Sei sulla pagina 1di 13

SEZIONE

Lezione C.1

C La scoperta
delle cellule
Citologia e i microscopi
e genetica
Lezioni della sezione
C.1 La scoperta delle cellule e i microscopi
C.2 Dimensioni e forma delle cellule
C.3 Le membrane biologiche
C.4 Cellule procariote ed eucariote
C.5 La riproduzione delle cellule
C.6 La meiosi
C.7 Cicli vitali e riproduzione
C.8 Genetica classica
C.9 Genetica umana
Mappa della sezione
LE CELLULE

I MICROSCOPI osservabili con PROCARIOTE ED presentano MEMBRANE


(ottici ed elettronici) EUCARIOTE BIOLOGICHE

DIMENSIONI E
FORMA DELLE Si riproducono
CELLULE
LA RIPRODUZIONE CICLI VITALI E
DELLE CELLULE RIPRODUZIONE

Nelle cellule
eucariote GENETICA
CLASSICA

mitosi MEIOSI GENETICA


UMANA
Lezione C.1

La scoperta delle cellule


e i microscopi
Ogni essere vivente è formato da
piccole unità di base, chiamate
cellule. Alcuni organismi sono
costituiti da una sola cellula
(unicellulari), altri da più cellule
(pluricellulari).

Nei pluricellulari le cellule si


differenziano e permettono
la formazione di tessuti, organi e
apparati specializzati per le
singole funzioni.
In questa lezione
I MICROSCOPI LE CELLULE
- ottici: usano la luce, sono le unità di
potere di risoluzione base di cui sono
0,2 μm; formati i viventi.
- elettronici: usano un
fascio di elettroni,
potere di risoluzione osservabili con PROCARIOTE ED presentano MEMBRANE
0,2 nm (TEM), 10 nm EUCARIOTE BIOLOGICHE
(SEM).

DIMENSIONI E Si riproducono
FORMA DELLE
CELLULE
LA RIPRODUZIONE CICLI VITALI E
DELLE CELLULE RIPRODUZIONE

Nelle cellule
eucariote GENETICA
CLASSICA

mitosi MEIOSI GENETICA


UMANA
1. La teoria cellulare

Le importanti scoperte sulle cellule che si sono susseguite dopo la loro


prima identificazione sono riassunte nei tre punti fondamentali della
teoria cellulare:

 tutti gli organismi viventi sono formati da cellule;

 la cellula è la più piccola unità vivente capace di riprodursi


autonomamente;

 ogni cellula ha origine da un’altra cellula.


2. Osservare la cellule
Le cellule sono molto piccole e per poterle osservare sono necessari i
microscopi e specifici coloranti capaci di impregnare i materiali biologici.

Quasi tutti i metodi di colorazione delle


cellule ne provocano la morte, perciò il
microscopio non sempre permette di
osservarle mentre sono in attività.

È necessario ridurre lo spessore dei


tessuti affettandoli e ottenendo
sezioni bidimensionali.
L’utilizzo di numerose sezioni in serie
permette di ricostruire la struttura
effettiva di una cellula.

Ricostruzione della forma dello speramatozoo a partire da


sezioni delle sue diverse parti osservate al microscopio. 
3. I microscopi ottici
I microscopi ottici permettono di osservare un
campione utilizzando la luce.

La loro prima caratteristica è la capacità di


ingrandimento, cioè il rapporto tra le dimensioni
dell’immagine al microscopio e quelle effettive
dell’oggetto.
Questa capacità dipende dalle proprietà delle
lenti oculare e obiettivo.

Moltiplicando i valori di ingrandimento Immagine al MO di globuli rossi.

dell’obiettivo e dell’oculare si ottiene


l’ingrandimento totale di un’immagine al
microscopio ottico, che può arrivare anche a
1500x.
3. I microscopi ottici

Un microscopio ottico e le principali parti che lo costituiscono.


3. I microscopi ottici

La precisione di uno strumento


ottico dipende soprattutto dal suo
potere di risoluzione, ovvero la
minima distanza a cui devono
trovarsi due punti per poter essere
distinti come due oggetti definiti e
non come uno unico.

Il miglior potere di risoluzione


ottenibile per un microscopio
ottico è di 0,2 μm.
4. I microscopi elettronici
I microscopi elettronici permettono di osservare il campione sfruttando
un fascio di elettroni.

Poiché hanno un potere risolutivo circa 1000 volte superiore a quello dei
microscopi ottici, essi permettono l’osservazione anche dei minimi
particolari interni alle cellule.

L’osservazione non può essere effettuata direttamente


appoggiando l’occhio su un tubo, ma lo strumento produce un’immagine
su uno schermo fluorescente sensibile agli elettroni.
4. I microscopi elettronici
Le immagini prodotte dal microscopio
elettronico a trasmissione (TEM) sono
bidimensionali e spesso difficili da
«decifrare».

Il materiale biologico, tagliato in sezioni


ultrasottili, viene attraversato in modo
diverso dal fascio di elettroni: le zone
che si lasciano attraversare generano
aree chiare nell’immagine prodotta,
quelle opache appaiono scure. Interno di una cellula del pancreas, in
falsi colori, osservata con il TEM.
Questi microscopi arrivano a un potere
di risoluzione di 0,2 nm e permettono
di indagare a fondo la struttura interna
della cellula.
4. I microscopi elettronici

Miscroscopio elettronico
a trasmissione (TEM)
4. I microscopi elettronici
Il microscopio elettronico a scansione (SEM)
produce immagini meno dettagliate, ma mostra
l’oggetto nella sua tridimensionalità.

Le cellule, isolate e non sezionate, sono


«scandagliate» dal fascio di elettroni riflesso in
vario modo dalla superficie coperta da
un sottilissimo strato di oro.

Fotografia del capo di un Miscroscopio elettronico


moscerino della frutta. a scansione (SEM)

Potrebbero piacerti anche