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Teatro alla Scala - Milano

Teatro alla Scala - Milano


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L'edificio, progettato da Giuseppe Piermarini e inaugurato nel 1778, sorse sulle ceneri del precedente Teatro Ducale, distrutto da un incendio nel 1776; deve il nome
alla chiesa di Santa Maria alla Scala, demolita per far posto al teatro inaugurato il 3 agosto 1778, sotto l'allora regno di Maria Teresa d'Austria.
Il progetto venne affidato al celebre architetto Giuseppe Piermarini, il quale provvide anche al disegno del “Teatro Interinale”, una struttura temporanea costruita
presso la chiesa di San Giovanni in Conca, e del Teatro della Cannobiana, dalla pianta assai simile a quella della Scala, ma in dimensione ridotta, dedicato a spettacoli
più “popolari”.[12] La decorazione pittorica fu realizzata da Giuseppe Levati e Giuseppe Reina. Domenico Riccardi dipinse invece il sipario, rappresentante, pare su
suggerimento del Parini, il “Parnaso”
L'estate del '43 vide l'acuirsi dei bombardamenti alleati su Milano:una bomba incendiaria esplose sul tetto provocando gravi danni alla sala (crollo del soffitto,
distruzione dei palchi del sesto e quinto ordine di galleria, gravi danni ai sottostanti e alle strutture di servizio), con il palcoscenico che fu risparmiato. Fu perciò
nominato un commissario straordinario (Antonio Ghiringhelli) che diede avvio ai lavori, guidati dall'ingegnere capo del Comune di Milano Secchi.
La decorazione neoclassica.
'ambiente è diviso, parallelamente alla facciata, da una fila di sei alte colonne in marmo. Le pareti sono decorate a stucco con paraste che sorreggono fregi e una ricca
trabeazione in parte dorata. Diversi specchi riflettono la luce dei lampadari di cristallo che pendono dalle volte.
Sul fondo, l'ampio varco centrale dà accesso, tramite una breve rampa tripartita da due colonne, alla platea. A destra e a sinistra, due coppie di varchi più piccoli
conducono tramite alcuni scalini ai corridoi dei palchi (quelli centrali) e ai guardaroba della platea (quelli laterali). Nelle pareti laterali dell'atrio si aprono quattro
porte: le prime comunicanti a destra e a sinistra, rispettivamente, con il buffet degli spettatori della platea, e con il bookshop, mentre le seconde con le "scale degli
specchi" che danno diretto accesso ai ridotti dei palchi e delle gallerie.
Il Piermarini, nel progettare la Scala, si ispirò al teatro di corte della reggia di Caserta di Vanvitelli e al Teatro San Carlo di Napoli.[61]. La sala si presenta a forma di
ferro di cavallo impreziosita da decorazioni di gusto neoclassico.
Il boccascena è di 16 x 12 metri
L'originario sipario in tela dipinta che si apriva a caduta è stato sostituito dall'attuale in velluto cremisi, con apertura all'imperiale, riccamente decorato a ricami in oro.
Nella parte superiore troneggia lo stemma del Comune di Milano. Sopra il boccascena, un orologio che indica l'ora (numero romano) e i minuti è sorretto da due
grandi figure femminili in basso rilievo.
I sei livelli sono oggi organizzati in quattro ordini di palchi e due gallerie.
La torre scenica si eleva alle spalle delle torrette. Parallelamente all'asse del progetto piermariniano, si eleva, infatti, un nuovo volume a pianta ellittica ospitante i
camerini degli artisti.
Tra gli accorgimenti adottati dal Piermarini, oltre alla forma della sala, vi fu la scelta della volta di legno, quasi una cassa di risonanza naturale. Un altro piccolo
accorgimento fu il diminuire sensibilmente le dimensioni delle colonne che separano i vari palchi.[101] Ottenne in questo modo, secondo le fonti, un'acustica
pressoché perfetta in ogni punto della sala, considerata tra le migliori dei suoi tempi.
2 007 spettatori.

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