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Le lingue del mondo

6.1 Le lingue del mondo


Le lingue storico-naturali rappresentano la realizzazione della facoltà
del linguaggio; ci sono pareri contrastanti sul numero attuale di lingue
parlate; Il sito www.ethnologue.com, "Languages of the world", del
Summer Institute of Linguistics di Dallas, censisce circa 6900 lingue.
Enumerarle tutte è difficile anche perchè sono presenti diversi dialetti
tra loro simili, definibili come varietà di una lingua (unica entità) o
come lingue a sé stanti (più unità). Ad esempio, per capire quante
lingue si parlano in Italia si tiene conto sia delle lingue delle
minoranze (parlata da un gruppo di persone in aree del paese:
tedesco, francese, sloveno, ladino dolomitico, neogreco, albanese,
serbo-croato, catalano, parlate zingare; secondo molti anche il sardo
e il ladino friulano) sia dei vari dialetti italiani che dal punto di vista
della storia possono essere considerati sistemi linguistici.
Per ordinarli è necessario raggrupparli in famiglie; il riconoscimento
di parentela linguistica è in genere evidente comparando il lessico
fondamentale (circa 200 termini designanti nozioni comuni come i
numeri fino a dieci, parti del corpo, ..); se in questo troviamo
significanti simili vorrà dire che rimanda ad un antenato comune.
Livelli delle lingue: Famiglia (più alto livello di parentela), ramo,
gruppo e sottogruppo. Italiano: lingua di sottogruppo italo-romanzo,
Lingue del mondo in base al numero di
del gruppo occidentale del ramo romanzo della famiglia indoeuropea.
parlanti nativi (2003), considerando la
Famiglie linguistiche in Europa: In Europa sono parlate lingue di cinque diverse percentuale rispetto a 20 anni prima:
1. cinese mandarino: 902 (+21 %)
famiglie linguistiche: indoeuropee (predominanti), uraliche, ramo ugrofinnico 2. hindi-urdu (India, Pakistan): 457 (+32%)
(ungherese, finlandese, estone,..), altaiche (turco, tataro, ecc.), caucasiche 3. inglese: 384 (+24%)
(georgiano, ceceno, àvaro, ecc.), semitiche (ramo della famiglia afro-asiatica: il 4. spagnolo: 366 (+32%)
maltese); una lingua isolata, il basco 5. arabo: 254 (+36%)
6. bengali: 198 (+28%)
Famiglia delle lingue indoeuropee: formata da ramo romanzo (italiano, 7. portoghese: 171 (+27%)
francese, spagnolo, portoghese, romeno, gallego, catalano, ..), lingue 8. russo: 160 (+1,2%)
9. indonesiano-malese: 157 (+33%)
germaniche (tedesco, inglese, neerlandese, svedese, norvegese, danese, ..), 10. giapponese: 132 (+6,8%)
lingue slave (russo, polacco, serbo-croato, sloveno, ucraino, ceco, bulgaro, 11. tedesco: 98 (+3%)
macedone, ecc.), lingue baltiche (lituano, lettone), lingue celtiche (bretone, 12. wu (Cina): 93 (+19%)
gaelico, gallese), lingue indo-arie (hindi, bengali, punjabi, marathi, romanì, 13. giavanese: 85 (+27%)
14. telugu (India): 85 (+30%)
singalese, nepali, ecc), lingue iraniche (persiano o farsi, curdo, pashto, ecc.) e
15. marathi (India): 76 (+30%)
tre lingue isolate (il (neo)greco, l'albanese e l'armeno). 16. cantonese (Cina): 75 (+26%)
17. vietnamita: 75 (+32%)
Lingue pidgin e creole: lingue nate dalla mescolanza di lingue diverse e distanti, 18. tamil (India): 73 (+27%)
difficili da classificare con precisione in una famiglia. il pidgin è un sistema 19. coreano: 72 (+14%)
linguistico semplificato che non ha parlanti nativi, si sviluppa in creolo quando 20. panjabi (India): 72 (+39%)
diventa lingua materna in una comunità. Pidgin più conosciuti: il WAPE (West 21. francese: 72 (+2,7%)
22. italiano: 70 (+5,7%)
African Pidgin English, Nigeria, Camerun, Ghana), il Chinese Pidgin English
23. persiano-darf-tagico: 68 (+47%)
(parlato in Cina meridionale), il russenorsk (coste del Mare Artico); creoli più 24. turco osmanli: 63 (+28%)
conosciuti: lo sranan (Suriname), il krio (Sierra Leone), il patois (Giamaica), il 25. min meridionale (Cina): 60 (+26%)
papiamento (isole di Curaçao, Aruba, Bonaires), il creolo haitiano (Haiti), il 26. xiang (Cina): 53 (+20%)
mauriziano (Mauritius), il seicellese (Seychelles). 27. tagalog (Filippine): 50 (+42%)
28. gujarati (India): 49 (+26,5%)
Criteri per valutare l'importanza delle lingue: numero di parlanti nativi; 29. hakka (Cina): 47 (+23%)
30. thai (Thailandia): 46 (+13%)
numero dei paesi e nazioni in cui è ufficiale o parlata, impiego nei rapporti
31. swahili (Africa Orientale): 44 (+30%)
internazionali/scienza, ..; importanza politica e il peso economico dei paesi in 32. malayalam (India): 41 (+29%)
cui è parlata; la tradizione letteraria, culturale e il prestigio goduto; 33. kannada (India): 40 (+29%)
34. hausa (Nigeria): 40 (+25%)
Michael Borsatto - Linguistica Generale 35. polacco: 39 (+ 0,9%)
36. ucraino 39
l'insegnamento della lingua nelle scuole come lingua straniera. Si calcola che all'inizio del III millennio il 60% delle lingue
note sia parlato dal solo 4% della popolazione; l'85% delle lingue hanno meno di 100k parlanti ciascuna. Molti paesi
presentano un'eccezionale frammentazione linguistica: si stima che in Papua Nuova Guinea siano parlate circa 860
lingue, in Indonesia 670, in Nigeria 430, in India 380, in Camerun 270, in Australia 250, in Messico 240, in Brasile e Zaire
210.

Box 6.1 - Lingue d’Europa

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6.2 Tipologia linguistica
Individua ciò che è uguale e ciò che è differente nel modo in cui le diverse lingue sono organizzate e strutturate. È
strettamente connessa a universali linguistici: principi generali ricorrenti in ogni lingua, ossia principi comuni
caratteristici di ogni variante del linguaggio verbale umano. Non è importante che tutte le lingue si adeguino ad un certo
universale linguistico affinché questo venga considerato tale, l'importante è che nessuna lingua lo contraddica.

Box 6.2 - Universali linguistici: Di seguito la lista esemplificativa di universali:


→ Universali assoluti (generalizzazioni sostanziali che a quanto si sa non conoscono eccezioni):
1. Tutte le lingue hanno vocali e consonanti.
2. Tutte le lingue hanno vocali orali.
3. Tutte le lingue hanno un inventario di fonemi vocalici costituito per lo meno da /i/, /a/, /u/.
4. Tutte le lingue hanno sillabe con struttura CV (consonante+ vocale).
5. Tutte le lingue hanno parole, sintagmi e frasi.
6. Tutte le lingue hanno un sistema pronominale composto per lo meno da tre persone e due numeri.
7. Tutte le lingue hanno una costruzione negativa.
8. Tutte le lingue hanno costruzioni che permettono di disporre i costituenti di frase secondo l'ordine tema-rema.
9. Tutte le lingue hanno termini specifici per "occhio", "naso", "bocca" ( e altre parti, quali "braccio", "mano", "unghia").
→ Universali implicazionali ('se A, allora B '):
10. Se una lingua ha vocali nasali, allora ha sempre vocali orali.
11. Se una lingua ha opposizioni fonematiche tra consonanti, allora ha sempre opposizioni fonematiche tra vocali.
12. Se una lingua ha flessione, allora ha sempre derivazione.
13. Se derivazione e flessione seguono/precedono entrambe la radice, la derivazione si trova tra radice e flessione.
14. Se una lingua ha la categoria grammaticale del genere, allora ha sempre la categoria del numero.
15. Se il verbo si accorda nel genere con un soggetto o un oggetto nominale, allora si accorda anche nel numero.
16. In lingue ergative, se il verbo si accorda con il costituente al caso ergativo, si accorda con il costituente all’assolutivo.
17. Se una lingua ha affissi discontinui, allora ha sempre prefissi e/o suffissi.
18. Se una lingua ha ordine prevalente VSO, allora ha sempre preposizioni.
19. Se una lingua ha ordine prevalente VSO, allora la forma flessa di un ausiliare precede sempre il verbo principale. Se una
lingua ha ordine prevalente SOV, allora la forma flessa di un ausiliare segue sempre il verbo principale.
20. Se il pronome complemento oggetto segue il verbo, allora anche il nome complemento oggetto segue il verbo
→ Gerarchie implicazionali ('se A allora B, se B allora C, se C allora D', ecc.):
21. Gerarchia del numero: singolare> plurale> duale> triale> paucale. Se una lingua ha il paucale allora ha anche il triale; se ha il
triale ha anche il duale; se ha il duale ha anche il pl; se ha il pl ha anche il sing.
22. Gerarchia delle classi di parole: verbo> nome > aggettivo > avverbio. Se una lingua ha avverbi, allora ha anche aggettivi,
ecc..
23. Gerarchia di accessibilità del sintagma nominale per la frase relativa: soggetto> oggetto diretto > oggetto indiretto>
obliquo> genitivo> oggetto di comparazione. Se una lingua ha una costruzione che permette di relativizzare l'oggetto di
comparazione (costruire una frase relativa in cui il sintagma relativizzato abbia questa funzione; es. l'uomo di cui Mary è più
alta), allora ce l'ha anche per il genitivo (complemento di specificazione); se ce l'ha per il genitivo ce l'ha anche per l'obliquo; se
ce l'ha per l'obliquo ce l'ha anche per l'oggetto indiretto; ecc. In altri termini: il soggetto è più accessibile alla relativizzazione

6.2.1 Tipologia morfologica


Per individuare tipi linguistici diversi e per classificare tipologicamente le lingue ci si basa sulla struttura della parola; a
seconda del rapporto tra parole e morfemi e del tipo/natura dei morfemi costituenti si individuano 4 tipi morfologici:
lingue isolanti, lingue agglutinanti, lingue flessive o fusive e lingue polisintetiche.

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Isolante: lingua in cui la struttura della parola è la più
semplice; ogni parola è costituita da un morfema e
dunque il rapporto morfemi:parole (detto indice di
sintesi) è generalmente 1:1. Più è basso tale indice più
il numero dei morfemi tende a coincidere con quello
delle parole, più la lingua è detta analitica; al contrario, la lingua è sintetica.
Caratteristiche: Le lingue isolanti non presentano in genere morfologia flessionale e hanno poca morfologia
derivazionale: l’attribuzione di significati e valori sono affidati al lessico e alla sintassi.
Esempi lingue isolanti: vietnamita, cinese, thailandese, yorùba, hawaiano, ecc; nell’esempio: vietnamita.

Agglutinante: una lingua in cui le parole hanno una struttura


complessa, sono formate da una catena di morfemi anche lunga
(rapporto 3:1); sono molto rari i morfemi cumulativi (morfemi
hanno valore univoco).
Caratteristiche: i morfemi realizzano valori che in lingue come
l'italiano vengono manifestati attraverso il lessico: possessività
(resa con il suffisso -im- (turco); mentre in italiano, con
pron/aggettivi possessivi); causatività (resa con il suffisso -dür-; in italiano, con la perifrasi lessicale fare + infinito).
Esempi lingue agglutinanti: turco, ungherese, finlandese, basco, giapponese, swahili, lingue bantu, ecc, esempio: turco.

Flessive o fusive: presentano parole internamente


abbastanza complesse, costituite in genere da una base
lessicale semplice (una radice) o derivata e da uno o anche più
affissi flessionali che spesso sono morfemi cumulativi,
veicolando ciascuno più valori grammaticali assieme e
assommando diverse funzioni (rapporto 2:1).
Caratteristiche: vi sono molti fenomeni di allomorfia e di
fusione, che amalgamano i singoli morfemi e li rendono non ben
separabili e identificabili; per la caratteristica di riunire più
significati su un solo morfema flessionale e di fondere assieme i
morfemi rendendo spesso poco trasparente la struttura della
parola, vengono anche chiamate fusive.
Esempi lingue flessive: lingue indoeuropee, come italiano, francese, greco, latino, russo.

→ Sottotipo introflessivo: Nel tipo morfologico flessivo si


distingue un sottotipo caratterizzato dal fatto che i fenomeni di
flessione avvengono anche dentro la radice lessicale: i morfemi
flessionali e derivazionali sono in parte dei transfissi vocalici
che si inseriscono all’interno di una base discontinua.
Esempio lingua introflessiva: l’arabo; a partire dalla radice
lessicale triconsonantica k-t-b "scrittura/scrivere" possiamo
avere fra le altre le seguenti forme: kataba " (lui) scrisse", katabtu "scrissi", 'aktubu "scrivo", kitab "libro", kutub "libri",
al-kitabu "il libro (sogg.)", al-kutubu "i libri (sogg.)", kitabun "un libro (sogg.)", kitaban "un libro (compl. ogg.)", ecc.;

Polisintetiche: hanno la struttura della parola più


complessa; come le lingue agglutinanti hanno la parola
formata da più morfemi attaccati con la peculiarità che
in una stessa parola compaiono due o più radici lessicali,
morfemi pieni. Le parole di queste lingue corrispondono
spesso a ciò che nelle altre lingue sarebbero delle frasi
intere (rapporto 4:1). Esempio: groenlandese occidentale.

In molte di queste lingue sono presenti parole in cui nella loro struttura si trovano radice verbale e nominale, che in una
proposizione rappresenterebbe il Compl ogg di questa; per questo sono anche chiamate 'incorporanti'.

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Distinzione tra lingue analitiche e lingue sintetiche

→ Lingue analitiche: 'spezzano' il contenuto da codificare e trasmettere in blocchi unitari semplici (es: lingue isolanti).

→ Lingue sintetiche: 'impacchettano' più blocchi di contenuto ottenendo entità complesse (es: lingue polisintetiche).

6.2.2 Tipologia sintattica


Tipologia nell’ordine dei costituenti
Un secondo criterio per classificare le lingue in tipi linguistici è basato
sulla sintassi, sull'ordine basico dei costituenti principali della frase. I
costituenti sintattici fondamentali presi in considerazione sono il soggetto
(S), il predicato verbale (V) e il complemento oggetto o diretto (O). Ci
sono 6 ordini diversi, in ordine di frequenza dal più al meno parlato: SOV,
SVO, VSO, VOS, OVS, OSV. Le lingue OVS e OSV sono rarissime e
marginali.

Lingue SVO: Italiano, lingue romanze, inglese, lingue germaniche, slave,


greco, finlandese, ebraico moderno, vietnamita, indonesiano, swahili,
yoruba ecc. Status tedesco è incerto: in frasi principali o subordinate
cambia l’ordinamento in SVO o SOV; comunque è una lingua verb-second,
senza il verbo in posizione principale.
Lingue SOV: turco, giapponese, coreano, ungherese, curdo, persiano,
hindi, bengali, kannada, tibetano, somali, quechua.
Lingue VSO: arabo, ebraico classico, gaelico, gallese, maori, tongano, samoano.

Ragioni del predominio degli ordini SVO SOV e VSO

Una prima ragione: il soggetto della frase coincide con tema: il tema, nell’ordine naturale dei costituenti sta in prima
posizione (prima tema, ciò di cui si parla, poi rema, ciò che si dice a proposito). Inoltre sembrano agire due principi:

a. principio di precedenza: data la priorità logica il soggetto deve precedere l’oggetto


b. principio di adiacenza: verbo e oggetto devono essere continui data la dipendenza diretta del secondo dal
primo

SOV e SVO obbediscono ad entrambi i principi; VSO è la terza che realizza solo il primo principio.

La tipologia dell’ordine dei costituenti constata che esistono correlazioni tra l’ordine basico dei costituenti e l’ordine
degli elementi in altri tipi di costrutti. In una lingua SVO è difficile prevedere la collocazione di altri costituenti mentre in
una SOV o VSO si possono predire con sicurezza; sono stati elaborati degli universali implicazionali; ad esempio:

- SOV ⊃ (AN ⊃ GN): se una lingua ha ordine SOV e se nel sintagma nominale l’aggettivo precede il nome (AN),
allora il genitivo (complemento di specificazione) precede certamente il nome che gli fa da testa (GN).
- VSO ⊃ (NA ⊃ NG): se una lingua ha ordine VSO e se aggettivo segue il nome, allora il genitivo seguirà il nome.

Gli studiosi hanno cercato di costruire tipologie complesse dalla collocazione di verbo e oggetto; due tipi fondamentali:

a. lingue VO: costruiscono a destra con l’ordine operando/operatore (o testa/modificatore, V è testa del SV)
b. lingue OV: costruiscono a sinistra con l’ordine operatore/operando

Le lingue VO avrebbero anche NA, NG (genitivo dopo il nome), NPoss, NRel, Vavv, AAvv, AusV; es: gaelico:

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ordine VSO (chunnaic mi cat) e N Agg (cat mòr), il complemento modificatore o circostanziale (aig an dorus) alla destra
di tutto ecc.

Le lingue OV avrebbero all’inverso AN, GN, PossN, RelN, AvvV, AvvA, VAus; caso di lingua che costruisce a sinistra: turco.
Istanbula gelen vapur → "a Istanbul (Istanbul-a, “-a” dativo/moto a luogo) veniente (gelen, PartPres di gelmek) battello
(vapur)", con ordine simmetrico all’italiano. In turco sono molto usati participi che reggono complementi, con lo stesso
valore della nostra frase relativa (come in italiano: le auto provenienti da Roma / le auto che provengono da Roma).

Tali correlazioni plurime valgono solo come tendenze statistiche prevalenti, dato che è difficile trovare lingue del tutto
congruenti tipologicamente. In ogni lingua c'è sempre, per ragioni storiche e di variabilità, un certo ammontare di
incoerenza tipologica. Es: italiano è lingua SVO ma ha molti tratti di lingue VO, come: quali NG (il libro di Mario), NRel (il
libro che ho letto), preposizioni, NA (ordine prevalente: libri difficili; ma esiste anche AN: enormi difficoltà); ha anche un
numero di tratti tipici delle lingue OV: Avv A (abbastanza difficile), PossN (i miei libri), ArtN, NumN (tre libri), eccetera.

Ergatività e prominenza tropicale


Un ulteriore parametro che coinvolge morfologia, sintassi e semantica è l’ergatività; riguarda l’organizzazione dei
sistemi di casi che assegnano marcature diverse al soggetto a seconda che sia soggetto di un verbo transitivo o
intransitivo.

Lingue ergative (o assolutivo-ergative): il soggetto sintattico e il ruolo tematico agente sono dotati di una marca
specifica (CASO ERGATIVO) quando coincidono (verbi transitivi); il soggetto sintattico che NON coincide con il ruolo
tematico agente (verbi intransitivi) è marcato con lo stesso caso dell’oggetto (CASO ASSOLUTIVO).

Lingue nominativo-accusative: il soggetto sintattico è dotato di un’unica marca casuale (NOMINATIVO) sia che coincida
col ruolo di agente (verbi transitivi), sia come paziente (verbi intransitivi) e l’oggetto sintattico è dotato di un’unica
marca casuale (ACCUSATIVO).

I sistemi di caso ergativi quindi riflettono più direttamente in superficie il rapporto fra ruoli semantici e funzioni
sintattiche. Sono lingue ergative: il basco, le lingue caucasiche, il dyirbal e lingue indigene Australiane, l'eschimese, ecc.

→ caso assolutivo-ergativo: àvaro (lingua caucasica della Georgia sudorientale), in cui il rapporto dell’assolutivo con il
ruolo di paziente con un verbo si è offuscato, come mostra il suo impiego per il soggetto di un verbo come "correre":

Vas "ragazzo" e jas "ragazza", soggetti nelle intransitive 1 e 2 sono al caso


assolutivo. Vasass nella frase 3 è al caso ergativo: può essere meglio
parafrasata "da parte del ragazzo, la ragazza è lodata" (corrisponde grosso
modo a una frase passiva in italiano, ma con l'agente che figura come tema).

→ caso nominativo-accusativo: latino

Mentre in àvaro la forma per ragazza è allo stesso caso assolutivo in 2


(soggetto) e in 3 (complemento oggetto), in latino si ha puella, nominativo, in
2a, e puellam, accusativo, in 3a. Viceversa, ragazzo in àvaro appare in due
forme diverse nelle due frasi (marcate al caso assolutivo, 1, e al caso ergativo,
3) in cui è soggetto mentre in latino è marcato allo stesso modo (nominativo)

Un altro parametro tipologico da considerare quando si analizzano le frasi riguarda come alcune lingue organizzano la
loro struttura sintattica. Certe lingue strutturano la frase in base alle funzioni sintattiche (di cui la principale è il
soggetto); altre lingue possono strutturare la frase sia in base alle funzioni sintattiche sia in base alla posizione del tema;
altre lingue strutturano la frase solo in base alle funzioni della struttura informativa (tema o topic); si distinguono:

- Lingue ‘subject-prominent’: la frase è strutturata in base alla struttura sintattica (SOV, SVO,..); es: lingue
indoeuropee

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- Lingue ‘topic-prominent’: la frase è strutturata isolando il topic in posizione iniziale, come accade solo di rado in
italiano (quanto al gatto, il topo l’ha fatto fesso); es: cinese, che non costruisce le frasi secondo lo schema soggetto-
predicato verbale ma piuttosto secondo lo schema topic-comment, isolando il tema in prima posizione.
- Lingue ‘subject-topic-prominent’: la frase è strutturata sia in base alla distinzione Soggetto-Oggetto, sia in base a
quella Topic-Comment: dipende dal sistema di particelle posposte adottato (ga per il nominativo, o per l’accusativo,
ni locativo, ecc.; oppure wa per il topic): giapponese.

La frase in cinese 1 è costruita secondo lo schema


topic-comment, quindi dall’accostamento di una parte
tematica, "quell'albero", o topic, e una parte
rematica, o comment, "foglia grande”: "quanto a
quell'albero, la foglia è grande".

La frase in giapponese 2 il costituente gakkoo, è


marcato morfologicamente come tema (wa è la
particella posposta che marca il topic) e un altro
costituente, boku, è marcato morfologicamente come soggetto (ga è la posposizione che marca il soggetto); si noti che
"a scuola", se volessimo integrarlo sintatticamente col resto della frase, e quindi non isolarlo come tema in una struttura
topic-prominent, sarebbe gakkoo de, con la posposizione de dello stato in luogo.

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