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-G.Conti
Obiettivi didattici
La cosa che differenza i due profili sono le tipologie di utenza e le tipologie di risposte oltre alle tecniche di
addestramento. L’attività dell’infermiere di salute mentale si basava molto sulle capacità di relazione con i
pazienti (empatia), mentre per quanto riguarda l’infermiere di are critica, si gli aspetti relazionali devono far
sempre parte ma bisogna associare una capacità di ragionamento di analisi dei pazienti in modo più
complessa. Il fattore che influenza in questi ambiti è il Fattore Tempo: dato il poco tempo decisionale le
scelte devono essere rapide e precise.
Cenni storici
nel 1954 vennero istituiti i servizi di anestesia gestiti dagli anestesisti successivamente denominati
rianimatori.
rispondeva alla necessità di concentrare l’assistenza ai pazienti gravi che avevano bisogno di strutture ad
alte tecnologie con personale specifico.
il concetto di area critica viene introdotto nel 1989. Con il termine rianimazione si andavano ad identificare
tutti quei luoghi in cui c’erano questi pz che necessitavano di una rianimazione cioè di ristabilire le funzioni
vitali che erano state compromesse. In seguito, nasceranno le terapie intensive (cardiologica,
cardiochirurgica, neurochirurgica, pediatrica, ecc..).
sempre negli anni 80 nasce la necessità di portare l’assistenza direttamente sul territorio con il 118.
L’attività di un infermiere di area critica richiede, da parte dell’istituzione, degli interventi che sono anche
complessi: l’infermiere deve coniugare efficienza e riduzione degli errori. Il ruolo dell’infermieri di questo
ambito si deve basare su alcuni aspetti: innanzitutto l’imprevedibilità degli eventi e delle patologie,
variabilità della tipologia e della gravità delle patologie, molteplicità delle prestazioni da fornire e
complessità dei problemi e delle situazioni. Quello che si chiede è assumere un ruolo nell’ambito
dell’emergenza: il ruolo dell’infermiere in queste situazioni si deve basare sulla responsabilità delle azioni.
Questa responsabilità è ottenuta in 3 ambiti: la responsabilità intesa come
definito il concetto di ruolo vediamo di definire i setting in cui l’infermiere si può trovare a gestire
l’emergenza e urgenza
l’emergenza/urgenza si inserisce in una area vasta quale è l’area critica che si caratterizza per complessità e
rapidità di interventi atti a sostenere le funzioni vitali dell’individuo in condizioni cliniche precarie.
L’infermiere che gestisce l’emergenza urgenza ha capacità decisionale, riesce ad agire tempestivamente e a
rilevare e monitorare nel tempo i parametri vitali. Questi sono tutti fattori che possono essere raggiunti
dalle competenze
In questo ambito sono la qualità, quantità e continuità dell’assistenza che contraddistingue l’infermiere di
area critica da altre aree operative infermieristiche.
Il luogo in cui si verifica la situazione critica determina la maggiore o minore preponderanza che ciascuna di
queste variabili ha nel dimensionare la problematica dell’assistenza.
- Procedure
- Linee guida
- Protocolli
- Percorsi clinico assistenziali
Questi strumenti sono fondamentali nell’ambito dell’emergenza e soprattutto nell’inserimento dei neo-
assunti.
- Manualità lavorativa
- Abilità
- Capacità di analizzare problemi
- Individuare priorità e decidere sulla base della propria competenza
Cosa fare, quando e come.
L’infermiere in area critica deve essere in grado di capire di comprendere, analizzare ciò che sta
succedendo in breve tempo.
- Per definire la priorità di esecuzione di manovre in relazione alla specificità infermieristica.
- Per definire la possibilità di demandare o far intervenire altri operatori, per alcune attività
- Per decidere la non pertinenza infermieristica di alcune attività.
- Esplicita la sua competenza dimostrandosi:
o Rapido ed esperto nella gestione delle acuzie cliniche e nelle situazioni di emergenza
o Esperto nella gestione delle tecnologie, dei presidi e della strumentazione
TERAPIA INTENSIVA
È un luogo di degenza “protetta” nel quale si effettua un monitoraggio continuo delle funzioni vitali del
paziente e dove è possibile sostenere le stesse mediante diverse procedure e interventi (es. ventilazione
meccanica)
Cos’è l’EMERGENZA? Condizione statisticamente poco frequente che coinvolge una o più vittime che
pretendono immediato e adeguato intervento terapeutico con mezzi speciali di trattamento al fine di
stabilizzare i parametri vitali alterati. Invece cos’è l’URGENZA? È una condizione statisticamente ordinaria,
con individui colpiti da processi patologici pur non essendo in immediato pericolo di vita, è necessario
adottare entro breve termine un opportuno intervento terapeutico.
Obbiettivi
Quando ci troviamo di fronte a questo tipo di situazione ci viene in aiuto la CATENA DELLA PREVENZIONE .
Ognuno di noi deve essere preparato ovvero FORMATO ovvero dare una interpretazione dei segni che
osserva riconoscendoli immediatamente e cercando di stabilizzarlo in attesa che arrivi il soccorso. Tutto ciò
viene fatto attraverso un MONITORAGGIO, ovvero andare a misurare quelli che sono i segni vitali. In base a
ciò che abbiamo rilevato decidiamo se chiamare o meno LA RICHIESTA DI AIUTO. Quando chiediamo aiuto
dobbiamo attuare il metodo SBAR: SITUATION (situazione), BACKGROUND (anamnesi), ASSESSMENT
(valutazione), RECOMMENDATION (consigli/pianificazione). Sono una serie di informazioni che fanno si che
chi riceve la telefonata capisca già la situazione che bisogna affrontare.
E’ importante il riconoscimento precoce perché previene sia arresti cardiaci e morti, sia ricoveri in terapia
intensiva.
1. A… vie aeree
2. B… respiro
3. C…circolo
PROBLEMI DI B: DIMINUZIONE DEL DRIVE RESPIRATORIO (depressione SNC), DIMINUIZIONE DELLA FORZA
RESPIRATORIA(debolezza muscolare, danno nervoso, malformazione toraciche, dolore da fratture costali),
PATOLOGIE POLMONARI (pneumotorace,emotorace,infezioni, BPCO, asma, embolia polmonare, ARDS)
VALUTAZIONE INIZIALE
Respiro affannoso
1. Apertura vie aeree: estensione del capo sollevamento del mento, sublussazione della mandibola
(solo quando pz è incosciente)
2. Strumenti semplici (cannula orofaringea o rinofaringea)
3. Tecniche avanzate quale per esempio tubo tracheale o presidi sovra glottici (solo se esperti)
4. Capnografia precoce
5. Ossigeno (segni di distress respiratorio, si posiziona in fase A e si attua in fase B)
Valutazione: O Osservo (movimenti respiratori, ovvero osservo l’espansione del torace, respiro paradosso
quando interviene anche il movimento addominale )
P Palpo (presenza enfisema perché sentiamo crepitii alla palpazione /ferite penetranti)
A Ausculto (M.V rumori patologici, con fonendo vedo se c’è rumore vescicolare. Se si sente a
destra e non a sinistra ci sarà sicuramente un problema che non è di nostra competenza ma ci fa capire che
c’è un problema che impedisce la propagazione di questo rumore.)
C Conto (F.R.)
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