Sei sulla pagina 1di 2

LA SAGA DEI VOLSUNGHI E LA LEGGENDA DI SIGFRIDO

La saga dei Volsunghi fa parte della materia nibelungico-volsungica che venne attestata sia da narrazioni di
area tedesca e nordica sia da materiale iconografico, si tratta di una sovrapposizione di memorie collettive,
strutture leggendarie e narrative e prende avvio da fatti storici realmente accaduti: sterminio della famiglia
reale burgunda a opera degli Unni nel 436.

Abbiamo testimonianze tarde di questa opera e si inserì all’interno di altre opere come l’Edda di Snorri per
via del tema comune ovvero la materia nibelungico-volsungica, fu molto difficile stabilire un rapporto tra le
varie opere.

La materia nibelungica comprende un ciclo di leggende che circola in tradizione orale in tutta l’area
germanica continentale, dall’italia ostrogota, all’estremo nord scandinavo e islandese. I Nibelunghi erano gli
abitanti del regno conquistato da Sigfrido nel Cantare dei Nibelunghi. Nella seconda parte dell’epica il nome
viene associato alla tribù dei Burgundi. I Nibelunghi sono possessori di un tesoro maledetto che porterà
sventura a chiunque lo possegga

Nella saga vi sono 3 componenti:

1) Gotica
2) Franca
3) Scandinava

Nella saga dei Volsunghi prevale ancora la logica della Sippe: Guðrún (Crimilde) si vendica contro il marito
Attila per l’uccisione dei suoi fratelli, mentre la Crimilde «tedesca» si vendica contro i fratelli che le hanno
ucciso il marito: clan famigliare contro coppia di sposi cattolica. Si tratta di un testo in prosa, che costituisce
un tentativo di costruire un racconto completo e presenta incoerenze con i canti dell’Edda poetica

Racconta la storia di una famiglia, che trae origine da Odino e il capostipite è Volsung, nome che non
troviamo nel Nibelungenlied. È il primo romanzo del mondo scandinavo, erede delle saghe islandesi che
raccontavano storie di famiglie pioniere, fa parte delle Fornaldarsögur (saghe dei tempi antichi o saghe
leggendarie), redatte in Norvegia ed ha una struttura ben precisa:

1) INTRODUZIONE
2) DESCRIZIONE GIOVENTU’ EROE
3) CICLI DI AVVENTURE
4) CONCLUSIONE

Troviamo inoltre il concetto di onore e l’assoluta fedeltà ai giuramenti, la vendetta, il rifiuto di porre fine
alla faida con il guidrigildo, l’affermazione dell’individuo nei confronti della collettività.

La saga dei Volsunghi è di origine norvegese, ma tramandata in un manoscritto copiato in Islanda e una
volta in possesso il vescovo islandese lo donò al re di Danimarca e qui vi rimase nei magazzini della
biblioteca fino al 1821 quando venne riscoperto.

La Saga è tramandata insieme ad un’altra saga, quella di Ragnar Loðbrók (Ragnar brache pelose):
personaggio semileggendario cui si fa risalire la dinastia dei re di Norvegia e l’anello di congiunzione tra la
leggenda di Sigfrido e la saga di Ragnar sarebbe Áslaug, figlia di Sigfrido e Brunilde, che sposa Ragnar, i quali
daranno luce alla stirpe dei re norvegesi
QUANDO È STATA COMPOSTA LA SAGA? Nella saga, soprattutto nelle prime imprese giovanili di Sigfrido il
compilatore avrebbe celebrato re Håkon, che era figlio illegittimo del re e fu riconosciuto in seguito, e come
Sigfrido era stato allevato da un tutore;. Le vicende che narrano della nascita di Sigfrido e della sua
permanenza presso un’altra corte si trovano solo nella Saga dei Volsunghi e nella tradizione norrena.

Inoltre il compilatore della saga ha utilizzato una raccolta di canzoni eroiche dall’Edda Poetica, il cui
manoscritto risale al 1270 circa, mentre il testo si pensa venne composto attorno al 1250. Riferimenti alla
materia si trovano anche nell’Edda di Snorri, composta non prima del 1225, mentre la Saga di Teoderico da
Verona, dalla quale la Saga dei Volsunghi prende un capitolo, è stata composta tra 1250 e 1260;

Si pensa che la saga dei Volsunghi sia stata redatta non prima del 1260, comunque sotto il regno di Håkon;

DI COSA PARLA LA SAGA? La saga narra di una lunga successione di sanguinose vendette: ad esempio,
Sigurðr (=Sigfrido) è spinto a uccidere il drago Fáfnir per vendicare il padre di Reginn, Hreidmarr, ma Reginn
viene a sua volta ucciso da Sigurðr perché quest’ultimo meditava di ingannarlo. Brunilde esige la morte di
Sigurðr per vendicarsi di essere stata ceduta a un altro uomo, e anche Attila uccide per vendicare la sorella
Brunilde;

La vendetta è una delle caratteristiche delle saghe leggendarie e inoltre è sancita dal diritto germanico e si
tratta di uno strumento previsto dalla giurisprudenza per ristabilire i principi violati e sanare il danno
provocato dall’azione ingiusta (guidrigildo = sia Brunilde che Guðrún rifiutano compensi in denaro, gioielli o
beni immobili per sanare i torti subiti)

La storia di Sigurðr è tramandata nella saga dei Volsunghi, nell’Edda poetica, nell’Edda di Snorri e ci sono
riferimenti anche nella Saga di Teoderico da Verona e nella forma tedesca Sigfried, è tramandata anche nel
cantare dei Nibelunghi;

Secondo la redazione della saga dei Volsunghi, Sigurðr è figlio di Sigmund e Hjordis, e viene allevato alla
corte del re Hjalprek, il cui figlio, Alfi, sposerà Hjordis dopo la morte di Sigmund, il suo tutore è Reginn, che
lo spinge a uccidere il drago Fáfnir per vendicare la morte del padre Hreidmarr, Fáfnir viene ucciso con la
spada Gramr, forgiata da Reginn e proprio Fanfir custodisce un tesoro, che è maledetto, ma Sigurðr decide
di prenderlo con sé nonostante gli avvertimenti del drago morente, poi arrostisce il cuore del drago e
scottandosi un dito e mettendolo in bocca riesce a capire il linguaggio degli uccelli e da questi apprende che
Reginn vuole ucciderlo, decapita Reginn e parte alla volta del tesoro. Da Brunilde Sigurðr riceve consigli e
sapienza e impara le rune e i due poi si innamorano e giurano fedeltà. Sigurðr parte poi alla volta della corte
di Gjuki, dove conosce Guðrún. Con un inganno, Sigurðr spinge Brunilde a sposare Gunnar, il fratello di
Guðrún e una volta scoperto l’inganno, Brunilde medita la sua vendetta e fa uccidere Sigurðr nel suo letto;

MATERIALE ICONOGRAFICO: abbiamo diverse rappresentazioni iconografiche della leggenda di Sigfrido


ovvero iscrizioni runiche e rappresentazioni di alcuni episodi della leggenda. Queste rappresentazioni sono
diffuse in Scandinavia e rappresentano un anello di connessione tra la cultura orale e quella scritta.
Troviamo inoltre alcuni riferimenti anche nel Beowulf. Furono trovate anche delle testimonianze in
Inghilterra e sono quelle più antiche e in particolare furono ritrovate due croci che servivano a
commemorare un antenato.

Potrebbero piacerti anche