Sei sulla pagina 1di 116

In omaggio il calendario 2023 di Guido Scarabottolo

23 dic 2022/4 gen 2023 n. 1492 • anno 30 internazionale.it 4,00 €


Ogni settimana Editoriale Portfolio Fumetto
il meglio dei giornali Scrivere Occhi e piedi Resistenza
di tutto il mondo dopo Mandela vaganti in Sudafrica

D 10,00 € • PTE CONT 7,50 € • E 7,50 €


CH 8,80 CHF • CH CT 8,50 CHF
ART 1, 1 DCB VR • AUT 8,80 € • BE 7,90 €
SETTIMANALE • PI, SPED IN APDL 353/03
Un’illustrazione
di Lorenzo
Mattotti

Storie
Percy Zvomuya
presenta
Barbara Boswell
Richard Conyngham
Imraan Coovadia
Nonzuzo Gxekwa
Nozizwe Herero
Perfect Hlongwane
Karen Jennings
Bongani Kona
Keletso Mopai
Julie Nxadi
Saaid Rahbeeni
Lesego Rampolokeng
AUDITORIUM
PARCO DELLA MUSICA VENERDÌ 23 DICEMBRE
ENNIO MORRICONE SALA SANTA CECILIA | 21.00
EDOARDO BENNATO
LUNEDÌ 26 E MARTEDÌ 27 DICEMBRE
SALA SANTA CECILIA | 21.00
ANTONELLO VENDITTI
& FRANCESCO DE GREGORI
LUNEDÌ 26, MERCOLEDÌ 28,
GIOVEDÌ 29 DICEMBRE | 21.00
SABATO 31 DICEMBRE | 22.00
DOMENICA 1 GENNAIO | 18.00
TEATRO STUDIO BORGNA

Natalè TOSCA
MORABEZA RENDEZ-VOUS

Auditorium LUNEDÌ 26 DICEMBRE |


SABATO 31 DICEMBRE |
DOMENICA 1 GENNAIO |
18.00
22.00
18.00
SALA PETRASSI
NICOLA PIOVANI
LA MUSICA È PERICOLOSA
MERCOLEDÌ 28 E GIOVEDÌ 29 DICEMBRE
SALA SANTA CECILIA | 21.00

TEATRO ELISA
AN INTIMATE NIGHT
MUSICA VENERDÌ 30 DICEMBRE
SALA SANTA CECILIA | 21.00

GOSPEL DANIELE SILVESTRI


TEATRI/22
CIRCO DOMENICA 1 GENNAIO
CAVEA | 15.30

SPETTACOLI ENNIO PER ROMA


FEDERCORI FEDERAZIONE CORI ITALIANI
PER BAMBINI CHORUS INSIDE E ORCHESTRA XILON
LUNEDÌ 2 GENNAIO
ROMA 8 DICEMBRE 2022/ SALA SINOPOLI | 21.00
8 GENNAIO 2023 ENZO AVITABILE & PEPPE SERVILLO
DUET
GIOVEDÌ 5 GENNAIO | 21.00
VENERDÌ 6 GENNAIO | 18.00
SALA SINOPOLI
OPI ORCHESTRA POPOLARE
ITALIANA – AMBROGIO SPARAGNA
LA CHIARASTELLA
SABATO 7 GENNAIO
SALA SINOPOLI | 21.00
FABRIZIO BOSSO QUARTET
FEAT. NICO GORI
WE WONDER

SPONSOR MEDIA SPONSOR


SCOPRI TUTTO IL PROGRAMMA SU

auditorium.com
AUDITORIUM PARCO
DELLA MUSICA
ENNIO MORRICONE

LUNEDÌ 26
THE BROOKLYN
GOSPEL
HARMONETTES

ROMA VENERDÌ 23
FLORIDA
INSPIRATIONAL
MARTEDÌ 27
MERCOLEDÌ 28
GIOVEDÌ 29

GOSPEL SINGERS BRENT JONES


GOSPEL CHOIR

FESTIVAL DOMENICA 25
HARLEM
GOSPEL
VENERDÌ 30
SABATO 31
NATE MARTIN
23/31 DIC 2022 CHOIR & S.I.G.N.

PER I PIÙ CIRCO


PICCOLI OPS! RASSEGNA DI CIRCO
CONTEMPORANEO
MERCOLEDÌ 4 MARTEDÌ 3, MERCOLEDÌ 4
E VENERDÌ 6 GENNAIO | 16.00 E GIOVEDÌ 5 GENNAIO
GIOVEDÌ 5, SABATO 7 SALA PETRASSI | 18.00
E DOMENICA 8 GENNAIO | 11.00 CIRCO EL GRITO,
TEATRO STUDIO BORGNA TEATRO NECESSARIO,
LA COMPAGNIA COMPAGNIA BLUCINQUE NICE
DEL GLOBE CIRCO SUITE-SPETTACOLO
PER I PICCOLI IN TRE MOVIMENTI
RICCARDINO TERZO
VENERDÌ 6 GENNAIO
GIOVEDÌ 5, SABATO 7 SALA PETRASSI | 18.00
E DOMENICA 8 GENNAIO | 16.00 TEATRO NECESSARIO
VENERDÌ 6 GENNAIO | 11.00 NUOVA BARBERIA CARLONI
TEATRO STUDIO BORGNA
LA COMPAGNIA SABATO 7 E DOMENICA 8 GENNAIO
DEL GLOBE SALA PETRASSI | 18.00
PER I PICCOLI CIRCO EL GRITO
JOHNNY FATSTAFF E WU MING FOUNDATION
E LE PERFIDE CHEERLEADER UOMO CALAMITA
DI WINDSOR
23 dicembre 2022/4 gennaio 2023 • Numero 1492 • Anno 30
“Era stato l’amore a trasformare quel posto”

Sommario NOZIZWE HERERO A PAGINA 40

La settimana Glow, una donna trans di Johannesburg

Buon anno

Giovanni De Mauro
Non sprecare nessuna
LORENZO MATTOTTI

In omaggio il calendario 2023 di Guido Scarabottolo


23 dic 2022/4 gen 2023 n. 1492 • anno 30 internazionale.it 4,00 €
Ogni settimana Editoriale Portfolio Fumetto
il meglio dei giornali Scrivere Occhi e piedi Resistenza

occasione. Diventare
di tutto il mondo dopo Mandela vaganti in Sudafrica

un buon prodiere.
D 10,00 € • PTE CONT 7,50 € • E 7,50 €
CH 8,80 CHF • CH CT 8,50 CHF
ART 1, 1 DCB VR • AUT 8,80 € • BE 7,90 €
SETTIMANALE • PI, SPED IN APDL 353/03

Tuffarmi nelle acque Un’illustrazione


di Lorenzo
Mattotti

cristalline del
Storie
Percy ZvomuyaDodecaneso. Cercare
presenta
Barbara Boswell

i nostri eguali, osare


Richard Conyngham
Imraan Coovadia
Nonzuzo Gxekwa
Nozizwe Herero
Perfect Hlongwane
Karen Jennings
Bongani Kona
Keletso Mopai

riconoscerli. Lasciare
Julie Nxadi
Saaid Rahbeeni
Lesego Rampolokeng

NONZUZO GXEKWA
l’Europa. Non farla più difficile di
quanto lo è già. Vai Lokomotiv
Prenestino, impara lo schema flex.
Tatuarmi un piccolo coccodrillo. Padel
e surf. Andare a vivere a più di mille
PERFECT KELETSO MOPAI KAREN JENNINGS
metri d’altitudine. Fare ordine nella HLONGWANE
60 Come un adulto 104 Il primo giorno
cassetta degli attrezzi. Imparare l’arte 14 Festa sul ponte Disegni di Stefano Disegni di Davide
del lettering a mano. Viaggiare a Disegni di Christian Ricci Bonazzi
piccole dosi ma con regolarità. Sempre Dellavedova
e comunque antifascista. Più sala, LESEGO
meno streaming. Cambiare spesso i BONGANI KONA RAMPOLOKENG Le rubriche
miei percorsi. Studiare la Bibbia. 22 La corsa di Lila 66 Vittima recidiva 11 Editoriale
Imparare a usare l’idropulitrice. Più Disegni di Chiara Disegni di Francesca 111 L’oroscopo
vasche e meno batoste. Un tetto sulla Dattola Ghermandi
114 L’anno
testa, ma con i soffitti altissimi. Donna, del New Yorker
NOZIZWE HERERO PORTFOLIO
vita, libertà. Smettere di fumare.
Allargare i miei orizzonti alimentari. 30 Amarsi a Londra 76 Occhi e piedi
Disegni di Pierluigi vaganti Il prossimo numero
Non dare mai niente per scontato.
Longo Nonzuzo Gxekwa di Internazionale
Mezz’ora al giorno di esercizi.
Migliorare lo sfondo delle riunioni su uscirà il 5 gennaio
BARBARA BOSWELL 2023
JULIE NXADI
Zoom. Rispettare il buon proposito 84 Miss Johns
dell’anno scorso. Quel giorno mettermi 42 Sotto la pioggia
Disegni di Beatrice Disegni di Angelo
una maschera da Spider-Man. Monne
Bandiera
Imbroccare il format. Trovare il giusto
spazio. Ingrassare. Più stretching. Dare IMRAAN COOVADIA
FUMETTO
un senso alla mia patente di guida. 46 Victor e il custode 95 All rise
Arrabbiarsi di meno ma chiedere di più. Testo di Richard
Disegni di Gabriella
Fare una vacanza al mare d’inverno. Conyngham
Giandelli
Andare allo stadio. Coltivare l’amicizia Disegni di Saaid Articoli in formato
con gli animali non umani. Leggere. Rahbeeni mp3 per gli abbonati
internazionale.it/sommario

Smettere di accumulare roba. Non ho


nessuna intenzione di commettere gli I disegnatori di questo numero
stessi errori della Telefunken.
Districarmi nella giungla delle Beatrice Bandiera è nata nel 1995, vive e lavora a Bologna. Il suo ultimo libro è E invece di volare via
(Edizioni Corsare 2022). Davide Bonazzi è nato a Bologna, città dove vive e lavora. Chiara Dattola
mie password. Più polaroid, ma sempre
vive a Milano. Collabora regolarmente con Le Monde. Christian Dellavedova è nato e vive a
e solo all’asciutto. Prendere la patente. Milano. Francesca Ghermandi è nata e vive a Bologna. Tra i suoi ultimi libri Le tagliatelle di Lucrezia
Trovare le soluzioni. Inventare. (Minerva 2021). Gabriella Giandelli è nata a Milano nel 1963. Tra i suoi ultimi libri Aspettami a casa
Come ogni anno, questi sono i buoni (Sigaretten 2022). Pierluigi Longo è nato nel 1969 a Tripoli e vive a Milano. Angelo Monne, grafico
propositi della redazione di editoriale e illustratore, è nato, vive e lavora a Dorgali (Nuoro). Stefano Ricci è nato nel 1966 a
Internazionale. E i vostri? u Bologna. Tra i suoi ultimi libri Bdibartleby (Sigaretten 2022).

Internazionale 1492 | 23 dicembre 2022 9


Editoriale

Scrivere
dopo Mandela

Percy Zvomuya per Internazionale


I racconti di questo alla sua cella nel carcere di Rob- de fenomeno: l’emergere di una molteplici-
numero sono stati scelti
dallo scrittore,
giornalista e critico
letterario Percy
Zvomuya. Nato in
D ben island, un’ex colonia penale
nell’oceano Atlantico, Nelson
Mandela diventò il simbolo del-
la lotta del Sudafrica contro l’apartheid.
Dopo la sua liberazione fu presidente del
tà di voci nere dopo l’avvento della demo-
crazia nel 1994.
J.M. Coetzee vinse il suo secondo Boo-
ker prize nel 1999 con Vergogna (Einaudi),
un romanzo di cui si discusse molto anima-
Zimbabwe, ha vissuto paese, dal 1994 al 1999. Poi si ritirò a vita tamente nelle università e tra i politici. L’a-
e lavorato a lungo in privata per trascorrere più tempo con gli veva già ottenuto nel 1983 per La vita e il
Sudafrica. Dirige la amici e la famiglia, da cui era stato separato tempo di Michael K (Einaudi). Nel 2003 rice-
rivista When Three per ventisette anni. Quella di Mandela però vette il premio Nobel per la letteratura, il
Sevens Clash e ha è diventata una figura dominante che ha secondo assegnato ad autori sudafricani
collaborato con
continuato a incombere sul Sudafrica e sui dopo quello a Nadine Gordimer nel 1991.
Mail & Guardian,
leader che gli sono succeduti. È così che na- E tuttavia, invece di consolidare il domi-
The Guardian, London
sce l’espressione “dopo Mandela”, uno nio dei sudafricani bianchi sulla cultura del-
Review of Books e il
strumento interpretativo per comprendere le lettere nel paese, il premio a Coetzee fu
giornale panafricano
l’eredità lasciata al paese che ha contribuito seguito da un’affascinante polifonia di nuo-
Chimurenga.
a far diventare una democrazia. Un’unità di ve voci nere. Una delle più straordinarie è
misura per giudicare i suoi successori, ma quella di K. Sello Duiker, autore di Tredici
anche un segno della fine della speranza e centesimi. Sopravvivere a Cape Town (Marot-
dell’idealismo associati alla sua presidenza. ta & Cafiero), uscito nel 2000 e vincitore
Ma cosa significa di preciso in termini del premio degli scrittori africani del
cronologici? L’espressione si riferisce solo Commonwealth per il miglior libro d’esor-
al periodo dopo il 1999, quando Mandela si dio, e di The quiet violence of dreams (2001).
ritirò (e il romanzo Vergogna di J.M. Coetzee Duiker, morto suicida nel 2005, è spesso
vinse il Booker prize), o anche a quello suc- citato insieme a Phaswane Mpe, che pubbli-
cessivo alla sua morte, il 5 dicembre 2013? cò il suo ruvido romanzo Benvenuti a
In alcuni ambienti si temeva che l’assen- Hillbrow (Il Sirente) nel 2001.
za di Mandela potesse scatenare la temutis- Con la morte di Mpe nel 2004 e del suo
sima swart gevaar, che in afrikaans significa amico Duiker l’anno successivo, il Sudafri-
“minaccia nera”, una fase in cui gli africani ca ha perso due delle sue voci più originali.
avrebbero massacrato i bianchi senza pietà Se sono così rimpianti, è in parte perché a
per vendicarsi delle ingiustizie subite du- lungo si è pensato che la loro scomparsa
rante l’apartheid e il colonialismo. Alla fine avesse tolto al paese due voci insostituibili.
non è successo niente di tutto questo. Se in Forse è vero, ma in realtà nello stesso pe-
politica il significato di “dopo Mandela” è riodo stavano maturando altre voci affasci-
ambiguo, in letteratura si può dire che l’e- nanti. Una è quella di Lesego Rampolokeng
spressione fa riferimento a un unico, gran- (autore delle raccolte di poesie Horns for

Internazionale 1492 | 23 dicembre 2022 11


Editoriale
Hondo, Talking rain, The Bavino sermons, Parlando del “prima di Mandela”, quan-
The second chapter; delle opere teatrali Fa- do lui non era ancora salito al potere, una
non’s children e Bantu ghost – a stream of storia come quella di Nozizwe Herero sa- “Vi sono più cose in cielo e in terra, Orazio,
(black) unconsciousness; dei romanzi rebbe stata bloccata dai censori del regime di quante se ne sognano nella vostra filosofia”
William Shakespeare, Amleto
Blackheart, Whiteheart e Bird-monk seding). dell’apartheid. L’epoca di Mandela ha por- Il numero delle storie è a cura di Alberto
Notarbartolo e Francesca Sibani
Rampolokeng, presente con la sua poesia in tato benefici concreti alla comunità lgbtq+. Direttore Giovanni De Mauro
prosa in questo numero di Internazionale, Secondo la costituzione approvata nel Vicedirettori Elena Boille, Chiara Nielsen,
Alberto Notarbartolo, Jacopo Zanchini
Editor Giovanni Ansaldo (opinioni), Daniele
non appartiene precisamente alla genera- 1996, le persone omosessuali godono degli Cassandro, Carlo Ciurlo (viaggi, visti dagli altri),
Gabriele Crescente (Europa), Camilla Desideri
zione di Duiker e Mpe: è dieci anni più vec- stessi diritti degli altri cittadini per quanto (America Latina), Simon Dunaway (attualità),
Francesca Gnetti (Medio Oriente), Alessandro
Lubello (economia), Alessio Marchionna (Stati
chio di loro, e ha cominciato a scrivere negli riguarda matrimoni, pensioni, norme sul Uniti), Filippo Menci (Asia e Pacifico), Andrea
Pipino (Europa), Francesca Sibani (Africa), Junko
anni ottanta. La sua prima raccolta di poe- lavoro, adozioni e altro. Se però le leggi su- Terao (Asia e Pacifico), Piero Zardo (cultura,
caposervizio), Giulia Zoli (caposervizio)
sie, Horns for Hondo, fu pubblicata per la dafricane non criminalizzano la sessualità Copy editor Giovanna Chioini (web,
caposervizio), Anna Franchin, Giuseppe Rizzo,
Pierfrancesco Romano (coordinamento,
prima volta nel 1990, alla vigilia dell’avven- queer, la giustizia fai da te e una società caporedattore)
Photo editor Giovanna D’Ascenzi (web), Mélissa
to della democrazia. Si contraddistingue conservatrice costringono ancora oggi la Jollivet, Maysa Moroni, Rosy Santella (web)
Impaginazione Beatrice Boncristiano,
per il suo stile intenso, respingente e consa- comunità a vivere nella paura. Pasquale Cavorsi (caposervizio), Marta Russo
Web Annalisa Camilli, Stefania Mascetti
(caposervizio), Claudio Rossi Marcelli, Giulia
pevolmente riflessivo, pur riecheggiando La storia di Keletso Mopai esplora in Testa
Internazionale Kids Alberto Emiletti, Martina
alla lontana il romanziere zimbabweano parte la violenza endemica del paese. Un Recchiuti (caporedattrice)
Internazionale a Ferrara Luisa Ciffolilli
Dambudzo Marechera. Sempre in questo modo in cui questa si manifesta è l’odio nei Segreteria Monica Paolucci, Gabriella Piscitelli
Correzione di bozze Lulli Bertini, Sara
Esposito Traduzioni I traduttori sono indicati
numero, il brevissimo racconto di Julie confronti dei non sudafricani, soprattutto dalla sigla alla fine degli articoli. Ubah Cristina Ali
Farah, Sarah Victoria Barberis, Giuseppina
Nxadi riprende lo stile diretto e frammenta- se originari del continente. Un odio che ha Cavallo, Giusy Muzzopappa, Monica Pareschi,
Silvia Pareschi, Fabrizio Saulini, Francesca
Spinelli, Bruna Tortorella Disegni Anna Keen.
rio di Rampolokeng. prosperato in Sudafrica. L’estratto del ro- I ritratti dei columnist sono di Scott Menchin
Progetto grafico Mark Porter Hanno
Imraan Coovadia, nato negli anni set- manzo di Karen Jennings An island, sele- collaborato Gian Paolo Accardo, Giulia
Ansaldo, Cecilia Attanasio Ghezzi, Martina
tanta, è invece coetaneo di Duiker e Mpe, zionato per il Booker prize nel 2021, potreb- Baradel, Gabriele Battaglia, Gaia Berruto,
Francesco Boille, Jacopo Bortolussi, Giorgio
Cappozzo, Catherine Cornet, Sergio Fant,
oltre a essere stato allievo di Coetzee. A dif- be essere letto anche come una riflessione Claudia Grisanti, Ijin Hong, Anita Joshi, Alberto
Riva, Andreana Saint Amour, Concetta Pianura,
ferenza dei primi due, è ancora vivo, inse- sulla xenofobia e la competizione per i po- Francesca Spinelli, Laura Tonon, Pauline
Valkenet, Francisco Vilalta, Guido Vitiello
gna all’università e dirige il corso di scrittu- sti di lavoro, esacerbata dall’arrivo di milio- Editore Internazionale spa
Consiglio di amministrazione Brunetto Tini
(presidente), Giuseppe Cornetto Bourlot
ra creativa dell’ateneo di Città del Capo, da ni di persone da altre parti dell’Africa meri- (vicepresidente), Alessandro Spaventa
(amministratore delegato), Antonio Abete,
cui sono emerse molte altre nuove voci. Tra dionale, soprattutto dallo Zimbabwe. Giovanni De Mauro
Sede legale via Prenestina 685, 00155 Roma
Produzione e diffusione Angelo Sellitto
loro ci sono, per esempio, Masande Ntshan- Questo numero di Internazionale Amministrazione Tommasa Palumbo,
Arianna Castelli, Alessia Salvitti
ga, Yewande Omotoso e Henrietta Rose- avrebbe potuto includere molti scrittori Concessionaria esclusiva per la pubblicità
Agenzia del Marketing Editoriale srl
Innes. Coovadia ha scritto saggi, come la zimbabweani che vivono in Sudafrica, co- Tel. +39 06.69539344 - Mail: adv@ame-online.it
Subconcessionaria Download Pubblicità srl
Stampa Elcograf spa, via Mondadori 15,
raccolta Transformations e The poisoners: on me Robert Muponde, Sue Nyathi o Siphiwe 37131 Verona
Distribuzione Press Di, Segrate (Mi)
South Africa’s toxic past (1973-2020), e diver- Gloria Ndlovu. Ne ho scelto uno, Bongani Copyright Tutto il materiale scritto dalla
redazione è disponibile sotto la licenza Creative
si romanzi: Il matrimonio (Marsilio), I ladri Kona, che vive a Città del Capo ma è nato Commons Attribuzione - Non commerciale -
Condividi allo stesso modo 4.0 Internazionale.
Significa che può essere riprodotto a patto di
dagli occhi verdi (Newton Compton), High ad Harare in una famiglia formata origina- citare Internazionale, di non usarlo per fini
commerciali e di condividerlo con la stessa
low in-between, A spy in time e Tales of the me- riamente da persone emigrate nell’otto- licenza. Per questioni di diritti non possiamo
applicare questa licenza agli articoli che
tric system, da cui è tratto il testo pubblicato cento dal Sudafrica nella Rhodesia Meri- compriamo dai giornali stranieri.
Info: posta@internazionale.it
in queste pagine. dionale, oggi Zimbabwe. Kona, che inse-
Coovadia non è l’unico tra gli autori di gna all’università del Western Cape, ha Registrazione tribunale di Roma
n. 433 del 4 ottobre 1993
Iscrizione al Roc n. 3280
questo speciale ad avere un legame diretto curato la raccolta di saggi Our ghosts were Direttore responsabile Giovanni De Mauro
Chiuso in redazione alle 19 di venerdì
con Coetzee. La studiosa di letteratura e ro- once people: stories on death and dying. 16 dicembre 2022
Pubblicazione a stampa ISSN 1122-2832
manziera Barbara Boswell, sua collega Infine il testo di Perfect Hlongwane, au- Pubblicazione online ISSN 2499-1600

all’università di Città del Capo, è l’autrice di tore di romanzi come Jozi e Sanity prevail, PER ABBONARSI E PER
INFORMAZIONI SUL PROPRIO
ABBONAMENTO
Grace, vincitrice del premio per un’opera di riflette sulle disfunzionalità, l’avidità e la Numero verde 800 111 103
(lun-ven 9.00-19.00),
esordio dell’università di Johannesburg. Il corruzione del dopo Mandela. Neanche l’e- dall’estero +39 02 8689 6172
Fax 030 777 23 87
racconto di Boswell che trovate in questo poca di Mandela fu senza macchia: se i lea- Email abbonamenti@internazionale.it
Online internazionale.it/abbonati
numero, Miss Johns, fa un riferimento diret- der erano puliti, lo stesso non si può dire di LO SHOP DI INTERNAZIONALE
to a Coetzee evidenziando la sua presenza chi gli stava intorno. I semi della corruzio- Numero verde 800 321 717
(lun-ven 9.00-18.00)
Online shop.internazionale.it
più che spettrale, che si manifesta ancora ne che sono sbocciati in seguito (soprattut- Fax 06 442 52718

oggi nella psiche letteraria del Sudafrica, to con l’ex presidente Jacob Zuma) furono Imbustato in Mater-Bi

anche se l’autore si è trasferito molti anni fa piantati negli anni novanta. Raccontare
in Australia (nel 2018 il sudafricano Nthi- questa storia nei dettagli spetta alla prossi-
keng Mohlele ha pubblicato Michael K, una ma generazione di scrittrici e scrittori su-
reinterpretazione del classico di Coetzee). dafricani. u gim

12 Internazionale 1492 | 23 dicembre 2022


Perfect Hlongwane Disegni di Christian Dellavedova

Festa
sul ponte
l tempo, che non poteva essere governato, si prendente solennità, forse tradendo il fatto che, no-

I presentò alla festa vestito male. Un vero nostante la felice occasione, erano persone sempre
peccato. Il comitato del sindaco pianificava assillate da preoccupazioni molto più grandi di quel-
la cosa da un mese, ma appena cominciò la le che li coinvolgevano quel giorno.
settimana del tanto annunciato evento la Tuttavia, non c’era niente che sottraesse rilievo
pioggia, fitta e ininterrotta, cadde dal cielo all’evento. Non capitava spesso che dei funzionari
per giorni e giorni. “Nella nostra cultura, la pioggia è del governo nazionale si unissero al sindaco, e in-
una benedizione”, continuavano a ripetere diversi dubbiamente l’inaugurazione di un nuovo ponte,
impiegati, in faccia e nelle orecchie del sindaco, fino nello splendore dei suoi tre metri e mezzo, era un
a quando a lui non venne voglia di to- evento ancora più raro in queste zone
gliersi la cravatta e usarla per strango- Indubbiamente remote. Si diceva che ci sarebbe stata
lare qualcuno. l’inaugurazione abbondanza di cibo e bevande, ma na-
Il piccolo ponte, la cui “inaugura- di un nuovo turalmente il rispettoso ascolto dei di-
zione” era il motivo della celebrazione, ponte, nello scorsi era il prezzo che gli stomaci
era stato inagibile dal mercoledì fino al splendore dei suoi brontolanti avrebbero dovuto pagare
sabato dell’evento. Il fatto che la piog- tre metri e mezzo, per il loro vivo interesse verso il con-
gia fosse la causa dell’impraticabilità era un evento sueto rinfresco a seguire.
del ponte non era di per sé sorprenden- ancora più Un poeta, che aveva scelto come te-
te per chi aveva visto la struttura. Era ma le conquiste del partito al governo,
raro in queste zone
chiaro anche all’osservatore più otti- rubò la scena quando, alla fine della
mista che una forte pioggia l’avrebbe
remote sua poesia, incitò la folla a cantare con
PERFECT
resa inutilizzabile. lui: “Venite e ammirate / Venite A e ve-
HLONGWANE
è nato a Mbabane,
Comunque, erano state invitate alcune persona- nite B / Oh venite e vedete / Venite C e venite D / Oh
nello stato che allora lità di rilievo, che avevano confermato la loro pre- venite e ammirate / ciò che il congresso di un tempo
si chiamava senza dopo diverse pressioni. Era già stata pagata / ha fatto, ha fatto”, ripetendolo più volte. Un noto
Swaziland (oggi una fortuna a una “lontana” cugina del sindaco per ubriacone, che tutti chiamavano Bra Zest e che non
Eswatini), da genitori la fornitura di succo di frutta Oros e scone, e il ponte mancava mai a questo tipo di eventi, scattò in piedi e
sudafricani in esilio. era comunque visibile dalla striscia di terra su cui si mise a ballare mentre la folla riprendeva quel
Una prima versione erano stati allestiti un podio di fortuna e un gazebo mantra, ma il diffuso gradimento per la sua sponta-
di questa storia è traballante. neità fu un poco smorzato quando gli sforzi provoca-
stata pubblicata dal
Come succede spesso in eventi simili, ogni volto rono una forte scoreggia dalla fessura delle sue nati-
periodico
nel pubblico aveva un’aria di crescente attesa per che coperte di stracci. Alcuni risero bonariamente,
sudafricano Culture
Review Magazine
quella giornata. Era importante non solo essere pre- altri lo schernirono in maniera poco caritatevole, ma
con il titolo Anatomy senti, ma anche dare l’impressione di esserne con- l’espressione del volto di Bra Zest non si allontanò
of an opening. La tenti. Il pubblico aveva superato le aspettative: circa dalla smorfia allegra per cui si era a lungo allenato.
traduzione è di Sarah centocinquanta persone, rispetto alle cento previste. Fu allora che il ministro dei lavori pubblici, senza
Victoria Barberis. Sul podio improvvisato, i dignitari sedevano con sor- dubbio toccato dall’appassionato mantra e dalle gri-

14 Internazionale 1492 | 23 dicembre 2022


Internazionale 1492 | 23 dicembre 2022 15
Perfect Hlongwane
“Anche l’ultima da della folla, si alzò personalmente per ringraziare
volta, quando il poeta, consegnandogli quello che sembrava un
abbiamo accolto il sottile mazzo di banconote. Il gesto, eseguito con
premier, ha fatto quel tipo di movimento quatto e nascosto di chi vuo-
lo stesso con una le concludere la transazione in segreto anche se si
svolge davanti a una folla di spettatori, mandò subito
bambina che
in estasi il pubblico. Tra i presenti circolò una notizia
aveva tenuto un
che incontrò subito un sussurrato ma ampio consen-
discorso. Che Dio so: le banconote erano da 200 rand.
benedica Alcune ferventi donne tra il pubblico, unendo le
quest’uomo mani per applaudire questo atto di generosità, leva-
generoso” rono anche qualche gloria e alleluia. Ma Edith Mve-
lase, con l’elaborato copricapo che la distingueva tra
la folla come una delle partecipanti più illustri (an-
che se non era sul palco), rivendicò la sua apparte-
nenza lassù più che tra la polvere dei corpi brulicanti
là sotto.
“È così”, affermò a voce alta. “Il ministro è così”.
“Anche l’ultima volta, quando abbiamo accolto il
premier, ha fatto lo stesso con una bambina che ave-
va tenuto un discorso. Che Dio benedica quest’uo-
mo generoso”, disse, sventolandosi con un giornale
ripiegato mentre orecchie e occhi impressionati as-
sorbivano le sue parole. Purtroppo, il gesto generoso
del ministro fece sì che il poeta si lanciasse in un’al-
tra serie di strofe ripetitive, a cui il sindaco, che era
l’oratore successivo, reagì aggrottando le sopracci-
glia con disapprovazione e lanciando un’occhiatac-
cia al bardo sudato.
In realtà, il sindaco era più arrabbiato con il mini-
stro dei lavori pubblici che con l’entusiasta poeta,
ritenendo che la generosità del primo fosse una cosa
che avrebbe dovuto prevedere, come qualcuno il cui
battito cardiaco sia in sintonia con quello della popo-
lazione locale presente all’incontro. Ma l’audacia del
ministro, che veniva nel suo collegio elettorale e poi
dava spettacolo di generosità per farsi notare, era
davvero incredibile. “Ha pensato in che luce mi met- rete tutti con me, è uno dei figli più dotati della co-
te questa sua esibizione?”, pensò il sindaco, furente. munità”. Ci furono mormorii di approvazione e un
Ben presto fu il suo turno di parlare. Sentendosi in generale annuire di teste.
netto svantaggio, prese la parola con uno slancio che “Onorevole ministro”, continuò, voltandosi per
non era da lui. lanciare uno sguardo di fuoco al sorridente membro
“Dio è buono!”. del gabinetto, “non sorprende che lei sia rimasto co-
E il pubblico rispose: “Sempre!”. sì colpito dal modo in cui il giovane usa le parole. In-
“Sempre!”. fatti, io e mia moglie stavamo giusto discutendo,
“Dio è buono!”. poco prima di venire qui, su quando dargli il regalo
Il botta e risposta erano diventati un classico del- che gli abbiamo comprato durante la nostra ultima
le domeniche (la maggior parte), durante le quali il visita nella capitale…”.
signor sindaco svolgeva il ruolo di maestro di ceri- “Giovanotto”, continuò il sindaco, agitando un
monie nella chiesa locale, e aveva presto scoperto dito fintamente minaccioso in direzione del poeta,
che la cosa funzionava altrettanto bene anche in in- “dopo devi venire alla residenza, perché lì ti aspetta
contri di natura più laica. Ma era un uomo dal tempe- il tuo computer portatile nuovo di zecca”.
ramento reattivo e volubile, e il pensiero di come il In quel momento l’assemblea si ammutolì per un
ministro lo avesse appena messo in difficoltà a casa attimo. Una confusione, immediata, provocata dal
sua lo faceva ancora ribollire di rabbia. Deglutì a fa- fatto che il sindaco era un uomo notoriamente avaro.
tica, fece un respiro profondo e guardò con gli occhi Ma la moglie del sindaco intervenne prontamente,
velati di chi è davvero, anche se solo interiormente, prima che un qualsiasi dubbio potesse germogliare
esasperato. in quella situazione. Quasi facendo trasalire l’autrice
“Questo giovane uomo”, esordì, indicando il po- dei discorsi del ministro, una giovane bella donna
eta, che ora era sceso dal palco e si trovava in prima che lo seguiva dappertutto, la signora sindaca, come
fila tra il pubblico in piedi. “Questo ragazzo, conver- le piaceva essere chiamata, balzò in piedi sul posto e

16 Internazionale 1492 | 23 dicembre 2022


gridò: “Ah! Ma papi, dovevamo darglielo in chiesa! Quest’ultima domanda fu espressa con un pizzi- “Onorevole
Pensavo che fossimo d’accordo!”. co d’ironia e la folla rise alla battuta. Ma il sindaco ministro”,
Ne seguì uno stato di quasi pandemonio che durò era deciso ad affrontare una volta per tutte l’impre- continuò,
più di un minuto. Il poeta, dubbioso e speranzoso vista e sgradita glorificazione del poeta. voltandosi per
allo stesso tempo, sentendo che, anche se non c’era “Soccorsi! Dove sono i soccorsi quando ce n’è bi- lanciare uno
mai stato un computer portatile, ora doveva per for- sogno? Dove sono queste persone? Soccorsi!”.
sguardo di fuoco
za essercene uno, alzò in aria un braccio e un pugno E mentre i primi soccorritori in divisa appariva-
al sorridente
chiuso in segno di giubilo, al che fu afferrato da mol- no, correndo da un veicolo vicino, altre due guardie
te mani e issato in alto. Questo evento, che fece del del corpo avevano già preso il poeta e lo stavano por- membro del
poeta il centro momentaneo dell’attenzione, sareb- tando verso di loro. gabinetto, “non
be potuto continuare ancora per un po’ se una delle “Ecco”, disse il sindaco con la sua voce più rassi- sorprende che lei
guardie del corpo del sindaco non avesse avuto la curante, sentendo per la prima volta dopo lunghi sia rimasto così
presenza di spirito di gridare in uno dei microfoni a minuti che stava riprendendo il controllo della situa- colpito dal modo
sinistra del sindaco. zione. “Sì… controllate il braccio. Sono sicuro che in cui il giovane
“Mettetelo giù!”. stia bene, ma… controllate il braccio. Questa folla sta usa le parole”
L’ordine fu impartito con tale forza che le mani, cercando di uccidere il giovane nel suo giorno fortu-
per obbedire all’istante, non ebbero il tempo di pen- nato”, al che il pubblico scoppiò di nuovo a ridere,
sare a un atterraggio morbido per l’eroe del momen- sollevato dal fatto che il sindaco avesse conservato
to; così il poeta atterrò piuttosto goffamente e dovet- un po’ del suo umorismo e lo stesse condividendo
te allungare una mano per attutire la caduta. con loro.
“Vedete”, disse il sindaco, cercando di riprendere Fu questo scoppio di risa a svegliare il ministro
parzialmente in mano la situazione. “Guardate co- dei lavori pubblici per l’ennesima volta da quando gli
me avete quasi ferito il nostro bene più prezioso, il era stata offerta la sedia dorata e rossa a lui riservata
nostro tesoro. Siete forse invidiosi?”. per l’occasione. Si guardò intorno irrigidito e imba-

Internazionale 1492 | 23 dicembre 2022 17


Perfect Hlongwane
razzato, perché chi si sveglia per le risate spesso so-
spetta di essere il bersaglio di uno scherzo. Il sindaco
si schiariva la voce e diceva quanto fosse felice che
un ministro in carne e ossa avesse sottratto tempo
alla sua fitta agenda, per non parlare del viaggio fino
al “nostro piccolo e umile angolo di questa regione”
e così via.
Mentre parlava, ripetendo frasi trite che non ave-
va bisogno di ripassare (ma che, si potrebbe aggiun-
gere, era sempre felice di riesumare), il sindaco ag-
ganciò lo sguardo della moglie mentre si girava per
rivolgersi agli assistenti del ministro. Un microse-
condo fugace, a dire il vero, ma non poté fraintende-
re il perplesso fastidio nello sguardo che lei gli rivol-
se. “Come diavolo facciamo ad andarcene da qui in
debito con questo ragazzo di un portatile inesistente,
e poi dove lo prendiamo? Mi stai incasinando il bud-
get”, disse fugacemente lo sguardo, prima di scio-
gliersi nella calda e materna sollecitudine della bella
autrice dei discorsi, che le domandava se il vento e la
polvere non fossero troppo per lei e se non volesse
uno scialle per coprirsi le spalle e perfino il viso. Non
c’era bisogno che la signora sindaca ascoltasse il di-
Il pastore Agrippa
scorso del marito, aveva già sentito quelle cose cen-
Khumalo aveva tinaia di volte.
tutte le ragioni per Mentre i venti minuti cominciavano lentamente
sentirsi offeso in ad approssimarsi ai trenta e il sindaco continuava a
questa snocciolare i successi della sua amministrazione, il
circostanza, in pastore Agrippa Khumalo, uno dei membri della co-
cui, per ragioni che munità più arrabbiati tra quelli presenti, aveva trova-
nessuno gli aveva to uno sfogo per la sua frustrazione: lo si sentiva in-
spiegato e fatti gridare dal veicolo verso il quale i primi soccor-
ignorando la ritori avevano scortato il poeta illeso.
prassi più o meno “Guarisci! Guarisci! Nel nome di Gesù! Guarisci!
Urrr…”, si sentiva competere con il monologo del
consolidata,
sindaco, che ora stava sciorinando numeri e percen-
c’erano tuali di poco interesse per la folla riunita. Dire al pro-
importanti bo guaritore di placarsi, era un compito che nemme- qui?”, chiese il sindaco a nessuno in particolare.
personalità che no le guardie del corpo del sindaco sembravano di- “Dov’è una sedia?”, continuò il sindaco, guar-
partecipavano a sposte a svolgere. dandosi intorno sul palco.
un evento del In effetti, il pastore Agrippa Khumalo aveva tutte “Mfundisi! Per favore, sali!”.
comune, ma lui le ragioni per sentirsi offeso in questa circostanza, in Il pastore Agrippa Khumalo lasciò andare il poe-
non era sul palco cui, per ragioni che nessuno gli aveva spiegato e ta, che ora era decisamente infastidito nonostante le
ignorando la prassi più o meno consolidata, c’erano banconote da 200 rand che foderavano la tasca po-
importanti personalità che partecipavano a un even- steriore dei suoi pantaloni a motivi africani, e comin-
to del comune, ma lui non era sul palco. Teneva il ciò a marciare trionfalmente verso il podio.
poeta in quella che, da lontano, sembrava una mor- “Siediti padre mio”, pregò il sindaco, mentre il
sa; lo stringeva forte da dietro, in modo che il braccio suo pastore saliva sul palco.
che lo bloccava afferrasse anche la spalla del giova- “Quest’uomo è il mio padre spirituale”, aggiunse
ne, e gridava a squarciagola le sue suppliche di gua- il sindaco.
rigione “in caso ci fosse qualcosa di rotto”. “Cominciavo a chiedermi chi avrebbe detto una
“Guarisci! Urrr… Guarisci! Urrr…”, continuava preghiera finale”.
deciso l’uomo di Dio, e il sindaco cominciò a capire Ma nel suo cuore, che a volte dimentica la neces-
che era necessario un intervento rapido. sità di questo tipo di alleanze strategiche, pensò:
“Ah, mfundisi! Il mio pastore personale!”. “Quest’uomo è uno sfacciato. Si sta prendendo dav-
La stretta del pastore Agrippa sullo sfortunato vero troppo spazio”. In ogni caso, il sindaco accettò il
poeta si allentò un po’. fatto che il suo pastore avrebbe dovuto tenere una
“Mfundisi, sei qua!”. preghiera di chiusura, anche se non era stato previ-
E la presa del predicatore offeso sul suo paziente sto nulla del genere per quel giorno. Una delle sue
si ammorbidì ancora di più. guardie del corpo sussurrò anche al sindaco, proprio
“Perché nessuno mi ha detto che l’uomo di Dio è mentre riprendeva il suo posto dopo aver finalmente

18 Internazionale 1492 | 23 dicembre 2022


terminato il lungo discorso, che gli scone e gli Oros mo felici di servire la causa del tuo grande regno, ma
forniti per questa festa inaugurale sembravano piut- non lo facciamo per ambizione personale. E so, mio
tosto scarsi per le dimensioni della folla riunita. Signore (e qui cominciò ad alzare ulteriormente la
Mentre la fronte gli si corrugava per la rabbia, il voce, già forte), che è solo il tuo santo spirito a ricorda-
sindaco stabilì con risolutezza che la presunta lonta- re a un raduno dei tuoi figli, come questo, che l’evento
na cugina fosse una donna avida che in futuro non non dovrebbe cominciare e nemmeno chiudersi sen-
avrebbe beneficiato di nessuno degli eventi e dei za una preghiera. E come continuare senza invocare
progetti del comune. Naturalmente, questo momen- la tua presenza onnipotente per guidarci tutti?”.
to di fastidio non si sovrappose al ricordo del sindaco Il sindaco, che aveva seguito con attenzione la
di aver intascato la metà del denaro destinato alla direzione che la preghiera stava prendendo, dopo un
cugina, soldi che aveva preteso di versare su uno dei po’ di sconcerto iniziale, si sentì attaccato. Insom-
suoi conti personali il giorno dopo averli ricevuti dal ma, questo pastore, invece di essere grato di essere
responsabile delle finanze. stato chiamato sul palco e di aver ricevuto il microfo-
Il pastore Agrippa, arrivato il suo momento sotto no per la preghiera di chiusura, continuava a pren-
i riflettori in tutta la loro gloria, non era il tipo d’uo- dersela con coloro che avevano osato lasciarlo fuori
mo che si lasciasse sfuggire l’occasione per usarli, dal programma?
anzi, perfino con un extra. Cominciò la preghiera Ma il pastore Agrippa Khumalo non aveva finito.
osservando che la sacra Bibbia ammonisce tutti i L’uomo di Dio non era il tipo di persona che si lascia
buoni cristiani a perdonare non solo i loro nemici, sfuggire un’opportunità, così spostò l’attenzione sul
ma anche i loro amici. ministro dei lavori pubblici, che era, lode a Dio, in
“Tu solo sai, o Signore, che noi che abbiamo de- mezzo a loro. E gli rivolse la sua attenzione con tutta
dicato umilmente la nostra vita al servizio del tuo la forza della profezia.
vangelo non lo abbiamo fatto per il desiderio di esse- “Mio Dio! Mio Dio!…”. L’emozione sembrava sof-
re ricompensati personalmente… o riconosciuti. Sia- focargli la voce, senza comprometterne per una fra-

Internazionale 1492 | 23 dicembre 2022 19


Perfect Hlongwane
zione di secondo il volume. L’intensità appassionata cezza del gusto. Infatti, mentre i dignitari si prepara-
del momento fece sì che uno dei confratelli tra la vano a scendere dal palco e a dirigersi verso gli impo-
folla cominciasse una rumorosa liturgia. Il baritono nenti convogli che li avrebbero scortati al municipio,
echeggiante di quest’ultimo minacciava di sovrasta- dove il cibo sarebbe stato senza dubbio di qualità
re perfino le grida del pastore Agrippa. E una donna molto superiore, la delusione dei presenti per il rin-
anziana vicino a lui cominciò a piangere in modo fresco che era stato preparato per loro divenne pal-
incontrollato per ragioni che, anche mentre scrivo, pabile. Il poeta, con i soldi che aveva in tasca e che
caro lettore, mi rimangono poco chiare. Queste due non vedeva l’ora di spendere al Kentucky Fried
ultime interruzioni fecero sì che il pastore si fermas- Chicken vicino al garage all’angolo, oltre il quale si
se un attimo, per evitare che la sua profezia sul mini- vedeva la strada sterrata che portava alla township,
stro si perdesse nel tumulto, cosa a suo parere davve- bevve un sorso di Oros annacquato e rovesciò il con-
ro inopportuna. tenuto del suo bicchiere, sbuffando con disprezzo.
“Mio Dio!”, ricominciò. “Ma non faranno mica sul serio”, sibilò a nessuno in
“Solo con il dono della tua benedizione, che ci fa particolare. Dentro di sé, però, il poeta non poteva
vedere più lontano di quanto gli uomini possano ve- fare a meno di sentire che aveva avuto, a tutti gli ef-
dere, posso dire oggi, in questo angolo nascosto del fetti, una buona giornata.
paese, senz’ombra di dubbio, che siamo davvero in Sentiva con forza che la promessa del computer
presenza di un futuro presidente di questo paese!”. portatile doveva essere rapidamente esaudita. Sfor-
tunatamente, decise che la guardia del corpo prefe-
al pubblico si levò un forte coro di rita del sindaco era la prima persona che avrebbe

D alleluia misto a esclamazioni di


sorpresa, shock e stupore. Il mini-
stro, naturalmente, sapeva che tipo
di gioco si stava giocando. Era il ti-
po di leccata di culo a cui si era abi-
tuato, in occasioni diverse e per motivi diversi. Cio-
nonostante, si concesse un breve momento d’irrita-
zione, accompagnato da un sorrisetto di apprezza-
mento per lo spettacolo.
dovuto aiutarlo in questa impresa. Subito. La sua ri-
chiesta perfettamente ragionevole fu accolta con la
più inaspettata delle aggressioni. Innanzitutto, l’uo-
mo lo fece precipitare all’indietro con un deciso
spintone.
“Perché lo chiedi a me? Perché non lo chiedi a lui
direttamente? Datti una calmata!”.
La cosa colpì il bardo della comunità come una
grande ingiustizia. Quando cercò di intervenire con
Ora, se a questo punto degli eventi qualcuno un “ma, capo!” ben scandito, le cose peggiorarono.
avesse intravisto il poeta (e tu, fortunato lettore, sei “Vattene via, ragazzo!”.
nella posizione giusta per riuscirci) avrebbe notato La loro inimicizia fu suggellata da quest’ultima
che il tipo era abbastanza imbronciato. Tutte le at- dichiarazione di rifiuto. Un ultimo atto di violenza
tenzioni, infatti, gli erano state tolte, comprese quel- ingiustificata. Gli occhi del poeta si riempirono di
le sgradite dell’uomo di Dio, il pastore Agrippa Khu- lacrime di fronte a questo insulto. “Pensano che non
malo. Inoltre il poeta aveva cominciato a pensare siamo niente, perché loro sono al potere. Non rispet-
molto seriamente a come mettere le mani sul pro- tano il popolo”. Nel suo momento di cieca furia, il
messo, inesistente computer portatile. Secondo il poeta era abbastanza convinto che questo attacco
poeta, oltre alle banconote da 200 che teneva in ta- alla sua dignità, per non parlare dell’apparente sabo-
sca avrebbe dovuto ottenere qualcosa di tangibile taggio delle sue prospettive personali e dei suoi be-
per la sua brillante performance di quel giorno. nefici materiali, fossero letteralmente l’incarnazio-
Ma dobbiamo arrivare alla questione degli Oros ne del disprezzo del partito al potere per “il popolo”.
e degli scone, soprattutto perché l’abbondante offer- Non è necessario, a questo punto, entrare nel det-
ta di questi basici prodotti era il principale fattore di taglio del fatto che il poeta era un tipo piuttosto pre-
motivazione per buona parte dei partecipanti. Pur- suntuoso, spronato e guidato dall’ambizione, e che
troppo, si scoprì che la presunta lontana cugina del gli eventi del giorno non fecero altro che esaltare al-
sindaco non era stata molto onesta nell’utilizzo del cune sue qualità intrinseche, in particolare la sua
budget a lei assegnato. In effetti, un senso di genera- tendenza a ingigantire ogni piccolo affronto perso-
le inquietudine, che si trasformò in un forte malcon- nale rendendolo una questione di vita o di morte.
tento dei più coraggiosi tra i presenti, si diffuse rapi- Più tardi, quando la madre del poeta, avendolo
damente tra le gole in attesa nel pubblico. Gli scone, sentito arrivare a casa, entrò nella sua stanza per
trascinati in mezzo alla folla in grandi sacchetti di chiedergli come fosse andata la giornata, lui dovette
plastica trasparente, non sembravano in grado di nascondere in fretta il ferro carico di proiettili che
sfamare neanche una folla di cinquanta persone, aveva trovato circa due mesi prima, durante una fe-
per non parlare delle centocinquanta bocche e sto- sta dello sport, nascosto nell’erba vicino al piccolo
maci presenti. L’augusta occasione, cominciata così anonimo ruscello che scorreva a sud dell’unico cam-
bene, sembrava davvero destinata a una conclusio- po da calcio della comunità. Lo teneva tra le mani
ne infausta. pensando, ehi, queste guardie del corpo credono di
Ancora peggio, si scoprì presto che gli Oros erano essere le uniche ad avere una pistola. Gliela faccio
stati diluiti solo per dargli una parvenza di colore e vedere io! Non mi conosce. Nessuno può spingermi
non, come le gole radunate si aspettavano, per la dol- così, davanti a tutta quella gente. u

20 Internazionale 1492 | 23 dicembre 2022


Bongani Kona Disegni di Chiara Dattola

La corsa
di Lila
a mia migliore amica era Lila. Diceva- Quell’inverno avevo nove anni. Eppure, certi giorni,

L no tutti che somigliava a un maschio. mi sembra ieri che siamo andati a gridare nel bo-
Non portava i capelli raccolti in trecci- sco, con le mani a coppa intorno alla bocca. Il buio
ne elaborate come le altre bambine che filtrava dagli alberi mentre il suo nome riempiva
della nostra strada. Aveva la testa li- l’aria.
scia. Rasata quasi fino alla cute.
Vivevamo a Chatterton. Le nostre case erano vi-
“Perché non ne parli mai?”, chiede S.
Sono passati tanti anni da quando S. era uno stu-
cine, su una via senza uscita che si chiamava Addi- dente post-dottorato del mio dipartimento; e, suc-
son road. Alla fine della strada l’asfalto lasciava spa- cessivamente, anche il mio amante. I suoi occhi era-
zio a ettari di veld. Un sentiero che s’in- no color del mare e i dreadlock biondi
sinuava tra eucalipti giganti e blue gum Non ho mai dovuto gli arrivavano fino alle spalle. Gli uomi-
portava alla scuola elementare del Sa- soffrire la precarietà ni del cantiere vicino al palazzo dove
cro cuore. Ancora oggi vedo Lila che dell’amore per i figli. vivevo fischiavano ogni volta che pas-
corre davanti a me in mezzo all’erba È una cosa terribile, savamo. Sembrava una ragazza e, sup-
alta, l’ultimo giorno d’autunno. La sua credo, guardare pongo, ci vedevano qualcosa di scan-
uniforme scozzese increspata dal ven- i figli crescere daloso.
to. Ansimando, le mani sulle ginoc- ed essere “Dovresti raccontarlo a qualcuno”,
chia, alzo lo sguardo e vedo i gabbiani completamente dice, tenendomi il mento nelle mani
volare in circolo. morbide.
impotenti di fronte
“Vieni”, dice lei. Mi volto e distolgo lo sguardo. Verso
Ma io non ce la faccio. Le gambe, il
al loro destino il fascio di luce obliquo contro la parete
petto, mi brucia tutto. Una sensazione della camera da letto. Non rispondo.
BONGANI KONA
è uno scrittore e
che oggi riconosco come invidia mi stringe le valvole È come una favola nera. Quattro bambini anda-
giornalista nato nel cardiache. Una femmina mi sta battendo nella corsa. rono a correre nel bosco al tramonto. Tornarono a
1985 ad Harare, nello Per quanto mi sforzi, so che non la prenderò mai. È la casa in tre…
Zimbabwe. Insegna verità. Non la prenderò mai. È così che me la ricordo.
alla facoltà di storia Ho trentasei anni. Vivo solo in un appartamento Vivevamo in un paese di uomini. Uomini segnati
dell’università del da single a Città del Capo, la città più lontana da Ad- dalla guerra. Perseguitati dalle cose che avevano vi-
Western Cape, a Città dison road dove la vita mi abbia portato. Non sono sto e fatto nei campi di battaglia. Avevano perso
del Capo. Il racconto mai stato sposato né ho mai dovuto soffrire la preca- qualcosa di sé guadando i fiumi e le paludi nelle cam-
di queste pagine, il
rietà dell’amore per i figli. È una cosa terribile, credo, pagne con i kalashnikov in spalla.
cui titolo originale è
guardare i figli crescere ed essere completamente Il nostro quartiere – un gruppo di case in stile co-
Lila, è uscito nella
raccolta Hair: weaving
impotenti di fronte al loro destino. Non avere voce in loniale olandese del Capo, che a metà degli anni ot-
& unpicking stories of capitolo sulla loro vita o la loro morte. Potrei dirvi tanta era in declino – era stato desegregato dopo l’in-
identity. La che non c’è giorno che non pensi a Lila o a suo padre dipendenza. Tutte le volte che incontravamo uno dei
traduzione è di con gli occhi stretti che cerca nella sterpaglia all’im- nostri vicini – magari stava facendo una commissio-
Fabrizio Saulini. brunire, ma non sarebbe la verità. Non del tutto. ne, o tornava dal lavoro – ci avevano insegnato a

22 Internazionale 1492 | 23 dicembre 2022


Internazionale 1492 | 23 dicembre 2022 23
Bongani Kona

Lila apparteneva chiedere prima come stavano gli uomini e solo dopo nando gli occhiali e pulendoli subito con l’angolo
al mondo dei le donne. della camicia.
maschi. Era una Le donne facevano lavori da donne. Cucinavano “Dici?”. Israel inclina la testa e stringe gli occhi,
di noi. Eravamo i e pulivano, vestivano i bambini o stavano alla cassa appoggiandosi allo schienale della sedia.
quattro dei negozi. “Vedrai. I medici sanno quello che fanno”.
“Io non sono una femmina, ci diceva continua- Tafadwa morì a ottobre. Un giorno che aveva pio-
moschettieri di
mente Lila”. La gente aggrottava la fronte. vuto forte tutto il pomeriggio e fino alla sera tardi. La
Addison road:
Lila apparteneva al mondo dei maschi. Era una terra era ancora umida e fangosa la mattina della
Tatenda, Hubert, di noi. veglia. Io indossavo un cravattino a pallini. Cantam-
Lila e io Eravamo i quattro moschettieri di Addison road: mo Sweet hour of prayer, le spalle curve nell’aria geli-
Tatenda, Hubert, Lila e io. La prima volta che varcam- da mentre gli uomini calavano la bara sotto terra.
mo i cancelli in ferro battuto della scuola del Sacro Lasciammo Tafadwa sotto un monticello di terra
cuore, nel 1988, eravamo in cinque. Nella primavera rossa vicino alla lapide di sua madre. Si formò un le-
di quell’anno il fratello gemello di Tatenda, Tafadwa, game indissolubile tra noi quattro dopo di allora. La
improvvisamente smise di ricordare i nostri nomi e le morte fa così. Ti lega alle persone.
nostre facce. Un pomeriggio tardi trovai il padre dei L’ultimo venerdì del semestre, durante la ricrea-
gemelli, Israel, seduto di fronte a mio zio Levi nella zione della mattina, noi quattro eravamo seduti su
nostra cucina. Sul piano grigio del tavolo c’erano i ri- uno spiazzo d’erba dietro le tettoie per le biciclette.
sultati di una risonanza magnetica. I medici avevano Di tanto in tanto dai campi da gioco arrivavano le vo-
trovato delle lesioni nel cervello di Tafadwa. Piccoli ci degli altri bambini, ma la nostra attenzione era
puntini luminosi nella materia grigia. tutta per Tatenda. Ci stava raccontando dei soldati
“Oh, non ti preoccupare”, dice zio Levi, appan- con le maschere antigas e la colonna di carri armati

24 Internazionale 1492 | 23 dicembre 2022


che avremmo visto attraversare il deserto al notizia- una bomba scoppiata durante la guerra. Si guada- Anche se era un
rio delle otto. Fumo nero che sale dai campi petroli- gnava da vivere facendo il radiologo all’ospedale quartiere della
feri in fiamme. pubblico della città. Portava sempre un paio di pan- classe media, per
“George Bush sta bombardando”, dice Tatenda, taloni grigi tenuti su da bretelle e un camice bianco indole Chatterton
la sua voce che sale di un’ottava, incantato dalle sce- macchiato d’inchiostro nero sul taschino. Quel fati- era come qualsiasi
ne di caos e distruzione. L’America sta bombardan- dico pomeriggio, mi alzai dopo un pisolino e ritrovai
altra periferia ad
do il diavolo! il padre di Lila e Zio Levi che mi guardavano dall’alto
alta densità,
Sentimmo suonare la campanella. Nella fretta di come due guardie carcerarie. Una vista talmente
raggiungere l’auditorium, ci dividemmo per un atti- fuori luogo che non sapevo se stavo sognando o se attraversata da un
mo. Vidi di sfuggita lo zaino giallo di Lila, appeso ero sveglio. vortice infinito di
alle sue spalle, che ondeggiava da una parte all’altra “Hai visto mia figlia?”. La voce è arcigna, impa- pettegolezzi, faide
mentre scattava in testa alla fila. ziente. Che ci fa zio Levi a casa a quest’ora? meschine e gelosie
Lila era la più veloce nella corsa tra i bambini del- “Dov’è Lila?”.
la nostra età, e io ancora non lo sapevo, ma quella era Intontito, incapace di pensare in modo lucido, ci
l’ultima volta che l’avrei vista correre in quel modo. metto un po’ a rispondere. Dov’è Lila? Non lo so, vor-
A gambe levate. In quei momenti apparteneva solo a rei dire, alzandomi lentamente in piedi. Ma prima
se stessa. che le parole mi escano dalla bocca, il padre di Lila
La scuola aveva convertito l’atrio in un cinema mi dà uno schiaffo in faccia con il dorso della mano.
improvvisato. Il custode, Mongezi, con la salopette “Svegliati! Ti ho fatto una domanda”. Il padre di
azzurra stretta in alcuni punti e larga in altri, aveva Lila ha la mano alzata. Pronta a colpire di nuovo. Ma
preso dei lunghi drappi di stoffa nera e li aveva fissati zio Levi subito si mette in mezzo, come una barricata
con una spillatrice per non far passare la luce del so- tra noi due.
le. Faceva su e giù da una scala a sei pioli fischiettan- “Calma, calma”, scandisce zio Levi, facendo
do la melodia di Morning has broken. Più tardi, dopo uscire il padre di Lila dalla mia stanza e portandolo
che c’eravamo seduti sul parquet, Mongezi aveva in cucina. “La troveremo. Vedrai”. Lo schiaffo mi
fatto partire il proiettore a bobine sistemato sul retro brucia sottopelle. Ho il viso bollente. Gli occhi mi si
della sala, azzittendoci ogni volta che le nostre voci offuscano per le lacrime, ma nonostante tutto sono
si alzavano troppo e gli arrivavano all’orecchio. determinato a non piangere. In cucina, il padre di
Quella sera, lo zaino giallo fu l’unica cosa di Lila che Lila è in piedi al centro della stanza, appoggiato al
ritrovammo nel bosco. bastone, e abbaia istruzioni come un sergente. Si
“Venite qui”, grida uno dei poliziotti, la voce forte fanno delle telefonate. Hubert e Tatenda sono con-
come un trombone. Gli uomini sono in piedi in semi- vocati immediatamente e arrivano portandosi die-
cerchio e respirano nella fredda aria notturna, tro i genitori, come ombre.
gli sguardi puntati su una sacca gialla. Rivoltata, “Ma poi che ci andava a fare a giocare con i ma-
svuotata. schi?”, dice qualcuno. Anche se era un quartiere del-
Lavoro come ricercatore al campus medico la classe media, per indole Chatterton era come
dell’università. La mia area di ricerca è la tubercolo- qualsiasi altra periferia ad alta densità, attraversata
si resistente ai farmaci. Passo molte ore da solo, a da un vortice infinito di pettegolezzi, faide meschine
guardare le cose ai raggi x o al microscopio. A legge- e gelosie. C’era un che di scandaloso in una bambina
re e a scrivere articoli per le riviste. Il lavoro è gratifi- con la testa pelata che si vestiva da maschio e aveva
cante. Complesso e pieno di misteri, così riesco a solo amici maschi. Tutto sarebbe finito male.
dimenticare me stesso. Noi tre – Hubert, Tatenda e io – stiamo seduti con
Ma quando avevo vent’anni, c’erano volte in cui il le mani sulle ginocchia, gli occhi sul pavimento, il
desiderio familiare di riempire le ore vuote prima e respiro corto. Tre uomini condannati, davanti a un
dopo il lavoro con il sesso, con il contatto umano, mi giudice e a un nugolo di testimoni.
travolgeva. Mi ero creato un alias per entrare nelle “Dopo che siete usciti da scuola, ripetetemelo,
chat e nei siti d’incontri online. Inevitabilmente, que- cos’è successo? Cominciate dall’inizio”, dice il padre
sto aveva portato a una serie di relazioni senza futuro di Lila. C’interroga per avere delle risposte.
che non erano mai sfociate in nulla di concreto. Il de- Sulla stanza scende il silenzio. Fuori, in lontanan-
siderio ci rende sciocchi. Mi sono iscritto a Facebook za, si sente il gorgogliare dei colombi e il borbottio
dopo la fine della storia con S e il suo ritorno in Mada- basso di un camion. Il padre di Lila picchietta il ba-
gascar. Cercavano docenti nel suo ateneo, l’Univer- stone sul pavimento in vinile. Tap. Tap. Tap. Hubert
sité d’Antananarivo. Neanche una settimana dopo, rompe il silenzio.
ho ricevuto una richiesta di amicizia da Tatenda. Nel- “È stata un’idea di Tatenda”, dice. Parla senza
la foto del profilo portava un vestito bianco più picco- alzare lo sguardo.
lo di una taglia ed era in piedi davanti a una congrega- “Oh”, dice il padre di Lila.
zione di fedeli. Quella sera ho cancellato la mia pagi- Tiro su la testa per guardarlo. La mascella si ser-
na Facebook e ho spento il portatile. ra, poi si rilassa, e il movimento mi fa venire in men-
Il padre di Lila era abituato a camminare con un te la storia che una volta ho sentito da zio Levi. Di
bastone di metallo stretto tra le dita della mano sini- quando, durante la guerra, il padre di Lila aveva pas-
stra. Da ragazzo era stato colpito dalle schegge di sato la notte sdraiato in una donga, fingendosi mor-

Internazionale 1492 | 23 dicembre 2022 25


Bongani Kona
to, dopo che tutto il suo reggimento era stato
abbattuto.
“È stata un’idea di Tatenda vedere chi arrivava a
casa prima”, dice Hubert.
“Io ho fatto Chiremba road. Non ho visto niente”,
dico io. Le parole mi escono di getto, come acqua che
spruzza da un tubo scoppiato.
“Anch’io”, dice Hubert. “Tatenda…”, continua,
abbassando di più la testa verso il pavimento. “Ta-
tenda e Lila sono passati per il bosco”, dice, senza
fiato, come se un grande peso gli fosse stato tolto dal-
le spalle.
“Dov’è?”, dice il padre di Lila, picchiettando di
nuovo il bastone sul pavimento.
“Non lo so”, risponde Tatenda, con il groppo
in gola.
“Non lo sai? Non lo sai?”.
“Non lo…”.
“Che vuol dire che non lo sai? Alzati. Ora mi dirai
la verità. In un modo o nell’altro scoprirò dov’è”. Ta-
tenda non dice niente.
“Forza. Ho detto alzati!”.
Sono passati quasi trent’anni. Eppure, certe notti,
sento un bambino che grida e batte i pugni contro
una porta chiusa a chiave.
L’amore, il dolore, rende le persone animali.
Sabato. La mattina seguente ho sentito il nome di
Lila crepitare tra le nuvole dei segnali radio. La ma-
nopola della radio a transistor sulla mensola della
nostra cucina era perennemente sintonizzata su un
canale di notizie e dibattiti.
Le ricerche della bambina di nove anni della
scuola elementare del Sacro cuore riprendono que-
sta mattina. Lila Mhlanga è scomparsa ieri pomerig-
gio. L’ultima volta è stata vista allontanarsi dall’isti-
tuto scolastico. Il commissario Shiriyapenga ha invi-
tato chiunque sia al corrente di dove si trovi a chia-
mare lo 04 572 457 o a presentarsi al più vicino com-
missariato di polizia.
La nostra strada rimbombava del frastuono delle
voci alte mentre le ricerche riprendevano con la luce
del giorno. Come ho già detto, il nostro era uno di
quei quartieri che si possono definire molto uniti e
così, quando si era diffusa la notizia della scomparsa
di Lila, tutti si erano mobilitati. La chiesa presbiteria-
na su Henderson road stampò gratis una risma di
volantini e una delle maestre della Sacro cuore si
prese la briga di chiamare un suo parente che aveva
un incarico importante nella polizia. Con tante mani
e gambe volenterose, l’area delle ricerche si allargò
fino ad abbracciare anche i quartieri vicini: Braeside,
Queensdale, Chadcombe e Highlands, la baracco-
poli a sud di dove stavamo noi.
Zio Levi mi aveva dato l’ordine tassativo di non
uscire di casa.
“Già è abbastanza grave che sia scomparsa una
bambina”.
Nonostante le preoccupazioni di zio Levi, uscii e
andai a casa di Tatenda. Trovai Israel seduto su una
poltrona di vimini in veranda, le gambe ossute che
spuntavano da un accappatoio giallo acceso pieno di

26 Internazionale 1492 | 23 dicembre 2022


Le ricerche della
bambina di nove
anni della scuola
elementare del
Sacro cuore
riprendono questa
mattina. Lila
Mhlanga è
scomparsa ieri
pomeriggio.
L’ultima volta è
stata vista
allontanarsi
dall’istituto
scolastico

Internazionale 1492 | 23 dicembre 2022 27


Bongani Kona
macchie, una bottiglia mezza vuota di brandy Chate­ “Mongezi. È sicuro?”.
au sul tavolino accanto. “Sì, il custode”.
“Buongiorno”, dico, abbassando la testa come ci è Come Lila, Mongezi era diverso. Era stato bollato
stato insegnato. Israel mi guarda con gli occhi arros­ come straniero perché parlava una lingua diversa dal­
sati, il viso contorto in una smorfia. Si gira verso il ta­ la nostra. Aveva la pelle chiara quanto noi ce l’aveva­
volino, prende la mezza bottiglia e svuota quel che ne mo scura. A neanche vent’anni, Mongezi era scappa­
rimane in un bicchiere di cristallo intagliato. to di notte dai pogrom nel sud del paese su una Peu­
“C’è Tatenda…”. geot 403, con il cuore in gola.
Israel fa segno di sì, portandosi il bicchiere alle Mongezi avrebbe continuato a guidare, ma il mo­
labbra. tore della Peugeot aveva cominciato a tossire e ansi­
Entrando nella stanza di Tatenda, mi ricordo mare e l’aveva abbandonato proprio di fronte alla Sa­
dell’odore di fluido per la conservazione dei cadaveri cro cuore. Mongezi lo prese come un segno e si offrì di
di cui era impregnata la casa dopo che le donne ave­ tagliare l’erba e di fare dei lavoretti in cambio di metà
vano lavato il corpo di Tafadwa. Le tende sono abbas­ del salario stabilito, vitto e alloggio.
sate e la stanza è buia. Tatenda è steso sul letto, a fac­ Quando Mongezi quella notte sentì il coro delle
cia in giù, nudo. Nella luce fioca vedo i segni delle voci che lo chiamavano, voci cariche della violenza
bastonate sulla schiena. degli uomini, dopo sei anni la Peugeot era ancora na­
“Non lo so…”. È tutto quello che Tatenda riesce a scosta sotto un albero di mango nel cortile.
dire prima che gli s’incrini la voce. Soffoca il pianto Lunedì. La mattina siamo andati a trovare Lila.
nel cuscino. L’ospedale l’aveva sistemata in una stanza alla fine di
un lungo corridoio al nono piano dove i bambini non
omenica. Ero sicuro che fosse la potevano entrare. Zio Levi mi ha strizzato la spalla

D scena di un sogno: il telefono che


squilla e poi viene lasciato dondo­
lare attaccato al cavo, voci alte e
concitate nel buio, passi che tam­
burellano sul pavimento, il tintin­
nare delle chiavi, la porta di fronte che si apre e poi si
chiude sbattendo.
“Siediti”, dice zio Levi quando mi vede entrare in
cucina.
prima di scomparire nel corridoio stretto. Mi sono se­
duto su una panca di metallo nella sala d’aspetto e mi
sono messo a guardare un documentario sulle balene
nel mar Mediterraneo, cullato dal tono dolce e mono­
corde della voce narrante e dal suono delle scarpe che
scricchiolavano sul pavimento di linoleum nell’andi­
rivieni dei visitatori.
“Sta morendo?”, chiedo a zio Levi quando esce.
Immagino Lila bloccata che respira attraverso un re­
Zio Levi è seduto con i gomiti appoggiati al tavo­ ticolo di tubi.
lo, le mani strette intorno a una tazza di caffè. Mi guarda con occhi malinconici, scuote la testa.
“Lila”. È passata una settimana, poi due.
Zio Levi annuisce. La polizia ha chiesto per un paio di giorni informa­
Lila è ancora viva, per miracolo. È stata trovata tra zioni su Mongezi ma nessuno sapeva niente. Il fabbri­
i cespugli da un passante lungo un binario in disuso a cato in cui abitava era bruciato nella notte con lui den­
Cranborne. Un diciassettenne che viveva nella zona tro.
si era fermato per accendere una sigaretta mentre Come Tafadwa, Lila non uscì viva dall’ospedale. Il
tornava a casa. In quel punto non ci sono lampioni da giorno dei funerali c’era una nebbia fittissima. I resi­
una parte né dall’altra. Fermandosi per cercare in ta­ denti di Chatterton vennero tutti per dire addio alla
sca una scatola di fiammiferi ha sentito un rumore. bambina che sembrava un maschio.
Un tramestio nelle foglie seguito da un breve gemito. Il cappellano della chiesa presbiteriana di Hender­
Si è avvicinato. Nel buio, al chiaro di luna, è riuscito a son road lesse un passaggio del libro delle Lamenta­
distinguere una mano e i segni di una corda sul polso. zioni. Ma, se affligge, ha pure compassione, secondo la
È indietreggiato e si è guardato intorno, poi si è avvi­ sua immensa bontà. L’omelia fu interrotta a metà dal
cinato di nuovo. Questa volta ha fissato lo sguardo sul ruggito meccanico di un tagliaerba. Tutti ci girammo
resto del corpo, pieno di lividi e gravemente ustiona­ per individuare l’origine del rumore.
to. Il ragazzo è corso a cercare aiuto. Era il padre di Lila. Stava lì, con il tagliaerba ai pie­
Nel giro di un’ora la zona è stata transennata e c’e­ di, a guardare le nostre facce e i garofani bianchi sulla
rano ovunque agenti e cani poliziotto. Il ragazzo ha bara. Scuoteva la testa e le sue clavicole si muovevano
detto a un commissario presente sulla scena che Lila su e giù, come quelle di un uomo che sta affogando e
ha provato a dire qualcosa prima di perdere cono­ lotta contro le onde.
scenza. Pensavo di essermi lasciato tutto alle spalle. Ma
Ha detto un nome, o l’inizio di un nome: “Mo…”. una parte di me è rimasta nel veld, tra l’erba alta e il
Due lettere che avrebbero messo in moto gli sussurro delle chiome degli alberi. Vedo Lila che cor­
eventi successivi. re davanti a me. I passeri volano in circolo nell’azzur­
“È Mongezi”, dice il padre di Lila, rispondendo ro immacolato del cielo sopra di noi.
alle parole del commissario. “Vieni”, dice.
Ripete il nome al telefono diverse volte quella Questa doveva essere una storia d’amore, ma ora
notte. mi rendo conto che vi ho parlato solo di fantasmi. u

28 Internazionale 1492 | 23 dicembre 2022


Nozizwe Herero Disegni di Pierluigi Longo

Amarsi
a Londra
ti, ma è stato un periodo un po’ –”.
“A nord, ci sono l’Inghilterra, paese incomprensibile, e gli stati
“Lo so, mia madre mi assilla da quando ha cono-
scandinavi, paesi incomprensibili. A sud, c’è il Vaticano; la cu-
sciuto la tua e ha scoperto che anche tu vivi qui. A pro-
pola di San Pietro è lo spegnitoio del pensiero occidentale: come
questo duomo, ma più grande (indicò il Sacré-Cœur di Mont-posito, dove vivi esattamente?”.
Soso viveva a Madrid, “… dove passo dieci ore al
martre, lì accanto, sulla loro sinistra). Intorno al Vaticano c’è
giorno, cinque giorni a settimana, a volte pure sei,
l’Italia, e l’Italia sono gli aerei che hanno protetto i rinforzi di
Franco, quando la partita era tutto fuorché chiusa”. una roba ridicola, chiuso in biblioteca a scartabellare
i manoscritti di un ignoto poeta sudafricano che si è
Si fermò, prese il compagno per il braccio. L’altro si fermò.
Henry de Montherlant, Il caos e la notte trasferito qui anni fa. Sto cercando di scrivere una tesi
su di lui. E tu?”. Mandla passava più o meno altrettan-
rano state le madri a metterli in contat- te ore a perfezionare le sue interpretazioni di Stra-

E to: due ragazzi dello stesso distretto vinskij sotto la guida di un celebre pianista cinese a
che ora erano entrambi all’estero dove- Stoccolma.
vano, dovevano incon-
trarsi. “Ngoba, non puoi Non erano
mai sapere, un giorno vicini quanto
potreste avere bisogno l’uno dell’altro”, pensavano in
aveva detto la madre di Soso durante famiglia, ma del
una delle loro telefonate, e la madre di resto per le loro
Mandla aveva ribadito lo stesso concet- madri il fatto
Non erano vicini quanto pensavano
in famiglia, ma del resto per le loro ma-
dri il fatto che si trovassero entrambi in
Europa rendeva tutto semplice.
“Quanto potrà mai essere grande iYu-
rophu?”, aveva chiesto la madre di
Mandla, non capendo come mai l’ami-
to al figlio, anche se le loro telefonate che si trovassero cizia combinata di suo figlio non stesse
erano decisamente meno frequenti. Le entrambi in Europa procedendo spedita quanto la sua con
case dove vivevano le madri si trovava- la madre dell’amico prescelto. “Non mi
NOZIZWE HERERO rendeva tutto
è un eteronimo dello no in due villaggi vicini nello stesso di- sembra tanto grande”, si era risposta.
stretto. Le madri si erano incontrate a
semplice Soso l’aveva trovato molto divertente,
scrittore sudafricano
Abdul-Malik un congresso regionale delle chiese e, perché sua madre aveva detto più o
Sibabalwe Oscar dopo aver esaltato la rispettiva prole con la sobrietà meno la stessa cosa.
Masinyana. Scrive concessa alla gente di chiesa, avevano scoperto di Considerati i costi, la perdita di tempo e le altre
racconti, saggi e libri avere entrambe un figlio all’estero – “Phi?” – “eYuro- difficoltà che un viaggio avrebbe comportato per en-
per bambini. Questo phu! Owakho?” – “Naye!” – e la loro amicizia si era con- trambi, decisero di dire alle madri che si erano visti,
racconto è uscito
solidata all’istante. era stato piacevolissimo ed erano felicissimi di aver
sulla rivista letteraria
Quando Soso si decise a chiamare Mandla, dopo fatto conoscenza. Organizzare un vero incontro
sudafricana Prufrock
con il titolo
settimane di riluttanza e distrazione nonostante i re- avrebbe causato dei disagi non solo inimmaginabili,
Two (serious) boys, golari solleciti della madre, la sua telefonata era atte- ma anche irrilevanti per le loro madri, alle quali im-
Eyurophu. La sa da tempo. “Le nostre madri vogliono che c’incon- portava solo che due ragazzi dello stesso modesto
traduzione è di triamo”. distretto erano in Europa e dovevano, dovevano in-
Francesca Spinelli. “Lo so”, disse Mandla, “anch’io dovevo chiamar- contrarsi e conoscersi, casomai fosse successo qual-

30 Internazionale 1492 | 23 dicembre 2022


Internazionale 1492 | 23 dicembre 2022 31
Nozizwe Herero

I tre mesi di cosa e allora avrebbero avuto bisogno l’uno dell’altro. zione di esaminare. La mattina e la sera avrebbero
preparativi furono Stavano ancora cercando di farsi andar bene quel usato parte dei soldi delle loro borse di studio e dei
elettrizzanti, nuovo piano quando Mandla ammise: “Faccio sem- loro guadagni per frequentare i teatri di Londra, man-
intensi e pre fatica a mentire a mia madre, soprattutto –”, e a giare in un certo ristorante vegetariano a Covent gar-
quel punto Soso confessò che anche per lui era diffici- den, passeggiare per Kew gardens e Hyde park, visi-
sorprendente-
le e così decisero di fissare un altro appuntamento tare la Monk’s house, pregare nella cattedrale di san
mente rapidi.
telefonico per parlare più concretamente di quale Paolo, ascoltare gruppi rock a Camden town, esplora-
Durante il primo poteva essere il periodo migliore dell’anno per incon- re il quartiere di Zadie Smith a Willesden green, vede-
mese si sentirono trarsi. re Soho di notte e magari camminare lungo il Tamigi
una o due volte Fu Mandla che chiamò per suggerire un incontro a o trovare “qualche altra attività meno schifosamente
alla settimana, a metà strada, a Londra. “O magari a Berlino. È un po’ turistica”, disse Soso, che era diventato l’organizzato-
febbraio i contatti che voglio visitare Londra e Berlino”. Scelsero aprile, re del viaggio.
erano diventati l’unico momento in cui Mandla poteva fuggire, du- Le loro madri erano state da tempo estromesse dai
quasi quotidiani e rante una tournée del suo maestro in Brasile. I tre me- preparativi, dopo aver entrambe disapprovato quello
a marzo si di preparativi furono elettrizzanti, intensi e sor- che ai loro occhi stava diventando uno sperpero di
parlavano prendentemente rapidi. Durante il primo mese si soldi all’insegna della bisboccia, e avevano ricevuto
sentirono una o due volte alla settimana, a febbraio i solo le informazioni minime sul futuro incontro. Pe-
mattina e sera
contatti erano diventati quasi quotidiani e a marzo si rò, i loro ragazzi. In Europa. L’orgoglio che provavano
parlavano mattina e sera, aggiungendo e sottraendo parlando di loro. E ne parlavano in continuazione, di
attività al loro programma della settimana, infervo- come gli sforzi per crescere dei figli da sole fossero
randosi più delle loro madri al pensiero di quella va- stati ripagati ora che avevano un figlio phesheya kwe-
canza che si stava rivelando in sintonia con la perso- zilwandle. Diventate migliori amiche, avendo scoper-
nalità e le abitudini di entrambi. to di avere tanto in comune rispetto alle loro compae-
Avrebbero alloggiato in un albergo londinese do- sane, seguivano la nascente amicizia tra i loro figli
tato di un pianoforte a coda dove Mandla avrebbe come se la loro stessa amicizia ne dipendesse, cosa in
potuto studiare il pomeriggio in vista del suo concerto parte vera.
di fine giugno. Soso nel frattempo sarebbe andato alla “È così bello, yazi, avere dei figli che ti danno an-
British library per consultare alcuni documenti del cora retta, anche da lontano”, diceva MaXaba.
suo autore, che prima o poi aveva comunque inten- “È una benedizione, mngani”, concordava Ma-

32 Internazionale 1492 | 23 dicembre 2022


Zondi, e non lasciandosi mai sfuggire un’occasione di lici! Dai, chiamiamole subito e poi torniamocene a
sottolineare il proprio ruolo nella vicenda aggiunge- casa”, e Mandla, ridendo, rispose alla stretta di mano
va: “Li abbiamo cresciuti bene, non c’è che dire. Non con un abbraccio virile e disse: “Non ci pensare nem-
tutti i genitori possono dire lo stesso, ngabantwana meno, bello, capirebbero subito che le stiamo pren-
babo, soprattutto dei figli maschi”. dendo in giro!”.
Naturalmente nessuna delle due avrebbe saputo Il tragitto in metropolitana sembrò molto più bre-
spiegare cosa facesse esattamente il figlio in Europa, ve di quanto fosse in realtà, e il tempo fu modulato
ma a loro bastava sapere che, qualunque cosa fosse, dalle allegre chiacchiere su casa e sul loro itinerario,
era una cosa seria e importante agli occhi di chi que- che sarebbe cominciato nel preciso istante in cui
ste cose le capiva. Quando qualcuno, per esempio il avessero lasciato i bagagli. Facendo colazione tardi,
loro reverendo padre, le chiedeva cosa facesse il fi- o meglio pranzando presto, parlarono di nuovo a
glio, MaXaba rispondeva che il suo era un musicista, lungo dei loro rispettivi campi di studio e di lavoro,
non diceva mai un pianista, e MaZondi, ancora più in mostrando reciproca ammirazione per la strada in-
crisi, dopo vari tentativi falliti aveva scoperto che trapresa.
“uSosobala uyiProfessor” nella maggior parte dei casi “Naturalmente mia madre non capisce nulla di
era considerata una risposta abbastanza impressio- quello che faccio. Quando la gente glielo chiede dice
nante e soddisfacente. uthi ngingu-professor, e ormai appoggio questa versio- Mandla gli fece un
“Non hanno abbandonato gli usi del paese, pur ne, anche se isende kakhulu indiela prima che io rag- cenno di saluto
stando lontano, e questa è davvero un’ottima cosa”. giunga quel livello”. con la mano e Soso
“Sì, cara, li abbiamo educati bene. Capiscono an- “Mia madre è uguale, dice –”. s’incamminò verso
cora l’importanza di conoscere abantu bendawu, ed è “Lo so –”. di lui, sorridendo,
un segno che sono ancora legati agli usi del paese, e “Sono un musicista –”. sgranando gli
questo è un bene”. “Un cantante, lo so, è quello che mi ha detto mia occhi, ancora
madre!”. turbato dal fatto
La prima volta che vide Mandla nell’affollatissimo “E io le dico: ‘Ma dai!’. Ma come si fa, come si –”. di non aver
aeroporto di Heathrow, Soso seppe che era lui prima “Devi fartene una ragione –”.
pensato, durante
ancora di averne la conferma. Forse era per via di “Tanto è inutile –”.
com’era vestito: scarpe marroni, pantaloni leggeri “Sì, è inutile stare a discutere”.
quella sua muta
grigi, camicia azzurra, giacca di pelle nera e una sciar- “Anche se immagino”, disse Mandla, “che il fatto contemplazione, a
pa bordeaux, proprio come aveva detto. Ma in seguito che io abbia cominciato a studiare canto per poi mol- una buona frase di
Soso si sarebbe detto che non era stato quello il moti- lare deve averla confusa parecchio, e non sono riusci- apertura che lo
vo e che aveva notato l’abbigliamento solo dopo aver to a spiegarle il passaggio al pianoforte. Non che l’o- facesse sembrare
constatato il fatto, come una conferma della certezza pera lirica per lei avesse molto senso, ma almeno davvero sorpreso
già arrivata, che quell’uomo, con gli occhiali da sole cantavo”. di vederlo
che spuntavano dalla sciarpa, la valigia nera al suo Tutte queste cose le sapevano già tutti e due: sta- (finalmente)
fianco, un telefono nella mano destra, un anello alla vano rielaborando gli stessi racconti ma dal vivo, o
sinistra e un auricolare in un orecchio, era l’uomo che meglio li stavano autenticando attraverso la loro pre-
stava cercando. Soso rimase fermo lasciando scorre- senza fisica, a differenza di quanto avveniva nelle
re i secondi, cercando di non farsi notare mentre lo conversazioni disincarnate al telefono, su Skype o via
osservava, lo assorbiva, cercando anche di riprender- messaggio. Dopo essere tornati su tutti gli argomenti
si, perché si era improvvisamente reso conto di essere dei loro scambi passati, mentre vagavano per le stra-
più agitato e sudato e meno distinto, dopo aver attra- de di Earl’s court dove avevano pranzato, nella spe-
versato di corsa i terminal, terribilmente consapevole ranza di notare qualcosa che li potesse dirigere verso
del ritardo con cui aveva raggiunto il luogo dove si il loro albergo (non sapevano più se dovevano pren-
erano dati appuntamento. Come una preda quando dere un autobus o camminare, non sapevano nean-
sente di essere osservata, Mandla cominciò a guar- che più esattamente dove si trovavano), Soso si disse
darsi intorno, finendo per girarsi nella sua direzione, che era giunto il momento di affrontare un nuovo ar-
e Soso dovette far finta di non averlo ancora visto e di gomento che li distraesse dalla crescente frustrazione
essersi invece fermato per orientarsi e capire se si tro- perché si erano persi.
vava vicino al posto giusto. Mandla gli fece un cenno “Bello, quest’anello. Chi te lo ha regalato?”.
di saluto con la mano e Soso s’incamminò verso di lui, “Chi ti dice che mi è stato regalato?”.
sorridendo, sgranando gli occhi, ancora turbato dal “Be’ –”.
fatto di non aver pensato, durante quella sua muta “È bello, vero? Mi piace molto”.
contemplazione, a una buona frase di apertura che lo “Anche a me piacerebbe molto. Soprattutto se mi
facesse sembrare davvero sorpreso di vederlo (final- fosse stato regalato”, ribadì senza esitare Soso.
mente). “Lo vuoi? Posso dartelo”.
“Santo cielo, questo posto è un labirinto!”, disse e “Preferirei che mi dessi qualcos’altro”.
si slanciò goffamente in avanti come per abbracciar- “Non sono bravo a flirtare, ti avverto”.
lo, ma fu trattenuto dal borsone che gli pendeva dalla “Come, come? Scusa?! E chi ti dice che sto flirtan-
spalla e finì per tendergli la mano. “Che piacere ve- do?”, rise Soso. “Volevo solo dire che mi sentirei più a
derti, finalmente! Le nostre madri sarebbero così fe- mio agio se mi dessi qualcosa di più –”.

Internazionale 1492 | 23 dicembre 2022 33


Nozizwe Herero
Si chiusero la “Corposo”, disse Mandla, ridendo alla sua
porta della battuta.
camera alle spalle “Pensavo a qualcosa di più ‘personale’, ma detto
e cominciarono a ciò –”, disse Soso.
baciarsi senza una “Io avrei in mente qualcosa di personale e corpo­
so”, disse Mandla.
parola. Durante
“Sei disgustoso e sei anche pessimo a flirtare, hai
tutto il giorno
ragione”, disse Soso ridendo, ma si sentì in imba­
avevano entrambi razzo.
pensato che forse Ed è così che si aprì la via. Quella notte, rientrando
prenotare in albergo dopo un pomeriggio alla Royal academy of
un’unica stanza arts e una serata passata ad ascoltare un attore la cui
matrimoniale (per comicità nasceva dall’incredibile assenza di talento
risparmiare, unita a un’altissima concezione di sé, si chiusero la
avevano porta della camera alle spalle e cominciarono a ba­
concordato, anche ciarsi senza una parola. Durante tutto il giorno aveva­
perché “noi neri no entrambi pensato che forse prenotare un’unica
stanza matrimoniale (per risparmiare, avevano con­
dividiamo i nostri
cordato, anche perché “noi neri dividiamo i nostri
giacigli dalla notte
giacigli dalla notte dei tempi”, come aveva detto
dei tempi”, come Mandla al telefono) non era stata un’idea tanto genia­
aveva detto le. Percepivano entrambi il calore dell’attrazione ses­
Mandla al suale crescere con il passare delle ore. Ma a un certo
telefono) non era punto della serata, forse durante la cena vegetariana
stata un’idea in un locale seminterrato a Covent garden, mentre
tanto geniale trangugiavano nervosamente vino e si scompisciava­
no ripensando allo spettacolo di Mack the Mike, i loro
piedi si toccarono, le loro gambe si scontrarono e poi
restarono incollate per qualche attimo, poi per qual­
che minuto, più volte, e i loro sguardi s’incontrarono
in modo sempre più diretto e intenso e ci furono sem­
pre più silenzi che non potevano essere interrotti da
parole perché le uniche parole adatte a quelle pause
sembravano inopportunamente premature, grosso­
lane e sicuramente non avrebbero rispecchiato il mo­
tivo per cui le loro madri volevano che quei due ragaz­
zi dello stesso distretto s’incontrassero.
“Non hai ancora risposto alla mia domanda”, dis­
se Soso, interrompendo uno di quei silenzi. “Chi ti ha
regalato l’anello?”.
“Nessuno”, rispose Mandla.
“Lo sapevo che avresti risposto così. Gli uomini
sudafricani sono tutti uguali, ovunque li incontri. Ni-
lahlele, yoh”, e risero entrambi.
“Parli come se non fossi uno di noi”.
“È il più grande mistero di questo secolo: come io
sia potuto nascere lì. La mascolinità sudafricana sfug­ mia unione con me stesso. O con l’Arte. O con il Sé,
ge alla mia comprensione. Io proprio non vi capisco. con la s maiuscola. Il Sé superiore, capisci?”.
Ma a quanto pare avete architettato tutto, a partire Soso scoppiò in una risata gutturale e fragorosa, e
dalle bugie sul vostro stato coniugale”. sembrò incapace di fermarsi anche quando il came­
“Guarda che dico sul serio, non sono sposato. L’a­ riere si mise ad aspettare pazientemente.
nello mi piace perché rappresenta qualcosa”. “Basta che mi faccia un cenno con la testa”, disse
“Cosa? Il tuo matrimonio?”. Scoppiarono di nuovo il cameriere. “Le servo lo stesso vino? Sì. Ok”, e rise
a ridere, chiaramente brilli, ma Soso aveva già solle­ anche lui, pur non avendo idea di cosa avesse scate­
vato la mano con il bicchiere vuoto per chiedere al nato quell’ilarità. “Anche per lei, signore?”.
cameriere di riempirlo. “Sì, grazie. Questo qui è pazzo”, e Mandla si unì
“In un certo senso sì –”. alla risata.
“Ndazile! Mio dio”. Quando il cameriere si fu allontanato, Soso riuscì
“Rappresenta la mia unione con il Pianoforte – a riprendere sufficiente fiato per dichiarare che non
con la p maiuscola, e con la mia carriera”, e Mandla aveva mai sentito una cazzata tanto colossale, e ag­
fece una pausa. “In un certo senso, potremmo dire la giunse che se mai Mandla si fosse accorto di non ave­

34 Internazionale 1492 | 23 dicembre 2022


re un futuro da pianista classico, poteva sempre pren- li fissarono, e anche Soso e Mandla si guardarono in-
dere il posto di Mack the Mike nel locale dietro l’ango- torno, confusi quanto gli altri clienti, prima di render-
lo. “Faresti furore! Davvero!”. si conto di essere loro la causa di tutto quel subbuglio.
Mandla, più che ridere, ridacchiava e sorrideva Ritrassero di colpo mani, gambe e piedi, ripiegandole
beato, e quando Soso sembrò essersi ripreso a suffi- sopra e sotto la sedia. Il cameriere sembrò prima con-
cienza e si fu asciugato le lacrime, Mandla gli prese fuso, poi imbarazzato, e nel ristorante tutti muoveva-
entrambe le mani tra le sue, lo guardò negli occhi e no gli sguardi con curiosità, sospetto o irritazione,
disse: “Soso Zondi, ntsizwa yaseNtab’ay’lali, ti giuro posandoli ora sul cameriere ammutolito ora sui due
sul mio Sé, sulla mia Arte e sul mio Pianoforte che uomini seduti, con l’aria mite e decisamente a disa-
non sono sposato a nessun essere umano né sono pro- gio. Il cameriere si scusò e sgambettò via. Tornò per
messo o impegnato o legato a nessuno. Quindi, mi raccogliere i bicchieri rotti nell’agitazione e asciugare
vuoi sposare?”, e il cameriere, che era tornato appena il pavimento, mentre Soso e Mandla assicuravano al
in tempo per sentire quest’ultima parte, fu visibil- gestore che si era trattato di un incidente e no, non li
mente elettrizzato e cominciò a saltare con il vassoio scocciava che il cameriere gli avesse rovesciato il vino
in mano ripetendo “Oh mio dio! Oh mio dio!”, e tutti addosso e no, non era colpa del cameriere, anche se

Internazionale 1492 | 23 dicembre 2022 35


Nozizwe Herero

restarono vaghi sull’esatto svolgimento dei fatti. bancarelle di libri lungo il Tamigi. Soso si mise gli oc-
Quando il gestore se ne fu andato, il cameriere si tirò chiali da sole e sorrise, cogliendo di tanto in tanto l’a-
su, mormorò grazie e mi spiace davvero e sparì appa- ria altrettanto perplessa dei passanti e delle persone lì
rentemente per sempre in cucina, mentre Soso e intorno. Quando Mandla finalmente concluse l’aria,
Mandla bevvero in fretta e più compostamente il bic- una folla di spettatori applaudì, Mandla s’inchinò con
chiere offerto dalla casa e lasciarono il ristorante poco fare teatrale e tutti ripresero a camminare.
dopo. Presero la metropolitana per tornare in alber- “Spero di non dovermi sorbire questa roba ogni
go, ridendo ancora della scena che si erano lasciati volta che decido di fare una passeggiata con te, altri-
alle spalle e ormai sicuri di una cosa: la loro reciproca menti dovrò seminarti”, fu il commento di Soso sullo
e appena sublimata attrazione sessuale. spettacolo.
I tre giorni successivi a Londra furono di pura bea- “Ma piantala, ti è piaciuto e lo sai”.
titudine, con qualche piccolo intoppo reso inevitabile “Non è vero!”.
dall’incontro di due personalità che si stavano sco- “E invece sì!”.
prendo. Non c’è cosa più bella per due amanti che ri- “Non sei mica Mawrdew Czgowchwz. Meno male
trovarsi in vacanza in un luogo esotico nella prima che hai scelto il pianoforte”.
fase di una relazione, quando i sensi sono vigili, atten- “Be’, senza voler offendere la tua Mardù non-so-
ti e aperti a ogni cosa, a ogni sensazione, a ogni vista. che, sono stato proprio bravo. L’hanno pensato tutti!”.
Uno vuole andare a sinistra, l’altro a destra e natural- “Ma va, cos’altro dovevano fare se non applaudi-
mente qualunque sia la decisione finale non avrà le re? È stato imbarazzante”.
stesse conseguenze che avrebbe se la relazione non “Lo so che ti è piaciuto”.
fosse agli albori. Uno finge di protestare, l’altro esage- “Non è vero”.
ra i modi da prepotente, ma non nasce nessun ranco- E così via.
re perché non importa dove stanno andando ma co- Il primo vero banco di prova arrivò quando Soso
me ognuno di loro sperimenta lo spazio. Sono inna- chiese a Mandla di fidarsi di lui mentre si imbarcava-
morati e davvero felici, anche se il loro carattere fon- no in un giro non molto pianificato di North west Lon-
damentalmente scontroso non vuole ammetterlo. don alla ricerca di una qualche biblioteca –
“È il tempo, stupido”. “Kensal Rise”, disse Soso.
“No, sei tu”, rispose Mandla, e saltando di fronte a “Ah, se non sbaglio potrebbe aver già chiuso”, dis-
Soso attaccò a cantare Amarilli, mia bella accanto alle se la bibliotecaria del Kilburn library centre. “È la bi-

36 Internazionale 1492 | 23 dicembre 2022


blioteca di cui avevano parlato tutti i giornali?”. bergo sul primo treno per Heathrow e lasciarlo lì. Ep-
“Sì, proprio quella!”, disse Soso. pure quella presa dominatrice racchiudeva in sé tutta
“Allora sì, mi sa che ha chiuso”. l’energia protettiva che Soso aveva ricevuto da ogni
Ma Soso disse che dovevano andare a verificare di persona che aveva conosciuto fin lì, anzi ne lasciava
persona, camminando da Kilburn high road fino a traboccare altra ancora. Mandla faceva l’amore con
Willesden Green spinto da un bisogno, espresso male lui come sull’orlo del pianto, e lo tirava a sé e gli entra-
ma intenso, di fare l’esperienza diretta dei luoghi in va dentro carezzandolo come per berlo fino in fondo,
cui erano ambientati alcuni romanzi a lui cari. e attingendone sempre più mentre si spingeva dentro
“Stiamo inseguendo una chimera”, lanciò Mandla di lui, sperimentando forse una gioia così timorosa da
dopo un’ora passata a camminare in un quartiere non poterla credere duratura e perciò aggrappandosi
all’apparenza banale, senza nulla da segnalare tranne forte, sempre più forte, per non lasciarla andare mai.
dei normalissimi edifici di mattoni tutti uguali e nem- Dato che lo stereotipo sui membri degli uomini neri
meno l’ombra della fantomatica biblioteca. era stato, purtroppo, confermato (“Ammazza, sei da
“Se inseguiamo una chimera, vuol dire che finire- competizione!”), per Soso il dolore iniziale provocato
mo per trovare quello che stiamo cercando”, ribat- da quella forza fu alleviato dalla tenerezza dei baci di
té Soso. Mandla sulle sue labbra, orecchie, collo, petto, schie-
“Non capisco”. na o spalle (a seconda), dalle sue carezze e dalla dol-
“Allora smetti di usare espressioni che non capi- cezza delle sue parole e dei suoi gemiti che nascevano
sci”, e Soso riprese a studiare la sua piantina, insisten- dal puro piacere che provava appagandosi su di lui.
do perché proseguissero. Oltre la stazione, oltre il Soso si sentiva un oggetto ammirato di piacere senza
centro islamico, oltre un’altra fermata dell’autobus, precedenti, e per questo sopportava il dolore che co-
entrando nell’ennesimo isolato di periferia, e sempre munque si attenuava fino a essere superato dal piace-
Aveva cominciato
senza nessuna traccia della biblioteca o del cimitero re che provava nel sapere che anche i suoi bisogni
accanto al quale, secondo la bibliotecaria, doveva erano soddisfatti. E aveva cominciato a unirsi allo
a unirsi allo
trovarsi. slancio del ritmo, a incoraggiare le oscillazioni e le slancio del ritmo,
“Ma poi, cosa c’è di speciale in questa biblioteca?”. spinte, aprendosi lungo tutto il suo essere, mettendo a incoraggiare le
“Niente. Dei libri. Non lo so. A quanto pare ha gradualmente da parte tutte le sue inibizioni mentre oscillazioni e le
chiuso”. s’immergeva sempre più pienamente nel caos di quel spinte, aprendosi
“Lo so. Ce l’ha detto la tipa. Ma allora perché vuoi piacere crescente. A quel punto Mandla sembrava lungo tutto il suo
vedere una biblioteca vuota?”. raggiungere la massima sicurezza, incoraggiato essere, mettendo
“Potrebbe non essere vuota. E comunque è im- dall’espressione senza filtri di quell’appetito così ani- gradualmente da
portante. L’ha costruita Mark Twain. Ed è importante male che era determinato a soddisfare. Mandla lo parte tutte le sue
per questa comunità, ma il governo vuole chiuderla. trascinava verso desideri sempre più umilianti, spin- inibizioni mentre
Ci spiace, ma la chiudiamo. È un atto di solidarietà”. gendolo verso posizioni indecenti, e soddisfaceva un
s’immergeva
“Solidarietà verso chi? Verso una biblioteca chiu- bisogno che sapeva di aver risvegliato in Soso solo se
sa? Dici sul serio?”. E scoppiò in una di quelle risate Solo lo chiedeva esplicitamente, anche se in ogni mo-
sempre più
riservate a Mack the Mike e simili. mento Mandla sapeva già cos’era che Soso più desi- pienamente nel
“Se ti scoccia tanto, Mandla, forse dovresti tornar- derava che venisse fatto al suo corpo. Anche se Soso caos di quel
tene in albergo! Non sopporto la tua negatività, il tuo sentiva che a Mandla piaceva vederlo supplicare, così piacere crescente
piagnisteo. O mi aiuti oppure te ne vai, perché in que- abbandonato, così disperato e vulnerabile, privo di
sto momento sei solo una seccatura e non sopporto freni, dal piacere di Mandla non trapelava nessun de-
più le tue battute irritanti. Che palle!”. siderio di umiliare, piuttosto la voglia di dare piacere
Dopo aver camminato un po’ in silenzio, Soso finì e forse di essere esaltato.
tuttavia per accettare la sconfitta, si fermò di colpo a Il giorno seguente Mandla saltò lo studio e tra-
una fermata dell’autobus e decretò che avrebbero do- scorsero la giornata in albergo, chiesero il servizio in
vuto prendere il primo autobus che passava diretto camera e guardarono la televisione e dormirono e
alla stazione di Kensal e da lì riprendere il treno verso bevvero a letto e fecero una doccia solo la sera prima
il centro. di andare all’opera, dove non sarebbero andati se non
Dopo aver martellato per quasi due ore il piano- fosse stato per l’amico e collega di Mandla che faceva
forte, suonando un’interpretazione particolarmente parte del cast e aveva fatto mettere da parte dei bi-
dissonante dell’accordo di Petruška, Mandla lasciò glietti omaggio per due ottimi posti. Andarono con
l’hotel insieme a Soso in un silenzio carico di tensio- l’amico e alcuni componenti della compagnia in un
ne, anche se poi le avventure di quella sera a Soho cu- pub aperto fino a tardi dalle parti di Piccadilly circus,
rarono tutte le ferite del pomeriggio. E lo stesso suc- cantando arie e bevendo tutti troppo, anche se nessu-
cesse dopo quando fecero l’amore, un’attività che li no si ubriacò ma tutti dissero un sacco di sciocchezze.
occupava ancora due volte al giorno e una fonte di “Ma il punto è –”.
conforto che sembrava non doversi esaurire mai. “In sostanza si toccava ascoltando la voce di lei –”.
Soso adorava il modo in cui Mandla lo prendeva, un “E lo faceva come se niente fosse, come –”.
modo rude e delicato al tempo stesso, quasi sempre “Come fosse normale –”.
afferrandolo con una certa forza come temendo che “Non che ci sia niente di sbagliato!”.
potesse cambiare idea, saltare dalla finestra dell’al- “Caccialo fuori e datti da fare –”.

Internazionale 1492 | 23 dicembre 2022 37


Nozizwe Herero
“Ma ti pare una cosa normale?”. visto, no, e come mai era un tenore mentre il suo cor-
Tenori, bassi, baritoni, contralti, soprani e mezzo- po sembrava quello di un basso? E poi come riusciva
soprani che snocciolavano scemenze a proposito di a suonare il pianoforte con quelle dita così tozze? E da
scemenze. dove nascevano quei modi garbati, scherzosi, l’ele-
Tornarono in albergo, ubriachi, e fecero l’amore, ganza nel vestire, in uno che poteva tranquillamente
dormirono, si svegliarono e fecero l’amore due vol- passare per un uomo convenzionalmente mascolino,
te, poi sfiniti uscirono per andare a visitare i Kew serio, austero e privo di fantasia, mentre non era nulla
gardens e la casa di Virginia Woolf a Richmond che di tutto ciò?
ora divide il giardino con gli uffici della Montblanc. “Wow. Cioè, davvero, wow. Sono talmente scon-
Mentre pranzavano tardi in un pub di Richmond che volto che non so cosa aggiungere”, finì per dire
dava sul Tamigi e finivano le ultime briciole di una Mandla, ma Soso restò in silenzio e fece un altro so-
torta di mele particolarmente acida, Mandla si fece spiro. “Neanche una parola, eh? Sono davvero ester-
una foto con Soso e mandò lo scatto a sua madre, e poi refatto. È la più grande doccia fredda del giorno. Che
affrontò la questione della loro incombente partenza dico, della settimana! Anzi, dell’anno! Cazzo. Sei dav-
due giorni dopo. vero crudele in questo momento, lo sai?”, e si sentì
“Non abbiamo ancora parlato di quando ci rive- ferito.
dremo”. “Mandla…”.
“Non so, Mandla. Magari potresti venire a trovar- “No, guarda, non farmi la lezione”.
mi a Madrid. Tanto più che non ci resterò ancora a “Non capisci. Hai frainteso il mio silenzio”.
lungo. E poi potrei venire io a trovarti in Svezia”. “Cos’altro può voler dire se non che non provi per
“Mi sembra un ottimo piano. Perché tu sai che non me quello che io provo per te? Lo capisco, sai? Tu sei
posso vivere senza di te”. una persona sveglia, brillante, che legge di tutto, un
“Ma dai, sai benissimo che non è vero. Hai vissuto sacco di libroni. Sforni grandi pensieri su grandi poe-
“Tutta questa
senza problemi finora”. ti, scrivi libri sterminati e io… sono solo un pianista.
felicità è “Sì, ma era prima d’incontrarti. È questa la diffe- Un musicista, come direbbe mia madre”, e rise, “che
spaventosa. A renza, ora ti ho incontrato. E ti dico che non posso vi- ha solo del talento e a te questo chiaramente non ba-
maggior ragione vere senza di te”. sta. Ti stai chiedendo come potrebbe alimentare il
perché non può “È il tramonto che illumina il fiume e si riflette su tuo interesse e –”.
durare. Siamo queste finestre mentre mangi questa disgustosa torta “Mi sto chiedendo come possiamo andare avanti
realisti, nessuno di mele che ti fa parlare così, tesoro. Gli inglesi non così. Se possiamo andare avanti così. Mandla, questi
può aspettarsi che sanno davvero cucinare. Ricordami di non mangiare ultimi giorni, qui con te… Tutta questa felicità è spa-
continui mai più in un pub. Mi dimenticherai nel momento ventosa. A maggior ragione perché non può durare.
all’infinito. E tra esatto in cui atterrerai a Stoccolma e riprenderai i tuoi Siamo realisti, nessuno può aspettarsi che continui
poco partiremo e concerti e tutta quella gente ti applaudirà sera dopo all’infinito. E tra poco partiremo e io non voglio che tu
sera e vorrà la tua compagnia e la tua attenzione. Di- te ne vada ma dobbiamo partire e non so cosa fare e
io non voglio che tu
menticherai tutto questo”, e con un gesto della mano non vedo come dirti ‘ti amo’ aiuterebbe, considerate
te ne vada ma abbracciò l’interno del pub e la vista fuori, “nel mo- tutte le circostanze e il fatto che non possiamo conti-
dobbiamo partire mento in cui ricadrai nelle tue abitudini, nella tua rou- nuare così e io non credo, non ho mai creduto nei pro-
e non so cosa fare” tine, e riprenderai la tua vita di sempre”. positi che uno formula in queste condizioni e lo so che
“È il tuo modo di dirmi che non mi ami?”. parlando così rovino tutto, lo so, ma so anche che non
“Neanche tu hai mai detto che mi ami”. sarei sincero se non dicessi quello che sto dicendo an-
“Ti sto dicendo che non posso vivere senza di te e che se più di ogni altra cosa vorrei dirti che ti amo, ed
da questo non deduci che ti amo?”. è vero, ma non capisco perché mi dovresti credere e
“Mandla, non è da me fare deduzioni da ciò che prenderlo per vero sapendo quanto tutto è andato in
non è enunciato esplicitamente”. fretta e quanto tutto diventerà impossibile nel mo-
“Devi essere un pessimo ricercatore, allora”. mento in cui questa vacanza finirà. Capisci?”.
“Enunciato esplicitamente nella vita. Con i testi è “Quindi. È ‘sì’ o ‘no’? Vorrei solo che tu fossi chia-
diverso”. ro, se non ti dispiace”.
“Non vedo perché”. Soso sospirò di nuovo e disse: “Immagino ‘forse’.
“È così. Se tu avessi letto un po’ lo sapresti”. Sì, ti amo e forse possiamo fare in modo che questa
“Grazie. Comunque è irrilevante. Non hai ancora cosa funzioni ma non so come”.
risposto alla mia domanda”. “Be’, ottimo. Prolisso ma ottimo. Stai analizzando
“E tu non hai risposto alla mia”, disse Soso. troppo la cosa. Possiamo parlarne ora, come stavo
“Qual è la domanda? Se ti amo o no? Ascolta, Soso, provando a fare, e vedere le nostre opzioni”.
io ti amo. Tu mi ami?”. Le loro madri li contattarono quella sera, dopo che
Soso sospirò. Guardando intensamente Mandla, la madre di Mandla aveva inoltrato la loro foto alla
esaminando per la prima volta i suoi lineamenti, Soso madre di Soso, ed entrambe si erano stupite di trovar-
notò quanto le sue guance fossero leggermente paffu- li ancora insieme, giorni dopo. Che facevano ancora
te, il suo volto tondo, gli occhi grandi, e quanto le lab- a Londra? Non era uno spreco di soldi? L’albergo sarà
bra fossero piccole in confronto al resto dei tratti. stato pure economico, ma quanto economico? Con-
Mandla non era l’uomo più attraente che avesse mai dividevano una stanza? Un letto? Tutto questo tem-

38 Internazionale 1492 | 23 dicembre 2022


po? Molto interessante… Ma perché altri due giorni? nità e non fece che mandare messaggi a Soso chie-
Perché restare così a lungo? Ci fu un chiaro cambia- dendogli se aveva finito. Ma non dovresti studiare?
mento di tono rispetto ai primi messaggi d’incorag- Chiama tua madre, lo scaricò Soso, e Mandla, con sua
giamento, sostituiti da appelli alla prudenza e implo- stessa sorpresa, seguì il consiglio e chiamò MaXaba.
ranti incitazioni a tornare a concentrarsi sul lavoro e Quando telefonò, le due madri erano insieme e
sulle rispettive occupazioni prima di compromettere Mandla disse loro che il giorno dopo sarebbero final-
tutto quello su cui avevano lavorato tanto sodo con i mente tornati ognuno nella sua città. Parlò con en-
loro capi. Per i bianchi due giorni in più possono esse- trambe, e quando ebbero finito le madri chiamarono
re l’equivalente di un mese – “Sai, abelungi banjani. Soso che rispose sussurrando e le richiamò qualche
Magari ti licenziano, e poi che fai?”. “Non è bianco, è minuto dopo essere schizzato fuori dalla biblioteca.
cinese”. “Ahi, peggio mi sento. Ti licenziano di sicu- Le madri conoscevano bene i rispettivi figli e durante
ro” – e li supplicarono di tornare al lavoro e risparmia- quelle brevi conversazioni riuscirono a cogliere quel
re invece di sprecare soldi con uno sconosciuto che dolore inaspettato ma inespresso portato dalle loro
probabilmente guadagnava meno di lui e in un modo voci attraverso gli oceani fino alle terre della loro in-
o in un altro se ne stava già approfittando. fanzia. Sedute nella cucina di MaZondi, sorseggiava-
Gli ultimi due giorni sembrarono al tempo stesso no del tè bollente e inzuppavano biscotti nelle tazzine
interminabili e brevi, costellati da un lungo viaggio in che MaZondi aveva preso dalla vetrinetta in onore
treno in campagna, in gran parte contemplativo, per MaXaba. Dopo le telefonate rimasero un po’ in silen-
andare a visitare Charleston, nell’East Sussex, e da zio, tranne per il rumore dell’aria soffiata sulle tazzine
una serie di telefonate ignorate, delle madri, della per raffreddare il loro tè Five Roses.
compagnia operistica e di rispettivi amici che propo- “Si direbbe che si sono divertiti”.
nevano d’incontrarli dopo aver scoperto da Twitter e “Sì, mngani, proprio così”.
Facebook che erano a Londra. I due furono costretti a “Forse un po’ troppo. Sono preoccupata per il capo
separarsi per il periodo più lungo da quando stavano di Mandla. A quanto pare non è bianco, che già sareb-
insieme, perché Soso si decise finalmente ad andare be stato tremendo, ma cinese, e quelli sono davvero
alla British library per quei documenti che aveva in- crudeli. Se Mandla torna in Europa troppo tardi, dio
tenzione di consultare già da tempo. Si assentò per solo sa cosa potrebbe fargli quell’uomo”.
quattro ore e a Mandla, che nel frattempo avrebbe “Anch’io sono preoccupata per Soso. Mi è sembra-
dovuto studiare per il suo concerto, sembrò un’eter- to stanco. Come riuscirà a finire il suo libro se se ne va

Internazionale 1492 | 23 dicembre 2022 39


Nozizwe Herero
in giro eyobhiyoza per una settimana intera?”. Faremo della mia casa la nostra casa
Continuarono a snocciolare e ad affastellare le lo­ Con bambini, brandy e torte
ro inquietudini. Erano semplicemente troppe. Così Un giardino e dei libri
giunsero alla conclusione che l’Europa, in fondo, era – e se vorrà una piscina
un posto molto grande e che i loro figli non avevano faremo anche quella.
più bisogno di prendersi cura l’uno dell’altro. Decise­
ro che avrebbero trasmesso questo messaggio non Trascorsero la sera a camminare per Soho, spostan­
appena si fossero salutate dopo il loro tè. dosi da un ristorante che chiudeva a un pub ancora
Soso tornò al suo tavolo in biblioteca, prese Casa e aperto per finire in qualche locale anche se non ne
lo rilesse. Già a Madrid aveva cominciato a notare, avevano voglia, tutto pur di non dormire le ultime po­
con un certo disagio, quanto fossero simili le opinioni che ore che ancora avevano insieme. Per la prima vol­
che lui e il suo oggetto di studio avevano su una serie ta da quando si conoscevano non bevvero, rimanen­
di cose. Per esempio, alla domanda di un giornalista do sobri per evitare che l’alcol accentuasse la sonno­
su cosa trovasse più affascinante nella vita, lenza che sembrava inverosimile anche se i corpi si
Mdunyelwa aveva risposto, a quanto pare “senza esi­ facevano stanchi. Alle due del mattino entrarono in
tare”: “Me encanta el hombre guapo y bondadoso porque un centro massaggi tailandese all’angolo di una stra­
Non si parlarono es poco común”, che in un certo senso, aveva concluso da e restarono un’altra ora a fissarsi negli occhi, in si­
quasi per niente, Soso dopo una lunga riflessione, era quello che anche lenzio, lottando contro il sonno, ricavando le stesse
rimanendo con la lui trovava affascinante in un uomo. Un uomo bello e sensazioni dai massaggiatori che lavoravano fianco a
anche gentile era davvero uno spettacolo per gli oc­ fianco sulle loro schiene. Dopo furono assaliti dalla
testa appoggiata
chi, la cui rarità era stata notata dal poeta più di mezzo fame, presero qualcosa da mangiare al distributore
al finestrino,
secolo fa. “Pero ¿dónde encuentras esos hombres guapos, dell’albergo, e poi fecero l’amore piangendo dal pri­
pensosi, amables?”, aveva chiesto all’intervistatore, prima di mo all’ultimo istante. Ci fu solo tenerezza, in ogni
chiedendosi, per la aggiungere: “Quizás, uno tenga mas suerte buscando un momento, priva del desiderio sfrenato delle loro pri­
prima volta unicornio”. L’intervistatore osservava che lo scrittore me scopate. Steso sulla schiena, Mandla sembrava
dall’inizio della esule, nonostante tutte le difficoltà che aveva dovuto sconfitto mentre Soso, seduto sopra di lui, controllava
loro vacanza in affrontare e pur essendo diventato ormai una figura il ritmo di ogni cosa. Si baciarono più appassionata­
quella città, cosa controversa anche in Spagna, “manteneva, come tut­ mente, si strinsero con più forza, ognuno prendendo
avessero pensato ti i neri, un buon senso dell’umorismo”. il viso dell’altro tra le mani e asciugando le sue lacri­
di Londra rispetto Durante quel pomeriggio trascorso tra gli archivi me e prolungando la loro congiunzione e ritardando i
a Madrid e della British library, Soso trovò la bozza inedita di una loro orgasmi. Facevano l’amore per ricordarsi l’uno
composizione musicale scarabocchiata in uno dei tre dell’altro, non avendo ancora stabilito cosa ne sareb­
Barcellona, o a
diari lì archiviati. Mdunyelwa doveva averla scritta a be stato di loro tra qualche ora, lasciandosi a Heath­
Stoccolma e
Madrid qualche mese dopo il suo incontro con il ge­ row per tornare a Madrid e a Stoccolma. Si stavano
Helsinki, eccetera nerale di destra, ma quando ancora scriveva in ingle­ dando amore, perché era di questo che ognuno aveva
eccetera se e imparava lo spagnolo, avendo già abbandonato lo bisogno e l’altro adesso lo sapeva, perché durante
zulu. Soso fu così commosso da quel pezzo che decise quella settimana a Londra più di tutto avevano impa­
che lo avrebbe letto a Mandla e poi lo avrebbe obbli­ rato che l’amore ha il potere di trasformare ogni cosa.
gato a suonarlo dopo cena quella sera, la loro ultima Camminando per le strade di Willesden green,
sera insieme a Londra. Era un componimento sem­ cercando e non trovando la bellezza che la lettura di
plice, perfino ridicolo, ma struggente, forse per la so­ quei libri gli aveva fatto immaginare, Soso aveva capi­
litudine e l’autocommiserazione vissute dall’autore to che era l’amore, l’amore delle persone, non i matto­
in quel periodo della sua vita. Un uomo nero esiliato ni e la calce, che rendeva Willesden green com’era
nella bianca Europa, solo, che si sentiva non amato e nelle pagine che lo avevano portato lì. Era stato l’amo­
non amabile, e che forse soffriva di una depressione re a trasformare quel posto. E l’amore aveva preso un
non diagnosticata, e a cui l’amore e la sicurezza si pre­ uomo un po’ sovrappeso, con un viso tondo e una vo­
sentavano ora solo sotto una forma complicata e ce buffa, con le labbra sottili, le dita tozze e un grosso
compromettente. pene, e lo aveva trasformato in un uomo affascinante
e bello e spiritoso la cui partenza faceva venire le la­
E troverò una casa crime agli occhi. L’amore era così. Cambiava le cose.
lontano da casa E quando alla fine vennero, anche fare l’amore li ave­
E in quella casa va trasformati. Parlarono fino all’alba, dormirono due
Troverai un letto ore, poi si svegliarono per fare le valigie, vestirsi, fare
E in quel letto il check­out e prendere il treno per l’aeroporto. Il viag­
Troverai un uomo… gio questa volta sembrò più breve di quando erano
Sarà arrivati, anche se non si parlarono quasi per niente,
il mio uomo rimanendo con la testa appoggiata al finestrino, pen­
forte, buono e sincero sosi, chiedendosi, per la prima volta dall’inizio della
E mi amerà come io lo amerò loro vacanza in quella città, cosa avessero pensato di
E con lui lì accanto Londra rispetto a Madrid e Barcellona, o a Stoccolma
al mio fianco e Helsinki, eccetera eccetera. u

40 Internazionale 1492 | 23 dicembre 2022


Julie Nxadi Disegni di Beatrice Bandiera

Sotto
la pioggia
wathi kaloku ngantsomi, c’erano nu- vescica. Lei non sa come si chiama questa sensazio-

K vole troppo pigre per portare un ne e non le interessa saperlo.


temporale. Cascanti, basse e grigie,
si contorcevano sui cespugli spino-

ki (appena un tono più chiara delle strade di argilla,


scolorite e indurite da mesi di sole implacabile).
C’è uLoli, nove anni, che cammina con rabbia
verso casa.
È quasi a casa.
Cammina più forte.
È inutile sistemare i collant che scivolano giù e si
si. C’era un orizzonte che stormiva e arrotolano intorno alle caviglie.
agitava la lunga erba secca color ka-
E quando sarà a casa si toglierà questi abiti della
misura sbagliata;
questo vestito, troppo largo sulle spalle, queste
scarpe troppo strette in punta.
Cammina, e il vento la sbeffeggia. Le parole le Scioglierà le migliaia di ricci che ha
Le folate sollevano il suo vestito di taf- bruciano attraverso stretto in una coda e si toglierà i collant
fetà, le agitano il ciuffo di capelli sulla gli occhi e le troppo grandi.
testa e le scompigliano i ciuffetti sulle sanguinano dal Intanto sfrega via con il dorso della
tempie che aveva lisciato con tanta cu- naso. Una fiamma mano la vaselina che le lucida le
ra prima di uscire. invisibile le si è labbra.
Ma lei cammina. avvolta intorno alla E va avanti, respingendo il vento
Determinata. gola. Un tamburo quando le tira uno dei tanti strati del
Le sopracciglia sono aggrot- suo abito bianco di Natale (troppo ele-
silenzioso le batte
tate. Le labbra sono contratte. I pugni, gante per un giovedì pomeriggio di ot-
serrati.
nelle orecchie tobre). Ma il vento si vendica racco-
Una goccia d’acqua sfugge alla pre- gliendo il profumo dalla sua pelle e
sa di una nuvola e cade sul suo braccio dondolante e spingendoglielo in faccia, affogandola nell’odore di
lei la strofina via con impazienza. iyeza. L’odore le ricorda l’acqua rosa bollente in cui si
Il cielo ha già fatto questo gioco, questo gioco di era immersa quella mattina. L’acqua rosa, con le fo-
promesse vuote. Deridendo una comunità incrinata. glie secche che galleggiavano in superficie, che pro-
JULIE NXADI Le braccia di uLoli dondolano veloci al ritmo dei metteva una cura, o almeno una parvenza. La pro-
è nata a East London, suoi tacchi, mentre lei si precipita oltre la fattoria dei messa di guarirla dalla sfortuna o di nasconderla.
nella provincia del Dlanga dove sono stati messi fuori dei barili speran- Quando le nuvole si addensano a quel modo, la
Capo orientale, in do in un po’ di ristoro. gente si chiude in casa come per concedere al cielo
Sudafrica. Questo
“Idioti”, sibila. un po’ di intimità, ma uLoli avanza da sola attraverso
racconto è uscito
(Schegge di cuore le cadono nello stomaco). il villaggio come un presagio.
sulla Johannesburg
Review of Books con
“Soze kuphinde kunethe”. Era stata mandata in missione per riconquistare
il titolo originale Love Le parole le bruciano attraverso gli occhi e le san- l’amore di suo padre. Lavata con l’iyeza, per masche-
back. La traduzione è guinano dal naso. Una fiamma invisibile le si è avvol- rare l’izothe con cui sua madre dice che è nata, dove-
di Maria Giuseppina ta intorno alla gola. Un tamburo silenzioso le batte va mettersi davanti a lui e strapparlo all’indifferenza.
Cavallo. nelle orecchie. Un uomo grasso è seduto sulla sua Sua madre le aveva dato un profumo forte da mette-

42 Internazionale 1492 | 23 dicembre 2022


Internazionale 1492 | 23 dicembre 2022 43
Julie Nxadi
re nell’acqua del bagno e le aveva detto che vedendo- madre. “Xelela unyoko ukuba izinto zokudlala zibhal-
lo l’avrebbe riconosciuto. Un uomo alto, un bell’uo- ve ‘Made in China’”. uLoli non ha capito bene ma ha
mo, aveva detto. Aveva detto che uLoli doveva met- detto che l’avrebbe riferito. Lui si è voltato e si è al-
tere il vestito migliore e non sembrare una disperata. lontanato. L’incontro è terminato. Lei avrebbe rife-
Doveva fare gli occhi dolci e sorridere, invece di rito il messaggio e questa sarebbe stata l’ultima cosa
sembrare così matura e stagionata. Doveva genu- che avrebbe fatto per lui. Sarebbe stata anche l’ulti-
flettersi. Fargli vedere la pagella. ma cosa che avrebbe fatto per sua madre.
La pagella!
uLoli si ferma e nel petto qualcosa le sbatte con- Corre, il vestito appiccicato alla pelle. Il corpo vibra
tro qualcos’altro. Il vento la fa girare e la costringe a al suono della sua mente che urla oscenità. Abbassa
guardare la lunga strada appena percorsa. Lei apre i lo sguardo e vede i collant e le scarpe che stanno co-
pugni come se si aspettasse di vedere il foglio piega- minciando a infangarsi. uLoli smette di correre e la
to in una delle mani. Non c’è niente. Non riesce ne- pioggia si rallegra rumorosamente della sua sconfit-
anche a immaginare dove può averlo perso. Strizza ta. Sollevando il vestito, arrotola con cura le calze fi-
gli occhi cercando di pensare, ma non riesce a ricor- no alle caviglie. Le toglie, le infila in una delle scarpe
dare niente tranne le parole di suo padre. e poi comincia a camminare in fretta e con attenzio-
“Xelela unyoko ukuba izinto zokudlala zibhalwe ne, con le scarpe in mano. La pioggia batte sulla terra
uLoli si ferma e nel ‘Made in China’”. assetata con così tanta forza che dei pezzi di fango
suo petto qualcosa Gli occhi di uLoli guizzano senza meta nell’aria saltano su e si attaccano all’orlo del vestito bianco di
sbatte contro davanti a lei, senza posarsi su nulla, senza mettere a uLoli. Lei si ferma di nuovo, mette per terra le scarpe
qualcos’altro. Il fuoco niente, guardando tutto. Un’altra goccia d’ac- e si tira il vestito sopra la testa, voltandolo a rovescio.
vento la fa girare e qua atterra sulla sua guancia riportandola alla realtà: Lo arrotola in un fagotto gonfio e bagnato e se lo ficca
ha perso la pagella, la lettura preferita di umakhulu sotto il braccio.
la costringe a
dopo la Bibbia. Torna sulla strada da cui è venuta, ma Continua a camminare.
guardare la lunga
rallenta ricordandosi che sua madre le ha raccoman- “Soze ndiphinde ndivase ngayeza mna”, brontola,
strada appena dato di non farsi picchiare da umakhulu. Ora sarà si- maglietta e mutandine come stoffa bagnata contro
percorsa. Lei apre i curamente di ritorno dalla riunione dell’Associazio- la sua pelle. Promessa dopo promessa, urla a se stes-
pugni come se si ne delle madri e non può sapere che uLoli si è messa sa. Domani tornerà a giocare nella cava con uPhalo.
aspettasse di il vestito di Natale, che è andata a casa di suo padre Domani tornerà a giocare, non le importa di chi
vedere il foglio dopo aver fatto il bagno in quella medicina (umakhu- dice cosa.
piegato in una lu non crede che esistano le seconde possibilità). Tornerà a giocare.
delle sue mani. uLoli rallenta fino a fermarsi. Si volta di nuovo e rico- uLoli non corre più e non sa quando ha smesso di
Non c’è niente mincia a camminare furiosamente verso casa. correre.
“Iyhuuuuu!”, sospira mentre i polmoni si svuota- Arriva al cancello e lo apre. Ha le mani grigie e
no dolorosamente, “uzakuphambana umakhulu!”. grinze e la pelle d’oca sulle braccia sembra perma-
Ha le viscere scombussolate dalla rabbia e dalla nente.
paura. Sa a cosa è dovuta la paura; conosce la mano La casa è silenziosa sotto le lamine di pioggia
pesante di umakhulu. Ma la rabbia è più difficile da scrosciante. Avanza sulle piastrelle gocciolando. In
collocare. cucina, si riempie i polmoni del calore della casa e
Cammina più veloce. lancia un’occhiata nel corridoio fino alla stanza dove
Il vento cala. la madre dorme tranquillamente nel suo letto singo-
Una macchia nera appare a terra davanti a uLoli. lo. uMakhulu non è ancora tornata. uLoli sospira
E poi un’altra. cercando un sacchetto di plastica nei cassetti della
E un’altra. cucina. Ne trova uno e ci ficca tutti i vestiti bagnati.
E poi la pioggia arriva come uno scatto d’ira. Una sensazione di calma la prende per mano e la
guida gentilmente fuori dalla casa riportandola sot-
uLoli comincia a correre con l’acqua che straripa da to la pioggia.
un cielo sopraffatto. Ringhia mentre corre, pensan- Camminano fino al gabinetto, uLoli e la sua cal-
do all’uomo alto e grasso colpevole di tutto questo. ma, dove lei lascia cadere il sacchetto di plastica nel
La pagella è sicuramente da qualche parte nel suo buio. La pioggia mormora mentre lei torna in casa
cortile che volteggia indesiderata e senza meta. Lei uMakhulu non chiederà mai di qualcosa che non
non è nemmeno riuscita a entrare a casa sua. Lui era può vedere
fuori, e stava per parcheggiare la sua scintillante Co- (come si è bagnato, perché l’hai messo, come si è
rolla rossa in garage quando l’ha vista aprire il can- macchiato)
cello. Ha alzato la mano dicendo “Yima apho!”. Si è uLoli non parlerà di cose che umakhulu non sa
avvicinato a lei e poi ha fissato pensoso un punto (come si è bagnata, perché è sfinita, come si è
vuoto all’orizzonte. “Uthini?”, ha chiesto, come se macchiata)
avessero già parlato prima. uLoli ha risposto con no- Non sa, come lei sa, che è tutto dimenticato ora.
me, cognome, classe, nome della scuola e un sorriso. Sa solo che è sicura.
Fin lì è arrivata. Lui le ha detto che là non c’era niente Alza gli occhi al cielo.
per lei e le ha chiesto di riferire un messaggio a sua La pioggia si ferma. u

44 Internazionale 1492 | 23 dicembre 2022


Imraan Coovadia Disegni di Gabriella Giandelli

Victor e
il custode
lle cinque del mattino l’autobus per re di zoccoli sulla strada, un cavallo che sembrava

A Edendale si fermò davanti all’in- venire verso di lui, e si alzò. Dalla finestra vide, tra le
gresso. Il motore faceva un gran stanghe di un carro, l’alto animale che trascinava ver-
baccano. Victor non aprì gli occhi. so il ciglio della strada i fagotti che portava legati. Ave-
Infilò la mano nella tasca interna va due paraocchi neri, uniti da un sostegno sopra la
del cappotto Crombie che aveva testa. Il conducente, che indossava un berretto di vel-
accanto, che era appartenuto a un milionario dello luto a coste, lo fermò davanti alla sala da tè ed entrò,
zucchero il cui nome era scritto in filo azzurro sotto il mentre l’animale continuava ad agitare la coda.
colletto, e cercò il lasciapassare. Non trovò niente.
Non ci poteva credere. Si rimise a dor-
Victor vide che il cavallo non era più giovane. Il
suo alto petto grigio, spruzzato di peli
mire, a sognare la sua imminente for- Girò il letto su un scuri in alto e in basso, era muscoloso
tuna. Aveva tutta la fortuna, tutti gli fianco, ma non come i culturisti che si esercitavano con
amici, il custode come garante, un al- c’era niente. i pesi nel retro dell’ostello. Continuò a
tro garante che sarebbe diventato fa- Niente nelle scarpe. guardare il cavallo sotto la tettoia della
moso in tutto il mondo. Niente nella camicia sala da tè e cercò d’ignorare il disagio
Nel sogno riusciva quasi a toccare il abbottonata sulla che gli cresceva nel petto. Non sapeva
morbido volto bruno di suo padre, un gruccia. Non trovò se quel giorno sarebbe stato fortunato
IMRAAN faro di amicizia, e a vedere le lentiggini niente nelle tasche come nei suoi sogni.
COOVADIA uniformemente distribuite dalla fron- Innanzitutto rimise in ordine, per
è nato a Durban nel posteriori dei
te al mento. Il vecchio era stato abile. poter trovare il lasciapassare più in fret-
1970. Ha pubblicato
Aveva sollevato con l’unghia la foto-
pantaloni ta. Ripiegò la coperta sotto il braccio e la
romanzi e raccolte di
grafia in bianco e nero sul lasciapassa- ripose sotto il materasso. Girò il letto su
racconti, e insegna
all’università di Città
re, che apparteneva a un minatore mozambicano di un fianco, ma non c’era niente. Niente nelle scarpe, a
del Capo. Il suo High ritorno nel suo paese, e l’aveva sostituita con quella parte l’odore di lucido. Niente nella camicia abbotto-
low in-between ha di Victor, scattata dall’assistente indiano dei Crown nata sulla gruccia. Non trovò niente nelle tasche po-
vinto il Sunday Times portrait studios. Da allora le referenze sul retro, tim- steriori dei pantaloni né nella tuta che indossava in
prize. In italiano ha brate e indecifrabilmente firmate e datate su una tipografia. Sentì che stava cercando la soluzione di un
pubblicato Il tabella in inchiostro viola, erano state controllate enigma impossibile.
matrimonio (Marsilio centinaia di volte da poliziotti, amministratori giudi- L’enigma era la stanza. Difficile ispezionare tutto
2002) e I ladri dagli ziari e impiegati governativi. Di suo padre non aveva quello spazio, che oltre a essere la sua camera da letto
occhi verdi (Newton
più saputo niente. era usato come ripostiglio. C’erano due spazzoloni
Compton 2010).
Se non era in tasca, dove la sua mano cieca non ri- nel secchio, accanto a prodotti per la pulizia dall’odo-
Questo racconto è un
estratto del suo
usciva a trovarlo, il lasciapassare doveva essere da re penetrante. Alcune scatole contenevano lampadi-
romanzo Tales of the qualche parte accanto al materasso. Victor controllò ne rotte. Le tenevano come uova in un cartone, caso-
metric system. La sotto il cappotto e tutto intorno. Senza aprire gli occhi mai un bel giorno dovessero tornare ad accendersi. Il
traduzione è di Silvia cercò lungo il materasso. custode dell’ostello maschile cristiano Caledonian, il
Pareschi. All’improvviso si svegliò del tutto. Sentì un rumo- suo amico, il signor Samuel Shabangu, odiava buttare

46 Internazionale 1492 | 23 dicembre 2022


Internazionale 1492 | 23 dicembre 2022 47
Imraan Coovadia
Victor si mise a
controllare sotto le
latte di vernice.
Scostò il pesante
rotolo di filo
metallico per
vedere cosa potesse
nascondere.
Niente. Era
diventato un
criminale dall’oggi
al domani

via le cose. Quindi c’erano un rotolo di rete metallica Lui e suo padre dormivano fianco a fianco in un
annodata, latte di vernice Dulux dal coperchio mac- box tutto per loro. A mezzanotte Victor si svegliava
chiato, pezzi di filo e a parte, su una coperta, vari at- sentendo i rumori soddisfatti dei cavalli che urinava-
trezzi, chiavi inglesi, cacciaviti e una livella, necessari no, lo scalpitio degli zoccoli contro le porte dei box e
per le riparazioni quotidiane del custode. la sommessa conversazione che gli animali, cavalli e
Solo un incantesimo, proibito a un cristiano come cani, intrattenevano tra loro. I pastori tedeschi dalla
il signor Shabangu, avrebbe potuto sfilargli di tasca il lingua ruvida dormivano naso contro naso e trotterel-
libretto delle referenze e spostarlo dall’altra parte del- lavano diffidenti a cinque metri di distanza dai caval-
la stanza. Tuttavia Victor si mise a controllare sotto le li. Ciascuno faceva amicizia con un cavallo e un cava-
latte di vernice. Scostò il pesante rotolo di filo metalli- liere in particolare. Se erano contrariati spesso rin-
co per vedere cosa potesse nascondere. Niente. Era ghiavano, abbastanza forti da alzarsi sulle zampe
diventato un criminale dall’oggi al domani. posteriori e inchiodare Victor contro il muro, con le
Victor aveva aggirato la legge per rimanere in cit- spalle abbastanza robuste da tenerlo lì mentre disto-
tà. Suo padre aveva un permesso quando lavorava al glieva la testa dal loro alito salato, finché non erano
Natal command, la caserma di fronte alla North soddisfatti dell’espressione del suo volto. Ma non
Beach di Durban, dove portava secchi di avena calda mordevano quasi mai.
per i cavalli bai nel cortile della cavalleria e lavava gli Tre anni prima un certo individuo aveva cercato di
stivali dei soldati. Da bambino Victor gli dava una rubare il lavoro a suo padre. Aveva raccontato storie al
mano. Sistemavano le coperte sul dorso dei cavalli sergente maggiore europeo, accusando suo padre di
quando il reggimento tornava dalle esercitazioni, maltrattare i cani e di vendere il loro cibo a un orticol-
ispezionavano gli zoccoli ferrati degli animali, petti- tore indiano. L’accusa era rimasta sospesa nell’atmo-
navano le criniere mentre i cavalli s’inginocchiavano sfera nonostante la mancanza di prove. La tosse di
davanti alla caserma. suo padre si era aggravata, e lui temeva di finire in

48 Internazionale 1492 | 23 dicembre 2022


carcere per un sospetto di furto o di vedersi togliere il quale essere arrestato per un furto con scasso in un
diritto di tenere il figlio con sé in caserma. Non riusci- certo locale. Il signor Shabangu rappresentava un
va a dormire e aveva perso la voglia di parlare con i sistema immutabile, in cui si sapeva misurare chi e
tanti cavalleggeri europei suoi amici. Ben presto non cosa era importante.
aveva più retto alla pressione. Si era licenziato, aveva In fondo al corridoio, la porta della camera di
comprato il permesso di soggiorno per il figlio in mo- Shabangu era chiusa. Victor si chiese se era il caso di
do che non perdessero il loro punto d’appoggio nella bussare. Il custode non tollerava alcuna sparizione
provincia, lo aveva lasciato a Pietermaritzburg ed era nell’edificio, che si trattasse di uomini, donne o ef-
tornato nella loro terra natale, vicino al Lesotho, non fetti personali, perché lo metteva in cattiva luce.
lontano dalle montagne. Aveva promesso a Victor di Aveva visto il peggio che un uomo poteva fare, tante
tornare quando le voci sul presunto furto si fossero volte, e gli piaceva ricordarti le lezioni che aveva im-
placate. Da allora non gli aveva più scritto. parato mentre beveva juba acidissimo da un cartone
Per tre anni, addormentato o sveglio, Victor non da cui usciva un odore di alcol pungente come il pro-
si era mai allontanato dal suo libretto delle referen- fumo di una donna europea.
ze. Si sentì montare la febbre mentre frugava di nuo- Molti ritenevano che Victor fosse una specie di fi-
vo nel cappotto e lo rivoltava. Spostò le latte di verni- glio per Shabangu. Si sbagliavano. A volte non esiste-
ce e le portò una per una nell’angolo opposto, staccò va alcun legame tra lui e l’uomo più anziano. Il custo-
lo stendibiancheria dalla parete, infine aprì la porta de, in certe occasioni, faceva fatica a ricordare il no-
che dava sull’esterno. Non aveva la serratura. Dal me di Victor. La sua grande faccia diventava inespres-
corridoio la luce entrò nella stanza e non fornì alcun siva mentre cercava di concentrarsi sulle lettere, co-
indizio su dove si trovasse l’oggetto scomparso. Gli me se qualcuno avesse allentato il filo che gli teneva
girava la testa. imbrigliati gli occhi alla bocca. Non riusciva a serrare
L’edificio era silenzioso. La lampadina nuda sopra le mascelle. Faceva spavento. Temevi che gli fosse
la scala brillò pallida e gialla nel mattino senza emet- venuto un colpo e potesse soffocare.
tere luce. Victor guardò oltre le scale, verso il cortile. Nel giro di un paio di minuti il signor Shabangu In fondo al
A quell’ora gli abitanti erano invisibili, centottanta tornava padrone di sé, completava la frase, ritirava la corridoio, la porta
uomini adulti e brizzolati, irrequieti e impavidi, che lingua e di nuovo sembrava riconoscere l’altra perso- della camera di
discutevano dai loro letti e dalle file di gabinetti aper- na. In seguito non accennava mai a questi incidenti. Shabangu era
ti, che chiedevano prestiti con rapacità e poi cercava- Le persone che Shabangu ricordava veramente, per le chiusa. Victor si
no di non restituirli, tranne quando il prestatore era il quali gli si tendeva il filo della faccia, erano quelle a chiese se era il caso
signor Shabangu. cui aveva prestato dei soldi. Il venerdì si piazzava alla di bussare. Il
Gli uomini erano esausti. Il giorno prima, invece di scrivania nell’ingresso, dietro la porta a vetri smeri- custode non
andare in chiesa, si erano esercitati a ballare sul ce- gliati, e distribuiva banconote nuove da due rand in tollerava alcuna
mento. Bevevano boccali di spumeggiante orange cambio delle loro firme. Nel periodo di Natale faceva
sparizione
beer illegale prima di affilare i coltelli per le risse che prestiti a lungo termine, soldi che i residenti portava-
scoppiavano sulla via del ritorno dalla birreria. Trat- no nelle zone rurali per pagare un tetto nuovo, una
nell’edificio, che si
tavano Victor come una propaggine del signor Sha- bara, la dote di una figlia o di una sorella, i festeggia- trattasse di
bangu, affidandogli messaggi, avvertimenti, richie- menti per la circoncisione di un bambino. Si annotava uomini, donne o
ste, comunicazioni di controversie e altri annunci che il numero del loro lasciapassare come misura di sicu- effetti personali,
dovevano andare prima al custode e poi, tramite lui, rezza. Guardando da sopra gli occhiali di plastica, perché lo metteva
al consiglio dei supervisori, cinque europei scelti tra copiava i dati sulle ultime pagine della Bibbia. Quan- in cattiva luce
le file della gerarchia ecclesiastica e della polizia. I lo- do restituivi il prestito, una riga cancellava il tuo no-
ro arroganti messaggi, tuttavia, venivano ricevuti e me con l’aiuto di una penna Parker e di un righello.
poi ignorati dal signor Shabangu. I conti in sospeso appartenevano a uomini scom-
Victor cercò l’amico. Il custode doveva essere in parsi. Alcuni decidevano di non tornare nell’area ur-
giro. Sembrava che non dormisse mai. Poteva aggi- bana perché si sentivano sotto pressione. Altri mori-
rarsi nel corridoio a qualunque ora, per ispezionare le vano dopo una breve malattia e li seppellivano in una
sbarre alle finestre in cerca di macchie di ruggine, per fossa comune. Molti avevano lasciato il paese per
accompagnare i membri del consiglio a visitare l’o- unirsi all’Umkhonto, e in tal caso la loro scomparsa
stello, per condurre un poliziotto a un colloquio con cadeva nel silenzio. I nomi rimanevano comunque
uno dei residenti riguardo a un furto o a un’aggressio- nel libro e trascritti su una nuova Bibbia quando c’era
ne, per sfogliare qualche passo di una Bibbia dalla lu- bisogno di spazio. Un giorno sarebbero potuti rientra-
stra copertina di pelle nera ingrassata. re nel paese. Quando controllava i suoi registri colon-
Il signor Shabangu, dopotutto, era la persona a na per colonna, il signor Shabangu ripeteva i numeri
cui rivolgersi se avevi perso qualcosa o cercavi qual- sottovoce, aggiornando il capitale per tenere conto di
cuno. Non c’erano limiti evidenti al suo sapere. A ogni mese d’interessi. Solo lui era capace di fare quei
volte sembrava addirittura che conoscesse il futuro, calcoli a mente. Era bravo come un indiano.
che sapesse chi poteva trovare lavoro nelle officine Victor bussò e rimase in ascolto. Tutto taceva.
meccaniche, un montatore-tornitore e un fabbrican- Aspettò, accostando l’orecchio alla porta. A volte in
te di grandi utensili e stampi in Rissik square, quale corridoio sentiva il custode parlare da solo sulla sua
dei residenti poteva finire all’ospedale distrettuale e lunga brandina dopo avere riposto stracci e secchi. Le

Internazionale 1492 | 23 dicembre 2022 49


Imraan Coovadia

Pur non essendo


molto amato, il
signor Shabangu
era rispettato per
via della sua
longevità. Si
riteneva che fosse
l’uomo più vecchio
dell’edificio, con la
neve che gli si era
depositata fitta
sulle sopracciglia e
sui peli rigidi
intorno alla bocca
nera. Andava su e
giù per le scale
trascinando una
gamba. Faceva
fatica a stare
seduto e trovava
pace solo in certe
posizioni. Eppure
non aveva ancora
cinquant’anni

50 Internazionale 1492 | 23 dicembre 2022


sue labbra severe ricordavano i nomi dei debitori e gli
importi dovuti con una voce così sommessa che dove-
vi stare accanto alla porta per distinguere le parole e i
numeri. Ti sembrava quasi di averlo sorpreso a lan-
ciare un incantesimo.
Victor ripercorse il corridoio ed entrò nella sua
stanza, ricordando l’aura di magia nera che circonda-
va il custode. Se qualcuno rimaneva indietro con i
pagamenti avrebbe senz’altro subìto qualche disgra-
zia, lo sapevano tutti. Shabangu mandava Victor a
sollecitare i morosi. Victor ritornava con promesse,
scuse e altre storie, e con la certezza che il pagamento
sarebbe arrivato. Nessuno sfidava Shabangu, per pau-
ra di ciò che poteva fare a distanza.
Quando voleva festeggiare un incasso ragguarde-
vole, il custode entrava nel magazzino con un piatto
di fagioli al forno zuccherati e sorprendentemente
arancioni, o con una ciotola di pappa bianchissima e
insipida da cui si levava un vago aroma d’acqua. A vol-
te, durante un lungo periodo di vacanza, quando cer-
ti vecchi conti erano stati chiusi, poteva arrivare con
una lattina di sciroppo dorato senza etichetta. Man-
giava lentamente e con gioia, senza però offrirne
nemmeno una cucchiaiata a Victor. Nessuno cono-
sceva i parenti di Shabangu. Victor era chiaramente il
suo preferito all’ostello e forse nella vita.
Con gli altri residenti dell’ostello il custode si com-
portava in modo distaccato, addirittura scortese. Pur
non essendo molto amato, il signor Shabangu era ri-
spettato per via della sua longevità. Si pensava che
fosse l’uomo più vecchio dell’edificio, con la neve che
gli si era depositata fitta sulle sopracciglia e sui peli
rigidi intorno alla bocca nera. Andava su e giù per le
scale trascinando una gamba. Faceva fatica a stare
seduto e trovava pace solo in certe posizioni. Eppure
non aveva ancora cinquant’anni.
Victor tornò a guardare nel magazzino. Non pote-
va sperare che il suo amico lo salvasse.
Il signor Shabangu non bussò. Entrò semplice-
mente perché ne aveva diritto, mettendo le larghe
mani intorno allo stipite e spingendosi dentro il ma-
gazzino, dove ogni cosa era stata capovolta e allonta-
nata dalla parete.
“Come stai stamattina, Victor? Soddisfatto di co-
me vanno le cose?”.
“Non mi lamento, signor Shabangu”.
Il lasciapassare non era da nessuna parte. Victor
avrebbe potuto mettersi a urlare. Il passato era
scomparso. Non si poteva far nulla per riportare gli
oggetti smarriti nella loro posizione. Né si poteva ri-
percorrere i propri passi con tanta precisione da sco-
prire a che punto si era perduto qualcosa.
“Vedo che qui è tutto fuori posto. Vedo anche che
hai spostato le mie scorte dalla loro collocazione.
Preferisco che questa stanza sia in perfetto ordine,
lo sai”.
“Ho capito. Rimetterò tutto al posto giusto”.
Il custode fece un gesto con le mani.
“Dev’essere come un servizio da tè”.
“Rimetterò in ordine, promesso. Non trovo più
una cosa”.

Internazionale 1492 | 23 dicembre 2022 51


Imraan Coovadia

“Niente di troppo importante, spero. So che hai chiunque potesse aiutarlo. Ora, senza alcun motivo
del lavoro extra grazie ai recenti invasori. La colpa è comprensibile, il custode gli aveva portato via il per­
di quel signor Polk, credo. Ti ha messo a dura prova”. messo. Era una cosa senza senso. Adesso era nudo
“Mi ha dato la possibilità di lavorare allo spet­ davanti al signor Shabangu. Barcollò. Voleva sedersi
tacolo”. per terra. Non aveva mai provato un tale alternarsi di
“Comunque è una faticaccia. Capisco benissimo. vampate calde e fredde.
Quando sei distratto è facile smarrire le cose”. L’intruso s’inoltrò nella stanza, osservando gli og­
Il signor Shabangu fece un largo sorriso, che sem­ getti spostati durante la ricerca e il materasso sottile,
brava il prodotto di una lussazione alla mascella. Ave­ appoggiato su un fianco contro la parete. Nel magaz­
va stati d’animo monotoni per mesi di seguito, infilati zino c’era una sola finestra, sbarrata, anche se sareb­
l’uno sull’altro come perline in una collana. Superava be servita una lunga scala per raggiungerla dalla stra­
Natale e santo Stefano senza la minima traccia di al­ da. Da lì entrò all’improvviso la luce del sole color fa­
legria, cantando inni nella prima fila del coro con rina di mais, che conferì al viso del signor Shabangu
un’espressione annebbiata da scozzese, e poi beven­ un insolito colorito dorato, come di un re Mida che si
do il succo di frutta rosso dalla zuppiera del punch con fosse portato le mani alla testa.
la stessa gioia di chi sorbisce una medicina. Victor notò, per la prima volta, che non sembrava
In quello stesso istante Victor capì che era stato degno di fiducia. Il signor Shabangu aveva le mani e il
lui a prendere il libretto delle referenze. Era venuto petto scarni, eppure il collo e il mento sembravano il
in magazzino tutto gongolante, ad annunciargli che collare di una lucertola. Si compiaceva di conoscere
non c’era niente da fare. le fragilità e le superstizioni degli altri, informazioni
Victor si sentì perduto quanto il suo permesso. che riferiva a Victor, e della quotidiana scoperta che
Shabangu era in cima alla sua lista, il primo dei suoi nessuno lì dentro era migliore di lui. Nessun africano
patrocinatori. Victor cercava di essere amico di poteva batterlo.

52 Internazionale 1492 | 23 dicembre 2022


Come aveva fatto a sopportarlo per tre anni? ti! Ma ho visto abbastanza per concordare con te sul
Com’era sopravvissuto al peso del custode che aveva fatto che il signor Peter Polk è tutto un altro paio di
gravato su di lui per tre anni interi, rubandogli il respi­ maniche. In ogni caso, Victor, la mia religione non
ro dal petto? Che sfortuna aveva avuto quando, in un crede nelle opere teatrali”.
solo mese di tre anni prima, aveva perso il padre e Gli fremevano le labbra, come se fosse restio a
guadagnato un succube che gli prosciugava le energie cancellare il suo senso di vittoria e tornare infelice
vitali? Non riusciva a credere alla sua sventura. Sha­ per i cambiamenti avvenuti nel suo regno. Si guardò
bangu gli sarebbe pesato addosso fino alla morte. intorno nella grande stanza.
Il custode si accomodò in fondo al materasso. “Non so perché si parli tanto della commedia del
“Per te, Victor, la vita potrà rimanere piacevole in signor Polk. Ci hanno sconvolto la vita per settima­
eterno, basta che mi paghi l’affitto. Sì, è vero che so­ ne. E tutto per una finzione!”.
no venuto a ricordarti quell’infausto giorno del me­ Su questo il signor Shabangu aveva ragione. No­
se. Ma non voglio portare solo cattive notizie. Que­ nostante il modo in cui Polk aveva presentato il suo
sta sera comprerò della carne alla macelleria Clover. progetto ai supervisori, i preparativi per lo spettacolo
Ho ordinato le costolette di montone. Puoi cenare avevano finito per interferire con la routine dell’o­
con me, se vuoi”. stello. La mensa, in cui di solito le pentole ribolliva­
“L’affitto glielo pago subito. Però non posso man­ no sui fornelli piene di scintillante porridge accanto
giare con lei, signor Shabangu. Il signor Polk mi vuo­ a mucchi di pelose pannocchie zuppe d’acqua bol­
le dal pomeriggio. Stasera c’è la prima dello spetta­ lente, era stata convertita in un teatro. Le panche
colo, giù al piano di sotto. Non l’hanno informata? non erano più al loro solito posto. Sopra il palco im­
Dovrebbe andare avanti fino a tardi”. provvisato erano state inchiodate delle tende nere.
“In effetti ci hanno avvertiti”. La sera, quando gli uomini rimanevano sui gradini a
Victor fu sorpreso
“Quindi non credo che sarò libero”. parlare o a esercitarsi nel ballo, si sentivano i rumori
“Be’, peccato. Costolette squisite”. delle prove dietro le porte chiuse a chiave e la voce
di trovare le
Victor fu sorpreso di trovare le banconote nei seducente di una donna. A tarda sera arrivavano gli banconote nei
pantaloni, dove le aveva lasciate. Diede al custode i scoppi d’ira del regista Polk, che ribolliva e trabocca­ pantaloni, dove le
quattro rand e venti centesimi che gli doveva. Furo­ va con la stessa facilità delle pentole sui fornelli. aveva lasciate.
no accettati dal signor Shabangu con una cortesia Stavano anche aggirando la legge. C’erano ordi­ Diede al custode i
che lo investì come un raggio di luna. Victor ricordò nanze che impedivano agli attori bianchi e neri di quattro rand e
che il custode era l’unica persona nell’edificio che esibirsi professionalmente, per soldi, sullo stesso venti centesimi che
conosceva il segreto del libretto delle referenze. Suo palco. Polk pensava di aver trovato una scappatoia, gli doveva. Furono
padre, prima di lasciare la città, si era confidato con cambiando il metodo di pagamento, e aveva scelto accettati dal
lui, chiedendo il suo parere sul giusto prezzo da pa­ quattro residenti del Caledonian per lavorare insie­ signor Shabangu
gare. Shabangu aveva protetto Victor per tre anni. In me ai due protagonisti, Roland Adams e Janet Gilfil­
con una cortesia
quella settimana fatale, mentre si allestiva lo spetta­ lan. Victor li trovava interessanti quanto lo stesso
colo di Polk, il custode non era riuscito a impedirsi di Polk. Sembravano volare da un pensiero all’altro, da
che lo investì come
approfittare delle sue informazioni. Voleva trarre un sentimento all’altro, come acrobati. La compa­ un raggio di luna
vantaggio da entrambe le parti. gnia di Polk sembrava lavorare fuori dalla legge, al di
Scesero insieme al piano di sotto, dove il signor là di ciò che si poteva facilmente misurare o definire,
Shabangu doveva cominciare ad aprire le porte e a eppure, come si capiva ascoltando le loro conversa­
rincorrere il personale di cucina. Victor cercò di ca­ zioni, avevano un forte senso di ciò che contava.
pire il radicale cambiamento di umore del custode. Mettevano l’individuo sopra il sistema, e avevano un
Era lui, l’enigma. Perché avrebbe dovuto farlo? Per­ modo di fare le cose sopra tutto il resto e sopra le
ché una cosa del genere avrebbe dovuto rallegrarlo? aspettative degli altri. I due alloggiavano sullo stesso
Inutile rivolgersi alla polizia. Se aveva ragione su piano dell’albergo per soli bianchi malgrado il colore
quel che era accaduto, e il sorriso del custode gli bril­ della pelle di Roland.
lava dentro a dimostrarlo, allora toccava a lui frugare Poteva darsi che Polk e i suoi attori avrebbero ca­
nel cuore dell’usuraio, per non dire nella sua stanza, pito la difficile situazione di Victor. Forse Polk avreb­
e recuperare il lasciapassare. be provato ad aiutarlo. Ma se Victor si fosse lamenta­
Nel frattempo non poteva permettersi di metter­ to di Shabangu con qualcuno dei residenti dell’ostel­
lo in allerta. Non poteva lasciare che il documento lo sarebbe stato deriso. Dopotutto, aveva raccontato
uscisse dall’edificio. Sarebbe stata la sua fine. il suo segreto a un cristiano e si era reso vulnerabile.
Si fermarono un momento nella mensa, dove i “Allora dopo posso venire nella sua stanza, signor
preparativi per lo spettacolo erano quasi terminati. Shabangu. Vedrò se è ancora sveglio. Forse potremo
“Non verrà a vedere lo spettacolo, signor Shaban­ ancora festeggiare insieme”.
gu? Lei entra gratis, naturalmente, perché ha aiutato “Ci vediamo più tardi, allora. Goditi lo spet­
con la messa in scena. Può anche stare sulle scale e tacolo”.
guardare dalla finestra. Al signor Polk non dà Victor aspettò che il custode uscisse in corridoio,
fastidio”. poi chiuse la porta. Stava tremando. Il libretto delle
“Allora è un europeo molto particolare. Mai cono­ referenze sarebbe tornato nelle sue mani quella sera
sciuto un uomo simile. Non preoccuparsi dei bigliet­ o mai più. Quando c’erano disordini, le leggi erano

Internazionale 1492 | 23 dicembre 2022 53


Imraan Coovadia
Nessuno aveva applicate in modo rigoroso. Se si scopriva che le refe- che si fosse mai tenuto lì dentro, a parte le rappre-
dimestichezza con renze sul tuo lasciapassare erano scadute, ti carica- sentazioni della natività messe in scena dagli evan-
i litri, per non vano su un furgone diretto alle riserve dei nativi. gelisti in visita. Polk era più calmo che mai. Era sedu-
parlare dei Victor voleva viaggiare in Mercedes e in aereo, to al volante del suo pick-up Datsun, e dal finestrino
centimetri, dei assistere al doppio spettacolo al drive-in europeo, aperto istruiva gli operai che scaricavano gli scatolo-
comprare più carne da Clover di quanta potesse ni. Aveva poco più di quarant’anni, eppure vedendo-
chilogrammi e
mangiarne un uomo in una volta sola, camminare lo così, sprofondato nel sedile, sembrava pesante
dell’elettricità
per strada senza paura di essere intercettato e bacia- come un vecchio.
venduta in re le donne riluttanti in città. Per poter fare quelle “Hai visto Roland? Ormai dovrebbe essere qui”.
pacchetti di cose doveva recuperare il permesso prima che spa- “Non l’ho visto, signor Polk. Devo andare a cer-
kilowattora. Quei risse per sempre. carlo?”.
termini avevano Non sarebbe riuscito a fare nulla durante lo spet- “Vai pure, ma non credo che troverai niente, ra-
un suono da era tacolo. Molto probabilmente il custode sarebbe ri- gazzo mio. Il giorno della prima Roland fa sempre i
spaziale, da masto nella sua stanza, agitato come se dovesse im- capricci. Tu vai dentro. Non voglio che il tuo signor
vocabolario di pedire ai demoni di entrare dal piano di sotto. Era Sobukwe mi faccia il malocchio”.
astronauti e un’occasione unica. Da quando Victor era arrivato “Signor Shabangu”.
cosmonauti all’ostello, Polk era stato l’unico a far esitare il signor “Signor Shabangu che controlla tutto qui dentro.
Shabangu sotto il tetto del suo regno. Non t’invidio, tu che devi obbedirgli”.
Il mondo era cambiato con le unità di misura. A Victor non dispiaceva correre alla ricerca di Ro-
Non c’erano più pollici e iarde, non più distanze in land. Gli attori sarebbero spariti entro il fine settima-
miglia sui segnali stradali, non più banconote da una na. Voleva memorizzare ogni improbabile minuto
sterlina prelevate dal registratore di cassa, non più le della loro apparizione, assorbire l’immagine di Janet
pinte e i galloni del sistema imperiale. Invece c’era- nella camicetta di raso con le rose rosse in rilievo sul-
no le unità metriche, che semplificavano la divisione la tasca. Era già sul palco a leggere le sue battute da
e la moltiplicazione e perciò mettevano in risalto gli un foglietto, i capelli rossi tirati indietro sul cuoio
sfasamenti del sistema attuale. capelluto bianchissimo. Victor avrebbe potuto spiar-
Alla stazione di servizio della Shell avevano con- la tutto il giorno dal suo punto di osservazione nel
vertito una fila di pompe per vendere la benzina in corridoio. Aveva una strana, incommensurabile bel-
rand al litro. Quando il Medio Oriente aveva inter- lezza da strega. Non sarebbe più riuscito a toglierse-
rotto le forniture di petrolio, si era formata una lunga la dagli occhi.
fila di Chevrolet, Ford Cortina e Hillman Avenger. Lì Nello stesso tempo non voleva essere sorpreso a
vicino c’era la sala da tè Galaxy dove gli uomini com- guardare. Solo alcune persone avevano il diritto di
pravano le provviste. Aveva cominciato a vendere guardare gli altri. Anche con Polk e le sue star, gente
zucchero bianco in pacchi da mezzo chilo circondati diversa da tutti gli altri europei che aveva incontrato,
da mosche e latte in bottiglie di vetro da mezzo litro, Victor provava l’impulso di ritrarsi quando gli rivol-
mentre dietro il banco il proprietario, Tarun Naicker, gevano la parola.
annunciava che adesso faceva le cose a metà. Tornò fuori e infilò la testa nel finestrino del
pick-up.
essuno aveva dimestichezza con i “Roland non è arrivato. C’è Janet”.

N litri, per non parlare dei centimetri,


dei chilogrammi e dell’elettricità
venduta in pacchetti di kilowatto-
ra. Quei termini avevano un suono
da era spaziale, da vocabolario di
astronauti e cosmonauti. Tutti avevano sentito par-
lare del successo di George Foreman, avevano osser-
vato l’immagine sfocata del campione del mondo
dei pesi massimi sullo stesso giornale in cui avevano
“Sali di là. Andiamo a cercare una bottiglia di
Castle lager”.
Victor salì e prese posto sul sedile del passeggero,
dove mancava la cintura di sicurezza e c’era un pan-
nello arrugginito al posto della radio. Polk indossava
la sua solita uniforme, una camicia da safari a mani-
che corte, pantaloni marrone chiaro con cintura ed
eleganti scarpe marroni. Sembrava un contadino.
Appariva piuttosto compiaciuto della sua mole. Si
letto che la guerra del Vietnam era finita. Due regi- vedeva da come guidava il pick-up.
nette di bellezza erano andate a Londra sullo stesso “Non vuole cercare Roland, prima?”.
jumbo per partecipare al concorso di miss Mondo, “Quando torneremo dal negozio di alcolici ve-
una miss Sudafrica con le gambe lunghe, la pelle dremo se è qui o no. Se non è ancora arrivato andre-
chiara e gli occhi azzurri, più una miss Africa del Sud mo a prenderlo. E allora sarà nei guai”.
con le gambe lunghe e la pelle scura. Lo Skylab 2 era Polk parlava come un contadino, rigirandosi le
stato lanciato per studiare un pianeta in cui Bruce frasi in bocca, adottando una parlata così roca e sin-
Lee, la star di cento film di kung-fu, era morto all’im- cera da perdere ogni credibilità. Potevi parlare così
provviso. L’11 settembre, in Cile, il generale Pino- solo se vivevi nel cuore del paese, se non avevi mai
chet aveva raso al suolo il palazzo presidenziale di ascoltato un disco o un dramma radiofonico, se mi-
Santiago. suravi ancora i tuoi prodotti in libbre e galloni e once,
Ed era la sera della prima all’ostello maschile cri- anziché in litri e chilogrammi. Ma Polk non era un
stiano Caledonian. Era l’unico spettacolo teatrale contadino. Aveva visto il mondo e aveva già comin-

54 Internazionale 1492 | 23 dicembre 2022


ciato a minare il sistema del signor Shabangu. bili, e della sua prima opera teatrale andata in scena
Sulla strada principale viaggiavano camion in una scuola con una sola aula a King William’s
Bedford diretti al grande porto in costruzione a Ri- Town, e degli spazi aperti della campagna che sog-
chards Bay. Il telone si sollevava sotto le corde per giogavano ed esaltavano il cuore.
rivelare cataste di assi di pino e bombole di gasolio. A Victor piaceva ascoltare Polk. Quel giorno
Tra un camion e l’altro c’erano furgoni più piccoli avrebbe ascoltato la sua voce, e bevuto con lui, anco-
usati dai padroni per trasportare nei cantieri gli ope- ra per qualche ora. Ma non voleva che il regista si
rai, uomini scalzi in pantaloni corti seduti sul piana- stancasse così presto il giorno della prima. Temeva
le con zappe e rastrelli. che si sarebbe addormentato se si fosse scolato
Polk parcheggiò davanti al negozio di alcolici e un’altra bottiglia, con le grosse gambe incastrate in
aspettò che Victor gli portasse le bottiglie. Poi si fer- modo innaturale sul freno a mano.
marono sul ciglio della strada e bevvero la birra da Quando Polk aprì la portiera per pisciare nel par-
un sacchetto pieno di ghiaccio. Non era la prima vol- cheggio e guardò con affetto la vetrina del negozio di
ta che lo facevano. Ogni sera, una volta terminate le alcolici, Victor decise di ricordargli che bisognava
prove, Polk si scolava una sfilza di Castle, una dopo tornare all’ostello a cercare Roland. Polk faticava a
l’altra. Beveva sul sedile anteriore del Datsun finché capirlo. Sembrava frastornato. Victor non riusciva a
la sua faccia non diventava rossa nella luce dell’abi- immaginare dove si trovasse, in un uomo così sbron-
tacolo. Quando finiva una bottiglia, scendeva bar- zo, il potere dell’immaginazione.
collando dal pick-up e apriva il bagagliaio per cercar- Ma Polk si riprese presto. Mandò Victor a prende-
ne un’altra. Aveva raccontato a Victor dei diciannove re una tazza di caffè bollente con Cremora nella vici-
mesi che aveva trascorso su una nave mercantile na sala da tè. Lo bevve senza scottarsi e tornò indie-
dopo aver mollato l’università, attraversando il golfo tro guidando con cautela, sporgendosi verso il para-
Persico con carichi di semi di soia e parti di automo- brezza per vedere meglio la strada. Ogni mattina, in

Internazionale 1492 | 23 dicembre 2022 55


Imraan Coovadia
fondo, era come se la sera precedente e la bottiglia piedi fino alla radice dei capelli. Il mondo era una re­
precedente non fossero mai esistite. Polk non ricor­ cita. Lui, suo padre e Samuel Shabangu erano attori
dava già più di essersi arrabbiato con Roland. L’atto­ senza nome, persone che nel grande disegno della
re avrebbe avuto una seconda possibilità. vita non contavano niente. Non riusciva a spiccicare
parola con gli agenti della polizia segreta. Però li sfi­
ictor si accorse, costernato, che nella dava. Non gli dispiaceva di essere ammutolito davan­

V stanza del custode c’era già la luce


accesa. S’inginocchiò e guardò dal
buco della serratura per capire come
stavano le cose.
Il signor Shabangu non si vedeva
da nessuna parte. Al suo posto c’era un europeo, se­
duto alla scrivania dove il custode controllava i suoi
calcoli e faceva i conti. Il blocco di carta carbone era
stato sostituito da una macchina complicata, un mo­
ti a loro. Era più fortunato di quanto non fosse mai
stato. Il suo nome sarebbe diventato leggendario.
L’uomo alle sue spalle lo afferrò per un orecchio e
parlò.
“Ci hai presi per il cinema? Pensi di poterci guar­
dare così, amico mio? E comunque, cosa ci fai qui?”.
“Dormo nella stanza accanto, dove c’è il materas­
so. Ero solo passato a trovare il signor Shabangu”.
“Il tuo Shabangu non è qui per salvarti. Dov’è il
tore con due mandrini intorno ai quali passava uno tuo lasciapassare?”.
spesso nastro marrone. “Mi chiamo Victor Moloi. Il signor Shabangu glie­
Sicuramente il custode aveva disposto tutto in an­ lo dirà. Il mio lasciapassare l’ha preso lui. È da qual­
ticipo. Victor non riusciva a immaginare che quella che parte in questa stanza”.
macchina fosse stata installata in una sera sola. Era “Racconti un sacco di balle, ragazzo mio. Devo
sorpreso che il signor Shabangu non lo avesse avver­ proprio dirti che racconti un sacco di balle”.
tito di stare alla larga dall’ultimo piano dopo lo spetta­ L’uomo se lo teneva stretto accanto alla testa. Vic­
colo. Era come se volesse essere colto in flagrante, tor si alzò in punta di piedi, senza quasi avvertire il
come se volesse ostentare il suo amico europeo. dolore, e guardò l’altro che rimetteva in ordine e s’in­
Victor, accovacciato davanti alla porta, notò la filava la giacca. Era un sollievo essere scoperto, cattu­
giacca di cuoio rossastro dai grossi bottoni sullo rato, trattenuto e costretto a confessare. Viveva na­
schienale della sedia e i capelli tagliati corti sulla testa scosto da tre anni. Ora poteva essere libero da tutto.
rettangolare dell’uomo. Aveva le cuffie sulle orecchie Poteva tornare da suo padre.
e stava regolando le manopole della macchina. “Bene, dovrai restare con noi per un po’, amico
A un certo punto il custode sarebbe riapparso. Non mio. Del resto non possiamo mica lasciarti andare a
aveva mai dormito da nessun’altra parte, mai viaggia­ raccontare storie a Polk e alla sua sfilza di brillanti at­
to durante le vacanze, mai passato una notte in ospe­ tori e attrici. Non vogliamo disturbare la sua bella ros­
dale. Quindi Victor non avrebbe avuto un’altra occa­ sa. Domani cominceremo a chiarire l’accaduto. Fare­
sione per cercare in quella stanza. Le sue chance di­ mo qualche chiacchierata con le persone coinvolte.
minuivano di ora in ora. La sera prima il signor Sha­ Tu, intanto, sei arrivato nel bel mezzo di un’ope­
bangu lo aveva divorato. Quella sera era comparso un razione”.
altro uomo con un registratore per custodire ciò che L’uomo alle sue spalle lo lasciò andare e lo spinse
gli era stato sottratto. sul letto. I due poliziotti, ora entrambi in giacca di pel­
L’uomo era un agente della polizia segreta, Victor le, si sedettero davanti al registratore, cercando di
ne era certo. Vestiva in borghese, con la giacca di pel­ estrarre le due bobine senza rompere il nastro. Gli
le al posto della divisa blu. Gli agenti avevano la repu­ sembrarono ancora più inetti di lui. Il loro sistema di
tazione di essere più intelligenti del poliziotto medio. lasciapassare e forze di polizia, prigioni e registratori,
Non avevano bisogno di alzare la voce, perché la loro quel sistema che portavano nel cuore e trattavano co­
potenza era temuta in tutto il paese. Un agente della me vangelo, era un’invenzione infantile. Aveva effet­
polizia segreta poteva farti sparire per sempre. Poteva ti nefasti, eppure le sue ragioni non erano più serie
invalidare all’istante le referenze del tuo datore di la­ della logica di un bambino.
voro e stracciarti il lasciapassare. Se eri un europeo “Il mio libretto delle referenze è qui, in questa
poteva confiscarti il passaporto, imbarcarti su un ae­ stanza, perché è stato il signor Shabangu a venderme­
reo per espellerti dal paese, imprigionarti o segnalar­ lo. Lo sanno tutti. Se gli dai abbastanza soldi, lui va al
ti al ministero per farti mettere agli arresti domicilia­ dipartimento e ti procura un libretto delle referenze”.
ri. Se ti prendeva, finivi nei guai. “Stai muovendo un’accusa grave. Il signor Sha­
Victor si stava rialzando in piedi quando si sentì bangu è amico del nostro dipartimento da molti anni.
afferrare per il collo e spingere dentro la stanza del Non credo che traffichi in lasciapassare”.
signor Shabangu. L’uomo alle sue spalle, forte ed effi­ “Lasciatemi dare un’occhiata in giro. Così lo trovo
ciente, gli bloccò le braccia dietro la schiena, impe­ e ve lo faccio vedere”.
dendogli di voltarsi. Quello davanti a lui si alzò, im­ Non glielo permisero. L’altro poliziotto andò a
provvisamente rosso in viso, togliendosi le cuffie e chiamare il custode. Tornò qualche minuto dopo, con
spegnendo il registratore. un sorriso che gli rimase sulla faccia. Non aveva nien­
“Ho trovato un amico qui fuori. L’hai mai visto?”. te di amabile.
“Lavora con Polk. Non è vero, amico mio?”. “Il nostro Shabangu deve aver sentito qualcosa. Se
Victor fu percorso da un brivido, dalla punta dei l’è data a gambe”. ◆

56 Internazionale 1492 | 23 dicembre 2022


Hai tra le mani
il regalo dell’anno
e non lo sai
A Natale regala
Foto di Francesca Leonardi

un abbonamento a
Internazionale oppure
a Internazionale + Kids

Seguendo le istruzioni puoi


far diventare questa copia
un anticipo del tuo regalo.

Un anno di Internazionale +
Internazionale Internazionale Kids

99 euro
invece di 109
114 euro
invece di 124

Offerta valida fino all’11 gennaio

1 Inserisci i dati della 2 Piega il giornale al 3 Completa il pacchetto


persona a cui vuoi regalare contrario partendo dalla con un nastro e mettilo sotto
l’abbonamento su doppia pagina centrale l’albero come anticipo del
internazionale.it/abbonati e ripiega in dentro i tuo regalo.
Ora apri la pagina centrale punti metallici nel caso
del giornale. sporgessero.

Regalati o regala un abbonamento a


ILLUSTRAZIONE DI NATASCHA BAUMGÄRTNER
Keletso Mopai Disegni di Stefano Ricci

Come
un adulto
l viso di papà era paffuto, morbido e liscio co- barazzo; ha perfino leccato il piatto. Ho guardato la

I me un vetkoek ben fatto quando mi ha detto mamma disgustato. Lei ha scosso la testa, come se
che il ragazzo si chiamava Solly e che sareb- fossi stato io a leccare il piatto, e poi ha fatto una faccia
be venuto a trovarci per il fine settimana. Ora seccata, aggrottando le sopracciglia. Quando Solly ha
sta lavando il nostro marciapiede con la finito di mangiare e di trangugiare la sua bibita, ha
pompa, papà intendo. Lo guardo dalla fine- cominciato a masticare anche la cannuccia. La mam-
stra della mia camera da letto. La manichetta si agita ma ci ha chiesto se volevamo andare nell’area giochi,
come un mamba nero e lui la insegue e la tiene ferma. ma siccome Solly non voleva, ha cambiato idea e ha
Pulisce il marciapiede ogni fine settimana. La gente detto che non dovevo andarci nemmeno io. “Ma sia-
ci butta ogni genere di cose quando mo venuti qui perché così potevo gioca-
dormiamo di notte, così lui pulisce le La mamma ci re dopo aver mangiato, me l’avevi pro-
loro malefatte. Una volta ho visto una ha chiesto se messo!”. Ho incrociato le braccia.
scia di sangue proprio vicino all’erba; volevamo andare “Non vedi che tuo cugino è stanco?”.
quando l’ho mostrata alla mamma, mi nell’area giochi, Ho urlato, tirando un calcio alla
ha detto che era sangue di pollo. Noi ma siccome Solly gamba sotto il tavolo: “Allora non do-
non abbiamo polli. non voleva, ha vrebbe giocare lui, non io!”.
Chiudo la tenda, mi giro e trovo cambiato idea e ha “Moshole, piantala subito”, ha sibi-
Solly seduto sul letto che mi fissa. È ca- detto che non lato lei, richiudendo il sacchetto con i
duto dal letto stamattina presto e sem- miei avanzi. “Vuoi che quei bambini
dovevo andarci
bra che la cosa lo abbia spaventato. bianchi pensino che sei un attaccabri-
KELETSO MOPAI
Dorme nella mia stanza anche se ci
nemmeno io ghe?”, disse, indicandoli con lo sguar-
è una scrittrice e
sono camere libere. La mamma dice do. Scrutai dietro le spalle il grande ta-
geologa nata a
Tzaneen nel 1992. La
che è perché non è abituato a dormire da solo. Gli volo d’angolo, dove i bambini stavano cantando
sua raccolta di guardo la testa: ha sempre i capelli arruffati e non senza entusiasmo “tanti auguri a te, tanti auguri a
racconti If you keep vuole pettinarli. Quando l’ho conosciuto, puzzava di te” a un ragazzo dai capelli rossi inginocchiato sul
digging è stata scelta sapone e sudore. La sua pelle è olivastra, a differenza sedile di fronte a loro. Aveva il volto ricoperto di bril-
come uno dei migliori della mia che è scura, e quando cammina, cammina lantini e batteva timidamente le mani. Un uomo in
debutti del 2019 dal con le ginocchia che battono l’una contro l’altra, e ha pantaloni corti color kaki, sicuramente il padre del
sito di letteratura gambe lunghe e sottili. Non condivido il mio sapone festeggiato, era in piedi poco lontano dal tavolo e
africana Brittle Paper. da bagno, ma Solly lo usa lo stesso. La mamma gli ha scattava fotografie. Sorrideva a denti stretti e saluta-
Questo racconto è
anche dato le mie pantofole, quelle blu che mi piac- va i bambini. Sembrava che avesse le lacrime agli
uscito sulla
ciono tanto. occhi. Quanto vorrei che papà mi amasse abbastan-
Johannesburg Review
of Books con il titolo
Gli chiedo come ha fatto a cadere e lui parla lenta- za da piangere davanti ai miei amici. Anche i miei
The boy and other mente, le parole sembrano lottare nella sua bocca, occhi erano pieni di lacrime.
disasters. La ma ieri, quando la mamma ci ha portato a pranzo in “Non fare lo stupido e comportati come un adulto.
traduzione è di Sarah un ristorante in città, ha mangiato il pollo con foga, Asciugati quelle lacrime!”, ha detto la mamma. Mi
Victoria Barberis. come se il cibo stesse per scappare. Ero molto in im- sono pulito il viso con la maglietta.

60 Internazionale 1492 | 23 dicembre 2022


Internazionale 1492 | 23 dicembre 2022 61
Keletso Mopai

Quando Solly ha Solly ha dato un colpetto sul braccio alla mamma, volte e che fosse felicissimo della sua presenza. Ero
visto papà, è corso chiedendo di andare in bagno. “Vai con lui”, mi ha geloso, mentre li fissavo con un grosso nodo in gola.
ad abbracciargli le ordinato lei. A differenza della casa di Solly, casa mia è grande.
gambe. Non avevo “Ma io non voglio andare al gabinetto”, ho arric- La mia è la seconda casa più grande di Lenyenye, do-
mai incontrato il ciato il labbro. Lei mi ha squadrato di nuovo, lo stesso po quella del nostro assessore. Lui ha cinque macchi-
sguardo che mi aveva rivolto una settimana fa quan- ne, mentre papà ne ha due e mamma una. La mia casa
ragazzo prima di
do aveva trovato un piatto di cibo sotto il mio letto. inghiotte il nostro cortile e sovrasta gli alberi di bana-
allora, ma
“Nxa!”, ha imprecato. ne, ergendosi alta accanto alla recinzione di mattoni
sembrava che lui Mi sono diretto verso la porta con il cartello toilet- che ci divide dai nostri vicini, i Makwela, che non ci
avesse incontrato te, con Solly al seguito. parlano anche se do da mangiare al loro cane maci-
papà molte volte e La casa di Solly è lontana dalla mia. Mentre anda- lento. La mamma mi ha detto che il signor Makwela
che fosse vamo a prenderlo, siamo passati davanti ad alberi e una volta era un poliziotto, ma ha perso il lavoro per-
felicissimo della alberi e ancora alberi: alberi di banane, litchi, arance, ché voleva sparare a papà con la sua pistola quando
sua presenza manghi, alberi di limoni, alberi e alberi e alberi. Ab- papà ha voluto i soldi che gli doveva. Il signor Makwe-
biamo guidato a lungo su strade sterrate che hanno la nega tutto e dice che è stato papà che voleva sparar-
lasciato rossa di polvere la macchina bianca di papà. gli. Oggi, quando la signora Makwela passa davanti a
Quando ho aperto il finestrino, il vento polveroso mi casa nostra, si gira dall’altra parte e quando fa caldo,
ha morso le orecchie. Quando finalmente siamo arri- come capita spesso, inclina l’ombrello per non dover-
vati, abbiamo trovato Solly che giocava con i suoi ami- ci salutare.
ci fuori dalla casa, un rondavel con un tetto appuntito
che toccava quasi il cielo. Il cortile era verde scuro con La mamma la odia tantissimo, glielo leggo in faccia
un pavimento di sterco di mucca decorato con qua- quando parla di lei. L’altro giorno ha detto a una sua
drati, cerchi e zigzag. Era bello. La casa sembrava amica al telefono che prima che la signora Makwela
troppo piccola rispetto a tutto quel cortile. Quando diventasse una strega era una buona vicina. Parlava-
Solly ha visto papà, è corso ad abbracciargli le gambe. no per ore al di là della recinzione, si scambiavano
Non avevo mai incontrato il ragazzo prima di allora, cibo, frequentavano la stessa chiesa e partecipavano
ma sembrava che lui avesse incontrato papà molte insieme alle riunioni della comunità, ma ora la

62 Internazionale 1492 | 23 dicembre 2022


mamma dice che la signora Makwela si è trasforma- quando le frustate e i pianti sono finiti e papà la mat- La mamma
ta in “un’infida serpe” e che una volta di notte l’ha tina dopo mi dà cinquanta rand per la scuola, vorrei domanda a Solly:
vista volare su un manico di scopa attraverso la fine- che sapessero chi è veramente. Vorrei che i bambini “Hai mangiato
stra della sua camera da letto. smettessero di lanciare oggetti sul nostro marciapie- abbastanza, vuoi
“Hai fatto un brutto sogno? È per questo che sei de dicendo che lui ha minacciato i loro genitori. Una altro pane?”. Sul
caduto?”, chiedo a Solly. Scuote la testa. volta ho chiesto a mamma perché papà fosse andato
volto di mamma
“Ti ho spinto?”. La scuote di nuovo. “Allora come a casa della vecchia in fondo alla strada, avesse sfon-
c’è qualcosa che
hai fatto a cadere?”. dato la porta d’ingresso e si fosse preso la televisio-
“Il letto è troppo alto”. ne, il divano, il materasso, la salsa di pomodoro nel cerca di
La mamma grida dalla cucina: “Moshole, Solly, frigorifero, perfino il bastone da passeggio, e mam- nascondere, ma
venite a mangiare che poi partiamo!”. ma ha risposto: “Gli restituiranno mai quello che gli non riesco a capire
“Stiamo arrivando”. devono? Cosa mangerai o indosserai se non gli resti- cosa
Solly aggiunge a quello che stava dicendo: “A ca- tuiranno i soldi? Quando vengono qui a chiedere un
sa dormiamo sul pavimento”. prestito con le lacrime agli occhi, come se lui fosse
“Tu e chi?”. l’unico strozzino di questa township, lo chiama-
“Io e mia zia, quando mio fratello non è a casa”. no forse assassino? Lo fanno? Moshole, la gente è
“Dov’è tuo fratello ora?”. ipocrita!”.
“Lavora in una piantagione di arance a Tzaneen”. Le cose della vecchia signora sono state restituite
“Siamo cugini, tipo veri cugini?”. la sera stessa, dopo che lei ha finalmente pagato
Lui strizza gli occhi e risponde: “Sì, non te l’ha quanto dovuto. La mamma domanda a Solly: “Hai
detto lo zio? Tuo padre era cugino di mia madre”. mangiato abbastanza, vuoi altro pane?”. Sul volto di
Rifletto su ciò che ha detto. “E ha detto che posso ve- mamma c’è qualcosa che cerca di nascondere, ma
nire a trovarlo quando voglio”. non riesco a capire cosa.
“Dov’è tuo padre?”. “No, ghe’ dya di slice dje tre fela”, risponde Solly
Fa un segno netto sul collo con il dito, girando il con il suo forte accento khelobedu. Devo riascoltare
viso dall’altra parte. il suono della sua voce nella testa per capire cosa
“È morto?”, gli chiedo. vuole dire: mangia solo tre fette.
Annuisce. “Mangia, ora dobbiamo andare”, dice la mamma
Tua madre? a nessuno in particolare. Porto la ciotola dei cereali
Fa di nuovo il segno. alla bocca, bevo il latte rimasto e rutto. Rido, speran-
“Morta?”. do che la mamma mi sgridi, ma non lo fa. Comun-
“Moshole!”, la mamma chiama di nuovo. que, anche Solly ride, è la prima volta che sento la sua
“Arrivo!”. risata. Non ride con la bocca aperta, ma ridacchia
Solly mi segue in sala da pranzo. È triste che non con le guance, si vede che le viscere lo solleticano.
abbia il padre e la madre, forse è per questo che non “Vai ad aprire il cancello, Moshole”.
riesce a dormire. Ci sediamo a tavola uno accanto Corro fuori e faccio scivolare il cancello a rotelle.
all’altro. Papà entra, con la camicia bagnata sul pan- C’è un uomo in piedi sul marciapiede, lo sguardo
cione. Quando la gente lo prende in giro, dice che ha perso, un giornale sotto il braccio destro. Mi squadra
quella pancia perché beve troppa birra. da capo a piedi. “Mamma!”, la chiamo, fissando lo
“Vuoi un succo di frutta?”, domanda la mamma a sconosciuto.
Solly, che scuote la testa. “Moshole, come sei cresciuto”, dice. Mia madre
“Ti preparo del tè”. non risponde.
Solly sorride senza mostrare i denti. Papà si siede “Posso aiutarla?”.
sulla sedia a capotavola e si schiarisce la gola. “Sono qui per i tuoi genitori e verrò con voi a Ga-
C’è uno scambio di sguardi tra lui e la mamma. Modjadji”.
“Voglio i cereali”, dico. Detesto questa cosa. Non sopporto che le persone
“Lo so”, risponde la mamma, senza guardarmi. chiedano passaggi. Mi mettono a disagio, ci rubano la
“Dove stiamo andando?”. privacy in macchina e a volte anche i soldi se non fac-
“Stiamo andando a prendere altri vestiti per Solly ciamo attenzione.
a casa sua, vivrà con noi ancora per un po’”, dice lei, Ricordo la signora di bell’aspetto a cui mamma ha
sempre senza guardarmi. dato un passaggio un anno fa, che non solo parlava
Papà prende il suo bicchiere di succo di mela e ne troppo, ma rubava anche troppo, tutti i soldi dal por-
beve un sorso. Non parla molto, soprattutto a tavola. tafoglio di mamma, le carte di credito, il computer e
Quando la mamma gli ha detto del cibo sotto il mio le noccioline che teneva sempre accanto al sedile.
letto, mi ha dato sette frustate sulla schiena, senza L’uomo mi segue in casa. Nella sala da pranzo non
dire nulla. Quando mi picchia, ogni volta che faccio c’è più nessuno. “Mamma, c’è un signore per te!”.
qualcosa di stupido, penso che hanno ragione i bam- Lei non risponde, ma scende le scale. Noto che i
bini che lo chiamano mostro. Assassino. Fanno bene suoi occhi sono un po’ arrossati, non del suo colore
a non voler essere miei amici. Che non dovrei gioca- abituale, i suoi sono marroni e bianchi con piccole
re con nessuno. Che quando giocano a palla in stra- macchie come se qualcuno avesse preso un pastello
da, dovrei guardarli dalla finestra e piangere. Ma poi, appuntito e li avesse punzecchiati. Si accorge del mio

Internazionale 1492 | 23 dicembre 2022 63


Keletso Mopai
Esco dalla stanza sguardo e mi ordina di andare in camera da letto, ma qualcosa a proposito di coprire la testa di qualcosa
continuando a io quasi non mi muovo. Mia madre e l’uomo comin- con un sacco. Qualcosa sul trascinare quel qualcosa
origliare, ciano a bisbigliare, poi si tengono le mani come in in strada dietro al furgone di papà. Qualcosa sul fatto
appoggiandomi al preghiera. Il giornale che l’uomo tiene in mano cade di lasciare quel qualcosa alla discarica di Slurban.
muro per non a terra. Leggo il titolo della prima pagina: “Agricolto- Qualcuno mi dà un colpetto sulla spalla, facendomi
re bianco del posto spara a lavoratore nero”. trasalire. Quasi lo colpisco in faccia. “Solly, mi hai
cadere. Li sento,
Apro la porta di camera mia e trovo Solly e papà spaventato”.
dicono qualcosa a
seduti sul mio letto. La testolina di Solly è sulle gi- “C’è una ragazza fuori che ti cerca”.
proposito di nocchia di papà, la sua schiena si agita e trema. Papà “Chi?”.
coprire la testa di mi guarda e dice: “È morto suo fratello”. “È la tua ragazza?”.
qualcosa con un Sono le prime parole che mi ha detto oggi. “Chi?”.
sacco. Qualcosa Dicono che sia stato un omicidio, ma il contadino “La ragazza”.
sul trascinare quel sostiene che è stato un incidente. Dicono che l’uomo “Che aspetto ha?”.
qualcosa in strada bianco aveva una pistola, ma l’uomo bianco sostiene “‘Occhi grandi... bella. Color cioccolato”.
dietro al furgone che il fratello di Solly aveva la pistola. Al funerale, la “Si chiama Ntsiki e no, non è la mia ragazza”.
di papà gente guarda Solly con occhi pieni di pietà, li vedo “Mmm…”.
bisbigliare tra loro. Si dice che il fratello di Solly sia “Non lo è”.
stato ucciso perché andava a letto con la moglie del “Ok, ti sta aspettando”.
suo capo bianco. Altri dicono che gli hanno sparato Mi segue fuori e trovo Ntsiki seduta sul portico.
perché stava difendendo la moglie dall’uomo bianco Sorride timida quando mi vede, poi distoglie lo
che la maltrattava. Altri ancora, che sento al cimitero sguardo quando si accorge che Solly ci sta osservan-
e che a stento aprono le labbra, suggeriscono che do. Ora si vergognerà troppo a chiedere qualcosa da
l’uomo bianco stava difendendo sua moglie da Solly, mangiare. Ha sempre fame, la sua famiglia è povera.
che stava tentando di violentarla. È un disastro. Nes- E, come Solly, non ha genitori. Metto le mani in tasca
suno conosce la vera verità, soprattutto dal momen- e faccio una smorfia, come se il mio stomaco stesse
to che la donna non ha detto nulla. brontolando. “Vado a farmi un panino”. Solly mi
guarda confuso, abbiamo appena mangiato.
a sera dopo il funerale, mia madre, mio “Lo vuoi anche tu, Ntsiki?”. Lei annuisce lenta-

L padre, Solly e io guardiamo il telegior-


nale alla televisione, c’è una protesta
fuori dalla casa del contadino. Ci sono
tante grida e rabbia. L’uomo bianco è
stato rilasciato su cauzione. La donna
che parla alla telecamera si avvicina a uno dei mani-
festanti, un uomo con i capelli spettinati come quelli
di Solly, che dice spesso la parola “razzismo”. Non so
cosa significhi, ma ha un suono terribile perché l’uo-
mente.
Solly guarda i capelli della ragazza, poi le sue lab-
bra secche e mi dice: “Vengo anch’io. Ho fame
anch’io”.
Giochiamo a un videogioco nella mia stanza.
Ntsiki non chiama Solly per nome, come se avesse
paura di sbagliare. Si vede che non è a suo agio con lui,
di solito a questo punto sarebbe seduta sul mio letto a
mangiare e a sfogliare i miei vecchi album di foto.
mo è arrabbiato quando la pronuncia: razzismo, raz- Quella sera Solly cade di nuovo, con un doloroso
zismo, razzismo, razzismo. Le persone dietro di lui tonfo sul pavimento. Mi sporgo nel buio e lui non si
cominciano a cantare e l’uomo si unisce a loro. Men- muove, i suoi occhietti che scrutano mentre il sonno
tre cantano, alcuni riescono a penetrare nella fatto- lo sommerge. Gli lancio il cuscino e la coperta e torno
ria e li guardiamo mentre si arrampicano sugli alberi a dormire.
e raccolgono le arance, le infilano nelle magliette e Il giorno dopo Ntsiki torna a casa mia presto, chia-
scappano via. Altri marciano in strada con cartelli e ma Solly per nome e non ha paura di mostrargli le sue
bloccano il passaggio delle auto. Tutti e quattro fossette. Giochiamo a kgati per strada, io e Solly te-
guardiamo, in silenzio, senza dire nulla. niamo la corda e Ntsiki salta come una professioni-
Il giorno dopo, degli uomini sconosciuti vengono sta. Non facciamo i turni perché lei è l’unica tra noi
a casa nostra in gruppo per vedere mio padre. Quan- brava in questo gioco. Non ci fermiamo nemmeno
do arrivano, papà mi lancia uno sguardo affilato che quando il mio polso comincia a stancarsi, perché Sol-
significa: vai via. Questi uomini non sono come quel- ly e io ci godiamo le sue risate mentre salta in aria,
li che di solito vengono a farsi prestare denaro, madri gira, volta la testa, ruota i fianchi, le trecce si alzano e
con bambini sulle spalle, vecchi con le gambe spor- si abbassano. Anche noi cominciamo a ridacchiare.
che, giovani che hanno bisogno di soldi per la birra e Gli altri bambini della mia strada cominciano a usci-
di soldi per viziare le fidanzate. Questi hanno l’aria di re dalle loro case a causa delle nostre risate. Ci sfidia-
chi fa cose brutte, soprattutto quello che ha una cica- mo tutti a correre giù dalla collina fino alla strada. Mi
trice sul sopracciglio sinistro e un cerino all’angolo chiedono chi sia quello così veloce. Dico che è mio
della bocca. È di colore molto chiaro, come Solly, e i cugino. Non dico cosa è successo alla sua famiglia.
suoi occhi mi dicono che ha visto cose che lo tengono Non racconto dei suoi incubi. Non gli dico nemmeno
sveglio la notte. che è stato mio padre a vendicare l’omicidio di suo
Esco dalla stanza continuando a origliare, appog- fratello. Per una volta, solo per oggi, non voglio esse-
giandomi al muro per non cadere. Li sento, dicono re il figlio dell’assassino. u

64 Internazionale 1492 | 23 dicembre 2022


Lesego Rampolokeng Disegni di Francesca Ghermandi

Vittima
recidiva
Assumi una postura d’uscita all’ingresso Polipo…
Marcia in ritirata, niente di strano baas piet Qui pro quo, smettere per molluschi
Skiet odia e sconvolgi Mentalità di negro per favore
Nero terreno di caccia il suo poligono Scarafaggio esistenza frustrata
Fedele alla sua essenza, questo è ovvio Mentalità cittadina nera e ambizione borghese
Ben si combina a sofisticata falsa operetta Questo per illusione puntura d’ago in testa vuota
Destino del profilattico sessofono di bolle
Attenzione ai genitali Ristorante “Bunwa” festino di schiuma gomma
Soldato del programma di propaganda mastica lumache
Più duramente cadono L’aborto servito in padella, buona o cattiva
Eresia vedere dire sentire dire e ancora porta la Intanto, laggiù alla fattoria
carne a casa
LESEGO
Bocciolo estirpa preventivamente il tempo ………
RAMPOLOKENG Niente di originale nella risposta
è un poeta, Ideologiche caramelle gommose trasformate in Dracula ubriaco droga tarantola
drammaturgo e duri conigli radicali Il giudice fottitore incollato alla panchina
scrittore nato nel Politiche spettrali truffa economica Fumi di etanolo a ripetizione, Fela
1965 a Soweto, in I politici falsano la politica fanno credere Favorisca i documenti
Sudafrica. Tra le sue L’esistenza esiste ruota attorno a problemi che li Polipo, fuori il pus
molte pubblicazioni riguardano
la prima raccolta di
Fantasia prosciutto solito animale corporativo ri- Pop lock rock roll
poesie Horns for
nato Terra scivola mente riempita di Spettrali
Hondo (1990) e il
recente romanzo
Banchetto dei recidivi degrada in…. Patto Strategiche questioni strillano gridano arrestano
Bird-monk seding gli avversari
(2017). Tra i suoi Qui pro quo, mollare per molluschi Vigliaccamente sveglio l’intelletto
molti premi quelli Scarafaggio esistenza frustrata … Silenzia, assegna il pensiero, kgalagadi uno
dell’università di Ambizione di classe media, borghesia effimera Visita turistica come ossessione risucchia aspira
Johannesburg e Cassa media per testa vuota di bolle assorbe
dell’Istituto Ristorante “Bujwa” aborto servito in padella L’osmotico prospera e risuona
nazionale Intanto, laggiù alla fattoria Esperto, mangia poesia
sudafricano per gli
Prendi la carne, pugnalala, mangia
studi umanistici e le
…… Carota al coniglio, merda cannibale
scienze sociali. Il
titolo originale di
Idea di recensore, estetica
questo testo è Dracula ubriaco droga tarantola Distinguere separazione da riparazione
Recidivist victim. …… giudice disgraziato in panchina Niente a che vedere con la semantica
Traduzione di Ubah Fumi di etanolo a ripetizione, fela Sopravvivere alla sirena del capitalismo
Cristina Ali Farah. Favorisca i documenti … Parola omicida sudario

66 Internazionale 1492 | 23 dicembre 2022


Internazionale 1492 | 23 dicembre 2022 67
Lesego Rampolokeng
Merda campione in un secchio
Il mappamondo un ditale
Dicono i potenti ai senzatetto
Prima era il vicino a essere controllato
[ora plastica
Inquinamento atmosferico, eppure
Terreno di linciaggio
Verdura diventa velocemente spazzatura

………

Ieri sono andato a Randburg.


Ho imparato alcune cose.
Ho pensato di “aderire al programma” (soprat-
tutto perché il mio grande amico, lo zingaro, era alla
guida)
E sono andato a prendere una pizza.
Mentre mi dibattevo, facendo del mio meglio per
leggere il menù (niente occhiali qui all’angolo della
povertà) la persona dietro il bancone mi è venuta in
aiuto, chiedendo: “vuoi qualcosa di piccante?” Ho
detto: no, sorella, la vita brucia già abbastanza, il
“piccante” non fa per me.
Lei: “ah, va bene, questo è leggero, molto leggero
e delizioso”, indicando qualcosa sul foglio.
Va bene, lo prendo, grazie. e ho tirato fuori i miei
ultimi centesimi.
Ci ha messo un bel po’ per arrivare. Ovvio che
stavano realizzando un’opera d’arte con quel “leg-
gero”.
E mentre porto fuori il mio pranzo e prima perfi-
no di aprire il contenitore, i peperoncini (o che dia-
volo ci hanno messo) traspirano dalla scatola e mi
fanno barcollare, quasi mi buttano a terra. Mai re-
spirato qualcosa di così “poco leggero” come quella
maledetta roba.
E poi, nel mio stordimento, sento la persona die-
tro il bancone dire dolcemente ad alta voce: “si chia-
ma mexicano!”
Maledetto inferno in fiamme…
Viva zapata e tutto il resto, è ovvio, oltre al sub-
kommandante marcos ma…
Kasi e kota per me, rigorosamente, d’ora in poi.
Sarei dovuto restare al mio posto, ora lo so, mentre
lavoro su questa malattia persistente.
Ha o sa tsebe dintho o ska dispitela, impariamo.

Al di là del “comune chiacchierare”


Tentare una “creazione artistica” ci pone in…
una posizione molto solitaria, spesso Spesso sento la mancanza della mia gente “pap-
((per alcuni, immagino. non posso parlare per il sak mescolata a una “dolce aggiunta”, la mia gente
mondo del “vino rosso in frigo mescolato con coca-cola cos
e bosula”, la gente del “no, non sprecare soldi buoni
Il bagaglio che porto è… per la birra in stupidi pasti fantasiosi che nemmeno
Letteratura, musica, film, sai… fottuta roba arti- riusciamo a pronunciare in ristoranti dal nome stra-
stica no, sai quante casse di scura possiamo avere per
E non molto altro a parte… quei soldi?” Poco importa fossi io a sborsare ma… la
Non ho un centesimo. mia gente mi manca, ma poi penso… no, sto bene.
Puoi accettarlo, amore?
(penso di no. ciao. “dessert” ke eng ka sesotho?

68 Internazionale 1492 | 23 dicembre 2022


Il ragazzo si avvicina dietro di me dice: “heita parte gli chiede se vuole uscire bla bla. dice freneti-
authi”, mi giro e lui si imbarazza dice: “ah, scusa, camente: “no no, non posso, sto lavorando a una po-
timer”. esia”.
Mi rovina l’intera giornata. No, amico, questo per me è offensivo.
Il tempo è volato dal “bra/ta” fratello poi “ankel” Non sono dalla parte della gente che confonde lo
zio a “timer” vecchio adesso… nxa! smaltimento di cadaveri con la poesia.
Blasfemo!
Questo film no, amico. O… forse… è solo che colpisce troppo vicino…
Ok, cominciamo: all’osso
Questo tizio ha appena finito di ucciderne un al-
tro e sta avvolgendo il cadavere nella plastica. Una L’invito dice “codice di abbigliamento”:
telefonata lo distrae, risponde. La persona dall’altra Formale o tradizionale”

Internazionale 1492 | 23 dicembre 2022 69


Lesego Rampolokeng
Non sono un tipo da giacca e cravatta e qualcuno mente diverse.
mi ha rubato il perizoma adesso Sembra che alcune persone non lo sappiano.
(eish, jeso kreste
Ho chiuso con magnaccia letterari, editori, re-
Voglio andare, sì dattori, cazzari compresi… ora basta
È solo che non ho i vestiti della domenica
Ovviamente abbiamo bisogno di “grandi” scrit-
“non più ragazzo pezzo di pane tori,
Se potessi permettermelo, assumerei qualcuno Ma senza lettori intelligenti
che cucini la pappa per me. È tutta questione del culo puzzolente del diavolo,
Solo pappa. a essere onesti.
Eish, ci ho provato varie volte e sono solo riuscito
a distruggere diverse pentole perfettamente intatte. Primi anni ’90, belo horizonte
Triste. Con owidi (corsa dal kenya al brasile…ragioni
sconosciute)
Nei film dell’orrore, i personaggi sono sempre Pieni di noi stessi… il telefono della nonna, la tv
così polemici e stupidi che finisco per tifare per il del nonno,
mostro/cattivo… un tale sollievo quando vengono E tutte cose ormai vecchie
eliminati. Perfino i banditi-cowboy dei western Pensando “siamo arrivati”
hanno più buon senso. perfino il Kalahari surfer/warrick sony si è messo
Haai, sarei dovuto rimanere fermo sulla mia ulti- in posa mentre scattava la foto e…
ma decisione, fissarmi sui film di kung fu, eish tutto splendido e sereno

Lanciano una nuova campagna chiamata “adot- Ricordo triste.


ta un poeta” Una volta ero nel coro del nostro liceo, credici o…
Cominciate da me, ag, credici e basta.
Dopo il cane e/o il gatto, un poeta è un ottimo In ogni modo, ci stavamo preparando per questo
animale domestico/compagnia per la tua casa, so- enorme concorso provinciale, suonando alcune no-
prattutto a distanza. te interessanti. Non mi chiamavano proprio “uccel-
Avanti il primo… io lino titti” eppure non ero così penoso.
(domande, per favore In ogni modo, il giorno è arrivato e, mentre ci
stiamo scaldando per andare in scena, un ex compa-
Parlare la lingua degli spiriti è una cosa gno di scuola (fratello maggiore) che mi piaceva e ri-
Parlare in emoji… ehm… be’ spettavo (soprattutto per la sua voce) e seguivo dap-
pertutto prima che si spostasse in un’altra scuola
È un nuovo imbroglio o cosa? (era nel coro che doveva salire sul palco subito dopo
Purtroppo per questi ragazzi sono un candidato di noi)… si chiamava Jacob.
improbabile. Una dose? accidenti, nemmeno ricevo In ogni modo, è venuto da me e io lo salutavo eu-
i pacchi alimentari. Primo errore: riferirsi a me co- forico.
me “caro”. Sì, riprenditi quella stregoneria, cazzo! Ha detto: “quindi canti adesso, hm, ragazzino?”,
Non sono caro a nessuno, dovrebbero saperlo. Ho detto sì. Mi ha detto di fargli sentire alcune delle
note con cui stavo per esibirmi, per lui. Ricordo che
Hawu, amadlozi sono con me stamattina. avevo provato la cosa per mesi.
Non tutti i giorni raccolgo soldi per terra mentre Così fiducioso sono partito: ”daaraadaaaa
elaboro discorsi seducenti e vado verso lo spaza- Daaa…!!!”
shop del ragazzo etiope per un pareggio. È andato fuori di testa, ha detto: “no no noooo,
sbagliato sbagliato sbagliato… devi fare traalaaa-
“Big English” è davvero noioso. laaaa leleleleleleeé”
Ma eish, per alcuni di noi “non parlare, non man- Oh, ho detto, sì? Hm, grazie.
giare, vedere?”, quindi… (era il mio eroe) ho provato ancora un paio di vol-
Vado a scavare nella mia borsa dei vocaboli. te fino a riuscirci con sua soddisfazione.
Pace! Siamo stati chiamati sul palco.
La nostra insegnante/direttrice d’orchestra stava
Mi sento minacciato in questo posto. bene nel suo costume, con il bastoncino bianco in
Ogni barbiere che incontro mano, si fletteva. abbiamo cominciato a cantare e
Mi dice che ho bisogno di radermi. sono partito con le mie note appena imparate… nella
Oppressione. Prima era l’apartheid. direzione completamente opposta a quella dei com-
Ora si tratta della mia barba. pagni.
“niente giustizia niente pace!” Ricordo le lacrime della direttrice d’orchestra e
l’enorme sorriso di Jacob in prima fila che guarda-
“povero” e “a poco prezzo” sono due cose total- va…

70 Internazionale 1492 | 23 dicembre 2022


E so che quello è stato il giorno in cui ho smesso La gente non riesce a credere che io funzioni con
di avere eroi. più di due cellule cerebrali…

“cosa fai?” Mi sento come quel grootman nella Bibbia (abra-


“Penso” mo… ahm… qualcuno) che è andato nella fossa dei
“che cosa?” leoni. Disarmato. Io entro… con un okapi però, ed è
“Questo è quello che ‘faccio’” questa la differenza.

Questa sorella della vigilanza mi sta salutando Ho strimpellato troppo di recente.


con “hallooo o kae, baybee?” da troppo tempo, ormai. E ora questa sbornia di inglese mi sta uccidendo.
Penso che sia ora che mi diplomi in qualcos’altro, ((oh, jeso
forse perfino a “papà”,
Nxa. è troppo giovane per farmi veramente da “Ehi amico, dannazione, sono un tuo fan da an-
balia. ni, fratello, adoro il tuo lavoro… oh, a proposito co-
me ti chiami?”
Sono sicuro che il nome del mio vicino è pavarot- Dai bello, non è come fossi una spogliarellista
ti mngomezulu, anche se non lo conosco (e non l’ho chiamata cannella, amico!
mai visto), l’ho solo sentito nella notte ubriaca.
Il modo in cui le persone si vantano… Sto pensan-
A essere sincero do di andare in giro e dire cose a caso alle persone
Non lo pubblicherò come:
Su Facebook “questa e quest’altra situazione è ciò che noi poe-
ti chiamiamo bla bla…”
Ho chiuso con l’inglese. Ma in qualche modo credo che nessuno ne ri-
Più che stanco. marrebbe colpito. Molto probabilmente tirerebbero
L’anima prosciugata fuori la loro zia-poeta o… qualcosa del genere.
Re ka fela, sìì
Ho bisogno di qualcuno che mi dia una strigliata
Questa cosa di sembrare affamato per me sem- Nella mia mente? Ratti e scarafaggi.
plicemente non funziona. La maggior parte di loro a due zampe.

Internazionale 1492 | 23 dicembre 2022 71


Lesego Rampolokeng

Quel momento in cui il livello della bottiglia è Se è tua intenzione mettere le zampe su parte (se
basso. Quindi ne versi un po’ alla volta nel bicchiere, non tutta) della mia biblioteca, stai alla larga. Non
sperando che trasformi i “pani” in una lunga sessio- ho ottenuto tutte queste cose per noia o per esibirle.
ne di bevute… o anche solo nje.
Oh Signore, Signore, Signore, come diceva il Mi servono molto.
nonno Procuratele da solo. Non ho soldi, tu sì, quindi…
facile soluzione
Sono rimasto a uccidere scarafaggi e topi qui in-
torno per un bel po’ e proprio ora… il più grande sca- Mi sento come la persona che dice “quella volta
rafaggio che abbia mai visto si è appena arrampicato quando non hai pagato nulla per lo spettacolo, perfi-
sul muro… no con un passaggio gratis e, bevuto per giunta, ma a
Eish, non avrei dovuto guardare tutti quei film metà strada ti senti come se dovessi chiedere indie-
dell’orrore. Ora vivo nel bel mezzo di “La vendetta tro i tuoi soldi”… eish, ha senso.
degli scarafaggi assassini” Il tempo (il mio tempo) è prezioso, caro…

Merito un premio per essere il fottuto artista più Come mi diverto? In molti modi. A volte, soprat-
“fallito” da queste parti. Guardate… i miei studenti, i tutto quando portano gli alcolici, racconto ai miei
miei figli, perfino i “cloni” ottengono più rispetto di “amici” storie estremamente strane (ne riconosco
me. Inoltre, vengono pagati di più. hm. la stranezza perché le invento io), e giorni dopo si di-
È quel che mi spetta (?) menticano che le ho raccontate e vengono a ripeter-
mele, mettendo se stessi al centro delle vicende.
Il Sudafrica mi ha insegnato a non fidarmi mai di E io mi siedo lì dicendo “eh? Hawu? Hm, sì!” co-
quello che arriva con un “Sono sicuro”(-am sho-) me se fosse una novità per me
Mi ha portato lungo numerosi sentieri incerti.
Il mio genio sarebbe tornato utile in questo mo-
Quindi ora Jojo alza i pugni di caramella mento… eish.
gommosa Questione di “differenze culturali”.
Dice che vuole combattere ((3 desideri? Non preoccuparti. Uno solo andreb-
((triste visione be bene.

72 Internazionale 1492 | 23 dicembre 2022


Il mio amico soffre di una strana (forse non così
strana) afflizione. Kak-praat è la mia specialità.
Badimo gli impedisce di ricorrere a un nuovo ((unico modo per aggrapparmi alla “sanità men-
“termine” dal suono stravagante. tale” quindi…
Ha ra le bona. Diventa così ossessivo che lo infile- “non credere al mio guaire yap
rebbe nella prima frase che capita, adatta o meno.
Mi chiedo come si chiami quel disturbo ma… mi Mia sorella pensa che quando dico “classico” in-
preoccupo per lui, ecco perché l’ho dovuta mettere tendo “vecchio e noioso”… be’, non si può scegliere
qui anche se non ha niente a che fare con la poesia di la propria famiglia. Triste.
baraka (o forse sì, asazi
Alla fabbrica del ventre del poeta
“Pensavo non bevessi. Vedo queste cose (??) che
voi ragazzi avete in testa e penso che fumiate solo Il mio terapista dice che per un ragazzo simile ai
quello che voi ragazzi fumate…” guantoni da boxe di Leon Spinks è sano credere di
Mi dice. essere un johnny depp dei vecchi tempi
Penso che dovrei lasciare questo posto prima di (Mi chiedo
fare quello che “noi ragazzi” facciamo in simili cir-
costanze. Crocifissi fumanti sui miei pani
Marchio del padrone di schiavi
L’ho già detto prima però: quando cominci a farti
elogiare da persone che ti odiano (e credo lo sappia-
te piuttosto bene)… ucciditi… o per lo meno comin- “l’uomo morde il cane”, che film figo wikkkid
cia a mutilarti. Non solo, c’è sempre la lobotomia. Mi ricorda che ci sono alcuni cani che ho bisogno
di mordere
Quel momento in cui questa persona particolar- Ah, se solo avessi ancora i denti.
mente bella fa un sorriso assassino, un ciaooo e un
cenno nella tua direzione, il tuo cuore sussulta e ri- Scarafaggi e topi sono parenti.
spondi con grande entusiasmo. Motivo per cui uno si chiama Roto, l’altro Koko-
Ma poi ti rendi conto che c’è un ragazzo dietro di roto.
te, ti giri e vedi che quella è la persona a cui tutto è Questo sappiamo nel mondo letterario in Suda-
destinato, il sorriso, il ciao e il cenno… frica.
Eish, ego ammaccato e schianto, triste!
Per tua informazione: sono wikkkid sui fornelli.
Sono un fan del grande poeta chiamato Anonimo Dis maar net cooking per questo figlio mio a cui
(ecco, ora lo sai non va mai bene niente, non dice mai buono, (la
colpa è dell’hip hop) ma aspetta che gli sia doman-
Nella mia mente: dato e poi dice: e grand, timer, vecchio”… haai no,
Prolificamente insipido che schifo.
Quindi a un mio cenno, in questo/quel tempo di
La mia erudizione non seduce nessuno, purtrop- pane e pesce… è spy-kos fino in fondo, nka fela, fok!
po. Ho bisogno di finanze per sfoggiarla. In fin dei conti si “santifica”, con l’aggiunta di un
È triste, ovvio (come tutti sanno) le mie tasche po’ di vino.
non sono “all’altezza”…
((“o tla ja dikuka tseo”, diceva mia zia, sempre. E Odio quando le persone usano un termine, pre-
quella maledizione mi si è attaccata per tutti questi sumono non ti sia familiare e cominciano a spiegar-
anni telo come se avessi “carenze mentali”. Vadano al
diavolo. Ditemi quello che avete da dire e se mi per-
Se solo potessi barattare applausi e lodi con i do ve lo chiederò. Dannazione!
soldi
Sapete perché, nonostante tutto, sono felice?
Non il vincere o il perdere Semplice: le mie groupies sono più belle delle
Ma smontare tutto mie haters, anche più intelligenti
(e rimetterlo insieme male… forse (quindi ecco

Quelli di noi che sono biltong Vorrei che le persone smettessero di mandarmi
Se la passano dura tutto l’anno messaggi sms.
Ogni volta che il telefono squilla, mi precipito
Immagino che la mia scrittura debba essere nu- sperando sia la notifica di un bonifico bancario. Ma
triente … cibo marcio. Non importa, in ogni caso no, è “ciao come stai heita hoezit?” andate al diavo-
Ho scarafaggi che vivono nel mio laptop. lo.
Hm. Deprimente.

Internazionale 1492 | 23 dicembre 2022 73


Lesego Rampolokeng
ca verbale terapia di conversione programma di rie-
Che tipo di film mi piace? ducazione modifica genetica dall’anarchia alla li-
Quelli con la pioggia dentro. bertà schiavitù diventata immigrazione autopro-
Sono così semplice. Pace. mozione dell’Africa coloniale meretricio i reaziona-
ri della storia abbracciano storie di vita rivoluziona-
Sono nello spirito quindi: rie (?) Il residente vive onestamente da punto a
Mi scuso con tutti i miei amici che, in un passato esclamazione scoppiettante a reattore nucleare
recente, mi hanno invitato a trascorrere insieme culto della personalità differente? Idolatria falsa co-
momenti piacevoli, ho accettato, ma non mi sono me icone infallibili adorazione di bambole chuckee
presentato. (venuta a uccidere così potente prospera gonfia con
Credetemi, avevo tutte le intenzioni di farmi ve- il morbido ventre nucleo antonimo (?) Per schierar-
dere ma… come la metto? si contro il muro / la guerra
Ho sviluppato un orribile “senso del terrore”
quando si tratta della gente. Mi paralizza. Il solo ……(?) Appetito omicida smettila di far gravitare
pensiero di stare con la gente mi fa gelare le viscere. le sabbie verso la psicosi emicranie pesanti prescri-
Fobia pesante, questa… quindi… smettetela di esse- zioni mentali dita dei piedi mozzate trasformate in
re “gente” e giuro che ci sarò. amputati nessun sostegno ma puntura lombare /
Intanto… pace! quadro generale ritaglio per le riserve sacrificio
schiacciato al punto da accontentarsi di così poco
Sembra che ogni giorno tutti i topi del vicinato si un sogno di libertà non era vapore perso ma cervel-
riuniscano nel mio cortile. E non è per ascoltare po- lo fuso è venuto a negoziare vendite di anime e oro,
esia letta/recitata, ve lo posso garantire. entra nell’ovile pecora nera
Ke boloi, dritto.
Devo stare attento non appena apro la porta. Vi- La resa renderà… domanda invalida fiducioso
ta dura. divieto vincolato gioca alla truffa spirituale sul ter-
Penso che me ne andrò. Mi sono trasferito nu- reno folle del profitto come il teologo è diventato
merose volte ma non sono mai stato cacciato fuori mago
città dai roditori prima d’ora. ahm, be’, i topi che lo Stato d’animo presto abbandonato arriva la ma-
facevano in altri posti avevano sempre due zampe no carica di doni in rand dollari sterline e centesimi
quindi… spaccature nelle sabbie collare di cane ci inchinia-
Sempre una prima volta, immagino mo al Pharos dell’euro
……………………… Clavicola e obolo collegati all’anima vuoi vedere
Dio? Segui la pista del denaro quello che l’idiota…
Fuoco infernale evapora comprendeva medicina, religione istruzione tutta
Il serbatoio dell’acqua lancia fiori di fuoco vele- un’impresa commerciale smercio d’organi uomini
noso e le centrali elettriche esplodono merci il mondo un mercato non padroni di schiavi
Modalità critica sovraccarico lirico… naso scop- ma proprietari.
pietta La Bibbia dice e gli inni le fiabe echeggiano
sbiancata nerezza ristretto il passaggio dall’oscuri-
tà al candore innocente della neve. Crollo dunque,
Anglo Luso Franco- educazione niente da imparare se non a stemperare
(cavalieri della sbornia coloniale l’assorbimento (?) Lezione primaria? la mente la
L’impero sguazza prospera nel tubo della li- prigione. Stupro violazione violenta ostacolo pen-
bidine siero indipendente prendi la via di fuga campagne
nella Elisabettiana Salazariana di moralizzazione che prosperano sulla fragilità
perdite sputo orifizio della madre patria ve- umana (?) Carica di terrore frenetici tentacoli ma-
nerea fiosi farmaceutici dell’universo diventati galattici
nascosti in piena vista. Uccidere la salute furtivi)
Lacchè e scimmie ammaestrate maiali allo spie- tutti i parassiti sanno che l’ospite muore dopo il de-
do furetto culo frustato propaga epidemia mentre il cesso del vampiro.
virus vomita fuori la tua tribù emaciata (?) fuori dal-
le bocche di schiavi rasati i peli pubici privati d’aria …………. tutte idee di merda per risultati fertili in-
Socializzati all’auto abnegazione mentre i dro- ghiottiti in violazione vegana pratica cannibale rin-
gati del potere si auto-medicano lussuosamente. giovanimento genitale i bambini succhiano i propri
Pelle nera cuoio ruvido se/stagione determina dove organi intestini per creme profilattiche di serpenti…
gli asini nelle strade o i topi di palazzo mangiano E sorrisi per strette di mano verdi
merda. Estetica fanatismo valvole senso di colpa (?)
Gas nervini germi coscienti unica dimensione d’e-
sistenza. Scelta di suicidio o genocidio il conscio Niente
comatoso reciproco amplesso masturbatorio. Poli- ………………………… ◆
tica sudafricana, ipotecato il cervello (?) e ginnasti-

74 Internazionale 1492 | 23 dicembre 2022


Portfolio

Occhi e piedi
vaganti
La fotografa Nonzuzo Gxekwa gira per le strade
di Johannesburg in cerca di poesia e di piccoli
momenti di bellezza, scrive Percy Zwomuya
edendo le foto di Nonzuzo operaia sudafricana e dove spesso le don-

V Gxekwa in cui soggetti dai


colori sgargianti si stagliano
su sfondi scuri, viene da
chiedersi se il lavoro di que-
sta fotografa autodidatta avrebbe funzio-
nato in un’epoca precedente, quella del
bianco e nero. Ma questa lettura ridur-
ne subiscono molestie. Catturate in una
posa quasi simmetrica, con le spalle pudi-
camente rivolte all’obiettivo, la fotografa
riesce a scovare la bellezza anche in un
posto come questo.
Alcune immagini mostrano un altro
tratto importante del lavoro di Gxekwa,
rebbe erroneamente la pratica di Gxekwa l’ordinario elevato a poetico e il quotidia-
alle meraviglie apportate dalla tecnolo- no avvolto nella serenità: un barbiere con
gia a colori. I suoi meriti vanno ben oltre una giacca da lavoro blu che taglia i capel-
il colore e il contrasto. Il suo portfolio va- li a un bambino coperto da un panno del-
riegato, frutto di occhi e piedi vaganti, lo stesso colore; Johannesburg crepusco-
s’inserisce nella tradizione dei flâneurs. lare, il suo traffico in movimento; la città
Gli occhi di Gxekwa sono sempre alla vista da sopra i binari della ferrovia; un
ricerca di soggetti che tentano di trovare uomo dal volto dipinto, come per un ri-
la bellezza e il loro posto a Johannesburg, tuale, con una coperta dai motivi floreali
una vasta metropoli sudafricana costrui- sulle spalle.
ta sulla sottomissione dei neri a opera dei In un luogo in cui le fotografie dei neri
coloni bianchi razzisti. Prendiamo l’im- erano spesso usate come strumento di
magine qui accanto delle due donne ve- controllo dalle autorità coloniali e dell’a-
stite di rosa. La foto, frutto del caso, è partheid, l’obiettivo di Gxekwa si appro-
stata scattata al capolinea dei minibus, il pria del mezzo fotografico portando gio-
mezzo di trasporto più usato dalla classe cosità, colore e bellezza. u

76 Internazionale 1492 | 23 dicembre 2022


Nella foto grande Pink nuns, 2019. Sopra, dall’alto, Color
me beautiful, 2021 e Thath’ Usibke, 2021. Nelle due foto
piccole della pagina accanto, da sinistra: Bliss, 2021 e
Nostalgia (chappies), 2021.

Internazionale 1492 | 23 dicembre 2022 77


Portfolio

78 Internazionale 1492 | 23 dicembre 2022


Church
woman
on
railtruck,
2012.
Nella
pagina
accanto,
uZinhle,
2020.

Internazionale 1492 | 23 dicembre 2022 79


Portfolio

Nella foto grande: Haircut, 2020.


Sopra, dall’alto: Waiting, 2019 e Bhut’ Madlisa, 2019.

80 Internazionale 1492 | 23 dicembre 2022


Sopra: Blanket, 2015.

Sopra, Life is beautiful, 2014.


Sotto, Amstel Lager, 2019.

L’AUTRICE
Nonzuzo Gxekwa è una fotografa
autodidatta nata nel 1981 a Ladysmith,
nel KwaZulu-Natal, in Sudafrica. Vive a
Johannesburg. Lavora soprattutto con la
street photography e il ritratto, e collabora
spesso con altri artisti e fotografi. Ha da
poco concluso una residenza d’artista alla
Jan van Eyck Academie, nei Paesi Bassi.
Partecipa alla mostra collettiva Synaptic, in
corso fino al 3 gennaio 2023 alla Thk gallery
di Città del Capo, e prepara una personale
per marzo.

Internazionale 1492 | 23 dicembre 2022 81


MONTURA E LE SUE MISSIONI

“Rarahil Memorial School” “Ger for Life - Una Ger per tutti” “Operazione Mato Grosso”
A Kirtipur, in Nepal. Ideata vent’anni È il progetto ideato ad Ulan Bator, In Perù. Un movimento, fondato da
fa dall’alpinista Fausto De Stefani in Mongolia, dall’antropologo David padre Ugo De Censi, che si avvale
e realizzata con la Fondazione Senza Bellatalla con Need You Onlus e la dell’opera di centinaia di volontari,
Frontiere Onlus, la scuola si compone Croce Rossa della Mongolia. Nel in Italia e Sud America, per dare
di diversi edifici, compresi un convitto “villaggio” di tende vengono ospitate, possibilità formative e un futuro
ed un ambulatorio medico, ed ospita curate e formate ragazze madri con migliore ai più poveri, in particolare
oltre mille bambini e ragazzi dai 4 ai figli disabili. Una comunità di oltre ai giovani.
18 anni. 100 persone.

scopri i progetti
di solidarietà

I libri “Montura Editing” si possono prendere in omaggio nei Montura Store


in cambio di una donazione “libera e responsabile” a favore dei progetti di solidarietà.
Si possono inoltre sfogliare gratuitamente su www.montura.it.
| photo: archivio Montura
MONTURA SOSTIENE
Ci sono luoghi che per il loro fascino vengono frequentati dai
viaggiatori, dagli alpinisti e dai turisti da tutto il mondo, ma che
presentano gravi problemi economici, sociali ed ambientali,
che vengono spesso ignorati da chi è solo di passaggio. In oltre
20 anni di attività abbiamo pubblicato oltre 70 libri sui temi
della montagna e dell’avventura, distribuendo gratuitamente
oltre 200.000 copie con il marchio “Montura Editing”,
perché crediamo che la cultura deve essere accessibile a tutti.
Lo facciamo per sostenere le comunità che abitano quei
luoghi che tanto ci hanno dato e restituire loro qualcosa
di tangibile e duraturo.
Barbara Boswell Disegni di Angelo Monne

Miss
Johns
l treno delle 6.55 è di nuovo in ritardo. Mi ganizzato un pranzo che era diventato anche un in-

I sfugge un lamento quando vedo i secondi contro di preghiera, per ringraziare il Signore della
trasformarsi in minuti, il panico mi sale in go- mia buona fortuna, che avrebbe giovato a tutti noi.
la. Alle sette sarà inevitabile: farò di nuovo “La mia bambina intelligente”, aveva detto la
tardi al laboratorio delle nove. Con l’avanza- nonna. “Se qualcuno in questa famiglia ce la può fare,
re dell’inverno le mattine sono diventate più sei proprio tu! Grazie Gesù, tutto il mio duro lavoro è
buie, e ho cominciato sempre prima il mio pellegri- stato ricompensato!”.
naggio dalla stazione di Bellville a Rosebank verso

mountain. Ma più cerco di batterli, più i treni sembra-


Sembrava che all’università dovesse andarci lei, la
l’ambita meta dell’università sulle pendici della Table nonna, che aveva finito appena le elementari.
Poi, qualche settimana dopo, quando era arrivata
no decisi a tardare. Avrei voglia di tornare indietro, la lettera della mia prima scelta, l’emozione si era tra-
rifare la mezz’ora di camminata fino a sformata in stupore. Questa bambina,
Bellville south, questa volta a passo Questa bambina questa bambina cresciuta in condizioni
tranquillo, ma non posso permettermi cresciuta in così difficili, sarebbe andata a un’uni-
di perdere un’intera giornata di lezioni. condizioni così versità dei bianchi. Era stata più brava
Mi rassegno al fatto che sarò in ri- difficili sarebbe di tutti gli altri al liceo e, guarda, ora il
tardo per il laboratorio. Non è la fine andata a mondo le si spalancava davanti. Aveva
del mondo. un’università di il futuro assicurato.
Il treno arriva alle 7.09, con ben bianchi. Era stata Quel giorno, quando era arrivata la
BARBARA quattordici minuti di ritardo. È appena più brava di tutti e lettera, mia nonna aveva pianto e pian-
BOSWELL
un quarto di un’ora. Ma il tempo ha una to, ringraziando Dio così intensamente
è nata a Città del ora il mondo le si
strana elasticità quando devi fare viaggi che il suo sembrava un lamento, più che
Capo, in Sudafrica,
lunghi; un piccolo ritardo si moltiplica e
spalancava davanti una preghiera carica di gratitudine.
dove insegna
all’università. Nel intralcia un’intera mattinata di sposta- Aveva avuto il suo riscatto. Tutto quel
2018 con il romanzo menti. Se perdi la coincidenza a Salt River, magari poi duro lavoro, e ora la sua amatissima nipote sarebbe
Grace: a novel ha vinto devi aspettare lì, così vicino al campus, trenta inter- andata all’università elegante sulla collina. Chi pote-
il premio di scrittura minabili minuti prima di poter proseguire. va crederci?
creativa per Salgo sul treno, più affollato del solito. Ben mi sta. Non sapeva nemmeno che avessi presentato la
esordienti assegnato Avrei dovuto scegliere l’università in fondo alla stra- domanda, aiutata dal consulente per l’orientamento
dall’università di da, quella per gente come me. Avrei potuto perfino scolastico. L’avevo fatta un po’ per gioco. E guardate
Johannesburg. Il
andarci a piedi, risparmiando un sacco di soldi che il tempismo di Dio, avrebbe detto la nonna nei giorni
racconto di queste
ora spendo per l’abbonamento settimanale del treno. successivi. Non avevamo neanche bisogno di un per-
pagine è uscito sulla
Johannesburg Review
Ma io volevo andare in quest’università. Ero la prima messo speciale, come il figlio del dottore in fondo
of Books con il titolo della famiglia a fare l’università. Perché avrei dovuto alla strada qualche anno prima. Era il 1992. Ora
Miss Johns. La rinunciare alla mia prima scelta? una ragazza come me poteva entrare liberamente in
traduzione è di Maria Avevo ricevuto una lettera dall’università del pia- qualunque università, se aveva cervello. E quello ce
Giuseppina Cavallo. no B all’inizio di dicembre. La mia famiglia aveva or- l’avevo.

84 Internazionale 1492 | 23 dicembre 2022


Internazionale 1492 | 23 dicembre 2022 85
Barbara Boswell

Mi tengo stretta Stamattina, però, è uno di quei giorni in cui rim- dere il treno per Simon’s Town. Dopo appena due
alla maniglia di piango di non frequentare l’università in fondo alla fermate mi lascerebbe a Rosebank, e arriverei in
plastica appesa strada. Perché avevo scelto di spingermi così oltre la tempo al laboratorio. Ma quando ci fermiamo le por-
alla sbarra che mia posizione? Pensavo di finire il romanzo di cui te del vagone, ostinate, rifiutano di aprirsi. Corpi irre-
corre lungo il dobbiamo parlare oggi durante il viaggio in treno. Ma quieti premono sulle doppie porte, un uomo comin-
il vagone è pieno, e il mio corpo è schiacciato tra le cia a forzarle. Sembrano passare lunghi minuti prima
soffitto del vagone.
carni di sconosciuti. Almeno questa volta sono don- che finalmente si muovano e il treno ci vomiti sulla
Le donne
ne. La carrozza è così gremita che non riesco neanche piattaforma. Salgo di corsa le scale di metallo per at-
ondeggiano a prendere lo zaino per tirare fuori il libro. E in questa traversare il ponte tra i binari due e cinque, appena in
intorno e contro di calca non riuscirei comunque ad aprirlo. tempo per vedere il treno per Simon’s Town uscire
me, i nostri corpi Mi tengo stretta alla maniglia di plastica appesa dalla stazione. Siamo tutti in ritardo, ognuno di noi
sobbalzano alla sbarra che corre lungo il soffitto del vagone. Le che dovevamo prendere quel treno. Arrivati a desti-
donne ondeggiano intorno e contro di me, i nostri nazione, nessuno capirà o si preoccuperà di capire
corpi sobbalzano mentre il treno sferraglia a un ritmo perché. Ci vedranno semplicemente arrivare in ritar-
sincopato. Il sudore collettivo, umido e stantio, sale do; punto e basta.
fino al soffitto, mescolandosi al respiro caldo e ap- Mi avvio con calma al binario cinque. Chissà
pannando i finestrini. Chiudo gli occhi. Aspettando i quand’è il prossimo treno. Riprendo il ritmo e cam-
barbari dovrà aspettare. Non solo sarò in ritardo, ma mino in fretta su e giù, come se accelerare il passo
anche impreparata sul finale della storia. potesse affrettare l’arrivo del prossimo treno. Arriva,
No, non storia. Non va bene. “Storia” è un termi- ci ammucchiamo dentro; si ferma in mezzo al nul-
ne per bambini, non per una studente della migliore la tra Salt River e Observatory station. Otto preziosi
università del Sudafrica. “Narrazione”. È questa la minuti.
parola giusta. Non so come finisce la narrazione. Mi Ci muoviamo. Su questo vagone c’è meno gente,
viene da piangere. Non so neanche la parola giusta ma sono troppo agitata anche solo per provare ad af-
per storia. Questa è già una brutta giornata, e non so- frontare l’ultimo capitolo di Aspettando i barbari.
no neanche uscita da Bellville. L’autore insegna nel nostro dipartimento. Qualche
Cinquanta minuti più tardi, dopo innumerevoli volta sono passata davanti al suo ufficio, ma non l’ho
fermate lungo la linea di Bellville, arriviamo a Salt mai visto. Grazie a Dio non è lui a tenere la lezione
River. Per un miracolo, posso ancora riuscire a pren- per cui sono in ritardo.

86 Internazionale 1492 | 23 dicembre 2022


Mi metto vicino alla porta in modo da scendere altri posti, dove non dovrebbe. Qual è il significato, Sono mesi che lo
per prima a Rosebank. Quando arriviamo, le porte si chiede Todd? Non c’è un significato più nobile. È sba- studio,
aprono subito. Salto giù, schizzo fuori dalla gliato, semplicemente sbagliato. Ma non è la risposta furtivamente. La
metropolitana e corro su per la stradina verso la mon- giusta. leggera piega
tagna. Le nuvole cedono il passo a una pioggerella Dobbiamo preparare un saggio su questo argo- all’infuori dei
sottile. Attraverso Main road e imbocco Woolsack mento per la prossima settimana. Anche se non ho
capelli castani
drive. Otto e cinquantacinque. Non riuscirò ad arri- ancora cominciato a scriverlo, so già che la mia rispo-
troppo lunghi. Gli
vare in tempo. Eppure corro verso il campus, i mu- sta non sarà quella giusta; non sarà mai quella che
scoli delle cosce tesi contro la montagna sempre guadagnerà un “eccellente” da Todd. occhi verdi, con
più ripida. Lo sapevo che sarebbe stata una brutta giornata. puntini dorati,
Nove e sei minuti. Raggiungo il dipartimento di Todd torna davanti alla classe e scrive qualcos’al- incorniciati da
belle arti. La pioggia mi scorre sul viso. Sento gocce tro alla lavagna. Dovrei appuntarlo nel quaderno, ma occhiali con una
di sudore sul seno sotto gli strati di abiti invernali. è inutile. Sono più persa che mai. semplice
Aspetto davanti alla porta dell’aula per riprendere Todd si volta per guardare la classe. È così vicino montatura in
fiato, decido che non posso perdere un altro secondo; che potrei toccarlo, ma il suo sguardo passa oltre di- acciaio che lo
poi entro nella stanza senza finestre dove tutti sono rigendosi verso il fondo dell’aula. È come se non ci fanno apparire
seduti e prendono appunti mentre Todd scrive alla fossi neanche. Vorrei odiarlo, ma non ci riesco, per- per quello che è
lavagna: “Allegoria”. ché è Todd.
Quasi tutti i posti sono occupati, e sono costretta Non importa, perché il fatto che non mi vede mi
ad andare davanti per sedermi a un banco che sporge permette di guardarlo a piacimento. Sono mesi che
verso la cattedra del tutor. lo studio, furtivamente. La leggera piega all’infuori
Todd si volta mentre sto per sedermi. Ti prego, dei capelli castani troppo lunghi. Gli occhi verdi, con
non dire niente, non vedermi, per favore. puntini dorati, incorniciati da occhiali con una sem-
“Miss Jones. Ce l’ha fatta. Benvenuta!”. plice montatura in acciaio che lo fanno apparire per
Un sorrisetto gioca sul suo volto. È difficile dire se quello che è, un uomo amante dei libri. Come me – è
mi stia prendendo in giro o se è sinceramente con- questo che mi ha portato qui – l’amore per i libri.
tento che io ce l’abbia fatta. Aspetta mentre mi tolgo Adoro leggere, ero la migliore lettrice al liceo, di-
il cappotto, tiro fuori i libri dallo zaino e mi sistemo. voravo libri molto più difficili del livello della mia
“Abbiamo appena cominciato a parlare del rap- classe. E amo scrivere. Per due anni di fila ho preso i
porto tra il magistrato e la ragazza barbara. Lei ha voti più alti della scuola in tutti i temi, sia in inglese
delle ferite e disabilità che lo intrigano. Stiamo ap- sia in afrikaans. 80, 85, 90 su cento, ogni volta. E poi
profondendo i molteplici significati, il senso della arrivo in questa raffinata università e mi hanno resti-
sua esistenza. Forse potrebbe offrirci qualche rifles- tuito il primo compito: 58 su cento.
sione…?”. Ho pensato a un errore. Ho aspettato la fine delle
La mia prima riflessione è che il mio cognome è lezioni e ho chiesto alla prof.
Johns, non Jones. Ma non dico nulla. Lei ha preso il compito, lo ha guardato in meno di
Mi asciugo una grossa goccia di pioggia dalla trenta secondi e si è messa a ridere. Non una risata
fronte e la vedo planare sulla mia copia di Aspettando cattiva, ma compassionevole. Una risata che, se fos-
i barbari. se stata la nonna a farla, sarebbe stata seguita da “ah,
Le parole che vorrei pronunciare volano via dalla vergogna!”.
mia testa come pipistrelli da una grotta al crepuscolo. Non era uno sbaglio, mi ha informato la professo-
Non ho nulla da offrire, nessuna idea sui significati. ressa, ma se volevo migliorare i miei voti dovevo an-
“La ragazza… è una serva…”. dare a parlare con il tutor che aveva valutato il mio
“Si, è vero. E…?”. compito. Erano i tutor a dare i voti, lei non avrebbe
“A lui piace toccarle i piedi… lavarli. Quasi come potuto aiutarmi.
Gesù, che lavava i piedi delle persone”. Era la prima volta che parlavo da sola con Todd.
Risposta sbagliata. Lo vedo dalla sua faccia. In un Lui mi aveva invitato nel suo ufficio. Non gli ero mai
attimo, m’ignora e passa oltre il mio banco. stata così vicino, tanto vicino da vedere i peli della
“Non proprio. Chi può aiutare Miss Jones?”. barba che gli punteggiavano il viso.
La testa mi gira. Non sento le risposte, solo le af- Lui aveva letto il mio compito.
fermazioni affettate di Todd. Io lo guardavo, le lunghe dita che scorrevano la
“Giusto! Sì! Eccellente!”. pagina, le unghie accuratamente limate. Mani pulite.
Cosa non darei per un “eccellente” di Todd. Si vedeva che non lavorava all’aperto o con le mac-
Ma eccomi seduta, con una bocca piena di denti, chine, come zio Keith, o i ragazzi agli angoli di Bell-
incapace di mettere insieme un pensiero elementa- ville south. Mi chiedevo quale sensazione mi avrebbe
re. E peggio ancora, non lo capisco. Il libro, la storia, dato la sua mano contro la mia, se avesse tenuto le
comunque vogliate chiamarla. La narrazione. E non mie dita gentilmente e le avesse portate alle labbra.
capisco cosa dovrei fare per capirne il senso. Avevo lasciato che i miei pensieri indugiassero su
Non capisco perché stiamo leggendo un libro su tutto questo mentre leggeva. E poi mi ero vergogna-
un vecchio che tocca in quel modo una ragazzina, co- ta, mi ero sentita sporca.
minciando dai piedi e poi toccandola dappertutto in Lui aveva letto con attenzione e con cura.

Internazionale 1492 | 23 dicembre 2022 87


Barbara Boswell
“Eh sì, capita spesso che gli studenti del primo E poi c’è il prossimo laboratorio. Il mercoledì è la
anno abbiano una specie di trauma quando valutia- giornata più pesante. Ho organizzato i corsi in modo
mo i loro lavori per la prima volta. Qui non è come al di passare alcune mattine alla settimana all’universi-
liceo. Scriviamo in modo diverso. È più analisi che tà, con un giorno pieno il mercoledì, lasciandomi i
racconto, cioè quello che la maggior parte di voi è giovedì liberi.
abituata a fare a scuola”. Il giovedì incombe minaccioso su di me. Cerco di
E cosa significava, mi chiedevo. spingerlo in fondo ai miei pensieri, ma riesce a
“E allora come posso migliorare la mia scrittura?”. guadagnarsi spazio man mano che la giornata volge
“Di fatto è solo questione di pratica. Ha letto i al termine. Sul treno verso casa trovo un sedile vuoto,
miei commenti ai margini? Ha delle domande?”. mi spengo e sonnecchio fino a Bellville.
Non li avevo letti. La vergogna mi aveva risuc- È buio quando entro nella nostra casetta a due
chiato l’aria dai polmoni. Avrei dovuto almeno arri- piani. Ripulisco con il pane la zuppa di piselli prepa-
vare preparata con qualche domanda, per non fargli rata dalla nonna; in questa casa mangiamo tutti da
perdere tempo. soli, a qualunque ora torniamo. Zio Keith arriva un’o-
“La cosa migliore da fare è continuare a lavorarci. ra dopo e io lavo i piatti quando finisce di cenare.
Ecco, vorrei darle qualche esempio di una buona Dovrei leggere, o lavorare al mio compito, ma la
scrittura. Abbiamo qualche modello di saggi degli tv risuona in tutta la casa. Prima di potermi preparare
anni scorsi per studenti come lei”. il letto sul divano devo aspettare che zio Keith spenga
Era andato verso uno schedario, aveva tirato fuo- la tv, e che lui e la nonna salgano di sopra a dormire.
ri delle pagine e me le aveva date. Seduta al tavolo della cucina ascolto il respiro di zio
“Le legga, e si farà un’idea dello stile e del tipo di Keith che s’indurisce in un gentile russare davanti
lettura profonda e di analisi che deve fare”. allo schermo. Sento crescermi dentro l’irritazione: fa
Lettura profonda. Cos’era? La domanda rimase così ogni sera. Perché non va a dormire in camera
Il giovedì incombe
non formulata. sua, in modo che io possa combinare qualcosa?
minaccioso su di Avevo annuito. La nonna è di sopra, già a letto. Salgo a darle la
me. Cerco di “Altre domande?”. buona notte, e per un attimo vorrei essere la bambina
spingerlo in fondo No, nessuna. Tanto non riuscivo a pensare nor- che s’infila nel suo letto e si addormenta contro la sua
ai miei pensieri, malmente in presenza di Todd. Le domande sareb- schiena. Ma sono grande, una signorina, come le pia-
ma riesce a bero venute un quarto d’ora dopo, quando ero già ce chiamarmi. Le do un bacio sulla fronte e mormoro
guadagnarsi uscita dal suo ufficio, sul treno per casa. buonanotte.
spazio man mano “Non si preoccupi. Lei è una studente sveglia. Zio Keith sale le scale e lo sento nel bagno. Un dol-
che la giornata Tenga duro e ne verrà a capo”. ce “’notte” fluttua nella stanza della nonna mentre
volge al termine. Aveva fatto un cenno verso la porta. Era ora di an- passa, chiudendo la porta della sua camera.
Sul treno verso dare. Di sotto, il salotto è finalmente tutto per me. Mi
Io l’avevo fissato. Sorrideva. Un solco leggero gli crogiolo nell’oscurità, nella solitudine; immagino di
casa trovo un
fendeva il mento. mettere un po’ di jazz e versarmi un bicchiere di vino.
sedile vuoto, mi Avrei voluto abbracciarlo, ma mi ero limitata a Magari un ragazzo come Todd seduto accanto a me,
spengo e dire: “Grazie, grazie tante”. E me n’ero andata. par parlare di cose raffinate, cose colte.
sonnecchio fino a Quindi ero sveglia. Todd pensava che fossi sve- Rido di me stessa, smetto di fantasticare e mi pre-
Bellville glia. Non ero riuscita a togliermi il sorriso dalla faccia paro per la notte. Dovrei leggere, ma sono troppo
per un’ora. stanca, e domani mi aspetta un’altra levataccia. Me-
Questo era successo mesi fa. I miei voti avevano glio riposare.
lentamente superato quota 60, ma non erano mai
andati oltre 65. Forse era il massimo che una studen- iovedì mattina, quattro e mezzo, la
te come me poteva aspettarsi.
Lo sguardo di Todd all’inizio era pieno di conside-
razione, e poi mi passava attraverso. Non ero stata
all’altezza del mio potenziale. Il mio acume si era ri-
fiutato di crescere fino a rendermi brillante.
E ora praticamente avevo detto la cosa più stupida
che si potesse dire in questo campus, infilando Gesù
in una discussione.
Ben mi sta. Avrei dovuto semplicemente andare
G nonna mi guarda dall’alto, dandomi
dei colpetti sulla spalla.
“’Giorno nonna”, è tutto quello
che riesco a farfugliare.
Ci prepariamo in silenzio, trasci-
nandoci nella nostra collaudata routine mattutina.
Alle cinque e mezzo siamo già sul solito binario a
Bellville station. Stamattina il treno è puntuale. Tro-
viamo due posti vicini, possiamo allungare le gambe.
dove vanno le persone come me. Quando il treno esce al rallentatore dalla stazione, la
Vago per tutto il resto della giornata da un’aula nonna prende la borsa e tira fuori un pezzo di carta
all’altra, da un laboratorio a un altro. Mangio i miei spiegazzato. Mi mostra un indirizzo a Claremont.
panini sui Jammie steps, affacciandomi sull’immen- Una tenaglia mi stringe il cuore. È troppo vicino
sità delle Cape flats. Dalle pareti coperte di edera, alla mia solita vita. Normalmente il nostro lavoro del
cerco d’individuare i luoghi dove sono passata sulla giovedì è in un appartamento a Sea Point. La nonna
mappa vivente che ho ai miei piedi. Non riesco mai a ha omesso di dirmi che oggi saremmo andate in un
trovare Bellville. posto nuovo.

88 Internazionale 1492 | 23 dicembre 2022


“Cos’è successo ai Gold di Sea Point, nonna?”. Town. Sarebbe stato un miracolo non farsi vedere sul
“Sono andati in vacanza. E mi hanno chiesto di treno. E se qualcuno si fosse avvicinato e avesse co-
fare qualche lavoretto a casa di un’amica della signo- minciato a fare domande?
ra Gold. È solo per due settimane, mentre la loro ca- E non è l’unico problema. Molti studenti vivono a
meriera è via”. Claremont. E se qualcuno che conosco mi avesse vi-
Qualche mese fa, proprio quando ho cominciato sto in abiti da lavoro?
l’università, l’artrite della nonna è peggiorata. Non Cerco di farmi passare il panico. Saremo dentro
esiste la pensione per una donna delle pulizie, e an- una casa. Probabilmente non ci sarà nessuno, come
che se avevo vinto una borsa di studio per coprire la nell’appartamento dei Gold. A Sea Point, il portiere
retta del primo anno, la vita universitaria aveva por- che vive sul retro del palazzo ci fa entrare e poi alla
tato con sé molte spese impreviste: mezzi pubblici, fine della giornata uscire. Con ogni probabilità suc-
libri, pasti, cartoleria. cederà così anche a Claremont. Andrà tutto bene,
Non indossavo più l’uniforme scolastica, ma ov- non mi vedrà nessuno.
viamente mi servivano dei vestiti decenti. Chi vuole Cambiamo a Salt River e saliamo sul treno per
presentarsi come se venisse dalla boscaglia? Le spe- Claremont. Prego in silenzio perché nessuno degli
se si erano sommate rapidamente. La nonna non era studenti che frequentano i miei stessi corsi o con cui
certo in condizioni di prendersi una pausa. Non pote- trascorro le pause tra le lezioni siano sul treno. Co-
va perdere il lavoro, e così il giovedì andavo con lei a munque per loro è troppo presto.
casa del dottor Gold e di sua moglie per dare una ma- La nonna si mette nell’unico posto libero, mentre
no con i lavori più pesanti. I Gold mi conoscevano e io afferro la maniglia appesa al soffitto. Chiudo gli
non avevano niente in contrario. Ero praticamente occhi nell’eventualità che nella carrozza ci sia qual-
cresciuta sotto i loro occhi, ci ricordavano spesso, e si cuno che conosco; se non li vedo, forse mi lasceranno
fidavano di nonna e di me. L’accordo andava abba- in pace.
stanza bene a tutti. Penso a Theresa e Meghan, le compagne dell’u-
Ma ora ci stavamo spostando a Claremont. Ad ap- niversità che ho avvicinato con tanta fatica. C’è volu-
pena tre fermate da Rosebank. A tre fermate dalla to parecchio tempo per trovare delle amicizie perché
mia università. Avremmo dovuto seguire lo stesso sono l’unica del mio liceo a frequentare questa uni-
percorso che faccio per andare al campus, cambian- versità. Gli altri studenti avevano già dei gruppi in
do a Salt River e prendendo la linea per Simon’s cui inserirsi.

Internazionale 1492 | 23 dicembre 2022 89


Barbara Boswell

Theresa con le sue Doc Martens, i suoi Levi’s e la con i suoi alberi accoglienti e le aiuole rigogliose ti
macchina nuova, regalo per i suoi diciotto anni. Cosa apre un po’ l’anima.
penserebbe se frugasse nel mio zaino del giovedì e ci Una donna dai capelli lunghi si staglia nel portone
trovasse la tuta da lavoro e la fascia per i capelli? Le aperto. Ci avviciniamo, io mi tengo stretta dietro alla
ragazze di Heathfield e Fairways non accettano facil- nonna, che ha drizzato la schiena per fare una prima
mente quelle di Bellville, che per loro è praticamente buona impressione. Non puoi mai cambiare quello
la boscaglia. Ho lavorato sodo per piacergli, e non che la gente pensa di te la prima volta che ti vede, mi
sono neanche sicura di esserci riuscita. A volte mi ha ammonito molte volte.
permettono di sedere insieme a loro, tutto qui. Pensa “Buongiorno, signora Wessels”, la voce della
che vergogna se ci vedessero – nonna con l’aria della nonna ha un suono cerimonioso, energico.
domestica che è, e io la sua aiutante – e scoprissero la “Salve, Nellie”, risponde la donna.
mia vita segreta. Da vicino vedo che è bionda, i capelli incornicia-
A Claremont scendiamo e ci uniamo alla massa no un bellissimo volto dagli occhi verdi. Alta e aggra-
dei pedoni. La nonna è già stata a questo indirizzo ziata, ha il corpo avvolto in un lungo abito morbido
insieme alla signora Gold, e arriviamo in pochi minu- che ne addolcisce gli angoli quando si muove. Il suo
ti. Un muro di due metri nasconde la facciata della fisico è uno studio di contrasti: la pelle intorno agli
casa. Se la nonna è nervosa all’idea di conoscere nuo- occhi e alle labbra è attraversata da un incrocio di ru-
vi bianchi, non lo dà a vedere. Preme il pulsante al ghe sottili, mentre il corpo ha la leggerezza di una
cancello. Una voce femminile cinguetta un saluto al persona molto più giovane. Ha una delicata peluria
citofono. sulle guance che mi ricorda i pulcini nel cortile dei
“Chi è?”. nostri vicini. Come loro, sembra fragile.
“È Nellie Johns,” risponde la nonna. Accenna un sorriso tirato.
Il cancello si apre con un ronzio ed entriamo, fa- “Chi è quella?”, chiede, e fa un cenno verso di me.
cendoci strada verso la porta d’ingresso su un sentie- “È mia nipote, signora. Pensavo che la signora
ro di ciottoli che attraversa il prato perfettamente Gold gliel’avesse detto… Viene sempre con me. La
curato. La brezza increspa la superficie calma di vecchiaia, sa”, la nonna ride cercando di sminuire la
un’enorme piscina. Potrei starmene seduta accanto mia presenza.
a quella piscina tutto il giorno leggendo un buon li- La donna bionda annuisce, senza rispondere
bro. Il semplice fatto di entrare in questo giardino alla risata.

90 Internazionale 1492 | 23 dicembre 2022


“Venite dentro. Potete cambiarvi nel bagno degli quello che vuole con noi, con me. La conversazione
ospiti e lasciare le vostre cose nel patio. Quando siete in salotto continua.
pronte, venite in cucina e vi dirò cosa c’è da fare”. “Ma Sue ha detto… Sono anni che va da loro!”.
Obbediamo alle istruzioni e ci ritroviamo in cuci- “Dio, sei così ingenua!”.
na, tutt’e due in salopette rosa, io con una fascia in La nonna continua a lavare mentre io asciugo.
testa per disciplinare i miei capelli ribelli, lunghi fino Nella mia testa si alza un velo. Sento un pugno allo
alle spalle. La signora Wessels è appoggiata a un pia- stomaco rendendomi conto che in questa casa, e in
no da lavoro e sorseggia una tazza di caffè nero. Non luoghi simili, non saremo mai viste. Siamo funziona-
ci offre niente. Di solito quando arriviamo dai Gold li. Come le mensole per i soprammobili, o gli arma-
beviamo una tazza di tè al latte con due zollette di dietti per il vino, siamo qui per svolgere un lavoro.
zucchero e dei biscotti che vengono da una scorta Esistiamo allo scopo di rendergli la vita facile, di
speciale, tenuta da parte per noi. Qui non c’è que- mettere ordine nella loro confusione. Per loro siamo
sto lusso. sorde come le ciotole dove ripongono le chiavi
“Per favore, cominciate dalla cucina e poi passate dell’auto, invisibili come le mattonelle sotto i loro
alla zona pranzo e alla sala”. Fa un gesto con la mano piedi.
libera in direzione dell’enorme soggiorno pieno di Dandoci le spalle, la donna guarda il marito an-
soffici divani bianchi. darsene via in macchina. Continua a sorseggiare gra-
“Il pavimento della cucina dev’essere sfregato ziosamente il suo caffè. Sembra impassibile. Una
con la spazzola, non lavato. Il secchio è quello. Spol- parte di me vorrebbe vedere la sua espressione,
verate e lucidate tutto, poi passate l’aspirapolvere. un’altra è grata di non doverla guardare in faccia in
Quando avete finito, potete salire di sopra e spolvera- questo particolare momento.
re e passare l’aspirapolvere nelle stanze da letto. La- Riempio il secchio di acqua calda, aggiungo un
La mia mente si
sciate tutti i bagni per ultimi. Sono tre. E poi il bagno po’ di sapone liquido e mescolo per fare la schiuma.
degli ospiti. Se avete bisogno dei servizi, ce n’è uno Fingo di preparare il seepsop, l’acqua saponata con cui
calma quando
fuori, vicino al patio. Mezz’ora di pausa pranzo alle mi piaceva giocare da bambina. Se riesco a trasfor- comincio a
dodici. Tutto chiaro?”. marlo in un gioco, forse il tempo passerà prima. sfregare il
“Sì, signora”, cantileniamo all’unisono. Mi metto a quattro zampe, le ginocchia protette pavimento con
La signora Wessels annuisce con approvazione, da un asciugamano logoro, e immergo la spazzola piccoli movimenti
poi volteggia nel salotto, seguita dall’aroma del caffè nella schiuma. La mia mente si calma quando co- circolari.
fumante. mincio a sfregare il pavimento con piccoli movimen- Ed è in quel
C’è una montagna di piatti ammucchiata nel la- ti circolari. momento che
vello, e la nonna comincia da lì. Conosco il suo meto- Ed è in quel momento che sento la voce. Rimbalza sento la voce.
do: come prima cosa lavare i piatti, asciugarli e met- giù per le scale un attimo prima che lui scenda a salti, Rimbalza giù per
terli via. Strofinare tutte le superfici, poi spazzare e senza camicia.
le scale un attimo
lavare il pavimento. “Mamma! Il mio dolcevita grigio?”.
Lavoriamo senza parlare, io asciugo con la stessa È troppo tardi per voltarsi. La voce mi ha colto di
prima che lui
rapidità con cui lei deposita le stoviglie pulite e ba- sorpresa e d’istinto alzo lo sguardo, dritto negli occhi scenda a salti,
gnate nello scolapiatti. di Todd. senza camicia
Vogliamo andarcene da qui il prima possibile; non Restiamo entrambi impietriti. Lui rallenta la cor-
ci servono parole per capire che l’altra la pensa allo sa e scende con cautela gli ultimi gradini, ricambian-
stesso modo. do il mio sguardo.
In piedi accanto alla nonna, guardo la sommità Poi succede, la manovra ben collaudata dell’aula
della sua testa e la linea a zigzag dei capelli non liscia- del laboratorio. Il suo sguardo mi attraversa e proce-
ti. Combatto l’impulso di baciarla sul capo, come fa- de oltre.
ceva lei quando ero più piccola. “Non riesco a trovarlo da nessuna parte! Volevo
Un uomo, in completo e cravatta, scende la scala mettermi quel maglione oggi alla presentazione”.
sul retro della cucina e passa senza guardarci. È co- “Forse non avresti dovuto lasciarlo sul pavimen-
me se fossimo invisibili. Si avvicina alla signora Wes- to, allora”.
sels, le tocca una spalla e chiede, con un leggero cen- “Mammaaa!”. La sua voce forte e piatta s’incrina
no verso di noi: “E questo cos’è?”. in un lamento. Sembra un bimbetto sull’orlo di fare i
“La domestica ha portato una ragazzina con sé. capricci.
Non lo sapevo. Sue non mi aveva detto niente”. Io piego il capo e mi rimetto a strofinare. La nau-
“Una ragazzina? Quella non è una ragazzina. E se sea mi sale fino alla gola, riempiendomi la bocca di
fosse una ladra? Incredibile che tu non sappia chi vie- saliva salata, ingoio e continuo a strofinare.
ne a casa nostra. Non hai fatto qualche controllo?”. Se mi ha riconosciuto, non lo lascia vedere. O for-
Non si rendono conto di quanto siamo vicine? se ha finto di non conoscermi come gesto di cortesia?
Non sanno che possiamo sentire ogni parola? Qualunque sia la ragione di questo non riconosci-
Lancio un’occhiata alla nonna. Lei mi fulmina mento, gliene sono grata. Pensa dovergli spiegare
con lo sguardo severo, un ammonimento a non rea- cosa sto facendo qui, strofinando il suo pavimento, e
gire. Non lo farei. Sono troppo una brava ragazza, ho che la domestica è mia nonna. Pensa al dolore che
troppa paura di questa gente che potrebbe fare tutto proverebbe la nonna nell’assistere all’umiliazione

Internazionale 1492 | 23 dicembre 2022 91


Barbara Boswell
che avrei inevitabilmente subìto durante questa con- quattro banconote da 20 rand, soddisfatta dell’incas-
versazione. so della giornata. Quando ce ne andiamo, ci viene
Dopo aver bisticciato con la madre, Todd saltella detto che non sarà necessario tornare. Con la mia
di nuovo su per le scale. Quando scende, qualche mi- compagna di lavoro fingo di essere delusa.
nuto dopo, ho già tolto metà della schiuma. Le sue “Non preoccuparti, nonna, troveremo qualcos’al-
suole di gomma lasciano una bizzarra traccia geome- tro. Dici sempre che tutto succede per un motivo.
trica sul mio pavimento appena lavato. Rimango car- Forse dovremmo credere che ci sia un buon motivo
poni e striscio dietro il percorso lasciato dalle sue anche per questo”.
impronte, ripulendo ogni segno con lo straccio. “Hai ragione, bambina mia”, risponde. “Questa
Dopo la cucina ci trasferiamo nella sala, che la si- non è una casa felice. A volte è difficile lavorare in un
gnora Wessels lascia libera appena entriamo. È un posto così. Si sfogano con te”.
lavoro rapido; la casa ha una domestica che viene Nel viaggio in treno verso casa ciascuna è assorta
regolarmente, e per spolverare, lucidare e passare nei suoi pensieri. Quando arriviamo a Bellville, l’u-
l’aspirapolvere basta meno di mezz’ora. more della nonna è migliorato. Per cena ci vizia con
Passiamo al piano di sopra, dove la nonna dice pesce e patatine, che mangiamo insieme.
che dobbiamo dividerci per fare le stanze da letto. A
me assegna quella di Todd. Vorrei protestare e chie- l lunedì le divinità dei treni mi sorridono e

Cerco di trovare
un senso nei colori
usati per i diversi
derle di fare a cambio, ma come spiegare senza tradi-
re il mio segreto?
Mi sembra di commettere una violazione, di met-
tere piede in uno spazio sacro che dovrebbe essere
assolutamente interdetto. Diverse paia di boxer, un
asciugamano bagnato e dei calzini sono sparsi sulla
moquette. Il letto matrimoniale è sfatto, le lenzuola
sono umide di una sostanza appiccicosa che scopro
quando tiro via le coperte. Dovrei cambiare le len-
I alle otto e mezzo sono all’università. Mi fa
piacere; avrò bisogno di tutto il mio autocon-
trollo per affrontare Todd. Sarà diverso? Ci
sarà un qualche guizzo o uno sguardo negli
occhi che tradisca il nostro segreto? Ma ab-
biamo davvero un segreto, o devo sopportarlo solo io?
Il mio autocontrollo è aiutato dal compito che ho
nello zaino. Venerdì e sabato, dopo il lavoro di dome-
stica, sono andata alla biblioteca di Bellville, dove
paragrafi o anche zuola, almeno, ma non ci hanno dato la biancheria di vado a studiare quando a casa c’è troppa gente. Que-
per singole parole, ricambio, perciò rifaccio il letto meglio che posso do- sta volta non mi sono limitata a usare i tavoli e le se-
ma le pagine non po aver tamponato le lenzuola con carta da cucina. die. Ho chiesto aiuto e ho letto quello che altri aveva-
rivelano niente. Raccolgo i vestiti e li deposito in un cesto di vimi- no scritto su Aspettando i barbari, ho preso appunti
Non c’è uno ni. Mi fermo per guardare la libreria – ben fornita, dai libri su come impostare ed esporre un’argomen-
schema e i suoi con tutti i classici. C’è una notevole sezione di lette- tazione, ho riletto i modelli di saggi che Todd mi ave-
appunti ratura sudafricana in ordine alfabetico. va dato. Quando me ne sono andata all’una di saba-
scarabocchiati ai Sulla scrivania trovo un assortimento di blocchi di to, perché la biblioteca chiudeva per il fine settima-
appunti, penne e mucchi di libri. Una copia con le na, avevo una bozza di cui ero soddisfatta. Ero torna-
margini sono
orecchie di Aspettando i barbari è aperta a faccia in ta a casa e avevo scritto fino a tarda notte al tavolo
illeggibili. Se devo giù. Come un investigatore forense lo volto con la della cucina per terminare il mio saggio. L’avevo inti-
avere una massima cura, prendendo nota della pagina esatta in tolato: “L’opinione di un servo: il punto di vista della
comprensione più cui Todd ha ritenuto opportuno interrompere la let- ragazza in Aspettando i barbari”.
profonda del tura. Pagina 114. Sono già seduta quando Todd entra in classe e la-
romanzo, non la Quasi tutte le righe delle due pagine sono sottoli- scia cadere un mucchio di appunti e una copia del
troverò qui neate con evidenziatori di diversi colori. Cerco di romanzo sulla cattedra. Non saluta e non cerca il
trovare un senso nei colori usati per i diversi paragra- contatto visivo, ma si avvicina alla lavagna e butta giù
fi o anche per singole parole, ma le pagine non rivela- un elenco puntato.
no niente. Non c’è uno schema e i suoi appunti scara- Alle nove in punto si volta, si pulisce le mani spor-
bocchiati ai margini sono illeggibili. Se devo avere che di gesso sui pantaloni e ci augura buongiorno.
una comprensione più profonda del romanzo, non la “Oggi proseguiamo con l’idea di allegoria nel ro-
troverò qui. manzo seminale di Coetzee”.
Tolgo tutto dalla scrivania, la lavo, la asciugo e ri- Guarda nella mia direzione. I nostri occhi s’incon-
metto gli oggetti che ho spostato in pile ordinate. Il trano.
libro lo posiziono a faccia in giù, aperto a pagina 114, Aspetto quel delizioso colpo al plesso solare che
come l’avevo trovato. Stasera andrò alla stessa pagi- provo inevitabilmente quando lo guardo, ma non ar-
na della mia copia, senza appunti ai margini o brani riva. Sento… Non sento niente.
evidenziati per poterla rivendere a fine semestre, e Mi sorride.
cercherò altre chiavi per capire. (Non ne troverò.) “Miss Jones…”.
Intorno alle due e mezzo abbiamo finito il lavoro. Sono decisa come una freccia nel pronunciare
Ci rimettiamo gli abiti normali e io mi tolgo la fascia ogni parola. Agile e sicura, la mia voce sorprende an-
dai capelli. Ti prego, Dio, non far tornare a casa Todd che me.
mentre stiamo andando via. Le implorazioni sono “È Johns, Todd.
diventate i miei pensieri da sveglia. Non Jones.
La mia preghiera è esaudita. La nonna va via con Miss Johns”. u

92 Internazionale 1492 | 23 dicembre 2022


Over 30
Over 30 è la Scuola Holden per chi ama raccontare storie,
anche se magari nella vita fa tutt’altro.
Otto weekend, uno al mese, in cui si viene a Torino per
concedersi tempo e spazio, trovare una comunità e fare
La Holden per chi ha un debito quel che si ama: scrivere.

con il proprio talento Si segue un corso principale, Scrivere, e due laboratori a


scelta su temi, generi e tecniche narrative specifiche,
i Track.
Non avrai esami da superare, conta solo il desiderio di dar
voce alle tue storie.

Scopri di più su scuolaholden.it/holdenover30


SKOPIA FILM & JEREMY THOMAS PRESENTANO

UNA FAVOLA POETICA SULL’EMPATIA


SANDRA DRZYMALSKA LORENZO ZURZOLO MATEUSZ KOŚCIUKIEWICZ con ISABELLE HUPPERT

“VISIVAMENTE SUBLIME,
COMMOVENTE E SURREALE”
THE GUARDIAN

“UN’ESPERIENZA DI CINEMA
DIVERSA DA TUTTO”
ALLOCINÉ

“PURA MERAVIGLIA”
THE NEW YORK TIMES

“UN’OPERA ESEMPLARE,
FRESCA E RADIOSA”
DEADLINE

UN FILM DI
JERZY
SKOLIMOWSKI

SKOPIA FILM E JEREMY THOMAS PRESENTANO IN ASSOCIAZIONE CON HANWAY FILMS UN FILM DI JERZY SKOLIMOWSKI
SANDRA DRZYMALSKA LORENZO ZURZOLO MATEUSZ KOŚCIUKIEWICZ CON ISABELLE HUPPERT
UNA PRODUZIONE SKOPIA FILM PRODUCTION CO-PRODOTTO DA ALIEN FILMS IN CO-PRODUZIONE CON POLWELL MODERATOR INWESTYCJE VEILO EWA ŻYŁKA
WARMIA-MASURIA FILM FUND PODKARPACKIE REGIONAL FILM FUND STREFA KULTURY WROCŁAW ARES 2002 POLISH FILM INSTITUTE MIC (MINISTERO DELLA CULTURA) REGIONE LAZIO
PRODUZIONE CO-FINANZIATA DA POLISH FILM INSTITUTE COSTUMI KATARZYNA LEWIŃSKA SCENOGRAFIA MIROSŁAW KONCEWICZ FOTOGRAFIA MICHAŁ DYMEK
ASSISTENTI ALLA FOTOGRAFIA PAWEŁ EDELMAN MICHAŁ ENGLERT SUONO RADOSŁAW OCHNIO MUSICHE DI PAWEŁ MYKIETYN MONTAGGIO AGNIESZKA GLIŃSKA
PRODUTTORE ESECUTIVO JEREMY THOMAS CO-PRODUTTRICE EILEEN TASCA SCRITTO E PRODOTTO DA EWA PIASKOWSKA JERZY SKOLIMOWSKI
DIRETTO DA JERZY SKOLIMOWSKI
Richard Conyngham Disegni di Saaid Rahbeeni

16 agosto 1908

Moschea di Hamidia,
Johannesburg ConCitTadini, quEsTo
pomerigGiO ho una gRanDe
resPonSabilità…

…da un po’ di temPo ricevo


cRiticHe per il conSigLiO cHe
vi ho dato… gLi amici mi
metTono in guArDiA e | nemici
mi pRenDono in giro…

Nel 1908 nelLa coloniA


del TranSvaAl vivevano cirCa
diEcimila inDiAni e cinesi.
UfficiAlMenTe erano conosCiUti
come “asiAtici”.

Internazionale 1492 | 23 dicembre 2022 95


Richard Conyngham

SeconDo le legGi
del TranSvaAl,
tutTi | masChi
asiAtici con più
di 16 anNi erano
obBligati
a porTare
semPre con sé
deI cerTificati in
cuI erano inDicati
nome, età, casTa e
imPronTe digitali.

…epPure ecComi quI ogGi a


ripetere quEl conSigLiO: dobBiAmo
bRuciAre | nosTri cerTificati!

il cerTificato serViva a rafForZare | conTrolLi


sulL’imMigRaziOne. Se un asiAtico veniva sorPreso
senZa, era conDanNato al carCere o aI lavori forZati.

È vero, quEsTo
potRebBe caUsare a molTi
di voI sofFerenZe enorMi,
ma sotTometTerSi al BlacK acT*
sarebBe un afFronTo
alTretTanTo gRanDe!

DaI, Dora,
cicCiOne,
anDiAmo davanTi!
quI non si
senTe niEnTe.

Ma da quI si
vede bene.

“…se quAlCuno ogGi


penSa di bRuciAre il suO
cerTificato per verGogNa
o falSa modesTiA, con
l’ideA di pRocurarSi
una nuOva copiA domani Mi sTaI danDo
paganDo cinQuE sCelLini, del vigLiAcCo,
sarà megLiO cHe si facCiA È l’ulTima NaraYan?
avanTi e si rifiuti di posSibilità per
farLo!” camBiAre ideA,
Vitem!

*Una legge del 1906, meglio nota come Asiatic law amendment act.

96 Internazionale 1492 | 23 dicembre 2022


“…ma se è vosTro
imPegNo solenNe
non ricHiEdere
una copiA al goverNo,
alLora vi dico:
avete fatTo bene!”

SiAmo
pRonTi!

BruciAteli!!
BruciAteli!

BruciAteli!

BruciAre | cerTificati fu una tatTica


imPorTanTe nelLa camPagNa di resisTenZa
non viOlenTa conDotTa dalLa comunità
asiAtica del TranSvaAl, una lotTa cHe il suO
leAder, l’avVocato MohanDas GanDhi, cHiAmò
satyAgRaha: “ricerCa delLa verità”.

Internazionale 1492 | 23 dicembre 2022 97


Richard Conyngham

QuEl pomerigGiO davanTi alLa mosCheA di HamidiA


più di tRemila asiAtici videro 1.300 cerTificati anDare
in fumo. In gRan parTe erano semPlici sPetTatori,
apPasSiOnati e solidali, ma cHe in fin deI conTi
non volevano inFranGere la legGe.

no…

DovReI …non
farLo? posSo.

Uno deI più rilutTanTi era AhMed ChotabHaI, un ricCo comMerCiAnTe.

Da quEsTa
Dopo l’inConTro, torNò a casa nelLa citTà parTe,
di KrugerSdorP inSiEme al cugino. giOvanotTo.

per tutTo il viAgGiO, nelLa menTe “È giUsTo tenerCi sTretTi


di ChotabHaI conTinuAva a | nosTri documenTi se poI
riEcHegGiAre una fRase di GanDhi. perMetTiAmo cHe | nosTri
conCitTadini più poveri finisCano
in pRigiOne? Io vi dico
con forZa: no!”

98 Internazionale 1492 | 23 dicembre 2022


Ma no! GanDhi
sosTiEne cHe non
è con | solDi cHe
cugino, ma noI e il tiziO comPreremo la pace
cHe ci sTa sCarRozZanDo siAmo ma, di sicuro, noI
davVero nelLa sTesSa barCa? abBiAmo di più da
dovRemMo bRuciAre perDere.
il cerTificato?

Ma per quAnTo AhMed


cerCasSe di giUsTificare
il pezZo di carTa inTonSo
nelLa tasCa delLa suA
giAcCa, quAlCosa lo
turBava: il timore cHe il
BlacK acT potesSe colPire
cHiUnQuE nelLa loro
comunità, non solo | poveri
in pRima lineA nelLa lotTa.
Se | merCanTi fosSero
rimasTi in disParTe fino
al momenTo in cuI non
fosSero sTati minacCiAti
| loro solDi e le loro
pRopRiEtà, a quEl punTo
non sarebBe sTato
tRopPo tarDi?

Mia cara Bibi, Temo che qui nel


Transvaal il futuro
per la nostra gente si
spero che tu faccia ogni giorno più
e i bambini stiate incerto. Inoltre non
bene in India. sono più benedetto
dalla salute e dalla
vitalità di un tempo.

È venuto il momento che il nostro figlio maggiore


Mahomed mi raggiunga
per imparare il mestiere di famiglia.

Ti manderò presto i dettagli.

Il tuo sempre affezionato marito,

Naturalmente lo accompagnerò in questo viaggio. Ahmed.

Internazionale 1492 | 23 dicembre 2022 99


Richard Conyngham

Alla fine del 1908 pochissimi la resistenza di massa fu portata avanti


commerciAnti si erano uniti dalle classi povere, formate in gran parte
al satyAgraha. Nel mese da tamil indù emigrati dall’indiA in condizioni
successivo al falò, la poliziA di serVitù debitoriA o nati in sudafrica da
chiuse tutti i loro negozi, genitori a loro volta immigrati.
confiscò i loro beni
e li mise all’asta.

…Vitem lingam
un conducente
di risciò…

Narayansamy era
un venditore …e dorasamy un cuoco.
di frutta…

GuArDali…
come la maggior parte degli indiAni
sTanNo manDanDo
del transvaAl, i tre si erano
a rotoli un’alTra
costruiti una vita in indiA.
atTività per un pezZo
di carTa. ShH, Dora,
posSono
senTirTi.

100 Internazionale 1492 | 23 dicembre 2022


La migrazione di massa degLi indiani verso
il sudafrica era partita quasi cinquant’anni prima
dalLe province di Madras e del Bengala. Un giorno
del 1860, nei vilLaggi rurali si erano presentati dei
recLutatori che avevano cominciato a raccontare di
un posto lontano in cui i capi pagavano salari
migLiori e si poteva diventare “liberi” dopo cinque
anni di lavoro in condizioni di servitù.

i capi di cui parLavano vivevano


nelLa colonia britannica del natal:
erano i ricchi coloni sudafricani
che avevano provato a recLutare
manodopera locale a basso costo,
senza riUscirci.

il 16 novemBre 1860 arrivò a Port


natal la prima nave, la ss truro, con
a bordo 340 uomini, donne e bamBini
indiani. i passeggeri furono
trasferiti negLi “alLoggi per coOliE”,
assegnati a un datore di lavoro e poi
divisi tra le piantagioni di canna da
zucchero, le miniere di carBone e i
cantieri ferroviari di tutta la colonia.
in realtà le loro condizioni di vita erano
lontanissime da quelLe descritte dai
recLutatori in india.

tuttavia il sistema si diffuse


rapidamente. La domanda
di nuove braccia non faceva
che aUmentare, e le navi
continuarono ad arrivare.

nelLe piantagioni di canna


da zucchero gLi uomini
ricevevano dieci scelLini
al mese, le donne la metà,
e i bamBini erano pagati
a seconda delL’età.

Internazionale 1492 | 23 dicembre 2022 101


Richard Conyngham

Una volta terminati i contratti,


i lavoratori potevano scegliere se
tornare a casa a loro spese, per uomini come narayanSamy,
avviare un altro contratto e lingam e dorasamy, che erano nati
tornare in india senza spese, o in condizioni di servitù in india,
continuare a vivere in Sudafrica da la terza ipotesi era invitante.
lavoratori “liberi”.

tuttavia quella libertà era relativa. la società del Sudafrica era divisa
lungo linee razziali e le perSone dalla pelle scura erano conSiderate
inevitabilmente inferiori a quelle bianche.

Questo sistema si radicava in pratiche indegne


legalizzate, come i certificati di registrazione,
e le restrizioni della libertà di movimento,
dei diritti di proprietà e delle attività
commerciali.

Quando nel 1899 scoppiò la seconda guerra anglo-boera, i leader


indiani nel natal intravidero un’opportunità strategica per la loro
comunità: arruolarSi come non combattenti al fianco dei britannici entrò nel tranSvaal
nella speranza di ottenere più libertà. con l’esercito
britannico e, dopo
la guerra, decise
narayanSamy firmò, diventando di stabilirSi a
una delle centomila perSone Johannesburg.
non bianche che presero parte
al conflitto.

102 Internazionale 1492 | 23 dicembre 2022


alL’iniziO del novecenTo gLi inDiAni del TranSvaAl
erano otTimisTi sulLa posSibilità cHe le loro vite
migLiOrasSero sotTo il dominiO bRitanNico. Ma
razZisMo e xenofobiA erano pRofonDamenTe radicati
D’acCorDo, tRa bRitanNici e boEri, senZa disTinZiOni.
è ora di torNare Caro, non
in cucina. dovRemMo
comPrare delLa
fRutTa?
SanTo
ciElo! State
inDiEtRo!

EcCo a voI,
sigNora!

AranCe
fResChe,
sigNora!

A parTe pocHi simPatizZanTi, MezZa corona!


la magGiOranZa deI biAnChi un otTimo
del TranSvaAl conSiderava pRezZo!
gLi inDiAni “non civilizZati”,
“porTatori di malatTiE”
e “una malediziOne
per il paEse”.

FuOri daI piEdi!


DanNato samMy.

| pRegiUdizi erano
esasPerati dalLa
paUra difFusa cHe la
coloniA sarebBe sTata
a poco a poco inVasa
da migLiAiA di giOvani
senZa isTruziOne e
dalLa pelLe sCura.

PerCiò, non c’era da sorPrenDerSi


se, pRima del 1909, più di un quArTo Ehi, coOliE!
deI tamil del TranSvaAl era sTato FamMi vedere
in carCere alMeno una volTa. | documenTi!

Richard Conyngham è nato a Pietermaritzburg, nel KwaZulu-Natal, e vive in Messico. Queste tavole sono tratte da All rise:
resistance and rebellion in South Africa (1910-1948), pubblicato da Jacana Media e Catalyst Press nel 2021.
Saaid Rahbeeni è un illustratore di Città del Capo che ha lavorato per Oxford University Press, Pearson e Pan Macmillan.

Internazionale 1492 | 23 dicembre 2022 103


Karen Jennings Disegni di Davide Bonazzi

Il primo
giorno
ra la prima volta che un fusto di petrolio se lo fosse legato sulla schiena, avrebbe potuto evita-

E finiva a riva, tra i ciottoli sparsi qua e là. re di usare la vecchia carriola di legno con la ruota
Nel corso degli anni il mare aveva por- scheggiata che s’incagliava sul terreno accidentato, e
tato sull’isola altre cose: brandelli di che spesso si rovesciava sotto il suo peso.
maglie, pezzi di corda, coperchi di por- Sì, portarlo sulla schiena era la scelta migliore. Do-
tavivande rotti, trecce di materiale sin- po di che, sull’aia, in mezzo alla tela da sacchi e alle
tetico fatte per sembrare capelli. Erano arrivati anche assi marcescenti, avrebbe scovato il vecchio seghetto
dei corpi, come quello di oggi. Era steso

con una mano protesa in avanti, come a il mare aveva


da ferro. Avrebbe grattato via la ruggine
in tutta la sua lunghezza vicino al fusto Nel corso degli anni dalla lama, l’avrebbe affilata come me-
glio poteva e avrebbe tagliato via il co-
indicare che avevano fatto il viaggio in- portato sull’isola perchio, poi l’avrebbe sistemato lì fuori,
sieme e non volevano separarsi. altre cose: brandelli in un angolo dove l’acqua piovana tra-
Samuel aveva visto prima il fusto, di maglie, pezzi di boccava dalla grondaia, per raccoglier-
da una delle finestrelle del faro mentre corda, coperchi di la e usarla nell’orto.
scendeva le scale della torre quella portavivande rotti, Samuel lasciò cadere il fusto, che
mattina. Doveva farlo con cautela. I trecce di materiale traballò sulla superficie irregolare e an-
gradini di pietra erano vecchi, consu- dò a sbattere contro il braccio del cada-
sintetico fatte per
mati e lisci, un po’ concavi al centro e vere. Se n’era dimenticato. Sospirò.
pronti a farlo inciampare. Aveva instal- sembrare capelli Tutto il giorno ci sarebbe voluto, per
lato dei sostegni in metallo nei punti in disfarsi del corpo. Tutto il giorno. Prima
cui il cemento lo permetteva, ma per il resto affron- per spostarlo, e poi per seppellirlo: cosa impossibile,
KAREN JENNINGS
tava la discesa a braccia tese, sfiorando il muro ruvi- oltretutto, su quell’isola rocciosa con il suo sottile
è nata nel 1982 a Città
del Capo, in
do con le dita per aiutarsi. strato di sabbia. L’unica possibilità era coprirlo di sas-
Sudafrica. Il suo Il fusto era di plastica, blu come le tute degli ope- si, come aveva fatto con gli altri in passato. Ma questo
romanzo An island, rai, ed era rimasto visibile, ballonzolando nella risac- era così ingombrante. Non era tanto l’ampiezza quan-
da cui è tratto il testo ca, mentre lui si affrettava a raggiungere la spiaggia. to la lunghezza. Il doppio del fusto, come se gli sbal-
di queste pagine, è Il corpo lo vide solo quando arrivò. Lo schivò, com- lottamenti del mare l’avessero modellato fino a dargli
stato selezionato per piendo un giro strettissimo intorno al fusto. Era gras- quella forma innaturale, allungata.
il Booker prize nel so come un presidente, senza incrinature né fori. Le braccia erano robuste, sproporzionate rispetto
2021. Il libro è stato Lo sollevò con cautela. Era vuoto; la guarnizione alla spina dorsale dalle vertebre sporgenti e alle co-
pubblicato dalla casa
aveva tenuto. Eppure, per quanto leggero, era poco stole scavate. Una peluria nera e ricciuta formava del-
editrice britannica
maneggevole. Con le sue mani nodose non sarebbe le chiazze su ciascuna scapola, e altra gli scuriva la
Holland house books
nel 2020, e uscirà in
mai riuscito a far presa sulla superficie liscia e a tra- parte bassa della schiena, dove cominciavano i pan-
Italia nel 2023 per sportarlo sui ciottoli appuntiti, oltre i massi e poi su taloncini di jeans grigi. La stessa peluria riccia e sotti-
Fazi editore. La per il sentiero sabbioso in mezzo all’erba e agli arbu- le, troppo sottile per un uomo della sua stazza, gli
traduzione è di sti, fino al promontorio dove, vicino al faro, si trovava cresceva sulle gambe e sulle dita dei piedi, sugli
Monica Pareschi. la casa. Forse, se fosse andato a prendere una corda e avambracci e tra le dita delle mani. Samuel ne fu tur-

104 Internazionale 1492 | 23 dicembre 2022


Internazionale 1492 | 23 dicembre 2022 105
Karen Jennings

All’inizio, quando bato. Erano i peli di un animale appena nato o di un se. Dobbiamo trovare tutti quelli che hanno sofferto
il governo, nuovo neonato rimasto troppo tempo nel grembo materno. sotto il Dittatore, se vogliamo progredire come nazio-
di zecca, era pieno Che cosa aveva partorito il mare lì, su quei sassi? ne. In un campo appena fuori dalla capitale, i miei
di promesse, Mentre il sole di metà mattina si alzava, il sale si colleghi hanno trovato una fossa comune con dentro
quando tutto era stava già cristallizzando su quei riccioli. Anche i ca- almeno cinquanta corpi. Un altro collega ha scoperto
pelli erano grigi nei punti in cui si era infilata la sabbia. i resti di sette persone impiccate nella foresta. Erano
ancora nel caos e si
I granelli aderivano all’unica porzione visibile della ancora appesi agli alberi, capisce, dopo tutto questo
cercavano i morti
faccia: una parte della fronte, un occhio chiuso. Il re- tempo. Chissà quanti ne troveremo qui. Molti, ne so-
e i dispersi di un sto del viso era premuto contro la spalla. no sicura. Questo è un posto ideale per disfarsi di
quarto di secolo Samuel si lasciò sfuggire un suono spazientito. Il qualcuno”.
passato sotto un corpo avrebbe dovuto aspettare. Prima si sarebbe oc- “Dice?”.
regime cupato del fusto, e la mattina dopo, se il mare non se “Oh, sì, basta guardarsi intorno”. Aveva agitato la
dittatoriale, lo fosse ripreso, avrebbe dovuto spaccare un po’ di mano indicando il paesaggio. “Nessuno per chilome-
Samuel aveva pietre per ottenere abbastanza pezzi per coprirlo. tri. Nessuno che possa vedere o sentire o fare qualco-
denunciato i Il mare ne aveva gettati a riva trentadue di cadave- sa”. Si era avvicinata abbassando la voce: “Girava
cadaveri ri nei ventitré anni che aveva passato come guardiano voce che avesse dei campi segreti, delle specie di
del faro. Tutti e trentadue senza nome, e nessuno che campi di concentramento, pare, dove mandava i dis-
li reclamasse. All’inizio, quando il governo, nuovo di sidenti a morire. Naturalmente, non sappiamo anco-
zecca, era pieno di promesse, quando tutto era ancora ra se sia tutto vero. Non abbiamo trovato prove al ri-
nel caos e si cercavano i morti e i dispersi di un quarto guardo, ma questo avrebbe potuto benissimo essere
di secolo passato sotto un regime dittatoriale, Samuel uno di quei posti, non crede? Non le sembra un posto
aveva denunciato i cadaveri. La prima volta erano ar- adatto per mandare qualcuno a morire?”.
rivati alcuni funzionari statali, con i loro blocchi di Samuel non aveva risposto, e la donna si era volta-
appunti e una dozzina di sacchi di plastica, e avevano ta e aveva chiamato uno della squadra, mentre bat-
setacciato l’isola alla ricerca di qualche tomba di for- tendo con il dito sull’orologio. “Continuate a cerca-
tuna, di resti abbandonati tra i massi, di ossa e denti re”, aveva detto vedendo l’uomo scuotere la testa. Poi
ormai confusi con la ghiaia e la sabbia. era tornata a girarsi verso Samuel: “Una volta che
“Vede”, gli aveva detto la donna a capo delle ope- avremo trovato i corpi, allora sì che comincerà il risa-
razioni, mentre si guardava il tacco graffiato di una namento della nazione. Fino a quel momento non
delle scarpe di vernice, “abbiamo fatto delle promes- saremo in grado di guarire. Ci servono i corpi”.

106 Internazionale 1492 | 23 dicembre 2022


Quando i componenti della squadra erano tornati Sceglieva i punti dove sistemare i cadaveri quanto più A quel punto
uno dopo l’altro e a mani vuote, con quell’unico corpo possibile lontano dalla casa, per evitare che gli arri­ aveva già
gettato a riva da esibire per un’intera giornata di lavo­ vasse il tanfo della putrefazione. I corpi però attirava­ cominciato a
ro, la donna era risalita in fretta sulla barca e si era no i gabbiani, che per settimane continuavano a vol­ coltivare l’orto di
sbrigata a ripartire, senza nemmeno la cortesia di un teggiare e gracchiare intorno al muro cercando di fianco alla casa,
saluto. Samuel non aveva più avuto notizie da lei né farsi strada a colpi di becco. Con il tempo aveva impa­
usando i soldi che
dal suo dipartimento. Non aveva idea di cosa fosse rato a irrobustire quelle parti di muro, che ora sporge­
guadagnava per
successo al morto né di chi potesse essere. vano un po’ in fuori intorno al loro contenuto. Eppure
Mesi dopo, o forse un anno, aveva trovato tre cor­ a volte i gabbiani riuscivano lo stesso ad aprirsi un farsi mandare la
picini gettati a riva uno accanto all’altro. Un bambino, varco e a becchettare il corpo all’interno. Nei punti in terra dal
una bambina, un neonato avvolto in una coperta. A cui i corpi erano lasciati a decomporsi senza che nes­ continente, per
quei tempi la radiotrasmittente del faro funzionava suno se ne curasse, le pietre spesso crollavano. ordinare semi e
ancora ed era riuscito a contattare la costa. La donna Samuel provò a spingere un poco il corpo disteso talee. E per
l’aveva richiamato, con la voce che andava e veniva vicino al fusto, gli diede perfino un calcetto. L’urto proteggere quelle
per le interferenze. fece spostare il braccio, la testa si girò rivelando la nuove piante
“Di che colore sono?”. faccia. Gli occhi si aprirono entrambi per un attimo. aveva cominciato
“Cosa?”. Dalla gola uscì un brontolio e le dita della mano tesa a costruire un
“Di che colore sono? I corpi. Di che colore?”. si contrassero e batterono sul ciottolo su cui erano
muro a secco
Lui era rimasto in silenzio. posate.
tutt’intorno
“Quello che le sto chiedendo è se sono più scuri di Samuel si ritrasse immediatamente. “Ehi”, disse
noi… la pelle… è questo che voglio sapere. Sono più piano. E poi ancora: “Ehi”.
scuri di lei o di me?”. L’uomo non si mosse più, ma adesso sul collo si
“Credo di sì”. notava il fremito di una lenta pulsazione. Su e giù, su
“E le facce? Sono più lunghe? Come sono gli zi­ è giù, faceva, mentre il mare s’insinuava tra i ciottoli
gomi?”. sibilando per ritirarsi subito dopo.
“Non so. Sono bambini. Sono come tutti i Samuel si mise a contare. Cinquanta pulsazioni.
bambini”. Duecento. Trecentocinquanta. Arrivato a cinquecen­
“Senta, noi abbiamo da fare. Dobbiamo occuparci to si girò verso il fusto di plastica, lo circondò con le
di reati gravi. Crimini veri e propri, capisce. Non pos­ braccia e tenendolo nella parte centrale lo sollevò gof­
siamo venire sull’isola ogni volta che qualche profugo famente davanti a sé, dopo di che, senza vedere dove
annega mentre cerca di fuggire dal suo paese. Non è metteva i piedi, si allontanò incespicando dalla riva e
un problema nostro”. oltrepassò il segno lasciato dall’acqua sul bagnasciu­
“E io cosa devo farne allora?”. ga. Posò il fusto di lato, lo bloccò con dei ciottoli e poi
“Faccia quello che crede. Noi non li vogliamo”. tornò al corpo, contando altre cento pulsazioni prima
A quel punto aveva già cominciato a coltivare l’or­ di risalire verso il promontorio per i vecchi sentieri
to di fianco alla casa, usando i soldi che guadagnava battuti che non mutavano mai.
per farsi mandare la terra dal continente, per ordinare
semi e talee. E per proteggere quelle nuove piante entre era via erano arrivati i
aveva cominciato a costruire un muro a secco tutt’in­
torno. Aveva raccolto tutte le pietre dell’isola che ave­
vano all’incirca la misura di un mattone, sistemando­
le una sopra l’altra finché non avevano raggiunto
un’altezza adeguata e una lunghezza tale da formare
una barriera. Dopo di che aveva ordinato una mazza
e aveva fatto a pezzi un bel po’ di quelle pietre e massi
che formavano la costa, usando il pietrisco per le sue
costruzioni. Lentamente l’isola aveva cominciato a
M gabbiani. Se ne stavano fermi
a pochi metri dall’uomo, lan­
ciando gridi incerti, slancian­
dosi in avanti a testa bassa.
Uno agitò le ali, si avvicinò alla
gamba destra e gli beccò incerto i pantaloncini. Ma a
quel punto Samuel era sul sentiero sabbioso, e spin­
geva la carriola.
“Via di lì! Sciò! Via!”.
cambiare forma. Se un elicottero l’avesse sorvolata Gli uccelli si alzarono, svolazzando a bassa quota
regolarmente, il pilota avrebbe notato che le piccole mentre Samuel avanzava faticosamente tra i massi
insenature si erano ampliate, le curve avevano sosti­ fino alla riva cosparsa di ciottoli. Si fermò accanto al
tuito i profili frastagliati di un tempo. corpo e tolse un pezzo di corda dalla carriola, poi andò
Samuel aveva portato avanti il muro lungo il peri­ verso il fusto. Lo legò con la corda, facendola passare
metro dell’isola finché non ebbe circondato tutto due volte intorno alla circonferenza e due volte lungo
quanto. Dentro a questo muro di cinta aveva comin­ l’altezza, e lo fissò a un alto masso. Non c’erano alberi
ciato a sistemare i corpi. Quasi sempre, prima di sep­ in quella parte dell’isola, solo arbusti secchi e senza
pellirli, frugava nelle tasche alla ricerca di qualche foglie, che bastava un tocco a spezzare.
oggetto che li identificasse, ma non aveva mai trovato Tornò dall’uomo, gli mise le mani sotto le ascelle
niente di significativo. La cosa più rilevante era stata e cercò di trascinarlo verso la carriola. Il corpo non
il pugno serrato di un vecchio che era diventato tutt’u­ voleva saperne di muoversi. Gemendo per lo sforzo
no con una mazzetta di soldi stranieri ridotti in polti­ Samuel continuò a tirare, nella speranza che insisten­
glia. Samuel l’aveva seppellito col denaro in mano. do sarebbe riuscito a liberarlo da qualunque cosa lo

Internazionale 1492 | 23 dicembre 2022 107


Karen Jennings
tenesse bloccato. Ben presto cominciarono a fargli parsi. Poi la ruota s’incastrò un’altra volta, ed eccolo
male le braccia, e si sentì il basso della schiena in di nuovo in ginocchio. Aveva la sabbia dappertutto
fiamme. Un ciottolo gli scivolò via sotto un piede, e lui ora. Ce l’aveva nelle scarpe, nelle tasche, tra le mani
cadde all’indietro lanciando un grido. Adesso il corpo grinzose. Provò ancora.
era sopra di lui. I capelli umidi di uno straniero, il su- Poi arrivò il respiro del promontorio, una brezza
dore e l’alito di uno straniero. Lo spinse via di peso, lieve che s’infilava in mezzo all’erba ingiallita, e una
tirandosi su. L’uomo aveva i peli delle ascelle lunghi e solida stradina di terra battuta fiancheggiata da ciuffi
ispidi. Mentre si sollevava, quei lunghi fili ruvidi gli di minuscoli fiori rosa e da un proliferare verde e spi-
rimasero impigliati tra le mani: si appiccicavano ai noso di sterpi. Sopra tutto questo si alzava il faro.
polsi e agli avambracci sudati, s’infilavano sotto le Era stato bianco un tempo, e l’ultima volta l’ave-
unghie. Andò a lavarsi le mani e le braccia in mare, poi vano intonacato a metà del secolo precedente, prima
lo afferrò un’altra volta. che il governo coloniale li lasciasse alla loro indipen-
Dopo parecchi minuti riuscì a sollevare le spalle e denza. Adesso era tutto scrostato, sbiadito, pieno di
a sistemarle dentro la carriola. Si appoggiò con le na- chiazze arancioni nei punti in cui il parapetto di me-
tiche contro il legno, per riprendere fiato. Poi si spo- tallo del ballatoio si era arrugginito, lasciando intra-
stò su un lato della carriola, cercando di tirare su an- vedere i suoi anni. Il ballatoio circondava la lanterna,
che il busto, sfregandogli la pelle contro il legno anche se le assi del pavimento erano quasi tutte
scheggiato. La testa ciondolò contro uno dei manici, sconnesse o erano cadute da tempo. Quando a Sa-
le braccia penzolarono ai lati. Ficcò dentro anche muel capitava di fermarsi ai piedi della torre e di
quelle, infilandole con forza nel poco spazio che c’e- guardare in alto, le assi rimaste incorniciavano il cie-
ra, mentre le gambe rimanevano tese: l’effetto era lo sopra di lui, e inquadravano le nuvole, le stelle, il
comico. sole e la luna, in diversi momenti e stagioni. Una vol-
A lui invece le gambe tremavano, a quel punto. ta ogni quindici giorni, se si sentiva abbastanza in
Adesso era tutto
Anche le mani. Si accovacciò nella sabbia per un at- forze, si arrischiava ad affrontare il ballatoio per pu-
scrostato, timo, lasciando correre lo sguardo sull’acqua fino lire le finestre della lanterna con un bastone e uno
sbiadito, pieno di all’orizzonte nebbioso. Ci pensò, prima di dirlo: “So- straccio inumidito, tenendosi a qualunque appiglio
chiazze arancioni no vecchio”. Come spaventato da quelle parole, si sicuro a portata di mano. L’aveva fatto solo pochi
nei punti in cui il alzò in fretta, prendendo i talloni screpolati dell’uo- giorni prima, e quando era sceso gli girava la testa,
parapetto di mo e facendogli piegare le gambe a triangolo. Siste- boccheggiava, e ovunque guardasse vedeva tutto
metallo del mò i piedi in modo che rimanessero in equilibrio su nero ai lati. Ora, mentre guardava in alto, le finestre
ballatoio si era un lato e sull’altro della carriola. Poi prese un altro riflettevano il cielo terso, i raggi taglienti del sole di
arrugginito, pezzo di corda e la fece passare sopra e tutt’intorno mezzogiorno.
lasciando in modo che piedi, ginocchia e braccia rimanessero A metà della torre una profonda crepa era recente-
intravedere bloccati al loro posto. Ora quel corpo gigantesco era mente diventata due volte più lunga, e ne attraversa-
legato come un pollo, rimpicciolito, deformato. va tutta l’ampiezza. Ma nessuno avrebbe fatto niente.
i suoi anni
Nonostante le precauzioni s’inclinava di continuo Proprio come con l’intonaco, i parapetti, le assi o la
storcendosi tutto, e mentre la carriola procedeva ru- radiotrasmittente.
morosamente sui ciottoli la testa andava a sbattere Tutt’intorno, ai piedi della torre, crescevano degli
contro le mani di Samuel. La ruota s’incastrava a ogni alberelli scheletrici, con i tronchi e i rami piegati verso
giro, così cominciò a prevenire gli scossoni posando ovest dal vento dominante, così da sembrare peren-
la carriola a terra per togliere di mezzo l’ostacolo, e nemente in fuga, e Samuel si chiedeva spesso, prima
prima di proseguire controllava gli eventuali danni. di uscire dalla porta la mattina, se non avrebbe sco-
A un certo punto l’uomo si lamentò, e Samuel perto che alla fine erano fuggiti davvero.
aspettò un attimo per vedere se apriva gli occhi, inve- Il chiocciare cominciò mentre si avvicinava al mu-
ce rimasero chiusi. Continuò a spingere nella sabbia ro che circondava l’aia, e scostando la vecchia botola
bagnata della pista scavata dall’acqua tra i massi, così che usava come cancello disse in tono benevolo:
stretta che i lati della carriola raschiavano contro la “D’accordo, ragazze, smettetela con questo fracasso.
roccia; e un ginocchio dell’uomo sfregò contro un Sono tornato, adesso. Sono qui”.
bordo ruvido e cominciò a sanguinare. Le galline, sette, gli si precipitarono incontro in
Quando emersero dal tunnel si erano quasi lascia- attesa di cibo.
ti la spiaggia alle spalle, rimaneva solo la ripida salita “No, non è per voi. Via adesso, sciò”, disse spin-
di sabbia grigia e farinosa. Ma la ruota s’incastrò gendo la carriola per gli ultimi pochi metri. La accostò
un’altra volta. Impossibile continuare a spingere, e all’unico gradino dell’entrata e, passando per un pic-
Samuel lasciò andare la carriola, pronto a rinunciare. colo ingresso buio con gli attaccapanni, le giacche a
Ci aveva provato, no? Aveva fatto quel che poteva. L’a- vento, i cappelli e gli scarponi consumati, la trascinò
vrebbe slegato, avrebbe portato acqua e viveri nel ca- nel soggiorno.
so si fosse svegliato, magari una coperta, e basta. Una gallina lo seguì dentro casa, quella vecchia
E invece si mise davanti alla carriola, e cercò di far dalle penne rossicce, che non era mai andata d’accor-
girare la ruota nella sabbia soffice. Camminando do con le altre. Samuel non aveva l’energia per scac-
all’indietro la trascinò su per il sentiero, anche se si ciarla, anche se le galline sapevano benissimo che
sentiva le braccia sottili come carta, pronta a strap- non dovevano superare la soglia. S’inginocchiò, la-

108 Internazionale 1492 | 23 dicembre 2022


sciando che si avvicinasse a becchettare inutilmente torpidi. Samuel guardò il viso dell’uomo. Una bocca
dalla sua mano mentre le accarezzava il dorso. Esa- grande in una mascella sottile. Sembrava che non
minò le chiazze spennate sul petto e sulle cosce, nei avesse un pelo in faccia, nemmeno le sopracciglia.
punti in cui l’avevano attaccata. Le ferite erano guari- Poteva avere trent’anni, anche se Samuel non si sa-
te. Presto, sperava, sarebbero ricresciute le penne. rebbe sorpreso scoprendo che era più vecchio, o più
“Su, dai”, disse dopo un po’ spingendola da parte. giovane. Sotto il lobo di un orecchio, un po’ all’inter-
Sciolse le corde. Poi inclinò lentamente la carriola no, riusciva a distinguere le pulsazioni. Si ritrovò a
finché l’uomo non cadde sul tappeto logoro. Samuel contare. Uno. Due. Tre. Quattro. Cinque. Sei.
gli riposizionò gambe e braccia e collo, controllò il gi- Quanto avrebbe potuto sopravvivere? Quanto
nocchio che aveva smesso di sanguinare, prese un tempo sarebbe rimasto steso sul tappeto di Samuel, a
vecchio cuscino e glielo mise sotto la testa. La gallina casa di Samuel? Batté le dita sul tavolo, si passò una
si avvicinò chiocciando, e si mise ad andare su e giù mano sulla faccia. Sarebbe andata avanti così, allora?
per tutta la lunghezza del corpo. Quel movimento incessante, nella sua casa. Quella
Samuel entrò in cucina e prima di sedersi davanti casa che per più di due decenni di solitudine era stata
al tavolo bevve due bicchieri d’acqua. C’erano ancora sua e basta. Sarebbe andata così? Quel respiro, quel
le briciole della colazione, e quel poco che restava di pulsare, quella giovinezza, quella vita che si sarebbe
una pagnotta di pane. Lo cuoceva in casa due volte impossessata di quella piccola casa, infiltrandosi nel
alla settimana nel vecchio forno a gas dopo aver im- pavimento e nei muri. Cominciò a mancargli il fiato,
parato a farlo da solo nel corso degli anni, finché non il panico lo fece ansimare.
aveva trovato una ricetta soddisfacente. Pulì il tavolo Cercò di ragionare. Il giorno dopo sarebbe arrivata
passandoci sopra una mano aperta, facendo cadere le la barca con i rifornimenti, come ogni due settimane.
briciole nel palmo dell’altra, e cercò di far avvicinare Sarebbe arrivata e lui avrebbe affidato l’uomo a loro.
la gallina con dei versi sottovoce. Lei però non era in- Avrebbero dovuto farlo salire per forza. Erano obbli-
teressata, preferiva girare intorno all’uomo disteso gati a farlo.
sul pavimento, arruffando leggermente le penne. Sul pavimento, come a farsi beffe di tutti i suoi
“Stupida”, disse, e rimanendo seduto si sporse sul pensieri, sulla fronte dell’uomo affiorò una vena, che
lavandino e fece cadere le briciole. “Dopo vedrai, si gonfiò rapida, ferocemente viva.
quando ti toccherà litigare per avere la tua parte”. Samuel si alzò bruscamente, e uscì inciampando
Ma a quel punto la gallina si era fermata, accocco- dalla porta. Sarebbe andato a prendere il fusto. Al suo
landosi vicino alle gambe dell’uomo, con gli occhi ritorno si augurava di trovarlo morto. u

Internazionale 1492 | 23 dicembre 2022 109


In viaggio verso
nuovi modi di fare
azienda

Vuoi gestire efficacemente


Illustrazione: Alessandra Kerstulovich (Ale Key)
Design: Vulcano Agency
l’incertezza di quest’epoca così mutevole?
Il 2023 è l’anno per ripensare la tua organizzazione.

Attiva l’intelligenza collettiva delle persone


per navigare la complessità,
generando insieme azioni chiare e innovative.

Scopri come: let’s peoplerise!

Segui le dirette sui trend


organizzativi innovativi
www.peoplerise.net
L’oroscopo
COMPITI A CASA

Rob Brezsny Quale aspetto della tua vita


si merita più di altri un grande “evviva”?

Come sarà
il nuovo anno
secondo
Rob Brezsny
ARIETE GEMELLI
Eric G. Wilson, dell’Ariete, ha scritto un libro che nor- Ecco alcuni progetti divertenti e utili che potresti colti-
malmente raccomanderei al 40 per cento della tua tri- vare nel 2023. 1) Avvia tendenze interessanti. Evita
bù. Ma nel 2023 la cifra salirà all’80 per cento. Il titolo quelle mediocri. 2) Esercita una leadership attiva nei
è How to be weird. An off-kilter guide to living a one-of-a- gruppi di cui fai parte. 3) Pratica l’arte di migliorare la
kind life (Come essere fuori del comune. Guida eccen- tua concentrazione attraverso il rilassamento. 4) Ogni
trica a una vita speciale). Secondo la mia analisi dei domenica a mezzogiorno rinnova il tuo impegno a
presagi astrali, dovresti sforzarti di essere un po’ me- non ingannare te stesso nei successivi sette giorni.
no razionale. Ribellarti allegramente allo status quo 5) Poniti l’obiettivo di essere un comunicatore ecce-
dovrebbe essere uno dei tuoi hobby preferiti. Il modo zionale, non semplicemente uno nella media. 6) Col-
migliore per imparare divertendoti sarà chiederti con- tiva la capacità d’intuire quando le persone nascondo-
tinuamente: “Qual è la cosa più originale e fantasiosa no qualcosa e quando fingono.
che posso fare in questo momento?”.
CANCRO
TORO Nel 2023, Cancerino, ti consiglio di coltivare e appro-
ILLUSTRAZIONI DI FRANCESCA GHERMANDI

Uno dei tuoi potenziali superpoteri è coltivare i legami fondire il tuo rapporto con l’istinto. Sarei molto felice
tra il mondo spirituale e quello fisico. Se svilupperai se tu imparassi qualcosa di più sulla differenza tra la
questo talento, favorirai l’integrazione tra l’eternità e lucida intuizione e la preoccupazione indotta dai tuoi
la tua routine quotidiana. Creerai sinergie tra il sacro e demoni. Se ti occuperai di questo, la vita farà il possi-
il profano. Capirai che le questioni pratiche possono bile per aiutarti. I tuoi ritmi diventeranno più tran-
essere arricchite da energie archetipiche e temi epici. quilli e stabili, e il tuo sistema di controllo sarà più ef-
Spero che nel 2023 ti dedicherai molto a questo gioco- ficace che mai. Avvertimento: cercare la perfezione
so lavoro. Potresti anche insegnare a noi che non sia- non è necessario; sarà sufficiente che tu faccia del tuo
mo del Toro qualcosa di più su questi misteri. meglio.

Internazionale 1492 | 23 dicembre 2022 111


L’oroscopo

Rob Brezsny
LEONE gnifica semplicemente non amico. Solo chi affronta il
Lo psichiatra Irvin Yalom scrive: “La questione del si- proprio non amico interno può evitare di avere nemici
gnificato della vita, come diceva il Budda, non è edifi- esterni”.
cante. Bisogna immergersi nel fiume della vita e la-
sciare che la domanda scorra via”. Viktor Frankl, so- SAGITTARIO
pravvissuto all’olocausto e filosofo, aveva una visione “Sarò sempre complicata ma anche necessaria per ot-
completamente diversa. Diceva che capire il significa- tenere il meglio”, diceva Maria Callas (1923-1977). I
to della vita è la cosa più importante. La percezione critici affermano che fu una delle più grandi soprano
che la nostra vita in generale e le nostre esperienze in del novecento. Sono anche d’accordo sul fatto che
particolare abbiano un significato ci sostiene e ci nutre avesse un temperamento da prima donna. Secondo
negli anni. Condivido il punto di vista di Frankl e ti l’impresario Rudolf Bing, lavorare con lei era difficile
consiglio di adottarlo per tutto il 2023. Avrai la possibi- “perché era più intelligente di tutti”: “Con gli altri arti-
lità di conoscere il tuo destino, che in passato era visi- sti potevi cavartela, ma non con Callas. Sapeva esatta-
bile solo in parte. Avrai spesso intuizioni sul tuo scopo mente cosa voleva e perché lo voleva”. In accordo con
sulla Terra. i presagi astrali, Sagittario, nel 2023 ti autorizzo a esse-
re “complicata” come Callas nella ricerca del succes-
VERGINE so, nel senso di sapere esattamente cosa vuoi. Ma, per
Da giovane Ingeborg Rapoport (1912-2017), della Ver- favore, non esagerare nei comportamenti da divo.
gine, studiò medicina all’università di Amburgo, in
Germania. Nel 1938, però, i nazisti le impedirono di CAPRICORNO
discutere la tesi e conseguire la laurea a causa delle Per aiutarti con la tua autoanalisi nel 2023 ho scelto
sue origini ebraiche. Settantasette anni dopo, a 102 una citazione dalla fiaba di Hermann Hesse Una se-
anni, ebbe finalmente la possibilità di finire ciò che quenza di sogni. Ti guiderà mentre t’immergi nei pre-
aveva cominciato. Fu un grande successo! Il preside ziosi misteri delle tue profondità interiori. Hesse si ri-
disse: “Rapoport è una studente brillante. La sua co- volge alla sua “oscurità ardente, alla calda culla
noscenza degli ultimi sviluppi della medicina è incre- dell’anima e alla patria perduta”, chiedendo che si
dibile”. Nel 2023, Vergine, prevedo qualcosa di simile aprano a lui. Vorrebbe che fossero pienamente dispo-
anche per te. Potrai cogliere opportunità che prima ti nibili alla sua mente cosciente. E dice alla sua anima:
erano negate. Alcuni buoni propositi che avevi riman- “Trova la tua strada, anima, vaga qua e là, tuffati nel-
dato diventeranno realizzabili. le innocenti pulsioni crepuscolari!”.

BILANCIA ACQUARIO
Su più di duemila persone citate in un’edizione recen- Il chirurgo cardiovascolare Michael DeBakey ha vis-
te di Bartlett’s familiar quotations (una raccolta di cita- suto fino a 99 anni. Ha rischiato di morire a 97, ma si è
zioni famose), solo 164 sono donne, appena il 7 per salvato grazie a un’invenzione che lui stesso aveva fat-
cento! Sempre meglio delle quattro presenti nella pri- to anni prima: una resina polimerica in grado di ripa-
ma edizione del 1855. M’ispirerò a questa insopporta- rare i vasi sanguigni invecchiati. I chirurghi hanno
bile ingiustizia per scrivere il tuo oroscopo, Bilancia. usato la sua tecnologia per rimetterlo in sesto. Preve-
In accordo con i presagi astrali, nel 2023 uno dei tuoi do che nel 2023 anche tu trarrai beneficio dalle tue
compiti principali sarà impegnarti personalmente per azioni passate. Le cose che hai fatto, i progetti che hai
la parità di genere. Il tuo benessere aumenterà mentre avviato e le idee che hai coltivato si riveleranno prezio-
lavori per un futuro libero dalla misoginia. Ecco cosa si per affrontare le sfide del futuro.
potresti fare: se sei una donna o una persona non bina-
ria, sii più audace e coraggiosa nel dire quello che pen- PESCI
si e senti; se sei un uomo, coltiva la tua capacità di Ho deciso di prevedere il tuo karma finanziario. Per
ascoltare le donne e le persone non binarie. Fa’ tutto il cominciare ho passato una banconota da dieci dollari
possibile per permettergli di esprimere le loro verità. sulla fiamma di una candela verde. Poi ho cercato au-
internazionale.it/oroscopo

Sarà nel tuo interesse! spici cosmici tra le bruciature comparse sulla banco-
nota. L’oracolo mi ha dato una notizia cattiva e una
SCORPIONE buona. La notizia cattiva è che vivi su un pianeta in
Per prepararti al 2023 ti offro la saggezza del mitologo cui un quinto della popolazione possiede molto più
Michael Meade. Di tutti i segni dello zodiaco, voi Scor- dei quattro quinti della ricchezza. Quella buona è che
pioni avete maggiori probabilità di trarne beneficio. nel 2023 potrai avvicinarti al 20 per cento di privile-
Meade scrive: “Per diventare una persona autentica giati. Un po’ a sorpresa l’oracolo dice anche che la tua
bisogna capire i propri conflitti interiori. Chi non lo fa capacità di arricchirti aumenterà in proporzione alla
finisce per cercare nemici su cui proiettarli. Nemico si- tua integrità e generosità.

112 Internazionale 1492 | 23 dicembre 2022


L’anno del New Yorker
BAB

SIPRESS
“A volte resto lì, di notte, con il terrore che un giorno
si ubriachi e noi non ci potremo più vedere”. “Vorrei che la banca smettesse di mandarmi gli estratti conto”.
DATOR

ELLIS
“Non m’importa se è vegetale, stai facendo venire “Era molto più facile quando tutti lavoravano
i brividi a tutti”. da casa”.

DERNAVICH
BOB

“Continuo a scrivere ‘età della pietra’ invece di ‘età del bronzo’


su tutti gli assegni”. “Finisco sempre nella fila sbagliata”.

Le regole Sciare
1 Se non scii almeno quattro ore non hai diritto alla cioccolata calda. 2 Mettiti il casco.
3 Lo snowboard è come i jeans strappati: dopo i trent’anni va abbandonato. 4 Una pista nera
non è un’autostrada: rallenta. 5 L’unico momento di sollievo è la salita in seggiovia? Forse lo sci
non fa per te. regole@internazionale.it

114 Internazionale 1492 | 23 dicembre 2022

Potrebbero piacerti anche