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DERMATITE SEBORROICA
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DERMATITE
SEBORROICA
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INDICE
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1 APILO
NATOMIA DELL’UNITÀ
SEBACEA
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L’infrainfundibulo, che rappresenta il terzo lo stimolo degli ormoni sessuali, mentre con
inferiore dell’infundibulo, si estende fino allo la senescenza la secrezione di sebo si riduce.
sbocco della ghiandola sebacea nel follicolo La densità delle ghiandole sebacee a livello
e costituisce la porzione cilindrica dell’im- cutaneo è variabile: su fronte, guance, mento
buto. In tale distretto anatomico lo strato e cuoio capelluto sono circa 400-900/cm2,
granuloso si riduce progressivamente fino a mentre nelle altre sedi si trovano meno di
scomparire.Tale parte cheratinizza in modo 100 ghiandole/cm2. Ghiandole sebacee in-
diverso rispetto alla precedente, poiché non dipendenti dal follicolo pilifero, localizzate a
forma uno strato corneo normale, essendo livello del derma superficiale e medio e con
costituita da lamelle cheratiniche che si or- dotto escretore che si apre direttamente in
ganizzano a formare uno strato compatto; superficie, possono rilevarsi in sedi partico-
tali lamelle si sfaldano facilmente, cadono nel lari (labbra, prepuzio, glande, piccole labbra,
lume ed unendosi alla secrezione delle ano, capezzolo, areola mammaria). A livello
ghiandole sebacee, contribuiscono a for- delle palpebre, le ghiandole sebacee hanno
mare il sebo. morfologia allungata ed appiattita e ven-
Nel feto le ghiandole sebacee si sviluppano gono denominate ghiandole di Meibomio.
tra la tredicesima e la sedicesima settimana Le ghiandole sebacee sono ghiandole aci-
di gestazione dai buldges più superficiali, ai nose ramificate a secrezione olocrina, il cui
quali rimangono adese tramite un dotto at- secreto è costituito dalla completa disinte-
traverso cui il sebo fluisce nel canale follico- grazione cellulare. La ghiandola è costituita
lare e, quindi, sulla superficie cutanea. La da una serie di lobuli, ciascuno dotato di
ghiandola sebacea embriologicamente si svi-
luppa come una gemma epiteliale che fuo-
riesce dalla guaina esterna, a livello dal
punto di giunzione tra la struttura che co-
stituirà l’infundibolo e l’istmo.
Le ghiandole sebacee sono associate, abi-
tualmente, al follicolo pilo-sebaceo e risul-
tano variamente sviluppate nelle diverse
regioni corporee. Esse sono funzionanti e
voluminose alla nascita, ma divengono inat-
tive nei giorni successivi per assenza di sti-
Fig. 1: La ghiandola sebacea è composta da acini
molazioni ormonali gonadiche. La loro
ramificati i cui dotti confluiscono in una struttura
funzione riprende invece alla pubertà, sotto comune
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dotto proprio; tali piccoli canali convergono queste divengono sempre più grandi, il ci-
in un dotto comune che sbocca nell’infun- toplasma più schiumoso, i nuclei si defor-
dibulo (Fig. 1).
I lobuli che costituiscono la ghiandola seba-
cea sono circondati da una capsula fibrosa
tissutale, sottile e ben vascolarizzata. Sem-
bra che non ci siano nervi motori associati
alla ghiandola.
In sezioni istologiche tagliate verticalmente,
di un follicolo pilifero del capillizio, ma so-
prattutto del volto, si possono osservare
cordoni di cellule epiteliali indifferenziate
che si estendono dal follicolo in corrispon-
denza della giunzione tra infundibolo e
istmo. Questi cordoni di cellule simmetriche
si estendono lateralmente per un breve
tratto e poi discendono, paralleli al follicolo,
per una certa distanza lungo il suo seg-
mento inferiore. Questa struttura è stata
descritta per prima da Pinkus nel 1897 il
quale la denominò “mantello” del follicolo.
Fig. 2: Aspetto delle cellule sebacee con vacuoli
Sebbene i mantelli siano osservati più co- lipidici citoplasmatici
munemente in associazione con i follicoli
velli, essi possono essere anche osservati a mano e divengono festonati proprio per la
livello dei follicoli terminali.Tutte le unità se- compressione esercitata dai vacuoli lipidici
bacee della cute sembrano rappresentare (Fig. 2).
la maturazione dei mantelli. La continua proliferazione delle cellule pe-
Le cellule periferiche germinative corri- riferiche indifferenziate gradualmente di-
spondono alle cellule basali dell’epidermide. sloca le cellule vacuolate più differenziate
Queste cellule sebacee indifferenziate, ric- verso il centro dell’acino. I confini di queste
che di ribonucleoproteine, durante la loro cellule edematose diventano indistinti, le
migrazione verso il centro del lobulo si ar- cellule perdono il nucleo, si disintegrano, e
ricchiscono di vacuoli lipidici. Man mano che la massa di lipidi e frammenti cellulari viene
i lipidi si accumulano nelle cellule sebacee, escreta nel dotto sebaceo, un dotto breve
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2 FSEBACEA
ISIOLOGIA DELLA GHIANDOLA
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Tabella 2. Variazioni della produzione di sebo nelle diverse età della vita.
proliferativi e differenziativi dei sebociti. simile che nel nucleo cellulare il complesso
Gli androgeni, principalmente il testosterone androgeno-recettore agisca sull’espressione
e il 5-diidrotestosterone (5-DHT), sono gli genica sia di fattori di crescita (Epidermal
agenti che maggiormente intervengono sul growth factor, insulin-like growth factor-I e
trofismo e sul metabolismo delle ghiandole keratinocyte growth factor) (4,5) sia di enzimi
sebacee, a livello delle quali sono presenti lipogenici (6) modulando direttamente la tra-
specifici recettori per gli androgeni. È vero- scrizione del DNA. I fattori di crescita atti-
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vati dagli androgeni stimolano i processi mi- 17 -idorssilasi, che trasforma il pregneno-
totici delle cellule periferiche della ghiandola lone in 17-idrossipregnenolone, sia dell’en-
sebacea attraverso l’interazione con i ri- zima 17,20 liasi, che trasforma il
spettivi recettori, mentre gli enzimi implicati 17-idrossipregnenolone in DHEA. L’attività
nel metabolismo lipidico inducono la sintesi di tutti gli enzimi in gioco è regolata dallo
di colesterolo e acidi grassi all’interno dei steroidogenic factor 1 (SF-1), un recettore
sebociti. nucleare che ne induce la trascrizione ge-
Le cellule ghiandolari dispongono del cor- nica. Di fatto la ghiandola sebacea è consi-
redo enzimatico necessario per la conver- derata, allo stato attuale, un tessuto
sione di androgeni meno potenti, di origine steroidogenico, assimilabile agli organi ste-
gonadica o surrenalica, in androgeni a ele- roidogenici classici, quali surrene, ovaio e te-
vata affinità recettoriale, come testosterone sticolo, al pari di placenta, cervello e
e 5-DHT (7). Nella fattispecie si registra l’at- intestino.
tività di enzimi quali il 3 -idrossisteroidodei- Gli studi condotti intorno ai peroxisome
drogenasi tipo I (3 -HSD-I), che converte il proliferator-activated receptors (PPARs)
deidroepiandrostenedione (DHEA) in an- hanno offerto ulteriori elementi per la com-
drostenedione, il 17 -idrossisteroidodeidro- prensione dei meccanismi attraverso i quali
genasi tipo II (17 -HSD-II), che trasforma all’interno dei sebociti vengono mediate
l’androstenedione in testosterone e vice- proliferazione e sintesi lipidica indotte dagli
versa, e la 5 -reduttasi di tipo I, responsabile androgeni. I PPRAs sono recettori nucleari
della sintesi di 5-DHT. che esercitano la propria azione formando
Non solo la ghiandola sebacea trasforma gli eterodimeri con i recettori X dei retinoidi
androgeni captati dal circolo ematico, ma è (RXR); gli eterodimeri così formati attivano
anche in grado di sintetizzare de novo an- la trascrizione genica tramite il legame con
drogeni a partire dal colesterolo (8). Il tra- specifiche sequenze nucleotidiche (chiamate
sporto del colesterolo dal citoplasma siti DR-1) che riconoscono all’interno del
all’interno dei mitocondri è regolato dalla DNA (9). Sono stati identificati diversi sotto-
steroidogenic acute regulatory protein tipi di PPARs (α, δ, γ 1-3), che si differen-
(StAR) e, successivamente, in sede mito- ziano per distribuzione tissutale e ruolo
condriale dal citocromo P450 side chain nella regolazione del metabolismo cellulare,
cleavage enzyme (P450scc). Nei mitocon- particolarmente nell’induzione della sintesi
dri, il colesterolo viene convertito in pre- lipidica. È stato evidenziato che di fatto i
gnenolone. Il citocromo P450 17-idrossilasi PPARs regolano la trascrizione di geni es-
(P450c17) catalizza sia l’attività dell’enzima senziali nella adipogenesi e nella sintesi di
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steroli. Precisamente essi attivano l’espres- pine ipofisarie; ciò si ripercuote in senso ini-
sione di geni quali acido grasso sintetasi, ace- bitorio sulle concentrazioni circolanti di an-
tyl CoA carbossilasi, acetyl CoA sintetasi, drogeni. D’altra parte, promuovendo
lipiprotein lipasi, stearoyl CoA denaturasi, l’incremento della quota plasmatica di te-
HMG CoA sintetasi, HMG CoA reduttasi, stosterone-binding protein, fanno sì che si
squalene sintetasi. riduca la frazione libera di testosterone,
A livello dei sebociti è stata dimostrata la ossia quella che di fatto interagisce con le
presenza principalmente dei sottotipi . Studi cellule acinari. Inoltre, è possibile che gli
in vitro suggeriscono che all’interno dei se- estrogeni agiscano anche in maniera diretta
bociti i PPARs sia PPARs 1 sia PPARs 2) sul metabolismo sebaceo.
siano intermediari dei processi di produ- A livello locale, essi potrebbero regolare
zione di molteplici composti del sebo, fun- l’espressione di geni che influenzano negati-
gendo da trait d’union tra androgeni e vamente sia la crescita ghiandolare sia la li-
differenziazione dei sebociti androgeno-di- pogenesi.
pendente (10,11). Le recenti acquisizioni sul ruolo dei neuro-
Al volto e nelle altre aree seborroiche, peptidi (NP) nella stimolazione del meta-
come cuoio capelluto e sedi presternale e bolismo sebaceo hanno contribuito a
interscapolare, le cellule acinari presentano definire la connessione tra Sistema Nervoso
attività enzimatica e concentrazione recet- e produzione di sebo. I NP, e segnatamente
toriale per gli androgeni maggiori che nelle la sostanza P (SP), vengono rilasciati in am-
altre sedi corporee, rendendo ragione del bito cutaneo tanto dalle terminazioni del-
tropismo dell’iperseborrea e in generale di l’innervazione sensitiva, quanto da vari tipi
tutte le patologie della ghiandola sebacea, di cellule (cheratinociti, endotelio, fibrobla-
acne in primis. Inoltre, è stata dimostrata sti e mastociti) e sono implicati nell’indu-
una abnorme attività enzimatica, su base ge- zione dell’infiammazione cosiddetta
netica, nei soggetti acneici rispetto ai non neurogena, ovvero esacerbata da stress
acneici, oltre che una maggiore densità e emotivi (14).
sensibilità degli specifici recettori (12). Esiste una effettiva correlazione tra
Gli estrogeni, al contrario, esercitano un ef- eventi stressogeni, conseguente rilascio in
fetto inibitorio sulle attività proliferativa e sede cutanea di NP, in par ticolare come
metabolica dei sebociti, attraverso un’azione detto di SP, e peggioramento clinico di
condotta su diversi fronti (13). svariate patologie; è il caso dell’eczema
Da una parte essi interferiscono, per feed- costituzionale, della psoriasi e della alo-
back negativo, con la sintesi di gonadotro- pecia areata (15).
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3 SSEBORROICA
TORIA DELLA DERMATITE
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guente all’asportazione della squama pso- tanti altri studiosi meno conosciuti, che
riasica (membrana di Duncan Bulkley). hanno lasciato un’importante “traccia” nella
Un ulteriore grattamento evidenzia il più complessa, nosologia delle malattie delle
noto segno di Auspitz. Alla fine di questo ca- ghiandole sebacee.
pitolo sarà riportato in dettaglio, una sinopsi
della classificazione delle affezioni sebacee, Parole come “steatomate”, utilizzate già nel
descritte da vari autori: dal primo secolo primo secolo d. C., danno contezza della
dopo Cristo, sino alla fine dell’800. lungimiranza degli antichi, nell’avere intuito
Sono mostrati i titoli completi ed originali la patogenesi della dermatite seborroica
del tempo, in ordine cronologico. come disturbo delle ghiandole sebacee.
Galeno, già nel 150, parla di forfora e di der-
La storia dall’inizio matite seborroica del cuoio capelluto «De
I disordini delle ghiandole sebacee, almeno furfuribus. Lib. V De Varis»
negli scritti colti, comincia la sua storia 2000 Aetius nel 500 utilizza il termine “ionthi” ed
anni fa! “acne” nel suo trattato ”De varis faciei qui
Gli autori che si avvicendarono nei secoli tum Ionthi, tum Acne Graecia vocantur”.
erano medici, religiosi, filosofi, dotti, talvolta Nel passato molti autori, consideravano la
pittori ed artisti. (2) seborrea come “…deformità non impor-
Ai più famosi ed antichi autori come Celso, tante da curare…”.
Galeno, Avicenna, si affiancarono negli anni, Celso, invece, evidenzia nei suoi scritti, come
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le donne dell’antica Roma tenevano molto Abn Ali Al hosain Ibn Abdallah Ibn Sina, fu
alla loro estetica, citando dei prodotti topici chiamato Avicenna dai latini. Medico e filo-
per curare la pelle grassa. sofo, nacque a Kharmaithen in provincia di
Sempre Celso * nel primo secolo d. C., nel Bokhara nel 980, morì ad Hamadan nel
“De vitis singularum corporis partium”, fu nord della Persia nel 1037.
uno dei primi a parlare di seborrea chia- Albucasis durante il Medio Evo (vero nome
mandola “steatomate” "De meliceride et El Zahrawi)** (Fig. 3-4), conosciuto come il
atheromate et steatomate”. padre della chirurgia moderna, ebbe delle
È straordinario vedere, ad esempio, la defi- lungimiranti intuizioni sull’approccio chirur-
nizione che Aretaeus di Cappadocia, nel se- gico dell’acne e degli esiti cicatriziali. (5,6,7)
condo secolo d.C., dà nel suo trattato “.de In un secondo tempo gli autori italiani, pre-
diabetes” con straordinarie intuizioni sulle
malattie metaboliche (3,4)
I primi autori importanti sono stati senz’al-
tro Celso, Galeno ed Aetius.
Seguirono “a ruota” gli autori arabi; uno dei
più conosciuti fu Avicenna che però non era
arabo, bensì persiano; il suo vero nome era
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siano stati molti autori a cui è stato attribuito il nome di
4) Ralph Majors' Classic Descriptions of Disease (1962,
Celso (n.d.r)
Thomas: Springfield, Illinois)
** Albucasis era nato tra il 936 e il 940, a El-Zahra (Anda-
5) Hamareh S K in The Genius of Arab Civilisation edited
by J R Hayes; 2nd edition, 1983; Eurabia (Publishing) Ltd; lusia), facente allora parte dell’Impero Islamico (n.d.r.)
198-200. *** dermatosi infiammatorie (n.d.t)
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4 ESEBORROICA
PIDEMIOLOGIA DELLA DERMATITE
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1116 bambini nei primi 5 anni di vita ha se- Diversi Autori hanno condotto studi sul
gnalato una prevalenza media del 10,0% per possibile ruolo dei fattori immunologici, nu-
la DS e del 41,7% per la Pytiriasis capitis. Di trizionali, ambientali e legati allo stile di vita,
interesse in questo studio sono i tassi età-spe- nel condizionare la predisposizione alla DS.
cifici per la DS: 71% prima dei 3 mesi, 44,5% Spesso, però, è difficile separare tra loro
entro i 12 mesi, un sostanziale calo dopo 1 questi fattori nello sviluppo della patologia:
anno di vita e circa 1% dopo i 3 anni (2). gli alcolisti o i soggetti affetti da depressione,
Ma, un’altro studio condotto su una popola- ad esempio, spesso si alimentano in maniera
zione di bambini di età inferiore agli 11 anni inadeguata, tendono a vivere al chiuso e ad
ha mostrato che la classica DS, contraria- avere scarse pratiche igieniche, condizioni
mente a quanto comunemente affermato, è che possono contribuire a loro volta allo
abbastanza frequente anche in età preadole- sviluppo del problema dermatologico (7).
scenziale, tra i 2 e i 10 anni di età (14). La DS presenta diverse comorbidità. È più
A parte la DS infantile, la malattia colpisce comune nei pazienti con morbo di Parkin-
tipicamente adolescenti e giovani adulti son, in quelli con disturbi dell’umore e nei
(picco massimo d’espressione clinica in- pazienti affetti da HIV/AIDS rispetto alla po-
torno ai 40 anni d’età) (7, 3), quando le ghian- polazione generale (vedi paragrafi succes-
dole sebacee sono al massimo livello di sivi). Vi sono studi che segnalano una
attività. Uno studio australiano condotto su maggiore frequenza della DS in corso di di-
1457 soggetti oltre i 20 anni ha riscontrato verse condizioni patologiche: alcolismo, spe-
una prevalenza della DS del 9.7 % (15). cie pancreatite cronica alcolica (17), epatite da
Successivamente, può essere riscontrata, di virus C (18), ischemia miocardica, malassorbi-
solito in forma meno severa, nel soggetto mento, obesità, e varie neoplasie (19). L’asso-
anziano, specie se ammalato o costretto a ciazione fra DS e carcinoma delle vie
letto. aero-digestive superiori è descritta in uno
La senescenza e il grado di autosufficienza studio caso-controllo (20).
nelle attività quotidiane legato all’età costi- Inoltre, la presenza di DS è stata segnalata in
tuiscono variabili predittive indipendenti di pazienti con malattie genetiche, quali la sin-
DS. Probabilmente queste variabili com- drome di Down (21), la malattia di Hailey-
portano una riduzione del tempo trascorso Hailey (22) e la sindrome cardio-facio
all’aperto con conseguente minore esposi- cutanea (23).
zione alle radiazioni solari, una possibile ina- La DS può insorgere in coincidenza di altre
deguata alimentazione e una igiene patologie dermatologiche. DS e acne rosa-
personale più precaria (16). cea possono essere associate a irritazione
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lata con quella del Parkinson. anche una relazione tra ridotta esposizione
Si pensa che l’accumulo di sebo, probabil- solare, aumentata secrezione di melatonina
mente indotto in questi casi dalla ridotta e produzione di sebo e, conseguentemente,
mobilità cutanea (41), abbia un effetto per- maggiore crescita di Pityrosporum ovale (43).
missivo sulla crescita della Malassezia, seb-
bene ulteriori studi siano necessari per È possibile l’associazione della DS con altri
sostenere questa ipotesi (36, 41). disturbi neurologici: epilessia, traumi del
La DS è comune anche nei pazienti con di- SNC, paralisi del nervo facciale (44), siringo-
sturbi dell’umore. Non è chiaro se ciò sia da mielia indotta da farmaci neurolettici con ef-
attribuire a cause neurologiche o se, invece, fetti extrapiramidali (45).
sia da porre in relazione alla tendenza di È stata segnalata la comparsa di DS nei pa-
questi pazienti a trascorrere molto tempo zienti con ictus nel solo emisoma interes-
in ambienti chiusi evitando l’esposizione al sato o nella cute patologicamente innervata
sole (42). In questi pazienti è stata ipotizzata in corso di siringomielia (46).
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5 ESEBORROICA
ZIOPATOGENESI DELLA DERMATITE
25
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Talvolta, quella che inizialmente ha tutti i ca- questa relazione non esisterebbe.
ratteri clinici della tipica DS infantile è suc- Anche i risultati degli studi sui rapporti tra
cessivamente diagnosticata come dermatite Malassezia sp. e DS infantile sono assai va-
atopica: due differenti studi hanno eviden- riabili, sebbene la maggior parte degli autori
ziato che dal 19 al 27.5% dei pazienti che sia favorevole a questa associazione (13,14).
avevano avuto una diagnosi di DS infantile, In tutte le forme di DS (dell’adulto, del bam-
rivisitati dopo 12-13 anni, avevano invece i bino, pitiriasi capitis, dei pazienti immuno-
segni della dermatite atopica (8,9). È verosi- depressi) Malassezia sp. potrebbe giocare
mile che ciò sia dovuto alla sovrapposizione un ruolo eziopatogenetico in senso soprat-
clinica delle due condizioni soprattutto nei tutto pro-infiammatorio.
primi stadi. Che questi lieviti abbiano un ruolo è dimo-
Ancora più controversi sono i risultati di strato dal fatto che gli antimicotici, soprat-
studi sulla composizione del sebo dei pa- tutto orali, sono indiscutibilmente efficaci
zienti con DS: in questi ultimi, il quantitativo nella terapia della DS.
di acidi grassi liberi e di squalene sarebbe ri-
dotto, mentre sarebbero aumentati il cole- Lipidi cutanei e infiammazione
sterolo e i suoi esteri. Come Malassezia restricta abbia un effetto
pro-infiammatorio nella DS non è chiaro. Il
Malassezia SP e DS lievito o suoi prodotti metabolici potreb-
Moltissimo è stato scritto sui rapporti tra bero causare fenomeni infiammatori indu-
Malassezia sp. e DS. Gli studi più recenti cendo la sintesi di citochine cheratinocitarie
fanno ritenere che la pitiriasi capitis e la DS (15) o coinvolgendo le cellule di Langerhans
del volto dell’adulto siano associate soprat- e l’attivazione dei linfociti T (4). Tuttavia, il ve-
tutto alla presenza di Malassezia restricta. La rificarsi della DS nelle fasi iniziali dell’infe-
patogenicità di questa Malassezia sarebbe zione da HIV, nella quale l’immunità
legata, più che alla sua densità, al sottotipo cellulo-mediata è deficitaria, depone contro
presente nella cute (colonie con morfolo- l’ipotesi che la malattia possa essere legata
gia del tipo C). all’attivazione dei linfociti T da parte di Ma-
Nel complesso, i risultati degli studi fino a lassezia restricta.
oggi pubblicati sono controversi: secondo Un ulteriore fattore, verosimilmente causa
alcuni autori (10,11) esisterebbe una relazione di flogosi, è l’attività lipasica di Malassezia re-
diretta, e quindi un rapporto eziologico, tra stricta, che è in grado di sintetizzare acidi
Malassezia restricta e DS dell’adulto e del grassi pro-infiammatori dai lipidi cutanei (16).
paziente immunodepresso, secondo altri (12) Piccole modificazioni dei lipidi di superficie
26
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possono derivare da alterazioni della che- ad antigeni derivati da questo lievito (20-24).
ratinizzazione dimostrabili istologicamente
(17). In bambini con DS in fase attiva, i livelli DS e AIDS
di acidi grassi essenziali 18:2W9 risultano La prevalenza della DS in pazienti HIV-posi-
aumentati e i livelli di 18:2W6 sono dimi- tivi o con AIDS conclamata è stimata fra il
nuiti rispetto a bambini sani (18); questi va- 34% (25) e l’83% (26) rispetto al solo 3% della
lori si normalizzano in caso di remissione popolazione generale. L’incidenza e la gra-
della malattia: ciò starebbe a indicare un vità sono strettamente correlate allo stadio
transitorio deficit funzionale della δ-6satu- dell’infezione e inversamente correlate al
rasi. In un altro studio, pazienti con DS numero assoluto di linfociti CD4+ (27). La
hanno evidenziato bassi livelli di acidi grassi maggiore gravità ed estensione della der-
liberi e aumentati livelli di trigliceridi, sia che matite in pazienti con malattia da HIV, in-
essi fossero HIV-positivi che non (19). sieme a un quadro clinico caratterizzato da
maggiore gravità (eritema più intenso, iper-
Alterazioni dell’immunità cheratosi e lesioni psoriasiformi), ha sugge-
Anche se gli antimicotici migliorano la ma- rito che l’aspetto clinico osservabile in
lattia e riducono il numero di microorgani- questi pazienti dovrebbe indurre a ritenerla
smi, la ricolonizzazione e le recidive si un’entità distinta, cui riservare il nome di
verificano non appena il trattamento è in- “dermatite seborroico-simile”. Allorquando
terrotto: questo dato potrebbe essere spie- la DS avanza, le lesioni si allargano, aggra-
gato da un sottostante deficit immunologico. vandosi presumibilmente per il fatto che i
L’aumentata prevalenza di DS in pazienti lieviti aumentano a causa dell’immunode-
HIV-positivi rafforza l’ipotesi che la DS abbia pressione.
alla base un deficit della risposta cellulo-
mediata a Malassezia restricta. In conclu- Farmaci e DS
sione, il rapporto tra lieviti e DS non è Esistono anche quadri clinici a tipo derma-
ancora completamente chiaro, tuttavia di- tite seborroica. Diversi farmaci come aura-
versi studi supportano l’idea che l’ipercolo- nofina, aurotioglucosio, buspirone,
nizzazione della cute da parte di Malassezia clorpromazina, cimetidina, etionamide, oro,
restricta in pazienti con DS sia dovuta a griseofulvina, alloperidolo, interferone alfa,
un’alterazione dell’immunità cellulo-mediata litio, metildopa, fenotiazine, psoraleni, stana-
e che lo sviluppo della dermatite dipenda zolo hanno la capacità di indurre la com-
fondamentalmente dalle modalità con cui il parsa di manifestazioni a tipo DS attraverso
sistema immunitario del paziente reagisce meccanismi sconosciuti.
27
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6 6.1
CLINICA DELLA DERMATITE SEBORROICA
D ERMATITE SEBORROICA INFANTILE
31
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Fig. 1: Crosta lattea Fig. 2: Crosta lattea con impegno delle pieghe
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precoce, l’interessamento del cuoio capel- della frazione C3 del complemento, viene
luto e l’assenza del prurito è di aiuto in que- attualmente considerata un’entità a sé
sti casi per porre una diagnosi corretta, stante e si caratterizza per un quadro cuta-
soprattutto nei confronti della DA. neo eritrodermico, associato a sintomato-
La napkin psoriasis, definita anche dermatite logia sistemica quale diarrea persistente,
da pannolino con idi psoriasiformi, viene infezioni cutanee e di altri organi (2, 16). Tale
considerata da alcuni Autori una variante di variante esordisce con lesioni al cuoio ca-
DSI, mentre da altri una forma di psoriasi pelluto che nel giro di pochi giorni, si esten-
del lattante (2, 15). dono al volto, al tronco ed agli arti. Si tratta
Contrariamente agli altri tipi di DSI l’esor- di lesioni iniziali tipo “cradle cap” e tale
dio è più tardivo ed il decorso è più pro- aspetto viene mantenuto anche al volto,
lungato. Inizialmente si ha il coinvolgimento mentre sul resto dell’ambito cutaneo l’eri-
dell’area gluteo-perineale coperta dal pan- trodermia non mostra caratteri peculiari ed
nolino, con un quadro di semplice derma- ha le caratteristiche di tutte le eritrodermie
tite irritativa da contatto non responsiva ai neonatali. Vi è il coinvolgimento anche del-
trattamenti, che assume improvvisamente l’area del pannolino. Nella nostra esperienza
un aspetto congestionato con eritema tale quadro, molto raro, si realizza nei primi
rosso vivo accompagnato da lesioni a di- giorni di vita e si associa ad edemi distali. La
stanza di tipo psoriasico. Si tratta di papule variante acuta eritrodermica e desquamativa
eritemato-desquamative, coinvolgenti il della DSI, deve essere differenziata dalle rare
tronco, il volto, il cuoio capelluto e gli arti forme di dermatiti dell’area del pannolino
superiori ed inferiori. È possibile la con- con idi psoriasiformi ad evoluzione eritro-
fluenza delle lesioni fino a formare ampie dermica (2, 17); un’accurata anamnesi è perciò
chiazze eritemato-desquamative, tuttavia è mandataria.
rara l’evoluzione eritrodermica. I pazienti
sono solitamente asintomatici e il decorso è Istologia
quasi sempre verso la risoluzione sponta- La diagnosi di DSI è generalmente clinica e
nea in alcune settimane, in genere 4-8, senza solo raramente si ricorre alla biopsia cuta-
tendenza alla recidiva. nea. L’aspetto istologico è specifico nel caso
Circa il 5% dei pazienti che hanno presen- della napkin psoriasis ove la microscopia ot-
tato una napkin psoriasis sviluppa, nei 10 tica mostra paracheratosi dell’epidermide
anni successivi all’esordio, una franca pso- con riduzione o assenza dello strato granu-
riasi (15). loso ed infiltrato infiammatorio dermico
La malattia di Leiner, dovuta ad un deficit scarso ed aspecifico.
33
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Terapia
La terapia della DSI è unicamente locale, in
quanto l’evoluzione è solitamente autoriso-
lutiva nell’arco di alcune settimane o mesi.
A livello del cuoio capelluto gli oli emollienti
o le emulsioni sono utili per allontanare le
squame. In caso di importante desquama-
zione si può utilizzare una soluzione oleosa
con acido salicilico al 3%, che si lascia agire
per alcune ore e quindi si risciacqua, oppure
uno shampoo a base di ketoconazolo. L’im-
piego di prodotti contenenti acido salicilico
Fig. 3: Dermatite seborroica con lesioni iniziali
di dermatite atopica
è da taluni Autori sconsigliato per il rischio
34
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35
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6 6.2
CLINICA DELLA DERMATITE SEBORROICA
L ’
A DERMATITE SEBORROICA DELL ADULTO
Fig. 1: Chiazze eritemato-squamose della fronte Fig. 2: Forma secca della DS con piccole squame
non aderenti al cuoio capelluto
della fronte, la regione sopracigliare, le pie- untuoso e di dimensioni più grandi. L’in-
ghe naso-geniene e, negli uomini, la regione fiammazione è in questo caso più intensa
della barba in quanto le zone ricche di peli e possono associarsi follicoliti.
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Se le lesioni interessano l’attaccatura dei ca- riore del volto, spesso con lesioni papulo-
pelli, la fronte e le regioni retro-auricolari si pustolose che mimano la rosacea. È fre-
parla di “corona seborroica”. quente l’impetiginizzazione e il prurito è
A livello del tronco si distinguono general- molto più intenso e persistente.
mente 4 varietà principali: Un quadro clinico particolare è rappresen-
• petaloide con piccole chiazze ovalari che tato dalla sebopsoriasi: dermatosi caratte-
tendono a confluire. A causa della sudo- rizzata dalla presenza di lesioni psoriasiche e
razione la desquamazione è poco ap- lesioni tipiche della dermatite seborroica
prezzabile; nello stesso paziente. Per spiegare l’esistenza
• anulare con chiazze che tendono alla ri- di questo quadro clinico misto si è pensato
soluzione centrale; che la dermatite seborroica, in pazienti con
• pitiriasiforme che è di solito ad insor- diatesi psoriasica, agisca da fattore di Köeb-
genza acuta con quadro clinico molto si- ner per la comparsa di chiazze psoriasiche.
mile alla pitiriasi rosea dalla quale si È importante anche sottolineare il fatto che
distingue per l’assenza della chiazza probabilmente la psoriasi che colpisce il
madre; volto di soggetti con iperseborrea non rie-
• follicolare con presenza di papule e pu- sce a manifestarsi clinicamente con squame
stole. Questo è però forse un quadro cli- secche e aderenti alla cute. In questi casi, la
nico a sé stante che prende il nome di
pitirosporosi o follicolite da Pytirospo-
rum.
L’unico sintomo lamentato dai pazienti è un
prurito più o meno intenso.
Un quadro clinico più severo può manife-
starsi nei pazienti HIV positivi o comunque
immunocompromessi, nei pazienti neurolo-
gici, ansioso-depressivi e parkinsoniani. In
questi casi le lesioni sono in genere più in-
fiammate e più estese, talvolta anche oltre le
sedi classiche. È di solito a livello del volto
che si manifestano quelle atipie che pon-
gono problemi di diagnosi differenziale. Nei
pazienti HIV positivi la dermatite seborroica
Fig. 3: Dermatoscopia di un cuoio capelluto con DS
è localizzata generalmente alla metà infe- - presenza di eritema e squame giallastre
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video-dermatoscopia è un valido aiuto per questi casi le lesioni non sono limitate alle
la diagnosi (Fig.3). Mentre nella dermatite sole aree seborroiche e il prurito lamentato
seborroica classica si osservano eritema, de- dal paziente è molto più intenso. Non va
squamazione e telangectasia del cuoio ca- inoltre confusa con la rosacea, le cui lesioni
pelluto, nella sebopsoriasi si osservano sono prevalentemente papulo-pustolose.
anche lesioni tipiche della psoriasi come i Al cuoio capelluto dobbiamo escludere la
twisted capillary loops. psoriasi, le cui squame sono però più ade-
La diagnosi della dermatite seborroica è cli- renti, secche e spesse e la tinea capitis, dove
nica, anche se i numerosi quadri clinici esi- le squame sono polistratificate all’interno di
stenti pongono molto spesso problemi di chiazze eritematose e alopeciche.
diagnosi differenziale. A livello del tronco la dermatite seborroica
Per quanto riguarda la localizzazione al non va confusa con la pitiriasi rosea, con la
volto, la dermatite seborroica entra in dia- tinea corporis (soprattutto nella varietà anu-
gnosi differenziale con la dermatite atopica lare) e più raramente con la malattia di Da-
e con la dermatite da contatto anche se in rier (soprattutto nella variante follicolare).
Bibliografia
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7 SEBORROICA
IL LABORATORIO NELLA DERMATITE
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42
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Nella DS è stata dimostrata una altera- la DS, ma non solo, (es. forfora, follicoliti,
zione della funzione barriera. La conse- onissi, blefariti) alla specie prevalente.
guenza di ciò è un aumento del flusso di
vapore attraverso lo strato corneo. Con L’ estrazione del DNA mediante PCR per-
un evaporimetro è possibile misurare tale mette l’identificazione delle specie di spore
flusso cioè la perdita d’acqua trans cuta- note per appartenere al genere Malassezia
nea (TEWL). Il miglioramento della DS (M furfur, M. globosa, M. restricta, M. sym-
dopo le terapie si associa ad una diminu- podialis, M. pachydermis, M. slooffiae, M. ob-
zione della TEWL. Di contro i tentativi di tusa). La rapidità e la specificità del metodo
restaurare la funzione della barriera cuta- permette un consistente risparmio di
nea avranno come conseguenza un mi- tempo rispetto l’identificazione microsco-
glioramento della DS (10). pica e biochimica.
Bibliografia
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44
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8 DDERMATITE
IAGNOSI DIFFERENZIALE DELLA
SEBORROICA
Eritrasma
Manifesatazioni dermatologiche in corso
di malattie gastrointestinali
Candidosi cutanea
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Pitiriasi rosea
La pitiriasi rosea di Gibert è un comune di-
sordine papulo-squamoso benigno soste-
nuto da herpes virus 6-7. Clinicamente si
differenzia dalla d.s in quanto esordisce con
una macula rosa isolata (herald patch) loca-
lizzata al collo o al tronco con una fine de-
squamazione periferica (Figura 5,6)
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Candidosi cutanea
Il quadro clinico della candidosi cutanea è
complesso: macerazione e ragade centrale
della lesione, eritema e desquamazione pe-
riferica in aggiunta a pustole sparse ancora
più periferiche. Solitamente le zone affette
sono le grandi e piccole pieghe con predi-
lezione per le pieghe interglutee e i genitali
esterni, zone più raramente interessate dalla
Fig. 8: Rosacea
dermatite seborroica. La diagnosi differen-
ziale con la dermatite seborroica è facilitata
dal carattere squamoso della lesione e dalla Psoriasi
assenza di vescicolo-pustole flaccide satelliti La psoriasi si differenzia dalla d.s per la pre-
dovute all'infezione micotica e in rari casi è senza di squame secche aderenti ed ab-
necessario praticare un esame microsco- bondanti e per la presenza di lesioni
pico diretto per una corretta diagnosi. caratteristiche in altri distretti corporei. Bi-
sognerebbe, quindi, ricercare i segni della
Rosacea psoriasi nei distretti cutanei tipici (gomiti,
La rosacea è una patologia comune carat- ginocchia) e ricercare un'eventuale familia-
terizzata da flushing del volto, teleangectasie, rità. Comunque esistono forme cliniche in-
eritema eruzioni infiammatorie papulo-pu- termedie tra le 2 patologie di difficile
stolose simili a quelle dell'acne. La diagnosi diagnosi differenziale. Esistono, poi, forme
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52
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9 9.1
TERAPIA DELLA DERMATITE SEBORROICA
T ERAPIA TOPICA
Corticosteroidi in crema
(betametasone valerato, betametasone dipropionato e fluocinolone)
Tabella 1.
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• Riduzione della colonizzazione cutanea da DS. Sono state effettuate due applica-
da parte della Malassezia furfur zioni giornaliere per 28 giorni: alla fine dello
• Controllo della reazione flogistica cuta- studio la sintomatologia generale era note-
nea volmente migliorata nei pazienti del gruppo
trattato rispetto a quelli del gruppo con-
Dermatite seborroica localizzata trollo (1). In un altro studio sono stati ar-
al cuoio capelluto ruolati 102 pazienti, suddivisi in due gruppi,
In questo caso la terapia topica rappresenta trattati con ciclopiroxolamina 1% shampoo
il trattamento d’elezione e si avvale dell’uti- vs veicolo in shampoo, usato per cinque mi-
lizzo di shampoo medicati e lozioni conte- nuti, due volte a settimana per quattro set-
nenti sostanze ad azione fungicida o timane. Alla fine dello studio nel gruppo
fungistatica, cheratolitica ed antinfiammatoria. trattato con ciclopiroxolamina 1% sham-
Nell’ambito delle molecole ad azione fun- poo, segni e sintomi quali eritema, desqua-
gicida e fungistatica, quelle particolarmente mazione e prurito erano significativamente
attive sulla Malassezia furfur sono la ciclo- diminuiti nel 93% dei pazienti, mentre nel
piroxolamina, il ketoconazolo, la pirocto- gruppo trattato con veicolo erano diminuiti
nolamina. solo nel 41% (2).
La ciclopiroxolamina possiede un ampio La ciclopiroxolamina è efficace sia da sola
spettro d’azione essendo in grado di inibire che in associazione allo zinco-piritione
la crescita di dermatofiti e lieviti. Non agisce come dimostrato da uno studio multicen-
come altri antimicotici sulla biosintesi di ste- trico, controllato, randomizzato in singolo
roli, ma il suo specifico meccanismo cieco, su 189 pazienti; in tale studio veni-
d’azione prevede una interferenza sull’up- vano comparati tre diversi gruppi di pa-
take e sull’accumulo di prodotti necessari zienti ad ognuno dei quali veniva assegnato
alla sintesi delle membrane cellulari fungine. rispettivamente ciclopiroxolamina 1.5% as-
Oltre all’azione antifungina, possiede anche sociata a zinco-piritione 1% shampoo, ke-
un’azione antinfiammatoria, inibendo il rila- toconazolo 2% in schiuma e per ultimo
scio di prostaglandine e leucotrieni. La ci- veicolo base shampoo. I risultati hanno di-
clopiroxolamina si è dimostrata efficace nel mostrato che tutte le formulazione sono
trattamento della dermatite seborroica sia state ben tollerate a parte un lieve eritema
alla concentrazione dell’1% in shampoo che del viso ed una sensazione di bruciore, solo
del 1.5% in gel (1-2). In uno studio è stata nei due gruppi trattati con antimicotici, che
comparata l’efficacia della ciclopiroxolamina non hanno richiesto interruzione del trat-
1.5% in gel vs veicolo in 178 pazienti affetti tamento. Dopo 7 giorni di trattamento l’as-
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l’andamento della gravità delle lesioni (eri- per quattro settimane. Alla fine del tratta-
tema + desquamazione + bruciore + pru- mento è stata osservata remissione com-
rito) al termine dello studio il punteggio di pleta nel 32% dei pazienti trattati (11).
gravità è crollato da 9,91 basale a 0,91 per Nelle forme di DS del volto e del tronco,
il gruppo trattato con ciclopiroxolamina particolarmente impegnative, e non re-
mentre è sceso da 10,64 a 3,74 per il sponsive ad altri trattamenti, possono inol-
gruppo controllo (8). tre essere impiegate sostanze ad azione
In uno studio randomizzato, in doppio antinfiammatoria come i corticosteroidi to-
cieco, è stata confrontata l’efficacia e la si- pici e gli inibitori della calcineurina, quali pi-
curezza del metronidazolo in gel 0.75% vs mecrolimus e tacrolimus.
ketoconazolo crema al 2% nel trattamento
della DS del volto. Sono stati arruolati in Il pimecrolimus 1% e il tacrolimus 0.1%
totale 60 pazienti e lo studio, durato quat- sono immunomodulanti per uso topico di
tro settimane, ha dimostrato che l’82% dei nuova generazione, utilizzati da alcuni au-
pazienti trattati col ketoconazolo contro il tori nel trattamento della DS, generalmente
79% di quelli trattati con metronidazolo sottoforma di crema (12). Agiscono inibendo
hanno ottenuto un significativo migliora- l’attivazione dei linfociti T, bloccando la pro-
mento dei sintomi clinici senza differenza duzione di citochine proinfiammatorie ed
nell’insorgenza di effetti collaterali, conclu- inibendo la degranulazione di mastociti.
dendo che i due farmaci hanno un profilo Non inibiscono la produzione dermica di
di efficacia e sicurezza sovrapponibile nel collagene; il loro uso non comporta per-
trattamento della DS del viso (9). tanto il rischio di atrofia. Nella DS vengono
Il fluconazolo in shampoo al 2%, applicato generalmente utilizzati due volte a setti-
due volte a settimana per quattro setti- mana e sono in grado di indurre una com-
mane, è risultato efficace in uno studio pleta remissione della sintomatologia in
aperto su 26 pazienti affetti da dermatite circa un mese. Sono generalmente ben tol-
seborroica del volto e del cuoio capelluto. lerati, i principali effetti collaterali sono rap-
Alla fine del trattamento l’80% dei pazienti presentati da una iniziale e transitoria
trattati hanno ottenuto la remissione com- sensazione di bruciore locale che non ri-
pleta (10). chiede interruzione del trattamento (7, 13-16).
Infine, l’efficacia della terbinafina è stata va- Un recente studio ha dimostrato come
lutata in uno studio aperto su 35 pazienti, questi farmaci, e in particolare il pimecroli-
affetti da DS del volto; il topico in crema mus, rappresentino una valida alternativa
all’1% è stato applicato due volte al giorno all’uso dei corticosteroidi nella dermatite
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seborroica del viso. Lo studio in questione, tenza (17). Le lesioni scompaiono in 2-4 set-
randomizzato, doppio cieco, riguardava 96 timane e tendono a recidivare alla sospen-
pazienti, di cui 47 trattati con pimecrolimus sione del trattamento pertanto è
e 49 con veicolo base per un periodo di necessario effettuare una terapia di mante-
quattro settimane. Lo studio ha dimostrato nimento per periodi prolungati (15-16).
che già alla seconda settimana di tratta- Altri trattamenti topici da considerare sono
mento il pimecrolimus si è dimostrato più il benzoil-perossido in crema o lozione e il
efficace del veicolo, in assenza di significa- succinato di litio in unguento. Va precisato
tivi eventi avversi (13). come all’inizio del trattamento, alcuni pa-
zienti possano lamentare un peggiora-
L’uso di corticosteroidi topici può essere mento della sintomatologia che però si
utile nel ridurre rapidamente le manifesta- attenua nel giro di qualche giorno.
zioni infiammatorie ma espone al rischio di
rebound, corticodipendenza, sviluppo di te- La terapia della DS infantile per l’evolu-
langectasie, atrofia cutanea, dermatite pe- zione spontaneamente risolutiva e per l’età
riorale e strie, pertanto è preferibile dei pazienti è solo locale. Al cuoio capel-
impiegarli in seconda istanza, per brevi pe- luto è suggerito l’uso di emollienti in olio o
riodi e riducendone gradualmente la po- emulsione. Quando la desquamazione è
Fig. 1: Paziente di 36 anni affetto da DS di grado medio, trattato con antimicotico topico: prima (A) dopo (B)
57
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9 9.2
TERAPIA DELLA DERMATITE SEBORROICA
T RATTAMENTO CON SEBCLAIR®
Stefano Veraldi vari modelli animali (3), con una potenza so-
vrapponibile a quella dell’indometacina (4).
Istituto di Scienze Dermatologiche, Inoltre, l’acido glicirretinico potenzia l’ef-
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dotelio, mantenendo un flusso ematico
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per l’Europa nella classe IIa. tiossidante in modo sinergico alla telme-
Si tratta di una crema, priva di corticoste- steina 8 e alla vitamina E (9). La telmesteina
roidi e di immunomodulatori, che contiene presenta anche un’azione antiproteasica (10).
numerosi componenti. Nelle Tabelle I e II
sono riportati i singoli componenti, le loro Fino a oggi è stato pubblicato un unico stu-
concentrazioni e il meccanismo d’azione. dio clinico (pilota, multicentrico, randomiz-
Il burro di karitè è ottenuto da Butyrosper- zato, in doppio cieco, controllato verso
mum parkii ed è costituito da trigliceridi e veicolo) relativo all’utilizzo del Sebclair® nel
acidi grassi, tra cui, soprattutto, l’acido lino- trattamento di pazienti adulti con derma-
leico. L’azione emolliente del burro di ka- tite seborroica di gravità lieve-intermedia
ritè è potenziata dall’isoesadecano, un altro localizzata al volto (11).
emolliente presente nel Sebclair®. Sessanta pazienti furono randomizzati a ri-
La piroctonolamina è un antimicotico attivo cevere il Sebclair® (40 pazienti) o il veicolo
sia in vitro sia in vivo nei confronti di Ma- (20 pazienti). Obiettivo primario dello stu-
lassezia sp. (1,2). dio era l’Investigators’ Global Assessment
L’alglicera è un composto contenente acido (IGA) al 28° giorno di trattamento con-
glicirretinico (con proprietà anti-infiamma- frontato con il basale. Gli endpoints secon-
torie) e allantoina (con proprietà cherato- dari comprendevano: a) l’IGA al 14° giorno;
litiche). Quest’ultima azione è stata b) la valutazione, da parte degli sperimen-
potenziata addizionando un ulteriore tatori, dell’eritema e della desquamazione;
0.35% di allantoina. c) la valutazione del bruciore e del prurito
L’acido glicirretinico, estratto dalla radice da parte dei pazienti; d) la risposta globale
della liquirizia, presenta una struttura chi- da parte dei pazienti ed e) la qualità di vita.
mica simile a quella dell’idrocortisone e ha I prodotti in studio furono applicati tre
dimostrato un’attività anti-infiammatoria in volte al giorno per quattro settimane.
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Sebclair® Veicolo
(n = 40) (n = 18) C2
N (%) N (%)
Giorno 14
Giorno 28
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9 9.3
TERAPIA DELLA DERMATITE SEBORROICA
T ERAPIA SISTEMICA
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L’attività antimicotica di questa allilamina ap- pazienti che avevano sospeso dopo le quat-
pare però più complessa; accanto all’inibi- tro settimane il Chetoconazolo per passare
zione enzimatica sono stati recentemente a placebo (13). Lo studio, pertanto, dimostra
proposti per la terbinafina due ulteriori che il Chetoconazolo, al dosaggio di 200
meccanismi d’azione (5,9,10). Il primo, osser- mg/die, presenta maggiore efficacia rispetto
vato in vitro, riguarda la modulazione del- a placebo.
l’attività dei neutrofili e la neutralizzazione
di specie reattive dell’ossigeno; il secondo Itraconazolo
consiste nella normalizzazione della secre- Questo triazolo è attualmente indicato
zione sebacea (1,11). come farmaco di prima scelta sia nelle
forme attive di DS che necessitano di un
Chetoconazolo approccio sistemico, sia nella terapia di man-
Benché il Chetoconazolo sia stato il primo tenimento della remissione e di preven-
antifungino appartenente alla famiglia degli zione delle riacutizzazioni (4,17,18).
azolici ad essere utilizzato nella terapia della Itraconazolo è metabolizzato a livello epa-
DS (12,13), sia in fase attiva che come terapia tico, dove si comporta sia da substrato che
di mantenimento della remissione clinica, at- da potente inibitore del Citocromo P450.
tualmente è stato quasi completamente ab- Nel plasma circola a concentrazioni equi-
bandonato a causa della propria molari al suo metabolita attivo, l’idrossi-itra-
epatotossicità (14-16). conazolo. Svariati farmaci possono
Ford GP et al. hanno condotto uno studio interferire con l’itraconazolo modificandone
clinico randomizzato su 20 pazienti affetti la concentrazione ematica, con potenziale
da DS nel quale veniva confrontata, versus rischio di tossicità. Itraconazolo presenta un
placebo, l’efficacia del Chetoconazolo alla buon profilo di sicurezza e tollerabilità al do-
dose giornaliera di 200 mg. Dopo le prime saggio giornaliero di 200 mg. Epatotossitcità,
4 settimane i pazienti in terapia con placebo epigastralgie, aumento dell’inotropismo car-
passavano a quella con Chetoconazolo e vi- diaco, ipokaliemia, ipertrigliceridemia ed in-
ceversa per altre 4 settimane. Un migliora- cremento della transaminasemia, sono le
mento significativo della dermatite, sia reazioni avverse che si possono osservare a
clinico che soggettivo, fu osservato dopo seguito dell’impiego di questo antimicotico.
l’assunzione dell’antimicotico; veniva invece Tali eventi avversi sono però poco frequenti
registrata stazionarietà nei pazienti che ave- e registrati di solito successivamente all’uti-
vano assunto da subito placebo, mentre un lizzo del farmaco in associazione ad altri
peggioramento fu riscontrato nel gruppo di principi attivi con i quali può interferire, o in
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seguito all’utilizzo di itraconazolo a dosaggi farmaco per altre 4 settimane alla dose di
particolarmente elevati (superiori ai 400- 100 mg/die. Al termine del trattamento, in 4
600 mg/die). pazienti si è ottenuta la remissione delle
L’efficacia terapeutica trova parziale spiega- sole lesioni localizzate al cuoio capelluto ed
zione in alcune peculiarità dell’itraconazolo; in un paziente la remissione è stata com-
il farmaco è escreto nel sebo e perciò rag- pleta.
giunge facilmente lo strato corneo (19,20). L’efficacia dell’itraconazolo come farmaco di
Inoltre la cheratofilia e la lipofilia della mo- mantenimento della remissione è emersa
lecola ne consentono la prolungata persi- da uno studio condotto da Caputo et al. (17)
stenza nella cute e nelle appendici cutanee su 160 pazienti con DS. I pazienti sono stati
anche dopo la sua sospensione (21). trattati per 7 giorni con itraconazolo 200
Uno studio condotto da Kose et al. (4) su 29 mg/die, successivamente si è proseguito con
pazienti affetti da DS ha dimostrato una 200 mg/die per i primi 2 giorni del mese per
marcata riduzione della flogosi, oltre che un i successivi 8 mesi. Nessuna recidiva è stata
miglioramento della sintomatologia lamen- registrata durante il periodo di osserva-
tata dai pazienti, dopo l’utilizzo di itracona- zione.
zolo orale alla dose di 200mg/die per una Un altro studio, condotto da Baysal e colle-
settimana, proseguendo poi, dopo 3 setti- ghi, simile al precedente per impostazione,
mane di sospensione, con 200 mg/die per i ha messo in luce l’utilità dell’itraconazolo in
primi due giorni del mese per i successivi terapia intermittente e a basso dosaggio
due mesi. Precedenti trial ne avevano evi- nella profilassi delle recidive (23). Gli autori
denziato l’efficacia nella cura della DS. Ma- hanno impiegato itraconazolo orale in 32
tasaro ha trattato 30 pazienti affetti da DS pazienti non responsivi ad almeno un mese
della fronte e del volto con 150 o con 200 di steroide topico. I pazienti hanno assunto
mg/die di itraconazolo una volta a settimana nel corso della prima settimana itaconazolo
per un periodo variabile di due o tre mesi. 200 mg/die e contemporaneamente hanno
Il 67% dei pazienti ha mostrato una guari- applicato idrocortisone 1%, 2 volte/die, per
gione completa o un miglioramento giudi- tutto il primo mese di studio. Quindi, lo ste-
cato marcato al termine del trattamento.(22) roide topico è stato sospeso e l’itracona-
Faergemann ha condotto uno studio su 10 zolo somministrato per i primi 2 giorni dei
pazienti affetti da sebopsoriasi del cuoio ca- successivi 11 mesi alla dose di 200 mg/die.
pelluto e del volto. Tutti hanno assunto itra- Dei 28 pazienti che hanno concluso lo stu-
conazolo orale alla dose di 50 mg/die per 2 dio, 19 hanno ottenuto un miglioramento
settimane; i responders hanno continuato il completo e 3 una risposta parziale.
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TERAPIA DELLA DERMATITE SEBORROICA
T RATTAMENTO COSMETOLOGICO
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