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')'CIAZ«IONE BIBLICA ITALIANA

I
RIVISTA
BIBLICA
1*R ATTO

Paideia - Brescia 1980

*HE Xp
Franco Ettore
IS. 40,1-11: UNA LETTURA STRUTTURALE

Come esempio, per una lettura strutturale, ho scelto un brano del-


la letteratura profetica, espressione di quel linguaggio poetico col
quale è composta gran parte dell'A.T.1.
Premessa una breve sintesi delle conclusioni della «critica let-
teraria» e dei «generi» 2, parto dall”analisi stilistica del brano nel-
1. L. Alonso-Schökel, Estudios de poetica bebrea, Barcelona 1963, 278.
2. Oltre ai commentati moderni, che qui indichiamo nella successione della data della
prima edizione e che citeremo col solo nome dell'autore, B. Duhm, Das Buch Iesaia,
(HKAT III/1), Göttingen 1892 ('1922, s1967); K. Marti, Das Buch Iesaia erklärt,
(KI-ICAT x), Tübingen 1900; H. Schmidt, Die Grossen Propheten, (SAT 11/2), Göttin-
gen 1915; F. Feldmann, Das Buch Iesaias übersetzt und erklärt, (EHAT 14/2), Münster
LW. 1925 s.; C.C.Torrey, Tbe Second Isaia/J. A New Interpretation, Edinburg 1928;
O. Procksch, Iesaia I, (KAT 1x), Leipzig 1930; P. Volz, Iesaia II, (KAT 1x), Leipzig
1932; J. Fischer, Das Buch Isaias, (HSAT VII.1/1-2), Bonn 1937/39; E.].Kissane, Tbe
Boo/e oƒ Isaiab, 2voll., Dublin 1941/43 (21960/62); L. Dennefeld, Isa'ie, (La Sainte
Bible vn), Paris 1946; J.Ziegler, Das Buch Isaias, (Echter-Bibel 3), Würzburg 1948;
1951
S.M0winckel, ]esaia, Oslo 1950; P. Auvray - ].Steinmann, Isa'ie, (BJ), Paris
(21957); J. Muillenburg, Tbe Book oƒ Isaia/9. Cbaptbers 40-66, (IB v), New York-Nash-
ville 1956; A. Penna, Isaia, (La Sacra Bibbia), Torino 1958 (rist. 1964); ].Steinmann,
Paris
Le livre de la consolation d'Israel et les propbètes dn retonr de l'exil, (LD 28),
1960; G. Fohrer, Das Bucb Iesaìa. Kapitel 40-66, (ZBK In), Zürich-Stuttgart 1964; C.
to Chapter:
R. North, Tbe Second Isaia/2. Introduction, Translation and Commentary
on
XL-LV, Oxford 1964; G.A.F. Knight, Deutero-Isaiab. A Tbeological Commentary
19), Göt-
Is 40-55, New York-Nashville 1965; C. Westermann, Das Bucb Iesaia, (ATD
(LLS),
tingen 1966 (11970), citiamo la trad. it., Brescia 1978; L. Alonso-Schökel, Isaias,
and Notes, (AB
Madrid 1968; ].L. McKenzie, Second Isaia/J. Introduction, Translation
20), Garden City-New York 1968; S.Virgulin, Isaia, (NVB 24), Roma 1968; P.E.Bon-
1972; H.Wild-
nard, Le Second Isa'ie. Son disciple et leurs éditeurs. Isaie 40-66, Paris
1 Teilband
berger, Iesaia, (BKAT x), Neukitchen-Vluyn 1972; K. Elliger, Deuterojesaia.
stu-
Iesaia 40,1-45-7, (BKAT x1/ 1), Neukirchen-Vluyn 1970-78; indichiamo i principali
Heilsoraleel, ZAW 52 (1934) 81-
di letterari ed esegetici: I. Begrich, Das priesterlicbe
in Gesammelte Studien zum AT., (ThB 21), München 1964, 217-231;
92; ristampato
63), Stuttgart
K. Elliger, Deuteroiesaia in seinem Verbältnis zu Tritojesaja, (BWANT
34 (1914) 254-297;
1933; H. Gressmann, Die literarische Analyse Deuteroiesaias, ZAW
of the Propbecies in Is
M. Hai-an, The Literary Structur and Cbronological Framework
(Ies 40-55)
XL-XLVIII, (VTSup 9), Leiden 1963, 127-155; L.Köh1er, Deuteroiesaia non Ies
stilleritiscb untersucbt, (BZAW 37), Giessen 1923; L. Krinetzki, Zur Stilisti/e
59-69; R. Lack, La Symbolique du livre d'Isa'ie. Essai sur l'image
40,1-8, BZ 16 (1972)
287
286 Rivßii-zii xx'viii (1980) F. Ettore, Is. 40,1-11: una lettura strutturale
' ' ' `
la sua u mt'd` Sid unlcita '
per scopirrne la strutturazione formal e,- ten- 4 che le valli si innalzino,
_
terò poi un analisi semantic a ch renda conto delle correlazioni che monti e colline si abbassìno,
profonde in un Si S tema coerente di e. che il tortuoso si raddrizzi
significazione; infine, rilewen-
do il testo nel S UO Singolare sviluppo - nella riduzione della e lo scabroso si pianifichi 6.
' ° - diåan 5 Si rivelerà la gloria del Signore
za tra si e della forma e del e la vedranno tutti gli uomini riuniti
*-
contenuågåficatiäìlci Slgrä-ficat?
ero i cog nenhdeguazione
iere Paper-tm- a del ' - ha parlato la bocca del Signore -.
_ _ tes to al
poetico nella sua propria effusione lirica messaggiO 6 Dice una voce: Gridal
Rispondo7: che cosa devo gridare?
Ogni carne è erba
e la sua bellezza8 come fiore campestre;
o. Il testo
' ' 7 secca l'erba, appassisce il fiore
Traduco , rimandando in nota osservazioni e precisazioni quando il vento del Signore soffia su di
essi
1 Consolare, consolare [così è, il popolo è erba] 9.
il mio popolo 4 8 - Sì, secca l'erba, appassisce il fiore,
dice il vostro Dio - sempre! -
ma la parola del nostro Dio permane per
-

2 parlate al cuore
di Gerusalemme 9 Sali su una montagna elevata,
e gridatele
che-è il suo servizio messaggera 1° Sion,
ed compiuto
scontata la sua colpa alza forte la voce,
e
perche ha.ricevuto dalla manb del Signore messaggera Gerusalemme,
il doppio5 per tutti i suoi peccati i alzala non temere,
3 Una voce grida: dì alle città di Giuda:
nel deserto preparate «Qui sta il vostro Diol». '2
1° Guardate", il Signore Dio avanza con potenza
uri cammino al Signore'ì e il suo braccio domina.
appianate nella steppa
un sentiero al nostro Dio; Guardate, egli viene con il suo salario
|
I e la sua ricompensa lo precede.
littéraz're comme élém ent de structurat'um' (AnBlbl ' ° Os. 6,8; Ger.
_ ' I ' sonorità del verso; per il primo cfr.
Exposztz'on o Is 59)' Rome 6.Nota gli apax 'aqov r'kasi'm nella Baumgartner, Lexicon in V.
Interpr 29 (1975) 406-411; R.F.Me191iåiii JDIelzirtìgorlšs A7 secondo L. Köhler-W.
and Form Criticiíífzb 6%I2-iri Merendino, Corso esegelico-teologicãlíii 17,9; per il secondo l'arabo 'ar/easa Stilisti'k, 56.
da L.Krinetzkì,
is TJ' libros, Leiden 21958, 829 s. citato Vg et
13.40. Iparte: 15.;0 I MI ( (12561138gag-ISI?? con iQ IsIl W'WMRH, LXX stati. dita,
' '
, 1%) ' f
° . , _
Uma
homo”.- 7. Il TM w°'amar è da leggere w“'omar
iêâzišsíiadegerqfamscbe” Bua/28% ZAW 49 (193119)7§;-131'2Lí0\:-:16ck-81È DI? dixi; cfr. Elliger, 3. HJ.
Tradions- und RedokšiionszescliiIf/iftiselilTDeu- bas'dô in Is 40,6, VT 13 (1963) 489-492;
' °
(1970) ig'ùzgišlfgllífiåêfåiš:
' 2° 8.Cfr. L.G.Kuyper, Tbe Meam'ng oƒ
U e HFOIÃrIÈritZë,
,_ tu yUQƒ Isaia/2. Cb 4o- , LU A. Stoebe, DTAT I, 533. 1,24-25.
Schools, A .,,;_'_ ct C'“14116 d'autenticitéjjdci teštšs Ldleliii'e 19'565' Latina, anche nella citazione di I Piet. 'aleen
OrLovPer zrrlclšjflmiis)Ii'šåEhI/d¬
bmoflque I Am God Your Saviour. A Form-Criticalrçi'zziflwm, 9. Il v. 7 manca nei LXX e nella Vetus e in margine. Probabilmente solo
nello spazio
the Mal-n Games in E però attestato in 1QIs” benché 54 s.
58; Elliger, 3 s.2 5 s.; Krinetzki,
24)' Leiden I973; N.L.Tidwell Tlie lC'zjiltq/
Background Of 1540 I-rr _lTS, (Kgsup pagli- ba'am è una glossa: cfr. Westermann, epesegetico o apposizione, nella
linea
C. Westermann, Ènmdƒormåfz è da considerare genitivo
10. M'vaššeret siyyon 54,1-17); meno pro-
prçpbetiscber Rede, Münèhcn 9:1;64-6-1 ds 2197324164; der Propbme Deme- della personificazione di Sion (4o,2; 49,14-26; 51,17-52,2; 52,7-12;
am AT., (TliB zii)L, ããgnãhgnní
i oåzukmr Zum), Vg tu quì evangelizas...; o l'in-
figa/4;,
' r' °inGForsc/Jung
- felmas, La 3] '-
lin 8 uz'stlca strutturale e la Poetica, babile il gen. ogg. cfr. LXX ó eutz'y'ysìtšóusvog
in Del SerzSO, Milano I974 i tcrprctazione collettiva cfr. Elliger,
31.35.
di birmëb e
Spec. 292-294. deittico con funzione di appello (= attirare l'attenzione)
2515797
a Vg ha Consolaminii consolamzm ' ' . ii.Sul valore
nuovo elemento nella serie» cfr. L.
4- - introdurre un
aull'uso specifico in Is. 40-66 «per
o ul nbm al Pi. i]
cfr. anche 11.49,::10 ma.
, . 9, 52,9, 54,1; I LXX
› jísmlezts, regge sempre la partìcula binnêb, Bib 37 (1956) 74-85 riassun-
corìplemento
,m
oggetto
Sms napaxakms 'mv kaóv “W-
invece italia. Alonso-Schökel, Nota estilistica sobre binnêb-ecco!, DTAT I, 437-439.
5.LXX öt'itlå › cfr - Giob - 116 - .. to in Estudíos de poétz'ca bebrea, 336; D.Vetter,
aggettivo; o «con potenza» vocalizzando
, ; 41,5 e G. Rod, KPHLYM m jet 40,2 = Aquiva_ be essentiae e
.
lentP, in ZAW 79 (1967) 80-82; Elligcr, 12.13'bazaq «come potente››:
Isvåfl b'bozeq cfr. LXX us'tòt icrxúoç, IQ Isa BHWZQ.
288 i". lilmri', ii. 40,1-11: una lettura :Imi/:mile 239
Rivßìbllt XXVIII (1980)
“ Come un
pastore il suo gregge egli pasce
e il suo braccio lo riunisce, articolata in una prima (vv. 3-5) ed una seconda audiziorzite (vv. 6-
prende in braccio 13 gli agnelli 8) c nella lieta notizia della venuta del Signore (vv. 9-1 I) . P. Me-
e le madri allattanti guida dolcemente. rendino, nella linea di Westermann, precisa: 40,1-2 «parola di
consolazione» con la struttura22 tipica degli inni escatologici 21; 4o,
1. I risultati della «critica letteraria» e «dei generi» 3-5 «descrizione di giudizio» continuata nei versetti seguenti di
ispirazione sapienzialeu; un «messaggio» .(40,9) seguito da_ un
lirica di Jahweh K.Elliger
_ Il metodo storico-critico ha una preoccupazione essenziale sto- «inno» (40,10-11) con descrizione _.
rica: chi è Pautore di questo brano, quali il genere o generi in cui vede nell'unità 40,1-8 un racconto dell'esperienza di vocazione
situazione è stato pronunciato e scritto, qua- (Beruƒungserlebnis) - strutturato dalla triplice consegna di un or-
25 1,
pi coånpostto,1m
e uan i i strati
quale:i i trasmis
' ' dine (Beƒeblsausgabe) - mentre classifica genericamentã 40,9-1
testo, che Cosa voleva due
l'autore o ggli autori e i redattåiigìëel separandolo, come poema (Gedicbt) del lieto messaggio . D. Balt-
brevemente: alcuni riconoscono l'unità di Is. 4o, zer”, riprendendo Pintuizione di L. Köhler, classifica il brano co-
1-1Riíssumiamo
1 , almeno l'unità formale 15; altri la negano 1°. me «racconto di una audizione» (Auditionsbericbt) 28. . .
Quanto al genere letterario, C. Westermann lo
classifica fonda- Ogni analisi e classificazione trae le proprie conclusioni e, sen-
mentalmente come «oracolo di salvezza» nella
forma caratteristi- za dubbio, cerca di enucleare il messaggio del testo secondo il sen-
ca di annuncio del 2 Is. 17, legato ad un «discorso o parola di giudi- so che la situazione storica e liambiente proprio delliautore sem-
zio» (vv. 3-5) e ad una «parola polemica o disputa» brano indicare.
(vv. 6-8) ri-
preso in Ma l'autore, e soprattutto il 2 Is., «svanisce nell'ombra del suo
«messaggio» concluso dall,«inno» di lode (vv.9-1 1) 18
L.Kohleruli: distingue: messaggio» 29. Proprio per questo una rilettura di tipoI strutturale
40-1-2 «messaggio» e 40,3-11 «teofania»
13. Uniincertezza testuale nasce dal waw
copulativo davanti a b'bêqô e l'accento
può essere di valido aiuto all'esegesi senza escludere nerimpiazza-
zaqeƒ re la critica letteraria e il metodo storico-criticow. Anzi, noi acco-
,a
su _tla im, cfr. le traduzioni di C. Westerm
e o o I

` _ ì _ ann, 46 e K. Elliger, 31; i LXX armonizzano


gliamo il testo così com”è, cioè così come ce lo consegna la critica
xai. 'rip ßpaxiovi. aut-ou I
o'uvátšsi. àpvaç omettendo «porta sul petto»
.tuo cfr. Vg in bracbio
congregabz't agnos et in .rinu .tuo leuabìt; per il parallelismo e il ritmo è preferibile storica.
omettere il waw e spostare l'accento su y°qabbes
cfr. BHS e BHK , versioni reche A i
Penna, 408; L. Alonso-Schökel, (LLS 1968) 195. g ,
20.1bitl., 125. 21.1mperativi'rperfetti con ki, pp. 23 s.
14. «Prologo» per C. Westermann: «le parti 24.1!2id., 134-136.
del prologo sono volutamente composte 22.1bid., 56-59. 23.1bid., 87-89.
per un tutto», p. 56; anche 41.46.48; «ouverture»
per I. Muillenburg, 422 e C.R. North, linea L. Krinctzki, 57 s.
7o. 25.Deuterojesaja, 6-8.io-12 e sulla stessa
15. «Che non significa necessariamente unità di a utore»: P. ' 26.1bi'd., 34.
_ _ q Merend I 32; egli parla
di struttura chiastica del brano 40,1-11 così articolata (p. 131 s )' mo, 27.Ezecbiel und Deuterojesaja. Berübrzmge/z in der Heilserwartzmg der bei'deii grosse”
1b vostro Dio
1b vostro lDio Exilrpropbeten, (BZAW 121), Giessen-Berlin 1971, 64.
- non .c'è alcuna
3a voce di uno che grida
° b nostr D
° 28. Ed «effettivamente - nota R.Lacl<, La Symbolique, 84 nota 17
6a voce di uno che parla oppure visione (come in 11.6 e 1 Re 22,19 ss.), ma solo audizione. Mentre non vediamo nien-
gb nostrg Dicci)
9b.vostro Dio tc in questo dialogo che sia propriamente una deliberazione (Bemtung) come
invece si
9b vostro Dio
ma attribuisce la composizione al 3 Is.: ibid.,
132 anche 21.50 s.82. esprime Baltzer: Der Prophet bclauscbt eine bimmliscbe Beratung. O .
Die Berufung e 40,9-11 Die ƒrobc Bolrcbaƒt:
pp. 1.31; nel- 29.(1.Westermann, 46. Sembra il commentario più rispettoso del testo. Stesso giudi-
11"16.s{(.Elliger dšvide.4o,1-8_
.Krinetzki, 57 e altri, compresa la divisione zio in R.Lack, 83.
di _essadìinea liturgica: cantico alle Lo-
3 sett. Is. 40,10-17 e Is. 40,1-8 nella celebrazione de
vigiliare dell'Epifania i go.(llr. le brevi ed essenziali precisazioni di D. Minguez, Pentecostés. Ensayo :re-
17. iove
sam, 20-23; cfr. Sprache and Stru/etur 11
,
'
7 -120 e D as Hezlrwort ' `
be] Dt/es, EvTh 7 miólii'a narrativa en c 2, (AnBib 75), Roma 1976, 16; per una valu'tazione'critica
biblique,
(1964) 355-377. più ampia P. Ricoeur, Du crmfli't à la convergence des Métbodes en exe-gere
18. Ibid., 61 ir. Sprache una' Struktur, 157-163. in An.Vv., Exégèse et Herménculiqzie, Paris 1971, 35-53.
19. Deuteroiesaia, 102-104.106.
290 Rivßtun xxviu (1980) l'. "Imre, lt. .ion-ii: una lettura strutturale 29 I

2. Una rilettura strutturale . . .


_ n_
che fa eco per omofonia a qôl (v. 3m), per
Supposta l'unità del brano, vogliamo penetrare geminazoiorìe
za tra gê' (o gay') e gz'v'ab che sottolinea lattico azione affari-ia _
quanto «tessuto» letterario, per comprenderne nel testo, in
le varie correlazio- chiaramente polare nonostante l'elemento in bar. Un d1
piu
ni a livello sonoro, ritmico, funzionale, semantico e,
manifestata la chiasmo sonoro H'QB MYSwR - RkSYM .BQ H caratterizzaoplpìro
strutturazione formale e profonda, scoprire la 4b, tanto più notevole anche pei-1,113? degli irar.
matrice generativa
dell'universo poetico del brano per poter operare apax,eiêis1emeãoar;ltite-
ticolazione binaria sinonimica tra be aqeov ed barI e
la decodificazio-
ne delle immagini e l'apertura del messaggio. tica nei due membri 'aqov/mišôre r kastutfl/bzq ismlíleta i e
l'inclusione sonora per paranomasia tra mísor e yas. avše ruAo(V .3nfinb)33
2.1. Analisi stilistica e strutturazione formale Al v 5 torna il suono pieno insistente a (8x) Oni.
a'z' superficz'e ai
i ed e' notevole ki pì yabweb dilaber con la ripresainsieme sudbr
Effetti stilistici ed immagini-motivi strutturano - omo ono
un poema a li- (v 2a) e yabweb (vv. 2b.3aß.5a.b) insieme al terzodek oilinotivof
vello di significanti”. di 6134.
0

2.1.1.4o,1-2: il brano comincia con una gr 3 4o 6-8: assonanze e ripetizioni caratterizzano il_v'. 6a.
O I I I 0
.

ripetizione nalvåmú
nalaãmz'ì (v. 1), continuati come imperativi, qôl :outer qéra° wa'omar mah ,eqrafl con la
anche per assonanza, "
da dabberu' e qlre'ü (v. 2) in parallelismo sinonimico. ' nei ue o o - o Orfršr-
ripresaldeilemlotixlrli1
Allitterazio- v. 1 r (vv. 2a. 3a) e qol (v. 3a) continuato
ne tra 'elobêkm e 'elê/Ja. Al v. 1 c”è una consonante _
insistente 5 M iii ddl, g. 6b che è articolato da un notevole processo di
continuata nei suoni R (3x) B (2x) L (4x), ti' .far sir sis bsrhsd bša' 35. Nota anche la ripetizione, maconsoil'iätli.con
contro una sola sibi-
lante S in v. 2aot. Notevole la sostituzione metaforica ticolo, di kol-babbašar (dal v. 5).
con lev-yerüšalaim. Con 'elêba compare la finale di 'ammì
femminile che ri- Al v.7 predominano i suoni S (5x), B (_4x), a- e ( 3.X). dè un
torna 6x+6x come suono insistente e pieno chiasmo sonoro tra yaVeS e naSVab e tensione ,l az ione
in v. 2aßb. Assonan-
za e geminazione tra ki e kipblai'm. Assonanza e binaria e ternaria nel parallelismo a-b/C, comeal v.trabartico 2 .
rima tra yerúša- u nel mi-
laz'm e kipblaìm e tra 'elêba _batto'têba. Tensione Il v. 8a è una ripetizione di 7a e sottolinea
tra articolazio- ancor
ne binaria e ternaria nel parallelismo a-b/C, cioè crocontesto, la frattura nella seconda piu,t nsione
con un ritmo bi- ' ° ° '
nario nel formale ed una divisione ternaria imposta tra articolazione binaria paracplnl_antitesliqtcemevole
e terna ria neplarte e ismo. la
nel contenuto ' ` ` _ _ _ i _
dai tre ki 32. sonorita delle vocali lunghe e l'assenza di sibilanti in uAdewr-,elo-
2.1.2. 40,3-5: geminazione per allitterazione . _ ed
e assonanza e pri- bênü yaqúm le'ôlam (v. 8b) con la ripresa di dbr (vv.2a.5b)
ma ripresa del motivo ar' in qôl qôre' (v. 3aot). Chiasmo, i( A A
obenu v. b).
sonoro
anche . a _ _ _ _ .
BR-RB, tra bammz'dbar e ba'aravab, con al . , 3-11-. Assonanze, ripetizioni e _
l2 . 1 . 4510
centro i due
imperativi parma? e yaššerú che richiamano quelli dei nel parallelismo ricompaiono 9. articolaziclme ternag'åari
vv. 1-2 e i cui '
oggetti derek yabweb e mesillab le'lobêuú sono in v. a) le prime assonanze 'l are Cpul
a aìv. I: ripresgåegxåäpione
az-a,poi,
posizione enfa-
tica e in parallelismo. Sottolinea e connota anche sonoramente ila zar, barìmì e assonanze ' tra vakkoaly e ra
cambiamento
un .
di situazione (v. 3aßb). Al v. 4a ripetizione di
kol- r (llck e lak precedente, con lu ltima gavrãbl
ripresa e m
prëípgãnqtäleáv
. ° _
° la ripe
31.Cfr. in genere L. Alonso-Schökel, Poesie bébraique, :a 6a). L'articolazione ternaria del parallelismo sottolinea
DBS vIII, (Paris 1972), 47-90;
e in particolare Id., Estudìor de Poetica Hebrea,
(cit. sopra nota 1), soprattutto p. 106
dove dà gli elementi sonori principali del nostro ' ` '
” Norma quest'ultima anche da Krinetzki che pero nega la figura del chiasmo sono-
brano, ma anche 212.218 s.293 s.3oo.
322 s.; L. Krinetzki, Stilistik, (cit. sopra nota 2).
32. L. Krinetzki, 59 parla di costruzione triadica ro: 64 nom 37.
(come Is. 6): 3 ipr, 3 ki, 3 pf con fina- I .
le femminile in ab che strutturerebbero 2 94.1.. Krinctzki, 62 parla di inclusione per
strofe di 3 versi. concatenazione...
n. Nonno anche da L. Krinetzki, 68 che cita Alonso-Schokel, 106.
F;

292 Rivßfbiu xxvm (1980) 2 93


F. Bmw, 11.40,: ii: una lelmm sli-:murale

tizione enfatica di mevas'šeret ,viyyôn/yerúšalaz'm (ripresa dal v. 2a).


Una seconda ripetizione enfatica, quella di barìmì - che nella to nella risposta all'obiezione”. Al v. 9_la
ripresaddízllaeššålulãioiiz:
trlcu prepara l'arnpliamento che segna il centro
serie di imperativi e nella particolare coloritura femminile richia- ma traglgquiuo
qb: 2+3+2; v. _3+2-š-92) che poi si svi.leupp
ma i vv. 1-2 - crea una seconda articolazione ternaria e le asso- °'
nanze con 'al-tira'ì °z`mr2 le'arê yebúa'ab che danno un sorprenden- 13a:
eominante.
wlan-.1:21:21 liziàii'liì correlazioni di elementi sonori, e
te processo di consonanti: RM'ltrMRl'r. LVJz'nnê/a con particola- e e stilisiä:
re forza deittica, mentre nelle riprese ha minore vigore e introdu- ci in genere articolano il brano poetico a livello forma ritmilci
fcrmano l'unità. Ma i suoni-chiave si organizzano :e :oo-
ce nuovi elementi 36, regge l”ultima ripresa di 'f'lobêkem (inclusio- intornottuåzio-
ne col v. I ). le-chiave che, già a livello di significanti, rivelano una stru
ne di superficie. Così, tralasciandp le ià no-
Il v. Io è un verso solenne con i due binnêb che ampliano il correliaãioni q
3111111131?
, 4 g!) , qôl
primo e soprattutto col tono pieno delle sonorità vocali (â tate, vediamo emergere i motivi ,1221:
9x/ó (3x) soli o combinati insieme dall inizio (21,14)íl
a .a fi:531:
9x). C'è l,ultima ripresa di ya/awe/a (cfr. vv. 2a. 3a. 5a. 5b. 7b). possiamo esprimere e.l a Stmtturazione
Con gli elementi emersi,
Un suono insistente R' (4x) caratterizza il v. I 1a con la ripeti~ schema intuitivo:
formule del brano nel seguente
zione di r'b e assonanza e geminazione con 'edRô zeRo'ô, ripreso
dal v. toa. C'è un misto di leggerezza e gravità nel v. I Ib. Ricom- uzobêkem
všydmar dabb'rú weqz'r'ü yerüšalaz'm
pare la radice ns' (cfr. v. 4a); 'alôt richiama per assonanza 'al... ki
'ali-[ak (v. 9a) e la rima finale in yeqabbê; e yenabel richiama qôl qôre'
per
assonanza ed omofonia yaveš e nave! dei vv. 7a e 8a (oltre alle kol- bašar
sei ricorrenze di yahweb). pi yabwcb dibber
2.1. 5.Gli elementi stilistici ed i fenomeni sonori emersi scan- 6 qôl 'omer gara'
wa'omar mah 'eqra' kol-babbašar. .
discono già un'andatura ritmica del testo poetico e trovano la lo- wekol- . . .
ro unità nel ritmo inteso come regolarità metrica, supponendo úd°var-'“lobênü yaqúm le'ôlam e H o
8
che la metrica non abbia altro scopo che quello di stilizzare e nor- (barìmì) qôlek mevaššeret y rztsalazm
9
malizzare il ritmo stesso della lingua. 'imri lc'arê yebuda/J
Nel nostro poema la cellula metrica dominante è 3+2 tipica (hinnêb) 'elobê/eem
della qz'nâb o lamento 37. Le variazioni hanno un senso. Il verso più ' '
. . .Il brano ha uindi una sua coerenza testuale. Ma «a chi
breve in v. 2b non sottolinea forse nella sua concisione una fine
parzlaIIšio al v. I? Chi1 parla al v. 3 e a chi? .Stesso problema
compiuta del «servizio››? Così l'allargamento dal v. 3 al v. 5 (v. 3: âl isri
6. I vv. 6b-7 sono un'obiezione al messaggio` da
2.2 +2.2 +2; v. 4: 2 +3.3 +2; v. 5: 3 +3.3) connota uno trasmeiãšarã`T ru-
svi- può dire (con Merendino, 22) che il v. 6aotb e il pianto
luppo di messaggio che, dalla velocità e leggerezza dei primi ver- salemme, opposto al profeta che le rivolgerebbe la paro1 a ii: V .
si, corre ampliandosi e invertendo la situazione fino alla fine che è
conclusione. I vv. 7-8, che sono i più ampi (4+4), connotano l'o- w. Anche leggcndoli in 4
versi 2+; con L. Krinetzki, 67.69.
i
stacolo più grosso, preparato già dal v. 6 (3 + 3. 2+ 3) e annulla- w Altri leggono il v.2b 3+3 o 2+3 Con ,Solo :nydy ai posto d.1 ,Sagl-n ad abweb'
Kü'hlm. ii 4h 3+3 accenti a wbar'kaszm, eyFohrer
mmc v_ dando due
ottengono un mentre; 2 Strana ed un
36. Sulla particella bimzêb cfr. L. Alonso-Schökel, 336. Mentre “mutando .iiiß prima di 4aot v4
il gioco di consonanti, 6'8' aa :ogâìzãfsareßbe titolo;
che legherebbe y'bzìdab al messaggio: YHDUJ) HNUJ) 'LI-IN, pu' nnilicimm la divisione di Merendino- Per 1 VV- regolišre' ' ' '
poi,
- arate tra loro
sembra una svista in 2 strofe di e 2 versi
L. Alonso-Schökel, 106 che legge bimiëb "lo/Jêmi. «Wuzeimuln i versi, ottiene
' -- '
4_
.M v, h the- ~
considera introduz ione ritmica a se stan regolaãliìslãiiä;
e c. . -liâèãëPFohrcr › Consi_
_ .
37. Soggiacente al grido di consolazione: «Chi aiuta, chi consolaP» _
51,19.
cfr. Lam. 2,13 e Ir. .im-.mn I W. .,ha. e ioaß aggiunte, ottiene da v. 9 a v. II una serie perfe tm dl 7 vers!
Così C. Westermann, 48.
Ha..
294 RivBiblIt XXVIII (1980) l'` mm", It. «nt-u: una lettura strutturale 39,

6a0t? L'espressione qôl (vv. 3 e 6) è un modo di dire per designa- Quante correlazioni, precisando le opposizioni dei tratti disgiun-
re il profeta? mebaššeret .rz'yyon è detto d”un( a) messaggero(a) er tlvl. aprono il testo ad una direzione «cammino-sentiero», qualifi-
dal
Sion o della messaggera-Sion? Nella bocca di chi è il v 10D Tiin- cato come «di o per Yahweh-nostro Dio» (40,3), che nasce
te
questioni che non si risolvono con un'argomentazione .basata superamento e soluzione delle opposizioni «innalzare/ abbassare»
esclusivamente sul lessico e sulla concordanza. In un'opera poeti- (nf/.l bl 40,4a) e «tortuoso/ diritto» con «scosceso/ piano» (4o,
ca
non si decide del senso di una espressione che valutandola nel 4h). é su questo scenario geografico-cosmologico che si situano
movimento e nella struttura del testo stesso. Bisogna che il poema due azioni che, per quanto differenti, hanno un tratto comune che
esca dallianalisi confermato nella sua propria coerenza. Le miglio- connota “vicinanza”, «si rivelerà» (glb 40,5a) e «avanza» (bw' 40,
ri sono quelle che portano alla luce legami e rapporti toa) e sono anche unificate dal soggetto «la gloria di Yahweh» e
all ,soluzionidel poema stesso e consonanze con altri passi apparte- «il Signore Yahweh».
interno
nenti allo stesso universo (e corpus) poetico» 4°. È questo lo sco- Alla stessa immaginazione metaforico-metonimica appartengo-
po del passo successivo nella nostra analisi. no altre due parole con un tratto comune, sono parti del corpo le-
40,
gate l'una all'altra, «mano» (yad 40,2b) e «braccio» (zeroa'
2 .2. Strutturazione semantica profonda .tom ta) e, inoltre, la persona cui appartengono è Yahweh! Esse
La parola è portatrice di significato non solo in quanto unità sono specificate però da tre contesti diversi ed aprono perciò una
lessicale, come organizzazione di atomi o tratti significativi ma molteplicità di relazioni che legano e specificano il rapporto Yah-
anche e soprattutto in quanto unità testuale cioè nelle sue relazio- weh-Israele («mio popolo» 'ammì 40,1 con Gerusalemme e con-
ni con le altre parole del contesto e dell'intero poema. notazioni personali e geografiche 40,2.9).
Convinti di questa premessa, partiamo da un'analisi del voca- Da un rapporto di distanza (<<colpa» 'awon e «peccato» _batta'
bolario che, rivelando l'organizzazione delle varie famiglie seman- 40,2a.b) si passa ad un rapporto di vicinanza (<<ecc0, qui sta il vo-
tiche, attraverso i tratti di significato congiuntivi e disgiuntivi ci stro Dio» 40,9b) connotato dalliinsieme di relazioni stabilite da
porti a scoprire le matrici generative e la coerenza o strutturazio- «mano-braccio» di Dio: la «mano di Dio» ha ristabilito la vici-
ne profonda del testo. nanza annullando la colpa e dando il dovuto (40,2) e il «braccio
di Dio» esprime la forza (_bzq) e il dominio (mšl 40,10a) sia verso
_ 2.2.1. Seguendo le correlazioni notiamo la seguente organizza- gli avversari - salario e ricompensa (sakar e pe'ullab) non è il po-
zione in famiglie semantiche o codici: polo riscattato? - sia verso il popolo sul quale la forza-potenza di
Dire ( mr 40,1. 6aot.ß. 9bß), parlare (dbr 40,2. 5bß) e parola
(dabar 40,8b), gridare (qr' 40,2a.3a.6aot.ß), voce (qôl 4o 3a 6a Dio si esprime nell'immagine del pastore (ro'eb) che pasce, radu-
9a), bocca (pi 40,5b) e messaggera (mevaššeret 4o 9aot.ß). Con na, porta in braccio, guida con dolcezza (40,1 1).
sfumature`diverse queste parole sono correlate dal, tratto della il passaggio dalla 'distanza' alla “vicinanzal è segnato da una
fatica specificata in gradazioni diverse del «dire» o del- 'line' («è compiuto» ml' 40,2) e da un “inizio” (<<preparate pnb
funzione sonoro
«voce» o dell'origine visiva «bocca», «messagge- 40,3); dalla line della distanza e dall”inizio della vicinanza.
ìzeífetto La line però è fine di lavoro forzato, schiavitù (<<servizio» saba'-
a/J). implica quindi una liberazione dagli avversari con i quali si
>>.

_ Un tratto geografico, che si apre al cosmologico nell'immagina- è stabilita una aflinità-vicinanza che ha reso più marcata la distan-
zione metonimica del testo, lega «Gerusalemme, Sion, città di
Giuda» (40,2a.9a.b) con «deserto, steppa, valle, monte-colle , ter- za «ln Dio. F. connotata quindi nel testo una «liberazione» che si
reno tortuoso-scosceso» (4o,3-4.9a). m'tlcnln nel ritmo «uscire da» (schiavitù-Babilonia) per «entrare,
tornare in» (Sion-Gerusalemme). Tra i due punti c'è una distanza
4o. R. Lack, La Symbolique, 83.
lpttzlo-tcmporale c metaforica: il «deserto» che diventa «cammi-
196 Ram/an xxvm ma» F. Ettore, ls. 40,1-11: una lettura strutturale
297
no-sentiero» (40,3). È il ritmo o struttura
fondamentale dell'Eso- to come «vostro Dio» dal punto di vista del profeta-autore che ri-
do. Nel testo c'è solo il termine bw' (== entrare,
venire, avanza- ferisce al popolo (e a noi) le «parole» e la
re)'", ma è richiamato il termine yi" ( = uscire)
"2. tario della parola di Dio sono «altri» non «voce» sentlta. _Desttna-
Quale sarà la risposta-adesione del popolo alla iniziativa precisat1; questl, for:-
di Dio za dell'ordine di Dio, diventano soggetto della parola-grtdo _1n
che annulla la distanza e rende possibile l'uscire dl
dal punto di par- «consolazione» rivolta a Gerusalemme, cioè al popolo (e a n01 =
tenza (= schiavitù) e percorribile (= cammino-sentiero)
il «de- Destinatario).
serto» e annuncia e fa vedere il punto di arrivo
(40,5.9b-1 1)?
È l'ostacolo più forte espresso nel testo da una famiglia Tra questi «altri», «una voce» «grida».o tutti. insleme,
_ .
ad una
di ter- sola voce, gridano; non è detto a chi, ma s1
mini che hanno in comune il tratto del ciclo naturale: erba, fiore suppone al popolo pot-
ché siamo in un ordine-esecuzione come successione
di campo (_basìr e si; baššadeb 4o,6b.7a.8a); di sequenze.
seccare, appassire La «voce» di altri non è diversa, ma solo eco amplificata, nel
(yaveš, nave! 4o,7a.8a), vento forte (o spirito di suo-
Dio riff)
e soffiare (nšb 40,7). È liimmagine di una consistenza -- yabweb) no e nello sviluppo del messaggio, per il profeta-autore che rife-
non nel senso usuale di bontà, benevolenza, ma nota _brd risce della sua «audizione» avendo cura di notare alla fine che l o-
«bellezza», stabi- rigine della «parola» sentita è sempre Dio, perché «ha parlato la
lita proprio per le correlazioni testuali - breve, efiìmera
e passeg- bocca del Signore».
gera; quindi di una inconsistenza e instabilità di
fondo 43. La ri-
presa degli stessi termini spezza la circolarità, fatalistica Possiamo così esprimere le relazioni attanzialti dio questa audizio-
_ _

ciata,
e sfidu- ne di messaggio (40,1-5):
dell'inconsistenza del ciclo naturale (vegetale-umano)
Popposizione antitetica di una stabilità che «permane con
per sem- Dn (: Dcstinatore) ------ +0 (= Destinatario)
pre», quella della «parola del nostro Dio» (40,8) (ggetto)----:::2Dt
44. gif
Non è diflicile a questo punto riconoscere i progenitori
ri che reggono tutta la ricchezza delle correlazioni familia- vostro Dio
ƒ __ƒ,
dice'fi' [altri]
testuali in «pa-
rola», «ostacolo», «cammin0», «liberazione». Da essi Sing-glam ~ - - - -› O ----------- -› Dt
dipende tut-
to Particolarsi del testo e la sua densità di significato
a livello pro-
fondo. [altri] consolare mio popolo
2.2.2. Se seguiamo la famiglia semantica della «parola», parlare-gridare cuore di
secon- Gerusalemme
do la sintassi funzionale in una lettura attanziale,
notiamo altre
correlazioni interessanti.
una voce grida
Apre la serie degli attanti del «dire» Dio (Soggetto),
qualifica- la bocca di Yahweh ha parlato
41. Vedi codice precedente, ma anche le altre 22
ricorrenze in 41.3.25; Poi di nuovo Soggetto del «dire» è una
44.7; 45.20.24; 46.11; 47.9(2X).13; 48.3-5-15; 49.12; 42,9; 43.5.6.23; l'ordine di
Lack, 85 nota 20. 49.18.22; 50.2; 91.11. tfr. R. «gridare», si suppone rivolta al profeta, cioèvoce_con
d1 riferire-amplifica-
42.Che è anch'essa una parola-chiave e parola-tema nel re, quasi eco, il messaggio udito. Il profeta (Soggetto), 1nfatt1,
2 Ir. cfr. 40,26; 42,t._3.7.13;
43.8.17; 45.23; 48.1-3-20(2x); 49.9; 49-17; 51.4-5; 52.11(2x).12;
43.Non si può riferire l”immagine alla potenza passeggera
54.16; 59.11.12. sponde abbiamo letto alla prima persona singolare seguendori-1]
-

A. Penna, 406-407, proprio per la ripresa di kol-babbamr


di Babilonia, come intende noti. situa dei LXX - si suppone alla voce e, qulndt, obletta con
che sottolinea,
con l'articolo,
la singolarità di ciascuno nella totalità. una domanda.
44. Nota, come per il codice precedente, la ripresa delle _ _
Credo che al v. 8 sia di nuovo la voce a riprendere l”ob1eztonc
«...germ0glíerann0
stesse immagini in 44.3-5:
come erba circondata d'acqua, come sallcl lungo superandoia. Cè infatti una piccola nota, quasi firma: «nostro
(cfr. R.Lack, 96) e in 55,10-11 (cfr. ibid., 84.94 acque correnti»
8.).
Dio», come nel primo messaggio riferito ed attribuito alla voce al
298 mai-btu xxvm (mani F. Ettore, Ir. 40,1-11: una lettura strutturale 299

v. 3b, nella formula devar-'elobênú (v. 8b) dove ritorna ancora l'o- ze spazio-temporali. La parola rompe la staticità con l'opposizio-
rigine ferma e stabile per sempre del messaggio-promessa uscito ne fìne/inizio. È finito qualcosa che creava distanza fra Dio e il
dalla bocca di Dio. A questo punto il profeta deciso comincia a. popolo («colpa», «peccati» 40,2), espressa in una situazione stati-
gridare a sua volta, facendo eco alla bocca-voce «udita››, rivolgen- ca («schiavitù» 40,2a). Comincia qualcosa di nuovo: un cammino
dosi a Sion-Gerusalemme e alla sua parte più dolce e forte che è (40,3). Ma anche qui liopposizione dinamismo/staticità, trasfor-
Paraldo portatore di buone notizie (nota mcvaššeret reso dai LXX mata proprio per la parola che da messaggio diventa missione e
con ó súa'y'ysktšóusvog) con una connotazione femminile che lo promessa, viene superata da una dinamicità cosmica che risolve. la
lega alla città stessa facendone il «cuore» affinché con voce forte, staticità dei limiti («deserto», «steppa››, «valli», «monti-colli»,
mettendosi in alto, faccia giungere il messaggio alle città di Giuda. «terreno scosceso-tortuoso») in una dinamicità illimitata (= pia-
Schematizziamo nella seguente figura questa seconda ripercus- nura senza ostacoli e senza confini: 40,3-4) dove la distanza tra
sione-amplificazione del messaggio uscito dalla bocca di Dio (40, Dio e popolo e tra uomo e uomo diventa vicinanza («tutti gli uo-
6- I I ): mini riuniti vedranno la gloria di Dio che si rivela» 40,5), proprio
per il dinamismo efficace della parola uscita dalla bocca `di Dio.
S :_------------- '- "+ O ------------ +Dl§
Sarebbe troppo bello se fosse vero; e certamente lo e da parte
una voce
E " 'r
-¬- ___ _=t__liç_c,a -- e' ”'

[autore-profeta]
di Dio. Ma come questo dinamismo della parola può attuarsi eflica-
cemente all,interno del popolo? Come può il popolo vedere l'ini-
io «LL :___ rispondo : :lt-___, ,_ [una voce] zio del cammino quando ci sono in lui segni evidenti di non-vita
(«fiore appassito») e di morte («erba secca») che sembrano 0r1g1-
"' '_ '_ a nati proprio dallo stesso Dio (il vento forte o «spirito di Yahweh›>
[una voce]*' [riprende] __ __ ___* [autore-profeta 'I
«ma la parola...» "' " che soffia 40,7) che ora la parola annuncia vicino? . i ` .
+- flflflflfl . Il dinamismo della parola rompe proprio questa staticita di
[autore-profeta] [dice] __ __...messaggcrn bion-
..i-I- .----I'I
.__
Gerusalemme
non-vita e di morte che rende il popolo instabile, inconsistente, sfi-
.._- _-u-

.._-I-
...- ..l-
'- __'
1- .u-
.__-"-

duciato. .
La parola, infatti, è, era e sarà Vita perché come colui che la
+- ..-

messaggcra Sion alza la voce


senza paura dice città di (linda: pronuncia «permane per sempre» (40,8b) 45.. o
La «parola», pronunciata, ripetuta, amplificata sino alla «mes-
«qui sta il vostro Dio» saggera-Sion-Gerusalemme›› per le «città di Giuda», opera gia
mentre è proferita la trasformazione dalla staticita di morte alla
2.2.3.Tutto il testo quindi non è che ripercussione-amplifica- dinamicità della vita, dalla distanza alla vicinanza, rendendo possi-
zione della «voce» che porta la «parola» dalla «bocca di Dio», at- bile il «cammino» dalla schiavitù alla libertà, dalla terra straniera
traverso il profeta, fino al «popolo» e al «cuore di Gerusalemme» alla terra propria, da non-popolo a popolo di Dio. Perché Dio, non
da dove si ripercuoterà ancora per le «città di Giuda»... fino a noi. solo ha parlato, ma è già qui e avanza dall”inizio alla_fine del carn-
Ma qual è liarticolazione profonda di questa «parola››? mino, vincitore col suo popolo contro gli avversari (_<<potenza››_,
La «parola» che esce dalla «bocca di Dio» imprime un movi- «dominio››, salario», «ricompensa» 40,10), «pastore» in una vici-
mento a tutto il brano che si trova perciò strutturato dall'opposi- nanza-intimità nuova col suo popolo («pasce», «raduna», «abbrac-
zione di fondo dinamismo/staticità. Cia», «guida» 40,11).
La dinamica della parola che deve ripercuotersi fino al cuore di
Gerusalemme trova una situazione statica espressa da varie distan- 45. «Sussiste», «è continuamente in opera» traduce e spiega Merendino, 7o.
300

>
Possiamo rtassumeree in una figura intuitiva la strutturazione
semantica profonda:

la «Parola» da Dio (yo'mar "lobêkcnù

dinamismo

___-

inizio/line
*__-...___
'a

«voce» (messaggio-missione)
+
Roman xxvm (1930)

«cammino» (derek - mcsz'lla/J)


staticità
won _bafla' - ._r"z:a'a/)
U I O

ostacoli-limiti
F. Ettore, Is. 40,1-11: una lettura strutturale

2 . 3. Comunicazione poetica
Come esprime il testo ciò che dice? Non si tratta tanto di un
giudizio estetico sull'autore e le sue capacità poetiche, quanto di
cogliere il messaggio o l'apertura al messaggio del testo in se stes-
so, nelle sue proprie colorazioni espressive, affettive ed esteti-
che 46.
Può essere questo il punto discriminante l'analisi strutturale
del racconto dall,analisi strutturale dei testi poetici 47.
Rileggiamo in questa prospettiva il nostro testo.
2. 3.1 . 40,1-2: «C0nsolate, consolate...». Sorprende la ripetizio-
ne iniziale che dà il tono al brano e al libro del 2 15.48, ampliata
in eco dai due imperativi e motivata dai tre ki del versetto se-
guente (dabberzi... weqir'zi... ki... ki... ki...). C'è frattura nella so-
301

midbar - "'ravab stituzione metaforica del destinatario «mio popolo» prima, poi
nš'/špl gê'/bar - gìv'ab «cuore di Gerusalemme» ed «essa stessa» personificata, con l'in-
'aqov - rekasim sistenza sui sufiissi femminili alla terza persona.
lt'mišor - l"w'q'ab
kol-bašar yafødaw Espressivamente il testo suscita l'attenzione per l'origine del
ki'uôd ya/c/J gl/J - r'b messaggio di consolazione e il destinatario con una certa colora-
---› zione affettiva e personale. Tutto concorre a mettere in risalto il
«ha parlato la bocca del Signore» centro del messaggio: qualcosa è finito, qualcosa comincia! - an-
(ki pi yabweb dibber)
che ritmicamente è il verso più breve -- che è il motivo e fonda-
mento della consolazione.
2.3.2.40, 3-5: «Una voce grida...». Con la ripresa del motivo
«voce» (qôl 'omar (fra') qr' abbiamo ora l'esecuzione dell'ordine dato nei vv. 1-2.. La «vo-
obiezione (ma/J 'cor-a') ce», però, intenzionalmente imprecisata, suggerisce un ampliamen-
vita +- ____________________ -non-vita/morte to e sviluppo del messaggio quasi eco del primo.
,ris 1s/ _basz'r ybš «Nel deserto preparate... appianate nella steppa». Veramente
qualcosa comincia. I due imperativi, in forma chiastica, riprendo-
«vento» (o spirito di Dio) nšb no i primi ampliandoli nell'ordine del fare 49. L'oggetto del fare
46.Cfr. MtRiffatterre, Essai: de stylistique structurale, Paris 1971 e la presentazione
ud"1°ar-'°Io/Jê/zzi yaqzim 1*"ôlam del metodo in R. Lack, 151-159, specialmente 208-211 e 211-217 su
tisaãzplicazione
47.Cfr. R. Lack, 255 nota 1; anche D. Mingucz, (cit. sopra nota 3o) 15 e 156 con no-
«cammino» ta Il.

48.Cfr. IS. 49,13 con cui fa inclusione secondo R. Lack, 109 e le osservazioni sull'uso
fine inizio proprio di nbm al Pi. e sullo stilema delle ripetizioni nel Deuteroisaia in C.Wester-
mann, 48-49.
binfzêb "'donay ya/awe/J
49. Con lo sviluppo successivo di 2 yiqtol yinnašt"-yišpalri, 3 w°qatalti w'bayab-w'nigíab-
(40,11) pastore yavó' vincitore (40,10) w'ra'zi e I qatal dibber.

la «Parola» fino al cuore di Gerusalemme


mcvašs'erct per le città di Giuda
302 RivBIbIII XXVIII (1980) F. Ettore, Ir. 40,141: una lettura slrullurale
303
«via - sentiero» apre un «cammino» di e per
Yahweh - nostro più marcata nel testo. Ripresa delle stesse parole nella prima par-
Dio. Dlun tratto la voce si accomuna ai destinatari
annullando te del verso, novità imprevedibile nel suono e nel senso nella se-
ogni distanza. È proprio ciò che suggerisce il v.
4 nel cambiamen- conda parte: «ma la parola del nostro Dio permane per sempre» 53.
to cosmologico con le opposizioni ed i chiasmi sonori.
Sorprendo- Stilisticamente siamo al centro e al vertice del messaggio. Il ci-
no qui i tratti di una immaginazione metonimica
propria del 2 clo vegetale non è negato, ma verticalizzato in uno sforzo imma-
Is. 5°. Il nuovo che comincia col cambiamento di situazione
tato, le conno- ginativo unico: in ogni istante tutto può ricominciare, la vita
può
distanze annullate col superamento di ostacoli naturali germogliare dalla morte perché tutto dipende sempre dalla Paro-
umani, tutto ciò è possibile perché il dire di Dio ed
è fare e il fare di la che «uscita dalla bocca di Dio» (cfr. 40,5 con 4 5,2 3 e 55,11)
Dio è creare. Mentre si ascolta il messaggio, comincia
già il nuo- non torna a lui senza effetto (= compiere missione çlb+šlb e at-
vo uscito dalla bocca del Signore (ki pì ya/Jweb dibber).
tuare il progetto 'sb+_bp,v 55,1 1)”.
2.3.3. 40,6-8: «Dice una voce: Grida!». Tre parole
riprese dal 2. 3.4. 40,9-11: «Sali su una montagna elevata...». Riprende la
contesto precedente. Anche qui la voce è indeterminata,
ma pro- serie di imperativi come nei vv. 1-2.3.6, questa volta al femmini-
babilmente è la stessa voce del v. 3 5'. Anche qui un imperativo le: il primo destinatario «cuore di Gerusalemme» (v. 2) è ancora
qera' come al v. 2. Si tratta quindi di un nuovo
ampliamento del destinatario per essere messaggero. La «voce» - ultima ricorren-
messaggio di consolazione.
za di qôl e 'amar - eco del messaggio uscito dalla bocca di Dio,
Ma, con la ripresa delle stesse parole, un Io - forse
il profeta- ascoltata dal profeta, «la cui obiezione non ha resistito», diventa
autore - obietta: mala “gra”.
ora la voce di Gerusalemme. «Il messaggio di consolazione ha co-
«Ogni carne è erba e la sua bellezza come fiore campestre». sì raggiunto il suo scopo» 55.
prendendo la parola bas'ar, con un notevole processo Ri-
sonoro di si- I cinque imperativi con assonanze e ripetizioni e la particolare
bilanti, l”obiezione mette in risalto proprio l'opposto
del movimen- coloritura femminile dei suflìssi mettono in risalto, con un forte
to del messaggio precedente: lì «qualcosa comincia,
una via è crescendo, la ripetizione enfatica di mevaššeret 56 e il messaggio che
aperta, le distanze annullate, tutti gli uomini riuniti»;
qui invece dalla messaggera Sion, finalmente, raggiunge le città di Giuda:
«uomini isolati, distanze aumentate, via chiusa, tutto
finiscei». «Qui sta il vostro Dio». Solo due parole per dire tutto su un piano
Che cosa può cominciare dalla inconsistenza umana,
se non un visivo: la prima (binnêb) fa vedere l'origine, il percorso e la fine
movimento di distruzione e di morte (navel-yaveš = appassire-sec- del cammino dalla distanza alla vicinanza; la seconda
care)? Notevole e sorprendente lo sviluppo metaforico sia ('elobêkem)
a livel- -- ultima ripresa e inclusione col v. I - connota,
lo sonoro che a livello di immagini. Nel contesto ampio con una certa co-
dell'A.T. loritura affettiva nel contesto ampio dell'A.T., la formula dell'im-
lo ritroviamo nei Sal. 39,6-7; 49,8-10; 62,10; 90,9-10;
Giob. 7, pegno di Dio col popolo e, nel microcontesto, la formula della spe-
6s.16; 14,1-2 52, ma nell”espressione propria del nostro testo ranza: «la parola del nostro Dio permane per sempre» (v. 8b).
scita connotazioni affettive profonde che a livello di senso
su-
indica- «Guardate, il Signore Dio avanza... Come un pastore...». L'ul-
no come impossibile la vicinanza annunciata fin dai primi timo messaggio di messaggio, dal profeta a Sion e da Sion alle cit-
verset-
ti: tutto finisce e, anche se qualcosa potesse cominciare è destina-
to sempre alla fine! 52. Cfr. C. Westerrnann, 57 s.
«Sì, secca l'erba, appassisce il fiore, ma...». C'è qui la frattura 53.Nota anche sintatticamente lo sviluppo dei vv 7-8:
qatal-x+qatal-x/leì (temporale-causale) x-qatal
qatal-x + qatal-x/ waw. .. x-yiqtol.
5o. Cfr. R. Lack, 80-81.
54. Cfr. R. Lack, 84. 95. 116; C. Westermann, 59.
5I.Nota la forma «nostro Dio» nella ripresa-superamento
dell'obiezione al v. 8b come 55.R.Lack, 85.
in v. 3b e l'analisi attanziale fatta sopra.
56. Qualifica di Sion-Gerusalemme 2 centro-città, simbolicamente: cuore-persona.
304 RivBiblIt XXVIII (1980)

tà di Giuda, è ampliato anch 'esso con solennità serena, anche


nelle
sonorità e nel ritmo, dall”immagine dell'avanzata-cammino di Yah-
Weh, col suo popolo, vincitore e pastore.

3. Conclusioni e prospettive
La bocca di Dio ha pronunziato una Parola; una voce l”ha am-
plificata; un profeta ha obiettato, ma l'ha riferita, quasi eco; Sion,
senza paura, ne diventa messaggera per le città di Giuda; il popo-
lo «cuore di Gerusalemme» può aprire il cuore alla speranza e la
bocca alla professione e alla lode.
«È il movimento più evidente del prologo» 57, espresso con im-
magini del simbolismo vegetale anche nell'epilogo (Is. 5 5,10-11).
È il senso che emerge dalla struttura profonda del nostro brano,
ma anche il messaggio di tutta l'opera (Is. 4o-5 5)58.
Nella sua propria espressività il testo ci ha coinvolto con tutta
la nostra affettività. È vera poesia che crea sempre qualcosa di nuo-
vo in ogni lettore-ascoltatore.
Il testo ci ha aperto il suo messaggio, trovi un terreno fecondo
nella nostra vita e nella nostra ricerca. Che anche noi possiamo,
come il 2 Is., sparire dietro al messaggio perché l”Uorno riacquisti
la speranza che dal seme di frumento che muore germoglia la Vi-
ta (cfr. Giov. 12,24).
57.R.Lacl<, 83.
58. Ibid., SI.

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