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APPARATO LOCOMOTORE DEL TRONCO: CRANIO

Lo scheletro della testa è dato dal cranio. È importante ricordare, osservando la


superficie esterna della testa, che essa deve essere dal punto di vista topografico
suddivisa dalla sottostante struttura del tronco che prende il nome di collo.
Questo tipo di suddivisione si può fare facilmente con una linea che in
profondità troverà le strutture scheletriche inferiori dello scheletro stesso.
Questa linea può essere tratteggiata su strutture esterne del nostro corpo, note a
tutti: si parte dalla regione anteriore del mento, si segue il margine inferiore
della mandibola, ho un angolo evidente della mandibola da cui si sale in alto fino
al padiglione auricolare; quindi, si raggiunge una sporgenza ossea anch’essa
facilmente palpabile, il processo mastoideo, e da qui ci si porta sulla parte
posteriore della testa. Questa linea tratteggiata prende il nome di linea cervico-
cefalia che divide nettamente la testa dal collo. Questo tipo di suddivisione mi
interessa perché la testa può essere divisa in due regioni nettamente separate,
con differenze sostanziali dal punto di vista scheletrico. Queste due regioni sono
una supero-posteriore, il neurocranio, e una antero-inferiore, lo splancnocranio.
Queste due regioni sono facilmente suddivisibili attraverso una linea che parte
dalla radice del naso, segue il margine superiore delle cavità orbitarie per
portarsi sulla parete laterale della cavità orbitaria stessa e da qui scendere
obliquamente verso l’orecchio e dal padiglione auricolare scendere verso il
processo mastoideo e quindi seguire la linea che trova inferiormente.
Ora vedo lo scheletro del cranio, noto che è facilmente riconoscibile la struttura
vista prima: una volta che togliamo cute e muscoli ci portiamo direttamente
sullo scheletro del cranio e possiamo ritracciare la linea vista prima (quella che
parte dal naso ecc…). in questo caso riconosciamo delle strutture ossee
rappresentate dall’osso zigomatico e dal processo zigomatico del temporale fino
a portarsi al condotto uditivo esterno (sempre osso temporale) e quindi sul
processo mastoideo. Queste 2 zone ci permettono di distinguere facilmente zona
postero-superiore (neurocranio) da quella antero-inferiore (splancnocranio). Lo
splancnocranio si può osservare più facilmente vedendolo anteriormente.
Vediamo al di sotto della linea fatta prima (cavità del naso, margine superiore
delle cavità orbitarie, osso zigomatico ecc…), che lo splencnocranio è molto
diverso per morfologia rispetto al neurocranio. Il neurocranio presenta una
superficie pressoché liscia, lo splancnocranio presenta delle ampie cavità .
Superiormente le due cavità orbitarie, nella parte intermedia la cavità ossea, che
è anch’essa divisa in 2 dal setto osseo interposto nella regione mediana, che
rappresenta le cavità nasali, e inferiormente troviamo la cavità boccale.
Splancnocranio perché? Perché troviamo l’apertura verso l’esterno di organi
splancnici: le vie respiratorie (app. respiratorio), la cavità boccale (app.
digerente) e a livello delle cavità orbitarie i bulbi oculari con tutti gli annessi al
bulbo oculare. Se facciamo una sezione sagittale del cranio ci accorgiamo di una
differenza importantissima visibile nel soggetto vivente con una radiografia
condotta lateralmente. Se andiamo a tirare la linea obliqua dalla radice del naso
al processo mastoideo idealmente dividiamo la parte posteriore da quella
anteriore. Vediamo che la porzione del neurocranio ci appare una struttura
estremamente ampia e vuota nella quale si riconosce una sottile parete che
contiene uno spazio molto sviluppato nel quale sarà contenuta la porzione più
sviluppata del sistema nervoso centrale, rappresentata dall’encefalo, mentre
nella parte antero-inferiore troviamo delle strutture ossee che delimitano le
cavità , come parete mediale delle cavità nasali, palato osseo che rappresentano
la porzione iniziale scheletrica dell’ingresso sia di vie respiratorie sia della via
che immette nel canale alimentare rappresentata dalla cavità boccale
propriamente detta. Nonostante abbiamo parlato di cranio come struttura unica,
quale essa è in quanto ci troviamo di fronte a ossa articolate in modo molto
particolare, dobbiamo conoscere le strutture principali che costituiscono il
cranio. Iniziamo dalle strutture ossee che costituiscono il neurocranio. Iniziando
dalla parte anteriore troviamo l’osso frontale, poi l’osso impari, procedendo
verso la parte inferiore troviamo un altro osso impari (osso etmoide) che in
parte è costitutivo dal neurocranio e in parte, attraverso una lamina verticale va
a costituire una porzione del setto nasale e quindi fa parte dello splancnocranio.
Procedendo posteriormente troviamo una struttura ossea centrale che
costituisce un po’ il nucleo del neurocranio che è dato da un altro osso impari,
l’osso sfenoide, e portandoci posteriormente troviamo l’osso occipitale, altro
osso impari. A queste ossa impari sono strettamente connesse due ossa pari che
chiudono lateralmente il neurocranio: dapprima l’osso parietale e inferiormente
l’osso temporale. cerco di indicarne le caratteristiche principali osservando
singolarmente queste ossa disarticolate dal resto del cranio. Prima di tutto vedo
l’osso frontale che presenta una superficie pressoché liscia che costituisce la
chiusura anteriore del neurocranio. Si articola lateralmente con le ossa parietali,
più inferiormente con l’osso sfenoide, e la parte inferiore, una specie di
rientranza che si porta profondamente andrà a costituire la parte superiore delle
cavità orbitarie. Nella parte centrale e anteriore si articola con le ossa nasali
dello splancnocranio. Più complesso è il secondo osso impari che troviamo
portandoci verso la parte posteriore, l’osso etmoide. L’osso etmoide ha una
caratteristica morfologia costituita da due lamine, una verticale e una
orizzontale, alla quale si vanno ad unire due corpi particolarmente estesi.
Analizziamo le caratteristiche morfologiche della lamina verticale: essa presenta
una porzione superiore denominata crista galli e che si porta all’interno della
cavità del neurocranio. Questa cresta prende punto di inserzione, incrocia la
lamina trasversale. Vista dall’alto la lamina trasversale presenta un aspetto
fortemente bucherellato, aperto da tanti piccoli forellini. Si viene a creare una
lamina molto sottile che prende il nome di lamina cribrosa, che corrisponde
esattamente alla volta delle cavità nasali. Inferiormente alla volta della cavità
nasale lo scheletro è ricoperto dalla mucosa olfattoria nella quale noi ritroviamo
delle cellule recettoriali, le cellule olfattorie, le quali lasciano partire una parte
della cellula che attraversa questi piccoli fori, si porta nel neurocranio dove
prenderà rapporto con altre cellule (neuronali) che andranno a costituire la via
nervosa del primo nervo cranico, il nervo olfattivo che trasporterà le
informazioni captate a livello del naso a livello dell’encefalo. La parte inferiore di
questa lamina, molto allungata, la lamina perpendicolare, andrà a costituire una
parte della lamina che costituisce il setto nasale mediano di tipo scheletrico. Le
due masse laterali permettono di evidenziare come una parte liscia andrà a
costituire una parte della regione mediana della cavità orbitaria, mentre gran
parte delle masse laterali presenta una serie di cavità profonde all’interno di
tutta la massa che rappresentano, nel loro insieme con altre cavità presenti nelle
ossa dello splancnocranio, le cosiddette cavità che costituiranno i seni paranasali
che sono connessi alle cavità nasali stesse. A seguire posteriormente forse il più
importante delle ossa che costituiscono il neurocranio, ovvero l’osso sfenoide,
osso impari che presenta una morfologia molto complessa: un corpo centrale
grossolanamente a forma di parallelepipedo, dal quale si staccano una serie di
processi laterali superiormente di minori dimensioni a costituire le piccole ali e
inferiormente di maggiori dimensioni a costituire le grandi ali. Dalla parte
inferiore dell’osso sfenoide si staccano delle lamine perpendicolari che
prendono il nome di lamine pterigoidee. L’osso sfenoide contrae rapporti
lateralmente con l’osso parietale, antero-lateralmente con l’osso frontale, con
l’osso temporale posteriormente e con, visto dal basso, le lamine pterigoidee va
a costituire la parte posteriore delle cavità nasali e queste escrescenze che si
portano verso il basso andranno ad essere strutture estremamente importanti
per la connessione con strutture muscolari. Da ricordare prima di tutto sulla
faccia superiore la presenza a livello del corpo dello sfenoide di un’incisura che
costituisce la sella turcica, incisura estremamente importante perché contiene al
suo interno la più importante ghiandola endocrina del nostro corpo,
rappresentata dalla ghiandola ipofisaria. Le piccole ali, infine, nel punto in cui si
vanno a congiungere con il corpo delimitano un foro, il foro ottico, che permette
la connessione con la cavità orbitaria. Tra le piccole e le grandi ali si viene a
formare una fessura che permette anch’essa la connessione con la cavità
orbitaria, la fessura orbitaria superiore, le grandi ali invece costituiscono le basi
di quella che sarà la fossa cranica media. Peraltro a livello delle grandi ali,
osservate dall’alto, ci sono una serie di fori di diversa forma, rotondeggiante,
ovale, una forma molto piccola, quindi foro spinoso, fori che permettono il
passaggio dal neurocranio all’esterno di strutture vascolo-nervose che hanno
necessità di attraversare la base cranica. Posteriormente infine l’ultima struttura
ossea impari è costituita dall’osso occipitale che è caratterizzato, come si può
vedere dalla faccia inferiore, dalla presenza di un importante forame magno, che
è delimitato lateralmente da 2 superfici articolari, dette condili occipitali. Questi
sono superfici articolari che prenderanno rapporto con le analoghe superfici
articolari presenti a livello della prima struttura del rachide cervicale, la prima
vertebra cervicale, ovvero l’atlante, e che permetteranno lo scivolamento in
avanti e indietro della testa, mentre il forame magno costituisce il punto di
passaggio del sistema nervoso centrale che dall’encefalo contenuto nel
neurocranio si continua in maniera diretta e continua con il midollo spinale
contenuto all’interno della cavità della colonna vertebrale, nello spazio che si
viene a creare tra il corpo e gli archi delle singole vertebre a costituire il canale
vertebrale. Inoltre, sulla superficie esterna dell’osso occipitale troviamo le creste
ossee che costituiscono una struttura a croce, che nella parte superiore diventa
particolarmente evidente e costituisce la cosiddetta protuberanza occipitale
esterna che è facilmente palpabile all’esterno. È esattamente il punto dove
giungono le nostre linee (quelle che dividono le regioni del cranio e il cranio dal
collo). Infine, le ultime 2 strutture ossee che costituiscono lo scheletro del
neurocranio, questa volta pari. L’osso parietale è un osso piatto, molto semplice
che non presenta caratteristiche particolari se non delle piccole infossature
esterne che sono il punto in cui alcuni muscoli vanno ad inserirsi e quindi
lasciano la loro impronta. Un osso che contrae rapporti anteriormente con l’osso
frontale, con l’osso temporale in basso e anche con l’osso sfenoide. Infine il più
complesso osso temporale che è anch’esso pari, posizionato nella parte laterale
basilare del neurocranio. Presenta diverse regioni: una regione zigomatica, che
si porta anteriormente, una regione mastoidea, più laterale, una regione esterna
timpanica che corrisponde al punto di ingresso del meato acustico esterno, una
regione che si porta inferiormente, la regione stiloidea, contrassegnata dal
processo stiloideo, una porzione di forma piatta e squamosa che si porta
lateralmente a completare la parete laterale del neurocranio e infine una
porzione che si vede internamente, che costituisce una struttura cosiddetta
piramidale. La piramide del temporale che presenta il proprio apice che tende a
portarsi medialmente, e la base che invece è disposta lateralmente. La piramide
del temporale al proprio interno presenta delle cavità che sono raggiunte
attraverso il percorso dall’esterno dal meato acustico esterno, cavità che
contengono gli organi dell’orecchio medio prima e l’orecchio interno
successivamente. Queste ossa quindi nel loro insieme costituiscono il
neurocranio, il quale è caratterizzato da una particolare conformazione a livello
della base a costituire 3 zone che sono facilmente evidenziabili, le cosiddette
fosse craniche, mentre la regione superiore, quella della volta, presenta una
caratteristica morfologia molto semplice, parete liscia delimitata da ossa piatte,
mentre la base presenta queste 3 regioni che vanno a delimitare le fosse
craniche: una fossa cranica anteriore, che va dalla faccia posteriore del frontale
fino al margine posteriore delle piccole ali dello sfenoide, una fossa cranica
media che è rappresentata prevalentemente dalle grandi ali dello sfenoide e
dalla piramide del temporale fino all’apice della piramide del temporale e infine
una fossa cranica posteriore, che si trova al di dietro della piramide del
temporale, comprende il grande forame magno dell’occipitale e queste fossette
posteriormente che corrispondono al punto in cui si pone in rapporto
internamente il cervelletto con l’osso occipitale. È importante ricordare queste 3
fosse craniche perché da questa immagine ci accorgeremo che nella fossa
cranica posteriore troveremo prevalentemente delle strutture dell’encefalo che
fanno parte del tronco encefalico, appoggiato al clivus dell’osso occipitale, e
posteriormente troveremo il cervelletto che contrae rapporto con queste fosse
che prendono il nome di fosse cerebellari. A questo livello vi è il rapporto diretto
con il midollo spinale, mentre adagiata sulla fossa cranica anteriore e sulla fossa
cranica media troviamo la faccia inferiore del cervello propriamente detto che è
dato dal telencefalo e dal diencefalo nella parte mediana. Passiamo a descrivere
le caratteristiche della regione scheletrica dello splancnocranio, che si trova al di
sotto della linea che origina dalla cavità del naso, segue la parte superiore della
cavità orbitaria portandosi lateralmente verso lo zigomatico delimita le due
cavità orbitarie superiormente, la cavità nasale nella parte mediana e la cavità
boccale inferiormente. Quali sono le ossa che troviamo? Troviamo delle ossa
pari, rappresentate dall’osso mascellare, un osso che si articola lateralmente con
l’osso zigomatico, superiormente e medialmente si articola con le ossa nasali e
con l’osso mascellare controlaterale, con il quale è fuso nella parte anteriore
mediana, e presenta questa caratteristica morfologia. Una parte inferiore che va
a costituire nella parte mediana il pavimento delle cavità nasali oppure la parte
superiore della cavità boccale, la porzione scheletrica del palato duro,
completato posteriormente da un’altra struttura scheletrica, ai margini del
palato duro troviamo una cresta a livello della quale troviamo l’articolazione con
l’arcata dentale superiore e quindi a partire dalla regione mediana superiore si
vede la presenza dei denti, che in un soggetto adulto sono rappresentati da 2
incisivi, dal canino, da 2 premolari e da 3 molari quando il terzo molare è
completamente erotto. Nella parte laterale abbiamo il tratto di connessione con
il processo zigomatico, che superiormente presenta una superficie liscia che
costituisce una parte basale delle cavità orbitarie, mentre medialmente va a
costituire l’ingresso all’interno delle cavità nasali propriamente dette e quindi ne
costituisce parte della parete laterale. Portandoci più posteriormente troviamo 2
piccole formazioni ossee pari, che svolgono una meno importante funzione di
tipo strutturale ma che sono importanti da ricordare. L’osso lacrimale che
chiude nella parte mediale della cavità orbitaria ed è importante perché su di
esso è adagiata la ghiandola lacrimale che poi si porta attraverso un piccolo foro
che si trova inferiormente a questa struttura ossea, attraversa l parete e si porta
all’interno della cavità nasale dove drena. Mentre le ossa nasali pari
costituiscono la radice ossea del naso che connette la parte superiore delle 2
ossa mascellari tra di loro articolandosi e costituendo il tetto anteriore delle
cavità nasali. Le ossa zigomatiche sono caratteristicamente rappresentate da una
struttura ossea che vista lateralmente ha una forma a L, quindi presenta una
lamina orizzontale e una lamina perpendicolare, la lamina è quella che si porta a
completare la cavità orbitaria nella parte infero-anteriore e laterale, la superficie
laterale liscia prende rapporto anteriormente con il mascellare e posteriormente
con il processo zigomatico del temporale, e poi posteriormente va a completare,
con l’osso palatino che ha una forma ad L (più caratteristica di quella dell’osso
zigomatico), in particolare con la lamina orizzontale dell’osso palatino,
posteriormente il palato duro, in rapporto con la porzione palatina del
mascellare e quindi completa posteriormente il palato. La parte perpendicolare
invece si porta verso l’alto a costituire la parete del naso. Per quanto riguarda
invece la parte inferiore dello scheletro abbiamo lo scheletro della mandibola.
Questo è molto particolare perché l’osso della mandibola è un osso impari
costituito da 2 porzioni, una porzione costituisce il corpo, e da 2 lamine laterali.
Messe insieme è rappresentata una forma quasi a ferro di cavallo, di U
rovesciata, con le lamine posteriori che si portano verso l’alto. La parte anteriore
del corpo superiormente presenta le cavità alveolari dove si articolano i denti
dell’arcata inferiore, e anche qui possiamo vedere in un’emiarcata la presenza di
2 incisivi, del canino, dei premolari e dei molari di una dentizione adulta. La
parte invece che costituisce la regione laminare posteriore del ramo presenta 2
zone caratteristiche: una zona a forma di spina, il processo coronoideo anteriore,
e posteriormente il processo condiloideo dove presenta una superficie articolare
coperta da cartilagine articolare. Questo è estremamente importante perché
vedremo questa regione, il condilo della mandibola, si articolerà con la
superficie articolare dell’osso temporale a costituire l’unica articolazione mobile
del cranio, che è l’articolazione temporo-mandibolare. Delle articolazioni
bisogna dire che la maggior parte delle articolazioni sono articolazioni molto
particolari, sono delle sinartrosi, ovvero articolazioni per continuità , in cui è
avvenuta la completa ossificazione del tessuto connettivo interposto. Nei
primissimi mesi di vita sono ancora presenti delle zone di cartilagine che
connettono le ossa del neurocranio, le cosiddette fossette craniche.
Successivamente vi è una completa ossificazione e quindi la formazione di
particolari articolazioni che prendono il nome di suture dall’andamento a zig
zag, che rendono impossibile i movimenti tra le singole ossa del cranio stesso, ad
eccezione di un’articolazione, l’articolazione temporo-mandibolare, che avviene
tra il condilo della mandibola e la superficie articolare presente a livello
dell’osso temporale. Queste due superfici articolari presentano una
conformazione non simile, a forma grossolanamente sferica quella del condilo e
molto più pianeggiante la superficie articolare presente a livello dell’osso
temporale. questo fa sì che tra queste 2 superfici articolari si interporrà una
struttura che prende il nome di menisco, ma questo ci permette anche di capire
come questa articolazione sia particolarmente mobile, non soltanto nel far
scivolare in basso la mandibola ma anche nel farla spostare anteriormente,
posteriormente e lateralmente. Questa mobilità particolarmente accentuata è di
fondamentale importanza durante gli atti masticatori, che sono regolati da una
serie di muscoli annessi alla testa. I muscoli del cranio possono essere divisi in 2
grosse categorie: i muscoli mimici e i muscoli masticatori. I muscoli masticatori
svolgono un’importantissima funzione proprio andando a mobilizzare l’unica
articolazione di tipo diartrosico che troviamo nel cranio, l’articolazione
temporo-mandibolare. Quali sono i muscoli? Abbiamo 2 importanti muscoli. Il
muscolo temporale, che prende il nome dal suo punto di inserzione maggiore
che è sull’osso temporale, sulla fossa temporale, peraltro abbiamo visto sulla
superficie dell’osso temporale la presenza di un’incisura che corrisponde
esattamente al punto in cui le fibre vanno ad inserirsi. Ebbene questa serie di
ventri muscolari confluiscono in un unico tendine e si portano sul processo
coronoideo della mandibola. Abbiamo quindi un altro muscolo, il muscolo
massetere, che si porta dall’arcata zigomatica verso l’angolo della mandibola e
quindi si porta verso la tuberosità masseterina della mandibola e come funzione
insieme questi due muscoli in un lato e nell’altro è quella di sollevare la
mandibola, e quindi di portare la mandibola verso l’alto e avvicinare l’arcata
dentaria mandibolare e l’arcata dentaria del mascellare. Data la diversa
inclinazione delle fibre da dietro e in avanti del muscolo temporale e dall’avanti
al dietro del muscolo massetere chiaramente il massetere avrà anche la capacità
di spostare in avanti la mandibola, può scivolare in avanti oppure le fibre invece
che hanno andamento obliquo da dietro in avanti portandosi sul processo
coroideo dell’osso temporale possono spostare indietro la mandibola. Abbiamo
altri 2 muscoli presenti nella parte interna della mandibola che si chiamano
muscoli pterigoidei, uno interno e uno esterno. I processi pterigoidei sono
posizionati nella parte inferiore dell’osso sfenoide e sono all’interno della
mandibola. Questo comporta che i muscoli pterigoidei interno ed esterno
portandosi dai processi pterigoidei, come strutture principali di inserzione
prossimale, si portano o verso l’angolo della mandibola l’interno o verso la
capsula e il disco articolare dell’articolazione temporo-mandibolare l’esterno. La
contrazione di questi muscoli determina o un sollevamento della mandibola per
quanto riguarda l’interno o per quanto riguarda l’esterno se la contrazione è
monolaterale lo spostamento della mandibola dal lato opposto. Questo significa
che nel loro insieme questi muscoli possono determinare uno spostamento della
mandibola dal basso verso l’alto, nell’attività dello schiacciamento del cibo, uno
spostamento in avanti e indietro di protrusione o di retrusione, oppure uno
spostamento laterale che permettono una completa masticazione del cibo tra le
diverse arcate dentali. Infine, possiamo concludere con i muscoli mimici. I
muscoli mimici sono rappresentati nella parte anteriore del cranio, nello
splancnocranio e soltanto in piccola parte si estendono sulla superficie esterna
del neurocranio, in particolare a livello frontale e a livello occipitale. Questi
muscoli nel loro insieme hanno una caratteristica comune, ovvero sono dei
muscoli che possono avere un’inserzione ossea ma dall’altra parte l’inserzione
distale non avviene su un’altra struttura ossea ma avviene a livello dello strato
profondo della cute o addirittura su altri muscoli mimici. Questo significa che
questi muscoli a contrazione volontaria permettono una mobilizzazione
dell’epidermide dello splancnocranio e quindi in ultima analisi permettono la
mimica facciale, di fondamentale importanza per poter rapportarsi con gli altri
esseri umani. Oltre alla mimica facciale svolgono anche la funzione importante di
protezione per esempio delle strutture che sono contenute nello splancnocranio,
ad esempio il muscolo orbicolare dell’occhio per la sua caratteristica
conformazione circolare attraverso la sua contrazione chiude le palpebre e
protegge il bulbo oculare, oppure il muscolo orbicolare della bocca può
attraverso la sua contrazione impedire l’ingresso all’interno della cavità boccale.
Quindi non solo svolgono una funzione mimica ma una funzione di protezione
degli organi che sono all’inizio delle strutture splancniche.

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