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LE FUNI: PROPRIETÀ IMPREVISTE

Il termine tensegrità (fusione delle parole


UN NUOVO inglesi “tension” e “integrity”), è stato
coniato dall'ingegnere statunitense Richard
PROBLEMA DI (1960) per indicare una struttura meccanica
EQUILIBRIO formata da elementi rigidi ed elementi
continui, ma in grado di autosostenersi
secondo principi di «tensione» e «integrità».

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Le strutture di tensegrità sono
costruite con barre e corde
attaccate alle estremità delle
barre. Le barre possono resistere
alla forza di compressione e le
corde no. La maggior parte delle
configurazioni bar-stringa che si
potrebbero concepire non sono in
equilibrio e, se effettivamente
costruite, collasseranno in una
forma diversa. Solo le
configurazioni barra-stringa in un
equilibrio stabile saranno chiamate
strutture di tensegrità.

St
ru
tt
ur
La disposizione è tale che gli ao
ss
elementi compressi non si 8596Ch17Frame Page 319 Friday, November 9, 2001 6:33 PM ea
toccano mentre quelli in tensione
delineano il sistema nello
spazio: il sistema che si crea è amorphous
chain

una struttura fluttuante nello


spazio che sembra un’illusione.
β-pleated sheet

Eppure è molto resistente:


a

entanglement
el
at
gn

hydrogen bond
ra
a
un
di

y
z
o
f il

x
6nm
il

FIGURE 17.2 Structure of the Spider Fiber. (From Termonia, Y., Macromolecules, 27, 7378–7381, 1994.
Reprinted with permission from the American Chemical Society.)

4 The remainder of the introduction describes the main results of this chapter. We start with formal
definitions and then turn to results.

17.1.2 Definitions and Examples


This is an introduction to the mechanics of a class of prestressed structural systems that are
composed only of axially loaded members. We need a couple of definitions to describe tensegrity
scientifically.
Definition 17.1 We say that the geometry of a material system is in a stable equilibrium if all
particles in the material system return to this geometry, as time goes to infinity, starting from any
initial position arbitrarily close to this geometry.
Esaminiamo le condizioni di equilibrio in un
modello 2D

Gli elementi blu (chiamiamolo A) e gli


elementi verdi (sistema rigido B) sono
elementi rigidi (barre). Gli elementi in
rosso sono elementi continui (stringhe).
Siano le masse dei due sistemi A e B
uguali (MA=MB) e la lunghezza a=2b.

Scriviamo le condizioni di equilibrio.

-P+T1-T2=0
T1=2T2
T1a-T2b=0

T1 è una forza di trazione vera e propria che sostiene la struttura A, mentre


T2 è il vincolo che impedisce alla stessa di ruotare in senso antiorario

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Sostituendo nella prima equazione

-P+T1-T2=0
T1=2T2
T1a-T2b=0

-P+2T2-T2=0
T2=P=MAg
T1=2MAg

Needle Tower scultura di Kenneth


Snelson

Kurilpa Bridge, nel Queensland


in Australia

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I PONTI DI CORDA: LA CATENARIA
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Il problema della catena


Osservate queste foto

Cosa hanno in comune?


Nessuno di questi oggetti sospeso tra due estremità può rimanere teso.
Se provate a sospendere una catena per gli estremi (non in direzione verticale)
questa non sarà mai dritta, ma formerà sempre una curva, sotto l'azione della
forza di gravità.

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Di che curva si tratta? Forse una parabola?
Facciamo un esperimento anche noi: ma cerchiamo di essere accurati.
Disegniamo una parabola (magari con un programma come “grapher”), La
!
parabola in figura ha equazione y = "# x #

Sospendiamo una catena in due


punti simmetrici della parabola,
regoliamo la lunghezza in modo
che il punto più basso della
catena coincida con il vertice
della parabola ed osserviamo.

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Siamo in grado di risolvere il problema di determinare le condizioni di


equilibrio di una fune pesante e omogenea soggetta all’azione della
forza di gravità?

Finora abbiamo considerato le funi come oggetti ideali, inestensibili e


con massa nulla.

Dobbiamo perciò dobbiamo rimuovere l’ipotesi di “massa trascurabile”


e considerare la fune come un oggetto cilindrico la cui lunghezza è
molto grande rispetto al suo raggio ed ha le seguenti proprietà
meccaniche:

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Proprietà meccaniche della fune:

§ ha una massa, quindi è soggetta a una forza di gravità ed ha anche un peso,


§ è estremamente flessibile, cioè si piega a piacere senza opporre alcuna
resistenza;
§ è inestensibile, cioè non si allunga né si accorcia al variare della tensione;
§ si oppone soltanto alle trazioni ovvero, con una fune non potete spingere, ma
soltanto tirare.

Una catena ha le stesse caratteristiche della fune con la differenza che


invece di essere un oggetto continuo è formata da tanti elementi uguali uniti
uno di seguito all'altro. Tali elementi di solito sono anelli o sfere.

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Per poter studiare il


problema della fune (o
della catena) scegliamo un
sistema di riferimento
ortogonale con asse delle
ordinate la retta passante
per il punto più basso della
catena, O e perpendicolare
alla tangente in O alla
curva che assumiamo come
ascisse (x).

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Supponendo che la fune
(sospeso ai suoi estremi A e
B) sia flessibile, questa giace
B nel piano verticale passante
per A e B. Sull’elemento di
A filo PP′ = ds agiscono le
tensioni ai suoi estremi e il
T’ peso Fpds, essendo Fp il peso
per unità di lunghezza.
Determiniamo la condizione
T Fpds di equilibrio:

T’y-Ty-Fpds = 0
T’x-Tx = 0

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Introduciamo un sistema di ascisse curvilinee (misuriamo cioè s come la


distanza sulla curva a partire da O. Un un punto della curva, P=(x,y), sarà così
individuato dalla lunghezza dell’arco s: P(x,y) = P(s). Le coordinate di P
risulteranno delle funzioni di s [x=x(s) e y=y(s)]. In particolare x(0)=0.
Analiticamente, le derivate di x=x(s) e y=y(s) rispetto ad s danno le
componenti del vettore tangente alla curva in P. Il versore tangente alla
curva nel punto P ha componenti cartesiane:
𝑑𝑥 𝑑𝑦
𝑑𝑠̂ = ,
𝑑𝑠 𝑑𝑠

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La tensione della catena nel punto P sarà il
vettore T tangente alla catena (le catene
possono esercitare solo trazioni. Anche il
vettore T sarà funzione di s:
T = T (s)
Detto T(s) il modulo della tensione nel punto P,
allora il vettore T(s) nel sistema di riferimento
scelto avrà componenti:
𝑑𝑥 𝑑𝑦
𝐓 s = 𝑇 𝑠 , 𝑇(𝑠)
𝑑𝑠 𝑑𝑠

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B Ritorniamo alla condizione di equilibrio:


Sull'elemento ds della catena agiscono
A tre forze: la tensione T(s) nel punto P,
T’ che tira verso O, la tensione T(s+ds)
nel punto P' che tira nel verso opposto
T Fpds e la forza peso Fpds dell'elemento ds
che tira verso il basso.

La condizione di equilibrio richiede che la risultante di queste 3


forze sia nulla:

𝐓 s + 𝐓 s + ds + 𝐅pds = 0

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Fp è un vettore la cui componente nella direzione orizzontale è nulla e
quella verticale è il peso specifico p lineare (o la densità lineare)
dell'elemento ds. Abbiamo supposto la catena omogenea quindi la
densità p è costante.
pds rappresenta la massa dell’elemento ds della catena.

Proiettando lungo gli assi cartesiani si ottiene:


𝑑𝑥 𝑑𝑦
𝐓 s = −𝑇 𝑠 , −𝑇(𝑠)
𝑑𝑠 𝑑𝑠
𝑑𝑥 𝑑𝑦
𝐓 s + ds = 𝑇 𝑠 + 𝑑𝑠 , 𝑇(𝑠 + 𝑑𝑠)
𝑑𝑠 𝑑𝑠
𝐅pds = (0, pgds)

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Pertanto:
𝑑𝑥
𝑙𝑢𝑛𝑔𝑜 𝑙 ! 𝑎𝑠𝑠𝑒 𝑥: 𝑇 𝑠 + 𝑑𝑠 − 𝑇 𝑠 =0
𝑑𝑠
𝑑𝑥
𝑙𝑢𝑛𝑔𝑜 𝑙 ! 𝑎𝑠𝑠𝑒 𝑦: 𝑇 𝑠 + 𝑑𝑠 − 𝑇 𝑠 = pgds
𝑑𝑠

1 𝑑𝑥 1 𝑑𝑥
𝑇 𝑠 + 𝑑𝑠 − 𝑇 𝑠 =0 𝑇 𝑠 =0
𝑑𝑠 𝑑𝑠 → 𝑑𝑠 𝑑𝑠
1 𝑑𝑥 1 𝑑𝑦
𝑇 𝑠 + 𝑑𝑠 − 𝑇 𝑠 = pg 𝑇 𝑠 = 𝑝𝑔
𝑑𝑠 𝑑𝑠 𝑑𝑠 𝑑𝑠

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Integrando si ottiene:
𝑑𝑥
𝑇 𝑠 = 𝑐𝑜𝑠𝑡
𝑑𝑠
𝑑𝑦 (
𝑇 𝑠 = . 𝑝𝑔𝑑𝑠 = 𝑝𝑔𝑆'(
𝑑𝑠 '
La prima equazione ci dice che la tensione orizzontale è costante per tutta la
lunghezza della catena, mentre la seconda equazione, supponendo che p sia
costante (e in questo caso l'integrale è semplicemente pgs) ci dice che la
tensione verticale cresce, a partire dal punto più basso O, proporzionalmente
alla lunghezza S dell'arco da O a P.
Nell’ipotesi p costante, consideriamo il rapporto tra le due eq. precedenti:
𝑑𝑥
𝑇 𝑠 = 𝐶 (𝐶 = 𝑐𝑜𝑠𝑡)
𝑑𝑠
(
𝑑𝑦
𝑇 𝑠 = . 𝑝𝑔𝑑𝑠 = 𝑝𝑔𝑆
𝑑𝑠 '

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𝑑𝑥
𝑇 𝑠
𝑑𝑠 = 𝐶 → 𝑑𝑥 = 𝐶 → 𝑆𝑑𝑥 = 𝐶′𝑑𝑦
𝑑𝑦 𝑝𝑔𝑆 𝑑𝑦 𝑝𝑔𝑆
𝑇 𝑠
𝑑𝑠
T(s) si semplifica e, nominando C’=C/pg la costante relativa alla equazione
precedente, unita alla relazione ds2= dx2 +dy2, otteniamo:
𝑆𝑑𝑥 = 𝐶′𝑑𝑦
ds2 = dx2 + dy #
Queste due equazioni legano tra loro i differenziali delle quantità x, y, s e il
problema si riduce a quello di calcolare le funzioni che verificano queste
relazioni.
ricavando dy dalla prima e sostituendolo nella seconda si ottiene:
# $
𝐶𝑑𝑠
𝐶𝑑𝑠 = 𝐶 ! + 𝑠 ! 𝑑𝑥 → / = / 𝑑𝑥
" 𝐶! + 𝑠! "
# #
𝑑𝑠 𝑐𝑑𝑡 𝑠
→ 𝑥 𝑠 =/ =/ 𝑎𝑣𝑒𝑛𝑑𝑜 𝑝𝑜𝑠𝑡𝑜 𝑡 =
" 𝑠! " 1+ 𝑡! 𝐶
1+
𝐶!

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#
𝑑𝑡 𝑠 𝑠!
𝑥 𝑠 = 𝐶′ / = 𝑐 log 𝑡 + 1 + 𝑡 ! |#" = 𝑐 log + 1+ ! →
" 1 + 𝑡! 𝐶′ 𝐶′

1 𝑠 𝑠! % 𝑠 𝑠! % 𝑠 𝑠!
𝑥 𝑠 = log + 1+ ! → 𝑒& = + 1 + ! → 𝑒& − = 1+ →
𝐶 𝐶 𝐶 𝐶 𝐶 𝐶 𝐶!

!% 2𝑠 % 𝑠 ! 𝑠! !% 2𝑠 %
𝑒& − 𝑒& + ! = 1 + ! → 𝑒 & − 𝑒& = 1
𝐶 𝐶 𝐶 𝐶

!"
Moltiplicando entrambi i membri per 𝑒 # si ottiene:
% '%
% 2𝑠 '% 𝑒& − 𝑒 &
𝑒& − =𝑒& → 𝑠=𝐶
𝐶 2

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> " ?> #"


Poiché
@
= 𝑠𝑖𝑛ℎ𝑡 allora:
𝑥
𝑠 = 𝐶𝑠𝑖𝑛ℎ
𝐶
L'espressione di y in funzione di x si determina dalla relazione
c dy = s dx :

(
(
𝑥 𝑥 𝑥
𝐶𝑑𝑦 = 𝐶𝑠𝑖𝑛ℎ 𝑑𝑥 → . 𝑑𝑦 = . 𝑠𝑖𝑛ℎ 𝑑𝑥 → 𝑦 𝑥 − 𝑦 0 = 𝐶𝑐𝑜𝑠ℎ
𝐶 ' 𝐶 𝐶
'

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In definitiva, poiché y(0)=0:
𝑥
𝑦 𝑥 = 𝐶𝑐𝑜𝑠ℎ
𝐶
E la lunghezza di un arco di catena dal punto O a un punto P di ascissa x si
ottiene da:
𝑥
𝑠(𝑥) = 𝐶𝑠𝑖𝑛ℎ
𝐶
𝒙
La curva 𝒚 𝒙 = 𝑪𝒄𝒐𝒔𝒉 prende il nome di CATENARIA
𝑪

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Grafichiamo le «catenarie»
All’aumentare di C le curve
C=10 si allargano. Il termine
additivo «–c» serve a
C=20
riportare il minimo della
curva sull’asse x
C=40

C=60

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27

Confrontiamo il comportamento di una catena sospesa a due punti


con una parabola ed una catenaria

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Molti ponti sono costruiti in questa maniera e non solo quelli primitivi fatti di
liane e tronchi

La situazione in cui il carico della struttura è proporzionale alla distanza in


orizzontale dal punto O è molto facile da realizzare: nel caso descritto dalla
figura la curva OP sostiene con dei tiranti verticali, una struttura
orizzontale AB molto più pesante. Supponendo che i fili con cui sono fatti i
tiranti e il filo OP siano molto più leggeri del tratto orizzontale AB, la
tensione verticale cresce in proporzionalmente alla distanza AB.

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Le strutture realizzate secondo tale curva subiscono soltanto sforzi a trazione, come
le funi di sostegno nei ponti sospesi, oppure, in alternativa, a compressione, quando la
struttura realizzata ha la forma di una catenaria rovesciata, come nelle strutture di
cupole.

Esempi: la cupola della cattedrale di St. Paul a Londra (a sinistra), progettata da


Robert Hooke (colui che studiò le leggi dell’elasticità), la Sagrada Familia a Barcellona
(al centro), progettata da Gaudì, infine il Gateway Arch (a destra) dell’architetto
finlandese Saarinen, posto nel parco del Jefferson National Expansion Memorial.

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