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CENTRO INTERNATIONALE MATEMATICO ESTIVO
(C.I.M.E)
F. H. Van den Dungen: Les ondes dans les uides incompressibles............... 169
A. S I G NOR I N I
SOLIDI INCOMPRIMIBILI
1
- 1 -
3
.... "'"
stinZione viene ora avvalorata dal te.orema~_n..J.-..dcl. cap~ VI:
per aol.1.di.-.~i l' ipotesi caratteristica della Ela-
sticita.di secondo gradoiDmor..ealpot.enziale isotormo una fo!.
rna c.he ... ove 8i annulli uno dei tre parametri in essa disponi-
bili - Coincide con la f'Orrna prolJosta e discussa da II. l1oone.x
fin dal 1940, Anzi l'annullarsi di tale parametro risulta pure
necessario se incondizionatamente si accettano i risultati di
esperienze assai recenti.
4
A. Signorini.
Capitolo I.'
SPOSTAMENTI TRIDIMENSIONALI
REGOLARI
GENEliALITA!
Siano e.e C due cdnfigurazioni. di un sistema continuo
tridimcnsionale S, scelte a piacere nell'insieme di tutw quel
le cha per esso vogliono i.ntendersi possi bili; in modo che 10
spostamcnto da C _ [configurazione di partenzaJ in C [confi-
gurazione di arrivo] posea identifiearsi eon un qualunque sPQ.
stamento globalc di S. La C.. verI's. anche ch:iamata eonfigurazio-
ne di riferimento.
Indiehero sempre con p. p .. una qualunque coppia di punti
corrispondenti in G e Ct ' con ~. i1 vettore P~P, cioe 10 spo-
stamento del punta p. nello spostamento globale di S da C. in
C,
~f =C~~C.
Fisso a piacere una terna cartesiana trirettangola
G~:: 0., ~'l.. ~3
e rispetto a 1: convengo, una volta per tutte, di indicare con
~1,jv ~~ 1e coordinate del gcnerieo p., con x1 ' x2 , x 3 ,le co-
ordinate di P, con
~I{, = xI' - I' ( r = 1, 2, 3)
le componenti di 1, eee. : anche adoprando. senz'altro avviso
i coefficienti di un'omografia vettoriale, li intendero riferi-
ti alla (t .
Potro pensare biunivoca e incondizionatamente regolare
1a corrispondenza fra P~ e Pi in particolare sempre positiv~
i1 determinante funzionale ,
(1) 1) J(~t)X~IXj)
~(;~-~l;-~~~-----
.I
5
- 4 -
A. Signorini.
= j)
,ju 3) jt. \Cy~ J
Fin d10ra lonvengo pure di chiamare omogeneo ogni sposta-
mento pel quale : e x siano funzioni lineari delle y: potra ma-
gari trattarsi d: uno spostamento rigido.
(2) dP
6
- 5 -
A. Signorini
che implica
C-c
o -- 101--1
3
Ef pure evidonte che la ~ riaulta indipendente da p.
solo quando jf e omogenoo.
(5)
7
- 6 -
A. Signorini
rizzata aall'uguaglianza
2-
<Xs == <Ii ,
aioe la di1atazione p1ll!I'a ahe si ricava de. (Jf quando, senza toc-
care Ie sue direzioni unite, si sostituisce ciascuno dei suoi
coefficienti principali. .col valore assoluto della rispettiv8 ra-
dice quadrata.
Si pub dimo s trare che 0.. in conseguenza dell'essere
11 d.
7 0 coincide col prodotto di per
.. ('I)
un conveniente rotore (j.. if ,
(6 )
(7)
}
0 C...
-------
:1) Et superfluo ricordare che un'omografia vettoriale prende il
nome speciale di "rotore" se la corrispondente affini til: dege-
nera in uno spostamento rigido con un punta fisso.
8
- 7 -
A. Signorini
Anzi questa condi zione e pure. suffi oiente perche C,,--+ C conser-
vi l.e lunghezze, aioe [nel.l1inSieme deg1.i spostamenti regOlar~
e proprio earatteristiea degli spostamenti rigidi.
Stante l'unicita della decomposizione in prodotto (6), per
ogni spostamento omogcneo tanto eX S ' quanto Ci. q non posso-
no dipendere da Pi' ma si PUQ anehe dimostrare che la sola condi-
zione
Gn ~:r::o~: ,:'g::::-!"!e::;:~:";<a!~ic:~::p:~~~,e
ds = 0 ~.~) d~ ]
+
9
A. Signorini
(~ +$.)"
ehe implies
(10 )
S~ d6' ~ 0
(f
non dLfferisee da
1Rti.(,!!-ll)dct
i!I.
ll = 0)
_
or. I
[
che a sua volta sempre col concorso del lemma di GreenJ
i. '"? Rct(~;) = 0 )
ne ]
(11 )
1 I. 'oy~
equive.1ente a11e tre identita. scalari
~
~. de1~; ::: 0
1 t. IJj,,-
~. SPOSfAliE1:lTI EQUIVAI,El(T!.
Aocanto a C~ e C, conaia ere una. terza. ccinfigurazione C'
.i S, a prior;i. soggetta alla sola condizione obe 10 spostamento
\ I
- C I sia rego1are e aoeenno con d. 0 ,().. ~ oio ohe
ivengono 0. ~ ) d.. '? quando C' prende i1 posto di C.
10
- 9 -
A. Signorini
(12) .. .
Rimana 0061 stabilito che la con06ce~za in tutto C,
del1a Ol ~ individua C. --+ C [epostamento regOlare) ~-
no di uno epostamento rigido.
61 pub anzi aggiungere che la o(s purche la si conosca
in tutto e.. indi vidua 0\ t (1... meno di un rotore costan-
te: per due spostamcnti equivalenti., in ogni punto di. C~ t le
deformazioni puro coinoidono e le rotazioni locali 6i rioavano
l'una dal1'altra mediante il semplice prodQtto per un rotore co-
stante.
(13)
11
- 10 -
A. Signorini
ad d & ) olli
-
al n. 3: fin d lora s1 pub dire che ~a defotma-
zione dell'elcmento!tridimcnsionale \ di S ciroostante a p. e
~
( 14)
e anche 1 'identita ;
\dP\2 LIf" ~I.l dy-c. dr~
1
Essendo c"-~ -= ar J i b,(,~ indivlduano Ol S [e vi-
ceversaJ : onde si pub anche dire che la deformazione de~l'ele
mento di S circostante a P e comp1etamente carattcrizzata dai
~
valori in p)\ delle sei funzioni scalari b", ~
Non e questo 11 solo motivo per cui ne11a trattaz1on& sca-
~are dell'attuale argomento si da alla forma diffc~1ale
~
L ,Il.~
b dy
~? "
dv
I.,)
7. 0110GBA.PU Dr DEFORlVIAZ!Ol'IE.
Accanto alla d.. 6 e alla 1(;) , dovro sistematicamente adope-
rare l' omografia t. omogra:fJ_~ .di deformazione definita
dall'uguaglianza
(15)
12
- 11 -
A. Signorini
Risul.tanao
1
I +.2~ = ciS )
la (8) eaattamente equivale a
(17) t {..
I(
= f.1( 'V ~.i(.+3 ~ t t+l)'I. i't -:::: ~ ~~I.~)~)
~ i'2.J I(tl
il . T
t",
T
t.
(17) " t,
-t
;:t ~~ ~
T
~S' Ek
T --
l'
~?
E' ormai classica 1a dentro_inazione eli carattaristicha di
deformazione proprio per Ie sei funzioni scala]'i E~ (q=1 ,2, 6).
13
- 12 -
A. Signor1ni
(18)
oloe a
(18) f
:
solo quando e ternal principalo di deformazione por F. Inoltre
Il'uguaglianza 0( D -:: l 1- ~ . impliea In coincidenza di ogni
direzione ~incipnle di doformazione con un8 direziono unita
dell'omografia di deformazione, ecc.
(3) Una di1.atazione S" ammetto terne pri."'.ro; "'~J; "lO'l unite solo
quoildo si .annulI a Ie 20rn.rnn iF "'""" nr. "ffici enti principeli:
cio segue subito dal fatto che ogni terna principalo di ~
e uni ta por I{ b.b -=- ~:I. e vicovorsa.
14
- 113-
A. Signorini
(19 )
It - L-t E
\
it. ;;:; t~ tIL )
} t
J1 - 3+~!1
(22)
15
- 14 -
A. Signorini
Acccmnando con
I ~~ ~-----.---------
1
monti principg,a ,i.",e.o,o,ffieionti eli dilatazione lineare ~I)
6'LJ:J 3
inoronti alla Load una terno. principalo di d oformazione.
Dalla (18) ovviamonte risulta
(24)
9. POs~lt4H~~:i:!i'[:g;5_GO~,
In questo nO. prondoro in speciale esamo 10 spostamonto
C '- 0 : s:Qostamento inverso. Per esso :pub ripotcrsi tutto eib
* ho dette per 0 II -.). 0, se'mplicemonto sisti tuendo
cho finoro M,'C
16
- 15 -
A. Signorini
Ie caratteristiche di deformazione
ecce dello spostxJento inverso: cioe l'omografia di dcformazio-
ne, le carattcristiche di deformazione, ecce inerenti a Ow r1-
spotto a 0, invcce cha a C rispotto a C. ~ Con questa convenzio-
no, insicme a
(25)
risulta
(25)'
coc.
Specialmantc oocorre, per futuri sviluppi, rilcvare che
[POl gcn:,rico spostamonto finito -1 10. ~ e in corrispondenzo.
biunivoca Lnon con f. , ron invGc1-' con 10. trasformata (4) di
f.. mediante ctCj>
(26)
17
- 16 -
A. Signorini
qui
Di/ad oa. riaulta che i1 rotore d ~ stabilisce una corrisRonden-
za biunivoca tra 1e direzioni principali di deformazione dello.
apostam.en.12. C~-+ C e quelI.e delle epostamento inverso C .... 0".
Per uno apostam.cnto infini teaimo 1a f" si confondo con
e e quindi 1a (26) 5i riduc e a
1 -I
t~ ::
l
o
o 0
18
- 17 -
A. Signorini
II.
~t == e~ ~ e
manterro tutte le notazioni introdotte nol cap. preo. per ogni sin-
galo spostamento regolare e come d1abitudine indichero con ~
XI) l(~IXl}t,
Rappresentando con k 11 valoro it! P della donsi t80 a.ttuale
~ensita di S all'istante t1 e con ~~ il Valoro in p. della
19
- 18 -
A. Signorlni
2. LEMMI.
Pensiamo a un sistema di equazioni del tipo
(2) ~
0 - I~
-1
__
'"JF
)
..:2. :::: 0 .....
y"
elf I
.
4- - (~ ;: 0 '*" ... " . ~'" ,
mi del tipo
(4)
21
- 20 -
A. Signorini
X
rs
:=X
q
(r,D, 1,2, 3)
con q ~ r per s = r c q =9 - r - s
I1 sistema (6)' puo ridursi al t~.:)O (2) semplicemente
per s * r.
80-
22
- 21 -
A. Signorini
(8)
t* clz)(
r ~ 8~\J t
(9 ) :::fd!
cioe
se s'indica c~n ~! i1 ~oofieiento di di1atazione superficia-
10 relativo Lin QJI' per~t] a11a giaci tura del piano' tangento
aL .
Le (6) 0 (6)' sono oquazioni di tipo euleriano, non logra!!
giano: colgravo inconvenientc di far figurare quali variabili in
dipendcnti, aecanto alla t, non Ie y rna le x, che vanno invGce an-
noverato fra le incognito in quasi tutti i problcmi di deformazio
ni finite relativi n fcnomeni non permanonti.
Fin dnl S ocolo soorso Ki};cjlh-.9JJ, Boussinesq ed :::;. 0 F. Ces-
~ cffettuarono la riduzionc delle cquazioni gonera~i di Cauchy
al tipo lagrangiano, nolle vario forme che ora ritrovcro: rinun-
ziando G.nche qui agli originari pro co dimcnti. di d oduzione, sia reI'
mati vi di rapidi ta, sia per poter moglio coordinaro i risul tnti.
Nella (7) ponsiamo il vet tore arbi trario i oome funzione
di p~ invace di P [ChO e in corrispondonza biunivoca con p~J
Potrerno cosl sostituire la (7) can
23
- 22 -
A. Signorini
1\ KIi
(11 ) X =II Kl'
1\ K~
che in genera non sara una dilataziono.
Il eonfronto dolla (10) can la (2") porta subi to alla e011-
clusiono eha le~uazioni di Cauchy oquivalgono alle equazioni di
~* (f -~) = i~
\
~- Rd:'~ oy~
, , ,_. C;l ) t ,
24
..,23-
A. Signorini
= ct ( ~ ~ d-6) .
No risulta
L' omografia
(15 )
(15) I
sia a
(15) "
~ d~*Ko(.
1:>,0-
y Y (r,s: = 1,2,3),
rs .=i sr
y y (r,s, == 1,2,3)
rs q
25
- 24 -
A. Signorini
( 16)
(17) ")
~)
L -::: fd,(.
,..
2.. ~ Y f., )
Q "0
C. I I
II
so naturalmente ai aocennano canh. >aft)' . 'dtr; le variazioni
delle sei oarattoristiche di deformaziono inorenti allo aposta-
mento infinitesimo ~j
6, ULTERIOlU P.ROPRIETA. 'DELL'Orv.rOGRAFIA LAGRANGI.A!iA Dr i'ENS~ON:C .
e ponendo
(18)
26
- 25 -
A. Signorini
('19)
cho potranno benissimo non ricntrare tutti fra quolli finora in-
contrati. Non a1 puc ad oa. osc1udero cha per 10 meno oonvenga
fare osp1icitamento intorveniro, per i1 gonerico olemento di S,
una corta tomperatura, T.
27
-26 -
A. Signorini
dX 1 , dX2 , dXn
28
- 27 -
A. 31gnoX'ini
o
o 0
29
- 28 -
A. Signorini
III.
1. ..I.S:~}Jq~ :!L.f};'l!..?~t~.IQ!L..~.YERgB~_gL
Daro la denominazione abbreviativa di sistema a trasforma-
zioni reversibili a ogni sistema continuo S,
per i1 quale, in
aggiunta a (20), s1 poatuli l'esiatenza di una funzione caratte-
ristica s (X I P. ) ta.le che riesca
(1)
q
T
per ciascun elemento m del sistemae.per ogni sua trasformazio-
ne elementare; a'intende, pur di rappresentaxe con T > 0 il va-
lore della temperatura di m in una scala opportuna, la ~
assoluta. Anche nella s - entropia specifica - per o&ni m rima-
ne arbitra.riauna costante additiva.
I sistemi Sf cost definiti hanno un'importanza di primo
ordine,perche forniscono 10 schema piu spontaneo, se pure un
po' semplic.ista, di vastissime categorie di f enomeni sensibil-
mente reversi bili: questa affermazl.. one e implici ta nel secondo
principio della Termodinamica.
In certo modo i sistemi a trasformazioni reversibili fanno
riscontro, nell'ambito de! fenomeni termomeccanici, ai sistemi
privi di attrito della Meccanica analities.
Hel seguito viene sempre indicate. con .:; la fUnzione ea-
ratteristica
30
- 29 -
A. Signorini
T.
La :f corrisponde a1 potenziale termodinamico di ~ e
coei sempre la chiamero.
Da (II, 20), (1) e (IIs21) risulta
(3)
'OT
2. SISTEMI INCOMl'BIIVlIBILI A TRA3,!!'ORMAUONI REVFRSIBI1L
Accenniano can TlIC la tomperatura nella stat<?._dJ-_,EJ-J~r;i_lD._cnto
31
- 30 -
A. Signorini
oon
f( T~ ) T. ; ~) '" j.
Per ciascun clemento di Gf 0 per og".ili sua trasformazione
element are seguita a valero la (3),
,
~"d,J = - ~~ y~ J,L, - E ~lt ~JT:
il valoro di if , per ciascun elemento di G~ , continua a essere
ind~viduato [a meno, s'intende, di una funzione lineare arbitra-
ria lTd ella sola TJ dalle E~ e T, che pcro, stante la (5), per-
dono il caratterc di argomenti indipendonti.
Un tale leGame, por quan-i;o direttarnente riguarda i1 poten-
ziale termodinamico, du luogo soltanto a un'indeterminazione
nel modo di scegliornel~espressione effettiva. Invece a due for-
me diverse di uno stosso potenziale termodinamic~ ,enera1mente
corrisponderebbero anche valori diversi per le )'<2>t, ) )~T I
-r:
e solo 9ssa. La (4) vanno quindi SOGtituite con
(6 )
~~=
'll'de
~ 11 ::
~
~
- E ~
+ lit o~
I ro f
I,) _
,
of )
-tI._
"oT, it r '"Or
(12) So ne avra un riflesso solo nella (29) del cap. V.
32
- 31 -
A. Signorini
(7)
sempre intendendo q=r per s=r e q=:. -r-s per s:ft r. Insieme indi-
chiamo con ~ la dilatazione di coeff.icient.i.l(rs'
Stante l'uguaglianza
1e priiue sei
(8)
:1rd.(1-+1ey l_ I~~
, o~~
1. ~ Rd. ~.'.
I
~0
si conclude oho per i sistemi attualmente in esame 1e equazioni
dei
(9 )
(10 )
33
- 32 -
A. Signorini
ls (1I,21) si riduee a
( 11)
(12)
(13)
34
- 33 -
A. Signorini
( 14 ) 5J, e. t
. I H
(p l't) I)
11t~
t'(. :::
lly
0
c. ~
per ogni seelta del vattore solenoidale
Ponendo
) Y't
(0 (:t')
I"...
con q = r per s = r e
la (14) puo sostitllirsi con
"" -, el
.2. 'Of)!. ~ , (IC")
2:..1:> ~.- ~ 4>~ t
( 15) I 6~~ 4.
, l't") ,~ \1l') 'I(
(16 )
lr) ==
~ \'"l1:'~ 1tr.) -=-,/'\ )( 'i~td \1'
35
... 34 ~
A. Signorini
risulti
o-------
\,c')
X~,';.
( 17)
() ~ ~
(-r).
t
( (" \:" ) I"
J etc" ~1 ~~ ~ ~(w
(18)
*
{
."
aWp
~
Dire cho
~) ~.
ds. uno stato naturale di Go alla temperatura T .
[1 ] .
, se If e un'omotetia vettCll."iale per ciascun P" : e un
caso particolare del precodente, perche l'ipotesi
If){J) :::= to\.T.) =(:d
1\ - '2, - If, 1
rende ovidentemento soddisfatta 1a (14)".
36
- 35 -
A. Signorini
(20)
37
-36 -
A. Signorini
J
definizione cha senz!a.ltro implica
tft~) _ 1'0 W~
~ -L ~ f~O
I') f, 1t -:
e cosi traduce la (14)" in una restriziono di carattero globale
per i valori delle [ ) WI\', 0
In una trasformazione isoterma, con T =~ , cha 8i inizi
da Cll' pOI' ogni, singo10 elomento. di G~ [efr. (11) i1 lavoro 1
dello forze intima resta esprosso, in funziona doi soli valori
finali delle t~ , da - dC*o W~ mantre Ie (7) possono specifi-
carsi in
(21 )
eorrispondenti a
(;., , ece.
Posto
(22)1
(23)
1(O)~.)"" t~., ~ t)(~ ~~~: ~~ I~l,~ I
38
-37-
A. Signorini
l'l.)
(24) E
~
- ( q = 1;2, 6)
l<l)
con ::::
~I(
l2.] \'l)
(25) A,v
1lt 'll{.
(26 )
(28)
39
- 38 -
A. Signorini
Approsso intondo
Til
~ t Mt~)
1t ~J ~ (. + fv
It) (1.
1f J( \
2
+
~
1,'L ~
~
11+ 3
1
J
Hiesce pure comodo - in corrispondenza a ogni \ (P*) -
Q't'[ d l l dP~; P,*]
'l> ~ J[ /0 ~
indicare con
Y
la forma quadratica-nel1.e nove
defin! ta, col concorso delle (14)', dal porro
Q't' [
cAt. ]
J - ) PIt ::: W" ( ..t,. t ~ J - -'
~ b)
P.)')( -1\Z
3
~_
t () ~l
Xh11:)0~ 'V ~-
IJr" (, (1) I ~~ JK(Ill..,
Invoro, accanto a vt O,:: 0 0 V~ = 0, modiante opportune
5 l- ~r. i 2]
trasfO'rmazioni si trova
40
- 39 -
A. Signorini
c, : : 0 J
l\)
In particolarer basta che J) corrisponda a uno spostamen-
[ II) _ ~(I) -_ _ (\I)
to rl.gl.do l.nf1n1 te S1mo . t (" - l. _ ~ ~ _
V~ ~).,) ::: 0 ,
o
o 0
41
- 40 -
J.. Signorini
lVO
(2) 1c [~
J
Q,:
-1(1)
d..~
) p"J1 dC lt
M;
1l'
ogni qualvolta [sia solenoidale, rna] non corrisponda ad
uno spostamento rigido infinitesimo. Ad es, [cfr. (IIId1)
oi dovra intendere
J
42
- 41 -
ilo Signorini
0) I 3do -- 4
con
e 18 condizione al contorno
43
- 42 -
;,., Signorini
(3) "
\>x :
L 1\ Of>11 , v~'(<<-F I!to""J-
r1- ex
1e.u... e asse di equilibrio quando risulta v~:::.O; porche ogni
~ sia un asse di equilibrio - cioe perche la solleoitazione ri-
portata allo stato di riferimcmto sia asta.i!:. - oocorre e basta
che sia V = o.
44
A.. Signorini
(6 ) s (0):; 0,
[e pure in segui to J.
Anche dopo questa convonziono non e detto che i1 sistema
in esams univocamente determini la configurazione di equilibrio
forzato [ inaicme ad ~6 (FH ) e mentra e subi to
ot~ (p.)
visto [Cfr. (I, 11) ] chese cio ai verifiea resta pure univoen-
mente determinato p (P*). Fero non puc accadere che si presenti
un I indet erminazi one analoga a quella della teoria classica -
c10e che si abbiano due configurazioni di equilibrio forzato
[ con 1e stosse forze attualiJ differenti l'una da111o.ltra per
una semp1ice rotazione 6t. d I insicme - a mono che tutte 1e forze
o1emantari di j. ammatt.~l1o 1[; st~_s_'?o direziona [dostine ta a
eesere qual1a di iit] . In ogni al tro caso si trova cha un I in-
determinazione di ! (P~) dave riflettersi anche in una qualche
indeterminazione della deformazione pura.
Feceio ora intervenire un comune parametro moltiplicativo
.&' per tutte 1e.!' (Flit') e !- (Q.), cio che eq~Vale a sostitui-
re i l sistema (3)-(3) 1_(3)11 con 10 equazioni indefinite
45
- 44 -
A. Signorin.i
e la condizione al contorno
(8)
(9)
~.
""/p*
\. I <V\,
(P1f))
e8$a J2eceasariamente e unica qualora ~ non ammetta alcun
'.If-
aaae d1 equilibrio. La stessa unicita persista ne1 caao 0PPO-
eto almeno quando si aggiung'1 oJ. dati 1a componente di .
0
-!-Po
00 ~ tfv ~)
M r...., L \ '- - r ~ ] =- 0
(10)
- l: ) 1\.!: I!
mentra 1a (6) ai traduco in
(12) d.i"
p.. 1>
(I) ::: 0
)
~V 1illt.)=
f',.- .
N L~)
~ ,Mo,,,, ,fA." ~ 1'"
(.1) L~
4Ai"
1
I))
(IV\-:: ~)3 .,' ) .
46
- 45 -
J,.. Signorini
con
o= t F d.
R lk- ... ) __ ~
r
1 , r::; -~t.)-.2 p ~ -rot r
\1-) (I) (')"l1:)
)
L
D~ r~
(I)
001'1 d.~ ; p~
( 15) L- (.1" PlY'
47
- 46 -
A. Signorini
fd(
r ~ll) -
(16)
*-"
i".)t",
\'~'. oy
)Q~;Plkl=J(~)(~
bUl l') _..
. . fol(.+(~)(f*~l'"
)- I "
cIf ~ ,,~ c. 1'-~)I.
~
In sostanza, Ie (2) e (16) differiscono dalle relazioni
che loro corrispondono nella teoria classics dell'Elasticita solo
perche a1 posta di una forma quadratica in sei variabili (poten-
ziale elastico) figura una forma quadratica in nove variabili,
la Q't' : ~ (1) e ~ devono ors intendersi solenoidali, ma que-
sto non toglie che se si riprendono Ie dimostrazioni ormai abi-
tuali dol teorema di CIa p e y ron, del teorema della mini-
ma energia potenzialej del teorema di Bet t i, ecc. automatica-
mente, quasi direi, si e portati a riconoscere che le conclusio-
ni non subiscono modifica nel passaggio alla teo ria che puc avere
per base l'in~ieme delle (12)1' (2) e (13)-(14): teq~ia lineariz-
zata dell'Elastos!.~.!t~_L~91_.:Ldi ip.o.mpri!Ili bili.
In particolare, si riconosce subito che per ! (P~ ::=; 0,
~ .
~ (Q*): 0 il sistema (12)1-(13)-(14), subordinatamente alIa
prima delle (11), rende necessaria l'identita di s(1) con
(I)
~DAOPll<'
Basta allora osservare che in corrispondenza a una tale
espressione di s(1) la prima delle (10) si riduce a
(i)
\>!o =0.,
per compiere i l primo Po.ssc nella dilllost'razione del nostro teo-
rema di unicita: il primo sistema ausiliare risulta atto alla
completa determinazione di s (1) (P*) subordinatamente a (10)1'
a (11) 1 e - tualora sia I ~ = 0 - alIa conoscenza della com-
ponente di W I) secondo Ci:scuno degli assi di equili brio di ~>IL'
-0 .'"
48
- 47 -
A. Signorini
con
, - ~ I "0 ttl) \)
I't,')
Al tempo ste 8S0, insieme a p~ e agli M , s i riducono a
1 (1:)
rs
cost anti tutti i coefficienti della forma quadratica UV~ e
proprio ad essa rimane impasto [dalla (2)'J di essere posi-
tive per ogni sestuple di valori non nulli dei suoi argomanti
che verifichi l'ugueglianza ~j 1'" ~2. + 5~ O. =
Ammettero (14) che addirittura si tratti di .una forma de-
finita positiva e indicherb can mjt = mti (j,l = 1,2, 6) i
coefficienti della forma quadrati!"'') ,,'t.t;' reciproca di 2 W", '
cie che permette di sostituire la (18) can 1e sei uguag1ianze
sealari
( 19
49
- 48 -
A. Signorini
R = t.IJl
I in:::
L-
~ t-r ( ~ ) ~ ~
I
)
0 J 0I 0) ,. 0
8i he.
Ad ea. ogni qualvolta ~(P~) e ! (Q*) siano tali che Ie (17) re-
iI
(20)
50
- 49 -
A. Signorini
(21)
Posto
(22)
m1 ~ ....H!5-.
2 2
~ .- .l!!L
2
m2 ~
2
...!!!.5- -1I!L m)
2 2
le (21) possono risssumersi in 3
v) t" ~)
f. = 3" ,r::: - ift1 ~I(.
'\ 1M
10'
(23) ) dI"l,!!~\op"d.t~P.)}AS,N>=O
. Z.
E' ben facile riconoscere cha questa equazione per uo
0 equi-
-0
vale a
~~ =. t3 S( ~ ~) J\ ~ ~
(.)
se 81 chiama ~ -M 11 componente di <.e normale alle generstri-
51
- 50 -
A. Signorini
(24)
52
- 51 -
A. Signorini
stione di convergenza.
Per dare di questa fatto un esempio semplice cd espressi-
vo, intendo che: a) Ge si presenti in C~ come una piastra ret-
tangolare omoe;rmea [parallelGPiPedO retto rettangolo 1 di ba-
ricentro 0 c spigoli diretti come '~, ~2' 23; b) la piastra
aia soggetta a una doppia sollecitazione a flessione, e preci-
samente [dOPO una conveniente numerazione degli assi coordi-
nati] si abbia (15)
L 3 ;::: L 4 == L5 = L6 ~ 0
(25) e3
ld
= ,y: =-
()~I) -
~J'J. *'t -
I
'0
-
71 WI~
53
- 52 -
A. Signorini
a
o 0
54
... 53 -
A. Signorini
V.
1. Ge OMOGENEI E ISOTROPI.
uno stato natura~: [efr. cap. III, n.4 alIa temperatura t' ,
(1)
(2)
sia
(3)
55
- 54 -
A. Signorini
sia sempre
~ (q ~ {( T I 't , p.) J
56
- 55 -
A. Signorini
(6 ) k ~"13't"
8i ha la precis8zione d1 (4)
(8)
con (17)
(8)'
()
. , I..J 0
Lf -= JJ ll\biO-lj .
57
- 56 -
A. Signorini
e invece con
(11 )
58
A. Signorini
0
81 trova Bubito che 1e (9) equivalgono a
~ oE-\
Facendo intervenire 1 f1' al. posto delle E e profittando
del fatto che e
( 13) Si = Q+6,X \+ i:>..Xh I!. 0
le (12) si traformano in formule analoghe a quelle di A 1 -
man s i:
0t-4ttl)Q+b'<+0 D A~
I secondi membri delle (14) devono ancora dare i coeffi-
cienti principali di
I 'dF
'Iit,, _ _
(A)
(15 )
' ) /;; If.,
59
- 58 -
A. Signorini
( 16)
:f~ (, \T) = ~T Z{~~ ~.) ~ ~1} ~ (T) ,
con Z t (3,3) :::0
a q(T) funzione della sola temperatura attuale T.
Ebbene, in una Memoria del prof. Tolotti gia figura quan-
to basta per esser certi cha la propriata invariantiva di ~~
proprio impone, al potenziale termodinamico di un Ge omogeneo
a isotropo, un1espressione del tipo ora indicato.
La (16) evidentemente implica
(17)
cio ehe rivela i l significato della Z 'r (g,; g2) e al tempo ste...
so [cfr. (2)' - (2) 11e imtone 1a restriziona che per ogni pos-
sibile eoppia di va10ri di 0)1 e ~\ G. i l pr08simo n. 8] sia
(17)* Z~li>tl~L) ,?-O )
col segno == solo per j1 = ~ 2 = 3.
3i PUQ aggiungere che alIa q(T) resta imposts l'espressione
/t" ~'t' .)
-- JTtL't' J:r) d:r I
Cp .7'
l't') 'to
ef'
0
60
I. -
A. IJigno;rin1
te in C~
trarie.
[preSSione nulla 1 e can T., 't"o due costanti arbi-
dall'uguaglianza
1 + 2 .It = ( 1 + 2 ~ ) -1
Siano
(18)
13 (.1+21)=
specifica in
(19 )
(20)
61
- 60 -
A. Signol'ini
e 1a (16) in
Appl'esso intenderD
nonche
(22)'
.(23)
62
- 61 -
A. Signorini
Q iufine. ponendo
(25) t J
-( "t'
in modo che ~' 1a d:i.:.ff~:r'enza di due qualunque Ci~1-e ordinarie
caratteristiche di ten.ione [coeffiCienti d~ ~ 1 resta acqui-
eita un'es.l,?.sJone di ....econ~do ne11e (r...D (r0 == 1,2,3)
i cui coefficie~ti possono pero dipendere da ~I e .::\ con leg-
ge comungue compl essa, .:f.incJ~.e_}l.oI.l:._s.L~.l?El.c:.ia..tz..li)'. ZT.
5. TRASFORMAZIONI ISOTERME.
Per T ~ ~ la (25) si riduce a
63
- 62 -
A. Signorini
e 18 (15) s1 traducono in
tt)
"0 W",
(28) 1>1( ~:: I}l) 3)
'dA",
non appena si accenni con
(tl)
W'?;:'
la funzione dei tre 6.'(, - pensati come 1ndipendenti - in cui
e convertita la W-r: ~1'~) dalle sostituzioni (11).
Essendo Ccfr. (8) _ . . \
rl ~JI = ~ ~j:: l.l"}:J 1 t 0 I)~/" = '))
t t j t, -= 0 '" ") j ;: 0 ~ ~
nel formare gli M~'I:) 1a prima parte del secondo membro di (27)
jt.
da un risultato nullo se J 0 1 supers 3 e sempre uno stesso ri-
sultato, c, per j ed 1 non superiori a 3. Invece 1a seconds
part!, - (1 + b'j )W2 E. j ,da. - (1 + ~j ) c~~) [cfr. ancors
(22) J
per 1 = j e zero per 1 F
j. Per 1a forma quadratica di
coefficienti IV!~~} - indipendent~mente da ogni spec~:ficazione
de11a Z~ - resta dunque garatita un'espressione del t1po
+ M~1:)Z~t -= e(z-+z
~jt Jf,
+'i\'JJ_2(!57;)(~
't_ 1v3)
1./'
\.Lr't"''t. f- !~"
If w'-)
tV'i+3 )
J
eorrispondente :per la W't'
I
(z) ~fr.
I
(23) e (22)' J a .
64
- 63 -
A. Signorini
(29) , E ..." 0;
'If
(30) W,,:::
E
-;'f:
(>~t ~it..~ +- J ~ '( Z/f~\l';
-1'3) .
Con 1e notazioni dei n/ 5 e 6 del cap. p;r-ecedente, in
corrispondenza a (30) 1e (IV, 18) si semplificano in
e insieme si ha
6. PROBLEMI SEliIPLICI.
65
.. 54 -
A. Signorini
au tutto "L.
Convengo pure di indicare con -t 1 , -t 2 , -t 3 i coefficienti
principali di t
e di specializzare l' orientamento della ~
[finora del. tutto indeterminato] con la condizione che cia-
scuno dei c dia una direzione unita di Y
-s Q
y c
I)-r
= -t
r-r
0 ( r = 1,2,3 )
(35)
J
66
- 65 -
A. Signorini
1 = 1 + ll3 r B =
Se si pone
L = ~~2. +- t. 'A.-'
67
- 66 -
A. Signorini
(36 ) ~~ = L + l-:- I)
~
~ _~.
}
t:, '} :::.
J
A. - I ~ ~ ".2) t
(38)
(22) L1asserto ad es. risulta dal fatto che i va10ri dei coef-
fici.e~rincipali di eX inerenti alle (38) sana
( ~ s,'"+4 t s ) /2 e 1.
68
- 67 -
A. Sign.orini
con la speeificazione di
2.
~i
-I
..,L
. Jt
~ [efr. (37) J in
(43) 3""
I
=: 2')'1111
~
d e;l
.~.1 +~") W~ j ~ -1 t;;;.
.>. It ~
btoW-r f'+)~~.{i! ~)}
11 ~ OCl.l
D c0t I:z,
(44) [
.i. t
d~
rJv~t3 1
-1 .::::. E~ )I~~~l.-I::: -bf
(-t:)
J
tL~ J~-f"-r'
l-A
immediato e il
Iv~1 L jA~1
complete controlle di queste uguaglianze se si
'>v-I
nota cho 10 (42) implicano
(45)
[{~~ 'J .= 0, A. ::: I
69
- 68-
(47)
fL~~] ::::.0
1:0
) '[~1 : ~'(. )
4-:.0
dopodiche con un'ulteriore derive.zione dalla (46) agevolmente
8i tra[e
(48) -::;
alA,] % c~'t') )
l- ~t t J_- 0
d-b 1 1:' C:\~!
4:0 h~O
o S B e r v a z ion e. - Basta c}e si possa assumere [v. n.2
del proBsilllo cap. ] 'oW"rI /0 ~\. :::.. 0 perche In
(46) 1 venga a ilIlporre A:=. 1 ala (461)2 si. riduca a
t ::: 2 ~ ()'W~ .
") ":>i
c) t1 = -t 2 = t, t3Bcelto in mOdO cha'risulti ~ = 1: scorri-
m.ento semplica.
La (39) forniscono
Clon
(50)
70
- 69 -
A. Signorini
(51)
1a (40) aggiunga
(52) P '" - ts + t3
-=z.
s
si trova
o
o 0
71
- 70 -
A. Signarini
VI.
72
- 71 -
A. Signorini
)
au J; converra. indicare con I')..::' (X?\" Y'f-,) i1 punto corri-
spondente a un determinato valore ~ del parametro, Iflon !~
= V I [trazione semplicel e con lJV l'arco
,
l'arco I, I
~.~
eomplementare VIo I!ressione semplic.e
]
- 1
Evidentemente I 1-, e simmetrico a I~ rispetto a b
Lungo l'intera t
risulta pure
d~\' :; I ~l:J').. ~
(2)
d. x~ 1:' ~)( ~:: -~-(?v-1-_1-) ,
~-I ~
onde e i1 coeffioiente apgolare della tangente 'C'~ a 0:>/,1\,.
.t t: :e",
(Iv
73
- 72 ...
A. Signorini
'1/ ~ - \t('iv)<l'A)
)1 3
necessaria conseguenza delle {V,' 35)2' se, in corrispondenza a
ciascun A, , 6i accenna con t 3 ( ',l ) i l val ore di t 3 forni to
de un diagramma - primo diagremma - che opportunamente riasswna
i risUltati di un gran nwnero di tali esperienze.
Analogamente [cfr. ancora (V, 35) 2] esperienze di scor-
rimento semplice da sole non possono caratterizzare W altro che
lungo b, mediante l'uguaglianza
il significato di tea}.
Le piu recenti esperienze per Ie determinazione di Wt sono
74
- 73 -
A. Signorini
con
~'t' )
(4) ~~ "> () I
funzione mai decrescente dell'unico
it' /1
(5)
1''t' ~ 0
almeno da un certo punto in poi. Quando vorra attribuire a W'/1
tutto questa 1ns1eme di proprieta, brevemente dira di "at tener-
mi ai risul tati sperimentali di Rivlin".
Nii sembra opportuno rilevare che, non appena 8i presuppo-
ne per W~un'espressione del tipo (3)', per la completa determi-
nazione di W~in ~ vengono a bastare esperienze di trazione sem-
plice, purche tanto numerose e accurate da individuare sufficien-
temente 11 primo diagramma, insieme ai valori di W't" lungo J:!;.
Invero allora:
1 0 ) Ie due uguaglianze Gfr. (V t 22') e (V, 23)] ,
rL<i 3] _,e.!
t
d,A..
"./.
-
('j;")
1" Ct
t~) Jd?v
)
[<ltt~l-
L
bl \1;). fr)\
- - "e .. +,tC, )
1::1 >-.-::1
(25) R.S. R i v 1 i n e D.W. S a u n d e r s, Experiments on th~
deformation of rubber, "Phil. Trans.", vol. 243 A (1951)
pp. 251-88.
75
- 74 -
A. Signorini
76
- 75 -
A. Signorini
(8) - 3 ),
proposta da L. R. G. Treloar
(27) ed altri a conclusione di una
teoria cineties dell'elasticita di corpi simi1i alla gomma.
II primo diagramma, almeno per 1a gomma e quando venga
esteso snehe a valori assaigrandi d1 1 , con~rariamente a
quanto si verifies per tanti altri materiali presenta un punta
d'infless1one (28), dopa 11 quale e
(9)
df~ t3 >" D ,
d A,1.
8e ei si attiene ai risul tati di R i v I i n, si puo ri-
cavare dalla (9) che la 1'1III' (GJ,t.n -3) deve essere positiva, al-
meno per valori abba stanza grandi di ~~
(11) 3. ~ 3-.1-!t(E1+~~+ fJ
(27) L.R.G. T r e l o a r, The Elasticity of a network of long
chain molecules, "Trans. Faraday: Soc. ", 39 (1943)7 pp.36-41
e 241-46.
(28) V. loco cit. (25)~ p. 254 e loco cit. (26), page 587.
77
- 76 -
A. Signorini
b:)
I! 3 =
(1-=-r
'VI'!:) _ _ -_ (a!< W<)
6~i :>1::'C)1:3
-:-;;-r
)~t
.
~,-::j~:3
E' evidente che una tale espressione di Wt ~un poco meno
restri ttiva di quella di Moo n e y J s1 uniforma all' 1potesi,
ma 8i puo rapidamente accertare anche la nccessita della (12).
c L'ipotesi caratteristica equivale a imporre che siano fun-.
Eioni di secondo _grado delle Er i prodotti .
e i
78
- 77 -
A. Signorini
2. lW
_ :: c~h)
13))
e i~ie~ riduce la condizione relativa alle Dr a quella ehe la
'0"11",/ '4 ~I sia funzione di primo gr~do delle Er e
non dipenda da ~.s . In defini ti va [efr. (11)j ci si trova
in presenza alla restrizione
") oW-r: := {W",- _ tr)
- - - -t - Q~ )
o""" l> ~~ 'l~1
l'unica che ancora mancava per accertare l'equiva1enza de11'ipo-
tesi caratteristica a11a (12).
79
- 78 -
A. Signorini
La (V, 3:) - (V, 3) gia impone [eire (v, 29')1 che sia
c 1 ('t')+ c 2 ('I::) .,. O. L'adozione della (13)' porta la (V, 21)
( It' )
- (V, 2) ad aggiuhgere solo la restrizione che ne c 1 ne
C (11) possa essere negativo
2
(16) ~~ - E
T
o
5. PROBLEMI SEIiil.:LICI.
Riprendo Ie questioni acce~n~te nel n.B del cap. precedun-
te uniformandomi alIa (13)': per semplieita scrivero
80
- 79 -
A. Signorini
(19) -l~,
~ (), 2-
3
La (18) assioura che, assegnato t 3 , la (17) riaulta aod-
disfatta da un unico valore di ~3' positiv~ 0 negativo aedondo
che t3 corrisponda a una trazione 0 a una pressione, e sempre
crescente con t3"
o 8 a e r v a z ion e. Se si riprendono le (V, 41) - (V, 42)
Iinunziando alla (13)' ma attenendosi ai risultati sperimentali
di R i v 1 i n, si riconoace subino che, assegnato t 3 , la teoria
di IiI 0 0 n e y fornisce per I/j 3\ sempre uh valore in difetto.
Se poi al!' vuole, ,senza una precisa conoscenza della
,,{,'t( '5' 1- 3 ) procurarai un limHe superiore dt I/j. 3\ basta
sostituir.e 01 con un limite inferiore di "{'It
b) t1 = -t 2 = t, ~3 = o.
La (13)t riduce le (V, 46) a
Lteliminazione di s fornisce
(20) f(A,)
con
oio che per ogni possi bile 'A implica [cfr. ancora (15)1
81
- 80 -
A. Signorini
cioe a
o " 0
82
B RUN 0 FIN Z I
========~======~=;===
83
- 1 - B.Finzi
1. Introduzione.
Non e facile rendersi conto del biEzarro comportamento dei
fluidi poco viscosi, quali l'aria e llacqua, deducendolo logica-
mente e matematicamente, come e nello spirito della fisica matema-
tica, da poche proposizioni generali tratte dall'esperienza. Cia
perche le schematizzazioni piu semplici suggerite dal senso comu-
ne, in virtu del quale piccole cause non possono produrre che pic-
coli effetti, e facenti capo a campi cinetici ovunque regolari,
portano a risultati paradossali sconcertanti, quali i1 paradosso
di d'Alembert.
Per evitare ~ali risultati pzradossali l'aerodinamica moder-
na ricorre a,.fJchemat:tzzazioni fisiche raffinate e Ie sviluppa ma-
tematicamente in modo adeguato, conformemente si al buon senso,
me non sempre al senso comune.
Il pro blama fondament ale dell' aerodinamica moderna e quello
di spiegare il funzionamento di un'ala. Non e un problema facile,
perche sono (purtroppo) false 10 idee semplicisticho oha vengono
osposto in molti libri alomentari di fisica.
Ecco, aasi di.oono, come e perche l' aereoplano vola.. L' elica
trascina l'qcreo in sene all'aria. Questa investe le ali, che pos-
sono schomatizzarsi con un piano intlinato dell'angolo sulla
dirozione del vento. La forza F cha
~
E-P
I -
l'aria esercita su talc piano e normale
alpiano stesso. Scomponiamola in due fo,!:
ze: una R normale al vento, l'altra li di- 8L~_~~
rotta come il vento; la prima da la p~~tenza cho, equilibrando
i1 peso, impedisce all'aereoplano di cadercj la seconda e 1a rGsi-
stanza che, sommata alla resistonz dolle a1tre parti dell'aereo,
viano equilibrata dall.a trl}zione dell 'o"Lica.
85
- 3 - B.Finzi
CAl'. I
(1)
86
- 4 - B.Finzi
'd'f,'
SCplllpoato 11 tenaore i}(~ nella sua parte simmatriea e Ile;l-
la sua parte emiaimmetrica; dalla (2) scritta nella forma
(4)
87
B.F1nzi
88
- 6 - B.Finzi
(11) = grad f
Oio vuol dire che la componente di ~ secondo ogni direzione egtia-
la derivate di 'f seconao tal.e e guindi
3) .
~ia ~irezione,
89
- 7 - E.Finzi
div'1 := 0
(14) di v f ::: 0 .
In un campo solenoidale e nullo il flusso che esce dal con-
torno di ogni regione fluida in moto regolare.
Per avere un'immagine del campo solenoida1e dividerlo
in tanti tubi di flusso. de1imitati
lateralmente da linee di fluBso, e
ogni sezione dei quali e attraver-
sata de un medesimo fiUBSO E. ab-
bastanza piccolo: 18 direzione dei
tubi e quell a del campo, intenso dove
i tubi si restringono, debole dove s1 allargano.
In un campo 6olenoidale11 , noto i1 vettore ~ =i rot :l! che
rappresenta la velocita ango18re di ogni elemento fluido, 61
pub calcolare y. Dalla (13) si ha infatt1:
e quindi
(15) -2w
- .
90
- 8 - B.Finzi
r R(
si ha:
5. - Campo armonico.
Un campo si dice armonico se esso e irr4t.azionale e aole-
noidale, ee cioe
( 18)
XDt '!t = 0 )
diy',!,::o.
In corrispondenza ad un campo einetico armonico, ogni cle-
mento fluido trasla, ma non ruota, si deforma, ma non varia
il suo volume.
Esiste, conformomonte a11a (11), un potenziale cinetico
'f 'ma, grazie al1a seconda delle (18), esso ! una funzi.ona
armonica, soluzi.one cioe del1'equazione di Laplace
(19 )
6f :::0.
Bsiate pure, conformemente alla (13), un potenziale vettore ~
ma anch'esso armonico:
(20 )
91
- 9 - B.Finzi
Laplace
92
- 10 - B.Finzi
(22) -o\jl
- ,
Q,X
(23)
(24)
(25 )
93
- 11 - B. Finzi
(26 )
(26' )
(28) r
fIde
e 21f
=J
~~~~:~~:(:,~v~::o :::::~e d:~! -<~/I
metica d'egual ragione E. abbaliJtanza x~/
.>;: ~
pi c co 1a, il campo ris ul t a di vi so in tanti j.
quadratini.
94
- 12 - B.Finzi
(29) t - z(t)
Con tale trasformazione conforme si passa dal campo cinetico armo-
nico nel piano della variabile complessa z, e di potonziale
complesso f(Z), al campo cinctico armonico nel piano della varia-
bile complessa ! ' c di potenziale complesso f(z(t. Alle
linee di flusso, di equazione f (x,y)=oost., relative al campo
del primo piano, corrispondono 10 linee di flusso, di equazione
1" (x( 5' 1 ), y( ~ , 1))=cost., relative al campo del secondo
piano.
Oon tali trasformazioni conformi si possono ottenere in
modo assai semplice quanti 8i vogliono campi armonici piani,
delimi tati da linee di fluss0i- partendo de uno qual.unque di cssL
In tutti questi campi s1 consorvano 1 flussi e 10 c1rcolazioni
attraverso e lungo lineo corrispondenti.
Per ceempio,
95
- 13 - B.Finzi
ponendo
WI d0-~)'
Separando nella (30) 18 parte reale 'f da quella immaginaria "0/
6i ottengono faci1mente 1.e ~inee di fiusso d I equazione Ifl =cost.
Fra queste vi e il filone ~ =0, cho pro~ene dall'infinito a
monto, segue l'asse x e batte sul profilo nel punto di prora A
ove la velocita s'annulla.
Qui i~ filone si spezza in due parti: una segue la semicir-
conferenza d'ordinata p08it~, l'altra la semicirconferenza di
ordinate negative. Le due Jarti si riuniscono nel punta di ~
96
.. 14 - E. ]'inzi
CAl'. II
(2 )
97
- 15 - B.Finzi
(6)
98
- 16 - B.Finzi
(8)
(9 )
99
complementare._ Ordinariama~t. viena ~!! . .t& ~ tale ~ equazi~
ne fini ta obe 1ega a p: fJ
(10 ) ~(fl~) ~o.
Coa~, ae 11. Uuido e inoomprimibile, come puo ritenersi un li-
quido, 0 e un gas che non eaplica la sua comprimibilita, la (10)
afferma aemplicementa cha
(10 11 ) ~t. .
se il ;O.uido e un gas perfet.to in condizioni adiabC\ticlle, ai ha:
(10'" ) .!...
~r
::: j( :=
"
(.,o~t 1
100
- 18 - B.Finzi
( 11)
101
- 19 - B.Finzi
~ adt
..rl(, fl( - ~t,
OJ(~
(K:: I, ~ , 3)
(12 )
102
- 20 - B.Finzi
c.l ( ~. fIr ~J
. - F
- )(1Ij ~ ~f
___ "J'".
K
rl/t. 1 -' -.~ - - ~ 4Xl<
J'.r .
ri~ divicne
~'w1(t"
Il primo termine al secondo membro rappresenta 1a potenza delle
forze esterna per unit a di massa. Da osso si preseinde nel caso
dell'aria. A1 pili nel caso del peso vale
d"-OJ_(- .~~) X ~~
dove z e la quot.a ascendento e g 1 t accelerazione di gravita. II
secondo termine a secondo membra della (13) vale
103
- 21 - B.Finzi
dove
(14)
H " f ~:-
e l'entalpie che da il contenuto termico per unita di massa,
entaJ.pia cha si caI~ola medi ante l' int egra1e indefini to ('4),
una volta esprosso ? in funzione di p risolvGndo lo' equaz:i.onG
colllplementare.
Nel caso stazionario dalla (13) si trae dunque:
(15 )
~ 'U' \ ~z + H :: VO~
La (15) esprime il celebre teorema di Bernoulli.
In particolare, per un gas che non esp11C8 la sua compri-
mibilita, trascurando l'addendo gz.o ricordando la (10'), sL he:
(15' )
i ,,/+ t =cot',
Per un gas perfetto in condizioni adiabatiche, ricordando le (10 '"
81 he. 1nvece:
. . ~-\
(15" ) : '\J t. + .:J1:) r _ e.ot.
~ (-I\K)
In entrambi i casi, se il mote e stazionar10, lungo una line:? di
lus8o In prcssione e maggiore dove manore e 1n velocita, minora
dove quest'ult1ma e maggiore.
Poiche 10 pressione p non PUQ mai essere negative, dalle
(15') 0 (15") 8i deduce cho In velocita v dGl fluido non PUQ mni
supornre, mantenendosi stazionaria, una vG10cita limite V facil-
monte calcolabile in base alle relazioni precedenti.
104
- 22 - B.Finzi
~)t~2.+6:(,+H1 ::0
l
Intogrando questa rolazione si deduce oha i1 trinomio
1 2
~ +gz+H
3 costante ovunqUC, e non so1tante lunge una linea di flusso.
(16 )
105
- 23 - B.Finzi
(19 )
(20) i; = !~ ~r I~~I
Ora, se vn e la componente di y secondo la normale ~ al
fronte d1cnda, si ha:
d"t'
---
dt
Segue di qui, dalla (20) e dalla (17) che la ve10cita di propa-
gazione delle diecontinuita, rispetta al fluido in mota, e:
(21) e co A-
La (21) da la velocita di
'"~ ~ V1~
~ropagazione
del suono nel fluido
allorche c1 si panga nelle cancliziani genera1i considerate. Essa
risulta genericamente variabilo da posta a P08to e da istant~d
106
- 24 - B,Finzi
(21' ) e -= ~ ~r--r
~~
Poiche la (10) e tale che ~.L > 0, la (20) mostra che,
d~
se il mota e variabile, i fronti d'onda da essa individuati sono
sempro reali, cioe sono sempro roali Ie varieta caratteristicho
del sistema differenziale (12), cioe questo he carattere iperbo.-
lico.
Nel caso stazionario cib nmn avviene invece sempre, per-
che in tal caso risulta dalla (17) A=ID, e quindi da11a (21) se-
gue:
e questa relazione come ora vedremo, non sempre puo essere sod-
disfatta.
, ,.
,
Diciamo ~ i1 comp1emento
de11 1 angol0 che la velocita y in un
punto,generico P forma col varsoro normale
'I\, a un fronte d 1 onda, varsore spicca-
to da110 stosBO punto P. La (22) diviene
(22 ()
(23 )
(24 ) --.
M
.~
107
.. I ...
(25)
zione.
Consideriamo nel fluido una linea chiusa l sempre formata
dalle stosse particelle fluide e calcoliamo in ggni istante t la
circolezione f' lungo tale linea: r =f ~ l( dP Calcoliamo la
derivata di r rispetto al tempo: t
(26) dr - J-
dl~"
d!!_xdP
dt
+f 1,,-Xcl"V.
--
t t
Ma, per la (25), Jy .xdP= - dH, montrc ~ x dy=d(~ v 2 ). .3sscndo
cit
108
- 26 - 13.Finzi
(27)
8. - Vortici.
Dato un campo cinotico (li vl,loci ta y, considoriamo i1 campo
del vcttoro rot y cho rapprosenta il doppio dell~ voloc1ta ango-
lare di ogni el:emonto fluido. :Csso e solonoidalo, porbhe
(28)
109
- 27 - 13.F1nzi
110
- 28 - B.Finzi
111
- 29 -
l'asse x.
~er il teorema di Lagrange, i1
campo cinetico pub
dove e rego1are, e quindi esiste un potenziale cinetico di
cui y e gradiente,
(29 )
(0) ts iPt :: 0
Sulla superficie 6 dell'ostaco10 deve essere nulla 12
componente norma1.e della velocita, e quindi
tfflyo, :: ~.
d.-')'I.
=0
A11'infinito y deve ridursi a,, e quindi, so r indica la coordi-
nata raggio, deve risultare:
(32)
t~ d'wct; ( f - ~. X) :: 0 .
Sa nel campo di moto non ci sono fi1etti vorticosi ne altre
singolarita., se sul contorno G dell'ostaco10 e nulla l'intcn-
sita complessiva dei vortici che vi si debbono pensare distribuiti,
quale estrema schematizzazione dello strato limite, e nulla 1a
circo1azione lungo ogni linea L- che abbraccia tali vortici e
quindi 'f e una funzione uniforme 0 pure uniforme e la funziono
~- ex Ie cui derivate s'annullano all'infinito.
112
- 30 - B.Finzi
Una corrente eoeiffatta si dice eul eri ana. E' ad es. eu1eri~
(36 ) A o.
,loer;co
Ne segue che, nel caso spaziale, il potenz.iai~~ di una
corrente euleriana differisoe del potenziale ex di una corrente
uniforme per termini che s'annuJ.lano almeno oome;2 per r~ro.
113
.. )1 . 1,1111. ....
J~
n
'e
drt.
dD - 21<~ -j'~B d~
'{. n 't
.. "., o ~
le. qualo per r -i> co Sl riduce ad un! ide:iJ.:ti tao Vieno mono cos~
114
- 32 - B.l!'inzi
115
- 33 - B.Finzi
116
CAP. III
(1 ' )
R : ;r(t-r'c0"" J.. ) (~~
. ~\...
t! = f(r-O)A~-t~'!>cl"
...
Nel caso di un fluido viscoso, bisogna porre nelle (1) 0
117
lUI 'it ........
f<
~{~) e il vottore di eompononti qik'Vv
- 8i cO~1.si :l::;ri. 1.n ~artico1,)re, un solido. deJLimi tato dalla
6uperfici 13 f5 il qualo si mu.ovc 'li moto tro.slatorio, con vc-
10cit8o Q in sono ad un f'luido. La compononto del risultantG li
dGIIG azioni:lim.micho secondo - e
compononto di !i normaie a Q si dicc forza _dGv:;iatriQ.. La porta-
~ e una forza dcviatrico. I l l"-omcm~o M si dice ~_mcn12_1~yJato-
!.
Consi.dcriarno un solido in moto traslatorlo n:ttilineo lmi-
forme, con voloci t3. COSGante Q, in SGno ad un fluido. indofini-
taunente GstGSO, in qulilotoall'infinito. So imprimiamo a tutto
i l sistema solido-fluido un moto traslatorio rettilineo unifor-
me con voloei t3. .9.. '" - 2., i1 solido rimanc formo e i1 fluido 10
investo con u.'1::l co:":;"onto di velooi ta asintotica ..
Per il prinGipio g91ileiano dj rolativita, il risultcmtc.; 00.
il momento dollo azioni dina111.lche cha lEI corronte esc.;rci ta sul-
l'06tacol0 Gono \:uc.;lli ste~si cho il solido incc-ntra mov(~ndosi
-ft(w)dL
r
(3)
~ Jq~d~ -, +
J d-r
't'
L ~
118
- 36 - B.Finzi
() = Jt ~ d L +Sf
!
o
1:'
dT
Facondo la diff~~onza e ricordando In (1), si hal
(5)
Dunquo:
it fq ~ d-r::'
--r-
* S~~ d..
"t.n.
3. - Azioni dinamich8 cscrcito.:te da correnti armon,ie.he
+ J~ ~!)(!: dSl .
.stazion2.r~.
(6 )
119
- 37 - B.ll'inz1
qX
(J
+ k~ ::: (.o~t. ,
?
(7)
(8) R - i Jll-l"?;
, de-
Questa formula, che da. il risultante dell.e azioni dinami
che au di una generics superficie 6 , divieneparticolarmente
espressiva nel caso piano, in cui , e sostituits da una linea
A, di flusso.
Diciamo R1 e R2 le componenti secondb gli assi cartesiani
xy, aegnati nel piano direttore, della forza li per unita di altez-
za che si oserci ta sulla linea di f1uBso A (1e dimensioni di li
sono quel10 di una forza divisa per una lunghezza). Se ! e l'uni-
ta immaginaria, della (8), si trae :
dove
sono 1e due
del versoro
generieo punto P e volto esternamente
a1 fluido.
~---.~
X
120
- 38 - B.Finzi
(9 ) -~ J~~) (
(!l. .
d)( - ~ dY)
A,
Introducendo la variabile complessa z=:x:+iy, la veloeita
complessa w=V 1-iv 2 e osservando che lungo una linea di flusso
cl~. _ ~ , si tresforma ~a (9) nella seguente fonnula d~
'It' - ,,;
Blahus: 1.
(11 )
R t r(p-ro)~ dD.
,fl.
121
.. 39 - B.Finzl
(12 ) F? ::- J~ ~ ,y xn dn
n
- rl --!,,,) !!~
Jl.
f 11..
R - (~) . X ~ Hl
OQ
I
:n.
-(t. -f~ ~:fl.~ ~.n .
oq-
122
- 40 - B.Finzi
(14)
R, +, R,
dove w=w(z) e 1a ve10cita complessa.
=-
Ma, se ,Jl e una circonf.erenrza con
~ f"~~z *~
- -
t~
~~+ -~_
~.<~I ?~
__
,'--- \''/.:'
centro :Q,ell 'ongine e raggio r abbastan' --~~,;: ..J.---
-, ~'.n.
za grande, in condizioni di regolari-
ta ~ notoriamen-te:
(15 )
e quindi
(16 ) :? Jl.
w?'dz
123
- 41 ..., B.Finzi
(18 )
124
- 42 - B.Finzi
W( Z) Ll(Z} + J
2rr ~Tz---;:)
dove .\A,( Z. ) e una funzione rego-.
lare nel campo di moto, anchc per
(15') f
'A.
wLdz
~n
+~li/d.Z.
w
-+ ~\X'tdz ':- ()
125
... 4,) -
CAP. IV
1. - Teorema di Kutta-Joukows)d.
Le poche nozioni d'aereodlnamica svolte nei capitoli pre-
cedenti ci permGttono di esporre la prima teoria alare: quella di
Joukowski per 1'a1a d'apertura infinita, quando l'!i,:l'ia non espli-
ca la sua comprimibilita. Questa teoria si fond~su di un teor0-
ma mol to semplice: il teor-oma tIi Ku..tta-JoukOwski.
Consideriamo la corrente stazionaria traslocircolatoria,
di veloci ta asintotica. c e circolazione r , ehe investe nel
piano direttore un IHofi.lo circolare e. con centro nell' origine
e raggio B. Il potenziale complec:so e dato dalla (37)II e deri-
vanda si ottien8 la ve10cita complessa
(2 ) ~ L. 1d'l.
R2. +t R1 =- - TrW
~~~)
~~
cdz.
... ' - 7""
t
+ c~.
'Tf l
f
0
~
ch-
t.-
\
.
'{
.
Tutti gli integraL ehe compaiono nell'ultimo membra della (2)
126