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BRUNO CETTO
nato a Trento, man ifest ò fin dagl i
ann i della gioventll uno sp iccato
interesse per le scienze naturali de
dicando al la micolog ia lutto il tem
po lasciatog l i I ibero dall a pro fessio
ne di ingegnere. La sua specific a
competenza fu r iconosciuta da l Mi
nistero dell a Sanità che gli ha af
fidato la direzione dei Corsi nazi o
nal i d i addest rame nto del pers ona l e
sanitario addetto al controllo dei
f ungh i edul i , che s i svo lgono a
Trento da l 1966 e che sono ser vi t i
alla fo r mazione di centinai a di al
I iev i ch e svolgono le funzioni di
ispettore micologico sui mercati ita
lian i . t stato redattore per la parte
mi cologica della rivista Regno verde
1-84. Frat ell i Fabbri Editori. Milano
ed è attualmente d irettore di Pi ù
pubbli cazion i micolog iche periodi
che. r: autore del I ibro Funghi Faci li
edito dalla Saturnia e di al t re pub
blicazi oni di minor mo le. Ha fatto
parte de l comitato redattore del l a
pubblicazione OMN IA BRESADOt IA
NA EXTRACTA in unum collecta,
ed ita i n occasione de l cinqua ntesi
mo dell a morte del suo i llustre
con cittadino mi cologo do n Gi acomo Bresadola. È membro dell 'Accademia deg li Agiati d i
Rovereto e per la sua attiv i tà nel campo dell a micologi a ha avuto riconoscimenti a
l ive l lo europeo ed onor ificenze. iO stato ins ign ito del drappo d i S. Vi gi lio. onorificenza
dell a sua ci ttà natale. Nel 1984 il Presidente del l a Repubblica Sandra PertJn I gli ha
conferito il Diploma di Medag li a d 'Oro ai Benemeriti dell a Scuola, della Cultura e
de ll ' Arte .
Il successo di critica e di vendite e le continue richieste dei Alcuni giudizi su «I. funghi dal vero»
lettori del 1° volume hanno suggerito al micologo Bruno Cetto
di dare un seguito a « I funghi dal vero». Ecco quindi il 20
volume con altre 466 specie fungine, il 3° che ne i/Iustra 416,
il 4° con 429 e il 5° con altre 454. Le 2147 specie riprodotte foto È il più bel libro di micologia divulgativa apparso fino ad oggi nel
graficamente nei cinque volumi costituiscono la più ampia trat mondo.
tazione della letteratura micologica divulgativa. (Albert Pilat, CESKA MYCOLOG ICA)
di BRUNO GETTO
.. . Non esito affatto ad affermare che il volume si colloca ad uno
416 specie illustrate a colori
dei primissimi posti, se non addirittura al primo, fra le pubblica
Volume cartonato di formato cm 12,5x17,5 con copertina stampata a 5 ) colori zioni italiane sullo stesso argomento.,
e plastificata - pagg. 658 I
W. Zangheri , ARCHIVIO BOTANICO E BIOGEOGRAFICO ITALIANO)
I funghi dal vero - va I. 4° La macchina fotografica del Cetto, in felice connubio con l'ormai
comprovata abilità dell'operatore, compie meraviglie riuscendo a
di BRUNO GETTO cogliere di ogni miceto presentato non solo la tipica tonalità cro
429 specie illustrate a colori matica ma anche i più minuti caratteri morfolog/ci.
(RASSEGNA DI MICOLOGIA ED ECOLOGIA)
Volume cartonato di formato cm 12,5x 17,5 con copertina stampata a 5 colori '
e plastificata - pagg. 690
Il libro può essere veramente un " vademecum» per il cercatore,
da portarsi comodamente dietro e da consultare durante la rac
I funghi dal vero - vol. SO colta.
(R.G., IL GAZZETTINO)
di BRUNO GETTO
454 specie illustrate a colori Non occorre augurare successo al bel manuale di Cetto che del
Volume cartonato di formato cm 12 ,5x17,5 con copertina stampata a 5 colori resto si é così validamente affermato nelle sue replicate edizioni
e plastificata - pagg. 722 e può, pertanto, essere definito ottimo.
(L. F., L'INFORMATORE AGRARIO)
BRUNO CETTO
·382 specie illustrate a colori
da fotocolor originali e trattate
in ordine sistematico
882 funghi considerati con raffronti e
richiami ·
192 disegni in nero
I
funghi
dal vero
1° VOLUME
~~
4a ristampa 1989
111. Ed zione tedesca 1978
3 a Ed zione tedesca 1980
111. Ed zione spagnola 1980
3° volume:
p Edizione italiana 1979
3a Edizione italiana 1982
3a ristampa 1988
P Edizione tedesca 1979
3a Edizione tedesca 1983
1a Edizione spagnola 1980
4° volume:
1'<1. Edizione italiana 1983
3a ristampa 1987
1a Edizione tedesca 1984
Sl) volume:
1'<1. Edizione italiana 1987
2a ristampa 1989
6° volume:
1a Edizione italiana 1989
-9
portante le specie più comuni, può far parte a sè e dare un bagaglio GENERALITÀ SUI FUNGHI
di nozioni sufficiente e ad un buon livello. È chiaro che chi in seguYto
vorrà ampliare l'ambito delle proprie conoscenze micologiche potrà
ricorrere via via all'aiuto dei volumi successivi, pur sempre consape funghi costituiscono una classe sterminata, che nel ramo vegetale
vole che nello studio della micologia non sarà mai possibile fare il forma quasi un regno a sè, con molte migliaia di specie, inquadrate
punto. in centinaia di raggruppamenti ta~sonomici, (ordini; famiglie, tribù,
generi) a cui si è ancora lontani dall 'aver dato un ordinamento de
Dovendo approntare la 9 a edizione è stato possibile migliorare la finitivo.
veste del libro adottando una rilegatura cartonata e plastificata al po È impossibile caratterizzare i funghi in base a concetti di forma e
sto di quella precedente con sovraccoperta che, date le caratteristiche dimensioni. Infatti la struttura di questi vegetali abbraccia un vasto
di praticità d'uso e di manualità del libro , portava al facile deteriora campo di variabilità, da fort"0e microscopiche, che costituiscono il
mento. gruppo più numeroso (vi sono addirittura organismi mono-cellulari), a
L'Indice è stato aggiornato alle specie riportate nel 4'0 volume , quelle più evol.ute, che producono corpi. fruttiferi voluminosi del peso
rivedendo inoltre le osservazioni in calce alle singole descrizioni, dove proprio di molti chilogrammi , attraverso tutta una gamma intermedia di
è stato inserito il numero d'ordine di funghi,. prima solo nominati e ora stupefacente varietà.
riprodotti nel 4'0 volume , che eleverà il numero delle specie illustrate Impossibile egualmente definire il concetto di « fungo» secondo
e trattate a 1693. l'ambiente in cui questi organismi vegetano, dato che non esiste, si
È da parte nostra doveroso ringraziare tutti coloro che per le può dire, alcun substrato organico, dove qualche fungo non sia capace
edizioni italiane, come per le edizioni in altre lingue, ci hanno dimo di insediarsi e prosperare.
strato simpatia con parole di elogio e di incoraggiamento per le nostre Si trovano funghi nel terreno, sui rifiuti organici , vegetali o animali
opere, che abbiamo sempre cercato di migliorare e potenziare con un più diversi, negli organismi vegetali o animali morti e viventi , e persino
continuo aggiornamento sia micologico che tecnico. nell'acqua.
Anche l'assegnazione dei funghi al regno vegetale è stata ed è
L'Autore ancora oggetto di obiezioni e critiche. A parte le elucubrazioni degli
antichi, che vedevano nei funghi non già organismi dotati di vita propria
Trento, febbraio 1982
e capaci di riprodursi , ma semplici degenerazioni patologiche degli
« umori» del terreno o delle piante, a parte le concezioni aberranti di
molti scienziati sul finire del sec. XVIII, che, in base alla composizione
chimica dei funghi , pretendevano assegnarli al regno animale, è certo
che proprio nella classe dei funghi troviamo elementi di congiunzione
tra questi due regni , e che voci autorevoli di scienziati moderni sono
PREMESSA ALLA 10 a EDIZIONE a favore di una collocazione di certi gruppi di funghi (es. Mixomiceti)
al di fuori di questa grande classe e ai margini del Regno animale .
Quale è dunque l'aspetto sotto il quale si possono caratterizzare
univocamente questi organismi , qual 'è il concetto che può esattamente
In questa 10a edizione la parte iconografica è stata ulteriormente
definirli?
migliorata sostituendo alcune riproduzioni con altre più rispondenti alla Per poter rispondere dovremo considerare una delle due essen
tipicità delle specie rappresentate. ziali funzioni della vita vegetativa: « la nutrizione". (L'altra funzione,
la riproduzione , offrirebbe un cumulo tale di variabilità e difficoltà da
L'Autore
disorientare piuttosto che illuminarci).
Trento, giugno 1983 La nutrizione è infatti la chiave di volta che ci permette di stabi
lire un'esatta definizione dei funghi. Mentre tutti gli altri vegetali si
nutrono essenzialmente di sostanze inorganiche (anidride carbonica
dell 'aria, acqua e sali minerali del terreno) , i funghi si nutrono essen
zialmente di sostanze organiche (viventi o morte).
10 - 11
Gli altri vegetali posseggono una sostanza verde - la clorofilla ! vistosi, dato che la quantità di funghi che SI sviluppano non è nemmeno
(per cui , a differenza dei funghi, vengono chiamate « piante verdi »), che lo~ tanamente in proporzione col numero di spore che vengono emesse .
permette loro di operare, sotto l'effetto catalitico della luce solare, u:na I La risposta è abbastanza semplice. La produzione di spore deve
delicatissima sintesi di enorme importanza - di combinare cioè l'ani sopperire col suo numero ingente alle scarsissime probabilità che han
dride carbonica con l'acqua creando sostanze organiche complesse, no le spore stesse di espletare la loro missione.
zuccheri, cellulose, lignine, ecc. che sono i normali costituenti di orga Le spore sono corpuscoli estremamente leggeri, rimangono in so
nismi viventi . spensione nell'aria, preda delle forti come delle più deboli correnti,
I funghi non posseggono clorofilla. Non sono perciò capaci di per germinare devono incontrare un terreno adatto e in condizioni di
operare la meravigliosa fotosintesi clorofilliana, ma devono ricavar il temperatura e umidità favorevoli. Ma non basta ancora, subentra anche
carbonio, che costituisce l'elemento fondamentale della sostanza orga un fattore sessuale .
nica, da sostanze organiche già precostituite ossia da organismi vege Le spore , prodotte mediante un processo di fusione di nuclei cel
tali o animali vivi o morti. . lulari e successive suddivisioni, sono lo strumento di riproduzione ses
Sotto questo lato la nutrizione dei funghi somiglia a quella degli suale dei funghi, hanno caratteri sessuali differenziati (anche se mor
animali. Ne scaturiscono due conseguenze: fologicamente appaiono tutte identiche) . Affinché dalle spore abbia
i funghi hanno una composizione chimica che si avvicina di più a origine un altro organismo perfetto, è necessario che vengano rispet
quella degli animali; tate le condizioni di sessualità. Ciò può avvenire sotto numerose forme
la luce non è indispensabile alla vita dei funghi, come lo è a quella e secondo varie modalità a seconda dei diversi tipi di funghi. Sono
delle piante verdi. fenomeni estremamente vari e complessi su cui non ci si può sof
La definizione di funghi come « vegetali sprovvisti di clorofilla» fermare .
potrebbe adattarsi , a rigore, anche a una classe di organjsmi mono Esemplifichiamo semplicemente con un caso molto frequente tra i
cellulari : i batteri. Basidiomiceti di grande dimensione.
Una spora di un determinato sesso , quando giunge a germinare
RIPRODUZIONE DEI FUNGHI in un terreno adatto , produce un lungo e stretto filamento monocel
lulare , detto ifa , che presto si accresCe nel substrato (terreno, legno,
La facoltà di riprodursi fu per secoli contestata ai funghi, da natu ecc .) ramificandosi . Un intreccio di varie ife costituisce un micelio pri
ralisti e osservatori. Questo perché non si conosceva nemmeno in modo mario , caratterizzato da un determinato sesso.
superficiale la natura di questi organismi, ma si credeva che essi
nascessero casualmente dalla putredine. Tale incredibile leggerezza Qui si arresterebbe il processo riproduttivo, qualora questo micelio
aveva le sue profonde radici in una falsa interpretazione delle teorie primario non venisse a contatto nello stesso substrato (ossia nel ter
aristoteliche. reno, nel legno, ecc .), entro limiti ristrettissimi e rigorosi di tempo e
Solo agli inizi del '700 il botanico italiano Pier Antonio Micheli di spazio, con un altro micelio primario prodotto dalla germinazione
effettuò osservazioni sulla funzione di quella polvere variamente colo di una spora di sesso opposto , e avente esso pure un carattere ses
rata che i funghi emettono, e che egli dimostrò sperimentalmente trat suale particolare e opposto al primo .
tarsi del vero «seme» dei funghi. Solo dall 'unione fortuita di due miceli primari di sesso opposto
Questo seme è costituito da spore , ossia piccolissime cellule (di può aver origine un mice/io secondario, ossia una nuova pianta, un
dimensioni comprese circa fra i 3 e 15 millesimi di millimetro) capaci, nuovo organismo fungino, capace di vita vegetativa perfetta, ossia di
per germinazione, di dare vita a nuovi individui. Queste spore sono nutrirsi, di accrescersi , di riprodursi emettendo a un momento deter
prodotte dal fungo in numero incredibilmente esteso, e costituiscono la minato i carpofori o corpi fruttiferi, comunemente chiamati funghi, che
« polvere sporica » facilmente distinguibile quando si lascia per qualche escono dal substrato (alla superficie del suolo o del legno) e che ser
ora un cappello di fungo in riposo all'umido su una superficie oriz vono a produrre e a disseminare le spore , per assicurare la continua
zontale. zione della specie .
La polvere sporale emessa da un solo corpo fruttifero di fungo La riproduzione sessuale per mezzo di spore - comune a tutte le
comprende milioni e anche miliardi di piccole spore . C'è da domandarsi classi di funghi - può avvenire con facilità in molti casi, mentre può
perché mai la Natura - in genere così saggia distributrice di forze e presentare serie difficoltà e limiti in molti altri casi , per es. in molti
di economie - si sia abbandonata in questo caso a sperperi così funghi superiori, o di grandi dimensioni.
12 - 13
La Natura provvede a ovviare quest'ultimo inconveniente ' in due I funghi parassiti sono in numero ingente. Tutti conoscono i danni
m!)di : ! causati agli alberi da frutto o forestali dall'attacco di funghi di grandi
- producendo un numero sterminato di spore, come si è già detto ; dimensioni per es. certi Polipori , o anche l'Armillaria mellea (il noto
- provvedendo i fungh i anche di organi di riproduzione asessuale. « chiodino ») .
Questa riproduzione asessuale può avvenire anch' essa secondo Molto più diffusi e numerosi anche se perpetrati da individui meno
diverse vie. Una è, per esempio, la formazione di conidi, o spore ases appariscenti sono i danni arrecati da funghi di dimens ioni mì nime, che .
suate, che si formano direttamente su particolari ife del micelio, e non attaccano le parti legnose, penetrando attraverso fenditure della cor
già in particolari dispositivi di frutt ificazione (carpofori). Un altro siste teccia, o le foglie , o le radici.
ma di riproduzione organica avviene per propagginazione del micelio,
Tutte le piante spontanee o coltivate, arbustive o erbacee, possono
similmente a quella che si riscontra sovente nelle piante superiori e
essere vittime di funghi anche ,microscopici, che si insediano special
viene chiamata « per taléa " e che presenta un mO,do di riprodursi dei
funghi più frequente di quanto non si creda. mente sulle foglie e sugli steli , portando rapidamente la pianta al deca
d imento o alla rovina totale.
Lo studio di questi funghi parassiti, per lo più microscopici, e i
COME È COSTITUITO UN FUNGO mezzi per combatterli soprattutto a difesa delle colture agrarie for
mano oggetto della fitopatologia.
Sua nutrizione, suo compito in natura
Anche gli animali, mammiferi, rettili , pesci e anche gli insetti , nei
loro vari stati di metamorfosi, possono essere attaccati da particolari
Da quanto si è detto, risulta che la pianta chiamata « fungo» è specie di funghi , che vivono su di essi come parassiti obbligati.
costituita da un « tallo ", ossia da un mice/io risultante dall ' intreccio pi ,;
o meno lasco di elementi filiformi monocellulari chiamate ife , e vivente Anche parecchie malattie dell'uomo sono causate dall'attività di
in un substrato costituito da materiale organico, da cui può assorb i re microscopici funghi parassiti.
il suo nutrimento. La grande maggioranza dei funghi parassiti è costituita da organi
In determ inate condizioni e a un dato momento il micel io può for smi di piccolissime dimensioni o addirittura microscopici che vengono
mare, mediante ife più fittamente intrecciate , certe produzioni più com comunemente compresi nella determinazione cc micromiceti » .
patte , ossia corpi fruttiferi , o carpofori , in cui si formano e da cui ven Tra i funghi di grandi dimensioni, o macromiceti, che sono quelli
.9 0 no disperse le spore.
che più interessano l'amatore di funghi o il micologo dilettante, tro
I carpofori, che si trovano solitamente alla superficie del substrato viamo un numero relativamente limitato di funghi parassiti obbligati ;
di crescita (eccetto nel caso di funghi « ipogei » 0 sotterranei), son o per la maggior parte essi sono saprofit i e vivono sui cascami vegetali
quei corpi che noi osserviamo per es. sul terreno dei boschi, o sui
tronch i d 'albero e che talora raccogl iamo a scopo commestibile, e
ch iamiamo impropriamente « funghi " .
In antico - e fino agli inizi del secolo XIX - si credette erronea
I (tronchi d'albero o rami putrescenti), o nell'humus del terreno che, come
si sa, rappresenta uno stato avanzato di degradazione di rifiut i vegetali.
Ma i funghi presentano anche una terza forma importantissima di
mente che questi carpofori rappresentassero la parte completa del nutrizione, ed è proprio quella che interessa numerosissime specie di
fungo ; nessuno prima di allora sospettò l'esistenza del micel io. macromiceti dei boschi , tra cu i figura il maggior numero di specie
Questo errore ha dato luogo a un cumulo di altre erronee conce commestibili e venefiche.
zioni e ha ritardato sensibilmente lo sviluppo e il progresso della mi Questa forma di nutrizione, che va sotto il nome di micorriza, me
cologia. rita una trattaz ione a parte , per la importanza che al giorno d'ogg i le
viene attribuita per la sua funzione di potenziamento del patrimonro
Saprofiti e parassiti forestale.
" Studi in merito, esaurienti e già collaudali sperimentalmente in
Si è detto che i funghi si nutrono di carbonio organico , ossia di grande scala, sono stati effettuati in Austria per merito delle ricerche
materiale vegetale o animale, vivente o morto. A seconda del tipo di del prof. Meinhard Moser dell 'Università di lnnsbruck, dalle cui pub
questo materiale nutritivo, materia vivente o materia morta, i funghi che blicazioni abbiamo tratto il capitolo che segue e che qui ringraziamo
di esso si nutrono si distinguono in parassiti o saprofiti. per l'aiuto gentilmente concesso.
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LA MICORRIZA La coltivazione artificiale dei funghi di bosco non è più oggi, come
lo era fino a pochi anni or sono, un problema insolubile. Ci sono volute
O SIMBIOSI TRA PIANTE FORESTALI E FUNGHI DI BOSCO certamente lunghe serie di osservazioni sul terreno, atte a spiare la
vita intima dei funghi allo stato spontaneo e strapparne i segreti , relativi
specialmente alla nutrizione, alle condizioni preferenziali di umidità,
È nota a tutti l'estrema difficoltà di coltivare artificialmente i temperatura, tipo di terreno, piante simbiontiche , ecc. Tali osserva
funghi boscherecci. Dei funghi superiori in generale, solo alcune specie zioni hanno consentito di restringere il campo della sperimentazione e
si possono seminare e fare sviluppare a volontà; ma quelle di bosco di arrivare con minore difficoltà a riprodurre artificialmente le condi
solitamente rifiutano di crescere e perfino di germinare negli habitat zioni alle quali un fungo micorrizico può essere coltivato.
artificiali, come fanno certi animali selvatici, che in cattività rifiutano Il prof. Moser, presso la StiOizione sperimentale forestale di Inns
il cibo e si lasciano morire. bruck, è riuscito finora a coltivare artificialmente (ossia a far ripro
Le specie fungine che si riesce a coltivare artificialmente appar durre miceli fertili viventi) i seguenti funghi micorrizici :
tengono ai cosidetti parassiti (che si nutrono a spese delle piante
viventi) o ai saprofiti (che si nutrono a spese di residui vegetali o ani
mali); fra questi ultimi ha avuto larga diffusione la coltivazione della Pianta sim Pianta sim
SPECIE SPECIE
Psalliota bispora, sia per le sue qualità commestibili, sia anche per la bionte (I) bionle (')
buona conoscenza che si ha delle sue esigenze nutritizie, essendo la
sua coltivazione nota e praticata da secoli, grazie alla peculiarità del Paxillus:
Amanita :
suo substrato preferenziale (letame di cavallo). Ma nessuno, a quanto involutus
citrina Pi Ab, Ce
ci consta , è mai arrivato a portare sul mercato una partita di Porcini ,
muscaria Ab. Ce
'di Ovoli o di Cantarelli ottenuti direttamente per semina . Phlegmacium:
rubescens Ab
" perché si spiega col fatto che questi funghi, come tutte o quasi spissa Ab
glaucopus Ab , Pi
le specie boscherecce, hanno un sistema di nutrizione specialissimo , fuscomaculatum Ab
abbisognando della presenza di piante fanerogame viventi (soprattutto Boletus: allutum Ab, Ce
alberi forestali) , .con i quali vivono in simbiosi micorrizica , cavipes La caesiocanescens Pi, (Ab?)
11 termine simbiosi significa commensalismo, non parassitismo. E edulis Ab I varium Ab
in realtà, sebbene le ife dei miceli micorrizici avvolgano strettamente erythropus Ab cephalixum Ab
e compenetrino intimamente le radichette dell'albero, per sottrargli Gomphidius:
purpurascens Ab
quella sostanza organica che è ad essi indispensabile, non per questo rutilus
elegantior Ab
Pi
l 'albero risente danno. AI contrario le sue radici divengono più atte ad orichalceum Ab
assorbire le sostanze nutritive minerali dal terreno (azoto, fosforo , po Hydrocybe : infractum Ab, (Fg?)
tassio, calcio) e la pianta attaccata dal fungo si sviluppa più rigogliosa armillata Be vitellinopes Fg
e più resistente alle malattie e ai parassiti . corrosum Ab
Lactarius:
Le cose in realtà non sono così semplici; vi sono parecchi tipi di porninsis La
calochroum, varo
micorrize; il meccanismo biologico non è ancora conosciuto a fondo . torminosus Be
conifera rum Ab
Tuttavia dopo anni di ricerche , controlli ed esperimenti, è oggi univer rufus Pi , Ce
aureopulverulentum Ab
salmente accettato il concetto che i funghi micorrizici sono indispen coerulescentium Fg
sabili a.llo sviluppo e alla vita stessa delle piante dei boschi; i funghi Leccinum : coerulescens Fg
micorrizici vanno dunque annoverati tra i migliori collaboratori del scabrum Be pseudosulphureum Fg
forestale. aurantiacum PopuluS trem o elotum Ab
Esporremo alcune conclusioni pratiche a cui si è oggi arrivati fulvoochrascens (Fg?) (Ab?)
Leucopaxilfus:
attraverSo una fertile cooperazione tra micologia e tecnica forestale , mirabilis Pi
(Pi?)
a quanto abbiamo potuto apprendere dal prof . Meinhard Moser, mico cumatile Ab
logo di fama internazionale , che da molti anni si occupa di questo Myxacium: caesiostramineum,
argomento. delibutum Fg varo amarissimum Ab
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Sviluppo dei funghi micorrizici in vivaio forestale
Pianta sim Pianta sim
SPECIE SPECIE Per lo sviluppo dei funghi micornzici e necessario mettere a con
bionte (I) bionte (I)
tatto entrambi i partecipanti della micorriza, ossia. la pianta ad alto
fusto e il fungo con essa simbionte, ma seguendo particolari proce
dimenti. Non è nemmeno pensabile , per esempio, che seminando sem
Phlegmacium: Suillus:
plicemente nel bosco pezzi di fungo o tanto meno le sue spore, si
russeoides Pi variegatus Pi arrivi senz'altro a ottenere carpofori delle corrispondenti specie. Una
platipus granulatus Pi così semplicistica soluzione è lontana dalla roaltà nella maggior parte
Fg
placidus Ce, Strobus dei casi. Un'infinita serie di ins.uccessi nel passato stanno a provare
rufool ivaceum Fg quanto sia difficile far attecchi.re in un bosco i funghi micorrizici. Però,
plorans Ce
talus Fg aeruginascens La con un'adatta tecnica, oggi vi si è riusciti .
atrovirens (Pi?) bresadolae La Il miglior modo per promuovere la formilzione di una micorriza è
arcuatorum luteus Pi
Fg quello di operare in vivaio forestale. Le piant ille così trattate , dopo ch
grevillei La la micorriza si è solidamente stabilita sullo 10 1'0 radici , potranno esse re
saporatum Pi
piperatus Pi messe a dimora nel terreno da rimboschire El ITlanterranno a lung o. svi
aureoturbinatum Fg tridentinus La (calcar.)
luppandola sempre più, questa simbiosi benofica, che da un a. port
oliveum (Ab?) sibiricus Ce gioverà alla pianta forestale, dall'altra parte (~ o nsentirÀ. ai rel ativi tllll
corruscans Ab flavus Bres . La
ghi di crescere e fruttificare.
claricolor Ab Tricholoma:
aureofulvum Ab robustum Pi
anomalum (Ce?) (Ab?) saponaceum Ab, (Ce?) Condizionamento del terreno del vivaio
vaccinum Pi, (Ab?)
1\ vivaio forestale, dove si vogliono far sviluppare i funghi mi co r·
Rhizopogon: Xerocomus : nZlci, deve essere impiantato su un terreno adatto allo sviluppo dei
subtomentosus Ab , (Ce?)
funghi; deve quindi contenere quantità sufficienti di sostanze nutri
luteolus Pi badius Ab
\ .' tizie, di sostanza organica necessaria allo sviluppo di una microflora
indispensabile alla crescita del fungo, e deve essere ben aereato.
Diversamente si dovrà intervenire in corrispondenza. Si ricordi però di
(I) Ab = Picea excelsa ; Pi == Pinus silvestris e P . mugho; La Larix decidua; evitare rigorosamente (salvo eccezioni) le concimazioni a base di calce,
Ce Pinus cembra ; Be = Betula sp .; Fg = Fagus sp . che è nemica dei funghi, accrescendo pericolosamente il pH del terreno
I I (la maggior parte dei funghi micorrizici prospera in terreni acidi, con
pH compreso tra 3,5 e 5,5); anche i concimi azotati sono nocivi ai
funghi micorrizici (in caso di assoluta necessità si usino sostanze azo
Sia chiaro che non è detto con questo di avere già stabilito o svi
tate organiche complesse, facilmente biodegradabili); invece la conci
luppato un sistema di coltivazione di funghi commestibili; ne sono stati
mazione fosfatica , specialmente se effettuata con scorie Thomas , è
però creati i presupposti. Infatti , data per scontata ormai la necessità
della ·presenza nel terreno di funghi mi.corrizici per una sana attività generalmente favorevole.
forestale , si sono effettuati e condotti già a buon punto studi e speri L'apporto di sostanza organica al terreno del vivaio può essere
mentazioni, intesi a promuovere lo sviluppo dei funghi micorrizici ad fatta con strame di foglie, paglia anche non fermentata, torba, terricciati
esclusivo beneficio delle piante forestali. Ma si comprende facilmente diversi. Si eviti il letame, che presenta l'inconveniente di liberare lo
che il passo più importante, che potrà eventualmente condurre in azoto inorganico troppo facilmente.
futuro a una coltivazione di funghi spontanei commestibili, è già in L'aereazione si effettua lavorando il terreno meccanicamente è
atto. Tuttavia quest'ultima attività non potrà prescindere evidentemente incorporandogli per es. torba, aghi di conifere , foglie secche , ecc.
da una stretta associazione con l'attività forestale .
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18
L'insc rn enzarnento nuta da un'alga esotica), col raffreddamento le soluzioni stesse gela
tinizzeranno in massa, costituendo i cosidetti « terreni solidi " . Essen
/I mO'do più semplice per seminare i funghi ne l vivaio forestale ziale , nella formul'a zione di questi terreni , è la presenza di particolari
sarebbe quello di utilizzare lo strame di fogl ie, ossia lo strato super « fattori o promotori di accrescimento ", rappresentati per es. dall 'e
ficiale del terreno di bosco , spesso 5 cm, costituito in gran parte da stratto di malto, dalla aneurina, biotina, acido follicolico, ecc. , senza dei
foglie marcescenti e residui vegetali vari , tra cui molte radichette già quali non è possibile per molte specie fungine 'lo sviluppo in cultura
invase da micorriza attiva . Procuratasi la quantità necessaria di questo pura . In natura tali f'a ttori di accrescimento vengono spontaneamente
materiale, che deve essere ecologicamente corrispondente alle essenze forniti al fungo dai prodotti di elaborazione di microorganismi (batteri,
seminate in vivaio e alla località dove si intende imp iantare i giovani funghi inferiori, ecc .) presenti nel terreno C)·
alberi , l'operatore lo distenderà alla superficie del suolo per lo spessore I ceppi ottenuti in provetta su mezzo nutritizio solido (general
di 1 cm, e immediatamente lo lavorerà a vanga , in modo da impedirne mente 2-3 provette per ciascun ceppo) si possono conservare, tappate
l'essiccamento . con un tappo lasco di cotone sterilizzato, ma non indefinitamente; dopo
L'uso dello strame di foglie di bosco è economico , e fino a un un certo tempo essi « invecchiano " , perdendo molto della loro faco ltà
certo pun to comodo, ma non dà grande affidamento di riuscita ; è inoltre di riprodursi e divenendo quindi inservibili per gli scopi di insemen
inficiato dalla presenza di una microflora noc iva, che può compromet zamento a cui si adibiscono. Occorre pertanto , dopo un certo periodo
tere lo svilup po de i miceli micorrizici così apportati al terreno . di tempo, « ringiovanirli" , ossia ravvivarli, il che si compie trapiantan
Il metodo più sicuro è quelfo di inoculare nel vivaio delle culture doli in altre provette di cultura sterilizzate, contenenti lo stesso terreno
pure di un fungo micorrizico della specie scelta, opportunamente svi fresco, obbligando così i miceli a proliferare ed esplicare tutta la loro
luppate in laboratorio, così come si fa oggigiorno in misura sempre attività. Questa indispensabi,le operazione di trapianto dei ceppi si deve
crescente per l' irioculazione d i culture pure di bacilli radicicoli nella effettuare almeno ogni 2-3 mesi. Essendo questo continuo rinnovo dei
coltivazi o ne delle piante !eguminose . ceppi un 'operazione laboriosa, si cerca di sostitu'irla con mezzi più
comodi (per es. copertura delle superfici delle culture con olio mine
Le colture pure di funghi micorrizici rale , conservazione a basse temperature, ecc.) che impediscono un
rapido invecchiamento dei ceppi.
Le culture pure di funghi micorrizici da insemenzare nel terreno si Oltre alle cu'lture solide , si possono usare anche per i funghi le
preparano nel modo seguente : si parte da un carpoforo perfettamente culture « sommerse " , molto più comode ; si usano le stesse soluzioni
sviluppato e fresco della specie prescelta e, operando in ambiente nutritive già viste, ma senza aggiunta diagar-agar. Nelle culture som
sterile, con rasoio disinfettato su fiamma, si trancia una sottile fetta merse il micelio dei funghi si sviluppa in seno al l'iquido , nel quale
del carpoforo , depositandolo in una scatola Petri sterilizzata, contenente rimane in sospensione, anziché in superficie, come nelle culture so'lide;
un adatto substrato nutritizio art ificiale . ovviamente si realizza così una notevole economi·a di ingombro, nonché
Quando , nelle condizioni di temperatura adatte e mantenute co un risparmio di tempo. Il Moser è stato il primo a proporre le culture
st anti , dopo un certo tempo si incomincia a stabilire una proliferazione . ; "
- 21
20
La quantità di soluzione nutritizia con cui imbevere il materiale
sommerse anche nella coltivazione dei funghi. Per ques ta form a di cul trasportatore (farina di torba) dipende dal grado di umidità dello stesso.
tura si usano, anziché provette, dei piccoli matracci di vetro conici o Per una torba essiccata all'aria, si calcoli in media 1 litro di soluzione
palloncini tondi a fondo piano; è indispensabile apportare in continuità per ogni 300 grammi di torba.
aria od ossigeno al liquido di cultura, il che si può fare montando le Dopo la seconda sterilizzazione, nelta torba nutritiva si inocula il
culture su tavoli scuotitori azionati elettricamente: l 'aria, penetrando materiale fungino (micelio prelevato dalle culture pure), mescolando
nei recipienti attraverso il tappo di ovatta, si può sciogliere nel liquido con spatole di ferro da inoculo a punta piatta e incurvata. Si operi
agitato, e fornisce ai miceli in crescita l'ossigeno necessario . sempre in ambiente sterile.
Utilizzazione delle colture pure Insemenzamento dei funghi nel vivaio forestale
- 23
22
L'epoca più adatta per effettuare gli insemenzamenti in vivaio e
la primavera (maggio-giugno) , oppure anche il luglio. L'esperienza ha UTILITÀ D EI FUNGHI
infatti dimostrato che l'attività dei funghi micorrizici e legata ad una
ben definita periodicità stagionale, L'epoca in cui quasi ogni attività
cessa nei miceli è quella che va dalla fine di ottobre ai primi di gen
naio; in seguito l'attività riprende in misura sempre crescente, per rag
giungere un massimo tra aprile e fine di giugno e poi decrescere nuo Una conseguenza impQrtantissima del fenomeno micorrizico è dun
vamente, annullandosi a fine ottobre. que rappresentata dalla necessità della presenza dei funghi nei boschi,
La quantità di materiale da insemenzare in vivaio varia secondo quali elementi indispensabili al benessere delle piante ad alto fusto.
molti fattori (età della pianta, natura del terreno , altitudine, ecc.). Gene
È dunque necessario protegçiere i funghi ed opporsi nel modo più
ralmente occorrono maggiori quantità di inoculo quanto più il terreno deciso alla loro indiscriminata raccolta o, tanto peggio, alla loro
è povero di sostanza organica (ma in questi casi bisogna provvedere inconsulta distruzione che potrebbe a lungo andare provocarne la
con adeguati interventi) e quanto più la pianta e adulta, perché in que
scomparsa,
st'ultimo caso la sua permanenza in vivaio sarà breve e quindi il
micelio avrà minor tempo davanti a se per svilupparsi e raggiungere le Ma i funghi hanno ben altri compiti nell'economia della natura, e
radici con cui stabilire la micorriza. Trattandosi di torba da inoculo specialmente i funghi saprofitici possono considerarsi i benemeriti
umida, accorreranno da 2 a 5 kg di questo materiale per ogni metro
quadrato di terreno di vivaio da insemenzare. Se però l'insemenza
mento del fungo si fa all ' atto della semina in semenzaio, occorrerà una
,
i ',
« spazzini » della foresta.
24 --:- 25
Altre utilizzazioni dei funghi possiamo trovare nel campo de) mi ESAME MORFOLOGICO DEI FUNGHI
cromiceti . Se moltissimi dì questi, come si è detto , sono parassiti
pericolosi delle piante e degli animali , ve ne sono altri saprofiti che
sono regolarmente utilizzati nel campo dell'industria. La maggior parte dei Macromiceti che offrono più interesse ai rac
Ricordiamo tra questi alcuni Ascomiceti monocellulari, i Saccaro coglitori sono caratterizzati dalla forma « a fungo» , ossia a. cappello
miceti , utilizzati su larga scala per la fermentazione alcoolica, per la e gambo, che è tipica delle specie appartenenti alle Agaricali. Anche
vinificazione selezionata, la panificazione, ecc . in altri ordini (es. Poliporali , Idni, ecc.) si possono trovare veri cappelli
e gambi, mentre negli Ascomiceti si osservano talora degli pseudo cap
Certi Aspergilli sono utilizzati per la fabbricazione dell 'acido citrico, pelli e pseudo gambi (p. es. Morchelle, Leotia , ecc.) . Ma in gerierale qui
altre muffe sono sorgenti di antibiotici, e così pure i numerosi Actino si hanno forme diverse, che è più facile riconoscere.
miceti. È essenziale imparare a distinguere gli elementi morfologici dei
Perfino da certi funghi parassiti si è cercato di trarre vantaggio, e funghi a cappello e gambo, anche perché le differenze dei loro carat
sono in corso studi e sperimentazioni per la difesa contro gli insetti teri sono così sottili , che senza un 'accurata osservazione non è possi
nocivi (mosche , acari, cocciniglie , insetti parassiti di piante coltivate in bile d istinguerle per arrivare alla determinazione del genere e della
genere) mediante coltura di certi piccolissimi funghi, che aggrediscono specie.
,
selettivamente le larve di questi insetti , uccidendole. Pertanto ci limiteremo a considerare brevemente i caratteri prin
cipali dei seguenti elementi morfologici :
t: questo un mezzo di lotta antiparassitaria « biologica ", che risulta A) Cappello; B) Imenoforo (tubuli o lamelle) ; C) Gambo; D) Veli
molto più promettente di quella a base di antiparassitari chimici, ai (anello . volva. cortina); E) Carne.
quali presto o tardi le successive generazioni di insetti nocivi vanno
assuefacendosi , rendendo vane fatiche e spese precedenti.
Ma l'utilizzazione che più facilmente viene messa in evidenza , par
lando di funghi , è quella relativa alla loro commestibilità.
Ricordando tuttavia che i funghi, oltre ad essere utilizzati come
alimento dì discreto valore nutrit ivo e certamente molto gradevole,
possono rappresentare anche un incombente pericolo per la salute
pubblica, sarà di seguito curato un esauriente capitolo relativo ai piano
convesso
princip'i fondamentali della tossicologia fungina, secondo i dettami
della più avanzata ricerca in tale campo .
conico
I I
campanulato campanulato
depresso
( = parabolico) ( == a forma di campana)
TAVOLA 1
26
- . 27
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(~--.-.I_-
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Q~.
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pulvinato troncato gibboso
glandiforme
TAVOLA 2
~ I. ~\·: TAVOLA 4
r \ì \ \
-~- ~. \\\ "
Ii I
A) Il cappello
,~/f \~I'
(generale, del disco e dell 'orlo); la superficie esterna (pellicola, natura.
proprietà, ornamentazioni e colore); le dimensioni .
1. La forma del cappello può variare molto durante lo sviluppo
del carpoforo, e va pertanto osservatél su esemplari adulti, o megli o
petaliforme spatol iforme
ancora in tutti gli stadi dello sviluppo. Nell'acerbo la forma è di solito
dimidiato
c hiusa attorno al gambo , poi tende ad aprirsi, allargars i, e infine a
defor marsi variamente.
~
Particolare importanza ha la zona centrale del cappel lo (disco),
che può avere diversità di forma (es. depressa : ombelic ata, o in rilievo:
umbonata), ma anche di colore e di ornamentazione rispetto al resto
della superficie pileica. Le forme umb o nate va riano dal piccolo umbo
ne acuto alla papi Ila , all' umbone ottuso e, al limite , all a forma gale
umbonato (umbone ottuso) reni forme riculata
TAVOLA 3
28 - --: 29
Anche l'orla del cappello ya osservato a parte, considerandolo:
in relazione al piano orizzontale (orlo arrotolato in dentro, o invo
luto, arrotolato in fuori, o revoluto, retlesso, o appiattito, piano; o
piegato verso il basso: intlesso o incurvato).
Quanto al profilo, l'orlo potrà essere sviluppato secondo una linea
continua (unito o regolare), oppure lobato, festonato, ondulato, sinuoso,
fibrillato - radiale plissettato, ecc . Potrà presentarsi integro, oppure denticolato, frangiato ,
(fibrille innate) tissurato, appendicolato, ecc .
Ornamentazione particolare dell' orlo sono le striature, le scanala
ture (che possono appartenere .alle sottostanti lamelle, che traspari
scono coll'umidità) e in qualche caso i tubercoli.
L'orlo può essere eccedente, se si estende oltre la punta delle
lamelle , mentre si dice appendicolato se porta prolungamenti irregolari
a frangia, di solito residui di veli.
2. La superficie del cappello è chiamata pellicola o rivestimento
pileico . Occorrerà osservare prima di tutto se costituisce un rivestimen
desquamata a squame acute
TAVOLA 5
TAVOLA 5 TAVOLA 7
-,- · 31
to nettamente differenz ia to della carne del cappello, e in questo caso
se è tutta , parzialmente o no n, staccabile.
Quanto alla natura della pellicola , si osservi se è viscida (o viscosa)
(e in questo caso occorre inum idirla, se è secca), se è glutinosa (ossia
ricoperta da una mucosità), oppure secca e friabile, liscia, ruvida ,
tomentosa, bulbosa, pelosa, ecc.
Le ornamentazioni possono mancare (fondo unito, glabro, unif or
me); o possono essere innate, ossia insite nella struttura della pellicola
(fibrille , macchie, vergature), ovvero applicate o adnale. differenziabili ,
e in questo caso derivate sia da ·dissociazioni della pellicola (screpo
plissettato lature . areole , squame) sia da residui del velo generale (squame , fi
brille . verruche, pustule, farinosità, pruinosità, villosità). Nel caso di
dissociazioni della pellicola, si intravvede di solito il color della carne
sottostante .
Si raccomanda di osservare i caratteri della pellicola con la len te
di ingrandimento.
II colore della pellicola è un dato di grande importanza. ma non
così assoluta come potrebbe sembrare. Infatti moltissimi funghi presen
tano var ia zioni di colore ariche forti con l'età, il terreno di crescita.
le condizioni atmosferiche, la composizione quantitativa dei pigmenti.
Il colore generalmente si descrive con termini di paragone (es .
scanalato fimbriato o
rosso cilie.gia , bianco avorio, giallo paglierino) o usando ap positi codici
tubercolato striato appendiculato
di colori.
TAVOLA 8 3. Le dimensioni del cappello si riferiscono di solito al diametro
del cappello completamente coperto e spiegato e sono espresse in cm.
B) L'imenoforo
':~ 't
,.' "~K. ~~;.. :, Lamelle - L'osservaz io ne delle lamelle riveste la massima impor
tanza. Si dovrà tenere conto dei seguenti ca ratteri:
~: lè. 1. Colore - Esso ci permette, di rettame nte nel!a maggior parte
,<
"0: . >,.• j,i dei casi, di incasel:are un fu ngo nel gruppo dei leucosporei (a spore
piano ricurvo o piegato t
" involuto
9 bianche). o dei rodosporei (a spore rosa), o degli ocrosporei (a spore
brune) , o degli jantinosporei (spore violaceo scure ), o dei melanosporei
(a spore nere ). L'osservazio ne va fatta sull individuo che porta sulle
~
:::~<:;~~t lamelle spore già mature ; ma no n bisogna d i menticare che in diversi
"~, O', ~
~. : ' . ," ?~
casi le lamelle possono presentare un colore proprio, diverso da quello
della polvere sporica.
", . .'...'!+.',"! 2. Inserzi one delle lamelle sul gambo - Va osservata sul fung o
]~1 tagliato per metà dall 'alto al basso. La tavola 10 mostra i principali
~
tipi di inserzione lamella re. È un dato della massima importanza.
3. Caratteri di forma e struttu ra , qual i: larghezza (v. tavola 11)
revoluto o reflesso eccedente
(lamelle larghe o strette), spessore (lamelle strette o sottili); frequenza
(lamelle fitte oppure rade); eguaglianza (lamelle tutte egualmente lun
TAVOLA 9
32 - 33
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.
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9" ~.:; ., ~ ." "- '
~~- - L ~.
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ghe oppure intercalate con lamellule, di lunghezza inferiore) ; eventuali
biforcazioni; eventuali anastomosi (lamelle riunite in parte tra loro da
grosse vene trasversal i.. entro il seno lamellare); la separabi/ità dalla
carne del cappello ,
'' :.' ..
l:·,
...
l può essere acuto, ottuso, ventri coso, arcuato, sinuato, diritto, concavo,
I ,
~
" sinuato-smarginate ad nate
annesse L'orlo delle lamelle può essere integro, oppure denticolato " seghet
(uncinate]
tato, fessurato, intagliato (osservare con lente d'ingrandimento), Può
essere di natura uniforme come il resto della faccia lamellare (orlo
omomorfo), oppure presentare ' una lieve fascia di colale e natura
diversa, dovuta a cistidi o cellule sterili (orlo eteromorfo),
Tubuli e Pori (nel caso di Boletacee e Poliporacee) si osservano
con gli stessi criteri utilizzati per le lamelle :
~ " 6
.",.•.,'.. ' , ' :•" ',"..• ..':,
- il colore si osserva sulla superfi c ie esterna dei pori:
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..'. ..',.;r":',: .:'.. . ",-,.. . .•.•' '.."
~!~, .' <
t : ., l'
decorrenti
.oto"dato - I~ ,': "
con dentino appressate secedenti
TAVOLA 10
b schema frontale
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delle lamelle
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parti della lamella:
a - faccia; b . dorso; c . orlo;
lamelle separabifi lamelle omogenee d . larghezza
lamelle fitte
lamelle rade
TAVOLA 11 TAVOLA 12
34 - ,- 35
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lamellule sinuose collarium ~~c~
TAVOLA 13
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~- -- .. lamelle anastomi2Zate
~
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e venoso . congiunte lamelle bifide
~
(tipo Schyzophylluml
. .' 1"
'~ ..
acute ottuse strette
TAVOLA 15 TAVOLA 16
~ ~~··.. ~J
~· ' ~1
l'inserzione sul gambo dello strato dei tubuli è abbastanza analoga
~, ~Ìlf
a quella delle lamelle e va osservata sulla sezione del fungo;
i caratteri di forma riguardano essenzialmente la lunghezza dei tu
buli (in sezione) , la forma e la larghezza dei pori, ecc.
C) Il gambo
larghe ventricose arcuate sinuose orlo diritto Si deve esaminare anzitutto se il cappello è munito di gambo, o
se ne è privo (cappello sessi/e).
Nel gambo si osserverà: l'inserzione sul cappello (centra/e, eccen
TAVOLA 14
trica , laterale) ; la struttura rispetto a quella del cappello (eterogeneo,
36 .- 37
contiguo , separabile se diversa ; omogeneo , continuo, confluente , inse
~
parabile se eguale) ; la struttura intrinseca del gambo (carnoso , carnoso
fibroso , fibroso , cartilagineo , corticato per la presenza di una specie di
corteccia esterna più dura); la forma : cilindrica, clavata , bulbosa, fles
suosa , arcuata , attenuata in alto , attenuata in basso , ventricosa, obesa ,
ecc ,
Particolare riguardo si avrà alla parte inferiore del gambo, che
può presentarsi sovente radicante o anche bulbosa (con bu\bo olivare,
subsferico, turbinato , appiattito, marginato , ecc.) o bulbillosa . obeso o ventri coso
La superficie esterna del gambo potrà essere liscia o verrucosa,
o calzata , o fibr illosa , pelosa, punteggiata , squamosa , o variamente
ornata . Po t rà essere secca , oppure viscida o anche glutinosa .
Una tipica ornamentaz ione del gambo dei Boleti è il reticolo, di
cu i si dovrà osservare l' estensione , il c olo re , la regolarità , le maglie ,
lo sviluppo , ecc . clavato
~ D
~) !
Il
~i
laterale
eccentrico
rugoloso '
LI'
fibri lIato . striato
TAVOLA 19
attenuato i n basso
TA VOLA 17
l
bulbo olivare
#' bulbo depresso bulbo subsferico Il JIt ~II \"t' I \,,/ 1: \ \
u ~\ \\ farcito
O bulbilloso
corticato
TAVOLA 21
(V)
cavo
gibboso
bulbo marginato
~
bulbo napiforme bulbo turbinato
TAVOLA 20
D) I veli
Nelle Agaricali troviamo due tipi di veli: quello unìversale che
avvolge il carpoforo primordiale nei primi stadi di sviluppo , poi si
lacera ; e il velo parziale che si stende tra cappello e gambo nell'in cavernoso tuboloso
dividuo giovane , a proteggere l' imenoforo .
Con la dissociazione o la lacerazione del velo universale possono
rimanere residui sul carpoforo , quali: una volva alla base del gambo
._ .. ~-
(a sacco, membranosa, libera, adnata, inguainante, ci rconcisa, ecc.):
verruche sul cappello (come nelle Amanite); cortine esilissime, presto ,, \
40 - 41
Il velo parziale lacerandosi lascia di solito un anello sul gambo ,
che può essere membranoso , o fioccoso , largo o stretto o rudimentale ,
liscio o striato, a forma pendula (collarina ), con ciambella inferiore ;
qualche volta anche mobile ; qualche volta anche doppio (v. sopra) .
E) La carne
volva a sacco. ampia.
membranacea
circoncisa La carne si apprezza tagliando in due il fungo dall 'alto in basso.
L'osservazione va fatta soprattutto mediante i caratteri organolettici
i ngua inante (odore e sapore), ma si dovrà anche esam inare:
)t>'"J1
S,nnnnn
la consistenza (molle , soda, . compatta , membranosa, cart ilag inea,
ceracea, coriacea , suberosa, ecc.) ;
la succulenza (asciutta , secca, lattescente) :
l'igrofaneità (proprietà di asso rbire, perdere e riassorbire umidità,
t~
dando colori scuri a umido , pallidissim i o biancastri a secco);
la revi viscenza (proprietà di essiccare senza putrefare , e dopo inu
midimento ritornare alla consistenza originaria dell'individuo fresco);
il colore . In particolare si osserverà se la carne vira, oss ia muta
nettamente il suo colore istantaneamente o dopo un certo tempo .
Questa proprietà si deve osservare an c he stro finando l'esemplare fra
dissociata in perle le dita .
(t i po Am anita muscaria )
~
volva dissoc iata in anelli nap i forme
(tip o A mani ta pa nthe rin a) (t i po Am anita spissa)
TA VOL A 23
H ~
Anello rud i mentale
(t ipo Copr imls)
appendi colato
.JP!l'-~
Il
con ciambella i nferiore
(tipo Ph o li ota ca perata)
doppio
(tipo Psalliota arvensis)
doppio
(ti po A rmillari a imperialis)
TAVOLA 25
doppio e mobile
(tipo Lepi ota proce ra)
4~~
ampio e membranoso striato
!R
., ~:i.
f
o collarino TAVOLA 26
TA VOLA 24 - 43
42
CLASSIFICAZIONE SCHEMATICA DEI FUNGHI
Vir\ ~lil~
studio posteriore di caratteri microscopici , filogenetici , biologici , chi
mici , ecc. , che noi non possiamo che accettare senza approfondire .
Pertanto presenteremo anche nomi di generi non friesiani (indi
candoli come sotto-generi), affinché chi legge non si trovi disorientato
all'occorrenza , incontrando su testi moderni di micologia nomi di li I,
MELA~':UCA
I
ARMILLARIA
1° Gruppo: lEUCOSPOREI
Spore bianche (o leggermente colorate in massa) .
AMANITA - Eterogenei. Con volva (intera o d i ssociata). Con anello (talora caduco) .
LACCARIA
Lamelle bianche e libere , lamellule tagliate a squadra . Gambo carnoso
fibroso. Spore grandi . Terricoli . Alcune specie es t remamente tossiche .
AMANITOPSIS - Aman i ta pri va di anell o e con orlo del c appello striato (es . vagi
nata). Commestibili . MARASMIUS
COLLYBIA MYCENA
- 45
44 -
LEPIOTA - Eterogenei. Senza volva . Con anello evidente . Non molto carnosi . LaHYGROPHORUS - Omogenei. Né volva né anello . Specie grandi , medie e piccole .
melle libere o distanti . Cappello generalmente desq uamato , salvo l ' umbone, Lamelle caratteristiche , spesse , molli e ceracee , rade, sovente decorrenti, a
liscio. Gambo carnoso-fibroso. Terricoli. Le specie di piccole dimensioni spigolo acuto . Gambo carnoso e centrale . Carne molle e fragile. Terricole .
(cristata, he/ veo/a , felina, castanea, ecc .) per lo più tossiche o sospette .Non tossiche. ,.
CYSTODERMA : Lepiota con cappello e gambo omogenei, lamelle leggermente LlMACIUM : cappello e gambo viscosi e glutinosi; lamelle ad nate e decorrent i.
adnate; cappello e gambo con residui di velo (granulazioni) (s . amianthinum, CAMAROPHYLLUS: cappello carnoso, non viscoso, gambo fibro-carnoso . La
carcharias).
melle decorrenti o smarginate.
ARMILLARIA - Omogenei. Senza volva, ' ma con anello evidente. Carnos i. Lamelle HYGROCYBE : specie piccole e fragili, con colori vivaci, carne esigua e molto
decorrenti. Gambo carnoso € fibroso. Terricoli e con doppio anello (A. impe acquosa , cappello viscoso e umido , gambo esile e cavo , lamelle decorrenti,
rialis): lignicole e cespitose (A. mellea). Non tossiche . adnate e libere .
LACTARIUS - Omogenei . Né volva Ré anello . Specie grandi, medie , carnose e
TRICHOLOMA - Omogenei. Senza volva né anello . Carnosi e robusti . Lamelle bian ~
robuste. Caratteristica carne granulosa e cassante (a frattura netta) . Lamelle
che , uncinate . Gambo carnoso-fibroso (talora calzato da residui di velo). carne
adnate o decorrent i , diseguali. Cappello convesso, poi piano e poi concavo .
spessa e compatta . Terri<..:oli. Una specie tossica (tigrinum) .
Gambo centrale, spesso , corto . Spore tonde , con ornamentazioni amiloid i;
MELANOLEUCA : Tricholoma esili, bianchi o scuri , carne igrofana , gambo fi
in massa bianche , o crema o gialle . Rotti , emettono un lattice bianco o
broso-spongioso (es. vu/garis, grammopodia) . Nessuna tossica.
colorato , di sapore mite o pepato. Terricoli .
RHODOPAXILLUS: Tricholoma con lamelle generalmente rosa , porpora o vio
Alcune specie tossiche o sospette.
lette , e spore rosa pallido in massa (es. nudus) . Non tossici.
TRICHOLOMOPSIS: Tricholoma l ignicoli. Unica specie: ruti/ans . Non tossico . RUSSULA - Come i Lactarius , con questa differenza : assenza di lattice ; lamelle
eguali (salvo pOChissime specie); colori assai vivaci, di solito . Poche spe··
CLITOCYBE - Omogenei . Senza volva né anello. Più o meno carnosi. Lamelle cie sospette o leggermente tossiche .
decorrenti. Cappello sovente imbutiforme . Gambo fibroso-carnoso . Terricoli.
Alcune spec ie tossiche (dea/bata, cerussata, rivu/osa).
LEPISTA : Clitocybe esili, a spore tonde , verrucose , .non-amiloidi. 2° Gruppo: RODOSPOREI
LEUCOPAXILLUS : Clitocybe robuste , sode e carnose , con spore verrucose , Spore rosee .
amiloidi.
VOLVARIA - Eterogenei . Volva membranosa . Senza anello . Specie grandi e medie .
LACCARIA - Omogenei. Senza volva né anello . Specie piccole, poco carnose , color Lamelle sottili , libere . Terricole e lignicole. Nessuna tossica .
roseo o violetto, gambo slanciato e fibroso , lamelle rade, larghe, adnate . PLUTEUS - Eterogenei . Né volva né anello . Specie grandi e medie , carnose . Ligni
Spore sferiche aculeate. Non tossiche . cole . Nessuna tossica .
COLLY BIA - Senza volva né anello . Cappello poco carnoso, orlo involuto, mem CLiTOPILUS - Omogenei. Specie medie , carnose, sim il i a Clitocybe, gambo leg
branoso. Lamelle ad nate (o libere) . Gambo cartilagineo e pieghevole, esile. germente eccentrico e carnoso, lamelle decorrenti. Terricole. Spore tipiche
Spore piccole. Terrestri o lignicole. Non tossiche. fusiformi e a 6 costolature. Non tossiche .
MUCIDULA: Collybia viscosa e a lamelle ad nate e spesse. Spore grandi (es . ENTOLOMA - Omogenei. Specie carnose , grandi e medie, corrispondono ai Trì
mucida, radicata) . cholorTid. Cappello con orlo involuto . Lamelie uncinate, gambo carnoso fibro
XERULA: Collybia a cappello asciutto e coriaceo, che secca facilmente . Spore so . Spore poligonali , tipiche. Terricoli. Alcune specie tossiche (lividum,
grandi (es . /ongipes).
nidorosum , rhodopolium) .
MARASMIUS - Senza volva né anello . Specie medie o piccole , poco carnose, LEPTONIA : speci.e medie e piccole, più esili, simili a Collybia . Gambo cart i
coriacee . Reviviscenti nell'acqua dopo essiccate. Gambo sottile e tenace . lagineo e cappello depresso.
Terrestri o truncicole . Non tossiche. NOLANEA: come Leptonia, ma cappello conico o campanulato . Carne igro
fana. Qualche specie tossica (pascua , mammosa) .
MYCENA - Senza volva né anello . Specie piccole, con cappello conico . Lamelle ECCILlA: come Leptonia, ma con cappello imbutiforme e lamelle decorrenti .
ad nate . Gambo esile . Talora lattescenti. Terrestri e truncicole . Non tossiche. N.B.: I quattro generi Ent%ma , Leptonia , No/anea, Eccilia, vengono sovente
PLEUROTUS - Specie carnose e robuste . Né volva né anello . Lamelle decorrenti. compresi in un unico genere Rhodophyllus .
Gambo eccentrico , laterale o nullo . Spore bianche, lilacine in massa . Trun
cicole. Una specie tossica (P. o/earius, classificato anche tra le Clitocybe).
PANUS : Come Pleurotus, ma carne coriacea, non putrescente . Lamelle strette, 3° Gruppo: OCROSPOREI
non denticolate . Spore ferruginee, giallo - ocra, brune.
LENTI NUS - Omogenei, né volva né anello . Carne elastica, o coriacea. Lamelle CORTINARIUS - Omogenei. Né volva né anello, ma una cortina che avvolge il
decorrenti , con orlo denticolato. Gambo centrale, eccentrico o nullo. Spore giovane individuo, che poi sparisce, lasciando lievi tracce su l gambo . Specie
bianche in massa. Lignicole . Non tossiche . grandi e med ie . Carnose e compatte . Lamelle tipicamente smarginate . an
46 - 47
---------------------------------------
~tv1t
nesse. ne l g'l ovane dì vari colori caratteristici, po i de l colore uniforme rug
gine delle spoie . Gambo carnoso fi broso . Terricol i . Una sola specie tossica
(orellanus ) .
MYXACIUM: con cappello e gambo glutinosi .
PHLEGMACIUM : solo cappello glutinoso . Bulbo marginato (gruppo Scauri) o
non marginato (gruppo Cliduchi) , o senza bulbo (gruppo Elastici) .
INOLOMA: cappello asciutto. non viscoso né igrofano, ornamentato varia
mente ; gambo bulboso .
DERMOCYBE: cappello asciutto , non igrofano , gambo non bulboso , general
( CAMAROPHYLLUS) mente cavo.
PLEUROTUS HYGROPHORUS
TELAMONIA : cappello igrofano ; gambo con residui di velo (anello o zone
~ ~~
anulari). .
HYDROCYBE : cappello igrofano , ma gambo liscio senza ornamentazioni.
~~ '/ I ~
INOCYBE - Specie medie e piccole ; o mogenee , non molto carnose , c appello um
!I bonato-fessurato. fibrilloso. Senza veli o raramente cortina assai fugace
LENTI NUS Lamelle e spore color olivastro-grigio terroso tipico . Terricoli . Parecchie spe
. @
cie tossiche e sospette .
HEBELOMA - Omogenei. Specie grandi e medie , corrispondenti ai Tricholoma .
Carnosi e robusti, cappello con orlo involuto, sovente gambo con tracce di
veli. Lamelle uncinate. Spore ocracee. ferruginee. a verruche fini. Terricoli
Alcune specie sospette .
LACTARIUS RUSSULA
PHOLlOTA - Omogenei . Specie carnose , grand i e medie. Senza volva , ma con un
anello evidente e persistente. Lamelle sinuate o adnate . Gambo con residui
di veli a var ia ornamentazione. Spore ocracee e liscie. Non tossici .
~7
ROZITES : Pholiota con cappello pruinoso, spore verrucose , terricoli (es .
caperata) _ Non tossici .
AGROCYBE : Pholiota con gambo liscio . spore color brunastro sporco e terr i
T
cole . Non tossiche .
FLAMMULA - Omogenei , carnosi, senza veli . Colori vivaci, sul giallo o arancione .
ENTOLOMA Lamelle ad nate o decorrenti. Lignicoli. Amari . Non tossici .
VOLVARIA
PAXILLUS - Omogenei . Specie grandi, carnose , sode. Cappello sovente imbuti
CLITOPILUS forme con orlo involuto. Gambo pieno , spesso eccentrico, robusto . Lamelle
decorrenti, facilmente separabili dal cappello. e anastomizzate . No n tossici
INOCYBE
~
4° Gruppo: IANTINOSPOREI
Spore bruno - porpora o violacee .
v
STROPHARIA - Omog e nei . Sp~cie medie e piccole , poco carnose. Senza volva.
\
\ \ ., ma con ane llo . Lamelle adnate. Terrestri o fimicole . Qualche specie sospett a.
H Y. PHOLOMA - Omogenei, spe c ie medie , fascicolate , carnose , sode ed elastiche.
\ "'- ,\ Velo cortiniforme fugace . Lamelle ad nate , grigiastro-verdognole , poi nere
.....,: ,:
Gambi cespitosi . Lignicoli . Alcune specie sospette .
PLUTEUS HEBELOMA PAXILLUS
48 - - 49
CORTINARIUS
5'0 Gruppo: MELANOSPOREI
Spore nere o bruno· scuro.
2 11 Famiglia: BOLETACEE
u
Imenio a tubuli, riuniti a formare sotto il cappello uno strato facilmente stacca
bile da quest'ultimo.
PSAlllOTA
Questa famiglia è ancora oggi considerata da alcu ni come un genere (Bo le
tus) , diviso in sottogene ri. I quali ultimi però sono stati promossi alla dignità
di veri generi come segue:
Phlegmacium ( ScD'J ri)
GYROPORUS - Pori bianchi e piccoli, tubuli lunghi, carne bianca immutabile,
gambo corticato e cavernoso (es. cyanescens, castaneus).
GYROOON - Pori grandi e sinuosi , tubuli cortissimi. poco staccabili dalla carne
del cappello (es . lividus) .
BOLETUS (s. s .) - Pori piccoli , tubuli lunghi, carne compatta e soda, gambo car
noso e robusto , con reticolo .
a) Pori bianchi, poi verdognoli, carne bianca e immutabile (edulis) ;
b) Pori. gialli , poi verdognoli, carne virante, dolce (appendiculatu s);
c) Pori gialli, carne virante, amara (pachypus);
d) Pori rossi o arancione , carne virante (Iuridus) . Una specie venefica (Sata
nas), altre sospette.
GOMPHIDIUS
TRACHIPUS - Pori piccoli , grigi, tubuli lunghi, gambo duro e fibroso, fi occoso,
carne leggermente imbrunente (scaber) ,
IXOCOMUS (SUILLUS) - Pori g ialli, sovente compositi , tubuli finissimi , pellicola
viscida, gambo esile e cilindrico , carne giallognola e te nera :
a) con anello (e legan s);
b) senza anello (granulatus ).
XEROCOMUS - Come il precedente , ma con pellicola secca e tomentosa (es .
Chrysentheron) ,
BOlETUS BOLETI NUS - Tubuli decorrenti, pori larghi e angolosi , disposti radialmente , gambo
cavo (cavipes) ,
l?
XEROCOMUS
PORPHYRELLUS - Tubuli e pori rosso-bruno sporco; gambc seppia (porphyrosporus) .
STROBYLOMYCES - Pori angolosi , cappello squamoso , gambo inguainato-squamoso
(strobylaceus).
PHYLLOPORUS - Pori simili a lamelle anastomizzate . Segna il passaggio tra Bole
tace e e Agaricacee (es . rhodoxanthus).
GYROPORUS
IXOCOMUS FOMES
50 - 51
B) Ordine: APHYLLOPHORAlES (Gimnocarpi) 3" Famìglia: CLAVARIACEE
Funghi a forma di clava o di arboscello ramificato . Imenio liscio, sparso su
Le famiglie tin qui descr i tte appartengono all'ordine delle Agar icali . Seguono tutta la parte superiore del carpoforo .
adesso le Afilloforali (ossia senza lamelle), caratte rizzate dal fatto che l'ime CLAVARIA - Carpofori a forma di clav a (Clavaria s .s.) o a forma di arboscello
nio continua ad accrescers i anche sul carpotoro già adulto . (Invece nelle ramificato (R amaria).
Agaricali il carpoforo na sce c oll 'imenio già completamente formato e per lo
più protetto da un velo) . SPARASSIS - Carpoforo a forma di cavolfiore , assai suddiviso in rami compress.i
o in lamine appiattile.
HYDNUM - Carnosi , terrestri , con gambo, carne bianca , aculei appuntiti (es. C) Ordine: GASTEROMICETI (Angiocarpi)
repandum) . Imenio che tappezza l'interno di cavità chiuse entro il carpoforo , Quest'ultimo si
SARCODON - Carnosi, terrestri , con gambo, aculei appuntiti (es. imbricatum), apre solo a maturità , per liberare le spore .
DRYODON - Carnosi, arboricoli, con lunghissimi aculei appuntiti, pendenti (es. 1>\ Famiglia: FALLACEE
erinaceum , coralloides) _ .
Carpofori al loro nascere chiusi entro una volva gelatinosa, da cui si sviluppano
CALODON - Suberosi, tenaci , con gambo , sovente saldati tra di loro (es. ferrugi con gambo cilindrico e una mitra (cappello) ricoperta da!l'imenio. Odore ripu
neum , suaveolens). gnante .
PHALLUS - (es . impudicus) .
LEPTODON - Coriacei, gambo laterale (auriscalpium) .
52 - 53
~ 2<\ Famiglia: CLATRACEE
Wl
Carpofori chiusi al loro nascere da una volva , da cui si sviluppano segmenti,
coperti internamente dall'imenio e saldati insieme a guisa di gabbia o con altre
" forme non comuni .
~
gleba si dissolve in polvere, che esce dal carpoforo aperto in vario modo .
~(
GEASTER - Con esoperidio spesso , che si apre formando una stella a varie punte,
~
portante al cen tro la gleba tondeggiante (es . rufescens, hygrometricus, fim
briatus).
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I
4" Famiglia: SCLERODERMATACEE
'~
Simili alle Licoperdacee, a peridio spesso e duro, con loggette della gleba piene
di basidi alla rinfusa o in mazzetti. Epigei e ipogei (sotterranei).
HYDNUM: .) SARCODON
SCLERODERMA - Globulosi, epigei, con peridio coriaceo, spesso, carne compatta
prima bia nca poi nera (es. vulgare) .
. ':Y"LUS b ) CALODON
c) LEPTODON
II. - ASCOMICETI
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1" Famiglia: MORCHELlACEE
Carpofori grandi, formati da un gambo e cappello ben distinti come forma . ma di
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eguale sostanza. Cappello cavo, suddiviso in alveoli la cui superficie è ricoperta
dall'imenio e separati tra loro da costole in rilievo. sterili. Gambo cavo .
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L) "IV!}I. ~'!·.r
MORCHELLA - (es. escu lenta, conica , ecc .).
MITROPHORA - Il cappello è saldato al gambo solo nella parte superiore, rima
nendo libe ro il lembo inferiore (es. hybrida) .
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'r 2" Famiglia: HELVELlACEE
Carpofori grandi e medi. cappello a forma di mitra. di sella o a pieghe sinuose
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~ f2
. e molteplici, ben distinto dal gambo, che è più o meno lungo e lacunoso.
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HELVELLA - Cappello a forma di mitra, o di sella , rovesciato sulla cima del gam
5a Famiglia: GEOGlOSSACEE
Carpofori di piccole dimensioni , solitamente Iignicoli , consistenza carnosa o
gelatinosa . colorazione viva. aspetto simile a piccole Cl avar ia o a comuni Basi·
diomiceti a cappello .
LEOTI A - P icco le dimens io ni , gambo allungato, vero c appell o tondeggiante e Allo scopo d i fac ilitare al micol o go dilettante o al cercatore occa
pieghettato (es . lubrica). sionale la determinaz io ne dei generi a cui son o assegnate le singole
SPATHULARIA - A forma di spatola, terminante in alto in una clava on dula ta e specie di funghi , ripor t iamo d i seguito in forma tabulare i più rappre
app iattita , ben sepa rata d al gambo (es . tlavida). sentativi gruppi di Generi che si possono tro va re nel presente vo lume
MITRULA - Come la precedente, ma forma non appiattita e poco di stinta dal gambo e nel volume successivo e cioè:
(es. paludosa) .
GEOGLOSSUM - A cl ava allungata e nerastra (es. ophioglossoides).
Funghi con imenio a lamelle (che per la maggior parte costituiscono
6" Famiglia: TUBERACEE la Famigl ia delle Agaricacee) Tabella n . 1.
Carpofori a forma di tubero . tondeggiante o irregolare . sotterranei. Funghi co n ime nio a tubuli e pori , staccabile dalla carne del
TU BER - V i appartengono i Tart ufi cappello, appartenenti all'ordine delle Agar ic ali (Famiglia delle 80
letacee) Tabella n. 2.
56 - 57
FUNGHI A LAMELLE
(PRINCIPALMENTE AGARICACEE) PRINCIPALI GENERI
Una volva o residui di volva alla base del gambo, sovente un anello Amanita Volvaria - - -
Un anello Lepiota - - Psalliota -
Qualche volta un anello, funghi effimeri, che si dissolvono in
-
l - -
Senza anello Collybia -
carnoso, vellutato lunghi; attacco al bianchi, piccoli, robusto, corticato, bianca , immutabile medie, gi a ll o
GYROPORUS gambo: distante tondi cavernoso o virante pallide
I
carnoso, soffice , lunghi, rosei, l iberi piccoli, rosa carnoso, reticolato bianca, immutabile, rosa
TYLOPILUS pulvinato chiaro assai amara I
grande, carnoso , lunghi , liberi o piccoli , dapprima robusto , carnoso , spessa, compatta , grand i , fu s ifo lll d,
-,
pulvinato, glabro adnati chiusi omogeneo , con immutabile o viran bruno-ol iv ac uu
BOLETUS o leggermente reticolo a striature te di co lore
tomentoso
I
a) « edules » bianchi, poi gial bianca, immutabi- I
carnoso, v iscoso finissimi , adnati gialli , piccoli , cilindrico , esile , tenera , gialla piccole , allu nn rd ' J ,
SUILLUS sovente compositi sovente granulato (o pallida) bruno ca n ne li li .
o muni to d i anello alcune oliv a~ tl ll
carnoso, a pellico come sopra come sopra come sopra tenera , pallida, piccole, brUl1t ,
la secca, tomento- immutab ile o leg olivastre
XEROCOMUS sa o pubescente germente virante
al blu
a pellicola secca decorrenti corti , grandi, angolosi, cavo con anello scarsa oblunghe o 11 1111.
BOLETINUS O squamosa poco separabili allineati secondo formi, giallo-
file radiali olivastre
PORPHYRELLUS
bruno seppia,
carnoso
rosso bruno,
sporco
grandi, irregolari ,
rosso bruno sporco
.bruno seppia bianca o grigiastra .
leggermente
grandi, fu s if Olm l ,
rosso - brun e O
-
STROBILOMYCES
carnoso, coriaceo , lunghi, poco angolosi inguainato. squa
virante di colore
molle, g rig iastra .
bruno porp OI n
medie, ton d eq \"ll fll 1>
-
a grosse squame staccabili mato con anello virante al rosso ti. ruvide , bnlf"l <l
nero
60 - - 111
CJ)
~
POLIPORACEE
POL YPORELLUS
il
carpotori semplici
specie lignicole; car
POLYPILUS carpofori cespitosi ne tenera . poi dura
FOMES a) TRAMETES:
suberosi o
legnosi
CORIOLUS carpotori sottili , coriacei; pori piccolissimi
---" - - ~--
~
=~__-
. -J -.j > j- -
LENZITES lamelle in luogo di tubuli carpotori sessili , dimi
diati o resupinati , l i
GLOEOPHYLLUM lamelle in luogo d i tubuli gnicoli ; tubuli scavati
d i rettamente entro la
trama
OSMOPORUS a torma di crosta irregolare
FOMES b) IGNIARII:
tomentaria
carpotoro perenne, spesso , ricoperto da
l
PHELLINUS
una crosta distinta ; tubuli a strati so
vrapposti
HYMENOCHAETE
carpofori con gambo sviluppato, semplice
o ramificato ; lignicoli ò terrestri; trama
colorata, dura, coriacea, sottile
PORIA PORIA
croste resupinate
MVCENASTRUM esoperidio s o t t i t e, fr agile, a~sente fibre corte , spes quasi sess ili (o
cad uco; endoperidio spesso, se , a brevi rami c o n b r e v i ste
tuberoso, che si apre in lobi fi caz ioni, con ca rigmi)
a guisa di ragg i di stella ratteristici aculei
BOVISTA carpofori che esoperidio s o t t i I e , papira assente fibre corte, con lun gamente c a u
si distaccano ceo, che cade a pezzi, l a tronco principale d a t e (sterigma) ;
presto dal sciando residui; endoperidio piu grosso, liscio tonde o ellitti
substrato sottile, membranaceo, tena e con numero se s ile, Iiscie ::> ru
ce ; orifizio tondo a ll a som ramificazioni vide
mita dell 'e ndoperidio
BOVISTELLA carpo foro come sopra presente come sopra;
durevolmente tronco principale
fissato al piu so ttile
subs tr ato
CALVATIA grossi la parte super iore del pen presente , lunghe fibre ra senza sterigmi
carpofori d io si dissocia In g ro s S I ma non mificate, senza
pezzi e lascia infissa ne l rastremata tronco, principa
terreno la parte inferiore in le; fragili : in pez
forma d i coppa zetti
DISCISCEDA carpofori che l 'e soperidio si fende circo assente filamenti p re s t o
si distaccano larmente in una linea cen dissociati in pez
presto dal trale ; la parte inferiore del zetti p iù cort i
substrato peridio rimane fissa al ter
reno ; il carpoforo si distac
ca; orifizio che si apre nel
l a parte inferiore del car
poforo gia l ibero dal sub
strato
LVCOPERDON carpofori per esoperidio costituito per lo presente fibre lun ghe, esi sferiche (rara
lo più pirifor più da aculei o verruche, li, liscie , :J lasti mente e llitti che),
mi; restano labili e disquamant es i ; fo che o fragili, ra I:scie o rugose
aderenti a l ro circo lare che si apre nel mificate ; quasi
terreno senza disco dell'endoperidio mai rotte in pez
lasciare resi ZI, cave, con
dui parete spessa
GENERE CORTINARIUS
SOTTO GE NERE CARA TTERI GRUPPO CARATTERI
VISCHIOSI
totalmente MVXACIUM cappello e gambo forte
mente vischio s i
NON
VISCHIOSI
a) CORTINARIUS non confondere ce rte gros
non igrofani , Sericeocybe se spec ie a piede mas
cuticola secca, siccio con i C l iduchi
fibrillosa , gambo c ilindrico assotti
sericea, o lis c ia DERMOCVBE
gliato
- 67
i singoli componenti tossici sono presenti in quantità variabile ed viene chiamata antamanide, che ha il curioso effetto di neutralizzare
hanno talvolta effetti antagonisti . gli effetti tossici delle altre (probabilmente attraverso complesse rea·
Dobbiamo ora premettere che studi chimici completi sui veleni zioni chimiche) . E dunque un potente contravveleno delle amanitine e
fungini si sono avuti finora limitatamente a due sole specie, e cioè la delle fa//oidine, e con esse mescolato . ma purtroppo in quantità così
Amanita phalloides e l'Amanita muscaria. E questo per varie ragioni , debole da non poter esercitare alcun effetto fisiologico sensibile.
e cioè perché si tratta di specie tra le più velenose e a carattere Chimicamente queste sostanze sono sostanze quaternarie, conte·
tossico molto diverso tra loro; perché si tratta di funghi molto diffusi nenti anche un atomo di zolfo , e appartengono aUa classe dei ciclo·
e abbondanti, e inoltre di caratteri inconfondibili, il che ne facilita la peptidi , ossia hanno una molecola formata da catene di aminoacidi
raccolta e l'incetta. variamente collegate tra loro e chiuse ad anello. I gruppi costitutivi
Per potere studiare opportunamente i tossici fungini, data la minima sono dunque affini a quelli che formano le albumine e le altre sostanze
quantità di essi contenuta nel fungo, si dovettero mettere in opera quan proteiche essenziali costituenti 'dei tessuti animali e vegetali.
tità talvolta imponenti di funghi della stessa - specie, per es. parecchi Uno studio approfondito di queste sostanze presupponeva quindi
quintali di Amanita muscaria o di Amanita phalloides, e ciò sovente una esatta conoscenza della chimica delle sostanze proteiche , che è
creava dei problemi: occorreva predisporre squadre di raccoglitori, e la parte senza dubbio più difficile della chimica.
stabilire adatti mezzi di spedizione, che facessero pervenire i funghi
in tempo utile e in stato perfetto di freschezza nei laboratori . E nem Grazie ai poderosi lavori di Wieland e della sua scuola, oggi non
meno si poté escludere il problema di difendere adeguatamente la solo conosciamo l'intima struttura dei tossici dell'Amanita phalloides,
salute degli operatori, che lamentarono disturbi tutt'altro che leggeri . ma di essi è anche stato possibile effettuare la sintesi, ossia riprodurli
artificialmente in laboratorio e in quantità tali da consentire le nume·
Risolto il difficile problema della separazione dei miscugli di so
rose prove tossicologiche necessarie .
stanze tossiche nei loro singoli componenti, il successivo sviluppo
degli studi rientrava nell'ordinaria prassi delle ricerche chimiche e In tossicologia l 'unità di misura del grado di velenosità d i una so·
tossicologiche. stanza è determinata dalla dose letale (LO), che rappresenta la quantità
Crediamo utile riferire, a questo punto, le più recenti risultanze minima, espressa in milligrammi per kg di peso corporeo sufficiente a
degli studi relativi alla Amanita phalloides che sono stati compiuti e uccidere l'animaie da esperimento. Ovviamente il valore assoluto della
in parte sono ancora in corso presso l'Università di Francoforte, sotto dose letale varia da una specie animale all'altra. In generale si riferisce
la guida del prof. Theodor Wieland. questa unità ai topi bianchi e alle cavie, che danno risultati molto
attendibili circa la velenosità per l'uomo. Evidentemente quanto più pic
colo è il valore della dose letale, tanto più pericolosa e tossica risulta
Amanita phalloides la sostanza .
L'Amanita phalloides contiene una serie comprendente una decina Dei singoli veleni dell 'Amanita phalloides sono state determinate
di composti tossici che si possono così raggruppare : anche le dosi letali . Queste si aggirano dall'l ,5 al 2,5 per le falloidine,
- sostanze ad azione tossica rapida, caratterizzate da una colo " mentre per le amanitine esse vanno da 0.2 a OA. ossia con una tossi
razione blu pallida che assumono coll'aldeide cinnamica: si chiamano cit à circa 10 volte superiore a quella delle prime. Ciò vuoi dire che una
falloidine (se ne conoscono almeno tre, indicate come falloidina, falla persona del peso di circa 60 kg può essere uccisa da circa 20 milli
cidina e fallisina; la seconda ha però reazioni colorate diverse dalle grammi di questi tossici . E siccome questa quantità è sempre conte·
altre) ; nuta in un solo esemplare di Amanita phalloides a completo sviluppo ,
- sostanze ad azione tossica lenta, molto più venefiche delle pri si intuisce facilmente il terribile pericolo rappresentato da questi funghi.
me, e che coll'aldeide cinnamica danno una colorazione violetta. Si Evitiamo di descrivere il quadro spaventoso della sindrome tossica
chiamano amanitine e se ne conoscono almeno cinque : la alfa , beta, nel caso di avvelenamenti falloidici . Cerchiamo invece di esaminare
gamma , delta , epsilon. Solo le due prime sono contenute nell 'Amanita il problema relativo al meccanismo dell'intossicazione, per cui una dose
phalloides in quantità relativamente forte. così piccola di veleno è capace di produrre sull'organismo danni così
Il fungo contiene pure quantità minime di altri composti di costitu irreparabili da causare la morte quasi sicura, senza possibilità di un
zione chimica analoga, che però non presentano caratteri di tossicità efficace e provato rimedio .
e recentemente vi si è scoperta, in quantità minime, una sostanza, che Di . solito le prove tossicologiche si limitano a somministrare agli
68 - 69
animali da esperimento la sostanza in studio, variando le dosi, le con prodotto è stata sviluppata e proposta dal dr . Kubicka di Praga , che
dizioni e numerosi altri parametri ; infine si sacrifica l'animale (quando l'ha fatta adottare ufficialmente dalla Direzione centrale di sanità della
non è già morto) e si procede all 'autopsia, con esami istologici , anato Cecoslovacchia .
mici, chimici. Questa procedura non sempre è in grado di stabilire l'iter Il metodo consiste nell'iniettare per fleboclisi quantità molto ele
del tossico all' interno dell ' organismo, le sue trasformazioni, le sue vate (fino a 500 mg e più al giorno) di acido tioctico, e continuare la
concentrazioni nei vari organi , ecc.; e se il tossico agisce in quantità somministrazione fino a che il regime enzimatico del fegato non si
tali da sfuggire all'analisi chimica, come avviene nel caso dell'Amanita normalizza (in pratica fino a che il tasso di transaminasi nel sangue
phalloides, le difficoltà divengono insormontabili . non è ridisceso a valori normali)
Nuove tecniche consentono oggi di aggirare questi ostacoli. Si Questo metodo ha dato risultati favorevoli, anche in casi disperati,
tratta delle applicazioni dei radioisotopi, tecniche che discendono diret quando fu applicato a pazienti che già si trovavano in coma (è questa
tamente dagli sviluppi della fisica nucleare per impieghi pacifici e le la fase finale della sindrome falloidica, che precede di poche Ore il
cui applicazioni si vanno sempre più affermando nella tecnica e nella decesso) .
medicina. L'intossicazione falloidica è stata fatta , in questi ultimi anni, og
In parole molto povere, se si effettua la sintesi chimica della so getto di un intenso studio da parte di clinici e farmacologi, a riguardo
stanza che si vuole sperimentare, introducendo nella sua molecola un sia della cinetica dell'intossicazione, della diagnostica precoce, e della
radioisotopo, la sostanza tossica diventa radioattiva e come tale può terapia. Accanto a sperimentazione in vitro e su animali, che non
essere seguita perfettamente « dall'esterno», nel corpo vivente dell'a sempre possono fornire dati esattamente traducibili all' organismo
nimale da esperimento, e mediante speciali rivelatori di radiazioni e umano , non sono mancate osservazioni cliniche negli oSp'edali, su
contatori ' può essere spiata e perfino dosata in tutte le fasi della pazienti colpiti da questo tipo di intossicazione .
digestione, dell' assimilazione, della diffusione nei vari organi, della
Per quanto riguarda la terapia, si sono studiati e sperimentati
circolazione, col sangue, in tutto l'organismo, ecc.
gli effetti di vari farmaci _ Oltre l 'acido tioctico, hanno dato risultati
Mediante tecniche di questo tipo si è potuto per es . trovare che anche la penicillina sodica, il citiolone, il cloramfenicolo, la cisteam
le amanitine. introdotte nell'organismo, si fissano particolarmente nel mina, alcune vitamine ecc . Ma un'importanza sempre maggiore acqui
fegato; qui sono assorbite delle cellule epatiche e reagiscono chimi stano anche gli interventi collaterali, specialmente quelli atti a rista
camente e in modo irreversibile con i microsomi di tali cellule, alte· bilire l 'equilibrio idro-elettrolitico, fortemente compromesso dalla pro
randole irreparabilmente. I tessuti del fegato divengono perciò necro fonda deidratazione a cui soggiace l'organismo per effetto del tossico
tizzati e sono ora incapaci di secèrnere i vari enzimi indispensabili al (infusioni endovenose di appropriate quantità di soluzioni di elettro
metabolismo dell'organismo, ossia alla vita dell'animale. Diventa impos liti); quelli atti a ristabilire e mantenere a valori normali il tasso gli
sibile la nutrizione, la formazione del sangue; tutti gli altri organi cemico , per compensare la pericolosa ipoglicemia derivante dalla isuf
risentono di profondi scompensi, e in meno di una settimana, di solito, ficienza epatica, caratteristica delle intossicazioni falloidiche (sommi
il paziente muore. nistrazione di glucosio). ecc.
Per la terapeutica degli avvelenamenti falloidici sono stati proposti Sono anche considerati di una certa efficacia, specialmente nella
numerosi rimedi, quasi tutti destinati a insuccesso . Dalla ingestione fase precoce dell'intossicazione , i provvedimenti depurativi, atti ad eli
di stomaci e cervelli crudi di coniglio, dai rimedi opoterapici a base minare i resti di amanito-tossine non assorbite, che si possono trovare
di siero di cavallo opportunamente trattato. al rene artificiale, alle irri ancora in circolo , nei casi più gravi, nel plasma sanguigno; special
gazioni con acqua salata, alle fleboclisi con cortisone. vitamine e mente opportuna sembra la diuresi forzata , a mezzo somministrazioni
glucosio , si può dire che nulla si è trascurato; ma inutilmente. di diuretici , la somministrazione di carbone attivo assorbente e in
Un passo avanti molto importante è stato compiuto coll'impiego certi casi anche la dialisi peritoneale, la emodialisi, la trasfusione
di acido tioctico , che è l 'acido 6,8-ditio-ottanoico. un importante « fat del sangue ecc .
tore di accrescimento» che si trova in quantità piccolissime in tutti
gli organismi animali e vegetali . Questo prodotto si prepara anche per
Amanita muscaria e pantherina
via sintetica, e abbastanza conosciuto è quello chiamato Tioctidase .
fornito dall'Istituto Sieroterapico italiano, come medicinale epato Affatto diverso dal precedente è il tipo di avvelenamento causato
protettivo. La cura degli avvelenamenti falloidici mediante questo da queste due Amanita, molto simile l'uno all'altro . La sindrome in
70 -71
questo caso prende il nome di " neurotropica ", perché interessa il ancora incompleta . Nelle ricerche , iniziate circa un secolo fa, si diede
sistema nervoso sia periferico sia centrale; l 'intossicazione non è ge la precedenza ai componenti a sindrome parasimpatomimetica , più
neralmente molto pericolosa e se ben curata può risolversi in pochi facili a determinare con i mezzi di allora . Si isolò un componente attivo,
giorni senza notevoli postumi . che fu chiamato" muscarina " e diede luogo a infinite controversie a
La toss icologi a di questi funghi è ancora lontana da essere com proposito della sua struttura chimica. Si poté constatare infine che si
pletamente chiarita, nonostante i sensibili progressi. Restano infatti trattava di un miscuglio di colina, acetilcolina, e di una nuova sostanza
a formula bruta CD Hcll O" N + CI '- , la vera muscarina , di cui si poté
da risolvere alcuni lati contradditori , quali:
determinare la struttura e fare la sintesi (Eugster 1954-1960) . Si tratta
la non tossicità , che in molti casi si verifica (la muscaria. previa
di basi ammoniche quaternarie.
cottura e conservazione sotto sale , è consumata in molte località
della Russia , anche in Francia e in Italia sulle sponde del Lago di La muscarina , benché fortemente tossica, è contenuta nella musca
Garda e nel Bresciano) ; ria in quantità estremamente ' piccole (0,0003 % sul fresco) e non le
\'USo della muscaria come stupefacente e inebriante, da secoli si possono imputare gli effetti tossici lamentati. Essa è molto. Più
praticato presso alcune popolazioni della Siberia (Kamciadi, Koriaki, abbondante in certe specie di Inocybe e di Clitocybe_
Ostiaki, Samoiedi), senza complicazioni spiacevoli di natura gastro Si passò quindi allo studio delle sostanze a effetto simpatomime
enterica; uso che si riallaccia all'antico impiego della muscaria nel tico e centrale, che vennero dapprima riunite sotto il comune nome
Nord e Centro Europa per uccidere o stordire le mosche; di " microatropina " (da qualcuno chiamata anche" muscardina ,, ) .
le diversità riscontrate nelle muscaria di varia provenienza (es Eu Oualche autore ha preteso di avere rilevato nella muscaria la pre
ropa orientale, settentrionale e meridionale, Giappone, Sud Africa, senza di alcaloidi derivati dal tropano (atropina , I-iosciamina, scopo
ecc.) sia come livello di tossicità, sia come tipo di sindrome tossica. lamina), ma è assai poco probabile .
Le due Amanita muscaria e pantherina (7) possono produrre un Grandi progressi hanno portato gli studi effettuati nell' ultimo
ampio spettro di effetti tossici : decennio da Eugster e da gruppi di ricercatori giapponesi e inglesi,
effetti di natura gastro-enterica; lavorando sulle frazioni idrosolubili che presentano effetti nervoso
effetti nervoso-parasimpatomimetici : abbassamento della pressione, centrali. La grande difficoltà incontrata risiede nella estrema instabilità
brachicardia , stimolazione delle ghiandole escretrici salivari, sudo dei composti in questione e nella loro facilità di trasformarsi l 'uno
rifere e lacrimari, miosi (restringimento della pupilla) accompagnata nell'altro. I nuovi composti ora isolati e acquisiti come nuovi alla
da forti turbe visive; scienza sono derivati isossiazolici, e precisamente:
effetti nervoso-simpatomimetici: aumento della pressione, tachicar l'acido ibotenico , C.'\ H ~ O ·, N ::, il muscimol C1 HnOcN:: e il muscazone
dia, inibizione delle ghiandole escretrici salivari e sudorifere, midria C-,H 6 0IN ~.
si (dilatazione della pupilla), arres.to della motilità gastro-intestinale ; Si tratta di sostanze cristalline , ad alto pto. fus o e che presentano
effetti nervoso-centrai i: eccitazione motoria, del i rio, ce fai ee, verti effetti centrai-attivi, narcotico-potenzianti, allucinogeni . L'attività è mas
gini , eccessi di furore e inoltre effetti tipicamente psicotropici, quali sima per il muscimol , più ridotta per l'acido ibotenico e quasi nulla
euforia, ebbrezza , visioni colorate, allucinazioni, sonno profondo . per il muscazone .
In certi casi pre va lgono alcuni di questi effetti , con quasi esclu L'instabilità e la facile convertibilità di questi composti l'uno
sione degli altri, ma sovente gli effetti, anche di natura antagonista, nell'altro rendono poco probabile che tutte e tre queste sostanze si
possono succedersi a brevi intervalli e anche sovrapporsi. Ne consegue formino nel fungo come sostanze primarie , contemporaneamente . È più
una difficoltà nella terapia, che deve essere fatta con grande ocula facile che esse subiscano invece delle reciproche trasformazioni , legate
tezza , tenendo il paziente sotto costante controllo e intervenendo con probabilmente al metabolismo del fungo vivente e forse condizionate
medicamenti solo a piccole dosi , dopo avere sbarazzato con ogni mezzo anche da fattori ecologici.
possibile il canale digerente, sovente bloccato. L'acido ibotenico è stato trovato presente anche a forti concen
Nelle nostre zone i sintomi dell'avvelenamento insorgono di solito trazioni (es . fino allo 0,1 % nel fresco, Eugster), ma le sue quantità,
dopo breve tempo (circa 2 ore) dall'ingestione e sono di tipo gastro come pure del muscimol, sono estrem3mente variabili a seconda della
enterico, seguito da turbe di tipo nervoso. provenienza del fungo . È certo tuttavia che si è sempre riscontrato un
La conoscenza dei principi attivi della muscaria e pantherina è parallelismo fra l'assenza di acido ibotenico e l ' innocuità del fungo .
72 - 73
L'acido ibotenico va dunque considerato come una delle principali La sua tossicità allo stato crudo (produce gravi fenomeni di emolisi
sostanze tossiche della muscaria e della pantherina . e danni che interessano la sfera epatica e possono causare anche esito
È anche stata avanzata l'ipotesi che l 'innocuità di certi individui
letale) non impedisce che esso venga comunemente consumato cotto
di queste specie fungine vada messa in relazione con la trasformazione come ottima specie commestibile . Si consiglia di sbollentirlo nell'acqua,
del tossico acido ibotenico nel quasi innocuo muscazone. prima della cucinatura, e di scartare l'acqua di eboll izione .
Si è creduto per molto tempo che l'agente principale di queste
I funghi muscarinici intossicazioni fosse un acido elvellico (Boehm, 1885), non meglio stu
diato, facilmente termolabile e quindi completamente elimin abile con
Se la muscarina è presente solo in minime quantità nella Amanita il riscaldamento. Non ' trovano invece facile spiegazione le intossica
muscaria (circa 0,0003 % ), vi sono funghi che la contengono in quantità zioni , più o meno leggere , frequentemente osservate in coloro che
circa cento volte maggiori, e per di più allo stato quasi puro. Questi consumano questo fungo in più pasti ra vv icinati , e che si supponevano
funghi sono le Inocybe, fra le quali la patouillardi (510), con un con dovute a fenomeni anafilattici pro v oc ati da sostanze concomitanti leg
tenuto in muscarina dello 0,037%. germente tossiche.
Benché si tratti di funghi tossici pericolosi, le Inocybe non offrono
Studi recenti (List e Luft , Università di Marburgo , 1968) hanno pro
ali 'intervento medico quelle difficoltà che presenta l'Amanita muscaria.
vato che l 'acido elve llico non esiste e che il tossico della Gyromitra
La terapia si fa con farmaci a base di atropina , che possono essere esculenta è una sola sostanza. di càrattere non aCido, ma aldeidico , e
somministrati con sicurezza, mentre nel caso della muscaria v i è sem contenente azoto , perfettamente definita ormai come struttura ch imica
pre pericolo di una somministrazione eccessiva . e anche sintetizzata, di formula bruta C l H ~ N~ r), e che è stata chia·
Anche alcune Clitocybe di color chiaro , come la dealbata (161), mata giromitrina.
ce russata (613), rivulosa, pithyophila, ecc . contengono muscarina e vano Questo composto è volatile, perciò si libera dal fungo coll'essic
no considerate tossicologicamente alla stregua delle Inocybe. Sono camento, mentre trattando il fungo a ebollizione non sempre si riesce
particolarmente pericolose perché alcune possono essere confuse col
a eliminarlo in modo completo: i suoi residui, rimasti nel fungo anche
commestibile Clitopilus prunulus (101).
dopo accurata cottura, possono dare luogo a intossicazioni nei casi
che vengano ingerite forti qu antità o in pasti ripetuti a breve distanza .
Entoloma lividum e Tricholoma tigrinum
Queste nuove nozioni sarebbero sufficienti a spiegare in modo sod
L'azione tossica tanto dell 'Entoloma lividum (93) quanto del Tricho disfacente i fenomeni di intossicazione , app arentemente contradditori
loma tigrinum (138), ma specialmente del primo , è molto pericolosa fin qui osservati , e raccomandano di consumare la Gyromitra esculenta
per l'organismo , in quanto sembra contengano anche delle sostanze del - sempre ben cotta - in quantità moderate e non in pasti successi
tipo falloidina che danneggiano profondamente il fegato. Con l' Ento vamente ripetuti a breve intervallo di tempo. Non è invece pericoloso
loma lividum si sono avuti parecchi casi mortali. specialmente in Fran consumare il fungo essiccato .
cia, e che hanno guadagnato a questa specie l'epiteto di « le perfide ".
Ma si trattava per lo più di casi in cui l'intervento medico non fu
invocato o non giunse a tempo. Cortinarius orellanus
Questi funghi contengono, fortunatamente , anche certe sostanze
tossiche che agiscono abbastanza rapidamente sulla mucosa gastrica Ultimo nella serie dei funghi tossici pericolosi è il Cortinarius orel ·
e servono quindi a mettere in guardia il colpito e a favorire la libera lanus (o Dermocybe orellana) (84), che è una specie conosciuta da
zione delle vie digerenti mediante emetici e lavande gastriche, o circa un secolo, ma le cui proprietà tossiche sono state messe in
purghe saline, prima che i veleni vengano assorbiti. evidenza solo da pochi anni, per merito di micologi polacchi.
I tossici dell'Entoloma lividum sono però ancora sconosciuti. Questo fungo ha causato parecch i morti , in Polonia negli anni '50 ;
si è potuto accertare che si tratt a di un veleno subdolo, che agisce di
solito a parecchi giorni di distanza dalla ingestione esercitando il suo
Gyromitra esculenta
effetto particol armente sui reni , sui quali provoca forme gravissime di
Finora controversa la tossicologia della Gyromitra esculenta (362). nefrosi tossica, con esito quasi sempre letale.
74 - 75
Il principio tossico del Cortinarius orellanus, a cui fu dato inizial qualcuno di noi ha imparato, con propria esperienza tutt' altro che
mente il nome di « orellanina ", è in realtà un miscuglio complesso che, piacevole, a distinguere dalle specie affini commestibili terreum (127),
secondo recenti indagini, dovrebbe contenere non meno di 1O sostanze scalpturatum (573) e portentosum (133).
attive, di cui almeno 3 principali. Queste tre sostanze sono con ogni Solo qualche cenno merita il Coprinus atramentarius (38), che può
probabilità dei polipeptidi , ossia sostanze a struttura chimica analoga dare luogo a forme allergiche o ad orticarie, solo se consumato innaf
a quella dei tossici dell'Amanita phalloides, costituiti da 8-9 aminoacidi fiato con abbondanti libagioni di vino o di alcoolici; ii Psalliota xantho
(che sono stati separati, ma non ancora identificati). derma (45,430,431), che provoca malesseri assai fastidiosi; il Boletus
Si ipotizza che l'azione di questi tossici sia essenzialmente cellu satanas (280), al quale non tutti - i Francesi in testa - sono disposti
lare (come per la phalloidesl. con riduzione o blocco della facoltà delle a riconoscere proprietà tossiche.
cellule epatiche di sintetizzare gli enzimi indispensabili alla vita. Della numerosa schiera dellè Russulacee , ossia delle Russula e dei
Le lesioni istologiche risultanti da avvelenamenti da orellanina lactarius, ricorderemo che in 'b uona pi'lrte contengono sostanze cosid
si dimostrano localizzate al fegato e ai reni. dette acro- resinoidi, assolutamente sconosciute dal punto di v ista
Le caratteristiche dell' intossicazione orellanica risulterebbero in chimico-tossicologico, che possono causare disturbi noiosi e dolorosi,
laboratorio - come tempo e come modalità - assolutamente simili se ingerite in discreta quantità o senza una sufficiente cottura. Della
a quelle relative agli avve lenamenti falloidici. commestibilità delle Russula è facilissimo accertarsi, previo assaggio
di un frammento del fungo crudo, che ci consente di consumare senza
pericolo tutte le specie a sapore mite , scartando quelle a sapore acre.
Quanto ai lactarius, vi è genera lmente molta esagerazione . Da noi
vengono regolarmente scartate tutte le specie, all'infuori del deliciosus
Fin qui si è parlato di funghi pericolosi , e che più o meno possono (166) e affini. Invece nelle zone dell 'Europa orientale i lactarius sono
provocare effetti letali. Ma vi sono parecchi altri funghi dotati di effetti commestibili apprezzatissimi, e sono consumati in quasi tutte le loro
meno energici , o che sono meno pericolosi in quanto, agendo preferen specie, compresi il piperatus (187), il turpis (181), il torminosus (174),
zia lmente sulle mucose gastriche, si mettono in condizione di essere a carne acre e bruciante . Si noti però che i lactarius non sono mai con
espulsi tempestivamente dall' organismo prima di provocare danni più sumati cucinandoli in tegame secondo le comuni ricette, bensì vengono
gravi. sottoposti a una fermentazione lattica spontanea, chiusi in bari I i, come
Ricordiamo il Pleurotus olearius (153), che vegeta sui tronchi di si fa con i crauti. In questo modo perdono le loro proprietà acri e
olivo o anche di quercia e di castagno, e che sta a smentire la credenza leggermente tossiche.
popolare che tutti i funghi nati su piante legnose siano innocui. Tutta
via, nonostante la conclamata non-pericolosità di questi avvelenamenti,
recenti osservazioni cliniche hanno accertato in alcuni casi anche leg
geri effetti epatotossici e perfino alcuni sintomi tipici che starebbero
ad indicare la presenza di piccole quantità di muscarina anche nel Non ci resta ora che chiudere ricordando una volta di più a
Pleurotus olearius. tutti qli appassionati di funghi che difendersi dagli avvelenamenti è
Ricordiamo certe piccole lepiota, tra cui la lepiota helveola (30), cosa facilissima. Le specie tossiche sono relativamente poche, e la loro
capace di procurare avvelenamenti anche gravi, ma abbastanza rara; conoscenza botanica, unico mezzo sicuro, non è affatto
le Nolanea (100, 532, 533), molto frequenti nei prati e nei pascoli, e difficile.
parecchie specie di Naucoria (438) o altri Agarici ocrosporei, in cui Soprattutto non fidiamoci troppo dell' infall ibilità dei mezzi tera
recentemente sono state individuate sostanze pericolose ad effetto peutici. Per quanto riguarda i tossici falloidici siamo purtroppo ancora
epatotossico. Si tratta però di specie piccole e scarne, le cui dimen molto indietro ; per i casi leggeri, o quelli cosiddetti non pericolosi,
sioni le difendono dalla raccolta a scopo commestibile. l'intervento medico è sempre penoso; chi ha visto dei pazienti stra
Maggiori precauzioni vanno invece prese per certe specie carnose buzzare ' gli occhi con un metro di canna di gomma nelle fauci, si è
e invitanti, quali certe Clavaria, come la formosa (332) e la pallida (331), certo augurato di non essere mai costretto a subire la stessa sorte.
decisamente tossiche, e certi Tricholoma, come il virgatum (578) e il Ricordiamo comunque, e come conclusione , l'aurea massim a che
groanense (134), Viola, molto comune nelle brughiere lombarde, e che nessun buon micofago deve mai dimenticare : Nel dubbio, astieniti'
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c) precisare i danni organici orientando gli esami biologici necessari;
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L'identificazione deve essere fatta con l 'aiuto di un micologo per
ché altrimenti è incerto il riconoscimento di una varietà fungina da QUADRO DI RAFFRONTO
parte di un malato , talora in non perfette condizioni psichiche .
TRA SPECIE TOSSICHE E SPECIE COMMESTIBILI
Ricerca di parti del fungo :
a) in tutti i residui non cotti (frammenti anche minimi); FRA LORO CONFONDIBILI
b) nel vomito e nelle discariche (talora spore conservate);
Nella colonna a sinistra sono riportate le specie tossiche, in quella
c) sul terreno di raccolta (accompagnati da persone che siano state di destra le specie commestibili.
assieme all'intossicato). Allineate con l,e caratteristiche del fungo tossico , riportate in colon
2) CONDOTTA CLINICA: nota o ignota la specie fungina , dalla na sotto ciascuna specie, si riportano le specie eduli che trovano mag
gior differenziazione in quel singolo carattere.
lunghezz a dell'incubazione ci si può trovare di fronte a due eventualità :
I) L'INCUBAZIONE È LUNGA e pass a le 6-8 ore . Sospettare for Specie tossiche MORTALI Specie eduli che si possono confondere
temente un avvelenamento da A. phalloides. Fa re immediatamente con la specie tossica
esami ripetuti di laboratorio :
AMANITA PHALLOIDES e Amanita (ovoidea, junquillea, rubescens , solita·
epatici : quotidianamente glicemi a, transaminasi , bilirubinemia, ferro
AMANITA VERNA ria, vaginata) - Psalliota (arvensis, campestris,
serico, lipidi , fattori di coagulazione (tempo di Ouick l !!);
edulis, silvicola) - Lepiota naucina - Volvaria
renati : diuresi, azotemia, esame citochimico urine, ecc.; bombycina . Tricholoma (columbetta, portento·
generali: ionogramma, bilancio di emolisi , ematocrito, emocromocito sum ecc .) • Russula (virescens, hetherophylla ,
metrico . cyanoxantha ecc .) . Pholiota praecox
Se l'intossicazione da phalloides è certa, si debbono fare anche: Portamento slanciato (gambo Amanita ovo i dea : portamento più tozzo (gambo
elettrofor esi sul siero e biopsia epatica.
relativamente l ungo rispetto re I at ivamente corto e grosso rispetto al
Il) L' INCUBAZIONE È BREVE: molto probabilmente l'intossica al cappello) cappello)
zione è benigna . Se ai segni gastro-intestin ali si aggiungono : Cappello e gambo di struttura Pholiota praecox 'l Cappello e gambo omo
a) sudorazione esagerata - orientarsi verso la sindrome muscarinica o diversa (facilmente separab i li) Tricholoma spp. . genei e non facilmente
sudorifera (usare l'atropina solo se si è sicuri di non aver a che Russula sPP . J separabili
fare con una sindrome neurotropica o micoatropinical ;
Carne tenera e fibrosa Russula spp.: carne rigida , granulosa, cas
b) stato di agitazione , seguito talora da coma - orientarsi verso una
sante
sindrome micoatropinica;
Volva ampia , libera e membra Lepiota naucina
cl reazione violenta a/l'ingesti o ne di alcool - orientarsi verso un a sin
nosa Psalliota spp.
drome coprinica [da atramentarius (38)]: l 'eliminazione dell 'alcool
per 48 ore è la sola terapia; Tricholoma spp .
Pholiota praecox
} pn,' di '0'"
d) assenza di altri segni al di fuori dei digestiv i - sindrome acrore
Russula spp.
sinoide .
Amanita ;unquillea : volva circoncisa
IN OGNI CASO necessita l'eliminazione del fungo co·n v omito e
Amanita rubescens }
purghe volva dissociata
Amanita solitaria
Necessario in presenza di sindrome acroresinoide un bilancio
biologico per escludere la possibilit à di lesioni epatiche o renali da
Entoloma lividum (93) o da Tricholoma pardinum o tigrinum (138):
Anello membranoso , rovesciato
e striato
Amanita vaginata
Volvaria bombycina
l
trans aminasi, protrombina , bilirubinemia, glicemia , azotemia , esame
urine con ricerca dell'albumina , ionogrammi e riserva alcal ina .
Tricholoma spp .
Russula spp.
f privi di anello
80 - 81
Specie tossiche MORTALI Specie eduli che si possono confondere Specie tossica Specie eduli che si possono confondere
con la specie tossica con la specie tossica
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melle e anello bo, lamelle, anello
Vo/varia sericeo
Trich%ma Volva circoncisa-perlata Amanita caesarea: volva ampia e libera
82 - - 83
Spec ie tossica Specie eduli che si possono confondere Specie eduli che si possono confondere
Specie tossica
con /a specie tossica con /a specie tossica
Non igrofano Ent%ma rhodopo/ium: igrofano (c he cambia Pellicola asciutta Tr ic h%ma portentosum: pellicola v iscosa
colorazione per effetto dell'umidità) Trich%ma portentosum: leggerissime sfuma
Senza sfumature gialline sulle
lamelle e gambo ture gialline su lamelle e gambo
Lamelle dapprima gialle, poi Ent%ma prunu/oides: lamelle prima bianche .
salmone . ma con tracce di poi rosa, senza traccia di giallo Gambo pieno , molto robusto. Trich%ma portentosum : gambo slanciato ri
giallo grosso rispetto al cappello spetto al cappello
Tr ich %ma terreum: gambo piuttosto esile e
Lamelle smarginate libere C/itopi/uS prunu/us : lamelle decorrenti
frag i le , sub-fistoloso
Clitocybe nebu/aris: lamelle bianco-pallide e
decorrenti
CLlTOCYBE OLEARIA Pholiota mutabìlis - Armillaria melle,a
84 - 85
Specie tossica Specie eduli c he si possono confondere Specie tossica Specie edufi che si possono confondere
con la specie tossica con la spe c ie tossica
ClITOCYBE RIVULOSA Clitopilus prunulus . Marasmius oreades BOLETUS SAT ANAS Boletus (erythropus, luridus)
Cappello a sfumature carnici Cfitopilus prunulus : cappello di tinta unita , Cappello biancastro , con sfu Boletus ery thropus , Boletus luridus : cappello
no - arancio e leggermente zo bianca o cenerina mature grigias t ro -ve rdognole con colorazioni dal noccio la al bruno scuro
nato
Gambo con reticolo rosso Boletus erythropus : non ha reticolo. ma solo
Lamelle fitte, bianche, legger Cfitopifus prunulus : lamelle che tendono al punteggiature e str iature rosse
mente decorrenti grig io-rosato
Carne biancastra . con lento vi Boletus luridus e Bofetus erythropus : carne
Marasmius oreades: lamelle libere , rade e
raggio al blu chiaro gialla , fortemente virante al blu scuro
giallognole
Odore leggero di farina rancida Cfitopilus prunulus : odore assai fort e di fari
na fresca CLAVARIA FORMOSA Clavaria (aurea, flava, botrytis)
Marasmius oreades : odore leggeriss i mo . gra
devole, ma non far i naceo Tronco bianco . sfumato in rosa Clavaria aurea : tronco co lor crema o g i al lo
pallido
Spore bianche Cfitopilus prunulus : spore rosa Clavaria flava e Clavar ia botr i tis : tronco
bianco
ClITOCYBE DEALBAT A Clitopilus prunulus
ClITOCYBE CERUSSATA Rami color arancio - salmone . Clavaria aurea: rami giallo-arancio v ivo
ClITOCYBE PHYLLOPHYLA con terminazioni g iallo - c itr i no Clavaria flava : rami giallo-zolfo
ClITOCYBE HYDROGRAMMA
Clavaria botrytis: rami più cort i e spess i, con
Carne fibrosa C/itopilus prunulus : carne fragile che si fran termina z ioni rosa
tuma localmente
N .B . - Le osservazioni del colore vanno ef
Spore rosate o gialle o bian-· Clitopilus prunufus : spore rosate (di conse
fettuate solo su esemplari gio vani ; i l
che guenza facile lo scambio c on Cfitocybe
carpoforo adulto assume una tinta gial
ph yllophyla che ha le spore rosa t e ; meno
lo - ocra uniforme in quasi tutte le
con le altre tre)
specie
86 - 87
FUNGHI IN CUCINA ALCUNE RICETTE CULINARIE
88 - 89
Purea di funghi Minestra di Pholiota mutabilis
Friggere in olio o burro funghi di diverse specie , aggiungendo an Tagliare a fettine i cappelli dei funghi ben puliti. Mettere in una
che quelli molto profumati come le Trombette da morto o i Marasmi pentola con ol io , burro , pepe , sale, un po' di cipolla e prezzemolo e
molto finemente tagliati , con aglio , prezzemolo , scalogna, cipolline , bollire per c irca 3/4 d ' ora . Aggiungere un bicchiere di vino bianco
pepe , sale e noce moscata grattugiata ; bagnare con vino bianco e secco e lasciare cuocere a fuoco lento per un altro quarto d 'ora.
lasciare .cuocere molto lentamente per una decina di minuti , indi ridurre Aggiungere , tenendo conto del numero delle persone e della quan
il tutto a purea .
tità dei funghi , alcuni mestoli di brodo - di farina abbrustolita o di
Tale purea può essere aggiunta a quella eventuale di legumi , o carne o di verdura - . Sbattere 2 uova e unirle al tutto. Servire il p iatto
essere utilizzata per guarnizioni di piatti di carni o ancora per la con crostini di pane e aggiungere del formaggio parmigiano-reggiano .
preparazione di pomodori farciti
Fricassea di funghi Funghi alla parmigiana
Tagliare a fettine i funghi, farli saltare al burro con aglio e prezze Porre in casseruola uno strato di fette di prosc iutto grasso e su
molo e pezzettini di lardo magro , condire con pepe e sale . Legare il queste uno strato di fette di funghi. Condire con sale , qualche fioc
tutto con brodo e giallo d'uovo, bagnare con vino bianco . chetto di burro e qualche aroma a piacere . Ricoprire con fette di for
Servire come guarnizione di crostini arrostiti. maggio dolce e mettere al forno - fuoco moderato - per 30-40 minuti
circa .
Frittata di Morchelle
(Per ogni persona occorrono : 25 gr. di burro , 100 gr. di Morchelle Funghi alla Rossini
e due uova) . Tagliare a fett ine funghi freschi , lavarli ed asciugarli; farli quindi
In un tegame amp io e basso sc io gl iere il burro occorrente , aggiun stufare al forno con una piccoia dose di cipolla tritata ; si scolano
gere le Morchelle tagl iate a fette e cuocere lentamen t e senza co ancora e si ricoprono di latte o panna aggiungendovi delle sottilissime
perchio . AI b isogno aggiungere brodo di carne o vegetale e mantenere fettine di tartufo (nella misura non superiore ad 1/ 3 del volume dei
sul fuoco per circa 30-35 minuti . Trascorso il tempo prev isto , neces funghi) e lasciare cuocere a fuoco lento sino al prosciugamento del
sario per la cottura delle Morchelle , si aggiungono due uova per liquido . Servire senz'alcuna aggiunta di salse .
persona mescolando sino a raggiungere la consistenza tipica della
frittata, indi servire la pietanza possibilmente calda . Porcini al verde
Tagliatelle o riso alle Morchelle (6 persone) Tagliare 8. fett ine sottili dei porcini medi piuttosto sodi . In una
casseruola riporre due parti d'olio ed una di burro , aggiungere due
Pu lire , tagliare a pezzetti e lavare molto bene mezzo chilogrammo
p izz ichi di pre zzemolo ben tritato ed uno sp icchio d 'aglio schiacciato .
di Morchelle (conica , deliciosa , rotunda o vulgaris , poco importa , in
Quando l' agl io avrà preso un buon colore levarlo ed aggiungere le
quanto il loro sapore pressapoco si equivale) e scolare molto bene .
fettine di porcino , facendo le cuocere lentamente per circa 45 minuti ,
Porre in una casseruola grammi 150 di burro e scioglierlo bene ,
regolando la quantità di sale e pepe necessaria . AI bisogno va
aggiungere le Morchelle ed iniziarne la cottura per circa 30-35 minuti
aggiunta qualche cucchiaiata di ragù di carne o semplice brodo per
senza coprire la casseruola . Aggiungere di quando in quando , al b iso
mantenerl i morb idi. Ne risulterà un ottimo contorno per piccoli piatti
gno, del brodo di carne o di dado di carne (non vegetale) ed addolcire
con sale in quantità bastante . di carne .
Ai porcini si possono sostituire: Prataioli di bosco o di coltivazione
Alla fine dovranno rimanere in casseruola le sole Morchelle ed il
cond imento . (asportando le lamelle scure del fungo maturo ed i gambi troppo
fibrosi).
Cuocere a parte, per 6 persone , delle buone tagliatelle di tipo
casarecc io (megl io se preparate con uova e farina dalla stessa mas
Porcini ripieni
saia ) o del riso per minestre asciutte , salare , scolare e servire nei
p iatti condendoli con le Morchelle come precedentemente predisposte . Scegliere dei bei porcini mezzani , separare le teste da i gamb i.
Qualora fosse necessario aggiungere un po ' di burro fuso . Svuotare le ,teste , lasciando uno spessore d i circa un cen ti metro , co
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r'
spargerle di sale e dopo qualche minuto capovolgerle su di un setaccio . salamoia, immergerli in un bagno molto caldo d'acqua per un quarto
In una casseruola con qualche cucchiaiata d 'olio mette re un d 'ora, poi in acqua fredda per quattro ore. Il loro consumo avviene
finissimo battuto di cipolla ed uno spicchio d 'aglio . Quando l'aglio poi generalmente dopo frittura.
colorisce toglierlo ed aggiungere ben tritati i gambi e le parti dei
funghi ottenute con lo svuotamento delle teste . Condire con sale e Funghi sott'olio
pepe ed aggiungt:!re ben tritate due acciughe disliscate ed una cuc I funghi ben puliti e tagliati a pezzi medi vanno lavati rapidamente
chiaiata di prezzemolo. Quando il composto sarà asciugato, addensire ed asciugati. Quindi si gettano in 3/. di aceto e 1/. di acqua , con un
con pane grattugiato indi legare ed amalgamare il tutto con un uovo po' di sale e si lasciano bollire per 8"10 minuti. Scolati, si lasciano ben
intero. Disporre questo ripieno a cupola nelle teste dei funghi già asciugare , dopo di che si dispongono in vasi di vetro, aggiungendovi
disposte sul setaccio, spolverarle d i pane grattugiato e disporle in una gli aromi preferiti (grani di pepè , chiodi di garofano , cannella , alloro ,
teg lia da forno un ta d'olio. Irrorare la superficie con poco olio e cuo ecc.) ; si ricoprono con buon olio d 'oliva e si chi ude bene , Conservare
cere al forno per circa 15 minuti . Su l piatto da portata contornarli di i vasi in l uogo fresco , possib i lmente buio.
spicchi di limone .
Funghi sott'aceto
Torta di funghi
I funghi ben puliti e tagliati a pezzi (non troppo piccoli) si mettono
Fare rosolare fettine d i fungo con condimento. Preparare a parte al fuoco in una casseruola con l/j di aceto e 3/. di acqua aggiun
una pasta sfoglia e del riso cotto all'indiana. Mettete la pasta in uno gendovi un po' di sale e gli aromi preferiti; si lasciano bollire per
stampo da torta in modo che venga molto debordante; ornare la pasta 8-10 minuti circa. Tolti dal fuoco si lasciano riposare un po' , quindi
con il riso intimamente amalgamat o con i funghi , aggiungendo qualche si scolano e si lasciano asciugare per almeno una giornata. Si ripon
dado di prosciutto e di lardo ; rivoltare la debordatura della pasta in gono poi in vasi di vetro coprendoli con altro aceto preventivamente
modo da ricoprire interamente la guarnizione. Fare cuocere al forno bollito e freddato e con un legge ro strato d 'olio, chiudendo poi erme
caldo per 45 minuti circa . ticamente.
Essenza di funghi
CONSERVAZIONE DEI FUNGHI
Lasciare macerare i funghi in sale da cucina per un'intera gior
nata . Quindi pressare fortemente la massa per estrarne il succo , Il
Polvere di Clitocybe nebularis , Hydnum imbricatum, Polyporus ovinus
liquido ottenuto si fa bollire per un quarto d'ora con delle spezie, poi
Togliere le lamelle o i tubuli , tagliare i funghi in senso verticale si schiuma e si filtra riponendolo in vasetti ben chiusi e sterilizzati.
a fette non troppo sottili , distenderli all'aria o ad un sole moderato ,
ritirandoli la notte perché non assorbano l'umidità. Quando sono com
FUNGHI CONSERVATI AL NATURALE
pletamente disseccat i, pestarli in un mortaio o tri tarl i in un macinino
da caffè ben p·ulito . La polvere così ottenuta si conserva in vasi erme Cantharellus cibarius, Boletus edulis , Boletus rufus
ticamente chiusi , tenuti lontani dall ' um idità .
La polvere di funghi conferisce un aroma particolare a salse, ragù , Raccogliere dei funghi piuttosto piccoli e freschissi mi , pulirli, la
minestre, ecc. varli e lasciarli scolare bene. Cuocerli con pochissima acqua (appena
da coprire il fondo del tegame) senza coprirli per 10-15 minuti circa.
Levarli col cucchiaio di legno e accomodarli ancora caldi nei vasi ,
Funghi in salamoia far bollire ancora il liquido rimasto nel tegame, passarlo al setaccio ,
ve rsarlo nei vasi (non troppo) e sterilizzare. Per la sterilizzazione
Far bollire i funghi in tre parti d 'acqua ed una di aceto per pochi occorrono circa 60 minuti a temperatura 98 gradi .
minuti. Toglierli dal fuoco e sgocciolarli. Porre in vasi ricoprendo ' con Si consiglia di riporre i funghi in vasi non troppo grandi , perché
il liquido di salamoia costituito dall ' unità base di un litro d 'acqua bol po i çl ' inverno, all 'apertura dei vasi , bisogna consumare il prodotto tutto
lito con 300 gr. di sale e raffreddato . " vaso va ben chiuso , così il in una volta,
prodotto può essere ben conservato per più di 10 mesi. Per l 'uso de i La preparazione dei funghi va fatta con prezzemolo e aglio come
funghi come sopra conservati è necessario, dopo averli tolti , dalla per i normali funghi appena colti.
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1
~
AMANITA PHALLOIDES Vail!. ~x Fr.
Da " phallus " ( lat.) = fal lo . Pe r la sua forma ne l pri mo sv il uppo
OSSERVAZIONI: La colorazione del cappello è variabile dal bianco all 'oliva più cupo. Le
fibri Ile radiai i innate sericee sono sempre visibi Ii, più evidenti tuttavia negl i esemplari
di colore scuro . Il colore verde o olivastro la può far confondere con Russula dello
stesso colore (cyanoxantha (190), graminicolor Secr., aeruginea (215), furcata sensu Bres·.,
heterophylla (1517), ecc.l, con i I Tricholoma portentosum (133) e sejunctum (128).
Le forme bianche o pallide sono facilmente confondibili con funghi bianchi commesti
bi I i, come alcune specie di Psalliota, i I Tricholoma cnista (147). i I Tricholoma colurn
betta (141) ed altri, che tuttavia assomigliano anche alle altre due Amanita mortali : la
verna e la . virosa (2 e 3). È chiaro che altri caratteri possono aiutare nella differenziazio
ne : assenza di valva nelle Psalliota, assenza di valva ed anello nel Tricholoma ed altri.
M
AMANITA VIROSA Fr .
Da .. virosus ,,(lat.) di forte odore. fetido . Per il suo odor e sgradevole
Cappello: 4-8 cm, poco carnoso, dapprima globoso, pOli conico, infine
aperto con forma campanulata , che mantiene sempre; leggermente vi
scoso con tempo umido , satinato fibrilloso con tempo secco; bianco,
qualche volta rosato al centro; margine liscio , quasi sempre sinuoso.
Lamelle: fitte, accompagnate da lamellule che si attenuano su notevole
lunghezza , molto ventricose, bianche, con qualche residuo di velo at
taccato; il f,ilo delle lamelle è leggermente fioccoso.
Gambo: 8,5-15 X 0,6- 1,5 cm , slanciato , cilindrico, attenuato verso l 'a lto ,
farcito, cavo alla fine, bianco, superficie leggermente lanoso-fibrillosa
sotto l'anello . Anello membranoso, molto fragile e poco evidente,
spesso accasciato o lacero. Volva membranosa , ampia, semilibera,
inguainante la base del gambo, bia nca .
OSSERVAZIONI: L'Amanita virosa è spesso confusa con l ' Amanita verna (2) . E' certa·
mente pari per tossicità, ma si distingue facilmente per il cappe llo campanulato, ncin
allargato da adulto, per il gambo nettamente farcito e lanuginoso , per l'anello fiocc oso,
genera lmente con forma irregolare e per le spore sferiche: infine per il luogo di crescita '
preferenzialmente sotto aghifog lie e solo in terreno acido .
OSSERVAZIONI: L'Amanita caesarea non deve essere confusa con l'Amanita muscaria (5)
O la sua varietà aureola (6). È possibile distinguerla abbastanza facilmente per il cappello
p iù aranciato e quasi sempre nudo (porta raramente dei grandi lembi, resti del velo
principale). e per la volva , diversa , liscia e resistente, che rimane intatta alla base del
fJa mbo. Ma in modo particolare si differenzia per il colore giallo del gambo . anello e
I ~lmelle (bianchi nell ' Amanita muscaria). Le lamelle dell' Amanita caesarea, messe in
acqua , colorano la stessa di giallo per le spore che si liberano , ma specialmente per il
pigmento giallo idroso lubile. della trama. Anche la Russula aurata (192), buon commesti·
bile, può assomigliar le per il colore del cappello e delle lamelle gial le . È tuttavia senza
volva e senza anello.
OSS ERVAZIONI: L'Amanita muscaria si presenta in forme diverse : la varietà aureola (6),
plLI aranciata e di solito senza verruche, con volva più membranosa; la varietà formosa
Go m. e Rab. , ha il cappello giallo-arancio con verruche giallastre molto rade ; la va rietà
regalis (384), tipica delle foreste dell'Europa del nord , di colore rosso cupo o brunastro
~ le verruche gialle già da g iova ne, Tutte queste varietà non possono essere confuse con
l'Amanita caesarea (4) il cui gambo e le cui lamelle sono di un bel tipico giallo dorato.
l: la volva. resistente , rim ane ferma attorno al gambo senza lasciare tracce di verruche
:all cappella.
OSSERVAZIONI : L'Amanita pantherina ha suoi simili nel gruppo dell'Amanita spissa (8)
(ampia, exce(sa (386), excelsa var, valida (851»), che possono forse considerarsi i nomi di
Lilla singola s'pecie, che varia a seconda del terreno su cui cresce. Tale specie (vedi pa
'lina seguente) ha tuttavia un anello fortemente striato e più alto; il terminale del gambo
dove si trovano i residui formanti la valva è o radicante o a forma di trottola, molto
:;; il1lile a quello dell'Amanita muscaria {5}. L'Amanita aspera (387) gli è pure simile per
colore (qualche volta leggermente ' olivastro o giallo nella var, francheti (388»), ma si
riconosce per l'anello molto ampiO, più o meno striato , tipicamente festonato. Una forma
robusta dell'Amanita pantherina è l 'Amanita abietum (850), Il cappello è più scuro, i I
Illargine non è striato, e la carne è più soda. L'Amanita pantherina può essere confusa con
l'Amanita rubescens (9), Sotto la descrizione di quest'ultima diamo i caratteri che le
possono differenziare .
OSSERV AZION I: Si deve soprattutto ev it are d i co nfondere questa Amanita con l'Amanita
pantherina (7) I to ssi ca, pure co mune. L'Amanita pantherina è str iat a al marg i ne de l cappe ll o
e l a sua c arne no n assum e ti nte ro sate; l 'anello d i qu est'u lti ma è a c i rca mezza altezza de l
gambo; non è st ria t o. I re sidu i della valva sul cappello dell' Amanita pantherina sono bi anch i .
mentre nell' Amanita rubescens sono qu as i co ncolori al ca pp ello . Le due va lve so no ino l tre
d i ti po d iver so: farinos a e dissoc iat a qu ella della rubescens , circ ell at a qu e ll a de ll a
panther i na .
~;INONIMI: '
Agaricus albus Perso
Agaricus coccola Scop o
NOM I VOLGAR I : Farinaccio . Farinon . Cocc bianc . Coco spolveron
OSSERVAZIONI: E' uno . dei più bei funghi che si possano trovare . L'esemplare di figura
misurava 25 cm d i altezza. E' bianco candido in ogni sua parte; solo le ve rruche del
cappello hanno tonalità grigiastre . Si differenzia dall'Amanita ovoidea (10) per la volva a
fittone non avvolgente , t ipica. Pe r consumarlo togliere la cuticola del cappello, che le
darebbe uno sgradevole sapore di terriccio-.
OSSERVAZIONI : Le è uguale per forma e odore l'Amanita porphyria (14) che ha invece il
colore del cappello diverso , grigio-bruno o grigio-marr one violastro , con tendenza anche
al colore rosato . Stesse caratteristiche di commestibilità.
Gambo: 7-10 X 0,7-2 cm, cilindrico o attenuato verso l'alto, con grosso
bulbo arrotondato alla base (2-4 cm), pieno poi farcito o cavo, bianca
stro o concolore al cappello, sovente ornato da bande cangianti, liscio ,
o leggermente fioccoso. Anello membranoso, aderente al gambo,
biancastro-grigio o brunastro-giallastro . Volva che serra il bulbo , tipi
camente marginata come nell'Amanita citrina (12).
Carne: bianca, soda, piuttosto fragile . Odore molto forte come quello
dell'Amanita citrina, fra la patata e il ravanello . Sapore poco gradevole.
Spore: bianche in massa, 'più o meno arrotondate, 6,5-10 micron, amiloidi.
Habitat: nei boschi di latifoglia e aghifoglia, soprattutto in terreno acido
e umido . In estate e autunno .
Commestibilità: mediocre, come l'Amanita citrina, ma più difficile a con
fondere con l'Amanita phalloides (1) per il colore diverso del cappello .
OSSERVAZIONI: Le è uguale per forma e odore l'Amanita citrina (12) che ha invece il
colore del cappello diverso, giallo limone . Stesse caratteristiche di commestibilit à.
Cappello: 6,5-20 cm, carnoso, sferico poi convesso, liscio, bianco neve ,
poi leggermente sporco di brunastro o azzurro molto diluito, punteg
giato da verruche coniche, piramidali irte, che diminuiscono verso il
margine dove prendono l'aspetto di lembi scagliosi come in certe
Pholiota. Il margine, molto regolare, quando è ancora intatto , è coro
nato da una membrana eccedente e merlettata . La cuticola è brillante,
dapprincipio leggermente viscosa.
Lamelle: fitte, sottili, ineguali, ventricose, libere o annesse al gambo
per un piccolo dente, di colore grigio verdastro pallido o glauco , poi
grigio-giallo-verdastro, a filo frangiato e più pallido
Gambo: 8-20 X 1,3-2 cm, generalmente slanciato, pieno , sodo , quas'i
sempre bulboso alla base, ma anche attenuato , appuntito sotto il
bulbo (quando è profondamente infisso nel terreno) . Bulbo coronato
nelle forme a gambo corto. Anello ampio staccato , membranoso ,
portante al margine resti del velo generale. Volva dissociata.
Carne: bianca o leggermente colorata di azzurro o di grigiastro , soda nel
gambo . Odore e sapore poco marcati,
Spore: bianche o verdine in massa , ellissoidali , 9-12 X 8-11 micron ,
amiloidi .
Habitat: soprattutto in terreno calcareo o neutro, sotto l'a tifoglie e coni
fere , nelle annate calde e secche . Rara . Estate-autunno .
Commestibilità: commestibile di mediocre qualità.
OSSER VAZIONI: È il prototipo del genere Aspidella (Gilbert). Ha grande affinità con
l 'Aspidella vittadini (16) che ha però portamento più esile, come quello di una Lepiota.
Anche l 'Amanita codinae (852) da poco differenziata dalla precedente gli è simile .
Cappello: 5-15 cm, globoso, emisferico poi convesso, con margine ec
cedente le lamelle e incurvato verso l'interno; liscio con verruche ade
renti poligonali, piramidali, qualche volta appuntite, verso il margine
più depresse e a forma di squame , colore isabella o rosa pallido .
Lamelle: molto fitte, annesse, poi libere, alternate da lamellule, bianche
nel fungo giovane ma presto color crema o azzurrino.
Gambo: 8-10 X 1-2 cm, pieno, ingrossato verso l'alto e rigonfio in basso ,
anello ascendente, lacero, squamato sulla circonferenza come alcuni
anelli di ·Psalliota. Squame applicate su tutta la lunghezza del gambo,
color bianco o bianco-azzurro o verdastro .
Carne: bianca nel cappello, giallo-verdastra nel gambo, soda poi molle .
Odore e sapore insignificanti.
Spore: bianche in massa , ellittiche, 8-11 X 7-10 micron.
Habitat: in luoghi erbosi , incolti: solitaria o in pochi esemplari . Autunno .
Commestibilità: ignota.
Cappello: 4,5-10 (12) cm, sovente assai grande, conico-ottuso, poi aper
to, generalmente piano ma sempre con umbone al centro, e colore
molto variabile: bruno grigiastro più pallido alla periferia, o ocra-bru
nastro slavato o leggermente' fulvastro, poi bruno ocraceo, o seppia,
più o meno chiaro al bordo, con un cerchio seppia o bruno marcato
alla f ine della striatura; striatura molto evidente e profonda, che deco
ra il margine sin dall 'origine, per 8-12 mm , secondo la taglia del car
poforo .
OSSERVAZIONI : È una varietà dell' Amanita vaginata, che assomma in sè molte specie
con . le stesse caratteristiche, ma colore del cappello e taglia diverse. Esistono le varietà
plumbea (393). alba (860). fulva (392) (colore verso l'ocraceo e volva esternamente alle
volte quasi concolore al cappello) . flavescens (857) (giallastra). crocea (394) colore zaf·
ferano e gambo ornamentatol, strangulata o inaurata (395) più robusta con la volva gri
giastra e cappello fulvo·bistro con verruche scure, tutte non sempre di facile diffe·
renziazione .
Cappello: 4-10 cm, campanulato, poi aperto, lucente per il tempo secco,
di colore grigio-argenteo, generalmente nudo, qualche volta conserva
dei grandi lembi bianchi , striato, al bordo .
Lamelle: bianche , libere .
Gambo: 6-12 X Ò,6-1 cm, gracile, fragile, più sottile in alto, cavo, fiocco
so , bianco 'o un po' argenteo , appena ingrossato alla base, avvolto da
una valva persistente bianca . Senza anello
Carne: bianca, dolce.
Spore: bianche, ialine , arrotondate, guttulate, 10-12 micron, non ami
loidi.
Habitat: nei boschi di Iatifogl ia , brughiere, prati ; abbondan.te . Estate e
autunno.
Commestibilità: commestibile delicato (pag. 81) . Deve essere consumato
cotto. Da crudo è tossico .
Habitat: sui tronchi marci , sui ceppi cavi , nelle cavità (qualche volta a
più metri dal suolo) degli alberi viventi. Estate-autunno.
OSSERVAZIONI: t: facilmente riconoscibile per il suo habitat, il colore bianco del cap.
pello e rosa dell e lamelle e per la presenza della valva molto alta . Le Volvariella simi l i
non hanno il cappello setoso, ma l iscio o addirittura viscido per glutine. Tali sono la
Volvariella glojocephala (397) e speciosa (396). Di taglia più ' piccola la Volvariella vol.
vacea (BuI!. ex Fr.) Sing . a valva brunastra e la Volvariella loveiana (399) con il cappello
più sericeo " tipica parassita delle Clitocybe nebularis (158) sulla quale cresce numerosa
mentre i l fungo ospite si sviluppa in forma abnorme, irregolare e quasi irriconoscibile,
se non per l'odore.
Cappello: 10-25 cm, dapprima ovoidale o quasi sferico , alla fine aperto,
umbonato al centro, con margine leggermente involuto o piano; di
colore brunastro , bruno-grigio; pellicola desquamata in larghe scaglie
irregolari più scure, più o meno fibrillose. L'umbone rimane liscio,
uniforme, concolore alle squame.
LGimelle: numerose, fitte, irregolari , ventricose; bianche o giallastre, con
l'età brunastro-rossastre.
Gambo: 20-40 X 1-2 cm, esile e lungo già nel fungo ancora a cappel·lo
chiuso, cilindrico, cavo, fibroso, duro, bulboso alla base, screziato da
numerose bande cangianti brune . Anello vistoso, grande , tipicamente
staccato e scorrevole sul · gambo: bianco sopra, bruno sotto , fioccoso
al margine, non pendulo.
Carne: poco consistente, fragile, tenera nel cappel·lo, fibroso nel gambo,
bianca, che diventa leggermente rossastra o rosata all'aria . Odore e
sapore di nocciola.
Spore: ialine, bianche in massa, ellittiche , grandi, con poro germinativo,
fortemente guttulate , 13-20 X 9-13 micron.
Habitat:' nei boschi, nei luoghi erbosi, ·!ungo i sentieri erbosi delle fore
ste, soprattutto in terreno siliceo . Estate-autunno.
Commestibilità: commestibi,le di ottima qualità . Molto conosciuto e
-raccolto in ogni regione . S'i consuma li·1 'solocappel.lo, cucinato
impanato .
OSSERVAZIONI: Molto simile è la Lepiota rhacodes (21), a scaglie più marcate sul cap·
pello e con la carne che arrossa molto spiccatamente alla frattura o allo sfregamento.
Anche la Lepiota puellaris (23) le assomiglia , ma si differenzia per la taglia più esile e
le ornamentazioni più minute . Altre Lepiota di taglia più piccola. ma con caratteristiche
~ìimili sono : la Lepiota naucina (24), tutta bianca con le lamelle leggermente rosate; la
Lepiota mastoidea (862), con forte umbone al centro; la Lepiota excoriata (25), piuttosto
comune , non squamata , ma con la cuticola più scura annessa, interrotta, che la disegna
l'lJdialmente; la Lepiota gracilenta (400), decorata sul cappello e sul gambo da granulosità
hrunastro·rossicce ; la Lepiota ignivolvata (864) con fiammatura rossa sul fondo del gambo :
Tutte commestibi I i . contrariamente alle lepiota di tagl ia piccola (cristata, (28) • felina
Ouél .. clypeolaria, (27) ed altre) più o meno tossiche.
OSSERVAZIONI : Si distingue facilmente dalla Lepiota procera (20) per la taglia legger
mente più piccola, per il gambo non tigrato, la carne arrossante e le squamature del
cappello diverse. La colorazione della carne si trova anche in altre specie di Lepiota, ad
esempio nella Lepiota badhami (22) , color rosso ciclamino la quale si distingue per
l 'anello quasi caduco. ma attaccato , fisso , unito al gambo .
OSSERVAZIONI : Una specie assai vicina , ma più esile e più rara, che predilige le lati
foglie, è la Lepiota meleagroides Huysman , che si colora fortemente d i rosso cupo al
taglio .
Cappello: 5-8 X 7-15, dapprincipio chiuso sull'anello , a forma d,i uovo, poi
campanulato, quindi aperto come un ombrello . Bianco da adulto , gial
lino nel mezzo con squame circonferenziali di colore bianco , più scure
verso il centro, che si presenta liscio , color nocciola .
Lamelle: arrotondate libere, larghe fino a 10 mm, dapprincipio bianche,
poi leggermente rosate . AI tatto assumono un leggero colore bru
nastro.
Gambo: 7-12 X 0,7-1,2 cm, brunastro, tendente a diventare bruno, liscio,
slanciato , a pellicola sottile, bulboso alla base, a diametro decrescen
te dal basso verso l'alto . Porta un anello scorrevole, carnoso,con
resti squamati al margine .
Carne: bianca, leggermente arrossantesi verso il basso del gambo: odore
leggero di radice , sapore buono.
Spore: bianche in massa, leggermente rosate, ellittiche, 9-12 X 6-7
micron .
Habitat: boschi di aghifoglie o anche prati. In tarda estate.
Commestibilità: buono .
OSS ERVAZIONI: Viene scambiata con la Lepiota procera (20), o con la Lepiota
rhacodes (21), alle quali assomiglia per le marcate squame del cappello. Il suo colore è
tutta via mo lto più ch iaro e la sua carne non assume tinte rosso sangue ma solo
qllalche sfumatura rosata. appena percettibile. E' anche di taglia più esile.
Cappello: 4-10 cm, carnoso, ovoidale, poi campanulato, indi piano; pelli
cola ·Iiscia o granulosa , farinosa, spesso screpolata, di colore grigio o
nocciola .
Lamelle: sottili, f.itte, libere, prima bianche poi camicine.
Gambo: 5-7 X 0,6-1 cm, bianco, pieno poi vuoto, ingrossato alla base ,
flbrilloso. Anello piccolo , caduco, bianco , membranaceo.
Carne: bianca, tenera di odore e sapore grato .
Spore: ialine, bianche, un po' rosee in massa , ellittiche, 8-1
micron.
° X 5,5-7
Habitat: frequente nelle terre colt'ivate, negli orti , nei prati, ai limiti dei
boschi . Primavera-estate-autunno.
Commestibilità: commestibile buono (pagg . 81, 82)
OSSERVAZIONI: È una Lepiota facilmente riconoscibile per il colore rosato delle lamelle .
Le è molto simile la Lepiota cretacea (401), che, pure a lamelle rosate, da adulta diventa
co lor argilla molto scuro . Bianca candida è la Lepiota cepaestipes var o nivea (404), o
Lepiota cretata con il gambo fortemente ingrossato a Cipolla, come appunto vuoi dire il
nome .
OSSERVAZIONI: Fa parte del gruppo delle Lepiota di media taglia piuttosto simili fra
loro. Fra queste abbastanza comuni : la Lepiota naucina (24). bianca, con le lamelle
rosate; la Lepiota cretacea (401). tendente a diventare di colore ocraceo con l'età ; la
Lepiota mastoidea (862), fortemente umbonata e a squamature minute sul cappello: la
Lepiota cepaestipes o Lepiota lutea (403). giallastra, a gambo molto ingrossato, candida
nella cepaestipes var o nivea o Lepiota cretata (404), crescente sul tanno .
OSSERVAZIONI : Esiste la varietà furcata Kuhn . con lamelle non semplici , ma biforcate .
Simil e per aspetto è la Lepiota hystrix (408), più piccola , con i l capp ell o ornato da
verruche coniche . più grosse, brunastre e persistenti, che ri coprono anch e il gambo nella
parte sottostante l'an el lo. Tutte con le stesse caratteristiche di commestibilità .
USSERVAZIONI : Le è molto simile la Lepiota metulaespora (409) che porta il gambo rico·
perto da squamosità color giallo .
OSSERVAZ.IONI: E' un fungo non molto conosci uto e raro . abbastanza faci l mente ricono
sc i bile ' per la presenza delle goccioline gommose sul cappe llo e sul gambo, co nco lore
allo stesso.
Cappello: 1,5-5 cm, inizialmente color isabella, poi bianco con il ·centro
più scuro o bianco uniforme, brillante per glutine, piuttosto umbonato.
Lamelle: bianCo-candide, larghe, libere al gambo.
Gambo: 5-14 X 0,5-0,8 cm, biancd, in basso di colore brunastro per la .
presenza di resti del velo, slanciato, facile a rompersi, senza fiocchi,
privo di anello o con anello appena accennato per la presenza di resti
glutinosi.
Carne: biancastra, vitrea, emanante un leggero profumo di farina fresca.
Spore: incolori, rotondeggianti, leggermente rugose. 5-4 micron.
Habitat: nelle foreste di aghifoglie; rara. Estate.
Commestibilità: commestibile.
OSSERVAZIONI : Assieme alla Limacella lenticularis (guttata) (413) di taglia molto maggiore,
alla glioderma (414) e irrorata (32). fa parte del ristretto gruppo delle Lepiota glutinose
s ia sul cappello che sul gambo . Esistono alcune specie da poco individuate e ancora sub
iudice (per es . Limacella vinoso-rubescens (870), di piccola taglia e rosata sul cappello
e nella carne , la Limacella ocraceolutea (875) giallastra con il centro del cappello a
colore più carico) . Osservare il colore nocciola del cappello del fungo giovane che poi
diventa completamente bianco.
OSSERVAZIONI: Bellissimo fungo , specia l mente nel pieno sviluppo, con il cappello aperto
come un Lepiota . Poco conosciuto e ra ro è ora stato ritrovato in più località, specie nel
Trentina (Paneveggio, S. Martino di Castrozza , Sella Valsugana). Probabilmente veniva
scambiato con la Pholiota cape rata (59), cui assomiglia , specialmente per la taglia . Mor
fol og icamente è molto simile ai Cystoderma, tra i quali sembra quasi una fo rma g igante
dell'amiantinum (31).
OSSERVAZIONI : Cresce specialmente sul tronco già degradato e nel tratto più vIcino al
terreno o nel terreno stesso vicino alle radici . Il suo micelio è molto nocivo al le piante
di cui è considerato un parassita . Il colore del fungo è variabilissimo ed è influenzato
dalla pianta ospite : dal giallo-miele del gelso, al marrone-cupo del peccio. attraverso
gradazioni variabilissime, che toccano il grigio, l'olivastro, i l giallastro , il rossiccio ; alle
volte colore carico al centro e sbiad ito al margine . Viene confuso con la Pholiota muta
bilis (57), ottimo fungo commestibile che ha le lamelle ocra e il velo secondario inguai
nante il gambo e con gli Hypholoma tossici, che crescono pure sui tronchi, ma con colori
più vistosi, rossastri o giallo-aranciato o giallo e lamelle da gialle a grigiastro-verdastre ,
alla fine nere per le spore. È facile l'errore con l'Hypholoma fasciculare (50), tos si co:
esso è tuttavia di sapore amaro e la sua presenza in un piatto di funghi è subito avvertita
all 'assaggio. la Clitocybe tabescens (160), molto rara e ottimo commestibi le , le assomiglia
moltissimo, ma è priva di anello e può crescere sul terreno.
OSSERVAZIONI: Usato anche per frammischiare le fettine essiccate con quelle del
Boletus edulis (262), molto piÙ pregiato. In questi casi si distingue per la colorazione
qrigiastra della carne essiccata , più scura verso il margine della fettina, e per la sua
lIlaggiore fragilità, se non addirittura per la presenza delle lamelle al posto dei tubuli dei
Boletus. Si confonde qualche volta con il Tricholoma colossus (131), pure molto massiccio,
privo di anello e cCin la carne bianca che assume però tonai ità rossastre mai notate nella
Biannularia imperialis. " Tricholoma robustum (1456) (non commestibile) e il Tricholoma
caligatum (603) (commestibile), sono pure simili per la carne e per l'odore pronunciato ,
ma non hanno anello doppio , anche se il loro gambo si presenta ricoperto per un tratto
da scaglie rossastre nel primo e seppia nel secondo . L'Armillaria aurantia o Tricholoma
uurantium (604) (non commestibile). pure decorato da scaglie sul gambo . è molto più
rossastro , aranciato . ed emana un odore fortissimo di destrina . Può essere confuso anche
r,o n qualche Cortinarius.
Cappello: 5-8 X 2-4 cm, dapprima quasi cilindrico , poi aperto , a forma di
un 'alta e stretta campana , infine rimanendo sempre camp anulato, a
margine molto più aperto , r ialzato quasi a ricciolo, scanal ato e lacera
to ; bianco , rosa verso il bordo, che in izia a liquefarsi annerendo ; la
calotta è ocraceo-chiara , altrove è marcato da una moltitud ine diplac
che fibri·llose o gruppi di scaglie appuntite , più o meno libere, che '
spariscono facilmente .
Lamelle: dapprincipio molto fitte , appressate, quasi legate sul filo da
una farinosità uniforme, ineguali, ventricose: libere, prima bianche,
poi con tonalit à rosa , che si colorano progressivamente dal basso ver
so l'alto , infine con tendenza a liquefarsi!
Gambo: 10-15 X 1-1 ,5 cm , totalmente cavo , con la corteccia rigida, in
grossato in basso in un bulbo netto e qu al che volta leggermente rad i
cante, bianco , p.iù o meno fibroso-peloso, poi liscio . Anello separato
dal bordo del cappe l lo, libero, delicato, che sparisce faci lmente.
Carne: bianca , minuta, senza odore e sapore particolari.
Spore: nere in massa , quas,i opache, ellittiche, liscie, a poro germinativo
più ch iaro, 10-15 X 6-8,5 micron .
Habitat: 'in terreno grasso, nei campi , nei giardini e lungo le strade, nei
tratti sabbiosi , battuti , qualche volt a anche nei boschi . Specie abba
stanza comune . Primavera-autunno .
Commestibilità: commestibile delicato : da consumare giovane prim a che
presenti le tonalità rosate su l le lamelle . Per rallentare la sua m atura
zione dopo raccolto , st accare il gambo del fungo con un a leggera
rotaz,ione.
Carne: bruno grigiastra nei giovani, poi bianca. Odore appena percet·
tibile.
OSSERVAZIONI: Altre specie di Coprinus (genere caratteristico per avere le spore nere
I l co mprendere solo funghi deliquescenti), ma di taglia molto più piccola, sono facili ad
Ill co ntrarsi ne i più diversi habitat. Sono il Coprinus domesticus Bull. ex Fr ., molto cespi
ill ~;O e il Coprinus truncorum (417). su tronchi , il micaceus (418), nell e diverse varietà.
1j() 11 il cappello coperto da fram me nti br i llanti . Di taglia più grande i l Coprinus picaceus
(416) , con caratteristiche placche bianche sul capp ello che scoprono un fondo brunastro
" ': LlrO . La vita di questi funghi è m olto effimera. Non son o da considerare commestibili,
Gambo: 1,5-4 X 0,7 mm, fragile, quasi c ili ndrico , qualche volta ingrossa
to in basso, ondulato, cavo, bianco o trasparente.
OSSERVAZIONI: Poi ché non é deliquescente come i Coprinus, e anche per altri caratteri .
è più legittimo assegnarlo al genere Psathyrella per quan~o taglia . aspetto e co lore ben
difficilmente lo fa cciano distingue re dai veri Coprinus .
Lamelle: libere, assai fItte , dapprincipio rosee poi rosa carne , bruno
scuro ciocco lato e infioe nere.
OSSERVAZIONI : È il prata io lo vero e proprio come vuole indicare il nome spec ifico . Fa
parte del gruppo di quelle Psalliota la cui carne arrossa appena percettibilmente . La
caratteristi ca più evidente di questo gruppo è di avere le lamelle color rosa allo stato
giovane e la presenza di un anello semplice . non doppio . Tali sono le varietà umbrina Bre s ..
radicata (422) ed altre. tutte di ottima commestibilità.
Lamelle: fitte , strette , per lungo tempo .pallide, poi 'Ieggermente rosate ,
alla fine bruno-nerastr-e .
OSSERVAZ ION I : Nel gruppo della Psalliota arvensis (427), è quella di taglia più ro busta .
Allo stesso gruppo appartengono le Psalliota abruptibulba (44), la silvicola (886), la
macrospora (425) , e ancl1e la xanthoderma (888) (quest'ultima leggermente tossica), tutte
con carne che tende al \jiallastro o al giallo-zafferano .
Cappello: 5-10 cm, carnoso, convesso, con cuticola variante dal bianco
al roseo al bruno e che al contatto si macchia di rosso-bruno. Il ma;'
gine, da giovane, porta una me.mbrana fioccosa e dentellata .
Commestibilità: ottimo.
Gambo: 7-12 X 15-25 mm, quasi cilindrico , non bulboso, cavo, bianco,
presto grigio, che si macchia di rosso al tocco, liscio al di sopra del
l'anello, coperto da piccoli fiocchi biancastri al di sotto. Anello supe
ro, a gonnellino , liscio al di sopra, ornato da squamette brune al di
sotto, non grosso ma ampio .
Commestibilità: ,buono .
OSSERVAZION I : E' tipico rappresentante del gruppo delle Psalliota a carne arrossante .
Lamelle: fitte, distanti, strette, per lungo tempo pallide, poi chiaro-gri
giastre e bruno-nerastre alla fine. Margine pallido.
Commestibilità: buono.
OSSERVAZIONI: Fa parte del gruppo della Psalliota arvensis (427). Molto caratteristica
la taglia slanciata e la presenza del bulbo nella parte inferiore del gàmbo.
OSSERVAZIONI: Fa parte del gruppo tossico della Psalliota xanthoderma (888), caratteriz
zato dal colore giallo-zafferano che presenta la carne nella parte bulbosa del gambo e
dallo sqradevole odore di inchiostro . Le altre Psalliota sono quasi tutte commestibi l i di
buon pregio. È ' bene però fare attenzione ai due caratteri sopraddescritti per evitare di
consumare un fungo che può dare disturbi gastrici simili agli effetti di una. forte
indigestione.
Commestibilità: ottimo .
.. ' ..
OSSERVAZIONI : Specie poco conosciuta o almeno non sempre riconosciuta come tale .
È curioso il suo habitat ; la taglia massiccia giu stifi ca forse anche la forza es plicata
quando . gonfiando,si in crescita. riesce a rompere l'uni ca parte che può cedere e cioè la
crosta della copertura asfaltica delle strade sotto cui vive il micelio . La caratteristica
più marcata è la presen za di un anello doppio simi le ad un bracc iale tto che circonda il
gambo.
OSSERVAZIONI : Funghi del genere Panaeolus si trovano numerosissimi sul loro habitat
tipico: gli escrementi di animali . Non sono deliquescenti; si essiccano infatti e per
lungo tempo si posso no osservare nel loro luogo di cre scita (contrariamente ai Coprinus
tipicamente de l iquescenti) . Il loro aspetto è brillante. quasi sericeo. con il tempo secco .
Il genere Anellaria comprende PanaeohJs forniti di anello (Aneli aria separata (435). molto
comune).
Cappello: 2-3 cm, poco carnoso, campanulato, poi quasi appianato, prui
noso, poi liscio, fragile, igrofano, brunastro per l'umidità , biancastro
per il secCo o quasi bianco con il centro ocraceo, violetto sporco-sla
vato verso il margine, con attaccati resti membranosi del velo negli
esemplari giovani .
lamelle: fitte, molto sottili , da biancastre a rosa-violetto e bruno-porpora
alla fine, margine bianco .
Gambo: 3-6 X 0,2-0,4 cm, cavo, fragile , qualche volta ingrossato alla ba
se , fibrilloso , striato in alto, bianco, con tracce di velo.
Carne: bianca, priva di odore e sapore quasi nullo .
Spore: bruno-porpora in massa, bruno-rossastre al microscopio, liscie,
ellittiche, 6-8 x 4-5 micron.
Habitat: in gruppi O in cespi, vicino ai tronchi, nei boschi, nei giardini,
lungo le siepi e i sentieri. Da primavera ad autunno.
Commestibilità: trascurabile .
OSSERVAZIONI : Riconoscibile per la sua fragilità, per il margine membranoso del cappello,
per il gambo striato alla sommità e per il colore grigiastro-ciclamino delle lamelle . La
Drosophyla hydrophila (898), gli è simile, ma ha il cappello più brunastro .
Cappello: 3-7 cm, carnoso, fragile, con squame fibrillose, color crema
fulvo.
lamelle: fitte, bianco-brunastre.
Gambo: 2-10 X 0,4-1 cm, lungo, fragile, di colore bianco o bruno ocraceo,
coperto da fibrille nerastre che rimangono attaccate all'orlo del cappello.
Carne: soda, fragile, giallo-brunastra. Non ha odore tipico .
Spore: bruno-scure al microscopio, verrucose, ovoidali o ventricose,
10-12 X 6-7 micron.
Habitat: isolata o in famiglie ai margini delle strade, nei boschi radi,
presso i tronchi. Estate-autunno.
Commestibilità: commestibile (accertata recentemente).
OSSERVAZIONI: Si osservi la fra ngi atura bia ncastra del margine del cappello e la
caratteristica punteggiatura del tratto sovrastante l ' anello . Il genere Lacrymaria porta
spesso delle goccioline aderenti alle lamelle, quasi piccole lacrime. che le hanno dato
il nome . Tale caratteristica è osservabile nel fungo illustrato . Da poco tempo ne è stata
accertata la commestibilità.
Riproduzione fotografica grandezza naturale. - 185
HYPHOLOMA FASCICULARE (Hudson ex Fries) 50
Ouélet
Da .. fasciculus .. (lat.) fascicolo . mazzo . Per il modo di presentarsi
'19spitoso
Lamelle: fitte, strette, annesse, color zolfo all'inizio, poi ocracee o oliva
stre, bruno marcato alla ·fine.
Cappello: 5-8 cm, carnoso, liscio, secco , globoso, poi emisferico, color
rosso pallido-ocra o anche giallastro.
Lamelle: fitte , adnate, di color grigio-bluastro senza tracce di verde o di
giallo .
Gambo: 3-5 X 0,3-0,5 cm, vuoto, slanciato, bruno-scuro .
Carne: bianca , di sapore dolce .
Spore: brune, ellissoidali, 6-8 X 3-5 micron .
Habitat: sui vecchi tronchi. Primavera-autunno .
Commestibilità: commestibile (pag. 84).
OSSERVAZIONI: E' caratteristico per il colore grigio e mai giallo o verdas tro delle
lamelle , e il colore sporco del cappello. Vien dato come commestibile. Tuttav ia, risul·
tando facile lo scambio con altri Hypholoma, tossici, se ne sconsiglia l'uso.
Cappello: 3-8 cm, carnoso, convesso poi piano, da color ramarro ad az
zurko-verdastro, ricoperto da una cortina mucillaginosa.
Lamelle: annesse, biancastrel, grigio-violaceo-rossastre, margine bian
castro .
Gambo: 4-6 X 0,4-0 ,6 cm , cilindrico , cavo , viscoso, blu-verdastro, fibrillo
so, scaglioso .
Carne: bianca, odore di ravanello.
Spore: bruno-porpora, ellissoidali, liscie, 8-10 X 4-5 micron.
Habitat: nei prati, pascoli, boschi. Comune . Estate-autunno.
Commestibilità: poco buono.
OSSERVAZIONI: La Stropharia aeruginosa è di facile riconoscimento per . il bel colore
verdastro·azzurro tipico. unico nel suo genere.
(ì.. mbo: 3-6 X 0,3-0,6 cm, gracile, poi cavo, sodo e tenace, del c.o lore del
cappello, annerente alla base e coperto al di sotto dell'anello da picco
le squame rialzate più o meno evidenti . Anello membranoso, fugace,
concolore .
()SSERVAZlONI: Assomiglia e viene scambiato con l'Armillariella mellea (35), dalla quale
!l l distingue facilmente per il cappello liscio, igrofano , gambo squamoso sotto l'anello . e
Iìl:r il colore delle lamelle e spore . Sul tronco dove cresce non ha aspetto che invita alla
l'accolta, per il colore scuro , bruno-sporco. Gli Hypholoma, pure crescenti sui tronchi
Illarci. hanno aspetto più invitante per i co lori vivaci giallo o giallo-rosso , come pure le
Flammula, I ignicole , dai bei colori . Questi due ultimi generi non devono essere raccolti
pllrché quasi tutte le specie sono tossiche . Per un caso strano sono commestibili quelli
I;he si presentano meno invitanti per il colore bruno-scuro o giallastro-sporco.
Gambo: 4-10 X 1-3,5 cm, bulboso alla base, bianco o brunastro, pieno,
squamoso su tutta la lunghezza. Il velo parziale forma un anello fioccoso
molto marcato .
SSERVAZIONI: È un tipico fungo parassita che porta a morte la pianta invasa dal suo
rnicelio . È facilmente riconoscibile : per il colore sporco e non brillante, per la presenza
dc i resti del velo in ogni sua parte , per la taglia massiccia, e perché si presenta facil
mente a gruppi aggregati. Le altre Pholiota hanno colori più vivaci e aranciati (Pholiota
aurivella (920), adiposa (1325), lucifera (445)).
lamelle: sinuose, ventri cose, serrate, biancastre, poi ocracee, con una
leggera bordatura pallida .
Gambo: 8-15 X 1-2 cm, pieno, fusiforme , attenuato aHa base e terminante
in una lunga radice , biancastra , a volte più larga del gambo; villoso ,
farinoso alla somm ità , coperto sotto l'anello da scaglie concentriche
grigio-brune. Anello bianco con squame.
Habitat: nei boschi vicino a vecchi tronchi o anche nei prati ai margini
dei boschi, fortemente interrato . Molto comune. Estate-autunno .
OSSERVAZIONI: E' cons iderato anche una Pholiota ma ha più affinità con gli Hebeloma
per l'aspetto . il colore, le lamelle e altri caratteri. Solo l 'anello lo farebbe mettere tra le
Pholiota, anche se molt i Hebeloma possono presentare un a cortina ben marcata.
OSSERVAZION I: E' un Cortinario molto comune, che si presenta gregario in schiere nume
rose ne i luoghi di crescita. C'è un po' di confusione per i diversi nomi che ha avuto da
autori vari.
OSSERVAZIONI: E' uno dei più comuni Myxacium ' facilmente riconosc i bile per i,1 colore
azzurro del gambo e per la taglia.
Cappello: 5-25(30) cm, molto carnoso, sferico, poi convesso, infine aper
to, un po' viscoso per l'umidità, bruno-rossiccio o bruno-vinaccia , so
vente con riflessi violacei, poi bruno-fulvo; margine dapprincipio fioc
coso, poi nudo e striato .
lamelle: annesse, ventricose, larghe, giallo-grigiastre o lilla-pallide poi
ocra mattone.
Gambo: 10-25 X 4-5(8) cm, robusto, pieno, panciuto-bulboso, attenuato
in basso, fibrilloso-satinato, bianco, viola pallido in alto e coperto, da
giovane, da residui membranosi, bianco-bluastri , del velo generale .
Carne: bianco-lilacina, spessa, soda, saporita. Odore quasi nullo .
Spore: ocra-fulvo, grandi, fusiformi o a forma di limone, verrucose,
19-20 X 8-10 micron.
Habitat: nei boschi, in terreno calcareo o argH loso-calcareo . Estate e
autunno .
Commestibilità: buono.
Gambo: 4-6 X 1,5-2 cm, biancastro, ricoperto da una cortina bianca, con
qualche sfumatura lilla .
Commestibilità: buono.
Gambo: 6-8 X 1,5-2,5 cm, chiaro, poi più pallido quasi biancastro-violet
to, bulboso, con fibrille violette sul fondo.
OSSERVAZIONI : E' scambiato con il Cortinarius largus (939) e anche con il Cortinarius
praestans (69). Una sua caratteristica inconfondibile è l'odore di terriccio particolarmente
forte che emana .
Gambo: 5-7 X 1,5-2 ,5 cm, pieno, bulboso, a forma di clava, corto, mas
siccio, con fibrille o floccosità, bianco, lilacino pallido in alto, crema
alla base; cortina bianca, poi cannella per le spore.
Commestibilità: commestibile.
OSSERVAZIONI: È uno dei Cortinarius più facili a riconoscere per il bel colore lilacino
delle lamelle e per il cappello fulvastro. color miele . Il gambo è solo ingrossato , non a
bulbo smarginato .
Gambo: 5-7 X 1,5-3 cm, violetto con cuticola biancheggiante per un velo
pallido, poi rosso ruggine, con terminale bulboso.
Carne: viola pallido , più scura verso l'esterno , poi color ruggine . 'Odore
caratteristico di corno bruciato. .
, LI
_..Jtunno .
Cappello: 6-10 cm, carnoso, convesso, poi aperto, viscoso, liscio, color
ramato-rossastro più forte al centro, verdastro o violetto al margine.
Lamelle: fitte, sinuoso-smarginate, più o meno larghe, di colore da citri
no fino a mattone-cannella.
Gambo: 4-7 X 2-3 cm, pieno, fibroso-carnoso, glallo-verdastro-pallido;
bulbo nettamente smarginato.
Carne: giallastra, compatta. Sapore dolce. Forte odore di anice.
Spore: bruno-mattone, ellittiche, v'errucose, 10-13 X 6-8 micron.
Habitat: nelle foreste di conifere in terreno calcareo. Estate-autunno.
Commestibilità: non commestibile.
OSSERVAZIONI: t: molto simile all'orichalceus (1379), che però non odora di anice e
ha la carne bianca,
Gambo: 4-8 X 2-3 cm, pieno, sodo, robusto, cilindrico, con bu,lbo margi
nato, più o meno allungato; giallastro, munito di una copiosa cortina
pallida, poi ferruginea per le spore, che gli dà un aspetto fibrilloso.
Commestibilità: commestibile,
()SSERVAZIONI: È uno scauro per il bulbo marginato . Suoi simili per il colore e forma :
Il Cortinarius fulgens (479) e l'auro-turbinatus (477), tipico delle latifoglie .
Cappello: 4-10 cm, carnoso, convesso, poi aperto, viscoso per la piog
gia, munito di velo sericeo, bianco e fugace; giallo-paglia ocraceo,
fulvastro al centro: margine minuto non striato.
Lamelle: fitte, smarginato-uncinate, bianco-crema poi color argilla .
Gambo: 4-6 ~ I 2-3 cm , robusto, pieno, ingrossato alla base di un bulbo
poco margi ato; bianco poi giallastro in basso: cortina bianca, fugace.
Carne: bianc y/ giallastra nel gambo concolore sotto la cuticola . Dolce
Senza odore.
Spore: ellissoidali o a mandorla, leggermente verrucose, 8-11 X 5-6,5
micron.
Habitat: boschi di abete e latifoglie . Estate-autunno.
Commestibilità: commestibile.
OSSERVAZIONI: E' facile a riconoscere per le lame·lle biancastre da giovani e per resti
di velo al centro del cappello . Molto variabile è la forma del suo bulbo: da quasi smar
ginato a claviforme.
Cappello: 6-14 cm, piuttosto carnoso, quasi globoso, poi appianato, um
banato, regolare, asciutto, completamente vellutato, peloso-fibrilloso,
di un bel colore violetto carico .
Lamelle: sinuate , annesse, larghe, spazi ate , spesso riunite da vene tra
sversali, di colore violetto scuro, poi mattone-ocra .
Gambo: 7-20 X 1-2,5 cm, cilindrico o attenuato verso l'alto, ingrossato al
la base da un bulbo clavato, fibril'loso squamoso, spugnoso poi cavo;
da viola carico a quasi nerastro .
Spore: ocra-fulvo, ellissoidali, verrucose, 10-12 X 5-8 micron.
Habitat: in boschi umidi di latifoglia, abbastanza frequente. Estate-
autunno.
Commestibilità: commestibile: colora di violetto tutto il piatto.
OSSERVAZIONI: Cortinarius di facile identificazione per il colore e per l'odore simili a
quello dell' Hygrophorus russocoriaceus (1101). Come tutti i Cortinarius si riconosce il
(lenere dalla presenza delle spara appoggiate sui residui di cortina del gambo , che si colorano
di ocra . Le lamelle del Cortinarius hanno un colore di partenza che può variare da spe
ele a specie: bruno scuro. rosso , violetto " giallo. verde ecc. ma nel fungo adulto le
lamelle di tutti assumono la colorazione tipica ocracea delle spore mature . La determi
Ilazione della specie è in certi casi difficile se non si hanno a disposizione esemplari nei
diversi stadi di crescita . Crescente sotto aghifoglie assume il nome di Cortinarius hercy
nicus (Pers. Mos.), che si differenzia pure per spore diverse.
OSSERVAZIONI: Gli esemplari di figura appartengono alla varo montanus Mos. general
mente cespitosa e tipica dei boschi . di abete. Esistono più varietà di questo Cortinari.us
non ancora bene inquadrate nella sistematica.
Cappello: 3-6 cm, secco, leggermente fibrilloso, aperto con picco·lo um
bone: giallo-olivastro (brunastro nella cinnamomea fulva (Hry) .
Lamelle: piuttosto larghe, distanti dal gambo; giallo-senape poi giallo-
olivastre con tendenza a diventare brune.
Gambo: 4-6 X 0,6-0,8 cm , giallo . al terminale ricoperto da fibrille brune .
Carne: giallo-olivastra .
Spore: bruno-ruggine in massa , a forma di seme di mela, finemente or
namentale, 6-7 X 4-5 micron .
Habitat: ubiquitario .
Commestibilità: VELENOSO.
OSSERVAZIONI : Specie molto var i abile di cui sono state fatte più sottospec i e . Secon do
Iiltime attendibili ricerche è da considerarsi velenoso come tutte le Dermocybe rOs se
(phoenicea (498), cinnabarina (496). semisanguinea (4951, il Cortinarius sanguineus (811 l,
che sembrano contenere tossici si m il i alla orellanina (ved i Cortinarius orellanus. (841 l.
Gambo: 5-8 X 0,4-0,6 cm, lungo, gracile, talvolta sinuoso, di solito atte
nuato alla base oppure anche leggermente ingrossato, da pieno a
quasi cavo; colore rosso-sangue, striato, fornito di una cortina con
colore.
Habitat: nei boschi di conifere. alla base dei tronchi. Non comune. Esta
te-autunno.
Commestibilità: VELENOSO.
Cappello: 2-6 cm, emisferico poi appianato con umbone, a margine in
voluto, igrofano; da umido con sfumature rossastro-ruggine, da asciut
to color giallo-ocra, quasi lucente con presenza di velo verdastro-gial
lo. Cuticola non staccabile.
lamelle: non molto fitte, con numerose lamellule, annesso-attenuate;
color cannella o brunastre.
Gambo: 6-12 X 0,8-1,2 cm, pressochè cilindrico, qualche volta ingrossato
alla base, portante i resti dellà cortina e del velo che formano quasi
anello; di tonalità più pallida del cappello, giallastro.
Carne: brunastra , a macchie di umidità. Odore fungino. Insipida.
Spore: ellissoidi, leggermente aculeate , 8-9 X 4,5-5,5 micron.
Habitat: nelle foreste di abete e anche di latifoglie. AI principio della pri
mavera.
Commestibilità: sospetto come tutti i Cortinari di piccola e media taglia.
OSSERVAZIONI: ~ poco conosciuto sia per la sua precoce apparizione. sia per il suo
aspetto non bello, che lo fa passare inosservato . ~ un fungo fra i primi a comparire,
numeroso e a gruppi. Simile è il Cortinarius isabellinus Fr.
Cappello: 3-6 cm, carnoso, convesso poi piano o ottuso, vellutato; arancio
rosso, fulvo-cannella; margine giallo.
Lamelle: fitte, annesso-smarginate, larghe, giallo-limone poi cannella.
Gambo: 6-8 X 0,8-1,2 cm, cilindrico, eguale o attenuato in alto; giallo-
limone; cortina concolore.
Carne: giallo-fulvo-olivastra . Leggero odore e sapore di ravanello.
Spore: giallo-ocracee, ovoidali, rugose, 7-9 X 5-6 micron.
Habitat: nei boschi di conifere. Estate-autunno .
Commestibilità: da non consumare.
OSSERVAZIONI : È molto VICino, come caratteristiche di colore ai Cortinarius del gruppo
dell 'orellanus (84) e alle Dermocybe.
OSSERVAZIONI : E' una fra le Inocybe più comun i. Si r iconos ce, oltre che per i l colore
(lia ll o· fu lvast ro, m i ele. pe r il tip i co aspetto radia l mente st ri at o del cappello con ico e per
la costante p resenza di fiocchi bian chi sul la superficie de l. gambo .
OSSERVAZIONI : Le Inocybe sono d i diffi cil e det ermin azione e molt i ssime sono to ssiche .
Per qu esta ragion e si cons i gl ia di asteners i dal consumare qualsiasi spec ie di Inocybe.
OSSERVAZIONI : Esistono le varietà liIacina (528). tinta di violetto nel cappello, la lateritia
(979). tinta di rossastro. Inocybe bianche o quasi, ma tutte di taglia maggiore, sono la
fibrosa (511). di taglia gigantesca (come Inocybe) e l a patouillardi (510), campanulata, con
macchie rossastre , specialmente nel cappello. Ouest'ultima è conosciuta come una delle
Inocybe più tossiche. con alto contenuto di muscarina .
OSSERVAZIONI: Nasce in stagi one inoltrata. Tale epoca di crescita rende più tranquilla
la raccolta degli Entoloma primaverili (Entoloma clypeatum (94), Entoloma saundersii (Fr .)
Rom ., Entoloma aprile (95). Entoloma sepium (984), ottimi commestibili con i quali potrebbe
essere scambiato . Il suo carattere più evidente. tipi co . è il colore salmone delle lamelle.
dato dal sovrapporsi delle spore rosate al colore giallo delle lamelle stesse. Gli altri
Entoloma hanno le lamelle più rosate e la lamella nuda non è gialla ma bianco·grigia .
Può essere distinto anche per la taglia più massiccia e regola re. per il colore chiaro del
cappello, pe r il suo modo di crescere non cespitoso ma a gruppi, gregario . L'Entoloma
bloxami (96). dal bellissimo cappello colore acciaio. ma pi ù piccolo e campanulato , ha
pure le lamelle gialle e. ricope rte dalle spore. dello stesso colore di quelle del lividum.
Lamelle: poco htte, piuttosto larghe, di color bianco poi rosate, sinuate
al gambo e uncinate .
Gambo: 6-10 X 1-1,5 'c m, dapprima pieno poi cavo, cilindrico sinuoso,
pruinato in alto; colore bianco sporco.
Habitat: nei luoghi erbos'i, ai piedi del,le rosacee (pero , melo, ecc.), ce
spitoso e abbondante . Dalla primavera all'inizio dell 'estate .
OSSERVAZIONI : E' un fungo inconfondibile fra gli Entoloma per il colore acciaio brii·
lante del cappello e per la sua forma campanulata . \I colore delle lamelle del fungo
adulto ricorda il colore delle lamelle dell'Entoloma lividum (93): per questa ragione
stato guardato sempre con sospetto . Da poco ne è stata accertata la non tossicità .
OSSERVAZIONI : È una delle Nolanea primaverili fra le quali molto note la mammosa (991)
e la pascua (532). Tipico il loro colore brunastro-grigio del cappello e la presenza delle
lamelle di colore da grigio a più o meno rosato. ,Le singole specie possono avere odore
di farina (mammosa). cetriolo , tipico di olio di fegato di merluzzo (staurospora) (533),
essere quasi inodori (hebes (Rom.)). o inodori del tutto (pascua). Difficile la distin
zione (solo la staurospora ha le spore tipiche stellate). ma certa la tossicità della mag
gior parte di esse; fra queste la pascua a gambo più corto, di solito compresso , meno
campanulata e con i lembi del cappello sinuosi. Si sono avuti molti casi di avvelenamento
per chi, ra ccogl iendoie in primavera, le scambiava grossolanamente per morette (Tricho
loma terreum) (127).
Lamelle: non molto fitte. minute , piuttosto strette. bianche, poi rasate,
infine bruno-rasa-sporco, più pallide al margine .
Gambo: 6-8 X 0.6-1 cm, piuttosto esi.le. sodo, pieno. quasi cilindrico o
leggermente attenuantesi verso l'alto; biancastro. di solito solo rigato .
Habitat: nei luoghi ombreggianti dei prati o boschi . nel terreno. su fram
menti legnosi. Estate-autunno.
Commestibilità: commestibile.
OSSERVAZIONI : Si distingue dal Pluteus cervinus (102) e simili. per il cappello molto
setoso·scagl ioso e per l' assen za di odori particolari .
OSSERVAZIONI: t: una Collybia di facile identificazione , spec ialmente per il gambo appiat·
tito e solcato , termi nante quasi a punta . Gli è simile la Collybia velutipes (107) .
Habitat: sui vecchi e guasti tronchi degli alberi , ai piedi degli alberi, nei
terreni ricchi di humus. Estate-autunno .
OSSER vAZ I ONI: Si t rova spec ialm ente nei bos chi di co nife re c res cente greg aria sul
t err eno nud o co perto di ag hi . Si ten de a fa rn e due spec ie di ve r se : la Collybia asema
Fr ., d i co lore . mol t o c h iaro, gri gi astro e la ti pica Collybia butyracea . a to na li tà molto
car ic he fi no a'd avere ri f less i v ioletto·b ru ni. 'Si osserv i l 'a bb ondante spo rul az ione del
f un go di estrem a des t ra c he ha lasc iato cade re là po lve re spora le , bi anca. su l cappe l lo
sotto sta nte .
Cappello: 2-8 cm , conv esso poi spianato, po co ca rnoso , liscio , indi piut
tosto rugoso ; rosso-brun astro '.
Lamelle: distanti , libere , biancastre .
Gambo: 3-5 X 0,4-0 ,6 cm , ten ace ; del color e del cappello .
Carne: bi ancastra, dolce , di odore grad ev ole .
Spore: ell issoidali, ialine , 8-10 X 5-6 micron .
Habitat: nei luoghi erbosi , ai lati dei sentieri . Primavera-autunno .
Commestibilità: commestibile.
Cappello: 3-8 cm, convesso poi piano, minuto, tenero, da liscio a ruvido
rugoso. molto viscoso. glutinoso, bianco. grigio-bistrato o grigio-olivastro.
traslucido.
Gambo: 4-7 X 0,4-0,8 cm. sottile, rigido e fibroso, pieno, fioccoso , striato
in alto, bianco . Anello supero. piuttosto largo. sottilè. striato, bianco .
OSSERVAZIONI: Fungo facilmente riconoscibile per la sua estrema viscosità e per la sua
consistenza quasi gelatinosa . La Mucidula radicata (114), è ben diversa per habitat e
caratteristiche di aspetto .
OSSERVAZIONI: Sue simili son o: la Collybia (Xerula) longipes (115), da l gambo legnoso,
finemente vellutato su tutta la lunghezza e conco lore al cappello grigio-marro ne ; la Collybia
velutipes (107), pure co n i I gambo vellutato e leggermente radicante, ma c res cente cespi
tosa sui ceppi, specialmen te durante gli inverni miti , di color rosso ruggine e tonalità
nere nel gambo in basso . Son o tutte comme stibili ; di migl ior pregio la velutipes.
OSSERVAZIONI: Facile a riconoscere per il gambo calzato dalla peluria bianca. per il
colore ocra delle lamelle e per il sapore piccante della carne ,
OSSERVAZIONI : Specie piuttosto rara, ma riconoscibi le per il suo tipico e marcato odore .
Il Marasmius brassicolens (552), molto simile, odora di cavol i marci.
OSSERVAZIONI: È una Mycena dal bel colore giallQ-rosa del ga o. Molte specie le pos
1
sono assomigliare e non è facile da distinguere . La Mycena galeri ulata (558), grigia nasce
so lo su ceppi ed è inodore .
Cappello: 1,5-2,5 cm, campanulato, çji colore rosa sporco, bruno od ocra,
striato .
Lamelle: rotondato-annesse, biancastre.
Gambo: 2-5 X 0,2-0 ,3 cm, di un bel colore giallo-oro-rosato, che può essere
anche più scuro , verso il giallo-bruno .
Carne: biancastra , gialla. Di tipico odore ammoniacale.
Spore: 7,5-10,5 X 4-6 micron.
Habitat: sui tronchi, cespitoso .
Commestibilità: senza valore.
OSSERVAZIONI : È una Mycena molto comune , che si può facilmente riconoscere fra tutte
per la pe I l icola gommos o-gluti no sa che ricopre il gambo e che , afferrata con i polpastre Il i
del la mano. si la sc ia staccare dallo stesso e allungare appianata lateralmente . Simili
sono l a Mycena epypterygioides Pears . e la Mycena viscosa (1443) . La Mycena strobilicola
(556), nasce già da marzo sugli strobili di abete : ha odore di varechina e colore grigiastro
bruno.
Habitat: nei prati, ai margini dei boschi , nelle radure e anche tra i rovi e
i cespugli di piante spinose, in cerchi o a linee irregolari a zig-zag .
Abbastanza comune nella stagione di crescita . Primavera, più raramente
in estate, eccezionalmente in autunno.
Commestibilità: molto buono. Ricercato come primizia di primavera.
OSSERVAZIONI: È molto variabile nel colore e influenzato anche dal luogo di crescita .
Si riconoscono forme chiare biancastre, e altre con colorazioni gialle o rossastre. Il
Tricholoma goniospermum (130), dalle lamelle violette , cresce in alcuni luoghi del Trentino
in autunno nello stesso habitat del Tricholoma georgii, quasi fosse una forma autunnale
dello stesso . È certamente un'altra specie, ma con dati analoghi di commestibilità ,
Cappello: 4-8 cm, a carne piuttosto scarsa, convesso poi piano, più o
meno umbonato, ricoperto interamente da numerose squame sericee,
grigio-nerastre o grigio topo . .
Lamelle: smarginate , larghe, fragili, dapprima bianche poi di un colore
grigio cenere caratteristico; margine denticolato .
Gambo: 3-5 X 0,3-0 ,8 cm, pieno poi subfistoloso, fragile, qualche volta
leggermente squamoso; bianco o grigiastro ; munito di una cortina gri
giastra più o meno marcata, abbastanza persistente.
Carne: bianco-grigiastra , molto minuta, fragile. Priva di odore .
Spore: ialine, ellittiche, 5-8 X 4-5 micron .
Habitat: nei boschi, più frequente sotto le conifere , in gruppi numerosi
o in cerchi. Estate, autunno e anche inverno.
Commestibilità: molto buono (pag. 85) .
OSSERVAZIONI: Del gruppo del terreum fanno parte numerosi Tricholoma, che gli sono
più o meno simili. Lo distingue l'assenza di odore di farina, odore caratteristico di gran
parte di essi. Si conoscono : il Tricholoma triste (567), forma di terreum con velo molto
appariscente ; il cingulatum (572), con piccolo anello; lo scalpturatum (573), dalle lamelle
e carne che ingialliscono a macchie come pure l'argyraceum (Bull. ex Fr.) Sacc ., molto
simile , ma più raro; l'orirubens (577) con il gambo alla base colore verdastro o azzurro,
con la tendenza a diventare rossastro in ogni parte e con il cappello ricoperto da squame
molto scure, quasi nerastre; l'atrosquamosum (1017), con caratteristico odore di pepe, e
il nigromarginatum (574), con le lamelle a bordo . nero; lo squarrulosum (575), con il gambo
coperto da scaglie, non liscio; il cuneifolium (1019) e l'atrocinereum (Pers. ex Pers.)
Herink, ambedue con le lamelle da igroforo, lucenti e ceracee, grigiastre e il portentosum
(133), diii colore giallo del gambo e cappello bruno-olivastro, di taglia maggiore. I
Tricholoma elencati sono tutti commestibili. Il virgatum (578), campanulato e di colore
argenteo-lucente per fibrille innate nella cuticola, il murinaceum (1016) e lo sciodes (Fr.)
Kummer, tutti e tre con la carne pepatissima e amara, sono considerati tossici. II
Tricholoma tigrinum o pardinum (138), tossico, è di taglia molto maggiore e il suo gambo
non è mai cavo, ma piuttosto ingrossato alla base. Anche il Tricholoma groanense (134)
e i I Tricholoma josserandii Bon possono provocare i ntossicazioni.
Cappello: 5-15 cm, abbastanza carnoso, sodo, convesso poi piano, gene
ralmente percorso da linee radiali scure, brunastre, bruno-oliva o nera
stre, cuticola leggermente viscosa, di sol ito non umbonato, qualche
volta asimmetrico; colore giallo-limone o giallo-verde, brillante per il
secco; margine sottile.
Lamelle: spaziate, ventricose , larghe, smarginate , quasi libere; · bianche,
qualche volta un po' gialle .
Gambo: 3-8 X 1-2 ,5 cm, pieno , sodo , cilindrico, bianco, finemente fioc
coso alla sommità , spesso sinùoso .
Carne: bianca , soda , colorata sotto la cuticola . Odore leggero di farina.
Sapore piuttosto amaro .
Spore: bianche in massa , ellittiche, liscie , 5-7 x 4-5,2 micron.
Habitat : ne i boschi di aghifoglia e latifoglia ; molto comune. Estate-
autunno .
Commestibilità: mediocre, da respingere.
OSSERVAZIONI : È un fungo che sul cappello può presentare colore e aspetto quasi
uguali alla mortale Amanita phalloides (1); è comunque privo di anello e valva. Gli è
mo lto simile il Tricholoma portentosum (133), ottimo commestibile, che ha tuttavia il
gambo color giallo e non bianco e il cappello di colore molto più carico, scuro. Il Tricho·
loma equestre (142), ottimo commestibile, ha le lamelle color giallo vivo.
Commestibilità: ottimo.
OSSERVAZIONI : È un fungo descritto per la prima volta dal Bresadola nella sua più
preziosa opera: « Fungi Tridentini". Il , p. 6. Si tratta di una specie molto rara .con poche
zone di crescita. Dove cresce è tuttavia molto abbondante ed è scambiato per una forma
autunnale del Tricholoma georgii (126). perché ama lo stesso habitat. Finora è stato
trovato soltanto sul Colle Penede, vicino al lago di Garda, in Val Rendena (Trento) e nella
zona del lago di S. Colomba (Trento). Da poco è stata accertata la sua presenza anche in
certe zone dell'lstria.
Gambo: 5-7 X 3-4 cm, dapprima ventri coso poi quasi radicante, ricoperto
da minute squame o fibrille dello stesso colore del cappello ma con
un ben netto abbassamento dove il cappello si era appoggiato da chiu
so che lo fa assomigliare ad un gambo con anello o calza, come nelle
Armillaria.
Carne: dapprima bianca, dopo tagliata assume col tempo una tinta rosata
soffusa . Priva di odore. Sapore leggermente amaro.
Lamelle: non fitte . arrotondate . -staccate . grasse ; pallide , per . lo più ver
dastre .
Carne: chiara o bianca con macchie rosate. specialmente sul fondo del
gambo. che possono apparire anche dopo lungo tempo. Odore di acqua
saponata .
OSSER VAZIONI : SpeCie notevole di forma e aspetto. Inganna spesso chi lo ra ccogli e.
Si riconosce per il colore rosato della carne al piede del gambo e per i l suo odore . non
sempre però mo lt o percettibile . Esistono forme diverse .. per es.: la varo ardosiaca (1018),
o atrovirens Pers .. squamata di nero sul gambo e la var o lavedanum Gi l let dei boschi
di conifere verdastro giallo sul cappello. (La rip roduzione rappresenta probabilmente questa
varietà) .
Gambo: 6-12 X 1-3 cm, pieno indi vuoto, cilindrico, ingrossato alla base,
robusto, striato, liscio; di color giallognolo, forforaceo in alto.
Cappello: 3-8 cm, ' dapprima convesso poi piano-umbonato; color zolfo e
al centro bruno-rossiccio; margine a lungo involuto.
Lamelle: molto spazi ate, smarginato-uncinate ; giallo zolfo.
Gambo: 3-8 X 0,8-2 cm , rigonfiato, pieno poi cavo, fibroso ; giallo zolfo .
Carne: giallo zolfo, fibrosa . Odore tipico di gas illuminante o zolfo .
Spore: bianche in massa, ialine al microscopio , ellittiche, 9-11 X 5-6
micron .
Habitat: preferisce i boschi di latifoglia e aghifoglia . Estate-autunno.
Commestibilità: sospetto .
OSSERVAZIONI: A ssomigl ia, specialmente per il colore delle lamelle , al Tricholoma eque
stre (142), ottimo commestibile . Si distingue per l 'odore forte di gas e per le lamelle
molto larghe e spaziate . Esiste la varo bufonium (598), portante al centro del cappello
una macchia rossas t ra . Una specie mo lto simile per aspetto e odore è il Tricholoma ina
moen'um (592). color bianco sporco, comune nei boschi di conifere . Il Tricholoma sulphu·
rescens (589), è biancastro , di taglia maggiore " si macchia di giallo ed ha punteggiature
gialle sul gambo . Odore rancido e sapore amaro.
Commestibilità: commestibile.
OSSERVAZIONI : Assieme al Tricholoma salero (Baria) è uno dei più tipici rappresentanti
dei Tricholoma autunnal i a colore marrone rossiccio sul cappello e sul gambo e quasi tutti
emananti odori non gradevoli. Non è ben chiara la determinazione delle singole specie :
salero (Baria), più tenue di colore, striatum Schaeff .. con squame al centro del cappello
che è evidentemente striato al margine, fulvum Bull.. nerastro al centro . stans (Fr.) Sacc.,
col gambo tutto colorato , pessundatum (569), con forte odore di cetriolo, ustale (570), che
diventa tutto nero da vecchio , psammopus (593), più chiaro e tutto punteggiato sul gambo,
concolore al cappello, populinum (1457), nascente sotto i pioppi.
OSSERVAZIONI : È distinguibile dal gruppo del salero (139) per le lamelle gialle . Può
essere scambiato con il Tricholoma rutilans (148), pure con lamelle gialle . Ouest'ul ti mo
cresce sui ceppi, non odora ed ha colori, di solito. più sgargianti. Il cappello riprodotto
ha un colore leggermente anomalo .
Spore: bianche in massa , ellittiche ovo idali , liscie , ialine, 5-7 X 4-5
micron .
Cappello: 6-15 cm, convesso, quasi piano, liscio, umido, pruinoso e arro
tondato al margine da giovane; bruno-rossiccio, fulvo o di colore
violetto più o meno sfumato di fulvo , più marcato al centro .
Lamelle: molto fitte, sottili, sinuate , più o meno decorrenti; violetto
chiare poi violetto-brunastre.
Gambo: 6-10 X 1-2,5 cm, pieno , cilindrico, fib}Bso, elastico; lilla o lilla
grigio, ricoperto da fibrille bianche, fioccoie, ingrossato alla base che
è ricca di ife miceliari.
Carne: bianco-violacea, tenera, fragile . Odore gradevole.
Spore: lilla o rosate in massa, ialine al microscopio, ellittiche, legger
mente curvate, finemente verrucose, 6-8 X 3-4 micron.
Habitat: nei terreni ricchi di humus dei boschi, spesso sotto le conifere.
Comunque in autunno e inverno, qualche volta in primavera.
Commestibilità: buono, con la carne profumata. Si presta alla coltivazione .
OSSERVAZIONI : AI tipo si allaccia il Tricholoma lilaceum (585) con aspetto più esile e
di co lore più intenso,. violetto e il Tricholoma sordidum (149), che cresce nei giardini e
attorno alle concimaie, meno robusto, con il cappello meno panciuto, igrofano . e di colore
più rossastro-viola . Tutti sono commestibili. Il Tricholoma glaucocanum (584), molto simile
al Tricholoma nudum, ma ben distinto per il colore più pallido, interamente lilacino
grigiastro, imbiancantesi, si trova nelle foreste ombreggiate , anche sotto latifoglie : odora
di terriccio. Il Tricholoma personatum (587), e la sua var. anserina (588), sono da consi
derarsi forme del nudum.
Gambo: 6-12 X 0,6-1 ,5 cm, pieno, sodo poi molle, fibrilloso, ingrossato
alla base; concolore .
Habitat: nei luoghi erbosi dei boschi di abete, su detriti vegetali, qua lche
volta in gruppi . Dalla primavera all 'autunno.
Commestibilità: mediocre .
OSSER VAZIO N I: Poss i ede la st essa tag lia del Tricholoma cnista (147), o Agarico montano,
e de l Tricholoma grammopodium (146). Capp ell o sc uro e lamel l e t ipicam ente co lo r pag li e·
rin o. È un o dei primi funghi ad app ari re i n primave ra, ancor prima c he spari sca la neve .
Si pu ò tutt av ia t rovare pure in est ate -au t unn o.
Gambo: 6-10 X 0,6-1,2 cm, pieno, striato, fibrilloso, elastico, un po' ingros
sato alla base; concolore al cappello.
Carne: bianca a tempo secco, scura quando è umido, molle. Senza odore
e sapore particolari.
Habitat: nei luoghi erbosi, nei boschi tanto di latifoglie che di conifere.
Estate-autu nno .
Commestibilità: commestibile.
Gambo: 5-8 x 1-2 cm. pieno . robusto. slanciato . ingrossato alla base.
percorso da fibrille più o meno scure; biancastro .
Habitat~ nei pascoli e nei prati . nei boschi radi. in lunghe file o a gruppi .
Estate-autunno.
Gambo: 6-14 X 0,6-1 ,2 cm, pieno , duro, piuttosto sottile, fibros'o -carnoso,
uguale, sub-bulboso , un po' fibrilloso-pruinoso in alto; biancastro .
OSSERVAZIONI : Molto variabile nel l e tonalità di colore, Ne sono state fatte alcune
sottospecie (var ietà : albofimbriatum Scop ., variegatum Trog .l, ma Si tratta probabi lmente
sempre dello stesso fungo . Il Tricholoma decorum (1011), è una specie a sè stante.
diversa per i l colore gi allo dorato in ogni parte e per la taglia più pi cco la : pure com
mestibile .
OSSERVAZIONI: Fungo inconfondibile per il suo forte odore. Le forme chiare possono
assomigliare ad altre Clitocybe bianche che hanno lo stesso odore, ma taglie più piccole
e margine più o meno striato (Clitocybe suaveolens , Schum . ex Fr., Clitocybe fragrans
(1040», sospette. .
OSSERVAZIONI : È simile alla Clitocybe olearia (153) tossi ca , c he ha però le lamel le meno
anastomosate, decorrenti più regolari e cre sce so lo su latifog l ia. Nelle forme più giall.astre
può assomig l iare anche al Cantharellus cibarius (236), ma c i sembra molto ben di verso sia
per taglia che per aspetto . La sua commestibili t à era stata messa in dubb io probabilmente
per la sua somiglianza co n la Clitocybe olearia.
Cappello: 6-12 cm, carnoso, rigido, dapprima convesso poi aperto, imbu
tiforme, con umbone al centro, non igrofano; colore arancio , rosso
scuro o bruno; superficie brillante; margine a lungo involuto . Reazione
verde all'ammoniaca .
Lamelle: fitte, con numerose lamellule, qualche volta un po' forcate , lun
gamente decorrenti sul gambo; . giallo-dorate o giallo-zafferano , molto
spesso fosforescenti all'oscu rità.
Gambo: 5-15 X 0,9-1,5 cm, pieno , fibroso , tenace , lungo , terminante gene
ralmente a punta; color . arancio o bruno; superficie grinzosa .
Carne: aranciata, con zone più chiare o più colorate alla base del gambo,
fibrosa, tenace . Odore gradevole . Sapore dolce .
Spore: bianco-giallastre in massa, ovoidali o rotonde, non amiloidi, 4-7 X
3.5-6 micron.
Habitat: la forma tipica dell'olivo è rosso arancio; si può trovare di colore
giallo-aranciato su latifoglie, in particolare querce . Estate-autunno .
Commestibilità: TOSSICO. Dà disturbi gastrici (pag. 76, 85) .
OSSERVAZIONI : Suo simile è la Clitocybe aurantiaca (152). commestibile , con lamelle
tipicamente anastomosate e crescente su ceppi di aghifoglia .
OSSERVAZIONI: È una delle Clitocybe che appaiono nella primavera . Molto simile è la
Clitocybe sinopica (614), rossastra , con il gambo tipi camente rigonfiato in alto prima
delle lamelle e dal forte odore di farina fresca . Più precoce ancora è la Clitocybe radi
celiata (612), chiara , con riflessi azzurr i ni sul cappe l lo glabro e lucente.
Commestibilità: ottimo.
OSSERVAZIONI: Gli è simile la Clitocybe gigantea (Sow .l. che però ha le lamelle che
assumono tonai ità rosate con l'età. t curioso osservare i I suo luogo di crescita. AI
rigoglio più verde dell 'erba dove è situato il micelio si alterna un tratto di terreno quasi
bruciato come se sostanze diserbanti fossero prodotte ed espulsè dal micelio stesso. In
certi miceli è stata rilevata una leggera radioattività. segnata dagli strumenti Geiger,
nonché quantità sensibil i di antibiotici. Taluni hanno accertato la presenza di cianuri
tossici.
Carne: bianca o pallida, spessa e soda ma alla fine floscia, più o meno
fibrosa. Odore complesso, forte, non bene definito. Sapore acre.
Habitat: nei prati, pascoli, fra i cespugli spinosi, in grandi famiglie, gene
ralmente a circoli . Autunno.
Commestibilità: ottimo .
OSSERVAZIONI: Si riconosce per la sua taglia slanciata, per il diametro del cappello,
sproporzionato rispetto ali 'altezza del gambo, sempre umbonato e a margine fortemente
involuto. La Clitocybe maxima (618), molto grande, ha lo stesso odore e colore, ma è
imbutiforme. In certe zone dell'Italia centrale è molto ricercato per la sua ottima com
mestibilità. Per la sua tendenza a presentarsi in file ordinate viene chiamato con il nome
volgare di Ordinello.
Carne: bianca, scarsa, più spessa al centro, molle. Odore buono , carat
teristico .
Commestibilità: buono.
5pore: bianche in massa, ellittiche , non amiloidi, 5-7 X 3-4 micron. Cuti
cola filamentosa.
Commestibilità: commestibile.
OSSERVAZIONI : Si riconosc e per il gambo fatto a clava, da cui il nome, e per l'odore
caratteristico. La Clitocybe infundibuliformis (162), molto più comune, ha i I gambo
ingrossato solo alla base, per una infeltratura bianca che include aghi di conifere , ed
è di colore più chiaro .
OSSERVAZIONI : Sua simile è la Clitocybe gilva o Clitocybe splendens (617), di colore più
chiaro e macchiata sul cappello, specialmente verso il margine, da zone luminose , umide .
Gambo: 5-12 X 1-2 cm, pieno, elastico, eguale o ingrossato alla base o
un po' ventricoso, glabro , pruinoso in alto, striato, che può uscire da
un ceppo comune bianco o biancastro, alle ·volte molto massiccio e
interrato (Clitocybe conglobata - 610).
Habitat: nelle radure , ai margini dei boschi, nei prati, cespitoso; a gambi
sovente ramificati . Comune. Autunno.
OSSERVAZIONI: È il prototipo del gruppo dei Lactarius con lattice color carota . È bene
chiarire che il gruppo comprende più specie diverse , che vengono accettate come specie
unica del deliciosus. Le diverse specie sono molto ben differenziate, specialmente per
il loro valore commestibile . 1\ migliore è il sanguifluus (169), pOi il deliciosus, poi il
semisanguifluus (172) , i I salmoneus Heim e Lecl . o salmonicolor (167) e i I deterrimus
(Groger) ; in ordine di bontà il deterrimus è il più amaro e anche il più acre. Semisan
guifluus (172), deterrimus o picei (621) si tingono fortemente di verdastro all'aria . e per
il tempo freddo autunnale, specialmente nelle lamelle.
Gambo: 4-6 X 1,5-2,5 cm , pieno poi cavo, piuttosto corto, duro, eguale o
attenuato in basso, pruinoso ; di colore rosso-arancio, incarnato-vi nato
o lilacino, soprattutto alla sommità; spesso con fossettine rosse.
Cappello: 3-10 cm, liscio , dapprima involuto , con la parte centrale de
pressa; colore ocra-pallido; colore di fondo rosato o rosa-arancio, che
tende ad inverdire sulla parte più marginale; dopo un po' di tempo
verdastro al tocco .
Lamelle: da annesse a decorrenti con lamellule; inizialmente ocra poi
aranciate e infine anche verdastro-scure con tonalità nerastre,
Gambo: 5-8 X 1-2,5 cm , cilindrico, attenuato in basso , con fossette tipi
che ; tonalità ocracee. Il colore può tendere al verdastro con l'età .
Carne: biancastra ma colorata dal lattice, con tendenza ad assumere , col
tempo , una colorazione verdastro-azzurra , tipica. più pronunciata sulle
lamelle ; piuttosto friabile .
Lattice: inizialmente arancio poi, dopo 10 minuti circa, di colore rosso-
cupo, come nel sanguifluus (169), tanto da tendere al violetto.
Spore: ocra-chiaro, rotondeggianti, 8,5-9,5 X 7-7,5 micron.
Habitat: nei boschi di pino. Autunno. ,
Commestibilità: è il meno buono dei Lactarius a lattice colorato.
OSSERVAZIONI: Certuni parlano di un'altra specie ancora; il Lactarius deterrimus o picei
(621), pure tendente 'a macchiarsi di verde, ma di qualità ancora peggiore, tipico dei boschi
di abete e non di pino. Non molto pregiato è pure il Lactarius salmoneus (167) di colore
arancio chiaro i I cui lattice. color carota, non cambia molto nel tempo; anche la carne
è quasi immutabile,
Riproduzione fotografica 1/ 2 grandezza naturale.
Cappello: 4-12 cm, dapprima convesso poi piano o anche depresso, rico
perto su tutta la , sùperficie da una peluria pronunciata e alle volte
irregolare, con zone concentriche, più o meno evidenti ; colore crema
arancio o rosa incarnato ; margine dapprima fortemente involuto e unito
al gambo da fitti pe li che poi si staccano formando un festone bam
bagioso.
Lamelle: fitte, sode, bianche , con numerose lamellule , decorrenti; colo're
crema o carnicino con riflessi rosati.
Gambo: 2-6 X 0,8-2 cm , sodo, ingrossato in alto e attenuato verso il basso,
finemente pruinoso, qualche volta cili-ndrico'; da biancastro a rosa
arancio .
Carne: bianca , spessa , soda . Odore gradevole di frutta. Sapore appena
acre .
Lattice: bianco ; molto pepato .
Spore: crema-pallide in massa o anche incarnate, ellittiche, 6-10 x 4,2-7
micron .
OSSERVAZIO NI: Dà disturbi di carattere acroresinoide e viene chi amato peveraccio delle
coliche perché agisce sull' apparato digerente . Si disti ngue dai Lactarius commestibi I i per
il lattice bianco pepato e per la presenza di peli sul cappello. Suoi simili per aspetto, ma
di colo re più chiaro e non zonati sono : il Lactarius cilicioides (630), e il Lactarius pube·
scens (1495), più raro , di taglia più piccola e bianco di colore . Stesse caratt eristic'he , di
tossicità. .
OSSERVAZIONI : Fa parte del gruppo dei Lactarius fuligginei cui appartengono : il lignyotus
(627), più scuro e con umbone appuntito sul cappello; l 'azonites (622), più chiaro di colore ;
il pterosporus (1046), quasi uguale , ma con le spore alate e l'acris Balb . ex Fr ., delle
querce, con più forte tendenza al rosa . Tutti hanno il lattice che , pr i ma bianco , tende ad
ossidarsi all 'aria per diventare rosato più o meno vistosamente. Il gruppo del deliciosus
(166) ha invece il lattice colorato già nel fungo e non per ossidazione.
Cappello: 7-15 cm, carnoso, dapprincipio convesso poi piano; colore ful
Vo arancio, chiazzato di rossastro specialmente al centro; superficie
piuttosto secca e liscia, che si. screpola facilmente per l'età; margine
molto involuto.
Lamelle: abbastanza fitte, ventricose, un p'o' decorrenti, con numerose
lamellule; color ocra o giallo-ocra-pallide; strofinate si macchiano di
bruno più o meno forte.
OSSERVAZ ION I : È un Lactarius che si riconosce subito per i I lattice straordi nariamente
abbondante e che lascia per lungo tempo un odore di aringa sulle mani; manca inoltre
di zonature sul cappello e il colore è uguale sia nel cappello che nel gambo . Chi lo
consuma lo preferisce arrostito alla graticola, dove l 'abbondante lattice fa da condimento.
Alla cottura perde l'odore e il sapore sgradevoli. Sua varo il Lactarius oedematopus (1053),
più pie.colo e di colore quasi brunastro.
OSSERVAZIONI : Si distingue dagli altri Lactarius per il suo tipico odore . È di taglia gene
ralmente piuttosto piccola . Altro Lactarius odorato è il glyciosmus (626), di colore più
chiaro, grigiastro . che odora di lattice di foglia di fico o di noce di cocco .
Cappello: 3-8 cm, convesso poi piano, un po' imbutiforme , con zone
igrofane; carnicino ocra .
lamelle: fitte , strette , un po ' decorrenti sul gambo o attaccate ; concolori
al cappello nel fungo adulto . .
Gambo: 3-6 X 1-1,5 cm, pieno poi cavo; colore simile a quello del cappello .
Carne: bianca; ingiallentesi all'orlo.
lattice: bianco. ingiallentesi all'aria come la carne; prima dolce poi forte
mente acre .
Spore: bianche in massa, piuttosto globose, 8-10 X 6-8 micron .
Habitat: nei boschi ; raro . Estate-autunno .
Commestibilità: sospetto .
Cappello: 8-20 cm, carnoso, grosso, sodo , duro , secco, convesso poi
depresso, a forma di coppa o imbutiforme, finemente tomentoso-vellu
tato; bianco, spesso macchiato di ' ocra ; margine involuto negli esemplari
giovani.
Gambo: 3-6 X 1-2,5 CI'D, pieno , duro , corto, grosso, finemente vellutato
come il cappello; concolore.
OSSERVAZIONI: Fa parte del gruppo del Lactarius piperatus (187). e si distingue dallo
stesso per le lamelle molto spaziate (nel piperatus sono fittissime e più strette) , e per
il cappello e il gambo vel lutati. La varietà pergamenus (637) del piperatus ha la carne
che tende a diventare gial!astra; ne l piperatus la carne tende al verde-azzurro. Il Lactarius
controversus· (636), ha pure taglia rr.olto grande , ma il colore, specialmente nelle lamelle,
va verso tonalità rosa ben marcate e il cappello è liscio . Tutti da non considerarsi com
mestibili anche se da ta luni vengono utilizzati per pr,e parare delle pepate salamoie. È
sufficiente mettere la punta della lingua su una goccia di lattice secreto dal fungo per
sentire un forte bruciore che persiste per parecchi minuti.
Gambo: 2-7 X 1-3 cm, pieno, duro, generalmente corto, liscio ; bianco .
OSSERVAZIONI : Non mo lto co nosciuto , viene scambiato con il Lactarius pergamenus (637),
di solito più slanc i ato e · la cui carne tende a colorarsi di giallo e non di verde . Stesse
caratteristiche di commestibilità.
OSSERVAZIONI: È distinto dal Lactarius acerrimus (634), pressoché uguale, solo per il suo
habitat sotto il peccio e non so t to latifoglie,
OSSERVAZIONI : Assomiglia un po ' alla Russula olivacea (209), ma ha colori più sgar
gianti., Esistono diverse vari età a seconda del colore : var , pavonina Bres" color v iol etto
azzurro e var, vinoso brur1nea (1518), color vinato cupo ,
-
RUSSULA CYANOXANTHA (Schaeff . · ex Schw.) 190
Fries
Da " kyanos " (gr.) = azzurro e " xanth6s " (gr.) = giallo . Per i suoi colori
Gambo: 4-10 X 1,5-5 cm, carnoso e sodo poi spugnoso , pieno, cilindrico
o ventruto, pruinoso, leggermente rugoloso : bianco, qualche volta tinto
di violetto, spesso macchiato di bruno .
Carne: bianca, soda . Odore nullo. Sapore dolce. di nocciola.
Spore: bianche in massa . quasi arrotondate. a verruche assai basse ,
6,5-10 X 5.2-7 .5 micron.
Habitat: nei boschi di aghifoglia e latifoglia. ubiquitaria: comune. Estate
autunno.
Commestibilità: ottimo (pag. 81 l.
Cappello: 3-8 cm, piano poi apérto a imbuto; colore molto variabile ; vio
la, lilla, rosso ocra, giallo o verde e al centro bruno-olivastro; cuticola
staccabile, liscia, sottile, brillante; margine solcato .
Lamelle: quasi fitte, fragili, arrotondate al gambo; da pallide a ocra.
Gambo: 3-6 X 0,5-1,2 cm, spugnoso poi cavo, liscio, fragile; bianco.
Carne: biancastra, fragile. Odore debole . Sapore mite o leggermente acre.
Spore: giallo-ocra , aculeate, 8-10 X 7-8 micron .
Habitat: nell'erba, nei boschi di montagna specialmente di abete rosso .
Primavera-estate-autunno.
Commestibilità: commestibile .
OSSERVAZIONI : Si ricenesce per il celere biance candide delle lamelle e del gambe in
centraste cen il bel azzurre vielette del cappelle . la Russula lilacea Ouél. e la Iilacea
varo carni color Bres .. hanne celere più verso il resse carne e lamelle nen co sì candide .
Stessa taglia.
Gambo: 4-8 x 1-3 cm, carnoso, solido, pieno poi spugnoso, plU o meno
ingrossato alla base, più o meno rugoloso : biancastro indi nerastro .
Commestibilità: buono .
OSSERVAZIONI: È una Russula del gruppo con la carne tendente a diventare naturalmente
grigia . o nerastra . È quella che presenta tale caratteristica in tono maggiore . Non dapper·
tutto diffusa. frequente in certe regioni nello stesso habitat e stessa stagione della
Russula paludosa (196).
Cappello: 8-20 cm, carnoso, più o meno aperto, qualche volta cqn un
umbone più o meno pronunciato, in particolare negli esemplari giova
ni , anche depresso al centro; di un bel rosso vivo sangue con il centro
più scuro, qualche volta rosso-ciliegia con grandi chiazze color crema
6 crema-ocracee ; cuticola separabile, viscosa, brillante, qualche volta
con nette rugosità ; margine ottuso, liscio , leggermente scanalato negli
esemplari adulti.
Lamelle: in principio assai fitte poi progressivamente spaziate, arroton
dato-annesse, con numerose lamellule e rare forcazioni; color crema o
crema chiaro, a filo intero .
Gambo: 5,5-10 X 1-3,7 cm, carnoso , pieno , sodo, cilindrico o leggermente
assottigliato ' in alto , spesso claviforme ma anche ventricoso: superficie
grossolanamente rugosa e finemente pruinosa; bianco o parzialmente
colorato di rosa o rosa-rosso.
Carne: bianca, con leggera tendenza a colorarsi in grigio, spessa e soda.
Odore leggero . Sapore dolce.
Spore: ocra , ellittiche, grandi , 8-10,5(11,5) X 6,7-7,7(8) micron .
Habitat: boschi di conifere, quasi sempre associato al mirtillo nero. Au
tunno.
Commestibilità: buono.
OSSERVAZIONI: i': una bella Russula di taglia grande, abbondante nella stagione di crescita.
Fa parte del gruppo di Russula che hanno la carne che tende a diventare grigia ; caratteristica
tuttavia poco evidente in questa specie . Molto più vistosa è questa tendenza nella Russula
punctata (Kromb.) od obscura (214), che ha colore vinaccia sul cappello e lamelle gialla
stre , nella Russula decolorans (195), ' colo r giallo·caldo , e nella Russula claroflava (1060),
giallo·citrina . Altra Russula con questa tendenza al grigio della carne, ma molto rara è
la Russula seperina Dupain . Sono tutte di taglia piuttosto grande . Commestibili.
Gambo: 4-11 X 2-4 cm, pieno, grosso, duro, cilindrico, piuttosto corto,
con fossette evidenti; bianco poi grigio-nerastro.
Commestibilità: sospetto .
OSSERVAZIONI: È una Russula del gruppo delle Nigricantine, che si distingue per un
carattere particolare che le ha dato il nome: l'estrema acredine delle lamelle . Può essere
scambiata con la Russula densifolia (1511). La Russula albonigra (638), la Russula adusta
(639) e la Russula anthracina (1510). assieme alla tipica rappresentante di questo gruppo
la Russula nigricans (198), sono molto simili e Si distinguono fra di loro con una certa
difficoltà. Tutte non commestibili : sospette di dare addirittura intossicazioni.
Gambo: 4-7 X 1-3 cm , carnoso e duro infine farcito, corto, quasi cilindrico;
bianco poi macchiato di rossastro, nera's tro al tocco .
Commestibilità: sospetto.
Gambo: 5-10 X 1-3 cm , piuttosto solido; bianco con macchie rosee, con
tendenza a diventare giallo-brunastro, specialmente alla base.
Commestibilità: buono .
Cappello: 5-10 cm, carnoso, piuttosto duro poi fragile, convesso e legger
mente ombelicato; color grigio , grigio-bruno o grigio-olivastro; cuticola
gelatinosa, liscia , screpolata con il tempo secco; margine liscio poi
rugoloso-tubercolato .
lamelle: fitte, annesse; bianco-crema-grigiastre .
Gambo: 6-8 X 1-2 cm , prima pieno poi spugnoso-cavo , rugoso; bianco
brunastro.
Carne: biancastra indi grigiastra, grigia sotto la cuticola . Odore quasi
nullo o leggero di mela . Molto acre .
Spore: crema-pallide, aculeate , 7-9 X 6-7 micron .
H~bitat: specialmente nei boschi di peccio. Estate-autunno.
Commestibilità: da rifiutare .
OSSERvAZIONI: ,r: una Russula molto discussa. Si accompagna al Boletus edulis (262), nei
boschi di Picea excelsa. In certe regioni è molto rara,. Il suo colore la può far scambiare
con la Russulli mustelina (219), a carne dolce. ma di taglia maggiore . Sua nota caratteristica
è il gambo che nell'adulto si presenta farcito. cavo e non a cellette come la sua simile .
Riproduzione fotografica 2/ 3 grandezza naturale.
Cappello: 4-8 cm, convesso poi appiattito, depresso; da ocra giallo, plU
carico al centro, a brunastro; cuticola non staccabile, untuosa, liscia;
margine striato fino a 1/ 2 raggio.
lamelle: poco fitte, fragili, lacrimose; pallide poi giallognole, con qual
che macchia di ruggine.
Gambo: 3-5 X 1-1,5 cm, molle, spugnoso poi cavo, fragile; bianco, con
la base brunastra .
Carne: bianca o leggermente ocra, a macchie color ruggine nei funghi
adulti. Odore quasi di pesce_ Sapore mite.
Spore: crema-ocracee , ellittiche, 7-9 X 6~7 micron .
Habitat: ubiquitaria. Primavera-estate-autunno.
Commestibilità: non commestibile .
OSSERVAZIONI : Delle Russula del suo gruppo è quella a carne non pepata. Tale carattere
la fa distinguere con una certa facilità , dato che per le altre la determinazione specifica
è piuttosto dittici le (Russula sororia (1061), Russula farinipes (649)). Tutte hanno una
striatura marcatissima al margine del cappe ll o. La Russula fellea (645), è simile, pepatis
sima , gialla di colore e con orlo a striatura molto corta .
Gambo: 5-7 X 1,2-3,2 cm, duro, piuttosto corto; bianco, qualche volta
li Ila o rossastro .
Commestibilità: ottimo.
OSSERVAZIONI: Viene scambiata con la Russula cyanoxantha (190), per il colore del
cappello che può assumere tonalità molto simili. Si differenzia per le lamelle color crema,
non bianche, molto più fitte e regolari e per l 'assenza del pigmento ciclamino sotto la
cuticola del cappello.
Cappello: 3-10 cm, carnoso, rigi·do, dapprima convesso poi anche de
presso, piuttosto gibboso; rosso sangue o rosso porpora senza toni
violacei, qualche volta a maochie biancastre o tutto bianco (Russula
exalbicans), specialmente da adulto; cuticola non staccabile, viscosa
per l'umidità e un po' brillante.
Lamelle: piuttosto spaziate, con qualche lamellula, decorrenti ma anche
orizzontali, annesse nelle varietà; . bianche .
Gambo: 4-7 X 0,9-3 cm, pieno per . lungo tempo poi a caverne o cavo con
l'età, sodo, con la corteccia elastica, piuttosto rugoloso; tipico a colo
re rosa o rosato, raramente Ibianco, con tonalità gialle .
Carne: bianca con tendenza ad ingiallire, soda, cassante. Sapore pepato
e amaro .
Spore: ocra pallide in massa, aculeate, 7,5-9 X 6,5-8 micron.
Habitat: boschi di conifere, molto comune. Fine estate e autunno.
Commestibilità: come Russula pepata è da considerarsi tossica anche
se non provoca disturbi di grande entità. E' comunque da respingere
per il sapore amaro anche dopo la cottura .
OSSERVAZIONI : È forse la più diffusa varietà della Russula emetica (644) , che è di taglia
più grande e di solito più sbiadita di colore. Altra varietà è la Russula betularum (1521),
di colore più scuro e molto variabile.
Gambo: 4-9 X 1 :5-2,6 cm, carnoso, grosso, molto duro, pieno poi molle,
un po' bulboso. più o meno cilindrico; . 'bianco bruno-giallo o macchia
to di giallo sporco-ocra; superficie leggermente pruinosa , grinzata,
lucente .
Commestibilità: commestibile.
Cappello: 5-12 cm, carnoso, convesso poi spianato, un po' depresso, li
scio; colore variante dall'azzurro al verde, al bruno, al giallo limone;
margine assottigliato, più o meno striato quando è adul,to.
Lamelle: a~sai fi,tte, talvolta ineguali; crema poi ocra.
Gambo: 4-8,5 X 1,5-3 cm, 'bianco con sfumature rosate o giallo-brune.
Carne: bruno-giallastra all'aria, verd.e al solfato di ferro, rossa all'acqua
di anilina; tenace. OdQre tipico .di aringa.
Spore: cr'ema-ocra pallide, ellittiche, 9-13 X 8-11 micron.
Habitat: boschi di latifoglie e conifere. Estate-autunno.
Commestibilità: mediocre.
OSSERVAZ~ONI: Variabilissima ,di colore può facilmente essere scambiata con diverse
specie di Bussula. Viene tuttavia sempre individuilta per il suo caratteristico e sempre
presente odore di trimetilammi.na" specialmente n.el gambo e nel fungo sviluppato. Forme
rosse sono. quelle della varo ~rythrojjoda (643), brunastre var, barlae Mass. e verdastre
varo elaeocles (1068) ci var, oli va scens. È un tipico esempio di fungo in cui l'odore è
determi nante per i I suo riConosci mento.
Cappello: 5-7 cm, carnoso, rigido ma non duro, dapprima convesso emi
sferico poi aperto e anche depresso; ,bruno-porpora, vinaccia o violet
,to; cuticola viscosa, umida; margine arrotondato-ottuso, solcato.
Lamelle: fitte poi spaziate, staccate, arrotondate al gambo; bianche o
biancastro crema.
Gambo: 4-8 X 0,6-1 cm, pieno poi far'cito, cilindrico o leggermente atte
nuato in alto; rosso rubino o porpora, qualche volta slavato o addirit
tura bianco.
Carne: bianca, concolore al cappello sotto la cuticola, spessa,' rigida ma
presto fragile. Odore di composta di frutta. Sapore acre.
Spore: ovoidali, 8-10 X 7-9 micron.
Habitat: foreste di conifere; una delle Russula più comuni. Tardo
autunno.
Commestibilità: da rifiutare per l'acredine.
Cappello: 8-16 cm, sodo ma non duro , molto grande, prima ·quasi emi
sferico poi aperto, anche depresso; di colore variabilissimo per tinte le
più diverse : verde nella forma tipica, verde chiaro, giallo-verde, grigio
olivastro . carminio; ondulato o meno .
Lamelle: molto fitte . forcate verso il gambo; con venatura sul fondo ,
annesso-attenUate al gambo, giallo pallido, poi quasi ocra .
Gambo: 4-10 X 1,5-3 cm, pieno po i farcito , fisso, sovente enorme, di for
ma cilindrica variabile, con aspetto rugoloso; bianco o soffuso di rosa ,
rosa chiaro o carminio.
Commestibilità: buono.
OSSERV A ZIONI : E' una Russula che raggiunge taglie enormi . Si ri conosc e per il gambo
colo rato d i ros a, ,per ·Ie l am elle piuttosto gross e, gi all e , unite da nerva t ure . La Russula
alutacea (189) , gli è molto 'si mile ma ha colori più sgargiant i, spe ci al mente nell e su e
var iet à. .
Gambo: 4-8 X 1-2,5 cm, pieno, grosso, cilindrico, rigido nel fungo adul,to
cavo nel giovane, a carne cassante; biancastro con macchie scure .
Commestibilità: velenoso .
Gambo: 6-15 X 1,4-2 ,8 cm, sodo poi cavernoso, svasato in alto e in bas
so, pruinoso dapprincipio, soprattutto sotto le lamelle; si macchia
irregolarmente di rosso.
Carne: bianca, leggermente bruna sotto la cuticola e giallastra nel gam
bo, spessa. Odore complesso ma prevalentemente di mandorle amare.
Sapore pepato.
Spore: crema-pallide, reticolato-crestulate, con verruche isolate, 7,5-10 X
7-9,2 micron.
Habitat: boschi di latifoglie, in terreno acido. Autunno.
Commestibilità: non commestibile. Probabilmente velenoso come la Rus
sula foetens (210).
OSSERVAZION!: La Russula foetens (210), molto più comune e con cappello chiuso
nell'esemplare giovane (si può addirittura qualche volta scambiare a prima vista con un
porcino), è quasi identica ma più viscida, con orlo molto striato e con odore disgustoso
di varichina o simile . La Russula fragrans Romagn. e la Russula fragrantissima Romagn .
sono molto simili ma hanno odore e sapore diversi. '
Gambo: 2-10,5 X 1,3-3 cm, pieno poi spongioso, sodo, quasi cilindrico
o attenuato in basso; tendente spesso a ingiallire o a macch iarsi di
bruno .
Carne: che tende a macch iarsi di bruno , giallo sporco O mattone alla ba
se , spessa , soda. Inodore . Sapore dolce , di nocciola .
Commestibilità: buono .
OSSERVAZIONI: La punctata od obscura fa parte del gruppo di Russula con la carne che
di venta grigia . È di taglia più piccol a delle altre tr e (paludosa (196), decolorans (195), e
claroflava (1060) l. e si ri co nosce per il colore 'cic lamino della cuticola, spec ialm ente
ve rso il margine del cappello, che è inoltre piuttos t o pruinos o .
Cappello: 2,5-5,5 cm, in principio piuttosto sodo, poi fragile, infine an
che molto depresso al centro; qualche volta colore porpora, sovente
più scuro al centro, quasi nerastro o almeno bruno camoscio pallido
con macchie giallastre; cuticola per lungo tratto separabile, umida,
brillante, liscia o leggermente ·rugosa; margine ottuso, pettinato.
Lamelle: mediamente fitte, fragili, ventri cose, più o meno forcate, atte
nuate o arrotondate verso il gambo; crema .0 crema-ocracee, chiare
con riflessi giallastri.
Carne: bianca poi giallastra , soda poi molle e fragile. Odore ,l eggero.
Sapore dolce.
Commestibilità: commestibile .
OSSERVAZIONI: Russula molto soda e compatta. che si af.faccia dal terreno. spesso
seminterrata . ti suo colore la fa assomigliare alla foetens (210), ma non ne ha l'odore e
ha il margine ·Iiscio . E' molto abbondante nel periodo ·di crescita. Saperla riconoscere fa
arricchire la raccolta del cercatore. La Russula. consobrina (200). le è simile per colore .
ma è molto pepata. di taglia più esile. leggermente striata al margine del cappello .
OSSERVAZIONI : È una Russula che assomiglia molto ai Lactarius del gruppo del pipera
tus (187), sia per taglia che per aspetto . Si distingue per la mancanza di lattice e per il
sapore non cosi fortemente pepato. Il suo nome (delica) vuole appunto significare priva
di lattice . Alcuni Autori la distinguono col nome di Lactarius exsuccus . Suo simile è la
Russula pseudodelica Lange . a lamelle che non tendono al riflesso azzurro ma al colore
giallastro o addirittu ra rossiccio. Gli autori moderni hanno creato altre specie e varietà
come la parvispora Romagn .. la puta e la trechyspora , stesso autore. la cui differen ziazione
è basata più che altro su caratteri microscopici e chimici. È facile riconoscerla ne l suo
habitat. dove cresce gregaria. rompendo il terreno e dove . parzialmente infossata. si
presenta ricoperta sul cappello da terriccio o foglie secche. Per commestibilità può essere
messa all"ultimo gradino delle Russula: per la durezza della carne anche dopo cottura.
per il" suo sapore e oqore caratteristico non proprio appetibile. In certe località è tuttavia
ricercata e considerata un buon commestibile.
OSSERVAZIONI: Gli esemplari presentati sono ospiti di una Russula delica (220). in
decomposizione. Le due specie pubblicate sono le uniche conosciute di Nyctalis, strani
funghi , parassiti di altri funghi.
OSSERVAZIONI : È un fungo molto ricercato come primizia per i l suo apparire in prima
vera e per la sua ottima commestibilità . Si nasconde sotto il muschio e sotto i detriti
del bosco ancora quando la neve non è del tutto sparita . Gli scoiatto l i e gli animali del
bosco ne sono ghiott i e i loro resti lasciati allo scoperto sono, qualche volta, il solo
segno della sua presenza in numerosi esemplari nascosti. In stagione più tarda appare
in località di montagna più alte. Sono famosi i suoi posti di crescita: al lago di Monticolo
presso Bolzano e nella foresta di Vallombrosa in Toscana . Si conoscono comunque molti
altri luoghi dove è st ato trovato . Gli è simile l'Hygrophorus caprinus Fr. o camarophyllus
(224), che qualcuno considf. ra una sua forma autunnale. È tuttavia di colore brunastro . An che
I 'Hygrophorus atramentosus (1531) uguale al caprinus, ma nettamente color grigio-argenteo
è molto simile e di taglia più slan'c iata. Da chi non lo conosce è stato scambiato an che con
alcune specie di Tricholoma di colore grigio sul cappello, in modo particolare con il
Tricholoma portentosum (133), di portamento e consistenza carnosa grossolanamente ana
loghi , ma ben distinto, oltre che per la stagione di crescita (autunno e non primavera).
per le lamelle non decorrenti come tutti i Tricholoma e per la presenza di una colorazione
satinata gialla e non grigia sul gambo come sulle lamelle. Tu t ti gl i Hygrophorus possono
essere considerati commest i bili , escluse alcune specie facilmente identificabili per il loro
sgradevole odo re di ipoclorito come l'Hygrophorus nitratus (662) e simi l i e l'Hygrophorus
conicus (677) con le sue varietà di cui sembra accertata una certa tossicità : è di co lore
rosso-giallo sul cappello e la sua carne tende a diventare di colore nero in ogni parte
(var, nigrescens (676) ) ,
Commestibilità: buono.
OSSERV AZIONI: Sembra la f orma autunnale dell' Hygrophorus marzuolus (223) ma è ben
differenz iato per il colore brunastro-seppia del cappello, per le lamelle mo lto più decor
renti e per il gambo più allungato. Più simile al marzuolus potrebbe essere l ' Hygrophorus
atramentosus (1531) di col ore decisall)ente grigio:
OSSERVAZIONI: Il colore verde della viscosità, che poi lascia intravvedere il colore
giallo sottostante, rende variopinto questo piccolo fungo, {;he ha avuto il nome del più
colorato degli uccelli : il pappagallo. L'Hygrophorus (Hygrocybe) laetus (1105) è simile,
ma ha le lamelle decorrenti.
Commestibilità: buono .
OSSER VAZ IONI: È l'Hygrophorus rosso di taglia maggiore . Esistono molte altre specie di
Hygrophorus rossi, non sempre ben conosciute, ma di taglia molto più piccola : il miniatus
(674). i I coccineus (670). l ' intermedius (230), i I marchi i (1537), i I turundus (1540) e altri.
Tutti commestibili, come sono in genere gli Hygrophorus.
OSSERVAZIONI: Ha la stessa statura e aspetto dell 'Hygrophorus niveus (667), bianco can
dido . pure commestibile . Come colore e aspetto può essere scambiato anche con l'Hygro
phorus russocoriaceus (1101), dall'odore fortissimo di legno di cedro o di lapis. persi
stente ; che lo fa subito distinguere. Altro Hygrophorus bianco è il virgineus (1100), di
taglia maggiore con il cappello più carnoso e con qualche macchia rossa, commestibile.
Cappello: 3-5 cm, poco carnoso, convesso poi aperto, vischioso; giallo
crema con centro più scuro, aranciato; margine revoluto.
lamelle: spaziate, decorrenti; prima bianche poi giallastre.
Gambo: 6-10 cm, slanciato , attenuato in alto, fioccoso, vischioso, quasi
sempre decorato da bande; gia llo. J
OSSERVAZIONI : È uno fra i funghi più conosciuti dopo il porcino. Esistono diverse varietà :
il Cantharellus amethysteus (679), con macchie lilacine sul cappello; il Cantharellus
neglectus (Same) più chiaro , quasi bianco ; il Cantharellus janthinoxanthus (1142), con
tonalità lilacine sull'imenio e i singoli individui attaccati a gruppi ; il Cantharellus friesii
(237), color arancio vivo; il Cantharellus olidus (242), rosa, con odore pronunciato di
bombons . Si dice che il Cantharellus cibarius può essere confuso con la Clitocybe auran
tiaca (152), che, comunque, non è velenosa, nasce sui ceppi, e non sul terreno, ed ha
lamelle ben nette. meno anastomosate. Alcune varietà non hanno ancora un nome specifico .
OSSERVAZIONI : Viene confuso con il Cantharellus cibarius (236), per aspetto e colore.
È tuttavia molto più aranciato di colore , più tormentato di forma e di taglia mediamente
minore: cresce inoltre preferenzialmente sotto latifoglia.
Superficie imeniale: in principio liscia poi con delle venature vaghe, irre
golari, senza lamelle ben individualizzate; di un bel colore rosa incar
nato, salmone, aurora o giallo-arancio.
OSSERVAZIONI : È caratteristico per la sua forma quasi a fiore con il margine del ca p
pello spesso frastagl iato, finemente decorato, e per i I contrasto .netto tra il colore
aranciato dell'imenio e il colore scuro del cappello che lo mimetizza sul luogo di crescita .
Il Cantharellus tubaeformis (240) e l'infundibuliformis varo subramosus (681), sono simili,
ma di colore più scuro , meno appariscenti; pure commestibili. Nel muschio, abbarbicato
ai rametti, cresce anche i I minuscol o Cantharellus (Leptoglossum) muscigenus (680). Si
presta molto ad essere essiccato anche per la sua straordinaria reviviscenz a, che, ridotto
ai minimi termini per l 'essiccazione, gli permette di ritornare alle dimensi oni del fungo
f.resco con una semplice immersione in acqua. Macinato in polvere dà un ottimo aroma
ai cibi.
OSSERVAZIONI : Graziosa specie . riconoscibile per il suo gambo pieno alla base e non
tubiforme come nel Cantharellus cornucopioides (243) . Il CanthareUus crispus (678), sembra
essere una sua forma . Il Cantharellus cinereus (241), gli è simile, ma è di colore più
scuro ed emana un tipico odore d i prugna .
OSSERVAZIONI : Distinto dal Cantharellus lutescens (238) per l'imenio di colore più scuro
non aranciato e per l'odore diverso meno gradevole . Il Cantharellus infundibuliformis Scop .,
sembra essere identico mentre la sua var o subramosus (681), fa specie a sè stante .
OSSERVAZIONI : Cresce a gruppi sui ramoscelli o vicino alle radici dei pecci . Incon
fondibile per il forte odore di caramella o di ~iore d ·aran c io . che conserva anche do po
essiccato.
OSSERVAZIONI : È chiamato volgarmente anche fungo della carne per il suo colore e per
la sua consistenza carnosa . Si presenta abbondante in lunghe linee o gruppi di individui
e, purché le larve non l'abbiano ancora invaso, può essere raccolto e consumato anche
non mescolato con altri funghi, per il suo buon sapore.
Gambo: 1-1.5 X 0.1-0 ,15 cm, sottile, pieno poi cavo; rosso~bruno scuro ,
più scuro in basso .
OSSERVAZION I : Curioso funghett o, numerosissimo sui ceppi, che invade anche su t utt a
la superficie entrando pure nelle fenditure. t uno fra i primi funghi ad apparire dopo
l'inverno , quando il bosco è ancora al suo primo risveglio . L'Omphal ia (Da " omfalos ..
(gr.) = ombelico) fibula (1119), 1; i mile, nasce i solata e nel muschio del terreno ; ha le
lamelle bianche.
Gambo: 6-12 X 1.2-2.5 cm, pieno. sodo , alle volte ingrossato in basso.
fibrilloso. munito di una spessa cortina viscosa. fugace, glutinosa ;
bianco alla sommità. giallo vivo alla base .
Commestibilità: buono .
OSSERVAZIONI : - Si riconosce per il suo colore uguale in ogni parte e per l 'assenza di
viscosità sul cappello .
OSSERVAZIONI : La var o gracilis (Berk .) si colora di nero al tocco senza passare per il
colore rosso .
OSSERVAZIONI : Si riconosce per i suoi bei rifless i lilacino-c icl amini. specialmente
sulle lamelle . La class i ficazione d i questo fungo ha avuto molte incertezze. che si rispec
chi ano nei numeros i sinonimi.
OSSERVAZIONI : Si riconosce per il suo piccolo gambo ingrossato alle lamelle e per la
presenza delle lamelle colore cannella. Altri funghi dello stesso habitat e aspetto simile
sono senza gambo (Coriolus versicolor (313) , le var ie Lenzites. ecc .) .
Gambo: 5-6 X 0,6-1 cm, pieno, molto corto, esile, attenuato in basso,
curvo; da giallo a rossiccio, più chiaro in alto.
Habitat: nei boschi, sotto gli ontani , nei tratti rotti di terreno. Estate
autunno.
Commestibilità: mediocre .
OSSERVAZIONI : Si distingue dal Paxillus involutus (259), per il colore giallo della
carne e per la presenza delle squamature sul cappello. Non ha. inoltre. il margine del
cappe Ilo ca ratteri sticamente invol uta come i I suo compagno di genere.
Commestibilità: mediocre .
OSSERVAZIONI: È facile a riconoscere per il colore del gambo vellutato di nero , per
la sua grande taglia e per la sua carnosità. Si presenta facilmente cespitoso, con i
cappelli sovrapposti e con i gambi eccentrici innestati, quasi radicati, nel ceppo dove
cresce . I Paxillus si avvicinano come caratteristiche ai Boletus per le lamelle molto
anastomizzate e per i I colore dell e spore (ocra) .
Cappello: 4-8 cm, vellutato, vischioso per il tempo umido, secco lucente
per il tempo secco, che si macchia facilmente al tatto; olivastro
brunastro, giallastro, giallo, rossiccio; margine fortemente involuto poi
solo piegato .
Lamelle: forcate, decorrenti sul gambo, anche unite fra di loro, facilmente
staccabili dal cappello; giallo legno, olivastre poi bruno sporche, che
si macchiano di brunastro al tocco.
Gambo: 4-5 X 1-2 cm, pieno, lungo, cilindrico o attenuato in basso; giallo
sporco o bruno-rosso . '
Carne: prima gialla poi bruna, ner'a stra alla cottura . Amarognola.
Spore: giallo-brune in massa, ellittiche , liscie, 8-10 X 5-6 micron.
Habitat: nei boschi, nei tratti erbosi o anche sui tronchi morti. Da giugno
a novembre.
Commestibilità: tossico da crudo. Cotto è da considerare commestibile di
buon pregio per il consumo immediato e anche per la conservazione
sotto aceto.
OSSERVAZIONI: Non ha aspetto invitante per il suo colore bruno·sporco. E simile al
Paxillus leptopus (257), più giallo e squamato sul cappello , Del genere fa parte il
Paxillus atrotomentosus (258), fungo di tagl ia anche enorme , con i I tipico gambo fine·
mente vellutato di nero . Commestibi le mediocre .
Riproduzione fotografica grandezza naturale .
Cappello: 8-18 cm, carnoso, emisferico indi convesso poi spianato; color
bruno-rossiccio, vellutato.
Tubuli: fini, adnati, corti; gialli, verdognoli al tocco .
Pori: piccoli, rotondi; gialli, al tocco verdi o blu.
Gambo: 6-8 X 2,5-3,5 cm, pieno, tozzo, ventricoso, radicato; del colore
dei tubuli, con reticolo giallo .
Carne: giallognola sul gambo, rossastra sotto la cuticola, virante all'aria
al verde-azzurro-rosso . Odore e sapore gradevoli, di nocciola nel fungo
adulto .
Spore: bruno-olivacee, fusiformi, 12-15 X 4-5 micron.
Habitat: boschi di latifoglie. Estate-autunno.
Commestibilità: ottimo.
OSSERVAZIONI: ~ riconoscibile. per il bel colore giallo oro dei pori e per la carne pure
gialla che vira leggermente al rosso-rosa e anche all'azzurro·blu. Di solito la carne è
rosata al fondo del gambo e blu nel tratto sottoimeniale al cappello. 11 Boletus regius
(695) con il cappello di un bel rosso-rosa antico è uguale in ogni altr~ caratteristica.
Stesse caratteristiche ma cappello chiaro, quasi bianco crema con sfum~ture grigi;'lstre
ha i I Boletus fechtneri (697) da non confondere col Boletus albidus o radicans (699) pure
biancastro a pori gialli, ma a carne al:nara, non commestibile . Del gruppo fa parte anche
i I Boletus speciosus o pseudoregius (696). Esiste un Boletus appartenente a questo gruppo
con il margine del cappello a sfumature violette e che viene determinato come Boletus
fechtneri (697) ma che si differenzia nettamente dallo stesso sensu Velenovski e dovrebbe
ricevere nome nuovo . Cresce specialmente in zone vicine alla pianura Padana, È riportato
ne l 40 volume con il nome provvisorio di Boletus pseudofechtneri (1554).
OSSERVAZIONI : t il tipico Boletus edulis nella forma e colore più conosciuti . Piuttosto
chiaro di colore , può presentarsi anche quasi brunastro· nero sul cappello . Il Boletus reti·
culatus (265). si riconosce , oltre che per il cappello screpolato in areole e molto chiaro ,
per la cedevolezza , quasi spugnosa, della carne . Dell'edulis esiste anche la varietà citrinus
(700), o clavipes (Peck .) Sing. , con tonalità di superficie giallastra e gambo regolari ss imo,
uniformemente ingrossato verso la base , leggermente compresso, a sezione ellissoide . Le
sottospecie e varietà sono rappresentate ai nn . 263 e 264 . Caratteristiche simili ha il
gruppo dell ' appendiculatus (261). nell e diverse varietà, ma si distingue per i I colore
giallo-oro dei pori e per la carn e giallastra che si tinge di una soffusa colorazione azzurra
o rosa . Si conoscono i I Boletus appendiculatus (261). il Boletus fechtneri (697). o appen
diculatus varietà pallescens Kuhn . - Rom , più chiàr'o nel capp ello e il Boletus regius. (695),
dal vivacissimo colore rq,sso del cappe llo , in contrasto con il colore gi allo-oro dei pori.
OSSERVAZIONI: È una specie fra le migliori, che appare prima di ogni altra già in
primavera. Si distingue per il suo portamento regolare , con gambo più o meno panciuto
e coperto da un reticolo fitto , rosso cupo su carne bianca o giallastra . Caratteristica la
pigmentazione rossa della carne sotto la cuticola del cappello, cosa che non si riscontra
per esempio nel simile Boletus aereus (273), che ha inoltre il gambo decorato da un
reticolo non rosso , ma piuttosto chiaro caratteristico.
Cappello: 6-15 cm, molto sodo e massiccio, per lo più leggermente cam
panulato; rosso cupo-nerastro; pigmento sotto la cuticola rosato, come
la subsp. pinicola (263).
Pori: da bianchi a giallastri, poi giallo-olivastri.
Tubuli: concolori ai pori.
..J
OSSERVAZIONI: È distinto dalla subspecie pinicola dell' edulis (263). per il gambo non
reticolato . chiaro. meno regolare e più panciuto, che raggiunge talvolta diametri supe·
riori a quelli del cappello. Anche i l cappello si presenta di solito non regolare. ma
piuttosto gibboso. non emisferico .
Gambo: 7-15 X 2-5 cm, color chiaro , con reticolo che va dal bianco al
bruno ,
Carne: bianca, citrina sotto i, tubuli; molto cedevole nel cappello, quasi
spugnosa, Sapore dolciastro .
OSSERVAZIONI : Non da tutti conosciuto. Si può determinare con una certa sicurezza
se si co ntro lla la carne del cappello che cede al polpastre l lo del dito ricevendone
l ' impronta per la sua consistenza quasi spugnosa e se si nota il tipico screpolarsi della
cuticola del cappello, carattere che , contrariamente a quanto si crede, gli ha dato il
nome . Oualcuno crede che il nome specifico derivi dalla presenza di reticolo sul gambo.
Tale retico lo invece. presente anche nelle altre varietà dell 'edulis , non è per nulla
determinante agli effetti di una sicura determinazione.
OSSERVAZIONI : Rar a specie di Boletus, qualche volta scambiato con il Boletus amarellus
col quale è messo a confronto . Esiste anche i I Boletus pseudorubinus (1!)72), forse più
simi le ali 'amarellus, ma con colorazione dei pori diversa, crescente sotto i I pino nero
(Pinus austriaca).
OSSERVAZIONI : È un Boletus raro . Si riconosce per il bel colore lampone de i suoi pori.
piuttosto larghi a figura poligonal e e a pare t e grossa e per il giallo della carne . simile
a quello del Boletus piperatus (283) .
Cappello: 6-11 cm, emisferico di un colore rosso sangue vivace che può
sbiadire verso il giallo-verdastro; aspetto della superficie brillante
come se la pellicola avesse subito una spalmatura di vernice.
Pori: rosso sangue , piccoli da rotondi a leggermente poligonali. Si mac
chiano vistosamente di blù allo sfregamento o al semplice tocco . AI
solfato ferroso verdi.
Tubuli: da giallo a verdastri, aderenti al gambo o sinuato-uncinati .
Gambo: 5-10 X 3-8 cm, panciuto con decorazioni costituite da granula
zioni rosate, eccezionalmente reticolato da un reticolo rosso, ma solo
sulla parte alta sotto l'inserzione dell'imenio .
Carne: gialla sotto i tubuli, con sfumature rosse sotto la cuticola; per il
resto gialla vistosamente virante al blù alla rottura . Sapore dolce. Odore
impercettibile.
Spore: giallo-verdi al microscopio, 12-17 X 5-8 micron ; liscie.
Habitat: specialmente in boschi di latifoglia , sotto faggio ; agosto-ottobre .
Abbastanza raro.
Commestibilità: commestibile (accertato da poco tempo).
OSSERVAZIONI : Bella specie di Boletus dal colore del cappello rosso vivace. brillante
come la buccia di una mela . Il Boletus regius (695) pure rosso· rosa sul cappello è ben
diverso per i pori gialli e per la carne che non cambia di colore al taglio.
Cappello: 2-7 cm, emisferico poi spianato; da rosa a brunastro, alle volte
anche rosso cigliegia con qualche tratto giallastro. Bruno alla fine.
Fiammato radiai mente, liscio, viscoso a tempo umido, asciutto e brii·
lante a tempo secco . Cuticola staccabile.
Pori: grandi, non regolari, giallo pallido poi di un giallo-oro brillante.
Tubuli: ad nati o leggermente decorrenti, gialli come i pori.
Gambo: 5-7 X 0,5-1,5 cm, pruinoso; giallo con macchie bruno-rosse.
Carne: biancastro gialla; sotto la cuticola del cappello leggermente rosata.
Non cambia di colore al taglio. Sapore e odore gradevoli.
Spore: ellittico fusiformi, liscie. 11-17 X 4-7 m"icron. Polvere sparai e da
giallo-miele a bruno-verde.
Habitat: boschi di latifoglia. Estate-autunno.
Commestibilità: commestibile.
OSSERVAZIONI: È un Boletus con il cappello tipicamente rosa e pori giallo oro; può
crescere quasi cespitoso " Non è chiaro se attribuirlo agli Xerocomus o ai Suillus per la
cuticola viscida . Abbastanza simile è il Boletus rubellus (Krombh.) o sanguineus (291), più
rosso e per nulla viscoso sul cappello.
Cappello: 8-20 cm, emisferico poi aperto, non molto regolare, leggermente
fibrilloso o granuloso; da giallastro a bruno ocra con sfumature arche
violastre.
Pori: minuti, rotondi o leggermente spigolati; da giallo a verde oliva.
Tubuli: da giallo oro a giallo olivastri, inalterabili al tocco.
Gambo: 6-15 X 2-5 cm, dapprincipio obeso (come gli esemplari giovani
della riproduzione) poi allungato , rigonfiato alla base, non reticolato; da
bianco-giallo a giallo pallido, con sfumature rossicce alla base.
Carne: da bianco a giallo pallida , rosata sotto la cuticola del cappello;
facilmente putrescibile. Leggero odore acidulo o di frutta. Sapore
dolciastro .
Spore: ellittico-allungate, 12-14 X 4-6 micron.
Habitat: sotto latifoglia, in luoghi umidi e argillosi. Estate-autunno.
Commestibilità: eccellente .
OSSERVAZIONI : Si riconosc e per l'assenza di reticolo sul gambo e per la sua taglia
non massiccia. Altri Boletus senza reticolo sul gambo e con carne immutabile sono il
Boletus fragrans (698), brunastro sia sul cappello che sul gambo e il Boletus tumidus
(1134), molto simile, che alcuni Autori considerano suo sinonimo . Hanno ambedue un
caratteristico gambo grosso e attenuato in basso .
OSSERVAZIONI : Boletus inconfondib i le per il suo particolare habitat su altro fungo , cui
è veramente parassita . È faci le trovarlo sulle marcite dei ricci di castagna .
Riproduzione fotografica 2/ 3 grandezza , naturale. - 49,3
BOLETUS (Gyrodon) LlVIDUS (Bui!.. ex Fr.) Sacco 272
Da « lividus » (lat.) == livido . Per il colore chiaro del cappello?
Cappello: 6-15 cm, convesso poi piano o depresso, VISCOSO per l'umidità;
giallo carico o brunastro-rossiccio; margine minuto. Cuticola legger
mente staccabile . .
Pori: minuti; da giallo vivace a color ruggine con l'età.
Tubuli: minuti, corti, poco separabili, irregolarmente molto decorrenti sul
gambo che ricoprono su tratti più o meno allungati; da giallastri a
olivastri.
Gambo: 6-8 X 1-1,5 cm, giallo concolore al cappello, ma con l'età tendente
a diventare brunastro sporco . Leggermente eccentrico, attenuato verso
il basso, sinuoso .
Carne: giallastra, con viraggio verso l'azzurro-blu-rosso; cedevole e spu
gnosa nel cappello, più fibrosa quasi a consistenza legnosa nel gambo
specialmente da adulto. Odore e sapore aciduli.
Spore: semi-ellittiche, 4-6,5 X 3-5 micron .
Habitat: quasi esclusivamente sotto gli ontani, eccezionalmente sotto
noccioli. Estate-autunno.
Commestibilità: commestibile di non grande pregio.
OSSERVAZIONI : E' una specie ·a sé stante spesso scambiata con il Boletus edulis
t ipico (262) e con il Boletus pinicola (263), sua sottospecie , Si distingue per l'habitat,
quasi sempre sotto latifoglie: castagni, querce (Si noti in figura la presenza della foglia
e della inf iorescenza di castagno), per il suo colore caratteristico, che tuttavia può
variare dal color caffelatte o bruno-rossiccio al bruno-nerastro, ma più che altro per la
superf icie vellutata e non liscia del cappello , per l'asse nza di pigmentazione rossa sotto
la cuticola ' dello stesso e infi ne per il tipico retico lo chiaro, mai rosso, sul gambo ,
Comuniss i mo e conosciuto nelle regioni dell ' Italia ce ntral e e meridiona le, va via via
facend osi sempre più raro verso il Nord .
Cappello: 5-20 cm, carnoso, sodo, in principio emisferico poi molto con
vesso, che si apre tardivamente; macchiato di rosso-sangue nerastro,
al tocco diventa blu sì da dare al fungo un aspetto sordido; cuticola
finemente sericea e vellutata, m.argine in principio involuto poi aperto,
qualche volta labato.
Tubuli: lunghi, liberi o arrotondati al gambò ; giallo ·dorati poi giallo-oli
vastri, che diventano blu al minimo tocco .
Pori: piccoli, arrotondati o angolosi ; rosso-sangue scuro; che diventano
blu al tocco .
Gambo: 8-18 X 2-5 cm , generalmente grosso e bulboso, talvolta solo
cilindrico; ricoperto da un reticolo fittissimo , rosso, che lo colora in
tutta la superficie.
Carne: colore giallo-fulvo ma che al taglio vira istantaneamente al blu
per divenire rosso porpora scuro dopo alcune ore ; spessa, soda .
Odore di frutta , acido, forte. Sapore dolce .
Spore: bruno-oliva in massa, liscie, 11-16 X 5-6 micron.
OSSERVAZIONI: Si tratta del vero Boletus purpureus, colorato in rosso sul cappello, sul
gambo e nei pori . Del gruppo fa parte il Boletus rhodoxanthus (1131), molto simile, che
ha il cappello chiaro , come il satanas (280). e il reticolo sul gambo molto più largo così
da fare intravvedere il fondo giallo della carne e il satanoides (705). Certo è che il gruppo
del Boletus purpureus lascia alle volte perplessi sulla sicura determinazione della specie.
Ingerito crudo questo Boletus fa quasi subito svenire.
Cappello: 6-20 cm, emisferico poi convesso, quasi liscio; di colore varia
bile dal giallo al bruno, al marrone , al rossigno .
OSSERVAZIONI : Il viraggio della carne lo aveva fatto classificare fra i Boletus tossici o
almeno sospetti; è invece un buon commestibile purché venga consumato cotto. Si distingue
dal Boletus erythropus (276) per la carne concolore ai pori sotto i tubuli, per il colore
della carne stessa che non è tipicamente gialla come nell 'erythropus, presto invasa da larve
sul f ondo del gambo, che la fanno colorare di rosso cupo. Suo simile è il Boletus
queletii (701), pure commestibile,; privo di reticolo e con la superficie sottoimeniale gialla.
L'eventuale presenza della superficie gialla sotto lo strato dei tubuli e del reticolo sul
gambo starebbe ad indicare che si tratta di un'altra specie, cioè del Boletus caucasicus
(702).
OSSERVAZIONI: È nettamente differente dal Boletus luridus (275), dal quale si distingue
per il gambo granuloso e non reticolato, la carne tipicamente gialla e la superficie non
aranciata sotto i tubuli e il cappello più vellutato. Alla cottura (che è sempre indispen
sabi lè perché come i I luridus sembra contenere sostanze tossiche termolabi I i), conserva
il colore giallo della carne, molto tenace e di buon sapore. Altri Boletus del gruppo sono:
il queletii (701), con il gambo non reticolato; il dupaini (268), con il cappello rosso vivo
e lucido , quasi laccato; il torosus (298), con; i pori dapprincipio ingannevolmente gialli
(1556) e poi rossi, che si macchia di nero o blu-nerastro al tocco; e altri ancora quali
i I satanoides (705) e lupinus (703) a carne giallastra. Tutti finora considerati sospetti, ma
qualcuno certamente commestibile (per es. il torosus., il dupaini e il queletii).
OSSERVAZIONI: Delle due specie di Gyroporus, Boletus a pori e tubuli bianchi. è quello
che ha la carne v irante al celeste . Il Boletus castaneus (278), ha invece la carne
immutabile .
OSSERVAZIONI: È facile da riconoscere per l'aspetto bruno lucente della cuticola sia del
cappello che del gambo , delle vol te identica nel colore a quella di una castagna . Qualche
volta è leggermente vellutato .
Cappello: 8-20 cm, carnoso, emisferico poi convesso, secco, non viscoso;
pallido, camoscio olivastro, caffelatte; margine in principio involuto.
Pori: fini, arrotondati; giallo citrino poi verdastri, vistosamente verde
bluastri al tocco.
Tubuli: lunghi, annesso-sinuati; giallo citrino.
Gambo: 7-15 X 4-6 cm, grosso, duro, sodo, robusto, bulboso-ventri coso,
qualche volta allungato, finemente reticolato; di un bel colore rosso
porporino, giallo vicino ai tubuli, quasi mai interamente rosso.
Carne: crema-grigio-giallastra, pallida, verde-bluastra al taglio; compatta,
dura. Odore acidulo. Sapore prima dolciastro poi amaro.
Spore: giallo-oliva, fusiformi-al.lungate, guttulate, 12-16 X 4,5-5,5 micron.
Habitat: nei boschi di conifere di montagna. Estate-autunno.
Commestibilità: non commestibile; amaro e indigesto.
OSSERVAZIONI: È il fungo più spesso scambiato con il Boletus satanas (280), da cui
si distingue per il colore giallo·olivastro dei pori e il sapore acidulo. Stesse caratteristi·
che possiede il Boletus albidus (699), o radicans (Pers . ex Fr .J, che è quasi interamente
biancastro·grigio e può venir confuso con il Boletus pallescens o fechtneri (697), del
gruppo del Boletus appendiculatus (261), buon commestibile . Il Boletus calopus Fr . .
considerato suo sinonimo. può forse essere una sua varietà delle latifoglie : è però più
slanciato e ha colori più vivi sul gambo .
OSSERVAZION I : " Boletus satanas, ingerito crudo. provoca vomiti persistenti. Non è
comunque di grande tossicità come il nome vorrebbe indicare . Si distingue da tutti gli
altri Boletus suoi simili perché : cresce solo in suolo calcareo . solo sotto latifoglia ; la
sua carne all'assaggio ha sapore dolciastro unico fra i Boletus; inoltre non ha mai
colorazione rosata o rossa sul cappello . che si presenta sempre chiaro. al massimo con
qualche sfumatura verdastra .
Cappello: 5-12 cm, carnoso, dapprima emisferico poi convesso indi spia
nato, liscio; giallo miele o bruno più o meno chiaro; margine anche
sinuoso e ondulato.
Pori: piuttosto piccoli, rotondi oppure angolosi ; bianchi poi rosei infine
rosa-ne rastri. .
Gambo: 8-15 x 2-5 cm, robusto, rigonfiato alla base; concolore al cappel
lo oppure un po' più pallido; con un reticolo bruno-giallo più o meno
marcato, di solito molto vistoso e a maglie oblunghe, larghe .
OSSERVAZIONI : Può essere scambiato con i Boletus del gruppo dell'edulis (262-263-264)
nel qUal caso, cotto, darebbe un sapore amarissimo a tutto il piatto . Si distingue per i
pori e tubuli con sfumature rosa, per la tipica colorazione giallo fiele del marcato
reticolo e infine per il sapore amarissimo all'assaggio. Non è la prima volta che qual
cuno ha dovuto gettare tutto per la presenza di questo fungo frammisto a funghi buoni.
Esiste una sua varietà, la var o alutarius (1139) che si differenzia per il sapore non amaro
della carne .
OSSERVAZJONI : Fa parte degli Xerocomus, Boletus asciutti e vellutati sul cappello. Suoi
simili: il Boletus subtomentosus (287), il Boletus ferrugineus o spadiceus (284), e il
Boletus truncatus (709). di colore più violetto sul gambo e un po' più massiccio (Boletus
cuspidatus sensu Bresadola?) . Tutti commestibi Ii.
Cappello: 3-6 cm, emisferico, convesso poi . piano , glabro, lucente , leg
germente viscoso per l 'umidità ; fulvo ocraceo o cannella chiaro .
Tubuli: annessi , subdecorrenti; fulvi .
Pori: ampi , angolosi , irregolari; rosso cuoio poi mattone, più colorati de'I
cappello .
Gambo: 3-4 X 0,8-1 cm , pieno , esile, generalmente attenuato al.labase,
liscio; fulvo , giallo alla base, con micelio giallò molto sviluppato .
Carne: di un bel colore giallo ·citrino vivo nel gambo , incarnato vinato
nel cappello ; tenera . Odore leggero . Sapore molto pepato.
Spore: fulvo-rossastre , fusiformi , ellissoidali , 8-11 X 3-4 micron.
Habitat: nei boschi di conifere, ai margini dei boschi , dei pascoli , in
gruppi; comune . Estate-autunno .
Commestibilità: inoffensivo, ma da non consumare a causa del gusto
molto pepato .
OSSERVAZIONI : È uno dei pochi Boletus considerati non commestibili causa il sapore
della carne . Il Boletus amarellus (267), quasi non ' pepato, è più chiaro e ha i pori larghi
e rosati .
OSSERVAZIONI : Può essere scambiato con il Boletus chrysenteron (282) e il Boletus sub·
tomentosus (287) . . Si distingue specialmente per la presenza del lasco reticolo rosso
allungato sul gambo e per il cappello non verdastro, ma bruno rosso. Il Boletus truncatus
(709), a spore tronche, ha il gambo con tonalità ciclamino e può essere un po' più tozzo .
OSSERVAZIONI: E' un Boletus di taglia media, mol.to simile ai Boletus a carne immutabile
del gruppo dell'edulis (262). Si distingue per la tenden za a macc hiarsi di bl u scuro ne i
por i al min i mo tocco. La ca rne, bia nc a, tende pure ad assumere sf umature bluastre, per
quanto non mo lto intense .
Gambo: 4-10 X 0,8-1,3 cm, pieno, piuttosto corto, attenuato alla base;
color giallo ocra, tutto cosparso da peluria color ruggine .
Commestibilità: commestibile.
OSSER;VAZIONI: Si distingue dagli altri Xerocomus per ·il veloce e vistoso viraggio della
carne i n ogni sua parte .
OSSERVAZIONI: Si può confondere col Boletus variegatus (285). per l'odore e l'aspetto .
Non è tuttavia secco sul cappello e nel fungo giovane presenta le caratteristiche goc
cioline lattiginose dell'imenio . Basterebbe comunque osservare il suo habitat , sotto i
pini a cinque aghi.
Cappello: 5-10 cm, convesso poi quasi piano, secco, leggermente vellu
tato; rosso vivo, rosso ciliegia, piuttosto brillante.
Tubuli: annessi al gambo; da gialli a oliva.
Pori: di media grandezza, angolati; da gialli a giallo oro, giallo-arancio
verde-ol ivastri.
Gàmbo: 8-10 X 0,8-1,5 cm, ingrossato, quasi radicante; in basso giallo,
altrove rosso come il cappello, leggermente blu al tocco.
Carne: gialla, rossa sotto la cuticola, leggermente virante al blu-azzurro.
Spore: giallastre, ellittiche, fusiformi, 6-16 X 4-5 micron.
Habitat: sotto latifoglia, specialmente in luoghi erbosi e soleggiati.
Estate-autunno.
Commestibilità: commestibile .
OSSERVAZIONI: E' stretto parente del Boletus chysenteron (282), ma ha colori molto
più vivaci , specialmente sul gambo .
Cappello: 5-15 cm , carnoso , più convesso che appianato , 'q ualche volta
conico , con resti del velo ; bruno-mattone, rosso-aranciato, più pallido
e più aranc iato al margine ; superficie un po ' rugosa ; margine involuto
poi diritto .
Tubuli: lunghi , annessi ; tipicamente colore arancio .
Pori: med i , angolosi ; aranciati o bruno-aranciati .
Gambo: 4-11 X 1-3 ,5 cm , cilindrico o svasato in alto , spesso incuf"
vato , a base ristretta o ventruta, raramente egua le, a velo anelliforme ;
biancastro-giallo , rosso-aranciato sotto i tubuli.
Carne: citrina , bruno-mattone sotto la cuticola ; spessa . Senza odore e
sapore caratteristici.
Spore: isabella in massa , fusiformi , liscie, 9-13 X 4-6 micron .
Habitat: sotto i larici , a gruppi o isolato ; in montagna ; raro ; abbastanza
comune nel Trentino . Fine estate-autunno .
Commestibilità: abbastanza buono.
OSSE RVAZI ON I : Tip ico dei bosc hi di lari ce , si r i conosce e s i distin gue dai suo i si m ili
pe r i l bel co lore aranci ato dei pori.
Cappello: 8-20 cm, carnoso, globoso; colore giallo o giallo sporco, mac
chiato di rosso cupo, azzurro-verdastro-nerastro al tocco.
Pori: rotondi; dapprincipio giallo vivo poi , via via, macchiantisi di rosso
fino a diventare rosso vivo, blu-nerastri al tocco .
Gambo: · 7-15 X 3~8 cm, pieno, più grosso alla base; giallo, rossiccio alla
base , reticolo giallo-porporino e al tocco azzurro-blu-nerastro.
Commestibilità: commestibile.
OSSERVAZIONI : La sua caratteristica più evidente è il viraggio molto forte del colol'e,
al tocco o al taglio, in ogni sua parte . La colorazione· data dalle ossidazioni raggiunge
toni cupi, quasi nerastri come in nessun altro Boletus. È strano il colore dei pori che da
giallo vivo diventa via via rosso; può perciò, da giovane. essere grossolanamente scam
biato con il Boletus appendiculatus (261).
Cappello: 5-11 cm, carnoso, elastico, convesso, alla fine aperto; glabro,
viscoso per l'umidità , lucente per il secco; fulvo ocraceo incarnato:
margine aguzzo , sinuoso-ondulato.
Tubuli: corti, larghi, elastici, annesso-decorrenti. non separabili dalla
carne; giallastri poi seppia-olivastri.
Pori: ampi: giallo-verdastri poi bruno-olivastri .
Gambo: 4-8 X 0,6-1,5 cm, pieno, flessuoso: fulvo-ocraceo chiaro, fiocco
so alla base, con resti di ife miceliari arando .
Came: biancastro-crema con leggera ' tinta rossastra, tenera, molle.
Amarognola .
Spore: giallo-pallide . ellittico-fusiformi , liscie . 8-10,5 X 3-4,5 micron .
l1abitG;t: boschi di pino: comune . Estate-autunno.
Commestibilità: commestibile poco buono .
OSSERVAZIONI : E' l'unico Boletus avente il gambo c'avo e perciò facilmente ricon oscibile
Cappello: 4-8 cm, quasi a forma di cupola, vischioso; giallo cadmio poi
giallo-bruno, con macchie rosso-brune che si estendono a tutta la
superficie; cuticola separabile; margine involuto con resti di velo
lanoso molto persistenti.
Pori: poligonali , abbastanza grandi.; giallastri poi anche leggermente ro
sati, con tipiche goccioline opalescenti.
Tubuli: lunghi, annessi al gambo, qualche volta anche decorrenti; giallo
sporco.
Gambo: 5-8 X 0,8-1,5 cm, giallo zolfo in alto, rossastro in basso; anello
grosso, quasi bambagioso, persistente, attaccato per lungo tempo al
margine del cappello .
Carne: giallo chiara, soffusa di rosa al taglio, specialmente nel gambo.
Odore quasi nullo. Sapore un po' amaro.
Spore: ellittiche, 9-12 X 4-5 micron.
Habitat: esclusivamente sotto il pino cembro (Pinus cembra), fino a 2200
metri di altitudine. Giugno-settembre.
Commestibilità: buono.
OSSERVAZIONI : Poco conosciuto, si presenta da noi nella subsp. helveticus; il suo nome.
infatti, lo vuole originario della Russia dove nasce con qualche caratteristica diversa
sempre sotto il cirmolo. Altri funghi tipici del cirmolo sono il Boletus plorans (289) e
il Boletus placidus (290); quest'ulti mo non così strettamente micorrizico. Il Boletus fla·
vidus (1137) è invece micorrizico del mugo e del pino silvestre.
OSSERVAZIONI: Molto comune . Esistono diverse specie confuse tra ·di loro: il Leccinum
duriusculum (1565), di taglia più compatta, con la carne che diventa rossiccia all'aria ;
il griseum (o scabrum var o carpini) (713), la cui carne annerisce ; l'oxydabile (1567), molto
chiaro di cappello , azzurro ne l la carne sotto l'az ione del solfato di ferro e l'holopus
(1136), pressoché bianco . Bianco ma molto più massiccio è il percandidum Vasil kov Watling .
Il Boletus tesselatus Gili. (sinonimo di crocipodius (712), nigrescens Richon et Roze e
rimosus Vent .), ha la carne grigiastra che si colora di nero, i pori gialli e il cappello
gi allo-bruno , quasi sempre screpolato in areole.
Gambo: 8-20 X 1-2,5 cm, pieno , solido, molto lungo; biancastro, ricoper
to da minute squame da biancastre ad aranciato-brunastre.
Cappelo: 8-15 cm, emisferico poi più o meno aperto; giallo-arancio più
o meno carico, a colore uniforme; margine delle volte a colore più
aranciato .
Gambo: 10-15 x 3-5 cm, lungo, ingrossantesi verso la base, quasi panciu
to; coperto da squamosità nere su fondo rugoso bianco .
Commestibilità: buono.
OSSERVAZIONI : È spesso confuso con il Boletus rufus (303), cui assomiglia molto . Si
distingue per il co lore più aranciato . non rosso. del cappello, per le squamosità nere sul
gambo. mai di altro colore . e per la taglia molto più massiccia.
OSSERVAZIONI: Assieme .al Polyporus ovinus (308) è uno dei pochi Polyporus comme
stibili e che si possono conservare sott'aceto con ottimi risultati. Il Polyporus ovinus è
di colore grigio-giallo o verdastro ,sul cappello, con le caratteristiche screpolature del
suo compagno, ma sempre molto più pronunciate . I singoli individui, inoltre, non
nascono da un unico ceppo, ma presentano un gambo , anche se si trovano raggruppati
fra di loro. La colo razione verdastra dell'ovinus si accentua con la cottura , t caratteri
stico l'aspetto di questi funghi ' appoggiati sul terreno a lunghe file, o gruppi, simili a
escrescenze difformi, L'ovinus è migliore e può anche essere consumato subito ,
Carne: bianca poi citrina, fragile , soda. Odore e sapore gradevoli , come
di mandorla .
OSSERVAZION I : E' migliore del suo simile Polyporus confluens (307) , perché non amaro
e di consistenza meno dura. qualità che permettono di usarlo per una immediata cottura
dopo averlo ridotto in sott ili fett i ne .
OSSERVAZIONI: Dal suo simile Polyporus umbellatus (311), si distingue per là forma dei
singoli cappelli a ventaglio e non a fiore. Esiste una specie molto simile : il Polyporus
intybaceus (1181) a cappelli più minuti e frastagliati di solito scambiato con il frondosus,
di cui si può considerare una forma .
Carpoforo: 2"2,5 cm, nei singoli cappelli (20-40 cm, e più, nel complesso
cespitosoJ. carnoso, sottile, abbastanza regolare , quasi rotondo , da
giovane convesso, con umbone, poi piano, un po' depresso al centro;
color grigio più o meno chiaro o nocciola-giallastro ;' margine general
mente lobato e ondulato.
Tubuli: molto corti, che decorrono sul ga.mbo; bianchi.
Pori: minuti, rotondi poi angolosi; concolori ai tubuli.
Gambo: ramificato. carnoso. piuttosto allungato, molto biforcato. parte
dalla stessa base come i rami di un tronco ; bianco .
Carne: bianca , tenera ma un po ' fibrosa . fragile . Odore quasi di farina .
Sapore buono . E' facile a decomporsi : in tale stato emana un cattivo
odore ..
Spore: bianche in massa. ialine al microscopio. piuttosto ellittiche.
liscie. 8-11 X 3-4 micron . .
Habitat: sui tronchi degli alberi nei boschi . ai piedi degli alberi sulle
ceppaie, sul terreno; raro. Estate-autunno.
Commestibilità: commestibile, purchè giovane .
'OSSERVAZIONI : È un bellissimo fungo con i caratteristici gambi che partendo dal ceppo
dove concorrono si biforcano 'più volte. attenuandosi di diametro per finire nei cappelli
singoli. aperti a guisa di fiore . Per curiosità sono stati còntati i cappelli del fungo
riprodotto . Raggiungevano il numero incredibile di 1520 .
OSSERVAZIONI : t uno fra i più comuni Polyporus. Può essere confuso con il Fomes
marginalus (726), grigio e con il bordo rossiccio lucente. t facile riscontrare nell'imenio
la presenza di numerosissime minute escrescenze cilindriche provocate dalla presenza
delle larve di un parassita, l'Agathomya Wankowiczi.
Cappello: 3-12 cm, privo di gambo, sottile, con zone concentriche ravvi
cinate, satinato-Iucenti e nude, alternate a zone vellutate e opache;
di colore variabilissimo, da nerastro a brunastro, rosso-bruno, bistro
. verdastro; margine acuto, ondulato e lobato.
Tubuli: bianchi.
Pori: minutissimi, arrotondati; bianchi poi più o meno gialli o giallo
rossastri.
Carne: bianca, coriacea.
Spore: bianche, cilindriche, leggermente arcuate, 5-8 X 1,5-3 micron.
Habitat: sulle ceppaie; comunissimo e ubiquitario. Tutto l'anno.
Commestibilità: senza valore.
OSSERVAZIONI : Si riconosce per l ' imenio bianco e per i pori minutissimi. Oualche volta
i cappelli sono verdastri per la presenza di licheni. Il Leptoporus adustus (741), quasi
uguale, ha l'imenio scuro e porta traccia di gambo .
OSSERVAZIONI : È un Polyporus tipico delle betulle . Cresce sugli alberi già degradati,
alle volte in numerosissime mensole. che invadono tutto il tronco .
OSSERVAZION I: E' un fungo che ha tutta una storia per le proprietà terapeutiche che
gli erano attribuite . Come suo ultimo uso veniva adoperato per preparare amari medici
nal i a base di erbe. Attualmente lo sostituiscono prodotti sintetici. Veniva prolungatam ente
macinato e usato mescolato a tutti gli altri ingredienti . Molto ricercato. era pagato
profumatamente ai raccogl itori.
Cappello: 3-6 cm, convesso, piano poi depresso al centro , liscio, presto
indurito-legnoso; da oc:raceo-giallo a fulvo giallastro; margine sottile ,
acuto , lobato.
Tubuli: corti , decorrenti; bianchi poi giallastri.
Pori: piccoli, rotondi ; bianchi o crema giallastri.
Gambo: 4-6 X 0,4-0,8 cm , sodo, duro, liscio, laterale o eccentrico; bian
castro in alto , nero alla base in una parte nettamente delimitata .
Carne: bianca, coriacea, legnosa . Senza odore nè sapore .
Spore: bianche in massa, ellittico-oblunghe o subfusiformi, liscie, 7-9 X
2,3-3,5 micron .
Habitat: sui rami morti o vecchi tronchi di latifoglia . Estate-autunno .
Commestibilità: non commestibile; coriaceo .
OSSER VAZ IONI: Il genere Melanopus si riconosce per il rivestimento nero alla base del
gambo . L'elegans ha tonalità giallastre sul cappello . Il Polyporus arcularius (716), non ha
il gambo nero ed è diverso per l'imenio con pori più grandi, poligonali, e per una specie
di cigliatura al margine del cappello. È confuso con il Polyporus brumalis (724), " a pori
minutissimi, molto più comune . Tutti di nessun valore commestibile.
.Cappello: 10-20 X 2-3 cm, carnoso, simile ad una lingua; colore arancio
o rosso sangue, rosso fegato.
Tubuli: corti, liberi, cilindrici; gia"ognoli poi rosei.
Pori: larghi. rotondi; bianco-gialli.
Gambo: quando esiste è breve, tozzo, cilindrico.
Carne: con venature piene di un succo simile al sangue; spessa, fibrosa .
Sapore piuttosto acidulo.
Spore: ialine-rosee, ovato-globose. ovoidali, 4-6 X 4,5 micron.
Habit: sui vecchi tronchi di latifoglia. Estate-autunno.
Commestibilità: commestibile da giovane.
OSSERVAZIONI: E' tipico il suo imenio costituito come da uno strato di veri tubicini
appressati l'uno all·altro. ma I iberi , Si può preparare come una cotoletta o conservare
sotto aceto .
Carne: giallognola nel fungo adulto; carnosa, molle, succosa, poi molto
secca, dura, fragile . Odore particolare . Sapore acidulo e amaro.
OSSERVAZIONI : E' parassita degli alberi da frutto che degrada fino a portarli al
completo deperimento. Le mensole del fungo crescono anche sul tronco dell ' albero già
morto .
Gambo: 5-7 x 4-5 cm, grosso, corto, cilindrico, eccentrico, con i tubuli
all'estremità superiore decorrenti formanti una specie di reticolo, forfo
raceo poi glabro; nella parte inferiore nerastro e tuberoso.
Habitat: sui tronchi e sulle ceppaie degli alberi vivi o morti; specialmente
latifoglia . Primavera-estate; raramente in autunno .
OSSERVAZIONI : Per quanto più chiaro di colore assomiglia al Cantharellus cibarius (236)
ma è ben diverso per la presenza cegli aculei al posto delle lamelle , per il sapore amaro
e per la mediocre commestibi l ità. Può assumere colorazione anche più aranciata, ma lo
distingue sempre la decorre nza dell'imenio che lascia poco al gambo . La varietà rufescens
(755), di colore aranciato presenta invece carpofori decisamente stipitati e sembra esistano
più varietà diverse anche per caratteri di commestibilità .
OSSERVAZION I : Molto adatto per essere conservato sotto aceto, anche abbastanza adulto,
dopo avere raschiato gli aculei dell'imenio . Si può ridurre pure in polvere aromatica con
buon esito. Altri Sarcodon simili , ma tutti da rifiutare come commestibili , sono : l'Hydnum
laevigatum (1155), liscio sul cappello, che può raggiungere taglie enorm i ed avere forme
mostruose ; odora fortemente di cicoria tostata o surrogato di caffè ed è molto amaro;
l'Hydnum fuligineo-violaceum (Kalchbr .J, viola scuro e che all'assaggio lascia in gola un
senso di soffocamento che perdura per lungo tempo; l'Hydnum badium (756), ' che è però
di colore più cupo e meno pregiato . Esistono molte altre specie non sempre facili da
identificare .
OSSERVAZIONI: È un bel fungo dal tipico aspetto di un cavolfiore più o meno grande.
Suo simile è la Sparassis laminosa (783), più raro , che ha i rami regolarmente appiattiti
e non sinuosi come nella crispa. Sotto querce.
OSSERVAZIONI : Si di stingue dalle Clavaria per la co nsistenza quasi gelat i nosa . elasti ca e
per la presenza de l tratto radicante, che si insinua lungamente nel subst rato l egnoso .
OSSERVAZIONI: Le Clava.r ia assumono, da adulte, tona l ità che rendono uguali le singole
specie ; sono perciò da consumare giovani. La Clavaria pallida (331), con riflessi grigio
lilacini. e la Clavaria formosa (332), dai tre colori (bianco il ceppo, rosa i rami e gialle
le punte degli stessi), sono tossiche ; provocano diarree persistenti. È comunque regola
pratica consumare solo la parte carnosa delle Clavaria escludendo i rami, e usufruendone
solo quando la carne non presenta al taglio macch ie di umidità, che le danno un aspetto
marmorizzato. Col solfato ferroso assume colorazione verde nel rami e rosso carminio
nella parte inferiore, reazione specifica e unica.
Carpoforo: 6-8 cm, ramificato: rami molto fitti, rugolosi, terminali tron
chi; color caffelatte con sfumature incarnato-lilacine ; specialmente alla
sommità dei rami.
Tronco: corto, non molto grosso: concolore al carpoforo.
Carne: bianca, consistente. Odore nullo . Sapore variabile (dolce o
amaro) .
Spore: ovoidali. 8-11 X 4-4,5 micran.
Habitat: specialmente nei boschi di latifoglia e aghifoglia . Estate-autunno .
Commestibilità: VELENOSO (pagg. 76 e 78-80) .
Carpoforo: 7-16 cm, molto ramificato ; rami fragili, assai numerosi, cilin
drici; arancio-rosati con terminali biforcati, denticolati, giallo limone.
Carne: bianca o leggermente rosata alla frattura . Inodore . Sapore amaro .
Tronco: corto; biancastro .
Spore: ovoidali, allungate, 8-12 X 3,5-4,5 micron.
Habitat: boschi di latifoglia . Estate-autunno.
Commestibilità: VELENOSO. Provoca diarree persistenti (pagg . 76, 78-80.
87).
OSSERVAZIONI : È una delle Clavaria sicuramente tossiche. Facile il suo ' riconoscimento
per i tre colori presentati dal carpoforo: bianco il tronco. salmone rosa i rami e gialle
le punte degli stessi. Una Clavaria molto simile è la Clavaria elegantissima (Donk .) o
ignicolor (778) . dal colore aranciato-rosa vivo in ogni sua ·parte.
OSSERVAZION I: È una varietà della Clavaria botrytis (776), dalla quale si distingue per
la straordinaria dimensione del tronco e per gli apici dei rami, rosso vinato e non rosso
rosei . Altra Clavaria comune è la Clavaria flava (774). gialla, con il tronco che porta quasi
sempre macchie violette. La Clavaria pyxidata (1618). ha i rami aperti a candelabro e
terminanti in un piccolo ingrossamento a calice. Alle Clavaria appartengono anche le
Clavaria truncata (773), e Clavaria pistillaris (772), dette volgarmente "mazze d'Ercole ..
per la caratteristica forma a clava; ambedue commestibili, la prima dolce, amara l'altra ,
ma non sempre. Clavaria di nessun valore commestibile , ma dalle strane .forme sono :
la Clavaria cri stata (779), bianca, con piccoli carpofori dent icolati; la ligula (1150). a
forma di piccole clavette color grigiastro-gialle; la corniculata Schaeff. ex Fr. , a forma di
corallo , bianca; la fistulosa (1170). lunghissima , con uno stelo ingrossantesi e 'totalmente
cava ed altre numerosissime che aprono un campo di ricerca non più da micofagi ma da
special isti del ramo . La Clavaria vermicularis e la Clavaria Iavendula sono rappresentate
ai n. 379 e 380.
Carpoforo: 2-4 cm, globoso , con tratto inferiore più stretto, quasi a gam
bo , più o meno allungato, coperto da aculei ·dello stesso colore del
f'esoperidio, facilmente staccabili; biancastro, a maturazione brunastro .
Gambo: regolare, contenente la parte sterile della gleba.
Gleba: da biancà a giallo-brunastro-neràstra . La polvere sporale , a matu
razione, esce da un orifizio che si apre sulla parte superiore dell'eso
peridio .
Spore: rotònde , liscie , 3,5-4 micro·n.
Habitat: nei boschi, gregario . Giugno-novembre .
Commestibilità: commestibiìe da giovane, quando la gleba è bianca .
OSSERVAZIONI : È il più comune Lycoperdon. Di dimensioni non molto grandi può presen
tarsi anche cespitoso. I carpofori hanno la caratteristica presenza di piccoli aculei sempl ici
su tutta la superficie . Esistono molte varietà di questa . specie. anche a colorazione un
po ' brunastra.
Carpoforo: 3-5 cm, a forma di pera, quasi umbonato alla sommità , rico
pe.rto da minutissimi aculei , parte inferiore quasi peduncolata , con
micelio rizomorfo; da bianco a brunastro .
Gleba: prima bianca poi olivastra, infine brunastra; tratto sterile che
resta bianco . Odore sgradevole, quasi di gas.
Spore: bruno-oliva, sferiche, 3 X 4 micron.
Habitat: sui tronchi marcescenti, anche cespitoso. Agosto-novembre.
Commestibilità: commestibile da giovane, quando la gleba è bianca .
OSSERVAZIONI: Suo simile è il Lycoperdon molle Pers., meno cupo di colore e con la
presenza della columella, polvere sporale color cioccolato e spore verrucose e il Lycoperdon
perlatum var o nigrescens Pers o pure scuro, ma con l'endoperidio disegnato in piccole
areole .
OSSERVAZIONI: La varietà pulcherrimum Berk . et Curt ., dopo perduti gli aculei , resta
con l'endoperidio liscio e non areolato.
OSSERVAZIONI ' . Si riconosce per la strana forma . con il gambo molto allungato. che '
somma circa i 2/ 3 dell 'altezza negli esemplari tipici . Secondo Pilàt esistono ben 10
varietà di questa specie distinte fra di loro in modo particolare per la 'forma della
parte inferiore più o meno allungata o più o meno grossa .
Carpoforo: 2-4 cm, globoso, un po' rugoloso, con tratto basale più stret
to; biancastro con tonalità rosate sul tratto superiore; superficie fari
nosa, forforacea, granulosa, non aculeata; termine inferiore con resti
di micelio piuttosto grossi.
Gleba: dapprincipio bianca, poi da' olivastra a brunastra. Subgleba non
separata da diaframma, compatta; bianca . poi olivastra.
Spore: sferiche, leggermente asperulate, 3,5 X 4-5 micron.
Habitat: nelle foreste. in terreno piuttosto arido. Estate-autunno.
Commestibilità: commestibile, se la gleba è ancora bianca.
Carpoforo: 1,5-3 cm, più o meno sferico, vellutato, quasi liscio, senza
porzione basale distinta (al contrario dei Lycoperdon), aprentesi alla
sommità per una perforazione; da bianco a brunastro.
Gleba: prima bianca poi bruno cioccolato.
Spore: brunastre, piuttosto ovali, liscie, 5-5 .5 X 4,5-5 micron .
Habitat: nei prati, su tratti erbosi delle strade . . Giugno-ottobre.
Commestibilità: commestibile, purché la gleba sia bianco candida .
Carpoforo: 3-10 cm, irregolarmente globoso , con alla bàse un fascio fitto
di ife miceliari; superficie pallido-brunastra o color caffelatte, con
tonalità anche rosse, ricoperta d·a squame che le danno un aspetto
quasi finemente areolato; peridìo tenue, elastico, 1-2 mm di spessore.
OSSERVAZIONI : Il genere Tulostoma si riconosce per il lungo gambo e per le spore gialle .
Esistono diverse specie molto simili fra di loro . Fra queste il melanocyclum Bres. che
ha l 'orifizio con un alone bruno nero .
Carpoforo: 3-8 cm, prima chiuso a forma di cipolla brunastra, poi apertO,
con caratteristico strano esoperidio formante un collare rialzato attorno
alla parte sferica e un circolo di lacinie più esterno; bianco-grigio
gi ali astro-brunastro.
Gleba: da bianca a brunastra .
Spore: brunastre, sferiche , 4,5 x 5 micron .
Habitat: nei tratti umidi dei boschi ; piuttosto raro. Agosto-ottobre .
Commestibilità: senza valore.
OSSERVAZIONI: È uno dei tanti Geaster, curiosi funghi il cui peridio si apre a forma di
stel l a. I più comuni sono: il Geaster fimbriatus (1195). il pectinatus (1194). il fornicatus
Fr. e il rufescens (789), specie che vengono confuse fra loro . Ouando il fungo è aperto
in questa specie si riconoscono molto bene i tre strati del peridio (esoperidio, mesope
ridio, endoperidiol, caratt~ristica che gli ha dato il nome .
Carpoforo: .3-5 cm, sferico, dapprima chiuso poi con l'esoperidio aperto
in lacinie, a superficie interna grigio-nera , che si distendono per il
tempo umido e si chiudono con il tempo secco; colore brunastro.
L'esoperidio è a tre strati.
Gleba: da bianca a bruno-nerastra.
Spore: brune , rotonde , 8 X 12 micron .
Habitat: nei boschi, nei tratti nudi del terreno; molto comune . Agosto
novembre . .
Commestibilità: senza valore.
OSSERVAZIONI: Fungo raro, simile al Phallus impudicus (797), molto più comune, dal
quale si distingue per il colore rosa·viola della valva e per la forma del cappello meno
appuntito, un po' più tozzo e con la bocca più pronunciata. L'odore del fungo adulto non
è forte come quello del Phallus impudicus. Da giovane, allo stato di uovo, ha forma
sferica, quasi depressa ed emana solo un leggero odore di ravanello; da adulto si fa
respingere per l'odore . Oualcuno lo ha consumato quando era ancora chiuso a uovo . Della
stessa famiglia fa parte il Mutinus caninus (350), più piccolo, con il cappello rosso vivo;
stesse caratteristiche di commestibilità. Le Fallacee sono funghi dalle forme le più strane .
Molte specie sono esotiche .
Volva: a forma di piccolo uovo, o di pera, prima dello sviluppo, con alla
base radicole miceliari molto allungate; bianca. Internamente ricoperta
da una sostanza mucilagginosa molto spessa nella quale si inserisce
il terminale inferiore del gambo.
OSSERVAZION I: Curiosa Fallacea dalla strana forma, tipica . " Mutinus elegans (798),
considerato rarissimo, è scambiato con il Mutinus caninus nei luoghi di crescita (Lom
bardia, Canton Ticino) anche se già dal 1940 il micologo ticineseC . Benzoni l'aveva
osservato dandogli il nome di Mutinus ruber; è però più rosso nel cappello e più allungato
nel gambo dal quale non si differenzia così nettamente come nella specie più comu ne.
L'Anthurus archeri (799) dalla forma di polipo a braccia rosse, esotico, si sta diff ondendo
in Europa (Svizzera, Germania). Ultimamente è stato osservato anche in Italia nord
occidentale .
Carpoforo: 3-5 cm, dapprincipio rotondo, a forma di uovo, con una spe
cie di fascio di ife rizomorfe allungato, poi aprentesi per l'esoperidio
lacerato e uscente a forma di inferriata rotondeggiante, còn rami por
tanti all'interno la gleba formata da pj ccol i granelli nerastri; infine
lacerato e deformato; bianco indi rosso vivo. Emana un forte udore
simile a quello del Phal/us impudicus (?9.7).
Spore: bianco-brune, ellittiche, 5 x 6 micron .
Habitat: nei luoghi umidi dei boschi; piuttosto raro . Estate-autunno .
Commestibilità: non co.mmestibile, pe~ il suo odore repellente.
OSSERVAZIONI : V istosa Clatracea dal bel colore rosso. L'Anthurus archeri (799). molto
più raro, è simile , ma si apre a mo' di po l ipo.
OSSERVAZIONI : È un fungo dalla consistenza gelatinosa che può essere consumato anche
crudo . Il Tremellodon gelatinosum (770, 771), è pure a consistenza simile ma è bianco o
bruno, cresce sui ceppi e ha l'imenio formato da piccoli aculei (come tutte le Idnacee).
Carpoforo: 8-15 cm, molto variabile di forma : quasi sferico con gambo
o a forma di rene senza gambo, attaccato al terreno per micelio rizo
morto giallastro; inizialmente giallo-bruno o bruno-sporco poi ros
sastro o brunastro scuro . A maturazione rotto irregolarmente nella par
te superiore.
Gleba: al taglio , da giovane, si presenta tipicamente marmorizzata, for
mata da camere contenenti i peridioli color giallo zolfo; matura si dis
solve in una massa brunastra . .
Spore: brune , sferiche, aculeate, ·6 x 10 micron.
Habitat: in zone sabbiose, in boschi di aghifoglia . Luglio-settembre .
Commestibilità: commestibile . Aromatico , da usarsi da giovane .
OSSERVAZIONI : E' chiamato anche tartufo boemico per la sua buona commestibilità .
Cappello: 4-8 cm, generalmente a forma quasi sferica o ovale, con al
veoli molto ampi , arrotondato-qngolati, pieghettati all'interno, disposti
senza ordine particolare e separati da coste flessuose; giallo-ocraceo .
Gambo: 4-6 X 2-3 cm, per lo più piuttosto corto, pruinoso verso la parte
superiore, ingrossato e rugoloso verso la base, fortemente cavo come
il cappello (mitra).
OSSER VAZIONI: Si può considerare una varietà della Morchella conica (802), con costo
latu re più grosse e non annerenti, come nella sua simile.
Commestibilità: commestibile .
OSSERVAZIONI: Assomigl ia moltissimo, per colore e per forma, alla Gyromitra esculenta
(362). Si differenzia per la crescita in autunno, e non In primavera, e per la minore consi
stenza della mitra, costituita più da lembi che da ammasso carnoso. ~ commestibile di
tutta tranquillità. Le Helvella nascono di solito in estate-autunno; Helvella crispa (814),
bianco-grigia a gambo solcato: Helvella lacunosa (8111, a gambo solcato e colore bistro
in ogni parte; Helvella sulcata (812), molto simile, più chiara e ia Helvella monachella
(810), scura, ma a gambo liscio, cilindrico, bianco.
OSSERVAZI ON I: Bella specie di Otidea, molto rara e non sempre bene identificata . Bresa
dola l 'ha descritta e rappresentata nella sua « Iconographiamycologica", n, 1234 val.
XX V, non lasciando dubbi sulla sua determinazione . Altre Otidea più comuni sono: la
Otidea onotica (824), leggermente rosata nell ' imenio; l 'Otidea leporina (Batsch) Fuckel ,
più scu ra, color ruggine e la Otidea alutacea (Pers .) Bres ., rara, di co lore giallastro
esternamente , a superficie tipicamente incisa ,
OSSERVAZIONI : È uno dei tanti Ascomiceti a forma di coppa, che si trovano in prima
vera . Molto comuni sono pure la Disciotis venosa (823) e la Discina perlata (822), simi I i,
ma con carne più consistente " colore brunastro internamente e dimensioni maggiori. Altre
coppe dal bel co lore rosso v iv o sono : la Peziza aurantia (821), e la Sarcoscypha coccinea '
(353), peduncolata , con peluria biancastra su tutta la superficie esterna. L'Humaria rutilans
Fries, è pure rossa e si presenta in schiere enormi di piccoli individUi sui tratti sabbiosi
delle strade di montagna .
OSSERVAZIONI : Il fungo può pres enta rsi an che bian co i n ogni parte (v ar . nivea Maser )
~
aromatica .
OSSERVAZIONI: Si tratta di uno strano fungo facente parte della famiglia dei Mixomiceti,
funghi con caratteristiche botaniche interessantissime per la loro particolare consistenza
e per il loro comportamento (qualche Autore li avvicina al Regno animale). Mixomiceti
abbastanza comuni sono: il Leocarpus fragilis (841), formato da· numerosissime clavette
rosse (0,2 mm circa), affiancate su pezzi di legno marcescente; la Lycogala epidendron (838),
formata da tante pallottoline aranciate e poi brunastre (3-8 mm di diametro), pure sui
tronchi e nel muschio ; la Stemonitis fusca (RothJ. formata da pacchetti di piccoli funghi
allungati , appressati l 'uno ali 'altro, d i colore nerastro e tanti altri, poco conosciuti, ma
di notevole interesse, specialmente dal punto di v ista microscopico.