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DALLA FREQUENZA ALLE LE

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e proporzio-
esempio, I'abilitù dei violinisti è intuitiva In musica la parabola è la stessa, e non meno
nole allo sforzo continuo di adattare le frequenze cruenta: accanto a un trionfante dilagare di «grade-
delle corde vuote alle diverse posizioni sullo tastieru volezze>> più o meno simili e autorigeneranti, ecco
del proprio strumento, all'immutabile accordatura che appare sotto forme diverse (canti dai campi di
del pianoforte, ai tentativi oltrettonto faticosi di tutti cotone, gospels, una chitarra...elettrificata, un di-
gli strumentisti di mediare I'intonazione armonica storsore, un generatore di rumore bianco) un'istanza
con la divisione temperata. Il risultato complessivo completamente diversa, martirizzata e tacciata subito
può essere inesorobilmente straziante in un quartetto di disturbatrice, ma poi, lentamente, accolta con
di giovanissimi (non obbiamo paura di offendere una tolleranza diversa, magari invitata a corte.
categoria alla quole fondamentalmente apporteniamo La dissonanza, proprio con il suo carattere di
tutti noi innamorati della musica), tenero e potetico disturbo, di estraneità, di fastidio tanto più evidente
in una banda di paese, inarrivabile in un'orchestro quanto più rompe con un'armonia senza contraddi-
sinfonica, ma mai perfettamente in tono come in un zioni e senza aperture, è stata sempre l'elemento
accordo che si sprigiona da un sintetizzotore <<tempe- rivelatore di queste rivoluzioni. E in questa definizio-
rato>» elettronicomente: eppure quest'ultimo ci sem- ne la dissonanza ben si accompagna con forme
brerù meno musicale, d'onda aspre e irregolari, con rapporti non interi
delle armoniche dello spettro, con un'irregolarità
notevole dello spettro stesso, tutte contrawenzioni
all'ordine costituito.
Lo studio degli intervalli tra due suoni complessi
(quindi lo studio delle combinazioni sempre presenti
Consonanzù e dissonanza in una partitura musicale) richiama strettamente i
rapporti tra le diverse armoniche dello spettro e la
fondamentale; non solo, ma non possiamo affatto
Anche se non vogliamo addentrarci nei meandri del-
prescindere, nel valutare il grado maggiore o minore
l'Armonia e delle sue leggi (tanto imperative quanto
mutevoli nel corso dei secoli), non possiamo ignorare di consonanza percepita da un ascoltatore medio,
il concetto di consonanza e dissonsnza, due parame- dalla presenza e dalle relazioni reciproche stabilite
tri della percezione uditiva che da soli riescono a dalle stesse armoniche tra loro. In questo senso tutti i
fenomeni già visti a proposito dell'incontro (o scon-
differenziare un costume o una cultura musicale da
un'altra, o comunque a caratterizzare il messaggio di tro) tra due suoni (battimenti, fusione, controfase,
una partitura, anche di una sola battuta. Ora poi che unisono, ecc.) sono effettivamente la causa originaria
stiamo trattando i suoni complessi e la loro combina- di cio che diversamente 1000 o 100 anni fa venne e
zione, abbiamo un riferimento in più per articolare oggi viene sentito come consonante o dissonante.
dei chiarimenti di base su questi concetti.
È stato un luogo comune ricorrente associare la
consonanza ad una <<sensazione gradevole>> e la
dissonanza ad uno stato di agitazione emotiva <<spia-
cevole>>. È stato anche comunemente considerato il
carattere di relatività, soprattutto etnico-culturale, fr,
per tali percezioni: quello che è consonante per una
cultura può non esserlo per un'altra. Soprattutto (e
Eal -
uno sguardo all'evoluzione della musica nei secoli Sappiamo che fondamentalmente, rispetto alla scala maggiore
può riconfermarcelo), in ogni movimento culturale «classica>>, il blues introduce delle alterazioni sistematiche che ne
che abbia determinato una propria <<quiete sonora», rivelano inequivocabilmente il linguaggio chiave.
una legislazione a tutela del proprio ordine musicale Se consideriamo che questa scala è il punto di partenza per uno
(garantito soprattutto da suoni ritenuti gradevoli), sviluppo melodico-armonico chiaramente dissimile dalla struttura
tradizionale (non afro-americana, per intenderci), e se aggiungia-
abbiamo sempre assistito ad un'inevitabile e più o mo ancora che le progressioni armoniche frequenti nel blues sono
meno clamorosa rivoluzione dei cosiddetti <<rumori>> cantteizzate da una dinamica senza soluzione, per la quale un
contro i <<suoni>>, dei linguaggi dinomici contro la accordo di moto risolve su altri accordi di moto (soprattutto le
settime di dominante), possiamo avere un'idea di quanto lontani
stasi acquiescente e conservativa. eppure compenetrabili sono i due mondi. Tant'è che nessuno oggi
Anzi possiamo dire che più un sistema di leggi (non si sentirebbe di affermare che le dissonanze del jazz siano
soltanto musicali) si chiude in una sua <<perfezione>> sgradevoli.
intoccabile, tanto più diventa dirompente I'insorgere
di una contraddizione al suo interno, di una provoca-
zione che violentemente riesca a scardinare il rigore e
SCALA BLUES
l'autovenerazione legislativa. L'aspetto più parados-
sale, poi, di questo processo (che è vitale come vitale
è ogni movimento della storia) è il recupero, da parte
del <<sistema», di tali contraddizioni, l'incarneramen-
to progressivo di tali fermenti e l'inevitabile riorga-
nizzazione di un nuovo ordine costituito, dove le
vecchie leggi e le nuove istanze siedono sullo stesso
banco, oppure cedono la palma ad un terzo rappre-
sentante della nuova cultura, figlio legittimo dei
passati conflitti.

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