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Astronomia dell'infrarosso
L'astronomia dell'infrarosso è una branca
dell'astronomia e astrofisica che si occupa
degli oggetti visibili nella radiazione
infrarossa (IR). La radiazione visibile va da
400 nanometri (blu) a 700 nm (rosso).
Lunghezze d'onda più lunghe di 700 nm ma
più corte di 1 mm (microonde) sono
chiamate infrarosse.
Scoperte Sulla sinistra il centro della Via Lattea nella luce visibile. Il centro galattico è
dominato da nubi di polvere nel Sagittario. Sulla destra il centro galattico è visto
Dopo l'uso di un prisma da parte di Isaac
all'infrarosso che è in grado di penetrare fino al vero cuore della galassia.
Newton per la luce bianca in uno spettro
ottico, fu scoperto nel 1800 da William
Herschel che la parte più calda della banda luminosa del sole era oltre la fine della parte rossa dello spettro. Questi
"raggi caldi" mostravano anche linee spettrali. Charles Piazzi Smyth nel 1856 scoprì la radiazione infrarossa nella
luce della Luna.
Da allora, come ogni altra forma di radiazione elettromagnetica, l'infrarosso fu utilizzato dagli astronomi per
conoscere meglio l'universo. L'infrarosso, rispetto alla luce visibile, è capace di passare quasi indenne attraverso
grandi distese di polveri, e permette quindi di indagare oggetti nascosti alla vista dei sensori ottici, come per esempio
protostelle in via di formazione dentro le nubi molecolari.
Telescopi utilizzati
Siccome l'infrarosso è essenzialmente radiazione calda, i telescopi infrarossi (che sono praticamente identici ai
telescopi ottici) necessitano di scudi termici e raffreddati con azoto liquido per poter formare l'immagine. Per questa
ragione molti telescopi infrarossi sono installati in regioni Antartiche dove le condizioni sono le migliori possibili
sulla Terra. È comunque possibile eliminare completamente l'emissione infrarossa di background sull'immagine
utilizzando telescopi riflettori con lo specchio secondario sottodimensionato (riducendo però le dimensioni della
pupilla d'uscita e il campo di vista, evitando così di dover raffreddare il sistema con l'azoto liquido. Tali accorgimenti
non sono però necessari per osservazione nel lontano infrarosso in quanto il background termico non emette a queste
lunghezze d'onda ed è quindi eliminabile tramite l'uso di filtri.
Comunque, in misura maggiore che per i telescopi ottici, lo spazio è di gran lunga il luogo ideale per il loro uso:
l'atmosfera terrestre impedisce a gran parte dello spettro infrarosso di raggiungerci, tranne alcune zone piuttosto
ristrette. Numerosi telescopi spaziali come IRAS, ISO, Herschel Space Observatory e Spitzer sono stati lanciati per
svolgere osservazioni infrarosse.
Astronomia dell'infrarosso 2
1,25 J Gran parte dei telescopi ottici e gran parte dei telescopi dedicati
1,65 H Gran parte dei telescopi ottici e gran parte dei telescopi dedicati
2,2 K Gran parte dei telescopi ottici e gran parte dei telescopi dedicati
Tra queste "finestre" vi sono in genere delle regioni attraverso le quali l'osservazione infrarossa è resa molto
difficoltosa o persino impossibile a causa dell'opacità dell'atmosfera a quel determinato range di lunghezze d'onda. I
telescopi dedicati specificamente all'osservazione infrarossa submillimetrica sono costruiti di norma in siti ad elevate
altitudini, come il Mauna Kea Observatory, nelle Hawaii, o l'ALMA, nel Cile, o persino su velivoli come il SOFIA,
le cui osservazioni possiedono la massima sensibilità attualmente raggiungibile dai telescopi con base a Terra. I dati
forniti dai telescopi spaziali invece colmano le lacune di queste finestre, permettendo di ricostruire nella sua
interezza il panorama infrarosso del cielo.
Voci correlate
• Astronomia dell'infrarosso lontano
Collegamenti esterni
• Osservatorio stratosferico per l'astronomia infrarossa [1] (inglese)
Astronomia
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dell'ultravioletto | Astronomia dell'infrarosso | Radioastronomia | Planetologia | Astrometria | Esobiologia |
Archeoastronomia | Astronautica
Note
[1] http:/ / www. sofia. usra. edu/
Fonti e autori delle voci 4
Licenza
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//creativecommons.org/licenses/by-sa/3.0/