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DOSSIER
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84
ASTRONOMIA
Prima luce
di Clara Moskowitz
fotografie
di Chris Gunn
Il tanto atteso
successore
dello Hubble
Space Telescope
è finalmente
pronto al lancio
M O D E L L I C L I M AT I C I
I leoni di montagna di Santa Monica sono costretti all’en-
42 Scenari italiani dogamia, tanto che cominciano a manifestare difetti ge-
di Paola Mercogliano netici. Un ambizioso progetto, che punta a costruire il più
Il futuro del nostro clima non è scritto. Anche se alcuni an- grande ponte per la fauna selvatica mai realizzato al mon-
damenti sono ormai chiari, possiamo evitare il peggio do, potrebbe salvarli
www.lescienze.it Le Scienze 3
Sommario Rubriche
7 Editoriale
di Marco Cattaneo
8 In edicola
10 Intervista
Come capire dove si esprimono i geni di Marta Paterlini
12 Made in Italy
Colpire le proteine nascenti per fermare le malattie
di Letizia Gabaglio
14 Il matematico impertinente
10 Musica irrazionale di Piergiorgio Odifreddi
15 Scienza e filosofia
Meccanismi, vecchi e nuovi di Elena Castellani
16 Homo sapiens
Strumenti insoliti di Giorgio Manzi
17 La finestra di Keplero
I cent’anni del Nobel di Einstein di Amedeo Balbi
96 Coordinate
Cercando le dinamo di Clara Moskowitz
17 97 I bastioni di Orione
Il topo fra le Dune di Michele Bellone
98 La ceretta di Occam
Poche certezze sulla bava di lumaca di Beatrice Mautino
SCIENZA NEWS
da Nobel
docente di bioetica,
Rensselaer Polytechnic
Università della Institute
Pennsylvania
Telmo Pievani
Vinton Cerf
professore ordinario filosofia
Chief Internet Evangelist, delle scienze biologiche,
Google Università degli Studi di
George M. Church Padova
La crisi climatica va veloce e ha ricevuto l’attenzione direttore, Center for Carolyn Porco
Computational Genetics, leader, Cassini Imaging
del comitato che assegna il premio per la fisica Harvard Medical School Science Team, e direttore,
Rita Colwell CICLOPS, Space Science
Institute
docente, Università del
Maryland a College Park e Vilayanur S.
Ramachandran
“S
ono decenni che la scienza dell’effetto serra e il bilancio radiativo che Johns Hopkins Bloomberg
School of Public Health direttore, Center for Brain
ci ha avvertito che i com- fa della Terra un pianeta adatto alla vita co- Richard Dawkins and Cognition, Università
della California a San Diego
portamenti umani stavano me la conosciamo. Negli anni sessanta, Ma- fondatore e presidente,
Lisa Randall
Richard Dawkins Foundation
mettendo le basi per un aumento vertigi- nabe ha dimostrato come un aumento della Drew Endy docente di fisica, Harvard
University
noso della temperatura del nostro piane- concentrazione di CO2 in atmosfera porti a docente di bioingegneria,
Carlo Alberto Redi
Stanford University
ta. […] Raggiungere la fine della crisi è co- un aumento delle temperature ed è stato il Ed Felten
docente di zoologia,
Università di Pavia
me guidare di notte: le scienze sono i fari, primo a esplorare l’interazione tra il bilan- direttore, Center for
Martin Rees
Information Technology
ma poi la responsabilità di non andare fuo- cio radiativo e il trasporto verticale di mas- Policy, Princeton University docente di cosmologia e
astrofisica, Università di
ri strada è del guidatore». Sono le parole se d’aria. Dieci anni più tardi, «Hasselmann Kaigham J. Gabriel Cambridge
presidente e CEO, Charles
che Giorgio Parisi ha pronunciato a margi- ha creato un modello che collega il tempo Stark Draper Laboratory
John Reganold
docente di scienza del suolo,
ne della Conferenza sul clima a Montecito- e il clima, rispondendo così alla domanda Harold Garner Washington State University
rio l’8 ottobre, tre giorni dopo essere stato sul perché i modelli climatici possano esse- direttore, divisioni sistemi e Jeffrey D. Sachs
informatica medici, docente,
direttore, The Earth Institute,
insignito del premio Nobel per la fisica con re affidabili nonostante il tempo sia mute- Virginia Bioinformatics Columbia University
Institute, Virginia Tech
Syukuro Manabe e Klaus Hasselmann. vole e caotico», scrive la Fondazione Nobel. Michael S. Gazzaniga
Eugenie C. Scott
Founding Executive Director,
Parisi ha ricevuto metà del premio per i Ci sarebbe da chiedersi come siamo ar- direttore, Sage Center for the National Center for Science
Study of Mind, Università Education
suoi fondamentali contributi alla teoria dei rivati fin qui, vale a dire al rapporto dell’In- della California a Santa
Barbara
Terry Sejnowski
sistemi complessi, che «rendono possibi- tergovernmental Panel on Climate Chan- docente e direttore del
David Gross Laboratorio di neurobiologia
le comprendere e descrivere molti mate- ge di cui parla Riccardo Valentini a pagina docente di fisica teorica, computazionale, Salk
riali e fenomeni diversi e apparentemente 38. Che è il risultato di mezzo secolo di apa- Università della California a Institute for Biological
Santa Barbara (premio Nobel Studies
casuali, non solo in fisica ma anche in al- tia della politica globale mescolato alla pro- per la fisica 2004) Michael Shermer
tre aree, come la matematica, la biologia, le paganda di interessi particolari e a un’in- Danny Hillis editore, rivista «Skeptic»
co-presidente, Applied Michael Snyder
neuroscienze e l’apprendimento automa- formazione non sempre corretta o efficace. Minds, LLC
docente di genetica, Stanford
tico». Nello stesso ambito dei sistemi com- Fatto sta che le previsioni dei modelli cli- Daniel M. Kammen University School of Medicine
direttore, Renewable Giorgio Vallortigara
plessi si sono svolte le ricerche di Syuku- matici stanno diventando realtà, con un au- and Appropriate Energy docente di neuroscienze,
ro Manabe e Klaus Hasselmann, i cui lavori mento della temperatura di 1,09 gradi ri- Laboratory, Università della direttore associato, Centre
California a Berkeley for Mind/Brain Sciences,
hanno riguardato i modelli climatici. «Le spetto all’era preindustriale. Vinod Khosla Università di Trento
scoperte premiate quest’anno dimostrano Nel dossier di queste pagine, realizzato Partner, Khosla Ventures Lene Vestergaard Hau
Christof Koch docente di fisica e fisica
che la nostra conoscenza del clima poggia in collaborazione con la Fondazione Centro presidente dell’Allen Institute applicata, Harvard University
su una solida base scientifica, basata su una euro-mediterraneo sui cambiamenti clima- for Brain Science di Seattle Michael E. Webber
Lawrence M. Krauss direttore associato, Center
rigorosa analisi delle osservazioni. I pre- tici, abbiamo provato a raccontare che cosa for International Energy
direttore, Origins Initiative,
& Environmental Policy,
miati di quest’anno hanno tutti contribuito potrà succedere in Italia nei decenni a ve- Arizona State University
Università del Texas ad
a farci comprendere meglio le proprietà e nire. E quali dovrebbero essere le misure Morten L. Kringelbach Austin
direttore, Hedonia: George M. Whitesides
l’evoluzione di sistemi fisici complessi», ha per limitare l’impatto dell’emergenza cli- TrygFonden Research Group, docente di chimica e
Università di Oxford e
dichiarato Thors Hans Hansson, presiden-
Copia di 40cd6480303f50ad75adb2d6289a0f83 matica soprattutto nelle grandi città. Università di Aarhus
biochimica, Harvard
University
te del comitato per il Nobel per la fisica. Sfortunatamente, ha detto ancora Pa- Steven Kyle Nathan Wolfe
docente di economia
Che cosa dicano questi modelli climati- risi nel suo intervento, le azioni messe in applicata e management,
direttore, Global Viral
Forecasting Initiative
ci e quelli molto più sofisticati elaborati ne- campo fino a oggi hanno avuto «risultati Cornell University
Anton Zeilinger
Robert S. Langer
gli ultimi decenni, ormai lo sanno anche i estremamente modesti». Ma la Conferen- docente di ottica quantistica,
docente, Massachusetts Università di Vienna
muri. A cominciare dai pionieristici studi za sul clima di Glasgow è alle porte. Speria- Institute of Technology Jonathan Zittrain
con cui Svante Arrhenius, alla fine dell’Ot- mo che la montagna non partorisca un al- Lawrence Lessig docente di legge e computer
docente, Harvard Law School science, Harvard University
tocento, comprese la fisica responsabile tro topolino.
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In edicola A richiesta a dicembre Il mondo secondo la fisica,
un libro in cui Jim Al-Khalili illustra con passione
concetti e teorie della fisica moderna
“Q
uesto libro è un’ode alla fi- a volte complementari ma ardue da concilia-
sica». Al-Khalili, fisico e di- re – che contribuiscono a spiegare aspetti di-
vulgatore, se n’è innamorato versi del mondo, dalle particelle subatomiche
da adolescente. Perché è la fisica che rispon- alle galassie. Al-Khalili espone una panorami-
de alle domande più profonde sull’universo e ca sintetica ma completa dei concetti più im-
sull’esistenza: Cosa sono lo spazio e il tempo? portanti della fisica moderna, e delle princi-
Cos’è l’energia? Come funziona un compu- pali teorie con cui descriviamo la natura, dalla
ter quantistico? «La conoscenza del mondo e relatività generale alla teoria quantistica dei
del suo funzionamento ottenuta attraverso la campi. Mostra così come la fisica teorica sia
scienza secondo me non è solo uno dei tanti un collage di modelli, ciascuno con succes-
modi, ugualmente validi, di arrivare alla “ve- si strabilianti nello spiegare certi fenomeni e
rità”: è il solo metodo affidabile che abbiamo.» zone oscure da chiarire. Auspicabilmente con
Qui l’autore vuole quindi condividere tan- una nuova rivoluzione scientifica, che ricom-
ta passione sia con chi ne è già partecipe, in- ponga tutte queste teorie in un unico quadro.
vogliandolo a saperne di più, sia con chi con Da un lato, dunque, «sappiamo di cos’è
la fisica non ha un buon rapporto, a cui «que- fatto e come sta insieme (quasi) tutto ciò che
sto libro potrà servire per riacquistare deli- vediamo nel mondo, riusciamo a risalire ai
catamente familiarità». Perché «le intricate primissimi istanti di vita dell’universo, de-
sottigliezze della meccanica quantistica pos- scrivendo la nascita del tempo e dello spa-
sono far venire il mal di testa, ma le meraviglie zio. Usando le leggi fisiche della natura abbia-
del nostro universo dovrebbero affascinare mo sviluppato, e continuiamo a migliorare,
chiunque, e arrivare a capire i concetti basila- tecnologie che trasformano la nostra vita».
ri non richiede certo una vita intera di studio». Dall’altro, dobbiamo umilmente riconoscere
Coniugare rigore e chiarezza è la sua sfida il nostro non sapere. «Ragionando su ciò che
riuscita. Evitando di propugnare le sue pre- ancora non sappiamo, possiamo capire come
ferite fra le varie teorie – a volte concorrenti, arrivare a saperlo.»
Come capire
dove si esprimono i geni
utte le cellule del corpo umano oppure di una pianta co-
mazione genetica dalle diverse cellule del tessuto. Quindi si pro- La parte più difficile è stata produrre vetrini con sonde di buo-
segue con il processamento dell’immagine, e dopo una serie di na qualità che riuscissero a catturare l’informazione genica e ad
reazioni molecolari si liberano dalle cellule del tessuto i trascrit- avere una risoluzione sufficiente perché fosse il più sovrapponibi-
ti di mRNA, che sono catturati dalle sonde. Poi si prosegue con il le possibile alle cellule nel tessuto.
sequenziamento e, con l’aiuto della bioinformatica, si ricostrui-
sce una mappa del trascrittoma sovrapponibile all’immagine del- E la sfida ora?
la sezione: quali geni in quali cellule sono espressi nel tessuto di La comunità della spatial transcriptomics punta alla risoluzio-
CHI È
STEFANIA GIACOMELLO
Dal 2013 lavora allo SciLifeLab di Stoccolma, metodologia che permette di generare mappe biologici, sviluppando e applicando approcci
dopo avere conseguito il dottorato in genomica 2D di espressione genica a partire da sezioni di trascrittomica spaziale e genomica a singola
vegetale all’Università di Udine e aver lavorato istologiche di tessuto vegetale o animale. cellula. Dal 2019 collabora con il NASA GeneLab
all’Università di Cambridge. Ha contribuito allo Con il suo gruppo di ricerca vuole capire come ed è co-chair dell’International Standards for
sviluppo della trascrittomica spaziale (TS), una la localizzazione cellulare influenzi i processi Space Omics Processing.
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Made in Italy Sibylla Biotech sviluppa simulazioni
per prevedere come si ripiegherà una proteina,
e bloccarla prima che lo faccia
Un incontro fruttuoso
«La nostra storia nasce dall’incontro di persone con storie di ri-
cerca molto diverse, che hanno avuto la capacità di ascoltarsi e di
capire che dall’unione di quelle competenze poteva nascere qual-
cosa di importante», spiega Lidia Pieri, cofondatrice e amministra-
trice delegata della start-up. Da una parte Pietro Faccioli, fisico
teorico interessato a trovare il modo di simulare il ripiegamento
(folding) di grandi proteine; dall’altra Emiliano Biasini, biologo da masta a guardare quello che accadeva: «Sono un fisico delle parti-
sempre impegnato a cercare una soluzione per le malattie causate celle e ho lavorato nell’accademia, poi mi sono allontanata e ho se-
dai prioni (le versioni mal ripiegate della proteina prionica cellula- guito le mie passioni, creando e facendo crescere un’associazione
re). Dai disegni e dalle formule scarabocchiate sulla lavagna fin dal di tango argentino», racconta. «Conoscevo la ricerca e le persone
loro primo incontro nasce la tecnologia brevettata da Sibylla: un coinvolte e mi sono offerta di cercare prima di tutto un contatto in-
metodo per interferire col ripiegamento della proteina, e creare dustriale. Prima di decidere di pubblicare i risultati, ritenevo im-
quindi un sistema che inneschi i naturali meccanismi di distruzio- portante capire se la scoperta poteva interessare una casa farma-
ne che la cellula attiva in presenza di una proteina ripiegata in mo- ceutica». I fondatori hanno quindi contattato una delle principali
do non corretto. «Così possiamo cercare un sito attivo dove poter aziende farmaceutiche – oggi loro cliente – per tastare il terreno.
legare la sostanza che degrada la proteina, anche in quelle protei- La risposta è stata positiva, incoraggiando la creazione di una
ne che una volta ripiegate appaiono impenetrabili», spiega Pieri. start-up che si occupasse del trasferimento tecnologico dell’idea
«Riavvolgendo il nastro del processo di folding, possiamo sperare
Copia di 40cd6480303f50ad75adb2d6289a0f83 e che potesse interagire con una realtà industriale. «Mi sono mes-
di trovare il nostro bersaglio in una fase intermedia. Questa era l’i- sa a studiare business, scoprendo affinità e continuità con le com-
potesi originaria e, una volta verificata, siamo andati avanti anche petenze fornite dalle discipline scientifico-tecnologiche, e così ho
con lo sviluppo imprenditoriale.» preparato un business plan per possibili investitori. Il fondo di in-
Come prevedibile, il primo caso in cui l’ipotesi è stata verifica- vestimento VV3TT della società Vertis SGR lo ha trovato valido e
Foto Bravi (3)
ta con successo è stato quello della proteina prionica, grazie anche ci ha finanziato con 2,4 milioni di euro», afferma Pieri. Il dado era
al contributo di Maria Letizia Barreca, Graziano Lolli e Giovanni tratto: la società – che era nata come spin-off di Istituto nazionale
Spagnolli. È a questo punto che entra in scena Lidia Pieri, finora ri- di fisica nucleare (INFN), Università di Trento e Università di Pe-
rugia – meritava un’impronta diversa, più orientata al mercato. Si in questo caso Pieri spera di scoprirne il punto debole simulando-
è deciso così che i ricercatori che l’hanno fondata e che hanno una ne il ripiegamento a livello atomico. Una volta individuato il punto
posizione accademica rimangano come consulenti senza interfe- su cui agire, sono state selezionate molecole che riducono i livelli
rire direttamente sul lavoro, affidato invece a Spagnolli, che dopo di questa proteina nella cellula. La speranza è che questa riduzio-
il dottorato ha scelto di lavorare a tempo pieno in Sibylla, e ad altre ne possa interrompere la catena di processi biologici alla base del-
persone assunte e organiche all’azienda. la patologia. E se è vero che le agenzie regolatorie riservano una
Il brevetto alla base della tecnologia è concesso in esclusiva a corsia preferenziale ai farmaci contro le malattie prive di terapia,
Sibylla dalle istituzioni che lo hanno depositato – INFN, Universi- è altrettanto vero che per sviluppare una molecola servono molti
tà di Trento e Fondazione Telethon – e si può applicare a ogni area soldi. «Stiamo cercando il secondo round di finanziamenti per ot-
terapeutica. «Per iniziare abbiamo puntato sull’oncologia, in par- timizzare le molecole che virtualmente si legano al nostro bersa-
ticolare su due bersagli coinvolti in molti tipi di tumore: KRAS e la glio, e poi testarle nel modello animale», va avanti Pieri. Sibylla ha
ciclina D1», spiega Pieri. «Fino a pochi anni fa KRAS era considera-
Copia di 40cd6480303f50ad75adb2d6289a0f83 un vantaggio di almeno due anni sui concorrenti, ma non c’è tem-
to impossibile da colpire con un farmaco. Oggi sappiamo che non po da perdere, e Pieri lo sa bene.
è così: da pochi mesi negli Stati Uniti è stato autorizzato un me- Nel frattempo il lavoro svolto non è passato inosservato: l’im-
dicinale che ha come bersaglio proprio questo gene, ma funziona patto sulla scoperta di farmaci per malattie incurabili e la solidi-
solo sul 15 per cento delle possibili mutazioni.» Al contrario la so- tà della strategia aziendale sono valsi a Sibylla Biotech un posto fra
luzione basata sulla tecnologia di Sibylla funzionerebbe su tutte le gli otto finalisti dello Spin-off Prize 2021, premio internazionale
mutazioni. Anche la ciclina D1 è un bersaglio di terapie anticancro, dedicato al trasferimento tecnologico istituito da Nature Research
ma allo stato nativo è impossibile da mettere nel mirino, e anche e Merck. Il vaticinio della Sibylla si sta avverando.
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Il matematico impertinente di Piergiorgio Odifreddi
Musica irrazionale
Pitagora intuì la teoria matematica della musica, ma fu
il suo discepolo Archita a svilupparla con preveggenza
e varie biografie di Pitagora scritte da rapporti via via ottenuti, Archita riuscì così ad
volte alcune nozioni, apparente- cordano nel considerare che si tratti di un si-
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Homo sapiens di Giorgio Manzi
Strumenti insoliti
Le asce a mano del Paleolitico inferiore di solito erano in
pietra. Perché, allora, in alcuni siti del Lazio si usava l’osso?
mmagina di avere fame: tu e la tua ban- Di rado però sono di osso. Di solito si ricava-
È
passato esattamente un secolo quale presentò un rapporto molto critico, ma
dall’assegnazione del premio No- non altrettanto competente.
bel per la fisica ad Albert Einstein, e A ogni modo, il riconoscimento per l’ef-
forse per molti è ancora una sorpresa sapere fetto fotoelettrico non andrebbe considera-
che egli non ottenne il premio come ricono- to solo come una soluzione di compromesso.
scimento per la teoria della relatività ma per Il lavoro del 1905 per cui Einstein ricevette il
«i servizi resi alla fisica teorica e in particola- Nobel era infatti rivoluzionario almeno quan-
re per la scoperta della legge dell’effetto foto- to la sua teoria più famosa. In quell’artico-
elettrico». La motivazione si preoccupava di lo, Einstein proponeva una spiegazione per il
precisare che il premio non teneva conto «del modo in cui alcuni metalli emettono elettroni
valore che sarà accordato alle teorie della rela- quando sono colpiti dalla luce. La caratteristi-
tività e della gravitazione, una volta che saran- ca singolare del fenomeno era che variare l’in-
no confermate». tensità della luce non alterava minimamente
la velocità degli elettroni emessi, ma solo il lo-
Resistenze dure a morire ro numero.
Nel 1921, quando gli arrivò la notizia del Ancora più strano era il fatto che la velocità
premio, Einstein era ormai una celebrità mon- degli elettroni aumentava invece all’aumenta-
diale. Lo era diventato un paio di anni prima, re della frequenza luminosa. Entrambi i feno-
dopo che le osservazioni di Arthur Edding- meni erano inspiegabili secondo la teoria clas-
ton avevano confermato in modo spettaco- sica dell’elettromagnetismo, che considerava
lare, durante un’eclissi di Sole, la deflessione la luce come un’onda.
gravitazionale della luce prevista dalla relati- Albert Einstein durante una lezione
vità generale. I quanti di luce a Vienna nel 1921, l’anno in cui ricevette
Negli anni precedenti, a partire dal 1910, Per risolvere il dilemma, Einstein ipotiz- il premio Nobel per «i servizi resi
Einstein era stato nominato quasi ogni anno zò che la luce fosse composta di quanti (ovve- alla fisica teorica e in particolare
per il Nobel, ma la relatività non era ancora ro particelle, che oggi chiamiamo fotoni) e che per la scoperta della legge
universalmente accettata. Inoltre, fino al 1915, l’energia di ciascun quanto fosse proporziona- dell’effetto fotoelettrico».
la teoria stessa non poteva essere considerata le alla frequenza luminosa. Dunque, aumenta-
completa, essendo limitata a quella che oggi re l’intensità della luce significava aumentare
chiamiamo relatività speciale. il numero di fotoni, così che un maggior nu-
Anche dopo la conferma sperimentale del mero di elettroni poteva essere espulso dagli
1919, però, la teoria di Einstein incontrava re- atomi del materiale (uno per ogni fotone con
sistenze in una parte della comunità scientifi- la giusta energia), mentre aumentare la fre-
ca. Secondo uno dei principali storici e biogra- quenza, e quindi l’energia dei fotoni, imparti-
fi einsteiniani, Abraham Pais (in How Einstein va agli elettroni una velocità maggiore.
got the Nobel Prize, in «American Scientist», L’ipotesi di Einstein, la cui correttezza fu
Vol. 70, n. 4, 1982), la decisione dell’Accademia
Copia di 40cd6480303f50ad75adb2d6289a0f83 provata sperimentalmente nel 1914 dal fisi-
delle scienze svedesi di non menzionare la re- co statunitense Robert Millikan, era un salto
Science Photo Library/AGF
latività nelle motivazioni del premio fu dovu- concettuale di portata enorme, che introduce-
ta in parte ai residui dubbi sperimentali e in va la dualità onda-particella e apriva il campo
parte all’assenza tra i suoi membri di esperti in alla fisica quantistica (oltre che a una lunga se-
grado di valutarne la validità. rie di applicazioni pratiche, tra le quali le cel-
Il comitato assegnò il compito ad Allvar le solari). Un risultato più che degno di un pre-
Gullstrand, un professore di oftalmologia, il mio Nobel.
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VULCANOLOGIA
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Fortunato Serranò/AGF
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NOBEL
La scuola italiana di fisica è tra le migliori al mondo. Lo sanno be- re il concetto espresso da Antonio Zoccoli, presidente dell’Istituto
ne al CERN di Ginevra, per esempio, dove i ricercatori italiani for- nazionale di fisica nucleare: «Parisi è il principale rappresentan-
mano una delle comunità più numerose. Non tutti provengono da te dell’eccellenza della fisica italiana e della grande scuola di fisi-
istituzioni che hanno sede in Italia; alcuni infatti sono andati all’e- ca teorica di Roma, che ha avuto inizio con Enrico Fermi e negli
stero per proseguire le proprie carriere. Ma il loro tratto comune anni ha contato esponenti di massimo rilievo, tra i quali Altarel-
è essersi formati nelle università e nei centri di ricerca d’Italia. E li, Cabibbo, Jona-Lasinio, Maiani». Il Nobel dunque torna a casa,
il Nobel a Giorgio Parisi dimostra ancora una volta, semmai ce ne o meglio, in una delle sue case più importanti. Facciamocene una
fosse bisogno, e a uno dei livelli più alti per la comunità scientifi- ragione, magari per aumentare i finanziamenti alla ricerca, come
ca globale, la capacità del sistema italiano di formare eccellenze da ribadito dallo stesso Parisi dopo la notizia dell’assegnazione del
molto tempo ormai. Nobel. E magari anche per affrontare le sfide poste dal cambia-
Dunque è ben condivisibile lo striscione appeso su un balco- mento climatico, altro argomento al centro dei premi, insieme a
ne del Dipartimento di fisica della Sapienza Università di Roma catalizzatori organici e recettori per temperatura e tatto. Sette No-
dopo l’annuncio del Nobel: «It’s coming Rome. Congratulazio- bel, solo maschi. Un passo indietro rispetto agli anni scorsi.
ni Giorgio!». È un altro modo, al passo con i tempi, per afferma- La redazione
dell’interazione tra disordine e fluttuazioni La conferenza stampa per l’annuncio dei Nobel a Syukuro Manabe, Klaus Hasselmann
nei sistemi fisici dalla scala atomica a quella e Giorgio Parisi tenutasi all’Accademia reale svedese delle scienze, a Stoccolma, il 5 ottobre.
planetaria». Le sue ricerche, ha argomentato
il comitato che assegna i Nobel, sono tra protagonisti degli altri due Nobel per la fisica, per lo sviluppo degli attuali modelli climatici,
i contributi più importanti alla teoria dei assegnati al giapponese Syukuro Manabe, mostrando anche come l’incremento dei
sistemi complessi. Grazie agli studi di Parisi è della Princeton University negli Stati Uniti, e al livelli di anidride carbonica in atmosfera
possibile capire e descrivere molti materiali e
Copia di 40cd6480303f50ad75adb2d6289a0f83 tedesco Klaus Hasselmann, del Max-Planck- porti a un aumento della temperatura sulla
fenomeni diversi e solo in apparenza casuali. Institut für Meteorologie. I due scienziati superficie della Terra. Circa dieci anni dopo,
E non è un ambito solo della fisica, visto che la hanno ricevuto il premio «per la modellazione Hasselmann ha messo in relazione clima e
complessità indagata da Parisi abbraccia aree fisica del clima della Terra, quantificando la meteorologia con altri modelli ancora. I lavori
molto diverse tra loro, come la matematica, la variabilità e prevedendo in modo affidabile il di entrambi hanno quindi segnato punti di
biologia, le neuroscienze e l’apprendimento riscaldamento globale». svolta nello studio del riscaldamento globale.
automatico. E come il clima e il meteo, Negli anni sessanta Manabe ha posto le basi Giovanni Spataro
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News
FISICA
nando la letteratura, i ricercatori hanno scoper- Magari perché hanno un’alimentazione così spe- marini, velenosi come cobra
to che la forma delle appendici di molti uccelli cifica che non possono modificare la forma del e vipere o enormi costrittori
e mammiferi è cambiata negli anni in parallelo becco. O perché non riescono a evolversi in tem- come boa e pitoni.
all’aumento delle temperature. Nei pappagal- po per stare al passo con i cambiamenti.» Eugenio Melotti
li australiani cacatua gang gang (Callocephalon Martina Saporiti
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News
24 Le Scienze
Piccoli pipistrelli Frenare l’epilessia
balbettano sulle note di Mozart Con l’aumento
dei patogeni
I neonati imparano a parlare lallando, cioè pro- La sonata per due piani in Re maggiore K448 di
nunciando sillabe. Anche i pipistrelli americani Mozart qualche decennio fa è stata studiata per
l’immunità
Saccopteryx bilineata lo fanno, unici a quanto si sue le proprietà antiepilettiche. si adatta
sa tra i mammiferi, se escludiamo noi scimmie. La scarsa risoluzione della tecnica allora usa-
Lo aveva scoperto Mirjam Knörnschild, ecologa ta (registrazioni con elettrodi posti sul cuoio ca- Con l’agricoltura, oltre alla
del comportamento animale al Museo di storia pelluto) aveva però mostrato grandi limiti. Ora dieta abbiamo cambiato
naturale di Berlino. Ma non tutti erano convinti. un gruppo guidato da Robert Quon, del Dart- abitudini: ci siamo ritrovati
A distanza di 16 anni dal primo report, Knörn- mouth College di Hanover negli Stati Uniti, ha a vivere in insediamenti
schild pubblica uno studio su «Science» che ri- cercato una conferma effettuando nuove ricer- affollati a stretto contatto
sponde agli scettici. Con il suo gruppo di ricerca, che, con elettrodi inseriti direttamente nella con gli animali. È naturale,
l’ecologa ha registrato i balbettii, lunghi anche corteccia cerebrale di pazienti epilettici in attesa quindi, che ci sia stata
una quarantina di minuti, di 20 pipistrelli dalla di intervento chirurgico. Lo studio, pubblicato un’impennata delle
nascita a tre mesi di età, nelle foreste di Panama su «Scientific Reports», è il più preciso effettua- infezioni. In risposta,
e del Costa Rica. to fino a oggi sul cosiddetto effetto Mozart e con- tuttavia, il sistema
L’analisi degli spettrogrammi ha individua- ferma la riduzione dei picchi interictali, brevi immunitario dei primi
to otto caratteristiche fondamentali presenti pu- eventi elettrici che si verificano fra le crisi epilet- agricoltori non si è solo
re nella lallazione umana, come per esempio la tiche e sono correlati alla gravità della malattia. iperattivato contro alcuni
ripetizione ritmata di sillabe (come il ba-ba-ba I 16 pazienti coinvolti mostravano una riduzio- patogeni, ma si è anche
di un bimbo) e la presenza di suoni che faranno ne significativa di questi picchi nelle aree fron- calmato verso altri. Lo
parte del repertorio vocale degli adulti. Balbet- tali destra e sinistra. mostra uno studio su
tando, i pipistrelli imparano a controllare il loro L’effetto si verificava solo con la sonata di Mo- «eLife» coordinato da Mihai
apparato vocale allenandolo alla produzione del- zart e non con altri pezzi musicali (la marcia nu- Netea, dell’ospedale della
le complesse vocalizzazioni che poi serviranno a ziale di Wagner e canzoni di Buddy Holly, dei Radboud University di
corteggiare, marcare il territorio e comunicare. Judas Priest e dei Nickelback, fra gli altri). Gli au- Nimega nei Paesi Bassi.
E forse studiare il loro cervello ci aiuterà a capi- tori intendono ora continuare questi studi, nella La presenza di varianti
re i meccanismi che controllano l’apprendimen- speranza che la musica riveli effetti terapeutici, genetiche per la sintesi di
to vocale. (MaSa) da affiancare alle terapie farmacologiche. (FeSg) proteine immunoregolatorie
contribuisce a indicare
quanto forte sia l’immunità
La scomparsa dei crateri lunari di una persona. I ricercatori
hanno perciò analizzato
La Luna torna a far parlare di sé. Una il DNA di oltre 800 tra
collaborazione internazionale guidata da Katarina cacciatori-raccoglitori e
Miljkovic, dello Space Science and Technology agricoltori vissuti in Europa
Centre di Perth in Australia, ne analizza i crateri per tra 45.000 e 2000 anni fa,
indagare la formazione del sistema solare. Il fulcro per dedurre l’intensità della
della ricerca è l’età dei crateri: secondo il modello loro risposta immunitaria.
teorico elaborato, la loro origine si collocherebbe Da qui la scoperta: negli
nell’epoca di formazione della Luna, più di quattro agricoltori la reazione è
miliardi di anni fa, quando la superficie del satellite, divenuta più forte contro
composta da magma, iniziava a solidificare. patogeni extracellulari,
L’impatto di corpi celesti con una superficie come Staphylococcus
ancora morbida non avrebbe lasciato impronte aureus e Candida albicans,
rilevabili, nascondendo le tracce del passato ma più blanda contro
geologico. La solidificazione degli oceani di magma quelli intracellulari, come
sembra essere stata tanto prolungata da coprire il il batterio della tubercolosi
periodo di gran parte degli eventi d’impatto; quelli e i virus respiratori,
che osserviamo oggi sulla superficie, dunque,
Copia di 40cd6480303f50ad75adb2d6289a0f83 presumibilmente perché
sarebbero solo una minima parte dei crateri in questi casi reazioni
formatisi sulla Luna. Le conclusioni dello studio, infiammatorie eccessive
pubblicate su «Nature Communications», fanno danneggerebbero
luce sull’evoluzione morfologica del satellite e l’organismo altrettanto o
cortesia NASA
descrivono impatti con corpi celesti primordiali, anche più dei patogeni
subiti tanto dalla Luna quanto dalla Terra. (GiFa) stessi. (MaSa)
www.lescienze.it Le Scienze 25
SCIENZE PLANETARIE
Superare
la maledizione
di Venere
Tre nuove missioni spaziali sono destinate
a riavviare gli studi sul nostro vicino
che trascuriamo da tempo.
Potrebbero spiegare come e perché è diventato
il gemello maligno della Terra
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26 Le Scienze
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Robin George Andrews è un vulcanologo e divulgatore
scientifico che vive a Londra. Il suo prossimo libro Super
Volcanoes: What They Reveal about Earth and the Worlds
Beyond è in uscita nel novembre 2021.
C
ome molti bambini, Sue Smrekar sognava di viaggiare nello spazio. In-
vece che astronauta, però, è diventata geofisica planetaria al Jet Propul-
sion Laboratory della NASA, dove si occupa di esploratori robotici di al-
tri mondi. In un certo senso, il suo destino interplanetario sembrava
©Ted Stryk Raw Data Courtesy of the Russian Academy of Sciences (sotto)
segnato ancora prima che nascesse: suo padre proviene da una comuni-
tà rurale della Pennsylvania che si chiama Venus.
La prima missione su cui ha lavorato Smrekar è stata proprio composizione, a uno stato tanto ultraterreno e apocalittico? Per-
l’orbiter Magellan della NASA, diretto su Venere. Lanciato nel ché questi due pianeti simili e vicini hanno storie così incredibil-
1989, Magellan era dotato di un sistema radar che sbirciava al di mente divergenti?
sotto delle spesse nuvole del pianeta per mapparne per la prima Le esplorazioni di Magellan si conclusero nel 1994, e fu l’ultima
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ne acida, rovente, arida e presumibilmente senza vita, ha langui- missioni. Ma a ogni esplorazione diventava sempre più chiaro che
to nell’ombra. il pianeta era un incubo per eventuali esplorazioni umane.
Un punto di svolta è arrivato a giugno, quando la NASA ha an- L’atmosfera densa e soffocante di Venere è fatta per circa il 95
nunciato le ultime decisioni sulle nuove missioni interplanetarie per cento di anidride carbonica. I suoi strati di nuvole sono pie-
all’interno del suo programma di esplorazione Discovery. L’agen- ni di acido solforico, a livelli in grado di corrodere pelle, ossa e
zia spaziale aveva preso in considerazione quattro missioni: una metallo in pochi istanti. Se ci trovassimo sulla superficie non sa-
per visitare una luna di Nettuno, un’altra per raggiungere una lu- remmo soggetti alla devastante pioggia acida, ma solo perché lag-
na di Giove e due, denominate DAVINCI+ e VERITAS, ciascuna in- giù la pioggia è impossibile: al suolo la temperatura si avvicina ai
dipendentemente con l’obiettivo di tornare su Venere. 500 gradi, abbastanza per arrostire qualsiasi astronauta o robot.
«Speriamo tutti vivamente che finisca la “maledizione di Ve- E se fossimo miracolosamente resistenti al calore dovremmo co-
nere”», aveva detto prima dell’annuncio Smrekar, che è princi- munque fare i conti con una pressione alla superficie pari a circa
pal investigator di VERITAS. Lei e i suoi colleghi speravano che la 90 volte quella sulla Terra, corrispondente a circa un chilometro
NASA desse il via libera a una delle missioni su Venere ma, sor- sott’acqua. In qualunque parte del pianeta ci si trovi, si morirebbe
prendentemente, l’agenzia spaziale ha selezionato sia VERITAS di una morte rapida ma orrenda.
che DAVINCI+. Le due missioni complementari sono pensate per Dalla fine della missione Magellan, Venere è rimasta quasi del
studiare l’abitabilità passata del pianeta. Per la prima volta dopo tutto sola. La navicella spaziale europea Venus Express vi ha or-
trent’anni, la NASA aveva scelto di tornare su Venere, e non una, bitato dal 2006 al 2014; la giapponese Akatsuki, entrata in orbita
ma ben due volte. nel 2015, è tuttora presente, per studiare l’atmosfera venusiana e
Le buone notizie continuavano ad arrivare. Appena una setti- cercarne i rari fulmini. Se dipendesse da Paul Byrne, planetologo
mana dopo l’atteso annuncio della NASA, l’Agenzia spaziale euro- della North Carolina State University e grande appassionato di Ve-
pea ha dichiarato che farà festa si sarebbe unito anche EnVision, nere, oggi ci sarebbe un gran numero di sonde che la sorvolereb-
un orbiter che effettuerà rilevamenti scientifici su alcune parti del bero o vi atterrerebbero. Invece, dice, Venere è un pianeta di cui
pianeta. Era iniziato un rinascimento venusiano. da trent’anni non si cura nessuno.
A questo stato di cose si arrivò nel 1996, quando un gruppo di
Via dall’inferno ricercatori pubblicò un articolo in cui annunciava di aver trova-
All’inizio di quest’anno non era affatto chiaro che ci sarebbe to fossili microscopici in un meteorite marziano chiamato ALH
stata una rentrée di Venere. La storia sembrava dire che era già sta- 84001. L’allora presidente degli Stati Uniti Bill Clinton tenne un
to sotto i riflettori e che quell’epoca fosse finita. Nel corso degli an- discorso su questa scoperta dal South Lawn della Casa Bianca, di-
ni sessanta e settanta il pianeta fu un fronte interplanetario della cendo al mondo che «il programma spaziale statunitense farà uso
guerra fredda: Stati Uniti e Unione Sovietica inviarono molteplici di tutta la sua potenza intellettuale e abilità tecnologica per la ri-
cerca di ulteriori prove della vita su Marte».
Le immagini della superficie, come questo La scoperta non andò a buon fine: ulteriori studi, riportati con
panorama del 1982 ripreso dal lander sovietico Venera molto meno clamore, fanno ritenere che i «microfossili» possano
14, hanno rivelato poco più che paesaggi desolati benissimo essere formazioni minerali completamente abiotiche.
di rocce vulcaniche sotto cieli opprimenti e corrosivi. Ma il sogno di trovare la vita è troppo affascinante perché lo si pos-
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sa abbandonare. Su Marte è stata inviata una missione dopo l’altra, VERITAS vedrà anche nell’infrarosso e potrà così distingue-
ognuna delle quali si basava sui risultati delle precedenti e raffor- re minerali specifici in superficie grazie al loro caratteristico ba-
zava il fascino del Pianeta Rosso come destinazione preferita per gliore termico. Ma il lavoro dell’orbiter non sarà solo superficia-
l’esplorazione planetaria. «Non voglio dire che Marte abbia una le. Un altro dei suoi strumenti scruterà nelle viscere del pianeta,
presa inesauribile sul pubblico – dice Byrne – ma in un certo senso studiando le variazioni nell’intensità del campo gravitazionale per
sì.» Fa spesso battute sul fatto che vorrebbe far saltare in aria Mar- visualizzare la struttura interna a strati. Questa missione, affer-
te, come fa in Guerre stellari la Morte Nera con Alderaan, in mo- ma Smrekar, ci darà finalmente una visuale di Venere ad alta fe-
do che tutti siano costretti a riprendere in considerazione Venere. deltà, analoga ai dati dettagliatissimi che abbiamo da tempo per
Scherza, ma non del tutto. la Luna e per Marte. [L’Italia partecipa a VERITAS tramite una
Anche se Marte venisse spazzato via dai cieli, però, rimarreb- partnership tra Agenzia spaziale italiana (ASI) e Jet Propulsion
be il problema che Venere è un prolifico distruttore di macchi- Laboratory, che ha assegnato al nostro paese la responsabilità per
nari. Gli orbiter sopravvivono senza problemi, ma lo studio del- lo sviluppo e la realizzazione di tre strumenti di bordo. Angelo Oli-
la superficie richiede un radar eccellente, in grado di penetrare le vieri, dell’ASI, è responsabile di programma per la partecipazio-
dense nubi che ricoprono il pianeta. Invece, avendo un’atmosfe- ne italiana a VERITAS; Gaetano Di Achille, ricercatore dell’Istituto
ra più sottile e trasparente e una superficie fredda e secca colpi- nazionale di astrofisica, è co-investigator della missione ed esper-
ta solo occasionalmente da tempeste di polvere globali, «Marte è to di geologia planetaria, N.d.R.].
il luogo ideale per fare molte esplorazioni della superficie», spiega DAVINCI+ (Deep Atmosphere Venus Investigation of Noble Ga-
Byrne. Ma dal punto di vista scientifico Marte è più prezioso di Ve- ses, Chemistry, and Imaging Plus) è una missione che prende il
nere? «Secondo me, nemmeno lontanamente». nome dall’eclettico maestro rinascimentale. La dirige Jim Garvin,
Un punto a svantaggio di Marte sono le sue dimensioni. Con scienziato del Goddard Space Flight Center della NASA, che come
un sesto del volume della Terra e appena un decimo della mas- Smrekar ama Venere e schiva con modestia i riflettori: una volta,
sa del nostro pianeta, non è affatto «simile alla Terra», per lo me- quando gli è stato chiesto di condividere qualche fatto curioso su
no se lo paragoniamo a Venere, che da
questo punto di vista è praticamente il
nostro gemello planetario. C’è sempre, L’indizio più significativo che abbiamo sulla storia
ovviamente, il problema dell’ambiente
che disintegra i veicoli spaziali. Si stan- apocalittica di Venere è l’elevato contenuto di acqua
no sviluppando dispositivi elettronici
resistenti al calore in grado di resistere
pesante dell’atmosfera: una scoperta del 1978
all’inferno venusiano per l’esplorazio-
ne in situ, ma non c’è ancora nulla che
possa garantire a una missione sulla superficie più di un paio d’o- di sé, Garvin ha detto di essere, «direi, assurdamente noioso». Lo
re di sopravvivenza. Tuttavia, dice Byrne, la vicinanza della mas- stesso non si può dire delle idee alla base della missione della sua
sa di Venere con quella del nostro pianeta la rende un’opzione mi- squadra, un’impresa eroica che sgancerebbe una sonda statuni-
gliore per capire come si formano, e come muoiono, i mondi simili tense nelle fauci di Venere per la prima volta dalla missione Pione-
alla Terra. «Venere sarà arduo», dice Byrne. «Ma non è un motivo er Venus della NASA del 1978.
per non andarci». La sonda piomberebbe giù per l’atmosfera, ingoiandone e ana-
lizzandone i componenti chimici durante un viaggio destinato alla
Il cercatore di verità, l’artista e il visionario distruzione. Al diradarsi delle nuvole e all’avvicinarsi della super-
Il programma di missioni interplanetarie di classe Discovery ficie, userà le sue fotocamere per acquisire immagini a una riso-
della NASA è noto per essere relativamente poco costoso (con un luzione mai vista della Regione Alfa (o Alfa Regio), una zona mon-
investimento di circa 600 milioni di dollari per progetto) ma an- tuosa e geologicamente complessa, mentre i rivelatori a infrarossi
che molto doloroso. Spesso squadre di scienziati e ingegneri lavo- analizzerebbero gli aspetti mineralogici del terreno. La sonda si
rano anni per sviluppare proposte dettagliatissime che vengono spegnerebbe poco dopo l’atterraggio, ma non prima di aver tra-
poi sottoposte ai funzionari dell’agenzia. Il processo di selezione è smesso i dati raccolti durante la caduta rallentata dal paracadute.
tanto competitivo quanto spietato: porta a decine di perdenti per La sonda che scenderà verso la superficie è forse l’evento prin-
ogni vincitore e determina quali regioni del sistema solare ver- cipale, ma DAVINCI+ ha anche una componente orbitante. Non
ranno esplorate dagli Stati Uniti. VERITAS e DAVINCI+ non han- avrà un sofisticato sistema radar, ma le sue telecamere esplore-
no vinto gli ambiti posti all’interno di Discovery facendo appello ranno l’atmosfera e la superficie nell’ultravioletto e nell’infraros-
al sentimento. Ognuno dei due è un grande risultato tecnologico, so, arricchendo così i dati raccolti da VERITAS. L’obiettivo prin-
progettato e messo a punto per dare risposta alle più pressanti do- cipale della missione è stabilire, una volta per tutte, se il clima di
mande dei planetologi sul nostro inospitale vicino. Venere sia sempre stato così catastroficamente terribile. «DAVIN-
VERITAS (che significa «verità» in latino ed è l’acronimo di Ve-
Copia di 40cd6480303f50ad75adb2d6289a0f83 CI+ è stato progettato proprio per rispondere a questa domanda»,
nus Emissivity, Radio Science, InSAR, Topography, and Spectro- spiega Garvin.
scopy) sarà per molti aspetti un seguito di Magellan: un orbiter Il terzo membro della campagna venusiana, la missione En-
con un sistema radar all’avanguardia per generare una carta del Vision dell’Agenzia spaziale europea, userà sistemi radar per
pianeta con una ricchezza di dettagli senza precedenti. Sostitui- mappare la superficie mentre i suoi spettrometri ultravioletti e
rebbe le vecchie mappe di Magellan con articolate carte topogra- infrarossi analizzeranno la composizione delle rocce e dell’atmo-
fiche 3D articolatissime, dai singoli vulcani e i loro dintorni coper- sfera del pianeta [l’ASI avrà la responsabilità di realizzare il radar
ti di lava ai sistemi di faglie che solcano il terreno come cicatrici. sounder per lo studio dei primi strati della superficie del pianeta. Il
www.lescienze.it Le Scienze 31
Sono state programmate tre missioni per studiare
Venere negli anni trenta di questo secolo; riporteranno
finalmente il misterioso pianeta sotto i riflettori della scienza
planetaria. La sonda VERITAS della NASA (a destra, in basso)
creerà le migliori mappe radar e a infrarossi di Venere studiando
l’interno del pianeta; la missione DAVINCI+ dell’agenzia spaziale
osserverà il pianeta nell’ultravioletto e nell’infrarosso e rilascerà
una sonda atmosferica (qui sopra). EnVision, dell’Agenzia
spaziale europea (a destra, in alto), esaminerà Venere con
strumenti radar, agli infrarossi e ultravioletti ed eccellerà nelle
indagini rapide e reattive di specifici obiettivi di superficie.
Se il colpevole non è l’iniziale aumento di luminosità del Sole, viene dalle profondità all’interno di un pianeta, mentre l’elio-4, un
potrebbe essere un altro antagonista. Way sospetta i vulcani; co- isotopo più pesante, nasce dal decadimento radioattivo nella cro-
me le stelle, influenzano tutto ciò che accade sulla superficie di un sta soprastante. Come queste, nell’atmosfera di un pianeta si tro-
pianeta, dall’evoluzione dell’atmosfera al destino degli oceani. vano diverse versioni anche di altri gas nobili. La cosa più impor-
Nel passato della Terra, più volte eruzioni di lava delle di- tante è che i gas nobili non reagiscono con altri composti rilevanti
mensioni di un continente hanno riversato nell’atmosfera enor- geofisicamente, come anidride carbonica e acqua, e quindi sono
mi volumi di gas serra per centinaia di migliaia o addirittura mi- di fatto messaggi firmati e datati, che rivelano non solo le loro ori-
lioni di anni, contribuendo alle estinzioni di massa o addirittura gini planetarie, ma anche quando e come sono stati consegnati ai
NASA e GSFC (DAVINCI); NASA e JPL-Caltech (VERITAS)
causandole. Sulla Terra queste eruzioni mostruose sono (finora) cieli di Venere.
MS EnVision Design Graphics ©VR2Planets (EnVision);
avvenute isolatamente; ognuna si distingue come un punto di rot- Le misurazioni di questi gas potrebbero indicare che Vene-
tura nella storia geologica del nostro pianeta. Ma se su Venere se re era arida fin dall’inizio. Se è così, se ne dedurrebbe che il col-
ne fossero verificate varie contemporaneamente, avrebbero potu- pevole di aver riarso il pianeta sarebbe il Sole giovane. Se, inve-
to liberare tanta anidride carbonica che gli oceani avrebbero ini- ce, quest’ultimo non si illuminò inizialmente con tanta rapidità,
ziato a evaporare, riempiendo l’atmosfera di vapore acqueo che
Copia di 40cd6480303f50ad75adb2d6289a0f83 allora l’oceano di magma venusiano, che erutta anidride carboni-
intrappola il calore e dando il via a un ineludibile ciclo di retroa- ca, dovrebbe essersi solidificato, permettendo all’acqua liquida
zione che avrebbe inaridito il pianeta. di formarsi e di accumularsi in superficie. Venere potrebbe esse-
Allora, chi è il colpevole? DAVINCI+ può aiutare a determinare re stata un mondo tropicale di fiumi, laghi, mari e oceani. Martha
quando Venere perse l’acqua, grazie alla sua capacità di annusare Gilmore, planetologa della Wesleyan University, che fa parte del
nell’atmosfera i gas nobili, tra cui xenon, argon ed elio. Di ogni gas gruppo di DAVINCI+ e di quello di VERITAS, è entusiasta di que-
ci sono più versioni, alcune più pesanti, altre più leggere, e sappia- sta idea: «Non c’è motivo, in base a quello che sappiamo dei piane-
mo da dove proviene ciascuna versione. Per esempio, l’elio-3 pro- ti, per cui all’inizio Venere non potesse essere abitabile».
www.lescienze.it Le Scienze 33
dei quattro progetti aveva ottime possibilità di vittoria. Ma affin- «Dire che eravamo nervosi è minimizzare», ammette Smrekar,
ché qualcuno vinca questo concorso, qualcun altro deve perdere. parlando della propria squadra. «Quelli di noi che sono più vicini
E, tra gli elementi che hanno contribuito, è impossibile ignorare il alla missione vi hanno riversato il cuore, i fine settimana, tutto il
fatto che il 14 settembre 2020 è stato estratto un jolly che può aver loro ingegno affinché si potesse realizzare».
fatto pendere la bilancia a favore di Venere: un gruppo di scienzia- Per ognuna delle squadre non vincere sarebbe stato un du-
ti ha annunciato di aver rilevato con due telescopi la fosfina nelle ro colpo. Se poi non fosse stata scelta nessuna delle due missio-
nubi venusiane a una particolare altitudine a cui la temperatura e ni, molti avrebbero percepito la decisione come assurda, forse ad-
la pressione potrebbero rendere possibile la presenza di goccioli- dirittura offensiva. I progetti per i veicoli spaziali erano i migliori
ne di acqua liquida. possibili. Lo slancio della comunità era impossibile da ignorare. E
La fosfina può essere prodotta dal vulcanismo e dai fulmini, ma ora aveva la fosfina dalla sua parte.
può anche essere prodotta dai microbi, il che ha fatto prendere in Ma addirittura se sia VERITAS sia DAVINCI+ fossero state re-
considerazione la possibilità che fosse una prova indiretta di vita spinte, c’era ancora qualche motivo per essere ottimisti. Oltre al-
aliena. In un batter d’occhio, l’interesse per la fosfina e per Vene- le promettenti prospettive europee di EnVision, altre agenzie spa-
re, da parte del pubblico, dei mezzi di comunicazione e della co- ziali, tra cui quella russa e quella indiana, hanno seriamente preso
munità scientifica, è esploso. in considerazione di tornare su Venere e se ne sarebbero forse oc-
Il rilevamento è stato messo in discussione nei mesi successi- cupate se la NASA avesse rinunciato.
vi, con analisi che lo confermano o lo confutano. In definitiva, la I più giovani esperti di Venere, come O’Rourke, erano determi-
presenza o meno di fosfina e il fatto che sia prodotta o meno dai nati a tenere acceso il fuoco, anche quando le grandi leggende sta-
microbi non sono stati determinanti nella competizione. Il dibatti- tunitensi della comunità venusiana andranno in pensione. «L’ul-
to ha anche ricordato un fatto importante: c’è una regione globale tima volta che un veicolo spaziale americano è entrato in orbita
delle nubi di Venere che non è né troppo calda né troppo acida per attorno a Venere avevo dieci giorni», dice O’Rourke. Nonostante
escludere del tutto la possibilità che vi fioriscano microbi indigeni l’improbabilità di una missione imminente, «mi ci sono lanciato,
che si siano adattati a vivere in quelle condizioni. come molte persone della mia età, perché era ovvio quanto fos-
Sulla Terra gli scienziati non riescono a smettere di trovare mi- se interessante». Secondo O’Rourke, il desiderio di conoscenza
crorganismi – che prosperano, sopravvivono o sono inattivi – in su Venere non sarebbe venuto meno, qualunque fosse stato l’esi-
luoghi che ucciderebbero subito piante
e animali. La superficie di Marte è un de-
serto gelido e irradiato, ostile alla vita, ma Con l’approvazione delle tre missioni, Venere non
i microbi potrebbero trovare un ambien-
te favorevole nel sottosuolo potenzial- è più un’isola irraggiungibile, ma la destinazione
mente più caldo e umido. Come Marte,
Venere contribuisce a ridefinire il signi-
di un gigantesco balzo nell’esplorazione planetaria
ficato di abitabilità. «Un pianeta inferna-
le non è necessariamente inospitale da
ogni punto di vista», afferma Clara Sousa-Silva, astrochimica del to dell’ultima competizione Discovery della NASA. Nei giorni pre-
Center for Astrophysics | Harvard & Smithsonian a Cambridge, nel cedenti la fatidica decisione, nelle parole dei venusiani si percepi-
Massachusetts, e membro del gruppo di ricerca che ha scoperto va la paura, ma grazie ai pianeti in orbita attorno a stelle aliene, era
la fosfina. giunta anche un’altra nota di speranza.
Sebbene sia stato ipotizzato che DAVINCI+ potrebbe rilevare I cacciatori di esopianeti hanno avvistato una moltitudine di
la fosfina nel corso del suo tuffo, né VERITAS né EnVision sono mondi delle dimensioni della Terra e di Venere, lontani dalla no-
stati progettati per studiare questo composto chimico che va im- stra galassia. L’attuale tecnologia dei telescopi, però, rende quasi
provvisamente di moda. Tutti e tre però potrebbero contribuire impossibile dire se siano accoglienti come il nostro pianeta o in-
a escludere altri processi planetari che possono produrre fosfina, fernali come Venere. Per ora studiare Venere da vicino potrebbe
dal vulcanismo alla chimica atmosferica. In ogni caso, forse quel- essere l’unico modo per formulare stime attendibili su che cosa
lo che conta di più è che la fosfina ha dato a Venere una spinta di sia più comune nel cosmo: Terre o Veneri. I cacciatori di esopia-
marketing, proprio come ha fatto nel 1996 per Marte il meteorite neti stanno iniziando a rendersene conto e ad ammettere che for-
dall’aspetto sospetto. «Penso che per noi [la fosfina] sia la ciliegina se dovrebbero conoscere un po’ meglio il sistema solare stesso, di-
sulla torta – commenta Gilmore – perché Venere è avvincente in- ce Sousa-Silva, «se non altro perché è un ottimo laboratorio per la
dipendentemente da eventuali forme di vita». ricerca sugli esopianeti».
Smrekar e Garvin lo sanno meglio di chiunque altro. Entram- Capire come stanno le cose per Venere andrebbe chiaramente
bi sono veterani di Venere e se ne occupano da prima dell’epoca a vantaggio non solo di pochi eletti, ma di tutti nella comunità del-
di Magellan. Entrambi volevano risposte alle loro domande di lun- la scienza planetaria. «Solo Venere può dirci perché il nostro pia-
ga data e cogliere il frutto alla portata di tutti, che però è rimasto
Copia di 40cd6480303f50ad75adb2d6289a0f83 neta natale è unico nel nostro sistema solare e qual è la probabili-
lì, non colto, per decenni. Mentre gli scienziati che si occupano di tà di trovare effettivamente una Terra 2.0 attorno a un’altra stella»,
Marte hanno frequentato le sale di controllo delle missioni, gioen- afferma Smrekar. Mentre attendevano l’annuncio, i gruppi VERI-
do mentre l’ennesimo robot si univa ai suoi simili su quel mondo TAS e DAVINCI+ avevano sperato che questa convinzione larga-
rugginoso, i sostenitori di Venere hanno lavorato e aspettato, spe- mente condivisa, insieme al lavoro profuso, corrispondente a mol-
rando che questa volta, finalmente, la NASA scegliesse una mis- te vite umane, avrebbe finalmente portato almeno uno di loro al
sione per tornare su Venere. «Sono nervoso da 41 anni», ha detto traguardo e che un rappresentante della Terra avrebbe di nuovo
Garvin poco prima della selezione Discovery. visitato il mondo affascinante che domina i loro sogni.
Arriva la flotta e Nettuno, ognuno dei quali ha visto per l’ultima volta una son-
Per un po’ di tempo, dopo la dichiarazione della NASA che Ve- da spaziale alla fine degli anni ottanta, spera in una futura missio-
nere era emersa vittoriosa nelle ultime selezioni Discovery, i so- ne «ammiraglia», uno dei colossi da oltre un miliardo di dollari che
stenitori di VERITAS e DAVINCI+ si sono crogiolati nel successo. costituiscono l’apice della flotta robotica di esplorazione spaziale
«Ho saltato dalla gioia più di quanto succedesse da un bel po’ di della NASA in termini di dimensioni, costi e capacità. I fautori di
anni», ricorda Gilmore. «Partiamo per Venere!», si rallegra Garvin. Venere, invece, si sono presto abituati al nuovo status di trionfato-
«Non so che altro avremmo potuto fare perché questa fosse la mis- ri. Grazie ai loro sforzi, il prossimo decennio apparterrà al secon-
sione giusta al momento giusto», dice Smrekar. «Sento che ci sia- do pianeta. Finalmente, dice Ghail, «hanno riconosciuto che dob-
mo riusciti, e che la NASA se n’è accorta». biamo fare per Venere quello che è stato fatto per Marte».
Magellan è stata la primissima missione a cui ha lavorato Come i colleghi di DAVINCI+ ed EnVision, Smrekar e collabo-
Smrekar. Ora, dice, VERITAS sarà l’ultima, il coronamento della ratori di VERITAS sono elettrizzati, esausti e increduli allo stes-
sua vita scientifica: «Sarà la chiave di volta della mia carriera. Non so tempo. La notte prima dell’annuncio della NASA Smrekar ave-
vedo l’ora di apprendere che cosa scopriremo». va scattato una fotografia di Venere, puntiforme e scintillante
Le due squadre non hanno solo spezzato la maledizione; l’han- nel cielo scuro. All’indomani dell’annuncio, alla luce di un nuovo
no annichilita. E la settimana successiva le autorità europee han- giorno, quel granello adamantino aveva assunto improvvisamen-
no scelto EnVision. Negli anni trenta di questo secolo Venere rice-
Copia di 40cd6480303f50ad75adb2d6289a0f83 te un aspetto del tutto diverso. Non era più un’isola irraggiungibi-
verà una flotta di investigatori scientifici. le, ma la destinazione del prossimo gigantesco balzo della NASA
Per i vinti, l’inevitabile delusione si tingeva di ottimismo. I fau- nell’esplorazione interplanetaria. Q
www.lescienze.it Le Scienze 35
DOSSIER
L’ITALIA
NEL CLIMA CHE
CAMBIA
Il riscaldamento globale causato dalle attività
umane va sempre più veloce. In questo dossier
analizziamo l’impatto che ha già sul nostro paese
e che cosa possiamo aspettarci in futuro
INDICE
Un mondo sempre più caldo 38
Scenari italiani 42
Che clima farà in città 50
Un mondo sempre
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più caldo
38 Le Scienze 639 novembre 2021
Innumerevoli dati diversi
concordano: il clima sta cambiando
in fretta, e per evitarlo è urgente
abbattere le emissioni di gas serra
di Riccardo Valentini
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www.lescienze.it Le Scienze 39
Riccardo Valentini è professore ordinario all’Università
della Tuscia, membro del Comitato strategico della
Fondazione centro euro-mediterraneo sui cambiamenti
climatici (CMCC), e autore in vari rapporti dell’IPCC.
ti in cinque scenari detti SSP (Shared Socioeconomic Pathways), e il che «la frequenza e l’intensità degli estremi caldi sono aumenta-
rapporto dice che «in tutti gli scenari qui valutati, tranne SSP5-8.5, te e quelle degli estremi freddi sono diminuite su scala globale dal
la stima centrale dell’attraversamento della soglia di 1,5 gradi si tro- 1950». Per quanto riguarda gli eventi estremi di precipitazione, il
va nei primi anni 2030». Per lo scenario di più alte emissioni, SSP5- rapporto conclude che la loro frequenza e intensità «sono proba-
8.5, gli 1,5 gradi saranno superati già a metà del 2027. bilmente aumentate su scala globale nella maggior parte delle re-
gioni terrestri con una buona copertura osservativa». L’influenza Net zero, ovvero la «carbon neutrality»
umana è con ogni probabilità il driver principale. Dalla pubblicazione del precedente rapporto dell’IPCC (l’AR5),
Gli autori concludono con media fiducia che il cambiamento il concetto di net-zero – tagliare la stragrande maggioranza delle
climatico ha «contribuito a ridurre la disponibilità di acqua duran- emissioni di CO2 e compensare ogni emissione residua attraverso
te la stagione secca su una frazione predominante della superficie tecniche di rimozione del carbonio – è emerso come un principio
terrestre a causa dell’aumento dell’evapotraspirazione». guida della mitigazione dei cambiamenti climatici.
Per quanto riguarda i cicloni tropicali – potenti tempeste che Con l’accordo di Parigi del 2015, i firmatari si sono impegnati
si sviluppano nelle calde acque oceaniche dei tropici – il rappor- a «bilanciare» le emissioni e l’assorbimento di gas serra «nella se-
to dice che «è probabile che la proporzione di cicloni tropicali di conda metà di questo secolo».
grandi intensità e la frequenza di eventi di rapida intensificazione Il rapporto ci dice che, per limitare il riscaldamento a 1,5 gradi
siano entrambe aumentate a livello globale negli ultimi 40 anni». con «nessun o un limitato superamento di questo limite», le emis-
Guardando avanti, il rapporto AR6 trova che «i cambiamen- sioni globali nette di CO2 devono scendere di circa il 45 per cen-
ti regionali nell’intensità e nella frequenza degli estremi clima- to dai livelli del 2010 entro il 2030 e raggiungere net-zero entro il
tici sono generalmente in scala con il riscaldamento globale». E 2050 circa. Il rapporto riafferma che c’è una relazione quasi linea-
aggiunge: «Nuove prove rafforzano l’evidenza che anche aumen- re tra la quantità cumulativa di emissioni di CO2 nell’atmosfera
ti incrementali relativamente piccoli nel riscaldamento globale prodotte delle attività umane e l’estensione del riscaldamento os-
(+0,5 gradi) causano cambiamenti statisticamente significativi ne- servato e futuro. Ciò significa che l’unico modo per limitare il ri-
gli estremi su scala globale e per grandi regioni (alta confidenza)». scaldamento globale è azzerare le emissioni nette di CO2 su scala
Copia di 40cd6480303f50ad75adb2d6289a0f83 globale. Ogni tonnellata supplementare di emissioni di CO2 si ag-
L’impatto su nevi e ghiacci giunge al riscaldamento globale.
Il cambiamento climatico sta causando lo scioglimento del In conclusione, il rapporto ci dice che: «È praticamente certo
ghiaccio e della neve in gran parte del pianeta. Il rapporto ripor- che l’aumento della temperatura superficiale globale e i cambia-
ta che, tra i decenni 1979-1988 e 2010-2019, l’area media mensile menti associati possono essere limitati attraverso riduzioni rapide
del ghiaccio marino artico nel periodo di agosto-ottobre si è ridot- e sostanziali delle emissioni globali di gas serra».
ta di circa un quarto, con la conseguente perdita di circa 2 milioni Ora, quindi, sta veramente a noi agire in fretta, per il bene
di chilometri quadrati di ghiaccio. dell’umanità. Q
www.lescienze.it Le Scienze 41
M O D E L L I C L I M AT I C I
Scenari italiani
Copia di 40cd6480303f50ad75adb2d6289a0f83
di Paola Mercogliano
www.lescienze.it Le Scienze 43
Paola Mercogliano è senior researcher, lavora alla
Fondazione Centro euro-mediterraneo sui cambiamenti
climatici come capo della divisione di ricerca Regional
Model and Geo-Hydrological Impacts.
roviamo a partire dai numeri. Potremmo dire che alla fine del secolo ci
RCP4.5 RCP8.5
2021-2050 2021-2050
RCP4.5 RCP8.5
2041-2070 2041-2070
RCP4.5 RCP8.5
2071-2100 2071-2100
Cortesia Fondazione Centro euro-mediterraneo sui cambiamenti climatici
(tutte la mappe): fonte: https://www.cmcc.it/it/scenari-climatici-per-litalia
Copia di 40cd6480303f50ad75adb2d6289a0f83
www.lescienze.it Le Scienze 45
ma invece più o meno una stazionarietà dei valori di temperatu- comportamenti opposti per le diverse zone dell’Italia che quindi
ra rispetto al periodo di riferimento (ovvero il periodo 1981-2010) si annullano considerando l’intero territorio.
mentre a fine secolo è attesa mediamente una crescita con valori In particolare, se si considera la distribuzione geografica del-
compresi tra 1 e 5 gradi a seconda degli scenari, come si accenna- le variazioni attese per le precipitazioni annuali secondo lo sce-
va in apertura. Si vede bene in questo caso come le variazioni at- nario intermedio per il trentennio attorno al 2050 (2036-2065)
tese cambino notevolmente a seconda dello scenario e del periodo rispetto al clima di riferimento, si vede come nel Nord Italia me-
temporale considerato, il che significa che intraprendere azioni di diamente la variazione sia molto bassa, con valori leggermente
mitigazione dei cambiamenti climatici in tempi rapidi è molto im- più alti (fino a 50 millimetri all’anno) nella zona alpina, mentre sul
portante. Questi aumenti della temperatura media rispetto al cli- resto dell’Italia è attesa una diminuzione delle precipitazioni an-
ma di riferimento sono distribuiti pressoché uniformemente su nuali più marcata sulle zone del versante tirrenico, Sicilia e Sarde-
tutto il territorio (si veda il box a p. 45). gna (fino a 80 millimetri in media all’anno). Se si considera inve-
Tutti i modelli che concorrono alla produzione di simili risul- ce lo scenario peggiore, nel Nord Italia, a eccezione della Liguria e
tati mostrano, al variare degli scenari considerati, un incremento del basso Piemonte, le precipitazioni annuali aumentano in media
della temperatura rispetto al periodo di riferimento. Quindi, l’in- fino a 100 millimetri all’anno. Nel Centro Italia le variazioni sono
certezza dei modelli climatici nel valutare simili scenari a scala modeste e di segnale sia positivo sia negativo. Al Sud, invece, già
locale non riguarda il segnale della variazione, che è sempre po- caratterizzato da valori bassi di precipitazione sul periodo di rife-
sitivo, ma la sua intensità. Se guardiamo con maggior dettaglio rimento, è attesa in media una diminuzione fino a 70 millimetri
spaziale alle variazioni della temperatura media nel trentennio all’anno. L’accordo tra i modelli su queste variazioni è molto buo-
centrato sul 2050 (2036-2065) rispetto al clima di riferimento, si no, con maggiore incertezza nel nord-ovest (per lo scenario inter-
vede che per il territorio italiano sono comprese tra 1 e 2 gradi e medio) e sul versante tirrenico centrale, in Liguria e Appennino
tra 1,5 e 2,5 gradi considerando rispettivamente lo scenario inter- centrale (per lo scenario peggiore). Oltre a una compensazione di
medio e lo scenario peggiore. In particolare, secondo lo scenario tipo spaziale, la valutazione su scala nazionale risente anche del
peggiore, nella zona alpina sono attese le variazioni di tempera- fatto che in alcune zone d’Italia si hanno comportamenti opposti
ture più importanti. secondo la stagione considerata.
Negli ultimi decenni le temperatu-
re dell’area alpina sono cresciute mol-
to di più rispetto alla media globale, Per la temperatura sono attese variazioni che
rendendo quest’area soggetta a conse-
guenze importanti come la forte ridu- in alcuni scenari potrebbero portare alla
zione dei ghiacciai. Il dimezzamento
dell’estensione dei ghiacciai alpini re-
scomparsa della maggior parte dei ghiacciai alpini
gistrato negli ultimi decenni rispetto
alla loro estensione originaria e il mag-
gior riscaldamento riportato dagli scenari potrebbero causare nei In particolare, nella stagione estiva si assiste essenzialmente a
prossimi anni l’estinzione della maggior parte dei ghiacciai, a me- una diminuzione delle precipitazioni sulla maggior parte del ter-
no che non si attivino importanti politiche di mitigazione. Le con- ritorio italiano a eccezione del settentrione, dove invece non si ri-
seguenze dello scioglimento dei ghiacciai destabilizzano i versan- levano variazioni importanti, mentre in inverno sono attesi un’ul-
ti delle montagne e accrescono il rischio di frane, di inondazioni teriore diminuzione dei quantitativi di pioggia al Sud e Centro
e generano impatti sulla disponibilità idrica delle regioni setten- Italia (specie nello scenario peggiore) e un aumento nelle aree set-
trionali con ricadute importanti sull’agricoltura dell’area padana, tentrionali. Nella stagione autunnale le variazioni sono più conte-
per esempio. nute, mentre per la stagione primaverile si registra una tendenza
alla diminuzione nell’area meridionale e, nello scenario peggiore,
La complessità della pioggia un aumento nel nord-est e sull’area alpina nord-occidentale.
L’ambito delle precipitazioni mostra livelli differenti di com- Forse tutti questi dettagli sulla variazione delle precipitazio-
plessità. Per esempio, l’andamento atteso della precipitazione an- ni non sono facili da seguire, ma questa complessità è importan-
nuale è utile per capire come i cambiamenti climatici e la ricerca te perché dice (agli scienziati, agli esperti, ma anche a chi ammi-
di soluzioni tengano strettamente legati due aspetti della questio- nistra il territorio e ai cittadini) che i problemi legati alla gestione
ne climatica: da una parte la necessità di politiche e strategie diffe- delle risorse idriche chiedono soluzioni diversificate in base al
renziate a seconda dell’area geografica considerata, dall’altra l’e- contesto geografico. Ecco perché l’adattamento ai cambiamen-
sigenza di modelli e strumenti, come le reti osservative di terra, ti climatici non è una ricetta buona per tutti, ma va sviluppato su
in grado di cogliere la complessità del territorio e le dinamiche at- scala locale, considerando le specificità del territorio, della sua
mosferiche locali per costruire modelli climatici locali sempre più conformazione, di come è cambiato nel tempo (soprattutto a cau-
raffinati, e quindi precisi.
Copia di 40cd6480303f50ad75adb2d6289a0f83 sa delle attività umane) e come il clima potrà essere diverso.
La variazione di precipitazione attesa per il periodo 2071-2100
rispetto al periodo di riferimento è compresa tra un aumento me- Uno sguardo agli eventi estremi
dio di circa 100 millimetri all’anno per lo scenario con basse emis- Se finora ci siamo soffermati su valori medi di precipitazioni e
sioni di gas a effetto serra e una diminuzione di circa 54 millimetri temperatura su scala annuale e stagionale, ci sono altri protagoni-
all’anno per lo scenario peggiore. Forse queste variazioni potran- sti che meritano molta attenzione negli scenari climatici: gli even-
no sembrare modeste. Il punto è che si tratta di valori medi che ti estremi. In generale, uno dei maggiori effetti attesi dei cambia-
emergono da una sorta di compensazione tra le aree, ovvero di menti del clima è un aumento di intensità e frequenza di eventi di
RCP4.5 RCP8.5
2021-2050 2021-2050
RCP4.5 RCP8.5
2041-2070 2041-2070
Cortesia Fondazione Centro euro-mediterraneo sui cambiamenti climatici (tutte la mappe):
RCP4.5 RCP8.5
2071-2100 2071-2100
fonte: https://www.cmcc.it/it/scenari-climatici-per-litalia
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www.lescienze.it Le Scienze 47
questo tipo, che per l’Italia si traducono in piogge violente e inten- riguardare periodi di dieci anni e sono poi realizzate su diversi pe-
se, ondate di calore, incendi forestali, siccità. Questi ultimi due fe- riodi di interesse. Si tratta comunque di periodi di tempo che per-
nomeni sono dovuti principalmente alla maggiore aridità del cli- mettono di simulare eventi estremi in maniera affidabile e con la
ma, che quindi rende l’area mediterranea e, in particolare l’Italia, prospettiva di riuscire nei prossimi anni a effettuare simulazioni
sempre più vulnerabile. che coprano periodi di tempo più lunghi. Questi modelli climatici,
Proviamo a raccontare con alcuni esempi come lo studio delle denominati convection permitting, sono già ampiamente usati nel-
proiezioni climatiche aiuti l’analisi di impatti specifici. L’agricoltu- le previsioni meteorologiche con risultati incoraggianti proprio
ra risente della lunghezza dei periodi senza precipitazioni; questo nella capacità di descrivere gli eventi estremi localizzati. In parti-
indicatore per il trentennio intorno al 2050 (2036-2065) rispetto colare, risultati preliminari ad alta risoluzione (3 chilometri) sono
al clima di riferimento (1981-2010) risulta in aumento (valore me- stati confrontati con modelli a risoluzione inferiore (12 chilome-
dio annuale di sei giorni) in Centro e Sud Italia sia per lo scenario tri), dimostrando che l’alta risoluzione porta a un miglioramento
intermedio sia per quello peggiore (si veda il box a p. 47). significativo delle prestazioni del modello per le valutazione delle
Se si analizza il numero di giorni con temperatura massima precipitazioni estreme sull’area alpina.
maggiore di 35 gradi Celsius, in tutta Italia è atteso un aumento I miglioramenti più significativi delle simulazioni ad alta riso-
che arriva fino a 16-18 giorni, considerando lo scenario interme- luzione rispetto a quelle a bassa risoluzione sono stati osservati
dio; medesimi valori sono attesi anche nello scenario peggiore, soprattutto in estate per le precipitazioni su scala sia giornaliera
ma con un aumento più marcato in Sicilia, Sardegna e Puglia. Nel- sia oraria. In media, l’insieme dei modelli ad alta risoluzione mo-
la letteratura scientifica spesso questo indicatore è analizzato per stra un incremento dell’intensità degli eventi estremi di precipi-
valutare l’impatto del cambiamento climatico sulle condizioni di tazione oraria di circa il 40 per cento e una riduzione della loro
salute. Il settore della salute è assai sensibile alle condizioni clima- frequenza del 50 per cento rispetto ai modelli a risoluzione più
tiche e in effetti in alcune aree dell’Europa è già possibile osser- bassa. Inoltre l’incertezza, ovvero la variabilità tra i modelli, per
vare un aumento del numero di decessi dovuti al caldo. Inoltre, le quanto riguarda la frequenza oraria della pioggia è quasi dimezza-
condizioni climatiche sono indicate come le cause delle variazioni ta dai modelli ad alta risoluzione.
già in atto nella distribuzione di alcune malattie trasmesse dall’ac-
qua e dai vettori della malattia. Sempre più in dettaglio
Invece, per quanto riguarda i giorni con temperatura massi- Compito dei modelli climatici è descrivere i processi di base
ma minore di zero gradi, indicatore importante per diversi settori che determinano sia la normale variabilità del clima sia il cambia-
economici delle zone montane e per le risorse idriche, è atteso un mento climatico. Per quelle che possono essere le diverse variabi-
calo considerevole per la zona alpina; nello specifico, una diminu- li atmosferiche di nostro interesse (per esempio temperatura, pre-
zione annuale media di 20 giorni per il periodo 2035-2065 rispet- cipitazioni, vento, radiazione solare, umidità relativa, contenuto
to al clima di riferimento secondo lo scenario intermedio e fino a di acqua e temperatura del suolo), la produzione di scenari di cam-
30 giorni nel caso dello scenario peggiore. biamento climatico a una elevata scala di dettaglio spaziale e tem-
Da questa descrizione è chiaro che per la temperatura è atteso porale è effettuata tramite i cosiddetti modelli climatici regionali.
un generale aumento in termini sia di
valori medi che estremi, con un ottimo
accordo tra i vari modelli considerati. In generale, uno dei maggiori effetti attesi dei
Tuttavia, per evitare di pensare al
cambiamento climatico come a un pro- cambiamenti del clima è un aumento di intensità
blema del futuro e non attuale è impor-
tante sottolineare come già da diversi
e frequenza di eventi estremi, per esempio la siccità
anni, in diversi contesti locali, le osser-
vazioni sul posto rilevate tramite la ca-
pillare distribuzione di strumenti disponibile sul territorio nazio- Attualmente il ricorso a questi modelli con una risoluzione di
nale indichino un aumento significativo dei valori di temperatura. circa 2 chilometri permette di ottenere dettagli spaziali e tem-
È una testimonianza del fatto che il clima non possa più conside- porali molto accurate sulle caratteristiche che nei prossimi anni
rarsi stazionario ma che sia in atto un cambiamento con caratte- avranno i fenomeni atmosferici di interesse, come per esempio
ristiche decisamente diverse da una normale variabilità climatica quelli che potenzialmente hanno un impatto elevato sulla nostra
determinata da fattori naturali. società, quali i fenomeni temporaleschi e le ondate di calore.
Per quanto riguarda le precipitazioni intense, si osserva una ge- Negli ultimi anni la possibilità di effettuare proiezioni climati-
nerale tendenza all’aumento dei valori relativi alle precipitazioni che con un dettaglio di questa entità ha permesso di dare infor-
massime giornaliere, specialmente per lo scenario peggiore e per mazioni utili per la valutazione qualitativa e quantitativa degli im-
l’area del Centro e del Nord Italia. Va però sottolineato che questi patti. Si tratta di un risultato fondamentale per attivare strategie
valori di precipitazione intensa risultano ancora affetti da un’in-
Copia di 40cd6480303f50ad75adb2d6289a0f83 di adattamento, vale a dire quelle azioni che hanno lo scopo di ri-
certezza più grande rispetto alle altre precipitazioni, soprattutto durre l’impatto dei cambiamenti climatici che già interessano o
per gli eventi molto intensi localizzati nello spazio e nel tempo. che interesseranno nei prossimi anni il territorio studiato. L’uso
I modelli climatici sono complesse operazioni matematiche di modelli di questo tipo è ancora più importante per aree come
che per essere risolte hanno bisogno di supercomputer dedicati e quella italiana, considerata la sua complessità topografica e anche
di una capacità di calcolo elevata: dell’ordine di milioni di miliardi la sua posizione, che risente sia del clima arido che caratterizza il
di operazioni al secondo. Questa enorme richiesta di risorse com- Nord Africa sia del clima temperato e piovoso tipico dell’Europa
putazionali è uno dei motivi per cui oggi le simulazioni possono continentale.
Research Program), che vede riuniti alcuni importanti centri di testi urbani soprattutto per fenomeni come ondate di calore ed
ricerca. L’obiettivo di questa collaborazione è lavorare in modo estremi di precipitazioni fino alla scala oraria. Queste attività apro-
coordinato per la fornitura di proiezioni climatiche sul dominio no quindi numerose possibilità affinché una conoscenza scienti-
europeo. fica sempre più dettagliata possa essere utile a migliorare la resi-
La forza di questa collaborazione sta nella capacità di ridurre lienza dei territori. Q
www.lescienze.it Le Scienze 49
AMBIENTE URBANO
Copia di 40cd6480303f50ad75adb2d6289a0f83
Che clima
farà in città
50 Le Scienze 639 novembre 2021
CrackerClips/iStock
www.lescienze.it Le Scienze 51
Donatella Spano è professoressa e coordinatrice scientifica del dottorato
in agrometeorologia ed ecofisiologia degli ecosistemi agriculturali e forestali
all’Università di Sassari. È consulente strategic advisor della Fondazione Centro
euro-mediterraneo sui cambiamenti climatici.
Valentina Mereu è ricercatrice della divisione di ricerca che studia gli impatti
dei cambiamenti climatici su agricoltura, foreste e servizi ecosistemici della
Fondazione Centro euro-mediterraneo sui cambiamenti climatici.
I l rapporto Analisi del rischio. I cambiamenti climatici in sei città italiane, pub-
blicato di recente dalla Fondazione Centro euro-mediterraneo sui cambiamenti climatici
(CMCC), fa seguito al rapporto del 2020 sui rischi attesi in conseguenza del cambiamento
climatico in Italia, e approfondisce l’analisi su sei grandi città: Bologna, Milano, Napoli, Ro-
ma, Torino e Venezia. Il rapporto sintetizza le conoscenze scientifiche recenti sui cambia-
menti climatici attesi, sui rischi che alcune tra le principali città devono affrontare e sugli
strumenti che hanno sviluppato per valutare gli impatti e pianificare l’adattamento.
Il rapporto fornisce informazioni utili per sostenere il proces- le e stagionale sia a valori estremi. Gli indicatori sono stati calcolati
so decisionale, e anche elementi per facilitare la diffusione di una sulla base di dati atmosferici derivanti da una simulazione climati-
maggiore consapevolezza sul tema del rischio legato al cambia- ca di rianalisi ad altissima risoluzione spaziale (circa 2 chilometri);
mento climatico nelle nostre città e per spingere la cittadinanza a la simulazione è stata prodotta dalla Fondazione CMCC ed è dispo-
partecipare attivamente alle scelte dei territori che abitiamo. nibile per l’Italia per il periodo 1989-2020, ed è uno strumento as-
Le caratteristiche e le dimensioni dell’ambiente delle sei città sai utile per analisi di dettaglio sui singoli territori. L’analisi del
esaminate contribuiscono a esacerbare gli effetti dei cambiamen- quadro climatico futuro è stata effettuata tramite il confronto tra
ti climatici, influenzando fortemente il microclima urbano e in- proiezioni attese nell’area di studio per metà e fine secolo rispet-
tensificandone gli impatti. Come indicato nel rapporto del Wor- to a un clima di riferimento, considerando sia le proiezioni clima-
king Group I dell’Intergovernmental Panel on Climate Change (si tiche ad alta risoluzione (circa 8 chilometri) per l’Italia prodotte
veda l’articolo Un mondo sempre più caldo, a p. 38), pubblicato ad dalla Fondazione CMCC sia le proiezioni climatiche disponibi-
agosto, eventi estremi come ondate di calore, precipitazioni inten- li nell’ambito del programma EURO-CORDEX con risoluzione di
se, siccità, stanno diventando più intensi e frequenti a livello glo- circa 12 chilometri, e gli scenari IPCC a bassa (RCP2.6), intermedia
bale, e nel corso del XXI secolo si supererà il riscaldamento glo- (RCP4.5) ed elevata (RCP8.5) concentrazione di gas serra.
bale di 1,5 e 2 gradi, i due obiettivi stabiliti nell’accordo di Parigi Per ogni città sono state valutate le modalità con cui è sta-
sul clima del 2016, se non si metteranno in atto importanti politi-
Copia di 40cd6480303f50ad75adb2d6289a0f83 ta condotta l’analisi dei rischi climatici usando un quadro di ri-
che di riduzione delle emissioni di CO2 e di altri gas serra. È quindi ferimento ( framework) elaborato dal CMCC nell’ambito del Pe-
importante conoscere le proiezioni attese per i nostri territori e i er Review Programme 2020-2022, finanziato dalla Commissione
conseguenti impatti e rischi, in modo da pianificare e attuare tem- Europea, direzione generale European Civil Protection and Hu-
pestive ed efficaci azioni di adattamento e mitigazione. manitarian Aid Operations. Questo framework segue una valu-
In questa ottica, lo studio effettuato dal CMCC riporta un’anali- tazione dei rischi intesa come il processo intersettoriale di iden-
si dettagliata del clima attuale e atteso per le sei città considerate, tificazione, analisi e valutazione dei rischi che riguardano il
usando indicatori relativi sia a valori climatici medi su scala annua- territorio e costituisce la base per la definizione di strategie e di
dei rischi a livello locale. terizza i sistemi urbani e l’esigenza di disporre di strumenti sem-
Il lavoro analizza anche i principali strumenti per fronteggiare pre più aggiornati per migliorare la comprensione dei fenomeni
i rischi climatici a disposizione di ciascuna città considerata. Ogni
Copia di 40cd6480303f50ad75adb2d6289a0f83 connessi e dare aiuto nella loro risoluzione. La pubblicazione di
strumento è stato analizzato e classificato seguendo quattro cri- questo nuovo rapporto testimonia quindi l’impegno della comu-
teri: riferimento a strategie internazionali, europee, nazionali o nità scientifica nel contribuire e partecipare al processo di trasfor-
regionali di adattamento ai cambiamenti climatici e a piani per la mazione delle nostre città per raggiungere condizioni resilienti e
definizione di obiettivi e azioni a livello regionale e locale; obietti- sostenibili.
vi di adattamento; misure o azioni di adattamento definite (anche Nelle pagine seguenti, per ognuna delle sei grandi città consi-
in forma implicita); ricorso all’analisi climatica su serie storiche e derate c’è una breve sintesi di quattro elementi principali: clima
proiezioni future. Infine sono state sintetizzate le principali cate- passato e futuro; impatti; rischio; strumenti di adattamento.
www.lescienze.it Le Scienze 53
Bologna IL CLIMA: COM’È E COME STA CAMBIANDO
elaborazione grafica di Danilo Sossi (illustrazione in questa pagina e nelle pagine successive)
questo rischio sono poche e di estensione limitata e Crescita molto
Giorni Crescita
riguardano soprattutto aree di pertinenza di alcuni consecutivi più marcata
molto caldi in tutte le stagioni Soprattutto in estate
corsi d’acqua cittadini e alcuni bacini collinari (ondate
potenzialmente critici. Le proiezioni future di calore)
Strumenti di adattamento
Con il Piano di adattamento ai cambiamenti
climatici per la città, redatto nel 2015, Bologna
è tra le città più all’avanguardia per i temi di
adattamento e resilienza. Nel 2019 ha aderito al
Patto dei sindaci per il clima e l’energia e approvato
la Dichiarazione di emergenza climatica ed
ecologica, nel 2021 ha approvato il Piano d’azione
per l’energia sostenibile e il clima (PAESC). La
città ha coinvolto nella redazione del piano di
adattamento e del PAESC una vasta platea di
stakeholder e cittadini che hanno partecipato a
sessioni plenarie e incontri anche sulla valutazione
dei rischi climatici. L’Amministrazione vuole
continuare a promuovere un’ampia collaborazione
con un percorso di democrazia partecipativa
Copia di 40cd6480303f50ad75adb2d6289a0f83 su adattamento e resilienza e sta sviluppando la
proposta di modello di assemblea rappresentativa
sull’emergenza climatica nell’ambito del
sedmak/iStock (Bologna)
www.lescienze.it Le Scienze 55
IL CLIMA: COM’È E COME STA CAMBIANDO
Milano Temperatura media: trend di crescita
Negli ultimi anni, aumenti significativi
Clima passato e futuro Tendenza della temperatura media annuale rispetto
L’analisi del clima storico ad altissima risoluzione negli ultimi alla media del periodo.
evidenzia una tendenza di crescita statisticamente 30 anni
significativa per le temperature medie e per il Dal 2014 serie consecutiva
Evoluzione di anni più caldi.
numero di notti tropicali. Non si rileva invece del clima:
una tendenza significativa nella variazione 1989-2020 Fino a +0,9°C 2020
delle precipitazioni, mentre si caratterizzano
per un andamento decrescente statisticamente
significativo sia il massimo numero di giorni
consecutivi senza pioggia sia i massimi giornalieri. LE CARATTERISTICHE SPECIFICHE DEL CLIMA
Per i prossimi decenni le proiezioni indicano
incrementi di temperatura che possono variare da SETTORI
INDICATORI TENDENZA MAGGIORMENTE
2 fino a circa 6 gradi per fine secolo considerando
COLPITI
rispettivamente lo scenario a intermedia e a
estrema concentrazione. Le proiezioni per le Crescita
Notti calde soprattutto Salute
precipitazioni indicano un incremento con lo (Temp. mai negli
sotto i 20°C) Energia
scenario intermedio. Sono attesi incrementi anche ultimi anni
per indicatori di eventi estremi come il numero di
Giorni Salute
giorni in cui la temperatura massima è superiore consecutivi
al 90° percentile della temperatura massima Diminuzione
senza Risorse
stagionale per almeno sei giorni consecutivi e per precipitazioni idriche
l’indicatore di massimo di pioggia giornaliera, in
particolare con lo scenario estremo.
Impatti
Milano è tra le città più colpite dalle conseguenze
del cambiamento climatico sia per eventi estremi
di calore (il 46 per cento delle ondate di calore SCENARI FUTURI
si sono registrate nell’ultimo decennio) sia per SU BASE STAGIONALE Autunno Inverno Primavera Estate
eventi estremi di tipo alluvionale (150 eventi di
piena negli ultimi 140 anni). Le proiezioni future 2100
indicano un incremento delle ondate di calore e
dei decessi attribuibili al calore per persone over Temperatura Fino a +6°C in estate
media +2°C
65 soprattutto con lo scenario più estremo e se non tutte le stagioni Fino a +5°C in autunno
si intraprendono misure di adattamento. La città è
esposta anche a fenomeni di allagamento urbano
(urban flooding), con valori di portata estrema Giorni Crescita molto
Crescita
già elevati nelle condizioni attuali e che sono consecutivi più marcata
molto caldi in tutte le stagioni
previsti in aumento in magnitudo e in frequenza in In tutte le stagioni
(ondate
conseguenza dei cambiamenti climatici. di calore)
CON SENZA
Rischio politiche climatiche politiche climatiche
La città dispone di un profilo climatico locale
Aumento Diminuzione Aumento Aumento
(PCL) che assieme a informazioni su esposizione e
vulnerabilità permette la stima dei rischi climatici.
Precipitazioni
L’analisi relativa alle ondate di calore evidenzia un MEDIE
livello alto di rischio nei quartieri semicentrali,
Lieve
cioè nelle aree a minore permeabilità (le superfici Diminuzione Diminuzione diminuzione Aumento
impermeabili favoriscono l’effetto isola di calore)
Copia di 40cd6480303f50ad75adb2d6289a0f83
Strumenti di adattamento
Nel 2008 la città ha aderito al Patto dei sindaci
e alla rete internazionale C40 Cities Climate
Leadership Group, costituita per promuovere il
processo di decarbonizzazione a livello urbano
nelle maggiori città del mondo. Nel 2015 ha
avviato un percorso virtuoso di valutazione dei
rischi urbani, aderendo al network internazionale
100 Resilient Cities promosso dalla Fondazione
Rockefeller e nel 2018 ha aderito al nuovo Patto
dei sindaci per il clima e l’energia, che amplia gli
obiettivi di decarbonizzazione e include il tema
dell’adattamento. Inoltre nel 2017 è istituita presso
l’amministrazione comunale la Direzione città
resilienti, responsabile del coordinamento del
Piano aria e clima e della valutazione dei rischi
climatici. Questo evidenzia l’impegno della
città nell’orientare le proprie politiche verso
una visione di lungo termine, promuovendo un
approccio partecipativo tramite il coinvolgimento
Copia di 40cd6480303f50ad75adb2d6289a0f83 dei principali attori e portatori di interesse e
dotandosi di una strategia di comunicazione e
informazione sui rischi climatici. L’analisi degli
Immaginario7579/iStock
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Napoli IL CLIMA: COM’È E COME STA CAMBIANDO
Strumenti di adattamento
Nel 2009 il Comune ha aderito al Patto dei sindaci e
nel 2012 ha approvato il Piano d’azione per l’energia
sostenibile per la città, aggiornato nel 2017; nel 2019
ha approvato la Dichiarazione di stato di emergenza
climatica e ambientale e nel 2020 ha avviato le
procedure necessarie all’adesione al Patto dei
sindaci per il clima e l’energia. La valutazione dei
rischi e delle vulnerabilità del territorio indotti dai
cambiamenti climatici è stata effettuata nell’ambito
del progetto CLARITY, finanziato dal programma
europeo Horizon 2020, e i risultati sono stati
considerati nella redazione del documento
preliminare di Piano urbanistico comunale (PUC),
che prevede un focus specifico sull’adattamento
climatico.
Negli ultimi anni diversi studi hanno valutato
la capacità del sistema urbano di adattarsi agli
impatti del cambiamento climatico, simulando
scenari in cui si riduce la vulnerabilità con
soluzioni di progettazione adattiva. Le attività
nel progetto CLARITY, inclusa la valutazione dei
rischi climatici, hanno previsto la partecipazione
e co-progettazione con diversi stakeholder tecnici
(servizi comunali, aziende e settore pubblico). I
risultati sono stati presentati in workshop e infoday
locali, volti anche a sensibilizzare la comunità. Dati
e simulazioni sono pubblicati sulla piattaforma
informatica CLARITY CSIS - Climate Services
Information System, e i risultati della valutazione
dei rischi sono inseriti in un opuscolo divulgativo.
Copia di 40cd6480303f50ad75adb2d6289a0f83 La valutazione dei rischi climatici è stata integrata
nel Piano di azione per l’energia sostenibile e
il clima (PAESC) e nel PUC, con un approccio
interistituzionale e intersettoriale. L’analisi
degli strumenti di adattamento ha individuato
soprattutto opzioni basate su servizi ecosistemici,
opzioni tecnologiche, ingegneristiche e relative
all’ambiente costruito, e di informazione.
www.lescienze.it Le Scienze 59
IL CLIMA: COM’È E COME STA CAMBIANDO
Roma Temperatura media: trend di crescita
Negli ultimi anni, aumenti significativi
Clima passato e futuro Tendenza della temperatura media annuale rispetto
L’analisi del clima storico evidenzia una tendenza negli ultimi alla media del periodo.
di crescita statisticamente significativa per le 30 anni
temperature medie e per il numero di notti Dal 2011 serie consecutiva
Evoluzione di anni più caldi.
tropicali. Le precipitazioni non mostrano una del clima:
tendenza di variazione significativa, mentre 1989-2020 Fino a +0,8°C 2020
l’indicatore del massimo numero di giorni
consecutivi senza pioggia mostra un trend
decrescente statisticamente significativo.
Le proiezioni di temperatura per fine secolo LE CARATTERISTICHE SPECIFICHE DEL CLIMA
indicano incrementi da +2 gradi nello scenario
intermedio fino a circa +6 gradi in quello estremo. SETTORI
Le proiezioni di precipitazione indicano, con INDICATORI TENDENZA MAGGIORMENTE
COLPITI
un buon accordo tra i modelli, un decremento
per quelle primaverili ed estive con lo scenario
intermedio. Quanto agli eventi estremi, sono Notti calde Crescita Salute
attesi incrementi del numero di giorni in cui la (Temp. mai significativa Energia
temperatura massima supera il 90° percentile sotto i 20°C)
della massima stagionale per almeno sei giorni
consecutivi, e con lo scenario estremo si
attendono aumenti degli indicatori di estremi di Precipitazioni
massime Rischio
Crescita idrogeologico
precipitazione nelle stagioni autunnale e invernale. giornaliere
Impatti
Nel decennio 2010-2020 si sono verificati 42 eventi
estremi, che in oltre metà dei casi consistevano
in allagamenti a seguito di piogge intense. Nel
periodo 2001-2014 si sono verificati 750 allagamenti SCENARI FUTURI
localizzati, con un maggior numero di eventi SU BASE STAGIONALE Autunno Inverno Primavera Estate
dopo il 2008, e le proiezioni indicano un possibile
incremento di frequenza e intensità degli episodi 2100
di allagamento in futuro. Riguardo alle ondate di Crescita molto
calore, particolarmente intense e persistenti negli Temperatura più marcata
media +2°C In tutte le stagioni
ultimi anni, si stima che possano aver causato
tutte le stagioni Fino a +6°C estate/autunno
fino a 600 decessi nella popolazione over 65 anni. Fino a +5°C inverno/primav.
Le proiezioni indicano che le ondate di calore
aumenteranno (secondo lo scenario riguarderanno Giorni Crescita
Crescita Crescita moltomolto
più marcata
da 28 a 54 giorni annui, contro i cinque giorni nel consecutivi Inpiù
tuttemarcata
le stagioni
molto caldi in tutte le stagioni
2000), così come i decessi attribuibili al calore per
(ondate
gli over 65, soprattutto con lo scenario più estremo di calore)
e in assenza di misure di adattamento. CON SENZA
politiche climatiche politiche climatiche
Rischio
Aumento Diminuzione Lieve Diminuzione
Per la città di Roma sono stati valutati i rischi aumento
relativi alle ondate di calore, alle alluvioni e agli
Precipitazioni
allagamenti urbani. Sono state individuate le MEDIE
Unità di analisi rappresentative del territorio,
identificando porzioni di città omogenee per Diminuzione Aumento Diminuzione Aumento
morfologia urbana e tipologia edilizia per le quali
Copia di 40cd6480303f50ad75adb2d6289a0f83
Strumenti di adattamento
Roma è la prima città in Italia a essersi dotata di
una Strategia di resilienza sviluppata nell’ambito
dell’iniziativa 100 Resilient Cities (100RC),
che consentirà di attuare soluzioni integrate
per affrontare le sfide attuali e future legate ai
cambiamenti climatici. Nel 2017 ha aderito al Patto
dei sindaci per il clima e l’energia, approvando il
conseguente Piano d’azione per l’energia sostenibile
e il clima (PAESC) a maggio 2021. Roma Capitale,
inoltre, è parte attiva del network C40. Attraverso
diversi progetti il Comune sta sviluppando le
proprie capacità tecniche e amministrative, che
supporteranno la redazione della valutazione dei
rischi e la stesura e il monitoraggio dei piani di
adattamento e resilienza nel prossimo futuro, che
includano azioni quali i SUDS (Sustainable Urban
Drainage Systems per Roma Capitale) per il rischio
idraulico e le isole di calore, la promozione dell’uso
sostenibile del suolo e best-practice per realizzare
e mantenere aree verdi. Fondamentali inoltre sono
l’ascolto e la partecipazione della cittadinanza
e degli stakeholder nelle fasi di pianificazione,
rafforzati attraverso la piattaforma tecnologica
Copia di 40cd6480303f50ad75adb2d6289a0f83 partecipativa sviluppata nell’ambito del progetto
Smarticipate.
Tra gli strumenti sviluppati prevalgono le azioni
Mimmo Frassineti/AGF
www.lescienze.it Le Scienze 61
IL CLIMA: COM’È E COME STA CAMBIANDO
Torino Temperatura media: trend di crescita
Negli ultimi anni, aumenti significativi
Clima passato e futuro Tendenza della temperatura media annuale rispetto
L’analisi del clima storico evidenzia una tendenza negli ultimi alla media del periodo.
di crescita statisticamente significativa per le 30 anni
temperature e per il numero di notti tropicali. Non Dal 2014 serie consecutiva
Evoluzione di anni più caldi.
c’è invece una tendenza significativa di variazione del clima:
delle precipitazioni. Le proiezioni di temperatura 1989-2020 Fino a +0,9°C 2017, 2019, 2020
per fine secolo indicano incrementi da +2 gradi nello
scenario intermedio a circa +6 in quello estremo.
Per quanto riguarda gli estremi, si attendono
aumenti del numero di giorni in cui la temperatura LE CARATTERISTICHE SPECIFICHE DEL CLIMA
massima supera il 90° percentile della temperatura
massima stagionale per almeno sei giorni SETTORI
INDICATORI TENDENZA MAGGIORMENTE
consecutivi, soprattutto d’estate e con lo scenario
COLPITI
più estremo. Per gli indicatori di estremi di
precipitazione c’è un’elevata incertezza nelle
proiezioni, tranne che per la stagione autunnale e
Notti calde Crescita Salute
invernale, in cui lo scenario intermedio prevede un (Temp. mai significativa Energia
aumento degli estremi. sotto i 20°C)
Impatti
Negli ultimi anni sono aumentati eventi estremi
come ondate di calore e alluvioni che hanno
causato ingenti danni alla città, alla popolazione
e all’economia. La maggior parte del tessuto
urbanizzato della città si trova nell’area di pericolo
«moderata» riguardo al fenomeno dell’isola di
calore urbano (44 per cento del territorio). Le
proiezioni per le ondate di calore per metà secolo SCENARI FUTURI
mostrano, rispetto al 1971-2000, un aumento SU BASE STAGIONALE Autunno Inverno Primavera Estate
sia del numero di giorni (da +28,7 nello scenario
intermedio a +39,3 in quello estremo), sia della 2100
loro durata massima (+10,6 e +18,8 giorni nei due Crescita molto
Temperatura più marcata
scenari), e un conseguente potenziale incremento +2°C In tutte le stagioni
media
della mortalità stimata per i mesi estivi. tutte le stagioni Fino a +6°C estate
La città è identificata come una delle aree Fino a +5°C autunno e inverno
Fino a +4°C primavera
distrettuali a rischio significativo per le alluvioni.
Su un’area a rischio esondazione di circa 35 Giorni
Crescita Crescita
Crescita molto
molto più marcata
chilometri quadrati, il 60 per cento ha un livello di consecutivi
molto caldi in tutte le stagioni più lemarcata
In tutte stagioni
rischio basso, il 29 per cento medio e l’11 per cento
(ondate
alto. I valori di portata estrema dei corsi d’acqua sul di calore)
territorio, già alti oggi, potrebbero aumentare in CON SENZA
futuro in magnitudo e frequenza. politiche climatiche politiche climatiche
Strumenti di adattamento
La città è considerata tra le più virtuose a livello
nazionale e internazionale per l’impegno nel
rafforzamento della resilienza locale. Torino è
stata una delle prime città in Italia ad aderire al
Patto dei sindaci (2009) e ad approvare il proprio
Piano d’azione per l’energia sostenibile (2010),
integrato nelle politiche comunali e regolarmente
aggiornato.
La città ha vinto il premio Covenant of Mayors
2020. Nell’ambito del progetto Life DERRIS è
stato presentato l’Integrated District Adaptation
Plan, il primo passo verso un piano complessivo
di adattamento della città. A luglio 2020 è
stato pubblicato il Piano di resilienza che,
oltre a evidenziare le principali vulnerabilità
osservate e previste, comprende una lista di
azioni da intraprendere per rendere la città più
preparata agli impatti del cambiamento climatico.
L’adattamento al cambiamento climatico è un
elemento determinante anche nel Piano strategico
Torino 2030 – sostenibile e resiliente (2019) e nel
Piano strategico dell’infrastruttura verde (2020).
Con il supporto tecnico ed economico del German
Marshall Fund of the United States, è stato inoltre
avviato il Turin Climate Lab, un confronto con
le città statunitensi di Portland, Oakland e New
Orleans, che permette di osservare diversi modelli
di pianificazione e verificare l’impatto di alcune
misure di adattamento già realizzate. Fondamentali
sono inoltre le attività con cui la cittadinanza e
i portatori di interessi sono stati coinvolti nella
valutazione dei rischi climatici e nella definizione
di strategie di adattamento, anche usando il
sito web Torino Vivibile come strumento di
partecipazione pubblica a sondaggi e questionari
sulle iniziative cittadine.
Il rafforzamento delle capacità tecniche interne
all’amministrazione in merito ai cambiamenti
Copia di 40cd6480303f50ad75adb2d6289a0f83 climatici è una delle azioni di adattamento
strategiche individuate nel Piano di resilienza.
Altri interventi di adattamento presenti negli
strumenti analizzati riguardano opzioni strutturali
e fisiche quali soluzioni ingegneristiche e relative
all’ambiente costruito, tecnologiche, opzioni
basate sugli ecosistemi e azioni istituzionali come
politiche e programmi governativi.
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IL CLIMA: COM’È E COME STA CAMBIANDO
Venezia Temperatura media: trend di crescita
Negli ultimi anni, aumenti significativi
Clima passato e futuro Tendenza della temperatura media annuale rispetto
L’analisi del clima storico evidenzia una tendenza negli ultimi alla media del periodo.
di crescita statisticamente significativa per le 30 anni
temperature, il numero di notti tropicali e quello Dal 2014 serie consecutiva
Evoluzione di anni più caldi.
di giorni estivi. Non c’è invece una tendenza del clima:
significativa di variazione delle precipitazioni, 1989-2020 Fino a +1,1°C 2014 e 2018
mentre l’indicatore del massimo numero di
giorni consecutivi senza pioggia mostra un trend
decrescente statisticamente significativo.
Le proiezioni di temperatura indicano per fine LE CARATTERISTICHE SPECIFICHE DEL CLIMA
secolo incrementi da +2 gradi nello scenario
intermedio a circa +5 gradi in quello estremo. SETTORI
Le proiezioni di precipitazione indicano, con un INDICATORI TENDENZA MAGGIORMENTE
COLPITI
buon accordo tra i modelli, un incremento delle
precipitazioni invernali con lo scenario intermedio. Notti calde Salute
Sotto tutti gli scenari considerati sono attesi (Temp. mai Crescita
sotto i 20°C) Energia
incrementi per eventi estremi, come il numero di
giorni in cui la temperatura massima è superiore Risorse
al 90° percentile della temperatura massima Giorni idriche
molto caldi Crescita
stagionale per almeno sei giorni consecutivi, e Salute
per gli indicatori di estremi di precipitazione nella Energia
stagione invernale. Giorni Salute
consecutivi
senza Diminuzione Risorse
Impatti precipitazioni idriche
A tutt’oggi non ci sono studi dettagliati che
analizzino come si diversificano le ondate di calore
e i conseguenti rischi sulla popolazione nelle
diverse aree della città di Venezia. Particolarmente SCENARI FUTURI
complessa e stratificata è inoltre l’analisi del SU BASE STAGIONALE Autunno Inverno Primavera Estate
rischio idrogeologico e dei relativi impatti
del cambiamento climatico, per effetto della 2100
concomitanza di diverse fonti di pericolosità, anche Crescita molto
interdipendenti. Temperatura più marcata
media +2°C In tutte le stagioni
Per quanto riguarda i fenomeni alluvionali, tutte le stagioni Fino a +5°C estate/autunno
particolarmente critica è la sovrapposizione degli Fino a +4°C inverno/primav.
effetti di eventi meteorici molto intensi associati
a specifiche direzioni del vento, che comportano Giorni
Crescita Crescita molto
importanti mareggiate e dunque la persistenza consecutivi
molto caldi in tutte le stagioni più marcata
di elevati livelli idrici in laguna, e causano anche
(ondate
significativi contributi da parte dei corsi d’acqua di calore)
del bacino scolante, i cui deflussi sono a loro volta CON SENZA
ostacolati dall’acqua alta. Il livello idrico relativo politiche climatiche politiche climatiche
della città è cresciuto di oltre 30 centimetri negli
Aumento Lieve Aumento Aumento
ultimi 150 anni per l’effetto combinato della aumento
subsidenza del territorio e dell’innalzamento
Precipitazioni
globale del livello del mare, e ciò ha aumentato MEDIE
la frequenza degli eventi di acqua alta. La soglia
critica di 120 centimetri è stata infatti superata 40 Diminuzione Aumento Aumento Aumento
volte negli ultimi dieci anni, e le condizioni già
Copia di 40cd6480303f50ad75adb2d6289a0f83
Strumenti di adattamento
Nel 2011 la città ha aderito al Patto dei sindaci e nel
2012 ha approvato il Piano di azione per l’energia
sostenibile (PAES). Sempre nel 2011, inoltre,
Venezia è stata riconosciuta come città modello di
resilienza nella campagna Making Cities Resilient
promossa dallo United Nations Office for Disaster
Risk Reduction (UNDRR). Nel 2012 Venezia ha
aderito all’iniziativa C40 Cities Climate Leadership
Group come Innovator City e dal 2014 è entrata a
far parte del sottogruppo C40 – Connecting Delta
Cities, il cui scopo è sviluppare una rete di città
situate alla foce di fiumi e attive nel campo della
gestione dell’ambiente e delle acque in relazione
al cambiamento climatico. Nel 2018 ha aderito al
programma Deadline 2020, promosso sempre dal
network C40 Cities, impegnandosi a raggiungere
la neutralità climatica entro il 2050 e a diventare
più resiliente ai cambiamenti climatici. Nel 2020
la città ha infine aderito al nuovo Patto dei sindaci
per la redazione del Piano di azione per l’energia
sostenibile e il clima (PAESC) entro il 2022.
Nel 2019 Venezia ha iniziato il processo di
redazione del proprio Piano di adattamento
climatico, che si baserà sulle analisi del rischio
condotte nei progetti SAVEMEDCOASTS 2 e
ADRIACLIM e includerà una serie di azioni di
mitigazione e di adattamento per diversi ambiti,
quali la gestione del territorio, la mobilità urbana
e l’efficientamento energetico. Il Comune
lavora sulla sensibilizzazione dei cittadini
Copia di 40cd6480303f50ad75adb2d6289a0f83 divulgando i risultati degli studi in corso tramite
incontri pubblici, pubblicazioni di informazioni
multicanale, questionari e attività nelle scuole.
L’analisi degli strumenti per l’adattamento, infine,
vede una prevalenza di azioni di adattamento
relative a opzioni tecnologiche, ingegneristiche e
relative all’ambiente costruito, di educazione, di
informazione e basate su ecosistemi.
www.lescienze.it Le Scienze 65
Copia di 40cd6480303f50ad75adb2d6289a0f83
Illustrazione di Richard Borge
COMPUTER QUANTISTICI
Il futuro
quantistico
della
chimica
I computer quantistici
porteranno i modelli matematici
delle molecole a un nuovo livello
di precisione; così, i ricercatori
avranno meno bisogno di contare
sulla serendipità
di Jeannette M. Garcia
Copia di 40cd6480303f50ad75adb2d6289a0f83
Jeannette M. Garcia è senior manager del
gruppo Quantum Applications, Algorithms and
Theory di IBM Research. Il suo gruppo lavora su
applicazioni computazionali scientifiche e sulla teoria
dell’elaborazione quantistica.
N pità. Nel 2012 ero nel posto giusto (il laboratorio di ricerca Almaden
dell’IBM, in California) al momento giusto, e ho fatto la cosa «sbaglia-
ta». Dovevo miscelare tre componenti in un beaker, nella speranza di
ottenere un materiale noto. L’obiettivo era sostituire uno degli ingre-
dienti ordinari con una versione derivata dai rifiuti plastici, nel tentativo di migliorare la
sostenibilità delle plastiche dure dette polimeri termoindurenti.
Quando ho mescolato insieme due degli ingredienti, invece, valore del modello e aumenta la quantità di lavoro in laboratorio
nel beaker si è formata una plastica dura e bianca. Era così resi- necessaria per validarlo e per guidarlo. L’elaborazione quantisti-
stente che per tirarla fuori ho dovuto rompere il recipiente. In più, ca, però, funziona in modo diverso. Ogni bit quantistico, o qubit,
se lasciata per un notte in acido diluito si ritrasformava nei mate- può essere fatto corrispondere agli spin-orbitali di uno specifico
riali di partenza. Senza volere, avevo scoperto un’intera nuova fa- elettrone, e i computer che li impiegano possono sfruttare feno-
miglia di polimeri termoindurenti riciclabili. Se l’avessi considera- meni quantistici come l’entanglement per descrivere le interazio-
to un esperimento non riuscito, invece di continuare a studiarne ni fra gli elettroni senza approssimazioni. Oggi i computer quanti-
i risultati, non avremmo mai saputo che cosa avevamo fatto. Un stici sono arrivati al punto in cui possono cominciare a trattare gli
bell’esempio del caso che aiuta la scienza, nella nobile tradizione aspetti energetici e le proprietà di piccole molecole come l’idru-
di Roy Plunkett, che inventò accidentalmente il teflon mentre la- ro di litio (LiH), rendendo possibili modelli che ci daranno vie più
vorava sulla chimica dei gas refrigeranti. chiare di quelle attuali per realizzare nuove scoperte.
Oggi ho un nuovo obiettivo: desidero che per fare scoperte
in chimica la serendipità sia meno necessaria. Sfide come quelle Modelli delle reazioni chimiche
lanciate dalla crisi climatica e da COVID-19 sono così grosse che Come campo di studio, la chimica quantistica non è una novi-
le nostre risposte non possono dipendere soltanto dalla fortuna. tà. Nei primi decenni del XX secolo chimici tedeschi come Wal-
La natura è complessa e potente; se vogliamo realizzare i progres- ter Heitler e Fritz London hanno mostrato che il legame covalen-
si scientifici che ci servono dobbiamo poterne realizzare modelli te può essere compreso con la meccanica quantistica. Verso la fine
matematici precisi. Più specificamente, se vogliamo far avanzare del secolo, poi, l’aumento della potenza di calcolo disponibile ha
il campo della chimica, dobbiamo poter capire gli aspetti energeti- dato ai chimici la possibilità pratica di costruire modelli base di al-
ci delle reazioni chimiche con alti livelli di affidabilità. L’idea non cuni sistemi classici.
è affatto nuova, ma ci mette davanti a un limite molto grosso: pre- Ciò malgrado, quando lavoravo per conseguire il Ph.D. al Bo-
vedere il comportamento anche solo delle molecole semplici, in ston College, a metà degli anni 2000, era relativamente raro che i
modo del tutto preciso, va oltre le possibilità dei più potenti com-
Copia di 40cd6480303f50ad75adb2d6289a0f83 chimici di laboratorio conoscessero funzionalmente il tipo di mo-
puter esistenti. È per questo che l’elaborazione quantistica offre la dellistica chimica che si può fare al computer. Le due discipline – e
possibilità di fare significativi progressi negli anni a venire. le competenze necessarie – erano molto diverse. Invece di esplo-
Modellare le reazioni energetiche sui computer classici richie- rare gli elementi di comprensione offerti dagli approcci compu-
de approssimazioni: queste macchine infatti non sono in grado tazionali, i chimici di laboratorio restavano ancorati a strategie
di calcolare con perfetta esattezza il comportamento quantistico per tentativi ed errori, unite alla speranza di fare scoperte orien-
di più di una coppia di elettroni, perché i calcoli sono troppi e ri- tate dal sapere ma spesso aiutate dal caso. Io ho avuto la fortuna
chiedono troppo tempo. Ognuna delle approssimazioni riduce il di lavorare nel gruppo di ricerca di Amir Hoveyda, che è stato fra i
www.lescienze.it Le Scienze 69
PSICOLOGIA DELLA PERCEZIONE
Quando il mondo
si è coperto il volto
Copia di 40cd6480303f50ad75adb2d6289a0f83
JordanSimeonov/iStock
L te da sopra la mascheri-
na: vi sta dicendo qual-
cosa che nell’ambiente
rumoroso del supermer-
cato non riuscite a decodificare perché non
le vedete la bocca. L’amico infagottato e con
il viso ben coperto vi passa davanti: non lo
riconoscete. Una persona con la mascheri-
na addosso vi apostrofa per strada: chissà se
vi sta insultando o salutando vivacemente.
Quante situazioni del genere vi sono capita-
te negli ultimi due anni?
Uno dei grandi stravolgimenti che hanno caratterizzato la
«nuova normalità» nella pandemia di COVID-19 ha riguardato pro-
prio i nostri volti. Per tanti mesi, ogni volta che ci siamo trovati in
pubblico abbiamo dovuto indossare una mascherina, un disagio
più o meno grande per tante persone. Al di là della scomodità di
avere costantemente una barriera davanti a bocca e naso, le ma-
scherine hanno cambiato anche la nostra vita cognitiva, emoti-
va e sociale. Non è difficile da intuire: la copertura di buona par-
te del volto – e in particolare della regione boccale, una delle zone
più espressive – rende più difficile identificare gli altri, compren-
dere ciò che dicono, percepire il loro stato emotivo e cogliere tut-
te quelle altre informazioni che di norma ci scambiamo vis-à-vis.
L’intuizione è confermata dalla letteratura scientifica: i vol-
Copia di 40cd6480303f50ad75adb2d6289a0f83 ti umani sono molto probabilmente lo stimolo visivo più saliente
del mondo sociale. L’importanza dello «stimolo volto» è denuncia-
ta anche dalla precocità con cui ci sintonizziamo su di esso; già i
neonati vi pongono grande attenzione e forse, come vedremo, ne
siamo attratti anche prima della nascita. Siamo talmente interes-
sati ai visi che in alcuni casi li vediamo anche dove non ci sono, per
esempio nelle nuvole o in certi panorami, un fenomeno noto co-
me pareidolia facciale.
www.lescienze.it Le Scienze 71
Quali sono dunque le conseguenze di un occultamento globa- Federica Sgorbissa, giornalista scientifica con un dottorato in scienze cognitive
le dei volti come quello a cui abbiamo assistito di recente, quan- e un master in comunicazione della scienza, segue soprattutto psicologia e
do, per una fetta significativa della popolazione mondiale, la neuroscienze. Ha scritto il libro Trieste e la scienza (con Davide Ludovisi).
ricchezza informativa del volto umano è stata drasticamente ridi-
Marco Viola, ricercatore in filosofia e scienze cognitive all’Università di Torino,
mensionata dall’epidemia di mascherine degli ultimi tempi? Per
collabora al progetto europeo FACETS su percezione e rappresentazioni dei volti.
comprenderlo è importante studiare le conseguenze cognitive,
Ha scritto tra l’altro il libro Come funzionano le emozioni (con Fausto Caruana).
emotive e sociali dell’esposizione a volti semicoperti, e allo stesso
tempo capire quali soluzioni alternative alla classica mascherina
potrebbero mitigarne l’impatto, mantenendone però tutte le fun-
zionalità a livello sanitario.
Di seguito si esploreranno la salienza del volto per l’essere
umano, e i meccanismi percettivi e cognitivi che la governano, per
raccontare infine la ricerca sulla percezione dei volti coperti da
mascherine condotta, fra gli altri, da Marco Viola, ricercatore del
progetto europeo FACETS presso l’Università di Torino e uno de-
gli autori di questo articolo.
Bassi. La ricerca documenta che la mimesi avviene anche nei sog- Capacità precoce
getti affetti da una condizione particolare chiamata blindsight, in La nostra specializzazione per i volti emerge molto presto: in al-
Roberto Jimenez/iStock
cui le persone sembrano incapaci di formarsi esperienze coscienti cuni esperimenti si è osservato per esempio che i neonati sono at-
di una parte più o meno estesa del campo visivo, ma sono ancora in tratti preferibilmente da qualsiasi configurazione percettiva che
grado di rispondere a stimoli visivi che cadono in quell’area cieca. somigli a un volto, anche in maniera molto schematica. Già nei
La nostra ossessione per i volti non è scevra da errori. In partico- primissimi giorni di vita, una semplice configurazione composta
lare, il rischio è pretendere di leggere da una faccia non solo un’i- da due punti sopra e uno sotto (...) riceve più attenzione rispetto
ad altri stimoli come una «faccia» schematica invertita (...). Dun- io si conferma la trasmissione da uomo a uomo; il 30 gennaio c’è
que i neonati nascono con un apparato visivo e cognitivo già sinto- notizia da parte dell’Istituto superiore di Sanità dei primi due casi
nizzato, almeno in maniera rudimentale, sui volti. confermati in Italia, due turisti cinesi; il 21 febbraio del primo ca-
Nel 2019, con un lavoro sui «Proceedings of the National Aca- so autoctono confermato in Italia. Il resto ce lo ricordiamo bene.
demy of Sciences», un gruppo di studiosi del Centro interdiparti- Ad aprile 2020 viene introdotto in Italia (con vari distinguo a
mentale mente/cervello (CIMEC) di Rovereto, guidati da Giorgio seconda delle Regioni) l’obbligo dell’uso delle mascherine in pub-
Vallortigara, ha dimostrato che questa attenzione selettiva è ri- blico. Da questo momento la vista degli altri (congiunti a parte)
scontrabile già a poche ore dalla nascita. I ricercatori hanno inol- non sarà più la stessa. Come è ovvio, questa norma obbligatoria
tre osservato che gli stimoli simil-facciali producono risposte neu- suscita fin da subito ampio dibattito: c’è chi la abbraccia senza bat-
rali in alcune aree del cervello dei neonati corrispondenti grosso tere ciglio, chi si oppone invocando «bavagli» e limitazioni della li-
modo a quella che negli adulti è chiamata area facciale fusiforme, bertà personale, arrivando a insinuare che «non servono a nulla»,
una porzione di corteccia specializzata nel riconoscimento dei fino a paventare addirittura effetti nocivi per la salute della perso-
volti e la cui lesione sembra associata alla prosopagnosia. na che le indossa.
Per quanto possa sembrare incredibile, poi, la preferenza per A questo punto una cosa si può dire con certezza: le norme com-
i volti potrebbe iniziare anche prima della nascita. In un articolo portamentali (compresa quella di indossare la mascherina) so-
pubblicato nel 2017 su «Current Biology», un team guidato da Vin- no state uno strumento fondamentale per contenere il diffonder-
cent Reid, psicologo alla britannica Lancaster University, ha di- si del virus, e noi autori di questo articolo ci sentiamo di sostenerne
mostrato che persino i feti al terzo trimestre di gravidanza mostra- e raccomandarne l’uso con grande convinzione. Non si può però
no un’attenzione preferenziale per le configurazioni percettive a ignorare che per una buona fetta della popolazione indossare di
forma di faccia. Nel loro esperimento hanno utilizzato modernis- continuo una mascherina sia un disagio. Senz’altro a livello fisi-
sime tecnologie a ultrasuoni per proiettare sulle pareti uterine al- co: sembra di respirare con più fatica, si suda, gli elastici tirano le
cuni stimoli simil-facciali normali e invertiti. Come previsto, i na- orecchie, chi indossa gli occhiali li ha appannati. E poi, appunto, la
scituri prestavano più attenzione ai primi che ai secondi. mascherina nasconde buona parte della faccia, virtualmente per
tutto il tempo (almeno in pubblico).
Un’epidemia di mascherine La «pandemia di mascherine» ha rappresentato una situazione
Per quasi tutta la storia della nostra specie, l’occultamento del unica anche per chi studia le basi neurali e cognitive della perce-
volto o di una sua parte è stata per lo più un’eccezione, qualcosa di zione dei volti, una sorta di esperimento su scala globale protratto
limitato a situazioni specifiche o a certe categorie di persone ( co- per un tempo lunghissimo. All’improvviso il riconoscimento dei
me i religiosi, le donne in alcune culture, i soldati durante le batta- volti, argomento di una tradizione di studi che risale almeno alla
glie); ma mai una condizione generalizzata come è invece avvenu- seconda metà del secolo scorso, è salito alla ribalta mondiale e gli
to con la pandemia di COVID-19, che rappresenta anche in questo scienziati hanno fatto, si può ben dire, buon viso a cattivo gioco.
senso un unicum. Studiare gli effetti sociali e cognitivi dell’uso di questi presidi
La storia è recente, e la conosciamo bene. Il 31 dicembre 2019 sanitari può inoltre servire a suggerire migliorie, che possono ave-
le autorità cinesi informano l’Organizzazione mondiale della Sa-
Copia di 40cd6480303f50ad75adb2d6289a0f83 re il non trascurabile effetto di renderle meno scomode o impat-
nità di alcuni casi di polmonite atipica verificatisi nell’allora semi- tanti, riducendo così le esitazioni nel loro impiego. Non è affatto
sconosciuta città di Wuhan (seppure estremamente popolosa, con detto che col diffondersi dei vaccini le mascherine spariscano del
circa 11 milioni di abitanti). Dopo un primo momento in cui il mon- tutto dal nostro orizzonte. La comparsa continua di nuove varianti
do sostanzialmente sottovaluta la questione, è tutto un susseguir- del virus, per esempio, suggerisce cautela, ed è possibile che al-
si di eventi che porta in capo a poche settimane a una situazione di meno in alcune situazioni si chieda alla popolazione di continuare
pandemia globale. Il 7 gennaio si dà il nome al virus, SARS-CoV-2; a indossarle. Per non parlare del fatto che non tutti sono ansiosi di
il 13 gennaio si registra il primo caso fuori dalla Cina; il 22 genna- disfarsene; dopo tutto, alcuni degli «effetti collaterali» che la ma-
www.lescienze.it Le Scienze 73
scherina esercita sulla cognizione sociale potrebbero tornare uti- cerche, CNR), e al neuroscienziato Fausto Caruana (CNR). Dato
li, come si vedrà meglio in seguito. che il fermo di tutte le attività durante il lockdown ha coinvolto an-
Complici le prolungate chiusure dei laboratori, che hanno con- che i laboratori, l’esperimento è stato svolto on line.
tribuito a sparigliare gli esperimenti in agenda, molti scienzia- Nella prima parte, i partecipanti vedevano 48 fotografie di vol-
ti cognitivi hanno colto la palla al balzo pianificando esperimenti ti, e per ognuno di questi volti dovevano indicare quale emozio-
comportamentali da effettuare on line. Molti gruppi hanno inizia- ne esprimesse (tra felicità, tristezza, rabbia o espressione neutra) e
to a studiare proprio l’impatto delle mascherine sul riconoscimen- quale livello di fiducia suscitasse (in una scala da un minimo di 1 a
to facciale e sulle interazioni sociali. Anche il gruppo di uno degli un massimo di 6). In questa fase i partecipanti sono stati smistati in
autori di questo articolo, Viola, si è messo al lavoro. tre gruppi: mentre il primo gruppo ha visto i volti senza mascheri-
na, al secondo e al terzo gli stessi volti sono stati mostrati con una
Cosa cambia col volto coperto mascherina classica o con una dotata di finestra semitrasparente,
«Non ti sento bene, puoi ripetere?» Quante volte, interagendo sovrapposte graficamente alle immagini originali.
con persone mascherate, avete fatto questa domanda, o per lo me- Confrontando i giudizi dei tre gruppi è stato possibile verifica-
no desiderato farla? Purtroppo in certi casi, per farsi capire, chi re che, mentre l’espressione neutra veniva riconosciuta con egua-
parla abbassa la mascherina; proprio nel momento in cui sarebbe le accuratezza da tutti e tre, il gruppo che ha osservato i volti con
particolarmente importante tenerla, visto che assieme alla voce la mascherina classica ha fatto molti più errori nel riconoscere le
emettiamo anche molte goccioline (droplet) di saliva. emozioni. Al contrario, il gruppo che ha osservato i volti coper-
Le mascherine ostacolano la comprensione del linguaggio ti dalle mascherine trasparenti non ha riscontrato alcuna difficol-
parlato per due ragioni. La prima e più ovvia è che interferisco- tà, fornendo una percentuale di risposte accurate paragonabile a
no con le onde acustiche, anche a seconda del materiale in cui so- quella di chi ha osservato i visi senza maschera.
no realizzate. La seconda è che impediscono di percepire il movi- Per quanto riguarda il livello di fiducia, il risultato più interes-
mento della bocca del parlante: un elemento prezioso ai fini della sante è che i volti giudicati poco affidabili quando privi di masche-
comprensione, che tendiamo a dare per scontato nelle interazio- ra sono invece apparsi mediamente affidabili quando erano co-
ni normali, ma della cui importanza ci accorgiamo, eccome, quan- perti dalla mascherina tradizionale. Chi ha visto quei volti con la
do i movimenti fonoarticolatori (quel-
li che la bocca compie per articolare il
linguaggio) non sono congruenti con i Alcuni, soprattutto studentesse, indossano
suoni. Ve ne sarete accorti magari guar-
dando un film doppiato male. Nel caso volentieri le mascherine perché proteggono non
delle mascherine, questi movimenti so-
no del tutto occultati.
solo dai virus, ma anche dagli sguardi indesiderati
Questa «cecità al labiale» è partico-
larmente grave per i soggetti ipo- o non
udenti, per i quali i movimenti della bocca costituiscono l’unico mascherina trasparente ha dato punteggi che si collocavano più o
indizio per intuire il linguaggio orale, o sono un elemento del- meno a metà, giudicandoli in media leggermente inaffidabili.
la lingua dei segni. Proprio per dare un aiuto a queste categorie,
diversi singoli e poi varie aziende hanno avviato la produzione di Le interferenze con la memoria
mascherine parzialmente trasparenti, di solito con una finestra in La seconda parte dell’esperimento ha investigato quanto le ma-
plexiglas al centro della bocca, che permette di vedere il labiale. scherine – tradizionali e semitrasparenti – interferiscano con la
La sarta salentina Irene Coppola, che ha cucito e donato centina- memoria per i volti sconosciuti. Abbiamo dunque mostrato agli
ia di queste mascherine, è stata per questo insignita nel 2020 del stessi partecipanti 12 volti con espressione neutra, quattro dei quali
titolo di Cavaliere della Repubblica. Nell’aprile 2021, in attuazione erano già comparsi nella prima parte dell’esperimento, chiedendo
di una delibera di Erika Stefani, ministra per la disabilità, il gene- per ognuno di essi se era già stato incontrato oppure no. A differen-
rale Francesco Paolo Figliuolo, commissario speciale per l’emer- za della prima sessione, in questa fase tutti i volti erano privi di ma-
genza COVID-19, ha ordinato 7 milioni di mascherine trasparenti a schera. Come prevedibile, chi aveva visto i volti privi di maschera
un’azienda marchigiana, da distribuire alle scuole nelle classi con già nella prima fase ha commesso meno errori rispetto a chi aveva
allievi non udenti. visto quegli stessi volti con la mascherina tradizionale.
Tuttavia, come abbiamo visto, quello che le nostre facce comu- E quelli che li hanno visti coperti dalla mascherina semitraspa-
nicano non si esaurisce nel linguaggio parlato. Per esempio, i no- rente? Ebbene, nonostante avessero a disposizione un’informa-
stri volti dicono chi siamo e quali emozioni proviamo in un dato zione visiva in più – la bocca – i soggetti di questo gruppo hanno
momento; e suggeriscono, magari erroneamente, che siamo per- fatto una quantità di errori paragonabile a quella di chi aveva vi-
sone più o meno affidabili. Ma che cosa succede se li copriamo con sto i volti coperti con la mascherina standard. Insomma, la finestra
una mascherina? E fa differenza usare una mascherina normale o
Copia di 40cd6480303f50ad75adb2d6289a0f83 che la mascherina trasparente apre sulla bocca permette il pas-
una semitrasparente? saggio di informazioni visive che, per quanto utili a interpretare
lo stato emotivo e (in minore misura) a trasmettere fiducia o sfidu-
Una prova sperimentale cia, non sembrano influire sui processi di memoria. Al netto delle
Per rispondere a questa domanda, nella primavera 2020 Marco implicazioni pratiche, questo dato conferma un importante risul-
Viola ha pianificato un esperimento assieme agli psicologi Marco tato teorico, ossia che nei volti emozioni e identità viaggiano su bi-
Marini («Sapienza» Università di Roma), Alessandro Ansani (Uni- nari diversi.
versità di Roma Tre) e Fabio Paglieri (Consiglio nazionale delle ri- L’articolo che descrive questo esperimento è stato pubblicato
nel 2021 sulla rivista «Scientific Reports», col titolo The impact of Addio, o forse no
facemasks on emotion recognition, trust attribution and re-identi- Con il progredire della campagna di vaccinazioni, molti paesi
fication. Più o meno in parallelo sono apparsi numerosi articoli di hanno congedato l’obbligo di indossare mascherine in pubblico o
altri gruppi di ricerca anch’essi interessati alla percezione dei volti si preparano a farlo. Non è detto però che questi dispositivi spari-
mascherati, con esiti sostanzialmente analoghi. scano rapidamente, e nemmeno che scompariranno mai del tutto.
Ci sono infatti alcune ragioni per pensare che le mascheri-
Salvati dalla trasparenza? ne, anche se non ubique come nei periodi di picco pandemico,
Che lezioni possiamo dunque trarre per la nostra quotidianità? resteranno in uso. In alcuni paesi asiatici le mascherine aveva-
Interferendo con la percezione delle emozioni, le mascherine fan- no fatto irruzione nella sfera del quotidiano già durante l’epide-
no qualcosa di più che privarci di un’informazione. Vedere un sor- mia di SARS a inizio millennio, e da allora non l’hanno mai abban-
riso o una smorfia contrariata sul volto del prossimo non serve sol- donata. In parte perché indossando mascherine nei luoghi
tanto a prendere atto del suo stato emotivo: ci permette anche di pubblici affollati si combatte la diffusione di raffreddore e in-
sintonizzarci su di esso e di interagire con l’interlocutore in mo- fluenza stagionale, ma in parte anche perché quelli che abbia-
do più fluido. mo descritto come effetti collaterali delle mascherine possono
Non stupisce dunque che uno studio svolto a Hong Kong da fare comodo. In un articolo su «Signs & Media» Massimo Leo-
Carmen Ka Man Wong e altri studiosi della Chinese University, ne, professore di semiotica alle Università di Torino e di Shang-
pubblicato nel 2013 su «BMC Family Practice», riporti che i medi- hai, racconta che in quest’ultima città «alcuni allievi, soprattut-
ci di base sono percepiti come meno empatici quando visitano i to studentesse, mi hanno raccontato che indossano volentieri le
pazienti con una mascherina. E nemmeno stupisce che i pazien- mascherine, anche al di là dei luoghi affollati, perché proteggo-
ti percepiscano come più empatici i chirurghi che indossano ma- no non solo da virus e aria contaminata, ma anche dagli sguardi
scherine del tutto trasparenti rispetto a quelli che indossano le indesiderati».
mascherine classiche, come si apprende da uno studio pubblica- L’idea di andare in giro con il volto coperto sembrava inconce-
to quest’anno su «JAMA Surgery» da Ian Kratzke e altri scienziati pibile a molti abitanti dei paesi occidentali fino a poco tempo fa,
delle Università del North Carolina e dello Iowa. come anche l’idea di scegliere volontariamente la scomodità del-
Assumendo che l’importanza dell’empatia si manifesti non solo la mascherina. Eppure il 10 maggio, sul quotidiano britannico
in contesti sanitari, ma anche (per fare solo un esempio) in quelli «The Guardian», è apparso un articolo della giornalista Julia Carrie
educativi, viene da pensare che i benefici delle mascherine traspa- Wong che, intervistando alcuni cittadini di San Francisco, ha sco-
renti, tuttora in distribuzione alle scuole per venire incontro al-
Copia di 40cd6480303f50ad75adb2d6289a0f83 perto proprio questo: alcuni la mascherina vorrebbero continuare
le difficoltà di ipo- e non udenti, potrebbero estendersi anche agli a indossarla, perché è come «un mantello dell’invisibilità». Forse,
allievi normoudenti. Ciò detto, va precisato che anche le masche- in effetti, c’è davvero da sperare che le mascherine non sparisca-
rine trasparenti hanno un loro costo: al di là di quello meramen- no del tutto. Lo auspica fra gli altri lo storico della medicina Vitto-
shironosov/iStock
te economico, che è maggiore rispetto alle mascherine ordinarie rio Sironi, che al tema ha dedicato il libro Le maschere della salute
a parità di potere protettivo, la plastica trasparente interferisce (Carocci, 2021), e ritiene che un loro uso strategico e selettivo pos-
maggiormente con le onde sonore, attenuando soprattutto i suo- sa rivelarsi un aiuto prezioso per combattere anche le pandemie
ni ad alta frequenza. del futuro. Q
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I leoni
di Los
Angeles
I leoni di montagna di Santa Monica sono costretti
all’endogamia, tanto che cominciano a manifestare difetti
genetici. Un ambizioso progetto, che punta a costruire
il più grande ponte per la fauna selvatica mai realizzato
Copia di 40cd6480303f50ad75adb2d6289a0f83
l biologo Jeff Sikich lavora presso l’area protetta californiana detta Santa Monica
I Mountains National Recreation Area dal 2002. Di cose strane ne ha viste tante;
in una memorabile occasione lo chiamarono a sedare, con il fucile a dardi ane-
stetici, quella che si rivelò essere una statua alta un metro di un leone di monta-
gna, anziché un animale vivo. Ma ciò che stava vedendo nel marzo del 2020 era
insolito, e infausto. E non era una grande sorpresa. «Consapevolmente o no, era da un pez-
zo» che temeva potesse succedere, dice, anche se aveva sperato di no.
Sikich aveva piazzato una trappola a gabbia con dentro un cer- dello stesso animale, la pantera della Florida. Malgrado le distan-
vo (morto in un incidente stradale), sperando di catturare un gio- ze nel tempo e nello spazio, i leoni di montagna stavano ripresen-
vane leone di montagna maschio. Quando la trappola è scattata, tando esattamente due degli stessi difetti che avevano esibito le
ha addormentato l’animale con un dardo anestetico. Ma quando lo pantere della Florida; difetti che, si prevedeva, li avrebbero con-
ha guardato da vicino «c’era qualcosa di strano nella coda», ricor- dannati all’estinzione. «Di certo è un brutto segno», dice Stephen
da Sikich. In effetti, si è reso conto, l’estremità della coda era pie- J. O’Brien, genetista ed epidemiologo della Nova Southeastern
gata a 90 gradi: una bizzarria caratteristica, con un angolo preciso University, che ha lavorato insieme ai funzionari dello Stato della
come quello di un disegno geometrico. In più, il giovane maschio Florida per salvare le pantere. «Un segnale d’allarme».
aveva un solo testicolo; il secondo non era sceso nello scroto come Salvare la pantera della Florida ha richiesto uno straordinario
avrebbe dovuto. Sikich ha dotato il felino di radiocollare per se- intervento umano. Anche per i leoni di montagna di Santa Monica
guirne gli spostamenti e gli ha assegnato la sigla P-81, perché era ci vorrà uno sforzo straordinario da parte degli esseri umani, ma
l’81° puma catturato e munito di collare nella regione. di tipo diverso. Per fortuna, in aiuto degli umani c’è uno dei felini
Non sarebbe stato l’ultimo, fra i puma della zona, a presentare stessi, che si aggira dalle parti della famosa scritta affacciata sulle
difetti genetici. Dopo la sua cattura, nel corso di un esame di rou- colline di Hollywood.
tine dei filmati di parecchie telecamere disposte lungo i sentieri,
Sikich ha notato altri due individui con la coda piegata. Sui testi- ncora nel Settecento, i puma spaziavano per tutta l’Ameri-
coli non poteva pronunciarsi, ma la coda anomala era già un gran
Copia di 40cd6480303f50ad75adb2d6289a0f83
gli permette di spiccare salti anche di 5 metri in verticale e di circa La diversità genetica assicura che una specie possa sopravvive-
13 metri in orizzontale: una capacità fenomenale che gli consen- re e adattarsi quando le condizioni cambiano. Senza di essa, una
te di sorprendere le prede balzando loro addosso dall’alto, come malattia infettiva può facilmente spazzar via l’intero gruppo. I di-
uscendo in volo dal nulla. La pesante coda gli è utile per mantene- fetti genetici delle pantere erano i segni visibili di un degrado in-
re l’equilibrio nei lunghi salti. Se la preda cerca di fuggire, le gros- visibile. Nello sperma dei maschi gli spermatozoi normali erano
se zampe del puma – larghe una dozzina di centimetri – gli danno
Copia di 40cd6480303f50ad75adb2d6289a0f83 appena il 6 per cento, contro un 94 per cento con malformazioni,
un’ottima aderenza al suolo nel cambiare direzione, un serio van- secondo O’Brien. Alcun esperti proposero un piano di riproduzio-
taggio negli inseguimenti. Al momento di uccidere, il felino tira ne in cattività per rafforzare la popolazione. Bisognava catturare
fuori gli artigli retrattili, afferra la preda e la morde con forza con cuccioli selvatici e allevarli in un’apposita struttura, dove farli ri-
le potenti mascelle, dotate di 16 denti nell’arcata superiore e 14 in produrre selettivamente fino a ottenere una popolazione base di-
quella inferiore. versificata, da reintrodurre poi nell’ambiente. Ma il programma
I puma hanno un ruolo cruciale nel mantenere in salute l’eco- non decollò mai, perché tutti i cuccioli che avrebbero dovuto esse-
sistema di cui fanno parte. Tengono sotto controllo le popolazioni re usati come riproduttori si rivelarono avere difetti genetici.
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FRAMMENTAZIONI PERICOLOSE
Da ultimo, i funzionari dello Stato riu-
scirono a convincere l’autorità federale,
il Fish and Wildlife Service, ad appro- Puma
vare un esperimento senza preceden-
ti. Nel 1995 inviarono un esperto caccia- nei guai
tore a catturare otto femmine di coguaro
in Texas e portarle in Florida, liberando- I leoni di montagna della California sono
le nell’ambiente perché si incrociassero fortemente ristretti nei movimenti dalla
con i maschi di pantera. Si riteneva che il frammentazione del loro habitat dovuta alle
piano potesse funzionare perché proba- attività costruttive umane. Ciò ha isolato
bilmente le due sottospecie si erano già i maschi dalle femmine disponibili per la
incrociate in passato, ai tempi in cui le riproduzione, conducendo a un livello di
loro aree di diffusione si sovrapponeva- endogamia che ha ridotto la diversità
no. Certo è che cinque delle otto femmi- genetica di alcune popolazioni –
ne hanno prodotto cuccioli ibridi privi di come quelle delle Santa Monica
difetti, i quali hanno poi innescato un ba- Mountains e delle Santa
by boom fra le pantere. Così si stima che Ana Mountains – a livelli
adesso, in quel che resta delle aree selvag- pericolosamente bassi.
ge della Florida, si aggirino tra 130 e 200
adulti.
Una ragione per cui nessun esperi- Area ingrandita
mento del genere era mai stato tentato
prima era il timore che potesse porre fine
alla protezione legale degli animali ai sen-
si dello Endangered Species Act. I criti-
Le popolazioni Sie
ci temevano che la prole nata dagli incro- rra
ci fra le pantere della Florida e i coguari
di puma Moun Madre
tain
in California s
del Texas potesse non essere ritenuta par-
te della sottospecie della Florida, e quindi Lo Stato ha nove gruppi
geneticamente distinti di leoni di
non avesse diritto alla protezione. Il Fish
Sa oun
montagna. I sei compresi nell’area
and Wildlife Service dovette emanare un
nt ta
M
entro la linea tratteggiata – fra cui quelli
a in
decreto provvisorio perché l’esperimento
An s
di Santa Monica – costituiscono quella
a
potesse procedere. L’altro timore era che che viene detta una subunità
i geni specifici dei coguari potessero so- evolutivamente significativa, che può
praffare il materiale genetico delle pante- essere considerata in pericolo ai sensi dello
re. Pur facendo parte della stessa specie, Endangered Species Act della California.
infatti, secondo gli scienziati i due grup-
pi presentano marcatori genetici che mo-
strano che si tratta di due sottospecie distinte. ohn Benson aveva in mente appunto il caso delle pante-
J
Mappe di Mapping Specialists; fonte: Genetic Source-Sink Dynamics among Naturally
Structured and Anthropogenically Fragmented Puma Populations, di Kyle D. Gustafson e altri, in
In seguito comunque due diversi studi hanno appurato che la re della Florida mentre scriveva un lavoro sul futuro di due
«Conservation Genetics», vol. 20, dicembre 2018 (riferimento per la mappa della California)
sopraffazione genetica non si è verificata. Una delle indagini ha popolazioni di puma delle Santa Monica Mountains che gli
esaminato i campioni genetici prelevati da quasi 600 pantere del- esseri umani hanno tagliato fuori dai più ampi gruppi che vivo-
la Florida a partire dal 1981, e ha ricostruito le linee di discenden- no nelle aree naturali circostanti. Nello specifico, lo studio valu-
za di tutti gli individui allora viventi, confrontandoli con quel- tava la possibilità che queste popolazioni si estinguessero entro
li delle pantere che erano nate dopo l’arrivo dei felini texani. Lo cinquant’anni. Benson, allora ecologo esperto in aree selvatiche
studio ha trovato che la popolazione delle pantere si era triplica- presso il Le Kretz Center for California Conservation Science
ta, la diversità genetica era raddoppiata, i parametri di sopravvi- dell’Università della California a Los Angeles, aveva in preceden-
venza e di fitness erano migliorati, e i caratteri correlati all’inin- za studiato le pantere quando lavorava per la Fish and Wildlife
crocio erano diminuiti. In futuro, comunque, le pantere avranno Conservation Commission della Florida, e quindi conosceva be-
bisogno dell’immissione di cinque coguari del Texas ogni vent’an- ne quella storia. E in ciò che era avvenuto alle pantere leggeva un
ni per prevenire l’inincrocio e ridurre il rischio di estinzione, sem- chiaro avvertimento per i leoni di montagna.
pre ammesso che l’incremento delle attività umane sul territorio I ricercatori che lavorano con i vari tipi di puma sanno bene
lasci loro abbastanza spazio.
Copia di 40cd6480303f50ad75adb2d6289a0f83 di avere a che fare con megafauna di grande fascino e visibilità,
Malgrado il successo che ha avuto il programma di «soccor- che spesso i non addetti ai lavori vedono quasi come gatti dome-
so genetico» alle pantere della Florida, però, i leoni di montagna stici un po’ più grossi del solito. Nella realtà, quelli che gli scien-
della California richiedono un intervento del tutto diverso, per- ziati cercano di gestire sono grossi predatori al vertice della cate-
ché soffrono assai di più di restrizioni dovute alla frammentazio- na alimentare, ciascuno con un proprio distinto carattere e propri
ne dell’habitat. La soluzione per i loro difetti genetici, dicono gli specifici bisogni. I puma tendono a essere elusivi e poco inclini ai
esperti, si trova molto più vicina a casa loro. E richiede per una contatti con gli esseri umani, e ciò complica ancora di più i tenta-
volta più cemento, non meno. tivi di capirli. Date le loro dimensioni, a volte fanno paura, e ciò
Liberty Canyon
101 Verdugo
Wildlife Crossing
Mountains
Simi Hills
Griffith
Park
Santa Monica Mountains
SANTA MONICA MOUNTAINS
NATIONAL RECREATION AREA
accresce le pressioni politiche sui biologi perché riducano al mi- ta Monica Mountains e quella delle Santa Ana Mountains, nel-
Jonh F. Benson, Jeff A. Sikich e Seth P.D. Riley, in «Biological Conservation», vol. 241, gennaio
Fonte: Survival and Competing Mortality Risks of Mountain Lions in a Major Metropolitan Area, di
nimo il rischio di incontro che può venire dagli sforzi dei conser- la Orange County, avevano già la più bassa diversità genetica mai
vazionisti per accrescerne la popolazione. documentata nei leoni di montagna, a parte le pantere della Flori-
Nel lavoro poi pubblicato da Benson, con Sikich e Seth Riley del da nel 1995. Quando si teneva conto della scarsa diversità genetica
National Park Service e altri colleghi, si descrivono un paio di sce- – dice Benson – ogni volta che facevano girare il modello trovava-
nari diversi. Secondo il loro modello al computer, «la riproduzione no che, una volta iniziata la depressione da inincrocio, i felini si sa-
andava piuttosto bene… e la popolazione sarebbe rimasta stabile», rebbero probabilmente estinti entro cinquant’anni.
dice Benson. Lo studio calcolava probabilità di estinzione compre- Quando è uscito il loro articolo, Benson e colleghi non imma-
se soltanto tra il 16 e il 21 per cento, mitigate dal fatto che il loro ginavano che i primi segni di difetti genetici si sarebbero presen-
habitat è la boscaglia e dalla disponibilità di prede. «Anche se tut- tati così presto. Ma sapevano che prima o poi con tutta probabili-
2020 (riferimento per i territori dei leoni di montagna)
to intorno ci sono un sacco di edifici e strade, nelle Santa Monica tà sarebbero comparsi, perché il massimo ostacolo che impedisce
Mountains vere e proprie il 90 per cento dell’area è ancora allo sta- il miglioramento della diversità genetica dei leoni di montagna
to naturale, almeno relativamente, e per una metà è anzi di pro- blocca i loro spostamenti già dal 1950.
prietà pubblica», dice Riley. Los Angeles è una città di autostrade; la più grande di tutte è la
Il problema, osserva Riley, è che «le Santa Monica Mountains
Copia di 40cd6480303f50ad75adb2d6289a0f83 U.S. 101, una grande arteria che corre in direzione nord-sud, col-
non sono abbastanza vaste, da sole, per sostentare una popola- legando la città con San Francisco e la regione pacifica nordocci-
zione vitale in termini genetici o demografici, e in più non sono dentale. Larga a seconda dei tratti 8-10 corsie, è percorsa da cir-
abbastanza ben collegate con le altre zone naturali nelle vicinan- ca 300.000 veicoli al giorno. Proprio questa autostrada impedisce
ze». Quando gli autori hanno inserito nel modello la mancan- ai leoni di montagna di Santa Monica di passare dall’altra par-
za di diversità genetica fra i leoni di montagna, il risultato è te per accoppiarsi con una popolazione più numerosa, che spa-
cambiato drasticamente, a causa di quella che gli scienziati chia- zia sui 7700 chilometri quadrati della Los Padres National Forest.
mano «depressione da inincrocio». La popolazione delle San- Quando i biologi hanno preso a dotare di radiocollare la dozzina
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circa di leoni di montagna che monitoravano nelle Santa Moni- sarebbe dotato di barriere antirumore per proteggerlo dal rombo
ca Mountains, dice Riley, hanno potuto osservare che i maschi si dei traffico sottostante.
spostavano verso la 101, vedevano il fiume di veicoli e tornavano Il posto migliore per erigerlo, hanno concluso i biologi, sareb-
indietro. «L’habitat che abbiamo qui sembra buono per loro», di- be proprio quello in cui è passato per la prima volta P-12, un pun-
ce Riley dei felini delle Santa Monica Mountains. «Trovano cervi to del Liberty Canyon dove su entrambi i lati dalla strada c’è del-
in abbondanza.» Ma a causa della 101 gli unici potenziali partner la boscaglia selvatica. I puma potrebbero così approfittarne a ogni
con cui accoppiarsi sono parenti stretti, e ciò porta all’inincrocio. ora del giorno e della notte senza temere di restare vittima di inci-
Poi, nel 2009, è accaduto un miracolo. P-12, il dodicesimo pu- denti stradali.
ma catturato e munito di collare, ha trovato il modo di attraversa- Il territorio è già protetto, da tutti e due i lati di questo seg-
re l’autostrada in una zona denominata Liberty Canyon, dove l’ha- mento dell’autostrada; per di più è contiguo ad ampie zone di ha-
bitat è ancora naturale da entrambe le parti dell’arteria. «È stata bitat protetto sia a nord che a sud del passaggio, e quindi risulta
una cosa decisamente importante», ricorda Riley, «perché non so- una valida soluzione per le comunicazioni entro le Santa Moni-
lo è riuscito a passare dall’altra parte e a sopravvivere, ma si è an- ca Mountains. Idealmente, i felini non si renderebbero nemmeno
che riprodotto». conto di trovarsi su una struttura di fabbricazione umana.
Da allora, qualche altro leone di montagna ha seguito l’esem- Sovrappassi di questo tipo per la fauna selvatica sono stati pro-
pio di P-12, soprattutto di notte, quando c’è meno traffico. Uno vati per la prima volta in Francia negli anni cinquanta, e in Euro-
di essi ha trovato il modo di passare attraverso una conduttura pa sono diventati sempre più popolari. Ora stanno cominciando
sotterranea larga meno di 2 metri che si trova sotto la 101, e l’ha ad attecchire anche negli Stati Uniti: nel 2018 lo Utah ha inaugu-
attraversata 42 volte in meno di un anno, dice Riley. Ma poi è mor- rato un ponte lungo un centinaio di metri e largo 15 che consen-
to per le lesioni riportate in un incendio della foresta, e da allo- te ad alci, wapiti, cervi e altri animali selvatici di superare le sei
ra nessun altro puma ha più messo piede in quel lungo cunicolo corsie dell’Interstate 80 presso Salt Lake City. C’è un solo proble-
oscuro. ma per il ponte del Liberty Canyon: Caltrans non dispone di fon-
Ai biologi della California sembrava
che cercare di aiutare i leoni di monta-
gna di Santa Monica caricandoli su un Il leone P-22 era il testimonial ideale: uno scapolo
veicolo e portandoli in un luogo con
una popolazione di puma più diversifi- solo soletto, destinato a restare per sempre senza
cata, o importando individui di una si-
mile popolazione perché si riproduces-
fidanzata. «Il pubblico lo ha abbracciato in pieno»
sero con quelli di Santa Monica, come
era stato fatto in Florida, fosse un inter-
vento umano eccessivo, con troppi rischi di traumi per gli animali di per costruire sopraelevate destinate principalmente all’uso dei
selvatici. Ma il ripetersi degli attraversamenti ha dato loro un’idea felini predatori. Ed è qui che entra in campo il leone di montagna
su come aiutare i leoni di montagna di Santa Monica: costruire lo- di cartone.
ro un passaggio per poter attraversare la 101. In quel modo i felini
si ricongiungerebbero alla più vasta popolazione dei puma della eth Pratt, della National Wildlife Federation, aveva la-
catena della Sierra Madre, a nord, e ciò consentirebbe loro di tro-
vare partner con cui accrescere la diversità genetica del gruppo
più piccolo.
B vorato nei parchi nazionali di Yosemite e Yellowstone, e
dunque era abituata ad aree selvatiche disabitate e alla lo-
ro fauna. Venire a sapere che i monti adiacenti alla distesa urbana
I funzionari del Fish and Wildlife Service e quelli dei traspor- di Los Angeles ospitavano leoni di montagna è stato «strabiliante»,
ti hanno prima pensato a un tunnel, ma poi hanno scartato l’idea: ricorda. «Ha cambiato il mio modo di vedere gli animali selvatici».
il tunnel costerebbe troppo e creerebbe troppi disagi agli utenti Una volta divenuta direttrice generale del Centro regionale cali-
dell’autostrada, e non è garantito che gli animali lo userebbero. forniano del suo gruppo ambientalista, Pratt si è messa in contat-
Restava una sola opzione: un sovrappasso, un cavalcavia sopra la to con i biologi della Santa Monica Mountains National Recreation
101 che avrebbe consentito ai leoni di montagna dei due lati di an- Area e ha chiesto se c’era qualcosa in cui la sua associazione pote-
dare e venire come volevano. Recinzioni erette sui due lati poteva- va aiutarli. «E loro hanno detto: “Be’, ci sarebbe questo piccolo cor-
no guidare gli animali verso il sovrappasso, evitando loro di finire ridoio che stiamo cercando di costruire”».
in mezzo ai veicoli. In questo modo non sarebbe necessario cattu- Pratt ha incontrato i funzionari di Caltrans per parlarne. «Ci
rare e spostare i felini con un intervento umano. «Idealmente, se hanno dato un appoggio fenomenale», racconta. «Mi hanno detto:
costruiamo per loro questo sovrappasso, e ci mettiamo un po’ di “I soldi non li abbiamo, ma se voi ce li procurate noi lo costruire-
vegetazione, poi faranno da soli», dice Sikich. mo”.» Così sono arrivati a un accordo per cui l’80 per cento del de-
I funzionari del National Park Service, dopo aver consultato naro – più di 69 milioni di dollari – doveva venire da donatori pri-
esperti di corridoi faunistici e il Dipartimento dei trasporti del-
Copia di 40cd6480303f50ad75adb2d6289a0f83 vati e il restante 20 per cento essere coperto dai fondi pubblici per
la California (chiamato anche Caltrans), hanno progettato un so- i progetti di conservazione. E non era necessario che i fondi fosse-
vrappasso largo 50 metri che scavalca a 5 metri di altezza l’asfalto ro raccolti per intero prima dell’inizio dei lavori.
della 101. Il lato nord arriva sul fianco di un colle, e quello meri- La National Wildlife Federation ha lanciato una sottoscrizione
dionale scende un poco, dice Sikich. Se sarà costruito, sarà il più per raccogliere il suo 80 per cento, denominandola Salvate i co-
grande ponte per animali selvatici mai realizzato al mondo, con guari di L.A., e scegliendo una mascotte certamente capace di su-
un costo stimato in 87 milioni di dollari. Il ponte verrebbe costru- scitare le simpatie del pubblico: un leone di montagna maschio,
ito e piantumato in modo da somigliare al terreno circostante, e P-22, che nel 2012, contro ogni probabilità, ha preso residenza a
Griffith Park, presso la famosa, gigantesca insegna che dice: «Hol- non sono stati in molti. Durante la valutazione di impatto ambien-
lywood». I test genetici hanno chiarito che proveniva dalla popo- tale, ricorda Pratt, «sono arrivati oltre 8000 commenti favorevoli
lazione delle Santa Monica Mountains, il che vuol dire che per al progetto e solo 15 contrari». Alla causa hanno aderito persone di
raggiungere la sua residenza abituale ha attraversato sia la 101 ogni colore politico, perché la gente ama gli animali e «questo è un
sia un’altra grande arteria, la I-405. Malgrado il contesto urbano, problema concreto da risolvere», aggiunge.
Griffith Park offre a P-22 cibo in abbondanza e nascondigli in cui A maggio la sottoscrizione ha toccato i 44 milioni di dollari, più
acquattarsi durante il giorno. Solo che è l’unico leone di montagna che sufficienti per passare alla fase del progetto esecutivo. Poi, a
in un parco urbano di una quindicina di chilometri quadrati, il che luglio, il governatore Gavin Newsom ha approvato un bilancio sta-
fa di P-22 il testimonial ideale per la campagna. «Stiamo parlando tale che prevede di destinare 7 milioni al Liberty Canyon Wildli-
di uno scapolo solo soletto destinato a restare per sempre senza fe Crossing. Caltrans intende dare inizio ai lavori già a novembre.
una fidanzata», dice Pratt. «Il pubblico lo ha abbracciato in pieno. L’obiettivo è aprire il sovrappasso al transito dei leoni di monta-
È una vittima perfetta da compatire e in cui identificarsi». gna entro il 2024.
Pratt ha fatto fare una sagoma cartonata di P-22 a grandez- Pratt dice che non c’è un piano B, e non crede che ce ne sarà bi-
za naturale e se la porta dietro agli eventi di raccolta fondi, a Los sogno. Se la sottoscrizione non raggiungerà gli obiettivi, «i lavori
Angeles e altrove. Ha convinto figure di spicco come l’attore Se- inizieranno più tardi, ma il progetto non sarà cancellato. A questo
an Penn e Adam Schiff, deputato della California alla Camera dei punto però non prevediamo neanche ritardi».
rappresentanti statunitense, a posare con la sagoma, attirando an- Ma ora che sono saltati fuori P-81 e altri due individui con la co-
cora più attenzione sulla situazione dei puma. La notizia del pro- da piegata, la campagna di sottoscrizione è diventata una corsa
Living Habitats LLC e National Wildlife Federation
getto è diventata virale, dice Pratt: «Sono arrivate donazioni da per salvare i leoni di montagna prima che i danni diventino irre-
London, in Florida. Una coppia del Kansas che non è mai stata in parabili. «È probabile che la loro diversità genetica continuerà a
California ci ha donato 500.000 dollari». A Los Angeles ogni anno declinare», dice Benson. «Quel che nessuno può dire è quanto ci
a ottobre si celebra persino la «giornata di P-22», con un profluvio
Copia di 40cd6480303f50ad75adb2d6289a0f83 metterà per portarli all’estinzione. Non è il caso di aspettare che
di festeggiamenti in cui si raccolgono fondi e si fanno conoscere le sia troppo tardi.» D’altra parte, riflette, «se riusciamo a conservare
difficoltà di questi animali. Lo scorso autunno la giornata si è svol- dei grandi carnivori vicino a Los Angeles, penso che ciò deponga a
ta in modo virtuale, come tanti altri eventi, e questo ha richiesto favore della possibilità di farlo anche altrove, in questo paese». Q
un approccio più creativo, racconta Pratt. «Abbiamo fatto realiz-
zare un’interfaccia di gioco a progettisti di videogame». In uno dei
PER APPROFONDIRE
giochi, P-22 esce dal parco in volo con uno zaino a razzo.
C’è chi ha messo in discussione la validità del sovrappasso, ma Sulle tracce della tigre. Karanth U., in «Le Scienze» n. 578, ottobre 2016.
www.lescienze.it Le Scienze 83
Assemblato e pronto
Il James Webb Space
Telescope, la cui costruzione
è ora completa, attende il
lancio previsto a dicembre
in una struttura di Redondo
Beach, in California,
gestita dal suo appaltatore
principale, la Northrop
Grumman.
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ASTRONOMIA
Prima
luce Il tanto atteso successore
dello Hubble Space Telescope è
finalmente pronto al lancio
di Clara Moskowitz
fotografie di Chris Gunn
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Clara Moskowitz è senior editor a «Scientific
American», dove si occupa di spazio e di fisica.
C
ni. Dal 2009 ha immortalato ogni tappa del
progetto e ha assistito all’assemblaggio e ai
test di quasi tutti i componenti del veicolo
SA, Chris Gunn ha docu-
mentato il James Webb
Space Telescope (JWST)
fin dai suoi primi gior-
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Carico fragile
Gli operatori trasportano una delle sezioni dello specchio
del JWST, arrivate al Goddard Space Flight Center in cilindri
di trasporto costruiti appositamente, dal produttore, la Ball
Aerospace, nel Colorado. Ogni specchio è largo 1,32 metri;
nell’insieme formano un’area di osservazione sei volte più
grande dello specchio dello Hubble Space Telescope.
Stanza ultrapulita
Prima che le varie parti del JWST fossero montate insieme,
i suoi specchi e i suoi strumenti sono stati assemblati con
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Gabbia dorata
Prima che fossero costruite e testate le vere attrezzature
da lanciare in orbita, una versione di prova delle ottiche,
chiamata Optical Telescope Element Simulator, è stata
sottoposta a condizioni simili a quelle dello spazio nello Space
Environment Simulator al Goddard. Queste coperte termiche
d’oro avvolgono un sistema di supporti e dispositivi di controllo
termico, incluso un gruppo di pannelli con azoto liquido che
aiutano a mantenere il simulatore a circa 100 Kelvin,
per riprodurre gli estremi di temperatura che i materiali
incontreranno nello spazio.
www.lescienze.it Le Scienze 91
Scrutinio ripetuto
Un tecnico maneggia con cura la lamina d’oro
usata per avvolgere gli strumenti durante
i test criogenici nello Space Environment
Simulator. Questi test intensivi e ripetuti servono
a garantire che il JWST funzionerà una volta
giunto a destinazione, dove gli scienziati non
avranno modo di intervenire se qualcosa va
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92 Le Scienze
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Coperte extra
L’elaborato schermo solare del JWST non è la sola cosa che
lo terrà fresco. Uno strato protettivo di copertura dietro allo
specchio primario, chiamato frill (fronzolo), impedirà a luce e
calore indesiderati di raggiungere i sensori a infrarossi. Poiché
l’osservatorio è aperto – non avendo l’usuale cilindro che
circonda le ottiche presente sulla maggior parte dei telescopi
– questo strato aggiuntivo aiuterà a eliminare anche la tenue
contaminazione luminosa proveniente dalle stelle e dalle
galassie dietro lo specchio.
Luci spente
Copia di 40cd6480303f50ad75adb2d6289a0f83 I tecnici esaminano gli specchi del JWST durante un test «a
luci spente». «È uno scatto serale perché questo test va fatto
al buio» dice Gunn. «Ho sempre voluto che le mie immagini
documentassero la quantità di lavoro che si sta facendo per
mandare avanti il progetto. Quando si parla di questo telescopio
e di quanto tempo ci è voluto per costruirlo, penso che se ci
PER APPROFONDIRE
si rendesse conto di tutto il lavoro che ha richiesto, il tempo
Osservatorio a nido d’ape. Irion R., in «Le Scienze» n. 508, dicembre 2010. impiegato sarebbe considerato in modo diverso».
Grafica di Mark Belan; fonti: NASA/Johns Hopkins University Applied Physics Laboratory/Carnegie Institution of Washington (superficie
rapida rotazione del
di Mercurio); Reto Stöckli, NASA Earth Observatory (superficie della Terra); NASA/JPL/Space Science Institute (superficie di Giove)
Linee del campo pianeta e del suo più
magnetico voluminoso interno
(blu) metallico.
le dinamo Urano
Qui il campo magnetico
è inclinato di 60
Molti pianeti vicini hanno campi magnetici, gradi rispetto all’asse
ma la loro genesi non è ancora chiara di rotazione, perciò
la sua forza e il suo
orientamento fluttuano
I campi magnetici nel sistema solare sono sorprendentemente diver-
man mano che Urano
si: quelli di Giove e Saturno sono molto forti, su Mercurio è minuscolo. ruota.
Quelli di Urano e Nettuno sono sghembi rispetto all’asse di rotazione, ma
altri sono ben allineati. E ciascuno ha un set unico di condizioni che ge- Nettuno
Anche l’asse magnetico
nerano una dinamo, il motore che si ritiene attivi il campo magnetico.
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n piccolo topo si muove sulle dune. regioni aride, le comunità che le abitano, e gli
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La ceretta di Occam di Beatrice Mautino
n uno dei miei ultimi viaggi a New York mi in considerazione perché gli studi in vitro, per
n gruppo di scienziati del De- ponenti minori del burro di cacao, che oltre ai
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Rudi matematici Da un vecchio scatolone polveroso spuntano
fuori nove carte da gioco. E la tentazione di
giocarci di nuovo è troppo forte per non cedere
Ricordi in cantina
È
fenomeno scientificamente accertato che, ogniqualvol-
ta si decida di mettere ordine in una cantina (ma il teore-
ma è generalizzabile anche ai solai e ai ripostigli), ci si ri-
trovi quasi istantaneamente persi nelle rimembranze scatenate da
qualche polveroso reperto spuntato fuori da scatoloni dimentica-
ti. È esattamente quel che sta succedendo a Rudy, che osserva con
aria nostalgica poche, antiche carte da gioco mentre Alice e Piotr
combattono un’aspra battaglia contro polvere, ragni e ragnatele.
«Niente da fare», mugola con voce rotta, «le altre sono proprio
scomparse».
«Rudy, fammi capire. Ti stai disperando per la scomparsa di un
mazzo di carte formato mignon, quelle che un tempo si regalava-
no ai bambini?»
«Certo! Riconosco benissimo il mio primo mazzo di carte! Ri-
cordo anche che era dato in omaggio con una confezione gigan-
tesca di formaggini; ho fatto fuoco e fiamme per averlo, divo-
rando diligentemente tutti i formaggini. E io ho sempre odiato i
formaggini.»
«Bastava chiamarmi, no?», ridacchia Piotr. «Ti avrei aiutato vo-
lentieri nell’arduo compito. In men che non si dica ti saresti ritro-
vato abbastanza mazzi per organizzare un torneo internazionale
di canasta.»
«Non avevo ancora il piacere di conoscerti, Doc. Altrimenti
avrei sicuramente approfittato delle tue mandibole.»
«Già ti vedo», dice Alice mentre polverizza spietatamente una
ragnatela. «Avresti subito trovato il modo di rubare a un Doc anco-
ra infante pure la merenda, pur di vincere qualcosa.»
«Niente affatto; per esempio, se avessimo giocato con i formag-
gini come posta, avrei certo implementato (senza dirglielo, ovvio)
la strategia misère del gioco, lasciandolo ricco di latticini, traci- chiunque conosca il significato delle parole “sicurezza elettrica”.
mante di calorie e convinto di essere un grande giocatore.» Del resto, anche lasciare un mazzo di carte in mano a un bambino
«Vincendo occasionalmente qualche partita, magari quando in oggi sarebbe considerato un avviamento alla perdizione. Sui rego-
palio c’erano tavolette di cioccolata, vero?» li calcolatori, non so che dire. I commessi dei negozi specializzati
«Beh, forse... comunque, quel mazzo era il mio giocattolo pre- non sanno più neanche che cosa siano…»
ferito, e mi ha seguito sin quando i polli non hanno cominciato a «Basta con queste nostalgie da vecchi bacucchi. Qualche car-
insospettirsi per il fatto che usassi carte così piccole.» ta del tuo amato mazzo l’hai trovata: potresti incorniciarle, se pro-
«Certo, era più facile infilarsele nella manica…» prio ci tieni.»
«Per tua norma e regola, io non baro mai “con le carte”; io baro «Le carte diventano tristi, quando le metti in cornice. Il loro
“con le regole”. Comunque, questa perdita mi rende molto triste. scopo, nella vita, è far muovere capitali a senso unico.»
Lo avrete avuto anche voi un giocattolo preferito, no?»
Copia di 40cd6480303f50ad75adb2d6289a0f83 «Già, dagli altri verso Rudy…»
«Beh, non so se “giocattolo” sia il termine giusto», sospira Alice. «Non solo: più genericamente, dai polli verso il banco. Ma ve-
Illustrazione di Stefano Fabbri
«Ma io da piccola adoravo un regolo calcolatore...» diamo, magari qualcosa si può combinare con queste poche su-
«Carte da gioco, regoli calcolatori… e pensare che io venivo perstiti… sono nove in tutto: il due di cuori, il tre di fiori, il quattro
preso in giro perché dicevano che giocavo con cose da femminuc- di picche, il cinque di fiori, il sei di picche, il sette di cuori, l’otto di
cia: avevo “Il Mio Piccolo Forno”, e già a cinque anni sfornavo dol- picche, il nove di cuori e il dieci di fiori. Neanche una figura, male-
ci buonissimi.» dizione, ma forse…»
«Oh, me lo ricordo! Oggi, farebbe venire un mezzo infarto a «Niente figure, nessuna quadri e nessuna possibilità di rime-
IL PROBLEMA DI OTTOBRE
Il problema del numero scorso riguardava una strana competizione sco- po (1). In linea di massima, i premi di tipo (2) andranno a chi occuperà
lastica alla quale erano chiamati a partecipare 100 studenti su 7 diverse le cinque posizioni (dalla seconda alla sesta) nelle sette materie, quindi
materie. Non erano previsti ex-aequo in nessuna classifica, i premi era- c’è una prima massimizzazione al valore 7 × 5 = 35. Questi premi tutta-
no tutti di pari valore e, oltre ai singoli vincitori di ognuna delle materie, via richiedono che ci si sia qualificati in almeno quattro materie; il mas-
venivano premiati anche tutti gli studenti che si piazzavano nei primi sei simo numero di premi sarà pertanto distribuito quando sarà massimo il
posti in almeno quattro materie. Si chiedeva quanti fossero, al massimo, numero di studenti posizionati per quattro volte nelle posizioni tra la se-
i premi assegnabili. conda e la sesta.
La risposta è 15, e la cosa curiosa è che il numero degli studenti è un È facile vedere che, essendo 35 = 4 × 8 + 3, il massimo numero di stu-
dato del tutto pleonastico. Si considerino infatti – anche se i premi so- denti che possono accedere ai premi di tipo (2), modulando il teorico
no tutti di pari valore – due tipologie, quelli vinti per essere giunti primi in massimo 35 in ragione 4, è pari a 8. Il totale dei premi di tipo (1) somma-
una materia (1) e quelli ottenuti per essersi classificati nei primi sei po- ti a quelli di tipo (2) è pertanto 15, e il numero degli studenti partecipanti,
sti in quattro materie (2): al più sette studenti riceveranno il premio di ti- purché superiore appunto a 15, non è significativo.
re. Rudy, per punizione, trova il modo di spennare Doc, anche con
solo quelle nove carte.»
«Eccomi, eccomi. Pronto, e questa volta lo spennerò con il tuo
aiuto.»
«Vi serve una cavia? Giochiamo a formaggini?»
«Sì per la cavia, no per i formaggini. Allora, abbiamo qui “Dako-
ta Braid”, la gambler dal cuore d’oro...»
«Non contarci. Ma il nome mi piace.»
«Insomma, Treccia ha tre mazzetti di carte: uno formato dalle
tre carte di fiori, uno formato da quelle di cuori e il terzo dalle re-
sidue picche. Ogni singolo mazzetto è mescolato individualmen-
te; tu, Doc, a questo punto ne scegli uno e lo enunci urbi et orbi.»
«Come devo enunciarlo? Per esempio, dico “il terzo mazzetto”
oppure “quello di fiori”?»
«Dì “fiori” e non ci pensiamo più. A questo punto Treccia ti
mette davanti le tre carte di fiori coperte, e tu ne scegli una. Ora
entro in gioco io e scelgo, come hai fatto tu, uno dei tre mazzetti.
Poi, sceglierò una carta come hai fatto tu. Tutto qua: a quel punto
giriamo le carte, e chi ha quella più alta vince.»
diare un poker. In compenso, mi sembra piuttosto facile fare delle «Ah, ecco... tutta questa storia di Dakota Braid, e io non gioco e
scale. A proposito di poker, Treccia, ricordo un problemino facile non vinco niente?»
facile, che magari non conosci... ti interessa?» «Treccia, visto che odi le probabilità, pensavo di farti fare da
«No, ma tanto so che me lo dirai lo stesso. Oggi il mondo va pro- croupier e proprietaria del tavolo: per giocare io e Doc paghiamo
prio al contrario: tu che fai i problemi, il Capo che si sdilinquisce una quota, e così tu vinci sempre. Contenta?»
di nostalgia...» «Sì, mi piace, come idea. Non devo fare conti, e incasso. Ma il
«Ma no, il mio è solo un quesitino per giocatori, e stai pure tran- trucco, perché che sia un trucco sono sicurissima, dove sta? Vuoi
quilla, niente probabilità. Prendi un normale mazzo di 52 carte dirmi che questo gioco non è equo, e che favorisce te rispetto a
francesi; puoi fare un sacco di “scale a colore”: da asso a cinque, da Doc?»
due a sei, e così via sino alla scala reale dal dieci all’asso. In totale, «Alice, non fare domande scontate – sbuffa Piotr – figurati se
dieci per ogni seme, che moltiplicate per i quattro semi fa un tota-
Copia di 40cd6480303f50ad75adb2d6289a0f83 questo losco figuro non inventa un gioco a suo favore. Il proble-
le di quaranta scale.» ma non sta nel capire “se” è a suo favore, ma di “quanto” lo sia. Co-
«Okay. E con ciò?» munque, Capo, ancora una domanda: hai detto che tu puoi sce-
«Adesso contiamo i poker, che è più facile: non si scappa, esisto- gliere anche lo stesso mazzetto mio?»
no solo 13 poker possibili, da quello di due a quello d’assi. E allora, «Sì, se voglio. Ovviamente, se lo faccio, potrò scegliere solo tra
se sono possibili solo 13 poker contro ben 40 scale a colore, perché le due carte residue. Ho solo una preoccupazione, adesso: Treccia,
mai la scala a colore batte il poker?» sei abbastanza brava e delicata nel maneggiare le carte? Non vor-
«Avevi ragione, è troppo facile, pertanto mi rifiuto di risponde- rei si rovinassero… non so se ve lo ho già detto, ma ci tengo.»
Nove parole e la loro storia, per comporre una storia cul- riuscito a mostrare gli atomi superficiali di una lastra di
turale dei concetti alla base della scienza e soprattut- silicio. Nel mezzo, ci sono stati momenti della storia in
to della fisica moderna. Il libro di Alessandro Bettini è cui l’atomo era un argomento divisivo e altri in cui se ne
nato come glossario, poi come rubrica fissa pubblica- discuteva nei consessi ecclesiastici, come nel Concilio
ta nel giornale della Società italiana di fisica, e infine si è di Trento, arrivando a considerarlo un’eresia.
trasformato in un percorso storico filosofico alla portata Oppure c’è il «vuoto», che noi oggi riusciamo a imma-
di molti (non proprio di tutti), da leggere nei nove capi- ginare senza particolari problemi, ma che per secoli è
toli di un libro prezioso per chi voglia capire le radici del- stato negato da tutti i filosofi del mondo occidentale, da
la scienza di oggi. Aristotele a Cartesio. Poi Isaac Newton, poi l’elettroma-
Ma se «ogni parola ha una storia da raccontare», e se gnetismo e infine la teoria quantistica, e il vuoto è diven-
quelle della fisica ci raccontano la dinamica complessa tato il fondamento dell’universo. O anche «eclissi»: un
della costruzione del pensiero scientifico, va anche pre- fenomeno che per millenni ha colpito l’immaginazione
cisato, come l’autore fa sin dalle prime pagine dell’intro- umana e dato forma alle nostre cosmogonie, e in epo-
duzione, che nella fisica vigono, di necessità, definizio- che recenti ci ha spinti in avventurose spedizioni fino a
ni rigorose comuni a tutti. Capire come ci siamo arrivati quella che ha reso Albert Einstein e la sua teoria della
serve a inquadrare meglio le questioni fondanti e a leg- relatività famosissimi in tutto il mondo. Progressi della fi-
gere con più chiarezza i problemi attuali. sica che, in una ventina di secoli e due rivoluzioni scien- Nove parole della fisica
Per esempio: «atomo» significa «indivisibile» ed è sta- tifiche, si sono fatti cultura condivisa e hanno cambiato di Alessandro Bettini
to immaginato millenni prima dell’invenzione del micro- il nostro modo di pensare la natura. Bollati Boringhieri, Torino, 2021,
scopio a effetto tunnel che, con i suoi ingrandimenti, è Silvia Bencivelli pp. 240 (euro 19,00)
Dalla Lapponia alle Maldive, da Miami a Singapore: il vi saggi sul perché la nostra specie abbia difficoltà ad
mondo in lungo e in largo, perché il cambiamento cli- agire in modo costruttivo di fronte al cambiamento: la
matico non sta risparmiando nessuno. Fabio Deotto è psicologia negli ultimi decenni ha descritto nel dettaglio
uno scrittore di fiction – ma biologo di formazione – non i bias cognitivi che – probabilmente selezionati nell’e-
uno studioso del clima, e ha sentito il bisogno di narrare voluzione – ci impediscono di ragionare su scale spa-
non il futuro del pianeta con previsioni catastrofiche, ma zio-temporali ampie (sia verso il passato sia nel futuro)
il presente di adattamento e il passato che ci ha portato e di fatto tendono a paralizzarci, anche di fronte alle sfi-
qui, in mezzo a questa trasformazione dall’inerzia seco- de che da decenni ci pone il cambiamento climatico.
lare. Così ha deciso di andare in giro per il mondo a ve- Le sfide sono ovviamente politiche prima ancora che in-
dere che cosa abbiamo perso, che cosa stiamo perden- dividuali: il cambiamento è per tutti, ma in una socie-
do e come stiamo reagendo all’innalzamento del livello tà iniqua sono iniqui anche gli effetti del riscaldamen-
dei mari o agli ambienti mutati dall’azione umana, pro- to. I ricchi potranno difendersi o spostarsi comprando
ducendo un bellissimo reportage.
Copia di 40cd6480303f50ad75adb2d6289a0f83 terre altrove; i poveri non hanno alternative, se non di-
C’è l’approccio di resistenza: dighe di cemento per te- ventare «rifugiati ambientali». Le pratiche per risponde-
nere lontani fiumi e oceani (una coperta cortissima e re al cambiamento le abbiamo, ma hanno bisogno di un
molto miope, che difende l’esistente a qualsiasi prezzo, contesto politico e culturale per essere attuate: una nar-
spesso peggiorando la situazione). E l’approccio di resi- razione nuova per uscire dal mito della crescita infinita L’altro mondo
lienza: se la miniera sta facendo crollare la città, spostia- e guardare al passato per trovare alcune soluzioni (dove di Fabio Deotto
mo la città e usiamo l’opportunità per creare un luogo e come coltivare), ma sfruttando scienza e tecnologia. Bompiani, Milano, 2021,
nuovo e più adattabile. Inframmezzati al reportage, bre- Mauro Capocci pp. 336 (euro 19,00)
«La tecnologia CRISPR si sta muovendo più rapida del- di non limitarsi a parlare di CRISPR e delle sue applica-
la società. Verso dove dipende da tutti noi». Nella frase, zioni, ma di ricostruire in modo dettagliato il contesto in
che chiude la lunga esposizione delle nuove frontiere cui questa tecnologia si è andata a collocare, ripercor-
dell’editing genomico, è racchiuso il messaggio princi- rendo tutta la storia delle più importanti innovazioni nel-
pale del discorso. Come ha notato la giornalista Anna la scienza della vita e focalizzandosi sulla nascita e sugli
Meldolesi, che in Italia è la più autorevole voce della di- sviluppi dell’ingegneria genetica. Molto utile a inquadra-
vulgazione scientifica su CRISPR, gli sviluppi di questa re preventivamente il discorso in tutti i suoi aspetti è an-
tecnologia si sono evoluti così rapidamente da riuscire a che la prefazione all’edizione italiana, a cura di Carlo Al-
dare concretezza sia alle più floride speranze (dagli svi- berto Redi, che mette subito sul tavolo tutte le domande
luppi della medicina all’agricoltura, tenendo conto an- che ancora attendono una risposta, mentre il cammino
che della crisi climatica) sia a seri dubbi. Tra questi ulti- delle innovazioni scientifiche e tecnologiche non si fer-
mi, la possibilità di intervenire sul genoma di un essere ma un attimo.
umano, come è accaduto negli esperimenti dello scien- Di pari passo con lo svolgersi degli avvenimenti scienti-
ziato cinese He Jiankui, che hanno sollevato gravi pro- fici, che Davies illustra con uno stile vivace e appassio-
blemi etici e alimentato controversie. nato, veniamo a conoscenza anche dell’intreccio delle
Nessuno è più titolato di Kevin Davies – genetista di for- vicende umane e professionali dei protagonisti, tra lot-
mazione, alla guida di «Nature Genetics» e direttore te per la primogenitura e vertenze legate a brevetti. Il di- Riscrivere l’umanità
esecutivo del «CRISPR Journal» – per aiutare il lettore a scorso si chiude con l’importanza e l’urgenza della que- di Kevin Davies
comprendere gli aspetti scientifici e anche quelli umani, stione etica, soprattutto nel campo dei diritti umani. Raffaello Cortina Editore, Milano,
più e meno edificanti, della questione. La sua scelta è Anna Rita Longo 2021, pp. 556 (euro 32,00)
In un futuro forse nemmeno troppo lontano l’umani- re, meccanismi e materiali dell’Agenzia spaziale euro-
tà potrà visitare e addirittura colonizzare altri corpi del pea, di cui è anche portavoce, parte per raccontare il
sistema solare, a partire dalla Luna, per poi passare a complesso e profondo rapporto che da sempre lega l’u-
Marte e anche oltre. Per arrivarci occorreranno anco- manità allo spazio. Traendo spunto da numerosi episodi
ra molto lavoro e molta ricerca sia scientifica di base sia che l’hanno visto in alcune circostanze protagonista e in
tecnologica, ma la strada è intrapresa da tempo. Anzi, altre testimone, l’autore racconta una storia dell’esplo-
da una data precisa: il 17 dicembre 1903. Fu nella fred- razione spaziale, e delle conseguenti grandi conquiste
da mattina di quel giorno d’inverno che i fratelli Wilbur e scientifiche e tecnologiche, molto personale e appassio-
Orville Wright diventarono i primi uomini a staccarsi dal nante, ricca di aneddoti, di citazioni letterarie, di riferi-
suolo con un volo controllato e spinto da un motore. Il menti filosofici. Da cui emerge forte la prospettiva futura
loro aeromobile, il Flyer, volò per appena 12 metri, co- di un’umanità non più ancorata al nostro pianeta (Ho-
munque sufficienti a indicare il percorso che, meno di mo terrestris), ma proiettata verso altri mondi.
70 anni dopo, avrebbe portato gli esseri umani a calpe-
Copia di 40cd6480303f50ad75adb2d6289a0f83 Gli ostacoli sono tanti, perché lo spazio è un ambiente
stare il suolo di un altro corpo celeste. ostile ed è solo da pochi decenni che l’umanità sta im-
Così, dopo millenni di vita vissuta muovendo i pro- parando – anche con molti errori fatali – ad affrontarlo.
pri passi sulla superficie del nostro pianeta, Homo sa- Ma il nostro desiderio di conoscenza supera ogni paura
piens ha intrapreso un nuovo percorso evolutivo che lo e ogni limite. E, sembrerà paradossale, la salvezza del Homo caelestis
porterà a diventare una nuova specie, Homo caelestis. nostro pianeta passa anche da una sempre maggiore di Tommaso Ghidini
È da questa «invenzione», che dà il titolo al libro, che conoscenza dello spazio in cui è immerso. Longanesi, Milano, 2021,
Tommaso Ghidini, responsabile della Divisione struttu- Emiliano Ricci pp. 224 (euro 18,00)
n festival di divulgazione scientifica che si pone come nazionali di divulgazione scientifica: Barbara Mazzolai, esperta di
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photo Consorzio Camó
a dicembre
L’universo invisibile
di Marcela Carena
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Novità
Grandi scoperte fatte per caso.
La serendipità e i suoi eroi, I merli urbanizzati
da Zadig a Sherlock Holmes. cantano più forte per
farsi sentire nel traffico.
Dopo averlo scoperto
vedrete la città
con occhi diversi.
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