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le Scienze

edizione italiana di Scientific American


Luglio 2023
euro 5,90

Ridisegnare la vita
Il campo
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nascente della
morfologia
sintetica punta
a plasmare
la materia
organica in forme
e strutture mai
viste in natura

Cosmologia Medicina Cambiamento climatico


Euclid, una missione per fare Sono in arrivo le prime Come innovare il trasporto
luce sull’universo oscuro terapie geniche con CRISPR pubblico per aiutare il clima
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in copertina Sommario
Stiamo imparando a creare tessuti, organi e interi organismi inesistenti
in natura, con molti possibili impieghi, sollevando interrogativi sui
fondamenti della vita e dell’evoluzione (Illustrazione di Richard Borge) Luglio 2023 numero 659

34

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BIOINGEGNERIA ECOLOGIA
26 Ridisegnare la vita 54 Convivere
di Philip Ball con i leopardi
Con la morfologia sintetica, la scienza sta imparando a di Vidya Athreya
plasmare la materia organica in forme e strutture mai vi- I grandi felini stanno imparando a vivere insieme a noi;
ste in natura se vogliamo che sopravvivano, ora tocca a noi imparare a
convivere con loro
COSMOLOGIA
34 Luce sul lato oscuro dell’universo SOSTENIBILITÀ
di Emiliano Ricci 66 Prendiamo l’autobus
La missione Euclid dell’Agenzia spaziale europea cerche- di Kendra Pierre-Louis
© ESA/Euclid/Euclid Consortium/NASA. Galassie sullo sfondo: NASA, ESA,

rà di capire perché l’espansione dell’universo sta accele-


Gli autobus potrebbero contribuire a risolvere la crisi cli-
rando e qual è la fonte dell’accelerazione
matica; ma bisogna renderli più attraenti
e S. Beckwith (STScI) and the HUDF Team, CC BY-SA 3.0 IGO

FISICA QUANTISTICA
SCIENZE SOCIALI
42 Universo immaginario
72 Caccia alle streghe
di Marc-Olivier Renou, Antonio Acín e Miguel Navascués
di Silvia Federici e Alice Markham-Cantor
I numeri complessi sono una componente inevitabile del-
Spesso i feroci attacchi alle donne avvengono in periodi
la teoria quantistica standard
di forti sconvolgimenti economici
MEDICINA
P S I C H I AT R I A
48 CRISPR scende in campo
di Anna Meldolesi
82 Terapia verbale
Decine di malati gravi hanno già beneficiato di terapie
per la schizofrenia
sperimentali basate sulla correzione mirata del DNA, e la di Matthew M. Kurtz
prima cura sta per approdare sul mercato, ma restano no- La terapia cognitivo-comportamentale aiuta a trattare
di importanti, dai costi alla durata dei benefici sintomi per i quali i farmaci sono inefficaci

www.lescienze.it Le Scienze 3
Sommario Rubriche

7 Editoriale
di Marco Cattaneo

8 In edicola
10 Intervista
Capire l’ambiente studiando l’acqua e i sistemi fluviali
di Rudi Bressa

12 Made in Italy
Droni sostenibili per tante esigenze di Letizia Gabaglio

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14 Il matematico impertinente
L’oceano dell’ignoranza di Piergiorgio Odifreddi

15 Scienza e filosofia
Che cos’è un modello? di Elena Castellani

16 Homo sapiens
La medicina darwiniana si evolve di Giorgio Manzi
12
17 La finestra di Keplero
Estrarre energia dai buchi neri di Amedeo Balbi

88 Coordinate
Il mistero della rotazione stellare di Clara Moskowitz

89 I bastioni di Orione
Combattere, viaggiare, raccontare di Michele Bellone

90 La ceretta di Occam
Creme come rasoi di Beatrice Mautino

91 Pentole & provette


Il latte sintetico di Dario Bressanini

92 Rudi matematici

Cortesia Vector Robotics (drone); Cortesia NASA/JPL-Caltech (buco nero)


Il peso della cultura
di Rodolfo Clerico, Piero Fabbri e Francesca Ortenzio

94 Libri & tempo libero


17
SCIENZA NEWS

18 Un genoma per tutta l’umanità 22 Il tempo profondo delle farfalle


Certificato PEFC 20 C’è acqua su una super-Terra, forse 22 Uno dei più antichi organismi
La nostra carta 20 Una nuova e sorprendente macroscopici
proviene da foreste
gestite in modo stima della costante di Hubble 23 Quel nostro naso un po’ Neanderthal
sostenibile 21 L’età degli anelli di Saturno 23 I pezzi mancanti del genoma
e da materiali riciclati
21 Nuove misure rivalutano la massa che ci rendono esseri umani
www.pefc.it
del bosone W 24 Brevissime

4 Le Scienze 659 luglio 2023


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di Marco Cattaneo Editoriale Comitato scientifico
Leslie C. Aiello John P. Moore
presidente, Wenner- docente di microbiologia e
Gren Foundation for immunologia, Weill Medical
Anthropological Research College, Cornell University
Roberto Battiston M. Granger Morgan
professore ordinario di fisica docente, Carnegie Mellon
sperimentale, Università University
di Trento Miguel Nicolelis
Roger Bingham condirettore, Center for
docente, Center for Brain and Neuroengineering, Duke
Cognition, Università della University

Nuove forme California a San Diego


Edoardo Boncinelli
docente, Università Vita-
Salute San Raffaele, Milano
Martin Nowak
direttore, Program for
Evolutionary Dynamics,
Harvard University
Robert Palazzo
Arthur Caplan

di convivenza docente di bioetica, Università


della Pennsylvania
Vinton Cerf
docente di biologia,
Rensselaer Polytechnic
Institute
Telmo Pievani
Chief Internet Evangelist, professore ordinario filosofia
Google delle scienze biologiche,
L’espansione delle attività umane vicino ad aree George M. Church Università degli Studi di
Padova
direttore, Center for
con fauna selvatica pone un problema da risolvere Computational Genetics,
Harvard Medical School
Carolyn Porco
leader, Cassini Imaging
Rita Colwell Science Team, e direttore,
CICLOPS, Space Science
docente, Università del
Institute
Maryland a College Park e
l 5 aprile Andrea Papi, un giovane run- Tanto che fino a un po’ di tempo fa, per

I
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Johns Hopkins Bloomberg Vilayanur S.


School of Public Health Ramachandran
ner trentino, è stato aggredito e ferito a placare le proteste dei cittadini, il diparti- direttore, Center for Brain and
Richard Dawkins
morte da un’orsa nei boschi sopra l’a- mento forestale li catturava e li rilasciava fondatore e presidente,
Cognition, Università della
California a San Diego
Richard Dawkins Foundation
bitato di Caldes, in Val di Sole. È stato il pri- nel folto delle foreste. Per poi scoprire, co- Lisa Randall
Drew Endy
mo attacco mortale di un orso in Italia da me racconta Vidya Athreya a p. 54, che le docente di bioingegneria,
docente di fisica, Harvard
University
più di un secolo a questa parte. E ha inevi- aggressioni di leopardi a esseri umani era- Stanford University
Carlo Alberto Redi
Ed Felten
tabilmente destato vivaci discussioni sulla no più frequenti proprio da parte degli ani- direttore, Center for
docente di zoologia,
Università di Pavia
reintroduzione e la gestione degli orsi nel- mali che erano stati trasferiti. Ecologa del- Information Technology Policy,
Princeton University
Martin Rees
le Alpi. Discussioni che si sono prestate a la Wildlife Conservation Society-India, Kaigham J. Gabriel
docente di cosmologia e
astrofisica, Università di
una veloce e aspra polarizzazione tra chi Athreya ha così avviato un vasto program- presidente e CEO, Charles Cambridge
Stark Draper Laboratory John Reganold
sosteneva la causa dell’orsa JJ4, «colpevo- ma per lo studio delle interazioni tra gli es- Harold Garner docente di scienza del suolo,
le solo di avere fatto l’orsa», e chi ha critica- seri umani e i leopardi, da cui è emerso che direttore, divisioni sistemi e Washington State University
informatica medici, docente, Jeffrey D. Sachs
to la reintroduzione degli orsi in aree a ele- in alcune cittadine la conflittualità con i Virginia Bioinformatics
direttore, The Earth Institute,
Institute, Virginia Tech
vata densità abitativa. Nel momento in cui carnivori era praticamente trascurabile. Michael S. Gazzaniga
Columbia University
Eugenie C. Scott
scrivo queste righe, l’ordinanza di abbatti- «La narrazione dominante, nella con- direttore, Sage Center for the Founding Executive Director,
Study of Mind, Università
mento dell’orsa è stata sospesa dal TAR di servazione, continua a dipingere i gran- della California a Santa
National Center for Science
Education
Trento, e la LAV ha proposto di trasferirla di carnivori come predatori che finiranno Barbara
Terry Sejnowski
David Gross
in un rifugio per plantigradi in Romania. inevitabilmente per fare del male alle per- docente di fisica teorica,
docente e direttore del
Laboratorio di neurobiologia
Quale che sia il destino di JJ4, restano sone o al bestiame», scrive. «Questa visione Università della California a computazionale, Salk Institute
Santa Barbara (premio Nobel for Biological Studies
aperti gli interrogativi sulla gestione di ani- presuppone il conflitto e implica che l’uni- per la fisica 2004) Michael Shermer
mali potenzialmente pericolosi per l’uo- co modo per gestire i grandi carnivori sia Danny Hillis editore, rivista «Skeptic»
co-presidente, Applied Michael Snyder
mo. Ma forse potrebbe essere utile guar- ucciderli oppure rimuoverli. Io credo che Minds, LLC
docente di genetica, Stanford
dare all’esperienza di altri paesi. Come la sia vero il contrario: la maggior parte dei Daniel M. Kammen University School of Medicine
direttore, Renewable Giorgio Vallortigara
Slovenia, che conta una popolazione di cir- conflitti tra uomo e leopardo scaturiscono and Appropriate Energy docente di neuroscienze,
Laboratory, Università della
ca 1200 orsi. dal presupporre che ci sia un conflitto». California a Berkeley
direttore associato, Centre
for Mind/Brain Sciences,
Sono interrogativi che si pongono an- È pur vero che da noi non ci sono leopar- Vinod Khosla Università di Trento
Partner, Khosla Ventures Lene Vestergaard Hau
che molto più lontano, in India, dove la di. Ma l’espansione delle attività umane nel- docente di fisica e fisica
Christof Koch
convivenza è da regolare con grandi felini le vicinanze delle aree dove risiede la fauna presidente dell’Allen Institute applicata, Harvard University
Michael E. Webber
carnivori, i leopardi. Che vivono, tra l’al- selvatica è critica anche in Europa, come for Brain Science di Seattle
direttore associato, Center
Lawrence M. Krauss
tro, anche in un parco alle porte di una pure in Nord America. E se le avventure direttore, Origins Initiative,
for International Energy
& Environmental Policy,
metropoli come Mumbai, con 20 milio- dei cinghiali che rovistano nei cassonetti di Arizona State University
Università del Texas ad Austin
Morten L. Kringelbach George M. Whitesides
ni di abitanti. Con una popolazione stima- Roma possono sembrare un fenomeno fol- direttore, Hedonia: TrygFonden docente di chimica e
ta di 13.000 unità in tutto il paese, i leopar- cloristico, anche se non sempre sono inof- Research Group, Università di
Oxford e Università di Aarhus
biochimica, Harvard
University
di – che hanno bisogno di vagabondare in fensivi, orsi e lupi delle nostre montagne Steven Kyle Nathan Wolfe
areali di centinaia di chilometri per l’ac- vivono in ambienti sempre più antropizza- docente di economia direttore, Global Viral
applicata e management, Forecasting Initiative
coppiamento – escono di frequente dalle ti, con i relativi rischi per le persone e per Cornell University
Anton Zeilinger
riserve in cui sono confinati, e quasi inevi- le attività economiche. Per conservare la Robert S. Langer docente di ottica quantistica,
docente, Massachusetts Università di Vienna
tabilmente entrano in contatto con le co- fauna selvatica dobbiamo imparare nuove Institute of Technology Jonathan Zittrain
munità umane, sempre più addossate alle forme di convivenza. Per il nostro bene. E Lawrence Lessig docente di legge e computer
docente, Harvard Law School science, Harvard University
aree protette. per quello degli animali.

www.lescienze.it Le Scienze 7
In edicola In edicola con «Le Scienze» di agosto
il Teorema dei quattro colori, il nuovo volume
della collana Rivoluzioni matematiche

Colorare l’intera Inghilterra


er colorare qualsiasi mappa, evitando che regioni adiacenti ab-

P biano la stessa colorazione, bastano al massimo quattro colori.


Il teorema dei quattro colori, proposto nel 1852 da Augustus De
Morgan, è semplice. Ma il percorso per dimostrarlo è stato accidentato e cu-
rioso, come racconta l’undicesimo volume della collana Rivoluzioni mate-
matiche, acquistabile ad agosto con «Le Scienze» a 14,90 euro (il prezzo in-
clude anche la rivista). Una dimostrazione emerge solo pochi anni dopo; ma
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risulta sbagliata. Una confutazione, nel 1975 su «Scientific American», è in


realtà un pesce d’aprile. L’anno dopo giunge però la prima vera dimostra-
zione, ottenuta, per la prima volta, con l’aiuto di un computer. Come tutte le
altre versioni che l’hanno seguita fino a oggi.

P I A N O D E L L’ O P E R A
1 - Teorema dell’equilibrio di Nash 12 - Teorema di Eulero
2 - Teorema di Pitagora 13 - Teorema del punto fisso
3 - Ultimo teorema di Fermat di Banach-Caccioppoli
4 - Teoremi di Euclide e primo libro 14 - Teorema dell’impossibilità di Arrow
degli Elementi 15 - Teorema di Lagrange
5 - Teorema fondamentale del calcolo o del valor medio
6 - Teorema di Talete sul fascio di rette 16 - Teorema di Bayes
7 - Teorema egregium di Gauss 17 - Teorema fondamentale dell’algebra
8 - Teorema del limite centrale 18 - Teorema di Abel-Ruffini
9 - Teorema di Noether 19 - Teorema di Cauchy-Kovalevskaja
10 - Teoremi dell’incompletezza di Gödel per le equazioni differenziali
11 - Teorema dei quattro colori 20 - Teorema di Perel’man-Poincaré

I QUADERNI DIGITALI R I S E R VAT O


A G L I A B B O N AT I

Temi di frontiera Per tutti gli abbonati

e di attualità è on line il sito


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dove è possibile acquistare
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lumi digitali della collana I quaderni de Le Scienze. In formato PDF Le Scienze allo stesso prezzo
interattivo, scaricabile e stampabile, ogni quaderno raccoglie alcu- dell’edicola.
ni dei migliori articoli, italiani e internazionali, pubblicati nelle edi- Registrandosi sul sito inoltre
zioni cartacea e on line della rivista su un argomento specifico. Per è possibile usufruire di sconti
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bale, COVID-19, buchi neri, virus, dinosauri, esopianeti, interfac- Rimane sempre attivo il nostro
ce uomo-macchina, materia oscura, coscienza, Neanderthal, intel- Servizio Clienti al numero
ligenza artificiale, intelligenza animale, disinformazione, le specie 0864.256266 dal lunedì
umane estinte e le frontiere estreme della fisica. al venerdì dalle 9-18.

8 Le Scienze 659 luglio 2023


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Intervista Gli studi di Andrea Rinaldo sui sistemi idrici
aiutano a capire la diffusione di patogeni e specie
invasive e il valore economico degli ecosistemi

Capire l’ambiente studiando


l’acqua e i sistemi fluviali
ndrea Rinaldo, esperto di idrologia dell’École Polytech-

A nique Fédérale di Losanna (EPFL) e professore di costru-


zioni idrauliche all’Università di Padova, si è aggiudica-
to a marzo lo Stockholm Water Prize 2023, il cosiddetto «Nobel
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per l’acqua». Fondamentali sono stati i suoi studi sui sistemi flu-
viali come corridoi ecologici e sulla relazione tra l’acqua e i mec-
canismi di trasmissione di alcuni patogeni. Il suo lavoro ha porta-
to a modelli matematici per prevedere la propagazione di specie
invasive e di agenti patogeni in una determinata regione, consen-
tendo ai funzionari di sanità pubblica di adottare le necessarie mi-
sure preventive prima che una malattia colpisca troppe persone.

Lei è il primo italiano a essersi aggiudicato il «Nobel per l’acqua»: che


significato ha per lei questo premio?
Per me è soprattutto una questione personale: nel 2002 parte-
cipai alla premiazione quando lo vinse Ignacio Rodriguez-Iturbe,
caro amico e collaboratore più stretto, mancato a ottobre. Il primo
pensiero è andato a lui. Sono orgoglioso di questo premio, anche
per il riconoscimento al lavoro sperimentale e di campo condot-
to dal mio laboratorio. Nasco professore di costruzioni idrauliche,
ma tutto ho fatto fuorché questo: scegliere un terreno inesplorato
ha fatto la mia fortuna, perché ho potuto portare avanti ciò che ri-
tenevo importante. È stato fondamentale per me lavorare all’este-
ro e, grazie al PhD alla Purdue University e a diversi anni al MIT
e a Princeton, ho potuto sfruttare la libertà accademica di cui ho
goduto a Trento, a Padova e a Losanna. La libertà di movimento e
iniziativa nel fare ricerca non ha prezzo.

Nella motivazione si legge che i suoi lavori hanno migliorato «la com-
prensione delle complesse interazioni tra il ciclo idrologico, i processi Cito spesso una frase di Wystan Hugh Auden che recita: «A mi-
ecologici e l’evoluzione del paesaggio». Che cosa significa? gliaia hanno vissuto senza amore, non uno senza acqua». C’è una
ISSOUF SANOGO / Staff/AFP via Getty Images (canale)

A un certo punto del nostro percorso, con i colleghi Marino distinzione importante da fare tra il Nord e il Sud del mondo. Dal-
Gatto e Rodriguez-Iturbe, ci siamo resi conto che gli strumen- la mia esperienza sul campo, da Haiti al Burkina Faso, dal Senegal
ti che usavamo per studiare la biodiversità nel dominio fluviale al Bangladesh, è evidente che le prospettive che si aprono alle so-
avrebbero funzionato anche per spiegare i modelli con cui si pro- cietà in tema di piene, siccità e di una equa distribuzione dell’ac-
pagano le malattie portate dall’acqua. La natura fabbrica reti eco- qua sono preoccupanti.
logiche statisticamente uguali a tutte le scale e questo ha impli- Il riscaldamento globale ha un ruolo determinante nella so-
cazioni importanti, perché sono la firma dell’auto-organizzazione pravvivenza dei patogeni e nella trasmissione delle infezioni,
critica, modelli semplici che possono spiegare comportamenti perché queste dipendono soprattutto dalla temperatura. La real-
universali. tà è che il riscaldamento climatico tropicalizza il clima, con rischi
rilevanti di eventi estremi più intensi. E nonostante i molti lode-
Secondo l’ONU, due miliardi di persone nel mondo non hanno accesso voli intenti, un numero esagerato di persone nel mondo non ha
ad acqua potabile sicura. Abbiamo dato l’acqua troppo per scontata? ancora oggi accesso ad acqua sicura.

10 Le Scienze 659 luglio 2023


di Rudi Bressa

CHI È
ANDREA RINALDO

È ordinario di costruzioni idrauliche all’Università le reti fluviali come corridoi ecologici per specie, Tra i suoi riconoscimenti, la Dalton Medal
di Padova e Professor of Hydrology and Water popolazioni e patogeni. Autore di oltre 330 studi dell’European Geosciences Union nel 2006,
Resources all’École Polytechnique Fédérale su riviste internazionali, è socio tra l’altro della il Prince Sultan Abdulaziz International Water
di Losanna di Losanna. Qui ha fondato e dirige National Academy of Sciences statunitense Prize nel 2010, e lo Stockholm Water Prize nel
il Laboratory of Ecohydrology, che studia e dell’Accademia dei Lincei. 2023, il cosiddetto «Nobel per l’acqua».

Un canale irriguo in Burkina Faso,


nell’area della diga di Bagre. Dighe e canali
hanno aiutato lo sviluppo agricolo del paese
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ma anche la diffusione della schistosomiasi.

che prima non erano presi in considerazione, con il presupposto


che è la mobilità umana che propaga le malattie. Oggi con i telefo-
ni cellulari abbiamo la possibilità di avere un’enorme quantità di
dati anonimizzati e valutare così le probabilità di contatto e quin-
di di infezione.

Dal mondo accademico esce sempre più frequentemente la necessità


di dare il giusto valore al capitale naturale e ai servizi ecosistemici. A
che punto è la discussione?
Per me è chiarissimo, una folgorazione che nasce dallo studio
della schistosomiasi, specialmente in Burkina Faso. Studiavamo
la malattia concentrandoci sui controlli dell’habitat fluviale dell’o-
spite intermedio obbligatorio per la propagazione del ciclo della
malattia. A quei tempi furono costruite migliaia di piccole dighe,
che hanno dato una spinta importante allo sviluppo dell’agricol-
tura del paese, aumentando il PIL. Ciò che però non si vedeva è
che l’espansione di reti di canali, che quegli invasi hanno consen-
tito, ha espanso anche l’habitat dell’ospite intermedio, cambiando
radicalmente l’incidenza della malattia in quelle aree. Nessuno ha
messo in conto il capitale naturale che si è perso e i costi della ma-
lattia nel bilancio di costi e benefici di quelle opere. Indicatori eco-
nomici che non tengono in conto il capitale naturale non danno la
misura reale della ricchezza o della povertà di una nazione.

Come progettare campagne di prevenzione per contenere efficacemen- Sembra che qualcosa però stia cambiando
te la diffusione di una malattia di origine idrica? L’acqua è un buon test: le previsioni legate alle reti fluviali han-
Il mio laboratorio si è specializzato nella costruzione di mo- no una robustezza intrinseca. In generale non siamo capaci di da-
delli che prima non esistevano, in particolare quelli spazialmen- re un valore economico ai servizi ecosistemici, in molti casi lega-
te espliciti che usano tecnologie tipiche dell’ingegneria ambien- ti alle acque delle reti naturali e artificiali. Fino a poco tempo fa si
tale. Si studiano le comunità dove sono situate geograficamente e riteneva che la relazione esistente tra PIL e disuguaglianze all’i-
la demografia della malattia in ciascun insediamento. Questi stru- nizio crescesse, per poi decrescere. Oggi invece è ampiamente
Cortesia Andrea Rinaldo (ritratto)

menti sono ottimi ricostruttori ex post delle epidemie o di malattie dimostrato che all’aumentare del PIL le disuguaglianze cresco-
portate dall’acqua e possono confrontare credibilmente alterna- no, sempre. Guardando ai numeri credo che non sia vero che ba-
tive nella gestione delle emergenze e provvedimenti di conteni- sta aspettare, in modo che tutti diventino più ricchi. Chi si occupa
mento delle infezioni. di auto-organizzazione di sistemi dissipativi, sa che il sistema la-
Durante il lockdown ci siamo occupati anche di COVID-19, con sciato a sé tende a dare sempre lo stesso esito: la ricchezza in ma-
un successo inaspettato, perché la matematica che usavamo per no a pochi. Tutto ciò ha una solida robustezza: imparando da que-
le malattie legate all’acqua era riciclabile. Abbiamo usato altri dati sti modelli potremmo declinarli anche in altri ambiti della società.

www.lescienze.it Le Scienze 11
Made in Italy Vector Robotics è riuscita a coniugare
l’alimentazione a energia solare
con una lunga autonomia dei suoi velivoli

Droni sostenibili
per tante esigenze
a passione per i robot e per il volo. Questo ha unito fin dal

L loro primo incontro Andrea Beggio e Gabriele Giorgini:


il primo vendeva un piccolo drone, il secondo lo voleva
comprare per fare delle riprese. Entrambi in realtà lavoravano già
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in questo ambito, ma da quell’incontro è nata la scintilla che ha


dato vita all’unica azienda che oggi in Italia fornisce piccoli veli-
voli in grado di alimentarsi a energia solare e volare per ore, Vec-
tor Robotics. «Quando ci siamo conosciuti ho visto quello che
Andrea faceva nei suoi laboratori e ne sono rimasto affascinato.
Abbiamo iniziato a parlare e ci siamo confrontati sulle necessità
sentite dagli operatori del settore», spiega Giorgini, direttore ope-
rativo. Andrea Beggio, infatti, lavora sulle macchine volanti da ol-
tre 30 anni: elicotteri, dirigibili, dispositivi volanti per fare pub-
blicità, droni elettrici, fino a piccoli ornitotteri (macchine che si
librano in aria sbattendo le ali). La sua precedente azienda, Neu-
tech, è stata la prima a ottenere dall’ENAC (l’Ente nazionale per
l’aviazione civile) il certificato di progetto per mezzi a pilotaggio
remoto. Iniziava così l’era dei droni.
Oggi questi velivoli sono molto diffusi, da quelli giocattolo a
quelli per scopi militari, anche se molto spesso non sono perce-
piti dalla popolazione come strumenti utili a fin di bene. Così al-
meno la pensano Beggio e Giorgini, che però vogliono prima af-
frontare quella che considerano la più grande pecca dei droni: la
scarsa sostenibilità e l’autonomia limitata. «Per cercare di risolve-
re questi problemi ci siamo chiusi in laboratorio, un po’ come nel
garage delle start-up tech», racconta Giorgini. «Per essere sosteni- che abbia una grammatura particolare e, anche se sembra polisti-
bili bisogna come prima cosa eliminare la benzina. Ma l’alimenta- rolo, è resistente, oltre che riciclabile e a basso impatto ambien-
zione elettrica non consente autonomia di volo sufficiente. Ecco, tale rispetto alle resine o alle fibre usate di solito», spiega Giorgi-
quindi, che abbiamo pensato di usare l’energia solare e di partire ni. Vector Robotics non vuole solo produrre droni con prestazioni
dai pannelli presenti sul mercato». Non c’era tempo di aspettare uniche, ma anche contribuire a cambiare la percezione del gran-
batterie al litio più performanti delle attuali o pannelli solari mi- de pubblico e dimostrare che si tratta di strumenti in grado di for-
gliori: lavorando sui dispositivi esistenti, i due li hanno modificati nire servizi utili.
per poter essere incastonati nelle ali dei velivoli e durare ben dieci La sorveglianza, infatti, può e deve essere intesa anche in sen-
ore, più di ogni altro sistema di alimentazione per piccoli velivoli. so virtuoso. Non si tratta solo di spiare ma di monitorare. Per
esempio gli incendi, fin da quando si sviluppano. «I droni possono
Attenzione ai materiali essere usati per mille scopi diversi, così abbiamo pensato di cre-
La tecnologia sviluppata, che è soggetta a una richiesta di bre- are noi dei casi d’uso. Il primo è stato quello antincendio: abbia-
vetto, riesce a irrobustire le ali dei droni, prodotte con un partico- mo montato sul velivolo un sensore in grado di rilevare anche so-
lare polimero per essere leggere ma di fatto troppo fragili, proprio lo poche fiamme», sottolinea Giorgini. Si chiama FireHound, pesa
inserendo i pannelli solari. L’attenzione per la sostenibilità passa un chilogrammo e mezzo, è silenzioso e può guardare dall’alto per
anche dalla scelta del materiale con cui vengono fabbricati i veli- oltre otto ore, volando a una velocità di 40 chilometri all’ora alla
voli. «Lavoriamo con il polipropilene espanso, lo stesso materiale ricerca dei focolai. Quando vede qualcosa avverte la centrale, do-
che viene usato nell’automotive; lo abbiamo modificato in modo ve l’operatore analizza le immagini e decide come intervenire. Un

12 Le Scienze 659 luglio 2023


di Letizia Gabaglio

LA SCHEDA - VECTOR ROBOTICS

I droni di Vector Robotics, Azienda fondata nel 2021


con direttore operativo Gabriele Persone di riferimento: Andrea Beggio (CEO), Gabriele Giorgini (COO)
Giorgini (sotto), trovano impiego
Sito: https://www.vector-robotics.space/ Mail: info@vector-robotics.space
nella sorveglianza antincendio, nei
rilevamenti a scopi catastali, e in Numero di brevetti: 3 in attesa di concessione
un ventaglio di altri usi in continua Dipendenti-collaboratori: 8
crescita.

progetto premiato dall’ENAC come idea innovativa del 2022 e che


varie amministrazioni, prevalentemente del sud Italia, dove il fe-
nomeno incendi è particolarmente problematico, hanno deciso di
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adottare già a partire da quest’estate. «Nel corso di un addestra-


mento, al secondo giorno, siamo già riusciti a sventare un incen-
dio», dice orgoglioso Giorgini. Una bella soddisfazione per un’a-
zienda che è cresciuta potendo contare solo sui capitali dei soci e
sulla loro intraprendenza.

Collaborando si cresce
Vector Robotics è cresciuta anche grazie alle collaborazioni
con enti di ricerca e università a cui fornisce diversi servizi. «Og-
gi sono molte le attività di ricerca che si avvalgono dei droni e i ri-
cercatori hanno spesso esigenze specifiche. La nostra esperienza
ci permette di creare nuovi mezzi o di modificare quelli presen-
ti sul mercato e trasformarli esattamente secondo le esigenze di
chi poi ci deve lavorare», spiega Giorgini. «Così abbiamo fatto per
il Consiglio nazionale delle ricerche e per le Università di Venezia
e di Padova, mentre inizieremo a breve un percorso con l’Europe-
an Forensic Institute per migliorare ulteriormente gli algoritmi di
identificazione degli incendi boschivi.»
Lavorare su tante esigenze diverse è servito a Vector Robotics
a immaginare i diversi ambiti in cui i droni solari potevano essere
utilizzati. Oltre alla prevenzione antincendio, a oggi l’azienda ha
sviluppato un velivolo per la fotogrammetria e uno per la sorve-
glianza. Nel primo caso si tratta di un settore in espansione, quel-
lo legato alle immagini degli edifici scattate dall’alto e in diverse
direzioni, necessarie per l’aggiornamento del catasto. «Ci sono già
dei mezzi sul mercato che svolgono ottimamente questo lavoro,
ma hanno un’autonomia di 25 minuti; il nostro invece vola quat-
tro ore. Dal momento che le fotografie devono essere scattate pre-
feribilmente quando i raggi del Sole sono perpendicolari, così che
non ci siano troppe ombre, il tempo per eseguire gli scatti è poco
e quindi il fatto di non dover cambiare batteria fa la differenza»,
afferma Giorgini. Sul secondo fronte, invece, la soluzione dell’a-
Cortesia Vector Robotics (tutte le foto)

zienda è un piccolo aeroplano che ha a bordo una sofisticata tele-


camera ultra-HD con trasmissione digitale, dall’autonomia di ot-
to ore.
«I nostri prodotti sono in continua evoluzione. Utilizziamo in
parte stampanti 3D industriali, quindi possiamo cambiare il no-
stro progetto anche dopo pochi pezzi, migliorare in tempo reale»,
conclude Giorgini. I pionieri dei piccoli velivoli a energia solare
guardano sempre avanti.

Le Scienze 13
Il matematico impertinente di Piergiorgio Odifreddi

professore ordinario di logica matematica all’Università di Torino


e visiting professor alla Cornell University di Ithaca (New York)

L’oceano dell’ignoranza
I numeri trascendenti, pur essendo ubiquitari, sono
difficili da trovare, ed è arduo dimostrare che sono tali

el 1872 Georg Cantor dimostrò che i quello di Hermite a tutti gli esponenti algebri-

N numeri reali sono «quasi tutti» tra-


scendenti, nel senso che la maggior
parte di essi non è soluzione di un’equazione
Copia di 44a51459b9e30982c62bc1505f0b61bd
ci, e ne derivano molte conseguenze.
Per esempio, quando x è algebrico il suo lo-
garitmo dev’essere trascendente, perché elnx
algebrica a coefficienti interi. In altri termini, è uguale a x. E devono essere trascendenti an-
la probabilità che un numero reale scelto a ca- che il seno e il coseno di x, per la formula di
so sia trascendente è 1. Ma buona parte dei nu- Eulero che lega ex alla loro somma. In partico-
meri scoperti e studiati dalla matematica sono lare dev’essere trascendente anche p, perché
invece algebrici: i numeri razionali, le radici altrimenti lo sarebbe eip, che invece è uguale
n-esime dei numeri interi, i numeri costruibi- a –1. Ma gli storici risultati di Hermite e Linde-
li con riga e compasso, e così via. Il fatto è che mann lasciarono aperte molte ovvie doman-
i numeri trascendenti sono per natura diffici- de riguardanti la trascendenza, o anche solo
li da trovare. Il primo esempio esplicito fu co- l’irrazionalità, di numeri quali e + p, ep, ep, pe,
struito da Joseph Liouville nel 1844, ma era e così via.
un numero artificiale, fatto apposta per non
essere algebrico; era «quasi» un numero ra- Una congettura sfuggente
zionale, nel senso che si poteva approssimare Sicuramente i primi due non possono es-
bene mediante numeri razionali. Cosa invece sere entrambi razionali, perché sono i co-
impossibile per i numeri algebrici irrazionali. efficienti dell’equazione di secondo grado
(x – e)(x – p), che ha e e p come soluzioni: dun-
Un lavoro di secoli que, almeno uno dei due è irrazionale, ma
Simile, ma ancora più indiretta, era la di- non si sa se lo siano entrambi. Nel 1929 Ale-
mostrazione di Cantor citata, che si limita- xandr Gelfond dimostrò invece la trascenden-
va a enumerare i numeri algebrici, e a costru- za di ep con un metodo nuovo, rispetto a Her-
ire con un metodo diagonale un numero che mite e Lindemann. Ma dopo quasi un secolo
non fosse algebrico, perché diverso nella pri- non si ancora se pe sia almeno irrazionale.
ma cifra decimale dal primo algebrico della li- Tutti questi problemi, e molti altri, verreb-
sta, nella seconda cifra dal secondo, e così via. bero risolti dalla dimostrazione di una con-
Paradossalmente, non è solo difficile im- gettura proposta nei primi anni sessanta da
battersi in pratica in numeri trascendenti, no- Stephen Schanuel. In particolare, e + p, ep, e pe
nostante la loro teorica ubiquità: è anche dif- sarebbero trascendenti, come ci si aspetta. E
ficile dimostrare che sono trascendenti! Per la formula di Eulero eip + 1 = 0 sarebbe l’unica
esempio, p è stato scoperto nell’antichità, ma relazione esistente tra i numeri e, p e i espri-
la sua irrazionalità fu dimostrata solo nel 1768 mibile in forma algebrica mediante le opera-
da Johann Lambert, e la sua trascendenza nel zioni di somma, prodotto ed esponenziale.
1882 da Ferdinand von Lindemann. Ma per ora la congettura di Schanuel sem-
Nel 1737 Eulero aveva già provato che e è ir- bra fuori dalla portata dei metodi disponibi-
razionale, ma ci volle un altro secolo e mezzo li. E la conclusione che si può trarre, parafra-
perché Charles Hermite dimostrasse nel 1873 sando Newton, è che «i matematici sono solo
che è trascendente. Ne segue che sono tra- fanciulli che giocano sulla riva del mare: ogni
scendenti anche e2 e √e–, e più in generale ex, tanto trovano qualche bel sassolino o qualche
per ogni esponente razionale x diverso da 0. bella conchiglia, mentre il grande oceano del-
Il risultato di Lindemann è un’estensione di la verità si stende inesplorato dinanzi a loro».

14 Le Scienze 659 luglio 2023


Scienza e filosofia di Elena Castellani

professore associato, Dipartimento di filosofia,


Università di Firenze

Che cos’è un modello?


Approcci a confronto su idealizzazione
e rappresentazione nella scienza

l ruolo centrale dei modelli nella prati- tribuire una struttura al target), è discutibile

I ca scientifica è oggi generalmente rico-


nosciuto. Che si tratti di discipline scien-
tifiche, sociali o economiche, la costruzione
Copia di 44a51459b9e30982c62bc1505f0b61bd
che il ruolo epistemico dei modelli debba di-
pendere per forza dalla loro capacità di rap-
presentare nel modo più fedele il target.
di modelli per finalità predittive, esplicative
o solo esplorative è un aspetto imprescindi- Finzione o artefatto
bile dell’attività di ricerca. Ma che oggetti so- Proprio riguardo al rapporto tra funzioni
no i modelli e come assolvono alle funzioni lo- epistemica e rappresentazionale dei model-
ro attribuite? E che differenza c’è tra modelli li si distinguono, in particolare, due approcci
e teorie? Spesso le due nozioni sono usate in che animano la discussione filosofica. Uno si
modo interscambiabile, anche se, com’è noto, basa sull’analogia tra modelli e finzioni lette-
si ricorre ai modelli specie nelle fasi della ri- rarie, per cui i modelli sono visti come «pro-
cerca in cui non si hanno teorie affermate. dotti d’immaginazione»; specificare il model-
Nella filosofia della scienza c’è stata una ri- lo scientifico di un target è come specificare,
presa d’interesse su questi temi. Si discutono, in un’opera letteraria, il mondo immaginario
per esempio, le caratteristiche e le funzioni che viene narrato (i suoi luoghi e i suoi perso-
di modelli come quelli climatici, cosmologi- naggi). Questo perché, secondo quest’approc-
ci o biologici. Come si definisca «modello» in cio, per mezzo dei modelli sono descritti ap-
queste riflessioni dipende sensibilmente dal- punto sistemi immaginari, come popolazioni
le tipologie considerate: i modelli possono es- infinite, agenti perfettamente razionali o pia-
sere concreti, come le ricostruzioni materiali neti idealmente sferici, proprio come avviene
di un meccanismo, o strutture formali del tut- nella descrizione di scenari fittizi. «Finzione»,
to astratte. In ogni caso, qualunque «oggetto» però, qui non vuol dire «falsità»: lo scenario
siano, devono permettere un’interpretazione immaginario segue regole precise, e quello
che li colleghi all’ambito studiato. che è descritto può avere o meno corrispetti-
vo nel mondo reale. Resta aperta la questione
Come mai funziona di come questi modelli-finzioni possano for-
Una delle principali questioni discusse na- nire conoscenza scientifica, e le soluzioni pro-
sce dal fatto che i modelli sono inevitabilmen- poste sono spesso piuttosto laboriose.
te frutto di idealizzazioni e semplificazioni. Un secondo approccio, più duttile, vede i
In che modo, allora, ci possono fornire cono- modelli come «artefatti epistemici», cioè «si-
scenza corretta dell’oggetto di studio? E co- stemi di interdipendenze intenzionalmente
me possono rappresentare adeguatamente costruiti per risolvere determinate questioni
quest’oggetto o «target»? La risposta più im- scientifiche», come li definisce Tarja Knuut-
mediata a entrambe le domande è quella che tila, filosofa della scienza dell’Università di
identifica la rappresentazione con un rappor- Vienna. Intesi così, i modelli possono servire
to di somiglianza tra il modello e il target: per come veicolo di conoscenza anche indipen-
esempio, un rapporto di morfismo tra le ri- dentemente da come (e se) rappresentino in
spettive strutture, nel cosiddetto «approccio modo efficace un target. Un volume utile per
strutturale». Secondo questa posizione, il mo- farsi un’idea più precisa di tutto questo è Mo-
dello può fornire conoscenza proprio in virtù dels and Idealizations in Science. Artifactual
della somiglianza col target. Tuttavia, oltre a and Fictional Approaches (Springer, 2021), cu-
una serie di problemi (quali il modo in cui at- rato da A. Cassini e J. Redmond.

www.lescienze.it Le Scienze 15
Homo sapiens di Giorgio Manzi

ordinario di paleoantropologia alla Sapienza Università di Roma;


socio corrispondente dell’Accademia Nazionale dei Lincei

La medicina darwiniana si evolve


La visione di salute e malattia in chiave evoluzionistica
è stata proficua e continua ad aggiornarsi

rovo sempre più interessante – per la tazionista” […]. Questo paradigma […] può

T nostra salute come per la cultura bio-


medica – un campo di studi poco no-
to nel nostro paese: la «medicina darwiniana»
Copia di 44a51459b9e30982c62bc1505f0b61bd
prevedere sfaccettature insospettate della
biologia umana e fornire nuove spiegazioni
delle cause dei disturbi in medicina».
o evoluzionistica. In realtà, ne sappiamo tut- La discussione è dunque centrata sul con-
ti qualcosa da quando COVID-19 ha pervaso le cetto di adattamento per selezione naturale,
nostre vite. Ma il discorso è molto più ampio: partendo dagli adattamenti con cui noi com-
lo si vede, per esempio, leggendo su «World battiamo i patogeni, ma prendendo anche in
Psychiatry» il nuovo articolo di un pioniere esame come i patogeni acquisiscono, a loro
della disciplina, Randolph M. Nesse: lo psi- volta, adattamenti tali da contrastare i nostri;
chiatra accreditato all’Università del Michi- si sviluppa poi affrontando i costi, disadatta-
gan e all’Arizona State University negli Sta- tivi quanto necessari, dei nostri adattamenti,
ti Uniti, autore insieme al biologo George C. così come il disallineamento tra il nostro de-
Williams del best-seller internazionale Perché sign corporeo (sviluppatosi nella preistoria)
ci ammaliamo. Come la medicina evoluzioni- e gli attuali contesti ambientali dell’umanità,
stica può cambiare la nostra vita (edizione ori- ben diversi da quelli del Paleolitico. E così via:
ginale 1996; tradotto da Einaudi nel 1999). la lista potrebbe continuare e si dovrebbe ave-
Come è facile capire, la medicina evoluzio- re lo spazio per entrare in molti dettagli.
nistica è l’applicazione della teoria darwiniana
– nell’accezione più estesa – alla comprensio- Modalità plurali
ne di salute e malattia. Si può dire che, se la ri- Dagli esordi della medicina evoluzioni-
cerca e la pratica biomedica si sono sempre stica, molta strada è stata percorsa – anche
concentrate sui meccanismi fisiologici e mo- se parliamo solo degli ultimi trent’anni o po-
lecolari di salute e malattia, la medicina evo- co più – superando in una certa misura l’im-
luzionistica parte da come l’evoluzione pos- postazione unificatrice in chiave darwiniana
sa aver plasmato questi meccanismi. Da qui, proposta da Williams e Nesse. L’attenzione si
gli esperti di una varietà di discipline – come è concentrata sulla valenza interdisciplinare
antropologia e paleoantropologia, medicina e di questo approccio, o anche sulla nostra na-
infermieristica, ecologia e biologia molecola- tura biologica, vista come largamente vicaria-
re – hanno convenuto i principi fondamentali ta dalle risorse che abbiamo acquisito come
dell’educazione e della pratica di questa nuo- specie culturale.
va prospettiva in campo medico-sanitario. La mia impressione è che ci sia ancora pa-
recchio da fare in questo senso e che il «pro-
Il programma adattazionista gramma adattazionista» citato da Williams e
Come scrissero gli stessi Williams e Nesse Nesse sia solo una possibile chiave di lettura o
in un articolo fondamentale apparso nel 1991 che addirittura possa essere fuorviante. Sap-
su «The Quarterly Review of Biology», dal ti- piamo infatti che questo paradigma, derivato
tolo The dawn of darwinian medicine: l’evolu- (almeno in parte) dai dettami della «teoria sin-
zione per selezione naturale «ha recentemen- tetica» della prima metà del Novecento, è su-
te acquisito nuove potenzialità per spiegare perato: oggi leggiamo l’evoluzione come un
molti aspetti della malattia. Questo progresso processo con cause e modalità plurali, tutt’al-
deriva in gran parte dall’applicazione di quel- tro che finalistico. Insomma, penso proprio
lo che è stato chiamato “il programma adat- che se ne dovrà riparlare.

16 Le Scienze 659 luglio 2023


La finestra di Keplero di Amedeo Balbi

professore associato di astronomia e astrofisica


al Dipartimento di fisica dell’Università di Roma Tor Vergata

Estrarre energia dai buchi neri


È un’idea che non aiuterà ad alimentare future civiltà
cosmiche, ma a capire meglio la fisica di questi oggetti

ella parte finale di un articolo sul metodo di produzione energetica per civiltà

N collasso gravitazionale pubblicato


nel 1969 su «La Rivista del Nuovo
Cimento», il fisico Roger Penrose si chiedeva Copia di 44a51459b9e30982c62bc1505f0b61bd
avanzate (di quello si sono occupati gli auto-
ri di fantascienza) quanto come possibile spie-
gazione dei fenomeni osservati attorno ai bu-
se fosse possibile estrarre energia da un buco chi neri nel centro delle galassie.
nero. «Si potrebbe pensare – scriveva Penrose Il «metodo balistico» a cui alludeva Penro-
– che, dal momento che la materia che vi cade se, di fatto, potrebbe realizzarsi in modo na-
è persa per sempre, anche il suo contenuto di turale: se un oggetto che entra nell’ergosfera
energia sia intrappolato in modo irrevocabile. (per esempio una stella) si frammenta in due
Tuttavia, a me non è del tutto chiaro che le co- o più parti, sotto opportune condizioni uno
se debbano stare così.» dei frammenti può sfuggire dalla regione con
Penrose proseguiva la sua analisi con un energia maggiore di quella iniziale, mentre gli
fantasioso esperimento mentale, immaginan- altri vengono inghiottiti dal buco nero. Oggi
do una civiltà che abbia costruito una qual- si pensa che questo meccanismo non sia ab-
che forma di struttura stabile attorno a un bu- bastanza probabile ed efficiente per spiegare
co nero rotante e che possa calare delle masse i fenomeni di alta energia osservati nei nuclei
verso la cosiddetta «ergosfera», ossia la regio- galattici attivi, ma resta l’interesse teorico per
ne di spazio-tempo che circonda l’orizzonte un processo che può aiutare a comprendere
del buco nero e che viene trascinata incessan- meglio la fisica dei buchi neri.
temente dalla sua rotazione. Un oggetto che
entri nell’ergosfera non può evitare di ruota- La prova sperimentale
re a sua volta attorno al buco nero, a meno che Nel 1971, il fisico russo Yakov Zel’dovich Buco nero supermassiccio.
non superi la velocità della luce, cosa notoria- propose un meccanismo analogo a quello di Un’ipotetica civiltà che abbia costruito
mente impossibile. Secondo Penrose, orche- Penrose, ma basato su condizioni meno estre- una struttura stabile attorno a un buco
strando in modo opportuno la discesa delle me e quindi verificabili in laboratorio. Zel’do- nero rotante, come quello qui illustrato,
masse nell’ergosfera, gli abitanti della strut- vich immaginò di indirizzare onde lumino- in linea teorica potrebbe ricavare energia
tura potrebbero ottenere più energia di quel- se su un cilindro in rapida rotazione, in grado calando delle masse nella regione
la contenuta nelle masse stesse, sottraendola di assorbire una parte dell’energia delle on- che circonda l’orizzonte degli eventi.
alla rotazione del buco nero. «Naturalmente de e di rifletterne la restante. Il cilindro rotan-
– commentava Penrose – questo non è certo te farebbe così le veci del buco nero, e la luce
un metodo pratico! Potrebbero essere possi- uscente guadagnerebbe energia in modo ana-
bili alcuni miglioramenti, per esempio usan- logo a quello ipotizzato da Penrose, sebbene
do un metodo balistico. Ma la cosa importante non per effetto della gravità. Perché il mec-
è scoprire cosa si può e cosa non si può fare in canismo funzioni, però, il cilindro dovrebbe
linea di principio, perché ciò può avere qual- ruotare miliardi di volte al secondo, cosa im-
che rilevanza indiretta per le situazioni astro- possibile da mettere in pratica.
fisiche.» Una versione dell’esperimento basa-
Cortesia NASA/JPL-Caltech

ta sull’uso di onde sonore, molto più lente di


Al centro delle galassie quelle luminose, è stata però pubblicata alcu-
In effetti, il meccanismo ipotizzato da Pen- ni anni fa su «Nature Physics» da un team gui-
rose (in seguito ribattezzato «processo di dato da Miles Padgett e Daniele Faccio, dell’U-
Penrose») è stato preso in esame nei decen- niversità di Glasgow in Scozia, e ha mostrato
ni successivi dagli astrofisici, non tanto come che l’idea funziona davvero.

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GENOMICA

Un genoma per tutta l’umanità


Il Progetto pangenoma mira a descrivere l’enorme varietà genetica della specie

Copia di 44a51459b9e30982c62bc1505f0b61bd
Andrew Brookes/AGF

18 Le Scienze 659 luglio 2023


Ricerca, tecnologia
e medicina dai laboratori
di tutto il mondo

Otto miliardi di genomi. Parliamo di genoma umano al singolare, come se fosse


Il genoma di ogni persona è diverso e in alcune lo stesso per tutti, ma in realtà ci sono oltre otto miliardi
popolazioni sono diffuse sequenze che in altre di genomi umani: uno per ciascuno di noi. Nei vent’anni
sono rare o assenti. Perciò il genoma di riferimento trascorsi dal sequenziamento del primo genoma umano,
originario, ricavato da pochi individui, non la comunità scientifica si è resa conto che una singola
rappresenta la varietà umana. sequenza di riferimento – ottenuta da solo 11 individui,
tutti statunitensi – non può restituire l’enorme diversità
genetica della nostra specie. Per esempio, l’80 per cento
degli abitanti della Papua Nuova Guinea contiene un
frammento di 400.000 nucleotidi, probabilmente
ereditato da specie umane oggi estinte, che non esiste nel
resto della specie. Ed è quindi assente nel genoma umano
di riferimento.
Copia di 44a51459b9e30982c62bc1505f0b61bd

È un problema scientifico, ma anche sociale e medico:


il genoma di numerose popolazioni indigene e dei loro
discendenti non è correttamente rappresentato nella
ricerca e nei risultati della genetica, con implicazioni
per la salute e l’accesso alle terapie. È necessario dunque
passare dal genoma, singolare, a un pangenoma, plurale.
Con pangenoma si intende una collezione di genomi
sequenziati con accuratezza appartenenti a individui
geneticamente diversi, uniti in un’unica struttura
dati coerente, che può essere navigata e usata come
riferimento dai ricercatori, come la sequenza originaria.
L’impresa di realizzarlo è guidata dal Progetto
pangenoma umano, che ha pubblicato su «Nature»
la prima bozza del nostro pangenoma, ricavata da 47
persone scelte per campionare la variabilità genetica
umana. Siccome ogni essere umano ha due copie
diverse del genoma, si tratta di un totale di 94 sequenze
genomiche, complete e accuratamente annotate. In totale
le varianti a oggi registrate nel pangenoma ammontano a
circa 90 milioni di nucleotidi finora non rappresentati nel
genoma di riferimento.
È solo una prima bozza: l’obiettivo immediato del
Progetto è di ampliare la copertura almeno a 350
individui, e poi molto oltre. Ma è già una risorsa molto
fertile. Grazie al pangenoma, mostrano i ricercatori,
aumenta significativamente l’accuratezza nella scoperta
e nell’analisi di varianti genetiche, che possono essere di
interesse per la salute. Uno studio a corollario, pubblicato
nello stesso numero di «Nature» e a cui ha collaborato
l’Istituto di genetica e biofisica del CNR di Napoli, grazie
al pangenoma ha dimostrato che un sottoinsieme di
cromosomi non omologhi si scambia regolarmente
materiale genetico. Fenomeno che spiega finalmente
l’insorgere di molte comuni alterazioni cromosomiche
d’interesse medico. Il pangenoma promette di essere
la futura piattaforma per lo studio della salute, della
biologia e delle origini dell’umanità, includendo tutte le
popolazioni del pianeta nel caleidoscopio della nostra
eredità genetica, innumerevoli rami di un unico albero.
Massimo Sandal

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ASTRONOMIA

C’è acqua su una super-Terra, forse


Non è ancora certo se il vapore appartenga al pianeta o alla sua stella

A poco più di 26 anni luce da noi, in di-


rezione della costellazione della Vergine,
c’è una stella attorno a cui orbita un piane-
ta roccioso che potrebbe essere avvolto da
un’atmosfera contenente vapore d’acqua.
La stella è la nana rossa Gliese 486 e il pia-
neta, scoperto nel 2021, è una super-Ter-
ra di circa tre masse terrestri e con un rag-
gio pari a 1,3 volte quello terrestre. Adesso,
grazie a due transiti del pianeta davanti Copia di 44a51459b9e30982c62bc1505f0b61bd

alla stella osservati dal James Webb Spa-


ce Telescope, un gruppo di astronomi
guidato da Sarah Moran, dell’Universi-
tà dell’Arizona a Tucson, ha dichiarato di
aver rilevato negli spettri osservati la pre-
senza dell’acqua: indizio che il pianeta,
per quanto molto vicino alla stella e quin-
di molto caldo, potrebbe essere dotato di
un’atmosfera. Gliese 486 b, questo il nome
del pianeta, si trova infatti in un’orbita a
bassa eccentricità con una distanza media
dalla stella pari a 2,5 milioni di chilometri ni modelli di atmosfere, per concludere ficie del Sole) sono ancora più fredde, con
(Mercurio dista dal Sole circa 60 milioni di che il segnale osservato è con ogni proba- temperature tali da sostenere la formazio-
chilometri) e ha una temperatura superfi- bilità prodotto dal vapore acqueo. Tutta- ne di vapore acqueo. E, con i dati attua-
ciale stimata di 430 gradi Celsius. via, l’acqua osservata potrebbe non essere li, i due scenari sono altrettanto probabili.
Per arrivare a questo risultato, in pub- presente nell’atmosfera del pianeta, ma in Serviranno quindi nuove osservazioni per
blicazione su «The Astrophysical Journal quella della stella. Le nane rosse sono in- confermare la scoperta dell’acqua nell’at-
Letters», Moran e collaboratori hanno fatti stelle fredde, e le eventuali macchie mosfera di un esopianeta roccioso.
confrontato gli spettri raccolti con alcu- stellari (come quelle osservate sulla super- Emiliano Ricci

Una nuova e sorprendente stima della costante di Hubble


Uno dei problemi aperti più importanti della cosmologia è il valore della oggetto celeste, a causa della curvatura dello spazio-tempo indotta da
costante di Hubble, che misura il tasso di espansione dell’universo: i un corpo massiccio, può risultare deformata o moltiplicata agli occhi
due principali metodi sperimentali che permettono di misurarla – basati di un osservatore. Se ciò avvenisse per una supernova, quest’ultima
rispettivamente sulla distribuzione della radiazione cosmica di fondo apparirebbe più volte in posizioni leggermente diverse nel cielo, con
nell’universo primordiale e sulle osservazioni di supernove nell’universo un ritardo tra le apparizioni successive: combinando tali ritardi con altri
locale – forniscono risultati tra loro incompatibili. dati osservabili, è possibile ricavare il valore della costante di Hubble.
Per indagare più a fondo la natura di questa tensione, diversi gruppi Nel 2014, Kelly e colleghi hanno osservato per la prima volta un evento
stanno cercando da tempo nuovi approcci osservativi. In questo filone del genere (una supernova distante ben 14 miliardi di anni luce dalla
si inserisce uno studio pubblicato su «Science», guidato da Patrick Terra, ribattezzata non a caso «Refsdal»), prevedendo e osservando
Kelly dell’Università del Minnesota, che ha ottenuto una nuova stima puntualmente la ricomparsa della supernova in una nuova posizione
della costante di Hubble usando una tecnica mai sperimentata finora, circa un anno dopo. L’analisi dei ritardi temporali ha permesso di
Mark Garlick/ SPL/AGF

basata sull’analisi di immagini multiple di una lontana supernova. misurare la costante di Hubble: a sorpresa, il valore ottenuto è molto
Il metodo fu proposto per la prima volta nel 1964 dall’astrofisico simile a quello ricavato sulla base dell’universo primordiale, mentre è in
norvegese Sjur Refsdal, che suggerì di sfruttare il fenomeno delle lenti forte disaccordo con altre misurazioni basate su supernove.
gravitazionali, un effetto relativistico secondo cui l’immagine di un Matteo Serra

20 Le Scienze 659 luglio 2023


PLANETOLOGIA
Nuove misure
L’età degli anelli di Saturno rivalutano
la massa
Hanno al più 400 milioni di anni, ma le origini restano oscure del bosone W
Poco più di un anno
fa, i ricercatori della
collaborazione statunitense
Collider Detector at Fermilab
(CDF) avevano annunciato
sulle pagine di «Science»
un risultato potenzialmente
molto importante: il bosone
W, particella mediatrice
Copia di 44a51459b9e30982c62bc1505f0b61bd

della forza nucleare debole,


sarebbe più pesante di
quanto previsto dal modello
standard delle particelle
elementari. La pubblicazione
del risultato aveva acceso
un grande interesse nella
comunità scientifica, in
quanto potenziale indizio di
nuova fisica.
Ora, però, dal CERN di
Ginevra arriva un’indicazione
di segno opposto. Gli
scienziati della collaborazione
ATLAS, uno degli esperimenti
in corso all’acceleratore LHC
del CERN, hanno presentato
alla conferenza Rencontres
de Moriond nuovi risultati
sulla misurazione della
massa del bosone W, basati
Sin dal 1859, quando il fisico scozzese James la sonda Cassini, che ha orbitato attorno a Satur- su dati raccolti nel 2011 e
Clerk Maxwell (più noto per aver formulato le no dal 2004 al 2017 offrendo una visione senza sottoposti di recente a un
leggi dell’elettromagnetismo) pubblicò un sag- precedenti del pianeta, dei suoi satelliti e del si- più approfondito scrutinio.
gio in cui dimostrava che gli anelli di Saturno stema di anelli. In particolare, grazie ai grani di L’analisi ha mostrato un pieno
non potevano essere un corpo solido, ma dove- polvere raccolti, Kempf e collaboratori hanno accordo con le previsioni
vano essere costituiti da una miriade di fram- calcolato il flusso di materiale roccioso prove- del modello standard
e M.H. Wong (University of California, Berkeley); CC BY 4.0

menti, gli astronomi si sono chiesti quali fossero niente dall’esterno del sistema di Saturno che (confermando precedenti
NASA, ESA, A. Simon (Goddard Space Flight Center),

la loro origine e la loro età. Uno studio su «Scien- arriva a depositarsi sugli anelli, composti in pre- risultati di LHC), risultando al
ce Advances» sembra finalmente rispondere alla valenza di ghiaccio d’acqua. Osservando quanto contempo incompatibile con
seconda domanda: rispetto al pianeta, che ha 4,5 questo ghiaccio è contaminato dalla polvere, si la misurazione pubblicata da
miliardi di anni, gli anelli sono molto più giova- può stabilire il tempo in cui gli anelli sono sta- CDF l’anno scorso. Il risultato
ni. Lo sostiene un gruppo di astronomi guidato ti esposti al flusso di materiale di origine inter- alimenta così il mistero su
da Sascha Kempf, dell’Università del Colorado a planetaria. quale sia il reale valore di
Boulder, secondo cui gli anelli hanno un’età non Da studi precedenti sappiamo che gli anelli questa massa, segnando
superiore a 400 milioni di anni. Meno di un de- dureranno altri 100 milioni di anni, per una vi- tuttavia un importante
cimo dell’età del pianeta, quindi. ta complessiva di appena mezzo miliardo di an- punto a favore del modello
Per stabilirlo, gli autori si sono avvalsi dei dati ni: un tempo breve in termini astronomici. E re- standard.
raccolti dallo strumento Cosmic Dust Analyzer stano tuttora oscure le loro origini. Matteo Serra
(analizzatore della polvere cosmica) a bordo del- Emiliano Ricci

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EVOLUZIONE
Uno dei
Il tempo profondo delle farfalle più antichi
organismi
Questi insetti emersero in Nord America 100 milioni di anni fa macroscopici
Una gelatinosa collana di
perle potrebbe essere stata
uno dei più antichi organismi
visibili a occhio nudo mai
comparsi sulla Terra. Si
chiama Horodyskia, ed è
vissuto a lungo: da 1,48
miliardi a 550 milioni di anni
fa. I paleontologi ne avevano
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scoperto i fossili già nel 1982,


ma i resti finora noti non
erano preservati in modo
abbastanza dettagliato da
capire se si trattasse di un
organismo vivente o di una
struttura inorganica. Ora il
ritrovamento di numerosi
esemplari ben conservati nel
nord della Cina, pubblicato
su «Communications
Biology», mostra che
Horodyskia era chiaramente
un organismo vivente.
La sua struttura, anche se
di incerta classificazione,
richiama in parte quella delle
moderne alghe cenocitiche,
ovvero in cui l’organismo
è formato dalla fusione
di più cellule. Le singole
Ricostruendo il più grande albero evolutivo del- ro spostate prima in Asia, attraverso lo stretto di «perle» di Horodyskia
le farfalle, un gruppo di ricercatori ha scoper- Bering, per poi raggiungere in poco tempo il Su- rappresenterebbero quindi
to che questi preziosi insetti impollinatori sono dest asiatico, il Medio Oriente e il Corno d’Africa. cellule giganti, di circa un
comparsi per la prima volta in Nord America. Solo più tardi, intorno ai 45 milioni di anni fa, sa- millimetro di diametro, con
Già in passato gli scienziati avevano chiarito rebbero arrivate in Europa. E gli effetti di questo numerosi nuclei. A loro volta,
come le farfalle fossero comparse intorno ai 100 ritardo sarebbero visibili ancora oggi. «Rispetto queste erano unite a formare
milioni di anni fa, quando alcune falene nottur- ad altre parti del mondo, l’Europa non ha mol- colonie di lunghe catene sul
ne iniziarono a volare di giorno e a nutrirsi del te specie di farfalle e tante di quelle che ha si tro- fondo marino, probabilmente
nettare dei fiori. Quello che ancora non sapeva- vano anche altrove», dice Akito Kawahara, en- protette da uno strato
no però era dove fosse avvenuto questo passag- tomologo dell’Università della Florida e primo gelatinoso. Horodyskia
gio evolutivo. Adesso, assemblando il DNA di ol- autore dello studio. rappresenta quindi uno dei
tre 2000 specie di farfalle, che rappresentano I risultati hanno inoltre rivelato un’affinità più antichi esempi di vita
tutte le famiglie esistenti e alcune forme fossili, particolare con uno specifico gruppo di pian- macroscopica e pluricellulare
gli autori hanno tracciato i movimenti e le abitu- te. «Fin dall’antenato comune a tutte le farfalle, finora conosciuti,
benjaminjk/iStockphoto

dini alimentari delle farfalle nel tempo. L’indagi- le piante di fagioli sono risultate essere gli ospi- documentando una fase
ne filogenetica, pubblicata su «Nature Ecology & ti ancestrali di questi insetti», dice Kawahara. Da poco nota ma fondamentale
Evolution», colloca il primo volo di questi insetti allora, l’evoluzione delle farfalle e delle piante a dell’evoluzione.
in Nord e in Centro America. fiore è rimasta intrecciata. Massimo Sandal
Dopo la loro comparsa, le farfalle si sarebbe- Enrico Nicosia

22 Le Scienze 659 luglio 2023


GENETICA

Quel nostro naso un po’ Neanderthal


Sulla sua altezza influirebbe DNA ereditato da questa specie umana estinta

Da quando nel 2010, con il lavoro del premio Nobel Svante


Pääbo, è stato sequenziato il genoma dei Neanderthal, abbiamo
scoperto come questa specie umana estinta abbia lasciato qual-
cosa di sé nella nostra specie. Ora, alcuni antropologi della Fu-
dan University, in Cina, e dell’University College London, alla gui-
da di un’ampia collaborazione internazionale, hanno scoperto che
parte del DNA ereditato dai Neanderthal influenza anche la for-
ma del nostro naso. Nella ricerca, pubblicata su «Communications
Biology», gli autori hanno condotto uno studio di associazione
sull’intero genoma combinando i dati genetici e le caratteristiche
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facciali di oltre 6000 persone provenienti dall’America Latina con


origini europee, americane e africane. Sono così emerse 33 nuove
regioni del genoma umano associate alla forma del volto.
Una regione in particolare, chiamata ATF3, avrebbe materiale
genetico ereditato dai Neanderthal e contribuirebbe a determina-
re l’altezza del nostro naso. Su questo gene gli autori hanno inol-
tre scoperto segni di selezione naturale che suggerirebbero un
vantaggio evolutivo per chi ha ereditato il materiale genetico dei
Neanderthal. «Il naso ci aiuta a regolare la temperatura e l’umidi-
tà dell’aria che respiriamo. Il gene che abbiamo identificato po-
trebbe essere stato ereditato dai Neanderthal per aiutare gli esseri
umani ad adattarsi a climi più freddi quando sono usciti dall’A-
frica», dice Qing Li, antropologo e primo autore dello studio. È la
seconda volta che i ricercatori scoprono parti di DNA di ominini
estinti in grado di influenzare le caratteristiche del nostro volto.
Nel 2021, lo stesso gruppo di ricercatori aveva individuato mate-
riale genetico ereditato dai Denisova che contribuisce a determi-
nare la forma delle labbra negli umani moderni.
Enrico Nicosia

I pezzi mancanti del genoma che ci rendono esseri umani


Rispetto al DNA di altri mammiferi, compresi i nostri parenti più specie. Usando una tecnologia che permette di individuare e analizzare
stretti, gli scimpanzé, al nostro mancano pezzi. Poco più di 10.000 simultaneamente la funzione di migliaia di differenze genetiche tra
unità di informazioni genetiche, la maggior parte delle quali si traduce specie, il gruppo di Reilly ha scoperto i 10.032 «pezzi» mancanti nel
in un paio di basi azotate circa. Mancano a tutti gli esseri umani e DNA umano, tutti localizzati in regioni non codificanti: 800 hanno
ciò sarebbe la prova che questa «perdita» è stata evolutivamente un impatto significativo sulla regolazione dell’espressione genica e
importante: avrebbe contribuito a renderci Homo sapiens, affermano nella metà dei casi aumentano questa attività regolatoria invece che
alcuni ricercatori in uno studio su «Science». «Spesso pensiamo che deprimerla (una sorpresa visto che si credeva che la perdita di basi
ogni innovazione biologica richieda “aggiunte” di DNA, mentre questo azotate causasse una perdita di funzioni). Le sequenze genetiche
lavoro dimostra come pure l’eliminazione di parti del genoma possa «rimosse» scarseggiano nelle cellule della pelle, muscolari e vascolari,
partecipare in modo sostanziale alla comparsa di tratti che rendono mentre sono abbondanti nei tessuti adiposo, digerente e cerebrale.
Marco Ansaloni/SPL/AGF

unica la nostra specie», ha commentato Steven Reilly, docente di Ed è soprattutto nel cervello che hanno gli effetti più determinanti
genetica alla Yale School of Medicine e coordinatore della ricerca. per il nostro essere umani, influendo sulla regolazione di processi
Lo studio è stato condotto nell’ambito del progetto internazionale come formazione e differenziamento dei neuroni, mielinizzazione,
Zoonomia, il cui obiettivo è catalogare la diversità genetica dei segnalazione e funzionamento delle sinapsi.
mammiferi tramite il sequenziamento e il confronto del DNA di 240 Martina Saporiti

www.lescienze.it Le Scienze 23
News

New York sprofonda


Come far sotto il suo stesso peso
evolvere la
Modelli geologici della superficie di New York,
pluricellularità intrecciati con dati satellitari, suggeriscono che
in laboratorio la città sta sprofondando a un ritmo crescente,
con alcune aree che affondano in modo ancor
Il sorgere di organismi più rapido di altre. «Le misurazioni geodetiche
pluricellulari dall’unione di mostrano un tasso medio di subsidenza di 1-2
singole cellule è una delle millimetri per anno in tutta la città», spiega Tom
pietre miliari della storia Parsons, geofisico della US Geological Survey a
della vita, ancora poco capo dello studio pubblicato su «Earth’s Future».
compresa. William C. Ratcliff Il gruppo ha calcolato che la massa degli edi-
e colleghi del Georgia fici di New York è di 764 miliardi di chilogram-
Institute of Technology mi, con i grattacieli più alti che esercitano la
di Atlanta sono riusciti pressione maggiore sul terreno sottostante, ric-
a riprodurre in provetta co di argilla e riempimenti artificiali. Gli scien-
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questo passaggio evolutivo. ziati avvertono che la ripetuta esposizione del-


Modulando la disponibilità le fondamenta degli edifici all’acqua di mare,
di ossigeno e selezionando per esempio nel corso di eventi estremi co-
colonie di sempre maggiori me gli uragani, può compromettere la struttu-
dimensioni hanno ottenuto ra dei grattacieli, corrodendone l’acciaio e inde-
ceppi di lievito di birra bolendo il cemento. La subsidenza del terreno
(Saccharomyces cerevisiae), col tempo sarà aggravata dalla crisi climatica e
normalmente unicellulare, dall’urbanizzazione, per via di un incremen-
che invece vivono to dell’estrazione delle acque sotterranee, della
sotto forma di strutture crescita della densità edilizia e dell’aumento del
pluricellulari visibili a occhio livello del mare che implica un crescente rischio
nudo. di inondazione della zona costiera. (MaMa)
Lo studio, pubblicato su
«Nature», mostra che le
cellule di lievito hanno Sorprese all’origine degli animali
allungato la propria forma
e irrobustito i legami Alla base dell’albero evolutivo del regno animale non ci sono più le spugne ma gli ctenofori, animali marini
tra loro, formando così gelatinosi superficialmente simili alle meduse. È il risultato di un’innovativa analisi genomica pubblicata da
strutture ramificate e un gruppo internazionale su «Nature». I ricercatori hanno confrontato l’ordine dei geni lungo i cromosomi
fittamente intrecciate, di spugne, ctenofori e animali più complessi, e in organismi unicellulari parenti prossimi degli animali.
che ricordano quelle dei Siccome i riarrangiamenti dei cromosomi sono eventi rari e irreversibili, danno punti di riferimento
funghi pluricellulari in inequivocabili per mettere in ordine lo sviluppo delle diverse linee evolutive.
natura. In questo modo, L’analisi ha dimostrato che, nella loro evoluzione, le spugne e tutti gli animali conservano tracce degli stessi
da una consistenza simile rimescolamenti cromosomici, ma non gli ctenofori. Gli ctenofori quindi, prima che spugne e tutti gli altri
alla gelatina, le colonie animali moderni si diversificassero, avevano già preso da tempo una strada evolutiva separata. Gli ctenofori
hanno acquisito proprietà però sembrano tutto meno che primitivi, rispetto alle spugne: hanno infatti muscoli e un semplice sistema
meccaniche paragonabili nervoso. Resta quindi da chiarire se nervi e muscoli esistevano già nell’antenato comune di tutti gli animali
al legno, così da mantenere ma le spugne li hanno persi; oppure se questi organi si sono evoluti indipendentemente negli ctenofori e
grandi dimensioni senza nel resto del regno animale. (MaSa)
frantumarsi. L’analisi
Alexander Semenov/AGF/SPL (ctenoforo)

genomica delle colonie


cmart7327/iStockphoto (New York);

suggerisce che l’inizio della


transizione a uno stile di
vita pluricellulare potrebbe
essere stata relativamente
semplice, guidata da un
numero limitato di modifiche
genetiche. (MaSa)

24 Le Scienze
L’inquinamento luminoso Un gene batterico
e la riproduzione dei coralli per la vista dei vertebrati L’ennesima
sorpresa
Come molte specie marine, anche i coralli rego- L’origine e lo sviluppo dell’occhio dei vertebrati
lano i propri cicli riproduttivi seguendo le oscil- non è ancora del tutto chiaro. Uno studio di
del moscerino
lazioni della luce notturna dovute alle fasi lu- Chinmay A. Kalluraya e colleghi dell’Universi- della frutta
nari. In particolare, sono stati osservati eventi tà della California a San Diego, pubblicato sui
di deposizioni di massa di gameti non feconda- «Proceedings of the National Academy of Scien- Nuovi organelli cellulari
ti nelle notti subito successive alla Luna piena, ces», si è concentrato sull’origine della proteina sono stati scoperti all’interno
probabilmente per massimizzare l’efficienza ri- IRBP, coinvolta nel meccanismo di risposta del- di un organismo animale,
produttiva. Ora, Thomas W. Davies dell’Univer- la retina alla luce. IRBP è per noi essenziale per si chiamano PXo body, e
sità di Plymouth, nel Regno Unito, e colleghi vedere, ma è invece assente nell’occhio degli interagiscono con il fosfato
hanno individuato i meccanismi con cui l’inqui- invertebrati. Il gene che codifica per IRBP è pe- inorganico in un modo che
namento luminoso interagisce con questi cicli. rò molto simile a geni che si trovano nel DNA di in precedenza era stato
Secondo il loro studio, pubblicato su «Natu- alcuni batteri e che codificano per enzimi (pepti- osservato solo nelle cellule
re Communications», l’illuminazione delle città dasi) responsabili della digestione delle proteine. di batteri, piante e lieviti.
costiere anticipa di pochi giorni le condizioni ti- Copia di 44a51459b9e30982c62bc1505f0b61bd

Secondo gli autori, più di 500 milioni di anni Queste strutture sono state
piche delle notti di Luna piena, inducendo i co- fa un gene batterico della peptidasi è stato acqui- viste per la prima volta
ralli a rilasciare anticipatamente i gameti in ma- sito dal DNA dei vertebrati più antichi e nel tem- nell’intestino del moscerino
re. Per gli autori, questo fenomeno provoca uno po, grazie alla cosiddetta neofunzionalizzazio- della frutta Drosophila
sfasamento della deposizione tra popolazioni di ne, ha potuto coadiuvare lo sviluppo dell’occhio melanogaster, organismo
corallo contigue ma sottoposte a diverso inqui- così come lo conosciamo. Acquisizioni simili modello per gli studi
namento luminoso. Ciò ridurrebbe lo scambio non sono una novità: il genoma umano contie- scientifici da oltre un secolo
di materiale genetico, impoverendo le popola- ne almeno 200 geni di origine batterica. Questa ma che, evidentemente,
zioni interessate. In queste condizioni, poi, i ga- ricerca apre però alla possibilità che lo sviluppo ancora riserva delle
meti sono rilasciati in prossimità delle notti di di strutture anatomiche complesse non sia det- sorprese.
Luna piena, quando le correnti sono più marca- tato solo dal rimodellamento di materiale gene- Alcuni ricercatori della
te ed è maggiore il rischio di dispersione prima tico preesistente, ma anche dall’integrazione di Harvard Medical School
che sia avvenuta la fecondazione. (SiCl) geni di altra provenienza. (AuCo) stavano esaminando il
ruolo del fosfato inorganico
(Pi) nel metabolismo
Gli squali martello cacciano trattenendo il respiro dell’insetto quando si sono
accorti che la proteina PXo,
Lo squalo martello smerlato (Sphyrna lewini), conosciuta per il trasporto
diffuso nelle acque tropicali e subtropicali costiere del Pi, si trovava all’interno
e nel Mediterraneo occidentale, trattiene il respiro di alcuni misteriosi globuli
quando caccia in profondità. Lo hanno scoperto che non rispondevano alle
biologi dell’Università delle Hawaii a Maˉnoa colorazioni istologiche.
che hanno monitorato le funzioni fisiologiche Data l’associazione con la
di questi animali durante le battute di caccia. proteina PXo, i ricercatori
Equipaggiando gli squali con dispositivi che li hanno chiamati «PXo
misurano la temperatura muscolare, l’orientamento bodies». La tecnica della
del corpo e i livelli di attività fisica, i biologi hanno microscopia elettronica
osservato come il corpo di questi predatori marini ha permesso in seguito di
rimanga caldo durante le immersioni in acque svelarne struttura e funzioni,
fredde e profonde e si raffreddi quando tornano ovvero estrarre il Pi dal
verso la superficie. I dati suggeriscono che questo citoplasma della cellula,
comportamento impedisca la perdita di calore essenziale per le funzioni
attraverso le branchie. Precedenti immagini di uno cellulari che sono legate al
squalo martello smerlato che nuota con le branchie metabolismo e alla sintesi
chiuse a oltre 1000 metri di profondità supportano del DNA, e accumularlo
l’ipotesi. «La scoperta fa avanzare la conoscenza all’interno degli organelli.
dell’ecologia di questa specie e migliora la capacità I risultati dello studio sono
di proteggerla», dice Mark Royer, biologo e primo stati pubblicati sulla rivista
Cory Fults

autore dello studio pubblicato su «Science». (EnNi) «Nature». (MaMa)

www.lescienze.it Le Scienze 25
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BIOINGEGNERIA

Ridisegnare
la vita
Con la morfologia sintetica, la scienza
sta imparando a plasmare la materia organica
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in forme e strutture mai viste in natura

di Philip Ball

Illustrazione di Richard Borge


Philip Ball, già redattore di «Nature», scrive di scienza

N
e vive a Londra. Il suo prossimo libro,
How Life Works (University of Chicago Press),
sarà pubblicato nell’autunno 2023.

elle collezioni del Peabody Mu- la materia organica. L’unico limite a quello che si può fare è la fan-
seum, alla Harvard University, si trovano i resti mummificati di tasia, afferma Roger D. Kamm, bioingegnere del Massachusetts
un essere davvero bizzarro. La testa ristretta, il torso e le braccia Institute of Technology (MIT). Per esempio potremmo progetta-
sono quelle di una scimmia, ma dalla vita in giù è un pesce. Moses re un nuovo organo che secerne una particolare biomolecola per
Kimball, fondatore del Boston Museum, acquistò questo curio- curare una malattia, un po’ come il pancreas secerne l’insulina.
so ibrido dalla famiglia di un capitano di mare e nel 1842 lo affittò Potremmo dotare questo organo di cellule di rilevamento per il
all’impresario P.T. Barnum per il suo famoso American Museum a monitoraggio dei marcatori della malattia nel flusso sanguigno,
New York. Barnum sosteneva che si trattasse di una sirena trova- simili agli impianti a rilascio controllato già in uso per la sommini-
ta alle isole Fiji. strazione di medicinali, però realizzati con cellule viventi. O anco-
In realtà all’epoca manufatti di questo genere, di solito intesi ra, continua Kamm, potremmo creare «super-organi», per esem-
per la vendita, erano realizzati da pescatori e artigiani in Giappo-
Copia di 44a51459b9e30982c62bc1505f0b61bd

pio occhi in grado di percepire la luce ultravioletta oltre lo spettro


ne con parti di animali (anche se alcune delle sirene sembrano fat- visibile.
te di papier mâché, ovvero cartapesta). Creature ibride mitologi- Alla fine possiamo immaginare di creare esseri viventi del tut-
che come le sirene, i centauri e le chimere testimoniano l’infinito to nuovi, non plasmati dall’evoluzione, bensì modellati sulla base
fascino che esercita su di noi la plasticità delle forme biologiche, dei nostri progetti. «Nello studiare gli organismi naturali stiamo
cioè l’idea per cui gli organismi naturali possano mutare o essere esplorando solo un angoletto dello spazio potenziale di tutti gli es-
riconfigurati. Tanto nelle leggende quanto nelle narrative più re- seri possibili», dice Michael Levin, biologo della Tufts University.
centi, dal romanzo L’isola del dottor Moreau, scritto da H.G. Wells «Oggi abbiamo l’opportunità di esplorare davvero quello spazio
nel 1896, fino al film Splice, del 2009, sembriamo portati a imma- nella sua interezza». La morfologia sintetica fa emergere interro-
ginare gli organismi viventi come insiemi di parti che si possono gativi profondi che mettono in discussione lo status quo in biolo-
mescolare e riordinare a piacere. gia: da dove deriva la forma? Quali sono le regole che l’evoluzione
Però non basta cucire assieme i pezzi in modo grossolano per ha sviluppato per controllarla? E che cosa succede se le aggiria-
ottenere un organismo vitale. I corpi non sono collezioni arbitra- mo? Facendolo, potremmo rovesciare le idee tradizionalmente
rie di elementi; un embrione umano cresce sviluppando le carat- accettate di che cosa siano il corpo, il sé e la specie, e addirittura di
teristiche standard di un corpo umano, con tutte le parti che la- che cosa sia la vita stessa.
vorano in armonia. Sembra che le forme biologiche tendano a
strutture inevitabili e univoche. Le regole della forma nella vita
Oggi una disciplina emergente sta mettendo in dubbio quest’i- Quella di considerare la materia organica come una sostanza
dea: si chiama morfologia sintetica e si chiede come e fino a che che si può plasmare e ingegnerizzare a piacere è un’idea rivolu-
punto si possano alterare le forme e le strutture naturali della ma- zionaria che emerse per la prima volta nel XIX secolo. A lungo gli
teria organica. L’obiettivo non è creare esseri grotteschi come la zoologi avevano considerato le forme biologiche come innate e
sirena delle Fiji, bensì comprendere meglio le regole della morfo- Charles Darwin aveva affermato che sono scolpite dalla selezio-
genesi naturale (lo sviluppo delle forme biologiche) e creare strut- ne naturale per adattarsi all’ambiente. A metà dell’Ottocento altri
ture e dispositivi utili ingegnerizzando i tessuti organici per ap- scienziati, come il sostenitore di Darwin Thomas Henry Huxley,
plicazioni in medicina, robotica e non solo. iniziarono a sospettare l’esistenza di una forma generica di «mate-
Si può considerare la morfologia sintetica come il passo suc- ria vivente» (spesso chiamata protoplasma) da cui erano state pla-
cessivo alla biologia sintetica. Quest’ultima ha ottenuto tantissimi smate le forme di vita più primitive.
risultati straordinari riconvertendo cellule a lavori non naturali; Nel libro The Mechanistic Conception of Life, pubblicato nel
per esempio è in grado di programmare batteri che si illuminino 1912, il fisiologo tedesco Jacques Loeb sosteneva che la vita po-
in presenza di agenti inquinanti e altre sostanze chimiche. Gran trebbe e dovrebbe essere concepita secondo principi ingegne-
parte della biologia sintetica si fonda sull’ingegneria genetica, ristici. Dopo aver scoperto di poter stimolare la riproduzione
usata per introdurre nelle cellule reti geniche che attribuiscono asessuata nelle uova di riccio di mare trattandole con semplici so-
loro nuove funzioni, per esempio rendendole capaci di produrre luzioni saline, si convinse che quello scelto dalla natura per ge-
enzimi che sintetizzano una molecola non naturale. stire la materia organica non era l’unico modo possibile. «Aleggia
La morfologia sintetica opera al livello successivo: punta a con- ora di fronte a me – scrisse – l’idea che l’uomo stesso possa agi-
trollare le forme e le strutture in cui si uniscono i gruppi di cellu- re da creatore, anche nella natura vivente, plasmandola infine se-
le. Usando le cellule di organismi pluricellulari (come noi), questa condo la sua volontà».
tecnologia potrebbe permettere ai ricercatori di progettare tes- Nello stesso periodo in cui fu pubblicato il libro di Loeb, il chi-
suti, organi, corpi e addirittura organismi completamente nuovi, rurgo francese Alexis Carrel sviluppò tecniche con cui far cresce-
sfruttando l’eccezionale versatilità e plasticità che sembra avere re tessuti in un mezzo di coltura, ottenendo una sorta di materia

28 Le Scienze 659 luglio 2023


organica informe. Carrel sperava che fosse possibile non solo pre- Ci sono tre metodi principali per la comunicazione di questi se-
servare ma anche far crescere da zero organi nuovi al di fuori del gnali provenienti dall’esterno. Il primo è di tipo chimico: una mo-
corpo, da usare per trapianti quando quelli naturali si consuma- lecola arriva sulla superficie della cellula e si lega a un recettore
no, e prospettava così una possibile immortalità. proteico; in questo modo nel recettore si verifica un cambiamento
Questa prospettiva non si è realizzata, ma oggi la coltura di tes- che avvia una cascata di segnali all’interno della cellula.
suti è una tecnologia molto affermata e usata, per esempio, per In alternativa, l’attività interna della cellula può essere modifi-
produrre cute artificiale per innesti cutanei. Ormai far crescere in cata da segnali meccanici, per esempio il fatto che la membrana si
vitro le cellule viventi, sostenendole con le sostanze nutritive di allunghi quando un’altra cellula ci si attacca dall’esterno e la tira.
cui hanno bisogno per far funzionare il metabolismo, riprodursi e Di solito questi segnali meccanici sono «trasdotti» (cioè convertiti
prosperare, è un’operazione di routine, che si può fare anche con in un effetto interno di qualche tipo) da proteine di membrana che
i tessuti umani esattamente come si fa nel far crescere colonie di cambiano comportamento quando sono allungate o schiacciate,
batteri o di lieviti. per esempio iniziano ad ammettere o a escludere il passaggio de-
L’idea che le cellule siano i «mattoni» del nostro corpo può far- gli ioni con carica elettrica che cercano di entrare nella cellula.
le sembrare abbastanza passive, come semplici elementi da impi- Il terzo metodo è direttamente di tipo elettrico. Gli ioni che at-
lare nel costruire le pareti che sono i tessuti. Invece le cellule so- traversano la membrana di una cellula possono produrre una po-
no molto più intelligenti: ciascuna di loro, sotto molti aspetti, è larizzazione elettrica della cellula stessa. È in questo modo che i
un’entità vivente a sé stante, in grado di riprodursi, prendere de- segnali elettrici si trasmettono nel muscolo cardiaco per indur-
cisioni, rispondere e adattarsi all’ambiente che la circonda. La ma- re contrazioni regolari: gli impulsi viaggiano da cellula a cellula
teria organica pluricellulare escogita suoi propri schemi, il che attraverso connessioni chiamate giunzioni comunicanti. Questa
significa che le cellule che la compongono non rimangono per trasmissione di segnali elettrici è una capacità che hanno quasi
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forza ferme nello stesso posto o nello stesso stato. tutte le cellule.
Lo si vede in modo straordinariamente palese nello svilup- Levin ritiene che la comunicazione tra cellule con segnali bio-
po di un nuovo organismo (diciamo un essere uma-
no) da un singolo ovulo fecondato, o zigote. Quando Comunicazione cellulare
quella prima singola cellula si divide in due, in quat-
tro e via dicendo fino a diventare diversi miliardi, quel-
lo che inizialmente era un globo apparentemente pri- Molecola Citoscheletro
vo di struttura, composto di cellule tutte identiche tra Ioni
+

Recettore
loro, diventa un corpo con una forma ben definita, che + +
+

contiene tessuti diversi in cui le cellule hanno ruoli di- Cellule Risposta
+
versi, per esempio quello di generare le contrazioni
cardiache, coordinate elettricamente, o quello di se- + +
+
cernere l’insulina nel pancreas.
Canale
Da millenni scienziati e filosofi naturali si chiedono ionico
da dove arrivi questo piano corporeo. Come fa quella Cellula
massa informe che è l’embrione nelle sue prime fasi di Nucleo Nucleo
vita a sapere che cosa produrre e dove mettere quello Risposta Risposta Neurone
che produce? La risposta, secondo i libri di testo di bio-
logia, è che lo schema si trova nel DNA delle cellule, co-
dificato nei geni. Tuttavia, questa idea non regge a lungo. È vero elettrici induca capacità di elaborazione delle informazioni parti-
che a quanto pare le uniche istruzioni che lo zigote riceve si tro- colarmente potenti, al punto di poter influenzare la morfologia.
vano nel genoma. Per quanto lo si esamini a fondo, però, nel DNA Essa rappresenta quindi, secondo lui, una «manopola di control-
non c’è traccia di un progetto predefinito su come realizzare un lo» utile per applicazioni di medicina rigenerativa e morfologia
cuore oppure un cervello. I geni si limitano a codificare per pro- sintetica. Levin, Vaibhav Pai, della Tufts University, e colleghi
teine o altre molecole che servono ad aumentarne o diminuirne hanno dimostrato che lo sviluppo di strutture neurali nel cervello
la produzione. delle rane sembra controllato dal potenziale elettrico transmem-
Un’idea più corretta è che le reti molecolari della cellula codifi- brana delle cellule embrionali. Quando i ricercatori hanno attiva-
chino certi comportamenti e tendenze e che la morfologia emer- to in modo permanente un gene cruciale chiamato Notch (uno dei
ga quando quegli impulsi si realizzano nell’interazione tra molte fattori che inducono i neuroblasti a trasformarsi in neuroni negli
cellule. Per capire, e forse in fondo per controllare, la forma delle embrioni di rana), lo sviluppo cerebrale ne è stato alterato. Però i
strutture pluricellulari, dobbiamo comprendere queste regole di ricercatori sono riusciti a riportarlo sul binario giusto cambiando
comportamento. il potenziale di membrana di altre cellule adiacenti: il segnale bio-
Le cellule creano ordine e forma comunicando tra loro e ri- elettrico ha prevalso su quello derivante dai geni e ha permesso
Grafica di Jen Christiansen

spondendo l’una all’altra. Ognuna di esse è delimitata da una così alla morfogenesi di procedere in modo corretto.
membrana ricoperta di molecole, che in genere sono proteine. La morfogenesi è un processo delicato che riguarda l’intera-
Queste molecole sono in grado di ricevere segnali sulla superficie zione di informazioni su scale diverse, da quella dell’intero or-
della cellula e di trasformarli in messaggi per le reti interne della ganismo a quella dell’attività genetica e molecolare dentro le sue
cellula, messaggi che di solito hanno come risultato finale l’attiva- cellule, passando per tutte le scale intermedie; è un complesso si-
zione o la soppressione di geni specifici. stema di segnali bottom-up, top-down e middle-out. Se le cellule si

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moltiplicano più rapidamente in una parte dell’embrione che in le cellule rigeneratrici hanno prodotto anatomie inaspettate, per
un’altra, i tessuti che ne derivano possono piegarsi e contorcer- esempio vermi con una testa a ciascuna estremità.
si. Questa deformazione genera stress meccanici che hanno una Lo stesso potenziale rigenerativo è presente in anfibi come gli
ricaduta sulle cellule stesse, nelle quali attivano e disattivano de- assolotti e le salamandre, che sono in grado di farsi ricrescere co-
terminati geni; in questo modo ne causano una differenziazione de e arti amputati. Questa impresa richiede due capacità mor-
rispetto alle altre cellule circostanti e le indirizzano su una traiet- fologiche: le cellule che ricrescono devono essere in grado di
toria di sviluppo che le porterà a diventare un certo tessuto o un svilupparsi e formare molti tipi diversi di tessuti, come pelle, mu-
organo in particolare. scoli, ossa e vasi sanguigni, e inoltre questi tessuti devono orga-
Per fare un altro esempio, nella massa di cellule che cresce fi- nizzarsi spontaneamente nel modo giusto. Gli anfibi hanno una
no a diventare un feto le cellule che si trovano all’interno possono riserva di queste cellule versatili, chiamate staminali, per le ripa-
rimanere isolate dalla rete di capillari in cui scorre il sangue ric- razioni necessarie. Se vogliamo trovare il modo di infondere po-
co di ossigeno; questa situazione le spinge allora a produrre e rila- tere rigenerativo anche ai nostri corpi, dobbiamo capire e padro-
sciare sostanze che inducono altre cellule adiacenti a trasformar- neggiare le regole globali che governano la forma.
si in nuovi vasi sanguigni. Il DNA cellulare non ha mai contenuto
il progetto di un sistema vascolare; la rete ramificata che si ottie- La plasticità delle cellule
ne alla fine è una morfologia che emerge dalle regole di interazio- Tutti gli embrioni contengono una massa di cellule capaci di
ne e risposta tra cellule. svilupparsi in tutti i tipi di tessuti corporei, una proprietà che si
«Il genoma codifica un collettivo cellulare dotato di enorme chiama pluripotenza. Negli esseri umani, però, queste cellule
plasticità – afferma Levin – che continua a riorganizzarsi fino a perdono gradualmente la plasticità nel corso di una serie di tra-
quando non raggiunge la morfologia target». Una delle illustra- sformazioni che le fanno differenziare, destinandole ai loro vari
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zioni più notevoli dell’esistenza di queste forme target è il mo- ruoli specializzati. A lungo si pensava che quando le cellule em-
do in cui nei tritoni si sviluppa un tubo chiamato tubulo prone- brionali perdono la pluripotenza perdano per sempre anche la
frico, precursore del rene. Se le cellule contenessero
istruzioni genetiche che dicessero loro di formare un
Pluripotenza
tubo, allora ci si aspetterebbe che cellule più grandi Cellula embrionale Cellula staminale
formassero un tubo più grande, in proporzione. Inve- (pluripotente pluripotente
ce negli anni quaranta l’embriologo Gerhard Fankhau- per natura) indotta (iPSC)
ser mise alla prova questa idea usando cellule con
cromosomi sovrannumerari che le facevano cresce-
re oltre le dimensioni normali e scoprì che il tubo che È possibile
Differenziazione riprogrammare
veniva a formarsi era di diametro e spessore normali, una cellula matura
semplicemente era composto di meno cellule. Le cel- Cellule intermedie riportandola allo
stato di cellula
lule più grandi cambiavano addirittura forma per cre- staminale
are la struttura quasi da sole. Era come se le cellule, (iPSC)
collettivamente, «sapessero» qual era la struttura tar-
get e adattassero il proprio comportamento individua-
le di conseguenza. Albert Einstein rimase affascinato Cellula Cellula Cellula
endodermica mesodermica ectodermica
da questi esperimenti e scrisse a Fankhauser che «cosa
determini davvero la forma e l’organizzazione sembra
davvero indecifrabile». Cellule mature
Un esempio ancora più notevole di questa apparen-
te «visione globale» delle strutture pluricellulari si tro-
va in alcuni platelminti primitivi chiamati planarie. Se
si taglia via un pezzo di una planaria, l’animale farà ri-
crescere esattamente gli stessi tessuti che sono stati Cellula beta Cellula
tolti, né più né meno. Basta un pezzetto minuscolo di Enterocita del pancreas Miocita Eritrocita Neurone cutanea
planaria per formare di nuovo un verme intero, di for-
ma e proporzioni normali.
È fin troppo evidente che gli esseri umani non hanno questa versatilità, ma nel 2006 il biologo Shin’ya Yamanaka dell’Univer-
capacità; allora come fanno le planarie? Per riuscirci, sembra ne- sità della California a San Francisco e i suoi collaboratori hanno
cessario che le cellule che si rigenerano siano in grado di «legge- dimostrato che non è così. Partendo da cellule di mammifero ma-
re» il piano corporeo generale: danno un’occhiata all’organismo ture e differenziate, sono riusciti a riportarle a uno stato simile a
nel suo insieme, si chiedono che cosa manchi e si adattano di con- quello delle staminali, iniettandovi un cocktail dei geni attivi nel-
seguenza per preservare l’integrità morfologica. Sono in grado le cellule staminali embrionali (o ESC, da embryonic stem cells); in
di usare informazioni top-down. Levin ritiene che le cellule rice- pratica sono riusciti a riportare indietro l’orologio dello sviluppo
vano queste informazioni da segnali bioelettrici che controllano embrionale. Il loro esperimento dimostra che il destino delle no-
il mantenimento della forma in altri organismi come pesci, rane stre cellule e la natura dei nostri tessuti e del nostro corpo sono
ed esseri umani. Quando il biologo e i suoi colleghi hanno mani- assai meno inevitabili e inesorabili di quanto si pensasse: la mate-
polato alcuni pezzi di planarie alterandone lo stato bioelettrico, ria organica è plastica e programmabile.

30 Le Scienze 659 luglio 2023


Oggi si studia la programmazione cellulare per usarla nella me- Tutto questo dimostra che non c’è nulla di fisso o inevitabile
dicina rigenerativa. Alcuni ricercatori cercano di combattere la nella morfologia biologica a livello di cellule. Se la cosa ci stupi-
degenerazione maculare, una causa comune di cecità, riprogram- sce, forse è perché ci siamo legati fin troppo all’idea che alla ba-
mando le cellule dell’occhio affinché siano di sostegno ai fotore- se della biologia dello sviluppo ci siano progetti predefiniti. Però
cettori nella retina. Altri sperano di curare malattie neurodegene- quell’idea richiede specifiche eccessive (a dirla tutta impossibili)
rative come il Parkinson o lesioni spinali usando neuroni derivati nel definire il piano corporeo. Per esempio, un progetto non po-
da cellule staminali pluripotenti indotte (o iPSC, da induced pluri- trebbe mai specificare come si debba collegare ciascuno degli 86
potent stem cell) che possano riparare le connessioni danneggiate miliardi di neuroni che abbiamo. Al contrario, l’evoluzione ha do-
nelle reti neurali. vuto solo specificare regole di base per la comunicazione e il com-
Quando le cellule sono riprogrammate, acquisiscono anche portamento delle cellule, regole che nell’ambiente noto e preve-
nuove conoscenze morfologiche. Per esempio, le cellule cutanee dibile dell’utero o dell’uovo avrebbero prodotto affidabilmente
riprogrammate come iPSC e poi coltivate in provetta come neuro- una morfologia specifica.
ni non diventano necessariamente una massa aggrovigliata. Nel Forse è questo il modo più efficiente per ottenere organismi
giusto mezzo di crescita, possono provare a diventare un cervel- complessi: non programmare ogni cellula in modo che vada in un
lo, riprendendo alcune strutture che si osservano nei cervelli in punto specifico e si trasformi in una cosa specifica, come in un’im-
fase di sviluppo, con strati organizzati di neuroni corticali e alcu- magine da colorare con i numeri, bensì dare alle cellule regole di
ne pieghe caratteristiche che si osservano in una corteccia cere- interazione che permettano loro di capire il resto da sole. Ma ba-
brale matura. sta cambiare l’ambiente e le stesse regole possono produrre un ri-
Le cellule riprogrammate non danno risultati straordinari sultato finale molto diverso. Lo ha illustrato in maniera notevole
quando provano a formare organi completi, perché non hanno al-
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un lavoro di Levin, Douglas Blackiston, della Tufts University, e


cune informazioni importanti che, in un embrione, arriverebbero colleghi. I ricercatori non hanno fatto altro che dividere embrio-
dai tessuti circostanti. E attualmente questi «organoidi» non pos- ni di rana in pezzetti e lasciare che facessero quello che volevano
immersi in un mezzo nutritivo. «Se
diamo loro la possibilità di ripensa-
Organoidi, chimere e xenobot suggeriscono che re la pluricellularità – dice Levin –
che cosa costruiranno?».
le cellule siano in grado di generare entità stabili Nel giro di un paio di giorni, le
cellule si sono raggruppate in pic-
diverse da quelle offerte dall’evoluzione darwiniana coli ammassi che hanno iniziato a
comportarsi come microrganismi
pluricellulari e a produrre ciglia,
sono crescere molto di dimensioni perché non dispongono di una cioè protuberanze simili a peli che battevano in modo sincroniz-
rete vascolare, il che significa che dopo un po’ le cellule nel mezzo zato per far muovere l’ammasso nel fluido. Queste strutture, che
smettono di ricevere sostanze nutritive. Per risolvere questo pro- i ricercatori hanno chiamato xenobot (in riferimento al nome lati-
blema i ricercatori sono alla ricerca di modi per incoraggiare al- no della specie di rana da cui provenivano le cellule, Xenopus lae-
cune cellule a formare vasi sanguigni. Quando si trapiantano nei vis), si rigenerano nella forma precedente se vengono danneggia-
topi gli organoidi del fegato, questi si integrano spontaneamente ti, il che suggerisce che la loro morfologia abbia qualche sorta di
all’apparato circolatorio dell’animale. «obiettivo». È come se le istruzioni genetiche di queste cellule, ab-
Un’altra dimostrazione delle versatilità delle cellule nelle strut- binate alle leggi di interazione cellulare che esse consentono, po-
ture pluricellulari è data dai cosiddetti embrioni chimera, che tessero generare organismi completamente diversi dalle rane che
contengono cellule da più di un tipo di organismo. Dato che di si sviluppano in circostanze normali. «Abbiamo l’opportunità di
solito specie molto diverse non possono riprodursi tra loro, ibri- creare in 48 ore organismi che non erano mai esistiti prima», com-
di mostruosi come la chimera della mitologia greca sembrava- menta Levin, che oggi pensa alla possibilità di generare organismi
no biologicamente implausibili; l’unico modo per creare qualco- riconfigurabili e «immortali», nel senso che «quando muoiono, le
sa come la sirena delle Fiji era cucire insieme rozzamente parti di singole cellule se ne vanno per conto loro, si fanno la loro vita, e
carcasse diverse. Però a livello cellulare la barriera tra le specie magari in seguito si assemblano di nuovo in qualcos’altro».
non è così importante come si potrebbe pensare. Tutte le cellu-
le parlano più o meno la stessa lingua e a quanto pare anche cel- Ingegneria morfologica
lule di specie diverse possono convivere piuttosto pacificamente Organoidi, chimere e xenobot sono tutte realtà che suggerisco-
in un embrione. Vari ricercatori hanno creato diversi animali chi- no che le cellule siano in grado di creare entità stabili diverse da
mera, mosaici di cellule di specie diverse come l’ibrido capra-pe- quelle offerte dall’evoluzione darwiniana. È possibile scegliere
cora chiamato geep, aggiungendo cellule staminali di una specie morfologie target da modellare e generare appositamente. «Pos-
nell’embrione di un’altra. siamo sicuramente costringere le cellule a creare forme che non
Maggiore è la distanza evolutiva tra le due specie, più la chi- sono naturali», dice la biologa cellulare Marta Shahbazi Alonso,
mera diventa instabile. Oggi alcuni ricercatori stanno portan- dell’Università di Cambridge. Scoprire le regole che controllano
do avanti esperimenti per scoprire se si possano coltivare organi la morfologia sintetica, però, è molto più difficile che capire come
«umani», derivati da cellule staminali umane (ESC o iPSC), in ani- costruire qualcosa con mattoni che hanno regole specifiche per
mali da allevamento come maiali e mucche, per creare una riser- l’assemblaggio, come i mattoncini LEGO.
va di organi da usare nei trapianti. Nel caso delle cellule, il processo di assemblaggio modifica i

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mattoncini stessi. «In un mondo meccanico semplice avremmo Doursat e colleghi hanno proposto schemi teorici per costrui-
pezzi che interagiscono tra loro secondo un insieme di regole per re qualcosa con i batteri in questo modo, usando circuiti geneti-
costruire strutture più complesse», spiega Shahbazi Alonso. Però, ci sintetici per dare loro regole di interazione che producano sem-
aggiunge, la «bellezza dello sviluppo», e anche la sua complicazio- plici elementi geometrici fatti di tante cellule, come bastoncini e
ne, è che «il processo con cui si costruisce una struttura cambia la anelli. Poi queste forme si possono assemblare in strutture di or-
natura stessa dei mattoni. Durante tutto lo sviluppo c’è una con- dine superiore. Anche tra i primi lavori di biologia sintetica plu-
tinua diafonia dovuta a processi che avvengono su scale diverse ricellulare ce n’erano alcuni che usavano i batteri: per esempio,
dell’organizzazione biologica». Frances H. Arnold del Caltech, Ron Weiss del MIT e i loro colla-
La morfologia sintetica, quindi, richiede una nuova visione boratori hanno ingegnerizzato una popolazione di batteri con cir-
dell’ingegneria in cui assembliamo sì oggetti a partire dalle loro cuiti genetici che permettevano a ciascuna cellula di percepire la
componenti di base, ma non secondo un progetto predefinito, co- densità della popolazione nell’ambiente circostante e controllare
me in una catena di montaggio. Dobbiamo sfruttare le regole di il tasso di morte cellulare spontanea, mantenendo così la crescita
interazione per permettere che la struttura desiderata emerga co- della popolazione all’interno di limiti predeterminati.
me per un accordo collettivo tra le parti, riconoscendo che quelle Di recente Kamm e Weiss, assieme all’ingegnera tissutale Lin-
parti hanno di per sé una sorta di autonomia. René Doursat, biolo- da G. Griffith, anche lei al MIT, hanno fondato presso quell’istitu-
go computazionale del Complex Systems Institute di Parigi, iden- to un centro multidisciplinare, il Center for Multi-Cellular Engi-
tifica quattro categorie di processi coinvolti in questo tipo di in- neered Living Systems, che portando avanti questi lavori intende
gegneria morfologica: gli elementi possono legarsi l’uno all’altro modellare e realizzare sistemi pluricellulari con funzioni specifi-
secondo una costruzione predefinita o assemblarsi fondendosi che. I ricercatori ritengono che per ottenere questi sistemi orga-
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nici serviranno approcci diversi, che vanno dalla mo-


dellazione top-down (in cui le cellule sono inserite «a
Approcci all’ingegneria morfologica sintetica
mano» nella posizione giusta) all’auto-organizzazione
bottom-up (in cui le cellule sono programmate per as-
semblarsi da sole in una struttura predefinita).
Tempo Immaginiamo di dover sostituire un’arteria e di vo-
ler creare una valvola di controllo che consiste in un
tubo di cellule simile a un vaso sanguigno, circondato
in un certo punto da un anello di cellule muscolari in
grado di contrarsi. Potremmo costruire queste due for-
me con impalcature artificiali, per esempio con un po-
limero biodegradabile, e inseminare queste impalca-
ture con i due tipi di cellule, che colonizzerebbero le
rispettive componenti. Questo è il metodo top-down.
Oppure possiamo iniziare con un manipolo di cellule
staminali che possiamo modificare e guidare alla diffe-
renziazione corretta mentre si muovono e si coordina-
no tra loro, fino a che non producono la stessa struttu-
ra finale; questo è il metodo bottom-up, ed è più simile
al modo in cui il nostro corpo costruisce le strutture
che gli servono.
Il primo approccio è forse più semplice, e può ri-
chiedere l’impiego di strumenti come il bioprinting,
che mette le cellule in posizioni specifiche grazie a un
dispositivo simile a una stampante a getto di inchio-
stro. Però mantenere stabile la struttura finale può
rivelarsi più difficile. Che cosa succede se cellule di ti-
po diverso vogliono fondersi tra loro o svilupparsi in
tra loro come uno sciame. In alternativa, una struttura si può svi- altri tipi di tessuto? L’approccio bottom-up, al contrario, sfrutte-
luppare dalla crescita e dalla moltiplicazione delle sue componen- rebbe la capacità delle cellule staminali di sostenersi da sole e di
ti, oppure si può generare ripetendo un algoritmo, come quello ripararsi in caso di danni.
che produce le forme frattali nelle piante. Kamm spiega che per ora non esistono metodi affidabili per
La sfida, spiega Doursat, sta nel trovare i modi per garantire ri- generare e prevedere risultati del genere. Però sono in arrivo. Un
sultati affidabili che non si facciano fermare da piccole perturba- metodo utile è l’optogenetica, che si usa già nello studio delle ba-
zioni e che siano adattivi: se le circostanze cambiano, il sistema si neurali del comportamento, accendendo e spegnendo specifici
deve essere in grado di trovare una soluzione che funzioni. Que- neuroni. In questo sistema, i ricercatori usano l’ingegneria gene-
sta filosofia è molto simile al modo in cui costruiamo città e socie- tica per spingere le cellule a creare interruttori proteici fotoattiva-
tà: abbiamo una vaga idea di quello che vorremmo, ma non pos- ti che ne controllano lo stato elettrico. A questo punto si possono
siamo controllare il risultato dall’inizio alla fine. Possiamo solo usare sottili fasci laser per attivare specifiche cellule di un gruppo
cercare di guidare l’auto-organizzazione lungo i binari giusti. e spingerle lungo determinati percorsi di sviluppo. Kamm sostie-

32 Le Scienze 659 luglio 2023


ne che forse si potrebbero attivare e differenziare le cellule anche me componenti in strutture che per il resto sono normali robot.
meccanicamente (punzecchiandole in vari punti o stirandole con Questi tessuti generano comportamenti che sarebbero difficili da
pinzette ottiche), termicamente o bioelettricamente (per esempio realizzare esclusivamente con materiali e dispositivi artificiali. Kit
modificandone il potenziale di membrana in determinati punti). Parker, del Wyss Institute for Biologically Inspired Engineering
di Harvard, ha collaborato con John Dabiri, ingegnere aeronauti-
Costruire una vita nuova co del Caltech, e con Janna Nawroth, bioingegnera dell’Helmholtz
Che cosa dobbiamo costruire con questi strumenti? Un obiet- Pioneer Campus, in Germania, per realizzare un «medusoide», un
tivo è ottenere strutture organiche pluricellulari che somigli- essere che somiglia a una medusa-robot. Il medusoide usa tessuto
no a quelle naturali senza esserne la copia perfetta: un tessuto o muscolare di ratto collegato a un polimero di silicone per produrre
un organismo semplificato e idealizzato, per esempio, che ci aiu- contrazioni ondulatorie che gli permettono di nuotare come una
ti a chiarire i processi esistenti nella corrispondente versione na- vera medusa. Parker e colleghi hanno usato cellule muscolari del
turale e più complessa. Diversi ricercatori assemblano cellu- cuore di ratto anche in un robot che nuota con movimenti ondula-
le staminali umane in strutture simili agli embrioni («embrioidi») tori che imitano quelli della razza. Usando l’optogenetica per con-
con cui osservare in vitro i primissimi stadi dell’embriogenesi. trollare l’attività delle cellule muscolari, i ricercatori sono riusciti a
Se crescono al di fuori dell’utero, le cellule embrionali non ri- regolare la velocità e il movimento di rotazione del robot, guidan-
cevono dall’ambiente i segnali essenziali che le aiuterebbero a dolo con la luce in un percorso a ostacoli.
orientarsi e le guiderebbero nello sviluppo. Possono iniziare a dif- Nel frattempo Adam Cohen, biologo chimico di Harvard, e i
ferenziarsi nelle cellule più specializzate che alla fine andrebbe- suoi collaboratori hanno realizzato un «tessuto bioelettrico inge-
ro a formare tessuti come la pelle, il sangue e i nervi, però lo fanno gnerizzato» in grado di generare oscillazioni elettriche. Le cellu-
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le elettricamente attive delle strutture


di questi esperimenti erano nefroblasti
Nella nuova visione ingegneristica della morfologia umani (cellule che nell’embrione por-
tano allo sviluppo dei reni) ingegne-
sintetica si sfruttano le regole di interazione rizzati per produrre canali ionici, che
servono a trasferire ioni dentro e fuori
per permettere che emerga la struttura desiderata dalla cellula per regolare il potenziale
di membrana. Gli scienziati hanno usa-
to l’ingegneria genetica per aggiunge-
in modo casuale e senza struttura. Tuttavia nel 2014 Ali H. Brivan- re in alcune cellule geni che codificano per altri canali ionici, per-
lou, della Rockefeller University, e i suoi collaboratori hanno di- mettendo l’accensione optogenetica con luce rossa e blu. Unendo
mostrato che basta confinare le ESC umane in piccole zone «ade- questi due tipi di cellule a formare un cerchio, i ricercatori hanno
sive» circolari per infondere un po’ di ordine. creato una struttura fotoattivata che genera onde di attività elettri-
Brivanlou e altri ricercatori stanno cercando modi per rende- ca che si muovono lungo il cerchio. Le onde si potevano inviare in
re gli embrioidi sempre più simili agli embrioni veri. Magdalena entrambe le direzioni, il che significa che le strutture si possono
Żernicka-Goetz, dell’Università di Cambridge, e colleghi hanno usare per codificare informazioni in codice binario. Forse un gior-
dimostrato che se si mescolano ESC di topo con altri due tipi di no potremo elaborare dati in una sorta di computer vivente.
cellule embrionali (staminali trofoblastiche e staminali endoder- Capire le regole che controllano la morfologia biologica può
miche extraembrionali), le cellule si organizzano in una sorta di aprire nuove possibilità anche per tecnologie artificiali come la ro-
struttura vuota all’interno, come un guscio d’arachide, che somi- botica. James Sharpe, dell’European Molecular Biology Laboratory
glia alla cavità amniotica centrale di un embrione vero. Sembra a Barcellona, e Sabine Hauert, dell’Università di Bristol, hanno pro-
che le cellule «conoscano» a grandi linee l’aspetto di un embrio- grammato sciami di robot cilindrici grandi quanto una moneta che,
ne, e non si limitano a disporsi di conseguenza, ma iniziano anche comunicando con segnali a infrarossi a corto raggio, si assemblano
a differenziarsi nei giusti tessuti specializzati. da soli tra loro secondo principi che imitano quelli delle cellule. Gli
Non è chiaro fino a che punto si possano sviluppare questi em- sciami mostrano una tendenza pseudobiologica a creare forme col-
brioidi in vitro, ma Żernicka-Goetz e altri ne hanno creati alcuni lettive robuste in grado di adattarsi in caso di danni e di ripararsi da
che arrivano al punto in cui si iniziano a formare arti e organi. Se si sole: una sorta di tessuto inorganico e robotico.
impiantasse un embrioide in un utero (una procedura che sareb- Levin ritiene che per la morfologia sintetica questo sia solo l’i-
be chiaramente contraria all’etica negli esseri umani ma che si po- nizio. «La mia ipotesi è che i collettivi cellulari siano costruttori
trebbe considerare in altri animali) chissà che cosa potrebbe fare? universali», afferma. Dato un insieme di componenti organiche,
Non è una domanda retorica. Non possiamo dare per scon- possiamo spingerle a fare qualunque cosa sia accettabile secon-
tato che un embrioide sintetico trovi in qualche modo la strada do le leggi della fisica. Ma per farlo abbiamo bisogno di una nuova
per rimettersi sul binario della crescita normale di un embrio- mentalità nell’ingegneria, adatta a rapportarsi a materiali che non
ne. Potrebbe seguire un percorso del tutto diverso. È questo uno sono «intelligenti» solo nel senso tradizionale, cioè che reagisco-
dei motivi per cui non c’è consenso su quale sia il modo etico per no all’ambiente, ma che hanno una vera autonomia. Per rende-
gestire queste entità. Devono essere soggette alle stesse regole e re possibile questa collaborazione tra ingegneri e materiali sare-
norme che governano la ricerca sugli embrioni umani? Oppure mo forse costretti ad abbandonare le categorie convenzionali che
sono qualcosa di totalmente diverso, con cellule umane che però usiamo per distinguere tra macchine, robot e organismi. La mor-
sono incamminate su tutt’altro percorso di sviluppo? fologia sintetica implica che la vita si può ricreare in modo nuovo,
Gli ingegneri robotici hanno iniziato a usare tessuti organici co- se allentiamo la distinzione tra naturale e artificiale. Q

www.lescienze.it Le Scienze 33
COSMOLOGIA

Luce sul lato


oscuro
dell’universo
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La missione Euclid dell’Agenzia


spaziale europea cercherà di capire
perché l’espansione dell’universo
sta accelerando e qual è la fonte
dell’accelerazione

di Emiliano Ricci
© ESA/Euclid/Euclid Consortium/NASA. Galassie sullo sfondo: NASA, ESA,
e S. Beckwith (STScI) and the HUDF Team, CC BY-SA 3.0 IGO

Euclid studierà come l’universo


si è espanso e come la sua struttura
si è formata, aumentando la nostra
comprensione sul ruolo della gravità
e sulla natura dell’energia oscura
e della materia oscura.

34 Le Scienze 659 luglio 2023


l mio più grande errore.» Così Albert

«I
Einstein definì l’introduzione di un
«termine cosmologico» repulsivo as-
solutamente arbitrario nelle sue equa-
zioni per spiegare l’apparente staticità
dell’universo. D’altra parte, all’epoca in
cui Einstein applicava la sua nuova te-
oria della relatività generale alla descrizione dell’universo, era il
1917, non aveva «alcun motivo per dubitare della natura sostan-
zialmente statica dello spazio». Né lo scienziato tedesco poteva
immaginare che dopo oltre 80 anni i cosmologi avrebbero nuova-
mente rispolverato il termine cosmologico per tentare di spiegare
non più la staticità, ma l’insospettabile dinamicità dell’universo.
Con la scoperta dell’espansione dell’universo da parte di
Edwin Hubble, nel 1929, il «termine cosmologico» introdotto da
Einstein fu cancellato dalle equazioni che, a quel punto, descrive-
vano un universo in evoluzione dominato dalla sola forza di gravi-
tà. E poiché la gravità è una forza esclusivamente attrattiva, il suo
effetto a lungo termine sul moto di espansione deve essere una
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lenta, ma inesorabile decelerazione, dovuta appunto alla recipro-


ca attrazione gravitazionale di tutte le masse presenti nell’univer-
so. Tuttavia, grazie a osservazioni condotte dal telescopio spaziale
Hubble, da 25 anni sappiamo che l’espansione dell’universo è ac-
celerata invece che rallentata. Con la conseguente necessità di in-
trodurre nuovamente il «termine cosmologico» di Einstein, scar-
tato forse troppo presto dal suo stesso ideatore. Questo termine
serve a dare ragione dell’espansione accelerata dell’universo, un
fenomeno insospettabile fino al 1998, anno della sua scoperta: l’e-
spansione originata dal big bang, anziché spegnersi un po’ alla
volta sotto l’effetto della gravità, diventa sempre più rapida. Pro-
prio come se alla spinta di partenza, quella del «grande scoppio»,
se ne aggiungesse un’altra, che fa fuggire le galassie sempre più
lontane l’una dall’altra e sempre più velocemente. L’universo, in-
somma, si sta dilatando, sta aumentando le proprie dimensioni al
trascorrere del tempo, a un tasso accelerato invece che rallentato.
Ma l’evoluzione dell’universo dipende in ultima analisi dal-
la geometria dello spazio-tempo, determinata a sua volta dalla
densità totale di massa-energia (ovvero dalla quantità di materia
e di energia che esso contiene nell’unità di volume). E la scoper-
ta dell’espansione accelerata costringe i cosmologi non solo a ri-
sistemare il bilancio fra materia ed energia totali, con l’aggiun-
ta, oltre alla già nota «materia oscura», della fantomatica «energia
oscura», invocata appunto per spiegare il fenomeno, ma anche a
cercare di determinare quale sia la reale geometria dell’universo.

Gli Elementi di Euclide


Facciamo un passo indietro. Attorno al 300 a.C., il matemati-
co greco Euclide, attivo ad Alessandria d’Egitto, pubblicò il tratta-
to intitolato Elementi, considerato l’opera matematica più impor-
tante della cultura greca antica e uno dei libri di testo più influenti
nella storia della matematica. In particolare, nel primo dei 13 libri
che compongono il trattato, Euclide introdusse i concetti fonda-
mentali di quella che adesso è nota proprio come «geometria eu-
clidea». Nel primo libro, il matematico greco enuncia i celebri cin-
que postulati che stanno alla base di tutta l’impalcatura teorica.
Il primo postulato, per esempio, afferma che per due punti di-
stinti di un piano passa una e una sola retta, un’espressione che si
impara sui banchi di scuola. In quanto postulato, questa proposi-
zione è considerata valida senza necessità di una dimostrazione.

www.lescienze.it Le Scienze 35
Gli strumenti per il visibile e l’infrarosso
Euclid esaminerà la luce visibile e infrarossa di galassie lontane usando due strumenti
scientifici a bordo. Questi strumenti misureranno la posizione e le forme precise delle
galassie nella luce visibile e il loro redshift (da cui si può ricavare la loro distanza) nella
luce infrarossa. Con questi dati, gli scienziati potranno costruire una mappa 3D della
distribuzione delle galassie e della materia oscura nell’universo. La mappa mostrerà come
la struttura su larga scala si è evoluta nel tempo, tracciando il ruolo dell’energia oscura.

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Particolarmente celebre è tuttavia il quinto postulato, quello det- Yannick Mellier, dell’Institut d’Astrophysique de Paris (IAP), in
to delle «rette parallele», almeno nella formulazione del matema- Francia, è responsabile della missione in qualità di Euclid Con-
tico scozzese John Playfair, che nel 1795 pubblicò l’opera Elementi sortium Lead (capo del consorzio Euclid, che attualmente riuni-
di geometria, in cui propose una nuova versione del quinto postu- sce circa 1600 scienziati provenienti da circa 300 enti di ricer-
lato equivalente a quella enunciata da Euclide. Nell’enunciato di ca in 17 paesi, non solo europei). A «Le Scienze» Mellier spiega
Playfair questo diventa: «Dati una qualsiasi retta e un punto non che «l’obiettivo primario della missione Euclid è capire perché
appartenente a essa, per questo punto è possibile tracciare una e l’espansione dell’universo sta accelerando, cioè qual è la fon-
una sola retta parallela alla retta data», ed è come in effetti lo tro- te dell’accelerazione e quali sono le proprietà di questa fonte: si
viamo scritto nella maggior parte dei libri di scuola. tratta di una nuova interazione fondamentale, soprannomina-
La geometria euclidea è stata la base della nostra comprensio- ta “energia oscura”, o di una manifestazione della gravità modi-
ne della geometria per secoli, fino a quando, circa a metà Otto- ficata che su scale cosmologiche devierebbe da quanto previsto
cento, alcuni matematici proposero geometrie alternative a que- dalla teoria della relatività generale?». A questo scopo, specifi-
sta, che per questo motivo sono collettivamente classificate come ca Mellier, Euclid osserverà l’evoluzione della distribuzione del-
«geometrie non euclidee». Tutte le geometrie non euclidee, come la materia oscura e della distribuzione delle galassie negli ultimi
quella ellittica-sferica del matematico tedesco Bernhard Riemann dieci miliardi di anni.
o quella iperbolica del russo Nikolaj Ivanovič Lobačevskij, sono In pratica, per studiare l’evoluzione della distribuzione della
accomunate dalla negazione del «postulato delle parallele». materia oscura si osserverà la distorsione gravitazionale correlata

testi originali in inglese, traduzione a cura della redazione di «Le Scienze»


delle forme delle galassie: questa distorsione è prodotta dagli ef-
© ESA (lavoro svolto ATG sotto contratto con ESA), CC BY-SA 3.0 IGO;
La geometria dell’universo fetti di lente gravitazionale debole sulla luce di galassie lontane
Qualche decennio dopo la loro introduzione, queste teorie ma- che attraversano strutture cosmiche in primo piano lungo la li-
tematiche sono diventate fondamentali per descrivere e capire la nea di vista. Per la distribuzione delle galassie si utilizzerà inve-
geometria dell’universo. Come accennato, dalla quantità di mas- ce l’evoluzione degli ammassi di galassie in funzione della loro di-
sa e di energia al suo interno, in particolare dalla loro densità, di- stanza, o, equivalentemente, del cosiddetto lookback time, che in
pende la sua struttura geometrica e, di conseguenza, la sua evo- cosmologia rappresenta la misura del tempo trascorso dall’emis-
luzione. Dallo studio dei modelli cosmologici risulta evidente che sione di un segnale luminoso, come la luce emessa da una galas-
un universo piatto (euclideo o, più tecnicamente, a curvatura nul- sia, fino alla sua rilevazione sulla Terra. In altre parole, rappre-
la) evolve in maniera diversa da un universo a geometria iperbo- senta il tempo che la luce ha impiegato per viaggiare dalla sua
lica (curvatura negativa) che, a sua volta, evolve in modo opposto sorgente fino a noi, considerando che essa si propaga a una velo-
rispetto a uno a geometria sferica (curvatura positiva). Ecco per- cità finita e costante, pari a 299.792.458 metri al secondo.
ché all’Agenzia spaziale europea (ESA), quando hanno deciso di Come chiarisce Mellier, entrambi i metodi esploreranno le
programmare una missione il cui scopo fosse esplorare la geome- proprietà di queste distribuzioni dalla scala delle galassie fino ai
tria dell’universo, hanno pensato di chiamarla Euclid, in onore di filamenti su larga scala e oltre, osservando il 40 per cento dell’in-
colui che a tutti gli effetti è considerato il «padre della geometria». tero cielo (la porzione più scura, non contaminata dalla luce o

36 Le Scienze 659 luglio 2023


L’universo nello spazio e nel tempo

Una sconosciuta «energia oscura» sembra


guidare l’attuale espansione accelerata
del nostro universo, ma gli scienziati non
capiscono come e perché. Euclid mapperà
gli ultimi dieci miliardi di anni di storia
cosmica su più di un terzo del cielo: dal
«mezzogiorno» cosmico, il tempo in cui si
stava formando la maggior parte delle stelle,
fino a oggi. Questo «sguardo all’indietro nel
tempo» ci mostrerà con estrema precisione
le variazioni dell’accelerazione cosmica,
rivelando la natura dell’energia oscura in
questo processo.

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dall’assorbimento della Via Lattea o del piano dell’eclittica), cioè una concentrazione di materia, come una singola galassia con il
15.000 gradi quadrati, e raccogliendo informazioni su circa 12 mi- suo alone di materia oscura, la massa di quella galassia curva lo
liardi di sorgenti; un miliardo di queste sorgenti sarà usato per spazio circostante, in modo che la luce è deviata dalla sua traiet-
l’effetto di lente gravitazionale debole (lensing, in particolare le toria di partenza. Questo significa che l’immagine finale della sor-
galassie con il più alto rapporto tra segnale e rumore, per le qua- gente luminosa lontana viene distorta o spostata rispetto alla sua
li la forma può essere misurata con sufficiente precisione), men- forma originale. Nel caso dell’effetto gravitazionale forte le di-
tre per 35 milioni si otterranno misure spettroscopiche accurate storsioni e gli spostamenti delle sorgenti di sfondo sono significa-
dello spostamento verso il rosso (redshift), per valutare il grado di tivamente più grandi (si veda il box a p. 40).
concentramento delle galassie (clustering), ovvero la loro tenden- Gli astronomi usano da tempo questo effetto per studiare la di-
za a raggrupparsi in ammassi. stribuzione della materia nell’universo e per mappare la distribu-
Il clustering è in stretta relazione con le cosiddette oscillazio- zione di materia oscura invisibile. Poiché la luce segue la geome-
ni acustiche barioniche (BAO, da baryonic acoustic oscillations), le tria dello spazio-tempo, le deviazioni della luce sono influenzate
onde di pressione che si sono propagate nell’universo primordia- dalla quantità e dalla distribuzione della materia presente nelle
le, poco dopo il big bang. In quel periodo, l’universo era denso e regioni ricche di galassie, come gli ammassi di galassie. Inoltre,
omogeneo, ma presentava fluttuazioni di densità a piccola scala. i modelli matematici delle deviazioni possono fornire informa-
A causa della pressione dei barioni (le particelle che compongo- zioni sulla massa dell’oggetto che ha causato la lente gravitazio-
no la materia ordinaria, come protoni e neutroni), queste fluttua- nale, sulla sua forma e sulla sua posizione. «Usando il “lensing”
testi originali in inglese, traduzione a cura della redazione di «Le Scienze»

zioni nel plasma caldo si sono propagate come onde sonore nello debole e il “clustering” delle galassie, Euclid esplorerà quindi l’e-
© ESA (lavoro svolto ATG sotto contratto con ESA), CC BY-SA 3.0 IGO;

spazio primordiale. Quando l’universo si è espanso e raffreddato voluzione dell’espansione dell’universo e l’evoluzione del tasso di
a sufficienza (all’epoca della ricombinazione, 380.000 anni do- crescita delle strutture negli ultimi dieci miliardi di anni», spiega
po il big bang), queste onde si sono «congelate», lasciando un’im- Mellier. Poiché l’espansione e la storia cosmica della formazione
pronta caratteristica nella distribuzione delle galassie. Così, misu- delle strutture dipendono anche dalla natura della materia oscu-
rando con precisione la scala delle BAO nella distribuzione degli ra e dalle proprietà delle fluttuazioni primordiali, aggiunge Mel-
ammassi di galassie, è possibile ottenere informazioni sulla ge- lier, non si tratterà solo di sondare la natura dell’energia oscura,
ometria dell’universo e sul suo tasso di espansione nel corso del ma anche quella della materia oscura e della fase iniziale dell’in-
tempo (si veda il box a p. 41). flazione dell’universo.
L’effetto di lente gravitazionale è invece un effetto gravitazio-
nale, previsto dalla teoria della relatività generale, che si verifica La ragnatela cosmica
quando la luce proveniente da una fonte distante viene deviata Selezionata dall’ESA nell’ottobre 2011, la missione Euclid è sta-
dalla presenza di una massa intermedia tra la fonte e l’osservato- ta formalmente approvata nel giugno 2012. Il lancio del satellite
re. Nel caso particolare dell’effetto debole, le deviazioni della tra- è previsto per luglio 2023 su un vettore SpaceX Falcon 9 da Cape
iettoria della luce sono relativamente piccole rispetto alla direzio- Canaveral, in Florida, negli Stati Uniti. La sua orbita operativa sa-
ne originale. In pratica, quando la luce attraversa una regione con rà attorno al punto di equilibrio gravitazionale del sistema Sole-

www.lescienze.it Le Scienze 37
Terra noto come punto di Lagrange 2 (L2), a una distanza media di sarà sfruttata come un grande «laboratorio cosmico» per rispon-
1,5 milioni di chilometri oltre l’orbita terrestre, dalla parte oppo- dere alle domande più profonde della fisica e della cosmologia at-
sta del Sole. Questa posizione speciale si muove assieme alla Ter- tuali: energia oscura, materia oscura, gravità modificata e altro
ra in orbita attorno al Sole e ospita anche il satellite Gaia e il James ancora.
Webb Space Telescope. La durata prevista della missione è di sei
anni, con possibilità di estensione (limitata dalla quantità di com- Due grandi misteri
bustibile usato per la propulsione). Materia oscura ed energia oscura sono fra i principali miste-
Mellier chiarisce che la missione, inserita nel programma ESA ri della fisica moderna. Deduciamo la loro esistenza da prove in-
per il decennio 2015-2025 denominato Cosmic Vision, sarà com- dirette, sappiamo che sono presenti nell’universo, conosciamo la
posta da un satellite e dal suo modulo di servizio costruiti da Tha- loro quantità, ma non sappiamo che cosa siano. La presenza del-
les Alenia Space Italia, che ospiteranno un carico utile composto la materia oscura emerge chiaramente da una varietà di effet-
da un telescopio e da una piattaforma costruita da Airbus Defen- ti gravitazionali che possono essere dedotti dai moti della mate-
ce and Space, che a sua volta ospiterà due strumenti scientifici co- ria luminosa all’interno di galassie e ammassi, come anche dai
struiti dal Consorzio Euclid. Il primo, indicato come VIS (da Visi- fenomeni di lente gravitazionale. L’interazione tra materia lumi-
ble Instrument), è una camera a largo campo sensibile nel visibile, nosa e ordinaria avviene solo per mezzo della forza di gravità, e
che fornirà le immagini di alta qualità usate per il «lensing» de- questo implica che la materia oscura sia formata da componen-
bole con una qualità d’immagine simile a quella di Hubble ma su ti (particelle o corpi) dotate di massa. L’attrazione gravitazionale
un campo visivo più grande di circa 200 volte. Il secondo, NISP è reciproca: la materia oscura attrae quella luminosa, ma anche
(da Near Infrared Spectrometer Photometer), è un fotometro e quest’ultima attrae la materia oscura. Ma la materia oscura è mol-
spettrometro operativo nel vicino infrarosso, che coprirà lo stes-
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to più abbondante e la sua influenza gravitazionale è dominante.


so campo visivo del VIS e fornirà la fotometria delle galassie in tre «Le evidenze di materia oscura provengono principalmente
bande del vicino infrarosso e la spet-
troscopia di un sottocampione di 35
milioni di galassie. I due strumenti la- Sono tante le teorie che potrebbero spiegare
voreranno in parallelo, esattamente
sugli stessi campi. la natura dell’energia oscura e il fatto che sembri in
L’universo è un immenso sistema
in espansione che contiene materia ed
grado di agire in modo apparentemente «repulsivo»
energia. Nel modello standard della co-
smologia, l’universo è sostanzialmente
piatto (a geometria euclidea, quindi) e il contenuto totale di mas- da due tipi di osservazioni astronomiche», continua Cimatti, au-
sa-energia dell’universo è composto per il 5 per cento circa di ma- tore fra l’altro del libro L’universo oscuro (Carocci, 2020), dedica-
teria ordinaria, per circa il 25 per cento di materia oscura e per to proprio alle ricerche su materia ed energia oscure. «La prima
circa il 70 per cento di energia oscura. In pratica, la materia oscu- riguarda i moti di stelle e gas all’interno di galassie e di galassie
ra costituisce circa l’83 per cento della massa totale, mentre l’e- all’interno di ammassi. Questi moti sono misurati con osservazio-
nergia oscura e la materia oscura costituiscono il 95 per cento del ni spettroscopiche che consentono la misurazione di velocità ra-
contenuto totale di massa-energia dell’universo. La chiave per de- diali per mezzo dell’effetto Doppler [la variazione della frequenza
cifrarne la struttura e l’evoluzione è scritta nel modo in cui la ma- percepita da un osservatore raggiunto da un’onda elettromagne-
teria (luminosa e oscura) si distribuisce nello spazio e come que- tica emessa da una sorgente in movimento rispetto all’osserva-
sta distribuzione evolve nel tempo in una continua competizione tore stesso, NdR]». Tutte le galassie a disco (come anche la nostra
tra espansione e attrazione gravitazionale. A seconda del tipo di galassia) ruotano troppo velocemente rispetto a quanto ci si aspet-
materia oscura, della sua abbondanza rispetto a quella luminosa, terebbe sulla base della massa della materia luminosa. Queste ve-
della natura dell’energia oscura e del tasso di espansione dell’uni- locità di rotazione implicano che ci sia una grande quantità di ma-
verso, la materia tende a distribuirsi in «filamenti» che si incrocia- teria oscura non visibile ai telescopi. Anche nelle galassie prive di
no in nodi di alta densità e che circondano zone di bassissima den- rotazione (come le ellittiche), le velocità delle stelle sono sempre
sità chiamate vuoti cosmici. molto elevate, e possono essere spiegate solo aggiungendo una
«Questa struttura è stata denominata “ragnatela cosmica” (co- componente di materia oscura. Anche negli ammassi, la conclu-
smic web) per la sua somiglianza con una tela di ragno, anche sione è la medesima, se ci si basa sulle velocità delle galassie in es-
se una somiglianza ancora maggiore è presente con le reti neu- si contenute e sulla distribuzione del gas caldo presente in queste
rali del cervello umano», spiega a «Le Scienze» Andrea Cimat- grandi strutture. «La seconda evidenza – riprende Cimatti – pro-
ti, dell’Università degli Studi di Bologna, membro dell’Euclid viene invece dai fenomeni di lente gravitazionale, la cui mappa-
Science Team (EST) di ESA e uno dei due rappresentanti italia- tura consente di determinare la quantità di materia totale. I risul-
ni nell’Euclid Consortium Board (ECB). L’obiettivo della missio- tati di tutti i metodi a nostra disposizione indicano che la materia
ne «è ottenere dati (immagini, fotometria e spettri di galassie) che oscura diventa dominante nelle zone più periferiche di galassie
permettano di ricostruire fedelmente la mappa 3D della ragnatela e ammassi dove termina la materia luminosa. Questo ha porta-
cosmica e tracciare la sua evoluzione durante gli ultimi dieci mi- to a concludere che ogni galassia o ammasso sia circondato da un
liardi di anni, corrispondenti a più del 70 per cento dell’età attua- grande alone di materia oscura molto più esteso delle dimensioni
le dell’universo, che è di 13,8 miliardi di anni», specifica Cimatti. degli oggetti luminosi che vediamo direttamente con i telescopi.»
Questa mappa evolutiva tridimensionale, continua lo scienziato, Per introdurre l’energia oscura, torniamo sull’osservazione

38 Le Scienze 659 luglio 2023


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Preparazione per l’installazione scenze, l’espansione dell’universo dovrebbe proseguire all’infini-


degli strati di protezione termica sul carico utile to in maniera più o meno veloce. In questo scenario di espansio-
e sul modulo di servizio di Euclid ne infinita, le galassie diventerebbero progressivamente sempre
presso Thales Alenia Space, a Torino. meno luminose, in quanto cesserebbero gradualmente di forma-
re nuove stelle, mentre le ultime loro popolazioni stellari termi-
che l’universo si sta espandendo e che il tasso di espansione è re- nerebbero i percorsi evolutivi diventando nane bianche, stelle di
golato dal contenuto di materia ed energia presenti nel cosmo. Per neutroni o buchi neri. Inoltre, l’espansione accelerata farebbe au-
esempio, se la densità della materia nell’universo fosse bassa, l’e- mentare rapidamente le distanze reciproche tra le galassie fino a
spansione proseguirebbe per sempre. Invece, se la densità fos- renderle così grandi che la luce emessa dalle galassie impieghe-
se molto elevata, l’attrazione gravitazionale reciproca tra le varie rebbe troppo tempo per arrivare a noi. Da qualunque galassia, l’u-
componenti di massa potrebbe rallentare o addirittura blocca- niverso apparirebbe sempre più vuoto e sempre più buio.
re l’espansione. Come anticipato, gli attuali dati mostrano che l’e-
spansione dell’universo è accelerata (cioè è sempre più veloce col Gli strumenti della missione
passare del tempo). Cimatti chiarisce che per spiegare questa ac- Lo scopo principale di Euclid è dunque di carattere cosmologi-
celerazione è necessario invocare una nuova forma di energia de- co e più precisamente avere misure dettagliate sulla crescita delle
finita energia oscura, chiamata così perché la sua natura e la sua strutture cosmiche nell’ultima decina di miliardi di anni. Questa
origine restano un mistero. Come per la materia oscura, abbiamo crescita dipende sia dai costituenti delle strutture stesse, domina-
le prove indirette che l’energia esista, ma non conosciamo assolu- te dalla materia oscura, sia dalle proprietà globali della espansio-
tamente che cosa sia. Mentre per la materia oscura sappiamo che ne dell’universo stesso. «D’altra parte, questa espansione accelera
deve essere composta da particelle dotate di massa, dell’energia e la causa di questa accelerazione può essere dovuta a due pos-
oscura possiamo solo dire che deve essere un’energia in grado di sibili cause», spiega a «Le Scienze» Roberto Scaramella, dell’Isti-
imprimere un’accelerazione all’espansione dell’universo. tuto nazionale di astrofisica (INAF)–Osservatorio astronomico di
Sono tante le teorie che potrebbero spiegare la natura dell’e- Roma, membro di EST di ESA e rappresentante italiano nell’ECB
nergia oscura e il fatto che sembri in grado di agire in modo appa- insieme a Cimatti. In particolare, Scaramella è il Mission Survey
rentemente «repulsivo» e «antigravitazionale» causando un’acce- Scientist, il responsabile della «survey» che verrà fatta dal satellite
lerazione dell’espansione. Le possibilità si possono raggruppare per raggiungere i suoi scopi scientifici. «Una prima causa posso-
in due scenari principali. Il primo è il caso della cosiddetta costan- no essere le deviazioni dalla relatività generale in campo debole,
te cosmologica, in cui l’energia oscura è costante nello spazio e una seconda causa può essere appunto la presenza di una ener-
nel tempo in tutto l’universo. Il secondo scenario invece racchiu- gia oscura, che, come caso particolare, si riduce a una costante co-
de una grande varietà di casi in cui l’energia oscura può cambiare smologica», spiega Scaramella.
© ESA - S. Corvaja

nello spazio e nel tempo. Il ruolo di Euclid sarà cruciale per discri- Questi possibili casi prevedono però differenze nel modo di
minare i vari scenari grazie all’uso della «ragnatela cosmica» co- crescita delle strutture cosmiche, spiega lo scienziato, differenze
me banco di prova delle diverse teorie. piccole e che richiedono misure molto accurate per poter discri-
Come racconta ancora Cimatti, sulla base delle attuali cono- minare tra i vari modelli. «Di qui la necessità di una missione de-

www.lescienze.it Le Scienze 39
Che cosa misurerà Euclid: lensing debole
Una concentrazione di materia lungo la linea di vista può agire come una lente d’ingrandimento, piegando e distorcendo la luce delle galassie e degli
ammassi retrostanti. Questo effetto è chiamato lensing gravitazionale. Gli scienziati distinguono tra lensing gravitazionale forte, quando le distorsioni
sono molto evidenti, come nel caso degli anelli di Einstein, degli archi e delle immagini multiple, e lensing gravitazionale debole, quando le distorsioni
delle sorgenti sullo sfondo sono molto più piccole. In questo caso, le distorsioni (di pochi punti percentuali) possono essere rilevate solo analizzando
un gran numero di sorgenti in modo statistico.
Euclid misurerà le forme distorte di miliardi di galassie in dieci miliardi di anni di storia cosmica, fornendo una visione tridimensionale della
distribuzione della materia oscura nel nostro universo. La mappa della distribuzione delle galassie nel tempo cosmico ci fornirà anche informazioni
sull’energia oscura, che influenza l’evoluzione spaziale della struttura su larga scala.

Lensing forte Sorgenti che non subiscono lensing Lensing debole

Materia tra
le galassie
sullo sfondo
e noi

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Immagini
distorte
delle galassie
Immagine gravitazionalmente (accentuato)
distorta di una galassia

dicata, che misuri accuratamente miliardi di galassie e la crescita avrà un’esposizione totale di 40 minuti che consentirà di misura-
delle loro strutture», conclude Scaramella. re la forma di 1,5 miliardi di galassie a livelli di luminosità deboli»,
Rispetto ad altre missioni cosmologiche oggi operative, come spiega Cropper. Ogni galassia ha una propria forma, ma misuran-
l’Hubble Space Telescope (HST) o il James Webb Space Telesco- do un numero sufficiente di galassie, queste forme intrinseche
pe (JWST), Euclid offre un campo visivo molto più ampio e obiet- dovrebbero compensarsi, dice lo scienziato. «Se le galassie in una
tivi di indagine più specifici. HST e JWST sono unici per campi particolare regione del cielo tendono invece ad avere una forma
ristretti e osservazioni estremamente profonde. Dall’altro lato, media residua, è molto probabile che ciò sia dovuto alla materia
con l’osservazione di 12 miliardi di sorgenti, Euclid fornirà nuo- che si trova tra noi e le galassie in questione, che piega i raggi di
vi obiettivi di studio per HST e JWST, oltre che per nuove strut- luce (lente gravitazionale) e distorce le immagini. Pertanto, VIS è
ture a terra come i grandi telescopi di prossima generazione. «Eu- ottimizzato per la misurazione delle forme delle galassie.»
clid ha a bordo due strumenti con cui effettuare misure di lensing
gravitazionale debole e di clustering da parte delle galassie», pro- Due è meglio di uno
segue Scaramella. Gli strumenti, applicati a un telescopio rifletto- L’altro strumento montato a bordo di Euclid è NISP, che af-
re con un’apertura di 1,2 metri di diametro, sono appunto VIS, una fronta le questioni dell’energia oscura e della materia oscura con
camera ottica ad alta risoluzione angolare per misurare la forma una tecnica diversa, misurando direttamente la posizione delle
delle galassie, e NISP, uno spettrofotometro che opera nel vici- galassie in 3D, ovvero la loro posizione sulla volta celeste e la lo-
no infrarosso. Con le immagini di NISP più altre prese in ottico da ro distanza da noi. Cropper spiega che VIS e NISP sono soggetti a

testi originali in inglese, traduzione a cura della redazione di «Le Scienze»


strumenti a terra, spiega lo scienziato, si potrà stimare la distanza diverse distorsioni, per questo motivo sono usati approcci com-
© ESA (lavoro svolto ATG sotto contratto con ESA), CC BY-SA 3.0 IGO;
delle galassie osservate, utile per lo studio del lensing debole. Per plementari: è un aspetto fondamentale da tenere in considera-
un sottoinsieme di queste galassie invece sarà possibile misurare zione, perché consentirà di verificare la consistenza dei risultati.
principalmente il redshift spettroscopico, e quindi determinare la Quando le informazioni di entrambi sono collegate, la combina-
loro distanza, per le analisi di clustering. zione è molto più potente rispetto a quanto si otterrebbe impie-
Nello specifico, l’obiettivo principale dello strumento VIS è ri- gando ogni strumento da solo.
levare sistematicamente l’universo distante (la parte di cielo non «NISP è in effetti costituito da due strumenti nel vicino infra-
oscurata dalla Via Lattea) con una risoluzione spaziale fine, cioè rosso che lavorano nell’intervallo di lunghezze d’onda da 1 a 2
in grande dettaglio, e con un elevato rapporto segnale/rumore, in micrometri: una telecamera fotometrica che fornisce immagi-
modo che le informazioni contenute nelle immagini siano di alta ni «comprensibili» e uno spettrometro che fornisce, simultane-
qualità. «Lo strumento VIS scatterà immagini molto grandi (più di amente, gli spettri di tutti gli oggetti nel campo di osservazione
600 megapixel), ciascuna delle quali coprirà quasi tre volte l’area istantaneo», dettaglia a «Le Scienze» Thierry Maciaszek, project
della Luna piena nel cielo, a lunghezze d’onda rosse nella banda manager dello strumento NISP, del Centre National d’Études Spa-
ottica», specifica a «Le Scienze» Mark Cropper, del Mullard Space tiales (l’agenzia spaziale francese). «È lo strumento con il maggior
Science Laboratory dello University College di Londra, nel Regno numero di rivelatori (64 milioni di pixel) nel dominio del vicino
Unito, responsabile dello strumento VIS. «Ogni parte del cielo infrarosso.»

40 Le Scienze 659 luglio 2023


Che cosa misurerà Euclid: oscillazioni acustiche barioniche
Quando l’universo primordiale si espanse per la prima volta, la formazione di protoni e neutroni creò onde sonore (bolle) che attraversarono
una calda zuppa di particelle e radiazioni. Circa 300.000 anni dopo il big bang, quando l’universo si era raffreddato abbastanza da permettere agli
atomi di formarsi e alla luce di viaggiare liberamente, queste onde si congelarono. Nel corso del tempo, un numero leggermente più grande
di galassie si è formato in ammassi lungo le increspature congelate. Le increspature si sono allungate con l’espansione dell’universo,
aumentando la distanza tra le galassie. Euclid studierà la distribuzione delle galassie su distanze immense, individuando questi schemi
di increspature e determinandone le dimensioni. Questo ci permette di misurare con precisione l’espansione accelerata dell’universo e ci istruisce
sulla natura dell’energia oscura e della materia oscura.

Illustrazione dello schema


delle oscillazioni acustiche
barioniche impresso
nella distribuzione
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su larga scala delle galassie
(accentuato)

Il contributo industriale volo, che è stato sottoposto a severe prove di accettazione, inclu-
La missione è finanziata dall’ESA (a cui l’Italia contribuisce), e si test di vibrazione per simulare le condizioni durante il lancio e
gli strumenti e l’analisi dati sono forniti da un consorzio di istituti test in speciali camere di termo-vuoto, che simulano l’ambiente
scientifici, l’Euclid Consortium. Il nostro paese è il secondo, do- che il satellite incontrerà nello spazio.» Il progetto, lo sviluppo dei
po la Francia, come livello di contributi al consorzio (pezzi, forni- vari modelli e le accettazioni finali hanno richiesto circa dieci an-
ture, risorse umane). A finanziare la partecipazione al consorzio è ni, durata tipica per un satellite di questa complessità.
l’Agenzia spaziale italiana (ASI), mentre l’INAF è il maggior parte-
cipante come numero di persone coinvolte, e ha svolto il ruolo di Fare luce
capofila e aggregatore della comunità nazionale rispetto all’ASI. Il quadro che emerge dagli studi di cosmologia è quello di un
© ESA (lavoro svolto ATG sotto contratto con ESA), CC BY-SA 3.0 IGO; testi originali in inglese, traduzione a cura

Dal lato industriale, l’attore principale è stato Thales Alenia Spa- «universo oscuro». L’universo è dominato per il 95 per cento da
della redazione di «Le Scienze»; fonte: ESA e Planck Collaboration / Gabriela Secara / Perimeter Institute

ce, joint venture fra l’azienda francese Thales e l’azienda italiana ingredienti di natura sconosciuta, mentre solo il 5 per cento è co-
Leonardo. stituito da materia che possiamo osservare con i telescopi (stelle,
«In qualità di Prime Contractor, ovvero di appaltatore princi- gas, galassie), in pratica la punta di un iceberg. «I cosmologi si tro-
pale, Thales Alenia Space è responsabile del progetto e dello svi- vano in una situazione di stallo dai contorni paradossali», com-
luppo dell’intero satellite», racconta a «Le Scienze» Paolo Musi, menta Cimatti. Secondo lo scienziato, in molti pensano che ormai
project manager di Euclid, sviluppato dalla joint-venture franco- siamo vicini a un punto di svolta che potrebbe aprire strade com-
italiana per conto dell’ESA. Il suo ruolo è stato guidare il gruppo pletamente nuove della fisica e nella nostra comprensione delle
di progetto e il consorzio industriale necessari alla realizzazione leggi della natura. «Per esempio, nelle teorie dette di “gravità mo-
del satellite. Musi specifica che il contratto industriale è di circa dificata”, materia oscura ed energia oscura sarebbero una sorta di
440 milioni di euro, mentre il budget complessivo dell’ESA che “miraggio” dovuto all’applicazione delle leggi di Newton e della
include il lanciatore, lo sviluppo dei sensori scientifici, dei cen- relatività generale, che noi assumiamo siano valide su tutte le sca-
tri di controllo e di elaborazione dati, oltre alla gestione operati- le dell’universo, ma che in realtà potrebbero non esserlo. Ci aspet-
va della missione per almeno sei anni dal lancio supera 1 miliar- ta un futuro (prossimo) ricco di grandi sorprese e colpi di scena!»,
do di euro. confessa Cimatti.
Il processo di sviluppo e costruzione degli strumenti scienti- A questo futuro Euclid contribuirà cercando di rispondere al-
fici e tecnologici necessari per la missione è stato gestito tramite le domande fondamentali sulla natura dell’energia oscura e della
una selezione accurata di un consorzio industriale composto da materia oscura e sul loro impatto sull’evoluzione passata, presen-
oltre 80 aziende, scegliendo fra le eccellenze europee in questo te e futura dell’universo. «Anche se dobbiamo stare molto atten-
campo. «In particolare – continua Musi – abbiamo prima realiz- ti a non essere troppo ottimisti, Euclid contiene potenzialmen-
zato un modello termo-strutturale del satellite, per verificarne il te una rivoluzione nella fisica fondamentale e nella cosmologia»,
progetto termo-meccanico, e poi un modello elettrico funziona- conclude Mellier. Gli scienziati sono già in trepida attesa del lan-
le, per verificare la compatibilità di tutta l’elettronica di bordo e cio, con la speranza di vedere il telescopio operativo già entro la
gli algoritmi di controllo. Infine abbiamo realizzato il prototipo di fine del 2023. Q

www.lescienze.it Le Scienze 41
FISICA QUANTISTICA

Universo
immaginario
I numeri complessi sono una componente
inevitabile della teoria quantistica standard
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di Marc-Olivier Renou, Antonio Acín


e Miguel Navascués

Illustrazione di Andrea Ucini


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T
Marc-Olivier Renou è fisico teorico presso
il Centro Inria Saclay di Parigi.

Antonio Acín dirige il gruppo di teoria


dell’informazione quantistica all’Istituto di scienze
fotoniche di Castelldefels, in Spagna.

Miguel Navascués è capogruppo junior presso l’Istituto


di ottica quantistica e informazione quantistica a Vienna.

re anni fa uno di noi, Toni, chiese a un altro di noi, tenere per sé le loro scoperte, esibendo i loro teoremi, corollari e
Marco, di raggiungerlo nel suo studio all’Istituto di scienze fotoni- lemmi solo per vincere battaglie intellettuali.
che, un grande centro di ricerca a Castelldefels, presso Barcellona. Dal letto di morte Scipione Dal Ferro, mentore di Del Fiore,
«C’è un problema di cui ti volevo parlare», iniziò Toni. «È un pro- aveva dato a quest’ultimo una formula per risolvere equazioni di
blema che io e Miguel stiamo cercando di risolvere da anni». Marco terzo grado (o cubiche) della forma x3 + ax = b. Armato del risul-
si mostrò incuriosito, e Toni pose la domanda: «La teoria quantisti- tato del suo maestro, Del Fiore presentò a Tartaglia 30 equazioni
ca standard può funzionare senza numeri immaginari?». cubiche e lo sfidò a trovare per ognuna il valore di x.
Un numero immaginario, se lo si moltiplica per se stesso, pro- Tartaglia scoprì la formula poco prima della gara, risolse i pro-
duce un numero negativo. Furono chiamati «immaginari» dal fi-
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blemi e vinse la disfida. In seguito confidò la sua formula al me-


losofo René Descartes (Cartesio), per distinguerli dai numeri che dico e scienziato Gerolamo Cardano, che promise di non rivelar-
conosceva e accettava (che oggi chiamiamo reali), i quali non ave- la mai a nessuno. Nonostante il giuramento, però, Cardano trovò
vano questa proprietà. In seguito i numeri complessi, che sono una dimostrazione della formula e la pubblicò a proprio nome.
somma di un numero reale e uno immaginario, vennero accettati La complicata formula risolutiva conteneva due radici quadrate
dai matematici per la loro utilità nel risolvere problemi complessi. e quindi si dava per scontato che, se i numeri sotto il segno di ra-
Non fanno però parte delle equazioni di nessuna teoria fisica fon- dice erano negativi, l’equazione non poteva avere soluzioni, per-
damentale, tranne che della meccanica quantistica. ché non esistono numeri reali che, moltiplicati per se stessi, dan-
La versione più comune della teoria quantistica si basa sui nu- no un numero negativo.
meri complessi. Quando restringiamo i numeri che vi compaio- In mezzo a questi intrighi un quarto studioso, Rafael Bombelli,
no ai soli numeri reali, otteniamo una nuova teoria fisica: la teo- fece una delle scoperte più celebri nella storia della matematica:
ria quantistica reale. Nel primo decennio di questo secolo, vari trovò equazioni cubiche che si potevano risolvere e per le quali la
gruppi hanno dimostrato che questa versione «reale» della teo- formula di Dal Ferro-Tartaglia-Cardano richiedeva comunque il
ria si può usare per dare modelli corretti dei risultati di un’ampia calcolo della radice quadrata di un numero negativo.
classe di esperimenti quantistici. Ciò ha portato molti scienziati a Si rese allora conto che, per tutti quegli esempi, la formula for-
credere che la teoria quantistica reale possa descrivere qualsiasi niva la soluzione corretta, purché si facesse finta che esistesse un
esperimento quantistico. La scelta di lavorare con i numeri com- nuovo tipo di numero il cui quadrato era uguale a –1. Immaginan-
plessi anziché con i reali non aveva quindi a che fare con la fisica in do che ogni variabile che compariva nella formula fosse della for-

sé, si pensò; era solo una questione di comodità matematica. ma a + 3 –1 × b, dove a e b sono numeri «normali», i termini che

Questa congettura non era però dimostrata. Poteva essere fal- moltiplicano 3 –1 si cancellavano e il risultato era la «normale» so-
sa? Dopo quella conversazione con Toni, abbiamo iniziato un luzione dell’equazione.
viaggio lungo mesi per confutare la teoria quantistica reale. Infi- Nei secoli successivi i matematici studiarono le proprietà di

ne siamo giunti a un esperimento quantistico i cui risultati non si tutti i numeri della forma a + 3 –1 × b, che furono chiamati «com-
possono spiegare con modelli quantistici reali. Questo ci dice che plessi». Nel XVII secolo Descartes, considerato il padre delle
i numeri immaginari sono un ingrediente essenziale nella formu- scienze razionali, associò questi numeri a caratteristiche inesi-

lazione standard della teoria quantistica: senza di essi, la teoria stenti delle figure geometriche. Chiamò il numero i = 3 –1 «imma-
perderebbe potere predittivo. Che cosa significa tutto ciò? Vuol ginario», in contrapposizione a quelli che conosceva come nu-
dire che in un certo senso i numeri immaginari esistono davvero? meri normali, che chiamò «reali». I matematici usano ancora oggi
Dipende da quanto si prende sul serio l’idea che gli elementi del- questa terminologia.
la teoria quantistica standard, o di qualsiasi altra teoria fisica, «esi- I numeri complessi si sono rivelati uno strumento formidabi-
stano» anziché essere solo ricette matematiche per descrivere le le, non solo per risolvere le equazioni ma anche per semplifica-
osservazioni sperimentali e formulare previsioni su di esse. re la matematica della fisica classica, la fisica che si è sviluppata
fino al XX secolo. Un esempio è la descrizione classica della lu-
La nascita dei numeri immaginari ce. È più facile descrivere la luce come campi elettrici e magne-
I numeri complessi risalgono agli inizi del XVI secolo, quando tici complessi rotanti che come campi reali oscillanti, nonostante
il matematico italiano Antonio Maria Del Fiore lanciò una sfida a il fatto che non esiste un campo elettrico immaginario (si veda la
Niccolò Fontana, detto «Tartaglia» (perché balbuziente). In Italia figura nella pagina a fronte). Analogamente, le equazioni che de-
all'epoca chiunque poteva sfidare un professore di matematica a scrivono il comportamento dei circuiti elettronici sono più facili
una «disfida matematica» e, se avesse vinto, avrebbe ottenuto il da risolvere se si immagina che le correnti elettriche abbiano va-
posto dell’avversario. Di conseguenza, i matematici tendevano a lori complessi, e lo stesso vale per le onde gravitazionali.

44 Le Scienze 659 luglio 2023


Sulle prime il disagio di Schrödinger sembrava semplice da ri-
solvere: riscrisse la funzione d’onda sostituendo un singolo vet-
Cosa sono i numeri tore di numeri complessi con due vettori reali. Schrödinger in-
sisteva che questa versione fosse la teoria «vera» e che i numeri
immaginari? immaginari fossero presenti solo per comodità. Negli anni suc-
cessivi i fisici hanno trovato altri modi per riscrivere la meccani-
Numeri complessi ca quantistica usando i numeri reali, ma nessuna di queste alter-
Numeri Numeri reali native si è mai affermata. La teoria quantistica standard, con i suoi
immaginari
Numeri Numeri razionali
numeri complessi, ha una comoda regola che rende facile rappre-
irrazionali sentare la funzione d’onda di un sistema quantistico composto da
Interi Numeri
naturali molte parti indipendenti: è una caratteristica che manca a queste
altre versioni.
Che cosa succede, allora, se restringiamo le funzioni d’onda ai
numeri reali, ma manteniamo anche l’abituale regola quantistica
I numeri «immaginari» sono quelli che, moltiplicati per se stessi, per comporre sistemi con molte parti? A prima vista, non molto.
danno un numero negativo. I numeri complessi sono formati da una Quando chiediamo che le funzioni d’onda e gli operatori abbiano
componente immaginaria e da una reale. I numeri reali comprendo- componenti reali, ci ritroviamo con quella che i fisici spesso chia-
no i numeri razionali (quelli che possono essere scritti come rappor- mano «teoria quantistica reale». Questa teoria è simile alla teoria
to tra due numeri interi) e quelli irrazionali (che non sono esprimibili quantistica standard: se vivessimo in un mondo quantistico reale,
con un rapporto di questo tipo). Tra i numeri razionali ci sono i nu-
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potremmo ancora eseguire calcoli quantistici, mandarci messag-


meri interi (i numeri 1, 2, 3… e le loro controparti negative, più lo ze- gi segreti scambiandoci particelle quantistiche e teletrasportare lo
ro). I numeri naturali sono il sottoinsieme dei numeri interi che inclu- stato fisico di un sistema subatomico su distanze intercontinentali.
de solo i numeri interi positivi. Tutte queste applicazioni si basano sulle caratteristiche con-
trointuitive della teoria quantistica, come le sovrapposizioni, l’en-
tanglement e il principio d'indeterminazione, che fanno parte
anche della teoria quantistica reale. Poiché pure in questa formu-
Campo Campo elettrico
magnetico oscillante (giallo) lazione sono presenti quelle famose proprietà quantistiche, i fisi-
oscillante ci hanno a lungo supposto che l’uso dei numeri complessi fosse
(rosso) essenzialmente una questione di comodità e che la teoria quan-
Propagazione tistica reale fosse valida quanto quella standard. Ma quella mat-
Luce rappresentata della luce tina del 2020, nell’ufficio di Marco, abbiamo iniziato a dubitarne.
come campi elettrici
e magnetici
complessi rotanti Falsificare la teoria quantistica reale
(azzurro) Volendo progettare un esperimento per confutare la teoria
quantistica reale, non potevamo dare alcunché per scontato sui
dispositivi sperimentali che potevamo usare, perché un soste-
Prima del XX secolo tutte queste operazioni con i numeri com- nitore della teoria quantistica reale l’avrebbe potuto contestare.
plessi erano considerate solo un trucco matematico. In definitiva, Supponiamo, per esempio, di costruire un dispositivo per misu-
gli elementi di base di qualsiasi teoria classica – temperature, posi- rare la polarizzazione di un fotone. Un oppositore avrebbe potu-
zioni delle particelle, campi e così via – corrispondevano a numeri, to obiettare che, pur pensando di aver misurato la polarizzazione,
vettori o funzioni reali. La meccanica quantistica, introdotta a ini- il nostro apparato ha in realtà rilevato qualche altra proprietà, co-
zio Novecento per comprendere il mondo microscopico, avrebbe me per esempio il momento angolare orbitale del fotone. Non ab-
cambiato in modo radicale questo stato di cose. biamo modo di sapere se i nostri strumenti fanno quello che pen-
siamo. D’altro canto, falsificare una teoria fisica senza presumere
Schrödinger e la sua equazione niente sulla configurazione sperimentale sembra impossibile.
Nella teoria quantistica standard, lo stato di un sistema fisico Come facciamo a dimostrare qualcosa quando non ci sono certez-
è rappresentato da un vettore (una quantità dotata di un valore e ze da cui partire? Per fortuna c’era un precedente storico.
di una direzione) di numeri complessi detto funzione d’onda. Le Nonostante sia stato uno dei fondatori della teoria quantisti-
proprietà fisiche, come la velocità o la posizione di una particella, ca, Albert Einstein non ha mai creduto che il nostro mondo fosse
corrispondono a tabelle di numeri complessi chiamate operatori. controintuitivo quanto fa pensare la teoria. Pensava che, sebbene
Fin dall’inizio questo stretto nesso con i numeri complessi anda- la teoria quantistica formulasse previsioni accurate, dovesse es-
va contro una profonda convinzione che le teorie fisiche debbano sere una versione semplificata di una teoria più profonda in cui le
essere formulate in termini di grandezze reali. Erwin Schrödin- sue peculiarità apparentemente paradossali si sarebbero risolte.
Grafica di Jen Christiansen

ger – a cui si deve l’equazione che porta il suo nome, che descri- Per esempio, Einstein si rifiutò di credere che il principio di inde-
ve la funzione d’onda – fu fra i primi a esprimere il disagio gene- terminazione di Heisenberg – che pone un limite a quanto si può
rale della comunità dei fisici. In una lettera del 6 giugno 1926 al sapere sulla posizione e sulla velocità di una particella – fosse fon-
fisico Hendrik Lorentz, scrisse: «Ciò che è sgradevole qui, e anzi damentale. Congetturava invece che i fisici sperimentali del suo
proprio da contestare, è l’uso di numeri complessi. Di sicuro Ψ [la tempo non fossero in grado di preparare particelle con posizio-
funzione d’onda] è fondamentalmente una funzione reale». ni e velocità ben definite a causa dei limiti tecnologici. Einstein ri-

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teneva che i risultati di tutti gli esperimenti quantistici sarebbe- volte alla settimana. Grazie a una combinazione di lunghe pas-
ro stati spiegati da una futura teoria «classica» (in cui cioè lo stato seggiate solitarie e intensi incontri su Zoom, un felice giorno di
fisico di una particella elementare si può determinare compiuta- novembre 2020 siamo giunti a un esperimento che coinvolge la
mente e non è basato su probabilità). teoria quantistica standard e di cui quella reale non avrebbe po-
Ora sappiamo che l’intuizione di Einstein era sbagliata per- tuto dare un modello. L’idea chiave era di abbandonare lo scena-
ché tutte queste teorie classiche sono state falsificate. Nel 1964 rio standard di Bell, in cui una singola sorgente distribuisce par-
John S. Bell dimostrò che certi effetti quantistici non possono ticelle a più parti separate, e considerare una configurazione con
essere modellati da nessuna teoria classica. Immaginò un tipo diverse sorgenti indipendenti. Avevamo osservato che in uno sce-
di esperimento, ora chiamato «test di Bell», in cui sono presen- nario del genere (una cosiddetta rete quantistica) il metodo di Pál-
ti due sperimentatori, Alice e Bob, che lavorano in laboratori di- Vértesi-McKague-Mosca-Gisin non poteva riprodurre i risultati
stinti. Qualcuno che si trova in una terza posizione invia a ciascu- sperimentali previsti dalla teoria quantistica con i numeri com-
no di loro una particella, che essi misurano indipendentemente. plessi. Era un inizio promettente, ma non bastava: analogamente
Bell dimostrò che in qualsiasi teoria classica con proprietà ben de- a quanto era riuscito a fare Bell per le teorie classiche, dovevamo
finite (il tipo di teoria che Einstein sperava prevalesse), i risulta- escludere l’esistenza di qualsiasi forma di teoria quantistica reale,
ti di queste misurazioni obbediscono a certe condizioni ora no- per quanto ingegnosa e sofisticata, che potesse spiegare i risultati
te come disuguaglianze di Bell. Quindi Bell dimostrò che queste degli esperimenti di rete quantistica. A tal fine, dovevamo ideare
condizioni sono violate in alcune situazioni in cui Alice e Bob mi- un esperimento mentale concreto in una rete quantistica e dimo-
surano uno stato quantistico di entanglement. Il fatto importan- strare che le previsioni della teoria quantistica standard erano im-
te è che le disuguaglianze di Bell valgono per tutte le teorie clas- possibili da modellare con la teoria quantistica reale.
siche possibili e immaginabili, per quanto contorte. Pertanto, la
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All’inizio abbiamo preso in considerazione reti complicate che


loro violazione confuta tutte queste teorie. prevedono sei sperimentatori e quattro sorgenti. Alla fine, tutta-
Da allora vari test di Bell eseguiti nei laboratori hanno misura- via, abbiamo optato per un esperimento quantistico più semplice
to esattamente ciò che prevede la teoria quantistica. Nel 2015 gli con tre sperimentatori chiamati Alice, Bob e Charlie e due sorgen-
esperimenti alla Bell condotti a Delft (nei Paesi Bassi), a Vienna e a ti di particelle indipendenti. La prima sorgente invia due particel-
Boulder (in Colorado) hanno infine chiuso tutte le scappatoie che le di luce (fotoni), una ad Alice e una a Bob; la seconda invia fo-
i precedenti esperimenti avevano lasciato aperte. Questi risultati toni a Bob e a Charlie. Successivamente, Alice e Charlie scelgono
non ci dicono che il nostro mondo è quantistico; dimostrano però una direzione lungo cui misurare la polarizzazione delle rispetti-
che, al contrario di quanto credeva Einstein, non può essere go- ve particelle, che può essere «su» o «giù». Nel frattempo Bob mi-
vernato dalla fisica classica. sura le sue due particelle. Quando lo facciamo più e più volte, pos-
Si può ideare un esperimento simile a quello di Bell che esclu- siamo generare una serie di statistiche che mostrano la frequenza
da la teoria quantistica basata sui nu-
meri reali? Per riuscirci, dovevamo
congegnare un esperimento di teoria Adesso sappiamo che né la teoria classica né quella
quantistica standard i cui risultati non quantistica reale possono spiegare certi fenomeni
si possano spiegare con la matematica
della teoria quantistica reale. Avevamo
previsto di progettare prima un esperimento mentale, sperando con cui le misurazioni sono correlate. Queste statistiche dipendo-
che fosse poi possibile condurlo in un laboratorio. In caso di suc- no dalle direzioni scelte da Alice e Charlie.
cesso, ritenevamo che questo test avrebbe dovuto convincere an- Dovevamo poi dimostrare che le statistiche osservate non pote-
che il sostenitore più scettico che il mondo non è descritto dalla vano essere previste da alcun sistema quantistico reale. Per farlo,
teoria quantistica reale. ci siamo affidati a un potente concetto, l’«autoverifica», che con-
La nostra prima idea, la più semplice, era provare a modificare sente a uno sperimentatore di certificare simultaneamente un di-
l’esperimento originario di Bell affinché servisse anche a falsifi- spositivo di misurazione e il sistema che esso sta misurando. Che
care la teoria quantistica reale. Purtroppo due studi indipendenti cosa significa? Pensiamo a un apparecchio di misurazione, per
pubblicati nel 2008 e nel 2009, uno di Károly Pál e Tamás Vérte- esempio una bilancia. Per garantire che sia accurata, è necessario
si e l’altro di Matthew McKague, Michele Mosca e Nicolas Gisin, testarla con una massa il cui peso è noto. Ma come certificare que-
hanno mostrato che non avrebbe funzionato. Gli autori hanno di- sta massa? È necessario usare un’altra bilancia, che a sua volta de-
mostrato che la teoria quantistica reale può prevedere le misura- ve essere certificata e così via. Nella fisica classica, questo processo
zioni di qualsiasi possibile test di Bell esattamente come la teoria non ha fine. Sorprendentemente, nella teoria quantistica è possi-
quantistica standard. Perciò gran parte degli scienziati aveva con- bile certificare in simultanea sia un sistema misurato sia un dispo-
cluso che la teoria quantistica reale era inconfutabile. Ma noi e i sitivo di misurazione, come se la bilancia e la massa di prova con-
nostri coautori siamo riusciti a dimostrare che questa conclusio- trollassero reciprocamente la calibrazione.
ne era errata. Tenendo conto dell’autoverifica, la nostra dimostrazione
di impossibilità funziona come segue. Abbiamo concepito un
Progettare l’esperimento esperimento in cui, per ogni risultato ottenuto da Bob, le statisti-
Nel giro di due mesi dalla nostra conversazione a Castellde- che di misurazione di Alice e Charlie autoverificavano il loro stato
fels, il piccolo progetto aveva riunito otto fisici teorici, di Castel- quantistico condiviso. In altre parole, le statistiche di una confer-
ldefels stessa, di Ginevra e di Vienna. Pur non potendo incontrar- mavano la natura quantistica dell’altro e viceversa. Abbiamo sco-
ci di persona, ci scambiavamo e-mail e discutevamo on line molte perto che l’unica descrizione della situazione compatibile con la

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logie. Quando abbiamo annunciato i nostri
risultati, speravamo che fosse solo questio-
Due teorie alla prova ne di tempo prima che qualcuno, da qual-
che parte, mettesse in pratica le nostre idee.
Per verificare se la teoria quantistica richiede i numeri complessi, i fisici hanno immaginato È successo in fretta. Appena due me-
un esperimento mentale, che è stato poi condotto realmente in alcuni laboratori. In questo al- si dopo che avevamo reso pubblica la no-
lestimento, due sorgenti emettono fotoni (particelle di luce) verso tre osservatori: Alice, Bob e stra scoperta, un gruppo sperimentale a
Charlie. L’esperimento, ripetuto molte volte, produrrà statistiche compatibili solo con le previ- Shanghai ha riferito di aver attuato il nostro
sioni della teoria quantistica complessa, e non con la teoria quantistica reale (la nuova teoria esperimento mentale con qubit supercon-
ottenuta quando gli scienziati limitano la teoria quantistica standard ai numeri reali). duttori, cioè bit informatici fatti di particelle
quantistiche. Circa nello stesso periodo an-
Teoria quantistica complessa che un gruppo di Shenzhen, sempre in Cina,
ci ha contattati per discutere della messa in
Fotoni in entanglement pratica del nostro esperimento mentale con
Sorgente sistemi ottici. Mesi dopo, abbiamo letto di
di
Statistiche un’altra versione ottica dell’esperimento,
fotoni 1
cumulative condotta anch’essa a Shanghai. In tutti i ca-
osservate
si gli sperimentatori hanno osservato corre-
Sorgente lazioni tra le misurazioni che la teoria quan-
di tistica reale non poteva spiegare. Sebbene ci
Ripetere
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fotoni 2
molte siano ancora alcune questioni sperimentali
volte di cui occuparsi, questi tre esperimenti pre-
si insieme rendono l’ipotesi quantistica rea-
le molto difficile da sostenere.
Teoria quantistica reale
Misurazione Il futuro quantistico
arbitraria È impossibile –
Sorgente quali che siano Adesso sappiamo che né la teoria classica
arbitraria le sorgenti e né quella quantistica reale possono spiegare
le misurazioni
Misurazione arbitrarie della certi fenomeni: ora che cosa succederà? Se
arbitraria teoria quantistica saranno proposte future versioni della teoria
congiunta reale – osservare
Sorgente quantistica come alternative alla teoria stan-
arbitraria lo stesso output
Misurazione statistico dard, potremo usare una tecnica simile per
arbitraria rappresentato cercare di escludere anche queste. È possibi-
Particelle in entanglement sopra le fare un ulteriore passo avanti e falsificare
la stessa teoria quantistica standard?
Se ci riuscissimo, rimarremmo senza al-
teoria quantistica reale doveva essere proprio la versione di Pál- cuna teoria per il mondo microscopico, dato che al momento non
Vértesi-McKague-Mosca-Gisin, di cui sapevamo già che non fun- abbiamo un’alternativa. Ma i fisici non sono convinti che la teoria
zionava per una rete quantistica. Quindi siamo arrivati alla con- quantistica standard sia vera. Uno dei motivi è che sembra in con-
traddizione in cui speravamo: la teoria quantistica reale si può flitto con un’altra grande teoria, la relatività generale, usata per
falsificare. descrivere la gravità. I ricercatori stanno cercando una nuova teo-
Abbiamo anche scoperto che, purché le statistiche di misura- ria più profonda che possa conciliare queste due e forse sostitui-
zione della vita vera osservate da Alice, Bob e Charlie fossero ab- re la teoria quantistica standard. Se mai riuscissimo a falsificare la
bastanza vicine a quelle del nostro esperimento mentale ideale, teoria quantistica, potremmo essere in grado di indicare la strada
non si potevano riprodurre con sistemi quantistici reali. La logi- verso questa nuova teoria più profonda.
ca era molto simile a quella del teorema di Bell: siamo così giunti In parallelo, alcuni ricercatori stanno cercando di dimostra-
a ricavare una disuguaglianza di Bell per la teoria quantistica rea- re che non funzionerà alcuna teoria diversa da quella quantisti-
le e a dimostrare che poteva essere violata dalla teoria quantistica ca. Una dei nostri coautori, Mirjam Weilenmann, in collaborazio-
complessa, persino in presenza di rumore e imperfezioni. Questa ne con Roger Colbeck, ha sostenuto di recente che si potrebbero
tolleranza al rumore è ciò che rende il nostro risultato verificabi- scartare tutte le teorie fisiche alternative attraverso opportuni
le nella pratica. Nessuno sperimentatore ha mai il controllo totale esperimenti di tipo Bell. Se questo fosse vero, questi esperimenti
del proprio laboratorio; il meglio in cui possono sperare è di pre- mostrerebbero che la meccanica quantistica è davvero l’unica
parare stati quantici che siano approssimativamente ciò a cui mi- teoria fisica compatibile con le osservazioni sperimentali. Questa
ravano e di fare approssimativamente le misurazioni che intende- possibilità dà un fremito: possiamo davvero sperare di dimostrare
vano, il che consentirà loro di generare approssimativamente le che la teoria quantistica è così speciale? Q
stesse statistiche di misurazione che erano state previste.
La buona notizia è che, all’interno della nostra dimostrazione,
PER APPROFONDIRE
la precisione sperimentale richiesta per falsificare la teoria quan-
tistica reale, sebbene elevata, era alla portata delle attuali tecno- Azione inquietante. Hanson R. e Shalm K., in «Le Scienze» n. 608, aprile 2019.

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Illustrazione di Vito Ansaldi

48 Le Scienze 659 luglio 2023


MEDICINA

CRISPR scende
in campo
Decine di malati gravi hanno già beneficiato di terapie sperimentali
basate sulla correzione mirata del DNA, e la prima cura sta per approdare
sul mercato, ma restano nodi importanti, dai costi alla durata dei benefici
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di Anna Meldolesi

progressi delle nuove terapie dell’era CRISPR possono essere raccontati in-

I trecciando due storie. La prima è quella che ha per protagonisti Victoria, Car-
lene, Patrick, Alyssa, Terry e molti altri. Sono oltre 200 i pazienti che finora si
sono sottoposti a qualche trattamento sperimentale basato sull’editing geno-
mico, ovvero sulla correzione mirata del DNA con la tecnologia CRISPR, anzi-
ché sull’aggiunta di nuovi geni come avviene nella terapia genica classica.
Queste donne e questi uomini colpiti da gravi malattie hanno
dovuto affrontare dolori e rinunce crescenti, finché non hanno
deciso di affidare le proprie speranze a un nuovo tipo di terapie
trici il premio Nobel per la chimica. Ma nel giro di un decennio
intorno a questa innovazione biotech è cresciuta una comunità
scientifica così estesa e vivace che è diventato impossibile rende-
sperimentali, promettenti ma non prive di rischi. Per i più sfortu- re omaggio a tutti coloro che, nel settore pubblico come in quel-
nati questo atto di coraggio e fiducia nella scienza non è bastato, lo privato, stanno contribuendo a portare CRISPR dai laboratori
ma per molti di questi pionieri la vita è cambiata davvero. A con- agli ospedali.
ti fatti sono già molte decine le persone che sono riuscite a libe- Se la saga di CRISPR in medicina fosse un film, le prime scene
rarsi (auspicabilmente a lungo termine) del fardello di una malat- potrebbero essere ambientate nei laboratori delle società statuni-
tia genetica rara o, in qualche caso, di una leucemia. Insieme alle tensi CRISPR Therapeutics e Vertex Pharmaceuticals, dove è sta-
cellule geneticamente corrette (in gergo si dice «editate»), per lo- to sviluppato il primo trattamento di successo, ormai in procinto
ro è arrivata una nuova normalità, e la possibilità di pensare final- di diventare un farmaco regolarmente autorizzato. Gli sceneggia-
mente al futuro. tori però, probabilmente, come set per la scena di apertura prefe-
Il secondo filo narrativo è quello tessuto dalle scienziate e da- rirebbero un ospedale, uno dei centri che hanno aderito alla prima
gli scienziati che hanno inventato, perfezionato e sperimentato gli sperimentazione con CRISPR: il Sarah Cannon Research Institute
stratagemmi biotecnologici su cui si basano le nuove terapie. Le di Nashville. Qui, nel luglio del 2019, l’ematologo Haydar Fran-
protagoniste più note di questa avventura della conoscenza sono goul ha iniettato per la prima volta miliardi di cellule ematopoie-
la statunitense Jennifer Doudna (dell’Università della California a tiche (le staminali del sangue) geneticamente corrette nel corpo di
Berkeley) e la francese Emmanuelle Charpentier (del Max-Planck- una paziente con anemia falciforme, una malattia del sangue ca-
Institut di Berlino). Sono loro che nel 2012 hanno inventato le for- ratterizzata da emoglobina difettosa e globuli rossi a forma di fal-
bici genetiche CRISPR, capaci di modificare a piacimento tratti ce. L’afroamericana Victoria Gray aveva 34 anni, una vita scandi-
prescelti del DNA. L’accelerazione che questo strumento ha im- ta dalle crisi dolorose causate dall’occlusione dei vasi sanguigni e
presso alla ricerca in biologia e medicina è valsa alle due ricerca- dalla paura di non vedere i figli crescere. «Sarà come essere la pri-

www.lescienze.it Le Scienze 49
ma persona che mette il piede sulla Luna. Non posso garantire Anna Meldolesi è giornalista scientifica. Il suo ultimo libro è E l’uomo
che funzionerà», le aveva detto il medico illustrando il trattamen- creò l’uomo. CRISPR e la rivoluzione dell’editing genomico (Bollati
to. Vale la pena notare che l’identico approccio può essere usato Boringhieri, 2021). Scrive per il «Corriere della Sera» e cura CRISPeR
anche per la beta-talassemia, in cui l’emoglobina presenta un di- Mania, un blog sugli sviluppi delle nuove biotecnologie. Per «Le
verso difetto genetico. In effetti il primato di «primo paziente» do- Scienze» ha scritto, tra l’altro, La nuova stagione degli xenotrapianti,
vrebbe spettare a un uomo talassemico arruolato poco prima per pubblicato a luglio 2022.
la sperimentazione in Germania, ma delle sue vicissitudini sappia-
mo poco. Victoria invece ha accettato di rendere pubblica la sua
esperienza ed è divenuta la paziente simbolo di CRISPR.
La donna avrebbe potuto ricevere un trapianto convenzionale zione commerciale. Il trattamento ha assunto il nome exa-cel e ci
di midollo, avendo un fratello disponibile a donare, ma per evitare si aspetta che possa ricevere il via libera dell’Agenzia europea del
il rischio di rigetto ha deciso di lasciare la via vecchia per la nuo- farmaco (EMA) e dell’omologa autorità statunitense (FDA) entro la
va: ha optato per un autotrapianto con cellule geneticamente cor- fine dell’anno. Quanto costerà?
rette. Prima lo staff medico ha mobilizzato le sue cellule staminali Nel momento in cui scriviamo la cifra esatta non è nota, ma non
ematopoietiche per poterle prelevare dal sangue, poi i ricerca- potrà che essere molto alta, intorno al milione di euro. Anche se
tori le hanno modificate indirizzando sul gene bersaglio le for- CRISPR è una tecnica semplice ed economica, l’intera procedura
bici genetiche, ovvero l’enzima Cas9, che costituisce l’elemento è complessa e costosa. È vero che è un intervento one-shot, che si
strutturale della versione standard della tecnica CRISPR. L’altra spera funzioni al primo colpo eliminando il bisogno di assistere il
molecola chiave è quella che serve da guida: una breve sequenza malato per tutta la vita. Ma quell’unico intervento è tutt’altro che
di RNA che è complementare alla sequenza di DNA da corregge-
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banale: prima di iniettare le cellule editate bisogna averle estrat-


re e può riconoscere il punto in cui occorre effettuare il taglio. Poi te e modificate fuori dal corpo, e aver eseguito la mieloablazione
sarà il macchinario di riparazione che è normalmente presente in (l’eliminazione del midollo osseo del malato) con un farmaco che-
tutte le cellule a richiudere la lesione, inattivando il gene bersa- mioterapico perché le nuove cellule possano attecchire dando una
glio. Per far entrare i componenti di CRISPR, o le istruzioni neces- progenie funzionante. Ovviamente tutte le terapie geniche, anche
sarie per costruirli, dentro a una cellula estratta dal corpo (in ger- quelle classiche che funzionano per aggiunta di un gene anziché
go si dice ex vivo), basta un impulso elettrico. Una volta dentro, la per correzione della sequenza endogena, necessitano di una lunga
Cas9 scandaglia il genoma con la sua guida e quando riconosce il fase di ricerca, sviluppo, monitoraggio. Quante terapie di questo ti-
bersaglio entra in azione. po potranno essere rimborsate dai sistemi sanitari e dalle assicura-
Nel caso di Victoria il taglio del DNA
è servito a rimuovere il freno che bloc-
ca la produzione dell’emoglobina fe- «È orribile sapere che esiste qualcosa
tale, in modo che questa potesse sop- che potrebbe guarirti e non poterla ricevere»
perire alle carenze dell’emoglobina
adulta difettosa. In pratica è come se,
avendo una ruota bucata (il gene adulto malfunzionante), si usas- zioni? Quante aziende rinunceranno a portare una nuova terapia
se come ruota di scorta il gene fetale, che di solito si spegne nel- sul mercato perché non è profittevole? Le difficoltà di commercia-
la prima infanzia ma che CRISPR è in grado di riattivare. Per fa- lizzazione finiranno per scoraggiare anche la ricerca? E se fatichia-
re spazio alle cellule corrette, Victoria ha dovuto sottoporsi a un mo a far quadrare i conti nei paesi ricchi, che soluzioni potranno
trattamento chemioterapico che l’ha lasciata debole e sofferen- mai trovare i paesi a reddito medio e basso?
te per settimane. Ma l’infusione di «super-cellule» è andata bene, «È orribile sapere che esiste qualcosa che potrebbe guarirti
l’emoglobina fetale ha cominciato subito a crescere, stabilizzan- e non poterla ricevere», ha dichiarato Victoria Gray, che ha altri
dosi su livelli ottimali, i sintomi dell’anemia falciforme sono rapi- familiari affetti da questa malattia, che colpisce in prevalenza le
damente scomparsi e oltre tre anni dopo Victoria sta ancora bene. persone originarie dell’Africa – e dunque anche gli afroamerica-
Questa donna originaria del Mississippi ha finalmente un lavoro ni – ma è piuttosto diffusa anche nell’Asia meridionale, nel Medio
a tempo pieno, come cassiera, e di recente è volata a Londra per Oriente e nel Mediterraneo. Nel mondo nascono oltre 300.000
raccontare la sua storia di fronte ai massimi esperti del campo. bambini all’anno con anemia falciforme, oltre il 75 per cento dei
Il suo intervento è stato il più atteso e il più applaudito del terzo quali nella regione subsahariana, e quasi il 90 per cento di loro
Summit internazionale sull’editing del genoma umano che si è te- muore prima del quinto compleanno. Le opzioni terapeutiche di-
nuto al Francis Crick Institute dal 6 all’8 marzo di quest’anno. ventate via via disponibili nei paesi ad alto reddito, dai farmaci ai
trapianti di midollo, possono aumentare di molti decenni le aspet-
La prima terapia approvata tative di vita ma faticano a raggiungere le aree povere del mon-
La stessa sperimentazione ha dato ottimi risultati anche nei do. «Come pensate di portare l’editing genomico in India se da noi
centri che hanno aderito in Canada e in Europa (in Italia ha par- è difficile persino avere l’idrossiurea, che costa poco ed esiste da
tecipato l’Ospedale Bambino Gesù di Roma, con il gruppo diretto quarant’anni?», ha chiesto Gautam Dongre alla platea del summit
da Franco Locatelli). Il periodo di osservazione dei pazienti – 75 in di Londra. Il farmaco citato dal rappresentante dei pazienti india-
tutto, contando insieme anemia falciforme e talassemia – è anco- ni serve proprio ad aumentare i livelli di emoglobina fetale, anche
ra limitato a pochi anni, ma non sono stati registrati effetti colla- se in modo meno efficace dell’editing genomico.
terali gravi, mentre i benefici appaiono così evidenti che le forbici L’edizione precedente del summit – svoltasi a Hong Kong nel
CRISPR si apprestano a tagliare anche il traguardo dell’approva- 2018 – era stata dominata dall’annuncio della nascita delle cosid-

50 Le Scienze 659 luglio 2023


Quattro modi per correggere i geni
Diversi approcci usati per l’editing genomico nelle emoglobinopatie. In zioni che inattivano il gene (NHEJ), o sostituisce il tratto di sequenza da
tutti, l’enzima Cas9 e un RNA guida (gRNA) sono introdotti nelle cellule modificare con quella desiderata, fornita da un modello (HDR); o cor-
staminali ematopoietiche per modificare un gene bersaglio in vari modi: reggendo la sola base d’interesse tagliando uno solo dei due filamenti
tagliando la doppia elica, la cui riparazione introduce inserzioni o dele- (editing di singola base e prime-editing).

5’ 5’
5’ 3’ Nucleo
Cellula
3’ 3’ staminale
NH2 O
Citosina Guanina N
ematopoietica
N NH

O NH N
NH NH2

NH2 O
N N NH
Saldatura delle estremità Riparazione diretta Editing Prime
NH
N NH O
non omologhe (NHEJ) per omologia (HDR) di singola base editing
DEAMINASI GUIDA E STAMPO
Adenina Timina
ENZIMA TRASCRITTASI INVERSA
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Sequenza 5’ Cas9 5’ Cas9 5’ Cas9 5’ Cas9


gRNA gRNA gRNA pegRNA
iniziale 3’ 3’ 3’
G
3’

CRISPR-Cas

Passaggio 5’ 5’ 5’ U 5’
ROTTURA DOPPIA ELICA
intermedio
3’ 3’ 3’ 3’
Riparazione X X
del DNA MODELLO
DONATORE
(STAMPO)

Editing 5’ 5’ 5’ T 5’
Grafica di Danilo Sossi; fonte: Editing outside the body: Ex vivo gene-modification for b-hemoglobinopathy cellular therapy, di Tolulope

finale 3’ 3’ 3’ A 3’
INSERZIONE/DELEZIONE

dette CRISPR babies, le prime bambine con il DNA editato quan- i bambini con l’immunodeficienza ADA-SCID, ma GlaxoSmithKli-
do erano ancora allo stadio embrionale. Nel frattempo il respon- ne l’ha ceduto a Orchard Therapeutics che non è più interessata a
sabile di questo esperimento unanimemente condannato dalla produrlo. Dovrà farsene carico una fondazione no profit.
O. Rosanwo e Daniel E. Bauer, in «Molecular Therapy», Vol. 29 (11), pp. 3163-3178, novembre 2021

comunità scientifica – il biofisico cinese He Jiankui – ha sconta- Il direttore dell’Istituto, Luigi Naldini, ha fatto parte del comi-
to tre anni di carcere e la Cina ha inasprito le regolamentazio- tato organizzativo del summit e ne condivide l’impostazione: «C’è
ni sull’editing umano. Il focus del dibattito bioetico, dunque, si è stata una volontà molto forte di dare voce a tante parti del mondo
spostato dall’editing sugli embrioni all’editing somatico, ovvero e concentrare l’attenzione sulla bioetica dell’accessibilità e dell’e-
alle correzioni genetiche eseguite a scopo terapeutico su cellule quità, che a noi sta molto a cuore». È urgente lavorare sull’equità
e tessuti dei singoli individui malati, come Victoria Gray. Nessu- di accesso ai frutti della ricerca, e anche impegnarsi per una mag-
no dubita che questi interventi siano auspicabili; a preoccupare, giore inclusività nel processo di costruzione delle conoscenze. «I
semmai, è il timore che restino appannaggio di pochi fortunati. database delle sequenze genetiche usate per validare la specifici-
tà dei reagenti per l’editing, in particolare, mostrano uno sbilan-
Exploit scientifici e occasioni perdute ciamento etnico-geografico che penalizza l’Africa», nota Naldini.
Neanche il timbro di validazione degli enti regolatori garanti- Questo squilibrio rischia di tradursi in maggiori rischi per le per-
sce il lieto fine. Nel campo delle terapie avanzate gli exploit scien- sone appartenenti a gruppi sottorappresentati. La geografia delle
tifici rischiano di trasformarsi in occasioni perdute se non ci sono sperimentazioni cliniche, inoltre, è tutta concentrata nei paesi ad
contratti ben negoziati tra le parti, che garantiscano la sostenibili- alto reddito, mentre la maggior parte dei malati vive in regioni ta-
tà economica di componenti e procedure tanto complesse quanto gliate fuori dalla ricerca.
costose. Qualche segnale di impazienza dell’industria privata c’è Un modo per abbassare i costi delle terapie CRISPR sarebbe
già stato nel campo della terapia genica classica, con l’abbandono quello di passare dalla strategia ex vivo a quella in vivo, ovvero far
di prodotti scientificamente validi ma non abbastanza remunera- sì che la correzione genetica avvenga direttamente dentro al cor-
tivi per i produttori, e il timore è che il fenomeno possa allargar- po del paziente anziché nelle cellule estratte e poi reinfuse. Secon-
si in futuro anche alle terapie CRISPR. Basti pensare alla terapia do i calcoli presentati al summit dalla Fondazione Bill & Melinda
Strimvelis: il fiore all’occhiello dell’Istituto San Raffaele-Tele- Gates, nei paesi in via di sviluppo la modalità in vivo potrebbe ab-
thon per la terapia genica di Milano (SR-Tiget) è un salvavita per bassare il costo di un intervento di editing per l’anemia falciforme

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da 100.000-500.000 dollari a 1000-2000 dollari nell’arco di die- le fornire una sequenza correttiva da integrare nel sito prescelto
ci anni. Il problema della sostenibilità economica, comunque, ri- sul genoma e per farlo si può usare un vettore virale (virus adeno-
guarda anche i paesi avanzati. La decisione di rimborsare o meno associato). «In questo caso la risposta della cellula al danno può
un trattamento dipende da valutazioni relative a costi, efficacia, di- essere molto più forte e prolungata nel tempo», avverte Di Mic-
sponibilità delle risorse. Una spesa diluita nel tempo è più soste- co. Graphite Bio ha scelto questa seconda strada e viene da chie-
nibile della stessa cifra da sborsare tutta in una volta, e viene da sé dersi se valesse la pena di correre il rischio aggiuntivo dello stam-
che se si spende di più in un comparto si dovrà spendere meno in po trasportato nei vettori virali, quando sappiamo che funzionava
un altro. Fare questo tipo di analisi è il lavoro di Steve Pearson, pre- già bene un semplice taglio. I correttori di basi che consentono di
sidente dell’Institute for Clinical and Economic Review di Boston, cambiare la sequenza recidendo solo uno dei due filamenti (base-
che al summit ha detto: «Non siamo pronti. Non so come potremo editing) sono invece tecnologie molto avanzate e potenzialmen-
tenere il passo della scienza, creando le innovazioni necessarie in te più sicure dell’approccio classico, anche se le risposte cellula-
termini di prezzi, pagamenti, proprietà intellettuale, alla velocità ri sono ancora in buona parte da studiare. Il gruppo dell’SR-Tiget
con cui arrivano i nuovi trattamenti». ha sviluppato strategie per mitigare gli allarmi molecolari in-
Per la comunità di CRISPR, l’imminente debutto sul mercato nescati dalle modificazioni genetiche, con risultati preliminari
del primo farmaco di questo tipo rappresenta uno sprone a dar- promettenti, e la speranza è che queste conoscenze possano esse-
si da fare per replicare questo successo per altre malattie, da quel- re applicate in clinica nei prossimi anni, a cominciare dalle terapie
le più comuni alle ultra-rare. Ma proprio il fatto che ci siano tante per le immunodeficienze primarie, che sono al centro della mis-
sperimentazioni cliniche in corso (una cinquantina se si somma- sione dell’istituto milanese.
no i vari approcci di editing, circa 40 se si restringe il campo a CRISPR non è più una sola tecnologia ma tante, e questa ric-
CRISPR) rappresenta un rompicapo per gli specialisti di econo-
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chezza ha un valore inestimabile, ma bisognerà decidere con sag-


mia sanitaria come Pearson: «È un bel problema da avere, certo, gezza come e quando usare i diversi tipi di forbici molecolari tro-
ma sempre un problema», dice. vati in natura e le diverse tipologie di correttori inventate nei
laboratori. A questo proposito è doveroso un omaggio al genetista
Emoglobina pigliatutto di Harvard David Liu, dal cui gruppo sono nati sia il base-editing
Se si analizzano nel dettaglio le sperimentazioni avviate, in re- sia l’avanzamento successivo di CRISPR, il prime-editing (una
altà viene da pensare che troppi sforzi si stiano concentrando sulle Cas9 parzialmente disattivata e collegata a una trascrittasi inver-
stesse malattie, a cominciare dalle emoglobinopatie. Le cellule del sa per poter scrivere direttamente nel genoma). Volendo passare
sangue sono facili da prelevare e reinfondere, l’anemia falciforme in rassegna i trial più importanti, si può iniziare dalla prima spe-
ha una base genetica semplice, è più fa-
cile da correggere di molte altre patolo-
gie, perciò è diventata una palestra per L’imminente debutto del primo farmaco è uno
sperimentare approcci diversi. Nel- sprone a replicare il successo per altre malattie
la sperimentazione dell’azienda Editas
Medicine, per esempio, si usa un enzi-
ma diverso (Cas12a) per tagliare il DNA e riattivare l’emoglobina rimentazione in vivo, condotta nel 2021 dalla statunitense Editas
fetale. Beam Therapeutics si propone lo stesso obiettivo senza re- Medicine su pazienti con una forma congenita di cecità (amaurosi
cidere la doppia elica, perché usa uno strumento CRISPR di nuova di Leber). Il trattamento a base di CRISPR (con la Cas9 trasporta-
generazione chiamato correttore di basi (in pratica le forbici della ta da un vettore virale) è stato iniettato direttamente nell’occhio,
Cas9 sono parzialmente disattivate e associate a un altro enzima, al di sotto della retina, per correggere i fotorecettori difettosi, ma
capace di convertire le singole lettere del DNA come se fossero re- il successo è stato solo parziale: su 14 persone, soltanto tre hanno
fusi in un testo). Invece di riattivare l’emoglobina fetale, Graphi- avuto miglioramenti significativi. Per il momento, dunque, non si
te Bio ha provato a fornire a CRISPR uno stampo per correggere prevede un futuro commerciale per questa terapia, la cui effica-
il gene dell’emoglobina adulta, ma ha interrotto la sperimentazio- cia appare limitata a un sottogruppo di un insieme già piccolo di
ne quando un paziente ha sviluppato un grave effetto collaterale pazienti affetti da una malattia rara. Carlene Knight è tra i pochi
(pancitopenia). Questo episodio dimostra quanto sia necessario e che hanno potuto beneficiarne: dopo l’intervento ha conquista-
difficile bilanciare le ambizioni della ricerca in una fase eccitante to la libertà di muoversi senza andare a sbattere e ha scoperto una
di transizione tecnologica, le aspettative dei pazienti in disperata nuova brillantezza nei colori. Questa cinquantacinquenne dell’O-
attesa di cure e la cautela di fronte a rischi potenziali che potreb- regon, impiegata in un call center, ha deciso di festeggiare la sua
bero trasformarsi in incidenti di percorso. nuova visione tingendosi i capelli di verde.
La cellula risponde alle modificazioni genetiche accendendo La prima somministrazione in vivo e sistemica, cioè diretta a
allarmi molecolari che vengono indicati con l’espressione DNA tutto il corpo anziché a un tessuto specifico, è avvenuta in un trial
damage response. Lo studio di questi fenomeni è la specialità del per una malattia che compare in età adulta e degenera in modo
laboratorio diretto da Raffaella Di Micco all’SR-Tiget. «La prima rapido e fatale (amiloidosi da accumulo di transtiretina). Questa
risposta consiste nel fermarsi; c’è un blocco proliferativo almeno volta il trattamento, sviluppato dalla società a stelle e strisce In-
finché il danno al DNA non viene riparato dai sistemi naturali del- tellia Therapeutics, ha avuto risultati superiori alle attese. I ricer-
la cellula. Poi può riprendere la crescita cellulare, la cellula può catori hanno somministrato per via endovenosa la Cas9 e la guida
essere trapiantata e conservare una certa funzionalità», spiega la per individuare il gene bersaglio, impacchettandole in goccioli-
scienziata illustrando quanto accade con l’approccio classico, lo ne di grasso che tendono naturalmente a confluire nel fegato. È
stesso di exa-cel. A volte però tagliare e ricucire non basta: si vuo- in quest’organo, infatti, che ha luogo la produzione delle protei-

52 Le Scienze 659 luglio 2023


ne anomale che poi si accumulano formando fibrille amiloidi che re tollerate dal sistema immunitario dei riceventi, per le infezio-
ricordano un po’ Alzheimer e Parkinson. A determinare gli effet- ni urinarie viene testato un cocktail di fagi (i virus che attaccano i
ti degenerativi è la proteina tossica, perciò la strategia di editing batteri) potenziato con CRISPR, per l’ipercolesterolemia familia-
consiste nell’inattivare il gene che la produce. Il paziente simbo- re la strategia è correggere un gene che regola i livelli di colestero-
lo di questo trial è Patrick Doherty, un irlandese che ha iniziato a lo (PSCK9), per l’HIV-AIDS è in sperimentazione un trattamento
manifestare gravi sintomi dopo i 60 anni, quando aveva già per- che ripulisce il genoma dei pazienti dalle sequenze virali.
so diversi familiari a causa della malattia. Era un amante del trek-
king e si è ritrovato, in un breve lasso di tempo, a fare con fatica Storie che rischiano di non essere raccontate
persino le scale di casa; poi, grazie a CRISPR, nel 2021 ha ripreso Fra tante belle storie dobbiamo raccontarne anche una senza
forze e fiato. Il bello è che la stessa società ha riadattato il sistema lieto fine, quella di Terry Horgan, un ventisettenne con distrofia
per un’altra malattia, stavolta di tipo infiammatorio: l’angioedema muscolare di Duchenne. Per cercare di salvarlo suo fratello aveva
ereditario. Ha usato la stessa Cas9, le stesse nanoparticelle lipidi- fondato l’organizzazione no-profit Cure Rare Disease e aveva svi-
che, la stessa procedura endovena, cambiando solo la guida, a di- luppato una terapia su misura per lui. La sua morte, annunciata il
mostrazione del fatto che CRISPR può essere usata in clinica co- 1° novembre 2022, sembra essere stata causata da una reazione av-
me una piattaforma tecnologica. versa ai vettori virali, eventualità riscontrata in qualche raro caso
anche con le terapie geniche classiche già sul mercato.
Strategie nuove Per finire ci sono le storie che rischiano di non essere raccon-
La strategia delle nanoparticelle lipidiche si è già dimostrata tate, quelle che hanno per protagonisti tutti i portatori di una mu-
vincente nei vaccini a RNA per COVID-19 e molti sono convinti tazione patogena ultra-rara che sarebbe geneticamente editabile,
che rappresenti il futuro delle terapie di editing in vivo. La sfida
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se solo ci fossero il tempo e le risorse. Poiché il numero dei pa-


è riuscire a indirizzarle verso i giusti bersagli una volta iniettate zienti nelle sperimentazioni è indicato con la lettera enne, Fyo-
nel flusso sanguigno, in modo che raggiungano di volta in volta i dor Urnov, dell’Innovative Genomics Institute, la chiama la sfida
muscoli, i polmoni o magari una massa tumorale da distruggere. dell’N=1. Richiederebbe di dispiegare tutta la potenza di CRISPR
Per il momento le terapie oncologiche che sfruttano CRISPR so- anche se il beneficiario è una singola persona. Per vincerla ser-
no dirette principalmente contro i tumori del sangue come leu- virebbero fondi pubblici e donazioni filantropiche, lo sviluppo di
cemie e linfomi, ma la speranza è di riuscire a fare breccia anche approcci riadattabili con cambiamenti minimi per mutazioni di-
nei tumori solidi. L’idea è di usare l’editing per rendere più poten- verse e una conseguente semplificazione degli iter normativi.
te e versatile la strategia delle cellule CAR-T, un tipo di immunote- Urnov ha esposto la sua idea al summit di Londra proponen-
do di usare la strategia del «porto si-
curo»: si tratterebbe di standardizzare
Amante del trekking, faticava persino a fare le ogni possibile passaggio, a comincia-
scale; poi, grazie a CRISPR, ha ripreso forze e fiato re dall’uso di un ben noto sito di inte-
grazione che funziona senza creare
perturbazioni nell’ambiente genomi-
rapia che nasce come trattamento su misura per ogni paziente: le co circostante. Imponendo un promotore standard ubiquitario si
sue cellule immunitarie di tipo T vengono prelevate, modificate perderebbe uno dei vantaggi dell’editing, che è quello di mantene-
per riconoscere e attaccare il tumore, moltiplicate e reinfuse nel re la regolazione fine dell’espressione del gene di interesse. Ma gli
corpo. Un processo lungo e costoso, che rischia di arrivare a com- enti regolatori potrebbero decidere di velocizzare il percorso che
pimento troppo tardi. porta dalle prove in vitro alla sperimentazione clinica, riducendo
Un salto di qualità potrebbe arrivare usando cellule già confe- l’attesa da alcuni anni a pochi mesi. «È il concetto di piattaforma,
zionate, quindi non autologhe ma allogeniche perché provenienti ci stiamo lavorando in tanti in modi diversi. Può funzionare per le
da un donatore sano. Il base-editing può essere impiegato per ren- malattie della stessa classe, ma non è universale», precisa Naldini.
derle capaci di attaccare le cellule tumorali del ricevente ed evita- In definitiva, quanto dobbiamo essere eccitati per l’arrivo sul
re di essere a loro volta prese di mira dal suo sistema immunitario. mercato del primo trattamento a base di CRISPR e per l’accele-
Diverse società biotech (CRISPR Therapeutics, Caribou Bioscien- razione impressa dall’editing nella ricerca clinica? Naldini invita
ces, Bioray Laboratories) ci stanno lavorando con risultati prelimi- a non cedere alle lusinghe del sensazionalismo, perché se si sale
nari incoraggianti, ma la storia più nota viene dall’Ospedale pedia- sulla vetta delle aspettative gonfiate poi è facile precipitare nel-
trico Great Ormond Street Hospital di Londra. Qui nel 2022 è stata la valle del disincanto. Secondo il direttore dell’SR-Tiget «è im-
trattata Alyssa, una tredicenne affetta da una leucemia linfoblasti- portante dedicarsi al follow-up dei pazienti, bisogna verificare se
ca che non aveva risposto a nessuna terapia convenzionale. La sfida il numero di cellule corrette resta alto a lungo termine o va per-
era particolarmente complicata, perché in questo caso le cellule T fezionato qualcosa. Siamo all’inizio, ma i risultati del trattamen-
«buone» dovevano essere programmate per attaccare cellule tumo- to in via di approvazione sono davvero buoni, condivido l’entusia-
rali anch’esse di tipo T. La correzione genetica quindi è servita an- smo». Di Micco è altrettanto prudente e ottimista: «La prima volta
che a evitare che si autodistruggessero. Intervistata sei mesi dopo che ho ascoltato Jennifer Doudna a New York, CRISPR era stata
l’intervento, quando era ormai in remissione, Alyssa si è detta «feli- inventata da poco. L’emozione per la nuova stagione che comin-
ce per le sue nuove cellule e onorata di poter aiutare altre persone». ciava era grande. Ma anche assistere al percorso verso la trasla-
Nell’aggiornamento che l’Innovative Genomics Institute pub- zione clinica è entusiasmante, perché capisci che quello che stai
blica ogni anno si può leggere di altri trial clinici in corso: per il facendo oggi in laboratorio tra una decina di anni potrebbe diven-
diabete si sperimentano cellule pancreatiche modificate per esse- tare un farmaco». Q

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Un leopardo, che se ne va in giro


per Mumbai, sfida l’idea radicata
di una netta separazione tra territori
antropizzati e natura selvaggia.
ECOLOGIA

Convivere
con
i leopardi
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I grandi felini stanno imparando


a vivere insieme a noi; se vogliamo
che sopravvivano, ora tocca a noi
imparare a convivere con loro

di Vidya Athreya
Vidya Athreya è un’ecologa che si occupa di
interazioni tra esseri umani e carnivori. È senior
scientist presso la Wildlife Conservation Society-India.

n quali luoghi vivano le creature selvagge è un concetto mutevole, influenza-

I to dalla cultura, dall’educazione, dall’ambiente, da ciò che guardiamo sui nostri


schermi e, nel mio caso, dalla tensione esistente tra la mia formazione come
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biologa naturalista e le mie esperienze sul campo. Prestando fede a un prin-


cipio fondamentale della scienza della conservazione, secondo cui gli animali
selvatici – soprattutto i grandi carnivori – sono creature proprie della natura incontamina-
ta, negli anni novanta iniziai la mia carriera in India visitando riserve naturali per studiare
i leoni asiatici e i leopardi nebulosi.
Quando però, nel nuovo millennio, incappai in leopardi che vi- e una superstrada a quattro corsie, superando un’affollata stazio-
vevano dentro e attorno a villaggi abitati, ne fui scioccata. «Non ne di autobus. Dopo aver percorso 125 chilometri nell’arco di cir-
dovrebbero essere qui!», urlava l’esperta biologa che era in me. E ca un mese, raggiunse Mumbai e si fermò sul limitare del Sanjay
invece c’erano eccome: avevano scavalcato d’un balzo i muri me- Gandhi National Park (SGNP), dove la giungla confina con una cit-
tafisici eretti dagli studiosi tra la natura e gli esseri umani con la tà di oltre 20 milioni di persone.
stessa disinvoltura con cui, passeggiando, oltrepassavano i confi- Per anni il dipartimento forestale aveva placato il pubblico im-
ni fisici delle aree protette. paurito dai leopardi catturandoli dalle aree abitate e rilasciando-
Prendiamo il primo leopardo a cui ho attaccato un collare GPS: li nelle foreste. Ajoba doveva essere stato esiliato dai sobborghi di
un grosso maschio che era caduto in un pozzo vicino alla città di Mumbai, e ora era semplicemente tornato a casa.
Junnar, nello Stato indiano del Maharashtra, nell’estate del 2009. Noi umani pensiamo di essere i soli ad avere agentività. Tut-
Si era rifugiato su una sporgenza appena sopra il livello dell’acqua tavia, proprio come decine di milioni di abitanti dell’India rurale
e gli operatori del dipartimento forestale lo avevano salvato calan- che vedono foreste e campi convertirsi in miniere, fabbriche, di-
do nel pozzo una scala che aveva in cima una trappola a gabbia. ghe e superstrade, gli animali devono adattarsi per sopravvivere
Era stata una giornata calda e il leopardo era chiaramente vecchio in un mondo sempre più irto di ostacoli. La biologia dei grandi feli-
e molto stanco; eppure, anche dopo essersi arrampicato fino al- di li obbliga a vagabondare per decine o centinaia di chilometri al-
la gabbia, restò impassibile. Il mio gruppo, composto dalla vete- la ricerca di un partner con cui accoppiarsi e avere i cuccioli; senza
rinaria Karabi Deka, da un contadino locale di nome Ahsok Ghule una simile dispersione, l’incrocio tra consanguinei, e da qui l’e-
che faceva da guida e da interprete, da me (all’epoca studentessa stinzione, sono dietro l’angolo. Proprio perché questi felidi rifiuta-
di dottorato) e alcuni altri, si assicurò che fosse al sicuro, e Deka no di essere confinati a quel 5 per cento del territorio indiano de-
gli sparò una freccetta con tranquillanti attraverso le sbarre del- signato come protetto la nazione continua a ospitare, insieme a 1,4
la gabbia. L’animale non ruggì neppure. Il suo atteggiamento cal- miliardi di persone, il 23 per cento delle specie carnivore del pia-
mo e gentile, da anziano, ci indusse a chiamarlo Ajoba, che in Ma- neta, inclusi almeno metà di tutte le tigri al mondo, l’unica popola-
Steve Winter (pagine precedenti)

rathi, la lingua locale, significa «nonno». zione in vita di leoni asiatici e quasi 13.000 leopardi.
Rilasciammo Ajoba quella stessa notte in una foresta a 52 chi- Gli animali però non devono provocare tanti danni da far sì che
lometri di distanza. Nelle settimane successive ne osservammo i la gente reagisca. Nel mondo, la minaccia principale per i gran-
movimenti con stupore e trepidazione attraverso i segnali inter- di felidi sono proprio gli umani. Secondo la Wildlife Protection
mittenti inviati dal suo collare. Ajoba uscì subito dalla foresta e si Society of India, tra il 1994 e il 2021, i cacciatori di frodo in cerca
incamminò per i campi coltivati; attraversò un’altra riserva natu- di pelli, ossa o artigli (per cui esiste un mercato nero) e gli abitan-
rale, un’area industriale piena di fabbriche che eruttavano fumo ti dei villaggi arrabbiati per la perdita di bestiame hanno ucciso

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Mumbai, metropoli indiana con oltre 20 milioni


di abitanti, confina con il Sanjay Gandhi National
Park (SGNP) e altre aree verdi in cui vivono
una cinquantina di leopardi.

quasi 5200 leopardi in tutta la nazione. Ciò nonostante, qualco- che, nell’area, erano state ferite o uccise da leopardi. Tra il 2001 e
sa nel modo in cui gran parte dell’India rurale considera gli ani- il 2003, nell’area di Junnar, i leopardi attaccarono 44 persone: al-
mali selvatici consente a migliaia di leopardi di vivere in aree con cune aggressioni potevano essere state accidentali, ma altre era-
una densità abitativa di circa 400 persone per chilometro quadra- no premeditate, come quando i felidi afferravano bambini picco-
to. Osservare come lo fanno mi ha convinto che, se vogliamo che li che dormivano all’aperto tra i due genitori, uccidendoli con tale
i grandi carnivori sopravvivano, è necessario cambiare il modo in silenzio e rapidità da non svegliare nessuno.
cui sono visti dal resto dell’umanità. Non aveva senso. Perché c’erano così tanti leopardi in questa
Questa è la storia di due specie altamente adattabili che condi- zona agricola, priva di erbivori selvatici di cui cibarsi? E perché
vidono lo stesso spazio, ed è una storia di speranza in quello che, erano così aggressivi? La letteratura scientifica nel campo del-
per il resto, è un momento difficile per la fauna selvatica. Qui i la conservazione non riportava casi di grandi carnivori al di fuo-
luoghi comuni sul fatto che i grandi felidi sono spaventosi e asse- ri delle aree protette; eppure il dipartimento forestale del Ma-
tati di sangue vengono meno e, al loro posto, troviamo carnivori harashtra continuava a catturare leopardi in tutte le zone rurali
selvatici ed esseri umani che cercano di sopravvivere, avere figli e dello Stato, per poi rilasciarli nelle foreste (i leopardi sono intel-
vivere nelle rispettive società gli uni accanto agli altri. ligenti ma, proprio come i gatti, entrano nelle scatole, in questo
caso nelle trappole a gabbia). Ricevetti un piccolo finanziamento
Occhio per occhio e misi insieme una squadra per marcarli con microchip; i dispo-
Sono stata affascinata dai grandi felidi fin da quando, da bam- sitivi non trasmettevano segnali, ma un apparecchio portatile ci
bina, scoprii per la prima volta la storia di Ayyappa, un dio indù avrebbe consentito di identificare un individuo qualora fosse sta-
che, bambino, ricevette l’ordine di cercare del latte di tigre. Lo fe- to ricatturato. Annotai dove ciascun leopardo era stato catturato
ce, ritornando a cavalcioni di una tigre femmina. Le immagini del e perché; presto mi resi conto che i felidi venivano trasferiti nel-
mio libro erano pacifiche, piene di affetto e comprensione; sem- la giungla non perché avessero attaccato persone, ma solo perché
bra proprio che mi siano rimaste in testa. erano stati avvistati vicino ai villaggi.
Nel 2001, dopo aver conseguito la laurea magistrale in ecologia Nel 1972 il governo indiano aveva approvato il Wildlife Protec-
e biologia evoluzionistica, mi ritrovai a vivere nel sotto-distretto tion Act, che proibiva l’uccisione di animali in pericolo di estin-
di Junnar, un’area rurale piena di campi di canna da zucchero. Ero zione (se però si fosse dimostrato che una tigre o un leopardo at-
Nayan Khanolkar

diventata madre da poco e avevo seguito quello che all’epoca era taccavano abitualmente le persone, era lecito sparargli). Fin dagli
mio marito, un fisico, al Giant Meterwave Radio Telescope, situa- anni ottanta i dipartimenti forestali indiani, responsabili degli
to nella zona, pensando di dedicare il tempo a crescere mia figlia. animali selvatici di grossa taglia, rimuovevano i leopardi dalle
Invece fui incuriosita dai resoconti dei grandi numeri di persone aree abitate per ridurre i conflitti con gli esseri umani; ma a me-

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Alcuni veterinari e altro personale allacciano un radiocollare a un leopardo per studiarne i movimenti e il comportamento.

tà degli anni 2000 era chiaro che, almeno nello Junnar, i trasferi- ni asiatici aggredirono esseri umani per la prima volta dal 1904,
menti stavano in realtà alimentando i conflitti. dopo che 57 leoni erano stati spostati da aree ad alta densità uma-
Per anni gli abitanti dei villaggi dell’area avevano riferito una na al Gir National Park, un’area protetta loro dedicata.
media di quattro attacchi di leopardi all’anno. Poi, nel febbraio Era possibile che i felidi trasferiti avessero imparato a vedere
2001, il dipartimento forestale locale avviò il programma di tra- le persone come una minaccia? Quale che fosse la ragione, quan-
sferimento. Nell’anno successivo rilasciò in due aree protette, si- do i leopardi erano separati a forza dalle loro case e famiglie e li-
tuate a decine di chilometri di distanza, 40 leopardi catturati nella berati in terreni non familiari, per le persone in cui si imbatteva-
regione e altrove. Gli attacchi agli esseri umani vicino alle riser- no era un disastro.
ve furono più che triplicati, arrivando intorno a 15 all’anno, e la
percentuale di aggressioni mortali raddoppiò, toccando il 36 per Vivi e lascia vivere
cento. Gli attacchi inoltre erano più numerosi vicino ai luoghi Nei primi anni 2000, mentre viaggiavo per il Maharashtra ap-
di rilascio. Un leopardo catturato e microchippato nello Junnar, plicando microchip ai leopardi, restai affascinata dalla splendida
e spostato in un’area protetta nel Maharashtra nordoccidentale, regione ricca di valli e colline appena a nord di Junnar. In quest’a-
continuò ad attaccare gente vicino al punto di rilascio (capimmo rea agricola venivano catturati numerosi leopardi; una femmina
che era lo stesso animale quando fu ricatturato e ne leggemmo il fu intrappolata insieme ai cuccioli in un campo di grano. Sembra-
microchip). Era la prima volta che nella regione avvenivano attac- vano esserci molti leopardi in un posto con molta gente, eppure
chi simili, nonostante i leopardi vivessero lì da sempre. non si verificavano attacchi. Volevo capire perché.
I leopardi sono molto riservati, quindi non sappiamo davvero Lavoravo con i leopardi per il dipartimento forestale ormai da
quale influenza la cattura e il rilascio abbiano su di loro. Quello quattro anni, e il mio curriculum persuase i superiori, i biologi na-
che sappiamo è che lo stress li rende più aggressivi; spostare gran- turalisti Ullas Karanth e Raman Sukumar, a sostenere un proget-
di felidi in cattività da uno zoo a un altro ne accresce i livelli di or- to di dottorato che indagasse l’ecologia dei leopardi con strumen-
moni dello stress. Per i felidi la casa è un imperativo biologico. E ti come le fototrappole. Quando iniziai a lavorare intorno ad Akole,
nei pochi luoghi in cui ogni tanto si avvistano leopardi selvatici, una città di 20.000 abitanti, non ero neanche sicura che ci fossero
come in Sri Lanka o in Africa, si tratta di animali che hanno una vi- abbastanza leopardi da riuscire a fare qualche osservazione utile.
ta sociale, incentrata sulle femmine; è ragionevole che l’interru- Nessuno scienziato aveva mai riportato avvistamenti in zona, ma
Nayan Khanolkar

zione delle relazioni che consegue alla ricollocazione la renda an- lo staff del dipartimento forestale mi mostrò le prove: orme recen-
cora più stressante. Inoltre studi condotti in Russia su tigri dotate ti sul lato di un campo e nei cortili di case e scuole; prede morte ap-
di un collare hanno scoperto che, quando attaccavano, spesso sta- pese ai rami degli alberi; cani feriti o scomparsi; un maiale morto
vano reagendo all’essere state provocate o ferite. Nel 1988 dei leo- qua e là. Sembrava che fossi nel posto giusto. Ma come potevo pro-

58 Le Scienze 659 luglio 2023


a
grandit
Area in sso
Un felide versatile in ba

L’elusivo leopardo (Panthera pardus) è il più adattabile dei grandi felidi. Abile a correre,
a nuotare e ad arrampicarsi, ha un areale che spazia dalle foreste tropicali, le terre aride
e i campi coltivati dell’Africa e dell’Asia meridionale fino alla gelida Russia orientale.
Cacciatori consumati, i leopardi mangiano quello che trovano: cervi, scimmie, bestiame,
capre, cani, persino ratti o pesci. Tre sottospecie (P. p. orientalis, P. p. nimr e P. p. melas)
sono in pericolo critico di estinzione; le altre sono in pericolo o vulnerabili.

Stato di
Mappa di Daniel P. Huffman; fonti: Stein A.B. e altri, Panthera pardus (Amended Version of 2019 Assessment), in The IUCN Red List of Threatened Species, 2020 (dati sugli areali); Jackobson A.P. e altri,

conservazione
del leopardo
HIMACHAL
Leopard (Panthera pardus) Status, Distribution, and the Research Efforts across Its Range, in «PeerJ», maggio 2016 (cartina); Kontur Population data set (dati sulla popolazione umana in India).

Presente
PRADESH
Incerto
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Estinto

S U B C O N T I N E N T E
I N D I A N O

RA
HT
RAS
Abitanti per HA
chilometro MA
quadrato
250–1000

1000–1500 Densità media di popolazione umana


negli areali del leopardo
Oltre 1500
(individui per chilometro quadrato)

DOVE LE PERSONE 0 500 1000


Sottospecie di leopardo
INCONTRANO I LEOPARDI
Panthera pardus orientalis
Il leopardo indiano (P. p. fusca) vive
in aree densamente popolate, inclusi P. p. nimr
persino i sobborghi di Mumbai. Tra le P. p. melas
popolazioni rurali – soprattutto indigene
– del subcontinente e i grandi felidi esiste P. p. kotiya
fin dalla preistoria un rapporto per cui P. p. japonesis Stato di conservazione
molti abitanti dei villaggi tollerano la perdita del leopardo
P. p. delacouri
occasionale di una capra o di un cane. È raro Presente
che i leopardi attacchino gli esseri umani e, P. p. saxicolor
Estinto
quando succede, spesso gli attacchi sembrano P. p. fusca
collegati a violenze inflitte in precedenza da una
P. p. pardus
persona all’animale in questione.

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Un visitatore notturno è il benvenuto nella casa di una


Nayan Khanolkar

famiglia indigena warli. Nelle case dei Warli spesso ci sono


dipinti di leopardi o altri animali selvatici, a rappresentare
una filosofia di coesistenza con le altre creature.

60 Le Scienze 659 luglio 2023


gettare uno studio con le fototrappole in un luogo pieno di gente? Per capire di che cosa si nutrissero i leopardi, volontari e amici
Ero una delle ultime biologhe a usare la pellicola; ogni rullino era mi aiutarono a raccogliere ed esaminare gli escrementi alla ricer-
prezioso, e le fotocamere potevano essere rubate. ca di resti non digeriti di peli, artigli e zoccoli; i marcatori del DNA
Per mia figlia, che aveva sei anni, fu un periodo difficile: ogni confermarono che le feci erano davvero di leopardo. Con mia sor-
volta che partivo per Akole, dove passavo i giorni infrasettimana- presa, i leopardi di quest’area mangiavano soprattutto cani (il 39
li, lei piangeva. Iniziai interrogando 200 abitanti sulle perdite di per cento della loro dieta) e, nel complesso, l’87 per cento delle lo-
bestiame e sugli incontri con i leopardi, raccontando il mio pro- ro prede erano animali domestici. Cosa interessante, la biomassa
getto. All’inizio si sorpresero di vedere un ecologo, anzi un’eco- apportata dai cani alla dieta dei leopardi era quasi quattro volte
loga, al lavoro sul campo, che sistemava fotocamere nei campi di superiore a quella delle capre, sebbene nell’area le capre fossero
canna da zucchero e camminava per chilometri in cerca di tracce sette volte più numerose dei cani. I contadini confermarono che
dei leopardi. Presto però si abituarono: quando mi vedevano mi perdevano molti meno capi di bestiame a causa dei predatori che
offrivano la colazione, il pranzo o un tè. per malattie o incidenti, cosa che potrebbe averli resi più tolleran-
ti nei confronti della perdita occasionale di una capra.
Incontri abituali In India, una così alta densità di grandi carnivori non era mai
All’inizio avevo paura a camminare tra i fusti alti quasi due me- stata riportata prima in un territorio abitato. Lo staff del diparti-
tri di canne o di altre colture, dove gli animali potevano nascon- mento forestale non era sorpreso, ma gran parte dei miei colleghi
dersi, o lungo i letti di torrenti asciutti coperti da arbusti, dove conservazionisti si rifiutò di credere che lì vivessero leopardi.
potevano riposare. Per evitare di sorprendere un leopardo, presi
l’abitudine di parlare da sola mentre camminavo; se ero con qual- Vite ritirate
cun altro, chiacchieravamo. Copia di 44a51459b9e30982c62bc1505f0b61bd

Se avessi fatto indossare ad alcuni leopardi un radiocollare, i


Parlando con i contadini, però, le mie paure svanirono: loro segnali GPS ci avrebbero aiutato a capire come condividevano gli
interagivano con i leopardi di continuo. Un uomo, in una sala da spazi con gli abitanti di Akole. All’inizio ero restia a farlo: lo stress
tè, mi raccontò divertito di quando la moglie aveva gettato acqua dell’intervento poteva essere disastroso sia per i leopardi sia per
sporca da una finestra nel campo sotto casa ed era stata spaventata le persone che mi avevano fatto sentire così benvenuta. Tuttavia,
dal ruggito di un leopardo; poi l’animale, bagnato fradicio, se n’e- il profondo interesse dimostrato dal capo delle guardie forestali
ra semplicemente andato. Un contadino mi disse di essere corso del Maharashtra e la mia curiosità scientifica mi spinsero a fare un
fuori di casa in piena notte dopo aver sentito il bestiame muggire e tentativo. Scoprimmo cose davvero notevoli.
di aver visto un leopardo che correva via, quando invece avrebbe I segnali radio mostravano che gli animali trascorrevano la
potuto attaccarlo. Un’anziana ricordò quando aveva trattenuto la giornata nascondendosi in piccoli cespugli o nei campi di canne
sua capra per le zampe posteriori mentre un leopardo cercava di da zucchero, tra i densi fusti alti quasi due metri, a breve distan-
strappargliela tirandola per quelle anteriori; era sola, in un luogo za dalle persone che si aggiravano per le loro faccende, ignare dei
isolato, ma alla fine il leopardo lasciò perdere e corse via. leopardi appostati nei dintorni. Di notte, quando l’area rurale era
D’estate la gente era solita dormire al fresco fuori casa, senza priva di gente, per i carnivori era semplicemente un ambiente na-
aver paura. I pochi attacchi a esseri umani di cui venni a cono- turale come qualsiasi altro. I dati del tracciamento ci mostrarono
scenza erano accidentali, come quando, lungo un sentiero, un le- che questa era l’ora dei leopardi, quella in cui perlustravano le ca-
opardo saltò sopra un cane e si scontrò con una coppia che passa- se in cerca di capre e animali da compagnia e si aggiravano per le
va di là in motocicletta; cascarono tutti e il leopardo scappò. Nei discariche dell’immondizia a caccia dei cani e dei maiali domesti-
villaggi attorno ad Akole, nessun leopardo aveva mai ucciso esse- ci che lì cercavano il cibo.
ri umani da quando se ne aveva memoria. Mettemmo il collare a una femmina e a un maschio che, sco-
Per installare le prime fotocamere con sensori di movimento primmo poi, erano una madre e il suo figlio subadulto (l’equiva-
nei 179 chilometri quadrati dell’area che intendevo studiare impie- lente di un adolescente). Dai segnali, trasmessi ogni tre ore, ve-
gai un anno. Le disposi lungo percorsi usati dalla gente dove ave- devamo che a volte i due si incontravano, mangiavano insieme
vo trovato orme ed escrementi. I primi scatti ritrassero capi di be- dalla stessa carcassa e poi se ne andavano ognuno per la sua stra-
stiame, cani e contadini in posa, come un anziano agricoltore che da. Quando la femmina ebbe altri cuccioli ci furono due notti in
si era messo a quattro zampe e aveva gattonato davanti all’obietti- cui lei si allontanò e il figlio subadulto restò con i fratellini più gio-
vo ruggendo. Presto, tuttavia, cominciarono a palesarsi i leopardi. vani: faceva il babysitter…
Usavamo le rosette sui loro mantelli per identificare gli individui Poi, una notte, uno dei cuccioli cadde in un pozzo. I segnali GPS
fotografati, e con modelli statistici estrapolavamo i dati per stima- mostrarono la madre che camminava avanti e indietro vicino al
re il numero di leopardi che non venivano osservati. pozzo per tutta la notte, andando via all’alba per rifugiarsi nel luo-
I risultati furono affascinanti. C’era un’alta densità (cinque indi- go in cui trascorreva le ore del giorno, a circa 250 metri di distan-
vidui ogni 100 chilometri quadrati) non solo di leopardi, ma anche za, in un campo di canna da zucchero. Il giorno dopo i forestali re-
di iene, carnivori altrettanto grandi. E ciò in un’area agricola che, cuperarono il cucciolo e, quando fece buio, lo liberarono vicino
secondo le mie misure, ospitava 357 abitanti per chilometro qua- al pozzo. Meno di mezz’ora dopo, la madre fece ritorno al pozzo e
drato. Per confronto, in Namibia la densità di leopardi varia da uno qualche ora più tardi i tre animali lasciarono impronte ravvicinate:
a quattro per 100 chilometri quadrati, ma la densità umana media la mamma, il figlio quasi adulto e il cucciolo, riuniti.
è di soli tre individui per chilometro quadrato, meno di un cente- In questo ambiente agricolo i leopardi non si limitavano a so-
simo che ad Akole. I campi attorno al villaggio ospitavano anche pravvivere: mettevano su famiglia e, nel modo in cui la gente del
gatti della giungla (piccoli felini che spesso rubano polli), sciacalli luogo gestiva il tutto, c’era qualcosa che non riuscivo a capire. Nei
e volpi. Il raro gatto rugginoso addirittura vi si riproduceva. miei studi, avevo imparato a vedere la giustapposizione di gran-

www.lescienze.it Le Scienze 61
Radhika fu catturata nel 2004
durante un’ondata di attacchi di
leopardi a Mumbai, per quanto
nessuno avesse la certezza
che la responsabile fosse lei.
Morì in cattività nel 2018. Oggi
le fototrappole assicurano
che qualsiasi leopardo che
minaccia esseri umani sia subito
identificato, rimosso e tenuto per
sempre in cattività.

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di carnivori ed esseri umani come una situazione di conflitto im- maggior parte delle quali viveva nelle baraccopoli appena dentro
minente. Un giorno, all’inizio delle mie ricerche ad Akole, presi la il limitare della riserva forestale. Limaye conosceva il mio lavoro
macchina insieme a Ghule kaka («kaka» è un appellativo onorifi- nello Junnar e aveva un’idea su quale potesse essere il problema.
co che significa «zio»), il contadino assieme a cui stavo lavorando, Per anni il dipartimento forestale aveva rilasciato all’interno del
per andare a intervistare una donna la cui capra era stata uccisa da parco leopardi catturati nei suoi dintorni e altrove, in numeri re-
un leopardo. Da brava biologa naturalista, le chiesi quali problemi lativamente alti (15 animali nel 2003). La ricollocazione, però, non
avesse con i leopardi; lei replicò bruscamente che un certo leopar- aveva aiutato: il territorio rimasto vuoto veniva presto occupato
do aveva l’abitudine di arrivare lungo un sentiero tra le colline, ol- da un altro leopardo e c’era un’alta probabilità che gli attacchi vi-
trepassare la sua casa e «andarsene in quella direzione». cino al luogo del rilascio aumentassero. Per quanto molti funzio-
Più tardi chiesi a Ghule kaka che cosa le avessi detto per farla nari del dipartimento forestale comprendessero questa dinamica,
arrabbiare. «Questa gente venera i leopardi, e tu le vai a chiedere le pressioni dei politici e dei mezzi di comunicazione perché i leo-
quale problemi le dà il suo dio!», mi rispose. Nelle vicinanze c’era pardi fossero rimossi erano immense.
una statua di Waghoba, una grossa divinità dalle sembianze feline Limaye intendeva avviare un programma che coinvolgesse
che molti abitanti della regione venerano da almeno cinquant’an- scienziati, cittadini e istituzioni di Mumbai per ridurre il conflit-
ni. Ricordo le parole di un pastore le cui pecore erano state prese to con i leopardi, e voleva che io vi prendessi parte. Ero impegna-
da un leopardo: «Il poveretto non aveva nessuna preda nella fore- ta a scrivere la tesi di dottorato sul lavoro svolto ad Akole, ma non
sta. Che altro poteva mangiare? Così si è preso le pecore, e Dio me potei resistere alla possibilità di aiutare a risolvere una situazio-
ne darà delle altre». ne terribile per i leopardi e per le persone. Inoltre, all’epoca mia
Avevo iniziato come una giovane biologa arrogante, convinta sorella si era trasferita a Mumbai: mentre io lavoravo, mia figlia
che il «conflitto» tra l’uomo e la natura possa essere risolto soltan- avrebbe potuto giocare con sua cugina. Limaye mise insieme una
to grazie alla comprensione dell’animale coinvolto. Le mie espe- squadra che comprendeva la sottoscritta, numerosi funzionari del
rienze ad Akole mi convinsero che la chiave è negli esseri umani, dipartimento forestale e Vidya Venkatesh, attuale direttrice della
e presto ebbi un’opportunità di mettere alla prova questa teoria. Last Wilderness Foundation. Molti abitanti di Mumbai considera-
vano la foresta una fonte di guai e il nostro gruppo pensava che
Leopardi randagi questa mentalità dovesse cambiare. Il modo più sicuro per riu-
Nel 2011 il Sanjay Gandhi National Park ebbe un nuovo diretto- scirci era coinvolgere gli stessi cittadini.
Nayan Khanolkar

re, Sunil Limaye, che si trovò a dover affrontare un grave proble- Reclutammo appassionati della fauna selvatica che da tempo
ma: i numerosi precedenti di attacchi da parte di leopardi dentro desideravano aiutare a proteggere una riserva naturale che ama-
e vicino alla riserva. Questi attacchi avevano raggiunto un picco vano. Formarono un’associazione, Mumbaikars for SGNP, e ini-
nel giugno 2004, quando i felidi avevano aggredito 12 persone, la ziarono a fare propaganda per educare i loro concittadini sul valo-

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Un ricercatore e un membro del dipartimento


forestale seguono le tracce di un leopardo
che indossa un radiocollare nelle colline del SGNP.

re del parco nazionale come bacino di spazi verdi e fonte di acqua avviare la raccolta dei rifiuti nelle aree intorno al parco frequenta-
e ossigeno. Alcuni studenti locali disposero fototrappole per con- te dai leopardi. Una volta che il nostro rapporto fu pubblicato, la-
tare i leopardi: nei 117 chilometri quadrati del SGNP e dell’Aarey vorammo insieme al Mumbai Press Club e ad altri organi di stam-
Milk Colony (un’area di cespugli e arbusti a disposizione del be- pa per diffondere consigli su come evitare i rischi: tenere pulite le
stiame per la produzione di latte) le fotocamere ritrassero 21 leo- aree intorno a casa, non lasciare giocare i bambini all’esterno do-
pardi, una densità davvero alta. Il parco nazionale conteneva pre- po il tramonto, illuminare gli ambienti bui e allontanarsi da un le-
de selvatiche, soprattutto cervi, ma i leopardi erano chiaramente opardo quando ne avvistavano uno. I membri di Mumbaikars for
attirati dalle baraccopoli a causa dei molti cani randagi che si nu- SGNP organizzarono incontri periodici con rappresentanti della
trivano dell’immondizia sparpagliata qua e là. stampa, cercando di rendere meno sensazionalistica e più infor-
Intervistammo poi alcune persone per capire che interazioni mata la copertura delle notizie (alcuni giornalisti erano soliti rife-
avessero con i leopardi. Come ha notato nei suoi studi il geografo rirsi ai leopardi come a «mangiatori di uomini»). In risposta a un
sociale Frédéric Landy, dell’Université Paris Nanterre, a chiedere articolo sui pericoli in cui incorrevano i bambini che andavano a
la rimozione dei leopardi non erano gli abitanti delle baraccopoli scuola vicino al limitare del parco, il governo attivò un servizio di
(la gente che veniva attaccata con maggior frequenza): erano i ric- scuolabus.
chi residenti dei grattacieli vicino alla riserva naturale, politica- Il risultato furono una stampa e un pubblico molto più infor-
mente potenti, che adoravano la vista sul verde ma andavano nel mati e tolleranti nei confronti dei leopardi, con vantaggi tangibi-
panico se un leopardo si azzardava a fare mostra di sé in un video li. Da allora, nella maggior parte degli anni non ci sono stati attac-
di una videocamera di sorveglianza. È interessante notare che i chi. Singoli leopardi hanno attaccato persone nel 2017, nel 2021 e
Warli e i Kohli, popolazioni indigene che venerano Waghoba e vi- nel 2022 ma, grazie alle fototrappole che i cittadini coinvolti nei
vono nella foresta da secoli prima che Mumbai si espandesse fino progetti scientifici continuano a usare, gli animali sono stati su-
a circondarla, non avevano paura dei leopardi e di rado venivano bito identificati, catturati e messi permanentemente in cattività.
attaccati. Anzi, volevano che i carnivori restassero per far scappa- Il nostro lavoro a Mumbai ha dimostrato quanto siano importanti
re via occupanti abusivi e speculatori edilizi. una stampa sensibile e un pubblico consapevole e mobilitato per
Col procedere delle ricerche e del programma di sensibilizza- ridurre i conflitti tra carnivori ed esseri umani.
zione, il dipartimento forestale migliorò le proprie capacità di ge-
stire le emergenze legate ai leopardi, come quella in cui un felide Un paesaggio condiviso
Nayan Khanolkar

restò intrappolato in un’area urbana. Il dipartimento lavorò anche Non avrebbe dovuto sorprendermi che gli abitanti del Subcon-
con la polizia per migliorare la capacità dei poliziotti di controlla- tinente indiano abbiano un rapporto profondo e complesso con i
re le folle che avrebbero potuto cercare di attaccare gli animali e, grandi felidi con cui hanno condiviso gli spazi fin dalla preistoria.
forse la cosa più importante, collaborò con gli uffici pubblici per Ma la mia istruzione era stata centrata sull’idea di una separazio-

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Nayan Khanolkar

A casa in un paesaggio urbano,


Luna (a destra) si rilassa con il suo cucciolo
ai margini di Mumbai.

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ne rigida tra la natura e gli esseri umani, che è nata in Europa e ha
raggiunto la sua apoteosi in Nord America. Ripulendo il paesag-
gio da tutte le minacce che incontravano, i coloni europei hanno
quasi annientato lupi e puma. Quando i colonizzatori britannici
arrivarono in India, spararono a decine di migliaia di tigri e leo-
pardi e sterminarono il ghepardo.
La narrazione dominante, nella conservazione, continua a di-
pingere i grandi carnivori come predatori che finiranno inevita-
bilmente per fare del male alle persone o al bestiame. In molti do-
cumentari sui carnivori, la storia narrata è quella di una natura
«rossa di dente e di artiglio» [come scriveva il poeta inglese Alfred
Tennyson, N.d.T.].
Questa visione presuppone il conflitto e implica che l’unico
modo per gestire i grandi carnivori sia ucciderli oppure rimuo-
verli. Io credo che sia vero il contrario: la maggior parte dei con-
flitti tra uomo e leopardo scaturiscono dal presupporre che ci sia
un conflitto.
Tra gli esseri umani, le aggressioni innescano contro-aggres-
sioni vendicative, e lo stesso potrebbe valere anche per i grandi
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felidi. Nei rari casi in cui attaccano una persona deliberatamen-


te, dobbiamo chiederci perché è successo. La reazione normale di
un leopardo, quando sente o vede persone, è la fuga; come fa a su-
perare quella paura al punto da arrivare a uccidere, nei rari casi in
cui questo succede? È a causa di qualcosa che noi abbiamo fatto a
quel certo individuo?
Non possiamo saperlo. Eppure, quando penso alla maggior
parte dei luoghi che ho visitato, le vicende predominanti sono
storie di pace, non di conflitto. Nell’Himachal Pradesh rurale, la
gente del posto si riferiva ai leopardi come a Mrig, termine che si-
gnifica «animale selvatico» e ha una connotazione neutra. Abbia-
mo trovato persone e leopardi che condividevano gli spazi, cer-
cando a tutti i costi di sopravvivere e andare avanti, cose spesso
già difficili da fare per conto loro.
Molti ecologi indiani stanno abbracciando l’idea della coesi-
stenza in ambienti condivisi. Se pensiamo alla profonda relazione
culturale esistente tra i grandi felidi e gli esseri umani nel Subcon-
tinente indiano, è concepibile che, se mai gli animali torneranno
negli ambienti da cui sono scomparsi, la gente li accetterà.
Nel dicembre 2011, proprio mentre stavo iniziando a lavorare a
Mumbai, un veicolo che sfrecciava su una vicina superstrada in-
vestì un leopardo. Un amante degli animali passò di lì e, veden-
do che l’animale era ferito gravemente ma ancora vivo, lo raccolse
(pesava 75 chilogrammi) e lo mise nel portabagagli della sua au-
tomobile, in cui viaggiava insieme alla sua famiglia. Guidò fino al
parco nazionale, con la speranza che il dipartimento forestale e i
suoi veterinari riuscissero a salvarlo, ma quando riuscì ad arriva-
re, un’ora dopo, il leopardo era morto. Il suo collare era caduto,
come era stato progettato per fare, ma il microchip era ancora leg-
gibile: si trattava di Ajoba.
Mi hanno detto che le persone piansero quando sentirono que-
sta storia. Un regista di Marathi fu così ispirato dalla saga di Ajoba
da realizzare un lungometraggio su di lui, insegnando a milioni
dei suoi connazionali indiani ad amare i leopardi. E proprio que-
sta empatia mi fa sperare che mia figlia e i suoi figli vivranno in un
paese ricco di creature selvatiche. Q

PER APPROFONDIRE

I leoni di Los Angeles. Pittman C., in «Le Scienze» n. 639, novembre 2021.

www.lescienze.it Le Scienze 65
SOSTENIBILITÀ

Prendiamo
l’autobus
Gli autobus potrebbero
contribuire a risolvere
la crisi climatica; ma bisogna
renderli più attraenti Copia di 44a51459b9e30982c62bc1505f0b61bd

di Kendra Pierre-Louis
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Illustrazione di Tavis Coburn
Kendra Pierre-Louis è una giornalista di New York
che si occupa soprattutto degli aspetti scientifici
e dell’impatto sociale del cambiamento climatico.
Ha lavorato per «Gimlet Media», «The New York
Times» e «Popular Science».

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ell’ultimo decennio la città di Seattle è cresciuta, rapidamente. Tra il

N 2010 e il 2020 la popolazione è aumentata quasi di un quarto. Per una


città, in generale la crescita è un bene, ma spesso si accompagna a un te-
mibile problema: il traffico. Seattle però è riuscita a schivare questa cri-
si, riducendo il traffico in centro del 10 per cento e tagliando anche le
emissioni di gas serra. Come ha fatto? Con una soluzione insolita: l’umile autobus.
L’autobus è una delle soluzioni più spesso trascurate per «de-
carbonizzare» gli Stati Uniti. Il settore dei trasporti è la massima
singola fonte di emissioni di gas serra: secondo l’Environmen-
il 2030. Secondo il rapporto, però, anche se il numero dei veicoli
elettrici su strada aumentasse di dieci volte, per centrare l’obiet-
tivo sarebbe necessario ridurre l’impiego complessivo dei veico-
tal Protection Agency, ne genera poco meno del 30 per cento. li del 25 per cento.
Nell’estate 2020, più del 5 per cento delle auto nuove vendute ne- Il responsabile è il rinnovo del parco veicoli: ovvero, il tempo
gli Stati Uniti erano veicoli integralmente elettrici, il che indica necessario affinché cambi la composizione dell’insieme dei vei-
che ormai l’auto elettrica non è più un fatto di moda o di tenden- coli in circolazione. Anche se da oggi in poi si vendessero solo vei-
za, ma un semplice bene di consumo. Fra gli spot automobilisti- coli elettrici e ognuno di essi sostituisse direttamente un’auto a
ci trasmessi durante le partite del Super Bowl di quest’anno, tre benzina, ci vorrebbero comunque almeno 15 anni per veder cir-
su quattro promuovevano auto elettriche. A gennaio il presiden- colare in strada quasi solo veicoli elettrici. Ma le vendite di nuove
te Joe Biden ha pubblicato un tweet: «Sotto la mia guida, il grande auto a benzina sono ancora più grandi di quelle dei veicoli elettri-
viaggio americano on the road sta passando fino in fondo all’elet- ci, motivo per cui anche secondo le stime più ambiziose nel 2050
trico», con una sua foto al volante di un Hummer elettrico. un terzo circa delle auto andrà ancora a benzina.
Il presidente ha dato il suo appoggio ai veicoli elettrici nel qua- Ma anche se gli Stati Uniti potessero in qualche modo evitare
dro del piano nazionale per il clima, che si impegna a ridurre le il problema del rinnovo del parco veicoli, sostituire ciascuna auto
emissioni del 50-52 per cento entro il 2030, in linea con gli obiet- a benzina con un’auto elettrica creerebbe nuovi fabbisogni ener-
tivi dell’accordo di Parigi. Tuttavia Steven Higashide, direttore getici che richiederebbero la metà della capacità di produzione
del programma Clean Transportation dell’Union of Concerned di energia elettrica del paese, secondo un’analisi pubblicata nel
Scientists, ricorda che «elettrificare i veicoli privati è necessario 2020 sul «Nature Climate Change». Una simile domanda limite-
ma non sufficiente» per raggiungere gli obiettivi nazionali di ri- rebbe la capacità degli Stati Uniti di alimentare altre tecnologie,
duzione del cambiamento climatico. come il condizionamento dell’aria, indispensabili per la salute e la
Un numero sempre più cospicuo di ricerche conferma la sua sicurezza in un mondo sempre più caldo. Higashide dice che per
affermazione. Un rapporto del 2018 del California Air Resource raggiungere gli obiettivi climatici degli Stati Uniti bisognerà usa-
Board ha trovato che la California non può centrare gli obiettivi re l’auto meno spesso e su distanze più brevi; e riprogettare città e
fissati per il 2030 in materia di clima limitandosi a elettrificare i quartieri dotandoli di valide opzioni di trasporto collettivo.
veicoli. In quel momento, la California puntava a ridurre le emis- Gli autobus sono in grado di soddisfare molti di questi bisogni.
sioni di gas serra al 40 per cento rispetto a quelle del 1990 entro Quando sono alimentati da batterie elettriche è meglio, ma anche

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Una fermata poco sicura a Staten Island, New York: (per eccesso di velocità). Perché mai, altrimenti, una ragazza a po-
disposta in modo inadeguato, illuminata male e tenuta sto come lei dovrebbe viaggiare in autobus a Los Angeles?
peggio, senza passaggi pedonali, senza marciapiedi. Potrebbe sembrare difficile convincere un paese che ama l’au-
tomobile a prendere l’autobus, ma alcune ricerche suggeriscono
quelli a benzina riducono le emissioni, se il numero di passegge- che forse non è così. Un’analisi del 2016 condotta da Higashide ha
ri è sufficiente. In media, le auto emettono 0,28 chilogrammi di studiato il comportamento riguardo ai mezzi pubblici sia tra chi
anidride carbonica per passeggero trasportato per chilometro. ha un’auto sia tra chi non ce l’ha, e ha rilevato che le persone che
Gli autobus, che in genere viaggiano al 25 per cento della capien- abitano dove i mezzi pubblici sono migliori li usano più spesso,
za, emettono circa 0,18 chilogrammi di anidride carbonica per indipendentemente dal fatto che abbiano o meno un proprio vei-
passeggero trasportato per chilometro, secondo i dati dello U.S. colo. Il problema è che molti, negli Stati Uniti, non vivono dove i
Department of Defense [i dati originali sono espressi in libbre di mezzi pubblici sono migliori. Un’analisi dell’American Society of
CO2 per passeggero per miglio, N.d.R.]. Se viaggiassero al com- Civil Engineers ha anzi trovato che il 45 per cento degli abitanti
pleto, gli autobus emetterebbero circa 0,05 chilogrammi di CO2 del paese è priva di accesso ai mezzi pubblici. E chi può accedervi
per passeggero per chilometro, valore paragonabile a quello del li trova spesso lenti e inaffidabili.
treno, ma con costi assai inferiori. «Penso che l’autobus sia spesso Il tempo che trascorre tra un passaggio e l’altro di un autobus
trascurato come soluzione per il clima – dice Higashide – perché, (o un treno) a una certa fermata, detto intertempo, ha un impatto
semplicemente, è sottovalutato come soluzione di trasporto». notevole su quanto le persone, nei fatti, usano il servizio. «Il nu-
mero magico è dieci minuti», dice Kari Watkins, professore asso-
Da automobilisti a passeggeri ciato di ingegneria civile e ambientale all’Università della Califor-
Da tempo l’immagine degli autobus nell’immaginario popola- nia a Davis. Le ricerche di Watkins studiano come migliorare la
re è negativa. Gli sceneggiatori cinematografici e televisivi spes- mobilità con metodi diversi dall’automobile. Quando un autobus
so fanno prendere l’autobus a un personaggio per segnalare agli arriva nel giro di dieci minuti, o anche meno, gli utenti non devo-
spettatori che attraversa un periodo difficile. Nella serie TV Inse- no chiedersi quando passerà. E questo corrisponde alla principa-
Scientific American

cure, di HBO, il personaggio principale Issa Dee entra in una spi- le comodità dell’avere un auto privata: la possibilità di spostarsi
rale discendente quando la sua auto è distrutta in un incidente e giusto quando se ne ha bisogno.
le tocca prendere l’autobus. In Speed, apoteosi cinematografica Quando il bus arriva ogni 15 o 20 minuti, «le persone avran-
dell’autobus, Annie è a bordo perché le hanno ritirato la patente no comunque la sensazione di dover programmare in anticipo i

www.lescienze.it Le Scienze 69
propri spostamenti», dice Watkins. Se i tempi sono più lunghi, chi
può scegliere probabilmente non prenderà il mezzo pubblico. E
anche gli autobus che passano a cadenza imprevedibile per il traf-
fico, o per altre ragioni, allontanano i possibili utenti.
Così, il treno ha qualche vantaggio sugli autobus perché segue
un orario fisso. Probabilmente la cosa migliore è usare le due mo-
dalità di trasporto in modo complementare: la ferrovia può tra-
sportare un gran numero di persone nelle comunità più dense e
gli autobus possono servire a portare le persone alla ferrovia. Per-
sino a New York – con la sua ben nota metropolitana – gli auto-
bus trasportano quotidianamente oltre un milione di passeggeri.
L’autobus inoltre è assai più agile del treno, perché sfrutta un’in-
frastruttura già esistente: le strade. I suoi percorsi possono essere
aggiustati per seguire il mutare delle esigenze, mentre non si pos-
sono spostare i binari dei treni.
Eppure, «in molte parti del paese ci sono stati investimenti nel-
le ferrovie senza corrispondenti investimenti nei servizi di au-
tobus», dice Higashide. E cita il caso di Denver: la città ha speso
miliardi per espandere il sistema delle ferrovie leggere e dei tre-
ni per i pendolari, ma «poi scendi dal treno e l’autobus arriva una
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volta all’ora».
David King, docente di pianificazione all’Arizona State
University, ritiene che i servizi di trasporto collettivo, e soprattut-
to gli autobus, negli Stati Uniti siano così scadenti anche perché
sono trattati come un servizio con finalità sociali: una forma di so-
stegno o di assistenza da parte dello Stato alle persone svantag-
giate. A livello nazionale, i passeggeri dei mezzi di pubblici hanno
più probabilità di avere un reddito più basso di chi va in auto; e fra
quelli che usano i trasporti pubblici, chi prende il treno tende ad
avere un reddito più alto rispetto a quello di chi prende l’autobus. Un autobus elettrico a Saragozza, in Spagna (qui
È più probabile che i passeggeri degli autobus siano persone che sopra). A Bogotá, in Colombia, il sistema di trasporti pubblici
non hanno altre possibilità. TransMilenio (nella pagina a fronte) riserva corsie separate
«Di solito li chiamiamo utenti dipendenti dai mezzi pubblici», agli autobus da e per l’aeroporto.
dice Candace Brakewood, professore associato al Dipartimento
di ingegneria civile e ambientale dell’Università del Tennessee a cente popolarità si può far risalire allo scrittore e attivista George
Knoxville. «Spesso sono persone a basso reddito che non possono Monbiot, indica servizi ed esperienze che danno la sensazione di
permettersi un’auto, o magari hanno qualche disabilità, o non so- godere di un lusso ma sono intesi per l’uso pubblico. Invece delle
no in alcun modo disposte a guidare». Le ricerche tuttavia rivela- piscine private, per esempio, piscine pubbliche pulite, con perso-
no che se il servizio è abbastanza scadente anche coloro che a pri- nale adeguato e aperte nelle ore in cui si desidera andare. O i gran-
ma vista sembrano dipendere dai mezzi pubblici troveranno altri di parchi che segnano un luogo, come Griffith Park a Los Angeles
modi per andare in giro: vanno a piedi o in bicicletta, chiedono e Central Park a New York; ma anche un piccolo parco giochi ben
passaggi o si rivolgono a servizi di trasporto informali. tenuto, dove le altalene dondolano e non cigolano. Il nucleo del
In molte città, invece, gli autobus sono considerati un’infra- concetto di lusso pubblico è l’idea che «le cose buone» non devo-
struttura essenziale. Prendiamo Bogotá, per esempio, in Colom- no restare confinate nella proprietà privata. Avere un’auto, dopo-
bia: priva di metropolitane ma simile per popolazione a New tutto, comporta una serie di problemi. Un sistema di autobus co-
York. Il sistema dei trasporti pubblici rapidi, detto TransMilenio, me TransMilenio fa sì che scegliere il trasporto pubblico al posto
fa correre i suoi autobus su corsie stradali prioritarie, e negli ora- dell’auto sembri quasi un piacere, più che una rinuncia.
ri di maggior traffico trasporta i passeggeri più rapidamente delle Oltre a essere frequente e veloce, per essere vissuto come lus-
auto. Le fermate, curate e ben illuminate, sono state attentamen- so pubblico un sistema di autobus deve avere linee che portino
te progettate per essere accessibili dal marciapiede e in biciclet- dove le persone desiderano andare (al cinema, a casa di amici, ai
Marcos Cebrian/Europa Press/Getty Images

ta. Già subito dopo il suo lancio, nel 2000, si stima che TransMile- musei) oltre che dove devono andare (al lavoro, dal medico). Le
nio abbia contribuito a ridurre l’inquinamento atmosferico anche fermate devono essere ben segnalate, senza pericoli, dotate di se-
del 40 per cento in alcuni punti, abbia ridotto il numero dei de- dili e protette dalle intemperie.
cessi per incidenti stradali del 92 per cento e abbia indotto alme- Dato che la maggior parte degli utenti le raggiunge a piedi, in-
no alcuni pendolari a rinunciare all’automobile: l’11 per cento de- torno alle fermate sono necessari anche marciapiedi e altre in-
gli utenti dice di essere un ex automobilista. frastrutture. Nel 2011 un bambino in Georgia, negli Stati Uniti, è
Higashide fa notare che quando il trasporto pubblico è sicu- stato ucciso da un pirata della strada mentre, insieme alla sua fa-
ro, affidabile e veloce, come nel caso di TransMilenio, può esse- miglia, attraversava la strada per raggiungere la fermata dell’au-
re percepito come un lusso pubblico. Questo termine, la cui re- tobus. La fermata si trovava proprio di fronte al loro complesso

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residenziale, ma attraversare la strada sulle strisce pedonali più A risparmiare non sono solo i comuni. Da tempo l’auto è consi-
vicine avrebbe significato percorrere un altro chilometro. derata il passaporto per entrare a far parte della classe media, an-
Un sistema di autobus ben progettato permette di spostarsi a che perché in gran parte degli Stati Uniti chi non ce l’ha fatica a
chi non può o semplicemente non vuole andare in auto, come i trovare lavoro. In media, gli statunitensi spendono per i traspor-
più anziani e le persone con determinate disabilità. E permette ti il 13 per cento del proprio reddito; ma chi ha i redditi più bassi
ai bambini non troppo piccoli e agli adolescenti che ancora non ne spende quasi il 30 per cento. In tutto il paese, il totale dei debiti
possono avere la patente di muoversi per conto proprio fra casa e contratti per le auto supera i 1400 miliardi di dollari, e le proiezio-
scuola o per attività extrascolastiche, liberando il tempo dei geni- ni danno questo valore in aumento. Gli autobus possono ridurre
tori. E gli utenti tendono ad avere un rapporto speciale con gli au- le pressioni economiche e migliorare l’accesso alle opportunità.
tobus, anche grazie agli autisti. «Se fai regolarmente un certo per- Ridurre il numero delle auto circolanti significa anche salva-
corso, è bello conoscere la persona con cui viaggi», dice Watkins. re vite. Negli Stati Uniti muoiono più di 40.000 persone, ogni an-
Dà la sensazione che «c’è qualcuno che fa qualcosa per te». no, per incidenti automobilistici. In confronto ai veicoli a benzi-
na, poi, quelli elettrici sono più pesanti e possono accelerare più
Migliori autobus, città migliori velocemente.
Oltre alle emissioni, ci sono altre ragioni per volere meno per- La volontà politica, in particolare il rischio di irritare gli auto-
sone alla guida. In aggiunta alla crisi climatica c’è anche «una cri- mobilisti cedendo le strade al trasporto pubblico, è spesso il prin-
si di giustizia, una crisi di sicurezza e una crisi economica, che ar- cipale ostacolo all’attuazione dei cambiamenti. Ma Seattle ha mo-
rivano tutte insieme sulle nostre strade», dice King. E dalle strade, strato che si può fare. «King County Metro di Seattle aveva un
aggiunge, possono venire anche le soluzioni. gruppo dedicato alla velocità e all’affidabilità», spiega Watkins. Tra
Non è un segreto che per avere un valido servizio di autobus il 2010 e il 2017 gli utenti della città sono cresciuti, in controten-
siano necessari investimenti significativi. Nel 2022 Antelope Val- denza rispetto all’andamento nazionale che ha visto i passeggeri
ley, nella California nord-orientale è stato il primo centro a pre- degli autobus diminuire del 15 per cento tra il 2012 e il 2018.
sentare una flotta di autobus interamente elettrica. Il costo di In tempi che richiedono azione e collaborazione contro il cam-
questa innovazione è stato di circa 80 milioni di dollari, cioè cir- biamento climatico, dice Higashide, prendere l’autobus ci ricorda
ChandraDhas/Getty Images

ca un milione per autobus. Ma l’Antelope Valley Transit Autority che «le decisioni di ognuno di noi incidono su tutti gli altri». Q

nota che il miglioramento ha portato risparmi: nei primi 10 milio-


ni di miglia percorsi (oltre 16 milioni di chilometri) la flotta elettri-
PER APPROFONDIRE
ca ha fatto risparmiare all’agenzia 3,3 milioni di dollari di carbu-
rante. Sulla stessa distanza, inoltre, i nuovi autobus hanno emesso Pianificazione urbana a Curitiba. Rabinovitch J. e Leitman J., in «Le Scienze»
quasi 27 milioni di chilogrammi di CO2 in meno. n. 334, giugno 1996.

www.lescienze.it Le Scienze 71
streghe
SCIENZE
SOCIALI

Caccia alle
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Spesso
i feroci attacchi
alle donne
avvengono
in periodi di forti
sconvolgimenti
economici

di Silvia Federici
e Alice
Markham-Cantor
Fotografie di Kholood Eid
Un familiare regge un ritratto
di Iquo Edet Eyo, uccisa
in Nigeria a ottobre del 2022.

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Silvia Federici è cofondatrice del Collettivo internazionale
femminista e professoressa emerita alla Hofstra University,
negli Stati Uniti. Ha scritto molti libri, tra cui Calibano
e la strega (2004) e Reincantare il mondo (2018).

Alice Markham-Cantor, scrittrice e fact-checker,


vive a Brooklyn (New York). Il suo libro sulle cacce
alle streghe sarà pubblicato da Llewellyn nel 2024.

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È
una vecchia storia: una donna è accusata di stregoneria da qualcuno che
è in stretti rapporti con lei, come un vicino di casa, un parente o un ri-
vale. Spesso chi lancia la prima accusa prova risentimento o invidia nei
suoi confronti, o ha in corso con lei una controversia economica. All’ini-
zio le accuse sono solo sussurrate. Ma poi succede qualcosa: si ammala
un bambino, avviene un incidente. Si fa ancora il nome della donna, ma stavolta ad alta voce,
e altre persone lo ripetono. Quindi è trascinata via da casa sua e uccisa.
È quanto accaduto alla sessantanovenne Iquo Edet Eyo nel- generalmente malefici. Lungi dal diminuire grazie alla moderniz-
lo Stato nigeriano di Cross River: nell’ottobre 2022 è stata uccisa zazione, come prevedevano alcuni studiosi nel XX secolo, le cac-
insieme ad altre quattro persone, a quanto pare da un gruppo di ce alle streghe in alcuni luoghi continuano ad avvenire, e in altri
giovani che la accusavano di avere provocato un incidente moto- forse sono perfino in aumento.
ciclistico con la stregoneria. Secondo la sua famiglia, da anni era All’origine della caccia alle streghe c’è un insieme di cause con-
circondata da sospetti dovuti all’invidia per la sua prosperità. catenate. Vi possono contribuire fattori come la credenza nella
La sua storia è simile a quella di Martha Carrier, antenata di stregoneria, una società patriarcale, morti improvvise e misterio-
una di noi (Markham-Cantor), che nel 1692 fu impiccata a Salem, se dovute alla scarsa assistenza sanitaria, sistemi giudiziari inac-
nel Massachusetts. Una delle principali accuse a suo carico pro- cessibili che garantiscono l’impunità agli aggressori e un disastro
veniva da un vicino che aveva una controversia con la famiglia di che fa da miccia. Tuttavia, come ha sostenuto una di noi (Federici)
lei per una proprietà. Carrier divenne una delle 35 persone giu- nel suo libro del 2004 Calibano e la strega e in pubblicazioni suc-
stiziate per stregoneria nelle colonie britanniche del New En- cessive, ciò che accomuna i periodi prolungati di caccia alle stre-
gland: alcune di loro non sono state ancora riabilitate da questo ghe in epoche, luoghi e culture diverse è un contesto di sconvol-
«crimine». gimenti sociali ed economici.
La storia potrebbe essere ambientata in Germania nel 1581, in Le cacce alle streghe possono esplodere all’improvviso, come
India nel 2003, in Uganda nel 2018 o in Papua Nuova Guinea nel nella pandemia di COVID-19, durante la quale la gente, terrorizza-
2021. Ogni anno in tutto il mondo oltre 1000 persone, inclusi uo- ta, cercava capri espiatori. Quando però queste aggressioni sono
mini e bambini, sono torturate, allontanate da casa o uccise in se- proseguite a frequenza elevata per decenni – per esempio in Eu-
guito ad accuse di stregoneria, cioè di usare la magia per scopi ropa nel XVI e XVII secolo, e in alcune aree dell’Asia e dell’Africa

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Silvia Federici (a sinistra) e Alice


Markham-Cantor studiano le cacce
alle streghe, vecchie e nuove.

negli ultimi cinquant’anni – è stato in periodi in cui le economie Prive di sostegno sociale e ritenute in possesso di poteri magici
di sussistenza si stavano trasformando in sistemi monetari e capi- distruttivi, in molti luoghi finirono con l’essere accusate di stre-
talisti. In questi periodi i ricchi e potenti stavano privatizzando goneria. Questa tendenza prese il via sei secoli fa con le cacce al-
campi, stagni e foreste prima considerati beni pubblici, e allonta- le streghe in Europa.
navano gli abitanti dei villaggi dalle risorse naturali che da seco-
li offrivano loro sostentamento. Comunità coese, con una relati- Fiume d’argento
va autosufficienza economica, si disintegravano, e per le persone Nel Medioevo l’Europa aveva un sistema feudale in cui i re
private di ogni risorsa l’unica possibilità per sopravvivere era il la- concedevano la terra a nobili, proprietari terrieri e cavalieri in
voro salariato. Questo disfacimento della società rurale provocò cambio dell’assistenza militare in tempo di guerra. Nonostante
conflitti aspri tra le classi emergenti di ricchi e poveri, che in alcu- uno sfruttamento spesso brutale, i contadini potevano integrare
ni luoghi si manifestarono sotto forma di caccia alle streghe. quanto ricavato col lavoro nei campi dei padroni trovando cibo e
Come hanno argomentato Federici e altre studiose, inoltre, altre risorse grazie alla raccolta, alla caccia e alla pesca in campi,
nell’Europa medievale e in gran parte del Sud globale le don- prati, laghetti e foreste di proprietà pubblica. Sotto l’aspetto eco-
ne raccoglievano cibo ed erbe medicinali, e avevano un rappor- nomico le donne avevano una relativa indipendenza: oltre a oc-
to stretto col mondo naturale. Nei periodi in cui il capitalismo si cuparsi dei raccolti lavoravano come birraie, fornaie, macellaie,
espanse o si intensificò, nelle campagne molte donne persero l’ac- fabbre ferraie, negozianti e molto altro. Per esempio, tra il 1300 e
cesso alla terra e, con esso, il potere economico e sociale che ave- il 1500 a Francoforte, in Germania, le donne erano attive in oltre
vano avuto in precedenza. Le donne anziane erano tra le più col- 200 professioni; nel programma di assistenza sanitaria pubblica
pite, dato che nel nuovo sistema erano considerate improduttive. della città lavoravano almeno 16 dottoresse.

www.lescienze.it Le Scienze 75
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Con la conquista del «Nuovo Mondo» nel XVI secolo, però, mania l’aristocrazia soffocò brutalmente una rivolta di contadi-
l’Europa cominciò a essere sommersa dall’argento provenien- ni uccidendone circa 100.000. Queste ribellioni furono guidate
te dalle miniere dell’America meridionale e centrale, con l’effet- per la maggior parte da uomini, ma in Inghilterra, durante il re-
to paradossale di aggravare la miseria di chi era già povero. L’in- gno di Giacomo I, alcune proteste contro le enclosure furono con-
flazione schizzò alle stelle e il potere di acquisto dei salari crollò, dotte solo da donne. Per esempio, nel 1602 la «Capitana» Dorothy
rendendo estremamente costosi anche i beni alimentari di base. Dawson guidò 37 donne in un attacco contro chi stava recintan-
Le conseguenze furono ancora più gravi per le donne, che aveva- do i beni pubblici in un paese dello Yorkshire. Analogamente lo
no in gran parte la responsabilità di nutrire e assistere la famiglia storico Yves-Marie Bercé, avendo esaminato 31 rivolte per il cibo
ma non potevano allontanarsi molto per cercare un lavoro pagato avvenute in Francia nel XVII secolo, osserva che in sei occasioni a
meglio. Nel XIV secolo, per esempio, le donne erano retribuite la protestare furono soltanto donne.
metà rispetto agli uomini a parità di lavoro; due secoli dopo rice- Questo è il quadro economico in cui avvenne la «grande cac-
vevano solo un terzo della (ridotta) paga maschile, e davano quel cia» alle streghe in Europa. Anche se la fantasia popolare immagi-
denaro al marito. na i processi come esplosioni di isteria di massa o superstizione, il
Fin dal XIII secolo i proprietari terrieri e i contadini più facol- fatto che abbiano avuto un picco tra gli anni ottanta del Cinque-
tosi avevano iniziato a recintare campi, foreste e prati pubblici, e cento e gli anni trenta del Seicento, in un’epoca di enormi cam-
questo processo delle cosiddette enclosure si intensificò. Sulla po- biamenti legati all’emergere di un’economia capitalista, fa pensa-
ca terra da coltivare ancora disponibile per i poveri gli affitti au- re che la storia sia andata diversamente.

INTERFOTO/Alamy Stock Photo (a sinistra); Bettmann/Getty Images (a destra)


mentarono a dismisura. Secondo lo storico E.B. Fryde, nel primo I leader della chiesa avevano cominciato a cacciare le streghe
decennio del Cinquecento nella sola Inghilterra l’enclosure di- verso la fine del XV secolo, anche per vigilare sui costumi socia-
strusse oltre 2000 comunità rurali. Alla fine di quel secolo, addi- li. Quindi a prendere le redini fu lo Stato, strettamente alleato con
rittura un terzo della popolazione inglese non aveva alcun acces- le élite religiose, politiche ed economiche. Nel XVI secolo, in tut-
so alla terra, e quindi non poteva coltivare gli alimenti necessari a ta Europa le classi dirigenti introdussero nuove leggi che preve-
sopravvivere. devano la pena di morte per la stregoneria e i processi si sposta-
Intere comunità che erano sopravvissute grazie alla coltivazio- rono dai tribunali ecclesiastici a quelli laici, per esempio in ducati
ne dei campi pubblici si trovarono ad affrontare un impoverimen- e cittadine. La storica Christina Larner scrive che in Scozia le au-
to di massa, avendo principalmente due possibilità: l’emigrazione torità fomentavano sistematicamente il panico nei confronti del-
o il lavoro salariato. Le donne più anziane ne furono particolar- le streghe: passavano da un paese all’altro per insegnare alla gente
mente colpite. In precedenza, in molte tenute feudali una vedo- come riconoscerle e a volte addirittura portavano elenchi di don-
va aveva diritti su parte delle proprietà del marito, oltre al diritto ne da denunciare.
di spigolare i raccolti di altri campi. Con il crollo di questo siste- Molte delle donne che venivano accusate di stregoneria era-
ma feudale, molte di quelle donne per sopravvivere dovettero no anziane che non avevano più alcun mezzo di sussistenza legit-
affidarsi alla beneficenza. timo. Lo storico Keith Thomas ha riportato i seguenti reati della
Colpiti sia dal crollo dei salari sia dalla perdita della terra, i con- sessantacinquenne Margaret Harkett, che nel 1585 fu impiccata a
tadini si ribellarono in tutta Europa. Tra il 1522 e il 1525 in Ger- Tyburn, in Inghilterra:

76 Le Scienze 659 luglio 2023


Donne
perseguitate
per stregoneria
compaiono spesso
in illustrazioni
risalenti all’Europa
premoderna. In una
stampa tedesca del
1500 circa, un rospo
estratto dal torace
di una donna (a
sinistra) «dimostra»
che era una strega.
The Duckingstool,
di Charles Stanley
Reinhart, raffigura la
tortura di una donna
per annegamento
controllato (al
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centro). Nell’Olanda
del XVI secolo, una
donna sta per essere
bruciata viva (a
destra).

Aveva raccolto senza permesso un cesto di piselli nel campo dole a un livello inferiore rispetto agli uomini. Nel corso delle cac-
di un vicino. Di fronte alla richiesta di restituirli, li gettò via ce alle streghe, in Germania gli artigiani proibirono la presenza
con rabbia, e da allora nel campo non crebbero più piselli. In femminile nelle corporazioni, e perfino esercitare alcune attività
seguito, i servi di William Goodwin le negarono del lievito come la vendita al mercato poteva costare un’accusa di stregone-
e poco dopo il suo fermentatore si seccò. Fu colpita da un ria. In Francia le donne persero il diritto di stipulare contratti per
amministratore che l’aveva sorpresa a prendere legna dal sé. E quando si sposavano diventavano sostanzialmente proprietà
terreno del suo padrone, e poi l’amministratore impazzì. Un del marito insieme con tutto ciò che possedevano.
vicino le rifiutò un cavallo, e tutti i suoi cavalli morirono. Un Dato che la disponibilità di un’abbondante forza lavoro era
altro le pagò un paio di scarpe meno di quanto da lei chiesto, considerata essenziale per la ricchezza, si arrivò a una vigilanza
e poi morì. Un gentiluomo disse ai suoi servi di non darle il rigorosa sulla sessualità. A essere accusate di stregoneria spes-
latticello [un sottoprodotto della produzione del burro, N.d.R.], so erano le donne sospettate di rapporti extraconiugali, oppure
dopo di che non riuscirono a fare il burro né il formaggio. le guaritrici o le ostetriche dei paesi, che tra molte altre funzioni
somministravano contraccettivi o mezzi abortivi. Con l’avanzare
Non tutte le presunte streghe però erano povere e prive di ter- dell’industrializzazione, molte donne poterono tornare al lavoro
ra: a volte la caccia serviva a espropriarle dei loro beni. La caccia in centri manifatturieri e fabbriche, ma era ancora il marito a ri-
alle streghe si intensificò quando gli editti locali autorizzarono gli cevere il loro salario.
ufficiali o i giudici a confiscare le proprietà delle donne accusate, In conclusione, la caccia alle streghe fu una campagna di terro-
e viceversa perse intensità quando le leggi furono modificate in re sistematica volta a eliminare la resistenza all’esproprio che ave-
modo da punire la stregoneria senza eseguire queste confische. va continuato a ribollire per decenni dopo la soppressione delle
Chi trovava le streghe poteva anche arricchirsi: si racconta che rivolte contadine. Le accuse e le persecuzioni si fermarono solo
Matthew Hopkins, il cacciatore di streghe più famoso d’Inghilter- nella seconda metà del XVIII secolo. Stando ai resoconti storici,
ra, nella sua carriera abbia guadagnato 1000 sterline, corrispon- a quell’epoca erano ormai state giustiziate per stregoneria circa
denti a quasi 200.000 dollari attuali. 50.000 donne.
Chiunque cercasse di salvare una strega, per esempio un’amica,
rischiava a sua volta la vita. Le donne collaboravano fra loro per or- Nelle colonie
ganizzare le proteste contro le appropriazioni dei beni comuni, ma La domanda di argento e oro tra le élite europee stimolò le cac-
le loro conversazioni erano ormai così stigmatizzate che in inglese ce alle streghe anche in Sud America, dove la repressione contri-
Classic Image/Alamy Stock Photo

il termine gossip, che prima indicava queste amicizie, diventò si- buì a soffocare le rivolte contro la colonizzazione e a reclutare la-
nonimo di pettegolezzo frivolo o maldicenza. Per salvarsi la vita, voratori per le miniere. Nella penisola dello Yucatán, in Messico,
queste donne dovevano accusare di stregoneria le proprie amiche. nel 1562 le autorità spagnole torturarono circa 4500 persone ac-
Anche se le cacce prendevano di mira solo alcune donne, il ri- cusandole di idolatria, le frustarono in pubblico per terrorizzare
schio di essere accusate condizionava il comportamento di gran la popolazione e ridussero i sopravvissuti a lavorare come schiavi
parte di loro. Le persecuzioni contribuirono a creare una nuova in miniera. Quando in Perù il movimento Taki Onqoy cercò di in-
divisione patriarcale che degradava e vincolava le donne, ponen- vocare il potere delle huaca, o divinità, contro il dominio spagno-

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lo, un concilio cattolico convocato nel 1567 decretò lo sterminio nell’India britannica del XIX secolo, quando le autorità colonia-
degli «stregoni»; ne seguì un secolo di persecuzioni. li sequestrarono la terra delle caste superiori, queste attribuirono
Mentre in America meridionale e centrale si condannavano a le loro perdite alla stregoneria delle donne dalit – cioè «oppresse»,
morte gli indigeni per adorazione del diavolo, i processi per stre- appartenenti ai livelli sociali più infimi – e scatenarono contro di
goneria giunsero nelle colonie nordamericane. Quando all’ini- loro una caccia alle streghe. Non potendo colpire chi stava più in
zio del XVII secolo nel New England le élite scrissero codici legali alto di loro, le vittime degli espropri se la presero con un bersaglio
ispirati alla Bibbia, inserirono la stregoneria tra i reati punibili con più facile: la strega di casta inferiore.
la morte. Il primo processo ufficiale, avvenuto nel 1647 in Con-
necticut, probabilmente fu influenzato da un’ondata di esecuzio- Le cacce alle streghe oggi
ni in corso in Inghilterra. Nel 1725 più di 300 persone erano state Come quelle nell’Europa premoderna, molte cacce alle stre-
accusate di stregoneria nel New England; quasi quattro su cinque ghe contemporanee si possono ricondurre all’espansione o all’in-
erano donne. tensificarsi del capitalismo. In tutto il Sud del mondo, governi e
Come in Europa, anche nelle colonie le donne perseguitate aziende si sono impadroniti di campi, foreste e fiumi per proget-
come streghe in genere erano povere ed emarginate, ma erano ti di sviluppo come autostrade, centrali idroelettriche e miniere,
a rischio anche quelle che trasgredivano le norme di comporta- provocando tra 90 e 100 milioni di sfollati nei soli anni novanta
mento puritane, o che ottenevano ricchezze e proprietà. Martha del XX secolo. La nuova ondata di appropriazioni ha aumentato
Carrier rientrava in entrambe le categorie: rimase incinta senza le disuguaglianze, frammentato le comunità, peggiorato la salu-
essere sposata e, quando i suoi parenti maschi più prossimi mori- te di bambini e madri e inasprito i conflitti sociali, di genere e in-
rono in un’epidemia di vaiolo, avrebbe potuto ereditare gran par- tergenerazionali. Le decisioni economiche che hanno arricchito
te dei terreni di suo padre. Martha Carrier si rifiutò di confessare alcune persone e impoverito altre sono state prese in città lonta-
e fu una delle 19 persone impiccate per stregoneria a Salem nell’a- ne, spesso in altre lingue, e pochi erano in grado di comprender-
gosto del 1692. ne l’origine.
In varie parti del mondo – anche in altre colonie – le cacce alle Analizzando nei dettagli la regione di Gusii, in Kenya, Ju-
streghe ebbero impennate legate a svariati motivi locali, ma qua- stus Ogembo, antropologo che all’epoca lavorava alla Harvard
si sempre in periodi di stravolgimenti sociali o economici. Tanvi University, ha attribuito la responsabilità di un’esplosione di cac-
Yadav, della Central University of Rajasthan, in India, scrive che cia alle streghe negli anni novanta alle politiche internaziona-

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Tra le opere in casa di Federici si trovano Reclaim ni economiche difficili prendendo come capri espiatori i disabili, i
the Commons (a sinistra), di Erik Ruin; raffigurazioni bambini, gli anziani e le donne».
di lotte, tra cui sulla destra Peasants Revolt, di Rachel La rivalità economica ha contribuito a un’esplosione di caccia
Hewitt (al centro); e un poster (a destra) della campagna alle streghe avvenuta nel 2003 nella Repubblica Democratica del
internazionale Wages for Housework, che Federici ha Congo. I membri di una fazione in lotta per il controllo delle mi-
contribuito a realizzare nel 1972. niere d’oro a Mongbwalu hanno preso di mira donne che aveva-
no legami etnici con un gruppo rivale, accusandole prima di spio-
li per lo sviluppo. Nel 1981, per soddisfare le rigide condizioni di naggio e poi di stregoneria. Secondo una stima di Human Rights
un prestito del Fondo monetario internazionale, il Kenya tagliò Watch, le cacce alle streghe che ne sono derivate hanno mietuto
la spesa pubblica per l’istruzione e l’assistenza sanitaria – pro- ben 70 vittime.
prio quando stava cominciando l’epidemia di AIDS – e abolì i con- Analogamente, lo storico e missionario Hugo Hinfelaar osser-
trolli sui prezzi di alimentari e altri generi di prima necessità. La va che in Zambia negli anni novanta le accuse di stregoneria erano
popolazione cercava capri espiatori per le proprie sofferenze, e «particolarmente diffuse nelle zone destinate alla gestione e all’al-
le accuse di stregoneria aumentarono. Analogamente Umar Ha- levamento delle risorse faunistiche, al turismo e all’occupazione
bila Dadem Danfulani, professore di studi religiosi all’Universi- da parte di potenziali grandi proprietari terrieri». Data la scarsi-
tà di Jos, in Nigeria, punta il dito sulle difficoltà economiche do- tà dei resoconti, non si conoscono le proporzioni della caccia alle
vute alle politiche di austerità, osservando che all’epoca la paura streghe derivata da questa competizione per le risorse. Hinfelaar
della stregoneria assalì alcuni gruppi etnici che non ne erano mai però scrive che alcuni capi dei villaggi guadagnano vendendo a in-
stati colpiti. Negli anni novanta nelle città aumentarono i bambini vestitori internazionali la terra usata dalla comunità, «e fomenta-
senzatetto, e così fecero le accuse di stregoneria, soprattutto nei re il disordine sociale nei villaggi facilita queste transazioni». Spie-
confronti dei bambini. ga che, se la popolazione di un villaggio è lacerata dalle accuse di
Leo Igwe in Nigeria ha fondato il gruppo Advocacy for Alleged stregoneria, «non è in grado di restare unita e opporsi ai tentativi
Witches (AfAW), che assiste le vittime della caccia alle streghe, e di altri di impossessarsi della terra che coltiva».
osserva che le accuse aumentano quando si tagliano i program- Quando i campi fertili a disposizione degli emarginati comin-
mi di assistenza sociale. Quanto meno lo Stato è presente nella vi- ciano a scarseggiare, un contrasto anche per un piccolo terreno
ta delle persone, dice, «tanto più si cerca di fare fronte a situazio- può portare indirettamente all’uccisione di una «strega». Secon-

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Un archivio a casa di Federici
contiene materiale usato per Calibano
e la strega (2004) e altri libri.

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do Miranda Forsyth, ricercatrice del Sorcery Accusation Rela- saldano il debito. In Namibia, aggiunge Holtzhausen, «per fare sta-
ted Violence Project presso l’Australian National University, nelle bilire a uno sciamano se sei una strega o no, devi dargli molto de-
culture che temono la stregoneria «se qualcuno che è già coinvol- naro. Per sopravvivere a un’accusa di stregoneria bisogna pagare.
to in una disputa territoriale subisce una disgrazia, è molto più Gli sciamani sono tutti ricchi, e quasi sempre sono uomini».
probabile che pensi: “Deve essere colpa loro”».
In tutto il mondo le cacce alle streghe servono anche a impa- La resistenza
dronirsi direttamente dei terreni. Un rapporto del 2021 sulle ag- Negli ultimi anni studenti e altri soggetti hanno lanciato cam-
gressioni nello Stato indiano dell’Orissa, redatto da un’agenzia del pagne per rendere giustizia alle vittime delle cacce alle streghe del
governo statale e dall’organizzazione per la giustizia sociale Ac- XVII secolo in New England. In Massachusetts lo Stato ha riabilita-
tionAid, ha rilevato che buona parte delle cacce alle streghe era- to chi erano stato accusato di stregoneria e si è scusato ufficialmen-
no collegate a veri e propri sequestri di terreno. A Kilifi, in Kenya, te, ma nel Connecticut questa primavera un tentativo simile ha in-
dove ogni anno centinaia di uomini sono accusati di stregoneria, contrato una resistenza imprevista. Il parlamentare statale Doug
spesso le cacce sono motivate dal desiderio di portare via la ter- Dubitsky ha chiesto a una discendente di una condannata a morte:
ra a un anziano. In Kenya, Mzee Samuel Kazungu – presidente di «Ha prove che questa persona fosse innocente?», lasciando appa-
un gruppo di uomini provenienti da 15 sottotribù di etnia giria- rentemente intendere che potesse davvero essere una strega.
ma, che si riuniscono per occuparsi delle dispute territoriali – nel In tutto il mondo le donne e organizzazioni come AfAW, Stop
2021 ha dichiarato al sito di informazione AllAfrica che i figli «co- Sorcery Violence (in Papua Nuova Guinea) e Anandi – una no pro-
minciano a pretendere l’eredità… e poiché un padre non è dispo- fit dello Stato indiano del Gujarat che lotta per la leadership fem-
sto a cedere i propri beni, la sua famiglia si allea contro di lui, che minile – si stanno battendo contro la caccia alle streghe. Nell’esta-
finisce con l’essere tacciato di stregoneria e ucciso; così poi si ven-
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te del 2021, dopo sei anni di pressioni da parte di una coalizione di


derà la terra». sopravvissute alla caccia, organizzazioni non governative, acca-
Secondo un parente stretto di Iquo Edet Eyo, uccisa in Nige- demici e avvocati, l’ONU ha approvato una risoluzione che con-
ria lo scorso ottobre, le accuse contro di lei erano dovute all’invi- danna la caccia alle streghe e le aggressioni rituali.
dia: era proprietaria della terra che coltivava e riceveva un aiuto Grazie alle leggi contro la caccia alle streghe, come quelle ap-
provate in vari Stati indiani, ora è più faci-
le portare in tribunale chi lancia accuse di
Nel 2023 il parlamentare Doug Dubitsky ha stregoneria. Il parente di Eyo però osserva
che spesso le vittime sono povere e non si
chiesto alla discendente di una donna giustiziata possono permettere un’azione legale. Una
misura che potrebbe aiutare a ridurre le
per stregoneria: «Ha prove che fosse innocente?» persecuzioni, come si è fatto in Sudafrica,
è erogare agli anziani una pensione, cosa
che pare offrire loro protezione sociale.
finanziario dalla figlia, che viveva negli Stati Uniti. «Quando ero Una delle risposte più efficaci alle cacce alle streghe odierne è
ragazzo si sentivano sempre accuse di stregoneria, ma niente di la lotta per contenere, e magari invertire, il processo di esproprio
paragonabile a questo», racconta. «Non si trascinava la gente in terriero e concentrazione della ricchezza cominciato secoli fa du-
piazza per picchiarla e massacrarla a colpi di machete». rante la «grande caccia» in Europa. In Brasile le donne di svariati
In Namibia Berrie Holtzhausen, fondatore di Alzheimer’s De- gruppi indigeni hanno guidato una campagna per difendere la fo-
mentia Namibia – un gruppo che difende le persone anziane af- resta amazzonica e le acque dalle industrie estrattive. In Bolivia
fette da demenza (che può essere considerata un segno della hanno marciato ripetutamente per impedire che nelle terre de-
stregoneria) – osserva che spesso chi ha fatto fortuna nasconde i gli indigeni passassero autostrade, che avrebbero portato tagliale-
propri beni quando va a trovare parenti in campagna. Costoro – gna, allevatori, coloni e trivellazioni di pozzi petroliferi. In Kenya
racconta – arrivano senza l’auto, pensando: «Se la gente vede che sono stati piantati milioni di alberi nell’ambito del Greenbelt Mo-
adesso ho delle ricchezze, crederà che in qualche modo le abbia vement, un’iniziativa che nel 2004 è valsa il premio Nobel per
rubate [con] poteri magici». È in corso anche un conflitto genera- la pace alla sua fondatrice, Wangari Maathai. In India le attiviste
zionale tra giovani uomini, che non vedono un futuro se non tra- sono impegnate in varie lotte contro il disboscamento e l’attivi-
mite l’economia monetaria, e una popolazione anziana, secondo tà mineraria. E negli Stati Uniti le donne native americane hanno
cui la sicurezza significa avere terra, alberi o mucche. guidato il movimento Standing Rock per evitare che l’acqua fosse
A peggiorare le cose ci sono i cacciatori di streghe professio- contaminata da un oleodotto.
nisti. In alcuni luoghi fanno anche da pastori che, influenzati dai Queste iniziative non sono soltanto di opposizione, ma anche
missionari evangelici e pentecostali, incoraggiano i fedeli ad attri- costruttive. Anche mentre affrontano chi inquina e costruisce, le
buire le loro disgrazie quotidiane all’opera di Satana. Alcuni cre- donne contribuiscono a ripristinare le foreste, a riscoprire forme
dono in buona fede di proteggere le comunità da un pericolo, ma di agricoltura che sostengono le altre creature anziché distrug-
per molti, proprio come per Hopkins nell’Inghilterra del Seicen- gerle e a ricostruire una rete di relazioni comunitarie che rappre-
to, si tratta di una professione redditizia. senta la migliore forma di difesa dalla violenza. Q

Igwe spiega che in Malawi a volte i cacciatori di streghe chie-


dono alle donne accusate di stregoneria somme fino a 100 dolla-
PER APPROFONDIRE
ri. Se le vittime non sono in grado di pagare, i cacciatori possono
confiscare i loro terreni o tenerle in ostaggio finché i familiari non In dialogo con i morti. Vitebsky P., in «Le Scienze» n. 655, marzo 2023.

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P S I C H I AT R I A

Terapia verbale
per la schizofrenia
La terapia cognitivo-comportamentale aiuta
a trattare sintomi per cui i farmaci sono inefficaci
di Matthew M. Kurtz
La schizofrenia è un disturbo mentale
che, nel peggiore dei casi, devasta l’intera
vita quotidiana. È difficile immaginare
quello che provano le persone affette dalle
forme più gravi della malattia se non come
qualcosa che scaturisce dalla biologia, la
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conseguenza diretta di un’attività chimica


ed elettrica aberranti nel profondo del
cervello. Come neuropsicologo, nei miei
rapporti con i pazienti ho spesso osservato le
prove convincenti dei fondamenti biologici
della schizofrenia. Per illustrare che cosa
intendo, descriverò «Billy», il profilo
composito di vari pazienti che ho conosciuto
nella mia professione all’Institute of Living,
ad Hartford, nel Connecticut. Billy rivela un
distacco dalla realtà e un’angoscia emotiva
provocati da un episodio psicotico, sintomi
vissuti da molte persone con schizofrenia.
Immaginate che Billy sia un uomo di trentacinque anni, che Matthew M. Kurtz è docente di psicologia
procede a grandi passi da un angolo all’altro di un ospedale psi- e di neuroscienze e comportamento alla Wesleyan
chiatrico, con lo sguardo diretto ai propri piedi e che ripete: «A University di Middletown, nel Connecticut.
Billy piacciono i trenini. A Billy piacciono i trenini. A Billy piac-
ciono i trenini». Quando un medico dell’unità interroga Billy su-
gli obiettivi terapeutici, lui risponde: «Saturno sta per schiantarsi
contro la Madre Terra». Di recente Billy è stato travolto dall’an-
sia quando si era convinto che il Blob, la soffocante sostanza ge-
latinosa dell’omonimo film di fantascienza del 1958, stava per in-
ghiottire il suo quartiere.
I gravi episodi psicotici di Billy rimandano a uno squilibrio nel
cervello, e di conseguenza al bisogno di farmaci e di trattamen- parola era essenziale come sollievo. Ma questa strada ha portato
ti che modifichino, come primo standard di cura, questa malattia. scarsi risultati.
Risultati di decenni di ricerche e di pratica clinica confermano il I primi modelli psicologici della schizofrenia hanno perso con-
ruolo dei farmaci antipsicotici – che interferiscono con la trasmis- senso per diverse ragioni, tra cui i tassi di ospedalizzazione psi-
sione di un neurotrasmettitore cerebrale, la dopamina – nell’atte- chiatrica ostinatamente alti ed esiti sistematicamente deludenti,
nuare i deliri, le allucinazioni e altri sintomi così manifesti nel ca- persino nei pazienti con accesso all’assistenza e alla terapia psi-
so di Billy. cologica più intensive. Operatori sanitari carismatici hanno svi-
Eppure aspetti essenziali della schizofrenia, come una comu- luppato trattamenti basati su proprie teorie e hanno sostenuto
nicazione verbale ridotta e un’espressione inadeguata delle emo-
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le proprie affermazioni con studi di casi isolati più che con dati
zioni, rimangono ai margini degli interventi farmacologici. Inol- scientifici rigorosi. Molti psicoterapeuti di questo periodo si era-
tre, questi farmaci sono quasi ininfluenti sulla disabilità sociale no opposti a studi randomizzati e con controllo. Prove solide che i
che caratterizza questo disturbo: l’incapacità cronica di conser- trattamenti prevalenti fossero efficaci nella maggior parte dei pa-
vare il lavoro, il ritiro sociale e l’isolamento, i tassi di suicidio ele- zienti non si sono mai concretizzate.
vati e una durata più breve della vita, che coincidono in genere Un evento spartiacque è accaduto nel 1952, con la pubblicazio-
con una diagnosi. Si è riscontrato che nessuno di questi farmaci ne di una sperimentazione clinica della clorpromazina al Centre
aiuta a prevenire l’insorgenza del disturbo nelle persone ad alto Hospitalier Sainte-Anne di Parigi, che inaugurava una nuova clas-
rischio per via della storia familiare e di sintomi psicologici lievi se di sostanze, conosciute come farmaci antipsicotici. Questi me-
che non sono gravi abbastanza da soddisfare i criteri di una dia- dicamenti limitavano le convinzioni irrazionali, spesso paranoidi,
gnosi di schizofrenia. e le allucinazioni in molte persone schizofreniche, stabilizzando-
Le ricerche nelle scienze psicologiche e in discipline affini le negli ospedali e permettendo loro in molti casi di rientrare nel-
stanno ampliando la comprensione della comparsa della schizo- la comunità per la prima volta dopo anni. L’approccio psicologi-
frenia e del suo trattamento. Questi approcci più recenti si con- co al trattamento perse d’importanza quando gli psicoterapeuti
centrano sullo stress psicologico e sui sistemi di credenze del pa- si affidarono a terapie farmacologiche che avevano come bersa-
ziente. Studi di popolazione metodologicamente rigorosi e su glio il cervello.
ampia scala stanno scavando più a fondo nei fattori ambientali Tre ulteriori fattori sono stati fondamentali nel rinforzare l’i-
collegati all’insorgere della malattia. Altre ricerche hanno dimo- dea della schizofrenia come entità neuroscientifica. Prima di tut-
strato che la psicoterapia basata sulla parola potrebbe limitare le to, si è posta nuovamente attenzione alle malattie psichiatriche
convinzioni aberranti associate con la schizofrenia. quali disturbi con segni e sintomi coerenti, proprio come altri di-
Gli operatori sanitari stanno iniziando ad abbinare la psicote- sturbi clinici, e questo significava che potevano essere studiate
rapia a metodi che rinforzano le capacità di pensiero. Negli ultimi con una rigorosa analisi biologica. Questo modello clinico ha ac-
vent’anni, nel mio laboratorio abbiamo studiato come misurare e cresciuto la probabilità che pazienti con quadri sintomatici simili
migliorare la concentrazione, la memoria e la capacità di risolvere ricevessero la stessa attendibile diagnosi psichiatrica.
problemi. I risultati di questi studi rivelano che un deficit di que- Il secondo fattore è stato la comparsa di tecnologie di imaging
ste capacità mentali, ancor più di altri sintomi più visibili, ostacola cerebrale molto dettagliate, che i ricercatori hanno impiegato per
spesso il miglioramento funzionale nelle persone con schizofre- osservare, in un primo tempo, la struttura del cervello e in un se-
nia e disturbi affini. Queste ricerche hanno prodotto una visione condo tempo la funzione di diverse sue regioni. All’inizio di que-
più sfumata del disturbo, che evidenzia fattori psicologici e inte- sto secolo era ormai sempre più chiaro che le persone con schi-
gra i modelli biologici che sono prevalsi in questo campo. zofrenia manifestano una riduzione dell’attività cerebrale e di
volume in un’ampia serie di sistemi neurali, in particolare nei lo-
Il genitore patologico bi cerebrali frontali e temporali (laterali). I ricercatori hanno repli-
Per buona parte del XX secolo, casi come quelli di Billy era- cato questi risultati e individuato questi cambiamenti persino nei
no considerati in molti ambiti della professione il risultato di un pazienti alle prese con un primo episodio di schizofrenia, prima
disturbo della mente, le cui radici affondavano in uno stile geni- di ricevere una qualsiasi terapia antipsicotica.
toriale patologico e che era influenzato dall’ambiente culturale. Come terzo fattore, la mappatura del genoma umano nei pri-
L’eccessivo influsso di Sigmund Freud sulla psichiatria, in parti- mi anni duemila e lo sviluppo di tecnologie più economiche per
colare negli Stati Uniti, ha indotto gli esperti in questo campo a identificare le varianti geniche hanno aumentato la possibilità di
considerare le malattie attraverso la lente di fattori ambientali determinare quali geni aumentano il rischio di schizofrenia nelle
imperniati su un trauma familiare irrisolto, dove la terapia della persone: gli studi hanno identificato più di 100 posizioni sul DNA

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che aumentano la suscettibilità a questo disturbo. Se i ricercatori di censimenti per ricavare le stime dei tassi di incidenza, e le dia-
potessero usare questa analisi genetica per identificare una sinte- gnosi erano basate su cartelle cliniche e su un colloquio standar-
si aberrante delle proteine, si potrebbero concepire nuovi farma- dizzato, ed erano analizzate da psichiatri mai venuti a conoscenza
ci capaci di interferire con questo processo. dell’etnicità del paziente.
AESOP ha confermato risultati precedenti per cui le persone
Una nuova era della psicologia afro-caraibiche e nere africane residenti nel Regno Unito aveva-
Gli scienziati hanno fatto innegabili progressi nella compren- no ricevuto una diagnosi di schizofrenia con una frequenza dal-
sione neurologica e genetica della schizofrenia. Ma negli scorsi le cinque alle dieci volte superiore a quella dei britannici bianchi.
vent’anni un numero crescente di studi ha suggerito una nuova Uno studio sull’incidenza della psicosi in una schiera più ampia
revisione di questo disturbo. Buona parte di queste ricerche deri- di gruppi di immigranti – da Medio Oriente, Nord Africa, Cina,
va da ambiti accademici al confine con le neuroscienze: non solo Vietnam e Giappone – ha rivelato che la loro probabilità di svilup-
psicologia, ma anche epidemiologia e antropologia. Questa nuova pare una psicosi era quasi tre volte maggiore rispetto ai britannici
prospettiva va oltre la fisiologia della schizofrenia e comprende bianchi. (Le persone provenienti da queste regioni sono state com-
sistemi di credenze personali, interazioni sociali e la distruttività binate in un solo gruppo di studio perché la dimensione di ciascun
dello stress psicologico; sottolinea poi l’importanza dell’ambien- singolo gruppo etnico era troppo piccola per essere statisticamen-
te in cui vive un paziente per spiegare l’origine dei sintomi, oltre te significativa). Alcuni aspetti dell’esperienza degli immigranti o
che della schizofrenia, di psicosi affini come il disturbo bipolare e lo status di minoranza di una persona, o la combinazione di questi
i sintomi psicotici concomitanti. due fattori, sembravano contribuire ai tassi elevati di schizofrenia.
La ripresa in questo campo della priorità della psicologia è in Ma, soprattutto, questi tassi erano in genere molto più elevati ri-
parte il prodotto dell’incapacità delle neuroscienze di offrire ri-
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spetto a quelli rilevati nei paesi d’origine dei migranti.


sposte chiare relative alla schizofrenia malgrado la loro promessa Gli autori hanno riscontrato che lo stress psicologico e socia-
di identificare i fondamenti neurali dei disturbi psichiatrici. Cen- le era correlato con una maggiore incidenza della schizofrenia nei
tinaia di eloquenti studi strutturali e funzionali basati sulle neu- gruppi etnici di minoranza. La separazione da un genitore duran-
roimmagini hanno identificato le sedi cerebrali del-
le persone colpite in cui si rivela una riduzione del
volume tissutale oppure un’attività anomala. Ma
enormi studi di associazione sull’intero genoma –
che hanno reclutato migliaia di pazienti per indivi-
Studi scientifici rigorosi
duare le varianti genetiche che potrebbero aumen-
tare nelle persone il rischio di schizofrenia – non
hanno rinnovato l’attenzione
sono riusciti a definire le cause della malattia. Fino-
ra nessuno di questi risultati è sfociato nello svilup- per le radici psicologiche
po di trattamenti farmacologici capaci di modificare
in modo significativo il decorso della malattia. della schizofrenia
Riscontri da studi recenti hanno contribuito a
rafforzare il rinnovato interesse per i fondamenti
psicologici della schizofrenia. Si tratta di ampi stu-
di scientifici rigorosi, e ben congegnati, in cui i ricercatori hanno te l’infanzia era associata a tassi di diagnosi da due a tre
scrupolosamente quantificato le esperienze dei pazienti, ricor- volte maggiori rispetto alle persone le cui famiglie erano rima-
rendo a misurazioni coerenti nel tempo, e che sono state confer- ste coese. Una serie di altri marcatori di svantaggio sociale – co-
mate con prove di altra natura. Nuove terapie psicologiche sono me la disoccupazione, il vivere da soli, l’essere single, la mancan-
soggette a test per ridurre al minimo le distorsioni che potrebbe- za di un’istruzione formale e reti sociali limitate – aumentavano la
ro influenzare la valutazione di un trattamento come efficace. In probabilità di insorgenza della schizofrenia in vari gruppi etnici. I
questi studi i marcatori del miglioramento dei pazienti sono stan- britannici bianchi hanno mostrato collegamenti simili tra i fatto-
dardizzati e resi oggettivi, e i partecipanti allo studio e i loro valu- ri di stress psicosociale e la probabilità di schizofrenia, ma i grup-
tatori spesso ignorano se i partecipanti sono inclusi in un gruppo pi di minoranza immigrati sperimentavano questi fattori di stress
di trattamento oppure di controllo. Questo tipo di progettazione con maggiore frequenza.
dello studio contribuisce a garantire che i partecipanti non diano La discriminazione sociale potrebbe anche aumentare le pro-
la sensazione di migliorare solo perché loro stessi o i loro valuta- babilità che una persona sviluppi la schizofrenia. Uno studio con-
tori credono che dovrebbero migliorare. dotto nei Paesi Bassi ha esaminato tutti gli immigrati non occi-
Da studi del genere è emersa l’idea condivisa che le esperien- dentali che, tra il 2000 e il 2005, all’Aia hanno chiesto assistenza
ze avverse e gli ambienti contribuiscono significativamente al- per un primo episodio di psicosi. I ricercatori hanno studiato
lo sviluppo della schizofrenia. Per esempio, i tassi di psicosi sono gruppi di minoranza provenienti, tra le altre regioni, da Marocco,
chiaramente più elevati in alcune comunità di minoranze immi- Antille, Suriname e Turchia, e hanno intervistato membri di que-
grate rispetto ai tassi delle popolazioni native nei rispettivi pae- sti gruppi sui livelli percepiti di discriminazione da loro riscontra-
si di adozione. Uno studio britannico (indicato con la sigla AESOP) ti. I provenienti dal Marocco, il gruppo etnico che percepiva più
sull’eziologia e l’etnicità nella schizofrenia e in altre psicosi ha se- di tutti la discriminazione, hanno mostrato la più elevata inciden-
guito pazienti che avevano cercato un trattamento clinico fin dal za di psicosi; invece nei gruppi etnici che riferivano meno pregiu-
loro primo episodio di psicosi. I ricercatori hanno impiegato dati dizi (i turchi, i surinamesi e altri) i tassi erano inferiori.

www.lescienze.it Le Scienze 85
Lo European Network of National Schizophrenia Networks ste strutturate a persone con una diagnosi di schizofrenia, molte
Studying Gene-Environment Interactions (EU-GEI) (rete euro- delle quali erano malate da anni, e che vivevano negli Stati Uniti,
pea delle reti nazionali sulla schizofrenia che studiano le intera- nel Ghana e in India. I ricercatori hanno chiesto a queste persone
zioni geni-ambiente) ha dato uno sguardo approfondito al ruolo quante voci udivano, quale opinione si erano fatte di queste voci
dell’immigrazione nell’insorgere della psicosi. Usando un insie- e quale credevano fosse la fonte. I risultati delle interviste avvalo-
me di dati formato da più di 200 immigrati e 200 partecipanti di rano, in generale, la teoria che la schizofrenia sia un disturbo con
controllo abbinati a una serie di variabili, tra cui una storia fami- una base biologica che si manifesta in modo simile nelle diverse
liare di psicosi, gli autori hanno definito alcuni indicatori di svan- culture. I partecipanti dei tre paesi udivano voci «buone» e vo-
taggio sociale per ciascuna fase dell’immigrazione. Nella fase pre- ci «cattive». Alcuni riferivano di instaurare un dialogo con le vo-
migratoria, gli indicatori includevano la classe sociale e il tipo di ci udite; altri pensavano che le voci provenissero da Dio. In ognu-
occupazione dei genitori, e se il partecipante viveva con la pro- no dei luoghi, perlomeno alcuni partecipanti detestavano le loro
pria famiglia di origine. Nel processo di migrazione attiva, gli in- voci e le percepivano come un’intrusione nella loro vita menta-
dicatori includevano l’età, il fatto che la persona fosse stata de- le quotidiana.
tenuta o meno in qualsiasi momento dell’immigrazione e che Molti sintomi erano simili nei diversi gruppi, ma l’interpreta-
coltivasse un qualche progetto di ritornare al paese di origine. Ri- zione e il conseguente tono emotivo di queste esperienze alluci-
natorie divergevano profondamente tra culture: i
partecipanti statunitensi erano più propensi a usa-
re una definizione della diagnosi clinica senza fron-
Gli svantaggi sociali Copia di 44a51459b9e30982c62bc1505f0b61bd
zoli, del tipo «sono schizofrenico», per descrivere la
propria vita; erano inclini a riferire immaginazio-

e le avversità dell’esperienza ni violente associate alle voci con più frequenza dei
partecipanti dell’India o del Ghana.
Negli altri due paesi le persone conservavano più
dell’emigrazione raddoppiano volentieri una relazione stretta con le proprie voci
ed erano in generale meno inclini a descriverle co-
le probabilità di sviluppare me l’espressione di una mente violata da allucina-
zioni uditive. Nel Ghana i partecipanti allo studio
una psicosi sostenevano che le voci emesse da una persona in-
visibile erano controllate da Dio, e che talvolta le vo-
ci maligne erano del tutto assenti. Raramente qui le
persone descrivevano le voci come un’intrusione
guardo la fase post-migratoria, le misure includevano nella loro vita mentale quotidiana. Spesso i partecipanti dell’In-
l’attività lavorativa nei cinque anni precedenti, le relazioni a lun- dia vivevano le loro voci come se appartenessero a membri della
go termine e la struttura familiare. famiglia. Dicevano che le voci trasmettevano una mescolanza di
Lo studio ha riscontrato che, tra gli immigrati di prima gene- espressioni ora gradevoli ora sgradevoli, ma che non avevano sfu-
razione, gli svantaggi sociali e le avversità nelle fasi pre-migrato- mature stressanti od ostili.
ria e post-migratoria raddoppiavano la probabilità che una perso-
na sviluppasse una psicosi, persino quando altri fattori di rischio, Terapia cognitivo-comportamentale
come l’uso di cannabis e l’età, erano statisticamente sotto control- Se gli atteggiamenti culturali esercitano un effetto così profon-
lo. Anche le discrepanze tra le aspettative coltivate dalle persone do sull’esperienza dei sintomi, questa informazione riserva pro-
prima di lasciare il paese nativo e i traguardi raggiunti nella fase messe per le psicoterapie. Prospetta la possibilità che parlare alle
post-migratoria erano associate a una maggiore probabilità di psi- persone con schizofrenia e offrire loro le strategie per cambiare il
cosi: il rischio della malattia aumentava con il sommarsi delle av- modo di vedere i propri sintomi possa ridurre la sofferenza causa-
versità. Questi riscontri suggeriscono nel complesso che fornire ta da quei sintomi.
un sostegno psicologico ai migranti potrebbe modificare l’insor- Una domanda importante è se modificare le convinzioni sui
gere della schizofrenia nelle persone alle prese con livelli elevati sintomi accresca la capacità delle persone di operare nella socie-
di avversità sociale. tà. Una letteratura scientifica sempre più corposa lascia intende-
re che un simile obiettivo sia raggiungibile. È stata sviluppata una
Udire voci forma di terapia cognitivo-comportamentale (TCC) per trattare in
Le persone di culture differenti vivono la psicosi in modo diffe- modo specifico la psicosi. Si concentra sul pensiero pregiudizie-
rente. La psicoantropologa Tanya Marie Luhrmann e i suoi colla- vole, vale a dire sui pensieri intrusivi insinuanti, del tipo «Perché
boratori hanno dimostrato che il tono emotivo delle allucinazio- mai provarci? Mi va sempre male».
ni uditive variava nelle diverse culture, lasciando intendere che Lo scopo della TCC è aiutare i pazienti ad affrontare le proprie
quello che noi udiamo sarebbe influenzato dalle aspettative cul- risposte emotive e comportamentali alle esperienze psicologi-
turali. Le persone di sottoculture sottoposte alla violenza della che che causano la sofferenza. Risposte atipiche o sproporziona-
guerra o ad altri sconvolgimenti sociali sperimenterebbero allu- te, che sono spesso tra i sintomi più debilitanti della schizofrenia,
cinazioni rumorose o fastidiose; invece chi gode di fitti legami fa- possono complicare lo svolgimento di mansioni quotidiane. Ai
miliari manifesterebbe sintomi più benigni. pazienti sottoposti alla TCC viene insegnato a considerare i pro-
Il gruppo di ricerca di Luhrmann ha condotto diverse intervi- pri sintomi in un modo nuovo. Per esempio, potrebbero dire den-

86 Le Scienze 659 luglio 2023


tro di sé: «Le voci nella mia testa non mi devono rendere ansioso: zione abitativa, di relazioni o di un lavoro), come pure a breve ter-
è il mio modo di pensarle che mi rende ansioso». mine (telefonare quel giorno a un amico).
Le persone affette da schizofrenia credono solitamente che le La terapia può placare il treno di pensieri negativi, convinzio-
loro voci siano onniscienti, onnipotenti e incontrollabili. La TCC ni del tipo «assumersi anche un piccolo rischio è sciocco perché
può generare spiegazioni alternative di queste allucinazioni udi- la perdita sarà probabilmente un disastro» e «fare nuove amici-
tive. Può avviare un processo di messa in discussione e di indebo- zie non merita l’energia impiegata». I partecipanti al gruppo TCC
limento delle credenze improduttive. Un medico potrebbe sug- prendevano anche parte a esercizi, gare, giochi di ruolo e uscite di
gerire che la voce udita da un paziente potrebbe essere quella di gruppo concepiti per instillare fiducia nelle loro capacità. I bene-
un familiare, e non quella di una divinità o del demonio. Il dottore fici di questa terapia persistevano per mesi dopo la fine del tratta-
potrebbe inquadrarla in una semplice domanda e affermazione: mento. I pazienti assegnati alla TCC registravano miglioramenti
«Siamo certi che la voce che lei sente non è quella di suo padre? significativi – una maggiore motivazione e minori deliri e alluci-
Molte delle affermazioni pronunciate dalla voce sembrano simili nazioni – rispetto ai pazienti che ricevevano solamente il tratta-
a quelle che lei ha attribuito in passato a suo padre». Questa ricon- mento standard.
siderazione del significato di una voce può ridurre notevolmente Da quanto i ricercatori hanno appreso negli ultimi anni, le
la sofferenza associata all’allucinazione. esperienze avverse aumentano la probabilità che una perso-
Altre strategie includono test comportamentali, i
quali mostrano che le voci non sono in realtà incon-
trollabili. Un terapeuta potrebbe guidare il paziente
in un’attività – fare una passeggiata o ascoltare mu-
sica nelle cuffie – per aiutarlo a placare il chiacchie-
Copia di 44a51459b9e30982c62bc1505f0b61bd
Le terapie psicologiche devono
riccio costante, ad acquisire padronanza dei pro-
pri sintomi e a ostacolare le sue convinzioni che le
essere ritenute prioritarie
voci sono una presenza inevitabile e intrusiva sen-
za fine. Il paziente potrebbe anche provare a igno- ed essere messe sullo stesso
rare il flusso di comandi emessi dalle voci interio-
ri. Questo potrebbe minare la sua convinzione che piano degli studi genetici
i comandi delle allucinazioni debbano essere ese-
guiti, altrimenti ne seguiranno conseguenze terri- e dell’imaging cerebrale
bili. Quando il paziente scopre che ignorare le voci
non produce chissà quale temuta catastrofe, questa
consapevolezza rinforza l’argomento contrario che
le sue voci non sono onnipotenti. na sviluppi una schizofrenia. In aggiunta, il contesto
Le ricerche offrono le prove che questo gruppo di interventi culturale in cui le persone vivono i sintomi influenzerebbe la lo-
potrebbe essere efficace anche nelle persone affette dai sintomi ro capacità di venire a patti con quei sintomi. Tutti questi risulta-
più gravi. In una dimostrazione tra le più notevoli dei benefici ot- ti sono a favore della tesi che gli aspetti essenziali della schizofre-
tenuti con questa terapia della psicosi, il pioniere della TCC Aaron nia affondano le radici nella psicologia dello stress e del trauma
Beck – in alcuni dei suoi lavori più influenti prima della morte nel e in atteggiamenti e distorsioni che sono plasmati dal persistere
2021, a cent’anni di età – ha collaborato con Paul Grant e con al- dell’angoscia mentale del paziente. I trattamenti concepiti per af-
tri colleghi all’Università della Pennsylvania per valutare l’impat- frontare le deformazioni negative e la discriminazione e lo stigma
to di un approccio modificato alla TCC, che affronta i bisogni delle sociali possono migliorare i sintomi e la funzionalità delle perso-
persone a bassa funzionalità affette da schizofrenia. Il loro studio ne con schizofrenia, e questo evidenzia ancora di più il ruolo deci-
è stato pubblicato nel 2012 su «Archives of General Psychiatry». sivo che la psicologia sta iniziando a ricoprire nella comprensione
I pazienti con cui avevano lavorato rivelavano livelli da mo- e nel trattamento di questo disturbo.
derati a elevati dei cosiddetti sintomi negativi della schizofre- Nessuno di questi risultati mette in dubbio i cambiamenti nella
nia: una scarsa motivazione, una riduzione dei piaceri nella vita, struttura cerebrale concomitanti con la schizofrenia o i geni coin-
una quasi assenza del linguaggio verbale e una ridotta espressivi- volti nel disturbo. Quello che i risultati suggeriscono è che, se i
tà emotiva, al punto che mantenevano un’espressione «legnosa» metodi di prevenzione e di trattamento della schizofrenia devono
nelle interazioni sociali. Tra i più invalidanti, questi sintomi sono progredire, allora saranno decisivi l’attenzione della salute pub-
anche i più difficili da trattare con i farmaci e sono rappresentati blica volta a lenire le esperienze sociali dannose, insieme con te-
in modo sproporzionato nei pazienti in cui la malattia è più persi- rapie mirate alle credenze e agli atteggiamenti psicologici.
stente. Le persone con un’alta densità di sintomi negativi manife- Le terapie psicologiche devono essere considerate prioritarie
stano anche i livelli più elevati di distorsioni cognitive. A oggi non dagli operatori sanitari, come pure dagli enti pubblici di finanzia-
esistono trattamenti farmaceutici dei sintomi negativi. mento, ed essere messe sullo stesso piano degli studi genetici e
Nello studio, i partecipanti sono stati assegnati in modo casuale dell’imaging cerebrale. I farmaci psicoattivi si limiteranno a fa-
a un gruppo di controllo, in cui veniva somministrato ai pazienti re in modo che la persona con schizofrenia si adatti alle difficol-
un trattamento standard che includeva farmaci da prescrizione, o tà personali causate dalla propria condizione. Per questa ragione
a un gruppo di verifica, in cui ricevevano una TCC in aggiunta alla l’interazione con un terapeuta capace di mettere in discussione
terapia standard. La TCC era intesa ad aiutare i pazienti a stabilire le loro idee e convinzioni di fondo è a sua volta essenziale per fare
obiettivi a lungo termine (la ricerca indipendente di una sistema- pace con il frastuono di voci nella loro testa. Q

www.lescienze.it Le Scienze 87
Coordinate Gli scienziati si sono chiesti
perché l’interno delle stelle
ruoti così lentamente

Il mistero della rotazione stellare


La velocità di rotazione delle stelle si può misurare osservando gli Un nuovo studio ha creato un modello di come dentro una stella
«stellamoti», tremori sismici equivalenti ai terremoti. Ma molte può crescere un campo magnetico, che ne rallenta la rotazione.
stelle sembrano ruotare con più lentezza del previsto. Come mai? Clara Moskowitz

I nuclei di molte stelle a un certo punto si contraggono, specie verso la fine della loro vita, quando hanno Ma in realtà la velocità di rotazione
smesso di fondere idrogeno al loro centro. Di norma la contrazione dovrebbe accelerare la rotazione della di molte stelle, e specialmente di
stella, allo stesso modo in cui i pattinatori roteano più in fretta se ritirano in dentro le braccia: concentrare più quelle vecchie, è più lenta di quanto
massa in meno spazio obbliga un oggetto ad accelerare per conservare il momento angolare.
Copia di 44a51459b9e30982c62bc1505f0b61bd
previsto dalla teoria.
e effettiva
azion
rot
di
à

it
oc
Vel
e prevista
azion
rot

di Ludovic Petitdemange, Florence Marcotte e Christophe Gissinger, in «Science», Vol. 379, 20 gennaio 2023 (riferimento)
di
à
it
oc
Vel

Grafica di Lucy Reading-Ikkanda; fonte: Spin-Down by Dynamo Action in Simulated Radiative Stellar Layers,
In un nuovo modello numerico, si è trovato che un piccolo campo
Zona radiativa
magnetico che emerge per caso nello strato radiativo di una stella
potrebbe essere amplificato dal flusso del plasma. Una volta
divenuto abbastanza forte, questo campo magnetico induce una
turbolenza nel plasma della stella, il che a sua volta rafforza il campo
magnetico, che aumenta la turbolenza, e così via.

Questo meccanismo è compatibile


Prima dell’inizio della turbolenza nella zona radiativa Dopo l’inizio della turbolenza con le osservazioni delle velocità
di rotazione delle stelle di neutroni
e delle nane bianche. Può darsi
che si verifichi anche nella zona
radiativa del Sole.

lo
lco
ca
o
ov
Nu

Campo Fluttuazioni della Campo Fluttuazioni della Linee


magnetico velocità angolare magnetico velocità angolare magnetiche

– 0 + – 0 + – 0 + – 0 +

Questa forza magnetica esercita una potente torsione sul plasma della stella,
rallentandone la rotazione. «Causa un effetto di rottura», dice Florence Marcotte, della Côte
d’Azur University in Francia, coautrice dello studio pubblicato su «Science».

88 Le Scienze 659 luglio 2023


I bastioni di Orione di Michele Bellone

editor di saggistica, giornalista, docente di narrazioni e


comunicazione della scienza. Autore di Incanto (Codice, 2019)

Combattere, viaggiare, raccontare


Le metafore militari in medicina possono essere
sostituite da altre, o assumere toni meno aggressivi

l mese scorso ho parlato dell’evoluzione rare la retorica bellica in medicina e i suoi ine-

I delle metafore belliche in medicina, del


loro successo e delle loro criticità. Cri-
ticità che, negli ultimi anni, sono diventate
Copia di 44a51459b9e30982c62bc1505f0b61bd
vitabili problemi: trasformare le metafore mi-
litari dando loro significati meno aggressivi;
trovare alternative più pacifiche e realistiche.
sempre più evidenti e non solo fra gli addet- Come esempio del primo approccio, gli au-
ti ai lavori. L’uso di linguaggio e concetti mi- tori dello studio citano la medicina tradizio-
litari durante la pandemia, in particolare nel- nale cinese, che fa un ampio uso di metafo-
le sue prime fasi, ha suscitato l’insofferenza di re belliche ma avendo alla base una filosofia
medici e infermieri come di pazienti e cittadi- militare molto diversa da quella occidentale:
ni, mentre le dichiarazioni di Gianluca Vial- la guerra migliore è quella che si vince senza
li – che ha descritto il suo tumore al pancreas combattere, per ridurre al minimo la distru-
come «un compagno di viaggio indesidera- zione. In questa metafora, il medico è sì un ge-
to» – hanno aperto una riflessione su come il nerale (come nella medicina occidentale), ma
giornalismo dovrebbe raccontare la malattia. dev’essere consapevole dei limiti della sua ar-
Non tutte le malattie possono essere scon- te, e coltivare virtù come la sincerità e l’uma-
fitte. Fra quelle infettive solo il vaiolo è stato nità, mentre il paziente non è un soldato che
debellato; per tutte le altre l’idea di una vitto- deve obbedirgli, bensì un sovrano che si ri-
ria definitiva è più o meno lontana. Per non volge a lui per risolvere un problema. Un’otti-
parlare delle malattie croniche non trasmis- ca diversa, più incentrata su prevenzione e pa-
sibili, principali cause globali di morte, ancor cificazione; che però non sembra aver ispirato
più impermeabili alle metafore belliche. le politiche del leader cinese Xi Jinping, vista
la sua fallimentare strategia «zero COVID».
Cosa c’è in una metafora
Inoltre, sul piano politico e sociale, la reto- Un’idea dall’Africa
rica della guerra può essere usata per giustifi- Per un approccio più realistico e pacifi-
care limitazioni ai diritti eccessive rispetto alle co, invece, gli autori si sono rivolti alle cultu-
necessità di salute pubblica, come è accaduto re dell’Africa sub-sahariana, dove la malattia è
in Ungheria o in Cina con il COVID-19. O per vista come una parte della vita, che va accet-
dividere il mondo in buoni e cattivi, in leali- tata e non per forza eliminata militarmente.
sti e traditori, e costringere le persone a schie- Il che non significa rassegnarvisi, ma impara-
rarsi. Consentendo così di scaricare colpe e re a conviverci con relativa armonia e accet-
responsabilità su chi non obbedisce e «colla- tarla come parte di un cammino nel quale il
bora» col nemico, che si tratti di migranti o di medico non è un generale, ma una guida che
runner che non restano chiusi in casa. accompagna il paziente, mostrandogli le diffi-
«Le metafore non sono solo giri di parole, coltà e aiutandolo un passo alla volta.
ma anche riflessi di quelli che Foucault chia- In un viaggio non ci sono vittorie, scon-
merebbe discorsi, cioè pratiche sociali conso- fitte e fallimenti; ci sono le deviazioni, gli in-
lidate e relazioni di potere», ha scritto nel 2016 ciampi, i momenti difficili e quelli sereni, c’è
un gruppo di ricercatori in un articolo dal ti- la contemplazione e c’è l’interazione con chi
tolo eloquente – Healing Without Waging War ci accompagna lungo il cammino. E forse è
(Guarire senza fare la guerra) – pubblicato su questa la prospettiva di cui avrebbero biso-
«The American Journal of Bioethics». In cui gno molti pazienti, soprattutto nel caso delle
propongono due possibili approcci per supe- malattie croniche.

www.lescienze.it Le Scienze 89
La ceretta di Occam di Beatrice Mautino

biotecnologa, giornalista e comunicatrice scientifica. Tra i suoi libri


più recenti Il trucco c’è e si vede (Chiarelettere, 2018)

Creme come rasoi


Le creme depilatorie hanno un’azione più durevole della
rasatura, ma vanno usate con qualche accortezza

frequentatori più attenti dei supermercati La reazione chimica inizia quando spal-

I avranno notato il proliferare, in quantità e


varietà, delle creme depilatorie sugli scaf-
fali. Sono disponibili creme e gel da utilizzare
Copia di 44a51459b9e30982c62bc1505f0b61bd
miamo il prodotto sulla pelle e continua fino
a quando lo sciacquiamo completamente, e il
tempo che intercorre fra queste due azioni è
sotto la doccia o all’esterno, specifiche per zo- un parametro molto importante da considera-
ne delicate o adatte a tutto il corpo. Molti pro- re. Poiché la reazione attacca la cheratina, non
dotti sono rivolti al pubblico femminile, ma coinvolge solo i peli, ma anche la pelle stessa
con una presenza non trascurabile di creme che, in fondo, di cheratina ne ha parecchia. Il
specifiche per gli uomini. tempo di posa indicato sulla confezione è una
Le creme depilatorie sono molto popolari soluzione di compromesso fra l’efficacia del
grazie alla praticità d’uso e alla durata dei ri- prodotto e la garanzia che non causi danni.
sultati, superiore a quella della rasatura. Que-
sti prodotti riescono, infatti, a penetrare più in Istruzioni accurate
profondità, garantendo fino a due settimane La lunga lista di istruzioni e diciture distin-
di pelle liscia. Tuttavia, come spesso accade, gue le creme depilatorie dagli altri cosmetici.
insieme ai tanti vantaggi ci sono alcuni svan- Vale quindi la pena di vederle assieme, deci-
taggi, legati alle sostanze presenti nelle cre- frarle e capire perché sono state inserite, par-
me, che possono risultare irritanti per la pelle. tendo da una distinzione fondamentale: ci so-
Di fatto, una crema depilatoria è un rasoio no indicazioni obbligatorie, che tutte le creme
chimico che usa speciali lame molecolari per depilatorie devono riportare, e altre facoltati-
tagliare i microscopici legami che tengono ve che possono variare tra i prodotti.
unite le fibre di cheratina che costituiscono Si tratta di indicazioni che si porta dietro
la parte visibile del pelo. La loro formulazio- il tioglicolato, che è stato inserito nel Rego-
ne può variare per essere più o meno delica- lamento europeo sui cosmetici secondo con-
ta, ma le lame utilizzate sono sempre le stesse dizioni ben specifiche: che sia presente a una
e sono composte da due categorie di sostanze. concentrazione non superiore al 5 per cen-
Da un lato ci sono i sali dell’acido tioglicolico o to e che abbia in evidenza sulle confezioni al-
tioglicolati, e dall’altro gli idrossidi. cune indicazioni pensate per la sicurezza del
prodotto, come la dicitura «leggere e seguire
Tagliare i ponti tutte le precauzioni e le istruzioni per l’uso»,
I tioglicolati attaccano un particolare tipo «tenere lontano dalla portata dei bambini» ed
di legame chimico chiamato «ponte disolfu- «evitare il contatto con gli occhi».
ro», che tiene insieme due molecole dell’am- Sulle confezioni possono poi esserci alcu-
minoacido cistina. Questi ponti disolfuro ne indicazioni facoltative come l’indicazione
svolgono la funzione di sostenere la struttura di non usare il prodotto su determinate aree
del pelo. Tagliarli significa, quindi, far collas- come le sopracciglia, oppure avvertenze che
sare l’intera struttura facendo staccare facil- possono apparire bizzarre, come «evitare il
mente i peli dopo l’applicazione della crema contatto con tappeti di lana», che acquistano
depilatoria. senso se pensiamo che i tappeti sono fatti di
Gli idrossidi di potassio o di calcio, invece, lana, quindi di fibre di cheratina che potreb-
servono a mantenere la soluzione molto alca- bero danneggiarsi.
lina, con un pH tra 11 e 12, per favorire la rea- La chimica, come sempre, aiuta. Anche a
zione di attacco dei tioglicolati. depilarsi.

90 Le Scienze 659 luglio 2023


Pentole & provette di Dario Bressanini

chimico, divulgatore, gastronomo. Autore di Contro natura


(Rizzoli, 2015), La Scienza della Carne (Gribaudo, 2016)

Il latte sintetico
Mentre la carne coltivata resta lontana, i componenti
del latte prodotti senza uso di animali sono già realtà

egli ultimi mesi, l’attenzione me- proteina del siero del latte chiamata `-latto-

N diatica si è concentrata sulla car-


ne coltivata (impropriamente chia-
mata «sintetica»), un prodotto ancora lontano Copia di 44a51459b9e30982c62bc1505f0b61bd
globulina, che contribuisce alla consistenza,
alla setosità e al sapore di prodotti come lo yo-
gurt, alla cremosità dei gelati e alla schiuma
dall’essere autorizzato e commercializzato. Si del cappuccino. L’azienda ha dichiarato che
è invece parlato molto meno di prodotti già di- almeno 16 marche di prodotti alimentari han-
sponibili o in fase avanzata di sviluppo che mi- no già incorporato questa proteina in vari pro-
rano a riprodurre il latte e le sue componenti. dotti.
Il latte è un alimento complesso, composto
da diverse componenti come grassi, lattosio, Formaggi in arrivo
proteine (soprattutto caseine e sieroproteine), Dopo il successo nella produzione delle
sali minerali e altro, e molti costituenti posso- proteine del siero, molte aziende stanno cer-
no essere riprodotti usando organismi geneti- cando di ottenere le proteine fondamenta-
camente modificati come batteri, lieviti o fun- li per la produzione di formaggi, le caseine.
ghi. Da tempo sono in commercio prodotti Queste sono responsabili del processo di co-
che cercano di emulare il gusto e la consisten- agulazione iniziale nella produzione dei for-
za di latte e latticini usando solo ingredien- maggi e della capacità di fondere, per esem-
ti vegetali. Tuttavia, le proteine costituiscono pio, nella mozzarella. Oggi non sono ancora
il punto debole di questi prodotti. Sono que- disponibili sul mercato mozzarelle o altri for-
ste, infatti, che conferiscono numerose pro- maggi derivanti da quella che ormai viene Yogurt, gelati, frullati. Sono alcuni
prietà strutturali fondamentali nella produ- chiamata agricoltura cellulare, ma l’azienda dei prodotti già in vendita negli Stati
zione e trasformazione del latte e dei latticini. californiana New Culture stima di commer- Uniti che utilizzano proteine del latte
Sostituirle in modo soddisfacente usando so- cializzare la sua prima mozzarella animal-free prodotte da microrganismi anziché da
lo fonti vegetali è stato finora un ostacolo. Per entro il 2024. Una volta ottenute le caseine e animali, commercializzate dalla start-up
superare questa sfida, diverse start-up stanno le sieroproteine, queste possono essere com- californiana Perfect Day.
sviluppando tecnologie per ingegnerizzare binate con zuccheri, grassi e altre componen-
microrganismi che siano in grado di sintetiz- ti per poi produrre formaggi, proprio come
zare le proteine presenti nel latte, senza usa- avviene col latte naturale. Aziende come Bet-
re gli animali. ter Dairy e Formo stanno producendo casei-
ne del latte con l’obiettivo di usarle per la pro-
Proteine dai microbi duzione di formaggi sia freschi sia stagionati.
Gli organismi ingegnerizzati, come batteri, Il latte sintetico rappresenta un’innovazio-
lieviti o funghi, sono nutriti e fatti fermenta- ne nell’industria alimentare. La capacità di ri-
re in bioreattori. Le proteine prodotte sono produrre le componenti chiave del latte, co-
poi filtrate, purificate e incorporate come in- me le proteine del siero e le caseine, usando
gredienti in vari cibi per fornire il sapore e la organismi ingegnerizzati, apre la strada a una
consistenza tipici dei prodotti caseari o lat- produzione sostenibile di latticini senza coin-
ticini. Oggi i microrganismi più usati sono volgere animali. Sebbene restino da supera-
il lievito Pichia pastoris e i funghi dei gene- re alcune sfide tecniche, il progresso compiu-
Cortesia Perfect Day

ri Aspergillus e Trichoderma. La start-up ca- to da diverse start-up indica un futuro in cui


liforniana Perfect Day è stata la prima a com- il latte sintetico potrebbe diventare una realtà
mercializzare nel 2020 un prodotto derivante commerciale, offrendo alternative più soste-
dalla fermentazione: è riuscita a produrre una nibili ed etiche per i consumatori interessati.

www.lescienze.it Le Scienze 91
Rudi matematici Il riordino di 300 e passa volumi
dimostra che talvolta anche le biblioteche
possono richiedere fatica e sudore

Il peso della cultura


isto che bicipiti, Capo? Visto?»

“V Rudy alza uno scettico sopracciglio, e non si


può negare che lo scetticismo fosse giustificato.
Capelli scarmigliati, camicia stazzonata e un’espressione felice-
mente ebete sul volto non contribuivano a fare di Piotr uno spet-
tacolo degno di ammirazione. Poco dietro, Alice alza gli occhi al
cielo impetrando compassione agli dèi. Copia di 44a51459b9e30982c62bc1505f0b61bd

«Beh… no, a essere onesti», risponde Rudy. «I miei orecchi no-


tano ancora un respiro pesante nella tua voce, il mio naso registra
tristemente un certo afrore proveniente dalle tue ascelle, e i miei
occhi constatano un generale aspetto più pietoso del solito della
tua figura. Ma no, lo ammetto; in quanto ai tuoi bicipiti, mi sem-
brano sempre le solite salsicce secche.»
«Ah, ma vedrai! Di certo domani si vedrà il frutto della fatica di
oggi! La notte porta consiglio e muscoli, è risaputo, e io non credo
di aver fatto tanta attività fisica in tutta la mia vita.»
«E questo la dice lunga…», mormora Alice. «Però va ricono-
sciuto a Doc che ha fatto davvero un gran lavoro: senza di lui, non
ce l’avrei proprio fatta, oggi.»
Rudy fa ruotare la sedia girevole e degna finalmente i due ap-
pena rientrati di maggiore attenzione. «Fatemi capire meglio: sie-
te usciti ore fa dicendo che dovevate andare in biblioteca, e ades-
so parlate come reduci da una maratona. Avete cambiato idea e
siete andati in palestra, per caso?»
Alice lancia borsa e zaino su un tavolo e si lascia cadere su una
poltrona: «Non eri tu quello che esortava a non cadere nei soliti
luoghi comuni? Anche le biblioteche possono richiedere fatica e
sudore, talvolta…»
«Sacrosanto!», ruggisce Piotr entusiasta, «anzi, mi sono appena
inventato un problema per te, Capo: se un vigoroso atleta solle-
va 365 pesi da almeno cinque chilogrammi l’uno, trasportandoli
ogni volta di qualche passo, quanti bignè al cioccolato potrà im-
punemente mangiare come dessert a cena?»
Rudy guarda a lungo Piotr, senza parlare; infine sospira e ruota
di pochi gradi la sedia verso Alice: «Treccia, riesci a dare un’om-
bra di senso a queste farneticazioni, o devo davvero decidermi a
chiamare dei robusti professionisti in camice bianco?»
Alice lancia un’ultima, sconsolata occhiata a Doc che continua
a piegare le braccia per mostrare i muscoli, e sospira: «Mettiamo- conto mio, vorrei un tuo giudizio su un altro tipo di problema sca-
la così: è vero che il nostro bellimbusto, qui a fianco, ha effettiva- turito da questa missione in biblioteca.»
Illustrazione di Stefano Fabbri

mente bruciato qualche chilocaloria, e che lo ha fatto in bibliote- «Perdinci – esclama Rudy – non avrei immaginato che le biblio-
ca, quindi per il momento non chiamare nessun professionista.» teche, peraltro assai meritorie per innumerevoli ragioni, potesse-
«Sono lieto di sentirlo; ma non vorrete davvero che faccia uno ro vantare anche la gloria di essere fucine di problemi matematici.
stupido calcolo per trasformare due piegamenti in pasticcini, Che ne dici di raccontarmi per bene che diavolo avete combinato,
spero…» in quel tempio di cultura? Dal principio e omettendo lo sviluppo
«No… o meglio, non lo so: questo dovrai chiederlo a Doc. Per dei bicipiti, se possibile…»

92 Le Scienze 659 luglio 2023


di Rodolfo Clerico, La soluzione del problema esposto in queste pagine sarà
Piero Fabbri e pubblicata in forma breve ad agosto e in forma estesa sul
Francesca Ortenzio nostro sito: www.lescienze.it. Potete mandare le vostre
risposte all’indirizzo e-mail: rudi@lescienze.it.

IL PROBLEMA DI GIUGNO

Il mese scorso si raccontava di Piotr impegnato nel tentativo di aiutare todo risolutivo generale si ha ordinando in senso decrescente tutti i vo-
una professoressa nella cui scuola si erano svolti test per tutte le classi, ti ottenuti dagli studenti: visto che tutti i punteggi possibili hanno almeno
e in ognuna di queste i voti risultanti, compresi tra 0 e 10, erano sempre un rappresentante, due risultati contigui nell’ordinamento differiranno
tutti presenti. Vista l’emergenza, si era stabilito di suddividere ogni clas- al più di uno. I primi due studenti classificati si assegnano uno ciascu-
se in due sottoclassi composte da un ugual numero di studenti (ogni no ai due gruppi: e dopo questa prima operazione la differenza tra i to-
classe aveva un numero pari di alunni) e in modo tale che entrambe le tali dei sottogruppi sarà al massimo pari a uno. Si passa alla coppia suc-
sottoclassi avessero la stessa media. La somma dei voti ottenuti in tut- cessiva: se i punteggi sono diversi, si assegna il migliore al gruppo con il
te le classi era un numero pari, e in quella specifica curata dall’amica di punteggio minore e l’altro all’altro gruppo; in caso di uguaglianza basta
Piotr la media dei voti era 37,5. Oltre a trovare come abbia fatto Piotr ad assegnare uno studente a un gruppo e uno all’altro. È ovvio che, proce-
aiutare la prof nella suddivisione, si chiedeva se fosse possibile avere un
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dendo in questo modo, dopo ogni coppia di assegnazioni si avrà sempre


metodo generale. una differenza tra i risultati totali dei due gruppi pari a zero o a uno; e la
Sotto le condizioni poste dal testo, la divisione in due gruppi con la stes- situazione permarrà anche a suddivisione completa: ma sappiamo che
sa media è sempre possibile: anzi, in realtà è sufficiente che la somma la somma totale dei voti ottenuti è pari, e quindi quei numeri non posso-
totale dei punteggi di ogni classe sia un numero pari. Un semplice me- no che essere pari, e la partizione è corretta.

Se hai mai tenuto 20 giornali in mano, per non parlare della rile-
gatura, capirai che il peso è ragguardevole. Ogni volume ha sul
fianco la data del giorno di uscita dei giornali contenuti, e sono
posizionati in 366 spazi, anche questi marcati con la data oppor-
tuna.»
«Visto che sono giornali dell’anno scorso, deduco che lo spazio
libero sia quello del 29 febbraio...»
«Già, era l’unico libero. Gli altri spazi erano invece tutti riem-
piti, ma in disordine: insomma, i volumi erano messi a caso negli
spazi.»
«E voi dovevate riordinarli? Beh, si tirano giù tutti, tranne
quelli che casualmente sono al loro posto, poi con calma si rimet-
tono su in ordine... ah! Ora capisco perché avete enfatizzato l’as-
senza di tavoli!»
«Già. Posare per terra per poi risollevare 300 e passa volumi
avrebbe davvero causato l’intervento di signori in camice bianco,
ma del reparto Ortopedia. Allora ho pensato che potessimo pro-
cedere in un altro modo. In breve, l’idea è stata di cominciare da
un qualsiasi volume fuori posto, metterlo a posto del 29 febbraio;
poi si andava a cercare il volume giusto da mettere nel posto che si
era appena liberato e si proseguiva in questo modo.»
«Uh. Complimenti per il lavoro svolto. In effetti, non sembra
una cosa da poco, anche dal punto di vista fisico...»
«Mah, Capo, in questi casi io ho sempre dei dubbi... era il meto-
do migliore?»
«Diglielo, Treccia, diglielo che non c’era neanche un tavolo «Direi di proprio di sì, soprattutto tenendo conto dei vinco-
piccolo piccolo!» li dati dall’assenza di mobilio. Mi pare più interessante calcolare
«È vero, Capo», si affretta a dire Alice, anche per spegnere l’oc- quanti movimenti ci vogliano, cercando di definire una regola per
chiata di fuoco che Rudy rivolge a Doc, «nella stanza dove dove- una condizione iniziale pessima dell’emeroteca. Aspetta, fammi
vamo lavorare non c’erano tavoli, sedie, niente: solo questa enor- pensare...»
me libreria piena di 365 grossi volumi. Era l’emeroteca dell’anno «Al tempo!» interviene Piotr. «Un problema alla volta, no? E io
scorso, in verità: ogni volume contiene una ventina di giornali ho la precedenza: posso sapere o no a quanti bignè ho diritto sta-
della stessa data, tenuti insieme da una robustissima rilegatura. sera?»

www.lescienze.it Le Scienze 93
Libri & tempo libero

Cinque intuizioni rivoluzionarie


Da Newton a Dirac, storie di menti geniali che hanno cambiato l’idea del cosmo

Mirabilis
di Ersilia Vaudo
Einaudi, Torino, 2023,
pp. 168 (euro 15,00)

S
econdo un aneddoto descritto dal filosofo francese Vol-
taire dopo una visita alla nipote di Isaac Newton, morto
poco prima e ai cui funerali aveva partecipato lo stesso
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Voltaire, il fisico inglese fu ispirato a formulare la legge di gravi-


tà universale dalla caduta di una mela sulla sua testa. Fu questo a
farlo riflettere sul fatto che la stessa forza che aveva fatto cadere
il frutto potesse essere responsabile del movimento della Luna e
dei pianeti nel sistema solare, portando alla prima unificazione in
fisica: gravità terrestre e celeste diventano una sola forza.
Nel formulare le leggi della dinamica, Newton introdusse i con-
cetti di spazio e tempo assoluti. Ma, complice un esperimento fal-
lito e una mente geniale, questi sopravvissero solo poco più di due
secoli. L’esperimento fallito è quello condotto nel 1887 da Albert
Michelson ed Edward Morley, la mente geniale è quella di Albert
Einstein. Secondo le leggi dell’elettromagnetismo, formulate po-
co prima da James Clerk Maxwell, la luce era un’onda elettroma-
gnetica e si propagava attraverso l’etere, un mezzo ipotetico che
permeava lo spazio. Tuttavia, l’esperimento di Michelson-Mor-
ley non rilevò alcuna differenza nella velocità della luce in base al
moto della Terra nell’etere, mettendone in discussione l’esisten-
za. Einstein affrontò il problema formulando la teoria ristretta del-
la relatività nel 1905. La teoria postulava due principi fondamenta-
li: il principio di relatività, secondo cui le leggi della fisica sono le
stesse in tutti i sistemi di riferimento inerziali (in quiete o in moto
rettilineo uniforme), e il principio della costanza della velocità del-
la luce nel vuoto, secondo cui questa è sempre la stessa indipen- re l’inflazione cosmica, introdotta da Alan Guth, che la annotò ne-
dentemente dal movimento relativo dell’osservatore. L’introdu- gli appunti come «intuizione spettacolare») e la scoperta teorica
zione di questi principi portò a conseguenze sorprendenti, fra cui dell’antimateria da parte di Paul Dirac.
la scoperta che il tempo e lo spazio non sono assoluti e immutabili, Il testo non è solo un racconto, ispirato e ben scritto, delle sco-
ma dipendono dal moto relativo dell’osservatore. Dieci anni dopo, perte e delle menti geniali che hanno sconvolto la nostra visione
lo stesso Einstein, deciso a estendere la sua teoria ai sistemi non del cosmo, ma anche una breve ma significativa antologia lette-
inerziali (in accelerazione), formulò la teoria generale della rela- raria con, fra gli altri, Montale, Eliot e Wisława Szymborska, i cui
tività, spiegando la gravità non più in termini di forza istantanea versi chiudono il volume con un invito a restare sempre attenti ai
che agisce tra due corpi, ma come una conseguenza della curvatu- segnali che dà il cosmo: «Ieri mi sono comportata male nel cosmo.
ra dello spazio-tempo prodotta dalla presenza di massa ed energia. / Ho passato tutto il giorno senza fare domande, / senza stupirmi
La gravitazione universale, la costanza della velocità della luce, di niente.» Già perché, come spiega bene l’autrice, restano molte
la gravità come curvatura dello spazio-tempo sono tre delle cin- sfide da affrontare: la natura di materia oscura ed energia oscura,
que intuizioni di cui tratta Ersilia Vaudo, astrofisica italiana in for- la teoria delle stringhe, le dimensioni extra, l’ipotesi dei multiver-
za all’Agenzia spaziale europea, in un libro che racconta appun- si sono solo alcune delle tante questioni in attesa delle giuste intu-
to la meraviglia – da cui il titolo – che si prova quando si scopre un izioni, capaci di togliere un altro velo dal mistero che ancora le av-
nuovo velo nella nostra conoscenza dell’universo. Per completez- volge e rivoluzionare di nuovo la nostra idea di universo.
za, le altre due intuizioni sono la teoria del big bang (in particola- Emiliano Ricci

94 Le Scienze 659 luglio 2023


Quando il medico si fa cavia
La storia istruttiva dell’autosperimentazione medica

A volte non si ha scelta: quando ci si ritrova con un at- zione, che ha dato anche risultati importanti, per esem-
tacco di appendicite acuta durante una missione in An- pio fornendo una prima prova sperimentale di una tesi
tartide e ci si rende conto di essere gli unici in grado di oggetto di dibattito scientifico. Un azzardo che in alcu-
praticare un’appendicectomia, cercare di operarsi da ni casi ha portato alla consacrazione del premio Nobel
soli, per quanto possa sembrare follia, è l’unica scelta e alle celebrazioni dell’insignito. Come sottolinea l’au-
razionale. Ed è infatti quella che, nel 1961, fece il medi- trice, nel racconto divulgativo sull’autosperimentazione,
co ventisettenne sovietico Leonid Rogozov; per fortuna giornalisti e divulgatori indulgono spesso a sottolineare
gli andò bene, e constatò di aver fatto appena in tem- Copia di 44a51459b9e30982c62bc1505f0b61bd

eroismo ed eccezionalità, per suscitare stupore. Si tra-


po a scongiurare il peggio. Non è stato l’unico (né il pri- scura che la storia delle persone, anche di quelle che si
mo) a tentare un intervento chirurgico su di sé, come occupano di scienza, è quasi sempre il frutto di un in-
pure le più svariate pratiche mediche e scientifiche, e treccio di dimensioni, in cui non mancano mediocrità e
in questo saggio della comunicatrice della scienza Sil- meschinità, opportunismo e desiderio di ribalta, o fal-
via Bencivelli si ha l’occasione di ripercorrere la storia sificazioni storiche, per esempio per nascondere colpe
di molti casi in cui lo sperimentatore ha scelto la propria anche gravi. Si ha quindi modo di apprezzare il gran-
persona come cavia. de lavoro condotto dall’autrice nella valutazione critica
Dalla scienza dell’alimentazione alle malattie infettive, delle fonti, per costruire un libro interessante anche per Eroica, folle e visionaria
dalla farmacologia ai vaccini, pressoché tutti i settori come restituisce alla scienza, e al modo di raccontarla, di Silvia Bencivelli
della medicina sono stati (e, molto limitatamente, sono la sua dimensione storica e filosofica. Bollati Boringhieri, Torino, 2023,
ancora) attraversati dalla pratica dell’autosperimenta- Anna Rita Longo pp. 288, (euro 19,00)

Una malata non è un malato


La medicina di genere è più attenta a tutti i pazienti

Medicina di genere non vuol dire solo medicina delle ca, o i pregiudizi della comunità scientifica verso le pa-
donne – anche se sono loro le grandi assenti dalla ri- zienti, i cui disturbi sono spesso etichettati come ansia:
cerca biomedica – ma soprattutto medicina più atten- uno dei motivi per cui subiscono più errori diagnosti-
ta ai pazienti e a una prevenzione mirata che ne consi- ci, ricevono meno trattamenti analgesici efficaci, e pato-
deri le esigenze reali. Lo ricorda questo saggio nato dal logie invalidanti come endometriosi e vulvodinia resta-
confronto tra i due autori, l’una autrice e l’altro revisore no sottodiagnosticate. Si analizzano le basi fisiologiche
di un articolo sulla conoscenza dei problemi del genere della differenza, da quelle ormonali alle diverse rispo-
in medicina tra i medici europei. ste ai farmaci, notando, per inciso, che sono soprattutto
La prima a parlare di medicina di genere, riguardo alle le donne a soffrirne gli effetti collaterali. Si valutano poi
malattie cardiache, è stata nel 1991 Bernadine Healy, le risposte a patologie specifiche come quelle oncologi-
prima donna a presiedere i National Institutes of Health che, la disattenzione nei confronti dell’osteoporosi ma-
statunitensi. E alcuni capitoli trattano proprio i problemi schile, o gli effetti della pandemia, che ha visto tra i ma-
cardiovascolari, riflettendo sulle differenze di genere nei schi più complicanze e decessi mentre gli effetti avversi
sintomi, ma anche su una più attenta valutazione del gravi dei vaccini riguardano in maggioranza le donne.
Quella voce
rapporto rischi-benefici di ogni terapia. Sappiamo che Ma si rivolge un’attenzione particolare anche ai proble-
che nessuno ascolta
le donne vivono più degli uomini ma si ammalano più mi delle persone transgender, e a quelli della comunità
di Valeria Raparelli
spesso e consumano più farmaci, e gli autori ne ana- medica in cui le donne sono la maggioranza, ma sono e Daniele Coen
lizzano le cause. Esaminano l’esclusione degli esseri di ancora gli uomini a detenere posizioni di potere. Giunti, Firenze, 2023,
sesso femminile dalla ricerca farmacologica e biomedi- Paola Emilia Cicerone pp. 320 (euro 18,00)

www.lescienze.it Le Scienze 95
Libri & tempo libero

La minaccia ritrovata
Le infezioni tornano a spaventare, inclusi i batteri resistenti

Il COVID-19 ha definitivamente aperto gli occhi sulla re- consumo di carne – è la selezione di microrganismi re-
altà delle malattie infettive. Negli scorsi anni settanta si sistenti, i cui geni possono poi rapidamente trasferirsi
pensava fossero un problema quasi risolto grazie a vac- anche ai batteri presenti negli umani. Pregliasco e Aro-
cini e antibiotici; ora sono rientrate con forza nel dibat- sio raccontano il mondo della microbiologia e delle isti-
tito pubblico e scientifico. Gli ultimi tre anni hanno visto tuzioni che stanno cercando di governare il fenomeno
salire alla ribalta un virus, ma da anni chi studia la que- della resistenza. Sulla scorta della letteratura scientifica,
stione sa che ci dovremo preoccupare sempre più an- ma senza dimenticare la dimensione umana (molte pa-
che dei batteri. La marcia della medicina contro i mi-
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gine sono dedicate a storie individuali), i due presenta-


crobi era sembrata inarrestabile, ma l’evoluzione ha no lo stato dell’arte della ricerca contro la resistenza an-
fatto il suo corso: decenni di antimicrobici usati in ma- tibiotica: nuove strategie comunicative, nuove politiche
niera abnorme hanno portato alla diffusione di batteri sanitarie, nuove molecole, e perfino la guerra biologica
sempre meno suscettibili ai farmaci. con i virus. E anche piccole azioni quotidiane che ognu-
Oltre che lo sconsiderato uso umano, promosso da un no di noi può compiere, per esempio lavarsi spesso le
mercato competitivo e con pochi scrupoli, la principale mani, seguire le indicazioni dei medici, aderire al calen-
fonte di problemi è stata la diffusione degli antimicrobi- dario vaccinale e mangiare meno carne.
I superbatteri.
ci negli allevamenti di bovini, suini e pollame, che gra- È un libro utile, scritto per sensibilizzare il grande pub-
di Fabrizio Pregliasco
zie agli antibiotici, all’evoluzione dei mangimi e ai regi- blico. Speriamo che le sue idee siano seguite anche da e Paola Arosio
mi intensivi raggiungono più in fretta il peso desiderato. chi indirizza mercato e politica. Raffaello Cortina, Milano, 2023,
Uno dei costi da pagare – uno dei tanti legati all’esteso Mauro Capocci pp. 280 (euro 23,00)

Il clima è una questione capitale


La crisi si supera trasformando il sistema che l’ha prodotta

L’autunno caldo che dà nome al saggio potrebbe non prattutto, di individuare quel primo passo incauto che
dire molto ai più giovani, ma il titolo rispecchia con ef- ha finito per condurci sulla soglia del baratro. La con-
ficacia l’insolita prospettiva con cui Fantini, ricercatore clusione è netta: «Il sistema attuale, fondato sulla cre-
al Dipartimento di scienze e tecnologie agro-alimentari scita e sull’accumulazione continua di capitale, si rivela
dell’Università di Bologna, contribuisce all’attuale nar- sempre più non solo il motore principale delle alterazio-
razione del cambiamento climatico. L’autunno caldo è ni ecologiche e climatiche in corso, ma anche un tipo
anzitutto la stagione attuale, «un’epoca di trasformazio- di organizzazione del tutto inadeguato per risolvere le
ni e passaggio dalle temperature insolitamente eleva- enormi questioni che abbiamo di fronte».
te, i cui squilibri, conflitti e rapide alterazioni incombono Sebbene questa riflessione non sia inedita – nel recen-
come una scure sul destino della nostra e di molte altre te saggio La Terra, la storia e noi gli storici della scienza
specie che popolano il pianeta Terra». Ma è stata anche Christophe Bonneuil e Jean-Baptiste Fressoz sosten-
la stagione che, dall’esplosione del Sessantotto, ha av- gono posizioni simili – il merito di Fantini è assembla-
viato in Italia un decennio di lotte sindacali e conquiste re una «cassetta degli attrezzi» di alternative reali all’at-
sociali e politiche di enorme portata. Protagonista del tuale modello dominante. In una formula: «Ridare forza
saggio non è il sistema climatico in sé, bensì l’evoluzio- all’idea e alla pratica di unità tra la nostra specie, gli
ne degli ultimi 500 anni della società umana. Fantini la ecosistemi e il resto del vivente e a quelle di condivisio- Un autunno caldo
scompone in tutte le sue contraddizioni e debolezze nel ne e di beni comuni, in modo da ribaltare la logica della di Andrea Fantini
duplice tentativo di tracciare un quadro unitario e mul- separazione e dell’accumulazione capitalistiche». Codice, Torino, 2023,
tidisciplinare dell’attuale crisi ecologica ma anche, e so- Davide Michielin pp. 238 (euro 19,00)

96 Le Scienze 659 luglio 2023


The Cooling Solution
Mostra fotografica – Fino al 31 luglio – www.thecoolingsolution.com
Interni: Ca’ Foscari Zattere - Cultural Flow Zone, Dorsoduro 1392; Venezia
Esterni: Cortile Grande dell’Università Ca’ Foscari Venezia, Dorsoduro 3246, Venezia

Quante soluzioni per restare al fresco


Una mostra fotografica esplora la ricerca del comfort termico nel mondo

a crisi climatica sta contribuen- del capofamiglia e il fatto di vivere o meno

L do anche alla ridefinizione di alcu-


ni concetti. Per esempio, ha senso
usare l’aggettivo «eccezionale» per le on-
in aree urbane.
Continuando a ragionare e a studiare il
tema, il progetto ENERGYA coordinato da
date di calore che si fanno sempre più fre- De Cian porta ora a Venezia una mostra fo-
quenti? Probabilmente no, e dovremo co- tografica all’incrocio tra arte e scienza, per
minciare a pensare a una nuova normalità indagare i vari modi in cui culture e popo-
alla quale adattarci. lazioni diverse raffrescano gli ambienti in
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Per quanto riguarda il caldo, gli impian- cui vivono. La riflessione di fondo proposta
ti di aria condizionata sono la soluzione tec- dalla visita è che proprio il condizionamen-
nologica più semplice, ma che comunque to, con il suo costo in termini energetici,
pone questioni. Sicuramente contribuisce sia in contraddizione con la necessità di ri-
a salvare vite umane, ma per esempio non durre l’impatto dell’umanità sull’ambiente.
è accessibile a tutti. Una ricerca pubblica- In questa cornice, la fotografa e videoma-
ta nel 2021 su «Nature Communication» e ker Gaia Squarci ha documentato le abitu-
guidata da Enrica de Cian, docente all’U- dini legate alla ricerca del comfort termico
niversità di Ca’ Foscari a Venezia e ricerca- in Brasile, India, Indonesia e Italia, immor-
trice alla Fondazione Centro euro-mediter- talando architetture, tecnologie e compor-
raneo sui cambiamenti climatici (CMCC), tamenti alternativi all’aria condizionata. At-
mostrava che tra 20 anni tra 64 e 100 milio- traverso questo esempio di adattamento al
ni di famiglie in India, Brasile, Messico e In- cambiamento del clima, inoltre, ci mostra
donesia non saranno in grado di raffrescare che le soluzioni devono essere multiple, va-
gli ambienti in cui vivono. Oltre al reddito, riegate e, perché no, anche progettate su
altri fattori individuati dallo studio che in- misura per specifiche condizioni, senza la
fluenzano l’acquisto di un condizionato- pretesa di trovare l’unica strada che può es-
re sono le condizioni abitative, il livello di sere adottata in qualsiasi luogo.
istruzione, l’occupazione, il genere, l’età Marco Boscolo
Fotografie di Gaia Squarci

Una famiglia in treno con aria condizionata in Indonesia (in alto); Flamengo, un quartiere di Rio de Janeiro con temperature meno alte grazie al vicino
Parco nazionale della Tijuca (in basso a sinistra); due giovani seduti all’ombra alla BAM - Biblioteca degli alberi di Milano (in basso a destra).

www.lescienze.it Le Scienze 97
Prossimo numero

ad agosto

L’energia delle stelle


di Philip Ball

L’energia da fusione nucleare diverrà mai realtà? E se sì, in che


tempi? A dicembre è stato tagliato un traguardo cruciale: una rea-
zione controllata che libera più energia di quella usata per attivar-
la. Ma restano moltissimi passi da fare e il dibattito è aperto.

Disastri, di chi è la colpa?


di Lois Parshley

La velocità e la certezza con cui si analizzano i fenomeni meteoro-


logici estremi hanno fatto progressi straordinari, e oggi si riesce a
stabilire con sicurezza, quasi in tempo reale, quanto un evento di-
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sastroso sia attribuibile al riscaldamento globale.

Plastica, un problema risolvibile


di Diana Kwon

Un’analisi mostra che le tecnologie per affrontare con successo


l’inquinamento da plastica esistono già, e nuove soluzioni sono
in arrivo. Ma resta da studiare l’efficacia delle politiche attuate al-
lo scopo; interventi incisivi richiederanno molto tempo e lavoro.

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per la schizofrenia; Eva Filoramo: Convivere con Accertamento
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Diane Frances Mc Garvey (consiglieri) Tutino: Prendiamo l’autobus. del 06/04/2022

98 Le Scienze 659 luglio 2023


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