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Massimo Teodorani
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All content following this page was uploaded by Massimo Teodorani on 17 June 2015.
Allo stesso modo: è impossibile determinare allo stesso tempo la componente materiale (Fotone) e la
componente energetica (Onda) di un dato evento quantistico. Ma l’energia ha simultaneamente la
proprietà sia di Onda che di Particella.
• PROBABILITA’ – Pertanto, a differenza della traiettoria di un pianeta nella sua orbita che segue
una meccanica Newtoniana ben determinata e prevedibile, la traiettoria di un elettrone può essere
predetta solo con tecniche probabilistiche e non deterministiche.
Impulso p = m v
Posizione x
Meccanica Quantistica Classica : ASSUNTI DI BASE 2
• FUNZIONE D’ONDA – A questo scopo si usa la cosiddetta Funzione d’Onda che viene utilizzata
nelle equazioni fondamentali della meccanica quantistica, la quale rappresenta la probabilità di
trovare una particella in un determinato punto dello spazio ad un dato istante.
Più in dettaglio, la funzione è quello strumento matematico della meccanica quantistica che
anziché raccogliere in sé ad ogni istante le coordinate spaziali e la velocità di un dato oggetto –
come avviene quando si vuole definire l’equazione del moto di un dato oggetto nel regime
Newtoniano – descrive all’interno di uno stato quantistico quella porzione di spazio in cui si ha la
massima Probabilità di trovare una data particella di un sistema quantistico.
Più tecnicamente, il modulo quadro della Funzione d’Onda ad un dato istante t rappresenta quella
che viene definita “Densità di Probabilità”.
Quando si fissa un punto nello spazio ad un dato istante, se moltiplichiamo questa densità di
probabilità per il Volume di un cubo infinitesimo di spazio attorno al punto, otteniamo la Probabilità
di trovare una particella (come un elettrone, o un fotone) in quel cubo di spazio nell’istante fissato.
Immaginiamo di avere una Scatola e di metterci dentro un Gatto e poi di chiuderla. Poi
supponiamo che un fotone entri nella scatola con una mezza probabilità di essere
trasmesso e un’altra mezza di non esserlo.
Se il fotone è trasmesso, esso innesca un congegno che emette una sostanza chimica che
uccide il gatto, mentre se non è trasmesso il gatto rimane vivo.
Ma siccome il gatto è dentro la scatola noi non possiamo sapere se esso è vivo oppure
morto. INFATTI ESISTE UNA SOVRAPPOSIZIONE DI STATI IN CUI IL GATTO E’ SIA VIVO CHE MORTO
Questo esempio rappresenta in maniera intuitiva il concetto di “Sovrapposizione” degli
Stati Quantistici, proprio quella descritta dalla Funzione d’Onda . Noi sapremo se il gatto
è vivo o morto, solo nel momento stesso in cui apriamo la scatola. L’atto di aprire la
scatola è esattamente equivalente al processo della misura e corrisponde a far Collassare
la Funzione d’Onda.
Principio di Sovrapposizione e Collasso della Funzione d’Onda – ESEMPIO 2
Se io mi trovo in una stanza buia e lancio una Moneta in aria e poi essa ricade, io non
posso sapere se essa mostra Testa o Croce, perché la moneta si trova in una
sovrapposizione di Testa e di Croce, fino a che non accendo la luce.
Tutto questo avviene nel mondo delle particelle elementari, e il ruolo perturbativo
dell’Osservatore è assolutamente fondamentale, dato che egli interagendo con una realtà
quantistica fatta di Sovrapposizioni di Stati, porta questi stati ad assumere uno stato ben
definito.
Quello che noi sappiamo sulla Particella
prima che abbia luogo la misura non è
esattamente informazione sulla particella
ma su una specie di “Nuvola di
Probabilità” in cui la particella potrebbe
trovarsi: ciò è descritto dalla Funzione
d’Onda .
Ma quando effettuiamo la misura
improvvisamente la particella la troviamo
in un posto preciso: è stato il nostro Atto
di Osservarla a farle assumere quella
posizione. In tal modo noi facciamo
“collassare” la Funzione d’Onda.
Queste sconvolgenti deduzioni derivano
da studi matematici rigorosi, di cui
l’Equazione di Schrödinger è l’espressione
di punta nel campo della Meccanica
Quantistica, la quale appunto considera
eventi subatomici non intesi come eventi
reali ma come una specie di “media
statistica” di tutte le possibilità.
RIEPILOGO DEI CONCETTI DISCUSSI FINO AD ORA
Quando viene effettuata una Misurazione, la particella viene trovata solo in un dato luogo:
in questo esatto momento si dice che la Funzione d’Onda “collassa”. Questo avviene
perché il processo della misura di laboratorio perturba le particelle stesse: in tal modo
abbiamo un’interazione indissolubile tra osservatore e realtà osservata.
Esempio
Meccanica Quantistica Classica : ASSUNTI DI BASE 5
• QUANTIZZAZIONE DELL’ENERGIA – La Materia
è in grado di Assorbire ed Emettere “Pacchetti di
Energia” sotto forma di Fotoni : ciò si manifesta come
“salti” dell’Elettrone nell’Atomo da un Livello
Energetico ad un altro.
Siccome E = c /
aumentando E diminuisce la Lunghezza d’Onda
Contemporaneamente l’Elettrone
ricade nel Livello di Energia più basso
L’emissione di Onde
Elettromagnetiche si verifica
semplicemente perché succede
qualcosa all’interno degli Atomi che
costituiscono la Materia
Come le Riceviamo
Meccanica Quantistica Classica : CONSIDERAZIONI FINALI
1. E’ possibile dedurre al suo interno una regola ferrea che fa in modo che i
vari parametri che descrivono lo stato di una particella possono assumere
solo valori discreti e non continui. Per questa ragione si dice che questi stati
sono “Quantizzati”: in tal modo una particella può cambiare il suo stato
quantistico solo “facendo dei salti”.
2. E’ possibile dedurre al suo interno una regola ferrea che fa in modo che
due particelle possono occupare uno stesso stato quantistico a patto che
abbiano lo Spin con verso opposto.
Tutto ciò ci porta a intravedere anche nella Natura a livello delle particelle
elementari una intima Struttura di Ordine.
DALLA TEORIA QUANTISTICA CLASSICA A QUELLA DI BOHM
Per rispondere a questa impasse Bohm visualizzò un modello più unificante secondo cui:
a) L’elettrone Collassa in una Particella nel momento in cui esso viene osservato, e ciò coinciderebbe
con il collasso della Funzione d’Onda che ne descrive lo stato;
b) L’elettrone si Espande come Onda nel momento in cui esso non viene osservato.
Ma questo non cambia la reale esistenza della Unicità di una Sola Identità, in grado di allacciare
il Micro-Mondo al Macro-Mondo, e che muta forma solamente nel momento in cui siamo noi
ad Osservarla.
Meccanica Quantistica secondo Bohm – ASSUNTI DI BASE 2
• OLISMO PER LE PARTICELLE – In tal modo la natura quantistica può essere spiegata in maniera
interamente causale. Si riesce così a mostrare che le particelle possono muoversi lungo traiettorie
predefinite, sotto l’azione di un potenziale quantistico, un potenziale con curiose “proprietà
olistiche” che agiscono per guidare gli elettroni.
Meccanica Quantistica secondo Bohm – ASSUNTI DI BASE 3
• APPROCCIO EPISTEMOLOGICO – Bohm riteneva che l’approccio seguito dalla Fisica fino a
quel tempo riflettesse, anche nei suoi aspetti più formali, solamente ciò che noi crediamo di
sapere della Realtà. Ma questo era secondo lui come chiudere il cervello all’interno di una Mappa
della Realtà, e non come fare espandere il cervello nella Realtà stessa.
• APPROCCIO ONTOLOGICO – Bohm riteneva che la Fisica, per potersi definire realmente uno
specchio fedele della Realtà, dovesse occuparsi non di ciò che le nostre convenzionali strutture
razionali costruiscono della Realtà, ma della Realtà stessa per come essa di fatto esiste. Secondo
Bohm occorreva fare in modo che “il pensatore si fondesse con il pensiero stesso”, al fine di
costruire un modello che si avvicinasse il più possibile alla Realtà Vera, una realtà fatta non solo di
Materia ed Energia ma anche di Pensiero.
• NON-LOCALITA’ – Il potenziale quantistico di Bohm non è una quantità che diminuisce con
l’inverso del quadrato della distanza come fanno tutti i segnali elettromagnetici nella fisica classica,
ma è una quantità la cui intensità non dipende dalla distanza ma solo dalla “forma”. Il campo che
descrive si chiama Campo Informativo, che è Non-Locale. Infatti il Potenziale Quantistico è in grado
di spiegare in maniera esatta il Famoso Paradosso EPR.
Comparazione Campi
E R
d
• Campo Elettromagnetico
Dipende dall’Intensità I e dalla Distanza d
• Campo Informativo
Non dipende da I e da d ma solo dalla “Forma”
Meccanica Quantistica secondo Bohm – ASSUNTI DI BASE 5
• PARADOSSO EPR – Il concetto che sta alla base di questo paradosso è che se si
prende una particella elementare non dotata di spin (lo spin rappresenta la
caratteristica di rotazione delle particelle elementari), e la si scinde in due parti succede
che una deve avere per forza uno spin +1/2 e l’altra uno spin –1/2. Ciò è inevitabile al
fine di garantire la legge di conservazione dello spin – che deve dare zero come somma
– quando le due metà ridiventano una sola particella con spin +1/2-1/2= 0.
Se ora si suppone che ciascuna di queste particelle venga mandata in direzioni opposte
fino a raggiungere distanze grandissime, ci si aspetta che lo spin totale resti zero e
questo affinchè la legge di conservazione dello spin sia rispettata.
Si supponga a questo punto di invertire il segno dello spin di una delle due particelle,
cosa che può essere fatta semplicemente osservandola. Come si comporterebbe l’altra
particella?
Cosa significa tutto questo? Significa che quando due particelle sono legate – o
Entangled – in realtà non abbiamo due funzioni d’onda che ne descrivono i
rispettivi stati, ma una sola funzione d’onda, che collassa in simultanea per
entrambe le particelle nel momento in cui ne osserviamo una.
Ovviamente questo non solo viola il principio di causalità ma ingenera per forza
un meccanismo che apparentemente determina la propagazione istantanea di
segnali. In caso contrario come fa la seconda particella a sapere
istantaneamente quello che è successo alla prima?
E’ il Processo
dell’Osservazione e
della Misura che
perturba lo Stato
dell’Elettrone
Quello che succede in sostanza è che quell’Organismo
Unificante e Sincronico di cui parla Bohm si manifesta
solamente nel momento in cui noi ne Osserviamo una
parte nell’esatto momento in cui effettuiamo una Misura.
Meccanica Quantistica secondo Bohm – ASSUNTI DI BASE 6
• DUE FATTORI CONCATENATI – Dividendo l’equazione in due termini ben distinti e al contempo
interagenti: un Termine Classico che essenzialmente riproduce la fisica Newtoniana e un Termine
Non-Classico che Bohm chiamò appunto Potenziale Quantistico. La parte classica tratta l’elettrone
come una particella ordinaria, come nella fisica classica di tipo Newtoniano. La parte non-classica
descrivente il potenziale quantistico è un termine che descrive qualcosa di simile ad un’onda che
fornisce informazione all’elettrone legandolo al resto dell’universo.
POTENZIALE QUANTISTICO
La Metafora dell’Acquario
Meccanica Quantistica secondo Bohm – ASSUNTI DI BASE 5
• UN UNIVERSO, DUE MONDI CONCATENATI – Dunque, secondo
Bohm, la realtà è governata da 2 fattori. Il primo fattore è
predominante nel mondo macroscopico, ben descrivibile sia dalla
meccanica Newtoniana che dalla relatività Einsteiniana, dove il ruolo
dell’osservatore è ininfluente sulla realtà. Il secondo fattore predomina
nel mondo microscopico dove l’osservatore stesso è compartecipe con
la realtà osservata.
Ordine Implicato
La Non-Località vista dall’angolazione del fisico Wolfgang Pauli
• PRINCIPIO DI ESCLUSIONE DI PAULI – Questo principio, che è uno dei pilastri della fisica
quantistica, stabilisce che due elettroni non possono occupare lo stesso orbitale atomico a patto
che abbiano spin (rotazione) con verso opposto.
• DUE CAMPI ACCOPPIATI – In sostanza l’Universo sembra funzionare tramite due campi
incrociati, allo stesso modo in cui il campo elettromagnetico descritto dalle equazioni di Maxwell
comporta un campo elettrico e un campo magnetico tra loro ortogonali. Il regno quantistico
sarebbe in maniera analoga accoppiato con il regno classico, dove il primo opera in maniera non-
locale e il secondo in maniera causale. Il modo in cui i due sono armonizzati è ben descritto nella
versione Bohmiana dell’equazione di Schrödinger.
Entanglement Quantistico in Sistemi Microscopici 5
• LA PIU’ ECLATANTE CONFERMA SPERIMENTALE DELL’ENTANGLEMENT QUANTISTICO –
Nel 1982 il fisico francese Alain Aspect utilizzò un fascio atomico di calcio come sorgente di Fotoni
legati da Entanglement. Gli atomi venivano eccitati da un Laser. Ciò imponeva ad un elettrone di
ogni atomo a saltare due livelli energetici oltre il suo stato fondamentale. Quando scendeva di due
livelli energetici, l’elettrone emetteva talvolta una coppia di fotoni legati da Entanglement.
• SINCRONISMO – A questo punto i Due Fotoni venivano poi separati e lanciati in direzioni
opposte verso rivelatori lontani. I rivelatori servivano a verificare come si comportavano i fotoni
quando lungo la traiettoria di uno di essi veniva introdotto a caso una specie di filtro che ne
modificava la direzione. Questo test dimostrò che ogni volta che uno dei due fotoni deviava dalla
sua traiettoria a causa del filtro posto sul suo percorso, succedeva che anche l’altro (che si trovava
a viaggiare in direzione opposta) effettuava istantaneamente una deviazione, nonostante si
trovasse separato dal primo.
Entanglement Quantistico in Sistemi Microscopici – 6
• Subito dopo viene dato ad Alice un altro Fotone, il Fotone X . Questo è proprio il Fotone
che Alice intende teletrasportare a Bob.
• Per riuscire nell’intento Alice deve riuscire a "gemellare" anche il Fotone A e il Fotone X
tra loro, cioè indurli entrambi in una condizione di Entanglement. E infatti lo fa.
• ANALOGIA INTUITIVA – E’ come se due persone si trovassero ad avere in tasca due Palline uguali
ma di colore differente, una Rossa e una Blu e improvvisamente la persona con la pallina Rossa in
tasca riesce a cambiare, senza nemmeno avvicinarsi, il colore della pallina che si trova nella tasca
dell’altra persona da Blu a Rossa. La pallina Rossa non si è mossa dalla tasca della prima persona, ma è
l’Informazione sul colore rosso che è stata trasferita dalla prima alla seconda pallina.
• LIMITAZIONI DI OGGI – A causa del problema della Decoerenza, ovvero della perdita
dell’informazione quantistica all’aumentare della distanza, al giorno d’oggi non si riescono a
teletrasportare particelle a distanze maggiori di qualche decina di Km.
CONCLUSIONI
2. Particelle che hanno tra loro interagito almeno una volta sono legate da una
condizione di “Entanglement”, qualunque sia la distanza che le separi.