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dotto ing.

BRUNO CETTO
nato a Trento, man ifest ò fin dagl i
ann i della gioventll uno sp iccato
interesse per le scienze naturali de­
dicando al la micolog ia lutto il tem­
po lasciatog l i I ibero dall a pro fessio­
ne di ingegnere. La sua specific a
competenza fu r iconosciuta da l Mi ­
nistero dell a Sanità che gli ha af ­
fidato la direzione dei Corsi nazi o­
nal i d i addest rame nto del pers ona l e
sanitario addetto al controllo dei
f ungh i edul i , che s i svo lgono a
Trento da l 1966 e che sono ser vi t i
alla fo r mazione di centinai a di al­
I iev i ch e svolgono le funzioni di
ispettore micologico sui mercati ita­
lian i . t stato redattore per la parte
mi cologica della rivista Regno verde
1-84. Frat ell i Fabbri Editori. Milano
ed è attualmente d irettore di Pi ù
pubbli cazion i micolog iche periodi ­
che. r: autore del I ibro Funghi Faci li
edito dalla Saturnia e di al t re pub­
blicazi oni di minor mo le. Ha fatto
parte de l comitato redattore del l a
pubblicazione OMN IA BRESADOt IA­
NA EXTRACTA in unum collecta,
ed ita i n occasione de l cinqua ntesi­
mo dell a morte del suo i llustre
con cittadino mi cologo do n Gi acomo Bresadola. È membro dell 'Accademia deg li Agiati d i
Rovereto e per la sua attiv i tà nel campo dell a micologi a ha avuto riconoscimenti a
l ive l lo europeo ed onor ificenze. iO stato ins ign ito del drappo d i S. Vi gi lio. onorificenza
dell a sua ci ttà natale. Nel 1984 il Presidente del l a Repubblica Sandra PertJn I gli ha
conferito il Diploma di Medag li a d 'Oro ai Benemeriti dell a Scuola, della Cultura e
de ll ' Arte .

Un buon libro sui funghi deve avere questi requ isiti:


• Illustrazioni ad altissimo livello - meglio se t ratte da
fotocolor - che es altino t utte le caratteristiche diffe­
ren ziatri c i e che facilitino l 'individuazione della specie.
• Dati prec isi sui lu ogh i di cresc ita con riferiment o al­
l 'ambie nte.
• Una descrizione chiara e co m prensibile di ogni s in gola
spec ie che ponga in r il ievo la po ssibil ità di errori di
determinazione .
« I funghi dal vero » ha tutti questi requi siti.

Volume 2() - 466 spec ie i llu st rate


Volume 3<1 - 416 speci e ill ustrate
Vo lume 4° - 429 specie i llustrate
Volum e 5° - 454 sp ecie illust rate
In copertina:
BOLETUS EDUllS subsp. RETICULATUS
EDIZIONI SATURNIA COLLANA DI MICOLOGIA

Il successo di critica e di vendite e le continue richieste dei Alcuni giudizi su «I. funghi dal vero»
lettori del 1° volume hanno suggerito al micologo Bruno Cetto
di dare un seguito a « I funghi dal vero». Ecco quindi il 20
volume con altre 466 specie fungine, il 3° che ne i/Iustra 416,
il 4° con 429 e il 5° con altre 454. Le 2147 specie riprodotte foto­ È il più bel libro di micologia divulgativa apparso fino ad oggi nel
graficamente nei cinque volumi costituiscono la più ampia trat­ mondo.
tazione della letteratura micologica divulgativa. (Albert Pilat, CESKA MYCOLOG ICA)

.. . forse l'opera più comprensiva su cui possa contare il raccogli­


I funghi dal vero - val. 2° tore in tutta l'Europa, nelle mie escursioni è questa del Cetto che
di BRUNO GETTO mi segue nel sacco da montagna:
466 specie illustrate a colori (Ippolito Pizzetti, L'ESPRESSO)

Volume cartonato di formato cm 12,5x 17,5 Con copertina stampata a colori


e plastificata - pagg. 754 Nel lavoro di B. Cetto i nostri micologi trovano molte validissime
nozioni. Il libro è magnificamente stampato in carta patinata e si
può ben dire che è la migliore opera a colori pubblicata a tutt'oggi.
I funghi dal vero - val. 3° (Aurei Dermek , BIOLOGIA 7)

di BRUNO GETTO
.. . Non esito affatto ad affermare che il volume si colloca ad uno
416 specie illustrate a colori
dei primissimi posti, se non addirittura al primo, fra le pubblica­
Volume cartonato di formato cm 12,5x17,5 con copertina stampata a 5 ) colori zioni italiane sullo stesso argomento.,
e plastificata - pagg. 658 I
W. Zangheri , ARCHIVIO BOTANICO E BIOGEOGRAFICO ITALIANO)

I funghi dal vero - va I. 4° La macchina fotografica del Cetto, in felice connubio con l'ormai
comprovata abilità dell'operatore, compie meraviglie riuscendo a
di BRUNO GETTO cogliere di ogni miceto presentato non solo la tipica tonalità cro­
429 specie illustrate a colori matica ma anche i più minuti caratteri morfolog/ci.
(RASSEGNA DI MICOLOGIA ED ECOLOGIA)
Volume cartonato di formato cm 12,5x 17,5 con copertina stampata a 5 colori '
e plastificata - pagg. 690
Il libro può essere veramente un " vademecum» per il cercatore,
da portarsi comodamente dietro e da consultare durante la rac­
I funghi dal vero - vol. SO colta.
(R.G., IL GAZZETTINO)
di BRUNO GETTO
454 specie illustrate a colori Non occorre augurare successo al bel manuale di Cetto che del
Volume cartonato di formato cm 12 ,5x17,5 con copertina stampata a 5 colori resto si é così validamente affermato nelle sue replicate edizioni
e plastificata - pagg. 722 e può, pertanto, essere definito ottimo.
(L. F., L'INFORMATORE AGRARIO)
BRUNO CETTO
·382 specie illustrate a colori
da fotocolor originali e trattate
in ordine sistematico
882 funghi considerati con raffronti e
richiami ·
192 disegni in nero

I
funghi
dal vero
1° VOLUME

1D'a EDIZIONE COLLABORATORI

Cav. Mauro Angarano


Ins. Ezio Brunelli
Cav. Onori o Dalpiaz
Sig.na lole Furlani
Dott. Giacomo lazzari

ARTI GRAFICHE SATURNIA - TRENTO


1° volume:
p Edizione itali ana 1970
10a Edizione ital iana
sa ristampa
1983
0~'l~~~D~~
111. Edi zione tedesca
6 a Edizione tedesca
1989
1974
1980
~~ft.A..é1 c:x...a.,,' ~c.L1' "~o/ùL
~ /J~ .cLa-o~' ~./()uu.L I~b'~ _
/
111. Edizione spagnola 1979 • (' /J _ ~r· - ~T '
211. Edizione spagnola 1987 ~<-9 ~ '~~cJ~ ~ ~e P/q _
2° volume: ~-'t..e, l? ~ 124 ~~
1a Edizione italiana 1976
sa Edizione italiana 1983

~~
4a ristampa 1989
111. Ed zione tedesca 1978
3 a Ed zione tedesca 1980
111. Ed zione spagnola 1980
3° volume:
p Edizione italiana 1979
3a Edizione italiana 1982
3a ristampa 1988
P Edizione tedesca 1979
3a Edizione tedesca 1983
1a Edizione spagnola 1980
4° volume:
1'<1. Edizione italiana 1983
3a ristampa 1987
1a Edizione tedesca 1984
Sl) volume:
1'<1. Edizione italiana 1987
2a ristampa 1989
6° volume:
1a Edizione italiana 1989

© Copyright 1983 by Arti Grafiche Sa turni a s .a .s.


Via Caneppe le , 44/ 1 - 38014 Ron ca f ort d i Trento
Stampa: Litog rafica Editrice Saturni a s. n .c. - Trento

363 Fotocolor originali dell 'Autore


19 Fotocolor di Autori divers i

ISBN 88-85013-01-5 @ Tutti i diritti riservati per i testi


come per i fotocolor orig i nal i
PREMESSA ALLA ga EDIZIONE

La nasci ta del 1° volume de « I FUNGHI DAL VERO » che data al


lontano 1970 trovò ragione nella carenza sul mercato italiano di pub­
blicazioni a 'carattere divulgativo sui funghi che presentassero illustrate
specie in numero tale da permettere al micologo dilettante di destreg­
g iarsi con una certa sicurezza di fronte a reperimenti che, pur comuni,
non trovavano alcun riscontro nei manuali disponibili che non arriva­
vano oltre le 100-150 specie illustrate.
Si presentò quindi la necessi tà di considerare , almeno con oppor­
tuni cenni e notizie , specie fungine comuni, ma per lo più disattese .
Si trattava inoltre di adottare mezzi di riproduzi one più moderni per
poter presentare i soggetti con fedeltà di colore e di caratteri gene­
rali, affidandosi alla ripresa fotografica e non alla tecnica della ripro­
duzione a disegno ; questa può essere molt.o valida per la possibilità
di adottare soluzioni diverse allo scopo di presentare il fungo con i
suoi caratteri peculiari opportunamente evidenziati, ma, in certo modo ,
fa perdere la genuinità e alle volte la validità obbietti va di quanto viene
presentato . La soluzione adottata si è rivelata ottimale e lo dimostrano
le continue successive edizioni dell'opera che , anche se non esente da
difetti, si è andata via via migli orando , sia con la sostituzione di ripro­
duzioni con soggetti più validi, sia con l'ampliamento della parte gene­
rale con aggiunte di tabelle di raffronto e sistematiche , sia con notizie
generali più aggiornate, come nella veste e nella realizzazione tecnica.
Questo 1° volume porta riprodotte a colori e descritte 382 specie
da considerare fra le più comuni e le più appariscenti che il cercatore
può incontrare . Inoltre la parte introduttiva generale , dove vengono date
le nozioni di base per chi voglia iniziare il cammino nello studio della
micologia , può servire da gui da sia al micologo alle prime armi, come
anche all'esperto medio che trova poi riprodotte specie fungine non
facili da reperire in pubblicazioni analoghe. Il criterio adottato è quello
della riproduzione a colori da fotocolor originali di fronte ad una de ­
s.erizione sintetica , ma esauriente , del fungo illustrato con indicate si­
nonimie e quasi sempre la etimologia del nome scientifico. In calce
ad ogni descrizione vengono riportate osservazioni di raffronto con
altre specie e vengono date indicazioni per sintetizzare i caratteri dif­
ferenziatori più validi.
Attraverso le singole edizioni non è mutato i l carattere del libro.
Era ed è tuttora un manuale di micologia di vulgativa , che presenta
una trattazione organica , anche se necessariamente limitata . Il pos­
sesso del 1° volume non implica necessariamente l'acquisto dei suc­
cessivi 2° - 3° e 4° (quest'ultimo di prossima edizione) in quanto , per
la trattazione generale e completa e perché porta di ogni genere im­

-9
portante le specie più comuni, può far parte a sè e dare un bagaglio GENERALITÀ SUI FUNGHI
di nozioni sufficiente e ad un buon livello. È chiaro che chi in seguYto
vorrà ampliare l'ambito delle proprie conoscenze micologiche potrà
ricorrere via via all'aiuto dei volumi successivi, pur sempre consape­ funghi costituiscono una classe sterminata, che nel ramo vegetale
vole che nello studio della micologia non sarà mai possibile fare il forma quasi un regno a sè, con molte migliaia di specie, inquadrate
punto. in centinaia di raggruppamenti ta~sonomici, (ordini; famiglie, tribù,
generi) a cui si è ancora lontani dall 'aver dato un ordinamento de­
Dovendo approntare la 9 a edizione è stato possibile migliorare la finitivo.
veste del libro adottando una rilegatura cartonata e plastificata al po­ È impossibile caratterizzare i funghi in base a concetti di forma e
sto di quella precedente con sovraccoperta che, date le caratteristiche dimensioni. Infatti la struttura di questi vegetali abbraccia un vasto
di praticità d'uso e di manualità del libro , portava al facile deteriora­ campo di variabilità, da fort"0e microscopiche, che costituiscono il
mento. gruppo più numeroso (vi sono addirittura organismi mono-cellulari), a
L'Indice è stato aggiornato alle specie riportate nel 4'0 volume , quelle più evol.ute, che producono corpi. fruttiferi voluminosi del peso
rivedendo inoltre le osservazioni in calce alle singole descrizioni, dove proprio di molti chilogrammi , attraverso tutta una gamma intermedia di
è stato inserito il numero d'ordine di funghi,. prima solo nominati e ora stupefacente varietà.
riprodotti nel 4'0 volume , che eleverà il numero delle specie illustrate Impossibile egualmente definire il concetto di « fungo» secondo
e trattate a 1693. l'ambiente in cui questi organismi vegetano, dato che non esiste, si
È da parte nostra doveroso ringraziare tutti coloro che per le può dire, alcun substrato organico, dove qualche fungo non sia capace
edizioni italiane, come per le edizioni in altre lingue, ci hanno dimo­ di insediarsi e prosperare.
strato simpatia con parole di elogio e di incoraggiamento per le nostre Si trovano funghi nel terreno, sui rifiuti organici , vegetali o animali
opere, che abbiamo sempre cercato di migliorare e potenziare con un più diversi, negli organismi vegetali o animali morti e viventi , e persino
continuo aggiornamento sia micologico che tecnico. nell'acqua.
Anche l'assegnazione dei funghi al regno vegetale è stata ed è
L'Autore ancora oggetto di obiezioni e critiche. A parte le elucubrazioni degli
antichi, che vedevano nei funghi non già organismi dotati di vita propria
Trento, febbraio 1982
e capaci di riprodursi , ma semplici degenerazioni patologiche degli
« umori» del terreno o delle piante, a parte le concezioni aberranti di
molti scienziati sul finire del sec. XVIII, che, in base alla composizione
chimica dei funghi , pretendevano assegnarli al regno animale, è certo
che proprio nella classe dei funghi troviamo elementi di congiunzione
tra questi due regni , e che voci autorevoli di scienziati moderni sono
PREMESSA ALLA 10 a EDIZIONE a favore di una collocazione di certi gruppi di funghi (es. Mixomiceti)
al di fuori di questa grande classe e ai margini del Regno animale .
Quale è dunque l'aspetto sotto il quale si possono caratterizzare
univocamente questi organismi , qual 'è il concetto che può esattamente
In questa 10a edizione la parte iconografica è stata ulteriormente
definirli?
migliorata sostituendo alcune riproduzioni con altre più rispondenti alla Per poter rispondere dovremo considerare una delle due essen­
tipicità delle specie rappresentate. ziali funzioni della vita vegetativa: « la nutrizione". (L'altra funzione,
la riproduzione , offrirebbe un cumulo tale di variabilità e difficoltà da
L'Autore
disorientare piuttosto che illuminarci).
Trento, giugno 1983 La nutrizione è infatti la chiave di volta che ci permette di stabi­
lire un'esatta definizione dei funghi. Mentre tutti gli altri vegetali si
nutrono essenzialmente di sostanze inorganiche (anidride carbonica
dell 'aria, acqua e sali minerali del terreno) , i funghi si nutrono essen­
zialmente di sostanze organiche (viventi o morte).

10 ­ - 11
Gli altri vegetali posseggono una sostanza verde - la clorofilla !­ vistosi, dato che la quantità di funghi che SI sviluppano non è nemmeno
(per cui , a differenza dei funghi, vengono chiamate « piante verdi »), che lo~ tanamente in proporzione col numero di spore che vengono emesse .
permette loro di operare, sotto l'effetto catalitico della luce solare, u:na I La risposta è abbastanza semplice. La produzione di spore deve
delicatissima sintesi di enorme importanza - di combinare cioè l'ani­ sopperire col suo numero ingente alle scarsissime probabilità che han­
dride carbonica con l'acqua creando sostanze organiche complesse, no le spore stesse di espletare la loro missione.
zuccheri, cellulose, lignine, ecc. che sono i normali costituenti di orga­ Le spore sono corpuscoli estremamente leggeri, rimangono in so­
nismi viventi . spensione nell'aria, preda delle forti come delle più deboli correnti,
I funghi non posseggono clorofilla. Non sono perciò capaci di per germinare devono incontrare un terreno adatto e in condizioni di
operare la meravigliosa fotosintesi clorofilliana, ma devono ricavar il temperatura e umidità favorevoli. Ma non basta ancora, subentra anche
carbonio, che costituisce l'elemento fondamentale della sostanza orga­ un fattore sessuale .
nica, da sostanze organiche già precostituite ossia da organismi vege­ Le spore , prodotte mediante un processo di fusione di nuclei cel­
tali o animali vivi o morti. . lulari e successive suddivisioni, sono lo strumento di riproduzione ses­
Sotto questo lato la nutrizione dei funghi somiglia a quella degli suale dei funghi, hanno caratteri sessuali differenziati (anche se mor­
animali. Ne scaturiscono due conseguenze: fologicamente appaiono tutte identiche) . Affinché dalle spore abbia
i funghi hanno una composizione chimica che si avvicina di più a origine un altro organismo perfetto, è necessario che vengano rispet­
quella degli animali; tate le condizioni di sessualità. Ciò può avvenire sotto numerose forme
la luce non è indispensabile alla vita dei funghi, come lo è a quella e secondo varie modalità a seconda dei diversi tipi di funghi. Sono
delle piante verdi. fenomeni estremamente vari e complessi su cui non ci si può sof­
La definizione di funghi come « vegetali sprovvisti di clorofilla» fermare .
potrebbe adattarsi , a rigore, anche a una classe di organjsmi mono­ Esemplifichiamo semplicemente con un caso molto frequente tra i
cellulari : i batteri. Basidiomiceti di grande dimensione.
Una spora di un determinato sesso , quando giunge a germinare
RIPRODUZIONE DEI FUNGHI in un terreno adatto , produce un lungo e stretto filamento monocel­
lulare , detto ifa , che presto si accresCe nel substrato (terreno, legno,
La facoltà di riprodursi fu per secoli contestata ai funghi, da natu­ ecc .) ramificandosi . Un intreccio di varie ife costituisce un micelio pri­
ralisti e osservatori. Questo perché non si conosceva nemmeno in modo mario , caratterizzato da un determinato sesso.
superficiale la natura di questi organismi, ma si credeva che essi
nascessero casualmente dalla putredine. Tale incredibile leggerezza Qui si arresterebbe il processo riproduttivo, qualora questo micelio
aveva le sue profonde radici in una falsa interpretazione delle teorie primario non venisse a contatto nello stesso substrato (ossia nel ter­
aristoteliche. reno, nel legno, ecc .), entro limiti ristrettissimi e rigorosi di tempo e
Solo agli inizi del '700 il botanico italiano Pier Antonio Micheli di spazio, con un altro micelio primario prodotto dalla germinazione
effettuò osservazioni sulla funzione di quella polvere variamente colo­ di una spora di sesso opposto , e avente esso pure un carattere ses­
rata che i funghi emettono, e che egli dimostrò sperimentalmente trat­ suale particolare e opposto al primo .
tarsi del vero «seme» dei funghi. Solo dall 'unione fortuita di due miceli primari di sesso opposto
Questo seme è costituito da spore , ossia piccolissime cellule (di può aver origine un mice/io secondario, ossia una nuova pianta, un
dimensioni comprese circa fra i 3 e 15 millesimi di millimetro) capaci, nuovo organismo fungino, capace di vita vegetativa perfetta, ossia di
per germinazione, di dare vita a nuovi individui. Queste spore sono nutrirsi, di accrescersi , di riprodursi emettendo a un momento deter­
prodotte dal fungo in numero incredibilmente esteso, e costituiscono la minato i carpofori o corpi fruttiferi, comunemente chiamati funghi, che
« polvere sporica » facilmente distinguibile quando si lascia per qualche escono dal substrato (alla superficie del suolo o del legno) e che ser­
ora un cappello di fungo in riposo all'umido su una superficie oriz­ vono a produrre e a disseminare le spore , per assicurare la continua­
zontale. zione della specie .
La polvere sporale emessa da un solo corpo fruttifero di fungo La riproduzione sessuale per mezzo di spore - comune a tutte le
comprende milioni e anche miliardi di piccole spore . C'è da domandarsi classi di funghi - può avvenire con facilità in molti casi, mentre può
perché mai la Natura - in genere così saggia distributrice di forze e presentare serie difficoltà e limiti in molti altri casi , per es. in molti
di economie - si sia abbandonata in questo caso a sperperi così funghi superiori, o di grandi dimensioni.

12 ­ - 13
La Natura provvede a ovviare quest'ultimo inconveniente ' in due I funghi parassiti sono in numero ingente. Tutti conoscono i danni
m!)di : ! causati agli alberi da frutto o forestali dall'attacco di funghi di grandi
- producendo un numero sterminato di spore, come si è già detto ; dimensioni per es. certi Polipori , o anche l'Armillaria mellea (il noto
- provvedendo i fungh i anche di organi di riproduzione asessuale. « chiodino ») .
Questa riproduzione asessuale può avvenire anch' essa secondo Molto più diffusi e numerosi anche se perpetrati da individui meno
diverse vie. Una è, per esempio, la formazione di conidi, o spore ases­ appariscenti sono i danni arrecati da funghi di dimens ioni mì nime, che .
suate, che si formano direttamente su particolari ife del micelio, e non attaccano le parti legnose, penetrando attraverso fenditure della cor­
già in particolari dispositivi di frutt ificazione (carpofori). Un altro siste­ teccia, o le foglie , o le radici.
ma di riproduzione organica avviene per propagginazione del micelio,
Tutte le piante spontanee o coltivate, arbustive o erbacee, possono
similmente a quella che si riscontra sovente nelle piante superiori e
essere vittime di funghi anche ,microscopici, che si insediano special­
viene chiamata « per taléa " e che presenta un mO,do di riprodursi dei
funghi più frequente di quanto non si creda. mente sulle foglie e sugli steli , portando rapidamente la pianta al deca­
d imento o alla rovina totale.
Lo studio di questi funghi parassiti, per lo più microscopici, e i
COME È COSTITUITO UN FUNGO mezzi per combatterli soprattutto a difesa delle colture agrarie for­
mano oggetto della fitopatologia.
Sua nutrizione, suo compito in natura
Anche gli animali, mammiferi, rettili , pesci e anche gli insetti , nei
loro vari stati di metamorfosi, possono essere attaccati da particolari
Da quanto si è detto, risulta che la pianta chiamata « fungo» è specie di funghi , che vivono su di essi come parassiti obbligati.
costituita da un « tallo ", ossia da un mice/io risultante dall ' intreccio pi ,;
o meno lasco di elementi filiformi monocellulari chiamate ife , e vivente Anche parecchie malattie dell'uomo sono causate dall'attività di
in un substrato costituito da materiale organico, da cui può assorb i re microscopici funghi parassiti.
il suo nutrimento. La grande maggioranza dei funghi parassiti è costituita da organi­
In determ inate condizioni e a un dato momento il micel io può for­ smi di piccolissime dimensioni o addirittura microscopici che vengono
mare, mediante ife più fittamente intrecciate , certe produzioni più com­ comunemente compresi nella determinazione cc micromiceti » .
patte , ossia corpi fruttiferi , o carpofori , in cui si formano e da cui ven­ Tra i funghi di grandi dimensioni, o macromiceti, che sono quelli
.9 0 no disperse le spore.
che più interessano l'amatore di funghi o il micologo dilettante, tro­
I carpofori, che si trovano solitamente alla superficie del substrato viamo un numero relativamente limitato di funghi parassiti obbligati ;
di crescita (eccetto nel caso di funghi « ipogei » 0 sotterranei), son o per la maggior parte essi sono saprofit i e vivono sui cascami vegetali
quei corpi che noi osserviamo per es. sul terreno dei boschi, o sui
tronch i d 'albero e che talora raccogl iamo a scopo commestibile, e
ch iamiamo impropriamente « funghi " .
In antico - e fino agli inizi del secolo XIX - si credette erronea­
I (tronchi d'albero o rami putrescenti), o nell'humus del terreno che, come
si sa, rappresenta uno stato avanzato di degradazione di rifiut i vegetali.
Ma i funghi presentano anche una terza forma importantissima di
mente che questi carpofori rappresentassero la parte completa del nutrizione, ed è proprio quella che interessa numerosissime specie di
fungo ; nessuno prima di allora sospettò l'esistenza del micel io. macromiceti dei boschi , tra cu i figura il maggior numero di specie
Questo errore ha dato luogo a un cumulo di altre erronee conce­ commestibili e venefiche.
zioni e ha ritardato sensibilmente lo sviluppo e il progresso della mi­ Questa forma di nutrizione, che va sotto il nome di micorriza, me­
cologia. rita una trattaz ione a parte , per la importanza che al giorno d'ogg i le
viene attribuita per la sua funzione di potenziamento del patrimonro
Saprofiti e parassiti forestale.
" Studi in merito, esaurienti e già collaudali sperimentalmente in
Si è detto che i funghi si nutrono di carbonio organico , ossia di grande scala, sono stati effettuati in Austria per merito delle ricerche
materiale vegetale o animale, vivente o morto. A seconda del tipo di del prof. Meinhard Moser dell 'Università di lnnsbruck, dalle cui pub­
questo materiale nutritivo, materia vivente o materia morta, i funghi che blicazioni abbiamo tratto il capitolo che segue e che qui ringraziamo
di esso si nutrono si distinguono in parassiti o saprofiti. per l'aiuto gentilmente concesso.

14 ­ - 15
LA MICORRIZA La coltivazione artificiale dei funghi di bosco non è più oggi, come
lo era fino a pochi anni or sono, un problema insolubile. Ci sono volute
O SIMBIOSI TRA PIANTE FORESTALI E FUNGHI DI BOSCO certamente lunghe serie di osservazioni sul terreno, atte a spiare la
vita intima dei funghi allo stato spontaneo e strapparne i segreti , relativi
specialmente alla nutrizione, alle condizioni preferenziali di umidità,
È nota a tutti l'estrema difficoltà di coltivare artificialmente i temperatura, tipo di terreno, piante simbiontiche , ecc. Tali osserva­
funghi boscherecci. Dei funghi superiori in generale, solo alcune specie zioni hanno consentito di restringere il campo della sperimentazione e
si possono seminare e fare sviluppare a volontà; ma quelle di bosco di arrivare con minore difficoltà a riprodurre artificialmente le condi­
solitamente rifiutano di crescere e perfino di germinare negli habitat zioni alle quali un fungo micorrizico può essere coltivato.
artificiali, come fanno certi animali selvatici, che in cattività rifiutano Il prof. Moser, presso la StiOizione sperimentale forestale di Inns­
il cibo e si lasciano morire. bruck, è riuscito finora a coltivare artificialmente (ossia a far ripro­
Le specie fungine che si riesce a coltivare artificialmente appar­ durre miceli fertili viventi) i seguenti funghi micorrizici :
tengono ai cosidetti parassiti (che si nutrono a spese delle piante
viventi) o ai saprofiti (che si nutrono a spese di residui vegetali o ani­
mali); fra questi ultimi ha avuto larga diffusione la coltivazione della Pianta sim­ Pianta sim­
SPECIE SPECIE
Psalliota bispora, sia per le sue qualità commestibili, sia anche per la bionte (I) bionle (')
buona conoscenza che si ha delle sue esigenze nutritizie, essendo la
sua coltivazione nota e praticata da secoli, grazie alla peculiarità del Paxillus:
Amanita :
suo substrato preferenziale (letame di cavallo). Ma nessuno, a quanto involutus
citrina Pi Ab, Ce
ci consta , è mai arrivato a portare sul mercato una partita di Porcini ,
muscaria Ab. Ce
'di Ovoli o di Cantarelli ottenuti direttamente per semina . Phlegmacium:
rubescens Ab
" perché si spiega col fatto che questi funghi, come tutte o quasi spissa Ab
glaucopus Ab , Pi
le specie boscherecce, hanno un sistema di nutrizione specialissimo , fuscomaculatum Ab
abbisognando della presenza di piante fanerogame viventi (soprattutto Boletus: allutum Ab, Ce
alberi forestali) , .con i quali vivono in simbiosi micorrizica , cavipes La caesiocanescens Pi, (Ab?)
11 termine simbiosi significa commensalismo, non parassitismo. E edulis Ab I varium Ab
in realtà, sebbene le ife dei miceli micorrizici avvolgano strettamente erythropus Ab cephalixum Ab
e compenetrino intimamente le radichette dell'albero, per sottrargli Gomphidius:
purpurascens Ab
quella sostanza organica che è ad essi indispensabile, non per questo rutilus
elegantior Ab
Pi
l 'albero risente danno. AI contrario le sue radici divengono più atte ad orichalceum Ab
assorbire le sostanze nutritive minerali dal terreno (azoto, fosforo , po­ Hydrocybe : infractum Ab, (Fg?)
tassio, calcio) e la pianta attaccata dal fungo si sviluppa più rigogliosa armillata Be vitellinopes Fg
e più resistente alle malattie e ai parassiti . corrosum Ab
Lactarius:
Le cose in realtà non sono così semplici; vi sono parecchi tipi di porninsis La
calochroum, varo
micorrize; il meccanismo biologico non è ancora conosciuto a fondo . torminosus Be
conifera rum Ab
Tuttavia dopo anni di ricerche , controlli ed esperimenti, è oggi univer­ rufus Pi , Ce
aureopulverulentum Ab
salmente accettato il concetto che i funghi micorrizici sono indispen­ coerulescentium Fg
sabili a.llo sviluppo e alla vita stessa delle piante dei boschi; i funghi Leccinum : coerulescens Fg
micorrizici vanno dunque annoverati tra i migliori collaboratori del scabrum Be pseudosulphureum Fg
forestale. aurantiacum PopuluS trem o elotum Ab
Esporremo alcune conclusioni pratiche a cui si è oggi arrivati fulvoochrascens (Fg?) (Ab?)
Leucopaxilfus:
attraverSo una fertile cooperazione tra micologia e tecnica forestale , mirabilis Pi
(Pi?)
a quanto abbiamo potuto apprendere dal prof . Meinhard Moser, mico­ cumatile Ab
logo di fama internazionale , che da molti anni si occupa di questo Myxacium: caesiostramineum,
argomento. delibutum Fg varo amarissimum Ab

16 ­
-17
Sviluppo dei funghi micorrizici in vivaio forestale
Pianta sim­ Pianta sim­
SPECIE SPECIE Per lo sviluppo dei funghi micornzici e necessario mettere a con­
bionte (I) bionte (I)
tatto entrambi i partecipanti della micorriza, ossia. la pianta ad alto
fusto e il fungo con essa simbionte, ma seguendo particolari proce­
dimenti. Non è nemmeno pensabile , per esempio, che seminando sem­
Phlegmacium: Suillus:
plicemente nel bosco pezzi di fungo o tanto meno le sue spore, si
russeoides Pi variegatus Pi arrivi senz'altro a ottenere carpofori delle corrispondenti specie. Una
platipus granulatus Pi così semplicistica soluzione è lontana dalla roaltà nella maggior parte
Fg
placidus Ce, Strobus dei casi. Un'infinita serie di ins.uccessi nel passato stanno a provare
rufool ivaceum Fg quanto sia difficile far attecchi.re in un bosco i funghi micorrizici. Però,
plorans Ce
talus Fg aeruginascens La con un'adatta tecnica, oggi vi si è riusciti .
atrovirens (Pi?) bresadolae La Il miglior modo per promuovere la formilzione di una micorriza è
arcuatorum luteus Pi
Fg quello di operare in vivaio forestale. Le piant ille così trattate , dopo ch
grevillei La la micorriza si è solidamente stabilita sullo 10 1'0 radici , potranno esse re
saporatum Pi
piperatus Pi messe a dimora nel terreno da rimboschire El ITlanterranno a lung o. svi ­
aureoturbinatum Fg tridentinus La (calcar.)
luppandola sempre più, questa simbiosi benofica, che da un a. port
oliveum (Ab?) sibiricus Ce gioverà alla pianta forestale, dall'altra parte (~ o nsentirÀ. ai rel ativi tllll ­
corruscans Ab flavus Bres . La
ghi di crescere e fruttificare.
claricolor Ab Tricholoma:
aureofulvum Ab robustum Pi
anomalum (Ce?) (Ab?) saponaceum Ab, (Ce?) Condizionamento del terreno del vivaio
vaccinum Pi, (Ab?)
1\ vivaio forestale, dove si vogliono far sviluppare i funghi mi co r·
Rhizopogon: Xerocomus : nZlci, deve essere impiantato su un terreno adatto allo sviluppo dei
subtomentosus Ab , (Ce?)
funghi; deve quindi contenere quantità sufficienti di sostanze nutri­
luteolus Pi badius Ab
\ .' tizie, di sostanza organica necessaria allo sviluppo di una microflora
indispensabile alla crescita del fungo, e deve essere ben aereato.
Diversamente si dovrà intervenire in corrispondenza. Si ricordi però di
(I) Ab = Picea excelsa ; Pi == Pinus silvestris e P . mugho; La Larix decidua; evitare rigorosamente (salvo eccezioni) le concimazioni a base di calce,
Ce Pinus cembra ; Be = Betula sp .; Fg = Fagus sp . che è nemica dei funghi, accrescendo pericolosamente il pH del terreno
I I (la maggior parte dei funghi micorrizici prospera in terreni acidi, con
pH compreso tra 3,5 e 5,5); anche i concimi azotati sono nocivi ai
funghi micorrizici (in caso di assoluta necessità si usino sostanze azo­
Sia chiaro che non è detto con questo di avere già stabilito o svi­
tate organiche complesse, facilmente biodegradabili); invece la conci­
luppato un sistema di coltivazione di funghi commestibili; ne sono stati
mazione fosfatica , specialmente se effettuata con scorie Thomas , è
però creati i presupposti. Infatti , data per scontata ormai la necessità
della ·presenza nel terreno di funghi mi.corrizici per una sana attività generalmente favorevole.
forestale , si sono effettuati e condotti già a buon punto studi e speri­ L'apporto di sostanza organica al terreno del vivaio può essere
mentazioni, intesi a promuovere lo sviluppo dei funghi micorrizici ad fatta con strame di foglie, paglia anche non fermentata, torba, terricciati
esclusivo beneficio delle piante forestali. Ma si comprende facilmente diversi. Si eviti il letame, che presenta l'inconveniente di liberare lo
che il passo più importante, che potrà eventualmente condurre in azoto inorganico troppo facilmente.
futuro a una coltivazione di funghi spontanei commestibili, è già in L'aereazione si effettua lavorando il terreno meccanicamente è
atto. Tuttavia quest'ultima attività non potrà prescindere evidentemente incorporandogli per es. torba, aghi di conifere , foglie secche , ecc.
da una stretta associazione con l'attività forestale .

-19
18 ­
L'insc rn enzarnento nuta da un'alga esotica), col raffreddamento le soluzioni stesse gela­
tinizzeranno in massa, costituendo i cosidetti « terreni solidi " . Essen­
/I mO'do più semplice per seminare i funghi ne l vivaio forestale ziale , nella formul'a zione di questi terreni , è la presenza di particolari
sarebbe quello di utilizzare lo strame di fogl ie, ossia lo strato super­ « fattori o promotori di accrescimento ", rappresentati per es. dall 'e­
ficiale del terreno di bosco , spesso 5 cm, costituito in gran parte da stratto di malto, dalla aneurina, biotina, acido follicolico, ecc. , senza dei
foglie marcescenti e residui vegetali vari , tra cui molte radichette già quali non è possibile per molte specie fungine 'lo sviluppo in cultura
invase da micorriza attiva . Procuratasi la quantità necessaria di questo pura . In natura tali f'a ttori di accrescimento vengono spontaneamente
materiale, che deve essere ecologicamente corrispondente alle essenze forniti al fungo dai prodotti di elaborazione di microorganismi (batteri,
seminate in vivaio e alla località dove si intende imp iantare i giovani funghi inferiori, ecc .) presenti nel terreno C)·
alberi , l'operatore lo distenderà alla superficie del suolo per lo spessore I ceppi ottenuti in provetta su mezzo nutritizio solido (general­
di 1 cm, e immediatamente lo lavorerà a vanga , in modo da impedirne mente 2-3 provette per ciascun ceppo) si possono conservare, tappate
l'essiccamento . con un tappo lasco di cotone sterilizzato, ma non indefinitamente; dopo
L'uso dello strame di foglie di bosco è economico , e fino a un un certo tempo essi « invecchiano " , perdendo molto della loro faco ltà
certo pun to comodo, ma non dà grande affidamento di riuscita ; è inoltre di riprodursi e divenendo quindi inservibili per gli scopi di insemen­
inficiato dalla presenza di una microflora noc iva, che può compromet­ zamento a cui si adibiscono. Occorre pertanto , dopo un certo periodo
tere lo svilup po de i miceli micorrizici così apportati al terreno . di tempo, « ringiovanirli" , ossia ravvivarli, il che si compie trapiantan­
Il metodo più sicuro è quelfo di inoculare nel vivaio delle culture doli in altre provette di cultura sterilizzate, contenenti lo stesso terreno
pure di un fungo micorrizico della specie scelta, opportunamente svi­ fresco, obbligando così i miceli a proliferare ed esplicare tutta la loro
luppate in laboratorio, così come si fa oggigiorno in misura sempre attività. Questa indispensabi,le operazione di trapianto dei ceppi si deve
crescente per l' irioculazione d i culture pure di bacilli radicicoli nella effettuare almeno ogni 2-3 mesi. Essendo questo continuo rinnovo dei
coltivazi o ne delle piante !eguminose . ceppi un 'operazione laboriosa, si cerca di sostitu'irla con mezzi più
comodi (per es. copertura delle superfici delle culture con olio mine­
Le colture pure di funghi micorrizici rale , conservazione a basse temperature, ecc.) che impediscono un
rapido invecchiamento dei ceppi.
Le culture pure di funghi micorrizici da insemenzare nel terreno si Oltre alle cu'lture solide , si possono usare anche per i funghi le
preparano nel modo seguente : si parte da un carpoforo perfettamente culture « sommerse " , molto più comode ; si usano le stesse soluzioni
sviluppato e fresco della specie prescelta e, operando in ambiente nutritive già viste, ma senza aggiunta diagar-agar. Nelle culture som­
sterile, con rasoio disinfettato su fiamma, si trancia una sottile fetta merse il micelio dei funghi si sviluppa in seno al l'iquido , nel quale
del carpoforo , depositandolo in una scatola Petri sterilizzata, contenente rimane in sospensione, anziché in superficie, come nelle culture so'lide;
un adatto substrato nutritizio art ificiale . ovviamente si realizza così una notevole economi·a di ingombro, nonché
Quando , nelle condizioni di temperatura adatte e mantenute co­ un risparmio di tempo. Il Moser è stato il primo a proporre le culture
st anti , dopo un certo tempo si incomincia a stabilire una proliferazione . ; "

delle ife fungine , senza che si siano sviluppate infezioni , si preleva un


po ' di questo materiale (ife recenti, in pieno sviluppo) e si trasferisce , (2) Il Maser utilizza praticamente tre tipi di terreno nutri t izio artifi cial e per le
sempre operando in ambiente sterile , entro provette di vetro da batte­ sue culture di funghi m i corrizi ci . Ne riport iamo le rispettive forma zioni :
riologia , contenenti substrati nutritivi artificiali solidi , anch 'essi perfet­ Terreno B IV : (valori in grammi , se non dive rsamente indicato): fa r ina di fagioli
tamente sterilizzati. Con questo trapianto si ottengono miceli atti allo 10, estratto di malto 50, peptone 1, fosfato monopot assico 0,5, fosfato di magne­
sviluppo, che si conservano e prendono il nome di ceppi. sio 0,5 , estratto di lievito 0,1 , soluzione all '1% di cloruro ferrico : 1 mi , acqua
In queste tecniche culturali, una parte molto importante è quella d istillata 1 litro, agar-agar 15 grammi.
Terreno b : maltosio 20 , glucosio 10, peptone 2, fosfato monopotassico 0,5, solfato
riservata ai substrati artificiali nutritivi chiamati comunemente « terreni
di magnesio 0,5, estratto lievito 0,2, cloruro ferrico (soluz . all'1 %) 1 mi , solfat.o
nutritizi » . Si tratta di soluzioni acquose, contenenti prodotti diversi di zinco (soluz . al 0,2%) 0,5 mi, cloru ro calcico (solu z. all ' 1 ~/o) 5 mi , solfato di
esattamente dosati e bilanciati , scelti di solito dopo lunghe esperienze manganese (soluz . all'1 % ) 0,5 mi , aneurina 50 gamma , biotina 1 gamma , inosite
per lo più empiriche , e tali da favorire nel miglior modo lo sviluppo e 50 mg, acqua dist illata : 1 litro , agar-aga r 15 g rammi.
la vita del micelio fungino . Se in queste soluzioni, di solito preparate Terreno BAF: lo stesso come il Terreno « b ", ma con aggiunta di 100 gamma di
a caldo , si fa sciogliere un po' di agar-agar, (sostanza gelatinosa otte­ acido follicolico .

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20 ­
La quantità di soluzione nutritizia con cui imbevere il materiale
sommerse anche nella coltivazione dei funghi. Per ques ta form a di cul­ trasportatore (farina di torba) dipende dal grado di umidità dello stesso.
tura si usano, anziché provette, dei piccoli matracci di vetro conici o Per una torba essiccata all'aria, si calcoli in media 1 litro di soluzione
palloncini tondi a fondo piano; è indispensabile apportare in continuità per ogni 300 grammi di torba.
aria od ossigeno al liquido di cultura, il che si può fare montando le Dopo la seconda sterilizzazione, nelta torba nutritiva si inocula il
culture su tavoli scuotitori azionati elettricamente: l 'aria, penetrando materiale fungino (micelio prelevato dalle culture pure), mescolando
nei recipienti attraverso il tappo di ovatta, si può sciogliere nel liquido con spatole di ferro da inoculo a punta piatta e incurvata. Si operi
agitato, e fornisce ai miceli in crescita l'ossigeno necessario . sempre in ambiente sterile.

Utilizzazione delle colture pure Insemenzamento dei funghi nel vivaio forestale

Dopo che nel vaso da sottaceti, contenente la torba inoculata di


Quando si deve utilizzare una cultura pura, sia in provetta, sia cultura pura, a capo di alcuni giorni, il materiale appare abbondante­
sommersa, per insemenzarla nel vivaio forestale, essa deve trovarsi mente invaso da ife di micelio fungino in pieno sviluppo, si ha final­
in stato di intensa vitalità e attività proliferatrice. Ciò si ottiene riatti­ mente a disposizione il m9teriale adatto (corrispondente al bianco dì
vandola, nel periodo immediatamente precedente alla sua utilizzazione, fungo nella cultura degli champignons) con cui insemenzare il terreno
mediante frequenti trapianti (ogni 1-3 settimane).
del vivaio .
Non si può impiegare direttamente il materiale delle provette o L'insediamento del fungo nel vivaio forestale si può fare in due
dei matracci, spargendolo senz'altro nel terreno del vivaio, dove trova modi diversi : o contemporaneamente alla semina degli alberi in semen­
la sua utilizzazione finale. Così facendo, la brusca variazione delle zaio (e ciò si pratica soprattutto nel caso di piante a rapida germi­
condizioni di vita, a cui i giovanissimi micelii si troverebbero esposti, nazione, come pecci , larici, pini e alcune latifoglie), oppure quando la
rischierebbe di apportare uno shoch troppo forte, compromettendone giovane pianta , sviluppatasi in semenzaio, viene messa a dimora per
lo sviluppo e la vita stessa. È indispensabile quindi ricorrere a un mez­ qualche anno nel vivaio, dopo che il suo fusto si è già lignificato.
zo intermedio, o « trasportatore", nel quale inoculare il giovane mice­ Nel primo caso si scavano nel terreno del semenzaio solchi un
lio, onde permettergli una graduale assuefazione alle nuove, più dra­ po' più profondi del solito, vi si sparge la torba fungifera, quindi vi si
stiche condizioni. depositano sopra, a diretto contatto, i semi dell'albero, ricoprendo
II trasportatore intermedio può essere costituito per es. da strame quindi con terra al solito modo.
di foglie, o da farina di torba (eventualmente da segatura di legno, Nel secondo caso, nel terreno compreso tra le file delle giovani
mista con terriccio di varia composizione), materiali che rappresentano pianti ne messe a dimora in vivaio, si scavano solchi, nei quali si sparge
il migliore mezzo di ambientamento possibile dal punto di vista fisico . la torba di insemenzamento, che deve trovarsi a una profondità di
Dal punto di vista nutritivo, invece, occorre integrare questi materiali 10 cm circa. I solchi si ricoprono di terra. In tal modo le radici delle
, ,I
con sostanze nutritive, specialmente carboidratiche, come pure con so­ piantine potranno presto venire a contatto con la torba fertile.
stanze promotrici di accrescimento, fino a che il giovane micelio, Quando le piantine devono soggiornare in vivaio per lungo tempo
irrobustito e assuefatto alle nuove condizioni di vita, non è in grado di (come è il caso per i cembri, 2-4 anni), è sufficiente insemenzare con
stabilire la micorriza con le radici delle piante e passare alla forma la torba fungifera un solo solco ogni 2-3 filari di piantine; infatti in
di nutrimento che gli è caratteristica C). questo caso il fungo ha tutto il tempo di svilupparsi estendendo il suo
Il materiale trasportatore deve essere sterilizzato 2 volte (in grossi micelio e di venire a contatto con numerose piantine.
vasi di vetro da sottaceti, da 5 litri), prima da solo, e una seconda volta In qualche caso l'insemenzamento del fungo in vivaio si fa quando
dopo che è stato addizionato di soluzione nutriti zia. le piantine vi sono già state collocate da molto tempo, e sono adulte.
/' È necessario allora zappettare bene il terreno nella immediata vici­
nB.nza del fusto della pianta, e spargervi la torba, lavorandola poi con
I,) zappetto . Non si tema di arrecare danno alle radici; anzi, le even­
(l) Il Moser imbeve la torba o altro mezzo di trasporto', con la soluzione se­
guente (dati espressi in grammi) : glucosio 20, tartrato (o solfato) ammonico D,S ,
iuali ferite di questi organi stimolano l'emissione di nuove radichette
fosfato monopotassico D,S, acqua 1 litro. Vi aggiunge inoltre: aneurina 50 gamma , e favoriscor.o perciò lo stabilirsi della micorriza.
biotina 1 gamma, acido follicolico 100 gamma.

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22 ­
L'epoca più adatta per effettuare gli insemenzamenti in vivaio e
la primavera (maggio-giugno) , oppure anche il luglio. L'esperienza ha UTILITÀ D EI FUNGHI
infatti dimostrato che l'attività dei funghi micorrizici e legata ad una
ben definita periodicità stagionale, L'epoca in cui quasi ogni attività
cessa nei miceli è quella che va dalla fine di ottobre ai primi di gen­
naio; in seguito l'attività riprende in misura sempre crescente, per rag­
giungere un massimo tra aprile e fine di giugno e poi decrescere nuo­ Una conseguenza impQrtantissima del fenomeno micorrizico è dun­
vamente, annullandosi a fine ottobre. que rappresentata dalla necessità della presenza dei funghi nei boschi,
La quantità di materiale da insemenzare in vivaio varia secondo quali elementi indispensabili al benessere delle piante ad alto fusto.
molti fattori (età della pianta, natura del terreno , altitudine, ecc.). Gene­
È dunque necessario protegçiere i funghi ed opporsi nel modo più
ralmente occorrono maggiori quantità di inoculo quanto più il terreno deciso alla loro indiscriminata raccolta o, tanto peggio, alla loro
è povero di sostanza organica (ma in questi casi bisogna provvedere inconsulta distruzione che potrebbe a lungo andare provocarne la
con adeguati interventi) e quanto più la pianta e adulta, perché in que­
scomparsa,
st'ultimo caso la sua permanenza in vivaio sarà breve e quindi il
micelio avrà minor tempo davanti a se per svilupparsi e raggiungere le Ma i funghi hanno ben altri compiti nell'economia della natura, e
radici con cui stabilire la micorriza. Trattandosi di torba da inoculo specialmente i funghi saprofitici possono considerarsi i benemeriti
umida, accorreranno da 2 a 5 kg di questo materiale per ogni metro
quadrato di terreno di vivaio da insemenzare. Se però l'insemenza­
mento del fungo si fa all ' atto della semina in semenzaio, occorrerà una
,
i ',
« spazzini » della foresta.

Le piante, come gli animali , muoiono ; i rami e le foglie cadono,


le ceppaie delle piante tagliate costituiscono ingombranti e inutili resi­
minore quantità di materiale da inoculo dui sul te,'eno. Se non intervenissero fattori all'uopo, il terreno dei
boschi verrebbe ricoperto , coll'andar degli anni, da un immenso strato
di foglie morte, rami, ramoscelli che lo soffocherebbero rendendo im­
possibile la nutrizione idrica e la vita delle altre piante,
La putrefazione è necessaria per distruggere questi inutili residui,
costituiti da materiale organico (per lo più cellulose e lignine) e che
Ecco dunque lo stato attuale della ricerca relativa alla coltivazione vengono in definitiva riportati nel mondo inorganico sotto forma di acqua
artificiale dei funghimicorrizici. È ancora troppo presto per dire se ì e di anidride carbonica.
funghi boscherecci cosi seminati saranno in grado di dare abbondanti Gli agenti della putrefazione spinta, i bacteri, attaccano però con
fruttificazioni, cosi da rendere interessante questa tecnica anche sotto difficoltà le cellulose e le iignine; occorrono agenti intermediari che
l'aspetto micologico commerciale. Certo è che finora le sperimenta­ preparino loro la strada, degradando il materiale vegetale dal momento
zioni in parola sono state condotte da un punto di vista esclusivamente , I
del suo iniziale decadimento fino a raggiungere un livello di trasfor­
forestale, e non si può negare che sotto questo aspetto i risultati otte­ mazione atto al successivo insediamento dei batteri, che perfezionano
nuti rappresentino un progresso notevolissimo. Infine c'è anche da l'opera, spingendo il processo putrefattivo fino all'ultimo stadio.
considerare il lato puramente scientifico , e bisogna allora riconoscere
che questi esperimenti di coltivazione dei funghi micorrizici sono desti­ Questi agenti intermediari sono i funghi.
nati ad ampliare e dare maggiore consistenza alle nostre conoscenze Molti di essi, quelli di grande dimensione, li vediamo sovente inva­
sulla biologia fungina. dere, allo stato di fruttificazione, i tronchi morti, ceppaie, strati di
Ulteriori notizie di carattere pratico, per la tecnica di insemenza­ foglie, tappeti di aghi di conifere, Ma ci sfugge certamente l'intensis-­
mento in vivaio, potranno ricavarsi dal fascicolo N. 60 (1963), pago 693 s;mo ,lavorio dei loro miceli e di quelli di innumerevoli funghi saprofitici
deile "lViitteilungen der Forstlichen Bundes - Versuchsanstalt Maria­ microscopici all ' interno dei substrati legnosi e delle ceppaie,
brunn" in un articolo di M. Moser dal titolo « Fòrderung der Mykorrhiza­ Possiamo senz'altro affermare che i funghi compiono un'opera in­
bildung in der forstlichen Praxis ", da cui abbiamo ricavato la maggior d:spe;-,sabile e che senza di essi i boschi sarebbero destinati a deperire
parte delle presenti note. e ~~comparire.

24 ­ --:- 25
Altre utilizzazioni dei funghi possiamo trovare nel campo de) mi­ ESAME MORFOLOGICO DEI FUNGHI
cromiceti . Se moltissimi dì questi, come si è detto , sono parassiti
pericolosi delle piante e degli animali , ve ne sono altri saprofiti che
sono regolarmente utilizzati nel campo dell'industria. La maggior parte dei Macromiceti che offrono più interesse ai rac­
Ricordiamo tra questi alcuni Ascomiceti monocellulari, i Saccaro­ coglitori sono caratterizzati dalla forma « a fungo» , ossia a. cappello
miceti , utilizzati su larga scala per la fermentazione alcoolica, per la e gambo, che è tipica delle specie appartenenti alle Agaricali. Anche
vinificazione selezionata, la panificazione, ecc . in altri ordini (es. Poliporali , Idni, ecc.) si possono trovare veri cappelli
e gambi, mentre negli Ascomiceti si osservano talora degli pseudo cap­
Certi Aspergilli sono utilizzati per la fabbricazione dell 'acido citrico, pelli e pseudo gambi (p. es. Morchelle, Leotia , ecc.) . Ma in gerierale qui
altre muffe sono sorgenti di antibiotici, e così pure i numerosi Actino­ si hanno forme diverse, che è più facile riconoscere.
miceti. È essenziale imparare a distinguere gli elementi morfologici dei
Perfino da certi funghi parassiti si è cercato di trarre vantaggio, e funghi a cappello e gambo, anche perché le differenze dei loro carat­
sono in corso studi e sperimentazioni per la difesa contro gli insetti teri sono così sottili , che senza un 'accurata osservazione non è possi­
nocivi (mosche , acari, cocciniglie , insetti parassiti di piante coltivate in bile d istinguerle per arrivare alla determinazione del genere e della
genere) mediante coltura di certi piccolissimi funghi, che aggrediscono specie.

,
selettivamente le larve di questi insetti , uccidendole. Pertanto ci limiteremo a considerare brevemente i caratteri prin­
cipali dei seguenti elementi morfologici :
t: questo un mezzo di lotta antiparassitaria « biologica ", che risulta A) Cappello; B) Imenoforo (tubuli o lamelle) ; C) Gambo; D) Veli
molto più promettente di quella a base di antiparassitari chimici, ai (anello . volva. cortina); E) Carne.
quali presto o tardi le successive generazioni di insetti nocivi vanno
assuefacendosi , rendendo vane fatiche e spese precedenti.
Ma l'utilizzazione che più facilmente viene messa in evidenza , par­
lando di funghi , è quella relativa alla loro commestibilità.
Ricordando tuttavia che i funghi, oltre ad essere utilizzati come
alimento dì discreto valore nutrit ivo e certamente molto gradevole,
possono rappresentare anche un incombente pericolo per la salute
pubblica, sarà di seguito curato un esauriente capitolo relativo ai piano
convesso
princip'i fondamentali della tossicologia fungina, secondo i dettami
della più avanzata ricerca in tale campo .
conico

I I

campanulato campanulato
depresso
( = parabolico) ( == a forma di campana)

TAVOLA 1

26 ­
- . 27
~~
/. --:-~
(~--.-.I_-
'\

/ .~ I I .....
-

umbonato (umbone acuto) papillato


i nfund i bol i forme infundiboliforme subsferico turbinato
umbonato

Q~.
\\~
pulvinato troncato gibboso
glandiforme
TAVOLA 2

~ I. ~\·: TAVOLA 4
r \ì \ \
-~- ~. \\\ "
Ii I

A) Il cappello

/'-\\\\\lj~ Del cappello si considereranno i caratteri riguardanti la forma

,~/f \~I'
(generale, del disco e dell 'orlo); la superficie esterna (pellicola, natura.
proprietà, ornamentazioni e colore); le dimensioni .
1. La forma del cappello può variare molto durante lo sviluppo
del carpoforo, e va pertanto osservatél su esemplari adulti, o megli o
petaliforme spatol iforme
ancora in tutti gli stadi dello sviluppo. Nell'acerbo la forma è di solito
dimidiato
c hiusa attorno al gambo , poi tende ad aprirsi, allargars i, e infine a
defor marsi variamente.

~') Le principali forme di cappello sono schematicamente espresse


nelle Ta vo le 1, 2, 3 e 4, e non richiedono particolari spiegazioni.

~
Particolare importanza ha la zona centrale del cappel lo (disco),
che può avere diversità di forma (es. depressa : ombelic ata, o in rilievo:
umbonata), ma anche di colore e di ornamentazione rispetto al resto
della superficie pileica. Le forme umb o nate va riano dal piccolo umbo­
ne acuto alla papi Ila , all' umbone ottuso e, al limite , all a forma gale­
umbonato (umbone ottuso) reni forme riculata

TAVOLA 3

28 - --: 29
Anche l'orla del cappello ya osservato a parte, considerandolo:
in relazione al piano orizzontale (orlo arrotolato in dentro, o invo­
luto, arrotolato in fuori, o revoluto, retlesso, o appiattito, piano; o
piegato verso il basso: intlesso o incurvato).
Quanto al profilo, l'orlo potrà essere sviluppato secondo una linea
continua (unito o regolare), oppure lobato, festonato, ondulato, sinuoso,
fibrillato - radiale plissettato, ecc . Potrà presentarsi integro, oppure denticolato, frangiato ,
(fibrille innate) tissurato, appendicolato, ecc .
Ornamentazione particolare dell' orlo sono le striature, le scanala ­
ture (che possono appartenere .alle sottostanti lamelle, che traspari­
scono coll'umidità) e in qualche caso i tubercoli.
L'orlo può essere eccedente, se si estende oltre la punta delle
lamelle , mentre si dice appendicolato se porta prolungamenti irregolari
a frangia, di solito residui di veli.
2. La superficie del cappello è chiamata pellicola o rivestimento
pileico . Occorrerà osservare prima di tutto se costituisce un rivestimen­
desquamata a squame acute

TAVOLA 5

a squame appressate lacerata


screpolato - areolata villosa

punteggiata fibrillato· radiata zonata


(fibrille adnate o applicate)

TAVOLA 5 TAVOLA 7

-,- · 31
to nettamente differenz ia to della carne del cappello, e in questo caso
se è tutta , parzialmente o no n, staccabile.
Quanto alla natura della pellicola , si osservi se è viscida (o viscosa)
(e in questo caso occorre inum idirla, se è secca), se è glutinosa (ossia
ricoperta da una mucosità), oppure secca e friabile, liscia, ruvida ,
tomentosa, bulbosa, pelosa, ecc.
Le ornamentazioni possono mancare (fondo unito, glabro, unif or­
me); o possono essere innate, ossia insite nella struttura della pellicola
(fibrille , macchie, vergature), ovvero applicate o adnale. differenziabili ,
e in questo caso derivate sia da ·dissociazioni della pellicola (screpo ­
plissettato lature . areole , squame) sia da residui del velo generale (squame , fi­
brille . verruche, pustule, farinosità, pruinosità, villosità). Nel caso di
dissociazioni della pellicola, si intravvede di solito il color della carne
sottostante .
Si raccomanda di osservare i caratteri della pellicola con la len te
di ingrandimento.
II colore della pellicola è un dato di grande importanza. ma non
così assoluta come potrebbe sembrare. Infatti moltissimi funghi presen­
tano var ia zioni di colore ariche forti con l'età, il terreno di crescita.
le condizioni atmosferiche, la composizione quantitativa dei pigmenti.
Il colore generalmente si descrive con termini di paragone (es .
scanalato ­ fimbriato o
rosso cilie.gia , bianco avorio, giallo paglierino) o usando ap positi codici
tubercolato striato appendiculato
di colori.
TAVOLA 8 3. Le dimensioni del cappello si riferiscono di solito al diametro
del cappello completamente coperto e spiegato e sono espresse in cm.

B) L'imenoforo

':~ 't
,.' "~K. ~~;.. :, Lamelle - L'osservaz io ne delle lamelle riveste la massima impor­
tanza. Si dovrà tenere conto dei seguenti ca ratteri:
~: lè. 1. Colore - Esso ci permette, di rettame nte nel!a maggior parte
,<
"0: . >,.• j,i dei casi, di incasel:are un fu ngo nel gruppo dei leucosporei (a spore
piano ricurvo o piegato t
" involuto
9 bianche). o dei rodosporei (a spore rosa), o degli ocrosporei (a spore
brune) , o degli jantinosporei (spore violaceo scure ), o dei melanosporei
(a spore nere ). L'osservazio ne va fatta sull individuo che porta sulle

~
:::~<:;~~t lamelle spore già mature ; ma no n bisogna d i menticare che in diversi

"~, O', ~
~. : ' . ," ?~
casi le lamelle possono presentare un colore proprio, diverso da quello
della polvere sporica.
", . .'...'!+.',"! 2. Inserzi one delle lamelle sul gambo - Va osservata sul fung o
]~1 tagliato per metà dall 'alto al basso. La tavola 10 mostra i principali
~
tipi di inserzione lamella re. È un dato della massima importanza.
3. Caratteri di forma e struttu ra , qual i: larghezza (v. tavola 11)
revoluto o reflesso eccedente
(lamelle larghe o strette), spessore (lamelle strette o sottili); frequenza
(lamelle fitte oppure rade); eguaglianza (lamelle tutte egualmente lun­
TAVOLA 9

32 ­ - 33
~~ ~
~--'
.
~ :,.'.
9" ~.:; ., ~ ." "- '
~~- - L ~.
:"
ghe oppure intercalate con lamellule, di lunghezza inferiore) ; eventuali
biforcazioni; eventuali anastomosi (lamelle riunite in parte tra loro da
grosse vene trasversal i.. entro il seno lamellare); la separabi/ità dalla
carne del cappello ,

'' :.' ..

l:·,
...

1/ profilo delle lamelle va osservato con cura, Secondo la forma

l può essere acuto, ottuso, ventri coso, arcuato, sinuato, diritto, concavo,
I ,
~
" sinuato-smarginate ad nate
annesse L'orlo delle lamelle può essere integro, oppure denticolato " seghet­
(uncinate]
tato, fessurato, intagliato (osservare con lente d'ingrandimento), Può
essere di natura uniforme come il resto della faccia lamellare (orlo
omomorfo), oppure presentare ' una lieve fascia di colale e natura
diversa, dovuta a cistidi o cellule sterili (orlo eteromorfo),
Tubuli e Pori (nel caso di Boletacee e Poliporacee) si osservano
con gli stessi criteri utilizzati per le lamelle :

~ " 6
.",.•.,'.. ' , ' :•" ',"..• ..':,
- il colore si osserva sulla superfi c ie esterna dei pori:
/ /<-------,..
..'. ..',.;r":',: .:'.. . ",-,.. . .•.•' '.."
~!~, .' <

t : ., l'
decorrenti
.oto"dato - I~ ,': "
con dentino appressate secedenti

TAVOLA 10

lamelle e lamellule lamelle biforcate

b schema frontale

___ -~
.~ -- , -
_ • • 1. _______
--r d'
delle lamelle

J:./
parti della lamella:
a - faccia; b . dorso; c . orlo;
lamelle separabifi lamelle omogenee d . larghezza
lamelle fitte
lamelle rade
TAVOLA 11 TAVOLA 12

34 - ,- 35
~
.'è '" < }~ . ·~.·,~.,.~.:t.
.• • 1-.
~H' ~j < • .. . .
~

,~
. -.:,.

1* <. S 5 l sezione di lamella:


~: a . seno interlamellare lamelle a facce parallele
ii b . spessore (tipo Coprinusl
lamellule rotondate lamellule tronche c . distanza interlamellare
d . larghezza
b
:d I
i
.,. . ..... .

~ r: .!
U~
... " ,( 'J . ...... "..:.: l'
" ~ ..
I
V
lamellule sinuose collarium ~~c~
TAVOLA 13

n ·;...'·. .'·.tr
j li

~
)~ ~
~- -- .. lamelle anastomi2Zate
~

~
e venoso . congiunte lamelle bifide

~
(tipo Schyzophylluml

. .' 1"
'~ ..
acute ottuse strette

TAVOLA 15 TAVOLA 16

~ ~~··.. ~J
~· ' ~1
l'inserzione sul gambo dello strato dei tubuli è abbastanza analoga

~, ~Ìlf
a quella delle lamelle e va osservata sulla sezione del fungo;
i caratteri di forma riguardano essenzialmente la lunghezza dei tu­
buli (in sezione) , la forma e la larghezza dei pori, ecc.
C) Il gambo
larghe ventricose arcuate sinuose orlo diritto Si deve esaminare anzitutto se il cappello è munito di gambo, o
se ne è privo (cappello sessi/e).
Nel gambo si osserverà: l'inserzione sul cappello (centra/e, eccen­
TAVOLA 14
trica , laterale) ; la struttura rispetto a quella del cappello (eterogeneo,

36 ­ .- 37
contiguo , separabile se diversa ; omogeneo , continuo, confluente , inse­
~
parabile se eguale) ; la struttura intrinseca del gambo (carnoso , carnoso­
fibroso , fibroso , cartilagineo , corticato per la presenza di una specie di
corteccia esterna più dura); la forma : cilindrica, clavata , bulbosa, fles­
suosa , arcuata , attenuata in alto , attenuata in basso , ventricosa, obesa ,
ecc ,
Particolare riguardo si avrà alla parte inferiore del gambo, che
può presentarsi sovente radicante o anche bulbosa (con bu\bo olivare,
subsferico, turbinato , appiattito, marginato , ecc.) o bulbillosa . obeso o ventri coso
La superficie esterna del gambo potrà essere liscia o verrucosa,
o calzata , o fibr illosa , pelosa, punteggiata , squamosa , o variamente
ornata . Po t rà essere secca , oppure viscida o anche glutinosa .
Una tipica ornamentaz ione del gambo dei Boleti è il reticolo, di
cu i si dovrà osservare l' estensione , il c olo re , la regolarità , le maglie ,
lo sviluppo , ecc . clavato

~ D
~) !

Il

~i
laterale
eccentrico

rugoloso '

Il i)! zonato TAVOLA 18

LI'
fibri lIato . striato

TAVOLA 19

attenuato i n basso

flessuoso a pseudorriza arcuato

TA VOLA 17

38 - calzato o attenuato in alto


- 39
inguainato fusiforme
~~

l
bulbo olivare
#' bulbo depresso bulbo subsferico Il JIt ~II \"t' I \,,/ 1: \ \

u ~\ \\ farcito

O bulbilloso

corticato
TAVOLA 21
(V)
cavo
gibboso

bulbo marginato
~
bulbo napiforme bulbo turbinato

TAVOLA 20

Quanto alla sostanza, il gambo può essere internamente pieno, o


cavo, o cavernoso, o farcito, cotonoso, tubuloso, fistoloso , ecc.

D) I veli
Nelle Agaricali troviamo due tipi di veli: quello unìversale che
avvolge il carpoforo primordiale nei primi stadi di sviluppo , poi si
lacera ; e il velo parziale che si stende tra cappello e gambo nell'in­ cavernoso tuboloso
dividuo giovane , a proteggere l' imenoforo .
Con la dissociazione o la lacerazione del velo universale possono
rimanere residui sul carpoforo , quali: una volva alla base del gambo

._ .. ~-
(a sacco, membranosa, libera, adnata, inguainante, ci rconcisa, ecc.):
verruche sul cappello (come nelle Amanite); cortine esilissime, presto ,, \

caduche , non più osservabili sull'individuo maturo, e stese tra cappello


e gambo nell 'acerbo (nel genere Cortinarius): rivestimenti squamosi o
fioccosi sul gambo (calze, ecc . di solito terminanti superiormente in
un anello retroflesso, o armilla) ; anelli doppi, formati in associazione
col velo parziale, mucillaggini, pruinosità, squame, fibrille applicate ,
fiocchi , granulazioni , ecc. sul cappello e sul gambo . gambo eterogeneo,
fistoloso TAVOLA 22 contiguo o stacca bi le

40 ­ - 41
Il velo parziale lacerandosi lascia di solito un anello sul gambo ,
che può essere membranoso , o fioccoso , largo o stretto o rudimentale ,
liscio o striato, a forma pendula (collarina ), con ciambella inferiore ;
qualche volta anche mobile ; qualche volta anche doppio (v. sopra) .
E) La carne
volva a sacco. ampia.
membranacea
circoncisa La carne si apprezza tagliando in due il fungo dall 'alto in basso.
L'osservazione va fatta soprattutto mediante i caratteri organolettici
i ngua inante (odore e sapore), ma si dovrà anche esam inare:

)t>'"J1
S,nnnnn
la consistenza (molle , soda, . compatta , membranosa, cart ilag inea,
ceracea, coriacea , suberosa, ecc.) ;
la succulenza (asciutta , secca, lattescente) :
l'igrofaneità (proprietà di asso rbire, perdere e riassorbire umidità,

t~
dando colori scuri a umido , pallidissim i o biancastri a secco);
la revi viscenza (proprietà di essiccare senza putrefare , e dopo inu­
midimento ritornare alla consistenza originaria dell'individuo fresco);
il colore . In particolare si osserverà se la carne vira, oss ia muta
nettamente il suo colore istantaneamente o dopo un certo tempo .
Questa proprietà si deve osservare an c he stro finando l'esemplare fra
dissociata in perle le dita .
(t i po Am anita muscaria )

~
volva dissoc iata in anelli nap i forme
(tip o A mani ta pa nthe rin a) (t i po Am anita spissa)
TA VOL A 23

H ~
Anello rud i mentale
(t ipo Copr imls)
appendi colato
.JP!l'-~
Il
con ciambella i nferiore
(tipo Ph o li ota ca perata)
doppio
(tipo Psalliota arvensis)
doppio
(ti po A rmillari a imperialis)

TAVOLA 25
doppio e mobile
(tipo Lepi ota proce ra)

4~~
ampio e membranoso striato
!R
., ~:i.
f

pendulo . di origine superiore


di origine inferiore , o armilla reflessc

o collarino TAVOLA 26
TA VOLA 24 - 43
42 ­
CLASSIFICAZIONE SCHEMATICA DEI FUNGHI

CARATTERI PRINCIPALI DELLE FAMIGLIE E DEI GENERI

I criteri secondo i quali i Funghi vengono classificati , ossia me­


todicamente disposti in Classi , Ordini, Tribù, Famiglie e Generi , sono
tuttora soggetti a discussione, per cui si può dire che una classifica­
zione definitiva e accettata da tutti ancora non esiste . Ogni scuola
micologica usa una sua propria classificazione , che più o meno si
differenzia dalle altre, le quali sono non meno logiche e accettabili .
ij AMANITA
CYSTODERMA

Questo stato di cose rispecchia del resto le grandi difficoltà dello


studio dei funghi. AMANITOPSIS
Noi seguiremo approssimativamente lo schema del Fries , molto
pratico anche se non più attuale in molte sue parti, e useremo, fin
dove possibile, le sue suddivisioni in Generi , basate soprattutto sui
caratteri esteriori del carpoforo. Ma non trascureremo neppure le \ ;rf l ~
classificazion i moderne , con unità tassonomiche scaturite da uno
Il ;II

Vir\ ~lil~
studio posteriore di caratteri microscopici , filogenetici , biologici , chi­
mici , ecc. , che noi non possiamo che accettare senza approfondire .
Pertanto presenteremo anche nomi di generi non friesiani (indi­
candoli come sotto-generi), affinché chi legge non si trovi disorientato
all'occorrenza , incontrando su testi moderni di micologia nomi di li I,

MELA~':UCA
I

famiglie e di generi sconosciuti , e che sono tuttavia accettati dalla


quasi totalità dei micologi contemporane i. CLlTOCYBE
\:
lo • BASIDIOMICETI TRICHOLOMA

ARMILLARIA

Al Ordine: AGARICALI (Emi-angiocarpichel


f \ Famiglia: AGARICACEE
Funghi a cappello e gambo, con imenio a lamelle.

1° Gruppo: lEUCOSPOREI
Spore bianche (o leggermente colorate in massa) .

AMANITA - Eterogenei. Con volva (intera o d i ssociata). Con anello (talora caduco) .
LACCARIA
Lamelle bianche e libere , lamellule tagliate a squadra . Gambo carnoso­
fibroso. Spore grandi . Terricoli . Alcune specie es t remamente tossiche .
AMANITOPSIS - Aman i ta pri va di anell o e con orlo del c appello striato (es . vagi­
nata). Commestibili . MARASMIUS
COLLYBIA MYCENA

- 45
44 -
LEPIOTA - Eterogenei. Senza volva . Con anello evidente . Non molto carnosi . La­HYGROPHORUS - Omogenei. Né volva né anello . Specie grandi , medie e piccole .
melle libere o distanti . Cappello generalmente desq uamato , salvo l ' umbone, Lamelle caratteristiche , spesse , molli e ceracee , rade, sovente decorrenti, a
liscio. Gambo carnoso-fibroso. Terricoli. Le specie di piccole dimensioni spigolo acuto . Gambo carnoso e centrale . Carne molle e fragile. Terricole .
(cristata, he/ veo/a , felina, castanea, ecc .) per lo più tossiche o sospette .Non tossiche. ,.
CYSTODERMA : Lepiota con cappello e gambo omogenei, lamelle leggermente LlMACIUM : cappello e gambo viscosi e glutinosi; lamelle ad nate e decorrent i.
adnate; cappello e gambo con residui di velo (granulazioni) (s . amianthinum, CAMAROPHYLLUS: cappello carnoso, non viscoso, gambo fibro-carnoso . La­
carcharias).
melle decorrenti o smarginate.
ARMILLARIA - Omogenei. Senza volva, ' ma con anello evidente. Carnos i. Lamelle HYGROCYBE : specie piccole e fragili, con colori vivaci, carne esigua e molto
decorrenti. Gambo carnoso € fibroso. Terricoli e con doppio anello (A. impe­ acquosa , cappello viscoso e umido , gambo esile e cavo , lamelle decorrenti,
rialis): lignicole e cespitose (A. mellea). Non tossiche . adnate e libere .
LACTARIUS - Omogenei . Né volva Ré anello . Specie grandi, medie , carnose e
TRICHOLOMA - Omogenei. Senza volva né anello . Carnosi e robusti . Lamelle bian ~
robuste. Caratteristica carne granulosa e cassante (a frattura netta) . Lamelle
che , uncinate . Gambo carnoso-fibroso (talora calzato da residui di velo). carne
adnate o decorrent i , diseguali. Cappello convesso, poi piano e poi concavo .
spessa e compatta . Terri<..:oli. Una specie tossica (tigrinum) .
Gambo centrale, spesso , corto . Spore tonde , con ornamentazioni amiloid i;
MELANOLEUCA : Tricholoma esili, bianchi o scuri , carne igrofana , gambo fi­
in massa bianche , o crema o gialle . Rotti , emettono un lattice bianco o
broso-spongioso (es. vu/garis, grammopodia) . Nessuna tossica.
colorato , di sapore mite o pepato. Terricoli .
RHODOPAXILLUS: Tricholoma con lamelle generalmente rosa , porpora o vio­
Alcune specie tossiche o sospette.
lette , e spore rosa pallido in massa (es. nudus) . Non tossici.
TRICHOLOMOPSIS: Tricholoma l ignicoli. Unica specie: ruti/ans . Non tossico . RUSSULA - Come i Lactarius , con questa differenza : assenza di lattice ; lamelle
eguali (salvo pOChissime specie); colori assai vivaci, di solito . Poche spe··
CLITOCYBE - Omogenei . Senza volva né anello. Più o meno carnosi. Lamelle cie sospette o leggermente tossiche .
decorrenti. Cappello sovente imbutiforme . Gambo fibroso-carnoso . Terricoli.
Alcune spec ie tossiche (dea/bata, cerussata, rivu/osa).
LEPISTA : Clitocybe esili, a spore tonde , verrucose , .non-amiloidi. 2° Gruppo: RODOSPOREI
LEUCOPAXILLUS : Clitocybe robuste , sode e carnose , con spore verrucose , Spore rosee .
amiloidi.
VOLVARIA - Eterogenei . Volva membranosa . Senza anello . Specie grandi e medie .
LACCARIA - Omogenei. Senza volva né anello . Specie piccole, poco carnose , color Lamelle sottili , libere . Terricole e lignicole. Nessuna tossica .
roseo o violetto, gambo slanciato e fibroso , lamelle rade, larghe, adnate . PLUTEUS - Eterogenei . Né volva né anello . Specie grandi e medie , carnose . Ligni­
Spore sferiche aculeate. Non tossiche . cole . Nessuna tossica .
COLLY BIA - Senza volva né anello . Cappello poco carnoso, orlo involuto, mem­ CLiTOPILUS - Omogenei. Specie medie , carnose, sim il i a Clitocybe, gambo leg­
branoso. Lamelle ad nate (o libere) . Gambo cartilagineo e pieghevole, esile. germente eccentrico e carnoso, lamelle decorrenti. Terricole. Spore tipiche
Spore piccole. Terrestri o lignicole. Non tossiche. fusiformi e a 6 costolature. Non tossiche .
MUCIDULA: Collybia viscosa e a lamelle ad nate e spesse. Spore grandi (es . ENTOLOMA - Omogenei. Specie carnose , grandi e medie, corrispondono ai Trì­
mucida, radicata) . cholorTid. Cappello con orlo involuto . Lamelie uncinate, gambo carnoso fibro­
XERULA: Collybia a cappello asciutto e coriaceo, che secca facilmente . Spore so . Spore poligonali , tipiche. Terricoli. Alcune specie tossiche (lividum,
grandi (es . /ongipes).
nidorosum , rhodopolium) .
MARASMIUS - Senza volva né anello . Specie medie o piccole , poco carnose, LEPTONIA : speci.e medie e piccole, più esili, simili a Collybia . Gambo cart i­
coriacee . Reviviscenti nell'acqua dopo essiccate. Gambo sottile e tenace . lagineo e cappello depresso.
Terrestri o truncicole . Non tossiche. NOLANEA: come Leptonia, ma cappello conico o campanulato . Carne igro­
fana. Qualche specie tossica (pascua , mammosa) .
MYCENA - Senza volva né anello . Specie piccole, con cappello conico . Lamelle ECCILlA: come Leptonia, ma con cappello imbutiforme e lamelle decorrenti .
ad nate . Gambo esile . Talora lattescenti. Terrestri e truncicole . Non tossiche. N.B.: I quattro generi Ent%ma , Leptonia , No/anea, Eccilia, vengono sovente
PLEUROTUS - Specie carnose e robuste . Né volva né anello . Lamelle decorrenti. compresi in un unico genere Rhodophyllus .
Gambo eccentrico , laterale o nullo . Spore bianche, lilacine in massa . Trun­
cicole. Una specie tossica (P. o/earius, classificato anche tra le Clitocybe).
PANUS : Come Pleurotus, ma carne coriacea, non putrescente . Lamelle strette, 3° Gruppo: OCROSPOREI
non denticolate . Spore ferruginee, giallo - ocra, brune.

LENTI NUS - Omogenei, né volva né anello . Carne elastica, o coriacea. Lamelle CORTINARIUS - Omogenei. Né volva né anello, ma una cortina che avvolge il
decorrenti , con orlo denticolato. Gambo centrale, eccentrico o nullo. Spore giovane individuo, che poi sparisce, lasciando lievi tracce su l gambo . Specie
bianche in massa. Lignicole . Non tossiche . grandi e med ie . Carnose e compatte . Lamelle tipicamente smarginate . an­

46 ­ - 47
---------------------------------------

~tv1t
nesse. ne l g'l ovane dì vari colori caratteristici, po i de l colore uniforme rug ­
gine delle spoie . Gambo carnoso fi broso . Terricol i . Una sola specie tossica
(orellanus ) .
MYXACIUM: con cappello e gambo glutinosi .
PHLEGMACIUM : solo cappello glutinoso . Bulbo marginato (gruppo Scauri) o
non marginato (gruppo Cliduchi) , o senza bulbo (gruppo Elastici) .
INOLOMA: cappello asciutto. non viscoso né igrofano, ornamentato varia­
mente ; gambo bulboso .
DERMOCYBE: cappello asciutto , non igrofano , gambo non bulboso , general­
( CAMAROPHYLLUS) mente cavo.
PLEUROTUS HYGROPHORUS
TELAMONIA : cappello igrofano ; gambo con residui di velo (anello o zone

~ ~~
anulari). .
HYDROCYBE : cappello igrofano , ma gambo liscio senza ornamentazioni.
~~ '/ I ~
INOCYBE - Specie medie e piccole ; o mogenee , non molto carnose , c appello um ­
!I bonato-fessurato. fibrilloso. Senza veli o raramente cortina assai fugace
LENTI NUS Lamelle e spore color olivastro-grigio terroso tipico . Terricoli . Parecchie spe ­

. @
cie tossiche e sospette .
HEBELOMA - Omogenei. Specie grandi e medie , corrispondenti ai Tricholoma .
Carnosi e robusti, cappello con orlo involuto, sovente gambo con tracce di
veli. Lamelle uncinate. Spore ocracee. ferruginee. a verruche fini. Terricoli
Alcune specie sospette .
LACTARIUS RUSSULA
PHOLlOTA - Omogenei . Specie carnose , grand i e medie. Senza volva , ma con un
anello evidente e persistente. Lamelle sinuate o adnate . Gambo con residui
di veli a var ia ornamentazione. Spore ocracee e liscie. Non tossici .

~7
ROZITES : Pholiota con cappello pruinoso, spore verrucose , terricoli (es .
caperata) _ Non tossici .
AGROCYBE : Pholiota con gambo liscio . spore color brunastro sporco e terr i­

T
cole . Non tossiche .
FLAMMULA - Omogenei , carnosi, senza veli . Colori vivaci, sul giallo o arancione .
ENTOLOMA Lamelle ad nate o decorrenti. Lignicoli. Amari . Non tossici .
VOLVARIA
PAXILLUS - Omogenei . Specie grandi, carnose , sode. Cappello sovente imbuti­
CLITOPILUS forme con orlo involuto. Gambo pieno , spesso eccentrico, robusto . Lamelle
decorrenti, facilmente separabili dal cappello. e anastomizzate . No n tossici
INOCYBE

~
4° Gruppo: IANTINOSPOREI
Spore bruno - porpora o violacee .

PSALLIOTA - Eterogenei . Specie grandi e carnose. Senza volva , ma con anello


appariscente . semplice o doppio. Lamelle libere, sottili , prima rosee o grigio
chiaro, poi viola-nere o bruno porpora . Gambo carnoso. Terrestri . Una specie
! leggermente tossica (xanthoderma) .

v
STROPHARIA - Omog e nei . Sp~cie medie e piccole , poco carnose. Senza volva.
\
\ \ ., ma con ane llo . Lamelle adnate. Terrestri o fimicole . Qualche specie sospett a.
H Y. PHOLOMA - Omogenei, spe c ie medie , fascicolate , carnose , sode ed elastiche.
\ "'- ,\ Velo cortiniforme fugace . Lamelle ad nate , grigiastro-verdognole , poi nere
.....,: ,:
Gambi cespitosi . Lignicoli . Alcune specie sospette .
PLUTEUS HEBELOMA PAXILLUS

48 - - 49
CORTINARIUS
5'0 Gruppo: MELANOSPOREI
Spore nere o bruno· scuro.

GOMPHIOIUS - Omogenei , specie mejie , carnose , a carne tenera . Cortina sempre


presente . Rivestimento viscoso. Lamelle spesse e decorrenti , prima · pallide ,
poi nerastre . Terrestri. Non tossi c:Oe.
COPRINUS - Eterogenei. Carne fragile ed esigua . Specie medie e piccole. Anello
caduco . Cappello conico, campanulato , sovente ornamentato . Lamelle libere ,
a facce parallele , che presto divengono nere e deliquescenti . Terri co l i e
Miucium fimicoli . Alcune specie sospette.

2 11 Famiglia: BOLETACEE

u
Imenio a tubuli, riuniti a formare sotto il cappello uno strato facilmente stacca­
bile da quest'ultimo.
PSAlllOTA
Questa famiglia è ancora oggi considerata da alcu ni come un genere (Bo le­
tus) , diviso in sottogene ri. I quali ultimi però sono stati promossi alla dignità
di veri generi come segue:
Phlegmacium ( ScD'J ri)
GYROPORUS - Pori bianchi e piccoli, tubuli lunghi, carne bianca immutabile,
gambo corticato e cavernoso (es. cyanescens, castaneus).
GYROOON - Pori grandi e sinuosi , tubuli cortissimi. poco staccabili dalla carne
del cappello (es . lividus) .
BOLETUS (s. s .) - Pori piccoli , tubuli lunghi, carne compatta e soda, gambo car­
noso e robusto , con reticolo .
a) Pori bianchi, poi verdognoli, carne bianca e immutabile (edulis) ;
b) Pori. gialli , poi verdognoli, carne virante, dolce (appendiculatu s);
c) Pori gialli, carne virante, amara (pachypus);
d) Pori rossi o arancione , carne virante (Iuridus) . Una specie venefica (Sata­
nas), altre sospette.
GOMPHIDIUS
TRACHIPUS - Pori piccoli , grigi, tubuli lunghi, gambo duro e fibroso, fi occoso,
carne leggermente imbrunente (scaber) ,
IXOCOMUS (SUILLUS) - Pori g ialli, sovente compositi , tubuli finissimi , pellicola
viscida, gambo esile e cilindrico , carne giallognola e te nera :
a) con anello (e legan s);
b) senza anello (granulatus ).
XEROCOMUS - Come il precedente , ma con pellicola secca e tomentosa (es .
Chrysentheron) ,
BOlETUS BOLETI NUS - Tubuli decorrenti, pori larghi e angolosi , disposti radialmente , gambo
cavo (cavipes) ,

l?
XEROCOMUS
PORPHYRELLUS - Tubuli e pori rosso-bruno sporco; gambc seppia (porphyrosporus) .
STROBYLOMYCES - Pori angolosi , cappello squamoso , gambo inguainato-squamoso
(strobylaceus).
PHYLLOPORUS - Pori simili a lamelle anastomizzate . Segna il passaggio tra Bole­
tace e e Agaricacee (es . rhodoxanthus).
GYROPORUS

IXOCOMUS FOMES

50 ­ - 51
B) Ordine: APHYLLOPHORAlES (Gimnocarpi) 3" Famìglia: CLAVARIACEE
Funghi a forma di clava o di arboscello ramificato . Imenio liscio, sparso su
Le famiglie tin qui descr i tte appartengono all'ordine delle Agar icali . Seguono tutta la parte superiore del carpoforo .
adesso le Afilloforali (ossia senza lamelle), caratte rizzate dal fatto che l'ime­ CLAVARIA - Carpofori a forma di clav a (Clavaria s .s.) o a forma di arboscello
nio continua ad accrescers i anche sul carpotoro già adulto . (Invece nelle ramificato (R amaria).
Agaricali il carpoforo na sce c oll 'imenio già completamente formato e per lo
più protetto da un velo) . SPARASSIS - Carpoforo a forma di cavolfiore , assai suddiviso in rami compress.i
o in lamine appiattile.

1a Famiglia: POLIPORACEE 4" Famiglia: CANTHARELLACEE


Imenio indefinito, formato da pori di varia forma, aperti nella carne del carpoforo. Benché provvisti di lamelle , questi funghi sono oggi considerati una famiglia a
sé stante , lontéma dalle Agar ica cee e più affine alle Clavarie.
Carpofori raramente carnosi, per lo più suberosi, coriacei , legnosi .
Vi appartengono il genere Cantharellus , tra cui le specie commestibili ciba­
POLYPORUS - Carnosi , terrestri, pori piccoli reg olari, gambo spesso , carne bianca rius , lutes ce ns , infundibuliformis , tubaeformis ecc., nonché il genere Crate­
(es . ovinus , confluens) . rellus , che comp r ende la nota specie commestibile C. cornucopioides .
POLYPILUS - Come precedente ,. ma lignicoli , con gambo ramificato o suddiviso,
portante numerosi cappelli (es. frondosus, sulphureus) . sa Famiglia: CALOCERACEE
TRAMETES - Suberosi o legnosi, sessili, spessi, pori grandi, angolosi , non for­ Con aspetto di Clav aria ramificata o semplice, ma assai più piccole e viscose.
manti uno strato distinto, ma scavati nella carne del carpoforo . Lignicoli Differenze microscopiche .
(es . gibbosa , suaveolens) . CALOCERA - (es . viscosa) .
CORIOLUS - Come i precedenti , ma di sosta nza molto sottile , a pori molto piccoli
(es . vers icolor).
6 a Famiglia: AURICULARIACEE
LENZITES - Coriacei , sUberosi, legnosi . Lamelle radiate , anastomizzate, formanti
Carpoforo molle e gelatinoso , di forma varia .
anche pori allungati , Lignicoli (es. betulina, sepiaria ).
DAEDALEA - Come sopra, ma formanti pori anastomizzati labirintiformi (es . AURICULARIA - Carpofo ro gelatinoso-coriace o , a fo rma d i piccola co nsolle (es .
quercina) . mesenterica) .
HIRNEOLA - Ge latinoso-cart i laginei, a forma di orecchio (Auricola J u dae).
GANODERMA - Sessili o stipitati. Ricoperti di una crosta assai dura, lucente , come
verniciati (es . lucidum, applanatum) .
FOMES - Carpofori sessili, a forma di consolle, perenni, coperti di crosta dura 7" Famiglia: TREMELLACEE
e lucida. Tubuli lunghi, che si accrescono formando ogni anno un nuov o Carpofori gelatinosi , di struttura omogenea .
strato sovrapposto al primo (es. fomentarius) .
TREMELLA - A forma di tubercoli, o cerebriformi (es. mesenterica).
FISTULINA - Sessili, lignicoli , a tubuli completamente indipendenti e liberi l' uno GUEPINIA - Gelatinosi-e lastici , a forma di imbuto lateralmente spaccato (es. hel­
dall ' altro (es. hepafica) . velloides).
TREMELLODON - Imenio aculeato come un Hidnum . ma d i struttura gelatinosa (es.
gelatin os um ) .
2 li Famiglia: IDNACEE EXID IA - A forma di bottone , gelatinosi (es. glandulosa).
Funghi a imenio formato da aculei.

HYDNUM - Carnosi , terrestri , con gambo, carne bianca , aculei appuntiti (es. C) Ordine: GASTEROMICETI (Angiocarpi)
repandum) . Imenio che tappezza l'interno di cavità chiuse entro il carpoforo , Quest'ultimo si
SARCODON - Carnosi, terrestri , con gambo, aculei appuntiti (es. imbricatum), apre solo a maturità , per liberare le spore .

DRYODON - Carnosi, arboricoli, con lunghissimi aculei appuntiti, pendenti (es. 1>\ Famiglia: FALLACEE
erinaceum , coralloides) _ .
Carpofori al loro nascere chiusi entro una volva gelatinosa, da cui si sviluppano
CALODON - Suberosi, tenaci , con gambo , sovente saldati tra di loro (es. ferrugi­ con gambo cilindrico e una mitra (cappello) ricoperta da!l'imenio. Odore ripu­
neum , suaveolens). gnante .
PHALLUS - (es . impudicus) .
LEPTODON - Coriacei, gambo laterale (auriscalpium) .

52 ­ - 53
~ 2<\ Famiglia: CLATRACEE

Wl
Carpofori chiusi al loro nascere da una volva , da cui si sviluppano segmenti,
coperti internamente dall'imenio e saldati insieme a guisa di gabbia o con altre
" forme non comuni .

CLATHRUS - (es. cancellatus).

TRAMETES FISTULINA 3>1 Famiglia: LlCOPERDACEE


Carpofori globosi. circondati da una buccia (esoperidio) varia; la carne (gleba)
è suddivisa in minute loggette, dalle pareti coperte dall'imenio. A maturità, la

~
gleba si dissolve in polvere, che esce dal carpoforo aperto in vario modo .

LYCOPERDON - Con base sterile (es. gemmatum, bovista, maximum).


BOVISTA - Senza base sterile (es . plumbea) .

~(
GEASTER - Con esoperidio spesso , che si apre formando una stella a varie punte,

~
portante al cen tro la gleba tondeggiante (es . rufescens, hygrometricus, fim­
briatus).

!J ~

I
4" Famiglia: SCLERODERMATACEE

'~
Simili alle Licoperdacee, a peridio spesso e duro, con loggette della gleba piene
di basidi alla rinfusa o in mazzetti. Epigei e ipogei (sotterranei).
HYDNUM: .) SARCODON
SCLERODERMA - Globulosi, epigei, con peridio coriaceo, spesso, carne compatta
prima bia nca poi nera (es. vulgare) .
. ':Y"LUS b ) CALODON

c) LEPTODON

II. - ASCOMICETI

~ qm ~~
1" Famiglia: MORCHELlACEE
Carpofori grandi, formati da un gambo e cappello ben distinti come forma . ma di

\y.~q
eguale sostanza. Cappello cavo, suddiviso in alveoli la cui superficie è ricoperta
dall'imenio e separati tra loro da costole in rilievo. sterili. Gambo cavo .

E
L) "IV!}I. ~'!·.r
MORCHELLA - (es. escu lenta, conica , ecc .).
MITROPHORA - Il cappello è saldato al gambo solo nella parte superiore, rima­
nendo libe ro il lembo inferiore (es. hybrida) .

.' f , i'
'r 2" Famiglia: HELVELlACEE
Carpofori grandi e medi. cappello a forma di mitra. di sella o a pieghe sinuose
;/\
~ f2
. e molteplici, ben distinto dal gambo, che è più o meno lungo e lacunoso.

ìyfb\ ~ \r:u5M·\.~f.
(~
HELVELLA - Cappello a forma di mitra, o di sella , rovesciato sulla cima del gam­

\Jf' v~l '. ~


bo; gambo lacunoso , liscio o screpolato (es. crispa , lacunosa , infula).
GYROMITRA - Cappello formato da circonvoluzioni cerebriformi. gambo corto (es.
esculenta: tossica da cruda) .
VERPA - Specie analoghe alle Morchelle, ma con cappello privo di alveoli , a
l . '.
.
forma di ditale . l ibero. aderente al gambo soltanto in cima (es. digitafiformis,
c. H J K ' L bohemica).

A e B Morchella; C = Mitrophora ; D = Verpa; E = Gyroniitra ; F e G Helvella;


H = Otidea; I = Peziza; K = Spatularia; L = Leotia - 55
3<1 Famiglia: PEZIZACEE TABELLE SISTEMATICHE
Numerosa famiglia, carpofori di forme diverse, per lo più a coppa, a orecchia,
ecc ., con o senza gambo . L' imenio riveste la superficie interna della coppa.

ACETABULA - Peziza a forma di co ppa e munita di gambo (es. vulgaris, su/cata).


DISCIOTIS - Ca rpoforo a coppa lacerata e deforme. gambo corto con costolature
esterne prolungantesi nella coppa. come ve ne (es. venosa).
ALEURIA - Peziza a coppa sessile o peduncolata. a parete sottile. esternamente
forforacea o tomentosa (es . vesiculosa).
SARCOSPHAERA - A coppa, per lo più di v ivaci colori (es. coccinea, eximia,
quest'ultima ve lenosa da c ruda ).
OTIDEA - A co ppa , late ralmente aperta , ca rne tenace (es. onotica).

4" Famiglia: HUMARIACEE


Pezize a forma di coppa, di dimensioni talvolta ridotte , con colori vistosi (rosso,
arancione), parete spessa; oppure a forma di cuscinetto.

PEZIZA - A cop pa, con viv aci colorì (es. aurantia).


LACHNE A - A tinte pallide , brune, bianche (es. lanugino sa).

5a Famiglia: GEOGlOSSACEE
Carpofori di piccole dimensioni , solitamente Iignicoli , consistenza carnosa o
gelatinosa . colorazione viva. aspetto simile a piccole Cl avar ia o a comuni Basi·
diomiceti a cappello .

LEOTI A - P icco le dimens io ni , gambo allungato, vero c appell o tondeggiante e Allo scopo d i fac ilitare al micol o go dilettante o al cercatore occa­
pieghettato (es . lubrica). sionale la determinaz io ne dei generi a cui son o assegnate le singole
SPATHULARIA - A forma di spatola, terminante in alto in una clava on dula ta e specie di funghi , ripor t iamo d i seguito in forma tabulare i più rappre­
app iattita , ben sepa rata d al gambo (es . tlavida). sentativi gruppi di Generi che si possono tro va re nel presente vo lume
MITRULA - Come la precedente, ma forma non appiattita e poco di stinta dal gambo e nel volume successivo e cioè:
(es. paludosa) .
GEOGLOSSUM - A cl ava allungata e nerastra (es. ophioglossoides).
Funghi con imenio a lamelle (che per la maggior parte costituiscono
6" Famiglia: TUBERACEE la Famigl ia delle Agaricacee) Tabella n . 1.
Carpofori a forma di tubero . tondeggiante o irregolare . sotterranei. Funghi co n ime nio a tubuli e pori , staccabile dalla carne del
TU BER - V i appartengono i Tart ufi cappello, appartenenti all'ordine delle Agar ic ali (Famiglia delle 80­
letacee) Tabella n. 2.

Funghi con imenio a pori e tuboli o anche di forma diversa , appar ­


tenenti all ' Ordine degli Afillo fo rali (Famiglia delle Poliporacee)
Tabella n. 3.

Funghi appartenenti ai Gasteromiceti (Famiglia delle Licoperdacee)


Tabella n. 4.

Nella Tabella n . 5 abbiamo voluto ri po rtare la sudd ivisio ne del


Genere Cort in arius per dare almeno la possibilità di inquadrare
entro un campo più ris t retto questo diff icile e ancora , per certi
as pett i, poco co nosciuto gruppo d i funghi .

56 ­ - 57
FUNGHI A LAMELLE
(PRINCIPALMENTE AGARICACEE) PRINCIPALI GENERI

SPORE IN MASSA (colore delle lamelle)


Funghi eterogenei (c appello che si separa facilmente dar gambo) Bianche Rosee Ocracee Porpora Nere
leucosporei rodosporei ocrosporei iantinosporei melanosporei

Una volva o residui di volva alla base del gambo, sovente un anello Amanita Volvaria - - -
Un anello Lepiota - - Psalliota -
Qualche volta un anello, funghi effimeri, che si dissolvono in

Senza volva J Inchiostro - - - - Coprinus

-
l - -
Senza anello Collybia -

Senza anello , funghi che si essiccano senza marcire Marasmius - - -­ -


Funghi omogenei (cappello che si separa difficilmente dal gambo)
J Un anello Armillaria - Pholiota Stropharia -
Hypholoma
Senza volva
Una cortina araneosa (ragnatela) - - Cortinari us (qualche volta) -­
l Una cortina glutinosa

Gambo non fibroso , che si frantuma nettamente, lamelle che conten­


- - - - Gomphidius

gono lattice Lactarius - - - --


Gambo non fibroso, che si rompe nettamente, lamelle senza lattice. Russula
fragili . quasi tutte uguali . spesso forcute
Gambo più o meno fibroso . lamelle che assumono alla fine un aspetto
Russula - (qualche volta) - -
ceraceo Hyg rophorus - - - ~

Gambo più o meno fibroso, con le lamelle generalmente arrotondate


al gambo. mai decorrenti 'T richoloma Entoloma Hebeloma Hypholoma -
Gambo più o meno fibroso, cappello secco, fibrilloso. sovente um'
Nè volva
nè anello
bonato , che si rompe radialmente , -­ - Inocybe - -
Gambo cartilagineo, cappello membranoso , non carnoso, a margine
nè cortina
non revoluto da g iovane Mycena - - - -
Gambo più o meno fibroso come le lamelle , che sono decorrenti Clitocybe Clitopilus Pax i llus - -'""

Gambo più o meno fibroso come le lamelle , decorrenti , grosse, rami­


ficate, simili a vene Cantharellus - - - -
Piede più o meno fibroso come le lamelle , ramificate , grosse , con
vene quasi nulle Craterellus - - - -
Gambo più o meno fibroso. , laterale o nullo, fungh i arboricoli, Pleurotus - - - -
Gambo più o meno fibroso, lamelle seghettate, lunghi coriacei, li­
gnicoli Lentinu8 - - - -
58 ­ - 59
BOLETACEE CARATTERI GENERALI

GENERI CAPPELLO TUBULI PORf GAMBO CARNE SPORE


carnoso, cortissimi, non grandi, sinuosi , slanciato , fibroso, biancastra, assai piccol e ,
GYRODON imputrescibile staccabili dal cap­ gialli concolore imputrescibile, brunastre
pello; decorrenti secca

carnoso, vellutato lunghi; attacco al bianchi, piccoli, robusto, corticato, bianca , immutabile medie, gi a ll o
GYROPORUS gambo: distante tondi cavernoso o virante pallide
I

carnoso, soffice , lunghi, rosei, l iberi piccoli, rosa carnoso, reticolato bianca, immutabile, rosa
TYLOPILUS pulvinato chiaro assai amara I

grande, carnoso , lunghi , liberi o piccoli , dapprima robusto , carnoso , spessa, compatta , grand i , fu s ifo lll d,
-,
pulvinato, glabro adnati chiusi omogeneo , con immutabile o viran­ bruno-ol iv ac uu
BOLETUS o leggermente reticolo a striature te di co lore
tomentoso
I
a) « edules » bianchi, poi gial­ bianca, immutabi- I

lognoli, o verdo­ le , dolCe


gnoli
b) « appendiculati " gialla , leggermente
gialli, poi verdo­ viran te , sapore
gnoli mite
cl « calopodes >l
gialli giallastra, pallida,
virante, amara

d) « luridi» rossi o arancio gialla o pallida ,


virante

carnoso lunghi bianco-grigi, fibroso, duro. biancastra , imbru­ grandi, fu s lf Ollld ,


-
LECCINUM piccoli slanciato, ornato nente o leggermen­ ocraceo - brU IIÙ
da fiocchi te virante al lilaci­
no, verde , rosso

carnoso, v iscoso finissimi , adnati gialli , piccoli , cilindrico , esile , tenera , gialla piccole , allu nn rd ' J ,
SUILLUS sovente compositi sovente granulato (o pallida) bruno ca n ne li li .
o muni to d i anello alcune oliv a~ tl ll
carnoso, a pellico­ come sopra come sopra come sopra tenera , pallida, piccole, brUl1t­ ,
la secca, tomento- immutab ile o leg­ olivastre
XEROCOMUS sa o pubescente germente virante
al blu

a pellicola secca decorrenti corti , grandi, angolosi, cavo con anello scarsa oblunghe o 11 1111.
BOLETINUS O squamosa poco separabili allineati secondo formi, giallo-
file radiali olivastre

PORPHYRELLUS
bruno seppia,
carnoso
rosso bruno,
sporco
grandi, irregolari ,
rosso bruno sporco
.bruno seppia bianca o grigiastra .
leggermente
grandi, fu s if Olm l ,
rosso - brun e O
-
STROBILOMYCES
carnoso, coriaceo , lunghi, poco angolosi inguainato. squa­
virante di colore
molle, g rig iastra .
bruno porp OI n
medie, ton d eq \"ll fll 1>
-
a grosse squame staccabili mato con anello virante al rosso ti. ruvide , bnlf"l <l
nero

60 - - 111
CJ)
~
POLIPORACEE

POLIPORI POLYPORUS spo re liscie, non am l loidi ) specie terrestri. carne


VERI l omogenea , tenera, po­
carnosi o
membranosi
BOLETOPSIS spore verrucose , amiloidi
f ri piccoli e rotondi

HETEROPORUS trama eterogenea (spugnosa nella parte


superiore) : pori irregolari

POL YPORELLUS
il
carpotori semplici
specie lignicole; car­
POLYPILUS carpofori cespitosi ne tenera . poi dura

PHAEOLUS trama colorata, spessa , acquosa, poi du­


ra , bruna o ruggine: reazione violetta con
ammoniaca
PIPTOPORUS trama bianca o pallida, spessa , omogenea, l
con lo strato dei tubuli separabile ; pelli­
cola del cappello distinta e separabile carpotori sessili , dimi­
diati o resupinati, li ­
SPONGIPELLIS trama bianca o pallida , omogenea , spu­ gnicoli, non perenni,
gnosa, ispida nello strato superficiale con un solo strato di
tubuli, distinto dalla
LEPTOPORUS trama bianca o pallida , più sottile, omo­ trama
genea, carnosa. poi indurita; senza pelli­
cola distinta

FOMES a) TRAMETES:
suberosi o
legnosi
CORIOLUS carpotori sottili , coriacei; pori piccolissimi

TRAMETES carpotori più spessi , suberosi ; pori più


grandi, angolosi

DAEDALEA stessi caratteri ; pori labirintitormi

---" - - ~--
~
=~__-
. -J -.j > j- -
LENZITES lamelle in luogo di tubuli carpotori sessili , dimi­
diati o resupinati , l i­
GLOEOPHYLLUM lamelle in luogo d i tubuli gnicoli ; tubuli scavati
d i rettamente entro la
trama
OSMOPORUS a torma di crosta irregolare

FOMES b) IGNIARII:
tomentaria
carpotoro perenne, spesso , ricoperto da

l
PHELLINUS
una crosta distinta ; tubuli a strati so­
vrapposti

INONOTUS strato di tubuli distinto dalla trama, che


è colorata , bruna o ruggine ; reazione con '"bo'; distinti dalla
ammoniaca negativa trama
POLYSTICTUS

HYMENOCHAETE
carpofori con gambo sviluppato, semplice
o ramificato ; lignicoli ò terrestri; trama
colorata, dura, coriacea, sottile

carpoforo sessile a forma di tetto


l
FOMES c) PLACODES :

GANODERMA spore colorate , ad apice tronco; membra­


na spessa; carpofori sessili o stipitati ,
ricoperti da una crosta lucente tubuli distinti e crosta
UNGULINA carpotori sessili, dimidiat i o resupinati, esterna du ra
}
lignicoli, perenni , spessi . ricoperti da una
crosta distinta ; tubuli a strati sovrapposti

PORIA PORIA
croste resupinate

MERULlEE PHLEBIA \ imenio a pieghe , a vene , ad alveoli , o


PLICATURA
MERULIUS
f liscio

FISTULIN A Imen io a lubula ira loro d i SO lUnti


Cl
FISTUlINEE
W
O'>
J>,
LlCOPERDAGEE GENERI E CARATTERI
GENERE CARPOFORO PERIDIO e sua deiscenza SUBGLEBA CAPILLIZIO SPORE

MVCENASTRUM esoperidio s o t t i t e, fr agile, a~sente fibre corte , spes­ quasi sess ili (o
cad uco; endoperidio spesso, se , a brevi rami­ c o n b r e v i ste­
tuberoso, che si apre in lobi fi caz ioni, con ca­ rigmi)
a guisa di ragg i di stella ratteristici aculei

BOVISTA carpofori che esoperidio s o t t i I e , papira­ assente fibre corte, con lun gamente c a u ­
si distaccano ceo, che cade a pezzi, l a­ tronco principale d a t e (sterigma) ;
presto dal sciando residui; endoperidio piu grosso, liscio tonde o ellitti­
substrato sottile, membranaceo, tena­ e con numero se s ile, Iiscie ::> ru­
ce ; orifizio tondo a ll a som­ ramificazioni vide
mita dell 'e ndoperidio
BOVISTELLA carpo foro come sopra presente come sopra;
durevolmente tronco principale
fissato al piu so ttile
subs tr ato

CALVATIA grossi la parte super iore del pen­ presente , lunghe fibre ra­ senza sterigmi
carpofori d io si dissocia In g ro s S I ma non mificate, senza
pezzi e lascia infissa ne l rastremata tronco, principa­
terreno la parte inferiore in le; fragili : in pez­
forma d i coppa zetti
DISCISCEDA carpofori che l 'e soperidio si fende circo ­ assente filamenti p re s t o
si distaccano larmente in una linea cen­ dissociati in pez­
presto dal trale ; la parte inferiore del zetti p iù cort i
substrato peridio rimane fissa al ter ­
reno ; il carpoforo si distac­
ca; orifizio che si apre nel ­
l a parte inferiore del car­
poforo gia l ibero dal sub­
strato

LVCOPERDON carpofori per esoperidio costituito per lo presente fibre lun ghe, esi­ sferiche (rara­
lo più pirifor­ più da aculei o verruche, li, liscie , :J lasti­ mente e llitti che),
mi; restano labili e disquamant es i ; fo­ che o fragili, ra­ I:scie o rugose
aderenti a l ro circo lare che si apre nel mificate ; quasi
terreno senza disco dell'endoperidio mai rotte in pez­
lasciare resi­ ZI, cave, con
dui parete spessa

GENERE CORTINARIUS
SOTTO GE NERE CARA TTERI GRUPPO CARATTERI

VISCHIOSI
totalmente MVXACIUM cappello e gambo forte­
mente vischio s i

parzialmente PHLEGMACIUM cappello visc ido , SCAURI gambo a bulbo marginato


gambo secco
ClIDUCHI gambo ingrossan tesi, non
marginato
cappel lo viscido , ELASTICI gambo per lo più attenuato,
gambo umido , ma non carne di solito amara, q ua­
vischioso si sempre poco carnos I

NON
VISCHIOSI
a) CORTINARIUS non confondere ce rte gros­
non igrofani , Sericeocybe se spec ie a piede mas­
cuticola secca, siccio con i C l iduchi
fibrillosa , gambo c ilindrico assotti­
sericea, o lis c ia DERMOCVBE
gliato

b) TELAMONIA gambo con anello a brac­


margine del cia letto a squame. Carat­
cappe ll o teri come le H yd rocybe;
igrofano con in più un velo seconda rio
aspetto che fa sembrare il gambo
tra s lucido ornato
HVDROCVBE nessun anello sul gambo;
cappe l lo lis c io, ;alvolta co n
fibrille , resti di un velo spa­
rito ; gambo senza anel lo.
CI)
Non scambiare per anetlo
U1 i resti dell a cortina
TOSSICOLOGIA DEI FUNGHI condizioni cioè di anaerobiosi, atta a favorire lo sviluppo del Clo­
stridium.
(a cura del dotto Giacomo Lazzari) Ma si deve arrivare alla fine del 700 per leggere la pr ima denunzia
delle malefatte dell' Amanita phalloides, nelle Memorie della Società
Reale di Medicina di Parigi, del 1785 . Ne è autore un medico parigino,
il Paulet. collega e riva.le del più celebre Bulliard ed entrambi famosi
micologi.
Alla fine del . 700 , Paulet mette in evidenza, mediante esperimenti
effettuati sui cani, la particolare sindrome degli avvelenamenti falloi­
La conoscenza dei veleni dei funghi, ossia della loro natura chi· dici, per cui i primi fenomeni di ' intossicazione si manifestano molte
mica, del loro modo di agire sull'organismo animale, e sulle possibi· ore dopo l'ingestione, e comunque a digestione completamente avve­
lità di intervenire terapeuticamente in caso di avvelenamento, è uno dei nuta; si riscontra pure l'estrema gravità di questa intossicazione, che
problemi più oscuri e complessi offerti dalla Botanica . ha esito costantemente mortale ed è ribelle ad ogni cura .
Anticamente si pensava che i funghi fossero una produzione Una volta assodato che la innocuità e la tossicità sono proprietà
diretta del terreno o del I 'albero e partecipassero direttamente e neces· intrinseche di ogni specie fungina e come essa immutabili, il problema
sariamente alla natura di questi, per cui, per esempio, si ritenevano che urgeva risolvere era quello riguardante la natura del veleno conte·
commestibili quelli nati sotto il fico , la ferula, le conifere, mentre si nuto nel fungo ; problema a tutt'oggi solo in minima parte risolto .
ritenevano maligni quelli nati sotto i faggi, le querce e i cipressi. La prima fase da affrontare era quella di stabilire se la natura
Inoltre, ç:ssendo i funghi di struttura spugnosa e capaci di assor· tossica era eguale per tutte le specie di funghi velenosi oppure, al
bire acqua, si era convinti che essi presentassero pure la proprietà di limite opposto, se esistevano altrettante sostanze tossiche quante sono
assorbire anche sostanze tossiche , eventualmente presenti nell 'am· le diverse specie di funghi velenosi.
biente esterno . Questa supposizione si concretizzava nella teoria che i Molti micologi e medici, da sagaci osservatori delle varie sindromi.
funghi commestibili potessero diventare venefici per effetto di cause propendevano per l'esistenza di veleni diversi caso per caso, eppure
esterne , tra le quali, per esempio, quella di essere nati presso piante ancora agli inizi dell' 800 una notevole parte dei micologi sosteneva
o erbe velenose, oppure presso le tane delle serpi, o vicino a chiodi che il veleno dei funghi è costituito da un' unica sostanza , che può
di scarpa arrugginiti, ferri vecchi, panni fradici, ecc ., o per rettili, che, agire diversamente a seconda della percentuale presente nel fungo ,
strisciando vicino al fungo, lo inquinassero con il loro veleno. Si giunse della dose ingerita, della disposizione fisica, del\' età, dello stato di
al punto di limitare la raccolta dei funghi ai soli periodi in cui le serpi salute, ecc. dell'individuo colpito.
si trovavano già in letargo. Ma di quale sostanza si trattava? Evidentemente soltanto la chi­
Come si siano potute affermare queste favole , che da tempi anti­ mica era in grado di risolvere questo problema. E fu appunto agli inizi
chissimi resistettero presso la scienza ufficiale fino a Rinascimento dell'800 che iniziò cosi una lunga serie di studi, i quali furono utilissimi
avanzato, e che resistono tuttora in alcune nostre campagne meno in un primo tempo per mettere in chiaro la diversa natura dei costi­
evolute, è un mistero . tuenti dei veleni fungini , ma che finì per arrestarsi dinanzi a numerose
A rafforzare la credenza che un fungo commestibile divenisse difficoltà, che a un certo punto apparvero insormontabili . Esse erano
dovute essenzi almente alle cause seguenti :
tossico, può avere forse contribuito la facile alterabilità dei funghi,
con formazione di prodotti nocivi derivanti dalla decomposizione. Per 1) alla quantità estremamente piccola delle sostanze attive contenute
molto tempo si è creduto che la causa di intossicazioni prodotte da nei funghi;
alimenti azotati guasti fosse da attribuire a certi composti diamminici 2) al fatto che queste sostanze, contrariamente a quanto si credeva ,
(<< ptomaine »). che oggi però non si considerano più cosi pericolosi. non sono unitarie, ma costituiscono miscugli sovente assai com­
Anche il botulismo , intossicazione causata dal Clostridium botulinum piessi e irresolubili con gli ordinari mezzi fisici e chimici;
(il cui metabolismo e sviluppo è legato ad ambienti strettamente anae­ 3) al fatto che queste sostanze unitarie sono dotate a loro volta , e
robici) non dovrebbe essere messo in relazione con alimenti decom· molto spesso, di una struttura chimica assai complicata;
posti all'aria l ibera, ma solo con quelli conservati inscatolati, in 4) al fatto che in qualche caso, come per es . nell'Amanita muscaria (5).

- 67
i singoli componenti tossici sono presenti in quantità variabile ed viene chiamata antamanide, che ha il curioso effetto di neutralizzare
hanno talvolta effetti antagonisti . gli effetti tossici delle altre (probabilmente attraverso complesse rea·
Dobbiamo ora premettere che studi chimici completi sui veleni zioni chimiche) . E dunque un potente contravveleno delle amanitine e
fungini si sono avuti finora limitatamente a due sole specie, e cioè la delle fa//oidine, e con esse mescolato . ma purtroppo in quantità così
Amanita phalloides e l'Amanita muscaria. E questo per varie ragioni , debole da non poter esercitare alcun effetto fisiologico sensibile.
e cioè perché si tratta di specie tra le più velenose e a carattere Chimicamente queste sostanze sono sostanze quaternarie, conte·
tossico molto diverso tra loro; perché si tratta di funghi molto diffusi nenti anche un atomo di zolfo , e appartengono aUa classe dei ciclo·
e abbondanti, e inoltre di caratteri inconfondibili, il che ne facilita la peptidi , ossia hanno una molecola formata da catene di aminoacidi
raccolta e l'incetta. variamente collegate tra loro e chiuse ad anello. I gruppi costitutivi
Per potere studiare opportunamente i tossici fungini, data la minima sono dunque affini a quelli che formano le albumine e le altre sostanze
quantità di essi contenuta nel fungo, si dovettero mettere in opera quan­ proteiche essenziali costituenti 'dei tessuti animali e vegetali.
tità talvolta imponenti di funghi della stessa - specie, per es. parecchi Uno studio approfondito di queste sostanze presupponeva quindi
quintali di Amanita muscaria o di Amanita phalloides, e ciò sovente una esatta conoscenza della chimica delle sostanze proteiche , che è
creava dei problemi: occorreva predisporre squadre di raccoglitori, e la parte senza dubbio più difficile della chimica.
stabilire adatti mezzi di spedizione, che facessero pervenire i funghi
in tempo utile e in stato perfetto di freschezza nei laboratori . E nem­ Grazie ai poderosi lavori di Wieland e della sua scuola, oggi non
meno si poté escludere il problema di difendere adeguatamente la solo conosciamo l'intima struttura dei tossici dell'Amanita phalloides,
salute degli operatori, che lamentarono disturbi tutt'altro che leggeri . ma di essi è anche stato possibile effettuare la sintesi, ossia riprodurli
artificialmente in laboratorio e in quantità tali da consentire le nume·
Risolto il difficile problema della separazione dei miscugli di so­
rose prove tossicologiche necessarie .
stanze tossiche nei loro singoli componenti, il successivo sviluppo
degli studi rientrava nell'ordinaria prassi delle ricerche chimiche e In tossicologia l 'unità di misura del grado di velenosità d i una so·
tossicologiche. stanza è determinata dalla dose letale (LO), che rappresenta la quantità
Crediamo utile riferire, a questo punto, le più recenti risultanze minima, espressa in milligrammi per kg di peso corporeo sufficiente a
degli studi relativi alla Amanita phalloides che sono stati compiuti e uccidere l'animaie da esperimento. Ovviamente il valore assoluto della
in parte sono ancora in corso presso l'Università di Francoforte, sotto dose letale varia da una specie animale all'altra. In generale si riferisce
la guida del prof. Theodor Wieland. questa unità ai topi bianchi e alle cavie, che danno risultati molto
attendibili circa la velenosità per l'uomo. Evidentemente quanto più pic­
colo è il valore della dose letale, tanto più pericolosa e tossica risulta
Amanita phalloides la sostanza .
L'Amanita phalloides contiene una serie comprendente una decina Dei singoli veleni dell 'Amanita phalloides sono state determinate
di composti tossici che si possono così raggruppare : anche le dosi letali . Queste si aggirano dall'l ,5 al 2,5 per le falloidine,
- sostanze ad azione tossica rapida, caratterizzate da una colo " mentre per le amanitine esse vanno da 0.2 a OA. ossia con una tossi­
razione blu pallida che assumono coll'aldeide cinnamica: si chiamano cit à circa 10 volte superiore a quella delle prime. Ciò vuoi dire che una
falloidine (se ne conoscono almeno tre, indicate come falloidina, falla­ persona del peso di circa 60 kg può essere uccisa da circa 20 milli­
cidina e fallisina; la seconda ha però reazioni colorate diverse dalle grammi di questi tossici . E siccome questa quantità è sempre conte·
altre) ; nuta in un solo esemplare di Amanita phalloides a completo sviluppo ,
- sostanze ad azione tossica lenta, molto più venefiche delle pri­ si intuisce facilmente il terribile pericolo rappresentato da questi funghi.
me, e che coll'aldeide cinnamica danno una colorazione violetta. Si Evitiamo di descrivere il quadro spaventoso della sindrome tossica
chiamano amanitine e se ne conoscono almeno cinque : la alfa , beta, nel caso di avvelenamenti falloidici . Cerchiamo invece di esaminare
gamma , delta , epsilon. Solo le due prime sono contenute nell 'Amanita il problema relativo al meccanismo dell'intossicazione, per cui una dose
phalloides in quantità relativamente forte. così piccola di veleno è capace di produrre sull'organismo danni così
Il fungo contiene pure quantità minime di altri composti di costitu­ irreparabili da causare la morte quasi sicura, senza possibilità di un
zione chimica analoga, che però non presentano caratteri di tossicità efficace e provato rimedio .
e recentemente vi si è scoperta, in quantità minime, una sostanza, che Di . solito le prove tossicologiche si limitano a somministrare agli

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animali da esperimento la sostanza in studio, variando le dosi, le con­ prodotto è stata sviluppata e proposta dal dr . Kubicka di Praga , che
dizioni e numerosi altri parametri ; infine si sacrifica l'animale (quando l'ha fatta adottare ufficialmente dalla Direzione centrale di sanità della
non è già morto) e si procede all 'autopsia, con esami istologici , anato­ Cecoslovacchia .
mici, chimici. Questa procedura non sempre è in grado di stabilire l'iter Il metodo consiste nell'iniettare per fleboclisi quantità molto ele­
del tossico all' interno dell ' organismo, le sue trasformazioni, le sue vate (fino a 500 mg e più al giorno) di acido tioctico, e continuare la
concentrazioni nei vari organi , ecc.; e se il tossico agisce in quantità somministrazione fino a che il regime enzimatico del fegato non si
tali da sfuggire all'analisi chimica, come avviene nel caso dell'Amanita normalizza (in pratica fino a che il tasso di transaminasi nel sangue
phalloides, le difficoltà divengono insormontabili . non è ridisceso a valori normali)
Nuove tecniche consentono oggi di aggirare questi ostacoli. Si Questo metodo ha dato risultati favorevoli, anche in casi disperati,
tratta delle applicazioni dei radioisotopi, tecniche che discendono diret­ quando fu applicato a pazienti che già si trovavano in coma (è questa
tamente dagli sviluppi della fisica nucleare per impieghi pacifici e le la fase finale della sindrome falloidica, che precede di poche Ore il
cui applicazioni si vanno sempre più affermando nella tecnica e nella decesso) .
medicina. L'intossicazione falloidica è stata fatta , in questi ultimi anni, og­
In parole molto povere, se si effettua la sintesi chimica della so­ getto di un intenso studio da parte di clinici e farmacologi, a riguardo
stanza che si vuole sperimentare, introducendo nella sua molecola un sia della cinetica dell'intossicazione, della diagnostica precoce, e della
radioisotopo, la sostanza tossica diventa radioattiva e come tale può terapia. Accanto a sperimentazione in vitro e su animali, che non
essere seguita perfettamente « dall'esterno», nel corpo vivente dell'a­ sempre possono fornire dati esattamente traducibili all' organismo
nimale da esperimento, e mediante speciali rivelatori di radiazioni e umano , non sono mancate osservazioni cliniche negli oSp'edali, su
contatori ' può essere spiata e perfino dosata in tutte le fasi della pazienti colpiti da questo tipo di intossicazione .
digestione, dell' assimilazione, della diffusione nei vari organi, della
Per quanto riguarda la terapia, si sono studiati e sperimentati
circolazione, col sangue, in tutto l'organismo, ecc.
gli effetti di vari farmaci _ Oltre l 'acido tioctico, hanno dato risultati
Mediante tecniche di questo tipo si è potuto per es . trovare che anche la penicillina sodica, il citiolone, il cloramfenicolo, la cisteam­
le amanitine. introdotte nell'organismo, si fissano particolarmente nel mina, alcune vitamine ecc . Ma un'importanza sempre maggiore acqui­
fegato; qui sono assorbite delle cellule epatiche e reagiscono chimi­ stano anche gli interventi collaterali, specialmente quelli atti a rista­
camente e in modo irreversibile con i microsomi di tali cellule, alte· bilire l 'equilibrio idro-elettrolitico, fortemente compromesso dalla pro­
randole irreparabilmente. I tessuti del fegato divengono perciò necro­ fonda deidratazione a cui soggiace l'organismo per effetto del tossico
tizzati e sono ora incapaci di secèrnere i vari enzimi indispensabili al (infusioni endovenose di appropriate quantità di soluzioni di elettro­
metabolismo dell'organismo, ossia alla vita dell'animale. Diventa impos­ liti); quelli atti a ristabilire e mantenere a valori normali il tasso gli­
sibile la nutrizione, la formazione del sangue; tutti gli altri organi cemico , per compensare la pericolosa ipoglicemia derivante dalla isuf­
risentono di profondi scompensi, e in meno di una settimana, di solito, ficienza epatica, caratteristica delle intossicazioni falloidiche (sommi­
il paziente muore. nistrazione di glucosio). ecc.
Per la terapeutica degli avvelenamenti falloidici sono stati proposti Sono anche considerati di una certa efficacia, specialmente nella
numerosi rimedi, quasi tutti destinati a insuccesso . Dalla ingestione fase precoce dell'intossicazione , i provvedimenti depurativi, atti ad eli­
di stomaci e cervelli crudi di coniglio, dai rimedi opoterapici a base minare i resti di amanito-tossine non assorbite, che si possono trovare
di siero di cavallo opportunamente trattato. al rene artificiale, alle irri­ ancora in circolo , nei casi più gravi, nel plasma sanguigno; special­
gazioni con acqua salata, alle fleboclisi con cortisone. vitamine e mente opportuna sembra la diuresi forzata , a mezzo somministrazioni
glucosio , si può dire che nulla si è trascurato; ma inutilmente. di diuretici , la somministrazione di carbone attivo assorbente e in
Un passo avanti molto importante è stato compiuto coll'impiego certi casi anche la dialisi peritoneale, la emodialisi, la trasfusione
di acido tioctico , che è l 'acido 6,8-ditio-ottanoico. un importante « fat­ del sangue ecc .
tore di accrescimento» che si trova in quantità piccolissime in tutti
gli organismi animali e vegetali . Questo prodotto si prepara anche per
Amanita muscaria e pantherina
via sintetica, e abbastanza conosciuto è quello chiamato Tioctidase .
fornito dall'Istituto Sieroterapico italiano, come medicinale epato­ Affatto diverso dal precedente è il tipo di avvelenamento causato
protettivo. La cura degli avvelenamenti falloidici mediante questo da queste due Amanita, molto simile l'uno all'altro . La sindrome in

70 ­ -71
questo caso prende il nome di " neurotropica ", perché interessa il ancora incompleta . Nelle ricerche , iniziate circa un secolo fa, si diede
sistema nervoso sia periferico sia centrale; l 'intossicazione non è ge­ la precedenza ai componenti a sindrome parasimpatomimetica , più
neralmente molto pericolosa e se ben curata può risolversi in pochi facili a determinare con i mezzi di allora . Si isolò un componente attivo,
giorni senza notevoli postumi . che fu chiamato" muscarina " e diede luogo a infinite controversie a
La toss icologi a di questi funghi è ancora lontana da essere com­ proposito della sua struttura chimica. Si poté constatare infine che si
pletamente chiarita, nonostante i sensibili progressi. Restano infatti trattava di un miscuglio di colina, acetilcolina, e di una nuova sostanza
a formula bruta CD Hcll O" N + CI '- , la vera muscarina , di cui si poté
da risolvere alcuni lati contradditori , quali:
determinare la struttura e fare la sintesi (Eugster 1954-1960) . Si tratta
la non tossicità , che in molti casi si verifica (la muscaria. previa
di basi ammoniche quaternarie.
cottura e conservazione sotto sale , è consumata in molte località
della Russia , anche in Francia e in Italia sulle sponde del Lago di La muscarina , benché fortemente tossica, è contenuta nella musca­
Garda e nel Bresciano) ; ria in quantità estremamente ' piccole (0,0003 % sul fresco) e non le
\'USo della muscaria come stupefacente e inebriante, da secoli si possono imputare gli effetti tossici lamentati. Essa è molto. Più
praticato presso alcune popolazioni della Siberia (Kamciadi, Koriaki, abbondante in certe specie di Inocybe e di Clitocybe_
Ostiaki, Samoiedi), senza complicazioni spiacevoli di natura gastro­ Si passò quindi allo studio delle sostanze a effetto simpatomime­
enterica; uso che si riallaccia all'antico impiego della muscaria nel tico e centrale, che vennero dapprima riunite sotto il comune nome
Nord e Centro Europa per uccidere o stordire le mosche; di " microatropina " (da qualcuno chiamata anche" muscardina ,, ) .
le diversità riscontrate nelle muscaria di varia provenienza (es Eu ­ Oualche autore ha preteso di avere rilevato nella muscaria la pre­
ropa orientale, settentrionale e meridionale, Giappone, Sud Africa, senza di alcaloidi derivati dal tropano (atropina , I-iosciamina, scopo­
ecc.) sia come livello di tossicità, sia come tipo di sindrome tossica. lamina), ma è assai poco probabile .
Le due Amanita muscaria e pantherina (7) possono produrre un Grandi progressi hanno portato gli studi effettuati nell' ultimo
ampio spettro di effetti tossici : decennio da Eugster e da gruppi di ricercatori giapponesi e inglesi,
effetti di natura gastro-enterica; lavorando sulle frazioni idrosolubili che presentano effetti nervoso­
effetti nervoso-parasimpatomimetici : abbassamento della pressione, centrali. La grande difficoltà incontrata risiede nella estrema instabilità
brachicardia , stimolazione delle ghiandole escretrici salivari, sudo­ dei composti in questione e nella loro facilità di trasformarsi l 'uno
rifere e lacrimari, miosi (restringimento della pupilla) accompagnata nell'altro. I nuovi composti ora isolati e acquisiti come nuovi alla
da forti turbe visive; scienza sono derivati isossiazolici, e precisamente:
effetti nervoso-simpatomimetici: aumento della pressione, tachicar­ l'acido ibotenico , C.'\ H ~ O ·, N ::, il muscimol C1 HnOcN:: e il muscazone
dia, inibizione delle ghiandole escretrici salivari e sudorifere, midria­ C-,H 6 0IN ~.
si (dilatazione della pupilla), arres.to della motilità gastro-intestinale ; Si tratta di sostanze cristalline , ad alto pto. fus o e che presentano
effetti nervoso-centrai i: eccitazione motoria, del i rio, ce fai ee, verti­ effetti centrai-attivi, narcotico-potenzianti, allucinogeni . L'attività è mas­
gini , eccessi di furore e inoltre effetti tipicamente psicotropici, quali sima per il muscimol , più ridotta per l'acido ibotenico e quasi nulla
euforia, ebbrezza , visioni colorate, allucinazioni, sonno profondo . per il muscazone .
In certi casi pre va lgono alcuni di questi effetti , con quasi esclu­ L'instabilità e la facile convertibilità di questi composti l'uno
sione degli altri, ma sovente gli effetti, anche di natura antagonista, nell'altro rendono poco probabile che tutte e tre queste sostanze si
possono succedersi a brevi intervalli e anche sovrapporsi. Ne consegue formino nel fungo come sostanze primarie , contemporaneamente . È più
una difficoltà nella terapia, che deve essere fatta con grande ocula­ facile che esse subiscano invece delle reciproche trasformazioni , legate
tezza , tenendo il paziente sotto costante controllo e intervenendo con probabilmente al metabolismo del fungo vivente e forse condizionate
medicamenti solo a piccole dosi , dopo avere sbarazzato con ogni mezzo anche da fattori ecologici.
possibile il canale digerente, sovente bloccato. L'acido ibotenico è stato trovato presente anche a forti concen­
Nelle nostre zone i sintomi dell'avvelenamento insorgono di solito trazioni (es . fino allo 0,1 % nel fresco, Eugster), ma le sue quantità,
dopo breve tempo (circa 2 ore) dall'ingestione e sono di tipo gastro­ come pure del muscimol, sono estrem3mente variabili a seconda della
enterico, seguito da turbe di tipo nervoso. provenienza del fungo . È certo tuttavia che si è sempre riscontrato un
La conoscenza dei principi attivi della muscaria e pantherina è parallelismo fra l'assenza di acido ibotenico e l ' innocuità del fungo .

72­ - 73
L'acido ibotenico va dunque considerato come una delle principali La sua tossicità allo stato crudo (produce gravi fenomeni di emolisi
sostanze tossiche della muscaria e della pantherina . e danni che interessano la sfera epatica e possono causare anche esito
È anche stata avanzata l'ipotesi che l 'innocuità di certi individui
letale) non impedisce che esso venga comunemente consumato cotto
di queste specie fungine vada messa in relazione con la trasformazione come ottima specie commestibile . Si consiglia di sbollentirlo nell'acqua,
del tossico acido ibotenico nel quasi innocuo muscazone. prima della cucinatura, e di scartare l'acqua di eboll izione .
Si è creduto per molto tempo che l'agente principale di queste
I funghi muscarinici intossicazioni fosse un acido elvellico (Boehm, 1885), non meglio stu­
diato, facilmente termolabile e quindi completamente elimin abile con
Se la muscarina è presente solo in minime quantità nella Amanita il riscaldamento. Non ' trovano invece facile spiegazione le intossica­
muscaria (circa 0,0003 % ), vi sono funghi che la contengono in quantità zioni , più o meno leggere , frequentemente osservate in coloro che
circa cento volte maggiori, e per di più allo stato quasi puro. Questi consumano questo fungo in più pasti ra vv icinati , e che si supponevano
funghi sono le Inocybe, fra le quali la patouillardi (510), con un con­ dovute a fenomeni anafilattici pro v oc ati da sostanze concomitanti leg­
tenuto in muscarina dello 0,037%. germente tossiche.
Benché si tratti di funghi tossici pericolosi, le Inocybe non offrono
Studi recenti (List e Luft , Università di Marburgo , 1968) hanno pro­
ali 'intervento medico quelle difficoltà che presenta l'Amanita muscaria.
vato che l 'acido elve llico non esiste e che il tossico della Gyromitra
La terapia si fa con farmaci a base di atropina , che possono essere esculenta è una sola sostanza. di càrattere non aCido, ma aldeidico , e
somministrati con sicurezza, mentre nel caso della muscaria v i è sem­ contenente azoto , perfettamente definita ormai come struttura ch imica
pre pericolo di una somministrazione eccessiva . e anche sintetizzata, di formula bruta C l H ~ N~ r), e che è stata chia·
Anche alcune Clitocybe di color chiaro , come la dealbata (161), mata giromitrina.
ce russata (613), rivulosa, pithyophila, ecc . contengono muscarina e vano Questo composto è volatile, perciò si libera dal fungo coll'essic­
no considerate tossicologicamente alla stregua delle Inocybe. Sono camento, mentre trattando il fungo a ebollizione non sempre si riesce
particolarmente pericolose perché alcune possono essere confuse col
a eliminarlo in modo completo: i suoi residui, rimasti nel fungo anche
commestibile Clitopilus prunulus (101).
dopo accurata cottura, possono dare luogo a intossicazioni nei casi
che vengano ingerite forti qu antità o in pasti ripetuti a breve distanza .
Entoloma lividum e Tricholoma tigrinum
Queste nuove nozioni sarebbero sufficienti a spiegare in modo sod­
L'azione tossica tanto dell 'Entoloma lividum (93) quanto del Tricho­ disfacente i fenomeni di intossicazione , app arentemente contradditori
loma tigrinum (138), ma specialmente del primo , è molto pericolosa fin qui osservati , e raccomandano di consumare la Gyromitra esculenta
per l'organismo , in quanto sembra contengano anche delle sostanze del - sempre ben cotta - in quantità moderate e non in pasti successi­
tipo falloidina che danneggiano profondamente il fegato. Con l' Ento­ vamente ripetuti a breve intervallo di tempo. Non è invece pericoloso
loma lividum si sono avuti parecchi casi mortali. specialmente in Fran­ consumare il fungo essiccato .
cia, e che hanno guadagnato a questa specie l'epiteto di « le perfide ".
Ma si trattava per lo più di casi in cui l'intervento medico non fu
invocato o non giunse a tempo. Cortinarius orellanus
Questi funghi contengono, fortunatamente , anche certe sostanze
tossiche che agiscono abbastanza rapidamente sulla mucosa gastrica Ultimo nella serie dei funghi tossici pericolosi è il Cortinarius orel ·
e servono quindi a mettere in guardia il colpito e a favorire la libera­ lanus (o Dermocybe orellana) (84), che è una specie conosciuta da
zione delle vie digerenti mediante emetici e lavande gastriche, o circa un secolo, ma le cui proprietà tossiche sono state messe in
purghe saline, prima che i veleni vengano assorbiti. evidenza solo da pochi anni, per merito di micologi polacchi.
I tossici dell'Entoloma lividum sono però ancora sconosciuti. Questo fungo ha causato parecch i morti , in Polonia negli anni '50 ;
si è potuto accertare che si tratt a di un veleno subdolo, che agisce di
solito a parecchi giorni di distanza dalla ingestione esercitando il suo
Gyromitra esculenta
effetto particol armente sui reni , sui quali provoca forme gravissime di
Finora controversa la tossicologia della Gyromitra esculenta (362). nefrosi tossica, con esito quasi sempre letale.

74 ­ - 75
Il principio tossico del Cortinarius orellanus, a cui fu dato inizial­ qualcuno di noi ha imparato, con propria esperienza tutt' altro che
mente il nome di « orellanina ", è in realtà un miscuglio complesso che, piacevole, a distinguere dalle specie affini commestibili terreum (127),
secondo recenti indagini, dovrebbe contenere non meno di 1O sostanze scalpturatum (573) e portentosum (133).
attive, di cui almeno 3 principali. Queste tre sostanze sono con ogni Solo qualche cenno merita il Coprinus atramentarius (38), che può
probabilità dei polipeptidi , ossia sostanze a struttura chimica analoga dare luogo a forme allergiche o ad orticarie, solo se consumato innaf­
a quella dei tossici dell'Amanita phalloides, costituiti da 8-9 aminoacidi fiato con abbondanti libagioni di vino o di alcoolici; ii Psalliota xantho­
(che sono stati separati, ma non ancora identificati). derma (45,430,431), che provoca malesseri assai fastidiosi; il Boletus
Si ipotizza che l'azione di questi tossici sia essenzialmente cellu­ satanas (280), al quale non tutti - i Francesi in testa - sono disposti
lare (come per la phalloidesl. con riduzione o blocco della facoltà delle a riconoscere proprietà tossiche.
cellule epatiche di sintetizzare gli enzimi indispensabili alla vita. Della numerosa schiera dellè Russulacee , ossia delle Russula e dei
Le lesioni istologiche risultanti da avvelenamenti da orellanina lactarius, ricorderemo che in 'b uona pi'lrte contengono sostanze cosid­
si dimostrano localizzate al fegato e ai reni. dette acro- resinoidi, assolutamente sconosciute dal punto di v ista
Le caratteristiche dell' intossicazione orellanica risulterebbero in chimico-tossicologico, che possono causare disturbi noiosi e dolorosi,
laboratorio - come tempo e come modalità - assolutamente simili se ingerite in discreta quantità o senza una sufficiente cottura. Della
a quelle relative agli avve lenamenti falloidici. commestibilità delle Russula è facilissimo accertarsi, previo assaggio
di un frammento del fungo crudo, che ci consente di consumare senza
pericolo tutte le specie a sapore mite , scartando quelle a sapore acre.
Quanto ai lactarius, vi è genera lmente molta esagerazione . Da noi
vengono regolarmente scartate tutte le specie, all'infuori del deliciosus
Fin qui si è parlato di funghi pericolosi , e che più o meno possono (166) e affini. Invece nelle zone dell 'Europa orientale i lactarius sono
provocare effetti letali. Ma vi sono parecchi altri funghi dotati di effetti commestibili apprezzatissimi, e sono consumati in quasi tutte le loro
meno energici , o che sono meno pericolosi in quanto, agendo preferen­ specie, compresi il piperatus (187), il turpis (181), il torminosus (174),
zia lmente sulle mucose gastriche, si mettono in condizione di essere a carne acre e bruciante . Si noti però che i lactarius non sono mai con­
espulsi tempestivamente dall' organismo prima di provocare danni più sumati cucinandoli in tegame secondo le comuni ricette, bensì vengono
gravi. sottoposti a una fermentazione lattica spontanea, chiusi in bari I i, come
Ricordiamo il Pleurotus olearius (153), che vegeta sui tronchi di si fa con i crauti. In questo modo perdono le loro proprietà acri e
olivo o anche di quercia e di castagno, e che sta a smentire la credenza leggermente tossiche.
popolare che tutti i funghi nati su piante legnose siano innocui. Tutta­
via, nonostante la conclamata non-pericolosità di questi avvelenamenti,
recenti osservazioni cliniche hanno accertato in alcuni casi anche leg­
geri effetti epatotossici e perfino alcuni sintomi tipici che starebbero
ad indicare la presenza di piccole quantità di muscarina anche nel Non ci resta ora che chiudere ricordando una volta di più a
Pleurotus olearius. tutti qli appassionati di funghi che difendersi dagli avvelenamenti è
Ricordiamo certe piccole lepiota, tra cui la lepiota helveola (30), cosa facilissima. Le specie tossiche sono relativamente poche, e la loro
capace di procurare avvelenamenti anche gravi, ma abbastanza rara; conoscenza botanica, unico mezzo sicuro, non è affatto
le Nolanea (100, 532, 533), molto frequenti nei prati e nei pascoli, e difficile.
parecchie specie di Naucoria (438) o altri Agarici ocrosporei, in cui Soprattutto non fidiamoci troppo dell' infall ibilità dei mezzi tera­
recentemente sono state individuate sostanze pericolose ad effetto peutici. Per quanto riguarda i tossici falloidici siamo purtroppo ancora
epatotossico. Si tratta però di specie piccole e scarne, le cui dimen­ molto indietro ; per i casi leggeri, o quelli cosiddetti non pericolosi,
sioni le difendono dalla raccolta a scopo commestibile. l'intervento medico è sempre penoso; chi ha visto dei pazienti stra­
Maggiori precauzioni vanno invece prese per certe specie carnose buzzare ' gli occhi con un metro di canna di gomma nelle fauci, si è
e invitanti, quali certe Clavaria, come la formosa (332) e la pallida (331), certo augurato di non essere mai costretto a subire la stessa sorte.
decisamente tossiche, e certi Tricholoma, come il virgatum (578) e il Ricordiamo comunque, e come conclusione , l'aurea massim a che
groanense (134), Viola, molto comune nelle brughiere lombarde, e che nessun buon micofago deve mai dimenticare : Nel dubbio, astieniti'

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L'identificazione deve essere fatta con l 'aiuto di un micologo per­
ché altrimenti è incerto il riconoscimento di una varietà fungina da QUADRO DI RAFFRONTO
parte di un malato , talora in non perfette condizioni psichiche .
TRA SPECIE TOSSICHE E SPECIE COMMESTIBILI
Ricerca di parti del fungo :
a) in tutti i residui non cotti (frammenti anche minimi); FRA LORO CONFONDIBILI
b) nel vomito e nelle discariche (talora spore conservate);
Nella colonna a sinistra sono riportate le specie tossiche, in quella
c) sul terreno di raccolta (accompagnati da persone che siano state di destra le specie commestibili.
assieme all'intossicato). Allineate con l,e caratteristiche del fungo tossico , riportate in colon­
2) CONDOTTA CLINICA: nota o ignota la specie fungina , dalla na sotto ciascuna specie, si riportano le specie eduli che trovano mag­
gior differenziazione in quel singolo carattere.
lunghezz a dell'incubazione ci si può trovare di fronte a due eventualità :
I) L'INCUBAZIONE È LUNGA e pass a le 6-8 ore . Sospettare for­ Specie tossiche MORTALI Specie eduli che si possono confondere
temente un avvelenamento da A. phalloides. Fa re immediatamente con la specie tossica
esami ripetuti di laboratorio :
AMANITA PHALLOIDES e Amanita (ovoidea, junquillea, rubescens , solita·
epatici : quotidianamente glicemi a, transaminasi , bilirubinemia, ferro
AMANITA VERNA ria, vaginata) - Psalliota (arvensis, campestris,
serico, lipidi , fattori di coagulazione (tempo di Ouick l !!);
edulis, silvicola) - Lepiota naucina - Volvaria
renati : diuresi, azotemia, esame citochimico urine, ecc.; bombycina . Tricholoma (columbetta, portento·
generali: ionogramma, bilancio di emolisi , ematocrito, emocromocito­ sum ecc .) • Russula (virescens, hetherophylla ,
metrico . cyanoxantha ecc .) . Pholiota praecox
Se l'intossicazione da phalloides è certa, si debbono fare anche: Portamento slanciato (gambo Amanita ovo i dea : portamento più tozzo (gambo
elettrofor esi sul siero e biopsia epatica.
relativamente l ungo rispetto re I at ivamente corto e grosso rispetto al
Il) L' INCUBAZIONE È BREVE: molto probabilmente l'intossica­ al cappello) cappello)
zione è benigna . Se ai segni gastro-intestin ali si aggiungono : Cappello e gambo di struttura Pholiota praecox 'l Cappello e gambo omo­
a) sudorazione esagerata - orientarsi verso la sindrome muscarinica o diversa (facilmente separab i li) Tricholoma spp. . genei e non facilmente
sudorifera (usare l'atropina solo se si è sicuri di non aver a che Russula sPP . J separabili
fare con una sindrome neurotropica o micoatropinical ;
Carne tenera e fibrosa Russula spp.: carne rigida , granulosa, cas­
b) stato di agitazione , seguito talora da coma - orientarsi verso una
sante
sindrome micoatropinica;
Volva ampia , libera e membra­ Lepiota naucina
cl reazione violenta a/l'ingesti o ne di alcool - orientarsi verso un a sin­
nosa Psalliota spp.
drome coprinica [da atramentarius (38)]: l 'eliminazione dell 'alcool
per 48 ore è la sola terapia; Tricholoma spp .
Pholiota praecox
} pn,' di '0'"
d) assenza di altri segni al di fuori dei digestiv i - sindrome acrore­
Russula spp.
sinoide .
Amanita ;unquillea : volva circoncisa
IN OGNI CASO necessita l'eliminazione del fungo co·n v omito e
Amanita rubescens }
purghe volva dissociata
Amanita solitaria
Necessario in presenza di sindrome acroresinoide un bilancio
biologico per escludere la possibilit à di lesioni epatiche o renali da
Entoloma lividum (93) o da Tricholoma pardinum o tigrinum (138):
Anello membranoso , rovesciato
e striato
Amanita vaginata
Volvaria bombycina
l
trans aminasi, protrombina , bilirubinemia, glicemia , azotemia , esame
urine con ricerca dell'albumina , ionogrammi e riserva alcal ina .
Tricholoma spp .
Russula spp.
f privi di anello

80 ­ - 81
Specie tossiche MORTALI Specie eduli che si possono confondere Specie tossica Specie eduli che si possono confondere
con la specie tossica con la specie tossica

Lamelle libere e costantemen­ Russu/a: lamelle in generale tutte eguali o


te bianche, con numerose la­ forcute, senza lamellule AMANITA PANTHERINA Amanita (rubescens, excelsa, spissa, ìunquillea)
mellule Trich%ma spp.: lamelle uncinate
Psal/iota: lamelle inizialmente rosee o grigio Carne immutabile al taglio, an­ Amanita rubescens: carne virante al rosso vi­
chiaro, poi bruno scuro che dopo molto tempo noso (specialmente alla base del gambo) ,
Pholiota praecox: lamelle bruno pallido sovente dopo un certo tempo
Vo/varia bombycina: lamelle rosa brillante
Gambo a bulbo tondeggiante e Amanita exce/sa: gambo non bulboso
Lepiota naucina : lamelle rosa pallido
di colore bianco Amanita spissa :' gambo con bulbo napiforme
Orlo del cappello liscio Amanita junqui/lea : orlo del cappello striato caratteristico
Amanita vaginata: orlo del cappello striato
Amanita rubescens: gambo sempre con tinte
fulve o rassastre

Volva circoncisa sul bulbo e Amanita junquillea : volva circoncisa, semplice


Specie tossica Specie eduli che si possono confondere formante uno-due cerchi supe­ Amanita rubescens, spissa, exce /sa: volva dis­
con /a specie tossica
riormente. sul gambo sociata , labile
AMANITA VIROSA Amanita (solitaria, ovoidea) - Lepiota (naucina,
Orlo del cappello nettamente Amanita rubescens, spissa, exce/sa : orlo liscio
cretacea) - Tricholoma columbetta - Psalliota
striato
(arvensis, sylvicola) - Volvaria bombycina
Spore non-amiloidi Amanita iunquillea, rubescens, exce/sa ecc ,:
Volva membranosa inguainanle Lepiota spp.
hanno spore amiloidi
Psal/iota spp.
Trich%ma spp.
} p"'e di '0'"
Amanita ovoidea: volva ampia e libera AMANITA MUSCARIA Amanita caesarea
Gambo bulboso , fioccoso Lepiota Colori bianchi nel gambO , la­ Amanita caesarea: colore giallo oro nel gam­
Psalliota gambo glabro (liscio) o

}
melle e anello bo, lamelle, anello
Vo/varia sericeo
Trich%ma Volva circoncisa-perlata Amanita caesarea: volva ampia e libera

Cappello di forma conica , con Amanita ovoidea, solitaria: cappello convesso


umbone ottuso non umbonato PSALLIOTA XANTHODERMA Psalliota (campestri s, arvensis, silvicola. silva­
Anello fioccoso, reflesso Trich%ma tica)
Vo/varia
l prive di anello
f Odore forte, sgradevole, viroso ~sa/liota campestris , arvensis : inodore
Lamelle permanentemente Psal/iota: lamelle colorate anche nel giovane
Psal/iota si/vico la: odore leggero di anice
bianche Vo/varia: lamelle rosa brillante
Lepiota: lamelle rosa pallido Psa/liota campestris: leggermente virante al
Carne virante al giallo vivo
specialmente alla base del bruno-rosa
Odore leggero, ma sgradevole Le specie simili sono inodore, o con leggero
odore gradevole gambo Psa/liota si/vatica: carne virante al rosso

82 - - 83
Spec ie tossica Specie eduli che si possono confondere Specie eduli che si possono confondere
Specie tossica
con /a specie tossica con /a specie tossica

TRICHOLOMA VIRGATUM Tricholoma (portentosum, terreum)


HVPHOLOMA FASCICULARE Hypholoma capnoides - Armillaria mellea - Pho­
HYPHOLOMA SUBLATERITIUM liota (mutabilis, aegerita) Cappello con ico-umbonato , a Trich%ma portentosum, terreum : cappello non
fibrille scure innate conico, ma convesso-piano o umbonato
Lamelle con toni olivastri­ Hyph%ma capnoides: lamelle grigio-bluastre. Trich%ma terreum: sQuamette adnate sul
verdognoli (nel g io vane) senza toni verdognoli o gialli cappello
Armillaria melfea : lamelle b iancastre
Pholiota mutabilis : lamelle color canneila Sapore molto pepato , bruciante Trich%ma portentosum , terreum: sapore non
Pholiota aegerita : lamelle bruno pallido pepato

Inodore Tricholorria portentosum : leggero odore di fa­


Carne giallognola o gialla Le specie precedenti hanno carne bianca
rina fresca
Sapore amaro Le specie precedenti (tranne Armillaria me/­ Lamelle e gambo bianchi , sen­ Tricholoma portentosum: leggere sfumature
/ea) hanno sapore mite za sfumature gialline gialline sulle lamelle e sul gambo

TRICHOLOMA TIGRINUM Tricholoma (terreum, portentosum)


ENTOLOMA LlVIDUM Entoloma (clypeatum, rhodopolium, prunuloides)
- Clitopilus prunulus - Clitocybe (n~bularis, ci­ Portamento robusto, carnoso , Trich%ma terreum: poco carnoso . portamento
nerascens) sodo esile
Cappello a carne spessa Ent%ma c/ypeatum : cappello a carne piutto­ Cappello con squame o fiocchi Tr i ch%ma portentosum : cappell o con sottili
sto scarsa bruno-seppia appl icate fibrillature innate

Non igrofano Ent%ma rhodopo/ium: igrofano (c he cambia Pellicola asciutta Tr ic h%ma portentosum: pellicola v iscosa
colorazione per effetto dell'umidità) Trich%ma portentosum: leggerissime sfuma­
Senza sfumature gialline sulle
lamelle e gambo ture gialline su lamelle e gambo
Lamelle dapprima gialle, poi Ent%ma prunu/oides: lamelle prima bianche .
salmone . ma con tracce di poi rosa, senza traccia di giallo Gambo pieno , molto robusto. Trich%ma portentosum : gambo slanciato ri­
giallo grosso rispetto al cappello spetto al cappello
Tr ich %ma terreum: gambo piuttosto esile e
Lamelle smarginate libere C/itopi/uS prunu/us : lamelle decorrenti
frag i le , sub-fistoloso
Clitocybe nebu/aris: lamelle bianco-pallide e
decorrenti
CLlTOCYBE OLEARIA Pholiota mutabìlis - Armillaria melle,a

Cappello asciutto , liscio Pholiota mutabilis : cappello igrofano


TRICHOLOMA ALBOBRUNNEUM Tricholoma (robustum , caligatum, focale. popu­
Armillaria mellea : cappello sQuamoso nel g io ­
linum)
vane
Gambo nettamente diviso in Tricholoma rObustum, ca/i gatum, foca/e: gam­ Pholiota mutabilis e Armillaria mellea : gambo
Pri vo di anello
due zone : la superiore bianca , bo diviso in due zone da un vero anello munito di anello
l ' inferiore marrone-rossastra .
senza traccia di vero anello Tr ic holoma populinum : non ha zona anulare Gambo liscio , concolore Pho li ota mutabilis : gambo concolore. ma for­
che divide i! gambo in due parti diversa­ temente squamoso
mente colorate Armillaria mellea: gambo biancastro

84 ­ - 85
Specie tossica Specie eduli c he si possono confondere Specie tossica Specie edufi che si possono confondere
con la specie tossica con la spe c ie tossica

Lamelle assai decorrenti e con ­ Armi((aria me((ea : lamelle poco decorrenti,


colori biancastre RUSSULA SARDONIA Russule
Phofiofa mutabifis: lamelle adnate, non decor­ RUSSULA EMETICA ecc .
renti
Sapore fortemente acre Russufe eduli : tutte con sapore mite
Sapore mite Armi((aria mellea: sapore amarognolo

ClITOCYBE RIVULOSA Clitopilus prunulus . Marasmius oreades BOLETUS SAT ANAS Boletus (erythropus, luridus)

Cappello a sfumature carnici­ Cfitopilus prunulus : cappello di tinta unita , Cappello biancastro , con sfu­ Boletus ery thropus , Boletus luridus : cappello
no - arancio e leggermente zo­ bianca o cenerina mature grigias t ro -ve rdognole con colorazioni dal noccio la al bruno scuro
nato
Gambo con reticolo rosso Boletus erythropus : non ha reticolo. ma solo
Lamelle fitte, bianche, legger­ Cfitopifus prunulus : lamelle che tendono al punteggiature e str iature rosse
mente decorrenti grig io-rosato
Carne biancastra . con lento vi­ Boletus luridus e Bofetus erythropus : carne
Marasmius oreades: lamelle libere , rade e
raggio al blu chiaro gialla , fortemente virante al blu scuro
giallognole

Odore leggero di farina rancida Cfitopilus prunulus : odore assai fort e di fari­
na fresca CLAVARIA FORMOSA Clavaria (aurea, flava, botrytis)
Marasmius oreades : odore leggeriss i mo . gra­
devole, ma non far i naceo Tronco bianco . sfumato in rosa Clavaria aurea : tronco co lor crema o g i al lo
pallido
Spore bianche Cfitopilus prunulus : spore rosa Clavaria flava e Clavar ia botr i tis : tronco
bianco
ClITOCYBE DEALBAT A Clitopilus prunulus
ClITOCYBE CERUSSATA Rami color arancio - salmone . Clavaria aurea: rami giallo-arancio v ivo
ClITOCYBE PHYLLOPHYLA con terminazioni g iallo - c itr i no Clavaria flava : rami giallo-zolfo
ClITOCYBE HYDROGRAMMA
Clavaria botrytis: rami più cort i e spess i, con
Carne fibrosa C/itopilus prunulus : carne fragile che si fran­ termina z ioni rosa
tuma localmente
N .B . - Le osservazioni del colore vanno ef­
Spore rosate o gialle o bian-· Clitopilus prunufus : spore rosate (di conse ­
fettuate solo su esemplari gio vani ; i l
che guenza facile lo scambio c on Cfitocybe
carpoforo adulto assume una tinta gial­
ph yllophyla che ha le spore rosa t e ; meno
lo - ocra uniforme in quasi tutte le
con le altre tre)
specie

LACTARIUS TORMINOSUS Lactarius deliciosus

Orlo del cappello nettamente La'ctarius deliciosus e sim i li


pubescente orlo del cappello liscio

Lattice bianco, sa pore acre lattice co lor arancio , po c o acre

86 ­ - 87
FUNGHI IN CUCINA ALCUNE RICETTE CULINARIE

Insalata di funghi crudi


I funghi che si possono consumare crudi in insalata (Treme/lodon
gelatinosum , Guepina ruta. Fistulina epatica, piccoli esemplari di
La classificazione gastronomica che dispone i funghi in una gra­ Amanita caesarea , di Boletus edulis), vanno tagliati a fettine sottili e
duatoria i cui valori possono essere mediocre , buono, ottimo. eccel­ conditi con olio, aceto, sale e anche un po' 'di pepe. Molti usano
lente non può avere, naturalmen te . il rigore e l'oggettività di una clas­ aggiungere pure una salsetta a base di olio d'oliva e limone co n un
sificazione scientifica. Oltre che della soggettività di giudizio del po ' di maio nese .
degustatore bisogna tener conto di alcuni fattori come i seguenti:
1. Certi funghi, di per sè di scarso valore commestibile , in un m isto di AI burro
più specie , possono dare un contributo non negativo (per es. Tricho­ Friggere dei funghi freschi. ben ta gl iati a fette sottili, nel burro
loma vaccinum , Laccaria laccata) fresco con aglio e prezzemolo, aggiungere sale e pepe . Il tutto deve
2. Altri , che avrebbero un odore o un sapore troppo particolari o troppo cuocere alcuni minuti a fuoco vivo.
forti se dovessero costituire da soli un pasto , possono contribuire
a dare un valore aromatico se introdotti oculatamente in un misto All'olio
(per es. Clitocybe odora, Marasmius scorodonius. Clitocybe nebu­
Stesso procedimento della ricetta precedente sostituendo l 'olio al
laris, alcune Russula pepate ecc .).
burro.
3. Altri, ancora. acquistano un loro valore gastronomico solo se pre­
para ti o conservati in un modo determinato: ci riferiamo, in parti­ AI limone
colare , a quei funghi da no n accettare per un consumo immediato,
ma da consi de rarsi buoni se conservati sott'olio o sott'aceto , do ve Stesso procedimento delle rice tte precede nti aggiungendo , a metà
ven gono eliminate o attenuate alcune loro caratteristiche negati ve cottura, un succo di limone, indi coprire il te game e lasciare cuocere
(per es. la Biannularia imperialis. Po lyporus ovinus. confluens , Hy­ per alcuni minuti a fuoco molto lento.
grophorus pudorinus. Hydnunm imbricatum. Russula lepida di parti­
colari habitat) . Funghi alla graticola (A manita caesarea, La c tarius deliciosus, Lep iota
procera)
Va in ol tre sottolineato che tra i funghi classificati come non com­
Separare i cappelli dai gamb i, tritare questi ultim i e amal gamare
mestib.ili moltissim i non sono tossici ; essi sono da scartarsi sempli­
con altro tritato di cipolla , prezzemo lo , pane grattugiato , olio, sale e
cemente per la consistenza sugherosa della carne, per il loro sapore
pep e. Riempire i cappelli rovesc iati , aggiungere qualche fiocchetto
amaro o astringente o pepato o ppure per il loro odore sgradevole.
di burro e cuocere ai ferri o in te game al forn o. a fuoco lento per 15-20
Entrare nel meri to della culinaria fu ngina significa entrare in un minuti. Consumare il piatto ancora ben caldo .
campo vastissimo , in cui alla scelta dei funghi de ve associarsi l' uso
sapiente e personale delle dosi e delle drogh e, dei tempj di cottura. Funghi in umido o misto di funghi
Qui non si in tende fare un trattato di g,ast ronomia mic o logica ; si v uole,
tutt 'al più, suggerire alcune delle ricette più comuni. più sperimentate, e È un p iatto gustosissimo , bisogna sapere dosare la quantit à delle
si sottolinea che il misto, se esso è dosato bene e se il temp o di cot­ va ri e specie, conoscerne i tempi di cottura e prima mettere a cuocere
tura dei funghi scelti è omogeneo, rimane, a nostro avviso, il piatto quelle a carne più dura e via via quelle a carne più tenera . Si può dire
migliore . che tutte le specie Dossono essere usate per questo piatto .
Per quan to riguarda la c onservazio ne dei funghi in genere sia so t­ Mettere in tegame un bel battuto di cipolla , prezzemolo , sale e
t'olio che solt 'aceto si può dire come regola generale che quando il pepe; aggiungere un paio d i foglie di alloro e di rosmarino, funghi e
fungo è commestibile ed ha almeno una d isc reta consistenza carnosa un po ' d 'acqua. A metà cottura spolverare con farina bianca e alla
è sempre possibile conservarlo con i metodi più sotto consigliati. fine cospargere il tut to con formaggio gra ttu giato .

88 ­ - 89
Purea di funghi Minestra di Pholiota mutabilis
Friggere in olio o burro funghi di diverse specie , aggiungendo an­ Tagliare a fettine i cappelli dei funghi ben puliti. Mettere in una
che quelli molto profumati come le Trombette da morto o i Marasmi pentola con ol io , burro , pepe , sale, un po' di cipolla e prezzemolo e
molto finemente tagliati , con aglio , prezzemolo , scalogna, cipolline , bollire per c irca 3/4 d ' ora . Aggiungere un bicchiere di vino bianco
pepe , sale e noce moscata grattugiata ; bagnare con vino bianco e secco e lasciare cuocere a fuoco lento per un altro quarto d 'ora.
lasciare .cuocere molto lentamente per una decina di minuti , indi ridurre Aggiungere , tenendo conto del numero delle persone e della quan­
il tutto a purea .
tità dei funghi , alcuni mestoli di brodo - di farina abbrustolita o di
Tale purea può essere aggiunta a quella eventuale di legumi , o carne o di verdura - . Sbattere 2 uova e unirle al tutto. Servire il p iatto
essere utilizzata per guarnizioni di piatti di carni o ancora per la con crostini di pane e aggiungere del formaggio parmigiano-reggiano .
preparazione di pomodori farciti
Fricassea di funghi Funghi alla parmigiana

Tagliare a fettine i funghi, farli saltare al burro con aglio e prezze­ Porre in casseruola uno strato di fette di prosc iutto grasso e su
molo e pezzettini di lardo magro , condire con pepe e sale . Legare il queste uno strato di fette di funghi. Condire con sale , qualche fioc­
tutto con brodo e giallo d'uovo, bagnare con vino bianco . chetto di burro e qualche aroma a piacere . Ricoprire con fette di for­
Servire come guarnizione di crostini arrostiti. maggio dolce e mettere al forno - fuoco moderato - per 30-40 minuti
circa .
Frittata di Morchelle
(Per ogni persona occorrono : 25 gr. di burro , 100 gr. di Morchelle Funghi alla Rossini
e due uova) . Tagliare a fett ine funghi freschi , lavarli ed asciugarli; farli quindi
In un tegame amp io e basso sc io gl iere il burro occorrente , aggiun­ stufare al forno con una piccoia dose di cipolla tritata ; si scolano
gere le Morchelle tagl iate a fette e cuocere lentamen t e senza co­ ancora e si ricoprono di latte o panna aggiungendovi delle sottilissime
perchio . AI b isogno aggiungere brodo di carne o vegetale e mantenere fettine di tartufo (nella misura non superiore ad 1/ 3 del volume dei
sul fuoco per circa 30-35 minuti . Trascorso il tempo prev isto , neces­ funghi) e lasciare cuocere a fuoco lento sino al prosciugamento del
sario per la cottura delle Morchelle , si aggiungono due uova per liquido . Servire senz'alcuna aggiunta di salse .
persona mescolando sino a raggiungere la consistenza tipica della
frittata, indi servire la pietanza possibilmente calda . Porcini al verde
Tagliatelle o riso alle Morchelle (6 persone) Tagliare 8. fett ine sottili dei porcini medi piuttosto sodi . In una
casseruola riporre due parti d'olio ed una di burro , aggiungere due
Pu lire , tagliare a pezzetti e lavare molto bene mezzo chilogrammo
p izz ichi di pre zzemolo ben tritato ed uno sp icchio d 'aglio schiacciato .
di Morchelle (conica , deliciosa , rotunda o vulgaris , poco importa , in
Quando l' agl io avrà preso un buon colore levarlo ed aggiungere le
quanto il loro sapore pressapoco si equivale) e scolare molto bene .
fettine di porcino , facendo le cuocere lentamente per circa 45 minuti ,
Porre in una casseruola grammi 150 di burro e scioglierlo bene ,
regolando la quantità di sale e pepe necessaria . AI bisogno va
aggiungere le Morchelle ed iniziarne la cottura per circa 30-35 minuti
aggiunta qualche cucchiaiata di ragù di carne o semplice brodo per
senza coprire la casseruola . Aggiungere di quando in quando , al b iso­
mantenerl i morb idi. Ne risulterà un ottimo contorno per piccoli piatti
gno, del brodo di carne o di dado di carne (non vegetale) ed addolcire
con sale in quantità bastante . di carne .
Ai porcini si possono sostituire: Prataioli di bosco o di coltivazione
Alla fine dovranno rimanere in casseruola le sole Morchelle ed il
cond imento . (asportando le lamelle scure del fungo maturo ed i gambi troppo
fibrosi).
Cuocere a parte, per 6 persone , delle buone tagliatelle di tipo
casarecc io (megl io se preparate con uova e farina dalla stessa mas­
Porcini ripieni
saia ) o del riso per minestre asciutte , salare , scolare e servire nei
p iatti condendoli con le Morchelle come precedentemente predisposte . Scegliere dei bei porcini mezzani , separare le teste da i gamb i.
Qualora fosse necessario aggiungere un po ' di burro fuso . Svuotare le ,teste , lasciando uno spessore d i circa un cen ti metro , co­

90 ­ - 91
r'

spargerle di sale e dopo qualche minuto capovolgerle su di un setaccio . salamoia, immergerli in un bagno molto caldo d'acqua per un quarto
In una casseruola con qualche cucchiaiata d 'olio mette re un d 'ora, poi in acqua fredda per quattro ore. Il loro consumo avviene
finissimo battuto di cipolla ed uno spicchio d 'aglio . Quando l'aglio poi generalmente dopo frittura.
colorisce toglierlo ed aggiungere ben tritati i gambi e le parti dei
funghi ottenute con lo svuotamento delle teste . Condire con sale e Funghi sott'olio
pepe ed aggiungt:!re ben tritate due acciughe disliscate ed una cuc­ I funghi ben puliti e tagliati a pezzi medi vanno lavati rapidamente
chiaiata di prezzemolo. Quando il composto sarà asciugato, addensire ed asciugati. Quindi si gettano in 3/. di aceto e 1/. di acqua , con un
con pane grattugiato indi legare ed amalgamare il tutto con un uovo po' di sale e si lasciano bollire per 8"10 minuti. Scolati, si lasciano ben
intero. Disporre questo ripieno a cupola nelle teste dei funghi già asciugare , dopo di che si dispongono in vasi di vetro, aggiungendovi
disposte sul setaccio, spolverarle d i pane grattugiato e disporle in una gli aromi preferiti (grani di pepè , chiodi di garofano , cannella , alloro ,
teg lia da forno un ta d'olio. Irrorare la superficie con poco olio e cuo­ ecc.) ; si ricoprono con buon olio d 'oliva e si chi ude bene , Conservare
cere al forno per circa 15 minuti . Su l piatto da portata contornarli di i vasi in l uogo fresco , possib i lmente buio.
spicchi di limone .
Funghi sott'aceto
Torta di funghi
I funghi ben puliti e tagliati a pezzi (non troppo piccoli) si mettono
Fare rosolare fettine d i fungo con condimento. Preparare a parte al fuoco in una casseruola con l/j di aceto e 3/. di acqua aggiun­
una pasta sfoglia e del riso cotto all'indiana. Mettete la pasta in uno gendovi un po' di sale e gli aromi preferiti; si lasciano bollire per
stampo da torta in modo che venga molto debordante; ornare la pasta 8-10 minuti circa. Tolti dal fuoco si lasciano riposare un po' , quindi
con il riso intimamente amalgamat o con i funghi , aggiungendo qualche si scolano e si lasciano asciugare per almeno una giornata. Si ripon­
dado di prosciutto e di lardo ; rivoltare la debordatura della pasta in gono poi in vasi di vetro coprendoli con altro aceto preventivamente
modo da ricoprire interamente la guarnizione. Fare cuocere al forno bollito e freddato e con un legge ro strato d 'olio, chiudendo poi erme­
caldo per 45 minuti circa . ticamente.
Essenza di funghi
CONSERVAZIONE DEI FUNGHI
Lasciare macerare i funghi in sale da cucina per un'intera gior­
nata . Quindi pressare fortemente la massa per estrarne il succo , Il
Polvere di Clitocybe nebularis , Hydnum imbricatum, Polyporus ovinus
liquido ottenuto si fa bollire per un quarto d'ora con delle spezie, poi
Togliere le lamelle o i tubuli , tagliare i funghi in senso verticale si schiuma e si filtra riponendolo in vasetti ben chiusi e sterilizzati.
a fette non troppo sottili , distenderli all'aria o ad un sole moderato ,
ritirandoli la notte perché non assorbano l'umidità. Quando sono com­
FUNGHI CONSERVATI AL NATURALE
pletamente disseccat i, pestarli in un mortaio o tri tarl i in un macinino
da caffè ben p·ulito . La polvere così ottenuta si conserva in vasi erme­ Cantharellus cibarius, Boletus edulis , Boletus rufus
ticamente chiusi , tenuti lontani dall ' um idità .
La polvere di funghi conferisce un aroma particolare a salse, ragù , Raccogliere dei funghi piuttosto piccoli e freschissi mi , pulirli, la­
minestre, ecc. varli e lasciarli scolare bene. Cuocerli con pochissima acqua (appena
da coprire il fondo del tegame) senza coprirli per 10-15 minuti circa.
Levarli col cucchiaio di legno e accomodarli ancora caldi nei vasi ,
Funghi in salamoia far bollire ancora il liquido rimasto nel tegame, passarlo al setaccio ,
ve rsarlo nei vasi (non troppo) e sterilizzare. Per la sterilizzazione
Far bollire i funghi in tre parti d 'acqua ed una di aceto per pochi occorrono circa 60 minuti a temperatura 98 gradi .
minuti. Toglierli dal fuoco e sgocciolarli. Porre in vasi ricoprendo ' con Si consiglia di riporre i funghi in vasi non troppo grandi , perché
il liquido di salamoia costituito dall ' unità base di un litro d 'acqua bol­ po i çl ' inverno, all 'apertura dei vasi , bisogna consumare il prodotto tutto
lito con 300 gr. di sale e raffreddato . " vaso va ben chiuso , così il in una volta,
prodotto può essere ben conservato per più di 10 mesi. Per l 'uso de i La preparazione dei funghi va fatta con prezzemolo e aglio come
funghi come sopra conservati è necessario, dopo averli tolti , dalla per i normali funghi appena colti.

92 ­ - 93
1

~
AMANITA PHALLOIDES Vail!. ~x Fr.
Da " phallus " ( lat.) = fal lo . Pe r la sua forma ne l pri mo sv il uppo

SINONIMI : Agaricus bulbosus Bu l l . (1790)


Agaricus phalloides Fr. (1822)
NOM I VOLGAR I : Tignosa verdognola - Tignosa velenosa

Cappello: 4-15 cm, dapprima emisferico o ovoidale, poi spianato, brillan­


te con il tempo secco , viscoso con l'umido , di colore variabile, ma ge­
neralmente olivastro . Può essere verde giallastro, verde, giallo , o an­
che biancastro , con tinta non "uniforme, ma percorso radialmente da
minutissime fibri lle innate . Margine liscio .
lamelle: fitte , ineguali, larghe, marcatamente libere al gambo, arroton­
date , bianche o con leggeri riflessi verdastri .
Gambo: 6-12 X 0,8-2 cm, slanciato, cilindrico , attenuato verso l'alto, pie­
no dapprincipio, poi farcito o cavo negli esemplari adulti, biancastro ,
spesso decorato da bande cangianti-seri cee, anulari verdastro-brune,
ingrossato alla base , bulboso . Anello membranoso , cascante, quasi
liscio o legge rmente striato . Volva ampia , semil ibera, membranosa ,
persistente lobata o intera , bianca, qualche volta neg li esemplari gio­
vani internamente giallo-biancastra .
Carne: bianca , leggermente colorata sotto la cuticola del cappello , piut­
tosto fibrosa , di odore quasi nu llo, che diventa sgradevole quando il
fungo si corrompe . Sapore quasi nullo o un po ' acido (assaggio da
farsi senza inghiottire) .
Spore: bianche in massa, subglobose, leggermente ovoidali. amiloidi,
8-11 X 7-9 micron .
Habitat: sotto latifoglie , in particolare noccioli e castagni. Raramente
sotto aghifoglie . Estate e autunno .
Commestibilità: VELENOSO MORTALE . L'Amanita phalloides è il fungo
più peri çoloso . La sua ingestione provoca avvelenamenti con esito
quasi sempre mortale (pagg . 66-71, 79-80 , 81-82) .

OSSERVAZIONI: La colorazione del cappello è variabile dal bianco all 'oliva più cupo. Le
fibri Ile radiai i innate sericee sono sempre visibi Ii, più evidenti tuttavia negl i esemplari
di colore scuro . Il colore verde o olivastro la può far confondere con Russula dello
stesso colore (cyanoxantha (190), graminicolor Secr., aeruginea (215), furcata sensu Bres·.,
heterophylla (1517), ecc.l, con i I Tricholoma portentosum (133) e sejunctum (128).
Le forme bianche o pallide sono facilmente confondibili con funghi bianchi commesti­
bi I i, come alcune specie di Psalliota, i I Tricholoma cnista (147). i I Tricholoma colurn­
betta (141) ed altri, che tuttavia assomigliano anche alle altre due Amanita mortali : la
verna e la . virosa (2 e 3). È chiaro che altri caratteri possono aiutare nella differenziazio­
ne : assenza di valva nelle Psalliota, assenza di valva ed anello nel Tricholoma ed altri.

Riproduzione fotografica 1/ 2 e 1/ 3 grandezza naturale. - 97


~
AMANITA VERNA Lamb. ex Fr. 2
Il,, " VC rIlUS ,,(Iat.) primaverile . Per la sua presunta stagione di crescita

',IN rl NIMI : Agaricus bulbosus vernus Bulliard


N< 1M I VOLGARI: Tignosa di primavera

Coppello: 3-8 cm, emisferico poi p,iano, nudo, leggermente viscoso,


bia nco o leggermente ocraceo al centro, margine liscio, minuto.
Ln melle: molto fitte , con numerose lamellule, bianche , libere al gambo.
mbo: 4-10 X 0,6-1 ,5 cm, cilindrico, leggermente ingrossato verso la
base bulbosa, gracile, pieno, poi farcito, infine cavo, bianco con prui­
na in superficie . Anello intero, cascante . Valva bianca, membranosa,
' hiusa sul bulbo .
Carne: tenera, bianca , senza odore caratteristico ; ' sgradevole negli esem­
plari vecchi.
Spore: bianche, sferico-ovoidali . amiloidi, 8-10 X 7-9 micron .
lIabitat: nei boschi di latifoglia, soprat tutto in terreno calcareo; da pri­
mavera all'autunno . Rara . .
Commestibilità: VELENOSO MORTALE come l'Amanita phalloides (pagg .
G6-71 , 79-80, 81-82) .

j IS SERVAZIONI: L'Amanita verna o Amanita di primavera (cresce tuttavia anche in au­


11l 11no; in questo caso si tratta quasi sempre di forme bianche di A. phalloides (849) ) si
d1ll erenzia da l i 'Amanita phalloides (1) per i I suo colore bianco. I caratteri morfologici
'lf lIIQ uguali. E parti colar mente ingannevo le a causa della sua rassomiglianza con specie
': t)l'I1m estibi li come la Lepiota naucina (24) e simili o le Psalliota bianche e con tutte
qlwlle spec ie ind icate come simili alle forme biancastre de lla Amanita phalloides . La
pr0.se nza de l la valva, mancante nei suoi simili, è il cara tt p. re più sicuro per evitare fatali
IIbbagli. Si raccoma nda perciò di considerare sempre il fungo intero .

Riproduzione fotografica 2/ 3 grandezza naturale. - 99


3

M
AMANITA VIROSA Fr .
Da .. virosus ,,(lat.) di forte odore. fetido . Per il suo odor e sgradevole

Cappello: 4-8 cm, poco carnoso, dapprima globoso, pOli conico, infine
aperto con forma campanulata , che mantiene sempre; leggermente vi­
scoso con tempo umido , satinato fibrilloso con tempo secco; bianco,
qualche volta rosato al centro; margine liscio , quasi sempre sinuoso.
Lamelle: fitte, accompagnate da lamellule che si attenuano su notevole
lunghezza , molto ventricose, bianche, con qualche residuo di velo at­
taccato; il f,ilo delle lamelle è leggermente fioccoso.
Gambo: 8,5-15 X 0,6- 1,5 cm , slanciato , cilindrico, attenuato verso l 'a lto ,
farcito, cavo alla fine, bianco, superficie leggermente lanoso-fibrillosa
sotto l'anello . Anello membranoso, molto fragile e poco evidente,
spesso accasciato o lacero. Volva membranosa , ampia, semilibera,
inguainante la base del gambo, bia nca .

Carne: bianca , molle . Odore sgradevole . Sapore viroso (assaggio senza


inghiottire) . Gialla alla soda caustica .
Spore: bianche. ialine. sferiche, 8-10 micron , amiloidi .
Habitat: nei boschi umidi di aghifoglia e latifoglia , soprattutto in terreno
siliceo. Rara , ma abbondante nei luoghi di crescita. Dalla primavera
ali 'autunno.
Commestibilità: VELENOSO MORTALE come l ' Amanita phalloides (pagg .
66-71,79-80,81-82) .

OSSERVAZIONI: L'Amanita virosa è spesso confusa con l ' Amanita verna (2) . E' certa·
mente pari per tossicità, ma si distingue facilmente per il cappe llo campanulato, ncin
allargato da adulto, per il gambo nettamente farcito e lanuginoso , per l'anello fiocc oso,
genera lmente con forma irregolare e per le spore sferiche: infine per il luogo di crescita '
preferenzialmente sotto aghifog lie e solo in terreno acido .

Riproduzione fotografica 2/ 3 grandezza naturale . - 101


AMANITA CAESAREA , (Scop. ex Fr.) Ouélet 4
da " caesareus .. (lat .) dei Cesari, imperiale . Per la sua ottima
commestibilità .

S I NON 1M I: Agai'icus caesareus Scopo I i (1772)


Agaricus aurantius Bulliard (1782)
NOM I VOLGAR I: Ovulo· Uovolci . Ovolo buono· Bolé . Fong ross . Fungo reale . Cocco

Cappello: 8-20 cm. carnoso. voluminoso. dapprima quasi sferico. pO'i


ovoidale, infine aperto, margine regolare, ma nettamente striato, di un
bel colore rosso arancio. o giallo arancio; cuticola leggermente visco­
sa, separabile. brillante; per lo più liscio, raramente con qualche plac­
ca bianca residuo del velo principale.
lamelle: molto fitte. larghe, con lamellule, di un bel giallo dorato. filo
leggermente fioccoso.
Gambo: 8-15 X 2-3 cm, carnoso, ingrossato al·la base. finemente lanugi­
noso, pieno, poi farcito di una sostanza spugnosa cotonosa, di un bel
giallo dorato. Anello ampio. cascante, membranoso, striato, concolore
al gambo giallo. Volva ampia. alta, tenace, lobata. spessa, bianca.
Carne: bianca. glialla sotto la cuticola del cappello, piuttosto tenera .
Priva di odore e sapore particolari; quando si corrompe odora di uOva
marce.
Spore: bianche, leggermente gialle in massa, ellittico-ovoidali, 8-14 X 6-7
micron, nonamiloidi.
Habitat: nei boschli cedui, nelle radure. sotto i castagni, le querce. so­
prattutto in terreno si·liceo. Estate-autunno.

Commestibilità: eccellente e molto ricercato (pag. 83).

OSSERVAZIONI: L'Amanita caesarea non deve essere confusa con l'Amanita muscaria (5)
O la sua varietà aureola (6). È possibile distinguerla abbastanza facilmente per il cappello
p iù aranciato e quasi sempre nudo (porta raramente dei grandi lembi, resti del velo
principale). e per la volva , diversa , liscia e resistente, che rimane intatta alla base del
fJa mbo. Ma in modo particolare si differenzia per il colore giallo del gambo . anello e
I ~lmelle (bianchi nell ' Amanita muscaria). Le lamelle dell' Amanita caesarea, messe in
acqua , colorano la stessa di giallo per le spore che si liberano , ma specialmente per il
pigmento giallo idroso lubile. della trama. Anche la Russula aurata (192), buon commesti·
bile, può assomigliar le per il colore del cappello e delle lamelle gial le . È tuttavia senza
volva e senza anello.

Riproduzione fotografica 2/3 grandezza naturale. - 103


AMANITA MUSCARIA Linn. ex Fries 5
Da " muscarius • ,(lat.) pertinente alle mosche, Per le sue proprietà
rnoschicide.

SINONIMI: Agaricus muscarius Linneo


Agaricus pseudo aurantiaçus Bulliard (1781)
i\JOM I VOLGARI: Ovulo malefico· Uovo laccio . eocc fals

Cappello: 6-20 cm, carnoso, in principio emisferico, poi aperto e legger­


mente depresso, umido , un po' viscoso , margine leggermente striato,
di un bel colore rosso vermiglio o aranciato, coperto da numerose ver­
ruche bianche o giallastre , quàsi piramidali, raramente nudo,
Lamelle: molto fitte, conlamellule, larghe , ventricose , libere , bianche o
leggermente giallastre .
Gambo: 12-25 X 1-2,5 cm, cilindrico, pieno , poi cavo, leggermente in­
grossato alla base in un bulbo che si presenta ornamentato da cerchi
concentrici di verruche , resti del velo generale (volva dissociata) . Anel­
lo ampio, bianco o leggermente giallino , striato, con al bordo rimanen­
ze fioccose del velo generale .
Carne: bianca sotto la cuticola del cappello, giallo-aranciata in profondi­
tà. Odore e sapore insignificanti.
Spore: bianche in massa, liscie, ellittiche, 10-12 X 6-7 micron, non
amilloidi.
Habitat: ubiquitario; uno fra i funghi più diffusi e conosciuti. Estate­
autunno.
Commestibilità: VELENOSO . Provoca intossicazioni di tipo neurotropico.
In certe regioni viene consumato impunemente, previa asportazione
della cuticola del cappello, dove sembra essere più concentrata la
sostanza tossica o dopo lunga conservazione sotto sale (per esempio
nell'Est Europeo e anche in Italia nella riviera bresciana del Garda)
(pagg. 71-74 e 79-80, 81, 83).

OSS ERVAZIONI: L'Amanita muscaria si presenta in forme diverse : la varietà aureola (6),
plLI aranciata e di solito senza verruche, con volva più membranosa; la varietà formosa
Go m. e Rab. , ha il cappello giallo-arancio con verruche giallastre molto rade ; la va rietà
regalis (384), tipica delle foreste dell'Europa del nord , di colore rosso cupo o brunastro
~ le verruche gialle già da g iova ne, Tutte queste varietà non possono essere confuse con
l'Amanita caesarea (4) il cui gambo e le cui lamelle sono di un bel tipico giallo dorato.
l: la volva. resistente , rim ane ferma attorno al gambo senza lasciare tracce di verruche
:all cappella.

Riproduzione fotografica 2/ 3 grandezza naturale. - 105


AMANITA AUREOLA Kalchbr. 6
Da " aureolus ,,(lat.) fatto d·oro. Per il suo colore aranciato . dorato.
brillante

NOM I VO'LGARI : Ovulo malefico - Uovolaccio - Cocc fals

Cappello: 3-7 cm, dapprincipio emisferico, poi espanso, coperto da qual­


che raro frammento di volva, ma di solito totalmente liscio; negli indi­
vidui adulti il margine si presenta leggermente striato; colore da rosso
ad arancione, lucido, quasi bri~lante .
Lamelle: bianche, molto fitte, attenuato-libere al gambo, leggermente
denticolate.
Gambo: 6-12 X 0,8-1,2 bianco, da pieno a leggermente cavo, liscio o con
piccoli fiocchi, bulhilloso alla base . Anello molto alto, ricadente, bian­
co nella parte superiore, inferiormente un po' giallo e con margine
fioccoso . Volva annessa e formante quasi dei circoli anulari attorno al
bulbo .
Carne: bianca, gialla sotto la cuticola del cappello. Odore e sapore
insignificanti.
Spore: bianche in massa, globoso-ovoidali, liscie, 8-10 X 7-8 micron, non
amiloidi.
Habitat: nelle foreste di conifere, estate-autunno. Abbastanza rara.
Commestibilità~ VELENOSO, con le stesse caratteristiche dell' Amanita
muscaria (pagg . 71-73 e 78-80).

OSSERVAZIONI : E' facile lo scambio con l'Amanita caesarea (4) °


Ovulo buono per il
colore aranciato del cappello, .privo di verruche. Lamelle , gambo e valva sono ' tuttavia di
colore bianco. c.

La valva, a frammenti quasi anulari, e l'assenza di verruche sul cappello, la differenzia­


no dall'Amanita muscaria (5) e la fanno accettare come specie a se stante.

Riproduzione fotografica grandezza naturale. - 107


AMANITA , PANTHERINA D. C. ex Fr. 7
Da « pantherinus .. (lat.) = relativo alla pantera . Per l'aspetto del cappello

SINONIMI: Agaricus pantherinus de Candolle (1815)


Agaricus maculatus Schaef.fer(1821)
NOM I VOLGAR I: Tignosa bigia - Tignosa rigata - Agarico panterino

Cappello: 5-12 cm, più o meno carnoso, dapprima emisferico arrotonda­


to, poi aperto, colore bruno ocraceo o bruno olivastro o quasi noccio­
la, più carico al centro, ricoperto da numerose verruche piramidali
bianco-candide, facili a sparire, lasciando qualche volta il cappello
quasi nudo, tipicamente striato al margine. Cuticola brillante, legger­
mente viscosa ,
Lamelle: bianche, fitte, ineguali, larghe, attenuato-arrotondate al gambo ,
Gambo: 6-15 X 0,5-1,5 cm, liscio bianco, farcito, poi cavo, attenuantesi
dal basso verso l'alto, bulboso, presentante al bulbo due o tre anelli
residui del velo generale, di cui il primo si trova in alto, oltre il bulbo
stesso (volva circellata). Anello pendulo, tipicamente basso, legger­
mente striato, minuto, fragile, qualche volta appena percettibile,
Carne: bianca, poco consistente, umida, Odore pressochè nullo, un po'
sgradevole negl i esemplari vecchi; sapore un po' dolce .
Spore: bianche in massa , ellittiche, 10-12 X 7-8 micron amiloidi .
Habitat: si trova in estate e autunno nelle brughiere, boschi di latifoglia
e aghifoglia, più o meno comune secondo le regioni.
Commestibilità: TOSSICO, seppur non mortale. Provoca un avvelenamento
di tipo neurotropico . L'ingestione di una quantità elevata dà luogo ad
avvelenamenti abbastanza seri (pagg . 71-74, 78-80, 83).

OSSERVAZIONI : L'Amanita pantherina ha suoi simili nel gruppo dell'Amanita spissa (8)
(ampia, exce(sa (386), excelsa var, valida (851»), che possono forse considerarsi i nomi di
Lilla singola s'pecie, che varia a seconda del terreno su cui cresce. Tale specie (vedi pa­
'lina seguente) ha tuttavia un anello fortemente striato e più alto; il terminale del gambo
dove si trovano i residui formanti la valva è o radicante o a forma di trottola, molto
:;; il1lile a quello dell'Amanita muscaria {5}. L'Amanita aspera (387) gli è pure simile per
colore (qualche volta leggermente ' olivastro o giallo nella var, francheti (388»), ma si
riconosce per l'anello molto ampiO, più o meno striato , tipicamente festonato. Una forma
robusta dell'Amanita pantherina è l 'Amanita abietum (850), Il cappello è più scuro, i I
Illargine non è striato, e la carne è più soda. L'Amanita pantherina può essere confusa con
l'Amanita rubescens (9), Sotto la descrizione di quest'ultima diamo i caratteri che le
possono differenziare .

Riproduzione fotografica 2/ 3 grandezza naturale. - 109


AMANITA SPISSA (Fries) Ouélet 8
Da " spissus » (lat .) = grosso , spesso . Per la sua tagl ia mass i ccia

SINONIMI: Agaricus spissus Fries


Amanita cinerea Krombholz
Amanita excelsa Fries
Amanita ampia Pers o

Cappello: 7-15 cm, carnoso, di colore grigio topo o leggermente bruna­


stro, coperto da verruche bianco-grigiastre , farinose. Margine lise'io,
minuto.
Lamelle: fitte, larghe , bianche, attenuate al gambo.
Gambo: 8-12 X 1-2,5 cm, grosso, pieno, piuttosto squamoso, di color
biancastro, terminante in un bulbo che può essere fortemente radica­
to . L'anello è bianco , ampio, consistente, striato, alto . Volva frammen­
tata sul bulbo napiforme o radicante .
Carne: bianca immutabile, compatta; sapore dolce e odore quasi nullo.
Spore: bianche in massa, ialine al microscopio, ovoidali, 8-10 X 6-8
micron, amiloidi.
Habitat: nei boschi di conifere e di latifoglie. Estate e autunno .
Commestibilità: commestibile. Attenzione a non confonderla con le
Amanita tossiche (pag. 83) .

OSSERVAZIONI: Negli esemplari tipici è, come taglia e caratteristiche morfologiche,


molto simile all'Amanita rubescens (9). Non ha tuttavia la carne arrossante . Nelle forme
t i po ampia, excelsa (386) e excelsa varo valida (851), si presenta quasi senza verruche sul
cappello , brillante per fibrille innate, bianco-candida nel gambo, che si insinua nel ter­
reno soffice per un lungo tratto , radicante e ricoperto sulla lunghezza da numerosi resti
frammentat i di ve lo . t, come visto , commestibi le, ma è il caso di fare attenzione a non
confonderla in modo part icolare con l 'Amanita pantherina (7), pure immutab i le riel
colore della car ne. Si differenz i a tuttavia da questa per il margine de l cappello liscio e
non striato. '

Riproduzione fotografica grandezza naturale, -111


AMANITA RUBESCENS Perso ex Fr. 9
Oa " rube sc ens " (la t. ) = ro ss eggia nte . Pe r i l v ira gg io de ll a carn e

:>l NONIMI: Amanita rubens Sco p o ex Fr .


l"-l OM I VOLGAR I : Tignosa vinata . Tignosa rosseggiante

Cappello: 5-15 cm , carnoso, dapprima emisferico poi aperto , bruno-ros­


sastro, a chiazze rosso-vi nate negli esemplari vecchi , coperto da
placche o piccole verruche grigie , bianche o giallastre . Cuticola bril­
lante , leggermente viscosa. In . qualche variet à il colore può essere
anche leggermente verdastro O ' giallo-verdastro ; margine regolare,
liscio .
Lamelle: bianche , fitte, larghe, che sIi colorano lentamente di sfumature
rossastre al tocco .
Gambo: 8-20 X 1-2,50 cm , cilindrico, pieno, poi farcito , infine cavo , di
colore fulvo o bianco-rosato che diventa ben presto vinato, soprattutto
alla base ; bulbo ovoidale , coronato generalmente da uno o più cerchi
di verruche pelose , brunastre o pallide che formano la volva . Anello
membranoso, ampio , pendulo , tipicamente striato, bianco o rosato ,
talvolta giallastro .
Carne: bianca , tenera , che assume dopo un certo tempo e specialmente
nel gambo una colorazione rosato-vinosa al taglio . Sapore leggermente
acre . Odore nullo .
Spore: bianche in massa, ellittiche, 7,5-11 X 5,5-7,5 micron, amiloidi.
Habitat: sin dalla primavera nei boschi di latitoglia e aghifoglia in qual­
siasi tipo di terreno ; praticamente ubiquitaria e comune.
Commestibilità: l'Amanita rubescens è un fungo di buona qualità . Tutta­
via deve essere consumato cotto poiché contiene dell 'emolisina termo­
labile a 70° (pagg . 81 , 83).

OSSERV AZION I: Si deve soprattutto ev it are d i co nfondere questa Amanita con l'Amanita
pantherina (7) I to ssi ca, pure co mune. L'Amanita pantherina è str iat a al marg i ne de l cappe ll o
e l a sua c arne no n assum e ti nte ro sate; l 'anello d i qu est'u lti ma è a c i rca mezza altezza de l
gambo; non è st ria t o. I re sidu i della valva sul cappello dell' Amanita pantherina sono bi anch i .
mentre nell' Amanita rubescens sono qu as i co ncolori al ca pp ello . Le due va lve so no ino l tre
d i ti po d iver so: farinos a e dissoc iat a qu ella della rubescens , circ ell at a qu e ll a de ll a
panther i na .

.Riproduzione fotografica grandezza naturale. - 113


AMANITA OVOIDEA (Bull. ex Fr.) Ouélet
Da .. ovoideus " (lat.) = a forma di uovo. Per il suo aspetto da giovane

~;INONIMI: '
Agaricus albus Perso
Agaricus coccola Scop o
NOM I VOLGAR I : Farinaccio . Farinon . Cocc bianc . Coco spolveron

Cappello: 10-12 cm, carnoso, in principio sferico o ovoidale poi conves­


so, alla fine più o meno aperto, a margine grosso, di solito frangiato
sul bordo da un velo farinoso, bianco, brillante, leggermente viscoso;
non si riscontrano di solito resti di velo generale in superficie.
Lamelle: molto fitte', ineguali , ventricose, arrotondate al gambo e atte­
nuate verso il margine, bianche .
Gambo: 8-15 X 2-5 cm, grosso, cilindrico o leggermente ingrossato in
alto e in basso, pieno, fioccoso o farinoso, bianco. L'anello è costi­
tuito da una massa avente all'incirca la . consistenza della crema, e si
dissocia al minimo contatto; raramente più consistente o solamente
farinoso. Volva ampia, alta, carnosa, membranosa , molto persistente ,
a metà libera e spesso lobata, bianca, crema, o arancio-mattone:
Carne: bianca, grassa, consistente. Odore abbastanza forte, non grade­
vole . Sapore poco marcato.
Spore: bianche in massa, ellittiche, 9-12 X 6,5-7 ,5 micron, amiloidi.

Habitat: soprattutto in suolo calcareo, sotto latifoglie e conifere, nei


luoghi caldi. Rara al Nord. Estate-autunno .
Commestibilità: commestibile buono (pagg. 81 , 82).

OSSERVAZIONI : Pur essendo un'Amanita bianca è facilmente distinguibile dalle Amanita


mortali. Tipiche la sua taglia , piuttosto robusta , la consistenza della carne e la presenza di
diffuse fioccosità cremoso -burrose . Per questo ultimo particolare potrebbe essere confus'a
con l'Amanita solitaria (11) che si differenzia per la vol va a fittone e che comunque è
pure commestibile . . .

Riproduzione fotografica 3/ 4 grandezza naturale. - 115


AMANITA SOLITARIA (Bui!.) Sécr . 11
Da " solitarius .. (lat .) solitario. Perché cresce isolata e non in grupp i

Sli\lONIMI: Agaricus solitarius Bulliard


Hypophyllum pellitum Paulet
Agaricus strobiliformis Vittadini
Amanita Boudieri Baria
NOM I VOLGAR I: Amanita solitaria . Agarico strobiliforme . Tignosa campestre a radice
grossa

Cappello: 6-18 cm, quas~ sferico , poi convesso-spianato , umido, liscio.


Orlo un po' striato con una frangia residuo del velo parziale . Colore
bianco-candido, leggermente grigiastro al centro , con la superficie
cosparsa di verruche piramidali tronche, grigie .
Lamelle: fitte, dapprima appressate, poi libere al gambo, bianche.
Gambo: 6-25 X 1,5-3,5 cm, pieno, massiccio, bianco, coperto, special­
mente nel fungo giovane, da squame fioccose e farinose a consistenza
cremosa. La base ,è bulbosa, scagliosa, con la volva aderente , caduca,
farinosa. L'anello è fioccoso , fugace, striato all 'e sterno, bianco .
Carne: bianca, tenera, di sapore gradevole, di debole odore .
Spore: bianche, ellittiche, 10-13 X 7-9 micron , amiloidi .
Habitat: nei prati, in terreno calcareo, nei boschi submontani. Raro.
Estate,
Commestibilità: commestibile buono (togliere la cuticola del cappello)
(pagg. 81 , 82) .

OSSERVAZIONI: E' uno . dei più bei funghi che si possano trovare . L'esemplare di figura
misurava 25 cm d i altezza. E' bianco candido in ogni sua parte; solo le ve rruche del
cappello hanno tonalità grigiastre . Si differenzia dall'Amanita ovoidea (10) per la volva a
fittone non avvolgente , t ipica. Pe r consumarlo togliere la cuticola del cappello, che le
darebbe uno sgradevole sapore di terriccio-.

Riproduzione fotografica 3/ 4 grandezza naturale. - 117


AMANITA CITRINA Schaet ex Fr. 12
Da u citrinus • (lat. ) = del limone . Per il colore de l cappello

S I NON I M I : Agaricus citrinus Schae ffe r


Amanita mappa Batsch (1783)
NOMI VOLGARI : Agarico citrino· Tignosa paglierina

Cappello: 4-10 cm, carnoso, inizialmente arrotondato , emisferico , poi


aperto. di colore giallo limone, giallo pallido, giallo verdastro , ma
qualche volta anche tutto bianGo (var . alba, 385), ricoperto da placche
irregolari fibrilloso-setose, resti del velo generale . bianco-brunastre. Cuti­
cola viscosa, liscia, brillante .

Lamelle: libere, fitte, ventricose, irregolari , biancastre o crema-giallastre.


Gambo: 5-12 X 0,8-1 ,5 cm, cilindrico , pieno, poi cavo, bianco o gialla­
stro, striato al di sopra dell'anello, terminante in un grosso bulbo glo­
boso marginato, con lembi di volva . Anello membranoso ampio (var.
mappa), leggermente striato , pendulo, bianco o giallastro . /

Carne: bianca o leggermente color citrino sotto la cuticola, consistente .


Odore tipico di ravanello . Sapore piuttosto sgradevole .
Spore: bianche in massa, subglobose , allungate, 8-10 X 7-9 micron,
amiloidi .
Habitat: molto comune e abbondante nei boschi di latifoglia e conifere
in un suolo acido . Autunno .
Commestibilità: l'Amanita citrina è stata per lungo tempo considerata
velenosa quasi quanto l'Amanita phalloides (1). L'esperienza ha dimo­
strato che questo fungo non è pericoloso e che le intossicazioni ad
esso attribuite sono dovute in realtà a forme giallastre dell' Amanita
phalloides. Comunque se ne sconsiglia l 'uso commestibile per evitare
tragici errori e per le sue qualità scadenti .

OSSERVAZIONI : Le è uguale per forma e odore l'Amanita porphyria (14) che ha invece il
colore del cappello diverso , grigio-bruno o grigio-marr one violastro , con tendenza anche
al colore rosato . Stesse caratteristiche di commestibilità.

Riproduzione fotografica 3/ 4 grandezza naturale. -119


AMANITA JUNQUILLEA Fr. 13
Da " junqui Ileus • (lat .) = del colore del giunco. Per i I colore del cappe llo

NOM I VOLGAR I : Amanita gemmata . Amanita giunchiglia

Cappello: 5-11 cm , non troppo carnoso, convesso o conico-convesso,


poi aperto, di colore giallo a giallo ocra o giallo pallido, qualche volta
decolorato, quasi biancastro, con resti di valva applicati, formanti
piccole placc he fioccose , biancastre , irregolari ; raramente nudo. Cuti­
cola viscosa, brillante;~ margine minuto tipicamente striato .
Lamelle: fitte , ineguali, ventricose , bianche.
Gambo: 6-15 X 1-2,5 cm, pieno, poi farcito da una sostanza molle, stop­
posa, cavo alla fine, cilindrico, o ingrossato progressivamente verso
il basso , fragile, fibr illoso, raramente nudo , bianco, terminante in un
bulbo ovoidale o globoso, o appena ingrossato . Anello bianco, fragile,
pendulo , fugace. Valva formante uno o più collari alla sommità del
bulbo .
Carne: bia nca, t enera, fragile , leggermente gialla sotto la cuticola del
cappello . Od ore appena percettibile, sapore piuttosto dolce .
Spore: bianche in massa , eli ittiche, 7-12 X 7-9 micron, non amiloidi.
Habitat: nei boschi di latifoglia e conifere in suolo sabbioso o calcareo
darJ'estate all'autunno . Rara in certe regioni.
Commestibilità: buono (pagg . 81, 83) .

OSSERVAZIONI: Spec ie che si presenta con taglia variabile . Ha i caratteri morfologici


dell ' Amanita pantherina (7) (margine del cappello striato, bulbo, vo lva circel latal. e si
differenzia solo per il co lore. Ouando è tuttav ia un po' vecchia il colore di questa
Amanita può essere tale da assomigliare a quell o della pantherina. È chiaro che in caso
di dubbio il fungo va eliminato . Secondo certi autori l ' Amanita junquillea presenterebbe
delle forme di transi zione verso l ' Amanita pantherina con poss ibi Iità di una co ngen ita
tossicità. Si raccomanda perciò di consumare tale fung o solo quando presenta i l suo
colore tipicamente gia llastro ed evitare l'us o di esemplari che cromaticamente dessero
adito a qualche dubbio. Dall' Amanita citrina (12), è distinguibile molto bene per il
co lo re gia l lo più caldo del cappello, per le rigature del margine dello stesso , per la forma
diversa della volv a e per l'assenza di odore di ' ravanello . L'Amanita eliae (389) , più rara,
le assomiglia molti ss imo per colore e caratteristiche morfologiche. Ha tuttavia i l ga'm bo
che finisce in una specie di bulbo marginato e quasi radicante . È anch'essa commestib ile.

Riproduzione !otografica grandezza naturale. -121


AMANITA POR,PHYRIA (A. & S. ex Fr.) Secr. 14
Da • porphyros" (gr .) = porpo ra . Per le sfumature violastre del cappello

SINONIMI : Amanita recutita (Fr.) Gill .


NOM I VOLGAR I: Agarico porporino

Cappello: 5-8 cm, raramente di più, dapprima convesso o campanulato


poi aperto, più o meno carnoso, a margine ottuso, di colore variabile
dal grigio violaceo al bruno-grigiastro o bruno smorto, spesso più
scuro al centro, piuttosto viscoso per l'umidità, poi secco e brillante,
generalmente nudo , raramente con dei frammenti grigi del velo ge­
nerale .
Lamelle: bianche, molto fitte, intercalate da lamellule, quasi annesse,
ventricose, attenuate verso l'orlo del cappello.

Gambo: 7-10 X 0,7-2 cm, cilindrico o attenuato verso l'alto, con grosso
bulbo arrotondato alla base (2-4 cm), pieno poi farcito o cavo, bianca­
stro o concolore al cappello, sovente ornato da bande cangianti, liscio ,
o leggermente fioccoso. Anello membranoso, aderente al gambo,
biancastro-grigio o brunastro-giallastro . Volva che serra il bulbo , tipi­
camente marginata come nell'Amanita citrina (12).
Carne: bianca, soda, piuttosto fragile . Odore molto forte come quello
dell'Amanita citrina, fra la patata e il ravanello . Sapore poco gradevole.
Spore: bianche in massa, 'più o meno arrotondate, 6,5-10 micron, amiloidi.
Habitat: nei boschi di latifoglia e aghifoglia, soprattutto in terreno acido
e umido . In estate e autunno .
Commestibilità: mediocre, come l'Amanita citrina, ma più difficile a con­
fondere con l'Amanita phalloides (1) per il colore diverso del cappello .

OSSERVAZIONI: Le è uguale per forma e odore l'Amanita citrina (12) che ha invece il
colore del cappello diverso, giallo limone . Stesse caratteristiche di commestibilit à.

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AMANITA ECHINOCEPHALA Vitto 15
Da " ekino s » (gr.) = spina. e " kephalè ,, '(gr .) = testa.
Per il cappello cosparso di aculei

SINONIMI : Aspidella echinocephala (Vitt.) Gilb',

Cappello: 6,5-20 cm, carnoso, sferico poi convesso, liscio, bianco neve ,
poi leggermente sporco di brunastro o azzurro molto diluito, punteg­
giato da verruche coniche, piramidali irte, che diminuiscono verso il
margine dove prendono l'aspetto di lembi scagliosi come in certe
Pholiota. Il margine, molto regolare, quando è ancora intatto , è coro­
nato da una membrana eccedente e merlettata . La cuticola è brillante,
dapprincipio leggermente viscosa.
Lamelle: fitte, sottili, ineguali, ventricose, libere o annesse al gambo
per un piccolo dente, di colore grigio verdastro pallido o glauco , poi
grigio-giallo-verdastro, a filo frangiato e più pallido
Gambo: 8-20 X 1,3-2 cm, generalmente slanciato, pieno , sodo , quas'i
sempre bulboso alla base, ma anche attenuato , appuntito sotto il
bulbo (quando è profondamente infisso nel terreno) . Bulbo coronato
nelle forme a gambo corto. Anello ampio staccato , membranoso ,
portante al margine resti del velo generale. Volva dissociata.
Carne: bianca o leggermente colorata di azzurro o di grigiastro , soda nel
gambo . Odore e sapore poco marcati,
Spore: bianche o verdine in massa , ellissoidali , 9-12 X 8-11 micron ,
amiloidi .
Habitat: soprattutto in terreno calcareo o neutro, sotto l'a tifoglie e coni­
fere , nelle annate calde e secche . Rara . Estate-autunno .
Commestibilità: commestibile di mediocre qualità.

OSSER VAZIONI: È il prototipo del genere Aspidella (Gilbert). Ha grande affinità con
l 'Aspidella vittadini (16) che ha però portamento più esile, come quello di una Lepiota.
Anche l 'Amanita codinae (852) da poco differenziata dalla precedente gli è simile .

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AMANITA VITTADINI Moretti 16
SINONIMI : Aspidella vittadini (Moretti) Gilb.

Cappello: 5-15 cm, globoso, emisferico poi convesso, con margine ec­
cedente le lamelle e incurvato verso l'interno; liscio con verruche ade­
renti poligonali, piramidali, qualche volta appuntite, verso il margine
più depresse e a forma di squame , colore isabella o rosa pallido .
Lamelle: molto fitte, annesse, poi libere, alternate da lamellule, bianche
nel fungo giovane ma presto color crema o azzurrino.
Gambo: 8-10 X 1-2 cm, pieno, ingrossato verso l'alto e rigonfio in basso ,
anello ascendente, lacero, squamato sulla circonferenza come alcuni
anelli di ·Psalliota. Squame applicate su tutta la lunghezza del gambo,
color bianco o bianco-azzurro o verdastro .
Carne: bianca nel cappello, giallo-verdastra nel gambo, soda poi molle .
Odore e sapore insignificanti.
Spore: bianche in massa , ellittiche, 8-11 X 7-10 micron.
Habitat: in luoghi erbosi , incolti: solitaria o in pochi esemplari . Autunno .
Commestibilità: ignota.

OSSERVAZIONI : È una rara specie di Amanita confusa co n la echinocephala (15) e la


solitaria (11) e della quale è stata messa in dubbio l'esistenza. \I confronto con la figu r a
precede nte mette in evidenza le caratteristiche che giustificano la determinazione del la
nuova specie. Si noti il portamento simile a quello di una Lepiota.

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AMANITA (Amanitopsis) UMBRINOLUTEA Secr. 17
Da " umbrinus .. [lat .) :..; bruno e .. luteus .. [ la t .) giallo . Per il suo colore

SINQ).IIMI Amanita vaginata var umbrino· lutea


NOMI VOLG ARI: Bubbola minore

Cappello: 4,5-10 (12) cm, sovente assai grande, conico-ottuso, poi aper­
to, generalmente piano ma sempre con umbone al centro, e colore
molto variabile: bruno grigiastro più pallido alla periferia, o ocra-bru­
nastro slavato o leggermente' fulvastro, poi bruno ocraceo, o seppia,
più o meno chiaro al bordo, con un cerchio seppia o bruno marcato
alla f ine della striatura; striatura molto evidente e profonda, che deco­
ra il margine sin dall 'origine, per 8-12 mm , secondo la taglia del car­
poforo .

lamelle: bianche, mediamente fitte , con qualche lamellula , attenuate­


ristrette e liberamente annesse al gambo, molto larghe.
Gambo: 8-16( 17) X 0,7-1 ,3(2) cm, fragile, farcito-cavo, generalmente
attenuato in alto e leggermente ingrossato alla volva, a sfondo quasi
bianco, ma generalmente densamente e intensamente tigrato da picco­
le scaglie, seppia o leggermente aranciate. Anello assente. Volva
ampia , alta, profonda , lobato- irregolare, consistente, bianco-crema,
sbiadita, più colorata internamente .
Carnè: bianca , generalmente colorata sotto la cuticola, senza odore e
sapore particolari.
Spore: bianche in massa, arrotondate, 13-15 X 10-14 micron, più grosse
che nella Amanita vaginata tipica.

Habitat: nei boschi, brughiere e prati; abbondante. Estate e autunno .


Commestibilità: ottimo.

OSSERVAZIONI : È una varietà dell' Amanita vaginata, che assomma in sè molte specie
con . le stesse caratteristiche, ma colore del cappello e taglia diverse. Esistono le varietà
plumbea (393). alba (860). fulva (392) (colore verso l'ocraceo e volva esternamente alle
volte quasi concolore al cappello) . flavescens (857) (giallastra). crocea (394) colore zaf·
ferano e gambo ornamentatol, strangulata o inaurata (395) più robusta con la volva gri­
giastra e cappello fulvo·bistro con verruche scure, tutte non sempre di facile diffe·
renziazione .

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AMANITA (Amanitopsis) VAGINATA varo argentea 18
Huijsman
Da • argenteus ,, (iat.) argentato . Per il colore

NOM I VOLGARI : Bubbola minore· 'Falso farinaccio

Cappello: 4-10 cm, campanulato, poi aperto, lucente per il tempo secco,
di colore grigio-argenteo, generalmente nudo, qualche volta conserva
dei grandi lembi bianchi , striato, al bordo .
Lamelle: bianche , libere .
Gambo: 6-12 X Ò,6-1 cm, gracile, fragile, più sottile in alto, cavo, fiocco­
so , bianco 'o un po' argenteo , appena ingrossato alla base, avvolto da
una valva persistente bianca . Senza anello
Carne: bianca, dolce.
Spore: bianche, ialine , arrotondate, guttulate, 10-12 micron, non ami­
loidi.
Habitat: nei boschi di Iatifogl ia , brughiere, prati ; abbondan.te . Estate e
autunno.
Commestibilità: commestibile delicato (pag. 81) . Deve essere consumato
cotto. Da crudo è tossico .

OSSERVAZIONI : La presenza delle striature al margine del cappello, .(1ol to marcate ed


ev identi in tutte le varietà dell 'Amanita vaginata, oltre all'assen za di anello, è il carattere
che le fa bene di stingu ere dalle Amanita mortali . Il colore del cappello tan t e volte
spaventa per la sua rassom igl ianza con l'Amanita phalloides (1). La vo'lva è molto più
alta , i nguainante , e il gambo non ha mai il grosso bulbo delle Amanita per ico lose .
Acquis i re la certezza della determinazione del gruppo dell 'Amanita vaainata vuoi dire
aggiungere un ottimo fungo commestibile alla propria mensa .

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VOLVARIELLA BOMBVCINA Perso ex Fr .
19
Da .. bombyx" (lat .) baco da seta . Per la presenza delle ornam entazioni
seri cee su l cappello

Cappello: 5-20 cm , carnoso, voluminoso, dapprima ovoidale quasi coni­


co , poi convesso o quasi piano, qualche volta un po ' umbonato, a
margine dapprima arrotondato e incurvato, poi di ritto, con fondo tipi­
camente bianco (bianco-neve ' o biancastro) , peloso-sericeo ; negli
esemplari ancora in svi luppo forma un tutt'uno con la volva e gambo
in modo da somigliare nel complesso a un piccolo uovo .
Lamelle: fitte, con numerose lamellule , ventricose , libere , inizialmente
bianche tendenti al rosa poi bruno-rosa vivo . Il filo delle lamelle può
essere inizialmente un po' frangiato .
Gambo: 8 X 0,6-2 cm , sodo, carnòso , piuttosto slanciato, grosso e qual ­
che volta quasi bu lboso con la base attenuantesi verso il basso; pieno,
bianco, che ingiallisce più o meno, soprattutto nel tratto inferiore .
Volva ampia e carnosa , lobata in alto, biancastra , ma con la cuticola
esterna chiazzata spesso da macchie di colore bianco-sporco , bruno­
giallastre o brunastre .

Carne: bianca, piuttosto compatta . Odore forte, quasi di ravanello .


Sapore gradevole .
Spore: bruno-rosa in massa , ellittiche-ovoidali, 7-8,5 X 5-6 micron .

Habitat: sui tronchi marci , sui ceppi cavi , nelle cavità (qualche volta a
più metri dal suolo) degli alberi viventi. Estate-autunno.

Commestibilità: commestibile , di scarso valore (pagg . 81 , 82) .

OSSERVAZIONI: t: facilmente riconoscibile per il suo habitat, il colore bianco del cap.
pello e rosa dell e lamelle e per la presenza della valva molto alta . Le Volvariella simi l i
non hanno il cappello setoso, ma l iscio o addirittura viscido per glutine. Tali sono la
Volvariella glojocephala (397) e speciosa (396). Di taglia più ' piccola la Volvariella vol.
vacea (BuI!. ex Fr.) Sing . a valva brunastra e la Volvariella loveiana (399) con il cappello
più sericeo " tipica parassita delle Clitocybe nebularis (158) sulla quale cresce numerosa
mentre i l fungo ospite si sviluppa in forma abnorme, irregolare e quasi irriconoscibile,
se non per l'odore.

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LEPIOTA PROCERA Scopo ex Fr. 20
Da " procerus » (lat .) = alto, slanciato . Per l 'aspetto

SINONIMI: Agaricus columbinus Bull .


,NOM I VOLGAR I : Bubbola maggiore· Maza de tamburo: Parasole· Ombrellon

Cappello: 10-25 cm, dapprima ovoidale o quasi sferico , alla fine aperto,
umbonato al centro, con margine leggermente involuto o piano; di
colore brunastro , bruno-grigio; pellicola desquamata in larghe scaglie
irregolari più scure, più o meno fibrillose. L'umbone rimane liscio,
uniforme, concolore alle squame.
LGimelle: numerose, fitte, irregolari , ventricose; bianche o giallastre, con
l'età brunastro-rossastre.
Gambo: 20-40 X 1-2 cm, esile e lungo già nel fungo ancora a cappel·lo
chiuso, cilindrico, cavo, fibroso, duro, bulboso alla base, screziato da
numerose bande cangianti brune . Anello vistoso, grande , tipicamente
staccato e scorrevole sul · gambo: bianco sopra, bruno sotto , fioccoso
al margine, non pendulo.
Carne: poco consistente, fragile, tenera nel cappel·lo, fibroso nel gambo,
bianca, che diventa leggermente rossastra o rosata all'aria . Odore e
sapore di nocciola.
Spore: ialine, bianche in massa, ellittiche , grandi, con poro germinativo,
fortemente guttulate , 13-20 X 9-13 micron.
Habitat:' nei boschi, nei luoghi erbosi, ·!ungo i sentieri erbosi delle fore­
ste, soprattutto in terreno siliceo . Estate-autunno.
Commestibilità: commestibi,le di ottima qualità . Molto conosciuto e
-raccolto in ogni regione . S'i consuma li·1 'solocappel.lo, cucinato
impanato .

OSSERVAZIONI: Molto simile è la Lepiota rhacodes (21), a scaglie più marcate sul cap·
pello e con la carne che arrossa molto spiccatamente alla frattura o allo sfregamento.
Anche la Lepiota puellaris (23) le assomiglia , ma si differenzia per la taglia più esile e
le ornamentazioni più minute . Altre Lepiota di taglia più piccola. ma con caratteristiche
~ìimili sono : la Lepiota naucina (24), tutta bianca con le lamelle leggermente rosate; la
Lepiota mastoidea (862), con forte umbone al centro; la Lepiota excoriata (25), piuttosto
comune , non squamata , ma con la cuticola più scura annessa, interrotta, che la disegna
l'lJdialmente; la Lepiota gracilenta (400), decorata sul cappello e sul gambo da granulosità
hrunastro·rossicce ; la Lepiota ignivolvata (864) con fiammatura rossa sul fondo del gambo :
Tutte commestibi I i . contrariamente alle lepiota di tagl ia piccola (cristata, (28) • felina
Ouél .. clypeolaria, (27) ed altre) più o meno tossiche.

Riproduzione fotografica 2/ 3 grandezza naturale. ~ 135


LEPIOT A RHACODES Vitto 21
Da « rhakos ,, (gr .) straccio . Per la pe l l icola lacerata

Cé:!ppe:llo: 5-15 cm , conico, fortemente ottuso poi arrotondato emisferico ,


e in fine aperto , ma senza umbone centrale, carnoso, a margine gros­
so, revoluto, coperto da una cuticola grossa, brunastra , screpolata in
larghe scaglie regolari. Centro dél cappello brunastro a colore unifor­
me, liscio . '
Lamelle: fitte , libere al gambo, irregolari , ventri cose , bianche , che si
macchiano di rosso cupo allo strofinio, infine bruno sporche special­
mente sul filo .
Gambo: 10-15 X 1-2 cm, cilindrico, molto ingrossato alla base , cavernoso,
dapprincipio bianco o bruno pallido, poi brunastro, non tigrato , al
massimo con qualche fibrilla brunastra . Anello membranoso , bianco,
grigiastro, mobile come quello della Lepiota procera (20).
Carne: tenera, bianca , ma che assume abbastanza rapidamente, al taglio
o alla frattura , un colore come quello della rapa rossa che però scom­
pare presto per dar luogo ad una colorazione brunastra . Odore e
sapore gradevoli .
Spore: bianche in massa , ovoidali-ellittiche, con poro germinativo,
10-15 X 6-7 micron.

Habitat: al margine dei campi, nei boschi, radure, luoghi coltivati, in


terreni ricchi di humus . Assai comune. Estate-autunno .
Commestibilità: commestibi le. Usufruire solo il cappello perchè il gàmbo
è fibroso come neHa Lepiota procera.

OSSERVAZIONI : Si distingue facilmente dalla Lepiota procera (20) per la taglia legger­
mente più piccola, per il gambo non tigrato, la carne arrossante e le squamature del
cappello diverse. La colorazione della carne si trova anche in altre specie di Lepiota, ad
esempio nella Lepiota badhami (22) , color rosso ciclamino la quale si distingue per
l 'anello quasi caduco. ma attaccato , fisso , unito al gambo .

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LIEPIOTA BADHAMI (Berk . Br.) 22
\
In 'r nore diCharles Badham . botanico e m ico logo inglese (1806-1857)

SINONIMI: Lepiota haematosperma Buli.

Cappello: 7-20 cm, dapprincipio a forma di fuso appiattito, conico, poi


aperto, con umbone molto allargato ma sempre ' ben visibile, bruna­
stro; si colora al più piccola contatto di giallo zafferano che vira al
rosso brunastro o violetto cupo; margine per lungo tempo bianco . Di
solito si nota una placca cen..trale uniforme con successive zone con­
centriche di scaglie più o meno marcate, 'a ttenuantisi verso i l margine .
LameHe: fitte, ·ineguali, ventricose, larghe, libere, staccate dal gambo,
qualche volta forcate, con il taglio frangiato, bianche o crema, poi
macchiate di giallo-zafferano, infi·ne color brunastro-violastro . ·
Gambo: 10-15 X 1-1,5 cm, ingrossato nella parte inferiore in un bulbo
ovoidale più o meno lungo, che si restringe in una specie di radice ;
cavo , bianco , che diventa progressivamente (o al tatto) zafferano, bru­
no-arancio, bruno-porpora o bruno-nero . Anello attaccàto al gambo e
alle lamelle da cui si stacca per ricadere o sparire.
Came: bianca, che diventa color zafferano allo strofinio , per passare al
bruno-porpora-ciclamino; al contàtto con la saliva assume un colore
rosato caratteristico. I vapori di ammoniaca la colorano J n verde.
Odore piuttosto gradevole. Sapore ac-idulo.
Spore: color crema sporco, in massa, a poro germinativo ·ben visibile ,
ellissoidali, 7,2-10(12) X 5,2-7 micron.
Habitat: specie rara dei terreni grassi, cresce specialmente sulle segature
ammucchiate nei depositi di segherie, sul terreno .dei giardini e cortili
e, secondo Autori, sui vecchi tronchi delle foreste. Estate-autunno .
Commestibilità: commestibile. È stato consumato, senza inconvenienti
scambiando lo con la Lepiota procera (20), in alcune zone dove è apparso
su depositi di segatura .

OSSERVAZIONI : Una specie assai vicina , ma più esile e più rara, che predilige le lati­
foglie, è la Lepiota meleagroides Huysman , che si colora fortemente d i rosso cupo al
taglio .

Riproduzione fotografica grandezza naturale. - 139


\
LEflOTA PUELLARIS (Fr.) Moser 23
I
Da \' puellaris" (lat.) = di fanciulla. Per il su o candore

SI NONIMI ' Lepiota rhacodes varo puellaris Fr.


Lepiota nympharum (Kal c hbr .)

Cappello: 5-8 X 7-15, dapprincipio chiuso sull'anello , a forma d,i uovo, poi
campanulato, quindi aperto come un ombrello . Bianco da adulto , gial­
lino nel mezzo con squame circonferenziali di colore bianco , più scure
verso il centro, che si presenta liscio , color nocciola .
Lamelle: arrotondate libere, larghe fino a 10 mm, dapprincipio bianche,
poi leggermente rosate . AI tatto assumono un leggero colore bru­
nastro.
Gambo: 7-12 X 0,7-1,2 cm, brunastro, tendente a diventare bruno, liscio,
slanciato , a pellicola sottile, bulboso alla base, a diametro decrescen­
te dal basso verso l'alto . Porta un anello scorrevole, carnoso,con
resti squamati al margine .
Carne: bianca, leggermente arrossantesi verso il basso del gambo: odore
leggero di radice , sapore buono.
Spore: bianche in massa, leggermente rosate, ellittiche, 9-12 X 6-7
micron .
Habitat: boschi di aghifoglie o anche prati. In tarda estate.
Commestibilità: buono .

OSS ERVAZIONI: Viene scambiata con la Lepiota procera (20), o con la Lepiota
rhacodes (21), alle quali assomiglia per le marcate squame del cappello. Il suo colore è
tutta via mo lto più ch iaro e la sua carne non assume tinte rosso sangue ma solo
qllalche sfumatura rosata. appena percettibile. E' anche di taglia più esile.

Riproduzione fotografica grandezza naturale. - 141


lEPIOTA NAUCINA (Fr.) Ouélet 24
Da .. naucum .. (lat .) = piccolo . Per le sue dimensioni

SINONIMI : Agaricus haucinus Fries


Lepiota pudica Ouélet
Lepiota parvis Krombholz
NOM I VOLGAR I: Bubbola buona . Tobietta bianca

Cappello: 4-10 cm, carnoso, ovoidale, poi campanulato, indi piano; pelli ­
cola ·Iiscia o granulosa , farinosa, spesso screpolata, di colore grigio o
nocciola .
Lamelle: sottili, f.itte, libere, prima bianche poi camicine.
Gambo: 5-7 X 0,6-1 cm, bianco, pieno poi vuoto, ingrossato alla base ,
flbrilloso. Anello piccolo , caduco, bianco , membranaceo.
Carne: bianca, tenera di odore e sapore grato .
Spore: ialine, bianche, un po' rosee in massa , ellittiche, 8-1
micron.
° X 5,5-7

Habitat: frequente nelle terre colt'ivate, negli orti , nei prati, ai limiti dei
boschi . Primavera-estate-autunno.
Commestibilità: commestibile buono (pagg . 81, 82)

OSSERVAZIONI: È una Lepiota facilmente riconoscibile per il colore rosato delle lamelle .
Le è molto simile la Lepiota cretacea (401), che, pure a lamelle rosate, da adulta diventa
co lor argilla molto scuro . Bianca candida è la Lepiota cepaestipes var o nivea (404), o
Lepiota cretata con il gambo fortemente ingrossato a Cipolla, come appunto vuoi dire il
nome .

Riproduzione fotografica grandezza naturale. - 143


LEPIOTA EXCORIATA (Schaeffer ex Fries) Quélet 25
Da .. exco riata .. (lat.) = scorticata . Per la pellicola lacerata

SINONIMI : Agaricus excoriatus Schaeffer


NOM I VOLGAR I : Bubbola buona . Fungo della rugiada

Cappello: 5-15 cm, ovoidale poi convesso-piano e umbonato, di color


nocciola o castagno, con pellicpla lacerata all 'orlo, granulosa verso il
centro.
Lamelle: sottili , fitte, libere, bianche.
Gambo: 10-14 X 0,6-1 cm, cilindrico-conico, un po' bulboso alla base ,
di color paglierino sotto l'anello , più chiaro sopra , farcito da giovane,
poi cavo. Anello membranoso, libero .
Carne: bianca, tenera, di odore e sapore buono .
Spore: ialine , ovato-oblunghe, 12-16 X 8-10 micron .
Habitat: presso i boschi, nei prati , nei luoghi erbosi. Estate-autunno .
Commestibilità: ottimo se giovane .

OSSERVAZIONI: Fa parte del gruppo delle Lepiota di media taglia piuttosto simili fra
loro. Fra queste abbastanza comuni : la Lepiota naucina (24). bianca, con le lamelle
rosate; la Lepiota cretacea (401). tendente a diventare di colore ocraceo con l'età ; la
Lepiota mastoidea (862), fortemente umbonata e a squamature minute sul cappello: la
Lepiota cepaestipes o Lepiota lutea (403). giallastra, a gambo molto ingrossato, candida
nella cepaestipes var o nivea o Lepiota cretata (404), crescente sul tanno .

Riproduzione fotografica grandezza naturale. - 145


LEPIOTA ACUTESQUAMOSA (Weinmann) 26
Da " acutus • (lat .) = acuto ; « sQuamosus » (la t .) sQualTloso .
Pe r I e squame aguzze de I cappe Il o

~ ì I NON I M I : Agar icus asper Persoon


. Lepiota aspera Ouélet

Cappello: 5-12 cm , convesso ,. poi piano , carnoso , bruno tabacco , tomen ­


toso da giovane, poi irsuto (soprattutto al centro) per scag lie , coniche
appuntite o a gancio , qualche volta caduche .
Lamelle: molto fitte , libere , semplici , bianchissime.
Gambo: 4-7 X 0,7-1,2 cm, molto corto, robusto, bulbinoso alla base , pie­
no po i cavo, bianco in alto, inguainato nella parte inferiore (al di sotto
dell 'anello) da un velo setoso-brunastro. Anel lo ampio , bianco , ornato
al di sotto del bordo da verruche piramidali brunastre , attaccato al
margine del cappello , poi ricadente , lacerato .
Carne: bianca , molle . Odore forte , viroso . Sapore acido .
Spore: ialine 'in massa, ellittico-cilindriche , guttulate , apiculate alla base ,
5-8 X 2-4 micron .
Habitat: nei boschi , specialmente di conifere , nei giardini, su detriti ve­
getali. Estate-autunno .
Commestibilità: non commestib'i,le per il suo sgradevole odore .

OSSERVAZIONI : Esiste la varietà furcata Kuhn . con lamelle non semplici , ma biforcate .
Simil e per aspetto è la Lepiota hystrix (408), più piccola , con i l capp ell o ornato da
verruche coniche . più grosse, brunastre e persistenti, che ri coprono anch e il gambo nella
parte sottostante l'an el lo. Tutte con le stesse caratteristiche di commestibilità .

Riproduzione fotografica 2/ 3 grandezza naturale. - 147


LEPIOT'A ' CLVPEOLARIA Bull. ex Fr . 27
Da " clipeus .. (lat .) sc udo . Per la forma umbonata del cappe llo

Cappello: 4-8 cm, conico-ottuso, poi umbonato-conico-convesso , ocra­


ceo-rossastro o fulvo-ocraceo, con cuticola a fiocchi con punta color
crema-rossastro. margine lacerato.
Lamelle: poco fitte, ineguali, un po' ventricose, bianche o crema-ros­
sastre .
Gambo: 5-8 X 0,2-0,8 cm , cilindrico, cavo , rivestito da fibrille sericee
bianche nel tipo , gialle nella varietà metulaespora (409).
Carne: bianca o pallida , tenera . Odore non sgradevole.
Spore: bianche in massa , grandi. fusiformi, 10-17,5 X 4,2-5,2 micron .
Habitat: nei boschi di latifoglie e aghifoglie . Estate-autunno.
Commestibilità: non commestibile come tutte le Lepiota di piccola taglia.

USSERVAZIONI : Le è molto simile la Lepiota metulaespora (409) che porta il gambo rico·
perto da squamosità color giallo .

Riproduzione fotografica 2/ 3 grandezza naturale.

LEPIOTA CRISTATA (A. & S. ex Fr .) Kummer 28


Da .. cristatus .. (lat .) = spro vv isto di cresta o umbone
SINONIMI: Agaricus cristatus Albertini et Schweinitz
NOM I yOLGAR I : Lepiota crestata

Cappelio: 2-5 cm , chiuso , conico, poi aperto e disteso con umbone a


macchia centrale , da bruno-rossa a ocra-rossastra , liscia; il resto del
cappello è rotto in scaglie irregolari a sfondo bianco .
Lamelle: fitte, libere, ventricose , bianche o giallastre , fioccose al
margine .
Gambo: 5-6 X 0,3-0,4 cm, esile , cilindrico , cavo, bianco, tinteggiato di
rosa alla base , munito di un vistoso, fragile e fugace anello .
Carne: bianca , odore quasi di frutta oppure sgradevole come quello degli
Scleroderma .
Spore: bianche in massa, a forma di triangolo scaleno, 6-8 X 3 micron.
Habitat: nei boschi e luoghi erbosi, gregaria, frequente. Estate-autunno .
Commestibilità: tossica (pagg. 79-80) .
l )SSER VAZIONI : È un fungo del numeroso gruppo di Lepiota a piccola ta gl ia, che bi sog na
evitare di consumare. Le sono simili la Lepiota felina Ouél., lilacea (407), ed altre.
Si riconoscono bene per le lamelle bianche e per la presenza dell'anello . Del gruppo fa
parte la tossica Lepiota helveola (30) dal cappello leggermente ispido, e gambo lisc io,
rossastro-violetto concolore al cappello, molto rara e poco conosciuta, ma che ha prov o­
<.:8 to avvelenamenti di grave entità .

Riproduzione fotografica 2/ 3 grandezza naturale. - 149


LEPIOT A (Cystoderma) CARCHARIAS Fayod 29
Il A " karkaròs» (gr .) = acuto. Per la forma del cappello

Cappello: 2,5-4 cm , dapprima campanulato o convesso-emisferico, poi


aperto, per lo più rugoso, incarnato, crema-rosato, pallido al bordo e
spesso, bruno nel mezzo, punteggiato da finissime granulazioni rego­
lari che si diradano verso il margine .
lamelle: molto fitte, ineguali, orizzontalmente adnate e leggermente de­
correnti per un dente, da biancastre a crema-giallastre .
Gambo: 3,5-4 X 0,4-0 ,6 cm, cilindrico, leggermente bulboso, cavo alla
fine, biancastro o leggermente prinoso in alto, punteggiato-granuloso
al di sotto dell'armilla che inguaina il gambo sui 2/ 3 inferiori aprendosi
in un collare membranoso, del·lo stesso colore del cappello, per quan­
to leggermente più pallido.
Carne: bianco-pallida, fragile. Odore leggero.
Spore: bianche in massa, ellittiche, 4,5-5,5 X 3,2-4 micron , 8miloidi.
Habitat: nei boschi radi di aghifoglie e latifoglie. Estate-autunno .
Commestibilità: non commestibile .
OSSERVAZIONI: È distinto dal gruppo delle Lepiota e messo fra i Cystoderma per la
presenza della calza che inguaina il gambo. Altri Cystoderma di taglia piccola sono
l'amiantinum (31), color giallo aranciato, dall'odore tipico di terriccio; il Cystodef'ma
granulosum (872), con la superficie del cappello molto granulosa, il fallax (873) meno
qranuloso color ocra e il raro Cystoderma ambrosii (874) bianco.
Riproduzione fotografica 1/2 grandezza naturale.

LEPIOTA HELVEOLA Bres. 30


Cappello: 2-6 cm, prima emisferico poi disteso fino a leggermente rivolu­
to, quasi umbonato, da color carnicino a rosso mattone o più chiaro,
rosato, ricoperto da squame più scure, fioccoso al margine, quasi
frangiato.
lamelle: libere, fitte, più staccate coni 'età, poi più o meno spazi ate,
piuttosto panciute; bianche, con peli al filo.
Gambo: 2-4 X 0,3-0,4 cm, uniforme, canaliculato, concolore al cappello,
squamoso sotto l'anello . Anello biancastro, fugace, ascendente .
Carne: bianca con tendenza ad arrossare specialmente con l'essicazione.
Odore leggermente dolciastro. Insapore.
Spore: bianche, 6,5-8 X 3,5-4 micron, ellittiche.
Habitat: margini erbosi dei boschi e cigli dei sentieri. Ottobre-novembre .
Commestibilità: VELENOSO (pagg. 76 e 79-80).
OSSERVAZIONI: Questa Lepiota, come tante altre Lepiota di taglia piccola, può causare
:Jvvelenamenti piuttosto gravi. Bisogna astenersi dal consumare Lepiota di piccole dimen­
sioni. La Lepiota helveola ha provocato molte discussioni e perplessità fra i micologi, pro­
babilmente perché negli exsiccata del Bresadola si trovano specie diverse con lo stesso
nome. L'esemplare riportato, a nostro avviso, raffigura la tipica helveola, sensu Bresadola.
È certo comunque, per nostra esperienza, che attorno a questa Lepiota gravitano alcune
specie che le sono simili e, finora, non ancora ben inquadrate.

Riproduzione fotografica grandezza naturale. - 151


CYSTODERMA AMIANTINUM Scopo 31
Da • amianthinus • (lat.) = inerente all'amianto. Per la fibrosità

Cappello: 1,8-4 cm, carnoso, fragile, conico poi convesso appianato


umbonato, margine involuto; ocra, ocra rosso più scuro al centro,
punteggiato da granuli dello stesso colore; alle volte bordo con rughe
radiali (var. sublongisporum).
lamelle: non molto fitte, ineguali, annesse, bianco-latte o giallo-fulvastre.
Gambo: 3-5 X 0,3-0,6 cm, cilindrico, farcito-cavo, rossastro o brunastro,
sericeo sopra l'armilla, rivestito da fiocchi o lembi concolori al cappello
nella parte inferiore.
Carne: color paglia, brunastra o· zafferano' alla base del gambo . Odore
pronunciato di terriccio.
Spore: bianche in massa, ellittiche, 4,5-6,5 X 3-3,7 micron, amiloidi.
Habitat: nei boschi di latifoglie e aghifoglie. Estate-autunno.
Commestibilità: non commestibile.
OSSERVAZIONI: Del gruppo è il Cystoderma granulosum (872) , di colore più marrone e
l egg ermente più massiccio, il Cystoderma fallax (873) stesso colore, ma molto più orna­
mentato e i I Cystoderma cinnabarinum (411), dal bel colore rosso vivace sul cappe ll o e
sul gambo. Il Cystoderma superbum (412) è più robusto e di colore rosso vinaccia. Stesse
caratteristiche di commestibilità. Il Cystoderma sublongisporum Sing . è simile, ma ha
il cappello radialmente grinzoso e spore diverse .
Riproduzione fotografica grandezza naturale.

LlMACELLA IRRORATA Ouél . 32


Da .. limax .. (lat.) = lumaca ; " irroratus .. (lat .) asperso.
Per la viscosità della pellicola

Cappello: 3-6 cm, carnoso, generalmente umbonato, paglierino o gialla­


stro-ocra, coperto da goccioline , po i liscio .
lamelle: da bianche a giallastre , piuttosto fitte, larghe, libere al gambo .
Gambo: 4-5 X 0,5-0,8 cm. da pieno a cavo , un po' attenuato al la base,
bianco sopra l'a ne llo , giallo sporco sotto, ricoperto da una pru ina at­
taccaticcia. Anello intero, caduco, evanescente.
Carne: bianca, con odore piutto sto marcato, sapore quasi nullo .
Spore: bianche, ovoidali, 5-6 X 4-5 micron.
Habitat: presso sentieri battuti, vecchi ruder i, luoghi sassosi . Estate .
Commestibilità: ignot a.

OSSERVAZ.IONI: E' un fungo non molto conosci uto e raro . abbastanza faci l mente ricono­
sc i bile ' per la presenza delle goccioline gommose sul cappe llo e sul gambo, co nco lore
allo stesso.

Riproduzione fotografica grandezza naturale . - 153


LlMACELLA ILLINITA (Fr.) Maire 33
Da • illinire »(Iat.l spalmare di unto. Per la viscosità del cappello

Cappello: 1,5-5 cm, inizialmente color isabella, poi bianco con il ·centro
più scuro o bianco uniforme, brillante per glutine, piuttosto umbonato.
Lamelle: bianCo-candide, larghe, libere al gambo.
Gambo: 5-14 X 0,5-0,8 cm, biancd, in basso di colore brunastro per la .
presenza di resti del velo, slanciato, facile a rompersi, senza fiocchi,
privo di anello o con anello appena accennato per la presenza di resti
glutinosi.
Carne: biancastra, vitrea, emanante un leggero profumo di farina fresca.
Spore: incolori, rotondeggianti, leggermente rugose. 5-4 micron.
Habitat: nelle foreste di aghifoglie; rara. Estate.
Commestibilità: commestibile.

OSSERVAZIONI : Assieme alla Limacella lenticularis (guttata) (413) di taglia molto maggiore,
alla glioderma (414) e irrorata (32). fa parte del ristretto gruppo delle Lepiota glutinose
s ia sul cappello che sul gambo . Esistono alcune specie da poco individuate e ancora sub
iudice (per es . Limacella vinoso-rubescens (870), di piccola taglia e rosata sul cappello
e nella carne , la Limacella ocraceolutea (875) giallastra con il centro del cappello a
colore più carico) . Osservare il colore nocciola del cappello del fungo giovane che poi
diventa completamente bianco.

Riproduzione fotografica leggermente ingrandita. - 155


PHAEOLEPIOTA AUREA (Matt. ex Fr.) Mre 34
Da " aureus .. (lat .) d 'oro . Per il suo co lore

SINONIMI : Pholiota aurea Fr .


Lepiota pyrenaea Ouél
Cystoderma aureum He im
NOMI VOLGARI : Fungo dei Pirenei

Cappello: 5-15 cm , carnoso , quasi globoso , chiuso , poi aperto e .Iegger­


mente depresso , un po' umbonato, di color ocra chiaro o albicocca,
più chiaro per l'età , qualche volta di un ocra fulvo quasi dorato, con
l'armilla attaccata su tutta la ' circonferenza , dapprima con superficie
farinosa per la presenza di piccoli fiocchi , poi solo vellutato; margine
arrotondato, che rimane per lungo tempo ricurvo .
Lamelle: fitte , ineguali, molto larghe, annesse, attenuate per un dente
a.11'estremità, ocra pallido, po·i mattone.
Gambo: 8-15 X 1,2-3,5 cm, quasi cilindrico, pieno, che diventa piuttosto
molle, biancastro nel tratto sopra l 'anello, al di sotto ocra marcato e
tormentoso-farinoso , quasi liscio, come il cappello .. Armilla ingu ainante
la magg ior parte de,I gambo, dilatata superiormente in un ampio bordo
imbutiforme , membranoso tenace, a faccia interna sericea, brillante,
biancastra, esternamente granuloso-farinoso con granuli rossi su sfon­
do chiaro , per lungo tempo attaccato al margine del cappello .
Carne: soda, biancastra , poi giallastra, quasi rossa nel gambo , che im­
pallidisce alla pressione nel fungo adulto . Odore tipico , forte, simile a
quello delle Clitocybe infundibuliformis (162), geotropa (159) o Ma­
rasmius oreades (118). Sapore forte e poco gradevole .
Spore: ocra-pallide o fulvo-dorato-chiare in massa, quasi fusiformi o a
forma di limone, a membrana punteggiata-verrucosa , a poro germinati­
vo piccolo, 9-11(15) X 4-5(6) micron , non amiloidi.
Habitat: cresce da settembre a novembre su terreno nudo o con mu­
schio , mai su detrit i, nei tratti più luminosi dei boschi di latifoglia e
di aghifoglia, di solito vicino alle radici affioranti di conifere . Raro .
Commestibilità: commestibile mediocre .

OSSERVAZIONI: Bellissimo fungo , specia l mente nel pieno sviluppo, con il cappello aperto
come un Lepiota . Poco conosciuto e ra ro è ora stato ritrovato in più località, specie nel
Trentina (Paneveggio, S. Martino di Castrozza , Sella Valsugana). Probabilmente veniva
scambiato con la Pholiota cape rata (59), cui assomiglia , specialmente per la taglia . Mor­
fol og icamente è molto simile ai Cystoderma, tra i quali sembra quasi una fo rma g igante
dell'amiantinum (31).

Riproduzione fotografica grandezza naturale. - 157


ARMILLARIELLA MELLEA (Vahl ex Fr.) Ricken 35
Da « me l leus .. (lat .) color miele . Per i l colore

NOM I VOLGAR I: Famigliuola buona - Chiodino - Fong del morar -


Fong de la zoca

Cappello: 4-7(15) cm, abbastanza carnoso, dapprincipio emisferico o co­


nico-ottuso, poi convesso e più o meno aperto , quasi sempre legger­
mente umbonato, di colore giallo-miele più o meno intenso, qualche
volta anche bruno , grigio-verdastro , olivastro o bruno-rossastro , se­
gnato da punte scagliose , brufle o seppia , rarefatte al margine , più
fitte al centro , delicate , che scompaiono nei funghi vecchi , margine
dapprima incurvato , minuto, striato , vagamente ondulato alla fine .
Lamelle: non mo lto fitte, ineguali , poco larghe , annesso-decorrenti, pro­
lungate per un dente s,ul gambo e per solchi, biancastre, gial'lastre o
brunastre, alla fine macchiate di rosso sporco .
Gambo: 5-12(20) X 1-2,7 cm, cilindrico o ingrossato-bulboso alla base,
tenace , fibroso , farcito, poi cavo , pallido in alto, brunastro al centro ,
bistro-ol'ivastroin basso, leggermente floccoso, striato sopra l'anello
per la decorrenza delle lamelle, Hbril'loso in basso. Anello molto evi­
dente e persistente, grosso , super,iormente striato , fioccoso sotto ,
tip icamente bianco .
Carne: bianca o pallida, soda, tenace nel gambo . Odore fungino appena
percettibile ; sapore amarognolo .
Spore: bianche in massa, ell'ittiche, 7-10 X 5-7 micran.
Habitat: cresce cespitoso in autunno sui tronchi degli alber,i di diverse
latifoglie e conifere . Specie molto comune e conosciuta .
Commestibilità: commestibile buono. Allo stato adulto usufruirne solo
il cappello ; il gambo è troppo fibroso . Alla cottura il fungo assume
una colorazione nerastra . Di facile conservazione (pagg . 84 , 85-86).

OSSERVAZIONI : Cresce specialmente sul tronco già degradato e nel tratto più vIcino al
terreno o nel terreno stesso vicino alle radici . Il suo micelio è molto nocivo al le piante
di cui è considerato un parassita . Il colore del fungo è variabilissimo ed è influenzato
dalla pianta ospite : dal giallo-miele del gelso, al marrone-cupo del peccio. attraverso
gradazioni variabilissime, che toccano il grigio, l'olivastro, i l giallastro , il rossiccio ; alle
volte colore carico al centro e sbiad ito al margine . Viene confuso con la Pholiota muta­
bilis (57), ottimo fungo commestibile che ha le lamelle ocra e il velo secondario inguai­
nante il gambo e con gli Hypholoma tossici, che crescono pure sui tronchi, ma con colori
più vistosi, rossastri o giallo-aranciato o giallo e lamelle da gialle a grigiastro-verdastre ,
alla fine nere per le spore. È facile l'errore con l'Hypholoma fasciculare (50), tos si co:
esso è tuttavia di sapore amaro e la sua presenza in un piatto di funghi è subito avvertita
all 'assaggio. la Clitocybe tabescens (160), molto rara e ottimo commestibi le , le assomiglia
moltissimo, ma è priva di anello e può crescere sul terreno.

Riproduzione fotografica grandezza naturale_ - 159


BIANNULARIA IMPERIALIS G. Beck 36
Da " imperialis .. Jlat .) = imperiale . Per la sua grande taglia

SINONIMI: Armillariella imperialis Fr .


Catathelasma imperiale Lorej

Cappello: 5-20 cm , carnoso, compatto, convesso, se~co , ricoperto da


resti fioccasi del velo , specialmente al centro, di colore bruno-camo­
scio-castagno , prima leggermente fibrilloso, poi liscio, marg ine molto
involuto . '

lamelle: assai fitte, decorrenti, strette, di colore bi?ncastro-crema, poi


color caffelatte .
Gambo: 6-12 X 2-5 cm , solido, ventr'icoso, duro, attenuato in basso, scre­
polato traversalmente , biancastro , ocraceo-pallido. Anello membrano­
so, dall'apparenza della pergamena, di colore bruno, doppio (armilla) .
Carne: bianca , dura , pesante , sapida, con un ritardato gusto acerbo.
Odore di cetrio lo o cimicino marcato .
Spore: ialine , bianche in massa, ellittiche-allungate, liscie , guttulate,
12-15 X 5-7 micron .
Habitat: nei boschi di conifere , fortemente infossata nel terreno, grega­
ria . Estate-autunno .

Commestibilità: mediocre se consumato fresco, ottimo invece conservato


sott'aceto o sott'olio (pag . 88 sub 3). .

OSSERVAZIONI: Usato anche per frammischiare le fettine essiccate con quelle del
Boletus edulis (262), molto piÙ pregiato. In questi casi si distingue per la colorazione
qrigiastra della carne essiccata , più scura verso il margine della fettina, e per la sua
lIlaggiore fragilità, se non addirittura per la presenza delle lamelle al posto dei tubuli dei
Boletus. Si confonde qualche volta con il Tricholoma colossus (131), pure molto massiccio,
privo di anello e cCin la carne bianca che assume però tonai ità rossastre mai notate nella
Biannularia imperialis. " Tricholoma robustum (1456) (non commestibile) e il Tricholoma
caligatum (603) (commestibile), sono pure simili per la carne e per l'odore pronunciato ,
ma non hanno anello doppio , anche se il loro gambo si presenta ricoperto per un tratto
da scaglie rossastre nel primo e seppia nel secondo . L'Armillaria aurantia o Tricholoma
uurantium (604) (non commestibile). pure decorato da scaglie sul gambo . è molto più
rossastro , aranciato . ed emana un odore fortissimo di destrina . Può essere confuso anche
r,o n qualche Cortinarius.

Riproduzione fotografica 1/ 2 grandezza naturale. - 161


COPRINUS COMATUS Muli ex Fries 37
Ua .. comatus .. ( lat.) chi omato . Per l 'aspetto che assume da adulto a
Ira nge nere cadenti .

S I NON I M I : Agaricus porcellanus Sch aeff


Agaricus typhoides Bull.
NOM I VOLGAR I: Agarico chiomato

Cappello: 5-8 X 2-4 cm, dapprima quasi cilindrico , poi aperto , a forma di
un 'alta e stretta campana , infine rimanendo sempre camp anulato, a
margine molto più aperto , r ialzato quasi a ricciolo, scanal ato e lacera­
to ; bianco , rosa verso il bordo, che in izia a liquefarsi annerendo ; la
calotta è ocraceo-chiara , altrove è marcato da una moltitud ine diplac­
che fibri·llose o gruppi di scaglie appuntite , più o meno libere, che '
spariscono facilmente .
Lamelle: dapprincipio molto fitte , appressate, quasi legate sul filo da
una farinosità uniforme, ineguali, ventricose: libere, prima bianche,
poi con tonalit à rosa , che si colorano progressivamente dal basso ver­
so l'alto , infine con tendenza a liquefarsi!
Gambo: 10-15 X 1-1 ,5 cm , totalmente cavo , con la corteccia rigida, in­
grossato in basso in un bulbo netto e qu al che volta leggermente rad i­
cante, bianco , p.iù o meno fibroso-peloso, poi liscio . Anello separato
dal bordo del cappe l lo, libero, delicato, che sparisce faci lmente.
Carne: bianca , minuta, senza odore e sapore particolari.
Spore: nere in massa , quas,i opache, ellittiche, liscie, a poro germinativo
più ch iaro, 10-15 X 6-8,5 micron .
Habitat: 'in terreno grasso, nei campi , nei giardini e lungo le strade, nei
tratti sabbiosi , battuti , qualche volt a anche nei boschi . Specie abba­
stanza comune . Primavera-autunno .
Commestibilità: commestibile delicato : da consumare giovane prim a che
presenti le tonalità rosate su l le lamelle . Per rallentare la sua m atura­
zione dopo raccolto , st accare il gambo del fungo con un a leggera
rotaz,ione.

OSSERVAZIONI: Secondo certi Autori è il miglior fungo commestibile dopo l'Amanita


caesarea (4). Assomig l ia pe.r le ornamenta zioni del cappell o e per l ' anello alla Lepiota
procera (20), Ben di vers o, tuttavia , per le spore nere, per essere un fungo de l iquescente
c per il c appello chiuso molto più lungo, che non si apre mai allargato con umbone. Il
Coprinus ovatus Schaeff . ex Fr . (commestib il e), g l i è mo lto simile , ma pi ù ovo id ale di
cappello e con la carne e le lamelle che non si tin gono mai di rosa; così il Coprinus
clavatus (Coprinus vosoustii Pil at) (commestibile), ch e nasce su l le concimaie ed è m olto
più ornamentato ne l cappello e pri vo di anello , con il bulbo del gambo somi g liante ad una
piccola vol va per un lembo superi ore.

Riproduzione fotografica 2/ 3 grandezza naturale. - 163


COPRINUS ATRAMENTARIUS Bull. ex Fr. 38
i,)a " atramentum ., ( lat.) inchiost ro. Per la deliquesc enza nera'

II..JOM I VOLGARI: Copri no atramentario . Fong dell'inchiostro

Cappello: 2,5-6 cm, dapprima ovoidale, spesso troncato alla sommità ,


largo quasi quanto la lunghezza, poi aperto, con il margine che si fen­
de e liquefà; grigio-biancastro, cenere o grigio-brunastro , più colorato
(brunastro) in alto con sopra piccole scaglie diffuse molto appressate;
altrove rivestito da una cuticòla sericea-satinata a elementi finissimi ,
che lo disegnano sulla lunghezza .
lamelle: dapprima continue e molto fitte , ventri cose, larghe da 7 a 15 '
111m, -libere, fortemente merlate e pruinose, prima bianche, poi bruno­
seppia, infine nerastre e deliquescenti a partire dal taglio, distruggen­
tesi per autolisi.

Gambo: 8-18 X 0,7-1,5 cm, cilindrico , con aspetto sericeo-brillante , atte­


nuato verso l'alto con alla base una porzione residua più larga, legger­
mente marginata, picchiettata da scaglie brune; leggermente f.istuloso,
(~ on corteccia bianca, grossa e dura .

Carne: bruno grigiastra nei giovani, poi bianca. Odore appena percet·
tibile.

Spore: nerastre in massa, qualche volta con riflessi olivacei , ell'ittiche,


a poro germinativo ben visibile , 7-11 X 5-6 ,5 micron .

Habitat: soprattutto ai bordi dei ceppi di alberi da frutto , apparentemente


terricolo, in ciuffi . Frequente in certe zone, vicino ai parchi, giardini
e lungo le strade . Primavera .
Commestibilità: è commestibile purché non sia in stato di avanzata
rnaturazione con le lamellule già colorantesi. È tuttavia pericoloso con­
sumarlo assieme a bevande alcooliche, perché può provocare noiosi
disturbi cutanei come da effetto Antabus (pag . 77).

OSSERVAZIONI: Altre specie di Coprinus (genere caratteristico per avere le spore nere
I l co mprendere solo funghi deliquescenti), ma di taglia molto più piccola, sono facili ad
Ill co ntrarsi ne i più diversi habitat. Sono il Coprinus domesticus Bull. ex Fr ., molto cespi­
ill ~;O e il Coprinus truncorum (417). su tronchi , il micaceus (418), nell e diverse varietà.
1j() 11 il cappello coperto da fram me nti br i llanti . Di taglia più grande i l Coprinus picaceus
(416) , con caratteristiche placche bianche sul capp ello che scoprono un fondo brunastro
" ': LlrO . La vita di questi funghi è m olto effimera. Non son o da considerare commestibili,

lIillroduzione fotografica grandezza naturale. - 165


COPRINUS DISSEMINATUS Perso ex Fr. 39
1"1 .. disseminatus ,,(lat. ) disseminato. Per il suo presentarsi i n
IllIInerosi esemplari sparsi

:;INONIMI: Psathyrella disseminata PI . auct.


Pseudocoprinus disseminatus Kuhner

Cappello: 4-10 mm, prima arrotondato, poi campan~lato, mai aperto


completamente , convesso o con una porzione ottusa al centro, non
deliquescente; di colore variabije dal bianco al crema a ocra fulvastro ,
più spesso ocra ctliaro o crema ocraceo, più colorato alla sommità;
sui giovani soggetti presenta qualche granulosità rossa o nerastra,
dispersa, rassomigliante piuttosto a dei corpi estranei e, visto alla len­
te , è coperto da una finissima e cortiss'ima pubescenza; margine mo'lto
minuto, pelliculare, scanalato dal dorso delle lamelle.

lamelle: spaziate minutissime, con lamellule, non deliquescenti, assai


larghe, ventri cose, annesse, bianche, po.i grigio-viO'lette, infine brunQ­
rossastro-violette, con il taglio .più pallido (lamelle eteromorfe) . .

Gambo: 1,5-4 X 0,7 mm, fragile, quasi c ili ndrico , qualche volta ingrossa­
to in basso, ondulato, cavo, bianco o trasparente.

Carne: minutissima, non deliquescente, inodore .

Spore: bruno-purpuree in massa, ellittiche, brune, trasparenti sotto il


microscopio, con poro germinativo alla sommità, 7,5-10 X 4-5 micron .

Habitat: cresce in masse grandiose di p'iù centinaia di esemplari, colo­


rizzando i ceppi, i tronchi e le immediate adiacenze. Primavera-estate.

Commestibilità: senza valore .

OSSERVAZIONI: Poi ché non é deliquescente come i Coprinus, e anche per altri caratteri .
è più legittimo assegnarlo al genere Psathyrella per quan~o taglia . aspetto e co lore ben
difficilmente lo fa cciano distingue re dai veri Coprinus .

Riproduzione fotografica 1/ 3 grandezza naturale. - 167


PSALLIOTA CAMPESTRIS Linn. 40
Da .. campester» [l at .) campestre . Perchè cresce nei campi

SINONIMI: Agaricus campester linnaeus


Pratella campestris Ouèlet
NOM I VOLGAR I: Psalliota campestre. Prataiuolo

Cappello: 6-10 cm , bianco ; rossastro o brunastro, carnoso, em isferico


poi convesso indi spianato, coperto di piccole squame con sfondo
roseo.

Lamelle: libere, assai fItte , dapprincipio rosee poi rosa carne , bruno­
scuro ciocco lato e infioe nere.

Gambo: 3-7 X 1-3 cm, pieno, cilindrico , liscio, bianco, un po ingrossato


alla base . Anello semplice, membranoso, bianco . .

Carne: bianca , al taglio diventa debolmente rosa vicino alle lamelle e in


fondo al gambo . Sapore e odore gradevoli .

Spore:bruno-porpora , liscie , ellittiche , 6-9 X 5-6 micron .

Habitat: in luoghi concimati , campi, pascoli , prati , giardini, in circoli O a


gruppi. Estate-autunno .

Commestibilità: ottimo (pag. 83).

OSSERVAZIONI : È il prata io lo vero e proprio come vuole indicare il nome spec ifico . Fa
parte del gruppo di quelle Psalliota la cui carne arrossa appena percettibilmente . La
caratteristi ca più evidente di questo gruppo è di avere le lamelle color rosa allo stato
giovane e la presenza di un anello semplice . non doppio . Tali sono le varietà umbrina Bre s ..
radicata (422) ed altre. tutte di ottima commestibilità.

Riproduzione fotografica 2/ 3 grandezza naturale. - 169


PSALLIOTA ARVENSIS var. exquisita (Vittad .) 41
Fries
Da « arvens i s » (la t .) campestre . Per i l suo ha bitat

Cappello: 5-8 cm , ovoidale , spianato alla sommità , poi aperto appianato ,


bril lante , bianco, èhe diventa sovente zolforino e che si macchia di
c itrino alla minima pressione. Nudo . senza scaglie, piuttosto mas­
siccio.

Lamelle: fitte , strette , per lungo tempo .pallide, poi 'Ieggermente rosate ,
alla fine bruno-nerastr-e .

Gambo: 4-8 X 1-2 cm, di solito bianco ma macchiato anche di giallo,


subcilindrico ma sempre leggermente ingrossato, bulboso alla base .
Anello piuttosto carnoso a doppio strato nel'ia parte inferiore , disegna­
to quasi a ruota dentata , fioccoso-setoso .

Carne: bianca o giallastra , specialmente nel gambo. Odore gradevole di


anice .

Spore: bruno-scure , ovaH. 7-8 X 5 micron.

Habitat: in piccoli gruppi di 2-3 esemplari, nei boschi radi di aghifoglie o


nei prati o ne lle radure . Da maggio a ottobre .
Commestibilità: ottimo (pag. 83) .

OSSERVAZ ION I : Nel gruppo della Psalliota arvensis (427), è quella di taglia più ro busta .
Allo stesso gruppo appartengono le Psalliota abruptibulba (44), la silvicola (886), la
macrospora (425) , e ancl1e la xanthoderma (888) (quest'ultima leggermente tossica), tutte
con carne che tende al \jiallastro o al giallo-zafferano .

Riproduzione fotografica 2/ 3 grandezza naturale. - 171


PSALLIOTA HORTENSIS var. bispora (Cboke) 42
Lange
Da " bisporus .. ·(Iat .) a due spore . Per i bas id i con sole due spore

NOM I VOLGARI: Prataiolo da coltivazione· Champignon

Cappello: 5-10 cm, carnoso, convesso, con cuticola variante dal bianco
al roseo al bruno e che al contatto si macchia di rosso-bruno. Il ma;'­
gine, da giovane, porta una me.mbrana fioccosa e dentellata .

Lamelle: annesse, fitte , dapprima bianche, poirossastre ed infine brune.

Gambo: 3-5 X 1-1,5 cm , piuttosto corto , sodo, pieno, I iscio, bianco, un


po' fioccoso sottol'anel·lo, che è bianco e membranoso.

Carne: bianca, soda; al taglio diventa lievemente rosea. Odore e sapore


gradevoli .

Spore: bruno-seppia, liscie ed ellittiche, 6,5-9 X 4-6,5 micron.

Habitat: questo fungo viene coltiv8tO artificialmente e cresce in natura


nelle terre grasse, dove c'è sterco di cavallo, nei giardini, ai bordi delle
strade, agli orli delle foreste. La fotografia riprodotta è stata scattata
in una cella della coltivazione « Greselin » di Bassano del Grappa.

Commestibilità: ottimo.

OSSERVAZIONI : Fa parte del gruppo della Psalliota campestris (40) e si distingue ,


caratteristica piuttosto rara . per avere i basidi con due sole spore al posto delle quattro
normali .

Riproduzione fotografica grandezza naturale. - 173


PSALUOTA LANGEIMoller ex Schaeffer '43

Cappello: 6-12 cm, ovoidale o semigloboso in principio, poi aperto, mol­


to bruno al centro , coperto da larghe squame fibrillose, o da evidenti
fibri ·lle su fondo bruno-mattone o mallo di noce .

Lamelle: fitte , strette, rosa-chiaro~ infine bruno-nerastre . Margine sterile,


biancastro, non f,ioccoso .

Gambo: 7-12 X 15-25 mm, quasi cilindrico , non bulboso, cavo, bianco,
presto grigio, che si macchia di rosso al tocco, liscio al di sopra del­
l'anello, coperto da piccoli fiocchi biancastri al di sotto. Anello supe­
ro, a gonnellino , liscio al di sopra, ornato da squamette brune al di
sotto, non grosso ma ampio .

Carne: chiara, immediatamente rosa-sangue al taglio . Odore leggero,


sapore acidulo .

Spore: nero-brunastre , ovali-oblunghe, basidi tetraspor,ici, 24-26 X 6-9


micron .

Habitat: gregario, nei boschi di pino, eccezionalmente sotto lati,f oglie .


Da agosto a novembre.

Commestibilità: ,buono .

OSSERVAZION I : E' tipico rappresentante del gruppo delle Psalliota a carne arrossante .

Riproduzio~e fotografica 2/ 3 grandez-;a naturale. - 175


PSALLIOTA ABRUPTIBULBA Peck 44
Da « abruptus »(Iat.) rotto . spaccato. Per il gambo con bulbo
marginato o quasi

Cappello: 8-12 cm, ovoidale-campanulato, poi aperto, leggermente um­


bonato, sericeo, bianco puro; si macchia di giallo-limone al tocco;
nudo, leggermente squamoso verso il margine .

Lamelle: fitte, distanti, strette, per lungo tempo pallide, poi chiaro-gri­
giastre e bruno-nerastre alla fine. Margine pallido.

Gambo: 10-12 X 1-1,5 cm, slanciato, cilindrico, leggermente ingrossato


alla base, in un bulbo marginato, spesso eccentrico, cavo, bianco,
qualche volta rosato in alto, alla fine nerastro, brillante e finemente
squamoso-fioccoso alla base. Anello a gonnellino, éjlto, sottile, ampio,
pieghettato e irregolare, liscio al di sopra, ornato da scaglie angolate
bianche in cerchio al di sotto, formanti una specie di ruota dentata
ben netta.

Carne: bianca nel cappello e pall'ida nel gambo. Leggero odore di


mandorla.

Spore: brune, ovali, 6-8 X 4-5 micron. Basidi tetrasporici.

Habitat: in piccoli gruppi da due a tre, sotto le conifere, sovente molto


infossato negli aghi. Assai comune da luglio a novembre.

Commestibilità: buono.

OSSERVAZIONI: Fa parte del gruppo della Psalliota arvensis (427). Molto caratteristica
la taglia slanciata e la presenza del bulbo nella parte inferiore del gàmbo.

Riproduzione fotografica 1/2 grandezza naturale. - 171


PSALLIOTA XANTHODERMA varo meleagris 45 . /
Schaeffer
Da « xanthos " (gr.) giallo e " derma" (gr.) pelle . Per il viraggio
della cuticola.

Cappello: 5-12 cm, semiglobato o campanulato, spesso appianato al


centro, poi nettamente ap·erto, qualche volta umbonato; colore bruno­
scuro o nerastro al centro, semicoperto da scaglie annesse, fini, deli­
cate, brune o grigiastro-fuliginòse su un fondo biancastro, che vanno
rarefacendosi verso il margine e che si oscurano con l'età .
Lamelle: fitte, piuttosto larghe, in principio quasi pallide, poi di un beì
rosa e alla fine bruno-nerastre . Margine sterile, pallido, denticolato :
Gambo: 6-10 X 1-1,2 cm, cilindrico a base bulbosa, rotonda, qualche vol­
ta marginata, molto cavo; bianco, brillante , quasi satinato; al tatto e
alla rottura si macchia immediatamente di giallo zafferano , soprattutto
alla base, la quale, poco dopo, vira al bruno-porpora . Anello alto, ca­
scante, bianco, ma giallo al tocco , che si macchia di bruno-porpora
come il gambo, superiormente rigato, circolare, al di sotto ornato da
una zona denticolata , giallo-zafferano, bruno-giallastra .
Carne: bianca, giallo-zafferano molt,o accentuato alla base del gambo ,
specialmente nel tratto bulboso, poi bruno-porpora. Odore sgradevole
di inchiostro, di sudore, farina fr.esca o di noce di galla.
Spore: bruno-spento, ovali buttulate , 4-5 X 3 micron . Basidi tetrasporici.
Habitat: in gruppi, in terreno umido, nell'erba dei boschi tagliati di lati­
foglia. Giugno-settembre.
Commestibilità: TOSSICO (pag. 77).

OSSERVAZIONI: Fa parte del gruppo tossico della Psalliota xanthoderma (888), caratteriz­
zato dal colore giallo-zafferano che presenta la carne nella parte bulbosa del gambo e
dallo sqradevole odore di inchiostro . Le altre Psalliota sono quasi tutte commestibi l i di
buon pregio. È ' bene però fare attenzione ai due caratteri sopraddescritti per evitare di
consumare un fungo che può dare disturbi gastrici simili agli effetti di una. forte
indigestione.

Riproduzione fotografica 1/ 2 grandezza naturale. - 179


PSAlLiOTA BITORQUIS Ouélet 46
ùa " bis » (lat .) = due volte e " torquis .. (lat .) collana .
Per il doppio anel lo

SINONIMI : Agaricus eduli. V itt adin i

Cappello: 3-15 cm di diametro, 1-2 cm di spessore, da bianco a giallo­


sporco, molto carnoso, compatto, margine grosso e a lungo involuto .

Lamelle: piuttosto sottili, rosa-carne o bruno-cioccolata, leggermente


biancastre sul taglio .

Gambo: 4-6 X 1,5-2 cm, bianco , robusto e grosso, ma appuntito verso il


basso, fornito di doppio anello . L'anello è spesso attaccato al margine
del cappello e può avere quasi l'aspetto di una armilla plissettata.

Carne: bianca , leggermente tendente al rosa, odore gradevole e sapore


di nocciola .

Spore: sferiche , 1-6 X 4-5 micron.

Habitat: da maggio in località erbose ma anche nelle massicciate stradali


o addirittura nell 'asfalto delle strade che rialza per affacciarsl im­
macolato.

Commestibilità: ottimo .

.. ' ..

OSSERVAZIONI : Specie poco conosciuta o almeno non sempre riconosciuta come tale .
È curioso il suo habitat ; la taglia massiccia giu stifi ca forse anche la forza es plicata
quando . gonfiando,si in crescita. riesce a rompere l'uni ca parte che può cedere e cioè la
crosta della copertura asfaltica delle strade sotto cui vive il micelio . La caratteristica
più marcata è la presen za di un anello doppio simi le ad un bracc iale tto che circonda il
gambo.

Riproduzione fotografica 2/ 3 grandezza naturale. - 181


-,

PANAEOLUS CAMPANULATUS varo sphinctrinus 47


Fr.
1ì.1 " campanulatus n (lat.) campanulato. Per la forma del cappello

Cappello: 1,5-2,5 cm, poco carnoso , a forma parabolica o appena coni­


co, opaco, liscio, asciutto, da cenerino a nerastro col tempo secco,
quasi verdastro-livido o cenere-lucente: il margine festonato dai resti
denti colati del velo .

Lamelle: abbastanza fitte, annesse al gambo, da grigio a nerastre, mac­


chiate di bianco, quasi marmorizzate , con tipico taglio chiaro.

Gambo: 5-8 cm X 1,5 mm, sottile, cavo, cilindrico, a sezione costante,


grigio-fuliginea, in alto pruinoso-biancastro, in basso giallastro e a!la
base fioccoso per fiocchi biancastri .

Carne: grigiastra, pochissimo consistente , inodore e insapore .

Spore: quasi ellitt'iche, nere, 14-18 X 9-12 micron.

Habitat: sugli escrementi , da primavera all'autunno.

Commestibilità: non commestibile come il noto genere deHe Psilocybe.


Alcuni Panaeolus sembrano possedere proprietà allucinogene.

OSSERVAZIONI : Funghi del genere Panaeolus si trovano numerosissimi sul loro habitat
tipico: gli escrementi di animali . Non sono deliquescenti; si essiccano infatti e per
lungo tempo si posso no osservare nel loro luogo di cre scita (contrariamente ai Coprinus
tipicamente de l iquescenti) . Il loro aspetto è brillante. quasi sericeo. con il tempo secco .
Il genere Anellaria comprende PanaeohJs forniti di anello (Aneli aria separata (435). molto
comune).

Riproduzione fotografica grandezza naturale. - 183


PSATHYRELLA CANDOLLEANA Fries 48
S I NON I M I : Agaricus violaceus-Iamellatus de Candolle
Agaricus appendiculatus Bulliard

Cappello: 2-3 cm, poco carnoso, campanulato, poi quasi appianato, prui­
noso, poi liscio, fragile, igrofano, brunastro per l'umidità , biancastro
per il secCo o quasi bianco con il centro ocraceo, violetto sporco-sla­
vato verso il margine, con attaccati resti membranosi del velo negli
esemplari giovani .
lamelle: fitte, molto sottili , da biancastre a rosa-violetto e bruno-porpora
alla fine, margine bianco .
Gambo: 3-6 X 0,2-0,4 cm, cavo, fragile , qualche volta ingrossato alla ba­
se , fibrilloso , striato in alto, bianco, con tracce di velo.
Carne: bianca, priva di odore e sapore quasi nullo .
Spore: bruno-porpora in massa, bruno-rossastre al microscopio, liscie,
ellittiche, 6-8 x 4-5 micron.
Habitat: in gruppi O in cespi, vicino ai tronchi, nei boschi, nei giardini,
lungo le siepi e i sentieri. Da primavera ad autunno.
Commestibilità: trascurabile .
OSSERVAZIONI : Riconoscibile per la sua fragilità, per il margine membranoso del cappello,
per il gambo striato alla sommità e per il colore grigiastro-ciclamino delle lamelle . La
Drosophyla hydrophila (898), gli è simile, ma ha il cappello più brunastro .

Riproduzione fotografica grandezza naturale ..

LACRYMARIA VELUTINA (Pers ex Fr.) Lange. 49


Da • velutinus" (lat.) = dal la superficie vellutata
SINONIMI: Agaricus lacrymabundus Bulliard
Agari.cus velutinus Persoon
Hypholoma velutinum Ouélet
Geophi1.a lacrymabunda Ouélet
Lacrymaria lacrymabunda Patou i Il ard

Cappello: 3-7 cm, carnoso, fragile, con squame fibrillose, color crema
fulvo.
lamelle: fitte, bianco-brunastre.
Gambo: 2-10 X 0,4-1 cm, lungo, fragile, di colore bianco o bruno ocraceo,
coperto da fibrille nerastre che rimangono attaccate all'orlo del cappello.
Carne: soda, fragile, giallo-brunastra. Non ha odore tipico .
Spore: bruno-scure al microscopio, verrucose, ovoidali o ventricose,
10-12 X 6-7 micron.
Habitat: isolata o in famiglie ai margini delle strade, nei boschi radi,
presso i tronchi. Estate-autunno.
Commestibilità: commestibile (accertata recentemente).
OSSERVAZIONI: Si osservi la fra ngi atura bia ncastra del margine del cappello e la
caratteristica punteggiatura del tratto sovrastante l ' anello . Il genere Lacrymaria porta
spesso delle goccioline aderenti alle lamelle, quasi piccole lacrime. che le hanno dato
il nome . Tale caratteristica è osservabile nel fungo illustrato . Da poco tempo ne è stata
accertata la commestibilità.
Riproduzione fotografica grandezza naturale. - 185
HYPHOLOMA FASCICULARE (Hudson ex Fries) 50
Ouélet
Da .. fasciculus .. (lat.) fascicolo . mazzo . Per il modo di presentarsi
'19spitoso

NUM I VOLGAR I : Agarico fascicolato - Zolfino - Falso chiodino

Cappello: 2-7 cm, globoso, poi convesso-piano, a carne non spessa


(specialmente al margine), lisèio; giallo-zolfo vivo , e spesso un po'
color ruggine al centro; margine ricoperto da floccosità giallastre .

Lamelle: fitte, strette, annesse, color zolfo all'inizio, poi ocracee o oliva­
stre, bruno marcato alla ·fine.

Gambo: 3-6 X 0,3-0,4 cm, esile, flessuoso, giallo-zolfo o giallastro, aran­


cio alla base, ornato superiormente da una cortina bianco-giallastra
che può aderire al cappello.

Carne: gialla , molto amara con odore sgradevole .

Spore: bruno-porpora, pronunciatamente el i ittiche. 6-8 X 3,5 micron .

Habitat: in gruppi voluminosi sui tronchi vecchi e ceppaie. Tutto,I'annq,


molto comune.

Commestibilità: TOSSICO . Il sapore amaro della sua carne, che conserva


anche dopo cottura. lo farebbe comunque rifiutare (pag o 84).

OSSERVAZIONI : L'Hypholoma capnoides (52), anche frequente sui ceppi di resinose .


assomiglia molto all'Hypholoma fasciculare; si distingue per il colore più pallido , le
lamelle grigio-bluastre (senza traccia di verde né di giallo) e per la sua carne bianca
non amara. È considerato commestibile. Altri Hypholoma simili sono il sublateritium (51),
di taglia maggiore e color mattone vivace al centro, l ' epixanthum (1316) e il radicosum
Lange dal catt ivo odore.

Riproduzione fotografica grandezza naturale. - 187


HYPHOLOMA SUBLATERITIUM (Fries) Ouélet 51
l;la " sublateritius (lat .) = di colore quasi mattone.
Per il colore del cappello

0 1NONI M I: Agaricus sublateritius Fries


Nematoloma sublateritium Karsten
NOM I VOLGAR I : Falso chiodino

Cappello: 5-8 cm, carnoso, globoso, poi emisferico, liscio, secco, di


color rosso mattone al centro e più chiaro verso l'orlo.
Lamelle: . adnate, fitte , bianco-giallastre , poi grigio-olivastre e infine
nero-olivastre .
Gambo: 6-12 X 0,4-1 cm, slanciatò , vuoto, bruno-scuro, giallastro, rosso­
mattone alla base; nella parte superiore del gambo c'è una cortina
bianca che poi diventa nera.
Carne: giallastra, senza odore e di sapore amaro.
Spore: ellissoidali, brune, 6-8 X 3-5 micron .
Habitat: tutto l'anno sui vecchi tronchi .
Commestibilità: non commestibile, sospetto (pag . 84).
OSSERVAZIONI: E' tipico il colore mattone vivo del cappello, più marcato al centro,
ch e lo fa distinguere dagli altri Hypholoma. Può assumere anche taglia molto grande
(var . permagna) .

Hiproduzione fotografica 1/ 2 grandezza naturale.

HYPHOLOMA CAPNOIDES (Fries) Ouélet 52


Ili] " kapnos "(·gr.) fumo . Per il colore grigio delle la melle

Cappello: 5-8 cm, carnoso, liscio, secco , globoso, poi emisferico, color
rosso pallido-ocra o anche giallastro.
Lamelle: fitte , adnate, di color grigio-bluastro senza tracce di verde o di
giallo .
Gambo: 3-5 X 0,3-0,5 cm, vuoto, slanciato, bruno-scuro .
Carne: bianca , di sapore dolce .
Spore: brune, ellissoidali, 6-8 X 3-5 micron .
Habitat: sui vecchi tronchi. Primavera-autunno .
Commestibilità: commestibile (pag. 84).

OSSERVAZIONI: E' caratteristico per il colore grigio e mai giallo o verdas tro delle
lamelle , e il colore sporco del cappello. Vien dato come commestibile. Tuttav ia, risul·
tando facile lo scambio con altri Hypholoma, tossici, se ne sconsiglia l'uso.

Riproduzione fotografica ~ / 2 grandezza naturale. - 189


STROPHARIA AERUGINOSA (Curtis ex Fries) 53
Ouélet
Da .. aeruginosus • (lat.) color verderame. Per il suo colore

SINOi-lIMI: Agaricus aeruginosus Curtis


Agaricus viridulus Schaeffer

Cappello: 3-8 cm, carnoso, convesso poi piano, da color ramarro ad az­
zurko-verdastro, ricoperto da una cortina mucillaginosa.
Lamelle: annesse, biancastrel, grigio-violaceo-rossastre, margine bian­
castro .
Gambo: 4-6 X 0,4-0 ,6 cm , cilindrico , cavo , viscoso, blu-verdastro, fibrillo­
so, scaglioso .
Carne: bianca, odore di ravanello.
Spore: bruno-porpora, ellissoidali, liscie, 8-10 X 4-5 micron.
Habitat: nei prati, pascoli, boschi. Comune . Estate-autunno.
Commestibilità: poco buono.
OSSERVAZIONI: La Stropharia aeruginosa è di facile riconoscimento per . il bel colore
verdastro·azzurro tipico. unico nel suo genere.

Riproduzione fotografica grandezza naturale.

STROPHARIA FERRII Bres. 54


In onore di G. Ferri. micologo milanese

SINONIMI: Stropharia rugoso·annulata Farlow ex Murrill

Cappello: 4-8 cm. carnoso. convesso, convesso arrotondato, secco, liscio


e lucente, di colore dal giallo caldo al rosso mattone, con riflessi viola
ciclamino .
Lamelle: spesse , arrotondate, annesse, di colore cenere-violetto .
Gambo: 7-14 .cm, pieno , in alto biancastro, in basso giallo. Anello ampio,
nella parte superiore bianco e striato, inferiormente striato.
Carne: bianca immutabile, senza sapore e odore particolari.
Spore: allungate-ovali, viola scuro, con poro germinativo, 10-12 X 6-8
micron.
Habitat: fra le sabbie dei torrenti e i detriti vegetali.
Commestibilità: TOSSICO . Ha provocato qualche disturbo gastrico.
OSSERVAZIONI: È stato trovato in molte zone dell ' ltalia settentrionale dove si è diffuso
in modo notevole negli ultimi 10 anni . Può essere scambiato con una Psalliota molto
colorata. ma il colore violetto delle lamelle lo fa riconoscere subito e assegnare al gruppo
delle Stropharia . È stata scambiata anche con la Stropharia hornemanni (908), più chiara
di colore e ornamentata sul gambo.

Riproduzione fotografica 3/ 4 grandezza naturale. - 191


STROPHARIA SEMI'GLOBATA (Batsch ex Fries) 55
OlJélet
1111 .. semiglobatus .. (lat .) = emisferico . Per la forma del cappello

:;INUI\lIMI: Agaricus semiglobatus Batsch


Agaricus stercorarius Bu Il.
NlIMI VOLGARI: Strofaria semiglobata

Cappello: 2-3 cm, viscido, liscio, emisferico poi convesso, brillante, di


culor giallo o giallo-verdastro, più 'pallido al margine.
lamelle: larghe , assai distanti, adnate orizzontalmente, grigio-violacee .
(';ambo: 4-11 x 'O,1-0,6 cm , cilindrico, giallo-pallido; vischioso; anello
Illembranaceo, fugace. piccolo .
<";orne: pai l ida, tenue, di nessun odore e di sapore .dolce.
:-ìpore: bruno-lilacine al microscopio, liscia, ellissoidali, 15-22 x 8-10
Illicron.
Itubitat: fra l'erba, sugli escrementi . Dalla primavera all'autunno.
Commestibilità: non commestibile .
Ili, SERVAZIONI : E' un fungo molto comune. Cresce specialmente sugli escrementi. Si
dl:l li ng ue per la forma del cappello, emisferico. e per le lamelle che partono dal
Il!iIl'n lne del cappello stesso con filo bianco. orizzonta,le. fino alla loro unione' con il
'101111"0.
II lproduzione fotografica grandezza naturale .

PHOLlOTA PRAECOX (Pers.) Ouél. ·5'6


I III .. praecox .. [lat.) precoce, Perchè compare al principio della
l'I illI;lvera .

:ì I NON I M I: Agaricus praecox Persoon


I\lOM I VOLGAR I: Foi iota precoce . Foliota primaticcia

Cappello: 3-7 cm, convesso indi piano e anche umbonato; da giovane


color bianco-sporco quindi giallognolo verso il centro e più chiaro al
margine.
lamelle: smarginate , Uricinate, spesse, biancastre se il fungo è giovane
altrimenti ·cannella .
Gambo: 4-8 X 0,4-0,7 cm, bianco, ingrossato alla base, midolloso poi
vuoto, anello supero. caduco.
Carne: bianca, tenera. Odore di farina.
:-ìpore: ferrugginose , liscie, ovato-allungate, 9-11 X 5-6 micron.
Habitat: nei luoghi erbosi , negli ort! ecc. Primavera-estate.
Commestibilità: ordinario (pag. 81).
I ISSERVAZIONI: ~ un fungo commestibile anche se di poco pregio. Si nota per il colore
.:IlÌaro del cappel lo e per la sua apparizione precoce . Esistono forme più robuste, molto
·li lrlili. ma con il colore del cappello più grigiastro e a cuticola areolata (Pholiota dura
(926)) ,

Riproduzione fotografica 2/ 3 grandezza naturale. - 193



PHOLlOTA MUTABILIS (Schaeff. ex Fr.) Ouélet 57
11/1 • mutabil is » (·Iat .) = mutevole. Per la sua igrofaneità . che gli fa
1.lllllbi are il colore col variare dell'umidità

NOMI VOLGARI: Famigliola gialla - Broche

Cappello: 4-8 cm, carnoso , convesso, poi aperto completamente , umbo­


nato, liscio, umido, igrofano, bruno-cannella sporco, pallido per l'età
e il secco, margine minuto, spesso sinuato, qualche volta con delle
piccole placche caduche .

'-amelle: annesse , spesse , f'itte, giallastre, poi bruno-cannella .

(ì.. mbo: 3-6 X 0,3-0,6 cm, gracile, poi cavo, sodo e tenace, del c.o lore del
cappello, annerente alla base e coperto al di sotto dell'anello da picco­
le squame rialzate più o meno evidenti . Anello membranoso, fugace,
concolore .

Carne: biancastra. Odore buono, fungino .

Spore: giallo-ocra, ellittiche-ovoidali, liscie, a poro germinativo visibile,


6-8 X 4-5 micron.

!-Iabitat: cespitoso su vecchi tronchi e ceppaie . Comune. Si trova tutto \


l'anno, specialmente l'estate.

Commestibilità: ottimo , fra migliori (pagg . 84, 85-86)_

()SSERVAZlONI: Assomiglia e viene scambiato con l'Armillariella mellea (35), dalla quale
!l l distingue facilmente per il cappello liscio, igrofano , gambo squamoso sotto l'anello . e
Iìl:r il colore delle lamelle e spore . Sul tronco dove cresce non ha aspetto che invita alla
l'accolta, per il colore scuro , bruno-sporco. Gli Hypholoma, pure crescenti sui tronchi
Illarci. hanno aspetto più invitante per i co lori vivaci giallo o giallo-rosso , come pure le
Flammula, I ignicole , dai bei colori . Questi due ultimi generi non devono essere raccolti
pllrché quasi tutte le specie sono tossiche . Per un caso strano sono commestibili quelli
I;he si presentano meno invitanti per il colore bruno-scuro o giallastro-sporco.

Riproduzione fotografica 1/ 2 grandezza naturale. - 195


PHOllOTA DESTRUENS (Brondeau) Quél. 52
1)11 " destruo .. (lat .) distruggo . Per l'effetto esercitato su l la pianta
Il :lp l i"e

:; I NON I M I : Agaricus destruens Brondeau


Pholiota destruens Gillet
Agaricus cornosus Fries
Pholiota cornosa Ouélet

Cappello: 5-20 cm, dapprima emisferico-convesso, poi spianato e quasi


umbonato, giallognolo-bruno, ·carnoso, coperto da grosse squame­
biancastre, lanose; orlo squamoso.

Lamelle: fitte, adnate, biancastre poi brune, color tabacco .

Gambo: 4-10 X 1-3,5 cm, bulboso alla base, bianco o brunastro, pieno,
squamoso su tutta la lunghezza. Il velo parziale forma un anello fioccoso
molto marcato .

Carne: bianca, compatta , tenace . Emana un odore caratteristico, aroma­


tico. Sapore dolce e poi amarognolo.

Spore: ellittiche, 7-9 X 5-6 micron.

Habitat: specialmente su tronchi dei pioppi. Estate-autunno.

Commestibilità: non commestibile , troppo amaro.

SSERVAZIONI: È un tipico fungo parassita che porta a morte la pianta invasa dal suo
rnicelio . È facilmente riconoscibile : per il colore sporco e non brillante, per la presenza
dc i resti del velo in ogni sua parte , per la taglia massiccia, e perché si presenta facil­
mente a gruppi aggregati. Le altre Pholiota hanno colori più vivaci e aranciati (Pholiota
aurivella (920), adiposa (1325), lucifera (445)).

Riproduzione fotografica 1/ 2 grandezza naturale. - 197


PHOLlOTA (Rozites) CAPERATA (Pers. ex Fr.) 59
[la " caperatus • (lat.) = grinzato. Per l'aspetto del cappello

NOMI VOLGARI : Foliota grinzosa

Cappello: 6-15 cm, carnoso, sodo, dapprima campanulato o ovoida le­


spianato, poi convesso, piano, alla fine , lucente, di colore giallastro ,
J1iù o meno marcato, coperto da giovane da un velo farinoso bianco
argenteo (resti del velo generale), che permane parzialmente anche sul
fungo adulto. Leggere solcature irregolar,i, specialmente al margine,
lo rendono un po' grinzoso ,

Lamelle: annesse, nettamente denticolate, giallo-pallide, poi ocracee .

Gambo: 6-15 X 1-2 cm, cilindrico, pieno, fibroso, striato e peloso al di


sopra dell'anello , inguainato nella parte inferiore da un velo fugace ,
uiancastro. Anello membranoso, striato .

Carne: biancastra, poi giallastro-sporco-brunastra , molle .

Spore: a forma di mandorla, color ruggine, 11-14 X 7-9 micron.

Habitat: ubiquitario , cresce in gruppi, nei boschi. Estate-autunno.

Commestibilità: commestibile, di buona qualità.

OSSERVAZIONI: È un fungo comune e ricercato. Gli esemplari giovani, tipicamente chiusi,


I;on il cappello attaccato al gambo , sono ottimi conservati sotto aceto o sotto olio. Il velo
nrge nteo al centro del cappello può assumere anche tonalità violette . È comunque un
r: i,l rattere che lo fa disti nguere da altri funghi ocrosporei, specialmente del genere
Cortinarius .

Fliproduzione fotografica 2/ 3 grandezza naturale. - 199


PHOLlOTA AEGERITA Brig. 60
1111 .. aigeras " (gr.) = pioppo . Per I 'habitat

'1i NONIMI: Pholiota cylindracea D. C .


(\j()M I VOLGAR I: Pioppino • Piopparello

<!appello: 3-10 cm, di consistenza variabile, in principio emisferico poi


convesso-piano, ottuso, qualche volta depresso al centro, raramente
un po' umbonato, colore dal marrone cupo al fulvo pallido, al centro
più scuro, superficie spesso screpolata.
Lamelle: serrate, minute, con numerose famellule, poco larghe o decor­
renti per un dente, biancastre, poi bruno-ocracee o tabacco.
Gambo: 3-15 X 0,3-1 ,5 cm, lungo e slanciato, curvo, attenuato in basso,
pieno, sodo e duro, di colore bianco o un po' bruno . Anello carnoso
persistente.
Carne: compatta, bianca o leggermente bruna. Odore caratteristico di
farina un po' rancida.
Spore: bruno-ocracee o bruno-tabacco in massa, ellittiche, 8-11 X 4,5-5,7
micron.
Habitat: su tronchi di pioppo ma anche su altre latifog!ie. Dalla primavera
all'autunno .
Commestibilità: specie commestibile molto apprezzata e conosciuta fin
dall'antichità (pag o 84).
()SSERVAZIONI: In certe zone è uno dei funghi più conosciuti e ricercati . " suo odore
1111 po' acido ne permette la facile identificazione.

Il Ip'roduzione fotografica 1/ 2 grandezza naturale.

PHOLlOTA TERRIGENA Karsten 61


Dii " terrigenus ,,(lat.) che nasce sul terreno. Per il suo habitat

Cappello: fino a 6 cm, di diametro , carnoso, emisferico-convesso, appia­


nato, di colore giallo-sporco, fulvo-olivaceo, poi rossastro-brunastro,
ricoperto da squame fioccose, applicate, più scure.
Lamelle: poco fitte, annesso-smarginato-uncinate, non molto larghe, di
colore giallastro-pallido, poi ol'ivacee, infine bruno-oliva-mattone, più
chiare sul margine.
Gambo: 2-5 X 0,3-0,5 cm, uguale, appena bulboso, fibroso-carnoso, con-
colore, coperto da scaglie . fioccose rialzate .
Carne: giallo-pallida, giallo-citrina, soda. Odore nullo.
Spore: bruno-mattone in mass·a, reniformi, liscie, 9-11 X 5-6,5 micron .
Habitat: terricolo , nell'humus dei boschi umidi . Estate-autunno .
Commestibilità: non commestibile. E' anche considerato una Inocybe,
genere quasi sempre tossico.
Riproduzione fotografica grandezza naturale. - 201
PHOLlOTA CARBONARlA (Fr .) Singer 62
Da " carbonarius » (Iat .) carbonario . Perché cresce sui resti
di legno bruciato

Cappello: 2-4 cm , da giallo a brunastro-rossiccio, liscio, piuttosto vischioso,


brillante per il secco , da leggermente umbonato a piano, margine più
chiaro con resti del velo.
lamelle: piuttosto larghe, annesse , leggermente decorrenti, da giallo
chiaro a bruno-olivastre.
Gambo: 3-5 X 0,3-0,4 cm, inizialmente giallo pallido poi brunastro, decorato
da squamette concolori al cappello.
Carne: odore leggero di radice; 'do lce.
Spore: brunastro chiare, quasi ellittiche, liscie, 6-8 X 3-4 micron.
Habitat: nei terreni bruciati, gregaria. Da maggio fino a ottobre. Abba­
stanza rara.
Commestibilità: non commestibile.
OSSE RVAZIONI : Si può confondere con la Pholiota spumosa (923), più gialla di colore
e che cresce vicino a resti legnosi nelle f oreste di aghifoglie.

Riproduzione fotografica grandezza naturale.

HEBELOMA CRUSTULINIFORME (Bull. ex Fr.) 63


Ouélet
Cappello: 5-15 cm, carnoso, arrotondato, poi convesso, di dimensioni
molto variabili, glabro, un po' viscoso per l'umidità, rosso-mattone,
ocraceo o biancastro, più scuro al centro.
lamelle: annesse , fitte , strette, minute, biancastre, poi ocracee, bruno­
seppia alla fine , che per l'umidità emettono delle goccioline lattiginose;
macchiate per il secco, margine denticolato , fioccoso.
Gambo: 5-15 X 1-2 cm , pieno, solido, cilindrico o leggermente bulboso,
biancastro, ricoperto in alto da picco le fioccosità .
Carne: biancastra , umida, forte odore di radice o di ravanello.
Spore: ocracee, ellittiche, 10-12 X 5-6 micron .
Habitat: nei boschi, nelle brughiere , dove può essere in circoli. Molto
comune./Estate e autunno.
Commes,tlbilità: da rifiutarsi per l'odore e perché suoi simili possono
causpre disturbi gastrici. .
OSSER VAZIONI: È un fungo molto variabile per forma e aspetto. Esistono spec ie che
devono : essere considerate una su a ' varietà (hiemale Bres., longicaudum (1333)). L'Hebeloma
sinapizans (455), è una forma massiccia , compatta, a gambo robusto , bulboso, con
cappellb a orlo p iù chiaro e con forte odore di radice, spore più grandi (10-14 X 6-9 micron).
Curioso \ 1'Hebeloma sacchariolens (929) , di piccola tagl ia, e odore caratteristico di zuc­
chero bruç iato . Gli Heheloma sono funghi a co lore e aspetto monotoni. Non sempre f acile
la distinzi one del le singole specie .

Riproduzione fotografica 1/ 3 grandezza naturale. - 203


HEBELOMA BIRRUM Bres. 64
l
Oa " birrum" (lat . tardo) = color bruno ross i ccio .
Per i l colore del cappel !o I
Sli--JONIMI: Hebeloma sinuosum (Fr .) Ouél I
Hebeloma edurum Metrod .

Cappello: 6-10 cm; da crema chiaro a ocra-brunastro, con sfumature co­


lor carne. Prima emisferico poi aperto, leggermente striato al margine;
privo di velo.

Lamelle: arrotondato-annesse, dapprincipio chiare poi color da caffelatte a


brunastre.

Gambo: 5-9 X 1-3 cm, da brunastro pallido a tonalità ocracee, verso la


base biancastro , ricoperto da squamette bianche che lo decorano su
tutta la superficie . La sua base s'ingrossa per finire a punta quasi a
forma di fuso, robusto.

Carne: bianca, colorantesi di violetto-brunastro col fenolo . Odore grade­


vole, dolciastro, di cacao e non di ravanello. Sapore amaro.

Spore: ruvide, brunastro-chiare, a forma di mandorla, 9-10 X 5-6 micron .

Habitat: molto comune nelle foreste di aghifoglie, specialmente su suolo


calcareo. Estate-autunno.

Commestibilità: da non consumare .

OSSERVAZIONI : Come tutti gli Hebeloma non è di facile determinazione. Lo si riconosce


iII modo particolare per la taglia piuttosto tozza, il gambo ingrossato e l'assenza di
odore di ravanel.lo , tipico .di parecchi Hebeloma.

Riproduzione fotografica grandezza naturale. - 205


HEBELOMA RADICOSUM (Bull. ex Fr .) Ricken 65
Da • radicosus" (lat .) radicato. Per la sua forma

SINONIMI: Pholiota radicosa Ouélet


Myxocybe radicosa Fayod

Cappello: 8-15 cm, carnoso, convesso , leggermente ' umbonato, liscio,


viscoso , bruno-ocraceo o bian.c astro , ricoperto da larghe squame ros­
sastre. Marg ine involuto .

lamelle: sinuose, ventri cose, serrate, biancastre, poi ocracee, con una
leggera bordatura pallida .

Gambo: 8-15 X 1-2 cm, pieno, fusiforme , attenuato aHa base e terminante
in una lunga radice , biancastra , a volte più larga del gambo; villoso ,
farinoso alla somm ità , coperto sotto l'anello da scaglie concentriche
grigio-brune. Anello bianco con squame.

Carne: bianca , odore forte di laurocerasi o mandorle amare.

Spore: bruno-pa llide al microscopio, ocracee in massa , ovoidali, apic ula­


te alla base, finemente verrucose, 8-10 X 5,5-6 micron .

Habitat: nei boschi vicino a vecchi tronchi o anche nei prati ai margini
dei boschi, fortemente interrato . Molto comune. Estate-autunno .

Commestibilità: commestibile , di mediocre qualità .

OSSERVAZIONI: E' cons iderato anche una Pholiota ma ha più affinità con gli Hebeloma
per l'aspetto . il colore, le lamelle e altri caratteri. Solo l 'anello lo farebbe mettere tra le
Pholiota, anche se molt i Hebeloma possono presentare un a cortina ben marcata.

Riproduzione fotografica 1/ 2 grandezza naturale. --.:... 207


CORTINARIUS (Myxacium) TRIVIALIS Lange 66
Da " trivialis, (lat .) triviale . comune. Per la sua comune abbondanza

SINONIMI: Cortinarius collinitus auct plur.


Cortinarius mucosus Bull .
Mucifluus secondo Fr .. Kauffman e Ricken

Cappello: 2-8 cm, carnoso, sodo, in principio arrotondato, quasi campa­


nulato, poi convesso e ottuso, che si apre e conserva qualche volta un
umbone; di colore bruno-argilloso o olivastro; margine fortemente in­
voluto , sovente sinuoso. Cuticola molto glutinosa e brillante .
Lamelle: poco fitte, minute, ineguali, raramente forcate, segnientate o
leggermente ventricose, decorrenti per un piccolo dente, biancastre, o
qualche volta tinte all'inizio di violaceo, poi bruno-mattone o cannella.
Gambo: 5-10 X 0,7-1,2 cm, sodo, pressapoco cilindrico in alto, ma sem­
pre più o meno attenuato alla base, pieno, qualche volta cavo alla fine,
bianco o violaceo-bruno pallido e fortemente fibrilloso-setoso sopra la
cortina sericea; al di sotto molto glutinoso, bruno-ocra-giallo-olivastro,
o bruno-olivastro , e per lungo tratto striato-squamoso, quasi cerchiato
da numerosi bracciali muciHaginoso-glutinosi , irregolari, qualche vol­
ta uniti gli uni agli altri (var . squamosipes Hry).
Carne: spessa, soda, da biancastro-giallastra all'ocraceo-brunastro, via­
lacea alla sommità del gambo . Senza odore particolare; sapore dolce
Spore: bruno-mattone in massa, appuntite alla sommità, gial,le e forte­
mente verrucose sotto il microscopio, 13-10(15,5) X 5,5-7(8) micron.
Habitat: nei boschi di latifoglia, soprattutto in terreno argilloso-siliceo.
Abbastanza frequente in autunno.
Commestibilità: non commestibile.

OSSERVAZION I: E' un Cortinario molto comune, che si presenta gregario in schiere nume­
rose ne i luoghi di crescita. C'è un po' di confusione per i diversi nomi che ha avuto da
autori vari.

Riproduzione fotografica 2/ 3 grandezza naturale. - 209


CORTINARIUS (Myxacium) MUCOSUS varo 67
coeruleipes Smith
Da .. mucosus» (lat.) = glutinoso. Per i l cappello e il gambo vischiosi

SINONIMI: Myxacium collinitum sensu Lange

Cappello: 2-12 cm, da giallastro a ocra a brunastro, liscio, glutinoso, lu~


cente per il secco, prima campanulato convesso poi aperto .
Lamelle: arrotondato-annesse , da violetto-bluastre a color cannella.
Gambo: 5-10 X 0,8-1 ,5 cm, azzurro, specialmente nel tratto superiore , cori
zone anulari appena accennate', a superficie glutinosa; rosso-giallastro
in basso .
Carne: giallo-ocraceo-violacea.
Spore: giallastre , leggermente ornamentate, giallo-brunastre in massa,
13-15 X 7-8 micron.
Habitat: sotto la Picea excelsa specialmente in autunno. Comune.
Commestibilità: commestibile.

OSSERVAZIONI: E' uno dei più comuni Myxacium ' facilmente riconosc i bile per i,1 colore
azzurro del gambo e per la taglia.

Riproduzione fotografica grandezza naturale.

CORTINARIUS (Myxacium) SALOR Fr. 68


Cappello: 3-8 cm , carnoso, a margine minuto, campanulato, convesso,
poi aperto, molto viscoso per l'umidità , liscio, glabro , col tempo secco
radiato da fibrille innate; colore lilla-azzurro o lilla-rossastro chiam con
il centro br'unastro o grigiastro.
lamelle: annesso-smarginate, larghe , poco serrate, lilacine, poi ocracee .
Gambo: 4-8 X 0,8-1 ,8 cm, pieno , attenuato, a bulbo oblungo, bianco o lilla,
ricoperto , fino alla cortina, da un velo glutinoso, ,l illa-azzurro .
Carne: bianca-azzurra, sapida, inodore .
Spore: cannella, in massa, ovoidali, finemente verrucose , 8-9 X 6-8
micron.
Habitat: boschi di latifoglia, faggi. Estate-autunno.
Commestibilità: commestibile di poco pregio .

OSSERVAZIONI : Faci le da riconoscere per i I bel colore I i Ila e la forte viscosità su I


gambo e sul cappello . Il gruppo dei Mixacium fra i Cortinarius è appunto caratterizzato
dalla forte viscosità sia sul cappello come sul gambo .

Riproduzione fotografica grandezza naturale. - 211


CORTINARIUS (Phlegmacium) PRAESTANS 69
(Cordier) Saccardo
Da « praestans» (lat .) = prestante . Per le sue grandi dimensioni

SINONIMI: Cortinarius berkeleyi Cooke


Cortinarius torvus Kalchbrenner
Cortinarius largus Ouél.
NOM I VOLGARI: Cortinario prestante

Cappello: 5-25(30) cm, molto carnoso, sferico, poi convesso, infine aper­
to, un po' viscoso per l'umidità, bruno-rossiccio o bruno-vinaccia , so­
vente con riflessi violacei, poi bruno-fulvo; margine dapprincipio fioc­
coso, poi nudo e striato .
lamelle: annesse, ventricose, larghe, giallo-grigiastre o lilla-pallide poi
ocra mattone.
Gambo: 10-25 X 4-5(8) cm, robusto, pieno, panciuto-bulboso, attenuato
in basso, fibrilloso-satinato, bianco, viola pallido in alto e coperto, da
giovane, da residui membranosi, bianco-bluastri , del velo generale .
Carne: bianco-lilacina, spessa, soda, saporita. Odore quasi nullo .
Spore: ocra-fulvo, grandi, fusiformi o a forma di limone, verrucose,
19-20 X 8-10 micron.
Habitat: nei boschi, in terreno calcareo o argH loso-calcareo . Estate e
autunno .
Commestibilità: buono.

OSSERVAZIONI : È il Cortinarius che raggiunge le taglie maggiori. Per questo e per la


sua carne soda e saporita è ricercato e consumato come redditizio e apprezzato comme­
stibile ; in alcune zone è preferito allo stesso porcino. Anche se non comune, è diffuso
in tutta Europa e venduto su alcuni mercati (Basilea, Trento ecc.l. Accettare un Cortinarius
come commestibile può anche essere un atto di coraggio . La diffidenza è giustificabile per
la presenza nel gruppo di qualche specie veramente tossica mortale " come il Cortinarius
orellanus (84) . Tranquillizza il fatto che le specie tossiche sono tutte di taglia piccola e
media. Si può dire dunque che i Cortinarius di dimensioni grandi sono perlomeno non
pericolosi . Li può far respingere un odore di terriccio o altro, o un sapore sgradevole.
In conclusione consigliamo, per nostra esperienza, il criterio di ammettere .al consumo i
Cortinarius del gruppo dei Phlegmacium, tutti di t aglia grande, e fra questi quelli la cui
carne si presenta di colore bianco o chiaro e priva di odori sgrade voli (Cortinarius cuma­
tilis (70), balteato-cumatilis (1373), balteatus (465), subbalteatus (460), crassus, pseudo­
crassus (461), multiformis (77), varius (72), allutus (462), claricolor (466), turmalis Fr. ,
sebaceus (463) e il Cortinellus bulbiger (509), unico Cortinarius a lamelle e spore bian­
che). Vorremmo così perlomeno attenuare il giudizio, attribuito a Bresadola, che i
Cortinarius sono tutti buoni . .. ma da respingere. È da aggiungere che da pochissi mo
tempo è stata accertata la tossicità di Cortinarius appartenenti al gruppo dei Phlegmacium
con carne gialla . In modo particolare ha dimostrato tale proprietà il Cortinarius splendens
(1382).

Riproduzione fotografica 1/ 2 grandezza naturale. - 213


CORTINARIUS (Phlegmacium) CUMATILIS (Fr.) 70
Blytt.

Cappello: 6-10 cm, da azzurro a violetto-grigiastro, centralmente tenden­


te al grigio, convesso, con margine assottigliato, portante resti bianchi
di velo.

Lamelle: bianco sporche, poi ocra chiaro, annesse al gambo.

Gambo: 4-6 X 1,5-2 cm, biancastro, ricoperto da una cortina bianca, con
qualche sfumatura lilla .

Carne: bianca, dolce, inodore.

Spore: gial,lo chiare , ellissoidi, scabre, 11-12 X 5-6 micron .

Habitat: boschi di aghifoglie e latifoglie. Autunno .

Commestibilità: buono.

OSSERVAZIONI : È un bel Cortinarius, spesso scambiato con i I praestans (69), da cui si


differenzia per il colore più azzurro del cappello e la ta g lia meno massiccia . La carne
bianca e l'assenza di odore lo fan no accettare come buon commestibile . Gli esemplari
di figura appartengo no alla var o robustus Mos . di colore più brunastro rosa , non violetto.

Riproduzione fotografica 1/ 2 grandezza naturale: - 215


CORTINARIUS (Phlegmaciuml VARIECOLOR (Fr.) 71
Wunsche
Da .. varius .. (lat .) = vario . variabile: e " color .. (lat .) colore .
Per il suo variare di colore

Cappello: 6-10 cm, emisferico, liscio, dapprincipio color violetto poi


rosso-marrone molto scuro su tutta la superficie: pellicola staccabile:
margine sottile involuto nel fu~go adulto.

lamelle: piuttosto fitte, quasi annesse al gambo , dapprincipio violette


poi rosso bruciato.

Gambo: 6-8 X 1,5-2,5 cm, chiaro, poi più pallido quasi biancastro-violet­
to, bulboso, con fibrille violette sul fondo.

Carne: biancast cl o appena sfumata di violetto, leggermente brunastra


nell'adulto. Sapore dolce . Odore forte di terriccio.

Spore: a forma di mandorla, color ruggine , 10-11 X 5,5-6,3 micron .

Habitat: nelle foreste di aghifoglie . Si presenta a circoli, gregario. Estate­


autunno.

Commestibilità: può essere consumato.

OSSERVAZIONI : E' scambiato con il Cortinarius largus (939) e anche con il Cortinarius
praestans (69). Una sua caratteristica inconfondibile è l'odore di terriccio particolarmente
forte che emana .

Riproduzione fotografica 1/ 2 grandezza naturale. - 217


CORTINARIUS (Phlegmacium) VARIUS 72
Fries (ex Schaeffer)
Da • varius ,,(Iat.) vario. Per il colore e aspetto svariati

Cappello: 8-12 cm, carnoso, emisferico-convesso poi piano, viscoso, li­


scio . di un bel colore giallo-arancio, giallo-miele o fulvo-mattone, più
giallo al margine; margine sottile .

Lame.lle: fitte, smarginate, larghe, di colore lilacino-porpora, poi ocra­


cannella .

Gambo: 5-7 X 1,5-2 ,5 cm, pieno, bulboso, a forma di clava, corto, mas­
siccio, con fibrille o floccosità, bianco, lilacino pallido in alto, crema
alla base; cortina bianca, poi cannella per le spore.

Carne: bianca, soda, leggermente biancastro-giallastra nel gambo. Sapo­


re dolce.

Spore: color mattone, ellittiche o apiculate, aculeato-verrucose, 9-12 X


5-7 micron.

Habitat: nelle foreste di conifere. Autunno.

Commestibilità: commestibile.

OSSERVAZIONI: È uno dei Cortinarius più facili a riconoscere per il bel colore lilacino
delle lamelle e per il cappello fulvastro. color miele . Il gambo è solo ingrossato , non a
bulbo smarginato .

Riproduzione fotografica 2/ 3 grandezza naturale. - 219


CORTINARIUS (Phlegmaçium) Mt:lRI-eINU-S Fr . 73
Da " murex .. (,lat.) porpor a. Per il colore rosso·blu

Cappello: 6-10 cm , compatto , a forma emisferica , circolare e disteso


alla fine, da blu-lilla a color ametista ; dal centro verso il margine as­
sume con rapid ità una tinta eolor ruggine , col secco ; la cuticola si
spezza in squame concentriche . Il margine porta resti di velo ch iari.

Lamelle: fitte , larghe, arrotondate al margine , dapprincipio lilla-bluastre


poi rossastre, alla fine color bruno cuoio.

Gambo: 5-7 X 1,5-3 cm, violetto con cuticola biancheggiante per un velo
pallido, poi rosso ruggine, con terminale bulboso.

Carne: viola pallido , più scura verso l'esterno , poi color ruggine . 'Odore
caratteristico di corno bruciato. .

Spore: brunastro-chiare, a forma ellissoidale, 9-10 X 5-6 micron.


Polvere sparai e -rossastra .

Habitat: nei boschi di aghifoglie in autunno . Raro .

Commestibilità: da non consumare , come quasi tutti Cortinarius a carne


colorata.

, LI

_..Jtunno .

OSSERVAZIONI: Si nota neg l i ese mplari di figu ra grar'


lam el le. dal violetto l ill a fino al marrone rossi cci o . inarius non viscosi e di solito

Riproduzione fotografica 1/ 2 grandezza naturale. - 223


" ' .CORTINARIUS (Phlegmaciuml ODORIFER Brilz. 74
Da • odor,. (lat .) odore e " fero .. (lat.) porto. Per il suo odore

Cappello: 6-10 cm, carnoso, convesso, poi aperto, viscoso, liscio, color
ramato-rossastro più forte al centro, verdastro o violetto al margine.
Lamelle: fitte, sinuoso-smarginate, più o meno larghe, di colore da citri­
no fino a mattone-cannella.
Gambo: 4-7 X 2-3 cm, pieno, fibroso-carnoso, glallo-verdastro-pallido;
bulbo nettamente smarginato.
Carne: giallastra, compatta. Sapore dolce. Forte odore di anice.
Spore: bruno-mattone, ellittiche, v'errucose, 10-13 X 6-8 micron.
Habitat: nelle foreste di conifere in terreno calcareo. Estate-autunno.
Commestibilità: non commestibile.

OSSERVAZIONI: t: molto simile all'orichalceus (1379), che però non odora di anice e
ha la carne bianca,

Riproduzione fotografica 2/3 grandezza naturale.

CORTINARIUS (Telamonia) LANIGER Fr. 75


Da " laniger» (lat.) = Per l'anello lanoso

SINONIMI: Telamonia macropus Rick.


Telamonia praesignis Favre

Cappello: 4-10 cm, da convesso a campanulato, colore rossiccio-bruna­


stro, coperto da giovane da una peluria biancastra, abbastanza carno­
so, margine involuto .
Lamelle: larghe, quasi separate dal gambo, rossiccio-brunastre come il
cappello .
Gambo: 1-3 cm, con residui multipli del velo a guisa di anelli abbastanza
marcati, molto ingrossato alla base, biancastro, qualche volta nella
parte superiore con tonalità violette, da adulto di un colore brunastro
uniforme.
Carne: leggermente brunastra, piuttosto stropposa, inodore,
Spore: brunastre in massa, 9-11 X 5-6 micron.
Habitat: nei boschi di aghifoglia e latifoglia. Estate-autunno.
Commestibilità: non commestibile ,
OSSERVAZIONI: 'Fa parte del gruppo delle Telamonia, Cortinarius non viscosi e di solito
anellati.

Riproduzione fotografica 2/3 grandezza naturale. - 223


CORTINARIUS (Phlegmacium) ELEGANTIOR 76
Fries .
Da " elegantior » (Iat .) più elegante . Per la forma e il colore

Cappello: 4-12 cm , carnoso, compatto, sodo , convesso poi piano o an­


che depresso, glabro, viscoso, fulvo-ocraceo, più colorato al centro;
margine piegato screpolato.

Lamelle: fitte, profondamente smarginate, minute , larghe, giallo-olivastro


chiaro , poi canne ll a; margine dentico,lato.

Gambo: 4-8 X 2-3 cm, pieno, sodo, robusto, cilindrico, con bu,lbo margi­
nato, più o meno allungato; giallastro, munito di una copiosa cortina
pallida, poi ferruginea per le spore, che gli dà un aspetto fibrilloso.

Carne: in prlclplO gialla , soprattutto sulla circonferenza de,I gambo, poi


fulvo-mattone , specie nel bulbo, compatta, pallida; dolce, inodore .

Spore: rosso-ocra in massa, ocraceo-giallastre al microscopio, a forma


di mandorla, grandi , 12-15 X 7-9 micron. .

Habitat: soprattutto nelle foreste di abete in montagna, raro nei boschi


di latifoglie, gregario, qualche volta subcespitoso . Estate-autunno.

Commestibilità: commestibile,

()SSERVAZIONI: È uno scauro per il bulbo marginato . Suoi simili per il colore e forma :
Il Cortinarius fulgens (479) e l'auro-turbinatus (477), tipico delle latifoglie .

Riproduzione fotografica 2/ 3 grandezza naturale. - 225


CORTINARIUS (Phlegmaciurn) MULTIFORMIS 77
Fries
Da " multiformis • (lat.) = di aspetto svariato .
Per il suo mutevole aspetto

Cappello: 4-10 cm, carnoso, convesso, poi aperto, viscoso per la piog­
gia, munito di velo sericeo, bianco e fugace; giallo-paglia ocraceo,
fulvastro al centro: margine minuto non striato.
Lamelle: fitte, smarginato-uncinate, bianco-crema poi color argilla .
Gambo: 4-6 ~ I 2-3 cm , robusto, pieno, ingrossato alla base di un bulbo
poco margi ato; bianco poi giallastro in basso: cortina bianca, fugace.
Carne: bianc y/ giallastra nel gambo concolore sotto la cuticola . Dolce
Senza odore.
Spore: ellissoidali o a mandorla, leggermente verrucose, 8-11 X 5-6,5
micron.
Habitat: boschi di abete e latifoglie . Estate-autunno.
Commestibilità: commestibile.
OSSERVAZIONI: E' facile a riconoscere per le lame·lle biancastre da giovani e per resti
di velo al centro del cappello . Molto variabile è la forma del suo bulbo: da quasi smar­
ginato a claviforme.

Riproduzione fotografica 1/ 2 grandezza naturale_

CORTINARIUS (lnoloma) VIOLACEUS 78


linn. ex Fries
Dél " violaceus ,,(lat.) violaceo. Per il suo colore

Cappello: 6-14 cm, piuttosto carnoso, quasi globoso, poi appianato, um­
banato, regolare, asciutto, completamente vellutato, peloso-fibrilloso,
di un bel colore violetto carico .
Lamelle: sinuate , annesse, larghe, spazi ate , spesso riunite da vene tra­
sversali, di colore violetto scuro, poi mattone-ocra .
Gambo: 7-20 X 1-2,5 cm, cilindrico o attenuato verso l'alto, ingrossato al­
la base da un bulbo clavato, fibril'loso squamoso, spugnoso poi cavo;
da viola carico a quasi nerastro .
Spore: ocra-fulvo, ellissoidali, verrucose, 10-12 X 5-8 micron.
Habitat: in boschi umidi di latifoglia, abbastanza frequente. Estate-
autunno.
Commestibilità: commestibile: colora di violetto tutto il piatto.
OSSERVAZIONI: Cortinarius di facile identificazione per il colore e per l'odore simili a
quello dell' Hygrophorus russocoriaceus (1101). Come tutti i Cortinarius si riconosce il
(lenere dalla presenza delle spara appoggiate sui residui di cortina del gambo , che si colorano
di ocra . Le lamelle del Cortinarius hanno un colore di partenza che può variare da spe­
ele a specie: bruno scuro. rosso , violetto " giallo. verde ecc. ma nel fungo adulto le
lamelle di tutti assumono la colorazione tipica ocracea delle spore mature . La determi­
Ilazione della specie è in certi casi difficile se non si hanno a disposizione esemplari nei
diversi stadi di crescita . Crescente sotto aghifoglie assume il nome di Cortinarius hercy­
nicus (Pers. Mos.), che si differenzia pure per spore diverse.

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CORTINARIUS VENETUS Fries 79
Da .. venetus ,, (Iat.) color verde marino . Per il suo colore

Cappello: 1,5-6 cm, poco carnoso, convesso, più o meno umbonato,


opaco, vellutato, ricoperto da finissime fioccosità più scure al centro,
leggermente brillante; verde-oliva poi ocraceo-brunastro-olivastro .
Lamelle: poco fitte.' an.nesso-.smarginat~ .uncinate, larghe, finemente
merlettate sul taglio; giallo-olivastre poi òlrva-bruno-cannella .
Gambo: 0 ,8-1,5 cm, pieno . poi cavo, fibroso-carnoso, sodo, uguale o
leggermente ingrossato alla base, fibrilioso, giallo-olivastro; cortina
gialla fugace . .
Carne: dal citrino al giallo-o livastro pa ll ido . minuta. molle . Leggero odo­
re di ravanello . Sapore sgradevole .
Spore: globose-ovoidali, finemente verrucoso-rugose , 6-8 x 5-6 ,5 micron .
Habitat: nei boschi di latifoglia e aghifoglia . Estate-autunno .
Commestibilità: non commestibile .

OSSERVAZIONI: Gli esemplari di figura appartengono alla varo montanus Mos. general­
mente cespitosa e tipica dei boschi . di abete. Esistono più varietà di questo Cortinari.us
non ancora bene inquadrate nella sistematica.

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CORTINARIUS (Dermocybe) CINNAMOMEUS 80


(L. ex Fr.) Ricken
Da " kinnamon ,,(gr.) cannella . Per il color cannella del cappello

Cappello: 3-6 cm, secco, leggermente fibrilloso, aperto con picco·lo um­
bone: giallo-olivastro (brunastro nella cinnamomea fulva (Hry) .
Lamelle: piuttosto larghe, distanti dal gambo; giallo-senape poi giallo-
olivastre con tendenza a diventare brune.
Gambo: 4-6 X 0,6-0,8 cm , giallo . al terminale ricoperto da fibrille brune .
Carne: giallo-olivastra .
Spore: bruno-ruggine in massa , a forma di seme di mela, finemente or­
namentale, 6-7 X 4-5 micron .
Habitat: ubiquitario .
Commestibilità: VELENOSO.

OSSERVAZIONI : Specie molto var i abile di cui sono state fatte più sottospec i e . Secon do
Iiltime attendibili ricerche è da considerarsi velenoso come tutte le Dermocybe rOs se
(phoenicea (498), cinnabarina (496). semisanguinea (4951, il Cortinarius sanguineus (811 l,
che sembrano contenere tossici si m il i alla orellanina (ved i Cortinarius orellanus. (841 l.

Riproduzione fotografica 3/ 4 grandezza naturale . - 229


CORTINARIUS (Dermocybe) SANGUINEUS Wulf.
Da " sanguineus .. (Iat.) color sangue. Per il colore

S I NON I M I: Dermocybe sanguinea Ri cken


81
I
~-
Cappello: 2-6 cm, abbastanza carnoso, da campanulato a convesso quasi
piano alla fine, sericeo per fibrille innate o leggermente squamato; di
colore rosso carico .

lamelle: piuttosto spaziate e abbastanza larghe, annesse , colore rosso­


porpora.

Gambo: 5-8 X 0,4-0,6 cm, lungo, gracile, talvolta sinuoso, di solito atte­
nuato alla base oppure anche leggermente ingrossato, da pieno a
quasi cavo; colore rosso-sangue, striato, fornito di una cortina con­
colore.

Carne: di colore da rosso a giallo. Odore di radice e sapore piuttosto


amaro.

Spore: giallastre, ellissoidi, a superficie un po' ispida , 7-8 X 4-4,5 micron.

Habitat: nei boschi di conifere. alla base dei tronchi. Non comune. Esta­
te-autunno.

Commestibilità: VELENOSO.

OSSERVAZI ON I: Le Dermocybe rosse (sanguinea, semisanguinea (494), cinnabarina (496).


phoenicea (498). ed altre). assieme al gruppo delle cinnamomea, sono attualmente conside­
rate velenose con caratteristiche analoghe a quelle del Cortinarius orellanus (84), fungo di
velenosità estrema, da poco conosciuto e che ha effetti mortali anche a notevole
distanza ·di tempo dalla sua ingestione. Diffidare dunque dei Cortinarius di piccola taglia
e a colori abbastanza vivaci . Si osservi nella riproduzione il colore delle lamelle più
ocraceo de I resto per la presenza delle spore mature .

Riproduzione fotografica grandezza naturale. - 231


-,

CORTINARIUS ZINZIBERATUS (Scop . ex Fr .) Fr. 82


Da « zinziberatus » (lat.) = co~or dello zenzero
Per il colore senape di alcune parti

Cappello: 2-6 cm, emisferico poi appianato con umbone, a margine in­
voluto, igrofano; da umido con sfumature rossastro-ruggine, da asciut­
to color giallo-ocra, quasi lucente con presenza di velo verdastro-gial­
lo. Cuticola non staccabile.
lamelle: non molto fitte, con numerose lamellule, annesso-attenuate;
color cannella o brunastre.
Gambo: 6-12 X 0,8-1,2 cm, pressochè cilindrico, qualche volta ingrossato
alla base, portante i resti dellà cortina e del velo che formano quasi
anello; di tonalità più pallida del cappello, giallastro.
Carne: brunastra , a macchie di umidità. Odore fungino. Insipida.
Spore: ellissoidi, leggermente aculeate , 8-9 X 4,5-5,5 micron.
Habitat: nelle foreste di abete e anche di latifoglie. AI principio della pri­
mavera.
Commestibilità: sospetto come tutti i Cortinari di piccola e media taglia.

OSSERVAZIONI: ~ poco conosciuto sia per la sua precoce apparizione. sia per il suo
aspetto non bello, che lo fa passare inosservato . ~ un fungo fra i primi a comparire,
numeroso e a gruppi. Simile è il Cortinarius isabellinus Fr.

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CORTINARIUS BOLARIS (Pers. ex Fr.) Fr. 83


Cappello: 2-8 cm, prima emisferico poi da arrotondato-piano a revoluto,
sfondo ocra ricoperto da piccole squame color rame o bruno-rame,
soprattutto verso il centro; da adulto il cappel·lo può assumere tonalità
rosso-rame in ogni parte .
lamelle: da annesso-uncinate fino a leggermente decorrenti, larghe 3-6
mm , da principio ocra chiaro , poi caffelatte, per finire giallo-bruno­
ruggine, mediamente fitte .
Gambo: 2,5-8 cm X 12 mm, uniforme , o ingrossato o attenuato alla base,
concolore al cappello, leggermente più chiaro e sotto la cortina da un
color rosso-rame a bruno-rosso, fibroso o un po' squamato.
Carne: bianco-chiara , poi a zone giallastre . Odore nullo, sapore dolce.
Spore: tondeggianti, 5,3-7 X 4-4,5 micron, con poro germinale, color bru­
no-ruggi ne.
Habitat: boschi di latifoglie e misti, per lo più sotto faggi, raramente
sotto querce.
Commestibilità: Essendo state scoperte recentemente trai suoi simili
delle specie velenose è da astenersi assolutamente dal consumarlo.
OSSERVAZIONI: Sua caratteristica è la spiccata colorazione rame-bruno che assume il
cappello da adulto. Può assomigl iare per questa ragione al Gortinarius rubicundulus (953),
che tuttavia è meno decorato sul gambo e sul cappello e che, alla masticazione, rende
ç)ialla la saliva per alcuni minuti.

Riproduzione fotografica grandezza naturale. - 233


~
CORTINARIUS ORELLANUS (Fr.) Fr. 84
Da « Bixia arei lana » = erba che secerne un l iquido giallo -arancio.
Per i I suo colore
SINONIMI: Cortinarius rutilans Ouélet

Cappello: 3-8,5 cm , dapprincipio quasi emisferico poi aperto con umbo­


ne appena accennato , carnoso solo al centro umbonato , nel restante
caratteristicamente a carne molto sottile; finemente ricoperto da squa- . ·
me quasi granuliformi; rosso-arancio o brunastro-fulvo con tonaUtà '\
rosse , qualche volta anche più scuro; margine sotti·le, dapprincipio )
involuto poi aperto , piuttosto ondulato, spesso con spaccature. Asciutto.
Lamelle: spaz-iate, mediamente larghe, pi·uttosto grosse, arrotondate o
leggermente decorrenti al gambo; da zafferano a rosso-ruggine .
Gambo: 4-8 X 0,5-1,2 cm, sodo, pieno, quasi cilindrico , 'leggermente
attenuato alla base, giallo poi giallo-ruggine, liscio, fi·nemente fibrH­
loso . Cortina gialla, chiara, evanescente.
Carne: da gialla a fulva ; ruggine sotto la cuticola del cappe·1I0. Odore
leggero di radice . Sapore dolciastro (assaggiare ed espellere il tutto) .
Spore: gialle a forma di mandorla o ellittiche, finemente verrucose, rug­
ginose in massa, 8 ,5-12.5 X 5,5-6,5(7) micron.
Habitat: nelle foreste di latifoglie, raramente di aghifoglie, in terreno
sabbioso , siliceo. Raro in Italia . Agosto-ottobre .
Commestibilità: VELENOSO MORTALE (pagg. 75 e 79-80) .
OSSERVAZIONI: i: un fungo la cui tossicità ad esito mortale è stata accertata molto
recentemente dopo un avvelenamento mass iccio in Polonia . I suoi effetti si manifestano
anche dopo 3-14 giorni di incubazione . Dalle . ricerche più attuali sono da attribuirsi stesse
caratteristiche di tossi cità al Cortinarius speciosissimus (499) , al Cortinarius bolaris (83)
e al Cortinarius rubicundulus (953) , molto simili per taglia e colore, a tutte le Dermocybe
del gruppo della cinnamomea (80), sanguinea (81), phoenicea (498), cinnabarina (496), semi­
sanguinea (495), semisanguinea var o pallidipes (Maser) ed altre (circa 30 specie). È perciò
da evitare tassativamente il consumo di tali specie di Cortinarius di piccola e media taglia,
a colori tra il rosso vivo , rosso mattone e giallastro oro .

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CORTINARIUS (Dermocybe) MALICORIUS (Fr.) Rick 85


S I NON I M I : Dermocybe croceifolia Moser?

Cappello: 3-6 cm, carnoso, convesso poi piano o ottuso, vellutato; arancio­
rosso, fulvo-cannella; margine giallo.
Lamelle: fitte, annesso-smarginate, larghe, giallo-limone poi cannella.
Gambo: 6-8 X 0,8-1,2 cm, cilindrico, eguale o attenuato in alto; giallo-
limone; cortina concolore.
Carne: giallo-fulvo-olivastra . Leggero odore e sapore di ravanello.
Spore: giallo-ocracee, ovoidali, rugose, 7-9 X 5-6 micron.
Habitat: nei boschi di conifere. Estate-autunno .
Commestibilità: da non consumare.
OSSERVAZIONI : È molto VICino, come caratteristiche di colore ai Cortinarius del gruppo
dell 'orellanus (84) e alle Dermocybe.

Riproduzione fotografica grandezza naturale. - 235


INOCYBE FASTIGIATA (Schaeff. ex Fr.) Ouél.
Da « fastigiatu? .. (lat.) con sommità adorna . Per ·il cappello fibr i l loso
86
1
Cappello: 3-7 cm, abbastanza carnoso, dapprincipio molto conico poi più
aperto, col margine rivolto verso l'alto e frastagliato; da colore quasi
bianco fino a paglierino od ocraceo, specialmente al centro umbonato .
Le fjbri·lle radiali. quasi innate, pettinate, g,li 'danno un aspetto radial­
mente striato .

Lamelle: fitte, ineguali, un po' ventri cose , prima olivastro-verdi o giallo­


verdi, poi bruno-tabacco , con il margine fioccoso e pallido .

Gambo: 3-7 X 0,4-1 cm , irregolarmente ingrossato alla base, pieno, sodo,


fibroso, biancastro o giallino, ricòperto da fiocchi stopposi di fibri'lle,
specialmente da giovane.

Carne: bianca , fibrosa . Odore spermati-co tipico , Insipi'da.

Spore: brune in massa , liscie, 9-14 X 5-7,5 micron .

Habitat: ubiquitaria , molto comune . Estate-autunno .

Commestibilità: specie tipicamente VELENOSA, che provoca avvelena­


menti a carattere sudorifero per il contenuto in muscarina (pag. 73).

OSSERVAZIONI : E' una fra le Inocybe più comun i. Si r iconos ce, oltre che per i l colore
(lia ll o· fu lvast ro, m i ele. pe r il tip i co aspetto radia l mente st ri at o del cappello con ico e per
la costante p resenza di fiocchi bian chi sul la superficie de l. gambo .

Riproduzione fotografica grandezza naturale . - 237


INOCYBE PYRIODORA (Pers. ex Fr.) Quél. 87
Da .. piriodorus » (l at.) = ch e odora di pere . Per l 'odore

NOMI VOLGARI ; Inocibe a odore di pera

Cappello: 4-8 cm, abbastanza carnoso , campanulato poi piano, bruno­


ocraceo, fulvo-camoscio , qualche volta un po' rossastro, coperto ,da
fibrille o squame più colorite, soprattutto aHa sommità, che è pelosa.
Margine fibrilloso, lacerato .
Lamelle: fitte, assai larghe, sinuato-smarginate , palli;de, poi fulvo-bruna­
stre ; con taglio fioccoso-biancastro .
Gambo: 0,5-0 ,8 cm , pieno , fibroso , fibrilloso, cilindrico o un po' ing-ros­
sato al'la base, bianco in alto . .
Carne: bianca o biancastra , che diventa bruno-rossastra al·I'aria . Odore
buono di frutta . Sapore dolce .
Spore: ocraceo-fulve , ovoidali , qualche volta reniformi, 8-10 X 5-7 micron .
Habitat: aj lati delle strade , nei boschi . Estate-autunno .
Commestibilità: da non consumare , per prudenza, come tutte le Inocybe
(pag . 73).

OSSERVAZIONI : Le Inocybe sono d i diffi cil e det ermin azione e molt i ssime sono to ssiche .
Per qu esta ragion e si cons i gl ia di asteners i dal consumare qualsiasi spec ie di Inocybe.

Riproduzione fotografica 2/ 3 grandezza naturale.

INOCYBE CALAMISTRATA (Fr.) Gillet 88


Da .. ca l am i st ratu s .. (l at. ) == arricci ato co l fe r ro cal do.
Per le squame reflesse

SINON I MI : Agaricus calami stratus Pers o

Cappello: 3-5 cm , carnoso al centro , campanulato, convesso poi aperto,


ricoperto da fibrille irte ; bruno-scuro o bruno-bistro.
Lamelle: fitte , annesso-sinuate , uncinate , minute, assai larghe, separabi­
li; da biancastro-pallide a bruno-mattone; taglio fioccoso, seghettato
e bianco.
Gambo: 4-6 X 0,5-0,8 cm , rigido , coriaceo , qualche volta ingrossato alla
base, peloso-squamoso , bruno, concolore al cappello, di colore blu­
verdastro sporco caratteristico alla base.
Carne: bianca, blu-verdastra alla base del gambo, tenace . Odore forte .
Spore: fulvo-ocracee in massa , giallastre-ocracee pallide al microscop io,
ellittico-oblungo-ovoidali, pruniformi o subreni,formi , liscie, 9-11 X
4.5-5,5 micron .
Habitat: nei boschi di montagna , in gruppi , terricola . Estate-autunno.
Commes'tibilità: da considerare sospetto come tutte le Inocybe (pag . 73) .
OSSERVAZIONI : Si riconosce per la bella coloraz ione blu ·verdastra alla base del gambo .

Riproduzione fotografica grandezza naturale. - 239


INOCVBE OBLECTABILIS Britz. 89
Da • oblectabilis » (lat .) = piacevole, di bell'aspetto . Per l'aspetto

SINONIMI : Inocybe hiulca f .ma major sensu Bresadola

Cappello: 2,5-7 cm, ricoperto da una peluria squamosa o sericea, colore


bruno-ambra o giallo-brunastro; cuticola leggermente screpolata.
lamelle: grigiastro-brunastre con qualche tonalità rossastrçl.
Gambo: 5-8 x 0,6-1 cm, liscio, con tipico ingrossamento marginato alla
base biancastra; colore rossastro-bruno .
Carne: biancastra con ,qualche tonalità rossa .
Spore: fortemente angolato-gibbose, 8,5-11 x 5-8 ·micron .
Habitat: nei boschi di aghifoglie. Estate-autunno.
Commestibilità: da rifiutare come tutte le Inocybe (pag. 73).
OSSERVAZIONI : Fa parte del gruppo delle Inocybe con tinte rosate e con gambo marginato
alla base (marginatae Kuhn: rubellae Kuhn et Bours) .

Riproduzione fotografica 2/ 3 grandezza naturale.

INOCVBE GEOPHVLLA SOW. ex Fr. 90


Da " gé .. (gr .) = terra e " phyllon • (gr .) foglia, lamella.
Per le lamelle color terra

SINONIMI : Inocybe geophylla varo alba (Schum.)

Cappello: 2-5 cm, minuto, in principio conico ma sovente con un umbo­


ne già ben marcato, poi progressivamente aperto e depresso ma sem- '
pre umbonato; a margine dapprima arrotondato o addirittura chiuso
verso i'l gambo, poi diritto e sovente screpolato; bianco o crema, su­ a
perficie con aspetto finemente sericeo; privo di placche o di scaglie .
lamelle: piuttosto fitte, ineguali, ventri cose, . sensibilmente libere, pallide
poi bruno-nocciola o bruno-ocraceo: più pa'llide al taglio .
G~bo: 3-6 x 0,2-0,7 cm, cilindrico ma a base più o meno ingrossata;
quasi sempre ·con un bulbo marginato .
Carne: bianca o appena gialla, senza toni mssi o rosati, assai minuta.
Odore spermatico .
Habitat: in ,un suolo umido, in tut.ti i boschi: specie molto comune . Estate­
autunno.
Commestibilità: TOSSICA. Specie contenente una dose relativamente
elevata dimuscarina (pag. 73) .

OSSERVAZIONI : Esistono le varietà liIacina (528). tinta di violetto nel cappello, la lateritia
(979). tinta di rossastro. Inocybe bianche o quasi, ma tutte di taglia maggiore, sono la
fibrosa (511). di taglia gigantesca (come Inocybe) e l a patouillardi (510), campanulata, con
macchie rossastre , specialmente nel cappello. Ouest'ultima è conosciuta come una delle
Inocybe più tossiche. con alto contenuto di muscarina .

Riproduzione fotografica 2/ 3 grandezza naturale. - 241


INOCYBE , DULCAMARA (Pers. Albertini & Schw.) 91
Da " dulcamarus " (lat .) = dol ce·amaro. Per il sapore amarognolo
e dol cias tro

Cappello: 2-5 cm, più o meno carnoso., campanulato-convesso, umbona­


to, secco , ricoperto da fibrille tomentoso-squamose più o meno irte o
fioccose ·al centro; rosso-fulvo-ocraceo-olivastro ; margine minuto.
Lamelle: serrate, annesso-smarginate, da crema-citrino a bruno-cannella;
taglio fioccoso e pallido .
Gambo: 3-5 X 0,3-0,5 cm, pieno-farcito poi cavo, uguale, non bulboso,
qualche volta un po ' ingrossato in alto, pruinoso-farinoso, ricoperto da
fibrille appressate; concolore al cappello, bianco cotonoso alla base .
Carne: bianco-giallastro-fulvapallida . Gusto sgradevole, acre .
Spore: fulvo-ocracee in massa, giallo-ocracee pallide e trasparenti, liscie,
ovoidali-reniformi , 8-11 X 5-6 micron .
Habitat: generalmente nelle fores.te di pini e abeti, ai margini dei sentie­
ri e nelle radure, g'regario . Estate-autunno .
Commestibilità: da rifiutare .

Riproduzione fotografica grandezza .naturale .

INOCYBE CINCINNATA (Fries) Ouélet 92


Da " cincinnatus " (lat .) = vagamente arricciato .
Per le squame del cappello

Cappello: 1,5-3 cm , poco carnoso, conico o convesso, umbonato, fragi­


le , con scaglie squamoso-fibrillose; bruno-fulvo o bruno-bistro . .
Lamelle: annesso-sinuoso"smarginate. larghe. ventrute . liIacino-sporco
poi bruno-cannella ; taglio fioccoso . concolore .
Gambo: 3-4 X 0.3-0 .5 cm . pieno. farcito alla fine. esile, uguale o legger­
mente bulboso alla base. tenace . fibroso-lanoso; rossastro. legger­
mente violaceo in alto .
Carne: biancastra. in principio lilacino-violacea. minuta. Odore sper­
matico.
Spore: bruno-fulvo-ocracee. liscie. ovoidali. 8-12 X 4-6 micron .
Habitat: nelle foreste di abete e anche di latifoglia. gregario . Estate­
autunno.
Commestibilità: da rifiutare .

Riproduzione fotografica grandezza naturale. - 243


ENTOLOMA (Rhodophyllus) LlVIDUM (Bull . ex 93
Fr.) Ouél.
Da « liv idus • ( lat.) = livido . Per i l co lore giall o livid o delle l ame l le

SINONIMI : Agaricus sinuatus Fr .


Entoloma sinuatum Ouel .
Agaricus fertilis 8erkeley
Entoloma fertile G i llet
NOMI VOLGARI : Agarico livido . (Francese : le perfide)

Cappello: 6-15 cm. carnoso. globoso poi piano. ondulato-difforme. spes­


so molto umbonato. sodo. secco . non igrofano. dapprima un po ' fioc­
coso poi glabro. opaco. ricoperto da finissime fibrille innate grigio­
ocracee; fulvo-cenerino pallido o grigio-camoscio. a chiazze bianche .
Margine arrotondato.pruinoso . biancastro .
Lamelle: molto fitte. smarginate. libere alla fine. larghe. quasi gialle poi
colore salmone-rossastro. tinte di giallo al margine.
Gambo: 6-12 x 1-2.5 cm. robusto. panciuto. ingrossato alla base . sodo.
pieno poi spugnoso. pruinoso alla sommità; bianco o leggermente
giallo .
Carne: bianca. dolce . Odore buono di farina fresca come tanti Entoloma.
Spore: rosa. rosa-sporco in massa. globuloso-angolate . subesagonali.
8-10 X 7-8.5 micron .
Habitat: nei boschi di latifoglia (querce , faggi), in terreno argHloso-cal­
careo o argilloso-siliceo. in cerchi o in gruppi . Non sempre comune .
Estate-autunno .
Commestibilità: VELENOSO . nonostante il suo odore gradevole di farina
che hanno anche Entoloma commestibili . Causa avvelenamenti grav i
(pagg. 74. 78-80. 84) .

OSSERVAZIONI: Nasce in stagi one inoltrata. Tale epoca di crescita rende più tranquilla
la raccolta degli Entoloma primaverili (Entoloma clypeatum (94), Entoloma saundersii (Fr .)
Rom ., Entoloma aprile (95). Entoloma sepium (984), ottimi commestibili con i quali potrebbe
essere scambiato . Il suo carattere più evidente. tipi co . è il colore salmone delle lamelle.
dato dal sovrapporsi delle spore rosate al colore giallo delle lamelle stesse. Gli altri
Entoloma hanno le lamelle più rosate e la lamella nuda non è gialla ma bianco·grigia .
Può essere distinto anche per la taglia più massiccia e regola re. per il colore chiaro del
cappello, pe r il suo modo di crescere non cespitoso ma a gruppi, gregario . L'Entoloma
bloxami (96). dal bellissimo cappello colore acciaio. ma pi ù piccolo e campanulato , ha
pure le lamelle gialle e. ricope rte dalle spore. dello stesso colore di quelle del lividum.

Riproduzione fotografica 3/ 4 grandezza naturale . - 245


ENTOLOMA (Rhodophyllus) CLVPEATUM (Linn.) 94
Ouél .
Da « clypeus » (lat.) = scudo. Per la forma umbonata del cappello

SINONIMI : Agaricus clypeatus Linn .


i'lOM I VOLGAR I : Entoloma clipeato· Fong del perar

Cappello: 4-10 cm, abbastanza çarnoso, da giovane campanulato poi


piano e umbonato , liscio , igrofano; bruno-fuligginoso: margine rivolu­
to e sinuoso .

Lamelle: poco htte, piuttosto larghe, di color bianco poi rosate, sinuate
al gambo e uncinate .

Gambo: 6-10 X 1-1,5 'c m, dapprima pieno poi cavo, cilindrico sinuoso,
pruinato in alto; colore bianco sporco.

Carne: brunastra, tenue , un po fibrosa . Sapore gradevole . Odore di fari­


na fresca ,

Spore: rosee , globose, angolose, 9-12 X 8-10 micron .

Habitat: nei luoghi erbos'i, ai piedi del,le rosacee (pero , melo, ecc.), ce­
spitoso e abbondante . Dalla primavera all'inizio dell 'estate .

Commestibilità: ottimo (pag. 84) .

OSSERVAZIONI : È uno fra i più conosciuti funghi primaverili. Si presenta cespitoso e


abbondante. Tipico il suo crescere ai piedi delle rosacee in genere. In autunno appaiono
Entoloma che possono essere considerati forme autunnali dell'Entoloma clypeatum {Ento·
loma prunuloides (Fr.) Oué!., Entoloma lividoalbum (530)).

Riproduzione fotografica grandezza naturale. - 247


ENTOLOMA (Rhodophyllus) APRILE (Britz .) 95
Romagn.
Da " aprilis .. (lat .) = aprile . Per l'epoca di appar izione

Cappello: 2-9 cm, dapprincipio conico o campanulato, poi convesso e


infine aperto, umbonato, lobato; da un bruno-grigio carico a seppia­
ocraceo chiaro, igrofano .
Lamelle: annnesse, incavate e qualche vol,ta uncinate; grigio-brunastre poi
bruno-rosate .
Gambo: 4-8 x 0,5-1,8 cm, ci.lindrico, eguale o vagamente ingrossato alla
base, pieno poi cavo, segnato da lunghe fibrille brune che gli danno
una colorazione grigio-seppia.
Carne: biancastra, molto minuta al bordo, più spessa al centro. Odore e
sapore di farina: l 'odore del fungo appena raccolto è qualche volta fu­
gacemente di sapone o addirittura dì ipoclorito.
Spore: poliedriche, 8,5-11,8 X 7-9 micron.
Habitat: sotto latifoglie, in terreno sabbioso, argilloso. Aprile-maggio.
Commestibilità: buono.
OSSERVAZIONI : Fa parte del gruppo degli Entoloma primaverili come l 'Entoloma
clypeatum (94). Quest'ultimo si distingue dali 'aprile perché nasce cespitoso e ha il
gambo liscio. bianco . non fibrilloso. scuro . L'Entoloma lividum (93), tossico , cresce
però solo in autunno e la racco·lta degli Entoloma primaverili é perciò più tranquilla .

Riproduzione fotografica 1/ 2 grandezza naturale.

ENTOLOMA (Rhodophyllus) BLOXAMI Bk. & Br. 96


SINONIMI Rhodophyllus madidus (FrJ Ouél.

Cappello: 3-5 cm, carnoso, campanulato-convesso, ottuso poi aperto e


umbonato, non igrofano, viscoso per l'umidità, sericeo e 'lucente per il
secco; porpora-violaceo , blu-nerastro poi color ardesia.
Lamelle: smarginate, larghe, serrate, bianco-giallastre poi rosa salmone.
Gambo: 4-6 X 0,8- ·j,2 cm, pieno, solido. grosso e corto, fibrilloso striato,
concolore al cappello, bianco-giallastro alla base (caratteristica).
Carne: bianca e fibrosa nel gambo, grigio-ardesia pallido nel cappello.
Odora leggermente di farina.
Spore: rosa, globose-angolate, esagonali, 8-10 X 8-9 micron.
Habitat: nelle radure e nei prati. Estate-autunno .
Commestibilità: commestibile.

OSSERVAZIONI : E' un fungo inconfondibile fra gli Entoloma per il colore acciaio brii·
lante del cappello e per la sua forma campanulata . \I colore delle lamelle del fungo
adulto ricorda il colore delle lamelle dell'Entoloma lividum (93): per questa ragione
stato guardato sempre con sospetto . Da poco ne è stata accertata la non tossicità .

Riproduzione fotografica 2/ 3 grandezza naturale. - 249


ENTOLOMA (Rhodophyllus) NIDOROSUM (Fr.) 97
Ouél.
Da " nidorosus • (lat .) odoroso . Per l 'odore che emana

Cappello: 4-8 cm, poco carnoso, submembranoso, convesso poi piano,


fragile, liscio, grigio; fulvo-bistro per l'umidità . più pallido, brillante e
spesso screpolato al margine per il secco .

Lamelle: poco ,fitte, smarginate , 'Iarghe, sinuose, biancastre poi rosate .

Gambo: 6-10 X 0,3-0.6 cm, cilindrico, pieno, glabro, pruinoso in alto,


biancastro .

Carne: minuta , fragile. Odore forte e sgradevole di ipoclorito .

Spore: rosa-giallastre in massa, pallide al microscopio, globoso-angola­


te , apiculate alla base, 7-10 x 7-8 micron.

Habitat: nei boschi di latifoglia . Comune . Estate-autunno .

Commestibilità: da ritenere non commestibile o addirittura tossico . L'o­


dore è comunque sufficiente a farlo scartare .

OSSERVAZIONI: L'Entoloma rhodopolium (531) ha aspetto simile ma è quasi privo di


odore .

Riproduzione fotografica grandezza naturale. - 251


ENTOLOMA (Rhodophyllus) EXCENTRICUM 98
Bresadola
Da " exeentricus .. (Ial.) eccentrico. Per il 'g ambo eccentrico

Cappello: 2-3 cm poco carnoso, campanulato-convessa-aperto, general­


mente umbonato, ma non sempre, liscio, non igrofano; bianco-aluta­
ceo o caffelatte pallido; margine in principio involuto.
Lamelle: poco fitte, smarginate, larghe, ventrute, biancastre poi rosa
pallido.
Gambo: 3-4 X 0,3-0,5 cm, fibroso-carnoso, pieno-farcito poi cavo, allun­
gato, eguale, leggermente ingrossato e curvo alla base , generalmente
eccentrico. .
Carne: bianca. Odore leggero di farina. Sapore dolce .
Spore: rosa, allungate, irregolari, angolose , 10-14 X 7-8 micron.
Habitat: in tratti erbosi di strade o sui limitari dei boschi, in gruppi.
Estate-autunno.
Commestibilità: ignota.

OSSERVAZIONI: Piccolo e curioso Entoloma, tipicamente riconoscibile per il gambo


eccentrico .

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LEPTONIA (Rhodophyllus) INCANA (Fr.) Ouélet 99


Da " incanus .. çhe diventa canuto

SINONIMI: Rhodophyllus incanus Ouélet

Cappello: 1,5-3 cm, submembranoso, campanulato-convesso, ombelica­


to-depresso al centro; di colore giallo-verdastro o fulvo-verdastro, fi­
brilloso o ricoperto di squamosità , substriato.
Lamelle: poco fitte, annesse, larghe, biancastre o giallastro-pallide, poi
rosate .
Gambo: 3-5 X 0,2-0 ,3 cm, fistuloso, fragile , eguale, nudo, liscio, legger­
mente ingrossato alla base tomentosa e bianca; giallo-verdastro , ver­
de-bluastro-ruggine verso la base.
Carne: giallo-verdastra, bluastra al tocco, minuta. Sapore e odore di
cicuta.
Spore: rosa, ovoidali-oblunghe, angolose, molto guttulate, 11-14 X 7,5-9
micron.
Habitat: nei prati, nelle radure dei boschi , lungo le strade, gregario.
Commestibilità: senza valore .
OSSERVAZIONI: Piccola specie dai bei colori v ivaci Le leptonia sono funghi a spore
rosa e taglia piccola. di solito vivacemente colorati

Riproduzione fotografica grandezza naturale. -.: 253


NOLANEA HIRTIPES (Schum . ex Fr .) Ouél. 100
Da " hirtus " (lat .) = ispido e " pes " (lat.) piede .
Per il fondo del gambo coperto da v illosità

Cappello: 3-9 cm, poco carnoso, quasi membranoso , conico-campanu­


lato , umbonato o papillato, fragile, igrofano ; bruno-seppia tendente al
nerastro, glabro e striato-pellucido per l 'umidità , isabella-grigiastro e
sericeo-Iucente per il secco; margine sottile dapprima rivolto verso le
lamelle.
Lamelle: annesse, sinuose, poi libere, molto larghe, ventricose, con la­
mellule, grigiastre per lungo tempo, poi rosa-grigiastro sporco. Taglio
leggermente merlettato.
Gambo: 6-10 X 0,3-0,5 cm, fistuloso, slanciato, rigido , assai esile, atte­
nuato verso la sommità, ingrossato alla base , lucente, finemente stria­
to, spesso tortile, qualche volta compresso , farinoso alla sommità;
grigio-fuligginoso-fulvo, più pallido del cappello ; avvolto alla base da
una sostanza cotonosa, bianca.
Carne: pallida, sottile, fibrosa nel gambo . Odore più o meno forte di
cetriolo.

Spore: rosa, angolato-allungate, ovoidali-arrotondate , a contenuto granu­


loso, 10-16 X 7-9 micron.

Habitat: nelle brughiere , boschi di conifere e latifoglia , in gruppi. Pri­


mavera ; più raro in autunno .

Commestibilità: TOSSICO , come le altre specie di questo genere (pag . 76) .

OSSERVAZIONI : È una delle Nolanea primaverili fra le quali molto note la mammosa (991)
e la pascua (532). Tipico il loro colore brunastro-grigio del cappello e la presenza delle
lamelle di colore da grigio a più o meno rosato. ,Le singole specie possono avere odore
di farina (mammosa). cetriolo , tipico di olio di fegato di merluzzo (staurospora) (533),
essere quasi inodori (hebes (Rom.)). o inodori del tutto (pascua). Difficile la distin­
zione (solo la staurospora ha le spore tipiche stellate). ma certa la tossicità della mag­
gior parte di esse; fra queste la pascua a gambo più corto, di solito compresso , meno
campanulata e con i lembi del cappello sinuosi. Si sono avuti molti casi di avvelenamento
per chi, ra ccogl iendoie in primavera, le scambiava grossolanamente per morette (Tricho­
loma terreum) (127).

Riproduzione fotografica grandezza naturale. - 255


CLiTOPILUS PRUNULUS (Scop. ex Fr.) Ouélet 101
,)" " prunus " (I at.) = prugno . Per i I suo pr.esunto habitat
I\l C)MI VOLGARI : Prugnolo . Grumato grigio· Pastarel . Lievitato
' jJlon de le brise . Prugnolo bastardo

Cappello: 3-6 cm, carnoso. convesso poi imbutiforme, regolare o ondu­


lato, con pruina bianco-grigiastra . Margine involuto . farinoso.
Lamelle: fitte, minute. strette, decorrenti: bianche poi rosa ,un po' gial­
lastre.
Gambo: 2-3,5 X 0,8-1 cm , tenero, pieno , sovente eccentrico. pruinoso;
bianco, lanuginoso alla base.
Carne: bianca , omogenea , piuttosto molle, friabile Odore e sapore di ' fa­
rina bianca :
Spore: rosa-giallastre in massa, fusiformi , ornate da linee , 10-12 X 5-6
rnicron .
Habitat: nei boschi e prati . Estate-autunno ,
Commestibilità: buono , molto delicato (pagg. 84, 86).
11 SSERVAZIONI: Il cercatore che trova il . Clitopilus prunulus di solito s 'aspetta di trovare
1'"1: 0 distante il porcino. È certo che questi due funghi hanno un habitat comune, Le
Clitocybe bianche, tossiche. possono essere scambiate con il Clitopilus prunulus: le
,1I,;tingue la consistenza elastica della carne . non friabile, la rottura fibrosa e l 'odore e
·.ilJ)ore ben diversi anche se simili. più sgradevoli e aciduli , Pur essendo leucosporee le
Clìtocybe qualche volta assomigliano al Clitopilus per le lamelle leggermente rosate
IClìtocybe phyllophila (1042) e simili).
niproduzione fotografica grandezza naturale.

PLUTEUS CERVINUS (Schaeff. ex Fr.) Ouélet 102


I)H " pluteus " ( lat .) = antica macchina d 'assedio. Per la forma del cap·
PI'llo conico·disteso e " cervinus" (lat.) = pertinente al cervo . Per il
I:olore simile a quello del manto del cervo

Cappello: 7-12 cm, convesso-piano, fragile, glabro , bruno, fibrilloso nel


fungo adulto ,
lamelle: libere , ,fitte , larghe , bianche poi rosa .
Gambo: 6-10 X 0,8-1 ,5 cm , pieno. biancastro, con piccole fibrille brune .
Carne: bianca" piuttosto molle . Odore di ravanello.
Spore: rosa in massa, ovoidali o subglobose , 6-8 X 5-6 micron.
Habitat: su tronchi, ceppi , rami vecchi. Es,tate-autunno.
Commestibilità: commestibile,
OSSERVAZIONI: Ouesta specie è molto variabile di taglia e di colore secondo le condi·
zioni di svi luppo. Forme che sono state descritte come specie distinte sono: i I Pluteus
nigrofloccosus Schulz = atromarginatus Kanz" (Pluteus umbrosus sensu Ouélet (994) J. che
ha le lamelle bordate di bruno : suo simile il Pluteus patricius (534), con cappello
Wigio ·pallido , coperto da giovane da squame brune , che nasce di solito sulle segature,
Altri Pluteus di taglia più piccola ma di colore più vivace , sono il Pluteus coccineus
(537), rosso vivo e il Pluteus leoninus (538), giallo . È curiosa la colorazione bianco·
candida delle lamelle del fungo giovane come in figura . che lo fanno credere un leuco·
sporeo; solo più tardi esse diventano tipicamente rosate . Tutti i Pluteus possono consi·
derarsi commestibil i , ma bisogna stare attenti a non confonder I i con altre specie rodosporee
(Nolanea, Entoloma), tossiche.

Riproduzione fotografica 2 / 3 grandezza naturale. - 257


PLUTEUS MURINUS (Bres.) sensu Romagnesi 103
Da .. murinus » (Iat.) di sorcio . di topo . P·er il colore del cappello

Cappello: 5-12 cm. convesso. poi rapidamente aperto. abbassato al cen­


tro ma più spesso con un umbone ottuso. colore dal grigio al bruna­
stro. uniformemente ve·llutata al centro da piccoli ciuffi continui . altro­
ve con scaglie pelose su uno s·f ondo pallido. diradantisi verso il bordo
disposte in linee radiali tanto <;la dare un aspetto complessivo striato e
screpolato radialmente; margine minuto. screpolato.

Lamelle: non molto fitte. minute , piuttosto strette. bianche, poi rasate,
infine bruno-rasa-sporco, più pallide al margine .

Gambo: 6-8 X 0.6-1 cm, piuttosto esi.le. sodo, pieno. quasi cilindrico o
leggermente attenuantesi verso l'alto; biancastro. di solito solo rigato .

Carne: bianco-candida. compatta ma piuttosto molle . Senza odore e sa­


pore .particolari.

Spore: bruno-rosa. terracotta in massa, 6-5-8 X 5-5,5 micron.

Habitat: nei luoghi ombreggianti dei prati o boschi . nel terreno. su fram ­
menti legnosi. Estate-autunno.

Commestibilità: commestibile.

OSSERVAZIONI : Si distingue dal Pluteus cervinus (102) e simili. per il cappello molto
setoso·scagl ioso e per l' assen za di odori particolari .

Riproduzione fotografica 1/ 2 grandezza naturale . - 259


LACCARIA AMETHVSTINA (Bolt ex Hooker) Murr. 104
NOM f VOL ~A R I : Agarico ametistino

Cappello : 1-5 cm , dapprima chiuso a margine revoluto , poi aperto, spia­


nato fino a imbutiforme, a margine non regolare , lobato, leggermente
igrofano, di colore violetto vivace con tendenza a sbiadire con l'età,
superficie liscia o leggermente fibrilloso-squamosa .
Lamelle: annesse al gambo, spaziate, piuttosto grosse, panciute, violetto
vivace poi biancastre , farinose per la presenza della polvere sporale.
Gambo: 3-10 X 0,2-0,6 cm, slanciato, uniforme, leggermente fibrilloso,
concolore al cappello.
Carne: color violetto, tenace , ino'doré , dolce .
Spore: bianche , 8-10 micron , aculeate .
Habitat: nei boschi, gregario , comune da giugno a novembre .
Commestibilità: buono, può essere usato nel misto di funghi.

OSSERVAZIONI : La Laccaria laccata (549) è uguale come caratteristiche generali e si


differenzia per il solo colore che è rosa carnicino in ogni parte.

Riproduzione fotografica grandezza naturale.

COLLVBIA DRVOPHILA (Bull iard ex Fries) Ouélet 105


Da " drys » (gr .) = quercia e " fi los » (gr .) amico . Per il suo presunto
habitat sotto le querce .

Cappello: 2-5 cm, convesso poi piano-depresso , minuto, liscio, igrofano ,


di colore variabile dal rosso-fulvo al giallastro , al grigiastro, fino al
bianco-argillaceo o biancastro, più pallido per il secco .
Lamelle: fitte , strette, quasi libere , appena decorrenti, sovente bianco­
giallastre o addirittura gialle (varietà funicularis) (545).
Gambo: 4-8 X 0,3-0 ,5 cm, cilindrico , qualche volta leggermente allargato
in basso , esile, tenace , liscio, fistuloso, giallo-aranc iato o giallo-rosso .
Carne: bianca . Odore leggero, gradevole , fungino .
Spore: bianche in massa , ialine , ellittico-subfusiformi , 5-6 X 3-3 ,5 micron.
Habitat: molto comune nei boschi più in primavera che in autunno .
Commestibilità: commestibilE di poco valore.
OSSERVAZIONI : La Col'ybia dryophila è un fungo ubiquitario e molto comune. Si rico­
nosce per le lame l le molto fitte e piuttosto strette; il colore delle stesse è bianco·candido
oppure con tonalità giallastre; in tale caso si tratta de lla varietà funicularis (545) che ha
le lamelle di un bel giallo-zo lfo . La Collybia acervata (110) e la Collybia collina (Fr. ex
Scop) Ouél ., sono a lei sim i li; la prima hél col ori più carichi e di so l ito è raggruppata i n
cespi come dice il nome ; la seconda è più chiara ed ha odore diverso (leggero, di agliO) .
Si confondon o con i Marasmius che , di tagl i a molto simile , hanno di solito le lamelle
concolori al cappello , più ventricose e spa ziate, nettamente rade (Marasmius oreades (118)).
Il Marasmius hariolorum (551), è quasi identico per aspetto al.la Collybia dryophila, ma
emana un odore cara tteristico di f ormaggio Camembert ed ha il gambo villoso nella parte
inferiore .

Riproduzione fotografica grandezza naturale. - 261


COLLYBIA FUSIPES (Bulliard ex . Fries) Ouélet
106
Da • fusip es » (Iat ,) = gambo a fuso . Per la caratteristica forma del gambo

SINO NIMI : Agaricus fusipes Bulliard


Collybia fusipes Ouélet
NOM I VOLGAR I : Agarico a pié fusiforme

Cappello: 3-6(8) cm, carnoso, convesso poi spianato, irregolare, liscio ;


di color bruno-rossiccio, con macchie più scure; orlo con fenditure.
Lamelle: piuttosto distanti, venoso-congiunte, adnate, biancastre con
macchie dello stesso colore del cappello .
Gambo: 6-8 X 0,4-0,8 cm , fusiforme, tenace , compresso, con solchi pro­
fondi , terminante a forma di radice, pieno poi vuoto. Dello stesso colore
del cappello .
Carne: bianca, tenace . Senza odore e sapore particolari.
Spore: ialine al microscopio, ellissoidali, 4-7 X 3-4 micron .
Habitat: ai piedi di latifoglie, cespitoso. Estate-autunno .
Commestibilità: commestibile (usufruire del solo cappello).

OSSERVAZIONI: t: una Collybia di facile identificazione , spec ialmente per il gambo appiat·
tito e solcato , termi nante quasi a punta . Gli è simile la Collybia velutipes (107) .

Riproduzione fotografica 1/ 2 grandezza naturale.

COLLYBIA VELUTIPES (Curt.) Ouélet 107


Da "velutipes » (lat.) = gambo vellutato . Per l'aspetto del gambo

SINONIMI: Agaricus velutipes Curtis


Agaricus nigripes Bulliard
NOM I VOLGAR I : Agarico vellutato . Fungo dell 'olmo

Cappello: 3 ~5 cm, piano-convesso, viscido, liscio o leggermente pruinoso,


poco carnoso , color rosso-giallastro o giallo-arancio, più ,cupo al centro.
Lamelle: piuttosto rade, annesse, ventricose ; bianche indi rossastre .
Gambo: 3-6 X 0,4-0,6 cm, qualche volta eccentrico, fistoloso, radicato,
tipicamente vellutato, giallo-rossiccio in alto , bruno-scuro o nerastro
in basso ,
Carne: giallognola . Senza odore e sapore speciali .
Spore: oblungo-cilindriche, ialine al microscopio , 8-11 X 3-4 micron .
Habitat: sui tronchi di latifoglia, cespitosa. Autunno-inverno .
Commestibilità: commestibile (usufruire del solo cappello) .
OSSERVAZIONI : È un fungo che cresce nel tardo autunno o addirittura in inverno. È perciò ·
fac i le trovarlo con sorpresa nel mese di gennaio o febbraio in cespi notevoli sui tronchi
di latifoglia . Si riconosce facilmente per il suo gambo cilindrico, vellutato su tutta la
lunghezza .

Riproduzione fotografica grandezza naturale. - 263


COLLVBIA PLATVPHVLLA (Pers . ex Fri~s) Ouélet
108
Da " platys .. (gr) am pio e " ph yl lòn .. (gr .) foglia . Per le sue larghe
lamelle

SINONIMI Agaricus platyphyllus Pers o


Agaricus grammocephalus Bulliard
Collybia grammocephala Ouélet

Cappello: 5-15 cm, dapprima convesso poi spianato , piuttosto umido e


poco carnoso, di colore grigio o marrone, radiai mente screpolato e
coperto da fibrille scure .

Lamelle: distanti, molto larghe, bianche, smarginate .

Gambo: 6-12 X 0,8-1,5 cm, cilindrico, fibrilloso. biancastro, leggermente


ingrossato alla base.

Carne: biancastra , piuttosto tenue . Sapore amaro.

Spore: bianche in massa, ialine al microscopio, ovali , 7-10 X 6-7 micron.

Habitat: sui vecchi e guasti tronchi degli alberi , ai piedi degli alberi, nei
terreni ricchi di humus. Estate-autunno .

Commestibilità: non commestibile per il suo cattivo sapore.

OSSERVAZIONI: E un fungo c he raggiunge taglie anche rT)o l to grandi. Si nota per le


caratteristiche decoraz ioni radial i del cappello e per la quasi totale assenza di carnosità
nel cappello stesso che porta. invece. lamelle larghissime . Non si consiglia il suo con'sumo
perché ha sapore amaro astringente. come di trementina .

Riproduzione fotografica 1/ 2 grandezza natur<lle. - 265


COLLVBIA BUTVRACEA (Bulliard ex Fries) Ouélet 109
Da " but i race us .. ( lat.) c he ema na un odore si mi le a que ll o de l bur ro
ranc id o

Cappello: 4-7 cm , dapprima convess o poi sp ianato, a margine sinu o so,


umbonato , piuttosto acquoso, brillante , abbastanza carnoso ; co lore
da bruno a grigi astro , più scuro al centro .
Lamelle: fitte, lib ere, bianc astre .
Gambo: 4-5 X 0,5-1 ,5 cm , di solito appi attito , ced evole , atte,nuato in alto ,
lanoso alla base .
Carne: molle . Odore le gg ero di frutta . Con co lore al cappello .
Spore: bianche in m assa, ellittich'e , ialine , 6,5-8 X 3-3,5 micron .
Habitat: nei boschi di conifere e di latifoglie , molto comune . Estate­
autunno .
Commestibilità: medioc r e .

OSSER vAZ I ONI: Si t rova spec ialm ente nei bos chi di co nife re c res cente greg aria sul
t err eno nud o co perto di ag hi . Si ten de a fa rn e due spec ie di ve r se : la Collybia asema
Fr ., d i co lore . mol t o c h iaro, gri gi astro e la ti pica Collybia butyracea . a to na li tà molto
car ic he fi no a'd avere ri f less i v ioletto·b ru ni. 'Si osserv i l 'a bb ondante spo rul az ione del
f un go di estrem a des t ra c he ha lasc iato cade re là po lve re spora le , bi anca. su l cappe l lo
sotto sta nte .

Riproduzione fotografica grandezza naturale .

COLLVBIA ACERVATA (Fries) Gillet 110


Da " acervatus .. (l at .) nume roso. Per il pre se ntarsi cesp itoso

SI NO NIMI : Agaricus acervatus Fr ies


Marasmius erythropus Au ct.

Cappello: 2-8 cm , conv esso poi spianato, po co ca rnoso , liscio , indi piut­
tosto rugoso ; rosso-brun astro '.
Lamelle: distanti , libere , biancastre .
Gambo: 3-5 X 0,4-0 ,6 cm , ten ace ; del color e del cappello .
Carne: bi ancastra, dolce , di odore grad ev ole .
Spore: ell issoidali, ialine , 8-10 X 5-6 micron .
Habitat: nei luoghi erbosi , ai lati dei sentieri . Primavera-autunno .
Commestibilità: commestibile.

OS SER VAZ IONI : È si m i le alla Collybia dryophila (105). ma è di co lore p iù sc uro; . ha il


ga mbo co lorat o e s i prese nt a cespitoso . non i so lato o grega ri o . La Collybia o Marasmius
bresadolae (Ku hn. & Rom agn .) Si ng . è qu as i ug ual e. m a c res ce i so lato grega ri o , non
cesp itoso .

Riproduzione fotografica 2/ 3 grandezza naturale . - 267


COLLYBIA MACULATA (Alb. & Schw.) Ouélet 111
Da " maculatus ,, (lat.) macchiato. Per le macchie sul cappello

Cappello: 8-12 cm , convesso, piano, carnoso . liscio, bianco poi macchiet­


tato di ruggine. Margine sottile.
lamelle: numerose e molto fitte. strette. libere. denticolate. bianche poi
macchiate di ruggine.
Gambo: 4-7 X 0,4-1 cm . pieno poi cavo. duro. fibroso. sovente flessuoso-
ondulato, attenuato-radicante. striato . bianco . macchiato di ruggine.
Carne: bianca. Sapore amaro.
Spore: gi-allastre in massa . quasi globose. ialine , 4-6 X 3-5 micron .
Habitat: gregario o in cerchi nei boschi . Molto comune . Autunno .
Commestibilità: non commestibile per il sapore amaro e per la consi­
stenza fibrosa.

OSSERVAZIONI: Si riconosce facilmente per il colore bianco. molto presto macchiato di


ruggine in ogni parte. e per le lamelle fitte e basse . La Collybia leucocephala (546),
più robusta, ma di aspetto e consistenza uguali. si distingue dalla Collybia maculata per
la presenza di macchie gialle e per l'odore di farina . La Co\lybia fodiens (1037) è color
isabella sul cappello , che si presenta quasi uniformemente colorato e non a mac chie.

Riproduzione fotografica 1/ 2 grandezza naturale.

COLLYBIA ESCULENTA (Wulf. ex Fr.) Sing. 112


Da " esculentus .. (lat.) commestibile, che serve per il cibo. Per la sua
commestibilità

Cappello: 1-2 cm, da convesso ad appianato, poco carnoso, piuttosto


umido poi secco, liscio, qualche volta con leggero umbone; di colore
giallastro chiaro, ocra o fusco.
lamelle: fitte , arrotondato-annesse, bianche, tendenti ad assumere tona­
lità giallastre.
Gambo: 4-6 X 0,1-0,2 cm, cavo, uguale, da pruinoso a liscio; dapprima
bianco poi concolore al cappello nel tratto più basso. La parte inferiore
continua in una specie di radice sinuosa, fibrilloso-villosa.
Carne: bianca, abbastanza tenace. Amara qualche volta. Odore nullo.
Spore: ovoidali allungate, ialine, 6-8 X 3-4 micron .
Habitat: sotto il peccio o Picea excelsa; tipico . In primavera già quando
la neve sta sciogliendosi.
Commestibilità: buono . La sua raccolta, date le piccole dimensioni, com­
porta notevole pazienza e tempo. Consumare il solo caooello .
OSSERVAZIONI : Sotto i pini ha il nome di Co\lybia tenace\la (1474). Esiste anche una
forma grigiastra: varietà grisea (Schaeff.) Metr . Di questo gruppo di Collybia, dette Coni ·
gene . fanno parte anche la myosura (1473) e la stephanocystis (Hora) Sing . , differenziate
fra di loro specialmente per caratteri microscopici .

Riproduzione fotografica grandezza naturale. - 269


MUCIDUlA MUCIDA (Schr. ex Fries) Patouillard 113
Da « mucus » (Iat .) mucosità . Per la superficie viscida

SINONIMI: Oudemansiella mucida (Schrad . ex Fr .) V . Hoehn

Cappello: 3-8 cm, convesso poi piano, minuto, tenero, da liscio a ruvido­
rugoso. molto viscoso. glutinoso, bianco. grigio-bistrato o grigio-olivastro.
traslucido.

lamelle: larghe. spaziate, sinuate. decorrenti-denticolate . bianche, con


lamellule .

Gambo: 4-7 X 0,4-0,8 cm. sottile, rigido e fibroso, pieno, fioccoso , striato
in alto, bianco . Anello supero. piuttosto largo. sottilè. striato, bianco .

Carne: bianca. Odore nullo .

Spore: bianche in massa, ovali o subglobulose, guttulate, ialine, 13-18 X


12-15 micron .

Habitat: quasi sempre sui vecchi tronchi di faggio, cespitoso o isolato .


Autunno.

Commestibilità: di poco valore.

OSSERVAZIONI: Fungo facilmente riconoscibile per la sua estrema viscosità e per la sua
consistenza quasi gelatinosa . La Mucidula radicata (114), è ben diversa per habitat e
caratteristiche di aspetto .

Riproduzione fotografica grandezza naturale . - 271


MUCIDULA RADICATA (Relh. ex Fr.) Ouélet 114
Da " radicatus .. (Iat.) munito di radi ce . Per i l ga mbo radi cante

SINONI M I : Collybia radicata

Cappello: 4-10 cm, leggermente umbonato , rugoso. ruvido , grinzoso,


viscoso , non carnoso, convesso , appianato; giallastro-seppia o nocciola
chiaro .
Lamelle: larghe, spaziate, rotondato-annesse , bianche , leggermente sof­
fuse di rosa .
Gambo: 7-15 X 0,4-1 cm, slanciato , lungo , rigido , liscio , solcato alla fine,
piuttosto fragile , bruno-seppia o biancastro, attenuato in alto, ingrossato
in basso , rigonfio , per poi attenùarsi in una lunga radice che si insinua
in profondità nel terreno .
Carne: bianca . Odore e sapore quasi nulli.
Spore: bianche in massa, ellittico-ovoidali, liscie , ialine , 12-15 X 9-1
micron.
Habitat: nei boschi, vicino a rami marcescenti , terricola, infissa profonda­
mente nel terreno . Comune . Primavera-autunno .
Commestibilità: commestibile, ma di poca consistenza.

OSSERVAZIONI: Sue simili son o: la Collybia (Xerula) longipes (115), da l gambo legnoso,
finemente vellutato su tutta la lunghezza e conco lore al cappello grigio-marro ne ; la Collybia
velutipes (107), pure co n i I gambo vellutato e leggermente radicante, ma c res cente cespi­
tosa sui ceppi, specialmen te durante gli inverni miti , di color rosso ruggine e tonalità
nere nel gambo in basso . Son o tutte comme stibili ; di migl ior pregio la velutipes.

Riproduzione fotografica 1/ 2 grandezza naturale .

XERULA LONGIPES (Ouélet ex Bulliard) Maire


115
Da « = lungo e " pes .. (lat.)
longus .. (lat.) pied e . Per il lungo gambo

SINONIMI : Agaricus longipes Bulli ard


Collybia longipes Ouélet
Marasmius longipes Ouélet

Cappello: 3-5 cm , convesso poi spianato e umbonato , di colore marrone


chiaro , abbastanza carnoso ma piuttosto coriaceo .
Lamelle: larghe , libere, ventricose , bianche .
Gambo: 10-20 X 0,5-1 cm , tenace, radicato, fibroso , leggermente ventri­
coso e leggermente vellutato. concolore al cappello.
Carne: bianca, tenace . Inodore.
Spore: bianche in massa, liscie, ellittiche, ialine al microscopio . 8-10 X
6-9,5 micron .
Habitat: nelle foreste e nelle brughiere . Estate-autunno .
Commestibilità: commestibile (usufruire del solo cappello).
OSSERVAZIONI : Si r iconosce per il ga mbo piuttosto coriaceo , radican t e . di solito non
ingrossato e ri coper t o da una finissima pe luria marrone . mai nera come ' nella Collybia
velutipes (107) . Cres ce i noltre sempre iso lato. mai cespitoso .

Riproduzione fotografica 2/ 3 grandezza naturale. - 273


MARASMIUS SCORODONIUS Fries 116
Da « skoròdon » (gr .) aglio . Per l 'odore

Cappello: 0,7-2 cm , disco abbastanza carnoso, sottile al margine, campa­


nulato-convesso , poi piano e depresso, tenace; liscio poi striato, leg­
germente igrofano , incarnato fulvo a striature pellucide per l'umidità,
bianco-pallido per il secco e negli esemplari vecchi,
Lamelle: non molto fitte , sinuose, ineguali, ventricose, biancastre o bianco­
incarnate.
Gambo: 1-2 X 0,1-0,2 cm , ingrossato in alto e assottigliato alla base, fistu­
loso, corneo , levigato e brillante; fulvo o bruno-scuro .
Carne: quasi inconsistente . Odore' agliaceo , molto penetrante e durevole.
Sapore di aglio .
Spore: biancastre in massa, ovoidali, apiculate alla base, liscie, ialine,
6-8 X 3-4 micron .
Habitat: sugli aghi dei pini in terreni sabbiosi a gruppi di numerosissimi
individui. Estate-autunno .
Commestibilità: utilizzabile come condimento, anche dopo essiccato,
OSSERVAZIONI : È comunissimo nei boschi di conifere. Suoi simili sono: il Marasmius
perforans (1211, più piccolo e crescente direttamente su un ago di pino; più raro il
Marasmius ailiaceus (9991 , dal gambo molto lungo , nero e a taglia maggiore . Tutti con
odore di aglio o di palloncino d i gomma, tipico.

Riproduzione fotografica grandezza naturale.

MARASMIUS CONFLUENS (Scop. ex Fr.) Ouélet 117


Da « confluens .. (lat.) = confluente. Per i gambi che confluiscono insieme,
ossia cespitoso
SINONIMI : Collybia confluens sensu Moser (Scop. ex Fr.) Quélet

Cappello: 2-4 cm, poco carnoso, in principio campanulato, convesso poi


aperto, umbonato , glabro, leggermente igrofano, pellucido per l'umidità,
lucente per il secco, bianco-giallastro e giallo-bistro-rossastro-pallido,
più carico nell 'umbone; margine minuto, dapprima incurvato, poi rialzato
e sinuoso-ondulato . C'-!ticola non separabile .
Lamelle: piuttosto fitte, sinuato-libere, sovente riunite con venature alla
base, bianche, poi alutaceo-rossastro-pallide.
Gambo: 6-12 X 0,2-0,3 cm, cavo sin da principio, fragile, cartilagineo,
allungato, dritto o incurvato, eguale; alla base liscio e nudo, pruinoso
alla sommità; da alutaceo a rossastro-pallido.
Carne: bianca o pallida, minuta. Odore e sapore non forti, un po' agliacei.
Spore: bianche in massa, ellittiche-ovoidali, liscie , 9-12 X 4-6 micron,
Habitat: nei boschi cedui, fra i roveti o nelle praterie, in gruppi general­
mente cespitosi disposti a cerchio o su linee. Estate-autunno,
Commestibilità: abbastanza buono ,
OSSERVAZIONI: Si distingue dal Marasmius oreades (118), per le lamelle più fitte e
biancastre e perché ces,pitoso aggregato e non gr.egario isolato.

Riproduzione fotografica 1/ 2 grandezza naturale. - 275


MARASMIUS OREADES (Bolt. ex Fr .) Fries 118
Da .. oreades » (Iat ,) = ninfe delle montagne , Funghi detti delle streghe e
delle ninfe
SINONIMI : Agaricus caryophylleus Schaffer
MarasmKJs caryophylleus (Schaffer) Schr6ter
Agaricus oreades Bo lton
NOM I VOLGAR I : Marasmio oreade . Gambesecche

Cappello: 1,5-4 cm , convesso e campanulato nel fungo giovane, poi spia­


nato, generalmente con leggero umbone al centro, carnoso-coriaceo,
liscio, di color isabella poi nocciola o biancastro . ... ,
Lamelle: distanti , libere, dapprima bianche poi nocciola, con lamellule .
Gambo: 4-6 X 0,2-0,3 cm, slanciato : pieno, cilindrico, con base tomentosa,
bianco-nocciola .
Carne: biancastra . Odore gradevole , Sapore dolce .
Spore: ellissoidali , ialine al microscopio, 8-10 X 5-6 micron .
Habitat: nei prati in cerchi 6 file . Primavera-autunno .
Commestibilità: ottimo anche essiccato (paq . 86) ,
OSSERVAZIONI: È un fungo molto conosciuto sia per la s,ua abbondanza di crescita che
per la sua bontà come commestibile. Assomiglia al Marasmius lupuletorum (1442), più
chiaro , di colore e con il gambo attenuato e nerastro verso il basso, ricoperto da micelio
giallo; ed ancora al Marasmius wynnei (553), pure 'nerastro nel gambo ma con cappello
e gambo a riflessi violetti .

Riproduzione fotografica grandezza riaturale.

MARASMIUS PERONATUS Bolton ex Fries _ 119


Da .. pero'peronis " (lat .,) = stivale , Per il gambo calzato da un rivestimento

SI NON I M I: Agaricus peronatus Bolton


Marasmius urens Fries ex Bulliard

Cappello: 3-7 cm , dapprima convesso poi spianato , liscio, coriaceo, poco


carnoso , corrugato all'orlo, di colore ocra-rossastro .
Lamelle: piuttosto larghe, spesso anastomosate , sinuate, indi libere al
gambo: da qialle a brunastro-ocra.
Gambo: 3-7 X 0,3-0 ,5 cm , cilindrico , leggermente rigonfiato all 'attacco del
cappello, ingrossato alla base, coperto da una peluria lanosa biancastro­
gialla, tenace, coriaceo: di colore da ocra a rossastro.
Carne: color legno, coriacea . Di sapore dapprincipio dolce poi fortemente
pepato . Odore nullo.
Spore: ovoidali, ialine, 7-9,5 X 4-4,7 micron .
Habitat: nei boschi di latifoglia. Estate-autunno.
Commestibilità: non commestibile .

OSSERVAZIONI: Facile a riconoscere per il gambo calzato dalla peluria bianca. per il
colore ocra delle lamelle e per il sapore piccante della carne ,

Riproduzione fotografica 2/ 3 grandezza naturale. - 277


MARASMIUS FOETIDUS Sow. ex Fr. 120
Da " foetidus .. ( lat.) di odore cattivo . Per i l suo odore

Cappello: 1-2 cm ; campanulato convesso, dapprima appianato poi ombe­


licato, quasi membranoso, tenace , prurnoso , rugoso , plissettato , striato ,
bruno-rossastro pallido per il secco; margine molto sottile, involuto
dappri ncipio.
Lamelle: spazi ate , non larghe, annesso-decorrenti, incarnato-rossastre,
margine più pallido .
Gambo: 1-3 X 0,2-0 ,3 cm , fistuloso, assai corto , assottigliato dali 'alto in
basso , marrone alla sommità , n~rastro- brunastro alla base.
Carne: rosso-pallida nel cappello , bruno-seppia-nerastra alla sommità ,
membranosa . Sapore e odore fetidi , non agliacei , di pesce o di muffa .
Spore: bianche in massa, ellissoidali-oblunghe , 8-10 X 4-5 micron .
Habitat: sui rami caduti e marcescenti dei boschi di latifoglie , a gruppi .
Raro . Autunno .
Commestibilità: di nessun valore .

OSSERVAZIONI : Specie piuttosto rara, ma riconoscibi le per il suo tipico e marcato odore .
Il Marasmius brassicolens (552), molto simile, odora di cavol i marci.

Riproduzione fotografica grandezza raturale .

MARASMIUS PERFORANS Holm. ex Fr . 121


Da " perforans " . (lat .) che for a. Perché pe rfora gl i agh i di conifera su
cui cresce

Cappello: 0,6-1 cm , da convesso a espanso , con umbone o depresso


centralmente , membranaceo, liscio, secco, rugoso, di colore da bianco
a rossastro.
Lamelle: fitte, bianchè poi rossiccie, annesse al gambo .
Gambo: 3-4 X 0,05-0 ,1 cm , quasi filiforme, cavo , di consistenza cornea,
nero , più chiaro in alto, leggermente vellutato, attaccato a un singolo
ago di abete sul quale cresce .
Carne: concolore al cappello . Odore piuttosto forte, agliaceo . Sapore
nullo.
Spore: allungate, ellissoidali , 7-8 X 3-4 micron .
Habitat: sugli aghi di abete durante tutto l'anno .
Commestibilità: di nessun valore.

OSSERVAZIONI: Assomi g l ia al Marasmius scorodonius (116), ma si diffe re nzia per il suo


ancoragg io ad un ago di conife ra. Suo simile è il Marasmius androsaceus (1440) co n lo
stesso habi t at, ma privo di odore e con gambo non ve ll utato .

Riproduzione fotogr'afica grandezza naturale. - 279


MYCENA PURA (Persoon ex Fries) Ouélet 122
Da " purus » (Iat .) netto . mondo . puro . Per il be l co l ore

Cappello: 2-6 cm, campanulato poi piano, leggermente umbonato, poco


carnoso, glabro, di colore variabile da rosa-sporco a violaceo-lilacino,
spesso bianco-grigjastro. Margine striato.
Lamelle: sinuato-annesse, larghe , ventricose , unite da venature di colore
più sbiadito del cappello.
Gambo: 2-3 X 0,4-0,6 cm, rigido , cilindrico. fistuloso, qualche volta com­
presso, concolore al cappello.
Carne: bianca. Forte Odore di ravçlnello .
Spore: bianche in massa, ovali, liscie , ialine, amiloidi, 6-8 X 3-4 micron .
Habitat: abbondante nei boschi, ubiquitario. Estate-autunno.
Commestibilità: di scarso valore: da consumare frammisto ad altri funghi .

OSSERVAZIONI: Variabilissim o di colore . inganna facilmente chi lo raccoglie. ma SI


riconosce per l'odore caratteristico di ravanello e per i l margine striato del cappella .

Ri'produzione fotografica grandezza naturale .

MYCENA PELlANTHINA (Fr.) Kummer 123


Da " p~li6s " (gr.)' = li v ido. fosco. scuro e " antinoos " (gr ,) = contrario.
opposto. contrastante . Per il colore scuro del filo della lamella in contrasto
con il colore della restante superficie

Cappello: 4-6 cm, convesso-ottuso poi aperto e leggermente depresso


al centro, poco carnoso, diafano, igrofano, porporino-grigiastro per
l'umidità, lilacino-pallido, biancastro-giallastro per il secco: margine
striato e sottile .
Lamelle: spaziate, sinuoso-smarginate , violetto-sporco con bordatura mar­
ginale denticolata più scura.
Gambo: 2-3 X 0,4-0,6 cm, fistuloso, sodo, uguale o leggermente ingros­
sato alla base , liscio, piuttosto pallido.
Carne: biancastra, giallastro-pallida sotto la cuticola, scarsa. Odore è
sapore di ravanello.
Spore: bianche in massa, ellissoidali-ovoidali, allungate, ialine, 6-7 X 3-4
micron.
Habitat: nei boschi di querce e faggi ombreggiati, sulle foglie morte, in
gruppi. Comune, ma non dappertutto. Estate-autunno.
Commestibilità: stesse caratteristiche della Mycena pura (122). '
OSSERVAZIONI: Spec ie poco conosciuta. che si distin gue pe"r il bordo delle lamelle color
porp ora più carico . quasi violetto-nerastro .

Riproduzione fotografica 3/ 4 grandezza naturale. - 281


MYCENA FLAVIPES Ouélet 124
Da K flavipes » (lat .) = gambo giallo. Per il colore del gambo

SINONIMI : Mycena renati Ouél .

Cappello: 1-1,5 cm, da campanulato ad espanso, membranaceo ; margine


striato, viscoso; pellicola staccabile; colore da grigio a bianco-grigio
o rosso-brunastro.
Lamelle: abbastanza spaziate, decorrenti per un dente , bianche poi rosate .
Gambo: 6-8 X 0,2-0,3 cm, fistuloso, liscio , glutinoso per una pellicola,
giallo-pallido , rossiccio alla base, radicante .
Carne: giallastra . Inodore .
Spore: quasi globose , ialine , 8-12 X 4-6 micron .
Habitat: nei muschi dei boschi di conifere e latifoglie . Comune . Estate­
autunno .
Commestibilità: senza valore .

OSSERVAZIONI: È una Mycena dal bel colore giallQ-rosa del ga o. Molte specie le pos ­

1
sono assomigliare e non è facile da distinguere . La Mycena galeri ulata (558), grigia nasce
so lo su ceppi ed è inodore .

Riproduzione fotografica grandezza naturale.

MYCENA EPIPTERYGIA (Scop. ex Fr.) S. F. Gray 125


Da " epi " (gr .) = sopra e « pter i x » (gr.) = ala , prot ez ione . Perché il gam­
bo è ricoperto da una pellicola vischiosa protettiva

Cappello: 1,5-2,5 cm, campanulato, çji colore rosa sporco, bruno od ocra,
striato .
Lamelle: rotondato-annesse, biancastre.
Gambo: 2-5 X 0,2-0 ,3 cm, di un bel colore giallo-oro-rosato, che può essere
anche più scuro , verso il giallo-bruno .
Carne: biancastra , gialla. Di tipico odore ammoniacale.
Spore: 7,5-10,5 X 4-6 micron.
Habitat: sui tronchi, cespitoso .
Commestibilità: senza valore.

OSSERVAZIONI : È una Mycena molto comune , che si può facilmente riconoscere fra tutte
per la pe I l icola gommos o-gluti no sa che ricopre il gambo e che , afferrata con i polpastre Il i
del la mano. si la sc ia staccare dallo stesso e allungare appianata lateralmente . Simili
sono l a Mycena epypterygioides Pears . e la Mycena viscosa (1443) . La Mycena strobilicola
(556), nasce già da marzo sugli strobili di abete : ha odore di varechina e colore grigiastro­
bruno.

Riproduzione fotografica grandezza naturale. - 283


TRICHOLOMA (Lyophyllum, Calocybe) GEORGII 126
(Clus. ex Fr.) Ouélet
S. Giorgio. 24 aprile. Perché è Questa l'epoca della prima apparizione del
fungo

NOM I VOLGAR l' Fungo di S. Giorgio . Fong de la saeta . Maggiolino

Cappello: 3-10 cm, da convesso ad appianato, spesso ondulato al. bordo,


opaco, liscio, assai carnoso, di colore variabile dal bianco-crema q,1
camoscio-pallido o grigio-fulvo .. qualche volta macchiato e screpolato .
Margine involuto, specie negli esemplari giovani. .

Lamelle: fitte, sinuate, smarginate, strette: bianche poi crema, facilmente


screpolate.
Gambo: 4-7 X 1-3 cm, cilindrico, diritto o sinuoso-allungato, corto e ven­
tricoso, pieno, compatto, bianco o biancastro .

Carne: bianca, spessa anche al margine del cappello. Sapore buono.


Odore di farina fresca.
Spore: bianche in massa, ellittiche-ovoidali, liscie , ialine, 5-6 X 3-4 micron.

Habitat: nei prati, ai margini dei boschi , nelle radure e anche tra i rovi e
i cespugli di piante spinose, in cerchi o a linee irregolari a zig-zag .
Abbastanza comune nella stagione di crescita . Primavera, più raramente
in estate, eccezionalmente in autunno.
Commestibilità: molto buono. Ricercato come primizia di primavera.

OSSERVAZIONI: È molto variabile nel colore e influenzato anche dal luogo di crescita .
Si riconoscono forme chiare biancastre, e altre con colorazioni gialle o rossastre. Il
Tricholoma goniospermum (130), dalle lamelle violette , cresce in alcuni luoghi del Trentino
in autunno nello stesso habitat del Tricholoma georgii, quasi fosse una forma autunnale
dello stesso . È certamente un'altra specie, ma con dati analoghi di commestibilità ,

Riproduzione fotografica grandezza naturale. - 285


TRICHOLOMA TERREUM (Schaeffer ex Fr.) 127
Oué/et
Da " terreus » (Iat.) terreo , color terra , grigio . Per il colore

NOMI VOLGARI: Moretta

Cappello: 4-8 cm, a carne piuttosto scarsa, convesso poi piano, più o
meno umbonato, ricoperto interamente da numerose squame sericee,
grigio-nerastre o grigio topo . .
Lamelle: smarginate , larghe, fragili, dapprima bianche poi di un colore
grigio cenere caratteristico; margine denticolato .
Gambo: 3-5 X 0,3-0 ,8 cm, pieno poi subfistoloso, fragile, qualche volta
leggermente squamoso; bianco o grigiastro ; munito di una cortina gri­
giastra più o meno marcata, abbastanza persistente.
Carne: bianco-grigiastra , molto minuta, fragile. Priva di odore .
Spore: ialine, ellittiche, 5-8 X 4-5 micron .
Habitat: nei boschi, più frequente sotto le conifere , in gruppi numerosi
o in cerchi. Estate, autunno e anche inverno.
Commestibilità: molto buono (pag. 85) .

OSSERVAZIONI: Del gruppo del terreum fanno parte numerosi Tricholoma, che gli sono
più o meno simili. Lo distingue l'assenza di odore di farina, odore caratteristico di gran
parte di essi. Si conoscono : il Tricholoma triste (567), forma di terreum con velo molto
appariscente ; il cingulatum (572), con piccolo anello; lo scalpturatum (573), dalle lamelle
e carne che ingialliscono a macchie come pure l'argyraceum (Bull. ex Fr.) Sacc ., molto
simile , ma più raro; l'orirubens (577) con il gambo alla base colore verdastro o azzurro,
con la tendenza a diventare rossastro in ogni parte e con il cappello ricoperto da squame
molto scure, quasi nerastre; l'atrosquamosum (1017), con caratteristico odore di pepe, e
il nigromarginatum (574), con le lamelle a bordo . nero; lo squarrulosum (575), con il gambo
coperto da scaglie, non liscio; il cuneifolium (1019) e l'atrocinereum (Pers. ex Pers.)
Herink, ambedue con le lamelle da igroforo, lucenti e ceracee, grigiastre e il portentosum
(133), diii colore giallo del gambo e cappello bruno-olivastro, di taglia maggiore. I
Tricholoma elencati sono tutti commestibili. Il virgatum (578), campanulato e di colore
argenteo-lucente per fibrille innate nella cuticola, il murinaceum (1016) e lo sciodes (Fr.)
Kummer, tutti e tre con la carne pepatissima e amara, sono considerati tossici. II
Tricholoma tigrinum o pardinum (138), tossico, è di taglia molto maggiore e il suo gambo
non è mai cavo, ma piuttosto ingrossato alla base. Anche il Tricholoma groanense (134)
e i I Tricholoma josserandii Bon possono provocare i ntossicazioni.

Riproduzione fotografica grandezza naturale. - 287


TRICHOLOMA SEJUNCTUM (Sow. ex Fr.) Ouélet 128
Da « sejunctus » (lat .) = distinto. separato. Perché distinto da altre specie
simili (pe r es~ Tricholoma equestre)

Cappello: 5-15 cm, abbastanza carnoso, sodo, convesso poi piano, gene­
ralmente percorso da linee radiali scure, brunastre, bruno-oliva o nera­
stre, cuticola leggermente viscosa, di sol ito non umbonato, qualche
volta asimmetrico; colore giallo-limone o giallo-verde, brillante per il
secco; margine sottile.
Lamelle: spaziate, ventricose , larghe, smarginate , quasi libere; · bianche,
qualche volta un po' gialle .
Gambo: 3-8 X 1-2 ,5 cm, pieno , sodo , cilindrico, bianco, finemente fioc­
coso alla sommità , spesso sinùoso .
Carne: bianca , soda , colorata sotto la cuticola . Odore leggero di farina.
Sapore piuttosto amaro .
Spore: bianche in massa , ellittiche, liscie , 5-7 x 4-5,2 micron.
Habitat : ne i boschi di aghifoglia e latifoglia ; molto comune. Estate-
autunno .
Commestibilità: mediocre, da respingere.
OSSERVAZIONI : È un fungo che sul cappello può presentare colore e aspetto quasi
uguali alla mortale Amanita phalloides (1); è comunque privo di anello e valva. Gli è
mo lto simile il Tricholoma portentosum (133), ottimo commestibile, che ha tuttavia il
gambo color giallo e non bianco e il cappello di colore molto più carico, scuro. Il Tricho·
loma equestre (142), ottimo commestibile, ha le lamelle color giallo vivo.

Riproduzione fotografica grandezza naturale.

TRICHOLOMA (Hygrophorus) RUSSULA 129


(Schaeff. ex Fr.) Ouélet
Da « russus • (lat .) = rosso . Per il suo colore rosato
S I NON I M I : Agaricus russula Schaeffer
NOM I VOlGAR I : Agarico vinato

Cappeilo: 4-8 cm , carnoso, squamoso, leggermente convesso poi spianato,


soffuso di rosa carnicino o color vinaccia. .
Lamèlle: adnate o smarginate o un po' decorrenti; bianche poi giallastre
con macchie rosse.
Gambo: 4-8 X 1-3 cm, pieno, bianco, punteggiato da macchie rossicce.
Carne: bianca, rossa, al taglio, soda. Di poco sapore e odore.
Spore: ialine al microscopio, ellittiche, 7-9 X 4-5 micron .
Habitat: nei boschi di latifoglie. Estate-autunno.
Commestibilità: commestibile.
OSSERVAZIONI : È stato messo fra i Tricholoma, ma ha l'aspetto e tutte le caratteristiche
di un Hygrophorus. Molto simile è l'Hygrophorus erubescens (1093), che nasce sotto
aghifoglie mentre il sapore della sua carne è piuttosto amaro . l'Hygrophorus purpurascens
(A. et S.) Fr . , pure rossiccio , possiede una 'cortina velata che gli lascia traccia di anello
sul gambo bianco ; inoltre le sue lamelle hanno il filo rosso . Sotto aghifoglia (peccio)
cresce anche l'Hygrophorus persicolor (1094) più slanciato , con stesso colore , for se pi ù
rosato, creato da poco tempo da Ricek.

Riproduzione fotografica 2/ 3 grandezza naturale. - 289


TRiCHOLOMA GONIOSPERMUM Bres, 130
Da .. gonios » (gr .) = ango lo e .. sperma» (gr .) seme. Per le sue spore
ango late

NOM I VOLGARI : Agarico a spore angolate

Cappello: 4-15 cm, piuttosto carnoso , di color giallo-isabella-rossiccio,


dapprima globoso, emisferico poi piano-convesso, mai viscido.

lamelle: molto fitte, rotondato-smarginate, generalmente di un tenue co­


lore violetto-grigio o rosa-lilla .

Gambo: 5-8 X 1-2 cm , cilindrico o leggermente ventricoso ; bianco e prui­


noso in alto, qualche volta violetto, concolore al cappello in basso.

Carne: biancastra, soda, piuttosto fibrosa nel gambo. Dolciastra . Con


forte odore di farina.

Spore: ialine al m"icroscopio, angolate, 8-10 X 5-7 micron.

Habitat: cresce in grandi e numerose famiglie nei prati di mezza monta­


gna o nei boschetti . Primavera-autunno.

Commestibilità: ottimo.

OSSERVAZIONI : È un fungo descritto per la prima volta dal Bresadola nella sua più
preziosa opera: « Fungi Tridentini". Il , p. 6. Si tratta di una specie molto rara .con poche
zone di crescita. Dove cresce è tuttavia molto abbondante ed è scambiato per una forma
autunnale del Tricholoma georgii (126). perché ama lo stesso habitat. Finora è stato
trovato soltanto sul Colle Penede, vicino al lago di Garda, in Val Rendena (Trento) e nella
zona del lago di S. Colomba (Trento). Da poco è stata accertata la sua presenza anche in
certe zone dell'lstria.

Riproduzione fotografica 2/ 3 grandezza naturale. - 291


TRICHOLOMA COLOSSUS (Fr.) Ouélet 131'
Da " colossus »(Iat.) colosso . Per le sue dimensioni

Cappello: 6-20 cm, molto carnoso, massiccio , con il margine fortemente


involuto contro il gambo da giovane, poi aperto, lasciante traccia sul
gambo stesso che è rosso cupo; pellicola quasi viscosa, staccabile,
liscia, traslucida.

lamelle: abbastanza fitte ma strette, arrotondate al gambo, pallide , spesso


macchiate di rossastro .

Gambo: 5-7 X 3-4 cm, dapprima ventri coso poi quasi radicante, ricoperto
da minute squame o fibrille dello stesso colore del cappello ma con
un ben netto abbassamento dove il cappello si era appoggiato da chiu­
so che lo fa assomigliare ad un gambo con anello o calza, come nelle
Armillaria.

Carne: dapprima bianca, dopo tagliata assume col tempo una tinta rosata
soffusa . Priva di odore. Sapore leggermente amaro.

Spore: 8-10 X 6-5 micron.

Habitat: nei 'boschi di pino, gregario e abbondante . Tardo autunno.

Commestibilità: è un buon commestibile, carnoso e redditizio. Può essere


conservato sott'aceto o sott'olio.

OSSERVAZIONI : È un bel fungo di taglia massiccia e pieno . Può richiamare la consistenza


della Biannularia imperialis (36). che non assume t onalità ro sate e sa odore di cetriolo .
Assomig l ia anche ai Tricholoma del gruppo del salero, che sono tuttavia di taglia mino re.
odorano pure di cetrio lo o destrina e hanno la carne am ara .

Riproduzione fotografica 1/ 2 grandezza naturale. - 293


TRICHOLOMA SAPONACEUM (Fr.) Kummer 132
Da « saponaceus ,, (lat .) saponaceo . Per il suo odore di acqua saponata

Cappello: 4-10 cm . carnoso . da campanulato a convesso. appianato, irre­


golarmente lobato ; verdastro . brunastro o grigio. con tonalità anche
rossastre. liscio. lucente; margine sottile lungamente revoluto .

Lamelle: non fitte . arrotondate . -staccate . grasse ; pallide , per . lo più ver­
dastre .

Gambo: 4-8 X 0.8-1 ,5 cm. a forma variabilissima . uguale o ingrossato .


diritto o sinuoso; chiaro o del colore del cappello. liscio o con squame
nere (var . ardosiaca). su fondo rossastro .

Carne: chiara o bianca con macchie rosate. specialmente sul fondo del
gambo. che possono apparire anche dopo lungo tempo. Odore di acqua
saponata .

Spore: rotondato-ellittiche . 5-6 X 3-4 micron.

Habitat: nei boschi di latifoglia e aghifoglia. molto comune . gregario .


Autunno.

Commestibilità: da non consumare per il cattivo sapore e odore .

OSSER VAZIONI : SpeCie notevole di forma e aspetto. Inganna spesso chi lo ra ccogli e.
Si riconosce per il colore rosato della carne al piede del gambo e per i l suo odore . non
sempre però mo lt o percettibile . Esistono forme diverse .. per es.: la varo ardosiaca (1018),
o atrovirens Pers .. squamata di nero sul gambo e la var o lavedanum Gi l let dei boschi
di conifere verdastro giallo sul cappello. (La rip roduzione rappresenta probabilmente questa
varietà) .

Riproduzion~ fotografica 2/ 3 grandezza naturale. - 295


TRICHOLOMA PORTENTOSUM (Fries) Ouélet 133
Da "portentosum» (lat.) portentoso. Per la sua bontà più che per il
suo aspetto

SINONIMI: Agaricus portentosus Fries


NOMI VOLGARI : Tricoloma portentoso

Cappello: 7-14 cm, dappr~ma convesso o campanulato poi piano-umbonato;


viscido, con l'orlo piuttosto sottile, revCiluto, ondulato; porta delle
fibrille scure innate e tende a 'Iacerarsi radialmente; color grigio-scuro
con tonalità quasi olivastre.

Lamelle: poco fitte, annesse al gambo, piuttosto larghe; dapprima bianche


poi giallastre.

Gambo: 6-12 X 1-3 cm, pieno indi vuoto, cilindrico, ingrossato alla base,
robusto, striato, liscio; di color giallognolo, forforaceo in alto.

Carne: bianca, fragile, grigia sotto la cuticola . Senza odore e sapore.

Spore: bianche in massa, ialine al microscopio, ellittiche , 7-8 X 2-4


micran.

Habitat: specialmente nei boschi di conifere, isolato o gregario. Autunno.


Commestibilità: ottimo . In caso di viscosità si consiglia di levare la
pellicola (pagg. 81, 85).

OSSERVAZIONI : È un ottimo fungo commestibile abbastanza comune in autunno. Il colore


giallo sericeo del gambo lo fa distinguere dal Tricholoma sejunctum (128), che, simile
per color'e e per taglia. ha il gambo bianco e non è appetibile per il suo cattivo sapore.

Riproduzione fotografica grandezza naturale. - 297


TRICHOLOMA GROANENSE Viola 134
Da " groana " brughiera lombarda . Per il suo habi t at , nelle « groane "

Cappello: 3-6 cm , carnòso, compatto, campanulato poi disteso, legger­


mente umbonato , finemente vellutato, asciutto ; grigio topo o grigio
cenere.
Lamelle: abbastanza spazi ate e larghe, staccate dal gambo, tenaci; bianche
poi grigio-cenerine.
Gambo: 4-5 X 0,6"1 cm, pieno, compatto, fibroso, attenuato in basso;
bianco grigio .
Carne: biancastra , qualche volta ròsata sul fondo del gambo. Forte odore
caratteristico di cimice o farina rancida.
Spore: arrotondato-ellittiche , 4 X 6-7 micron .
Habitat: nelle pinete delle « groane » in Lombardia . Ottobre-novembre .
Commestibilità: TOSSICO (pagg. 77 e 78-80) .

OSSERVAZIONI : Veniva scambiato con il Tricholoma terreum (127), e simili, commestibili ,


e venduto sul mercato di Milano dove ebbe a causare alcuni avvelenamenti. Si riconosce
facilmen t e per il suo caratterist ico odore di cimice . Il prat . S. Viola ne fece la prima
descrizione nel 1959 negli " Atti della Società Italiana di Scienze Naturali .. (fase . I, 1959).
Era stato denominato anche Tricholoma cimicinum dal micologo milanese Ferr i.

Riproduzione fotografica grandezza naturale.

TRICHOLOMA SULPHUREUM (Bull. ex Fr.) Kumm. 135


Da « sulphureus .. (lat .) color zo lfo . Per il suo colore

SINONIMI : Agaricus sulphureus Bulliard


NOM I VOLGAR I: Agarico zolfino

Cappello: 3-8 cm, ' dapprima convesso poi piano-umbonato; color zolfo e
al centro bruno-rossiccio; margine a lungo involuto.
Lamelle: molto spazi ate, smarginato-uncinate ; giallo zolfo.
Gambo: 3-8 X 0,8-2 cm , rigonfiato, pieno poi cavo, fibroso ; giallo zolfo .
Carne: giallo zolfo, fibrosa . Odore tipico di gas illuminante o zolfo .
Spore: bianche in massa, ialine al microscopio , ellittiche, 9-11 X 5-6
micron .
Habitat: preferisce i boschi di latifoglia e aghifoglia . Estate-autunno.
Commestibilità: sospetto .
OSSERVAZIONI: A ssomigl ia, specialmente per il colore delle lamelle , al Tricholoma eque­
stre (142), ottimo commestibile . Si distingue per l 'odore forte di gas e per le lamelle
molto larghe e spaziate . Esiste la varo bufonium (598), portante al centro del cappello
una macchia rossas t ra . Una specie mo lto simile per aspetto e odore è il Tricholoma ina­
moen'um (592). color bianco sporco, comune nei boschi di conifere . Il Tricholoma sulphu·
rescens (589), è biancastro , di taglia maggiore " si macchia di giallo ed ha punteggiature
gialle sul gambo . Odore rancido e sapore amaro.

Riproduzione fotografica 2/ 3 grandezza naturale. - 299


TRICHOLOMA (Leucopaxillus) TRICOLOR (Peck) 136
Kuhner
Da .. tricolor »(Iat .) tricolore. Per i suoi colori

SINONIMI: Tricholoma pseudoacerbum Cost o et Duf.

Cappello: 6-30 cm , carnoso , grosso, duro, Convesso , con bordo involuto,


non umbonato , non igrofano; pelle pallida , rossastra , bruno-rossastra,
crema o crema-zolfo vicino al margine che è evidentemente zigrinato;
superficie secca , finemente fibrillosa, sericea .

lamelle: fitte, con numerose lamellule, qualche volta sinuate , annesse,


non decorrenti, assai strette, non ventricose , appuntite ali 'estremità
anteriore; colorate di giallo-zolfo chiaro, che diventano bruno-violacee
sporco o bruno-cioccolata scuro negli esemplari essiccati.

Gambo: 4-8 X 1,5-5 cm, corto e massiccio, generalmente un po' ingrossato­


bulboso alla base; bianco o leggermente giallo in basso, qualche volta
vagamente colorato di rosso, finemente farinoso ma senza nessuna
fioccosità gialla alla sommità.

Carne: bianca , compatta e dura . Odore leggero. Sapore dolciastro, non


farinaceo .

Spore: bianche, ellittiche, ricoperte di verruche, 6-8 X 4-5,5 micron.

Habitat: soprattutto nei vecchi faggeti ma anche tra le querce, in suolo


siliceo piuttosto secco . Estate-autunno .

Commestibilità: commestibile.

OSSERVAZIONI: ~ praticamente un Tricholoma acerbum (590) con le lamelle giallastre .


Come commestibile è però da considerarsi migliore perché non ha la carne amara . "
Tricholoma acerbum, pure massiccio e di grande taglia . è in certe zone molto conosciuto
e consumato. nonostante il suo sapore amaro.

Riproduzione fotografica 1/ 2 grandezza naturale. - 301


TRICHOLOMA VACCINUM (Pers. ex Fr .) Kummer 137
Cappello: 4-9 cm, conico , ottuso, fortemente convesso, umbonato poi
depresso intorno all'umbone, aperto si presenta scanalato-dentellato;
superficie molto fibrilloso-scagliosa, secca; colore bruno; margine invo­
luto, nascosto dalla forte peluria che lo ricopre.
lamelle: assai spaziate, ineguali, annesse; bianco-avorio, un po' rossa­
stre, con margine leggermente frastagliato.
Gambo: 4,6 X 0,8-2 cm, pieno poi irregolarmente cavo, cilindrico o assotti­
gliato in basso; bianco in alto, macchiato di rossastro altrove, pruinoso
sotto le lamelle, poi coperto da fini fibrille rosse .
Carne: bianca o localmente ros~astra, spessa, soda . Odore e sapore leg­
geri di farina.
Spore: bianche, ovali, liscie, non amiloidi , 6,2-7 X 3,5-4,5 micron .
Habitat: di solito in terreno calcareo e boschi di aghifoglie . Autunno.
Commestibilità: mediocre .
OSSERVAZIONI : Suo simile è il Tricholoma imbricatum (571), più massiccio e meno cam­
panulato, con il cappello Quasi liscio, tanto da fare da trait d'union con il gruppo ' del
salero (Baria) dal colore marrone del cappello, sempre liscio , gruppo di Tricholoma Quasi
tutti con odore che va da quello di farina, cetriolo a Quello di destrina (Tricholoma suban­
nulatum (Batsch.) Bres., ustale (570), populinum (1457), aurantium (604) o Armillaria
aurantia, pessundatum (569), specie tutte da non considerare commestibili per il cattivo
odore e sapore di sol ito amaro anche se in Qualche località il populinum (1457) forse
di miglior sapore , viene cònsumato . Si riconoscono anche dalle lamelle bianche rnacchiate
di ruggine .

Riproduzione fotografica 2/ 3 grandezza naturale,

TRICHOLOMA TIGRINUM Schaeff, ex Ouélet 138


Da « tiger " (lat.) tigre . Per "aspetto del cappello

Cappello: 6-20 cm , carnoso, prima emisferico poi convesso-ottuso o appena


umbonato; grigio-topo, ricoperto da placche squamose tipiche su sfondo
più chiaro; margine involuto poi aperto .
lamelle: poco fitte, ineguali, seghettate e un po' ventricose, quasi libere
al gambo ; crema o crema giallastre, anche olivastre.
Gambo: 5-8 X 1-4 cm, sodo, pieno, molto grande, qualche volta ventricoso
alla base come il gambo di un Boleto; bianco o leggermente ocraceo,
con un rivestimento vellutato bianco.
Carne: bianca o grigiastra nel cappello, incarnato giallastra in basso al
gambo, soda. Odore leggero di farina. Sapore dolce .
Spore: bianche in massa, ellittiche , liscie, non amiloidi, maggiori di
quelle del Tricholoma terreum (127), 8-10 X 5,5-6 micron.
Habitat: nelle abetaie o faggeti di montagna ; abbondante nei luoghi di I

crescita, ma non comune . Estate-autunno.


Commestibilità: VELENOSO . Dà luogo a disturbi gastrici gravi (pagg. 74,
78-80, 85) .
OSSERVAZIONI : È raccolto e scambiato con i Tricholoma del gruppo del terreum (127) che
sono tuttavia più esili e hanno il gambo di solito cavo.

Riproduzione fotografica 2/ 3 grandezza naturale. - 303


TRICHOLOMA BATSCHII Gulden 139
In onore del mico logo Batsch

SI NON 1M I : Tricholoma subannulatum (Batsch) Bres .

Cappello: 6-9 cm, carnoso, da convesso ad aperto, viscoso , leggermente


fibrilloso; castano-rossiccio; margine liscio.
Lamelle: fitte, rotondato-annesse; bianche, presto macchiate di ruggine .
Gambo: 5-8 X 1-2 cm, pieno, cilindrico o leggermente ingrossato alla base;
bianco o forforaceo sopra l'anello cortiniforme, sotto concolore al
cappello.
Carne: bianca. Odore di cimice. Sapore amaro .
Spore: quasi sferiche , 5-6 micron.'
Habitat: nelle foreste di montagna. Autunno .
Commestibilità: da non consumare . Troppo amaro .

OSSERVAZIONI : Assieme al Tricholoma salero (Baria) è uno dei più tipici rappresentanti
dei Tricholoma autunnal i a colore marrone rossiccio sul cappello e sul gambo e quasi tutti
emananti odori non gradevoli. Non è ben chiara la determinazione delle singole specie :
salero (Baria), più tenue di colore, striatum Schaeff .. con squame al centro del cappello
che è evidentemente striato al margine, fulvum Bull.. nerastro al centro . stans (Fr.) Sacc.,
col gambo tutto colorato , pessundatum (569), con forte odore di cetriolo, ustale (570), che
diventa tutto nero da vecchio , psammopus (593), più chiaro e tutto punteggiato sul gambo,
concolore al cappello, populinum (1457), nascente sotto i pioppi.

Riproduzione fotografica 2/ 3 grandezza naturale . .

TRICHOLOMA FLAVOBRUNNEUM Fries 140


Da "flavus " (lat.) = giallo e " brunneus " (lat .) bruno . Per il colore
delle lame l le e del cappello

SINONIMI : Tricholoma fulvum (Bull.) Ouélet

Cappello: 5-10 cm, fibrilloso e anche vischioso ; bruno-giallo un po più


cupo al centro.
Lamelle; piuttosto fitte, giallognole, decorrenti con dentino.
Gambo: 5-10 X 0,8-1 ,5 cm, un po ' vischiOSO; giallognolo con fibrille ros­
sastre .
Carne: bianca, giallognola in fondo al gambo, soda. Odore e sapore di
farina.
Spore: bianche, ellittiche, 5-6 X 3-4 micron .
Habitat: sotto le betulle, in terreno umido . Estate-autunno .
Commestibilità: mediocre.

OSSERVAZIONI : È distinguibile dal gruppo del salero (139) per le lamelle gialle . Può
essere scambiato con il Tricholoma rutilans (148), pure con lamelle gialle . Ouest'ul ti mo
cresce sui ceppi, non odora ed ha colori, di solito. più sgargianti. Il cappello riprodotto
ha un colore leggermente anomalo .

Riproduzione fotografica 2/ 3 grandezza naturale , - 305


TRICHOLOMA COLUMBETTA (Fr.) Ouélet 141
Dali 'an t ico francese « Columbette " con cui era chiama t o que sto fungo
(J . Bauhin , 1640)

NOM I VOLGAR I: Tricoloma colombetta

Cappello: 5-10 cm, carnoso, campanulato poi appianato-convesso , umido


e leggermente viscoso dapprincipio poi sericeo-fibrilloso , sinuoso: bianco
con qualche macchia rosata , blu ,o violetta: margine sottile , arrotondàto
poi appianato .

Lamelle: molto fitte , minute, smàrginate , un po ' denticolate .

Gambo: 4-7 X 0,8-1 ,2 cm, pieno , fibroso, striato , sericeo , assottigliato e


caratteristicamente macchiato di blu-verde nel tratto inferiore .

Carne: bianca . Odore nullo . Sapore leggero di farina .

Spore: bianche in massa , ellittiche ovo idali , liscie , ialine, 5-7 X 4-5
micron .

Habitat: nei boschi , in terreno siliceo, gregario ; abbastanza comune.


Estate-autunno.

Commestibilità: buono (pagg. 81, 82).

OSSERVAZIO NI : Si r iconosce per il co l ore completamente bianco, il cappello satinato e


in modo particolare, per il colore del gambo colorato di blu-verde in basso , caratteri che
non si trovano in altre specie di Tricholoma bianchi . Altri Tricholoma bianchi o biancastri
son o: il Tricholoma inamoenum (592), dal fortissimo e sgradevole odore di gas , probabil­
mente tossico, l 'Agarico montano o Tricholoma cnista (147), e il Tricholoma lascivum
o pseudoalbum (1013) e il Tricholoma album (1014) emanante un cattivo odore .

Riproduzione fotografica 3/ 4 grandezza naturale. - 307


TRICHOLOMA EQUESTRE (Linn.) Quélet 142
Da " equestris " ( lat.) = colore della decorazione dell 'Ord i ne della Stella
polare
SINONIMI : Agaricus equestris Linn .
NOM I VOLGAR I Tricoloma ' equestre . Agarico equestre

Cappello: 6-12 cm, carnoso, campanulato poi spianato-ondulato; può avere


diverse gradazioni: giallo , rossiccio, verdastro; pellicola con squame
rossastre, separabi le .
Lamelle: piuttosto fitte , libere, orlo ondulato; giallo zolfo.
Gambo: 3-7 X 0,6-1,2 cm , pieno, cilindrico; giallo .
Carne: bianca, giallognola sotto Iq pellicola. Senza odore e sapore .
Spore: ellittiche, ialine al microscopio, 6-8 X 4-5 micron .
Habitat: tanto nei boschi di conifere che di. latifoglie . Autunno .
Commestibilità: ottimo.
OSSERVAZIONI : E un ottimo fungo commestibile. Può essere scambiato con il Tricholoma
flavobrunl1eum (140), i I Tricholoma rutilans (148), di minor pregio, e i I Tricholoma sul­
phUleum (135), non commestibile. tutti a lameile gialle.
Riproduzione fotografica 1/ 3 grandezza naturale.

TR IC HOLOMA (Rhodopaxillus) NU DUM 143


(Bull. ex Fr .) Maire
Da " nudus " = nudo . Pe r la pellicola liscia
S I NON I M I: Tricholoma personatum Fries
NOM I VOLGAR I : Agarico violetto - Tricholoma nudo

Cappello: 6-15 cm, convesso, quasi piano, liscio, umido, pruinoso e arro­
tondato al margine da giovane; bruno-rossiccio, fulvo o di colore
violetto più o meno sfumato di fulvo , più marcato al centro .
Lamelle: molto fitte, sottili, sinuate , più o meno decorrenti; violetto
chiare poi violetto-brunastre.
Gambo: 6-10 X 1-2,5 cm, pieno , cilindrico, fib}Bso, elastico; lilla o lilla­
grigio, ricoperto da fibrille bianche, fioccoie, ingrossato alla base che
è ricca di ife miceliari.
Carne: bianco-violacea, tenera, fragile . Odore gradevole.
Spore: lilla o rosate in massa, ialine al microscopio, ellittiche, legger­
mente curvate, finemente verrucose, 6-8 X 3-4 micron.
Habitat: nei terreni ricchi di humus dei boschi, spesso sotto le conifere.
Comunque in autunno e inverno, qualche volta in primavera.
Commestibilità: buono, con la carne profumata. Si presta alla coltivazione .
OSSERVAZIONI : AI tipo si allaccia il Tricholoma lilaceum (585) con aspetto più esile e
di co lore più intenso,. violetto e il Tricholoma sordidum (149), che cresce nei giardini e
attorno alle concimaie, meno robusto, con il cappello meno panciuto, igrofano . e di colore
più rossastro-viola . Tutti sono commestibili. Il Tricholoma glaucocanum (584), molto simile
al Tricholoma nudum, ma ben distinto per il colore più pallido, interamente lilacino­
grigiastro, imbiancantesi, si trova nelle foreste ombreggiate , anche sotto latifoglie : odora
di terriccio. Il Tricholoma personatum (587), e la sua var. anserina (588), sono da consi­
derarsi forme del nudum.

Riproduzione fotografica 2/ 3 grandezza naturale. - 309


TRICHOLOMA ARCUATUM Bull. 144
Da ,; arc uatu s .. (l at .) inc urvat o. Per il margin e de l cappe ll o e per le
lame l le arc uate

SINO NI M I: Melanoleuca cognata (Fr .) K. & M .

Cappello: 5-18 cm , carnoso, convess o-piano , molle, glabrescente , umido ,


igrofano , un po ' umbon ato ; di colore bruno argilla, caffelatte , più scuro
al centro ; margine in principio incurvato .

lamelle: fitte , larghe , elegantemente arcuate , smarginato-uncinate ; di


colore crema-ocraceo , giallo-alutaceo .

Gambo: 6-12 X 0,6-1 ,5 cm, pieno, sodo poi molle, fibrilloso, ingrossato
alla base; concolore .

Carne: color crema-argilla , scura sotto la cuticola , tenera , molle . Odore


tipico . Dolce , sapida .

Spore: bianche in massa, ialine, ellittico-ovoidali, aculeate , granulose o


guttulate, 8-10 X 5-6 ,5 micron .

Habitat: nei luoghi erbosi dei boschi di abete, su detriti vegetali, qua lche
volta in gruppi . Dalla primavera all 'autunno.

Commestibilità: mediocre .

OSSER VAZIO N I: Poss i ede la st essa tag lia del Tricholoma cnista (147), o Agarico montano,
e de l Tricholoma grammopodium (146). Capp ell o sc uro e lamel l e t ipicam ente co lo r pag li e·
rin o. È un o dei primi funghi ad app ari re i n primave ra, ancor prima c he spari sca la neve .
Si pu ò tutt av ia t rovare pure in est ate -au t unn o.

Riproduzione fotografica 1/ 2 grandezza naturale . - 311


MELANOLEUCA VULGARIS Patouillard 145
Da " melas .. (gr.) = nero e " leukòs .. (gr.) bianco . Per il contrasto tra
lamelle e cappello

S I NON I M I: Agaric:us melaleucus Pers.


Tricholoma melaleucum varo polioleucum Fr .
NOM I VOLGAR I: Agarico bianco e nero

Cappello: 5-10 cm, carnoso, convesso poi spianato e umbonato, liscio,


sottile; di color grigio-bruno quando è umido, grigio-pallido a tempo
secco.

Lamelle: fitte, ventricose, smarginate; bianco-candide.

Gambo: 6-10 X 0,6-1,2 cm, pieno, striato, fibrilloso, elastico, un po' ingros­
sato alla base; concolore al cappello.

Carne: bianca a tempo secco, scura quando è umido, molle. Senza odore
e sapore particolari.

Spore: echinulate, ellissoidi, ialine al microscopio, 8-10 X 5-6 micron .

Habitat: nei luoghi erbosi, nei boschi tanto di latifoglie che di conifere.
Estate-autu nno .

Commestibilità: commestibile.

OSSERVAZIONI: Si riconosce per la taglia slanciata (come tutte le Melanoleuca) e per il


vivo contrasto tra il bianco candido delle lamelle e il marrone bistro del cappello.

Ri produzione fotografica leggermente ingrandita. - 313


TRICHOLOMA GRAMMOPODIUM (Bui!.) Ouélet 146
Da « gramma .. (gr.) segno e « pus . p6dos .. (gr.) piede . Per il gambo
striato

SINONIMI: Agaricus grammopodius Bulliard


NOMI VOLGARI : Agarico dal piede striato

Cappello: 6-18 cm. carnoso. igrofano. liscio. convesso-campanulato da


giovane poi spianato con umbone al centro; · color nocciola chiaro o
grigio più o meno scuro. più scùro al centro .

Lamelle: assai fitte. adnate; biancastre .

Gambo: 5-8 x 1-2 cm. pieno . robusto. slanciato . ingrossato alla base.
percorso da fibrille più o meno scure; biancastro .

Carne: bianca. piuttosto spugnosa . Sapore dolciastro e odore piuttosto


sgradevole simile a quello della farina rancida .

Spore: ellittiche e aculeate. ialine al microscopio. 8-10 X 5-6 micron .

Habitat~ nei pascoli e nei prati . nei boschi radi. in lunghe file o a gruppi .
Estate-autunno.

Commestibilità: commestibile . Togliere il gambo. duro e coriaceo .

OSSERVAZIONI: Assomiglia al bianco Agarico montano (Tricholoma cnista (147)), ed ha


le stesse caratteristiche di commestibilità. Si osservi la presenza del Colchico. fiore
autunnale . che indica la sua stagione di crescita preferita.

Riproduzione fotografica 3/4 grandezza naturale. - 315


TRICHOLOMA CNISTA Quélet 147
Da " kniz o» (gr .) = intagli o. in c ido. Per la pell e de l. cappello spe sso
screpo lata in areole

SINONIMI : Melanoleuca evenosa Ouélet, Tricholoma strictipes Karst .


NOM I VOLGAR I: Agarico montano

Cappello: 5-15 cm , carnoso, convesso-piano poi depresso, generalmente


umbonato; di colore biancastro-grigio-argenteo più o meno sfumato in
ocra, più scuro al centro , glabro, lucente per il secco, alla fine scre­
polato.

Lamelle: fitte , sinuose , uncinate, decorrenti per un dente, larghe, separa­


bili , non venate; bianco-biancastre .

Gambo: 6-14 X 0,6-1 ,2 cm, pieno , duro, piuttosto sottile, fibros'o -carnoso,
uguale, sub-bulboso , un po' fibrilloso-pruinoso in alto; biancastro .

Carne: bianca, tenera , sapida . In principio dolce, po i acerba . Odore ca­


ratteristico.

Spore: bianche in massa, ellittico-ovoidali , ialine , leggermente asperulate ,


7-10 X 4-5 micron .

Habitat: nei pascoli di montagna in cerchi o linee, gregario. Da prima­


vera all'autunno .

Commestibilità: buono , ma non da tutti apprezzato.

OSS ER VAZIO NI : E i l co nosc iuto Agarico montano di cu i s i t ende a fare du e spec ie : il


Tricholoma strictipes più es i le e slan c iato . e l a Melanoleuca evenosa più tozzo e cam­
pa nu lato e di colore più cari co . Probabilm ente si tratta de ll a stes sa spe c ie c rescente in
hab itat diversi . Vi ene scamb i ato con il Tricholoma georgii (126), pure prima ve rile . più
t ozz o e con odore tipi co di farin a appena maci nata.

Riproduzione fotografica 2/ 3 grandezza naturale. - 317


IRICHOLOMA (Tricholomopsis) RUTILANS 148
(Schaeff. ex Fr.) Ouélet
Da " rutilans ,,( Iat.) rutilante, Per il suo co lo re v ivace

NOMI VOLGARI : Agarico rutilante

Cappello: 6-18 cm. carnoso , convesso poi quasi appianato ; di colore


giallo-pallido, rossiccio , violetto-ciçlamino, coperto , soprattutto al centro ,
da numerose piccolissime macchie, squame o punteggiature porporine
o rosso-ciclamino ; margine arrotondato .

lamelle: molto fitte, sottili, sinuate o annesse; gialle .

Gambo: 6-12 X 1-2 cm, cilindrico, elastico, talvolta sinuoso, fibrilloso ,


coperto, soprattutto in alto, da piccole scaglie porporine,

Carne: gialla, compatta , Priva di odore e sapore.

Spore: bianche in massa. ialine , ovoidali . guttulate , 6-8 X 4-5 micron .

Habitat: sui tronchi morti di conifere . Estate-autunno .

Commestibilità: commestibile, ma non di grande pregio.

OSSERVAZIONI : Molto variabile nel l e tonalità di colore, Ne sono state fatte alcune
sottospecie (var ietà : albofimbriatum Scop ., variegatum Trog .l, ma Si tratta probabi lmente
sempre dello stesso fungo . Il Tricholoma decorum (1011), è una specie a sè stante.
diversa per i l colore gi allo dorato in ogni parte e per la taglia più pi cco la : pure com­
mestibile .

Riproduz'ione fotografica grandezza naturale . - 319


TRICHOLOMA (Rhodopaxillus) SORDIDUM 149
(Fr.) Sing.
Da " so rdid us » ( lat .) di co lor e sporco . Per il co lore a ma cc hie

Cappello: 4-7 cm , poco carnoso , canwanulato-convesso poi aperto e


depresso al centro, leggermente umbonato , glabro , fragile, igrofano ; di
colore grigio-lilacino, brunastro , violetto-brunastro-nerastro sporco ; lu­
cente per l 'umidità, pallido col tempo secco ; marg ine minuto , involuto ,
ondulato , liscio e nudo .
Lamelle: assai fitte . si nuoso-decorrenti . larghe ; lilacine poi brunastro­
fuligginose .
Gambo: 5-8 X 0,5-1,5 cm , pieno, farcito , flessuoso, esile , tenace , legger­
mente incurvato , qualche volta eccentrico, eguale o leggermente ingros­
sato-cotonoso all a base , fibrilloso-striato ; prima grigio-lilacino poi con­
colore al cappello .
Carne: grigio-lilacina pallida, umida, igrofana . Dolce . Inodore.
Spore: grigio-lilacino pallide in massa, ialine al microscopio, ellittico­
ovoidal i , verrucose , 6-8 X 3-4 ,5 micron.
Habitat: nell'erba dei prati, giardini, parchi , in circoli o quasi cespitoso ;
gregario . Tardo autunno .
Commestibilità: commestibile.
OSSERVAZ IO NI : As som igli a a l Tricholoma nudum (143). di cu i sembr a una f or ma p iù
pi cco la. ig rofana e con co lore pi ù bruna stro -g ri g io . Gli au t ori parlan o di più va ri et à . Fra
Qu este una cre sce nte più es il e e ces pit osa. Coma co mmes t ibil e è m olto m eno pr egi at o
de i Tricholoma nudum (143) pe r d iver so sap ore e odore . non m o lt o grade voli .

Riproduzione fotografica 2/ 3 grandezza naturale.

CLlTOCYBE CYATHIFORMIS (Bulliard ex Fries)


Ouélet
150
Da " kyath os » (gr .) = coppa . Per il suo cappe ll o a forma di co ppa

S I NON IMI : Agar icus cyathiformis Bu lli ard


Omphalia cyathiformis Kuhn er-Rom ag ne si

Cappello : 3-8 cm , carnoso-membranoso , tenue , liscio , tipicamente depresso


con cavità centrale , ombelicato, igrofano; da giallo-fulvo a brunastro
scuro ; margine arrotondato.
Lamelle: fitte, sottil i, decorrenti; di colore bianco-cenere .
Gambo: 6-10 X 0,6-1 cm , fibroso, fibrilloso , lanoso alla base ; bruno.
Carne: grigia, sottile , acquosa. Senza odore e sapore particolari.
Spore: liscie , amiloidi , ellissoidali, ialine al microscopio, 8-10 X 5-7 micron.
Habitat: nei luoghi erbosi , ai margini dei bosch i. Autunno.
Commestibilità: mediocre .
OSS ERVAZ IONI : Facil e il suo r ic onosc im ento per l 'ev ide nte fosse tta centra le de l cappell o
e il gambo c he di so l ito è co mp resso . canali cu lato. Il f ungo v io la che s i ac comp ag na a lla
Clitocybe cyathiformis è un Tricholoma nudum va r o lilacea (585) . .

Riproduzione fotografica 2/ 3 grandezza naturale . - 321


CLlTOCYBE ODORA (Bull. ex Fr.) Kummer 151
Da " odorus » (Iat.) olezzante. Per il suo forte odore fragrante

SINONIMI : Viridis odora

Cappello: 4-8 cm, piuttosto carnoso, prima campanulato poi appianato o


depresso; verde-azzurro, canescente con l'età; margine revoluto po.i
ondulato.
Lamelle: poco fitte, larghe , annesse o leggermente decorrenti; più pallide
del cappello , da verdi (forma odora) a brunastro-gialle (forma viridis).
Gambo: 4-8 X 0,5-1 cm, cilindrico , leggermente curvo, liscio; verde-azzurro
pallido, in fondo bambagioso , 'bianco; con resti rizomorfi di micelio.
Carne: verde pallida . Odore forte di anice .
Spore: ellittiche, 6-7 X 3-4 micron.
Habitat: nelle foreste, gregario , comune . Estate-autunno.
Commestibilità: commestibile . Si consiglia di frammischiarlo ad altri
funghi per il forte odore che conserva anche dopo cottura .

OSSERVAZIONI: Fungo inconfondibile per il suo forte odore. Le forme chiare possono
assomigliare ad altre Clitocybe bianche che hanno lo stesso odore, ma taglie più piccole
e margine più o meno striato (Clitocybe suaveolens , Schum . ex Fr., Clitocybe fragrans
(1040», sospette. .

Riproduzione fotografica 2/ 3 grandezza naturale.

CLlTOCYBE AURANTIACA Studer


152
Da " aurantiacus » (Iat.) color arancio. Per il suo colore

SINONIMI : Cantharellus aurantiacus Fr .


Hygrophoropsis aurantiaca (Fr.) R. Mre .

Cappello: 4-8 cm, da piano a infundibuliforme ; rosso-arancio; margine


molto involuto, regolare , leggermente pruinoso .
Lamelle: decorrenti , fortemente anastomosate ; arancio-vivo.
Gambo: 3-8 X 0,6-1 cm , curvo, attenuato alla base ; giallo-arancio .
Carne: arancio-gialla, sapida .
Spore: gialle in massa, ellittiche , 6-7
X 4 micron .
Habitat: specialmente sui ceppi di aghifoglie . Settembre-novembre .
Commestibilità: mediocre.

OSSERVAZIONI : È simile alla Clitocybe olearia (153) tossi ca , c he ha però le lamel le meno
anastomosate, decorrenti più regolari e cre sce so lo su latifog l ia. Nelle forme più giall.astre
può assomig l iare anche al Cantharellus cibarius (236), ma c i sembra molto ben di verso sia
per taglia che per aspetto . La sua commestibili t à era stata messa in dubb io probabilmente
per la sua somiglianza co n la Clitocybe olearia.

Riproduzione fotografica 2/ 3 grandezza naturale. - 323


CLlTOCYBE OLEARIA (D. C. ex Fr.) Singer 153
Da " alea " (lat.) = olivo . Per l 'habitat su queste piante

SINONIMI : Pleurotus olearius (Fr .)


NOMI VOLGARI : Fungo dell'olivo

Cappello: 6-12 cm, carnoso, rigido, dapprima convesso poi aperto, imbu­
tiforme, con umbone al centro, non igrofano; colore arancio , rosso
scuro o bruno; superficie brillante; margine a lungo involuto . Reazione
verde all'ammoniaca .
Lamelle: fitte, con numerose lamellule, qualche volta un po' forcate , lun­
gamente decorrenti sul gambo; . giallo-dorate o giallo-zafferano , molto
spesso fosforescenti all'oscu rità.
Gambo: 5-15 X 0,9-1,5 cm, pieno , fibroso , tenace , lungo , terminante gene­
ralmente a punta; color . arancio o bruno; superficie grinzosa .
Carne: aranciata, con zone più chiare o più colorate alla base del gambo,
fibrosa, tenace . Odore gradevole . Sapore dolce .
Spore: bianco-giallastre in massa, ovoidali o rotonde, non amiloidi, 4-7 X
3.5-6 micron.
Habitat: la forma tipica dell'olivo è rosso arancio; si può trovare di colore
giallo-aranciato su latifoglie, in particolare querce . Estate-autunno .
Commestibilità: TOSSICO. Dà disturbi gastrici (pag. 76, 85) .
OSSERVAZIONI : Suo simile è la Clitocybe aurantiaca (152). commestibile , con lamelle
tipicamente anastomosate e crescente su ceppi di aghifoglia .

Riproduzione fotografica 1/ 2 grandezza naturale.

CLlTOCYBE INORNATA (Sowerby ex Fries) Gill. 154


Da « inornatus » (lat .) disadorno , semp l ice . Per l 'assenza di ornamentazioni

Cappello: 4-6 cm, carnoso, convesso-appianato poi leggermente depresso,


sericeo, opaco, ricoperto da una pubescenza biancastra, non igrofano;
di colore fuligginoso-grigio-bistro , grigio-alutaceo; margine rivoluto,
pubescente, striato-decorato; cuticola separabile.
Lamelle: serrate, annesso-decorrenti, minute , larghe, separabili; concolori.
Gambo: 6-10 X 0,8-1,5 cm, solido, sodo , pieno poi farcito, quasi uguale ,
qualche volta leggermente eccentrico; bianco-grigiastro, più chiaro e
villoso alla sommit~; ingrossato alla base da un micelio cotonoso che
si stacca lasciando il gambo nudo a punta .
Carne: biancastra, tenace . Dolce . Forte odore rancido , nauseoso .
Spore: fusiformi, granulose, ialine , 9-10 X 3-4 micron.
Habitat: nei boschi di conifere, gregario. Tardo autunno .
Commestibilità: non commestibile per il cattivo odore.
OSSERVAZIONI: Emana un odore nauseoso tipi co . Raschiando la parte bambagiosa al fondo
del gambo. questo resta nudo, appuntito . carattere che rende piu facile la sua deter ­
minazione . .

Riproduzione fotografica 1/ 2 grandezza naturale . - 325


CLlTOCVBE VERMICULARIS (Fr.) Ouélet
155
Da " vermicularis .. (lat .) a forma di verme . Pe r le ife ri zo morfe del gambo

Cappello: 3-6 cm, poco carnoso , convesso-ombelicato poi imbutiforme­


ondulato, liscio , glabro , quasi igrofano: incarnato-rossastro e legger­
mente viscoso per l'umidità, camoscio-alutaceo e brillante col tempo
secco; margine involuto, leggermente pubescente.
Lamelle: poco larghe , serrate, decorrenti , minute, separabili; crema, poi
giallastro-al utacee .
Gambo: 3-5 X 0,6-1,2 cm , fibroso-spongioso poi cavo, ingrossato e fari­
noso in alto; giallastro pallido: . micelio molto appariscente a forma di
radicale bianche .
Carne: crema-rossa stra , minuta, inodore .
Spore: ellittico-pruniform i, ialine, leggermente granulose, 5-6 X 2,5-3 micron .
Habitat: nei boschi di conifere, gregario . Primavera.
Commestibilità: commestibile.

OSSERVAZIONI: È una delle Clitocybe che appaiono nella primavera . Molto simile è la
Clitocybe sinopica (614), rossastra , con il gambo tipi camente rigonfiato in alto prima
delle lamelle e dal forte odore di farina fresca . Più precoce ancora è la Clitocybe radi­
celiata (612), chiara , con riflessi azzurr i ni sul cappe l lo glabro e lucente.

Riproduzione fotografica 1/ 2 grandezza naturale.

CLlTOCVBE CONNATA (Schum.) Gill. 156


Da " connatus .. (lat .) = nato assieme. Per il suo presentarsi connato con
individui appressati al gambo
SINONIMI: Agaricus connatus Schum .
Lyophyllum connatum (Schum . ex Fr.) Singer
NOMI VOLGARI: Agarico connato

Cappello: 2-7 cm , liscio, secco , convesso poi piano-convesso ; orlo ondu­


lato di color bianco o leggermente grigio .
Lamelle: fitte, attaccate o smarginate o decorrenti al gambo; bianche .
Gambo: 4-10 X 1-2 cm, cavo , bianco. Cresce appressato ai gambi di altri
individui che possono essere anche di taglia minuscola.
Carne: bianca. Leggero odore di farina fresca . Reazione azzurro ciclamino
al solfato di ferro , specialmente sulle lamelle.
Spore: bianche in massa, 6-8 X 2-3 ,5 micron .
Habitat: presso legni guasti, sulla segatura, nei boschi e luoghi umidi. .
Estate-autunno .
Commestibilità: ottimo.
OSSERVAZIONI : La Clitocybe conglobata (610), ottimo commesti bile, pu ò essere di colore
chiaro , ma i s ingoli gambi concorrono in un unico ceppo e non sono solamente appressati .
La Clitocybe connata può essere confusa con gruppi di Clitocybe bianche tossiche . L'ele ­
mento determinante è la reazi one chimica che colora viola ciclamino la sua carne . Ne'lle
altre Clitocybe bianche conserva il colore verdastro del rea gente chimico.

Riproduzione fotografica grandezza naturale . - 327


CLlTOCYBE CANDIDA Bres. 157
Da " candidus » (Iat.) candido . Per il colore

Cappello: 10-25 cm, carnoso, da piano a convesso, infundibuliforme, fibril­


loso, finemente disegnato-striato al margine; colore bianco-latte, con
l'età tendente al giallo verso i~ centro; margine nettamente involuto
da giovane.

Lamelle: fittissime e strette, decorrenti , attenuate sul gambo, spesso


forcate e con lamellule; da bianche a biancastre, facilmente staccabili
dalla carne allo sfregamento.

Gambo: 5-8 X 2-3 cm, massiccio, di sezione costante o leggermente ve n­


tricoso, diritto, pruinoso in alto; bianco.

Carne: bianca, compatta. Odore forte di farina un po' rancida.

Spore: ialine, ellittiche, 6-8 X 3-4 micron.

Habitat: nei prati di montagna, gregario, formante circoli caratteristici.


Estate-autu n no.

Commestibilità: ottimo.

OSSERVAZIONI: Gli è simile la Clitocybe gigantea (Sow .l. che però ha le lamelle che
assumono tonai ità rosate con l'età. t curioso osservare i I suo luogo di crescita. AI
rigoglio più verde dell 'erba dove è situato il micelio si alterna un tratto di terreno quasi
bruciato come se sostanze diserbanti fossero prodotte ed espulsè dal micelio stesso. In
certi miceli è stata rilevata una leggera radioattività. segnata dagli strumenti Geiger,
nonché quantità sensibil i di antibiotici. Taluni hanno accertato la presenza di cianuri
tossici.

Riproduzione fotografica 1/ 2 grandezza naturale. - 329


CLlTOCYBE NEBULARIS Batsch. ex Fries 158
Da « nebula " (lat.) = nebbia . Per il colore grigio

NOM I VOLGAR I : Agarico nebbioso

Cappello: 6-20 cm , carnoso ma molto cedevole, dapprima convesso e


leggermente tozzo poi aperto fino a deprimersi leggermente o marcata·
mente; margine dapprincipio arrotondato, assai regolare; di colore bru­
no-cenere-grigiastro , bruno-grigio o biancastro, non igrofano, pallido
per il secco, ricoperto da una pruina finissima, che sparisce al tocco
e con l'età, tanto da farlo divenire liscio e nudo, brillante.

Lamelle: fitte, ineguali, piuttosto strette, arcuato-decorrenti; crema sporco


o giallastre. Si separano facilmente dalla carne del cappello.

Gambo: 6-15 X 1,5-3 cm, carnoso ma fibroso-spongioso, elastico, attenuato


in alto ingrossato alla base, pieno da giovane poi cavo; grigio-bruno,
bruno leggermente rossastro, striato-fibrilloso.

Carne: bianca o pallida, spessa e soda ma alla fine floscia, più o meno
fibrosa. Odore complesso, forte, non bene definito. Sapore acre.

Spore: crema-giallastre in massa, ellittiche, 6·8 X 3-4 micron .

Habitat: nei boschi, specialmente di conifere, gregario, comune. Autunno


inoltrato. .

Commestibilità: commestibile, ma non da tutti gradito per il sapore troppo


forte. Sembra contenga sostanze termolabili tossiche e deve essere,
quindi, cotto molto a lungo o sbollentito inizialmente (pag. 84).

OSSERVAZIONI: A qualche persona è riuscito indigesto. È molto comune e si trova in


gruppi numerosi in autunno come il Tricholoma nudum (143), di cui ha lo stesso habitat.
Raggiunge dimensioni mo lto grandi (anche 20·25 cm di diametro nel cappello). Qualche
volta da molto adulto presenta sul cappello macchie bianche bambagiose che denotano
la presenza nella sua carne del micelio della Volvariella surrecta o loveiana (399), che
lo può poi anche parassitare con i suoi carpofori. Sembra che a tale stadio di maturazione
il fungo possa dare disturbi a chi lo consuma.

Riproduzione fotografica 2/3 grandezza naturale. - 331


CLlTOCYBE GEOTROPA (Bui!. ex Fries) Ouélet 159
Da " gè " (gr.) = terra e " tropéo "(gr.) rivolgo : rivolto verso terra. Per
il suo portamento diritto, verticale

SI NON 1M I: Agaricus geotropus Bull iard


NOM I VOLGAR I: Agarico geotropo

Cappello: 4-10 cm , carnoso, convesso, indi piano, depresso al centro,


umbonato; liscio , umido; di colore giallo-ocra-isabella; margine rivolto
verso le lamelle .

Lamelle: piuttosto spesse, molto decorrenti, distanti; dapprima bianche


poi crema.

Gambo: 8-15 X 1,5-3 Cin, pieno, robusto, fortemente ingrossato in basso;


dello stesso colore del cappello.

Carne: bianca, consistente. FOrte odore caratteristico simile a quello di


frutta o di lavanda. Insipida.

Spore: bianche in massa, piuttosto verrucose, ialine al microscopio,


6-8 X 5-7 micron .

Habitat: nei prati, pascoli, fra i cespugli spinosi, in grandi famiglie, gene­
ralmente a circoli . Autunno.

Commestibilità: ottimo .

OSSERVAZIONI: Si riconosce per la sua taglia slanciata, per il diametro del cappello,
sproporzionato rispetto ali 'altezza del gambo, sempre umbonato e a margine fortemente
involuto. La Clitocybe maxima (618), molto grande, ha lo stesso odore e colore, ma è
imbutiforme. In certe zone dell'Italia centrale è molto ricercato per la sua ottima com­
mestibilità. Per la sua tendenza a presentarsi in file ordinate viene chiamato con il nome
volgare di Ordinello.

Riproduzione fotografica 2/ 3 grandezza naturale. - 333


CLlTOCYBE TABESCENS (Scop . ex Fr.) Bres. 160
Da " tabescere »(Iat .) liquefarsi. distruggersi. Per la facile
decomposizione

Cappello: 4-6 cm. carnoso. dapprincipio campanulato-convesso poi piano


e depresso, con umbone ben accentuato, ricoperto, soprattutto al
centro, da squame scagliose più scure; colore rosso-fulvo, bruno-ferru­
gineo o bruno-giallo miele.; ~argine sottile o involuto, leggermente
festonato e lobato.
Lamelle: assai fitte, arcuate, annesso-decorrenti, non molto larghe; di
colore . pallido poi incarnato-rossastre.
Gambo: 5-8 X 0,4-1 cm , pieno o un po' farcito, qualche volta cavo, élllun­
gato, incurvato-flessuoso, generalmente assottigliato in alto e anche
in basso. fibrilloso, liscio; concolore al cappello, ma generalmente più
carico alla base che può essere anche nerastra.
Carne: bianca, rossastra alla base del gambo, soda. Dolce. Odore gra­
devole.
Spore: ellittico-ovoidali, liscie, ialine, a contenuto granuloso, 8-10 X 5-5,6
micron .
Habitat: nei boschi di latifoglia, nei giardini, in gruppi cespitosi, molto
compatti, a gambi quasi fascicolati; sempre su terreno; raro ma fedele
al luogo di crescita . Estate-autunno.
Commestibilità: ottimo commestibile, come l'Armillariella mellea (35).

OSSERVAZIONI: Cresce a grandi masse cespitose e assomiglia moltissimo ali' Armilla­


riella mel'lea (35) di cui sembra una forma priva di anello .

Riproduzione fotografica 1/ 2 grandezza naturale. - 335


CLlTOCYBE DEALBATA Sow. ex Fr. 161
Da • dealbatus D (lat.) sbiancato. Per il colore

Cappello: 1,8-4,2 cm, dapprincipio piano o largamente convesso poi aperto


e leggermente depresso al centro o addirittura a imbuto; a margine
involuto negli esemplari giovani; bianco, ricoperto da una pruina bianca;
si screpola a placche sporche crema o ocracee.
Lamelle: fitte, decorrenti; bianche poi giallastre.
Gambo: 2-4 X 0,2-0,6 cm, molto fibroso, abbastanza tenace, cilindrico,
sovente attenuato in basso, pieno; bianco o biancastro; dapprincipio
fibri"oso poi liscio.
Carne: bianca o pallida, molto fibrosa, tenace, igrofana. Odore forte as­
somigliante un po' a quello di farina, ma ben diverso dall'odore di farina
fresca del commestibile Clitopilus prunulus (101). Sapore dolce.
Spore: bianche, ellittiche, liscie, non amiloidi, 4-5,2 X 2-3 micron.
Habitat: al margine dei boschi, nei prati, nei pascoli o lande erbose;
assai comune . Estate-autunno.
Commestibilità: VELENOSO (pagg . 73-74, 78-80, 86).

OSSERVAZIONI : È una delle numerose Clitocybe bianche, (cerussata (613), pithyophila


(Secr.) Gill, phyllophila (1042), gallinacea (Scop. ex Fr.) Lange, hydrogramma (611»), eri·
cetorum (1041), angustissima Lasch. e altre non ancora ben differenziate e molto simili
tra di loro, gran parte sicuramente tossiche, con avvelenamenti di carattere musçarino­
sudorifero . Assomiglia al Clitopilus prunulus (101), più fragile di carne e con odore _di
farina ben preciso.

Riproduzione fotografica 1/2 grandezza naturale. - 337


CLlTOCYBE INFUNDIBULIFORMIS (Schaeff. ex Fr.) 162
Oué/et
Da « infundibuliformis n (lat .) a forma di imbuto

NOM I VOLGAR I: Agarico infundibuliforme - Imbutino

Cappello: 4-6 erri, carnoso, convesso, umbonato poi imbùtiforme con


umbone sul fondo, setoso-tomentoso; di colore camoscio pallido o
ocraceo-giallastro pallido; margine sottile , vellutato, dapprincipio forte­
mente involuto.

Lamelle: fitte, molto decorrenti; bianche o biancastre.

Gambo: 5-7 X 0,4-1 cm, slanciato, elastico, fibroso, interiormente spu­


gnoso, molto ingrossato in basso dove è stopposo e ' ricoperto di peluria ;
del colore del cappello .

Carne: bianca, scarsa, più spessa al centro, molle. Odore buono , carat­
teristico .

Spore: bianche in massa, ialine, 5-8 X 3-5 micron.

Habitat: nei boschi , soprattutto sotto le conifere , gregario, molto comune .


Estate-autunno .

Commestibilità: buono.

OSSERVAZIONI: È un 'fungo molto conosciuto e ricercato anche se di taglia modesta .


Esistono specie quasi uguali , ma con qualche caratteristica diversa . Per esempio : la
Clitocybe vermicularis (155), tipica della primavera, con ife rizomorfe al gambo in basso;
la Clitocybe incilis Bres ., o costata (1043), decorata da striature al margine del cappello ;
la squamulosa (615), finemente fibri IIoso-squamata nel cappello e gambo concolore; la
sinopica (614), primaverile, color terra di sinope (mattone), con il caratteristico rigonfia­
mento del gambo subito sotto le lamelle e odore di farina ed altre , tutte commestibili.
La Clitocybe maxima (618), sembra una infundibuliformis di taglia gigantesca, ma è ben
diversa per odore e sapore . È probabilmente una forma della geotropa (159), pure di taglia
grande e che ha sempre un umbone al centro del cappello che, proporzionalmente ' al
gambo , è di diametro molto piccolo . Ambedue sono commestibili.

Riproduzione fotografica 1/ 2 grandezza naturale. - 339


CLlTOCYBE CLAVIPES (Pers. ex Fr.) Kummer 163
Da " clavipes » (lat .) = piede a forma di clava . Per la forma del gambo

NOM I VOLGAR I: Agarico cravato

Cappello: 4-6 cm, carnoso, tenero, quasi flaccido, in principio piano­


convesso poi aperto piano, anche un po' umbonato ; di -colore bruno­
grigiastro, bruno-ocraceo , più forte al centro e pallido al margine; a
superficie liscia per l'umidità, _ma che diventa sericeo-fibrillosa .per il
secco .

lamelle: poco fitte , carnose, piuttosto strette, arcuate, molto decorrenti;


di colore bianco-avorio o giallastre.

Gambo: 4-7 x 0,5-0,7 cm, pieno ma di consistenza flaccida, spongioso,


ingrossato alla base, claviforme; di colore pallido-brunastro, concolore
al cappello, fornito di una cotonosità miceliare alla base .

Carne: bianca o biancastra, molle , gonfia di acqua. Odore leggero di


mandorle amare.

5pore: bianche in massa, ellittiche , non amiloidi, 5-7 X 3-4 micron. Cuti­
cola filamentosa.

Habitat: sotto latifoglie o conifere (larici); cresce in suolo siliceo. Comune


in autunno in molte regioni.

Commestibilità: commestibile.

OSSERVAZIONI : Si riconosc e per il gambo fatto a clava, da cui il nome, e per l'odore
caratteristico. La Clitocybe infundibuliformis (162), molto più comune, ha i I gambo
ingrossato solo alla base, per una infeltratura bianca che include aghi di conifere , ed
è di colore più chiaro .

Riproduzione fotografica 2/ 3 grandezza naturale. - 341 .


CLlTOCYBE INVERSA (Scop. ex Fr .) Ouélet 164
Da " inversus ,, (Iat.) rovesciato . involuto. Per l'orlo del cappello

SINONIMI: Lepista inversa (Scop. ex Fr.) Pat.

Cappello: 3-10 cm, convesso e molto depresso, poi imbutiforme, piuttosto


tenace, non igrofano; variante dal giallo-rossastro al rosso macchiato;
superficie lucente, umida, liscia, ma che col tempo secco può essere
coperta da piccole. squame più . colorate; margine dapprima involuto e
appressato alle lamelle, frequentemente ondulato e irregolarmente
lobato .
Lamelle: molto fitte, sottili, con estremità anteriore appuntita, strette,
fortemente decorrenti; dapprincipio color avorio poi crema-rossastre,
incarnato-aranciate, che si separano in blocco dalla carne del cappello
sotto la pressione del dito o dell'unghia o per sfregamento.
Gambo: 3-6 X 0,8-1 cm, pieno poi cavo, fibroso, tenace, quasi cilindrico
o ingrossato alla base; variante dal biancastro al rossastro più o meno
vivo; radiato-fibrilloso con alla base un micelio arruffato e pallido .
Carne: biancastra o rossa, molto tenace . Odore appena percettibile . Sa­
pore dolce.
Spore: bianche in massa, arrotondate o appena ellittiche, molto verru­
cose, non amiloidi, 3,5-4,7 X 2,7-3,5 micron .
Habitat: nei boschi di aghifoglie e latifoglie, in gruppi; molto comune.
Autunno.
Commestibilità: commestibile. Migliore quello delle aghifoglie .

OSSERVAZIONI : Sua simile è la Clitocybe gilva o Clitocybe splendens (617), di colore più
chiaro e macchiata sul cappello, specialmente verso il margine, da zone luminose , umide .

Riproduzione fotografica 1/ 2 grandezza naturale. - 343


CLlTOCYBE CINERASCENS Bull. 165
Da " cinerascens .. (lat.) tendente al cenere . Per il colore

SI NON I M I: Lyophyllum fumosum?

Cappello: 3-8 cm, carnoso, elastico, convesso-tozzo poi aperto, liscio,


glabro, secco; di colore bianco-grigiastro, grigio-cenere pallido , bril­
lante per il secco; margine sottile, involuto, liscio; cuticola parzial­
mente separabile .

Lamelle: fitte, annesso-sinuate , smarginate, appuntite verso il margine,


assai larghe, separabili; qualche volta un po' venate alla base.

Gambo: 5-12 X 1-2 cm, pieno, elastico, eguale o ingrossato alla base o
un po' ventricoso, glabro , pruinoso in alto, striato, che può uscire da
un ceppo comune bianco o biancastro, alle ·volte molto massiccio e
interrato (Clitocybe conglobata - 610).

Carne: bianca-grigiastra, tenace, spessa nel cappello. Amarognola. Inodore .

Spore: bianche in massa, ialine. globuloso-sferiche, liscie, a contenuto


guttuloso-granuloso, 5-7 X 5-6 micron .

Habitat: nelle radure , ai margini dei boschi, nei prati, cespitoso; a gambi
sovente ramificati . Comune. Autunno.

Commestibilità: ottimo e ricercato commestibile (pag. 84).

OSSERVAZIONI: La Clitocybe conglobata (610), simile nei carpofori, è caratteristica per


avere i singol i individui attaccati a gambi anche ramificati, ma uscenti da un ceppo
unico, massiccio, infossato nel terreno. costituito da una massa di carne bianca . Gli
autori moderni tendono a sinonimizzare le due specie. che tuttavia ci sembrano molto ben
differenziate anche se con stessi caratteri di commestibilità . La Clitocybe cartilaginea (609),
ha colore più scuro e tendente al castano-nero ; la Clitocybe infumata (Bres .) Kuhn .. la
trigonospora (1030), ed a!tre, hanno le lamelle soffuse di riflessi azzurri e tendenti a
macchiarsi di nero. Molto simile è il Lyophyllum aggregatum o decastes (1038). Comme­
stibili tutte. ma di minor. pregio .

Riproduzione fotografica 2/3 grandezza naturale. - 345


LACTARIUS DELICIOSUS (L. ex Fr.) S. F. Gray 166
Da " deliciosus » (Iat.) deli zioso . Per la sua buona commestibilità

NOM I VOLGARI: Agarico delizioso - Lapacendro buono . Fong del pin


Fong del sangue· Pinarol . Sanguignol

Cappello: 4,5-12 cm, più o meno carnoso, convesso, spesso depresso al


centro e qualche volta con un piccolo umbone ; di colore rosso-arancio ,
arancio-fulvo, arancio sporco , sovente macchiato di verde ma non molto
né costantemente ; superficie qualche volta zonata da cerchi concen­
trici, umida piuttosto che viscosa , con macchie più colorate nella forma
tipica e qualche fossetta; margine involuto che poi può distendersi .

Lamelle: fitte, sottili , ineguali, strette , decorrenti; di un bel colore aran­


cio con riflessi rosso-aranciati, che possono diventare leggermente verdi
alla rottura.
Gambo: 3,5-7 X 1-2 cm, cilindrico e un po' attenuato in basso, precoce­
mente cavo; arancio chiaro, salmone, spesso con qualche macchia ,
finemente pruinoso, con qualche fossetta più colorata.

Carne: pallida internamente ma colorata di rosso-carota sotto la superficie


che all 'aria diventa, molto lentamente, verdastra ; più o meno spessa ,
soda . Odore di frutta , acido. Sapore piuttosto acre. Lattice rosso­
arancio vivo , rosso-carota; dolce.
Spore: crema in massa, arrotondate o un po' ellittiche, crestate-reticolate,
cuticola filamentosa, 7,5-9,5 X 6,2-7 micron .

Habitat: nei boschi di pino specialmente vicino ai cespugli di ginepro .


Fine estate-autunno.

Commestibilità: buono (pag. 86) .

OSSERVAZIONI: È il prototipo del gruppo dei Lactarius con lattice color carota . È bene
chiarire che il gruppo comprende più specie diverse , che vengono accettate come specie
unica del deliciosus. Le diverse specie sono molto ben differenziate, specialmente per
il loro valore commestibile . 1\ migliore è il sanguifluus (169), pOi il deliciosus, poi il
semisanguifluus (172) , i I salmoneus Heim e Lecl . o salmonicolor (167) e i I deterrimus
(Groger) ; in ordine di bontà il deterrimus è il più amaro e anche il più acre. Semisan­
guifluus (172), deterrimus o picei (621) si tingono fortemente di verdastro all'aria . e per
il tempo freddo autunnale, specialmente nelle lamelle.

Riproduzione fotografica 2/ 3 grandezza naturale. - 347


LACTARIUS SALMONICOLOR Heim & Leclair 167
Da « salmonicolor »(Iat.) color salmone. Per il colore piuttosto chiaro.

SINONIMI: subsalmoneus (Ponzar)

Cappello: 5-12 cm, piuttosto carnoso, dapprincipio convesso poi piano;


giallo-arancio, leggermente zonato da toni verdastri; margine giallo
pallido, involuto. AI tocco può colorarsi di rosso.
Lamelle: annesse, decorrenti, leggermente forcate al gambo; ocra-pallide
poi con tonalità aranciate.
lattice: arancio-rosso miele; virante 'all'aria, dopo circa 2 ore, dal bruno-
arancio al rosso-vi nato. Amaro.
Gambo: 3-7 X 0,8-2,5 cm, cavo, cilindrico, quasi liscio; giallo-arancio.
Carne: ocra pallida. Odore leggero di frutta.
Spore: ocra-pallide, rotondeggianti, reticolate, 8,5-9,5 X 7-7,5 micron.
Habitat: nei boschi di aghifoglie e latifoglie. Autunno.
Commestibilità: commestibile. Meno pregiato del lactarius deliciosus
(166), migliore del semisanguifluus (172).
OSSERVAZIONI: Si distingue specialmente per il colore chiaro, la quasi totale assenza
di macchie verdastre e per il sapore della carne non troppo amaro e acre. Cresce spe­
cialmente sotto l'abete bianco '(Abies alba).

Riproduzione fotografica 1/2 grandezza naturale.

lACTARIUS SEMISANGUIFlUUS (Heim et Lecl.)


168
con PECKIELLA (Hypomyces1 DEFORMANS (Fr.)
Maire
Presentiamo un lactarius semisanguifluus (172) attaccato da un Pireno­
micete, la Peckiella o Hypomyces deformans, allignante nell'imenio del
fungo in modo da impedire la crescita normale delle lamelle, che risultano
alle volte inesistenti o formate da rozze nervature completamente bianche
per la presenza del fungo parassita. Il fungo, nel complesso, come reazione
a questo attacco è più carnoso e massiccio. Il raccoglitore sprovveduto
resta un po' perplesso quando si imbatte in tali esemplari. Tagliando la
carne si ha chiara la presenza del lattice color carota che fa accettare
il fungo come facente parte del gruppo del deliciosus (166) e quindi com­
mestibile. L'Hypomyces può attaccare anche altri lactarius a lattice bianco
da rifiutare come commestibili. Un Hypomyces giallo (aureum), attacca
qualche volta i Boletus, tipo spadiceus (284) o chrysenteron (282), e dà
loro l'aspetto di masse informi marcescenti, gialle.
Commestibilità: commestibile come tutti i lactarius a lattice rosso o
carota. L'Hypomyces è innocuo.

Riproduzione fotografica grandezza naturale. - 349


LACTARIUS SANGUIFLUUS Paulet ex Fr. 169
Da " sanguifluus» (lat .) che fluisce sangue . Per i l co lore del lattice

Cappello: 6-15 cm, molto carnoso, convesso, pieno, a forma di coppa,


liscio, poco viscoso, poco o niente zonato; di color arancio incarnato
o rossastro pallido, macchiato di verde; margine involuto.

lamelle: fitte , sottili, strette, decorrenti, annesso-arcuate, spesso bifor­


cate; di colore ocra pallido pÒi aranciato-rosate, incarnate , vinoso­
ametistine, che si macchiano leggermente .di verde.

Gambo: 4-6 X 1,5-2,5 cm , pieno poi cavo, piuttosto corto, duro, eguale o
attenuato in basso, pruinoso ; di colore rosso-arancio, incarnato-vi nato
o lilacino, soprattutto alla sommità; spesso con fossettine rosse.

Carne: bianca, macchiata soprattutto alla periferia di colore rosso-sangue,


dura, granulosa . Odore leggero . Lattice poco abbondante rosso scuro
vinato, leggermente acre .

Spore: bianche in massa, ialine, globulose o globuloso-ellissoidali, acu­


leate, 8-10 X 7-9 micron .

Habitat: sotto le conifere, specialmente pini, in terreno calcareo. Estate­


autunno.

Commestibilità: buono, migliore del deliciosus (166).

OSSERVAZIONI : Si riconosce per il caratteristico colore del lattice rosso·vinato già al


primo fluire e non rosso -arancio come nel Lactarius deliciosus (166) e simili. Contraria·
mente a quelli del gruppo del deliciosus, non colora l 'urina di rosso .

Riproduzione fotografica grandezza naturale. - 351


LACTARIUS PORNINSIS Rolland 170
In onore del micologo francese Pornin
SINONIMI: Lactarius aurantiacus sensu Bres .
Agaricus aurantiacus Fri es
NOM I VOLGAR I : Lattario aranciato . Laresot

Cappello: 3·7 cm, convesso poi a forma di coppa; di colore arancio;


viscoso per "umidità, altrimenti secco .
Lamelle: fitte, un po' decorrenti sul gambo; bianche nel fungo giovane,
ocraceo-aranciate riell'adulto .
Gambo: 3-6 X 0,7-1 ,5 cm, pieno poi cavo, cilindrico; di colore arancio
pallido.
Carne: bianca o giallo-aranciata. Odore di buccia d'arancia. Sapore ama­
rognolo e astringente.
lattice: bianco sotto la cuticola .
Spore: giallognole, echinulate, piuttosto rotonde, 8-10 X 7-9 micron .
Habitat: nei boschi di larice, in famiglie . Estate-autunno .
Commestibilità: sospetto .
OSSERVAZIONI : È un Lactarius a lattice bianco che viene da qualcuno consumato . Non tutti
sopportano però i I suo contenuto in sostanze acroresi noidi, che possono dare qualche
disturbo gastrico . Caratteristico il suo odore simile a quello della buccia di arancia alla
quale assomiglia anche per il sapore amaro, astringente, non acre . Cresce solo sotto i
larici. Chi lo mangia per la prima volta può perciò incorrere in un leggero avvelenamento .
Riproduzione fotografica 2/ 3 grandezza naturale.

LACTARIUS AURANTIACUS Fries 171


Da " aurantiacus ,; (lat .) = aranciato . Per il colore

SI NON I M I: Lactarius mitissimus sensu Bresadola

Cappello: 2-6 cm, abbastanza carnoso, dapprincipio campanulato poi


aperto, leggermente depresso, con l 'umido un po' viscoso, non zonato;
colore rosso-arancio scuro o arancio-ocra-giallastro, margine dapprima
revoluto poi aperto.
Lamelle: fitte, annesse al gambo; da ocra pallide ad aranciate.
Gambo: 3-8 X 0,4-1 cm, leggermente rugoloso, liscio, quasi. slanciato,
attenuato alla base; carne che si rompe facilmente; concolore al cappello.
Carne: giallo-bianco-aranciata, pallida; prima piuttosto consistente poi
quasi spugnosa. Priva di odore. Sapore quasi dolce, di noce.
Lattice: bianco; leggermente pepato.
Spore: bianche, rotondeggianti, echinulate, 8-9,5 X 6,5-7,5 micron .
Habitat: nelle foreste di aghifoglie, gregario; abbastanza frequente . Set­
tembre-ottobre.
Commestibilità: non commestibile.
OSSERVAZIONI: Specie molto affine al Lactarius mitissimus Fries . da cui si distingue
so lo per il diverso sapore della carne. Il Lactarius aurantiacus sensu Bresadola , è il
porninsis descritto sopra.

Riproduzione fotografica 2/ 3 grandezza naturale. - 353


LACTARIUS SEMISANGUIFLUUS Heim et Lecl. 172
Da " semisanguifluus .. (lat.) = semisanguifluo . Per il colore del lattice
che dopo circa 10 minuti, vira verso quello del Lactarius sanguifluus

Cappello: 3-10 cm, liscio , dapprima involuto , con la parte centrale de­
pressa; colore ocra-pallido; colore di fondo rosato o rosa-arancio, che
tende ad inverdire sulla parte più marginale; dopo un po' di tempo
verdastro al tocco .
Lamelle: da annesse a decorrenti con lamellule; inizialmente ocra poi
aranciate e infine anche verdastro-scure con tonalità nerastre,
Gambo: 5-8 X 1-2,5 cm , cilindrico, attenuato in basso , con fossette tipi­
che ; tonalità ocracee. Il colore può tendere al verdastro con l'età .
Carne: biancastra ma colorata dal lattice, con tendenza ad assumere , col
tempo , una colorazione verdastro-azzurra , tipica. più pronunciata sulle
lamelle ; piuttosto friabile .
Lattice: inizialmente arancio poi, dopo 10 minuti circa, di colore rosso-
cupo, come nel sanguifluus (169), tanto da tendere al violetto.
Spore: ocra-chiaro, rotondeggianti, 8,5-9,5 X 7-7,5 micron.
Habitat: nei boschi di pino. Autunno. ,
Commestibilità: è il meno buono dei Lactarius a lattice colorato.
OSSERVAZIONI: Certuni parlano di un'altra specie ancora; il Lactarius deterrimus o picei
(621), pure tendente 'a macchiarsi di verde, ma di qualità ancora peggiore, tipico dei boschi
di abete e non di pino. Non molto pregiato è pure il Lactarius salmoneus (167) di colore
arancio chiaro i I cui lattice. color carota, non cambia molto nel tempo; anche la carne
è quasi immutabile,
Riproduzione fotografica 1/ 2 grandezza naturale.

LACTARIUS FULIGIN OSUS Fries 173


Da " fuliginosus .. (lat.) fuligginoso. Per il colore

Cappello: 3-7 cm, dapprincipio convesso poi imbutiforme, qualche volta


con umbone ottuso, poco marcato; colore variante dal biancastro al
bistro , bruno, bruno-ocraceo; superficie secca, opaca sottilmente vellu­
tata; margine dapprima strettamente irivoluto e brevemente scanalato.
Lamelle: poco fitte, ineguali, non forcate, arcuate-decorrenti ; avorio-ocraceo
chiaro poi ocraceo-aranciato; rosse allo sfondo .
Gambo: 3-6,5 X 0,8-1,8 cm, pieno, cilindrico o svasato in alto, appuntito
alla base , glabro; variante dal bianco al bruno, che si macchia di bruno
sporco, bruno-giallastro .
Carne: bianca ma che prende al contatto dell'aria una colorazione rosso
viva o rosso rosa, spessa ma cassante. Odore di frutta più o meno
sensibile.
Lattice: bianco, che assume colorazione rosa .
Spore: ocra in massa , crestate, reticolate, 7,5-10 X 6,5-8 micron.
Habitat: nei boschi di latifoglia; comune . Estate-autunno .
Commestibilità: acre, da rifiutare .
OSSERVAZIONI : Fa parte ' del gruppo dei Lactarius che hanno tendenza ad assumere colora­
zioni rosate allo strofinio o alla frattura. Tali sono principalmente: il Lactarius picinus
(175), e il Lactarius lignyotus (627).

Riproduzione fotografica 1/ 3 grandezza naturale. - 355


LACTARIUS TORMINOSUS Schaeff. ex Fries 174
Da « torminosus .. (lat .) che tormenta . Perché provoc~ coliche

NOM I VOLGAR I : Peveraccio delle coliche

Cappello: 4-12 cm, dapprima convesso poi piano o anche depresso, rico­
perto su tutta la , sùperficie da una peluria pronunciata e alle volte
irregolare, con zone concentriche, più o meno evidenti ; colore crema
arancio o rosa incarnato ; margine dapprima fortemente involuto e unito
al gambo da fitti pe li che poi si staccano formando un festone bam­
bagioso.
Lamelle: fitte, sode, bianche , con numerose lamellule , decorrenti; colo're
crema o carnicino con riflessi rosati.
Gambo: 2-6 X 0,8-2 cm , sodo, ingrossato in alto e attenuato verso il basso,
finemente pruinoso, qualche volta cili-ndrico'; da biancastro a rosa­
arancio .
Carne: bianca , spessa , soda . Odore gradevole di frutta. Sapore appena
acre .
Lattice: bianco ; molto pepato .
Spore: crema-pallide in massa o anche incarnate, ellittiche, 6-10 x 4,2-7
micron .

Habitat: quasi sempre sotto le betulle o nelle loro immediate vicinanze .


Estate-autunno.
Commestibilità: velenoso (pagg . 77 , 86).

OSSERVAZIO NI: Dà disturbi di carattere acroresinoide e viene chi amato peveraccio delle
coliche perché agisce sull' apparato digerente . Si disti ngue dai Lactarius commestibi I i per
il lattice bianco pepato e per la presenza di peli sul cappello. Suoi simili per aspetto, ma
di colo re più chiaro e non zonati sono : il Lactarius cilicioides (630), e il Lactarius pube·
scens (1495), più raro , di taglia più piccola e bianco di colore . Stesse caratt eristic'he , di
tossicità. .

Riproduzione fotografica 3/ 4 grandezza naturale. - 357


LACTARIUS PICINUS Fries 175
Da " pic i nus " (lat .) = color pece. Per il colore scuro

SINONIMI: Lactarius fuliginosus Bres.

Cappello: 4,5-10 cm, assai carnoso, sodo, in principio convesso e ottuso


poi convesso o piano , ma non a coppa o imbutiforme, in generale senza
umbone; colore scuro ma variabile dal nerastro al seppia-ocraceo,
uniforme o più chiaro al margine; superficie liscia, vellutata e granulosa
alla lente, ma non grinzosa come nel Lactarius lignyotus(627); margine
ottuso, dapprima regolare poi ondulato e ' Iobato .
Lamelle: mediamente fitte, più o meno decorrenti, con numerose lamel­
lule e qualche rara forcazione; da bianco sporco a ocra-arancio vivo;
possono macchiarsi di bruno-nerastro allo strofinio.
Gambo: 3-7 ,5 X 0,7-2 ,5 cm , sodo , cilindrico, compatto , difforme e irrego­
lare, pieno poi irregolarmente cavo ; pallido in alto , altrove seppia od
ocraceo, raramente solo grigio-bruno.
Carne: bianca o leggermente gialla negli adulti , pigmentantesi all'aria di
piccole macchie color rosa ; spessa, soda , a frattura netta . Odore di
frutta. Sapore più o meno acre. .
lattice: bianco; acre .

Spore: ocra sporco in massa, reticolate, 8-10 X 7,2-8 micron .

Habitat: nei boschi di conifere in montagna , soprattutto sotto il peccio;


mai in pianura o sotto le latifoglie ; comune . Estate-autunno .
Commestibilità: non comme~tibile.

OSSERVAZIONI : Fa parte del gruppo dei Lactarius fuligginei cui appartengono : il lignyotus
(627), più scuro e con umbone appuntito sul cappello; l 'azonites (622), più chiaro di colore ;
il pterosporus (1046), quasi uguale , ma con le spore alate e l'acris Balb . ex Fr ., delle
querce, con più forte tendenza al rosa . Tutti hanno il lattice che , pr i ma bianco , tende ad
ossidarsi all 'aria per diventare rosato più o meno vistosamente. Il gruppo del deliciosus
(166) ha invece il lattice colorato già nel fungo e non per ossidazione.

Riproduzione fotografica 1/ 2 grandezza naturale. - 359


LACTARIUS VOLEMUS Fries 176
Da " pirum volemum » (lat .) = qualità di grossa pera che riempie il cavo
della mano (vola) . Per la sua taglia .

NOM I VOLGAR I : Lattario volemo

Cappello: 7-15 cm, carnoso, dapprincipio convesso poi piano; colore ful­
Vo arancio, chiazzato di rossastro specialmente al centro; superficie
piuttosto secca e liscia, che si. screpola facilmente per l'età; margine
molto involuto.
Lamelle: abbastanza fitte, ventricose, un p'o' decorrenti, con numerose
lamellule; color ocra o giallo-ocra-pallide; strofinate si macchiano di
bruno più o meno forte.

Gambo: 6-12 X 1,5-2,5 cm, carnoso, pieno, cilindrico o attenuato in alto


o in basso; concolore al cappello; superficie pruinosq, presto rugosa.
Carne: biancastra poi brunastra specie nel cappello, fulvo pallida n~1
gambo, rigida ma a frattura netta. Odore caratteristico di aringa, spe­
cialmente nel lattice .
Lattice: bianco, denso, che sgocciola abbondantemente dalle fratture ;
sapore dolce.
Spore: bianche in massa, quasi perfettamente rotonde , crestato-areolate,
8-12 X 7-11 micron .

Habitat: nei boschi di latifoglie e conifere. Estate .


Commestibilità: commestibile, più o meno apprezzato.

OSSERVAZ ION I : È un Lactarius che si riconosce subito per i I lattice straordi nariamente
abbondante e che lascia per lungo tempo un odore di aringa sulle mani; manca inoltre
di zonature sul cappello e il colore è uguale sia nel cappello che nel gambo . Chi lo
consuma lo preferisce arrostito alla graticola, dove l 'abbondante lattice fa da condimento.
Alla cottura perde l'odore e il sapore sgradevoli. Sua varo il Lactarius oedematopus (1053),
più pie.colo e di colore quasi brunastro.

Riproduzione fotografica 2/ 3 grandezza natlJrale. - 361


LACTARIUS CAMPHORATUS (Bulliard ex Fries) 177
Da " camphoratus .. (lat .) che sa di canfora . Per il suo o dore

SINON I M I : Agaricus camphoratus Bulliard


Lactarius camphoratus Fries

Cappello: 3-6 cm, carnoso, fragile, dapprima convesso poi depresso,


con umbone; dal bruno-rosso al marrone ; margine striato e rivolto verso
il basso.
lamelle: fitte, farinose, decorrenti ; rossastre .
Gambo: 2-5 X 0,4-0,7 cm , pieno, spugnoso; concolore al cappello .
Carne: rossastro-ruggine , più cupa al gambo. Odore di canfora . Dolce .
lattice: bianco ; dolce poi leggermente acr~.
Spore: bianco-crema in massa, globulose, 8-10 X 6,5-7 ,5 micron .
Habitat: boschi di conifere e latifoglie. Estate-autunno.
Commestibilità: mediocre .

OSSERVAZIONI : Si distingue dagli altri Lactarius per il suo tipico odore . È di taglia gene ­
ralmente piuttosto piccola . Altro Lactarius odorato è il glyciosmus (626), di colore più
chiaro, grigiastro . che odora di lattice di foglia di fico o di noce di cocco .

Riproduzione fotografica 3/ 4 grandezza· naturale.

<'-' ACTARIUS THEIOGALUS (Bui!.) Fries 178


Da " thelòn .. (gr.) = zolfo e " gala» (gr.) latte . Per i l lattice giallo

SINONIMI : Lactarius chrysorrheus Fries


Agaricus theiogalus Bulliard
NOM I VOLGAR I : Lattario zolfino - Lattario a lattice giallo

Cappello: 3-8 cm, convesso poi piano, un po' imbutiforme , con zone
igrofane; carnicino ocra .
lamelle: fitte , strette , un po ' decorrenti sul gambo o attaccate ; concolori
al cappello nel fungo adulto . .
Gambo: 3-6 X 1-1,5 cm, pieno poi cavo; colore simile a quello del cappello .
Carne: bianca; ingiallentesi all'orlo.
lattice: bianco. ingiallentesi all'aria come la carne; prima dolce poi forte­
mente acre .
Spore: bianche in massa, piuttosto globose, 8-10 X 6-8 micron .
Habitat: nei boschi ; raro . Estate-autunno .
Commestibilità: sospetto .

OSSERVAZIONI: Il Lactarius chrysorrheu$ (623), di colore più aranciato e zonato nel


cappello, ha il lattice che ingiallisce molto più rapidamente e vistosamente.

Riproduzione fotografica 1/ 2 grandezza naturale. - 363


LACTARIUS BLENNIUS Fries 179
Da • blenna .. (gr.) = viscid it~ . Pe r la pellicola viscida de l cappe ll o

Cappello: 4-10 cm , molto viscoso, piano-convesso poi depresso, quasi


imbutiforme , glabro ; da grigio-olivastro a verdastro-sporco, marcato da
macchie più scure disposte a cerchia; margine involuto più pallido ,
, dapprima piuttosto pubescente.
Lamelle : sottili e fitte , annesse, arcuate ; bianche , che si macchiano di
grigio 'al toèco .
Gambo: 4-6 X 0 ,6-1 cm , viscoso , glabro , farcito, cavo alla fine; grigiastro
od 01 ivastro .
Carne : bianca che all 'aria diventa grigio-verde, fragile . Dolce poi acre .
Odore quasi nullo .
Lattice: bianco che diventa grigio all'aria .
Spore: bianco-verdastre in massa, largamente ellittiche o subglobose .
verrucoso-reticolate, 7-9 X 5-6 micron.
Habitat: nei boschi di latifoglia, soprattutto sotto i faggi; molto comune .
Estate-autunno ..
Commestit>ilita: non cominestibile.
OSSEi=lVAZIÒNI : Suo simile è il Lactarius fluens (1047), con molte zonature marcate nel
cappella e lattice che non di venta grigio.
Riproduzione fotografica 2/ 3 grandezza naturale.

LACTARIUS RUFUS SCOpo ex Fr . 180


Da ,< rufu s " ( lat .) = ros so . Per il colore
NOM I VOLGAR I : Lattario fulvo

Cappello: 3-10 cm , in prinCipiO molto convesso e reso quasi conico per


la presenza di un umbone appuntito e persistente, poi aperto e depresso
al centro , che rimane umbonato; rosso-scuro non impallidente per l'età,
per lo più chiaro al bordo ; superficie finemente pruinoso-tomentosa,
specialmente al margine .
Lamelle: fitte , ineguali , strette , annesso-decorrenti , pruinose per le spo­
re; avorio poi ocraceo-rossastre .
Gambo: 3-8 X 0 ,5-1,5 cm , pieno poi farcito-cavo , cilindrico ; in prinCipiO
grigio-rossastro per la presenza di una specie di pruina, in seguito più
o meno nudo , con tonalità rossa o rossastra più pallida di quella del
cappello .
Carne: biancastra , colorata di rosso soprattutto verso la base del gambo,
assai spessa, soda .
Lattice: bianco ; di sapore molto acre .
Spore: biancastre in massa , ellittiche , crestato-reti colate , 7-9 X 6-8. micron .
Habitat: sotto le conifere , molto comune . Estate-autunno .
Commestibilità: non commestibile per il sapore pepato.
OSSERVAZIONI : È uno dei Lactarius di colore rosso·scuro , a lattice pepato, f acilmente
confu si fra di loro . Suo simile è il Lactarius hepaticus (sensu Neuh .l, ch e cr esce nel
tardo autunno ed ha lattice ingiallente.

Riproduzione fotografica 2/ 3 grandezza naturale. - 365


LACTARIUS TURPIS (Weinm.) Fr. 181
1

Da " turpis » (lat .) = turpe . Per il colore sporco


SINONIMI: Lactarius plumbeus Bull .
Lactarius necator Karst .
NOMI VOLGARI: Lattario turpe
Cappello: 8-20 cm, carnoso, duro, convesso, infine nettamente depresso
al centro; di colore variabile dal nerastro od olivastro sporco al verde­
giallo scuro o chiazzato; superficie piuttosto viscosa; margine dapprima
involuto o leggermente pubescente .
Lamelle: fitte, ineguali, annesso-decorrenti; crema avorio; brune allo
strofinio.
Gambo: 4-6 X 2-3 cm, duro, che diventa cavo, legg~rmente viscoso; bruno
giallastro od olivastro, più chiaro del cappello .
Carne: bian'ca, imbrunisce leggermente all'~3ria, soda . Odore appena per­
cettibile . Sapore acre.
Lattice: bianco ; acre .
Spore: crema-pallide in massa, arrotondate, crestato-reticolate, 6 15-8 X 5-7
micron.
Habitat: 'nei boschi di latifoglia o vicino alle betulle; abbastanza comune.
Estate-autunno .
Commestibilità: da rifiutare per l'acredine . Oualcuno lo consuma alla
graticola o conservato sotto sale (pag . 77)
OSSERVAZIONI : È il Lactariìis dài colori verdastri più cupi . Gli assomiglia il Lactarius
blennius (179), nella sua forma verdastra , però sempre più grigiastro . Con ammoniaca
(anche solo vapori) il Lactàrius turpis assume una bella i ntensa colorazione viola che lo
fa subito ricorioscere .
Riproduzione fotografica 2/ 3 grandezza naturale.

LAcTARIUS BADIOSÀNGUINEUS KLihner et Rom. 182


Da " badius» (lat.) = marro ne e "sanguineus » (lat.) = color sangue .
Per il suo colore
Cappello: 3-6 cm , piuttosto carnoso, prima convesso poi appianatÒ, rego­
lare di forma, liscio o leggermente striato . particolarmente lucente,
quasi laccato; con umbone più o meno pronunciato (come il rufus) (180);
colore carminio carico, mattone o addirittura castano; margine dapprin­
cipio involuto poi aperto .
Lamelle: quasi fitte, qualche volta forcate; di colore ocra chiaro dapprin­
cipio, poi con il margine biancastro per le spore .
Gambo: 4-7 X 0,5-1 ,2 cm , irregolarmente cilindrico. per lo più attenuato
in basso; concolore al cappello; alla base micelio color ocra .
Carne: bianca, rossastra verso il margine.
Lattice: non molto abbondante, che può colorarsi di giallognolo dopo
alcuni minuti; leggermente amaro .
Spore: ellissoidali con piccole verruche, 7-8 X 6-7 micron.
Habitat: nelle foreste di montagna, sotto il peccio (Picea excelsa). Estate­
autunno.
Commestibilità: non commestibile.
OSSERVAZIONI: Si distingue dagli altri Lactarius di colore simile per la levigatezza della
superficie del cappello e del gambo. per la lucentezza del suo colore e per il lattice non
molto pepato.
Riproduzione fotografica 1/ 2 grandezza naturale. - 367
lACTARIUS SCROBICUlATUS (Scop. ex Fr .) Fr. 183
Da .. scrobis » (Iat .) fossa . Per le fossette sul gambo

NOM I VOLGAR I : Lattario butterato

Cappello: 6-25 cm, molto grande, da giovane massiccio , piano-convesso


poi aperto , profondamente e largamente depresso al centro ; superficie
rUgosa , finemente grinzosa , con piccole fibrille innate; colore giallo­
rossastro o giallo-chiaro , vagamente zonato , soprattutto al margine ,
dove si osserva un cerchio di piccole placche scaglioso-fibrillose, ros­
sastre con corti peli ; margine in principio ·regolare, fortemente involuto
poi diritto e tendente a divenire irregolare , lobato e rotto.
Lamelle: fitte, regolari , con numerose lamellule , leggermente decorrenti ;
crema-pallide, macchiate anche di bruno-rosso.
Gambo: 3,5-6 X 2-3,5 cm, duro, cilindrico o ventricoso , nettamente ornato
da molte fossette (scrobicoli) colorate, sul fondo biancastro.
Carne: originalmente bianca, che ingiallisce specialmente attorno alla
cavità del gambo , molto soda, dura . Odore forte di frutta. Sapore len­
tamente acre .
Lattice: bianco, cremoso, all'aria rapidamente giallo zolfo; sapore bruciante.
Spore: crema-pallide in massa, 8-8 ,5 X 6,5-7 ,2 micron .
Habitat: nei boschi di conifere in montagna ; molto comune . Estate-autunno .
Commestibilità: da non consumare. È considerato velenoso .

OSSERVAZIONI : È un fungo molto comune nelle foreste di conifere dove si presenta


numerosissimo', gregario e in esemplari anche di taglia enorme. Si riconosce subito per
il suo caratteristico lattice bianco che, appena secreto, in pochi secondi assume una
colorazione giallo·zafferano caratt eristica . I Lactarius resimus (631), e citriolens (1056),
molto simili e col lattice ch e ingi allisce all ' aria, non hanno le fossette sul gambo e sono
finemente pelosi . Lattice gia l lo , per ossidaz ione ha a!1che il Lactarills chrysorrheus (623),
di co lore aranciato, ment re il Lactarius repraesentaneus (624), è quasi uguale, ma ha il
lattice che diventa v ioletto . Tutti non commestibili .

Riproduzione fotografica 1/ 2 grandezza naturale. - 369


LACTARIUS UVIDUS Fries 184
Da " ùvidus » (lat.) = bagnato . Per l'habitat preferenziale

NOM I VOLGAR I: Lattario uvido . Peveraccio liIacino

Cappello: 5-8 cm piuttosto scarno, convesso poi appianato-depresso,


liscio, umido e un po' viscoso; colore grigiastro o grigio livido sfumato
in lilacino; margine minuto, liscio, involuto.
Lamelle: sottili, annesso-decorrenti; biancastre. Si macchiano di viola allo
strofinio.
Gambo: 6-8 X 0,6-1,2 cm, pieno, spugnoso, cavo alla fine , viscoso, cilin ­
drico; bianco-grigiastro più o meno carico che si macchia facilmente
di violetto .
Carne: bianca , violacea all'aria; molle , tenera . Odore nullo . Sapore dolce
che diventa tuttavia acre dopo un istante di masticazione.
Lattice: bianco che vira al violetto ali 'aria.
Spore: bianche, ialine, largamente ovali, echinulate-reticolate, 8-10 X 7-8
micron.
Habitat: nei boschi umidi, assai comune. Estate-autunno.
Commestibilità: di poco pregio.
OSSERVAZIONI : Lactarius che assumono colore violetto nella carne e nel lattice sono: il
Lactarius violascens (1498). più scuro di colore, tipico delle conifere e 20nato ; il Lactarius
aspideus (625), di colore giallo e a forma per lo più imbutiforme; i I raro e poco cono­
sciuto Lactarius repraesentaneus (624), di taglia molto maggiore e quasi identico al
Lactarius scrobiculatus (183), che ha invece il lattice virante al giallo. Tutti possiedono
le stesse caratteristiche di Commesti bi I ità, esclusi lo scrobiculatus e i I repraesentaneus,
considerati tossici.

Riproduzione fotografica 2/ 3 grandezza naturale.

LACTARIU S PVROGALUS (Bulliard ex Fries) 185


Da " p yr" (gr .) = fuoco .e " gala » (gr.) latte . Per il lattice bruciante

SINONIMI : Agaricus pyrogalus Bulliard


Lactarius pyrogalus Fries

Cappello: 4-10 cm , carnoso, imbutiforme , umido, liscio; di color grigio-


bruno-olivastro indi grigio-verdastro.
Lamelle: adnate, distanti; biancastre o crema ocra.
Gambo: 4-8 X 0,5-1,4 cm, pieno; di colore più chiaro del cappello .
Carne: biancastra, soda . Sapore e odore quasi nulli.
Lattice: bianco; molto pepato.
Spore: giallastre in massa, globulose, ialine; 7-8,5 X 6-7 micron.
Habitat: sotto i nocciol i . Estate-autunno .
Commestibilità: velenoso .
OSSERVAZIONI: È uno dei Lactarius a lattice più pepato, fortemente bruciante all'assaggio
in bocca. Tipico il suo habitat sotto il nocciolo. Gli è simile il Lactarius circellatus (1500).

Riproduzione fotografica 1/ 2 grandezza naturale. - 371


lACTARIUS VEllEREUS Fries 186
Da " vellereus » (lat.) = vellutato . Per l'aspetto del cappello

NOMI VOLGARI: Lattario vellutato

Cappello: 8-20 cm, carnoso, grosso, sodo , duro , secco, convesso poi
depresso, a forma di coppa o imbutiforme, finemente tomentoso-vellu ­
tato; bianco, spesso macchiato di ' ocra ; margine involuto negli esemplari
giovani.

lamelle: assai spesse , rade, annesso-decorrenti; bianche , poi macchiate


di ocra-pallido .

Gambo: 3-6 X 1-2,5 CI'D, pieno , duro , corto, grosso, finemente vellutato
come il cappello; concolore.

Carne: bianca, che si tinge di crema-giallastro all'aria, soda, dura e cas­


sante. Odore gradevole . Sapore pepato .

Lattice: bianco, non abbondante; pepato .

Spore: bianche in massa a verruche poco pronunciate, 9-12 X 8-10 micron.

Habitat: nei boschi di latifoglia. Estate-autunno .

Commestibilità: può essere consumato, ma è da respingere per la sua


acredine .

OSSERVAZIONI: Fa parte del gruppo del Lactarius piperatus (187). e si distingue dallo
stesso per le lamelle molto spaziate (nel piperatus sono fittissime e più strette) , e per
il cappello e il gambo vel lutati. La varietà pergamenus (637) del piperatus ha la carne
che tende a diventare gial!astra; ne l piperatus la carne tende al verde-azzurro. Il Lactarius
controversus· (636), ha pure taglia rr.olto grande , ma il colore, specialmente nelle lamelle,
va verso tonalità rosa ben marcate e il cappello è liscio . Tutti da non considerarsi com­
mestibili anche se da ta luni vengono utilizzati per pr,e parare delle pepate salamoie. È
sufficiente mettere la punta della lingua su una goccia di lattice secreto dal fungo per
sentire un forte bruciore che persiste per parecchi minuti.

Riproduzione fotografica 1/ 2 grandezza naturale, - 373


lACTARI US PIPERATUS (L. ex Fr.) S. F. Gray 187
Da « piperatus » (lat .) = pepato . Per il suo sapore

SI NON I M I: Agaricus piperatus Scopo I i


Agaricus pergamenus Swartz
Agaricus amarus Schaeffer
Lactarius glaucescens Crossi.
NOMI VOLGARI: Agarico pepato • Peveraccio

Cappello: 6-15 cm , dapprima convesso infine imbutiforme ; bianco , con


la superficie che si screpola; margine da rivoluto a ondulato e lobato.

lamelle: fittissime e strette , annesse e decorrenti; bianco-giallastre con


macchie grigio-verdastre o azzurre .

Gambo: 2-7 X 1-3 cm, pieno, duro, generalmente corto, liscio ; bianco .

Carne: bianca , che si macchia di verde-azzurro , dura. Senza odore parti ­


colare. Molto acre .

lattice: bianco; molto pepato .

Spore : bianche in massa, ovoidali, un po' verrucose , 7-10 X 6-7 micron .

Habitat: nei boschi di conifere e di latifoglie ; cresce a gruppi di parecchi


individui a file o a circoli; assai comune . Estate-autunno .

Commestibilità: sospetto per la sua forte drastica azione, e perché, anche


dopo la bollitura, rimane ancora amaro (pag. 77).

OSSERVAZIONI : Non mo lto co nosciuto , viene scambiato con il Lactarius pergamenus (637),
di solito più slanc i ato e · la cui carne tende a colorarsi di giallo e non di verde . Stesse
caratteristiche di commestibilità.

Riproduzione fotografica 1/ 2 grandezza naturale. '- 375


LACTARIUS BRESADOLIANUS Sing. 188
I n onore di Bresadola

SI NONIMI : Lactarius zonarioides KOhn . et Rom agn .

Cappello: 5-20 cm, carnoso , depresso; giallo-aranciato o arancio-bruno o


giallo-ocra , zonato a cerchi più scuri; margine sottile.
Lamelle: fitte, piuttosto strette; più chiare del cappello, giallo-ocracee.,
Gambo: 3-6 x 1-2 cm, corto, con qualche piccola fossetta, attenuato in
fondo ; concolore al cappello .
Carne: biancastra , soda, fragile,
Lattice: bianco che diventa grigiàstro, fortemente pepato,
Spore: 8-9,5 X 7-8 ,5 micron .
Habitat: sotto la Picea excelsa. Estate-autunno ,
Commestibilità: sospetto ,

OSSERVAZIONI: È distinto dal Lactarius acerrimus (634), pressoché uguale, solo per il suo
habitat sotto il peccio e non so t to latifoglie,

Riproduzione fotografica 1/ 3 grandezza naturale.

RUSSULA ALUTACEA (Pers , ex Fr.) sensu Melzer 189


Da " alu t aceus ,, (lat .) co lor cuoi o. Per il colo re

Cappello: 7-13 cm, carnoso e sodo , in principio subgloboso o convesso


poi aperto con il centro ampiamente e profondamente depresso; di
colore variabile dal porpora più o meno vivo, vinato , verde o bruno­
olivastro; cuticola annessa ; margine ottuso.
Lamelle: grosse , molto spaziate , furcato-anastomizzate , attenuato-subde­
correnti, ventrute; da gialle a ocra chiare ,
Gambo: 5-7 X 1-2 ,5 cm , carnoso , duro, pieno poi farcito; bianc0 o rosato ,
Carne: bianca , compatta, Odore leggero di frutta , Sapore dolce ,
Spore: gialle, ovoidali, subreticolate , 7,7-10 x 6,5-8 ,5 micron ,
Habitat: nei boschi di latifoglia in terreno calcareo. Estate ,
Commestibilità: buono,

OSSERVAZIONI : Assomiglia un po ' alla Russula olivacea (209), ma ha colori più sgar­
gianti., Esistono diverse vari età a seconda del colore : var , pavonina Bres" color v iol etto­
azzurro e var, vinoso brur1nea (1518), color vinato cupo ,

Riproduzione fotografica 1/ 2 grandezza nàturale. - 377

-
RUSSULA CYANOXANTHA (Schaeff . · ex Schw.) 190
Fries
Da " kyanos " (gr.) = azzurro e " xanth6s " (gr.) = giallo . Per i suoi colori

NOM I VOLGAR I: Russula iridescente . Russula maggiore - Colombina mag­


giore - Moreleto

Cappello: 4-15 cm , arrotondato poi convesso, più o meno depresso: colore


tipicamente violetto-nerastro o vjoletto-blu, ma anche verde-nero , verde,
grigio-violetto, spesso con delle macchie di altri colori: cuticola par­
zialmente separabile, umida: margine in principio incurvato verso l 'in­
terno, attenuato all'orlo poi ottuso, abbastanza regolare, liscio.
Lamelle: fitte, forcate, ventricose, ma tipicamente grasse, lardose al tatto:
colore bianco gesso , qualche volta leggermente sfumate di azzurro.

Gambo: 4-10 X 1,5-5 cm, carnoso e sodo poi spugnoso , pieno, cilindrico
o ventruto, pruinoso, leggermente rugoloso : bianco, qualche volta tinto
di violetto, spesso macchiato di bruno .
Carne: bianca, soda . Odore nullo. Sapore dolce. di nocciola.
Spore: bianche in massa . quasi arrotondate. a verruche assai basse ,
6,5-10 X 5.2-7 .5 micron.
Habitat: nei boschi di aghifoglia e latifoglia. ubiquitaria: comune. Estate­
autunno.
Commestibilità: ottimo (pag. 81 l.

OSSERVAZIONI: È fra le migliori Russula commestibili. Si riConosce dalla caratteristica


consistenza grassa e dalla cedevolezza delle lamelle. Togliendo la pellicola del cappello.
nonostante il colore superficiale variabilissimo, si mette sempre a nudo una carne
pigmentata di colore ciclamino , tipi 'co . Sue forme verdastre possono essere confuse con
Russula dello stesso colore : heterophyJla (1517), graminicolor Secr. , furcata sensu Bresadola,
aeruginea (215). La Russula grisea (202), simi le per i I colore pavonino-verdastro non ha
il pigmento lilacino e ha le lamelle tipicamente color paglierino e fragili. La Russula
cyanoxantha è l'unica Russula che non si colora sotto l'azione del solfato ferroso .

Riproduzione fotografica 1/2 grandezza naturale. - 379


RUSSULA INTEGRA (Linn. ex Vitt.) Fr. 191
Da " integer " (lat.) int egro . Per le lamelle integre non interrotte

NOMI VOLGARI : Russola buona· Russola integra

Cappello: 6-15 cm, duro e càrnoso da giovane, molle da adulto, dapprin­


cipio arrotondato poi convesso , irregolare, infine aperto, a forma di
coppa, più o meno depresso al centro; colore tipicamente bruno, varia­
bile dal bruno-giallo con delle macchie più scure o chiazze olivastre
al porpora o bruno-cioccolata, ' bruno-vinato, violetto-brunastro, bruno­
olivastro, ecc.; cuticola radiai mente separabile fino a metà, umida,
viscosa, brillante.
Lamelle: fitte poi più rade, ventricose, con qualche lamellula e frequenti
forcazioni , nettamente libere al gambo; colore inizialmente bianco-latte
poi giallo-burro chiaro , infine di un giallo intenso , con riflessi bianchi
sul filo .
Gambo: 4-9 X 1,3-5 cm, sodo, pieno , cilindrico e irregolare , liscio, più o
meno rugoloso; bianco poi anche bruno sporco o bruno-giallastro .
Carne: bianca o che tende leggermente al giallo, dura e soda . Odore leg­
. gero . Sapore dolce .
Spore: giallo-oro in massa, arrotondate o appena ellittiche, 8,12-10,7 X
7-9,2 micron .
Habitat: sotto le conifere in un suolo calcareo; comune in montagna .
Estate-primo autunno.
Commestibilità: buono.

OSSERVAZIONI : È una specie molto comune, ma variabilissima di colore, specialmente


dal fungo giovane al fungo adulto. Il colore delle lamelle va dal bianco al giallo.
Russula simile, con lamelle gialle, è la Russula alutacea (189), nelle sue varietà . La
commestibi l ità delle Russula, più che in base alla difficile determinazione delle specie,
si stabilisce con la prova empirica data a pago 373. Si raccomanda inoltre di non cadere
nel 'facile errore di scambiare la Russula integra, a lamelle gia ll e con altre speCie di
Russula simili fra di loro e molto affini di aspetto e colori alla integra stessa, non dolci,
ma fortemente pepate, qual i : la Russula badia (1086), bruciante, ma dopo un certo tempo ;
la Russula firmula (1087), e transiens (648), di taglia minore , pure ad effetto ritardato
(dopo due o tre masticazioni) e la Russula adulterina Fr . meno pepata, ma ad effetto
immediato . Tutte tre con lamelle gialle cassanti e con tipico odore di pelargonio .

Riproduzione fotografica 2/ 3 grandezza naturale. - 381


RUSSULA AURATA With. ex Fr. 192
Da " auratus " (Iat.) color dorato . Per i I colore

NOM I VOLGAR I: Russula aurata . Colombina dorata

Cappello: 4-10 cm, carnoso, sodo, in principio arrotondato poi convesso


e appianato; di un bel colore rosso mattone vivo, rosso-arancio, spesso
con delle macchie giallo limone o ·interamente giallo; cuticola annessa,
separabile solamente al margine,. brillante ; margine arrotondato, ottuso,
leggermente solcato negli esemplari vecchi.
Lamelle: fitte, o mediamente spaziate, assai larghe, attenuato-libere verso
il gambo; pallide poi crema limone infine quasi ocracee, con orlo giallo
oro .
Gambo: 3-8 X 1,5-2,5 cm, carnoso, duro, pieno poi un po' farcito, cilin­
drico, più o meno rugoloso; bianco o tinto di giallo limone chiaro, con
qualche macchia brunastra . .

Carne: bianca, soda ; quasi sempre tinta di giallo-limone sotto la cuticola.


Odore trascurabile . Sapore dolce .
Spore: giallo-chiare in massa, arrotondate, crestato~reticolate, 8-10 X 7-8
micron.
Habitat: nei boschi di latifoglia. Da fine primavera a fine estate.
Commestibilità: ottimo.

OSSERVAZIONI: La Russ!lla aurata. apprezzata per la sua ottima commestibilità. è una


fra le più conosciute, specia lmente per il suo bel colore. Le Russula, di cui alle volte è
mo lto difficile la determinazione della specie. sono l'unico genere di cui può essere
determinata la commestibilità co n una prova empirica: è sufficiente masticarne un pezzetto
e scartare le specie a sa pore nettamente acre. Non è detto per questo che tutte le
Russula acri siano tossiche. Per esserne intossicati bisogna ingerirne una quantità abba­
stanza eleva ta. per cui qualche esemplare di Russula pepata in mezzo ad altri fung hi può
anch e esse re accettato. Certo c he . per accertare la commestibilità con la diagnosi del
sapore. è necessar io riconoscere con sicurezza che si tratta del genere Russula. altrimenti
una Amanita phalloides (1), mortale. che non ha sapore acre. potrebbe essere scamb iat a
con una Russula verde. commestibile. con le conseguenze c he è fa ci le imm agin are .

Riproduzione fotografica 3/ 4 grandezza naturale . - 383


RUSSULA NAUSEOSA (Pers.) Fries
193
Da « nauseesus .. (lat .) di sapere peco gradevele

Cappello: 3-8 cm, piano poi apérto a imbuto; colore molto variabile ; vio­
la, lilla, rosso ocra, giallo o verde e al centro bruno-olivastro; cuticola
staccabile, liscia, sottile, brillante; margine solcato .
Lamelle: quasi fitte, fragili, arrotondate al gambo; da pallide a ocra.
Gambo: 3-6 X 0,5-1,2 cm, spugnoso poi cavo, liscio, fragile; bianco.
Carne: biancastra, fragile. Odore debole . Sapore mite o leggermente acre.
Spore: giallo-ocra , aculeate, 8-10 X 7-8 micron .
Habitat: nell'erba, nei boschi di montagna specialmente di abete rosso .
Primavera-estate-autunno.
Commestibilità: commestibile .

OSSERVAZIONI : Russula melte cemune nei beschi di peccie in mentagna, crescente da


primavera ad autunne. Si determina per la sua taglia media, il celere variabilissime della
cuticela. quasi tetalmente separabile. la carne di selite delce e le lamelle melte gialle,
quasi .ocra, a maturità. la Russula nitida (Fr .) le è simile ma a maturità edera di miele.
la Russula lutea Huds., chamaeleontina (216], la Russula roseipes (1072), le sene simili.
la solaris (1525) più gialla. è simile . ma ha la carne fertemente pepata . la Russula lari­
cina (1515], quasi uguale , cresce sette il larice. Tutte hanno celere cen preva lenze gialle
più e mene marcate .
Riproduzionè fotografica 1/ 2 grandezza naturale.

RUSSULA AZUREA Bresadola 194


Da « azureus ,,(Iat.) azzurre . Per il celere del cappelle

SINONIMI: Russula Iilacea Remell


NOM I VOlGAR I : Russola azzurrina

Cappello: 4-8 cm, carnoso, da piano a convesso ; grigio-viola , blu ameti­


sta, anche con macchie olivastre, pellicola separabile .
Lamelle: piuttosto larghe , arrotondate al gambo ; bianco candide .
Gambo: 4-6 X 1-1,5 cm, un po' rugoso e spugnoso; bianco .
Carne: bianca . Odore nullo . Sapore mite .
Spore: bianche in massa, verrucose , 7-9 X 7-8 micron .
Habitat: boschi di aghifoglia. Estate-autunno. I
Commestibilità: buono .

OSSERVAZIONI : Si ricenesce per il celere biance candide delle lamelle e del gambe in
centraste cen il bel azzurre vielette del cappelle . la Russula lilacea Ouél. e la Iilacea
varo carni color Bres .. hanne celere più verso il resse carne e lamelle nen co sì candide .
Stessa taglia.

Riproduzione fotegrafica grandezza naturale. - 385


RUSSULA DECOLORANS (Fries) Fries 195
Da " decolorans .. (lat.) che cambia colore . Per il virare della carne
verso il grigio

SINONIMI: Russula depallens Gill .


Russula constans Sing.

Cappello: 6-15 cm, carnoso, un po' dep~esso: arancio-rosso, rosso cipolla


anche molto pallido, rosso-bruno; cuticola staccabile fino a metà;
margine liscio o pettinato , talvolta lobato, irregolare.

Lamelle: quasi fitte, sottili, sinuato-libere, ventricose: bianco-crema, crema,


che diventano quasi grigie, poi nere.

Gambo: 4-8 x 1-3 cm, carnoso, solido, pieno poi spugnoso, plU o meno
ingrossato alla base, più o meno rugoloso : biancastro indi nerastro .

Carne: bianca poi grigio-scura, solida. Odore nullo. Sapore piuttosto


dolce ,

Spore: ocracee, ellittiche, echinate, 10-14 X 9-12 micron.

Habitat: specialmente nei boschi di peccio, fra il mirtillo nero. Autunno.

Commestibilità: buono .

OSSERVAZIONI: È una Russula del gruppo con la carne tendente a diventare naturalmente
grigia . o nerastra . È quella che presenta tale caratteristica in tono maggiore . Non dapper·
tutto diffusa. frequente in certe regioni nello stesso habitat e stessa stagione della
Russula paludosa (196).

Riproduzione fotografica 2/ 3 grandezza naturale. - 387


RUSSULA PALUDOSA Britz. 196
Da " paludosus n (lat.) palucjoso . Per l'habitat in luoghi umidi

Cappello: 8-20 cm, carnoso, più o meno aperto, qualche volta cqn un
umbone più o meno pronunciato, in particolare negli esemplari giova­
ni , anche depresso al centro; di un bel rosso vivo sangue con il centro
più scuro, qualche volta rosso-ciliegia con grandi chiazze color crema
6 crema-ocracee ; cuticola separabile, viscosa, brillante, qualche volta
con nette rugosità ; margine ottuso, liscio , leggermente scanalato negli
esemplari adulti.
Lamelle: in principio assai fitte poi progressivamente spaziate, arroton­
dato-annesse, con numerose lamellule e rare forcazioni; color crema o
crema chiaro, a filo intero .
Gambo: 5,5-10 X 1-3,7 cm, carnoso , pieno , sodo, cilindrico o leggermente
assottigliato ' in alto , spesso claviforme ma anche ventricoso: superficie
grossolanamente rugosa e finemente pruinosa; bianco o parzialmente
colorato di rosa o rosa-rosso.
Carne: bianca, con leggera tendenza a colorarsi in grigio, spessa e soda.
Odore leggero . Sapore dolce.
Spore: ocra , ellittiche, grandi , 8-10,5(11,5) X 6,7-7,7(8) micron .
Habitat: boschi di conifere, quasi sempre associato al mirtillo nero. Au­
tunno.
Commestibilità: buono.

OSSERVAZIONI: i': una bella Russula di taglia grande, abbondante nella stagione di crescita.
Fa parte del gruppo di Russula che hanno la carne che tende a diventare grigia ; caratteristica
tuttavia poco evidente in questa specie . Molto più vistosa è questa tendenza nella Russula
punctata (Kromb.) od obscura (214), che ha colore vinaccia sul cappello e lamelle gialla­
stre , nella Russula decolorans (195), ' colo r giallo·caldo , e nella Russula claroflava (1060),
giallo·citrina . Altra Russula con questa tendenza al grigio della carne, ma molto rara è
la Russula seperina Dupain . Sono tutte di taglia piuttosto grande . Commestibili.

Riproduzione fotografica 1/ 2 grandezza naturale. - 389


RUSSULA ACRIFOLIA (fr.l Romagn. 197
Da " acer·acris» (lat.) = acre e " folia" (lat.) foglia . lamella. Per il
sapore pepato delle lamelle

Cappello: 4-12 cm, carnoso, duro, dapprima piano-convesso poi quasi a


imbuto, glabro o bruno bistro più o meno ocra, rossastro; margine
involuto poi appianato, irregolare, sinuoso .

lamelle: fitte , adnate, appena decorrenti, molto acri; bianco-avorio-crema,


tendenti al nerastro con l'età.

Gambo: 4-11 X 2-4 cm, pieno, grosso, duro, cilindrico, piuttosto corto,
con fossette evidenti; bianco poi grigio-nerastro.

Carne: bianca, leggermente rosata infine grigio scura, consistente. Ino­


dore. Sapore acre, accentuato nelle lamelle.

Spore: ialine al microscopio, ovali, verrucoso-reticolate, 7-9 X 7-7,5


micron.

Habitat: boschi di conifere e latifoglie. Estate-autunno .

Commestibilità: sospetto .

OSSERVAZIONI: È una Russula del gruppo delle Nigricantine, che si distingue per un
carattere particolare che le ha dato il nome: l'estrema acredine delle lamelle . Può essere
scambiata con la Russula densifolia (1511). La Russula albonigra (638), la Russula adusta
(639) e la Russula anthracina (1510). assieme alla tipica rappresentante di questo gruppo
la Russula nigricans (198), sono molto simili e Si distinguono fra di loro con una certa
difficoltà. Tutte non commestibili : sospette di dare addirittura intossicazioni.

Riproduzione fotografica 1/ 2 grandezza naturale. - 391


RUSSULA NIGRICANS Bui\. ex Fr. 198
Da " nigricans »(Iat.) nereggiante. Per la carne che tende al nero

Cappello: 7-20 cm, dapprima fortemente depresso, regolare con al centro


una netta depressione simile ad un ombelico; la superficie si macchia
più o meno di nerastro e dà, al fungo adulto, un aspetto sporco; mar­
gine involuto, bianco nel fungo 'giovane, qualche volta biancastro con
delle placche brune, indi di un colore bruno bistro che si inscurisce
dal bordo verso il centro.

lamelle: grosse e molto spaziate, intercalate da lamellule segmentiformi,


arrotondato-annesse o brevemente decorrenti sul gambo; dapprincipi'o
avorio o crema giallastre poi giallastro sporche, che si macchiano di
rosso allo strofinio, infine fuligginose o nerastre.

Gambo: 4-7 X 1-3 cm , carnoso e duro infine farcito, corto, quasi cilindrico;
bianco poi macchiato di rossastro, nera's tro al tocco .

Carne: bianca poi da rosso sangue fino a fuligginosa nerastra, grossa e


dura. Sapore dolce nel gambo, lentamente acre nelle lamelle.

Spore: ovoidali, subreticolate, 6,5-8,5 X 5,7-7 micron.

Habitat: nei boschi di latifoglia e aghifoglia in pianura e in montagna;


comune. Estate-autunno.

Commestibilità: sospetto.

OSSERVAZIONI: È la tipica Russula de l gruppo delle Nigricantine, tutte di aspetto poco


invitante per il colore sporco bistro e che da vecchie diventano completamente nere . Si
possono trovare esemplari essiccati neri da un anno all'altro. Si distingue fra tutte per le
lamelle fortemente spaziate, grosse e per la vistosa presenza di lamellule .

Riproduzione fotografica 2/ 3 grandezza naturale. - 393


~USSULA MELLIOLENS Ouélet 199
Da " mel » (Iat.) miele e • olere ,, (lat.) saper odore. Per il ·suo odore

SINONIMI: Russula elegans Bres.

Cappello: 6-15 cm, dapprima globoso poi emisferico indi piano-convesso


e depresso al centro; colore che va dal rosso vivo al rosa; margine
regolare, un po' lobato, generalm~nte liscio .

Lamelle: fitte poi piuttosto rade, ·Iarghe; bianche indi crema-gialle.

Gambo: 5-10 X 1-3 cm , piuttosto solido; bianco con macchie rosee, con
tendenza a diventare giallo-brunastro, specialmente alla base.

Carne: bianca, tendente a diventare bruna o giallognola, soda . Sapore


dolce. Odore di miele, che conserva anche dopo essiccata.

Spore: crema-pallide, punteggiato-reticolate, 8-11 X 8-9,5 micron.

Habitat: boschi di latifoglie . Estate-autunno.

Commestibilità: buono .

OSSERVAZIONI : Facile il suo riconoscimento specialmente per il marcato odore di miele


negli esemplari più adulti e per le lamelle che diventano di un bel colore giallo.

Riproduzione fotografica 1/ 2 grandezza naturale. - 395 ­


,
RUSSULA CONSOBRINA Fries 200
D~a • consobrinus » (lat .) = cugino . Per la sua affinità con le Russule del
gruppo della foetens
SINONIMI: Russula sororia Fries
Russula livescens Ouélet

Cappello: 5-10 cm, carnoso, piuttosto duro poi fragile, convesso e legger­
mente ombelicato; color grigio , grigio-bruno o grigio-olivastro; cuticola
gelatinosa, liscia , screpolata con il tempo secco; margine liscio poi
rugoloso-tubercolato .
lamelle: fitte, annesse; bianco-crema-grigiastre .
Gambo: 6-8 X 1-2 cm , prima pieno poi spugnoso-cavo , rugoso; bianco­
brunastro.
Carne: biancastra indi grigiastra, grigia sotto la cuticola . Odore quasi
nullo o leggero di mela . Molto acre .
Spore: crema-pallide, aculeate , 7-9 X 6-7 micron .
H~bitat: specialmente nei boschi di peccio. Estate-autunno.
Commestibilità: da rifiutare .
OSSERvAZIONI: ,r: una Russula molto discussa. Si accompagna al Boletus edulis (262), nei
boschi di Picea excelsa. In certe regioni è molto rara,. Il suo colore la può far scambiare
con la Russulli mustelina (219), a carne dolce. ma di taglia maggiore . Sua nota caratteristica
è il gambo che nell'adulto si presenta farcito. cavo e non a cellette come la sua simile .
Riproduzione fotografica 2/ 3 grandezza naturale.

RUSSULA PECTINATA (Bull.) Fr. ss. Cooke 201


Da • pecten-pectinis » (lat.) pettine. Per le striature al margine del
cappello

Cappello: 4-8 cm, convesso poi appiattito, depresso; da ocra giallo, plU
carico al centro, a brunastro; cuticola non staccabile, untuosa, liscia;
margine striato fino a 1/ 2 raggio.
lamelle: poco fitte, fragili, lacrimose; pallide poi giallognole, con qual­
che macchia di ruggine.
Gambo: 3-5 X 1-1,5 cm, molle, spugnoso poi cavo, fragile; bianco, con
la base brunastra .
Carne: bianca o leggermente ocra, a macchie color ruggine nei funghi
adulti. Odore quasi di pesce_ Sapore mite.
Spore: crema-ocracee , ellittiche, 7-9 X 6~7 micron .
Habitat: ubiquitaria. Primavera-estate-autunno.
Commestibilità: non commestibile .

OSSERVAZIONI : Delle Russula del suo gruppo è quella a carne non pepata. Tale carattere
la fa distinguere con una certa facilità , dato che per le altre la determinazione specifica
è piuttosto dittici le (Russula sororia (1061), Russula farinipes (649)). Tutte hanno una
striatura marcatissima al margine del cappe ll o. La Russula fellea (645), è simile, pepatis ­
sima , gialla di colore e con orlo a striatura molto corta .

Riproduzione fotografica 1/ 2 grandezza naturale. - 397


RUSSULA GRISEA Perso 202
Da " griseus ,,(lat.) grigio . Per il colore del cappello

SINONIMI: Agaricus griseus Perso


Russula palumbina OLlél.
Russula medullata Rom.
NOM I VOLGAR I: Russola grigia . Colombina grigia

Cappello: 6-11 cm, convesso poi piano; variabile di colore da grigio a


grigio-acciaio a lilacino a violace9 a olivastro a grigio celestino, a macchie
chiare · e scure, viscido con tempo umido; margine piuttosto sottile,
leggermente solcato con l'età.

Lamelle: fitte, sottili, attenuato-attaccate al gambo; bianco-crema o citrine.

Gambo: 5-7 X 1,2-3,2 cm, duro, piuttosto corto; bianco, qualche volta
li Ila o rossastro .

Carne: bianca, teriera . Inodore. Sapore buono .

Spore: bianco-giallognole, piuttosto piccole, echinulate, 6,5-8,9 X 5,5-6,5


micran.

Habitat: boschi e prati di montagna; abbastanza comune. Estate-autunno.

Commestibilità: ottimo.

OSSERVAZIONI: Viene scambiata con la Russula cyanoxantha (190), per il colore del
cappello che può assumere tonalità molto simili. Si differenzia per le lamelle color crema,
non bianche, molto più fitte e regolari e per l 'assenza del pigmento ciclamino sotto la
cuticola del cappello.

Riproduzione fotografica 2/ 3 grandezza naturale, - 399


RUSSULA SANGUINEA Bull. ex Fr. 203
Da "s anguineus» ·(Iat .) sanguineo . Per il colore rosso

Cappello: 3-10 cm, carnoso, rigi·do, dapprima convesso poi anche de­
presso, piuttosto gibboso; rosso sangue o rosso porpora senza toni
violacei, qualche volta a maochie biancastre o tutto bianco (Russula
exalbicans), specialmente da adulto; cuticola non staccabile, viscosa
per l'umidità e un po' brillante.
Lamelle: piuttosto spaziate, con qualche lamellula, decorrenti ma anche
orizzontali, annesse nelle varietà; . bianche .
Gambo: 4-7 X 0,9-3 cm, pieno per . lungo tempo poi a caverne o cavo con
l'età, sodo, con la corteccia elastica, piuttosto rugoloso; tipico a colo­
re rosa o rosato, raramente Ibianco, con tonalità gialle .
Carne: bianca con tendenza ad ingiallire, soda, cassante. Sapore pepato
e amaro .
Spore: ocra pallide in massa, aculeate, 7,5-9 X 6,5-8 micron.
Habitat: boschi di conifere, molto comune. Fine estate e autunno.
Commestibilità: come Russula pepata è da considerarsi tossica anche
se non provoca disturbi di grande entità. E' comunque da respingere
per il sapore amaro anche dopo la cottura .

Riproduzionefotogra.f ica 2/ 3 grandezza naturale.

RUSSULA EMETICA varo silvestris Sing 204


Da « emeticus » ·(Iat.) = che produce il vomito. ,per suoi effetti

SINONIMI : Bussula fragilis sensu Bres.?


NOMI VOLGARI : Colombina rossa

Cappello: 3-5 cm, dapprima emisferico poi spianato fino a depresso al


centro; da rosso sangue a decolorato; cuticola liscia , untuosa , brillante .
Lamelle: fitte, libere o appena adnate;. bianco-candide con r'iflessi verda ­
stro-azzu rri n i.
Gambo: 3-6 X 0,6-1 cm, fragile, pieno poi spugnoso; bianco.
Carne: bianca, sugosa. Odore gradevole . Sapore acre.
Spore: ovoidali, echinulate, ialine al microscopio, 8-10 X 6-7 micron .
Habitat: nei boschi, specialmente nel muschio. Estate-autunno.
Commestibilità: tossico.

OSSERVAZIONI : È forse la più diffusa varietà della Russula emetica (644) , che è di taglia
più grande e di solito più sbiadita di colore. Altra varietà è la Russula betularum (1521),
di colore più scuro e molto variabile.

Riproduzione fotografica 2/ 3 grandezza naturale. - 401


RUSSULA VISCIDA Kudrna 205
Da .. viscidus ,,(lat .) viscido . Per i l cappello viscido

Cappello: 5,5-13,5 cm, duro , massiccio , grosso, in principio globoso poi


completamente aperto , liscio , sovente finemente grinzoso o scabro al
centro; color porpora-nerastro con chiazze giallastre , verdastre o oli­
vastre; cuticola annessa , 'lucente, umido-'Viscosa ; margine aguzzo,
regolare o · lobato.

lamelle: fi,tte poi spaziate , forcate, con qualche lamellula, attenuato­


decorrenti, un po' arrotondate; biancastre o avorio sporco.

Gambo: 4-9 X 1 :5-2,6 cm, carnoso, grosso, molto duro, pieno poi molle,
un po' bulboso. più o meno cilindrico; . 'bianco bruno-giallo o macchia­
to di giallo sporco-ocra; superficie leggermente pruinosa , grinzata,
lucente .

Carne: ,bianca. parzialmente giallastra o bruna . Sapore dolce poi legger­


mente acre .

Spore: crema. ovoidali. crestate, più o meno amiloi'di , 7.5-11 ,2 X 6,5-9 ,5


micron .

Habitat: in montagna nelle foreste di Picea excelsa o Abies alba; piuHo­


sto raro . Estate-autunno.

Commestibilità: commestibile.

OSSERVAZIONI :. Bella e massiccia Russula con la tipica colorazione giallo-ocra a macchie


specialm ente nel gambo .

Riproduzione fotografica 1/ 2 grandezza naturale. ~ 403


RUSSULA XERAMPELINA (Schfl.) Fr. 206
Da " xeròs ,,'(gr.) = seCco e « ampelos " I(gr.) vite. Per il suo colore
simile a quello delle foglie secche di vite

Cappello: 5-12 cm, carnoso, convesso poi spianato, un po' depresso, li­
scio; colore variante dall'azzurro al verde, al bruno, al giallo limone;
margine assottigliato, più o meno striato quando è adul,to.
Lamelle: a~sai fi,tte, talvolta ineguali; crema poi ocra.
Gambo: 4-8,5 X 1,5-3 cm, 'bianco con sfumature rosate o giallo-brune.
Carne: bruno-giallastra all'aria, verd.e al solfato di ferro, rossa all'acqua
di anilina; tenace. OdQre tipico .di aringa.
Spore: cr'ema-ocra pallide, ellittiche, 9-13 X 8-11 micron.
Habitat: boschi di latifoglie e conifere. Estate-autunno.
Commestibilità: mediocre.

OSSERVAZ~ONI: Variabilissima ,di colore può facilmente essere scambiata con diverse
specie di Bussula. Viene tuttavia sempre individuilta per il suo caratteristico e sempre
presente odore di trimetilammi.na" specialmente n.el gambo e nel fungo sviluppato. Forme
rosse sono. quelle della varo ~rythrojjoda (643), brunastre var, barlae Mass. e verdastre
varo elaeocles (1068) ci var, oli va scens. È un tipico esempio di fungo in cui l'odore è
determi nante per i I suo riConosci mento.

Riproduzione fotografica 1/2 grandezza naturale.

RUSSULA aUELETII Fries 207


In onore del micologo francese Ouélet

Cappello: 5-7 cm, carnoso, rigido ma non duro, dapprima convesso emi­
sferico poi aperto e anche depresso; ,bruno-porpora, vinaccia o violet­
,to; cuticola viscosa, umida; margine arrotondato-ottuso, solcato.
Lamelle: fitte poi spaziate, staccate, arrotondate al gambo; bianche o
biancastro crema.
Gambo: 4-8 X 0,6-1 cm, pieno poi far'cito, cilindrico o leggermente atte­
nuato in alto; rosso rubino o porpora, qualche volta slavato o addirit­
tura bianco.
Carne: bianca, concolore al cappello sotto la cuticola, spessa,' rigida ma
presto fragile. Odore di composta di frutta. Sapore acre.
Spore: ovoidali, 8-10 X 7-9 micron.
Habitat: foreste di conifere; una delle Russula più comuni. Tardo
autunno.
Commestibilità: da rifiutare per l'acredine.

OSSERVAZIONI: .È una Russula molto' comune in tardo autunno quando incominciano i


primi freddi. L'odore di composta di frutta e l'odore di pelargonio o geranio è tipico delle
Russula pepate. Saperlo individuare significa evitare di farne l'assaggio, che può essere
sg radevo I e. .

Riproduzione fotografica 2/3 grandezza naturale. ~ 405


RUSSU1A LEPIDA Fries 208
Da " lepidus • (lat .) = graziòso , piacevo le. Per il suo colo re

NOM I VOLGAR I : Russula lepida ' - Colombina rossa dolce

Cappello: 4-14 cm, carnoso, molto duro, dapprincipio arrotondato poi


convesso infine più o meno appianato, non depresso; di un bel colore
rosso carminio o quasi rosato; può anche decolorare e presentare
placche biancastre , raramente internamente bianco; cuticola non sepa­
rabile, opaca e vellutata ; margrne dapprima involuto e ottuso poi pia­
no, regolare e leggermentelobato.
Lamelle: fitte, strette, fragili e assai rigide , spesso forcate, con estremi­
tà anteriore ottusa , attenuate al gambo ; di colore bianco-latte con un
leggero riflesso crema con, qualche volta, il filo colorato di rosso,
specialmente vicino al margine del cappello ,
Gambo: 3,5-7 X 1,2-3 ,7 cm, duro pieno, generalmente non lungo, per lo
più cilindrico o 'un po' attenuato inferiormente, longitudinalmente ru­
goso; più o meno colorato di rosso o di rosa o anche interamente
bianco .
Carne: bianca . Sapore leggermente resinoso e amarognolo , Molto amara
nella var o amarissima.
Spore: crema Ipallide in massa, :arrotondate, nettamente reticolate,
8-9 X 7-8 micron .
Habitat: boschi di latifoglia e aghi'foglia , comune , Dal principio del­
l'estate.
Commestibilità: mediocre , per il sapore amarognolo e resinoso.

OSSERVAZIONI: r= una Russula di taglia grande, non pepata e perciò commestibile. Se


nasce sotto il pino silvestre si impregna di sostanze amare ; il suo caratteristico sapore
amaro , astringente , si accentuerà notevolmente come se contenesse resina pura , Non
usufruibile , in tal caso , come immediato commestibile , è tuttavia ricercata , da qualcuno,
per conservarla sott'aceto . con ottimi risultati , Le Russula rosse, di piccola taglia, con
le lamelle bianche, sono di so l ito molto pepate e non commestibi l i perché tossiche
(Russula emetica (644) e sue varietà),

Riproduzione fotografica 2/ 3 grandezza naturale. ~ 407


RUSSULA OLiVACEA (Schaeff. ex Secr.) Fries 209
Da " oli vaceus .. (lat .) color ol iva . 'Per ·iI colore del c appe l.lo

Cappello: 8-16 cm, sodo ma non duro , molto grande, prima ·quasi emi­
sferico poi aperto, anche depresso; di colore variabilissimo per tinte le
più diverse : verde nella forma tipica, verde chiaro, giallo-verde, grigio
olivastro . carminio; ondulato o meno .

Lamelle: molto fitte . forcate verso il gambo; con venatura sul fondo ,
annesso-attenUate al gambo, giallo pallido, poi quasi ocra .

Gambo: 4-10 X 1,5-3 cm, pieno po i farcito , fisso, sovente enorme, di for­
ma cilindrica variabile, con aspetto rugoloso; bianco o soffuso di rosa ,
rosa chiaro o carminio.

Carne: da bianca a giallastra . Odore caratteristico . Sapore di nocciola .

Spore: ovoidali, echinulate, 7-8 X 5-9 micron .

Habitat: sotto le querce e in montagna sotto laPicea excelsa; molto co­


mune . Estate-primo aUltunno .

Commestibilità: buono.

OSSERV A ZIONI : E' una Russula che raggiunge taglie enormi . Si ri conosc e per il gambo
colo rato d i ros a, ,per ·Ie l am elle piuttosto gross e, gi all e , unite da nerva t ure . La Russula
alutacea (189) , gli è molto 'si mile ma ha colori più sgargiant i, spe ci al mente nell e su e
var iet à. .

Riproduzione fotografica 1/ 2 grandezza naturale. - 409


RUSSULA FOETENS (Pers. ex Fries) 210
Da " foetens • fetente . Per il suo 'forte e catti,vo o.dore

SINONIMI : Agaricus foetens Persoon


NOM I VOLGAR I : Russola fetida - Russola fetente

Cappello: 4-1-6 cm, dapprima emisferico poi convesso quindi espanso e


anche concavo; giallo-ocra, più scuro al centro; cuticola che si lascia
staccare dal cappello; margine segnato da solchi, irregolarmente ondu­
lato , lobato, che si rompe nella direzione delle lamelle .

lamelle: fitte, distanti , disuguali, forcate; con venature biancastre, poi


crema; essudanti gocce acquose.

Gambo: 4-8 X 1-2,5 cm, pieno, grosso, cilindrico, rigido nel fungo adul,to
cavo nel giovane, a carne cassante; biancastro con macchie scure .

Carne: biancastra, brunastra all'aria, tenera, fragile. Odore fetido, di vari­


china. Sapore acre .

Spore: bianche in massa , globose, con superficie verrucosa , 7-10 X 7-9


micron .

Habitat: nei boschi, nei luoghi piuttosto umidi, a gruppi. -Estate-autunno .

Commestibilità: velenoso .

OSSERVAZIONI : Specie inconfodibile per il suo odore sgradevole d i varichina . Sembra


che la sua i ngestione abbia provocato intossicazioni . E' da domandarsi tuttavia come
sia stato accettato come commestibi I e nonostante i I suo odore repellente .

Riproduzione fotografica 2/ 3 grandezza naturale. - 411 •


RUSSULA LAUROCERASI Melzer ss. Rom'a gnesi 211
Da ,prunus laurocerasus» (lat.) = pian ta con foglie e fiori che emanano
«
odore di mandorle amare , Per l 'odore che emana

Cappello: 6-13 cm, carnoso, convesso, spesso un po' cavo al centro;


ocraceo o rosso-ocraceo; cuticola annessa, separabile solo al margine,
umido-viscida più che glutinosa; margine dolcemellte arrotondato,
marcato da una fitta striatura, '

Lamelle: fitte poi spaziate, ventricose, con riloltelamellule; di colore


pallido chiaro che si macchiano più o meno di bruno-rosso sporcò o di
bruno-violetto ,

Gambo: 6-15 X 1,4-2 ,8 cm, sodo poi cavernoso, svasato in alto e in bas­
so, pruinoso dapprincipio, soprattutto sotto le lamelle; si macchia
irregolarmente di rosso.
Carne: bianca, leggermente bruna sotto la cuticola e giallastra nel gam­
bo, spessa. Odore complesso ma prevalentemente di mandorle amare.
Sapore pepato.
Spore: crema-pallide, reticolato-crestulate, con verruche isolate, 7,5-10 X
7-9,2 micron.
Habitat: boschi di latifoglie, in terreno acido. Autunno.
Commestibilità: non commestibile. Probabilmente velenoso come la Rus­
sula foetens (210).

OSSERVAZION!: La Russula foetens (210), molto più comune e con cappello chiuso
nell'esemplare giovane (si può addirittura qualche volta scambiare a prima vista con un
porcino), è quasi identica ma più viscida, con orlo molto striato e con odore disgustoso
di varichina o simile . La Russula fragrans Romagn. e la Russula fragrantissima Romagn .
sono molto simili ma hanno odore e sapore diversi. '

Riproduzione fotografica 2/ 3 grandezza naturale. - 413


RUSSULA VESCA Fries ,2 .1 2
Da " vescus .. (lat .) man gerec cio. Pe r la sua commest i bi lità

NOM I VOLGAR I : Russola edule

Cappello: 6-11 cm, sodo, in principio arrotondato poi convesso , infine


aperto , con il centro appianato e depresso ; colore molto variabile , tipi­
camente color carne , più scuro al . centro, ma anche un po ' violaceo,
qualche vo lta quasi brunastro; cuticola separabile per metà raggio,
lasciante un pigmento color .carnicino ; margine ottuso, liscio, legger­
mente striato alla fine .

lamelle: fitte, frequentemente forcate, generalmente attenuate o arroton­


date, qualche volta leggermente decorrenti; biancastre o con riflessi
ocraceo pallidi, spesso macchiate da piccole chiazze color ruggine .

Gambo: 2-10,5 X 1,3-3 cm, pieno poi spongioso, sodo, quasi cilindrico
o attenuato in basso; tendente spesso a ingiallire o a macch iarsi di
bruno .

Carne: che tende a macch iarsi di bruno , giallo sporco O mattone alla ba­
se , spessa , soda. Inodore . Sapore dolce , di nocciola .

Spore: bianche in massa, piccole, arrotondate, 5,7-8,5 X 4,7-6,5 micron.

Habitat: boschi di latifoglia e aghifoglia, molto comune . Dal mese di


maggio .

Commestibilità: buono .

OSSERVAZIONI : Ha qualche affinità con la Russula cyanoxantha (190), per il pigmento


carneo sotto la cutico la. Non ha tuttavia le lamelle grasse a consistenza lardosa e il
colore de l cappello è diverso. Con una certa esperienza è facilmente riconoscibile . La
carne diventa rosso-aranciata al so lfato ferroso . Le sue lamelle si macchiano caratteri st i ­
camente di ruggine . La Russula heterophylla (1517) può essere considerata una Russula
vesca a cappello color v erde , ma con la stessa tendenza della carne a macchiarsi di
ruggin e. ..

Riproduzione fotografica 2/ 3 grandezza naturale. - 415


RUSSULA VIRESCENS ,(Schaeff.) Fries 213
Da " virescens » ( lat.) = verdegg iante, Per il colore

NOM I VOLGAR I : Russola verdeggiante - Colombina verde - Verdone

Cappello: 5-15 cm, carnoso, molto sodo, dapprincipio arrotondato poi


convesso e aperto, spesso gibboso e irregolare; marmorizzato per la
cuticola screpolata a macchie verderame su fondo biancastro, spesso
interamente pallido ,

Lamelle: molto fitte , fragili, forcate conqualchelamellula; di colore


bianco crema, spesso macchiate di bruno o rossastro,

Gambo: 2-9 X 1,5-5,5 cm, pieno poi spugnoso, cilindrico o ingrossato


irregolarmente, pruinoso, farinoso in alto, rugoloso; bianco, qualche
volta macchiato di bruno,

Carne: bianca che tende qualche volta a prendere ,t onalità camoscio-ros­


sastre, spessa , pesante, Odore molto leggero , Sapore dolce ,

Spore: bianche o leggermente crema in massa, arrotondate o ellittiche,


éi verruche irregolari , 5;6-9,7 X 5,2-7 micron ,

Habitat: nei boschi , soprattutto di latifoglia {castagno, quercia) , in ter­


reno siliceo, ne ll'erba . Più o meno comune, secondo le regioni. Dalla
fine della primavera ali 'autunno . .

Commestibilità: è la più ricercata Russula commestibile (pag. 81) .

OSSERVAZIONI: Si distingue per la sua colorazione verderame a macchie. anche se


qualche volta può presentarsi interamente bianca . In tal caso aiuta molto a riconoscerla
il suo peso specifico . elevato fra tutte le Russula, la sua fragilità e la presenza discre­
polature sul cappello , che non mancano mai,

Riproduzione fotografica 2/ 3 grandezza naturale. ,.- 417


RUSSULA OBSCURA Rom. 214
Da " obscurus" (lat.) scuro . Per i I c olore rosso cupo

SINONIMI : Russula punctata Krombh .

Cappello: 5-12 cm , carnoso , dapprima campanulato poi spianato; rosso


v inaccia, rosso carne , più oscuro al centro; cuticola brillante, separa­
bile fino a metà raggio; margine con punteggiature biancastre da
giovane.
Lamelle: fitte; bianche poi giallognole e infine grigie , grigio-nere .
Gambo: 5-7 X 1-2 cm , bianco-giallognolo nel fungo giovane , più scuro e
grigio in tutta la massa spongiosa intern a nell 'adul,to .
Carne: biancastra poi grigio-scura . Odore debole . Sapore anche acre .
Spore: bianco-crema , e ll ittiche, 9-10 X 7-8 micron.
Habitat: boschi di conifere . Estate-autunno.
Commestibilità: buono .

OSSERVAZIONI: La punctata od obscura fa parte del gruppo di Russula con la carne che
di venta grigia . È di taglia più piccol a delle altre tr e (paludosa (196), decolorans (195), e
claroflava (1060) l. e si ri co nosce per il colore 'cic lamino della cuticola, spec ialm ente
ve rso il margine del cappello, che è inoltre piuttos t o pruinos o .

Riproduzione fotografica 3/ 4 grandezza naturale.

RUSSULA AERUGINEA (Lindbl. ex Fr .) 215


Da " aerugo-aeruginis " (lat .) verderame . Per il suo col ore verdognol o

SINONIMI : Russula furcata Br es

Cappello: 3-9 cm, carnoso , dapprima convesso poi spianato-convesso;


verde ; cuticolastacc abile per due terzi, piuttosto vischiosa e brillante
per l'umidità.
Lamelle: molto fitte , decorrenti o sinuate , fortemente forcate ; bia nco­
gialle.
Gambo: 4-7 X 0,7-2 cm , pieno , cilindrico , robusto ; biancastro.
Carne: biancastra con t endenza ad ingrigire . Ouasi sempre leggermente
pepata , nel fungo appena raccolto, poi dolce .
Spore: bianco crema in massa, rotondo-ovoidali , leggermente aculeate ,
6-8 X 6-7 micron .
Habitat: specialmente nelle fores h;~di conifere . Estate-autunno.
Commestibilità: commestibile .
OSSERVA ZIONI : È una Russula di col ore verdastro-gr igi o, di t agli a meno appariscente dell e
altre Russula verdi (Russula cyanoxantha (190), graminicolor Secr ., heterophylla(1517),
a nostro avv iso da iden t ificare c on la Russula furcata sen su Bresado la, con l e lamelle
fo rcate , legge rmente pepat a nel fun go appena raccolto, poi dolce ).

Riproduzione fotografica 3/ 4 grandezza naturale. - 419 '


RUSSULA CHAMAELEONTINA Fries 216
Da " chamaleontinus .. (lat .) = di tinte diverse . Per il colore variabile

SINONI'MI: Russula lutea Hudson


NOMI VOLGARI : Russola gialla - Colombina gialla

Cappello: 2-5 cm, convesso poi aperto e largamente depresso, un po


umbonato al centro; di colore dall'ocraceo al giallo oro, al rosso cilie­
gia, giallo al centro e rossastro al bordo; cuticola separabile, brillante
per l'umidità , opaca col secco .
Lamelle: più o meno fitte, il più pelle volte uguali; giallo bruno chiaro
poi giallo vivo.
Gambo: 3-4 X 0,5-1 cm, cavo, fr'a gile, molle, cilindrico, senza cortec'cia;
bianco.
Carne: bianca , fragile . Odore nullo . Sapore dolce ,
Spore: giallo vivo in massa , aculeate, 6,7-8 ,5 X 6,7-7 micron .
Habitat: boschi di latifoglia . Estate-autunno.
Commestibilità: commestibile .
OSSERVAZIONI: Si può co ns id erare sinonimo della Russula lutea Fr. che può essere una
sua forma completamente gialla .
Riproduzione fotografica 1/ 2 grandezza naturale.

RUSSULA TURCI Bresadola 217


I n onore della baronessa Tu rco-Lazzari, pittri ce e gastronoma

Cappello: 4,5-10 cm, raramente sodo , convesso poi rapidamente aperto


e depresso; colore dal violetto vinato-rossastro, grigiastro, al grigio­
olivastro, al rosso scuro con il centro nerastro; cuticola annessa al.
centro separabile altrove, viscosa al centro, che conserva sempre un
po' di muco nella depressione ; margine ottuso, striato solo neg.li
esemplari vecchi .
Lamelle: fitte poi spaziate, attenuato-annesse; da crema a ocra,
Gambo: 3-7 X 1-2 cm, ab bastanza carnoso, prima pieno poi irregolarmen­
te cavo , cilindrico o leggermente ingrossato o attenuato alla base;
bianco, raramente macchiato di rosa .
Carne: bianca tend ente ad ingiallire, violacea sotto la cuticola , soda ma
non dura. Odore più o meno netto di iodoformio alia base del gambo.
Sapore dolce,
Spore: da ocra a gialle, crestate e reticolate, 8,2-9,2 X 6-7,5 micron .
Habitat: boschi di abete e peccio. Estate-autunno .
Commestibilità: buono .
OSSERVAZIO~~I: La Russula turci si riconosce appoggiando contro i l centro del cappe ll o
il 'Polpastre ll o del d i to che, sollevato, porta con sé i filamenti visc hiosi del muco,
caratteristico. L'odore di iodoformio. sul fondo del gambo , é com unque quasi sempre
presente .
Porta il nome della baronessa Tur co -La zzari autrice delle illustrazioni di molti fUr)ghi
riprodotti ne ll a .. Iconographia micologica» del Bresadola , prozia del nostro collaboratore
dott o Lazzari.

Riproduzione fotografica 1/ 2 grandezza naturale. - 421


RUSSULA PUELLARIS Fries 218
Da " puella» (lat.) fanciu l la . Perchè cambia colore

Cappello: 2,5-5,5 cm, in principio piuttosto sodo, poi fragile, infine an­
che molto depresso al centro; qualche volta colore porpora, sovente
più scuro al centro, quasi nerastro o almeno bruno camoscio pallido
con macchie giallastre; cuticola per lungo tratto separabile, umida,
brillante, liscia o leggermente ·rugosa; margine ottuso, pettinato.

Lamelle: mediamente fitte, fragili, ventri cose, più o meno forcate, atte­
nuate o arrotondate verso il gambo; crema .0 crema-ocracee, chiare
con riflessi giallastri.

Gambo: 3-6,5 X (0 ,7) 1-1,3 cm, da cilindrico a ingrossato verso la base,


come appuntito-fusiforme, che diventa spesso tipicamente spongioso­
cavo; bianco, ben presto di un vivo color giallo ocra, zolfo-brunastro,
sporco a macchie; superficie molto grinzosa.

Carne: bianca poi giallastra , soda poi molle e fragile. Odore ,l eggero.
Sapore dolce.

Spore: crema , obvali, echinato-verrucose, 6,5-8,5 X 5,5-7 micron.

Habitat: boschi di conifere (soprattutto pini) e latifoglie, in terreno sec­


co. Estate-autunno.

Commestibilità: commestibile .

OSSERVAZIONI: È una Russula, fra quelle di taglia media. variabilissima di colore. ma


abbastanza facilmente riconoscibile per il netto ingiallimento al tocco , per la sua carne ,
giallo·ocra. che diventa molle e fragile e. quando sta diventando· adulta, per la presenza
della colorazione, quasi a macchie, s~a nel cappello che nel gambo.

Riproduzione fotografica 1/ 2 grandezza naturale. - 423 ­


RUSSULA MUSTELINA Fries 219
Da « mustela »(Iat.) faina. Per il colore simile al mantello di tale
animale

Cappello: 5-14 cm, molto carnoso, grosso, sodo e duro, generalmente


globoso; colore ocra brunastro, ocra rosso ma con macchie più chiare
su sfondo scuro e viceversa; cuticola non separabile, piuttosto grossa,
liscia, fibrillosa, di aspetto quasi grasso per l'umidità, opaca per il
secco; margine in principio involuto, che si apre lentamente, acuto,
liscio, qualche volta irregolare e lobato.
lamelle: molto fitte poi un po' meno, rigide, piuttosto grasse con qual­
che lamellula, arrotondato-sinuate all'inserzione, aguzze all'estremità
anteriore; biancastro-crema con macchie bruno ocra, o mattone, nella
vecchiaia.
Gambo: 3-11 X 1,3-4 cm, duro. pieno. in prinCipiO sovente ventri coso poi
più o meno cilindrico. fortemente pruinoso-farinoso e allo stesso tem­
po quasi poroso in alto. nettamente rugoso soprattutto alla base, con
piccole caverne isolate; bianco o leggermente giallastro poi macchiato
di brunaS<tro, bruno-giallo, con alla sommità, qualche volta, rif.lessi
rosati ,tutto bruno nella vecchiaia .
Carne: branca, tendente a ingiallire, infine bruna, concolore al cappello
sotto il rivestimento, soda, dura. Odore quasi nullo. Sapore dolce.
Spore: crema, oblunghe, di taglia ineguale, verrucoso-subcrestate,
7-10(11,5) X 5,7-7,7(8) micron.
Habitat: nei boschi di conifere delle regioni montagnose. A tarda estate­
autunno.
Commestibilità: buono.

OSSERVAZIONI: Russula molto soda e compatta. che si af.faccia dal terreno. spesso
seminterrata . ti suo colore la fa assomigliare alla foetens (210), ma non ne ha l'odore e
ha il margine ·Iiscio . E' molto abbondante nel periodo ·di crescita. Saperla riconoscere fa
arricchire la raccolta del cercatore. La Russula. consobrina (200). le è simile per colore .
ma è molto pepata. di taglia più esile. leggermente striata al margine del cappello .

Riproduzione fotografica 2/ 3 grandezza naturale. - 425 .


RUSSULA DELICA Fries 220
Da " delicor" (lat .) = pr ivo di umore . Per l 'assenza <li lattice

SINONIMI : Lactarius exsuccus Otto


NOM I VOLGAR.I : Russola delica - Durei

Cappello: 5-17 cm , grande, in principio depresso al centro con il bordo


arrotondato e involuto, poi convesso e appiattito, sovente irregolare,
alla fine depresso e imbutiforme;. bianco o biancastro (frequentemente
sporco di terra), sovente screziato di ocra o bruno-pallido ; cuticola po­
co differenziata, in principio satinata ma presto marcata ,da .·f ini rugosi­
tà o fibrille in rilievo; il margine si apre solo negli esemplari adulti,
spesso ondulato e lobato.
Lamelle: spaziate e larghe nella forma tipica, fitte e strette nella varietà
chloroides Kromb., in principio arcuate po'i leggermente ventricose;
biancastre o crema sporco con riflessi azzurrini o verdastri, special­
mente verso il gambo .
Gambo: 2-6 X 1-4,5 cm, duro, pieno, coroto o molto corto, cilindrico o
svasato progressivamente dal basso all'alto; bianco, con macchie irre­
golari brunastre o fulvo mattone sporco; s·uperficie dapprima uniforme­
mente opaca poi satinata, che può divenire grossolanamente rugosa.
Carne: bianca poi leggermente bruna o rosa dopo più ore di esposizione
ali 'aria, grossa , dura . Odore complesso di frutta o pesce (può domina­
re uno dei due) . Sapore anche acre.
Spore: color crema molto pallido in massa, ellittiche o quasi arrotonda­
te, verrucose , 7,2-11,5 X ·6,5-8,7 micron .
Habitat: boschi di latifoglia in suolo calcareo o .neutro; specie comune.
Da metà primavera all'autunno.
Commestibilità: mediocre.

OSSERVAZIONI : È una Russula che assomiglia molto ai Lactarius del gruppo del pipera­
tus (187), sia per taglia che per aspetto . Si distingue per la mancanza di lattice e per il
sapore non cosi fortemente pepato. Il suo nome (delica) vuole appunto significare priva
di lattice . Alcuni Autori la distinguono col nome di Lactarius exsuccus . Suo simile è la
Russula pseudodelica Lange . a lamelle che non tendono al riflesso azzurro ma al colore
giallastro o addirittu ra rossiccio. Gli autori moderni hanno creato altre specie e varietà
come la parvispora Romagn .. la puta e la trechyspora , stesso autore. la cui differen ziazione
è basata più che altro su caratteri microscopici e chimici. È facile riconoscerla ne l suo
habitat. dove cresce gregaria. rompendo il terreno e dove . parzialmente infossata. si
presenta ricoperta sul cappello da terriccio o foglie secche. Per commestibilità può essere
messa all"ultimo gradino delle Russula: per la durezza della carne anche dopo cottura.
per il" suo sapore e oqore caratteristico non proprio appetibile. In certe località è tuttavia
ricercata e considerata un buon commestibile.

Riproduzione fotografica 2/ 3 grandezza naturale. - 427 _


NVCTALIS ASTEROPHORA Fries 221
Da " aster .. '(lat.) = stella e " fero " ,(lat .) = porto . 'Per le spore stellate

SINONIMI: Asterophora Iycoperdoides (Bull.)


Ditm. ex Gray (nella nuova nomenclatura)

Cappello: 1-3 cm, raramente di più, in principio emisferico, nonumbona­


to; ·bianco efioccoso che diventa presto color camoscio o bruno chia­
ro; margine involuto. '
Lamelle: non sviluppate, ridotte a delle pieghe o assenti totalmente:
sterili.
Gambo: 2-4 X 0,2-0,4 cm, esile, sovente ondulato; bianco, setoso-fibrillo­
so, che tende ad annerire .
Carne: grossa . Odore sgradevole di rancido o pesce .
Spore: bianche, poco numerose, 6 X 4 micran. Si trovano alla superficie
del cappello (clamidospore).
Habitat: cresce sulle Russule del gruppo delle nigricantine (198) in de­
composizione. Estate-autunno.
Commestibilità: senza valore.
OSSERVAZIONI: La Russula ospite è una Russulaalbonigra (638) già degradata, del gruppo
delle nigricantine (nigricans (198), densifolia (1511), acrifolia (197),adusta (639) J. dal
brutto colore scuro . Tutte da respingere, non commestibili.

Riproduzione fotografica 2/ 3 grandezza naturale .

NVCTALIS PARASITICA Bull. ex Fries 222


Da « parasiticus ,,(lat.) parassita. Per il suo habitat

Cappello: 0,5-1 cm, poco carnoso, conico-campanulato poi convesso­


appianato, umbonato, fibrilloso-sericeo; biancastro-grigiastro poi ros­
sastro, ricoperto da una pruina biancastra , persistente, che col tempo
secco gli dona un aspetto argenteo.
Lamelle: spaziate, annesso-sinuate, ventricose , ineguali , alla fine anasto­
mosate; bianco-cenere poi brunastre.
Gambo: 2-3 X 0,2-0,3 cm, esile, fistuloso, eguale o · attenuato in alto,
pubescente, sovente incurvato; bianco-grigiastro.
Carne: grigiastro-brunastra sporca, minuta, molle. Odore leggero piutto­
sto sgradevole. Dolce .
Spore: bianche in massa, liscie, ialine, ellittico-ovoidali, 5-7 X 3-4 micron.
Habitat: sulle Russula delica (220), Russula adusta (639), Russula nigri­
cans (198) in decomposizione, in gr'u ppi cespitosi; rara; meno comu­
ne nella Nyctalis asterophora (221). Estate-autunno.
Commestibilità: senza valore .

OSSERVAZIONI: Gli esemplari presentati sono ospiti di una Russula delica (220). in
decomposizione. Le due specie pubblicate sono le uniche conosciute di Nyctalis, strani
funghi , parassiti di altri funghi.

Riproduzione fotografica grandezza naturale. - 429


HYGROPHORUS (Camarophyllus) MARZUOLUS 223
('f r.) Bres.
Da " marzuolus " ,(lat .) ' del mese di marzo. Per l'epoca di prima
comparsa

NOMI VOLGARI : Igroforo marzuolo - Dormiente

Cappello: 4-10 cm, convesso poi aperto, ondulato al margine, spesso,


scuro, non igrofano nè viscoso .
carnoso , sodo, liscio; di colore . che varia dal bianco al grigio metallico
lamelle: fitte e ventricose, poi molto spazi ate e strette, con qualche
lame)lula , ,decorrenti, attenuate sul gambo, bianche, poi grigiastre.
Gambo: 4-8 X 1,2-3 cm, carnoso, pieno , diritto o curvo, bianco, più
spesso argentato-satinato, brillante, pruinoso verso l'alto.
Carne: spessa ma tenera , bianca, grigia sotto il rivestimento del cappel­
lo. Senza particolare odore o sapore .
Spore: bianche in massa, ellittiche, lisci e, non amiloidi, 7-9,5 X 5,5-'6,5
micron .
Habitat: in terreno siliceo, sotto le conifere , le querce , i castagni,
nascosto dalle foglie morte. Raro, ma molto abbondante nei luoghi ,di
cresci,ta. Tipico della prima primavera.
Commestibilità: fra i migliori ,f unghi commestibili.

OSSERVAZIONI : È un fungo molto ricercato come primizia per i l suo apparire in prima­
vera e per la sua ottima commestibilità . Si nasconde sotto il muschio e sotto i detriti
del bosco ancora quando la neve non è del tutto sparita . Gli scoiatto l i e gli animali del
bosco ne sono ghiott i e i loro resti lasciati allo scoperto sono, qualche volta, il solo
segno della sua presenza in numerosi esemplari nascosti. In stagione più tarda appare
in località di montagna più alte. Sono famosi i suoi posti di crescita: al lago di Monticolo
presso Bolzano e nella foresta di Vallombrosa in Toscana . Si conoscono comunque molti
altri luoghi dove è st ato trovato . Gli è simile l'Hygrophorus caprinus Fr. o camarophyllus
(224), che qualcuno considf. ra una sua forma autunnale. È tuttavia di colore brunastro . An che
I 'Hygrophorus atramentosus (1531) uguale al caprinus, ma nettamente color grigio-argenteo
è molto simile e di taglia più slan'c iata. Da chi non lo conosce è stato scambiato an che con
alcune specie di Tricholoma di colore grigio sul cappello, in modo particolare con il
Tricholoma portentosum (133), di portamento e consistenza carnosa grossolanamente ana­
loghi , ma ben distinto, oltre che per la stagione di crescita (autunno e non primavera).
per le lamelle non decorrenti come tutti i Tricholoma e per la presenza di una colorazione
satinata gialla e non grigia sul gambo come sulle lamelle. Tu t ti gl i Hygrophorus possono
essere considerati commest i bili , escluse alcune specie facilmente identificabili per il loro
sgradevole odo re di ipoclorito come l'Hygrophorus nitratus (662) e simi l i e l'Hygrophorus
conicus (677) con le sue varietà di cui sembra accertata una certa tossicità : è di co lore
rosso-giallo sul cappello e la sua carne tende a diventare di colore nero in ogni parte
(var, nigrescens (676) ) ,

Riproduzione fotografica 1/ 2 grandezza naturale. - 431 .


HYGROPHORUS (Camarophyllus) CAPRINUS Fr. 224
Da « caprinus ., ·( Iat.) = attinente alle cap re . "Per il colore

SINONIMI.: Hygrophorus camarophyllus Fries

Cappello: 10-12 cm , carnoso, sodo, fragile , convesso poi piano e legger­


mente depresso, qualche volta un po' umbonato, umido, quasi visco­
so, non igrofano, opaco, percorso. radialmente da fibrille innate ; color
seppia fuliggineo o grigio-nerastro con macchie bruno-olivastre per il
secco, più scuro al centro ; cuticola separabile verso il margine; margi­
ne sottile, incurvato .

Lamelle: rade, arcuate , decorrenti. assai larghe, ventricose, ineguali,


riunite per delle venature, qualche volta ramificate; 'bianche o pallido­
grigiastre.

Gambo: 6-9 X 1-2 cm, pieno, slanciato, subeguale, fibroso-carnoso, sec­


co, fibrilloso-sericeo, glabro alla sommità; grigio-seppia-fuliggineo ,
concolore al cappello, pubescente e ,biancastro alla base.

Carne: bianca , tenera; concolore al cappello sotto la cuticola . Inodore .


Doolce.

Spore: bianche in massa, ellittico-ovoidali, apiculate alla base,liscie,


7-9,5 X 4,5-6 micron.

Habitat: nei boschi montagnosi di pino, in suolo siliceo e calcareo;


grègario . Estate-autunno .

Commestibilità: buono.

OSSERV AZIONI: Sembra la f orma autunnale dell' Hygrophorus marzuolus (223) ma è ben
differenz iato per il colore brunastro-seppia del cappello, per le lamelle mo lto più decor­
renti e per il gambo più allungato. Più simile al marzuolus potrebbe essere l ' Hygrophorus
atramentosus (1531) di col ore decisall)ente grigio:

Riproduzione fotografica 2/ 3 grandezza naturale, - 433


HVGROPHORUS (Camarophyllus) PRATENSIS 225
(Pers. ex Fr.) Karst.
Da " pr;Jtensis » :(Iat.) dei prati . Per il suO habitat

Cappello: 4-8 cm, campanulato, umbonato-schiacciato poi turbinato ; colore


giallo-ocra o fulvo-arancio più o meno carico; margine attenuato .
Lamelle: rade, larghe e molto venoso-congiunte alla base, decorrenti,
arcuate, ventricose; ,bianco-crema poi giallo-ocracee .
Gambo: 5-10 X 0,5-1 cm, pieno, fibrilloso-striato, liscio alla sommità;
bianco-crema poi fulvo pallido.
Carne: biancastra poi ocracea, sòda, ·fragile, piuttosto fibrillosa . Odore
gradevole.
Spore: bianche in massa. ovoidali, 6-8 X 5-6 micron.
Habitat: nell 'erba dei prati e dei pascoli. Autunno.
Commestibilità: buono .

OSSERVAZIONI: Uno fra i migliori Hygrophorus commestibili . Si riconosce specialmente


per le venature che congiungono le lamelle e per il suo tipico colore arancio-giallo che
ricorda i I Cantharellus cibarius (236).

Riproduzione fotografica grandezza naturale.

HVGROPHORUS MELlZEUS Fries 226


Da " meli» (gr.) miele. Per il colore

Cappello: 3-6 cm, molto viscoso, addirittura ricoperto da glutine col


tempo umido; dapprincipio bianco poi tendente , specialmente verso il
centro , ali 'ocra-rosa-carnicino; margine leggermente involuto , sinuoso.
Lamelle: ben spaziate e con lamellule, leggermente decorrenti; bianco­
candide poi leggermente gialle.
Gambo: 5-8 X 0,6-1 cm, cilindrico , molto viscoso; bianco, alla base an­
che rosato.
Carne: biancastra. Odore piuttosto forte, simile a quello del tarlo rodile­
gno, come nell'Hygrophorus cossus.
Spore: ellittiche, 6-5,9 X 4,5-5 micron.
Habitat: sotto latifoglie . Da agosto a ottobre.
Commestibilità: mediocre .
OSSERVAZIONI : È un Hygrophorus del gruppo dei Limacium bianchi, facilmente confusi
fra di loro . Simili sono : l 'eburneus (Bull . ex Fr.) Fr. del faggiO e il piceae tipico delle
conifere. i l cossus (Sow . ex Bk .) Fr. , sotto conifere e latifoglie, emanante un odore tipico,
forte, di cosso e che tende a diventare giallastro e il chrysaspis (654). pure éon tale
tendenza, ma senza odore caratteristico . Il ch'r ysodon (1091), è invece caratterizzato da
punteggiature dorate sul gambo e al margine del cappello. L' Hygrophorus karstenii (660)
ha le lamelle color albicocca .

Riproduzione fotografica ,grandezza naturale. - 435


HYGROPHORUS (Limacium) AGATHOSMUS Fr. 227
Da « agathòs » (gr .) = buono e " òsmos » (gr .) odore . Per il buon odore

NOM I VOLGAR I :' Igroforo odoroso

Cappello: 4-7 cm, in principio campanulato o arrotondato, poi convesso,


infine piano; grigio pallido o cenere, più scuro al centro; margine
involuto, arrotondato, viscoso , liscio, umido .
Lamelle: decorrenti, spaziate , con qualche lamellula, qualche volta forca­
te; bianche o biancastre .
Gambo: 5-7 X 1-1 ,5 cm, pieno, sodo : cilindrico; biancastro o bruno palli­
do, punteggiato alla sommità da ·piccoli fiocchi bruni.
Carne: bianca, tenera . Odore di mandorle amare, caratteristico . Sapore
dolce .
Spore: bianche in massa, ellittiche, non ami\oidi, 9-10 X 5-6 micron .
Habitat: boschi di conifere . Estate-autunno .
Commestibilità: mediocre .

OSSERVAZIONI: Riconoscibile per il suo ca ratteristico odore di . mandorle amare . L'Hygro­


phorus hyacinthinus (658) è uguale di aspetto ma emana un gradevolissimo odore di
violetta .

Riproduzione fotografica 2/ 3 grandezza naturale .

HYGROPHORUS (Hygrocybe) PSITTACINUS 228


Schaeff. ex Fries
Da • psittacus »Oat.) pappagallO . Per i suoi colori .vivaci

Cappello: 2-5 cm, convesso, campanulato poi aperto e umbonato; giallo ~


dorato-verdastro che si decolora e impallidisce, ricoperto interamente
da una spessa viscosità verde ; margine striato .
Lamelle: annesse, larghe e ventricose; giallastre, più verdi vicino al
cappello, con taglio giallo .
Gambo: 5-7 X 0,3-0,8 cm, fragile, esile, cavo; più o meno di colore giallo
e ricoperto da viscosità verdi.
Carne: bianca, tinta di verde e di giallo, fragile .
Spore: bianche in massa , ovoidali-granulose, 5-10 X 5-6 micron.
Habitat: sui tappeti erbosi . Estate-autunno.
Commestibilità: senza valore commestibile .

OSSERVAZIONI: Il colore verde della viscosità, che poi lascia intravvedere il colore
giallo sottostante, rende variopinto questo piccolo fungo, {;he ha avuto il nome del più
colorato degli uccelli : il pappagallo. L'Hygrophorus (Hygrocybe) laetus (1105) è simile,
ma ha le lamelle decorrenti.

Riproduzione fotografica 2/ 3 grandezza naturale. - 437


HYGROPHORUS (Hygrocybe) PUNICEUS Fries 229
Da «puniceus .. ·(Iat .) rossO. vivo. Per il colore

NOMI VOLGARI: Igroforo puniceo

Cappello: 5-13 cm, in principio campanulato poi convesso o quasi ap­


pianato, viscoso e fragile per' il secco; di un bel colore rosso sangue,
di. solito più pallido verso il margine: margine leggermente incurvato,
qualche volta lobato.

Lamelle: spaziate, ventricose, spesse, con qualche lamellula: giallo ocra


o rossastre.

Gambo:. 6-8 X 1-2,5 cm , cavo, fibrilloso-striato, ondulato, cilindrico, atte­


nuato alla base; giallo-aranciato, più pallido in basso.

Carne: bianca o concolore al gambo . Odore e sapore trascurabili .

Spore: bianche in massa , cilindrico-ellittiche, liscie, 8-10 X 4-5 micron.

Habitat: prati e pascoli di montagna . Fine estate-autunno .

Commestibilità: buono .

OSSER VAZ IONI: È l'Hygrophorus rosso di taglia maggiore . Esistono molte altre specie di
Hygrophorus rossi, non sempre ben conosciute, ma di taglia molto più piccola : il miniatus
(674). i I coccineus (670). l ' intermedius (230), i I marchi i (1537), i I turundus (1540) e altri.
Tutti commestibili, come sono in genere gli Hygrophorus.

Riproduzione fotografica grandezza naturale, - 439


HYGROPHORUS INTERMEDIUS Passo 230
Da " intermedius » (Iat.) intermedio. Per i caratteri intermeDi fra specie
più comuni

Cappello: 3-6 cm, fragile, da campanulato a espanso; rosa-rosso o


arancio; margine lobato, ricoperto da fibrille radiali miste a piccole
squame.
Lamelle: rade, carnose, ventri cose, smarginate al gambo; da bianche a
giallastre.
Gambo: 3-5 X 0,6-0,8 cm, diritto, cilindrico, attenuato alla base, qualche
volta compresso; concolore al cappello .
Carne: gialla o aranciata. Odore nuìlo.
Spore: ellittiche, strozzate nel mezzo , 8-11 X 4-5 micron.
Habitat: nell'erba. Estate-aut'unno.
Commestibilità: buon commestibile .

. OSSERVAZIONI: Poco conosciuto e confuso con 1',Hygrophorus puniceus (229), da cui


s i stacca per le fibrille che ricoprono il cappello e il gambo e per il colore meno
vistoso.

Riproduzione fotografica 3/ 4 grandezza naturale.

HYGROPHORUS (Camarophyllus) NIVEUS 231


varo fuscescens Bresadola
Da " niveus » (lat.) = candido come la neve e " fuscescens .. (lat.) che
tende ad oscurarsi. Per il suo colore bianco macchiato

Cappello: 2-4 cm, carnoso versçJ il centro, da giovane campanulato indi


piano, umbonato, e infine imbutiforme ; bianco, grigio, con macchia
bruna al centro; margine striato.
Lamelle: rade, spesse , decorrenti ; bianco-grigiastre, giallastre, legger­
mente venose sul fondo .
Gambo: 4-6 X 0,4-0,6 cm, dapprima pieno indi cavo; bianco, brunastro
e assottig:liato alla base, attenuato.
Carne: bianca, fragile. Ouasi inodore.
Spore: ialine, ellissoidi, 8-11 X 5-6 micron.
Habitat: boschi erbosi . Autunno.
Commestibilità: buono .

OSSERVAZIONI: Ha la stessa statura e aspetto dell 'Hygrophorus niveus (667), bianco can­
dido . pure commestibile . Come colore e aspetto può essere scambiato anche con l'Hygro­
phorus russocoriaceus (1101), dall'odore fortissimo di legno di cedro o di lapis. persi­
stente ; che lo fa subito distinguere. Altro Hygrophorus bianco è il virgineus (1100), di
taglia maggiore con il cappello più carnoso e con qualche macchia rossa, commestibile.

Riproduzione fotografica grandezza naturale. - 441


HYGROPHORUS POETARUM Heim 232
Da " poetarum ,,(lat.) dei poeti

Cappello: 5-18 cm, dapprincipio convesso e ·bombato, poi aperto irrego­


larmente , leggermente a gobba ma non umbonato; di colore qualche ·
volta bianco neve ma il più delle volte rossastro-incarnato molto chiaro
con sfumature giallastre più localizzate; cuticola minuta, lucente,
satinata, appena viscosa; margine arrotondato, sinuoso .
Lamelle: molto spaziate ma grosse, con qualche lamellula, molto decor­
renti; bianche con un leggero riflesso ocra pallido.
Gambo: 6-10 X 1-2 ,5 cm , svasato sotto le lamelle, attenuato in basso ;
bianco o appena sfumato di ocra-brunastro o rossastro sericeo brillan­
te, finemente radiato da graziose fibrille argentee separate da strette
fessure.
Carne: bianca, spessa , cassante. Odore di balsamo del Perù o di fiore
di gelsomino.
Spore: bianche , ellittiche, non amiloidi, 6,7-8,5 X 5-5,5 micron.
Habitat: boschi di latifoglie, soprattutto nei faggeti. Tarda estate-
autunno.
Commestibilità: buono .
OSSERVAZIONI : Può assomigliare all'Hygrophorus pudorinus (233). ma ha tonalità di colore
più delicate , non ha la carne colorata sotto la cuti cola del cappello e non ha odore e
sapore sgrade voli . Anche I 'Hygrophorus penarius (659) gli è simile per taglia e aspetto .
Non ha tuttavia sul cappe llo sfumature rosat e, ma solo gi al le .
Riproduzione fotografica 1/ 2 grandezza naturale.

HYGROPHORUS PUDORINUS Fries 233


Da " pudor " (lat.) = pudore . Per il colore ros ato
SINONIMI : Limacium glutiniferum Auct.
Agaricus pudorinus Fri es
Agaricus purpurascens Scopo I i
NOM I VOLGARI : Igroforo pudorino

Cappello: 6-18 cm, carnoso , globoso - convesso quindi piano - depresso,


liscio, viscido ; roseo-carnicino; margine revoluto .
Lamelle: rade, annesse o un po' decorrenti ; rosate sullo sfondo.
Gambo: 6-12 X 1,3-2,5 .c m , pieno, sodo, viscido; con squame bianche o
rosee .
Carne: bianca, soffusa tipicamente di rosa sotto la cuticola del cappello,
soda. Odore resinoso . Sapore di trementina .
Spore: ovoidali , 8-10 X 5-6 micron.
Habitat: nei boschi di conifere, specialmente abete bianco, in famiglie.
Autunno.
Commestibilità: mediocre . Da usufruire solo per conservare sott'aceto o
sott'olio .
OSSERVAZIONI : È un be l lissimo fungo, dal colore ar anc io rosso brillante · che quasi
ab bac ina la vista di chi si imbatte in gruppi cr escenti nei boschi di conifere . È molto
carn oso, ma purtroppo l 'odore che emana alla cottura (quasi come vapori di resin a) , e il
sa pore che conserva, non ne permettono un uso immediato .

Riproduzione fotografica 1/ 2 grandezza naturale. - 443


HVGROPHORUS BRESADOLAE Ouél. 234
In onore di Bresadola

SI NON 1M I: Hygrophorus speciosus Peck


Hygrophorus aureus sensu Bres.

Cappello: 3-5 cm, poco carnoso, convesso poi aperto, vischioso; giallo­
crema con centro più scuro, aranciato; margine revoluto.
lamelle: spaziate, decorrenti; prima bianche poi giallastre.
Gambo: 6-10 cm, slanciato , attenuato in alto, fioccoso, vischioso, quasi
sempre decorato da bande; gia llo. J

Carne: biancastra . Senza odore e · sapore particolare .


Spore: 8-10 X 5-6 micron .
Habitat: nei prati. Autunno .
Commestibilità: commestibile.

OSSERVAZIONI: L'Hygrophorus aureus (1098), è più uniformemente colorato e più carico


nel colore. È comunque una specie molto rara nell'Europa del Sud, più frequente nel
Nord: Germania, Scandinavia . L'Hygrophorus lucorum (653) è giallo sul cappello e ha il
gambo liscio giallastro -bianco. Cresce in autunno so lo sotto i larici, numerosissimo , ed
è un ottimo commestibile .
Riproduzione, fotografica 2/ 3 grandezza naturale.

HVGROPHORUS (Limacium) OLiVACEO-ALBUS Fr. 235


Da « olivaceus" (lat.) oli vastro e « albus" (lat.) bianco. Per il colore

SINONIMI: Agaricus olivaceo·albus Fries

Cappello: 2-4 cm, dapprima campanulato e umbonato, poi piano e anche


depresso, vischioso ; bruno-olivastro.
lamelle: bianche , spesse , distanti, molto decorrenti.
Gambo: 5-10 X 0,6-0 ,8 cm, pieno , allungato, vischioso; nella parte supe­
riore con tratto bianco, poi decorato da fascie congiunte concolori al
cappello.
Carne: bianca, piuttosto tenera. Sapore dolce.
Spore: ialine al microscopio, 9,5-12 X 6-7 micron .
. Habitat: nei boschi, Autunno.
Commestibilità: commestibile.

OSSERVAZIONI : Un Hygrophorus simile ma di taglia molto più massiccia e fortemente


.glutinoso sia sul cappello che sul gambo che risulta ingrossato in modo vistoso dopo
una strozzatura sotto le lamelle è l' Hygrophorus limacinus (650), ottimo commestibile .
Di taglia più grande è anche l'Hygrophorus dichrous (1113) crescente sotto latifoglia .

Riproduzione fotografica 2/ 3 grandezza naturale. - 445


CANTHARELLUS CIBARIUS Fries 236
Da " cibarius » (lat.) = commestibile. Per la sua buona commestibilità
NOMI VOLGARI: Gallinaccio - Galet - Finferlo - Giallino

Cappello: 1-12 cm, carnoso, grosso, sodo, convesso e schiacciato poi


aperto. più o meno depresso al centro, liscio, opaco; variante dal
giallo uovo al giallo-arancio, raramente bianco (var. neglectus) ; margi ­
ne involuto che si distende molto tardi, generalmente sinuoso, lobato,
irregolare.
Lamelle: pliciformi, forcate, molto decorrenti; cçmcolori al cappello .
Gambo: 3-7 X 0,7-2 cm, pieno, sodo: nudo, generalmente attenuato dal­
l'alto in basso , anche cilindrico o irregolare; concolore al cappello.
Carne: bianca o leggermente giallastra sotto la superfic ie, che rimane a
lungo senza alterarsi, soda. Odore caratteristico ..Sapore dolciastro.
Spore: giallo-pallide in massa, ellittiche, liscie, 7-11 X 4-6 ,5 micron.
Habitat: pressoché ubiquitario . Primavera-autunno.
Commestibilità: ottimo.

OSSERVAZIONI : È uno fra i funghi più conosciuti dopo il porcino. Esistono diverse varietà :
il Cantharellus amethysteus (679), con macchie lilacine sul cappello; il Cantharellus
neglectus (Same) più chiaro , quasi bianco ; il Cantharellus janthinoxanthus (1142), con
tonalità lilacine sull'imenio e i singoli individui attaccati a gruppi ; il Cantharellus friesii
(237), color arancio vivo; il Cantharellus olidus (242), rosa, con odore pronunciato di
bombons . Si dice che il Cantharellus cibarius può essere confuso con la Clitocybe auran­
tiaca (152), che, comunque, non è velenosa, nasce sui ceppi, e non sul terreno, ed ha
lamelle ben nette. meno anastomosate. Alcune varietà non hanno ancora un nome specifico .

Riproduzione fotografica 2/ 3 grandezza naturale.

CANTHARELLUS FRIESII (Ouélet) 237


In onore del micologo sve dese Fries

Cappello: 1-4 cm , carnoso, da convesso a depresso; arancio vivo; margi­


ne spesso ondulato, leggermente villoso .
Lamelle: spesse, grosse, decorrenti, anastomosate; rosa-aranciate poi
più pallide, grigio-giallastre.
Gambo: 1-3 X 0,4-1 cm, solido, eguale o attenuato alla base, leggermente
tomentoso alla base ; concolore al cappello.
Carne: biancastro-aranciata, piuttosto molle . Sapore acidulo .
Spore: giallastre in massa, ellittiche, 8-10 X 4-5 micron.
Habitat: nei boschi di latifoglia e conifere. Estate-autunno.
Commestibilità: commestibile come il Cantharellus cibarius (236).

OSSERVAZIONI : Viene confuso con il Cantharellus cibarius (236), per aspetto e colore.
È tuttavia molto più aranciato di colore , più tormentato di forma e di taglia mediamente
minore: cresce inoltre preferenzialmente sotto latifoglia.

Riproduzione fotografica grandezza naturale. - 447


CANTHARELLUS LUTESCENS Pers. 238
Da " lutesce ns " (lat .) di colore tendente al giallo . Per il colore

NOM I VOLGARI: Cantarello giallo - Finferla

Cappello: 3~5 cm, minuto, elastico, in prinCipiO schiacciato e cavo al


centro poi imbutiforme. finemente fibrilloso-scaglioso; colore bruno
seppia su fondo aranci ato ; margine involuto, irregolare" lobat.o e fra­
stagliato .

Superficie imeniale: in principio liscia poi con delle venature vaghe, irre­
golari, senza lamelle ben individualizzate; di un bel colore rosa incar­
nato, salmone, aurora o giallo-arancio.

Gambo: 5-8 X 0,5-1,5 cm, cavo, spesso irregolarmente compresso o lon­


gitudinalmente scanalato, liscio e brillante; giallo oro,giallo-arancio.

Carne: un po' giallastra, minuta. Odore fungino .

Spore: bianche in massa, ellittiche, 10-12 X 7-8 micron.

Habitat: ne lle regioni montagnose , sotto le conifere in suolo umido,


. nas costo fra l'e ric a e l'erba; numerosissimo . Tarda estate-autunno.

Commestibilità: buono, aromatico, anche se di poca consistenza


carnosa.

OSSERVAZIONI : È caratteristico per la sua forma quasi a fiore con il margine del ca p­
pello spesso frastagl iato, finemente decorato, e per i I contrasto .netto tra il colore
aranciato dell'imenio e il colore scuro del cappello che lo mimetizza sul luogo di crescita .
Il Cantharellus tubaeformis (240) e l'infundibuliformis varo subramosus (681), sono simili,
ma di colore più scuro , meno appariscenti; pure commestibili. Nel muschio, abbarbicato
ai rametti, cresce anche i I minuscol o Cantharellus (Leptoglossum) muscigenus (680). Si
presta molto ad essere essiccato anche per la sua straordinaria reviviscenz a, che, ridotto
ai minimi termini per l 'essiccazione, gli permette di ritornare alle dimensi oni del fungo
f.resco con una semplice immersione in acqua. Macinato in polvere dà un ottimo aroma
ai cibi.

Riproduzione fotografica 2/ 3 grandezza naturale. - 449


CANTHARELLUS SINUOSUS Fries 239
Da " sinuosus " ·( Iat.) sinuoso. Per l 'orlo sinuoso

Cappello: 2-5 cm , poco carnoso , a forma di coppa; grigio bistro, grlglo­


bruno; margine minuto , acuto, ondulato, festonato ; qualche volta
crestato. '
Superficie imeniale: pieghe poco marcate , flessuose, decorrenti; grigio
pal,lida con tinte ocraceo-giallastre più pallide.
Gambo: 3-5 X 0,3-0 ,8 cm, midolloso, pieno alla base, cavo a trombetta in
alto, spesso scanellato-cavernoso alla sommità per la decorrenza delle
pieghe dell'imenio, liscio al di sotto; grigio-b'istro, ocraceo .
Carne: grigio-seppia pallida , minuta , tenera . Inodore . Dolce .
Spare: bianche in massa, ellittico-ovoidali, liscie , a contenuto granuloso,
9-12 X 6-8 micron . .
Habitat: nei boschi di latifoglia in luogo siliceo, a gruppi ; poco comune .
Estate-autu nno .
Commestibilità: buono .

OSSERVAZIONI : Graziosa specie . riconoscibile per il suo gambo pieno alla base e non
tubiforme come nel Cantharellus cornucopioides (243) . Il CanthareUus crispus (678), sembra
essere una sua forma . Il Cantharellus cinereus (241), gli è simile, ma è di colore più
scuro ed emana un tipico odore d i prugna .

Riproduzione fotografica 2/ 3 grandezza naturale.

CANTHARELLUS TUBIFORMIS Bulliard ex Fries 240


Da " tuba" (Iat ,) tromba. Per la sua forma

SINONIMI : Helvella tubaeformis Bulliard


NOM I VOLGAR I : Cantarello a tromba

Cappello: 2-6 cm, sottile , imbutiforme, forato al centro, comunicante col


gambo, un po' villoso ; grigio-brunastro, giallo-grigio; margine on­
dulato,
Pseudolamelle: distanti , decorrenti , ramificate ; giallo-grigiastre .
Gambo: 3-7 X 0,3-0,8 cm, vuoto, cilindrico, liscio, compresso; giallo-
brunastro,
Carne: bianca , minuta . Ouasi inodore .
Spore: ialine al microscopio , ovoidali, 9-12 X 7-8 micron.
Habitat: boschi di conifere . Estate-autunno .
Commestibilità: commestibile.

OSSERVAZIONI : Distinto dal Cantharellus lutescens (238) per l'imenio di colore più scuro
non aranciato e per l'odore diverso meno gradevole . Il Cantharellus infundibuliformis Scop .,
sembra essere identico mentre la sua var o subramosus (681), fa specie a sè stante .

Riproduzione fotografica 1/ 2 grandezza naturale. - 451


CANTHARELLUS CINEREUS Persoon ex Fries 241
Da " cinereus" ( l at .) c i nereo. Per il suo colore

SINONIMI: Merulius cinereus Persoon . Cantharellus cinereus Fries .

Cappello: 1-5 . cm, minuto, imbutiforme, un po' squamoso; grigiastro;


margine ondulato.
Pseudolamelle: decorrenti, ramificate; color cenere.
Gambo: 3-6 X 0,4-0,7 cm, vuotO, fibrilloso ; grigiastro.
Carne: biancastro-grigia. Odore di prugna .
Spore: ialine al microscopio , ellittiche, 8-10 X 5-6 micron .
Habitat: boschi di latifoglia ; raro. Estate-autunno.
Commestibilità: commestibile .

OSSERVAZIONI: Simile al Cantharellus cornucopioides (243), che ha però il cappello


che continua cavo nel gambo e l'imenio più liscio e al Cantharellus carbonarius (1545),
che si distingue perc hé di color pallido sul gambo , pieno, non cavo.

Riproduzione fotografica grandezza naturale.

CANTHARELLUS OUOUS Ouélet


242
Da " olidus ,,(lat.) odoroso. Per il soave odore che emana

SINONIMI: Clitocybe olida (Ouélet) Konrad


Cantharellus rufescens Ouélet
Hygrophoropsis olida (Ouélet) Métrod

Cappello: 4-5 cm, carnoso, quasi imbutiforme; rosa-arancio; margine


ondulato , involuto , lobato e pruinoso .
Lamelle: fitte, decorrenti, carnose; bianco-crema .
Gambo: 2-3 X 0,4-0 ,6 cm, carnoso, quasi eccentrico, assottigliato; dello
stesso colore del cappello , ma bianco alla base .
Carne: bianca o crema, tenera. Odore forte di caramella. Dolce .
Spore: ialine al microscopio, ellittico-ovoidali, 3-4 X 2,5-3 micron.
Habitat: boschi di peccio, in gruppi . Autunno.
Commestibilità: commestibile.

OSSERVAZIONI : Cresce a gruppi sui ramoscelli o vicino alle radici dei pecci . Incon­
fondibile per il forte odore di caramella o di ~iore d ·aran c io . che conserva anche do po
essiccato.

Riproduzione fotografica grandezza naturale - 453


CANTHARELLUS (Craterellus) CORNUCOPIOIDES 243
Linn. ex Fr.
Da " cornucopia» (lat.) = corno dell"abbondanza . Per la forma

NOMI VOLGARI : Corno dell'abbondanza· Trombetta da morto

Carpoforo: 5-12 X 3-8 cm, a forma di trombetta, di imbuto, che presenta


al centro una cavità che si prolunga fin quasi alla base del gambo;
grigio fuliggineo, seppia-nerastro, . ornato qua e là da piccole squame
più scure; margine ondulato, irregolare, sottile, elastico. Il gambo è
costituito dal semplice strato corticale, elàstico, floscio, irregolare;
grigio cenere, grigio-bluastro o· grigio-nerastro; superficie fertile senza
lamelle, liscia e marcata da rugosità longitudinali, grigio cenere o
grigio-bi uastre .
Carne: grigio-nerastra, scarsa, elastica . Odore buono. Sapore dolce .
Spore: bianche in massa , ellittico-ovoidali, liscie, non amilOidi, 12-16 X
7-10 micron.
Habitat: in terreno umido, a gruppi. Estate-autunno.
Commestibilità: buon commestibile, nonostante il suo aspetto e nome
volgare. Di sapore paragonabile a quello del Cantharellus cibarius
(243); la carne è però più sottile e più elastica .

OSSERVAZIONI : Ridotto in polvere dopo essiccato, si presta ad essere usato come


saporito condimento .

Riproduzione fotografica 1/ 2 grandezza naturale.

CANTHARELLUS CLAVATUS Perso 244


Da « clavatus »(Iat.) a forma di clava. Per la forma

SINONIMI : Nevrophyllum clavatum Fries

Carpoforo: 3-6 cm, carnoso, claviforme, a sommità tronca e quasi piana;


colorata in ocraceo o giallo. Sui lati si trova l'imenio, pliciforme, for­
mato da false lamelle , o vene, colorate da violetto a carnicino. Sovente
più ,ind ividu i riuniti e concresciuti .
Carne: bianca, leggera , facilmente invasa, specialmente nel gambo, da
grosse larve.
Spore: color ocra in massa, ovoidali, 10-12 X 4-5 micron,
Habitat: nei boschi misti o di sole conifere; piuttosto comune nelle zone
di crescita. Da agosto a ottobre .
Commestibilità: ottimo, carnoso e redditizio .

OSSERVAZIONI : È chiamato volgarmente anche fungo della carne per il suo colore e per
la sua consistenza carnosa . Si presenta abbondante in lunghe linee o gruppi di individui
e, purché le larve non l'abbiano ancora invaso, può essere raccolto e consumato anche
non mescolato con altri funghi, per il suo buon sapore.

Riproduzione fotografica 2/ 3 grandezza naturale. - 455


OMPHALIA CAMPANELLA Batsch . ex Fi". 245
Da " campane Il a ». Per ha sua forma

SINONIMI: Xeromphalina campanella ,(Batsch ex Fr ,) R. Mre ,

Cappello: 0,4-1 cm. molto sottile. ombelicato al centro. fortemente striato.


a forma di campanella; giallo-marrone vivace. marrone da umido; mar­
gine arrotondato-ondulato e striato.

Lamelle: molto spaziate . venate e decorrenti sul gambo; prima giallo


pallide poi giallo-rossastre.

Gambo: 1-1.5 X 0.1-0 ,15 cm, sottile, pieno poi cavo; rosso~bruno scuro ,
più scuro in basso .

Carne: minuta. Senza sapore particolare .

Spore: ellittiche, 6-7 X 3-4 micron.

Habitat: sui ceppi muschiosi marcescenti; gregaria . Da maggio a ottobre.

Commestibilità: senza valore .

OSSERVAZION I : Curioso funghett o, numerosissimo sui ceppi, che invade anche su t utt a
la superficie entrando pure nelle fenditure. t uno fra i primi funghi ad apparire dopo
l'inverno , quando il bosco è ancora al suo primo risveglio . L'Omphal ia (Da " omfalos ..
(gr.) = ombelico) fibula (1119), 1; i mile, nasce i solata e nel muschio del terreno ; ha le
lamelle bianche.

Riproduzione fotografica 1/ 3 grandezza naturale. - 457


GOMPHIDIUS GlUTINOSUS (Schaeff.) Fr . 246
Da " gl utinosus » ( lat .) = g luti noso . Per la sua visc hios ità diff usa

NOM I VOLGARI : Gonfidio glutinoso· Chiodello

Cappello: 5·12 cm . carnoso , convesso poi appianato. glabro. molto vi ­


scoso ; bruno-violaceo o porpora nerastro. che si macchia spesso di
nero ; cuticola totalmente asportabile .

Lamelle: spaziate . decorrenti . ramificate ; dapprima biancastre poi, via via


bistro nerastre .

Gambo: 6-12 X 1.2-2.5 cm, pieno. sodo , alle volte ingrossato in basso.
fibrilloso. munito di una spessa cortina viscosa. fugace, glutinosa ;
bianco alla sommità. giallo vivo alla base .

Carne: bianca , leggermente brunastra sotto il rivestimento del cappello,


gialla viva alla base del gambo . grossa. molle . Inodore.

Spore: bistro-nerastre . allungato-fusiformi . gut~ulate , 18-22 X 6-8 micron .

Habitat: boschi di conifere ; comune . Estate-autunno.

Commestibilità: buono .

OSSERVAZIONI: ~ un ottimo commestibile anche se. prima di usufruirne . è opportuno


togli ere dal cappello la cuticola viscosa . che si stacca su t utta la superfic i e. All a cottura
la sua carne diventa nerastra . il che non toglie nul l a alla sua buona commestibilità.
Del genere Gomphidius esi stono solo altre 4 specie : i I maculatus (248). più piccolo e
macchiato di nero ; il maculatus var o gracilis (Berk .l. più ro sato ; il viscidus (249), rosso ­
mattone e v iscido nel capp ello. l 'helveticus (247), non v iscido . ma r i coperto. su ogni sua
parte. da un a speci e di m i nuta lanuggine color mattone e il roseus (683), con cappello
lisc io, roseo e gambo bianco quasi appuntito . Tutti comm est i bili.

Riproduzione fotografica 1 /2 grandezza naturale. - 459


GOMPHIDIUS HELVETICUS Sing. 247
Da " elveticus » (Iat .) svizzero

SINONIMI: Chroogomphus helveticus Sing .

Cappello: 4-8 cm . arrotondato-convesso . non vischioso ; cOlor mattone o


rosa ocra; coperto da una fine peluria aranciata mattone .
lamelle: molto decorrenti; colore da ocra rosa ad arancio. concolori al
cappello poi nerastre per le spore. '
Gambo: 1-8 X 1-2 cm, attenuato verso il basso, quasi radicante ; concolore
al cappello;
Carne: aranciata. giallastra alla bàse del gambo .
Spore: fusiformi , 17-23 X 6-8 micron.
Habitat: sotto il peccio (Picea excelsa) e sotto il cirmolo (Pinus cembra);
piuttosto comune. Estate-autunno.
Commestibilità: mediocre.

OSSERVAZIONI : - Si riconosce per il suo colore uguale in ogni parte e per l 'assenza di
viscosità sul cappello .

Riproduzione fotografica 1/ 2 grandezza naturale.

GOMPHIDIUS MACULATUS (Scop. ex Fr.) Fr. 248


Da K maculatus "(lat.) macchiato. Per le sue macchie

Cappello: 3-5 cm, carnoso, in principio arrotondato poi aperto e più o


meno depresso. generalmente ottuso senza umbone, viscoso; grigia­
stro o brunastro, qualche volta frammisto a rosa carnicino a giallo
sporco, spesso macchiato di nero; margine involuto.
lamelle: spaziate, forcate, molto decorrenti , ventricose; dapprima bian­
castre poi grigie, alla fine nerastre. .
Gambo: 6-7 X 0,8-1 cm. quasi uguale, qualche volta un po' arcuato , alla .
fine cavo, non viscoso e privo di cortina viscosa, con delle gocce
d'acqua alla sommità, punteggiato da fibrille o piccoli fiocchi granulosi ,
nerastri o porporino nerastri; colorato di giallo alla base nella forma
tipica, con quasi assenza di colore nella forma gracilis.
Carne: virante al rosso vinato, giallo limone alla base, pallida, soda.
Inodore. Dolce .
Spore:olivaceo-nere. fusiformi, 20-30 X 7-9 micron.
Habitat: sotto i larici in montagna . Estate-autUnno.
Commestibilità: commestibile .

OSSERVAZIONI : La var o gracilis (Berk .) si colora di nero al tocco senza passare per il
colore rosso .

Riproduzione fotografica 2/ 3 grandezza naturale. - 461


GOMPHIDIUS VISCIDUS (Linn.J Fries 249
Da " viscidus " (lat .) = con superficie viscida

SI NON IMI : Agaricus viscidus Linnaeus


Agaricus rutilus Schaeffer
Agaricus lubricus Scopoli ?
NOM I VOlGAR I : Gonfidio viscido . ChiodeHo

Cappello: 3-8 cm , carnoso, liscio, viscoso , conico poi spianato e- umbo­


nato ; color mattone o bruno: margine , da giova'ne , unito alle lamelle
da un velo filamentoso .
Lamelle: spaziate , decorrenti, separabili; da rosse a nerastre .
Gambo: 4-8 X 0,8-1 ,5 cm , pieno, sodo , assottigliato alla base, fibrilloso;
concol.ore al cappello . .
Carne: giallastra, alla base del gambo gia llo oro, soda. Inodore.
Spore: bruno scure, allungate, liscie, fusiformi, 16-22 X 6-8micron .
Habitat: specialmente nei boschi di conifere. Agosto-novembre .
Commestibilità: commestibile .

OSSERVAZIONI: Il Gomphidius roseus (683), ha il çappello più spianato e il gambo bian­


castro . Più raro.

Riproduzione fotografica 2/ 3 grandezza naturale.

PLEUROTUS ERYNGII (de Cando ex Fr .) Ouél. 250


SINONIMI : Agaricus Cardarella Fri es
Pleurotus fuscus (Batt .) Bres.

Cappello: 4-10 cm , carnoso, convesso: di colore variante dal biancastro


al grigio-oc ra-rossastro.
Lamelle: piuttosto larghe , deco rrenti sul gambo ; b iancastre .
Gambo: 1-3 X 0,8-1 cm , liscio , centrale o eccentrico, assottigliato alla
base; giallo-biancastro.
Carne: biancastra. Senza odore e sapore particolari .
Spore: ialine al microscopio , liscie; 9-15 X 4-6 micron.
Habitat: ai margini delle strade, nei luoghi incolti. Estate-autunno.
Commestibilità: buono .

OSSERVAZIONI: Molto diffu so specialmente in Sicilia , dove viene ricercato e consumato


assieme al Pleurotus eryngii (grigiastro) var o ferulae (lanzi) che cresce sulle ombrellifere
o sul cardo . Sulle Alpi cresce pure una specie che si può considerare analoga , ma
ha colore molto chiaro , quasi bianco e cresce solo sul laserpitium latifolium (fungo di
Bellamonte, Trento [dialetto: « fong de la Mongaiola ,,]l. È stato localizzato anch e sulle
montagne di Rovereto (Trento) e nell'Ampezzano (Belluno).

Riproduzione fotografica 1/ 2 grandezza naturale. - 463


PLEUROTUS ERVNGII DC. ex Fr. varo ferulae 251
Lanzi
Cappello: carnoso , 4-8-15 cm, da convesso-umbonato fino a piano o
depresso . Margine da giovane fortemente involuto , di solito con gam­
bo laterale o eccentrico, color bianco-sporco, grigiastro.
Lamelle: da bianco-sporco a crema, fortemente decorrenti sul gambo,
mediamente fitte, molto anastomosate , specialmente verso il basso.
Gambo: biancastro, 3-10 X 1-3(4) cm, uniforme o ,ingrossato alla base.
Carne: biancastra . Odore trascurabile . Sapore dolce.
Spore: cilindriche, 10-14 X 5,6 micron. Polvere sporale bianca .
Habitat: in Italia settentrionale specialmente sul Laserpitium latifolium
(Ampezzaner Pilz o Fong de la mongaiola). In Italia me"ridionale sul­
l'Heracleum e sulla Ferula morfologicamente uguale ma con colorazio­
ne più scura e anche grigiastra.
Commestibilità: ottimo.
Riproduzione fotografica 2/ 3 grandezza naturale .

PLEUROTUS OSTREATUS (Jacq. ex Fr .) Kummer 252


Da • ostrea .. '(lat.) = ostrica . Per la for'ma del cappello

NOM I VOLGAR I: Agarico ostreato - Gelone

Cappello: 5-15 cm, molto eccentrico e asimmetrico , a forma di conchi­


glia, appianato, spesso un po' depresso all'inserzione del gambo , non
igrofano nè striato ma liscio, brillante, glabro; di colorazione variabile,
tipicamente nero-violaceo ma anche bruno, grigio-brunastro o pallido,
raramente dapprincipio bruno fulvo poi verde o blu-verde (var. colum­
binus Bres.) (685); margine involuto e che rimane per molto tempo
carnoso.
Lamelle: fitte , ineguali, poco larghe, attenuate all'estremità anteriore,
decorrenti; bianco crema poi avorio chiç!ro ; tagl io intero.
Gambo: 6-12 X 1-1,4 cm, pieno, sodo, corto, obliquo, eccentrico o latera­
le, molto ral"O centrale; ingrossato in alto o rudimentale o quasi ridotto
a un tubercolo indistinto, nudo o peloso alla base; bianco .
Carne: bianca, spessa, leggermente tenace. Odore più ameno leggero,
poco gradevole. Sapore dolce.
Spore: lilla-grigiastre in massa, cilindracee, liscie. non amiloidi, 8-11 X
3-4 micron.
Habitat: sui tronchi degli alberi di latifoglie diverse, raramente sulle
conifere; cespitoso . Autunno-inverno .
Commestibilità: buono . Molto ricer'cato e conosciuto nelle zone di crescita .
OSSERVAZIONI : I l Pleurotus ostreatus è stato fatto oggetto anche di sperimentazione
per la coltivazione artificial e, che può essere fatta, con buon esito, su ceppi o su
substrati speciali. Il Pleurotus columbinus (685), è di un be l colore azzurro-grigio
carico; è forse un po' più t enace nella carne , ma tal e caratteristica non toglie nulla alla
sua buona commestibilità .

Riproduzione fotografica 2/ 3 grandezza naturale. - 465


LENTINELLUS COCHLEATUS (Pers . ex Fr.) 253
Karsten
Da .. coclea» (lat.) ch iocc io l a. Per la forma del cappello

Cappello: 3-10 cm, tenace, elastico, profondamente depresso, a trombet­


ta o imbutiforme, mai aperto, incompleto, liscio o leggermente rugo­
so; ' di colore fulvo rossastro o ocraceo rossastro; pallido per il secco;
margine molto ondulato , lobato e fortemente involuto.
lamelle: fitte, ineguali , molto decorrenti , a tipico taglio denticolato irre­
golare; biancastre, rosate alla fine. .
Gambo: 3-7 X 0,4-1 cm, cavo , gen~ralmente laterale ma anche eccentrico,
tortile, quasi nudo ; bruno-rosso o rosso incarnato .
Carne: rossastra , tenace . Odore di anice. Sapore poco marcato.
Spore: bianche in massa, piccole·, arrotondate, amiloidi, 4-51 X 3,2-4
micron.
Habitat: sui tronchi di latifogfie,in gruppi; comune. Estate-autunno .
Commestibilità: coriaceo . Fruire solo di esemplari molto giovani.
OSSERVAZIONI : Come tutti i Lentinus ha te lamelle seghettate e, tale carattere, lo fa
distinguere da altri funghi che gli assomiglierebbero, per es . l'Acanthocystis geogenia
D. C. ex Fr . La varietà inolens Konr. ·Maubl. è priva dell 'odore caratteristico di anice.

Riproduzione fotografica grandezza naturale.

LENTINUS SQUAMOSUS Schaeff. 254


Da « squamosus »(Iat.) squamoso . Per le squame del cappello

Cappello: 6-10 cm , carnoso-spugnoso , da convesso ad appianato, rico­


perto di squame ocra-nerastre; giallastro-bianco.
Lamelle: larghe , abbastanza rade , decorrenti per un dente; bianche poi
gialle, specialmente al margine; margine denticolato.
Gambo: 4-7 X 0 ,8-1,5 cm , solido, ineguale, squamato , radicante compres­
so; concolore al cappello , nerastro alla base; anello minuto, veliforme,
bianco , delle volte ampio, ricadente, fioccoso, esternamente solcato.
Carne: bianca. Odore forte di anice.
Spore: ialine , quasi cilindriche, 10-15 X 4-5 micron.
Habitat: sui tronchi delle coni·fere dove si inserisce con il gambo radi­
cante e appiattito nelle fessurazioni del legno . Primavera-autunno .
Commestibilità: non usufruibile per la carne coriacea e per l'odore troppo
forte .

OSSERVAZIONI: facilmente riconoscibile per il suo habitat e per il penetrante odore


che emana.

Riproduzione fotografica 1/ 2 grandezza naturale. .:..... 467


PANUS FLABELLIFORMIS Schaeff. 255
Da " flabellum .. (lat .) = ventaglio . Per la forma

SINONIMI : Panus conchatus (Bull. ex Fr.) Fr .


Panus carneotomentosus Batsch
Panus torosus Fr.

Cappello: 4-10 cm, carnoso-coriaceo, tenace, liscio, zonato, generalmen­


te regolare, dimidiato, presto a forma di ventaglio; dapprima lilla vino­
so, fulvo incarnato, rossastro che si decolora per l'età ; margine
involuto.
Lamelle: fitte, strette, tenaci, molto decorrenti, qualche volta anasto­
mosate, aguzze alle due estremità; dapprima lilacino incarnato poi
ocracee .
Gambo: 2-4 X 0,8-1,5 cm, pieno, corto, tomentoso, eccentrico, più spes­
so laterale; lilacino incarnato , grigio-rossastro, poi decolorato,ocraceo
pallido .
Carne: bianca, tenace, coriacea. Sapida.
Spore: bianche in massa, ialine, ellittico-ovoidali, 6-7 X 3-3,5 micron.
Habitat: sui ceppi di latifoglia, in gruppi cespitosi. Estate-autunno.
Commestibilità: da non consumare; troppo coriaceo.

OSSERVAZIONI : Si riconosce per i suoi bei rifless i lilacino-c icl amini. specialmente
sulle lamelle . La class i ficazione d i questo fungo ha avuto molte incertezze. che si rispec ­
chi ano nei numeros i sinonimi.

Riproduzione fotografica grandezza naturale

PANELLUS STVPTICUS (Bui\. ex Fr.) Karsten 256


Da «stipticus " (lat .) di sapore astringente . Per il sapore

Cappello: 1-3 cm, semicircolare, reniforme , asciutto; hruno-ocra-gialla~


stro, più pallido da adulto; margine involuto finemente villoso , con
leggerissime zonature.
Lamelle: abbastanza fitte , ·ben annesse al gambo , unite da vene sul
fondo; color cannella .
Gambo: 0,5-1 X 0,3-0 ,5 cm, liscio, corto, ingrossato nella parte superiore
verso le lamelle , attenuato in basso; color ocra-giallo . .
Carne: ocra-giallastra, rigida da secca, cedevole quando è umida. Sapore
amaro, astringente .
Spore: incolori, liscie, a forma di uovo, 2-3 X 1,2-1,5 micron .
Habitat: s'ui ceppi di latifoglie e aghifoglie: molto comune. Tutto l'anno .
Commestibilità: non commestibile.

OSSERVAZIONI : Si riconosce per il suo piccolo gambo ingrossato alle lamelle e per la
presenza delle lamelle colore cannella. Altri funghi dello stesso habitat e aspetto simile
sono senza gambo (Coriolus versicolor (313) , le var ie Lenzites. ecc .) .

Riproduzione fotografica 1/ 2 grandezza naturale. - 469


PAXILLUS LEPTOPUS Fries 257
Da " leptòs .. (gr.) = sottile e " pus .. (gr.) piede. Per i I gambo sotti le

SINONIMI: Paxillus filamentosus Fr.

Cappello: 4-12 cm, abbastanza carnoso, più o meno .eccentrico, depresso


o a forma di imbuto, dapprincipio liscio poi ricoperto da squame,
lacerato; colore giallo scuro nerastro.

Lamelle: molto fitte, strette, decorrenti al gambo ma non anastomosate;


giallo chiare oscurantesi con l'età, macchiate al tatto.

Gambo: 5-6 X 0,6-1 cm, pieno, molto corto, esile, attenuato in basso,
curvo; da giallo a rossiccio, più chiaro in alto.

Carne: da giallo a giallo oro, piuttosto scura nel gambo. Inodore.

Spore: giallastre , ellissoidali, guttulate, 5-6 X 4 micron.

Habitat: nei boschi, sotto gli ontani , nei tratti rotti di terreno. Estate­
autunno.

Commestibilità: mediocre .

OSSERVAZIONI : Si distingue dal Paxillus involutus (259), per il colore giallo della
carne e per la presenza delle squamature sul cappello. Non ha. inoltre. il margine del
cappe Ilo ca ratteri sticamente invol uta come i I suo compagno di genere.

Riproduzione fotografica grandezza naturale. - 471


PAXILLUS ATROTOMENTOSUS Batschex Fries 258
Da " ater" (lat .) nero e .. tomentosus " ,(lat.) veiJutato . Per l'aspetto
del suo gambo

SINONI M I : Agaricus jacobinus Scopol i

Cappello: 10-25 cm, carnoso, spesso, convesso indi spianato, asciutto


finemente vellutato ; brunastro più . o meno scuro; margine rivolto verso
le lamelle e ondulato.
Lamelle: decorrenti e ramificate, separabili dal cappello; da gia!lo a ocra.
Gambo: 4-6 X 3-4 cm, grosso, tozzo , eccentrico o anche generalmente
laterale, radicato, vellutato; marrone scuro quasi nero.

Carne: ,biancastra. Senza odore e sapore particolari.

Spore: ellissoidali, ialine al microscopio , 6-7 X 3-4 micron .

Habitat: nei boschi di conifere , sui tronchi . Estate-autunno.

Commestibilità: mediocre .

OSSERVAZIONI: È facile a riconoscere per il colore del gambo vellutato di nero , per
la sua grande taglia e per la sua carnosità. Si presenta facilmente cespitoso, con i
cappelli sovrapposti e con i gambi eccentrici innestati, quasi radicati, nel ceppo dove
cresce . I Paxillus si avvicinano come caratteristiche ai Boletus per le lamelle molto
anastomizzate e per i I colore dell e spore (ocra) .

Riproduzione fotografica 2/ 3 grandezza naturale. - 473


PAXILLUS INVOLUTUS (Batsch.) Fr. ' 259
Da " involutus· " (lat.) = revoluto , Per il margine del cappello molto revoluto

Cappello: 4-8 cm, vellutato, vischioso per il tempo umido, secco lucente
per il tempo secco, che si macchia facilmente al tatto; olivastro­
brunastro, giallastro, giallo, rossiccio; margine fortemente involuto poi
solo piegato .
Lamelle: forcate, decorrenti sul gambo, anche unite fra di loro, facilmente
staccabili dal cappello; giallo legno, olivastre poi bruno sporche, che
si macchiano di brunastro al tocco.
Gambo: 4-5 X 1-2 cm, pieno, lungo, cilindrico o attenuato in basso; giallo
sporco o bruno-rosso . '
Carne: prima gialla poi bruna, ner'a stra alla cottura . Amarognola.
Spore: giallo-brune in massa, ellittiche , liscie, 8-10 X 5-6 micron.
Habitat: nei boschi, nei tratti erbosi o anche sui tronchi morti. Da giugno
a novembre.
Commestibilità: tossico da crudo. Cotto è da considerare commestibile di
buon pregio per il consumo immediato e anche per la conservazione
sotto aceto.
OSSERVAZIONI: Non ha aspetto invitante per il suo colore bruno·sporco. E simile al
Paxillus leptopus (257), più giallo e squamato sul cappello , Del genere fa parte il
Paxillus atrotomentosus (258), fungo di tagl ia anche enorme , con i I tipico gambo fine·
mente vellutato di nero . Commestibi le mediocre .
Riproduzione fotografica grandezza naturale .

PHYLLOPORUS RHODOXANTHUS (Schw.) Bres. 260


SINONIMI: Paxillus paradoxus (Kalchbr ,) Cooke
Cappello: 1,6-10 cm, convesso poi appianato, qualche volta irregolare,
non umbonato; bruno-rosso opaco, leggermente più oliva al margine
(diventa verde col vapore dell'ammoniaca e rosso all'acido solforico);
superficie finemente e uniformemente vellutata, che si rompe in tutti i
sensi lasciando apparire un fondo dello stesso colore; margine diritto
con delle fenditure irregolari.
Lamelle: larghe, annesse, più o meno decorrenti, spaziate e ventricose,
quasi sempre saldate fra di loro da vene; di colore giallo vivo.
Gambo: 3-5 X 0,3-1 cm, cilindrico o fusiforme e quasi radicante alla base,
spesso arcuato e sinuoso, irregolarmente fibrilloso-striato; prima giallo­
rossastro poi bruno-rosso, tinto alla base di un verde-giallo più o
meno netto.
Carne: giallo-verde alla base del gambo, brunastro-rossastra sotto il rive­
stimento del cappello, soda. Inodore. Dolce .
Spore: mattone pallido, fusiformi, liscie, 10-12,5 X 4-4,7 micron .
Habitat: nei boschi di latifoglia e aghifoglia ; piuttosto raro . Estate-
autunno.
Commestibilità: buono .
OSSERVAZIONI: Si tratta di un curioso fungo che fa da trait·d'union fra i funghi lamellati
e i funghi a pori , per la presenza dei settori.--Jrasversali che uniscono le singole lamelle .
Il suo aspetto inoltre , specialmente sulla superficie del cappello, lo fa scambiare a
prima vista per un Boletus del gruppo del subtomentosus (287).
Riproduzionp. fotografica grandezza naturale . - 475
BOLETUS (Tubiporusl APPENDICULATUS 261
Schaeff. ex Fries
Da " appendiculatus .. (lat.) = appendicolato. Per il gambo a punta

SINONIMI: Boletus aereus Krombholz


Boletus irideus Rostkovius
NOM I VOLGAR I : Boleto appendicolato

Cappello: 8-18 cm, carnoso, emisferico indi convesso poi spianato; color
bruno-rossiccio, vellutato.
Tubuli: fini, adnati, corti; gialli, verdognoli al tocco .
Pori: piccoli, rotondi; gialli, al tocco verdi o blu.
Gambo: 6-8 X 2,5-3,5 cm, pieno, tozzo, ventricoso, radicato; del colore
dei tubuli, con reticolo giallo .
Carne: giallognola sul gambo, rossastra sotto la cuticola, virante all'aria
al verde-azzurro-rosso . Odore e sapore gradevoli, di nocciola nel fungo
adulto .
Spore: bruno-olivacee, fusiformi, 12-15 X 4-5 micron.
Habitat: boschi di latifoglie. Estate-autunno.
Commestibilità: ottimo.

OSSERVAZIONI: ~ riconoscibile. per il bel colore giallo oro dei pori e per la carne pure
gialla che vira leggermente al rosso-rosa e anche all'azzurro·blu. Di solito la carne è
rosata al fondo del gambo e blu nel tratto sottoimeniale al cappello. 11 Boletus regius
(695) con il cappello di un bel rosso-rosa antico è uguale in ogni altr~ caratteristica.
Stesse caratteristiche ma cappello chiaro, quasi bianco crema con sfum~ture grigi;'lstre
ha i I Boletus fechtneri (697) da non confondere col Boletus albidus o radicans (699) pure
biancastro a pori gialli, ma a carne al:nara, non commestibile . Del gruppo fa parte anche
i I Boletus speciosus o pseudoregius (696). Esiste un Boletus appartenente a questo gruppo
con il margine del cappello a sfumature violette e che viene determinato come Boletus
fechtneri (697) ma che si differenzia nettamente dallo stesso sensu Velenovski e dovrebbe
ricevere nome nuovo . Cresce specialmente in zone vicine alla pianura Padana, È riportato
ne l 40 volume con il nome provvisorio di Boletus pseudofechtneri (1554).

Riproduzione fotografica 1/ 3 grandezza naturale. - 477


BOLETUS (Tubiporus) EDULIS subsp. edulis 262


Schaeff . ex Fr.
Da " edulis .. ( lat .) commestibile. Per le sue buone do t i commestibili

NOM I VOLGAR I : Porcino . Brisa

Cappello: 5-25 cm, carnoso e sodo, in principio emis·ferico poi convesso


alla fine anche depresso e rialzato leggermente a coppa verso il margi­
ne ; bruno chiaro , con la circonferenza nettamente più pallida ; superfi­
cie umida, viscosa , non vellutata, ' piuttosto rugolosa .
Tubuli: lunghi , semplici , quasi liberi, che si separano facilmente dal cap­
pello; bianchi poi giall astri .
Pori: in principio chiusi e fini ; bianchi o bianco-grigi, a maturità gialla­
stri (quasi giallo-verdastril .
Gambo: 5-12 X 3-6 cm , grosso, pieno e sodo , in principio assottigliato
in alto, ingrossato alla base, per divenire progressivamente cilindrico
pallido poi brunastro chiaro; superficie ornata nella parte superiore da
un fitto reticolo di piccole vene , più chiare del fondo . La superficie
inferiore non è genera lmente reticolata.
Carne: bianca , immutabile, con leggera colorazione brunastra, soda .
Odore tipico ,' fungino.
Spore: bruno-oliva carico in massa , fusiformi, liscie , 14-17 X 4,5-5,5
micron.
Habitat: boschi di latifoglie e abetaie. Fine estate-autunno .
Commestibilità: otti rt o.

OSSERVAZIONI : t il tipico Boletus edulis nella forma e colore più conosciuti . Piuttosto
chiaro di colore , può presentarsi anche quasi brunastro· nero sul cappello . Il Boletus reti·
culatus (265). si riconosce , oltre che per il cappello screpolato in areole e molto chiaro ,
per la cedevolezza , quasi spugnosa, della carne . Dell'edulis esiste anche la varietà citrinus
(700), o clavipes (Peck .) Sing. , con tonalità di superficie giallastra e gambo regolari ss imo,
uniformemente ingrossato verso la base , leggermente compresso, a sezione ellissoide . Le
sottospecie e varietà sono rappresentate ai nn . 263 e 264 . Caratteristiche simili ha il
gruppo dell ' appendiculatus (261). nell e diverse varietà, ma si distingue per i I colore
giallo-oro dei pori e per la carn e giallastra che si tinge di una soffusa colorazione azzurra
o rosa . Si conoscono i I Boletus appendiculatus (261). il Boletus fechtneri (697). o appen­
diculatus varietà pallescens Kuhn . - Rom , più chiàr'o nel capp ello e il Boletus regius. (695),
dal vivacissimo colore rq,sso del cappe llo , in contrasto con il colore gi allo-oro dei pori.

Riproduzione fotografica 2/ 3 grandezza natural~. - 479


BOLETUS EDULIS subsp. pinicola Vitto 263
NOM I VOLGAR I: Porcino· Brisa mora

Cappello: 8·20 cm, carnoso, convesso-emisferico, di solito a forma molto


regolare; bruno-rosso o bruno granata, anche sotto la cuticola che può
presentarsi leggermente tomentosa o anche liscia; se bagnata risulta
piuttosto viscosa.
Tubuli: di colore giallo, concolori ai pori.
Pori: bianchi poi crema, infine giallo olivastri.
Gambo: 6-12 X 5-8 cm, grosso, molto duro, reticolato fin quasi alla base;
rossastro o bruno-giallastro. Lo decora un bel reticolo rosso molto
evidente negli esemplari tipici e che talvolta si riduce su un piccolo
tratto disegnando per il resto il gambo a fiammature rosse.
Carne: bianca, immutabile , soda.
Spore: 14·17 X 4,5-5 micron.
Habitat: boschi di conifere e latifoglie. Primavera-autunno.
Commestibilità: eccellente.

OSSERVAZIONI: È una specie fra le migliori, che appare prima di ogni altra già in
primavera. Si distingue per il suo portamento regolare , con gambo più o meno panciuto
e coperto da un reticolo fitto , rosso cupo su carne bianca o giallastra . Caratteristica la
pigmentazione rossa della carne sotto la cuticola del cappello, cosa che non si riscontra
per esempio nel simile Boletus aereus (273), che ha inoltre il gambo decorato da un
reticolo non rosso , ma piuttosto chiaro caratteristico.

Riproduzione fotografica 1/ 2 grandezza naturale. - 481


BOLETUS EDULIS var. fuscoruber · sensu Moser 264
Da " fuscoruber .. (lat .) rosso scuro

Cappello: 6-15 cm, molto sodo e massiccio, per lo più leggermente cam­
panulato; rosso cupo-nerastro; pigmento sotto la cuticola rosato, come
la subsp. pinicola (263).
Pori: da bianchi a giallastri, poi giallo-olivastri.
Tubuli: concolori ai pori.

Gambo: 7-14 X 6-15 cm, molto massiccio. panciuto, att'enuato verso il


basso, non molto regolare; quasi completamente bianco; privo di reti­
colo, eventualmente leggermente striato o colorato da macchie fiam­
mate,
Carne: bianca, immutabile, soda. Odore e sapore tipici del gruppo del·
l'edulis.

Spore: 14-17 X 4,5-5 micron .

Habitat: boschi misti di conifere e latifoglie (abete rosso e faggio) .


Estate-autu nno .
Commestibilità: eccellente.

..J

OSSERVAZIONI: È distinto dalla subspecie pinicola dell' edulis (263). per il gambo non
reticolato . chiaro. meno regolare e più panciuto, che raggiunge talvolta diametri supe·
riori a quelli del cappello. Anche i l cappello si presenta di solito non regolare. ma
piuttosto gibboso. non emisferico .

Riproduzione fotografica 1/ 2 grandezza naturale. - 483


" '

BOLETUS RETICULATUS Schaeff. ex Baud. 265


Da " retiGulum. (Iat,) = rete, Per le areolature sul cappello

SINONIMI: Boletus aestivalis

Cappello: 10-20 cm, vellutato; color ocra-nocciola; cutiCola che si scre­


pola facilmente per il tempo secco.
Pori: da bianchi a giallo-olivastri. ,
Tubuli: piuttosto aderenti al gambo, concolori ai pori.

Gambo: 7-15 X 2-5 cm, color chiaro , con reticolo che va dal bianco al
bruno ,

Carne: bianca, citrina sotto i, tubuli; molto cedevole nel cappello, quasi
spugnosa, Sapore dolciastro .

Spore: 11,5-16 X 4,5-5 micron .

Habitat: specialmente nei boschi di latifoglia. Estate-au,tunno.

Commestibilità: ottimo . E' un fungo facilmente attaccato da larve.

OSSERVAZIONI : Non da tutti conosciuto. Si può determinare con una certa sicurezza
se si co ntro lla la carne del cappello che cede al polpastre l lo del dito ricevendone
l ' impronta per la sua consistenza quasi spugnosa e se si nota il tipico screpolarsi della
cuticola del cappello, carattere che , contrariamente a quanto si crede, gli ha dato il
nome . Oualcuno crede che il nome specifico derivi dalla presenza di reticolo sul gambo.
Tale retico lo invece. presente anche nelle altre varietà dell 'edulis , non è per nulla
determinante agli effetti di una sicura determinazione.

Riproduzione fotografica grandezza naturale. - 485


BOLETUS (Xerocomus) RUBINUS W. G. Smith 266
Da " rubinus ,, (lat .) rubino . Per il colore

Cappello: 3-8 cm, vellutato; giallo-bruno o rosso-bruno;' margine rosato.


Pori: poligonali o rotondi, leggermente decorrenti; rosso carminio poi
rosso vinato o rosa .
Tubuli: rossi dello steSso colore dei pori.
Gambo: 2-4 X 1,2-2 cm, corto attenuato; carminio in alto, giallo in basso .
Carne: di colore chiaro biancastra nel cappello con qualche sfumatura
rossa . Sul fondo del gambo giallo vivace, cedevole nel cappello , piut·
tosto tenace nel gambo . Non vira di colore . Sapore quasi dolce, inodore .
Spore: bruno chiare, ellittiche, 5,5-6,5 X 7-8 micron .
Habitat: sotto latifoglia; molto raro . Estate .
Commestibilità: ignota .

OSSERVAZIONI : Rar a specie di Boletus, qualche volta scambiato con il Boletus amarellus
col quale è messo a confronto . Esiste anche i I Boletus pseudorubinus (1!)72), forse più
simi le ali 'amarellus, ma con colorazione dei pori diversa, crescente sotto i I pino nero
(Pinus austriaca).

Riproduzione fotografica leggermente ingrandito.

BOLETUS (Xerocomus) AMARELLUS Ouélet


267
Da " amarellus ,,(lat .) amariuscolo. Perché non tanto amaro

S I NON I M I : Pierrhuguesi i Baud .

Cappello: 3-6 cm, giallognolo; margine rossiccio.


Pori: marcati ; gialli poi rosa, rosso lampone .
Tubuli: adnati.
Gambo: 3-4 X 1,5-2 cm, giallo alla base, con granulazioni rosee all 'apice.
Carne: bianca nel cappello , gialla in fondo al gambo . Dolce indi legger­
mente amara.
Spore: 10-13 X 6-8 micron.
Habitat: boschi di conifere. Estate-autunno .
Commestibilità: ignota.

OSSERVAZIONI : È un Boletus raro . Si riconosce per il bel colore lampone de i suoi pori.
piuttosto larghi a figura poligonal e e a pare t e grossa e per il giallo della carne . simile
a quello del Boletus piperatus (283) .

Riproduzione fotografica grandezza naturale. -487


BOLETUS DUPAINI Boudier 268
SI NONIMI : Oedipus dupainii Bataille

Cappello: 6-11 cm, emisferico di un colore rosso sangue vivace che può
sbiadire verso il giallo-verdastro; aspetto della superficie brillante
come se la pellicola avesse subito una spalmatura di vernice.
Pori: rosso sangue , piccoli da rotondi a leggermente poligonali. Si mac­
chiano vistosamente di blù allo sfregamento o al semplice tocco . AI
solfato ferroso verdi.
Tubuli: da giallo a verdastri, aderenti al gambo o sinuato-uncinati .
Gambo: 5-10 X 3-8 cm, panciuto con decorazioni costituite da granula­
zioni rosate, eccezionalmente reticolato da un reticolo rosso, ma solo
sulla parte alta sotto l'inserzione dell'imenio .
Carne: gialla sotto i tubuli, con sfumature rosse sotto la cuticola; per il
resto gialla vistosamente virante al blù alla rottura . Sapore dolce. Odore
impercettibile.
Spore: giallo-verdi al microscopio, 12-17 X 5-8 micron ; liscie.
Habitat: specialmente in boschi di latifoglia , sotto faggio ; agosto-ottobre .
Abbastanza raro.
Commestibilità: commestibile (accertato da poco tempo).

OSSERVAZIONI : Bella specie di Boletus dal colore del cappello rosso vivace. brillante
come la buccia di una mela . Il Boletus regius (695) pure rosso· rosa sul cappello è ben
diverso per i pori gialli e per la carne che non cambia di colore al taglio.

Riproduzione fotografica 2/ 3 grandezza naturale. - 489


BOLETUS (Xerocomus?) CRAMESINUSSecr. 269
Da « quirmizi ,,(arabo) color cremisi. Per il colore .

SINONIMI: Boletus gentilis (Ouelet)


Boletus auriporus Peck ex Kal r.

Cappello: 2-7 cm, emisferico poi spianato; da rosa a brunastro, alle volte
anche rosso cigliegia con qualche tratto giallastro. Bruno alla fine.
Fiammato radiai mente, liscio, viscoso a tempo umido, asciutto e brii·
lante a tempo secco . Cuticola staccabile.
Pori: grandi, non regolari, giallo pallido poi di un giallo-oro brillante.
Tubuli: ad nati o leggermente decorrenti, gialli come i pori.
Gambo: 5-7 X 0,5-1,5 cm, pruinoso; giallo con macchie bruno-rosse.
Carne: biancastro gialla; sotto la cuticola del cappello leggermente rosata.
Non cambia di colore al taglio. Sapore e odore gradevoli.
Spore: ellittico fusiformi, liscie. 11-17 X 4-7 m"icron. Polvere sparai e da
giallo-miele a bruno-verde.
Habitat: boschi di latifoglia. Estate-autunno.
Commestibilità: commestibile.

OSSERVAZIONI: È un Boletus con il cappello tipicamente rosa e pori giallo oro; può
crescere quasi cespitoso " Non è chiaro se attribuirlo agli Xerocomus o ai Suillus per la
cuticola viscida . Abbastanza simile è il Boletus rubellus (Krombh.) o sanguineus (291), più
rosso e per nulla viscoso sul cappello.

Riproduzione fotografica leggermente ingrandito. "~ 491


BOLETUS IMPOLITUS Fries 270
Da " impolitus » (Iat ,) non liscio . Per il cappello granuloso-fioccoso

Cappello: 8-20 cm, emisferico poi aperto, non molto regolare, leggermente
fibrilloso o granuloso; da giallastro a bruno ocra con sfumature arche
violastre.
Pori: minuti, rotondi o leggermente spigolati; da giallo a verde oliva.
Tubuli: da giallo oro a giallo olivastri, inalterabili al tocco.
Gambo: 6-15 X 2-5 cm, dapprincipio obeso (come gli esemplari giovani
della riproduzione) poi allungato , rigonfiato alla base, non reticolato; da
bianco-giallo a giallo pallido, con sfumature rossicce alla base.
Carne: da bianco a giallo pallida , rosata sotto la cuticola del cappello;
facilmente putrescibile. Leggero odore acidulo o di frutta. Sapore
dolciastro .
Spore: ellittico-allungate, 12-14 X 4-6 micron.
Habitat: sotto latifoglia, in luoghi umidi e argillosi. Estate-autunno.
Commestibilità: eccellente .
OSSERVAZIONI : Si riconosc e per l'assenza di reticolo sul gambo e per la sua taglia
non massiccia. Altri Boletus senza reticolo sul gambo e con carne immutabile sono il
Boletus fragrans (698), brunastro sia sul cappello che sul gambo e il Boletus tumidus
(1134), molto simile, che alcuni Autori considerano suo sinonimo . Hanno ambedue un
caratteristico gambo grosso e attenuato in basso .

Riproduzione fotografica 3/ 4 grandezza naturale.

BOLETUS (Xerocomus) PARASITICUS Bull. ex Ouel. 271


Da " parasiticus ,,(lat .) appartenente ai parassiti. Perché parassita
di altro fungo

NOM I VOLGAR I : Boleto parassita

Cappello: 3-5 cm, dapprima emisferico poi quasi spianato; giallo-brunastro.


Cuticola non staccabile .
Pori: grandi , angolosi; giallo-olivastri.
Tubuli: da adnati a leggermente decorrenti; giallo oro dapprincipio poi
fino a color ruggine . .
Gambo: 3-5 X 0,6-1 cm, fibrilloso, incurvato e sottile alla base; giallognolo;
decorato da minuta punteggiatura . Micelio color giallo.
Carne: giallastra, soda . Senza odore e sapore particolari.
Spore: giallo-olivastre in massa, 12-18 X 4-5 micron.
Habitat: parassita dello Scleroderma vulgare (342). Estate-autunno.
Commestibilità: commestibile .

OSSERVAZIONI : Boletus inconfondib i le per il suo particolare habitat su altro fungo , cui
è veramente parassita . È faci le trovarlo sulle marcite dei ricci di castagna .
Riproduzione fotografica 2/ 3 grandezza , naturale. - 49,3
BOLETUS (Gyrodon) LlVIDUS (Bui!.. ex Fr.) Sacco 272
Da « lividus » (lat.) == livido . Per il colore chiaro del cappello?

S I NON I M I: Boletus brachyporus Pers.


Boletus sistotremoides (Fr.) OpUI .

Cappello: 6-15 cm, convesso poi piano o depresso, VISCOSO per l'umidità;
giallo carico o brunastro-rossiccio; margine minuto. Cuticola legger­
mente staccabile . .
Pori: minuti; da giallo vivace a color ruggine con l'età.
Tubuli: minuti, corti, poco separabili, irregolarmente molto decorrenti sul
gambo che ricoprono su tratti più o meno allungati; da giallastri a
olivastri.
Gambo: 6-8 X 1-1,5 cm, giallo concolore al cappello, ma con l'età tendente
a diventare brunastro sporco . Leggermente eccentrico, attenuato verso
il basso, sinuoso .
Carne: giallastra, con viraggio verso l'azzurro-blu-rosso; cedevole e spu­
gnosa nel cappello, più fibrosa quasi a consistenza legnosa nel gambo
specialmente da adulto. Odore e sapore aciduli.
Spore: semi-ellittiche, 4-6,5 X 3-5 micron .
Habitat: quasi esclusivamente sotto gli ontani, eccezionalmente sotto
noccioli. Estate-autunno.
Commestibilità: commestibile di non grande pregio.

OSSERVAZIONI : È facilmente determinabile per alcune caratteristiche peculiari : H con­


trasto tra la carne spugnosa del cappell.o e la consistenza quasi legnosa del gambo,
il decorrere dei tubuli sul gambo stesso che viene come decorato da cuscinetti i~regolari
prolungatisi a lingua e la difficile secessione dell'imenio dalla carne .

Riproduzione fotografica 1/2 grandezza naturale. - 495


BOLETUS (Tubiporus) AEREUS Bull. ex Fr . 273
Da " aes·aeris " (lat .) = bronzo, Per il suo co lore

NOMI VOLGARI : Porcino nero· Boleto bronzeo· Bronzino

Cappello: 6-20 cm , emisferico, poi convesso, infine aperto negli esem­


plari adulti, sodo, col tempo leggermente più morbido; da giovane
quasi nero, seppia, bruno scuro, con vaste zone irregolari più scure su
fondo più pallido, bruno-ocraceQ; superficie finemente vellutata e non
viscosa come nell 'edulis (262, 263 , 264) .
Tubuli: fini, sempl ici, lunghi , tipici , 'quasi liberi ; bianchi o giallo-pallidi .
Pori: picc<?li, fitti , in principio chiusi ; di colore bianco o bianco-grigia­
stro , poi giallastri .

Gambo: 7-15 x 3-6 cm, duro, massiccio, dapprincipio ingrossato bulboso


alla base poi cilindrico; brunastro; superficie ricoperta da una fine reti­
colatura a piccole vene , in principo pallide e dello stesso colore del
fondo, per divenire più o meno colorate nel fungo adulto.
Carne: dura, bianca , non colorata sotto la cuticola del cappello , Odore e
sapore gradevoli ,
Spore: bruno-oliva carico in massa ; fusiformi ; 12-16 X 4-5 micron ,
Habitat: nei boschi di latifoglia o misti, soprattutto nei Paesi centro­
meridionali, Maggio-ottobre .
Commestibilità: eccellente commestibile , migliore del Boletus edulis
(262, 263, 264) per la sua carne più consistente.

OSSERVAZIONI : E' una specie ·a sé stante spesso scambiata con il Boletus edulis
t ipico (262) e con il Boletus pinicola (263), sua sottospecie , Si distingue per l'habitat,
quasi sempre sotto latifoglie: castagni, querce (Si noti in figura la presenza della foglia
e della inf iorescenza di castagno), per il suo colore caratteristico, che tuttavia può
variare dal color caffelatte o bruno-rossiccio al bruno-nerastro, ma più che altro per la
superf icie vellutata e non liscia del cappello , per l'asse nza di pigmentazione rossa sotto
la cuticola ' dello stesso e infi ne per il tipico retico lo chiaro, mai rosso, sul gambo ,
Comuniss i mo e conosciuto nelle regioni dell ' Italia ce ntral e e meridiona le, va via via
facend osi sempre più raro verso il Nord .

Riproduzione fotografica 2/ 3 grandezza naturale , - 497


BOLETUS PURPUREUS sensu Moser 274
Da « purpureus .. (lat .) purpureo . Per il colore del cappello e dei .pori

SINONIMI: Boletus legaliae (Pilat)

Cappello: 5-20 cm, carnoso, sodo, in principio emisferico poi molto con­
vesso, che si apre tardivamente; macchiato di rosso-sangue nerastro,
al tocco diventa blu sì da dare al fungo un aspetto sordido; cuticola
finemente sericea e vellutata, m.argine in principio involuto poi aperto,
qualche volta labato.
Tubuli: lunghi, liberi o arrotondati al gambò ; giallo ·dorati poi giallo-oli­
vastri, che diventano blu al minimo tocco .
Pori: piccoli, arrotondati o angolosi ; rosso-sangue scuro; che diventano
blu al tocco .
Gambo: 8-18 X 2-5 cm , generalmente grosso e bulboso, talvolta solo
cilindrico; ricoperto da un reticolo fittissimo , rosso, che lo colora in
tutta la superficie.
Carne: colore giallo-fulvo ma che al taglio vira istantaneamente al blu
per divenire rosso porpora scuro dopo alcune ore ; spessa, soda .
Odore di frutta , acido, forte. Sapore dolce .
Spore: bruno-oliva in massa, liscie, 11-16 X 5-6 micron.

Habitat: boschi soleggiati di latifoglia, soprattutto sotto faggi , querce,


ecc., in terreno calcareo. Estate-autunno.
Commestibilità: non commestibile .

OSSERVAZIONI: Si tratta del vero Boletus purpureus, colorato in rosso sul cappello, sul
gambo e nei pori . Del gruppo fa parte il Boletus rhodoxanthus (1131), molto simile, che
ha il cappello chiaro , come il satanas (280). e il reticolo sul gambo molto più largo così
da fare intravvedere il fondo giallo della carne e il satanoides (705). Certo è che il gruppo
del Boletus purpureus lascia alle volte perplessi sulla sicura determinazione della specie.
Ingerito crudo questo Boletus fa quasi subito svenire.

Riproduzione fotografica 2/ 3 grandezza naturale. ~ 499


BOLETUS (Tubiporus) LURIDUS Sch.aeffer 2,75
Da .. luridus .. (lat .) = lurido. spOrCO. Per il suo aspe tto

S I NON I M I : Boletus rubeolarius Persoon


NOMI VOLGARI : Boleto lurido

Cappello: 6-20 cm, emisferico poi convesso, quasi liscio; di colore varia­
bile dal giallo al bruno, al marrone , al rossigno .

Tubu\i: liberi o arrotondati; gialli poi verdastri , al tocco azzurro-blu .

Pori: piuttosto piccoli, rotondi; dapprima di color mattone, arancio-rossi,


indi rosso-cupi .

Gambo: 4-20 X 1-5 cm , carnoso, pieno, grosso specialmente alla base;


giallastro, ricoperto da un reticolo rosso .

Carne: giallognolo-grigiastra, concolore ai pori sotto i tubuli e in fondo


al gambo , al tocco o al taglio diventa subito di colore verdognolo­
azzurro poi blu ; soda, spessa . Odore grato . Sapore dolce.

Spore: grigio-verdastre, liscie, a forma di mandorla, 11-15 X 5-7 micron.

Habitat: boschi di latifoglia e di conifere. Estate-autunno.

Commestibilità: commestibile (pag. 87).

OSSERVAZIONI : Il viraggio della carne lo aveva fatto classificare fra i Boletus tossici o
almeno sospetti; è invece un buon commestibile purché venga consumato cotto. Si distingue
dal Boletus erythropus (276) per la carne concolore ai pori sotto i tubuli, per il colore
della carne stessa che non è tipicamente gialla come nell 'erythropus, presto invasa da larve
sul f ondo del gambo, che la fanno colorare di rosso cupo. Suo simile è il Boletus
queletii (701), pure commestibile,; privo di reticolo e con la superficie sottoimeniale gialla.
L'eventuale presenza della superficie gialla sotto lo strato dei tubuli e del reticolo sul
gambo starebbe ad indicare che si tratta di un'altra specie, cioè del Boletus caucasicus
(702).

Riproduzione fotografica 1/2 grandezza naturale. - 501


BOLETUS ERYTHROPUS Fries 276
Da « erythros ,,(gr .) rossa e « pus" (gr .) piede . Per il colore
del gambo

SINONIMI : Boletus miniatoporus Secretan .

Cappello: 10-20 cm, robusto, convesso, finemente vellutato-pubescente,


secco, infine leggermente umido; .di colore uniforme e regolare, baio,
mattone scuro .
Tubuli: fitti, lunghi; gialli poi verdastri .
Pori: piccoli, rotondi; rosso sangue scuro, al tocco prendono una colorél­
zione blu-nerastra .
Gambo: 7-15 X 3-5 cm, carnoso, ventri coso, mai reticolato; giallo alla
sommità, più scuro, bruno olivastro, alla base; coperto da fini granula­
zioni rosso sangue che lo fanno apparire interamente rosso.
Carne: di un bel giallo citrino, virante al .verde-bluastro all'aria, soprattut­
to nel cappello , con superficie gialla sotto i tubuli; compatta, soda,
alla fine molle. Odore leggero. Sapore dolce.
Spore: giallastre, giallo-ocracee, bruno-oliva in massa, ellissoidali-fusi­
formi, 13-18 X 5-7 micron.
Habitat: boschi di conifere, in montagna e in collina . Estate-autunno.

Commestibilità: buono, nonostante il viraggio della carne (pag. 87).

OSSERVAZIONI: È nettamente differente dal Boletus luridus (275), dal quale si distingue
per il gambo granuloso e non reticolato, la carne tipicamente gialla e la superficie non
aranciata sotto i tubuli e il cappello più vellutato. Alla cottura (che è sempre indispen­
sabi lè perché come i I luridus sembra contenere sostanze tossiche termolabi I i), conserva
il colore giallo della carne, molto tenace e di buon sapore. Altri Boletus del gruppo sono:
il queletii (701), con il gambo non reticolato; il dupaini (268), con il cappello rosso vivo
e lucido , quasi laccato; il torosus (298), con; i pori dapprincipio ingannevolmente gialli
(1556) e poi rossi, che si macchia di nero o blu-nerastro al tocco; e altri ancora quali
i I satanoides (705) e lupinus (703) a carne giallastra. Tutti finora considerati sospetti, ma
qualcuno certamente commestibile (per es. il torosus., il dupaini e il queletii).

Riproduzione fotografica 1/ 2 grandezza naturale. - 503


l
BOLETUS (Gyroporus) CVANESCENS Bulliard ex 277
Fries .
Da " kyanos » (gr .) = azzurro . v iole tto . Per il v iraggio de l la carne

SINONIMI : Gyroporus cyanescens (Bull ex Fr .) Qu él.


Coelopus cyanescens Bata i Ile

Cappello: 5-10 cm, carnoso, emisferico indi convesso , tomentoso, sec­


co; giallo sporco .
Tubuli: liberi; biancastri.
Pori: piccoli; bianco-giallognoli , azzurri al tocco .
Gambo: 8-12 X 2,5-3 cm , pieno, ' spugnoso , cavernoso, ingrossato alla
base; concolore al cappello .
Carne: bianca, di colore tipico azzurro-indaco al taglio , solida .
Spore: ialine al microscopio, ellittiche , 8-11 X 5-7 micron .
Habitat: specialmente nei boschi di latifoglia . Estate-autunno .
Commestibilità: buono .

OSSERVAZIONI: Delle due specie di Gyroporus, Boletus a pori e tubuli bianchi. è quello
che ha la carne v irante al celeste . Il Boletus castaneus (278), ha invece la carne
immutabile .

Riproduzione fotografica 2/ 3 grandezza naturale.

BOLETUS (Gyroporus) CASTANEUS Bu Il iard 278


Da " kàstanos »(bizantino) castagna. Per il colore e aspetto della
cuticola

S I NON I M I : Gyroporus castaneus Qu e I et


NOM I VOLGAR I : Boleto castano

Cappello: 4-10 cm, carnoso , sodo , convesso indi piano-depresso, vellu­


tato , liscio o leggermente tomentoso ; bruno-marrone cannella .
Tubuli: corti, guancialiformi , liberi; bianchi poi leggermente citrini .
Pori: piccoli, rotondi; bianco-giallognoli .
Gambo: 4-8 X 1-3 cm , cilindrico, pieno indi spugnoso-cavernoso, liscio
o un po' vellutato; del colore e aspetto del cappello.
Carne: bianca, fragile . Odore e sapore gradevoli.
Spore: giallo-citrine , ovoidali, liscie , 8-11 X 4-7 micron .
Habitat: specialmente nei boschi di latifoglia . Estate-autunno.
Commestibilità: buono .

OSSERVAZIONI: È facile da riconoscere per l'aspetto bruno lucente della cuticola sia del
cappello che del gambo , delle vol te identica nel colore a quella di una castagna . Qualche
volta è leggermente vellutato .

Riproduzione fotografica 2/ 3 grandezza naturale. .~ 505


BOLETUS PACHYPUS Fries 279
Da « pachys .. (gr .) = panciuto e « pus .. (gr.) piede.
Per il suo gambo panciuto

SINONIMI: Boletus calopus Fr.


Boletus olivaceus Ricken?

Cappello: 8-20 cm, carnoso, emisferico poi convesso, secco, non viscoso;
pallido, camoscio olivastro, caffelatte; margine in principio involuto.
Pori: fini, arrotondati; giallo citrino poi verdastri, vistosamente verde­
bluastri al tocco.
Tubuli: lunghi, annesso-sinuati; giallo citrino.
Gambo: 7-15 X 4-6 cm, grosso, duro, sodo, robusto, bulboso-ventri coso,
qualche volta allungato, finemente reticolato; di un bel colore rosso
porporino, giallo vicino ai tubuli, quasi mai interamente rosso.
Carne: crema-grigio-giallastra, pallida, verde-bluastra al taglio; compatta,
dura. Odore acidulo. Sapore prima dolciastro poi amaro.
Spore: giallo-oliva, fusiformi-al.lungate, guttulate, 12-16 X 4,5-5,5 micron.
Habitat: nei boschi di conifere di montagna. Estate-autunno.
Commestibilità: non commestibile; amaro e indigesto.

OSSERVAZIONI: È il fungo più spesso scambiato con il Boletus satanas (280), da cui
si distingue per il colore giallo·olivastro dei pori e il sapore acidulo. Stesse caratteristi·
che possiede il Boletus albidus (699), o radicans (Pers . ex Fr .J, che è quasi interamente
biancastro·grigio e può venir confuso con il Boletus pallescens o fechtneri (697), del
gruppo del Boletus appendiculatus (261), buon commestibile . Il Boletus calopus Fr . .
considerato suo sinonimo. può forse essere una sua varietà delle latifoglie : è però più
slanciato e ha colori più vivi sul gambo .

Riproduzione fotografica 1/2 grandezza naturale. .....: 507


BOLElUS SAlANAS Lenz 280

Cappello: 8-20 cm , grande, grosso, sodo , compatto, dapprima quasi sfe­


rico, per lungo tempo convesso, aperto solo negli esemplari adulti,
finemente vellutato dapprincipio, poi liscio; inizialmente bianco poi
bianco-grigio, bianco-verdastro indi sporco a chiazze olivastro-brune;
margine arrotondato verso l'interno .
Pori: minuti , arrotondati; prima gialli ma presto rosato-aranciati.
Tubuli: molto lunghi, arrotondati al gambo ; , giallo o giallo-verdastri , blu
al tocco.
Gambo: 4-15 X 3-10 cm, sodo, corto , tozzo, fortemente ingrossato alla
base, con reticolo minuto a maglie poligonali; giallo in alto, rosso­
violetto al centro, giallo-brunastro in basso ; si sporca leggermente di
blu al tatto .
Carne: biancastro-grigia con tonalità gialle, colorantesi in blu ma non
molto intensamente, compatta . Odore tenue . Sapore dolce.
Spqre: bruno-olivastre , fusiformi, 11,5-14,5 X 5-6 micron .
Habitat: sotto latifoglia , in suolo calcareo o neutro; non molto comune
ma abbondante nelle sue stazioni. Primavera-estate .
Commestibilità: velenoso. È l'unico Boletus sicuramente tossico (pagg.
76, 87).

OSSERVAZION I : " Boletus satanas, ingerito crudo. provoca vomiti persistenti. Non è
comunque di grande tossicità come il nome vorrebbe indicare . Si distingue da tutti gli
altri Boletus suoi simili perché : cresce solo in suolo calcareo . solo sotto latifoglia ; la
sua carne all'assaggio ha sapore dolciastro unico fra i Boletus; inoltre non ha mai
colorazione rosata o rossa sul cappello . che si presenta sempre chiaro. al massimo con
qualche sfumatura verdastra .

Riproduzione fotografica 1/ 2 grandezza naturale. ~ 509


BOLETUS (Tylopilus) FELLEUS Bulliard
281
Da "fe l .. (lat.) = fiele. Per il sapore amarO della sua carne

SINON IMI: Tylopilus felleus Karsten


NOM I VOLGAR I : Boleto felleo . Porcino di fiele

Cappello: 5-12 cm, carnoso, dapprima emisferico poi convesso indi spia­
nato, liscio; giallo miele o bruno più o meno chiaro; margine anche
sinuoso e ondulato.

Tubuli: piuttosto lunghi , liberi o decorrenti con dentino; bianco ghiaccio


poi rosei.

Pori: piuttosto piccoli, rotondi oppure angolosi ; bianchi poi rosei infine
rosa-ne rastri. .

Gambo: 8-15 x 2-5 cm, robusto, rigonfiato alla base; concolore al cappel­
lo oppure un po' più pallido; con un reticolo bruno-giallo più o meno
marcato, di solito molto vistoso e a maglie oblunghe, larghe .

Carne: bianco-rosea all'aria , bruna sotto la cuticola. Molto amara all'as­


saggio.

Spore: rosee in massa, fusiformi, liscie, 12-15 X 4-6 micron.

Habitat: boschi di latifoglia e di conifere. Estate-autunno.

Commestibilità: non commestibile, per la carne amara.

OSSERVAZIONI : Può essere scambiato con i Boletus del gruppo dell'edulis (262-263-264)
nel qUal caso, cotto, darebbe un sapore amarissimo a tutto il piatto . Si distingue per i
pori e tubuli con sfumature rosa, per la tipica colorazione giallo fiele del marcato
reticolo e infine per il sapore amarissimo all'assaggio. Non è la prima volta che qual­
cuno ha dovuto gettare tutto per la presenza di questo fungo frammisto a funghi buoni.
Esiste una sua varietà, la var o alutarius (1139) che si differenzia per il sapore non amaro
della carne .

Riproduzione fotografica 2/3 grandezza naturale_ - 511


BOLETUS (Xerocomus) CHRYSENTERON 282
Bulliard ex Fries
Da " krisos »(gr.) oro ed " enteron • (gr.) interno . Per la carne gialla

Cappello: 3-8 cm, prima emisferico poi convesso, a forma piuttosto


irregolare ; brunastro, rosso, nelle caratteristiche fratture della cuticola.
Pori: abbastanza grandi e angolo~i, giallo oro poi giallo verdastri.
Tubu/i: giallo pallidi poi giallo-verdastri, al tocco verdastri o blu .
Gambo: 5-10 X 0,8-1,5 cm , slanciato, spesso piegato .0 sinuoso, attenuato
in basso, anche finemente decorato da minute pustule rosse che alie
volte lo colorano su quasi tutta la sua superficie, lasciando tratti più
o menò scoperti di colore giallo.
Carne: gialla, giallo-biancastra, rossa sotto la cuticola del cappello .
Odore di frutta . Sapore dolce .
Spore: bruno-oliva chiare, elliftiche, fusiformi, 13-15 X 5-6 micron.
Habitat: boschi di aghifoglia e latifoglia, anche nei parchi; più comune
in pianura che non in montagna . Giugno-ottobre .
Commestibilità: discreto da giovane, poi piuttosto spugnoso . Da mesco­
lare con altri funghi. .

OSSERVAZJONI : Fa parte degli Xerocomus, Boletus asciutti e vellutati sul cappello. Suoi
simili: il Boletus subtomentosus (287), il Boletus ferrugineus o spadiceus (284), e il
Boletus truncatus (709). di colore più violetto sul gambo e un po' più massiccio (Boletus
cuspidatus sensu Bresadola?) . Tutti commestibi Ii.

Riproduzione fotografica 2/ 3 grandezza naturale. - 513


BOLETUS (Xerocomus) PIPERATUS 283
Bulliard ex Fries
Da " piperatus " ·( Iat.) pepato . Per i l sapore

Cappello: 3-6 cm, emisferico, convesso poi . piano , glabro, lucente , leg­
germente viscoso per l 'umidità ; fulvo ocraceo o cannella chiaro .
Tubuli: annessi , subdecorrenti; fulvi .
Pori: ampi , angolosi , irregolari; rosso cuoio poi mattone, più colorati de'I
cappello .
Gambo: 3-4 X 0,8-1 cm , pieno , esile, generalmente attenuato al.labase,
liscio; fulvo , giallo alla base, con micelio giallò molto sviluppato .
Carne: di un bel colore giallo ·citrino vivo nel gambo , incarnato vinato
nel cappello ; tenera . Odore leggero . Sapore molto pepato.
Spore: fulvo-rossastre , fusiformi , ellissoidali , 8-11 X 3-4 micron.
Habitat: nei boschi di conifere, ai margini dei boschi , dei pascoli , in
gruppi; comune . Estate-autunno .
Commestibilità: inoffensivo, ma da non consumare a causa del gusto
molto pepato .

OSSERVAZIONI : È uno dei pochi Boletus considerati non commestibili causa il sapore
della carne . Il Boletus amarellus (267), quasi non ' pepato, è più chiaro e ha i pori larghi
e rosati .

l1iproduzione fotografica 2/ 3 grandezza naturale.

BOLETUS (Xerocomus) FERRUGINEUS 284


Schaeffer ex Sacco
Da " ferrugineus » (lat .) = ferrugineo. Per il colore rosso ruggine

SINONIMI : Boletus spadiceus (Fries) Ouélet

Cappello: 7-12 cm, convesso poi aperto; da bruno-rosso a bruno-scuro,


qualche volta più chiaro ; carne rossa sotto la cuticola.
Tubuli: color giallo vivo , poi più scuri.
Pori: gialli poi più scuri, con macchie di ruggine .
Gambo: 5-8 X 1-2 cm , giallognolo con caratteristici segni di reticolo rosso,
più marcato in alto, molto allungato, che conferisce alle volte al gambo
un aspetto quasi rugoloso sulla lunghezza .
C~'lrne: color giallo, più marcato nella parte inferiore del gambo.
Spore: 9,5-14 X 4-5 micron.
Habitat: sotto le conifere . Estate-autunno.
Commestibilità: buono .

OSSERVAZIONI : Può essere scambiato con il Boletus chrysenteron (282) e il Boletus sub·
tomentosus (287) . . Si distingue specialmente per la presenza del lasco reticolo rosso
allungato sul gambo e per il cappello non verdastro, ma bruno rosso. Il Boletus truncatus
(709), a spore tronche, ha il gambo con tonalità ciclamino e può essere un po' più tozzo .

Riproduzione fotografica 2/ 3 grandezza naturale. - 515


BOLETUS (Xerocomus) VARIEGATUS
Swartz ex Ouélet
285
Da " variegatus ,,(lat .) screziato. Per il sUQ aspetto

SINONIMI: Ixocomus variegatus Ouélet


Boletus aereus Schaeffer

Cappello: 6-18 cm, carnoso, da emisferico a convesso, indi spiana,t o,


margine attenuato con leggere éccedenze della cuticola; gia"o-ocraceo
o giallo brunastro sporco, non liscio, ma decorato vellutato, quasi
cosparso da una minutissima granulazione.
Pori: minuti; giallo-brunastri.
Tubuli: adnati; giallo olivastri , azzurrognoli al tatto.
Gambo: 6-10 X 2-4 cm, pieno, liscio, ingrossato alla base; quasi conco­
lore al cappello.
Carne: zafferano-gialla, azzurrognola all'aria, tenera. Odore di cloro, non
gradevole, dolc·iastra.
Spore: giallognole, 8-10,5 X 3-4 micron.
Habitat: boschi di conifere . Estate-autunno .
Commestibilità: mediocre . Da nOn consumarsi da solo.

OSSERVAZIONI : Boletus di non buona commestibilità, è caratterizzato dal cappello non


viscoso , dal colore zafferano della carne e dal cattivo, ingrato odore che emana. Il
Boletus plorans (289), tipico del cirmolo, gli può assomigliare, ma è viscido sul cappello .

Riproduzione fotografica 2/ 3 . grandezza naturale. - 517


BOLETUS (Xerocomus) BADIUS Fries 286
Da « bad i us .. (lat .) color mar ro ne . Per i l colore

NOM I VOLGAR I : BOleto baio

Cappello: 4-15 cm, carnoso, emisferico poi irregolarmente convesso,


infine piano, finemente vellutato , quasi liscia; di un bel colore baio
bruno o bruno-castano, molto forte e quasi nero , raramente chiaro;
margine in principio involuto. '
Tubuli: più o meno lunghi annessi; da pallidi a giallo-olivastro chiari .
Pori: piccoli, angolosi; biancastri, giallo pallidi, giallo-verdastri, che di­
ventano blu-neri al tocco . .
Gambo: 6-12 X 1,5-5 cm, carnoso, sodo, variabile, sia grosso che esile ,
leggermente fibrilloso o sottilmente vellutato ; bruno-giallastro od ocra­
ceo-brunastro , alla base concolore al cappello.
Carne: biancastra, localmente giallastra, brunastra sotto la cuticola e ne·1
gambo , che diventa blu specialmente sotto i tubuli; spessa , in princi­
pio soda poi molle . Odore leggero di frutta, sapore dolce.
Spore: bruno-oliva chiare in massa, fusiformi, liscie , 13-14,5 X 4-5
micron.
Habitat: boschi di aghifoglia e latifoglia , in terreno siliceo; abbastanza
comune. Estate-autunno .
Commestibilità: buono .

OSSERVAZIONI: E' un Boletus di taglia media, mol.to simile ai Boletus a carne immutabile
del gruppo dell'edulis (262). Si distingue per la tenden za a macc hiarsi di bl u scuro ne i
por i al min i mo tocco. La ca rne, bia nc a, tende pure ad assumere sf umature bluastre, per
quanto non mo lto intense .

Riproduzione fotografica 1/ 2 grandezza naturale. - 519


BOLETUS (Xerocomus) SUBTOMENTOSUS
Linn. ex Ouél.
287
Da " sub " (lat.) = {Juasi e " tomentosus " ·(Ia t .) vellutato. Perchè
leggermente vellutato

SINONIMI: ·Boletus communis Bulliard

Cappello: 3-12 cm, carnoso, emisf.erico indi convesso, vellutato; da oli­


vastro a giallo ocraceo .

Pori: piuttosto grandi, angolosi; giallo oro poi giallo verdastro.

Tubuli: adnat! ; gialli .

Gambo: 4-10 X 0,8-1,3 cm, pieno, piuttosto corto, attenuato alla base;
color giallo ocra, tutto cosparso da peluria color ruggine .

Carne: bianco-giallognola, più marcata nella parte inferiore del gambo.


Odore debole . Sapore dolciastro.

Spore: olivacee in massa, fusiformi e piuttosto allungate; 12-14 X 4-6


micron.

Habitat: nei luoghi erbosi, nei boschi di latifoglie e di conifere . Estate­


autunno.

Commestibilità: commestibile.

OSSERVAZIONI : Si distingue dagli altri Xerocomus tipo ferrugineus o spadiceus (284),


chrysenteron (282), e truncatus (709), per l'assenza di pigmento rosso sotto la cuticola.

Riproduzione fotografica grandezza naturale. - 521


BOLETUS (Xerocomus) PULVE RULEN TU S Opat. 288
Da " pulvis " (lat.) = polvere . Per il suo aspetto granuloso
SINONIMI : Boletus radicans (Fr .) non (-pers . ex Fr .)

Cappello: 6-12 cm, piuttosto carnoso, emisferico poi convesso e spia­


nato ; vellutato ; colore da rossastro a bruno o grigio-olivastro; al tocco
si macchia di blu per diventare quasi nerastro .
Tubuli: adnati, concolori al cappello.
Pori: angolosi; giallo-verdastri, azzurro-blu al tocco o al taglio.
Gambo: 6-12 X 0,8-1 ,5 cm, pieno, vellutato; giallo alla sommità, bruno­
rossiccio nelle altre parti, blu al tocco .
Carne: gialla, azzurro-blu all'aria 'poi quasi nerastra; molle . Senza odore
e sapore particolari.
Spore: 01 ivacee in massa, 10,5-15 X 4,5-6 micron .
Habitat: boschi di latifoglia. Estate-autunno.
Commestibilità: mediocre.

OSSER;VAZIONI: Si distingue dagli altri Xerocomus per ·il veloce e vistoso viraggio della
carne i n ogni sua parte .

Riproduzione fotografica 1/ 2 grandezza naturale.

BOLETUS PLOR AN S Rolland 289


Da " plorans ,,(lat.) piangente. Per le goccioline lattiginose secrete
dall"imenio

Cappello: 6-12 cm , emisferico indi convesso; da chiaro alle diverse gra­


dazioni del bruno.
Tubuli: uniti al gambo; giallo-bruno-rossicci.
Pori: bruno-rossicci; secernenti goccioline lattiginose che , scomparendo,
lasciano macchie brunastre .
Gambo: 6-12 X 1-1,5 cm, quasi cilindrico; giallo zafferano , ricoperto da
granulazioni rosso-brunastre .
Carne: color zafferano, gialla ai tubuli, rossiccia alla base del gambO .
Odore e sapore simili a :quelli del Boletus variegatus (285).
Spore: brunastre, 7-11 X 3-5 micron.
Habitat: sotto il Pinus cembra. Estate-autunno.
Commestibilità: commestibile .

OSSERVAZIONI: Si può confondere col Boletus variegatus (285). per l'odore e l'aspetto .
Non è tuttavia secco sul cappello e nel fungo giovane presenta le caratteristiche goc­
cioline lattiginose dell'imenio . Basterebbe comunque osservare il suo habitat , sotto i
pini a cinque aghi.

Riproduzione fotografica 1/ 2 grandezza naturale. ...,- 523


BOLETUS (Suillus) PLACIDUS Bon. 290
Da " placidus ,,(Iat.) pl.acido. soave , gradito. 'Probabilmente per il suo
colore ch ia ro

SINONIMI : Boletus bellini Inzenga


Boletus fusipes Peck

Cappello: 3-6 cm, carnoso , vischioso, emisferico poi convesso; color


bianco-giallo-bruniccio, al toccO leggermente violetto-azzurro.
Tubuli: adnati ; da bianchi a gialli.
Pori: piccoli; con goccioline lattiginose che iasciano delle macchie bru­
niccio-rosse .
Gambo: 5-12 X 0,8-1,8 cm, pieno; granulato; bianco giallognolo in alto,
bianco-roseò in basso.
Carne: biancastra, grigio-violetta al tocco. ' Senza odore e sapore parti­
colari.
Spore: ocracee in massa, 7,5-9 X 3-3,5 micron.
Habitat: sotto il Pirio strobo o il cirmolo. Estate-autunno.
Commestibilità: buono.
OSSERVAZIONI: E' ben distinto dal Boletus granulatus (297). per il suo colore sempre
molto chiaro, quasi bianco e per l'habitat sotto i pini ad .aghi a cinque punte. Come
taglia è di solito molto più slanciato.

Riproduzione fotografica 1/ 2 grandezza naturale.

BOLETUS (Xerocomus) RUBELLUS (Khrb.) Moser 291


Da " rubellus " (lat .) = rosso vivo. Per il colore

SINONIMI : Boletus versicolor Rostk


Boletus barlae Fries
Boletus sanguineus With.

Cappello: 5-10 cm, convesso poi quasi piano, secco, leggermente vellu­
tato; rosso vivo, rosso ciliegia, piuttosto brillante.
Tubuli: annessi al gambo; da gialli a oliva.
Pori: di media grandezza, angolati; da gialli a giallo oro, giallo-arancio­
verde-ol ivastri.
Gàmbo: 8-10 X 0,8-1,5 cm, ingrossato, quasi radicante; in basso giallo,
altrove rosso come il cappello, leggermente blu al tocco.
Carne: gialla, rossa sotto la cuticola, leggermente virante al blu-azzurro.
Spore: giallastre, ellittiche, fusiformi, 6-16 X 4-5 micron.
Habitat: sotto latifoglia, specialmente in luoghi erbosi e soleggiati.
Estate-autunno.
Commestibilità: commestibile .

OSSERVAZIONI: E' stretto parente del Boletus chysenteron (282), ma ha colori molto
più vivaci , specialmente sul gambo .

Riproduzione fotografica grandezza naturale. - 525


BOL ETUS (Ixocomus) ELEGANS Schum. ex Fries 292
Da " e leg ans " (la t .) = elegan t e. Per i l suo portamen t o '
SINON IM I : Boletus pulchellus Fries
Suillus grevillei Klotzsch
NOM I VO LGAR I : Boleto elegante - Brisa dal buro

Cappello: 4- 15 cm , carnoso, sodo, in principio conico-ottuso poi con ­


vesso -appianato , spesso ottuso-umbonato , viscido; giallo , giallo-fulvo
o bruno-rosso ; margine involuto .
Tubuli: annessi e decorrenti sul gambo ; gialli.
Pori: piccol i ; ooncolor i ai tubuli .
Gambo: '6-10 X 1-1,5 cm , carnoso , pieno , piuttosto esile, cilind rico o in­
grossato alla base ; giallo o aranc iato-rosso , con minuta reticolatura
al di sopra dell 'anello , al di sotto con punteggiatura bruna . Anello gial ­
lo-biancastro, membranoso, con tracce al' margine del cappello .
Carne: gialla , soda poi più molle. Odore leggero di foglie di geranio
Sapore dolce .
Spore: camoscio-olivastro-chiare in massa, fusiformi, 7-10 X 2,5-4 micron
Habitat: sotto i larici . Dal principio della primavera .
Commestibilità: discreto .
OSS ERVA ZIONI : È la sp eci e più diffusa degli Ixocomus. Cotto, assorbe molto condimento
per la spugnos ità della sua carn e, si da risultare un po' indigesto . Suo simile è il
Boletus flavus (1560), di color e più chiaro, tipicamente giallo con pori di diametro mag­
giore e i l flavidos (1137), simbicinte del pino mugo.
Riproduzione fotografica 1/ 2 grandezza naturale.

BOLETUS (Ixocomus) TRIDENTINUS Bresadola 293


Da " trid ent inus " (l at .) trentina. Per la sua d i.ffu s ione nel Trentina

Cappello: 5-15 cm , carnoso , più convesso che appianato , 'q ualche volta
conico , con resti del velo ; bruno-mattone, rosso-aranciato, più pallido
e più aranc iato al margine ; superficie un po ' rugosa ; margine involuto
poi diritto .
Tubuli: lunghi , annessi ; tipicamente colore arancio .
Pori: med i , angolosi ; aranciati o bruno-aranciati .
Gambo: 4-11 X 1-3 ,5 cm , cilindrico o svasato in alto , spesso incuf"
vato , a base ristretta o ventruta, raramente egua le, a velo anelliforme ;
biancastro-giallo , rosso-aranciato sotto i tubuli.
Carne: citrina , bruno-mattone sotto la cuticola ; spessa . Senza odore e
sapore caratteristici.
Spore: isabella in massa , fusiformi , liscie, 9-13 X 4-6 micron .
Habitat: sotto i larici , a gruppi o isolato ; in montagna ; raro ; abbastanza
comune nel Trentino . Fine estate-autunno .
Commestibilità: abbastanza buono.

OSSE RVAZI ON I : Tip ico dei bosc hi di lari ce , si r i conosce e s i distin gue dai suo i si m ili
pe r i l bel co lore aranci ato dei pori.

Riproduzione fotografica 2/ 3 grandezza naturale. - 527


BOLETUS (lxocomus) VISCIDUS Linn. ex Fries 294
Da « viscidus » flat .) = viscido . Per 'la v iscosità del cappello

SINONIMI : Boletus sordidus Schwalb .


Boletus aeruginascens Secr .
Boletus laricinus Berk .
NOMI VOLGARI : Boleto v iscoso

Cappello: 4-12 cm, convesso poi convesso-appianato, molto viscoso,


tenero ; di colore grigio-verdastro, grigio-bruno, bruno-giallastro; mar­
gine in pr'incipio involuto , spesso appendi colato per i resti del velo.
Tubuli: lunghi, pallidi e fusiformi., annessi e spesso decorrenti sul
gambo .
Pori: ampi , denticolati, angolosi; prima grigi poi bruno sporco .
Gambo: 4-7 X 1-2 cm , carnoso, pieno , corto , cilindrico, areolato-reticola­
to; grigio-giallastro o brunastro, bianco-verdastro in alto, altrove più o
meno viscoso e picchiettato da piccoli fiocchi. Anello minuto, fragile ;
bianco .
Carne: bianca o pallida, leggermente gialla nel gambo . che diventa local­
mente bianca o pallida o bluastra o verdastra, in particolare sotto i
tubuli e nel gambo; spessa, molle, umida . Odore di frutta . Sapore
dolce .
Spore: bruno tabacco in massa , fusiformi , liscie , 8-14 X 3,5-5 micron .
Habitat: sotto i larici come il Boletus elegans (292). Fine primavera­
autunno.
Commestibilità: mediocre .
OSSERVAZIONI : Si riconosce per i l colore grigio dei pori e per la tendenza della carne
al verdastro.
Riproduzione fotografica 2/ 3 grandezza naturale.

BOLETUS (lxocomus) BRESADOLAE Ouélet 295


In onore di Bresadola
Cappello: 4-7 cm, carnoso, convesso , glutinoso. leggermente rugoloso;
rossiccio; margine giallastro , più pallido .
Tubuli: da biancastri a color cenere, che tendono ad assumere tonalità
color ruggine .
Pori: quasi rotondi, annessi; concolori ai tubuli.
Gambo: 4-7 X 1-2 cm, solido, viscoso, quasi uguale sulla lunghezza; so­
pra l'anello pallido e reticolato, sotto rosseggiante, bianco alla base.
Anello appendicolato, intero; giallo, persistente.
Carne: gialla, più carica nella parte inferiore del gambo, rosata alla rottu­
ra, poi viola-nerastra . Odore e sapore buoni .
Spore: color ruggine, quasi cilindriche, 11-14 x 4-5 micron.
Habitat: sotto i larici; non comune . Estate-autunno .
Commestibilità: mediocre, come il Boletus viscidus (294).
OSSERVAZIONI : Assomiglia ed è scambiato con il Boletus viscidus (294). Si differenzia
per il colore giallo al margine del cappello e sul gambo. e per il colore rossastro del
cappello stesso .
Riproduzione fotografica 2/ 3 grandezza naturale. - 529
BOlETUS (lxocomus) LUTEUS Linn. ex Fries 296
Da " luteus » (lat.) = giallo . Per il colore dei pori
SINONIMI: Boletus annulatus Pers o
NOMI VOLGARI: Pinuzzo . Pinarello

Cappello: 4-12 cm, carnoso, grosso, convesso, spesso leggermente um­


banato poi aperto; colore da bruno cioccolato a bruno mattone; la
viscosità che lo ricopre gli fa prendere una colorazione violacea; mar­
gine prima incurvato, assai regolare, qualche volta frangiato per i resti
del velo parziale. Cuticola separabile.
Tubuli: lunghi, annessi, leggermente decorrenti; giallo dorati.
Pori: piccoli, angolosi; gialli. .
Gambo: 5-8 X 1-2 cm, pieno, sodo; cilindrico, irregolare, granulato sopra
l ' anello; giallo. Ane!lo ampio, membranoso , viscoso; biancastro , con
tonalità violette o brunastre . .
Carne: biancastra o gialla, tenera. Senza odore e sapore caratteristici.
Spore: bruno-ocracee in massa., fusiformi, liscie, 7-10 X 3-3,5 micron.
Habitat: sotto i pini. Autunno.
Commestibilità: eccellente . Togliere la cuticola viscosa del cappello.
OSSERVAZIONI: Fa parte del gruppo degli Ixocomus anellati: tutti commestibili. Tipiche
le sfumature violetto-ciclamino dell'anello bianco . Suo simile è il Boletus granulatus (297).
che è privo di anello. Gli esemplari riprodotti hanno il colore del cappello piuttosto
atipico . Il colore più comune è brunastro viola .
Riproduzione fotografica 1/ 2 grandezza naturale.

BOLETUS (lxocomus) GRANULATUS Linn. ex Fr. 297


Da " granulatus ,,(lat.) = granulato. Per il gambo punteggiato
SINONIMI: Boletus circinatus Perso
NOMI VOLGARI: Boleto granuloso - Fong de le vache - Vacotola -
Pinuzzo - Pinarello .

Cappello: 4-10 cm, carnoso, regolare, dapprima conico o arrotondato poi


aperto, molto glutinoso, brillante; bruno-giallastro, bruno mattone;
cuticola separabile; margine in principio molto involuto, poi diritto.
Tubuli:corti , strettamente annessi ; giallastri o gialli.
Pori: piccoli, angolosi ; zolfo pallido, poi gialli. che emettono, nel fungo
fresco, caratteristiche gocce lattiginose.
Gambo: 5-7 X 1-1,5 cm, sodo, cilindrico o leggermente irregolare; giallo
poi sporco di brunastro come il cappello, punteggiato in alto da finis­
sime granulazioni color crema-giallastro poi brunastre.
Carne: bianco-giallastra o giallastra, che non cambia di colore all'aria;
spessa, tenera. Odore buono. Sapore dolce.
Spore: brunastre in massa , fusiformi, liscie, 9,5-10 X 3;54,5 micron.
Habitat: nei boschi di pino, nell 'erba . Fine primavera-autunno .
Commestibilità: buono .
OSSERVAZIONI: Come il Boletus luteus (296), è bene togliere la cuticola del cappello
prima di usufruirne come commestibile . Suo simile, ma poco conosciuto, è il Boletus
collinitus (715), che non secerne gocce dai pori e porta al fondo del gambo resti di
micelio color arancio.
Riproduzione fotografica 1/ 2 grandezza naturale. - 531
BOLETUS TOROSUS Fries 298
Da a torosus » (Iat .) grande. robusto . Per la sua taglia

NOMI VOLGARI : Boleto toroso

Cappello: 8-20 cm, carnoso, globoso; colore giallo o giallo sporco, mac­
chiato di rosso cupo, azzurro-verdastro-nerastro al tocco.

Tubuli: fini, adnati.

Pori: rotondi; dapprincipio giallo vivo poi , via via, macchiantisi di rosso
fino a diventare rosso vivo, blu-nerastri al tocco .

Gambo: · 7-15 X 3~8 cm, pieno, più grosso alla base; giallo, rossiccio alla
base , reticolo giallo-porporino e al tocco azzurro-blu-nerastro.

Carne: gialla, al tocco azzurro-blu-nerastra, compatta. Senza odore e


sapore particolari.

Spore: bruno-olivastre in massa, ovoidali, 13-17 X 5 6 micron . J

Habitat: boschi di latifoglia; raro. Estate-autunno.

Commestibilità: commestibile.

OSSERVAZIONI : La sua caratteristica più evidente è il viraggio molto forte del colol'e,
al tocco o al taglio, in ogni sua parte . La colorazione· data dalle ossidazioni raggiunge
toni cupi, quasi nerastri come in nessun altro Boletus. È strano il colore dei pori che da
giallo vivo diventa via via rosso; può perciò, da giovane. essere grossolanamente scam­
biato con il Boletus appendiculatus (261).

Riproduzione fotografica grandezza naturale. - 533


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BOlETUS BOVINUS Fries ex Linn. 299


Da " bovinus" ( l at .) delle vacche . Per la sua abbondanza

Cappello: 5-11 cm, carnoso, elastico, convesso, alla fine aperto; glabro,
viscoso per l'umidità , lucente per il secco; fulvo ocraceo incarnato:
margine aguzzo , sinuoso-ondulato.
Tubuli: corti, larghi, elastici, annesso-decorrenti. non separabili dalla
carne; giallastri poi seppia-olivastri.
Pori: ampi: giallo-verdastri poi bruno-olivastri .
Gambo: 4-8 X 0,6-1,5 cm, pieno, flessuoso: fulvo-ocraceo chiaro, fiocco­
so alla base, con resti di ife miceliari arando .
Came: biancastro-crema con leggera ' tinta rossastra, tenera, molle.
Amarognola .
Spore: giallo-pallide . ellittico-fusiformi , liscie . 8-10,5 X 3-4,5 micron .
l1abitG;t: boschi di pino: comune . Estate-autunno.
Commestibilità: commestibile poco buono .

OSSERVAZIONI: Specie riconoscibile per il suo .presentarsi a gruppi di individui ravvIcI­


nati, quasi attaccati per i cappe Il i, e per il colore del m icel io che è arancio . Vagamente
può assomigl iare al Boletus (Gyrodon) lividus (272).

Riproduzione fotografica 1/ 2 grandezza naturale.

BOlETUS (Boletinus) CAVIPES Opat. 300


Da " cavipes " (lat .) gambo cavo . Per i I gambo cavo

Cappello: 4-12 cm, conico-convesso. qualche volta umbonato, secco ,


molto peloso o scaglioso, con il centro ricoperto da bioccoli eretti;
di colore variabile dal giallo limone (forma aurea) al bruno-rosso ferru­
ginoso; margine fortemente involuto, che presenta spesso dei lembi
bianchi, resti del velo.
Tubuli: corti, decorrenti a rete. aderenti alla carne de! cappello, venati e
alveolati alla sommità del gambo.
Pori: ampi, angolosi, disposti a raggiera, irregolari e composti: di colore
giallo zolfo poi olivastri.
Gc:mbo: 3-9 X 0,8-3 cm. sempre cavo : cilindrico o un po' ingrossato alla
base, lanoso e scaglioso; -concolore al cappello verso il basso.
Carne: giallastra, elastica nel cappello, fibrosa nel gambo . Senza odore
e sapore particolari .
Spore: giallo-olivastro sporco, fusiformi, 8.5-10 X 3.2-4 micron .
Hc:bitat: sotto aghifoglia; molto abbondante. Estate-autunno,
Commestibilità: mediocre commestibile .

OSSERVAZIONI : E' l'unico Boletus avente il gambo c'avo e perciò facilmente ricon oscibile

Riproduzione fotografica 1/ 2 grandezza naturale. -- 535


BOLETUS (lxocomus) SIBIRICUS 301
subsp. helveticus Sing.

Cappello: 4-8 cm, quasi a forma di cupola, vischioso; giallo cadmio poi
giallo-bruno, con macchie rosso-brune che si estendono a tutta la
superficie; cuticola separabile; margine involuto con resti di velo
lanoso molto persistenti.
Pori: poligonali , abbastanza grandi.; giallastri poi anche leggermente ro­
sati, con tipiche goccioline opalescenti.
Tubuli: lunghi, annessi al gambo, qualche volta anche decorrenti; giallo
sporco.
Gambo: 5-8 X 0,8-1,5 cm, giallo zolfo in alto, rossastro in basso; anello
grosso, quasi bambagioso, persistente, attaccato per lungo tempo al
margine del cappello .
Carne: giallo chiara, soffusa di rosa al taglio, specialmente nel gambo.
Odore quasi nullo. Sapore un po' amaro.
Spore: ellittiche, 9-12 X 4-5 micron.
Habitat: esclusivamente sotto il pino cembro (Pinus cembra), fino a 2200
metri di altitudine. Giugno-settembre.
Commestibilità: buono.

OSSERVAZIONI : Poco conosciuto, si presenta da noi nella subsp. helveticus; il suo nome.
infatti, lo vuole originario della Russia dove nasce con qualche caratteristica diversa
sempre sotto il cirmolo. Altri funghi tipici del cirmolo sono il Boletus plorans (289) e
il Boletus placidus (290); quest'ulti mo non così strettamente micorrizico. Il Boletus fla·
vidus (1137) è invece micorrizico del mugo e del pino silvestre.

Riproduzione fotografica 1/ 2 grandezza naturale. - 537


BOLETUS (Leccinum) SCABER (Bulliard ex Friesl 302
Da " scaber " (lat .) = scabro . Per la sc abrezza del cappello

SINONIMI : Leccinum scabrum Bul l iard


Trachypus leucophaeus Favr .
NOM I VOLGAR I : Porcinello grigio - Albatrello

Cappello: 6-12 cm, da biancastro a grigio o giallo-bruno più o meno


scuro. Superficie dapprincipio finemente vellutata poi più liscia e un
po' vischiosa a tempo umido. La cuticola può rompersi in areole.
Pori: minuti. rotondi ; da biancastri a grigi.
Tubuli: molto lunghi, arrotondato-liberi al gambo; grigiastri.
Gambo: 8-15 X 1-2 cm, pieno, lungo, cilindrico, attenuato verso l'alto,
rugoloso sulla lunghezza; biancastro, ricoperto da minute squame
nerastre.
Carne: biancastra, azzurro-grigia al solfato ferroso; molle nel cappello.
Spore: giallastre, allungate, 13-18 X 5-6 micron .
Habitat: sotto latifoglia. Estate-autunno .
Commestibilità: buono, anche se la carne diventa nera alla cottura . Da
usufruire il solo cappello, levando l'imenio.

OSSERVAZIONI: Molto comune . Esistono diverse specie confuse tra ·di loro: il Leccinum
duriusculum (1565), di taglia più compatta, con la carne che diventa rossiccia all'aria ;
il griseum (o scabrum var o carpini) (713), la cui carne annerisce ; l'oxydabile (1567), molto
chiaro di cappello , azzurro ne l la carne sotto l'az ione del solfato di ferro e l'holopus
(1136), pressoché bianco . Bianco ma molto più massiccio è il percandidum Vasil kov Watling .
Il Boletus tesselatus Gili. (sinonimo di crocipodius (712), nigrescens Richon et Roze e
rimosus Vent .), ha la carne grigiastra che si colora di nero, i pori gialli e il cappello
gi allo-bruno , quasi sempre screpolato in areole.

Riproduzione fotografica 1/ 2 grandezza naturale. - 539


BOlETUS (leccinum) RUFUS Schaeff. 303
Da " rufus .. ·(Iat.) = rosso. Per il colore del cappello

SIN ONIMI : Boletus aurantiacus (Bui!.)


Boletus versipellis Fr .
NOMI VOLGARI : Porcinello rosso· Rossino - Albatrello . Brisa
d'alborela

Cappello: 6-16 cm, arrotondato, emisferico, molto regolare, da giovane


chiuso contro il gambo; da arancio a rosso mattone; margine con resti
. frastagliati del velo .

Tubuli: molto lunghi , quasi liberi al cappello; biancastri.

Pori: piccoli, rotondi; grigiastri .

Gambo: 8-20 X 1-2,5 cm, pieno , solido, molto lungo; biancastro, ricoper­
to da minute squame da biancastre ad aranciato-brunastre.

Carne: tendente al colore nero, non al colore azzurro, ma generalmente


molto variabile nel colore del primo viraggio (verde, blù , rosso, violetto) .

Spore: fusiformi , 13-17 X 4-5 micron .

Habitat: tipico del pioppo (Populus tremula), Estate-autunno.

Commestibilità: commestibile, con le stesse caratteristiche del Boletus


scaber (302).

OSSERVAZIONI : Il Leccinum piceinum (1135) e il Leccinum vulpinum (711), quasi uguali,


crescono invece , sotto aghifoglia (abete rosso o pino) . Il Boletus (Leccinum) rufus può
essere confuso anche con i I testaceo·scabrum (306) o Boletus rufescens Secr ., che ha i I
cappello giallastro aranciato, il gambo ricoperto da squamature decisamente nere e che
può raggiungere tagl ie notevol i e i I Boletus decipiens (Si ng .), più marrone sul cappello,
specie recentemente differenziata e descritta .

Riproduzione fotografica 1/ 3 grandezza naturale, - 541


BOLETUS PORPHYROSPORUS Fries 304
Da « porphyr6s • (gr .) = porpora. Per il colore delle spore
SINONIMI : Porphyrellus pseudoscaber (Secr.) Sing .
Cappello: 6-15 cm, molto carnoso, da convesso a spianato, emisferico,
finemente vellutato; bruno fuligginoso con riflessi anche verdastro­
violastri, nerastro al tocco.
Pori: abbastanza ampi, ovali o angolosi; color fuliggine con riflessi rosat i.
Tubuli: annessi al gambo o semiliberi; da grigiastro scuri a rosati.
Gambo: 7-12 X 1,5-3 cm, pieno, solido, regolare, a sezione costante o
bulboso, non reticolato, non rugoso o scabro, ma ricoperto da ' una
minutissima pruina; colore urunastro fuliggineo.
Carne: bianco-latte al taglio, leggermente colorantesi di rosa o azzurro,
col tempo nerastra; soda, quasi fibrosa. Odore abbastanza sensibile.
Sapore acidulo.
Spore: leggermente ocracee, a fuso, apiculate alla base, 13-18 X 6-8
micron.
Habitat: nei boschi di conifere e misti, in luoghi piuttosto sabbiosi o al
margine delle strade sabbiose di montagna; abbastanza raro o almeno
non comune. Estate-autunno.
Commestibilità: può essere consumato, ma ha carne piuttosto fibrosa.
OSSERVAZIONI: È curioso trovare questo Boletus così scuro in ogni' sua parte tanto da far
crescere ad un annerimento per alterazione da età. Contrasta i I colore scuro esterno i I
candore della carne al taglio. Del Boletus porphyrosporus e dello pseudoscaber, da noi sino­
nimizzati si tende a farne due specie diverse. Il primo con la carne che assume tonalità
azzurrastre, il secondo che si colora invece di rosso -rosa.
Riproduzione fotografica 1/ 2 grandezza naturale.

STROBILOMYCES STROBILACEUS Scopo I i ex Fries 305


Da « str6bylos» (gr.) = pigna . Per l'aspetto squamato
SINONIMI : Boletus squarrosus Perso

Cappello: 5-15 cm , quasi sferico poi convesso o appianato , asciutto ,


screpolato in larghe placche poligonali; grigio o bruno-nerastro; margi­
ne prolungato in una larga dentellatura .
Tubuli: lunghi, annessi ; biancastri, grigi.
Pori: poligonali.
Gambo: 8-20 X 2-3 cm , pieno, lungo, cilindrico, molto fibroso , tutto rive­
stito da lanosità ; grigio-bruno-nerastro.
Carne: si tinge all'aria di rossastro(immutabile nE?lla varietà floccopus
Vhal.) ; coriacea , specie nel gambo. Inodore. Insapore.
Spore: bruno scure, quasi arrotondate, 10-12 X 8,5-10 micron.
Habitat: boschi di latifoglia; piuttosto raro. Estate-autunno.
Commestibilità: di scarsa qualità perchè troppo fibroso nella carne .
OSSERVAZIONI : È un fungo facile a riconoscere per la presenza della tipica, visto sa
ornamentazione , uguale nel cappello e nel gambo, e che lo fa assomigliare ad uno
strobilo di con ifera .

Riproduzione fotografica 1/ 3 grandezza naturale. - 543


LECCINUM (Boletus) TESTACEO-SCABRUM 306
(Secr.) Si ng.
Da .. testaceus .. (lat.) = di terracotta. di mattone . Per il colore

S I NON I M I: Boletus rufescens Secr.

Cappelo: 8-15 cm, emisferico poi più o meno aperto; giallo-arancio più
o meno carico, a colore uniforme; margine delle volte a colore più
aranciato .

Tubuli: lunghi, appoggiati al gambo; bianco sporchi o grigiastri.

Pori: piuttosto piccoli , rotondj; grigi o grigio-olivastri.

Gambo: 10-15 x 3-5 cm, lungo, ingrossantesi verso la base, quasi panciu­
to; coperto da squamosità nere su fondo rugoso bianco .

Carne: bianca, che si tinge di bluastro o anche di rosso in ogni parte;


compatta. Odore pressochè nullo . Sapore dolce .

Spore: giallo-brune, fusoidali, 12-17 X 4-5 micron .

Habitat: sotto le betulle. Estate-autunno .

Commestibilità: buono.

OSSERVAZIONI : È spesso confuso con il Boletus rufus (303), cui assomiglia molto . Si
distingue per il co lore più aranciato . non rosso. del cappello, per le squamosità nere sul
gambo. mai di altro colore . e per la taglia molto più massiccia.

Riproduzione fotografica 2/ 3 grandezza naturale. - 545


POLVPORUS CONFLUENS Friesex Albertini et 307
Schweinitz .
Da " confluens» (Iat.l confluente . Per gambi che concorrono in un
solo cespo

NOMI VOLGARI : Fungo del pane

Cappello: 15-30 cm , molto carnoso, Uscio da giovane, areolato per il


secco, formato da numerosi cappelli irregolari e lobati, anche sovrap­
posti, che partono da un unico ceppo o gambo; da senape a rosso­
giallo più o meno scuro; margine inizialmente involuto .

Tubuli: corti, decorrenti sul gambo e difficilmente staccabili dalla carne:


bianchi.

Pori: piccoli, rotondi; bianchi poi giallastri o leggermente rosa.

Gambo: corto, irregolare, grosso e difforme, spesso inserito nel terreno;


si divide in parecchi gambi verso l'alto terminanti nei cappelli del
complesso del carpoforo.

Carne: bianca, immutabile, liscia nella superficie spezzata, da giovane


dura e compatta. Odore non percettibile . Sapore leggermente amaro,
specialmente nella corteccia.

Spore: bianche, ellittiche, 5-6 X 3-4 micran.

Habitat: boschi di aghifoglia; comune e abbondante. Luglio-settembre .

Commestibilità: buono per conservare sotto aceto e sott'olio. Si scon­


siglia l'uso immediato per la sua consistenza e per il sapore a.maro .

OSSERVAZIONI: Assieme .al Polyporus ovinus (308) è uno dei pochi Polyporus comme­
stibili e che si possono conservare sott'aceto con ottimi risultati. Il Polyporus ovinus è
di colore grigio-giallo o verdastro ,sul cappello, con le caratteristiche screpolature del
suo compagno, ma sempre molto più pronunciate . I singoli individui, inoltre, non
nascono da un unico ceppo, ma presentano un gambo , anche se si trovano raggruppati
fra di loro. La colo razione verdastra dell'ovinus si accentua con la cottura , t caratteri­
stico l'aspetto di questi funghi ' appoggiati sul terreno a lunghe file, o gruppi, simili a
escrescenze difformi, L'ovinus è migliore e può anche essere consumato subito ,

Riproduzione fotografica 2/ 3 grandezza naturale. - 547


POLVPORUS OVINUS Schaeffer èx Fries
308
Da " ovis • (lat.) = pe cora. Per ché viene mangiato dagli ovini

SINONIMI : Boletus ovinus Schaeffer


NOMI VOLGARI: Poliporo ovino

Cappe"o:6-12 cm, difforme, convesso, poi spianato , secço, pruinoso:


bianco con macchie giallo limone, brunastro con tratti verdastri; pelli­
cola che si screpola formanqo areole quadrilatere: margine a lobi
ondulati.

Tubuli: assai corti, decorrenti : bianchi o giallo limone .

Pori: piuttosto piccoli. quasi rotondi : bianchi o citrini .

Gambo: 2-3 x 1-2 cm. corto, irregolare, generalmente eccentrico, tubero­


so o assottigliato alla base: forforaceo, bianco con macchie citrine.

Carne: bianca poi citrina, fragile , soda. Odore e sapore gradevoli , come
di mandorla .

Spore: bianche in massa, ialine, liscie , piuttosto globose , con al centro


un nucleo oleoso, 3,5-4,5 x 3-4 micron .

Habitat: in montagna, nei boschi di conifere, i(1 grandi famiglie: spesso


si trovano parecchi individui uniti nei gambi. Estate-autunno .

Commestibilità: commestibile anche per uso immediato. Si presta molto


alla conservazione sotto aceto e sott'olio .

OSSERVAZION I : E' migliore del suo simile Polyporus confluens (307) , perché non amaro
e di consistenza meno dura. qualità che permettono di usarlo per una immediata cottura
dopo averlo ridotto in sott ili fett i ne .

Riproduzione fotografica 2/ 3 grandezza naturale. - 549


POL VPORUS GIGANTEUS Persoon ex Fries
309
Da .. giganteus» (Iat,) gigantesco, .per le sue dimensioni

Carpoforo: 20-50 cm, elastico, a cappelli sovrapposti come le tegole di un


tet'to; bruno-rosso, bistro-ocraceo, bruno-castano con macchie nerastre,
ma crema giallastro al bordo; superficie vellutata, granulosa al margine,
altrove radiai mente grossolanamente rugosa e di aspetto zonato per
delle fascie concentriche più colorate; margine irregolarmente lobato
e sinuoso, a pieghe profonde.
Tubuli: corti; ,bianchi. Si formano molto tardi; il fungo anche molto svi­
luppato mostra un imenio liscio, anche alla lente .
Pori: piccoli; crema, ocra-pallidi poi crema-seppia, che anneriscono al
tocco o con l'essiccazione.
Gambo: non esiste gambo vero e proprio, ma la base del cappello forma
una massa difforme, più o meno distinta e allungata.
Carne: bianca, rossa all'aria, che .finisce per assumere sfumature nera­
stre; fibrosa, coriacea. Odore forte, caratteristico . Sapor'e acidulo.
Spore: bianche in massa , largamente ellittiche, liscie, 5-7,5 X 4-6,5
micron .
Habitat: sui tronchi di faggio e quercia, in masse enormi (anche 30 kg
di peso), sì da ricopri rl i interamente con il suo gigantesco carpoforo;
abbastanza comune. Fine estate-autunno .
Commestibilità: usufruibile, purché giovane.

OSSERVAZIONI: Suo simile è il Polyporus montanus (729), che ha la stessa consistenza


e forma nei cappelli ma che non annerisce nella carne. Può essere confuso con il
Polyporus frondosus (310), che ha cappelli simili per forma ma meno grandi e su gambi
più evidenti a forma di rami, non difformi come nel giganteus. Il PoJyporus umbellatus
(311), ha i cappelli circolari a forma di fiore o imbuto. Tutti , da giovani, commestibili.
Un solo carpoforo del giganteus può raggiungere taglie enormi. Sono , stati trovati esem·
plari che pesavano oltre 40 kg.

Riproduzione fotografica 1/ 2 grandezza naturale. - 551


POLVPORUS FRONDOSUS (Vahl) Fries 310
Da " fronDosus » ( lat .] frondoso . Per il suo aspetto

SINONIMI: Boletus frondosus Vahl .


Cladomeris frondosa Ouélet
NOMI VOLGARI: Poliporo frondoso - Griffo - Griffone - Fungo reale

Carpoforo: 10-40 cm, con aspetto. di cespuglio ramificato a cappelli a


forma di ventaglio piuttosto piccoli, simili a petali forforacei; color
bruno-grigio : margine ondulato.

Tubuli: corti, decorrenti .


Pori: quasi rotondi, nel fungo giovane assai minuti, nel fungo adulto
piuttosto grandi ; bianchi .

Gambo: molto ramificato terminante nei singoli cappelli ad attacco


laterale, irregolare: bianco.

Carne: bianca , fragile . Odore . piuttosto forte. Sapore gradevole.

Spore: bianche in massa, ialine al microscopio, granulose, ovali, 5-7 X


4-5 micron .

Habitat: ai piedi o sui tronchi di latifoglia. Estate-autunno .

Commestibilità: commestibile. purchè giovane .

OSSERVAZIONI: Dal suo simile Polyporus umbellatus (311), si distingue per là forma dei
singoli cappelli a ventaglio e non a fiore. Esiste una specie molto simile : il Polyporus
intybaceus (1181) a cappelli più minuti e frastagliati di solito scambiato con il frondosus,
di cui si può considerare una forma .

Riproduzione fotografica 1/ 3 grandezza naturale. - 553


POLVPORUS UMBELLATUS Persoon ex Fries 311
Da • umbella • (lat .) = ombrella . Per la forma dei singoli cappe l li

SINONIMI : Boletus umbellatus Persoon


Boletus ramosissimus Schaeffer
Cladomeris umbellata Schweinitz
NOMI VOLGARI: Poliporo umbellato

Carpoforo: 2"2,5 cm, nei singoli cappelli (20-40 cm, e più, nel complesso
cespitosoJ. carnoso, sottile, abbastanza regolare , quasi rotondo , da
giovane convesso, con umbone, poi piano, un po' depresso al centro;
color grigio più o meno chiaro o nocciola-giallastro ;' margine general­
mente lobato e ondulato.
Tubuli: molto corti, che decorrono sul ga.mbo; bianchi.
Pori: minuti, rotondi poi angolosi; concolori ai tubuli.
Gambo: ramificato. carnoso. piuttosto allungato, molto biforcato. parte
dalla stessa base come i rami di un tronco ; bianco .
Carne: bianca , tenera ma un po ' fibrosa . fragile . Odore quasi di farina .
Sapore buono . E' facile a decomporsi : in tale stato emana un cattivo
odore ..
Spore: bianche in massa. ialine al microscopio. piuttosto ellittiche.
liscie. 8-11 X 3-4 micron . .
Habitat: sui tronchi degli alberi nei boschi . ai piedi degli alberi sulle
ceppaie, sul terreno; raro. Estate-autunno.
Commestibilità: commestibile, purchè giovane .

'OSSERVAZIONI : È un bellissimo fungo con i caratteristici gambi che partendo dal ceppo
dove concorrono si biforcano 'più volte. attenuandosi di diametro per finire nei cappelli
singoli. aperti a guisa di fiore . Per curiosità sono stati còntati i cappelli del fungo
riprodotto . Raggiungevano il numero incredibile di 1520 .

Riproduzione fotografica 1/ 3 grandezza naturale. - 555


GANODERMA APPLANATUM (Fr. ex Pers.) PiI. 312
Da " applanatus »(I ar.) spianato . Per la, torma resupinata

Cappello: 10-60 cm , privo di gambo, appiattito, anche irregolare, legger­


mente zonato, rivestito da una crosta uniforme fragile; color cannella
pallido, tipico ; margine bianco .
Tubuli: finissimi, stratificati ; bruno subferruginosi.
Pori: molto piccoli ; biancastri , leggermente rosati.
Carne: biancastra poi bruno-marrone, suberosa.
Spore: fulvo-brune , bruno-rosso chiare al microscopio , ovoidali, troncate,
liscie , 7-10 X 5-7 micron .
Habitat: sui tronchi nei boschi di latifoglia, in montagna . Tutto l'anno .
Commestibilità: non usufruibile, per la consistenza legnosa .

OSSERVAZIONI : t uno fra i più comuni Polyporus. Può essere confuso con il Fomes
marginalus (726), grigio e con il bordo rossiccio lucente. t facile riscontrare nell'imenio
la presenza di numerosissime minute escrescenze cilindriche provocate dalla presenza
delle larve di un parassita, l'Agathomya Wankowiczi.

Riproduzione fOlografica 1/ 3 grandezza nalurale.

CORIOLUS VERSICOLOR (Linné ex Fries) Pilàt 313


Da " versicolor » (lat.) di colore v.ariabile

Cappello: 3-12 cm, privo di gambo, sottile, con zone concentriche ravvi­
cinate, satinato-Iucenti e nude, alternate a zone vellutate e opache;
di colore variabilissimo, da nerastro a brunastro, rosso-bruno, bistro­
. verdastro; margine acuto, ondulato e lobato.
Tubuli: bianchi.
Pori: minutissimi, arrotondati; bianchi poi più o meno gialli o giallo­
rossastri.
Carne: bianca, coriacea.
Spore: bianche, cilindriche, leggermente arcuate, 5-8 X 1,5-3 micron.
Habitat: sulle ceppaie; comunissimo e ubiquitario. Tutto l'anno.
Commestibilità: senza valore.

OSSERVAZIONI : Si riconosce per l ' imenio bianco e per i pori minutissimi. Oualche volta
i cappelli sono verdastri per la presenza di licheni. Il Leptoporus adustus (741), quasi
uguale, ha l'imenio scuro e porta traccia di gambo .

Riproduzione fotografica 1/ 2 grandezza naturale. - 557


POLVPORUS BETULINUS (-Bull. ex Fr.) Karst. 314
. Da .. betula» (lat .) = betulla. Per il suo habitat

SINONIMI: Ungulina betulina Patouillard


Piptoporus betulinus Karsten

Cappello: 10-25 cm, convesso nella parte superiore, concavo inferiormen­


te, liscio, screpolato; da biancastro a grigio-gial.lastro a brunastro­
rossastro; margine arrotondato verso i tubuli.
Tubuli: fitti, corti; bianchi.
pori: piccoli; bianchi.
Oambo: orizzontale, cortissimo oppure mancante .
Carne: biancastra ; elastica da giovane, poi legnosa .
Spore: ialine al microscopio, cilindriche , 4-6 X 1-2 micron .
Habitat: sulle betulle. Estate .
Commestibilità: non commestibile, per la sua consistenza legnosa .

OSSERVAZIONI : È un Polyporus tipico delle betulle . Cresce sugli alberi già degradati,
alle volte in numerosissime mensole. che invadono tutto il tronco .

Riproduzione fotografica 1/ 4 grandezza naturale.

POLVPORUS CRISTATUS Persoon ex Fries 315


Da .. cristatus » (lat .) crestato . Per la forma dei cappelli

Cappello: 5-12 cm, irregolare, a forma di ventaglio, lobato , unito in più


cappelli forniti di corto gambo; da brunastro-giallo a giallo-verdastro;
superficie leggermente squamata; margine piuttosto involuto.
Tubuli: corti (1-4 mm), decorrenti sul gambo fino alla base ; bianchi.
Pori: irregolari, lacerati; prima bianco candidi poi giallastri.
Gambo: molto corto, eccentrico; bianco o olivastro .
Carne: bianca poi verdastra; piuttosto dura, fragile con l 'età . Odore fun­
gino. Sapore piuttosto amaro.
Spore: ovoidi, guttulate, 6-7 X 5-5,5 micron .
Habitat: foreste di latifoglia e aghifoglia , su resti legnosi del terreno.
Estate-autu n no .
Commestibilità: non commestibile , coriaceo.

OSSERVAZIONI: Viene scambiato con il Polyporus ovinus (308), ma ha il cappello più


verdastro uniforme e diversa consistenza, più tenace, sì da renderlo non adatto al consumo.

Riproduzione fotografica 2/ 3 grandezza naturale. - 559


FOMES OFFICINALIS (Vittadini) Bresadola 316
Da " officinalis» (lat .) medicinale . Perchè usato per medicinali

SINONIMI : Polyporus officinalis Fries


Boletus laricis Jacq.
NOM I VOLGAR I: Fungo del larice . Fong del lares

Cappello: fino a 50 cm di altezza e 30 cm di larghezza, a consistenza


carnoso-suberosa, quasi stopposa ; inizialmente globoso poi a forma di
zoccolo di cavallo , difforme O ' abbastanza regolare , solcato sulla su­
perficie da solcature irregolari, secco; di colore da giallo a bianco o
grigiastro, diviso in zone da screpolature e da colorazioni succedenti;
corteccia dura. Superficie imeniale con presenza di fossette.

Tubuli: molto corti; biancastri.

Pori: minuti; tendenti al giallo.

Carne: molle, ma spugnoso-stopposa, non friabile. Odore di farina appe­


na macinata . Sapore molto amaro .

Spore: giallastre, ellittiche, leggermente curve, guttate, 6-7 X 3-3 micron .

Habitat: sulle piante di larice (Larix decidua). Pluriannuale.

Commestibilità: non commestibile. Usufruito come medicinale e per


confezionare amari .

OSSERVAZION I: E' un fungo che ha tutta una storia per le proprietà terapeutiche che
gli erano attribuite . Come suo ultimo uso veniva adoperato per preparare amari medici­
nal i a base di erbe. Attualmente lo sostituiscono prodotti sintetici. Veniva prolungatam ente
macinato e usato mescolato a tutti gli altri ingredienti . Molto ricercato. era pagato
profumatamente ai raccogl itori.

Riproduzione fotografica 1/ 2 grandezza naturale. - 561


OSMOPORUS ODORATUS Singer 317
Da " odoratus " . (lat .) = odoroso. Per il suo gradevole odore

SINONIMI: Trametes odorata (Wul.f.) Fries


Anisomyces odoratus Pi làt .

Cc.:ppello: 8-12 cm . semicircolare o a zoccolo di cavallo , qualche volta


anche allungato irregolarmente in senso laterale . resupinato. a croste,
rnolto rugoso e vellutato; fulvastro. poi fulvo-mattone-brunastro. alla
fine anche nerastro.
Tubuli: lunghi ; bruno-fulvi , con pruina bianca .
Pori: arrotondati e angolosi; ocra ·cannella o fulvo cannella.
Carne: fulva poi mattone vivo. coriacea . molto dura . Odore gradevole .
quasi aniseo. tipico. molto pronunziato e persistente .
Spore: dapprima incolori poi brune . ellittiche. 6-7.5 X 3-4 micron .
Habitat: sui ceppi troncati di conifere ; vegeta in tempo umido . Tutto "
l'anno.
Commestibilità: non commestibile . per la sua consistenza legnosa .

OSSERVAZIONI: Il gradevole profumo e il colore aranciato lo fanno riconosc ere anche


se si presenta nelle forme più di verse .

Riproduzione fotografica 1/ 2 grandezza naturale ,

POLVPORUS PES CAPRAE Persoon ex Fries 318


Da " pe~ caprae • (lat.) = piede di capra . Per la sua forma

SINONIMI: Polyporus scobinaceus (Bresadola)

Cappello: 7-12 cm. carnoso. di consistenza elastica, a forma irregolare .


eccentrico . con gambo anche laterale; da,pprima colore bruno scuro o
caffelatte. poi bruno-nerastro. squamato. quasi a fiocchi regolari su
tutta la superficie . .
Tubuli: decorrenti; bianchi. '
Pori: molto lar'ghi, irregolarmente poligonali; bianchi o giallastri .
Gambo: 3-5 X 1-2 cm , a gobbe e ingrossato alla base , attacCato eccentri­
camente; biancastro.
Carne: bianco-giallastra, piuttosto fragile. Odore nullo . Sapore di nocciola .
Spor.e: biancastre. liscie, ellittiche, 7-10 X 5-6 micron .
Habitat: sotto aghifoglia e latifoglia sul terreno ; gregario o in più indivi­
dui ravvicinati; piuttosto raro . Estate-autunno .
Commestibilità: ottimo. Poco conosciuto .
OSSERVAZIONI : È uno dei pochi Polyporus commestibili. Il nome gli deriva dal gambo
eccentrico che. con il cappello. conferisce al fungo una strana forma . simil~ a quella di
uno zoccolo di capra rovesciato. A prima vista la parte superiore squamata del cappello
fa pensare ad un Hydnum badium (756), è tuttavia chiaro che la presenza dei pori al posto
degli aculei lo fa subito riconoscere per un Polyporus.

Riproduzione fotografica 1/ 2 grandezza naturale. - 563


DAEDALEA QUERCINA (Fries) Ouélet 319
Da « quercus » (lat.) = quercia . Per il suo habitat

SINONIMI: Trametes (Lenzites) quercina (Linné ex Fries) Pilàt

Cappello: 6-30 cm, grosso, voluminoso, semicircolare, ben presto molto


pallido, glabro o appena vellutato, ma sempre rugoso, formato anche
da escrescenze irregolari sul tronco dove cresce in più esemplari; color
ocra bistro, sughero; margine ottuso, generalmente regolare, vagamen ­
te zonato .
Lamelle: larghe .0 spesse, spaziate ,. ramificate, congiunte le uno alle al­
tre; concolori al resto del carpoforo e nello stesso ricavate come per
intarsio .
Carne: chiara; a consistenza legnoso-suberosa . Inodore.
Spore: bianche , cilindriche, leggermente depresse lateralmente, 5,5-7,7
(9) X 2 ,5-4(4,5) micron .
Habitat: sulle querce e sui castagni, qualche volta anche sui tronchi
abbattuti, degradati ; molto comune . Peristente per lungo tempo .
Commestibilità: non commestibile, per la sua consistenza legnosa.
OSSERVAZIONI: E inconfondibile per il disegno caratteristico del suo imenio, che si
presenta come scavato a labiri nto nella dura carne a consi stenza legnosa della superficie
inferiore del cappello .

Riproduzione fotografica 2/ 3 grandezza naturale.

POL VPORUS ELEGANS Karsten 320 '


Da « elegans » (lat.) = elegante . Per il suo aspetto
SI NON I M I: Melanopus elegans (Fries) Patoui Ilard

Cappello: 3-6 cm, convesso, piano poi depresso al centro , liscio, presto
indurito-legnoso; da oc:raceo-giallo a fulvo giallastro; margine sottile ,
acuto , lobato.
Tubuli: corti , decorrenti; bianchi poi giallastri.
Pori: piccoli, rotondi ; bianchi o crema giallastri.
Gambo: 4-6 X 0,4-0,8 cm , sodo, duro, liscio, laterale o eccentrico; bian­
castro in alto , nero alla base in una parte nettamente delimitata .
Carne: bianca, coriacea, legnosa . Senza odore nè sapore .
Spore: bianche in massa, ellittico-oblunghe o subfusiformi, liscie, 7-9 X
2,3-3,5 micron .
Habitat: sui rami morti o vecchi tronchi di latifoglia . Estate-autunno .
Commestibilità: non commestibile; coriaceo .

OSSER VAZ IONI: Il genere Melanopus si riconosce per il rivestimento nero alla base del
gambo . L'elegans ha tonalità giallastre sul cappello . Il Polyporus arcularius (716), non ha
il gambo nero ed è diverso per l'imenio con pori più grandi, poligonali, e per una specie
di cigliatura al margine del cappello. È confuso con il Polyporus brumalis (724), " a pori
minutissimi, molto più comune . Tutti di nessun valore commestibile.

Riproduzione fotografica grandezza naturale. - 565


POLVPORUS LEUCOMELAS (Pers. e'x Fr.) Fayod 321
Da • leucos» (gr,) = bianco e "melas» (gL) = nero , Per il colore bianco e nero

SINONIMI: Boletus leucomelas Persoon - Polyporus ,Ieucomelas Persoon


Boletus leucomelas Fayod - Caloporus leucomelas Pi làt
NOM I VOLGAR I: Poliporo bianco e nero

Cappello: 7-15 cm, carnoso, irregolare, deforme, rotondeggiante-convesso


o piano; nero; margine arrotondato verso i tubuli, liscio o rugoso.
Tubuli: corti, decorrenti; bianchi poi grigiastri .
Pori: abbastanza grandi, irregolari, dentellati; bianchissimi poi grigi.
Gambo: 3-4 X 1,5-2,5 cm, corto, pieno , cilindrico, irregolare, piuttosto
eccentrico, leggermente squamato; concolore al cappello.
Carne: bianca, rosea all'aria; compatta tenera . Inodore. Sapore dolce.
Spore: bianche in massa, ialine, amiloidi, 5-7 X 4,5 micron.
Habitat: specialmente nei boschi di conifere . Estate-autunno .
Commestibilità: non commestibile, duro.
OSSERVAZIONI: È riconoscibile per il forte contrasto tra il bianco candido dell'imenio
e il colore nero del cappello e del gambo. Secondo certi autori esiste la forma nera e
una forma più chiara, grigiastra sul cappello. A nostro avviso si tratta di un'altra specie
e cioè del Polyporus subsquamosus (717) riportato da Bresadola nell ' I conografia M ic.
al n . 947.

Riproduzione fotografica 1/4 grandezza naturale.

FISTULINA HEPATICA (Schaeffer ex Fries) 322


Da " hepatikos » (gr,) = del fegato.. Per la sua somiglianza al fegato

S I NON I M I: Boletus hepatlc.us Schaeffer


Fistulina buglossoides Bulliard
Hypodrys hepaticus Persoon
NOM I VOLGARI: Fistolina epatica' Lingua· Lingua di bue

.Cappello: 10-20 X 2-3 cm, carnoso, simile ad una lingua; colore arancio
o rosso sangue, rosso fegato.
Tubuli: corti, liberi, cilindrici; gia"ognoli poi rosei.
Pori: larghi. rotondi; bianco-gialli.
Gambo: quando esiste è breve, tozzo, cilindrico.
Carne: con venature piene di un succo simile al sangue; spessa, fibrosa .
Sapore piuttosto acidulo.
Spore: ialine-rosee, ovato-globose. ovoidali, 4-6 X 4,5 micron.
Habit: sui vecchi tronchi di latifoglia. Estate-autunno.
Commestibilità: commestibile da giovane.

OSSERVAZIONI: E' tipico il suo imenio costituito come da uno strato di veri tubicini
appressati l'uno all·altro. ma I iberi , Si può preparare come una cotoletta o conservare
sotto aceto .

Riproduzione fotografica 1/ 2 grandezza naturale . - 567


POLVPORUS SULPHUREUS (Bulliard) Fries 323
Da • sulphureus .. (laL) = sultureo. Per il colore giallo-aranciato

SINONIMI: Boletus sulphureus Bulliard


Boletus caudicinus Scapoli
Cladomeris sulphurea Ouélet
Polyporus caudicinus K6hl.
NOM I VOLGARI: Poliporo sulfureo

Cappello: grande, generalmente accompagnato da altri cappelli sovrap­


posti o agglomerati, che possono raggiungere nel loro insieme anche
50 cm, di dimensioni e 20 kg di peso; sessi le, a forma di ventaglio,
di lingua o clava; colore da giallo-arancio a giallo limone; margine
ondulato, lobato.

Tubuli: corti; color giallo zolfo.

Pori: piccoli, arrotondati; giallo zolfo. Secernono un succo acquoso


giallastro.

Carne: giallognola nel fungo adulto; carnosa, molle, succosa, poi molto
secca, dura, fragile . Odore particolare . Sapore acidulo e amaro.

Spore: ialine, ovoidali o globose, 6-8 x 4,5 micron.

Habitat: generalmente su latifoglia, compresi gli alberi da frutto, più


raro sulle conifere . Estate-autunno.

Commestibilità: commestibile, da giovane, ma di scarso valore per il


sapore e l'odore .

OSSERVAZIONI : E' parassita degli alberi da frutto che degrada fino a portarli al
completo deperimento. Le mensole del fungo crescono anche sul tronco dell ' albero già
morto .

Riproduzione fotografica 2/ 3 grandezza naturale. - 569


POLVPORUS SQUAMOSUS (Hudson) Fries 324
Da " squamosus ,, (lat .) squamoso . Per il cappella coperto da squame

S I NON I M I: Boletus squamosus H udson


Polyporus pallidus Schulzer et Kaichbrenner
Melanopus squamosus Bourdot et Galzin
Bresadola paradoxa Spegazzini
NOM I VOLGAR I: Poliporo squamoso

Cappello: 10-40 cm, carnoso poi coriaceo , infine legnoso-secco, a forma


di ventaglio; giallo, con squame · concentriche brune.

Tubuli: decorrenti sul gambo ; bianchi poi nocciola .

Pori: dapprincipio piccoli poi grandi, dentellati, angolosi; bianco-gialli.

Gambo: 5-7 x 4-5 cm, grosso, corto, cilindrico, eccentrico, con i tubuli
all'estremità superiore decorrenti formanti una specie di reticolo, forfo­
raceo poi glabro; nella parte inferiore nerastro e tuberoso.

Carne: bianca, elastica, coriacea poi legnosa. Odore di farina rancida.


Sapore dolciastro .

Habitat: sui tronchi e sulle ceppaie degli alberi vivi o morti; specialmente
latifoglia . Primavera-estate; raramente in autunno .

Commestibilità: commestibile, solo se giovane, ma di non grande pregio.

OSSERVAZIONI : Sono t i piche le sue mensole a ventaglio su alberi di latifoglia . il


gambo molto carta. un po ' gonfiato e vellutato . nero da adulto.

Riproduzione fotografica 1/ 5 grandezza naturale. - 571


HYDNUM REPANDUM Linn. ex Fries 325
Da " repandus • ,(lat.) = rip iegato all'insù . Per l' orlo de l cappello

NOM I VOLGAR I : Steccherino dorato

Cappello: 5-15 cm, sodo, compatto , convesso, gibboso, e irregolarmente


lobato al bordo, un po' vellutato e pruinoso ; giallo-camoscio chiaro o
bianco-giallastro . .

Aculei: fitti , ineguali, appena decorrenti , molto fragili; biancastri poi


concolori al cappello .
Gambo: 5·8 X 1-3 cm , di solito grosso , sovente eccentrico; biancastro o
concolore al cappello ,
Carne: bianca, grossa, soda, fragile. Odore nullo . Sapore piuttosto
amaro .
Spore: bianco-crema in massa, arrotondate o leggermente angolose,
monoguttate, 7-9 X 6-8 micron .
Habitat: nei boschi ; gregario o formante grandi cerchi ; comune . Fine
estate fin quasi in inverno.
Commestibilità: mediocre . Richiede lunga cottura .

OSSERVAZIONI : Per quanto più chiaro di colore assomiglia al Cantharellus cibarius (236)
ma è ben diverso per la presenza cegli aculei al posto delle lamelle , per il sapore amaro
e per la mediocre commestibi l ità. Può assumere colorazione anche più aranciata, ma lo
distingue sempre la decorre nza dell'imenio che lascia poco al gambo . La varietà rufescens
(755), di colore aranciato presenta invece carpofori decisamente stipitati e sembra esistano
più varietà diverse anche per caratteri di commestibilità .

Riproduzione fotografica grandezza naturale. - 573


HYDNUM (Sarcodon) IMBRICATUM 326
(Linné ex Fries) Quélet
Da " imbricatus ,, (lat .) disposto a embr ici sov rappost i. Per le squame
del cappello

Cappello: 6-30 X 2-5 cm , convesso o appianato, -q ualche volta depresso


al centro; grigio-bruno poi bruno o bistro; superficie in principio fine­
mente fioccosa poi lucente, con larghe placche scagliose, concentri­
che , più scure del fondo del cappello ; margine un po' ondulato, lobato
qua e là .
Aculei: 5-10 mm di lunghezza , fitti, decorrenti; in principio biancastri poi
da grigio-bruni a bruni .
Gambo: 5-8 X 1,5-2,5 cm , corto, grosso; grigio bruno .
Carne: bianco sporca poi seppia chiaro; soda, tenace, ma più tenera che
nei Calodon, qualche volta vagamente zonata . Odore che diventa spes­
so forte e sgradevole nel fungo adulto . Sapore più o meno acerbo e
amaro .

Spore: arrotondate , angolose, finemente tubercolate o asperulate ,


5- 7 X 5-6 micron .
Habitat: boschi di conifere ; assai comune . Estate-autunno.
Commestibilità: commestibile da giovane .

OSSERVAZION I : Molto adatto per essere conservato sotto aceto, anche abbastanza adulto,
dopo avere raschiato gli aculei dell'imenio . Si può ridurre pure in polvere aromatica con
buon esito. Altri Sarcodon simili , ma tutti da rifiutare come commestibili , sono : l'Hydnum
laevigatum (1155), liscio sul cappello, che può raggiungere taglie enorm i ed avere forme
mostruose ; odora fortemente di cicoria tostata o surrogato di caffè ed è molto amaro;
l'Hydnum fuligineo-violaceum (Kalchbr .J, viola scuro e che all'assaggio lascia in gola un
senso di soffocamento che perdura per lungo tempo; l'Hydnum badium (756), ' che è però
di colore più cupo e meno pregiato . Esistono molte altre specie non sempre facili da
identificare .

Riproduzione fotografica 3/ 4 grandezza naturale_ - 575


HYDNUM (Calodon) FERRUGINEUM 327
(Fries) Karsten
Da " ferrug i neus " [lat. ) =. fer rugi neo. Per il suo co lore
SI NONIMI : Calodon ferrugineum Kars te n
Calodon floriforme Ouélet

Cappello: 2-7 cm , bianco da giovane, poi rosso-br unastro e bruno, trasu­


dante goccioline rosso-sangue; margine bianco.
Aculei: piuttosto ,fini, decorrenti , facilmente staccabili ; bianchi poi
bruno-rosei.
Gambo: corto, spugnoso in basso ; bruno .
Carne: bruno-rossastra ; zonata, suberosa.
Spore: brune, verrucose , angolose , 4,5 x 6 micron .
Habitat: nei boschi. Estate-autunno . .
Commestibilità: non commestibile , coriaceo .
OSSERVAZIONI: Variabile di forma e anche di aspetto è ben riconoscibile per la presenza,
nel fungo giovane , di goccio l ine rosse sulla superficie superiore del cappello . Fra i
Calodon più comuni si notan o spesso: il Calodon suaveolens (760), di forma simile ma
di colore biancastro-azzurro, emanante un odore fortissimo , fin nauseante, di anice ; il
Calodon coeruleum (761), pressoché inodore ma più colorato in azzurro , specialmente nelle
zonature del fungo tagl i ato e i I Calodon aurantiacum (763), giallo-aranciato. Tutti senza
valore commestibile .

Riproduzione fotografica 1/ 2 grandezza naturale.

SPARASSIS CRISPA Wulfen ex Fries 328


Da " crispus ,, [lat .) in crespato . arricciato . -P er la su a forma

SINONIMI ' Clavaria crispa [Wulfen)


Helvella ramosa (Schaeff er)

Cappello: 10-40 cm , globoso, assai ramoso; bianco-brunastro o giallo­


gnolo ; con gambo cortissimo , infisso nel terreno , ramificato, termi­
nante in ramificazioni carnose, piatte e sinuose, folte , intrecciate ;
concolori.
Carne: bianca; elastica e fibrosa .
Spore: ialine, liscie , 5-7 x 4-5 micron.
Habitat: boschi di conifere. Autunno .
Commestibilità: commestibile.

OSSERVAZIONI: È un bel fungo dal tipico aspetto di un cavolfiore più o meno grande.
Suo simile è la Sparassis laminosa (783), più raro , che ha i rami regolarmente appiattiti
e non sinuosi come nella crispa. Sotto querce.

Riproduzione fotografica 1';2 grandezza naturale, - 577


CALOCERA VISCOSA Persoon ex Fries 329
Da " viscosus» (lat .) vischioso . Per la sua superficie viscosa

S I NON I M I : Calocera flammea Schaeffer

Carpoforo: 3-6 cm . di consistenza tenace. un po' gelatinosa, ramificato


come una Clavaria, con le ultime ramificazioni a forma di dente aguz­
~o; colore giallo-arancio o aranciato; base molto prolungata in una
porzione radicante .
Spore: ocraceo-vivo in massa , oblungh'e , 7-12 X 4-4,5 micron .
Habitat: boschi di conifere, su ceppi marcescenti; comune . Estate­
autunno .
Commestibilità: velenoso.

OSSERVAZIONI : Si di stingue dalle Clavaria per la co nsistenza quasi gelat i nosa . elasti ca e
per la presenza de l tratto radicante, che si insinua lungamente nel subst rato l egnoso .

Riproduzione fotografica grandezza naturale .

CLAVARIA AUREA Schaeffer ex Fries 330


Da " aureus (lat .) = d·oro . Per il colore giallo oro
»

NOM I VOLGAR I: Ditola aurata

Carpoforo: 8-14 cm, ramificato , a rami rigidi, diritti o tortuosi, molto


divisi , gli ultimi ottusi a due denti; interamente di un bel giallo­
arancio .
Tronco: corto e grosso ; bianco o crema .
Carne: bianca; assai soda . Senza odore caratteristico .
Spore: crema-ocra in massa, fusiformi, 8-13 X 4-5,5 micron. '
Habitat: nei boschi, solo sotto faggi. Piuttosto rara. Estate-autunno.
Commestibilità: commestibile, da giovane (pag. 87).

OSSERVAZIONI: Le Clava.r ia assumono, da adulte, tona l ità che rendono uguali le singole
specie ; sono perciò da consumare giovani. La Clavaria pallida (331), con riflessi grigio­
lilacini. e la Clavaria formosa (332), dai tre colori (bianco il ceppo, rosa i rami e gialle
le punte degli stessi), sono tossiche ; provocano diarree persistenti. È comunque regola
pratica consumare solo la parte carnosa delle Clavaria escludendo i rami, e usufruendone
solo quando la carne non presenta al taglio macch ie di umidità, che le danno un aspetto
marmorizzato. Col solfato ferroso assume colorazione verde nel rami e rosso carminio
nella parte inferiore, reazione specifica e unica.

Riproduzione fotografica 2/3 grandezza naturale. - 579


CLAVARIA PALLIDA Fries ex Schaeffer 331
Da « pal l idus " (lat.) pallido. Per il suo colore ch i aro

NOM I VOLGARI : Ditola pallida

Carpoforo: 6-8 cm, ramificato: rami molto fitti, rugolosi, terminali tron­
chi; color caffelatte con sfumature incarnato-lilacine ; specialmente alla
sommità dei rami.
Tronco: corto, non molto grosso: concolore al carpoforo.
Carne: bianca, consistente. Odore nullo . Sapore variabile (dolce o
amaro) .
Spore: ovoidali. 8-11 X 4-4,5 micran.
Habitat: specialmente nei boschi di latifoglia e aghifoglia . Estate-autunno .
Commestibilità: VELENOSO (pagg. 76 e 78-80) .

OSSERVAZIONI: Si riconosce per il colore nocciola caffelatte in ogni pa rte e pe r i


rif lessi lilacini. delle volte appena percett ibili.

Riproduzione fotografica 1/ 2 grandezza naturale .

CLAVARIA FORMOSA Persoon 332


Da « formosus » (lat .) = di aspetto .formoso . bello. Per il suo aspetto

NOM I VOLGARI : Clavaria formosa - Clavaria elegante

Carpoforo: 7-16 cm, molto ramificato ; rami fragili, assai numerosi, cilin­
drici; arancio-rosati con terminali biforcati, denticolati, giallo limone.
Carne: bianca o leggermente rosata alla frattura . Inodore . Sapore amaro .
Tronco: corto; biancastro .
Spore: ovoidali, allungate, 8-12 X 3,5-4,5 micron.
Habitat: boschi di latifoglia . Estate-autunno.
Commestibilità: VELENOSO. Provoca diarree persistenti (pagg . 76, 78-80.
87).

OSSERVAZIONI : È una delle Clavaria sicuramente tossiche. Facile il suo ' riconoscimento
per i tre colori presentati dal carpoforo: bianco il tronco. salmone rosa i rami e gialle
le punte degli stessi. Una Clavaria molto simile è la Clavaria elegantissima (Donk .) o
ignicolor (778) . dal colore aranciato-rosa vivo in ogni sua ·parte.

Riproduzione fotografica 1/ 2 grandezza naturale. - 581


CLAVARIA RUFESCENS Schaeffer 333
Da • rufescens "(lat.) ros.sastro . Per le tonalità rosse

SINONIMI: Clavaria botrytis Coker


NOMI VOLGARI : Ditola rossastra

Carpoforo: 5-30 cm, molto ramificato; bianco, rossastro .

Tronco: carnoso, robusto; con rami lisci, cilindrici, bianco-giallastri; ra­


mificazioni da bianco a nocciola chiaro; tipiche punte rosso scuro .

Carne: bianca, soda. Sapore acido .

Spore: giallognole, a forma di mandorla, liscie, 8-10 X 3,5-4 micron .

Habitat: boschi di latifoglia e aghifoglia, su terreno scoperto . Estate­


autunno.

Commestibilità: commestibile, con le riserve fatte, per le Clavaria in


genere (Osservazioni 3~O).

OSSERVAZION I: È una varietà della Clavaria botrytis (776), dalla quale si distingue per
la straordinaria dimensione del tronco e per gli apici dei rami, rosso vinato e non rosso­
rosei . Altra Clavaria comune è la Clavaria flava (774). gialla, con il tronco che porta quasi
sempre macchie violette. La Clavaria pyxidata (1618). ha i rami aperti a candelabro e
terminanti in un piccolo ingrossamento a calice. Alle Clavaria appartengono anche le
Clavaria truncata (773), e Clavaria pistillaris (772), dette volgarmente "mazze d'Ercole ..
per la caratteristica forma a clava; ambedue commestibili, la prima dolce, amara l'altra ,
ma non sempre. Clavaria di nessun valore commestibile , ma dalle strane .forme sono :
la Clavaria cri stata (779), bianca, con piccoli carpofori dent icolati; la ligula (1150). a
forma di piccole clavette color grigiastro-gialle; la corniculata Schaeff. ex Fr. , a forma di
corallo , bianca; la fistulosa (1170). lunghissima , con uno stelo ingrossantesi e 'totalmente
cava ed altre numerosissime che aprono un campo di ricerca non più da micofagi ma da
special isti del ramo . La Clavaria vermicularis e la Clavaria Iavendula sono rappresentate
ai n. 379 e 380.

Riproduzione fotografica 2/ 3 grandezza naturale. - 583


\ .

LVCOPERDON (Calvatia) CAELATUM 334


(Bulliard) Morgan
Da « caelatus " (Iat.l = cesellato. Per l'aspetto della pellicola esterna

SINONIMI: Calvatia utriformis (Bulliard ex Persoon)laap.


NOM I VOLGAR I: Vescia areolata

Carpoforo: 7-15 cm, quasi sferico o a forma di pera e depre~so; bianco


candido poi brunastro scuro; superficie superiore ricoperta da una
ornamentazione fatta da piramiai, che poi svaniscono, per lasciare la
superficie areolata. Dopo niaturazione la~cia un residuo a coppa for­
mato dalla parete papiracea separata da un diaframma dalla subgleba
spugnosa .
Gleba: bianca poi giallo-verdastra, infine brunastro-oliva per le spore
matUre. Columella quasi assente. Odore leggero di acido fenico.
Spore: sferiche, liscie, 4 X 5 micron.
Habitat: quasi ubiquitario, con prevalenza nei prati e pascoli; molto
comune. Giugno-ottobre.
Commestibilità: buono, purché la gleba sia bianca.

OSSERVAZIONI: Tagliato a fette e impanato come una cotoletta è ottimo commestibile.


Si trovano i suoi resti papiracei , bruni, da un anno ali 'altro . I n questi resti si riconosce
molto bene la parte che conteneva la gleba ormai svanita, e la subgleba spugnosa sotto una
superficie liscia. diaframma, che la separava dalla gleba. Le Calvatia sono appunto caratte ·
rizzate da queste possibili differenziazioni della parte fertile (gleba) dalla parte sterile
(subgleba). Il Lycoperdon maximum (Pers .) o giganteum (786), è senza subgleba e può
raggiungere taglie fino a 50 cm; ottimo commestibile. purché consumato giovane e a
guisa di cotoletta impanata .

Riproduzione fotografica grandezza naturale. - 585


\
U{COPERDON PERLATUM Persoon 335
Dal « perlatus » .(Iat.) = perlato. Per l'aspetto del ca rpoforo

Carpoforo: 2-4 cm, globoso , con tratto inferiore più stretto, quasi a gam­
bo , più o meno allungato, coperto da aculei ·dello stesso colore del­
f'esoperidio, facilmente staccabili; biancastro, a maturazione brunastro .
Gambo: regolare, contenente la parte sterile della gleba.
Gleba: da biancà a giallo-brunastro-neràstra . La polvere sporale , a matu­
razione, esce da un orifizio che si apre sulla parte superiore dell'eso­
peridio .
Spore: rotònde , liscie , 3,5-4 micro·n.
Habitat: nei boschi, gregario . Giugno-novembre .
Commestibilità: commestibiìe da giovane, quando la gleba è bianca .

OSSERVAZIONI : È il più comune Lycoperdon. Di dimensioni non molto grandi può presen­
tarsi anche cespitoso. I carpofori hanno la caratteristica presenza di piccoli aculei sempl ici
su tutta la superficie . Esistono molte varietà di questa . specie. anche a colorazione un
po ' brunastra.

Riproduzione fotografica grandezza naturale.

LVCOPERDON PIRIFORME Schaeffer ex Persoon 336


Da « piriforme » (Iat.) a forma di pera. Per la sua forma

Carpoforo: 3-5 cm, a forma di pera, quasi umbonato alla sommità , rico­
pe.rto da minutissimi aculei , parte inferiore quasi peduncolata , con
micelio rizomorfo; da bianco a brunastro .
Gleba: prima bianca poi olivastra, infine brunastra; tratto sterile che
resta bianco . Odore sgradevole, quasi di gas.
Spore: bruno-oliva, sferiche, 3 X 4 micron.
Habitat: sui tronchi marcescenti, anche cespitoso. Agosto-novembre.
Commestibilità: commestibile da giovane, quando la gleba è bianca .

OSSERVAZIONI : Lo caratterizza il suo habitat su legn o marcesce nte e la tipica forma a


pera che gli ha dato nome . Gli esemplari de l la riproduzi one sono stati ripresi al l'i niz io·
del loro svi luppo.

Riproduzione fotografica 1/ 2 grandezza naturale. - 587


LVCOPERDON UMBRINUM Persoon 337
Da • umbra .. (lat.) ombra . Per il suo colore scuro

Carpoforo: 3-5 cm, globoso, aper,to superiormente a maturità; superficie


coperta da minutissimi aculei, da chiari a brunastri, meno fitti verso
la base. Endoperidio liscio, lucido.
Gleba: bianca, con l'età brunastro-nera priva di columella.
Spore: giallo-brune, finemente aculeate, sferiche, 4,5-5,5 micron.
Habitat: nei boschi di abete , isolato · o a gruppi. Estate-autunno.
Commestibilità: commestibile, purché la gleba sia bianca.

OSSERVAZIONI: Suo simile è il Lycoperdon molle Pers., meno cupo di colore e con la
presenza della columella, polvere sporale color cioccolato e spore verrucose e il Lycoperdon
perlatum var o nigrescens Pers o pure scuro, ma con l'endoperidio disegnato in piccole
areole .

Riproduzione fotografica grandezza naturale.

LVCOPERDON ECHINATUM Persoon 338


Da " echinatus ,,(lat.) munito di aculei. Per il suo aspetto

Carpoforo: 4-7 cm, gloooso, ricoperto da verruche molto pronunciate,


brunastre unentesi per la punta e formanti, a tre a tre, dei tratti pira­
midali ; a maturazione aperto per una boc.ca circolare; brunastro ; con
o senza gambo .
Gleba: bruno porpora a maturazione .
Spore: color cioccolato, sferiche, con appendice. 3,5 X 4 micron ,
Habitat: preferisce il suolo calcareo. Giugno-ottobre.
Commestibilità: commestibile. Togliere l'esoperidio.

OSSERVAZIONI: La varietà pulcherrimum Berk . et Curt ., dopo perduti gli aculei , resta
con l'endoperidio liscio e non areolato.

Riproduzione fotografica 2/ 3 grandezza naturale. - 589


~'YCOPERDON
Da " saccatus .. (lat .)
SACCATUM Fries
a forma di sacco . Per la sua forma
339
~ i~ t~
~~'{. . SI NON I M I : Calvatia excipuliformis Persoon
~
, ']n t·
~~
:.~

," Carpoforo: 10-30 cm, di altezza, costituito da una testa rotondeggiante


sostenuta da un gambo grosso, molto lungo, leggermente rugoso,
specie nella parte inferiore, di solito ingrossata ; completamente bianco
o giallastro-ocraceo, coperto da granulazioni minute o piccoli aculei
uniti fra di loro a gruppetti ; concolori. La testa porta la parte fertile
della gleba , mentr~ il gambo è formato da un tratto sterile, spugnoso
(subgleba) non bene differenziato dalla gleba .
Gleba: prima bianca poi verdastra e bruno-nera .
Spore: brunastre. sferiche, nettamente verrucose . 4 X 6 micron.
:-'<
Habitat: nei boschi. isolato o a gruppi. Giugno-novembre.
Commestibilità: ottimo, purché consumato da giovane, con la gleba bianca.

OSSERVAZIONI ' . Si riconosce per la strana forma . con il gambo molto allungato. che '
somma circa i 2/ 3 dell 'altezza negli esemplari tipici . Secondo Pilàt esistono ben 10
varietà di questa specie distinte fra di loro in modo particolare per la 'forma della
parte inferiore più o meno allungata o più o meno grossa .

Riproduzione fotografica 2/ 3 grandezza naturale. - 591


\
LVCOPERDON FURFURACEUM Schaeff. ex Vitto 340
Da "furfuraceus ,,(lat.) forforaceo . ~er le granulosità sul cappello

SINONIMI: Lycoperdon ericetorum Persoon

Carpoforo: 2-4 cm, globoso, un po' rugoloso, con tratto basale più stret­
to; biancastro con tonalità rosate sul tratto superiore; superficie fari­
nosa, forforacea, granulosa, non aculeata; termine inferiore con resti
di micelio piuttosto grossi.
Gleba: dapprincipio bianca, poi da' olivastra a brunastra. Subgleba non
separata da diaframma, compatta; bianca . poi olivastra.
Spore: sferiche, leggermente asperulate, 3,5 X 4-5 micron.
Habitat: nelle foreste. in terreno piuttosto arido. Estate-autunno.
Commestibilità: commestibile, se la gleba è ancora bianca.

OSSERVAZIONI: Viene facilmente confuso con il Lycoperdon perlatum (335) . Si distingue


per la faci le asportabi I ità delle ornamentazioni granulose non aderenti al carpoforo
(meno vistose degli aculei del perlatum) e per le tonalità rosate sulla sommità della
superficie.

Riproduzione fotografica 2/ 3 grandezza naturale.

BOVISTA PLUMBEA Persoon 341


Da " plumbeus ,,(lat.) color piombo . Per il colore che assume da adulto

Carpoforo: 1,5-3 cm, più o meno sferico, vellutato, quasi liscio, senza
porzione basale distinta (al contrario dei Lycoperdon), aprentesi alla
sommità per una perforazione; da bianco a brunastro.
Gleba: prima bianca poi bruno cioccolato.
Spore: brunastre, piuttosto ovali, liscie, 5-5 .5 X 4,5-5 micron .
Habitat: nei prati, su tratti erbosi delle strade . . Giugno-ottobre.
Commestibilità: commestibile, purché la gleba sia bianco candida .

OSSERVAZIONI: Si riconosce per la cuticola (esoperidio) fragile. che si rompe come la


buccia di un uovo. caratteristica peculiare delle Bovista.

Riproduzione fotografica grandezza naturale. - 593


SClERODERMA VUlGARE Vaill. ex Persoon 342
Da " vulgaris .. (lat .) = comune . Per la sua diffusione

SINONIMI : Scleroderma aurantium L. ex Pers o

Carpoforo: 3-18 cm, molto sodo, rotondeggiante, depresso, segnato da


larghe scaglie, da verruche o addirittura rotto in areole, specialmente
nella parte superiore ; giallastro .o giallo-aranciato; esoperidio molto
grosso e duro, differenziato dal,la gleba; filamenti miceliari alla base.
Gleba: da bianca a rosato-vicilaceo-nerastra, con aspetto marmorizzato,
poi dissolta in massa polverosa. Odore forte, sgradevole, quasi agliaceo.
Spore: brunastre, sferiche, reticolato-alveolate , 7 X 12 micron.
Habitat: in luoghi sabbiosi e secchi; molto comune. Estate-autunno .
Commestibilità: VELENOSO: Può provocare disturbi gastrici.

OSSERVAZIONI: Si riconosce per la consistenza mass iccia rispetto al Lycoperdon e per


l ' alto spessore della cuti cola bianca (2-3 mm), ben differenziata dalla gleba , special­
mente . nel fungo adulto. Gl i è parassita il Boletus parasiticus (271), abbasta nza comune.
Suoi simili lo Scleroderma verrucosum (343) e lo Scleroderma cepa (Pers .), considerato
sua varietà, brunastri . I n Europa sembrano esistere solo altre due specie i I fuscum (Corda)
semiipogeo e il ge;:lster (1197)_

Riproduzione fotografica 2/ 3 grandezza naturale. - 595


-:1
SCLERODERMA VERRUCOSUM 343
(Bulliard) Persoon
Da .. verr uc os us ,, (Iat.) verrucoso. Per le verruche di superf ici e

Carpoforo: 3-10 cm, irregolarmente globoso , con alla bàse un fascio fitto
di ife miceliari; superficie pallido-brunastra o color caffelatte, con
tonalità anche rosse, ricoperta d·a squame che le danno un aspetto
quasi finemente areolato; peridìo tenue, elastico, 1-2 mm di spessore.

Gleba: prima bianca, poi nera o bruno-olivastra a maturazione.

Spore: globose, aculeate, 8-11,5 micron.

Habitat: in suolo sabbioso, sui declivi prativi, al limitare delle strade ;


piuttosto comune. Estate-autl,lnno.

Commestibilità: sospetto. Da non consumare.

OSSERVAZIONI : Si distingue dallo Scleroderma vulgare (342). per il colore brunastro e


non giallo, e per la pre se nza del fascio di ife miceliari caratteristico . Lo Scleroderma
bovista (Fr.l, considerato una sua varietà, è più piccolo, più irregolare di fo rma , quasi
li sc io ed ha il peridi o molto fragile da secco .

Riproduzione fotografica 3/ 4 grandezza naturale. - 597


:l
TULOSTOMA MAMMOSUM (Michelil Fries 344
Da « mammosus .. (lat.) == mammellonato . Per la sua forma
SI NON I M I: Tulostoma brumale Persoon

Carpoforo: 0,6-1,2 cm, a forma di sfera con un lungo gambo, finemente


squamato sulla superficie; da giallo a bruno-ocra, superiormente con
apertura marginata a superficie interna nerastra.
Gleba: giallo ocra.
Gambo: 5-7 X 0,8-1 cm, cilindrico, . bulboso; con squame brunastre.
Spore: giallo-ocra , sferiche, punteggiate , 4 ~ 4,5 micron.
Habitat: nei prati aridi o nelle brughiere . Quasi tutto l'anno.
Commestibilità: senza valore .

OSSERVAZIONI : Il genere Tulostoma si riconosce per il lungo gambo e per le spore gialle .
Esistono diverse specie molto simili fra di loro . Fra queste il melanocyclum Bres. che
ha l 'orifizio con un alone bruno nero .

Riproduzione fotografica leggermente ingrandita .

GEASTER MELANOCEPHALUM Czern. 345


Da « melanos "(gr.) nero e " kephalé .. (gr .) testa . Per la polvere
sporale nera

Carpoforo: aperto fino a 20 cm, dapprima chiuso a forma di cipolla;


esoperidio diviso in lacinie , anche 14 (di solito 5) .
Gleba: biancastra , bambagiosa, che si dissolve in polvere sporale che
ricopre, non protetta, la testa polverosa e
nerastra del carpoforo.
Spore: nere , globose, aculeate, 4 X 5 micron .
, Commestibilità: senza valore .

OSSERVAZIONI: Rarissima specie, da poco identificata. In Italia raccolta in località


" Gocciadoro ", vicino a Trento e in poche altre isole di crescita . Si riconosce per la
testa coperta da spore libere , non contenute entro t 'endoperidio come nei normali Geaster .

Riprodu2ione fotografica 2/ 3 grande22a naturale. - 599


GEASTER TRIPLEX Junghuhn 346
Da " triplex .. (lat.) triplice . Per i tre strati del peridio

Carpoforo: 3-8 cm, prima chiuso a forma di cipolla brunastra, poi apertO,
con caratteristico strano esoperidio formante un collare rialzato attorno
alla parte sferica e un circolo di lacinie più esterno; bianco-grigio­
gi ali astro-brunastro.
Gleba: da bianca a brunastra .
Spore: brunastre, sferiche , 4,5 x 5 micron .
Habitat: nei tratti umidi dei boschi ; piuttosto raro. Agosto-ottobre .
Commestibilità: senza valore.

OSSERVAZIONI: È uno dei tanti Geaster, curiosi funghi il cui peridio si apre a forma di
stel l a. I più comuni sono: il Geaster fimbriatus (1195). il pectinatus (1194). il fornicatus
Fr. e il rufescens (789), specie che vengono confuse fra loro . Ouando il fungo è aperto
in questa specie si riconoscono molto bene i tre strati del peridio (esoperidio, mesope­
ridio, endoperidiol, caratt~ristica che gli ha dato il nome .

Riproduzione fotografica 2/ 3 grandezza naturale. - 601


ASTRAEUS HVGROMETRICUS Persoon 347
Da " higros » (gr .) = umidità e " metreo » (gr.) misuro .
Per i I suo strano comportamento

SINONIMI: Lycoperdon stellatum Scopoli

Carpoforo: .3-5 cm, sferico, dapprima chiuso poi con l'esoperidio aperto
in lacinie, a superficie interna grigio-nera , che si distendono per il
tempo umido e si chiudono con il tempo secco; colore brunastro.
L'esoperidio è a tre strati.
Gleba: da bianca a bruno-nerastra.
Spore: brune , rotonde , 8 X 12 micron .
Habitat: nei boschi, nei tratti nudi del terreno; molto comune . Agosto­
novembre . .
Commestibilità: senza valore.

OSSERVAZIONI: Si riconosce per il suo strano modo di comportarsi, rispetto all'umidità


atmosferica, quasi come un barometro naturale . Ouesta proprietà è però condivisa da
qualche altra specie di Geaster.

Riproduzione fotografica 2/ 3 grandezza naturale.

AURICULARIA AURICOLA-JUDAE Auct . 348


Da « auricola» (lat .) orecchietta . Per la sua forma

SINONIMI : Tremella auricola Linneo


Hirneola auricola-judae Fries
Auricularia sambucina Mart.

Carpoforo: 3-8 cm, liscio, elastico, quasi gelatinoso , a forma irregolare


di orecchietta a più lembi, fornito di piccolo gambo o meno; oliva­
brunastro o giallo-bruno o violetto-grigio. A gruppi numerosi, vicini.
Carne: gelatinoso-elastica da giovane poi secca, dura, fragile . Bagnata
riprende la consistenza primitiva.
Spore: incolori, cilindriche, liscie, 12-17 X 4-7 micron .
Hé1bitat: specialmente sul sambucco (Sambucus nigra). ma anche su
altre latifoglie; comune , Tutto l'anno. Più abbondante da agosto a
marzo.
Commestibilità: commestibile . Molto ricercato in alcuni Paesi orientali.
Oualche ristorante cinese in Europa lo serve come leccornia .

OSSERVAZIONI: Fra le Auriculariacee è il più diffuso e il più facile a riconoscere per


"habitat sul sambuco, e per il colore quasi sempre con tonalità violette .

Riproduzione fotografica 1/ 3 grandezza naturale. - 603


PHALLUS HADRIANI Ventenat ex Persoon 349
In onore d i Hadr ian , micologo olandese

SINONIMI: Phallus imperialis Schulzer .


Ithyphallus impudicus varo carneus Lemmerman
Ithyphallus impudicus varo imperialis (Schulzer) Ulbrich

NOM I VOLGAR I: Sati rione· Uovo del diavolo

Cappello: (ricettacolo fertile): 4-5 cm, campanulato, appoggiato alla


sommità del gambo con i bordi neri, completamente coperto dalla
gleba costituita da una sost"anza verdastra, scura, mucilagginosa,
deliquescente , che gocciola dal cappello, emanante un odore repellen­
te . Il cappello può col tempo dilavarsi e presentarsi quasi bianco ,
. areolato, con costolature non molto alte . Sulla punta ha un orifizio,
contornato da bordi leggermente dentellati.
Gambo: 8-15 X 3-4 cm, cilindrico, allungato, attenuato alle due estremità,
con l'estremità inferiore che si sfila facilmente dalla volva; bianco
candido.
Carne: bianca , fragile, piena di minuscoli forellini che la alleggeriscono .
Valva: ' grossa, prima dello sviluppo chiusa ad uovo il quale, bianco sot­
terra , acquista al contatto con l'aria un colore rosso ciclamino che
permane nel fungo adulto . Porta un cordone miceliare dello stesso
colore rosso-viola dell'esoperidio, quest'ultimo riempito da una sostan­
za mucilagginosa a grosso spessore dove si inserisce il terminale
inferiore del gambo appuntito .
Spore: ellittico-allungate , 3-4 X 1,5-2 micron .
Habitat: nei terreni sabbiosi, incolti. Estate.
Commestibilità: non commestibile .

OSSERVAZIONI: Fungo raro, simile al Phallus impudicus (797), molto più comune, dal
quale si distingue per il colore rosa·viola della valva e per la forma del cappello meno
appuntito, un po' più tozzo e con la bocca più pronunciata. L'odore del fungo adulto non
è forte come quello del Phallus impudicus. Da giovane, allo stato di uovo, ha forma
sferica, quasi depressa ed emana solo un leggero odore di ravanello; da adulto si fa
respingere per l'odore . Oualcuno lo ha consumato quando era ancora chiuso a uovo . Della
stessa famiglia fa parte il Mutinus caninus (350), più piccolo, con il cappello rosso vivo;
stesse caratteristiche di commestibilità. Le Fallacee sono funghi dalle forme le più strane .
Molte specie sono esotiche .

Riproduzione fotografica 2/ 3 grandezza naturale, - 605


MUTINUS CANINUS (Hudson ex Persoon) 350
Da « caninus " (lat .) dei cani . Per la sua forma

Cappello: (ricettacolo fertile), 0,4-0,8 X 1-1,5 cm, a forma cilindrica , atte­


nuato, con o senza foro al culmine; verdastm per la gleba poi rosso
vivo per la superficie sottostante .

Gambo: 7-12 X 0,4-0,8 cm, cilindrico, allungato, con la parte inferiore


attenuato , che si stacca facilmente dalla volva; bianco candido .

Carne: molto fragile , alleggerita da minuscoli fori. Odore sgradevole ma


non molto pronunciato.

Volva: a forma di piccolo uovo, o di pera, prima dello sviluppo, con alla
base radicole miceliari molto allungate; bianca. Internamente ricoperta
da una sostanza mucilagginosa molto spessa nella quale si inserisce
il terminale inferiore del gambo.

Spore: ellissoidali , 4-5 X 1,5-2 micron .

Habitat: nelle foreste di latifoglia, in luoghi umidi, vicino a detriti vegeta­


li. Estate .

Commestibilità: non commestibile .

OSSERVAZION I: Curiosa Fallacea dalla strana forma, tipica . " Mutinus elegans (798),
considerato rarissimo, è scambiato con il Mutinus caninus nei luoghi di crescita (Lom ­
bardia, Canton Ticino) anche se già dal 1940 il micologo ticineseC . Benzoni l'aveva
osservato dandogli il nome di Mutinus ruber; è però più rosso nel cappello e più allungato
nel gambo dal quale non si differenzia così nettamente come nella specie più comu ne.
L'Anthurus archeri (799) dalla forma di polipo a braccia rosse, esotico, si sta diff ondendo
in Europa (Svizzera, Germania). Ultimamente è stato osservato anche in Italia nord
occidentale .

Riproduzione fotografica grandezza naturale. - 607


CLATHRUS C A NCELLATUS Fries 351
Da .. cancellatus » (Iat_l = a forma di graticcio o cancellata . Per l'aspetto

SINONIMI: Clathrus ruber Micheli ex Persoon

Carpoforo: 3-5 cm, dapprincipio rotondo, a forma di uovo, con una spe­
cie di fascio di ife rizomorfe allungato, poi aprentesi per l'esoperidio
lacerato e uscente a forma di inferriata rotondeggiante, còn rami por­
tanti all'interno la gleba formata da pj ccol i granelli nerastri; infine
lacerato e deformato; bianco indi rosso vivo. Emana un forte udore
simile a quello del Phal/us impudicus (?9.7).
Spore: bianco-brune, ellittiche, 5 x 6 micron .
Habitat: nei luoghi umidi dei boschi; piuttosto raro . Estate-autunno .
Commestibilità: non co.mmestibile, pe~ il suo odore repellente.

OSSERVAZIONI : V istosa Clatracea dal bel colore rosso. L'Anthurus archeri (799). molto
più raro, è simile , ma si apre a mo' di po l ipo.

Riproduzione fotografica 2/ 3 grandezza naturale. - 609


GUEPINIA RUFA (Jacq.) Pat. 352
Da " rufus .. ,( lat .) ros so . Per il colo re

SINON IM I : Guepinia rufa Pat


Tremella rufa Jacq.
Phlogiotis rufa Ouèlet
Tremella helvelloides De Candolle
Guepinia helvelloides Fries
NOM I VOLGAR I: Guepinia rossa· Fungo di gelatina

Ricettacolo: 3-12 cm , elastico , gelatinoso , a forma di spatola o di imbu­


to con una spaccatura laterale; rosso-arancio o rosso cupo .
Carne: tenera, gelatinosa .
Spore: ialine, liscie, ellittiche, 9-11 X 5-6 micron .
Habitat: specialmente nei boschi di conifere, in luoghi umidi e ricchi di
humus; gregaria e cespitosa. Estate-autunno .
Commestibilità: commestibile anche da crudo.

OSSERVAZIONI : È un fungo dalla consistenza gelatinosa che può essere consumato anche
crudo . Il Tremellodon gelatinosum (770, 771), è pure a consistenza simile ma è bianco o
bruno, cresce sui ceppi e ha l'imenio formato da piccoli aculei (come tutte le Idnacee).

Riproduzione fotografica 2/ 3 grandezza naturale.

SARCOSCYPHA COCCI NEA (Jacq. ex Fries) 353


Cooke
Da " coccineus" (lat .) ross o scarlatto. Per il colore

Carpoforo: 1-5 cm, abbastanza carnoso , a forma di coppa peduncolata;


rosso scarlatto all'interno, biancastro e finemente villoso all'esterno;
margine sinuoso , giallastro .
Gambo: 1-3 X 0,3-0,5 cm, consistente, tipicamente villoso.
Carne: bianca; minuta, piuttosto elastica .
Spore: marcatamente ellittiche, circolari , liscie , 30-40 X 13-16 micron .
Habitat: nelle foreste, su resti legnosi o su terreno. Dicembre-maggio.
Commestibilità: senza valore.

OSSERVAZIONI : Gli è simile, ma privo di gambo, meno consistente e di color aranciato,


la Cal·oschypha fulgens (1211), che cresce gregaria da marzo a maggio nelle foreste di
conifere in terreno calcareo . A forma di coppa rossa e crescenti su terreno sono la
Peziza aurantia (821), abbastanza grande e l'Humaria rutilans (Fr.l, molto piccola e nume·
rosissima ai margini sabbiosi delle strade . La Lachnea miniata (Fuck .) Sacc., la Scutellinia
scutellata (1214) e la Sphaerospora trechyspora (Berk . et Br.) Sacc ., sono pure coppette
rosse mo lto piccole, ma con il margine cigliuto , non liscio . Tutti Ascomiceti la cui deter·
minazione è da confermarsi al microscopio con l'analisi delle spore e di altri caratteri
microscopici, che differiscono in modo notevole da speCie a specie.

Riproduzione fotografica 3/ 4 grandezza naturale. - 611


1 CYATHUS STRIATUS (Hudson) Hoffm. 354
= st~iato. Per l 'aspetto interno
Da " striatus .. (lat .)
Carpoforo: funghetto di circa 1 cm di diametro, con strana forma di carota
da giovane , troncato in alto e con l 'apertura mascherata da una membra­
na bianca , poi aperto a coppetta , internamente liscio ma scanalato lon­
gitudinalmente verso l'apertura, contenente il peridio plurimo che si
presenta a forma di piccole lenticchie (peridioli) che avvolgono la gleba;
superficie esterna bruno-scura, irta di peli . 1\ suo aspetto è simile ad
un piccolo nido con uova. Fa parte della famiglia delle Nidulariacee.
Spore: pronunciatamente ellittiche, 10-22 X, 8-12 micron.
Habitat: vicino ai tronchi , lungo i se'ntieri ; molto comune. Estate-autunno .
Commestibilità: senza alcun valore .
OSSERVAZIONI : Curioso fungo dall'aspetto fuori del comune. Gli è simile il Crucibulurn
laeve (793), che ha la membrana ricoprente i I ricettaco lo molto più persistente e di
colore giallo, no n bianco. Il Cyathus olia (1196) ha la superficie interna liscia ,
Riproduzione fotografica grandezza naturale.

2 SPATHULARIA FLAVIDA Persoon 355


Da " flavidus .. (Iat ,) = giallastro. Per il colore
Ricettacolo: 2-5 cm, diritto, a forma di spatola ovai dale, formante una
specie di raggiera attorno alla parte sterile terminale del gambo; giallo.
Gambo: cilindrico , appiattito, nettamente separato dalla massa fertile; di
colore più chiaro .
Spore: allungate, filiformi , guttulate , 60-70 X 2-3 micron.
Habitat: boschi di conifere , fra gli aghi ; gregario; molto comune. Estate-
autunno.
Commestibilità: senza valore commestibile.
OSSERVAZIONI: Gli è simile la Spathularia neesii (825), che ha colore molto più scuro ,
quasi ocra, non giallo . Non scambiare le Spathularia con le Leotia lubrica (1228) e atro­
virens (Pers .) ex Fr ., viscide nel cappello rotondeggiante, colore ocra o verde, o con
la Cudonia circinans (826), secca ne l cappello, giall astro sporco, o con qualche Mitrula.
Riproduzione fotografica grandezza naturale.

MACROPODIA MACROPUS (Pers. ex Fr .) Dennis 356


Da .. macros .. (gr .) = grande e " pus .. (gr .) = piede , Per il lungo gambo
Ricettacolo: 1-1,5 cm , finemente villoso, prima aperto poi quasi appiana­
to , a forma di coppa peduncolata ; internamente color grigio~bruno,
esternamente bianco-grigio; margine rotto , frastagliato .
Gambo: 3-5 X 0,2-0,3 cm , rugoloso; bianco-grigio .
Spore: fusiformi , ellittiche, quasi liscie, 20-24 X 10-12 micron .
Habitat: nei tratti erbosi dei boschi e fra i cespugli . Estate-autunno .
Commestibilità: senza valore .
OSSERVAZION I : Assomigl ia un po ' alla Sclerotinia tuberosa (818), primaverile che ha
tutta vi a il gambo con attaccato lo sclerozio , specie di fag io lino interrato, dal quale esce
come da un seme, e che nasce sempre vicino ali 'Anemone nemorosa.
Riproduzione fotografica grandezza naturale. - 613
PISOLlTHUS TINCTORIUS Muh. ex Persoon 357
Da " tinctorus .. (Iat.) che tinge. ·Per le sue proprietà coloranti

Carpoforo: 8-15 cm, molto variabile di forma : quasi sferico con gambo
o a forma di rene senza gambo, attaccato al terreno per micelio rizo­
morto giallastro; inizialmente giallo-bruno o bruno-sporco poi ros­
sastro o brunastro scuro . A maturazione rotto irregolarmente nella par­
te superiore.
Gleba: al taglio , da giovane, si presenta tipicamente marmorizzata, for­
mata da camere contenenti i peridioli color giallo zolfo; matura si dis­
solve in una massa brunastra . .
Spore: brune , sferiche, aculeate, ·6 x 10 micron.
Habitat: in zone sabbiose, in boschi di aghifoglia . Luglio-settembre .
Commestibilità: commestibile . Aromatico , da usarsi da giovane .

OSSERVAZIONI : E' chiamato anche tartufo boemico per la sua buona commestibilità .

Riproduzione fotografica 1/ 3 grandezza naturale .

XYLARIA POLYMORPHA (Persoon) Grew. 358


Da " polys " (gr.) = molto e " morphé" (gr .) forma .
Per la sua forma va ri ab i!e

Corpofori: 4-8 X 1-3 cm , gibbosi e irregolari, a forma di massa irregolare


e eretti, attenuati alla base in una porzione peduncolata e ristretta
più o meno esile; colore nero; superficie rugosa .
Carne: bianca, sugherosa; al taglio evidenzia la disposizione più o meno
a raggiera dei suoi elementi.
Spore: bruno-scure, ellittiche . quasi fusiformi. 20-38 X 6-9 micron .
Habitat: nei boschi marcescenti, principalmente di quercia; specie co­
mune di Pirenomicete. Estate-autunno.
Commestibilità: non commestibile; per la dura consistenza .

Riproduzione fotografica grandezza naturale. - 615


MORCHELLA ROTUNDA (Pers. ex Fr.) Boudier 359
Da rotundus» (lat.) = rotondo. Per la forma del cappello
«

SINONIMI: Morchella esculenta Persoon ex St. Amans


Morchella vulgaris (Boudier)

NOM I VOLGAR I: Spugnola . Spongiola - Spugnola gialla· Sponziola

Cappello: 4-8 cm, generalmente a forma quasi sferica o ovale, con al­
veoli molto ampi , arrotondato-qngolati, pieghettati all'interno, disposti
senza ordine particolare e separati da coste flessuose; giallo-ocraceo .

Gambo: 4-6 X 2-3 cm, per lo più piuttosto corto, pruinoso verso la parte
superiore, ingrossato e rugoloso verso la base, fortemente cavo come
il cappello (mitra).

Carne: biancastra: fragile. Odore leggermente spermatico.

Spore: giallo-ocra, ellittiche, 18-20 X 10-12 micron.

Habitat: ai margini dei prati, nell'erba, vicino a latifoglie (frassino).


Primavera.

Commestibilità: molto buono e saporito, seppure piuttosto tenace.

OSSERVAZIONI: È la più comune delle Spugnole di primavera, riconoscibile per gli


alveoli irregolari, per la forma e per il colore, anche se quest' ultimo carattere può
variare; si trovano infatti forme molto chiare, quasi bianche (val'. alba Boud.) o giallastro­
chiare, e forme anche con colore verdastro-bruno (Morchella vulgaris (805)). AI · giorno
d'oggi si tende a raggruppare le Morchella in 3 sole specie: la Morchella rotund'il.
sopradescritta, (con le varietà: vulgaris (805), crassipes (1203) e alba); la Morchella conica
(802), (con le varietà: costata (803), deliciosa (361). deliciosa forma carnea (801), rigida
(Kalchbr.) e nigripes (Moser), tutte a forma tipicamente conica e colore scuro e la
Morchella elata (360), pure conica, ma di taglia più grande e con il cappello che supera
di poco, nella parte inferiore, il diametro del gambo, con colori verdastri o rosati. La
Morchella tridentina (Bres.l, o hortensis (804). che può crescere anche cespitosa e con
taglie enormi, dal colore grigio o grigio-olivastro, conica, con minutissimi alveoli irrego­
lari e non annerente nella carne " può fare specie a sè stante. Tutte le Morchella sono
commestibili anche se allo stato crudo contengono l'acido elvellico, ma che, termolabile,
si annulla alla normale cottura.

Riproduzione fotografica grandezza naturale. -617


MORCHELLA ELATA Fries 360
Da " elatus " (Iat.) slanciato . Per la sua .forma

Cappello: (mitra) : 4-7 cm, conico o poco ottuso, annensso al gambo; da


olivastro a brunastro-rosso . Alveoli allungati, da quadrangolari a rom­
boidali. Costolature quasi parallele, leggermente anastomosate , fine­
mente vellutate, tendenti presto al colore nerastro.
G"mbo: 3-6 X 2-3 cm , cavo, ineguale, rugoloso, fortemente coperto da
granulazioni forforacee, verso l'alto ingrossantesi quasi alla larghezza
del cappello; pallido o carnicino .
Carne: grigiastra; piuttosto molle, a consistenza un po' coriacea.
Spore: ellissoidali, 22-30 X 15-19 ' micron .
Habitat: nelle foreste di conifera. Primavera.
Commestibilità: buono.

OSSERVAZIONI: È una specie di Morchella di facile riconoscimento per la forma COl1ica


molto prol1ul1ciata e per il gambo che verso il cappello si il1grossa raggiul1gel1do quasi
lo stesso diametro (vedi esempl are più piccolo).

Riproduzione fotografica 1/ 2 grandezza naturale.

MORCHELLA DELICIOSA Fries 361


Da " deliciosus "(lat .) delizioso. Per la buol1a comme stibilità.

Cappello: (mitra): 3-4 cm, da conico a piuttosto ovale, di consistenza


grassa, annesso al gambo, internamente cavo e ricoperto da granula­
zioni forforacee, percorso in senso longitudinale da costolature legger­
mente pubescenti abbastanza spesse, riunite fra di loro da pareti
trasversali; colore da giallastro a grigio fuliggineo, con tendenza ad
annerire con l'età . Alveoli allungati di grandezza variabile .
Gambo: 3-5 X 1,2-2 cm , piuttosto irregolare , leggermente ingrossato alla
base, internamente cavo, con rugosità e solcature, forforaceo ; bianco .
Carne: bianca o carnicina nel cappello (forma carnea, 801), fragile, a consi­
stenza coriacea. Odore leggero. Sapore quasi nullo.
Spore: ellissoidali, liscie, 20-22 X 13-16 micron .
Habitat: nei boschi o nelle radure erbose, nei tratti rotti di terreno,
vicino a conifere. Primavera.
Commestibilità: ottimo. come tutte le Spugnole.

OSSER VAZIONI: Si può considerare una varietà della Morchella conica (802), con costo­
latu re più grosse e non annerenti, come nella sua simile.

Riproduzione fotografica grandezza naturale. - 619


\
GVROMITRA ESCULENTA Persoon ex Fries 362
Da " esculentus" (lat.) = commestibilp. . che serve per mangiare .
Per la sua commestibil itè
NOM I VOLGAR I : Giromitra esculenta - Spugnola falsa - Marugola

Carpoforo: alto da 6 a 12 cm, nel complesso .


Cappello: (mitra): rotondeggiante, molto irregolare, simile ad un cervello
per il disegno formato da tante costolature sinuose, irregolarissime
che creano gibbosità e anfratti; bruno-castano-rossiccio , con macchie
nerastre da adulto: margine aderente al cappello. .
Gambo: più o meno pronunciato" gibboso , irregolare e difforme, più
ingrossato alla base, irregolar,mente cavo; biancastro o con riflessi
rossastri ,
Carne: concolore al, gambo, un po' acquosa. Odore forte, spermatico.
Spore: ellittiche, liscie, 20-22 X 10-12 micron .
Habitat: nei boschi di conifere (pini, larici, pecci), vicino alle radici della
pianta, nei tratti nudi o anche nell'erba . Primavera.
Commestibilità: buon commestibile. È necessario venga cotto e usato con
prudenza (pagg. 74-75 e 78-80).
OSSERVAZIONI : La commestibilità della Gyromitra esculenta è ancor oggi oggetto di
discussione ; essa , infatti. ha causato avve le namenti che hanno avuto anche esito mortale .
In modo particolare sono state vi ttime del fungo persone in giovane età. Il giovane , in
tal caso, è più colpito, perché in rapporto al proprio peso (milligrammi per kgl, ingerisce
una quantitè di fungo , e quindi di sostanza tossica, molto più elevata dell'adulto che
pressapoco ne mang ia una quantità uguale . L'esperienza di chi scri ve ha confermato,
finora, tale ipotesi. Da recentissimi studi risulta che tale avvelenamento è dovuto a intos­
sicazione da accumulo (pag. 68), ed è perciò consigliato il suo consumo in quantità non
eccessiva e mai in più pa st i ravvicinati. L'Helvella infula (364), che cresce in autunno,
le è molto simile per colore e dimensioni, ma , come tutte le Helvella, ha la mitra fatta
di grandi lembi ondulati, lisci. staccati. La Gyromitra gigas (809), è molto più grande.
di colore più chiaro, nocciola, e quasi priva di gambo, commestibile.
Riproduzione fotografica 1/ 2 grandezza naturale .

HELVELLA (Leptopodia) ELASTICA


(Bulliard) Boud.
363
Da .. el asti cus " ( lat.) elastico , Per la sua consistenza

Carpoforo: 1-2 cm, a forma di sella, costituito da lembi ricadenti, uniti


al gambo solo alla sommità: esternamente giallo-grigio ; superficie
leggermente grinzosa.
Gambo: 1-3 cm, pieno poi cavo, piuttosto lungo, liscio o leggermente
rugoloso, ingrossato alla base; biancastro o leggermente rosato.
Carne: biancastra: a consistenza cerosa, piuttosto elastica . Odore
gradevole .
Spore: incolori , 18-22 X 12-14 micron .
Habitat: nei boschi fra l'erba o tra gli aghi di conifere; gregario: 'numero­
so . Estate-autunno.
Commestibilità: commestibile, ma di scar'so rendimento.
Riproduzione fotografica 2/ 3 grandezza naturale. - 621
HELVELLA INFULA Schaeffer 364
Da « inful a » ·(Ia t .) mit ra de i vescovi. Per la forma

S I NON I M I : Physomitra infula Baud i er


NOM I VOLGAR I: Elvella infula - ElveUa mitrata - Spugnola mitrata

Carpoforo: 5-10 cm , cresce assieme al gambo , con gli orli accartocciati


e lobati molto irregolari , coperto di forfora nella parte superiore ;
canne Il a-bruno-ross iccio . .

Gambo: 3-5 x 1,2-1 ,5 cm , generalmente assottigliato alla base con solchi


e costolature irregola r i , leggermente fardto da giovane , con numerose
. cavità iregolari da adulto : coperto da peluria bianca.

Carne: biancastra , rossiccia; coriacea , frag ile . Odore e sapore grati .

Spore: ialine, ellittiche , liscie , 18-22 x 8-10 micron .

Habitat: nei boschi di conifera e latifoglia , in luoghi umidi , presso le


segherie , ili luoghi bruciati o nelle carbonaie . Autunno.

Commestibilità: commestibile .

OSSERVAZIONI: Assomigl ia moltissimo, per colore e per forma, alla Gyromitra esculenta
(362). Si differenzia per la crescita in autunno, e non In primavera, e per la minore consi­
stenza della mitra, costituita più da lembi che da ammasso carnoso. ~ commestibile di
tutta tranquillità. Le Helvella nascono di solito in estate-autunno; Helvella crispa (814),
bianco-grigia a gambo solcato: Helvella lacunosa (8111, a gambo solcato e colore bistro
in ogni parte; Helvella sulcata (812), molto simile, più chiara e ia Helvella monachella
(810), scura, ma a gambo liscio, cilindrico, bianco.

Riproduzione fotografica 3/4 grandezza naturale. - 623


OTIDEA AURICULA (Schaeffer) Cooke 365
Da " auricula " (lat.) orecchietta . Per la forma

S I NON I M I : Peziza auricula Schaeffer

Carpoforo: 6-14 cm , liscio, catilagineo, coriaceo, a forma di orecchietta


con piccolo gambo ; esternamente da bianco a giallastro ; margine ocra
Superficie imeniale color rosso-fulvo-ocraceo o brunastro-nereggiante
per essicazione. '

Gambo: molto corto, laterale, solcato ; brunastro ,

Carne: bianca, gialla sotto l'imenio; coriaceo-cartilaginea .

Spore: gialline, ellittiche, monoguttate, 20-22 x 10-13 micron .

H~bitat: in luoghi erbosi o nudi delle foreste di conifere; gregario o


isolato. Estate .

Commestibilità: senza valore .

OSSERVAZI ON I: Bella specie di Otidea, molto rara e non sempre bene identificata . Bresa­
dola l 'ha descritta e rappresentata nella sua « Iconographiamycologica", n, 1234 val.
XX V, non lasciando dubbi sulla sua determinazione . Altre Otidea più comuni sono: la
Otidea onotica (824), leggermente rosata nell ' imenio; l 'Otidea leporina (Batsch) Fuckel ,
più scu ra, color ruggine e la Otidea alutacea (Pers .) Bres ., rara, di co lore giallastro
esternamente , a superficie tipicamente incisa ,

Riproduzione fotografica 3/ 4 grandezza naturale, - 625


ACETABULA VULGARIS Fuckel 366
Da " vul garis .. (l at .) comune . Per la sua diffusion e

Carpoforo: 2-4 cm , carnoso-coriaceo, sottile , fragile , a forma di coppa:


faccia esterna grigiastra poi bruno-fuligginosa , furfuracea.
Imenio: (parte interna) : liscio : bruno fuliggineo poi bruno scuro.
Gambo: grosso, più o meno lungo , fistuloso, rugoso, con coste promi­
nenti che si prolungano e si ramificano sulla faccia esterna del carpo­
foro : biancastro .
Carne: biancastra : piuttosto tenace .
Spore: ovali, liscie, con grossa guttulatura centrale, 14-18 X 8-12 micron .
Habitat: nei boschi: comune . Primavera .
Commestibilità: commestibile.

OSSERVAZIONI : È uno dei tanti Ascomiceti a forma di coppa, che si trovano in prima­
vera . Molto comuni sono pure la Disciotis venosa (823) e la Discina perlata (822), simi I i,
ma con carne più consistente " colore brunastro internamente e dimensioni maggiori. Altre
coppe dal bel co lore rosso v iv o sono : la Peziza aurantia (821), e la Sarcoscypha coccinea '
(353), peduncolata , con peluria biancastra su tutta la superficie esterna. L'Humaria rutilans
Fries, è pure rossa e si presenta in schiere enormi di piccoli individUi sui tratti sabbiosi
delle strade di montagna .

Riproduzione fotografica grandezza naturale.

SARCOSPHAERA CORONARIA (Jacq .) Awd. 367


Da • coronarius ,, (lat .) appartenen t e a corona . Per la sua forma a
margine frastagl i at o

SINON IMI: Sarcosphaera eximia Maire

Carpoforo: dapprincipio seminterrato e chiuso a forma di sfera cava,


poi man mano aprentesi fino ad assumere la figura di coppa frastaglia­
ta per i margini divisi in lobi triangolari , quasi liscio o legge rm ente
vellutato : bianco esternamente , all'interno leggermente rosato o lilaci­
no , poi violaceo o bruno-violaceo .
Gambo: assente o appena accennato , a forma di radice.
Carne: bianco-violacea: grossa , fragile , un po ' elastica . Senza odore
caratteristico .
Spore: incolori , ellittiche .' liscie , 15-18 X 7-9 micron .
Habitat: nei boschi di aghifoglia e gregaria : non comune ma numerosis­
sima nei luoghi di crescita . Primavera o principio dell 'estate.
Cammestibilità: VELENOSO crudo, commestibile dopo cottura . E' tutta­
via poco appetibile perchè di consistenza elastica .

OSSERVAZIONI : Il fungo può pres enta rsi an che bian co i n ogni parte (v ar . nivea Maser )

Riproduzione fotografica 1/ 2 grandezza naturale. - 627


ELAPHOMYCES GRANULATUS (Fries) 368
Da " granulatus .. (lat .) = granuloso . Per i granuli di superficie

SINONIMI: Hypogaeum cervinum Persoon


NOM I VOLGAR I: Tartufo dei cervi

Carpoforo: 1-4 cm, rotondeggiante od ovale, parzialmente circondato


sotto terra da una specie di crosta che lo avvolge con le ife miceliari;
libero si presenta ricoperto da piccole verruche che gli danno un
aspetto tipico, granuloso; fulvo-giallastro . Corteccia abbastanza spes­
sa (1 mm o più), fragile; giallastro-rossastra.
Carne: rossastra poi bruna; piuttosto soda', infine finemente pulverulenta.
Odore marcato di aglio .
Spore: nero porpora , globose. verrucose, 25 X 30 micron.
Habitat: nei boschi, specialmente di conifere; sotto terra. Estate .
Commestibilità: non usufruibile.
OSSERVAZIONI: È un fungo ipogeo di cui sono molto ghiotti gli animali del bosco
(caprioli, lepri, cervi), che ne sentono l'odore e scavano per trovarlo. Capita spesso di
individuare il suo micelio per il terreno scavato e per la presenza dei resti lasciati dal­
l'animale. Sul suo carpoforo interrato trovano substrato nutritivo alcuni strani funghi affio­
ranti dal terreno a forma di clava (Cordyceps capitata (834), Cordyceps ophioglossoides
(371) ).

Riproduzione fotografica leggermente ingrandita.

STEREUM HIRSUTUM (Wild.) Persoon 369


Da " hirsutus .. (lat.) irsuto. Per la superficie villosa

Carpoforo: 0,2-0,5 mm di spessore, coriaceo, elastico, a forma di crosta


appoggiata sul legno, fortemente ricoperto nella parte superiore da
irti peli giallastro-biancastri oppure fulvi o ' grigi; superficie leggermen­
te zonata; margine a mensola, molto irregolare e in numerose file
sovrapposte.
Superficie fertile: (inferiore del cappello e appoggiata sul legno); liscia e
nuda, leggermente gibbosa; da giallo-pallida a camoscio o nocciola .
Carne: minuta. a consistenza quasi coriacea .
Spore: gialle, oblunghe. 4-5 X 2.5-3,5 micron .
Habitat: sui tronchi degradati o marcescenti. su qualsiasi specie di
latifoglia; molto comune. Tutto l'anno.
Commestibilità: non commestibile, coriaceo .

OSSERVAZIONI: Assieme al Coriolus versicolor (313). è un fungo che si incontra ad


ogni pie' sospinto. Si distingue dal Coriolus perché ha la parte imeniale che si
appoggia parzialmente sulla superficie del I.egno ospite . Il Coriolus ha l'imenio formato
dai pori solo sotto il cappello. attaccato sessi le al legno che lo sopporta. Si trovano
altre numerosissime forme di Stereum che . tuttavia. non offrono alcun interesse com­
mestibile.

Riproduzione fotografica 2/ 3 grandezza naturale. - 629


SCHIZOPHYLLUM COMMUNE Fries 370
Da " communis ,,( lat .) comune. Per la sua diffusione

Carpoforo: 1-1,5 cm , appena peduncolato , a forma di piccola conchiglia;


superficie superiore finemente villosa ,_ bianca.
Imenio: (superficie inferiore); formato da lamelle rosate, caratteristiche
per essere a doppio filo, che si presentano cioè biforcate se sezionate
traversai mente .
Habitat: sui tronchi secchi; comunissimo . Ouasi tutto l'anno.
Commestibilità: senza valore .
OSSERVAZIONI: Fungo molto comune dal bell'aspetto dell"imenio rosato . decorato dalle
lamelle biforcute .
Riproduzione fotografica 2/ 3 grandezza naturale .

2 CORDYCEPS OPHIOGLOSSOIDES (Ehrh.) Link 371


Da " ophis » ,(gr.) serpente e " glossa" (gr.) lingua . Per la ·f orma

Carpoforo: 3-6 cm, appiattito, a forma di Giava o di lingua , che si attenua


verso il gambo; da giallo-verde a nero.
Habitat: sui carpofori di Elaphomyces granulatus (368), cresce spesso
cespitoso, raggruppato in più esemplari . Estate.
Commestibilità senza valore.

Riproduzione fotografica 2/ 3 grandezza naturale.

EXOBASIDIUM RHODODENDRI Cramer 372


Da " rhododendri » (lat .) del rododendro. Perchè cresce sul rododendro

Carpoforo: 1-4 cm , a carne succosa, piuttosto spugnoso, cedevole, glo­


boso, a gobbe irregolari , a forma di galla; a macchie bianche , gialle,
rosse o verdi.
Imenio: (superficie esterna) : piuttosto villoso ; bianco .
Spore: ialine, cilindriche , curve, 11-14 X 4-5 micron.
Habitat: in montagna; tipico parassita della pianta del rododendro
(Rhododendrum ferrugineum), dove alligna numerosissimo: si presenta
a forma di galla tanto da essere facilmente scambiato con il ricettaco­
lo di un insetto. Estate-autunno.
Commestibilità: senza valore .

Riproduzione fotografica grandezza naturale. - 631


RHIZOPOGON lUTEOlUS (Fries) 373
Da " lute olus » (l at.) g ia l last ro. Per i i co lore

Carpoforo: 2-6 cm , reniforme o globoso , irregolare; dapprincipio bianco


e fioccoso poi giallo sporcD a co lor miele o olivastro-brunastro, rico­
perto i n superficie da una rete irr'ego'lare di ife rizomorfe bruno-rosse.
Gleba: da bianca a gialla, poi olivastra e brunastro-nera.
Spore: bruno-oliva in massa, lungamente ellittiche, liscie, 6-7 X 2-3
micron.
Habitat: nelle foreste di pini, in luoghi sabbiosi; seminterrato . Estate­
autunno .
Commestibilità: commestibile , di poco valore .

Riproduzione fotografica grandezza naturale .

GAUTIERIA MORCHEllAEFORMIS 374


varo morchellaeformis Vittadini
Da " morchellaeformis » (Iat .) a forma di Morchella. Per il suo aspetto

Carpoforo: 2-6 cm , globoso o reniforme , con evidenti e molto pronuncia­


te celle esterne simili ad alveoli di Morchella (359 e segg.); colore
brunastro-rossastro , come la gleba (parte interna) , che è pure caverno­
sa e percorsa da fini filamenti biancastri . Alla base presenta un fascio
di filamenti miceliari . Tipico, forte odore di aglio o di glutammato , che
I richiamano l'odore dei dadi di carne.
Spore: a forma di limone costolate 15-25 X 8-18 micron.
Habitat: sotto latifoglie (querce); affiorante dal terreno (semi-ipogeo) .
Estate-autu n no .
Commestibilità: non commestibile, per il suo odore .

OSSERVAZIONI : È un Gasteromicete e non un Ascomicete, come potrebbe sembrare a


prima vista . Altri Gasteromiceti, simili, ma a superfi c i e liscia , affioranti dal terreno sono
le dive rse varietà dei Rhizopogon (virens (Alb . et Schw . ex Fr .), l iscio, con corteccia ;
roseolus, (Corda) Tho re Fr. = Rhizopogon rubescens (1199), pure liscio , ma senza cor­
teccia, e luteolus (373), più scuro , verdastro-rosso, ri coperto da rad icale annesse), com­
mestibili di scarso val ore . Es i stono altre Gautieria (Gautieria othii (Trog), molto simile,
Gautieria graveolens (Trog) Vitt ., più liscia).

Riproduzione fotografica grandezza naturale. - 633


TUBER MAGNATUM (Pico) 375
Da .. magnatus .. (lat .) dei signori . Per l ' elevato prezzo

SINONIMI : Tuber griseum Pers o - Tuber album Ba l bis .


NOM I VOLGAR I : Tartufo di Alba - Tartufo bianco - .Tartufo del Piemonte

Carpoforo: 2-8 cm, globoso, molto irregolare, con depressioni superficia­


li. leggermente vellutato; colore ocra, giallo-ocra o più pallido .
Gleba: (parte interna) : percorsa da venature bianche molto ramificate;
da bianca a gialla o grigia con tonalità anche rossastre. Odore di aglio
o formaggio avariato molto forte, e persistente.
Spore: ovoidali, reticolato-alveolate , 32-45 X 30-40 micron .
Habitat: sotto latifoglie (querce , pioppi, safici ecc .), profondamente in­
terrato . Estate-autu nno-i nverno.
Commestibilità: ottimo commestibile , da usare solo come aggiunta

~
aromatica .

OSSERVAZIONI: È il ricercatissimo e prezioso tartufo di Alba, che nasce ipogeo, m icor­


rizico alle querce . Per trovarlo è necessario l 'uso di un cane specializzato o del ma i ale,
che ne è ghiottissimo. Il Tuber borchii (1662) o album è pure biancastro , ma senza
sapore e di poco pregio, per . quanto commestibile . Il magnatum assomiglia anche al
Choiromyces meandriformis (1236), biancastro , che ha effetti purgativi. Di minor pregio,
per quanto molto ricercati , perché buoni comme stibili, sono i tartufi di colore nero:
l'aestivum (836), o uncinatum Chatin (nasce specialmente in Borgogna, Francia). con
verru che superficiali piramidal i e gleba bianca ; il brumale (376), con verruche piramidali
depresse e gleba nerastra ; il nigrum Bull., o melanosporum (1234), con verruche pirami­
dali piccole e gleba rossastra . In Francia è molto ricercato il Tuber melanosporum Vitt.,
detto anche « Truffe du Perigord ".

Riproduzione fotografica grandezza naturale.

TU BER BRUMALE Vittadini 376


Da .. brumalis .. (lat .) invernale . Pe r la sua epoc a d i cres c ita

Carpoforo: 2-8 cm, globoso, quasi nero, ricoperto da piccole verruche


ribassate.
Gleba: prima bianca poi nerastra infine nera , ad aspetto marmoritzato
per una rete bianca labirintiforme . Odore aromatico (di noce moscata) .
Spcre: bruno-scure. ellittiche , con aculei acuminati. 17.-28 X 21-42 micron .
Habitat: sotto le latifoglie , in terreno calcareo; abbastanza comune in
Paesi con clima temperato (Italia, Francia) . Novembre-marzo.
Commestibilità: ottimo ; fra i migliori tartufi di colore nero.

Riproduzione fotografica grandezza naturale . - 635


FULIGO SEPTICA (Linné) · Weber 377
Da " sept icus ,, (lat .) ch e gener a putrefazi one . Per i I suo habitat

Carpoforo: 3-20 X 1-2 cm, a forma di cuscino appoggiato sul substrato


che lo nutre; giallo o rosasstro. A maturazione si dissolve in polvere
brunastra .
Spore: globose, quasi liscie, 6-9 micron.
Habitat: su legni marcescenLi, sul terreno ; molto comune e generalmente
diffuso . Giugno-ottobre .
Commestibilità: di nessun valore .

OSSERVAZIONI: Si tratta di uno strano fungo facente parte della famiglia dei Mixomiceti,
funghi con caratteristiche botaniche interessantissime per la loro particolare consistenza
e per il loro comportamento (qualche Autore li avvicina al Regno animale). Mixomiceti
abbastanza comuni sono: il Leocarpus fragilis (841), formato da· numerosissime clavette
rosse (0,2 mm circa), affiancate su pezzi di legno marcescente; la Lycogala epidendron (838),
formata da tante pallottoline aranciate e poi brunastre (3-8 mm di diametro), pure sui
tronchi e nel muschio ; la Stemonitis fusca (RothJ. formata da pacchetti di piccoli funghi
allungati , appressati l 'uno ali 'altro, d i colore nerastro e tanti altri, poco conosciuti, ma
di notevole interesse, specialmente dal punto di v ista microscopico.

Riproduzione fotografica grandezza naturale.

TUBIFERAFERRUGINEA (Batsch) Gmelin 378


SI NON I M I : Tubulina fragiformis (Persoon)

Altro comun issimo Mixomicete formato quasi da tante piccole colonnine


appressate a testa arrotondata.
Habitat: su tronchi morti che decora con il suo vivo colore arancio
salmone .
Commestibilità: senza valore .

Riproduzione fotografica ingrandita 2 volte. - 637

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