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(http://www.link2universe.net)
(http://www.link2universe.net/wp-content/uploads/2011/09/f2703-NGC4261.jpg)
Un Nucleo Galattico Attivo visto da Hubble, nella galassia NGC 4216. Credit:
NASA/ESA/Hubble
Uno dei problemi più grandi nell'astronomia è da sempre quello di calcolare la distanza dagli
oggetti osservati. In teoria, la distanza dovrebbe essere facile da individuare. Se si conosce la
luminosità intrinseca di un oggetto, una semplice misurazione della sua luminosità
apparente ti dirà quanto è lontano (dato che la luminosità diminuisce come un quadrato
inverso della sua distanza). Quindi in astronomia, il problema della distanza è intimamente
legato al problema della conoscenza della luminosità intrinseca degli oggetti. Cosa che può
sembrare facile ma che si rivela difficilissima quando si ha a che fare con alcuni dei oggetti
più variabili nell'universo. Semplicemente non c'è alcun modo per capire con esattezza la
luminosità intrinseca della maggior parte delle stelle e le galassie che vediamo, e quindi non
c'è alcun modo per capire le distanze basandoci sulla loro luminosità.
Tuttavia, gli astronomi hanno scoperto un paio di eccezioni...
Il primo caso eccezionale è quello delle variabili cefeidi, cioè stelle la cui luminosità è
strettamente legata alla frequenza a cui avvengono i suoi pulsi di brillantezza. Quindi se si
conosce il periodo delle pulsazioni si può capire l'intrinseca luminosità.
Un secondo caso è quello delle Supernove di tipo Ia, che esplodono con circa la stessa massa
e quindi hanno la stessa luminosità intrinseca. Questi casi sono conosciuti come candele
standard e sono i metri usati dagli astronomi per misurare distanze nell'universo. Come tali
sono di estrema importanza per la cosmologia contemporanea.
Ma il lavoro per trovare nuove candele continua, specialmente per calcolare distanze
estremamente grandi, e da poco abbiamo parlato di un sistema proposto per usare i GRB
come candele standard. (http://www.link2universe.net/2011-09-16/esplosioni-di-raggi-
gamma-usate-come-candele-standard-per-studiare-lenergia-oscura/)
Oggi invece Darach Watson del Centro per la Cosmologia Oscura, dell'Università di
Copenhagen, Danimarca, insieme ad alcuni colleghi hanno annunciato di aver trovato un
nuovo tipo candela standard che potrebbe misurare distanze fino ai Nuclei Galattici Attivi!
(AGN = Active Galactic Nuclei).
Gli AGN sono galassie con al loro centro un enorme buco nero supermassiccio che emette
intensissime radiazioni. Quando la radiazione colpisce le nubi di gas vicine, le ionizza
facendole emettere una caratterista luce propria. Negli ultimi anni, gli astronomi sono riusciti
a sviluppare strumenti abbastanza potenti da osservare sia le emissioni del buco nero
supermassiccio che delle nubi vicine. Si tratta ovviamente di due fattori collegati tra di loro,
ed è possibile osservare il ritardo nella radiazione che raggiunge le nubi vicine.
Questo ritardo, che viene misurato tramite una tecnica chiamata "reverberation mapping"
cioè mappatura del riverbero, o eco, è una misurazione del raggio della nube. Ma dato che il
flusso della radiazione dal buco nero diminuisce secondo la legge del quadrato inverso, la
luminosità di queste nubi dipende anche dal loro raggio.
Quindi una buona misura dei loro raggi è anche una buona indicazione della loro intrinseca
luminosità.
Adesso Watson e co. hanno usato questa tecnica per misurare la distanza precisa fino a 38
AGN a distanze fino a z=4. Questo è decisamente molto più di quanto è possibile fare con le
supernove di tipo Ia, le cui distanze non possono essere misurate con esattezza oltre z=1.7.
(http://www.link2universe.net/wp-content/uploads/2011/09/AGN-hubble-diagram.jpg)
Il diagramma di Hubble creata con gli AGN. L'indicatore della distanza in base alla luminosità
è tracciato come funzione del radshift per 38 AGN. Sull'asse destro ci sono la distanza per
luminosità ed il modulo di distanza (m-M), mostrati usando la distanza in base alle
fluttuazioni di brillantezza superficiale nel caso della NGC 3227, usato per calibrazione.
Credit: arxiv.org D. Watson/ K. D. Denney/ M. Vestergaard
Dire che questa scoperta è importante è dire poco! Quando furono scoperte le prime candele
standard, cioè le variabili Cefeidi, all'inizio del secolo scorso, Edwin Hubble le uso per
dimostrare che l'Universo era in espansione! Quando le supernove di tipo Ia furono
identificate come candele standard agli inizi degli anni '90, gli astronomi le usarono per
scoprire che l'espansione dell'Universo stava accelerando.
Quindi quali sono i prospetti per questi nuovi metodi? I AGn in particolare sono tra gli oggetti
più brillanti nell'universo. Gli astronomi possono vederli fino a distanze di z=7, che
corrisponde a solo 750 milioni di anni dopo il Big Bang. Una tecnica per poter determinare con
precisione la loro distanza avrà sicuramente profonde implicazioni.
http://arxiv.org/PS_cache/arxiv/pdf/1109/1109.4632v1.pdf
Rispondi (/2011-09-27/astronomi-scoprono-una-nuova-candela-standard/?
replytocom=1855#respond)
Rispondi (/2011-09-27/astronomi-scoprono-una-nuova-candela-standard/?
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