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AGGIORNAMENTO MONOGRAFICO G N AT O L O G I A

È davvero superato il ruolo dell’occlusione


nella patogenesi del bruxismo?
La sindrome occlusale
Is it really exceeded the role of occlusion in the pathogenesis of bruxism? The occlusal syndrome
u Corrispondenza n Edoardo n Vanna Broia n Giulia n Giovanni
edber@studiober.com Bernkopf Laureata Bernkopf Bettega
Laureato in in Medicina Laureata in Laureato in
z PAROLE CHIAVE Medicina e e Chirurgia Odontoiatria Odontoiatria
bruxismo, occlusione, Chirurgia (1977) presso e protesi e protesi
malocclusione, sistema e specializzato l’Università di dentaria presso dentaria presso
nervoso centrale, sindrome in Odontoiatria e Bologna (1983) l’Università di l’Università
dell’apnea ostruttiva nel sonno protesi dentaria e specializzata Verona (2004) di Padova
(1980) a Padova. Dopo una breve in Odontostomatologia all’Università e specializzata in Ortognatodonzia (1989). Nel 2013 ha conseguito
z KEY WORDS parentesi di insegnamento presso di Genova (1987), è stata allieva presso l’Università di Cagliari il Master universitario di II livello
bruxism, occlusion, il Corso di laurea in Odontoiatria del professor Federico Tenti. (2013). Nel 2014 ha conseguito in Estetica dei tessuti orali e
malocclusion, central nervous e nella Scuola di specialità in Esercita esclusivamente la libera il Master universitario di secondo periorali in odontoiatria e nel 2015
system, obstructive sleep Otorinolaringoiatria dell’Università di professione a Parma, sua città livello in Ortodonzia intercettiva il Master universitario di II livello
apnoea syndrome (OSAS) Padova, si è dedicato esclusivamente natale, e a Roma, occupandosi e Pedodonzia presso l’Università in Sedazione ed emergenza in
alla libera professione che oggi esercita in particolare delle disfunzioni di Pisa. Iscritta alla SIOB (Società odontoiatria presso l’Università
a Vicenza, Parma e Roma. Socio cranio-mandibolari e dei disturbi Italiana Ortognatodonzia degli Studi di Padova. È socio dal
ANDI, ha ricoperto nell’associazione respiratori nel sonno. È autrice Bioprogressiva), alla ASIO 1993 dell’AIOP (Accademia Italiana
numerose cariche e ha fatto parte di numerosi lavori scientifici (Associazione Specialisti Italiani di Odontoiatria Protesica) e dal
del Gruppo di lavoro di Odontoiatria pubblicati su riviste odontoiatriche Ortodonzia), alla SIDO (Società 2012 della Società internazionale
legale. Ha rappresentato l’ANDI nella e medico specialistiche. Italiana di Ortodonzia) e all’ANDI, di estetica facciale POIESIS. Dal
Commissione per le Linee guida sul nella quale ricopre la carica di 2004 è consigliere provinciale ANDI
trattamento dell’apnea nel sonno consigliere provinciale. Svolge la e riveste la carica di segretario
con Oral Devices. È stato socio libera professione con esercizio culturale dal 2007. Si occupa
attivo dell’Associazione Italiana prevalente dell’ortodonzia e della prevalentemente di conservativa
Gnatologia e tra i fondatori del Gruppo gnatologia. estetica, parodontologia, protesi
multidisciplinare di studio sui Disturbi fissa e implantare, protesi mobile e
respiratori nel sonno della Società medicina estetica del periorale.
Italiana di Pediatria.

Le attuali evidenze scientifiche hanno ridimensionato il ruolo dell’occlusione nella patogenesi


del bruxismo e nuove ipotesi patogenetiche, di prevalente derivazione centrale anziché periferica,
suscitano l’interesse dei ricercatori. Il concetto di malocclusione può tuttavia fornire una diversa
visione e permette di prendere in ragionevole considerazione un ruolo causale indiretto dell’occlusione
nel bruxismo, fino a individuare, con visione di sintesi, una “sindrome occlusale” multifattoriale,
potenzialmente in grado di fornire anche efficaci indirizzi terapeutici.

I
l ruolo dell’occlusione nella patogenesi del bruxismo è argo- cui ambito si è forse ricercato, ieri come oggi, con qualche erro-
mento dibattuto. Alcuni Autori, dopo ampia disamina del- re metodologico. Inoltre, l’impossibilità di rilevare una relazione
la letteratura scientifica sull’argomento, e in particolare del- causale stretta fra occlusione e bruxismo non cancella automati-
le review che a loro volta hanno in tempi recenti rilevato camente il possibile ruolo di questo fattore nella pratica clinica.
quanto emerge dalla ricerca e dalla letteratura su questo tema, Anzitutto va rilevato che l’approccio scientifico, volto a rilevare
concludono che “non esiste alcuna evidenza di una relazione l’esistenza di chiari rapporti di causa e di effetto, per le sue ca-
causale tra bruxismo e occlusione” 1, e ritengono che la causa del ratteristiche metodologiche (omogeneità nel reclutamento dei ca-
bruxismo debba essere ricercata in altri ambiti, soprattutto a li- si, ricerca di causalità stretta, metodologia caso controllo, dop-
vello centrale anziché periferico. pio cieco ecc.) risulta inadeguato proporzionalmente al grado di
Riteniamo che, se da un lato questa posizione stimola l’esten- complessità dell’argomento che si considera. I corpi celesti hanno
sione della ricerca a campi fino a ieri poco esplorati, da un al- una natura e un comportamento sostanzialmente semplici: pos-
tro rischia di trascurare definitivamente l’aspetto occlusale, nel siamo sapere con certezza quando avverrà la prossima eclissi di

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Luna e dove si troveranno esattamente Saturno piuttosto che Si- Molte evidenze contrarie a tale approccio si sono progressi-
rio o Mizar fra un anno, 8 ore e 3 minuti, rispettando pienamen- vamente accumulate 4, e la ricerca sul bruxismo si è spostata
te il criterio di causalità galileiano. dall’ambito periferico a quello centrale 5-6: ciò ha consentito di
Non così può purtroppo accadere nelle problematiche mediche superare la prassi relazione centrica-molaggio selettivo-occlu-
che riguardano sistemi complessi, gravati da infinite variabili, in sione organica, volta a raggiungere l’OC con i condili in RC. Di
parte legate a caratteristiche individuali di ciascun paziente, in certo il progressivo ridimensionamento del ruolo dell’occlusio-
parte alle visioni filosofiche e alle sensibilità cliniche dei diversi ne, e addirittura la sua sostanziale negazione nella patogene-
operatori che li trattano. Anche volendo isolare, secondo un crite- si e nella terapia del bruxismo, hanno tolto credibilità a questa
rio riduzionistico, il solo aspetto “bruxismo” dalla situazione cli- prassi che, se da un lato ha consentito a generazioni di protesi-
nica complessiva di un paziente, ci si troverebbe a dover trascu- sti di produrre manufatti di grande raffinatezza tecnica, sul pia-
rare molte componenti potenzialmente caso per caso coinvolte in no medico-biologico ha probabilmente comportato insuccessi e
un Tutto, filosofico ma anche biologico, che – come disse Aristo- forse patologia iatrogena.
tele – è più della somma delle sue Parti. Il nuovo paradigma scientifico, negazionista relativamente al
Per questo riteniamo si debba essere molto prudenti ad abbraccia- ruolo dell’occlusione, però si basa sul fatto che a fronte di più di
re conclusioni “scientifiche” ancorché espresse da autorevoli Au- 2.800 pubblicazioni identificate dalla parola chiave “bruxismo”,
tori: le “verità scientifiche” espresse nelle più autorevoli Consen- si sono potuti riscontrare solo una ventina di revisioni della let-
sus conferences o nelle più rigorose review possono a posteriori teratura di alto livello, delle quali solo 12 soddisfano i criteri per
risultare punti di passaggio provvisori in un divenire scientifico essere considerate revisioni sistematiche rigorose, utili a fornire
perennemente alla ricerca di sfuggenti punti di arrivo conclusivi: raccomandazioni in qualche modo utili e cogenti ai clinici. Di
“A tutt’oggi, non esiste una sola conclusione in grado di spiegare queste, sulla vexata quaestio dell’eziopatogenesi occlusale del
il meccanismo del bruxismo nel sonno”2. bruxismo una sola viene riconosciuta scientificamente valida a
L’approccio scientifico vorrebbe l’individuazione di pazienti for- fornire una risposta apprezzabile 1. Gli Autori, analizzando 46
manti gruppi omogenei di lavoro e di controllo: ben difficilmen- articoli, ritenuti adeguati a fronte dei 93 presi in considerazio-
te ciò è possibile stante la variabilità infinita di tipologie occlu- ne, concludono che “non esiste alcuna evidenza di una relazio-
sali, ciascuna necessitante di approccio terapeutico individuale. ne causale tra bruxismo e occlusione”.
Nell’analizzare il possibile rapporto con l’occlusione, nei criteri di
inclusione indicati nei lavori presenti in letteratura l’analisi occlu- Eziologia del bruxismo
sale dei pazienti è alquanto trascurata, lasciando così intendere Ad oggi, se da un lato si vuol ritenere superata la componen-
un reclutamento sostanzialmente generico e poli-inclusivo. te eziologica occlusale nel bruxismo, d’altra parte le più recen-
ti e complete review hanno potuto solo evidenziare altri “fatto-
Ridimensionamento del ruolo dell’occlusione ri di rischio” piuttosto che reali eziologie 5. Infatti fumo, alcool,
Per decenni i dentisti hanno accettato un paradigma scientifico farmaci, malattie e traumi vengono considerati “fattori eziologi-
occlusale, secondo il quale il trattamento del bruxismo doveva ci rilevanti” 6, ma nessun’altra eziologia, centrale piuttosto che
basarsi su un riequilibrio ideale dell’occlusione dentale, identifi- periferica, ha potuto reclamare le caratteristiche di “relazione
cato nella chiusura abituale (occlusione centrica. OC), coinciden- causale” diretta e lineare, la cui mancanza è sembrata suffi-
te con le ATM in relazione centrica (RC) 3, salvo che anche il con- ciente a minimizzare il ruolo occlusale. Invece, in un’analisi più
cetto di RC fosse quanto mai variabile nella definizione teorica e attenta, nell’occlusione si possono riscontrare elementi di con-
nel trattamento clinico, a seconda dell’Autore che lo definiva. Par- causalità anche nei fattori patogenetici di natura centrale pre-
ticolarmente seguita era la visione di Stuart e Mc Collum, che de- si recentemente in considerazione, il che rinforzerebbe il ruolo
finiva la RC come la posizione più retrusa, surtrusa e mediale dei patogenetico dell’occlusione sul bruxismo, anziché diminuirlo.
condili relativamente al rapporto con la cavità glenoide. Il suc-
cesso di questo schema, che associato alla guida incisivo-canina Bruxismo e sonno
veniva chiamato “occlusione organica”, si basava sulla comodità La branca che ha forse più di altre contribuito a ridimensiona-
tecnica nell’approccio protesico, che consentiva l’impiego dell’ar- re o a far negare addirittura il ruolo primario dell’occlusione
ticolatore a valori individuali, del tipo Stuart e Denar, e che veni- nella patogenesi del bruxismo è la patologia del sonno. La pre-
va proposto anche come valida terapia per vari disturbi collatera- senza di bruxismo nel sonno è conosciuta da tempo, tanto che
li, fra cui lo stesso bruxismo. il bruxismo rientra nelle cosiddette “parasonnie”, quadri clini-

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ci che ai disturbi del sonno e in particolare alla Sindrome del- cement) senza però indicazioni diagnostiche di tipo occlusale.
le apnee ostruttive nel sonno (OSAS) si possono accompagnare, Il grado di avanzamento mandibolare è caratterizzato dal desi-
e che risentono positivamente della terapia dell’OSAS (il che è derio “pneumologico” che l’avanzamento sia il massimo possi-
dimostrato accadere anche per il bruxismo7). Va da sé che que- bile, per garantire la massima dilatazione del faringe, al fine di
sta problematica, prima totalmente sconosciuta ai più, sembra evitare il russamento e l’apnea. L’unica limitazione all’avanza-
far inevitabilmente ridimensionare il ruolo totalizzante dell’oc- mento deriva dalla tolleranza da parte del paziente verso una
clusione, in precedenza pressoché unico ambito di considera- postura mandibolare sostanzialmente anomala.
zione presso i dentisti. È invece logico che il successo terapeutico della terapia dell’OSAS
I Disturbi del sonno sono stati per molto tempo considerati fe- con Oral Device e l’abbassamento a livelli accettabili dei non
nomeni di origine centrale, e di conseguenza il loro studio è ri- complianti e degli effetti collaterali da taluni denunciati14,15 non
masto confinato in ambito neurologico. Infatti nel 1965 Jung sia legato alle caratteristiche particolari di un singolo disposi-
e Kuhlo pubblicarono la prima documentazione polisonnogra- tivo (come è nella logica delle terapie con OD), né al semplice
fica, dimostrando che nella sindrome di Pickwick compaiono avanzamento mandibolare (il cui effetto sulle dimensioni del-
apnee nel sonno ripetute, attribuite a fattori centrali quali l’i- le vie aeree del faringe è peraltro indiscutibile16), ma soprat-
posensibilità alla pCO2 8. Anche Burwell e Collaboratori 9, che tutto a quelle del piano di trattamento individuale formulato
avevano coniato l’acronimo “OSA”, l’avevano attribuita all’au- dall’odontoiatra, che da un lato potrà avvalersi per realizzar-
mento del lavoro respiratorio dovuto all’obesità, con conse- lo di pressoché tutta l’infinita gamma di dispositivi proposti in
guente adattamento dell’organismo all’ipercapnia. letteratura, ma dall’altro dovrà rapportarsi anzitutto con la si-
Nel 1972 Coccagna e Collaboratori 10 ne evidenziarono però una tuazione occlusale che il paziente presenta e con le modifiche
origine periferica e proposero il trattamento con tracheostomia, che questa può tollerare e subire su premesse e indicazioni di
già proposto nel ‘69 da Kuhlo et al. 11, che è restato il trattamen- natura occlusale: i problemi di compliance e gli effetti indeside-
to di elezione fino al 1981, quando con Sullivan et al.12 venne rati possono spesso essere i frutti a posteriori di poca attenzio-
proposto il trattamento con CPAP, che rivoluzionò la terapia ne occlusale espressa a priori.
dell’OSAS: la componente periferica ne fu chiaramente confer- L’odontoiatra del sonno non deve decidere arbitrariamente su
mata, individuando anche una efficace e poco invasiva terapia, base aritmetica un avanzamento del 50% piuttosto che del 70%
grazie all’applicazione di una pompa a continua pressione di della massima protrusione, come si evince dalla letteratura17-18,
aria (CPAP) che, distendendo le vie aeree, ne impedisce il col- ma individuare per ciascun paziente, cioè per ciascuna bocca,
lasso, causa dell’ostruzione e dell’apnea. Anche il bruxismo ri- il miglior rapporto interocclusale fra mandibola e mascella, me-
sente positivamente della terapia dell’OSAS a mezzo di CPAP7. diando fra le necessità respiratorie e la situazione di occlusio-
Da quando Schmidt et al., in una importante review, concluse- ne e soprattutto di malocclusione riscontrata in partenza: di-
ro che “gli oral devices rappresentano un’utile alternativa al- versi rapporti sagittali (classi di Angle), verticali (morso aperto
la pressione positiva continua (CPAP) 13”, anche l’odontoiatria è o profondo) o latero-laterali richiedono con tutta evidenza scel-
entrata ufficialmente nell’argomento OSAS. te diverse, non un semplice mandibular advancement standar-
La terapia per via occlusale per mezzo dei cosiddetti Oral Devi- dizzato su base aritmetica.
ces (OD) si è progressivamente affermata, fino ad avvicinarsi e a A riprova di quanto sopra, è particolarmente significativo il
contendere oggi il ruolo di trattamento di prima scelta nell’OSAS ruolo che l’approccio occlusale-ortodontico può avere nella pa-
dell’adulto alla CPAP, teoricamente più efficace, ma gravata da togenesi e nella terapia del bruxismo attraverso la sua dimo-
una minore compliance. strata efficacia nell’OSAS in età pediatrica.
Il progressivo affermarsi dell’Odontoiatria del sonno presso gli Pur in presenza di numerosi lavori sull’adulto, che per decenni
operatori del settore, anche non di scuola odontoiatrica, ha creato ne comprovavano la validità e le scarsissime controindicazio-
una situazione nuova che, anziché contribuire a rinforzare la ni, una terapia dell’OSAS per via occlusale per molto tempo non
collocazione del bruxismo in ambito puramente centrale, può sembrava indicata all’impiego in età pediatrica: gli OD presen-
al contrario rivalutarne la possibile patogenesi periferica e oc- tano caratteristiche simil-protesiche (vengono infatti prescritti
clusale: infatti la terapia con OD è una terapia di tipo occlusale, per l’intera vita del paziente) e, come la CPAP, sono privi di po-
che agisce su un distretto periferico. tenzialità terapeutiche che possano far prevedere una successi-
Così come viene abitualmente descritta e proposta dalla lettera- va evoluzione positiva del problema OSAS anche in assenza e
tura, l’OD costituisce una terapia occlusale (Mandibular Advan- dopo la rimozione del dispositivo. Inoltre l’applicazione di un

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OD altera drasticamente la postura mandibolare, il che può ri- dibola in protrusione, aumenta il calibro delle vie aeree in zo-
sultare molto pericoloso in una struttura orofaringea e occlusale na faringea, contrastandone il collasso responsabile dell’apnea.
in crescita. Per questi motivi, l’impiego dell’OD è stato per mol- Questi dispositivi modificano notevolmente l’occlusione, non
to tempo limitato all’OSAS dell’adulto. solo interponendosi alle arcate dentarie antagoniste e neutra-
Nel 2002 compare però il lavoro di Villa, Bernkopf et al. , il lizzando eventuali precontatti, come nel caso dei bites piatti,
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primo in letteratura che, con alto valore di prova (random ca- ma modificando anche il rapporto fra le basi ossee mandibo-
so-controllo), comprovava l’efficacia di un intervento per via oc- lare e mascellare. Nel ridefinire il rapporto intermascellare, un
clusale in bambini che presentavano OSAS e malocclusione den- problema cruciale risiede nella quantificazione del riposiziona-
taria. mento mandibolare indotto da un MAD.
L’originalità di questo lavoro sta nell’aver spostato l’attenzione In uno studio, volto a valutare l’effetto di diversi posizionamen-
terapeutica dall’OSAS alla malocclusione dentaria, consideran- ti orizzontali e verticali della mandibola sui parametri del son-
do l’approccio per via occlusale non una terapia dell’OSAS (co- no in pazienti con apnea ostruttiva del sonno22 , si sono appli-
me nel caso dell’Oral Device nell’adulto), ma una terapia del- cate 4 diverse misure di mandibular advancement e di rialzo
la malocclusione riscontrata nei bambini occlusale, e si è concluso che l’opzione più
con OSAS, nell’ipotesi che, caso per caso, la vantaggiosa ai fini OSAS sia risultata quel-
malocclusione possa essere una importante Nel ridefinire la del 70% di avanzamento con 4 mm di ri-
concausa patogenetica nell’OSAS. Infatti, la il rapporto alzo occlusale. Si tratta però di indicazioni
difficoltà nell’estendere la terapia occlusale intermascellare, un aritmetiche standardizzate, che non tengo-
all’età pediatrica non risiede in aspetti tec- no alcun conto della tipologia occlusale dei
nici o in particolari difficoltà applicative, ma
problema cruciale vari pazienti che compongono i gruppi di
nella necessità di considerare una diversa fi- risiede nella lavoro: una II Classe Prima Divisione può
losofia che veda in questa terapia non l’ap- quantificazione del tollerare un avanzamento anche maggiore,
plicazione di una protesi, ma il primo step riposizionamento che risulterebbe assurdo in una terza; simil-
di un trattamento ortognatodontico che, di- mente, in un morso aperto un rialzo occlu-
mostrandosi efficace anche nell’OSAS, è in
mandibolare indotto sale di qualunque misura risulterebbe filo-
realtà volto anzitutto all’intercettazione del- da un MAD soficamente assurdo.
la malocclusione riscontrata, e quindi sareb- L’analisi del rapporto fra occlusione e bru-
be già di per sé comunque indicato: lo sarebbe anche in assenza xismo deve considerare, caso per caso, la possibile collocazio-
di OSAS e resterebbe valido anche in caso di insuccesso ai fi- ne del bruxismo fra le parasonnie, cioè fra i quadri secondari
ni OSAS. Va da sé che i benefici che la terapia occlusale apporta ai disturbi del sonno, in particolare di tipo respiratorio quali
relativamente all’OSAS rilanciano fortemente il possibile ruolo l’OSAS. Si è visto infatti che un’iperattività mandibolare in-
dell’occlusione, concetto che va opportunamente integrato con sorge in particolare negli episodi di apnea-ipopnea 23.
quello di “malocclusione”, non solo sull’OSAS, ma anche sulla Inoltre il trattamento dell’OSAS ha comprovati effetti positivi
parasonnia denominata “bruxismo”. anche sul bruxismo 7.
Una fra le più recenti review sul bruxismo nei bambini con- Il trattamento dell’OSAS per via occlusale può considerare la
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clude che su questo argomento la letteratura non è adeguata a malocclusione (e quindi l’occlusione globalmente intesa) come
fornire indicazioni. Peraltro lo stesso autore in altro articolo 21, importante elemento patogenetico, e il suo trattamento valida
dove si propone di rilevare l’effetto degli splint occlusali su di- terapia anche nell’OSAS e nelle sue conseguenze, fra le quali il
sturbi temporomandibolari, usura dentaria e ansia nei bambi- bruxismo: a questo proposito anche la conformazione del bite e
ni affetti da bruxismo, scrive: “I criteri di esclusione sono stati il razionale che la ispira sono parametro importante .
malocclusioni scheletriche … e malocclusioni dentali conferma- “Le strategie di gestione devono essere personalizzate in ba-
te.” Il lavoro prende quindi in considerazione casi con situazioni se al fenotipo e alle comorbilità del paziente. In presenza di di-
occlusali che si considerano perfette, escludendo i malocclusi; è sturbi della respirazione nel sonno, un trattamento con MAD
evidente che vengono così esclusi i casi più adatti a evidenziare o CPAP è preferibile a una terapia con splint occlusale sul ma-
un possibile ruolo dell’occlusione. scellare superiore”2.
Nel generale panorama dei bites, il Mandibular Advancement Nel bambino la terapia occlusale nell’OSAS costituisce il primo
Device (MAD) identifica un dispositivo che, portando la man- step di un trattamento ortognatodontico, e il dispositivo intrao-

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rale impiegato verrà via via sostituito con altri dispositivi orto- È evidente che una terapia occlusale efficace nell’OSAS e ver-
dontici, fino alla conclusione con dentatura permanente com- so quadri che vi si associano rilancia anche il ruolo patoge-
pleta. Anche nell’adulto, però, il trattamento con Oral Device netico dell’occlusione (e soprattutto della malocclusione) sul
deve essere considerato un trattamento ortognatodontico, che bruxismo.
però si ferma al primo step e lo prolunga a vita, per vari moti- Il trattamento non già dell’OSAS ma della malocclusione
vi di opportunità e di fattibilità. nell’OSAS, nell’ipotesi che sia la malocclusione a sostenere l’O-
Va invece sottolineato come la “terapia con splint occlusale sul SAS, porta una luce nuova e originale nel campo della tera-
mascellare superiore “ si proponga di curare il bruxismo ri- pia dell’OSAS per via occlusale, ma anche nella considerazio-
muovendo i contatti dentali senza ricercare l’eventuale neces- ne del bruxismo, se presente in pazienti OSAS, oltretutto con
sità di un riposizionamento mandibolare, simile a quello che una terapia reversibile, priva di qualunque rischio biologico.
si ricerca invece, ad esempio, in una terapia ortodontica di ti-
po funzionale. Per contro, il Mandibular Advancement Devi- Comorbilità
ce (MAD) protrude drasticamente la mandibola senza curarsi Il bruxismo è spesso considerato anche in rapporto con altre
dell’occlusione dentaria di partenza, né ipotizzarne e definir- comorbilità: fra le più frequenti, oltre all’OSAS, l’ipertrofia del
ne una di arrivo se non nei termini aritmetici di percentuale massetere, le patologie della ghiandola parotide, il reflusso ga-
rispetto alla massima protrusione, ed esclusivamente in sen- stroesofageo, l’otalgia, e soprattutto la disfunzione delle arti-
so sagittale 22. È evidente che in entrambi i casi si agisce co- colazioni temporo mandibolari (ATM). Viene però sottolineato
munque sull’occlusione, ma senza alcuna strategia occlusale. che spesso questi quadri clinici non vengono interpretati co-
me comorbilità, né tanto meno come aventi un ruolo causale,
Trattamento occlusale versus AT ma piuttosto o come conseguenze del bruxismo o come pato-
L’introduzione di una terapia dell’OSAS pediatrica per via orto- logie autonome e a sé stanti, spesso di patogenesi enigmatica
gnatodontica va considerata versus l’adenotonsillectomia, in- e di scarsa soddisfazione terapeutica 1.
tervento che ha nell’OSAS pediatrica la prima indicazione. In A nostro parere alcune patologie della parotide e della mu-
una review sulle possibili terapie del bruxismo23 alcuni Auto- scolatura masticatoria, massetere in particolare, non costitu-
ri hanno riscontrato l’efficacia degli interventi di adenotonsil- iscono sempre conseguenze dal bruxismo, né patologie a sé
lectomia 24: va da sé che la soluzione dell’OSAS, patologia per stanti, da dover differenziare in sede diagnostica se associa-
la quale l’adenotonsillectomia è terapia di elezione in caso di te al bruxismo, ma piuttosto comorbilità, oltretutto non pri-
ipertrofia adenotonsillare, può apportare beneficio anche sul ve di un possibile inquadramento patogenetico a forte com-
bruxismo che dall’OSAS dipendesse 24, 25. ponente occlusale.
L’alta percentuale di malocclusione riscontrata dagli Autori
(superiore al 60%) può suggerire che, nei bambini che presen- Ipertrofia massetero parotidea
tano OSAS e malocclusione, trattamenti ortodontici con dispo- Esiste un quadro clinico complesso, che va sotto diverse de-
sitivi di tipo monoblocco -funzionale sono da un lato tratta- nominazioni a seconda della sua diversa manifestazione cli-
menti ortognatodontici della malocclusione riscontrata 19, da nica: ipertrofia parotidea, scialoadenite ricorrente o cronica,
un altro contestuale trattamento dell’OSAS con quello che è, in ipertrofia massetero-parotidea, parotite non epidemica (se as-
fondo, un Oral Device: il successo sul bruxismo ne è la logica sociata a infiammazione e o infezione), scialolitiasi se si ri-
conseguenza, simile a quella ottenibile con l’intervento di ade- scontrano calcoli, ipertrofia essenziale del massetere se questo
notonsillectomia o, come è stato dimostrato 24, con l’applica- muscolo assume dimensioni anche esteticamente sgradevoli.
zione della CPAP: tutte terapie che agiscono in sede periferica. Nella manifestazione clinica e, di conseguenza, nella diagnosi
Gli Autori della review 23, peraltro, nel citare l’efficacia dell’a- si enfatizza il problema masseterino o quello ghiandolare, ma
denotonsillectomia concludono che “non soddisfaceva total- viene comunque descritta l’associazione con il bruxismo 26,27.
mente i requisiti per il trattamento dell’eziologia del bruxismo Anche in questi quadri clinici alquanto enigmatici la causa
nei bambini”: il lavoro citato non si rivolgeva direttamente al può essere fortemente determinata dalla malocclusione. Infat-
bruxismo (che non avrebbe da solo giustificato l’intervento), ti la diagnosi scivola verso l’ipertrofia essenziale del massete-
né alla ricerca della sua eziologia, ma all’OSAS: dimostrava co- re in quanto la secondarietà dell’ipertrofia rispetto alla maloc-
munque, a posteriori, l’efficacia dell’intervento anche sul bru- clusione non viene considerata 28.
xismo. Il trattamento è volto, in una prima fase, a decontrarre il mas-

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setere attraverso l’applicazione di un bite realizzato su im- si possibili bias. Il riscontro dell’associazione bruxismo-ATM,
pronta individuale, per correggere tridimensionalmente la pur significativo negli studi basati su questionari autocompi-
malposizione mandibolare. Questa fase costituisce conferma lati, decresce sensibilmente in indagini più rigorose, che pe-
diagnostica, ma anche primo step terapeutico di intercettazio- raltro non risultano agevoli e totalmente affidabili 36. Per que-
ne ortognatodontica 29. Questa interpretazione individua un sto un approccio protesico irreversibile a scopo terapeutico di
poliedrico quadro clinico legato alla malocclusione dentaria, problemi ATM e bruxismo viene sconsigliato 37.
nel quale possono rientrare i casi di bruxismo che presentano Si torna quindi alla mancanza di comprovata diretta causa-
comorbilità con problemi alla ghiandola parotide e/o ipertrofia lità, che costituisce negazione solo parziale di una possibi-
del massetere e che, di conseguenza, possono beneficiare di un le associazione, giacché non la esclude sul piano clinico, do-
trattamento occlusale 28. ve invece, caso per caso, è possibile individuare un percorso
terapeutico comune, specie in considerazione che bruxismo a
Bruxismo e disfunzioni dell’ATM ATM riconoscono entrambi i vantaggi terapeutici dell’applica-
Il bruxismo è posto spesso in relazione alle disfunzioni zione di bites.
dell’ATM. Anche questa patologia risente però di una non chia- La terapia più impiegata nelle disfunzioni dell’ATM si avva-
ra identificazione: i criteri diagnostici 30, 31, spesso diversi da au- le infatti di dispositivi intraorali comunemente denominati
tore ad autore, sono per lo più il dolore localizzato sulle ATM, “bite”, parola generica, priva di chiaro valore semantico: bi-
la dislocazione del disco, i problemi muscolari, la limitazione te (morso) è, letteralmente, qualunque cosa che si morde. È
nei movimenti di apertura e lateralità. Anche in questo caso indubbio peraltro che qualunque cosa si interponga alle ar-
l’analisi dell’occlusione/malocclusione, che potrebbero predi- cate dentarie antagoniste ne modifica il reciproco rapporto,
sporre o causare conseguenze sull’ATM, viene tenuta in scar- e interviene quindi a modificare l’occlusione. È curioso che il
sa considerazione, anche se, alcuni Autori sottolineano il rap- primo dispositivo intraorale dimostratosi efficace nell’OSAS,
porto “simbiotico” fra le due problematiche, e l’inserimento del l’Herbst, nasceva come dispositivo ortodontico per la corre-
bruxismo a completare un triangolo clinico 30. zione delle malocclusioni di II classe, e si è rivelato essere di
Alcune malocclusioni possono predisporre alle problematiche fatto anche un efficace Oral Device ai fini OSAS, al di là de-
ATM 32, ma ciò può rimanere asintomatico molto a lungo, e gli obiettivi stessi dei primi operatori, ed è tuttora uno dei più
manifestarsi tardivamente con la “meccanizzazione e anato- impiegati a tale scopo36,37. A conferma di un ambito nosologi-
mizzazione” della disfunzione (incoordinazione condilo me- co comune, si è riscontrata la sua efficacia anche nelle proble-
niscale, degenerazione del disco, artrosi condilare), processo matiche ATM, in particolare nelle dislocazioni mesiali del di-
che può impiegare anche decenni. Ben prima, però, anche in sco 38. Se ne potrebbe dedurre una conferma pragmatica della
età pediatrica, con una ATM sostanzialmente silente, si posso- compenetrazione dei quadri clinici ATM, OSAS e bruxismo,
no determinare varie sintomatologie algiche extraorali (cefalea affrontabili tutti e 3 per via occlusale, addirittura con un me-
erroneamente diagnosticata come emicrania, otalgia, cervical- desimo dispositivo.
gia) e parafunzioni fra cui il bruxismo.
Anche nella più recente revisione complessiva delle due proble- Bruxismo e reflusso gastroesofageo (GER)
matiche sembrerebbe però che le più recenti indagini abbiano Questo rapporto, segnalato da alcuni Autori 41, legato probabil-
anche qui ridimensionato il ruolo occlusale da tutti sostenuto mente all’acidificazione dell’esofago 39,40, potrebbe in alcuni ca-
in passato, e che pure continua a far parte della quotidianità si anch’esso rientrare nella comorbilità con l’OSAS, che al GER
dei dentisti 34,35. Forse ciò è dovuto al medesimo motivo per il è spesso associata 44. Si è visto anche che quando gli episodio
quale un sistema complesso quale un organismo umano e una di reflusso e di apnea coincidono, l’apnea precede il reflusso, e
patologia multifattoriale con poliedrica manifestazione clini- che l’apnea è di tipo ostruttivo 44. Infatti l’apnea di tipo centra-
ca difficilmente possono rientrare nei criteri di indagine vol- le non è in relazione temporale con il GER 45. Più che l’apnea
ti alla ricerca di una causalità stretta e lineare. Diversa è però dunque, sarebbe l’ostruzione a livello faringeo ad avere un ruo-
la problematica che il clinico deve affrontare nel considerare lo importante, a causa della depressione che si genera nelle bas-
ogni singolo caso. se vie durante gli sforzi inspiratori, e che si trasmette per va-
La review che rientra fra le poche validabili secondo criteri ri- si comunicanti all’esofago, risucchiando il contenuto gastrico.
gorosi 36 conclude che, pur riscontrandosi spesso un’associa- Si torna quindi a una componente periferica (l’OSAS), trattabi-
zione fra bruxismo e disfunzioni dell’ATM, emergono numero- le per via occlusale 46.

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Bruxismo e dolore craniofacciale riscono però anche il russare notturno e l’apnea, rilanciando così
Su questo argomento viene considerata scientificamente attendi- il ruolo dell’OSAS, la terapia per via occlusale e il possibile ruolo
bile una review 47 che giunge a conclusioni estremamente inte- concausale della malocclusione. In una review sistematica Man-
ressanti per prudenza e possibilismo. Anche in questo quadro fredini e Lobbezoo 52 hanno preso in considerazione il possibile ruo-
clinico non esiste una relazione lineare semplice tra bruxismo e lo di fattori psicosociali, come stress e depressione, ma non è stato
dolore. Se da un lato una relazione diretta fra l’intensità del bru- possibile trovare chiare evidenze di un loro specifico ruolo causale
xismo e l’intensità del dolore è spesso clinicamente ipotizzata e sul bruxismo. Su quello notturno sembrano giocare un ruolo stress
rilevata in molti casi, è evidente che la soglia del dolore è variabi- emotivi acuti e non le condizioni generiche di ansia 53. Pur mante-
le secondo le condizioni del soggetto 47. È tuttavia significativo il nendo attenzione per un loro possibile ruolo concausale, va ricor-
riscontro di successo terapeutico con dispositivi endo-orali in pa- dato che i medesimi sono presenti anche nell’OSAS e nei disturbi
zienti che presentavano bruxismo, dolore facciale e disfunzione dell’ATM, a loro volta collegabili all’occlusione 47.
dell’ATM insieme 48. Pertanto, prima che vero o falso, il rapporto Relativamente ai traumi che possono favorire il bruxismo, non
fra bruxismo e dolore è indefinibile secondo un rapporto di cau- andrebbero dimenticati quelli che riguardano il cranio e la man-
salità diretta e lineare. dibola, e sono facilmente causa di alterazione dell’occlusione e di
disturbi del sistema cranio-mandibolare–ATM.
ATM, sonno e bruxismo
A lato del rapporto già considerato fra bruxismo e problemi Ruolo dei neurotrasmettitori
dell’ATM e fra bruxismo e sonno, può risultare interessante consi- Si sono anche considerati i mediatori chimici potenzialmente
derare, quasi a chiudere un cerchio, quello fra disturbi dell’ATM coinvolti 54, in particolare la serotonina55,56 e il sistema dopaminer-
e disturbi del sonno: questo rapporto, riscontrato da vari Auto- gico centrale4,57,58, ma nemmeno questo è stato sufficiente a spie-
ri 49, 50, potrebbe risultare molto interessante anche nell’interpre- gare compiutamente l’origine del fenomeno 59. Se da un lato il ruo-
tazione del bruxismo, in quanto presente, come si è visto in en- lo del sistema dopaminergico nell’insorgenza del bruxismo può
trambi questi quadri clinici. Infatti esiste una buona evidenza ritenersi dimostrato 58, rimane l’incognita del perché dell’altera-
che la mediocre qualità del sonno aumenti il rischio di disordi- zione di tale sistema. Anche questo, però, potrebbe rientrare fra le
ni temporomandibolari (TMD) dolorosi 49, ma non si è rileva- conseguenze dell’OSAS: “Questi risultati suggeriscono che la che-
to nemmeno qui un rapporto di causalità lineare. È significa- miosensibilità in pazienti con sindrome delle apnee ostruttive del
tivo però che la problematica ATM, le OSAS e il bruxismo, che sonno possa ridursi in conseguenza di anomalie nei meccanismi
spesso si accompagna a entrambe, possano rapportarsi anche dopaminergici” 57.
con la malocclusione 28, e si affrontino con approccio occlusa- Nella patogenesi del bruxismo è stato dimostrato il ruolo degli
le: bite, splint e Oral Device sono denominazioni prive di spe- arousal60,61, responsabili anche di problematiche cardiologiche62:
cifica semantica, che possono confluire in una unica problema- anzi arousal, bruxismo e pressione arteriosa occupano di fatto
tica caratterizzata sostanzialmente dall’intervento sui rapporti un’area clinica comune63, 64.
occlusali, individuando un diverso rapporto fra arcate dentarie Si è però dimostrato anche che sia gli arousal61, 64 sia molte disfun-
antagoniste, non solo in termini di contatti o pre-contatti, come zioni secondarie legate all’OSAS, quali disturbi cardio circolatori65,
nel caso dei bites piatti comunemente impiegati, ma sopratutto ipertensione66, disfunzione erettile67, 68, alterazioni endocrine69, in-
nei rapporti tridimensionalmente intesi fra le basi ossee mandi- dubbiamente riferibili all’attività del SNC, trovano nell’OSAS, se
bolari e mascellari. presente, un possibile ruolo concausale, e nel suo trattamento una
possibile efficace terapia, segno che l’indiscutibile ruolo centrale
Origine centrale o periferica del bruxismo può a sua volta dipendere da un problema ostruttivo – periferico,
È recentemente cresciuto l’interesse dei ricercatori sulla possibile sul quale la terapia agisce con efficacia anche se affidata agli Oral
origine centrale o comunque extraocclusale del bruxismo1. Devices 65: trattando l’OSAS migliorano anche le disfunzioni di
evidente origine centrale che dall’OSAS dipendono.
Fattori fisiopatologici, psicosociali ed esogeni (stress e depressione) Il link fra bruxismo e SNC potrebbe passare anche attraverso il
Vari Autori hanno ricercato il ruolo che possono avere nella pa- suo rapporto con la bilancia simpatovagale70, ma anche in que-
togenesi del bruxismo vari fattori fisiopatologici: il fumo 51, l’alcol sta relazione può intervenire l’apnea, provatamente responsabile
e l’uso di oppioidi possono concorrere a favorire l’insorgenza di dell’ipertono simpatico: pur essendo l’ipertono simpatico a con-
questa patologia 5: fumo, alcool e farmaci come gli oppioidi favo- trollo centrale, si è visto che il trattamento dell’ostruzione re-

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I disturbi respiratori
sponsabile dell’OSAS può avere positivi ef- L’opportunità di questa terapia è rafforza-
ostruttivi nel sonno
fetti sul bruxismo notturno nonostante la ta dal fatto che, nella comorbilità fra emi-
sua natura periferica 71. potrebbero fornire una crania e OSAS, le terapie tradizionali per
In un tracciato polisonnografico si distin- diversa interpretazione l’OSAS non hanno indicazione per l’emi-
guono le apnee in centrali, ostruttive e del rapporto tra bruxismo crania, e quelle per l’emicrania non danno
miste. Le apnee miste, pur riconoscendo e SNC, spiegabile vantaggi per l’OSAS.
una componente centrale, sono assimila-
te alla ostruttive, e risentono significati-
con la successione: Bruxismo e otalgia
vamente del trattamento del fattore peri- OSAS con alterazione Altra comorbilità riferita è quella fra l’otal-
ferico costituito dall’ostruzione, con tutte dopaminergica, micro gia e il bruxismo 79, che dell’otalgia sem-
le terapie impiegabili, Oral Device com- arousal, ipertono bra essere la causa 80. L’otalgia è peraltro
preso. spesso legata a problemi dell’ATM 81, i qua-
Anche le apnee centrali tendono a dimi-
simpatico-bruxismo li costituiscono il logico link intermedio
nuire a seguito di una efficace terapia fra bruxismo e otalgia. La soluzione del
delle ostruttive. I disturbi respiratori ostruttivi nel sonno po- conflitto fra ATM e orecchio è spesso affidata a un trattamen-
trebbero dunque fornire una diversa interpretazione del rap- to occlusale 82.
porto tra bruxismo e SNC, spiegabile con la successione: OSAS
con alterazione dopaminergica, micro arousal, ipertono simpa- Bruxismo e fattori genetici
tico-bruxismo, il che permette di prendere in ragionevole consi- Il bruxismo sembra essere, almeno in parte, geneticamente de-
derazione l’ipotesi di un ruolo dell’occlusione e dell’origine an- terminato 83, 84, come sembra dimostrare una sua significativa
che periferica del bruxismo, individuandone anche un’efficace presenza nei gemelli monozigoti 85. Tuttavia nessun gene spe-
terapia nel trattamento con OD. cifico è associato al bruxismo nel sonno 86. L’ipotesi di una
componente genetica di una patologia si basa spesso sul suo
Bruxismo e cefalea riscontro anamnestico e clinico in vari componenti di una fa-
Altro aspetto che sposterebbe a livello centrale la patogenesi del miglia, ma ben raramente sulla individuazione di un gene spe-
bruxismo è la sua frequente associazione con le cefalee primarie, cifico. Rimane quindi non chiaro quale sia l’elemento geneti-
emicrania e tensiva 72,73 in particolare, anche se mancano evidenze co-familiare potenzialmente responsabile. Il fattore genetico
scientifiche certe 74, come del resto in tutto l’argomento “bruxismo”. potrebbe essersi espresso non direttamente nel bruxismo, ma
Va sottolineato che la diagnosi di cefalea primaria, che fra emi- nel fenotipo strutturale, spesso simile in vari componenti del-
crania e di tipo tensivo costituisce il 90% delle diagnosi di cefa- la stessa famiglia, e, a maggior ragione, nei gemelli monozigoti,
lea, dovrebbe essere formulata previa esclusione di possibili ori- il che consente alla tipologia occlusale, elemento fondamenta-
gini secondarie. Il fatto che quasi sempre la diagnosi differenziale le del fenotipo, di rientrare a pieno titolo fra i possibili fattori
con la Cefalea punto 11 della classificazione dell’International He- causali. Il fatto che il riscontro di bruxismo sia maggiore nei
adache Council, punto classificatorio che comprende le cefalee gemelli omozigoti rispetto ai dizigoti 85 sarebbe spiegabile con
che derivano da problemi di bocca, denti e ATM, non venga nem- l’identico patrimonio genetico, e quindi con una espressione
meno posta, fa ragionevolmente sospettare che il problema sia fenotipica sostanzialmente uguale anche nell’occlusione.
sottostimato, e che molte diagnosi di cefalea primaria si riferisca- È del resto abituale riscontro da parte dei dentisti, e degli orto-
no invece a cefalee secondarie punto 11 non sufficientemente in- dontisti in particolare, di tipologie occlusali comuni a vari com-
dagate o nemmeno ipotizzate. ponenti di una famiglia: se, caso per caso, è l’occlusione a so-
Al rapporto già riscontrato fra emicrania e disturbi nel sonno 75 e stenere la patologia di confine che si considera (si pensi anche,
fra cefalee primarie e disturbi dell’ATM 76 si aggiunge l’associa- ad esempio, alla cefalea), il riscontro di una diffusione familia-
zione triangolare fra bruxismo, cefalee primarie e disfunzioni re, ancorché su base genetica, non confliggerebbe con l’ipote-
dell’ATM 77, e quella fra bruxismo, cefalea e russare notturno 78. si occlusale, e individuerebbe invece un possibile percorso tera-
In questi casi, caratterizzati da diverse comorbilità, accomuna- peutico vincente sull’intera famiglia, giacché la malocclusione
te però da una patogenesi di origine periferica e dalla possibile è sì, almeno in parte, geneticamente sostenuta, ma è caratteristi-
indicazione a un trattamento per via occlusale, vari Autori sug- ca fenotipica modificabile con il trattamento.
geriscono l’opportunità di impiegare dispositivi intraorali 73,75,78. Ovviamente, quale legame fra fattori genetico-familiari e psico-

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sociali non è da sottovalutare l’influenza che queste due catego- Trattamento del bruxismo per via occlusale
rie esercitano reciprocamente all’interno di una stessa famiglia 86. Nonostante il recente orientamento della letteratura a considera-
Per tutto ciò, affermare il concetto che “nella genesi dell’SB un re piuttosto una patogenesi centrale del bruxismo, e i dubbi sul
ruolo dominante sia svolto dal sistema nervoso centrale e/o da ruolo dei fattori periferici e in particolare dell’occlusione, si è vi-
quello autonomo, piuttosto che da fattori sensoriali periferici”87 di sto che l’unica terapia validata rimane quella occlusale con bite,
fatto non esclude che l’occlusione possa avere comunque un ruolo anche se giustificata non come terapia causale, ma per la sua ef-
primario, i cui effetti passino secondariamente, come tutte le più ficacia relativamente sulle conseguenze del bruxismo: insorgenza
importanti funzioni, sotto il controllo del SNC. Infatti, gli Autori di sintomatologia a carico dell’articolazione temporomandibolare
che hanno con più forza sottolineato l’origine centrale del bruxi- e dei muscoli masticatori, abrasione dentaria e stress parodontale.
smo in luogo di quella periferica, individuano comunque alcune Il trattamento causale del bruxismo per mezzo di bite è stato inve-
possibili influenze periferiche sul SNC, e quindi un loro ruolo an- ce giudicato argomento controverso e privo di validazione scienti-
corché indiretto: “tuttavia alcuni fattori sensoriali periferici pos- fica da una revisione Cochrane 91. In realtà la revisione Cochrane
sono esercitare un’influenza sull’SB mediante la loro interazione conclude che “attualmente non esiste alcuna evidenza di una re-
con i meccanismi sonno-veglia 87”. Del resto alcuni lavori confer- lazione causale tra bruxismo e occlusione”, il che non esclude ta-
mano espressamente il ruolo dell’occlusione nelle funzioni del le relazione se, dall’ambito scientifico, si passa a quello clinico sul
SNC 88. Altri sottolineano il ruolo degli arousal, che risentono pe- singolo paziente. Va oltretutto segnalato che i criteri di inclusio-
raltro della terapia occlusale con OD 5. Altri ancora addirittura gli ne nella suddetta review decisi dagli Autori hanno relegato fra gli
effetti diretti sull’attività cerebrale dell’applicazione di OD 89. studi esclusi da quelli ritenuti validi un discreto numero di lavo-
ri che confermavano l’efficacia del trattamento occlusale nel bru-
Trattamento del bruxismo xismo 92, 93, 94.
L’opportunità di rivalutare l’origine periferica e la terapia occlu- È significativo inoltre che, nell’efficacia del trattamento occlusale
sale nel bruxismo passa anche per la constatazione di inefficacia del bruxismo, giochi un importante ruolo la conformazione del de-
dei trattamenti farmacologici 90. vice 93, 94. In particolare, relativamente al bruxismo nel sonno, si è

Tabella 1. Definizioni dei termini che descrivono vari aspetti di occlusione dentale e articolazione*
Articolazione relazione statica e dinamica tra le superfici occlusali dei denti durante la funzione
Contatto prematuro (prematurità) contatto che determina il malposizionamento di un dente, interferisce con il movimento corretto della mandibola o sposta una
protesi mobile dalla sua posizione basale
Interferenza qualsiasi contatto dentario che interferisca con il movimento mandibolare armonioso o che lo impedisca
Lato (di lavoro) laterotrusivo il lato verso il quale si muove la mandibola in escursione laterale
Lato (di non lavoro; di bilanciamento) il lato della mandibola che si muove verso la linea mediana in escursione laterale
mediotrusivo
Malocclusione qualsiasi deviazione dalla normocclusione. Anziché “malocclusione”, De Leeuw utilizza il termine “variazione occlusale”,
ovvero relazione biologica o funzionale anomala tra denti mascellari e mandibolari
Morso profondo anteriore eccessiva sovrapposizione verticale dei bordi incisali degli incisivi mascellari sugli incisivi mandibolari con i denti in massima
intercuspidazione
Occlusione relazione statica tra superfici incisali o masticatorie dei denti mascellari o mandibolari o degli analoghi dei denti
Posizione di contatto retrusa punto di contatto dentale iniziale quando i condili sono guidati lungo la pendenza posteriore dell’eminenza nella posizione
massima superiore alla chiusura dei mascellari
Posizione di massima intercuspidazione completa di denti antagonisti, indipendentemente dalla posizione condilare
intercuspidazione
Relazione di classe I di Angle relazione dentaria in cui esiste un rapporto normale anteroposteriore dei mascellari, come indicato dalla corretta
(normocclusione) interdigitazione dei molari mascellari e mandibolari, ma con affollamento e rotazione dei denti in altri punti, ovvero displasia
dentaria o lunghezza insufficiente dell’arcata
Relazione di classe II di Angle relazione dentaria in cui l’arcata mandibolare risulta posteriore a quella mascellare in uno o entrambi i segmenti laterali;
(disto-occlusione) il primo molare mandibolare risulta distale al primo molare mascellare
Relazione di classe III di Angle relazione dentaria in cui l’arcata mandibolare risulta anteriore a quella mascellare in uno o entrambi i segmenti laterali;
(mesio-occlusione) il primo molare mandibolare risulta mesiale al primo molare mascellare
*modificata da 96

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rivelata efficace la terapia con OD di tipo MAD: “l’uso a breve ter- 1. Malocclusione di II classe dx e laterodeviazione in paziente OSAS e
mine di un MAD personalizzato provvisorio è associato a una no- bruxista

tevole riduzione dell’attività motoria del bruxismo nel sonno” 95. 2. Intercettazione ortodontica reversibile con Oral Device: cessazione OSAS e
bruxismo
Anche questo sembrerebbe confermare il ruolo patogenetico dell’O-
3. Prosieguo ortodontico
SAS sul bruxismo, ma anche quello indiretto dell’occlusione: l’Oral
4. Finale: si conferma cessazione OSAS e bruxismo
Device di tipo MAD agisce, a livello periferico, modificando l’oc-
clusione. È necessario, a questo punto, precisare cosa si intende
per “occlusione”. Nel Glossary of Prosthodontic Terms 96 si evidenzia escludere con una semplice neutralizzazione dei contatti occlu-
come la definizione del termine occlusione, “relazione statica tra sali con un bite piatto o, peggio ancora, andando a rimuovere
superfici incisali o masticatorie dei denti mascellari o mandibola- i contatti giudicati sfavorevoli: applicando un bite piatto nella
ri o degli analoghi dei denti”, si accompagni a una serie di elemen- maggior parte dei casi una malocclusione rimane tale, perché
ti costitutivi (Tabella 1). rimane sostanzialmente nel medesimo rapporto scheletrico, ad
Dalla letteratura, però, emerge che l’unico aspetto occlusale abi- esempio di II o di III classe, che può addirittura esserne aggrava-
tualmente considerato nella gestione del bruxismo è il rapporto fra to. In questi casi, se il bite non darà riscontri di efficacia, ciò ac-
le superfici masticanti antagoniste. Infatti, anche la terapia con bite cadrà forse anche perché la sua conformazione era inadeguata al
proposta abitualmente consiste in dispositivi piatti. In realtà il con- caso. Per lo stesso motivo, nel progettare lo spessore di un bite è
cetto di “occlusione” va necessariamente esteso a considerare l’inte- necessario considerare la presenza di morso profondo o di mor-
ro sistema stomatognatico, e non può prescindere da quello di “ma- so aperto.
locclusione”, vista l’altissima epidemiologia di quest’ultima. Una delle più importanti review 20 sul bambino dichiara di aver
Infatti McCoy 97, nel definire quella che ha chiamato “sindrome selezionato esclusivamente pazienti in I classe, con “dentizione
da compressione dentale” ha sottolineato proprio il concetto che, primaria completa”, mentre è evidente che la diagnosi occlusa-
presso i dentisti, non è ben chiara la distinzione fra “occlusione le in una dentatura primaria o mista non può che essere conside-
ideale” e “malocclusione”, il che non può che interferire nella de- rata “provvisoria”, e può risultare clamorosamente peggiorata al
finizione dei rapporti fra occlusione e bruxismo. È evidente che completamento della permuta.
necessitino ulteriori studi, estesi possibilmente ai rapporti maloc- Inoltre, l’eventuale ruolo patogenetico dell’occlusione andrebbe
clusione-bruxismo. analizzato anzitutto in pazienti in malocclusione, grazie alle mo-
È evidente che un eventuale ruolo dell’occlusione, e soprattutto difiche occlusali mirate che può attuare un bite, adeguatamente e
della malocclusione, nella patogenesi di un quadro clinico qua- individualmente conformato e portato h24, anche sui rapporti di
le il bruxismo, ma anche della disfunzione dell’ATM, non si può classe e sulle malposizioni mandibolari.

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Un analogo bias si insinua nella considerazione del rapporto fra


bruxismo e ATM. Nella descrizione della terapia, in letteratura
non vengono quasi mai compiutamente descritte le caratteristi-
che dei bite impiegati, né il tipo di prescrizione, notturna o h24.
Del resto il trattamento h24 secondo alcuni Autori è assoluta-
mente controindicato: “l’uso h24 di splint orali è controindicato
a causa del rischio di modifiche iatrogene nei pattern di contat-
to occlusale 98. Una visione statica dell’occlusione ha motivo di
temere “modifiche iatrogene nei pattern di contatto occlusale”,
mentre in una visione ortodontica questi possono rientrare nel
piano di trattamento, che sarà rivolto a ottimizzare i pattern di
contatto occlusale, armonizzandoli con i cambiamenti della po-
stura mandibolare che, grazie al bite, si siano rivelati efficaci nei
confronti delle co-morbilità.
Ancor peggio, nel descrivere la terapia dell’OSAS con Oral De-
5
vices, che in fondo sono bite a tutti gli effetti, se ne evidenzia
la natura occlusale (mandibular advancement) senza però indi- 5. Il bite piatto risulta indicato nel bruxismo, ma solo per limitare le
conseguenze legate in particolare all’abrasione dei denti e allo stress
cazioni diagnostiche di tipo occlusale. È evidente che l’applica-
parodontale, non come terapia causale.
zione di un OD non può essere caratterizzata occlusalmente so-
lo dai gradi di avanzamento rispetto alla massima protrusione
(50%, 75%.) introdotti ai fini OSAS, ma deve rapportarsi anzitut- mente portabili h24, o dell’impiego del molaggio selettivo. A no-
to con l’occlusione e soprattutto con la malocclusione che il pa- stro parere il concetto di occlusione non può prescindere da
ziente presenta all’origine: il grado di avanzamento proponibi- quello di malocclusione, soprattutto non può esserne disgiun-
le è necessariamente ben diverso in una II classe rispetto a una to in sede clinica. In un rapporto di II classe un bite piatto ri-
III. Tra l’altro solo a condizione di inserirla in un piano di tratta- muove i contatti occlusali, ma lo schema occlusale rimane di
mento ortodontico formulato ad personam è proponibile una te- II classe. Se è presente un morso aperto un bite piatto lo aggra-
rapia dell’OSAS per via occlusale nel bambino (Figure 1-4). va. La rimozione dei pre-contatti in un morso profondo appare
Un cerchio si chiude considerando i temuti effetti collaterali del- incomprensibile, stante la presenza di un generale “postcontat-
la terapia con OD nei casi di disfunzioni dell’ATM, che, secondo to”. Così pure il fatto che l’introduzione artificiale di precontatti
alcuni Autori, la renderebbero controindicata. Tuttavia si tratta non sempre induca bruxismo non è significativo per escludere
piuttosto di un invito a maggior prudenza che di una controindi- il ruolo patogenetico dell’occlusione (anzi, della malocclusio-
cazione stretta 99. ne), in quanto è noto che “non tutti i bruxisti presentano ma-
È evidente che se i due approcci terapeutici (OSAS e ATM) si muo- locclusioni e non tutti gli individui con malocclusioni sono af-
vono ciascuno secondo propri distinti indirizzi, entrambi igno- fetti da bruxismo” 100.
rando le caratteristiche occlusali del paziente, i rischi di danni Non è quindi con questi strumenti che può essere sciolto ne-
collaterali possono essere alti, come pure è da attendersi una mi- gativamente il dubbio che il bruxismo di un paziente con scor-
nore efficacia ai fini ATM e una scarsa compliance ai fini OSAS. retta occlusione sia da quest’ultima determinato o favorito, co-
Gli effetti sul bruxismo non potranno che essere casuali, e non me sembra invece si debba dedurre dalla letteratura (Figura 5).
potranno certo fornire conclusioni secondo un qualche criterio lo- D’altra parte, nel fallimento sostanziale di tutte le altre strate-
gico, né tantomeno scientifico. gie terapeutiche, l’unica che risulta in qualche modo efficace è
Da questi fattori si evince come non siano solo i contatti inte- proprio l’impiego di bite, anche se è rivolta ad evitare le conse-
rocclusali a definire un’occlusione: solo la loro rimozione sem- guenze cliniche del bruxismo (abrasione dentale, problemi pa-
bra essere invece l’unica preoccupazione della maggior parte gli rodontali, perdita di impianti, disturbi dell’ATM, problemi ai
operatori che affrontano il problema del ruolo dell’occlusione nel muscoli masticatori).
bruxismo con l’uso di dispositivi intraorali (bite). Nella revisione Cochrane di Macedo et al. sul trattamento con bi-
La rimozione di contatti giudicati sfavorevoli è infatti l’unico pos- tes del bruxismo nel sonno 91, la descrizione dei devices proposti
sibile effetto di bite piatti superiori (Figura 5), oltretutto difficil- dai vari Autori, che pure si dilunga su aspetti tecnici ininfluenti

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come i materiali da impronta, di colaggio o l’uso di arco facciale


e di articolatore a valori semi individuali, riporta quasi costan-
temente conformazioni piatte. La review conclude che l’eviden-
za non è sufficiente per affermare che lo splint occlusale sia ef-
ficace per il trattamento del bruxismo nel sonno. Tuttavia, nella
stessa review, compaiono il lavori di Landry e Lavigne 101 di te-
nore opposto, che sottolineano la maggior efficacia dei devices
di tipo MAD, tanto che, in una successiva review 91 lo stesso Ma-
cedo (con altri co-autori) conclude: “non esiste un’evidenza suf-
ficiente per definire uno standard di riferimento nell’approccio
10
al trattamento dell’SB, eccetto che per l’uso di Oral Appliances.
Per Oral Appliances si intendono appunto i Mandibular Advan- 6. Paziente grave bruxista, mandibolare: cessato bruxismo,
cent Devices applicati ai fini OSAS”. “emicranico”, OSAS “emicrania” e OSAS
Va sottolineato che questi devices non si limitano a rimuovere 7. Si notino le ampie abrasioni 9. Ortodonzia
i contatti interdentali, ma modificano drasticamente il rapporto 8. Bite con riposizionamento 10. Protesizzazione finale

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interarcata, riposizionando la mandibola. Conclusione


Questo vantaggio non sembrerebbe estendibile al trattamento del La ricerca di un nesso causale diretto e lineare fra occlusione e
bruxismo diurno, non essendo i devices di tipo MAD compatibili bruxismo non ha avuto riscontro positivo, ma non lo si è potu-
con una normale vita di relazione. In realtà il medesimo approc- to individuare nemmeno in altre aree, collocate in ambito centra-
cio può essere attuato applicando durante il giorno dispositivi di le piuttosto che periferico: del resto ben difficilmente può essere
riposizionamento mandibolare del tipo impiegato per le disfun- trovato in una problematica che costituisce un sistema complesso,
zioni dell’ATM, specie se queste sono presenti. Anzi, la presenza gravato da infinite variabili individuali, parte legate al paziente,
di problemi ATM non dovrebbe limitare l’indicazione della tera- parte all’operatore, sia in sede diagnostica che terapeutica.
pia dell’OSAS con OD o del bruxismo con bite nei casi con comor- Riteniamo che anzi sia inopportuno pretendere di classificare il
bilità ATM, come alcuni Autori ritengono, ma anzi renderla di ele- bruxismo con una netta frattura concettuale fra fenomeno me-
zione, purché le due problematiche siano entrambe considerate in diato perifericamente e centralmente 103. È invece necessario re-
sede sia diagnostica che terapeutica. cuperare l’importanza di alcuni fattori periferici: piuttosto che
Non sarà infine inutile sottolineare che anche i disturbi della psi- nell’ambito generico e confuso dell’occlusione, è necessario che
che, individuati come possibile causa di bruxismo, sono spesso la ricerca si indirizzi in quello più facilmente definibile e identifi-
presenti anche nei disturbi del sonno e dell’ATM. cabile della malocclusione, che, inserita in una “sindrome occlu-
Nel bruxismo le problematiche occlusali, gnatologiche (ATM), re- sale” multifattoriale, può fornire una interpretazione patogene-
spiratorie, centrali, psicologiche, genetiche non hanno potuto for- tica del bruxismo anche per via indiretta, attraverso un ruolo in
nire una chiara e univoca interpretazione patogenetica se consi- varie comorbilità, sia di natura periferica che centrale, che pos-
derate singolarmente, alla ricerca di una causalità diretta e di un sono insieme contribuire a sostenerlo: sonno, bilancia simpato-
rapporto lineare . vagale, neurotrasmettitori, disturbi cranio mandibolari, comor-
La sintesi oculata di tutti questi argomenti può convergere invece bilità, genetica, cefalea.
a rivalutare il ruolo dell’occlusione, intesa come ricerca del corret- In campo terapeutico l’applicazione del bite, da tutti ritenuta effi-
to rapporto non solo interdentale ma esteso a quello fra le basi os- cace nel limitare i danni che sulla dentatura e il parodonto il bru-
see mascellare e mandibolare, fra condilo, disco e cavità glenoide xismo può indurre, dovrebbe essere ottimizzato e comprendere
e sui coinvolgimenti muscolari, con ovvi vantaggi sia sul bruxi- anche ambiti di terapia causale, al fine di trattare anche gli altri
smo che sulle comorbilità. quadri clinici che nella malocclusione trovano una possibile ele-
Anche i termini generici e semanticamente indefiniti, quali bite, mento concausale di bruxismo, e che attraverso la terapia della
Oral Device, splint ed altri proposti in letteratura per singoli ar- malocclusione, che spesso comprende l’uso di bite, possono es-
gomenti, dovrebbero convergere su una filosofia comune, ma sere risolti, contribuendo insieme alla risoluzione del bruxismo.
anche in una applicazione quanto mai individualizzata non so- È probabilmente più logico che non si pretenda di scoprire una

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lo relativamente al quadro clinico che risulta predominante in inarrivabile causa unica, indagando analiticamente su ciascuna
ciascun caso o che si intende analizzare a scopi scientifici, ma tessera di quello che è un mosaico complesso: il clinico deve ne-
soprattutto al tipo di occlusione/malocclusione che il paziente cessariamente affidarsi a una visione di insieme, e al corretto ap-
presenta. proccio diagnostico e terapeutico in ogni singolo caso.

Riassunto Summary
Il ruolo dell’occlusione nella patogenesi queste più recenti ipotesi patogenetiche Occlusion role in the pathogenesis of problems. However, all these pathogenetic
del bruxismo in tempi recenti appare mancano, al pari dell’occlusione, di chiara bruxism recently appears debunked: hypothesis, as well as occlusion role,
ridimensionato, mentre sono emersi conferma scientifica relativamente a un bruxism mainly appears to be \centrally miss clear scientific confirmation for a
ipotesi patogenetiche diverse, di nesso di causalità diretta e lineare. Il regulated, not peripherally, and a generally direct and linear causality if analyzed
prevalente derivazione centrale anziché concetto di malocclusione, che pure rientra non-occlusion-oriented multicausal individually. The concept of “malocclusion”,
periferica, che suscitano l’interesse nell’ambito dell’occlusione, può però etiology emerged: Obstructive Sleep which consists in part of the “occlusion”
dei ricercatori. È infatti emerso il ruolo fornire una diversa visione, e permette di Apnoea (OSAS) and arousal role emerged, concept, can provide a different point
dell’apnea ostruttiva nel sonno (OSAS) e prendere in ragionevole considerazione un together with some chemical mediators of view, and retract the occlusion in
degli arousal, di alcuni mediatori chimici ruolo causale indiretto dell’occlusione nel (in particular the dopaminergic system an indirect causal role of bruxism, as
(in particolare il sistema dopaminergico bruxismo, in quanto spesso responsabile and the sympathetic nervous system) and often responsible or involved in all
e l’ipertono simpatico), e si è indagato o comunque coinvolta in tutti questi psychosocial factors. these matters, up to identify, with the
anche su alcuni fattori psicosociali. Fra argomenti, fino a individuare, con visione Among the comorbidities, a positive synthesis vision, a multifactorial “occlusal
le comorbilità rimane aperto soprattutto di sintesi, una “sindrome occlusale” association with TMJ pain is showed, but syndrome”, and potentially provide
il collegamento con i disordini dell’ATM. multifattoriale, potenzialmente in grado di bruxism is not linearly related to TMJ effective therapy.
Analizzate singolarmente, però, tutte fornire anche efficaci indirizzi terapeutici.

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aprile 2017
AGGIORNAMENTO MONOGRAFICO G N AT O L O G I A

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