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La vita come
non la conosciamo
RIVISTA MENSILE - NUMERO 656 - 28 MARZO 2023
POSTE ITALIANE SPED. IN A.P. - D.L. 353/2003
CONV. L. 46/2004, ART. 1, C. 1, DCB - ROMA
SVIZZERA CHF 15,00
Un algoritmo
può davvero
farci trovare l’amore?
76
GENETICA
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Salti
inaspettati
di Veronique
Greenwood
Un gene originario
dei serpenti ha
ripetutamente saltato
la barriera della
specie ed è finito in
rane di tutto il mondo.
Ora si cerca di capire
perché sia accaduto
in Madagascar molto
più spesso che altrove
ASTROBIOLOGIA ARCHEOLOGIA
26 La vita come non la conosciamo 58 Il cielo in una pergamena
di Sarah Scoles di Victor Gysembergh e Emanuel Zingg
Gli scienziati stanno abbandonando le idee tradizionali Una tecnica di analisi detta imaging multispettrale ha fat-
e hanno cominciato a cercare creature extraterrestri che to emergere, nascosti sotto il testo di un manoscritto me-
non somigliano a quelle terrestri dievale, frammenti del più antico catalogo stellare
INQUINAMENTO NEUROSCIENZE
MEDICINA ASTRONOMIA
50 I controversi test per avere 82 Una minaccia esistenziale
bimbi più sani per l’astronomia
di Max Kozlov di Rebecca Boyle
Alcune aziende offrono test che classificano gli embrioni Gli sciami sempre più numerosi di satelliti lanciati in or-
in base al futuro rischio di sviluppare malattie comples- bita stanno oscurando le stelle, e cresce il timore che nes-
Fahmi Bhs
se come schizofrenia o cardiopatie. Ma si dibatte quanto suno si adopererà per fermarli e salvare la più antica del-
queste analisi siano affidabili ed etiche le scienze
www.lescienze.it Le Scienze 3
Sommario Rubriche
7 Editoriale
di Marco Cattaneo
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8 In edicola
10 Intervista
Leggere il clima passato nel profondo dell’Antartide
di Jacopo Pasotti
12 Made in Italy
Indagare con il suono le profondità degli oceani
di Letizia Gabaglio
14 Il matematico impertinente
Variazioni sulle costanti di Piergiorgio Odifreddi
15 Scienza e filosofia
Il peso della vita di Telmo Pievani
16 Homo sapiens
10 Uno sguardo nel bianco di Giorgio Manzi
17 La finestra di Keplero
Sei galassie troppo giovani di Amedeo Balbi
88 Coordinate
La scienza del verde di primavera di Clara Moskowitz
89 I bastioni di Orione
Chi legge fantascienza e fantasy di Michele Bellone
90 La ceretta di Occam
Ultravioletti sull’unghia di Beatrice Mautino
92 Rudi matematici
Arcieri senza frecce
di Rodolfo Clerico, Piero Fabbri e Francesca Ortenzio Cortesia Giuditta Celli (neve); LauriPatterson/iStock (Crème brûlée)
e forse inaspettati
docente di bioetica,
Rensselaer Polytechnic
Università della Institute
Pennsylvania
Telmo Pievani
Vinton Cerf
professore ordinario filosofia
Chief Internet Evangelist, delle scienze biologiche,
Google Università degli Studi di
George M. Church Padova
Non è affatto detto che in un altro angolo direttore, Center for Carolyn Porco
Computational Genetics, leader, Cassini Imaging
dell’universo la vita si sia evoluta come sulla Terra Harvard Medical School Science Team, e direttore,
Rita Colwell CICLOPS, Space Science
Institute
docente, Università del
Maryland a College Park e Vilayanur S.
on so se avete presenti gli alie- Tanto più che non sappiamo ancora co- Ramachandran
N
Johns Hopkins Bloomberg
School of Public Health direttore, Center for Brain
ni. Il cinema e la letteratura di me abbia avuto origine (anche se un re- Richard Dawkins and Cognition, Università
della California a San Diego
fantascienza ne hanno prodot- cente lavoro di Ada Yonath, premio No- fondatore e presidente,
Lisa Randall
Richard Dawkins Foundation
ti a migliaia. Dai piccoli uomini verdi degli bel per la chimica nel 2009, e colleghi ha Drew Endy docente di fisica, Harvard
University
anni cinquanta, ispirati dall’età dell’oro de- compiuto un grande passo avanti nella ri- docente di bioingegneria,
Carlo Alberto Redi
Stanford University
gli avvistamenti di extraterrestri, ne è pas- costruzione di un RNA capace di produr- Ed Felten
docente di zoologia,
Università di Pavia
sata di acqua sotto i ponti. Così, di getto, re proteine). Ma non c’è accordo nemme- direttore, Center for
Martin Rees
Information Technology
viene in mente l’ineguagliabile dolcezza no su che cosa sia, a partire dalla domanda Policy, Princeton University docente di cosmologia e
astrofisica, Università di
di E.T., l’evanescenza delle figure dalla te- cruciale che si pose Erwin Schrödinger Kaigham J. Gabriel Cambridge
sta enorme che scendono dall’astronave di nel suo formidabile libro Che cos’è la vita? presidente e CEO, Charles
Stark Draper Laboratory
John Reganold
docente di scienza del suolo,
Incontri ravvicinati del terzo tipo, i leggia- «Un buon tentativo di definizione – scri- Harold Garner Washington State University
dri abitanti di Pandora, il magico pianeta di ve Sarah Scoles – è stato formulato nel 2011 direttore, divisioni sistemi e Jeffrey D. Sachs
informatica medici, docente,
direttore, The Earth Institute,
Avatar. E i mostruosi xenomorfi di Alien, dal genetista Edward Trifonov, che l’ha Virginia Bioinformatics Columbia University
Institute, Virginia Tech
che hanno tolto il sonno a una generazione sintetizzata nell’espressione “autoripro- Michael S. Gazzaniga
Eugenie C. Scott
Founding Executive Director,
di adolescenti. La mia. duzione con variazioni”». Secondo un’al- direttore, Sage Center for the National Center for Science
Study of Mind, Università
Se la fantasia degli autori si è sbizzarrita tra formula, elaborata negli anni novanta della California a Santa
Education
Terry Sejnowski
nel creare le forme più improbabili, è pu- dalla NASA, la vita «è un sistema chimi- Barbara
docente e direttore del
David Gross
re vero che spesso non hanno potuto fare co autosostentante capace di evoluzione docente di fisica teorica,
Laboratorio di neurobiologia
computazionale, Salk
a meno di ispirarsi agli esseri viventi che darwiniana». Università della California a Institute for Biological
Santa Barbara (premio Nobel Studies
popolano l’unico pianeta abitato di nostra Un sistema chimico, dunque, ma non per la fisica 2004) Michael Shermer
conoscenza. D’altra parte anche qui, tra le dotato di una chimica specifica. Se la vita Danny Hillis editore, rivista «Skeptic»
co-presidente, Applied Michael Snyder
infinite forme bellissime di Darwin, il be- sulla Terra è basata sul DNA, non possia- Minds, LLC
docente di genetica, Stanford
stiario contempla creature inquietanti co- mo dare per scontato che su pianeti lon- Daniel M. Kammen University School of Medicine
direttore, Renewable Giorgio Vallortigara
me i limuli, o strane come l’ornitorinco. La tani l’evoluzione abbia portato a molecole and Appropriate Energy docente di neuroscienze,
cui biologia ha voluto che diventasse un analoghe. Anzi, in laboratorio sono già sta- Laboratory, Università della direttore associato, Centre
California a Berkeley for Mind/Brain Sciences,
mammifero che depone le uova, secerne ti prodotti acidi nucleici con basi diverse Vinod Khosla Università di Trento
il latte come fosse sudore, produce veleno, da quelle A, C, G e T che «contengono tutte Partner, Khosla Ventures Lene Vestergaard Hau
Christof Koch docente di fisica e fisica
ha le zampe palmate da uccello acquatico le informazioni necessarie per creare noi, presidente dell’Allen Institute applicata, Harvard University
e la coda da castoro. Una specie di puzzle, gli scoiattoli e gli anemoni di mare», scrive for Brain Science di Seattle Michael E. Webber
Lawrence M. Krauss direttore associato, Center
per di più con dieci cromosomi sessuali. ancora Scoles. for International Energy
direttore, Origins Initiative,
& Environmental Policy,
La biologia, dicevamo. È proprio lei il Secondo Stuart Bartlett, ricercatore al Arizona State University
Università del Texas ad
problema più serio della ricerca di vita ex- California Institute of Technology, «non Morten L. Kringelbach Austin
direttore, Hedonia: George M. Whitesides
traterrestre, come racconta Sarah Scoles si sta cercando davvero la vita (life) [...] ma TrygFonden Research Group, docente di chimica e
Università di Oxford e
in La vita come non la conosciamo, a pa- la “vyta” (lyfe)», vale a dire qualsiasi siste- Università di Aarhus
biochimica, Harvard
University
gina 26. Quando ne inseguiamo le trac- ma che dissipi energia, sfrutti reazioni chi- Steven Kyle Nathan Wolfe
ce chimiche nell’universo, pensiamo agli miche autosufficienti per fare copie di sé, docente di economia
applicata e management,
direttore, Global Viral
Forecasting Initiative
spettri di molecole che qui da noi sono as- mantenga le condizioni interne al mutare Cornell University
Anton Zeilinger
Robert S. Langer
sociate all’attività biologica. Ma non è scrit- delle condizioni esterne e acquisisca infor- docente di ottica quantistica,
docente, Massachusetts Università di Vienna
to da nessuna parte che in un altro angolo mazioni sull’ambiente per sopravvivere. Se Institute of Technology Jonathan Zittrain
dell’universo la vita si sia evoluta come ha mai incontreremo gli alieni, insomma, non Lawrence Lessig docente di legge e computer
docente, Harvard Law School science, Harvard University
fatto sulla Terra. è detto che li riconosceremo facilmente.
www.lescienze.it Le Scienze 7
In edicola In edicola con «Le Scienze» di maggio
il Teorema del limite centrale, il nuovo volume
della collana Rivoluzioni matematiche
P I A N O D E L L’ O P E R A
1 - Teorema dell’equilibrio di Nash 12 - Teorema di Eulero
2 - Teorema di Pitagora 13 - Teorema del punto fisso
3 - Ultimo teorema di Fermat di Banach-Caccioppoli
4 - Teoremi di Euclide e primo libro 14 - Teorema dell’impossibilità di Arrow
degli Elementi 15 - Teorema di Lagrange
5 - Teorema fondamentale del calcolo o del valor medio
6 - Teorema di Talete sul fascio di rette 16 - Teorema di Bayes
7 - Teorema egregium di Gauss 17 - Teorema fondamentale dell’algebra
8 - Teorema del limite centrale 18 - Teorema di Abel-Ruffini
9 - Teorema di Noether 19 - Teorema di Cauchy-Kovalevskaja
10 - Teoremi dell’incompletezza di Gödel per le equazioni differenziali
11 - Teorema dei quattro colori 20 - Teorema di Perel’man-Poincaré
CHI È
GIUDITTA CELLI
È dottoranda in scienze polari all’Università per gli ambienti polari e la scelta di iniziare un Chimica glaciologa, ora è logger nel progetto
Ca’ Foscari di Venezia. Laureata in chimica dottorato in collaborazione anche con l’Istituto Beyond EPICA. I suoi studi si concentrano sulla
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a Firenze, dopo aver lavorato in laboratori di italiano di scienze polari del Consiglio nazionale fotochimica del mercurio e dello iodio nella neve
analisi ambientale ha speso un anno nella base delle ricerche. È seguito un periodo nella base superficiale e nelle carote di ghiaccio del progetto
Concordia nel 2019. Da qui è scaturita la passione artica Dirigibile Italia, a Ny-Ålesund in Norvegia. East Antarctica International Ice Sheet Traverse.
Freddo estremo. È stata anche alla base artica Dirigibile Italia, nelle isole Svalbard, nel
Fuori dalla base Mare glaciale artico. Che cosa faceva lì?
Concordia la Dopo l’anno trascorso qui a Concordia nel 2019, sono stata nel-
temperatura è di la base artica l’inverno passato. Là ero a sostegno della parte tecni-
-35 °C, che arrivano ca, mi occupavo di controllare gli strumenti, cambiare i filtri per
a -48 °C col vento. il campionamento dell’aria. Ma è così diverso che non mi senti-
rei neppure di paragonare Artico e Antartide. Lì ci sono animali,
anche annotarne l’orientazione, per lo studio dei cristalli di ghiac- le volpi, le renne, gli orsi, e si vedevano le aurore boreali. Poi lì è
cio. La carota va tagliata, fotografata, preparata per la spedizione. più internazionale, ci sono voli ogni settimana. E fa meno freddo!
Bisogna evitare di perderne anche un solo centimetro.
Poi dicono che la scienza è noiosa
Un lavoro di precisione Essere nella base italo-francese è un’esperienza culturale uni-
Assolutamente: nel maneggiare le carote serve una grande at- ca. Siamo circa in 70. Certo, in un ambiente così ristretto ti senti il
tenzione. Dopo il taglio bisogna mettere le carote in sacchetti spe- dovere di essere sempre socievole, anche se a me piace avere tem-
ciali, catalogarle e fare in modo che in seguito nessuno possa con- po per me stessa. Qui la privacy non esiste, condividi la stanza con
fondersi. Non è per nulla facile: a -40 °C le dita si congelano, perdi altri, insomma sei sempre con qualcuno. Ogni tanto sento la man-
sensibilità, e c’è il rischio che ti scivoli di mano la carota, che è fra- canza di uno spazio mio, dove nascondermi. Ma sono orgogliosa di
gilissima. Potrebbe cadere, frantumarsi. Nel maneggiare un og- far parte di un progetto così grande, così importante a livello eu-
getto così importante sento una grande responsabilità, talvolta ropeo e poi sicuramente a livello mondiale. Ed è una soddisfazio-
mette ansia. ne anche vedere che quello che stavamo facendo funzionava, che
il carotiere estraeva le carote, e comunque aver imparato qualco-
Dita che si congelano, carotieri affilati: l’incidente non è sempre in ag- sa di nuovo. Sono molto soddisfatta di avere imparato tutto questo
guato? e di vedere che lo facevo bene. La gioia della prima carota di ghiac-
Cortesia Giuditta Celli (tutte le foto)
Non siamo mandati allo sbaraglio: il Programma nazionale di cio che abbiamo estratto è stata una grande emozione.
ricerche in Antartide (PNRA) e l’ENEA richiedono una formazio-
ne specifica per le spedizioni polari. La formazione dura due set- Comunque, per un lavoro come il suo bisogna amare il freddo, vero?
timane, con esercitazioni di pronto soccorso, sicurezza, e perfi- Il freddo non è la mia passione, anche se io qui ho già passato
no diversi giorni spesi con le guide alpine sul Monte Bianco, dove un anno intero, nel 2019. Ogni tanto mi manca il bosco, l’odore de-
ci esercitiamo con manovre di soccorso e con l’ambiente di ghiac- gli alberi e della terra umida. Ma amo il mio lavoro. Dimenticavo:
ciaio. potrà sembrare strano ma mi mancano i gelati.
www.lescienze.it Le Scienze 11
Made in Italy Con i suoi sensori e i sistemi di trasmissione
con onde acustiche, Wsense riesce a raccogliere
e inviare a terra dati cruciali per monitorare i mari
sibile trasportare in tempo reale informazioni fondamentali per il momento per controllare la situazione, anche attraverso le imma-
monitoraggio subacqueo, come la qualità dell’acqua, i rumori, le gini scattate fino a 1000 metri di profondità. Un limite che già nel
correnti. Dati cruciali per chi fa acquacoltura, per esempio, ma an- 2023 Petrioli pensa di superare per arrivare a 3000 metri.
che per le aziende di trasporto marino, per chi governa i porti, per Per capire l’importanza dei dati che la tecnologia Wsense rie-
chi si occupa di monitoraggio ambientale, per le aziende energe- sce a registrare e trasportare basta dare un’occhiata ad alcuni dei
tiche o di difesa. Come dimostra la lista di clienti ed enti con cui progetti in cui l’azienda è coinvolta. Come Smart Bay Santa Tere-
Wsense collabora dal punto di vista scientifico, che vanno da Leo- sa, un laboratorio naturale guidato da ricercatori dell’ENEA che
nardo a Saipem, da ENI a Terna, dal National Oceanography Cen- vuole studiare gli ecosistemi presenti nella baia vicino al porto di
tre britannico all’Istituto nazionale di geofisica e vulcanologia La Spezia per sviluppare strategie di mitigazione e conservazione
(INGV) e all’ENEA, dai mitilicoltori italiani agli acquacoltori nor- dell’ambiente. Un progetto promosso da ENEA, Consiglio nazio-
vegesi. nale delle ricerche e INGV, Comune di Lerici, Scuola di mare san-
«I nostri sensori sono stati sviluppati in modo da garantire l’in- ta Teresa e Cooperativa mitilicoltori associati, possibile grazie ai
teroperabilità, sono cioè compatibili con sistemi di diverse azien- sensori Wsense.
de: oggi garantiamo l’integrazione con 15 famiglie diverse di sen- Sempre insieme all’INGV, l’azienda monitora l’ambiente mari-
LA SCHEDA - WSENSE
I dati raccolti da Wsense
sono essenziali in numerosi Azienda con attività commerciale avviata nel 2017
ambiti, per esempio per chi fa Persone di riferimento: Chiara Petrioli (CEO), Salvatore Sardo (Presidente del CdA)
acquacoltura, ma anche per le
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no nei pressi di Panarea, una delle isole Eolie vicino a Strombo- A dieci anni dalla nascita dell’idea imprenditoriale e a cinque
li e Vulcano. «Si tratta di un fondale particolarmente difficile da anni dal primo assunto, Wsense è arrivata a vincere a Davos l’Oce-
studiare perché le emissioni vulcaniche formano bolle che osta- an Data Challenge del World Economic Forum, il riconoscimento
colano la comunicazione, ma i nostri sistemi riescono a supera- per l’impresa più innovativa al mondo nella raccolta e gestione dei
re questo ostacolo», sottolinea Petrioli. «E per la prima volta è pos- dati per la protezione dell’ambiente oceanico. E a essere ricono-
sibile monitorare quello che avviene in tempo reale con sistemi sciuta dalla Commissione Europea come una delle cinque tecnolo-
che non richiedono un cablaggio, che sarebbe difficilmente im- gie europee in grado di rivoluzionare come osserviamo il pianeta.
plementabile». Nel 2022 l’azienda ha chiuso un primo round di finanziamen-
La tecnologia messa a punto da Wsense permette la sorveglian- to di oltre 4 milioni di euro e prevede un round di serie A entro
za di siti particolarmente fragili, come l’area archeologica som- il 2023, con l’obiettivo di promuovere l’espansione internaziona-
mersa di Porto Egnazia in Puglia, dove grazie alle telecamere e a le. L’interesse degli investitori si basa sull’innovatività del sistema
sonde multiparametriche si studiano gli effetti del cambiamento proposto da Petrioli e dal peso sempre crescente della cosiddet-
climatico sui reperti archeologici. Ma anche di portare l’Internet ta blue economy, quella parte di green economy che promuove lo
degli abissi dove le condizioni ambientali rendono impossibile l’u- sviluppo sostenibile e la tutela dell’ambiente marino, facendo leva
so del cablaggio, come nel mare norvegese dove l’azienda di Pe- sull’innovazione tecnologica. In questo scenario, l’Internet degli
trioli, con la sua controllata locale, è già presente con reti di mo- abissi ha un rilievo enorme in diversi e molteplici settori tanto che
nitoraggio della qualità dell’acqua e delle correnti per l’industria il suo impatto economico è stimato in 3,5 miliardi di dollari, con
dell’acquacoltura e sta effettuando il monitoraggio anche in zone una previsione di incremento annuo del 22 per cento fino al 2027.
polari, a nord della penisola scandinava. E Wsense è in prima fila per cogliere queste opportunità.
www.lescienze.it Le Scienze 13
Il matematico impertinente di Piergiorgio Odifreddi
www.lescienze.it Le Scienze 15
Homo sapiens di Giorgio Manzi
no degli obiettivi principali del tele- galassie in questione non è stata ottenuta at-
mature, con una massa decine di volte supe- le epoche. Non è dunque escluso che ulterio- Nel cosmo bambino, per ora.
riore alle attese. Secondo gli autori dello stu- ri analisi dimostrino che le sei galassie siano Immagini delle sei galassie osservate dal
G. Brammer (Niels Bohr Institute’s Cosmic Dawn Center dell’ Università di Copenaghen)
dio, questo risultato è in forte tensione con la in realtà meno lontane nel passato di quan- James Webb Space Telescope
maggior parte delle previsioni basate sul mo- to sembri attualmente. Sarà lo stesso James e che esistevano già quando l’universo
dello cosmologico standard, e potrebbe rimet- Webb Space Telescope a chiarire come stan- aveva tra i 500 e i 700 milioni di anni
tere in discussione ciò che pensiamo di aver no le cose, osservando nel prossimo futuro gli di età, il tre per cento della sua età
capito sulla nascita delle galassie. spettri dei sei candidati. In un modo o nell’al- attuale. Ma questa datazione in futuro
tro, impareremo qualcosa di nuovo. potrebbe essere rivista con conseguente
Tecnica indiretta Da questo punto di vista, può essere illumi- aumento dell’età delle galassie.
Lo studio è certamente interessante, ma le nante e istruttivo consultare il file contenen-
sue conclusioni non sono affatto definitive. te l’intero processo di peer review dell’artico-
Un dettaglio tecnico cruciale, infatti, riguar- lo, con gli scambi di commenti tra gli autori e
da il modo in cui è stata attribuita un’età ai sei i revisori anonimi: una possibilità che da qual-
oggetti. Gli astronomi l’hanno dedotta dal lo- che mese è offerta dai giornali del gruppo
ro redshift, ovvero lo spostamento verso il ros- «Nature», e che dà a chiunque l’opportuni-
so causato dall’espansione dell’universo, che tà di sbirciare dietro le quinte della ricerca.
è direttamente legato alla distanza di un og- Il file con l’intero processo di peer review si
getto da noi e quindi alla sua età: redshift più può raggiungere dalla pagina web dello stu-
grandi corrispondono a distanze maggiori e dio pubblicato su «Nature» a questo indiriz-
pertanto a epoche più remote. zo: https://www.nature.com/articles/s41586-
Tuttavia, l’attribuzione del redshift alle sei 023-05786-2.
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News
AMBIENTE
estranee agli ecosistemi che attraversano. Un altro fattore che favorisce Alexander dell’ETH di Zurigo, in uno studio pubblicato
l’invasione di piante aliene è il cambiamento climatico. da «Nature Ecology & Evolution».
Assistiamo a un rimescolamento di specie inedito
nella storia del pianeta: trasporti e commerci su scala
globale introducono ormai da secoli piante e animali
da un ambiente o addirittura da un continente all’altro,
mettendo in crisi gli equilibri degli ecosistemi in cui
sbarcano. Gli ambienti montani però finora avevano
subito meno di altri l’impatto delle invasioni di specie
non native. In parte perché scarsamente popolati e
sfruttati dall’uomo, e quindi con meno occasioni per
introdurre nuove specie; e anche perché le specie
capaci di vivere ad altitudini elevate sono relativamente
poche. Ma con il rapido cambiamento climatico e
l’aumento delle attività e infrastrutture umane ad alta
quota le cose stanno cambiando in fretta.
Capire come procede questa invasione ecologica
ha richiesto, tra il 2007 e il 2017, di scandagliare la
biodiversità vegetale lungo le strade che percorrono 11
catene montuose in cinque continenti, dalla Norvegia
all’Australia. I dati – 15.000 osservazioni circa su 616
specie – mostrano che il numero di specie invasive è
aumentato in media dell’1,6 per cento all’anno, anche
se all’interno di questa media c’è una ampia variabilità
tra le diverse regioni analizzate. In quasi tutti i casi col
tempo le nuove arrivate si sono espanse verso l’alto.
Non è solo un effetto del riscaldamento globale, che
sta inducendo tutte le specie a spostarsi ad altitudini
più elevate e quindi più fresche. Le piante «aliene»
infatti salgono a grande velocità, guadagnando in
media anche dieci metri all’anno, mentre quelle native
arrancano verso le vette a 2,8 metri all’anno. Questo
perché, argomentano i ricercatori, le specie estranee
non hanno ancora raggiunto un equilibrio col resto
dell’ecosistema, e si espandono occupando le nicchie
ecologiche disponibili. Non a caso specie introdotte
più di recente, e che hanno avuto quindi meno tempo
per espandersi, spesso sono confinate a una fascia più
ristretta di altitudini.
Lo studio si è concentrato sulle piante che crescono
vicino alle strade. Sono zone particolari: strisce sottili
ad alto impatto umano in cui è facile che vengano
introdotte specie estranee. Non sempre poi queste
riescono a colonizzare le zone più selvatiche; per
il momento è un fenomeno che è stato osservato
soprattutto alle altitudini più elevate. Monitorare
le specie non native che compaiono lungo le vie di
comunicazione può essere utile, però, per individuare
possibili minacce future agli ecosistemi montani e
intervenire in tempo.
Massimo Sandal
www.lescienze.it Le Scienze 19
News
ASTRONOMIA
Nonostante l’acqua sia la molecola fondamentale alla base della vita nel ghiaccio ordinario insieme a sfere d’acciaio, all’interno di un contenitore
nostro pianeta, resta ancora molto da capire sulle sue caratteristiche raffreddato a -200 °C: gli urti hanno distrutto completamente la struttura
chimiche e fisiche, non prive di numerose peculiarità e anomalie. Per cristallina del ghiaccio, creando una nuova forma amorfa di ghiaccio
esempio, la densità dell’acqua è maggiore di quella del ghiaccio (che con una densità simile a quella dell’acqua liquida.
per questo motivo galleggia sull’acqua), mentre la maggior parte delle Il prossimo passo sarà capire se anche questo tipo di ghiaccio amorfo
sostanze è più densa allo stato solido rispetto a quello liquido. possiede una fase liquida e se può esistere in natura: secondo i
Un’altra caratteristica bizzarra dell’acqua è che può esistere in due ricercatori, non si può escludere che il nuovo ghiaccio sia presente nel
fasi liquide molto diverse in termini di viscosità e densità. A questi due nostro sistema solare, per esempio in alcune delle lune ghiacciate dei
liquidi, come è stato dimostrato sperimentalmente negli ultimi decenni, pianeti Giove e Saturno.
corrispondono altrettante fasi solide amorfe, ovvero due forme di Matteo Serra
campione ampio e omogeneo di buchi neri su- comunità scientifica: non tutti gli esperti, infatti, Telescope, l’annuncio della
permassicci di età diverse, appartenenti a gran- concordano sulla plausibilità dell’ipotesi, sotto- loro scoperta definitiva sia
di galassie ellittiche. Il primo studio, in partico- lineando la necessità di una verifica con test co- imminente.
lare, ha evidenziato che la massa dei buchi neri smologici e osservativi più solidi. Emiliano Ricci
aumenta nel corso del tempo di una quantità tale Matteo Serra
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News
BIOLOGIA
Negli ultimi
Freschi capelli decenni il pene
umano si è
Soprattutto quelli ricci, ottimizzano la termoregolazione fatto più grande
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cuni studi avevano corroborato e altri smentito, Quindi i capelli, soprattutto quelli ricci, avreb- fenomeno, anche in base
era quella della termoregolazione: i capelli aiuta- bero assicurato agli umani più resistenza: pote- alla variabilità riscontrata nei
no a bilanciare in modo ottimale il calore assor- vano camminare e correre per più tempo prima diversi continenti.
bito e quello perso dalla testa. I ricercatori han- di aver bisogno di bere per reidratarsi. Mattia Maccarone
no messo manichini termici dotati di parrucche Martina Saporiti
l’ultima delle quali contribuì a instaurare il 500.000 occorrenze. I ricercatori delle primato era già passato alle latitudini tropicali.
moderno gradiente latitudinale, per il quale la università britanniche di Oxford, Leeds e Infine, all’incirca 15 milioni di anni fa, il
gradiente divenne ben marcato in risposta a
Homa Peninsula Paleoanthropology Project
biodiversità del pianeta aumenta spostandosi Bristol, coordinati dalla paleobiologa Erin
dai poli all’Equatore. Saupe, hanno incrociato le variazioni nel un ulteriore raffreddamento del pianeta.
A suggerirlo è una serie di studi pubblicati tempo e nello spazio del numero di specie L’abbondanza di nicchie ecologiche all’interno
su «Nature», basati sul colossale database di foraminiferi con le oscillazioni di alcuni della colonna d’acqua delle regioni tropicali
Triton dedicato ai foraminiferi planctonici del parametri ambientali come la temperatura promosse maggiori tassi di speciazione
Cenozoico. superficiale e la salinità degli oceani. rispetto alle latitudini più elevate, dove invece
Dai resti del guscio mineralizzato che protegge Secondo i loro risultati, il moderno gradiente si registrò l’estinzione di molte popolazioni
questi organismi unicellulari è possibile latitudinale iniziò a delinearsi circa 34 milioni regionali di specie.
desumere le condizioni ambientali passate di anni fa, in risposta a un irrigidimento del Davide Michielin
www.lescienze.it Le Scienze 23
News
L’eruzione di Tonga
Sinapsi scalda il pianeta
superveloci
L’eruzione del vulcano Hunga Tonga dello scorso
per tenerci anno è stata la più esplosiva dai tempi dell’eru-
in equilibrio zione del Piñatubo nel 1991. In questi casi solita-
mente ci si aspetta una temporanea diminuzio-
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una velocità iniziale tumori. Insieme, questi geni avrebbero contribuito a rendere i cetacei, evolutisi a partire da piccoli antenati
maggiore e ottenendo terrestri di circa 50 milioni di anni fa, gli attuali giganti del mare. (EnNi)
quindi una risposta più
rapida.
Anche se i dettagli del
meccanismo non sono
ancora del tutto chiari, lo
studio di Robert Raphael
della Rice University di
Houston e colleghi, negli
Stati Uniti, risponde a una
serie di quesiti aperti da
circa 30 anni. (MaMa)
24 Le Scienze
Il vaiolo esiste Una convivenza agevole tra
da quattro millenni i parantropi e i primi Homo Gli incerti
ritratti
Il Variola virus, l’agente patogeno del vaiolo uma- L’ominino Paranthropus boisei e i primi espo-
no, sembra essere più antico di quanto sugge- nenti del genere Homo erano adattati ad ambien-
degli animali
rissero studi precedenti, che erano in contrasto ti differenti, e questo ne permise la coesistenza estinti
con testimonianze storiche della sua presenza in Africa orientale tra 2 e 1,4 milioni di anni fa.
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nell’antichità. Lo indicano ricercatori dell’IRCCS Lo mostra uno studio condotto da Tyler Faith Quanto possiamo fidarci
«Eugenio Medea» e dell’Università degli Studi di dell’Università dello Utah e colleghi, pubblicato delle ricostruzioni artistiche
Milano che, tracciando l’evoluzione del virus, sul «Journal of Human Evolution». di animali estinti? I
hanno stimato la sua comparsa intorno a 3800 Gli antropologi dibattono da tempo su che tessuti molli, la pelliccia,
anni fa. Lo studio, pubblicato su «Microbial Ge- cosa abbia consentito a parantropi e primi Ho- il piumaggio e i colori si
nomics», ha confrontato ceppi del virus moderni mo di convivere a lungo in Africa, senza che uno preservano molto raramente
e storici, risalenti all’era dei vichinghi. dei due gruppi prevalesse sull’altro. Per fare lu- nei fossili, e gli artisti
Le analisi genetiche hanno rivelato che tut- ce sul tema, gli autori della ricerca sono risaliti tentano quindi di indovinarli
ti i ceppi discendono da un unico antenato, al tipo di ambiente in cui questi ominini viveva- partendo dal confronto
chiarendo inoltre come alcune componenti ge- no, ricorrendo all’analisi delle faune fossili a es- con animali esistenti e da
netiche del virus di epoca vichinga siano sta- si associati. È emerso che, mentre i primi Homo considerazioni biologiche.
te mantenute fino al XVIII secolo. Per datare la popolavano una grande varietà di ambienti, i pa- Non è chiaro però, anche
comparsa del virus, Diego Forni, bioinformatico rantropi erano molto più selettivi e specializza- così, quanto l’arte rispecchi
e primo autore dello studio, e colleghi hanno ap- ti nell’impiego di determinate risorse alimentari. la realtà.
plicato un modello matematico in grado di valu- In particolare, i risultati dello studio, incrociati A febbraio 2023 il noto
tarne la velocità di evoluzione. La comparsa del con i dati sulla composizione isotopica dei resti paleontologo italiano Andrea
Variola virus è stata così stimata intorno ai 3800 di Paranthropus, suggeriscono che questo si nu- Cau ha condotto un piccolo
anni fa, oltre 2000 anni prima di quanto dimo- trisse di vegetali poco diffusi, come quelli tipici esperimento, del tutto
strato in precedenza. I risultati supportano quin- degli ambienti fluviali. informale ma illuminante,
di l’ipotesi che il vaiolo sia stato il responsabile di La conclusione a cui sono giunti gli studiosi è sul suo blog scientifico,
cicatrici sospette rinvenute su alcune mummie quindi che la competizione per le risorse tra Ho- Theropoda. Una dozzina
egizie, confermando che il virus era diffuso già al mo e parantropo non doveva essere particolar- di giovani paleoartisti si è
tempo dei faraoni. (EnNi) mente intensa. (AnDG) offerta di ricostruire «alla
cieca», cioè senza sapere a
che specie appartenesse,
La Grande Moria e la veloce ripresa un cranio di un mammifero
esistente scelto da Cau.
Al termine dell’estinzione di massa del Permiano- Le ricostruzioni sono
Triassico di 252 milioni di anni fa – detta Grande state poi confrontate
Moria poiché fu la più vasta estinzione nella storia con l’animale reale (il
del pianeta – la vita nei mari si riprese molto Dendrolagus matschiei,
più in fretta di quanto si credesse. Lo sostiene o canguro arboricolo di
uno studio coordinato dal paleontologo Xu Dai Huon), valutando 16
dell’Università della Borgogna e pubblicato su caratteristiche assenti
«Science». I ricercatori descrivono il Guiyang nelle ossa come il colore
Biota, un’associazione faunistica marina rinvenuta della pelliccia, la forma
da Xu nel 2015 vicino all’omonima città cinese. del naso o la presenza di
Oltre all’eccezionale stato di conservazione, il criniera. Le ricostruzioni
valore del Guiyang Biota dipende dalla sua età, hanno sbagliato dal 40
immediatamente posteriore all’estinzione, in cui fu all’80 per cento dei dettagli,
annientato l’80 per cento delle specie marine. anche quando avevano
Secondo altri studi, il danno agli ecosistemi fu così correttamente identificato
grave che per tornare ai livelli pre-estinzione ci l’animale come un piccolo
sarebbero voluti almeno 10 milioni di anni. Ora la marsupiale.
caratterizzazione del Guiyang Biota mette in dubbio È poco più di un gioco, per
RICHARD JONES/SPL/AGF
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Illustrazione di William Hand
ASTROBIOLOGIA
La vita
come non
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la conosciamo
Gli scienziati stanno abbandonando
le idee tradizionali e hanno cominciato
a cercare creature extraterrestri
che non somigliano a quelle terrestri
di Sarah Scoles
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S
arah Stewart Johnson era al secondo anno di università quando si è trovata
per la prima volta sul vulcano Mauna Kea, nelle Hawaii. La superficie di lava
secca era tutt’altra cosa rispetto alle montagne erose e ricoperte di alberi del
suo Stato natale, il Kentucky. Johnson si allontanò dagli altri giovani ricerca-
tori con i quali si trovava e si diresse verso una lontana cresta che si dirama-
va dalla vetta di 4200 metri. Mentre guardava in basso, spostò una pietra con la punta dello
stivale. Rimase sorpresa nel vedere che sotto viveva una minuscola felce, germogliata dalla
cenere e dai coni di cenere vulcanica. «Sembrava che rappresentasse tutti noi, rannicchiati
sotto quella roccia, esistenti a dispetto delle probabilità», commenta Johnson.
La vera illuminazione che ebbe, però, non era sulla resisten- mamente, potranno sorprenderci», dice. «E se questo valesse per
za della vita sulla Terra o sulle difficoltà dell’essere umani: era su- qualsiasi forma di vita?».
gli alieni. Anche se un paesaggio ha un aspetto strano e inospi- Se le riflessioni di Johnson sono corrette, l’attuale obiettivo del-
tale secondo i parametri umani, può darsi che altre forme di vita la caccia agli alieni – la ricerca di forme di vita come quelle che
lo trovino confortevole. Questo pensiero amplia i possibili luo- conosciamo – potrebbe non funzionare per trovare la biologia
ghi abitabili nel cosmo e la varietà della vita immaginabile al di là dell’altrove. «C’è una vecchia massima secondo cui, se uno perde
dell’atmosfera terrestre. «Fu durante quel viaggio che per me ha le chiavi di notte, il primo posto in cui guardare è sotto il lampio-
cominciato ad avere un senso l’idea di cercare la vita nell’univer- ne», dice Johnson, che ora è professoressa associata alla George-
so», ricorda Johnson. town University. Se vogliamo trovare la vita, la prima cosa che cer-
Successivamente Johnson è diventata una professionista chiamo è l’unico modo in cui sappiamo che la vita può esistere: in
dell’osservazione. Come postdoc in astronomia alla Harvard posti non molto diversi dalla Terra, con una chimica non molto di-
University negli anni a cavallo del 2010, ha studiato i modi in cui gli versa da quella dei terrestri.
astronomi possono usare il sequenziamento genetico – la rilevazio- Gran parte della ricerca astrobiologica prevede la ricerca di
ne e l’identificazione di DNA e RNA – per trovare prove della pre- «biofirme» chimiche, cioè molecole o combinazioni di molecole
senza di alieni. Johnson ha trovato affascinante questo indirizzo di che possono indicare la presenza della vita. Ma poiché non è pos-
ricerca (il futuro «progetto genoma» dedicato agli alieni!), ma le ha sibile affermare con certezza che la vita extraterrestre debba so-
anche dato da pensare: e se la vita extraterrestre non fosse dotata di migliare, dal punto di vista chimico, a quella della Terra, cercan-
DNA, di RNA, né di altri acidi nucleici? E se le loro cellule riceves- do queste firme potrebbero sfuggirci esseri che pure sono in bella
sero istruzioni in qualche altro modo biochimico? evidenza. «Come possiamo andare oltre?», chiede Johnson. «Co-
Johnson ha espresso questo tipo di pensieri eretici in testi con me facciamo a prendere in considerazione qualcosa di veramen-
uno stile troppo lirico e filosofico per le riviste scientifiche. Le sue te alieno?» I metodi scientifici, ritiene, devono essere più aperti a
riflessioni si sarebbero poi trasformate nel testo divulgativo The forme di vita basati su una diversa biochimica: la vita come non la
Sirens of Mars del 2020 (in italiano Marte. L’ultima frontiera, Sper- conosciamo. O, per indicarla con un acronimo recente, «LAWDKI»
ling & Kupfer, 2021). Nelle pagine di questo libro esamina l’idea (life as we don’t know it).
che gli altri pianeti siano veramente «altri», e quindi che i loro abi- Ora Johnson ha la possibilità di capire come si possa studia-
tanti possano essere molto diversi, a un livello fondamentale e chi- re questo tipo di vita sconosciuta, in qualità di principal investi-
mico, da qualsiasi cosa del nostro mondo. «Persino i luoghi che ci gator di una nuova iniziativa finanziata dalla NASA, chiamata
sembrano familiari, come Marte, che riteniamo di conoscere inti- Laboratory for Agnostic Biosignatures (LAB). La ricerca del LAB
no qualcosa di più di semplici indizi. Questi segnali potrebbero le che gli alieni non codifichino queste istruzioni con le stesse mo-
aiutarci a rispondere a una delle domande più antiche dell’umani- lecole nostre o nella stessa forma. Per esempio, a partire dagli anni
tà – «Siamo soli?» – e mostrarci che non abbiamo niente di specia- novanta alcuni ricercatori della Northwestern University hanno
le, neppure nella nostra base biologica. creato gli SNA, acidi nucleici sferici.
La vita aliena potrebbe per esempio avere un codice genetico
Vita, astrovita o vyta con basi diverse. In uno studio del 2019 della Foundation for Ap-
Parte della difficoltà nella ricerca della vita di qualsiasi tipo è plied Molecular Evolution, finanziato dalla NASA, è stato prodot-
che gli scienziati non sono d’accordo su come la vita abbia avuto to un DNA sintetico che faceva uso delle quattro basi classiche e
inizio, e neppure su che cosa sia la vita. Un buon tentativo di defi- di quattro nuove: P, Z, B e S. I ricercatori hanno anche alterato la
nizione è stato formulato nel 2011 dal genetista Edward Trifonov, parte del filamento del codice genetico, creando lo XNA – dove X
che ha raccolto più di 100 interpretazioni della parola «vita» e le significa che va bene qualsiasi cosa – che usa una molecola come
ha condensate in un’idea generale: è «autoriproduzione con varia- il cicloesene (CeNA) o un glicole (GNA), anziché il desossiribosio.
zioni». La NASA aveva formulato una definizione operativa simile Alcuni scienziati propongono da tempo che invece di usare come
anni prima, a metà degli anni novanta, e la usa ancora per proget- base il carbonio, come accade in tutte queste molecole, la vita alie-
tare studi di astrobiologia. La vita, secondo questa formulazio- na potrebbe usare il silicio, un elemento funzionalmente simile, il
ne, «è un sistema chimico autosostentante capace di evoluzione che significa che non avrebbe affatto acidi nucleici ma altre mole-
darwiniana». cole che forse svolgono lo stesso ruolo. Se riusciamo a creare tan-
te alternative nella nostra mente e nei nostri laboratori, l’universo
Vita: Si autoriproduce con variazioni non dovrebbe essere ancora più creativo e abile?
S T
Z G
Nessuna di queste definizioni classiche richiede una chimica
specifica. Sulla Terra, naturalmente, la vita si basa sul DNA: l’a-
cido desossiribonucleico. Il DNA è costituito da due filamenti in- È per questo motivo che secondo uno dei ricercatori del LAB,
trecciati, ciascuno formato da un’alternanza di zuccheri e fosfati. Leroy Cronin, dell’Università di Glasgow, non si dovrebbe neppu-
A ogni zucchero è legata una base azotata: A (adenina), G (guani- re parlare di «biologia» al di fuori della Terra. «La biologia è unica»,
na), C (citosina) o T (timina). Insieme, le basi e gli zuccheri-fosfa- proclama. RNA, DNA, proteine, amminoacidi tipici? «Li trovere-
ti formano i nucleotidi; il DNA stesso è un acido nucleico. L’RNA mo solo sulla Terra». Ritiene che un giorno si dirà invece: «Stiamo
è simile a un DNA, ma ha un singolo filamento: tra le altre cose, cercando “astrovita”». (Il termine «LAWDKI» deve ancora prende-
aiuta a tradurre le istruzioni del DNA nella produzione effettiva re piede.)
di proteine. Stuart Bartlett, ricercatore al California Institute of Technology
e non affiliato con il LAB, concorda con questa critica linguistica.
DNA Nella ricerca di forme di vita esotiche non si sta cercando davvero
A
la vita (life), sostiene Bartlett, ma la «vyta» (lyfe), un termine propo-
C sto in un articolo del 2020 di cui è coautore, apparso curiosamen-
te sulla rivista «Life». «La vyta – spiega l’articolo – è definita come
qualsiasi sistema che soddisfi tutti e quattro i processi dello stato
DNA vivente». Questo significa che dissipa energia (per esempio man-
Grafiche di Jen Christiansen
www.lescienze.it Le Scienze 29
Vyta: Soddisfa i quattro i processi dello stato vivente Sutherland, chimico al Medical Research Council Laboratory of
Molecular Biology, è condirettore di un gruppo chiamato Simons
Dissipa energia Si riproduce attraverso reazioni Collaboration on the Origins of Life, che amalgama idee preesi-
chimiche che si autosostentano stenti su come sia apparso prima l’uno o l’altro sottosistema: la ge-
netica o le prime forme di metabolismo. Ma Sutherland ammette
che, a essere sincero, non capisce come sia iniziata la biologia; non
lo capisce nessuno.
E fino a quando non sapremo di più su come possano essere an-
Vyta: Soddisfa i quattro i processi dello stato vivente date le cose sulla Terra primordiale, sostiene Sutherland, non c’è
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Bio-agnostico
Nel primo numero della rivista accademica «Astrobiology»,
Sebbene distinto da quello del LAB, il lavoro di Bartlett emer- più di vent’anni fa, c’era un articolo di Kenneth Nealson e Pame-
ge dalla stessa passione: «Quella transizione misteriosa e opaca la Conrad intitolato A Non-Earthcentric Approach to Life Detec-
tra cose come la fisica e la chimica che comprendiamo abbastan- tion (Un approccio non terracentrico al rilevamento della vita). Ma
za bene – dice – e la biologia, che è ancora avvolta nel mistero». Co- adottare un approccio non terracentrico non è facile per il nostro
me faccia la vita a diventare tale è forse la questione più centrale cervello, che si è formato in questo ambiente. Siamo notoriamen-
dell’astrobiologia. te incapaci di visualizzare quello che non ci è familiare. «Per noi è
Cercare di capire come è emersa la biologia sul pianeta che co- una delle cose più difficili, come immaginare un colore che non
nosciamo meglio è di pertinenza degli studi sull’«origine della vi- abbiamo mai visto», afferma Johnson.
ta». Ci sono due ipotesi principali su come certi grumi di chimica Quindi gli astrobiologi finiscono spesso per cercare alieni che
siano diventati grumi di biologia, la cosiddetta abiogenesi. Secon- somigliano alla vita terrestre. Agli astronomi piace considerare
do una, l’RNA sarebbe nato in grado di fare copie di se stesso, per- l’ossigeno nell’atmosfera di un esopianeta come un potenziale in-
ché è proprio quello che sa fare, e sarebbe stato anche in grado di dicatore di vita, perché noi lo respiriamo, tuttavia un pianeta può
catalizzare altre reazioni chimiche. Nel corso del tempo questa ca- riempirsi di questo gas in modi che non sono legati alla vita. Su
pacità di replicarsi ha portato a esseri la cui composizione si ba- Marte, i ricercatori si sono entusiasmati per sbuffi di metano, che
sava su questo tipo di codice genetico. L’approccio «prima il me- è una molecola organica, e per il rilascio di gas dopo che nel suolo
tabolismo», invece, postula che certe reazioni chimiche si siano era stata iniettata una soluzione di quelle che per noi sulla Terra
organizzate in modo autosostentante. Queste comunità composi- sono sostanze nutrienti, il che forse indicava la presenza di qual-
te e le loro reazioni chimiche sono diventate sempre più comples- che forma di metabolismo. Inventano espressioni come «zona Ric-
se, fino a far emergere il nostro codice genetico. cioli d’oro» (Goldilocks zone) per indicare le regioni attorno alle
stelle in cui sui pianeti può essere presente acqua allo stato liqui-
Abiogenesi do, il che vorrebbe dire che quello che è adatto alla vita sulla Terra
sarebbe adatto ovunque.
Ipotesi «prima la genetica» Anche quando gli scienziati scoprono forme di biologia a loro
sconosciute, tendono a metterle in relazione con qualcosa di fami-
liare. Per esempio, quando Antonie van Leeuwenhoek vide orga-
Vita nismi unicellulari attraverso la lente composita del suo microsco-
pio nel XVII secolo, li chiamò «animalcules», cioè piccoli animali,
cosa che non sono.
Molecole Molecole RNA Cicli
Heather Graham, che lavora presso il Goddard Space Flight
semplici complesse metabolici
Abiogenesi Center della NASA ed è vice principal invesigator del LAB, vede la
scoperta di van Leeuwenhoek come un esempio di successo nel-
Ipotesi «prima il metabolismo» la ricerca di LAWDKI, qui vicino a noi. Lo stesso vale per la sco-
perta degli archaea, un dominio di antichi organismi unicellulari
riconosciuto per la prima volta negli anni settanta. «Se riformu-
Vita liamo queste scoperte come casi di biofirme agnostiche, allora ci
rendiamo conto che è una cosa che si fa già da un po’», commen-
ta Graham.
Molecole Cicli Molecole RNA Intorno al 2016 Johnson ha cominciato a lavorare con loro, tro-
semplici metabolici complesse vandoci degli scettici che la pensavano come lei e che volevano
sondare le tenebre. Nel corso di un seminario su invito organiz-
zato dalla NASA riguardo alle firme biologiche, Johnson si è ritro-
Queste due ipotesi principali non si escludono a vicenda. John vata a tavola con ricercatori come Graham per cercare di capire
come usare la complessità in qualità di indizio alternativo di feno- struttura reticolare ordinata nel posto in cui si trovano ora – e in-
meni biologici. Per dirla in termini macroscopici, l’idea è che se dizi di biologia.
osservassimo una flotta di 747 su Marte, pur non sapendo da do- I due tipi di materiali possono sembrare esteriormente simili
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ve provengono sapremmo che è poco probabile che siano casuali. perché sono entrambi molto ordinati. Ma il gruppo di ricerca in-
Qualcuno o qualcosa li ha creati. tende dimostrare che i modelli geochimici, che simulano il modo
Dopo questo incontro Johnson e i suoi colleghi hanno avanza- in cui l’acqua satura di composti chimici li fa precipitare, preve-
to una proposta dell’ultimo minuto per sviluppare uno strumen- dono il tipo di cristalli abiotici trovati lì. Kidd Creek, per esempio,
to per la NASA, con l’obiettivo di trovare e misurare molecole le ne ha un suo tipo specifico: la kiddcreekite, un composto di rame,
cui forme si incastrano fisicamente, come una serratura e la sua stagno, tungsteno e zolfo che cristallizza dall’acqua. Questi stes-
chiave, perché questo accade di rado in insiemi casuali di compo- si modelli, però, non sono in grado di prevedere le strutture biolo-
sti chimici, mentre compare in tutte le cellule viventi. L’idea del- giche, che si formano secondo forze e regole diverse. Se risultasse
lo strumento, però, non fu selezionata. «È stato allora che ci siamo vero, i modelli potrebbero rivelarsi utili se applicati a condizioni
resi conto: “Bene, dobbiamo fare un passo indietro e ripartire a un geochimiche aliene per prevedere i minerali che si formano na-
livello molto più fondamentale”», spiega Graham. turalmente. Qualsiasi altra cosa venisse trovata, si pensa, potreb-
La stessa agenzia spaziale ha dato loro la possibilità di farlo, lan- be essere viva.
ciando di lì a poco un bando per «Consorzi interdisciplinari per Johnson sta tornando ai giorni del suo postdoc e ai sequenzia-
la ricerca astrobiologica», con cui prometteva molti anni di finan- tori genetici la cui utilità allora metteva in dubbio. Il gruppo, tut-
ziamenti per approfondire le idee che Johnson e colleghi avevano tavia, ha trovato un modo per renderli più agnostici. I ricercato-
discusso in quel pranzo. Serviva però una squadra più numerosa, ri hanno in programma di usare questi strumenti per studiare il
così hanno contattato planetologi, biologi, chimici, informatici, numero di punti sulla superficie di una cellula in cui possono at-
matematici e ingegneri, alcuni già impegnati a fondo negli studi taccarsi le molecole, in modo analogo ai punti in cui gli anticor-
sullo spazio, mentre altri, ricorda Johnson, stavano «appena ini- pi si attaccano alle cellule. «Avevamo un’ipotesi secondo la qua-
ziando a considerare le implicazioni astrobiologiche del loro lavo- le ci sarebbero più siti di legame su qualcosa di complicato come
ro». Era particolarmente importante farlo in quel momento, per- una cellula che su una piccola particella», come un granello di pol-
ché si stavano progettando strumenti per rilevare forme di vita vere non vivo, dice Johnson. Qualcosa di vivo, detto in altre paro-
in punti del sistema solare come le lune Europa, Encelado e Tita- le, dovrebbe avere più posti che funzionano come una serratura
no, più esotiche della maggior parte dei mondi visitati fino ad allo- per una chiave.
ra. «La maggior parte di questi altri luoghi a cui stiamo iniziando a Per mettere alla prova questa idea, generano un gruppo casua-
pensare come obiettivi per l’astrobiologia sono davvero bizzarri e le di frammenti di DNA e lo inviano verso una cellula. Alcuni fram-
nuovi», afferma Johnson. Se stiamo andando in un posto bizzarro menti si legheranno all’esterno della cellula. Successivamente ri-
e nuovo, possiamo aspettarci bizzarre e nuove forme di vita che si muovono e raccolgono i frammenti legati, catturano quelli non
agita invisibile fuori dalla luce del lampione. legati e li rimandano nuovamente alla cellula bersaglio, ripeten-
La loro proposta è stata convincente: quella tavolata, con varie do il processo per diversi cicli. Poi osservano che cosa è rimasto al-
aggiunte, è divenuta il LAB. Adesso questo progetto, una coalizio- la fine: quale percentuale si è agganciata e quale è ancora libera. In
ne diffusa di scienziati più che un singolo laboratorio fisico, è atti- questo modo è possibile confrontare le chiavi entrate nella serra-
vo da alcuni anni. I ricercatori mirano a scoprire come fattori qua- tura della cellula con quelle attaccate a qualcosa come una parti-
li la complessità di una superficie, le concentrazioni anomale di cella di polvere.
elementi e il trasferimento di energia – come per esempio il movi-
mento degli elettroni tra gli atomi – possano rivelare la vita come Test «chiave e serratura»
nessuno la conosce.
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re una differenza rispetto a ciò che lo circonda, ipotizza il membro loro ambiente. «Le cellule più grandi saranno via via più diverse
del LAB Peter Girguis, della Harvard University. «Usiamo energia dall’ambiente», afferma Kempes.
per mantenerci letteralmente separati dall’ambiente, definendo i La proporzione di cellule delle varie dimensioni tende a segui-
nostri confini», dice. Per fare un esempio, quando un ramo fa par- re una relazione nota come legge di potenza: un numero enor-
te di un albero, è vivo ed è diverso, dotato di un confine, rispetto al me di oggetti più piccoli seguito da una ripida diminuzione man
suo ambiente. Se allontaniamo questo componente vivo dalla sua mano che le cellule diventano più grandi. Quindi, se avessimo
fonte di energia, cioè spezziamo il ramo, muore e smette di usare un campione extraterrestre e vi osservassimo queste stesse re-
energia. «Nel giro di poco tempo si disintegra e diventa indistin- lazioni matematiche – cose piccole che somigliano all’ambiente
guibile dall’ambiente», osserva Girguis. «In altre parole, raggiun- circostante e cose sempre più grandi che gli somigliano sempre
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ge letteralmente un equilibrio». meno, con molte delle prime e poche delle seconde – tutto que-
sto potrebbe indicare un sistema biologico. E non servirebbe sa-
pere in anticipo che aspetto hanno dal punto di vista chimico
l’«ambiente» o la «biologia».
VivoVivo
- Non vivo Non vivo
Legge di potenza
Legge di potenza
Lo squilibrio della vita dovrebbe manifestarsi come una diffe-
renza chimica tra un organismo e l’ambiente che lo circonda, in-
dipendentemente da quello di cui sono fatti l’ambiente o la vita.
«Posso esaminare una zona, ottenere un mappa e dire: “Mostra-
mi la distribuzione del potassio”», spiega Girguis. Se compaiono
chiazze di concentrazioni di potassio, che punteggiano l’immagi-
ne solo in certi punti, allora forse abbiamo a che fare con fenome- Cronin, una sorta di eretico all’interno di questo gruppo ere-
ni biologici. tico, ha un’idea tutta sua per distinguere tra vita e non vita. È l’i-
Il lavoro di Girguis al LAB si intreccia con un altro pilastro del- deatore della cosiddetta teoria dell’assemblaggio, un «modo per
la ricerca del gruppo: un concetto chiamato frazionamento chi- identificare se qualcosa è complesso senza sapere nulla della sua
mico, ovvero il modo in cui la vita usa di preferenza alcuni ele- origine», spiega. Più una molecola è complessa, più è probabile
menti e isotopi e ne ignora altri. Un sottogruppo che indaga su che derivi da un processo vivente.
questa idea, guidato da Christopher House, della Pennsylvania Può sembrare un bias nel contesto dell’agnosticismo, ma in ge-
State University, può usare i dati rilevati abitualmente dagli stru- nerale tutti ammettono che la vita deriva, come dice Sutherland,
menti spaziali per scoprire la composizione di un pianeta o di una «dalla complessificazione della materia». All’inizio ci fu il big bang
luna. «Se comprendiamo le regole fondamentali sull’inclusione o e si formò l’idrogeno, l’elemento più semplice. Poi venne l’elio.
l’esclusione di elementi e isotopi, possiamo immaginare un nuo- Molto più tardi giunsero le molecole organiche, conglomerati di
vo ecosistema che si comporta ancora secondo regole simili, ma in atomi di carbonio con altri elementi attaccati. A un certo punto
cui gli elementi e gli isotopi sono del tutto diversi», afferma House. quelle molecole organiche si unirono per formare un sistema au-
Può fornire a chi studia la mancanza di equilibrio un punto di par- tosufficiente e autoreplicante. Alla fine questo sistema ha comin-
tenza per i tipi di strutture su cui concentrarsi quando producono ciato a costruire l’equivalente biologico dei 747 (e poi anche i 747
le mappe punteggiate. veri e propri).
All’interno del gruppo di House alcuni ricercatori postdoc Nella teoria dell’assemblaggio, la complessità delle molecole si
stanno studiando i sedimenti lasciati da organismi antichi nell’Au- può quantificare con il loro «numero di assemblaggio molecola-
stralia occidentale. Guardando questi campioni di roccia cerca- re». È semplicemente un numero intero che indica quanti elemen-
no di scovare strutture che mostrino su quali elementi o isotopi si ti costitutivi è necessario che si leghino insieme e in quali quantità
concentravano le prime forme di vita sulla Terra. «Speriamo di po- per formare una molecola. Il gruppo usa come esempio la paro-
ter iniziare a generalizzare», conclude House. la «abracadabra» (magia!). Per fare questa magia dobbiamo prima
Il gruppo informatico del LAB, co-guidato da Chris Kempes, sommare tra loro una a e una b. A questa ab possiamo sommare
del Santa Fe Institute, si occupa di questa generalizzazione. La r. Ad abr sommiamo un’altra a ottenendo così abra. Poi uniamo
ricerca di Kempes si concentra sulle cosiddette leggi di scala: in una c, poi una a e poi una d, fino ad avere abracad. E ad abracad,
questo ambito si tratta dello studio di come i fenomeni chimici possiamo aggiungere l’abra che abbiamo già creato. Sono sette
all’interno di una cellula variano in modo prevedibile in funzio- passaggi per creare abracadabra, il cui numero di assemblaggio
ne delle sue dimensioni e di come la proporzione di cellule di di- molecolare è quindi appunto sette. Il gruppo ipotizza che a un nu-
mensioni diverse segue un andamento specifico. Con il LAB, nel mero più alto corrisponda una molecola con una «impronta digi-
2021 Kempes, House, Graham e i loro collaboratori hanno pubbli- tale» più complicata su uno spettrometro di massa, uno strumento
cato sul «Bulletin of Mathematical Biology» un articolo a propo- che distingue i componenti di un campione in base alla loro massa
sito di come si possano applicare ai batteri queste leggi di scala. e carica elettrica per identificare di che cosa è fatto. Una molecola
Per esempio, se riordiniamo un campione di materiale biologico complessa mostrerebbe picchi di energia più distinti, in parte per-
in base alle dimensioni dei componenti, emergono certe differen- ché è composta da molti legami. E questi picchi sono un indicato-
ze. La chimica delle cellule più piccole somiglia molto a quella del re approssimativo del suo numero di assemblaggio.
luto il settore sia questa idea che le firme biologiche devono esse-
re interpretate nel contesto del loro ambiente», afferma Meadows.
PER APPROFONDIRE
Occorre capire le condizioni di un pianeta e quelle della sua stella,
fino a poter capire che cosa possa significare l’ossigeno. «Può dar- La ricerca di forme di vita extraterrestri. Sagan C., in «Le Scienze» n. 316,
si che l’ambiente stesso possa confermare l’idea che l’ossigeno sia dicembre 1994.
www.lescienze.it Le Scienze 33
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Campioni con acque di transito contenenti PFAS nel laboratorio di analisi delle acque
dell’Agenzia regionale per la prevenzione e protezione ambientale del Veneto a Mestre.
INQUINAMENTO
PFAS,
un marchio eterno
Questi composti sono resistenti, persistono nell’ambiente
per un tempo indefinibile, possono avere pesanti impatti sulla salute.
E si trovano in tanti oggetti di uso quotidiano
Foto Stefano Schirato
di Gianluca Liva
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Gianluca Liva è giornalista scientifico freelance. Si occupa di attualità, impatto e
politiche ambientali, storia della scienza. È tra i fondatori di RADAR Magazine.
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Prelievo di campioni di acqua trattata del lago Michigan, negli Stati Uniti, in un laboratorio dell’impianto di trattamento delle acque a Wilmette, in
Illinois. L’analisi dei campioni ha rilevato livelli estremamente elevati di sostanze PFAS.
namento esteso ed esposizione umana emersero uno dopo l’altro, Zurigo e una delle figure centrali che hanno portato alla defini-
a riprova di una diffusione ubiquitaria. Cittadini e cittadine delle zione di PFAS proposta dell’Organizzazione per la cooperazio-
zone in cui si registravano (e si registrano) livelli macroscopici di ne e lo sviluppo economico (OCSE). Wang ricorda che «uno dei
contaminazione si riunirono in comitati e associazioni che da al- primi tentativi di fornire una definizione adeguata di PFAS risa-
lora hanno svolto un lavoro fondamentale, come nel caso del di- le al 2011 ed è stata proposta da un gruppo di ricerca guidato da
sastro provocato dell’azienda MITENI in Veneto. Presero il via Robert Buck, chimico ai tempi impiegato presso DuPont de Ne-
i processi per disastro ambientale e molti dei documenti coperti mours. Nel suo fondamentale lavoro, Buck descriveva i PFAS co-
dal segreto aziendale divennero pubblici. È così, pian piano, che me composti alifatici altamente fluorurati con uno o più atomi di
Erin Hooley/Chicago Tribune/Tribune News Service via Getty Images
si è scoperchiato un vaso di pandora che alcuni avevano deciso di carbonio (C) in cui tutti i sostituenti dell’idrogeno sono sostitui-
tenere sigillato per decenni ed è cominciato un percorso di ricer- ti da atomi di fluoro (F) e contengono il gruppo perfluoroalchili-
ca sui PFAS pubblico e a tutto campo. Per comprendere l’entità di co CnF2n+1».
questo ritardo – e la conseguente rinuncia a un ragionevole princi- Di recente, invece, è stato il gruppo di ricerca guidato dallo
pio di precauzione – basti sapere che ancora oggi la nomenclatura stesso Wang a dare una nuova descrizione di che cosa sia una so-
delle sostanze per- e polifluoroalchiliche è sfuggente e variabile. stanza per- e polifluoroalchilica. I PFAS sono intesi come sostan-
La scienza pubblica rincorre con affanno la scienza in funzione ze fluorurate che contengono almeno un atomo di carbonio meti-
privata e, per il momento, non è ancora del tutto chiaro che cosa lico o metilenico completamente fluorurato (senza alcun atomo di
sia da considerarsi un PFAS e che cosa no. idrogeno, cloro, bromo, iodio). Vale a dire che, con poche eccezio-
ni, qualsiasi sostanza con almeno un gruppo metilico perfluoru-
Che cosa intendiamo per PFAS rato (-CF3) o un gruppo metilenico perfluorurato (-CF2–) è da con-
«La comunità scientifica ha dovuto affrontare un lungo viag- siderarsi PFAS. La questione della nomenclatura non è un mero
gio per rendersi conto del numero di sostanze che si possono con- dettaglio formale riservato al mondo della chimica pura. In base a
siderare PFAS. Ma il viaggio è ben lontano dal concludersi», rac- essa, il numero di sostanze varia di molto, con conseguenze imma-
conta Zhanyun Wang, ricercatore capo al Politecnico federale di ginabili sui processi regolatori.
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«Agli albori si conoscevano pochissimi PFAS. Via via, nel tem- primi studi che evidenziavano il fatto che il PFOA potesse intera-
po, questo insieme è cresciuto numericamente», spiega Wang. gire con l’albumina nel sangue risale al 1956. In seguito, nel 1961
«Nel 2015 l’Agenzia svedese per i composti chimici ne aveva elen- DuPont iniziò a «interessarsi» dei possibili effetti del PFOA sulla
cati circa 3000. Pochi anni più tardi l’OCSE ne numerava poco salute umana. In quell’anno, il dipartimento di tossicologia dell’a-
più di 4700. L’Environmental Protection Agency (EPA), negli Stati zienda confermò che il C8/PFOA era tossico per gli animali. Do-
Uniti, considera PFAS oltre 14.000 sostanze diverse. Altre defini- rothy Hood, allora capo del dipartimento, avvertì la dirigenza che
zioni fanno sì che i PFAS siano decine di migliaia di composti. Se- la sostanza doveva essere «maneggiata con estrema cautela», poi-
condo le banche dati di PubChem i PFAS potrebbero essere più di ché aveva riscontrato un ingrossamento del fegato nei ratti e nei
6 milioni. Ma il vero punto è un altro: di fronte a questi numeri ab- conigli esposti al C8.
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normi, la scienza pubblica conosce nel profondo le caratteristiche Negli anni settanta già si intravedeva un quadro inquietante.
di, forse, qualche decina di sostanze. Le restanti ci sono del tutto Un’altra azienda, la 3M, era a conoscenza che i PFAS si potevano
ignote, ma ciò nonostante molte di esse sono in commercio», di- accumulare nel sangue e nel 1973 uno studio di DuPont evidenziò
chiara il ricercatore. danni al fegato dovuti all’esposizione ai PFAS che rivestono gli im-
Le cose si complicano se si tiene anche conto della differenza ballaggi alimentari. Nel 1975 la 3M era stata informata che i PFAS si
tra PFAS a catena lunga (come PFOS e PFOA) e PFAS a catena cor- bioaccumulavano nei campioni di sangue umano presi in esame.
ta (i PFAS «di nuova generazione»). Di solito, i composti con cate- Nel 1981 3M e DuPont spostarono di reparto le lavoratrici dopo che
ne carboniose fino a cinque atomi sono considerati a catena corta, alcuni studi interni sugli animali avevano rivelato che i PFAS dan-
mentre i composti con più di sei atomi di carbonio sono a cate- neggiano lo sviluppo degli occhi nei feti. Nel 1989 uno studio del-
na lunga. Tuttavia, i criteri per stabilire questa differenza varia- la 3M aveva già evidenziato una maggiore incidenza tumorale tra i
no a seconda del tipo di classe di sostanze. Gli acidi perfluoroal- lavoratori addetti alla produzione di PFAS.
chilici carbossilici (PFCA) con otto o più atomi di carbonio sono All’inizio del XXI secolo era ormai chiaro che i PFAS sono o
definiti a catena lunga, mentre per gli acidi perfluorosolfonici si degradano in composti chimici persistenti, e in molti casi bio-
(PFSA) basterebbe avere sei o più atomi di carbonio per rientra- accumulabili, che fanno parte della miscela di composti che ci
re in quella categoria. Per altre classi di sostanze per- e polifluo- circonda. È da quando è stato impossibile trattenere queste in-
roalchiliche, come gli acidi carbossili-
ci perfluoropolieteri (PFECA) oppure
gli acidi perfluoroalchil etere solfoni- All’inizio del XXI secolo era ormai chiaro che
ci (PFESA), non c’è ancora un vero cri-
terio di separazione. Come vedremo in i PFAS sono o si degradano in sostanze chimiche
seguito in questo articolo, si tratta di
una diversità con pesanti risvolti sulla
persistenti, e in molti casi bioaccumulabili
regolamentazione. Quello che è certo è
che il termine «PFAS» è ampio, generi-
co e non specifico, non indica se un composto sia dannoso o me- formazioni in contesti esclusivamente privati che la ricerca sul
no, però comunica soltanto che i composti sotto questo termine rapporto tra PFAS e salute è cominciata e non si è più fermata. Al
condividono alcune caratteristiche. A maggior ragione, è diffici- momento, ci sono forti indizi che la presenza di PFAS nell’organi-
lissimo inquadrare i PFAS nell’universo di sostanze che conoscia- smo possa comportare un rischio più elevato di malattie della ti-
mo e che usiamo. roide, tumore ai reni, tumore ai testicoli, aumento dei livelli di co-
Ci sono stati alcuni tentativi. Nel 2020, 22 inventari di composti lesterolo, ridotto sviluppo del feto, danni al fegato, ritardo nello
chimici provenienti da 19 paesi del mondo sono stati analizzati per sviluppo delle ghiandole mammarie, minore efficacia delle vacci-
ottenere una prima panoramica completa delle sostanze presenti nazioni. È molto difficile dimostrare una relazione netta tra espo-
sul mercato, come primo passo essenziale verso una comprensio- sizione a una specifica sostanza e insorgenza di una malattia, co-
ne globale dell’inquinamento chimico. Oltre 350.000 sostanze e me può avvenire nel caso di esposizione più o meno prolungata
miscele di sostanze sono state registrate per la produzione e l’uso, all’amianto.
un numero fino a tre volte superiore a quello stimato in preceden- I PFAS sono potenzialmente presenti nel sangue della quasi to-
za e con differenze significative tra nazioni e regioni. Un dato de- talità della popolazione mondiale: i ricercatori li hanno trovati nel-
gno di nota è che l’identità di molte sostanze rimane sconosciuta le più remote popolazioni in Oceania oppure nel sangue degli Inu-
al pubblico, perché coperta da segreto industriale (oltre 50.000) it, popolazione indigena dell’Artico che vive tra Stati Uniti, Canada
o descritta in modo ambiguo (fino a 70.000). Tra queste, ci sono e Groenlandia. I PFAS agiscono come interferenti endocrini, gra-
i composti organofluorurati, una parte di quel cocktail di sostan- zie alla loro spiccata propensione a legarsi all’albumina, la più ab-
ze a cui l’umanità è esposta ogni giorno e che, a seconda dei casi e bondante proteina del plasma sanguigno.
delle situazioni, può fare ammalare. «L’albumina che abbiamo nel sangue è una proteina di tra-
sporto. Quando il corpo produce ormoni, questi devono viaggia-
L’impatto sulla salute re, per esempio, dall’ipofisi al fegato, al pancreas o alle ghiando-
È bene chiarirlo subito: benché la scienza a uso pubblico ab- le surrenali», spiega Jamie DeWitt, professoressa di farmacologia
bia prodotto numerosi risultati soltanto negli ultimi 20-25 anni, e tossicologia alla Brody School of Medicine della East Carolina
i primi indizi sulle possibili conseguenze per la salute dei PFAS University, negli Stati Uniti, nonché una delle figure più rilevan-
risalgono a molto tempo prima e nel corso del XX secolo alcune ti nella ricerca sugli effetti immunotossicologici dei PFAS. «Gli or-
aziende erano già in possesso di tutti gli elementi che sancivano moni si legano all’albumina e talvolta ad altre proteine plasma-
la pericolosità delle sostanze per- e polifluoroalchiliche. Uno dei tiche per essere trasportati fino al punto in cui devono arrivare.
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Quindi l’albumina è quasi come un sistema di taxi nel nostro cor- rischi per la salute, poiché – a differenza dei PFAS a catena lun-
po», riassume la ricercatrice. ga – non si bioaccumulano. È così che PFOA e PFOS hanno cedu-
«Ci sono diversi motivi per cui le proteine si attaccano e si stac- to il passo a prodotti come GenX oppure cC6O4. Nonostante i pro-
cano. Molte di esse hanno a che fare con l’affinità o con il gradi- clami aziendali, però, i problemi sono emersi anche con i PFAS di
mento della proteina da parte di una sostanza. Nel nostro organi- nuova generazione.
smo ci sono proteine che hanno una certa dimensione, una certa
forma o una certa carica, positiva e negativa. E tutto questo de- Sostituzioni deplorevoli
termina la capacità di aderire a qualcosa come l’albumina. Quan- I PFAS a catena corta rientrano nelle sostanze che, in gergo, si
do una sostanza come il PFOA si lega all’albumina, occupa il po- chiamano regrettable substitutions, traducibile come «sostituzio-
sto che sarebbe stato riservato, per esempio, a un ormone. Questo ni deplorevoli». In altre parole, ci si trova davanti per l’ennesima
è uno dei motivi per cui i PFAS sono identificati come composti volta alla stra-abusata e stra-citata pratica gattopardesca del «cam-
chimici che alterano il sistema endocrino. Di conseguenza, il cor- biare tutto per non cambiare niente». «I PFAS a catena corta ven-
po potrebbe modificare la quantità di ormoni che produce perché gono eliminati dall’organismo più rapidamente. Beviamo acqua e,
vede o percepisce che non ce ne sono abbastanza o che ce ne so- per esempio, gli acidi perfluoroalchilici C4 (PFAA), o PFPA o PFPS,
no troppi. In sintesi: i PFAS confondono e alterano questi mecca- passano attraverso il corpo e quindi non è più un problema accu-
nismi con tutte le conseguenze che sospettiamo esserci», conclu- mularne i livelli per lungo tempo. Tuttavia, il loro ingresso nell’or-
de DeWitt. ganismo è continuo. Ma, in generale, la preoccupazione maggiore
Una recente analisi condotta dal Nordic Council of Ministers è la persistenza nell’ambiente: non se ne vanno», chiarisce Martin
(il forum intergovernativo dei paesi del Nord Europa) ha stima- Scheringer, professore dell’Istituto di biogeochimica e dinamica
to quali possano essere le ricadute economiche derivate dagli im- degli inquinanti del Politecnico federale di Zurigo. «Il bioaccumu-
patti dei PFAS sulla salute. Secondo lo studio, intitolato The cost of lo può essere minore rispetto ai PFAS a catena lunga, ma i PFAS
inaction (il costo dell’inazione), in Europa la spesa sanitaria annua a catena corta entrano regolarmente nell’organismo a causa della
come conseguenza dell’esposizione ai PFAS si aggira tra i 52 e gli loro massiccia diffusione. Si spostano con estrema facilità. Riman-
84 miliardi di euro. Si tratta di costi che non sono compensati da gono stabili. Più li si usa e più aumentano. In molte parti del mon-
chi inquina, ma sono sostenuti dal sistema sanitario e dai contri- do i PFAS sono addirittura nella pioggia. Eliminarli è impossibile.
buenti. La bonifica su aree vaste è del tutto al di fuori delle nostre possibi-
Di fronte ai sempre più numerosi indizi di pericolosità dei PFAS lità», continua Scheringer.
a catena lunga, in alcune parti del mondo si è intervenuti per vie- Più ci si addentra nell’universo dei PFAS e più i problemi au-
Jim West/SPL/AGF
tarne l’impiego. Le aziende produttrici di questi composti hanno mentano. Per evitare la loro dispersione nell’ambiente si ricor-
sostituito i prodotti a catena lunga con loro omologhi a catena cor- re a sistemi come i filtri a carboni attivi. Quando questi filtri sono
ta. Secondo quanto dichiarato ripetutamente dalle industrie pro- esausti, però, il problema si ripresenta. Per essere inceneriti ser-
duttrici, questi nuovi PFAS a catena corta non comporterebbero vono temperature che quasi nessun inceneritore può raggiunge-
Un cartello avverte di non mangiare pesce pescato nelle acque di questo laghetto nell’area metropolitana di Detroit, negli Stati Uniti, a causa
dell’inquinamento da PFAS (a fronte); sopra, prelievi di terreno fortemente inquinato dalle stesse sostanze nella base militare di Katterbach, in Germania.
re. Spesso il risultato è che i PFAS introdotti in un inceneritore si nea a livello mondiale, cosa che per ora è impossibile. D’altronde
disperdono in aria e si diffondono sempre di più. I prodotti che li siamo ancora nel mezzo di un cammino incerto, in cui tra le spin-
contengono e che a un certo punto smettiamo di usare giacciono te che ci fanno avanzare (o indietreggiare) si celano anche gli inte-
nelle discariche di tutto il mondo. Il percolato penetra il terreno, i ressi privati.
PFAS si spostano, entrano nelle falde e viaggiano ancora. Gli im-
pianti che producevano sostanze ora vietate in Europa o negli Sta- Quando inquinare conviene
ti Uniti sono trasferiti in altre nazioni dove questa produzione non Spesso le autorità pubbliche cercano di applicare il princi-
è ancora regolamentata. Un esempio è quello di MITENI, fabbrica pio della deterrenza per evitare che le aziende inquinino. Questo
italiana al centro di uno scandalo che ha riguardato la contamina- principio, riassunto in breve, indica che se le autorità regolatorie
zione delle acque che servivano 350.000 persone. La società in- applicano una sanzione sufficientemente alta e sufficientemen-
diana Viva Lifesciences Private Limited ha acquistato la fabbrica. te probabile, le imprese saranno poco propense a inquinare, spa-
I macchinari sono stati smontati, trasportati e reinstallati in India, ventate dalle conseguenze che dovrebbero affrontare. Nel caso
dove proseguiranno le loro attività di sempre. Il problema si spo- dei PFAS, il principio di deterrenza non ha funzionato perché le
sta, ma non si elimina mai. aziende riescono a minare in maniera molto efficace la capacità di
Negli anni ci sono stati diversi tentativi di stabilire limiti per infliggere la sanzione da parte delle autorità.
la presenza di PFAS in acque superficiali, sotterranee, nel suolo È il caso, per esempio, della DuPont, negli Stati Uniti, respon-
e nell’aria. La questione della concentrazione di sostanza in va- sabile di un noto caso di inquinamento diffuso. Nel febbraio 2017
rie matrici è stata spesso usata dalle aziende per minimizzare la DuPont ha risolto un contenzioso, per un importo di 670 milioni
pericolosità dei PFAS con cui siamo a contatto ogni giorno. Per- di dollari, che riguardava le emissioni dello stabilimento di produ-
ché preoccuparsi così tanto dal momento che la presenza di PFAS zione in West Virginia. «Anche se i consiglieri di amministrazione
nell’acqua che beviamo è di qualche microgrammo? Le nuove li- della società avessero previsto l’ammontare esatto della pena, l’i-
Daniel Karmann/picture alliance via Getty Images
nee guida proposte dall’EPA negli Stati Uniti indicano chiaramen- potesi di essere scoperti era remota e la pena era bassa: continuare
te come i limiti da adottare debbano essere il più possibile vicini a inquinare era più conveniente», chiarisce Luigi Zingales, econo-
allo zero, poiché un numero sempre maggiore di studi sta dimo- mista, professore alla Booth School of Business dell’Università di
strando che questi composti possono essere tossici anche in con- Chicago e autore dello studio intitolato Is pollution value-maximi-
centrazioni molto basse. In Europa, la direttiva sulle acque pota- zing? The DuPont case (L’inquinamento è un valore massimizzan-
bili raccomanda un valore limite di 0,500 microgrammi per litro te? Il caso DuPont), pubblicato insieme al suo collega Roy Shapira.
per la somma totale di PFAS. Zingales illustra come «uno dei fattori fondamentali è il fatto
Al contempo, sono sempre di più le spinte per una regolamen- che la prima decisione di continuare a inquinare è stata coscien-
tazione su produzione, uso ed emissione nell’ambiente dei PFAS. te, e venne presa nel 1984, quando i vertici della società erano già a
Si tratta di iniziative lodevoli ma di sicuro non risolutive. Una re- conoscenza della tossicità e della dispersione in ambiente delle so-
golamentazione sui PFAS dovrebbe avvenire in maniera omoge- stanze prodotte. La “punizione” cominciò a intravedersi negli an-
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ni duemila, per poi manifestarsi nel concreto solo nel 2015-2016. quelli che sono gli usi essenziali e quelli non essenziali dei PFAS.
Quindi c’è un ritardo enorme che è il risultato di una intensa atti- Si tratta, però, di un ragionamento che mette in forte crisi quelle
vità di lobbying della società stessa. È quello che si definisce un “ri- che sono le personali inclinazioni al consumo di ogni essere uma-
tardo endogeno”; le imprese si adoperano per aumentare questo no. Che cosa riteniamo «essenziale»? Uno strato impermeabile
ritardo e minare il meccanismo di deterrenza. Quindi è questo il sulla nostra cravatta oppure uno strumento per la dialisi? Un bic-
vero problema: l’azienda controlla la maggior parte delle informa- chiere in carta riciclata che sia anche idrorepellente? Oppure una
zioni e la loro diffusione». batteria al litio che possa durare a lungo?
Le aziende riescono a diluire i tempi addirittura molto prima Le alternative all’uso di PFAS ci sono per una quantità sempre
che un caso di inquinamento venga soltanto ipotizzato. È estrema- più numerosa di prodotti, come nel caso dei rivestimenti a base di
mente difficile avere a disposizione gli standard analitici dei PFAS, silicone per i capi d’abbigliamento. Nel 2019 un gruppo interna-
ovvero una sostanza di riferimento, di elevata purezza, necessaria zionale di ricercatori, figure multidisciplinari di spicco nella ricer-
per procedere ad analisi e misurazioni sui territori. È il caso, per ca su queste sostanze, ha proposto di eliminare gradualmente l’u-
esempio, dello standard del cC6O4 prodotto da Solvay, negato per so dei PFAS in base a quanto questi offrano proprietà necessarie
anni e soltanto di recente fornito in quantità che, a detta di molti per la salute e la sicurezza. Il gruppo ha proposto di dividere i pro-
ricercatori, sono ridicole. dotti in tre categorie: non essenziali, sostituibili, essenziali. Si trat-
terebbe di rivoluzionare un meccanismo di produzione, vendita
Essenziali o no? e impiego che è ormai permeato ovunque. Come se non bastasse,
Di fronte alla vastità dell’universo dei PFAS e alle enormi diffi- c’è anche una questione di differente consapevolezza del proble-
coltà nel cogliere il senso profondo di ogni aspetto legato a queste ma tra diverse aree del mondo. In Africa gli studi sull’inquinamen-
sostanze, si è proposto di bandire l’intera classe dei composti per- to da PFAS si contano sulle dita di una mano. Poco si sa di come
e polifluoroalchilici. Si tratta di una proposta che, già oggi, appa- si stia affrontando il problema in Medio Oriente. In America La-
re irrealizzabile. Una decisione del genere dovrebbe essere con- tina la ricerca sui PFAS è recentissima, come nel caso dello studio
divisa da qualsiasi nazione del mondo, dalla Cina agli Stati Uniti, sul sangue di 252 donne brasiliane in gravidanza che ha analizza-
passando per l’India. Ci sono paesi che non hanno nemmeno rati- to la presenza di 13 diversi composti perfluorati. La ricerca ha di-
ficato la Convenzione di Stoccolma sugli inquinanti organici per- mostrato una forte associazione tra presenza di PFAS e ridotto svi-
sistenti. Altri lo hanno fatto con un ritardo senza giustificazioni, luppo del feto.
Luigi Narici/AGF
come chi ha firmato nel 2001 e ha ratificato soltanto a luglio 2022, «In America Latina ci sono ancora enormi lacune di dati su
più di un ventennio dopo. Il senso di una regolamentazione mol- un problema che, per il momento, ha avuto attenzione soltanto
to stringente e dal respiro globale servirebbe a individuare, infine, nel cosiddetto mondo occidentale», puntualizza la professores-
limiti che tendono allo «zero tecnico», una sorta limite ideale. Al-
la fine dello stesso anno l’Organizzazione mondiale della Sanità Questa inchiesta fa parte del «Forever Pollution Project»,
(OMS) ha pubblicato, per la prima volta, la bozza di quelle che po- realizzato da Le Monde (Francia), NDR, WDR e Süddeutsche
trebbero essere le linee guida per la presenza nell’acqua potabile Zeitung (Germania), RADAR Magazine e Le Scienze (Italia), The
di PFOA e PFOS. L’OMS ha proposto limiti per l’acqua potabile di Investigative Desk e NRC (Paesi Bassi) con il sostegno finanziario di
100 ppt per entrambi i composti. La bozza ha scatenato l’indigna- Journalismfund.eu e Investigative Journalism for Europe (IJ4EU);
zione di numerosi scienziati coinvolti nella ricerca sui PFAS. ulteriormente indagato e pubblicato da Knack (Belgio), Denik
L’OMS, secondo le critiche, ha respinto in maniera arbitraria Referendum (Cechia), Politiken (Danimarca), YLE (Finlandia),
centinaia di studi, pubblicati negli anni, che rendono evidenti i Reporters United (Grecia), SRF (Svizzera), Datadista / el Diario.es
problemi legati alla presenza di PFAS nell’organismo. Alcuni han- (Spagna), Watershed Investigations / The Guardian (Regno Unito); e
no fatto notare come la bozza di documento contenga errori im- sostenuto da Arena for Journalism in Europe.
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ETOLOGIA
La neurobiologia
dell’amore
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biscono anche una sorta di empatia nei confronti del partner, sono
stressate quando il compagno è stressato e si consolano a vicenda
con il contatto fisico. Come ha messo chiaramente in evidenza la
pandemia, i legami sociali di questo tipo sono essenziali al benes-
sere anche per gli esseri umani. La ricerca guarda allora a questi
roditori diversi dal solito per capire l’impatto profondo delle rela-
zioni sociali sulla salute.
Sfruttando i progressi biomedici degli ultimi decenni, alcuni ri-
cercatori sono riusciti a osservare i neuroni durante la loro attivi-
tà. Hanno potuto manipolare l’attività dei geni con estrema pre-
cisione e in questo modo hanno esaminato le funzioni di singoli
geni in determinate regioni cerebrali. Lavorando con le arvicole
della prateria, un po’ alla volta gli scienziati stanno arrivando a ca-
pire meglio come si formano i legami, come le prime fasi della vi-
ta plasmano le relazioni e perché stiamo male quando un rappor-
to arriva al capolinea.
Certo, le arvicole della prateria non sono gli esseri umani, per-
ciò tutte queste nuove informazioni fanno sorgere una domanda.
Com’è possibile che un piccolo roditore dal pelo ispido, un po’ più
piccolo di una pallina da tennis e spesso scambiato per una talpa,
un topo o un ratto sia diventato la nostra controfigura per capi-
re come funzionano i palpiti dell’amore e i dolori della fine di una
storia? La risposta ci dice molto non solo sul modo in cui la scienza
fa progressi, ma anche sul nostro cuore di umani.
Primi indizi
Negli ultimi due milioni di anni, enormi strati di
ghiaccio hanno limato il paesaggio dell’Illinois cen-
trale, negli Stati Uniti, come un’enorme mola, ren-
dendolo piatto e uniforme. Oggi qui i campi di
mais si stendono fino all’orizzonte, ma tra un
campo e l’altro si incastrano ancora fram-
menti della prateria che un tempo copriva
tutta la zona. Durante un autunno di quasi
cinquant’anni fa Lowell Getz, che all’epoca
era un giovane ecologo all’Università dell’Il-
linois, doveva controllare le trappole nascoste
tra l’erba e il trifoglio e notò che una delle specie
di roditori che catturava, l’arvicola della prateria, si
comportava diversamente dalle altre: nelle trappo-
le finivano insieme, ripetutamente, specifiche coppie di
maschi e femmine. Negli anni settanta, la zoologa Devra Klei-
man aveva stimato che fossero monogame solo il 3 per cento cir-
ca delle specie di mammiferi. I dati raccolti da Getz e dai suoi stu-
denti suggerivano che l’arvicola della prateria fosse tra queste.
Getz non era l’unico a ipotizzare che il piccolo roditore fos-
se monogamo, ma il suo lavoro attirò l’attenzione di una collega,
di Aubrey M. Kelly
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gli anni ottanta e novanta, scoprirono che il maschio e la femmina Steven Phelps è direttore del Center for Brain, Behavior
condividono la tana, allevano i cuccioli e difendono il territorio in- and Evolution all’Università del Texas ad Austin.
sieme. Il laboratorio di Carter sviluppò un semplice test compor- Studia i roditori con comportamenti sociali insoliti
tamentale per determinare il «partner preferito» di un’arvicola: si per capire come i comportamenti complessi sorgano
dall’interazione tra cervello, geni e ambiente.
legava il partner abituale in un piccolo spazio vuoto e un esempla-
re estraneo in un altro spazio simile e poi si permetteva all’arvico- Zoe Donaldson è una neuroscienziata
la di scegliere tra i due. Le arvicole della prateria che fanno parte comportamentale dell’Università di Colorado a Boulder.
di una coppia stabile preferiscono andare ad abbracciare il com- Usa vettori di terapia genica e tecnologie neurali
pagno. Il legame monogamo, che può durare tutta la vita, emerge avanzate per capire come le specie formino legami
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dopo un accoppiamento scandalosamente lungo. di coppia stabili, come questi legami influiscano
Getz attribuì l’evoluzione del legame stabile tra le arvicole del- sul cervello e come si superino le perdite.
la prateria alla scarsa densità di risorse alimentari nel loro ambien-
Dev Manoli è uno psichiatra dell’Università
te uniformemente piatto ed erboso, che avrebbe portato alla di- della California a San Francisco. Il suo laboratorio è stato
spersione degli esemplari su un territorio molto ampio. In queste pionieristico nell’uso di CRISPR per manipolare
condizioni, i maschi non avrebbero potuto far affidamento sulla i genomi delle arvicole, allo scopo di capire come
possibilità di corteggiare diverse femmine, come invece avviene il cervello codifichi l’attaccamento e come questi
in altre specie di roditori, perciò sarebbe stato più sensato accasar- processi siano alterati nei disturbi neuropsichiatrici.
si con una compagna fissa e difendere una tana condivisa. Le fem-
mine ci guadagnavano un compagno che le aiutava con le cure pa-
rentali e nel tenere lontani gli intrusi. Il gruppo di Carter scoprì I risultati andavano a sostegno dell’idea che le differenze nella
che l’ossitocina, un ormone noto da tempo per il suo ruolo di re- distribuzione dei recettori potessero spiegare la diversità di com-
golatore nel parto, nella lattazione e nelle cure materne, era essen- portamento tra le arvicole promiscue e quelle monogame. Però
ziale per la formazione dei legami di coppia. Ben presto anche un per capire esattamente come i recettori degli ormoni plasmano
altro ormone correlato, la vasopressina, si rivelò cruciale nel suo la formazione di legami stabili i ricercatori dovevano manipolare
ruolo di regolatore nella formazione di legami tra le arvicole del- i geni che li codificano. Gli strumenti per questo tipo di lavoro sa-
la prateria. rebbero arrivati da una fonte inaspettata.
Formare legami
Studi sull’arvicola della prateria, che è monogama, e su quella dei prati, che è promiscua, hanno gettato luce sui meccanismi neurobiologici della for-
mazione di legami affettivi. Questi lavori hanno identificato ormoni e rispettivi recettori che plasmano i contatti sociali, nonché regioni cerebrali e spe-
cifici circuiti neurali coinvolti nell’attaccamento.
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Caso di studio 2
Corteccia
La corteccia prefrontale (CP) influisce
prefrontale
sul sistema di gratificazione tramite il
collegamento con il nucleo accumbens Nucleo
(NA). Attivando sperimentalmente la CP accumbens
di un’arvicola della prateria quando si
trovava nei pressi di un potenziale partner,
si induceva una preferenza per quel
partner. Un altro studio ha mostrato che
i neuroni del sistema di gratificazione nel
NA si attivano poco prima che
un animale si avvicini a
un partner. Il numero
di neuroni che
rispondono a un
partner aumenta
via via che il legame
diventa più solido.
Caso di studio 3
L’ossitocina è un ormone che da Gene del recettore Gene non presente
tempo è considerato cruciale per la dell’ossitocina
formazione di legami nelle arvicole Ossitocina
Recettore
della prateria e anche negli esseri Recettore dell’ossitocina
umani. Sorprendentemente, le dell’ossitocina non presente
arvicole geneticamente modificate in
modo che fossero prive di recettori
per l’ossitocina non mostravano
alcuna compromissione della
Grafica di Mesa Schumacher
www.lescienze.it Le Scienze 47
Gli AAV hanno anche permesso ai ricercatori di osservare la Al di là dell’ossitocina e della vasopressina
formazione dei legami di coppia in tempo reale. Quando la scienza La scoperta che il recettore dell’ossitocina non è strettamente
ha creato una nuova proteina fotoattivata in grado di alterare l’at- necessario alla formazione di legami di coppia stabili nelle arvico-
tività elettrica dei neuroni, i neurobiologi hanno usato un AAV per le dimostra che, per quanto importanti, i geni che codificano per
introdurla nella corteccia prefrontale, una regione cerebrale che l’ossitocina, la vasopressina e i rispettivi recettori non formano da
influisce sul sistema di gratificazione attraverso il contatto con il soli il quadro completo. Nel XXI secolo altri strumenti aiutano la
nucleo accumbens. Elizabeth Amadei, Robert Liu e colleghi al- ricerca a colmare le lacune nella nostra conoscenza riguardo a co-
la Emory University hanno dimostrato che quando un’arvicola si me si formano i legami sociali e anche a come modificano le con-
trovava nei pressi di un potenziale partner era sufficiente attiva- nessioni nel cervello.
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re questi neuroni per generare una preferenza per quel partner. Il lavoro di sequenziamento genetico degli ultimi dieci an-
Un altro gruppo di ricercatori, guidato da uno degli autori di que- ni ha permesso di quantificare con precisione i geni attivi in cia-
sto articolo (Donaldson), ha usato gli AAV per introdurre nel cer- scuna regione cerebrale. Questo approccio, che prevede la ricer-
vello delle arvicole una proteina che si illumina quando un neuro- ca di geni e altre sequenze di DNA associate a certi comportamenti
ne è attivo. Usando minuscoli microscopi montati sulla testa degli nell’intero genoma (wide-genome), non è privo di difficoltà, ma of-
animali, i ricercatori hanno potuto osservare quello che avveniva fre una visione «imparziale», nel senso che va al di là del gruppetto
nel cervello delle arvicole mentre formavano un legame di coppia. di elementi che i ricercatori già considerano importanti nella for-
In questo modo gli scienziati hanno scoperto che i neuroni dedi- mazione dei legami sociali.
cati alla gratificazione nel nucleo accumbens si attivano poco pri- Uno di questi studi ha esaminato l’attività genica nelle varie re-
ma che l’animale si avvicini al potenziale partner. È interessante gioni cerebrali durante la formazione di legami e ha scoperto che
notare, inoltre, che il numero di neuroni che si attivano in rispo- la maggior parte delle differenze tra le arvicole della prateria (mo-
sta a un partner aumenta con il passare del tempo, via via che il le- nogame) e quelle dei prati (promiscue) era evidente già prima che
game si consolida. gli animali iniziassero a formare legami, come se il loro cervello
L’arrivo della tecnologia di editing del DNA chiamata CRISPR, fosse già predisposto a quello specifico comportamento sociale.
una decina di anni fa, ha dato ai ricercatori nuove e inedite possi- Dopo che le arvicole si erano accoppiate diverse volte, si attivava
bilità di controllo sui geni e sui loro effetti. CRISPR è un acronimo un sottoinsieme di geni particolarmente importanti per l’appren-
che sta per clustered regularly interspaced short palindromic repe- dimento e la memoria, con una modifica delle connessioni cere-
ats (brevi ripetizioni palindrome raggrup-
pate e separate a intervalli regolari) e la tec-
nica funziona come un bisturi molecolare La tecnologia di editing del DNA chiamata
che permette di praticare incisioni sul DNA.
Modificare i genomi con CRISPR è com- CRISPR ha rivoluzionato quello che credevamo
plesso e costoso, però questa tecnologia ha
rivoluzionato anche quello che credevamo
di sapere sull’ormone dell’amore, l’ossitocina
di sapere sull’ossitocina, il cosiddetto ormo-
ne dell’amore.
Decenni di ricerca indicano che l’ossitocina è coinvolta nella brali che corrisponde a quella che ci si può aspettare quando un
formazione dei legami di coppia nelle arvicole della prateria. Inol- animale che prima era da solo inizia una relazione con un partner
tre diversi studi suggeriscono che la sua azione nel sistema di gra- specifico. Un altro studio ha osservato che quando il legame di-
tificazione contribuisca a plasmare i legami di coppia anche negli venta stabile si attivano specifici geni nel sistema di gratificazione
esseri umani. Di conseguenza, quando uno degli autori di questo del cervello. Questi cambiamenti si annullano quando il legame è
articolo (Manoli), assieme ad alcuni colleghi, ha provato a usare rotto da una separazione prolungata.
CRISPR per eliminare il gene che codifica per i recettori dell’ossi- Come i nuovi metodi di sequenziamento genetico hanno offer-
tocina negli embrioni di arvicola della prateria, sembrava che l’e- to nuove prospettive sul DNA e sul suo funzionamento, anche altri
sperimento dovesse dare grandi risultati. Ci aspettavamo che le progressi avvenuti parallelamente nello studio microscopico dei
arvicole geneticamente modificate esibissero una capacità ridotta tessuti biologici hanno ampliato la nostra conoscenza del cervello.
di formare legami di coppia stabili. Invece, incredibilmente, le ar- Storicamente, per studiare la microanatomia di un tessuto i ricer-
vicole della prateria completamente prive di recettori dell’ossito- catori dovevano prelevare un campione sottile da analizzare. Og-
cina sceglievano un compagno stabile con la stessa facilità con cui gi invece possiamo rendere trasparenti i tessuti, il che permette
lo facevano le loro simili non modificate geneticamente. ai ricercatori di ottenere immagini di tutto il cervello senza la ne-
Come è possibile? Onestamente, non lo sappiamo ancora. Un’i- cessità di tagliarlo fisicamente. Come gli studi su tutto il genoma,
dea è che, durante lo sviluppo, altri geni oppure altri percor- anche questo approccio allo studio del cervello ci offre una visio-
si neurali compensino naturalmente la mancanza di recettori di ne imparziale. Esaminando i cervelli resi trasparenti alla ricerca
ossitocina. Sappiamo già che la formazione dei legami di coppia è di una proteina prodotta in risposta all’attività neurale, uno degli
influenzata anche da molti altri geni, non solo dall’ossitocina, dal- autori di questo articolo (Phelps), assieme a Pavel Osten, all’epoca
la vasopressina e dai rispettivi recettori. L’uso di CRISPR ci ha ri- al Cold Spring Harbor Laboratory, e ad altri colleghi, ha realizza-
velato che quello che credevamo un brano musicale scritto per un to la prima mappa completa delle regioni cerebrali che si attivano
piccolo ensemble è in realtà una sinfonia. Trascrivere questo nuo- mentre le arvicole della prateria passano dall’accoppiamento alla
vo componimento musicale più complesso ci permetterà di ap- formazione di un legame stabile. I risultati confermano quelli di
profondire le nostre conoscenze sull’attaccamento e sui meccani- lavori precedenti, in cui si ipotizzava che la formazione del legame
smi alla sua base. di coppia coinvolgesse il sistema di gratificazione ma anche molte
in un circuito molto più piccolo. Prendono vita le connessioni tra cia cerebrale, che si ritiene sia il centro del pensiero. Questa parte
l’amigdala e l’ipotalamo, due regioni essenziali all’apprendimento del cervello si è considerevolmente ampliata durante l’evoluzione
emotivo e al rilascio di ormoni. È stato dimostrato che le stesse con- dei primati, il che suggerisce che abbia avuto un ruolo importan-
nessioni plasmano i legami sociali non sessuali nelle cavie di labo- te nel successo del nostro ramo sull’albero genealogico dei mam-
ratorio e questi nuovi risultati suggeriscono che ci sia un mecca- miferi. Gli studi sulle arvicole della prateria, però, hanno spinto i
nismo comune per l’attaccamento sociale, che vale in entrambe le neuropsicologi a studiare le strutture più antiche che fanno parte
specie e in entrambi i tipi di legame. Insieme, questi approcci im- dei sistemi di gratificazione coinvolti nella formazione del legame
parziali promettono di offrirci un catalogo completo dei geni e del- di coppia in questi roditori. In uno studio, i ricercatori hanno chie-
le regioni cerebrali che permettono la formazione e il perdurare di sto a volontari che avevano un rapporto di coppia stabile di valu-
un legame o che ne causano la successiva scomparsa. tare quanto si sentissero innamorati del partner e hanno scoper-
to che i valori scelti permettevano di prevedere con accuratezza
Dalle arvicole agli esseri umani l’afflusso di sangue al sistema di ricompensa del cervello quando
A metà del XX secolo, lo psicologo britannico John Bowlby e la vedevano un’immagine del partner. Allo stesso modo, quando un
psicologa canadese-statunitense Mary Ainsworth si basarono sul- essere umano tiene per mano il partner, si attiva il nucleo accum-
le scoperte dell’etologia per suggerire che il bisogno di amore di un bens, una delle regioni cerebrali che nelle arvicole della prateria
bambino era parte fondamentale della biologia umana. Bowlby so- presentano recettori dell’ossitocina e della vasopressina.
stenne che l’attaccamento rappresentava un sistema neurale evo- Anche quello che sappiamo della regolazione ormonale degli
affetti umani sembra corrispondere a quel-
lo che sappiamo della formazione di lega-
La scienza spera di riuscire a capire abbastanza mi di coppia nelle arvicole della prateria.
Gli esseri umani ricevono una scarica di
bene i legami umani, un giorno, ossitocina in risposta a una carezza o a un
orgasmo. Però si tratta di un ormone ver-
da poter intervenire quando causano dolore satile: aumenta bruscamente anche quan-
do guardiamo negli occhi un tenero cuccio-
letto.
lutivo specializzato, cioè un meccanismo di adattamento evolutivo La scienza spera di riuscire a capire abbastanza bene i legami
del cervello che ci aiuta a farci strada nell’infanzia creando un lega- umani, un giorno, da poter intervenire quando causano dolore,
me con chi si prende cura di noi. Pur considerata radicale all’epoca, per esempio per ridurre i danni della solitudine cronica o per ren-
la teoria di Bowlby e Ainsworth è stata ampliata da altri in seguito dere un po’ meno straziante il dolore di un lutto. Finora i farmaci
per spiegare non solo le cure parentali, ma anche l’amicizia, le rela- ideati per imitare il funzionamento dell’ossitocina e della vasopres-
zioni romantiche e il dolore della perdita delle stesse. sina non sono stati all’altezza del potenziale terapeutico atteso. Ed
I legami formati dalle arvicole della prateria e i meccanismi al- è evidente che non abbiamo ancora capito a fondo neanche i mec-
la base della loro formazione offrono un esempio concreto di co- canismi alla base dei legami delle arvicole della prateria.
me può essere fatto un sistema neurale evolutivo di questo gene- Per capire davvero i legami sociali e le loro conseguenze, è ne-
re. Osserviamo che questi legami si basano sull’associazione di cessaria una scienza abbastanza ampia e complessa da includere
determinati segnali attribuiti al potenziale partner con il senti- ecologia, evoluzione, neuroscienze e genetica molecolare, disci-
mento del desiderio. La gratificazione spinge le arvicole a stare vi- pline che offrono tutte, ognuna a modo suo, una visione comple-
cine tra loro, strette strette. Ci sono geni pronti a guidare le con- mentare su come e perché si formano i legami sociali. Serve una
nessioni cerebrali verso l’apprendimento dell’identità del nuovo ricerca di base. Gli stessi progressi tecnologici che hanno fat-
partner, geni che sembrano servire a stabilizzare il legame e ge- to dell’arvicola della prateria un animale così interessante per lo
ni che sovrintendono all’esperienza della perdita di una relazione. studio dell’attaccamento aprono vie di studio su altre specie, per
Per fare tutto questo devono sfruttare, in modi che non compren- esempio sulle cure parentali nelle rane velenose e sulle conversa-
diamo ancora fino in fondo, la capacità di memoria e di emozione zioni tra i pipistrelli della frutta. Le conoscenze ottenute da que-
del cervello. sti studi hanno valore di per sé, ma quello che scopriamo potrebbe
Ciò non significa che le arvicole vivano il legame di coppia esat- anche cambiarci la vita, un giorno. Nuove specie e nuovi strumen-
tamente come gli esseri umani vivono l’amore. I neuropsicologi ti ci danno nuove prospettive sulla vita, e anche sull’amore. Q
sono partiti dal quadro ottenuto dalla ricerca sulle arvicole della
prateria e hanno ipotizzato che i centri dedicati alle emozioni e al-
PER APPROFONDIRE
la gratificazione interagiscano con altre regioni cerebrali (regioni
che promuovono l’empatia e la capacità di vedere le cose da altri Meglio in due. Blake, E., in «Le Scienze» n. 555, novembre 2014.
www.lescienze.it Le Scienze 49
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di Max Kozlov
Pascal Goetgheluck/AGF
www.lescienze.it Le Scienze 51
Max Kozlov scrive per «Nature» da Washington.
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“H
a gli occhi di sua madre», inizia la pubblicità, «ma eredi-
terà anche la diagnosi di cancro del seno?». La voce soave
del video promuove i servizi della Genomic Prediction,
una società statunitense che sostiene di poter aiutare i
futuri genitori a rispondere a questa domanda analizzan-
do il DNA degli embrioni durante il trattamento di procreazione assistita. Per Nathan Treff,
responsabile scientifico dell’azienda, è una missione personale. A 24 anni gli è stato diagno-
sticato il diabete di tipo 1, malattia che ha fatto perdere una gamba a suo nonno. Se le cose
andassero a modo suo, nessuno nascerebbe con un elevato rischio di questa malattia.
La sua azienda, con sede a North Brunswick, nel New Jersey, ning per varie condizioni, tra cui alcuni tumori, disturbi cardiaci,
offre test basati su un decennio di ricerche sui «punteggi di rischio diabete e schizofrenia. Secondo Treff, solo poche centinaia di per-
poligenico», che calcolano la probabilità di contrarre una malat- sone lo hanno fatto. Ma se l’esperienza con altre forme di PGT è in-
tia sulla base dei contributi genetici di centinaia, migliaia o addi- dicativa, l’uso del PGT-P potrebbe salire alle stelle: negli Stati Uniti
rittura milioni di variazioni di singole lettere del DNA nel genoma. la percentuale di cicli di FIV che includono le forme più consoli-
Genomic Prediction e altre aziende hanno usato questi pun- date di PGT è aumentata dal 13 per cento nel 2014 al 27 per cen-
teggi per testare gli embrioni generati dalla fecondazione in vitro to nel 2016.
(FIV), consentendo ai futuri genitori di scegliere quelli a minor ri- Molti vedono con preoccupazione le possibilità offerte dal
schio di malattie come il diabete o alcuni tipi di cancro. Un cofon- PGT-P: i bioeticisti sono da tempo diffidenti nei confronti dei ten-
datore di Genomic Prediction ha fatto poi la controversa dichia- tativi di eliminare malattie e disabilità dal corredo genetico uma-
razione che un giorno potremmo essere in grado di selezionare no, e l’alto costo dei test potrebbe inasprire ulteriormente le disu-
anche tratti non legati alle malattie, come l’intelligenza. guaglianze sanitarie.
I test genetici preimpianto (PGT, pre-implantation genetic te- I ricercatori temono anche che, nella maggior parte dei casi, le
sting) per le malattie genetiche rare e le anomalie cromosomiche conoscenze genomiche alla base di questi test siano troppo deboli
sono diventati una pratica comune nell’industria della feconda- per prevedere in modo significativo il rischio di malattia di un em-
zione in vitro, che fattura 14 miliardi di dollari. Ma i test per le con- brione in via di sviluppo. I punteggi di rischio poligenico si presta-
dizioni poligeniche (spesso indicati come PGT-P) sono molto più no quindi a interpretazioni errate e gli utenti potrebbero essere
recenti, e c’è solo una piccola manciata di aziende che li vendo- fuorviati dalle informazioni che ricevono. Genomic Prediction af-
no in pochi paesi, tra cui gli Stati Uniti e il Brasile [non in Italia, ferma comunque di offrire consulenza genetica ai clienti.
N.d.R.], dove per lo più non sono regolamentati. Secondo Laura Hercher, consulente genetica al Sarah Lawren-
Negli Stati Uniti, chi si sottopone a fecondazione in vitro può ce College di Bronxville, nello Stato di New York, ci sono già indi-
chiedere ai medici di ordinare un PGT-P, che promette uno scree- cazioni che persone non sterili potrebbero ricorrere alla feconda-
Embrione umano di tre giorni. Lo strato esterno lo gene difettoso, come la fibrosi cistica. Anche questi test compor-
è stato perforato per accedere alle cellule all’interno tano problemi etici e pratici, ma non sono così controversi come il
(colorate) per eseguire lo screening genetico. PGT-P.
Il PGT-P sfrutta decenni di studi genomici volti a identificare i
zione in vitro al solo scopo di approfittare dei test, esponendosi a fattori genetici che contribuiscono a molte malattie comuni. Indi-
rischi per la salute in cambio di una ricompensa che, nella miglio- viduare le radici precise del diabete, della schizofrenia, delle ma-
re delle ipotesi, è ipotetica. Treff non vede alcun problema nel fat- lattie cardiache e di una serie di altre malattie si è rivelato tutta-
to che persone altrimenti sane scelgano di sottoporsi ai test, ma via terribilmente difficile. La maggior parte delle malattie è infatti
Hercher afferma che «non si dovrebbero iperstimolare le ovaie considerata poligenica, cioè legata a molti geni diversi, che intera-
per poter usare test mediocri per scegliere tra gli embrioni». giscono tra loro e con l’ambiente in modi complessi.
Jared Robins, direttore esecutivo della American Society for La raccolta di dati sul genoma e sulla salute di centinaia o mi-
Reproductive Medicine (ASRM) di Washington, che rappresen- gliaia di persone, in genere nell’ambito di progetti di biobanking
ta le cliniche della fertilità e i ricercatori, è d’accordo. L’ASRM sta [grandi raccolte di campioni biologici associati ai dati personali
esaminando la tecnologia e non ha ancora preso una posizione uf- e sanitari dei donatori, N.d.R.], ha permesso ai ricercatori di con-
ficiale sui test. Ma, dice, «si tratta di una tecnologia non ancora frontare le sottili differenze nel DNA tra le persone che hanno o
pronta per il grande pubblico». meno una data patologia; usando modelli di intelligenza artificia-
Dr Yorgos Nikas/SPL/AGF
www.lescienze.it Le Scienze 53
che valuta il rischio. I ricercatori possono poi verificare quanto sia- gravidanza e Genomic Prediction calcola un punteggio comples-
no predittivi i loro modelli esaminando i genomi e le condizioni sivo di salute per ogni embrione (si veda il box a fronte). Il punteg-
di salute di persone che non erano incluse nella popolazione ori- gio tiene conto del rischio di ogni malattia, ponderato sulla base di
ginale, per vedere se chi ottiene un punteggio elevato ha davvero quanti anni la malattia potrebbe togliere alla vita futura dell’em-
maggiori probabilità di avere una determinata malattia. brione, e include anche una ripartizione dei rischi per ciascuna
Per esempio uno studio del 2018 ha addestrato un modello per malattia, spiega Treff.
individuare gli SNP predittivi di malattia coronarica, usando i da- Nelle sue simulazioni, la società afferma che i suoi test posso-
ti genomici di quasi 61.000 persone con questa malattia e di cir- no ridurre del 72 per cento il rischio di scegliere un embrione che
ca 123.000 che non l’avevano. Dopo aver testato il modello su un in seguito svilupperà il diabete di tipo 1. Ma questa percentuale
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gruppo separato di quasi 290.000 persone presenti nella UK Bio- presuppone che la coppia simulata stia scegliendo tra cinque em-
bank (la biobanca del Regno Unito), è emerso che chi otteneva un brioni vitali, abbia un’ascendenza europea e una storia familiare di
punteggio nei percentili più alti correva, in media, un rischio di malattia. Per la maggior parte delle persone, che non hanno una
ammalarsi più che triplo rispetto al resto della popolazione. Il Ser- predisposizione genetica al diabete di tipo 1, le probabilità che un
vizio sanitario nazionale del Regno Unito sta sperimentando que- figlio se ne ammali sono minime. Optando per questo test, ridur-
sti punteggi come metodo per identificare gli adulti ad alto rischio rebbero solo leggermente il rischio di qualcosa che è già molto im-
di sviluppare malattie cardiache. L’idea è che i medici possano probabile, dice Hercher.
raccomandare cambiamenti dello stile di vita e screening abitua- Altri genetisti sostengono che il PGT-P non ha un potere pre-
li a chi presenta alti punteggi di rischio. dittivo adeguato per ridurre significativamente il rischio di malat-
Ma i ricercatori devono ancora fare i conti con i limiti di questi tia per molte condizioni. Secondo Visscher, coautore di un artico-
punteggi, afferma Peter Visscher, genetista quantitativo dell’Uni- lo del 2021 che illustrava i problemi del PGT-P, uno dei motivi è
versità del Queensland a Brisbane, in Australia, che è stato un pio- che gli embrioni dei fratelli sono molto più simili tra loro di quan-
niere dei metodi alla base dei punteggi di rischio poligenico. Un to lo siano embrioni non imparentati, quindi la differenza di ri-
problema è che la variazione genetica può spie-
gare solo una parte del rischio totale: anche fat-
tori ambientali, come la dieta o la qualità dell’a- La maggior parte delle persone non ha una
ria, danno un contributo importante. Inoltre,
poiché i punteggi sono semplicemente correlati predisposizione genetica al diabete di tipo 1,
alla presenza di una patologia, è difficile stabili-
re se riflettano davvero i geni che contribuiscono
le probabilità che un loro figlio se ne ammali
alla malattia o se rivelino qualcosa di più ampio sono minime e il test ridurrebbe solo di poco
sul gruppo di persone colpite da quella patologia.
I punteggi potrebbero anche essere fuorvian- il rischio di una cosa già molto improbabile
ti perché i dati su cui si basano mancano di di-
versità etnica e geografica: i punteggi in gene-
re sono prodotti e convalidati usando informazioni biomediche di schio tra due embrioni degli stessi genitori non sarà mai così evi-
persone con ascendenza europea, in raccolte di dati come la UK dente come per due adulti non imparentati. E poiché un singolo
Biobank, il che limita la loro applicabilità a persone di altre etnie. ciclo di fecondazione in vitro produce in genere solo tre o quattro
Per tutti questi motivi, secondo Visscher, i punteggi non sono embrioni vitali, i test sono meno utili che se le persone avessero,
ancora pronti per un uso clinico diffuso per alcuno scopo, e tanto per esempio, 20 embrioni tra cui scegliere, afferma Gabriel Láza-
meno per selezionare un embrione. ro-Muñoz, bioeticista della Harvard Medical School di Boston, in
Massachusetts. Treff riconosce la fondatezza di queste preoccupa-
Utilità discussa zioni, ma osserva che qualsiasi riduzione del rischio – per quanto
La procedura del PGT-P inizia come qualsiasi altro test genetico piccola – è abbastanza significativa da giustificare l’uso del PGT-P,
preimpianto: i medici prelevano un piccolo campione da un em- e che non sarebbe etico se chi fornisce i servizi di riproduzione
brione di pochi giorni e ne sequenziano il DNA. Quindi, usando le assistita non offrisse il test.
informazioni ricavate dagli studi sui rischi poligenici, trovano le Francesca Forzano, genetista clinica al Guy’s and St. Thomas’
varianti che sono correlate alla probabilità di sviluppare in futu- NHS Foundation Trust di Londra, ribatte che non sarebbe etico
ro una determinata malattia. Sequenziare il DNA di un embrione offrire un test se non si hanno prove chiare dei suoi benefici nelle
composto solo da poche centinaia di cellule non è facile. I ricerca- condizioni del mondo reale. «Un conto è quando non si hanno al-
tori di MyOme, un’azienda di Menlo Park, in California, hanno svi- tre opzioni, come quando si offre a un bambino molto malato un
luppato una tecnica in grado di ricostruire l’intero genoma di que- intervento off-label, cioè per una condizione che esula dalle indi-
sti embrioni con precisione quasi totale, con l’aiuto delle sequenze cazioni per cui è stato autorizzato. Ma in questo caso non c’è alcu-
genomiche di entrambi i genitori. Secondo il suo cofondatore Mat- na indicazione», afferma Forzano, che presiede il Comitato per le
thew Rabinowitz, MyOme sta creando un proprio test di screening policy professionali e pubbliche della Società europea di genetica
embrionale per le condizioni poligeniche e sta studiando come i umana a Vienna, e che nel 2021 è stata coautrice, sullo «European
clienti e i medici ne interpretano e usano i risultati. Journal of Human Genetics», di un commento che si schierava
Genomic Prediction offre già uno screening per la schizofrenia, contro il PGT-P. Treff afferma di aver pubblicato prove dell’effica-
quattro malattie cardiache, cinque tipi di cancro e il diabete di tipo cia dei test (nel 2020 su «Genes»); MyOme e Orchid (un terzo for-
1 e di tipo 2. Le cliniche di fecondazione in vitro cercano di gene- nitore di PGT-P, con sede a San Francisco, in California) non han-
rare più embrioni per aumentare le probabilità di successo della no risposto alle richieste di dichiarazioni sull’etica dei loro test.
I ricercatori hanno scoperto legami tra le singole una malattia. Per farlo, hanno confrontato i dati relativi
variazioni delle lettere del DNA, chiamate polimorfismi al genoma e alla salute di migliaia di persone con o senza
a singolo nucleotide (SNP), e il rischio di avere varie malattie.
Gruppo di controllo Sequenze di DNA SNP Gruppo con malattia
G C T A G T G C T T G T
CONFRONTO
G C T A G T G C T T G T
G C T A G T G C T T G T
Si esamina il genoma Combinando le informazioni su tutti gli SNP
alla ricerca di SNP si ottiene una previsione della probabilità
correlati al rischio di sviluppare una malattia.
di malattia.
Rischio Rischio Rischio
più basso medio più elevato
Controllo
per età, sesso
SNP e ascendenza
non collegato
alla malattia
SNP –3 –2 –1 0 1 2 3
collegato Punteggio di rischio genetico
alla malattia
INFARTO
SCHIZOFRENIA
Cellula
campione
Rischio (%)
Sequenziare il DNA
DIABETE DI TIPO 1
INFARTO
SCHIZOFRENIA
Cellula
campione
Rischio (%)
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Una lunga strada da percorrere
Secondo Hercher, dimostrare che questi test funzionano come
dovrebbero sarà un compito lungo e quanto mai difficile. Per con-
validarli correttamente, bisognerebbe seguire le persone nate in
seguito a questi test per vedere quante sviluppano le condizioni
esaminate dal PGT-P, e confrontarle con le persone che non hanno
ricevuto questo esame. Ma poiché molte di queste condizioni in-
sorgono in fasi avanzate della vita e sono relativamente rare, que-
sti studi dovrebbero coinvolgere migliaia di persone e seguirle per
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modi in cui il PGT-P potrebbe essere utile. Eseguirlo su chi ha una La ricerca del «bambino perfetto» potrebbe poi indurre alcune
storia familiare di malattie che tendono a essere diagnosticate in persone a sottoporsi a cicli di FIV non necessari, sostiene Norbert
giovane età, come il diabete di tipo 1, potrebbe essere vantaggioso, Gleicher, fondatore e direttore del Center for Human Reproduc-
afferma Hercher. Questo perché si ritiene che i fattori ambientali tion, una clinica di FIV di New York. I tassi di successo della FIV
abbiano un’influenza minore su queste malattie rispetto a quelle sono già bassi: solo circa il 25-40 per cento dei cicli porta alla na-
La fecondazione in vitro potrebbe essere scelta ciazioni dei malati e con le aziende per stabilire standard circa le
da coppie sane che non ne avrebbero bisogno, solo per informazioni date ai consumatori e ai medici su questi test.
poter eseguire test genetici dai vantaggi incerti. Hercher sostiene che sarebbe più a suo agio se queste discus-
sioni si concentrassero specificamente sulle persone ad alto ri-
scita di un bambino vivo, a seconda dell’età della persona incinta. schio di una particolare malattia. «Un dibattito più sano darebbe
Gleicher teme che il PGT-P porterà inevitabilmente a scartare em- molto meno l’idea che si voglia costruire un bambino migliore, e
brioni altrimenti sani, perché le persone non saranno soddisfatte sarebbe molto più mirato e specifico». A suo parere, organizzazio-
dei loro punteggi e opteranno per ulteriori cicli. «La prima regola ni professionali come l’ASRM possono svolgere un ruolo impor-
in medicina è “non nuocere”, non “ottenere un piccolo beneficio, tante nel definire le aspettative delle aziende e dei medici che of-
ammesso che ci sia”», afferma. frono il PGT-P.
Un po’ di potere, a ben vedere, è anche nelle mani dei consu-
Lacune e divieti matori. Hercher implora chi discute sull’uso del PGT-P di consi-
La regolamentazione del PGT varia tra i diversi paesi. Negli derare con attenzione le proprie intenzioni circa l’uso del test. La
Stati Uniti il PGT – come la maggior parte degli altri test geneti- gravidanza è già un periodo carico di inquietudini, dice. Se l’ac-
ci venduti direttamente al consumatore – non è soggetto all’atten- cesso al PGT-P continuerà a espandersi, Hercher si chiede se la
to esame e alla valutazione della Food and Drug Administration. sua esistenza cambierà la percezione della genitorialità. Teme che
Questi test sono regolamentati in modo molto più rigoroso nel Re- le persone avranno la concreta possibilità di «acquistare» i tratti
gno Unito, dove la Human Fertilisation and Embryology Autho- desiderabili, «allontanandoci dalla mentalità per cui non poniamo
rity (HFEA) ha dichiarato che possono essere usati solo per evita- condizioni riguardo ai nostri figli e spingendoci invece verso una
re «gravi malattie ereditarie». Nel Regno Unito il PGT-P è illegale e mentalità consumistica». Q
la HFEA ha osservato che non esiste un consenso scientifico sul-
la sua validità. La versione originale di questo articolo è stata pubblicata
Per gli Stati Uniti e gli altri paesi con un approccio permissivo, su «Nature», Vol. 609, 22 settembre 2022.
Lázaro-Muñoz afferma che sarà importante lavorare con le asso- Riproduzione autorizzata, tutti i diritti riservati.
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ARCHEOLOGIA
Il cielo in
una pergamena
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“C
he caldo!», dice il monaco, alzando brevemente lo sguardo da
una pila di pagine di libri davanti a sé. «Almeno ho la fortuna
di starmene relativamente al fresco tra gli spessi muri della bi-
blioteca del monastero, mentre le rocce nude ardono sotto il
sole cocente», continua, uscendo dalla penombra e sbattendo
le palpebre, lasciando vagare lo sguardo verso l’esterno attraverso una piccola apertura af-
facciata su un paesaggio desertico. Si aggiusta la veste, prende un altro foglio di pergame-
na dalla pila, immerge la spugna in una ciotola di latte e riprende a cancellare il testo. «In-
chiostro marrone chiaro e niente vernice», si rallegra. «Così potrò procedere rapidamente
e non dovrò nemmeno raschiare i residui di inchiostro con la pietra pomice». E, un po’ alla Per gentile concessione della Museum of the Bible Collection
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È più o meno così che venivano riciclati i materiali di scrittura Victor Gysembergh è ricercatore del CNRS presso
in un monastero ortodosso orientale nel Medioevo. Ricavata di so- il centro Léon-Robin dell’Università della Sorbona, a Parigi.
lito da pelli di pecora o di capra, la pergamena era ben più costo-
sa e resistente della carta, che si stava diffondendo nel Mediterra- Emanuel Zingg è ricercatore post-doc
presso il centro Léon-Robin
neo orientale, o del papiro egiziano. Dalla pelle di un animale era
dell’Università della Sorbona, a Parigi.
possibile ricavare al massimo otto pagine fronte-retro di un libro
piuttosto piccolo, l’equivalente di 16 pagine di un libro moderno.
E dunque, soprattutto per ragioni economiche, i supporti di scrit-
tura provenienti da vecchi manoscritti erano molto ricercati per
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L’imaging multispettrale
applicato ai palinsesti
Le tracce d’inchiostro che permangono su un manoscritto
riciclato non hanno le stesse proprietà ottiche della
pergamena. Ad alcune lunghezze d’onda, per esempio,
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Dall’astronomia ai testi biblici
Il Museum of the Bible affidò lo studio del testo cancellato a
Peter Williams, specialista di tradizioni antiche del Nuovo Te-
stamento e direttore del centro di studi biblici Tyndale House di
Cambridge, nel Regno Unito. Williams riunì un gruppo di deci-
fratori composto da colleghi ma anche da studenti, che ebbero
un ruolo decisivo nell’avanzamento del progetto. Jamie Klair, al-
lora studente all’Università di Cambridge, ebbe la sorpresa di tro-
vare in modo del tutto casuale, nello strato di scrittura cancellato,
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dei testi astronomici. In parallelo allo studio dei testi biblici emer-
si su altre pagine del palinsesto, Williams e i suoi studenti iniziaro-
no a decifrare un testo inaspettato, che li colse impreparati. Keith
Knox, membro del team di elaborazione delle immagini di Mike
Phelps, ricorda con piacere l’esperienza. «Il progetto del Codex
Climaci Rescriptus era diverso da tutti gli altri», ci ha detto di re-
cente. «A renderlo eccezionale è il fatto che, dopo la campagna di
imaging, vari scienziati, studenti e filologi si sono reincontrati a
Cambridge per una settimana di lavoro intensivo. Raramente ab-
biamo l’opportunità di lavorare così a stretto contatto con gli stu-
diosi e di seguire i risultati del loro lavoro in tempo reale».
Il gruppo di lavoro di Cambridge sapeva che, per eseguire la
copia della Scala del Paradiso di Giovanni Climaco, erano stati
riciclati diversi manoscritti. Una volta compreso che alcuni di es-
si non erano testi biblici, riconobbero subito, accanto al foglio su
cui Jamie Klair aveva individuato un testo astronomico, una copia
di grande valore, riccamente illustrata, del più famoso poema an-
tico sulle costellazioni: i Fenomeni di Arato di Soli. Composto nel
III secolo a.C. sulla base di un modello in prosa redatto circa un se-
colo prima dall’astronomo greco Eudosso di Cnido, il poema forni-
sce una descrizione del cielo stellato in modo talmente chiaro ed
esemplare da renderlo un classico, tradotto e commentato più vol-
te fino alla fine del Medioevo.
Nel testo venuto alla luce, la poesia di Arato era intercalata da za eguali in tutta la letteratura antica, che fungeva da commento
altri due testi. Uno di questi era un commento al poema, estrat- astronomico ai Fenomeni di Arato. Dopo l’emozione iniziale, Peter
to da un manuale di mitologia astrale intitolato Catasterismi, e at- Williams iniziò a cercare collaboratori esperti di testi astronomi-
tribuito al direttore della biblioteca di Alessandria, Eratostene di ci antichi, entrando così in contatto con noi. Abbiamo subito pen-
Cirene. Per questo testo che, come il poema di Arato, era già noto sato a Ipparco di Nicea (l’odierna Iznik, in Turchia). L’ astronomo
attraverso altri manoscritti, le critiche moderne hanno fornito un greco, attivo nel II secolo a.C., è noto tra l’altro per avere scoperto
valido aiuto, consentendo di leggere o interpretare nella loro inte- la precessione degli equinozi. Oggi sappiamo che questa lenta de-
rezza i caratteri cancellati nella copia del Codex Climaci Rescrip- riva della volta celeste in un periodo di circa 26.000 anni è dovuta
tus. Al contrario, le pagine che contenevano il secondo testo tar- al cambio di direzione dell’asse di rotazione terrestre, simile all’as-
davano a rivelare i loro segreti. se di una trottola. Ipparco ignorava il meccanismo responsabile di
questa deriva, ma riuscì a determinare la lunghezza del ciclo, se-
Un catalogo stellare? condo quanto riportato dall’astronomo alessandrino Claudio To-
All’inizio del 2021, durante un periodo di lockdown nel Regno lomeo, che ne riportò testimonianza circa 300 anni più tardi nel
Unito a causa della pandemia di COVID-19, Peter Williams ha rico- suo Almagesto. La descrizione di Ipparco, la più antica conosciu-
nosciuto tra le pagine misteriose alcune coordinate astronomiche. ta, si basava su misurazioni astronomiche a occhio nudo, succes-
−−
«Quando ho capito che la sequenza μ° ν ε significava “55 gradi”, ho sivamente utilizzate per compilare il primo catalogo di stelle con
provato un’emozione incredibile», ci ha confidato. «Era diversa da coordinate numeriche. Per vari secoli, storici e astronomi hanno
tutto ciò che avevamo visto fino ad allora nel manoscritto». Peter cercato i resti di questo catalogo avvolto nel mistero. Se la nostra
Williams sapeva che gli antichi greci scrivevano i numeri in lette- ipotesi era corretta, avremmo avuto davanti a noi gli unici fram-
re (la lettera ν rappresentava la decina 50, e la lettera ε rappresen- menti conosciuti nella loro lingua originale, il greco!
tava l’unità 5, secondo l’ordine alfabetico), ma era comunque ne- L’ipotesi rimaneva da confermare. Le coordinate del palinsesto
Wolfgang Kaehler/Getty Images
cessaria un’ulteriore riflessione, trovandosi in un contesto in cui erano diverse da quelle indicate nel catalogo stellare interamen-
non si prevedeva di trovare dei numeri. La barra sopra a νε non era te conservato, fornito da Tolomeo nel suo Almagesto. Il loro auto-
altro che un segno che indicava le lettere indicanti dei numeri, e il re non poteva quindi essere Tolomeo. Tenendo conto della deriva
grafema μ° , poco comune, era un’abbreviazione della parola «gra- degli astri dovuta alla precessione degli equinozi, abbiamo stima-
do» (μοι̂ρα in greco; il piccolo cerchio sopra μ rappresenta la se- to che le misure registrate nel palinsesto possano risalire all’in-
conda lettera della parola). circa al III o al II secolo a.C., un periodo compatibile con Ipparco.
Presto gli studiosi capirono che si trattava di un testo sen- Armati di pazienza e partendo dall’ipotesi che fosse lui l’autore,
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NEUROSCIENZE
Sogni
premonitori
del Parkinson
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di Diana Kwon
Diana Kwon è giornalista freelance con base a Berlino,
e si occupa di salute e di scienze della vita.
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lan Alda era in fuga per salvarsi. Ma l’attore, celebre per il ruolo nella se-
A rie televisiva M*A*S*H, non era sul set: la minaccia era reale, o perlome-
no così sembrava. Perciò, quando Alda ha visto un sacco di patate da-
vanti a sé, lo ha afferrato e scaraventato contro l’aggressore. Un attimo
dopo la scena era cambiata; ora era nella sua camera da letto, stordito
dal sonno, e il sacco di patate era un cuscino che aveva appena scagliato contro la moglie.
Agire i propri sogni è il segno di un disturbo che avviene nel-
la fase REM del sonno, quella con movimenti oculari rapidi. Il di-
sturbo, chiamato RBD (REM sleep Behavior Disorder), o disturbo
di epidemiologici fanno pensare che i sogni agiti possano predire
con una probabilità superiore all’80 per cento lo sviluppo di una
malattia neurodegenerativa nella vita futura del paziente. E po-
comportamentale del sonno REM, riguarda secondo le stime dallo trebbero anche essere il primo segno di una simile malattia, che si
0,5 all’1,25 per cento della popolazione ed è riportato più comune- manifesta in media dai 10 ai 15 anni dopo la comparsa di questo di-
mente negli anziani, in particolare di sesso maschile. Oltre a esse- sturbo onirico.
re rischioso per le persone immerse nel sogno e per i loro partner, Una delle malattie più comuni legate all’RBD è la malattia di
l’RBD potrebbe essere il presagio di malattie neurodegenerative, e Parkinson, caratterizzata essenzialmente da una perdita progres-
in particolare delle sinucleinopatie, cioè quei disturbi in cui la pro- siva del controllo motorio. Un altro disturbo è la demenza da cor-
teina _-sinucleina forma aggregati tossici nel cervello. pi di Lewy, in cui nel cervello si formano piccoli aggregati di _-
Non tutti i comportamenti notturni sono RBD. Per esempio sinucleina, i cosiddetti corpi di Lewy appunto, che alterano il
il sonnambulismo e il sonniloquio, più frequenti nell’infanzia e movimento e le facoltà cognitive. Un terzo tipo di sinucleinopa-
nell’adolescenza, si verificano nel sonno non-REM. Questa diffe- tia – l’atrofia multisistemica – interferisce con il movimento e con
renza è chiaramente riconoscibile nel laboratorio del sonno, dove funzioni involontarie come la digestione. L’RBD è uno dei più effi-
i medici possono monitorare gli stadi del sonno stesso per vede- caci fattori predittivi di una futura sinucleinopatia, più predittivo
re quando una persona si muove. L’RBD, poi, non è sempre asso- di altri marcatori precoci come la stitichezza cronica e la riduzione
ciato a una sinucleinopatia: possono scatenarlo anche particolari della sensibilità olfattiva.
farmaci, come gli antidepressivi, o può essere conseguenza di al- Le descrizioni di sogni agiti in persone col Parkinson sono an-
tri disturbi quali la narcolessia o un tumore del tronco cerebrale. tiche come il riconoscimento della malattia stessa. Nella descri-
Quando l’RBD avviene in assenza di queste spiegazioni alter- zione originaria di James Parkinson, An Essay on the Shaking Palsy
native, la probabilità di una futura malattia è elevata. Alcuni stu- (saggio sulla paralisi agitante), pubblicata nel 1817, l’autore scrive-
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va: «Nel sonno si verificano movimenti tremuli degli arti, che au- aggressivi nel sonno, che stridevano apertamente con la loro na-
mentano fino a svegliare il paziente, accompagnati spesso da gran- tura pacifica da svegli; rispecchiavano così la documentazione di
de agitazione e allarme». Eppure, malgrado resoconti simili siano Jouvet sui felini, di norma amichevoli, che nel sonno diventavano
continuati nei due secoli successivi, il legame tra i sogni e la malat- aggressivi. Un paziente raccontò, per esempio, di aver sognato un
tia è rimasto oscuro; al punto che Alda dovette convincere il pro- motociclista che cercava di investirlo sulla statale. Lui si era vol-
prio neurologo a eseguire su di lui una scansione cerebrale alla ri- tato per scalciare via la moto, e si era svegliato sentendo la moglie
cerca di un eventuale Parkinson, dopo essere venuto a conoscenza che diceva «che diavolo mi stai facendo?», perché il marito la stava
di questo legame leggendo un articolo giornalistico del 2015. prendendo a calci. Un altro paziente raccontò che stava spezzando
Le scansioni confermarono il suo sospetto: era affetto dal il collo a un cervo, e che si era svegliato con le braccia avvinghiate
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Parkinson. Decise di condividere la propria esperienza pubblica- alla testa della consorte.
mente, «perché ho pensato che chiunque avesse un qualsiasi sin- Per verificare se questi comportamenti bizzarri fossero, co-
tomo, anche se non rientrava tra quelli tradizionali, avrebbe po- me per i gatti di Jouvet, il riflesso di un danno al tronco cerebra-
tuto avvantaggiarsi nel gestire la natura progressiva di questa le, Schenck e colleghi hanno tenuto sotto controllo questi pazienti
malattia», racconta. «Prima la aggredisci, penso io, maggiori sono per vedere se nel tempo avrebbero sviluppato una malattia cere-
le probabilità di ritardare i sintomi». brale. Nel 1996 hanno riferito che, in un gruppo di 29 persone con
Negli ultimi anni sono cresciute la consapevolezza dell’RBD e la RBD, tutti maschi ultracinquantenni, 11 avevano sviluppato una
comprensione di come questo disturbo sia legato alle sinucleino- malattia neurodegenerativa, in media 13 anni dopo la comparsa
patie. Lo studio di questo legame sta suggerendo idee per interve- dell’RBD. Nel 2013 avevano sviluppato una malattia neurodege-
nire precocemente. E questi progressi contribuiscono a compren- nerativa 21 di questi pazienti, ossia oltre l’80 per cento [sui 26 che
dere sempre meglio la cosiddetta fase prodromica del Parkinson e ancora erano seguiti dai ricercatori, mentre tre erano usciti dallo
di altri disturbi neurodegenerativi, ossia quel periodo in cui com- studio, N.d.R.], e la patologia più comune era il Parkinson.
paiono segni preliminari ma non è ancora stata stilata una diagno- Studi successivi hanno confermato questo legame: su 1280 pa-
si definitiva. Tra i primi indizi del Parkinson «l’RBD è speciale», so- zienti di 24 centri in varie parti nel mondo, il 74 per cento delle
stiene la neurologa Daniella Berg, della
Clinica universitaria dello Schleswig-Hol-
stein, in Germania. «È il miglior marcato- Nelle persone con disturbo comportamentale
re prodromico di cui disponiamo».
del sonno REM, i freni che di regola
Mollare il freno
Ray Merrell, un 66enne che risiede nel
ci immobilizzano mentre sogniamo sono disattivati
New Jersey, ha cominciato ad agire i pro-
pri sogni una quindicina di anni fa. I suoi
paesaggi onirici erano diventati ricchi di azione, come «qualcosa persone con RBD ha ricevuto entro 12 anni una diagnosi di malat-
che vedi alla tv», ricorda. Si ritrovava spesso a inseguire o essere tia neurodegenerativa. Talvolta l’RBD si manifesta decenni prima
inseguito da una persona, un animale o qualcos’altro. Nel mondo di altri sintomi neurologici, anche se il ritardo medio oscilla intor-
reale Merrell si dimenava, scalciava e saltava fuori dal letto; e alcu- no ai dieci anni. Quando la messa in atto dei sogni avviene insie-
ni suoi violenti comportamenti notturni avevano provocato lesio- me ad altri sintomi precoci di sinucleinopatie, i pazienti tendono a
ni a se stesso e alla moglie. sviluppare la malattia neurodegenerativa più rapidamente.
Nelle persone con RBD i freni che di regola ci immobilizzano Sulle prime molti ricercatori espressero scetticismo su questo
nel sonno REM – lo stadio più legato all’attività onirica – sono di- legame, ricorda Bradley Boeve, professore di neurologia alla Mayo
sattivati. Per inciso, i sogni avvengono anche nel sonno non-REM, Clinic di Rochester, nel Minnesota. «I revisori ci restituivano gli
ma nella fase REM sono più lunghi, più vividi e più bizzarri. studi affermando che fosse un’emerita sciocchezza», ricorda. Ma
Negli anni cinquanta e sessanta il neuroscienziato francese Mi- la connessione tra l’RBD e la sinucleinopatia è ormai accreditata:
chel Jouvet condusse una serie di esperimenti che rivelavano fino «Credo che sia quasi vangelo».
a che punto fossero caotici i movimenti liberi nel sonno REM. Le- Alcuni scienziati sospettano che l’RBD sia causato da un’aggre-
sionando parti del tronco cerebrale dei gatti, Jouvet aveva inibito gazione di sinucleina, con conseguente neurodegenerazione, nel-
la paralisi muscolare che avviene in molte specie durante il sonno le aree del tronco cerebrale che ci immobilizzano nel sonno REM.
REM. I felini sottoposti alla procedura si comportavano in modo Nella sua forma normale, la proteina è coinvolta nel funzionamen-
normale quando erano svegli; da addormentati, però, diventavano to dei neuroni; ma quando è «mal ripiegata» in una configurazione
insolitamente vivaci, manifestando scoppi di attività: si aggiravano atipica, può formare aggregati tossici. Le autopsie hanno rivelato
furtivamente, «facevano la pasta» con le zampe, mordevano, gio- che oltre il 90 per cento delle persone con RBD muore con segni di
cavano e facevano grooming. Malgrado questo comportamento, accumulo di sinucleina nel cervello. Non esistono metodi consoli-
molto simile a quello dello stato di veglia, i gatti rimanevano pro- dati per cercare gli aggregati di sinucleina nel cervello delle perso-
fondamente addormentati. Jouvet osservò inoltre che le azioni nel ne in vita, ma gli scienziati l’hanno cercata in altre parti del corpo.
sonno di questi animali erano spesso dissimili dalle loro abitudi- Per esempio Alejandro Iranzo, neurologo della Hospital Clinic di
ni da svegli. Felini che erano «sempre molto amichevoli da svegli», Barcellona, e colleghi hanno rivelato una sinucleina mal ripiegata
scriveva, nel sonno REM si comportavano con aggressività. nel liquido cerebrospinale del 90 per cento dei pazienti con RBD.
Sul finire degli anni ottanta Carlos Schenck, psichiatra dell’U- Come manifestazione precoce del Parkinson e di malattie affini,
niversità del Minnesota, e colleghi pubblicarono i primi casi clini- l’RBD può aiutare gli scienziati a rivelare come la sinucleina tos-
ci di RBD. I pazienti descrivevano sogni violenti e comportamenti sica si diffonde nel corpo e nel cervello. Stanno accumulandosi le
portamentale del sonno REM, i meccanismi che ci paralizzano in questa fase sono sollevare gli oggetti e a parlare.
disattivati, probabilmente per un danno al tronco cerebrale. Incuriositi da queste osservazioni, Arnulf e colleghi
stilarono un elenco dei comportamenti esibiti dalle
Il disturbo comportamentale del sonno REM (RBD)
persone durante il sonno REM. L’elenco – accresciu-
si verifica durante questi intervalli (in rosso) tosi negli ultimi 15 anni sino a includere centinaia di
ore di filmati di dormienti che agivano i propri sogni e
centinaia di racconti di sogni – ha permesso ad Arnulf
Stato
di veglia di svelare caratteristiche inattese dei sogni RBD e ri-
cavare informazioni su alcune questioni fondamentali
relative al come e perché sogniamo.
Stadi del sonno
(esempio generale)
REM
Merrell, Alda e molte altre persone con un RBD vi-
vono spesso sogni in cui affrontano il pericolo. In uno
Stadio 1 studio diretto da Arnulf i ricercatori hanno riscontrato
che il 60 per cento delle persone con RBD riferiva so-
Stadio 2 gni con qualche forma di minaccia, e il 75 per cento di
esse affrontava l’assalitore invece di fuggire. Le perso-
ne che riferiscono con più frequenza sogni inquietanti
Stadio 3 sono anche quelle più a rischio di sviluppare il Parkin-
son. «È da manuale che le persone con un RBD viva-
Tempo trascorso (ore): 1 2 3 4 5 6 7 8 no sogni violenti nei quali sono sulla difensiva», spiega
Yo-El Ju, professoressa di neurologia alla Washington
University a St. Louis. Ma se tutto ciò sia attribuibile a
distorsioni del ricordo – tendiamo a ricordare i sogni
prove che, perlomeno in alcuni pazienti, la malattia potrebbe ini- più violenti perché sono più memorabili – rimane una questione
ziare nell’intestino, e diffondersi risalendo attraverso le strutture aperta, aggiunge.
inferiori del cervello, come il tronco encefalico, fino a raggiunge- Il gruppo di Arnulf ha poi riscontrato che una percentuale
re le regioni superiori che influenzano il movimento e le funzioni significativa dei sogni RBD non sono violenti. In uno studio, il 18
cognitive. Una probabile via di risalita è il nervo vago, un fascio di per cento dei pazienti volava, cantava, danzava, rideva, insegnava
Grafica di Jen Christiansen; fonte: Across the Consciousness Continuum – From Unresponsive Wakefulness
to Sleep, di Christine Blume e altri, in «Frontiers in Human Neuroscience», Vol. 9, marzo 2015 (riferimento)
fibre nervose che collega il cervello ai principali organi. Aggregati o eseguiva altre attività pacifiche. In un altro studio con 52 pazien-
di sinucleina iniettati nell’intestino dei topi possono infatti diffon- ti RBD, i ricercatori sono andati alla scoperta di lievi variazioni
dersi al cervello tramite questo nervo; e nell’uomo almeno uno delle espressioni facciali nel sonno: metà delle persone sorrideva
studio epidemiologico ha dimostrato che resecare il vago, una pro- e un terzo rideva soprattutto nel sonno REM, a suggerire che i so-
cedura impiegata talvolta nel trattamento delle ulcere gastriche gni RBD sono forse più positivi di quanto si descrivesse in prece-
croniche, riduce il successivo rischio di Parkinson. denza. Arnulf ipotizza che i sogni violenti siano riferiti più spesso
Secondo alcuni ricercatori esistono due sottotipi di Parkinson: perché i comportamenti aggressivi hanno più probabilità di sve-
il tipo di origine intestinale e quello di origine cerebrale. L’RBD è gliare l’autore del sogno o il suo partner. «Sono convinta che nei
altamente predittivo del Parkinson, spiega Per Borghammer, pro- pazienti con RBD la finestra sia aperta sull’attività onirica, ma che i
fessore di medicina clinica all’Università di Aarhus, in Danimar- loro sogni non siano differenti dai nostri», commenta Arnulf.
ca; ma non vale il viceversa: solo un terzo dei parkinsoniani ha un La scoperta che i pazienti con RBD mostrano in sogno una
RBD prima di sviluppare i sintomi motori. Le persone con RBD gamma variegata di emozioni ha convinto Arnulf che ciò che i ri-
hanno un Parkinson di origine intestinale, ipotizza Borghammer, cercatori stanno apprendendo sui loro sogni valga anche per la
e in genere presentano sintomi come la stitichezza molto prima popolazione generale. Il suo gruppo ha scoperto, per esempio,
del declino motorio e cognitivo. Ma in due terzi dei pazienti, quel- che una piccola percentuale di persone con RBD era incapace di
li con origine cerebrale, l’RBD può comparire più tardi dei proble- ricordare i propri sogni pur agendo comportamenti di tipo onirico
mi motori, o non comparire mai. nel sonno, come a suggerire che le persone che si dichiarano non
sognatrici potrebbero in realtà sognare.
Il teatro dei sogni Un mistero dell’RBD è se le persone stiano agendo i propri so-
Un danno al tronco cerebrale influenza forse anche il contenu- gni tal quali o se i loro movimenti ne stiano modificando la trama,
to dei sogni e le azioni delle persone in sogno? Isabelle Arnulf, stu- dice Birgit Högl, professoressa di neurologia e medicina del sonno
diosa del sonno e professoressa di neurologia all’Università della alla Clinica universitaria di Innsbruck, in Austria.
Sorbona, a Parigi, ha maturato un vivo interesse per i comporta- Quanto alla domanda che incuriosì in partenza Arnulf – per-
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DUE SOTTOTIPI
Substantia nigra
Amigdala (nei gangli basali)
Cuore
Le connessioni
simpatiche
con il cuore sono ridotte.
Il locus coeruleus
nel tronco
cerebrale è
associato con l’RBD
Ganglio
stellato
Ganglio celiaco
Via simpatica
Il sistema nervoso
simpatico è formato
Heterogeneity, di Daniela Berg e altri, in «Nature Reviews Neurology», Vol. 17, aprile 2021 (riferimento)
Grafica di Now Medical Studios; fonte: Prodromal Parkinson Disease Subtypes - Key to Understanding
da fasci di fibre nervose,
come i gangli stellato e
celiaco, che raggiungono
molteplici organi.
Controlla la risposta
«lotta o fuggi».
Via vagale
Il nervo vago controlla Intestino crasso
le funzioni corporee nello stato e intestino tenue
di riposo. È la principale La stitichezza
via nervosa che collega è un primo segno
l’intestino al cervello. della malattia.
ché in alcuni pazienti i deficit motori caratteristici del Parkinson Risultati come questi suggeriscono che nelle persone con RBD
sembrano scomparire nel sonno – il lavoro di altri gruppi ha sug- il movimento sia generato da un circuito motorio che aggira i
gerito una risposta. Il neurologo e psichiatra Geert Mayer, già al- gangli basali. «Ciò rivela che, qualsiasi cosa avvenga nel Parkin-
la Hephata Clinic in Germania, in uno studio del 2015 ha rivela- son riguardo al movimento, questa non accade da addormentati»,
to con i suoi colleghi che nei pazienti con RBD i gangli basali – le commenta Ronald Postuma, professore di neurologia alla McGill
strutture motorie situate alla base del cervello in cui nei parkin- University.
soniani avviene la neurodegenerazione – erano silenti durante la Questi risultati aprono uno spiraglio, inoltre, a un’attraente
messa in atto dei sogni; ma altre regioni cerebrali coinvolte nel- prospettiva terapeutica: «E se riuscissimo a imitare lo stato moto-
la generazione del movimento, come per esempio la corteccia rio che ha la persona nel sonno, qualunque esso sia, mantenendo-
motoria, erano attive. la però sveglia?».
la questione», ricorda Merrell. decorso del Parkinson e che attualmente sono in sperimentazio-
Quando nel 2011 gli fu diagnosticato l’RBD, il suo medico ac- ne clinica, perlomeno alcuni saranno presto disponibili. «Dico ai
cennò al rischio di sviluppare in futuro altri disturbi, ma «non mi miei pazienti: “Siete arrivati al momento giusto”», commenta Oer-
diede certezze né altri consigli», racconta Merrell. Quando però si tel. «Sarete tra i primi a ricevere i farmaci giusti».
mise a fare ricerche on line scoprì molti studi su pazienti con RBD Högl è stato poi coinvolto in un altro attivo campo d’indagine:
che più avanti nella vita avevano sviluppato una malattia neuro- trovare il modo per caratterizzare meglio l’RBD. In collaborazio-
degenerativa. «Più indagavo – aggiunge – e più mi rendevo conto: ne con Ambra Stefani, della Clinica universitaria di Innsbruck,
“Diavolo, questo ha implicazioni davvero serie!”». e con altri colleghi, Högl ha misurato l’attività muscolare duran-
I trattamenti oggi disponibili per il Parkinson e per le altre si- te il sonno in persone con RBD. Gli studiosi si augurano che que-
nucleinopatie possono solo gestire i sintomi, ma non rallenta- sto lavoro non solo li aiuti a semplificare la diagnosi dell’RBD, ma
re o bloccare la neurodegenerazione che ne è alla base. «La noti- dia anche una mano ai medici a rivelare questo disturbo del sonno
zia peggiore che mi capita di dare come medico del sonno è dire a ancora prima, nel cosiddetto RBD prodromico, in cui i sogni po-
qualcuno che ha l’RBD», confessa Ju. trebbero non essere agiti in modo palese, oppure in quelle perso-
ne che possono avere l’RBD ma manife-
stare soltanto lievi movimenti, difficili
L’RBD, essendo in tanti casi uno stadio molto da rivelare. Il loro lavoro suggerisce che
i comportamenti elaborati e violenti os-
precoce del Parkinson, offre una finestra entro cui servati nell’RBD siano «solo la punta
dell’iceberg», dice Högl. Potrebbero per
le terapie hanno più probabilità di funzionare esempio verificarsi in una notte ma non
nella successiva. Viceversa, aggiunge,
lievi contrazioni nei muscoli delle ma-
Sono tuttavia in fase di sviluppo diverse nuove terapie per il ni o di altre parti del corpo sembrano essere molto più frequen-
Parkinson e per altre sinucleinopatie, e molti neurologi ritengo- ti, e paiono un segno più stabile perché si manifestano centinaia
no che un intervento precoce potrebbe essere decisivo. «Il campo di volte nella notte.
del Parkinson, in particolare, è costellato di sperimentazioni clini- Per ora non esistono cure per guarire dall’RBD né dal Parkin-
che fallite», dice Ju. «Nel momento in cui i pazienti manifestano la son, ma ciò non significa che i pazienti siano impotenti. Una mo-
malattia, probabilmente è già troppo tardi per intervenire: trop- le crescente di prove indica che l’esercizio fisico, da moderato a in-
pe cellule sono morte». Andare a ritroso e indagare questi tratta- tenso, contribuisce a migliorare i sintomi sia motori sia cognitivi
menti in apparenza falliti nei pazienti con RBD potrebbe rivelarsi del Parkinson, e molti neurologi già consigliano questa attività fi-
più efficace, aggiunge Ju, perché l’RBD, quale stadio molto preco- sica ai pazienti con RBD. «Le prove raccolte fanno pensare che i
ce della malattia, offre una finestra entro cui le terapie hanno più vantaggi dell’esercizio fisico non siano meramente sintomatici»,
probabilità di funzionare. «Molti considerano l’RBD un po’ come spiega il neurologo Michael Howell, dell’Università del Minneso-
l’eccesso di colesterolo», dice Boeve. «Se i livelli lipidici sono ele- ta. «A quanto pare, l’attività fisica aiuta a proteggere le cellule del
vati, aumentano il rischio di infarto e di ictus; se si riesce a modifi- cervello».
care questo processo fisiopatologico, si può ridurre il rischio o ri- Alda e Merrell hanno seguito quel consiglio alla lettera. In ag-
tardarne l’insorgenza». giunta ai farmaci, Alda si è dato a una terapia per il Parkinson basa-
Ju, Postuma e Boeve dirigono insieme il North American Pro- ta sull’esercizio fisico. Anche Merrell ha integrato un’attività fisica
dromal Synucleinopathy (NAPS) Consortium, varato nel 2018. regolare nella sua routine, dedicandosi a giorni alterni a una cam-
I ricercatori del NAPS intendono individuare i marcatori clinici minata di diversi chilometri; in più, è coinvolto nella ricerca clini-
e biologici con i mezzi più svariati, inclusi gli screening genetici, ca ed è uno dei partecipanti al NAPS. Questo suo contributo lo fa
le scansioni cerebrali, gli esami del sangue e del liquido cerebro- sentire più forte, perché si augura di contribuire alla scoperta di te-
spinale. I ricercatori si augurano che questi marcatori arrivino un rapie neuroprotettive efficaci. «È sempre esistito qualcuno che ha
giorno a indicare come e quando una persona con RBD sviluppe- fatto il primo passo in altre malattie o disturbi, permettendo i trial
rà più avanti nella vita una malattia neurodegenerativa; e di qua- clinici e le terapie di cui disponiamo oggi», commenta Merrell. «Mi
le malattia si ammalerà. Idealmente, questi biomarcatori dovreb- è capitato di essere reclutato per questo, e accetto la sfida». Q
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C U LT U R A
Scegliere
parole e storie
che coinvolgano le priorità
delle persone può stimolare
la volontà necessaria
ad applicare le soluzioni
per il clima
I
volge già la vita di miliardi di combustibili fossili, concepita per confon-
persone: ciò che prima era ri- dere le idee ed essere fuorviante.
tenuto un problema futuro sta Capire il gergo può essere difficile, ma
imperversando qui e ora. Que- è ancora peggio l’uso di termini familia-
sta realtà ha contribuito a con- ri che in un contesto scientifico assumono
vincere gran parte delle perso- un significato completamente diverso. Per
ne che per limitare i danni dobbiamo agire. esempio, di solito la gente usa il termine
Ma non si sta affrontando l’urgenza del- «positivo» per dire «buono» e «negativo»
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la crisi con la dovuta velocità. La transi- per dire «cattivo». Per i climatologi inve-
zione all’energia pulita appena iniziata è ce questi due termini significano rispetti-
troppo lenta per poter evitare i peggiori ef- vamente «in aumento» e «in diminuzione».
fetti del cambiamento climatico. Ad agosto Quindi se la temperatura ha una tenden-
2022, dopo molti ritardi, il governo degli za positiva vuol dire che sta crescendo: in
Stati Uniti ha intrapreso un’azione appro- un periodo di riscaldamento globale è una
vando l’Inflation Reduction Act, ma ser- brutta notizia. Gli scienziati inoltre parlano
vono molti altri progressi e questa misura di emissioni negative, che evocano l’inqui-
è ostacolata dalle contrapposizioni politi- namento, quando invece indicano la rimo-
che. La spaccatura tra le fazioni è dovuta zione dell’anidride carbonica dall’aria, cioè
soprattutto all’impressione dei conserva- qualcosa di buono. Sarebbe più chiaro se
tori che le soluzioni al cambiamento cli- chiamassimo questa attività rimozione, as-
matico comportino un’intrusione del go- sorbimento o abbattimento della CO2.
verno, che controllerebbe le scelte delle Le percezioni possono essere influenza-
persone e imporrebbe loro sacrifici. Le ri- te dalle parole che usiamo. In genere il ter-
cerche dimostrano che lo scetticismo dei mine «naturale» si riferisce a ciò che avvie-
repubblicani sul cambiamento climatico ne senza un intervento umano. Ma molti
si può attribuire in gran parte a un conflit- eventi che chiamiamo disastri naturali –
to tra valori ideologici e soluzioni spesso come piogge torrenziali e uragani più for-
discusse, in particolare le norme gover- ti, che portano a gravi alluvioni, o caldo e
native. Uno studio del 2019 pubblicato su siccità estremi che intensificano gli incen-
«Climatic Change» ha rilevato che la pola- di – non sono più del tutto naturali. Scon-
rizzazione politica e ideologica sul cambia- volgendo il clima e costruendo in luoghi
mento climatico è molto forte negli Stati vulnerabili, l’umanità sta generando disa-
Uniti e in altri paesi di lingua inglese. stri innaturali. Il termine «naturale» si può
Una cosa che possiamo fare tutti per af- usare anche in altri modi: nel 2021 scienziati
frontare questo stallo è modificare il lin- della Yale University hanno scoperto che gli
guaggio e i messaggi relativi al cambia- statunitensi associano il gas naturale all’i-
mento climatico. Le parole che usiamo e dea di «pulito» e il metano a quella di «inqui-
le storie che raccontiamo sono importanti. namento», anche se il gas naturale è costitu-
Trasformando il modo in cui parliamo del ito quasi interamente da metano.
cambiamento climatico, possiamo coinvol- Il linguaggio che usiamo per descrive-
gere le persone e creare la volontà politica re le soluzioni per il clima può aggrava-
necessaria per mettere in pratica interven- re la spaccatura culturale. Termini come
ti abbastanza forti da affrontare la crisi con «regolare», «vietare», «tagliare», «impor-
la dovuta urgenza. re» e «tasse» sono impopolari, soprattutto
tra i conservatori. Forse la gente sarebbe
Le parole contano più disposta a sostenere soluzioni descrit-
Per ispirare la gente dobbiamo raccon- te con termini come «innovazione», «im-
tare una storia non di sacrificio e privazio- prenditorialità», «ingegno», «mercato» e
ne, bensì di opportunità e miglioramen- «concorrenza nella corsa globale per l’e-
to della nostra vita, salute e prosperità, nergia». Il fatto che la prima politica clima-
una storia di progresso umano in un’epoca tica rilevante negli Stati Uniti si chiami In-
post-combustibili fossili. flation Reduction Act è un altro esempio di
Nel presentare questa storia ci troviamo quanto sia importante la scelta delle paro-
di fronte a problemi linguistici, alcuni dei le. Proprio questo nome ha contribuito a
quali derivano da comportamenti in buo- ottenere il sostegno essenziale del senato-
na fede, come la tendenza degli scienziati a re Joe Manchin, della West Virginia: il suo
usare il proprio gergo e a pensare che i fat- voto era stato in bilico. Inoltre il nome po-
ti parlino da sé. Altri invece sono intenzio- trebbe aver reso più accettabile la norma
nali e insidiosi, come la campagna di disin- ai molti cittadini statunitensi che, pur es-
Le Scienze 73
sendo preoccupati per il cambiamento cli- Susan Joy Hassol dirige Climate Communication, un progetto di divulgazione
matico, non lo considerano una priorità ri- no profit. È stata premiata per la sua attività di comunicatrice, analista e autrice
spetto all’inflazione e all’economia. nel settore del cambiamento climatico, e da oltre trent’anni rende accessibili
Ci sono anche altre espressioni che, se questioni complesse a decisori politici e al pubblico.
modificate, possono contribuire a miglio-
rare l’informazione e reindirizzare il di-
battito sul clima. Anziché di gas serra, il pubblico significa solo un’impressione. ro avrebbe ridotto del 75 per cento il valo-
possiamo parlare di «inquinamento che in- E sa che, sempre per il pubblico, il termi- re dell’immobile, e il suo rumore avrebbe
trappola il calore». Questo termine fa risal- ne «incertezza» è sinonimo di «ignoranza», provocato il cancro.
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tare il meccanismo di base del cambiamen- anche se gli scienziati lo usano per indica- Un modo di contrastare la disinforma-
to climatico di origine umana, e la parola re una gamma di risultati possibili. Così i zione consiste nel giocare d’anticipo «vac-
«inquinamento» ha un’accezione negativa sostenitori dei combustibili fossili ripeto- cinando» il pubblico, cioè promuovendo
che in questo contesto è giusta. «Cambia- no all’infinito: «Il cambiamento climatico è un’informazione precisa e aiutando la gen-
mento climatico» è ormai un’espressione solo una teoria. C’è molta incertezza». te a riconoscere le tecniche di disinforma-
diffusa, ma ciò che stiamo vivendo si po- Via via che la crisi climatica ha avuto ri- zione. Secondo quanto rilevato dai ricer-
trebbe definire più precisamente «sconvol- percussioni sempre più forti sulla nostra catori, i messaggi preventivi che spiegano
gimento climatico di origine umana». Pur- vita, negarne l’esistenza è diventato sem- queste tecniche e mettono in risalto le in-
troppo sono corretti anche termini come pre più difficile. Ecco perché chi intende formazioni corrette possono prevenire i
«crisi climatica» ed «emergenza climatica». mantenere lo status quo ha cambiato tat- malintesi. È fondamentale evidenziare che
Nelle zone costiere, sempre più spes- tica, passando dalla negazione della clima- il costo dell’energia rinnovabile è crollato,
so con l’alta marea l’acqua sommerge le tologia a strategie come la deviazione: per tanto da renderla più economica di quella
strade, anche quando non piove. È un fe- esempio, portarci a pensare alla nostra im- inquinante. Nell’ultimo decennio i prezzi
nomeno dai costi enormi: città come Mia- pronta di carbonio personale, invece di dell’energia solare e delle batterie sono di-
mi spendono centinaia di milioni di dollari esaminare l’enorme responsabilità delle minuiti di circa il 90 per cento, ed è calato
in sistemi per pompare l’acqua. Eppure gli grandi aziende petrolifere e del gas nel ri- molto anche il costo dell’energia eolica.
esperti parlano di nuisance flooding, lette- tardare la lotta al cambiamento climatico. Si sono ottenuti buoni progressi anche
ralmente «alluvione fastidiosa»: un termine Inoltre seminano dubbi, diffondendo leg- nella gestione di fonti variabili come Sole e
che sottovaluta molto le sue conseguenze gende e bugie sulle soluzioni, che sareb- vento, oltre che nello stoccaggio dell’ener-
sul piano umano ed economico. Potrebbe bero troppo costose e inaffidabili. Nel 2019 gia così prodotta. Non aspettiamo un mira-
essere più efficace definirlo «alluvione sen- Donald Trump, rivolgendosi a una folla, colo energetico: ne abbiamo già avuto uno.
za pioggia» o «ricorrente». Analogamente, ha detto che la costruzione di un «mulino La seconda grande sfida, spesso legata
via via che si alza il livello del mare e gli ura- a vento» da qualche parte vicino a casa lo- alla prima, riguarda le impressioni diffu-
gani diventano sempre più forti, negli Sta-
ti Uniti si comincia a invocare una «ritirata
organizzata» dalle coste. Ma questa espres- Parole migliori per spiegare la scienza
sione fa pensare a una resa. Come han-
no detto dei generali, non ci ritiriamo mai:
TERMINE SIGNIFICATO SCELTA MIGLIORE
avanziamo in un’altra direzione. Sarebbe SCIENTIFICO PER IL PUBBLICO
più positivo esortare a un «trasferimento
proattivo» in zone più elevate e sicure.
Affrontare le sfide
La scelta delle parole fa parte di una più
ampia serie di sfide in campo comunicati-
vo che dobbiamo affrontare per creare la
volontà politica necessaria per un inter-
vento rapido contro la crisi climatica. Pos-
siamo dividere queste sfide in tre catego-
rie: disinformazione, impressioni sbagliate
e tendenza a etichettare il cambiamento
climatico come una questione ambientale.
Partiamo dalla disinformazione.
L’industria dei combustibili fossili e chi
sta ai suoi ordini hanno organizzato una
campagna di disinformazione ben finan-
ziata e di lunga durata, che sfrutta la confu-
sione sul linguaggio relativo al clima. Chi
ha ideato questa campagna sa che il ter-
mine «teoria» per gli scienziati indica un’i-
dea con una base scientifica solida, ma per
to: la comunità di cittadini preoccupati per 3. Connettersi ai valori Se sapete che qualcuno, per la propria
il clima è una maggioranza, ma crede di es- appartenenza a un gruppo, tende a rifiu-
4. Trovare un terreno comune
sere una minoranza. Inoltre i ricercatori tare l’idea del cambiamento climatico di
5. Fare riferimento al qui e ora
hanno scoperto che, anche se i sostenitori origine umana, invece di sbattere la testa
delle politiche per limitare il cambiamen- 6. Concentrarsi sul meteo estremo contro una porta principale sbarrata cer-
to climatico sono il doppio rispetto ai loro 7. Promuovere l’energia pulita cate una porta laterale. Per esempio, a qua-
oppositori, gli statunitensi hanno erronea- 8. Mettere in evidenza il risparmio si tutti piace l’energia pulita, e per buoni
mente l’impressione opposta. Questa con- 9. Far notare l’urgenza di un intervento
motivi: offre aria e acqua pulite, sicurezza
vinzione sbagliata sulla società riduce la energetica, costi minori, più posti di lavo-
10. Mostrare dove l’azione dà risultati
disponibilità a parlare dell’argomento e di- ro e altri vantaggi. Così, anche senza chia-
minuisce la motivazione e la pressione po- 11. Evidenziare la nostra scelta del futuro mare in causa il cambiamento climatico
litica per l’adozione di misure per il clima. ci sono molti motivi per sostenere l’ener-
Un modo di reagire consiste nel parlare di gia pulita. Uno studio pubblicato nel 2015
più del cambiamento climatico con fami- za. Possiamo raccontare storie che non de- su «Nature Climate Change» ha rilevato
liari, amici, colleghi e leader nel settore scrivano sventure e privazioni, ma i molti che in 24 paesi gli interventi contro il cam-
pubblico e in quello privato. Ognuno di noi vantaggi che otterremo passando all’ener- biamento climatico erano motivati da altri
può contribuire a questa soluzione. gia pulita e proteggendo la natura. Dobbia- vantaggi, soprattutto lo sviluppo economi-
Un’altra impressione sbagliata, ma sem- mo creare un’immagine di quel mondo mi- co e la salute delle comunità. Uno studio
pre più diffusa, è che sia troppo tardi per gliore – alimentato da energia rinnovabile, pubblicato nel 2022 su «Nature Energy»
agire, che la catastrofe climatica globale sia con città più vivibili e adatte al traffico pe- ha confrontato tre categorie di vantag-
inevitabile. Un motivo può essere la ten- donale – e illustrare come e dove si vedono gi dell’energia rinnovabile – risparmio
denza dei media a dedicare più spazio ai di- già miglioramenti. Sotto l’aspetto psicolo- sui costi, spinta all’economia e riduzione
sastri che alle soluzioni, e questo può por- gico è importante sapere che non partiamo del cambiamento climatico – e ha scoper-
tare molti alla disperazione o al fatalismo. ora: ci siamo già avviati. to che il risparmio sui costi era quella più
Secondo uno studio pubblicato nel 2021 La terza sfida è che lo sconvolgimento condivisa tra tutti i gruppi politici.
su «The Lancet», è una tendenza che col- climatico è confinato da anni nella catego- Servirà un sostegno adeguato della so-
pisce soprattutto i giovani: l’84 per cento ria delle questioni ambientali. Secondo un cietà per realizzare i cambiamenti neces-
si dichiara preoccupato e il 75 per cento af- sondaggio Gallup del 2021, negli Stati Uni- sari a evitare le conseguenze più gravi del-
ferma che il futuro è spaventoso. Se la gen- ti solo il 41 per cento della popolazione si lo sconvolgimento climatico prima che il
te è convinta che siamo condannati e non considera ambientalista. E le questioni am- mondo superi troppi livelli di allarme. Se-
ci sia più niente da fare, perché dovrebbe bientali, soprattutto il cambiamento clima- condo una ricerca pubblicata nel 2018 su
provare? È indispensabile comunicare con tico, sono ormai così polarizzate politica- «Science», i cambiamenti sociali di ampia
chiarezza che non è troppo tardi per evita- mente che alcune persone si oppongono a portata richiedono l’impegno attivo del 25
re le conseguenze peggiori. Dobbiamo agi- qualsiasi dibattito sull’argomento. per cento circa della popolazione. In meri-
re con urgenza perché ogni ritardo rende il In realtà a ognuno interessa un certo to al clima gli Stati Uniti si stanno rapida-
futuro più caldo e costoso. Ogni frazione di aspetto che risente dell’emergenza clima- mente avvicinando a quella soglia. Ricer-
grado conta, come ogni azione. L’attivista tica. Si tratta di persone religiose? Lo scon- catori della Yale University e della George
Greta Thunberg ha espresso questa idea in volgimento climatico danneggia il crea- Mason University hanno rilevato che ver-
modo molto efficace: «Quando comincia- to e colpisce in modo particolare i «fratelli so fine 2021 un terzo degli statunitensi era-
mo ad agire, la speranza è dappertutto». più piccoli». Sono appassionati di pesca? Il no preoccupati per la crisi climatica e per
Secondo uno studio del 2019 di ricer- cambiamento climatico riscalda i fiumi, la maggior parte erano disposti ad agire.
catori della Yale University e della Geor- riducendo l’habitat delle specie di acqua Affrontare le sfide della comunicazione
ge Mason University, chi ha una speranza fredda come salmoni e trote. Vanno a scia- sul clima potrebbe aiutarci a trovare una
costruttiva (contrariamente alla speran- re? Il riscaldamento riduce le possibilità di volontà politica sufficiente per scongiura-
za passiva, per esempio di chi pensa: «Dio fare sport sulla neve. Tutti hanno bisogno re i peggiori effetti del cambiamento cli-
ci salverà») ha più probabilità di agire e so- di mangiare, e il cambiamento climatico matico prima che sia troppo tardi. La gen-
stenere politiche contro il cambiamen- ha ripercussioni su alcuni nostri prodotti te deve realizzare quanto sia impellente la
to climatico. Suscitare la speranza porta preferiti, come caffè e cioccolato, oltre che scelta che dobbiamo fare tra un futuro leg-
a stimolare una sensazione di efficacia, a su colture di base essenziali, tra cui mais e germente più caldo e una catastrofe glo-
credere che quanto facciamo come perso- frumento. Molte persone soffrono per l’au- bale. E deve capire che saranno le scelte di
ne e società possa davvero fare la differen- mento di calore e umidità in estate, per il oggi a determinare il nostro destino. Q
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GENETICA
Salti
inaspettati
Fahmi Bhs
di Veronique Greenwood
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Veronique Greenwood è giornalista scientifica e saggista.
I suoi lavori sono stati pubblicati su «The New York Times
Magazine», «Discover», «Aeon» e altre pubblicazioni.
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Trasferimenti orizzontali per regione nelle sorgenti calde studiate dal biologo evolutivo De-
Il numero di trasferimenti genici identificati tra le specie bashish Bhattacharya e dalla sua studentessa Julia Van
avvenuti negli ultimi 50 milioni di anni. Etten, della Rutgers University, possono sopravvivere
al contatto con sostanze che altrimenti le ucciderebbe-
ro. Se un gene aumenta la sopravvivenza, non ci vuole
1 molto prima che i discendenti del primo organismo che
lo ha acquisito prendano il sopravvento.
2 5
2 Non tutti questi geni erranti, però, comportano ne-
cessariamente un vantaggio. BovB è un noto trasposo-
1 ne, cioè un frammento di materiale genetico incline a
0 saltare di posizione nel genoma in modo casuale. In un
3 certo senso, i suoi salti dai serpenti alle rane in Madaga-
14
5 scar, comunque siano avvenuti, sono solo salti bizzarra-
mente più grandi del solito. Inoltre, sebbene i trasposo-
Madagascar ni possano avere effetti profondi sui genomi, BovB non
è un gene con una funzione nel senso tradizionale del
termine: è solo un frammento di DNA che fa copie di se
Come il gene BovB ha fatto il salto stesso. Kurabayashi osserva che, sebbene non si possa
La somiglianza dei geni BovB tra le specie suggerisce come il gene possa essersi escludere che le rane abbiano beneficiato di BovB, è più
trasferito da una all’altra. probabile che BovB persista grazie al suo successo ag-
gressivo nell’autoduplicazione. Questo potrebbe aiuta-
re a spiegare perché quando gli eucarioti si ritrovano
Somiglianza di sequenza di BovB con materiale genetico di altri organismi, spesso sono
coinvolti trasposoni come BovB.
99% 96%
Per quanto possa sembrare strano che gli eucarioti
ricevano geni dai batteri, ancora più strano è il fatto che
gli esempi di trasferimento genico orizzontale nella di-
rezione opposta sono molto più rari. Per qualche moti-
Specie Pulce Specie vo, i batteri non vogliono i nostri geni. I geni eucarioti-
di serpenti penetrante di rana
ci hanno caratteristiche strutturali che non li rendono
affatto perfetti per i batteri, ma potrebbero contribuire
anche altri fattori.
96% «Forse gli eucarioti non hanno i geni che interessano
96% 99% ai batteri», ha dichiarato Patrick Keeling, biologo dell’U-
97%
niversità della British Columbia che studia i trasferi-
menti orizzontali.
Diventare virali
Specie Specie Nematode Altre specie A differenza dei batteri, i virus hanno una vera e
di serpenti di rana di rane
propria abilità nel prelevare geni dai loro ospiti euca-
rioti. I virus, in particolare quelli chiamati retrovirus,
hanno gli strumenti per entrare nelle cellule e nei nu-
agli osmeridi. Laurie Graham, biologa molecolare della Queen’s clei dell’ospite e sono maestri nell’inserire materiale genetico nel
University, in Canada, e i suoi colleghi hanno pubblicato questa genoma dell’ospite. Fino all’8 per cento del genoma umano è costi-
Merrill Sherman/Quanta Magazine
osservazione nel 2021; le loro scoperte erano così controintuitive tuito da resti di retrovirus, frammenti di infezioni avvenute molto
che Graham ha avuto difficoltà a pubblicare lo studio. tempo fa nella storia della nostra specie.
Allo stesso modo, il biologo evolutivo Etienne G.J. Danchin e A volte il trasferimento avviene anche in senso inverso. In un
i suoi colleghi dell’Istituto nazionale di ricerca per l’agricoltura, articolo pubblicato su «Nature Microbiology» a dicembre 2021,
l’alimentazione e l’ambiente in Francia stanno studiando una se- Keeling, il suo collaboratore Nicholas Irwin, dell’Università di Ox-
rie di enzimi che i vermi nematodi hanno preso dai batteri. E ol- ford, e i loro colleghi hanno condotto la prima analisi completa dei
tre 100 famiglie di geni sembrano essere passate dai microbi al- trasferimenti genici orizzontali tra 201 eucarioti e 108.842 virus.
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I ricercatori sospettano che la versione del gene BovB presente nei boa (al centro) e in altri serpenti del
Madagascar possa essere particolarmente abile nell’effettuare trasferimenti orizzontali. Le rane Hyperolius
marmoratus (a sinistra) e Mantella aurantiaca (a destra) sono due delle specie che hanno ricevuto il gene.
Gli scienziati hanno trovato prove di oltre 6700 trasferimenti di queste cellule sono potenzialmente vulnerabili ai virus presenti
geni, con trasferimenti da ospite a virus circa due volte più comu- nell’ambiente, che potrebbero insinuarsi nei geni.
ni rispetto a quelli da virus a ospite. Gli autori dello studio han- Anche con le creature più grandi potrebbe essere più facile di
no concluso che i trasferimenti genici orizzontali sono stati i prin- quanto si pensi. Attualmente si tratta ancora di un’idea speculati-
cipali motori dell’evoluzione da entrambe le parti: i virus hanno va, ma «il tratto riproduttivo è pieno di microbi e virus», ha detto
usato spesso geni eucarioti per diventare più efficaci nell’infetta- Danchin. «Sappiamo che alcuni virus infettano in modo specifico
re i loro ospiti, mentre gli eucarioti hanno talvolta usato elementi il tratto riproduttivo».
dei geni virali per creare nuove caratteristiche o per regolare il lo- Keeling suggerisce che forse, per comprendere il mistero dei
ro metabolismo in modi nuovi. trasferimenti orizzontali dei geni, dovremmo considerarli come
Risultati come questi hanno convinto alcuni biologi che alme- conseguenze ecologiche dei comportamenti di un organismo,
no alcuni trasferimenti genici orizzontali possono essere facilita- dei suoi vicini e del suo ambiente. Se un gene trasferito orizzon-
ti dai virus. Se i virus sono in grado di prelevare geni dai loro ospiti talmente conferisce qualche vantaggio in termini di sopravviven-
e di lasciarsi dietro frammenti del loro genoma, sembra possibi- za, è probabile che dipenda dallo scenario specifico in cui si trova
le che a volte possano anche traghettare i geni dell’ultimo ospite il destinatario del gene: un mare ghiacciato, una sorgente calda,
che hanno infettato, o addirittura di un ospite di generazioni pre- una pianta ospite appetitosa con difese resistenti. «Sono così lega-
cedenti, e trasmetterli a un nuovo ospite. ti all’ecologia in cui si trova quella cosa, ma l’ecologia cambia», ha
Il coinvolgimento dei virus potrebbe anche aiutare a risol- ipotizzato. Con un cambiamento sbagliato dell’ambiente, il gene
vere un altro enigma sui trasferimenti orizzontali negli eucario- trasferito «non è più vantaggioso e viene perso».
ti. Affinché i trasferimenti avvengano, i geni che viaggiano devo-
no superare una serie di ostacoli. Anzitutto devono passare dalla Indizi ecologici
specie donatrice alla nuova specie ospite. Poi devono entrare nel I trasferimenti orizzontali di geni negli eucarioti potrebbero
nucleo e insediarsi nel genoma dell’ospite. Ma non basta entrare avvenire continuamente: nello stagno del vostro giardino, nel ter-
nel genoma di una cellula qualsiasi: nelle creature multicellula- reno sotto i vostri piedi, negli animali, negli insetti e nelle piante
ri come le rane e le aringhe, un gene non è trasmesso alla proge- che compongono l’ecosistema. «Credo che ci siano molti più tra-
nie dell’animale a meno che non riesca a intrufolarsi in una cellula sferimenti di quanti ne conosciamo», ha detto Bhattacharya. «Solo
EcoPic/iStock (rana a sinistra)
germinale, ovvero uno spermatozoo o un ovulo. che non li vediamo perché vengono spazzati via».
I virus potrebbero rendere più probabile questa serie di even- Per verificare quanto sia comune che le rane abbiano il gene
ti. In organismi piccoli come il nematode, ha affermato Danchin, il BovB dei serpenti, il gruppo di Kurabayashi ha chiesto a colleghi
tratto riproduttivo e le sue cellule germinali non sono lontani dal campioni di rane da tutto il mondo per sequenziarne il DNA. In
tratto intestinale, dove i virus ingeriti con il cibo possono deposi- questo modo gli scienziati hanno scoperto che su 149 specie, 50
tarsi. Poiché le rane rilasciano le uova e lo sperma in mare aperto, sono portatrici di BovB. Le 32 rane del Madagascar analizzate co-
stituivano meno di un quarto di tutte le specie campionate, ma 29 scrivono come potrebbero essersi verificati questi trasferimenti
di esse erano portatrici del gene del serpente: una netta maggio- orizzontali. Senza una selezione che preservi le sequenze di DNA,
ranza di tutti i trasferimenti trovati nel mondo. Inoltre, almeno su lunghi periodi di tempo queste stesse sequenze tendono a mu-
due dei lignaggi di rane hanno acquisito BovB solo dopo che i loro tare e a confondersi, cancellando le prove molecolari di un trasfe-
antenati migrarono dall’Africa al Madagascar. rimento. E se nel trasferimento è coinvolto un virus, quest’ultimo
L’aspetto più interessante del lavoro, ha detto Graham, «è che potrebbe lasciare poche prove, ha detto Graham. I ricercatori po-
dimostra che il tasso di trasferimento non è uniforme. Varia mol- trebbero quindi aver bisogno di cogliere un salto genetico in fla-
to tra le regioni geografiche». Se un maggior numero di studi aves- grante per sapere come sta avvenendo.
se come obiettivo l’esame del trasferimento di geni nel mondo, ve- Bhattacharya è nelle prime fasi di un progetto che mira proprio
rificando se i trasferimenti siano avvenuti a ritmi diversi in luoghi a questo. Nelle sorgenti calde di Lemonade Creek, nel Parco na-
diversi, quello che scopriremmo potrebbe sorprenderci. Forse la zionale di Yellowstone, negli Stati Uniti, lui e i suoi colleghi sono
geografia conta più di quanto ci si possa aspettare. alla ricerca di segni di trasferimenti che potrebbero essere anco-
C’è qualcosa nell’ambiente del Madagascar che lo rende un ra in corso. Stanno studiando il DNA delle alghe rosse che hanno
punto caldo per i trasferimenti genici? Nessuno lo sa. Kurabayashi acquisito geni dai batteri che vivono nelle sorgenti, geni che pre-
dice che lui e il suo gruppo sospettano principalmente che il gene sentano solo piccole differenze rispetto agli originali. «Non stia-
BovB dei serpenti del Madagascar si differenzi dalle versioni di al- mo parlando di milioni di anni fa», ha detto Bhattacharya. «Stiamo
tre parti del mondo per il fatto di essere un po’ più abile nel pene- parlando di DNA altamente simile, che coesiste in due diversi do-
trare in un nuovo ospite. mini di vita, nello stesso ambiente».
Cordier Sylvain/AGF (boa); Werner Layer/AGF (rana a destra)
Ma anche l’abbondanza di parassiti sull’isola potrebbe essere Se gli scienziati scopriranno che le alghe delle sorgenti vici-
un fattore che contribuisce. Per esempio, «in Madagascar ci sono ne sono prive di questi geni trasferiti, allora potrebbero essere
molte sanguisughe», ha detto Miguel Vences, erpetologo al Poli- testimoni dell’inizio di un cambiamento genetico che si sposta
tecnico di Braunschweig, in Germania, e autore del nuovo lavo- verso l’esterno attraverso le alghe, da una sorgente vicina all’altra.
ro. «Se vi doveste trovare nella foresta pluviale, le notereste». Que- E ogni nuova sorgente calda potrebbe essere un’isola sull’orlo di
ste creature succhiasangue si nutrono di molti tipi di animali, tra una trasformazione. Q
cui rane e serpenti, e non disdegnano di assaggiare gli esseri uma-
ni. Vences e i suoi colleghi ipotizzano che le sanguisughe possa- L’originale di questo articolo è stato pubblicato il 27 ottobre
no portare sangue contenente il gene del serpente che salta nelle 2022 da QuantaMagazine.org, una pubblicazione editoriale
rane, o forse il gene in questione è già presente nel genoma della indipendente on line promossa dalla Fondazione Simons
sanguisuga a causa di precedenti contatti con i serpenti. Poi forse per migliorare la comprensione pubblica della scienza.
un virus non identificato fa il resto. Traduzione ed editing a cura di «Le Scienze».
Purtroppo non è facile provare o confutare gli scenari che de- Riproduzione autorizzata, tutti i diritti riservati.
www.lescienze.it Le Scienze 81
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ASTRONOMIA
Una minaccia
esistenziale
per l’astronomia
Gli sciami sempre più numerosi di satelliti in orbita stanno
oscurando le stelle, e cresce il timore che nessuno
si adopererà per fermarli e salvare la più antica delle scienze
di Rebecca Boyle
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L’
astronoma Rachel Street era spaventata, dopo una recente riunione
di pianificazione dell’Osservatorio Vera C. Rubin. Il nuovo telescopio,
in costruzione in Cile, fotograferà l’intero cielo ogni tre notti con una
potenza di osservazione sufficiente a vedere una pallina da golf alla
distanza della Luna.
Il suo progetto principale, la Legacy Survey of Space and Time astronomi sostengono che, se non controllate, le costellazioni
(LSST), mapperà la galassia, farà un inventario degli oggetti del si- satellitari metteranno a rischio non solo il futuro dell’Osservato-
stema solare ed esplorerà misteriosi lampi, esplosioni e segnali rio Rubin ma quasi tutte le campagne di osservazione dell’univer-
lampeggianti in tutto l’universo. so in luce visibile.
Ma il telescopio potrebbe non raggiungere mai i suoi obiettivi Secondo Jonathan McDowell, astronomo che si occupa di satel-
se il cielo si riempirà di false stelle. I nuovi sciami di costellazio- liti allo Harvard-Smithsonian Center for Astrophysics di Cambrid-
ni di satelliti, come Starlink di SpaceX, minacciano di mettere in ge in Massachusetts, «la situazione va da pessima a terribile», a se-
ombra i veri oggetti celesti che catturano l’interesse degli astrono- conda del numero di satelliti che verranno lanciati nei prossimi
mi, quelli che l’umanità ha ammirato e su cui ha meditato per tut- anni e della loro luminosità. «Alcune migliaia di satelliti sono una
ta la storia. seccatura, ma centinaia di migliaia sono una minaccia esistenziale
«Più partecipo a riunioni su questo argomento, in cui si spie- per l’astronomia terrestre».
ga l’impatto che tutto questo avrà, più mi spaventa il pensiero di I responsabili dei progetti dei telescopi stanno riscrivendo i
come potrà andare avanti l’astronomia», dice Street, astronoma programmi di pianificazione delle osservazioni per evitare i nuo-
dell’Osservatorio di Las Cumbres in California. Quando un altro vi sciami di satelliti, ma questo compito, già poco pratico, divente-
astronomo ha parlato di rivedere il programma di attività del te- rà impossibile man mano che il numero di veicoli spaziali in orbi-
lescopio per anticipare le osservazioni, Street è stata presa da un ta terrestre bassa continuerà ad aumentare. Gli astronomi stanno
senso di inquietudine: i suoi colleghi suggerivano di fare osserva- cercando di scrivere software che eliminino le striature luminose
zioni basilari in anticipo, perché dopo avrebbe potuto essere trop- dei satelliti dalle immagini a tutto campo del cielo. Ma anche que-
po tardi. «Questo mi ha fatto correre un brivido lungo la schiena», sto sarà inutile se arriveranno in orbita i più recenti satelliti previ-
ricorda Street. sti, che sono così luminosi da minacciare i componenti elettronici
Mentre l’orbita terrestre bassa si riempie di costellazioni di sa- fondamentali delle fotocamere dei telescopi. E chi studia una va-
telliti per le telecomunicazioni, gli astronomi stanno studiando rietà di fenomeni che va dalle collisioni di buchi neri agli asteroidi
CTIO (pagine precedenti)
come fare il loro lavoro quando molti oggetti cosmici saranno pra- vicini alla Terra teme che il suo lavoro diventi impossibile.
ticamente oscurati dai pannelli solari scintillanti e dai bip radio Gli astronomi parlano degli sciami di satelliti in termini sempre
dei satelliti. Recenti rapporti del team dell’Osservatorio Rubin e più inquietanti. «Come diceva Chicken Little [il pollo protagonista
dall’agenzia di controllo statunitense U.S. Government Accounta- dell’omonimo film d’animazione statunitense, N.d.R.], il cielo sta
bility Office dipingono un quadro terribile in cui l’astronomia, la cadendo. Ma invece di una ghianda [quella che era caduta sul pol-
più antica delle scienze, si trova sotto una minaccia diretta. Gli lo, convinto di essere stato colpito da un «pezzo di cielo», N.d.R.],
sono oltre 5400 in orbita in ogni momento attorno alla Terra, e successivo rapporto pubblicato il 2 novembre, ha chiesto che la
più della metà appartiene a società o agenzie statunitensi, secon- Federal Communications Commission (FCC, che regola le comu-
do una banca dati gestita dalla Union of Concerned Scientists. La nicazioni satellitari negli Stati Uniti) conduca studi più approfon-
maggior parte dei satelliti si trova in orbita terrestre bassa, ovvero diti sugli effetti ambientali delle grandi costellazioni di satelliti e
in una zona inferiore ai 2000 chilometri di quota, dove i satelliti, riconsideri gli standard richiesti per autorizzarle. Ma molti astro-
compresa la Stazione spaziale internazionale, compiono un’orbita nomi temono che queste regole non potranno arrivare abbastanza
completa all’incirca ogni ora e mezza. in fretta, o non saranno abbastanza stringenti, per salvare l’astro-
A partire da maggio 2019, SpaceX ha iniziato a popolare questi nomia terrestre.
piani orbitali con centinaia di satelliti della costellazione Starlink, Il primo e più importante fornitore di questi sciami di satelliti è
progettati per diffondere Internet e il servizio di telefonia cellula- SpaceX, che finora è anche l’unica azienda a collaborare pubblica-
re in tutto il mondo. mente con gli astronomi per cercare di oscurare i suoi satelliti. L’a-
A dicembre 2022, stando all’opera di tracciamento di McDo- zienda ha creato DarkSat, un satellite più scuro che assorbe la lu-
well, 3268 dei satelliti totali in orbita intorno alla Terra (più della ce, e rivestimenti antiriflesso per i pannelli solari (SpaceX non ha
metà) erano Starlink. I veicoli spaziali vengono lanciati in gruppi risposto a una nostra richiesta di commento). Tra SpaceX e altre
società, come il fornitore di satelliti bri-
tannico OneWeb e la società cinese Ga-
«È come se stessimo guidando lungo una strada laxy Space, sono attualmente in orbita
più di 4000 satelliti progettati per for-
e guardando attraverso il parabrezza vedessimo nire una copertura di rete tramite co-
stellazioni. Secondo i permessi deposi-
un’auto in arrivo con gli abbaglianti accesi» tati presso le due principali agenzie di
telecomunicazioni del mondo – la FCC
degli Stati Uniti e l’Unione internazio-
e orbitano intorno alla Terra riuniti nelle cosiddette costellazioni, nale delle telecomunicazioni (ITU, International Telecommunica-
in modo da poter lavorare insieme. Sia il numero dei satelliti sia tion Union) – nei prossimi anni è previsto il lancio di altri 431.713
la loro luminosità pongono problemi all’astronomia. Questi veico- satelliti in 16 costellazioni.
li sono visibili soprattutto subito dopo il lancio e possono essere Le società di sistemi satellitari sottolineano che quasi un terzo
visti scintillare nel cielo del crepuscolo come un piccolo treno ab- della popolazione mondiale – circa 2,9 miliardi di persone, secon-
bagliante. Nelle fotocamere digitali dei telescopi, appaiono come do un rapporto ITU del 2021 – non ha ancora mai usato Internet. Le
scie luminose che impediscono di osservare le stelle e gli oggetti costellazioni di satelliti per le comunicazioni potrebbero cambia-
astronomici e sovraespongono l’intero campo visivo. «È come se re questa situazione. Ma la luce della costellazione Starlink, da so-
stessimo guidando lungo una strada e guardando attraverso il pa- la, aggiungerà strie ad almeno il 30 per cento delle immagini rea-
rabrezza vedessimo un’auto in arrivo con gli abbaglianti accesi», lizzate dall’Osservatorio Rubin. Se arriveranno in orbita 400.000
esemplifica Tyson. «Si perdono molte informazioni, non solo sul satelliti, ogni immagine scattata nelle prime ore della sera avrà
punto in cui ci sono i fari ma su tutto quel che c’è fuori, e inoltre una stria. La costellazione OneWeb orbiterà a un’altezza maggio-
abbiamo gli occhi abbagliati». re rispetto alle altre, quindi sarà visibile per tutta la notte. (Anche
Tra i progetti di astronomia terrestre l’Osservatorio Rubin, OneWeb non ha risposto alla richiesta di un commento.) E anche
costato 700 milioni di dollari, è minacciato in modo particolare. se i programmi software possono cancellare i satelliti per recupe-
L’avvio del telescopio è previsto per il 2024 e per allora decine rare i pixel che circondano le strisce luminose, gli errori nei da-
di migliaia di satelliti, Starlink e altri, potrebbero essere in orbita ti sui chip di rilevamento della luce rappresenteranno comunque
intorno alla Terra. La Legacy Survey of Space and Time prevista un problema. «Gli operatori dei satelliti [in orbita terrestre bas-
dall’osservatorio utilizzerà un telescopio di 8,4 metri combinato sa] rappresenteranno una minaccia significativa per la missione
con una fotocamera digitale da 3,2 gigapixel, la più grande mai co- principale [dell’Osservatorio Rubin]: la scoperta dell’inaspettato»,
struita, per catturare 1000 immagini del cielo ogni notte per un conclude il rapporto dell’Osservatorio Rubin.
decennio. Ogni immagine coprirà 9,6 gradi quadrati di cielo, pa-
ri a circa 40 volte l’area della Luna piena. Il telescopio è destinato Evitare o cancellare
a trovare oggetti vicini alla Terra nuovi e potenzialmente minac- Gli astronomi e almeno un’azienda privata stanno lavorando a
ciosi, nonché eventi transitori come le supernove, e magari anche un software in grado di eliminare alcune delle scie dei satelliti, o
cose a cui finora nessuno ha pensato, come dice Tyson. Ma que- di modificare la posizione su cui punta il telescopio, così da evi-
ste osservazioni potrebbero essere «significativamente degradate tarle. Ma farlo è difficile, fra l’altro, perché i satelliti si muovono e
dal ritmo allarmante» del dispiegamento di nuovi satelliti, secon- perché il loro aspetto cambia con i vari filtri colorati con cui è con-
www.lescienze.it Le Scienze 85
dotta l’osservazione. Meredith Rawls, dell’Università di Washing- mesi dopo, quando ha dispiegato la sua schiera di antenne di 64,4
ton, lavora in un gruppo che invierà avvisi per i nuovi fenomeni metri quadrati in grado di comunicare con i telefoni cellulari sulla
che l’Osservatorio Rubin cattura nel cielo notturno, che potreb- Terra, BlueWalker 3 è diventato uno degli oggetti più luminosi nel
bero raggiungere i 10 milioni di avvisi per notte. Il software – di- cielo notturno, superando in luminosità oltre il 99 per cento delle
ce – dovrebbe filtrarli e contattare automaticamente la comunità stelle visibili a occhio nudo.
astronomica mondiale solo per gli eventi significativi, come aste- AST SpaceMobile intende lanciare nei prossimi anni 168 satelli-
roidi o supernove. ti ancora più grandi, chiamati BlueBird. Un portavoce dell’azienda
«Con le striature, si possono ottenere piccoli e strani segnali ha dichiarato che i test di BlueWalker 3 aiuteranno gli ingegneri a
che il nostro software riterrà essere un potenziale oggetto o una valutare i materiali del satellite e a giudicare la sua luminosità, ag-
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supernova, finendo per segnalarli. Ma in realtà sarà solo un satel- giungendo che l’azienda sta collaborando attivamente con esper-
lite», spiega l’esperta. «Questo causerà più falsi positivi di quan- ti del settore e con la NASA per mitigare i problemi di luminosità.
to avremmo desiderato. Allora iniziamo a cercare di indovinare: AST SpaceMobile sta valutando materiali antiriflesso e modifiche
quanti? Saranno cinque a notte o 500? Non lo sappiamo». alle operazioni per rendere i satelliti meno luminosi.
Rawls ha lavorato a un progetto che forniva all’algoritmo di I satelliti BlueBird saranno molti di meno rispetto ad altre co-
programmazione dell’Osservatorio le posizioni note dei satelli- stellazioni, ma potrebbero porre un problema di tipo diverso. Al-
ti, e ha scoperto che, se gli operatori del telescopio sanno dove si cuni telescopi potrebbero essere in grado di evitare i luminosis-
trovano i satelliti, l’algoritmo può puntare il telescopio altrove per simi BlueBird, allo stesso modo in cui le telecamere di alcuni
evitarli. Ma questo richiedeva uno sforzo tale da rischiare di bloc- telescopi sono progettate per evitare oggetti luminosi come i pia-
care l’intera serie di osservazioni, hanno scoperto Rawls e colle- neti o la Luna. Ma se ce ne saranno centinaia saranno più diffici-
ghi, che intendono presentare i loro risultati ad «Astrophysical li da evitare, e un satellite brillante che attraversa il campo di una
Journal Letters». fotocamera digitale durante una lunga esposizione potrebbe bru-
Meg Schwamb, astrofisica alla Queen’s University di Belfast, è ciare i suoi sensibili componenti elettronici.
l’astronoma che ha proposto di antici-
pare gli studi al crepuscolo dell’Osser-
vatorio Rubin all’inizio dei suoi dieci «C’è una questione culturale più profonda:
anni di vita, prima che le costellazioni
satellitari li rendano impossibili. Il cre- spetta a Elon Musk il diritto di controllare
puscolo è il momento in cui gli aste-
roidi vicini alla Terra possono essere
quel che vediamo nel cielo notturno?»
individuati facilmente e in cui l’Osser-
vatorio Rubin potrebbe rilevarne molti
di nuovi. La meteora di Čeljabinsk per esempio, che ha sconvolto «È chiaro che la tecnologia c’è. Se si vuole distruggere il cielo
tutti quando è esplosa sopra la Russia, nel 2013, è arrivata da una notturno, si può», dice McDowell. «Se accadrà o meno dipenderà
direzione simile a quella del Sole, ed è proprio il tipo di oggetto dai dettagli delle scelte di queste aziende, e dai dettagli del conte-
per la cui rilevazione è stato progettato l’Osservatorio Rubin. Ma sto normativo. Dovremmo quindi discutere se sia accettabile».
le osservazioni parzialmente illuminate dal Sole saranno più dif- Il ritmo della costruzione e del lancio dei satelliti, però, è molto
ficili, perché in quel momento i pannelli solari delle costellazioni più rapido di quello della ricerca astronomica, per non parlare del
satellitari saranno illuminati. processo per arrivare a una regolamentazione. «Tutti sono sempre
più allarmati. Non sappiamo bene come muoverci, perché gli at-
Un cambio di prospettiva tori sono tanti», dice Aparna Venkatesan, cosmologa all’Universi-
«Non avrei mai pensato, come astronomo, di spingere per fare tà di San Francisco che studia anche astronomia culturale. «Il po-
qualcosa in anticipo perché non sappiamo quale sarà poi la situa- tere e lo slancio nell’azione sono molto squilibrati. Gli astronomi
zione con i satelliti», ha detto Schwamb. Più spesso, gli astronomi tendono a muoversi con molta lentezza e attenzione, a convocare
prevedono di prolungare il periodo d’attività dei loro osservato- conferenze e riunioni, e a quel punto è stato lanciato qualche altro
ri e di proporre nuove campagne negli anni successivi. Invertire migliaio di satelliti».
quest’ordine, assicurandosi invece di riuscire a portare a termine Diversi astronomi sostengono che nuove regole della Federal
un po’ di ricerca di base prima che l’osservatorio sia accecato dalla Communications Commission statunitense non sarebbero suffi-
luce, è contrario al modo in cui molti scienziati pianificano il loro cienti. Gli astronomi hanno collaborato con il Comitato delle Na-
lavoro o la loro stessa carriera. Schwamb paragona le costellazioni zioni Unite per l’uso pacifico dello spazio extra-atmosferico (CO-
di satelliti a pubblicità orbitali e sostiene che l’umanità deve capire PUOS, Committee on the Peaceful Uses of Outer Space), che ha
come controllarle e che cosa vogliamo che facciano. «Se non fosse tenuto una riunione sugli sciami di satelliti nella primavera del
Starlink ma la Coca-Cola, ci andrebbe bene?», ha chiesto. «C’è an- 2022, ma il processo avanza a rilento. Secondo McDowell, se il CO-
che una questione culturale più profonda: Elon Musk ha diritto a PUOS considera la protezione del cielo notturno parte della sua
controllare quel che vediamo nel cielo notturno?». missione, allora gli Stati membri potranno essere incoraggiati a
Gli astronomi riconoscono che SpaceX ha provato svariati meto- usare i propri quadri normativi nazionali per stabilire regole sul
di per oscurare i suoi satelliti, che però restano tuttora visibili; e al- numero di satelliti luminosi che possono essere lanciati e sulle lo-
tri fornitori non stanno adottando analoghe strategie di mitigazio- ro posizioni.
ne. Inoltre i nuovi satelliti Starlink e quelli prodotti da altre aziende Molti astronomi sperano che il settore possa salvarsi se gli ope-
sono molto più grandi e luminosi. A settembre l’azienda AST Spa- ratori di costellazioni satellitari alla fine si ritireranno perché non
ceMobile ha lanciato un prototipo, chiamato BlueWalker 3. Due avranno abbastanza clienti iscritti ai loro servizi Internet. Oppu-
I satelliti in una costellazione, come quella qui illustrata, orbitano in formazione collettiva per operare insieme.
re le aziende potrebbero collaborare per rallentare i lanci al fine dice. «Ma, in un certo senso, chiunque in qualche momento rivol-
di evitare i detriti spaziali, che limiterebbero l’accesso di tutti allo ga lo sguardo verso l’alto è una parte interessata a questo proble-
spazio. Ma la dura verità è che a questo punto non c’è molto che si ma. E questo lo rende una vera sfida».
possa fare per fermare il continuo lancio di costellazioni di satelliti I membri della comunità astronomica non hanno un’opinione
e dei loro pannelli solari che riflettono il Sole. monolitica sulla questione e hanno espresso diversi livelli di con-
sapevolezza e di allarme per le costellazioni satellitari. L’entità dei
Brillamenti e humor nero timori dipende anche da quanto si sa sui satelliti e dal proprio in-
Gli astronomi hanno persino fatto ricorso a una sorta di umori- teresse specifico, incluso quali sono gli osservatori a rischio, di-
smo macabro circa i prossimi anni. Diversi hanno sottolineato un ce McDowell. «Se la vostra ricerca è come quella dell’Osservatorio
episodio avvenuto a febbraio 2022, quando alcuni satelliti Starlink Rubin, allora sì, probabilmente il cielo sta cadendo. Se la vostra ri-
si trovavano in un’orbita bassa da cui si preparavano a raggiunge- cerca è nella spettroscopia a campo stretto [che studia la luce del-
re le loro quote permanenti. Un brillamento solare ha raggiunto le stelle], non è così ovvio che il cielo stia cadendo; ma comunque
la Terra e ha scatenato una tempesta di plasma negli strati più al- non lo si può escludere», ha detto.
ti dell’atmosfera, causando un eccesso di resistenza atmosferica e L’allarme si concentra sul futuro prossimo e, sebbene molti sia-
interferenze radio; 40 satelliti sono caduti a terra, bruciando. Alla no preoccupati, nessuno sa ancora quanto sarà grave la situazio-
domanda su che cosa possano fare gli astronomi per prepararsi al- ne, né quanto durerà il problema. Quanto sta avvenendo potreb-
la crescente flottiglia di satelliti, più di uno ha scherzato: «Aspetta- be semplicemente rivelarsi un’anticipazione di ciò che accadrà
re il massimo solare», quando si prevede che l’attività del Sole au- nel cosmo in generale. Cosmologi come Tyson discutono sul de-
menterà e causerà altre tempeste di questo tipo. stino ultimo dell’universo. Uno scenario verosimile è quello di un
Al di là degli aggiustamenti dei software o di una tempesta geo- «grande congelamento», in cui tutta la materia viene spinta co-
magnetica che metta fuori uso i satelliti, un modo per prevenire la sì lontano che le stelle si esauriscono e si estinguono. Poiché l’u-
contaminazione totale delle immagini osservate è modificare fisi- niverso si espande di continuo, accelerato dalla misteriosa forza
camente il veicolo spaziale. Gli oggetti meno luminosi sono più fa- chiamata energia oscura, il cosmo finirà per diventare invisibile
cili da cancellare per i software, e quote orbitali più basse obblighe- dalla Terra. Se a quel punto saranno rimasti esseri umani, dovran-
rebbero i satelliti a mantenere velocità più elevate per non cadere no fare a meno del cielo stellato come mezzo per comprendere l’u-
sulla Terra, facendoli restare meno a lungo nel campo visivo. Gli niverso, e se stessi. «Questa è una versione di quella situazione»,
operatori dell’Osservatorio Rubin sperano che le aziende private dice Tyson riferendosi alle costellazioni satellitari. «Presto il cielo
Jacques Dayan/Alamy Stock Photo
costruiscano satelliti meno riflettenti e li collochino in orbite più sarà dominato visivamente da questi satelliti anziché dalle stelle, e
basse, ma queste decisioni spetterebbero alle aziende; non ci sono ciò accadrà a prescindere dal fatto che si viva in città o in campa-
leggi che le obblighino a farlo. Secondo Rawls, le aziende dovreb- gna. Ci aspetta un futuro in cui il cielo scintillerà incessantemen-
bero contattare gli astronomi e spiegare gli obiettivi dei loro pro- te, ovunque, per effetto di tutti questi satelliti». Q
getti e i loro potenziali impatti sull’astronomia. «Sarebbe un po’ co-
me quando in una città si vuole costruire una nuova pista ciclabile,
PER APPROFONDIRE
e ci vogliono tre anni perché si devono tenere 700 incontri con le
parti interessate. Mi piacerebbe che fosse così anche per lo spazio», Aggressione in orbita. Finkbeiner A., in «Le Scienze» n. 629, gennaio 2021.
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Copia di 4e5c0e237ec3ee530029ad99406d1237
di Michele Bellone I bastioni di Orione
editor di saggistica, giornalista, docente di narrazioni e
comunicazione della scienza. Autore di Incanto (Codice, 2019)
i è parlato molto, e l’ho fatto spesso te: l’età media è di 42 anni, sono grandi letto-
www.lescienze.it Le Scienze 89
La ceretta di Occam di Beatrice Mautino
inizio anno, la rivista «Nature Com- utilizzano gli smalti semipermanenti sono po-
dotto coagulato, perché le proteine sono più troppo morbide e vanno consumate diretta-
diluite e hanno più difficoltà a legare insieme mente dentro il recipiente di cottura, come la
la massa liquida. crema catalana. La differenza è dovuta alla di-
Poiché la coagulazione è influenzata sia dal- versa percentuale di tuorli, o uova intere, nei
le temperature raggiunte sia dalla durata del due tipi di preparazioni.
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Rudi matematici Alice detesta ogni tipo di arma, così Rudy idea
una sfida di tiro con l’arco in cui il bersaglio non va
centrato con i dardi, ma con i calcoli
C
he cosa è quell’oggetto di colore bianco, nero, azzur-
ro, rosso, giallo, con un sacco di verde tutto intorno?
La risposta è facile: un bersaglio per il tiro con l’arco. I
cinque colori sono quelli che individuano gli anelli concentrici –
a due a due – dei punteggi, dal bianco che attribuisce uno o due
punti fino al glorioso giallo, centro del bersaglio, che ne dispen-
sa nove o dieci. Il «verde tutto intorno» è invece il colore neces-
sario al paesaggio, dato da un prato assai vasto e lontanissimo dai
normali percorsi degli esseri umani, soprattutto quando gli arcieri
coinvolti sono assai poco affidabili, come i nostri eroi.
«Beh, il Capo mi sembra abbastanza migliorato, dall’ultima vol-
ta che l’ho visto tirare», dice Alice a Piotr, mentre osservano la de-
cente volée piazzata nel bersaglio da Rudy. Piotr annuisce, con lo
sguardo fisso sulle tre frecce ben piantate sulle aree rosse e gialle
della targa distante 18 metri: «Oh sì; è migliorato parecchio. E tieni
conto che siamo passati al bersaglio da 40 centimetri: l’ultima vol-
ta che sei venuta a vederci tiravamo ancora su quello da 60.»
«A cosa si deve il miglioramento? Archi nuovi, frecce bilancia-
te, lezioni teoriche, dure sessioni di allenamento?»
«Mi piacerebbe attribuirmi un po’ di merito come coach, ma te-
mo che la verità sia un’altra. Comunque, no: gli archi sono sempre
le carcasse di legno vecchie di mezzo secolo, le frecce quelle più a
buon mercato; le mie lezioni di tecnica a mezza via tra il relaxed
method americano e i principi del kyudo giapponese sono servite
quanto un salvagente a un alpinista, e “allenamento” è un vocabo-
lo assente dal nostro dizionario. L’ho solo convinto a posare la pipa
accesa almeno nei tre minuti che servono per scoccare una volée.
Non so se esserne orgoglioso o disperarmi.»
L’oggetto della conversazione si volta, posa l’arco, raccoglie la
pipa, sbuffa una frettolosa nuvoletta di fumo e finalmente inter-
viene: «Avete finito di parlarmi letteralmente alle spalle? Capi-
sco che quando maneggio archi e frecce non sia salutare starmi di
fronte, ma c’è comunque modo e modo…»
«Suvvia, Capo!», gorgheggia Alice. «Perché ti lamenti? Non
facevamo altro che apprezzare i tuoi progressi nell’antica arte
dell’arco. Se continuerai così, presto potrai battere Doc, che in ef-
fetti ha l’aria sempre più corrucciata.»
«Solo perché queste piccole parentesi arcieristiche sono la sua
unica speranza di rifarsi un po’ delle birre che perde quando par- «Oh, questa è un’informazione interessante…», rimugina Rudy.
liamo di matematica. Ma io sono generoso, non ho intenzione di «E che ne diresti se, oltre a concederti la mira di Artemide, ti sfi-
insidiare questo suo piccolo primato: mi accontenterei di battere dassi a una gara di tiro con l’arco senza che tu debba neppure sfio-
Illustrazione di Stefano Fabbri
IL PROBLEMA DI MARZO
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Solo con molta fantasia si potrebbe chiamare quello del mese scorso Essendo la scacchiera toroidale, si nota subito che, partendo da (0,0) e
«un problema di scacchi». Si immaginava infatti una scacchiera toroi- imponendo che l’atterraggio sia sempre verso destra, le mosse formano
dale, ottenibile unendo a cilindro le righe A e H e poi chiudendo il to- il circuito (0,0), (2,1), (4,2), (6,3), (0,4), (2,5), (4,6), (6,7), (0,0), ovvero
ro unendo le colonne 1 e 8: gli unici pezzi considerati erano i cavalli, sulle otto caselle di tipo (2k, k). Se si decide di partire dalla cella (0,2) si
con il vincolo che questi potevano muoversi solo facendo la loro mossa ottiene analogamente il circuito delle celle di tipo (2k, k+2), e si nota che
in avanti, ovvero avanzando di due caselle per poi atterrare spostando- questo ciclo è parente del primo, perché raggiungibile con i pezzi che at-
si di una casella a destra o a sinistra. In questa strana paranoia scacchi- terrano a sinistra anziché a destra: in sostanza, sono circuiti dello stesso
stica, si domandava quanti colori fossero necessari per colorare la scac- percorso, quindi dovranno essere dello stesso colore. Si ottiene lo stesso
chiera se si vuole che questi strani cavalli si muovano sempre su caselle risultato con le caselle di tipo (2k, 2k+4) e (2k, 2k+6). In totale saranno
dello stesso colore. coinvolte 16 caselle, che dovranno essere colorate con lo stesso colore:
Cambiamo il metodo di identificazione delle caselle, riconducendoci a e si nota che un cavallo posto inizialmente su una di queste caselle non
un piano cartesiano e segnando le caselle come coppie ordinate del tipo potrà mai saltare al di fuori di queste.
(i, j), con i due indici che variano da 0 a 7: in pratica, la casella A1 diven- Il metodo è ripetibile, e si vede facilmente che si generano percorsi chiu-
ta (0,0) e la H8 (7,7). Il cavallo che avanza atterrando a sinistra si muo- si e impermeabili l’uno all’altro partendo dalle caselle (0,1), (1,0), (1,1).
ve pertanto da (i, j) a (i+2, j-1), mentre se atterrasse a destra arrivereb- Sono pertanto necessari e sufficienti 4 colori per colorare la scacchiera
be a (i+2, j+1). come richiesto.
www.lescienze.it Le Scienze 93
Libri & tempo libero
Questa è la storia di un ente di ricerca nato accanto in un’epoca storica molto particolare. Le leggi razziali
all’accademia ma che ha saputo integrarsi alla perfe- del 1938 e poi la guerra avevano infatti mutilato la ricer-
zione con il sistema universitario italiano; che è partito ca fisica italiana, privandola dei suoi talenti e soprattutto
con l’ambizione di condividere il sapere e di progettare dei due apripista che avevano reso grande il nostro pae-
i più grandi esperimenti della scienza da quel momen- se rispettivamente nello studio dei costituenti del nucleo
to in poi, e lo ha fatto senza perdere un colpo. E soprat- atomico e nella ricerca sui raggi cosmici: Enrico Fermi
tutto che nel 1951 ha messo nero su bianco l’intenzio- (a Roma a capo dei cosiddetti ragazzi di via Panisper-
ne di lavorare a una ricerca di pace, senza commistione na) e Bruno Rossi (che aveva la sua scuola tra Padova
con gli studi sull’atomo a uso militare. Millenovecento- e Firenze). Ma due grandi fisici ci erano rimasti: Edoar-
cinquantuno significa settant’anni fa, o poco più: più o do Amaldi e Gilberto Bernardini. Si doveva ripartire da lì
meno il tempo di vita di Lucia Votano, che in queste pa- e dalla ricerca fondamentale.
gine racconta così la storia pubblica dell’Istituto nazio- E da lì si riparte e non solo in Italia: nel 1953 nasce infat-
nale di fisica nucleare (INFN) e la propria storia privata, ti il CERN, dove oggi lavorano in armonia circa 12.000
di bambina nata di fronte al mare a Villa San Giovanni, scienziati da tutto il mondo. Mentre qui, più o meno
in Calabria, per poi trasferirsi a Roma da studentessa at- nello stesso momento, nascono i Laboratori nazionali
tratta dall’eccellenza della fisica italiana. di Frascati, dove troviamo di nuovo la giovane Votano,
La storia dell’INFN è indubbiamente una storia di suc- pronta a dedicare la vita allo studio dei neutrini, e a di- Una storia di successo
cesso scientifico e gestionale, e vale la pena riconosce- ventare la prima presidente donna del Laboratori nazio- di Lucia Votano
re i suoi momenti chiave. A partire dalla sua fondazione, nali del Gran Sasso e dirigente (oggi emerita) dell’INFN. Di Renzo editore, Roma, 2022,
che avviene in seno al Consiglio nazionale delle ricerche Silvia Bencivelli pp. 184 (euro 15,00)
Per il famoso scrittore Juan José Millás, uno dei due au- che a spazi della vita quotidiana. Le tracce dell’attuali-
tori di questo libro, tutto ha avuto inizio con quella che tà della preistoria sono infatti ovunque, e i due autori le
ha definito «visita ai nonni», nel sito archeologico spa- rendono lo spunto per soffermarsi su questioni centrali
gnolo di Atapuerca, durante la quale ha avuto modo di della nostra storia evolutiva, dalla domesticazione al bi-
entrare in contatto con il mondo della preistoria. Un pri- pedismo, dalle meraviglie della bioingegneria che si na-
mo incontro che si sarebbe presto trasformato in un’os- scondono nel nostro corpo ai grandi misteri relativi a in-
sessione, nutrita di letture accumulate con il desiderio vecchiamento e morte.
di saperne sempre di più. Nel celebre sito, infatti, Millás Non si trascura neppure di rovesciare alcuni diffu-
ha compreso con chiarezza che la distanza che sembra si miti pseudoscientifici (per esempio, quello secon-
separarci dalla preistoria è niente rispetto a quel che an- do cui la longevità degli esseri umani sarebbe aumen-
cora ce la rende estremamente vicina e attuale. tata nel tempo) oppure il confronto con aspetti a tratti
Il fortunato incontro col celebre paleoantropologo Juan inquietanti della storia evolutiva delle specie.
Luis Arsuaga e con il suo talento nella divulgazione ha Se l’impressione di Millás è quella di essersi «paleonto-
avuto come frutto la scrittura di questo libro dalla forma logizzato» in seguito a questo viaggio intellettuale nel-
La vita spiegata
ibrida e difficilmente definibile, in parte romanzo e in la preistoria, non è difficile pensare che al lettore del li-
da un sapiens
parte saggio, con qualche sconfinamento nel memoir. bro possa accadere lo stesso, soprattutto se si tratta del
a un Neanderthal
Millás racconta, per esempio, di essersi fin da bambi- primo contatto con gli studi su un passato di cui la realtà di Juan José Millás
no identificato più con il cugino estinto Neanderthal che che abbiamo attorno porta ancora ben impressi i segni, e Juan Luis Arsuaga
con i sapiens, ai quali danno voce i racconti affascinanti così come li portiamo anche noi. Rizzoli, Milano, 2022,
di Arsuaga, che partono dalla visita a un sito oppure an- Anna Rita Longo pp. 228 (euro 13,00)
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Libri & tempo libero
La storia della scoperta della «memoria del nemico», angoscia e crisi economiche sono i microbi. E poco do-
la capacità del nostro sistema immunitario di ricorda- po che il nostro corpo ne conserva memoria, ricorda e
re i patogeni con cui è venuto in contatto, non ha un distingue con precisione i diversi invasori e tiene pronte
solo protagonista o punto di svolta. È una storia corale le armi usate per sconfiggerli», scrive D’Amico.
con protagonisti medici, chimici, zoologi, che si è com- Quella memoria che un tempo era chiamata «non ritor-
piuta a piccoli passi. Non solo per la complessità della no» e che Pasteur (che pure ne sapeva di microbi, a lui
materia, ma anche perché ogni nuova scoperta è sta- dobbiamo il vaccino anti-rabbico) spiegava con la teo-
ta ostacolata da chi continuava a credere nella dottrina ria che: «I microbi, dopo il contagio naturale o con un
degli spiriti e degli umori di Ippocrate. In questo senso, vaccino, si moltiplicano nutrendosi di varie sostanze del
la scoperta dell’immunità e, ancor prima, quella del ne- corpo. Tra queste, alcune si esauriscono e quando il mi-
mico (virus e batteri), è la storia della nascita e dell’affer- crobo ritorna non sopravvive».
marsi del metodo scientifico in medicina. Furono gli studi di fine Ottocento sui bacilli della dif-
Lo racconta il ricercatore e divulgatore scientifico Arnal- terite e del tetano a introdurre il concetto di immunità
do D’Amico nel libro La memoria del nemico. Perché ci acquisita. Quella indotta con vaccini ha salvato milioni
sono voluti duemila anni per scoprire il sistema immuni- di vite, ma alcuni nemici resistono. Per malaria o AIDS,
tario. Un saggio dalle tinte noir, perché la storia dell’im- per esempio, mancano ancora vaccini che diano una
munologia poggia sui cadaveri dei milioni di morti per soluzione davvero risolutiva, e tante persone senza ac- La memoria del nemico
peste, vaiolo, tifo, colera. «Le grandi epidemie che han- cesso alle cure continuano a morire: le sfide dell’immu- di Arnaldo D’Amico
no flagellato il mondo antico sono state il drammatico nologia proseguono. Il Saggiatore, Milano, 2023,
stimolo a capire che i nemici che più seminano morte, Martina Saporiti pp. 324 (euro 24,00)
Il precedente libro di Vaclav Smil era una raccolta di Nei suoi sette capitoli, rispetto ai 71 del volume prece-
brevi saggi che tracciavano un percorso lungo l’avan- dente, questo libro offre uno sguardo non troppo pro-
zamento tecnologico dell’umanità. Facevano perno su fondo, né troppo superficiale su come funzionano alcu-
numeri e dati forniti dalla scienza per mostrare come ni aspetti fondamentali della nostra società.
il nostro sguardo sulle cose del mondo sia spesso im- Chi legge scopre, così, che ogni anno consumiamo 370
preciso e deformato da moltissimi fattori. Laddove quel- milioni di tonnellate di plastica, 150 milioni di ammonia-
lo era variegato e aneddotico, questo nuovo libro è ben ca, quasi 2 miliardi di tonnellate di acciaio e 4,5 di ce-
definito nello scopo e negli argomenti scelti. L’idea è di mento. Fare i conti, per esempio, serve a comprendere
fornire una specie di vademecum per comprendere come la produzione di cibo non sia oggi possibile sen-
che cosa sta succedendo nel mondo. Perché dai tem- za il carbonio fossile, che se vogliamo che i 3 miliardi
pi dell’Encyclopédie di Diderot e d’Alembert, che poteva più poveri della popolazione mondiale abbiano acces-
fregiarsi di aver racchiuso in pochi volumi tutto lo scibile so a un miglior tenore di vita bisognerà che consumino
umano, la complessità del mondo è aumentata in mo- più energia, e che la smaterializzazione del digitale non
do esponenziale. Gli scienziati sono, parole di Smil, de- sarà in grado di risolvere i problemi materiali del mondo,
gli «scavatori» che carotano sempre più in profondità, come trasportare le merci. Smil fa da guida dall’alto del
ma che peccano nello sguardo all’orizzonte. mezzo secolo passato a studiare e fare ricerca, mante- Come funziona
Se le cose stanno così per persone istruite che affronta- nendosi equidistante da posizioni catastrofiste e tecno- davvero il mondo
no temi complicati, pensiamo a come deve essere diffi- ottimiste, entrambe ritenute inutili per capire come fun- di Vaclav Smil
cile riuscire a prendere decisioni sensate – ancor prima ziona davvero il mondo. Einaudi, Torino, 2023,
che corrette o giuste – per chi amministra e governa. Marco Boscolo pp. 440 (euro 19,50)
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Prossimo numero
a maggio
Brodo primordiale
di Clara Moskowitz
Dagli anni ottanta ormai i ghiacciai delle Alpi arretrano con deci-
sione e ogni anno che passa sono più numerosi i ghiacciai che non
si limitano a perdere massa, ma scompaiono. Sono effetti del ri-
scaldamento globale e potrebbero avere ripercussioni drammati-
che non solo sull’ambiente, ma anche sulla società.
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