Confronto tra “L’Orlando Furioso” di Ariosto, ”La Gerusalemme
Liberata” di Tasso e “Il Cavaliere Inesistente” di Calvino.
L'orlando furioso di ariosto, la gerusalemme liberata di Tasso e il cavaliere
inesistente di Calvino, nonostante siano stati scritti e ambientati in epoche diverse, sono accomunati dalla tipologia del poema epico cavalleresco. Nei primi due poemi e nel romanzo questo tema è filtrato attraverso gli occhi dell'autore ed è influenzato dal periodo storico; perciò, nonostante appartengano alla stessa tipologia e abbiano molti elementi in comune nella forma e nell'intreccio, presentano differenze soprattutto nel significato simbolico della storia. Tutte e tre le strutture narrative presentano un intreccio di vari filoni narrativi (più o meno numerosi e complicati) che seguono le vicende del protagonista e le storie dei personaggi che gli orbitano attorno. Nei poemi, i filoni principali si possono identificare nella forza centripeta che tende a tenere legati al centro gli eventi, opposta ai filoni narrativi secondari, identificabili in forze centrifughe che tendono ad allontanarsi dal tema centrale. Nell’Orlando Furioso, Ariosto segue le peripezie di Orlando, un paladino di Carlo Magno, che per amore impazzisce, ma nonostante sia il protagonista è messo sullo stesso piano degli altri numerosi personaggi di cui si seguono le azioni, come Angelica, Bradamante o Ruggiero. Nella Gerusalemme Liberata invece i personaggi sono meno numerosi e più caratterizzati, ma anche qui nonostante Goffredo sia il protagonista su carta, effettivamente lo è Rinaldo, il cui filone affianca e si intreccia con quelli di altri personaggi, come Armida, Erminia o Tancredi. Anche il Cavaliere Inesistente segue questa impostazione, con Agilulfo come protagonista teorico ma poco approfondito rispetto agli altri personaggi. Si potrebbe dire quindi che i protagonisti fungono sostanzialmente da collante per le storie raccontate. In tutti e tre gli autori abbiamo, inoltre, degli aspetti ricorrenti come il soprannaturale, in Tasso cristianizzato, la magia, la guerra, l’amore e la religione. In tutti e tre gli autori, è presente il tema della “quete”: ognuno è impegnato nella ricerca costante di qualcosa, che sia una donna in Ariosto (Angelica), il conseguimento della vittoria e la conquista di Gerusalemme in Tasso o la verginità di una donna in modo da provare che si incarnano tutti i valori della cavalleria (Agilulfo che ricerca Sofronia). Mettendo a confronto i tre poemi, quelli con più elementi in comune sono l’Orlando Furioso e Il Cavaliere Inesistente; per esempio entrambi sono intrisi dell’ironia dei loro autori rispetto a tematiche come la religione o la materia cortese, mentre l’elemento fantastico, a differenza di Tasso, non ha finalità religiose. Mentre Ariosto non caratterizza i suoi personaggi, usando dei “tipi” letterari e portandone alla luce soprattutto volubilità e instabilità (la pazzia di Orlando), e Tasso li approfondisce psicologicamente, dando loro anche un background e rendendo la loro parte più umana, caratterizzata anche dal contrasto tra fede e desiderio della carnalità; Calvino non si ferma troppo sulla loro psicologia, usandoli soprattutto con valore simbolico per identificare un determinato gruppo sociale, rendendoli con iperboli e criticandone soprattutto i difetti, come con i crociati e i paladini di Carlo Magno. In tutti i testi troviamo più o meno fusi tra loro sia la materia carolingia sia quella bretone, intrecciando tra loro episodi di argomento amoroso, in contrasto con la morale religiosa soprattutto in Tasso, ad episodi dal carattere bellicoso, che compone il filo conduttore di ognuno dei tre romanzi epico-cavallereschi. Il tema amoroso è vissuto soprattutto dal punto di vista delle donne, che vivono in modo più coinvolgente e sentimentale questa emozione, spesso soffrendone; alcuni esempi sono i personaggi di Bradamante con Ruggiero, Erminia con Tancredi (a sua volta innamorato di Clorinda, per il cui amore viene meno ai suoi doveri di cavaliere) e Priscilla con Agilulfo.