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le Scienze

edizione italiana di Scientific American


Novembre 2021
euro 5,90

DOSSIER

L’Italia nel clima


che cambia
L’impatto del riscaldamento globale
sul nostro paese e che cosa possiamo
aspettarci in futuro

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Planetologia Psicologia cognitiva Spazio


Le tre nuove missioni di ESA Le interazioni sociali Il James Webb Space
e NASA per lo studio di Venere in un mondo in mascherina Telescope è pronto a partire
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in copertina Sommario
Alcuni effetti del cambiamento climatico in Italia sono ormai evidenti,
ma è ancora possibile affrontarli per evitare gli scenari peggiori elaborati
dai modelli (Foto: Giuseppe Cacace/AFP via Getty Images) Novembre 2021 numero 639

84
ASTRONOMIA
Prima luce
di Clara Moskowitz
fotografie
di Chris Gunn
Il tanto atteso
successore
dello Hubble
Space Telescope
è finalmente
pronto al lancio

SCIENZE PLANETARIE AMBIENTE URBANO

26 Superare la maledizione 50 Che clima farà in città


di Venere di Donatella Spano e Valentina Mereu
di Robin George Andrews Un rapporto su sei grandi centri italiani illustra i cambia-
Tre nuove missioni spaziali sono destinate a riavviare gli menti climatici attesi e i rischi da affrontare
studi sul nostro vicino che trascuriamo da tempo. Potreb-
bero spiegare come e perché è diventato il gemello mali- COMPUTER QUANTISTICI
gno della Terra 66 Il futuro quantistico della chimica
di Jeannette M. Garcia
DOSSIER
I computer quantistici porteranno i modelli matematici
delle molecole a un nuovo livello di precisione; in questo
36 L’Italia nel clima che cambia modo, i ricercatori avranno meno bisogno di contare sul-
Il riscaldamento globale causato dalle attività umane va la serendipità
sempre più veloce. In questo dossier analizziamo l’impat-
to che ha già sul nostro paese e che cosa possiamo aspet- PSICOLOGIA DELLA PERCEZIONE
tarci in futuro
70 Quando il mondo si è coperto il volto
di Federica Sgorbissa e Marco Viola
IL NUOVO RAPPORTO IPCC
La mascherina rende più difficile riconoscere l’interlocu-
38 Un mondo sempre più caldo tore e decifrarne parole e stati d’animo. Ma c’è anche chi
di Riccardo Valentini apprezza la riservatezza che offre
Innumerevoli dati diversi concordano: il clima sta cam-
biando in fretta, e per evitarlo è urgente abbattere le emis- C O N S E R VA Z I O N E D E L L A N AT U R A
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sioni di gas serra 76 I leoni di Los Angeles


di Craig Pittman
Fotografia di Chris Gunn

M O D E L L I C L I M AT I C I
I leoni di montagna di Santa Monica sono costretti all’en-
42 Scenari italiani dogamia, tanto che cominciano a manifestare difetti ge-
di Paola Mercogliano netici. Un ambizioso progetto, che punta a costruire il più
Il futuro del nostro clima non è scritto. Anche se alcuni an- grande ponte per la fauna selvatica mai realizzato al mon-
damenti sono ormai chiari, possiamo evitare il peggio do, potrebbe salvarli

www.lescienze.it Le Scienze 3
Sommario Rubriche

7 Editoriale
di Marco Cattaneo

8 In edicola

10 Intervista
Come capire dove si esprimono i geni di Marta Paterlini

12 Made in Italy
Colpire le proteine nascenti per fermare le malattie
di Letizia Gabaglio

14 Il matematico impertinente
10 Musica irrazionale di Piergiorgio Odifreddi

15 Scienza e filosofia
Meccanismi, vecchi e nuovi di Elena Castellani

16 Homo sapiens
Strumenti insoliti di Giorgio Manzi

17 La finestra di Keplero
I cent’anni del Nobel di Einstein di Amedeo Balbi

96 Coordinate
Cercando le dinamo di Clara Moskowitz

17 97 I bastioni di Orione
Il topo fra le Dune di Michele Bellone

98 La ceretta di Occam
Poche certezze sulla bava di lumaca di Beatrice Mautino

99 Pentole & provette


Novità per il cioccolato di Dario Bressanini

sarayut Thaneerat/Getty Images (pianta); Science Photo Library/AGF


100 Rudi matematici
Ricordi in cantina
di Rodolfo Clerico, Piero Fabbri e Francesca Ortenzio
(Albert Einstein); WS Studio/iStockphoto (cioccolato)

102 Libri & tempo libero


99
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SCIENZA NEWS

18 I segnali di fumo dell’Etna 21 Strumenti innovativi 23 Il clima


20 Il premio per la fisica torna a casa per costruire molecole allunga gli animali
20 Quando la fisica 22 Una sorpresa sotto il Gran Sasso 23 La scomparsa dei dinosauri
è un sistema complesso 22 Che sia onda o particella ha moltiplicato i serpenti
21 La percezione del tocco e del calore dipende anche dalla fonte 24 Brevissime

4 Le Scienze 639 novembre 2021


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di Marco Cattaneo Editoriale Comitato scientifico
Leslie C. Aiello John P. Moore
presidente, Wenner- docente di microbiologia e
Gren Foundation for immunologia, Weill Medical
Anthropological Research College, Cornell University
Roberto Battiston M. Granger Morgan
professore ordinario di fisica docente, Carnegie Mellon
sperimentale, Università University
di Trento Miguel Nicolelis
Roger Bingham condirettore, Center for
docente, Center for Brain and Neuroengineering, Duke
Cognition, Università della University
California a San Diego Martin Nowak

Un clima globale Edoardo Boncinelli


docente, Università Vita-
Salute San Raffaele, Milano
Arthur Caplan
direttore, Program for
Evolutionary Dynamics,
Harvard University
Robert Palazzo
docente di biologia,

da Nobel
docente di bioetica,
Rensselaer Polytechnic
Università della Institute
Pennsylvania
Telmo Pievani
Vinton Cerf
professore ordinario filosofia
Chief Internet Evangelist, delle scienze biologiche,
Google Università degli Studi di
George M. Church Padova
La crisi climatica va veloce e ha ricevuto l’attenzione direttore, Center for Carolyn Porco
Computational Genetics, leader, Cassini Imaging
del comitato che assegna il premio per la fisica Harvard Medical School Science Team, e direttore,
Rita Colwell CICLOPS, Space Science
Institute
docente, Università del
Maryland a College Park e Vilayanur S.
Ramachandran

“S
ono decenni che la scienza dell’effetto serra e il bilancio radiativo che Johns Hopkins Bloomberg
School of Public Health direttore, Center for Brain
ci ha avvertito che i com- fa della Terra un pianeta adatto alla vita co- Richard Dawkins and Cognition, Università
della California a San Diego
portamenti umani stavano me la conosciamo. Negli anni sessanta, Ma- fondatore e presidente,
Lisa Randall
Richard Dawkins Foundation
mettendo le basi per un aumento vertigi- nabe ha dimostrato come un aumento della Drew Endy docente di fisica, Harvard
University
noso della temperatura del nostro piane- concentrazione di CO2 in atmosfera porti a docente di bioingegneria,
Carlo Alberto Redi
Stanford University
ta. […] Raggiungere la fine della crisi è co- un aumento delle temperature ed è stato il Ed Felten
docente di zoologia,
Università di Pavia
me guidare di notte: le scienze sono i fari, primo a esplorare l’interazione tra il bilan- direttore, Center for
Martin Rees
Information Technology
ma poi la responsabilità di non andare fuo- cio radiativo e il trasporto verticale di mas- Policy, Princeton University docente di cosmologia e
astrofisica, Università di
ri strada è del guidatore». Sono le parole se d’aria. Dieci anni più tardi, «Hasselmann Kaigham J. Gabriel Cambridge
presidente e CEO, Charles
che Giorgio Parisi ha pronunciato a margi- ha creato un modello che collega il tempo Stark Draper Laboratory
John Reganold
docente di scienza del suolo,
ne della Conferenza sul clima a Montecito- e il clima, rispondendo così alla domanda Harold Garner Washington State University
rio l’8 ottobre, tre giorni dopo essere stato sul perché i modelli climatici possano esse- direttore, divisioni sistemi e Jeffrey D. Sachs
informatica medici, docente,
direttore, The Earth Institute,
insignito del premio Nobel per la fisica con re affidabili nonostante il tempo sia mute- Virginia Bioinformatics Columbia University
Institute, Virginia Tech
Syukuro Manabe e Klaus Hasselmann. vole e caotico», scrive la Fondazione Nobel. Michael S. Gazzaniga
Eugenie C. Scott
Founding Executive Director,
Parisi ha ricevuto metà del premio per i Ci sarebbe da chiedersi come siamo ar- direttore, Sage Center for the National Center for Science
Study of Mind, Università Education
suoi fondamentali contributi alla teoria dei rivati fin qui, vale a dire al rapporto dell’In- della California a Santa
Barbara
Terry Sejnowski
sistemi complessi, che «rendono possibi- tergovernmental Panel on Climate Chan- docente e direttore del
David Gross Laboratorio di neurobiologia
le comprendere e descrivere molti mate- ge di cui parla Riccardo Valentini a pagina docente di fisica teorica, computazionale, Salk
riali e fenomeni diversi e apparentemente 38. Che è il risultato di mezzo secolo di apa- Università della California a Institute for Biological
Santa Barbara (premio Nobel Studies
casuali, non solo in fisica ma anche in al- tia della politica globale mescolato alla pro- per la fisica 2004) Michael Shermer
tre aree, come la matematica, la biologia, le paganda di interessi particolari e a un’in- Danny Hillis editore, rivista «Skeptic»
co-presidente, Applied Michael Snyder
neuroscienze e l’apprendimento automa- formazione non sempre corretta o efficace. Minds, LLC
docente di genetica, Stanford
tico». Nello stesso ambito dei sistemi com- Fatto sta che le previsioni dei modelli cli- Daniel M. Kammen University School of Medicine
direttore, Renewable Giorgio Vallortigara
plessi si sono svolte le ricerche di Syuku- matici stanno diventando realtà, con un au- and Appropriate Energy docente di neuroscienze,
ro Manabe e Klaus Hasselmann, i cui lavori mento della temperatura di 1,09 gradi ri- Laboratory, Università della direttore associato, Centre
California a Berkeley for Mind/Brain Sciences,
hanno riguardato i modelli climatici. «Le spetto all’era preindustriale. Vinod Khosla Università di Trento
scoperte premiate quest’anno dimostrano Nel dossier di queste pagine, realizzato Partner, Khosla Ventures Lene Vestergaard Hau
Christof Koch docente di fisica e fisica
che la nostra conoscenza del clima poggia in collaborazione con la Fondazione Centro presidente dell’Allen Institute applicata, Harvard University
su una solida base scientifica, basata su una euro-mediterraneo sui cambiamenti clima- for Brain Science di Seattle Michael E. Webber
Lawrence M. Krauss direttore associato, Center
rigorosa analisi delle osservazioni. I pre- tici, abbiamo provato a raccontare che cosa for International Energy
direttore, Origins Initiative,
& Environmental Policy,
miati di quest’anno hanno tutti contribuito potrà succedere in Italia nei decenni a ve- Arizona State University
Università del Texas ad
a farci comprendere meglio le proprietà e nire. E quali dovrebbero essere le misure Morten L. Kringelbach Austin
direttore, Hedonia: George M. Whitesides
l’evoluzione di sistemi fisici complessi», ha per limitare l’impatto dell’emergenza cli- TrygFonden Research Group, docente di chimica e
Università di Oxford e
dichiarato Thors Hans Hansson, presiden-
Copia di 40cd6480303f50ad75adb2d6289a0f83 matica soprattutto nelle grandi città. Università di Aarhus
biochimica, Harvard
University
te del comitato per il Nobel per la fisica. Sfortunatamente, ha detto ancora Pa- Steven Kyle Nathan Wolfe
docente di economia
Che cosa dicano questi modelli climati- risi nel suo intervento, le azioni messe in applicata e management,
direttore, Global Viral
Forecasting Initiative
ci e quelli molto più sofisticati elaborati ne- campo fino a oggi hanno avuto «risultati Cornell University
Anton Zeilinger
Robert S. Langer
gli ultimi decenni, ormai lo sanno anche i estremamente modesti». Ma la Conferen- docente di ottica quantistica,
docente, Massachusetts Università di Vienna
muri. A cominciare dai pionieristici studi za sul clima di Glasgow è alle porte. Speria- Institute of Technology Jonathan Zittrain
con cui Svante Arrhenius, alla fine dell’Ot- mo che la montagna non partorisca un al- Lawrence Lessig docente di legge e computer
docente, Harvard Law School science, Harvard University
tocento, comprese la fisica responsabile tro topolino.

www.lescienze.it Le Scienze 7
In edicola A richiesta a dicembre Il mondo secondo la fisica,
un libro in cui Jim Al-Khalili illustra con passione
concetti e teorie della fisica moderna

Un’ode alla fisica

“Q
uesto libro è un’ode alla fi- a volte complementari ma ardue da concilia-
sica». Al-Khalili, fisico e di- re – che contribuiscono a spiegare aspetti di-
vulgatore, se n’è innamorato versi del mondo, dalle particelle subatomiche
da adolescente. Perché è la fisica che rispon- alle galassie. Al-Khalili espone una panorami-
de alle domande più profonde sull’universo e ca sintetica ma completa dei concetti più im-
sull’esistenza: Cosa sono lo spazio e il tempo? portanti della fisica moderna, e delle princi-
Cos’è l’energia? Come funziona un compu- pali teorie con cui descriviamo la natura, dalla
ter quantistico? «La conoscenza del mondo e relatività generale alla teoria quantistica dei
del suo funzionamento ottenuta attraverso la campi. Mostra così come la fisica teorica sia
scienza secondo me non è solo uno dei tanti un collage di modelli, ciascuno con succes-
modi, ugualmente validi, di arrivare alla “ve- si strabilianti nello spiegare certi fenomeni e
rità”: è il solo metodo affidabile che abbiamo.» zone oscure da chiarire. Auspicabilmente con
Qui l’autore vuole quindi condividere tan- una nuova rivoluzione scientifica, che ricom-
ta passione sia con chi ne è già partecipe, in- ponga tutte queste teorie in un unico quadro.
vogliandolo a saperne di più, sia con chi con Da un lato, dunque, «sappiamo di cos’è
la fisica non ha un buon rapporto, a cui «que- fatto e come sta insieme (quasi) tutto ciò che
sto libro potrà servire per riacquistare deli- vediamo nel mondo, riusciamo a risalire ai
catamente familiarità». Perché «le intricate primissimi istanti di vita dell’universo, de-
sottigliezze della meccanica quantistica pos- scrivendo la nascita del tempo e dello spa-
sono far venire il mal di testa, ma le meraviglie zio. Usando le leggi fisiche della natura abbia-
del nostro universo dovrebbero affascinare mo sviluppato, e continuiamo a migliorare,
chiunque, e arrivare a capire i concetti basila- tecnologie che trasformano la nostra vita».
ri non richiede certo una vita intera di studio». Dall’altro, dobbiamo umilmente riconoscere
Coniugare rigore e chiarezza è la sua sfida il nostro non sapere. «Ragionando su ciò che
riuscita. Evitando di propugnare le sue pre- ancora non sappiamo, possiamo capire come
ferite fra le varie teorie – a volte concorrenti, arrivare a saperlo.»

IL PARADOSSO DI DICEMBRE R I S E R VAT O


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8 Le Scienze 639 novembre 2021


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Intervista Stefania Giacomello ha contribuito allo sviluppo
di una tecnica con cui mappare in due dimensioni
l’espressione genica in tessuti vegetali e animali

Come capire
dove si esprimono i geni
utte le cellule del corpo umano oppure di una pianta co-

T esistono con le cellule vicine con cui c’è un continuo


dialogo per la sopravvivenza, la proliferazione e il diffe-
renziamento. È quindi importante conoscere dove siano posizio-
nate le cellule e le loro interazioni nello spazio quando si cerca di
comprenderne l’origine e la funzione. Un netto salto in avanti in
questo campo è stato reso possibile dalla trascrittomica spaziale
(spatial transcriptomics), una metodologia nata e cresciuta allo
SciLifeLab di Stoccolma, capace di rispondere a domande fonda-
mentali: in che modo l’architettura dei tessuti influisce sulla fun-
zione cellulare e sul fenotipo? In che modo i singoli tipi di cellule
e gli stati all’interno di un tessuto interagiscono e come contribu-
isce la posizione a queste interazioni? Ne parliamo con Stefania
Giacomello, che ha contributo allo sviluppo di questa tecnica.

Come si usa la trascrittomica spaziale?


Prendiamo una foglia. È composta da diversi strati cellulari che
hanno morfologie uniche e ogni strato ha una funzione specifica.
Fino a una manciata di anni fa si studiava la foglia nella sua inte-
rezza. La trascrittomica spaziale permette invece di indagare ed
estrapolare l’informazione genetica di ciascuno strato cellulare
che concorre a formare un determinato tessuto, e di capire come
questa informazione sia disposta nella sezione in modo da estra-
polarne le interazioni nelle diverse sue componenti: l’insieme dei
trascritti, l’mRNA, permette di ottenere un’analisi visiva e quanti-
tativa del trascrittoma con una accuratezza mai raggiunta.

Come si ottiene questa informazione?


Alcune sottili sezioni del campione di interesse, che siano una interesse, quali tipi di cellule interagiscono con quali altri tipi di
foglia, una sezione di cervello o una biopsia di melanoma, sono cellula; quali sono i sistemi biologici attivi in quale determinato
trasferite su un vetrino da microscopia, in modo simile alla clas- strato cellulare. La potenza di questa tecnica sta nella localizzazio-
sica istochimica [che studia la composizione chimica di struttu- ne morfologica dell’informazione genomica. Con questa metodo-
re cellulari o tissutali, e dei prodotti dell’attività cellulare, NdR]. logia riusciamo sia a estrapolare le informazioni delle cellule sia a
La novità è che sulla superficie del vetrino ci sono matrici, ognu- localizzarle in modo preciso visualizzando i geni espressi e attivi.
na delle quali contiene milioni di sonde. Ogni sonda si distingue
per un codice a barre, il cosiddetto barcoding, che funge da loca- Lei ha partecipato allo sviluppo della spatial transcriptomics. Quali so-
lizzatore dell’esatta posizione, e queste sonde catturano l’infor-
Copia di 40cd6480303f50ad75adb2d6289a0f83 no state le difficoltà?
sarayut Thaneerat/Getty Images

mazione genetica dalle diverse cellule del tessuto. Quindi si pro- La parte più difficile è stata produrre vetrini con sonde di buo-
segue con il processamento dell’immagine, e dopo una serie di na qualità che riuscissero a catturare l’informazione genica e ad
reazioni molecolari si liberano dalle cellule del tessuto i trascrit- avere una risoluzione sufficiente perché fosse il più sovrapponibi-
ti di mRNA, che sono catturati dalle sonde. Poi si prosegue con il le possibile alle cellule nel tessuto.
sequenziamento e, con l’aiuto della bioinformatica, si ricostrui-
sce una mappa del trascrittoma sovrapponibile all’immagine del- E la sfida ora?
la sezione: quali geni in quali cellule sono espressi nel tessuto di La comunità della spatial transcriptomics punta alla risoluzio-

10 Le Scienze 639 novembre 2021


di Marta Paterlini

CHI È

STEFANIA GIACOMELLO

Dal 2013 lavora allo SciLifeLab di Stoccolma, metodologia che permette di generare mappe biologici, sviluppando e applicando approcci
dopo avere conseguito il dottorato in genomica 2D di espressione genica a partire da sezioni di trascrittomica spaziale e genomica a singola
vegetale all’Università di Udine e aver lavorato istologiche di tessuto vegetale o animale. cellula. Dal 2019 collabora con il NASA GeneLab
all’Università di Cambridge. Ha contribuito allo Con il suo gruppo di ricerca vuole capire come ed è co-chair dell’International Standards for
sviluppo della trascrittomica spaziale (TS), una la localizzazione cellulare influenzi i processi Space Omics Processing.

La trascrittomica spaziale permette di


indagare ed estrapolare l’informazione genetica di
ciascuno strato cellulare, per esempio nelle foglie.

La Svezia ha un’anima verde, è questo che l’ha attratta in quel paese?


Anche. E infatti un altro progetto riguarda gli abeti, che occu-
pano l’80-90 per cento del territorio svedese. Stiamo studiando
l’organo riproduttivo dell’abete, minuscole pigne di pochi milli-
metri. L’abete ha un tempo di riproduzione molto lungo, di circa
20 anni, troppo per realizzare programmi di miglioramento gene-
tico. In natura c’è un mutante naturale, detto acrocona, che si ri-
produce la prima volta ogni cinque anni e in seguito ogni anno. Le
sue pigne hanno una morfologia diversa e quindi la trascrittomica
spaziale permette di identificare le differenze geniche che fanno
riprodurre l’abete più velocemente. L’idea è trasferire quei geni
nell’abete naturale per velocizzare i programmi di miglioramento
genetico, con un occhio alla riforestazione.

La trascrittomica spaziale l’ha portata nello spazio. Ci racconta?


Sì, un’entusiasmante collaborazione nata un po’ per caso du-
rante un viaggio di lavoro in California. Ho conosciuto alcuni
scienziati del NASA Genelab, dove si effettuano esperimenti sui
campioni biologici dopo le missioni spaziali, che hanno colto le
potenzialità della trascrittomica spaziale, sebbene fosse ancora
una metodologia nascente. Sulla Stazione spaziale internaziona-
le insieme agli astronauti spesso vanno in orbita anche animali. Il
NASA Genelab ha un suo programma sperimentale e noi al mo-
mento applichiamo la metodologia al tessuto cardiaco e cerebrale
ne di una singola cellula, cioè a vetrini con più matrici e più son- degli animali che hanno vissuto in microgravità. Per ora, in accor-
de, e ci arriveremo a breve. Ancora più interessante sarà andare do con studi precedenti, vediamo che la microgravità altera il me-
a livello subcellulare. Quindi, nel futuro, vedo questa metodolo- tabolismo mitocondriale sia nel cuore sia nel cervello.
gia come il passaggio successivo. L’approccio multiomics estra-
pola l’informazione spaziale da più componenti cellulari simul- Dove vede applicazioni nell’immediato futuro?
taneamente tramite trascrittomica, proteomica, metabolomica e Nella clinica, per una diagnosi più personalizzata, informati-
genomica, per una visione più olistica possibile di contenuti e in- va e tempestiva dei tumori, potendo avere un’analisi del contenu-
terazioni cellulari. to genomico e individuare alterazioni già presenti ma non visibili
con le tecniche tradizionali di istologia.
Niklas Norberg Wirtén/SciLifeLab

Copia di 40cd6480303f50ad75adb2d6289a0f83

Di che cosa si occupa al momento?


Il mio background è in biologia delle piante e applico la trascrit- Lei è attivamente coinvolta nella promozione di equità e inclusione nel
tomica spaziale per studiare i meccanismi di infezione da parte mondo accademico
dei patogeni a livello foliare, come questi sono organizzati spazial- È un mondo sempre più competitivo, quindi più stressante e
mente. La foglia è sempre ricoperta da batteri, ma alcuni infetta- tossico, con più casi di salute mentale precaria. Da ragazza soffri-
no e altri no. Sono organizzati per gruppi separati? O sono mesco- vo d’ansia, ora vorrei sfruttare la mia esperienza per aumentare la
lati tra loro? Sono domande fondamentali di biologia delle piante. consapevolezza della salute mentale in ambito professionale.

www.lescienze.it Le Scienze 11
Made in Italy Sibylla Biotech sviluppa simulazioni
per prevedere come si ripiegherà una proteina,
e bloccarla prima che lo faccia

Colpire le proteine nascenti


per fermare le malattie
uali saranno i farmaci del futuro? Come la Sibilla cu-

Q mana, un gruppo di ricercatori ha fatto la sua previsio-


ne: quelli capaci di interferire con il ripiegamento delle
proteine. In questo modo si potrebbe agire a monte del processo
patologico, inducendo la degradazione naturale di specifiche pro-
teine bersaglio coinvolte nelle malattie prima che prendano la for-
ma ripiegata in cui sono attive (il cosiddetto stato nativo).
Una vera sfida, perché le simulazioni molecolari finora dispo-
nibili non riescono a prevedere il ripiegamento di proteine di di-
mensioni medie o grandi, quelle rilevanti per lo sviluppo delle
malattie. Ecco quindi la scommessa: fare quello che finora non è
riuscito a nessuno. Unendo competenze di fisica teorica e di bio-
logia molecolare, il gruppo di ricerca ha fondato Sibylla Biotech,
che da quella cumana prende ispirazione per il nome: oggi è l’u-
nica società al mondo in grado di simulare il processo di formazio-
ne di grandi proteine coinvolte in varie malattie, consentendo co-
sì la progettazione di soluzioni terapeutiche altrimenti introvabili.

Un incontro fruttuoso
«La nostra storia nasce dall’incontro di persone con storie di ri-
cerca molto diverse, che hanno avuto la capacità di ascoltarsi e di
capire che dall’unione di quelle competenze poteva nascere qual-
cosa di importante», spiega Lidia Pieri, cofondatrice e amministra-
trice delegata della start-up. Da una parte Pietro Faccioli, fisico
teorico interessato a trovare il modo di simulare il ripiegamento
(folding) di grandi proteine; dall’altra Emiliano Biasini, biologo da masta a guardare quello che accadeva: «Sono un fisico delle parti-
sempre impegnato a cercare una soluzione per le malattie causate celle e ho lavorato nell’accademia, poi mi sono allontanata e ho se-
dai prioni (le versioni mal ripiegate della proteina prionica cellula- guito le mie passioni, creando e facendo crescere un’associazione
re). Dai disegni e dalle formule scarabocchiate sulla lavagna fin dal di tango argentino», racconta. «Conoscevo la ricerca e le persone
loro primo incontro nasce la tecnologia brevettata da Sibylla: un coinvolte e mi sono offerta di cercare prima di tutto un contatto in-
metodo per interferire col ripiegamento della proteina, e creare dustriale. Prima di decidere di pubblicare i risultati, ritenevo im-
quindi un sistema che inneschi i naturali meccanismi di distruzio- portante capire se la scoperta poteva interessare una casa farma-
ne che la cellula attiva in presenza di una proteina ripiegata in mo- ceutica». I fondatori hanno quindi contattato una delle principali
do non corretto. «Così possiamo cercare un sito attivo dove poter aziende farmaceutiche – oggi loro cliente – per tastare il terreno.
legare la sostanza che degrada la proteina, anche in quelle protei- La risposta è stata positiva, incoraggiando la creazione di una
ne che una volta ripiegate appaiono impenetrabili», spiega Pieri. start-up che si occupasse del trasferimento tecnologico dell’idea
«Riavvolgendo il nastro del processo di folding, possiamo sperare
Copia di 40cd6480303f50ad75adb2d6289a0f83 e che potesse interagire con una realtà industriale. «Mi sono mes-
di trovare il nostro bersaglio in una fase intermedia. Questa era l’i- sa a studiare business, scoprendo affinità e continuità con le com-
potesi originaria e, una volta verificata, siamo andati avanti anche petenze fornite dalle discipline scientifico-tecnologiche, e così ho
con lo sviluppo imprenditoriale.» preparato un business plan per possibili investitori. Il fondo di in-
Come prevedibile, il primo caso in cui l’ipotesi è stata verifica- vestimento VV3TT della società Vertis SGR lo ha trovato valido e
Foto Bravi (3)

ta con successo è stato quello della proteina prionica, grazie anche ci ha finanziato con 2,4 milioni di euro», afferma Pieri. Il dado era
al contributo di Maria Letizia Barreca, Graziano Lolli e Giovanni tratto: la società – che era nata come spin-off di Istituto nazionale
Spagnolli. È a questo punto che entra in scena Lidia Pieri, finora ri- di fisica nucleare (INFN), Università di Trento e Università di Pe-

12 Le Scienze 639 novembre 2021


di Letizia Gabaglio

LA SCHEDA - SIBYLLA BIOTECH


Da sinistra Lidia Pieri, Letizia
Barreca, Pietro Faccioli, Giovanni Azienda fondata nel 2017
Spagnolli, Graziano Lolli, Emiliano Persone di riferimento: Lidia Pieri (CEO); Giovanni Spagnolli (responsabile scientifico e tecnologico)
Biasini, i fondatori di Sibylla (in
Sito: www.sibyllabiotech.it Mail: contact@sibyllabiotech.it
alto a sinistra); Spagnolli (in basso
a sinistra); Tania Massignan, Numero di brevetti: n.d.
responsabile di laboratorio, e Dipendenti-collaboratori: 9
Serena Bonifati (a destra).

rugia – meritava un’impronta diversa, più orientata al mercato. Si in questo caso Pieri spera di scoprirne il punto debole simulando-
è deciso così che i ricercatori che l’hanno fondata e che hanno una ne il ripiegamento a livello atomico. Una volta individuato il punto
posizione accademica rimangano come consulenti senza interfe- su cui agire, sono state selezionate molecole che riducono i livelli
rire direttamente sul lavoro, affidato invece a Spagnolli, che dopo di questa proteina nella cellula. La speranza è che questa riduzio-
il dottorato ha scelto di lavorare a tempo pieno in Sibylla, e ad altre ne possa interrompere la catena di processi biologici alla base del-
persone assunte e organiche all’azienda. la patologia. E se è vero che le agenzie regolatorie riservano una
Il brevetto alla base della tecnologia è concesso in esclusiva a corsia preferenziale ai farmaci contro le malattie prive di terapia,
Sibylla dalle istituzioni che lo hanno depositato – INFN, Universi- è altrettanto vero che per sviluppare una molecola servono molti
tà di Trento e Fondazione Telethon – e si può applicare a ogni area soldi. «Stiamo cercando il secondo round di finanziamenti per ot-
terapeutica. «Per iniziare abbiamo puntato sull’oncologia, in par- timizzare le molecole che virtualmente si legano al nostro bersa-
ticolare su due bersagli coinvolti in molti tipi di tumore: KRAS e la glio, e poi testarle nel modello animale», va avanti Pieri. Sibylla ha
ciclina D1», spiega Pieri. «Fino a pochi anni fa KRAS era considera-
Copia di 40cd6480303f50ad75adb2d6289a0f83 un vantaggio di almeno due anni sui concorrenti, ma non c’è tem-
to impossibile da colpire con un farmaco. Oggi sappiamo che non po da perdere, e Pieri lo sa bene.
è così: da pochi mesi negli Stati Uniti è stato autorizzato un me- Nel frattempo il lavoro svolto non è passato inosservato: l’im-
dicinale che ha come bersaglio proprio questo gene, ma funziona patto sulla scoperta di farmaci per malattie incurabili e la solidi-
solo sul 15 per cento delle possibili mutazioni.» Al contrario la so- tà della strategia aziendale sono valsi a Sibylla Biotech un posto fra
luzione basata sulla tecnologia di Sibylla funzionerebbe su tutte le gli otto finalisti dello Spin-off Prize 2021, premio internazionale
mutazioni. Anche la ciclina D1 è un bersaglio di terapie anticancro, dedicato al trasferimento tecnologico istituito da Nature Research
ma allo stato nativo è impossibile da mettere nel mirino, e anche e Merck. Il vaticinio della Sibylla si sta avverando.

www.lescienze.it Le Scienze 13
Il matematico impertinente di Piergiorgio Odifreddi

professore ordinario di logica matematica all’Università di Torino


e visiting professor alla Cornell University di Ithaca (New York)

Musica irrazionale
Pitagora intuì la teoria matematica della musica, ma fu
il suo discepolo Archita a svilupparla con preveggenza

e varie biografie di Pitagora scritte da rapporti via via ottenuti, Archita riuscì così ad

L Diogene Laerzio, Porfirio e Giambli-


co risalgono a 7-800 anni dopo gli av-
venimenti attribuiti al protagonista, e nessuna
assegnare a ciascuna nota della scala musica-
le una frazione corrispondente: in particolare,
9/8 ai cinque toni (Do-Re-Mi e Fa-Sol-La-Si), e
distingue tra i suoi contributi e quelli dei suoi 256/143 ai due semitoni (Mi-Fa e Si-Do). Ma si
discepoli, in particolare Ippaso di Metaponto, accorse che c’era un problema con questi ul-
Filolao di Crotone e Archita di Taranto. timi perché, in quanto mezzi toni, essi sareb-
Sembra che l’unica scoperta attribuibile bero dovuti corrispondere anche alla radice
a Pitagora sia un abbozzo della teoria mate- quadrata di 9/8, che essendo un numero irra-
matica della musica: in particolare, i rappor- zionale non può però coincidere con 256/143.
ti numerici 2/1 e 3/2 per i due rapporti armo-
nici di ottava e di quinta. Per esempio, se una Intervalli incommensurabili
corda di chitarra è lunga il doppio di un’altra, In realtà, il problema sta all’origine stes-
le note suonate distano un’ottava, come due sa del sistema pitagorico, perché l’ottava e la
Do consecutivi; se una corda è lunga una vol- quinta su cui esso si basa sono incommensu-
ta e mezza l’altra, le note suonate distano una rabili fra loro, nel senso che non esistono lo-
quinta, come un Do e un Sol consecutivi. ro multipli interi comuni: in altre parole, il nu-
mero a cui bisogna elevare 2 per ottenere 3/2
Numeri e armonie non è razionale. Tale numero è ovviamente
A Ippaso risalirebbero le scoperte del dode- il logaritmo in base 2 di 3, meno 1, e vale circa
caedro e del primo irrazionale: probabilmente 0,585. E poiché la dimostrazione della sua ir-
la sezione aurea, coinvolta nelle proporzioni razionalità è forse il più semplice esempio di
del pentagono e del dodecaedro stesso. A Fi- questo genere di argomenti, vale la pena di ri-
lolao, le teorie esposte nel Timeo platonico: in cordarla.
particolare, la corrispondenza tra gli elemen- Naturalmente, basta dimostrare l’irrazio-
ti e i solidi regolari, l’applicazione delle leggi nalità del logaritmo in base 2 di 3. Supponen-
musicali ai pianeti (la famosa «armonia delle do per assurdo che questo sia razionale, sareb-
sfere»), l’idea di un fuoco centrale nell’univer- be uguale a m/n per qualche m ed n. Ma allora
so e il movimento della Terra attorno a esso. E dalla definizione di logaritmo seguirebbe che
ad Archita, che fu la fonte pitagorica di Plato- 2 elevato a m/n è uguale a 3, e dunque che 2m è
ne e lo incontrò a Taranto, il completamento uguale a 3n. Il che è impossibile, perché il pri-
della teoria musicale. mo di questi numeri è pari e il secondo dispari.
In particolare, Archita attribuì rapporti nu- Il rapporto fra ottava e quinta può dun-
merici a tutti i rapporti armonici della sca- que essere soltanto approssimato: per esem-
la eptatonica, intuendo che il legame tra i pri- pio, 7 ottave sono quasi uguali a 12 quinte, con
mi e i secondi è di natura logaritmica: cioè, per un piccolo errore chiamato comma pitagori-
Copia di 40cd6480303f50ad75adb2d6289a0f83 addizionare o sottrarre i rapporti armonici bi- co. Ma poiché il problema non è risolubile in
sogna moltiplicare o dividere i loro rappor- maniera razionale, Archita decise di adottare
ti numerici. Per esempio, poiché due quinte la soluzione irrazionale naturale: divise cioè
(Do-Sol e Sol-Re) corrispondono numerica- l’ottava in 12 semitoni uguali, ciascuno pari al-
mente a 9/4, e musicalmente a un’ottava più la radice dodicesima di 2, anticipando il cosid-
un tono, togliendo un’ottava si ottiene 9/8 co- detto temperamento equabile che sarà adot-
me rapporto di un tono (Do-Re). tato soltanto due millenni dopo, a conferma
Moltiplicando e dividendo in vari modi i della sua preveggenza matematico-musicale.

14 Le Scienze 639 novembre 2021


di Elena Castellani Scienza e filosofia
professore associato, Dipartimento di filosofia,
Università di Firenze

Meccanismi, vecchi e nuovi


Corsi e ricorsi nello strumentario filosofico
per analizzare la scienza

volte alcune nozioni, apparente- cordano nel considerare che si tratti di un si-

A mente escluse per un certo periodo


dalla «scatola degli attrezzi» della ri-
flessione filosofica sulla scienza, trovano una
stema o processo complesso, composto da
parti o entità le cui attività e interazioni so-
no organizzate in modo da essere responsa-
nuova centralità in contesti diversi da quel- bili del fenomeno studiato. Le parti possono
li originari. Questo sembrerebbe il caso del- essere per esempio cellule o organismi per le
la nozione di meccanismo, rimasta ai mar- scienze della vita, famiglie o partiti politici per
gini della cosiddetta «concezione standard» le scienze sociali. Come funzionano i meccani-
della scienza, cioè la concezione che si forma smi nel loro complesso è quindi determinato
nell’ambito dell’empirismo logico e rimane dalle modalità delle attività delle parti. In que-
dominante nella filosofia della scienza del se- sti termini, «spiegare» significa delucidare la
colo scorso fino all’incirca agli anni sessanta. struttura causale che produce o mantiene il fe-
Eppure la nozione di meccanismo van- nomeno studiato.
ta una storia illustre. «Meccanismo» e «mec-
canicismo» caratterizzano notoriamente un Quali ambiti
modo di vedere e spiegare i fenomeni naturali Che cosa possa davvero essere spiegato
in termini di materia, movimento, e relazioni in questo modo, e a quali altri ambiti si possa
causali, che ha segnato la nascita e l’evoluzio- estendere l’impostazione neo-meccanicistica,
ne della scienza moderna. Ma è vero che que- è materia di discussione. Una questione che ci
sta impostazione, per quanto influente, non riporta alle sue motivazioni originarie è se sia
sembra appropriata per teorie come quelle fi- possibile comprendere in questo approccio
siche – dove è centrale il concetto di legge di anche la fisica, inclusa quella fondamentale.
natura, generale, per predire e spiegare i feno- La definizione minimale di meccanismo sem-
meni – che fungono da modello scientifico pa- bra abbastanza vaga da essere applicabile an-
radigmatico nella concezione standard. che in contesti, come quello quantistico, dove
è difficile immaginare una partizione stabi-
Le scienze biologiche e sociali le del sistema considerato in parti e attività.
Non è un caso, quindi, che la cosiddetta Questa difficoltà, beninteso, non riguarda so-
«nuova filosofia meccanica» (o «neo-meccani- lo la fisica. È significativo che alcuni protago-
cismo») sia emersa in contesti diversi dalla fi- nisti della nuova filosofia meccanica parlino
sica: in particolare la biologia, le neuroscienze di «meccanismo 2.0» per comprendere casi di
e la psicologia, dove i meccanismi causali han- strutture e processi biologici descrivibili co-
no un ruolo molto più significativo che non le me meccanismi nel senso minimale, ma non
leggi universali espresse in termini matemati- trattabili con gli strumenti di scoperta, rap-
ci. Proprio la constatazione di tale specificità presentazione e spiegazione tipicamente usa-
delle scienze della vita e sociali, e l’insoddisfa- ti dai neo-meccanicisti (quali la scomposizio-
zione rispetto all’impostazione standard del-
Copia di 40cd6480303f50ad75adb2d6289a0f83 ne di strutture in parti localizzate).
la filosofia della scienza, accusata di non esse- A dimostrazione dell’interesse che suscita
re stata sufficientemente attenta alle effettive il tema, nel 2018 è uscito il Routdlege Handbo-
pratiche scientifiche, ha motivato il program- ok of Mechanisms and Mechanical Philosophy,
ma neo-meccanicista, esploso in particolare che ne analizza le dimensioni storiche, meta-
dagli anni duemila in poi. fisiche ed epistemologiche, spaziando dalla fi-
Ma che cos’è un (neo-)meccanismo? Le de- sica alla chimica e alla biologia, fino alle scien-
finizioni sono varie, ma in sostanza tutti con- ze sociali.

www.lescienze.it Le Scienze 15
Homo sapiens di Giorgio Manzi

ordinario di paleoantropologia alla Sapienza Università di Roma;


socio corrispondente dell’Accademia Nazionale dei Lincei

Strumenti insoliti
Le asce a mano del Paleolitico inferiore di solito erano in
pietra. Perché, allora, in alcuni siti del Lazio si usava l’osso?

mmagina di avere fame: tu e la tua ban- Di rado però sono di osso. Di solito si ricava-

I da di cacciatori-raccoglitori del Paleoli-


tico inferiore, una ventina di esseri uma-
ni, non di più. Immagina poi che l’unica preda
no da noduli di selce o ciottoli di quarzite, da
pietre vulcaniche o calcaree. Fanno eccezio-
ne alcuni siti in poche località – soprattutto, e
possibile sia un elefante: un Palaeoloxodon curiosamente, nel Lazio di circa 400-300.000
antiquus dalle lunghe zanne, che quasi sfio- anni fa – dove si trovano bifacciali (anche mol-
rano il terreno incurvandosi verso la punta. to belli) e altri manufatti del Paleolitico infe-
Una bestia colossale, che può superare i quat- riore fatti con l’osso corticale delle diafisi di fe-
tro metri al garrese. Un esemplare si è infatti more o di tibia di grandi mammiferi.
impantanato, con tutto il suo peso, in una poz-
za d’acqua dal fondo argilloso. È una trappo- L’unica risorsa
la mortale, da cui il pachiderma non riesce a Ce lo ha ricordato, aggiungendo molto più
liberarsi. Un’occasione da non perdere: basta di quanto già sapevamo con vari dettagli inte-
aspettare. ressanti, Paola Villa – archeologa di origine e
formazione italiana, che lavora negli Stati Uni-
Nella trappola di fango ti all’Università del Colorado – insieme a Gio-
Il gigantesco animale cerca di sollevare vanni Boschian, dell’Università di Pisa, e ad al-
le zampe, ma affonda ancora di più. Poi ten- tri ricercatori italiani e francesi, in un articolo
ta un’operazione disperata: punta la podero- pubblicato ad agosto sulla rivista open access
sa proboscide per cercare di fare leva e alza- «PLoS ONE». Lo studio si basa sulla documen-
re la testa dalla pozza fangosa. In questo modo tazione preistorica che proviene dal sito di Ca-
decreta di fatto la sua fine, ostruendo le vie stel di Guido, vicino a Roma, dove è stata sco-
respiratorie. Dopo un ultimo impressionan- perta una straordinaria varietà di manufatti su
te barrito, non riesce più a respirare e infine, osso di elefante, prodotti con procedure ben
rantolando, muore. A questo punto, la banda standardizzate proprio intorno a 400.000 an-
di cacciatori può iniziare il suo lavoro. Muo- ni fa, in scavi diretti dal compianto archeolo-
vendosi con cautela intorno al pachiderma e go Antonio Mario Radmilli fra il 1979 e il 1991.
utilizzando lo stesso come pedana (per non ri- La ricerca documenta il più alto numero
manere anche loro intrappolati), gli umani ne di strumenti in osso (98 pezzi) rispetto ad al-
macellano il corpo, selezionando ed estraendo tri siti della medesima regione ed epoca, come
le parti migliori. Finalmente, tornati sul terre- Fontana Ranuccio, Malagrotta, Lademagne o
no più asciutto, potranno riattizzare il fuoco e La Polledrara. Ma perché proprio qui e per-
si potranno sfamare. ché proprio loro, antenati dei Neanderthal? La
Ma del corpo di un elefante non si spreca spiegazione potrebbe essere banale: non c’era
nulla. Si usa un po’ tutto, per finalità diverse. altra materia prima per produrre manufatti di
Per esempio si possono usare le ossa più mas- grandi dimensioni, indispensabili per diversi
Copia di 40cd6480303f50ad75adb2d6289a0f83 sicce per produrre strumenti: in particolare i usi. Ma forse c’è dell’altro.
bifacciali, quelli che si chiamano anche asce a Un’ultima nota: la scena dell’elefante che
mano o amigdale. Sono oggetti tipici del Pale- muore non è immaginaria. È visibile in fo-
olitico inferiore (per meglio dire dell’Acheule- to e documentari di oggi; viene ricostruita in
ano), vagamente a forma di mandorla, che si base a quanto ritrovato in tanti siti preistori-
rinvengono in larga parte dell’Africa e dell’Eu- ci. Quello che io conosco meglio è in località
rasia con datazioni che partono da almeno un Campogrande, fra Ceprano e Pofi, nell’attuale
milione e mezzo di anni fa. valle del fiume Sacco nel Lazio.

16 Le Scienze 639 novembre 2021


di Amedeo Balbi La finestra di Keplero
professore associato di astronomia e astrofisica
al Dipartimento di fisica dell’Università di Roma Tor Vergata

I cent’anni del Nobel di Einstein


Il premio giunse per il suo lavoro sull’effetto fotoelettrico,
non meno rivoluzionario della teoria della relatività

È
passato esattamente un secolo quale presentò un rapporto molto critico, ma
dall’assegnazione del premio No- non altrettanto competente.
bel per la fisica ad Albert Einstein, e A ogni modo, il riconoscimento per l’ef-
forse per molti è ancora una sorpresa sapere fetto fotoelettrico non andrebbe considera-
che egli non ottenne il premio come ricono- to solo come una soluzione di compromesso.
scimento per la teoria della relatività ma per Il lavoro del 1905 per cui Einstein ricevette il
«i servizi resi alla fisica teorica e in particola- Nobel era infatti rivoluzionario almeno quan-
re per la scoperta della legge dell’effetto foto- to la sua teoria più famosa. In quell’artico-
elettrico». La motivazione si preoccupava di lo, Einstein proponeva una spiegazione per il
precisare che il premio non teneva conto «del modo in cui alcuni metalli emettono elettroni
valore che sarà accordato alle teorie della rela- quando sono colpiti dalla luce. La caratteristi-
tività e della gravitazione, una volta che saran- ca singolare del fenomeno era che variare l’in-
no confermate». tensità della luce non alterava minimamente
la velocità degli elettroni emessi, ma solo il lo-
Resistenze dure a morire ro numero.
Nel 1921, quando gli arrivò la notizia del Ancora più strano era il fatto che la velocità
premio, Einstein era ormai una celebrità mon- degli elettroni aumentava invece all’aumenta-
diale. Lo era diventato un paio di anni prima, re della frequenza luminosa. Entrambi i feno-
dopo che le osservazioni di Arthur Edding- meni erano inspiegabili secondo la teoria clas-
ton avevano confermato in modo spettaco- sica dell’elettromagnetismo, che considerava
lare, durante un’eclissi di Sole, la deflessione la luce come un’onda.
gravitazionale della luce prevista dalla relati- Albert Einstein durante una lezione
vità generale. I quanti di luce a Vienna nel 1921, l’anno in cui ricevette
Negli anni precedenti, a partire dal 1910, Per risolvere il dilemma, Einstein ipotiz- il premio Nobel per «i servizi resi
Einstein era stato nominato quasi ogni anno zò che la luce fosse composta di quanti (ovve- alla fisica teorica e in particolare
per il Nobel, ma la relatività non era ancora ro particelle, che oggi chiamiamo fotoni) e che per la scoperta della legge
universalmente accettata. Inoltre, fino al 1915, l’energia di ciascun quanto fosse proporziona- dell’effetto fotoelettrico».
la teoria stessa non poteva essere considerata le alla frequenza luminosa. Dunque, aumenta-
completa, essendo limitata a quella che oggi re l’intensità della luce significava aumentare
chiamiamo relatività speciale. il numero di fotoni, così che un maggior nu-
Anche dopo la conferma sperimentale del mero di elettroni poteva essere espulso dagli
1919, però, la teoria di Einstein incontrava re- atomi del materiale (uno per ogni fotone con
sistenze in una parte della comunità scientifi- la giusta energia), mentre aumentare la fre-
ca. Secondo uno dei principali storici e biogra- quenza, e quindi l’energia dei fotoni, imparti-
fi einsteiniani, Abraham Pais (in How Einstein va agli elettroni una velocità maggiore.
got the Nobel Prize, in «American Scientist», L’ipotesi di Einstein, la cui correttezza fu
Vol. 70, n. 4, 1982), la decisione dell’Accademia
Copia di 40cd6480303f50ad75adb2d6289a0f83 provata sperimentalmente nel 1914 dal fisi-
delle scienze svedesi di non menzionare la re- co statunitense Robert Millikan, era un salto
Science Photo Library/AGF

latività nelle motivazioni del premio fu dovu- concettuale di portata enorme, che introduce-
ta in parte ai residui dubbi sperimentali e in va la dualità onda-particella e apriva il campo
parte all’assenza tra i suoi membri di esperti in alla fisica quantistica (oltre che a una lunga se-
grado di valutarne la validità. rie di applicazioni pratiche, tra le quali le cel-
Il comitato assegnò il compito ad Allvar le solari). Un risultato più che degno di un pre-
Gullstrand, un professore di oftalmologia, il mio Nobel.

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News

VULCANOLOGIA

I segnali di fumo dell’Etna


Le emissioni di gas potrebbero far prevedere le eruzioni del vulcano

Copia di 40cd6480303f50ad75adb2d6289a0f83
Fortunato Serranò/AGF

18 Le Scienze 639 novembre 2021


Ricerca, tecnologia
e medicina dai laboratori
di tutto il mondo

Diversi mesi prima dell’eruzione che movimentò la


mattina della vigilia di Natale del 2018, la pressione del
Giorno movimentato. Vista dell’Etna da Reggio Calabria, il 24 dicembre magma nelle profondità dell’Etna iniziò ad aumentare
2018. L’eruzione di quella mattina non è stata particolarmente significativa inesorabilmente fino al parossismo, rilasciando al
per durata, volumi di lava o intensità. È stata però caratterizzata da contempo grandi quantità di gas in superficie. Secondo
una spiccata attività sismica che ha deformato profondamente il vulcano. una ricerca pubblicata su «Science Advances», basata
proprio su questo caso di studio, l’analisi di alcune di
queste emissioni potrebbe aiutare a prevedere l’attività
del vulcano con un certo anticipo.
Studi precedenti hanno dimostrato che i gas vulcanici
fluttuano nel corso del tempo senza però chiarire
come e quanto queste variazioni riflettano l’attività
magmatica profonda. L’Etna ha le caratteristiche
ideali per accertare questa relazione: attività eruttiva
frequente, reti di monitoraggio per misurare il
degasaggio, e disponibilità di modelli rodati per
riconoscere e quantificare le ricariche magmatiche
profonde. L’eruzione del 24 dicembre 2018 non è
stata particolarmente significativa per durata, volumi
di lava o intensità. Tuttavia, è stata caratterizzata
da una spiccata attività sismica che ha deformato
profondamente il vulcano: prima e dopo l’eruzione,
sono stati registrati migliaia di terremoti non solo in
cima ma anche lungo le faglie dei fianchi.
Per comprendere le cause dell’evento, Antonio
Paonita e colleghi dell’Istituto nazionale di geofisica e
vulcanologia (INGV) hanno esaminato i dati raccolti, tra
gennaio 2017 e febbraio 2019, dalla rete di monitoraggio
geochimico presente sull’Etna, integrandoli con
alcune rilevazioni sul campo portate avanti a ridosso
dell’evento. Gli strumenti della rete di misurazione
del degasaggio dell’Etna – analisi geochimica degli
sfiati periferici, flusso diffuso di anidride carbonica dei
fianchi, uscita e composizione del pennacchio – hanno
fornito i dati necessari ai vulcanologi per ricostruire,
grazie all’applicazione di modelli quantitativi del
degasaggio, il processo di risalita del magma durante
l’intervallo considerato.
I ricercatori si sono concentrati sulle variazioni di
alcuni gas comunemente associati all’attività vulcanica,
come anidride carbonica, anidride solforosa e acido
cloridrico, nonché sul rapporto degli isotopi dell’elio.
Le analisi hanno rivelato che il flusso di anidride
carbonica è aumentato notevolmente a partire da
giugno 2018, quello di anidride solforosa è cresciuto
e poi diminuito in un paio di occasioni tra settembre
2017 e gennaio 2019 mentre il flusso di acido cloridrico
Copia di 40cd6480303f50ad75adb2d6289a0f83 è aumentato da fine giugno 2017 a gennaio 2018. La
variazione isotopica dell’elio, misurata in cinque siti
periferici del vulcano, è aumentata gradualmente fin
dalla prima metà del 2017. Secondo gli autori, queste
fluttuazioni nei rapporti di degasaggio potrebbero
rappresentare un valido indicatore dell’aumento di
pressione del magma che porta a un’eruzione.
Davide Michielin

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News

NOBEL

Il premio per la fisica torna a casa


Il riconoscimento a Giorgio Parisi e i meriti della formazione degli scienziati in Italia

La scuola italiana di fisica è tra le migliori al mondo. Lo sanno be- re il concetto espresso da Antonio Zoccoli, presidente dell’Istituto
ne al CERN di Ginevra, per esempio, dove i ricercatori italiani for- nazionale di fisica nucleare: «Parisi è il principale rappresentan-
mano una delle comunità più numerose. Non tutti provengono da te dell’eccellenza della fisica italiana e della grande scuola di fisi-
istituzioni che hanno sede in Italia; alcuni infatti sono andati all’e- ca teorica di Roma, che ha avuto inizio con Enrico Fermi e negli
stero per proseguire le proprie carriere. Ma il loro tratto comune anni ha contato esponenti di massimo rilievo, tra i quali Altarel-
è essersi formati nelle università e nei centri di ricerca d’Italia. E li, Cabibbo, Jona-Lasinio, Maiani». Il Nobel dunque torna a casa,
il Nobel a Giorgio Parisi dimostra ancora una volta, semmai ce ne o meglio, in una delle sue case più importanti. Facciamocene una
fosse bisogno, e a uno dei livelli più alti per la comunità scientifi- ragione, magari per aumentare i finanziamenti alla ricerca, come
ca globale, la capacità del sistema italiano di formare eccellenze da ribadito dallo stesso Parisi dopo la notizia dell’assegnazione del
molto tempo ormai. Nobel. E magari anche per affrontare le sfide poste dal cambia-
Dunque è ben condivisibile lo striscione appeso su un balco- mento climatico, altro argomento al centro dei premi, insieme a
ne del Dipartimento di fisica della Sapienza Università di Roma catalizzatori organici e recettori per temperatura e tatto. Sette No-
dopo l’annuncio del Nobel: «It’s coming Rome. Congratulazio- bel, solo maschi. Un passo indietro rispetto agli anni scorsi.
ni Giorgio!». È un altro modo, al passo con i tempi, per afferma- La redazione

Quando la fisica è un sistema complesso


Subito dopo l’annuncio dei Nobel per la fisica,
sull’edificio del Dipartimento di fisica della
Sapienza Università di Roma è comparso
uno striscione che recitava: «It’s coming
Rome. Congratulazioni Giorgio!». Era il
tributo degli studenti a Giorgio Parisi, che
in quel dipartimento aveva studiato, si era
laureato, per poi ottenere nel 1970 il PhD,
fino a passare dall’altro lato della cattedra,
diventando professore. Nel caso di Parisi,
però, l’espressione «altro lato della cattedra»
può essere fuorviante. Con quello striscione, e
con i cori di giubilo che squarciavano la quiete
della città universitaria, gli studenti rendevano
omaggio anche alla disponibilità del fisico
italiano, alla sua umiltà e alla sua umanità.
Lo riconoscevano come uno di loro.
L’Accademia reale svedese delle scienze
ha premiato Parisi «per la scoperta Jonathan Nackstrand/AFP/Getty Images (tutte le foto dei Nobel)

dell’interazione tra disordine e fluttuazioni La conferenza stampa per l’annuncio dei Nobel a Syukuro Manabe, Klaus Hasselmann
nei sistemi fisici dalla scala atomica a quella e Giorgio Parisi tenutasi all’Accademia reale svedese delle scienze, a Stoccolma, il 5 ottobre.
planetaria». Le sue ricerche, ha argomentato
il comitato che assegna i Nobel, sono tra protagonisti degli altri due Nobel per la fisica, per lo sviluppo degli attuali modelli climatici,
i contributi più importanti alla teoria dei assegnati al giapponese Syukuro Manabe, mostrando anche come l’incremento dei
sistemi complessi. Grazie agli studi di Parisi è della Princeton University negli Stati Uniti, e al livelli di anidride carbonica in atmosfera
possibile capire e descrivere molti materiali e
Copia di 40cd6480303f50ad75adb2d6289a0f83 tedesco Klaus Hasselmann, del Max-Planck- porti a un aumento della temperatura sulla
fenomeni diversi e solo in apparenza casuali. Institut für Meteorologie. I due scienziati superficie della Terra. Circa dieci anni dopo,
E non è un ambito solo della fisica, visto che la hanno ricevuto il premio «per la modellazione Hasselmann ha messo in relazione clima e
complessità indagata da Parisi abbraccia aree fisica del clima della Terra, quantificando la meteorologia con altri modelli ancora. I lavori
molto diverse tra loro, come la matematica, la variabilità e prevedendo in modo affidabile il di entrambi hanno quindi segnato punti di
biologia, le neuroscienze e l’apprendimento riscaldamento globale». svolta nello studio del riscaldamento globale.
automatico. E come il clima e il meteo, Negli anni sessanta Manabe ha posto le basi Giovanni Spataro

20 Le Scienze 639 novembre 2021


La percezione del tocco e del calore
Come percepiamo il calore del Sole, o il soffio del vento? Lo hanno
chiarito i due vincitori del Nobel per la fisiologia o la medicina 2021,
appunto «per le scoperte dei recettori della temperatura e del tatto».
La scoperta di fibre nervose sensibili al contatto e al dolore era valsa
ai suoi artefici un Nobel già nel 1944; ma si ignorava come facessero
a tradurre gli stimoli meccanici e termici nella pelle in impulsi elettrici
trasmessi al sistema nervoso centrale. David Julius, all’Università della
California a San Francisco, ha sfruttato la capsaicina – il composto
piccante del peperoncino, che attiva le cellule nervose causando
dolore – per un lavoro meticoloso: ha trasferito uno a uno i geni espressi
nei neuroni sensibili a tatto, dolore e calore, in cellule insensibili alla
capsaicina, fino a individuare il gene che le rendeva sensibili. La
sua proteina è un canale ionico (TRPV1), che si attiva in presenza di
temperature elevate che causano dolore (e di capsaicina), lasciando
entrare nel neurone ioni che avviano l’impulso nervoso. Sulla sua scia,
sono stati scoperti altri recettori sensibili a una gamma di temperature,
incluso quello (TRPM8) attivato dal mentolo e da basse temperature L’assegnazione del Nobel a David Julius e Ardem Patapoutian,
(responsabile infatti della sensazione fredda della menta). annunciata al Karolinska Institutet di Stoccolma il 4 ottobre.
Il secondo vincitore, Ardem Patapoutian dello Scripps Research di
La Jolla in California, ha esaminato un tipo di cellule che, se toccate, sensibilità meccanica, come la regolazione della pressione arteriosa e
emettono un segnale elettrico. Ipotizzando che anche questa risposta la percezione di posizioni e movimenti del corpo (la propriocezione).
dipendesse da un canale ionico, ne ha individuati una settantina, e Proprio le tante localizzazioni e funzioni di questi recettori hanno
li ha inattivati uno a uno fino a trovare il responsabile della sensibilità reso finora difficile trovare farmaci che li blocchino (per esempio per
al contatto (Piezo1). Anche da qui è scaturita la scoperta di vari altri spegnere il dolore cronico) senza causare seri effetti indesiderati.
recettori, essenziali per il tatto e tanti altri processi dipendenti dalla Giovanni Sabato

Strumenti innovativi per costruire molecole


La chimica e l’architettura hanno qualcosa in comune. Entrambe
hanno a che fare con strutture e con le modalità per costruirle, sebbene
a scale assai diverse. Nel piccolo mondo degli atomi e delle molecole,
tra gli strumenti fondamentali per creare strutture ci sono i catalizzatori,
cioè sostanze che controllano e aumentano la velocità delle reazioni
chimiche, senza diventare parte dei prodotti finali. Per lungo tempo
i chimici sono stati convinti che ci fossero due tipi di catalizzatori per
costruire le strutture desiderate: un tipo basato sui metalli, l’altro sugli
enzimi, ovvero proteine, in genere di grandi dimensioni, con proprietà
catalizzatrici. Per inciso, i metalli non sono facili da usare, poiché sono
assai sensibili alla presenza di ossigeno e acqua, e in alcuni casi sono
dannosi per l’ambiente. Poi nel 2000, in modo indipendente, il tedesco
Benjamin List, del Max-Planck-Institut für Kohlenforschung, e lo
statunitense David W.C. MacMillan, della Princeton University, hanno
aggiunto nuovi strumenti alla cassetta degli attrezzi catalitici, e grazie a
questi hanno ricevuto il Nobel per la chimica di quest’anno.
L’Accademia reale svedese delle scienze ha premiato i due ricercatori L’annuncio dei due vincitori del Nobel per la chimica, Benjamin List e
«per lo sviluppo dell’organocatalisi asimmetrica». Si tratta di una
Copia di 40cd6480303f50ad75adb2d6289a0f83 David MacMillan, il 6 ottobre a Stoccolma.
tecnica in cui i catalizzatori sono piccole molecole organiche, amiche
dell’ambiente, economiche e facili da usare. Le soluzioni di List e l’immagine speculare dell’altra; e nel settore dei farmaci questa scelta
MacMillan hanno avuto un grande impatto nell’industria farmaceutica può fare la differenza nell’attività di una molecola. Ma anche l’ambiente
perché permettono di catalizzare in modo selettivo la produzione di una ringrazia i due Nobel, perché le loro idee permettono di ridurre i rifiuti
delle due forme speculari di una stessa molecola. È un po’ come poter che derivano dalla produzione di sostanze chimiche.
scegliere la mano sinistra rispetto alla destra, che sono appunto una Giovanni Spataro

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News

FISICA

Una sorpresa sotto il Gran Sasso


I test per cercare materia oscura avrebbero rivelato invece energia oscura

Cercare materia oscura e trovare inve-


ce energia oscura: è quello che, secon-
do uno studio pubblicato su «Physical
Review D», sarebbe successo con l’espe-
rimento Xenon1T, ai Laboratori naziona-
li del Gran Sasso dell’Istituto nazionale di
fisica nucleare (INFN). Per arrivare a que-
sto risultato, il gruppo di ricerca, guidato
dagli italiani Sunny Vagnozzi, dell’Univer-
sità di Cambridge nel Regno Unito, e Lu-
ca Visinelli dell’INFN, ha analizzato alcuni
eventi anomali osservati dall’esperimen-
to, progettato per catturare il passaggio di
eventuali particelle di materia oscura, come
assioni o WIMP (weakly interacting massive
particles).
Quelle che invece sarebbero emerse
dall’analisi sono le «particelle camaleonte»,
fra le principali candidate al ruolo di por-
tatrici del campo di energia oscura. Que-
ste particelle hanno infatti la caratteristi-
ca, da cui prendono il nome, di cambiare la forza mediata risulta tanto più schermata zona di transizione a circa 0,7 raggi solari
propria massa in funzione della densità di quanto maggiore è la densità della materia dal centro, dove il trasporto dell’energia
energia dell’ambiente circostante, mime- circostante. passa da radiativo a convettivo.
tizzandosi così all’osservatore. Nello spa- Secondo gli studiosi, a permettere di Che sia stata rivelata in maniera diretta
zio vuoto hanno una massa quasi nulla e spiegare le anomalie osservate da Xenon1T l’energia oscura è presto per dirlo, ma gli
un raggio d’azione fino a distanze cosmo- è proprio questo meccanismo di scherma- autori auspicano che da altri esperimenti
logiche, mentre dentro una stella o un pia- tura delle particelle camaleonte, le quali operativi o in costruzione possano arrivare
neta diventano massicce e con un raggio verrebbero prodotte all’interno del Sole, in conferme ai risultati di Xenon1T.
d’azione estremamente limitato. Quindi la particolare nella regione del tacoclino, una Emiliano Ricci

Che sia onda o particella dipende anche dalla fonte


La possibilità che un sistema quantistico si comporti sia come un’onda in corrispondenza di una delle fenditure, la figura di interferenza
sia come una particella è una delle proprietà più bizzarre della scompare e il fotone si comporta come una particella.
meccanica quantistica. Il fenomeno è noto da quasi un secolo, tuttavia Yoon e Cho hanno messo a punto una piccola variante
resta ancora molto da capire su quali siano i fattori che determinano dell’esperimento, usando al posto delle due fenditure due cristalli di
la proporzione in cui un sistema quantistico combina proprietà niobato di litio, che ha una particolarità: se irradiato con luce laser,
ondulatorie o corpuscolari. Ora due ricercatori della Korea University emette fotoni entangled, ossia quanti di luce le cui proprietà sono
di Seul, Tai Hyun Yoon e Minhaeng Cho, hanno fatto un passo avanti correlate. Grazie a questa innovazione, gli scienziati sono stati in grado
importante, dimostrando che per un fotone tale proporzione dipende, di regolare in modo molto preciso la cosiddetta «purezza della fonte»,
oltre che dal tipo di esperimento, anche dalla sorgente che lo genera. I ossia la probabilità con cui i fotoni vengono emessi da un cristallo o
© XENON Collaboration/LNGS-INFN

risultati sono stati pubblicati su «Science Advances».


Copia di 40cd6480303f50ad75adb2d6289a0f83 dall’altro, dimostrando la dipendenza della dualità onda-particella dal
L’esperimento classico che permette di testare la dualità onda-particella tipo di sorgente usata.
è quello della «doppia fenditura»: inviando un fascio di fotoni verso Più in generale, il risultato ha messo in luce anche l’esistenza di
uno schermo attraverso due fenditure, anziché osservare la semplice un’interessante connessione tra la misura quantitativa della dualità e il
immagine delle fenditure si produce una figura di interferenza, tipica fenomeno dell’entanglement quantistico, aprendo la strada a potenziali
della propagazione di onde in sovrapposizione. Tuttavia se si osserva applicazioni importanti.
il percorso di un singolo fotone, ponendo per esempio un rivelatore Matteo Serra

22 Le Scienze 639 novembre 2021


EVOLUZIONE
La scomparsa
Il clima allunga gli animali dei dinosauri
ha moltiplicato
Si vedono già adattamenti morfologici al riscaldamento i serpenti
L’asteroide che alla fine
del Cretaceo ha spazzato
via i dinosauri e la maggior
parte degli altri animali e
vegetali non ha favorito
solo i mammiferi, diventati
la classe dominante, ma
anche i serpenti.
In uno studio su «Nature
Communications»,
un gruppo guidato da
Catherine Klein e Nicholas
Longrich, dell’Università
di Bath nel Regno Unito,
ha esaminato fossili e ha
effettuato analisi genetiche
sui serpenti moderni per
ricostruire l’evoluzione
di questi rettili. I risultati
mostrano che le circa 4000
specie attuali derivano da
una manciata di specie
sopravvissute all’asteroide
caduto 66 milioni di anni
fa, probabilmente grazie
alla capacità di ripararsi
sottoterra e di restare a
lungo senza cibo. Come
ogni grande evento
di estinzione, questa
«distruzione creativa» ha
Il global warming sta mettendo il turbo all’evolu- fimbriatum) e parrocchetto dal groppone rosso permesso ai serpenti, in
zione, almeno per quanto riguarda l’aspetto de- (Psephotus haematonotus), per esempio, dal 1871 pochi milioni di anni, di
gli animali. In poco più di un secolo (un tempo le dimensioni del becco sono aumentate dal 4 al diversificarsi e di occupare
piuttosto breve sulla scala evolutiva), code, orec- 10 per cento. Al toporagno mascherato (Sorex ci- nuove nicchie, nuovi
chie, zampe e becchi di alcune specie si sono al- nereus), in settant’anni si sono allungate coda e habitat e nuovi continenti.
lungati per assicurare loro un raffreddamento zampe. Nello stesso intervallo di tempo, anche I fossili mostrano anche
più efficace. le dimensioni delle ali del pipistrello ipposidero un cambiamento nella
È la regola di Allen: nei climi più caldi è be- dell’Himalaya (Hipposideros armiger) sono cre- forma delle vertebre dopo
ne avere estremità più lunghe, cioè con un ele- sciute dell’1,64 per cento. «Oltre a migliorare la l’estinzione di massa.
vato rapporto tra superficie e volume, per me- nostra capacità di predire l’impatto del cambia- Dall’emisfero australe, dove
glio dissipare il calore. Lo spiega bene uno studio mento climatico, potremmo capire quali sono vivevano i loro antenati, i
pubblicato su «Trends in Ecology & Evolution» le specie più vulnerabili che richiedono azioni serpenti si sono diffusi con
da un gruppo di ricerca coordinato dall’ecologo
Copia di 40cd6480303f50ad75adb2d6289a0f83 di conservazioni prioritarie», scrivono gli auto- nuovi gruppi prima in Asia
evoluzionista Matthew Symonds, della Deakin ri. «Mentre alcuni animali si stanno adattando al- e poi nel resto del mondo,
University di Melbourne in Australia. Revisio- le nuove condizioni, infatti, altri non lo faranno. diventando arboricoli,
Heeb Christian/AGF/SPL

nando la letteratura, i ricercatori hanno scoper- Magari perché hanno un’alimentazione così spe- marini, velenosi come cobra
to che la forma delle appendici di molti uccelli cifica che non possono modificare la forma del e vipere o enormi costrittori
e mammiferi è cambiata negli anni in parallelo becco. O perché non riescono a evolversi in tem- come boa e pitoni.
all’aumento delle temperature. Nei pappagal- po per stare al passo con i cambiamenti.» Eugenio Melotti
li australiani cacatua gang gang (Callocephalon Martina Saporiti

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News

Quanti combustibili fossili


Dalle carie bisogna lasciare sottoterra
dentali
Per limitare gli effetti più gravi dei cambiamenti
l’ecologia degli climatici dobbiamo ridurre molto l’uso dei com-
antichi animali bustibili fossili, fin quasi ad azzerarlo. Poiché l’a-
nidride carbonica si accumula a causa del lungo
Gli antichi primati tempo di permanenza in atmosfera, sappiamo
andavano matti per la frutta che, per fermare il riscaldamento a 1,5 °C oltre
zuccherina. Lo rivelano i la temperatura preindustriale, possiamo ancora
resti fossili di Microsyops emettere circa 580 miliardi di tonnellate di CO2.
latidens, un primate Questo obiettivo richiederà che non si estrag-
dell’Eocene, nei cui denti gano tutti i combustibili fossili disponibili nei
un gruppo di ricercatori giacimenti. Ma quanti ne dovremo lasciare sot-
dell’Università di Toronto, in to? Se lo sono chiesti su «Nature» Dan Welsby e
Canada, ha scoperto le carie colleghi, dello University College London.
più antiche mai conosciute. Utilizzando un modello del sistema energeti-
I fossili di un migliaio di co globale e volendo ottenere un 50 per cento di
individui, vissuti circa 54 probabilità di raggiungere l’obiettivo di 1,5 °C, lo
milioni di anni fa, erano studio mostra che dovranno rimanere inutilizza-
stati scoperti già negli ti il 90 per cento delle riserve attuali di carbone
anni settanta nel sito e il 60 per cento dei giacimenti di petrolio e gas
archeologico statunitense naturale. La produzione globale di combustibili
di Bighorn Basin, nel fossili dovrebbe diminuire del 3 per cento all’an-
Wyoming. I denti però sono no fino al 2050.
stati analizzati in dettaglio Per accrescere a oltre il 50 per cento la proba-
solo ora, dal gruppo di bilità di raggiungere il target, queste percentuali
ricerca di Keegan Selig, vanno ancora aumentate. Si tratta dunque di una
primo autore dell’articolo transizione energetica epocale da attuare rapi-
pubblicato su «Scientific damente. (AnPa)
Reports». Selig ha
identificato carie in 77
esemplari, pari a oltre il 7 Traffico a doppio senso sulle foglie dell’Araucaria
per cento del totale: una
percentuale più alta rispetto In natura, il trasporto direzionale dei liquidi lungo una superficie può essere ottenuto tramite curvature e
alla gran parte delle specie rugosità specifiche oppure attraverso la deposizione di molecole che attraggono o respingono le sostanze
di primati frugivori attuali. liquide. Tuttavia, nella maggioranza dei casi, il trasporto è vincolato a una direzione unica. Non è così per
Negli esemplari di questo le coriacee foglie del genere Araucaria, la cui superficie permette all’acqua di scorrere in una direzione
gruppo vissuti in un e all’etanolo in quella opposta. In uno studio sui «Proceedings of the National Academy of Sciences»,

Orbon Alija/iStock (miniera di carbone) ; SCIENCE PHOTO LIBRARY/AGF (araucaria)


particolare periodo, inoltre, Zuankai Wang e colleghi della City University di Hong Kong, descrivono la peculiare morfologia nonché la
la frequenza di carie disposizione spaziale delle microstrutture responsabili. Simili a squame, queste strutture tridimensionali
raggiungeva il 17 per cento. hanno una doppia superficie concava e un profilo asimmetrico. In una serie di esperimenti in laboratorio,
L’alimentazione di questa utilizzando sia campioni vegetali sia una loro riproduzione stampata in 3D, i ricercatori hanno dimostrato
popolazione ha oscillato che questa geometria forza i liquidi a bassa tensione superficiale, come l’etanolo, lungo la direzione di
quindi tra diete a contenuto inclinazione delle strutture, cioè verso la punta della foglia. Viceversa i liquidi ad alta tensione superficiale,
di zuccheri più o meno alto, come l’acqua, scorrono nella direzione opposta. (DaMi)
presumibilmente per effetto
dei cambiamenti climatici
che hanno influenzato la
vegetazione.
Secondo Selig, quindi,
Copia di 40cd6480303f50ad75adb2d6289a0f83

«le carie non sono un


fenomeno moderno,
e possono essere uno
strumento utile per indagare
l’ecologia e l’alimentazione
delle specie antiche». (GiAs)

24 Le Scienze
Piccoli pipistrelli Frenare l’epilessia
balbettano sulle note di Mozart Con l’aumento
dei patogeni
I neonati imparano a parlare lallando, cioè pro- La sonata per due piani in Re maggiore K448 di
nunciando sillabe. Anche i pipistrelli americani Mozart qualche decennio fa è stata studiata per
l’immunità
Saccopteryx bilineata lo fanno, unici a quanto si sue le proprietà antiepilettiche. si adatta
sa tra i mammiferi, se escludiamo noi scimmie. La scarsa risoluzione della tecnica allora usa-
Lo aveva scoperto Mirjam Knörnschild, ecologa ta (registrazioni con elettrodi posti sul cuoio ca- Con l’agricoltura, oltre alla
del comportamento animale al Museo di storia pelluto) aveva però mostrato grandi limiti. Ora dieta abbiamo cambiato
naturale di Berlino. Ma non tutti erano convinti. un gruppo guidato da Robert Quon, del Dart- abitudini: ci siamo ritrovati
A distanza di 16 anni dal primo report, Knörn- mouth College di Hanover negli Stati Uniti, ha a vivere in insediamenti
schild pubblica uno studio su «Science» che ri- cercato una conferma effettuando nuove ricer- affollati a stretto contatto
sponde agli scettici. Con il suo gruppo di ricerca, che, con elettrodi inseriti direttamente nella con gli animali. È naturale,
l’ecologa ha registrato i balbettii, lunghi anche corteccia cerebrale di pazienti epilettici in attesa quindi, che ci sia stata
una quarantina di minuti, di 20 pipistrelli dalla di intervento chirurgico. Lo studio, pubblicato un’impennata delle
nascita a tre mesi di età, nelle foreste di Panama su «Scientific Reports», è il più preciso effettua- infezioni. In risposta,
e del Costa Rica. to fino a oggi sul cosiddetto effetto Mozart e con- tuttavia, il sistema
L’analisi degli spettrogrammi ha individua- ferma la riduzione dei picchi interictali, brevi immunitario dei primi
to otto caratteristiche fondamentali presenti pu- eventi elettrici che si verificano fra le crisi epilet- agricoltori non si è solo
re nella lallazione umana, come per esempio la tiche e sono correlati alla gravità della malattia. iperattivato contro alcuni
ripetizione ritmata di sillabe (come il ba-ba-ba I 16 pazienti coinvolti mostravano una riduzio- patogeni, ma si è anche
di un bimbo) e la presenza di suoni che faranno ne significativa di questi picchi nelle aree fron- calmato verso altri. Lo
parte del repertorio vocale degli adulti. Balbet- tali destra e sinistra. mostra uno studio su
tando, i pipistrelli imparano a controllare il loro L’effetto si verificava solo con la sonata di Mo- «eLife» coordinato da Mihai
apparato vocale allenandolo alla produzione del- zart e non con altri pezzi musicali (la marcia nu- Netea, dell’ospedale della
le complesse vocalizzazioni che poi serviranno a ziale di Wagner e canzoni di Buddy Holly, dei Radboud University di
corteggiare, marcare il territorio e comunicare. Judas Priest e dei Nickelback, fra gli altri). Gli au- Nimega nei Paesi Bassi.
E forse studiare il loro cervello ci aiuterà a capi- tori intendono ora continuare questi studi, nella La presenza di varianti
re i meccanismi che controllano l’apprendimen- speranza che la musica riveli effetti terapeutici, genetiche per la sintesi di
to vocale. (MaSa) da affiancare alle terapie farmacologiche. (FeSg) proteine immunoregolatorie
contribuisce a indicare
quanto forte sia l’immunità
La scomparsa dei crateri lunari di una persona. I ricercatori
hanno perciò analizzato
La Luna torna a far parlare di sé. Una il DNA di oltre 800 tra
collaborazione internazionale guidata da Katarina cacciatori-raccoglitori e
Miljkovic, dello Space Science and Technology agricoltori vissuti in Europa
Centre di Perth in Australia, ne analizza i crateri per tra 45.000 e 2000 anni fa,
indagare la formazione del sistema solare. Il fulcro per dedurre l’intensità della
della ricerca è l’età dei crateri: secondo il modello loro risposta immunitaria.
teorico elaborato, la loro origine si collocherebbe Da qui la scoperta: negli
nell’epoca di formazione della Luna, più di quattro agricoltori la reazione è
miliardi di anni fa, quando la superficie del satellite, divenuta più forte contro
composta da magma, iniziava a solidificare. patogeni extracellulari,
L’impatto di corpi celesti con una superficie come Staphylococcus
ancora morbida non avrebbe lasciato impronte aureus e Candida albicans,
rilevabili, nascondendo le tracce del passato ma più blanda contro
geologico. La solidificazione degli oceani di magma quelli intracellulari, come
sembra essere stata tanto prolungata da coprire il il batterio della tubercolosi
periodo di gran parte degli eventi d’impatto; quelli e i virus respiratori,
che osserviamo oggi sulla superficie, dunque,
Copia di 40cd6480303f50ad75adb2d6289a0f83 presumibilmente perché
sarebbero solo una minima parte dei crateri in questi casi reazioni
formatisi sulla Luna. Le conclusioni dello studio, infiammatorie eccessive
pubblicate su «Nature Communications», fanno danneggerebbero
luce sull’evoluzione morfologica del satellite e l’organismo altrettanto o
cortesia NASA

descrivono impatti con corpi celesti primordiali, anche più dei patogeni
subiti tanto dalla Luna quanto dalla Terra. (GiFa) stessi. (MaSa)

www.lescienze.it Le Scienze 25
SCIENZE PLANETARIE

Superare
la maledizione
di Venere
Tre nuove missioni spaziali sono destinate
a riavviare gli studi sul nostro vicino
che trascuriamo da tempo.
Potrebbero spiegare come e perché è diventato
il gemello maligno della Terra

di Robin George Andrews

Copia di 40cd6480303f50ad75adb2d6289a0f83

Una veduta globale dell’emisfero nord di Venere,


basata sui dati radar dell’orbiter Magellan della NASA,
che scrutò al di sotto del velo di nuvole vorticose del
pianeta dal 1990 al 1994.

26 Le Scienze
Copia di 40cd6480303f50ad75adb2d6289a0f83
Robin George Andrews è un vulcanologo e divulgatore
scientifico che vive a Londra. Il suo prossimo libro Super
Volcanoes: What They Reveal about Earth and the Worlds
Beyond è in uscita nel novembre 2021.

C
ome molti bambini, Sue Smrekar sognava di viaggiare nello spazio. In-
vece che astronauta, però, è diventata geofisica planetaria al Jet Propul-
sion Laboratory della NASA, dove si occupa di esploratori robotici di al-
tri mondi. In un certo senso, il suo destino interplanetario sembrava

©Ted Stryk Raw Data Courtesy of the Russian Academy of Sciences (sotto)
segnato ancora prima che nascesse: suo padre proviene da una comuni-
tà rurale della Pennsylvania che si chiama Venus.
La prima missione su cui ha lavorato Smrekar è stata proprio composizione, a uno stato tanto ultraterreno e apocalittico? Per-
l’orbiter Magellan della NASA, diretto su Venere. Lanciato nel ché questi due pianeti simili e vicini hanno storie così incredibil-
1989, Magellan era dotato di un sistema radar che sbirciava al di mente divergenti?
sotto delle spesse nuvole del pianeta per mapparne per la prima Le esplorazioni di Magellan si conclusero nel 1994, e fu l’ultima

NASA e JPL (pagine precedenti);


volta l’intera superficie. Smrekar ricorda il momento in cui vide volta che la NASA inviò una missione su Venere. Proprio quando
arrivare le prime immagini radar, che rivelavano un mondo biz- Smrekar e i suoi colleghi stavano cominciando a confrontarsi con
zarro coperto da pochi crateri, una quantità spropositata di vul- i misteri appena svelati di questo pianeta, l’immaginazione del
cani e pianure ondulate di lava ghiacciata. I dati di Magellan acui- pubblico fu colta da sensazionali affermazioni sulla vita su Marte.
rono quella che è diventata una delle più importanti doman- Oggi, a distanza di un quarto di secolo, gran parte della comunità
de aperte della planetologia: che cosa ha portato Venere, secon- globale dei planetologi è ancora presa dalla ricerca finora infrut-
do pianeta dal Sole e quasi gemello della Terra per dimensioni e tuosa della vita marziana. Nel frattempo Venere, una desolazio-

Copia di 40cd6480303f50ad75adb2d6289a0f83
ne acida, rovente, arida e presumibilmente senza vita, ha langui- missioni. Ma a ogni esplorazione diventava sempre più chiaro che
to nell’ombra. il pianeta era un incubo per eventuali esplorazioni umane.
Un punto di svolta è arrivato a giugno, quando la NASA ha an- L’atmosfera densa e soffocante di Venere è fatta per circa il 95
nunciato le ultime decisioni sulle nuove missioni interplanetarie per cento di anidride carbonica. I suoi strati di nuvole sono pie-
all’interno del suo programma di esplorazione Discovery. L’agen- ni di acido solforico, a livelli in grado di corrodere pelle, ossa e
zia spaziale aveva preso in considerazione quattro missioni: una metallo in pochi istanti. Se ci trovassimo sulla superficie non sa-
per visitare una luna di Nettuno, un’altra per raggiungere una lu- remmo soggetti alla devastante pioggia acida, ma solo perché lag-
na di Giove e due, denominate DAVINCI+ e VERITAS, ciascuna in- giù la pioggia è impossibile: al suolo la temperatura si avvicina ai
dipendentemente con l’obiettivo di tornare su Venere. 500 gradi, abbastanza per arrostire qualsiasi astronauta o robot.
«Speriamo tutti vivamente che finisca la “maledizione di Ve- E se fossimo miracolosamente resistenti al calore dovremmo co-
nere”», aveva detto prima dell’annuncio Smrekar, che è princi- munque fare i conti con una pressione alla superficie pari a circa
pal investigator di VERITAS. Lei e i suoi colleghi speravano che la 90 volte quella sulla Terra, corrispondente a circa un chilometro
NASA desse il via libera a una delle missioni su Venere ma, sor- sott’acqua. In qualunque parte del pianeta ci si trovi, si morirebbe
prendentemente, l’agenzia spaziale ha selezionato sia VERITAS di una morte rapida ma orrenda.
che DAVINCI+. Le due missioni complementari sono pensate per Dalla fine della missione Magellan, Venere è rimasta quasi del
studiare l’abitabilità passata del pianeta. Per la prima volta dopo tutto sola. La navicella spaziale europea Venus Express vi ha or-
trent’anni, la NASA aveva scelto di tornare su Venere, e non una, bitato dal 2006 al 2014; la giapponese Akatsuki, entrata in orbita
ma ben due volte. nel 2015, è tuttora presente, per studiare l’atmosfera venusiana e
Le buone notizie continuavano ad arrivare. Appena una setti- cercarne i rari fulmini. Se dipendesse da Paul Byrne, planetologo
mana dopo l’atteso annuncio della NASA, l’Agenzia spaziale euro- della North Carolina State University e grande appassionato di Ve-
pea ha dichiarato che farà festa si sarebbe unito anche EnVision, nere, oggi ci sarebbe un gran numero di sonde che la sorvolereb-
un orbiter che effettuerà rilevamenti scientifici su alcune parti del bero o vi atterrerebbero. Invece, dice, Venere è un pianeta di cui
pianeta. Era iniziato un rinascimento venusiano. da trent’anni non si cura nessuno.
A questo stato di cose si arrivò nel 1996, quando un gruppo di
Via dall’inferno ricercatori pubblicò un articolo in cui annunciava di aver trova-
All’inizio di quest’anno non era affatto chiaro che ci sarebbe to fossili microscopici in un meteorite marziano chiamato ALH
stata una rentrée di Venere. La storia sembrava dire che era già sta- 84001. L’allora presidente degli Stati Uniti Bill Clinton tenne un
to sotto i riflettori e che quell’epoca fosse finita. Nel corso degli an- discorso su questa scoperta dal South Lawn della Casa Bianca, di-
ni sessanta e settanta il pianeta fu un fronte interplanetario della cendo al mondo che «il programma spaziale statunitense farà uso
guerra fredda: Stati Uniti e Unione Sovietica inviarono molteplici di tutta la sua potenza intellettuale e abilità tecnologica per la ri-
cerca di ulteriori prove della vita su Marte».
Le immagini della superficie, come questo La scoperta non andò a buon fine: ulteriori studi, riportati con
panorama del 1982 ripreso dal lander sovietico Venera molto meno clamore, fanno ritenere che i «microfossili» possano
14, hanno rivelato poco più che paesaggi desolati benissimo essere formazioni minerali completamente abiotiche.
di rocce vulcaniche sotto cieli opprimenti e corrosivi. Ma il sogno di trovare la vita è troppo affascinante perché lo si pos-

Copia di 40cd6480303f50ad75adb2d6289a0f83
sa abbandonare. Su Marte è stata inviata una missione dopo l’altra, VERITAS vedrà anche nell’infrarosso e potrà così distingue-
ognuna delle quali si basava sui risultati delle precedenti e raffor- re minerali specifici in superficie grazie al loro caratteristico ba-
zava il fascino del Pianeta Rosso come destinazione preferita per gliore termico. Ma il lavoro dell’orbiter non sarà solo superficia-
l’esplorazione planetaria. «Non voglio dire che Marte abbia una le. Un altro dei suoi strumenti scruterà nelle viscere del pianeta,
presa inesauribile sul pubblico – dice Byrne – ma in un certo senso studiando le variazioni nell’intensità del campo gravitazionale per
sì.» Fa spesso battute sul fatto che vorrebbe far saltare in aria Mar- visualizzare la struttura interna a strati. Questa missione, affer-
te, come fa in Guerre stellari la Morte Nera con Alderaan, in mo- ma Smrekar, ci darà finalmente una visuale di Venere ad alta fe-
do che tutti siano costretti a riprendere in considerazione Venere. deltà, analoga ai dati dettagliatissimi che abbiamo da tempo per
Scherza, ma non del tutto. la Luna e per Marte. [L’Italia partecipa a VERITAS tramite una
Anche se Marte venisse spazzato via dai cieli, però, rimarreb- partnership tra Agenzia spaziale italiana (ASI) e Jet Propulsion
be il problema che Venere è un prolifico distruttore di macchi- Laboratory, che ha assegnato al nostro paese la responsabilità per
nari. Gli orbiter sopravvivono senza problemi, ma lo studio del- lo sviluppo e la realizzazione di tre strumenti di bordo. Angelo Oli-
la superficie richiede un radar eccellente, in grado di penetrare le vieri, dell’ASI, è responsabile di programma per la partecipazio-
dense nubi che ricoprono il pianeta. Invece, avendo un’atmosfe- ne italiana a VERITAS; Gaetano Di Achille, ricercatore dell’Istituto
ra più sottile e trasparente e una superficie fredda e secca colpi- nazionale di astrofisica, è co-investigator della missione ed esper-
ta solo occasionalmente da tempeste di polvere globali, «Marte è to di geologia planetaria, N.d.R.].
il luogo ideale per fare molte esplorazioni della superficie», spiega DAVINCI+ (Deep Atmosphere Venus Investigation of Noble Ga-
Byrne. Ma dal punto di vista scientifico Marte è più prezioso di Ve- ses, Chemistry, and Imaging Plus) è una missione che prende il
nere? «Secondo me, nemmeno lontanamente». nome dall’eclettico maestro rinascimentale. La dirige Jim Garvin,
Un punto a svantaggio di Marte sono le sue dimensioni. Con scienziato del Goddard Space Flight Center della NASA, che come
un sesto del volume della Terra e appena un decimo della mas- Smrekar ama Venere e schiva con modestia i riflettori: una volta,
sa del nostro pianeta, non è affatto «simile alla Terra», per lo me- quando gli è stato chiesto di condividere qualche fatto curioso su
no se lo paragoniamo a Venere, che da
questo punto di vista è praticamente il
nostro gemello planetario. C’è sempre, L’indizio più significativo che abbiamo sulla storia
ovviamente, il problema dell’ambiente
che disintegra i veicoli spaziali. Si stan- apocalittica di Venere è l’elevato contenuto di acqua
no sviluppando dispositivi elettronici
resistenti al calore in grado di resistere
pesante dell’atmosfera: una scoperta del 1978
all’inferno venusiano per l’esplorazio-
ne in situ, ma non c’è ancora nulla che
possa garantire a una missione sulla superficie più di un paio d’o- di sé, Garvin ha detto di essere, «direi, assurdamente noioso». Lo
re di sopravvivenza. Tuttavia, dice Byrne, la vicinanza della mas- stesso non si può dire delle idee alla base della missione della sua
sa di Venere con quella del nostro pianeta la rende un’opzione mi- squadra, un’impresa eroica che sgancerebbe una sonda statuni-
gliore per capire come si formano, e come muoiono, i mondi simili tense nelle fauci di Venere per la prima volta dalla missione Pione-
alla Terra. «Venere sarà arduo», dice Byrne. «Ma non è un motivo er Venus della NASA del 1978.
per non andarci». La sonda piomberebbe giù per l’atmosfera, ingoiandone e ana-
lizzandone i componenti chimici durante un viaggio destinato alla
Il cercatore di verità, l’artista e il visionario distruzione. Al diradarsi delle nuvole e all’avvicinarsi della super-
Il programma di missioni interplanetarie di classe Discovery ficie, userà le sue fotocamere per acquisire immagini a una riso-
della NASA è noto per essere relativamente poco costoso (con un luzione mai vista della Regione Alfa (o Alfa Regio), una zona mon-
investimento di circa 600 milioni di dollari per progetto) ma an- tuosa e geologicamente complessa, mentre i rivelatori a infrarossi
che molto doloroso. Spesso squadre di scienziati e ingegneri lavo- analizzerebbero gli aspetti mineralogici del terreno. La sonda si
rano anni per sviluppare proposte dettagliatissime che vengono spegnerebbe poco dopo l’atterraggio, ma non prima di aver tra-
poi sottoposte ai funzionari dell’agenzia. Il processo di selezione è smesso i dati raccolti durante la caduta rallentata dal paracadute.
tanto competitivo quanto spietato: porta a decine di perdenti per La sonda che scenderà verso la superficie è forse l’evento prin-
ogni vincitore e determina quali regioni del sistema solare ver- cipale, ma DAVINCI+ ha anche una componente orbitante. Non
ranno esplorate dagli Stati Uniti. VERITAS e DAVINCI+ non han- avrà un sofisticato sistema radar, ma le sue telecamere esplore-
no vinto gli ambiti posti all’interno di Discovery facendo appello ranno l’atmosfera e la superficie nell’ultravioletto e nell’infraros-
al sentimento. Ognuno dei due è un grande risultato tecnologico, so, arricchendo così i dati raccolti da VERITAS. L’obiettivo prin-
progettato e messo a punto per dare risposta alle più pressanti do- cipale della missione è stabilire, una volta per tutte, se il clima di
mande dei planetologi sul nostro inospitale vicino. Venere sia sempre stato così catastroficamente terribile. «DAVIN-
VERITAS (che significa «verità» in latino ed è l’acronimo di Ve-
Copia di 40cd6480303f50ad75adb2d6289a0f83 CI+ è stato progettato proprio per rispondere a questa domanda»,
nus Emissivity, Radio Science, InSAR, Topography, and Spectro- spiega Garvin.
scopy) sarà per molti aspetti un seguito di Magellan: un orbiter Il terzo membro della campagna venusiana, la missione En-
con un sistema radar all’avanguardia per generare una carta del Vision dell’Agenzia spaziale europea, userà sistemi radar per
pianeta con una ricchezza di dettagli senza precedenti. Sostitui- mappare la superficie mentre i suoi spettrometri ultravioletti e
rebbe le vecchie mappe di Magellan con articolate carte topogra- infrarossi analizzeranno la composizione delle rocce e dell’atmo-
fiche 3D articolatissime, dai singoli vulcani e i loro dintorni coper- sfera del pianeta [l’ASI avrà la responsabilità di realizzare il radar
ti di lava ai sistemi di faglie che solcano il terreno come cicatrici. sounder per lo studio dei primi strati della superficie del pianeta. Il

30 Le Scienze 639 novembre 2021


UN AMBIENTE INFERNALE
principal investigator di questo strumento è Loren-
zo Bruzzone, dell’Università di Trento, N.d.R.]. En-
Vision porterà anche un esperimento radio che rile- L’atmosfera di Venere
verà variazioni minime nel campo gravitazionale del
pianeta, generando un’immagine dell’interno di Ve- Le condizioni inospitali di Venere sono il risultato di un cambiamento climatico estre-
nere. Come per VERITAS, alcune delle analisi di En- mo: un afflusso di gas serra, probabilmente liberati durante enormi eruzioni vulca-
Vision saranno a livello globale, ma la sua forza verrà niche eoni fa, che hanno intrappolato il calore e riarso il pianeta. Ma a differenza del
dalla capacità di mirare rapidamente a siti specifici resto di Venere, una regione specifica dell’atmosfera è curiosamente clemente, forse
in risposta alle esigenze in continua evoluzione dei addirittura adatta alla vita. Dopo decenni di missioni ci sono ancora molte domande
ricercatori. aperte su Venere e sulla sua abitabilità passata e presente. E l’unico modo per ave-
«Sono sempre stato affascinato da Venere», affer- re risposte è tornarci.
ma Richard Ghail, geologo planetario della Royal
Holloway University di Londra e lead scientist di En- Altitudine (chilometri) Temperatura
100 media
Vision. Come i suoi omologhi statunitensi, anche lui
(gradi °C)
desidera scoprire come «funzionano in condizioni
diverse i pianeti delle dimensioni della Terra». Quale L’atmosfera torbida e ricca di nuvole di
posto migliore da esplorare, quindi, del nostro sfor- Venere ostacola le osservazioni della
tunato vicino? 90 superficie. Solo telescopi e sonde spaziali
con potenti sistemi radar sono in grado di –100
Le molte morti di Venere scrutare attraverso questo velo.
L’indizio più significativo che abbiamo sulla sto-
ria apocalittica di Venere è l’elevato contenuto di ac- 80
qua pesante della sua atmosfera, una scoperta che
risale alla sonda inviata nel 1978 dalla missione Pio- Strato di foschia superiore
neer della NASA. L’acqua pesante è una rara versio-
ne dell’H2O, in cui al posto dell’idrogeno ordinario si 70
trova il deuterio, cioè una forma di idrogeno i cui ato-
–45
mi contengono un neutrone in più. Poiché è più pe-
sante dell’acqua normale, è più difficile che evapori
Strato di nubi Nuvole di acido
nello spazio. Si pensa che la sovrabbondanza di ac- 60 solforico
superiore
qua pesante di Venere sia quel che resta di un ocea-
no di acqua ordinaria che il pianeta poteva vantare
Strato di nubi Indizi del gas
eoni fa. Per sapere che cosa sia successo veramente
centrale fosfina rilevati in
a Venere, dobbiamo scoprire che ne è stato di tutta 50
un’area nuvolosa
quell’acqua. Secondo Garvin non dobbiamo vedere temperata
Strato di nubi inferiore
questo pianeta come un incubo infernale, ma «come 60
un mondo oceanico che ha perso i suoi oceani». Co-
me li ha persi? 40
Correnti
Per via della mancanza di dati, questa domanda, ascensionali
come tante altre su Venere, è priva di una risposta Strato di foschia inferiore
definitiva, ma questo non ha impedito di formulare
30 Alcuni esperti ipotizzano che nelle goccioline
ipotesi sulle risposte e di pensare al modo in cui mis-
acquose altamente acide all’interno dello
sioni come VERITAS e DAVINCI+ le possano confer- strato inferiore di nubi possano crescere e
mare. Uno dei sognatori è Michael Way, ricercatore riprodursi microbi. Le goccioline più pesanti
del Goddard Institute for Space Studies della NASA. e piene di microbi «pioverebbero» da queste 220
Negli ultimi anni lui e i suoi colleghi hanno osserva- 20 nuvole nello strato di foschia più caldo e secco
to i possibili passati di Venere usando dettagliate si- sottostante, dove i microbi potrebbero forse
mulazioni al computer. rimanere in uno stato dormiente, come spore.
Secondo i modelli di Way, la crescita della lumi- Le correnti ascensionali possono riportare
10 dopo un certo tempo le spore negli strati di
nosità del Sole neonato, lenta ma costante, potrebbe
nubi temperate, dove si reidraterebbero,
aver condannato Venere fin dall’infanzia, cuocendo
rianimerebbero e continuerebbero il ciclo.
il giovane pianeta con tanta intensità che l’acqua vi
può esistere solo sotto forma di vapore. Tutto questo
467
Copia di 40cd6480303f50ad75adb2d6289a0f83

vapore acqueo, un potente gas serra, avrebbe rapi- 0


Grafica di 5W Infographics

damente aumentato la temperatura, aggiungendosi La pressione atmosferica al suolo è circa


agli effetti dell’anidride carbonica, un altro gas serra 90 volte più elevata rispetto a quella
La sonda DAVINCI+
che gorgogliava da quello che allora era un oceano di scenderà in un’area terrestre. A oltre 480 °C, fa così caldo
magma che occupava l’intero pianeta. Se è il Sole il vulcanica chiamata che la pioggia è vaporizzata molto prima
cattivo nella storia del clima di Venere, allora il pia- Regione Alfa di raggiungere il suolo.
neta era «morto fin dall’inizio», dice Way.

www.lescienze.it Le Scienze 31
Sono state programmate tre missioni per studiare
Venere negli anni trenta di questo secolo; riporteranno
finalmente il misterioso pianeta sotto i riflettori della scienza
planetaria. La sonda VERITAS della NASA (a destra, in basso)
creerà le migliori mappe radar e a infrarossi di Venere studiando
l’interno del pianeta; la missione DAVINCI+ dell’agenzia spaziale
osserverà il pianeta nell’ultravioletto e nell’infrarosso e rilascerà
una sonda atmosferica (qui sopra). EnVision, dell’Agenzia
spaziale europea (a destra, in alto), esaminerà Venere con
strumenti radar, agli infrarossi e ultravioletti ed eccellerà nelle
indagini rapide e reattive di specifici obiettivi di superficie.

Se il colpevole non è l’iniziale aumento di luminosità del Sole, viene dalle profondità all’interno di un pianeta, mentre l’elio-4, un
potrebbe essere un altro antagonista. Way sospetta i vulcani; co- isotopo più pesante, nasce dal decadimento radioattivo nella cro-
me le stelle, influenzano tutto ciò che accade sulla superficie di un sta soprastante. Come queste, nell’atmosfera di un pianeta si tro-
pianeta, dall’evoluzione dell’atmosfera al destino degli oceani. vano diverse versioni anche di altri gas nobili. La cosa più impor-
Nel passato della Terra, più volte eruzioni di lava delle di- tante è che i gas nobili non reagiscono con altri composti rilevanti
mensioni di un continente hanno riversato nell’atmosfera enor- geofisicamente, come anidride carbonica e acqua, e quindi sono
mi volumi di gas serra per centinaia di migliaia o addirittura mi- di fatto messaggi firmati e datati, che rivelano non solo le loro ori-
lioni di anni, contribuendo alle estinzioni di massa o addirittura gini planetarie, ma anche quando e come sono stati consegnati ai
NASA e GSFC (DAVINCI); NASA e JPL-Caltech (VERITAS)

causandole. Sulla Terra queste eruzioni mostruose sono (finora) cieli di Venere.
MS EnVision Design Graphics ©VR2Planets (EnVision);

avvenute isolatamente; ognuna si distingue come un punto di rot- Le misurazioni di questi gas potrebbero indicare che Vene-
tura nella storia geologica del nostro pianeta. Ma se su Venere se re era arida fin dall’inizio. Se è così, se ne dedurrebbe che il col-
ne fossero verificate varie contemporaneamente, avrebbero potu- pevole di aver riarso il pianeta sarebbe il Sole giovane. Se, inve-
to liberare tanta anidride carbonica che gli oceani avrebbero ini- ce, quest’ultimo non si illuminò inizialmente con tanta rapidità,
ziato a evaporare, riempiendo l’atmosfera di vapore acqueo che
Copia di 40cd6480303f50ad75adb2d6289a0f83 allora l’oceano di magma venusiano, che erutta anidride carboni-
intrappola il calore e dando il via a un ineludibile ciclo di retroa- ca, dovrebbe essersi solidificato, permettendo all’acqua liquida
zione che avrebbe inaridito il pianeta. di formarsi e di accumularsi in superficie. Venere potrebbe esse-
Allora, chi è il colpevole? DAVINCI+ può aiutare a determinare re stata un mondo tropicale di fiumi, laghi, mari e oceani. Martha
quando Venere perse l’acqua, grazie alla sua capacità di annusare Gilmore, planetologa della Wesleyan University, che fa parte del
nell’atmosfera i gas nobili, tra cui xenon, argon ed elio. Di ogni gas gruppo di DAVINCI+ e di quello di VERITAS, è entusiasta di que-
ci sono più versioni, alcune più pesanti, altre più leggere, e sappia- sta idea: «Non c’è motivo, in base a quello che sappiamo dei piane-
mo da dove proviene ciascuna versione. Per esempio, l’elio-3 pro- ti, per cui all’inizio Venere non potesse essere abitabile».

32 Le Scienze 639 novembre 2021


In questo momento l’opinione generale tende più verso le me- La mappa dinamica di Venere ottenuta da VERITAS, che potrà
gaeruzioni che avrebbero sterminato gli oceani di Venere. Forse individuare eventuali variazioni riprendendo più volte uno stes-
accadde già ai primordi, ma DAVINCI+ potrebbe rivelare che Ve- so punto sulla superficie, potrebbe anche mostrare che il piane-
nere era un mondo acquatico ancora da adolescente. «Penso che ta è ancora attivo vulcanicamente. C’è chi ne è convinto da tempo,
la domanda su Venere sia: in superficie ci furono oceani per mi- sulla base di prove indiziarie, ma dobbiamo ancora assistere alla
liardi di anni?», dice Joseph O’Rourke, planetologo della Arizona conferma definitiva data da un’eruzione in diretta. «Sarebbe fan-
State University. È possibile che per gran parte della sua vita an- tastico trovare un vulcano attivo», afferma Smrekar. Anche EnVi-
che Venere sia stata un altro punto azzurro in orbita attorno al So- sion potrebbe dare una mano, rilevando l’«odore» di un pennac-
le: un paradiso perduto. chio gassoso eruttato da un vulcano o individuando il calore che
Se davvero Venere è stata un mondo acquatico per eoni, allora esce da una montagna piena di magma.
deve aver agito anche una tettonica delle placche. Questi mecca- Confermare che un processo planetario così importante è an-
nismi che innalzano montagne, scavano bacini e formano vulcani cora in attività non sarebbe solo una curiosità. Come tutte le atti-
agiscono anche da termostato planetario. L’anidride carbonica at- vità tettoniche tumultuose e trasformative, i vulcani sono alimen-
mosferica si dissolve negli oceani, dove rimane intrappolata nelle tati da quanto accade nelle profondità interne dei pianeti. Cogliere
placche tettoniche che si tuffano nel mantello caldo che si esten- sul fatto vulcani in eruzione spalancherebbe una finestra sull’o-
de sotto la crosta. Prima o poi questo gas serra viene nuovamente scuro cuore geologico di Venere, permettendo di confrontare il vi-
liberato, fluisce in superficie e poi nel cielo in innumerevoli eru- gore del suo ritmo con quello della Terra.
zioni vulcaniche alimentate dal magma profondo. Gran parte del- E mentre DAVINCI+ determinerebbe quanta acqua ha perso
la stabilità climatica a lungo termine di un pianeta di tipo terre- Venere, EnVision accerterà quanta acqua contiene ancora. «C’è
stre si riconduce a questo ciclo del carbonio. Su Venere i sistemi ancora acqua all’interno del pianeta?», si chiede Ghail. Annusando
radar di EnVision e VERITAS potrebbero spiare faglie antiche o at- i pennacchi di gas contenenti H2O che sgorgano dai suoi vulcani,
tive, segni per cui un tempo questo ciclo che caratterizza l’abita- scopriremo se l’interno è disidratato quanto l’esterno.
bilità ha agito.
Entrambe le missioni esamineranno anche le tessere, strani al- Speranza e paura
topiani simili a continenti che punteggiano la superficie venusia- Come EnVision, anche VERITAS e DAVINCI+ sono tutt’altro
na. La maggior parte del pianeta è coperta da colate laviche (che che proposte avanzate frettolosamente. Le prime bozze di en-
devono essersi riversate molto tempo dopo l’epico vulcanismo trambi i progetti di missione risalgono a più di dieci anni fa. (Nel
che ha cambiato il clima e che potrebbe aver fatto bollire via l’ac- 2017 entrambe sono state finaliste nella precedente competizione
qua). Si ritiene che le tessere, che troneggiano sopra queste colate Discovery, ma hanno perso contro Psiche e Lucy, due missioni per
laviche, rappresentino le rocce più antiche di Venere. «Potrebbero indagare gli asteroidi.) Ogni proposta si basa su oltre cinquant’an-
ni di ricerca scientifica; è stato per tutti un
viaggio lungo e faticoso.
È possibile che per gran parte della sua vita Con l’avvicinarsi dell’annuncio fina-
le di Discovery, i livelli di tensione hanno
anche Venere sia stata un altro punto azzurro raggiunto l’apice. I primi mesi del 2021 so-
no stati vissuti in modo particolarmente
in orbita attorno al Sole: un paradiso perduto faticoso da entrambe le squadre, che han-
no lavorato 24 ore su 24 per dare la miglior
impressione possibile a chi doveva decide-
avere mezzo miliardo di anni come 4 miliardi di anni, non ne ab- re del loro futuro. «Per descrivere davvero il lavoro dell’ultimo an-
biamo idea», dice Gilmore. no ci vorrebbe un romanzo», commenta Smrekar. Il rapporto che
Non solo non si sa quanti anni hanno le tessere, ma non si nem- la sua squadra ha presentato ai giudici lo scorso novembre aveva
meno che cosa siano. Se sono davvero rocce continentali simili a «un numero di pagine appena inferiore a Guerra e pace».
quelle sulla Terra, ci sarebbe voluta molta acqua per formarle e sa- Anche resistere attraverso la pandemia ha avuto un costo psi-
rebbe una prova concreta che Venere era un tempo un mondo ac- cologico. «I ricercatori lavorano intensamente insieme. La squa-
quatico. «Sarebbe sbalorditivo», commenta O’Rourke. Se conten- dra, specialmente in periodo di COVID, diventa una piccola fami-
gono strati, come hanno ipotizzato di recente Byrne e colleghi, glia», afferma Smrekar. «Ho un’enorme gratitudine e ammirazione
potrebbero essere strutture sedimentarie, che conservano prove per chi lo scorso anno ha dovuto gestire i bambini piccoli a casa o
di antichi fiumi e laghi. In alternativa possono essere strati di lava prendersi cura degli anziani».
sovrapposti come frittelle, forse resti dell’antico vulcanismo glo- VERITAS e DAVINCI+ si sono confrontati con due proget-
bale che distrusse il cielo. ti di missione senza dubbio eccezionali. Il primo era l’Io Volca-
La sonda di DAVINCI+, dice O’Rourke, ci permetterebbe di os- no Observer (IVO), che avrebbe visitato l’omonima luna di Giove:
servare in modo ravvicinato e dettagliato una singola tessera.
Copia di 40cd6480303f50ad75adb2d6289a0f83 l’oggetto più vulcanico noto alla scienza e il posto migliore per ca-
«Non sappiamo nemmeno se tutte le tessere sono uguali, quindi pire come le forze mareali possono mantenere geologicamente
sceglierne solo una è un po’ una scommessa», dice. «Ma DAVIN- attivo un corpo celeste molto oltre le nostre ingenue stime. Il se-
CI+ otterrà immagini geologiche superbe, su scala umana, che condo progetto di missione era Trident, che si sarebbe diretto su
non si possono avere dall’orbita». D’altra parte, VERITAS ci darà Tritone, luna di Nettuno, un antico componente del sistema solare
una mappa di ogni tessera, anche se con meno dettagli e, dal can- esterno mantenuto enigmaticamente giovane da una forma appe-
to suo, EnVision inquadrerà più tessere per studiarle attentamen- na intravista di vulcanismo ghiacciato.
te dall’alto. Giudicandoli esclusivamente in base ai loro meriti, ciascuno

www.lescienze.it Le Scienze 33
dei quattro progetti aveva ottime possibilità di vittoria. Ma affin- «Dire che eravamo nervosi è minimizzare», ammette Smrekar,
ché qualcuno vinca questo concorso, qualcun altro deve perdere. parlando della propria squadra. «Quelli di noi che sono più vicini
E, tra gli elementi che hanno contribuito, è impossibile ignorare il alla missione vi hanno riversato il cuore, i fine settimana, tutto il
fatto che il 14 settembre 2020 è stato estratto un jolly che può aver loro ingegno affinché si potesse realizzare».
fatto pendere la bilancia a favore di Venere: un gruppo di scienzia- Per ognuna delle squadre non vincere sarebbe stato un du-
ti ha annunciato di aver rilevato con due telescopi la fosfina nelle ro colpo. Se poi non fosse stata scelta nessuna delle due missio-
nubi venusiane a una particolare altitudine a cui la temperatura e ni, molti avrebbero percepito la decisione come assurda, forse ad-
la pressione potrebbero rendere possibile la presenza di goccioli- dirittura offensiva. I progetti per i veicoli spaziali erano i migliori
ne di acqua liquida. possibili. Lo slancio della comunità era impossibile da ignorare. E
La fosfina può essere prodotta dal vulcanismo e dai fulmini, ma ora aveva la fosfina dalla sua parte.
può anche essere prodotta dai microbi, il che ha fatto prendere in Ma addirittura se sia VERITAS sia DAVINCI+ fossero state re-
considerazione la possibilità che fosse una prova indiretta di vita spinte, c’era ancora qualche motivo per essere ottimisti. Oltre al-
aliena. In un batter d’occhio, l’interesse per la fosfina e per Vene- le promettenti prospettive europee di EnVision, altre agenzie spa-
re, da parte del pubblico, dei mezzi di comunicazione e della co- ziali, tra cui quella russa e quella indiana, hanno seriamente preso
munità scientifica, è esploso. in considerazione di tornare su Venere e se ne sarebbero forse oc-
Il rilevamento è stato messo in discussione nei mesi successi- cupate se la NASA avesse rinunciato.
vi, con analisi che lo confermano o lo confutano. In definitiva, la I più giovani esperti di Venere, come O’Rourke, erano determi-
presenza o meno di fosfina e il fatto che sia prodotta o meno dai nati a tenere acceso il fuoco, anche quando le grandi leggende sta-
microbi non sono stati determinanti nella competizione. Il dibatti- tunitensi della comunità venusiana andranno in pensione. «L’ul-
to ha anche ricordato un fatto importante: c’è una regione globale tima volta che un veicolo spaziale americano è entrato in orbita
delle nubi di Venere che non è né troppo calda né troppo acida per attorno a Venere avevo dieci giorni», dice O’Rourke. Nonostante
escludere del tutto la possibilità che vi fioriscano microbi indigeni l’improbabilità di una missione imminente, «mi ci sono lanciato,
che si siano adattati a vivere in quelle condizioni. come molte persone della mia età, perché era ovvio quanto fos-
Sulla Terra gli scienziati non riescono a smettere di trovare mi- se interessante». Secondo O’Rourke, il desiderio di conoscenza
crorganismi – che prosperano, sopravvivono o sono inattivi – in su Venere non sarebbe venuto meno, qualunque fosse stato l’esi-
luoghi che ucciderebbero subito piante
e animali. La superficie di Marte è un de-
serto gelido e irradiato, ostile alla vita, ma Con l’approvazione delle tre missioni, Venere non
i microbi potrebbero trovare un ambien-
te favorevole nel sottosuolo potenzial- è più un’isola irraggiungibile, ma la destinazione
mente più caldo e umido. Come Marte,
Venere contribuisce a ridefinire il signi-
di un gigantesco balzo nell’esplorazione planetaria
ficato di abitabilità. «Un pianeta inferna-
le non è necessariamente inospitale da
ogni punto di vista», afferma Clara Sousa-Silva, astrochimica del to dell’ultima competizione Discovery della NASA. Nei giorni pre-
Center for Astrophysics | Harvard & Smithsonian a Cambridge, nel cedenti la fatidica decisione, nelle parole dei venusiani si percepi-
Massachusetts, e membro del gruppo di ricerca che ha scoperto va la paura, ma grazie ai pianeti in orbita attorno a stelle aliene, era
la fosfina. giunta anche un’altra nota di speranza.
Sebbene sia stato ipotizzato che DAVINCI+ potrebbe rilevare I cacciatori di esopianeti hanno avvistato una moltitudine di
la fosfina nel corso del suo tuffo, né VERITAS né EnVision sono mondi delle dimensioni della Terra e di Venere, lontani dalla no-
stati progettati per studiare questo composto chimico che va im- stra galassia. L’attuale tecnologia dei telescopi, però, rende quasi
provvisamente di moda. Tutti e tre però potrebbero contribuire impossibile dire se siano accoglienti come il nostro pianeta o in-
a escludere altri processi planetari che possono produrre fosfina, fernali come Venere. Per ora studiare Venere da vicino potrebbe
dal vulcanismo alla chimica atmosferica. In ogni caso, forse quel- essere l’unico modo per formulare stime attendibili su che cosa
lo che conta di più è che la fosfina ha dato a Venere una spinta di sia più comune nel cosmo: Terre o Veneri. I cacciatori di esopia-
marketing, proprio come ha fatto nel 1996 per Marte il meteorite neti stanno iniziando a rendersene conto e ad ammettere che for-
dall’aspetto sospetto. «Penso che per noi [la fosfina] sia la ciliegina se dovrebbero conoscere un po’ meglio il sistema solare stesso, di-
sulla torta – commenta Gilmore – perché Venere è avvincente in- ce Sousa-Silva, «se non altro perché è un ottimo laboratorio per la
dipendentemente da eventuali forme di vita». ricerca sugli esopianeti».
Smrekar e Garvin lo sanno meglio di chiunque altro. Entram- Capire come stanno le cose per Venere andrebbe chiaramente
bi sono veterani di Venere e se ne occupano da prima dell’epoca a vantaggio non solo di pochi eletti, ma di tutti nella comunità del-
di Magellan. Entrambi volevano risposte alle loro domande di lun- la scienza planetaria. «Solo Venere può dirci perché il nostro pia-
ga data e cogliere il frutto alla portata di tutti, che però è rimasto
Copia di 40cd6480303f50ad75adb2d6289a0f83 neta natale è unico nel nostro sistema solare e qual è la probabili-
lì, non colto, per decenni. Mentre gli scienziati che si occupano di tà di trovare effettivamente una Terra 2.0 attorno a un’altra stella»,
Marte hanno frequentato le sale di controllo delle missioni, gioen- afferma Smrekar. Mentre attendevano l’annuncio, i gruppi VERI-
do mentre l’ennesimo robot si univa ai suoi simili su quel mondo TAS e DAVINCI+ avevano sperato che questa convinzione larga-
rugginoso, i sostenitori di Venere hanno lavorato e aspettato, spe- mente condivisa, insieme al lavoro profuso, corrispondente a mol-
rando che questa volta, finalmente, la NASA scegliesse una mis- te vite umane, avrebbe finalmente portato almeno uno di loro al
sione per tornare su Venere. «Sono nervoso da 41 anni», ha detto traguardo e che un rappresentante della Terra avrebbe di nuovo
Garvin poco prima della selezione Discovery. visitato il mondo affascinante che domina i loro sogni.

34 Le Scienze 639 novembre 2021


La Regione Alfa, una zona della superficie di Venere che si estende per 1500 chilometri, è definita da montagne dalle strane deformazioni
e da pianure vulcaniche. È il sito previsto per l’atterraggio della sonda DAVINCI+.

Arriva la flotta e Nettuno, ognuno dei quali ha visto per l’ultima volta una son-
Per un po’ di tempo, dopo la dichiarazione della NASA che Ve- da spaziale alla fine degli anni ottanta, spera in una futura missio-
nere era emersa vittoriosa nelle ultime selezioni Discovery, i so- ne «ammiraglia», uno dei colossi da oltre un miliardo di dollari che
stenitori di VERITAS e DAVINCI+ si sono crogiolati nel successo. costituiscono l’apice della flotta robotica di esplorazione spaziale
«Ho saltato dalla gioia più di quanto succedesse da un bel po’ di della NASA in termini di dimensioni, costi e capacità. I fautori di
anni», ricorda Gilmore. «Partiamo per Venere!», si rallegra Garvin. Venere, invece, si sono presto abituati al nuovo status di trionfato-
«Non so che altro avremmo potuto fare perché questa fosse la mis- ri. Grazie ai loro sforzi, il prossimo decennio apparterrà al secon-
sione giusta al momento giusto», dice Smrekar. «Sento che ci sia- do pianeta. Finalmente, dice Ghail, «hanno riconosciuto che dob-
mo riusciti, e che la NASA se n’è accorta». biamo fare per Venere quello che è stato fatto per Marte».
Magellan è stata la primissima missione a cui ha lavorato Come i colleghi di DAVINCI+ ed EnVision, Smrekar e collabo-
Smrekar. Ora, dice, VERITAS sarà l’ultima, il coronamento della ratori di VERITAS sono elettrizzati, esausti e increduli allo stes-
sua vita scientifica: «Sarà la chiave di volta della mia carriera. Non so tempo. La notte prima dell’annuncio della NASA Smrekar ave-
vedo l’ora di apprendere che cosa scopriremo». va scattato una fotografia di Venere, puntiforme e scintillante
Le due squadre non hanno solo spezzato la maledizione; l’han- nel cielo scuro. All’indomani dell’annuncio, alla luce di un nuovo
no annichilita. E la settimana successiva le autorità europee han- giorno, quel granello adamantino aveva assunto improvvisamen-
no scelto EnVision. Negli anni trenta di questo secolo Venere rice-
Copia di 40cd6480303f50ad75adb2d6289a0f83 te un aspetto del tutto diverso. Non era più un’isola irraggiungibi-
verà una flotta di investigatori scientifici. le, ma la destinazione del prossimo gigantesco balzo della NASA
Per i vinti, l’inevitabile delusione si tingeva di ottimismo. I fau- nell’esplorazione interplanetaria. Q

tori di una missione su Io sperano di conquistare la vittoria nella


prossima competizione Discovery, o magari addirittura al livello
PER APPROFONDIRE
NASA e JPL

superiore: una competizione per missioni più costose e tecnica-


mente più ambiziose nel programma New Frontiers della NASA. L’esopianeta della porta accanto. Darby Dyar M., Smrekar S.E. e Kane S.R., in
Chi desidera un ritorno ai mondi spesso dimenticati di Urano «Le Scienze» n. 608, aprile 2019.

www.lescienze.it Le Scienze 35
DOSSIER

L’ITALIA
NEL CLIMA CHE

CAMBIA
Il riscaldamento globale causato dalle attività
umane va sempre più veloce. In questo dossier
analizziamo l’impatto che ha già sul nostro paese
e che cosa possiamo aspettarci in futuro

INDICE
Un mondo sempre più caldo 38
Scenari italiani 42
Che clima farà in città 50

Copia di 40cd6480303f50ad75adb2d6289a0f83 Palla di fuoco. Una simulazione dell’impatto sulle


temperature locali di un aumento della temperatura
media globale pari a 4 gradi Celsius, previsto nel caso
in cui non si metta alcun freno alle emissioni di gas
serra in atmosfera. Si va dal giallo pallido, aumenti
di un grado, attraverso l’arancione, pari a 7 gradi, e
il rosso scuro, aumenti di 11 gradi, fino al profondo
bordeaux, incrementi di 16 gradi.

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FELIX PHARAND-DESCHENES, GLOBAIA/AGF;
Valsur/iStock (icona)
IL NUOVO RAPPORTO IPCC

Un mondo sempre
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più caldo
38 Le Scienze 639 novembre 2021
Innumerevoli dati diversi
concordano: il clima sta cambiando
in fretta, e per evitarlo è urgente
abbattere le emissioni di gas serra

di Riccardo Valentini

I l sesto ciclo di analisi e revisione delle conoscenze


del sistema clima e dei suoi impatti sulla società, condotto dall’In-
tergovernmental Panel on Climate Change (IPCC), ha prodotto ad
agosto la sua prima pubblicazione: il rapporto del Working Group 1
(WG1), incaricato, come spiega il documento stesso, di «valuta-
re le prove attuali della scienza fisica del cambiamento climatico,
esaminando le conoscenze acquisite dalle osservazioni, le rianali-
si, gli archivi paleoclimatici e le simulazioni dei modelli climatici,
così come i processi climatici fisici, chimici e biologici». Il rappor-
to, che include 12 capitoli principali e un atlante interattivo on-li-
ne, per un totale di circa 3000 pagine, è un «nuovo compendio di
osservazioni e proiezioni del cambiamento climatico globale e re-
gionale», e fa riferimento a oltre 14.000 articoli scientifici.
Nel 2022 sarà presentato il lavoro completo: il sesto Rappor-
to di valutazione IPCC (AR6, Sixth Assessment Report), che in-
cluderà le parti sull’impatto dei cambiamenti climatici, l’adatta-
mento e la vulnerabilità degli ecosistemi e le infrastrutture (a cura
del WG2) e sulle soluzioni tecnologiche di mitigazione (a cura del
WG3). Nell’attesa, comunque, si possono già trarre alcune conclu-
sioni sulle attuali conoscenze circa la modificazione del clima, gli
scenari futuri e più in generale la traiettoria attuale del cambia-
mento climatico. Vediamo alcuni aspetti salienti.

Come sta cambiando la temperatura della Terra


Il rapporto AR6 WG1 contiene una valutazione aggiornata di
quanto la temperatura della Terra sia già aumentata e di come i
fattori climatici – principalmente i gas serra – abbiano portato a
questo cambiamento. Le informazioni che lo alimentano includo-
no le ultime osservazioni raccolte dalla terraferma e dall’oceano,
le misurazioni a distanza dai satelliti e i dati tratti dai proxy clima-
tici (misure indirette del clima passato, come quelle della crescita
degli alberi o dei coralli), che indicano i cambiamenti a lungo ter-
mine nel clima della Terra.
ZUMAPRESS.com/AGF

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Il rapporto tiene conto di una serie di dati nuovi e rivisti e inclu-


Il devastante incendio del Caldor, in California, de una riconsiderazione delle metriche usate per valutare il riscal-
iniziato il 14 agosto, a fine settembre aveva bruciato damento globale. Nel periodo 2015-2020 ogni anno è stato il più
circa 900 chilometri quadrati di foresta e non era caldo di qualsiasi anno precedente per il quale esistono registra-
ancora stato domato. zioni. Allo stato attuale, anche il 2021 si sta configurando per esse-
re tra i sette anni più caldi da record. Il tasso di riscaldamento ha
accelerato negli ultimi quarant’anni rispetto ai precedenti ottanta

www.lescienze.it Le Scienze 39
Riccardo Valentini è professore ordinario all’Università
della Tuscia, membro del Comitato strategico della
Fondazione centro euro-mediterraneo sui cambiamenti
climatici (CMCC), e autore in vari rapporti dell’IPCC.

e, nel complesso, le temperature sono aumentate più velocemen-


te che nei precedenti cicli di valutazione dell’IPCC. Con grande li-
vello di certezza, il rapporto afferma che: «I cambiamenti osservati
nell’atmosfera, negli oceani, nella criosfera e nella biosfera forni-
scono prove inequivocabili di un mondo che si è riscaldato. Ne-
gli ultimi decenni, gli indicatori chiave del sistema climatico sono
sempre più spesso a livelli mai visti da secoli o da millenni, e stan-
no cambiando a tassi senza precedenti almeno negli ultimi 2000
anni». In particolare, la temperatura superficiale media globale è
aumentata di 1,09 gradi tra il periodo di riferimento preindustria-
le 1850-1900 e il decennio più recente, il 2011-2020. Molto proba-
bilmente questo è stato il periodo più caldo in circa 125.000 anni.
Riguardo ai gas serra che guidano il riscaldamento globale, il
rapporto afferma che le concentrazioni di CO2, metano e protossi-
do di azoto «sono aumentate a tassi che non hanno precedenti su
scale temporali centenarie almeno negli ultimi 800.000 anni» e le
concentrazioni di CO2 nell’atmosfera sono più alte di quanto siano
state almeno negli ultimi 2 milioni di anni. Il rapporto dice anche
con molta sicurezza che i cambiamenti nel forcing radiativo effet-
tivo (una misura di come cambia il bilancio energetico della Ter-
ra in risposta a perturbazioni esterne) derivanti da fattori natura-
li – come i cambiamenti dell’attività solare o vulcanica – dai tempi
preindustriali sono «trascurabili» rispetto ai driver antropogenici.

Quanto sarà più caldo il mondo


Entro la fine di questo secolo la Terra sarà da 1,4 a 4,4 gradi più
calda rispetto ai livelli preindustriali, a seconda che le emissioni sia-
no rapidamente ridotte a zero o continuino ad aumentare, conclude
il rapporto AR6. Secondo cui, inoltre, i limiti di 1,5 e 2 gradi dell’ac-
cordo di Parigi saranno violati a meno che non ci siano tagli rapidi e L’incremento degli estremi meteorologici
rigorosi nelle emissioni di CO2 e di altri gas serra; e il riscaldamen- Il rapporto AR6 WG1 esamina anche una serie di eventi mete-
to continuerà fino alla metà del secolo anche se ci saranno profon- orologici estremi mortali avvenuti un po’ in tutto il mondo, che
di tagli alle emissioni. Il rapporto sottolinea come «la temperatura hanno fatto notizia a livello internazionale. E – per la prima volta –
superficiale globale continuerà ad aumentare almeno fino alla me- dedica a questi eventi estremi un capitolo apposito. Una scelta op-
tà del secolo sotto tutti gli scenari di emissioni considerati. Il riscal- portuna, se si pensa che la prima metà del 2021 ha visto, per esem-
damento globale di 1,5 e 2 gradi sarà superato durante il XXI seco- pio, una «bolla di calore» da record nel nord-ovest del Pacifico,
lo a meno che non si verifichino profonde riduzioni delle emissioni incendi selvaggi negli Stati Uniti occidentali e in Europa, inonda-
di CO2 e di altri gas serra nei prossimi decenni». L’ultima volta che la zioni catastrofiche in Europa e in Cina e frane indotte dalla piog-
temperatura superficiale globale ha avvicinato o superato i 2,5 gra- gia in India.
di in più rispetto al 1850-1900 è stato oltre 3 milioni di anni fa. Ormai, cita il rapporto, è un «fatto accertato» che le emissio-
ni di gas serra causate dall’uomo «hanno portato a un aumento
L’obiettivo di 1,5 °C di riscaldamento della frequenza e/o dell’intensità di alcuni eventi meteorologi-
Da quando le parti dell’accordo di Parigi si sono impegnate a ci e climatici estremi». Il termine «fatto accertato» non è una del-
«proseguire gli sforzi» per mantenere il riscaldamento globale al di le «dichiarazioni di probabilità» consuete nel linguaggio calibra-
sotto di 1,5 gradi, c’è stata crescente attenzione su questo obietti- to usato dall’IPCC per esprimere l’incertezza. Ma, come spiega lo
vo, più ambizioso rispetto a quello dei 2 gradi. Secondo il rappor- stesso IPCC nella sua guida, «in alcuni casi può essere appropria-
to AR6, in termini generali, il limite di 1,5 gradi «verrebbe superato to descrivere i risultati per i quali le prove e la comprensione so-
durante il XXI secolo» per tutti gli scenari considerati, anche i più
Copia di 40cd6480303f50ad75adb2d6289a0f83 no schiaccianti come dichiarazioni di fatto, senza usare qualifica-
virtuosi. Una serie di traiettorie possibili delle emissioni future, e di tori di incertezza».
relativi cambiamenti socioeconomici globali previsti, sono valuta- Nel rapporto AR6 si legge dunque che è praticamente certo
SeppFriedhuber/iStock

ti in cinque scenari detti SSP (Shared Socioeconomic Pathways), e il che «la frequenza e l’intensità degli estremi caldi sono aumenta-
rapporto dice che «in tutti gli scenari qui valutati, tranne SSP5-8.5, te e quelle degli estremi freddi sono diminuite su scala globale dal
la stima centrale dell’attraversamento della soglia di 1,5 gradi si tro- 1950». Per quanto riguarda gli eventi estremi di precipitazione, il
va nei primi anni 2030». Per lo scenario di più alte emissioni, SSP5- rapporto conclude che la loro frequenza e intensità «sono proba-
8.5, gli 1,5 gradi saranno superati già a metà del 2027. bilmente aumentate su scala globale nella maggior parte delle re-

40 Le Scienze 639 novembre 2021


Un Artico senza ghiaccio in estate, e la
continuazione delle perdite di massa ghiacciata in corso
sia in Antartide sia in Groenlandia, sono probabili sotto
tutti gli scenari di emissione, seppure in misure diverse.

Inoltre l’aumento delle temperature ha determinato uno spo-


stamento dal ghiaccio spesso e pluriennale a quello più sottile e
giovane. Mentre nel marzo 1985 il ghiaccio pluriennale costituiva
circa un terzo della copertura del ghiaccio marino artico, secon-
do il rapporto, nel marzo 2019 questo valore si era ridotto ad appe-
na l’1,2 per cento. La perdita di ghiaccio marino pluriennale è stata
particolarmente rapida durante gli anni 2000.
La possibilità di un’estate artica «senza ghiaccio» è stata a lungo
un’area di interesse della ricerca. Il rapporto afferma che «è pro-
babile che l’Artico a settembre sia praticamente privo di ghiaccio
marino [ovvero con un’area di ghiaccio marino inferiore a 1 milio-
ne di chilometri quadrati] almeno una volta prima del 2050, sot-
to i cinque scenari illustrativi considerati in questo rapporto, con
occorrenze più frequenti per livelli di riscaldamento più elevati».
Passando al ghiaccio terrestre, l’AR6 si concentra sulle due aree
più estese di ghiaccio del pianeta, la Groenlandia e l’Antartide. La
Groenlandia ha perso 175 miliardi di tonnellate di ghiaccio all’an-
no nel periodo 2000-2009, ma il tasso ha accelerato a 234 miliardi
di tonnellate all’anno nel periodo 2010-2019, e c’è un’alta probabi-
lità che questa tendenza continuerà nel futuro.
Anche la perdita di massa della calotta antartica sta acceleran-
do: lo strato di ghiaccio ha perso una media di 70 miliardi di ton-
nellate all’anno nel periodo 2000-2009 e 148 all’anno nel perio-
do 2010-2019. Il rapporto ritiene probabile che la calotta antartica
continuerà a perdere massa per tutto il secolo sotto tutti gli scena-
ri di emissione, contribuendo con 0,03-0,27 metri all’aumento del
livello del mare entro il 2100 sotto lo scenario SSP1-2,6 (di massima
sostenibilità), e con 0,03-0,34 metri sotto SSP5-8,5.

gioni terrestri con una buona copertura osservativa». L’influenza Net zero, ovvero la «carbon neutrality»
umana è con ogni probabilità il driver principale. Dalla pubblicazione del precedente rapporto dell’IPCC (l’AR5),
Gli autori concludono con media fiducia che il cambiamento il concetto di net-zero – tagliare la stragrande maggioranza delle
climatico ha «contribuito a ridurre la disponibilità di acqua duran- emissioni di CO2 e compensare ogni emissione residua attraverso
te la stagione secca su una frazione predominante della superficie tecniche di rimozione del carbonio – è emerso come un principio
terrestre a causa dell’aumento dell’evapotraspirazione». guida della mitigazione dei cambiamenti climatici.
Per quanto riguarda i cicloni tropicali – potenti tempeste che Con l’accordo di Parigi del 2015, i firmatari si sono impegnati
si sviluppano nelle calde acque oceaniche dei tropici – il rappor- a «bilanciare» le emissioni e l’assorbimento di gas serra «nella se-
to dice che «è probabile che la proporzione di cicloni tropicali di conda metà di questo secolo».
grandi intensità e la frequenza di eventi di rapida intensificazione Il rapporto ci dice che, per limitare il riscaldamento a 1,5 gradi
siano entrambe aumentate a livello globale negli ultimi 40 anni». con «nessun o un limitato superamento di questo limite», le emis-
Guardando avanti, il rapporto AR6 trova che «i cambiamen- sioni globali nette di CO2 devono scendere di circa il 45 per cen-
ti regionali nell’intensità e nella frequenza degli estremi clima- to dai livelli del 2010 entro il 2030 e raggiungere net-zero entro il
tici sono generalmente in scala con il riscaldamento globale». E 2050 circa. Il rapporto riafferma che c’è una relazione quasi linea-
aggiunge: «Nuove prove rafforzano l’evidenza che anche aumen- re tra la quantità cumulativa di emissioni di CO2 nell’atmosfera
ti incrementali relativamente piccoli nel riscaldamento globale prodotte delle attività umane e l’estensione del riscaldamento os-
(+0,5 gradi) causano cambiamenti statisticamente significativi ne- servato e futuro. Ciò significa che l’unico modo per limitare il ri-
gli estremi su scala globale e per grandi regioni (alta confidenza)». scaldamento globale è azzerare le emissioni nette di CO2 su scala
Copia di 40cd6480303f50ad75adb2d6289a0f83 globale. Ogni tonnellata supplementare di emissioni di CO2 si ag-
L’impatto su nevi e ghiacci giunge al riscaldamento globale.
Il cambiamento climatico sta causando lo scioglimento del In conclusione, il rapporto ci dice che: «È praticamente certo
ghiaccio e della neve in gran parte del pianeta. Il rapporto ripor- che l’aumento della temperatura superficiale globale e i cambia-
ta che, tra i decenni 1979-1988 e 2010-2019, l’area media mensile menti associati possono essere limitati attraverso riduzioni rapide
del ghiaccio marino artico nel periodo di agosto-ottobre si è ridot- e sostanziali delle emissioni globali di gas serra».
ta di circa un quarto, con la conseguente perdita di circa 2 milioni Ora, quindi, sta veramente a noi agire in fretta, per il bene
di chilometri quadrati di ghiaccio. dell’umanità. Q

www.lescienze.it Le Scienze 41
M O D E L L I C L I M AT I C I

Scenari italiani
Copia di 40cd6480303f50ad75adb2d6289a0f83

di Paola Mercogliano

42 Le Scienze 639 novembre 2021


Fabrizio Villa/Getty Images

Sicilia a secco. Agosto 2021, un gregge di pecore cerca acqua in quello


che era il fondo del lago artificiale Pozzillo, in provincia di Enna, ritiratosi
Copia di 40cd6480303f50ad75adb2d6289a0f83 a livelli record a causa di una delle peggiori siccità dell’ultimo decennio.

Il futuro del nostro clima non è scritto.


Anche se alcuni andamenti sono ormai chiari,
possiamo evitare il peggio

www.lescienze.it Le Scienze 43
Paola Mercogliano è senior researcher, lavora alla
Fondazione Centro euro-mediterraneo sui cambiamenti
climatici come capo della divisione di ricerca Regional
Model and Geo-Hydrological Impacts.

roviamo a partire dai numeri. Potremmo dire che alla fine del secolo ci

P si attende in media sul territorio italiano una crescita della temperatu-


ra con valori compresi tra un grado, se consideriamo uno scenario in
cui si attivino politiche climatiche tempestive e con robuste riduzioni di
emissioni di gas serra a livello globale (lo scenario indicato come RCP2.6
dall’Intergovernmental Panel on Climate Change), e 5 gradi nel caso peggiore (RCP8.5),
quello in cui non facessimo nulla per limitare la concentrazione di CO2 prodotta dalle atti-
vità umane in atmosfera. Se ci riferissimo alle precipitazioni, potremmo assistere a un au-
mento delle medie annuali fino a 100 millimetri all’anno.
Questi sono solo alcuni numeri. Ce ne sono molti altri prodot- veremo a vivere e al quale saremo arrivati dopo aver compiu-
ti dalla comunità scientifica e molti ce ne sono anche nel lavoro to scelte e aver attuato determinate azioni strada facendo, da qui
specifico condotto dalla Fondazione Centro euro-mediterraneo ai prossimi decenni. Ma c’è anche altro. Da questi valori medi, da
sui cambiamenti climatici (CMCC) sugli scenari del clima per l’Ita- questi indicatori e dal modo in cui ci si aspetta che cambino, le
lia, e pubblicamente disponibili sul sito web della fondazione, con scienze del clima – ed è forse una delle cose più importanti – rac-
mappe e indicatori. Ma i numeri, da soli, non basterebbero a fare conteranno anche perché gli indicatori climatici sono importanti
chiarezza, se non ci soffermassimo anche su alcune parole. e come il loro cambiamento incide su salute delle persone, econo-
Intanto una delle parole che ricorrono spesso, non solo in que- mia, sicurezza delle abitazioni e delle strade, qualità e quantità di
ste righe, ma ogni volta che si parla di scienze del clima: scenari. acqua disponibile, benessere e qualità della vita.
Qui non si fanno previsioni. Qui si parla di scenari, realizzati con Chiarito questo, prima ancora di passare a elencare una serie di
operazioni matematiche molto sofisticate, che richiedono un alto numeri è importante sottolineare come l’analisi di scenari climati-
livello di innovazione e computer molto potenti. Ma non stiamo ci (di nuovo: ipotesi di futuro), non sia un esercizio proiettato agli
dicendo che cosa accadrà in futuro, qui stiamo proponendo ipote- anni a venire ma è uno strumento che applichiamo qui e ora, per-
si realistiche e attendibili per il futuro che dipendono dalle scelte ché il futuro lo costruiamo oggi, con le decisioni che prendiamo
che si compiono. Gli scenari descrivono il futuro che ci si aspetta oggi, con le strategie, i piani di intervento che mettiamo in cam-
a partire da condizioni date o ipotizzate. Per questo i numeri de- po adesso. Quindi gli scenari climatici ci servono, oggi, ad avere le
gli indicatori climatici non vanno mai da soli e una persona esper- migliori informazioni possibili per capire come stanno cambiando
ta di climatologia raramente vi risponderà con un numero secco e intorno a noi il clima, l’ambiente, le città e che cosa possiamo fare
asciutto a domande del tipo: come sarà la temperatura in Italia nel per limitare gli impatti negativi di questi cambiamenti e per pro-
2097? Le scienze del clima rispondono ad altre domande e lo fan-
Copia di 40cd6480303f50ad75adb2d6289a0f83 vare a cogliere qualche possibilità nella prospettiva della sosteni-
no con medie statistiche che si costruiscono su periodi lunghi, in bilità e della resilienza.
genere di trent’anni. E adesso riprendiamo i numeri cui si accennava all’inizio e
Quindi, se la domanda è «Come sarà il clima in Italia nel futu- guardiamoli un po’ più nel dettaglio. Riguardo alla temperatura
ro?», la risposta delle scienze del clima ci parlerà di come ci si at- media giornaliera, su scala annuale, in Italia entro la metà di que-
tende che cambi la temperatura media, oppure l’andamento delle sto secolo è attesa mediamente una crescita attorno a 2 gradi se si
precipitazioni, o ancora il numero medio di giornate particolar- considera lo scenario peggiore. Lo scenario migliore, quello che
mente calde, o l’estensione dei ghiacciai in un futuro che ci tro- prevede consistenti riduzioni delle emissioni di gas serra, confer-

44 Le Scienze 639 novembre 2021


COME VARIERÀ IL TERMOMETRO

La temperatura media giornaliera


La variazione della temperatura media giornaliera rispetto al riferimento 1981-2010. Nella colonna di sinistra, i valori nello scenario RCP4.5, di forte
mitigazione delle emissioni. In quella destra, il caso peggiore, RCP8.5, con nessuna mitigazione. RCP2.6, mitigazione aggressiva, non è mostrato.

RCP4.5 RCP8.5
2021-2050 2021-2050

RCP4.5 RCP8.5
2041-2070 2041-2070

RCP4.5 RCP8.5
2071-2100 2071-2100
Cortesia Fondazione Centro euro-mediterraneo sui cambiamenti climatici
(tutte la mappe): fonte: https://www.cmcc.it/it/scenari-climatici-per-litalia

Copia di 40cd6480303f50ad75adb2d6289a0f83

www.lescienze.it Le Scienze 45
ma invece più o meno una stazionarietà dei valori di temperatu- comportamenti opposti per le diverse zone dell’Italia che quindi
ra rispetto al periodo di riferimento (ovvero il periodo 1981-2010) si annullano considerando l’intero territorio.
mentre a fine secolo è attesa mediamente una crescita con valori In particolare, se si considera la distribuzione geografica del-
compresi tra 1 e 5 gradi a seconda degli scenari, come si accenna- le variazioni attese per le precipitazioni annuali secondo lo sce-
va in apertura. Si vede bene in questo caso come le variazioni at- nario intermedio per il trentennio attorno al 2050 (2036-2065)
tese cambino notevolmente a seconda dello scenario e del periodo rispetto al clima di riferimento, si vede come nel Nord Italia me-
temporale considerato, il che significa che intraprendere azioni di diamente la variazione sia molto bassa, con valori leggermente
mitigazione dei cambiamenti climatici in tempi rapidi è molto im- più alti (fino a 50 millimetri all’anno) nella zona alpina, mentre sul
portante. Questi aumenti della temperatura media rispetto al cli- resto dell’Italia è attesa una diminuzione delle precipitazioni an-
ma di riferimento sono distribuiti pressoché uniformemente su nuali più marcata sulle zone del versante tirrenico, Sicilia e Sarde-
tutto il territorio (si veda il box a p. 45). gna (fino a 80 millimetri in media all’anno). Se si considera inve-
Tutti i modelli che concorrono alla produzione di simili risul- ce lo scenario peggiore, nel Nord Italia, a eccezione della Liguria e
tati mostrano, al variare degli scenari considerati, un incremento del basso Piemonte, le precipitazioni annuali aumentano in media
della temperatura rispetto al periodo di riferimento. Quindi, l’in- fino a 100 millimetri all’anno. Nel Centro Italia le variazioni sono
certezza dei modelli climatici nel valutare simili scenari a scala modeste e di segnale sia positivo sia negativo. Al Sud, invece, già
locale non riguarda il segnale della variazione, che è sempre po- caratterizzato da valori bassi di precipitazione sul periodo di rife-
sitivo, ma la sua intensità. Se guardiamo con maggior dettaglio rimento, è attesa in media una diminuzione fino a 70 millimetri
spaziale alle variazioni della temperatura media nel trentennio all’anno. L’accordo tra i modelli su queste variazioni è molto buo-
centrato sul 2050 (2036-2065) rispetto al clima di riferimento, si no, con maggiore incertezza nel nord-ovest (per lo scenario inter-
vede che per il territorio italiano sono comprese tra 1 e 2 gradi e medio) e sul versante tirrenico centrale, in Liguria e Appennino
tra 1,5 e 2,5 gradi considerando rispettivamente lo scenario inter- centrale (per lo scenario peggiore). Oltre a una compensazione di
medio e lo scenario peggiore. In particolare, secondo lo scenario tipo spaziale, la valutazione su scala nazionale risente anche del
peggiore, nella zona alpina sono attese le variazioni di tempera- fatto che in alcune zone d’Italia si hanno comportamenti opposti
ture più importanti. secondo la stagione considerata.
Negli ultimi decenni le temperatu-
re dell’area alpina sono cresciute mol-
to di più rispetto alla media globale, Per la temperatura sono attese variazioni che
rendendo quest’area soggetta a conse-
guenze importanti come la forte ridu- in alcuni scenari potrebbero portare alla
zione dei ghiacciai. Il dimezzamento
dell’estensione dei ghiacciai alpini re-
scomparsa della maggior parte dei ghiacciai alpini
gistrato negli ultimi decenni rispetto
alla loro estensione originaria e il mag-
gior riscaldamento riportato dagli scenari potrebbero causare nei In particolare, nella stagione estiva si assiste essenzialmente a
prossimi anni l’estinzione della maggior parte dei ghiacciai, a me- una diminuzione delle precipitazioni sulla maggior parte del ter-
no che non si attivino importanti politiche di mitigazione. Le con- ritorio italiano a eccezione del settentrione, dove invece non si ri-
seguenze dello scioglimento dei ghiacciai destabilizzano i versan- levano variazioni importanti, mentre in inverno sono attesi un’ul-
ti delle montagne e accrescono il rischio di frane, di inondazioni teriore diminuzione dei quantitativi di pioggia al Sud e Centro
e generano impatti sulla disponibilità idrica delle regioni setten- Italia (specie nello scenario peggiore) e un aumento nelle aree set-
trionali con ricadute importanti sull’agricoltura dell’area padana, tentrionali. Nella stagione autunnale le variazioni sono più conte-
per esempio. nute, mentre per la stagione primaverile si registra una tendenza
alla diminuzione nell’area meridionale e, nello scenario peggiore,
La complessità della pioggia un aumento nel nord-est e sull’area alpina nord-occidentale.
L’ambito delle precipitazioni mostra livelli differenti di com- Forse tutti questi dettagli sulla variazione delle precipitazio-
plessità. Per esempio, l’andamento atteso della precipitazione an- ni non sono facili da seguire, ma questa complessità è importan-
nuale è utile per capire come i cambiamenti climatici e la ricerca te perché dice (agli scienziati, agli esperti, ma anche a chi ammi-
di soluzioni tengano strettamente legati due aspetti della questio- nistra il territorio e ai cittadini) che i problemi legati alla gestione
ne climatica: da una parte la necessità di politiche e strategie diffe- delle risorse idriche chiedono soluzioni diversificate in base al
renziate a seconda dell’area geografica considerata, dall’altra l’e- contesto geografico. Ecco perché l’adattamento ai cambiamen-
sigenza di modelli e strumenti, come le reti osservative di terra, ti climatici non è una ricetta buona per tutti, ma va sviluppato su
in grado di cogliere la complessità del territorio e le dinamiche at- scala locale, considerando le specificità del territorio, della sua
mosferiche locali per costruire modelli climatici locali sempre più conformazione, di come è cambiato nel tempo (soprattutto a cau-
raffinati, e quindi precisi.
Copia di 40cd6480303f50ad75adb2d6289a0f83 sa delle attività umane) e come il clima potrà essere diverso.
La variazione di precipitazione attesa per il periodo 2071-2100
rispetto al periodo di riferimento è compresa tra un aumento me- Uno sguardo agli eventi estremi
dio di circa 100 millimetri all’anno per lo scenario con basse emis- Se finora ci siamo soffermati su valori medi di precipitazioni e
sioni di gas a effetto serra e una diminuzione di circa 54 millimetri temperatura su scala annuale e stagionale, ci sono altri protagoni-
all’anno per lo scenario peggiore. Forse queste variazioni potran- sti che meritano molta attenzione negli scenari climatici: gli even-
no sembrare modeste. Il punto è che si tratta di valori medi che ti estremi. In generale, uno dei maggiori effetti attesi dei cambia-
emergono da una sorta di compensazione tra le aree, ovvero di menti del clima è un aumento di intensità e frequenza di eventi di

46 Le Scienze 639 novembre 2021


A SECCO PER QUANTO TEMPO?

I giorni consecutivi senza pioggia


La variazione dei giorni consecutivi senza pioggia rispetto al riferimento 1981-2010. Nella colonna di sinistra, i valori nello scenario RCP4.5, di forte
mitigazione delle emissioni. A destra, lo scenario peggiore, RCP8.5, con nessuna mitigazione. RCP2.6, mitigazione aggressiva, non è mostrato.

RCP4.5 RCP8.5
2021-2050 2021-2050

RCP4.5 RCP8.5
2041-2070 2041-2070
Cortesia Fondazione Centro euro-mediterraneo sui cambiamenti climatici (tutte la mappe):

RCP4.5 RCP8.5
2071-2100 2071-2100
fonte: https://www.cmcc.it/it/scenari-climatici-per-litalia

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www.lescienze.it Le Scienze 47
questo tipo, che per l’Italia si traducono in piogge violente e inten- riguardare periodi di dieci anni e sono poi realizzate su diversi pe-
se, ondate di calore, incendi forestali, siccità. Questi ultimi due fe- riodi di interesse. Si tratta comunque di periodi di tempo che per-
nomeni sono dovuti principalmente alla maggiore aridità del cli- mettono di simulare eventi estremi in maniera affidabile e con la
ma, che quindi rende l’area mediterranea e, in particolare l’Italia, prospettiva di riuscire nei prossimi anni a effettuare simulazioni
sempre più vulnerabile. che coprano periodi di tempo più lunghi. Questi modelli climatici,
Proviamo a raccontare con alcuni esempi come lo studio delle denominati convection permitting, sono già ampiamente usati nel-
proiezioni climatiche aiuti l’analisi di impatti specifici. L’agricoltu- le previsioni meteorologiche con risultati incoraggianti proprio
ra risente della lunghezza dei periodi senza precipitazioni; questo nella capacità di descrivere gli eventi estremi localizzati. In parti-
indicatore per il trentennio intorno al 2050 (2036-2065) rispetto colare, risultati preliminari ad alta risoluzione (3 chilometri) sono
al clima di riferimento (1981-2010) risulta in aumento (valore me- stati confrontati con modelli a risoluzione inferiore (12 chilome-
dio annuale di sei giorni) in Centro e Sud Italia sia per lo scenario tri), dimostrando che l’alta risoluzione porta a un miglioramento
intermedio sia per quello peggiore (si veda il box a p. 47). significativo delle prestazioni del modello per le valutazione delle
Se si analizza il numero di giorni con temperatura massima precipitazioni estreme sull’area alpina.
maggiore di 35 gradi Celsius, in tutta Italia è atteso un aumento I miglioramenti più significativi delle simulazioni ad alta riso-
che arriva fino a 16-18 giorni, considerando lo scenario interme- luzione rispetto a quelle a bassa risoluzione sono stati osservati
dio; medesimi valori sono attesi anche nello scenario peggiore, soprattutto in estate per le precipitazioni su scala sia giornaliera
ma con un aumento più marcato in Sicilia, Sardegna e Puglia. Nel- sia oraria. In media, l’insieme dei modelli ad alta risoluzione mo-
la letteratura scientifica spesso questo indicatore è analizzato per stra un incremento dell’intensità degli eventi estremi di precipi-
valutare l’impatto del cambiamento climatico sulle condizioni di tazione oraria di circa il 40 per cento e una riduzione della loro
salute. Il settore della salute è assai sensibile alle condizioni clima- frequenza del 50 per cento rispetto ai modelli a risoluzione più
tiche e in effetti in alcune aree dell’Europa è già possibile osser- bassa. Inoltre l’incertezza, ovvero la variabilità tra i modelli, per
vare un aumento del numero di decessi dovuti al caldo. Inoltre, le quanto riguarda la frequenza oraria della pioggia è quasi dimezza-
condizioni climatiche sono indicate come le cause delle variazioni ta dai modelli ad alta risoluzione.
già in atto nella distribuzione di alcune malattie trasmesse dall’ac-
qua e dai vettori della malattia. Sempre più in dettaglio
Invece, per quanto riguarda i giorni con temperatura massi- Compito dei modelli climatici è descrivere i processi di base
ma minore di zero gradi, indicatore importante per diversi settori che determinano sia la normale variabilità del clima sia il cambia-
economici delle zone montane e per le risorse idriche, è atteso un mento climatico. Per quelle che possono essere le diverse variabi-
calo considerevole per la zona alpina; nello specifico, una diminu- li atmosferiche di nostro interesse (per esempio temperatura, pre-
zione annuale media di 20 giorni per il periodo 2035-2065 rispet- cipitazioni, vento, radiazione solare, umidità relativa, contenuto
to al clima di riferimento secondo lo scenario intermedio e fino a di acqua e temperatura del suolo), la produzione di scenari di cam-
30 giorni nel caso dello scenario peggiore. biamento climatico a una elevata scala di dettaglio spaziale e tem-
Da questa descrizione è chiaro che per la temperatura è atteso porale è effettuata tramite i cosiddetti modelli climatici regionali.
un generale aumento in termini sia di
valori medi che estremi, con un ottimo
accordo tra i vari modelli considerati. In generale, uno dei maggiori effetti attesi dei
Tuttavia, per evitare di pensare al
cambiamento climatico come a un pro- cambiamenti del clima è un aumento di intensità
blema del futuro e non attuale è impor-
tante sottolineare come già da diversi
e frequenza di eventi estremi, per esempio la siccità
anni, in diversi contesti locali, le osser-
vazioni sul posto rilevate tramite la ca-
pillare distribuzione di strumenti disponibile sul territorio nazio- Attualmente il ricorso a questi modelli con una risoluzione di
nale indichino un aumento significativo dei valori di temperatura. circa 2 chilometri permette di ottenere dettagli spaziali e tem-
È una testimonianza del fatto che il clima non possa più conside- porali molto accurate sulle caratteristiche che nei prossimi anni
rarsi stazionario ma che sia in atto un cambiamento con caratte- avranno i fenomeni atmosferici di interesse, come per esempio
ristiche decisamente diverse da una normale variabilità climatica quelli che potenzialmente hanno un impatto elevato sulla nostra
determinata da fattori naturali. società, quali i fenomeni temporaleschi e le ondate di calore.
Per quanto riguarda le precipitazioni intense, si osserva una ge- Negli ultimi anni la possibilità di effettuare proiezioni climati-
nerale tendenza all’aumento dei valori relativi alle precipitazioni che con un dettaglio di questa entità ha permesso di dare infor-
massime giornaliere, specialmente per lo scenario peggiore e per mazioni utili per la valutazione qualitativa e quantitativa degli im-
l’area del Centro e del Nord Italia. Va però sottolineato che questi patti. Si tratta di un risultato fondamentale per attivare strategie
valori di precipitazione intensa risultano ancora affetti da un’in-
Copia di 40cd6480303f50ad75adb2d6289a0f83 di adattamento, vale a dire quelle azioni che hanno lo scopo di ri-
certezza più grande rispetto alle altre precipitazioni, soprattutto durre l’impatto dei cambiamenti climatici che già interessano o
per gli eventi molto intensi localizzati nello spazio e nel tempo. che interesseranno nei prossimi anni il territorio studiato. L’uso
I modelli climatici sono complesse operazioni matematiche di modelli di questo tipo è ancora più importante per aree come
che per essere risolte hanno bisogno di supercomputer dedicati e quella italiana, considerata la sua complessità topografica e anche
di una capacità di calcolo elevata: dell’ordine di milioni di miliardi la sua posizione, che risente sia del clima arido che caratterizza il
di operazioni al secondo. Questa enorme richiesta di risorse com- Nord Africa sia del clima temperato e piovoso tipico dell’Europa
putazionali è uno dei motivi per cui oggi le simulazioni possono continentale.

48 Le Scienze 639 novembre 2021


Poca acqua, bassa portata. Siccità nel fiume Tevere, l’incertezza delle informazioni che emergono dagli studi. In altre
a Roma, nella primavera 2007, all’altezza di Ponte Milvio. parole, poter confrontare i risultati di tanti gruppi di lavoro diver-
La bassa portata del fiume permette l’affioramento di isolotti si permette di verificare il grado di accordo dei risultati raggiunti
graditi ai gabbiani. dai diversi modelli. Le analisi che ne emergono forniscono infor-
mazioni fondamentali per effettuare studi utili al tema dell’adat-
In particolare, i dati che abbiamo provato a descrivere per l’I- tamento e a valutazioni locali degli impatti dovuti al cambiamen-
talia sono stati generati da diversi modelli climatici regionali, pro- to climatico.
dotti da centri di ricerca per la maggior parte europei, che per- Attualmente, con l’obiettivo di migliorare il livello di detta-
mettono lo studio delle condizioni climatiche attese nei prossimi glio dei risultati e delle informazioni, la comunità scientifica sta
anni. La combinazione di questi modelli, la collaborazione inter- lavorando anche allo sviluppo di modelli ad altissima risoluzio-
nazionale tra centri di ricerca, la possibilità di mettere in comune ne, ovvero con un dettaglio compreso tra 1 e 3 chilometri. Nello
conoscenze e strumenti, sono tutte parti essenziali del processo specifico, per le attività di ricerca che dall’Italia arrivano fino a un
che porta alla produzione, e quindi alla pubblicazione, di informa- contesto internazionale, la Fondazione CMCC, a servizio del pro-
zioni a beneficio delle persone e dei processi decisionali. gramma Copernicus e del progetto europeo Highlander, sta svi-
In particolare questi modelli climatici regionali, attualmente luppando simulazioni che puntano a ricostruire il clima del re-
alla risoluzione di 12 chilometri circa, sono disponibili nell’am-
Copia di 40cd6480303f50ad75adb2d6289a0f83 cente passato con una risoluzione di 2 chilometri su alcune città
bito del programma EURO-CORDEX (ramo europeo dell’inizia- europee e sull’Italia. In particolare, queste simulazioni sono gene-
tiva internazionale CORDEX sponsorizzato dal World Climate ralmente in grado di rappresentare meglio quanto accade nei con-
Mimmo Frassineti/AGF

Research Program), che vede riuniti alcuni importanti centri di testi urbani soprattutto per fenomeni come ondate di calore ed
ricerca. L’obiettivo di questa collaborazione è lavorare in modo estremi di precipitazioni fino alla scala oraria. Queste attività apro-
coordinato per la fornitura di proiezioni climatiche sul dominio no quindi numerose possibilità affinché una conoscenza scienti-
europeo. fica sempre più dettagliata possa essere utile a migliorare la resi-
La forza di questa collaborazione sta nella capacità di ridurre lienza dei territori. Q

www.lescienze.it Le Scienze 49
AMBIENTE URBANO

Copia di 40cd6480303f50ad75adb2d6289a0f83

Che clima
farà in città
50 Le Scienze 639 novembre 2021
CrackerClips/iStock

Le Mani Giganti, una scultura di Lorenzo Quinn, che sembrano


sostenere un palazzo sul Canal Grande di Venezia. Un monito alla fragilità
della città lagunare, anche rispetto al riscaldamento globale.
Copia di 40cd6480303f50ad75adb2d6289a0f83

Un rapporto su sei grandi centri italiani illustra


i cambiamenti climatici attesi e i rischi da affrontare

di Donatella Spano e Valentina Mereu

www.lescienze.it Le Scienze 51
Donatella Spano è professoressa e coordinatrice scientifica del dottorato
in agrometeorologia ed ecofisiologia degli ecosistemi agriculturali e forestali
all’Università di Sassari. È consulente strategic advisor della Fondazione Centro
euro-mediterraneo sui cambiamenti climatici.

Valentina Mereu è ricercatrice della divisione di ricerca che studia gli impatti
dei cambiamenti climatici su agricoltura, foreste e servizi ecosistemici della
Fondazione Centro euro-mediterraneo sui cambiamenti climatici.

I l rapporto Analisi del rischio. I cambiamenti climatici in sei città italiane, pub-
blicato di recente dalla Fondazione Centro euro-mediterraneo sui cambiamenti climatici
(CMCC), fa seguito al rapporto del 2020 sui rischi attesi in conseguenza del cambiamento
climatico in Italia, e approfondisce l’analisi su sei grandi città: Bologna, Milano, Napoli, Ro-
ma, Torino e Venezia. Il rapporto sintetizza le conoscenze scientifiche recenti sui cambia-
menti climatici attesi, sui rischi che alcune tra le principali città devono affrontare e sugli
strumenti che hanno sviluppato per valutare gli impatti e pianificare l’adattamento.
Il rapporto fornisce informazioni utili per sostenere il proces- le e stagionale sia a valori estremi. Gli indicatori sono stati calcolati
so decisionale, e anche elementi per facilitare la diffusione di una sulla base di dati atmosferici derivanti da una simulazione climati-
maggiore consapevolezza sul tema del rischio legato al cambia- ca di rianalisi ad altissima risoluzione spaziale (circa 2 chilometri);
mento climatico nelle nostre città e per spingere la cittadinanza a la simulazione è stata prodotta dalla Fondazione CMCC ed è dispo-
partecipare attivamente alle scelte dei territori che abitiamo. nibile per l’Italia per il periodo 1989-2020, ed è uno strumento as-
Le caratteristiche e le dimensioni dell’ambiente delle sei città sai utile per analisi di dettaglio sui singoli territori. L’analisi del
esaminate contribuiscono a esacerbare gli effetti dei cambiamen- quadro climatico futuro è stata effettuata tramite il confronto tra
ti climatici, influenzando fortemente il microclima urbano e in- proiezioni attese nell’area di studio per metà e fine secolo rispet-
tensificandone gli impatti. Come indicato nel rapporto del Wor- to a un clima di riferimento, considerando sia le proiezioni clima-
king Group I dell’Intergovernmental Panel on Climate Change (si tiche ad alta risoluzione (circa 8 chilometri) per l’Italia prodotte
veda l’articolo Un mondo sempre più caldo, a p. 38), pubblicato ad dalla Fondazione CMCC sia le proiezioni climatiche disponibi-
agosto, eventi estremi come ondate di calore, precipitazioni inten- li nell’ambito del programma EURO-CORDEX con risoluzione di
se, siccità, stanno diventando più intensi e frequenti a livello glo- circa 12 chilometri, e gli scenari IPCC a bassa (RCP2.6), intermedia
bale, e nel corso del XXI secolo si supererà il riscaldamento glo- (RCP4.5) ed elevata (RCP8.5) concentrazione di gas serra.
bale di 1,5 e 2 gradi, i due obiettivi stabiliti nell’accordo di Parigi Per ogni città sono state valutate le modalità con cui è sta-
sul clima del 2016, se non si metteranno in atto importanti politi-
Copia di 40cd6480303f50ad75adb2d6289a0f83 ta condotta l’analisi dei rischi climatici usando un quadro di ri-
che di riduzione delle emissioni di CO2 e di altri gas serra. È quindi ferimento ( framework) elaborato dal CMCC nell’ambito del Pe-
importante conoscere le proiezioni attese per i nostri territori e i er Review Programme 2020-2022, finanziato dalla Commissione
conseguenti impatti e rischi, in modo da pianificare e attuare tem- Europea, direzione generale European Civil Protection and Hu-
pestive ed efficaci azioni di adattamento e mitigazione. manitarian Aid Operations. Questo framework segue una valu-
In questa ottica, lo studio effettuato dal CMCC riporta un’anali- tazione dei rischi intesa come il processo intersettoriale di iden-
si dettagliata del clima attuale e atteso per le sei città considerate, tificazione, analisi e valutazione dei rischi che riguardano il
usando indicatori relativi sia a valori climatici medi su scala annua- territorio e costituisce la base per la definizione di strategie e di

52 Le Scienze 639 novembre 2021


piani di riduzione del rischio da disastri e di resilienza. Nello spe- gorie di azioni di adattamento su cui la città sta investendo mag-
cifico sono stati considerati: il quadro normativo e procedurale di giormente, oppure intende farlo se non lo ha già fatto, per fronteg-
riferimento, l’identificazione, l’analisi, la valutazione e la comuni- giare i rischi attuali e quelli attesi.
cazione dei rischi e la capacità di effettuare una loro valutazione. L’analisi ha messo in luce diversi livelli di avanzamento da par-
Inoltre, per ogni sezione sono stati definiti una serie di indici rap- te delle municipalità nello sviluppo di politiche e strumenti di
presentativi di aspetti chiave analizzati: inquadramento norma- pianificazione e nella progettazione delle azioni di adattamento,
tivo, interistituzionalità e partecipazione di portatori di interes- sebbene in tutte le città emerga una maggiore consapevolezza e
si (stakeholder), individuazione dei principali pericoli climatici, necessità di includere il rischio climatico nelle valutazioni terri-
metodologia di analisi dei rischi climatici, valutazione dei rischi toriali. Nei prossimi anni, però, sarà molto importante seguire l’at-
e priorità degli interventi, informazione e comunicazione al pub- tuazione delle strategie e delle politiche e la valutazione della loro
blico e disseminazione dei risultati. Per ogni indice, infine, è sta- efficacia nel contrastare gli impatti del cambiamento climatico e
to definito un criterio di valutazione in base alle informazioni pre- nel contenere i rischi collegati.
senti nella documentazione studiata che riguarda la valutazione Dall’analisi, infatti, emerge la notevole complessità che carat-
Andrea Ronchini/NurPhoto via Getty Images

dei rischi a livello locale. terizza i sistemi urbani e l’esigenza di disporre di strumenti sem-
Il lavoro analizza anche i principali strumenti per fronteggiare pre più aggiornati per migliorare la comprensione dei fenomeni
i rischi climatici a disposizione di ciascuna città considerata. Ogni
Copia di 40cd6480303f50ad75adb2d6289a0f83 connessi e dare aiuto nella loro risoluzione. La pubblicazione di
strumento è stato analizzato e classificato seguendo quattro cri- questo nuovo rapporto testimonia quindi l’impegno della comu-
teri: riferimento a strategie internazionali, europee, nazionali o nità scientifica nel contribuire e partecipare al processo di trasfor-
regionali di adattamento ai cambiamenti climatici e a piani per la mazione delle nostre città per raggiungere condizioni resilienti e
definizione di obiettivi e azioni a livello regionale e locale; obietti- sostenibili.
vi di adattamento; misure o azioni di adattamento definite (anche Nelle pagine seguenti, per ognuna delle sei grandi città consi-
in forma implicita); ricorso all’analisi climatica su serie storiche e derate c’è una breve sintesi di quattro elementi principali: clima
proiezioni future. Infine sono state sintetizzate le principali cate- passato e futuro; impatti; rischio; strumenti di adattamento.

www.lescienze.it Le Scienze 53
Bologna IL CLIMA: COM’È E COME STA CAMBIANDO

Temperatura media: trend di crescita


Negli ultimi anni, aumenti significativi
Clima passato e futuro Tendenza della temperatura media annuale rispetto
L’analisi del clima storico evidenzia una tendenza negli ultimi alla media del periodo.
di crescita statisticamente significativa per le 30 anni
temperature medie e il numero di notti tropicali Dal 2014 serie consecutiva
Evoluzione di anni più caldi.
(la temperatura non scende sotto i 20 gradi). Non si del clima:
rileva una tendenza significativa di variazione delle 1989-2020 Fino a +0,9°C 2020
precipitazioni. Le proiezioni indicano incrementi
di temperatura da 2 fino a circa 6 gradi per fine
secolo, considerando rispettivamente lo scenario
intermedio ed estremo. Per gli estremi, sono LE CARATTERISTICHE SPECIFICHE DEL CLIMA
attesi incrementi per il numero di giorni in cui la
temperatura massima è superiore al 90° percentile SETTORI
della temperatura massima stagionale per almeno INDICATORI TENDENZA MAGGIORMENTE
COLPITI
sei giorni consecutivi (un indice delle ondate di
calore) e per indicatori di estremi di precipitazione Crescita
Notti calde Salute
nella stagione autunnale con lo scenario estremo. soprattutto
(Temp. mai
negli Energia
sotto i 20°C)
ultimi anni
Impatti
Nel periodo 1951-2011 si è osservato un aumento
delle ondate di calore e una diminuzione di
precipitazioni in inverno e primavera, con
un lieve aumento verso l’autunno. La mappa
di distribuzione del rischio da caldo diurno e
notturno per la popolazione anziana colloca
Bologna tra le città italiane con un livello di
rischio «molto basso» per l’83 per cento circa
della copertura superficiale totale. Le proiezioni
indicano un incremento della frequenza degli SCENARI FUTURI
eventi di precipitazione estrema, che potrebbero SU BASE STAGIONALE Autunno Inverno Primavera Estate
determinare un incremento in frequenza e
intensità dei fenomeni di allagamento e del rischio 2100
idrogeologico. La città però ha una struttura della
rete di drenaggio molto ramificata e profonda Temperatura Crescita molto
media +2°C
rispetto al livello naturale del terreno (piano più marcata
tutte le stagioni
In tutte le stagioni
campagna), che le conferisce una buona protezione
contro il rischio idraulico. Le aree soggette a

elaborazione grafica di Danilo Sossi (illustrazione in questa pagina e nelle pagine successive)
questo rischio sono poche e di estensione limitata e Crescita molto
Giorni Crescita
riguardano soprattutto aree di pertinenza di alcuni consecutivi più marcata
molto caldi in tutte le stagioni Soprattutto in estate
corsi d’acqua cittadini e alcuni bacini collinari (ondate
potenzialmente critici. Le proiezioni future di calore)

Cortesia Fondazion e centro euro-mediterraneo sui cambiamenti climatici;


indicano un possibile incremento dell’intensità e CON SENZA
della frequenza dei fenomeni di allagamento. politiche climatiche politiche climatiche

Aumento Diminuzione Aumento Lieve


Rischio aumento
I risultati del processo di valutazione dei rischi
Precipitazioni
climatici per la città sono confluiti in una MEDIE
cartografia di riferimento, che permette di
Lieve
identificare le aree caratterizzate da un maggior Diminuzione Aumento aumento Aumento
livello di rischio. Il territorio è stato diviso in
Copia di 40cd6480303f50ad75adb2d6289a0f83

Aumento Lieve Aumento Aumento


quattro classi a morfologia climatica omogenea aumento
e fragilità crescente per il rischio di ondate Precipitazione
di calore, evidenziando le aree più a rischio e MASSIMA
prioritarie per la definizione e l’attuazione di giornaliera
misure di adattamento. Analogamente, le mappe Diminuzione Aumento Aumento Aumento
di pericolosità e di rischio alluvioni identificano le Metà XXI secolo
aree prioritarie per la definizione e l’attuazione di

54 Le Scienze 639 novembre 2021


interventi di mitigazione del rischio. La valutazione
dei rischi climatici informa i diversi piani e le
strategie adottate e in definizione, mostrando
l’impegno profuso nell’integrazione dei temi legati
ai cambiamenti climatici nelle politiche pubbliche.

Strumenti di adattamento
Con il Piano di adattamento ai cambiamenti
climatici per la città, redatto nel 2015, Bologna
è tra le città più all’avanguardia per i temi di
adattamento e resilienza. Nel 2019 ha aderito al
Patto dei sindaci per il clima e l’energia e approvato
la Dichiarazione di emergenza climatica ed
ecologica, nel 2021 ha approvato il Piano d’azione
per l’energia sostenibile e il clima (PAESC). La
città ha coinvolto nella redazione del piano di
adattamento e del PAESC una vasta platea di
stakeholder e cittadini che hanno partecipato a
sessioni plenarie e incontri anche sulla valutazione
dei rischi climatici. L’Amministrazione vuole
continuare a promuovere un’ampia collaborazione
con un percorso di democrazia partecipativa
Copia di 40cd6480303f50ad75adb2d6289a0f83 su adattamento e resilienza e sta sviluppando la
proposta di modello di assemblea rappresentativa
sull’emergenza climatica nell’ambito del
sedmak/iStock (Bologna)

PAESC. Tra gli interventi di adattamento negli


strumenti analizzati ci sono opzioni basate su
ecosistemi, tecnologiche, ingegneristiche;
politiche e programmi governativi e opzioni per i
comportamenti, e di educazione e informazione.

www.lescienze.it Le Scienze 55
IL CLIMA: COM’È E COME STA CAMBIANDO
Milano Temperatura media: trend di crescita
Negli ultimi anni, aumenti significativi
Clima passato e futuro Tendenza della temperatura media annuale rispetto
L’analisi del clima storico ad altissima risoluzione negli ultimi alla media del periodo.
evidenzia una tendenza di crescita statisticamente 30 anni
significativa per le temperature medie e per il Dal 2014 serie consecutiva
Evoluzione di anni più caldi.
numero di notti tropicali. Non si rileva invece del clima:
una tendenza significativa nella variazione 1989-2020 Fino a +0,9°C 2020
delle precipitazioni, mentre si caratterizzano
per un andamento decrescente statisticamente
significativo sia il massimo numero di giorni
consecutivi senza pioggia sia i massimi giornalieri. LE CARATTERISTICHE SPECIFICHE DEL CLIMA
Per i prossimi decenni le proiezioni indicano
incrementi di temperatura che possono variare da SETTORI
INDICATORI TENDENZA MAGGIORMENTE
2 fino a circa 6 gradi per fine secolo considerando
COLPITI
rispettivamente lo scenario a intermedia e a
estrema concentrazione. Le proiezioni per le Crescita
Notti calde soprattutto Salute
precipitazioni indicano un incremento con lo (Temp. mai negli
sotto i 20°C) Energia
scenario intermedio. Sono attesi incrementi anche ultimi anni
per indicatori di eventi estremi come il numero di
Giorni Salute
giorni in cui la temperatura massima è superiore consecutivi
al 90° percentile della temperatura massima Diminuzione
senza Risorse
stagionale per almeno sei giorni consecutivi e per precipitazioni idriche
l’indicatore di massimo di pioggia giornaliera, in
particolare con lo scenario estremo.

Impatti
Milano è tra le città più colpite dalle conseguenze
del cambiamento climatico sia per eventi estremi
di calore (il 46 per cento delle ondate di calore SCENARI FUTURI
si sono registrate nell’ultimo decennio) sia per SU BASE STAGIONALE Autunno Inverno Primavera Estate
eventi estremi di tipo alluvionale (150 eventi di
piena negli ultimi 140 anni). Le proiezioni future 2100
indicano un incremento delle ondate di calore e
dei decessi attribuibili al calore per persone over Temperatura Fino a +6°C in estate
media +2°C
65 soprattutto con lo scenario più estremo e se non tutte le stagioni Fino a +5°C in autunno
si intraprendono misure di adattamento. La città è
esposta anche a fenomeni di allagamento urbano
(urban flooding), con valori di portata estrema Giorni Crescita molto
Crescita
già elevati nelle condizioni attuali e che sono consecutivi più marcata
molto caldi in tutte le stagioni
previsti in aumento in magnitudo e in frequenza in In tutte le stagioni
(ondate
conseguenza dei cambiamenti climatici. di calore)
CON SENZA
Rischio politiche climatiche politiche climatiche
La città dispone di un profilo climatico locale
Aumento Diminuzione Aumento Aumento
(PCL) che assieme a informazioni su esposizione e
vulnerabilità permette la stima dei rischi climatici.
Precipitazioni
L’analisi relativa alle ondate di calore evidenzia un MEDIE
livello alto di rischio nei quartieri semicentrali,
Lieve
cioè nelle aree a minore permeabilità (le superfici Diminuzione Diminuzione diminuzione Aumento
impermeabili favoriscono l’effetto isola di calore)
Copia di 40cd6480303f50ad75adb2d6289a0f83

Aumento Aumento Aumento Aumento


e minore presenza di vegetazione e a maggiore
densità abitativa ed esposizione socioeconomica. Precipitazione
L’analisi del rischio alluvionale non considera le MASSIMA
proiezioni climatiche e la variazione dei regimi giornaliera
di precipitazione previsti, ma si basa su analisi Aumento Aumento Aumento Aumento
idrologico-idrauliche riferite ai dati del passato. Metà XXI secolo
L’analisi di rischio allagamenti urbani dovuti a

56 Le Scienze 639 novembre 2021


piogge intense considera invece l’evoluzione dei
giorni con pioggia estrema presentata nel PCL
e valuta la sensibilità territoriale considerando
l’analisi del comportamento delle acque rispetto
alle caratteristiche orografiche e litologiche del
territorio. Queste analisi di rischio sono state
usate per definire zone di intervento prioritarie e
orientare le politiche per l’attuazione di misure di
mitigazione e adattamento: zone in cui è prioritario
attuare interventi di raffrescamento urbano; aree
prioritarie per interventi di miglioramento della
capacità di adattamento al rischio idraulico, come
quelle del Lambro. Inoltre, studi su allagamenti
urbani danno una base per il monitoraggio dello
stato di efficienza del sistema idraulico cittadino.

Strumenti di adattamento
Nel 2008 la città ha aderito al Patto dei sindaci
e alla rete internazionale C40 Cities Climate
Leadership Group, costituita per promuovere il
processo di decarbonizzazione a livello urbano
nelle maggiori città del mondo. Nel 2015 ha
avviato un percorso virtuoso di valutazione dei
rischi urbani, aderendo al network internazionale
100 Resilient Cities promosso dalla Fondazione
Rockefeller e nel 2018 ha aderito al nuovo Patto
dei sindaci per il clima e l’energia, che amplia gli
obiettivi di decarbonizzazione e include il tema
dell’adattamento. Inoltre nel 2017 è istituita presso
l’amministrazione comunale la Direzione città
resilienti, responsabile del coordinamento del
Piano aria e clima e della valutazione dei rischi
climatici. Questo evidenzia l’impegno della
città nell’orientare le proprie politiche verso
una visione di lungo termine, promuovendo un
approccio partecipativo tramite il coinvolgimento
Copia di 40cd6480303f50ad75adb2d6289a0f83 dei principali attori e portatori di interesse e
dotandosi di una strategia di comunicazione e
informazione sui rischi climatici. L’analisi degli
Immaginario7579/iStock

strumenti per l’adattamento vede una prevalenza


di azioni di adattamento relative a opzioni basate
su ecosistemi, politiche e programmi governativi
e opzioni di educazione, ma anche opzioni di
informazione, tecnologiche, ingegneristiche.

www.lescienze.it Le Scienze 57
Napoli IL CLIMA: COM’È E COME STA CAMBIANDO

Temperatura media: trend di crescita


Negli ultimi anni, aumenti significativi
Clima passato e futuro Tendenza della temperatura media annuale rispetto
L’analisi del clima storico evidenzia una tendenza negli ultimi alla media del periodo.
di crescita statisticamente significativa per le 30 anni
Dal 2014 serie consecutiva di anni più caldi.
temperature medie e per il numero di notti Evoluzione Fino a +0,9°C 2020
tropicali e di giorni estivi. Per le precipitazioni del clima:
1989-2020 Precipitazioni annuali:
si osserva una lieve tendenza all’aumento lieve trend positivo dal 2002
statisticamente significativa dal 2002.
Le proiezioni indicano per fine secolo incrementi
di temperatura da +2 gradi nello scenario
intermedio a circa +5 gradi in quello estremo; e, con LE CARATTERISTICHE SPECIFICHE DEL CLIMA
un buon accordo tra i modelli, un decremento delle
precipitazioni in autunno nello scenario estremo. SETTORI
In entrambi gli scenari sono attesi aumenti per INDICATORI TENDENZA MAGGIORMENTE
COLPITI
indicatori di eventi estremi come il numero di
giorni in cui la temperatura massima è superiore
Notti calde Crescita Salute
al 90° percentile della temperatura massima soprattutto
(Temp. mai
stagionale per almeno sei giorni consecutivi, e negli Energia
sotto i 20°C) ultimi anni
per gli indicatori di estremi di precipitazione in
autunno e inverno.
Risorse
Giorni idriche
Impatti molto caldi Crescita
Salute
Dal 2010 a oggi si sono verificati 12 eventi Energia
classificati come calamitosi, per lo più legati ad
allagamenti da piogge intense e trombe d’aria
con danni ingenti e interruzioni di funzione
delle infrastrutture. Gli allagamenti sono favoriti
sia dalla difficoltosa captazione delle acque
piovane superficiali (anche in caso di eventi di SCENARI FUTURI
pioggia non troppo rari, di media frequenza), SU BASE STAGIONALE Autunno Inverno Primavera Estate
sia dall’insufficiente capacità della rete di
drenaggio. Gli impatti sono esacerbati dall’alta 2100
impermeabilizzazione del suolo e si accompagnano
Crescita
spesso a impatti secondari quali voragini in sede Temperatura più marcata
media +2°C
stradale e instabilizzazione di edifici. Si prevede In tutte le stagioni
tutte le stagioni
che questi rischi si aggraveranno ulteriormente Fino a +5°C estate/autunno
col cambiamento climatico; le proiezioni con lo
scenario più estremo indicano, per esempio, che Giorni Crescita Crescita molto
un’intensità di pioggia oraria che oggi si verifica in consecutivi
molto caldi in tutte le stagioni più marcata
media una volta ogni 10 anni potrebbe verificarsi
(ondate
in futuro ogni 4 anni, e una pioggia oraria che oggi di calore)
ha un periodo di ritorno di 200 anni potrebbe in CON SENZA
futuro verificarsi ogni 33 anni. politiche climatiche politiche climatiche
La città è caratterizzata anche da una pronunciata
Lieve Diminuzione Aumento Diminuzione
isola di calore legata alla distribuzione delle aree diminuzione
edificabili, alle strade strette, ai piccoli parchi e ai
Precipitazioni
profondi canyon, e a una particolare architettura MEDIE
che limita la libera circolazione dell’aria, con
eccessi termici nel centro storico (area di San Diminuzione Aumento Diminuzione Aumento
Marcellino) rispetto ad aree più vicine al mare
Copia di 40cd6480303f50ad75adb2d6289a0f83

Aumento Aumento Aumento Aumento


(area di Bacoli). Le proiezioni indicano ondate di
calore che, con lo scenario intermedio ed estremo, Precipitazione
dureranno rispettivamente oltre 50 e oltre 90 MASSIMA
giorni consecutivi, accrescendo lo stress termico giornaliera
per la popolazione, il numero di ospedalizzazioni Diminuzione Aumento Diminuzione Aumento
e la mortalità giornaliera nei periodi estivi, con Metà XXI secolo
effetti differenti nelle diverse aree della città.

58 Le Scienze 639 novembre 2021


Rischio
L’analisi del pericolo climatico e della variabilità
climatica storica degli ultimi vent’anni rispetto al
periodo di riferimento 1971-2000, e le proiezioni al
2100, identificano come rischi principali le ondate
di calore e gli allagamenti urbani. I dati mostrano
un’alternanza marcata tra periodi di siccità e
precipitazioni estreme concentrate in poche ore, e
ondate di calore più frequenti, che aumenteranno
di frequenza e intensità nei prossimi trent’anni fino
ad arrivare a episodi di oltre nove giorni consecutivi
con temperature superiori ai 38 gradi. I risultati
della valutazione dei rischi sono confluiti in una
cartografia in ambiente GIS con risoluzione di 250
metri, che consente di pianificare azioni mirate in
base ai rischi individuati nelle varie aree. Il profilo
climatico e la valutazione dei rischi sono alla base
dei progetti di pianificazione del Comune in corso
su tre livelli: strategico, di pianificazione urbana, di
pianificazione di quartiere.

Strumenti di adattamento
Nel 2009 il Comune ha aderito al Patto dei sindaci e
nel 2012 ha approvato il Piano d’azione per l’energia
sostenibile per la città, aggiornato nel 2017; nel 2019
ha approvato la Dichiarazione di stato di emergenza
climatica e ambientale e nel 2020 ha avviato le
procedure necessarie all’adesione al Patto dei
sindaci per il clima e l’energia. La valutazione dei
rischi e delle vulnerabilità del territorio indotti dai
cambiamenti climatici è stata effettuata nell’ambito
del progetto CLARITY, finanziato dal programma
europeo Horizon 2020, e i risultati sono stati
considerati nella redazione del documento
preliminare di Piano urbanistico comunale (PUC),
che prevede un focus specifico sull’adattamento
climatico.
Negli ultimi anni diversi studi hanno valutato
la capacità del sistema urbano di adattarsi agli
impatti del cambiamento climatico, simulando
scenari in cui si riduce la vulnerabilità con
soluzioni di progettazione adattiva. Le attività
nel progetto CLARITY, inclusa la valutazione dei
rischi climatici, hanno previsto la partecipazione
e co-progettazione con diversi stakeholder tecnici
(servizi comunali, aziende e settore pubblico). I
risultati sono stati presentati in workshop e infoday
locali, volti anche a sensibilizzare la comunità. Dati
e simulazioni sono pubblicati sulla piattaforma
informatica CLARITY CSIS - Climate Services
Information System, e i risultati della valutazione
dei rischi sono inseriti in un opuscolo divulgativo.
Copia di 40cd6480303f50ad75adb2d6289a0f83 La valutazione dei rischi climatici è stata integrata
nel Piano di azione per l’energia sostenibile e
il clima (PAESC) e nel PUC, con un approccio
interistituzionale e intersettoriale. L’analisi
degli strumenti di adattamento ha individuato
soprattutto opzioni basate su servizi ecosistemici,
opzioni tecnologiche, ingegneristiche e relative
all’ambiente costruito, e di informazione.

www.lescienze.it Le Scienze 59
IL CLIMA: COM’È E COME STA CAMBIANDO
Roma Temperatura media: trend di crescita
Negli ultimi anni, aumenti significativi
Clima passato e futuro Tendenza della temperatura media annuale rispetto
L’analisi del clima storico evidenzia una tendenza negli ultimi alla media del periodo.
di crescita statisticamente significativa per le 30 anni
temperature medie e per il numero di notti Dal 2011 serie consecutiva
Evoluzione di anni più caldi.
tropicali. Le precipitazioni non mostrano una del clima:
tendenza di variazione significativa, mentre 1989-2020 Fino a +0,8°C 2020
l’indicatore del massimo numero di giorni
consecutivi senza pioggia mostra un trend
decrescente statisticamente significativo.
Le proiezioni di temperatura per fine secolo LE CARATTERISTICHE SPECIFICHE DEL CLIMA
indicano incrementi da +2 gradi nello scenario
intermedio fino a circa +6 gradi in quello estremo. SETTORI
Le proiezioni di precipitazione indicano, con INDICATORI TENDENZA MAGGIORMENTE
COLPITI
un buon accordo tra i modelli, un decremento
per quelle primaverili ed estive con lo scenario
intermedio. Quanto agli eventi estremi, sono Notti calde Crescita Salute
attesi incrementi del numero di giorni in cui la (Temp. mai significativa Energia
temperatura massima supera il 90° percentile sotto i 20°C)
della massima stagionale per almeno sei giorni
consecutivi, e con lo scenario estremo si
attendono aumenti degli indicatori di estremi di Precipitazioni
massime Rischio
Crescita idrogeologico
precipitazione nelle stagioni autunnale e invernale. giornaliere

Impatti
Nel decennio 2010-2020 si sono verificati 42 eventi
estremi, che in oltre metà dei casi consistevano
in allagamenti a seguito di piogge intense. Nel
periodo 2001-2014 si sono verificati 750 allagamenti SCENARI FUTURI
localizzati, con un maggior numero di eventi SU BASE STAGIONALE Autunno Inverno Primavera Estate
dopo il 2008, e le proiezioni indicano un possibile
incremento di frequenza e intensità degli episodi 2100
di allagamento in futuro. Riguardo alle ondate di Crescita molto
calore, particolarmente intense e persistenti negli Temperatura più marcata
media +2°C In tutte le stagioni
ultimi anni, si stima che possano aver causato
tutte le stagioni Fino a +6°C estate/autunno
fino a 600 decessi nella popolazione over 65 anni. Fino a +5°C inverno/primav.
Le proiezioni indicano che le ondate di calore
aumenteranno (secondo lo scenario riguarderanno Giorni Crescita
Crescita Crescita moltomolto
più marcata
da 28 a 54 giorni annui, contro i cinque giorni nel consecutivi Inpiù
tuttemarcata
le stagioni
molto caldi in tutte le stagioni
2000), così come i decessi attribuibili al calore per
(ondate
gli over 65, soprattutto con lo scenario più estremo di calore)
e in assenza di misure di adattamento. CON SENZA
politiche climatiche politiche climatiche
Rischio
Aumento Diminuzione Lieve Diminuzione
Per la città di Roma sono stati valutati i rischi aumento
relativi alle ondate di calore, alle alluvioni e agli
Precipitazioni
allagamenti urbani. Sono state individuate le MEDIE
Unità di analisi rappresentative del territorio,
identificando porzioni di città omogenee per Diminuzione Aumento Diminuzione Aumento
morfologia urbana e tipologia edilizia per le quali
Copia di 40cd6480303f50ad75adb2d6289a0f83

Aumento Aumento Lieve Aumento


è stata valutata l’esposizione ai picchi di calore e ad aumento
alluvioni e allagamenti causati da piogge estreme. Precipitazione
Sono state prodotte tre Vulnerability Map e una MASSIMA
mappa di vulnerabilità aggregata che rappresenta giornaliera
Lieve
la Climate Vulnerability Map of Rome 1.0 (CVMR Diminuzione Aumento aumento Aumento
1.0). Le analisi evidenziano che il fenomeno delle Metà XXI secolo
ondate di calore si verifica non solo nelle aree

60 Le Scienze 639 novembre 2021


centrali, ma anche in aree più periferiche. Per
le alluvioni fluviali sono state identificate due
zone critiche in prossimità di Ponte Milvio e
della foce del Tevere. Pur non disponendo di una
valutazione dei rischi approfondita e completa
su tutto il territorio comunale, gli studi hanno
individuato situazioni di rischio che tendono
ad autoalimentarsi, interdipendenze tra rischi
diversi, o concatenamenti di causa-effetto che
portano a eventi pericolosi, al fine di identificare e
prioritizzare le azioni di adattamento.

Strumenti di adattamento
Roma è la prima città in Italia a essersi dotata di
una Strategia di resilienza sviluppata nell’ambito
dell’iniziativa 100 Resilient Cities (100RC),
che consentirà di attuare soluzioni integrate
per affrontare le sfide attuali e future legate ai
cambiamenti climatici. Nel 2017 ha aderito al Patto
dei sindaci per il clima e l’energia, approvando il
conseguente Piano d’azione per l’energia sostenibile
e il clima (PAESC) a maggio 2021. Roma Capitale,
inoltre, è parte attiva del network C40. Attraverso
diversi progetti il Comune sta sviluppando le
proprie capacità tecniche e amministrative, che
supporteranno la redazione della valutazione dei
rischi e la stesura e il monitoraggio dei piani di
adattamento e resilienza nel prossimo futuro, che
includano azioni quali i SUDS (Sustainable Urban
Drainage Systems per Roma Capitale) per il rischio
idraulico e le isole di calore, la promozione dell’uso
sostenibile del suolo e best-practice per realizzare
e mantenere aree verdi. Fondamentali inoltre sono
l’ascolto e la partecipazione della cittadinanza
e degli stakeholder nelle fasi di pianificazione,
rafforzati attraverso la piattaforma tecnologica
Copia di 40cd6480303f50ad75adb2d6289a0f83 partecipativa sviluppata nell’ambito del progetto
Smarticipate.
Tra gli strumenti sviluppati prevalgono le azioni
Mimmo Frassineti/AGF

di adattamento basate sugli ecosistemi, ma anche


politiche e programmi governativi, e opzioni
comportamentali, di educazione e di informazione,
tecnologiche, ingegneristiche e relative
all’ambiente costruito.

www.lescienze.it Le Scienze 61
IL CLIMA: COM’È E COME STA CAMBIANDO
Torino Temperatura media: trend di crescita
Negli ultimi anni, aumenti significativi
Clima passato e futuro Tendenza della temperatura media annuale rispetto
L’analisi del clima storico evidenzia una tendenza negli ultimi alla media del periodo.
di crescita statisticamente significativa per le 30 anni
temperature e per il numero di notti tropicali. Non Dal 2014 serie consecutiva
Evoluzione di anni più caldi.
c’è invece una tendenza significativa di variazione del clima:
delle precipitazioni. Le proiezioni di temperatura 1989-2020 Fino a +0,9°C 2017, 2019, 2020
per fine secolo indicano incrementi da +2 gradi nello
scenario intermedio a circa +6 in quello estremo.
Per quanto riguarda gli estremi, si attendono
aumenti del numero di giorni in cui la temperatura LE CARATTERISTICHE SPECIFICHE DEL CLIMA
massima supera il 90° percentile della temperatura
massima stagionale per almeno sei giorni SETTORI
INDICATORI TENDENZA MAGGIORMENTE
consecutivi, soprattutto d’estate e con lo scenario
COLPITI
più estremo. Per gli indicatori di estremi di
precipitazione c’è un’elevata incertezza nelle
proiezioni, tranne che per la stagione autunnale e
Notti calde Crescita Salute
invernale, in cui lo scenario intermedio prevede un (Temp. mai significativa Energia
aumento degli estremi. sotto i 20°C)

Impatti
Negli ultimi anni sono aumentati eventi estremi
come ondate di calore e alluvioni che hanno
causato ingenti danni alla città, alla popolazione
e all’economia. La maggior parte del tessuto
urbanizzato della città si trova nell’area di pericolo
«moderata» riguardo al fenomeno dell’isola di
calore urbano (44 per cento del territorio). Le
proiezioni per le ondate di calore per metà secolo SCENARI FUTURI
mostrano, rispetto al 1971-2000, un aumento SU BASE STAGIONALE Autunno Inverno Primavera Estate
sia del numero di giorni (da +28,7 nello scenario
intermedio a +39,3 in quello estremo), sia della 2100
loro durata massima (+10,6 e +18,8 giorni nei due Crescita molto
Temperatura più marcata
scenari), e un conseguente potenziale incremento +2°C In tutte le stagioni
media
della mortalità stimata per i mesi estivi. tutte le stagioni Fino a +6°C estate
La città è identificata come una delle aree Fino a +5°C autunno e inverno
Fino a +4°C primavera
distrettuali a rischio significativo per le alluvioni.
Su un’area a rischio esondazione di circa 35 Giorni
Crescita Crescita
Crescita molto
molto più marcata
chilometri quadrati, il 60 per cento ha un livello di consecutivi
molto caldi in tutte le stagioni più lemarcata
In tutte stagioni
rischio basso, il 29 per cento medio e l’11 per cento
(ondate
alto. I valori di portata estrema dei corsi d’acqua sul di calore)
territorio, già alti oggi, potrebbero aumentare in CON SENZA
futuro in magnitudo e frequenza. politiche climatiche politiche climatiche

Aumento Diminuzione Aumento Aumento


Rischio
I principali rischi identificati nel Piano di resilienza
Precipitazioni
sono le ondate di calore (con le zone più calde MEDIE
individuate vicino ai grandi edifici industriali) e gli
Lieve Lieve
allagamenti causati da precipitazioni intense. Nel Diminuzione aumento aumento Aumento
2020 sono state aggiornate le mappe di pericolosità
Copia di 40cd6480303f50ad75adb2d6289a0f83

Aumento Diminuzione Aumento Aumento


e di rischio alluvioni, includendo l’estensione delle
aree allagabili per diversi scenari di probabilità Precipitazione
d’evento, e indicatori quali i tiranti idrici (un MASSIMA
indice dell’altezza raggiunta dall’acqua), le velocità giornaliera
delle acque e dati quantitativi e qualitativi sugli Aumento Aumento Aumento Aumento
elementi esposti ricadenti nelle aree allagabili. Metà XXI secolo
È stata condotta anche un’analisi multi-pericolo

62 Le Scienze 639 novembre 2021


sovrapponendo cartograficamente i risultati
delle analisi sull’isola di calore urbano alle zone
di inondazione fluviale, individuando le zone
soggette a più pericoli, concentrate nelle sezioni
più basse della Dora Riparia e della Stura di Lanzo
e lungo la riva occidentale del fiume Po. Con un
approccio intersettoriale e interistituzionale,
la città ha messo a sistema le conoscenze per
elaborare un’approfondita valutazione dei rischi
climatici che informa la pianificazione locale in
diversi ambiti, con l’individuazione di azioni di
mitigazione e adattamento.

Strumenti di adattamento
La città è considerata tra le più virtuose a livello
nazionale e internazionale per l’impegno nel
rafforzamento della resilienza locale. Torino è
stata una delle prime città in Italia ad aderire al
Patto dei sindaci (2009) e ad approvare il proprio
Piano d’azione per l’energia sostenibile (2010),
integrato nelle politiche comunali e regolarmente
aggiornato.
La città ha vinto il premio Covenant of Mayors
2020. Nell’ambito del progetto Life DERRIS è
stato presentato l’Integrated District Adaptation
Plan, il primo passo verso un piano complessivo
di adattamento della città. A luglio 2020 è
stato pubblicato il Piano di resilienza che,
oltre a evidenziare le principali vulnerabilità
osservate e previste, comprende una lista di
azioni da intraprendere per rendere la città più
preparata agli impatti del cambiamento climatico.
L’adattamento al cambiamento climatico è un
elemento determinante anche nel Piano strategico
Torino 2030 – sostenibile e resiliente (2019) e nel
Piano strategico dell’infrastruttura verde (2020).
Con il supporto tecnico ed economico del German
Marshall Fund of the United States, è stato inoltre
avviato il Turin Climate Lab, un confronto con
le città statunitensi di Portland, Oakland e New
Orleans, che permette di osservare diversi modelli
di pianificazione e verificare l’impatto di alcune
misure di adattamento già realizzate. Fondamentali
sono inoltre le attività con cui la cittadinanza e
i portatori di interessi sono stati coinvolti nella
valutazione dei rischi climatici e nella definizione
di strategie di adattamento, anche usando il
sito web Torino Vivibile come strumento di
partecipazione pubblica a sondaggi e questionari
sulle iniziative cittadine.
Il rafforzamento delle capacità tecniche interne
all’amministrazione in merito ai cambiamenti
Copia di 40cd6480303f50ad75adb2d6289a0f83 climatici è una delle azioni di adattamento
strategiche individuate nel Piano di resilienza.
Altri interventi di adattamento presenti negli
strumenti analizzati riguardano opzioni strutturali
e fisiche quali soluzioni ingegneristiche e relative
all’ambiente costruito, tecnologiche, opzioni
basate sugli ecosistemi e azioni istituzionali come
politiche e programmi governativi.

www.lescienze.it Le Scienze 63
IL CLIMA: COM’È E COME STA CAMBIANDO
Venezia Temperatura media: trend di crescita
Negli ultimi anni, aumenti significativi
Clima passato e futuro Tendenza della temperatura media annuale rispetto
L’analisi del clima storico evidenzia una tendenza negli ultimi alla media del periodo.
di crescita statisticamente significativa per le 30 anni
temperature, il numero di notti tropicali e quello Dal 2014 serie consecutiva
Evoluzione di anni più caldi.
di giorni estivi. Non c’è invece una tendenza del clima:
significativa di variazione delle precipitazioni, 1989-2020 Fino a +1,1°C 2014 e 2018
mentre l’indicatore del massimo numero di
giorni consecutivi senza pioggia mostra un trend
decrescente statisticamente significativo.
Le proiezioni di temperatura indicano per fine LE CARATTERISTICHE SPECIFICHE DEL CLIMA
secolo incrementi da +2 gradi nello scenario
intermedio a circa +5 gradi in quello estremo. SETTORI
Le proiezioni di precipitazione indicano, con un INDICATORI TENDENZA MAGGIORMENTE
COLPITI
buon accordo tra i modelli, un incremento delle
precipitazioni invernali con lo scenario intermedio. Notti calde Salute
Sotto tutti gli scenari considerati sono attesi (Temp. mai Crescita
sotto i 20°C) Energia
incrementi per eventi estremi, come il numero di
giorni in cui la temperatura massima è superiore Risorse
al 90° percentile della temperatura massima Giorni idriche
molto caldi Crescita
stagionale per almeno sei giorni consecutivi, e Salute
per gli indicatori di estremi di precipitazione nella Energia
stagione invernale. Giorni Salute
consecutivi
senza Diminuzione Risorse
Impatti precipitazioni idriche
A tutt’oggi non ci sono studi dettagliati che
analizzino come si diversificano le ondate di calore
e i conseguenti rischi sulla popolazione nelle
diverse aree della città di Venezia. Particolarmente SCENARI FUTURI
complessa e stratificata è inoltre l’analisi del SU BASE STAGIONALE Autunno Inverno Primavera Estate
rischio idrogeologico e dei relativi impatti
del cambiamento climatico, per effetto della 2100
concomitanza di diverse fonti di pericolosità, anche Crescita molto
interdipendenti. Temperatura più marcata
media +2°C In tutte le stagioni
Per quanto riguarda i fenomeni alluvionali, tutte le stagioni Fino a +5°C estate/autunno
particolarmente critica è la sovrapposizione degli Fino a +4°C inverno/primav.
effetti di eventi meteorici molto intensi associati
a specifiche direzioni del vento, che comportano Giorni
Crescita Crescita molto
importanti mareggiate e dunque la persistenza consecutivi
molto caldi in tutte le stagioni più marcata
di elevati livelli idrici in laguna, e causano anche
(ondate
significativi contributi da parte dei corsi d’acqua di calore)
del bacino scolante, i cui deflussi sono a loro volta CON SENZA
ostacolati dall’acqua alta. Il livello idrico relativo politiche climatiche politiche climatiche
della città è cresciuto di oltre 30 centimetri negli
Aumento Lieve Aumento Aumento
ultimi 150 anni per l’effetto combinato della aumento
subsidenza del territorio e dell’innalzamento
Precipitazioni
globale del livello del mare, e ciò ha aumentato MEDIE
la frequenza degli eventi di acqua alta. La soglia
critica di 120 centimetri è stata infatti superata 40 Diminuzione Aumento Aumento Aumento
volte negli ultimi dieci anni, e le condizioni già
Copia di 40cd6480303f50ad75adb2d6289a0f83

Aumento Aumento Aumento Aumento


critiche attuali potranno essere ulteriormente
inasprite dai cambiamenti climatici attesi. Precipitazione
MASSIMA
Rischio giornaliera
Lieve
I principali rischi identificati per la città di Venezia diminuzione Aumento Aumento Aumento
sono ondate di calore, allagamenti urbani dovuti Metà XXI secolo
a piogge intense ed eventi di alta marea. Pur non

64 Le Scienze 639 novembre 2021


avendo una valutazione dei rischi completa su tutto
il territorio comunale né un piano climatico locale,
Venezia dispone di un recente studio del rischio
per la zona urbana di Mestre e di un documento di
base per la pianificazione del Piano di adattamento,
il documento Venezia clima, pubblicato nel
2014. Attraverso la partecipazione a progetti
europei (quali SAVEMEDCOAST 2, ADRIACLIM,
HYPERION, Venezia 2021), il Comune sta inoltre
sviluppando le proprie capacità sia tecniche sia
amministrative per la redazione della valutazione
dei rischi e dei piani di adattamento e resilienza nel
prossimo futuro.
La partecipazione degli stakeholder locali
viene realizzata attraverso interviste,
questionari e workshop in diversi progetti, con
l’obiettivo di coinvolgere esperti e portatori di
interesse nell’identificazione dei rischi e nella
prioritizzazione delle misure di gestione del rischio
per la città e la sua laguna.

Strumenti di adattamento
Nel 2011 la città ha aderito al Patto dei sindaci e nel
2012 ha approvato il Piano di azione per l’energia
sostenibile (PAES). Sempre nel 2011, inoltre,
Venezia è stata riconosciuta come città modello di
resilienza nella campagna Making Cities Resilient
promossa dallo United Nations Office for Disaster
Risk Reduction (UNDRR). Nel 2012 Venezia ha
aderito all’iniziativa C40 Cities Climate Leadership
Group come Innovator City e dal 2014 è entrata a
far parte del sottogruppo C40 – Connecting Delta
Cities, il cui scopo è sviluppare una rete di città
situate alla foce di fiumi e attive nel campo della
gestione dell’ambiente e delle acque in relazione
al cambiamento climatico. Nel 2018 ha aderito al
programma Deadline 2020, promosso sempre dal
network C40 Cities, impegnandosi a raggiungere
la neutralità climatica entro il 2050 e a diventare
più resiliente ai cambiamenti climatici. Nel 2020
la città ha infine aderito al nuovo Patto dei sindaci
per la redazione del Piano di azione per l’energia
sostenibile e il clima (PAESC) entro il 2022.
Nel 2019 Venezia ha iniziato il processo di
redazione del proprio Piano di adattamento
climatico, che si baserà sulle analisi del rischio
condotte nei progetti SAVEMEDCOASTS 2 e
ADRIACLIM e includerà una serie di azioni di
mitigazione e di adattamento per diversi ambiti,
quali la gestione del territorio, la mobilità urbana
e l’efficientamento energetico. Il Comune
lavora sulla sensibilizzazione dei cittadini
Copia di 40cd6480303f50ad75adb2d6289a0f83 divulgando i risultati degli studi in corso tramite
incontri pubblici, pubblicazioni di informazioni
multicanale, questionari e attività nelle scuole.
L’analisi degli strumenti per l’adattamento, infine,
vede una prevalenza di azioni di adattamento
relative a opzioni tecnologiche, ingegneristiche e
relative all’ambiente costruito, di educazione, di
informazione e basate su ecosistemi.

www.lescienze.it Le Scienze 65
Copia di 40cd6480303f50ad75adb2d6289a0f83
Illustrazione di Richard Borge
COMPUTER QUANTISTICI

Il futuro
quantistico
della
chimica
I computer quantistici
porteranno i modelli matematici
delle molecole a un nuovo livello
di precisione; così, i ricercatori
avranno meno bisogno di contare
sulla serendipità

di Jeannette M. Garcia

Copia di 40cd6480303f50ad75adb2d6289a0f83
Jeannette M. Garcia è senior manager del
gruppo Quantum Applications, Algorithms and
Theory di IBM Research. Il suo gruppo lavora su
applicazioni computazionali scientifiche e sulla teoria
dell’elaborazione quantistica.

ella mia carriera di chimica, ho un fortissimo debito con la serendi-

N pità. Nel 2012 ero nel posto giusto (il laboratorio di ricerca Almaden
dell’IBM, in California) al momento giusto, e ho fatto la cosa «sbaglia-
ta». Dovevo miscelare tre componenti in un beaker, nella speranza di
ottenere un materiale noto. L’obiettivo era sostituire uno degli ingre-
dienti ordinari con una versione derivata dai rifiuti plastici, nel tentativo di migliorare la
sostenibilità delle plastiche dure dette polimeri termoindurenti.
Quando ho mescolato insieme due degli ingredienti, invece, valore del modello e aumenta la quantità di lavoro in laboratorio
nel beaker si è formata una plastica dura e bianca. Era così resi- necessaria per validarlo e per guidarlo. L’elaborazione quantisti-
stente che per tirarla fuori ho dovuto rompere il recipiente. In più, ca, però, funziona in modo diverso. Ogni bit quantistico, o qubit,
se lasciata per un notte in acido diluito si ritrasformava nei mate- può essere fatto corrispondere agli spin-orbitali di uno specifico
riali di partenza. Senza volere, avevo scoperto un’intera nuova fa- elettrone, e i computer che li impiegano possono sfruttare feno-
miglia di polimeri termoindurenti riciclabili. Se l’avessi considera- meni quantistici come l’entanglement per descrivere le interazio-
to un esperimento non riuscito, invece di continuare a studiarne ni fra gli elettroni senza approssimazioni. Oggi i computer quanti-
i risultati, non avremmo mai saputo che cosa avevamo fatto. Un stici sono arrivati al punto in cui possono cominciare a trattare gli
bell’esempio del caso che aiuta la scienza, nella nobile tradizione aspetti energetici e le proprietà di piccole molecole come l’idru-
di Roy Plunkett, che inventò accidentalmente il teflon mentre la- ro di litio (LiH), rendendo possibili modelli che ci daranno vie più
vorava sulla chimica dei gas refrigeranti. chiare di quelle attuali per realizzare nuove scoperte.
Oggi ho un nuovo obiettivo: desidero che per fare scoperte
in chimica la serendipità sia meno necessaria. Sfide come quelle Modelli delle reazioni chimiche
lanciate dalla crisi climatica e da COVID-19 sono così grosse che Come campo di studio, la chimica quantistica non è una novi-
le nostre risposte non possono dipendere soltanto dalla fortuna. tà. Nei primi decenni del XX secolo chimici tedeschi come Wal-
La natura è complessa e potente; se vogliamo realizzare i progres- ter Heitler e Fritz London hanno mostrato che il legame covalen-
si scientifici che ci servono dobbiamo poterne realizzare modelli te può essere compreso con la meccanica quantistica. Verso la fine
matematici precisi. Più specificamente, se vogliamo far avanzare del secolo, poi, l’aumento della potenza di calcolo disponibile ha
il campo della chimica, dobbiamo poter capire gli aspetti energeti- dato ai chimici la possibilità pratica di costruire modelli base di al-
ci delle reazioni chimiche con alti livelli di affidabilità. L’idea non cuni sistemi classici.
è affatto nuova, ma ci mette davanti a un limite molto grosso: pre- Ciò malgrado, quando lavoravo per conseguire il Ph.D. al Bo-
vedere il comportamento anche solo delle molecole semplici, in ston College, a metà degli anni 2000, era relativamente raro che i
modo del tutto preciso, va oltre le possibilità dei più potenti com-
Copia di 40cd6480303f50ad75adb2d6289a0f83 chimici di laboratorio conoscessero funzionalmente il tipo di mo-
puter esistenti. È per questo che l’elaborazione quantistica offre la dellistica chimica che si può fare al computer. Le due discipline – e
possibilità di fare significativi progressi negli anni a venire. le competenze necessarie – erano molto diverse. Invece di esplo-
Modellare le reazioni energetiche sui computer classici richie- rare gli elementi di comprensione offerti dagli approcci compu-
de approssimazioni: queste macchine infatti non sono in grado tazionali, i chimici di laboratorio restavano ancorati a strategie
di calcolare con perfetta esattezza il comportamento quantistico per tentativi ed errori, unite alla speranza di fare scoperte orien-
di più di una coppia di elettroni, perché i calcoli sono troppi e ri- tate dal sapere ma spesso aiutate dal caso. Io ho avuto la fortuna
chiedono troppo tempo. Ognuna delle approssimazioni riduce il di lavorare nel gruppo di ricerca di Amir Hoveyda, che è stato fra i

68 Le Scienze 639 novembre 2021


primi a riconoscere il valore della combinazione tra ricerca speri- do difficoltosi i calcoli. Come possiamo modificare l’algoritmo per
mentale ed esplorazione teorica. far sì che i risultati corrispondano alle attese? Questo tipo di lavo-
Oggi fare ricerca teorica e usare modelli delle reazioni chimi- ro ci consentirà, prima o poi, di trattare i radicali – molecole con
che per capire i risultati sperimentali è diventato prassi comune, elettroni spaiati – che notoriamente possono essere difficili da
grazie alla maggiore raffinatezza raggiunta dalla teoria e al fatto analizzare in laboratorio o da simulare per via classica.
che i chimici di laboratorio stanno gradualmente cominciando a Certo, questo lavoro è tutto replicabile su computer classici.
inserire i modelli nel loro lavoro. I risultati prodotti dai modelli of- Ma non sarebbe stato minimamente possibile con la tecnologia
frono un utile ciclo di feedback per arrivare alle scoperte in labo- quantistica che esisteva cinque anni fa. I progressi degli ultimi an-
ratorio. Per fare un esempio, l’esplosione della quantità di dati chi- ni ci danno ottime speranze che nel prossimo futuro l’elaborazio-
mici prodotta da un metodo di ricerca per prove ed errori detto ne quantistica diventi un potente catalizzatore di nuove scoper-
screening ad alta produttività ha consentito di realizzare modelli te in chimica.
chimici ben sviluppati, con usi industriali come la scoperta di far- Non vedo un futuro in cui i chimici si limitano a ficcare algorit-
maci e la sperimentazione sui materiali. mi in dispositivi quantistici e ne ricavano un insieme di dati bel-
Il fattore limitante, in questi modelli, è la necessità di semplifi- lo pulito che porta immediatamente alle scoperte di laboratorio.
care. A ogni stadio della simulazione, bisogna decidere in che area Ciò che si può fare – e forse si può fare già oggi – è inserire anche i
fare compromessi sulla precisione per restare nei limiti di ciò che modelli quantistici nella sequenza di passaggi dei processi attua-
il computer può gestire nella pratica. Per dirlo con la terminolo- li, che oggi sono basati su computer classici. In questo approc-
gia del settore, si lavora con modelli «a grana grossa». Ogni sem- cio usiamo metodi classici per la parte di un modello che richie-
plificazione riduce l’esattezza complessiva del modello e ne limita de più calcoli, che potrebbe riguardare per esempio un enzima,
l’utilità come mezzo di scoperta. Più grossa è la grana dei dati, più una catena polimerica o una superficie metallica. Poi applichia-
mo un metodo quantistico per modellare al-
cune specifiche interazioni, come la chimica
I computer quantistici sono arrivati al punto di una tasca enzimatica, le interazioni espli-
cite tra una molecola di solvente e una cate-
in cui possono cominciare a trattare na polimerica o i legami idrogeno in una pic-
gli aspetti energetici e le proprietà di piccole cola molecola. Così accetteremmo ancora le
approssimazioni in certe parti del modello,
molecole come l’idruro di litio ma otterremmo una precisione assai più alta
nelle parti più distintive della reazione.
Abbiamo già fatto progressi importanti
ci sarà da lavorare in laboratorio. L’approccio quanto-meccanico lavorando sulla possibilità di incorporare il calcolo quanto-elet-
è diverso. Nella sua forma più pura, l’elaborazione quantistica ci tronico delle strutture in un ambiente di computazione classico.
consentirebbe di realizzare modelli della natura così com’è, sen- È un approccio che trova molte applicazioni. Progressi più rapi-
za approssimazioni. Per dirlo con le parole spesso citate di Richard di nel campo delle catene polimeriche potrebbero aiutarci ad af-
Feynman, «la natura non è classica, accidenti a lei, e se qualcuno frontare il problema dell’inquinamento da plastiche, che si è fatto
vuole fare una simulazione della natura sarà meglio che la faccia più acuto da quando la Cina ha tagliato le sue importazioni di ma-
in termini quantistici». teriali riciclabili. Il costo energetico del riciclaggio negli Stati Uniti
Negli ultimi anni abbiamo visto rapidi progressi nella poten- è ancora relativamente alto, e se si riusciranno a sviluppare plasti-
za dei computer quantistici. Nel 2020 l’IBM ha raddoppiato due che più facili da riciclare si potrebbe ridurre seriamente la produ-
volte il proprio «volume quantistico» – una misura della quantità e zione di rifiuti. Al di là delle plastiche, il bisogno di materiali a mi-
qualità dei qubit in un sistema – e si avvia a produrre un chip con nori emissioni di gas serra è più pressante che mai, e la capacità
oltre 1000 qubit entro il 2023; nel 2016 si arrivava appena a poche di produrre sostanze come cemento e carburanti per aviogetti a
unità. Anche altri, nel settore, hanno fatto dichiarazioni impegna- più bassa impronta di carbonio è cruciale per ridurre le emissio-
tive sulla potenza e le possibilità delle loro macchine. ni globali.
La nuova generazione di chimici che sta emergendo dai corsi
Porre le fondamenta di specializzazione in tutto il mondo ha una padronanza dell’uso
Per ora con i computer quantistici siamo arrivati a modellare le dei dati che sarebbe stata inimmaginabile dieci o vent’anni fa. Ma
energie relative agli stati fondamentali ed eccitati delle molecole. i limiti di questa padronanza sono fisici: i computer di concezio-
Questo genere di calcoli ci porterà a poter esplorare una varietà di ne classica non sono minimamente in grado di gestire il livello di
cammini di reazione e di molecole che reagiscono alla luce. Inol- complessità anche di sostanze molto comuni, come la caffeina. In
tre li abbiamo usati per modellare il momento dipolare in piccole questa dinamica, nessun livello di padronanza dei dati può abolire
molecole, un passo avanti per capire la distribuzione degli elettro- il bisogno della serendipità: sarà sempre necessario avere la fortu-
ni fra gli atomi nei legami chimici, che fra l’altro può dirci qualco-
Copia di 40cd6480303f50ad75adb2d6289a0f83 na dalla propria parte per poter fare passi avanti importanti. Ma se
sa sui modi in cui reagiscono le molecole. i chimici del futuro adotteranno i computer quantistici, probabil-
Guardando avanti, abbiamo cominciato a porre le fondamen- mente saranno parecchio più fortunati. Q
ta per un futuro in cui si potranno modellare i sistemi chimici me-
diante computer quantistici, e abbiamo studiato diversi tipi di cal-
PER APPROFONDIRE
coli risolvibili già oggi con computer quantistici, su diversi tipi di
molecole. Che cosa succede, per esempio, quando nel sistema c’è Collegamenti quantistici. Monroe C.R., Schoelkopf R.J. e Lukin M.D., in «Le
un elettrone spaiato? Questo aggiunge spin alla molecola, renden- Scienze» n. 575, luglio 2016.

www.lescienze.it Le Scienze 69
PSICOLOGIA DELLA PERCEZIONE

Quando il mondo
si è coperto il volto

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JordanSimeonov/iStock

70 Le Scienze 639 novembre 2021


Per quasi tutta la storia umana, l’occultamento del viso è stata
un’eccezione limitata a poche categorie o a situazioni particolari.

La mascherina rende più difficile riconoscere l’interlocutore e decifrarne


parole e stati d’animo. Ma c’è anche chi apprezza la riservatezza che offre

di Federica Sgorbissa e Marco Viola

a cassiera vi fissa insisten-

L te da sopra la mascheri-
na: vi sta dicendo qual-
cosa che nell’ambiente
rumoroso del supermer-
cato non riuscite a decodificare perché non
le vedete la bocca. L’amico infagottato e con
il viso ben coperto vi passa davanti: non lo
riconoscete. Una persona con la mascheri-
na addosso vi apostrofa per strada: chissà se
vi sta insultando o salutando vivacemente.
Quante situazioni del genere vi sono capita-
te negli ultimi due anni?
Uno dei grandi stravolgimenti che hanno caratterizzato la
«nuova normalità» nella pandemia di COVID-19 ha riguardato pro-
prio i nostri volti. Per tanti mesi, ogni volta che ci siamo trovati in
pubblico abbiamo dovuto indossare una mascherina, un disagio
più o meno grande per tante persone. Al di là della scomodità di
avere costantemente una barriera davanti a bocca e naso, le ma-
scherine hanno cambiato anche la nostra vita cognitiva, emoti-
va e sociale. Non è difficile da intuire: la copertura di buona par-
te del volto – e in particolare della regione boccale, una delle zone
più espressive – rende più difficile identificare gli altri, compren-
dere ciò che dicono, percepire il loro stato emotivo e cogliere tut-
te quelle altre informazioni che di norma ci scambiamo vis-à-vis.
L’intuizione è confermata dalla letteratura scientifica: i vol-
Copia di 40cd6480303f50ad75adb2d6289a0f83 ti umani sono molto probabilmente lo stimolo visivo più saliente
del mondo sociale. L’importanza dello «stimolo volto» è denuncia-
ta anche dalla precocità con cui ci sintonizziamo su di esso; già i
neonati vi pongono grande attenzione e forse, come vedremo, ne
siamo attratti anche prima della nascita. Siamo talmente interes-
sati ai visi che in alcuni casi li vediamo anche dove non ci sono, per
esempio nelle nuvole o in certi panorami, un fenomeno noto co-
me pareidolia facciale.

www.lescienze.it Le Scienze 71
Quali sono dunque le conseguenze di un occultamento globa- Federica Sgorbissa, giornalista scientifica con un dottorato in scienze cognitive
le dei volti come quello a cui abbiamo assistito di recente, quan- e un master in comunicazione della scienza, segue soprattutto psicologia e
do, per una fetta significativa della popolazione mondiale, la neuroscienze. Ha scritto il libro Trieste e la scienza (con Davide Ludovisi).
ricchezza informativa del volto umano è stata drasticamente ridi-
Marco Viola, ricercatore in filosofia e scienze cognitive all’Università di Torino,
mensionata dall’epidemia di mascherine degli ultimi tempi? Per
collabora al progetto europeo FACETS su percezione e rappresentazioni dei volti.
comprenderlo è importante studiare le conseguenze cognitive,
Ha scritto tra l’altro il libro Come funzionano le emozioni (con Fausto Caruana).
emotive e sociali dell’esposizione a volti semicoperti, e allo stesso
tempo capire quali soluzioni alternative alla classica mascherina
potrebbero mitigarne l’impatto, mantenendone però tutte le fun-
zionalità a livello sanitario.
Di seguito si esploreranno la salienza del volto per l’essere
umano, e i meccanismi percettivi e cognitivi che la governano, per
raccontare infine la ricerca sulla percezione dei volti coperti da
mascherine condotta, fra gli altri, da Marco Viola, ricercatore del
progetto europeo FACETS presso l’Università di Torino e uno de-
gli autori di questo articolo.

Attratti dai volti


Il volto è il nostro biglietto da visita nel mondo sociale. Quan-
do ci approcciamo a una persona, che si tratti di un conoscente o
di uno sconosciuto, è innanzitutto al suo volto che prestiamo at-
tenzione. I volti possono dirci molte cose di una persona, quali la
sua identità, il suo stato emotivo, il genere, l’età, l’etnia, e darci un’i-
dea del suo carattere. Non siamo precisi allo stesso modo in tut-
te queste dimensioni, ma in certe cose tendiamo ad azzeccarci: a
meno di soffrire di prosopagnosia, una sindrome neuropsicologi-
ca caratterizzata dall’impossibilità di riconoscere i volti (si veda il
box nella pagina a fronte), di norma siamo piuttosto accurati nel
capire l’identità delle persone con cui abbiamo familiarità, anche
se invecchiano o si tagliano i capelli, grazie soprattutto ai tratti in-
varianti che le ossa fissano sul tessuto del volto. Siamo pure par-
ticolarmente bravi ad attribuire i giusti stati emotivi, anche agli
sconosciuti, complice l’universalità di certi movimenti muscolari.
Per un’interazione sociale proficua, non è solo importante rico- Il volto è il nostro biglietto da visita nel mondo sociale,
noscere chi ci sta davanti, ma anche come questa persona si sen- la prima cosa a cui prestiamo attenzione incontrando un altro.
te, magari in relazione a noi. Per percepire le emozioni sul vol-
to altrui, spesso non ci limitiamo a osservarle ma – forse stupirà dentità e uno stato emotivo transitorio, ma anche tratti di carattere
scoprirlo – arriviamo a farle nostre, tanto da attivare i nostri stessi profondi e duraturi. Questa ambizione era alla base della famige-
muscoli facciali. In molti casi, infatti, le contrazioni emotivamente rata fisiognomica. Oggi sappiamo che le pretese di questa pseudo-
connotate nei volti altrui producono un «contagio emotivo». Que- scienza erano del tutto infondate: qualsiasi conclusione sulla per-
sto fenomeno è verosimilmente mediato dai neuroni specchio, sonalità di una persona ricavata da fattori come l’ampiezza della
cellule nervose situate nella corteccia cerebrale che si attivano in fronte non è che un pregiudizio. Tuttavia, alcuni psicologi socia-
egual modo quando osserviamo un’azione o quando la compiamo li non hanno potuto fare a meno di evidenziare un sorprenden-
noi stessi. Per questo ci può capitare di ritrovarci a mimare i movi- te grado di accordo inter-soggettivo in questi giudizi. Lo psicolo-
menti facciali altrui. Da più parti è stato suggerito che questa mi- go bulgaro Alexander Todorov ha dedicato gli ultimi vent’anni a
mesi motoria, oltre a facilitare il riconoscimento delle emozioni studiare questi fenomeni, durante la sua permanenza alla Prince-
degli altri, possa essere un fondamento dell’empatia, la nostra ca- ton University e, di recente, all’Università di Chicago. Nel suo libro
pacità di leggere gli stati emotivi degli altri e magari farli nostri. Face value. The irresistible influence of first impressions (Princeton
Questa mimesi è talmente spontanea che avviene anche in as- University Press, 2017) documenta in modo estensivo come fattori
senza di esperienza visiva cosciente. Lo attesta, tra gli altri, uno quali il grado di affidabilità attribuito istintivamente a un volto in-
studio pubblicato nel 2009 sui «Proceedings of the National Aca- fluenzino in modo tanto significativo quanto irrazionale l’esito di
demy of Sciences» che ha come prima firma Marco Tamietto, elezioni, processi in tribunale, transazioni economiche.
neuroscienziato delle Università di Torino e di Tilburg, nei Paesi
Copia di 40cd6480303f50ad75adb2d6289a0f83

Bassi. La ricerca documenta che la mimesi avviene anche nei sog- Capacità precoce
getti affetti da una condizione particolare chiamata blindsight, in La nostra specializzazione per i volti emerge molto presto: in al-
Roberto Jimenez/iStock

cui le persone sembrano incapaci di formarsi esperienze coscienti cuni esperimenti si è osservato per esempio che i neonati sono at-
di una parte più o meno estesa del campo visivo, ma sono ancora in tratti preferibilmente da qualsiasi configurazione percettiva che
grado di rispondere a stimoli visivi che cadono in quell’area cieca. somigli a un volto, anche in maniera molto schematica. Già nei
La nostra ossessione per i volti non è scevra da errori. In partico- primissimi giorni di vita, una semplice configurazione composta
lare, il rischio è pretendere di leggere da una faccia non solo un’i- da due punti sopra e uno sotto (...) riceve più attenzione rispetto

72 Le Scienze 639 novembre 2021


PROSOPAGNOSIA

L’uomo che non riconosceva la sua faccia


Alcuni individui non sono in grado di ricono- soffriva in una forma che, per quanto lieve, sa che secondo molti indica una base neuro-
scere i volti anche delle persone più familiari, a non gli ha impedito di collezionare una nutri- logica comune. È noto che la prosopagnosia è
volte persino se stessi allo specchio. I neurolo- ta serie di figuracce, che ha raccontato in pri- correlata alla lesione di un’area specifica della
gi chiamano questa sindrome prosopagnosia, ma persona in un famoso articolo apparso sul corteccia cerebrale, nel lobo temporale destro,
un disturbo neurologico che in alcuni casi può «New Yorker» nel 2010. chiamata per questo area facciale fusiforme.
avere una base genetica, mentre in altri deriva Un’altra persona famosa affetta da una lieve L’idea che compiti percettivi complessi possa-
da una lesione cerebrale. Si tratta di una con- prosopagnosia è Jane Goodall, la celebre pri- no essere svolti da aree così circoscritte, quan-
dizione probabilmente più diffusa di quel che matologa. Interessante nel suo caso è che la do non addirittura da singole cellule specializ-
si pensa: nei casi più lievi spesso non viene difficoltà con i volti si estende anche a quelli zate, è stata osteggiata a lungo dalla comunità
diagnosticata. Molte persone ne soffrono sen- degli scimpanzé, con alcuni dei quali ha stabi- scientifica, ma a partire dagli anni ottanta del
za saperlo e a volte il loro comportamento «biz- lito una conoscenza pluridecennale. secolo scorso numerosi esperimenti hanno
zarro» viene confuso con altri disturbi. La prosopagnosia è spesso associata alla dif- confermato che l’area facciale fusiforme ha un
Persino il famoso neurologo Oliver Sacks ne ficoltà nel riconoscere i luoghi e i percorsi, co- ruolo cruciale nell’elaborazione dei volti.

ad altri stimoli come una «faccia» schematica invertita (...). Dun- io si conferma la trasmissione da uomo a uomo; il 30 gennaio c’è
que i neonati nascono con un apparato visivo e cognitivo già sinto- notizia da parte dell’Istituto superiore di Sanità dei primi due casi
nizzato, almeno in maniera rudimentale, sui volti. confermati in Italia, due turisti cinesi; il 21 febbraio del primo ca-
Nel 2019, con un lavoro sui «Proceedings of the National Aca- so autoctono confermato in Italia. Il resto ce lo ricordiamo bene.
demy of Sciences», un gruppo di studiosi del Centro interdiparti- Ad aprile 2020 viene introdotto in Italia (con vari distinguo a
mentale mente/cervello (CIMEC) di Rovereto, guidati da Giorgio seconda delle Regioni) l’obbligo dell’uso delle mascherine in pub-
Vallortigara, ha dimostrato che questa attenzione selettiva è ri- blico. Da questo momento la vista degli altri (congiunti a parte)
scontrabile già a poche ore dalla nascita. I ricercatori hanno inol- non sarà più la stessa. Come è ovvio, questa norma obbligatoria
tre osservato che gli stimoli simil-facciali producono risposte neu- suscita fin da subito ampio dibattito: c’è chi la abbraccia senza bat-
rali in alcune aree del cervello dei neonati corrispondenti grosso tere ciglio, chi si oppone invocando «bavagli» e limitazioni della li-
modo a quella che negli adulti è chiamata area facciale fusiforme, bertà personale, arrivando a insinuare che «non servono a nulla»,
una porzione di corteccia specializzata nel riconoscimento dei fino a paventare addirittura effetti nocivi per la salute della perso-
volti e la cui lesione sembra associata alla prosopagnosia. na che le indossa.
Per quanto possa sembrare incredibile, poi, la preferenza per A questo punto una cosa si può dire con certezza: le norme com-
i volti potrebbe iniziare anche prima della nascita. In un articolo portamentali (compresa quella di indossare la mascherina) so-
pubblicato nel 2017 su «Current Biology», un team guidato da Vin- no state uno strumento fondamentale per contenere il diffonder-
cent Reid, psicologo alla britannica Lancaster University, ha di- si del virus, e noi autori di questo articolo ci sentiamo di sostenerne
mostrato che persino i feti al terzo trimestre di gravidanza mostra- e raccomandarne l’uso con grande convinzione. Non si può però
no un’attenzione preferenziale per le configurazioni percettive a ignorare che per una buona fetta della popolazione indossare di
forma di faccia. Nel loro esperimento hanno utilizzato modernis- continuo una mascherina sia un disagio. Senz’altro a livello fisi-
sime tecnologie a ultrasuoni per proiettare sulle pareti uterine al- co: sembra di respirare con più fatica, si suda, gli elastici tirano le
cuni stimoli simil-facciali normali e invertiti. Come previsto, i na- orecchie, chi indossa gli occhiali li ha appannati. E poi, appunto, la
scituri prestavano più attenzione ai primi che ai secondi. mascherina nasconde buona parte della faccia, virtualmente per
tutto il tempo (almeno in pubblico).
Un’epidemia di mascherine La «pandemia di mascherine» ha rappresentato una situazione
Per quasi tutta la storia della nostra specie, l’occultamento del unica anche per chi studia le basi neurali e cognitive della perce-
volto o di una sua parte è stata per lo più un’eccezione, qualcosa di zione dei volti, una sorta di esperimento su scala globale protratto
limitato a situazioni specifiche o a certe categorie di persone ( co- per un tempo lunghissimo. All’improvviso il riconoscimento dei
me i religiosi, le donne in alcune culture, i soldati durante le batta- volti, argomento di una tradizione di studi che risale almeno alla
glie); ma mai una condizione generalizzata come è invece avvenu- seconda metà del secolo scorso, è salito alla ribalta mondiale e gli
to con la pandemia di COVID-19, che rappresenta anche in questo scienziati hanno fatto, si può ben dire, buon viso a cattivo gioco.
senso un unicum. Studiare gli effetti sociali e cognitivi dell’uso di questi presidi
La storia è recente, e la conosciamo bene. Il 31 dicembre 2019 sanitari può inoltre servire a suggerire migliorie, che possono ave-
le autorità cinesi informano l’Organizzazione mondiale della Sa-
Copia di 40cd6480303f50ad75adb2d6289a0f83 re il non trascurabile effetto di renderle meno scomode o impat-
nità di alcuni casi di polmonite atipica verificatisi nell’allora semi- tanti, riducendo così le esitazioni nel loro impiego. Non è affatto
sconosciuta città di Wuhan (seppure estremamente popolosa, con detto che col diffondersi dei vaccini le mascherine spariscano del
circa 11 milioni di abitanti). Dopo un primo momento in cui il mon- tutto dal nostro orizzonte. La comparsa continua di nuove varianti
do sostanzialmente sottovaluta la questione, è tutto un susseguir- del virus, per esempio, suggerisce cautela, ed è possibile che al-
si di eventi che porta in capo a poche settimane a una situazione di meno in alcune situazioni si chieda alla popolazione di continuare
pandemia globale. Il 7 gennaio si dà il nome al virus, SARS-CoV-2; a indossarle. Per non parlare del fatto che non tutti sono ansiosi di
il 13 gennaio si registra il primo caso fuori dalla Cina; il 22 genna- disfarsene; dopo tutto, alcuni degli «effetti collaterali» che la ma-

www.lescienze.it Le Scienze 73
scherina esercita sulla cognizione sociale potrebbero tornare uti- cerche, CNR), e al neuroscienziato Fausto Caruana (CNR). Dato
li, come si vedrà meglio in seguito. che il fermo di tutte le attività durante il lockdown ha coinvolto an-
Complici le prolungate chiusure dei laboratori, che hanno con- che i laboratori, l’esperimento è stato svolto on line.
tribuito a sparigliare gli esperimenti in agenda, molti scienzia- Nella prima parte, i partecipanti vedevano 48 fotografie di vol-
ti cognitivi hanno colto la palla al balzo pianificando esperimenti ti, e per ognuno di questi volti dovevano indicare quale emozio-
comportamentali da effettuare on line. Molti gruppi hanno inizia- ne esprimesse (tra felicità, tristezza, rabbia o espressione neutra) e
to a studiare proprio l’impatto delle mascherine sul riconoscimen- quale livello di fiducia suscitasse (in una scala da un minimo di 1 a
to facciale e sulle interazioni sociali. Anche il gruppo di uno degli un massimo di 6). In questa fase i partecipanti sono stati smistati in
autori di questo articolo, Viola, si è messo al lavoro. tre gruppi: mentre il primo gruppo ha visto i volti senza mascheri-
na, al secondo e al terzo gli stessi volti sono stati mostrati con una
Cosa cambia col volto coperto mascherina classica o con una dotata di finestra semitrasparente,
«Non ti sento bene, puoi ripetere?» Quante volte, interagendo sovrapposte graficamente alle immagini originali.
con persone mascherate, avete fatto questa domanda, o per lo me- Confrontando i giudizi dei tre gruppi è stato possibile verifica-
no desiderato farla? Purtroppo in certi casi, per farsi capire, chi re che, mentre l’espressione neutra veniva riconosciuta con egua-
parla abbassa la mascherina; proprio nel momento in cui sarebbe le accuratezza da tutti e tre, il gruppo che ha osservato i volti con
particolarmente importante tenerla, visto che assieme alla voce la mascherina classica ha fatto molti più errori nel riconoscere le
emettiamo anche molte goccioline (droplet) di saliva. emozioni. Al contrario, il gruppo che ha osservato i volti coper-
Le mascherine ostacolano la comprensione del linguaggio ti dalle mascherine trasparenti non ha riscontrato alcuna difficol-
parlato per due ragioni. La prima e più ovvia è che interferisco- tà, fornendo una percentuale di risposte accurate paragonabile a
no con le onde acustiche, anche a seconda del materiale in cui so- quella di chi ha osservato i visi senza maschera.
no realizzate. La seconda è che impediscono di percepire il movi- Per quanto riguarda il livello di fiducia, il risultato più interes-
mento della bocca del parlante: un elemento prezioso ai fini della sante è che i volti giudicati poco affidabili quando privi di masche-
comprensione, che tendiamo a dare per scontato nelle interazio- ra sono invece apparsi mediamente affidabili quando erano co-
ni normali, ma della cui importanza ci accorgiamo, eccome, quan- perti dalla mascherina tradizionale. Chi ha visto quei volti con la
do i movimenti fonoarticolatori (quel-
li che la bocca compie per articolare il
linguaggio) non sono congruenti con i Alcuni, soprattutto studentesse, indossano
suoni. Ve ne sarete accorti magari guar-
dando un film doppiato male. Nel caso volentieri le mascherine perché proteggono non
delle mascherine, questi movimenti so-
no del tutto occultati.
solo dai virus, ma anche dagli sguardi indesiderati
Questa «cecità al labiale» è partico-
larmente grave per i soggetti ipo- o non
udenti, per i quali i movimenti della bocca costituiscono l’unico mascherina trasparente ha dato punteggi che si collocavano più o
indizio per intuire il linguaggio orale, o sono un elemento del- meno a metà, giudicandoli in media leggermente inaffidabili.
la lingua dei segni. Proprio per dare un aiuto a queste categorie,
diversi singoli e poi varie aziende hanno avviato la produzione di Le interferenze con la memoria
mascherine parzialmente trasparenti, di solito con una finestra in La seconda parte dell’esperimento ha investigato quanto le ma-
plexiglas al centro della bocca, che permette di vedere il labiale. scherine – tradizionali e semitrasparenti – interferiscano con la
La sarta salentina Irene Coppola, che ha cucito e donato centina- memoria per i volti sconosciuti. Abbiamo dunque mostrato agli
ia di queste mascherine, è stata per questo insignita nel 2020 del stessi partecipanti 12 volti con espressione neutra, quattro dei quali
titolo di Cavaliere della Repubblica. Nell’aprile 2021, in attuazione erano già comparsi nella prima parte dell’esperimento, chiedendo
di una delibera di Erika Stefani, ministra per la disabilità, il gene- per ognuno di essi se era già stato incontrato oppure no. A differen-
rale Francesco Paolo Figliuolo, commissario speciale per l’emer- za della prima sessione, in questa fase tutti i volti erano privi di ma-
genza COVID-19, ha ordinato 7 milioni di mascherine trasparenti a schera. Come prevedibile, chi aveva visto i volti privi di maschera
un’azienda marchigiana, da distribuire alle scuole nelle classi con già nella prima fase ha commesso meno errori rispetto a chi aveva
allievi non udenti. visto quegli stessi volti con la mascherina tradizionale.
Tuttavia, come abbiamo visto, quello che le nostre facce comu- E quelli che li hanno visti coperti dalla mascherina semitraspa-
nicano non si esaurisce nel linguaggio parlato. Per esempio, i no- rente? Ebbene, nonostante avessero a disposizione un’informa-
stri volti dicono chi siamo e quali emozioni proviamo in un dato zione visiva in più – la bocca – i soggetti di questo gruppo hanno
momento; e suggeriscono, magari erroneamente, che siamo per- fatto una quantità di errori paragonabile a quella di chi aveva vi-
sone più o meno affidabili. Ma che cosa succede se li copriamo con sto i volti coperti con la mascherina standard. Insomma, la finestra
una mascherina? E fa differenza usare una mascherina normale o
Copia di 40cd6480303f50ad75adb2d6289a0f83 che la mascherina trasparente apre sulla bocca permette il pas-
una semitrasparente? saggio di informazioni visive che, per quanto utili a interpretare
lo stato emotivo e (in minore misura) a trasmettere fiducia o sfidu-
Una prova sperimentale cia, non sembrano influire sui processi di memoria. Al netto delle
Per rispondere a questa domanda, nella primavera 2020 Marco implicazioni pratiche, questo dato conferma un importante risul-
Viola ha pianificato un esperimento assieme agli psicologi Marco tato teorico, ossia che nei volti emozioni e identità viaggiano su bi-
Marini («Sapienza» Università di Roma), Alessandro Ansani (Uni- nari diversi.
versità di Roma Tre) e Fabio Paglieri (Consiglio nazionale delle ri- L’articolo che descrive questo esperimento è stato pubblicato

74 Le Scienze 639 novembre 2021


Se la persona con cui parliamo ha il volto coperto, fatichiamo a sintonizzarci su di lei e tendiamo a percepirla come meno empatica.

nel 2021 sulla rivista «Scientific Reports», col titolo The impact of Addio, o forse no
facemasks on emotion recognition, trust attribution and re-identi- Con il progredire della campagna di vaccinazioni, molti paesi
fication. Più o meno in parallelo sono apparsi numerosi articoli di hanno congedato l’obbligo di indossare mascherine in pubblico o
altri gruppi di ricerca anch’essi interessati alla percezione dei volti si preparano a farlo. Non è detto però che questi dispositivi spari-
mascherati, con esiti sostanzialmente analoghi. scano rapidamente, e nemmeno che scompariranno mai del tutto.
Ci sono infatti alcune ragioni per pensare che le mascheri-
Salvati dalla trasparenza? ne, anche se non ubique come nei periodi di picco pandemico,
Che lezioni possiamo dunque trarre per la nostra quotidianità? resteranno in uso. In alcuni paesi asiatici le mascherine aveva-
Interferendo con la percezione delle emozioni, le mascherine fan- no fatto irruzione nella sfera del quotidiano già durante l’epide-
no qualcosa di più che privarci di un’informazione. Vedere un sor- mia di SARS a inizio millennio, e da allora non l’hanno mai abban-
riso o una smorfia contrariata sul volto del prossimo non serve sol- donata. In parte perché indossando mascherine nei luoghi
tanto a prendere atto del suo stato emotivo: ci permette anche di pubblici affollati si combatte la diffusione di raffreddore e in-
sintonizzarci su di esso e di interagire con l’interlocutore in mo- fluenza stagionale, ma in parte anche perché quelli che abbia-
do più fluido. mo descritto come effetti collaterali delle mascherine possono
Non stupisce dunque che uno studio svolto a Hong Kong da fare comodo. In un articolo su «Signs & Media» Massimo Leo-
Carmen Ka Man Wong e altri studiosi della Chinese University, ne, professore di semiotica alle Università di Torino e di Shang-
pubblicato nel 2013 su «BMC Family Practice», riporti che i medi- hai, racconta che in quest’ultima città «alcuni allievi, soprattut-
ci di base sono percepiti come meno empatici quando visitano i to studentesse, mi hanno raccontato che indossano volentieri le
pazienti con una mascherina. E nemmeno stupisce che i pazien- mascherine, anche al di là dei luoghi affollati, perché proteggo-
ti percepiscano come più empatici i chirurghi che indossano ma- no non solo da virus e aria contaminata, ma anche dagli sguardi
scherine del tutto trasparenti rispetto a quelli che indossano le indesiderati».
mascherine classiche, come si apprende da uno studio pubblica- L’idea di andare in giro con il volto coperto sembrava inconce-
to quest’anno su «JAMA Surgery» da Ian Kratzke e altri scienziati pibile a molti abitanti dei paesi occidentali fino a poco tempo fa,
delle Università del North Carolina e dello Iowa. come anche l’idea di scegliere volontariamente la scomodità del-
Assumendo che l’importanza dell’empatia si manifesti non solo la mascherina. Eppure il 10 maggio, sul quotidiano britannico
in contesti sanitari, ma anche (per fare solo un esempio) in quelli «The Guardian», è apparso un articolo della giornalista Julia Carrie
educativi, viene da pensare che i benefici delle mascherine traspa- Wong che, intervistando alcuni cittadini di San Francisco, ha sco-
renti, tuttora in distribuzione alle scuole per venire incontro al-
Copia di 40cd6480303f50ad75adb2d6289a0f83 perto proprio questo: alcuni la mascherina vorrebbero continuare
le difficoltà di ipo- e non udenti, potrebbero estendersi anche agli a indossarla, perché è come «un mantello dell’invisibilità». Forse,
allievi normoudenti. Ciò detto, va precisato che anche le masche- in effetti, c’è davvero da sperare che le mascherine non sparisca-
rine trasparenti hanno un loro costo: al di là di quello meramen- no del tutto. Lo auspica fra gli altri lo storico della medicina Vitto-
shironosov/iStock

te economico, che è maggiore rispetto alle mascherine ordinarie rio Sironi, che al tema ha dedicato il libro Le maschere della salute
a parità di potere protettivo, la plastica trasparente interferisce (Carocci, 2021), e ritiene che un loro uso strategico e selettivo pos-
maggiormente con le onde sonore, attenuando soprattutto i suo- sa rivelarsi un aiuto prezioso per combattere anche le pandemie
ni ad alta frequenza. del futuro. Q

www.lescienze.it Le Scienze 75
Copia di 40cd6480303f50ad75adb2d6289a0f83

Per salvare i puma delle Santa Monica Mountains


sarà necessario metterli in comunicazione
con la popolazione più numerosa che si trova a nord
di Los Angeles, come il gruppo di Santa Susana,
di cui fa parte l’animale nella fotografia.
C O N S E R VA Z I O N E D E L L A N AT U R A

I leoni
di Los
Angeles
I leoni di montagna di Santa Monica sono costretti
all’endogamia, tanto che cominciano a manifestare difetti
genetici. Un ambizioso progetto, che punta a costruire
il più grande ponte per la fauna selvatica mai realizzato
Copia di 40cd6480303f50ad75adb2d6289a0f83

al mondo, potrebbe salvarli


di Craig Pittman
Craig Pittman scrive di ambiente e vive in Florida.
È l’autore di Cat Tale: The Wild, Weird Battle to Save the
Florida Panther (Hanover Square Press, 2020).

l biologo Jeff Sikich lavora presso l’area protetta californiana detta Santa Monica

I Mountains National Recreation Area dal 2002. Di cose strane ne ha viste tante;
in una memorabile occasione lo chiamarono a sedare, con il fucile a dardi ane-
stetici, quella che si rivelò essere una statua alta un metro di un leone di monta-
gna, anziché un animale vivo. Ma ciò che stava vedendo nel marzo del 2020 era
insolito, e infausto. E non era una grande sorpresa. «Consapevolmente o no, era da un pez-
zo» che temeva potesse succedere, dice, anche se aveva sperato di no.
Sikich aveva piazzato una trappola a gabbia con dentro un cer- dello stesso animale, la pantera della Florida. Malgrado le distan-
vo (morto in un incidente stradale), sperando di catturare un gio- ze nel tempo e nello spazio, i leoni di montagna stavano ripresen-
vane leone di montagna maschio. Quando la trappola è scattata, tando esattamente due degli stessi difetti che avevano esibito le
ha addormentato l’animale con un dardo anestetico. Ma quando lo pantere della Florida; difetti che, si prevedeva, li avrebbero con-
ha guardato da vicino «c’era qualcosa di strano nella coda», ricor- dannati all’estinzione. «Di certo è un brutto segno», dice Stephen
da Sikich. In effetti, si è reso conto, l’estremità della coda era pie- J. O’Brien, genetista ed epidemiologo della Nova Southeastern
gata a 90 gradi: una bizzarria caratteristica, con un angolo preciso University, che ha lavorato insieme ai funzionari dello Stato della
come quello di un disegno geometrico. In più, il giovane maschio Florida per salvare le pantere. «Un segnale d’allarme».
aveva un solo testicolo; il secondo non era sceso nello scroto come Salvare la pantera della Florida ha richiesto uno straordinario
avrebbe dovuto. Sikich ha dotato il felino di radiocollare per se- intervento umano. Anche per i leoni di montagna di Santa Monica
guirne gli spostamenti e gli ha assegnato la sigla P-81, perché era ci vorrà uno sforzo straordinario da parte degli esseri umani, ma
l’81° puma catturato e munito di collare nella regione. di tipo diverso. Per fortuna, in aiuto degli umani c’è uno dei felini
Non sarebbe stato l’ultimo, fra i puma della zona, a presentare stessi, che si aggira dalle parti della famosa scritta affacciata sulle
difetti genetici. Dopo la sua cattura, nel corso di un esame di rou- colline di Hollywood.
tine dei filmati di parecchie telecamere disposte lungo i sentieri,
Sikich ha notato altri due individui con la coda piegata. Sui testi- ncora nel Settecento, i puma spaziavano per tutta l’Ameri-
coli non poteva pronunciarsi, ma la coda anomala era già un gran
Copia di 40cd6480303f50ad75adb2d6289a0f83

brutto segno. Che getta un’ombra preoccupante sul futuro di que-


sta piccola colonia di predatori apicali, appartenenti a una sotto-
A ca del Nord e del Sud. Oggi la loro popolazione ha una di-
stribuzione irregolare e discontinua, ma si estende tuttora
dal Canada all’Argentina. I Puma concolor non sono identici dap-
specie di Puma concolor, comunemente chiamato con una varietà pertutto – ci sono lievi differenze genetiche a seconda della locali-
di nomi quali puma, pantera, coguaro o leone di montagna. tà – ma sono tutti cacciatori silenziosi, rapidi nell’uccidere e tenaci
Sono passati più di trent’anni dall’ultima volta in cui gli scien- nella lotta, con un corpo snello e allungato da corridore. I maschi,
ziati avevano trovato difetti genetici come questi nei puma. Quella dal naso alla punta della lunga e pesante coda, sono lunghi all’in-
volta era successo sulla costa opposta, in una diversa sottospecie circa 180-240 centimetri; le femmine in media una trentina di

78 Le Scienze 639 novembre 2021


delle prede. E poiché di rado divorano in una sola volta
la preda uccisa, preferendo saziarsi e poi nascondere il
resto per nutrirsene in seguito, ciò che lasciano può di-
ventare un pasto pronto per oltre 200 specie di uccelli
e mammiferi. A cui seguono gli insetti, alcuni dei qua-
li passano l’intera vita nelle carcasse abbandonate, de-
gradando quel che rimane e restituendo i nutrienti al
suolo.
Per far funzionare questa complessa catena, però, i
felini hanno bisogno di spaziare su grandi estensioni.
Un maschio di leone di montagna si sposta in un’area
di circa 400 chilometri quadrati; una femmina per cir-
ca 170. Ed è qui che i leoni di Santa Monica sono fini-
ti nei guai.
Dato che confina con la distesa urbana di Los An-
geles, la Santa Monica Mountains National Recreation
Area, con i suoi 62.000 ettari, è considerata il più vasto
parco nazionale urbano degli Stati Uniti. Le sue vallate
sono state cementificate per realizzare alcune delle au-
tostrade più trafficate di tutto il paese, che servono un
insieme di edifici residenziali e commerciali in costan-
te espansione. Ogni nuovo insediamento abitativo o
centro commerciale si porta via 2 o 3 ettari qua o maga-
ri 6 ettari là, frammentando sia il paesaggio sia la popo-
lazione dei puma. Nei casi peggiori, la frammentazione
separa i maschi dalle femmine disponibili per la ripro-
duzione. Il risultato è che il pool riproduttivo dei leoni
di montagna si è pericolosamente ristretto; più o meno
come era successo per la pantera della Florida.

a maggior parte delle pantere della Florida vive

Il leone di montagna di Santa Monica denominato P-81


L nelle depressioni paludose adiacenti alle Ever-
glades in una riserva denominata Big Cypress
National Preserve. Sono gli ultimi resti di quelli che gli
presenta i difetti genetici associati all’inincrocio, fra cui la coda piegata. esploratori spagnoli e i primi coloni chiamavano «leo-
ni» o catamount (da mountain cat). Un tempo scorraz-
centimetri in meno. Sullo scatto possono toccare gli 80 chilome- zavano per tutto il sud-est, ma negli anni ottanta le pantere del-
tri all’ora. I puma sono animali solitari. Cacciano da soli, dormo- la Florida erano ormai gli unici puma rimasti a est del Mississippi.
no di giorno ed emergono al crepuscolo in cerca di prede. Quando Man mano che perdevano il loro habitat, e le loro prede preferite
conducono vita selvatica possono vivere una dozzina d’anni, am- fuggivano altrove, il loro numero si ridusse sempre più, fino a 30
messo che non vengano investiti da un veicolo o uccisi da un altro individui e anche meno (secondo altre stime, meno di 10). Con una
esemplare della loro specie. popolazione così ridotta, gli incroci tra consanguinei erano inevi-
Appena nato, un leone di montagna è un adorabile batuffolo di tabili. I padri si accoppiavano con le figlie, i fratelli con le sorelle,
pelliccia maculata. Arrivato alla maturità, però, tutto proclama la le madri con i figli. Presto cominciarono a produrre prole con la
sua natura di predatore. Il suo corpo è adattato per la caccia, con coda piegata e testicoli che non scendevano nello scroto. Alcuni
uno scheletro leggero ma robusto a cui si ancorano muscoli pode- presentavano addirittura difetti del setto atriale: un buco nel cuo-
rosi. Ha le zampe posteriori più lunghe di altri grossi felini, il che re. Erano andati, biologicamente, a sbattere contro un muro.
National Park Service (pagine precedenti e questa pagina)

gli permette di spiccare salti anche di 5 metri in verticale e di circa La diversità genetica assicura che una specie possa sopravvive-
13 metri in orizzontale: una capacità fenomenale che gli consen- re e adattarsi quando le condizioni cambiano. Senza di essa, una
te di sorprendere le prede balzando loro addosso dall’alto, come malattia infettiva può facilmente spazzar via l’intero gruppo. I di-
uscendo in volo dal nulla. La pesante coda gli è utile per mantene- fetti genetici delle pantere erano i segni visibili di un degrado in-
re l’equilibrio nei lunghi salti. Se la preda cerca di fuggire, le gros- visibile. Nello sperma dei maschi gli spermatozoi normali erano
se zampe del puma – larghe una dozzina di centimetri – gli danno
Copia di 40cd6480303f50ad75adb2d6289a0f83 appena il 6 per cento, contro un 94 per cento con malformazioni,
un’ottima aderenza al suolo nel cambiare direzione, un serio van- secondo O’Brien. Alcun esperti proposero un piano di riproduzio-
taggio negli inseguimenti. Al momento di uccidere, il felino tira ne in cattività per rafforzare la popolazione. Bisognava catturare
fuori gli artigli retrattili, afferra la preda e la morde con forza con cuccioli selvatici e allevarli in un’apposita struttura, dove farli ri-
le potenti mascelle, dotate di 16 denti nell’arcata superiore e 14 in produrre selettivamente fino a ottenere una popolazione base di-
quella inferiore. versificata, da reintrodurre poi nell’ambiente. Ma il programma
I puma hanno un ruolo cruciale nel mantenere in salute l’eco- non decollò mai, perché tutti i cuccioli che avrebbero dovuto esse-
sistema di cui fanno parte. Tengono sotto controllo le popolazioni re usati come riproduttori si rivelarono avere difetti genetici.

www.lescienze.it Le Scienze 79
FRAMMENTAZIONI PERICOLOSE
Da ultimo, i funzionari dello Stato riu-
scirono a convincere l’autorità federale,
il Fish and Wildlife Service, ad appro- Puma
vare un esperimento senza preceden-
ti. Nel 1995 inviarono un esperto caccia- nei guai
tore a catturare otto femmine di coguaro
in Texas e portarle in Florida, liberando- I leoni di montagna della California sono
le nell’ambiente perché si incrociassero fortemente ristretti nei movimenti dalla
con i maschi di pantera. Si riteneva che il frammentazione del loro habitat dovuta alle
piano potesse funzionare perché proba- attività costruttive umane. Ciò ha isolato
bilmente le due sottospecie si erano già i maschi dalle femmine disponibili per la
incrociate in passato, ai tempi in cui le riproduzione, conducendo a un livello di
loro aree di diffusione si sovrapponeva- endogamia che ha ridotto la diversità
no. Certo è che cinque delle otto femmi- genetica di alcune popolazioni –
ne hanno prodotto cuccioli ibridi privi di come quelle delle Santa Monica
difetti, i quali hanno poi innescato un ba- Mountains e delle Santa
by boom fra le pantere. Così si stima che Ana Mountains – a livelli
adesso, in quel che resta delle aree selvag- pericolosamente bassi.
ge della Florida, si aggirino tra 130 e 200
adulti.
Una ragione per cui nessun esperi- Area ingrandita
mento del genere era mai stato tentato
prima era il timore che potesse porre fine
alla protezione legale degli animali ai sen-
si dello Endangered Species Act. I criti-
Le popolazioni Sie
ci temevano che la prole nata dagli incro- rra
ci fra le pantere della Florida e i coguari
di puma Moun Madre
tain
in California s
del Texas potesse non essere ritenuta par-
te della sottospecie della Florida, e quindi Lo Stato ha nove gruppi
geneticamente distinti di leoni di
non avesse diritto alla protezione. Il Fish

Sa oun
montagna. I sei compresi nell’area
and Wildlife Service dovette emanare un

nt ta
M
entro la linea tratteggiata – fra cui quelli

a in
decreto provvisorio perché l’esperimento

An s
di Santa Monica – costituiscono quella

a
potesse procedere. L’altro timore era che che viene detta una subunità
i geni specifici dei coguari potessero so- evolutivamente significativa, che può
praffare il materiale genetico delle pante- essere considerata in pericolo ai sensi dello
re. Pur facendo parte della stessa specie, Endangered Species Act della California.
infatti, secondo gli scienziati i due grup-
pi presentano marcatori genetici che mo-
strano che si tratta di due sottospecie distinte. ohn Benson aveva in mente appunto il caso delle pante-

J
Mappe di Mapping Specialists; fonte: Genetic Source-Sink Dynamics among Naturally
Structured and Anthropogenically Fragmented Puma Populations, di Kyle D. Gustafson e altri, in
In seguito comunque due diversi studi hanno appurato che la re della Florida mentre scriveva un lavoro sul futuro di due

«Conservation Genetics», vol. 20, dicembre 2018 (riferimento per la mappa della California)
sopraffazione genetica non si è verificata. Una delle indagini ha popolazioni di puma delle Santa Monica Mountains che gli
esaminato i campioni genetici prelevati da quasi 600 pantere del- esseri umani hanno tagliato fuori dai più ampi gruppi che vivo-
la Florida a partire dal 1981, e ha ricostruito le linee di discenden- no nelle aree naturali circostanti. Nello specifico, lo studio valu-
za di tutti gli individui allora viventi, confrontandoli con quel- tava la possibilità che queste popolazioni si estinguessero entro
li delle pantere che erano nate dopo l’arrivo dei felini texani. Lo cinquant’anni. Benson, allora ecologo esperto in aree selvatiche
studio ha trovato che la popolazione delle pantere si era triplica- presso il Le Kretz Center for California Conservation Science
ta, la diversità genetica era raddoppiata, i parametri di sopravvi- dell’Università della California a Los Angeles, aveva in preceden-
venza e di fitness erano migliorati, e i caratteri correlati all’inin- za studiato le pantere quando lavorava per la Fish and Wildlife
crocio erano diminuiti. In futuro, comunque, le pantere avranno Conservation Commission della Florida, e quindi conosceva be-
bisogno dell’immissione di cinque coguari del Texas ogni vent’an- ne quella storia. E in ciò che era avvenuto alle pantere leggeva un
ni per prevenire l’inincrocio e ridurre il rischio di estinzione, sem- chiaro avvertimento per i leoni di montagna.
pre ammesso che l’incremento delle attività umane sul territorio I ricercatori che lavorano con i vari tipi di puma sanno bene
lasci loro abbastanza spazio.
Copia di 40cd6480303f50ad75adb2d6289a0f83 di avere a che fare con megafauna di grande fascino e visibilità,
Malgrado il successo che ha avuto il programma di «soccor- che spesso i non addetti ai lavori vedono quasi come gatti dome-
so genetico» alle pantere della Florida, però, i leoni di montagna stici un po’ più grossi del solito. Nella realtà, quelli che gli scien-
della California richiedono un intervento del tutto diverso, per- ziati cercano di gestire sono grossi predatori al vertice della cate-
ché soffrono assai di più di restrizioni dovute alla frammentazio- na alimentare, ciascuno con un proprio distinto carattere e propri
ne dell’habitat. La soluzione per i loro difetti genetici, dicono gli specifici bisogni. I puma tendono a essere elusivi e poco inclini ai
esperti, si trova molto più vicina a casa loro. E richiede per una contatti con gli esseri umani, e ciò complica ancora di più i tenta-
volta più cemento, non meno. tivi di capirli. Date le loro dimensioni, a volte fanno paura, e ciò

80 Le Scienze 639 novembre 2021


Un ostacolo
decisivo
La U.S. 101, la più grande tra le tante
LOS PADRES
NATIONAL FOREST autostrade di Los Angeles, impedisce ai leoni
di montagna di Santa Monica di raggiungere la Los
Padres National Forest per trovare partner con cui
accoppiarsi nella più vasta popolazione che vi risiede.
Nelle Santa Monica Mountains i leoni di montagna
trovano cibo a sufficienza, ma per evitare l’endogamia
devono poter cercare partner in zone più distanti. È
stata proposta la costruzione di un ponte per la
fauna selvatica nella zona del Liberty Canyon,
che consentirebbe ai felini di Santa Monica
di scavalcare l’autostrada senza
Santa Susana Mountains correre rischi.

Liberty Canyon
101 Verdugo
Wildlife Crossing
Mountains
Simi Hills

Griffith
Park
Santa Monica Mountains
SANTA MONICA MOUNTAINS
NATIONAL RECREATION AREA

Mappa composita delle aree frequentate


da 58 leoni di montagna seguiti
dal 2002 al 2019 nelle Santa Monica
Mountains (in arancione)
e nelle zone circostanti (in giallo).

accresce le pressioni politiche sui biologi perché riducano al mi- ta Monica Mountains e quella delle Santa Ana Mountains, nel-
Jonh F. Benson, Jeff A. Sikich e Seth P.D. Riley, in «Biological Conservation», vol. 241, gennaio
Fonte: Survival and Competing Mortality Risks of Mountain Lions in a Major Metropolitan Area, di

nimo il rischio di incontro che può venire dagli sforzi dei conser- la Orange County, avevano già la più bassa diversità genetica mai
vazionisti per accrescerne la popolazione. documentata nei leoni di montagna, a parte le pantere della Flori-
Nel lavoro poi pubblicato da Benson, con Sikich e Seth Riley del da nel 1995. Quando si teneva conto della scarsa diversità genetica
National Park Service e altri colleghi, si descrivono un paio di sce- – dice Benson – ogni volta che facevano girare il modello trovava-
nari diversi. Secondo il loro modello al computer, «la riproduzione no che, una volta iniziata la depressione da inincrocio, i felini si sa-
andava piuttosto bene… e la popolazione sarebbe rimasta stabile», rebbero probabilmente estinti entro cinquant’anni.
dice Benson. Lo studio calcolava probabilità di estinzione compre- Quando è uscito il loro articolo, Benson e colleghi non imma-
se soltanto tra il 16 e il 21 per cento, mitigate dal fatto che il loro ginavano che i primi segni di difetti genetici si sarebbero presen-
habitat è la boscaglia e dalla disponibilità di prede. «Anche se tut- tati così presto. Ma sapevano che prima o poi con tutta probabili-
2020 (riferimento per i territori dei leoni di montagna)

to intorno ci sono un sacco di edifici e strade, nelle Santa Monica tà sarebbero comparsi, perché il massimo ostacolo che impedisce
Mountains vere e proprie il 90 per cento dell’area è ancora allo sta- il miglioramento della diversità genetica dei leoni di montagna
to naturale, almeno relativamente, e per una metà è anzi di pro- blocca i loro spostamenti già dal 1950.
prietà pubblica», dice Riley. Los Angeles è una città di autostrade; la più grande di tutte è la
Il problema, osserva Riley, è che «le Santa Monica Mountains
Copia di 40cd6480303f50ad75adb2d6289a0f83 U.S. 101, una grande arteria che corre in direzione nord-sud, col-
non sono abbastanza vaste, da sole, per sostentare una popola- legando la città con San Francisco e la regione pacifica nordocci-
zione vitale in termini genetici o demografici, e in più non sono dentale. Larga a seconda dei tratti 8-10 corsie, è percorsa da cir-
abbastanza ben collegate con le altre zone naturali nelle vicinan- ca 300.000 veicoli al giorno. Proprio questa autostrada impedisce
ze». Quando gli autori hanno inserito nel modello la mancan- ai leoni di montagna di Santa Monica di passare dall’altra par-
za di diversità genetica fra i leoni di montagna, il risultato è te per accoppiarsi con una popolazione più numerosa, che spa-
cambiato drasticamente, a causa di quella che gli scienziati chia- zia sui 7700 chilometri quadrati della Los Padres National Forest.
mano «depressione da inincrocio». La popolazione delle San- Quando i biologi hanno preso a dotare di radiocollare la dozzina

www.lescienze.it Le Scienze 81
circa di leoni di montagna che monitoravano nelle Santa Moni- sarebbe dotato di barriere antirumore per proteggerlo dal rombo
ca Mountains, dice Riley, hanno potuto osservare che i maschi si dei traffico sottostante.
spostavano verso la 101, vedevano il fiume di veicoli e tornavano Il posto migliore per erigerlo, hanno concluso i biologi, sareb-
indietro. «L’habitat che abbiamo qui sembra buono per loro», di- be proprio quello in cui è passato per la prima volta P-12, un pun-
ce Riley dei felini delle Santa Monica Mountains. «Trovano cervi to del Liberty Canyon dove su entrambi i lati dalla strada c’è del-
in abbondanza.» Ma a causa della 101 gli unici potenziali partner la boscaglia selvatica. I puma potrebbero così approfittarne a ogni
con cui accoppiarsi sono parenti stretti, e ciò porta all’inincrocio. ora del giorno e della notte senza temere di restare vittima di inci-
Poi, nel 2009, è accaduto un miracolo. P-12, il dodicesimo pu- denti stradali.
ma catturato e munito di collare, ha trovato il modo di attraversa- Il territorio è già protetto, da tutti e due i lati di questo seg-
re l’autostrada in una zona denominata Liberty Canyon, dove l’ha- mento dell’autostrada; per di più è contiguo ad ampie zone di ha-
bitat è ancora naturale da entrambe le parti dell’arteria. «È stata bitat protetto sia a nord che a sud del passaggio, e quindi risulta
una cosa decisamente importante», ricorda Riley, «perché non so- una valida soluzione per le comunicazioni entro le Santa Moni-
lo è riuscito a passare dall’altra parte e a sopravvivere, ma si è an- ca Mountains. Idealmente, i felini non si renderebbero nemmeno
che riprodotto». conto di trovarsi su una struttura di fabbricazione umana.
Da allora, qualche altro leone di montagna ha seguito l’esem- Sovrappassi di questo tipo per la fauna selvatica sono stati pro-
pio di P-12, soprattutto di notte, quando c’è meno traffico. Uno vati per la prima volta in Francia negli anni cinquanta, e in Euro-
di essi ha trovato il modo di passare attraverso una conduttura pa sono diventati sempre più popolari. Ora stanno cominciando
sotterranea larga meno di 2 metri che si trova sotto la 101, e l’ha ad attecchire anche negli Stati Uniti: nel 2018 lo Utah ha inaugu-
attraversata 42 volte in meno di un anno, dice Riley. Ma poi è mor- rato un ponte lungo un centinaio di metri e largo 15 che consen-
to per le lesioni riportate in un incendio della foresta, e da allo- te ad alci, wapiti, cervi e altri animali selvatici di superare le sei
ra nessun altro puma ha più messo piede in quel lungo cunicolo corsie dell’Interstate 80 presso Salt Lake City. C’è un solo proble-
oscuro. ma per il ponte del Liberty Canyon: Caltrans non dispone di fon-
Ai biologi della California sembrava
che cercare di aiutare i leoni di monta-
gna di Santa Monica caricandoli su un Il leone P-22 era il testimonial ideale: uno scapolo
veicolo e portandoli in un luogo con
una popolazione di puma più diversifi- solo soletto, destinato a restare per sempre senza
cata, o importando individui di una si-
mile popolazione perché si riproduces-
fidanzata. «Il pubblico lo ha abbracciato in pieno»
sero con quelli di Santa Monica, come
era stato fatto in Florida, fosse un inter-
vento umano eccessivo, con troppi rischi di traumi per gli animali di per costruire sopraelevate destinate principalmente all’uso dei
selvatici. Ma il ripetersi degli attraversamenti ha dato loro un’idea felini predatori. Ed è qui che entra in campo il leone di montagna
su come aiutare i leoni di montagna di Santa Monica: costruire lo- di cartone.
ro un passaggio per poter attraversare la 101. In quel modo i felini
si ricongiungerebbero alla più vasta popolazione dei puma della eth Pratt, della National Wildlife Federation, aveva la-
catena della Sierra Madre, a nord, e ciò consentirebbe loro di tro-
vare partner con cui accrescere la diversità genetica del gruppo
più piccolo.
B vorato nei parchi nazionali di Yosemite e Yellowstone, e
dunque era abituata ad aree selvatiche disabitate e alla lo-
ro fauna. Venire a sapere che i monti adiacenti alla distesa urbana
I funzionari del Fish and Wildlife Service e quelli dei traspor- di Los Angeles ospitavano leoni di montagna è stato «strabiliante»,
ti hanno prima pensato a un tunnel, ma poi hanno scartato l’idea: ricorda. «Ha cambiato il mio modo di vedere gli animali selvatici».
il tunnel costerebbe troppo e creerebbe troppi disagi agli utenti Una volta divenuta direttrice generale del Centro regionale cali-
dell’autostrada, e non è garantito che gli animali lo userebbero. forniano del suo gruppo ambientalista, Pratt si è messa in contat-
Restava una sola opzione: un sovrappasso, un cavalcavia sopra la to con i biologi della Santa Monica Mountains National Recreation
101 che avrebbe consentito ai leoni di montagna dei due lati di an- Area e ha chiesto se c’era qualcosa in cui la sua associazione pote-
dare e venire come volevano. Recinzioni erette sui due lati poteva- va aiutarli. «E loro hanno detto: “Be’, ci sarebbe questo piccolo cor-
no guidare gli animali verso il sovrappasso, evitando loro di finire ridoio che stiamo cercando di costruire”».
in mezzo ai veicoli. In questo modo non sarebbe necessario cattu- Pratt ha incontrato i funzionari di Caltrans per parlarne. «Ci
rare e spostare i felini con un intervento umano. «Idealmente, se hanno dato un appoggio fenomenale», racconta. «Mi hanno detto:
costruiamo per loro questo sovrappasso, e ci mettiamo un po’ di “I soldi non li abbiamo, ma se voi ce li procurate noi lo costruire-
vegetazione, poi faranno da soli», dice Sikich. mo”.» Così sono arrivati a un accordo per cui l’80 per cento del de-
I funzionari del National Park Service, dopo aver consultato naro – più di 69 milioni di dollari – doveva venire da donatori pri-
esperti di corridoi faunistici e il Dipartimento dei trasporti del-
Copia di 40cd6480303f50ad75adb2d6289a0f83 vati e il restante 20 per cento essere coperto dai fondi pubblici per
la California (chiamato anche Caltrans), hanno progettato un so- i progetti di conservazione. E non era necessario che i fondi fosse-
vrappasso largo 50 metri che scavalca a 5 metri di altezza l’asfalto ro raccolti per intero prima dell’inizio dei lavori.
della 101. Il lato nord arriva sul fianco di un colle, e quello meri- La National Wildlife Federation ha lanciato una sottoscrizione
dionale scende un poco, dice Sikich. Se sarà costruito, sarà il più per raccogliere il suo 80 per cento, denominandola Salvate i co-
grande ponte per animali selvatici mai realizzato al mondo, con guari di L.A., e scegliendo una mascotte certamente capace di su-
un costo stimato in 87 milioni di dollari. Il ponte verrebbe costru- scitare le simpatie del pubblico: un leone di montagna maschio,
ito e piantumato in modo da somigliare al terreno circostante, e P-22, che nel 2012, contro ogni probabilità, ha preso residenza a

82 Le Scienze 639 novembre 2021


Il cavalcavia per la fauna selvatica che dovrebbe scavalcare la Highway 101,
qui raffigurato in una rappresentazione artistica, sarebbe il più grande del mondo.

Griffith Park, presso la famosa, gigantesca insegna che dice: «Hol- non sono stati in molti. Durante la valutazione di impatto ambien-
lywood». I test genetici hanno chiarito che proveniva dalla popo- tale, ricorda Pratt, «sono arrivati oltre 8000 commenti favorevoli
lazione delle Santa Monica Mountains, il che vuol dire che per al progetto e solo 15 contrari». Alla causa hanno aderito persone di
raggiungere la sua residenza abituale ha attraversato sia la 101 ogni colore politico, perché la gente ama gli animali e «questo è un
sia un’altra grande arteria, la I-405. Malgrado il contesto urbano, problema concreto da risolvere», aggiunge.
Griffith Park offre a P-22 cibo in abbondanza e nascondigli in cui A maggio la sottoscrizione ha toccato i 44 milioni di dollari, più
acquattarsi durante il giorno. Solo che è l’unico leone di montagna che sufficienti per passare alla fase del progetto esecutivo. Poi, a
in un parco urbano di una quindicina di chilometri quadrati, il che luglio, il governatore Gavin Newsom ha approvato un bilancio sta-
fa di P-22 il testimonial ideale per la campagna. «Stiamo parlando tale che prevede di destinare 7 milioni al Liberty Canyon Wildli-
di uno scapolo solo soletto destinato a restare per sempre senza fe Crossing. Caltrans intende dare inizio ai lavori già a novembre.
una fidanzata», dice Pratt. «Il pubblico lo ha abbracciato in pieno. L’obiettivo è aprire il sovrappasso al transito dei leoni di monta-
È una vittima perfetta da compatire e in cui identificarsi». gna entro il 2024.
Pratt ha fatto fare una sagoma cartonata di P-22 a grandez- Pratt dice che non c’è un piano B, e non crede che ce ne sarà bi-
za naturale e se la porta dietro agli eventi di raccolta fondi, a Los sogno. Se la sottoscrizione non raggiungerà gli obiettivi, «i lavori
Angeles e altrove. Ha convinto figure di spicco come l’attore Se- inizieranno più tardi, ma il progetto non sarà cancellato. A questo
an Penn e Adam Schiff, deputato della California alla Camera dei punto però non prevediamo neanche ritardi».
rappresentanti statunitense, a posare con la sagoma, attirando an- Ma ora che sono saltati fuori P-81 e altri due individui con la co-
cora più attenzione sulla situazione dei puma. La notizia del pro- da piegata, la campagna di sottoscrizione è diventata una corsa
Living Habitats LLC e National Wildlife Federation

getto è diventata virale, dice Pratt: «Sono arrivate donazioni da per salvare i leoni di montagna prima che i danni diventino irre-
London, in Florida. Una coppia del Kansas che non è mai stata in parabili. «È probabile che la loro diversità genetica continuerà a
California ci ha donato 500.000 dollari». A Los Angeles ogni anno declinare», dice Benson. «Quel che nessuno può dire è quanto ci
a ottobre si celebra persino la «giornata di P-22», con un profluvio
Copia di 40cd6480303f50ad75adb2d6289a0f83 metterà per portarli all’estinzione. Non è il caso di aspettare che
di festeggiamenti in cui si raccolgono fondi e si fanno conoscere le sia troppo tardi.» D’altra parte, riflette, «se riusciamo a conservare
difficoltà di questi animali. Lo scorso autunno la giornata si è svol- dei grandi carnivori vicino a Los Angeles, penso che ciò deponga a
ta in modo virtuale, come tanti altri eventi, e questo ha richiesto favore della possibilità di farlo anche altrove, in questo paese». Q
un approccio più creativo, racconta Pratt. «Abbiamo fatto realiz-
zare un’interfaccia di gioco a progettisti di videogame». In uno dei
PER APPROFONDIRE
giochi, P-22 esce dal parco in volo con uno zaino a razzo.
C’è chi ha messo in discussione la validità del sovrappasso, ma Sulle tracce della tigre. Karanth U., in «Le Scienze» n. 578, ottobre 2016.

www.lescienze.it Le Scienze 83
Assemblato e pronto
Il James Webb Space
Telescope, la cui costruzione
è ora completa, attende il
lancio previsto a dicembre
in una struttura di Redondo
Beach, in California,
gestita dal suo appaltatore
principale, la Northrop
Grumman.

Copia di 40cd6480303f50ad75adb2d6289a0f83
ASTRONOMIA

Prima
luce Il tanto atteso successore
dello Hubble Space Telescope è
finalmente pronto al lancio
di Clara Moskowitz
fotografie di Chris Gunn

Copia di 40cd6480303f50ad75adb2d6289a0f83
Clara Moskowitz è senior editor a «Scientific
American», dove si occupa di spazio e di fisica.

Chris Gunn è un fotografo con base a


Washington DC, specializzato in scienza e
tecnologia. È il fotografo principale della NASA
per il progetto James Webb Space Telescope.

ome fotografo per la NA-

C
ni. Dal 2009 ha immortalato ogni tappa del
progetto e ha assistito all’assemblaggio e ai
test di quasi tutti i componenti del veicolo
SA, Chris Gunn ha docu-
mentato il James Webb
Space Telescope (JWST)
fin dai suoi primi gior-

spaziale. Secondo le previsioni, il telescopio


dovrebbe raggiungere lo spazio a dicembre,
e nei mesi successivi aprirà al cielo il suo oc-
chio da 6,5 metri di diametro.
A quel punto, il soggetto del lavoro fotografico di Gunn diverrà dietro nel tempo fino alle primissime galassie, quanto più indie-
a sua volta un fotografo. «Vedere quelle immagini della prima luce tro sia possibile, e la sua sensibilità ci permetterà di osservare le
è la cosa a cui tengo di più», dice Gunn. atmosfere degli esopianeti più in profondità di quanto le abbiamo
Il JWST – un progetto congiunto della NASA, dell’Agenzia mai viste».
spaziale europea e di quella canadese – osserverà alcune delle ga- Per evitare il calore disturbante proveniente dal Sole e dalla
lassie più vecchie dell’universo, coglierà immagini di nuovi pia- Terra, Webb volerà fino a 1,5 milioni di chilometri dal nostro pia-
neti e sistemi solari che si formano intorno ad altre stelle, e son-
Copia di 40cd6480303f50ad75adb2d6289a0f83 neta e lì, per ulteriore protezione, dispiegherà uno schermo sola-
derà in dettaglio inedito anche i pianeti del nostro sistema solare. re grande come un campo da tennis. Questa delicata manovra, co-
Webb, il telescopio più ambizioso e dispendioso mai costruito, al sì come lo spiegamento dei suoi specchi principale e secondario,
costo di 10 miliardi di dollari, è ottimizzato per osservare la luce dovrà funzionare alla perfezione: mandare astronauti a riparare il
infrarossa, la più adatta a studiare gli oggetti dall’universo distan- telescopio, come è stato fatto per Hubble, in questo caso non sarà
te e antico. «È da un bel po’ che aspettiamo un osservatorio come possibile. «Sono estremamente convinta che i nostri ingegneri ab-
questo» dice Knicole Colon, vice responsabile scientifica del pro- biano fatto un lavoro eccellente, testando tutto quello che poteva-
getto per la scienza degli esopianeti al JWST. «Webb guarderà in- no», dice Heidi Hammel, scienziata interdisciplinare al JWST. «A

86 Le Scienze 639 novembre 2021


un certo punto devi smetterla di tergiversare e passare all’azione. L’arrivo dello specchio
Ora siamo pronti a partire». I tecnici ispezionano una delle 18 sezioni di specchio
La strada del JWST verso il lancio è stata burrascosa. All’ini- esagonali che formeranno lo specchio primario
zio l’osservatorio non doveva costare più di un miliardo di dolla- del JWST. I pannelli di berillio, ognuno ricoperto da
ri e doveva decollare intorno al 2007, ma i piani sono stati afflitti circa 3 grammi d’oro, sono stati progettati per essere
da problemi di gestione, inconvenienti tecnici, sforamenti dei co- eccezionalmente robusti pur pesando solo intorno ai
sti e ritardi vari. Copia di 40cd6480303f50ad75adb2d6289a0f83 20 chilogrammi l’uno. I pannelli sono montati su una
Quando finalmente il telescopio spaziale sarà lanciato, su un struttura pieghevole, che sarà ripiegata nel razzo per
razzo Ariane 5 dalla Guyana Francese, le migliaia di scienziati, in- il decollo e poi aperta nello spazio. «Questo momento
gegneri e altri specialisti che ci hanno tanto lavorato in questi anni è stato davvero memorabile, perché la maggior parte
spereranno che tutto fili liscio. «Per me questa è una parte davve- delle persone nella foto non aveva mai visto gli specchi
ro enorme della mia vita», dice Gunn. «È quasi come crescere mio di persona», ricorda Gunn. «All’inizio gli specchi
figlio. Ma ovviamente è un po’ diverso perché ci sono stati tanti al- arrivavano a uno a uno, poi due o tre per volta. Ogni
tri genitori». ispezione durava un’ora o un’ora e mezzo».

www.lescienze.it Le Scienze 87
Copia di 40cd6480303f50ad75adb2d6289a0f83
Carico fragile
Gli operatori trasportano una delle sezioni dello specchio
del JWST, arrivate al Goddard Space Flight Center in cilindri
di trasporto costruiti appositamente, dal produttore, la Ball
Aerospace, nel Colorado. Ogni specchio è largo 1,32 metri;
nell’insieme formano un’area di osservazione sei volte più
grande dello specchio dello Hubble Space Telescope.

Stanza ultrapulita
Prima che le varie parti del JWST fossero montate insieme,
i suoi specchi e i suoi strumenti sono stati assemblati con
Copia di 40cd6480303f50ad75adb2d6289a0f83

cura nella High Bay Clean Room al Goddard Space Flight


Center della NASA a Greenbelt, nel Maryland. La stanza
da 37.000 metri cubi, una delle più grandi al mondo nel
suo genere, include un’intera parete di filtri dell’aria HEPA
(High Efficiency Particulate Air filter) per impedire che
contaminanti come sporcizia e polvere raggiungano le
delicate ottiche del telescopio.

www.lescienze.it Le Scienze 89
Copia di 40cd6480303f50ad75adb2d6289a0f83
Gabbia dorata
Prima che fossero costruite e testate le vere attrezzature
da lanciare in orbita, una versione di prova delle ottiche,
chiamata Optical Telescope Element Simulator, è stata
sottoposta a condizioni simili a quelle dello spazio nello Space
Environment Simulator al Goddard. Queste coperte termiche
d’oro avvolgono un sistema di supporti e dispositivi di controllo
termico, incluso un gruppo di pannelli con azoto liquido che
aiutano a mantenere il simulatore a circa 100 Kelvin,
per riprodurre gli estremi di temperatura che i materiali
incontreranno nello spazio.

Freddo e senza aria


Per assicurarsi che il JWST possa sopportare il freddo nel
vuoto dello spazio, le sue strumentazioni e ottiche sono state
Copia di 40cd6480303f50ad75adb2d6289a0f83

sottoposte a 100 giorni di test criogenici nella Camera A, una


grande camera per i test termici nel vuoto al Johnson Space
Center della NASA, a Houston. Una porta circolare di 40
tonnellate, larga 12,2 metri, chiude la più grande camera
al mondo per i test criogenici in vuoto spinto di componenti
ottiche, che negli anni sessanta è stata usata per provare i
componenti delle missioni Apollo.

www.lescienze.it Le Scienze 91
Scrutinio ripetuto
Un tecnico maneggia con cura la lamina d’oro
usata per avvolgere gli strumenti durante
i test criogenici nello Space Environment
Simulator. Questi test intensivi e ripetuti servono
a garantire che il JWST funzionerà una volta
giunto a destinazione, dove gli scienziati non
avranno modo di intervenire se qualcosa va
Copia di 40cd6480303f50ad75adb2d6289a0f83

storto, se non con aggiustamenti del software.


«È senz’altro un osservatorio complicato, e
non possiamo manutenerlo come facciamo
con Hubble», dice Colon. «Ma Webb ha molte
ridondanze nei suoi sistemi meccanici ed è
stata prestata molta attenzione nel testarlo in
ogni minimo aspetto».

92 Le Scienze
Copia di 40cd6480303f50ad75adb2d6289a0f83
Coperte extra
L’elaborato schermo solare del JWST non è la sola cosa che
lo terrà fresco. Uno strato protettivo di copertura dietro allo
specchio primario, chiamato frill (fronzolo), impedirà a luce e
calore indesiderati di raggiungere i sensori a infrarossi. Poiché
l’osservatorio è aperto – non avendo l’usuale cilindro che
circonda le ottiche presente sulla maggior parte dei telescopi
– questo strato aggiuntivo aiuterà a eliminare anche la tenue
contaminazione luminosa proveniente dalle stelle e dalle
galassie dietro lo specchio.

Luci spente
Copia di 40cd6480303f50ad75adb2d6289a0f83 I tecnici esaminano gli specchi del JWST durante un test «a
luci spente». «È uno scatto serale perché questo test va fatto
al buio» dice Gunn. «Ho sempre voluto che le mie immagini
documentassero la quantità di lavoro che si sta facendo per
mandare avanti il progetto. Quando si parla di questo telescopio
e di quanto tempo ci è voluto per costruirlo, penso che se ci
PER APPROFONDIRE
si rendesse conto di tutto il lavoro che ha richiesto, il tempo
Osservatorio a nido d’ape. Irion R., in «Le Scienze» n. 508, dicembre 2010. impiegato sarebbe considerato in modo diverso».

94 Le Scienze 639 novembre 2021


Copia di 40cd6480303f50ad75adb2d6289a0f83
Coordinate Pianeti con campi magnetici
Il campo magnetico di ciascun pianeta nasce dalle sue peculiari
proprietà di rotazione e composizione. Venere e Marte non
sembrano avere abbastanza convezione interna per produrlo.

Ferro solido Ferro Solfuro


I principi delle dinamo liquido di ferro
Le dinamo si formano all’interno dei pianeti quando cariche elettriche in movimento
generano campi magnetici. Il campo magnetico terrestre, per esempio, nasce nel suo Mantello Crosta Idrogeno ed elio
nucleo esterno, fatto per lo più di ferro fuso. Questo metallo è un fiume di particelle di silicato di silicato metallici liquidi
cariche elettricamente, che si agitano e scorrono per effetto della convezione – la
Idrogeno Acqua, Idrogeno
tendenza del materiale più denso ad affondare e di quello più caldo e meno denso a liquido metano e ed elio
risalire – e della rotazione del pianeta. Ciò genera una corrente elettrica in costante ammoniaca
movimento, che produce un campo magnetico continuo. Mercurio
Il pianeta più piccolo
Asse di rotazione ha anche il campo
(punteggiato) magnetico più debole.
La sua dinamo interna
è contrastata dal
vento solare, il getto
di particelle emesso
dal Sole.

Celle di Nucleo Terra


convezione esterno Il Polo Nord magnetico
(rosse) liquido del nostro pianeta è
puntato verso il Polo
Sud geografico, come
Nucleo quelli di Mercurio e
interno Urano.
solido
La rotazione Giove
del pianeta fa Il più forte campo
attorcigliare magnetico del sistema
le celle di solare è molto più
convezione* intenso e complesso
del nostro a causa della

Grafica di Mark Belan; fonti: NASA/Johns Hopkins University Applied Physics Laboratory/Carnegie Institution of Washington (superficie
rapida rotazione del

di Mercurio); Reto Stöckli, NASA Earth Observatory (superficie della Terra); NASA/JPL/Space Science Institute (superficie di Giove)
Linee del campo pianeta e del suo più
magnetico voluminoso interno
(blu) metallico.

*Le eliche sono Saturno


presumibilmente più Il suo campo magnetico
piccole e turbolente di è più debole di quello di
quanto illustrato qui Giove ed è simmetrico
intorno all’asse di

Cercando rotazione, forse a causa


della pioggia di elio che
smorza la convezione
nell’atmosfera.

le dinamo Urano
Qui il campo magnetico
è inclinato di 60
Molti pianeti vicini hanno campi magnetici, gradi rispetto all’asse
ma la loro genesi non è ancora chiara di rotazione, perciò
la sua forza e il suo
orientamento fluttuano
I campi magnetici nel sistema solare sono sorprendentemente diver-
man mano che Urano
si: quelli di Giove e Saturno sono molto forti, su Mercurio è minuscolo. ruota.
Quelli di Urano e Nettuno sono sghembi rispetto all’asse di rotazione, ma
altri sono ben allineati. E ciascuno ha un set unico di condizioni che ge- Nettuno
Anche l’asse magnetico
nerano una dinamo, il motore che si ritiene attivi il campo magnetico.
Copia di 40cd6480303f50ad75adb2d6289a0f83

del pianeta più


Diverse missioni sono in corso o imminenti per studiarli, offrendo una lontano è disallineato
finestra sulla composizione interna dei pianeti e sulla loro formazione e dall’asse di rotazione,
storia. La missione Juno della NASA, per esempio, con una sonda in orbi- e quindi assume
una forma irregolare
ta intorno a Giove sta tracciando la prima mappa globale del suo campo
che interagisce col
magnetico. E l’Agenzia spaziale europea ha in orbita la missione Swarm, vento solare in modi
per monitorare come cambia nel tempo il campo magnetico terrestre. sbilanciati.
Clara Moskowitz

96 Le Scienze 639 novembre 2021


di Michele Bellone I bastioni di Orione
editor di saggistica, giornalista, docente di narrazioni e
comunicazione della scienza. Autore di Incanto (Codice, 2019).

Il topo fra le Dune


Grazie a un gran lavoro su immagini, gesti e dettagli
il film Dune riesce a essere fedele al romanzo originale

n piccolo topo si muove sulle dune. regioni aride, le comunità che le abitano, e gli

U Ha grandi orecchie, nelle quali si


raccolgono gocce di umidità con cui
l’animale si disseta. In realtà non è così che i
adattamenti di uomini e animali ai deserti.
Conoscenze poi usate per costruire un
mondo complesso e sfaccettato, ricco di varie-
topi canguro sopravvivono in ambienti aridi, tà e di un’intricata rete di relazioni ecologiche.
ma grazie a un metabolismo molto efficiente Un mondo che non si limita a essere uno sfon-
con cui riducono la dispersione d’acqua. Qui do ben descritto per le azioni dei personag-
però non siamo sulla Terra ma sul pianeta Ar- gi, ma che diventa uno dei protagonisti della
rakis, anche noto come Dune. storia. Senza i vermi delle sabbie non ci sareb-
Dune, di Denis Villeneuve, è un film am- be la Spezia. Senza il deserto non ci sarebbe la
bizioso; il romanzo da cui è tratto, pubblica- cultura temprata, feroce e paziente dei Fre-
to nel 1965, è un caposaldo della fantascienza, men (gli abitanti originali del pianeta). Senza i
denso e complesso a livello di trama e ambien- Fremen non ci sarebbe il substrato spirituale,
tazione. Racconta la lotta per il controllo di un sociale e militare per il cammino di Paul.
pianeta arido e inospitale, dove vivono i colos-
sali vermi delle sabbie e dove si estrae la pre- Il mondo di Arrakis
ziosa Spezia, senza la quale i viaggi interstella- La storia di Dune è il risultato delle intera-
ri non sarebbero possibili. Il conflitto militare, zioni fra le diverse culture umane, i cicli vita-
politico ed economico fra le casate rivali de- li e il metabolismo di animali e piante, e i fe-
gli Atreides – cui appartiene il protagonista nomeni naturali e atmosferici di Arrakis. È il
Paul – e degli Harkonnen si intreccia con i pia- risultato della sua ecologia. Per capirlo a fon-
ni segreti della sorellanza Bene Gesserit, con do basta leggere la prima appendice del ro-
le macchinazioni dell’imperatore, con i fieri manzo, in cui è descritto in modo dettagliato
e coriacei abitanti di Arrakis, e con le visioni l’ambizioso piano di trasformazione del piane-
profetiche che tormentano Paul. ta, che ha un grande peso nello sviluppo della
Servono tante informazioni per immer- trama e nei romanzi successivi: l’uso di pian-
gersi in questo mondo e Villeneuve riesce a te che producono fibre simili a torba per «an-
elargirle senza appesantire il film con dida- corare» i lati delle dune non esposti al vento;
scaliche spiegazioni, lavorando molto su im- l’introduzione monitorata di specie vegetali
magini, gesti e dettagli. e animali; la scoperta che i vermi delle sabbie
Come quello del topo. Un piccolo partico- non solo producono Spezia come scarto del
lare, scientificamente sbagliato ma tutto som- metabolismo, ma sono anche una fondamen-
mato verosimile (per chi non s’intende di zoo- tale fonte di ossigeno; le fasce climatiche, la
logia), che in pochi secondi spiega il concetto limnologia, i cicli autosufficienti.
di adattamento. E che rivela una delle anime Tutti dettagli che nel film di Villeneuve non
centrali del romanzo: l’ecologia. ci sono. Ed è comprensibile: il cinema ha tem-
Copia di 40cd6480303f50ad75adb2d6289a0f83 pi ed esigenze narrative diverse da un roman-
Dalla realtà alla fantascienza zo, senza contare che anche nella fantascienza
Una decina di anni prima di scrivere Du- scritta racconti di scienza come Dune sono ra-
ne, Frank Herbert era un giornalista e dove- ri. Ma la fedeltà e il rispetto del testo origina-
va preparare un articolo su una città costiera le permettono al regista di far respirare quella
dell’Oregon che aveva dei guai con il movi- profondità ecologica, di rendere il pianeta un
mento delle dune di sabbia. Ne rimase affasci- protagonista, non uno sfondo. Anche grazie a
nato e cominciò a studiare l’ecosistema delle trucchi visivi come quello del topo.

www.lescienze.it Le Scienze 97
La ceretta di Occam di Beatrice Mautino

biotecnologa, giornalista e comunicatrice scientifica. Tra i suoi libri


più recenti Il trucco c’è e si vede (Chiarelettere, 2018)

Poche certezze sulla bava di lumaca


È proposta quasi come un elisir, ma i suoi effetti sono
stati studiati sulle cellule in coltura più che sulle persone

n uno dei miei ultimi viaggi a New York mi in considerazione perché gli studi in vitro, per

I sono persa tra i negozietti di Korea Town,


il quartiere a due passi da Times Square
nel quale si è insediata la comunità coreana
quanto indispensabili e preziosi, possono da-
re solo alcuni indizi sui reali effetti che una so-
stanza o una miscela di sostanze possono ave-
e dove bisogna andare per fare scorta di ma- re sull’organismo, e non sono mai conclusivi.
schere per la pelle per ogni parte del corpo Fra gli studi più citati in questo senso tro-
possibile e immaginabile. È stato lì, nel più fa- viamo quelli che affermano che la bava di lu-
moso dei negozi della zona, che ho fatto il mio maca potrebbe avere una funzione antios-
primo incontro con la bava di lumaca, che era sidante e promotrice della produzione di
presentata quasi come fosse un elisir. I pro- collagene.
dotti che la contenevano avevano prezzi de-
cisamente più alti della media, le confezioni Lievissimi benefici
erano quelle tipiche dei prodotti di lusso, con Quando si passa dalle provette agli studi in
tanto oro, molto vetro e messaggi importan- vivo, le ricerche davvero solide si contano sul-
ti che parlano a una clientela matura in senso le dita di una mano. Uno degli studi più cita-
anagrafico, con molti soldi da spendere e una ti risale al 2013, è stato effettuato da un grup-
giovinezza da cercare di riconquistare. po californiano, finanziato da un’azienda che
produce prodotti a base di bava di lumaca e
Una miscela complessa pubblicato sulla rivista «Journal of Drugs in
Chimicamente parlando, la bava di lumaca Dermatology».
è una miscela complessa formata per il 90 per Un gruppo di 25 partecipanti con segni di
cento di acqua, con una grossa componente fotoinvecchiamento – il danno alla pelle pro-
idratante e umettante data dai proteoglicani vocato dall’esposizione prolungata al Sole –
e glicosamminoglicani, dall’acido ialuronico sono state trattate per 12 settimane con una
e dal collagene. Queste molecole, per la loro crema a base di bava di lumaca su metà del vi-
struttura, sono in grado di comportarsi come so e con un placebo sull’altra metà. I ricercato-
spugne: assorbono l’acqua e la trattengono. ri hanno effettuato un calco in silicone al volto
C’è una certa componente esfoliante rappre- delle partecipanti all’inizio del trattamento e
sentata dall’acido glicolico, una componen- lo hanno ripetuto alla fine, confrontando i cal-
te antimicrobica portata da alcuni peptidi in chi per misurare le eventuali differenze.
grado di inibire la crescita di batteri, una certa I risultati non sono stupefacenti, ma indi-
quantità di elastina e una componente lenitiva cano un leggerissimo miglioramento delle ru-
e cicatrizzante fornita dall’allantoina. ghette (le linee più sottili) attorno agli occhi
Queste ultime, benché presenti in quantità nella parte trattata con la crema a base di ba-
minore, sono le componenti che vengono uti- va di lumaca rispetto al placebo. Un migliora-
lizzate dal marketing per promuovere le pro- mento temporaneo dovuto alle caratteristiche
Copia di 40cd6480303f50ad75adb2d6289a0f83 prietà della bava di lumaca. Ma funziona? fisiche delle molecole presenti nella bava che,
La prima informazione che emerge analiz- disciolte in acqua, tendono a gonfiarsi, ma
zando gli studi a disposizione è che di ricer- una volta che l’acqua evapora si restringono
che ce ne sono molte in vitro, effettuate cioè di nuovo «tirando» con sé la pelle. Una specie
su cellule in coltura, e molte meno in vivo, ef- di «effetto lifting», che non modifica la strut-
fettuate cioè su animali o esseri umani. Questa tura della ruga ma la fa apparire meno profon-
che può sembrare una distinzione da biologi da. Ricordiamoci sempre che se si chiamano
pignoli è in realtà molto importante da tenere «trucchi» un motivo c’è.

98 Le Scienze 639 novembre 2021


di Dario Bressanini Pentole & provette
chimico, divulgatore, gastronomo. Autore di Contro natura
(Rizzoli, 2015), La Scienza della Carne (Gribaudo, 2016)

Novità per il cioccolato


In futuro la sua preparazione da parte di industrie
e cioccolatieri artigianali potrebbe essere rivoluzionata

n gruppo di scienziati del De- ponenti minori del burro di cacao, che oltre ai

U partment of Food Science dell’U-


niversità di Guelph, in Canada, il 31
agosto 2021 ha pubblicato sulla prestigiosa ri-
trigliceridi contiene circa il 3 per cento di altre
molecole lipidiche come i mono e digliceridi e
i fosfolipidi. Per studiarne gli effetti, i ricerca-
vista «Nature Communications» un articolo tori hanno aggiunto quantità diverse delle va-
che potrebbe, in un prossimo futuro, rivolu- rie componenti minori a burro di cacao raffi-
zionare il modo con cui industrie, cioccolatie- nato e a cioccolato commerciale.
ri artigianali e pasticcieri preparano il ciocco- L’aggiunta di due particolari fosfolipidi già
lato: il cosiddetto processo di temperaggio. presenti nel cacao in quantità variabile, la fo-
Di una buona tavoletta di cioccolato, sia es- sfatidilcolina e la fosfatidiletanolammina, per-
so al latte o fondente, oltre che abbia un sapo- mette di stabilizzare facilmente la forma V per
re gradevole vogliamo che sia lucido, che sia indurre la formazione di cioccolato con la re-
duro e si spezzi di netto, che non sia appicci- sistenza meccanica, la brillantezza e le altre
coso se lo tocchiamo con le dita ma che si fon- proprietà che si desiderano per un’ottima ta-
da piacevolmente in bocca quando lo mangia- voletta. In particolare, l’aggiunta di quei fosfo-
mo. Tutte queste caratteristiche dipendono lipidi in piccole quantità (0,1 per cento in pe-
dal grasso contenuto nel cacao estratto dalla so) a cioccolato fuso commerciale al 90 per
pianta Theobroma cacao: il burro di cacao, che cento di cacao, ha permesso al cioccolato di
compone dal 20 per cento al quasi 50 per cen- mantenere le sue caratteristiche anche dopo
to del cioccolato. Molte cui caratteristiche im- un raffreddamento rapido a 20 °C senza biso-
portanti, come quelle citate prima, dipendo- gno del complesso processo di temperaggio.
no dalla sua struttura cristallina. I trigliceridi Ingredienti per l’ottimo.
del burro di cacao hanno un comportamen- Per cioccolatini casalinghi L’aggiunta di due particolari fosfolipidi già
to molto complesso perché possono cristal- In futuro questi fosfolipidi, e forse altri, po- presenti nel cacao in quantità variabile
lizzare in sei forme geometriche distinte, in trebbero essere usati come additivi efficaci permette di indurre la formazione di
cui le molecole sono disposte in modo diver- per innescare la cristallizzazione del ciocco- cioccolato con la resistenza meccanica,
so tra di loro. La forma che interessa i produt- lato avente una microstruttura corretta, otte- la brillantezza e le altre proprietà che si
tori di cioccolato è chiamata forma V o `2, ed è nendo così un prodotto con proprietà para- desiderano per un’ottima tavoletta.
l’unica che dona alla tavoletta quelle caratteri- gonabili a quelle di un cioccolato temperato
stiche che cerchiamo nel cioccolato di qualità. commerciale, ma semplificando l’intero pro-
cesso anche per chi produce cioccolatini casa-
Due aggiunte particolari linghi. Se non avete mai visto burro di cacao
Tuttavia, il raggiungimento di questa for- puro e siete curiosi, potete fare così: prende-
ma non è semplice perché non si può otte- te una tavoletta da 100 grammi di cioccolato
nere semplicemente fondendo il cioccola- bianco. Spezzatela in un pentolino, aggiunge-
to e raffreddandolo. I produttori – industriali te 100-150 grammi di acqua e scaldate fino a
o artigianali – hanno sviluppato nel tempo un
Copia di 40cd6480303f50ad75adb2d6289a0f83 quando il cioccolato non sarà fuso. Una volta
processo piuttosto laborioso, chiamato tem- intiepidito, versate in un bicchiere usa e getta
peraggio, che parte da cioccolato fuso man- e riponete in frigo per una notte. Il giorno do-
WS Studio/iStockphoto

tenuto sempre in movimento, raffreddato e po potrete separare il disco giallastro di bur-


poi riscaldato di nuovo a temperature diver- ro di cacao solido formatosi in cima al liquido.
se per ottenere le caratteristiche desiderate. Provate a usarlo in pasticceria, in ricette
Gli scienziati dell’Università di Guelph han- che prevedono il burro classico fuso o sciolto
no studiato l’influenza delle cosiddette com- in un liquido caldo.

www.lescienze.it Le Scienze 99
Rudi matematici Da un vecchio scatolone polveroso spuntano
fuori nove carte da gioco. E la tentazione di
giocarci di nuovo è troppo forte per non cedere

Ricordi in cantina

È
fenomeno scientificamente accertato che, ogniqualvol-
ta si decida di mettere ordine in una cantina (ma il teore-
ma è generalizzabile anche ai solai e ai ripostigli), ci si ri-
trovi quasi istantaneamente persi nelle rimembranze scatenate da
qualche polveroso reperto spuntato fuori da scatoloni dimentica-
ti. È esattamente quel che sta succedendo a Rudy, che osserva con
aria nostalgica poche, antiche carte da gioco mentre Alice e Piotr
combattono un’aspra battaglia contro polvere, ragni e ragnatele.
«Niente da fare», mugola con voce rotta, «le altre sono proprio
scomparse».
«Rudy, fammi capire. Ti stai disperando per la scomparsa di un
mazzo di carte formato mignon, quelle che un tempo si regalava-
no ai bambini?»
«Certo! Riconosco benissimo il mio primo mazzo di carte! Ri-
cordo anche che era dato in omaggio con una confezione gigan-
tesca di formaggini; ho fatto fuoco e fiamme per averlo, divo-
rando diligentemente tutti i formaggini. E io ho sempre odiato i
formaggini.»
«Bastava chiamarmi, no?», ridacchia Piotr. «Ti avrei aiutato vo-
lentieri nell’arduo compito. In men che non si dica ti saresti ritro-
vato abbastanza mazzi per organizzare un torneo internazionale
di canasta.»
«Non avevo ancora il piacere di conoscerti, Doc. Altrimenti
avrei sicuramente approfittato delle tue mandibole.»
«Già ti vedo», dice Alice mentre polverizza spietatamente una
ragnatela. «Avresti subito trovato il modo di rubare a un Doc anco-
ra infante pure la merenda, pur di vincere qualcosa.»
«Niente affatto; per esempio, se avessimo giocato con i formag-
gini come posta, avrei certo implementato (senza dirglielo, ovvio)
la strategia misère del gioco, lasciandolo ricco di latticini, traci- chiunque conosca il significato delle parole “sicurezza elettrica”.
mante di calorie e convinto di essere un grande giocatore.» Del resto, anche lasciare un mazzo di carte in mano a un bambino
«Vincendo occasionalmente qualche partita, magari quando in oggi sarebbe considerato un avviamento alla perdizione. Sui rego-
palio c’erano tavolette di cioccolata, vero?» li calcolatori, non so che dire. I commessi dei negozi specializzati
«Beh, forse... comunque, quel mazzo era il mio giocattolo pre- non sanno più neanche che cosa siano…»
ferito, e mi ha seguito sin quando i polli non hanno cominciato a «Basta con queste nostalgie da vecchi bacucchi. Qualche car-
insospettirsi per il fatto che usassi carte così piccole.» ta del tuo amato mazzo l’hai trovata: potresti incorniciarle, se pro-
«Certo, era più facile infilarsele nella manica…» prio ci tieni.»
«Per tua norma e regola, io non baro mai “con le carte”; io baro «Le carte diventano tristi, quando le metti in cornice. Il loro
“con le regole”. Comunque, questa perdita mi rende molto triste. scopo, nella vita, è far muovere capitali a senso unico.»
Lo avrete avuto anche voi un giocattolo preferito, no?»
Copia di 40cd6480303f50ad75adb2d6289a0f83 «Già, dagli altri verso Rudy…»
«Beh, non so se “giocattolo” sia il termine giusto», sospira Alice. «Non solo: più genericamente, dai polli verso il banco. Ma ve-
Illustrazione di Stefano Fabbri

«Ma io da piccola adoravo un regolo calcolatore...» diamo, magari qualcosa si può combinare con queste poche su-
«Carte da gioco, regoli calcolatori… e pensare che io venivo perstiti… sono nove in tutto: il due di cuori, il tre di fiori, il quattro
preso in giro perché dicevano che giocavo con cose da femminuc- di picche, il cinque di fiori, il sei di picche, il sette di cuori, l’otto di
cia: avevo “Il Mio Piccolo Forno”, e già a cinque anni sfornavo dol- picche, il nove di cuori e il dieci di fiori. Neanche una figura, male-
ci buonissimi.» dizione, ma forse…»
«Oh, me lo ricordo! Oggi, farebbe venire un mezzo infarto a «Niente figure, nessuna quadri e nessuna possibilità di rime-

100 Le Scienze 639 novembre 2021


di Rodolfo Clerico, La soluzione del problema esposto in queste pagine sarà
Piero Fabbri e pubblicata in forma breve a dicembre e in forma estesa
Francesca Ortenzio sul nostro sito: www.lescienze.it. Potete mandare le vostre
risposte all’indirizzo e-mail: rudi@lescienze.it.

IL PROBLEMA DI OTTOBRE

Il problema del numero scorso riguardava una strana competizione sco- po (1). In linea di massima, i premi di tipo (2) andranno a chi occuperà
lastica alla quale erano chiamati a partecipare 100 studenti su 7 diverse le cinque posizioni (dalla seconda alla sesta) nelle sette materie, quindi
materie. Non erano previsti ex-aequo in nessuna classifica, i premi era- c’è una prima massimizzazione al valore 7 × 5 = 35. Questi premi tutta-
no tutti di pari valore e, oltre ai singoli vincitori di ognuna delle materie, via richiedono che ci si sia qualificati in almeno quattro materie; il mas-
venivano premiati anche tutti gli studenti che si piazzavano nei primi sei simo numero di premi sarà pertanto distribuito quando sarà massimo il
posti in almeno quattro materie. Si chiedeva quanti fossero, al massimo, numero di studenti posizionati per quattro volte nelle posizioni tra la se-
i premi assegnabili. conda e la sesta.
La risposta è 15, e la cosa curiosa è che il numero degli studenti è un È facile vedere che, essendo 35 = 4 × 8 + 3, il massimo numero di stu-
dato del tutto pleonastico. Si considerino infatti – anche se i premi so- denti che possono accedere ai premi di tipo (2), modulando il teorico
no tutti di pari valore – due tipologie, quelli vinti per essere giunti primi in massimo 35 in ragione 4, è pari a 8. Il totale dei premi di tipo (1) somma-
una materia (1) e quelli ottenuti per essersi classificati nei primi sei po- ti a quelli di tipo (2) è pertanto 15, e il numero degli studenti partecipanti,
sti in quattro materie (2): al più sette studenti riceveranno il premio di ti- purché superiore appunto a 15, non è significativo.

re. Rudy, per punizione, trova il modo di spennare Doc, anche con
solo quelle nove carte.»
«Eccomi, eccomi. Pronto, e questa volta lo spennerò con il tuo
aiuto.»
«Vi serve una cavia? Giochiamo a formaggini?»
«Sì per la cavia, no per i formaggini. Allora, abbiamo qui “Dako-
ta Braid”, la gambler dal cuore d’oro...»
«Non contarci. Ma il nome mi piace.»
«Insomma, Treccia ha tre mazzetti di carte: uno formato dalle
tre carte di fiori, uno formato da quelle di cuori e il terzo dalle re-
sidue picche. Ogni singolo mazzetto è mescolato individualmen-
te; tu, Doc, a questo punto ne scegli uno e lo enunci urbi et orbi.»
«Come devo enunciarlo? Per esempio, dico “il terzo mazzetto”
oppure “quello di fiori”?»
«Dì “fiori” e non ci pensiamo più. A questo punto Treccia ti
mette davanti le tre carte di fiori coperte, e tu ne scegli una. Ora
entro in gioco io e scelgo, come hai fatto tu, uno dei tre mazzetti.
Poi, sceglierò una carta come hai fatto tu. Tutto qua: a quel punto
giriamo le carte, e chi ha quella più alta vince.»
diare un poker. In compenso, mi sembra piuttosto facile fare delle «Ah, ecco... tutta questa storia di Dakota Braid, e io non gioco e
scale. A proposito di poker, Treccia, ricordo un problemino facile non vinco niente?»
facile, che magari non conosci... ti interessa?» «Treccia, visto che odi le probabilità, pensavo di farti fare da
«No, ma tanto so che me lo dirai lo stesso. Oggi il mondo va pro- croupier e proprietaria del tavolo: per giocare io e Doc paghiamo
prio al contrario: tu che fai i problemi, il Capo che si sdilinquisce una quota, e così tu vinci sempre. Contenta?»
di nostalgia...» «Sì, mi piace, come idea. Non devo fare conti, e incasso. Ma il
«Ma no, il mio è solo un quesitino per giocatori, e stai pure tran- trucco, perché che sia un trucco sono sicurissima, dove sta? Vuoi
quilla, niente probabilità. Prendi un normale mazzo di 52 carte dirmi che questo gioco non è equo, e che favorisce te rispetto a
francesi; puoi fare un sacco di “scale a colore”: da asso a cinque, da Doc?»
due a sei, e così via sino alla scala reale dal dieci all’asso. In totale, «Alice, non fare domande scontate – sbuffa Piotr – figurati se
dieci per ogni seme, che moltiplicate per i quattro semi fa un tota-
Copia di 40cd6480303f50ad75adb2d6289a0f83 questo losco figuro non inventa un gioco a suo favore. Il proble-
le di quaranta scale.» ma non sta nel capire “se” è a suo favore, ma di “quanto” lo sia. Co-
«Okay. E con ciò?» munque, Capo, ancora una domanda: hai detto che tu puoi sce-
«Adesso contiamo i poker, che è più facile: non si scappa, esisto- gliere anche lo stesso mazzetto mio?»
no solo 13 poker possibili, da quello di due a quello d’assi. E allora, «Sì, se voglio. Ovviamente, se lo faccio, potrò scegliere solo tra
se sono possibili solo 13 poker contro ben 40 scale a colore, perché le due carte residue. Ho solo una preoccupazione, adesso: Treccia,
mai la scala a colore batte il poker?» sei abbastanza brava e delicata nel maneggiare le carte? Non vor-
«Avevi ragione, è troppo facile, pertanto mi rifiuto di risponde- rei si rovinassero… non so se ve lo ho già detto, ma ci tengo.»

www.lescienze.it Le Scienze 101


Libri & tempo libero

I limiti del PIL e come superarli


Economisti e statistici lavorano da tempo a indicatori più significativi

Misurare ciò che conta


di Joseph E. Stiglitz, Jean-Paul Fitoussi, Martine Durand
Einaudi, Torino, 2021, pp. 248 (euro 18,00)

o studioso di scienze sociali Philipp Lepenies lo ha recen-

L temente definito «la più importante misura statistica della


storia umana», mentre il senatore degli Stati Uniti Robert
Kennedy, in un celebre discorso del 1968, disse che «misura tutto,
eccetto quello che rende la vita degna di essere vissuta». Due af-
fermazioni che rendono l’idea dello strabismo di vedute che ne-
gli ultimi anni si è sviluppato attorno al più famoso degli indicatori
statistici ed economici, il prodotto interno lordo (PIL). Sviluppato
dagli economisti all’indomani della grande depressione del 1929, il
PIL ha il pregio di indicare con un solo numero il risultato finale di
tutte le attività produttive, sia in termini di beni sia di servizi, che
hanno un valore sul mercato in un determinato periodo di tem-
po. Ma, come sottolineava Kennedy, dal calcolo del PIL rimango-
no fuori tutte le attività e le prestazioni svolte a titolo gratuito, co-
me il lavoro domestico, e inoltre questo indice non sembra dirci
nulla di definitivo su dove va l’economia di un paese.
Negli ultimi anni la riflessione economica ha cercato di svilup-
pare metriche migliori del PIL per misurare lo stato di benessere.
Uno degli stimoli più importanti per questi studi è stata la crisi fi-
nanziaria che ha avuto inizio con il collasso dei mutui statuniten-
si sulle case nel 2008 e che ha presto investito tutto il mondo. In
questo contesto si erano già inseriti Joseph Stiglitz e Jean-Paul Fi-
toussi, membri di una commissione di studio che ha portato alla
creazione e all’adozione da parte dell’Organizzazione per la coo-
perazione e lo sviluppo economico (OCSE) di un nuovo indice, il
Better Life Index, che permette di confrontare le prestazioni dei
paesi andando ben oltre il prodotto interno lordo.
Era un lavoro iniziato prima della crisi e che in questo nuovo economisti e che ha provato a mettere insieme un pannello di in-
volume si avvale del contributo di Martine Durand, direttrice del- dicatori più complesso, ma anche più variegato, che dovrebbe
le statistiche dell’OCSE dal 2010. Sono trascorsi solo una dozzina permettere di prendere decisioni più informate. A patto che ven-
di anni da quel primo lavoro di sintesi, eppure sembra che sia pas- ga adottato e, prima ancora, compreso dagli stessi decisori politici.
sata un’era geologica. Perché, spiegano gli autori, oggi la nostra Il compianto giornalista e saggista Pietro Greco ha dedicato
società non può più immaginare di effettuare le proprie valuta- molta della sua riflessione alla necessità di sviluppare una «cittadi-
zioni economiche senza tenere conto delle disuguaglianze socia- nanza scientifica» all’interno della cosiddetta «società della cono-
li, del rapporto con l’ambiente, della sostenibilità futura delle stes- scenza». Avrebbe consigliato non solo ai politici, ma anche ai citta-
se scelte economiche. Tutti elementi che non si trovano nel PIL. dini di leggere questo libro. Perché l’unica via per affrontare senza
D’altra parte, la stessa generazione di economisti che lo ha svi-
Copia di 40cd6480303f50ad75adb2d6289a0f83 soccombere la crisi climatica e le disuguaglianze sociali, due sfide
luppato tra le due guerre mondiali era cosciente dei suoi limiti in- che la pandemia ha reso ancora più urgenti, passa per il sapere. E
trinseci e sconsigliava di usarlo come strumento unico di deci- per farlo, aggiungono gli autori del volume, bisogna anche sape-
sione. Una raccomandazione che non è stata seguita; dagli anni re che cosa misurare, perché «se oggi misuriamo la cosa sbagliata,
cinquanta il PIL è diventato il punto di riferimento per generazio- domani faremo la cosa sbagliata. Se le nostre misure ci dicono che
ni di decisori politici che non avevano coscienza della sua parzia- va tutto bene quando in realtà non è così, non prenderemo le de-
lità. Il libro di Stiglitz, Fitoussi e Durand è un’efficace sintesi del- cisioni giuste».
la ricerca in questo settore che ha coinvolto decine di statistici ed Marco Boscolo

102 Le Scienze 639 novembre 2021


Ogni parola ha la sua storia
I concetti base della fisica attraverso le storie dei vocaboli

Nove parole e la loro storia, per comporre una storia cul- riuscito a mostrare gli atomi superficiali di una lastra di
turale dei concetti alla base della scienza e soprattut- silicio. Nel mezzo, ci sono stati momenti della storia in
to della fisica moderna. Il libro di Alessandro Bettini è cui l’atomo era un argomento divisivo e altri in cui se ne
nato come glossario, poi come rubrica fissa pubblica- discuteva nei consessi ecclesiastici, come nel Concilio
ta nel giornale della Società italiana di fisica, e infine si è di Trento, arrivando a considerarlo un’eresia.
trasformato in un percorso storico filosofico alla portata Oppure c’è il «vuoto», che noi oggi riusciamo a imma-
di molti (non proprio di tutti), da leggere nei nove capi- ginare senza particolari problemi, ma che per secoli è
toli di un libro prezioso per chi voglia capire le radici del- stato negato da tutti i filosofi del mondo occidentale, da
la scienza di oggi. Aristotele a Cartesio. Poi Isaac Newton, poi l’elettroma-
Ma se «ogni parola ha una storia da raccontare», e se gnetismo e infine la teoria quantistica, e il vuoto è diven-
quelle della fisica ci raccontano la dinamica complessa tato il fondamento dell’universo. O anche «eclissi»: un
della costruzione del pensiero scientifico, va anche pre- fenomeno che per millenni ha colpito l’immaginazione
cisato, come l’autore fa sin dalle prime pagine dell’intro- umana e dato forma alle nostre cosmogonie, e in epo-
duzione, che nella fisica vigono, di necessità, definizio- che recenti ci ha spinti in avventurose spedizioni fino a
ni rigorose comuni a tutti. Capire come ci siamo arrivati quella che ha reso Albert Einstein e la sua teoria della
serve a inquadrare meglio le questioni fondanti e a leg- relatività famosissimi in tutto il mondo. Progressi della fi-
gere con più chiarezza i problemi attuali. sica che, in una ventina di secoli e due rivoluzioni scien- Nove parole della fisica
Per esempio: «atomo» significa «indivisibile» ed è sta- tifiche, si sono fatti cultura condivisa e hanno cambiato di Alessandro Bettini
to immaginato millenni prima dell’invenzione del micro- il nostro modo di pensare la natura. Bollati Boringhieri, Torino, 2021,
scopio a effetto tunnel che, con i suoi ingrandimenti, è Silvia Bencivelli pp. 240 (euro 19,00)

Come il clima cambia il mondo


Un viaggio del pianeta fra trasformazioni e adattamenti

Dalla Lapponia alle Maldive, da Miami a Singapore: il vi saggi sul perché la nostra specie abbia difficoltà ad
mondo in lungo e in largo, perché il cambiamento cli- agire in modo costruttivo di fronte al cambiamento: la
matico non sta risparmiando nessuno. Fabio Deotto è psicologia negli ultimi decenni ha descritto nel dettaglio
uno scrittore di fiction – ma biologo di formazione – non i bias cognitivi che – probabilmente selezionati nell’e-
uno studioso del clima, e ha sentito il bisogno di narrare voluzione – ci impediscono di ragionare su scale spa-
non il futuro del pianeta con previsioni catastrofiche, ma zio-temporali ampie (sia verso il passato sia nel futuro)
il presente di adattamento e il passato che ci ha portato e di fatto tendono a paralizzarci, anche di fronte alle sfi-
qui, in mezzo a questa trasformazione dall’inerzia seco- de che da decenni ci pone il cambiamento climatico.
lare. Così ha deciso di andare in giro per il mondo a ve- Le sfide sono ovviamente politiche prima ancora che in-
dere che cosa abbiamo perso, che cosa stiamo perden- dividuali: il cambiamento è per tutti, ma in una socie-
do e come stiamo reagendo all’innalzamento del livello tà iniqua sono iniqui anche gli effetti del riscaldamen-
dei mari o agli ambienti mutati dall’azione umana, pro- to. I ricchi potranno difendersi o spostarsi comprando
ducendo un bellissimo reportage.
Copia di 40cd6480303f50ad75adb2d6289a0f83 terre altrove; i poveri non hanno alternative, se non di-
C’è l’approccio di resistenza: dighe di cemento per te- ventare «rifugiati ambientali». Le pratiche per risponde-
nere lontani fiumi e oceani (una coperta cortissima e re al cambiamento le abbiamo, ma hanno bisogno di un
molto miope, che difende l’esistente a qualsiasi prezzo, contesto politico e culturale per essere attuate: una nar-
spesso peggiorando la situazione). E l’approccio di resi- razione nuova per uscire dal mito della crescita infinita L’altro mondo
lienza: se la miniera sta facendo crollare la città, spostia- e guardare al passato per trovare alcune soluzioni (dove di Fabio Deotto
mo la città e usiamo l’opportunità per creare un luogo e come coltivare), ma sfruttando scienza e tecnologia. Bompiani, Milano, 2021,
nuovo e più adattabile. Inframmezzati al reportage, bre- Mauro Capocci pp. 336 (euro 19,00)

www.lescienze.it Le Scienze 103


Libri & tempo libero

La rivoluzione della CRISPR


Dubbi e speranze della tecnologia di editing genomico

«La tecnologia CRISPR si sta muovendo più rapida del- di non limitarsi a parlare di CRISPR e delle sue applica-
la società. Verso dove dipende da tutti noi». Nella frase, zioni, ma di ricostruire in modo dettagliato il contesto in
che chiude la lunga esposizione delle nuove frontiere cui questa tecnologia si è andata a collocare, ripercor-
dell’editing genomico, è racchiuso il messaggio princi- rendo tutta la storia delle più importanti innovazioni nel-
pale del discorso. Come ha notato la giornalista Anna la scienza della vita e focalizzandosi sulla nascita e sugli
Meldolesi, che in Italia è la più autorevole voce della di- sviluppi dell’ingegneria genetica. Molto utile a inquadra-
vulgazione scientifica su CRISPR, gli sviluppi di questa re preventivamente il discorso in tutti i suoi aspetti è an-
tecnologia si sono evoluti così rapidamente da riuscire a che la prefazione all’edizione italiana, a cura di Carlo Al-
dare concretezza sia alle più floride speranze (dagli svi- berto Redi, che mette subito sul tavolo tutte le domande
luppi della medicina all’agricoltura, tenendo conto an- che ancora attendono una risposta, mentre il cammino
che della crisi climatica) sia a seri dubbi. Tra questi ulti- delle innovazioni scientifiche e tecnologiche non si fer-
mi, la possibilità di intervenire sul genoma di un essere ma un attimo.
umano, come è accaduto negli esperimenti dello scien- Di pari passo con lo svolgersi degli avvenimenti scienti-
ziato cinese He Jiankui, che hanno sollevato gravi pro- fici, che Davies illustra con uno stile vivace e appassio-
blemi etici e alimentato controversie. nato, veniamo a conoscenza anche dell’intreccio delle
Nessuno è più titolato di Kevin Davies – genetista di for- vicende umane e professionali dei protagonisti, tra lot-
mazione, alla guida di «Nature Genetics» e direttore te per la primogenitura e vertenze legate a brevetti. Il di- Riscrivere l’umanità
esecutivo del «CRISPR Journal» – per aiutare il lettore a scorso si chiude con l’importanza e l’urgenza della que- di Kevin Davies
comprendere gli aspetti scientifici e anche quelli umani, stione etica, soprattutto nel campo dei diritti umani. Raffaello Cortina Editore, Milano,
più e meno edificanti, della questione. La sua scelta è Anna Rita Longo 2021, pp. 556 (euro 32,00)

Evolversi verso il cielo


La corsa allo spazio cambierà alla radice la nostra specie

In un futuro forse nemmeno troppo lontano l’umani- re, meccanismi e materiali dell’Agenzia spaziale euro-
tà potrà visitare e addirittura colonizzare altri corpi del pea, di cui è anche portavoce, parte per raccontare il
sistema solare, a partire dalla Luna, per poi passare a complesso e profondo rapporto che da sempre lega l’u-
Marte e anche oltre. Per arrivarci occorreranno anco- manità allo spazio. Traendo spunto da numerosi episodi
ra molto lavoro e molta ricerca sia scientifica di base sia che l’hanno visto in alcune circostanze protagonista e in
tecnologica, ma la strada è intrapresa da tempo. Anzi, altre testimone, l’autore racconta una storia dell’esplo-
da una data precisa: il 17 dicembre 1903. Fu nella fred- razione spaziale, e delle conseguenti grandi conquiste
da mattina di quel giorno d’inverno che i fratelli Wilbur e scientifiche e tecnologiche, molto personale e appassio-
Orville Wright diventarono i primi uomini a staccarsi dal nante, ricca di aneddoti, di citazioni letterarie, di riferi-
suolo con un volo controllato e spinto da un motore. Il menti filosofici. Da cui emerge forte la prospettiva futura
loro aeromobile, il Flyer, volò per appena 12 metri, co- di un’umanità non più ancorata al nostro pianeta (Ho-
munque sufficienti a indicare il percorso che, meno di mo terrestris), ma proiettata verso altri mondi.
70 anni dopo, avrebbe portato gli esseri umani a calpe-
Copia di 40cd6480303f50ad75adb2d6289a0f83 Gli ostacoli sono tanti, perché lo spazio è un ambiente
stare il suolo di un altro corpo celeste. ostile ed è solo da pochi decenni che l’umanità sta im-
Così, dopo millenni di vita vissuta muovendo i pro- parando – anche con molti errori fatali – ad affrontarlo.
pri passi sulla superficie del nostro pianeta, Homo sa- Ma il nostro desiderio di conoscenza supera ogni paura
piens ha intrapreso un nuovo percorso evolutivo che lo e ogni limite. E, sembrerà paradossale, la salvezza del Homo caelestis
porterà a diventare una nuova specie, Homo caelestis. nostro pianeta passa anche da una sempre maggiore di Tommaso Ghidini
È da questa «invenzione», che dà il titolo al libro, che conoscenza dello spazio in cui è immerso. Longanesi, Milano, 2021,
Tommaso Ghidini, responsabile della Divisione struttu- Emiliano Ricci pp. 224 (euro 18,00)

104 Le Scienze 639 novembre 2021


Cagliari FestivalScienza 2021
dal 4 al 9 novembre
www.festivalscienzacagliari.it

La scienza tra speranze e scoperte


La corretta informazione, sulla pandemia e non solo, è al centro del festival

n festival di divulgazione scientifica che si pone come nazionali di divulgazione scientifica: Barbara Mazzolai, esperta di

U obiettivo anche la riflessione sulla correttezza dell’in-


formazione non poteva che dedicare spazio agli avveni-
menti degli ultimi due anni. Per questo motivo, proprio a partire
robot ispirati alle piante, il genetista Alberto Piazza, la matemati-
ca e scrittrice Chiara Valerio, e l’astrofisico e divulgatore Amedeo
Balbi.
dalla conoscenza scientifica nasce la speranza del titolo di questa Claudio Ronco, dell’Università di Padova, presenterà un dispo-
quattordicesima edizione del Cagliari FestivalScienza. Una spe- sitivo innovativo per la dialisi dei neonati, mentre altri sguardi al
ranza – ha sottolineato nella presentazione Maria Becchere, presi- di fuori della pandemia sono assicurati dalla presenza di Manuela
dentessa dell’Associazione scienza società scienza, che organizza Battaglia, responsabile della ricerca della Fondazione Telethon, e
l’evento – «che ha sorretto tutti per poter affrontare i costi di vite da Patrizia Caraveo, astrofisica e nota divulgatrice della ricerca in
umane dovuti alla morsa di COVID-19 e alle tristi conseguenze che ambito astrofisico e spaziale.
hanno pervaso l’umanità intera in questi due anni di pandemia». La giornata di chiusura, prima che il festival inizi la sua tradi-
Tra gli ospiti del festival, Enzo Tramontano, che da Cagliari ha zionale tournée tra Nuoro, Oristano, Iglesias e altre località della
guidato un gruppo di ricerca del progetto Exscalate4CoV che si è regione, ospiterà anche la cerimonia di consegna del Premio na-
concentrato sul design di una gestione clinica più efficace dei pa- zionale donna di scienza, un riconoscimento a figure femminili
zienti infetti e sul miglioramento della capacità di risposta alle che abbiano contribuito a dare prestigio e avanzamenti alla Sarde-
emergenze sanitarie. Ma la giornata di apertura è dedicata all’in- gna in campo scientifico.
contro con Ilaria Capua, esperta virologa e direttrice dello One Al premio principale, e a quello dedicato alle giovani, quest’an-
Health Center for Excellence dell’Università della Florida, e alla no si affianca anche un Premio speciale della giuria, che è stato as-
senatrice Elena Cattaneo, entrambe molto presenti durante que- segnato a Maria Del Zompo, farmacologa dell’Università di Caglia-
sti due anni di racconto e analisi della risposta alla pandemia e at- ri, per il suo apporto innovativo alla ricerca e alla diffusione della
tive per migliorare l’informazione scientifica sul piano pubblico. cultura scientifica.
Saranno presenti anche i vincitori e i finalisti di diversi premi Marco Boscolo

Copia di 40cd6480303f50ad75adb2d6289a0f83
photo Consorzio Camó

Il programma di quest’anno prevede una trentina di conferenze e


seminari, e poi laboratori didattici, percorsi museali, animazioni, monologhi
e performance, e due webinar.

www.lescienze.it Le Scienze 105


Prossimo numero

a dicembre

L’universo invisibile
di Marcela Carena

Esperimenti sui muoni, particelle cariche simili agli elettroni, ma


con massa maggiore, hanno prodotto risultati in disaccordo con le
previsioni teoriche e fanno ipotizzare che sotto ci sia qualcosa di
sorprendente, come possibili nuove particelle e forze fisiche.

L’ingarbugliata storia dei vaccini a mRNA


di Elie Dolgin

Il percorso che ha portato ai vaccini a mRNA ha beneficiato del


lavoro svolto da centinaia di ricercatori per oltre trent’anni. Ed è
una storia di decenni di vicoli ciechi, bocciature e battaglie sui po-
tenziali profitti, ma anche di generosità, curiosità e ostinata persi-
stenza contro ogni dubbio e scetticismo.

Più cibo, meno sprechi


di Chad Frischmann e Mamta Mehra

Un preoccupante 40 per cento del cibo prodotto va disperso lun-


go la filiera alimentare che lo porta dal campo alla tavola. Affronta-
re questo problema aiuterebbe a combattere la fame nel mondo e
a ridurre le emissioni di anidride carbonica in atmosfera.

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Illustrazione di Maria Corte (universo invisibile); fcafotodigital/Getty Images (alimenti)


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Per le traduzioni: Daniele Gewurz: Superare la Accertamento
Consiglio di amministrazione
Corrado Corradi (presidente), Michael Keith maledizione di Venere; Giovanni Sabato: Prima diffusione stampa
Florek (vice presidente), Gabriele Acquistapace, luce; Alfredo Tutino: Il futuro quantistico della certificato
David Blancato, Markus Bossle (consiglieri) chimica, I leoni di Los Angeles. n. 8885 del 05/05/2021

106 Le Scienze 639 novembre 2021


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Novità
Grandi scoperte fatte per caso.
La serendipità e i suoi eroi, I merli urbanizzati
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farsi sentire nel traffico.
Dopo averlo scoperto
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con occhi diversi.

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