX secolo, la matita, determinò i percorsi orbi- ti pianeti conosciuti del sistema solare. Sono arrivate più lontano e
tali di questi pianeti giganti e scoprì una cosa interessante: alla fi- sono durate più a lungo di qualsiasi altro veicolo spaziale nella sto-
ne degli anni settanta e all’inizio degli anni ottanta tutti e quattro ria. E sono passate nello spazio interstellare, in base a quello che
sarebbero stati allineati in un lungo arco insieme alla Terra, come capiamo del confine tra la sfera di influenza del Sole e il resto del-
perle su una collana celeste. la galassia. Sono i primi oggetti creati dagli esseri umani a farlo e
Per via di questa coincidenza un veicolo spaziale avrebbe po- rimarranno gli unici ancora per almeno qualche decennio. Nien-
tuto ricevere un’accelerazione di velocità dall’attrazione gravita- te male, tutto sommato, considerando che in origine le missioni
zionale di ogni pianeta gigante passandoci accanto, come se fosse Voyager sarebbero dovute durare solo quattro anni.
trascinato da una corda invisibile che si spezza all’ultimo secondo, All’inizio dei loro viaggi, oltre una quarantina d’anni fa, le Voya-
scagliando la sonda sul suo percorso. Flandro calcolò che le ripe- ger offrirono agli sguardi stupefatti dei ricercatori le prime imma-
Pronto per il lancio: Voyager 2 è sottoposta «Siamo a 44 anni e mezzo», osserva Ralph McNutt, fisico del
a test al Jet Propulsion Laboratory Johns Hopkins University Applied Physics Laboratory (APL), che
della NASA prima del lancio (a sinistra). La sonda spaziale ha dedicato gran parte della sua carriera alle Voyager. «Quindi la
fu lanciata il 20 agosto 1977. garanzia è scaduta da un bel po’…».
gini ravvicinate delle lune di Giove e Saturno, che rivelarono l’e- ll’inizio le stelle erano propizie, ma il Congresso [il Par-
sistenza di vulcani attivi e di campi di ghiaccio fessurati su mondi
che gli astronomi ritenevano inerti e pieni di crateri come la Lu-
na. Nel 1986 Voyager 2 è stata la prima sonda a sorvolare Urano; tre
A lamento degli Stati Uniti, N.d.R.] no. Dopo il rapporto
di Flandro, la NASA elaborò il progetto di un cosiddet-
to Grand Tour che avrebbe inviato fino a cinque sonde sui quat-
anni dopo ha superato Nettuno. Finora è l’unico veicolo spaziale tro pianeti giganti e su Plutone. Era ambizioso. Era costoso. Il Con-
che ha raggiunto questi pianeti. Ora che queste sonde interstellari gresso lo respinse.
senza precedenti sono a circa 20 miliardi di chilometri dalla Terra, «Avevano una visione davvero grandiosa», spiega Linda Spil-
stanno al contempo entusiasmando e lasciando perplessi i teorici ker, planetologa del JPL che iniziò a lavorare alle missioni Voya-
con scoperte inaspettate su quella regione inesplorata. ger nel 1977, pochi mesi prima del lancio. «I costi eccessivi la fece-
Adesso la loro straordinaria odissea sta però giungendo alla fi- ro ridimensionare».
ne. Quest’anno la NASA prevede di iniziare a disattivare alcuni dei Alla fine il Congresso approvò una versione ridotta del Grand
sistemi delle Voyager, sfruttando le rimanenti riserve di energia Tour, chiamata inizialmente Mariner Jupiter-Saturn 1977, o MJS
NASA/JPL-Caltech
per estenderne i viaggi fino al 2030, o giù di lì. Per i ricercatori del- 77, che prevedeva l’invio di due sonde spaziali su due soli piane-
le Voyager, molti dei quali lavorano alla missione fin dall’inizio, è ti. Gli ingegneri della NASA procedettero però, un po’ di nascosto,
un periodo agrodolce. Stanno affrontando ora la fine di un proget- a progettare veicoli capaci di resistere alle difficoltà di una missio-
to che ha superato di gran lunga tutte le loro aspettative. ne molto più lunga. Speravano che una volta che le sonde gemelle
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Copia di 91992966cbf5c8f83f927ad18d6a0549
si fossero dimostrate valide, il loro itinerario sarebbe stato esteso «A quei tempi lanciavamo sempre due sonde per volta» per via
verso Urano, Nettuno e oltre. dell’elevato tasso di insuccessi, dice Donald Gurnett, solo in parte
«La missione principale era di quattro anni», racconta Suzanne per scherzo. Gurnett, fisico dell’Università dell’Iowa, tra i ricerca-
Dodd, che, dopo una pausa di vent’anni dalla squadra Voyager, è tori iniziali della squadra Voyager, era un veterano di altre 40 mis-
tornata nel 2010 come responsabile del progetto. «Ma se un inge- sioni spaziali. L’ho incontrato poche settimane prima che moris-
gnere aveva la possibilità di inserire un componente che costava se, a gennaio di quest’anno. (In un necrologio, la figlia Christina ha
il 10 per cento in più e non era indispensabile per una missione detto che il suo unico rimpianto era che «non avrebbe potuto ve-
di quattro anni, lo faceva lo stesso. Magari senza dirlo alla direzio- dere i prossimi dieci anni di dati trasmessi dalle Voyager».)
ne dei lavori». Il fatto che siano riusciti a costruire due veicoli spa- All’epoca in cui vennero costruite le Voyager, solo una sonda
ziali, e che entrambi funzionino tuttora, è ancora più straordina- spaziale aveva sfruttato una fionda gravitazionale per raggiunge-
rio, aggiunge. re un altro pianeta: la sonda Mariner 10 aveva ricevuto un aiuto da
Dal punto di vista della tecnologia e della navigazione spaziale, Venere mentre era in rotta verso Mercurio. Ma le Voyager avreb-
era un mondo completamente nuovo. Il motto «Il fallimento non è bero tentato vari assist con margini di errore misurati in decine di
un’opzione» non era ancora stato coniato, e all’epoca non sarebbe minuti. Giove, la loro prima tappa, era circa dieci volte più lonta-
NASA/JPL-Caltech
stato calzante. All’inizio degli anni sessanta la NASA aveva tenta- no di Mercurio dalla Terra. Inoltre, lungo il percorso le Voyager
to di inviare una serie di veicoli spaziali sulla Luna per esaminare i avrebbero dovuto attraversare la fascia degli asteroidi. Prima del-
futuri siti di atterraggio per missioni con equipaggio. Dopo 12 falli- le missioni Voyager c’era stato un grande dibattito sulla possibili-
menti, uno di questi tentativi ebbe finalmente successo. tà che un veicolo spaziale potesse attraversare questa zona «senza
Disco dorato: Ogni Voyager trasporta un disco dorato ti i dati raccolti dagli strumenti delle sonde sarebbero stati archi-
(pagina a fronte) contenente suoni e immagini dalla Terra, viati su registratori a otto tracce e quindi inviati sulla Terra da una
nel caso in cui il veicolo spaziale venga intercettato trasmittente da 23 watt, circa il livello di potenza della lampadina
da una civiltà extraterrestre. Gli ingegneri installano il disco di un frigorifero. Per compensare la debolezza della trasmittente,
su Voyager 1 prima del lancio (qui sopra). entrambe le Voyager portano antenne paraboliche del diametro
di circa 3,5 metri per inviare e ricevere segnali.
essere fatto a pezzi», dice McNutt, aggiungendo che poi, all’inizio «Al tempo ci sentivamo come se fossimo al top della tecnolo-
degli anni settanta, Pioneer 10 e 11 la attraversarono indenni – si gia», afferma Alan Cummings, fisico del Caltech, anch’egli tra i pri-
constatò che la fascia era composta per lo più da spazio vuoto – mi ricercatori delle Voyager. «La cosa sorprendente è la rapidità
aprendo così la strada alle Voyager. con cui si è svolta l’intera faccenda». In quattro anni il gruppo del
Per affrontare tutte queste difficoltà, le sonde Voyager, ciascu- MJS 77 aveva costruito tre veicoli spaziali, tra cui un modello di
na delle dimensioni di un vecchio Maggiolino Volkswagen, ave- prova funzionante in scala reale. Le sonde spaziali furono ribattez-
vano bisogno di una certa dose di intelligenza a bordo. Così gli zate Voyager 1 e 2 pochi mesi prima del lancio.
ingegneri della NASA dotarono i computer dei veicoli di 69 ki- Sebbene nel corso dei decenni molti scienziati abbiano lavora-
NASA/JPL-Caltech
lobyte di memoria, meno di un centomillesimo di quella di un tipi- to alle Voyager, per un verso Cummings è unico. «Sono stato l’ul-
co smartphone. Ma in realtà il confronto con gli smartphone non tima persona a toccare le sonde prima del lancio», racconta. Cum-
ha molto senso. «I computer delle Voyager hanno meno memoria mings era responsabile di due rivelatori progettati per misurare
del telecomando che apre la portiera dell’auto», dice Spilker. Tut- il flusso di elettroni e altre particelle cariche quando le Voyager
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Il viaggio più lungo
Quarantacinque anni dopo il lancio nel 1977, le due sonde spaziali Voyager 1 e 2 stanno viaggiando là dove nessun veicolo
terrestre è mai giunto prima. La missione, originariamente destinata a durare appena quattro anni e a sorvolare Giove
e Saturno, è tuttora in corso. Voyager 2 ha proseguito fino a visitare Urano e Nettuno, ed entrambe le sonde alla fine sono
uscite dall’eliosfera, la zona di influenza del Sole, entrando nella regione tra le stelle chiamata spazio interstellare. Sebbene
le Voyager stiano inviando informazioni su questo territorio inesplorato, quest’anno gli scienziati inizieranno a spegnere
alcuni dei loro strumenti nella speranza che i dispositivi rimanenti possano continuare a trasmetterci dati fino al 2030 circa.
VOYAGER 1
Massachusetts Institute of Technology, Center for Space Research) e Merav Opher (professoressa, Dipartimento di astronomia, Boston University)
VOYAGER 2
Grafica di Matthew Twombly e Juan Velasco (5W Infographic); Consulenti: John Richardson (principal investigator, Voyager Plasma Science,
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La missione planetaria
5 settembre 1977 1977–1980
20 agosto 1977 1977–1981 12 novembre 1980
IL LANCIO LA MISSIONE PRIMARIA SU E FUORI
La missione è stata progettata per sfruttare Giove e Saturno erano previsti come Dopo aver incontrato
una rara disposizione dei pianeti esterni. primi obiettivi di studio per entrambe Saturno e la sua luna
Voyager 2 è stata lanciata per prima, ma ha le Voyager. Le due sonde hanno Titano, la traiettoria
raggiunto Giove e Saturno dopo Voyager 1. inviato 52.000 immagini di Giove, di Voyager 1 è stata
Poco dopo il lancio, Voyager 1 ha trasmesso Saturno e i loro satelliti e hanno diretta verso nord, fuori
la prima fotografia della Terra e della Luna scoperto 10 nuove lune. dal piano dell’eclittica
scattata da una sonda spaziale. del sistema solare.
Spazio interstellare
25 agosto 2012
i n a zi o n e
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Zona
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Spazio interstellare
5 novembre 2018
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VOYAGER 2
19,3 miliardi di
chilometri dalla Terra
24 gennaio 1986
I MARGINI ESTERNI OGGI
In base al piano originale era ritenuto troppo Le sonde Voyager sono
costoso che una sonda raggiungesse Urano ancora in funzione 45 anni
e Nettuno, ma la traiettoria di Voyager 2 dopo il lancio e inviano dati
conservava questa possibilità. Dopo una visita da miliardi di chilometri di
riuscita a Saturno, la sonda sembrava in grado distanza. Adesso si trovano
di raggiungere Urano con tutti gli strumenti entrambe nello spazio
operativi, e così la NASA ha fornito interstellare, una regione
ulteriori finanziamenti. mai visitata prima da
oggetti fabbricati
dagli esseri umani.
Bolla protettiva
La nostra parte del sistema solare è racchiusa in una bolla detta eliosfera, una regione in cui il vento solare formato
da particelle cariche che fluisce dal Sole porta con sé il campo magnetico solare. Quest’area si estende per circa
quattro volte la distanza tra il Sole e Nettuno, ma non per l’intera ampiezza del sistema solare, che include la nube
sferica di oggetti della famiglia delle comete detta Nube di Oort, a circa metà strada tra noi e la stella successiva.
Sole
DISTANZE ASTRONOMICHE
Voyager 2
ni a colori. Le sonde non ruotano quasi per niente mentre sfrec- Il primo indizio che nei cieli potessero esserci più tipi di lune di
ciano nello spazio: hanno un movimento di rotazione oltre 15 vol- quanti avessero sognato gli astronomi era giunto mentre le Voya-
te più lento di quello della lancetta delle ore di un orologio, il che ger erano ancora a circa un milione di chilometri da Giove. Uno
minimizza il rischio di immagini mosse. Al JPL i presenti assistet- dei loro strumenti, il sistema di rilevamento Low-Energy Charged
tero in piedi all’arrivo delle prime immagini di Giove, che la son- Particle (LECP), rilevò segnali insoliti. «Si cominciarono a vedere
da iniziò a trasmettere quando era ancora a circa tre o quattro me- ioni ossigeno e zolfo che colpivano il rivelatore», spiega Stamatios
si dal pianeta. Krimigis, che ha progettato il LECP e ora è direttore emerito del
«Avevano allestito degli schermi televisivi in tutte le principa- Dipartimento spaziale al Johns Hopkins APL. La densità di ioni os-
li sale conferenze e nei corridoi», racconta Spilker. «Così, via via sigeno e zolfo era aumentata di tre ordini di grandezza rispetto ai
che arrivavano i dati, riga dopo riga, ogni immagine appariva su livelli misurati fino a quel momento. All’inizio il suo gruppo pen-
un monitor. L’attesa crescente e l’aspettativa di quello che avrem- sava che lo strumento fosse difettoso. «Abbiamo esaminato i dati –
mo visto quando ci fossimo avvicinati ancora di più era davvero dice Krimigis – ma non c’era niente che non andava».
entusiasmante». Le telecamere delle Voyager risolsero presto il mistero: Io ave-
va vulcani attivi. Quel piccolo mondo, leggermente più grande no. Nel 1986 ha scoperto dieci nuove lune attorno a Urano e ha
Consulenti: John Richardson (principal investigator, Voyager Plasma Science, Massachusetts Institute of Technology,
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della nostra Luna, è ora noto per essere il corpo vulcanicamente aggiunto il pianeta al crescente elenco dei pianeti con anelli. So-
più attivo del sistema solare. «Gli unici vulcani attivi che conosce- lo quattro giorni dopo il massimo avvicinamento di Voyager 2 a
Center for Space Research) e Merav Opher (professoressa, Dipartimento di astronomia, Boston University)
vamo all’epoca erano sulla Terra», dice Edward Stone, che è sta- Urano, però, le sue scoperte vennero messe in ombra, quando lo
to tra i responsabili del progetto per le missioni Voyager dal 1972. space shuttle Challenger esplose poco dopo il lancio. Tutti e sette
«Ed ecco improvvisamente una luna che aveva un’attività dieci i membri dell’equipaggio rimasero uccisi, e tra essi Christa McAu-
volte più intensa di quella terrestre». I colori di Io – e gli ioni ano- liffe, un’insegnante di scuola superiore del New Hampshire che
mali che avevano colpito il rivelatore di Krimigis – erano dovuti sarebbe stata la prima civile a viaggiare nello spazio.
agli elementi scagliati fuori dai vulcani della luna. Il più grande dei Tre anni dopo, passando circa 4800 chilometri sopra l’atmosfe-
vulcani di Io, noto come Pele, ha emesso pennacchi alti 30 volte ra azzurra di metano di Nettuno, Voyager 2 misurò la velocità del
il monte Everest; i detriti di Pele coprono un’area delle dimensio- vento più alta di qualsiasi pianeta del sistema solare: fino a 1600
ni della Francia. chilometri all’ora. La luna più grande di Nettuno, Tritone, è risul-
Nel complesso le Voyager hanno scattato oltre 33.000 foto di tata uno dei luoghi più freddi del sistema solare, con una tempe-
Giove e dei suoi satelliti. Con ogni immagine arrivava una nuova ratura superficiale di –235 gradi. I vulcani di ghiaccio sulla luna
scoperta: Giove aveva gli anelli; Europa, una delle 53 lune di Giove riversano nell’atmosfera azoto e particelle di polveri fino a 8 chi-
a cui è stato assegnato un nome, era coperta da una crosta di ghiac- lometri di quota.
cio con crepe, con uno spessore che ora si stima in oltre 100 chilo- Le immagini di Nettuno e delle sue lune di Voyager 2 sarebbe-
metri. Quando le sonde lasciarono il sistema di Giove, ricevettero ro state le ultime riprese dalle sonde, se non fosse stato per l’astro-
dalla fionda gravitazionale un calcio d’addio di 57.500 chilometri nomo Carl Sagan, che era un membro del gruppo di imaging del-
all’ora. Senza di esso non sarebbero riuscite a superare l’attrazio- la missione. Una volta completato ufficialmente il Grand Tour, la
ne gravitazionale del Sole e a raggiungere lo spazio interstellare. NASA prevedeva di spegnere le telecamere su entrambe le sonde.
Presso Saturno le due sonde si sono separate. Voyager 1 è sfrec- Sebbene la missione fosse stata estesa con la speranza che le Voya-
ciata attraverso gli anelli di Saturno (dove è stata colpita da mi- ger potessero arrivare allo spazio interstellare – era stata ufficial-
gliaia di granelli di polvere), ha sorvolato Titano, una luna avvolta mente ribattezzata Voyager Interstellar Mission – non ci sarebbe-
da smog arancione, e poi si è diretta verso «nord», fuori dal piano ro stati scatti fotografici dopo Nettuno, ma solo il vuoto infinito e
dei pianeti. Voyager 2 ha continuato da sola verso Urano e Nettu- le stelle incredibilmente lontane.
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I più grandi successi delle Voyager
Le sonde gemelle hanno percorso un ampio itinerario tra i pianeti giganti del sistema solare,
passando per Giove (1, 2) e Saturno (5, 6) e fotografando per la prima volta da vicino le lune
di questi pianeti.
Il satellite di Giove Europa (3), per esempio, si è rivelato coperto di ghiaccio, mentre Io (4), altra luna
di Giove, era disseminata di vulcani: scoperte particolarmente sorprendenti, perché si ipotizzava
che le lune sarebbero state grigie e piene di crateri come quella della Terra. Voyager 2 ha sorvolato inoltre
Urano (7) e Nettuno (8), e ancora oggi è l’unica sonda che sia mai arrivata a sorvolare quei pianeti.
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Sagan esortò i vertici della NASA a fare trasmettere a Voyager 1 1 aveva già 50 UA sul contachilometri. «Se [l’eliopausa] era a 120
un’ultima serie di immagini. Così, il giorno di San Valentino del UA, significava che ne avevamo ancora 70 da percorrere». Se Gur-
1990, la sonda puntò gli obiettivi verso l’interno del sistema solare nett aveva ragione, le Voyager, che viaggiano a circa 3,5 UA all’an-
e scattò le sue ultime 60 foto. Quella che colpisce di più, e che Sa- no, non sarebbero uscite dall’eliosfera per almeno altri vent’anni.
gan rese famosa come Pale Blue Dot (pallido puntino blu), ritrae la Quella previsione sollevava interrogativi preoccupanti: le
Terra da più di 6 miliardi di chilometri. È tuttora la foto più distan- Voyager, o il sostegno del Congresso, sarebbero durati tanto a lun-
te del nostro pianeta mai scattata. Velata dalla fioca luce solare che go? Il finanziamento della missione era stato esteso in base all’a-
si riflette nell’obiettivo della fotocamera, la Terra è appena visibile spettativa che le sonde avrebbero attraversato l’eliopausa a cir-
nell’immagine. Non occupa nemmeno un pixel intero. ca 50 UA. Invece si lasciarono indietro quella pietra miliare senza
Scomparso nel 1996, Sagan «si impegnò a fondo per convince- trovare nessuno dei segni previsti per il transito interstellare. Gli
re la NASA che valeva la pena di guardare indietro, verso di noi – astronomi avevano previsto che le Voyager rilevassero una quan-
dice Spilker – e vedere quanto fosse piccolo quel puntino celeste». tità improvvisamente più elevata di raggi cosmici galattici: par-
ticelle ad alta energia quasi alla velocità della luce, come in una
ntrambe le Voyager sono ora così lontane dalla Terra che pioggia di frammenti, provenienti dalle supernove e da altri ca-
entrato in un’area della galassia meno omogenea e parzialmente tavia, ha trovato convincente il significativo incremento dei rag-
ionizzata, afferma Gary Zank, astrofisico dell’Università dell’Ala- gi cosmici galattici e dalla densità del plasma misurato dalle Voya-
bama a Huntsville. La regione calda si formò probabilmente in se- ger. «Con questi dati – dice Cummings – è molto difficile sostenere
guito a una supernova: un’antica stella vicina – o magari più d’u- che non siamo davvero nello spazio interstellare. Ma, d’altro can-
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Un puntino: tra le ultime fotografie di Voyager 1
c’era questa immagine della Terra vista da 6,1 miliardi
di chilometri di distanza, soprannominata
Pale Blue Dot (pallido puntino blu) da Carl Sagan,
scienziato del gruppo di Voyager.
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NASA/JPL-Caltech
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FISICA
La terza volta
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© Brice, Maximilien/CERN
Elizabeth Gibney è senior reporter di «Nature».
In passato ha scritto per «Scientific American», BBC e CERN.
R
lisione dei fasci di particelle.
macchina più potente al mondo per la collisione di particelle ad alta
energia, è stato riacceso dopo oltre tre anni di fermo. Fasci di protoni
sfrecciano di nuovo nel suo anello di 27 chilometri al CERN, il labora-
torio europeo di fisica delle particelle vicino a Ginevra.
I fisici potranno accendere i loro esperimenti e osservare la col-
Nei suoi primi due periodi di attività (o run), dal 2009 al 2013 e
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cioè unità di elaborazione grafica). Queste unità sono in grado di gare fenomeni come la materia oscura. Negli ultimi due anni sono
ricostruire la storia delle particelle più rapidamente di quanto non emerse più volte scoperte che contrastano con questo modello,
facciano i processori convenzionali, per cui il software sarà in gra-
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ma che non sono abbastanza solide da poter essere considerate
do di effettuare una scansione più veloce e su più criteri al secon- una discrepanza definitiva (si veda il box a p. 49).
do. Potenzialmente, questo a sua volta permetterà di individuare La più recente è del Tevatron, il collisore del Fermi National
collisioni strane che in precedenza sarebbero potute sfuggire. Accelerator Laboratory (Fermilab) di Batavia, negli Stati Uniti, che
In particolare, l’esperimento LHCb ha rinnovato l’elettroni- nel 2011 è stato spento definitivamente. I ricercatori hanno tra-
ca del rivelatore in modo da usare solo il software per analizzare scorso l’ultimo decennio a esaminare i dati dell’esperimento CDF
gli eventi alla ricerca di fisica interessante. I miglioramenti appor- del Tevatron. E ad aprile hanno riferito che la massa del bosone W,
tati significano che nel terzo run l’esperimento dovrebbe racco- una particella fondamentale che trasporta la forza nucleare debo-
gliere una quantità di dati quattro volte superiore a quella ottenu- le coinvolta nel decadimento radioattivo, è significativamente più
ta nel secondo run . È «quasi come un rivelatore nuovo di zecca», alta di quanto previsto dal modello standard.
dice Yasmine Amhis, fisica del Laboratoire de Physique des 2 Infi- Questo non coincide con i dati di LHC: le misurazioni di ATLAS
nis Irène Joliot-Curie di Orsay, in Francia, e membro della collabo- e LHCb sono in disaccordo con i dati di CDF, anche se sono me-
razione LHCb. no precise. Ora i fisici di CMS sono al lavoro per una propria misu-
razione, usando i dati del secondo run dell’acceleratore. I dati del
Individuare le anomalie terzo run potrebbero dare una risposta definitiva, anche se non
Il run 3 darà ai fisici anche una maggiore precisione nelle mi- immediatamente, perché la massa del bosone W è notoriamente
surazioni di particelle note, come il bosone di Higgs, afferma Lu- difficile da misurare.
dovico Pontecorvo, fisico dell’esperimento ATLAS. Già questo po-
trebbe produrre risultati in conflitto con la fisica conosciuta, per Confusione del mesone B
esempio nel caso in cui una sua misurazione più precisa restringa I dati di LHC hanno suggerito altre anomalie. In particolare, da
© Brice, Maximilien/CERN
le barre di errore abbastanza da metterlo al di fuori delle previsio- quasi un decennio si accumulano prove di uno strano comporta-
ni del modello standard. mento delle particelle chiamate mesoni B. Queste particelle insta-
Ma i fisici vogliono anche sapere se una serie di risultati recen- bili, che decadono rapidamente in altre, sono chiamate così per-
ti e singolari sono vere e proprie anomalie, che potrebbero aiutare ché contengono coppie di particelle fondamentali che includono
a colmare alcune lacune nella comprensione dell’universo. Il mo- un quark bottom, o beauty. Le analisi di LHCb suggeriscono che i
dello standard è incompleto: per esempio, non è in grado di spie- decadimenti dei mesoni B tendono a produrre elettroni più spesso
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DUE RUN IN UNO
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di quanto non facciano i loro cugini più pesanti, i muoni. Il model- che molti dei rivelatori di LHCb sono stati sostituiti, la prossima fa-
lo standard prevede che la natura non debba preferire l’uno all’al- se di acquisizione dei dati dovrebbe fornire un controllo incrocia-
di E. Gibney, in «Nature», Vol 605, 26 maggio 2022
tro, precisa Tara Shears, fisica delle particelle dell’Università di Li- to, dice Shears. «Saremo affranti se [l’anomalia] sparirà. Ma questa
verpool, nel Regno Unito, e membro della collaborazione LHCb. è la vita degli scienziati, potrebbe succedere».
«I muoni vengono prodotti circa il 15 per cento in meno rispetto L’anomalia è supportata da simili sottili discrepanze che LHCb
agli elettroni, ed è assolutamente bizzarro», afferma. ha osservato in altri decadimenti che coinvolgono quark bottom;
Il risultato si discosta dalle previsioni del modello standard anche esperimenti in collisori in Giappone e negli Stati Uniti han-
con una significatività di circa 3 sigma, o 3 deviazioni standard da no osservato indizi di questo risultato insolito. Questo tipo di la-
quello che ci si aspetta, il che si traduce in 3 probabilità su 1000 voro è il mestiere di LHCb: i suoi rivelatori sono stati progettati
che il rumore casuale possa aver prodotto l’apparente distorsione. per studiare in dettaglio i decadimenti di particelle che contengo-
Solo ulteriori dati potranno confermare se l’effetto è reale o se si no quark pesanti, consentendo all’esperimento di raccogliere in-
tratta di una fluttuazione statistica. Gli sperimentatori potrebbero dizi indiretti di fenomeni che potrebbero influenzare il compor-
aver frainteso qualcosa nei loro dati o nella loro macchina, ma ora tamento di queste particelle. CMS e ATLAS sono esperimenti più
generici, ma gli sperimentatori stanno verificando se possono in- te: i leptoni, come gli elettroni e i muoni, e i quark. Questa parti-
dividuare un numero maggiore degli eventi che sono sensibili alle cella ibrida deriva dalle teorie che cercano di unire le interazio-
anomalie, spiega Florencia Canelli, fisica sperimentale delle parti- ni elettromagnetiche, deboli e forti come aspetti della stessa forza
celle all’Università di Zurigo in Svizzera e membro della collabo- e potrebbe spiegare i risultati di LHCb. Il leptoquark – o una sua
razione CMS. versione complessa – calza a pennello anche per un’altra anomalia
allettante: la misurazione effettuata l’anno scorso dall’esperimen-
Caccia al leptoquark to Muon g-2 al Fermilab, secondo cui i muoni sono più magneti-
CMS e ATLAS faranno anche quello che LHCb non può fare: se- ci del previsto.
tacciare i dati delle collisioni per cercare direttamente le particel- Alla conferenza Moriond di fisica delle particelle tenutasi a
le esotiche che, secondo i teorici, potrebbero essere la causa delle marzo a La Thuile, in Italia, i ricercatori di CMS hanno presentato
anomalie ancora non confermate. Una di queste particelle ipote- i risultati di una ricerca che ha trovato intriganti indizi di un lep-
tiche è stata soprannominata leptoquark, perché ad alte energie tone oltre il modello standard. Questa particella interagirebbe con
avrebbe le proprietà di due famiglie di particelle altrimenti distin- i leptoquark ed è prevista da alcune teorie sui leptoquark. I fisi-
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CRONOLOGIA
ci hanno osservato un leggero eccesso di particelle in cui il lep- l’esperimento di un sistema di trigger più veloce, basato esclusi-
tone proposto potrebbe decadere, quark bottom e tauoni (cugini vamente sul software. ALICE, che sonderà la temperatura del pla-
più pesanti del muone), ma la significatività della scoperta è di so- sma e misurerà con precisione le particelle che contengono quark
li 2,8 sigma. «Sono risultati molto eccitanti, visto che anche LHCb charm e beauty, questa volta sarà in grado di raccogliere un nu-
sta osservando qualcosa di simile», dice Pedraza. Alla conferenza, i mero di eventi 100 volte più elevato rispetto ai due precedenti
fisici di CMS hanno presentato indizi di altri nuovi fenomeni: due run, grazie ai miglioramenti apportati ai suoi rivelatori.
potenziali particelle che potrebbero decadere in due tauoni, e una
potenziale particella ad alta energia che, attraverso una via di de-
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L’apprendimento automatico aiuta la ricerca
cadimento teorizzata ma non dimostrata, si trasformerebbe in ca- Il run 3 vedrà all’opera anche esperimenti del tutto nuovi. FA-
scate di particelle caratteristiche chiamate getti. SER, a 500 metri da ATLAS, andrà a caccia di particelle leggere e
Un altro risultato interessante proviene da ATLAS, dove Ismet debolmente interagenti, tra cui i neutrini, e nuovi fenomeni che
Siral, dell’Università dell’Oregon a Eugene, e i suoi colleghi hanno potrebbero spiegare la materia oscura. Per inciso, queste particel-
cercato ipotetiche particelle cariche, pesanti e a lunga vita media. le non possono essere individuate da ATLAS, perché volerebbe-
In trilioni di collisioni provenienti da tre anni di dati, hanno tro- ro via dalle collisioni su una traiettoria che è nella stessa direzione
vato sette candidati a circa 1,4 TeV, circa otto volte l’energia del- della linea di fascio di LHC e che elude i rivelatori. Nel frattempo,
la particella più pesante conosciuta. Questi risultati sono a 3,3 sig- i rivelatori di ATLAS e CMS sono stati migliorati, ma non riceve-
ma, e l’identità delle particelle candidate rimane un mistero. «Non ranno aggiornamenti hardware importanti fino al prossimo fermo
sappiamo se sia vero, abbiamo bisogno di più dati. È qui che entra prolungato dell’attività, nel 2026. A quel punto LHC sarà rinno-
in gioco il run 3», dice Siral. vato per creare fasci più focalizzati, «ad alta luminosità», che en- Illustrazione di Danilo Sossi; fonte: LHC: Third Time Lucky? di E. Gibney,
Un altro esperimento di LHC, ALICE, esplorerà la sua sorpren- treranno in funzione nel 2029 (si veda il box in questa pagina). Nei
dente scoperta, e cioè che le condizioni estreme che si creano nelle run successivi ciò permetterà agli scienziati di accumulare un nu-
collisioni tra ioni piombo (che LHC fa collidere quando non lavora mero di dati sulle collisioni dieci volte superiore a quello dei run
con i protoni) potrebbero emergere da qualche altra parte. ALICE è da 1 a 3 messi insieme. Per ora, CMS e ATLAS hanno a disposizione
stato progettato per studiare il plasma di quark e gluoni, una zuppa una tecnologia prototipo per prepararsi.
calda e densa di particelle fondamentali prodotta da collisioni di io- Oltre a ottenere un maggior numero di eventi, fisici come Si-
in «Nature», Vol 605, 26 maggio 2022
ni pesanti che si pensa sia esistita subito dopo il big bang. Le analisi ral vogliono cambiare il modo in cui gli esperimenti di LHC van-
dei primi due run hanno scoperto che nelle collisioni protone-pro- no a caccia di particelle. Finora, gran parte della ricerca di LHC
tone e protone-ione piombo le particelle mostrano tratti di questo ha riguardato la verifica di previsioni specifiche (come la ricerca
stato della materia, come percorsi che sono correlati, anziché ca- dell’Higgs dove i fisici si aspettavano di osservarlo) o la ricerca di
suali. «È un fenomeno assai interessante e inaspettato», conferma particolari ipotesi di nuova fisica.
Barbara Erazmus, vice portavoce di ALICE al CERN. Gli scienziati pensavano che sarebbe stata una strategia frut-
Come LHCb, anche ALICE è stato sottoposto a un importante tuosa, perché avevano buone indicazioni su dove cercare. Subito
aggiornamento, che include un’elettronica rinnovata per dotare dopo l’avvio di LHC, molti di essi si aspettavano di scoprire nuove
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CITTADINANZA
di Katie Worth
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Katie Worth è un’autrice freelance di Boston. Ha scritto
il libro Miseducation: How Climate Change is Taught in
America (Columbia Global Reports, 2021).
n una scialba sala per audizioni di Austin, i membri della Commissione per l’i-
I struzione dello Stato del Texas, seduti a piccole scrivanie disposte in un ampio
cerchio per osservare il distanziamento sociale, discutevano se gli studenti del
corso di scienze di terza media dovessero dimostrare di saper «descrivere gli
sforzi rivolti alla mitigazione del cambiamento climatico».
Una di essi, un’insegnante di scienze nella scuola pubblica di
grande esperienza, appoggiava la proposta di inserire il nuovo re-
quisito fra gli standard di riferimento. Un altro, venuto dall’ufficio
legale della Shell Oil, sosteneva che bisognava bocciarla.
Ha vinto l’avvocato. Alla fine, il voto della commissione ha im-
dard nel redigere il materiale che poi venderà alle scuole di tut-
to il paese; e la Commissione per l’istruzione del Texas, con i suoi
15 membri elettivi, guarda da tempo ai libri di testo in un’ottica po-
litica conservatrice. Come mi ha detto una volta un ex redattore
di testi scientifici per la scuola: «Non ho mai sentito nessuno di-
posto che gli studenti di terza media imparino invece a «descrive- re esplicitamente: “Non possiamo parlare di ambientalismo per-
re il ciclo del carbonio». ché c’è il Texas”. Ma più o meno era chiaro a tutti. In qualche mo-
Negli ultimi due anni le riunioni dei consigli scolastici hanno do, tutti sanno che le cose stanno così». E così, ciò che succede in
visto le discussioni degenerare in furiosi litigi un po’ in tutto il pae- una sala per audizioni del Texas incide su ciò che viene insegnato
se: sulle mascherine, sulle liste dei libri da leggere e sulla pretesa a milioni di bambini in tutto il paese.
di impedire che nella scuola si parli di razzismo strutturale. In Te- La maggioranza degli statunitensi è favorevole all’insegna-
xas è stato affrontato un tema politico meno rumoroso nel corso di mento della crisi climatica ai giovani. Un sondaggio nazionale del
un processo poco frequentato, attraverso il quale sono stati defini- 2019, condotto da NPR/Ipsos, ha trovato che quasi quattro quin-
ti gli standard di riferimento per le scuole nel campo delle scienze, ti degli intervistati – inclusi due terzi dei repubblicani – pensava-
cioè le linee guida su ciò che gli allievi devono imparare, anno per no che gli alunni dovessero essere informati a scuola sul cambia-
anno, su ciascun argomento. Per la prima volta, la commissione di
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mento climatico. In un’indagine condotta dalla Texas Education
quello Stato ha discusso se gli allievi debbano imparare qualcosa Agency fra gli insegnanti di scienze di tutto lo Stato, su che cosa
sul cambiamento climatico di origine umana, dando luogo a un te- andasse aggiunto agli standard, un insegnante su quattro ha chie-
so scontro tra i rappresentanti dei settori industriali interessati ad sto di inserire il cambiamento climatico o argomenti correlati, co-
alimentare un atteggiamento positivo verso i combustibili fossili e me le energie alternative. Nessuno ha chiesto di parlare di più dei
i sostenitori di un’istruzione corretta, che pensano che gli studen- combustibili fossili.
ti debbano apprendere ciò che dice la scienza sulla crisi climatica Però, come ho visto seguendo dal vivo o in registrazione 40 ore
che si sta svolgendo intorno a loro. di udienze della commissione, esaminando decine di documenti
L’adozione degli standard è una procedura burocratica, ma il pubblici e intervistando 15 dei partecipanti, a ogni tappa del pro-
risultato incide fortemente sui contenuti dell’istruzione scolasti- cesso di adozione degli standard per i corsi di scienze del Texas
ca. Gli editori li consultano quando realizzano i libri di testo. I fun- hanno partecipato esponenti dell’industria dei combustibili fos-
zionari ministeriali degli Stati li usano come base per le prove d’e- sili, che ha lavorato per influenzare a proprio favore ciò che vie-
same standardizzate. I distretti scolastici vi fanno riferimento per ne insegnato. Il Dipartimento dell’istruzione del Texas ha convo-
stilare i programmi, e gli insegnanti per preparare le lezioni. Ogni cato gruppi di volontari per rielaborare gli standard in vigore, e
Stato adotta i propri standard, ma da tempo l’influenza di quelli membri dell’industria si sono offerti di far parte di questi gruppi
Illustrazione di Taylor Callery (pagine precedenti)
del Texas va molto al di là dei suoi confini. e hanno condizionato la stesura degli standard su energia e di cli-
Nel 2020 due importanti associazioni attive nel campo dell’i- ma. Rappresentanti dell’industria si presentavano regolarmente a
struzione – il National Center for Science Education e il Texas dire la loro ogni volta che le proposte di revisione degli standard
Freedom Network – hanno incaricato alcuni esperti di valutare erano dibattute in pubblico. Quando la commissione ha discusso
gli standard per le materie scientifiche di ciascuno dei 50 Stati e l’approvazione finale degli standard rielaborati, l’industria si è ri-
del Distretto federale degli Stati Uniti (Washington, DC), in base volta ai commissari per proporre propri emendamenti, assicuran-
al modo in cui viene trattata la crisi climatica. Trenta Stati, e il Di- dosi che quanto accadeva sul palcoscenico apparentemente locale
stretto, hanno ottenuto buoni voti (A o B, in una scala in cui A è il di Austin avesse conseguenze su scala ben più vasta.
migliore ed F il peggiore). Fra i sei Stati che hanno preso F c’è il Te- Da almeno un decennio l’industria dei combustibili fossili si
xas. Che però è uno dei massimi acquirenti di libri di testo del pae- sforza di rendere più verde la sua immagine. Ma i lavori della com-
se; dunque l’editoria scolastica fa molta attenzione ai suoi stan- missione texana mostrano che non sempre le sue azioni rifletto-
L’
ultima volta che la commissione ha rivisto gli standard è comparsa una persona che aveva un messaggio diverso: Robert
TEKS (Texas Essential Knowledge and Skills) per le Unger, un ingegnere dalla chioma argentea di Dallas, che da oltre
scienze, nel 2009, il suo presidente era Don McLeroy, 45 anni lavorava nell’industria del petrolio e del gas. Rappresenta-
un dentista del Texas centro-orientale, che espresse con chiarez- va il Texas Energy Council e aveva qualcosa da suggerire.
za le sue vedute sull’educazione scientifica dicendo in una riunio- Il Texas Energy Council raggruppa circa 35 organizzazioni im-
ne: «Qualcuno deve pur ribattere agli esperti!». Gran parte dei la- prenditoriali, prevalentemente del settore petrolifero e del gas,
vori fu assorbita dagli scontri sull’evoluzione, ma la commissione per un totale complessivo di oltre 5000 aderenti. Qualche mese
inserì anche il requisito che gli studenti delle superiori, nel corso prima aveva iniziato a reclutare volontari che partecipassero al
di scienze ambientali, discutessero di una cosa su cui gli scienzia- processo di adozione dei nuovi standard. «Le scienze della Ter-
ti avevano smesso di discutere già da un pezzo: se fosse in corso o ra, e in particolare l’industria del petrolio e del gas, sono state si-
meno un riscaldamento globale. McLeroy disse a un giornalista di gnificativamente maltrattate, nel corso del tempo, nei program-
esserne contento, perché «i conservatori come me pensano che le mi scolastici dalle elementari alle superiori», diceva una pagina
prove siano solo un sacco di balle». del sito web del Council. Nella speranza di invertire la tendenza,
Alla fine del 2019, quando è arrivato il momento di avviare una il Council ha arruolato 17 persone – geologi, ingegneri petroliferi,
nuova revisione, McLeroy non c’era più. La commissione ha mes- professori, avvocati e altri professionisti attivi nel settore dei com-
so in chiaro con gli 85 volontari, incaricati dalla Texas Education bustibili fossili – che, stando al sito, «condividevano la sua visio-
Agency di redigere le bozze dei nuovi standard, che sperava che ne di assicurare che petrolio e gas siano presentati con equilibrio
non ci sarebbe stato un nuovo scontro sull’evoluzione. Ma si è come un contributo essenziale al mix energetico del Texas, de-
capito ben presto che lo scontro, stavolta, avrebbe riguardato le gli Stati Uniti e del mondo». Unger aveva contribuito a organizza-
scienze del clima. re i volontari. (Diversi esponenti dell’organizzazione, incluso Un-
Per avviare i lavori, la commissione ha suddiviso il da farsi in ger, hanno rifiutato di farsi intervistare per questo articolo. In uno
tre parti, da considerare una alla volta: per primi gli standard per i scambio di e-mail Michael Cooper, presidente del Council, ha cri-
corsi di scienze obbligatori delle superiori, poi quelli per i corsi fa- ticato alcune delle affermazioni qui presenti ma ha detto che non
poteva dare una risposta completa senza prima
esaminare una bozza dell’intero articolo.)
«Non ho mai sentito nessuno dire: “Non Unger ha chiesto alla commissione di eli-
minare dal materiale introduttivo di tutti i cor-
possiamo parlare di ambientalismo perché c’è si di base delle superiori una riga che parlava di
giustizia sociale ed etica, termini che «nel ma-
il Texas”. Ma tutti sanno che è così»
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teriale dei corsi sono fuori luogo». Invece, ha
aggiunto, bisognava inserire negli standard il
concetto di analisi costi-benefici.
coltativi (sempre per le superiori), e infine gli standard per lo stu- La maggior parte dei commissari aveva espresso poco interes-
dio delle scienze nelle scuole elementari e medie (dette, negli Stati se per le tante testimonianze a favore dell’educazione climatica,
Uniti, K-8). La redazione di ognuna delle bozze era affidata a un ap- ma l’intervento di Unger ha destato la loro attenzione. La repub-
posito gruppo di volontari. Consulenti professionali, per la mag- blicana Barbara Cargill, un’ex insegnante di biologia della zona
gior parte nominati da vari membri della commissione, dovevano settentrionale di Houston agli ultimi mesi del suo incarico di com-
poi formulare le proprie osservazioni sui cambiamenti proposti. missaria gli ha domandato come si potesse inserire l’analisi costi-
Nell’estate del 2020 uno dei gruppi ha affrontato la prima par- benefici negli standard TEKS di scienze. E lui ha fatto un esempio:
te, gli argomenti da trattare nei corsi di base delle superiori: bio- il principale beneficio dei combustibili fossili è l’energia che pro-
logia, chimica e fisica, più un corso integrato di chimica e fisica. ducono, e i costi sono «questioni ambientali che il nostro settore
Questi standard erano importanti per due ragioni. I corsi sono sta già regolamentando».
seguiti da un altissimo numero di studenti: quasi mezzo milio- Ma petrolio e gas non sono gli unici combustibili che hanno un
ne all’anno solo per quello di biologia. E l’andamento di queste costo, ha detto Unger. Prendiamo il solare: «Sembra che i benefi-
discussioni avrebbe segnato il tono di quelle successive, sia per ci siano meravigliosi, ma i costi, in realtà, stanno nell’estrazione
i corsi facoltativi delle superiori sia per le elementari e medie. di minerali rari per le batterie», ha detto. «Il vento, ugualmente,
Quando, nel giugno 2020, la Texas Education Agency ha pubbli- ha costi e benefici». Un insegnante di scienze può fare questi con-
cato sul suo sito web i risultati del lavoro del gruppo incaricato fronti con gli studenti, ha aggiunto, «senza entrare nelle ambigui-
della stesura, i sostenitori dell’educazione climatica hanno visto tà dell’ingiustizia sociale e dell’etica sociale». Cargill ha promesso
con costernazione che la bozza dei requisiti standard non conte- di prendere in considerazione la proposta di Unger.
neva il minimo riferimento al cambiamento climatico dei nostri Ogni fonte energetica ha i suoi costi. Ma molti dicono che in-
tempi. Ma c’era ancora una possibilità di rimediare all’omissione. sistere sull’«analisi costi-benefici» è un modo per promuovere
La commissione statale doveva ancora sottoporre la bozza a pub- l’«inattivismo», per riprendere il termine coniato dal climatologo
bliche testimonianze, audizioni ed emendamenti. Michael Mann: una tattica che, senza negare il cambiamento cli-
La prima ampia audizione si è tenuta nel settembre 2020, in matico provocato dall’uomo, lo minimizza, svia l’attribuzione del-
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PROGRAMMI SCOLASTICI
ci e dello sviluppo sostenibile a scuola. Oltre all’individuazione di 33 ore di zione. L’editoria scolastica, dunque, si è dovuta adeguare velocemente al-
educazione civica distribuite nell’intero anno scolastico da dedicare ai pro- le nuove direttive, incoraggiata da una sempre maggiore attenzione del
blemi ambientali, Fioramonti aveva suggerito di affrontare tutte le materie corpo docenti a quella che mi piace definire “educazione climatica”: un
in una nuova prospettiva, sempre legata allo sviluppo sostenibile. Una vi- programma che parte dalle scienze del clima, dai concetti di risorsa am-
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le responsabilità e cerca di ritardare l’azione di contrasto. Certo, Nel gennaio 2021 la commissione ha tenuto le prime udienze
dice questo modo di pensare, i combustibili fossili provocano dan- per i corsi facoltativi delle superiori: scienze ambientali, scien-
ni. Ma quale fonte di energia non lo fa? La critica di Mann e altri è ze delle acque, scienze della Terra e astronomia. Gli studenti che
che sono equivalenze false: i costi ambientali e sanitari dei mine- scelgono queste materie sono assai meno numerosi di quelli che
rali contenenti le terre rare, necessari per certe fonti rinnovabili, seguono i corsi di biologia, chimica o fisica, ma gli standard per i
sono bassi rispetto a quelli dei combustibili fossili. corsi di scienze della Terra e di scienze ambientali erano gli unici
Il giorno dopo, quando la commissione si è riunita per discute- che già menzionavano il cambiamento climatico.
re gli emendamenti, Cargill ha fatto la sua parte. Ha proposto di eli- Nei mesi precedenti le audizioni, i 23 membri dei gruppi inca-
minare dagli standard la giustizia sociale e di aggiungere l’analisi ricati di redigere le bozze dei nuovi standard per i corsi facoltativi
costi-benefici. Un’altra repubblicana, Pat Hardy, insegnante di sto- si erano riuniti più o meno ogni due settimane. Per i corsi di scien-
ria in pensione e specialista dei programmi scolastici, ha sostenuto ze dalla Terra, gli standard esistenti prevedevano che gli studen-
entusiasticamente l’aggiunta. «La gente parla delle auto elettriche ti dovessero «analizzare la relazione empirica tra le emissioni di
come se stessero salvando il mondo», ha detto Hardy. «E la risposta anidride carbonica, i livelli atmosferici di anidride carbonica e le
è no, non è vero». La commissione ha votato a favore dell’emenda- tendenze della temperatura media globale negli ultimi 150 anni»,
mento. Era la prima grossa vittoria del Texas Energy Council. cioè nel periodo iniziato con l’industrializzazione, quando i livel-
Una vittoria dei sostenitori dell’educazione climatica c’è stata li di anidride carbonica nell’atmosfera hanno preso a impennar-
l’ultimo giorno delle audizioni. Marisa Pérez-Díaz, una commissa- si. Questa formulazione non andava bene a William J. Moulton,
ria democratica proveniente da San Antonio (la più giovane ispa- geofisico con una lunga carriera nell’industria petrolifera. Con
no-americana mai eletta a far parte di una commissione statale l’appoggio del Texas Energy Council, lui e vari altri rappresentanti
sull’istruzione), aveva prestato ascolto
ai loro appelli, e ha proposto di aggiun-
gere le parole «e il cambiamento clima- Senza negare il cambiamento climatico, la tattica
tico globale» alla fine di uno degli stan-
dard di riferimento, in cui si stabiliva dell’«inattivismo» lo minimizza e confonde
che gli studenti dovevano esaminare
vari tipi di impatto umano sull’ambien-
le responsabilità per frenare le azioni di contrasto
te. La commissione, cosa degna di no-
ta, ha approvato la mozione. Non è sta-
ta una grossa vittoria: queste parole valgono per un solo standard, dell’industria avevano chiesto e ottenuto di far parte di un gruppo
quello per il corso integrato di fisica e chimica, frequentato da ap- di lavoro, e Moulton era stato inserito in quello che si occupava di
pena un quinto degli studenti rispetto a quello di biologia. Ma per scienze della terra e di astronomia.
i sostenitori dell’educazione climatica è stato motivo di speranza; Moulton era d’accordo sulla necessità di menzionare in qual-
e certamente un passo avanti rispetto a «un sacco di balle». che modo il cambiamento climatico, visto che gli studenti ne
avrebbero sentito parlare comunque. Ma secondo lui non dove-
ei mesi seguenti, in cui la commissione si è occupata del- vano essere indotti a pensare che il verdetto della scienza sia or-
N
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le due parti successive – gli standard per i corsi facolta- mai definitivo. Ha sostenuto che bisognava eliminare la preci-
tivi delle superiori e quelli per le elementari e medie – i sazione «negli ultimi 150 anni». Il gruppo ha accettato questa, e
volontari del Texas Energy Council si sono presentati sempre, riu- diverse altre, modifiche proposte da Moulton. Quando poi gli
nione dopo riunione. A volte chiedevano modifiche che i sosteni- standard, già così indeboliti, sono arrivati alla commissione in
tori dell’educazione climatica hanno trovato ragionevoli, come la gennaio, sono comparsi via Zoom altri quattro volontari del Texas
richiesta di far studiare le leggi della geologia e quella di incorag- Energy Council, tutti con emendamenti da proporre. Uno ha det-
giare l’uso di risorse come musei e mentori. Ma hanno sempre te- to che bisognava concentrarsi sui pericoli dei minerali contenen-
nuto al centro la richiesta di aggiungere agli standard l’analisi co- ti terre rare. Un’altra che era importante che i ragazzi imparassero
sti-benefici; e non solo. Hanno insistito perché venissero eliminati che la nascita dell’industria dei combustibili fossili ha messo fi-
i termini «rinnovabili» e «non rinnovabili» per descrivere le diver- ne alla caccia alle balene, il cui grasso veniva trasformato in olio
se fonti energetiche: preferivano che fossero chiamate tutte «ri- combustibile. «Petrolio e gas hanno letteralmente salvato le bale-
sorse naturali». Hanno sollevato spesso la questione della penu- ne», ha detto.
ria energetica: il mancato accesso all’elettricità a costi contenuti. Nella commissione, inoltre, c’era un nuovo paladino dell’in-
«La penuria energetica è uno dei pericoli più gravi e più sottovalu- dustria petrolifera: Will Hickman, eletto nel novembre 2020 in
tati che stanno dinanzi all’umanità», ha dichiarato in una riunione un distretto nei pressi di Houston. Le sue esperienze nel campo
Jason Isaac, direttore di un’iniziativa sull’energia di un think tank dell’istruzione comprendevano la partecipazione a un gruppo di
conservatore. E ha proposto un’unica soluzione: «Proprio qui, nel genitori della scuola dei suoi figli, e attività di allenatore sportivo
Texas, abbiamo sotto i piedi la chiave per mettere fine alla penuria nella sua comunità e di insegnamento religioso domenicale. Dal
energetica globale». 2004 lavorava come dirigente nell’ufficio legale della Shell Oil.
I commissari favorevoli all’educazione climatica si attendevano Nell’audizione di gennaio, la prima di Hickman, la sua doman-
di perdere alcune di queste battaglie. Ma speravano che i volon- da d’apertura è stata dove, negli standard proposti, avrebbe potuto
tari del Texas Energy Council avrebbero deposto le armi quando trovare vantaggi e svantaggi delle varie forme di energia. Il giorno
si sarebbe trattato di inserire informazioni chiare sulle conoscen- dopo ha presentato un esempio che avrebbe potuto essere propo-
ze scientifiche sul cambiamento climatico. La successiva tappa dei sto nelle classi: «Tutti pensano che l’elettricità rinnovabile sia una
lavori ha mostrato che le cose stavano diversamente. grande idea, e la Germania l’ha adottata su larga scala», ha detto.
lavoro di combustibili fossili magari può avere qualche pregiudi- clima: per esempio con l’emissione di gas serra». Uno dei gruppi
zio sulla questione?», ha chiesto a Hardy. Che ha risposto: «Forse incaricati della stesura, di cui faceva parte il responsabile di una
sono io che ho dei pregiudizi a favore dell’industria dei combusti- fondazione dedicata al gas naturale, aveva inoltre allegato una no-
bili fossili». ta secondo cui i commissari non erano riusciti a raggiungere un
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accordo sulla proposta di aggiungere un’altra frase: «Indagare e Aicha Davis, commissaria di Dallas che ha dedicato 11 anni
descrivere costi e benefici della riduzione delle emissioni di gas all’insegnamento delle scienze per poi conseguire un PhD in di-
serra rispetto alla riduzione della penuria energetica globale». rezione e politiche scolastiche, ha parlato chiaro. «Con tutto il
Nell’udienza, due dei professionisti specializzati incaricati di ri- rispetto per la mia collega, lei non ha mai insegnato scienze in
esaminare le bozze hanno esposto alla commissione opinioni radi- terza media», ha detto, con voce paziente. «Non possiamo assolu-
calmente diverse. Ron Wetherington, docente in pensione di an- tamente permettere che sia l’industria del petrolio e del gas a det-
tropologia presso la Southern Methodist University, nominato da tare che cosa imparano i nostri ragazzi quando si parla di scien-
Pérez-Diaz, ha sostenuto che la parte degli standard relativa al cli- ze. Non dovremmo decidere in base ai desideri del Texas Energy
ma doveva essere decisamente rafforzata. Council, ma in base a ciò che è meglio per i nostri studenti». Né
Ha proposto fra l’altro che, nella frase «descrivere come le atti- uno scienziato né un educatore avevano espresso preoccupazioni
vità umane possono influenzare il clima», le parole «possono in- sull’insegnare il cambiamento climatico in terza media, ha osser-
fluenzare» fossero sostituite con «influenzano». «Possono» impli- vato. «Quindi diciamo le cose come stanno. A questo punto, stia-
ca che qualcosa è una possibilità, mentre qui abbiamo abbondanti mo semplicemente votando in base alle pretese dell’industria del
prove che è una realtà già in atto. Ha inoltre chiesto alla commis- petrolio e del gas».
sione di aggiungere il requisito che gli studenti esplorino i modi in Hickman, il legale della Shell, ha acceso il suo microfono.
cui si cerca di mitigare la crisi. Dato che gli studenti dovranno im- «Qualche pensiero e qualche risposta», ha detto. «Uno, io penso
parare che c’è, ha sostenuto, sarà il caso che imparino anche cosa che il nostro fondo scolastico permanente sia finanziato, nel com-
si fa per risolverla. plesso, da gas e petrolio», riferendosi alla grossa parte dei finan-
Gloria Chatelain, un’insegnante di lunga esperienza e ammini- ziamenti per l’istruzione che proviene dai diritti di estrazione dei
stratrice delegata della sua società di consulenza, la Simple Scien- combustibili fossili dai terreni demaniali. «Tutti noi, probabilmen-
ce Solutions, che era stata nominata da
Hardy e Cargill, si è espressa in modo
del tutto opposto. Ha cominciato la sua «Diciamo le cose come stanno: a questo punto,
testimonianza lodando il lavoro «asso-
lutamente magnifico» già fatto dal Te- stiamo semplicemente votando in base alle pretese
xas Energy Council nel migliorare gli
standard. E poi ha detto che alle me-
dell’industria del petrolio e del gas»
die il cambiamento climatico di origine
umana doveva essere trattato – se pro-
prio lo si doveva trattare – in modo molto leggero. «Il nostro sco- te, torneremo a casa consumando gas e petrolio… e se tutto ciò è
po non è produrre ragazzini arrabbiati ma bambini che amano vero – i gas serra sono un male – che facciamo? Mettiamo al ban-
la scienza. Li sfidiamo a impegnarsi nel risolvere alcuni di questi do la benzina e smettiamo di usare le auto a benzina? Mettiamo al
entusiasmanti problemi ma senza farli diventare come Greta», ha bando il gasolio per i camion? Come ci arriva a casa ciò che com-
detto, riferendosi alla giovane attivista svedese Greta Thunberg. priamo da Amazon e Walmart?». Il presidente della commissione
Invece, ha sostenuto, bisognava aggiungere che gli studenti dove-
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ha proposto di rinviare la questione all’ultimo ciclo di audizioni,
vano «ricercare e descrivere il ruolo dell’energia nel migliorare la previsto per il novembre del 2021.
qualità della vita riducendo la povertà e la malnutrizione globali»,
le stesse parole proposte dal Council. «Penso proprio che questo n attesa dell’ultima tornata, il National Center for Science
punto vada inserito, sapete. È molto, molto importante», ha det-
to Chatelain.
Quella settimana, la commissione ha lavorato per tre giorni sul-
I Education e il Texas Freedom Network si sono organizzati.
Hanno reclutato 67 climatologi texani, che hanno firmato
una lettera che chiedeva, fra l’altro, di sostituire le parole «posso-
le formulazioni per le elementari e medie. Fra le proteste dei de- no influenzare» con «influenzano» e che la frase sulla mitigazione
mocratici, Hardy ha presentato una mozione per aggiungere «l’ef- rimanesse invariata non solo perché si tratta di «conoscenze di ba-
ficienza in rapporto ai costi» in ognuna delle classi delle medie. E se» che ogni cittadino dovrebbe avere ma anche per dare agli stu-
insieme a Hickman ha convinto la maggioranza conservatrice del- denti un senso di speranza.
la commissione a cambiare «energie rinnovabili» e «non rinnova- Ciò malgrado, l’ultimo round di deliberazioni, a novembre, è
bili» in «risorse naturali» nei vari casi in cui venivano menzionate stato un massacro. Il cambiamento climatico era stato aggiunto, li-
negli standard per le elementari. mitatamente, negli standard, e la maggioranza conservatrice lo ha
Il secondo giorno i sostenitori dell’educazione climatica hanno accettato. Ma ha respinto la mozione per modificare l’espressione
ottenuto due inattese vittorie. Pérez-Díaz ha proposto di riformu- «possono influenzare». Ha bloccato una mozione per eliminare l’a-
lare la frase relativa al clima in «descrivere come le attività umane nalisi costi-benefici nei corsi di scienze delle medie. Ha approvato
degli ultimi 150 anni, fra cui le emissioni di gas serra, influenzano una nuova menzione del «ruolo critico delle risorse energetiche»
il clima». Poi ha proposto di aggiungere un’altra riga: «Descrive- per la vita moderna. Ha inserito un riferimento alle terre rare. Ha
re gli sforzi volti a mitigare il cambiamento climatico, quali la ri- introdotto il concetto di penuria energetica globale.
duzione delle emissioni di gas serra». Tutti e due gli emendamenti Infine, Hickman ha chiesto di eliminare dagli standard la men-
sono stati approvati. Ma il terzo giorno la commissione ha tagliato zione della mitigazione del cambiamento climatico che Pérez-
il riferimento agli ultimi 150 anni e ha ripristinato le parole «pos- Díaz era riuscita a inserire a settembre, sostenendo che il tema era
sono influenzare». I dettagli dei recenti cambiamenti climatici, ha più appropriato per le scienze sociali che per i corsi di scienze e
sostenuto Hardy, sarebbero troppo difficili da capire per gli allie- che «sembra semplicemente eccessivo per studenti e insegnanti
vi di terza media. di terza media». I commissari democratici si sono opposti alla mo-
pieni di frasi che mettono in dubbio – a volte sottilmente, a volte dire ciò che ne pensa alla commissione. Q
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ABORTO
Voci interrotte
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di Anna D’Errico
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I crisantemi deposti davanti alla Corte suprema federale degli Stati Uniti,
dopo la sua decisione di cancellare il diritto costituzionale all’aborto,
simboleggiano le persone che secondo gli attivisti moriranno in conseguenza di tale scelta.
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Anna D’Errico è una neuroscienziata e divulgatrice scientifica.
Il suo primo libro, Il senso perfetto, mai sottovalutare il naso (Codice Edizioni,
2019) è stato tra i cinque finalisti al premio letterario Galileo 2020.
È
una mattina di inizio estate, scorro i messaggi sul telefono e ci trovo
l’immagine di un’ecografia. Forme poco chiare, ma un sottotitolo ine-
quivocabile: «Eccoci qua!», e di seguito, «lenticchia però è ancora po-
co attaccata, quindi riposo assoluto». Una delle mie più care amiche mi
comunicava così l’inizio della sua gravidanza. In un modo inconsueto
– ma del resto, fortunatamente, anche lei è poco convenzionale – poiché c’è sempre molta
reticenza ad annunciare una gravidanza durante il primo trimestre.
Un fenomeno che si accompagna con i pregiudizi e l’inadegua- Scienza, diritto e società
tezza delle informazioni sulle interruzioni di gravidanza, volute o L’ultimo rapporto del Ministero della salute, con i dati definiti-
meno che siano. «E se poi va male, come faccio a dirlo?» è una delle vi relativi al 2020, registra che quell’anno le interruzioni volonta-
giustificazioni che si sentono più spesso, in un misto di scaraman- rie di gravidanza sono state 66.413, in calo rispetto agli anni prece-
zia, senso di pudore e ansia non solo individuale, ma anche, e for- denti. Sono tante? Sono poche? In base ai dati delle Nazioni Unite
se soprattutto, sociale. dal 2011 al 2020, l’Italia ha un tasso di abortività relativamente bas-
«Non si tratta solo di superstizione, è un comportamento dato so: 10,6 interventi annui ogni 1000 donne nella fascia di età 15-44
quasi per scontato che nasconde però il senso di vergogna nel ca-
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anni, rispetto alla media mondiale di 19,5, con paesi come Russia a
so la gravidanza non dovesse andare a buon fine», mi fa notare la 53,7 e Vietnam a 35,2 che hanno tra i tassi più alti. Se poi si conside-
psicoterapeuta Elisa Accornero, che collabora da anni anche con il ra solo il 2020, in Italia si hanno 5,4 aborti ogni 1000 donne tra i 15
reparto di medicina neonatale del Policlinico San Matteo di Pavia. e i 49 anni. Secondo l’Organizzazione mondiale della Sanità (OMS),
«A livello sociale e collettivo osserviamo di solito molta pres- ogni anno si registrano circa 121 milioni di gravidanze non pro-
sione psicologica intorno alla gravidanza e al suo buon esito – grammate e di queste circa il 60 per cento viene interrotto, per un
spiega Accornero – per cui, nel caso una persona decida di inter- totale di almeno 73 milioni di aborti indotti. Quasi la metà di que-
romperla volontariamente, in paesi come il nostro vi è ancora un ste interruzioni (il 45 per cento) è considerata a grave rischio per
forte schieramento accusatore nei confronti della donna. Ma que- la salute della donna, a causa delle condizioni di precarietà econo-
sta colpevolizzazione si ritrova velatamente anche nei confronti mica, medica e legislativa e perché molti interventi sono clande-
di chi sperimenta un aborto spontaneo, perché l’evento viene in- stini in luoghi in cui l’aborto è illegale. Sulle mappe demografiche
terpretato come un fallimento, riflette l’archetipo femminile per relative all’aborto delle Nazioni Unite, infatti, sono assenti quasi
cui la donna deve portare avanti la gravidanza e se non lo fa sta ve- tutti i paesi di Africa e America Latina e, anche qualora i dati siano
nendo meno a un ordine naturale e sociale», da cui il senso di sog- presenti, non includono il tasso di abortività clandestina, partico-
gezione e inadeguatezza che emerge in molte donne. larmente diffusa proprio nei paesi in via di sviluppo.
A ciò si aggiunge spesso un contesto lavorativo che predilige In Italia, seppure parte del trend calante sia attribuito alle mi-
ancora chi non deve richiedere congedi per gravidanza, materni- gliori strategie di educazione sessuale e prevenzione, la situazio-
tà o paternità alimentandosi di una visione storico-patriarcale se- ne è più complessa poiché dietro a questi dati c’è anche, in mol-
condo cui la donna dovrebbe concentrarsi in primo luogo su fa- te regioni, un problema di accesso agli interventi. Come riporta
miglia e figli e solo poi, eventualmente, sul lavoro (si vedano al un’indagine pubblicata per Fandango Edizioni nel libro Mai da-
riguardo anche i dati ISTAT che mostrano un crollo del tasso di ti. Dati aperti (sulla 194) – e condotta da Chiara Lalli, autrice e do-
occupazione femminile in concomitanza con l’arrivo di un figlio). cente di storia della medicina e deontologia alla «Sapienza» Uni-
Questo può scoraggiare ulteriormente una persona dal rendere versità di Roma, e Sonia Montegiove, giornalista e informatica – in
subito nota una gravidanza, ma dall’altro lato, qualora decidesse Italia, sebbene l’interruzione volontaria di gravidanza (IVG) do-
di interromperla, la scelta appare ugualmente osteggiata e spesso vrebbe essere garantita dalla legge 194/1978, di fatto, in moltissimi
difficile da perseguire. ospedali e talvolta in intere regioni, ciò è reso impossibile dal fat-
volge aspetti sociali, religiosi, bioetici e politici. Ma non solo, per- Infine, uno studio su «Lancet Global Health» del 2020, gui-
ché il diritto all’aborto implica il diritto alla salute ed è dunque una dato da Jonathan Bearak del Guttmacher Institute di New York,
questione scientifica, che riguarda i rapporti tra scienza e società. ha osservato una relazione inversa fra il tasso di gravidanze
indesiderate e il reddito medio, che è correlato anche a un miglior
Medicina e interruzione di gravidanza accesso generale a cure mediche, educazione sessuale e meto-
L’OMS definisce la salute come uno stato di benessere fisico, di contraccettivi; al contrario, il numero di aborti è significativa-
mentale e sociale, non solo come l’assenza di malattia o di uno sta- mente più alto proprio dove la sua pratica è soggetta a maggiori
to di infermità, ribadendo come il diritto alla salute debba essere restrizioni o è illegale, il che indica come tali divieti, oltre a non es-
perseguito e garantito sempre. Poiché l’aborto indotto è una pro- sere un deterrente all’aborto, aumentano il ricorso agli interven-
cedura che, alla luce della letteratura e degli studi medico-scien- ti clandestini, esponendo le donne a rischi aggiuntivi per la salute
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che potrebbero essere evitati. In generale, quindi, la distribuzione Esponenti del movimento femminista Non una
degli aborti nel mondo non è uniforme: la maggior parte avviene di meno manifestano a Roma l’8 marzo 2019 davanti al
nelle aree geografiche a più basso reddito e nei contesti sociali più Ministero della salute a difesa dei diritti riproduttivi.
vulnerabili. Il fenomeno è però trasversale se si considera il deli-
cato e mutevole concorso di condizioni che rendono l’aborto ac- sofferenza. Tuttavia, «quando l’aborto è voluto e indotto si pas-
cessibile. Anche in Italia, infatti, i dati del Ministero della salute e
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sa facilmente a “stai uccidendo una creatura” e si pretende, inve-
delle indagini dell’Associazione Luca Coscioni indicano quasi il 15 ce, che sia una scelta difficile e sofferta», riprende Accornero. Che
per cento di aborti clandestini, con una tendenza in lieve crescita conclude: «L’aborto rispecchia comunque un vissuto personale,
e in relazione con le aree in cui non vi sono ospedali o sufficiente e a livello culturale non c’è disponibilità ad accogliere i vissuti in-
personale che possa effettuare le interruzioni di gravidanza. dividuali; manca il ruolo del “villaggio”, del gruppo che accoglie e
Dal punto di vista medico l’aborto può avvenire in due circo- dà conforto quando le cose non vanno, riducendo quindi la pos-
stanze: in modo spontaneo, oppure indotto volontariamente. L’a- sibilità dell’individuo di cercare aiuto e sostegno o semplicemen-
borto spontaneo è un fenomeno relativamente comune che avvie- te di perseguire una scelta personale». Il punto è delicato perché
ne in circa il 20-25 per cento delle gravidanze, soprattutto durante fa passare facilmente il dibattito da scientifico a politico (si pen-
il primo trimestre. «È quindi interessante che vi siano ancora co- si proprio, paradossalmente, allo slogan della femminista radicale
sì tanti tabù sul parlare ed elaborare a livello individuale e collet- Carol Hanisch: «Il personale è politico»). Lo conferma anche Ova-
tivo un evento in realtà piuttosto frequente», fa notare Accornero. dia: «È una questione di scelta di narrazioni diverse che prevale su
Ciò si riflette anche in un’ambivalenza dei comportamenti e del- quella di conoscere l’individualità della motivazione. Se si riuscis-
le reazioni nei confronti dell’aborto spontaneo e di quello indot- se a de-ideologizzare il dibattito, su entrambi i fronti sia pro-vita
to. «Se in generale, a livello individuale, l’evento è accompagnato sia abortista, si potrebbe giungere più facilmente a una discussio-
al senso di vergogna citato prima, le reazioni della collettività so- ne equilibrata.»
no spesso contraddittorie», prosegue la psicologa. La maggior par-
te degli aborti di ambo i tipi avviene durante le prime settimane Come avviene l’interruzione volontaria di gravidanza
Simona Granati/Corbis/Getty Images
di gestazione; eppure, per due eventi che si verificano nello stes- L’OMS ha pubblicato proprio quest’anno le nuove linee gui-
so lasso di tempo e che biologicamente non hanno sostanziali dif- da evidence-based, cioè basate sulle prove raccolte dalla comunità
ferenze, la percezione collettiva e individuale può essere molto di- scientifica, circa le procedure mediche, paramediche e assisten-
versa. «Di fronte a una donna che ha subito un aborto spontaneo ziali da seguire in caso di aborto e che, se adottate, comportano
si tende a minimizzare l’accaduto, e sono comuni commenti del ti- rischi minimi per la salute della donna. L’aborto indotto è di so-
po: “Suvvia ripigliati, in fondo era ancora solo un insieme di cel- lito classificato, in base alla legislazione dei diversi paesi, in due
lule”», afferma la terapeuta. Non le si lascia lo spazio emotivo per grandi categorie. Quando viene effettuato per cause legate a gra-
elaborare l’accaduto, e ci si aspetta anzi che non mostri segni di vi malformazioni o patologie del feto o per condizioni cliniche
Lo sviluppo neurofisiologico
di embrione e feto
Per stabilire a quale stadio dello sviluppo embrionale si possa considerare ragionevole l’attribu-
zione di uno status «morale» vale la pena considerare anche dal punto di vista neurofisiologico
come avviene lo sviluppo di cervello e sistema nervoso e a quale stadio inizi a esserci una fun-
zione che permetta di supportare minimamente l’attività mentale e sensoriale di un individuo.
Durante lo sviluppo embrionale il cuore è uno dei primi organi a formarsi, poiché la sua pom-
pa fisiologica è necessaria a sostenere il resto dei tessuti in formazione, ed è perciò attivo già al-
la quarta settimana dal concepimento. A questo stadio il tubo neurale si sta appena differenzian-
do in tre strutture bulbari dalle quali origineranno le strutture cerebrali. Bisogna però aspettare
tra la quinta e la sesta settimana, intorno al quarantesimo giorno, affinché le cellule nervose mo-
strino la prima attività elettrica. Tuttavia si tratta ancora di un’attività spontanea e non coordinata
e, di fatto, il sistema nervoso è ancora in formazione. Il cervello inizia propriamente a formarsi in-
torno all’ottava-decima settimana. In questa fase l’attività e i segnali nervosi sono però ancora in-
coerenti. Alla fine del quarto mese la superficie cerebrale si presenta ancora liscia e priva delle
circonvoluzioni e dei solchi tipici del cervello fisiologicamente e cognitivamente maturo. Quando
alla tredicesima settimana il feto inizia muoversi lo fa per via di riflessi motori e nervosi che non
hanno ancora nessun legame con la reazione a specifici stimoli esterni. In effetti, se si osserva
l’attività cerebrale di un embrione tra il secondo e il terzo mese, si osserverà un’attività cerebra-
le che, se paragonata a quella di una persona adulta, sarebbe simile a uno status di «morte ce-
rebrale», come ha spiegato il neuroscienziato ed esperto di neuroetica Michael Gazzaniga. Affin-
ché si possa osservare un’attività cerebrale minima e capace di reagire attivamente agli stimoli
esterni è necessario aspettare circa sei mesi.
che comportano un grave rischio di vita per la donna, si parla di la cervice uterina e gli studi hanno mostrato che rende più rapido
aborto terapeutico. In questa circostanza può essere effettuato ge- il recupero, favorendo il mantenimento di una buona elasticità dei
neralmente fino a gravidanza avanzata, a seconda del caso clini- tessuti. Su queste basi le linee guida raccomandano la sua sommi-
co. Negli altri casi si parla invece di aborto volontario, che si attua nistrazione anche prima di un aborto chirurgico, per preparare la
di solito durante i primi mesi di gestazione; tipicamente il limite cervice uterina. Di recente fra i trattamenti farmacologici sotto le
temporale entro cui è consentito è di tre mesi o 12-14 settimane di
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12 settimane è stata aggiunta anche una terza opzione: l’assunzio-
gestazione, con alcune variazioni tra paesi diversi. ne per tre giorni di fila di dieci milligrammi di letrozolo (che riduce
L’interruzione volontaria di gravidanza si può fare per via me- i livelli di estrogeni) e di misoprostolo, seguiti al quarto giorno da
dica, detta anche farmacologica, o chirurgica. Quest’ultima può un’altra dose di misoprostolo sottolingua.
essere effettuata tramite isterosuzione (aspirazione dei tessu- Le ricerche hanno mostrato che l’aborto farmacologico, sotto
ti dall’utero) o raschiamento, che sono procedure più invasive e le 12 settimane, può essere fatto in sicurezza anche da sole a casa
presentano un rischio maggiore di complicazioni, soprattutto do- oppure con assistenza di personale paramedico o di operatori so-
ve l’assistenza medica non è adeguata. L’OMS raccomanda per- ciali e sanitari. È un approccio adottato già da qualche anno in di-
ciò di preferire l’aborto farmacologico o, se ciò non è possibile, versi paesi, come il Regno Unito, dove entro le dieci settimane è
raccomanda l’isterosuzione rispetto al raschiamento, che è il me- possibile assumere la seconda pillola a casa. In un’analisi sistema-
todo più invasivo. Il trattamento farmacologico avviene in due tica pubblicata nel 2020 su «Cochrane Database of Systematic Re-
fasi: si assume prima una dose da 200 milligrammi di mifepristo- views», Katherine Gambir del Population Council di New York e
ne – la RU486 – che fa abbassare i livelli dell’ormone progestero- colleghi non hanno trovato differenze significative nel succes-
ne, importante per il mantenimento dell’impianto dell’embrione so della procedura tra chi era seguito direttamente dal personale
nell’utero. Dopo 48 ore una seconda pillola, di misoprostolo (da ospedaliero e chi si autosomministrava la seconda pillola a domi-
800 microgrammi), stimola invece le contrazioni uterine e facili- cilio. Inoltre nel 2020, durante alcune fasi della pandemia da co-
ta l’espulsione, che si manifesta in genere come una mestruazione. ronavirus, il segretario di Stato per la salute e l’assistenza sociale
Questa in alcuni casi può presentarsi con un flusso più abbondan- del Regno Unito aveva approvato un provvedimento temporaneo
te del solito e durare fino a 10-15 giorni, a differenza di una norma- che consentisse di seguire a casa l’intero iter farmacologico (quin-
le mestruazione. Si raccomanda perciò al personale medico e para- di prima e seconda pillola) e, visto il successo dell’operazione, si
medico di fornire le adeguate informazioni in modo che le donne sta ora valutando se rendere permanente questa modalità. Intan-
siano preparate. I dati dei trial clinici hanno mostrato che la com- to uno studio pubblicato su «BMJ Sexual & Reproductive Health»
binazione di mifepristone e misoprostolo è la più efficace, ma è nel 2021, guidato da John Joseph Reynolds-Wright dell’Universi-
possibile prendere anche solo il misoprostolo, sempre nelle dosi di tà di Edimburgo, ha valutato gli esiti, durante la pandemia, dell’au-
800 microgrammi, da assumere per bocca o per via sottolingua- tosomministrazione a casa in combinazione con consulti medici
le o vaginale. Questo farmaco presenta anche effetti dilatatori del- in telemedicina, mostrando che le pazienti riuscivano a seguire la
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procedura con un successo analogo a quello ottenuto in ambito farmacologico da sette a nove settimane di gestazione (circolare
ospedaliero. Gli scienziati notano però che in questo caso è oppor- del 12 agosto 2020 del Ministero della salute sull’aggiornamento
tuno stabilire protocolli adeguati al trattamento del dolore che al- delle Linee di indirizzo sulla interruzione volontaria di gravidan-
cune pazienti possono sperimentare. za con mifepristone e prostaglandine), le procedure organizzative
Come osservato dalle autorità sanitarie, e nelle linee guida per predisporre la somministrazione farmacologica – che in real-
dell’OMS, l’approccio domiciliare favorirebbe anche l’accesso al tà potrebbe avvenire in day hospital – incontrano diversi ostacoli,
servizio in casi di vulnerabilità sociale ed economica e laddove dovuti anche alla carenza di posti disponibili, di medici e operato-
non vi siano centri medici vicini. Inoltre garantirebbe alle persone ri che possano eseguire la procedure, e alla mancata coordinazio-
che ne fanno richiesta una maggiore privacy, un fattore che in cer- ne di personale e tempi di osservazione. Tutto ciò induce molte
ti contesti socio-culturali rappresenta talvolta un ulteriore ostaco- strutture a mantenere l’organizzazione tradizionale ed eseguire
lo o rallenta l’avvio dell’intervento. D’altra parte, altri studi sono in la procedura chirurgica per prassi consolidata, anche se più anti-
corso per verificare che proprio alcune fasce di popolazione non quata rispetto alle linee guida internazionali.
risultino svantaggiate; si pensi per esempio a situazioni di analfa- Inoltre, come racconta Ovadia, il fatto stesso che ormai i con-
betismo o scarsa conoscenza della lingua, che potrebbero impe- sultori siano stati assorbiti quasi interamente dagli ambulato-
dire di leggere o comprendere correttamente le istruzioni sull’as- ri ospedalieri impatta sull’efficacia degli interventi stessi, perché
sunzione dei farmaci e i loro effetti, generando quindi un ulteriore l’intero circuito è medicalizzato, dipendente dalle strutture ospe-
divario sociale e di accesso all’assistenza. daliere e dalla loro disponibilità. Ciò si riflette spesso in procedure
Invece, per le interruzioni di gravidanza oltre le 12 settimane e tempi di attesa lunghi anche solo per parlare della propria con-
l’OMS raccomanda comunque l’approccio farmacologico, ma con dizione, cosa che scoraggia molte persone o crea ritardi nell’effet-
diverso dosaggio e in presenza di personale medico e paramedi- tuare l’IVG. D’altra parte, come previsto dalla legge, il ruolo del
co. La combinazione di mifepristone (200 milligrammi) e miso- consultorio non è solo di offrire informazioni e supporto per la
prostolo è quella consigliata, ma in questo caso il misoprostolo certificazione di accesso all’IVG, ma anche di contribuire alla pre-
va assunto a dosi di 400 microgrammi ogni tre ore circa fino all’e- venzione dell’IVG stessa.
spulsione del materiale abortivo e sotto
osservazione medica.
L’aborto in Italia
In Italia l’aborto farmacologico è praticato solo
In Italia la legge 194/1978 prevede nel 21 per cento dei casi, contro percentuali
che si possa effettuare l’interruzione
volontaria di gravidanza fino a 90 gior-
superiori al 50 per cento in gran parte dell’Europa
ni dal concepimento (ovvero 12 setti-
mane e 6 giorni). I dati raccolti dal Mi-
nistero della salute indicano che la maggior parte degli interventi «Il consultorio dovrebbe essere un servizio di sostegno e infor-
avviene entro le 8 settimane di gestazione (il 56 per cento) e a 9-10 mazione per chi volesse fare un’interruzione di gravidanza, ma in
settimane (il 26,5 per cento), mentre solo il 10,9 per cento a 11-12
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realtà ciò che si fa molto spesso è cercare di convincere la donna
settimane e il 6,5 per cento oltre le 12 settimane. Per accedere al a proseguire la gravidanza. Si tenta di abbattere le possibili bar-
servizio la donna deve presentare una certificazione in cui dichia- riere economiche sul breve periodo, ma non si considera davve-
ra di non poter proseguire la gravidanza perché essa rappresen- ro l’evento della messa al mondo di un bambino nel suo comples-
ta un pericolo per la propria salute fisica o mentale. Nella maggior so», spiega Accornero. «Difficilmente ci si preoccupa di che cosa
parte dei casi tali certificazioni sono ottenute mediante consulto- accadrà in seguito, e dopo il parto le donne si ritrovano quasi sem-
rio familiare (nel 43,1 per cento dei casi), o tramite un servizio oste- pre ad affrontare una situazione che originariamente avrebbero
trico-ginecologico o il proprio medico. voluto evitare e per la quale nel frattempo non è stata fornita suf-
Se la gestazione supera i 90 giorni occorre invece una certifica- ficiente assistenza psicologica, poiché non si tratta sempre e so-
zione medica che attesti la necessità di «aborto terapeutico», an- lo di problemi economici. Osservo inoltre, anche nei miei corsi di
che se, dovendo essere precisi, in Italia ogni tipo di aborto è «te- formazione agli infermieri e al personale ospedaliero, che non vi è
rapeutico» poiché «da noi l’aborto non è basato sul principio di sufficiente preparazione su come riconoscere i sintomi o le possi-
autodeterminazione della donna, ma sul fatto che debba esser- bili avvisaglie di un disagio psicologico, di depressione post-par-
ci una motivazione medico-psicologica», spiega Daniela Ova- tum o di altre difficoltà». Ovadia fa inoltre notare che «non solo non
dia. In questo contesto l’intersezione tra le indicazioni scientifi- vi è una vera presa in carico psicologica della donna né prima né
che e le scelte politiche mostra alcune crepe di sistema: l’aborto dopo la procedura abortiva, ma spesso tale sostegno è organizzato
farmacologico, seppure disponibile e autorizzato dal 2009, in Ita- proprio dai centri pro-vita in una dinamica che fa loro gioco» per-
lia è praticato solo nel 21 per cento dei casi, rispetto a percentua- ché l’obiettivo è comunque ridurre le interruzioni di gravidanza.
li superiori al 50 per cento della maggior parte dei paesi europei.
Ciò è dovuto in buona parte a cavilli amministrativi e organiz- Vita e compromessi
zativi, poiché l’IVG deve per legge essere eseguita da personale Per comprendere le apparenti contraddizioni della situazione
medico in ospedale o in clinica e quindi, diversamente da quan- italiana (ma anche di altri Stati) vale la pena precisare alcuni aspet-
to avviene negli altri paesi, è necessario procedere al ricovero, un ti bioetici, politici e di diritto su cui si basa l’attuale legge 194 e che,
processo dispendioso per il sistema sanitario e stressante per la di nuovo, si ripercuotono anche sul nostro rapporto con la scien-
donna. Dunque, seppure alcuni aggiornamenti siano stati già in- za. La legge rappresenta di fatto un punto di compromesso mi-
trodotti, come l’estensione della possibilità di praticare l’aborto nimo che possa garantire ai cittadini e alle cittadine con diverse
stato considerato come «persona deceduta». «Ciò fornisce già una te di appartenervi, quanto tale visione è rispettata e accettata dal-
misura di come la relazione tra etica e fisiologia influenza poi una la società, e quanto è protetta dal diritto. Di fatto «la bioetica non
scelta soprattutto politica», aggiunge Ovadia. Tuttavia i progres- media, mette in fila i valori in gioco per portare la collettività a tro-
si delle conoscenze medico-scientifiche sollevano nuovi quesiti, vare un compromesso che non leda la libertà di nessuno», con-
perché se da un lato consentono di conoscere più nel dettaglio i clude Ovadia. Analogamente la scienza non può dirimere da sola
meccanismi fisiologici dello sviluppo di un organismo, spesso per- questioni morali, ma evidenza le fallacie logiche in cui tutti cadia-
mettono anche di intervenire per assisterne lo sviluppo o la vita (si mo, fornendo una visione d’insieme, ridando il contesto generale
pensi ai progressi della medicina neonatale e della capacità di far quando ci si perde nella propria bolla ideologica, fornendo gli stru-
sopravvivere un prematuro fuori dall’utero a partire da stadi sem- menti per decisioni consapevoli e sostenendo il processo di crea-
pre più precoci). Al momento lo stadio di sviluppo al quale un feto zione di uno spazio condiviso di diritto alla scelta e di umanità. Q
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ASTROFISICA
Misteriose
detonazioni
cosmiche
A vent’anni dalla loro scoperta, i lampi radio
veloci stanno svelando la loro natura
di Adam Mann
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Adam Mann è un giornalista specializzato in astronomia
e fisica. I suoi articoli sono stati pubblicati da «National
Geographic», «Wall Street Journal», «Wired» e altre
testate.
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PSICOLOGIA
L’EREDITÀ
DEL TRAUMA
Le esperienze avverse dei genitori
lasciano tracce biologiche nei figli
di Rachel Yehuda
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Rachel Yehuda è professoressa di psichiatria e neuroscienze, e direttrice del Center for
Psychedelic Psychotherapy and Trauma Research, all’Icahn School of Medicine del Mount Sinai
Hospital. È direttrice per la salute mentale al James J. Peters Veterans Affairs Medical Center.
opo il collasso delle Torri gemelle in una nube di fumo e di orrore, l’11
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Ciò faceva pensare che costoro avessero una maggiore sensibili- trauma fosse trasmesso con il comportamento: i problemi di Jo-
tà al cortisolo: un lieve aumento della concentrazione dell’ormone seph parevano l’esito dell’atmosfera stressata, luttuosa nella casa
scatena una reazione fisiologica sproporzionata. Ma solo indagan- d’infanzia. Ma ora sembrava che anche l’ambiente uterino avesse
do più a fondo le basi molecolari della funzione del cortisolo, an- un ruolo; e che lo avesse il sesso del genitore traumatizzato.
che esaminando l’epigenetica, abbiamo capito come l’esposizio- Nei primi studi sui figli dell’Olocausto, avevamo scelto solo le
ne al trauma potrebbe reimpostare il feedback di questo ormone. persone con entrambi genitori sopravvissuti all’Olocausto. Abbia-
Negli anni novanta gli scienziati erano ormai consapevoli che mo poi rieseguito gli studi per capire se il sesso del genitore era
l’attività dei nostri geni è sensibile a fattori non scritti direttamen- importante, e la risposta è stata affermativa. Chi aveva la madre
te nel codice genetico. I geni forniscono lo stampo per produr- (o entrambi i genitori) affetti da PTSD mostrava in linea di massi-
re le proteine. Ma, come torte preparate con gli stessi ingredien- ma livelli inferiori di cortisolo e recettori dei glucocorticoidi più
ti possono venire diverse a seconda della temperatura del forno, sensibili; viceversa, chi aveva il padre, ma non la madre, affetta da
così la quantità di queste proteine prodotte, o «espresse», dipen- PTSD manifestava l’effetto opposto.
de dall’ambiente. Questa scoperta ha dato vita all’epigenetica, cioè Andando a vedere meglio, scoprimmo di nuovo una minore
lo studio di quello che influisce sull’espressione dei geni, e come. metilazione nel gene NR3C1 del recettore dei glucocorticoidi nei
Studio che si è rivelato decisivo per comprendere sia la neurobio- figli dell’Olocausto la cui madre, o i cui due genitori, soffrivano di
logia del PTSD sia gli effetti intergenerazionali dei traumi. PTSD. Questi cambiamenti rispecchiavano quanto avevamo os-
Gli epigenetisti studiano gli interruttori che attivano e disat- servato anche nelle madri sopravvissute. Ma nei figli il cui solo il
tivano l’espressione genica. Uno dei meccanismi, la cosiddetta padre soffriva di PTSD, abbiamo osservato una metilazione mag-
metilazione, riguarda un gruppo metilico, ossia una molecola di giore, ovvero l’effetto opposto. Questi risultati evocavano la pos-
metano priva di uno dei suoi quattro atomi di idrogeno, che aven- sibilità che il PTSD delle madri e dei padri causasse cambiamen-
do un legame chimico libero può attaccarsi a un altro atomo o a ti epigenetici differenti nel recettore dei glucocorticoidi dei figli.
un’altra molecola. La metilazione è un processo mediante il qua- In una seconda serie di studi avviati nel 2016, abbiamo esa-
le, in presenza di enzimi specifici, i gruppi metilici si attaccano a minato la metilazione in un secondo gene, indicato con la sigla
siti strategici su un filamento di DNA oppure all’interno del com- FKBP5, che codifica per una proteina che regola la capacità del re-
plesso di DNA e proteine conosciuto come cromatina. Occupan- cettore dei glucocorticoidi di legarsi al cortisolo. I risultati han-
do questi siti come blocchi su una superstrada, i gruppi metilici no rivelato schemi di metilazione affini in FKBP5 sia nei genito-
possono modificare la trascrizione, un
passaggio essenziale nell’espressione
genica, durante il quale viene prodot- L’epigenetica si è rivelata decisiva
to l’RNA da uno stampo di DNA. Un au- per capire gli effetti intergenerazionali dei traumi
mento della metilazione impedisce in
genere la trascrizione dell’RNA; invece,
una metilazione minore accresce la trascrizione. Questi cambia- ri dell’Olocausto sia nei loro figli. Ma a causa del numero ridotto di
menti sono durevoli poiché sopravvivono alla normale divisione partecipanti allo studio – stavolta è stato difficile trovare molti so-
cellulare e richiedono enzimi specifici per essere rimossi.
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pravvissuti all’Olocausto ancora in vita che potessero partecipa-
Nel 2015 il nostro gruppo è stato tra i primi a individuare va- re con i figli – ci è stato impossibile esaminare come alcuni fattori,
riazioni epigenetiche sui geni legati allo stress in veterani affetti quale la condizione dei genitori riguardo al PTSD, contribuisse al-
da PTSD. Queste alterazioni spiegavano in parte perché gli effet- la metilazione di FKBP5.
ti del trauma erano così persistenti, durando per decenni. Abbia- Siamo tuttavia riusciti a replicare e ad ampliare questo lavo-
mo osservato una ridotta metilazione in una regione importante ro in un campione decisamente più grande, composto solo da fi-
di NR3C1, un gene che codifica per il recettore dei glucocorticoi- gli dell’Olocausto. Nel 2020 abbiamo riportato livelli inferiori di
di, il che probabilmente aumenta la sensibilità di questi recettori. metilazione di FKBP5 nei figli adulti, le cui madri – e non i padri
Questa modifica epigenetica suggerisce una possibile spiega- – erano stati esposti all’Olocausto nell’infanzia. Questo effetto era
zione di come il trauma può reimpostare i livelli di cortisolo. Il cor- indipendente dal fatto che la madre avesse o meno un PTSD. Sug-
po regola la risposta allo stress mediante un complicato meccani- geriva che il trauma aveva forse alterato gli ovuli della madre de-
smo di feedback: un aumento dei livelli di cortisolo induce il corpo cenni prima che questa concepisse dei figli, quando era ancora lei
a produrre una quantità minore di ormone, che potrebbe far au- stessa bambina.
mentare il numero e la capacità di risposta dei recettori dei glu- Considerando le chiare difficoltà nello studiare le persone per
cocorticoidi. Alla luce dei cambiamenti epigenetici, e di altra na- generazioni, gli scienziati ricorrono spesso a studi con anima-
tura, che avvengono in seguito a risposte prolungate al trauma, il li per indagare la trasmissione epigenetica. Nel 2014 Brian Dias e
feedback si ricalibra. Nelle persone che già hanno subìto un trau- Kerry Ressler, della Emory University School of Medicine, han-
ma, il loro sistema dello stress potrebbe essere sensibilizzato e il lo- no riferito una via di trasmissione epigenetica intergeneraziona-
ro livello di cortisolo ridotto, aumentando così la risposta all’adre- le veicolata dagli spermatozoi. Avevano somministrato a un topo
nalina un caso di un ulteriore trauma, il cui esito sarebbe un PTSD. maschio una leggera scossa elettrica mentre sentiva il profumo di
fiori di ciliegio, inducendo una risposta di paura all’odore. La ri-
Eredità epigenetica sposta era accompagnata da variazioni epigenetiche nel cervello
È forse possibile trovare alcuni di questi cambiamenti epigene- e negli spermatozoi. L’aspetto interessante è che la prole maschile
tici in figli di sopravvissuti a traumi? Nel 2002 la scoperta di bas- del topo sottoposto alla scossa rivelava una paura simile per i fiori
si livelli di cortisolo nei figli dell’11 settembre ci ha detto che alcu- di ciliegio – come pure variazioni epigenetiche nel cervello e negli
ne nostre riflessioni erano errate. Avevamo sempre pensato che il spermatozoi – pur senza essere stata esposta allo shock. E questi
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J. Jones/Progetto AMBER
Fiumi
frammentati
Il flusso dei fiumi europei è interrotto
da una miriade di barriere trasversali
che disturbano gli ecosistemi fluviali.
Una strategia scientifica internazionale
propone misure per ricollegarli
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Una mappa dei principali fiumi europei colorati per bacini elaborata
dal progetto AMBER, che vuole creare un inventario di tutte le barriere
nei fiumi europei e proporre misure per il ripristino della connettività.
Lo spessore è proporzionale all’ordine di flusso dei corsi d’acqua.
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Carlos García de Leániz è professore di biologia acquatica all’Università
di Swansea, nel Regno Unito, dove dirige il Centre for Sustainable Aquatic
Research. È coordinatore del progetto AMBER, un’iniziativa europea
per il ripristino della connettività fluviale. La sua ricerca si concentra sull’ecologia
e sulla conservazione dei pesci e sull’acquacoltura sostenibile.
fiumi ospitano una delle biodiversità più ricche della Terra. Ma sono anche tra
I gli ecosistemi più minacciati a causa delle attività umane, tra cui lo sfruttamen-
to eccessivo degli stock ittici, l’inquinamento delle acque, il degrado degli habi-
tat. Uno dei principali fattori di degrado è la costruzione di barriere che impedi-
scono o limitano il libero flusso dei fiumi.
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a vivere in aree ad alta velocità di corrente. Al contrario, nel corso la direzione del flusso del fiume (dalla sorgente alla foce); laterale,
inferiore la portata è più elevata, la profondità e l’apporto di sedi- che si riferisce alla continuità tra il canale e la pianura alluviona-
menti aumentano e la maggior parte della materia organica è en- le; e verticale, che si riferisce alla continuità tra il canale e la fal-
dogena (proveniente dal fiume stesso). L’ecosistema fluviale di- da acquifera. Le tre forme di connettività, insieme ai cambiamenti
venta complesso, con un maggior numero di specie e interazioni associati al passare del tempo, costituiscono le quattro dimensio-
tra esse, e molte specie diventano più abbondanti. ni del fiume.
In altre parole, ciò che caratterizza un fiume è che scorre e Tradizionalmente, la connettività longitudinale è stata la più
cambia gradualmente, senza brusche discontinuità. Simili cam- studiata, il che spiega perché l’effetto delle barriere trasversali, co-
biamenti sono prevedibili, quindi la qualità del fiume dipende in me dighe e briglie o traverse, è il più conosciuto. In questo articolo
larga misura dalla qualità del suo bacino idrografico e delle sor- mi concentrerò principalmente su di loro. Tuttavia, sono ben lun-
genti. Anche se oggi può sembrare ovvio, non è sempre stato co- gi dall’essere le uniche barriere importanti. Ve ne sono altre, come
sì. Decenni fa, molti ricercatori passavano la vita a studiare «il lo- argini, scogliere artificiali e pontili, che non interrompono la cor-
ro metro quadrato d’acqua», lamentava Vannote, come se i fiumi rente ma impediscono o riducono la connettività laterale e quel-
non scorressero. la verticale.
Sebbene il concetto di continuum fluviale sia diventato più ric- Definire l’espressione «barriera trasversale» non è facile. Nel
co e sfumato nel tempo, la sua parte essenziale rimane valida e progetto europeo AMBER si parla di «qualsiasi struttura artificia-
In Pictures Ltd./Corbis via Getty Images
rappresenta un quadro utile per individuare e prevedere gli effetti le che interrompa o modifichi il flusso dell’acqua, il trasporto dei
delle alterazioni antropiche, compresa la frammentazione causa- sedimenti o il movimento degli organismi e che possa causare una
ta da barriere artificiali. discontinuità longitudinale». Questa definizione implica un cam-
biamento di attenzione e invita a considerare non solo l’impatto
Che cos’è la frammentazione fluviale? sul movimento degli organismi (che varia a seconda della specie o
Per frammentazione fluviale si intende la perdita di connettivi- del taxon), ma su tutti i processi fluviali, con particolare focalizza-
tà causata dall’introduzione di barriere artificiali. La geologa Ellen zione sulla quantificazione della discontinuità.
Wohl, della Colorado State University, ha distinto tre tipi di con- La definizione esclude le barriere che non sono strutture idrau-
nettività fluviale: longitudinale, che si riferisce alla continuità nel- liche, come un corpo idrico troppo caldo o troppo freddo, una ve-
www.lescienze.it Le Scienze 81
A
locità eccessiva della corrente, un flusso insufficiente o un trat- vei e a ridurre l’incisione sulle rive dei fiumi canalizzati o modi-
to d’acqua inquinato. Tutti questi elementi possono impedire od ficati, i guadi, condutture (tubature) permettono di attraversa-
ostacolare il movimento di pesci e altri organismi acquatici e co- re piccoli corsi d’acqua in modo più economico rispetto ai ponti.
stituiscono barriere artificiali, ma non sono strutture idrauliche. Anche se non comportano un dislivello apprezzabile o uno sbar-
Sono inoltre escluse le barriere come le cascate naturali che, pur ramento, la velocità della corrente nelle condutture dei canali è
limitando la colonizzazione di alcune specie migratorie, a diffe- spesso troppo elevata, la profondità troppo bassa o l’uscita dell’ac-
renza delle barriere artificiali, non interrompono il continuum
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qua può essere «sospesa» nell’aria, in modo che siano impraticabi-
fluviale. Non alterano la morfologia fluviale, non causano sbarra- li per gli organismi quanto o più di altre barriere.
menti e non influenzano il flusso dei sedimenti.
Le barriere trasversali sono classificate in sei tipi principali a Impatto ecologico delle barriere
seconda dell’uso, delle dimensioni e degli impatti. Quelle più alte Sebbene l’effetto più evidente delle barriere sia impedire od
immagazzinano l’acqua e regolano la portata e, grazie al loro effet- ostacolare il movimento degli organismi acquatici, questo non è
to di arginamento, modificano l’habitat fluviale. Si tratta di dighe, di gran lunga l’unico impatto. Le barriere alterano anche numero-
briglie o traverse e barriere di paratoie o chiuse. Le dighe sono so- si processi idrogeomorfologici: molte dighe interrompono il tra-
litamente più alte (più di 5 metri) rispetto alle traverse. In que- sporto dei sedimenti e modificano il regime idrologico e la tem-
ste, l’acqua scorre normalmente oltre il coronamento, a differen- peratura del fiume, sia a monte che a valle. L’acqua rilasciata dalle
za delle dighe (anche se molte sono dotate di sfioratori), e la loro dighe è spesso molto povera di sedimenti (intrappolati nell’inva-
funzione è deviare l’acqua, per esempio per l’irrigazione o, in pas- so), il che ne aumenta l’energia e il potere erosivo e, di conseguen- S. Barrento (diga); AEMS-Ríos con Vida (sbarramento e paratoie)
sato, per i mulini o le ferriere; dato che la loro capacità di argina- za, favorisce l’incisione delle rive e dei letti dei fiumi. Inoltre, a
re l’acqua è piccola, di solito non sono usate per generare energia valle, le zone umide dei fiumi regolati da dighe sono a maggior ri-
idroelettrica, anche se ci sono eccezioni. Le barriere sono carat- schio di prosciugamento e l’interruzione dell’apporto stagionale
terizzate dal fatto di poter essere aperte completamente, come le di sedimenti ha un impatto anche sugli estuari e sugli ecosistemi
chiuse dei canali, cosa che non è possibile per le briglie, le traver- costieri.
se o le dighe (anche se queste ultime possono avere sfioratori e pa- Ma a quali dimensioni una struttura costituisce una barriera?
ratoie di fondo). Sebbene possa sembrare che l’impatto di una barriera dipenda
Questi tre tipi di barriere che sbarrano l’acqua sono quelli che dalla sua altezza, non è sempre così. Tradizionalmente, l’impatto
singolarmente alterano maggiormente i fiumi. Tuttavia, poiché è stato valutato quasi esclusivamente sulla base della sua supera-
tendono a essere le strutture meno abbondanti, il loro impatto cu- bilità (transitabilità o permeabilità) per i pesci, in particolare per
mulativo è molto inferiore rispetto a quello causato dalle barriere i salmonidi. Le strutture di altezza inferiore a 50 centimetri sono
più piccole ma molto più numerose. state considerate prive di difficoltà di accesso e quindi di ostaco-
Queste ultime non trattengono o deviano l’acqua e sono costrui- li. Ma questa è una visione molto distorta, perché l’abilità natato-
te per diversi scopi. Mentre le rampe servono a stabilizzare gli al- ria dei salmonidi, vere e proprie «medaglie olimpiche» nel nuoto e
nel salto in alto, non è affatto rappresentativa di tutti i pesci d’ac- che dipende dalle pulsazioni stagionali, e influisce anche su alcu-
qua dolce. ne specie migratorie che hanno bisogno di portate elevate per ri-
Nei nostri esperimenti di laboratorio abbiamo usato vasche salire il fiume in determinati periodi dell’anno. Inoltre, quando
d’acqua con cascate artificiali e tunnel per il nuoto per osservare le centrali idroelettriche generano molta energia nei momenti di
l’effetto dell’altezza della barriera sugli organismi. I nostri risulta- picco della domanda (hydropeaking), producono un flusso enor-
ti hanno dimostrato che anche barriere molto piccole, corrispon- me, che può verificarsi in qualsiasi momento dell’anno. Questo
denti a cascate di meno di 10 centimetri, rallentano il movimen-
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confonde alcune specie, che migrano nel momento sbagliato e, in
to di pesci con minori capacità natatorie, come la sanguinerola seguito, quando la centrale smette di far girare le turbine, restano
europea (Phoxinus phoxinus), lo scazzone (Cottus gobio) o il co- intrappolate in una zona poco profonda del fiume.
bite barbatello (Barbatula barbatula). Inoltre, dato che le specie Le barriere non riguardano solo i pesci, ma quasi tutte le spe-
e gli esemplari variano nella loro capacità di superare gli ostaco- cie presenti nel fiume, compresi i macroinvertebrati e le idrofite
li, le barriere artificiali (e i passaggi per i pesci) possono generare (piante acquatiche), alcune delle quali hanno bisogno di altre spe-
una forte pressione selettiva e agire come una «trappola evoluti- cie per disperdersi. Per esempio, alcune idrofite si affidano al tra-
va»: permettendo il movimento di alcune specie e fenotipi ma non sporto nel tratto digestivo dei pesci per disperdersi e moltiplicarsi
di altri, impoveriscono la composizione delle comunità ittiche e altrove, un fenomeno chiamato zoocoria. Alcuni invertebrati pe-
le rendono meno resilienti ai cambiamenti, come il riscaldamento santemente minacciati, come Margaritifera margaritifera o Mar-
globale o altre pressioni antropiche. garitifera auricularia, due specie di cozza d’acqua dolce, hanno
Le barriere hanno talvolta conseguenze evolutive più sotti- bisogno di completare il loro ciclo vitale nelle branchie di un pe-
Bosiger (rampa); AEMS-Rios con Vida (guado); J. Jones (tubature)
li, come abbiamo osservato in diversi bacini fluviali della Spagna sce ospite. Se il movimento dei pesci viene ostacolato o impedito,
settentrionale. Quando risalgono alle sorgenti dei fiumi, le femmi- anche la dispersione e la sopravvivenza di molte altre specie vie-
ne di alcune specie anadrome (quelle nate nel fiume ma cresciute ne compromessa.
in mare, come alcuni salmonidi) sono costrette ad accoppiarsi con L’altezza della diga è spesso ritenuta il fattore determinante
maschi più forti e con maggiori capacità natatorie. Questo erode la nella valutazione dell’equilibrio tra impatti e benefici. Una gran-
strutturazione naturale delle popolazioni e le omogeneizza, per- de diga trattiene più acqua, genera più energia idroelettrica e for-
ché nega i benefici adattativi derivanti dalla selezione sessuale e nisce un maggiore controllo delle inondazioni rispetto a uno sbar-
dalla scelta del compagno. ramento più piccolo. Tuttavia, gli effetti delle due barriere sul
Un’altra trappola evolutiva causata dalle barriere, in questo ca- movimento degli organismi potrebbero non differire in modo ap-
so grandi dighe, è la loro capacità di alterare il regime idrologico. prezzabile. Per esempio, l’altezza massima che il salmone atlanti-
Nei fiumi con portata regolata, di solito quest’ultima varia poco, co può raggiungere è di 3,7 metri (si tratta di un valore estremo; di
più alta in estate e più bassa in inverno (nell’emisfero settentrio- solito è più basso e dipende dalle dimensioni del pesce, dalla tem-
nale), rispetto a quello che si avrebbe in un fiume naturale. Que- peratura dell’acqua e dalle caratteristiche del salto). Quindi, uno
sta omogeneizzazione del flusso altera il trasporto dei sedimenti, sbarramento di 6 metri ha lo stesso effetto di una diga di 120 metri:
www.lescienze.it Le Scienze 83
il salmone non riuscirà a superare nessuno dei due. Il sovvenzio- industrializzati del centro del continente, mentre i fiumi meglio
namento di piccoli impianti idroelettrici con la motivazione che, collegati si trovano nelle aree montane più remote e meno popola-
a differenza delle grandi dighe, avranno un impatto limitato, è in- te, come i Balcani e la Scandinavia. I risultati dei modelli mostrano
fondato. Le mini-dighe sono «mini» solo per la quantità di energia che è possibile prevedere la densità delle barriere a partire da in-
che producono, non per i disturbi che provocano. Infatti, spesso la dicatori di uso del suolo (in particolare la pressione agricola), den-
costruzione di molte piccole dighe causa una maggiore frammen- sità di attraversamenti stradali, estensione delle acque superficia-
tazione del fiume (e genera meno energia) rispetto alla costruzio- li ed elevazione.
ne di poche grandi dighe. Le analisi rivelano anche un’ampia disparità nell’abbondanza
Secondo le nostre ricerche, descritte di seguito, non c’è una di diversi tipi di barriere, ma anche nell’affidabilità dei dati. Per-
soglia di altezza al di sotto della quale non si verifichino impatti. tanto, il numero di dighe inventariate (61.521) è inferiore solo del
Gli impatti non dipendono tanto dall’altezza delle barriere quan- 16 per cento rispetto a quello calcolato dai dati sul campo, men-
to dal loro numero e dalla loro posizione nel bacino idrografico. I tre il numero effettivo di rampe, guadi e canali di scolo è mol-
fiumi non si distruggono con un colpo secco, ma vengono «ucci- to più alto rispetto ai dati ufficiali. In effetti, potrebbero esserci
si da mille tagli». 418.000 rampe (solo in Svizzera ce ne sono più di 100.000) e for-
se 760.000 canali di scolo. In generale, confrontando le registra-
Frammentazione fluviale in Europa zioni degli sbarramenti con i dati sul campo, abbiamo riscontrato
Fino a poco tempo fa non c’era una valutazione completa del- che le prime sottostimano la densità reale del 61 per cento, anche
la frammentazione fluviale in Europa, sebbene la necessità di se questa cifra varia notevolmente tra i vari paesi (tra 3 e 100 per
una valutazione del genere sia chiaramente indicata nella diretti- cento): mentre alcuni, come Paesi Bassi, Francia e Svizzera, han-
va quadro sulle acque dell’Unione Europea (UE), lo standard del- no registrazioni abbastanza complete, altri, come Albania, Gre-
la politica idrica dell’UE dal 2000. Il progetto AMBER è nato pro- cia, Romania o Svezia, tendono a registrare solo le dighe di gran-
prio per colmare questa lacuna di conoscenza. A motivare questa di dimensioni e a sottostimare notevolmente la reale portata della
iniziativa è stata la nostra convinzione che, per risolvere il proble- frammentazione fluviale.
ma della frammentazione fluviale in Europa, sia necessario in- L’analisi di oltre 100.000 barriere con dati sull’altezza mostra
nanzitutto valutarne la portata. Non si
può risolvere ciò che non si conosce.
Finanziato dall’UE tramite il program- Le barriere inventariate in Europa sono quasi
ma Horizon 2020, il progetto si è svol-
to dal 2016 al 2020 e ha riunito più di 60 630.000, ma secondo i nostri calcoli sono più di 1,2
partecipanti provenienti da 22 istituzio-
ni di 11 paesi europei, tra cui università,
milioni e potrebbero arrivare a 3,9 milioni
centri di ricerca, ONG, agenzie statali e
anche l’industria idroelettrica.
Per quantificare la frammentazione fluviale abbiamo creato che il 91 per cento di esse raggiunge meno di 5 metri e il 68 per cen-
una banca dati unificata delle barriere trasversali europee a parti-
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to meno di 2 metri, con una mediana di soli 1,20 metri. In tutta Eu-
re dai registri ufficiali di 36 paesi, che coprono 1,6 milioni di chilo- ropa, le barriere più sottovalutate sono quelle di altezza ridotta,
metri di fiume. Abbiamo contato un totale di 629.955 record unici meno di un metro, in particolare chiuse, condutture e guadi. Que-
di barriere (dopo aver escluso 106.393 duplicati). Inoltre, abbiamo sto perché sono scarsamente rappresentate negli inventari ufficia-
percorso 2715 chilometri di 147 fiumi per convalidare le densità li, che tendono a includere solo le costruzioni più grandi. Inoltre, le
delle barriere secondo le registrazioni della banca dati con dati sul loro dimensioni ridotte e la loro posizione nelle sorgenti rendono
campo. Abbiamo anche usato la tecnica di regressione chiamata più difficile la loro localizzazione. Molti dei guadi e delle conduttu-
«foresta casuale» (random forest) per stimare il numero di barriere re sono molto recenti e sono stati costruiti con poca o nessuna con-
mancanti ed elaborare modelli della loro posizione. siderazione del loro impatto ambientale
Come risultato delle analisi, nel giugno 2020 il progetto ha lan- In sintesi, mentre le barriere inventariate in Europa sono qua-
ciato il primo atlante paneuropeo delle barriere trasversali e la pri- si 630.000, secondo i nostri calcoli sono in realtà più di 1,2 milioni,
ma valutazione completa della frammentazione fluviale basata su una cifra che potrebbe addirittura arrivare a quasi 3,9 milioni. Me-
densità di barriere empiriche e modellizzate. no dell’1 per cento di esse sono dighe di grandi dimensioni
Con una media di 0,74 barriere per chilometro di fiume [per
l’Italia è 0,49, N.d.R.], i risultati indicano che i fiumi europei so- Ricollegare i fiumi d’Europa
no probabilmente i più frammentati al mondo, molto più dei fiu- La nuova Strategia per la biodiversità 2030 è un piano ambizio-
mi degli Stati Uniti (con 0,04 barriere per chilometro), della Cina so, con l’obiettivo principale di arrestare il degrado degli ecosiste-
(0,04), del Giappone (0,02), del Brasile (0,008) o dell’India (0,008). mi e ripristinare la diversità biologica. Nel caso degli ecosistemi
Ciò si spiega in parte con il fatto che l’inventario delle barriere in fluviali, un obiettivo importante è ricollegare almeno 25.000 chi-
Europa è più completo, ma anche perché i fiumi europei sono pro- lometri di fiumi liberi di scorrere e senza barriere entro il 2030.
babilmente quelli che sono stati alterati più a lungo. Ci sono dighe Sebbene questa cifra rappresenti meno del 2 per cento della rete
che risalgono all’epoca romana, e una legislazione sul passaggio fluviale europea (stimata in circa 1,6 milioni di chilometri di lun-
dei pesci che risale al VII secolo. ghezza), abbiamo calcolato che, se si intervenisse strategicamente
La distribuzione delle barriere europee rispecchia in lar- su 2500 barriere, si potrebbero ricollegare circa 25.000 chilome-
ga misura la distribuzione di altre pressioni antropiche. Le den- tri di fiumi, ipotizzando che per ogni barriera smantellata si po-
sità più elevate tendono a concentrarsi nei fiumi più disturbati e trebbero guadagnare 10 chilometri di fiume.
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delle sponde a monte, trattengono i sedimenti e ostacolano il movimento degli Usate per correggere l’impatto dei fiumi incanalati, attenuano
organismi acquatici. il potere erosivo dell’acqua e stabilizzano i canali. Ma interrompono
il flusso dei sedimenti e ostacolano il movimento di alcune specie.
O
C Paratoie
Le paratoie fluviali (C1) controllano il livello dell’acqua nei canali e nelle chiuse, O
F Guadi
ma agiscono come barriere e habitat per le inondazioni. Le paratoie per le maree Permettono il passaggio dei veicoli, ma sono una fonte
(C2) e altre strutture costiere proteggono i centri urbani dall’intrusione salina, ma di immissione di materiali fini e, quando il flusso è basso, sono
disturbano il movimento dei sedimenti e delle specie migratorie. un ostacolo insormontabile per alcuni pesci e altri organismi.
www.lescienze.it Le Scienze 85
Densità di barriere
nei fiumi europei
(numero di barriere per chilometro
di fiume, corretto con i dati ottenuti
sul campo). I fiumi più frammentati
sono quelli dell’Europa centrale,
mentre quelli meglio collegati sono
i fiumi dell’area balcanica e della
Scandinavia.
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Questo obiettivo implica il superamento di diverse sfide im- gresso mondiale sull’energia idroelettrica del 2021, l’Internatio-
portanti. In primo luogo è necessario definire bene il significato nal Hydropower Association ha lanciato la dichiarazione di San
di frammentazione fluviale. Non esiste una misurazione univo- Jose, in cui si riconosce che «si dovrebbe prendere in considera-
ca per valutarla, né è chiaro che cosa si intenda per «flusso libe- zione l’eventuale smantellamento delle dighe che non forniscono
ro» o addirittura per «fiume» in questo contesto. Dobbiamo con- più benefici alla società, che presentano problemi di sicurezza che
Adattato da Belletti et al. in Nature, vol. 588, pp. 436-441, 2021/Progetto AMBER
siderare interi bacini fluviali o è sufficiente includere segmenti di non possono essere mitigati in modo efficace dal punto di vista dei
fiumi? Si può dire che un fiume è libero di scorrere se scorre sen- costi o che hanno impatti ambientali sproporzionati che non pos-
za ostacoli per centinaia di chilometri, ma poi viene interrotto da sono essere affrontati efficacemente». Ci saranno occasioni in cui
una singola diga vicino all’estuario? Si tende a pensare al flusso co- le barriere non potranno essere rimosse a causa del rischio di in-
me «libero» solo dal punto di vista dei pesci e considerando solo gresso di specie invasive o del loro valore storico, economico o so-
il canale principale. Forse un approccio più utile potrebbe essere ciale. Ma anche in questi casi possono essere modificate e adattate
quello di definire i gradi di continuità (connettività) a scala di baci- in modo da causare il minor impatto possibile e non interrompere
no e di identificare le unità fluviali funzionali con un’elevata quali- completamente la continuità fluviale e i processi naturali. Le bar-
tà ambientale. Questo è anche lo spirito della direttiva quadro sul- riere possono essere dotate di dispositivi che permettono il pas-
le acque. Il termine «flusso libero» è attraente perché è facile da saggio dei pesci e il movimento dei sedimenti, come quelli svilup-
immaginare e aiuta a fissare gli obiettivi, ma deve essere definito pati dal progetto europeo FIThydro.
in modo rigoroso I nuovi progetti di turbine sommerse, come quelle prodotte da
In secondo luogo, sarà necessario rimuovere alcune barriere Kepler Energy (Regno Unito), Idénergie (Canada) e Smart Hydro
o introdurre nuovi sistemi per catturare l’acqua e produrre ener- Power (Germania), possono anche essere utilizzati per genera-
gia. Gli inventari sul campo indicano che circa il 10-15 per cento re energia idroelettrica senza dover costruire dighe o sbarramen-
delle barriere sono fuori uso e la loro rimozione dovrebbe esse- ti sui fiumi. Inoltre, il sito web della Freshwater Information Plat-
re una priorità. Anche l’industria idroelettrica, tradizionalmente form, creato sulla base dei risultati del progetto di ricerca europeo
resistente ai cambiamenti, se ne rende conto. Sulla scia del Con- Management of Aquatic Ecosystems and Water Resources under
in modo che «non faccia danni» è indifendibile e deve lasciare il strumenti e del quadro giuridico per iniziare a deframmentarli.
posto a soluzioni basate sulla natura. Nei prossimi decenni potremmo assistere, per la prima volta nella
Se non si interviene subito, è probabile che la frammentazio- nostra storia, allo smantellamento di più dighe e barriere che alla
ne fluviale aumenti, in futuro. A questo contribuirà l’aumento loro costruzione. Q
www.lescienze.it Le Scienze 87
Nelle barre orizzontali sotto, ciascuno dei 22 cromosomi umani numerati e i
Coordinate due cromosomi sessuali (X e Y) sono divisi in regioni (righe verticali sottili) di
1.000.000 di basi (o nucleotidi). Le differenti lunghezze delle barre riflettono
le diverse lunghezze fisiche dei cromosomi, come illustrato da questa
raffigurazione delle 23 coppie di cromosomi. I colori indicano le regioni che
1 22 X,Y hanno raggiunto il 50, 90 o 99 per cento di completamento in ciascun anno.
3
4
5
6
7
8
9
10
11
12
13 Nel 2022
Grafica di Martin Krzywinski; fonti: UCSC Genome Browser; The Complete Sequence of
14 gli scienziati hanno
15
16 aggiunto 251.330.818
17 Nel 2009 circa l’80% Nel 2013 circa l’8% del basi, arrivando
a Human Genome, di Sergey Nurk e altri, in «Science», Vol. 376, aprile 2022
18
19 del genoma era stato genoma non era stato a una sequenza genomica
20 sequenziato al 99% o più sequenziato per niente senza alcuna lacuna
21
22
X Y
el 1985, in una striscia del fumet- li, ma a provocarle non è l’uso di combustibi-
www.lescienze.it Le Scienze 89
La ceretta di Occam di Beatrice Mautino
La lezione dell’alluminio
Nella cosmesi è uno degli ingredienti più demonizzati,
ma in realtà è studiato a fondo dagli enti regolatori
a prima cosa che ho imparato quando nel 2012 su pelle umana ottenuta da operazio-
ual è il modo più efficace di cuoce- Come tutti i modelli è molto semplificato,
ca cuocia in modo più uniforme. Thiffeault ha re poca importanza per il cuoco casalingo. Ma
messo alla prova matematicamente questa os- forse per una catena di fast food che cuoce mi-
servazione empirica costruendo un modello lioni di hamburger ogni giorno il risparmio di
matematico di un hamburger. energia può non essere trascurabile.
www.lescienze.it Le Scienze 91
Rudi matematici Tornato da una gita a Paestum, Rudy
racconta di un curioso affido di bambini e di
una corsa che ha ideato per tenerli buoni
Olimpiadi a Poseidonia
«E
mio ritorno!»
sce Rudy, ancora in tenuta da viaggio: «Credevo
di trovarvi già qui, per festeggiare degnamente il
barba e pipa a mezza strada?» mi fare il giro di Paestum in santa pace. Ma vogliamo passare al
«Già. I bambini sono un problema.» problema della foto? Vorrei attrarre la vostra attenzione sui due
«Ancora? Lo dici da una vita, speravo che essere diventato geni- piccoli obelischi, situati uno a est e una a ovest del gruppo di bam-
tore avesse un po’ ammorbidito il tuo giudizio sugli esseri umani bini. Distano 100 metri l’uno dall’altro, ma vorrei che la distanza in
molto giovani. Invece, ancora qui a dire, con aria saccente, che “i questione la chiamassimo stadion.»
bambini sono un problema”?» «Ma non sarà che… Capo, ti prego: dimmi che non hai spostato
IL PROBLEMA DI AGOSTO
Nel problema del mese scorso si immaginava una griglia di M x N pile di superstiti bianche. Il risultato è generalizzabile: sono eliminabili al massi-
monete, ognuna con K elementi. Si dovevano togliere tutte le monete a mo K(MN–1) monete, ovvero si resta con K monete residue.
coppie, tenendo conto che ogni coppia doveva essere formata da mone- L’eventuale ricerca del numero minimo di mosse possibili per arrivare a
te di pile adiacenti in orizzontale o verticale. una situazione in cui non è più possibile eseguire alcuna mossa è inve-
È evidente che, indipendentemente dalla parità di K, una generica cop- ce più complessa. Nel caso del testo si dimostra che non possono es-
pia di pile adiacenti può essere «svuotata» agendo ripetutamente sul- sere fatte meno di nove mosse: anche in questo caso il metodo della
le pile che la compongono: il quesito è quindi immediatamente ri- scacchiera è d’aiuto, perché, ipotizzando di aver raggiunto una posizio-
solubile se M o N sono pari. Se invece sono entrambi dispari, è utile ne bloccata in otto mosse, si vede che le monete nere residue devono
«colorare a scacchiera» il rettangolo formato dalle pile: nel caso del testo essere quattro, quindi esistono almeno due pile che contengono almeno
(K=M=N=3) si vede che ci sono 15 monete su uno dei colori (diciamo una moneta nera. Queste avranno, nel migliore dei casi, adiacenti quat-
«bianco») e 12 monete sull’altro («nero»). Visto che ogni mossa consi- tro caselle (due a testa) bianche, le cui monete non possono essere sta-
ste nel prendere coppie di monete da pile di colore diverso, nella miglio- te tutte tolte in solo otto mosse; quindi esiste ancora almeno una mos-
re delle ipotesi si esauriranno le 12 monete nere restando con 3 monete sa possibile.
www.lescienze.it Le Scienze 93
Libri & tempo libero
Orizzonti
di James Poskett
Einaudi, Torino, 2022, pp. 520 (euro 34,00)
La nostra conoscenza del mondo fisico, anche quan- voluzione planetaria ricche di eventi, talvolta catastrofi-
do sembra consolidata, è sempre pronta a venire rimes- ci come le grandi estinzioni di massa, e talvolta benefici,
sa in discussione dall’osservazione di nuovi fenomeni o come l’ossigenazione dell’atmosfera primordiale che ha
dallo sviluppo di nuovi modelli e teorie. Così, anche se permesso lo sviluppo di forme di vita complesse.
oggi riteniamo che i comportamenti del microcosmo si- Sono questi – microcosmo, macrocosmo, pianeta Terra
ano correttamente descritti dal modello standard delle (comprese le ipotesi sull’origine della vita) – i tre temi af-
particelle elementari, i fisici delle alte energie, che lavo- frontati da altrettanti autori, in un volume che riassume
rano con acceleratori come il Large Hadron Collider del le conoscenze fisiche attuali in maniera chiara e sinteti-
CERN, sono alla costante ricerca di segnali dell’esisten- ca. Gianpaolo Bellini, fisico delle particelle, Marco Ber-
za di una nuova fisica. sanelli, astrofisico, ed Enrico Bonatti, geofisico, accom-
Un ragionamento analogo vale per il macrocosmo, i cui pagnano il lettore in una carrellata di teorie, fenomeni,
mattoni sono le galassie, dal cui studio astrofisici e co- esperimenti, problemi, soluzioni, attraverso un intervallo
smologi sono in grado di fare deduzioni sul passato, il di lunghezze che spazia per oltre 40 ordini di grandez-
presente e il futuro del nostro universo. Anche in que- za. In chiusura Bellini racconta in prima persona l’espe-
sto caso, il modello cosmologico Standard (la teoria del rimento Borexino, sotto il Gran Sasso, con la conferma,
big bang) è coerente con molte osservazioni, per spie- grazie allo studio dei neutrini, dei processi termonuclea-
Dai quark alle galassie
gare le quali occorre tuttavia invocare materia ed ener- ri che si verificano nelle stelle. Lettura interessante, con
di Gianpaolo Bellini, Marco
gia oscure, la cui natura è ancora ignota. qualche illustrazione tuttavia non sempre all’altezza dei Bersanelli, Enrico Bonatti
Fra il microcosmo e il macrocosmo ci troviamo noi, abi- testi. Hoepli, Milano, 2022,
tanti della Terra, testimoni indiretti di una storia e un’e- Emiliano Ricci pp. 216 (euro 19,90)
Il sottotitolo non deve ingannare. L’esplorazione del- sionata – e appassionante – carrellata su come l’uma-
lo spazio, dagli albori dell’astronautica, con i primi pio- nità è andata via via rappresentando il mondo intorno
nieristici lanci, alla «Seconda era spaziale», con i raz- a sé e il proprio posto in esso attraverso la realizzazione
zi privati e i turisti in orbita, occupa sì la parte centrale di mappe sempre più precise, in un progresso di cono-
del volume, che offre una panoramica particolarmente scenze che è stato concettuale ancor più che geografi-
esauriente e dettagliata sia dei risultati già raggiunti sia co ed esplorativo.
delle prospettive più prossime di questa ambiziosissima Ricco di informazioni sugli ultimi decenni, nelle sue
impresa umana. quasi 400 pagine il volume non tralascia quasi nulla di
Ma il libro di Piero Bianucci, firma storica del giornali- ciò che può interessare un lettore incuriosito dall’avven-
smo scientifico su «La Stampa», si discosta nettamente tura spaziale: dal ruolo dei telescopi terrestri in ciò che
dagli ormai numerosi titoli su astronauti e dintorni. Con sappiamo dell’universo all’emergere dell’idea di vita su
grande felicità di scrittura e impegno di approfondimen- cui si basa l’astrobiologia, per fare solo due esempi.
to, l’autore va molto più in là, poiché colloca quell’im- Ma via via che ne scorre le pagine, il lettore capirà di es-
presa in un contesto ben più ampio, presentando una sere stato accompagnato in un altro genere di viaggio,
ricostruzione puntuale dell’intera storia dell’umanità che non riguarda lo spazio ma la nostra mente. Poiché,
viaggiatrice, che mostra come le imprese spaziali di oggi come si scopre nelle ultimissime righe, il messaggio del
siano da un lato un’evoluzione naturale e inevitabile di libro è che «l’unico pellegrinaggio cosmico degno di Pellegrini dell’universo
quella storia, e dall’altro solo una sua tappa intermedia. questo nome non è andare noi nell’universo ma, attra- di Piero Bianucci
Ecco quindi che si va dalle migrazioni di Homo fino alle verso la conoscenza, portare l’universo dentro di noi». Solferino Editore, Milano, 2022,
grandi esplorazioni dell’Ottocento attraverso una appas- Claudia Di Giorgio pp. 384 (euro 19,00)
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Libri & tempo libero
Che cos’è la creatività? Una delle letture più diffuse è li pietre usare, che innesco preparare e come utilizzarlo,
che siano le persone geniali a far compiere quasi d’im- con che forza soffiare sulle braci per avviare la fiamme
provviso dei passi in avanti all’umanità. O in alternativa, e molto altro.
che siano singoli colpi di genio a spostare un po’ più in Si tratta di piccole innovazioni che, messe tutte insie-
là le nostre conoscenze e fornire all’umanità ritrovati uti- me, portano a una grande rivoluzione, quella del fuo-
lissimi. Avviene spessissimo per gli scienziati, ma si trat- co. È una forma di pensiero creativo che funziona per
ta di una visione della creatività e della genialità che si combinazione di elementi diversi, fino a creare qualco-
attaglia a tutte le discipline. Il principale merito del libro sa di nuovo. È un processo molto simile a quello che
del saggista tedesco Stefan Klein è mostrare quanto po- ha portato al torchio da stampa che attribuiamo al so-
co questa visione corrisponda alla realtà. lo Gutenberg o alle tesi scientifiche di Copernico. Non
Il viaggio parte da molto lontano. Il fuoco è una del- è l’unico tipo di pensiero creativo, ma quello che Klein
le scoperte fondamentali dell’umanità, senza cui è al- identifica come il più diffuso, una specie di livello ba-
tamente improbabile che si sarebbe potuta sviluppare se. Esistono quindi altre forme di creatività, come per
qualsiasi civiltà. Eppure, noi Homo sapiens di oggi, che esempio quella impiegata dagli scacchisti, capaci di
abbiamo a disposizione Internet e una tecnologia strabi- agire su un grande numero di possibili permutazioni Come cambiamo
liante, se fossimo catapultati in un mondo preistorico è con l’intuizione, forgiata dall’esperienza e dallo studio, il mondo
assai probabile che non riusciremmo ad accendere ne- che permette di dischiudere nuovi sviluppi possibili al- di Stefan Klein
anche un misero fuocherello. Questo perché le innova- la partita e al gioco. Bollati Boringhieri, Torino, 2022,
zioni che hanno portato al fuoco sono tante: capire qua- Marco Boscolo pp. 258 (euro 25,00)
Il celebre primatologo olandese Frans de Waal, già au- e quindi liceità, dell’esclusione di uno solo dei due ses-
tore di numerosi saggi sui nostri cugini più prossimi, si si dal sistema di potere e privilegi delle nostre società.
avventura questa volta in un «campo minato in termi- Per esempio, non è vero che nelle società dei primati la
ni ideologici», per usare le sue parole, «uno degli argo- competizione tra femmine non esiste o che i maschi so-
menti più sensibili e controversi»: quello delle differenze no i leader indiscussi e i detentori del potere; imparia-
tra maschi e femmine quanto a propensioni e caratte- mo che dominanza fisica e potere politico sono concet-
ristiche. ti distinti; vediamo all’opera matriarche anziane e reticoli
Finalmente è un primatologo a farlo. Ci parla di noi e di di alleanze tra più femmine capaci di ribaltare gli equili-
grandi scimmie, principalmente bonobo e scimpanzé, bri gerarchici. Per noi primati, geni e ambiente interven-
le due specie di antropomorfe più vicine a Homo Sa- gono in modo congiunto a plasmare il comportamen-
piens (l’antenato comune ai tre risale a soli sei milioni di to dei singoli.
anni fa). Descrive dinamiche che conosciamo benissi- A differenza loro, la nostra organizzazione delle famiglie
mo perché sono anche le nostre: accoppiamento, sesso e del lavoro porta maschi e femmine a interagire molto
non a fini riproduttivi, accudimento dei piccoli, strategie strettamente. È questo il «carattere più esclusivo del pri-
per dirimere le contese e mantenere le amicizie, nascita mate umano», dice de Waal. Oltre a quello di potersi av-
di nuove alleanze e lotte per il potere. valere di tutta una serie di stratagemmi preclusi ai nostri
Passando in rassegna i principali aspetti della vita socia- cugini, privi di linguaggio verbale.
le di queste due specie molto diverse tra loro, eppure al- Il libro è un inno alla diversità e alla tolleranza. Ed è un Diversi
trettanto strettamente imparentate con noi, smentisce vero piacere ritrovarvi tanti protagonisti di storie già rac- di Frans de Waal
molti luoghi comuni su di loro, a cui ricorrono i sosteni- contate da de Waal, come Luit, Mama, Loretta o Donna. Raffaello Cortina, Milano, 2022,
tori degli stereotipi di genere e della presunta naturalità, Nicla Panciera pp. 470 (euro 28,00)
S
aranno di nuovo tutti in presenza gli eventi dell’undice- ad Avram Hershko e Irwin Rose, per la scoperta della proteoli-
sima edizione di Trieste Next, la manifestazione che por- si ubiquitina-dipendente, un meccanismo fondamentale con cui
ta ricercatori, innovatori, imprenditori e semplici curiosi le cellule degradano le proteine che non servono più. Gli aspet-
a dialogare in riva all’Adriatico. Rimarrà però la possibilità di se- ti più etici, invece, saranno appannaggio di Gloria Origgi, filoso-
guire i singoli panel e le singole conferenze anche in live strea- fa e direttrice di ricerca dell’Institut Jean Nicod all’Ecole Norma-
ming, un servizio che ormai è irrinunciabile. Il tema di quest’an- le Supérieure di Parigi. Il punto sulla comunicazione medica della
no è «I confini della scienza. Innovazione e ricerca: limiti etici e pandemia non mancherà nel contributo della giornalista e divul-
nuove frontiere», e vuole esplicitamente includere nello spirito di gatrice Roberta Villa, tra le più attente commentatrici italiane sul
questa edizione le lezioni, le riflessioni e le difficoltà che gli ultimi tema. Tra gli oratori anche il patologo Pier Paolo Di Fiore, recente
anni segnati dalla pandemia hanno fatto emergere, senza per que- vincitore del Premio Galileo per la divulgazione scientifica con il
sto che i temi legati al coronavirus monopolizzino il programma. libro sulla lotta al cancro Il prezzo dell’immortalità.
Tra gli ospiti internazionali, a Trieste sbarcheranno Chris Novità di questa edizione è che una fetta degli oltre 100 even-
Smith, virologo dell’Università di Cambridge e celebre condutto- ti in cartellone sarà direttamente in lingua inglese, con focus sulla
re della trasmissione radiofonica The Naked Scientist sulla BBC; il fisica, sulle biotecnologie e sulle scienze mediche. Come da tradi-
glaciologo Peter Wadhams, famoso anche per i suoi libri-rappor- zione, per i tre giorni di Trieste Next, lo spazio pubblico tra piaz-
ti sull’Artico; e Jan Lundqvist, esperto dello Stockholm Internatio- za dell’Unità e piazza Borsa ospiterà il Villaggio della conoscen-
nal Water Institute, che toccherà uno dei temi di grande attualità, za, con gli stand di enti, istituti e aziende che offrono uno sguardo
ovvero la gestione dell’acqua. Il premio Nobel ospite della kermes- ravvicinato sull’innovazione.
se è l’israeliano Aaron Ciechanover, vincitore nel 2004, assieme Marco Boscolo
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Le Scienze 97
Prossimo numero
a ottobre
Conflitto cosmico
di Anil Ananthaswamy
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