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Capitolo 11

ORGANIZZAZIONI E RETI
I
Gli individui spesso si associano in gruppi per svolgere attività che non potrebbero
facilmente svolgere da soli. Tra gli strumenti principali per realizzare queste azioni vi sono le
organizzazioni: gruppi con un numero identi cabile di componenti che intraprendono azioni
collettive per il conseguimento di scopi comuni.
Possono essere composte da un piccolo gruppo di individui che già si conoscono, ma più spesso
sono organismi più grandi e impersonali come per esempio le università o le istituzioni religiose.
Le organizzazioni
tendono ad avere:
● Un carattere formale → ovvero quando sono razionalmente concepite per conseguire
i suoi obiettivi per mezzo di norme, regole e procedure esplicite.
● Hanno per lo più un'architettura de nita → cioè sono fondate per scopi de niti e
collocate in ambienti speci ci destinati a realizzare quegli scopi.
● Si può dire dunque che abbiano una funzione regolatrice → in uenzano e modellano
il comportamento individuale.
Il lavoro delle organizzazioni è il coordinamento di attività e risorse, nel tempo si trasformano
le strutture interne e i rapporti tra organizzazioni e gruppi esterni, inoltre i ni delle
organizzazioni non sono ssi.
Le organizzazioni come burocrazie
Il termine burocrazia fu inventato nel 1745 da Monsieur de Gournay, egli aggiunse alla
parola francese “bureau” (che signi ca u cio), il termine greco che signi ca potere.
Burocrazia pertanto signi ca il “potere dei funzionari ”. in un primo momento questa
de nizione fu utilizzata solo per i funzionari statali,Il concetto fu usato da sempre in modo
dispregiativo,come avviene tuttora.
Gli studi sociologici delle organizzazioni comunque sono stati dominati dall'opera di
Max Weber.
Weber: la modernità come dominio burocratico
Max Weber ha proposto la prima interpretazione della nascita delle organizzazioni moderne. Le
organizzazioni sostiene Weber, sono sistemi di coordinamento delle attività umane stabili nello
spazio e nel tempo. Weber ha anche sottolineato che lo
sviluppo delle organizzazioni dipende dal controllo dell'informazione, per funzionare infatti
un'organizzazione ha bisogno di regole scritte e di archivi in cui conservare la propria
“memoria”. Secondo Weber tutte le organizzazioni moderne tendono ad essere
burocratiche, l'espansione della burocrazia è inevitabile.
Lo sviluppo di un apparato burocratico è l'unico modo per a rontare le esigenze
amministrative dei sistemi sociali di grandi dimensioni. Per comprendere origini e natura
dell'espansione burocratica Weber ha elaborato un “tipo ideale” di burocrazia, dove per
“ideale” non indica qualcosa di desiderabile, bensì la “forma pura” dell'organizzazione
burocratica. Un tipo ideale è infatti una descrizione astratta ottenuta accentuando alcuni
aspetti di casi reali per mettere in evidenza i caratteri essenziali.
Weber elenca numerose caratteristiche del tipo ideale di burocrazia:
● Una struttura gerarchica. La burocrazia ha l’aspetto di una piramide.
● Vi devono essere delle regole scritte che governano la condotta del personale a tutti i
livelli di organizzazione.
● Il personale deve essere costituito da individui stipendiati a tempo pieno.
● Ogni mansione prevede una precisa e determinata retribuzione.
● Vi deve essere una separazione tra vita privata e vita professionale.

Relazioni formali e informali nella burocrazia


L'analisi Weberiana della burocrazia assegna un ruolo primario alle relazioni formali cioè
quelle de nite dalle regole dell’organizzazione.
Le relazioni si dividono in relazioni formali ed informali.
Relazioni informali: relazioni tra persone di pari livello, questa prassi nell’ambito
lavorativo permette di attenuare le ansie del lavoro solitario, sviluppare rapporti di lealtà con i
colleghi e a rontare in modo e cace i problemi incontrati. Si sviluppano a tutti i livelli delle
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organizzazioni e sono più rilevanti delle relazioni formali.
Relazioni formali: John Meyer e Brian Rowan sostengono che le regole e le procedure
formali siano alquanto distanti dalle pratiche e ettivamente adottate dai membri delle
organizzazioni, si può dire che esse siano dei “miti” che si dichiara di osservare, ma che in
realtà hanno scarsa consistenza sociale.
Le procedure formali posso avere carattere cerimoniale o rituale.
Le disfunzioni della burocrazia:
da una parte le procedure informali hanno e etti positivi migliorando il clima di lavoro, dall’altra,
hanno e etti negativi, perché sfruttando canali informali gli individui cercano di difendere i propri
interessi e non quelli delle organizzazioni nel suo complesso.
Secondo i funzionalisti le burocrazie aiutano le
organizzazioni e le istituzioni a svolgere le funzioni essenziali per la società nella maniera
più economicamente vantaggiosa.
Robert K. Merton, sociologo americano, esponente della scuola funzionalista, ha analizzato il tipo
ideale Weberiano di burocrazia concludendo che diverse sue caratteristiche possono produrre
conseguenze negative per il buon andamento dell'attività burocratica stessa, e le ha chiamate
“disfunzioni” della burocrazia,ossia conseguenza negative per il buon andamento dell’attività
burocratica stessa.
Una delle disfunzioni potrebbe essere l’eccessiva rigidità della burocrazia che potrebbe
portare al ritualismo burocratico: ovvero una situazione in cui le regole formali sono difese
ad ogni costo e quando ci si concentra troppo sulle procedure il rischio è perdere di vista il
quadro generale
Un’altra disfunzione può essere l’incapacità della burocrazia di gestire situazioni che
necessitano di un trattamento particolare.
Anche nei paesi democratici le organizzazioni detengono enormi quantità di informazioni sui
cittadini tanto che le attività di sorveglianza possono minare i principi democratici. In
generale in una società dominata dalle organizzazioni vige una legge ferrea dell'oligarchia in
cui la concentrazione del potere nelle posizioni dei vertici è una conseguenza di un mondo
sempre più burocratizzato.
Secondo Robert Michels, allievo di Weber, nelle grandi burocrazie
agisce la cosiddetta legge ferrea dell’oligarchia (governo di pochi), e a suo avviso le
organizzazioni sono necessarie perché sono l’unico strumento capace di consentire alla
massa di partecipare al processo politico.
Non potendo essere governati dalle grandi masse, bisogna eleggere dei rappresentanti che
vanno a costituire l’oligarchia.
Il controllo del tempo e dello spazio nelle organizzazioni
Molte organizzazioni moderne operano in uno speci co ambiente sico. Gli edi ci che
ospitano le organizzazioni possiedono caratteristiche proprie, rispondenti alle particolari
esigenze delle loro attività, ma hanno in comune alcune importanti caratteristiche
architettoniche. Secondo Michel Foucault l’architettura degli edi ci che ospitano le
organizzazioni è direttamente connessa al loro sistema di autorità, (espressione piani alti).
.La disposizione delle stanze, dei corridoi e degli spazi aperti in un edi cio che
ospita un’organizzazione può o rire indicazioni signi cative sul suo sistema d autorità.
Foucault ha sottolineato come la presenza o l’assenza di visibilità nelle strutture
architettoniche delle organizzazioni moderne ne in uenzi ed esprima il modello di autorità.
Il grado di visibilità condiziona quella che Foucault chiama sorveglianza, cioè il controllo delle
attività nelle organizzazioni.
Una delle disfunzioni potrebbe essere l’eccessiva rigidità della burocrazia che potrebbe
portare al ritualismo burocratico: ovvero una situazione in cui le regole formali sono difese
ad ogni costo e quando ci si concentra troppo sulle procedure il rischio è perdere di vista il
quadro generale, con una possibilità di tensione tra cittadini e burocrazia.Un’altra
disfunzione può essere l’incapacità della burocrazia di gestire situazioni che necessitano di
un trattamento particolare. Esse sono pertanto poco e caci in settori dove la essibilità e
l’innovazione sono le esigenze primarie.
Burocrazia contro democrazia?
Anche nei paesi democratici le organizzazioni detengono enormi quantità di informazioni sui
cittadini tanto che le attività di sorveglianza possono minare i principi democratici. In
generale in una società dominata dalle organizzazioni vige una legge ferrea dell'oligarchia in
cui la concentrazione del potere nelle posizioni dei vertici è una conseguenza di un mondo
sempre più burocratizzato.
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Secondo Robert Michels, allievo di Weber, nelle grandi burocrazie
agisce la cosiddetta legge ferrea dell’oligarchia (governo di pochi), e a suo avviso le
organizzazioni sono necessarie perché sono l’unico strumento capace di consentire alla
massa di partecipare al processo politico. Non potendo essere governati dalle grandi masse,
bisogna eleggere dei rappresentanti che vanno a costituire l’oligarchia che consolidatasi,
ha un interesse maggiore a conservare il proprio potere che ad agire per i ni e
i valori dei propri mandanti democratici.
La sorveglianza nelle organizzazioni:
Nelle organizzazioni vi sono tre tipi di sorveglianza, e più è basso il livello gerarchico di un
individuo maggiore sarà il livello di sorveglianza sulla sua attività.
●Controllo diretto dei superiori sui subordinati: è quello che possiamo chiamare il
grado di visibilità, cioè il controllo delle attività
●Tenere archivi: grado di sorveglianza più sottile che consiste nel tenere archivi di
schede personali dei dipendenti
●Esiste poi l'auto-sorveglianza: sapere che qualcuno ci osserva modi ca il nostro
atteggiamento, limitando le nostre azioni.
Le organizzazioni transnazionali
Per la prima volta le organizzazioni hanno assunto dimensioni veramente globali e si occupano
cioè di tutto quello che consente di promuovere forme di intesa e di integrazione
nei rapporti internazionali.
I sociologi hanno diviso le organizzazioni internazionali in due grandi categorie:
Organizzazioni internazionali governative: Sono istituite da trattati internazionali e
stipulati dai governi al ne di favorire le relazioni internazionali. Vengono create per favorire
la sicurezza (Nazioni Unite), la regolamentazione dei commerci (Organizzazione mondiale
del commercio), il benessere sociale, diritti umani, o la protezione dell'ambiente. Alcune
delle più potenti organizzazioni oggi esistenti furono create per uni care le economie
nazionali in grandi e potenti aree di scambio, in tal proposito un esempio rilevante è quello
dell'Unione Europea.
Organizzazioni internazionali non governative, ONG: Sono organismi fondati su
accordi tra individui o associazioni private. Le organizzazioni non governative, anche quando
assumono un’articolazione internazionale, rimangono enti privati come la Croce Rossa
Internazionale
Le organizzazioni economiche
Le società moderne, sono in termini marxisti, società capitalistiche.
Il capitalismo è un sistema di organizzazione della vita economica che si distingue per le seguenti
importanti caratteristiche: proprietà privata nei mezzi di produzione, incentivo al pro tto,
investimenti nalizzati all'accumulazione di capitale. Tipi di imprese capitalistiche:
●Capitalismo familiare → aziende gestite da singoli imprenditori o da membri della
stessa famiglia e trasmesse in eredità ai discendenti. Forma che prevale nelle
piccole aziende ma dato che questo è un settore instabile è comune il fallimento.
●Capitalismo manageriale → (sostituì in parte quello familiare) Dalla
ne del 1800 le imprese hanno cominciato a fornire dei servizi ai loro dipendenti che
erano anche un modo per esercitare un controllo sui dipendenti e impedire la
formazione dei sindacati.
●Capitalismo istituzionale → reti di dirigenti il cui interesse non è solo la guida di
singole aziende ma lo sviluppo di un potere complessivo delle grandi imprese controllano gran
parte dell’economia. La di usione di questa tipologia è data dal cambiamento dei modelli di
investimento degli ultimi tempi: invece che investire direttamente in una singola
azienda si preferisce investire in fondi monetari, duciari, assicurativi che sono
controllati da grandi organizzazioni nanziarie le quali, a loro volta, investono nelle
grandi imprese industriali.

LE IMPRESE TRANSAZIONAL
Imprese transazionali: Imprese che con la globalizzazione operano in un contesto
economico internazionale, hanno quindi liali in due o più paesi e sono note anche con il
nome di “multinazionali ”. Svolgono un ruolo importante nella divisione internazionale del
lavoro, con cui si intende la specializzazione nella produzione di beni per il mercato
mondiale.
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Vi sono diverse categorie:
Imprese etnocentriche → le politiche aziendali sono decise e gestite dal quartier generale
nel paese di origine. Le imprese nel resto del mondo sono estensioni dell’azienda originaria,
e le pratiche sono standardizzate a livello mondiale.
Imprese policentriche → in cui le sussidiarie estere sono gestite dalle società locali, una per
ciascun paese. Il quartier generale nel paese d'origine de nisce ampie linee guida entro cui
le società locali gestiscono in proprio gli a ari.
Imprese geocentriche → i cui sistemi manageriali sono integrati a livello globale.

Responsabilità sociale d'impresa: Una semplice de nizione operativa di responsabilità


sociale d'impresa riguarda i modi in cui un'azienda cerca di allinearsi nei valori e nei
comportamenti a quelli dei suoi stakeholder
Le donne nelle imprese: Fino a qualche tempo fa gli studi sulle organizzazioni non
dedicavano grande attenzione alle questioni di genere, la sociologia di ispirazione
femminista però ha nalmente spostato l'attenzione sulle relazioni di genere in tutte le
principali istituzioni sociali. In questa prospettiva, la nascita delle organizzazioni moderne e
le carriere burocratiche erano strettamente connesse a una particolare con gurazione di
genere, soprattutto in due sensi:
● Le donne tendenzialmente sono state con nate in occupazioni di routine e bassa
retribuzione, subordinate a quelle degli uomini. Rappresentavano manodopera
a dabile e a buon mercato
● Il concetto di carriera era maschile, anche nella sfera domestiche le donne erano di
supporto alla carriera maschile.
Due importanti lavori esempli cano la dictomia tra una “prospettiva femminista liberale” e
una “prospettiva femminista radicale”.
●Prospettiva femminista liberale: “omosocialità maschile” → modo in cui nelle
organizzazioni gli uomini concentrano il potere in una cerchia ristretta in cui hanno
accesso solo chi appartiene a un determinato gruppo. Le donne e le minoranze
etniche sono escluse dalle possibilità di carriera e promozioni.
le donne sono svantaggiate
perché sono prive di potere nelle organizzazioni.
Quando le donne saranno un numero maggiore e acquisiranno posizioni di potere scompariranno
gli squilibri.
●Prospettiva femminista radicale: si distacca dalla precedente, il problema non può
essere risolto con la promozione di un numero maggiore di donne alle posizioni di
potere, perché le organizzazioni sono fondate su valori e modelli tipicamente
maschili.
le donne staranno sempre in posizioni subordinate agli uomini.
La soluzione per le donne è costruire organizzazioni proprie basate su principi diversi da quelli
maschili.
Sociologi come George Ritzer sostengono che la burocrazia e la razionalizzazione
rimangono le caratteristiche fondamentali della maggior parte delle organizzazioni,
soprattutto nel mondo sviluppato, dove la forma moderna di burocrazia ha una storia più
lunga.
Il cambiamento organizzativo: il modello giapponese
Molti cambiamenti che possono essere osservati nelle organizzazioni di tutto il mondo sono
stati sperimentati in Giappone alcuni decenni or sono da grandi imprese come Nissan e
Panasonic.
Nel modello giapponese è assente la piramide di autorità tratteggiata da Weber, al contrario, i
dipendenti dei livelli più bassi vengono regolarmente consultati sulle strategie all'esame dei vertici,
e persino i top manager usano incontrarsi con i lavoratori. A tutti livelli dell'organizzazione gli
individui lavorano in gruppi o in piccole squadre. Sono i gruppi e non i singoli, ad essere valutati
per la loro prestazione.
Diversamente da quanto avviene nei paesi occidentali, gli organigrammi interni fanno
riferimento ai gruppi e non alle posizioni dei singoli. Altra di erenza rilevante con il modello
Weberiano, è quello della divisione tra sfera privata e lavorativa, che invece non è presente
nel modello nipponico, tanto che le organizzazioni giapponesi al contrario si fanno carico di
molti bisogni dei propri dipendenti.

Sull’esempio del modello giapponese, molte organizzazioni occidentali hanno cominciato a


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introdurre nuove tecniche di management. I due modelli manageriali sono quelli imperniati
sulla gestione delle risorse umane e sulla cultura aziendale:
Gestione delle risorse umane → modello manageriale che considera i dipendenti come
risorse decisive per la competitività delle aziende. L’organizzazione deve fare in modo che i
dipendenti percepiscano il lavoro come un proprio investimento. Quindi la gestione delle
risorse umane non è un compito a dato solo all’u cio del personale ma è una priorità del
management.
Cultura aziendale → per incoraggiare la fedeltà all’impresa il management collabora con i
dipendenti alla costruzione di una cultura organizzativa fatta di rituali, eventi o tradizioni
aziendali. Queste attività hanno lo scopo di ra orzare la solidarietà.

A partire dagli anni 80 vi sono stati diversi nuovi approcci allo studio del management,
L'actor-network theory: è un approccio teorico allo studio delle relazioni tra dimensione
umana e non umana. Originato dagli studi sociologici sulle scienze naturali e sulla ricerca
scienti ca, tale approccio è stato proposto in particolare dallo studioso francese Bruno
Latour. con questa teoria si va ad insistere sul ruolo attivo delle “cose” non umane. L’azienda
non è solo una somma di strutture siche e manodopera umana, ma è composta da edi ci,
materiali testuali, macchine.
LO STUDIO DELLE RETI
Per reti si intendono tutte le connessioni dirette e indirette che una persona o un gruppo
hanno con altre persone o gruppi. Le reti personali comprendono persone che si conoscono
direttamente (ad esempio gli amici) o indirettamente (ad esempio gli amici di amici).
I gruppisociali sono uno strumento per entrar a far parte di reti ma non tutte le reti sono gruppi
sociali, molte mancano di quelle aspettative condivise e di quel senso di identità condivisa
tipici del gruppi sociale.
Le reti ci sono utili in molti modi, Mark Granovetter ha dimostrato la grandissima forza dei legami
deboli, soprattutto tra i gruppi socioeconomici più elevati.
Granovetter ha riscontrato che i professionisti di alto livello e i manager vengono a
conoscenza di nuove o erte di lavoro attraverso i contatti, come parenti alla lontana o
semplici conoscenti. Tali legami deboli possono essere di grande bene cio per il fatto che
parenti o conoscenti tendono ad avere contatti assai diversi da quelli dei nostri amici più
stretti , i cui contatti sociali sono molto analoghi ai nostri. Le reti oggi sono potenziate
dall'ICT (information and communication technology) e da Internet. L’avvento di
quest’ultimo ha permesso le elaborazioni di dati istantaneamente in ogni parte del mondo.
Il capitale sociale
Gli individui a volte scelgono di aderire ad alcune organizzazioni al ne di acquisire contatti
e accrescere la propria in uenza. Il capitale sociale è l'insieme dei contatti che consentono
ai singoli individui di realizzare i propri obiettivi e di incrementare la propria in uenza. Il
concetto di capitale sociale è subentrato nel contesto sociologico intorno agli anni 80, e in
Europa è associato all'opera del sociologo francese Pierre Bourdieu, ma l'impegno in
questoambito lo si deve anche a Robert Putnam. Putnam ha realizzato uno studio del capitale
sociale negli Stati Uniti, arrivando a distinguere due tipologie di esso:
●Il capitale sociale bridging → unisce le persone nonostante le di erenze sociali
●Il capitale sociale bonding → ra orza le identità esclusive e i gruppi omogenei.
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