Sei sulla pagina 1di 9

 I – 50-510-A-10

Trattamento delle cicatrici


ipertrofiche e cheloidee
I. Bodokh

Le cicatrici ipertrofiche e cheloidee corrispondono a una risposta anomala della cica-


trizzazione cutanea. Il loro trattamento si impone davanti all’esistenza di disturbi e di
segni funzionali invalidanti e, in genere, al loro carattere antiestetico. Le recidive quasi
costanti dopo l’exeresi chirurgica e la moltitudine delle metodiche utilizzate, di efficacia
variabile, spiegano l’assenza di riferimenti terapeutici. Vari trattamenti hanno mostrato
buoni risultati in studi di piccole dimensioni, senza un reale studio comparativo o con
un follow-up a lungo termine. I massaggi cicatriziali, la pressoterapia, la crioterapia, le
applicazioni di gel di silicone, il laser, le iniezioni intralesionali (principalmente cortico-
steroidi, bleomicina e 5-fluorouracile), la radioterapia e così via sono utilizzati da soli o,
il più delle volte, in associazione, permettendo una riparazione progressiva della cica-
trice. Questo articolo espone una revisione critica della letteratura sui diversi trattamenti,
nonché la nostra esperienza a proposito della gestione delle cicatrici ipertrofiche e dei
cheloidi.
© 2014 Elsevier Masson SAS. Tutti i diritti riservati.

Parole chiave: Cheloidi; Cicatrice ipertrofica; Iniezione intralesionale; Bleomicina;


5-fluorouracile

Struttura dell’articolo  Introduzione


■ Introduzione 1 Le cicatrici ipertrofiche e cheloidee corrispondono a
■ Cure locali 2 una proliferazione di tessuti fibrosi dermici densi [1] .
Cineplastica, compressione, pressoterapia 2 Eccezionalmente di comparsa spontanea, esse sono
Gel di silicone e placche di gel di silicone 3 secondarie a un trauma locale (il più delle volte chirur-
Crenoterapia 3 gico), a una malattia cutanea (ustione, infezione [acne,

varicella]) e, in maniera più aneddotica, a un’espressione
Crioterapia 3
traumatica artistica.
■ Infiltrazioni e iniezioni intracheloidee 3 La cicatrizzazione inizia dopo un’effrazione della bar-
Terapia corticosteroidea intralesionale 3 riera cutanea e porta a una riparazione tissutale attraverso
Infiltrazione di bleomicina 4 la formazione di una cicatrice detta primaria, nella
Infiltrazione di 5fluorouracile 5 quale intervengono le cellule endoteliali cheratinociti,
Altre infiltrazioni 5 fibroblasti e così via, con la proliferazione cellulare di
■ Chirurgia 5 miofibroblasti, glicosaminoglicani e acido ialuronico e la
■ Laser e radiofrequenza 5 secrezione di diversi fattori della crescita, basic fibroblast
Laser 5 growth factor (BFGF), transforming growth factor (TGF)-alfa
Radiofrequenza 6 e beta, platelet derived growth factor (PDGF) e vascular
Fototerapia dinamica 6 endothelial growth factor (VEGF), e numerose altre cito-
chine [2–4] .
■ Radioterapia 6 Ne conseguono una maturazione cicatriziale
Endocurieterapia postexcisionale 6 caratterizzata dal rimodellamento del collagene e
Chirurgia ed elettronterapia 6 un’ipervascolarizzazione che permette la formazione di
■ Terapia sistemica, prospettiva sulla ricerca 6 una cicatrice detta definitiva.
■ Scelte terapeutiche 6 Nelle cicatrici ipertrofiche e cheloidee, esiste uno squi-
Cicatrice ipertrofica 7 librio tra le reazioni di sintesi e quelle di catabolismo del
Cicatrice cheloidea 7 tessuto di granulazione, che porta ad abbondanti depositi
anarchici di collagene, nonché a numerose modificazioni

EMC - Cosmetologia medica e medicina degli inestetismi cutanei 1


Volume 11 > n◦ 1 > luglio 2014
http://dx.doi.org/10.1016/S1776-0313(14)67849-7
I – 50-510-A-10  Trattamento delle cicatrici ipertrofiche e cheloidee

ultrastrutturali e immunoistochimiche, che fanno seguito e di una riduzione dell’attività cheloidea, in particolare
alla comparsa di un tumore connettivo eccessivo carat- della sintesi del collagene che favorisce la sua matura-
terizzato da una proliferazione di fibroblasti del derma zione, l’orientamento delle fibre collagene e la riduzione
medio con presenza di agglomerati di fasci di collagene dell’attività fibroblastica nonché del numero di miofibro-
ialinizzati, più ricchi di fibronectina, elastina, proteogli- blasti.
cano e collagene di tipo 1 e 3, e presenza di importanti Le constatazioni cliniche e gli argomenti istologici
sostanze inibitrici della degradazione del collagene. e patologici si arricchiscono attualmente di studi sulla
La patogenesi è poco nota e multifattoriale, con metodologia della pressione necessaria e sulla durata
l’intervento di fattori topografici. Infatti, i cheloidi e le di quest’ultima. In effetti, diversi autori concordano
cicatrici ipertrofiche sono più frequenti nella parte alta nell’affermare che è necessaria una pressione meccanica di
del torace e nelle zone di iperseborrea, ma più rari sui 24-30 mmHg, mantenuta giorno e notte per un periodo di
palmi delle mani, sulle piante dei piedi e sul pene. Essi 6 mesi-1 anno. Per un risultato ottimale, il rilasciamento
derivano anche da alcuni tipi di aggressioni cutanee come della pressione non deve superare i 30 minuti al giorno.
le ustioni e compaiono preferenzialmente nelle popola- L’efficacia di questa tecnica è segnalata solo per i che-
zioni africane (fattore etnico) o, ancora, al momento di loidi recenti di volume modesto o per la prevenzione di
una gravidanza o nella pubertà, come nell’acne cheloidea cicatrici ipertrofiche in caso di ustioni o dopo il reinter-
(fattori ormonali). Le cicatrici ipertrofiche sono, dal canto vento.
loro, più frequenti nel bambino. La pressoterapia ha beneficiato di reali progressi grazie
La buona conoscenza di questi diversi fattori e alla comparsa di nuovi materiali che la rendono più accet-
l’importante rischio di recidiva quasi costante dopo una tabile. Malgrado ciò, sono pubblicati pochissimi studi
semplice exeresi chirurgica della cicatrice devono far comparativi sui materiali utilizzati.
prediligere le cure preventive alle cure curative lunghe,
difficili e di efficacia limitata. Compressione non parametrica, non permanente
I trattamenti delle cicatrici ipertrofiche e cheloidee sono Bende adesive. L’applicazione permanente di bende
molteplici e variano in funzione della dimensione, della adesive permetterebbe una stabilizzazione delle cicatrici
sede, dell’esistenza di dolori, di disturbi funzionali e di ipertrofiche. L’uso di bende adesive trasparenti permette
pregiudizi estetici, dell’ambiente terapeutico e delle abi- di rendersi conto dell’effetto benefico di questa tecnica
tudini del medico. I trattamenti associano, il più delle (Elastoplaste® riduttore di cicatrice). Nessuno studio ran-
volte, diverse tecniche: cure locali, applicazioni di placche domizzato ha confortato questa tecnica, la cui efficacia
o gel di silicone, pressoterapia, iniezioni intralesionali, resta da dimostrare.
laser, radiofrequenza e radioterapia, associati o meno a Si avvicina questa tecnica alla meccanoterapia con
un reintervento [5–10] . suture adesive, che sembra offrire risultati migliori.
È importante distinguere le cicatrici ipertrofiche che Bende elastiche. Si tratta di una tecnica che per-
compaiono nei postumi immediati del trauma, limitate mette un trattamento precoce temporaneo delle zone non
alla cicatrice e che regrediscono spontaneamente in 12- cicatrizzate, attendendo la decisione sulla modalità di trat-
18 mesi, dalle cicatrici cheloidee, che compaiono, il più tamento della pressoterapia. Questa metodica, assai poco
delle volte, da due a sei mesi dopo il trauma, con delle utilizzata e usata unicamente in centri specializzati, deve
lesioni estensive, a volte a «chela di granchio», debordanti essere temporanea, a causa dei rischi di pressione troppo
dai limiti del trauma e che regrediscono solo raramente. elevata (effetto laccio). Le si preferiscono, per questo, i
È necessario, in caso di fattori di rischio, rivedere una bendaggi tubolari.
cicatrice di exeresi a un mese, per ricercare eventuali
segni clinici premonitori di disturbi cicatriziali, come Pressoterapia, compressione continua
un prurito, un’infiammazione locale e un ispessimento Si tratta di una metodica che ha un ruolo di elezione
cicatriziale. È anche importante conoscere bene i mezzi nella prevenzione della comparsa di cheloidi e che è il
terapeutici prima di proporre il trattamento più appro- miglior mezzo attuale in caso di cheloide esteso recente,
priato. di cui rappresenta il trattamento quasi esclusivo. La com-
pressione continua superiore a 30 mmHg deve essere
mantenuta per 23 ore su 24, con un rilasciamento di
pressione il più breve possibile, per permettere l’igiene,
 Cure locali la manutenzione del materiale di compressione nonché
le cure complementari da prestare alla cicatrice (toilette,
Cineplastica, compressione, massaggi, idratazione, infiltrazioni, ecc.).
pressoterapia [10–19] Bottone compressivo. L’efficacia del bottone com-
pressivo per il trattamento o la prevenzione di un cheloide
Cineplastica del lobo dell’orecchio è buona per numerosi autori. La
Lo scopo è di creare un nuovo piano di scorrimento, durata del mantenimento della pressione per una man-
il più delle volte fibroso, in caso di cicatrici cheloi- canza di recidiva varia tra i quattro mesi e un anno.
dee, spostando le aderenze e i nuclei fibrosi. Si tratta di Indumenti compressivi. Questi indumenti sono
massaggi e petrissage manuali tipo frizioni e palpazione- fabbricati su misura da equipe specializzate. Sarebbe pre-
arrotolamento. La cineplastica si concepisce solo per le feribile, per ottenere una pressione efficace, utilizzare
cicatrici aderenti e ancora attive. La sua efficacia resta da dei tessuti multidirezionali (laboratorio Medical Z, Thua-
dimostrare. sne, ecc.). Questi indumenti compressivi su misura sono
rimborsati al 100% alla tariffa interministeriale delle pre-
stazioni sanitarie (TIPS) per i grandi ustionati.
Compressione, pressoterapia Malgrado ciò, varie zone sono di accesso delicato, come
Il ruolo benefico della compressione sulle cicatrici è il collo, dove la pressione è impossibile, o le zone concave,
stato segnalato da lungo tempo da Dupuytren. Essa è soffici o articolari, che richiedono la realizzazione di
stata «riscoperta» rimarcando l’assenza di cicatrici che- ortesi.
loidee sulle zone soggette a una pressione costante Materiali compressivi realizzati su misura. Si tratta
(uso di cinture e di bretelle, pazienti in decubito pro- principalmente di materiali protesici in silicone o algi-
lungato, ecc.). Il suo effetto sarebbe antinfiammatorio, nato. Si esegue un’impronta realizzata preventivamente
antiedematoso e ischemizzante. La pressione applicata, con materiali solidi, quindi si effettua un riempimento
vicina alla pressione capillare, provoca un’occlusione con un prodotto più fluido del cheloide in negativo. Il
della microvascolarizzazione, responsabile di un’ipossia calco ottenuto è o fissato con fasce di Velcro® elastiche

2 EMC - Cosmetologia medica e medicina degli inestetismi cutanei


Trattamento delle cicatrici ipertrofiche e cheloidee  I – 50-510-A-10

che permettono di adattare la pressione alla tolleranza del centri di crenoterapia (doccia filiforme). Una pressione
paziente o posizionato tramite indumenti compressivi. localizzata non ha dimostrato alcuna efficacia da sola; tut-
I materiali variano in funzione delle equipe, il più delle tavia, associata all’idroterapia, la crenoterapia permette
volte specializzate (Zelgan® , Elite® , Express® 3 M, ecc.). Per una gestione globale sul piano cutaneo, psicologico e
il viso o il collo, si tratta, il più delle volte, di maschere analgesico dei cheloidi e, soprattutto, la loro prevenzione
o di stampi termoformati trasparenti che permettono di nei grandi ustionati.
valutare l’efficacia della compressione. Le stazioni francesi più attive in questo settore sono
I principali limiti della pressoterapia sono le zone La Roche-Posay, Avène-les-Bains, Saint-Gervais-les-Bains-
concave. Le Fayet e Uriage.
Materiali compressivi e placche di gel di silicone.
L’utilizzo è più facile e la flessibilità del prodotto permette
di adattarsi a tutte le forme di cicatrice senza un calco pre-
ventivo. Il tempo di applicazione può essere ridotto, come
 Crioterapia [26, 28–32]

può essere ridotta anche la possibilità di interruzione tem- La crioterapia e la criochirurgia sono utilizzate da molti
poranea del trattamento, senza pregiudizi. anni per il trattamento dei tumori cutanei e, per esten-
La compressione resta comunque inferiore e si tratta di sione, per quello dei cheloidi e delle cicatrici ipertrofiche.
un trattamento combinato, in quanto il gel di silicone ha La crioterapia è dolorosa e spesso inefficace, quando è
un’efficacia da solo per la profilassi e i trattamenti delle utilizzata da sola. Pochi studi hanno riferito la sua effica-
cicatrici ipertrofiche e dei cheloidi. cia. Si tratta di trattamenti iterativi ogni 20-30 giorni per
sei mesi. Essa è associata alle infiltrazioni intralesionali
Gel di silicone e placche di corticosteroidi, dove permetterebbe un miglioramento
di gel di silicone [20–25] in oltre l’80% dei casi. Questi buoni risultati non sono
osservati da tutti gli autori.
L’utilizzo di gel di silicone per il trattamento delle cica- Modalità della crioterapia: sono proposti da uno a tre
trici è segnalato per la prima volta da Perkin et al. In shock criogenici di 10-30 secondi per 1 cm2 di tessuto che-
seguito, numerosi autori riferiscono la sua efficacia, o loideo, ogni tre-quattro settimane. L’efficacia inizia dopo
da solo o, il più delle volte, associato a una pressotera- il terzo trattamento ed è opportuno non proseguire il trat-
pia [26, 27] . tamento in caso di assenza di miglioramenti.
Il meccanismo d’azione del gel di silicone è oscuro Questo trattamento è doloroso e si accompagna a
e la pressione esercitata dalla placca di silicone rimane necrosi cutanee persistenti un mese dopo il trattamento
bassa rispetto alla pressione necessaria per il trattamento in più del 30% dei casi, nonché a una discromia in più del
(30-40 mmHg). Le alterazioni degli scambi gassosi, della 10% dei casi. Per molti, l’efficacia di questa metodica non
temperatura cutanea, della carica elettrostatica della cica- supererebbe il 50%, nel migliore dei casi.
trice, della flora cutanea e anche dell’idratazione cutanea Il trattamento con criochirurgia si può, quindi, conce-
spiegherebbero l’effetto di questo trattamento. pire solo per cheloidi di piccole o medie dimensioni, a
In effetti, dopo l’applicazione di placche di gel di sili- causa del dolore e dei rischi di discromia e non si deve
cone, una riduzione importante della perdita di acqua utilizzare per le cicatrici ipertrofiche.
della cicatrice e una riduzione dell’attività vascolare La nostra esperienza a proposito della crioterapia è delu-
ridurrebbero i depositi di collagene. Ne consegue una dente e solo raramente realizziamo questo trattamento in
modificazione degli scambi tra i cheratinociti e i fibro- monoterapia.
blasti dermici. Le placche utilizzate sono dei multimeri di
silicone sterili.
Attualmente sono proposte differenti placche: Cica-
Care® , Céréderme® e Mépitel® .
 Infiltrazioni e iniezioni
Le placche di silicone devono essere usate su una cica- intracheloidee
trice recente per più di 12 ore al giorno. Le si deve lasciare
agire la notte e bisogna lavarle giornalmente o sostituirle Terapia corticosteroidea
alla comparsa di segni di usura (il gel si fissura e si ingial-
lisce). Altre placche devono essere applicate per 23 ore su
intralesionale [27, 33–35]
24, permettendo, così, le cure di igiene. Possono essere uti- Le iniezioni di corticosteroidi retard sono molto utiliz-
lizzati anche dei gel di silicone in massaggio (Dermatic® , zate per il trattamento dei cheloidi. L’efficacia è segnalata
Kélocote® ). Dei gel di silicone a memoria di forma sono da oltre 50 anni e si può considerare attualmente che
particolarmente utilizzati per la gestione delle cicatrici le modalità terapeutiche e gli effetti secondari sono ben
postoperatorie. stabiliti. Tuttavia, il meccanismo d’azione resta ipote-
Il trattamento deve essere proseguito, in funzione degli tico e l’efficacia è differente in funzione degli autori, per
studi, dai 4 ai 18 mesi. L’efficacia per il trattamento dei l’assenza di una descrizione clinica precisa delle cicatrici
cheloidi è controverso, tuttavia, riguardo al trattamento ipertrofiche e cheloidee, della loro sede e della loro anzia-
delle cicatrici ipertrofiche e alla prevenzione postchi- nità. In effetti, la maggioranza degli studi presenta nello
rurgica o postustione del cheloide, esso è attualmente stesso modo il trattamento delle cicatrici ipertrofiche,
ammesso e gli autori concordano su un’efficacia del 60% di cui si conosce il carattere spontaneamente regres-
circa (30% di guarigione, 30% di miglioramento). Si tratta, sivo, delle cicatrici cheloidee di volume modesto e delle
tuttavia, di trattamenti onerosi ed è deplorevole che essi cicatrici cheloidee di volume importante, i trattamenti
non siano rimborsati dall’assicurazione contro le malattie. combinati e, infine, la prevenzione delle recidive dopo
Questi trattamenti sono, nella maggioranza dei casi, uti- l’exeresi iniziale delle lesioni.
lizzati solo in caso di cicatrici ipertrofiche e sono associati
ad altri trattamenti per i cheloidi. Modalità terapeutiche
L’utilizzo di bende adesive contenenti ossido di zinco
è una metodica aneddotica, sostituita sempre di più dalle L’acetonide di triamcinolone è il più utilizzato; sono
placche di gel di silicone. iniettati 10-40 mg, in funzione del volume della cicatrice,
senza superare i 120 mg nell’adulto e gli 80 mg nel bam-
bino.
Crenoterapia Si realizza un’iniezione ogni mese o, anche, ogni due
Una pressione sulle aree localizzate della cicatrice che mesi, per un massimo di sei iniezioni. In assenza di effica-
raggiunge 25 bar per alcuni minuti è proposta in diversi cia alla terza iniezione, è inutile proseguire il trattamento.

EMC - Cosmetologia medica e medicina degli inestetismi cutanei 3


I – 50-510-A-10  Trattamento delle cicatrici ipertrofiche e cheloidee

A B
Figura 1. Cheloide dell’orecchio.
A. Prima dell’iniezione di bleomicina.
B. Dopo l’iniezione di bleomicina (sette infiltrazioni di 0,5-0,8 ml).

L’efficacia di questa tecnica varia in funzione degli studi La bleomicina in infiltrazione è utilizzata da nume-
dal 40% al 70% dei casi; si nota, tuttavia, un rischio rosi anni per il trattamento di verruche volgari, con
di numerosi effetti secondari. Questi trattamenti sono un’efficacia che va dal 50% al 100% dei casi, di leucoplasie
spesso limitati dal dolore. Si raccomandano l’utilizzo di orali, di cheratoacantomi e così via.
una crema anestetica come anche l’aggiunta di lidocaina I meccanismi d’azione della bleomicina per il tratta-
iniettabile nella stessa siringa. mento dei cheloidi sono sconosciuti e potrebbero essere
Per ridurre le difficoltà di iniezione, può essere realizzata secondari al suo effetto sulla sincronizzazione cellulare
una crioterapia breve di due-quattro secondi sulla lesione, e sul DNA e fanno intervenire numerose citochine che
creando un edema lesionale che facilita le infiltrazioni. hanno un ruolo principale nell’angiogenesi, così come
Inoltre, ciò permette di ridurre la diffusione perilesionale nella sintesi e nella degradazione del collagene.
del corticosteroide. La bleomicina è diluita in lidocaina per ottenere 1 mg di
Sono state proposte anche le iniezioni di desametasone bleomicina per millilitro. La soluzione è, allora, iniettata
21 fosfato (1 mg/ml). nel cheloide e noi non superiamo, abitualmente, i 3 mg
di bleomicina per iniezione. Si esegue un’iniezione ogni
Effetti secondari quattro settimane; sono necessarie da tre a otto iniezioni
al massimo per il trattamento dei cheloidi (Figg. 1A, B).
A eccezione del dolore all’iniezione, che è l’effetto
Questo trattamento permette, nella nostra esperienza,
secondario comune a tutte le iniezioni intralesionali,
un miglioramento in più del 90% dei casi e una regres-
diversi effetti secondari sono specifici all’utilizzo dei cor-
sione completa senza recidive in circa il 60% dei casi.
ticosteroidi. Essi si riferiscono soprattutto all’iniezione di
Abbiamo notato che i cheloidi della zona cervicale forni-
corticosteroidi nella cute vicina, quasi costante a causa
vano i risultati più costanti. I cheloidi toracici sembrano
della fibrosi cicatriziale irregolare nei cheloidi. Si tratta di
essere più recalcitranti.
atrofia cutanea, di discromia, in particolare di depigmen-
Il principale effetto secondario è il carattere doloroso
tazione, così come di teleangiectasie e, più raramente, di
delle iniezioni, che richiede delle iniezioni progressive
ammassi gessosi sottocutanei, di ulcerazioni o di necrosi
associando della lidocaina, talvolta dopo l’applicazione
il più delle volte reversibili.
di azoto liquido per ridurre il dolore, o, nel bam-
Per ridurre questi effetti secondari, è stato proposto
bino, l’utilizzo di gas MEOPA (miscela equimolare
l’utilizzo di Dermojet® .
ossigeno-protossido di azoto). Gli altri effetti secondari
Con l’utilizzo di Dermojet® , la penetrazione del
sono le iperpigmentazioni in oltre il 10% dei casi, in par-
corticosteroide è mediocre e i risultati sono insuffi-
ticolare in caso di trattamento nel periodo estivo, e, più
cienti. Questa tecnica, d’altra parte, è efficace solo
raramente, delle necrosi cutanee dolorose che si saldano
sulle cicatrici ipertrofiche, probabilmente con la stessa
attraverso una finestra terapeutica ma che permettono un
efficacia delle applicazioni di dermocorticoidi sotto-
miglioramento più rapido del cheloide. Infine, abbiamo
occlusivi. Noi abbiamo abbandonato questa tecnica del
osservato in tre casi la presenza di smagliature periferiche,
Dermojet® .
a testimonianza dell’effetto sulle fibre elastiche di questo
trattamento (si trattava, comunque, di dosi troppo elevate
Infiltrazione di bleomicina [36–43] e iniettate in una zona extracheloidea). La tossicità ema-
tologica della bleomicina a bassa dose non è stata finora
Noi effettuiamo questo trattamento da più di dieci mai segnalata, tanto nel trattamento delle verruche vol-
anni. La bleomicina è un antineoplastico che ha gari che in quello dei cheloidi. Dai nostri primi lavori,
un’efficacia antineoplastica, antibatterica e antivi- diversi autori riscontrano questo effetto, confortando la
rale. Essa inibisce la divisione cellulare opponendosi buona efficacia di questo trattamento.
all’incorporazione di timidina nell’acido desossiribo- Questo trattamento costituisce per noi il trattamento di
nucleico (DNA) con un’azione antidepolimerasi sul prima intenzione per i cheloidi del volto e della regione
DNA. cervicale, dove abbiamo riscontrato fino a oggi solo rari

4 EMC - Cosmetologia medica e medicina degli inestetismi cutanei


Trattamento delle cicatrici ipertrofiche e cheloidee  I – 50-510-A-10

insuccessi. Esso è efficace e può essere tentato per i che- Applicazione e infiltrazione
loidi di altre sedi, da solo o associato ad altri trattamenti, di mitomicina C [52, 53]
pressoterapia e placche di gel di silicone, o anche per i
cheloidi ampi in prevenzione secondaria dopo l’exeresi Più recentemente, dei tentativi di trattamento di che-
chirurgica. L’efficacia è, per contro, mediocre sui cheloidi loidi e di cicatrici ipertrofiche mediante l’applicazione
del torace. di mitomicina C 1 mg/ml, lasciata in sede tre minuti
dopo l’exeresi con la metodica detta di «shaving»,
hanno mostrato una buona efficacia, simile a quella
Infiltrazione di 5-fluoro-uracile [44–48] dell’infiltrazione intralesionale sottocutanea di mitomi-
cina C dopo l’exeresi. Questa tecnica permetterebbe una
Il 5-FU è un analogo della pirimidina che ha un’attività riduzione dei fenomeni di necrosi. Si tratta di un approc-
antimetabolica. Esso inibisce la proliferazione fibrobla- cio che richiede, tuttavia, di essere confermato con un
stica in coltura. Fitzpatrick et al. riferiscono la loro maggior numero di pazienti.
esperienza dopo nove anni di trattamento con 5-FU iniet-
tato alla concentrazione di 5 mg/cm3 , da 2 a 50 mg,
con possibilità di un dosaggio adattato (4,5 mg/ml o
10 mg/ml). Inizialmente, è stata eseguita un’iniezione
 Chirurgia
mensile senza successo e gli autori consigliano tre inie-
L’exeresi chirurgica semplice e totale di cicatrici ipertro-
zioni per settimana in giorni non consecutivi, fino alla
fiche e di cheloidi è un’opzione terapeutica comune. Essa
comparsa di efficacia, poi due volte per settimana, poi
deve essere abbandonata in monoterapia a causa dei rischi
una volta per settimana o, anche, una volta al mese per
quasi costanti di recidiva. L’incisione intramarginale sti-
sei mesi. Questo trattamento è associato a un corticoste-
molerebbe poco la produzione di collagene e causerebbe
roide (0,1 ml di Kenalog® 10 mg/ml) e alla lidocaina. In
questo studio, sono state eseguite da 1 a 25 iniezioni per meno recidive [54] . È opportuno associare le misure pre-
paziente con, in media, 5-10 iniezioni. Gli autori riferi- ventive, come la sospensione dell’esposizione solare delle
scono una buona efficacia con, sembrerebbe, pochissimi cicatrici e l’utilizzo di suture adesive per lungo sulla cica-
effetti secondari. trice postoperatoria per due-tre mesi, a delle applicazioni
L’associazione di 5-FU e di corticosteroidi retard sosti- di gel di silicone o di placche di gel di silicone e, infine,
tuisce sempre più le infiltrazioni di soli corticosteroidi. di pressoterapia.
Senza reali studi comparativi, la nostra esperienza ci sug- L’exeresi chirurgica deve essere associata a un tratta-
gerisce una superiorità delle infiltrazioni di bleomicina mento complementare, come le infiltrazioni intralesio-
rispetto a quelle di 5-FU. nali (corticosteroidi o 5-FU, bleomicina, laser e, in alcuni
casi, radioterapia).

Altre infiltrazioni
Infiltrazione di interferone [49–51]
 Laser e radiofrequenza
Gli interferoni alfa, beta e gamma riducono l’attività dei Laser [55–60]
fibroblasti dei cheloidi in coltura agendo sulla sintesi del
collagene I e III. Gli studi pubblicati si riferiscono a delle I laser hanno certamente un’efficacia per il trattamento
iniezioni una volta per settimana per 6-18 settimane di delle cicatrici ipertrofiche, delle cicatrici iperpigmentate
1,5 milioni di unità per una superficie inferiore a 2 cm2 e e delle cicatrici eritematose o teleangiectasiche, ma essa
di 3 milioni di unità per una superficie superiore. Questo rimane modesta per le cicatrici cheloidee.
trattamento resta controverso, in quanto non ha mostrato Attualmente, numerose pubblicazioni riportano
un’efficacia maggiore rispetto al placebo. l’efficacia del laser, comunque la metodologia resta
Gli effetti secondari sono, oltre al dolore nel punto di discutibile a causa di un basso numero di pazienti, del
iniezione, la sindrome pseudoinfluenzale dei trattamenti volume del cheloide che solo raramente è precisato e
con interferone e gli effetti secondari laboratoristici abi- della fluenza e del numero di passaggi eseguiti. Non
tuali: neutropenia, trombocitopenia, ipertrigliceridemia e sembra esistere un consenso sul reale posto dei laser nel
aumento delle transaminasi. trattamento delle cicatrici cheloidee.
Il costo del trattamento, gli effetti secondari e l’efficacia La loro efficacia è riscontrata in circa il 50% dei casi
controversa fanno sì che questo trattamento resti aneddo- per laser Nd Yag, laser CO2 , laser Erbium o laser a colo-
tico. rante pulsato 585 nm solamente su cicatrici ipertrofiche.
Per quanto riguarda i cheloidi, la loro efficacia resta ancora
Infiltrazioni di isoniazide [1] da dimostrare.
La maggior parte dei lavori riguarda principalmente i
È stata proposta l’isoniazide alla dose di 250-500 mg, laser ablativi e non ablativi.
associata a un corticosteroide, con efficacia. Gli autori
hanno proposto un’iniezione ogni 20 giorni. Si tratta di Laser ablativi
lavori rimasti aneddotici.
I laser CO2 , CO2 frazionato ed Erbium hanno dimo-
[4] strato la loro efficacia nel trattamento dei disturbi
Infiltrazioni di pentossifillina cicatriziali stabili, di cicatrici antiche e di cicatrici di acne
La pentossifillina in vitro inibisce la proliferazione e per sbrigliare le ferite da ustione, ma non sono consi-
fibroblastica di fibronectina nel cheloide senza effetti gliati per il trattamento delle cicatrici ipertrofiche e delle
sull’attività della collagenasi. Gli autori suggeriscono la cicatrici cheloidee recenti o voluminose.
sua efficacia per il trattamento dei cheloidi ma ciò, a
nostra conoscenza, non è mai stato riferito in uno studio Laser non ablativi
clinico.
Con un laser a colorante pulsato 585 e 595 nm, il
bersaglio è l’ossiemoglobina e la penetrazione è poco
Infiltrazioni di destrano importante. I risultati sono promettenti per ridurre
In vitro, il solfato di destrano riduce la sintesi fibro- l’eritema e appianare le cicatrici ipertrofiche o nel
blastica del cheloide senza che sia stata segnalata alcuna periodo postchirurgico alla rimozione del filo. Gli autori
evidenza in vivo e senza che uno studio clinico sia venuto concordano per una fluenza bassa (7 joule/cm2 ), senza
a confermare questi risultati [6] . sovrapposizione né porpora, con delle sedute distanziate

EMC - Cosmetologia medica e medicina degli inestetismi cutanei 5


I – 50-510-A-10  Trattamento delle cicatrici ipertrofiche e cheloidee

di sei-otto settimane. Questo trattamento è spesso


associato ad altre terapie: pressoterapia, infiltrazioni intra-
 Terapia sistemica,
lesionali e placche di silicone. prospettiva sulla ricerca
Sono stati pubblicati pochissimi studi a proposito delle
Radiofrequenza [61] terapie sistemiche di cheloidi e cicatrici (colchicina, tali-
domide, ecc.). La loro efficacia resta da dimostrare e,
Pochissime pubblicazioni riscontrano l’efficacia della comunque, l’interesse del trattamento sistemico è fon-
radiofrequenza per il trattamento dei cheloidi del lobo damentale, in quanto siamo spesso disarmati di fronte a
dell’orecchio associata o meno a delle infiltrazioni di cor- cheloidi multipli ed estesi.
ticosteroidi. L’efficacia resta da dimostrare. Un altro approccio del futuro sarebbe di determinare
i pazienti rispondenti e non rispondenti al tratta-
mento per non perdere tempo con tentativi terapeutici
Fototerapia dinamica [62, 63] deludenti. Nella nostra esperienza, i cheloidi toracici
L’efficacia della fototerapia dinamica con il metile rispondono poco alle infiltrazioni intralesionali tanto
aminolevulinato topico è stata segnalata in maniera con il 5-FU che con i corticosteroidi e la bleomicina e
aneddotica e richiede diverse sedute di fototerapia. Più consigliamo rapidamente una ripresa chirurgica seguita
recentemente, è stato pubblicato questo trattamento da un’irradiazione. Analogamente, i cheloidi con con-
effettuato dopo l’exeresi chirurgica in nove pazienti, torni fortemente pigmentati richiederebbero un maggior
con una buona efficacia sul dolore, sul prurito e numero di infiltrazioni [69] . Sono indispensabili degli studi
sull’eritema. L’efficacia di questo trattamento resta da terapeutici randomizzati che utilizzino delle scale di valu-
dimostrare, in quanto noi abbiamo, nella nostra espe- tazione standardizzate per determinare meglio la scelta
rienza, due casi di comparsa di cicatrici ipertrofiche terapeutica.
dopo il trattamento di carcinomi basocellulari superfi- Un altro approccio terapeutico potrebbe essere l’utilizzo
ciali del torace mediante fototerapia dinamica (ruolo del di una bioterapia intralesionale che permetta di ridurre
raschiamento?). i fattori di crescita che impediscono la proliferazione di
fibroblasti.

 Radioterapia [64–68]

 Scelte terapeutiche
La radioterapia impiegata da sola per il trattamento dei
cheloidi è un trattamento deludente e pericoloso. Essa si I cheloidi e le cicatrici ipertrofiche sono frequenti, inte-
concepisce solo in associazione con una chirurgia, rispet- ressando il 4,5-16% della popolazione. Il loro trattamento
tando le controindicazioni intrinseche alla tecnica come si impone quando esistono dei segni funzionali e un
la vicinanza di un organo radiosensibile (tiroide, gonade, disturbo meccanico e nelle forme antiestetiche. Il tratta-
mammelle, occhi), ed è opportuno evitare l’accumulo mento non è codificato e varia in funzione di numerosi
delle dosi nei trattamenti di cheloidi multipli. Il rischio criteri, soprattutto della dimensione del cheloide, della
oncologico a lungo termine, anche se non segnalato, resta sua sede e dell’ambiente medicosociale [70, 71] . La compres-
da temere. sione, i gel di silicone, le iniezioni intralesionali, il laser
a colorante pulsato e la crioterapia rappresentano i tratta-
menti più spesso utilizzati dal dermatologo. I trattamenti
Endocurieterapia postexcisionale sono raramente utilizzati da soli e, il più delle volte, in
associazione con altri trattamenti: exeresi chirurgiche dei
L’endocurieterapia postexcisionale consiste nell’impi- cheloidi voluminosi e, più eccezionalmente, con endocu-
anto intratissutale di un isotopo radioattivo adattato al rieterapia postexcisionale. È importante, prima di avviare
volume da irradiare. Dopo l’exeresi senza tensione del un trattamento, realizzare delle fotografie e valutare il che-
tessuto cheloideo, occorre posizionare nel derma super- loide e la cicatrice antiestetici.
ficiale una guaina vettrice dove si introduce il prima Sono utilizzate numerose scale di valutazione [72–74] :
possibile un filo di iridio 192. Vettori interni ed esterni • la scala Vancouver (Vancouver Scar Scale [VSS]), che
sono fissati solidamente. Si eroga sul filo una dose di valuta l’ipertrofia, il colore, la flessibilità e la pigmenta-
15-25 gray con un tempo di applicazione di 24-48 ore zione (Tabella 1);
in un servizio di curieterapia, controllando l’assenza
di radioattività residua prima della dimissione del Tabella 1.
paziente. Scala di Vancouver sulle cicatrici a (Vancouver Scar Scale).
I risultati sono incoraggianti, con un’efficacia del 50- Vascolarizzazione 0 Normale
80% in funzione delle equipe. Occorre, tuttavia, tenere 1 Rosata
conto dei vincoli e dei limiti di questo trattamento, che va 2 Rossa
riservato solo ai cheloidi di grandi dimensioni con possibi- 3 Porpora
lità di una cicatrice di exeresi lineare, per evitare il rischio Pigmentazione 0 Normale
di sovra- o di sottoesposizione in un punto. 1 Ipopigmentazione
2 Rimaneggiamento pigmentario
3 Iperpigmentazione
Chirurgia ed elettronterapia Flessibilità 0 Normale
1 Flessibile
Si tratta di un’alternativa terapeutica in caso di con-
2 Pieghevole
troindicazione all’endocurieterapia. Dopo un’exeresi del
3 Fissa
cheloide, si erogano da tre a quattro sedute di elettronte- 4 Rigida
rapia superficiale di 6-8 mev tutti i giorni, ogni due giorni 5 Sclerotica
oppure ogni sette giorni, in funzione delle equipe, con
Spessore 0 Piatta
una dose di 10-25 gray.
1 Meno di 2 mm
Un’altra tecnica consiste nel realizzare, nelle due ore
2 Da 2 a 5 mm
che seguono l’exeresi chirurgica e rispettando i margini 3 Più di 5 mm
cicatriziali, una radioterapia di basso dosaggio in una sola
volta. a
Traduzione della scala Vancouver non validata.

6 EMC - Cosmetologia medica e medicina degli inestetismi cutanei


Trattamento delle cicatrici ipertrofiche e cheloidee  I – 50-510-A-10

Tabella 2.
Scala di misurazione delle cicatrici del paziente e dell’osservatore a (Patient and Observer Scare Assessment Scale). Scala di misurazione
della cicatrice da parte dell’osservatore.
Cute normale 1 2 3 4 5 6 7 8 9 10 Cicatrice estremamente
rimaneggiata
Vascolarizzazione
Pigmentazione
Spessore
Rilievo
Elasticità
Totale del punteggio dell’osservatore
a
Traduzione della scala non validata.

Tabella 3.
Scala di misurazione delle cicatrici del paziente e dell’osservatore a (Patient and Observer Scare Assessment Scale). Scala di misurazione
della cicatrice da parte del paziente.
Assenza di disturbo 1 2 3 4 5 6 7 8 9 10 Disturbo massimo
La cicatrice fa male?
La cicatrice prude?
La cute è normale?
Il colore della cicatrice è diverso?
La cute è estremamente differente?
Lo spessore della cicatrice è diverso?
La cicatrice è irregolare?
Totale del punteggio del paziente
a
Traduzione della scala non validata.

• la scala POSAS (Patient and Observer Scare Assessment In caso di insuccesso, sono proposte l’associazione 5-
Scale), che è utilizzata nel pre- e nel postoperatorio FU e corticosteroidi intralesionali e, più eccezionalmente,
(Tabelle 2, 3). una ripresa chirurgica seguita o da un trattamento preven-
Queste due scale sembrano essere le più utilizzate. tivo che associa gel di silicone, infiltrazione di bleomicina
Sono state pubblicate altre scale: e compressione o da un’endocurieterapia postexcisionale.
• la scala MSS (Manchester Scar Scale);
• la scala SSS (Seattle Scar Scale); Cheloide di grandi dimensioni
• la scala SBSES (Stony Brook Scar Evaluation Scale);
Nella zona facciale, la bleomicina è tentata in monote-
• la scala VAS: scala visiva analogica.
rapia, se necessario trattando solo una parte delle lesioni
Non esiste, attualmente, un consenso relativo alle scale
alternativamente ogni 15 giorni. Altrimenti, quando esi-
di valutazione da usare, che sarebbe opportuno tradurre
ste un disturbo funzionale, è proposto un reintervento,
con un consenso francese o, anche, europeo. L’utilizzo di
seguito da un trattamento preventivo misto idoneo per
queste scale permetterebbe di valutare al meglio l’efficacia
ogni individuo, che associa compressione, infiltrazioni di
dei trattamenti sui nostri pazienti.
bleomicina o di corticosteroidi retard e 5-FU e applicazioni
di gel di silicone. L’utilizzo di endocurieterapia postexci-
Cicatrice ipertrofica sionale è studiato caso per caso.
In assenza di disturbi funzionali, noi ritardiamo la
Noi consigliamo un’astensione terapeutica per le cica- ripresa chirurgica a causa di importanti rischi di recidiva.
trici ipertrofiche di piccole dimensioni in assenza di
disturbi funzionali o di precedente personale o familiare
di cheloide. In caso di disturbo funzionale, di importante  Riferimenti bibliografici
richiesta terapeutica e di cicatrice ipertrofica di grandi
dimensioni o in caso di importanti rischi di cheloide, il [1] Aron-Brunetiere R, Arouette J, Bineto-Spinasse BJ, Girard J,
trattamento dipende dalla sede: Robin J. Tumeurs cutanées bénignes. In: Guide de thérapeu-
• massaggio e o applicazioni di gel o placche di gel di tique dermatologique. Paris: Masson; 1982177–84.
silicone; [2] Baups PS, Larson DL, Stacey TR. Ultrastructural analy-
• compressione e, più raramente, infiltrazioni intralesio- sis of pressure treated human hypertrophic scars. J Trauma
1976;16:958–67.
nali di bleomicina o laser a colorante pulsato;
[3] Bennet JM, Reich SD. Bleomycin. Ann Intern Med
• più eccezionalmente, infiltrazioni di corticosteroidi
1979;90:945–8.
retard associati a 5-FU.
[4] Berman B, Duncan MR. Pentoxifylline inhibitus the pro-
liferation of human fibrinoblasts derived from keloids,
scleroderma and morphoea skin and their production of col-
Cicatrice cheloidea lagen, glycoaminoglycans and fibrinectine. Br J Dermatol
Cheloide di dimensioni piccole o medie 1990;123:339–76.
[5] Berman B, Flores F. The treatment of hypertrophic scars and
Le infiltrazioni di bleomicina, in particolare nella zona keloids. Eur J Dermatol 1998;8:591–5.
del volto o cervicale in monoterapia, sono effettuate in [6] Combermale P, Cantaloube D. Traitement des chéloïdes. Ann
prima intenzione nella nostra esperienza. In altre sedi o Dermatol Venereol 1991;118:665–73.
in caso di efficacia parziale, noi associamo spesso alle infil- [7] Rockwell BW, Cohen IK, Ehrlich PS. Keloids ans hyper-
trazioni di bleomicina delle applicazioni di placche di gel trophic scars: a comprehensive review. Plast Recontr Surg
di silicone così come la pressoterapia. 1989;84:827–37.

EMC - Cosmetologia medica e medicina degli inestetismi cutanei 7


I – 50-510-A-10  Trattamento delle cicatrici ipertrofiche e cheloidee

[8] Hunzelmann N, Anders S, Soliberg S. Co-ordinate induction [34] Manuskiatti W, Fitzpatrick RE. Treatment of keloidal
of collagen type 1 and biglycan expression in keloids. Br J and hypertrophic sternotomy scars: comparison among
Dermatol 1996;135:394–9. intralesional corticosteroids 5 fluorouracil, and 585 mn
[9] Kazeem AA. The immunological aspects of keloid tumor flashlamp pumped-dye laser treatments. Arch Dermatol
formation. J Surg Oncol 1988;38:16–8. 2002;138:1149–55.
[10] Sawada Y, Sone K. Hydration and occlusion treatment [35] Park TH, Seo SW, Kim JK, Chang CH. Clinical characteri-
for hypertrophic scars and keloids. Br J Plast Surg stics of facial keloids treated with surgical excision followed
1992;45:599–603. by intra-and postoperative intralesional steroid injections.
[11] Snyder GB. Button compression for keloids of the lobule. Br Aesthetic Plast Surg 2012;36:169–73.
J Plast Surg 1974;27:186–7. [36] Bodokh I, Brun P. Traitement des chéloïdes : procédé inno-
[12] Shin TM, Bordeaux JS. The role of massage in scar vant. International symposium de chirurgie plastique, Cannes,
management: a literature review. Dermatol Surg 2012;38: 1994.
414–23. [37] Bodokh I, Brun P. Traitement des chéloïdes par infiltra-
[13] Park TH, Seo SW, Kim JK. Outcomes of surgical exci- tions de Bléomycine. Ann Dermatol Venereol 1996;123:
sion with pressure therapy using magnets and indentification 791–4.
of risk factors for recurrent keloids. Plast Reconstr Surg [38] Espana A, Solano T, Quintanilla E. Bleomycin in the treat-
2011;128:431–9. ment of keloids and hypertrophic scars by multiple needle
[14] Chrisostomidis C, Konofaos P, Chrisostomidis G. Pressure punctures. Dermatol Surg 2001;27:23–7.
therapy with a round rod for hypertrophic scars: reply. Plast [39] Shelley WB, Shelley ED. Intralesional bleomycin sulfate the-
Reconstr Surg 2008;121:692. rapy for warts. Arch Dermatol 1991;127:234–6.
[15] Brent B. The role of pressure therapy in mangement of earlobe [40] Naeini FF, Najafian J, Ahmadpour K. Bleomycin tattooing as
keloids: preliminary report of a controlled study. Ann Plast a promising therapeutic modality in large keloids and hyper-
Surg 1978;1:579–81. trophic scars. Dermatol Surg 2006;32:1023–9.
[16] Cheng JC, Evans JH, Leung KS, Clark JA, Choy TT, Leung [41] Aggarwal H, Saxena A, Lubana PS. Treatment of keloids
PC. Pressure therapy in the treatment of postburn hypertro- and hypertrophic scars using bleom. J Cosmet Dermatol
phic scars. A critical look into the usefullness and fallacies 2008;7:43–9.
by pressure monotoring. Burns 1984;10:154–63. [42] Chridharani SM, Magarakis M, Manson PN. The emerging
[17] Costagliola M, Delprat J, Chavoin JP. La compression con- role of antineoplastic agents in the treatment of keloids
tinue élective dans les cicatrices de brûlures. Rééducation and hypertrophic scars: a review. Ann Plast Surg 2010;64:
1998;62. 355–61.
[18] Kischer CW, Shetlar MR, Shetlar CL. Alteraction of hyper- [43] Templeton SF, Solomon AR, Swerlick RA. Intrader-
trophic scars induced by mechanical pressure. Arch Dermatol mal bleomycin injection in normal skin. Arch Dermatol
1975;111:60–4. 1994;130:577–83.
[19] Jacquot L, Blanchard M, Miternique B. Pressothéra- [44] Fitzpatrick RE. Treatment of inflamed hypertrophic
pie et cicatrices : nouveaux matériaux. Ann Kinesither scar using intralesional 5-FU. Dermatol Surg 1999;25:
1993;20:389–92. 224–32.
[20] Gold MH. A controlled clinical trial of tropical silicone gel [45] Gupta S, Kaltra A. Efficacy and safety of intralesional
sheeting in the treatment of hypertrophic scars and keloids. 5-fluorouracil in the treatment of keloids. Dermatology
Hautarzt 1995;46:462–6. 2002;204:130–2.
[21] Perkins K, Devery RB, Wallis KA. Silicone gel: a new [46] Haurani MJ, Foreman K, Yang JJ. 5-Fluorouracil treat-
treatment for burn scars and contractures. Burns 1983;9: ment of probematic scars. Plast Reconstr Surg 2009;123:
201–4. 139–48.
[22] Quinn KJ. Silicone gel in scars treatment. Burns [47] Davison SP, Dayan JH, Clemens MW. Efficacy of intrale-
1987;13:933–40. sional 5-fluorouracil and triamcinolone in the treatment of
[23] Khatri KA, Mahoney DL, McCartney MJ. Laser scar revision: keloids. Aesthet Surg J 2009;29:40–6.
a review. J Cosmet Laser Ther 2011;13:54–62. [48] Huang L, Wong YP, Cai YJ. Low-dose 5-fluorouracil induces
[24] Gauglitz GG, Kunte C. Recommendations for the preven- cell cycle G2 arrest and apopstosis in keloid fibroblasts. Br J
tion and therapy of hypertrophic scars and keloids. Hautarzt Dermatol 2010;163:1181–5.
2011;62:337–46. [49] Espinassouze F, Heid E, Grosshan S. Traitement de chéloïde
[25] Sakuraba M, Takahashi N, Akahoshi T. Use of silicone gel par injection d’interféron alpha 2b. Ann Dermatol Venereol
sheets for prevention of keloid scars after median sternotomy. 1993;120:629–30.
Surg Today 2011;41:496–9. [50] Granstein RD, Rock A, Flotte TJ. Controlled trial of intra-
[26] Zouboulis CC, Blume U, Buttner P. Outcomes of cryo- lesional recombinant Interferon in the treatment of keloids
surgery in keloids and hypertrophic scars. Arch Dermatol scarring. Arch Dermatol 1990;126:1295–305.
1993;129:1146–51. [51] Lee JH, Kim SE, Lee AY. Effects of interferon-alpha2b on
[27] Hochman B, Locali RF, Matsuoka PK. Intralesional triamci- keloid treatment with triamcinolone acetonide intralesional
nolone acetonide for keloid treatment: a systematic review. injection. Int J Dermatol 2008;47:183–6.
Aesthetic Plast Surg 2008;32:705–9. [52] Seo SH, Sung HW. Treatment of keloids and hypertrophic
[28] Ceilley RI, Babin RW. The combined use of cryosurgery and scars using topical and intralesional mitomycin C. J Eur Acad
intralesional injections of suspension fluorinated adrenocor- Dermatol Venereol 2012;26:634–8.
ticosteroids for reducing keloids and hypertrophic scars. J [53] Cupp C, Gaball CW. Utilising topical therapies and
Dermatol Surg Oncol 1979;5:54–6. mitomycin to reduce scars. Facial Plast Surg 2012;28:
[29] Ernst K, Hundeiker M. Results of cryosurgery in 513–7.
394 patients with hypertrophic scars and keloids. Hautarzt [54] Mostinckx S, Vanhooteghem O, Richert B. Chéloïde
1995;46:462–6. et cicatrice hypertrophique. Ann Dermatol Venereol
[30] Layton AM, Cunliff WJ. A double-blind controlled trial 2005;132:384–7.
of cryotherapy and triamcinolone in the treatment of acne [55] Scrimali L, Lomeo G, Tamburino S. Laser CO2 versus radio-
keloids. Br J Dermatol 1991;125(Suppl.):41–4. therapy in treatment of keloid scars. J Cosmet Laser Ther
[31] Rusciani L, Rossi G, Bono R. Use of cryotherapy in the treat- 2012;14:94–7.
ment of keloids. J Dermatol Surg Oncol 1993;19:529–34. [56] Cheng ET, Nowak KC, Koch RJ. Effect of blended carbon
[32] Yosipovitch G, Widijant Sugeng M, Goon A. A compari- dioxide and erbium: Yag laser energy on preauricular and ear
son of the combined effect of cryotherapy and corticosteroid lobule keloid fibroblast secretion of growth factors: a serum-
injections versus corticosteroids and cryotherapy alone one free study. Arch Facial Plast Surg 2001;3:252–7.
keloids: a controlled study. Dermatol Treat 2001;12:57–90. [57] Kumar K, Kapoor BS, Rai P. In situ irradiation of keloid scars
[33] Berman B, Flores F. Recurrence rates of excised keloids with Nd Yag laser. J Wound Care 2000;9:213–5.
treated with postoperative tramcinolone acetonide injec- [58] Garg GA, Sao PP, Khopkar US. Effect of carbon dioxide laser
tions or interferon alpha-2b injections. J Am Acad Dermatol ablation followed by intralesional steroids on keloids. J Cutan
1997;37:755–7. Aesthet Surg 2011;4:2–6.

8 EMC - Cosmetologia medica e medicina degli inestetismi cutanei


Trattamento delle cicatrici ipertrofiche e cheloidee  I – 50-510-A-10

[59] Erol OO, Gurlek A, Agaoglu G. Treatment of hypertrophic [67] Arnault JP, Peiffert D, Latarche C. Keloids treated with posto-
scars and keloids using intense pulsed light (IPL). Aesthetic perative Iridium 192* brachytherapy: a retrospective study. J
Plast Surg 2008;32:902–9. Eur Acad Dermatol Venereol 2009;23:807–13.
[60] Nouri K, Elsaie ML, Vejjabhinanta V. Comparison of the [68] Caccialanza M, Piccinno R, Schiera A. Postoperative radio-
effects of short- and long-pulse durations when using a 585- therapy of keloids: a twenty-year experience. Eur J Dermatol
nm pulsed dye laser in the surgical scars. Lasers Med Sci 2002;12:58–62.
2010;25:121–6. [69] Ud-Din S, Bowring A, Derbyshire B, Morris J, Bayat A.
[61] Fruth K, Gouveris H, Kuelkens C. Radiofrequency tissue Identification of steroid sensitive responders versus non-
volume reduction for treatment of auricle keloids. Laryngo- responders in the treatment of keloid disease. Arch Dermatol
scope 2011;121:1233–6. Res 2013. Mar 12. [Epub ahead of print].
[62] Nie Z, Bayat A, Behzad F. Positive response of a [70] Davis SA, Feldman SR, McMichael AJ. Management of
recurrent keloid scar to topical methyl aminolevulinate- keloids in the United States, 1990-2009: an analysis of the
photodynamic therapy. Photodermatol Photoimmunol Pho- National Ambulatory Medical Care Survey. Dermatol Surg
tomed 2010;26:300–2. 2013. Mar 6. [Epub ahead of print].
[63] Ud-Din S, Thomas G, Morris J. Photodynamic therapy: an [71] Mustoe TA, Cooter RD, Gold MH. International clinical
innovative approach to the treatment of keloid disease eva- recommendations on scar management. Plast Reconstr Surg
luated using subjective and objective non-invasive tools. Arch 2012;110:560–71.
Dermatol Res 2013;305:205–14. [72] Furtado F, Hochman B, Ferreira LM. Evaluation keloid
[64] Clavere P, Bedane C, Bonnetblanc JM. Postoperative inter- recurrence after surgical excision with prospective longitu-
stitial radiotherapy of keloids by iridium 192: a retrospective dinal scar assessment scales. J Plast Reconstr Aesthet Surg
study of 46 treated scars. Dermatology 1997;195:349–52. 2012;65:e175–81.
[65] Arons JA. The results of surgical excision and adjuvant irra- [73] Nedelec B, Sharkowsky A, Tredegett EE. Rating the resolving
diation for therapy-resistant keloids: a prospective clinical. hypertrophic scar: comparison of the vancouver scar scale and
Plast Reconstr Surg 2008;121:685. scar volume. J Burn Care Rehabil 2000;21:205–12.
[66] Ogawa R, Miyashita T, Hyakusoku H. Postoperative radiation [74] Fearmonti R, Bond J, Erdmann D. A review of scar scales
therapy for keloid. Plast Reconstr Surg 2008;121:1513. and scar measuring devices. Eplasty 2010;10:e43.

I. Bodokh, Praticien hospitalier (isaacbodokh@yahoo.fr).


CHR de Cannes, 15, avenue des Broussailles, CS 50008, 06414 Cannes cedex, France.

Ogni riferimento a questo articolo deve portare la menzione: Bodokh I. Trattamento delle cicatrici ipertrofiche e cheloidee. EMC - Cosme-
tologia medica e medicina degli inestetismi cutanei 2014;11(1):1-9 [Articolo I – 50-510-A-10].

Disponibile su www.em-consulte.com/it
Algoritmi Iconografia Video/ Documenti Informazioni Informazioni Auto- Caso
decisionali supplementare Animazioni legali per il paziente supplementari valutazione clinico

EMC - Cosmetologia medica e medicina degli inestetismi cutanei 9

Potrebbero piacerti anche