Sei sulla pagina 1di 15

Antropocentrismo,

biocentrismo, ecocentrismo:
una panoramica di filosofia ambientale

PIERGIACOMO PAGANO
ENEA
UTS Protezione e Sviluppo
dell’Ambiente e del Territorio,
Tecnologie Ambientali

Qual è il modo “giusto” di raffrontarci con l’ambiente,


il vivente e la natura tutta? A questi temi il mondo
scienza, tecnica,

anglosassone e i paesi nordici hanno dedicato da


storia & società

tempo un’ampia discussione. In Italia invece il dibattito


resta ancora confinato nell’ambito ristretto degli
specialisti. In questo lavoro viene presentata una
panoramica dei temi più discussi dalla filosofia
ambientale, mettendo a confronto le principali
posizioni e problematiche di questa nuova disciplina

Anthropocentrism,
biocentrism, ecocentrism:
an overview of environmental philosophy
What is the “right” way to relate to the environment,
the living world and the whole of nature. A wide-ranging
debate about these themes has been going on in the English-
speaking world and northern Europe for a long time, but in
Italy it is limited to a few experts. This article presents an
overview of environmental philosophy and compares the
main positions and issues in this new field of study

72 ENERGIA, AMBIENTE E INNOVAZIONE 2/04


SCIENZA, TECNICA, STORIA & SOCIETÀ

I l nostro impatto sulla natura è aumentato


seriamente nel corso degli ultimi secoli.
Nell’ultimo trentennio, poi, i problemi
ambientali si sono estesi su scala planeta-
ria e sono sorti interrogativi sempre più
della soddisfazione umana. In altre parole,
utilizzare l’ambiente come un bene stru-
mentale è limitante e spregevole[3].
Qual è allora, se esiste, il modo “giusto” di
raffrontarci con l’ambiente che ci circonda?
preoccupanti. Alla domanda “Perché do- Quali devono essere i rapporti tra noi uomi-
vremmo salvaguardare la natura?” il nostro ni e la natura tutta? Abbiamo veramente il
senso comune ha trovato una risposta facil- diritto di modificare gli habitat selvaggi?
mente condivisibile. La Terra è la nostra Possiamo sfruttare tutte le risorse del pianeta
casa, averne cura significa vivere in un e lasciare niente agli altri? Possiamo allevare
ambiente salubre, con maggiori comodità gli animali in posti angusti e invivibili solo
e maggiori possibilità, significa guardare perché ci costa meno produrre la carne, le
positivamente al futuro dove anche i nostri uova, il latte?
figli potranno prosperare in serenità, goden- In passato numerosi pensatori hanno cercato
do delle bellezze del creato così come ne di rispondere ai suddetti quesiti, ma è sol-
godiamo noi. Al contrario trascurare o sot- tanto negli ultimi decenni che il dibattito si
tovalutare la capacità di carico ecologico[1] è fatto più serrato e una nuova disciplina, mol-
della Terra potrebbe voler dire correre dei to studiata nel mondo nordico e anglosas-
rischi, fino a giungere ad un “punto di non sone, sta lavorando in questa direzione.
ritorno” dove i problemi si moltiplichereb- Questa disciplina, la filosofia ambientale
bero con conseguenze tragiche per la nostra (Environmental Philosophy), raccoglie in sé
stessa specie. i pensieri, le idee, i concetti che l’uomo ela-
Questa consapevolezza ha portato negli ulti- bora nel suo rapportarsi con ciò che lo cir-
mi decenni ad una maggiore sensibilità nei conda[4].
confronti dell’ambiente e di conseguenza ad Le posizioni filosofiche ambientali sono mol-
azioni politico-economiche più equilibra- te e, spesso, assai diverse fra loro. Alcune
te[2]. Conservazione e sviluppo sostenibile ritengono che l’uomo sia il signore e padro-
rappresentano la summa della visione odier- ne della terra, altre credono che l’uomo sia
na sulla gestione ambientale. Ma se da un un essere vivente come gli altri, altre anco-
lato questi approcci sono visti come un ra ci vedono come una sorta di malattia di
miglioramento dei nostri rapporti con l’am- cui la Terra sarebbe afflitta. È difficile offrire
biente, dall’altro molte persone ne ravvisa- un quadro sintetico di tutte queste idee che
no dei limiti, ritenendo che si debba fare di spesso si intrecciano, si sovrappongono e che
più. Proteggere l’ambiente e le sue risorse si esprimono, a volte, attraverso termini dif-
è sicuramente una esigenza primaria, tuttavia ficili da comprendere appieno. Siccome in
un cambiamento del nostro rapporto con la Italia questo dibattito è ancora confinato entro
natura non può essere solo un fatto di mera una ristretta cerchia di specialisti, mentre
necessità umana. Come sostiene K.E. Good- meriterebbe una più ampia diffusione, pro-
paster è assolutamente deplorevole e acri- verò in questo articolo a farne una breve
tico proteggere l’ambiente sulle sole basi panoramica ricalcando in parte il capitolo

1 La capacità di carico ecologico è la “possibilità di sostenere le attività antropiche che esprime un certo sistema ecologico. Se si
supera la carrying capacity, il sistema non è più in grado di mantenere inalterate le proprie funzioni e si degrada”: N. CHAMBERS,
C. SIMMONS, M. WACKERNAGEL, Manuale delle Impronte Ecologiche, Edizioni Ambiente, 2002, p. 180.
2 Per un esempio concreto: NAVIGLIO L., PAGANO P., TESINI E. (edts.), Lo stato dell’arte dell’applicazione dei Sistemi di Gestione
Ambientale ad aree naturali protette o di alto valore ecologico, ENEA Roma, 2001, ed anche: PAGANO P., Sistemi di Gestione
Ambientale, Parchi, n. 33, giugno 2001, pag. 45-47, 2001.
3 GOODPASTER K.E., On Being Morally Considerable, in: ZIMMERMAN M.E. ET AL. (edts.), Environmental Philosophy, Prentice Hall, 1998
p. 57.
4 Vedi: http://www.filosofia-ambientale.it

ENERGIA, AMBIENTE E INNOVAZIONE 2/04 73


SCIENZA, TECNICA, STORIA & SOCIETÀ

conclusivo del mio recente libro “Filosofia bruta”[10] Carson invitò a “modificare il nostro
ambientale”[5] dove ho messo a confronto le modo di pensare, abbandonare il nostro
principali posizioni proponendo anche una comportamento di altezzosa superiorità
semplice classificazione[6]. [...]”[11].
In quegli anni di grande fermento culturale
crebbe la consapevolezza che l’uomo sta-
La presa di coscienza ambientale va vivendo in conflitto con la natura. Secondo
Del nostro posto e del nostro ruolo nella natu- alcuni pensatori dell’epoca c’erano diversi
ra si è parlato fin dai tempi antichi. Dapprima aspetti del mondo occidentale che richie-
i ragionamenti erano puramente speculati- devano un profondo ripensamento. Tra le tan-
vi, poi, soprattutto dopo l’avvento della teo- te congetture: venne accusata la Chiesa per-
ria darwiniana e dell’ecologia, le filosofie del- ché poneva l’uomo a livello di “dominus” del-
la natura hanno iniziato a poggiare le pro- la natura[12]; vennero denunciati i sistemi
prie basi su argomenti scientifici. Sebbene politici ed economici (sia del capitalismo che
esistesse già dai tempi di Platone la consa- del socialismo) rei di utilizzare la natura solo
pevolezza del degrado ambientale[7] biso- come mezzo; vennero criminalizzate la scien-
gna attendere il 1864 per vedere pubblica- za e la tecnologia perché troppo materiali-
ta la prima grande opera, di G.P. Marsh, inte- ste e riduzioniste. Di conseguenza vennero
ramente dedicata all’impatto umano[8]. Dalla divulgate le filosofie orientali e riscoperte
seconda metà del XIX secolo in avanti, spe- le qualità dei popoli primitivi, nacquero
cie negli Stati Uniti, si iniziò a capire che le grandi movimenti popolari come il New
risorse naturali non erano infinite e biso- Age, vennero diffuse nuove teorie olistiche
gnava utilizzarle con saggezza. Dalle preoc- quali l’“ipotesi Gaia” di James Lovelock[13].
cupazioni di allora nacquero quelle idee L’intera società risultò modificata ed anche
rivoluzionarie, in particolare il “principio di la Chiesa ammorbidì le sue posizioni. Per
conservazione” di Pinchot e l’“etica della ter- contrastare il diffondersi delle religioni orien-
ra” di Leopold, che ancor oggi vengono tali e di nuove credenze eterodosse rivalutò
considerate i capisaldi delle moderne teo- i Santi cristiani più “ecologisti” quali
rie filosofiche ambientali. Francesco d’Assisi[14]. L’ambientalismo, già
Fu però a partire dai primi anni 1960 che presente da tempo con alcuni movimenti sto-
l’opinione pubblica prese coscienza del rici come il Sierra Club del 1892, conobbe
problema ambientale. L’uscita del libro Silent una autentica esplosione. Di seguito furono
Spring [9] della biologa americana Rachel fondati il WWF nel 1961, Greenpeace nel
Carson fu l’evento chiave che scatenò gli 1969, Earthforce nel 1977, Earth First! nel
allarmismi. L’uomo stava distruggendo la 1979. In Italia, Lega Ambiente nacque nel
natura e quindi se stesso. Fornendo “una pro- 1980.
va in più della nostra ridicola presunzione Sul fronte legislativo vennero approvate alcu-
di poter soggiogare la natura con la forza ne leggi ambientali sintomatiche del pro-

5 PAGANO P., Filosofia ambientale, Mattioli 1885, 2002.


6 Così scrive DELLAVALLE S. in L’urgenza ecologica, Baldini Castoldi Dalai, 2003, p.7: “... nonostante l’ampiezza del dibattito all’interno
dell’etica ecologica, sono rarissimi – a quanto mi è dato sapere – i tentativi di fornire una lettura ‘ragionata’ dei suoi percorsi”.
7 PLATONE, Crizia, 110, 111, in Platone, Opere complete 6, Laterza, Bari 2000, pp. 456-7.
8 MARSH G.P., Man and Nature. Or, Physical Geography as Modified by Human Action, 1864.
9 CARSON R., Primavera silenziosa, Feltrinelli, 1999.
10 Carson citando l’entomologo canadese Ullyett, Ivi, p. 278.
11 Ivi, p. 268.
12 WHITE L., The Historical Roots of Our Ecological Crisis, Science, 1967, p. 155.
13 LOVELOCK J., Gaia, nuove idee sull’ecologia, Bollati Boringhieri, Torino 1996.
14 Con lettera apostolica del 29 novembre 1979, Giovanni Paolo II ha dichiarato San Francesco d’Assisi celeste patrono di tutti i cul-

tori dell’ecologia.

74 ENERGIA, AMBIENTE E INNOVAZIONE 2/04


SCIENZA, TECNICA, STORIA & SOCIETÀ

cesso di trasformazione nel modo di pen- mo possa goderne, nel secondo il fiore ha
sare. L’Animal Welfare Act (1966), l’Endan- diritto di vivere indipendentemente da ciò
gered Species Protection Act (1966), l’Endan- che pensa l’uomo. Sebbene ragionamenti
gered Species Conservation Act (1969) ave- di questo tipo possano sembrare semplici
vano già una visione più moderna ma esercizi intellettuali, la realtà è ben diver-
comunque legata alla dominanza dell’uomo sa. Quello che pensiamo si riflette sul nostro
sulla natura. Il successivo Endangered modo di percepire, di vivere, di comportarci,
Species Act (ESA) del 1973 si caratterizzò fino a farci sentire soddisfatti o sofferenti del
invece come un passo significativo verso il mondo in cui viviamo. Inoltre, all’atto prati-
riconoscimento di diritti alla natura, seppu- co, le nostre idee si esprimono attraverso
re in maniera assolutamente circoscritta. la classe politica che scegliamo diventan-
Purtroppo gli entusiasmi che avevano por- do leggi che vanno ad incidere sulla nostra
tato all’approvazione dell’ESA si dovettero vita, e su quella di chi abiterà, in futuro, il
ridimensionare quando la posta in gioco nostro pianeta.
divenne considerevole[15]. Le battaglie sociali che giungono in parla-
Dal grande dibattito che prese forma nelle mento, che diventano leggi e quindi patri-
piazze, che si riunì in numerosi congressi e monio dell’intera comunità, hanno sempre
conferenze, che trovò espressione attraver- una base culturale elaborata da un manipolo
so nuove riviste del settore[16] e raggiunse di pensatori. Le idee filosofiche ambienta-
le aule dei tribunali, nacque la filosofia li dell’ultimo trentennio ne sono un esem-
ambientale, un approccio alla conoscenza pio. Esse hanno modificato, e stanno modi-
che va oltre il sondare soltanto la morale ficando, il nostro modo di rapportarci con
umana, ma si propone come ricerca dei la natura.
diversi modi di interpretare il ruolo dell’uo- Semplificando possiamo pensare alle posi-
mo sulla Terra. zioni filosofiche ambientali non già come
concezioni separate in compartimenti sta-
gni, bensì come un continuum di idee che
Le posizioni filosofiche spaziano da un antropocentrismo rigido ad
ambientali un biocentrismo altrettanto radicale. Tuttavia
Il nostro rapporto con la natura può essere per mettere un po’ d’ordine in quello che
visto sotto molteplici aspetti. Consideriamo sembra essere un gruppo eterogeneo di
ad esempio la seguente frase: “Lasciate sta- idee, sono state proposte alcune classifica-
re questo fiore affinché altri ne possano zioni[17]. Anche se, per ovvie ragioni, qual-
godere”. Ovviamente questa asserzione ci siasi schematizzazione è spesso limitante nel-
sembra molto rispettosa, proprio perché la l’esprimere la realtà (e la filosofia ambien-
buona educazione ci dice che è un ottimo tale non sfugge a questa regola) tali classi-
modo per amare la natura. Ma proviamo a ficazioni sono comunque utili per rendere
pensare ad una frase diversa: “Lasciate sta- più chiara la panoramica. Spesso, infatti, i
re il fiore affinché possa godere della sua diversi autori tendono ad esprimere la loro
vita”. A prescindere da come la si pensi è opinione attraverso l’uso di termini nuovi
importante capire che c’è una profonda dif- che si distinguono dagli altri solo per sfu-
ferenza di vedute nei due concetti. Nel pri- mature e che concorrono a rendere il qua-
mo caso il fiore deve vivere affinché l’uo- dro generale piuttosto composito. Nell’ambito

15 Si legga il paragrafo Il caso TVA vs. Hill nel libro Filosofia ambientale, cit., pp.42-3.
16 Ad esempio: Environmental Ethics, Ecophilosophy, The Deep Ecologist, Between the Species.
17 Cfr. NORTON B.G. Why Preserve Natural Variety?, Princeton University Press, 1987; BARTOLOMMEI S., Etica e natura, Universale Laterza,

1995.

ENERGIA, AMBIENTE E INNOVAZIONE 2/04 75


SCIENZA, TECNICA, STORIA & SOCIETÀ

Classificazione delle idee filosofiche ambientali in ordine di antropocentrismo decrescente dall’alto al basso

1° livello 2° livello 3° livello Principio Teorico di Rapporto nei confronti


spicco della natura

Forti Della frontiera Comportamento umano


antropocentrismo decrescente dall’alto al basso

Nessuna regola
(o del cow-boy) privo di vincoli
Scialuppa di salvataggio Ognuno per sé Hardin
Non rivolte Uguaglianza La crisi ecologica deriva
Antropocentriche Navetta spaziale da problemi nei rapporti
alla natura tra i popoli
– uomo con uomo
Valore strumentale di Ecologia sociale Parità sociale Bookchin
ogni vivente e valore
intrinseco della sola Conservazione
Responsabilità Tutela della natura affinché
specie umana (saggia Pinchot
per la natura l’uomo possa godere dei
amministra- Etica teologica
Deboli o del dono suoi beni materiali
zione)
(sostenibilità) divino ed etica
Valore Tutela della natura affinché
laica l’uomo possa godere anche
Protezione trasformativo
dei suoi beni ideali
Egalitarismo Autorealizzazione di tutti
Antropocentrico-critiche (Ecocentrismo) Ecosofie, Ecologia profonda Naess
biosferico gli esseri, umani e non umani
Liberazione animale Utilitarismo Singer
Diritti animali Valore inerente Regan
Individua- Tutela dei singoli
Biocentriche
listiche Sacralità esseri viventi
o Principio di vita Goodpaster
Anti-antropocentriche della vita
– Rispetto per la natura Rispetto Taylor
Valore intrinseco
della natura Etica del valore Valore sistemico Rolston III Tutela degli insiemi:
Olistiche specie, comunità,

Olismo per Leopold -


Etica della terra ecosistemi
davvero Callicott

di una lettura critica delle diverse posizioni forte (rigido) e uno moderato (debole).
filosofiche ambientali mi permetto di pro- L’antropocentrismo forte accomuna tutte
porre una classificazione che può essere sin- quelle idee che partono dalla convinzione
tetizzata dalla seguente tabella[18] e che ora assoluta che l’uomo possa disporre della
cercherò di illustrare brevemente. natura quando e come vuole. Secondo que-
sta visione qualsiasi comportamento uma-
no nei confronti della natura è lecito perché
Antropocentrismo la terra fornisce risorse illimitate all’uomo che
Una suddivisione di primo livello distingue può gestirle come vuole. Gli antropocentri-
le tesi antropocentriche da quelle biocen- sti forti hanno una fiducia smisurata nel pote-
triche e da quelle ecocentriche. re umano, nelle tecnologie e, spesso, anche
Antropocentrismo deriva da una parola gre- nel potere dell’economia di mercato nello
ca, ánthropos, che significa uomo e, quindi, smorzare quei disequilibri che nascono dal-
antropocentrista[19] è colui il quale crede la competizione, perno delle moderne
che l’universo sia stato creato per l’uomo e società industriali. Oggigiorno la visione
per i suoi bisogni, e per questa ragione forte dell’antropocentrismo è ritenuta ana-
considera l’uomo misura di tutte le cose. cronistica in quanto le scienze in generale,
Possiamo distinguere un antropocentrismo e l’ecologia in particolare, hanno accumu-

18 PAGANO P., Filosofia ambientale, Mattioli 1885, 2002, p. 92.


19 In italiano il termine “antropocentrico” è un aggettivo mentre “antropocentrista” non esiste. Così come in italiano si distingue tra
“ecologia”, “ecologico” ed “ecologista”, mi permetto di utilizzare il termine “antropocentrista” per identificare il sostenitore del-
le tesi antropocentriche. Allo stesso modo con il termine “biocentrista” identifico colui il quale sostiene le tesi biocentriche.

76 ENERGIA, AMBIENTE E INNOVAZIONE 2/04


SCIENZA, TECNICA, STORIA & SOCIETÀ

lato una grande quantità di dati a sostegno nibile, fu definito come “lo sviluppo che
del fatto che la sopravvivenza dell’uomo su soddisfa le esigenze del presente senza
questo pianeta è strettamente legata al suo compromettere la capacità delle genera-
comportamento e al rispetto che ha e avrà zioni future di soddisfare le loro proprie esi-
per l’ambiente. Di conseguenza è nato un genze”. Secondo il principio di sostenibilità
antropocentrismo più moderato, debole, che la Terra viene considerata un “bene comu-
si basa sui concetti della conservazione e ne temporale”[21]. Seguendo indicazioni qua-
della sostenibilità e che è divenuto il con- li l’Agenda 21, approvata al Summit della
cetto più diffuso nel mondo moderno. Terra di Rio de Janeiro (1992), le politiche
Un esempio tipico di antropocentrismo nazionali ed internazionali hanno tratto ispi-
moderato è dato dal principio di conserva- razione dal concetto di sostenibilità. Nel cor-
zione. Esso nacque all’inizio del XX secolo so degli anni sono uscite legislazioni appro-
negli Stati Uniti quando Gifford Pinchot priate[22], sono sorti nuovi Istituti[23], sono
(1865-1946), consulente ambientale del pre- nati nuovi indirizzi accademici[24], gli eco-
sidente T. Roosevelt, volle fermare la distru- nomisti hanno iniziato a includere nei loro
zione della natura selvaggia che già era sta- conti i servizi che l’ambiente offre[25]. Lo
ta decimata nella zona atlantica del conti- stesso concetto di sviluppo sostenibile ha
nente e che rischiava di fare la stessa fine conosciuto diverse elaborazioni come quel-
nell’ovest. La pratica della conservazione la contenuta nel rapporto Caring for the
recita che le risorse rinnovabili, di valore stru- Earth redatto da IUCN, UNEP e WWF nel
mentale, devono venire usate in modo sag- 1991 dove è definito come il “soddisfaci-
gio e oculato affinché possano rigenerarsi mento della qualità della vita mantenendo-
ed essere utilizzate dalle generazioni a veni- si entro i limiti della capacità di carico degli
re. Le risorse che non si rigenerano (petro- ecosistemi che ci sostengono”.
lio, minerali ecc.), anch’esse di valore stru- L’antropocentrismo debole trova oggi gran-
mentale, devono essere utilizzate pruden- de consenso ed è bene riconoscere che rac-
temente perché durino il più a lungo pos- coglie una ampia varietà di concezioni. La
sibile[20]. La “sostenibilità” è di fatto una “conservazione”, come detto, vuole tutela-
evoluzione del principio di conservazione re la natura affinché l’uomo possa goderne
che comprende la “protezione”. Il concet- dei suoi beni materiali, la “protezione” ritie-
to di “sostenibilità” si diffuse nel 1987 quan- ne sia importante salvaguardare anche i
do la Commissione Mondiale sull’Ambiente suoi beni ideali. Fra questi ricordiamo, ad
e sullo Sviluppo pubblicò il rapporto “Our esempio, l’estetica di un paesaggio, il pote-
Common Future”. Conosciuto meglio col re rigenerativo dello spirito umano quando
nome di Rapporto Brundtland, il rapporto si passeggia in un bosco incontaminato, la
mise in guardia il mondo sulla assoluta ricchezza stessa della biodiversità. Riguardo
necessità di attuare una economia che per- quest’ultimo punto la “conservazione” vor-
mettesse uno sviluppo tale da non esaurire rebbe la salvaguardia della biodiversità in
le risorse naturali e non nuocere all’am- quanto bene strumentale reale o “in poten-
biente. Questo sviluppo, denominato soste- za” (ad esempio il DNA di una piantina con-

20 Cfr. http://www.pinchot.org/gt/consrvtn.html
21 COHEN J.E., Quante persone possono vivere sulla Terra?, Il Mulino, 1998, p. 378 citando un discorso di O’Neill J. nell’articolo Future
Generations: Present Harms, Philosophy, 68, n. 263, pp.35-52.
22 Un archivio completo delle leggi ambientali in Italia si trova nel sito dell’ENEA di Bologna alla pagina http://wwwamb.bologna.enea.it/
cgi/legamb/legamb.html
23 Ad esempio il Worldwatch Institute; il Rocky Mountain Institute; l’International Institute for Sustainable Development; il Land Institute;
il Sustainability Institute ecc.
24 Ad esempio esiste ora la figura dell’Ingegnere Ambientale.
25 Ad esempio il “ciclo di vita del prodotto”.

ENERGIA, AMBIENTE E INNOVAZIONE 2/04 77


SCIENZA, TECNICA, STORIA & SOCIETÀ

tiene o potrebbe contenere un gene per to. La realtà è crudele, sostiene Hardin. Se
una terapia anticancro), la “protezione” inve- dividiamo il mondo in nazioni ricche e pove-
ce ritiene la biodiversità importante anche re, due terzi sono disperatamente povere e
per il soddisfacimento umano ideale (l’e- solo un terzo relativamente ricche.
stetica, il profumo, l’evocazione di sentimenti Metaforicamente ogni nazione ricca può
ecc.). Sempre nell’ambito di un antropo- essere vista come una scialuppa di salva-
centrismo debole possiamo poi trovare sia taggio piena di persone benestanti.
motivazioni laiche[26], che vedono nella stes- Nell’oceano, al di fuori di ciascuna scialup-
sa morale umana una giustificazione, sia pa, nuotano i poveri del mondo che vor-
posizioni teologiche[27] che vedono il crea- rebbero salirvi. Ma le nazioni ricche non pos-
to appartenere al Creatore e l’uomo come sono “caricare a bordo” le nazioni povere
il “saggio amministratore” a cui lo stesso altrimenti si andrebbe a fondo tutti. La solu-
Creatore avrebbe concesso il diritto di usu- zione al problema ambientale sta, secondo
fruirne. Hardin, nel privatizzare le risorse.
L’argomentazione di Hardin viene conside-
rata da molti troppo semplicistica oltre che
Crisi ambientale e rapporti umani razzista. J.E. Cohen ad esempio scrive che:
Prima di affrontare le tematiche riunite sot- “Sebbene possa ridurre i problemi di gestio-
to i titoli “biocentrismo” ed “ecocentrismo” ne di risorse ad accesso aperto, la proprietà
è bene sottolineare l’esistenza di alcune privata non è necessariamente una panacea.
posizioni che riconoscono l’esistenza di una Raramente le attuali convenzioni sociali allo-
crisi ambientale ma pensano sia dovuta non cano per intero al proprietario privato i costi
a problemi nel rapporto uomo/natura, ma che la sua gestione causa ad altre risorse e
insita negli squilibri delle stesse società ad altri soggetti.”[29] W. Murdoch e A. Oaten
umane. Tra queste ricordiamo l’etica della inoltre fanno notare che la realtà differisce
“Navetta Spaziale”, della “Scialuppa di notevolmente da come la ha descritta
Salvataggio” e l’”Ecologia sociale”. Hardin nella sua metafora[30]. Le politiche del-
La prima sostiene la tesi che le nazioni capi- le nazioni ricche, come ad esempio le richie-
taliste devono mettere a disposizione una ste continue dei pagamenti degli interessi
parte della loro ricchezza per le nazioni sui debiti del “Terzo Mondo”, l’incoraggia-
bisognose perché un collasso del Terzo mento alla coltivazione dei “cash crops”[31]
Mondo trascinerebbe nel disastro tutti gli che distruggono la biodiversità e impoveri-
uomini, ricchi compresi. scono il suolo, sono responsabili, almeno
La seconda, teorizzata da Garret Hardin nel- parzialmente, della povertà dei Paesi in via
lo scritto The Tragedy of the Commons [28], di Sviluppo. Di conseguenza la “tragedia
critica la prima sostenendo che non è pra- delle risorse comuni” può, e deve, essere
ticabile perché gli uomini sono troppi e cre- evitata per mezzo di metodi nuovi ed alter-
scono a livello esponenziale. Di conseguenza nativi di politica sociale mondiale.
l’utilizzazione dei beni comuni (terra, acqua, Lo scrittore anarchico americano Murray
aria) aumenta al punto che la speculazione Bookchin ha una sua propria posizione
di ciascuno porta alla devastazione del tut- riguardo le ragioni del degrado della natu-

26 Cfr. PASSMORE J., La nostra responsabilità per la natura, Feltrinelli, Milano 1991.
27 Cfr. MELE V., Comunità umana e antropocentrismo: il paradigma dell’interconnessione nella bioetica personalista, Kèiron, marzo 2001,
pp.164-73.
28 HARDIN G., The Tragedy of the Commons, Science, 162, 1968, pp. 1243-8, 1968.
29 COHEN J.E, Quante persone possono vivere sulla Terra?, Il Mulino, Bologna, 1998, p. 372.
30 MURDOCH W., OATEN A., Population and Food: A Critique of Lifeboat Ethics, in Environmental Ethics: Readings in Theory and Application,
Louis P. Pojman, 2001, cap. 52.
31 Con “cash crops” si definiscono le coltivazioni per le nazioni ricche: caffè, cacao ecc.

78 ENERGIA, AMBIENTE E INNOVAZIONE 2/04


SCIENZA, TECNICA, STORIA & SOCIETÀ

ra. La sua “ecologia sociale” sostiene che un’ampia varietà di concezioni che si pro-
la forma fondamentale dello sfruttamento pongono di sovvertire il paradigma patria
non è quello subito dall’ambiente, bensì reale e fallogocentrico insito nella nostra
quello dell’uomo sull’uomo. Così scrive: società (si leggano, a titolo di esempio, gli
“L’ecologia, secondo me, ha sempre avuto scritti di D. Haraway, C. Merchant, V. Shiva).
il significato di ecologia sociale: cioè la con-
vinzione che il vero concetto dominante la
natura nasce dal dominio dell’uomo sull’uo- Biocentrismo
mo, per la verità, dell’uomo sulla donna, dei La versione moderata dell’antropocentrismo
vecchi sui giovani, di un gruppo etnico ver- ha sicuramente il pregio di essere più
so l’altro, dello stato sulla società, della buro- moderna e tollerante, tuttavia relega anco-
crazia sull’individuo, così come di una clas- ra il mondo vivente ad un ruolo subordina-
se economica sull’altra e del potere colo- to. Per tante persone questo atteggiamento
nizzatore sulle persone colonizzate. L’ecologia non è più sufficiente. I biocentristi credono
sociale deve iniziare la sua ricerca dalla che l’uomo non possa auto-celebrarsi uni-
libertà non solo nella fabbrica ma anche in co giudice e decisore delle sorti della Terra.
famiglia, non solo nell’economia ma anche Le tesi biocentriche possono suddividersi in
nella psiche, non solo nelle condizioni mate- individualistiche e olistiche. I sostenitori del-
riali di vita, ma anche in quelle spirituali. Fin le prime pensano che debba essere con-
tanto che non verrà rimossa la gerarchia, ferita “rispettabilità morale” anche agli ani-
rimarrà anche la dominazione sulla natura mali, almeno a quelli più simili a noi. Il ter-
che guiderà inevitabilmente il nostro piane- mine con cui vengono definiti, biocentisti
ta verso l’estinzione ecologica.”[32] individualisti, si riferisce al fatto che pongono
È evidente che Bookchin ha ragione quan- la vita del singolo individuo come criterio
do parla delle diseguaglianze sociali e del- per la “rispettabilità morale”. Tra i pensato-
la necessità di appianarle, tuttavia la crisi ri che si riconoscono in questa categoria
ecologica non è legata solo ed esclusiva- spiccano il filosofo australiano Peter Singer[33]
mente alle problematiche dei rapporti tra gli e l’americano Tom Regan[34].
esseri umani. La questione è più ampia e
comprende anche i rapporti diretti tra uomo
ed altri esseri viventi, tra uomo e natura. Biocentrismo individualistico
Certamente i rapporti sociali tra sesso, raz- In estrema sintesi la filosofia animalista di
ze e popolazioni devono essere affrontati Singer si costruisce intorno all’”utilitarismo
come problema prioritario, tuttavia non può della somma” che ha avuto come antesi-
essere ignorata quella parte della natura gnano Geremy Bentham agli inizi del XIX
che scompare in attesa che vengano risol- secolo, e si amplia in un “utilitarismo delle
ti i conflitti umani. preferenze”. La differenza tra le due con-
È opportuno accennare qui, seppur breve- cezioni può essere così spiegata[35]. Per
mente, che “l’ecofemminismo” ha una gran- scegliere tra due o più azioni alternative
de rilevanza nel pensiero ambientale e, l’utilitarismo della somma procede attra-
compiendo una inevitabile forzatura, potreb- verso una semplice somma algebrica del-
be collocarsi all’interno della “ecologia socia- le conseguenze positive e di quelle negati-
le”. Sotto la parola ecofemminismo è raccolta ve di ciascuna azione. Fatto ciò ne stila una

32 BOOKCHIN M., Open Letter to the Ecology Movement, in Toward an Ecological Society, Black Rose Books, 1980, pp. 76-8.
33 SINGER P., All Animals Are Equal, Philosophic Exchange, vol.1, n. 5, 1974, pp. 243-257.
34 REGAN T., Animal Right, Human Wrongs, Environmental Ethics, vol. 2, n. 2, 1980.
35 CAGNO S., Gli animali e la ricerca, Franco Muzzio, 1997, pp. 103-4.

ENERGIA, AMBIENTE E INNOVAZIONE 2/04 79


SCIENZA, TECNICA, STORIA & SOCIETÀ

graduatoria considerando come migliore anche la volontà dell’agente. “I dentisti cau-


quella azione che procura la massima feli- sano dolore”, scrive Regan, così come i “lot-
cità, o il massimo benessere, per il maggior tatori, i pugili, i giocatori di football”[37]. Ciò
numero dei soggetti coinvolti. Anche l’utili- che rende crudele un’azione è il fatto che
tarismo della preferenza procede conside- l’agente provi piacere nel procurare dolo-
rando, una per una, le singole azioni positi- re. Secondo questa logica i vivisettori non
ve e negative, ma nel successivo conteggio sono accusabili di crudeltà, anzi si dà loro
tiene conto del fatto che alcune azioni han- un facile argomento per sfuggire alle criti-
no un peso diverso per il soggetto coinvol- che: le loro azioni non sono accompagnate
to. Ad esempio il desiderio di sopravvivere da piacere, anzi sono fatte a fin di bene.
ha un peso maggiore di qualsiasi altro desi- Anche il principio di uguaglianza non basta
derio e, in generale, le preferenze essenziali a salvaguardare gli animali. Si possono con-
contano più delle preferenze futili. È evi- siderare uguali due individui e favorirne
dente che, all’atto pratico, l’utilitarismo del- uno solo senza, per altro, andare contro la
la somma rende possibili azioni molto nega- morale. Ad esempio si possono fare corret-
tive (anche la morte) per uno o alcuni dei tamente gli interessi del proprio figlio e del
soggetti coinvolti qualora i vantaggi per la proprio nipote dando loro una educazione
maggioranza fossero rilevanti. uguale ma, allo stesso tempo, aiutare solo il
Nell’utilitarismo della preferenza, invece, proprio figlio. In generale: il differente trat-
questo non può accadere. Ad esempio, tamento degli individui con interessi ugua-
anche se l’azione di uccidere una persona li non vìola, di per sé, l’uguaglianza del prin-
portasse alla felicità e alla ricchezza di altre cipio di interesse. Col principio di ugua-
cento non sarebbe comunque accettabile. glianza si possono giustificare sia il razzismo
Ovvio quindi che gli animali superiori, aven- che il sessismo e lo specismo.
do un sistema nervoso sufficiente per sen- Per Regan non si possono aggirare gli osta-
tire dolore ed essendo chiaramente in gra- coli. Gli animali hanno bisogno di veri dirit-
do di avere delle preferenze, entrano di ti e non per gentile concessione umana,
diritto nella comunità morale di Singer. Anche bensì perché hanno un valore intrinseco,
gli animali inferiori e le piante sono degne un valore fine a se stesso. Regan lo chiama
di considerazione morale, tuttavia non essen- “valore inerente”, valore che appartiene a
do in grado di avere preferenze, o meglio chiunque sia in grado di rendersi conto se
essendolo in misura minore, hanno minori sta meglio o peggio a causa delle azioni
“diritti” nonostante abbiano una “uguale altrui.
considerazione”. Tutti gli individui che sono in grado di spe-
Per il filosofo americano Tom Regan l’ani- rimentare se stessi come esseri autonomi e
malismo non può basarsi sull’utilitarismo individuali sono soggetti-di-una-vita, sono
perché, in qualsiasi forma venga enunciato depositari di un valore intrinseco e quindi
è confutabile. Esso maschera il vero pro- hanno dei diritti. Riguardo agli esseri sem-
blema morale e può essere, addirittura, con- plicemente coscienti e senzienti, anch’essi
troproducente[36]. Innanzitutto bisogna pun- meritano rispetto perché l’essere soggetto
tualizzare il significato della parola “cru- di una vita è condizione sufficiente ma non
deltà”. Un’azione può essere considerata necessaria per possedere un valore ine-
crudele se causa dolore ma ciò non è suf- rente. Gli animali, quindi, non sono vivi e
ficiente, si deve tenere in considerazione basta, essi sono depositari di una vita. Come

36 REGAN T., Animal Right, Human Wrongs, in: ZIMMERMAN M.E. ET AL. (edts.), Environmental Philosophy, Prentice Hall, 1998 pp. 41-55,
e su: Environmental Ethics, vol. 2, n. 2, 1980.
37 REGAN T., Animal Right, Human Wrongs, cit. p. 43.

80 ENERGIA, AMBIENTE E INNOVAZIONE 2/04


SCIENZA, TECNICA, STORIA & SOCIETÀ

il singolo uomo, anche il singolo animale pos- sce a tutti gli organismi il diritto di vivere,
siede dei diritti perché ha un valore indi- il biocentrismo olistico permette l’abbatti-
pendente da qualsiasi valutazione, un pro- mento selettivo di singoli individui al fine di
prio “valore inerente”. “I diritti sono più salvaguardare il bene di tutta la comunità.
importanti dell’utilità e sono indipendenti Il biocentrismo olistico nasce dalle idee di
da essa.”[38] un personaggio molto noto: Aldo Leopold
Ovviamente gli antropocentristi, anche quel- (1887-1948).
li moderati, dissentono. Così John Passmore Leopold era un funzionario forestale che
critica le posizioni biocentriche: “Quello aveva il compito di applicare sul campo il
che è successo negli ultimi 150 anni in principio di conservazione. Per svariati anni
Occidente non è l’attribuzione agli animali il suo dovere era quello di uccidere i pre-
di maggiore libertà, maggiore potere o qual- datori dell’Arizona e del New Mexico (lupi,
cosa di simile a dei diritti [...] Noi siamo anco- puma, coyote e orsi grigi) allo scopo di sal-
ra perfettamente liberi di ucciderli, se ci va. vaguardare gli erbivori a cui i cacciatori
Semmai sono gli uomini ad aver perso dei amavano sparare. Il concetto della conser-
diritti”. Aver perso i “diritti su di loro non vazione era: meno carnivori in libertà, più
vuol dire che ora siano gli animali ad ave- cervi e daini da uccidere per diletto. Ma
re dei diritti; così anche un fiume non acqui- dopo aver visto lo spegnersi dell’ “intenso
sta dei diritti dal momento in cui si limita la fuoco verde” negli occhi di un lupo che
libertà dell’inquinatore.”[39] aveva appena abbattuto, Leopold decise di
ripensare profondamente a ciò che stava
facendo. La visione della natura non poteva
Biocentrismo olistico essere così ristretta come quella conserva-
Alcuni sostenitori del biocentrismo credo- zionista. Leopold iniziò a “pensare come
no che non sia possibile concedere dei una montagna”. Volle avere, cioè, una visio-
diritti agli animali presi come singoli indi- ne più ampia, che andasse oltre l’antropo-
vidui. Questi biocentristi si possono defini- centrismo. Capì che la natura era viva per-
re olisti. Derivato dal greco hólos (tutto inte- ché unita dalla rete dei collegamenti ali-
ro) l’approccio olistico, diversamente da mentari ed energetici. Il capitolo del suo libro
quello individualistico, riconosce una dignità Almanacco di un mondo semplice [40] dedi-
morale solo ai gruppi di individui (specie, cato alla etica della terra (land ethic) è vera-
comunità, ecosistemi ecc.). Il ragionamen- mente rivoluzionario.
to di base è pratico oltre che teorico. Se dal Nel suo breve ragionamento Leopold pen-
punto di vista teorico gli olisti sostengono sò che se la specie umana avesse ricono-
che il gruppo vale sempre più del singolo, sciuto il suo ruolo di parte integrante delle
dal punto di vista pratico rilevano che l’ap- comunità ecologiche, avrebbe dovuto auto-
proccio individualistico pone dei problemi maticamente riconoscere i diritti della natu-
insormontabili nella gestione del territorio. ra. L’etica della terra portò una vera novità
Ammettiamo, ad esempio, che in Africa gli nel campo della filosofia morale. Fino ad allo-
elefanti si stiano riproducendo troppo e che ra si era parlato di diritti dei singoli indivi-
mettano a repentaglio l’esistenza del par- dui e l’ambiente era stato sempre trattato
co in cui vivono. Ora, mentre il biocentri- come risorsa strumentale del genere uma-
smo individualistico non ammette l’ucci- no. Nessuno, fino ad allora, aveva pensato ad
sione di nessun elefante in quanto ricono- un’etica che operasse a livello di specie o

38 REGAN T., I diritti degli animali, Garzanti, Milano 1990, p. 206.


39 PASSMORE J., La nostra responsabilità per la natura, Feltrinelli, 1991, p. 125.
40 LEOPOLD A., Almanacco di un mondo semplice, Red edizioni, 1997.

ENERGIA, AMBIENTE E INNOVAZIONE 2/04 81


SCIENZA, TECNICA, STORIA & SOCIETÀ

più ampiamente a congregazioni di specie, ne niente di quel tipo potrà vivere e mori-
habitat e persino a processi ecosistemici. Ora re. L’estinzione è un blocco del flusso vita-
le cose cambiavano. le, è l’evento più distruttivo in assoluto. Così,
La vissuta consapevolezza di essere “com- se la specie ha un’integrità e un “diritto di
pagni di viaggio” degli altri organismi viven- vita” che sono molto più importanti dell’in-
ti implicava prima di tutto rispetto e poi, tegrità e della vitalità del singolo, allora, per
con l’etica della terra, l’uomo diventava par- salvaguardare il suo bene, diventa lecito
te integrante della natura, la quale assume- anche uccidere qualche esemplare. Ma c’è
va un valore in sé e non solo un valore per qualcosa di ancora più grande della specie
l’essere umano. Leopold non era un filosofo e che ha più valore: l’ecosistema. Gli eco-
e per questo fu snobbato da chi considerò sistemi sono comunità di vita, sono unità di
il suo ragionamento “una nobile, ma inge- sopravvivenza, sono luoghi dove si intrec-
nua, supplica morale carente, nel comples- ciano i destini di migliaia di esseri viventi.
so, del sostegno di una struttura teorica”[41]. Gli ecosistemi sono una sorta di campo vita-
Eppure la sua visione ispirò tutta una serie le, un campo vitale dotato di un proprio
di nuovi pensatori tra cui J.B. Callicott e H. valore, un “valore sistemico”. Gli ecosiste-
Rolston III. mi sono produttori di valori e, in quanto tali,
In particolare quest’ultimo ha elaborato una abbiamo doveri morali nei loro confronti.
propria visione olistica biocentrica che defi- Ecco il punto, conclude Rolston. Quando
nisce “etica del valore”[42,43]. Per quale ragio- incontriamo un sistema che progetta e pro-
ne, si chiede, la coscienza deve essere la tegge i suoi membri, nascono dei doveri.
discriminante per negare alle altre forme di Perché, se da un lato è vero che gli uomi-
vita una considerazione morale? Sappiamo ni sono abbastanza importanti per godere
bene che l’uomo è l’unico soggetto etico, in di diritti e prosperare, dall’altro è anche vero
quanto il solo in grado di darsi autonoma- che non sono così importanti da degrada-
mente delle norme comportamentali, tutta- re e distruggere gli ecosistemi a loro pia-
via non c’è motivo per cui ci si debba limi- cimento. Se lasciamo che la scienza entri
tare a considerare moralmente solo la sua nel dominio della valutazione e da ciò ne
sfera. facciamo seguire un’etica, risulta chiaro
L’uomo è l’unico “misuratore” delle cose, ma che la teoria che dà agli insiemi un mag-
non può essere la “sola misura”, dice Rolston. gior valore ha solide basi per essere accet-
È bene, quindi, analizzare i probabili ogget- tata. L’etica del valore è quindi biocentri-
ti etici e valutare, uno per uno, i motivi del- ca ed olistica.
la considerazione morale.
Sicuramente un organismo è un sistema
spontaneo che si auto-sostiene, che si ripro- Convergenza tra biocentrismo
duce, che esegue un programma. Tuttavia individualistico e biocentrismo
il singolo individuo non potrebbe vivere. olistico
Non avrebbe nessun valore senza ciò che Il conflitto fra visione individualistica e visio-
gli sta attorno e col quale si rapporta. È il ne olistica non deve essere, secondo alcu-
gruppo, la popolazione, la specie che deter- ni filosofi, motivo di scontro nell’ambito del-
mina il futuro dei singoli. Dopo un’estinzio- la filosofia biocentrica. Così il “principio di

41 CALLICOTT J.B., The Conceptual Foundations of the Land Ethic, in: ZIMMERMAN M.E. ET AL. (edts.), Environmental Philosophy, Prentice
Hall, 1998, p. 102.
42 ROLSTON H. III, Challenges in Environmetal Ethics, in: ZIMMERMAN M.E. ET AL. (edts.), Environmental Philosophy, Prentice Hall, 1998,
pp. 124-44, e su: Environmental Ethics, vol. 2, n. 2, 1980.
43 ROLSTON H. III, Genes, Genesis and God, Cambridge University Press, 1999.
44 ROLSTON H. III, Challenges in Environmetal Ethics, cit. p. 125.

82 ENERGIA, AMBIENTE E INNOVAZIONE 2/04


SCIENZA, TECNICA, STORIA & SOCIETÀ

vita” di K.E. Goodpaster[45] e il “rispetto per come sistema coerente (geneticamente ed


la natura” di P.W. Taylor cercano di media- ecologicamente) cioè come organismi in
re fra le due posizioni evitando la negazio- relazione fra loro. Inoltre il bene deve esse-
ne dei diritti dei singoli esseri non-umani e re fine a se stesso, deve cioè essere indi-
nel contempo rivelando degli elementi uti- pendente da qualsiasi principio di utilità o
li per una gestione saggia e praticabile del di interesse.
territorio. Taylor sostiene che l’unico modo
per uscire dal circolo vizioso individuali-
smo/olismo è quello di dare una rispettabi- Ecocentrismo
lità morale ai singoli organismi e, su questa A conclusione di questa breve carrellata
base, costruire un’etica biocentrica che dia vorrei accennare brevemente ad una con-
rispettabilità morale anche agli insiemi[46]. cezione diversa dalle altre e, per certe carat-
Taylor non esclude la possibilità che gli ani- teristiche, unica: l’”ecologia profonda”.
mali e le piante possano avere dei diritti, tut- Nell’ambito della filosofia ambientale l’eco-
tavia pensa che si raggiungano gli stessi logia profonda propone qualcosa di diver-
risultati elaborando un’etica che lui chiama so tanto da potersi definire ecocentrica[47]
“del rispetto”, una sorta di allargamento di per metterne in risalto l’integrazione armo-
un’etica che già esiste e che riguarda, attual- nica nella natura ma anche antopocentico-
mente, solo gli uomini. Per capire cosa inten- critica, come la definisce Bartolommei.
de Taylor è sufficiente sostituire le parole Secondo il filosofo italiano gli ecologisti
“dignità di uomo” dell’etica attuale con “valo- profondi “ritengono che ciò che conta nel-
re intrinseco”, il valore di cui è dotato ogni la questione dei rapporti uomo-ambiente è
singolo organismo. Cosa cambia in noi se proprio un mutamento di Gestalt [...] A loro
decidiamo di abbracciare l’etica del rispet- parere [...] non avrebbe più senso parlare
to? La risposta, secondo Taylor, viene da den- della natura come separata dall’uomo, così
tro di noi. Innanzitutto si riordina profonda- come non avrebbe più senso arrabattarsi con
mente il nostro universo morale e, così facen- una disciplina chiamata “etica ambientale”,
do, cambia il nostro atteggiamento nei con- poiché ogni violazione dell’integrità e sta-
fronti della natura. Il nostro punto di vista uma- bilità del “Sé” sarebbe immediatamente
no diventa secondario e lascia spazio al percepita come una violazione dell’io.”[48]
nostro agire per il bene della natura. La rea- Più che una filosofia pura o un’etica ambien-
lizzazione dei singoli organismi viventi, spie- tale[49], l’ecologia profonda è quindi un modo
ga Taylor, consiste nel raggiungimento del di essere, di sentirsi, che vede la sua rea-
pieno sviluppo delle loro potenzialità bio- lizzazione sotto forma di un “movimento” alla
logiche. Se il loro bene viene raggiunto dal- cui base sta la convinzione che l’uomo deb-
la pienezza della forza e della salute, il nostro ba ritrovare quella sua collocazione nella
agire deve favorire queste potenzialità. Allo natura che il riduzionismo e il meccanicismo
stesso modo il nostro agire deve favorire il gli ha fatto perdere. Per raggiungere que-
bene di una popolazione o di una comunità sta “realizzazione del Sé” l’uomo deve svi-
agevolando il mantenimento del gruppo luppare l’idea di un concetto di vita diver-

45 GOODPASTER K.E., On Being Morally Considerable, in: ZIMMERMAN M.E. ET AL. (edts.), Environmental Philosophy, Prentice Hall, 1998,
pp. 56-70, e su: Journal of Philosophy, LXXV, 6, 1978 pp. 308-25.
46 TAYLOR P.W., The Ethics of Respect for Nature, Environmental Ethics, vol. 3 n. 3, 1981 pp.197-218.
47 Secondo FOSKETT N. e FOSKETT R., Conservation, Teach Yourself Book, 1999, ecocentrismo significa vivere in armonia con l’ambiente,
come parte dell’ambiente.
48 BARTOLOMMEI S., Etica e Natura, Universale Laterza, 1995, p. 77,82. Come è noto la psicologia della Gestalt si basa sul principio oli-
stico secondo cui il tutto è qualcosa di più e di diverso dalla somma delle parti. A riguardo cfr. ROCK I., PALMER S., L’eredità della
psicologia della Gestalt, Le Scienze, n. 270, febbraio 1991, p. 60-6.
49 MORTARI L., Ecologicamente pensando, Edizioni Unicopli, 1998, pp. 63-67.

ENERGIA, AMBIENTE E INNOVAZIONE 2/04 83


SCIENZA, TECNICA, STORIA & SOCIETÀ

so analizzandosi e suggerendo la via per il oggettiva, di uno stato attivo dell’essere, rag-
cambiamento. giunto con riflessioni e discussioni articola-
L’ecologia profonda nasce da un articolo te e un nuovo stile di vita”. Il suo obiettivo
del filosofo norvegese Arne Naess il quale è quello di formulare una “visione filosofi-
introdusse l’espressione deep ecology nel- co-religiosa completa del mondo” senza,
la letteratura ambientale con il suo articolo per altro, considerarsi, essa stessa, una reli-
The Shallow and the Deep, Long-Range gione. Le sue idee sulla politica, sulla reli-
Ecology Movement [50] dove sollecitava la gione, sulla scienza e sull’educazione pos-
nascita di un movimento ecologista che rifiu- sono essere messe in pratica per convogliare
tasse le false scelte e lottasse per risolvere la società verso nuovi modelli di vita. Il bio-
i problemi alla radice. Più tardi Naess stes- regionalismo ne è un esempio concreto[57].
so sviluppò la sua Ecosofia [51] invitando tut- La convinzione di base dell’ecologia profon-
ti a fare altrettanto. È sufficiente concordare da non si allinea con nessuna ideologia clas-
con gli otto principi di base enunciati da sica: critica alcuni aspetti del capitalismo e
Naess per poter sviluppare ciascuno la pro- del socialismo, così come ne assolve altri.
pria ecosofia e contribuire al cambiamen- Il suo principio fondamentale è, quindi, l’au-
to, perché solo attraverso l’integrazione di torealizzazione. Autorealizzazione di tutti gli
tutte le ecosofie che ciascuno elabora potrà esseri, umani e non umani, perché ecologia
realizzarsi l’ecologia profonda. profonda significa “uguaglianza biocentrica”,
Per cercare di riportare la società umana ad nel senso che tutte le cose “hanno il diritto
un contatto più intimo con la natura gli eco- di vivere, trasformarsi e raggiungere le pro-
logisti profondi credono sia giusto convo- prie forme individuali di sviluppo e auto-
gliare gli sforzi soprattutto su un allarga- realizzazione all’interno di una autorealiz-
mento del dibattito, che deve essere costrut- zazione più ampia”[58] che inizia a cresce-
tivo, e sull’educazione. Essendo dei non vio- re negli individui quando smettono di sen-
lenti non cercano lo scontro, bensì credono tirsi un’entità isolata e in competizione e, attra-
nella forza della persuasione delle argo- verso il “non-dominio”, lasciano agli altri
mentazioni. Il loro ispiratore è Gandhi e i l’uguale diritto a vivere e fiorire. L’ecologia
principi a cui si attengono sono elencati nel- profonda è, come diceva Naess, “un’anima
le norme della non violenza di Naess[53]. democratica nella biosfera”[59].
E’ difficile fare un sunto esaustivo dell’eco-
logia profonda. Per ulteriori approfondimenti
è bene consultare dei testi più ampi[54-56]. Alcune considerazioni finali
Si può giusto dire che in definitiva l’ecolo- Prima di concludere credo sia opportuno
gia profonda è un movimento che si propone cercare una risposta alla domanda chiave su
di cambiare l’intera società attraverso l’ac- quale argomento filosofico separa l’antro-
quisizione di una coscienza ecologica basa- pocentrismo dal biocentrismo. A riguardo
ta “sulla ricerca di una consapevolezza più il “valore intrinseco” della natura in gene-

50 NAESS A., The Shallow and the Deep, Long-Range Ecology Movement, Inquiry, n.16, 1973, p. 95-100.
51 NAESS A., Ecosofia, Red Edizioni, 1994.
52 NAESS A., Ecosofia, Red Edizioni, 1994, p.31.
53 NAESS A., Gandhi and Group Conflict: An Exploration of Satyagraha, in: DEVALL B., SESSIONS G., Ecologia Profonda, Edizioni Gruppo

Abele, 1989, p. 186.


54 DEVALL B., SESSIONS G., Ecologia Profonda, Edizioni Gruppo Abele, 1989.
55 DRENGSON A., Ecofilosofia, Ecosofia e il Movimento dell’Ecologia Profonda: una panoramica, in: http://www.filosofia-ambientale.it
56 DALLA CASA G., Ecologia Profonda, Pangea Edizioni, 1996.
57 Cfr. AA.VV., Verso casa, una prospettiva bioregionalista, Arianna Editrice, 1998.
58 DEVALL B., SESSIONS G., Ecologia Profonda, cit. p. 76.
59 Cfr. NASH R.F., The Right of Nature, The University of Winsconsin Press, 1989, p. 146.

84 ENERGIA, AMBIENTE E INNOVAZIONE 2/04


SCIENZA, TECNICA, STORIA & SOCIETÀ

rale e degli oggetti naturali in particolare si contro il genere umano. Il fatto di volere for-
presta a sostenere questa distinzione. temente che gli esseri viventi (individui e
Secondo questa visione, mentre per gli comunità) non vengano sviliti non significa
antropocentristi il “valore” è legato all’uomo essere contrari al bene della nostra specie.
in quanto valutatore, per cui hanno valore Anzi vuol dire comprendere che il benes-
intrinseco solo gli esseri umani e quegli sere nostro passa attraverso il benessere di
oggetti (vivi o meno) a cui l’uomo dà valo- tutta la comunità biotica. E se vogliamo, giu-
re, per i biocentristi la natura ha un valore stamente, realizzare le nostre potenzialità
che esiste indipendentemente dall’uomo. dobbiamo lasciare liberi gli altri esseri di rea-
È, però, il caso di fare alcune precisazioni lizzare le loro.
perché non tutti concordano con questa Anche dal punto di vista biocentrico l’essere
visione. Bartolommei sostiene che l’e- umano può avere, anzi sicuramente ha, una
spressione “valore intrinseco” “è suscettibile posizione di grande risalto. Infatti se è vero
di almeno tre interpretazioni [...]”[60] due che l’uomo è parte della natura e rappre-
delle quali sono compatibili con la visione senta la massima espressione della com-
antropocentrica. Anche Eugene C. Hargrove plessità biologica (non si conosce attual-
entra nello specifico del significato di “valo- mente nessuna realtà oggettiva più com-
re intrinseco” sostenendo che “un’entità ha plessa del cervello umano) allora egli ha un
valore intrinseco se è: 1. preziosa in quan- obbligo morale nei confronti della natura: sal-
to tale, o 2. preziosa in relazione al suo vaguardare se stesso come specie[62]. In
uso”[61]. Tornando a questa proposta di clas- sintesi la realizzazione del Sé umano è par-
sificazione dobbiamo quindi precisare che te importante della realizzazione del Sé del-
si ritiene plausibile usare il “valore intrin- la natura. Quando Taylor sostiene che “la
seco” come discriminante fra antropocen- nostra presenza, in breve, non è necessaria.
trismo e biocentrismo puntualizzando però Se ci mettessimo nei panni della comunità
che si dà ad esso il solo significato del pun- e dessimo voce al suo vero interesse, la
to 1. di Hargrove. conclusione della nostra epoca lunga sei-pol-
Secondo questa personale opinione la natu- lici sarebbe salutata molto probabilmente
ra in generale e i singoli oggetti naturali in con un caloroso ‘Buon viaggio!’[63]” trascu-
particolare hanno un proprio valore intrin- ra il fatto che i “sei-pollici” della nostra esi-
seco che esiste indipendentemente dalla stenza sono il risultato delle “numerose
nostra esistenza. Se infatti ci chiediamo: può miglia” della vita sulla Terra. Per giungere
essere che gli oggetti viventi e non viventi a noi la natura ha dovuto compiere infiniti
abbiano acquisito un valore al momento tentativi. La scomparsa del genere umano
della nostra comparsa sulla Terra? E anco- renderebbe vano tutto questo e sarebbe,
ra: è possibile che gli astri del cielo o le mon- perciò, una grave perdita per la natura.
tagne sulla Terra abbiano valore solo per- Come si può intuire da queste poche righe,
ché esistiamo noi? Qualunque risposta affer- la filosofia ambientale propone idee nuove
mativa a queste domande non sarebbe solo e stimolanti. L’uomo del passato pensava
antropocentrica, sarebbe arrogante. alla natura come a un qualcosa di estraneo.
In conclusione è importante sottolineare che Nell’Europa del Medioevo l’uomo, ad esem-
nessuna tesi filosofica ambientale è misan- pio, aveva certamente paura di allontanarsi
tropa. Neppure il biocentrismo radicale è dai luoghi abitati. Le foreste erano impene-

60 BARTOLOMMEI S., Etica e Natura, cit., pp. 42.


61 Cfr. HARGROVE E.C., Fondamenti di etica ambientale, cit., p. 166.
62 PAGANO P., A secular and biocentric reason for the human being preservation, in corso di stesura
63 TAYLOR P.W., The Ethics of Respect for Nature, in: ZIMMERMAN M.E. ET AL. (edts.), Environmental Philosophy, Prentice Hall, 1998, pp.
76-7.

ENERGIA, AMBIENTE E INNOVAZIONE 2/04 85


SCIENZA, TECNICA, STORIA & SOCIETÀ

trabili e fitte di insidie naturali. L’ambiente simo futuro si attuerà in noi un mutamento
era inevitabilmente considerato selvaggio e di mentalità e vivremo in una nuova fase
brutale, una minaccia da temere. armonica. Tuttavia i tempi sono stretti e vale
Successivamente, soprattutto dalla Rivolu- la pena aumentare il nostro sforzo in que-
zione Industriale in poi l’uomo si è ritenu- sta direzione per non aggravare irrimedia-
to capace di contrastare questa sua atavi- bilmente la situazione. La natura selvaggia
ca paura. Anzi, con l’aiuto della scienza e è in gran parte compromessa, il degrado
della tecnologia, si è ritenuto capace di è rapido e molte specie biologiche si stan-
dominare le forze della natura. A quei tem- no estinguendo. Il monito è quindi quello di
pi le conoscenze in campo biologico era- non accontentarsi di un’analisi superficiale
no veramente scarse, così ci sentivamo e di porsi invece domande profonde per
qualcosa di diverso e di più importante. Ci favorire l’avvento di un mondo più affasci-
sentivamo superiori a tutti, tranne che a nante e vario per noi uomini e per le altre
Dio, e consideravamo gli altri viventi, com- specie viventi.
presi molti mammiferi simili a noi, come All’impegno intellettuale devono, però, par-
semplici macchine in grado di dare solo tecipare tutti i campi del sapere. Perché se
risposte stereotipate agli stimoli esterni. La è vero che le scelte ultime dovrebbero
nostra visione era, se escludiamo il pensiero essere di pertinenza della filosofia e del-
di qualche filosofo, antropocentrica. Oggi l’etica[64], le scienze naturali, sopratutto quel-
molte cose sono cambiate e negli ultimi le biologiche, devono dare il loro impor-
anni la nostra posizione si è molto ammor- tantissimo contributo mostrando come l’uo-
bidita. Abbiamo capito che salvaguardare mo sia parte della natura e che di conse-
la natura vuol dire salvaguardare noi stes- guenza ha degli obblighi cogenti nei con-
si. Abbiamo imparato, almeno sulla carta, fronti degli altri esseri viventi e della natu-
cosa vuol dire la saggia amministrazione di ra in generale. In questo ambito la filosofia
un territorio, abbiamo capito che la con- ambientale potrà dare il suo contributo di
servazione è importante per evitare l’e- sintesi intesa a individuare nuovi modelli di
saurimento improvviso delle risorse. Ma vita per una umanità più in armonia con ciò
siamo solo agli inizi. Certamente in un pros- che la circonda[65].

64 NORTON B.G., Why Preserve Natural Variety?, Princeton University Press, 1987, p. 15. Norton ci ricorda che “è un punto fermo del-
la visione moderna della scienza e dell’etica che i giudizi non possano essere ricavati dalle pure osservazioni scientifiche”.
65 PAGANO P., La filosofia ambientale come interazione dialettica tra scienze umane e scienze naturali, Systema Naturae, volume 5, p.

193-217, 2003.

86 ENERGIA, AMBIENTE E INNOVAZIONE 2/04

Potrebbero piacerti anche