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Tesina: Kant - Scritti di storia, politica e diritto

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Autore: Maria Gabriella Campolo Tesina: Kant - Scritti di storia, politica e diritto Materia: Storia delle dottrine politiche Corso di laurea: Scienze politiche Universit: Universit di Messina Docente: Butt

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Il libro Scritti di storia, politica e diritto, a cura di Filippo Gonnelli, formato da diversi scritti che costituiscono tutto il pensiero giuridico-politico di Kant, e che ne sono inoltre, la principale fonte per la comprensione della sua dottrina etico-politica della storia e delle connessioni tra questa e la cosiddetta storia naturale del genere umano. Il percorso inizia con lanalisi dello scritto del Moscati, Della essenziale differenza corporea fra la struttura di animali e uomini, nel quale si afferma che la posizione eretta delluomo sarebbe forzata e contro natura e dalla quale derivano le pi svariate malattie. Luomo, infatti, al suo interno ha una conformazione simile a quella di tutti i quadrupedi, e quindi, quando si alza i suoi organi tendono a pendere verso il basso e si trovano in una posizione che se mantenuta costante causa deformazioni e malattie. Si pu concludere, che la struttura interna delluomo adatta alla posizione quadrupede, ma se si sviluppa egli destinato alla societ per la qual pi adatta la bipede, ed inoltre alzandosi egli si pone sopra gli altri animali ma paga questo suo gesto con alcuni incomodi che ne derivano. Kant prosegue il suo studio sul genere umano analizzando le diversit delle razze umane, stabilendo innanzi tutto che tutti gli uomini appartengono ad uno stesso genere naturale perch, pur essendo diversi fra di loro generano sempre figli fecondi e che da questunit si pu citare solo una causa, e vale ad affermare che gli uomini appartengono ad un unico ceppo da cui sono nati. Le differenziazioni che ci possono essere se sono ereditarie si dicono derivazioni, e se si mantengono uguali alla loro origine si chiamano trasmissioni altrimenti si dicono degenerazione. Tra le derivazioni che si mantengono costanti per lunghe generazioni e che mescolandosi con altre derivazioni generano prole incrociata si chiamano razza, mentre quelle che non generano prole ibrida si chiamano variet. Secondo Kant per dedurre tutte le distinzioni sufficiente considerare solo quattro razze: la razza dei bianchi, la razza negra, la razza unna, e quellind, dalle quali si possono far derivare tutti i rimanenti caratteri ereditari dei popoli o come razze miste o come razze in via di formazione. Le cause che danno origine alle diverse razze sono chiamate germi se lo sviluppo riguarda parti specifiche del corpo organico e, disposizioni naturali, se lo sviluppo riguarda la grandezza o il rapporto delle parti fra loro. Poich luomo stato destinato a tutti i climi e a diverse conformazioni del suolo, devono essere necessariamente presenti in lui diversi germi e disposizioni naturali, pronti ad essere sviluppati o trattenuti secondo le circostanze, per fare in modo che egli si possa adattare a questi, e col tempo apparire come se ne fosse originario. Gli elementi che influiscono maggiormente sulla forza generativa e che producono un durevole sviluppo di germi e disposizioni sono laria e il sole.Ad esempio, luomo trasferito nella zona glaciale, dovette a poco a poco alternarsi divenendo di statura pi bassa, perch cos la circolazione del sangue avviene in minor tempo, il polso si fa pi rapido e di conseguenza aumenta il calore del sangue. In virt poi, di una disposizione naturale anche le parti pi sporgenti del volto divengono pi piatte per preservarsi dal freddo. Alle quattro diverse razze si devono far risalire tutte le diversit di questo genere, ma
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per fare questo necessario un unico ceppo originario. Le razze, potendo essere raccolte in base alle cause naturali della loro origine, derivano da un ceppo originario costituito dai bianchi di colore bruno e si dividono in quattro razze: la prima formata dalla razza bionda dellEuropa settentrionale causata dal freddo umido; la seconda quella rosso-rame dellAmerica, causata dal freddo secco; la terza quella nera della Senegambia, causata invece dal caldo umido; e la quarta la razza giallo-olivastra tipica degli Indiani, causata infine dal caldo secco.La maggiore difficolt che sincontra nello studio delle razze costituita dal fatto che climi e terre simili non ospitano la stessa razza. La descrizione della sola natura in ogni caso insufficiente per spiegare il perch delle derivazioni, si deve dunque tentare una storia della natura. Il terzo capitolo si sofferma sulla recensione di Schulz, Saggio di unintroduzione alla dottrina dei costumi, valida per tutti gli uomini senza differenza di religione, nella quale lautore afferma quella che chiama dottrina beata attraverso la quale la dottrina dei costumi ottiene il suo valore proprio, e nota che, riguardo al crimine, vi sono alcune persone che lo illustrano in maniera molto semplice e che per questo dovrebbero mettersi daccordo con Dio. Egli vuole che sia cancellato il pentimento e che al suo posto sia introdotto il modo per una migliore condotta della vita; inoltre cerca di ricondurre la religione e la fede oziosa ad azione e di rendere le pene civili pi umane. Principio cardine di questopera il fatalismo universale che distrugge il concetto di obbligazione e non resta altro che aspettare ed osservare quello che Dio attuer in noi per mezzo di cause naturali secondo le sue decisioni. Unultima considerazione dellautore afferma che la massima convinzione posseduta in un determinato momento non pu dare la sicurezza che in un altro momento, se la conoscenza progredita, la verit precedente non sia intanto divenuta errore. Schulz ha presupposto quindi il concetto della libert senza la quale non s da una ragione, e della libert del volere nellagire senza cui non vi moralit. Kant cerca di trovare una storia universale che si occupi della narrazione di tutti i fenomeni della libert del volere e delle azioni umane, nella Idea per una storia universale dal punto di vista cosmopolitico. Le singole persone pensano poco al fatto che, mentre perseguono i loro scopi procedono verso lo scopo della natura. Compito del filosofo di cercare nellandamento delle cose umane questo scopo, un filo conduttore per una tale storia. Quindi pensa nove tesi nelle quali innanzi tutto afferma che nelle creature qualsiasi disposizione naturale destinata a dispiegarsi un giorno in modo completo e conforme al fine; lattenzione di Kant si sofferma poi sullunica creatura razionale sulla Terra, luomo, nel quale queste disposizioni che sono finalizzate alluso della sua ragione si sviluppano in modo completo non nellindividuo ma nel genere. La ragione non opera istintivamente, ma ha bisogno desercizio e di tentativi e quindi, ogni uomo, avrebbe bisogno di vivere per un tempo molto lungo per capire come usare completamente le sue disposizioni naturali. Il tempo, quindi, deve essere la meta dei suoi sforzi, altrimenti le disposizioni sarebbero prive di finalit. Nella terza tesi si afferma che la natura avendo dotato luomo del3

la ragione poneva il chiaro intento che tutte le azioni fatte da questo non dovevano essere mosse dallistinto, ma dovevano essere ricavate da se stesso. La natura ha voluto con ci far ottenere alluomo razionale stima di se, e, principale interesse di questa era che egli si sforzasse tanto da rendersi degno della vita e del benessere col suo agire. Nella quarta tesi si pone lantagonismo nella societ come il mezzo attraverso il quale si sviluppano tutte le disposizioni. Per antagonismo sintende la tendenza degli uomini ad unirsi in societ che , in ogni modo, congiunta ad una resistenza che minaccia di sciogliere la stessa societ. Nelluomo sono quindi presenti due tendenze: da un lato tende ad associarsi e dallaltro ad isolarsi resistendo agli altri. Ed proprio questa resistenza che spinge luomo a cercarsi un rango fra i propri consoci che non sopporta, ma di cui non pu fare a meno. Senza la rivalit, la voglia di potere e di ricchezza non si possono sviluppare le disposizioni, e anche se luomo vuole concordia, la natura vuole discordia. La quinta tesi tratta invece quello che il problema pi grande per il genere umano, il raggiungimento di una societ civile che faccia valere universalmente il diritto. Supremo compito che la natura affida al genere umano di formare una societ in cui la libert sotto leggi esterne sia congiunta con una costituzione perfettamente giusta. A costringere luomo da entrare in questa situazione di coazione la pena. La prima difficolt che sincontra quella esposta nella sesta tesi, e cio, che luomo un animale che ha bisogno di un padrone che lo costringa ad una volont universalmente valida secondo cui ognuno possa essere libero. Ma anche il padrone un animale che ha bisogno di un altro padrone, perch se non ha nessuno sopra di se abuser della sua libert, ed inoltre, il capo supremo deve essere giusto per se stesso e anche uomo. Questo, quindi, un problema dimpossibile soluzione. Ancora nella settima tesi si affronta il problema della costituzione civile che dipende anche dal rapporto esterno fra Stati. Abbiamo gi detto come la natura utilizza lantagonismo come mezzo attraverso il quale gli uomini trovano uno stato di pace e sicurezza. Tutte le guerre sono tentativi dinstaurare nuovi rapporti fra gli Stati e attraverso la distruzione di costruirne di nuovi, finch si giunge ad uno stato che si pu mantenere come un automa. Lottava tesi, considera la storia del genere umano, in grande, come il compimento di un piano nascosto della natura il cui scopo di instaurare una perfetta costituzione sia interna sia esterna, poich questo lunico modo per la natura di sviluppare nellumanit tutte le sue disposizioni. La nona tesi, infine, afferma che deve essere considerato possibile il tentativo filosofico di elaborare la storia universale del mondo secondo un piano della natura tendente allunificazione civile del genere umano. Se si tengono presente le Costituzioni e le leggi, ed inoltre le relazioni fra gli Stati, si potr scoprire un filo conduttore che non solo spiegher lintricato gioco delle cose umane, ma aprir una nuova prospettiva per il futuro, nella quale sia rappresentato come il genere umano si sollevi a quello stato in cui tutti i germi posti in lui siano sviluppati. Successivamente linteresse di Kant si sposta verso lo studio della condizione morale e civile dellEuropa di fine 700 in Risposta alla domanda: che cosa lilluminismo. Secondo lautore quellepoca non era
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unet illuminata ma unet dilluminismo, perch ancora ci sarebbe voluto molto perch gli uomini possano servirsi del proprio intelletto, con sicurezza e bene, in cose di religione. Il principale punto dellilluminismo costituito, quindi, dalluscita delluomo dalla minorit di cui ha colpa egli stesso. Lilluminismo, quindi, definito come la liberazione delluomo dallo stato di minorit volontaria. Minorit intellettuale lincapacit di risolvere mediante il proprio intelletto i problemi che la vita propone e la conseguente necessit di ricorrere alla guida dellintelletto altrui; questa minorit pu essere definita volontaria quando la rinuncia a decidere non dipende da oggettiva mancanza di capacit, ma da pigrizia o da vilt. Molto difficile per il singolo individuo uscire da questa minorit, soprattutto quando la ama. Pi fattibile ed inevitabile che sia un pubblico ad illuminarsi, giacch qui si troveranno sempre alcuni che pensano liberamente e diffonderanno lo spirito di una stima razionale del proprio valore dogni singolo uomo e della sua predisposizione a pensare in modo autonomo. Lunica cosa che serve a questilluminismo la libert di fare in qualsiasi campo, pubblico uso della propria ragione, inteso come uso che ognuno fa di essa come studioso di fronte ad un pubblico di lettori. Luso privato, infatti, della ragione pu essere spesso limitato, e con questo termine Kant intende, luso che si fa della propria ragione in un certo impiego o ufficio civile. Si pu concludere che perch vi sia un vero e compiuto illuminismo necessario che la natura sviluppi un germe a se caro, vale a dire la tendenza e la vocazione al libero pensiero, il quale agir sul modo di sentire del popolo e sui principi del governo. Il VI capitolo dedicato alla recensione dello scritto di Herder Idee per la filosofia della storia dellumanit, nel quale lautore raccoglie e trasforma, secondo una legge dellassimilazione, le idee dal campo delle scienze e delle arti per aggiungerle ad altre. In questo modo quella che lui chiama filosofia della storia dellumanit diviene un qualcosa di diverso da quello che generalmente sintende con questo termine. Herder inizia subito con indicare alluomo, nel primo di dieci libri, il suo posto tra gli altri abitatori dei pianeti del sistema solare e, dalla vantaggiosa posizione intermedia del corpo celeste che lui abita, fa derivare che lunica meta di questo sar entrare in relazione con tutte le creature di questi diversi mondi giunte a maturit. Anche dalla stessa forma sferica della terra e dallinclinazione eclittica riesce a ricavare le considerazioni sulla destinazione delluomo. La struttura della Terra, invece, usata per spiegare la diversit della storia dei popoli; proprio dove vi sono meno interruzioni della terra ferma il genere umano ha avuto origine, quindi, secondo Herder, la prima sede delluomo non era lAmerica, ma lAsia. Il secondo libro si occupa delle forme organizzate della Terra, iniziando dal granito sul quale agirono luce, aria, acqua, che trasformarono il silicio nel calcare al cui interno si formarono i primi esseri viventi del mare, le conchiglie. La vegetazione, invece, ebbe inizio in seguito. Lautore prosegue poi comparando la formazione delluomo con quella delle piante e lamore sessuale del primo con la fioritura delle seconde, considerando, infine, luomo come una creatura intermedia fra gli animali con la forma pi comprensiva, poich, si raccolgono in lui i tratti di tutte le specie che lo circondano. Il terzo libro, invece, confronta la
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struttura delle piante e degli animali con lorganizzazione degli uomini, giungendo alla differenza essenziale della natura delluomo, ovvero, la sua andatura eretta che lorganizzazione finalizzata allintera missione della sua specie e il suo carattere distintivo. Questargomento ripreso ed ampliato nel successivo libro, dove lautore si chiede cosa manca alla scimmia, la creatura pi simile alluomo, per cui essa non divenne tale. Infatti, la scimmia possiede tutte le parti del cervello che ha luomo, per le ha in una posizione al contrario, questo perch la sua testa era formata con unaltra angolazione e non era fatta per landatura eretta, tipica delluomo, con la quale egli divenne capace di creare con mani libere e industriose. Dio ha elevato luomo cos che, egli, seppur involontariamente, ricerchi la causa delle cose. Il primo problema che si pone che la religione porta la speranza e la fede nellimmortalit, argomento trattato nel V libro, nel quale lautore afferma che per ogni creatura stata disposta anche la durata della vita. Tanto pi organizzata una creatura, tanto pi la sua struttura prende dai regni inferiori, e come ha gi detto precedentemente, luomo un compendio del mondo, poich diversi elementi e forze sono in lui unificati in modo organico. Il genere umano pu essere considerato come la gran confluenza di forze inferiori che in lui dovevano germinare per la formazione dellumanit. Lautore, poi, conclude che, lattuale stato delluomo, sicuramente un anello intermedio che collega due mondi; infatti, se da un lato, luomo, chiude la catena delle organizzazioni terrene, dallaltro da inizio a quella di un genere pi alto di creature, divenendo, cos, lanello intermedio fra due sistemi della creazione fra loro concatenati. Lidea di questa prima parte consiste nel dimostrare la natura spirituale dellanima umana, il suo persistere e i suoi progressi verso la perfezione, sulla base dellanalogia con le formazioni naturali della materia, al cui scopo sono presupposte delle forze spirituali. Da questanalogia si potrebbe concludere che in un altro pianeta, ci potrebbero essere delle creature che occupano il successivo e pi alto stadio dellorganizzazione rispetto alluomo, ma non che questo possa essere raggiunto dallindividuo stesso. Per quanto riguarda il regno invisibile delle forze efficaci ed autonome, lautore ritiene queste forze spirituali come qualcosa di diverso dallanima umana, vedendo questa come leffetto di ununiversale invisibile natura che opera sulla materia e la rende viva. Lopera di Herder procede con la descrizione dei popoli che abitano vicino al Polo Nord e alle catene montuose che dalla Cina meridionale, attraverso il Tibet, arrivano sino al Mar Nero; della zona dei popoli gi civilizzati e delle nazioni africane, degli uomini nelle isole della zona tropicale e degli Americani, concludendo la descrizione con laugurio di una nuova raccolta di nuovi e pi approfonditi ritratti delle nazioni. Il VII libro considera innanzi tutto le affermazioni secondo cui, il genere umano sarebbe dappertutto un unico genere, e solo questo si sarebbe acclimatato in ogni luogo sulla Terra. Lautore illustra anche quali sono i diversi effetti del clima sulla formazione delluomo nel corpo e nellanima. VI e VII libro contengono, secondo Kant, solo estratti da descrizioni di popoli. Per quanto concerne, poi, la suddivisione della specie umana in razze, Herder, non favorevole, soprattutto a quella che si fonda su colori ereditari. Con lottavo libro inizia un nuovo corso di pensieri che riguarda lorigine
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della formazione delluomo come creatura morale e razionale, che dovrebbero essere cercati al di fuori di lui, in un insegnamento da altre nature. In questo libro, Herder, tratta luso dei sensi umani, limmaginazione delluomo, il suo intelletto, i suoi impulsi, ecc. Il IX libro si occupa della dipendenza delluomo dagli altri nello sviluppo delle facolt; del linguaggio come mezzo per la formazione degli uomini; dei governi, come ordinamenti istituiti tra questi da tradizioni ereditarie; e, infine, parla delle annotazioni sulla religione e sul tradimento pi antico. Lultimo libro contiene, soprattutto, il risultato dei pensieri che Herder aveva gi esposto nei precedenti libri, riprendendo, inoltre, lipotesi sulla storia mosaica della creazione, dallo scritto Il pi antico documento del genere umano. Si conclude cos, ci che Herder voleva presentare al mondo, cio un modello della vera arte del filosofare. Nel VII capitolo troviamo lo scritto Sullillegittimit della riproduzione di libri, che costituisce lunico scritto propriamente giuridico di Kant, che considera ledizione come la conduzione di un negozio in nome dellautore. Ci troviamo di fronte ad un vero e proprio diritto delleditore che deve dimostrare il torto della pretesa del riproduttore, cio di colui che intraprende un negozio senza lautorizzazione del proprietario e contro la sua volont. Leditore, invece, possiede il diritto di appropriarsi del guadagno che nasce dal negozio, in quanto frutto della sua propriet e il diritto alledizione un diritto affermativo personale; personale perch un diritto fra persone, cio lobbligazione contrattuale reciproca a certi atti; affermativo perch deriva dal consenso di entrambe le parti. Leditore, inoltre, attraverso il libro non parla per s, ma in nome dellautore, che trova nella stampa il mezzo con cui portare al pubblico il suo discorso. Lesemplare su cui leditore appronta la stampa unopera dellautore e appartiene interamente al primo una volta che questo labbia acquistato, attraverso questo speciale contratto con lautore. Chi pubblica senza questo contratto con questultimo il riproduttore che lede il vero editore e, di conseguenza, deve risarcirgli il danno. La ragione per la quale, a differenza delle opere darte, i libri che hanno il loro legittimo editore non possono essere riprodotti deriva dal fatto che si tratta dazioni che derivano la loro esistenza solo in una persona e, poich spettano solo allautore, nessuno pu tenere un discorso se non in suo nome. Nello VIII capitolo Kant, nel testo Determinazione del concetto di razza umana, riprende la tesi che il genere umano sia distinto in razze, derivanti tutte da un unico ceppo originario. Lautore esordisce con laffermazione che solo quello che in un genere animale ereditario pu giustificare una sua differenziazione in classi; ad esempio, il colore della pelle che viene trasmesso dai genitori, con riguardo al quale si possono operare quattro distinzioni degli uomini in classi: bianchi, Indiani gialli, negri, e Americani rosso-rame. La separazione per mezzo della pigmentazione deve essere considerata come lelemento pi importante della differenza della previdenza della natura, poich la creatura, trasferita in ogni clima e terreno dove influenzata da aria e sole, si deve mantenere in modo integro, e che la pelle porta in s la traccia di questo carattere naturale che giustifica la suddivisione del genere umano in classi visibilmente diverse.
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Kant continua scrivendo che nella classe dei bianchi, cos come in tutte le altre classi, a parte tutto quello che appartiene in genere al genere umano, nessunaltra propriet caratteristica necessariamente ereditaria. Il carattere delle classi si trasmette immancabilmente nelle mescolanze eterogenee. Possiamo concludere che le quattro differenze di colore siano, tra quelle ereditarie, le uniche che si ereditino immancabilmente. Si dovrebbe quindi ammettere che un tempo siano esistiti diversi ceppi duomini che, affinch si conservasse il genere, erano conformati dalla natura per le diverse zone climatiche, e diversamente organizzati. Segno esteriore di ci il quadruplice colore della pelle, che si erediter in ogni ceppo e si manterr inalterato anche in altri climi in tutte le generazioni di una stessa classe. La natura ha dato ad ogni ceppo il suo carattere originariamente in riferimento al suo clima e per ladattamento ad esso. In ogni caso, solo se si ammette che le disposizioni verso le differenze di classe devono essersi trovate nei germi di un unico primo ceppo, possibile capire perch sono nate diverse classi duomini che dovevano portare il loro carattere determinato anche nella generazione con unaltra classe. Le propriet che appartengono al genere stesso, quindi comuni a tutti gli uomini in quanto tali, sono immancabilmente ereditarie, ed per questo che non se ne tiene conto nella suddivisione in razze. Si prendono in considerazione solo quei caratteri fisici che distinguono gli uomini fra loro e che sono ereditari. In questo modo si forma la suddivisione del genere in classi, che sono chiamate razze solo se questi caratteri sono trasmessi immancabilmente. Da tutto ci possiamo dedurre il concetto di razza: la differenza di classe degli animali di uno stesso ceppo, in quanto sia immancabilmente ereditaria. Spesso sottovalutato, lo scritto Inizio congetturale della storia degli uomini, occupa il IX capitolo di questa raccolta, nel quale Kant, fa derivare linizio della storia delluomo da congiunture e cerca di mettere in evidenza come la strada percorsa dalla filosofia secondo concetti, si accorda con quella che fornisce la storia attraverso il testo sacro della Genesi. Kant suppone direttamente lesistenza delluomo in et adulta, inserito in una coppia singola, in modo che riproduca la sua specie e non nasca immediatamente la guerra. Lautore pone questa coppia in un luogo sicuro, al riparo da animali predatori e fornito di tutte le ricchezze della natura, ed inoltre lo immagina gi dotato dabilit nel parlare, nel pensare, nel camminare, ecc. Luomo, inizialmente guidato dallistinto, quella voce cui tutti gli animali obbediscono e che proibisce di fare determinate cose mentre ne permette altre, ben presto scoprirono di poter anche scegliere da solo cosa fare, tradendo questo impulso naturale. In questo modo luomo si rende conto della propria ragione, come di una facolt che pu andare oltre i limiti cui sono costretti tutti gli animali. Il primo tentativo, rappresentato dal frutto se si considera la Genesi, seppur come incidente un po insignificante, apr alluomo gli occhi; egli scopr in s la possibilit di scegliere il suo modo di vita fra tanti, e non essere legato necessariamente ad uno come accade per gli animali. Un altro istinto che segu quello alla nutrizione fu quello sessuale, con cui la natura si preoccupa della conservazione di ogni specie. Anche su questo istinto la ragione manifest il suo influsso, infatti, luomo scopr che lo stimolo del sesso, che per gli ani8

mali passeggero, in lui pu essere prolungato e aumentato per mezzo dellimmaginazione, sottraendo loggetto ai sensi. Questo dimostra che luomo era gi capace di dominare gli impulsi attraverso la ragione e, la rinuncia fu la causa che condusse da stimoli solo percepiti a ideali, dal desiderio puramente animale allamore. La costumatezza inoltre fu il primo segno della formazione delluomo come creatura morale. Passo successivo della ragione fu la consapevole attesa per il futuro, facolt di pensare e prepararsi a fini anche molto lontani nel tempo. Quarto e ultimo passo compiuto dalla ragione consiste nella consapevolezza delluomo come il fine della natura. Luomo adesso non considera pi gli altri animali come dei compagni, ma innalzandosi di fronte a questi, li pensa come strumenti per i suoi scopi. Quindi, la consapevolezza riflessiva della differenza dallanimale, il suo uso come mezzo, conduce luomo a pensarsi come fine, e dunque a riconoscere reciprocamente gli appartenenti al proprio genere comeguali. Il passo che luomo ha compiuto allinizio della sua storia, il passaggio dallo stato selvatico tipicamente animale allumanit, dalla tutela della natura allo stato di libert. Per lindividuo questo cambiamento fu una perdita, giacch nelluso della libert guarda solo a se stesso; per la natura, che nelluomo indirizza il suo fine al genere, fu un guadagno. Con linizio del periodo seguente, luomo pass dallet dellindolenza e della pace a quella del lavoro e della discordia come preludio allunificazione in societ. Qui, Kant pensa luomo gi in possesso di animali addomesticati e capace di nutrirsi con i frutti della terra che lui stesso seminava. Ed proprio dal diverso modo di concepire e sfruttare la terra che nascono i primi contrasti fra coloro che la coltivano e coloro che la usano per nutrire il pascolo. Lagricoltore accusava il pastore di provocare danni ai suoi campi ma questultimo non considerava vietate le intrusioni del suo gregge sui terreni di questo. Questa separazione da luogo alla terza epoca. Per difendersi contro gli attacchi dei pastori, gli agricoltori decisero di unirsi fra di loro per aiutarsi a vicenda, e formarono i primi villaggi. proprio in questa fase che nascono il baratto come forma di scambio di merce contro merce, la cultura, linizio dellarte, della costituzione civile e giustizia pubblica. Si svilupparono tutte le arti umane fra le quali quella della socialit e della sicurezza civile. Con questepoca, per, inizia anche la disuguaglianza tra gli uomini. Pi tardi, quando i pastori ammaliati dalla ricchezza della citt si unirono agli abitanti, fin anche il pericolo di guerra e il genere umano si allontan dal progresso nel perfezionamento delle sue disposizioni al bene indicatogli dalla natura. Kant cos giunge a delineare in modo molto sintetico il risultato della storia degli uomini, attraverso la filosofia: soddisfazione nei confronti della provvidenza e dellandamento delle cose umane nel loro insieme, andamento che si sviluppa gradualmente dal peggio al meglio; a questo progresso ognuno chiamato dalla stessa natura a contribuire per la sua parte, secondo le sue forze. Il X capitolo parla della critica di Kant sullo scritto di Hufeland Saggio sul fondamento del diritto naturale, dove lautore cerca di trovare con riguardo al diritto di natura, non solo i primi concetti fondamentali e i principi, ma anche la sua fonte nella stessa facolt della ragione. Il saggio formato da dieci capitoli che racchiudono molti argomenti come loggetto del diritto di natura, lo sviluppo del
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toli che racchiudono molti argomenti come loggetto del diritto di natura, lo sviluppo del concetto di diritto, le necessarie propriet dei suoi principi, i diversi sistemi e le loro dimostrazioni. Secondo Kant il perno di tutta lopera il principio della fondazione di un sistema proprio, del quale si cerca di trovare sia la fonte sia la destinazione, che occupa lVIII capitolo del saggio. Hufeland cerca per la fondazione della legge pratica una materia, un oggetto che, come fine supremo di un essere razionale, possa essere considerato come un postulato, e lo pone nel perfezionamento di questo stesso essere. Inoltre, pone il fondamento di ogni diritto di natura e di qualsiasi facolt giuridica in una precedente obbligazione naturale, e luomo pu costringere perch a questo obbligato. Anche se lautore fonda tutta la scienza dei diritti naturali sullobbligazione, egli non vinclude lobbligazione degli altri a dare soddisfazione al nostro diritto, ed per questo che considera la dottrina dellobbligazione superflua. Poich, comunque, non si pu tralasciare nulla del proprio diritto, siamo autorizzati ad usare una coazione usando eventualmente la forza, per ottenere la perfezione che ci viene negata, in base alla facolt di costringere. Per quanto riguarda il diritto al risarcimento, questo non ha luogo come diritto coattivo, e non ammette neanche alcunimputazione, giacch non sincontra nessun giudice. NellXI e nel XII capitolo troviamo gli unici due saggi in cui vengono svolti, e non solo accennati, argomenti teorico-politici, e dedicano alla questione della filosofia della storia sezioni specifiche, strettamente connesse a quelle in cui la politica al centro dellesposizione, venendo affrontata da unampia prospettiva, nella quale morale, antropologia e storia sono legate fra loro da un nesso inestricabile. Il primo di questi saggi Sul detto comune: questo pu essere giusto in teoria, ma non vale per la prassi, dove Kant spiega innanzi tutto spiega cosa sintende per teoria, un insieme di regole che vengono pensate come principi, e cosa per prassi, lattuazione di un fine che venga pensata come applicazione di certi principi dellagire, rappresentati in generale. Lautore suddivide la trattazione secondo i tre diversi punti di vista dai quali si pone il gentiluomo che discute con tanta presunzione di teorie e sistemi, per giudicare il suo oggetto. Discute, quindi, come privato e uomo pratico, come uomo di Stato, come uomo cosmopolitico, e unisce tutte e tre persone nel dare addosso alluomo di scuola che elabora teorie. Kant presenta, quindi, il rapporto fra teoria e prassi in tre capitoli: riguardo alla morale, in vista del bene di ogni uomo; riguardo alla politica, in riferimento al bene degli Stati; e dal punto di vista cosmopolitico, in vista del bene del genere umano nella sua interezza. Il primo capitolo intitolato Sul rapporto fra teoria e prassi nella morale in generale, dove punto della controversia se luso di un unico e medesimo concetto possa valere per la sola teoria o anche per la prassi. Kant risponde subito ad alcune obiezioni del prof. Garve, affermando che la morale una scienza che insegna come diventare degni di felicit, e che il concetto del dovere non necessita di alcun fine particolare, anzi, esso produce un altro fine per la volont delluomo, e cio, concorre con tutte le sue facolt al sommo bene possibile nel mondo. Quando comunque si tratti del vero punto della controversia, cio nella questione del principio della morale, la dottrina del sommo bene pu essere
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messa da parte, in quanto si prende in considerazione solo la morale universale. Kant giunge alla conclusione che tutto quello che nella morale giusto in teoria deve valere anche nella prassi. Chiunque, in qualit di uomo, in quanto sottoposto a certi doveri per mezzo della sua ragione, un uomo pratico; e poich egli come uomo non mai troppo vecchio per la scuola della saggezza, non pu rimandare a scuola il seguace della teoria con disprezzo. Infatti, tutta la sua esperienza non lo aiuta per nulla sottrarsi alla prescrizione della teoria, ma solo ad imparare come questa pu essere messa in pratica meglio quando la si sia acquisita tra i propri principi. Nel secondo capitolo, Sul rapporto della teoria con la prassi nel diritto dello Stato, Kant risponde adesso alle obiezioni mosse da Hobbes. Secondo il nostro autore il contratto dinstaurazione di una costituzione civile tra una moltitudine di uomini, il pi particolare che esista, in quanto deriva da ununione di molti che sia fine in se stessa, quindi lunione riguardo a qualsiasi rapporto esterno degli uomini in generale. Ununione di questo tipo si pu avere solo in una societ che si trovi nello stato civile. Il fine di questo rapporto esterno il diritto degli uomini sotto leggi coattive pubbliche. Ma, poich il diritto esterno deriva dal concetto della libert nel rapporto reciproco degli uomini, non si deve intromettere in quella legge come suo fondamento di determinazione. Diritto quindi la limitazione della libert di ognuno alla condizione dellaccordo di questa con la libert di altri; e diritto pubblico linsieme delle leggi esterne che rendono possibile questaccordo. Da tutto ci deriva che la costituzione civile un rapporto di uomini liberi che sta sotto leggi coattive. Lo stato civile fondato su tre principi: la libert di ogni membro della societ, come uomo; leguaglianza di ogni membro con ogni altro, come suddito; lindipendenza di ogni membro di un corpo comune, come cittadino. Per quanto riguarda il primo principio, Kant lo riassume nella formula: nessuno mi pu costringere ad essere felice nel modo in cui egli pensa il benessere degli altri uomini, ma ognuno deve cercare la propria felicit nel modo in cui ritiene migliore, purch non leda laltrui libert di tendere allo stesso fine. Il secondo, leguaglianza come suddito, pu essere riassunto cos: ogni membro del corpo comune ha verso ogni altro diritti coattivi, dai quali escluso solo il capo di questo corpo che ha il potere di costringere senza essere sottoposto a sua volta a leggi coattive. Secondo il diritto in quanto sudditi sono tutti eguali fra loro. Da questidea deriva unaltra formula: ogni suo membro deve poter raggiungere dal punto di vista del ceto quel livello al quale il suo talento, il suo lavoro, la sua fortuna, la portano; e gli altri sudditi non possono essere dintralcio con una prerogativa ereditaria. Il terzo principio riguarda lindipendenza del membro del corpo comune come cittadino, ossia come legislatore. Anche con riguardo alla legislazione, coloro che sotto leggi pubbliche gi esistenti sono liberi ed eguali, non sono comunque, per quanto riguarda il diritto, da considerare come eguali nel dare queste leggi. Coloro che non possono darle sono egualmente tenuti allosservanza di queste leggi come membri del corpo comune, e non solo come cittadini, ma come soci protetti. Colui che in questa legislazione ha il di11

ritto di voto si chiama cittadino, e la qualit che si esige a questo fine che egli sia suo proprio signore, cio abbia una qualche propriet; cio, egli nel caso in cui dovesse acquistare da altri per vivere, lo dovrebbe fare esclusivamente attraverso lalienazione di ci che suo, e non attraverso la concessione delle sue forze ad altri. Punto fondamentale che tutti coloro che posseggono questo diritto di voto si devono accordare sulla legge della giustizia pubblica, altrimenti nascerebbe un conflitto giuridico. Quando, quindi, il consenso a questa legge viene solo da una maggioranza, linstaurazione di una costituzione civile avviene con il contratto. E allora il contratto originario lunico su cui pu essere fondata una costituzione civile tra gli uomini, secondo il diritto. Questo contratto non si deve assolutamente presupporre come un fatto. Si tratta di una semplice idea della ragione e obbliga il legislatore ad emanare le leggi cos come sarebbero potute nascere dalla volont riunita di un intero popolo, e considerare ogni suddito come se avesse dato il suo assenso a questa volont. Al suddito, comunque, non resta che obbedire. Prima che si formi la volont generale, il popolo non possiede alcun diritto coattivo verso il suo capo, perch solo con essa lo pu costringere giuridicamente; ma anche quando poi esiste non si d alcuna coazione perch altrimenti il popolo diverrebbe il capo supremo. Al popolo quindi non spetta alcun diritto coattivo verso il capo dello Stato. Questa teoria confermata anche nella prassi. Il popolo ha nonostante ci i suoi inalienabili diritti verso il capo dello Stato. Hobbes invece di contraria opinione. Secondo lui, infatti, il capo dello Stato non obbligato a nulla verso il popolo, e non pu compiere ingiustizia verso il cittadino. Il principio universale secondo cui un popolo ha i suoi diritti negativamente, cio solo per giudicare quello che potrebbe essere considerato come non decretato dalla suprema legislazione con la sua massima volont, sta nella preposizione: ci che un popolo non pu deliberare su se stesso, non pu neppure essere deliberato dal legislatore sul popolo. Nel terzo capitolo, Del rapporto della teoria con la prassi nel diritto delle genti, Kant risponde, infine, alle obiezioni mosse da Mendelsshon. Lautore afferma che nel suo complesso il genere umano o si ama o si disprezza. Si ama quando si avvicina al bene altrimenti si disprezza. Di questopinione era Mendelsshon, che vedeva come unutopia che lumanit nel susseguirsi delle ere debba sempre procedere avanti e migliorarsi; anche se luomo va avanti, lumanit in costante oscillazione. Per Kant tutto questo costituisce uno spettacolo, in quanto assistere per qualche tempo a questa tragedia pu essere toccante ed istruttivo. Il progresso verso il meglio pu essere interrotto ma mai fermato. Vi sono anche le prove che il genere umano nel suo insieme, in paragone con tutte le ere precedenti, sia nellera attuale realmente progredito dal punto di vista morale. Questo progresso verso il meglio pu essere mantenuto ed accelerato da ci che la natura umana far in noi, costringendoci ad un percorso cui da soli ci adatteremmo difficilmente. Soltanto dalla provvidenza ci possiamo attendere un risultato completo. In nessun campo la natura umana appare meno degna di essere amata che nei rapporti tra i popoli. Nessuno Stato mai sicuro della propria indipendenza e propriet nei confronti di un altro Stato. Contro la volont di soggiogarsi reciprocamente e
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larmarsi per la difesa, non c alcun altro mezzo se non un diritto delle genti fondato su leggi pubblicamente dotate di potere, al quale deve essere sottoposto ogni Stato. Una pace universalmente durevole attraverso il cos detto equilibrio delle potenze in Europa una pura illusione. Questo il progetto di uno Stato universale di popoli, sotto il cui potere tutti gli Stati si dovrebbero adattare per obbedire alle sue leggi. Ma gli Stati non lo faranno mai, e cos pu valere solo per la teoria ma non per la prassi. Kant spera che nonostante questo, sia introdotto questuniversale Stato di popoli, confidando nella natura delle cose che sar poi messa in accordo con la natura umana, che non vuole considerare sprofondata cos tanto nel male. Cos anche in prospettiva cosmopolitica rimane salda laffermazione: ci che secondo principi della ragione vale per la teoria, vale anche per la prassi. Il secondo saggio che tratta argomenti terico-politici Per la pace perpetua, nel quale la tesi pi interessante che sar legoismo degli uomini a condurli in questo stato di pace perpetua; sar, cio, la miseria sempre maggiore derivante dal moltiplicarsi delle guerre a dimostrare il vantaggio comune per tutti i popoli di rinunciare definitivamente ad esse. La prima sezione del saggio, contenente gli articoli preliminari per la pace perpetua fra gli Stati, stabilisce innanzi tutto che nessun trattato di pace che sia stato fatto con la segreta riserva di materie per guerre pu valere come tale; ci a significare che questo trattato sarebbe una semplice tregua e non pace perpetua. Il secondo articolo vieta, invece, che uno Stato possa essere acquistato da un altro; questo perch uno Stato non un bene, ma una societ di uomini sulla quale ha la facolt di disporre e comandare lo Stato stesso. Annetterlo significa soffocare la sua esistenza come persona morale, andando anche contro lidea del contratto originario. Ancora, perch vi possa essere la pace perpetua devono scomparire gli eserciti permanenti, che minacciano incessantemente di guerra gli altri Stati con laddestramento incitandoli a superarsi a vicenda; non devono essere contratti debiti pubblici per le relazioni esterne dello Stato in quanto, un sistema di credito fondato su debiti che aumentano incessantemente, costituisce un pericoloso potere finanziario; vietata lintromissione forzata di uno Stato nella costituzione e nel governo di un altro, poich costituirebbe una violazione del diritto di un popolo che lotta con una sua malattia interna e non dipende da nessun altro; infine, nessuno Stato in guerra con un altro si pu permettere atti di ostilit che potrebbero rendere impossibile la reciproca affidabilit nella futura pace, infatti, anche nel mezzo della guerra vi deve sempre essere un minimo di fiducia fra gli Stati, perch altrimenti non potrebbe essere conclusa alcuna pace, e lostilit si trasformerebbe in guerra di sterminio. Gli articoli definitivi per la pace perpetua fra gli Stati sono contenuti nella seconda sezione del saggio, che esordisce specificando che la costituzione civile di ogni Stato deve essere repubblicana, cio una costituzione fondata sui principi della libert dei membri di una societ, della dipendenza di questi da ununica comune legislazione, e delleguaglianza dei cittadini di fronte alla legge. Questa costituzione repubblicana lunica che presenta la prospettiva della conseguenza voluta, cio la pace perpetua. Il secondo articolo definitivo stabilisce che il diritto delle genti deve essere fondato su un federalismo di liberi
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Stati. Ci dovrebbe essere una confederazione particolare, chiamata confederazione pacifica, distinta dal trattato di pace che cerca di dar fine ad una guerra mentre quella a tutte le guerre, rivolta al mantenimento e allassicurazione della libert degli Stati confederati. Secondo lultimo articolo definitivo, il diritto cosmopolitico deve essere limitato alle condizioni dellospitalit universale, intesa come il diritto di uno straniero di non essere trattato ostilmente quando arriva sul suolo di un altro, in forza di un diritto di visita, spettante a tutti gli uomini, di proporsi come membri della societ per via del diritto al possesso comune della superficie della terra. Si pu concludere che, dato che la comunanza tra i popoli della terra si estesa a tal punto che la violazione del diritto compiuta in un punto della terra viene percepita in tutti, lidea di un diritto cosmopolitico diviene un completamento del codice non scritto sia del diritto dello Stato, sia del diritto delle genti, per il diritto pubblico degli uomini in generale, e per la pace perpetua. Ci che assicura una garanzia della pace perpetua la natura, il cui fine ultimo di far sorgere dalla discordia tra gli uomini, anche contro la loro stessa volont, la concordia. Per quanto riguarda lo stato che la natura ha creato per i personaggi che recitano sul suo grande palcoscenico, essa si innanzi tutto preoccupata che gli uomini potessero vivere dappertutto sulla Terra, spingendoli con la guerra dovunque e li ha costretti ad entrare in rapporti pi o meno legali. Quindi, la natura cos come si preoccupata che gli uomini potessero vivere dovunque, ha anche disposto che dovessero vivere ovunque, presupponendo cos un concetto del dovere che gli obbligasse a questo per mezzo di una legge morale; la natura, invece, per questo suo fine ha scelto la guerra. Da tutti i giri tortuosi compiuti da unimmorale dottrina della prudenza per far nascere lo stato di pace fra gli uomini da quello di guerra, che proprio dello stato di natura, risulta che gli uomini, sia nei loro rapporti privati che in quelli pubblici, non possono sottrarsi al concetto del diritto e non osano fondare pubblicamente la politica solo sulle manovre della prudenza, ma anzi gli rendono tutti gli onori dovuti. Per quanto riguarda la questione se ci sia o meno un conflitto fra morale e politica nella prospettiva della pace perpetua, Kant spiega che oggettivamente, nella teoria, non vi alcun conflitto. Soggettivamente, invece, questo conflitto c, e questo un bene, perch serve per rendere affilata la virt, il cui vero coraggio consiste nellaffrontare il cattivo principio in noi stessi e nel vincerne la perfidia. Il principio morale negli uomini non si estingue mai, la ragione, che attua le idee del diritto secondo quel principio, a tal fine cresce costantemente per mezzo di una cultura sempre in progresso. La vera politica non potr mai fare alcun passo avanti senza prima aver reso omaggio alla morale. Laccordo della politica con la morale possibile solo in ununione federativa, e tutta la prudenza politica ha come base giuridica la sua istituzione nei pi ampi confini possibili. Kant conclude il suo saggio affermando che se dovere e insieme una fondata speranza realizzare lo stato di un diritto pubblico, allora la pace perpetua sar un compito che, assolto poco a poco, si avvicina costantemente alla sua meta.
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Perno centrale del XIII capitolo, intitolato Su un preteso diritto di mentire per amore degli uomini del 1979, se dire la verit sia un dovere fondamentale di ogni uomo. Rispondendo alle affermazioni di Benjamin Costant, secondo il quale dire la verit un dovere, inscindibile dal concetto di diritto, ma solo verso coloro che hanno diritto alla verit, concludendo che nessun uomo ha per diritto ad una verit che danneggi gli altri. Le obbiezioni mosse da Kant sono innanzi tutto che si dovrebbe parlare non di aver diritto alla verit, ma di veridicit in quanto verit soggettiva. La veridicit nelle affermazioni che non si possono eludere un dovere formale verso chiunque, per quanto grande sia il discapito che ne possa venire a lui o ad un altro. La menzogna, poi, non ha bisogno dellaggiunta per cui debba recare danno ad un altro, poich danneggia lumanit in generale e pu anche diventare punibile secondo le leggi civili. Chi mente, seppur benevolmente, deve sempre rispondere delle conseguenze di ci anche davanti al tribunale civile e sopportarne la pena. Essere veritieri quindi un sacro comando di ragione. Ogni uomo ha perci non dolo un diritto ma anche un dovere alla veridicit nelle dichiarazioni che non pu evitare, anche se questa possa arrecare un danno a lui o ad altri. Egli, in questo modo non compie un danno, ma unaccidentalit che causa questultimo. Nel XIV capitolo, Sulla fabbricazione di libri, Kant porta avanti la critica contro Friederich Nicolai in due lettere, luna intestata al Signor Friederich lo scrittore, laltra leditore. La prima lettera parla dellappropriazione di una parte di una trattazione frammentaria di Mser dal titolo Su teoria e prassi, che il Signor Nicolai sostiene aver ricevuto da egli per completarla. Si tratta di una storiella formata da dodici casi che hanno come punto centrale lereditariet. Nei primi sei i figli dei funzionari morti vengono messi da parte, ci per cui il popolo si trova male; negli altri sei, invece, vengono eletti, e questo porta al miglioramento del popolo. Kant a questo punto risponde allo stesso Mser con unaltra storiella che riguarda per soltanto gli ultimi sei governi, durante i quali il popolo aveva eletto, per la felicit generale, il figlio del predecessore, che appunto avviene nel settimo governo, il quale per progredito in cultura e lusso, aveva poca voglia di mantenere i possessi del padre con buona economia, ma aveva pi voglia di goderseli. Cos trova anche pi conveniente, con il consenso del popolo, abolire il diritto di primogenitura. Il popolo adesso si trova meglio ed pi felice. La ripugnanza verso i matrimoni di diverso ceto viene considerata solo un capriccio della vecchia costituzione feudale, ed infine nel dodicesimo governo si sorrider della bont della vecchia zia verso il giovane fanciullo, che si presume destinato ad essere il futuro duca. I capricci del popolo, a poco a poco, si trasformeranno in mostruosit che sono contrarie ai suoi scopi, ovvero alla felicit. Kant conclude la sua prima lettera affermando che si pu parodiare quella costituzione fondata sul principio della felicit, anche quando si potesse con sicurezza concedere a priori che il popolo la preferir ad ogni altra. La seconda lettera indirizzata al signor Nicolai, in qualit di editore, ed inizia con le considerazioni di Kant sulleditoria, definendo la fabbricazione di libri un settore dellindustria, che pu guadagnare in mo15

do eccessivo, se quella fabbricazione viene condotta col sistema della fabbrica, ci avviene attraverso un editore capace di giudicare e calcolare il gusto del pubblico e labilit del fabbricante da impiegarsi a tale scopo. Leditore, comunque, per ravvivare il suo commercio ha bisogno di prendere in considerazione il mercato su cui e verso cui di muovono i gusti del momento. Colui che nella fabbricazione e nel commercio esercita una pubblica attivit che si accorda con la libert del popolo, sempre un buon cittadino. Ultimo capitolo di questa raccolta riguarda Il conflitto delle facolt in tre sezioni, e pi specificatamente la seconda sezione: il conflitto della facolt filosofica con la giuridica. Quando gli si chiede se il genere umano progredisca sempre verso il meglio, Kant considera la totalit degli uomini riuniti in societ sulla Terra, suddivisi in popoli. In quanto, per, narrazione profetica di ci che il tempo futuro riserva, la storia dellumanit possibile solo a priori, che resa fattibile solo perch chi pronostica attua e prepara egli stesso gli eventi che egli annuncia in anticipo. I casi che possono contenere una predizione sono tre: o il genere umano in continuo regresso verso il peggio, tesi che si pu chiamare terrorismo morale, dove la caduta nel peggio del genere umano non pu proseguire ininterrottamente, in quanto finirebbe per distruggere se stesso; o in costante progresso verso il meglio riguardo alla sua destinazione finale, leudemonismo che appare insostenibile, e sembra promettere pochi vantaggi ad una storia profetica delluomo rispetto al progredire sempre oltre sulla via del bene; oppure il genere umano sta in uneterna immobilit nello stadio attuale del suo valore morale tra i membri della creazione, tesi che viene chiamata abderitismo, perch, dato che nelle cose morali non possibile una vera immobilit, un costante alternarsi di alti e bassi, non comporta nulla di diverso che se il soggetto fosse rimasto nello stesso punto e immobile. Anche se si osserva che il genere umano sia in progresso non si pu garantire che poi a causa della disposizione fisica della nostra specie, non abbia inizio lepoca del suo regresso; questo perch noi abbiamo a che fare con esseri liberi nellagire, a cui si pu solo in precedenza dettare cosa debbano fare, ma non predire cosa faranno. Se dovessimo attribuire alluomo una volont innata e inalterabilmente buona, allora questo progresso verso il meglio si potrebbe predire con sicurezza, perch riguarderebbe un avvenimento che egli stesso pu produrre. Ma con la mescolanza, nella disposizione, del bene col male, di cui non consce la misura, non sa neppure quale effetto possa aspettarsene. Nel genere umano si deve produrre una qualche esperienza che, in quanto evento, rinvii ad una costituzione e ad una sua facolt dessere causa del suo progresso verso il meglio e creatore di questo progresso. Ad una certa causa, comunque, si pu predire un certo risultato, se si verificano le circostanze che ad esso concorrono. Levento storico che rende possibile risalire alla disposizione al bene, intesa come causa, la Rivoluzione francese e il disinteressamento mostrato dai suoi attori e dai suoi spettatori. Il progresso, quindi, certo una condizione di possibilit, cio la condizione di pensabilit in generale della storia umana, ma deve essere prima verificato in uno specifico evento reale. Per quanto riguarda il guadagno derivante dal progresso Kant lo trova in un aumento, non di moralit nellintenzione, ma di legalit in azioni conformi al dove16

re, ossia di buone azioni degli uomini, che si produrranno sempre pi numerose e migliori. Ci si pu attendere il progresso verso il meglio attraverso il corso delle cose che vada dallalto verso il basso. Si pu concludere che, bench il genere umano nella sua totalit sia condizionato dallimpossibilit di decidere il suo destino, il progresso deve e pu allora costituire sia lidea che permette dinterpretare gli eventi umani, sia il fine razionale della prassi politica. Per Kant progresso il concetto che definisce come compito e come responsabilit la realizzazione dellidea di costituzione politica massimamente perfetta che lunico esempio della nozione Kantiana di idea in generale.

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