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ALESSANDRO LO STOCCO

FOCACCE
DALL’ITALIA, DAL MONDO, LOW CARB E DOLCI
prefazione

L’Italia è il mio paese, dove sono nato e amo vivere! È qui che sono cre-
sciuto, mi sono formato ed è da qui che hanno avuto inizio i miei primi
viaggi. Mio padre si spostava per lavoro e da piccolo, in alcune occasioni,
lo seguivo, perdendo qualche giorno di scuola. Successivamente, con il
mio primo maestro, Maurizio, quasi 20 anni fa, ho iniziato a viaggiare
anch’io per lavoro.
Da Nord a Sud ho attraversato regioni, città e paesi e oltre che dalla pizza
sono rimasto affascinato e stregato da un altro prodotto tipico: la focaccia.
Proprio con i miei viaggi ha avuto origine la mia ricerca e lo studio su
questo grande prodotto italiano; da allora ho inseguito la storia di ogni
focaccia, ne ho ricercato il legame con quel territorio, fino all’incontro
curioso con le tradizioni di popoli più lontani.
Se ci pensiamo, ogni regione d’Italia ha la propria focaccia, tutte diverse
tra loro, ma caratterizzate dallo stesso impasto schiacciato, a volte condito
con pochi ingredienti, come una pizza, altre addirittura solo con olio.

Alessandro Lo Stocco
La focaccia, proprio come il pane, è in relazione con la vita dei popoli,
con le genti di un territorio e con la sua storia. È impressa nel dna delle
persone che da moltissimi anni mantengono vivo il ricordo dei loro ante-
nati continuando a replicare e tramandare quei gesti, sfornando ancora
oggi ricette antichissime le cui origini si perdono nella notte dei tempi.
Questo libro è per me un viaggio che esplora le nostre radici, fatte di
tradizione e di persone. Si parte dalla storia italiana della focaccia, perché
queste schiacciate di acqua e farina, diffuse in ogni regione, uniscono il
nostro Paese, la storia e la cultura di un popolo: la cultura italiana!

L’Italia, per me, è una Repubblica fondata sulla focaccia!

Alessandro Lo Stocco - Focacce

5
5 PREFAZIONI
12 PIACERE, ALESSANDRO...

16 introduzione
17 DALLA FOCACCIA ALLA PIZZA,
ANDATA E RITORNO

Sommario
22 I PARTNER IN LABORATORIO

26 gli apparati tecnici 54 CAPITOLO 5


LA MADRE

28 CAPITOLO 1 62 CAPITOLO 6
LA SEMENTA
LOW CARB:
NUTRIZIONE CONSAPEVOLE
36 CAPITOLO 2
LA MATERIA
72 CAPITOLO 7
LA COTTURA
42 CAPITOLO 3
FERMENTUM 76 CAPITOLO 8
LA CONSERVAZIONE

46 CAPITOLO 4
LA TECNICA

Alessandro Lo Stocco - Focacce

10
172PUGLIA E CALABRIA
BARESE
PUGLIESE DI ALTAMURA
PUDDICA
78 le ricette regionali

PUCCIA PUGLIESE
PITTA CALABRESE
GRUPARIATA DI LUZZI
86
LIGURIA
GENOVESE
REVZORA
SARDEINARA 190SICILIA E SARDEGNA
FOCACCIA AL FORMAGGIO VASTEDDA
PISCIALANDREA MESSINESE
SFINCIONE DI BAGHERIA
102 LOMBARDIA E VENETO SFINCIONE PALERMITANO
TIROTTO MANTOVANO SU MASTAZZEDDU
TRANCIO MILANESE
PIZZA ONTA

112 TOSCANA E EMILIA ROMAGNA


210 le ricette dal mondo
NAAN TANDOOR LIEVITATO
SCHIACCIATA TOSCANA SANGAK
CRESCENTE BOLOGNESE NAN-E BARBARI
PIADINA ROMAGNOLA LAHMACUN
CHISOLA COI GRASEI PISSALANDRE
FOUGASSE
124MARCHE E UMBRIA


CRESCIA SFOGLIATA
CHICHI’ RIPIENO
226 le ricette low carb
CACCIANNANZE GENOVESE LOW CARB
TORTA AL TESTO PUGLIESE LOW CARB
ROMANA LOW CARB
138ABRUZZO E LAZIO PIZZA TONDA LOW CARB
PIZZA AL COPPO TEGAMINO LOW CARB
FOCACCIA ROMANA
FOCACCIA CON LE PATATE
TIELLA GAETANA
LIBUM
242 le dolci
TARTE AU SUCRE
FOCACCIA DOLCE
156CAMPANIA E BASILICATA DI ALESSANDRIA
MASTUNICOLA FUJASA DELLA VAL DI SUSA
PIZZA DI SCAROLA SCHIACCIATA ALL’UVA
MONTANARA PIZZA ALLO ZIBIBBO
FUCUAZZA LUCANA

254 indice delle ricette


Alessandro Lo Stocco - Focacce

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introduzione

DALLE FOCACCE
ALLA PIZZA
ANDATA E RITORNO

L’uso di cuocere schiacciate di cereali triturati o restie o gravi difficoltà economiche, il popolo ave-
farine a forma di disco su pietre roventi è sicura- va imparato a preparare focacce azzime fatte con
mente precedente a quello di confezionare pani. farine di legumi o di ghiande, talora mescolate a
Anche la consuetudine di condirle con erbe aro- segatura, per aumentarne il volume.
matiche o semi commestibili, carni, frutta, miele, Nel Cinquecento nei ricettari s’iniziano a trovare
ecc., soprattutto per preparare pietanze sacrificali, pizze e focacce, per lo più erano schiacciate, dolci
è molto antica. o salate, a base di farine di frumento o di altro
Due scoperte contribuirono a trasformare le abi- cereale. La distinzione fondamentale era nell’im-
tudini alimentari dell’uomo alle origini dell’epoca piego o meno di lievito che serviva ad ammorbidi-
storica: la prima fu la cottura degli impasti di semi re l’impasto. Da queste due modalità di prepara-
triturati e acqua (ciò che portò alla diffusione del- zione derivano, da un lato, la famiglia delle piade,
le focacce non lievitate); la seconda fu la scoperta crêpes, tortillas, ecc. e, dall’altro, quella di focacce
che l’impasto, conservato per qualche giorno, si lievitate e pizze. La piada, o piadina, tipica dell’E-
gonfiava e se veniva cotto diventava più gustoso milia Romagna, è attestata già in un documento
(ciò portò anche alla produzione delle focacce o del 1371: confezionata con un impasto di farina,
pane schiacciato lievitato). acqua e strutto, schiacciata a forma di disco e cot-
I Romani impararono a consumare sia le schiac- ta in teglie di argilla, era considerata un alimento
ciate non lievitate, di tradizione orientale, che per i poveri. Le crêpes, invece, furono un’inven-
quelle lievitate. Ne esistevano numerose versioni zione dei cuochi di Caterina de’ Medici alla corte
condite con olio d’oliva, erbe aromatiche, ceci, di Enrico II di Francia, come variante delle “pez-
formaggio o miele. zòle” italiane: frittatine rotonde fatte con farina,
Nel Medioevo il consumo di focacce e schiacciate uova e latte.
diminuì, soprattutto tra i ceti più umili, in seguito Le origini della pizza sono, invece, più lontane.
alla riduzione della disponibilità di farine. Nei casi Il vocabolo potrebbe derivare da “pitta”, un ter-
in cui il frumento diventava inaccessibile, per ca- mine con cui gli antichi Greci indicavano una

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introduzione

sfoglia di pasta utilizzata per avvolgere carne, LE ORIGINI DEGLI IMPASTI LIEVITATI
verdura o formaggio. Secondo un’altra ipotesi, Le prime testimonianze storiche della produzio-
il nome deriverebbe, invece, dal latino pinsére ne e del consumo di pane schiacciato lievitato si
nel significato di schiacciare. fanno risalire al II millennio a.C. Dopo un’inon-
A Napoli, i termini picea e piza comparvero intor- dazione del Nilo che aveva bagnato le riserve dei
no all’anno Mille, per indicare una focaccia com- granai, gli Egizi scoprirono che un miscuglio di
posta da farina e acqua poi condita e infornata. acqua e farina, lasciato per un po’ di tempo al
Nei trattati veneti del Cinquecento con “pizza”, caldo, aumentava di volume e, cotto insieme ad
invece, s’indicava un dolce sottile, fatto con farina, altro impasto fresco, produceva un prodotto sof-
uova, burro e zucchero, cotto al forno o fritto. La fice e leggero. Era stato scoperto il lievito natura-
pizza moderna condita con pomodoro, mozzarella le. Quando gli Egizi cominciarono a utilizzare il
e altri ingredienti scelti liberamente, si vede solo lievito negli impasti, anche le focacce (preparate
nella seconda metà del Settecento a Napoli; le va- con miglio, orzo, avena e successivamente con
rianti precedenti erano condite con aglio e olio, farro) diventarono più leggere e soffici.
mozzarella e acciughe o con pesciolini, senza il Prima che si definisse la tecnica della panifi-
fondo di pomodoro. cazione, i cereali, schiacciati e bolliti in acqua,
erano consumati come impasti più o meno molli
DAL SALATO AL DOLCE o polente. In alternativa, venivano assunti dopo
La storia delle focacce o pane schiacciato s’in-
essere stati tostati su pietre roventi, in modo da
terseca con quella dei dolci. Il passo, infatti,
renderli più digeribili e gradevoli al gusto.
dal consumare alimenti quali il miele, la frutta
Per molto tempo si utilizzarono agenti lievitan-
o le composte come companatico, all’inglobarli
ti portati casualmente dal vento sull’impasto
nell’impasto fu davvero breve. Pani o schiacciate
lasciato riposare per qualche tempo all’aperto;
dolci erano tra le offerte sacrificali più consuete.
solo in seguito la contaminazione fu prodotta in-
In Asia Minore, negli stessi siti in cui sono emer-
tenzionalmente. Gli Egizi fecero uso anche della
se le tavolette degli Ittiti, sono stati ritrovati bi-
schiuma di birra e con essa produssero dei pani
scotti che riproducevano la figura umana o parti
molto gustosi. Ovviamente, prima che si deter-
di essa, come richiesta di guarigione, o a forma
minasse un tale cambiamento negli usi alimen-
di animali e altri oggetti per invocare la buona
tari della civiltà egizia, era stata portata a termine
sorte.
una selezione di frumento che si adattava meglio
Nella tomba di Ramsete III sono venute alla luce
alle lievitazioni.
dispense cariche di biscotti e focacce, che dove-
Gli Egizi adottarono anche strumenti più inno-
vano servire al defunto per affrontare il viaggio
vativi per la panificazione. La triturazione dei
nell’aldilà. Gli Egizi confezionavano oltre cin-
grani, prima realizzata in un mortaio, fu ottenu-
quanta varietà di focacce e pani dolci, mescolan- ta con una mola formata da due pietre circolari
do alle farine miele, frutta, semi, ecc. azionate da forza animale. La cottura si realizzò
I Greci, a loro volta, si cimentarono nella pre- in forni ad alta temperatura, di cui restano delle
parazione di focacce dolci di diverso tipo, ma testimonianze archeologiche, dalla forma di un
gli ingredienti preferiti erano sempre quelli tronco di cono e di cilindro, costruiti con argilla
della tradizione mediterranea: grano, latte, olio del Nilo.
e vino. Queste schiacciate dolci si servivano di L’uso diffuso di pane o di schiacciate nell’ali-
preferenza nei traghemata, che presso i Roma- mentazione e il suo valore simbolico come fonte
ni divennero secundae mensae (seconde mense), primaria di sussistenza, soprattutto per gli indi-
cioè quando alla fine del banchetto sostituivano vidui di ceto più basso, avevano reso questo ali-
le portate.

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introduzione

mento una merce di scambio, una sorta di valuta ostia questo stesso pane per i cristiani diventerà
per pagare le prestazioni di contadini e pubblici Eucaristia, cioè “corpo, sangue, anima e divinità
funzionari. Contemporaneamente, s’imponeva di Nostro Signore Gesù Cristo”. Fin dal secolo
il suo significato sacro, come prova il fatto, per IX l’ostia era fatta di pane non lievitato, poiché
esempio, che esso fu una delle prime offerte fu- nell’immaginario cristiano, come in quello ebrai-
nerarie rinvenute nelle tombe. co, il lievito richiama la decomposizione e il de-
Il popolo ebraico apprese dagli Egizi l’arte del- terioramento.
la panificazione. Come narra la Bibbia, gli Ebrei In Grecia i prodotti lievitati furono un alimen-
in fuga dall’Egitto portarono con sé l’impasto to a esclusivo consumo domestico nelle case più
prima che fosse lievitato e ne ottennero delle facoltose. La sua preparazione era riservata alle
gallette, con cui si nutrirono durante la prima donne, che lo facevano cuocere sotto la cenere,
parte del loro viaggio. In ricordo dell’Esodo, tra due ferri, o sotto una campana di terracotta
Mosè prescrisse al suo popolo, prima della Pa- ricoperta di brace rovente poggiata direttamente
squa, di mangiare per sette giorni pane azzimo. Il sui mattoni del focolare, una sorta di forno rudi-
pane non lievitato era considerato sacro, perché mentale a camera unica. Questa usanza ricorda
la fermentazione sembrava aggiungere impuri- l’antica tradizione della pizza al coppo abruzzese
tà all’impasto e corromperlo. Sotto l’aspetto di o della torta al testo umbra.

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apparati tecnici

APPARATI
TECNICI
La sementa 28
La materia 36
Fermentum 42
La tecnica 46
La madre e il sistema francese 54
Low carb: nutrizione consapevole 42
La cottura 72
La conservazione 74

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apparati tecnici

CAPITOLO 2

LA MATERIA
GLI INGREDIENTI DELL’IMPASTO

L’amido costituisce circa il 60-68% della fari- Le proteine solubili sono le albumine e globu-
na: è uno zucchero complesso (polisaccaride) line e costituiscono circa il 20% del totale delle
formato da più molecole di glucosio unite tra proteine presenti nel grano Si trovano preva-
loro come una catena. In principio è una riserva lentemente vicino alla parte cruscale del chicco
di energia che si trova nel cuore del chicco e, al e sono rappresentate anche da enzimi con atti-
momento giusto, contribuisce a nutrire la nuo- vità alfa e beta amilasica.
va piantina. È composto da amilopectina, circa Le proteine insolubili sono le gliadine e glute-
l’80% del totale, polimero non idrosolubile, e da nine e costituiscono circa l’80% delle proteine
amilosio, circa il 20% del totale, polimero linea- presenti nella cariosside. Si trovano prevalen-
re del glucosio. Assomiglia a una cipolla a strati temente nell’endosperma. Le glutenine, protei-
con una struttura cristallina e molto resistente. ne unite da legami disolfuro (catena multipla),
Durante la macinazione “a cilindri” del grano, la conferiscono agli impasti forza e tenacità. Han-
frantumazione e l’estrazione di farina vengono no l’attitudine di opporsi alle sollecitazioni di
perfettamente calibrate, in questo modo si dan- forza e l’abilità di allungarsi ritornando alla for-
neggia solo una parte di amido, circa il 5-8% del ma iniziale. Le gliadine (a catena proteica unica)
totale. Questo garantisce un certo equilibrio e contribuiscono all’estensibilità degli impasti.
qualità delle farine. Nella macinazione “auten- Hanno l’attitudine di allungarsi mantenendo
tica” a pietra, la calibrazione è più empirica e poi la forma. Il rapporto tra le due tipologie
le caratteristiche della farina ottenuta posso- deve essere ben bilanciato per ottenere farine
no spesso variare. Questa porzione di amido per impasti tenaci, ma con la giusta estensibi-
danneggiato negli impasti diventa facilmen- lità. Sono infatti responsabili della formazione
te attaccabile durante la fase di maturazione del reticolo proteico (acqua + farina + energia)
(scomposizione o idrolisi dell’amido), effettuata che sostiene l’impasto, il glutine, capace di in-
dagli enzimi alfa e beta amilasi, trasformando corporare i liquidi e trattenere i gas prodotti dai
lo zucchero complesso in zuccheri più semplici. lieviti all’interno degli impasti.
Il resto dell’amido non danneggiato può essere
attaccato dalle amilasi, ma con tempi di matura- IL LABORATORIO
zione molto lunghi. Tramite la cottura o con la Per conoscere le caratteristiche delle proprietà
tecnica degli impasti a caldo i granuli di amido reologiche delle farine (proprietà di deformazio-
gelatinizzano, rigonfiandosi e spaccandosi. ne alle sollecitazioni), ogni molino è dotato di un
Le proteine possono variare dall’8 fino al 18%. laboratorio dove si effettuano diverse analisi.
In base alla loro qualità e quantità hanno il ruolo di Conosciamo e prendiamo spesso come riferi-
determinare la qualità e la forza (W) della farina. Si mento il W per la forza della farina e il P/L per
dividono in due categorie, solubili e insolubili. il bilanciamento tra tenacità (P) ed estensibilità

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apparati tecnici

(L) grazie all’Alveografo di Chopin, ma bisogna L’estensibilità dopo la fermentazione degli im-
sapere che ci sono altri parametri (spesso già pasti è determinata mediante l’estensografo.
controllati e bilanciati dal molino) che sono al- L’indice di caduta o falling number è impor-
trettanto importanti. tantissimo, indica il contenuto di alfa-amilasi e
La resistenza di un impasto alle sollecitazioni aiuta a capire se ci sono situazioni di pre-ger-
meccaniche (impastamento) grazie al farinogra- minazione del grano. Con un’elevata presenza
fo di Brabender, che ci aiuta a capire l’assorbi- di alfa-amilasi si rischiano impasti troppo col-
mento massimo di acqua in percentuale della losi. Il rapporto è espresso in secondi e l’indi-
farina per la produzione di un impasto ideale. ce medio ottimale è di 250.
Il tempo di sviluppo, per capire quanto impiega Con tempi di caduta superiori, oltre i 350, la
una farina a trasformarsi in un corretto impasto. farina ha un’attività amilasica bassa e si otten-
La stabilità, ovvero il tempo in cui la farina gono prodotti poco sviluppati. Con tempi infe-
mantiene un’ottima consistenza durante la fase riori, invece, si ha un’attività amilasica troppo
di impastamento (farine con stabilità superiore forte e si ottengono prodotti molto bruni e con
a 10 minuti sono considerate ottime, sotto i 2 umidità eccessiva.
minuti scadenti).
Il grado di caduta determina la perdita della L’ACQUA
giusta consistenza durante un tempo prefissato È un ingrediente importante per generare e man-
d’impastamento. tenere gli organismi viventi in vita, dai microrga-

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apparati tecnici

nismi fino agli esseri umani. Pensiamo alle più di idrometrici francesi. Un grado idrometrico
grandi città del mondo costruite da sempre, per francese corrisponde a un grammo di carbonato
diversi motivi, lungo i grandi corsi d’acqua. di calcio in 100 millilitri. La durezza ideale per
La qualità dell’acqua influenza la riuscita della l’impasto deve essere compresa fra i 5 e i 20 gradi
produzione dell’impasto, di un prefermento o di francesi. Nel caso di acqua troppo dolce l’impasto
un lievito madre naturale. può essere addizionato con del sale. Nel caso di
L’acqua è l’elemento che attiva tutti i processi di acqua troppo dura si deve effettuare un addolci-
maturazione (idrolisi) e fermentazione. mento con un impianto di deionizzazione o dimi-
Deve inoltre rispondere ai requisiti consigliati nuire la quantità di sale nell’impasto.
dall’Organizzazione Mondiale della Sanità. Il ph: compreso fra 6.5 e 9.5.
Requisiti organolettici: l’acqua deve essere inco-
lore e limpida, inodore e insapore. IL SALE
Requisiti chimici: la durezza dell’acqua è data Il sale che viene utilizzato per la preparazione
dalla presenza di sali minerali e si misura in gra- dell’impasto è il comune sale marino o cloruro di

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sodio (NaCl). Il sale esercita una serie di azioni ottengono texture con alveolature molto pronun-
positive sull’impasto. ciate e più irregolari. Superando il 5% si ottengo-
Rinforza la maglia glutinica facilitando la forma- no texture con alveolature più ordinate e fini e si
zione del glutine con fibre più corte e collegate aumenta ulteriormente la friabilità del prodotto.
fra loro per effetto dell’azione elettrostatica (+/-);
inserendo il sale negli ultimi 5 minuti d’impasta- Un altro grasso è lo strutto, il cui impiego in Italia
mento si amplifica maggiormente la forza dell’im- ha origini antichissime. Gli etruschi, per esempio,
pasto, si ottiene un impasto dal colore più bianco, lo utilizzavano per preparare una focaccia simile
grazie alle caratteristiche antiossidanti del sale, all’attuale piadina. Lo strutto si utilizzava in diver-
e un maggiore sviluppo nei prodotti, a discapito se zone del Paese nella preparazione di focacce e
però del sapore finale del prodotto. pani storici poiché costava meno rispetto all’olio.
Favorisce l’imbrunimento esterno dell’impasto in Lo strutto è di origine animale e si ottiene per
cottura, conferendo croccantezza. colatura a caldo dei grassi presenti nel tessuto
Aumenta la compattezza dell’impasto grazie alla adiposo del maiale; si presenta come una crema
igroscopicità; si può quindi idratare maggiormen- solida di colore bianco. A freddo è praticamente
te l’impasto senza renderlo colloso. inodore e a caldo emana un odore tenue e carat-
Esercita un’azione antisettica positiva, in quanto teristico. A temperature superiori i 40°C si fonde
uccide i microrganismi responsabili dello svilup- diventando oleoso e trasparente alla vista. Per la
po delle muffe. Inattivando i microorganismi, il sua mancanza di antiossidanti naturali può irran-
sale può rallentare lo sviluppo e la riproduzione cidire rapidamente e creare odori sgradevoli nelle
di lieviti e batteri, è quindi sconsigliato aggiun- lunghe conservazioni di prodotti finiti.
gerlo nelle preparazioni di prefermenti, a meno
che non si voglia mantenere controllata la fer- IL LIEVITO DI BIRRA
mentazione a temperature più alte della norma. Il Saccaromycies Cerevisiae della famiglia dei sac-
La quantità ideale di sale nell’impasto è compre- caromiceti, gruppo di funghi unicellulari, è il più
sa fra il 1,5% e il 2,5% calcolato sulla massa della utilizzato nei prodotti da forno, specialmente nella
farina. Con questo dosaggio, infatti, si ottiene una
maglia glutinica sufficientemente rinforzata. Al di
sotto del 1,5% si otterrebbe una struttura debole
con lievitazione veloce. Oltre il 4,5% si avrebbe
una struttura più tenace.

I GRASSI
Oggi negli impasti si utilizza preferibilmente olio
extravergine d’oliva poiché ha numerosi effetti
positivi: protegge la maglia glutinica dell’impasto;
conferisce friabilità e profumazione; ha un’alta
percentuale di acidi grassi nobili; contiene an-
tiossidanti naturali; ha un punto di fumo di 160°-
210°C e ha una buona stabilità in conservazione.
L’olio extra-vergine d’oliva va aggiunto dopo l’as-
sorbimento dell’acqua in modo da lubrificare
perfettamente i ponti di connessione che si cre-
ano tra l’acqua e le proteine delle farine (glutine),
rendendo così più estensibili gli impasti, special-
mente quelli della pizza che necessitano di essere
allungati di più rispetto a quelli del pane.
Con percentuali di olio sulla farina dal 2 al 5% si

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apparati tecnici

pizza, ed è il primo a essere “selezionato” nella pa- durre anche acido lattico e acetico, principalmente
nificazione. responsabili dei profumi e dell’aroma del prodotto.
Già gli antichi greci notarono che il “fermento” do- A basse temperature (circa 4°C), rallenta moltissi-
nava valore nutrizionale al pane. Plinio, per esem- mo l’attività fermentativa fino a fermarsi.
pio, scrisse che il lievito dava forza all’organismo. Si può maggiormente trovare in commercio com-
Nel 1680 Antoine van Leeuwenhoek, il costruttore presso (fresco, in panetti), oppure liofilizzato.
del primo microscopio, riuscì a osservare da vicino
il lievito da un residuo della birra, da cui prende il IL MALTO
nome, “lievito di birra”. È un ingrediente importante, spesso utilizzato ne-
Più tardi, nel 1857, Louis Pasteur, padre della mi- gli impasti lievitati, che si ottiene dalla germinazio-
crobiologia moderna, dimostrò la vita nel lievito ne dei chicchi del cereale.
chiarendo il processo di fermentazione. È prodotto nelle malterie secondo un processo che
Facile da utilizzare, si adatta a diverse temperature sfrutta le reazioni chimico-fisiche-biologiche che
ed è in grado di fermentare tutti gli zuccheri, tran- s’innescano quando le cariossidi vengono idratate,
ne il lattosio. areate e mantenute a temperature controllate per
Durante il processo di fermentazione, nutrendo- diversi giorni. In questo modo, il cereale passa da
si di zuccheri più semplici, produce grandissime uno stato di vita latente alla sua prima fase di vita,
quantità di gas CO2 (anidride carbonica) ed etano- attivando la sintesi degli enzimi idrolitici (diastasi).
lo (alcol etilico). Gli enzimi idrolizzano l’amido che costituisce l’en-
In ridottissime parti e con tempi molto lunghi dosperma del chicco, trasformandolo in zucche-
(dopo le 10-14 ore a circa 20°C), è in grado di pro- ri semplici, che saranno il nutrimento del germe

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apparati tecnici

stesso durante la crescita della piantina. Trascorsi Il malto non diastasico apporta negli impasti
diversi giorni, viene poi essiccato in modo da bloc- solamente zuccheri, fornisce ai prodotti colora-
care tutti i processi chimici della germinazione e si zione più scura e aroma. In pizzeria, rispetto alla
ottengono chicchi stabilizzati, con un ridotto tasso panificazione, cambiano le temperature di cot-
di umidità e ricchi di enzimi idrolitici. tura, bisogna quindi fare molta attenzione alla
quantità di malto utilizzata. Negli impasti della
Esistono diverse tipologie di malto pizza è consigliabile inserire circa la metà della
in funzione del tipo di: dose suggerita in panificazione, poiché si rischia
un’accelerazione della colorazione del prodotto
1. cereale (frumento, orzo, segale); in cottura, costringendo a sfornare la pizza in an-
2. potere enzimatico (diastasici e non diastasici); ticipo sui tempi.
3. colore (malti caramelli o tostati).
In commercio si trovano principalmente l’estrat-
Il malto diastasico è ricco di enzimi (per lo più to di malto in sciroppo e la farina di malto.
amilasi), apporta zuccheri più semplici nell’im- L’estratto di malto favorisce la lievitazione, an-
pasto e contribuisce alla scomposizione dell’a- che lunga, diminuisce la vetrosità della crosta,
mido. Per la misurazione del potere diastasico si aumenta il sapore e i tempi di conservazione e
utilizzano le unità di misura Pollak (U.P.): posso- conferisce profumo al prodotto finito.
no variare da malto con basso potere diastasico, La farina di malto stimola la lievitazione, au-
partendo da 5.000 U.P., a malto con altissimo po- menta l’alveolatura e friabilità dell’impasto e
tere diastasico, fino a 25.000 U.P. conferisce colore alla crosta.

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LE RICETTE
REGIONALI
Non chiamiamola (solo) focaccia 80
Liguria 88
Lombardia 102
Veneto 110
Toscana 112
Emilia Romagna 120
Marche 124
Umbria 136
Abruzzo 138
Lazio 142
Campania 156
Basilicata 168
Puglia 172
Calabria 186
Sicilia 190
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Sardegna 206
79
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liguria

GENOVESE
Alta all’incirca un centimetro, di colore dorato-ambrato e con alveoli ben marcati, la genovese
si distingue perché prima dell’ultima lievitazione viene spennellata con un’emulsione di olio
extravergine d’oliva, acqua e sale grosso, detta salamoia, e bucherallata con i polpastrelli.

Ingredienti disposizione. A metà impastamento inserisci il


DOSI PER 8 FOCACCE IN TEGLIA 60x40 sale e dopo 2 minuti passa in seconda velocità
finendo di versare il resto dell’acqua e infine l’o-
BIGA lio. Temperatura finale impasto: 24-26°C.
2000 g farina tipo 0 W 330-350 Lascia puntare per 10 minuti. Spezza e forma i
1000 g acqua (50% sulla farina in biga) panetti del peso desiderato in base alla dimen-
16 g lievito di birra fresco (0,8% sulla farina in biga) sione delle teglie che utilizzi (per aiutarti utilizza
la formula: lato x lato : 2,4). Coprili con dei teli e
IMPASTO FINALE lascia lievitare per 45 minuti a circa 25°C.
3000 g farina tipo 0 W 250-280
1750 g acqua (55% sulla farina totale) FINITURA E COTTURA
100 g sale (2% sulla farina totale) Ungi le teglie con olio extravergine d’oliva. Sten-
250 g olio extravergine d’oliva (5% sulla farina totale) di i panetti aiutandoti con un mattarello o con
50 g malto (2,5% sulla farina in biga) la sfogliatrice e inserisci in teglia coprendo solo
30 g lievito di birra fresco (1% sulla farina di rinfresco) i 3/4 della superfice, poi lascia riposare 45 mi-
nuti coperto da teli. Finisci di stendere a mano
arrivando a bordo teglia e lasciale lievitare per
Procedimento 45 minuti sempre ben coperte. Intanto prepara
l’emulsione l’emulsione miscelando il 70% di
BIGA acqua salata (ogni litro aggiungi 50 g di sale) e
Miscela per un minuto il lievito e l’acqua, quindi il 30% di olio extravergine d’oliva. Trascorsi i 45
unisci alla faria e miscela tutto per circa 3 minuti minuti buca la focaccia con i polpastrelli e ag-
facendo attenzione a non formare l’impasto. giungi 200 g circa di salamoia su tutta la focaccia.
Lascia fermentare per 16-18 ore a 16°-18°C. Lievitazione finale di 90 minuti a circa 25°C.

IMPASTO FINALE
Impasta la farina con 1500 g di acqua della ricetta
per circa 5 minuti, poi ferma la macchina e lascia A GENOVA LA FOCACCIA
in autolisi per 30 minuti. Successivamente inse- SI MANGIA A COLAZIONE
risci nell’impastatrice la biga, il lievito e il malto INZUPPATA NEL CAPPUCCINO
e inizia a impastare con una parte dell’acqua a OPPURE NEL LATTE

Alessandro Lo Stocco - Focacce

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Alessandro Lo Stocco - Focacce

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marche

CRESCIA
SFOGLIATA
La tradizione riconduce l’origine della ricetta al Monastero di Santa Maria Maddalena in Serra
de’ Conti, Ancona, dove si trovano documenti di metà ‘800 in cui si parla di “Crescia”.

Ingredienti Procedimento
DOSI PER 28 PEZZI
Sciogli il sale nell’acqua della ricetta e inizia a
2000 g farina tipo 0 W 200 impastare con la farina, il bicarbonato, le uova e
800 g acqua (40% idratazione finale sulla farina totale) il pepe. A metà impastamento aggiungi lo strutto
6 uova intere e continua a impastare fino a che non risulterà
200 g strutto (10% sulla farina totale) tutto incorporato. Temperatura finale impasto:
40 g sale (2% sulla farina totale) 26°-28°C.
20 g bicarbonato di sodio (1% sulla farina)
pepe nero q.b. FINITURA E COTTURA
Lascia puntare per 10 minuti a circa 25°C e suc-
PER LA SFOGLIATURA cessivamente spezza e forma delle palline da 125
400 g strutto g o dal peso desiderato. Dopo un riposo di circa
30 minuti coperti da un telo stendi i panetti con
un mattarello ottenendo una sfoglia da 3-4 mm
di spessore. Cospargi circa 15 g di strutto su tut-
ta la superfice e arrotola l’impasto mantenendo
la parte unta all’interno. Forma una chiocciola e
lasciale riposare coperte per 2-3 ore.
Appena l’impasto sarà rilassato stendi e cuoci su
piastra a fuoco medio per 5-6 minuti girandola
un paio di volte.

IL NOME SI DEVE ALL’AUMENTO DI


VOLUME DELL’IMPASTO CHE, GRAZIE
ALLA LIEVITAZIONE, “CRESCE” ANCHE
PIÙ DI DUE VOLTE DELLA MASSA DI
PARTENZA

Alessandro Lo Stocco - Focacce

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lazio

FOCACCIA
IN TEGLIA CON PATATE
Questa ricetta era una pizza in teglia alternativa al pane nel Dopoguerra. L’impasto era
preparato con strutto, che ne aumentava la conservazione, oggi si prepara con l’olio.

Ingredienti IMPASTO FINALE


DOSI PER 9 TEGLIE 60X40 Riprendi a impastare con metà dell’acqua della
ricetta e il lievito. A metà impastamento inserisci
AUTOLISI il sale e dopo 2 minuti passa in seconda velocità
4700 g farina tipo 0 W 300 finendo di versare l’acqua poco alla volta e suc-
300 g farina integrale con germe di grano cessivamente l’olio. Temperatura finale impasto:
3000 g acqua (60% sulla farina in autolisi) 22°-24°C. Lascia puntare per 60 minuti a circa
25°C, dare una piega di rinforzo e mettere a 4°C
IMPASTO FINALE per 24 ore. Sucessivamente lascia a circa 25°C
1250 g acqua (85% idratazione finale sul totale della per 60 minuti, spezza e forma i panetti del peso
farina) desiderato. Fai lievitare per circa 5 ore a 25°C.
125 g sale (2,5% sul totale della farina)
250 g strutto (5% sul totale della farina) FINITURA E COTTURA
20 g lievito di birra fresco (0,4% sul totale della farina) Pulisci, lava e affetta le patate a uno spessore
di 2-3 mm. Tienile in acqua fredda avendo cura
FARCITURA PER 1 TEGLIA 60X40 patate pulite e di cambiarla un paio di volte. Lava e pulisci il
affettate rosmarino. Prepara della semola rimacinata sul
rosmarino fresco q.b. banco, rovescia i panetti, asciugali bene con altra
sale q.b. semola e stendi e inserisci in teglia. Aggiungi le
olio extravergine d’oliva q.b. patate coprendo bene l’impasto nei bordi. Con-
disci con sale e olio e cuoci in forno a 280°C,
con più forza in platea e dolce nel cielo, per circa
Procedimento 15 minuti. Apri la valvola dopo i primi 5 minuti.
Appena sfornata aggiungi il rosmarino.
AUTOLISI
Aggiungi le farine nell’impastatrice e miscela N
tutto per 1 minuto. Versa l’acqua e impasta per
circa 5 minuti. Ferma la macchina e lascia l’im-
pasto in autolisi per 2 ore. SOSTANZIOSA E PROFUMATA,
IN PASSATO SFAMAVA LE
POPOLAZIONI AGRICOLE

Alessandro Lo Stocco - Focacce

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Alessandro Lo Stocco - Focacce

147
N FOCACCIA IN TEGLIA CON PATATE

Alessandro Lo Stocco - Focacce

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Alessandro Lo Stocco - Focacce

149
DAL
MONDO
Naan Tandoor lievitato 212
Sangak 214
Nan-e Barbari 216
Lahmacun 218
Pissalandre 220
Fougasse 222

Alessandro Lo Stocco - Focacce

211
Alessandro Lo Stocco - Focacce

216
dal mondo

NAN-E BARBARI
Il “nan-e barbari” (pane dei Barbari) è una focaccia lievitata preparata dagli Hazara in
Afghanistan. Una sua peculiarità è la croccantezza della superficie che viene data dalla
speciale miscela di amido che si cosparge prima della cottura.

Ingredienti Procedimento
DOSI PER 40 PEZZI
PREFERMENTO
PREFERMENTO CON LIEVITO MADRE Aggiungi il lievito all’acqua e miscela per 2-3 mi-
150 g pasta madre dal mantenimento nuti insieme al sale. Inserisci la farina e miscela
a 18°C con rinfresco 1:3 tutto per circa 3 minuti. Lascia fermentare per
1000 g farina tipo 0 W 350 12 ore a 18°C.
1200 g acqua (120% sulla farina di rinfresco)
5 g sale (0,5% sulla farina di rinfresco) IMPASTO
Impasta la farina con tutta l’acqua per circa 5
IMPASTO minuti, poi ferma la macchina e lascia in auto-
3900 g farina tipo 0 W 200 lisi per 30 minuti. Ricomincia aggiungendo 3/4
2250 g acqua (70% sul totale dalla farina) del prefermento maturo e il malto. A metà impa-
100 g sale (2% sul totale della farina) stamento inserisci il sale e dopo 2 minuti passa
10,5 g malto (1% sul totale della farina in seconda velocità finendo di versare il prefer-
del prefermento) mento rimasto. Temperatura finale impasto: circa
26°C. Lascia puntare l’impasto per 90 minuti a
SALDA D’AMIDO PER LA STESURA DI UN PEZZO 28°C. Spezza e forma i panetti da circa 300 g e
50 g acqua lasciali lievitare all’interno di contenitori coperti
10 g farina tipo 0 W 200 per 3-4 ore a circa 28°C.
semi di sesamo q.b.
FINITURA E COTTURA
Prepara la salda d’amido mettendo sul fuoco
l’acqua e una volta a bollore aggiungere il 20%
di farina. Spegni il fuoco e continua a mescolare
finché non si sarà formato un gel. Prepara della
farina e della crusca sottile sul banco, asciuga la
parte superiore dei panetti nella crusca, capovol-
gi e allunga e con le dita inerisci la crema d’ami-
do creando delle fughe dritte. Aggiungi i semi di
sesamo e cuoci in forno caldo a 200°-220°C per
circa 10-12 minuti.

PRIMA DELLA COTTURA IL NAN-E BARBARI VIENE GLASSATO CON UNA


MISCELA DI BICARBONATO DI SODIO, FARINA E ACQUA DA CUI SI OTTIENE
UNA CROSTA CROCCANTE

Alessandro Lo Stocco - Focacce

217
low carb

LOW
CARB

Genovese 228
Pugliese 232
Romana 234
Tonda 236
Tegamino 240

Alessandro Lo Stocco - Focacce

227
low carb

PUGLIESE
LOW CARB
L’amido di tapioca è fonte di amido resistente. Si tratta di una frazione di amido che non
viene digerita, fungendo dunque da fibra.

Ingredienti Procedimento
DOSI PER 18 PEZZI
BIGA
BIGA Aggiungi il lievito all’acqua e miscela per un
1000 g rimacinata di grano duro W 240 minuto. Inserisci nelle farine precedentemente
500 g semolato integrale di grano duro mescolate e miscela tutto per 3 minuti. Lascia
825 g acqua (55% sulla farina in biga) fermentare per 10 ore a 12°C.
9 g lievito di birra fresco (0,6% sulla farina in biga)
IMPASTO FINALE
IMPASTO FINALE Metti nella vasca le farine, attiva l’impastatrice
2000 g amido resistente di tapioca e lascia miscelare per un minuto. Aggiungi la
500 g proteine di frumento in polvere (glutine) biga, i 3/4 dell’acqua della ricetta e inizia a im-
500 g proteine in polvere di piselli pastare. A metà impastamento inserisci il sale e
500 g fibra di avena dopo 2 minuti passa in seconda velocità finendo
3175 g acqua (80% idratazione finale sul totale delle di versare poco alla volta l’acqua rimasta e l’o-
farine) lio. Temperatura finale impasto: 25°-26°C. Lascia
110 g sale (2,2% sul totale delle farine) puntare per 30 minuti, spezza e forma i panetti
150 g olio extravergine d’oliva (3% sul totale delle del peso desiderato e lasciali lievitare all’interno
farine) di contenitori coperti per circa 60 minuti a circa
35 g lievito di birra fresco (1% sulla farina di rinfresco) 28°C (per calcolare il giusto peso utilizza la for-
mula diametro del tegamino + 50% = il risultato
sarà il peso del panetto).

FINITURA E COTTURA
Stendi ogni panetto e inseriscilo nei tegami
precedentemente unti con l’olio, aggiungi i po-
modori o altri ingredienti a piacere, condisci e
lascia lievitare per circa 3 ore a 28°C con umidità
all’80%. Cuoci in forno caldo a 200°-210°C per
circa 26-28 minuti. Apri la valvola dopo 20 minu-
ti dall’inizio della cottura.
VALORI NUTRIZIONALI

100 G DI MISCELA
CONTENGONO CIRCA:

20 G DI PROTEINE
45 G DI FIBRE
21 G DI CARBOIDRATI

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232
low carb

Alessandro Lo Stocco - Focacce

233
LE
DOLCI

Tarte au sucre 244
Focaccia di Alessandria 246
Fujasa della Val Susa 248
Schiacciata all’uva 250
Pizza allo Zibibbo 252

Alessandro Lo Stocco - Focacce

243
le dolci

TARTE AU SUCRE
Negli Stati Uniti la “tarte au sucre” si diffuse inizialmente nelle comunità Shakers e Amish
durante l’Ottocento ed è conosciuta come “finger pie” (torta delle dita). Il nome è dovuto al
fatto che veniva mescolata con le dita per evitare che la crosta si rompesse durante la cottura.

Ingredienti Procedimento
DOSI PER 40 PEZZI
Impasta la farina con le uova fresche e il latte.
5000 g farina tipo 0 W 240 A metà impastamento inserisci il sale, lo zucche-
2000 g uova fresche intere (40% sulla farina) ro e dopo 2 minuti aggiungi il burro morbido.
1500 g burro (30% sulla farina) Temperatura finale impasto 22°-24°C. Lascia
750 g latte fresco intero (15% sulla farina) puntare per 12-14 ore a 4°C. Dopo il riposo la-
500 g zucchero semolato (10% sulla farina) scia l’impasto per altre 2 ore a temperatura am-
20 g sale (0,2% sulla farina) biente. Spezza e forma i panetti del peso deside-
25 g lievito di birra fresco (0,5% sulla farina) rato (diametro 250 mm panetto da 250 g), infine
lasciali lievitare per 60 minuti coperti.
FINITURA DI UNA TARTE
30 g burro FINITURA E COTTURA
20 g zucchero semolato Stendi a uno spessore di circa 2 cm, sistemale
all’interno di tegami precedentemente imburrati
e fai lievitare per circa 3 ore a 28°C con umidità
al 75%. Prima di infornare crea dei buchi con le
dita e inserisci dentro dei pezzetti di burro. Cuo-
ci nel forno preriscaldato a 160°-180°C per circa
14-16 minuti.

Alessandro Lo Stocco - Focacce

244
Alessandro Lo Stocco - Focacce

245
indice

ELENCO ALFABETICO
DELLE RICETTE
B P
Barese . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 174 Piadina romagnola. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 120
Piscialandrea . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 98
C Pissalandre . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 220
Pitta calabrese . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 186
Cacciannanze. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 132
Chichì ripieno . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 128 Pizza al coppo. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 140
Chisola coi grasei . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 128 Pizza allo Zibibbo. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 252
Crescente bolognese. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 118 Pizza di scarola . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 162
Crescia sfogliata. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . Pizza onta. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 110
Puccia pugliese. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 184
F Puddica. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 180
Pugliese di Altamura. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 176
Focaccia al formaggio (tipo Recco). . . . . . . . . . . 94 Pugliese low carb . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 232
Focaccia con le patate . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 146
Focaccia di Alessandria. . . . . . . . . . . . . . . . . . . 246
Focaccia romana. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 142
R
Fougasse. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 222 Revzora . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 90
Fucuazza lucana . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 168 Romana low carb . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 234
Fujasa della Val Susa. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 248
S
G Sangak . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 214
Sardeinara . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 92
Genovese low carb. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 228
Genovese . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 88 Schiacciata all’uva . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 250
Grupariata di Luzzi . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 188 Schiacciata toscana . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 114
Sfincione di Bagheria . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 200
L Sfincione palermitano . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 204
Su mastazzeddu . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 206
Lahmacun . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 218
Libum . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 154
T
M Tarte au sucre. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .
Tegamino low carb. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .
244
240
Mastunicola . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 164 Tiella gaetana. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 150
Messinese. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 196 Tirotto mantovano. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 104
Montanara. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 158 Tonda low carb. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 236
Torta al testo . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 136
N Trancio milanese . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 108
Naan Tandoor lievitato . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 212
Nan-e Barbari. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 216 V
Vastedda. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 192

Alessandro Lo Stocco - Focacce

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