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I
RIVISTA
BIBLICA
1*R ATTO
*HE Xp
Franco Ettore
IS. 40,1-11: UNA LETTURA STRUTTURALE
2 parlate al cuore
di Gerusalemme 9 Sali su una montagna elevata,
e gridatele
che-è il suo servizio messaggera 1° Sion,
ed compiuto
scontata la sua colpa alza forte la voce,
e
perche ha.ricevuto dalla manb del Signore messaggera Gerusalemme,
il doppio5 per tutti i suoi peccati i alzala non temere,
3 Una voce grida: dì alle città di Giuda:
nel deserto preparate «Qui sta il vostro Diol». '2
1° Guardate", il Signore Dio avanza con potenza
uri cammino al Signore'ì e il suo braccio domina.
appianate nella steppa
un sentiero al nostro Dio; Guardate, egli viene con il suo salario
|
I e la sua ricompensa lo precede.
littéraz're comme élém ent de structurat'um' (AnBlbl ' ° Os. 6,8; Ger.
_ ' I ' sonorità del verso; per il primo cfr.
Exposztz'on o Is 59)' Rome 6.Nota gli apax 'aqov r'kasi'm nella Baumgartner, Lexicon in V.
Interpr 29 (1975) 406-411; R.F.Me191iåiii JDIelzirtìgorlšs A7 secondo L. Köhler-W.
and Form Criticiíífzb 6%I2-iri Merendino, Corso esegelico-teologicãlíii 17,9; per il secondo l'arabo 'ar/easa Stilisti'k, 56.
da L.Krinetzkì,
is TJ' libros, Leiden 21958, 829 s. citato Vg et
13.40. Iparte: 15.;0 I MI ( (12561138gag-ISI?? con iQ IsIl W'WMRH, LXX stati. dita,
' '
, 1%) ' f
° . , _
Uma
homo”.- 7. Il TM w°'amar è da leggere w“'omar
iêâzišsíiadegerqfamscbe” Bua/28% ZAW 49 (193119)7§;-131'2Lí0\:-:16ck-81È DI? dixi; cfr. Elliger, 3. HJ.
Tradions- und RedokšiionszescliiIf/iftiselilTDeu- bas'dô in Is 40,6, VT 13 (1963) 489-492;
' °
(1970) ig'ùzgišlfgllífiåêfåiš:
' 2° 8.Cfr. L.G.Kuyper, Tbe Meam'ng oƒ
U e HFOIÃrIÈritZë,
,_ tu yUQƒ Isaia/2. Cb 4o- , LU A. Stoebe, DTAT I, 533. 1,24-25.
Schools, A .,,;_'_ ct C'“14116 d'autenticitéjjdci teštšs Ldleliii'e 19'565' Latina, anche nella citazione di I Piet. 'aleen
OrLovPer zrrlclšjflmiis)Ii'šåEhI/d¬
bmoflque I Am God Your Saviour. A Form-Criticalrçi'zziflwm, 9. Il v. 7 manca nei LXX e nella Vetus e in margine. Probabilmente solo
nello spazio
the Mal-n Games in E però attestato in 1QIs” benché 54 s.
58; Elliger, 3 s.2 5 s.; Krinetzki,
24)' Leiden I973; N.L.Tidwell Tlie lC'zjiltq/
Background Of 1540 I-rr _lTS, (Kgsup pagli- ba'am è una glossa: cfr. Westermann, epesegetico o apposizione, nella
linea
C. Westermann, Ènmdƒormåfz è da considerare genitivo
10. M'vaššeret siyyon 54,1-17); meno pro-
prçpbetiscber Rede, Münèhcn 9:1;64-6-1 ds 2197324164; der Propbme Deme- della personificazione di Sion (4o,2; 49,14-26; 51,17-52,2; 52,7-12;
am AT., (TliB zii)L, ããgnãhgnní
i oåzukmr Zum), Vg tu quì evangelizas...; o l'in-
figa/4;,
' r' °inGForsc/Jung
- felmas, La 3] '-
lin 8 uz'stlca strutturale e la Poetica, babile il gen. ogg. cfr. LXX ó eutz'y'ysìtšóusvog
in Del SerzSO, Milano I974 i tcrprctazione collettiva cfr. Elliger,
31.35.
di birmëb e
Spec. 292-294. deittico con funzione di appello (= attirare l'attenzione)
2515797
a Vg ha Consolaminii consolamzm ' ' . ii.Sul valore
nuovo elemento nella serie» cfr. L.
4- - introdurre un
aull'uso specifico in Is. 40-66 «per
o ul nbm al Pi. i]
cfr. anche 11.49,::10 ma.
, . 9, 52,9, 54,1; I LXX
› jísmlezts, regge sempre la partìcula binnêb, Bib 37 (1956) 74-85 riassun-
corìplemento
,m
oggetto
Sms napaxakms 'mv kaóv “W-
invece italia. Alonso-Schökel, Nota estilistica sobre binnêb-ecco!, DTAT I, 437-439.
5.LXX öt'itlå › cfr - Giob - 116 - .. to in Estudíos de poétz'ca bebrea, 336; D.Vetter,
aggettivo; o «con potenza» vocalizzando
, ; 41,5 e G. Rod, KPHLYM m jet 40,2 = Aquiva_ be essentiae e
.
lentP, in ZAW 79 (1967) 80-82; Elligcr, 12.13'bazaq «come potente››:
Isvåfl b'bozeq cfr. LXX us'tòt icrxúoç, IQ Isa BHWZQ.
288 i". lilmri', ii. 40,1-11: una lettura :Imi/:mile 239
Rivßìbllt XXVIII (1980)
“ Come un
pastore il suo gregge egli pasce
e il suo braccio lo riunisce, articolata in una prima (vv. 3-5) ed una seconda audiziorzite (vv. 6-
prende in braccio 13 gli agnelli 8) c nella lieta notizia della venuta del Signore (vv. 9-1 I) . P. Me-
e le madri allattanti guida dolcemente. rendino, nella linea di Westermann, precisa: 40,1-2 «parola di
consolazione» con la struttura22 tipica degli inni escatologici 21; 4o,
1. I risultati della «critica letteraria» e «dei generi» 3-5 «descrizione di giudizio» continuata nei versetti seguenti di
ispirazione sapienzialeu; un «messaggio» .(40,9) seguito da_ un
lirica di Jahweh K.Elliger
_ Il metodo storico-critico ha una preoccupazione essenziale sto- «inno» (40,10-11) con descrizione _.
rica: chi è Pautore di questo brano, quali il genere o generi in cui vede nell'unità 40,1-8 un racconto dell'esperienza di vocazione
situazione è stato pronunciato e scritto, qua- (Beruƒungserlebnis) - strutturato dalla triplice consegna di un or-
25 1,
pi coånpostto,1m
e uan i i strati
quale:i i trasmis
' ' dine (Beƒeblsausgabe) - mentre classifica genericamentã 40,9-1
testo, che Cosa voleva due
l'autore o ggli autori e i redattåiigìëel separandolo, come poema (Gedicbt) del lieto messaggio . D. Balt-
brevemente: alcuni riconoscono l'unità di Is. 4o, zer”, riprendendo Pintuizione di L. Köhler, classifica il brano co-
1-1Riíssumiamo
1 , almeno l'unità formale 15; altri la negano 1°. me «racconto di una audizione» (Auditionsbericbt) 28. . .
Quanto al genere letterario, C. Westermann lo
classifica fonda- Ogni analisi e classificazione trae le proprie conclusioni e, sen-
mentalmente come «oracolo di salvezza» nella
forma caratteristi- za dubbio, cerca di enucleare il messaggio del testo secondo il sen-
ca di annuncio del 2 Is. 17, legato ad un «discorso o parola di giudi- so che la situazione storica e liambiente proprio delliautore sem-
zio» (vv. 3-5) e ad una «parola polemica o disputa» brano indicare.
(vv. 6-8) ri-
preso in Ma l'autore, e soprattutto il 2 Is., «svanisce nell'ombra del suo
«messaggio» concluso dall,«inno» di lode (vv.9-1 1) 18
L.Kohleruli: distingue: messaggio» 29. Proprio per questo una rilettura di tipoI strutturale
40-1-2 «messaggio» e 40,3-11 «teofania»
13. Uniincertezza testuale nasce dal waw
copulativo davanti a b'bêqô e l'accento
può essere di valido aiuto all'esegesi senza escludere nerimpiazza-
zaqeƒ re la critica letteraria e il metodo storico-criticow. Anzi, noi acco-
,a
su _tla im, cfr. le traduzioni di C. Westerm
e o o I
2.1.1.4o,1-2: il brano comincia con una gr 3 4o 6-8: assonanze e ripetizioni caratterizzano il_v'. 6a.
O I I I 0
.
ripetizione nalvåmú
nalaãmz'ì (v. 1), continuati come imperativi, qôl :outer qéra° wa'omar mah ,eqrafl con la
anche per assonanza, "
da dabberu' e qlre'ü (v. 2) in parallelismo sinonimico. ' nei ue o o - o Orfršr-
ripresaldeilemlotixlrli1
Allitterazio- v. 1 r (vv. 2a. 3a) e qol (v. 3a) continuato
ne tra 'elobêkm e 'elê/Ja. Al v. 1 c”è una consonante _
insistente 5 M iii ddl, g. 6b che è articolato da un notevole processo di
continuata nei suoni R (3x) B (2x) L (4x), ti' .far sir sis bsrhsd bša' 35. Nota anche la ripetizione, maconsoil'iätli.con
contro una sola sibi-
lante S in v. 2aot. Notevole la sostituzione metaforica ticolo, di kol-babbašar (dal v. 5).
con lev-yerüšalaim. Con 'elêba compare la finale di 'ammì
femminile che ri- Al v.7 predominano i suoni S (5x), B (_4x), a- e ( 3.X). dè un
torna 6x+6x come suono insistente e pieno chiasmo sonoro tra yaVeS e naSVab e tensione ,l az ione
in v. 2aßb. Assonan-
za e geminazione tra ki e kipblai'm. Assonanza e binaria e ternaria nel parallelismo a-b/C, comeal v.trabartico 2 .
rima tra yerúša- u nel mi-
laz'm e kipblaìm e tra 'elêba _batto'têba. Tensione Il v. 8a è una ripetizione di 7a e sottolinea
tra articolazio- ancor
ne binaria e ternaria nel parallelismo a-b/C, cioè crocontesto, la frattura nella seconda piu,t nsione
con un ritmo bi- ' ° ° '
nario nel formale ed una divisione ternaria imposta tra articolazione binaria paracplnl_antitesliqtcemevole
e terna ria neplarte e ismo. la
nel contenuto ' ` ` _ _ _ i _
dai tre ki 32. sonorita delle vocali lunghe e l'assenza di sibilanti in uAdewr-,elo-
2.1.2. 40,3-5: geminazione per allitterazione . _ ed
e assonanza e pri- bênü yaqúm le'ôlam (v. 8b) con la ripresa di dbr (vv.2a.5b)
ma ripresa del motivo ar' in qôl qôre' (v. 3aot). Chiasmo, i( A A
obenu v. b).
sonoro
anche . a _ _ _ _ .
BR-RB, tra bammz'dbar e ba'aravab, con al . , 3-11-. Assonanze, ripetizioni e _
l2 . 1 . 4510
centro i due
imperativi parma? e yaššerú che richiamano quelli dei nel parallelismo ricompaiono 9. articolaziclme ternag'åari
vv. 1-2 e i cui '
oggetti derek yabweb e mesillab le'lobêuú sono in v. a) le prime assonanze 'l are Cpul
a aìv. I: ripresgåegxåäpione
az-a,poi,
posizione enfa-
tica e in parallelismo. Sottolinea e connota anche sonoramente ila zar, barìmì e assonanze ' tra vakkoaly e ra
cambiamento
un .
di situazione (v. 3aßb). Al v. 4a ripetizione di
kol- r (llck e lak precedente, con lu ltima gavrãbl
ripresa e m
prëípgãnqtäleáv
. ° _
° la ripe
31.Cfr. in genere L. Alonso-Schökel, Poesie bébraique, :a 6a). L'articolazione ternaria del parallelismo sottolinea
DBS vIII, (Paris 1972), 47-90;
e in particolare Id., Estudìor de Poetica Hebrea,
(cit. sopra nota 1), soprattutto p. 106
dove dà gli elementi sonori principali del nostro ' ` '
” Norma quest'ultima anche da Krinetzki che pero nega la figura del chiasmo sono-
brano, ma anche 212.218 s.293 s.3oo.
322 s.; L. Krinetzki, Stilistik, (cit. sopra nota 2).
32. L. Krinetzki, 59 parla di costruzione triadica ro: 64 nom 37.
(come Is. 6): 3 ipr, 3 ki, 3 pf con fina- I .
le femminile in ab che strutturerebbero 2 94.1.. Krinctzki, 62 parla di inclusione per
strofe di 3 versi. concatenazione...
n. Nonno anche da L. Krinetzki, 68 che cita Alonso-Schokel, 106.
F;
6a0t? L'espressione qôl (vv. 3 e 6) è un modo di dire per designa- Quante correlazioni, precisando le opposizioni dei tratti disgiun-
re il profeta? mebaššeret .rz'yyon è detto d”un( a) messaggero(a) er tlvl. aprono il testo ad una direzione «cammino-sentiero», qualifi-
dal
Sion o della messaggera-Sion? Nella bocca di chi è il v 10D Tiin- cato come «di o per Yahweh-nostro Dio» (40,3), che nasce
te
questioni che non si risolvono con un'argomentazione .basata superamento e soluzione delle opposizioni «innalzare/ abbassare»
esclusivamente sul lessico e sulla concordanza. In un'opera poeti- (nf/.l bl 40,4a) e «tortuoso/ diritto» con «scosceso/ piano» (4o,
ca
non si decide del senso di una espressione che valutandola nel 4h). é su questo scenario geografico-cosmologico che si situano
movimento e nella struttura del testo stesso. Bisogna che il poema due azioni che, per quanto differenti, hanno un tratto comune che
esca dallianalisi confermato nella sua propria coerenza. Le miglio- connota “vicinanza”, «si rivelerà» (glb 40,5a) e «avanza» (bw' 40,
ri sono quelle che portano alla luce legami e rapporti toa) e sono anche unificate dal soggetto «la gloria di Yahweh» e
all ,soluzionidel poema stesso e consonanze con altri passi apparte- «il Signore Yahweh».
interno
nenti allo stesso universo (e corpus) poetico» 4°. È questo lo sco- Alla stessa immaginazione metaforico-metonimica appartengo-
po del passo successivo nella nostra analisi. no altre due parole con un tratto comune, sono parti del corpo le-
40,
gate l'una all'altra, «mano» (yad 40,2b) e «braccio» (zeroa'
2 .2. Strutturazione semantica profonda .tom ta) e, inoltre, la persona cui appartengono è Yahweh! Esse
La parola è portatrice di significato non solo in quanto unità sono specificate però da tre contesti diversi ed aprono perciò una
lessicale, come organizzazione di atomi o tratti significativi ma molteplicità di relazioni che legano e specificano il rapporto Yah-
anche e soprattutto in quanto unità testuale cioè nelle sue relazio- weh-Israele («mio popolo» 'ammì 40,1 con Gerusalemme e con-
ni con le altre parole del contesto e dell'intero poema. notazioni personali e geografiche 40,2.9).
Convinti di questa premessa, partiamo da un'analisi del voca- Da un rapporto di distanza (<<colpa» 'awon e «peccato» _batta'
bolario che, rivelando l'organizzazione delle varie famiglie seman- 40,2a.b) si passa ad un rapporto di vicinanza (<<ecc0, qui sta il vo-
tiche, attraverso i tratti di significato congiuntivi e disgiuntivi ci stro Dio» 40,9b) connotato dalliinsieme di relazioni stabilite da
porti a scoprire le matrici generative e la coerenza o strutturazio- «mano-braccio» di Dio: la «mano di Dio» ha ristabilito la vici-
ne profonda del testo. nanza annullando la colpa e dando il dovuto (40,2) e il «braccio
di Dio» esprime la forza (_bzq) e il dominio (mšl 40,10a) sia verso
_ 2.2.1. Seguendo le correlazioni notiamo la seguente organizza- gli avversari - salario e ricompensa (sakar e pe'ullab) non è il po-
zione in famiglie semantiche o codici: polo riscattato? - sia verso il popolo sul quale la forza-potenza di
Dire ( mr 40,1. 6aot.ß. 9bß), parlare (dbr 40,2. 5bß) e parola
(dabar 40,8b), gridare (qr' 40,2a.3a.6aot.ß), voce (qôl 4o 3a 6a Dio si esprime nell'immagine del pastore (ro'eb) che pasce, radu-
9a), bocca (pi 40,5b) e messaggera (mevaššeret 4o 9aot.ß). Con na, porta in braccio, guida con dolcezza (40,1 1).
sfumature`diverse queste parole sono correlate dal, tratto della il passaggio dalla 'distanza' alla “vicinanzal è segnato da una
fatica specificata in gradazioni diverse del «dire» o del- 'line' («è compiuto» ml' 40,2) e da un “inizio” (<<preparate pnb
funzione sonoro
«voce» o dell'origine visiva «bocca», «messagge- 40,3); dalla line della distanza e dall”inizio della vicinanza.
ìzeífetto La line però è fine di lavoro forzato, schiavitù (<<servizio» saba'-
a/J). implica quindi una liberazione dagli avversari con i quali si
>>.
_ Un tratto geografico, che si apre al cosmologico nell'immagina- è stabilita una aflinità-vicinanza che ha reso più marcata la distan-
zione metonimica del testo, lega «Gerusalemme, Sion, città di
Giuda» (40,2a.9a.b) con «deserto, steppa, valle, monte-colle , ter- za «ln Dio. F. connotata quindi nel testo una «liberazione» che si
reno tortuoso-scosceso» (4o,3-4.9a). m'tlcnln nel ritmo «uscire da» (schiavitù-Babilonia) per «entrare,
tornare in» (Sion-Gerusalemme). Tra i due punti c'è una distanza
4o. R. Lack, La Symbolique, 83.
lpttzlo-tcmporale c metaforica: il «deserto» che diventa «cammi-
196 Ram/an xxvm ma» F. Ettore, ls. 40,1-11: una lettura strutturale
297
no-sentiero» (40,3). È il ritmo o struttura
fondamentale dell'Eso- to come «vostro Dio» dal punto di vista del profeta-autore che ri-
do. Nel testo c'è solo il termine bw' (== entrare,
venire, avanza- ferisce al popolo (e a noi) le «parole» e la
re)'", ma è richiamato il termine yi" ( = uscire)
"2. tario della parola di Dio sono «altri» non «voce» sentlta. _Desttna-
Quale sarà la risposta-adesione del popolo alla iniziativa precisat1; questl, for:-
di Dio za dell'ordine di Dio, diventano soggetto della parola-grtdo _1n
che annulla la distanza e rende possibile l'uscire dl
dal punto di par- «consolazione» rivolta a Gerusalemme, cioè al popolo (e a n01 =
tenza (= schiavitù) e percorribile (= cammino-sentiero)
il «de- Destinatario).
serto» e annuncia e fa vedere il punto di arrivo
(40,5.9b-1 1)?
È l'ostacolo più forte espresso nel testo da una famiglia Tra questi «altri», «una voce» «grida».o tutti. insleme,
_ .
ad una
di ter- sola voce, gridano; non è detto a chi, ma s1
mini che hanno in comune il tratto del ciclo naturale: erba, fiore suppone al popolo pot-
ché siamo in un ordine-esecuzione come successione
di campo (_basìr e si; baššadeb 4o,6b.7a.8a); di sequenze.
seccare, appassire La «voce» di altri non è diversa, ma solo eco amplificata, nel
(yaveš, nave! 4o,7a.8a), vento forte (o spirito di suo-
Dio riff)
e soffiare (nšb 40,7). È liimmagine di una consistenza -- yabweb) no e nello sviluppo del messaggio, per il profeta-autore che rife-
non nel senso usuale di bontà, benevolenza, ma nota _brd risce della sua «audizione» avendo cura di notare alla fine che l o-
«bellezza», stabi- rigine della «parola» sentita è sempre Dio, perché «ha parlato la
lita proprio per le correlazioni testuali - breve, efiìmera
e passeg- bocca del Signore».
gera; quindi di una inconsistenza e instabilità di
fondo 43. La ri-
presa degli stessi termini spezza la circolarità, fatalistica Possiamo così esprimere le relazioni attanzialti dio questa audizio-
_ _
ciata,
e sfidu- ne di messaggio (40,1-5):
dell'inconsistenza del ciclo naturale (vegetale-umano)
Popposizione antitetica di una stabilità che «permane con
per sem- Dn (: Dcstinatore) ------ +0 (= Destinatario)
pre», quella della «parola del nostro Dio» (40,8) (ggetto)----:::2Dt
44. gif
Non è diflicile a questo punto riconoscere i progenitori
ri che reggono tutta la ricchezza delle correlazioni familia- vostro Dio
ƒ __ƒ,
dice'fi' [altri]
testuali in «pa-
rola», «ostacolo», «cammin0», «liberazione». Da essi Sing-glam ~ - - - -› O ----------- -› Dt
dipende tut-
to Particolarsi del testo e la sua densità di significato
a livello pro-
fondo. [altri] consolare mio popolo
2.2.2. Se seguiamo la famiglia semantica della «parola», parlare-gridare cuore di
secon- Gerusalemme
do la sintassi funzionale in una lettura attanziale,
notiamo altre
correlazioni interessanti.
una voce grida
Apre la serie degli attanti del «dire» Dio (Soggetto),
qualifica- la bocca di Yahweh ha parlato
41. Vedi codice precedente, ma anche le altre 22
ricorrenze in 41.3.25; Poi di nuovo Soggetto del «dire» è una
44.7; 45.20.24; 46.11; 47.9(2X).13; 48.3-5-15; 49.12; 42,9; 43.5.6.23; l'ordine di
Lack, 85 nota 20. 49.18.22; 50.2; 91.11. tfr. R. «gridare», si suppone rivolta al profeta, cioèvoce_con
d1 riferire-amplifica-
42.Che è anch'essa una parola-chiave e parola-tema nel re, quasi eco, il messaggio udito. Il profeta (Soggetto), 1nfatt1,
2 Ir. cfr. 40,26; 42,t._3.7.13;
43.8.17; 45.23; 48.1-3-20(2x); 49.9; 49-17; 51.4-5; 52.11(2x).12;
43.Non si può riferire l”immagine alla potenza passeggera
54.16; 59.11.12. sponde abbiamo letto alla prima persona singolare seguendori-1]
-
v. 3b, nella formula devar-'elobênú (v. 8b) dove ritorna ancora l'o- ze spazio-temporali. La parola rompe la staticità con l'opposizio-
rigine ferma e stabile per sempre del messaggio-promessa uscito ne fìne/inizio. È finito qualcosa che creava distanza fra Dio e il
dalla bocca di Dio. A questo punto il profeta deciso comincia a. popolo («colpa», «peccati» 40,2), espressa in una situazione stati-
gridare a sua volta, facendo eco alla bocca-voce «udita››, rivolgen- ca («schiavitù» 40,2a). Comincia qualcosa di nuovo: un cammino
dosi a Sion-Gerusalemme e alla sua parte più dolce e forte che è (40,3). Ma anche qui liopposizione dinamismo/staticità, trasfor-
Paraldo portatore di buone notizie (nota mcvaššeret reso dai LXX mata proprio per la parola che da messaggio diventa missione e
con ó súa'y'ysktšóusvog) con una connotazione femminile che lo promessa, viene superata da una dinamicità cosmica che risolve. la
lega alla città stessa facendone il «cuore» affinché con voce forte, staticità dei limiti («deserto», «steppa››, «valli», «monti-colli»,
mettendosi in alto, faccia giungere il messaggio alle città di Giuda. «terreno scosceso-tortuoso») in una dinamicità illimitata (= pia-
Schematizziamo nella seguente figura questa seconda ripercus- nura senza ostacoli e senza confini: 40,3-4) dove la distanza tra
sione-amplificazione del messaggio uscito dalla bocca di Dio (40, Dio e popolo e tra uomo e uomo diventa vicinanza («tutti gli uo-
6- I I ): mini riuniti vedranno la gloria di Dio che si rivela» 40,5), proprio
per il dinamismo efficace della parola uscita dalla bocca `di Dio.
S :_------------- '- "+ O ------------ +Dl§
Sarebbe troppo bello se fosse vero; e certamente lo e da parte
una voce
E " 'r
-¬- ___ _=t__liç_c,a -- e' ”'
fl
[autore-profeta]
di Dio. Ma come questo dinamismo della parola può attuarsi eflica-
cemente all,interno del popolo? Come può il popolo vedere l'ini-
io «LL :___ rispondo : :lt-___, ,_ [una voce] zio del cammino quando ci sono in lui segni evidenti di non-vita
(«fiore appassito») e di morte («erba secca») che sembrano 0r1g1-
"' '_ '_ a nati proprio dallo stesso Dio (il vento forte o «spirito di Yahweh›>
[una voce]*' [riprende] __ __ ___* [autore-profeta 'I
«ma la parola...» "' " che soffia 40,7) che ora la parola annuncia vicino? . i ` .
+- flflflflfl . Il dinamismo della parola rompe proprio questa staticita di
[autore-profeta] [dice] __ __...messaggcrn bion-
..i-I- .----I'I
.__
Gerusalemme
non-vita e di morte che rende il popolo instabile, inconsistente, sfi-
.._- _-u-
.._-I-
...- ..l-
'- __'
1- .u-
.__-"-
duciato. .
La parola, infatti, è, era e sarà Vita perché come colui che la
+- ..-
>
Possiamo rtassumeree in una figura intuitiva la strutturazione
semantica profonda:
dinamismo
___-
inizio/line
*__-...___
'a
«voce» (messaggio-missione)
+
Roman xxvm (1930)
ostacoli-limiti
F. Ettore, Is. 40,1-11: una lettura strutturale
2 . 3. Comunicazione poetica
Come esprime il testo ciò che dice? Non si tratta tanto di un
giudizio estetico sull'autore e le sue capacità poetiche, quanto di
cogliere il messaggio o l'apertura al messaggio del testo in se stes-
so, nelle sue proprie colorazioni espressive, affettive ed esteti-
che 46.
Può essere questo il punto discriminante l'analisi strutturale
del racconto dall,analisi strutturale dei testi poetici 47.
Rileggiamo in questa prospettiva il nostro testo.
2. 3.1 . 40,1-2: «C0nsolate, consolate...». Sorprende la ripetizio-
ne iniziale che dà il tono al brano e al libro del 2 15.48, ampliata
in eco dai due imperativi e motivata dai tre ki del versetto se-
guente (dabberzi... weqir'zi... ki... ki... ki...). C'è frattura nella so-
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midbar - "'ravab stituzione metaforica del destinatario «mio popolo» prima, poi
nš'/špl gê'/bar - gìv'ab «cuore di Gerusalemme» ed «essa stessa» personificata, con l'in-
'aqov - rekasim sistenza sui sufiissi femminili alla terza persona.
lt'mišor - l"w'q'ab
kol-bašar yafødaw Espressivamente il testo suscita l'attenzione per l'origine del
ki'uôd ya/c/J gl/J - r'b messaggio di consolazione e il destinatario con una certa colora-
---› zione affettiva e personale. Tutto concorre a mettere in risalto il
«ha parlato la bocca del Signore» centro del messaggio: qualcosa è finito, qualcosa comincia! - an-
(ki pi yabweb dibber)
che ritmicamente è il verso più breve -- che è il motivo e fonda-
mento della consolazione.
2.3.2.40, 3-5: «Una voce grida...». Con la ripresa del motivo
«voce» (qôl 'omar (fra') qr' abbiamo ora l'esecuzione dell'ordine dato nei vv. 1-2.. La «vo-
obiezione (ma/J 'cor-a') ce», però, intenzionalmente imprecisata, suggerisce un ampliamen-
vita +- ____________________ -non-vita/morte to e sviluppo del messaggio quasi eco del primo.
,ris 1s/ _basz'r ybš «Nel deserto preparate... appianate nella steppa». Veramente
qualcosa comincia. I due imperativi, in forma chiastica, riprendo-
«vento» (o spirito di Dio) nšb no i primi ampliandoli nell'ordine del fare 49. L'oggetto del fare
46.Cfr. MtRiffatterre, Essai: de stylistique structurale, Paris 1971 e la presentazione
ud"1°ar-'°Io/Jê/zzi yaqzim 1*"ôlam del metodo in R. Lack, 151-159, specialmente 208-211 e 211-217 su
tisaãzplicazione
47.Cfr. R. Lack, 255 nota 1; anche D. Mingucz, (cit. sopra nota 3o) 15 e 156 con no-
«cammino» ta Il.
48.Cfr. IS. 49,13 con cui fa inclusione secondo R. Lack, 109 e le osservazioni sull'uso
fine inizio proprio di nbm al Pi. e sullo stilema delle ripetizioni nel Deuteroisaia in C.Wester-
mann, 48-49.
binfzêb "'donay ya/awe/J
49. Con lo sviluppo successivo di 2 yiqtol yinnašt"-yišpalri, 3 w°qatalti w'bayab-w'nigíab-
(40,11) pastore yavó' vincitore (40,10) w'ra'zi e I qatal dibber.
3. Conclusioni e prospettive
La bocca di Dio ha pronunziato una Parola; una voce l”ha am-
plificata; un profeta ha obiettato, ma l'ha riferita, quasi eco; Sion,
senza paura, ne diventa messaggera per le città di Giuda; il popo-
lo «cuore di Gerusalemme» può aprire il cuore alla speranza e la
bocca alla professione e alla lode.
«È il movimento più evidente del prologo» 57, espresso con im-
magini del simbolismo vegetale anche nell'epilogo (Is. 5 5,10-11).
È il senso che emerge dalla struttura profonda del nostro brano,
ma anche il messaggio di tutta l'opera (Is. 4o-5 5)58.
Nella sua propria espressività il testo ci ha coinvolto con tutta
la nostra affettività. È vera poesia che crea sempre qualcosa di nuo-
vo in ogni lettore-ascoltatore.
Il testo ci ha aperto il suo messaggio, trovi un terreno fecondo
nella nostra vita e nella nostra ricerca. Che anche noi possiamo,
come il 2 Is., sparire dietro al messaggio perché l”Uorno riacquisti
la speranza che dal seme di frumento che muore germoglia la Vi-
ta (cfr. Giov. 12,24).
57.R.Lacl<, 83.
58. Ibid., SI.