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PODOLOGIA

VOLUME I
Il ruolo del Podologo
nell’ambulatorio medico
La normativa, le responsabilità, le mansioni,
i compiti, i limiti di intervento
a cura di Gaetano Di Stasio
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Gli A4 di Podos Logo Italia


ANNO IV Numero 5 (6)
I° semestre 2004 PODOLOGIA
La Rivista dei Podologi Italiani

VOLUME I
Il ruolo del Podologo
nell’ambulatorio medico
La normativa, le responsabilità, le mansioni,
i compiti, i limiti di intervento
a cura di Gaetano Di Stasio

Gli A4 di Podos Logo Italia


A Francesco Mario Mendicino.
Podologo e Fisiokinesiterapista.
Maestro di due generazioni di Podologi.
Amico e compagno di viaggio indimenticabile.
Esempio per tutti noi
Sommario

Prefazione 9
1. Introduzione. Accenni alla normativa 15
di G. Di Stasio

2. Esame podologico 23
di G. Di Stasio e S. Andolfo

3. Trattamenti locali 35
di G. Di Stasio

4. Trattamenti ortesici 47
di S. Andolfo e G. Di Stasio

5. Posturologia 49
di G. Di Stasio
5.3 Posturologia nello sport 53
di G. Francavilla, A. Parisi, V.C. Francavilla

6. Ortoplastia di protezione, riabilitazione,


riallineamento 57
di G. Di Stasio

7. Informazione e prevenzione 65
di S. Andolfo e G. Di Stasio

8. Conclusioni 71
di G. Di Stasio

Bibliografia 75
Gerenza 78
Le Opere della collana PODOLOGIA 79

Crediti fotografici:
per la splendida iconografia ed in particolre
In copertina: il Podologo J.M. Bertin per il fotografico sulle
“Tre studi anatomici di gamba maschile” ortoplastie in Podikon44 ed in Podikon Alleance
Alessandro Allori (1535-1607) cm. 42.2x30.8 e per alcune immagini
disegno su carta - Chatsworth House - Derbishire. sulla prevenzione del piede diabetico.
Ringraziamo gli Autori
5
Prefazione

Obiettivo di questa opera è quello di esprimere, in un quadro sintetico, le nozioni basali per
uno studente di podologia che si accinge, attraverso uno studio polivalente ed esteso, ad inte-
ressarsi al ruolo del Podologo nell’ambito della Medicina Specialistica.
L’Opera, elaborata in otto brevi capitoli, ha la funzione di dettare le nozioni generali che
possano meglio inquadrare la normativa, le responsabilità, le mansioni, i compiti e i limiti di
intervento del Podologo.
Inizia con un esame podologico completo che consente di verificare la preparazione di base e
ci apre a nuove conoscenze per attivare trattamenti locali, trattamenti ortesici ed una serie di
informazioni sulla postura in generale e sulla postura applicata allo sport, allo scopo di preve-
nire le più frequenti alterazioni anatomiche a carico del piede e riabilitare precocemente danni
funzionali a carico di un apparato muscolo-scheletrico di eccellenza quale è il piede.
In questo elaborato il termine “postura” nasce, come concetto cosmico, con la presenza del-
l’uomo sulla terra e rappresenta il posizionamento dell’animale nel contesto globale delle sue
attività fondamentali che sono la funzione cardio-respiratoria, la funzione metabolica, la fun-
zione statica e riproduttiva.
Ricordiamo che il corpo umano, cercando il proprio equilibrio in un comfort abitativo, privi-
legia il minimo costo energetico che gli consente di comunicare con l’ambiente esterno per
mezzo di un sistema extra-verbale.
La postura quindi definisce un rapporto inscindibile tra l’uomo ed il mezzo adiacente con una
serie innumerevole di stimoli informativi che continuamente arrivano alla corteccia attraverso
modifiche funzionali collegate alla normale vita di relazione.
Oggi la Posturologia come Scienza riveste un ruolo primario nella Medicina e nella Podologia
in particolare.

Conclude l’Opera un prezioso apporto dell’Autore che vuole essere di provocazione e stimolo
per il lettore, per una ponderata e serena acquisizione di verità scientifiche acquisite attraverso
anni di cultura accademica, di lavoro e di esperienza.

Giuseppe FRANCAVILLA
Presidente CdL di Podologia Palermo
Cattedra Medicina dello Sport, Facoltà di Medicina e Chirurgia Università degli Studi Palermo

9
Prefazione

Solo da pochi anni i diabetologi si stanno occupando in prima persona di tutte le


sfaccettature della problematica del “Piede Diabetico”. Per tale motivo hanno dovuto
acquisire conoscenze di tipo chirurgico, ortopedico, vascolare e di fisiopatologia dei
movimenti e degli appoggi plantari confrontandosi, quando possibile, con i rispettivi
specialisti.
Gli studi sui corretti approcci di prevenzione, cura e riabilitazione sono anch’essi
piuttosto recenti e possiamo dire che linee guida e di indirizzo si stanno solo adesso
approntando come frutto di queste esperienze.
La collaborazione fra Diabetologo e Podologo si sta sviluppando sempre più in questi
ultimi anni ed in alcune isole felici la figura del podologo fa già parte in maniera sta-
bile delle Unità Diabetologiche che si occupano di Piede Diabetico. Per mia esperienza
diretta ho potuto constatare l’utilità di poter disporre dell’aiuto di tale figura professio-
nale nella cura delle ulcere croniche e soprattutto nella prevenzione delle reulcerazio-
ni. In tal senso ritengo che le ortesi al silicone, preparate con i moderni materiali e le
recenti tecniche, siano uno dei presidi più promettenti nella cura di questa complicanza
del diabete così invalidante.
L’uso delle ortoplastie, così come la corretta gestione delle deformazioni, delle iper-
cheratosi e delle ulcere croniche ai piedi, con le peculiarità richieste per i diabetici,
ancora non sono sufficientemente approfonditi nei CdL che portano alla formazione
del Podologo e non sempre sono previsti adeguati periodi di tirocinio presso strutture
diabetologiche.
Pertanto la pubblicazione di una collana che si occupi di tutta la podologia ma che non
trascuri tale problematica e che per di più è corredata di moderni sistemi di aggiorna-
mento, quali i filmati di trattamento di pazienti reali in DVD (nel terzo volume della
serie), è senz’altro da accogliere con entusiasmo come un intelligente strumento che
cerca di colmare le lacune evidenziate nel bagaglio culturale del Podologo e non solo…
.

M. Eugenio DE FEO
Responsabile U.O.S. di Diabetologia
Az. Osp. A. Cardarelli - NAPOLI

11
Prefazione

Ho avuto modo di iniziare una colloborazione professionale con l’Autore di questo


volume, il Podologo Gaetano Di Stasio, dal 1994, costituendo presso il mio servizio
di diabetologia una sezione di podologia diabetica, forse una delle prime in Italia che
prevedesse un servizio di podologia (con Podologo!) metodico, continuo e strutturato.
In questi anni ho avuto modo di apprezzare la professionalità e la serietà del Di Stasio
che ha creato intorno a sè una vera e propria “scuola” di giovani podologi appassiona-
tisi al problema del piede diabetico.
Il lavoro che state per leggere riempe un vuoto nell’editoria del settore poiché propone
al podologo una serie di capitoli conseguenziali che affrontano tutti gli aspetti della
podologia.
Questo lavoro vuole valorizzare l’attività podologica ponendola come un’attività
complementare ed insostituibile a quella del diabetologo in particolare, e del medico
specialista in generale, sia nella fase di prevenzione/educazione sia nella fase di trat-
tamento di lesioni minimali del piede, sia coadiuvando il medico durante attività di
impegno chirurgico e parachirurgico più impegnative, ed infine autonomamente nella
progettazione e realizzazione di ortesi preventive e curative.
L’opera di Gaetano rappresenta un elemento fondamentale nel processo di formazione
di questa figura professionale sanitaria, il podologo appunto, che è entrata ormai di
diritto come elemento fondamentale, accanto al diabetologo, all’infermiere ed al dieti-
sta, nel team diabetologico e che si sta accingendo ad affiancarsi in maniera stabile ad
altre figure mediche specialistiche.

Gerardo CORIGLIANO
Dir. Sanitario Centro Antidiabetico AID Napoli
Presidente Nazionale ANIAD
Consigliere Nazionale AMD

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N ell’arco degli ultimi anni la figura
del podologo si è molto evoluta.
Ad oggi tale figura definisce -sul piano
normativo, scientifico e culturale a livello
europeo- un professionista sanitario che
collabora con il medico nella prevenzione
e cura delle patologie dell’apparato loco-
motore non limitandosi dunque al distret-
1. Introduzione. to anatomico “piede” ma interessandosi
anche dell’evoluzione della deambulazio-
Accenni alla ne e della postura.
normativa In sintesi, esso svolge atti preventivi e
terapeutici integrando l’intervento medi-
co nei confronti delle diverse affezioni
podaliche attuando prestazioni finalizzate
di Gaetano Di Stasio a favorire la deambulazione in assenza di
sindromi algiche.
Fra le affezioni podaliche trattate dal
podologo possiamo citare: alterazioni
ipercheratosiche, ungueali e dermiche;
la prevenzione di complicanze locali per
i portatori di malattia diabetica, neuro-
logica, vascolare, reumatologica, orto-
pedica, etc.; il trattamento delle lesioni
acute e croniche e la loro prevenzione;
il trattamento di alterazioni strutturali e
funzionali dei piedi ed i relativi deficit
posturali; il progetto e la realizzazione di
ortesi di correzione e posturali, ortopla-
stie riabilitative, di riallineamento, pro-
tettive; l’assistenza domiciliare a pazienti
non deambulanti cronici e/o terminali e
portatori di handicap.
Ricordiamo che a regolare le mansioni
della figura del podologo vi è la legge
666 del 1994 (1), e sue modifiche ed inte-
grazioni, in cui se ne individua la figura
professionale col seguente profilo:

1) Il podologo è l’operatore sanitario che


in possesso del titolo abilitante -con la
riforma Zecchino questo titolo è la laurea
di primo livello- tratta direttamente, nel
rispetto della normativa vigente, dopo
esame obiettivo del piede, con metodi
incruenti, ortesici ed idromassoterapici,
le callosità, le unghie ipertrofiche, defor-
mi e incarnite, nonché il piede doloroso.

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2) Il podologo, su prescrizione medica, Nell’ambito di questo team, al podologo
previene e svolge la medicazione delle spetta infatti anche il compito fondamenta-
ulcerazioni, delle verruche del piede e le dell’educazione del paziente e dell’am-
comunque assiste, anche ai fini dell’edu- plificazione della compliance, al fine di
cazione sanitaria, i soggetti portatori di evitare le recidive e problematiche mag-
malattie a rischio. giori quali distrofie dermiche e dei tessuti
3) Il podologo individua e segnala al medi- annessi, infezioni, ulcere, e di indicare la
co le sospette condizioni patologiche che corretta igiene e profilassi soprattutto in
richiedono un approfondimento diagnosti- pazienti con patologie croniche ed arti sede
co o un intervento terapeutico. di complicanze dismetaboliche (2).
4) Il podologo svolge la sua attività profes-
sionale in strutture sanitarie, pubbliche o Un ruolo dunque primario, delicato ed
private, in regime di dipendenza o libero- estremamente articolato che necessita di
professionale. una attenta analisi tecnica e metodologica
che con questo lavoro intendiamo effettua-
Il podologo è ad oggi una figura sanitaria re, colmando una lacuna.
molto richiesta nell’ambito di centri medi-
ci specializzati nella cura delle patologie
podaliche o comunque a carico dell’appa-
rato locomotore.
All’interno di un ambulatorio medico, il
podologo va ad integrarsi in un team dove 1.1 Scopo di questo libro
possono essere presenti: l’ortopedico, che Questo lavoro è diretto a noi podologi, ma
ha un ruolo preciso nella chirurgia ortope- anche e soprattutto a coloro che desidera-
dica correttiva; il chirurgo vascolare ed il no laurearsi in questa professione e non
radiologo vascolare, che sono andati assu- sanno bene le responsabilità ed i compiti
mendo negli ultimi anni maggiore impor- che andranno ad avere. Mi riferisco alle
tanza per la possibilità di effettuare anche migliaia di aspiranti podologi che affollano
nei diabetici interventi di rivascolarizza- le aule universitarie per i test di ammissio-
zione anche molto distali; il fisiatra, che ne ai CdL in Podologia ogni anno e per i
ha il compito di rendere più brevi possibili giovani laureati che ancora non conoscono
i tempi di recupero e reinserimento sociale bene il mondo in cui dovranno confrontar-
del paziente; il dermatologo, il reumatolo- si, a pari dignità con la classe medica, ma
go, il diabetologo e molte altre figure spe- avendo ben chiari le proprie mansioni ed i
cialistiche come il dietologo, il neurologo, propri limiti d’intervento.
il cardiologo, l’oculista per il trattamento Dunque uno scopo didattico per le nuove
delle complicanze del diabete; il tecnico generazione ma anche di riordino fra le
ortopedico, che è importante nella confe- tecniche e le tecnologie che circondano un
zione di ortesi plantari per il compenso di ambulatorio podologico.
deformità associate a scarpe ortopediche
e/o speciali (2). Altro motivo è quello di sottolineare ancor
In tale contesto il podologo per funzione e più marcatamente la differenza sostanziale
tradizione è in grado di collaborare attiva- fra la podologia e la pedicuria.
mente ed anche in autonomia per le lesioni Qualche tempo fa uno studente del primo
non complicate, per il trattamento e la ria- anno del CdL in Podologia di Napoli, oggi
bilitazione del piede doloroso, per il curet- brillantemente laureato e responsabile di
tage dell’ulcerazione e di partecipare ai un importante servizio di podologia in un
programmi di screening e di educazione. Centro Antidiabetico, si lamentò col sotto-

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scritto dell’assenza di strumenti legislativi controllo a non tollerare che in tali corsi
e di controllo che tutelassero la salute pub- venissero effettuati insegnamenti di «tec-
blica. Si riferiva alle estetiste che con un niche cruente e l’impiego di apparecchi
corso di 40 ore pensano di poter trattare il elettro medicali il cui uso è riservato ad
piede doloroso facendo il “pedicure cura- operatori sanitari». Il Ministro d’allora si
tivo”, senza alcuna competenza e prepara- riferiva ai micromotori ed alle turbine, il
zione di tipo universitario e sanitario. cui uso ancor oggi è insegnato alle estetiste
Altrettanto grave è la continua pubblicità da innumerevoli associazioni ed aziende di
fatta da associazioni ed aziende di settore settore. Con buona pace di tutti noi e della
che con giornate di studio su “tecniche salute pubblica.
podologiche” rilasciano attestati o diplomi Ma ciò non durerà a lungo: molto cambierà
privi di qualunque valore legale. Attestati col varo dell’ordine professionale in area
di “podologia” che vengono appesi nei riabilitativa, in cui il podologo è inserito, e
centri di estetica e negli istituti di bellezza con la scomparsa delle innumerevoli sigle
generando confusione nell’opinione pub- sindacali che solitamente esprimono ed
blica. hanno espresso interessi personali più che
L’estetica e la pedicuria possono solo occu- l’interesse della collettività, dei podologi e
parsi del pedicure estetico, ridotto all’uso degli utenti.
della lima di cartone ed alla applicazione
dello smalto, magari al massaggio, ma non Il terzo ed ultimo motivo che ci ha spinto
possono certo trattare il piede doloroso. Il a pubblicare questo lavoro è il tentativo di
“pedicure curativo” non esiste più dagli sensibilizzare la classe medica sull’impor-
anni ‘80. Esiste solo la podologia come tanza del ruolo del podologo. Infatti spesso
professione sanitaria, il resto è abusivismo: negli ambulatori del piede diabetico gli
un pericolo per la salute pubblica. specializzandi in diabetologia si cimenta-
Lo ha ricordato anche il Ministro della no, come novelli callisti, nell’asportazione
Salute recentemente affermando che il delle ipercheratosi plantari dei pazienti
titolo di pedicure-podologo è «improprio neuropatici. Il risultato è di svilire il ruolo
ed abusivo» in quanto «tale terminologia del medico a callista e di non permettere
verrebbe a qualificare l’attività di pedicure al paziente di beneficiare delle tecniche e
che è puramente estetica, in senso medico- delle metodologie preventive e riabilitative
curativo-sanitario, creando incertezza e proprie della ortesiologia e della ortoplastia
disorientamento nel pubblico». che solo un podologo laureato e specializ-
Questa storia è annosa. Infatti nei corsi zato può mettere in campo con successo.
per estetiste, pagati salatamente da gio-
vani signorine volenterose, si insegnano E’ importante dunque l’integrazione e la
spesso ed ancor oggi tecniche podologi- condivisione della responsabilità nelle
che. Nonostante infatti: che con la lette- patologie podaliche con l’inserimento della
ra circolare indirizzata agli Assessorati figura del podologo in tutti i luoghi pub-
regionali alla sanità del 2 febbraio 1988, il blici e privati, convenzionati e non, in cui
Ministro della Sanità pro tempore invitava si trattino patologie podaliche o ad esso
già allora i suddetti Assessorati regionali correlate. Mi riferisco agli ambulatori per
alla vigilanza sui corsi di formazione per il trattamento e la prevenzione del piede
estetiste e per pedicure nell’espletamento diabetico di primo, secondo e terzo livello;
dei quali venivano impartite erroneamente negli ambulatori specialistici di reumato-
lezioni di carattere sanitario con il rischio logia; negli ambulatori ortopedici; negli
di ingenerare nell’utenza una confusione ambulatori di medicina dello sport; in quel-
di competenze, ed invitando gli organi di li di posturologia, etc.

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1.2 Dispositivi medici a marchiatura CE agli operatori sanitari che ai fabbricanti
I dispositivi medici in ambito podologi- per una corretta modalità di segnalazione
co ad obbligo di marchiatura CE sono le e di gestione degli incidenti con disposi-
Ortesi podaliche al silicone, le Ortesi poda- tivi medici. Tale documento è presente su
liche notturne, le Ortesi podaliche plantari, internet sul sito del Ministero della Salute.
le Ortonixie.
Il Decreto Legislativo 46/97 “Attuazione Dunque tutti i podologi che desiderano
della direttiva 93/42/CEE, concernente i realizzare dispositivi “su misura” (Ortesi
dispositivi medici”, recepisce, tra gli altri podaliche al silicone, Ortesi podaliche not-
aspetti significativi della direttiva, la neces- turne, Ortesi podaliche plantari, Ortonixie)
sità di armonizzare a livello comunitario le devono dichiararsi presso il Ministero
norme in materia di sicurezza e protezione della Salute al Dipartimento dell’Innova-
della salute dei pazienti, degli utilizzatori zione Direzione Generale del farmaco e dei
ed eventualmente dei terzi nell’uso dei dispositivi medici Ufficio dei Dispositivi
dispositivi medici, al fine di garantire un medici sito in Viale della Civiltà Romana,
elevato livello di protezione, anche attra- 7 00144 Roma.
verso sistemi di vigilanza integrati a livello Tale dichiarazione viene effettuata allo
comunitario. scopo di richiedere al Ministero della Salute
Il Ministero della Salute, come autorità di la propria registrazione e l’iscrizione nella
governo competente, esercita nell’ambito banca dati dei produttori legittimamente
della vigilanza sull’utilizzo di dispositivi operanti in Italia ai sensi dell’articolo 13
medici, il ruolo di coordinatore a livello e dell’articolo 11, c. 6 e 7, del Decreto
nazionale e di interlocutore con le autorità legislativo 24.2.97, n.46, e successive inte-
di governo degli altri paesi dell’Unione grazioni e modificazioni, per quanto con-
Europea. cerne i dispositivi medici di cui all’art. 11
c. 6-bis del citato decreto legislativo (“su
Il Decreto Legislativo 46/97 citato prevede misura”).
inoltre che: In tale documento il professionista podo-
• gli operatori sanitari privati e pubblici logo dichiara di essere il responsabile del-
debbano comunicare i dati relativi agli l’immissione in commercio di detti dispo-
eventuali incidenti che hanno coinvolto sitivi e, in ottemperanza ai citati articoli
un dispositivo medico al Ministero della ne allega l’elenco corredato dalle schede
Salute (art. 9); -relative al fabbricante ed ai dispositivi
• i legali rappresentanti delle strutture medici “su misura” prodotti- proposte dal
sanitarie pubbliche e private e gli opera- Ministero. Il professionista si impegna
tori sanitari pubblici e privati sulla base di inoltre ad inviare al Ministero in indirizzo
quanto rilevato nell’esercizio delle proprie esclusivamente gli eventuali aggiornamen-
attività, sono tenuti a comunicare imme- ti, con cadenza semestrale.
diatamente al Ministero della Salute, diret- Inoltre si deve dichiarare altresì che detti
tamente o tramite la struttura sanitaria di dispositivi siano conformi alla Direttiva
appartenenza, qualsiasi alterazione delle 93/42/CEE e che il podologo si attiene alla
caratteristiche e delle prestazioni di un procedura prevista dall’Allegato VIII della
dispositivo o di inadeguatezza nelle istru- suddetta direttiva ovvero alla redazione,
zioni per l’uso (art. 10). prima dell’immissione in commercio di
ciascun dispositivo, della dichiarazione
La CUD (Commissione Unica Dispositivi prevista da tale allegato, la cui copia è
medici) ha elaborato un documento con messa a disposizione dell’Autorità compe-
il quale vengono fornite indicazioni sia tente presso la sede del fabbricante.

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Per maggiore chiarezza si ricorda che nel 1.3 Verifiche di sicurezza degli ambulatori
Decreto Legislativo 24 febbraio 1997, n. podologici e degli apparecchi elettromedicali
46 (Pubblicato nella Gazzetta Ufficiale 6 In questi ultimi anni sono entrate in vigore
marzo 1997, n. 54, Supplemento Ordinario) alcune leggi che riguardano specificamente
“Attuazione della direttiva 93/42/CEE, i locali adibiti ad uso sanitario, la sicurezza
concernente i dispositivi medici” s’intende delle apparecchiatura utilizzate e la respon-
per: sabilità dei titolari di ambulatori.
a) dispositivo medico: qualsiasi strumen-
to, apparecchio, impianto, sostanza o altro In particolare nel luglio 2002 è entrata in
prodotto, utilizzato da solo o in combina- vigore la “Guida alle prove di accettazione
zione, compreso il software informatico ed alle verifiche periodiche di sicurezza
impiegato per il corretto funzionamento, e e/o di prestazione dei dispositivi medici
destinato dal fabbricante ad essere impie- alimentati da una particolare sorgente di
gato nell’uomo a scopo di diagnosi, pre- alimentazione” fascicolo 6536.
venzione, controllo, terapia o attenuazione
di una malattia; di diagnosi, controllo, Queste leggi richiedono che gli impianti
terapia, attenuazione o compensazione di dei locali podologici e le apparecchiatura
una ferita o di un handicap; di studio, siano sottoposti a controlli periodici atti
sostituzione o modifica dell’anatomia o a valutare il regolare funzionamento e le
di un processo fisiologico; di intervento loro caratteristiche di sicurezza. Di segui-
sul concepimento, il quale prodotto non to sono riportate le prescrizioni e la loro
eserciti l’azione principale, nel o sul corpo applicazione.
umano, cui è destinato, con mezzi farma-
cologici o immunologici né mediante pro- Per l’impianto elettrico la normativa 64-4
cesso metabolico ma la cui funzione possa richiede “la verifica periodica degli impian-
essere coadiuvata da tali mezzi; ti elettrici nei locali” adibiti ad uso podolo-
b) dispositivo su misura: qualsiasi dispo- gico (CEI 64-4, 5.2.01), con intervalli che
sitivo fabbricato appositamente, sulla base variano a seconda dei tipo di controllo:
della prescrizione scritta di un medico 1. Misura della resistenza d’isolamento da
debitamente qualificato e indicante, sotto effettuarsi al massimo ogni 24 mesi.
la responsabilità del medesimo, le carat- 2. Controllo dei dispositivi di allarme e
teristiche specifiche di progettazione del sicurezza con intervalli non superiori ad un
dispositivo e destinato ad essere utilizzato mese (dispositivi solitamente non presenti
solo per un determinato paziente. La pre- in un ambulatorio podologico).
scrizione può essere redatta anche da altra 3. Controllo dell’equalizzazione del poten-
persona la quale vi sia autorizzata in virtù ziale al massimo ogni 24 mesi.
della propria qualificazione professionale. 4. Misura della resistenza d’isolamento del
pavimento, dopo un anno dalla realizzazio-
E’ fondamentale ricordare che i dispositi- ne del pavimento e successivamente ogni
vi fabbricati con metodi di fabbricazione 4 anni.
continua od in serie, che devono essere 5. Controllo dei funzionamento delle appa-
successivamente adattati, per soddisfare recchiature per l’alimentazione di sicurez-
un’esigenza specifica del medico o del za con intervalli non superiori ai 12 mesi.
podologo, non sono considerati dispositivi 6. Controllo dei collegamento al nodo
su misura. equipotenziale del locale della schermatura
Ciò vale ad esempio per alcuni plantari dei trasformatori di isolamento non oltre i
sagomabili e per alcune ortesi propriocet- 6 mesi (dispositivi solitamente non presen-
tive in uso in posturologia. ti in un ambulatorio podologico).

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7. Controllo dell’efficienza dell’impianto La Guida CEI 62-122 ha lo scopo di rendere
di terra non oltre i 24 mesi. consapevoli gli operatori delle prescrizio-
8. Controllo dell’efficienza dei funziona- ni di sicurezza che devono essere sempre
mento elettrico dei dispositivi a corrente garantite in qualsiasi momento di utiliz-
differenziale non oltre i 6 mesi. zo dell’apparecchio, non solo quando sono
nuove o appena mantenute.
Le verifiche ed i loro risultati devono esse- Vengono quindi indicate le prove minime
re riportati su di un registro corredato da di accettazione e collaudo da effettuare al
timbro e firma del tecnico esecutore abili- momento della messa in servizio dell’appa-
tato e dalla data di verifica. recchiatura.
Durante l’uso, la Guida indica le verifiche
Per gli apparecchi elettromedicali è stata periodiche per garantire costantemente il
pubblicata la nuova edizione della Guida buon funzionamento e la sicurezza dell’ap-
CEI 62-122 “Guida alle prove di accet- parecchio, tra cui la verifica del conduttore
tazione ed alle verifiche periodiche di di protezione, la verifica della resistenza
sicurezza e/o di prestazione dei dispositivi di isolamento e le correnti di dispersione
medici alimentati da una particolare sor- ammissibili in condizioni normali e in con-
gente di alimentazione”. dizioni di un guasto di un dispositivo di con-
Nella Guida, la parte dedicata agli appa- trollo così da non causare pericolo al pazien-
recchi elettromedicali usati in podologia te e all’operatore dell’apparecchiatura.
si applica a quelli usati alle condizioni La Guida è di particolare utilità per tutti gli
ambientali specificate nella Norma CEI operatori del campo medico, intesi come
EN 60601-1:1990 (CEI 62-5) “Apparecchi persone che utilizzano l’apparecchio, come
elettromedicali. Parte 1: Norme generali pure per tutti i gestori dei servizi clinici di
per la sicurezza”. centri di cura e ospedali sia pubblici che pri-
Tali norme sono applicate ogni due anni vati perché costituisce un valido documento
relativamente a tutti gli strumenti elettrici di riferimento per l’esecuzione delle prove
od elettronici che vengono in contatto col necessarie a garantire adeguate condizioni di
paziente: micromotori, turbine, lampade sicurezza durante il periodo di utilizzo degli
UV per la catalizzazione delle resine epos- apparecchi elettromedicali. L’osservanza
sidiche nella ricostruzione ungueale, riuni- delle indicazioni della Guida permette di
ti podologici, aspiratori, spruzzette, sistemi dimostrare “massima diligenza possibile”
per la baropodometria, per la telepodome- della gestione nel tempo degli apparecchi
tria, per la gait analysis, etc. elettromedicali. La Guida è dunque uno stru-
In termini generali un apparecchio elettro- mento di tipo tecnico ma l’operatore sanita-
medicale è un apparecchiatura, alimentata rio ha comunque l’obbligo di conoscere le
elettricamente, destinata alla diagnosi, al indicazioni di carattere generale ed il buon
trattamento o alla sorveglianza del pazien- utilizzo del dispositivo per garantire la sicu-
te, sotto la supervisione di un medico o di rezza propria e del paziente.
un professionista sanitario, che entra in La Guida CEI 62-122 è la prima di una serie
contatto fisico o elettrico con il paziente di pubblicazioni relative alla prove di accet-
e/o trasferisce energia verso o dal paziente tazione e verifiche periodiche specifiche per
e/o rivela un determinato trasferimento di categorie di apparecchi elettromedicali allo
energia verso il paziente. In pratica, sono studio a livello CEI a beneficio degli ope-
apparecchi elettromedicali tutti gli appa- ratori del campo sanitario, che possono così
recchi destinati alla diagnosi e alla terapia contare su di un riferimento autorevole per
che vengono in contatto con una parte del garantire un servizio affidabile alla comu-
corpo del paziente. nità.

20
Nello specifico per le apparecchiature elet- 2. Misura della corrente di dispersione verso
tromedicali la normativa 62-5 richiede “la terra;
verifica dei provvedimenti di sicurezza 3. Misura della corrente dì dispersione nel
degli apparecchi” (fasc. 1276, cap. 5), con paziente;
una periodicità non superiore ad un anno 4. Misura della corrente ausiliaria nel paziente;
per gli apparecchi funzionanti nei locali 5. Verifica della documentazione annessa
di chirurgia e assimilati e non superiore (manuale d’uso e delle targhette di riconosci-
a 2 anni per tutte le altre apparecchiature mento).
(come quelle di uso podologico). Le veri-
fiche da effettuare da un tecnico abilitato Le verifiche e i loro risultati devono essere
sono le seguenti: riportati su delle schede corredate dalla firma
1. Misura della resistenza del conduttore di del tecnico esecutore abilitato e dalla data di
protezione; verifica.

21
22
I nsentilineasintomi
di principio ogni paziente che pre-
di interesse podologico deve
essere sottoposto ad un adeguato esame. Il
limitarsi alla riduzione di una ipercheratosi,
al trattamento di una alterazione ungueale,
etc., deve costituire per il podologo una ecce-
zione e comunque solo ed esclusivamente al
primo approccio ed in fase acuta.
2. Esame Infatti, sintomi apparentemente circoscritti
possono essere, nei piedi, l’espressione di
podologico un processo a carico della struttura o della
funzionalità dell’intero arto inferiore o del
rachide e costituire quindi la manifestazione
di Gaetano Di Stasio e Salvatore Andolfo parziale di una più ampia sintomatologia.
Nell’esame podologico sono compresi:
l’anamnesi podologica e l’esame obiettivo.

2.1 L’Anamnesi podologica


L’ordine da seguire nel condurre l’esame
podologico deve essere prestabilito sulla
base di una “cartella podologica”, la quale
deve riportare schematicamente i dati relativi
alla anamnesi familiare, fisiologica, patolo-
gica remota e prossima.

2.1.1 Anamnesi familiare. È rivolta a ricercare:


a) precedenti familiari di malformazioni a
carico dell’apparato locomotore;
b) diabete mellito, di cui è noto il carattere
ereditario.

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2.1.2 Anamnesi fisiologica. È rivolta ad 2.2 L’Esame obiettivo
accertare: Nell’esame obiettivo si possono distinguere
a) età e sesso del paziente; l’esame locale dei piedi e l’esame biomec-
b) presenza di malformazioni; canico.
c) patologie professionali. Infatti taluni distur-
bi podologici possono essere più frequenti fra
coloro che hanno una grande attività deambu-
latoria o un prolungato mantenimento della 2.2.1 Esame obiettivo locale. Deve prendere in
stazione eretta o l’obbligo di scarpe antinfortu- considerazione:
nistiche e/o praticano un’attività sportiva, etc. 1) alterazioni di interesse vascolare e linfa-
tico;
2) stato della cute e degli annessi;
3) ipercheratosi;
2.1.3 Anamnesi patologica remota. È rivolta 4) alterazioni di interesse dermatologico;
a ricercare: 5) alterazioni di interesse ortopedico;
a) affezioni pregresse dell’apparato cardio- 6) alterazioni di interesse neurologico;
vascolare quali insufficienza arteriosa, venosa, 7) alterazioni di interesse reumatico;
del miocardio, respiratoria, etc.; 8) processi infiammatori;
b) ipertensione arteriosa; 9) fissurazioni, macerazioni, piaghe ed ulce-
c) affezioni locali e generali di interesse der- re;
matologico, ortopedico, neurologico, etc. . 10) processi infettivi.
d) traumi precedenti e non limitati al piede ma
nell’ambito dell’apparato locomotorio;

2.1.4 Anamnesi patologica prossima. È rivolta


al dolore, sintomo più frequente e comune.
Il dolore, quando se ne conoscono i caratteri
può essere di guida per distinguere:
a) malattie vascolari, il dolore intermittente
agli arti inferiori (claudicatio intermittens) è
scatenato dallo sforzo e attenuato dal riposo,
il dolore arterioso persistente è alleviato dalla
posizione declive e può preludere alla com-
parsa di ulcerazioni nel piede diabetico (con
arteriopatia ostruttiva e riduzione del lume
vasale > 50%); il dolore venoso in presenza di
flebopatie si attenua in clinostasi, etc.;
b) artropatie, il dolore si accentua nei movi-
menti passivi e si manifesta all’inizio della
marcia;
c) polinevriti, dolore urente esacerbato dalla
palpazione e dalla marcia nella sindrome di
Morton;
d) tumori glomici, in cui si manifesta dolore
folgorante, che nei piedi trovano sede elettiva
nelle zone subungueali.

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2.2.1.1 Alterazioni di interesse vascolare e paziente al medico, per un esame strumentale
linfatico ed una valutazione oggettiva e quantitativa
Nell’esame obiettivo è fondamentale la pal- (p.es. Eco Doppler arterioso/venoso degli
pazione dei polsi arteriosi, poplitei, tibiali arti inferiori per la determinazione dello stato
e pedidei (vedi foto). Ciò risulta necessario dell’albero vascolare).
per una valutazione qualitativa dell’apporto Il podologo deve richiedere di consultare gli
ematico. La valutazione dei polsi si effettua esami strumentali effettuati ed i referti che
mediante la digitopressione nei punti anato- ritenesse opportuni per meglio inquadrare la
mici corrispondenti alle arterie suddette, e condizione del paziente anche in presenza
cioè: cavo popliteo posteriormente al ginoc- di precise indicazioni mediche. Ciò anche
chio per l’arteria poplitea, posteriormente al allo scopo di meglio indirizzare l’azione
malleolo mediale per la tibiale posteriore, e terapeutica/riabilitativa e per permettergli di
sul dorso del piede in linea al secondo dito esprimere una propria opinione anche se non
per l’arteria dorsale del piede o pedidea (3). espressamente richiesta dal medico prescrit-
È ovvio che questa valutazione è possibile tore o dallo specialista.
effettuarla su soggetti che non presentano
edema, ferite o dolore nei punti anatomici La presenza di linfedema e/o l’utilizzo di
descritti, altrimenti la rilevazione può risul- diuretici deve essere tenuto in buon conto
tare imprecisa o falsata. nella realizzazione di ortesi ed ortoplastie
Il suggerimento di un approfondimento può di protezione e riallineamento per la consi-
essere utile all’occorrenza, con l’invio del derazione opportuna degli spessori e degli
ingombri nella scarpa.

E’ da ricordare che il miglioramento della


deambulazione in assenza di sindromi algi-
che e la soluzione dei deficit posturali può
incrementare la frazione di eiezione e miglio-
rare la vis a tergo migliorando il quadro
vascolare sia venoso che linfatico.
Infatti fra i tanti fattori indicati come con-
causa della patologia venosa, il disordine
posturale appare oggi fra i principali: tutte le
condizioni parziali o totali di ipertonia o ipo-
tonia creano una alterazione circolatoria.
Il ritorno del sangue venoso è un movimento
a parametri multipli e segue una dinamica
elicoidale che coinvolge ossa, muscoli ed
articolazioni. In assenza di deficit posturali
e di algie podaliche, l’attività muscolare e la
marcia possono assicurare un controllo fisio-
logico grazie all’azione delle pompe valvu-
lomuscolari. Se c’è l’integrità funzionale di
questa pompa, il deflusso venoso è garantito:
ad ogni passo, i muscoli degli arti inferiori si
contraggono e, comprimendo le vene profon-
de provocano una sistole valvulomuscolare
che permette il deflusso del sangue verso
l’alto.

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In questo contesto, già un alluce valgo può 2.2.1.3 Ipercheratosi
compromettere il ritorno venoso in quanto il L’ipercheratosi è un ispessimento dello
varismo del primo metatarso non permette di strato corneo dell’epidermide, diffuso o
esprimere la funzione di valvola sulla prima circoscritto in formazioni più o meno rile-
perforante (avalvolata), incidendo negativa- vate sul piano cutaneo. Può essere secon-
mente sulla vis a tergo. daria a fattori meccanici microtraumatici,
Vari sono i meccanismi che facilitano queste o in rapporto a cause patologiche locali o
funzioni e riguardano la struttura ossea, le generali di tipo tossico, infettivo, discra-
fasce muscolari, le fasce perivascolari ed il sico.
gioco delle valvole intravenose ed ossee (come In condizioni di normalità, i rapporti strut-
i metatarsi per le vene perforanti dell’avam- turali e molecolari tra cheratinociti epi-
piede). Questo gioco organico, premeditato ed dermici e mastociti del derma sono tali da
estremamente sofisticato, permette la norma- garantire il corretto trofismo cutaneo. In
le deambulazione e contemporaneamente il presenza di uno stimolo non fisiologico o
deflusso circolatorio e gli scambi metabolici. una iperstimolazione cutanea, le interazio-
Il piede, la caviglia e la pompa muscolare del ni tra mastociti e cheratinociti cambiano
polpaccio formano dunque un cuore periferico incrementando l’evaporazione trans-epi-
e si riuniscono in una unità anatomo-funzio- dermica di acqua ed i ritmi di rinnovamen-
nale. to e di esfoliazione.
È quindi estremamente importante studiare Le ipercheratosi di origine micro-trauma-
con attenzione l’apparato di appoggio e di tica sono una difesa naturale che la cute
locomozione dei nostri pazienti, anche sotto il sviluppa in risposta ad una stimolazione
punto di vista vascolare, prima di progettare e anomala o eccessiva, come avviene nelle
realizzare soluzioni ortesiche od ortoplastie. aree di ipercarico. In tali zone di appoggio
una ipercheratosi trascurata è responsabi-
le a sua volta di un ulteriore incremento
del carico in quella stessa sede. Infatti le
2.2.1.2 Stato della cute e degli annessi ipercheratosi micro-traumatiche diventa-
Nella valutazione della cute e degli annessi, no dolorose quando le loro dimensioni si
anche la desquamazione cutanea e la sec- accrescono generando apprezzabili defor-
chezza, la rallentata crescita delle unghie e la mazioni della stratificazione della cute e
loro ipertrofia, la perdita di attività dei bulbi nuove forze di sfregamento con la pro-
piliferi possono suggerire disturbi vascolari minenza ossea, così come avviene con un
di tipo arterioso. corpo estraneo nella scarpa. In tali casi esse
L’ipertrofia delle lamine ungueali può evi- vanno rimosse ma non si può pensare di
denziare la presenza di onicomicosi se risolvere l’intervento podologico alla sola
accompagnate da onicolisi e da ipercheratosi azione di curettage: la visita e l’intervento
subungueale di origine reattiva alla sovrap- podologico deve contemplare la valutazio-
posizione micotica. ne delle cause del cattivo appoggio planta-
L’ipertrofia e la deformità delle lamine re e del dolore e la sua localizzazione non
ungueali, quando presente su tutte le dita dei soffermandosi al solo distretto anatomico
piedi e spesso anche delle mani, può essere piede, ma analizzando ed integrando le
segno di una patologia psicosomatica di inte- informazioni biomeccaniche e nocicettive
resse dermatologico (p.e. psoriasi). provenienti da distretti osteo-articolari e
Nelle deformità ungueali si deve tenere in muscolo-legamentose più a monte.
opportuno conto della presenza di esostosi Il curettage delle ipercheratosi plantari
subungueali, visibile con esame RX, per un o digitali può essere accompagnato da
eventuale indicazione chirurgica di exeresi. un feltraggio adesivo temporaneo e l’ap-

26
plicazione di un patch che controlli la 2.2.1.4 Alterazioni di interesse dermatologico
iperreattività mastocitaria (p.e. Postilom), Tutte le alterazioni cutanee secondarie a
l’applicazione di crema idratante con un cause patologiche locali o generali di tipo
bilanciato apporto lipidico (p.e. Podidral), tossico, infettivo, discrasico e non di esclusi-
il progetto e l’applicazione di ortesi pro- va causa meccanica microtraumatica, devono
priocettive posturali o non e di ortoplastie essere affrontate prediligendo l’integrazione
di protezione o riallineamento. del parere del medico dermatologo.

2.2.1.5 Alterazioni di interesse ortopedico


Ogni deformità del piede congenita od
acquisita deve essere attentamente valutata
in termini riabilitativi studiando la risoluzio-
ne della sintomatologia attraverso opportuni
presidi ortesici ed ortoplastici. La soluzione
chirurgica dovrebbe essere considerata al
fallimento di un accurato approccio podolo-
gico riabilitativo e conservativo. (In foto un
piede francamente chirurgico con insuffi-
cienza del primo raggio e secondo dito in
griffe. La sindrome algica comprendeva
metatarsalgia e lesione sull’interfalangea
prossimale del secondo dito. Compenso
avvenuto in una settimana con ortopla-
stia di protezione).
Se su un piede doloroso si elimina la sin-
drome algica con una presidio podologico,
l’opzione chirurgica potrebbe essere riman-
data sine die.
Le algie a carico delle grandi articolazioni
e del rachide dovrebbero essere affrontate
inizialmente attraverso un approccio podo-
logico riabilitativo e conservativo analiz-
zandone la eziopatogenesi e fra queste non
trascurando eventuali sindromi o deficit
posturali che spesso, a partire dal piede,
compromettono la funzionalità di organi più
a monte. Lombosciatalgie, cruralgie, ernie
discali, cervicalgie, verticalizzazioni del
rachide, le affezioni ortopediche del piede e
delle grandi articolazioni, l’eterometria fun-
zionale degli arti inferiori, possono avere
nella loro eziopatogenesi una origine postu-
rale, così come le scoliosi definite “idiopati-
che”, a sottolineare l’origine misconosciuta,
devono essere ricondotte spesso come esito
secondario di una sindrome posturale ed in

27
tal modo affrontate e recuperate in tutta la 2. Col successo dei vaccini antipolio (con
quota funzionale prima dell’adozione di un obbligo dal 1966 in Italia), il poliovirus
busto correttivo o di una opzione chirurgi- selvaggio è stato eradicato dall’emisfero
ca. occidentale. Ogni anno si verificano, nei
Per tali ragioni il podologo posturologo paesi industrializzati, dai 5 ai 10 nuovi casi
risulta inserito in un più ampio contesto di malattia dovute al vaccino. Questi casi
sanitario e tale specializzazione, come quel- però difficilmente portano i sintomi più
le nel piede sportivo, nel piede diabetico e gravi della poliomielite paralizzante, che
nella reumatologia, rappresentano oggi le si possono manifestare quando il primo
frontiere in cui la podologia può dare il suo contatto col virus non attenuato avviene in
più ampio contributo. tarda infanzia, adolescenza o in età adulta.
In fase acuta la eventuale terapia medica Nonostante la malattia sia praticamente
antinfiammatoria dovrebbe essere accom- scomparsa, nei nostri ambulatori capita
pagnata da protezioni locali temporanee ancora di vedere gli esiti da poliomielite in
(feltraggi); in fase cronica, alla eventua- soggetti ultra quarantenni.
le terapia fisica dovrebbe essere associata Negli esiti della poliomielite paralizzante il
una ortoplastia di protezione o una terapia virus ha invaso il SNC e si è diffuso nelle
riabilitativa con una ortoplastia di rialli- cellule delle corna anteriori del midollo
neamento; contemporaneamente dovrebbe spinale e nella corteccia motoria dell’ence-
essere intrapreso un approccio posturale per falo.
una eventuale riprogrammazione posturale Essendo il muscolo innervato da fibre alfa,
attraverso plantari propriocettivi e/o ginna- volontarie, che provengono dalle cellu-
stica posturale. le delle corna anteriori del midollo, fra i
Inoltre, all’indomani di un intervento chi- segni della malattia c’è la paralisi flaccida
rurgico, la fase riabilitativa dovrebbe sem- asimmetrica, senza perdita delle capacità
pre essere accompagnata da una valutazione sensoriali, che interessano generalmente gli
podologica e dalla realizzazione di ortesi od arti inferiori.
ortoplastia di protezione/riallineamento allo A questa si associa la scomparsa dei rifles-
scopo di avere un recupero funzionale più si tendineo-periostei mentre lo scheletro
veloce ed un minor rischio di recidiva. appare osteoporotico ed ipoplasico. I grup-
pi muscolari paralizzati si presentano atro-
fici con deformazione dei segmenti corpo-
rei interessati, eterometria vera e piede in
2.2.1.6 Alterazioni di interesse neurologico equinismo.
1. Nelle lesioni vertebro midollari traumatiche Gli ipercarichi si dispongono a livello del-
e non traumatiche o dopo accidenti vascolari
cerebrali nella fase cronica o di stato, dopo
aver provveduto al recupero mioarticolare,
afferenziale, funzionale si provvede even-
tualmente all’ottimizzazione della deambula-
zione. In questa fase il contributo del podo-
logo può essere fondamentale visto che ogni
alterazione della deambulazione, per il danno
subito a livello celebrale (paralisi spastica dei
motori muscolari colpiti) o midollare (para-
lisi flaccida), può comportare ipercarichi e
relative sindromi algiche risolvibili con un
approccio ortesico/ortoplastico.

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l’avampiede ed in molti casi sulle dita, api- 4. Nelle affezioni del sistema piramidale il
calmente. Un feltraggio e successivamente piede è solitamente mantenuto in una posi-
una ortoplastia di esclusiva protezione, pos- zione di flessione plantare ed anche in par-
sono risolvere il microtrauma correggendo ziale intrarotazione, con l’ipercarico della
l’ipercarico dell’avampiede (vedi foto). superficie antero-laterale della pianta, spesso
La presenza di una eterometria di tipo fun- fonte di metatarsalgia e di lesioni sulle inter-
zionale in aggiunta a quella vera, è soli- falangee.
tamente conseguenza di una rotazione del
bacino con slivellamento della cresta iliaca 5. Nella paraplegia da sclerosi multipla l’iper-
della gamba sana non colpita da polio. La tono muscolare può comportare microlesioni
valutazione potrà essere fatta attraverso una all’avampiede a livello metatarsale, inter-
RX in ortostatismo su lastra quadrettata falangeo, apicale soprattutto a livello del I
mantenendo la correzione (il cuneo al cal- raggio.
cagno e/o le scarpe ortopediche). In tal caso
bisognerà studiare e risolvere l’eventuale 6. Nelle malattie del sistema extrapiramida-
deficit posturale che solitamente si accom- le possiamo citare il parkinsoniano in cui i
pagna ad una ipercorrezione sull’arto mala- caratteri clinici fondamentali sono l’assenza
to (cuneo maggiorato) e ad una lombalgia di movimenti spontanei (ipocinesia) e la
per conflitto L4-L5-S1 (4). perdita della motilità fine. Conseguenza è
l’incremento del tono muscolare con un gros-
3. Nei pazienti con diagnosi di paralisi solano tremore su mani e piedi. La postura
cerebrale infantile si palesa spesso dal-
l’anamnesi una storia di ipertono nei primi
mesi di vita (a volte ben risolto dal tem-
pestivo approccio fisiokinesiterapico), una
ipercifosi, una deambulazione spesso in
equinismo di tipo funzionale per retrazione
del tricipide surale e degli ischiocrurali.
In tali soggetti la deambulazione avviene
spesso sulle punte a saltelli rapidi, quasi
come nella corsa, provocando scarso equili-
brio in statica, facilità all’inciampo in dina-
mica ed un ipercarico cronico all’avampie-
de che appare come schiacciato al suolo a
raggi aperti come una pinna.

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diventa curva ed il paziente si piega in avanti 2.2.1.7 Alterazioni di interesse reumatico
e cammina a piccoli passi, con lo spostamen- Fra le malattie reumatiche infiammatorie
to del carico anteriormente al piede nella ricordiamo quelle dovute a meccanismi
regione metatarsofalangea e spesso con con- autoimmunitari (artrite reumatoide o siero
flitti con le interfalangee delle prime dita. negativa), da agenti infettivi (artrite infet-
tiva o reattiva), da microcristalli (artri-
7. Sul piede diabetico la complicanza della te gottosa o condrocalcinosi). Fra quelle
neuropatia sensitivo-motoria risulta anch’es- degenerative ricordiamo l’artrosi primaria
sa di interesse podologico. e secondaria il cui tessuto bersaglio è la
La sua valutazione qualitativa può essere cartilagine con lesioni di tipo progressivo
effettuata considerando nell’anamnesi distur- e produttivo.
bi sensitivi e parestesie, sensazione di brucio- Le malattie reumatiche sono condizioni
re che nella maggioranza dei casi hanno ini- morbose che determinano disturbi a carico
zio a livello degli alluci asimmetricamente. dell’apparato locomotore e in generale dei
Nell’ambito della visita è importante valu- tessuti connettivi di tutto l’organismo. I
tare eventuali alterazioni della sensibilità sintomi sono il dolore, la dolorabilità alla
protettiva. A tal scopo è possibile effettuare pressione, impaccio doloroso, debolezza,
la valutazione con un “monofilamento” di affaticabilità, rossore e calore, tumefa-
Semmes Weinstein applicato a livello di 9 zione, limitazione funzionale, instabilità.
punti, sul dorso del piede, sull’area dorsale Il podologo può fare molto per ridurre la
dell’alluce a livello dell’articolazione interfa- sindrome algica in tali pazienti quando
langea, sulla pianta del piede, a livello delle l’origine del fastidio è di natura microtrau-
aree plantari delle dita (sul primo e quinto matica.
polpastrello), all’altezza delle articolazioni I, La diffusione di queste patologie è valutata
III e V MF, dell’area plantare corrispondente in circa 1/3 della popolazione adulta ed in
alla articolazione sotto-astragalica e sotto la oltre i 2/3 della popolazione nella III età
grande tuberosità calcaneare, anche invitan- con una prevalenza nel sesso femminile.
do il paziente a chiudere gli occhi al fine di Le alterazioni di interesse reumatico si
evitare le interazioni degli organi della vista palesano, a carico dell’arto inferiore, soli-
con le manovre dell’operatore (5). tamente con manifestazioni edematose e/o
Queste manovre (effettuabili in pochi minu- deformità più o meno severe. Ogni deformi-
ti e con un alto grado di ripetibilità) hanno tà per quanto contenuta può causare iperca-
interesse per saggiare la sensibilità protetti- rico e dolore ed il podologo ha il compito
va del paziente sia per valutare il grado di di affiancarsi al reumatologo per ridurre la
rischio ulcerazione sia per evitare che ortesi sindrome algica là dove la eziopatogenesi
od ortoplastie nuove possano arrecare danno sia microtraumatica, fino a contenerne gli
ed ancora che manovre azzardate possano effetti, limitando se possibile la terapia far-
provocare sanguinamento. Infatti se la sensi- macologia attraverso una opportuna terapia
bilità è alterata, il soggetto potrà non avver- ortesica ed ortoplastica di protezione o se
tire il fastidio di una ortesi non ben studiata possibile di riabilitazione con una ortopla-
o mal collocata o potrà manifestare una rea- stia di riallineamento dopo aver ridotto le
zione ridotta all’eccessivo approfondimento deformità con taping (6, 7).
della manovra di curettage non avvertendo L’obiettivo è quello di permettere una
in tempo il podologo (sensazione nocicet- deambulazione senza dolore, stabile e sicu-
tiva alterata). (In foto caso di scottature ra per evitare incertezze, impaccio dolo-
asintomatiche su soggetto diabetico che roso ed il rischio cadute (soprattutto su
ha camminato sulla sabbia bollente senza pazienti della III e IV età in cui le patologie
ciabattine). reumatiche sono più diffuse).

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2.2.1.8 Processi infiammatori dovesse ridursi con l’utilizzo di ortesi e/o
Ogni processo infiammatorio localizzato al ortoplastia.
piede di origine microtraumatica è di inte- O ad esempio di un alluce rigido doloroso
resse podologico e deve essere affrontato con la classica metatarsalgia e dolore arti-
rimuovendo il microtraumatismo che l’ha colare nell’appoggio in cui ogni intervento
generato, attraverso la protezione della parte podologico può essere vano essendo l’ap-
con feltraggio temporaneo, ortesi, ortopla- proccio d’elezione ancora quello chirurgico
stia e/o il riallineamento della deformità. (artrodesi della I MF).
L’approccio podologico che a distanza di I processi infiammatori a carico dei tessuti
2gg non dovesse portare ad una risoluzione periungueali (fino all’onicocriptosi) dovreb-
della sindrome algica o almeno ad una sua bero essere sempre trattati dal podologo e
netta riduzione, deve essere rivalutato criti- mai chirurgicamente visti gli esiti partico-
camente dal podologo analizzando la possi- larmente sfavorevoli delle tecniche di avul-
bilità di migliorare l’approccio, integrare il sione dell’unghia (15). Il mancato risultato
protocollo terapeutico e/o di consigliare una terapeutico su una onicocriptosi complicata
visita specialistica. o non, dovrebbe essere sempre ricercato
Questo è il caso ad esempio di un Neuroma nella tecnica di approccio e nel protocollo
di Morton, affrontabile con successo in adottato dal podologo e mai nella scarsa
ambito podologico solo allo stato iniziale, compliance del paziente. L’attenzione del
per il quale è d’elezione la chirurgia se il podologo deve essere posta anche nelle
dolore caratteristico della patologia non recidive.

31
2.2.1.9 Fissurazioni, macerazioni interdigitali, delle lesioni più rare in quanto rappresentano
piaghe ed ulcere solo una ridotta casistica nel panorama comples-
1. La fissurazione della cute del tallone è risol- sivo delle lesioni vascolari, quali le ulcere linfa-
vibile attraverso l’opportuno curettage della tiche (rare complicanze di quadri linfedematosi),
parte e l’applicazione di creme idratanti speci- le ulcere vasculitiche (lesioni trofiche cutanee
fiche. Sono da evitare creme grasse ed a base da insufficienza microcircolatoria distrettuale su
alcolica; da prediligere creme con un bilanciato base flogistica sostenuta da un processo immu-
apporto lipidico da applicare 1volta/die. nologico innescato da varie cause), le ulcere
angiodisplasiche (lesioni trofiche degli arti infe-
2. La macerazione interdigitale o tutte le riori, spesso insorgenti dopo traumi, in portatori
forme di tinea pedis deve essere trattata con di displasie vasali congenite o ad insorgenza più
un fungistatico o un antifungineo locale (p.e. tardiva).
Podatlet) risolvendo inoltre la causa. Essendo Le ulcere neuropatiche, di interesse sopratutto
una sovrapposizione infettiva funginea bisogna nel piede diabetico, comprendono: l’iperchera-
ridurre l’eccessiva sudorazione (, usando p.e. tosi (definita su un piede diabetico lesione pre-
Bromipod), eliminare la frequentazione senza ulcerativa) e l’ulcera neuropatica in quanto tale.
adeguate protezioni di luoghi promiscui a piedi
nudi (p.e. docce pubbliche), l’abitudine di non Il trattamento dell’ulcera comprende: la deter-
asciugarsi accuratamente fra le dita dopo la sione e la rimozione del tessuto necrotico allo
doccia o il pediluvio, promuovendo l’adozione scopo di attivare la fase di granulazione anche
di scarpe fatte in materiale naturale da alternare grazie ad una adeguata medicazione galenica o
ogni giorno (limitando l’adozione di scarpe da avanzata (in assenza di infezione) (8).
ginnastica) e calzini in cotone meglio se con le Se l’ulcera è di origine microtraumatica, già
dita (8). durante la fase di granulazione (in assenza di
infezione) è necessario il progetto e l’uso di
3. L’ulcera è una soluzione di continuo della ortesi e/o ortoplastie di protezione per lo scarico
cute che può coinvolgere l’epidermide, il derma, della lesione, per facilitare i processi riparativi
l’ipoderma, i tendini, la fascia muscolare, il tes- ed evitare recidive (10).
suto muscolare e le sottostanti strutture legamen-
tose, ossee e/o cartilaginee. La risoluzione delle fissurazioni del tallone,
Tale lesione, considerando l’aspetto eziopato- della tinea pedis e della macerazione interdigita-
genetico, comprende le ulcere meccaniche (da le, delle piaghe ed ulcere acute e croniche risulta
pressione e/o da confricazione), le ulcere vasco- ancora più delicato e complesso se il paziente
lari (arteriose, venose e linfatiche), le ulcere trattato è un soggetto diabetico soprattutto se di
neuropatiche e le ulcere miste (di origine sia lungo corso e/o scompensato.
neuropatica che vascolare).
Ogni ulcera può diventare cronica se le cause
che l’hanno generata non sono rimosse o quan-
do, pur avendo rimosso le cause eziopatogeneti-
che, i processi riparativi sono ostacolati da fattori
locali o sistemici.

Nello specifico le ulcere da pressione o da


decubito sono causate dall’azione combinata
del fattore pressione-confricrazione e del fattore
immobilità-atonia.
Le lesioni vascolari comprendono: ulcere arte-
riose, ulcere venose, ulcere miste. Vi sono poi

32
2.2.1.10 Processi infettivi 2.2.2 L’esame biomeccanico. È basato fonda-
I processi infettivi localizzati e non complica- mentalmente sulla conoscenza dell’anatomia
ti da patologie dismetaboliche o da cellulite e della meccanica dell’apparato locomotore e
possono essere trattate dal podologo, secondo si suddivide in tre fasi:
mansionario. • esame biomeccanico del paziente;
Questo è il caso delle onicocriptosi con i • esame podoscopico o podografico;
classici segni dell’infezione e granuloma. In • analisi della deambulazione.
tal caso è fondamentale l’asportazione della
spicula ungueale limitando l’uso di antibiotico
locale per evitare una inutile sensibilizzazio-
ne. 2.2.2.1 Esame biomeccanico del paziente
Con il paziente disteso vengono esaminati i
Nelle ulcere croniche sono comuni le infezio- movimenti del piede: dell’articolazione tibio-
ni, spesso provocate da microrganismi anae- peroniera-astragalica o tibio-tarsica, astra-
robi oltre allo Stafilococco, Streptococco ed galo-calcaneare o sottoastragalica, medio-
altre specie quali Proteus e Pseudomonas. Può tarsica o di Chopart, tarso-metatarsale o di
essere necessaria una terapia antibiotica siste- Lisfranc, metatarso-falangee e interfalangee.
mica intensiva a lungo termine determinata e Tutte queste articolazioni possono essere
realizzata dal medico, spesso in ambito ospe- sede di processi infiammatori e degenerativi
daliero. La presenza di cellulite è un importan- limitando così i ROM fisiologici (Range of
te segno d’allarme che non va sottovalutato. Motion) (11).
Il trattamento delle ulcere infette (qualunque
sia la sua natura) è demandato esclusivamente
al personale medico con l’eventuale collabo-
razione del podologo (9). 2.2.2.2 L’esame podoscopico o podografico
Il trattamento delle ulcere ischemiche infette Con il paziente in stazione eretta si rileva,
non può prescindere da una attenta valuta- oltre all’osservazione dell’appoggio planta-
zione diagnostica interventistica allo scopo di re, il rapporto in gradi del retropiede rispetto
una rapida procedura di rivascolarizzazione, all’asse della gamba, e si procede alla even-
nell’ottica del risparmio e del miglior recupe- tuale ricerca della posizione neutra del corpo
ro funzionale (vedi foto). dell’astragalo.
Il trattamento dell’ulcera infetta del diabetico L’esame podografico è utile nello studio di
è meglio mirato se si determina il contributo ortesi ed ortoplastie.
relativo di neuropatia, ischemia e infezione Nello specifico del piede del diabetico,
incidendo sulla eziopatogenesi (5). l’esame podografico è importante per la

33
valutazione degli eventuali ipercarichi plan- 2.2.2.3 Analisi della deambulazione
tari e nella valutazione del grado di rischio È basata sulla rilevazione della posizione dei
ulcerazione. vari segmenti del piede e dell’arto inferiore,
Tale valutazione ha comunque dei limiti durante le fasi di progressione della marcia.
oggettivi piuttosto marcati perché esclude Questa valutazione qualitativa può divenire
tutte le dinamiche del piede che solitamente quantitativa con la Telepodometria in cui si
sono quelle che esprimono più marcatamen- analizza la ripartizione dei carichi sulla pian-
te i problemi di appoggio. ta del piede in statica; con la Baropodometria
Infatti in fase propulsiva i carichi che si rile- che analizza i carichi oltre che in statica
vano sono ben più elevati rispetto a quelli anche nella dinamica del passo, dandoci pre-
che sopportiamo in statica bipede. ziose informazioni sulle condizioni posturali
Inoltre una ortesi realizzata considerando del soggetto; con la Gait Analysis che rileva
solo l’esame podoscopico o telepodometrico la posizione temporo-spaziale di punti di
non permette di risolvere tutti i problemi di repere dell’arto inferiore a livello delle gran-
appoggio dell’avampiede che si verificano di articolazioni.
in fase propulsiva. Come per ogni esame strumentale i risultati
A tale limite si è provato a dare una soluzio- dovrebbero essere studiati ed interpretati dal
ne in termini digitali con la baropodometria professionista, mentre spesso ci si limita alla
ed intermini analogici attraverso i plantari in sola lettura della diagnosi automatica che i
calco dinamico. moderni sistemi compilano e stampano.

34
L ali:podologia include nei trattamenti loca-
A. Riduzione di ipercheratosi cutanee, di
ipertrofie e deformità ungueali, di lamine
micotiche, di ipercheratosi sub e peri-unguea-
li. Riduzione di unghie incarnite semplici
ed indaginose. Effettuazione di trattamenti
3. Trattamenti mirati alla cura di lesioni sub-cheratosiche e
sub e peri-ungueali che includano medicazio-
locali ni galeniche, medicazioni avanzate, feltraggi
di scarico delle zone sede di ferite od ulcere
di Gaetano Di Stasio non infette.
B. Asportazione previo trattamento di ver-
ruche singole e multiple, plantari e digitali,
attraverso metodi incruenti e per mezzo di
agenti chimico-cheratolitici o fisici di tipo
non radiante.
C. Realizzazione di feltraggi e taping adesivi.
Applicazione di feltri adesivi compressi o
semi-compressi, a scopo antalgico o di soste-
gno provvisorio. Applicazione di cerotti ade-
sivi anallergici (taping) per la parziale immo-
bilizzazione del piede e/o delle dita (1).

Tutti i trattamenti locali sovra esposti ed ogni


approccio al paziente va eseguito con guanti
in lattice e strumentario sterile o monouso.
Insieme allo strumentario chirurgico imbu-
stato singolarmente e sterilizzato si devono
includere le frese per micromotore che vanno
anch’esse imbustate e sterilizzate singolar-
mente mentre le frese con cappuccio usa e
getta vanno sostituite ad ogni paziente.

35
3.1 Riduzione di ipercheratosi cutanee ambulatorio vede almeno 5 pazienti dia-
La riduzione può avvenire con bisturi e/o betici di lungo corso senza dover operare
sgorbie di varia misura e tipologia, con necessariamente in un ambulatorio pretta-
micromotore e/o turbina, con tronchesi. mente dedicato alla complicanza del piede
Il curettage deve essere fatto sempre in sicu- diabetico.
rezza sia per il paziente che per l’operatore, Ciò impone pertanto massima attenzione
prediligendo l’adozione di posture con dito di anche perché un podologo che sa gestire il
appoggio (solitamente il terzo o il quarto). piede di un diabetico (in senso lato senza
La riduzione delle ipercheratosi avviene con che esso debba necessariamente trattare
tecniche diverse sia sulla base della scuola necrosi ischemiche o ulcerazioni neuropa-
di appartenenza sia sulla base della collo- tiche) riesce a fare prevenzione ed a gestire
cazione e della loro natura. Corni duri sulle meglio e con maggior successo anche le
interfalangee o placche ipercheratosiche alla patologie podaliche dei pazienti non diabe-
pianta del piede prediligono il bisturi; corni tici. L’esperienza sulla gestione delle lesioni
molli degli spazi interdigitali prediligono ulcerative e le medicazioni avanzate, sulle
spesso il bisturi su manico n.3; corni vasco- ortoplastie di protezione e riallineamento
lari o neurovascolari, richiedono il bisturi, la su soggetti complicati, forma una sensibili-
sgorbia e spesso il micromotore e la turbina tà che accompagna la vita professionale del
per l’enucleazione indolore. Questi ultimi podologo, dando nuovi strumenti terapeuti-
hanno solitamente nuclei molto profondi e ci e riabilitativi altrimenti non accessibili e
dolorosi per l’impegno del tiloma contro le capacità prognostiche.
papille ipertrofiche del derma, che protrudo- La gestione di un paziente cardiopatico,
no spesso nel nucleo, rilevando una configu- in forte terapia antiaggregante, la gestio-
razione irregolare di anse capillari interposte ne delle deformità di un piede artrosico o
ad alcune piccole concentrazioni di tessuto artritico, la gestione di un paziente con una
corneo denso che possono essere infram- arteriopatia ostruttiva, la gestione dell’evo-
mentate da linee e punti giallastri indicanti la luzione di una lesione, risulta sempre più
presenza di terminazioni nervose responsabi- complessa e delicata su un paziente diabe-
li dell’elevata sensibilità della lesione (detta tico.
tiloma neuro-vascolare) (12).
In un soggetto diabetico le ipercheratosi
vanno ridotte il più possibile, perché sotto
di esse può nascondersi una ulcerazione
3.1.1 Trattamento del Piede diabetico. Ogni (malperforante), cercando di non creare
podologo ha il dovere di saper trattare il piede lesioni aggiuntive che potrebbero infettarsi.
del diabetico. In questo contesto è sempre necessario per
La percentuale dei diabetici in Italia oscil- protocollo effettuare un ciclo di 2 bagni in 4
la intorno al 5% della popolazione men- litri d’acqua tiepida ed un tappo di antiset-
tre i diabetici che in media frequentano tico clorato per 5 min per almeno un gior-
gli ambulatori di podologia possono salire no in assenza di lesioni evidenti (dopo un
anche oltre il 15%, ricordando che i pazienti trattamento podologico sono infatti sempre
che si recano per una visita dal podologo possibili micro lesioni soprattutto per l’uso
sono spesso anziani della III e IV età, fascia di micromotore/turbina su unghie e cute).
di età in cui è frequente il diabete mellito Fra le complicanze tipiche del diabete pos-
di tipo alimentare. Ciò comporta che ogni siamo citare la neuropatia e la macroangio-
podologo durante una normale giornata di patia.
36
Nella neuropatia abbiamo una riduzione della del piede di Charcot (vedi foto). In questo
sensibilità periferica che facilita l’insorgenza caso le callosità che solitamente dovrebbero
di ulcerazioni e ragadi asintomatiche per la dolere, non danno rilevante fastidio giungendo
ridotta percezione nocicettiva (neuropatia sen- alla conclamazione di ipercheratosi suppurate,
sitiva), ed un aumento delle deformità per la malperforanti plantari ed ulcere (5).
neuropatia motoria (alluce valgo, crollo delle
volte, dita a griffe ed a martello) e l’ipotono Nella macroangiopatia su soggetto diabetico
della muscolatura interossea. Inoltre con la le placche aterosclerotiche sono multilivel-
neuropatia abbiamo una apertura degli shunt lari e riducendo il lume vasale in più punti,
arterovenosi che permettono al sangue di riducono fortemente la pressione ematica con
defluire dal circolo arterioso a quello venoso sofferenza dei tessuti periferici che si presen-
con grande rapidità (senza giungere al micro- tano alla valutazione esterna estremamen-
circolo) realizzando osteoartropatie nervose, te secchi e disponibili alla fissurazione; le
osteolisi, distruzione articolare con rimodella- unghie, anch’esse sofferenti per il ridotto
mento epifisario delle articolazioni. L’apertura apporto ematico, si presentano distrofiche
degli shunt ed il circolo veloce di sangue con un rilevante ispessimento (onicogrifosi);
opera una demineralizzazione delle ossa che si inoltre possiamo valutare una diminuzione
palesa esternamente con la valutazione di un della sudorazione, assottigliamento del derma
piede insensibile, caldo e con i vasi superficia- e scomparsa dell’attività dei bulbi piliferi,
li gonfi e turgidi e con le classiche deformità polsi arteriosi distali ridotti o assenti (popli-
tea, pedidia, tibiale posteriore), piede freddo,
ritardato riempimento venoso al sollevamento
con relativo pallore, sintomi di claudicatio
intermittens, dolore notturno e a riposo.
Una lesione in tali condizioni tarda a cicatriz-
zare aprendo le porte ad una sovrapposizione
infettiva; in tal caso la richiesta ematica si fa
ancora più importante (al presentarsi di una
lesione le cellule rispondono con un fabbiso-
gno metabolico accresciuto fino a 20 volte)
aggravando l’ipossia tissutale attraverso il
conseguente edema infiammatorio perilesio-
nale (5).

37
Su un piede diabetico è dunque necessaria
Protocollo di approccio una terapia preventiva attraverso creme non
grasse e prive di base alcoolica, ma con un
al piede diabetico bilanciato apporto di lipidi, utilizzate allo
scopo di mantenere la cute morbida, elastica
1) Valutazione dei polsi. ed idratata (p.e. Diapodil e Capsipod nella
2) Valutazione della neuropatia sen- neuropatia) e quindi una terapia ortesica pro-
sitiva col monofilamento di Semmes tettiva e/o riabilitativa per ridurre le deformi-
Weinstein. tà, gli ipercarichi ed i microtraumi.
3) Se è possibile, valutare il con-
trollo glicometabolico attraverso
l’emoglobina glicata (HbA1c < 7 3.1.2 Trattamento del piede ischemico. Grande
per un discreto compenso glicemi- attenzione con le unghie ipertrofiche.
co) rinforzando il messaggio che un In presenza di escara necrotica su piede
buon controllo del diabete è indi- ischemico (vedi foto) si dovrà, in stretta col-
spensabile anche per un controllo laborazione col medico, rimuovere la stessa e
delle lesioni ai piedi. trattare l’ulcera sottostante al fine di evitarne
l’infezione e favorirne la chiusura con un’op-
4) Effettuare il curettage. portuna terapia e medicazione. Molto spesso
L’attenzione deve essere massima in è necessaria una valutazione da parte di un
particolare sulle unghie sclerotiche chirurgo vascolare ed un radiologo interven-
e spesse in soggetti con polso debole tista e l’applicazione di un idrogel per la rei-
o assente, cute secca, strato lipidi- dratazione dell’escara e la sua rimozione non
co sottocutaneo sottile, assenza di traumatica. Infatti in tali casi si preferisce un
attività dei bulbi piliferi: potrebbe intervento sulla lesione il meno traumatico
possibile (l’escherectomia è molto dolorosa
essere un piede ischemico. e rischia di asportare anche tessuto vitale),
5) Valutare le deformità, i conflit- dando precedenza al debridment autolitico
ti e gli ipercarichi e compensarli per risparmiare i tessuti non necrotici (9).
sempre: al primo intervento con un Su un piede ischemico le unghie non vanno
feltraggio temporaneo da rivedere mai fresate, anche se spesse, ma solo ridotte
entro 2 settimane, e poi successiva- e tagliate delicatamente.
mente con una ortoplastia.
6) Valutare segni di infezione e se
del caso indirizzare subito al medi-
co per un eventuale tampone e tera-
pia antibiotica mirata.
7) Amplificare la compliance del
paziente diabetico sensibilizzandolo
sull’auto controllo ed informando
anche i familiari.

38
3.2 Riduzione di ipertrofie ungueali 3.3 Riduzione di unghie incarnite
Le unghie ipertrofiche vanno accuratamente L’onicocriptosi si verifica quando i bordi
trattate per ridurne gli spessori allo scopo di dell’unghia penetrano nei tessuti molli adia-
facilitarne il taglio e di evitare il conflitto con centi ai valli ungueali.
il cappelletto della scarpa, con la cute periun- Il termine “ungia incarnita” è fuorviante,
gueale e con le altre dita. La riduzione avviene in quanto implica che uno dei margini del-
con micromotore e fresa sterile in acciaio al l’unghia cresca lateralmente, spingendosi
tungsteno-vanadio di varie dimensioni, anche nel vallo ungueale. E’ però evidente che, nei
lateralmente allo scopo di limitare o di evitare vertebrati, la crescita dell’unghia è legata
conflitti con i tessuti periungueali e per rimuo- alla matrice e l’ampiezza dell’unghia pre-
vere le ipercheratosi sub e periungueali. Sono senta una relazione diretta con quella della
solitamente utilizzate tronchesi in acciaio, sgor- matrice. Nessun dato depone per una mag-
bie e bisturi di varie dimensioni a seconda della giore larghezza della matrice nelle persone
tipologia di intervento e della consuetudine. affette da unghia incarnita.
Le frese devono essere a punta arrotondata di Il termine “unghia incarnita” è stato scelto
varie misure; nei valli ungueali introdurre solo presumendo che l’incarnirsi dell’unghia o
frese piatte o coniche con punta arrotondata, a la sua crescita verso il basso, all’interno
bassa aggressività ed a non più di 8 mila giri/ del solco, fosse causato da una maggiore
min. ampiezza della convessità dell’unghia.
Sono utili inoltre fluidi ammorbidenti e gocce
emollienti e dopo il trattamento gocce onico- Frost (13) ha descritto i seguenti tre tipi di
trofiche e gel normalizzante della iperreattività unghia incarnita:
mastocito-mediata. • una placca ungueale normale sottoposta
L’intervento podologico è per definizione ad un taglio improprio che porta alla forma-
incruento ed indolore. Ogni azione eseguita su zione di una “punta d’amo” o di una spina
cute o unghia che evochi dolore è da intendersi ungueale nel vallo,
mal eseguita se non addirittura sbagliata. Per • una deformazione verso l’interno di uno o
eliminare il dolore spesso è sufficiente ridur- entrambi i bordi laterali della placca unguea-
re l’unghia, per permettere una resezione più le (unghia incurvata),
fluida e meno traumatica con punta di bisturi • una placca ungueale normale con ipertrofia
(come nella scuola napoletana) o sgorbia e dei tessuti molli posti ai lati.
l’uso di un emolliente e fresa per asportare le
ipercheratosi. Le onicocriptosi spesso non si risolvono
completamente e sono pertanto causa di
recidive. L’alta incidenza di ricorrenza deri-
va dall’erronea convinzione che l’onicocrip-
tosi sia una patologia a carico della lami-
na ungueale, quando invece sono i tessuti
periungueali a presentare le manifestazioni
cliniche più significative (14). E’ infatti noto
nella pratica clinica che l’intervento chi-
rurgico di avulsione parziale o totale della
lamina oltre a peggiorare le caratteristiche
morfo-funzionali dell’unità ungueale, com-
porta comunque l’elevatissima possibilità di
recidiva.
39
L’onicocriptosi si verifica quando i tessuti
Protocollo all’approccio periungueali, sovrasollecitati dallo stimolo
meccanico incidente esercitato dal bordo
ungueale senza infezione (14) della lamina ungueale, vanno incontro ad un
fenomeno d’ipertrofia e progressiva infiam-
1) In presenza di piede ischemico mazione, fino alla rottura epidermica.
trattare le unghie con grande caute- L’onicocriptosi è una patologia sicuramente
la. minore, anche se oltremodo fastidiosa, che
2) Abbassare l’unghia a spessori nella può diventare insidiosa su un piede sede di
norma con frese sgrossatrici e rifini- complicanze. Non è raro che esiti di onico-
criptosi mal gestiti da personale non quali-
trici uniformemente per facilitarne
ficato, abbiano comportato che l’infezione
il taglio e rendere l’unghia più fles- arrivasse ai tessuti profondi fino all’osso con
sibile e meno invasiva. Non ledere la necessaria amputazione del primo raggio.
cute periungueale col micromotore Non è neanche raro altresì che l’amputazione
(max 6-8 mila giri/min) nei passaggi sia stata necessaria, anche su soggetti non
più delicati e nei valli ungueali. diabetici, per una errata anestesia locale e/o
3) Valutare: la presenza di spicule, la una fasciatura mal eseguita dopo avulsione
della placca ungueale.
linea del taglio, la presenza di iper-
Possiamo riconoscere fondamentalmente
cheratosi sotto o peringueali. quattro fattori concorrenti alla patologia e
4) Raccordare il taglio rispettando spesso concomitanti: valgismo dell’alluce,
il naturale sviluppo dell’unghia e pronazione dell’avampiede, scorretto taglio
rimuovere ipercheratosi periungeali. dell’unghia, sovrapposizione micotica insie-
5) Zaffare ed insufflare con Perossido me correlate all’uso di calzature chiuse spes-
di Idrogeno a 3 volumi e/o con pro- so di ginnastica.
Il valgismo dell’alluce è molto frequente e
dotto specifico emolliente.
la compressione del primo dito sul secondo
6) Se del caso, riprendere dal punto comporta una lesione dei tessuti peringuea-
3. Completare con fresa rifinitrice a li laterali, dovuta al ripetuto microtrauma
basso numero di giri (max 6-8 mila unghia-tessuti molli.
giri/min) anche nei valli ungueali con Nella pronazione dell’avampiede possiamo
fresa conica o piatta con punta arro- vedere, in fase propulsiva, lo sviluppo di un
tondata e bassa aggressività. impulso pressorio sul lato mediale dell’alluce
che amplifica la spinta assiale sul bordo del
7) Non utilizzare mai agenti colo-
primo raggio (15).
ranti come tinture od altre soluzioni Nel terzo caso, in un piede sano, lo sperone
alcoliche per evitare di mascherare ungueale derivato da uno scorretto taglio del-
il tumor ed il rubor di una eventuale l’unghia può medialmente, così come lateral-
sindrome infiammatoria dei tessuti. mente, generare lesione.
8) Consigliare sempre 2 bagni/die in Nel quarto ed ultimo caso una onicomicosi,
4 litri d’acqua tiepida ed 1 tappo di attraverso l’ipertrofia della lamina, la defor-
mità e l’ipercheratosi reattiva subungueale,
antisettico clorato per 5 min. almeno
può generare una onicocriptosi secondaria.
per un giorno per portare a risolu- L’etiologia è prevalentemente microtrauma-
tica (14).
40
Normalmente lo spazio fra il margine ungueale
ed il fondo del solco è approssimativamente di Protocollo all’approccio in
un millimetro. Il solco è rivestito di un sottile
strato epiteliale che giace immediatamente
onicocriptosi complicata (14)
sotto e sui lati del margine ungueale. In condi-
zioni normali questo spazio è sufficiente a pro- 1) Se del caso abbassare l’unghia uni-
teggere il solco da fenomeni irritativi. Qualora formemente per facilitarne il taglio.
la tomaia della scarpa o le calze siano troppo 2) Rimuovere la spicula senza evoca-
strette esse possono esercitare una pressione re dolore. Una manovra podologica
verso il basso sull’unghia, il bordo ungueale dolorosa è scorretta e mal realizzata
o i valli laterali. Questa pressione oblitera lo
per definizione. Gli interventi podo-
spazio fra margine della placca e solco provo-
cando un costante stato di irritazione. La tume- logici devono essere per prontuario
fazione reattiva nella doccia crea un circolo incruenti e non dolorosi. Per elimi-
che porta alla iperplasia dei tessuti molli adia- nare il dolore spesso è sufficiente
centi ed in fine ad una ipertrofia permanente. ridurre l’unghia, per permettere una
Nell’evoluzione di questo processo, il fondo resezione più fluida e meno trauma-
del solco ungueale viene infine interrotto dal tica con punta di bisturi (come nella
margine ungueale verificandosi una infezione
scuola napoletana).
secondaria.
La classificazione di onicocriptosi in tre gradi, 3) Da rivedere dopo 2gg, 4gg, 1 sett.
ormai storica perché presentata nel 1937 da 4) In presenza di sovrapposizione
Heifetz (16), mantiene la sua validità: infettiva senza granuloma: 2 bagni/
• Grado 1: gonfiore ed eritema del solco die in 4 litri d’acqua tiepida ed 1
ungueale laterale. I margini della lamina tappo di antisettico clorato per 5
ungueale vengono ricoperti dai tessuti via via min., detersione energica.
sempre più infiammati del solco laterale;
5) In presenza di granuloma aggiun-
• Grado 2: dolore crescente, comparsa di
un’infezione acuta ed attiva, con presenza di gere al bagno 2 med/die con soluzione
drenaggio; a base di Policresulene Concentrato;
• Grado 3: l’infezione cronicizza: il solco late- in caso di soggetto diabetico, inte-
rale dell’unghia e i tessuti adiacenti assumono grarsi con il medico se in 2-4 giorni
le caratteristiche di un tessuto granulomatoso. non si avesse un miglioramento del
Si sviluppa così un’ipertrofia generalizzata dei quadro.
tessuti molli circostanti, e la lamina ungueale
6) Non applicare antibiotico per uso
risulta inclusa nel tessuto ipertrofico e infiam-
mato, assumendo il tipico aspetto “incarnito”. locale per evitare sensibilizzazioni.
Se del caso inviare al medico per
Sono state descritte in letteratura diverse tecni- tampone e terapia antibiotica mira-
che chirurgiche per il trattamento dell’unghia ta.
incarnita: avulsione del bordo della placca 7) Limitare l’uso di creme antinfiam-
ungueale, riduzione del bordo ipertrofizzato, matorie: se l’intervento podologico è
asportazione parziale o totale della placca
stato ben eseguito la soluzione della
ungueale. In tutte le tecniche chirurgiche però
la recidiva post-operatoria è molto frequente fase acuta è pressoché immediata.
(dal 77% di recidiva con l’avulsione parziale
41
fino all’86% con la totale) (15). La chirurgia
applicata alle onicocriptosi è dunque assolu- Protocollo all’approccio
tamente deludente, rammentando inoltre il
dolore ed i tempi lunghi di recupero che
ungueale in ricostruzione (14)
l’asportazione parziale o completa dell’unghia
comporta. Eppure ancor oggi molte volte le La ricostruzione ungueale in resina
onicocriptosi, anche in soggetti in fase evoluti- epossidica può essere realizzata:
va, vanno incontro alla chirurgia. 1) In assenza di granuloma granu-
leggiante.
E’ dunque necessario informare il paziente dei 2) In assenza di essudato.
vantaggi di un trattamento podologico nella
3) In presenza di granuloma in
fase acuta e della necessità di prevenire le
recidive. Lo stesso paziente deve inoltre essere forte fase regressiva e non produt-
istruito nella scelta delle calzature, delle calze e tivo.
nel giusto modo di tagliarsi le unghie. Pazienti 4) In presenza di spicula profonda
che presentano un eccesso di pronazione pos- non dolente che si desidera inglo-
sono essere trattati con apparecchi ortesici od bare nella ricostruzione.
ortoplastici per ridurre la spinta assiale sul 5) In presenza di onicomicosi o
bordo mediale dell’alluce.
candidosi anche in trattamento per
L’approccio podologico nelle unghie incarni-
te anche complicate ed indaginose, si limita via sistemica.
alla riduzione dell’unghia in spessore ed alla 6) In assenza di lesione periun-
asportazione non traumatica ed incruenta del gueale o anche se in fase di riepite-
triangolo di unghia distale (15) con tronchese e lizzazione.
bisturi (come nella scuola napoletana) o sgor- 7) Su un piede sede di complicanze,
bia num. 2 o 3. in assenza di arteriopatia oblite-
Questa procedura permette di superare la fase
rante (<50%).
acuta e attraverso ortonixia e rieducazione
ungueale, il podologo approccia al recupero 8) Solo dopo aver ben prepara-
della funzionalità del distretto ed alla restitutio to l’unghia con frese sgrossatrici
ad integrum grazie a gel per la normalizza- e rifinitrici, dopo aver accurata-
zione della iperreattività cutanea mastocita- mente sgrassato e deterso la parte,
mediata come prevenzione della recidiva. ed aver provveduto alla rimozione
dell’eventuale ortonixia applicata.
9) E’ possibile, nella fase succes-
siva alla ricostruzione in resina,
ridurne le imperfezioni con frese
sgrossatrici e rifinitrici, praticare
ortonixia e/o ortoplastia protettiva
o di riallineamento.
10) E’ necessario applicare gel nor-
malizzanti l’iperreattività cutanea
mastocita-mediata (p.e. Criptogel).

42
3.4 Scelta ed applicazione di medicazioni dovrebbe tenere l’ulcera umida (ad umidità
Il trattamento di una lesione acuta o di una controllata) ed il tessuto attorno alla lesione
lesione ulcerativa cronica è un argomento asciutto. In base alla fase di cicatrizzazione
dinamico che richiede una costante revisione potrebbe essere necessario un tipo di medica-
alla luce delle nuove acquisizioni scientifiche. zione differente (9).
Questi sviluppi tecnologici sono il risultato
della nostra sempre maggiore conoscenza dei
processi di guarigione. Nello specifico è stato
osservato che una ferita chiusa in un ambien- 3.4.1 Trattamento delle lesioni di continuo.
te umido guarisce molto più velocemente di In caso di ferite, ulcere, piaghe o lesioni
un’altra coperta con una medicazione traspi- dei tessuti periungueali quali onicocriptosi
rante. indaginose, oltre a rimuovere il necessario
Lo sviluppo di nuovi materiali ha porta- materiale organico per liberare la lesione
to all’adozione delle medicazioni occlusive (parte di unghia, fibrina, ipercheratosi, cute
e semiocclusive, che creando un ambiente macerata, etc.) andremo a detergere la ferita
ideale per una guarigione più rapida, più con garze sterili e soluzione fisiologica, per
sicura e meno dolorosa, hanno anche risolto poi medicare, consigliando la terapia locale
il problema dato dall’aderenza, riscontrato e rimandando al medico per la prescrizione
molto spesso con le medicazioni galeniche eventuale di terapia antibiotica.
tradizionali. L’obiettivo della detersione di una ferita è
La scelta della medicazione giusta è fonda- quello di sciogliere e detergere dai detriti
mentale per la cura delle lesioni. Il medico superficiali prima della medicazione.
specialista e il podologo consiglieranno e Questo non deve essere confuso con l’antise-
applicheranno le medicazioni in base alla psi, nella quale l’obiettivo è quello di ridurre
condizione del paziente ed alla posizione/con- la presenza batterica nel letto della ferita.
dizione della lesione. Le più comuni medica- La detersione è sempre necessaria, ad ogni
zioni sono: le galeniche (garze inumidite con cambio di medicazione, e può essere effet-
soluzione fisiologica o grasse), gli alginati, tuata irrigando la lesione con abbondante
gli idrocolloidoli, i film semipermeabili, le soluzione fisiologica o ringer lattato median-
medicazioni speciali assorbenti in poliureta- te una siringa o una spruzzetta, indirizzando
no, gli idrogel, le medicazioni biocompatibili il getto in direzione trasversale, onde favorire
riassorbibili. l’asportazione meccanica dei detriti presenti
Le medicazioni galeniche con garze devono sul letto della ferita, ma delicatamente (9).
essere inumidite spesso con soluzione fisio-
logica e cambiate almeno una volta al giorno.
Se non si mantengono umide durante la rimo-
zione anche il tessuto sano verrà rimosso pro-
vocando dolore, danni e ritardi alla guarigio-
ne, a meno che la lesione non sia infetta. Per
tali motivi vengono preferite le garze grasse.
Le medicazioni avanzate possono essere tenu-
te più giorni, in quanto mantengono in equili-
brio la naturale umidità dell’ulcera.
La scelta delle medicazioni deve basarsi su:
tipo di materiale, frequenza dei cambi, pre-
senza d’infezione. In generale la medicazione
43
3.5 Applicazione di feltraggi Si proteggono in tal caso le interfalangee delle
Nel feltraggio di scarico si utilizza un feltro dita a griffe, gli apici delle dita a martello, i tilo-
compresso o semicompresso adesivo che viene mi della pianta, le ipercheratosi interdigitali.
tenuto dal paziente dopo essere stato ritagliato Il feltraggio adesivo temporaneo solitamente è
e posizionato sulla zona di ipercarico per limi- utilizzato per la risoluzione della fase acuta e
tare il microtraumatismo (a scopo antalgico) nella progettazione di ortesi od ortoplastia.
o di sostegno provvisorio (fino ad alcune set-
timane anche su piede sede di complicanze).
Solitamente il feltro viene forato nella zona
che è posta sulla sede della microlesione e ciò 3.5.1 Studio di ortoplastie. Dobbiamo avvaler-
permette di scaricare la parte perchè diluisce ci di ortesi in silicone per attenuare gli shock
l’ipercarico su una superficie più amplia eli- di natura meccanica e/o dissipare le pressioni
minando di conseguenza subito la sensazione locali generate da sovraccarichi che, in presen-
nocicettiva. Il feltro va sempre ancorato con un za di deformazioni osteo-articolari, facilitano i
fissatore adesivo traspirante, molto sottile, per micro-traumatismi in grado di lesionare i tessuti
permettere al feltraggio una tenuta maggiore cutanei (p.e. un distanziatore per dita in iperche-
(nelle foto vediamo il curettage ed il feltrag- ratosi interdigitale, uno scarico dell’articolazio-
gio di due ipercheratosi apicali su piede dia- ne interfalangea prossimale in secondo dito a
betico; in assenza di lesioni il feltraggio può griffe, uno scarico della porzione mediale della
essere mantenuto fino a 2-3 sett.). metatarso-falangea in alluce valgo/rigido).

44
3.6 Taping funzionale e di riallineamento Tale tecnica è usata per il bendaggio del ginoc-
1. Il taping funzionale mira ad arrestare chio nelle sue varie instabilità, della caviglia,
qualsiasi forza abnorme che possa causare del piede per la correzione ed il sostegno del-
un danno alla struttura osteo-articolare o l’alluce valgo o nella stabilizzazione articolare
muscolare che si desidera proteggere. Non è della metatarso-falangea del I raggio o nelle
dunque una metodica che impedisce il movi- fratture non scomposte delle dita; nelle affe-
mento ma piuttosto una struttura esterna che zioni muscolo-scheletriche come nella fascite
realizza un supporto atto a rinforzare una plantare, nella tendinopatia d’achille, etc.
articolazione e ad evitare che si formi edema,
versamento, ematoma, idrarto. 2. Il taping di riallineamento mira ad applica-
re delle linee di forza sui raggi del piede per
Nella patologia capsulo-legamentosa dopo ridurne le deformità (p.e. alluce valgo, dita a
una distorsione, il taping funzionale mira a griffe, dita a martello), quando presentino iper-
mantenere l’articolazione in una fisiologica carichi o ne provochino all’avampiede (p.e.
posizione d’uso, impedendo la trazione delle insufficienza del primo raggio). Attraverso una
strutture interessate dal trauma così da favo- ortoplastia di riallineamento, da realizzarsi sul
rire una buona cicatrizzazione senza allun- taping, è possibile poi fissare il vantaggio otte-
gamento (stabilizzazione meccanica passiva) nuto ed iniziare l’azione riabilitativa. Il recupe-
ed un uso dell’articolazione da parte del sog- ro ottenibile sulla deformità dipende dalla ridu-
getto (stabilizzazione dinamica attiva) anche cibilità della deformità stessa, ma il contributo
attraverso un “effetto rassicurante” di tipo protettivo di una ortoplastia di riallineamento
psicologico. deve comunque essere il massimo possibile
perchè, oltre a migliorare la deformità, si ridu-
Nella patologia muscolare il bendaggio deve cono gli ipercarichi ed i microtraumi.
opporsi alla formazione dell’ematoma e pro- In foto vediamo un piede sx con alluce valgo e
teggere la zona colpita da forze distruttive. secondo dito a martello. Col taping si “impic-
ca” il II dito prossimalmente sotto la prima
Nella patologia tendinea ed inserzionale che interfalangea, si passa sotto al dito per risalire
solitamente non è macro-traumatica ma piut- sul polpastrello e sollevarne le interfalangee
tosto data da un sovraccarico funzionale distali tendendo il cerotto; si blocca il recupero
anche di tipo posturale, il trattamento consi- e si riduce il varismo della I metatarsale che
ste nel porre il tendine in accorciamento per accompagna il quadro di valgismo dell’alluce.
diminuirne il lavoro. A questo punto si realizza l’ortoplastia.

45
3.7 Trattamento di verruche Dal punto di vista morfologico esiste una
I Papillomavirus sono virus a DNA che pos- notevole variazione clinica. Le sedi di cari-
sono infettare la cute attraverso contatto. co pressorio, sulla superficie plantrare e
I Papillomavirus umani sono stati divisi in 58 digitale, modificano l’aspetto della lesione
specie ed in 16 gruppi. L’ingresso nel corpo spingendone la massa nel derma e lasciando
dell’ospite è solitamente permesso da una esposto solo lo strato esterno ipercheratosi-
lesione o microlesione (la cute è una barriera co; per tal motivo ad un occhio non esperto
invalicabile agli agenti esterni quando inte- le verruche possono essere scambiate per
gra). Quando il virus penetra in una cellula tilomi o al contrario corni duri, ipercheratosi
dell’epitelio squamoso della cute la infetta con versamenti subcheratosici, corni molli
replicandosi ed inducendo una proliferazione interdigitali possono essere scambiate per
epiteliale benigna. verruche sottoponendo il paziente a terapie
Il trattamento podologico di verruche sin- inadatte.
gole e multiple, plantari e digitali, avviene Nella diagnosi differenziale una verruca si
attraverso metodi incruenti e per mezzo di riconosce attraverso l’anamnesi patologica
agenti chimico-cheratolitici applicati previo per la grande velocità di comparsa, la sede
feltraggio adesivo. (a volte anche in zone prive di ipercarico),
Ciò si realizza attraverso l’aggressione locale l’età del paziente e le abitudini di vita (soli-
della zona infetta e l’asportazione periodica tamente si presenta in giovani frequentatori
del tessuto perilesionale. L’applicazione ripe- di piscine, palestre o di luoghi promiscui che
tuta di cheratolitico permette l’enucleazione non indossano le necessarie protezioni), ed
non traumatica della zona infetta senza cica- attraverso un esame più attento della struttura
trice e senza evocare dolore, e di sollecitare papillare. Inoltre l’asportazione del sovra-
l’attività cellulo-mediata che svolge un ruolo stante strato corneo comporta solitamente
importante nella limitazione dell’estensione una piccola emorragia delle estremità sezio-
del contagio. nate dei capillari ectasici (evento inconsueto
A tale scopo sono utilizzabili dal podologo nel trattamento di corni duri e molli), visibili
anche agenti fisici non radianti. come puntini neri (vasi necrotizzati).

46
P erzioniil trattamento e la cura delle varie affe-
e complicanze del piede, il podolo-
go è in grado di realizzare:

A. Ortesi plantari su impronta. Ortesi predi-


sposte individualmente con assoluta esclusio-
ne di impiego di plantari prefabbricati. Sono
costituite da una base in cuoio o simili ed ele-
4. Trattamenti menti in agglomerato di sughero o mescole
di gomma da giustapporre o stratificare dopo
ortesici attenta valutazione oggettiva per ottenerne le
salienze riabilitative e le opportune morbidez-
ze-flessibilità-rigidità. E’ usata a riguardo la
di Salvatore Andolfo e Gaetano Di Stasio baropodometria e la realizzazione in automa-
tico del plantare attraverso interfacciamento
del computer con ambienti CAD-CAM.

B. Ortesi plantari dinamiche su calco in dina-


mica. Ortesi predisposte individualmente sulla
base di un positivo realizzato in plastilina su
cui il paziente ha deambulato in precedenza.
Il plantare dinamico permette di superare i
limiti del plantare ortopedico classico che in
fase di propulsione perde efficacia. Infatti il
plantare dinamico non si basa solo sul retro-
meso piede nella fase di correzione, ma segue
l’evoluzione del passo fino allo stacco dal
suolo riducendo gli ipercarichi in ogni fase di
appoggio, permettendo e garantendo una più
accurata correzione.

C. Ortesi posturali in alcantara e caucciù


secondo il metodo KS per le patologie agli
arti inferiori ed al rachide di natura funzionale
e per sindromi posturali.

47
D. Ortesi in silicone (Ortoplastia). Trovano rale o bilaterale dei margini ungueali a curva-
indicazione nei casi di alluce valgo, dita tura non fisiologica. Ad oggi il filo metallico
retratte, a martello, a griffe, quinto varo, dita è spesso sostituito da bottoncini e mollette di
ricurvate addotte/abdotte o sovrapposte/sot- tipo dentale per realizzare la trazione neces-
toposte, accompagnate o meno da lesioni saria per la rieducazione ungueale. Le protesi
ipercheratosiche (vedi foto). Sono costituite ungueali sono invece predisposte in resina
da polivinilsilossano in due componen- epossidica ancora di tipo dentale. Sono appli-
ti (base e catalizzatore). Nell’ortoplastia cate per la ricostruzione parziale o totale
avampodalica classica si realizzano pro- della lamina ungueale e successivamente al
tezioni e scarichi per alleviare le zone di trattamento palliativo di riduzione di lamine
contatto o di ipercarico nell’avampiede; deformi e ipertrofiche o in termini di riedu-
nell’ortoplastia avanzata si riesce a dare cazione. In tal senso c’è amplia letteratura di
anche un contributo nel riallineamento delle tecniche e metodi.
deformità (recuperando la quota funzionale)
e di riabilitazione (6). Questi sono dei dispositivi medici e sono
dunque sottoposti a marchiatura CE. Ciò non
E. Ortesi e protesi ungueali. Assumono il è necessario se si tratta di dispositivi fabbri-
nome tecnico di “orto-onissia”. Consistono cati in serie adattati alle esigenze del pazien-
nella predisposizione di correzioni in filo te, come avviene ad esempio per i plantari
metallico di tipo dentale con o senza calco propriocettivi KS (vedi foto). Infatti tali
gessato. Agiscono per la correzione unilate- dispositivi non sono considerati su misura.

48
L Ozione
stare in piedi dell’uomo, in posi-
ortostatica, è il frutto della
filogenesi e dell’evoluzione del piede
“antigravitario” rinvenuto nei Sapiens
di 30 mila anni fa. Tale condizione è
fondamentale per la nostra vita tanto che
la Funzione Statica è annoverata fra le
Funzioni Egemoniche nell’uomo insie-
5. Posturologia me a quella Respiratoria, Alimentare
e Sessuale in quanto la statica bipede
è una delle caratteristiche della nostra
di Gaetano Di Stasio specie ed è funzione indispensabile alla
sopravvivenza (17). Pensiamo all’Homo
Sapiens che confidava solo sulle sue
capacità e sulla sua rapidità di movimen-
to, per procurarsi il cibo, per sfuggire ai
pericoli, per attaccare, per difendersi,
per spostarsi durante il nomadismo.
In questi ultimi decenni l’uomo, grazie
5.3 Posturologia ai “paracadute sociali”, non associa più
alla Funzione Statica un elemento di
nello sport sopravvivenza. Persone anche con gravi
limitazioni motorie riescono comunque
a risultare indipendenti ed a contribuire
di G. Francavilla, A. Parisi, V.C. Francavilla alla crescita sociale ed economica del
Paese inserendosi proficuamente nel tes-
suto produttivo. E pur non potendo man-
tenere l’ortostatismo, dopo ad esempio
gravi accidenti, l’uomo tende sempre ad
una posizione che gli permetta di avere
capo e busto eretto e mani e braccia libe-
re, disponendosi in posizione assisa.
L’ortostatismo è infatti un elemento di
riconoscimento e di appartenenza alla
specie umana che impone naturalmen-
te, per istinto, al bimbo in fasce di raf-
forzare via via la sua muscolatura per
reggere il collo grazie allo sterno-clei-
do-mastoideo (considerato fra i muscoli
più importanti in Posturologia), per sol-
levarsi in verticale con il busto contro
la forza di gravità (in posizione assisa),
per avventurarsi nel limitato mondo che
lo circonda attraverso il rotolamento e lo
strisciamento, per avere più autonomia
grazie al carponi ed infine dopo il primo
anno di vita per iniziare a sollevarsi
sulle ginocchia ed a provare il “passo

49
del cavaliere”, puntando un ginocchio e superare l’iper/ipotono e per insegnare
mettendo il piede controlaterale a terra, al bimbo anche le azioni/reazioni che
per mettersi per la prima volta in piedi dovrebbero scaturire da riflessi spinali,
sorreggendosi ad un appiglio (magari per innescare il processo di mobilizza-
nel box o durante le sue perlustrazioni zione attraverso schemi motori; la psi-
in casa). comotricità è importante perché grazie
L’istinto, l’imitazione dei simili che lo al gioco ed alle stimolazioni il bimbo
circondano, il desiderio di scoperta e di partecipa all’ambiente interagendo con
maggiore mobilità, l’esperienza fanno esso attraverso schemi percettivo-moto-
il resto: il cucciolo si alza in piedi e ri; la logopedia può essere necessaria
diventa un piccolo uomo che va avanti in per superare l’eventuale blocco del lin-
cruising, di appiglio in appiglio, casca e guaggio.
si rialza, diventa libero. L’ortostatismo La completezza delle esperienze psico-
una volta raggiunto, e reso il piccolo motorie nella primissima e nella prima
uomo indipendente, innesca e facili- infanzia fino ai cinque anni è la condi-
ta mille altri processi: l’esplorazione zione necessaria per il benessere psico-
migliora e matura la visione binoculare fisico-intellettuale del futuro uomo, in
e la percezione dell’ambiente elaboran- maniera altrettanto fondamentale quanto
do risposte a nuovi stimoli, migliora e l’evoluzione del feto nelle prime setti-
matura la comprensione del linguaggio mane di sviluppo intrauterino (18). Il
e lo obbliga ad esprimersi per descrivere raggiungere l’ortostatismo, per il benes-
e per chiedere, lo introduce ai rapporti sere psico-fisico dell’animale uomo, ha
interpersonali, gli permette di realizzare dunque un ruolo nodale.
sempre esperienze nuove e fondamentali L’uomo si erge in piedi quasi non accor-
per la crescita psico-fisica, intellettuale gendosi dell’attivazione di tendini,
ed emozionale. muscoli e dell’impegno delle artico-
Senza ortostatismo il bimbo, magari lazioni: centinaia di impulsi nervosi
“solo” con handicap motori ma senza arrivano e partono dal nostro cervello
limitazioni della sfera cognitiva, in un ogni secondo per realizzare un solo
sol colpo avrà insieme alle limitazioni piccolo gesto, il movimento di un dito,
nel movimento anche e contemporanea- l’arriciarsi del naso. Il raggiungere ed
mente ritardi nel linguaggio (le parole il mantenere la posizione ortostatica
sono il prolungamento del gesto), limi- invece mette in moto milioni di impul-
tate capacità nei rapporti umani, ritardi si nervosi al secondo, a giustificare
nell’evoluzione psichica ed intellettuale la grandissima complessità di questa
e dell’apprendimento in assenza di una Funzione umana. Pensiamo ad un spin-
mirata attività di fisiokinesiterapia e di ta inferta ad un nostro vicino ed a tutta
psicomotricità, tutto e solo per le ridotte la complessa attivazione muscolare, ai
o assenti capacità motorie. feedback sensoriali ed ancora alle atti-
Nella prima fase evolutiva dunque la vazioni muscolari che l’individuo deve
Funzione Statica assume un ruolo davve- realizzare istante per istante per non
ro egemonico, vitale, che toglie via via cadere e per riacquistare l’equilibrio in
spazio alla Funzione Alimentare, che nei ortostatismo. Pensiamo poi a cosa acca-
primi mesi di vita risulta preponderan- de per mantenere l’equilibrio in piedi su
te. Questo aspetto giustifica l’impegno una barchetta in mezzo al mare.
che si dedica in età evolutiva ai bimbi La Funzione Posturale innesca dunque
con problemi motori e handicap psico- un processo spinale e mentale di grande
fisici: la fisioterapia è fondamentale per complessità.

50
5.1 Sistema Posturale Fine Le informazioni sensoriali errate e le
Il sistema complessivo che permette all’ani- aggressioni esterne vengono bloccate da
male uomo di mantenere la stazione eretta, un sistema di difesa che, sfruttando alcuni
e di esprimere la Funzione Posturale, è adattamenti, tende a ripristinare gli equili-
il Sistema Posturale Fine (SPF) definibi- bri sopprimendo le sensazioni spiacevoli o
le attraverso il suo obiettivo: mantenere dolorose e conservando le funzioni ergo-
l’uomo eretto in equilibrio, con gli arti nomiche.
superiori e le mani libere di compiere gesti Complessi elementi di biomeccanica con-
ed attività. I meccanismi, le procedure, le corrono a mantenere la postura entro valori
strategie, le tattiche ed i muscoli adottati fisiologici ed impediscono l’insorgenza di
per mantenere l’equilibrio sono diversi, innumerevoli forme patologiche (22).
e possono cambiare nel tempo, a seconda Finché è possibile il nostro corpo si adat-
se l’individuo è in statica o in dinamica ta, andando alla ricerca di stati posturali
o se è ammalato. L’equilibrio statico è da nuovi, di un nuovo equilibrio fra dolore e
ritenersi infatti profondamente diverso da risparmio energetico, fino a che non è più
quello dinamico ma anche il dolore acuto possibile compensare: in questo caso si
o cronico può comportare nuove posture palesa alla coscienza il dolore, l’incapacità
dette antalgiche, mentre negli anziani o nei funzionale e si ricorre allo specialista.
pazienti diabetici neuropatici la riduzione
della mobilità e della funzionalità artico- Lo studio della postura comprende la cono-
lare della caviglia comporta un cambio di scenza di alcuni aspetti fondamentali del-
strategia, da quella di caviglia a quella di l’apparato locomotore: il mantenimento
anca (19). della postura eretta, in opposizione alle
Al SPF afferiscono milioni di informazio- forze di compressione e distrazione, rap-
ni al secondo che il Sistema ha il compito presenta il momento “statico” del sistema;
di acquisire, confrontare, elaborare affin- l’aspetto “cinetico” della funzione fonda-
ché si realizzi il controllo della Funzione mentale dei muscoli attraverso lo stato di
Posturale. Visione ed Oculomotricità, contrazione permanente e particolare che
Propriocezione podalica, Vestibolo, viene definito “standing dynamic” o tono.
Articolazione Temporo Mandibolare, Il terzo aspetto, momento regolatore di
Propriocezione cutanea, Propriocezione tutto il sistema è il meccanismo ciberne-
dei muscoli paravertebrali, Propriocezione tico espresso dal Sistema Posturale Fine
articolare e miofasciale, tutte queste infor- che, attraverso un sistema di connessione
mazioni, tutti questi segnali giungono in occhio-piede, rappresenta la sintesi di due
ogni istante ed il Sistema ha il compito del- ordini di informazioni, esterne-Esorecettori
l’integrazione dei dati, del loro processing, ed interne-Endorecettori, che danno alla
del loro smistamento nelle regioni cerebra- postura note fondamentali e continue sul
li di competenza e di comandare le azioni sistema ambiente ed il corpo umano, con
necessarie a mantenere l’equilibrio in orto- un linguaggio spontaneo ed automatico,
statismo, anche se queste informazioni non non controllato dalla volontà.
arrivano complete e anche se certe risultano L’ultimo dato conoscitivo è quello “psichi-
incoerenti rispetto al contesto. Ciò prelude co” (11) che rappresenta lo schema corpo-
ad un deficit posturale ma non è detto che reo globale e che concorre, assieme agli
questo deficit si trasformi in una sindrome altri, a permettere una comunicazione fat-
posturale: il corpo umano ha una grande tiva tra gli uomini e nei rapporti con l’am-
capacità di adattarsi e di trovare un nuovo biente, attraverso “il linguaggio del corpo”
equilibrio con l’obiettivo dell’assenza del e determinando una sintesi inscindibile tra
dolore e del massimo risparmio. psiche e soma (23).

51
Per ciò il paziente con deficit o sindromi 5.2 Postura non è solo istinto
posturali va studiato inizialmente da fermo La postura in estrema sintesi è la posizione
in ortostasi, poi sul lettino e solo infine in a riposo che l’animale assume o sviluppa
movimento, per avere dei punti di riferi- nell’ambiente che lo circonda. Essa è inol-
mento, per fare valutazioni oggettive, con- tre comunicazione extraverbale e nelle sue
frontabili e ripetibili e perché negli aggiu- molteplicità di atteggiamenti e di posizioni
stamenti posturali preparatori all’azione la è in parte elemento dell’istintività del sog-
posizione ortostatica è la postura di riferi- getto.
mento che viene modificata per preparare L’istintività nell’uomo è una propensione
il gesto (20). naturale che lo spinge a compiere determi-
Un gesto non è ripetibile e quindi non è nati atti; negli animali in generale è quel
confrontabile e non ha dunque per defini- movente interno che provoca una comples-
zione alcuna valenza scientifica. La posi- sa serie di movimenti e di azioni che servo-
zione ortostatica naturale, libera, permette no a raggiungere uno scopo utile alla vita.
invece di mettere in risalto anomalie nel La caratteristica propria dell’istinto che lo
tono dei muscoli superficiali, di valuta- distingue dall’intelligenza è l’essere con-
re torsioni, dismetrie, rotazioni, curvatu- genito, immutabile, ereditario. Gli istinti
re anomale, di fotografarle e di renderle sono diversi dai riflessi che rappresentano
oggettive e condivisibili attraverso esami reazioni di singoli organi a determinati
strumentali (21). stimoli, e dagli impulsi dei quali gli istinti
ne permettono la realizzazione secondo un
modello prestabilito (p.e. l’impulso ses-
suale). Le reazioni istintive nell’uomo ne
influenzano meno la vita, rispetto al resto
del mondo animale, perché mascherate
dall’intelligenza e dominate dallo spesso-
re intellettuale dell’individuo. Un sogget-
to psichicamente sano riesce a dominare
infatti i propri istinti (sessuale, aggressivo,
di autoconservazione) ed i relativi impulsi
usando come filtro il proprio bagaglio cul-
turale in senso lato.

Anche la postura non è solo istinto. L’istinto


come definito sopra non prevede un livello
cibernetico capace di elaborare strategie e
tattiche (secondo l’accezione posturologi-
ca) e di imparare dall’esperienza, ma è più
assimilabile ad un algoritmo scritto nella
pietra che viene percorso stupidamente
sulla base di stimoli esterni codificati e
che dà risultati sempre uguali per stimoli
uguali in ingresso.
Il SPF è invece capace di adattarsi alle più
svariate condizioni in ingresso, è estre-
mamente flessibile nella sua dinamicità
riuscendo ad interpretare i dati in ingresso
integrando le informazioni acquisite dai

52
recettori anche se incomplete, si adatta ad 5.3 Posturologia nello sport
ogni condizione fornendo sempre una usci- La ricerca dei “Records” in chi pratica uno
ta (l’equilibrio in ortostatismo), è un siste- sport a livello competitivo spinge al raggiun-
ma che apprende ed esprime memoria. gimento e al mantenimento della performan-
Sembra dunque molto più di semplice ce. Questi risultati vengono perseguiti attra-
istinto ma non possiamo pensare di tro- verso nuovi programmi di allenamento che,
vare intenzionalità in un modello postu- negli ultimi anni, hanno sviluppato i concet-
rale perché ciò farebbe crollare l’amplia ti di programmazione e di periodizzazione.
bibliografia imperniata sull’interpretazione Per ottenere il massimo sviluppo delle capa-
anche psichica dei vari modelli del malato cità fisiologiche di base e per incrementare
posturale. le attitudini tecniche individuali si è pensato
Non c’è infatti intenzionalità o coscienza di agire sui carichi di lavoro.
del proprio status in un malato posturale, Ottenere dei risultati impone all’apparato
perché esso resosi conto del proprio stato muscolo scheletrico carichi meccanici, la
attraverso uno specchio, non riesce senza cui entità è legata al tipo di superficie su cui
un aiuto esterno a raggiungere un nuova si svolge l’attività (24).
condizione in maniera definitiva (un nuovo In questo contesto, il piede si pone quale
stato posturale stabile). Può solo oscillare mediatore del trasferimento dei carichi tra il
fra il suo stato posturale e quello ritenuto corpo ed il terreno. Per il medico dello sport
più corretto/fisiologico ritornando dopo e per il podologo quantificare questi carichi,
poco sempre allo stato primitivo di defi- corrisponde a potenziare gli strumenti dia-
cit posturale. Così come chiedendo ad un gnostici utilizzati in fase di prevenzione e di
ragazzo di star dritto (da una ipercifosi gio- recupero.
vanile) si obbligherà il nostro interlocutore Il Sistema Posturale, definibile come un
ad attivare dei muscoli fasici volontari e insieme strutturato ad entrate multiple inter-
rapidamente affaticabili. dipendenti con il compito di opposizione
Il risultato sarà invece positivo e mante- alla forza di gravità e alle forze esterne natu-
nuto nel tempo attraverso una riprogram- rali o artificiali (25), rappresenta il veicolo
mazione posturale, come risultato di un principale per il perseguimento di questo
lavoro di sollecitazione propriocettiva. Ciò scopo.
permetterà un riequilibrio della muscola- Il raggiungimento dell’equilibrio durante
tura intrinseca, tonica, con il superamento l’attività fisica e l’affinamento del gesto
del deficit e della relativa sindrome facen- atletico ha come risultato finale il consegui-
do giungere il paziente ad un nuovo stato mento della performance a parità di condi-
posturale stabile. zioni di allenamento, di alimentazione, di
età e sesso.
In tema di Posturologia da qualche tempo
ormai si è tornato a parlare delle “attività
fondamentali” del sistema posturale. Ci si
interroga sul nuovo ruolo di questa Scienza,
rivalutata nel contesto di un Servizio di
Medicina dello Sport; si cercano nuove
connessioni tra elementi fondamentali della
Fisiologia e la Clinica.
Si analizzano concetti ormai assodati come
la preparazione, l’allenamento, la perfor-
mance, l’infortunio, alla luce delle nuove
acquisizioni scientifiche.

53
Grande importanza in questi anni ha assun- dell’atleta. Queste particolari tecnologie,
to lo studio dell’articolazione temporo da tempo applicate nella valutazione degli
mandibolare, del lavoro masticatorio e atleti dello sci di fondo attraverso la cine-
del collegamento denti-organi-muscoli e matografia che permette di seguire con-
le correlazioni con il rachide e l’appoggio tinuamente i cambiamenti gravitazionali
plantare. degli arti, hanno consentito di trovare nella
La valutazione di una mal’occlusione “semiflessione delle ginocchia” la posizio-
diventa fondamentale per formulare dia- ne ideale dello sciatore per una maggiore
gnosi discriminatoria su molte patologie stabilità e una migliore resa.
algico disfunzionali altrimenti sottovalu- Anche nel calcio il continuo ripetersi del
tate. movimento di flessione seguito da ipere-
Il rapporto neuromuscolare fisiologico, stensione rapida del ginocchio richiede
quindi, ed una occlusione masticatoria una particolare attenzione nel programma
corretta è sinonimo di salute e benessere allenante per l’insorgere di lesioni dovute
oltreché di una postura ideale. ad errori di impatto con il terreno.
Il gesto sportivo, come tutti i movimenti In atletica leggera le variabili dinami-
umani, è il risultato di complesse intera- che del gesto atletico che scandiscono i
zioni muscolo scheletriche che determina- movimenti dell’anca e del ginocchio e ne
no gli spostamenti controllati dei segmenti modulano l’impatto con il suolo, richiede
corporei. da parte dell’atleta, una continua ricerca
La biomeccanica viene riproposta come del proprio baricentro durante le brevi
ammortizzatore tra le funzioni postura- assenze di doppio appoggio podalico.
li e le regole fisiologiche attraverso un Per un corridore di lunghe distanze, il con-
momento statico, una funzione cinetica, un tatto del piede al suolo avviene circa 5000
momento cibernetico e il sistema psichico volte in un ora di corsa (26), con un peso
che rappresentano il modo del corpo di del corpo raddoppiato o triplicato ad ogni
dialogare con l’ambiente esterno a con- singolo impatto calcaneare.
dizioni di massima resa e minimo costo La biomeccanica applicata allo sport diven-
energetico (24). ta così indispensabile perché garantisce
Ogni attività o funzione deriva da una serie posture idonee e movimenti articolati che
di apporti informativi esterni ed interni e si vanno a preservare l’atleta da eventuali
estrinseca come fenomeno di adattamento. patologie funzionali (27).
Acquisire nel proprio bagaglio culturale Una corretta impostazione biomeccani-
la visione globale e posturale del paziente ca permette lo svilupparsi di una tecnica
può essere quella marcia in più che serve in grado di esprimere il massimo rendi-
nella pratica quotidiana ad ognuno di noi.
Le malattie funzionali che affliggono gli
atleti e che fino ad oggi non avevano tro-
vato giovamento nell’approccio farmaco-
logico o fisioterapico trovano un nuovo
inquadramento eziologico in posturologia.
La biomeccanica si integra alla postura per-
ché migliora la resa dell’atleta, evidenzia
le alterazioni di appoggio dello sportivo e
previene l’insorgere di patologie muscolo-
tendinee legate a vizi posturali. Sono state
messe in opera tecniche innovative per lo
studio tridimensionale statico e dinamico

54
mento in relazione all’energia applicata. Per tale motivo riteniamo utile, al di là dei
Osservando numerosi atleti con differenti presidi ortopedici e dell’uso di calzature
stili di corsa si può notare come piedi particolari, inserire dei programmi di “edu-
apparentemente “normali” possano spesso cazione” del piede soprattutto nell’atleta
presentare dei problemi durante la fase di in giovane età: l’alternanza periodica di
appoggio e che la comparsa di una sinto- corsa a piedi nudi e di esercizi di ginna-
matologia dolorosa al piede e, secondaria- stica permetteranno di rinforzare i muscoli
mente, al ginocchio possa essere messa in cavizzanti e attiveranno la stimolazione di
relazione con tale modalità di corsa. Tali quella parte di struttura muscolare tenden-
patologie, definibili da “sovraccarico in zialmente “pigra”.
piede dismorfico”, sono molto frequenti, Nella continua verifica che ci siamo pro-
soprattutto tra i principianti per un non posti circa l’esistenza di elementi di con-
corretto “lavoro” del piede al momento nessione tra la Posturologia e lo Sport in
dell’impatto e durante la fase di spinta. generale, abbiamo pensato di rivalutare in
Nella valutazione di un atleta è importante modo analitico patologie osteo-articolari,
considerare la distanza percorsa in allena- alterazioni posturali ed eventuali connes-
mento e in gara, i diversi tipi di terreno e sioni tra performance e postura (29).
le condizioni ambientali in cui viene svol- Abbiamo così evidenziato che modesti defi-
ta l’attività sportiva, l’invecchiamento e cit a carico dell’apparato locomotore deter-
l’usura delle calzature, con relativa perdita minano disfunzioni nei meccanismi riflessi
di elasticità e di capacità di protezione, del controllo posturale.
l’utilizzo di eventuali plantari e presidi Disturbi posturali consolidati possono gene-
correttivi (26). rare negli sportivi algie articolari mentre la
Dopo un accurato esame clinico del piede presenza di lesioni muscolo-tendinee in
e una attenta analisi del passo, con studio corso di attività fisica esasperata possono
sia della fase statica che dinamica, abbia- dipendere da inadeguate terapie ed errori
mo trovato che un eccessiva flessione nella valutazione dei tempi di recupero.
del ginocchio è spesso responsabile del Così mentre una corretta postura consen-
cosiddetto “ginocchio del corridore” e te la modulazione delle catene muscolari
della eventuale presenza di “condroma- atte a veloci modifiche durante la pratica
lacia rotulea”. Anche minime dismetrie delle attività motorie, minime alterazioni
degli arti inferiori, solo di 3mm, possono della postura sono responsabili di traumi
favorire la comparsa di tendiniti nell’arto quali: tendinopatie, contratture, stiramenti,
“più lungo”, per variazioni della lunghez- fratture da stress che danneggiano la pre-
za del passo (28). parazione e quindi il raggiungimento della
performance.
Errate informazioni recettoriali determinano
uno squilibrio tonico-posturale e l’insorge-
re di vizi posturali che generano “dolore”;
sono altresì responsabili della diminuita
resistenza alla fatica e predispongono agli
infortuni (30).
Riallineare l’equilibrio posturale e ripro-
grammare lo schema corporeo consente di
ripristinare il Sistema: equilibrio - econo-
mia - assenza del dolore.
Alla luce di quanto detto traspare una
profonda connessione tra la postura ed il

55
raggiungimento della performance. Questo Tali risultati da noi acquisiti, secondo
ci ha indotto ad aggiungere alla norma- quanto scritto, ci incoraggiano a perse-
le valutazione cardiologica, pneumologica, verare nella ricerca per consentire che
ortopedica di routine dei nostri sportivi, la Posturologia applicata allo sport non
anche una valutazione posturologica e kine- rimanga confinata in un ristretto ambito
siologica completa. scientifico. Pertanto è necessario incre-
L’analisi del piede, della colonna e del- mentare il confronto dei dati della ricerca
l’ATM, che in precedenti lavori (31) ave- tra la medicina dello sport, la podologia
vamo controllato in parallelo con baropo- e lo studio fisiopatologico della postura
dometria elettronica, sono stati presi come (30), del movimento e delle connessioni
indagini di base. neuromuscolari con il complesso “cranio-
I dati ottenuti confermano come la corre- mandibolo-sacrale”.
zione di alterazioni posturali, sia discen- Gli strumenti per attivare questo pro-
denti che ascendenti e miste, determinano cesso di crescita conoscitiva parallela
un significativo miglioramento dell’equi- sono sostanzialmente di tipo organizzati-
librio posturale con diminuzione e a volte vo. Ovvero la promozione di programmi
la scomparsa della sintomatologia algico- di studio finalizzati alla messa a punto di
disfunzionale quali lombalgie, tendiniti, protocolli di analisi, i cui risultati siano
mialgie, gonalgie. La diminuzione delle correlabili alla performance motoria in
tensioni muscolari consente una migliore modo da portare al miglioramento degli
coordinazione motoria ed un più rapido rag- interventi che si attuano nei campi di alle-
giungimento del massimo della preparazio- namento, della prevenzione e del recupe-
ne e del mantenimento della performance. ro.

56
L’ ortoplastia ha come scopo primario
la protezione delle zone di ipercarico
a livello apicale, metatarsale, falan-
geo: dita a griffe, esostosi, tilomi vengono
così protetti dal contatto traumatico con
dita, cappelletto di scarpa, suola, facendo
rientrare la sintomatologia a livelli tollera-
bili giungendo fino alla scomparsa di ogni
6. Ortoplastia sintomo.
Il podologo che nella sua attività riduce
di protezione, solo le ipercheratosi e non si occupa di
riabilitazione, ortesi ed ortoplastie si limita a fare il lavoro
del callista di 40 anni fa!
riallineamento Non è possibile solo ridurre una iperchera-
tosi: è necessario sempre proteggere la parte
con un feltraggio temporaneo da mantenere
in loco fino alla progettazione, alla realiz-
di Gaetano Di Stasio
zazione ed alla applicazione di una orto-
plastia. Un podologo che si limita al solo
curettage è paragonabile ad un odontoiatra
che sa solo piombare i molari o asportarli
senza sfruttare gli strumenti offerti dall’or-
todonzia, dall’incapsulamento, dalla rico-
struzione dentale, dalla chirurgia, etc.
L’ortoplastia classica però non è progettata
per un deficit di appoggio podalico, contro
sintomatologie a carico delle grandi artico-
lazioni e del rachide connesse o implicate
dal cattivo appoggio e dai relativi deficit
di natura posturale. Il deficit podalico resta
infatti inalterato: ciò che si annulla con una
ortoplastia protettiva è il dolore provoca-
to dal conflitto delle dita coinvolte nella
deformità/ipercarico, come un novello anti-
flogistico.

57
Le ortoplastie di riabilitazione e di rialli- esostosi subungueali o alla prima metatarso-
neamento invece possono rimodellare atti- falangea o comunque con una dolorosità o
vamente la struttura dell’avampiede ripri- dolorabilità di origine microtraumatica.
stinando o tendendo a ripristinare (compa- Esempio è l’insufficienza del primo raggio.
tibilmente alla riducibilità delle deformità) Pensiamo ad un piede con valgismo dell’al-
i rapporti podalici fisiologici fra raggi ed luce e griffe delle successive dita o ad un
archi. piede con dita a colpo di vento come nell’ar-
Queste tecniche rientrano nella più vasta trite reumatoide o ancora ad un alluce rigido.
ortoplastia avanzata le cui linee guida e le Oppure pensiamo alla protezione di un piede
metodiche sono state presentate e discus- diabetico neuropatico per la prevenzione
se storicamente dai colleghi Mendicino di delle ulcere (33), piede soggetto ad una alte-
Roma già dai primi anni ’90 ed integrate rata biomeccanica dell’appoggio plantare ed
recentemente dal collega francese Bertin a ipercarichi che realizzano un pericoloso
con i siliconi PODIKON di Podolife (6, 32). stress meccanico su piede insensibile (19).
Tali tecniche vengono utilizzate quando nel In questi casi l’applicazione di una ortopla-
paziente si riscontra un’alterazione struttura- stia avanzata non deve essere vista come
le dell’avampiede, solitamente a carico dei una alternativa alla chirurgia, ma come uno
raggi e dell’arcata anteriore trasversa. strumento per rimandarne l’applicazione o
Pensiamo ad un piede che si presenta con supportarne gli esiti. Sappiamo bene infat-
dita a griffe e ipercheratosi apicali, inter- ti che l’approccio chirurgico può essere
digitali, plantari, sulle interfalangee, sulle accompagnato da recidiva soprattutto se non
precocemente ortesizzato e può comportare
una rigidità dell’articolazione interessata,
con relativa riduzione del ROM articolare.
Nei casi di piede traumatico o di alluce rigido
doloroso, spesso, non ci sono altre strade se
non quella chirurgica, ma se è possibile una
terapia riabilitativa questa dovrebbe essere
consigliata ed intrapresa dal paziente.
Eseguito l’intervento inoltre, una ortopla-
stia di protezione o riallineamento è sempre
necessaria appena si inizia la fisiokinesite-
rapia, per mantenere la correzione ed evitare
derive pericolose che possono inficiare il
delicato lavoro realizzato dal chirurgo.

58
6.1 I siliconi freddo nel senso che la reticolazione si
I siliconi costituiscono il settore più impor- ottiene a temperatura ambiente grazie ad un
tante dei derivati organosilicici: la carat- catalizzatore ed a un reticolante funzionale,
teristica essenziale di questi polimeri è di che agisce con i gruppi reattivi delle catene
presentare nello loro struttura molecolare, polivinilsilossaniche.
oltre al legame silicio-carbonio, quello sili- Questi prodotti sono presentati solitamente
cio-ossigeno. sotto forma di elastomeri bi-componenti
Da quest’ultimo deriva il nome: “siliconi” poiché sono dei prodotti pastosi che a tem-
abbreviazione di “silico-chetoni” defini- peratura ambiente si trasformano in masse
zione data per analogia con certi composti elastiche e flessibili dopo la mescola fra
organici a raggruppamento carbonio-ossi- pasta base e pasta con funzione reticolante.
geno. I vantaggi sono i seguenti:
Secondo la natura dei raggruppamenti orga- • applicazione di ortoplastie correttive,
nici e delle condizioni di fabbricazione, si anche in soggetti in fase evolutiva, negli
ottengono dei prodotti estremamente diffe- spostamenti laterali delle dita, dita in griffe,
renti: olii, gomme, resine. etc.;
Inoltre, i prodotti all’interno di ogni gruppo • polimerizzazione rapida che permette una
variano molto a seconda della loro composi- rifinitura quasi immediata;
zione, del loro grado di policondensazione, • dosaggio facile dei componenti e possibi-
ramificazione e reticolazione. lità di variare i dosaggi per ottenere durezze
Caratteristica dei siliconi è la presenza differenti;
di una struttura inorganica costituita dal • prodotto stabile, presa lenta;
legame -Si-O-Si-O-. Questa catena offre • eccellente resistenza al naturale invecchia-
un’ottima stabilità termica ed una eccellente mento;
inerzia chimica dovuta alla notevole solidità • fresatura ottima già dopo qualche minuto.
del legame -Si-O-.
In breve, le qualità essenziali dei siliconi I siliconi da noi utilizzati sono i siliconi per
per uso podologico sono: ortoplastia PODIKON, i primi ed a quanto
• una notevole stabilità termica; ci risulta gli unici con marchiatura CE, con
• una debolissima variazione delle caratteri- densità fra i 10 ed i 44 shore.
stiche fisiche al variare della temperatura; I siliconi PODIKON10, PODIKON22 e
• una eccellente inerzia chimica; PODIKON44 si presentano in pasta di colo-
• un elevato potere idrorepellente; re grigio per il catalizzatore ed arancione
• una bassissima tensione superficiale (nei per la base. L’impasto fra base e catalizzato-
siliconi liquidi); re, in parti uguali, dà origine ad un ammasso
• una notevole proprietà antiadesive sui tes- giallo da manipolare e plasmare a seconda
suti organici; delle esigenze.
• una interessante permeabilità ai gas; La qualità dei siliconi PODIKON è indiscu-
• una eccezionale assenza di tossicità. tibile e si valuta sia nella fase di impasto, sia
nell’applicazione, ma soprattutto nella rapi-
In altre parole il silicone usato in podologia dità della completa percatalizzazione, nella
è un polimero derivante dal silicio che è fresabilità, nella durata del prodotto.
un pessimo trasduttore di calore, ha inerzia L’indurimento del PODIKON, una volta
chimica (sono praticamente materiali anal- mescolato al 50% con il catalizzatore, avvie-
lergici), grande resistenza all’acqua (sono ne al massimo del proprio shore dopo alcu-
impermeabili e facilmente lavabili), se sot- ne ore. Ma le celle quadrate che si formano,
tile permette la traspirazione cutanea. nella loro estrema regolarità spaziale, danno
I siliconi sono elastomeri vulcanizzati a comunque grande stabilità al prodotto già

59
dopo pochi minuti: bastano infatti 10 minuti gliabile dunque mantenere i contenitori di
per poter tagliare e fresare a mola o a micro- PODIKON in frigo alla temperatura costan-
motore. te di 5-10 gradi centigradi per avere i tempi
La prima valutazione tecnica sta nel fatto necessari anche per impastare quantità più
che aggiunte di silicone allo stesso shore o grandi nelle ortoplastie di riallineamento.
a shore diverso, in ortoplastia multicompo- Infatti a 5 gradi i tempi di impasto ed appli-
nente, non possono essere fresate subito. In cazione massimi si raddoppiano.
questo caso ci vogliono di norma almeno Con i PODIKON44 le ortoplastie hanno
6-8 ore in modo che la parte aggiunta, su densità semidura e grande elasticità, ma lo
superficie ruvida preventivamente fresata, shore può essere modulato con l’aggiunta
possa aderire completamente ed uniforme- di altro silicone molto morbido come il
mente allo strato sottostante già catalizzato. PODIKON10 o il semimorbido come il 22.
Il “trauma” della fresatura immediata può Il silicone 44 prima della catalizzazione (o
comportare infatti lo scollamento delle due meglio della reticolazione), e separatamente
componenti. nelle due componenti, può essere impastato
Ciò permette comunque di consegnare in 15 con PODIKON22 fino al 50% mantenendo
minuti l’ortoplastia, rimandando poi ad un una ottima fresabilità già dopo 10 minuti.
appuntamento successivo la realizzazione Anche il 22 da solo possiede una buona fre-
degli ultimi dettagli (ritocchi, aggiunte, fre- sabilità pur presentando una densità medio-
saggi, stuccatura, verniciatura). bassa. Dopo la reticolazione è comunque
Il valore di un presidio podologico in possibile realizzare ortoplastie bicompo-
PODIKON può anche raddoppiare rispetto nenti con siliconi semi-morbidi (22) e mor-
ad altre soluzioni. Infatti abbiamo una qua- bidissimi (10) o loro miscele in parti uguali
lità intrinseca del lavorato ed una maggiore separatamente per base e catalizzatore.
durata nel tempo per la grande stabilità del Il silicone PODIKON10 è uno dei siliconi
silicone catalizzato. più nuovi sul mercato: presenta una straor-
Attenzione però ai tempi ed alle tempera- dinaria morbidezza ed elasticità, acquisendo
ture. Infatti una maggiore temperatura del la consistenza della cute umana dei polpa-
prodotto, quando lasciato a temperatura strelli. Può essere utilizzato anche da solo
ambiente, comporta una più rapida reti- in pazienti molto sensibili o su bambini, ma
colazione: in tal caso non abbiamo più un il suo campo di applicazione più vasto lo
minuto per l’impasto e altri due minuti per abbiamo come secondo componente, negli
la modellazione. In estate (25 gradi) avremo impasti a più siliconi o nelle ortoplastie
infatti 30 secondi per l’impasto e circa un bicomponente come ad esempio sulla eso-
minuto e mezzo per manipolarlo. E’ consi- stòsi dell’alluce valgo.

60
6.2 Metodi di progetto ed applicazione situ evitando la deambulazione prima della
Valutato il dismorfismo che si desidera com- completa reticolazione.
pensare e riallineare, eliminando o riducendo L’elemento ortesico così ottenuto appena
le problematiche dovute all’attrito incongruo finita la fase di “percatalizzazione” viene
delle parti fonte di dolore, si considera in tolto dalla sede anatomica, eventualmente
primis la disponibilità dei tessuti, dei lega- ritagliato, sgrossato (fresato) e rifinito. Nel
menti e delle capsule articolari a riacquistare caso in cui si desideri inserire un modulo
la corretta disposizione spaziale (riducibilità ortesico di maggiore sofficità, la superficie
della deformità). Problematiche recidivate che dovrà ospitare l’altro tipo di silicone
da intervento chirurgico ortopedico sono in dovrà essere resa ruvida da un fresaggio
generale di più complesso approccio. superficiale.
Valutata la eventuale rigidità articolare
(esame biomeccanico) si passa alla scelta L’ortoplastia di riallineamento, non neces-
della mescola siliconica con uno shore (durez- sariamente più ingombrante di una ortopla-
za/morbidezza) che solitamente si attesta ad stia di semplice protezione, deve comunque
un valore medio/alto per conservare capaci- essere ben tollerata dal paziente, non creare
tà di riallineare con possibilità di assorbire fastidi e deve essere ben alloggiabile nelle
shock traumatici; ad un valore medio/basso scarpe (in tutte le scarpe).
per la prima ortoplastia di protezione. Un Il metodo usato per la realizzazione della
impasto siliconico più morbido è scelto al forma è quello della modellazione fuori
primo approccio se il paziente si presenta carico. Spesso vengono usate contempora-
meno tollerante, su un soggetto in fase evolu- neamente entrambe le tecniche fuori ed in
tiva o su un piede particolarmente doloroso. carico solo quando viene fissata la correzione
Nell’ortoplastia composta è possibile usare con un taping di riallineamento, come nel
un silicone di densità di media od elevata metodo Bertin. Ciò si realizza infatti fissando
durezza nella struttura di base, ed un silicone la correzione col taping, manipolando fuori
extrasoffice nella parte a contatto con le zone carico il silicone in situ e successivamente
colpite dall’affezione microtraumatica. invitando il paziente a deambulare prima
della completa reticolazione, beneficiando
Per ortoplastie esclusivamente protettive il di ancora un 10-20% di plasticità per meglio
metodo usato per la realizzazione della forma conformare le aree di ipercarico.
è quello della modellazione in carico, detto Bertin, podologo della nazionale francese di
metodo dell’automodellamento. atletica leggera, nelle sue ortoplastie di rial-
Per le ortoplastie di riallineamento si realizza lineamento utilizza quasi esclusivamente il
la manipolazione fuori carico del silicone in PODIKON44.

61
Lo shore di elevata durezza, 44 per l’appunto, per “impiccare” la interfalangea prossimale;
permette di dare all’ortoplastia una elevata questa viene fatta scendere posizionando il
duttilità e lavorabilità, arrivando a spessori cerotto sotto il dito e facendolo risalire, con
della frazione del millimetro senza mai rom- una trazione costante, verso il dorso del dito e
persi o modificarsi. In tal modo si controllano del piede dove viene ancorato sia al dito stesso
bene le proprietà meccaniche. Le superfici che al mesopiede (vedi foto p. 61). Con tale
di contatto fra le dita e fra le deformità e la tecnica si riesce a riallineare completamente la
scarpa devono però essere più ampie rispet- deformità o comunque a ridurre la stessa uti-
to all’utilizzo di un silicone più morbido per lizzando tutta la quota funzionale recuperabile.
rendersi compatibile con un uso intensivo, in Ciò avviene attraverso una serie di vettori di
ambito sportivo o nell’uso sul piede diabetico. forza applicati e fissati dal cerotto. Ridotta la
Inoltre la perfetta fresabilità e la millimetri- deformità, la si fissa con l’ortoplastia di rialli-
ca precisione nella lavorabilità su mola e su neamento che mantiene nel tempo la posizio-
micromotore, danno a tale silicone caratteri- ne guadagnata, anche in fase di propulsione,
stiche ineguagliabili ulteriormente espandibili assicurando un miglioramento complessivo
con l’utilizzo nelle zone di maggior traumati- della situazione globale del paziente, un recu-
smo di piccole inserzioni di PODIKON8, con pero funzionale e spesso anche un migliora-
una tecnica battezzata da Bertin PODIKON mento del quadro generale a distanza già di
Alleance (vedi foto p. 64). pochi giorni. Per ottenere questo risultato è
Nel riallineamento tramite taping nel caso ovviamente necessario utilizzare un silicone
del dito a griffe, il cerotto va diviso in due con uno shore almeno medio/alto.

62
L’esperienza italiana è sicuramente più incli- Nell’esperienza italiana di ortoplastia avan-
ne ad utilizzare silicone con uno shore più zata, al riallineamento del secondo dito,
morbido come il 22, rendendolo più lavo- quando associato ad una insufficienza del
rabile e più resistente unendo alla base e al primo raggio, si aggiunge un supporto sotto
catalizzatore, percentuali variabili dal 10% al la prima metatarso falangea secondo la tecni-
50% di PODIKON 44. Ciò permette di otte- ca Mendicino. In tal modo si riesce a miglio-
nere ortoplastie con un buon confort ed uno rare l’insufficienza del primo raggio non solo
shore superiore al 22 ma inferiore al 40. riallineando l’alluce ma anche riapplicando-

63
gli, durante la deambulazione, la quota di un mese e ad ogni modifica significativa
carico che ad esso spetta (vedi foto p. 58). apportata bisogna ripetere le visite a brevis-
Infatti il piccolo spessore di silicone posto sima distanza per prevenire ogni possibile
sotto la prima metatarsale, tende a riposizio- lesione indotta dal dispositivo medico su
nare i sesamoidi decollocati fra la prima e la misura, necessariamente a marchiatura CE.
seconda metatarso-falangea. Ciò migliora la
funzionalità del distretto e riduce la classica Anche nel quinto dito superaddotto e nel
metatarsalgia (II, III e IV metatarso-falan- valgismo dell’alluce irriducibile, destinati
gea) che accompagna solitamente il quadro alla chirurgia, l’ortoplastia di riallineamen-
clinico. to parziale e di compenso/protezione può
ottenere discreti risultati nella riduzione
Su pazienti portatori di malattie dismetabo- della dolorosità e nella dolorabilità del
liche, è fondamentale addestrare il soggetto distretto.
a guardarsi il piede ed a valutare eventuali L’aspetto saliente è l’attenzione nel proget-
arrossamenti nei luoghi di contatto con l’or- to e nella lavorazione dell’ortoplastia, su
toplastia e quindi prevedere uno screening mola e con micromotore, che deve avve-
dei risultati conseguiti. Ortoplastie di questo nire solo esternamente e non sulle zone
tipo infatti devono essere valutate dal podo- di contatto con la cute, per renderla anche
logo nel brevissimo, nel breve e nel medio sottilissima ma senza operare sull’area già
periodo: ciò vuol dire visionare i risultati a perfettamente modellata dal contatto con le
distanza di 24-48 ore, di una settimana, di superfici anatomiche.

64
I ltepodologo deve informare sia il pazien-
che i familiari, sulle norme igieniche
e sulla profilassi, utili per prevenire le
alterazioni cutanee e degli annessi dell’arto
inferiore. Infatti solitamente si riscontra-
no “problemi” ai piedi dei pazienti che si
trascurano o che hanno ridotte relazioni
sociali, o che deficitano di un’opportuna
7. Informazione e educazione sanitaria. Per tal motivo deve
essere inculcata la cultura della preven-
prevenzione zione e l’attenzione del paziente verso il
benessere del piede e della gamba soprat-
tutto in presenza di ipercheratosi e tilomi,
di Salvatore Andolfo e Gaetano Di Stasio di deformità del piede, di varici o pregressa
trombosi prediligendo l’uso di calzature
idonee e di creme dermoadiuvanti con un
bilanciato apporto lipidico ed in funzione
della patologia di base (p.e. neuropatia
sensitiva, vasculopatia, secchezza e ragadi,
diabete, etc).
Dunque è importante che il paziente:
• sia informato;
• ispezioni i piedi quotidianamente;
• lavi gli arti inferiori;
• faccia attenzione alle sorgenti di calore;
• presti attenzione alle ipercheratosi planta-
ri, digitali o interdigitali riducendole dopo
il pediluvio a piede asciutto con una pietra
pomice;
• scelga bene le calzature;
• curi le unghie limandole con una lima di
cartone;
• usi calze appropriate;
• si responsabilizzi attraverso un autocon-
trollo.

65
7.1 Informare 7.3 Lavare gli arti inferiori
Perché la miglior cura è la prevenzione, per Perché l’igiene è il primo atto preventivo.
cui è essenziale una costante vigilanza e l’uso E’ importante far lavare i piedi almeno una
regolare di prodotti normalizzanti del trofismo volta al giorno con acqua tiepida, mai calda,
neuro-epidermico (attraverso creme e prodotti e per pochi minuti (non oltre 5 min.), onde
specifici) utili soprattutto su piede geriatrico e evitare macerazioni della cute, utilizzando
diabetico. saponi specifici non aggressivi. In caso di
L’informazione è anche fondamentale nell’ap- eccessiva sudorazione il lavaggio potrà esse-
proccio terapeutico alle verruche. Bisogna infat- re effettuato anche più di una volta al gior-
ti sensibilizzare il paziente sulla eziopatogenesi no applicando successivamente un prodotto
della lesione, comprendendo intanto quale sia normo traspirante specifico.
stata la causa del contagio e sollecitando mag- Far asciugare accuratamente i piedi senza
giore attenzione (p.e. l’uso di ciabattine per la strofinarli con panni di cotone morbido e che
doccia in luoghi pubblici). Bisogna inoltre far non lascino residui specie tra le dita, è condi-
lavare ad alta temperatura e con disinfettante le zione necessaria per evitare sovrapposizioni
calze separatamente dalle altre maglierie inti- micotiche e macerazione interdigitali.
me, il piatto della doccia e la vasca da bagno
con un detergente, cestinando tutte quelle cia-
batte non lavabili utilizzate a piedi nudi, tutti
oggetti infetti fonte di contagio per sé e per i
familiari. 7.4 Fare attenzione alle sorgenti di calore
Ciò permetterà di amplificare la compliance del Perché possono arrecare ustioni asintoma-
paziente e di evitare spiacevoli reinfezioni. tiche nei pazienti diabetici neuropatici (con
una sensibilità protettiva alterata) e geriatrici.
Inoltre l’eccessivo calore può accentuare eri-
temi ed è sempre sconsigliato in presenza di
malattie venose e linfatiche ancor più se c’è
7.2 Ispezionare i piedi storia di tromboflebite.
Perché è importante fare in modo che il pazien-
te ed i familiari del soggetto non autosufficiente
osservino i piedi verificando l’eventuale pre-
senza di ipercheratosi, di fissurazioni, vesciche,
stati infiammatori, ragadi e/o ulcere, e facendo 7.5 Prestare attenzione alle ipercheratosi
controllare che tra le dita non vi sia una ecces- plantari, digitali o interdigitali
siva umidità oppure secchezza ai talloni. Perché su un piede ogni ipercheratosi può
essere la spia di un deficit posturale o di
una patologia a carico dell’arto inferiore.
E’ importante dunque non far usare sulle
ipercheratosi cerotti o callifughi, non far
intervenire con lamette da barba o bistu-
ri, etc., ma far utilizzare una specifica
emulsione delicata per mantenere la pelle
trofica, elastica ed idratata recandosi dal
podologo periodicamente per un corretto
trattamento o un indirizzamento eventuale
verso uno specialista. Creme, lozioni ed
unguenti non specifici per l’arto inferiore o
di uso estetico non vanno applicati al piede

66
e tra le dita, perché potrebbero provoca- pazienti il concetto ancor meglio, permetten-
re un’eccessiva umidità interdigitale con do di cristallizzare il problema e di acquisire
sovrapposizione di infezione micotica o se un metodo di valutazione e confronto.
in soluzione alcolica potrebbero seccare Le scarpe devono essere sufficientemente
ulteriormente la cute invece che idratarla. comode per fornire il corretto spazio alle
Se la cute si presenta secca, far utilizza- dita, soprattutto se deformi. Bisogna far uti-
re estratti naturali o creme idratanti per lizzare calzature:
reidratarla e ammorbidirla per favorire il • Integre e non consumate;
trofismo cutaneo e migliorarne l’elasticità • Costituite da materiali naturali che consen-
e la risposta ai traumi, ai micro-traumi ed tano la normale traspirazione del piede: tela,
agli agenti esterni (specie per i pazienti cotone, lana, cuoio e pelle sono i materiali
diabetici o in età geriatrica). Ricordiamo più indicati;
che idratare non vuol dire arricchire la • Con cappelletto alto in presenza di defor-
cute di acqua ma di lipidi: infatti è impor- mità per evitare conflitti, sia nella fase pro-
tante ripristinare lo strato lipidico cutaneo pulsiva del passo sia in statica;
e tenerlo sotto controllo giornalmente per • Di gomma o plastica per il tempo stret-
garantire una corretta idratazione. Bisogna tamente necessario: durante il bagno (sulla
far comprendere al paziente che tenere i spiaggia), o durante il lavoro (stivali di
piedi in acqua non apporta alcun beneficio gomma), o l’attività sportive (scarpette da
allo loro idratazione, come non ne appor- ginnastica);
ta leccarsi le labbra spaccate dal troppo • Con tacco “fisiologico” di circa 3-4 cm;
freddo. E non vuol dire nulla bere poco o tacchi di altezza superiore vanno tenuti limi-
molto durante la giornata: bere fa bene ed tatamente nel tempo per evitare l’ipercarico
è importante ma per la cute bisogna solo all’avampiede;
ripristinare la barriera lipidica con una • Con pianta ampia e sufficiente ad accoglie-
crema specifica da applicare tutti i giorni, re l’avampiede;
poca ma costantemente su tutto il piede e • Del proprio numero: è errato far comprare
la gamba. scarpe di numero maggiore per far indossare
l’ortesi o l’ortoplastia in silicone.
Un plantare ortopedico ha bisogno di un
apposito alloggiamento nella scarpa ortope-
dica. Mentre le ortesi plantari di uso podo-
7.6 Scegliere bene le calzature logico, i plantari posturali e le ortoplastie in
A scopo preventivo e per facilitare l’acquisto silicone devono poter essere alloggiate in
delle scarpe giuste bisognerebbe confrontare tutte le scarpe.
sempre il piede del paziente, solitamente
donna, con le scarpe che ha indosso.
Se la persona porta scarpe non adatte, si
può far appoggiare il piede in terra e quindi
ponendo vicino la scarpa che aveva indosso
far maturare nel paziente la percezione del-
l’eventuale deformità e delle salienze che
il proprio piede dovrebbe poter esprimere
in una calzatura adatta (vedi foto). Molto
spesso accompagnando le rapide indicazio-
ni preventive, che possono essere date nei
nostri ambulatori durante le visite, con una
sperimentazione di tal guisa, si inculca nei

67
7.7 Curare le unghie l’aspetto clinico dunque, l’avulsione del-
Perché le onicopatie spesso nascono da l’unghia peggiora troppo spesso il quadro
un disattento taglio delle unghie o da un rendendo cronica una patologia che invece
eccessivo ispessimento. E’ importante allo- potrebbe andare a guarigione con una tera-
ra tagliare le unghie a margini lineari e non pia conservativa di tipo podologico.
troppo corte, senza inserire la forbicina o il Infatti pur essendo la matrice la principale
tagliaunghie negli angoli onde evitare lesio- area germinativa per la crescita dell’unghia,
ni involontarie o incarnimento dei margini possono ritrovarsi microscopiche aree di
ungueali durante la ricrescita. Ricordare al matrice nei valli e nella parte distale del
paziente che bisogna consultare il podologo letto; queste aree producono un piccolo
per ogni distrofia o dolore alle unghie ed ai strato posto sulla superficie plantare della
tessuti periungueali perché ad esempio se placca spiegando l’eventualità della recidi-
molto ispessite o difficili da tagliare posso- va dopo intervento di asportazione. In caso
no nascondere una arteriopatia periferica. di intervento chirurgico che coinvolga la
Applicare costantemente nelle onicopatie matrice, la placca può crescere in direzio-
prodotti normalizzanti la funzionalità della ni anomale (in spessore) e può impegnarsi
cute periungueale per velocizzare i processi contro i tessuti molli liberi portando ad una
di assorbimento e gestione dell’eventuale deformazione e ad una recidiva.
granuloma, di granulazione e riepitelizza- L’onicocriptosi dunque dovrebbe sempre
zione della eventuale lesione. Bisogna infat- essere curata con metodi incruenti e con un
ti ricordare l’evidenza clinica che il control- approccio di tipo podologico conservativo.
lo della iperreattività mastocito-mediata in
corso di onicocriptosi risulta strategica ad
una migliore e persistente risoluzione del
quadro clinico (14).
Ricordiamo che relativamente ai limiti di
alcune manovre chirurgiche attuate a carico
della lamina ungueale in corso di onico-
criptosi, l’avulsione parziale della plac-
ca ungueale secondo Lloyd-Davies e Brill
comporta recidiva o la persistenza dei sin-
tomi nel 80% dei casi. Keyes invece, con la
stessa tecnica, ha riportato una frequenza di
recidive del 77% (tali lavori sono stati ripor-
tati, descritti e commentati in 15). Sotto

68
7.8 Usare calze appropriate 7.9 L’autocontrollo
Potrebbero arrecare fastidi calze e calzettoni Oltre alle regole ed ai consigli sopra indi-
con cuciture in rilievo ed in materiale sin- cati, è importante far leva sui freni inibi-
tetico. I calzini rammendati sono assoluta- tori del paziente per la riduzione (elimi-
mente sconsigliati ai diabetici ed ai soggetti nazione) del fumo, per una corretta dieta
geriatrici. Sono consigliati i calzini con le allo scopo di moderare l’eventuale ecces-
dita perché in cotone non trattato, non colo- so ponderale, per ridurre la sedentarietà.
rato e senza cuciture, in tutti i casi di piede L’incremento dell’attività fisica è fonda-
doloroso, per avere maggiore libertà nella mentale ed andrebbe effettuata almeno tre
elasto-compressione ed igiene nell’eccessi- volte la settimana per migliorare anche il
va sudorazione (35); inoltre l’uso può essere self-care; se non si volesse intraprendere
consigliato nel piede dello sportivo e sotto con regolarità uno sport (in geriatria il
alle ortoplastie in silicone. Le ortoplastie nuoto è quello più indicato) consigliare
infatti, applicate sopra il calzino con le dita, un corso di ballo da condividere con il
possono essere calzate anche in estate e su partner o con un gruppo di amici o almeno
piede sensibile. incentivare le passeggiate e gli spostamen-
A tal proposito il calzino con le dita offre: ti a piedi. L’attività fisica, su un piede non
a) tessuto in puro cotone non trattato; doloroso, migliora inoltre la circolazione
b) filato di 0,6 mm; periferica e tonifica la muscolatura oltre
c) assenza di tessuto elastico; a migliorare il quadro vascolare di tipo
d) struttura a guanto intorno alle dita; venoso e linfatico. Su un diabetico è di
e) completa assenza di cuciture. aiuto al controllo glicometabolico.
Nel corso dei periodici controlli podologi-
Nei pazienti flebopatici che non seguono le ci, rientra nell’autocontrollo l’informare il
indicazioni mediche nell’uso di calze elasti- proprio podologo di qualsiasi manifesta-
che, magari nel periodo estivo in cui se ne zione osservata di tipo neurologico (p.e.
sentirebbe maggiormente il bisogno, con- parestesie, formicolii, addormentamento,
sigliare l’applicazione quotidiana di calze bruciore), vascolare (p.e. dolori notturni
meno costrittive di quelle presscritte ma o a riposo, claudicatio intermittens), der-
di indossarle sempre. Anche in tali casi il matologico, ortopedico, etc. In tal senso
calzino con le dita può migliorare il confort è fondamentale lo stimolo del paziente a
delle estremità lasciando le dita libere ed a comunicare tutte le manifestazioni osser-
contatto con puro cotone (vedi foto). vate.

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70
C Ome si è scritto, negli ultimi anni la
figura del podologo si è evoluta fino
a diventare un professionista altamen-
te specializzato. Ricordiamo infatti che
esso è abilitato alla professione da una
laurea di I livello, e che risulta una figura
sanitaria necessaria nel gruppo multidi-
sciplinare per la cura del piede.
8. Conclusioni
Il podologo, come primo anello della
catena della prevenzione nel complesso
di Gaetano Di Stasio ambito sanitario, essendo molto spesso il
primo a vedere le patologie podaliche dei
pazienti, oltre al trattamento delle stesse,
deve anche indirizzare al medico specia-
lista per far effettuare degli approfondi-
menti o degli esami strumentali. Inoltre il
podologo deve sempre più intensamente
introdursi nel ruolo di supporto all’attivi-
tà medica per l’ampliamento della com-
pliance dei pazienti. Questo ruolo deve
assumere una sempre maggiore impor-
tanza insieme al contributo professionale
classico di curettage e di ortesiologia
avampodalica (35).
Questo professionista sanitario con l’am-
pliarsi della sua presenza dovrà dare un
contributo non solo nella cura del piede
doloroso, ma soprattutto nella prevenzio-
ne di tutte quelle distrofie e deficit che
possono complicarsi se non opportuna-
mente trattate. Mi riferisco non solo al
piede geriatrico, che sempre più nei pros-
simi anni vedrà amplificare la sua pre-
senza per il ben noto processo di invec-

71
chiamento della popolazione europea, ma L’arto di un soggetto anziano è coinvolto
anche e soprattutto per la prevenzione in innumerevoli patologie osteo-articolari
del piede diabetico. Questa complican- sia di natura infiammatoria sia degenerati-
za infatti risulta una delle patologie più va, patologie neurologiche e dismetaboli-
invalidanti e costose a carico del SSN. che che come il diabete vedono nel piede
Il podologo anche in questo contesto, una sede di importanti complicanze sia sul
insieme al medico specialista, è destina- fronte neuropatico che vascolare.
to a giocare un ruolo di primo piano e di Rendere il piede di una persona anzia-
frontiera (36). na funzionalmente attivo riducendone la
Infatti la Podogeriatria è ormai una bran- dolorosità ed ampliandone la mobilità
ca della Podologia che si occupa del piede sono aspetti su cui la Podologia deve
delle persone della III e della IV età ed dedicare la massima attenzione.
assume una importanza sempre più vasta Una patologia a carico dell’apparato loco-
col crescere del numero delle persone motore deve essere dunque rapidamente
over 65 e con l’aumento dell’aspettativa diagnosticata ed affrontata con i giusti
di vita media. presidi ortesici per limitare microtrauma-
Lo stato dei piedi e delle gambe assume tismi e per ampliare le capacità funzionali,
per tali persone un ruolo centrale per su un soggetto in cui i tempi di recupero
il benessere psico-fisico garantendo la e la cicatrizzazione sono più lenti e più
mobilità e l’autosufficienza. Garantire grande è l’esposizione alle infezioni per le
ad una persona anziana la possibilità di diminuite capacità di reazione del sistema
muoversi autonomamente senza dolore, immunitario.
aumenta l’aspettativa di vita, riduce i
costi per il SSN, permette all’anziano Ad oggi tutto questo è un limite impor-
comunque di rimanere inserito nel conte- tante. Troppi colleghi non si servono
sto socio-produttivo della comunità a cui dell’ortoplastia nella propria attività pro-
esso appartiene. fessionale, rilegandola ad un ruolo margi-
La ridotta mobilità impone invece l’usci- nale e quindi non sfruttando tutta quella
ta dal ruolo sociale del soggetto anziano serie di soluzioni terapeutiche, preventive
riducendone il campo di azione e con il e riabilitative che abbiamo descritto. E
tempo le capacità cognitive, facilita le non è una questione del passato ma anche
cadute e l’ospedalizzazione amplificando del futuro, perchè l’Università corre il
i costi per la collettività. rischio di diventare un esamificio anche
per i podologi. Dovrebbe invece essere
uno strumento di crescita intellettuale ma
purtroppo la pratica sulle tecniche e le
tecnologie podologiche si riduce spesso al
lumicino. Il risultato è che molti colleghi
laureati in podologia, che non hanno già
ambulatori “avviati”, hanno problemi di
inserimento professionale.
Il lavoro sviluppato dai colleghi docenti
nei CdL in Podologia è comunque lodevo-
le e rasenta a volte il sacrificio personale
e della propria attività professionale, in
tutta Italia. Un entusiasmo ed una atti-
vità quasi frenetica, che condividiamo
ovviamente appieno al CdL in Podologia

72
dell’Università di Palermo, che non gode a non risolvere il problema, l’assenza di
della necessaria attenzione da parte delle controllo sulle attrezzature chirurgiche
aziende di settore e da parte dell’Univer- usate negli ambulatori improvvisati mette
sità, carente da sempre di fondi e di spa- a rischio i mal capitati di epatite B, C ed
zio. Per tal motivo la didattica, così come AIDS.
la ricerca nel settore, non riceve quello
slancio di cui la podologia avrebbe biso- Bisogna inoltre aggiungere l’elevata fre-
gno. E non è sufficiente la preparazione, quenza di deficit posturali che si palesano
le capacità e la caparbietà messe in campo in sindromi algiche ed in cui deve poter
dai colleghi docenti nelle sedi universita- dare un contributo terapeutico o almeno
rie attivate: forse sarebbe necessario un di indirizzo.
coordinamento più stretto fra tutti noi a Se consideriamo la posturologia applicata
livello nazionale. allo sport comprendiamo che piccole ete-
rometrie, piccoli sovraccarichi, esprimo-
Certamente realizzare ortesi ed ortoplastie no limitazioni tanto importanti da impedi-
non è semplice; non è neanche semplice re il raggiungimento della forma fisica e
far sì che funzionino davvero. Affinché l’obiettivo della prestazione competitiva.
ciò avvenga bisogna studiare: studiare il Riportato a livello semplicemente amato-
problema sotto l’aspetto ortopedico, neu- riale o a “l’uomo comune”, questo discor-
rologico, dismetabolico, dedicarci atten- so apre un nuovo mondo all’approccio
zione insomma. Non solo tempo, il tempo conservativo e riabilitativo di tipo podo-
è prezioso, ma attenzione: con l’esperien- logico su tutte le patologie mio-osteo-
za e considerando il problema del paziente articolari ad eziologia posturale trattate
come una sfida e non solo come un callo solitamente come patologie idiopatiche
da togliere. o solo sotto l’aspetto sintomatologico
attraverso antinfiammatori ed infine con
Se si raggionasse in questo modo anche la chirurgia. Oggi è possibile spesso un
il piede del diabetico non sarebbe più un recupero funzionale anche completo ed
problema così vasto. E c’è il 15% delle una prevenzione delle recidive attraverso
persone della III e IV età che hanno il plantari propriocettivi ed una opportuna
diabete mellito e su cui sarebbe importan- ginnastica posturale. Lo abbiamo visto.
te fare prevenzione: milioni di potenziali Ma anche qui c’è una grossa lacuna. Sono
pazienti, il 90% dei quali si reca invece pochi i podologi che in Italia si occupa-
nei centri di estetica per il “pedicure cura- no seriamente di posturologia, perdendo
tivo”!! per la strada ancora una volta strumenti e
soluzioni riabilitative enormi.
Inoltre ricordiamo che a dare un contributo
all’involuzione della risposta biomeccani- Un mondo dunque vastissimo in cui il
ca del piede geriatrico ci sono le malattie podologo, laureato e specializzato, può
reumatiche che hanno una elevatissima dare un contributo importante per aprirsi
diffusione, valutata in circa 1/3 della una strada di successi, ma rispettando la
popolazione adulta ed in oltre i 2/3 della regola che i fiori non si guardano solo
popolazione nella III età (con una preva- dall’alto. E’ opportuno guardare i fiori
lenza nel sesso femminile): dunque ancora anche dalla parte delle radici per poterne
milioni di potenziali pazienti. Chi li visi- comprendere a pieno l’essenza.
ta? I mille podologi italiani o le centomila La curiosità deve guidarci. In ogni azione
estetiste-pedicure-callisti? Un grosso pro- e ad ogni risultato. Una sfida che ci appas-
blema anche per la salute pubblica: oltre siona.

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74
Bibliografia

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(36) De Feo E.M., Epidemiologia diabete ed amputazioni, J Podologia I 2003: 35-44

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PODOLOGIA
Progetto Educazione Continua in Medicina

I Master di PODOLOGIA
Ogni venerdì nell’aula didattica della redazione
si organizzano sessioni di approfondimento
pratico su pazienti diabetici e non.
I temi trattati nel tirocinio guidato sono:
Esame obiettivo
Trattamento del piede doloroso e gestione delle deformità
Trattamento del piede sede di complicanze
Ortesiologia avampodalica
Ortoplastia avanzata di riallineamento metodo Bertin-
Mendicino
Posturologia podologica
Economia ed organizzazione aziendale di un ambulatorio

Il numero di partecipanti per sessione è #2


podologi diplomati, laureati o laureandi.
Le sessioni ed i master sono organizzati ogni
venerdì dalle ore 9,00 alle ore 18,00
presso il Centro Antidiabetico AID di Napoli

Obbligatoria la prenotazione allo 081407406


Gerenza
PODOLOGIA è un periodico plurimensile nazionale gratuito edito da Podos Logo Italia con la
collaborazione ed il patrocinio di ISFOM International Society of Functional and Holistic Medicine
Società Scientifica Internazionale di Podoiatria, Podologia, Posturologia, Kinesiologia, Osteopatia
Presidente ISFOM Maria Antonietta FUSCO
e con la collaborazione dell’Associazione Italiana Diabete ed i Centri Antidiabetici AID

Direzione Redazione e Pubblicità


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Podologi nel Comitato Scientifico:


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Medici nel Comitato Scientifico:
Gerardo CORIGLIANO, Dir. San. Centro AID Napoli, Cons. Nazionale AMD, Pres. ANIAD
Eugenio Maria DE FEO, Responsabile U.O.S. di Diabetologia Az. Osp. A. Cardarelli Napoli
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Luigi UCCIOLI, Dip. di Medicina Interna dell’Università degli Studi di Roma “Tor Vergata”

Autorizzazione del Tribunale di Napoli: num. 5277 del 28 gennaio 2002


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Ai sensi della legge 675/96 è nel suo diritto richiedere la cessazione dell’invio
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­­­­­­­Nessuna parte di questa pubblicazione può essere riprodotta senza riportarne la fonte.

Stampa prima edizione: ottobre 2004

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Le Opere della collana PODOLOGIA
1. Il ruolo del Podologo nell’ambulatorio medico: la normativa, le responsabilità, le mansioni,
i compiti, i limiti di intervento

2. Le medicazioni nelle ulcere croniche: dalla galenica alle medicazioni avanzate

3. Ortoplastia di protezione e riallineamento con allegato DVD col trattamento di 13 casi clinici

4. Le onicopatie: trattamento e prevenzione

5. Microbiologia e sterilizzazione

6. Piede diabetico: trattamento e prevenzione

7. Posturologia fra istinto e ragione

8. Semeiotica pratica

9. Tecniche di laboratorio

10. Manuale di Podologia

Le Opere di PODOLOGIA
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79
ING. EUGENIO CAVALIERE
VIA MACEDONIA 16/H 80137 NAPOLI - TEL. 0815955573 - CELL. 3473536259
FAX 0815955573 - 1782763453 - E-mail eugeniocavaliere@libero.it

VERIFICHE PERIODICHE DI SICUREZZA DA EFFETTUARE C/O GLI STUDI PODOLOGICI

Tutte le verifiche periodiche di sicurezza effettuate sui dispositivi elettromedicali (a frequenza biennale) e
sugli impianti elettrici (a frequenza annuale), saranno effettuate in piena conformità a quanto previsto dalle
normative specifiche vigenti in materia.
I prezzi di seguito riportati sono da ritenersi comprensivi di ogni onere per l’invio
del personale specializzato e della strumentazione necessaria per la verifica.
Sono altresì inclusi gli oneri per l’archiviazione dei dati ricavati dalla verifica dei dispositivi
elettromedicali, da riportare nell’apposito protocollo obbligatorio previsto dalla normativa.

1. Intervento per la verifica contestuale degli elettromedicali e dell’impianto elettrico:


Fino a 2 riuniti (inclusi tutti gli elettromedicali) €200,00+IVA
2. Intervento esclusivo per la verifica del solo impianto elettrico (cadenza annuale):
Per gli studi che aderiscono all’offerta 1.: fino a 2 riuniti €100,00+IVA
3. Intervento per la messa a norma dell’impianto elettrico (qualora non ancora effettuata)
Comprensiva di sopralluogo relazione tecnica e progetto fino a 2 riuniti €400,00+IVA

Tutti i prezzi indicati sono relativi a studi siti in Napoli e provincia, e nei restanti capoluoghi di provincia
campani o nei comuni geograficamente confinanti con essi.
Per comuni non rientranti in quelli sopra indicati gli importi del listino vanno aumentati del 50%.

Piede Sollievo
...il calzino sanitario con le dita

Particolarmente consigliato per:


• problemi derivanti da alterata circo-
lazione;
• dolori articolari alle estremità;
• assicurare la massima libertà fra un
dito e l’altro;
• ridurre la frizione fra le dita;
• alleviare i problemi della sudorazio-
ne;
• l’allergia ai tessuti sintetici esendo
questo articolo in puro cotone con trat-
tamento irrestringibile.

Coordinate
Maglificio MANGONI
via del Carmine 3
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Tel. 0575 788090 Fax 0575

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