MINISTERO PER I BENI E LE ATTIVIT CULTURALI - MINISTERIO ESPAOL DE CIENCIA E INNOVACIN

SOPRINTENDENZA SPECIALE PER I BENI ARCHEOLOGICI DI ROMA

a cura di
Marina Piranomonte Francisco Marco Simn

DE LUCA EDITORI DARTE

 SOMMARIO

9 PREMESSA
Mariarosaria Barbera

10 INTRODUZIONE
Marina Piranomonte, Francisco Marco Simn

GENERAL REFLECTIONS AND NEW APPROACHES

13 RISK AND THE GREEKS: A NEW APPROACH TO UNDERSTANDING BINDING CURSES

Esther Eidinow

23 IL PIOMBO E LA MAGIA: IL RAPPORTO TRA LOGGETTO E IL MATERIALE A PROPOSITO DEGLI SPECCHI PLUMBEI
Giulia Baratta

29 PRAYERS FOR JUSTICE AND THE CATEGORIZATION OF CURSE TABLETS

Martin Dreher

33 RESPONSE TO A CRITIQUE
Henk Versnel

47 FIXING THE RACE: MANAGING RISKS IN THE NORTH AFRICAN CIRCUS

Richard Gordon

75 IL RITRATTO DELLO IETTATORE FRA GLI AUTORI LATINI DEL PRIMO PERIODO IMPERIALE
Antn Alvar Nuo

THE LITERARY CONTEXTS

81 EL PASO DEL RO EN POCA ROMANA: MAGIA Y PRODIGIO

Santiago Montero

89 THE LEGISLATION DE MALEFICIS ET MATHEMATICIS ET CETERIS SIMILIBUS IN THE CODEX THEODOSIANUS XVI
TEXT AND CONTEXT OF CONSTANTINIAN LAWS REGARDING HARUSPICES
Mara Victoria Escribano Pao

97 OCCULTAE NOTAE. LINEE EVOLUTIVE DEL TRATTAMENTO DEL REATO DI MAGIA NEGLI ANNALES DI TACITO:
PROFILO GIURIDICO E PUNTUALIZZAZIONI LESSICALI
Arduino Maiuri

MAPPING

115 THE PROBLEM OF DENSE CONCENTRATIONS OF DATA FOR CARTOGRAPHERS (AND CHRONOGRAPHERS)
OF ANCIENT MEDITERRANEAN MAGIC: SOME ILLUSTRATIVE CASE STUDIES FROM THE EAST
Christopher A. Faraone
123 A CARTOGRAPHY OF DEFIXIONES IN THE WESTERN ROMAN EMPIRE
Celia Snchez Natalas

135 POWER AND EVOCATION OF THE EXOTIC: BILINGUAL MAGICAL TEXTS IN THE LATIN WEST
Francisco Marco Simn

ARCHAEOLOGICAL CONTEXTS

147 THE SOCIAL BACKGROUND OF THE DEFIXION TEXTS OF MATER MAGNA AT MAINZ AND ANNA PERENNA AT ROME
Juergen Blnsdorf

161 ANNA PERENNA. UN CONTESTO MAGICO STRAORDINARIO

Marina Piranomonte

175 LA CONSERVAZIONE DEI MATERIALI MAGICI DEL SANTUARIO DI ANNA PERENNA. IL RESTAURO
Ida Anna Rapinesi Jarmila Polakova

183 LA CONSERVAZIONE DEI MATERIALI MAGICI DEL SANTUARIO DI ANNA PERENNA. LA DOCUMENTAZIONE
ATTRAVERSO TECNICHE DIGITALI
Rosa Maria Villani Roberto Mauri

193 THE CURSE TABLETS OF RICHARD WNSCH TODAY

Jaime Curbera

195 COSMIC DUST. MAGIC AND THE MUNDANE IN BRITANNIA ANTIQUA AND BEYOND
Miranda Aldhouse-Green

211 LA PANOPLIE COMPLTE DUN MAGICIEN DANS LA CAVE DUNE DOMUS AUTRICUM (CHARTRES - FRANCE) :
C. VERIUS SEDATUS, CARNUTE, GARDIEN DES DIVINITS
Dominique Joly

225 TEXTUAL SOURCES OF ANCIENT MAGIC IN PANNONIA

Gyrgy Nmeth

229 TRACCE DI OUSIA IN UNA DEFIXIO DALLA VIA OSTIENSE: UN LAVORO MULTIDISCIPLINARE
Gabriella Bevilacqua Olimpia Colacicchi Maria Rita Giuliani

237 PUBLIUS NIGIDIUS FIGULUS PYTHAGORICUS ET MAGUS

Marc Mayer i Oliv

247 LE SORTES DI PERUGIA

Massimo Casagrande

253 I CREPUNDIA DALLA TOMBA 37 DELLA NECROPOLI DI CASTEL MALNOME: USI FUNERARI E RITUALI MAGICI
Laura Cianfriglia Alessio De Cristofaro

267 MEDEA AS A MISTRESS OF SERPENTS

Daniel Ogden

GRAECO-EGYPTIAN MAGIC

279 j rtai. PRATICHE MAGICHE, ITINERANZA E MARGINALIT RELIGIOSA NELLA GRECIA ANTICA
Aguv
Pietro Giammellaro

283 HORO, OSIRIDE, ANTINOO E LE LAMPADE MAGICHE. ELEMENTI DI MAGIA EGIZIA NEL MONDO ROMANO
Giuseppina Capriotti Vittozzi
289 BRUISSEMENTS, GESTES VOCAUX, CRIS. POUR UNE RFLEXION SUR LE CONTEXTE SONORE DES RITUELS MAGIQUES
Sabina Crippa

299 THE LIBRARY OF THE MAGICIAN

Emilio Suarez de la Torre

307 THE CATALOGUE AND STATISTICAL ANALYSIS OF THE CHARAKTRES PROJECT: A FIRST INTRODUCTION
Kirsten Dzwiza

309 YOU WHO IMPOSE SLEEP UPON ABIMELECH FOR SEVENTY TWO YEARS: AN EGYPTIAN SPELL AGAINST INSOMNIA
Raquel Martn Hernndez Sofa Torallas Tovar

313 MAGIC IN MEROVINGIAN GAUL: CONTINUITY OR DISCONTINUITY?

Matthew Wallace Dickie

MAGIC IN MEDIEVAL AND MODERN PERIODS

327 THE ARABIC TRADITION OF MAGIC SQUARES. THE FIRST STEPS OF ITS TRANSMISSION TO LATIN EUROPE
Merc Comes and Rosa Comes

335 BOUTEILLES MAGIQUES ET TALISMANS TERRITORIAUX. LE PALAIS ENCHANT DE TOLDE ET LIMAGINAIRE DE LA

CONQUTE
Franois Delpech

349 SEIR E SEIKONUR NELLE SAGHE ISLANDESI

Carla Del Zotto

363 BIBLIOGRAFIA GENERALE

365 REFERENZE GRAFICHE E FOTOGRAFICHE

 SEIR E SEIKONUR NELLE SAGHE ISLANDESI
Carla Del Zotto
Sapienza Universit di Roma
La Ynglinga saga, Saga dei discendenti di Yngvi, costituisce la
prima parte della Heimskringla, la storia dei re di Norvegia scrit-
ta dallerudito islandese Snorri Sturluson intorno al 1230. La sa-
ga tratta della preistoria della Scandinavia e offre una presenta-
zione evemeristica degli antichi miti nordici, propedeutica al-
lelaborazione di genealogie regali con unascendenza mitologica 1.
Yngvi in Snorri un altro nome del dio Freyr, ritenuto il mitico
antenato della dinastia svedese degli Ynglingar, alla quale far ri-
salire anche Haraldr Bellachioma, il re norvegese, morto intorno
al 933, che per primo tent di realizzare lunificazione della Nor-
vegia.
La Ynglinga saga, analogamente alla slendingabk di Ari orgils-
son e alla Historia Norwegiae, anonima, dipende per le notizie sul-
le genealogie dei re svedesi dallo Ynglingatal, il poema di tren-
totto strofe, composto nella seconda met del IX secolo dallo scal-
do jlfr r Hvini, in onore del regulus Rgnvaldr heiumhri,
cugino di Haraldr Bellachioma 2. Inoltre, probabilmente sotto lin-
flusso di una tradizione continentale secondo la quale lorigine
delle diverse nazioni era riconducibile alla caduta di Troia , sia
Ari sia Snorri riferiscono di una migrazione avvenuta dal Mar Ne-
ro in Scandinavia 3. Il quinto capitolo della Ynglinga saga narra
infatti larrivo di Odino e degli Asi dallAsia Minore nelle terre
nordiche:
Fjallgarr mikill gengr af landnorri til tsurs. S skilr
Svj ina miklu ok nnur rki. Fyrir sunnan fjallit er eigi
langt til Tyrklands. ar tti inn eignir strar. ann tma
fru Rmverjahfingjar va um heiminn ok brutu undir
sik allar jir, en margir hfingjar flu fyrir eim frii
af snum eignum. En fyrir v at inn var forspr ok
fjlkunnigr, vissi hann, at hans afkvmi myndi um
norrhlfu heimsins byggva. setti hann brr sna, V ok
Vli, yfir sgar, en hann fr ok dar allir me honum ok mikit
flk annat. Fr hann fyrst vestr Gararki ok sur
Saxland. Hann tti marga sonu. Hann eignaisk rki va um
1
SNORRI STURLUSON, Heimskringla, (ed. BJARNI AALBJARNARSON), I, slenzk forn-
rit XXVI, Reykjavk 1941, pp. 9-83.
2
S. ELLEHJ, Den ldste norrne historieskrivning, Kbenhavn 1965, pp. 109-
141.
3
Il racconto della migrazione dallAsia Minore sembra appartenere solo alla tradi-
zione islandese, poich non compare n in Saxo Grammatico n in Teodorico mo-
naco. La particolare concezione evemeristica di Snorri pu essere derivata dalla
Skjldunga saga.
4
SNORRI STURLUSON, op. cit. a nota 1, pp. 14-6. Una presentazione evemeristica degli
Saxland ok setti ar sonu sna til landsgzlu. fr hann
norr til sjvar ok tk sr bstad ey einni. ar heitir n
insey Fjni [] En er inn spuri, at gir landskostir
vru austr at Gylfa, fr hann annok, ok geru eir Gylfi stt
sna, v at Gylfi ttisk engi krapt til hafa til mtstu vi
sana. Mart ttusk eir inn vi ok Gylfi brgum ok
sjnhverfingum, ok uru sir jafnan rkri. inn tk sr
bstad vi Lginn, ar sem n eru kallaar fornu Sigtnir, ok
geri ar mikit hof ok blt eptir sivenju sanna. Hann
eignaisk ar lnd sv vtt sem hann lt heita Sigtnir. Hann
gaf bstai hofgounum. Njrr bj Natnum, en Freyr at
Uppslum, Heimdallr at Himinbjrgum, rr rvangi,
Baldr Breiabliki 4.
Una grande catena di montagne attraversa il paese da nord
a sud e divide la Grande Scizia dagli altri regni. A sud non
lontano dalle montagne si trova la Terra dei Turchi (scil. Asia
Minore), dove Odino aveva grandi possedimenti. In quel-
lepoca limpero romano si era esteso ampiamente nel mon-
do e aveva sottomesso tutti i popoli, e molti potenti fuggi-
rono dai loro regni a causa della guerra. Poich Odino era
un veggente e un esperto di magia sapeva che la sua discen-
denza avrebbe popolato la parte settentrionale del mondo.
Mise cos i suoi fratelli, V e Vli, a capo di sgarr e part
con tutti i suoi sacerdoti e molta altra gente. Dapprima an-
d verso ovest in Gararki (Russia) e poi a sud nella Terra
dei Sassoni. Ebbe molti figli. Si procur grandi regni nella
Terra dei Sassoni e mise i suoi figli come custodi dei regni.
Poi and a nord verso il mare e prese dimora su unisola,
che si chiama ora lIsola di Odino (Odense) in Fionia. []
Ma Odino, quando seppe che cerano buone terre a est nel
paese di Gylfi, si diresse l e lui e Gylfi vennero a patti, poi-
ch Gylfi ritenne di non avere la forza per resistere agli Asi.
Molto si confrontarono Odino e Gylfi in astuzie e incante-
simi e gli Asi furono sempre i pi forti. Odino si insedi a
di Asi presente anche in Saxo, Gesta Danorum VI, v, 3: Olim enim quidam ma-
gicae artis imbuti, Thor videlicet et Othinus aliique complures miranda praestigiorum
machinatione callentes, obtentis simplicium animis, divinitatis sibi fastigium arrogare
coeperunt. Quippe Norvagiam, Suetiam ac Daniam vanissimae credulitatis laqueis cir-
cumventas ad cultus sibi pendendi studium concitantes praecipuo ludificationis suae
contagio resperserunt. Adeo namque fallaciae eorum effectus percrebuit, ut in ipsis ce-
teri quandam numinum potentiam venerantes eosque deos vel deorum complices au-
tumantes veneficiorum auctoribus sollemnia vota dependerent et errori sacrilego
respectum sacris debitum exhiberent.
 350
Lgrinn (sul Lago Mlaren) che ora si chiama Gamla Sigtuna,
vi edific un grande tempio e celebr sacrifici secondo i co-
stumi degli Asi; conquist lampio territorio intorno e lo chia-
m Sigtuna e insedi i responsabili (goar) dei templi: Njrr
ebbe la sua dimora a Natn, Freyr a Uppsala, Heimdallr a
Himinbjrg, rr a rvangr, Baldr a Breiablik.
Anche nel Libro degli islandesi (slendingabk), scritto da Ari
intorno al 1125, Yngvi, il fondatore della dinastia degli Ynglingar,
menzionato come re dei Turchi; a lui succedono Njrr, re de-
gli Svar (i Suiones di Tacito), e Freyr 5. Invece, nella Ynglinga saga,
la serie dei re inizia con Odino e prosegue con Njrr e Freyr.
Questultimo secondo Snorri era anche chiamato Yngvi, un
nome usato a lungo tra la sua gente come appellativo reverenzia-
le, e pertanto tutti i suoi discendenti furono chiamati Ynglingar 6.
Nella figura di Yngvi, citato come progenitore dei re di Svezia da
Ari e da Snorri, possibile scorgere un collegamento con gli
Ingaevones menzionati da Tacito (Germania 2), lanfizionia di tri-
b germaniche stanziate sul Mare del Nord che celebrava uno dei
tre figli del dio Manno come loro capostipite. La forma *Ingwaz
sarebbe alla base del nome Yngvi, il cui significato rimane oscu-
ro, anche se riconducibile al nome gotico della runa enguz e al-
leroe eponimo dei danesi orientali, Ing, menzionato nella Poesia
runica anglosassone 7.
Le fonti di mitologia nordica danno poi notizia di una guerra av-
venuta originariamente tra due distinti gruppi di divinit, gli Asi,
guidati da Odino, e i Vani, precipuamente rappresentati da Freyr
e Njrr. NellEdda in prosa (Gylfaginning 24), Snorri descrive
Freyr come il pi nobile di tutti gli di, governatore della piog-
gia e del sole, protettore dei raccolti, custode della pace e della
prosperit 8. Nella rielaborazione evemeristica della Ynglinga saga
Freyr invece il re degli Svar e risiede a Uppsala, uno dei pi
antichi santuari della Svezia pagana; sposato con Gerr ed il
padre di Fjlnir. Tuttavia, la leggendaria et delloro, nota come
Pace di Fri (Fra frir), coincide in Snorri con il lungo re-
gno di pace di Freyr 9. Il dio appare dunque legato al culto del-
la fertilit e molti riferimenti richiamano i riti descritti da Taci-
to (Germania 40) in onore della Terra-madre, la dea Nerthus.
Il IV capitolo della Ynglinga saga contiene la descrizione della
guerra tra gli Asi e i Vani, insieme al mito, altrove non attestato,
della testa parlante di Mmir e dellintroduzione della pratica del
seir presso gli Asi:
inn fr me her hendur Vnum, en eir uru vel vi
ok vru land sitt, ok hfu msir sigr. Herjuu hvrir land
annarra ok geru skaa. En er at leiddisk hvrumtveggjum,
lgu eir milli sn sttarstefnu ok geru fri ok seldusk g-
slar. Fengu Vanir sna ina gztu menn, Njr inn auga ok
son hans, Frey, en sir ar mt ann, er Hnir ht, ok kl-
luu hann allvel til hfingja fallinn. Hann var mikill mar
5 9
slendingabk, Landnmabk, (ed. JAKOB BENEDIKTSSON), slenzk fornrit I, Rey-
kjavk 1986, pp. 3-28; 27.
6
Ynglinga saga, cap. X, in SNORRI STURLUSON, op. cit. a nota 1, p. 24.
7
R. SIMEK, Dictionary of Northern Mythology, Cambridge 1993, pp. 378-379; S.
FEIST, Vergleichendes Wrterbuch der gotischen Sprache, Leiden 1939, p. 132; M.
HALSALL, The Old English Rune Poem: a critical edition, Toronto 1981, p. 90.
8
Cfr. Edda Snorra Sturlusonar (ed. FINNUR JNSSON), Kbenhavn 1931, p. 31; per
una traduzione italiana si veda SNORRI STURLUSON, Edda, (a cura di G. Dolfini), Mi-
lano 1975, p. 76.
CARLA DEL ZOTTO
ok inn vnsti. Me honum sendu sir ann, er Mmir ht,
inn vitrasti mar, en Vanir fengu ar mt ann, er spakastr
var eira flokki. S ht Kvasir. En er Hnir kom Vanaheim,
var hann egar hfingi grr. Mmir kenndi honum r
ll. En er Hnir var staddr ingum ea stefnum, sv at
Mmir var eigi nr, ok kmi nkkur vandaml fyrir hann,
svarai hann inu sama: ri arir, kva hann. grunai
Vani, at sir myndi hafa falsat mannaskiptinu. tku
eir Mmi ok hlshjoggu ok sendu hfuit sum. inn tk
hfuit ok smuri urtum eim, er eigi mtti fna, ok kva ar
yfir galdra ok magnai sv, at at mlti vi hann ok sagi
honum marga leynda hluti. Njr ok Frey setti inn
bltgoa, ok vru eir dar me sum. Dttir Njarar var
Freyja. Hon var bltgydja. Hon kenndi fyrst me sum sei,
sem Vnum var ttt. er Njrr var me Vnum, hafi
hann tta systur sna, v at at vru ar lg. Vru eira brn
Freyr ok Freyja. En at var bannat me sum at byggva sv
nit at frndsemi 10.
Odino marci con il suo esercito contro i Vani ma essi resi-
stettero e difesero il loro paese e a turno ciascuno ottenne la
vittoria; a vicenda devastarono luno le terre dellaltro pro-
curando un gran danno e divenuti consapevoli di ci decise-
ro di giungere a un accordo e si scambiarono ostaggi. I Vani
diedero il loro uomo pi importante, Njrr il ricco e suo fi-
glio Freyr; in cambio gli Asi consegnarono uno di nome
Hnir, che ritenevano sarebbe stato un capo. Egli era alto e
di bellaspetto. Con lui gli Asi mandarono Mmir, luomo pi
saggio, e in cambio i Vani diedero il pi sapiente tra la loro
gente. Si chiamava Kvasir. Quando Hnir giunse nella terra
dei Vani fu scelto come capo. Mmir lo consigliava in tutto.
Ma quando Hnir era allassemblea o in consiglio e Mmir
non gli era vicino se si presentava un caso complicato ri-
spondeva sempre allo stesso modo: diano gli altri un consi-
glio. I Vani ebbero allora il sospetto che gli Asi li avessero
ingannati nello scambio degli uomini; presero Mmir, lo de-
capitarono e mandarono la testa agli Asi. Odino prese la te-
sta, vi spalm delle erbe affinch non andasse in putrefazio-
ne, vi recit sopra formule magiche e realizz un incantesimo
tale che la testa parlava con lui e gli rivelava molti segreti. Odi-
no pose come responsabili dei sacrifici Njrr e Freyr ed es-
si furono i sacerdoti degli Asi. La figlia di Njrr era Freyja.
Ella fu la sacerdotessa dei sacrifici e per prima fece conosce-
re agli Asi il seir che era in uso presso i Vani. Quando Njrr
stava tra i Vani aveva sposato la propria sorella, poich l cera
tale usanza. I loro figli furono Freyr e Freyja. Ma tra gli Asi
venne proibito il matrimonio con un consanguineo.
Nella ricostruzione evemeristica di Snorri, che scrive pi di due-
cento anni dopo lintroduzione del cristianesimo in Islanda, lunio-
Ynglinga saga, cap. X, in SNORRI STURLUSON, op. cit. a nota 1, p. 24. La Pace di
Fri citata anche nel poema scaldico Vellekla composto intorno al 986, in Skld-
skaparml 43 dellEdda in prosa di Snorri e nel V libro dei Gesta Danorum di Saxo
Grammatico.
10
Cfr. SNORRI STURLUSON, op. cit. a nota 1, pp. 12-3. Per le analogie con i
miti celtici sulla testa decapitata che parla cfr. C. DEL ZOTTO, Echi celtici
nei canti dellEdda, Rivista di cultura classica e medioevale LI/2, 2009, pp.
457-466.
SEIR E SEIKONUR NELLE SAGHE ISLANDESI
ne incestuosa subito rimossa dalle pratiche in uso presso gli Asi
e la divinizzazione di Njrr e Freyr spiegata come una conse-
guenza del loro compito di responsabili del tempio, addetti alla
celebrazione di sacrifici; lantico nordico blta, versare il sangue
delle vittime, infatti un termine tecnico per indicare il sacrifi-
cio pagano 11.
Il mito della guerra tra gli Asi e i Vani appare quindi funzionale
a rappresentare una sovrapposizione di culture diverse; dal rac-
conto di Snorri il gruppo dei Vani emerge come un insieme di di-
vinit venerate da una societ agricola con pratiche ritenute in se-
guito vergognose ed illecite, mentre i seguaci degli Asi sono
espressione di un ceto guerriero e aristocratico. Si pu pertanto
ipotizzare che le divinit vaniche appartenessero al sostrato pre-
indoeuropeo della Scandinavia, come sembrano confermare i nu-
merosi toponimi nordici basati su nomi di Vani, la testimonianza
di Tacito sul culto della dea Nerthus e le incisioni rupestri del-
lEt del Bronzo correlate a riti della fertilit. La guerra tra i due
gruppi di di rifletterebbe dunque lo scontro tra una cultura me-
galitico-matriarcale e laltra emergente dellascia da combatti-
mento e della ceramica a cordicella; un evento che si sarebbe ve-
rificato nella Scandinavia meridionale e nella cerchia nordica in-
torno al secondo millennio a.C. 12.
Secondo il racconto della Ynglinga saga, il seir, ovvero larte del-
la magia conosciuta dai Vani, fu introdotto fra gli Asi da Freyja,
la dea nordica equivalente a Venere o Afrodite nel mondo classi-
co; tuttavia, anche Odino, il padre degli Asi giunto in Scandina-
via dallAsia Minore, era assai esperto nel seir; in seguito, tale
pratica a causa del disonore che comportava a chi ne faceva
uso venne demandata alle donne, denominate cos seikonur
(maghe):
inn kunni rtt, sv at mestr mttr fylgi, ok frami rum (V, 14) Gregorio di Tours parla di una veggente che predice
sjlfr, er seir heitir, en af v mtti hann vita rlg manna ok
orna hluti, sv ok at gera mnnum bana ea hamingju ea
vanheilendi, sv ok at taka fr mnnum vit ea afl ok gefa
rum. En essi fjlkynngi, er frami er, fylgir sv mikil ergi,
at eigi tti karlmnnum skammlaust vi at fara, ok var
gyjunum kennd s rtt 13.
Odino conosceva e praticava quellarte che dava grande po-
tere e che si chiama seir; cos egli sapeva i destini degli uo-
mini e quello che doveva accadere, poteva arrecare a un uo-
mo morte, sfortuna o malattia, cos come era in grado di to-
gliere ad alcuni il senno e la forza e darli ad altri. Ma dalla
pratica di questa magia nera consegue una cos grande per-
versione (ergi, lascivia, concupiscenza) che agli uomini non
sembr privo dinfamia esercitarla e larte fu insegnata alle sa-
cerdotesse.
11
Cfr. Edda poetica. Il Carme di Sigrdrifa (a cura di C. Del Zotto), Milano 2003,
p. 111; C. DEL ZOTTO, La letteratura cristiana nellIslanda medievale, in La
letteratura cristiana in Islanda (a cura di C. Del Zotto), Roma 2010, pp. 17, 22.
La descrizione di un solenne sacrificio novennale nel santuario di Uppsala, an-
corch non legata a unesperienza autoptica, si rinviene in Adamo di Brema, Gesta
Hammaburgensis ecclesiae pontificum, IV, 27; per una testimonianza runica
correlata al sacrificio di nove esseri viventi di sesso maschile cfr. C. DEL ZOTTO,
Maleficia vel litterae solutoriae. Il valore magico delle rune, SteMat 76/1, 2010,
pp. 151-186.
12
R. SIMEK, op. cit. a nota 7, pp. 351-3. ID., Religion und Mythologie der Germanen,
Darmstadt 2003, pp. 20-41.
13
Ynglinga saga, cap. 7, in SNORRI STURLUSON, op. cit. a nota 1, p. 19.
351
La testimonianza di Snorri nella Ynglinga saga di particolare in-
teresse perch classifica il seir fra i rituali di magia nera, mentre
le fonti classiche sembrano non averne notizia e menzionano uni-
camente larte della divinazione e le virt profetiche delle donne
germaniche.
Tacito (Germania 8) afferma che i Germani credevano nellesi-
stenza di un qualcosa di sacro e di profetico nelle donne e per-
tanto non disprezzavano i loro consigli n trascuravano i loro re-
sponsi 14. Tra le profetesse note ai Romani, lo storico ricorda Ve-
leda, alla quale venivano quasi tributati gli onori di una divinit,
e Albruna. La prima, il cui nome forse riconducibile allirl. fili
vate, poeta, 15 apparteneva alla trib dei Bructeri e prese parte
alla rivolta dei Batavi capeggiata da Giulio Civile; fatta prigio-
niera, fu condotta a Roma nel 77-78. Nelle Historiae (IV, 61; V,
24) Tacito riporta le sue predizioni e sembra associare il dono
profetico alla conservazione della verginit. La seconda profe-
tessa, chiamata Albruna in base alla congettura del Wackernagel
rispetto al trdito Aurinia, evoca nel nome il mondo delle rune
e degli elfi, in quanto Albruna vale propriamente segreto degli
Elfi 16. Strabone (Geografia VII, 2) descrive presso i Cimbri sa-
cerdotesse in vesti bianche che in guerra profetizzavano osser-
vando il sangue dei prigionieri che uccidevano; Dione Cassio (Hi-
storia Romana 55,1) menziona una donna di grandezza sovrumana
che affront Druso, mentre cercava di attraversare lElba, pre-
dicendogli una morte imminente; in un altro passo, sullimpera-
tore Domiziano (Historia Romana 67, 5), invece citata Ganna,
la vergine sacerdotessa che in Germania era succeduta a Veleda.
Infine, il nome di una profetessa semnone, Baloubourg, con-
servato su un ostrakon egizio del II secolo 17.
In epoca medievale, gli Annales Fuldenses ricordano per lanno
847 unindovina alemanna di nome Thiota; nellHistoria Franco-
al re Gontrano gli eventi futuri, poich possedeva lo spirito del
pitone: Tunc direxit Gunthchramnus puerum ad mulierem quan-
dam, sibi iam cognitam a tempori Chariberthi regis, habentem spi-
ritum phitonis 18, ut ei quae erant eventura narraret. In unaltra
occorrenza (Hist. Franc. VII, 44), Gregorio cita il caso del vesco-
vo Agerico di Verdun che tent di liberare una donna posseduta
dallo spirito del pitone, ma non essendo riuscito lesorcismo lin-
dovina si rifugi presso la regina Fredegonda.
I nomi Waluburg e Ganna, citati nelle fonti classiche, sono eti-
mologicamente riconducibili a un particolare attributo delle pro-
fetesse del mondo germanico: la verga o bacchetta, nota nei testi
nordici medievali con il nome vlr, cui corrisponde il gotico walus.
Nella Bibbia di Wulfila walus traduce il greco rJavbdo nel passo
di Lc 9, 3; in nordico, vlr (pl. velir ) impiegato con un significato
eminentemente magico; da vlr deriva infatti il termine vlva,
14
Paolo Diacono, nel racconto della migrazione dalla Scandinavia del gruppo guidato
da Ibor e Aio (Historia Langobardorum I, 3), menziona la saggezza e lingegno di
Gambara, la madre dei due capi, alla quale era possibile chiedere consiglio in situa-
zioni difficili.
15
R. MUCH, Die Germania des Tacitus, 3. erw. Aufl. unter Mitarbeit von H. JANKUHN,
(W. LANGE hrsg.), Heidelberg 1967, p. 169; si veda inoltre M. J. ENRIGHT, Lady with
a Mead Cup, Dublin 1996, pp. 170-249.
16
R. MUCH, op. cit. a nota precedente, p. 170.
17
R. MUCH, op. cit. a nota 15, p. 168.
18
Cfr. Actus Apostolorum 16, 16: puellam quandam habentem spiritum pythonem. Lo
spirito del pitone, nel senso di spirito di divinazione si ricollega al serpente Pitone
delloracolo di Delfi.
 352
correntemente reso con profetessa, indovina, che letteralmente
designa colei che porta il vlr. NellEdda poetica la raccolta
trdita dal Codex Regius Vlusp, Profezia dellindovina
(vlva), il titolo di un canto mitologico a carattere escatologi-
co; il lessico nordico attesta poi come sinonimo di vlr il ter-
mine gandr. Tale sostantivo, di etimo incerto, denota ci che sta-
to incantato oppure un oggetto usato dai maghi, e in alcune oc-
correnze vale mostro, demonio. Jrmungandr (grande mostro)
traduce il nome Leviatano; in Skldskaparml 16 il lupo Fenrir
detto Vnargandr (mostro del fiume Vn); nel folclore, gand-rei
lapparizione notturna di streghe che cavalcano lupi 19.
Tuttavia, nei testi nordici medievali sincontrano numerose testi-
monianze che descrivono le donne non solo come profetesse,
spkonur (veggenti) o vlur (indovine), ma anche come seikonur,
maghe, ovvero donne che praticano il seir. Tale arte richiede
per tecniche particolari e non presuppone pi uno stato vergi-
nale della donna.
Nel canto eddico Vlosp (Profezia dellindovina) la pratica del
seir, riconducibile ai Vani e a Freyja, citata come larte prefe-
rita di spose malvagie:
at man hon flcvg fyrst heimi,
er Gullveigo geirom studdo
oc hll Hrs hna brendo;
rysvar brendo, rysvar borna,
opt, sialdan, hon enn lifir.
Heii hana hto, hvars til hsa kom,
vlo velsp, vitti hon ganda;
sei hon, hvars hon kunni, sei hon hug leikinn,
var hon angan illrar brar 20.
Lei (scil. lindovina) ricorda 21 la prima guerra nel mondo,
quando Gullveig 22 con le lance trafissero
e nella sala dellAlto (scil. Odino) la bruciarono;
tre volte arsa, tre volte rinata,
ancora, ripetutamente, ella vive.
Heir (Splendente) 23 la chiamarono, nelle case dove si recava,
lindovina che ben profetizzava, conosceva incantesimi;
praticava la magia, dove poteva, la magia praticava ingan-
nando la mente,
ella fu sempre delizia di spose malvagie.
I riferimenti negativi associati al seir da Snorri nella Ynglinga saga
sono ampiamente confermati anche da altre fonti. In Saxo Gram-
matico, leroe Starkar 24 abbandona la Svezia, dopo aver trascorso
19
R. CLEASBY, G.VIGFSSON, An Icelandic-English Dictionary, 2nd Ed. with a Sup-
plement by W. Craigie, Oxford 1957, repr. 1975, s. v. Gandr; J. FRITZNER, Ordbog
over Det gamle norske Sprog, 2. utg. 1883-1896, repr. Oslo Bergen 1973, s. vv. gandr,
gandrei; sul termine gandr, gandus, cfr. infra, nota 84.
20
Vlosp 21-22, in Edda. Die Lieder des Codex Regius (G. NECKEL - H. KUHN
hrsg.), 5. verbesserte Aufl., Heidelberg 1983, pp. 5-6.
21
Nella Vlosp lindovina narra tutti gli eventi passati e futuri sia in prima sia in
terza persona.
22
Gullveig, il cui nome ricorre solo in Vlosp 21, presentata come unindovina,
ma il suo nome aurea pozione sembra unipostasi per indicare la potenza delloro.
23
Heir, usato anche come termine generico per indovina, maga, il nome di una
veggente nella Landnmabk (S 179, H 145) e nella Saga di Hrlfr la Pertica (Hrlfs
saga kraka 3).
CARLA DEL ZOTTO
sette anni con i discendenti del dio Freyr, ovvero gli Ynglingar,
poich stanco dei sacrifici, caratterizzati da mollezze e dissolu-
tezza, che si svolgevano a Uppsala:
Mortuo autem Bemono, Starcatherus ab athletis Biarmensibus
ob virtutem accitus, cum plurima apud eos memoratu digna edi-
disset facinora, Sueonum fines ingreditur. Ubi cum filiis Fr sep-
tennio feriatus ab his tandem ad Haconem Daniae tyrannum
se contulit, quod apud Upsalam sacrificiorum tempore consti-
tutus effeminatos corporum motus scaenicosque mimorum plau-
sus ac mollia nolarum crepitacula fastidiret. Unde patet, quam
remotum a lascivia animum habuerit, qui ne eius quidem spec-
tator esse sustinuit. Adeo virtus luxui resistit. Itaque cum Ha-
cone classem in Hiberniam extulit, ne vel ultima rerum huma-
narum imperia Danicis armis intacta consisterent 25.
Cenni al santuario di Uppsala e ai riti pagani che vi si celebrava-
no in onore di Wodan (scil. Odino), rr e Fricco (scil. Freyr),
con laccompagnamento di canti di vario genere, prevalentemen-
te osceni, compaiono anche in Adamo di Brema, che tuttavia tra-
lascia di fornire ulteriori dettagli 26.
Nel canto eddico Locasenna (Le invettive di Loki) Odino ri-
volge a Loki laccusa di essere stato come una donna e di aver
partorito figli; Loki controbatte rimproverando Odino di aver pra-
ticato il seir sullisola di Sams, aver battuto sui tamburi come
fanno le indovine (vlur) e aver viaggiato fra le gente come un
mago (vitki) 27.
Le due strofe della Locasenna, che stigmatizzano come roba da
effeminati (args aal) sia il comportamento omosessuale passivo,
rimproverato a Loki, sia la pratica del seir, rinfacciata a Odino,
offrono uninteressante testimonianza sul codice morale di epoca
vichinga 28.
Nelle raccolte di diritto consuetudinario islandesi e norvegesi lac-
cusa di essere simile a una donna era ritenuta una delle offese pi
grandi, tale da richiedere il massimo della compensazione per lof-
feso, il bando di colui che laveva pronunciata e finanche il dirit-
to di ucciderlo 29. Nella Kristni saga si legge che una strofe din-
famia (nvsa) con unaccusa di omosessualit venne recitata per
denigrare il vescovo Frirekr:
Hefir brn borit Ha messo al mondo
byskup nu, il vescovo nove figli,
eira er allra di tutti loro
orvaldr fair 30 il padre orvaldr.
E a causa di tali versi, oltremodo oltraggiosi per la pesante allu-
sione a una relazione omosessuale, orvaldr Kornsson, che ac-
24
Nella poesia eroica germanica Starkar un eroe odinico, cfr. R. SIMEK, op. cit. a
nota 7, p. 301.
25
Gesta Danorum VI, v, 10.
26
Gesta Hammaburgensis ecclesiae pontificum IV, 26-27.
27
Cfr. antico alto tedesco wzago veggente, anglosassone wtega saggio / profeta,
inglese moderno wizard, witch; si veda W. WACKERNAGEL, Altdeutsches Handwr-
terbuch, 5. Aufl., Basel 1878, repr. 1971, s. v.
28
Cfr. Locasenna 23-24, in Edda, op. cit. a nota 20, p. 101.
29
Una disamina dei testi giuridici islandesi (Grgs) e norvegesi (Gulaingslg,
Frostaingslg) in F. STRM, N, ergi and Old Norse Moral Attitudes, London
1974, p. 6.
30
Kristni saga 4, in Biskupa sgur, I (ed. S. STEINGRMSSON, . HALLDRSSON, P.
FOOTE), slenzk fornrit, XV.2, Reykjavk 2003, p. 12.
 SEIR E SEIKONUR NELLE SAGHE ISLANDESI 353

compagnava il missionario sassone come interprete, ebbe una rea-

zione violenta e uccise due uomini pagani 31.
La concezione negativa legata alla pratica del seir discende quin-
di da una particolare perversione sessuale (ergi) che sarebbe im-
plicita nellesercizio di tale arte magica. La forma ergi infatti un
corradicale dellaggettivo argr, che vale effeminato, anche se
spesso tradotto con vile 32.
Nella Saga di Grettir, le parole pronunciate da Auunn, rll einn
egar hefnisk, en argr aldri (un servo si vendica subito, un vile
mai), sono una chiara espressione della gravit dellinsulto
contenuto nel termine argr 33. Non a caso, nel carme eddico
rymsqvia (Canto di rymr), rr esita a lungo prima di ac-
cettare il suggerimento di Loki di vestirsi da donna e fingere di
essere Freyja, per recuperare il martello rubato dal gigante rymr.
Il timore di rr, fra gli Asi il dio della forza per eccellenza, na-
sce dalla considerazione che gli altri di potrebbero chiamarlo argr
(effeminato), se lo vedessero con gli abiti da sposa:

qva at rr, rugr ss: / Mic muno sir argan kalla, Fig. 1. Pietra di Skern II. Fig. 2. Pietra di Saleby.
/ ef ec bindaz lt brar lni 34.
quentemente per maledire chiunque violi o danneggi la pietra.
Disse allora rr, il forte Aso: / gli Asi mi chiameranno ef- Liscrizione della Pietra di Skern II (fig. 1), proveniente dallo Jut-
feminato, / se mi far cingere col velo da sposa. land settentrionale, recita:

La legge islandese contemplava infatti il divorzio nel caso che il
marito si vestisse da donna e viceversa; la Saga della gente di
Laxrdal narra il divorzio di rr Ingunnarson dalla moglie Aur,
poich questa era solita indossare abiti maschili 35.
Nondimeno, la Pietra di Korpbron, rinvenuta nel Sdermanland
svedese e databile alla tarda et vichinga, presenta allinterno di
una croce uniscrizione singolare, apparentemente riferita a rr:
santar : raisi : stain : eftiR : iuar : franta sin : inki : fuiR :
sun * snialiRa sii ur 36
Sandarr eresse la pietra in memoria di varr, suo parente.
Nessuno avr un figlio migliore. rr(?) streghi / protegga(?).
saskirir : risi : stin : finulfs : tutiR : at : uinkaur : usbiar-
naR : sun : a(n) : tura : uk : hin : turutin : fasta || sii : sa :
manr : is | : usi : kubl : ub : biruti 38.
Sasgerdr figlia di Finulfr eresse la pietra per Odinkar, figlio
di Osbjrn, valente e fedele al capo. Sia stregato 39 luomo che
rompe questo monumento.
La pietra, una fra le pi monumentali del periodo vichingo, pre-
senta al centro una maschera terrificante, verosimilmente con va-
lore apotropaico, e reca incisa sulla parte superiore la maledizio-
ne verso chi violi il cenotafio 40.
Un anatema analogo attestato dalla Pietra di Saleby rinvenuta
nel Vstergtland svedese (fig. 2):

In tale contesto il verbo sa sembra avere un significato positi-
vo, quasi di invocazione della protezione del dio contro chiunque
danneggi il monumento; tuttavia, la lettura della Pietra di Korp-
bron sopra citata alquanto dubbia e le riserve appaiono anche
giustificate dal fatto che fra gli Asi rr il dio meno coinvolto
nella magia e il pi virile 37.
Nelle iscrizioni runiche il verbo sa comunque impiegato fre-
fraustin : kari : kubl * ausi : aftiR : uru : kunu : sino su
(s) : tutiR bast : mi : altum : uari at : rata : auk : at
arkRi : kunu : saR : ias haukui : krus : - : uf : briuti 41
Freysteinn fece il tumulo per ra, sua moglie. Fu la figlia
migliore della sua generazione. Divenga rti e una donna argr
(degenerata) chi in pezzi rompe 42.

31
DEL ZOTTO, op. cit. a nota 11, pp. 22-23. formulare, sarebbe quindi il seguente: : santar : raisi : stain : eftiR : iuar : franta sin
32
J. BLAIN, R.J. WALLIS, The Ergi Seidman: Contestations of Gender, Shamanism : inki : fuiR : sun *snialiRa rkr i siiuu (Sandarr eresse la pietra in memoria di
and Sexuality in Northern Religion Past and Present, Journal of Contemporary Reli- varr, suo parente. Nessuno generer un figlio migliore in Svezia).
38
gion XV, 3, 2000, pp. 395-411. E. MOLTKE, Runes and Their Origin. Denmark and Elsewhere, Copenhagen 1985,
33
Cfr. Grettis saga, cap. 15, in Grettis saga smundarsonar (ed. GUNI JNSSON), pp. 236-244.
39
slenzk fornrit VII, Reykjavk 1936, p. 44. Sembra possibile interpretare sii sia come sostantivo sia come congiuntivo del
34
rymsqvia 17, in Edda. Die Lieder des Codex Regius, op. cit. a nota 20, p. verbo sa, cfr. L. JACOBSEN, E. MOLTKE, Danmarks runeindskrifter, Text, Kbenhavn
113. 1942, col. 712; E. MOLTKE, supra, pp. 243-244.
35 40
Laxdla saga, capp. 34-35, (ed. E.. SVEINSSON), slenzk fornrit V, Reykjavk 1934. JACOBSEN - MOLTKE, supra, coll. 116-117.
36 41
E. BRATE-E. WESSN, Sdermanlands runinskrifter, in Sveriges runinskrifter, H. JUNGNER - E. SVRDSTRM, Vstergtlands runinskrifter, in Sveriges runin-
Stockholm 1924-36, III, nr. 140, pp. 106-107. skrifter, Stockholm 1940-70, V, nr. 67, pp. 108-117.
37 42
Secondo M. BIANCHI, (Runor som Resurs, Uppsala 2010, pp. 124-125), le rune in- arkRi kunu, una donna degenerata, secondo alcuni studiosi nellaccezione di
serite nella croce non vanno lette siiur (si rr, rr protegga) bens colei che pratica sesso anale.
i siiuu ( Sviu, in Svij). Il testo del necrologio, che risulterebbe cos
 354 CARLA DEL ZOTTO

Malgrado il campo semantico del sostantivo rti La morte per maleficio appare cos provocata
permanga oscuro, le testimonianze runiche at- da arageu, termine runico che corrisponde al-
testano luso di tale parola come sinonimo di argr lantico nordico ergi e indica una condizione di
con unevidente connotazione negativa e spre- perversa frenesia sessuale. Il medesimo castigo
giativa 43. La Pietra di Snder Vinge II (fig. 3), evocato nel For Scrnis (Il viaggio di Skrnir);
proveniente dallo Jutland settentrionale, recita nel canto eddico il messaggero di Freyr minac-
infatti: cia la gigantessa Gerr con un maleficio runico,
se non acconsentir a ricambiare lamore del dio:
?u(i) : b(i)??(l)i : risi : stin | : ensi : uftiR
: uruku | auk : kau : brur : | sina : tua : urs rst ec r oc ri stafi, / ergi oc i oc
: sari : auk | si : r[a](t)i : saR : manr : | ias ola; / sv ec at af rst, sem ec at reist, / ef
: aui : mini : ui 44. goraz arfar ess 48.

??? eresse questa pietra per Urke e Kade, Un Gigante incider per te e tre lettere: / La-
i suoi due fratelli sodomizzati e stregati. scivia (ergi), Furore e Frenesia; / ma io le po-
Fig. 3. Pietra di Snder Vinge II.
Rti [divenga] luomo che distrugge questo tr distruggere cos come le ho incise / se ve ne
monumento 45. sar bisogno.

La maledizione affinch si trasformi in rti la persona che viola Una maledizione analoga incisa sulla Pietra di Stentoften, pro-
il cenotafio appare dunque equivalente a quella espressa con sa; veniente dal Blekinge:
infatti, sia liscrizione runica della pietra svedese di Saleby, sia quel-
la della pietra danese di Snder Vinge II richiamano il testo for- herAmAlAsAR Arageu welAdud sA At bAriuti 49
mulare inciso sulla Pietra di Bjrketorp, proveniente dal Blekinge,
una regione della Svezia meridionale che anticamente era territo- Incessantemente (posseduto) da perversa frenesia (Arageu)
rio danese: (trovi una) morte causata da maleficio colui che rompe que-
sto (monumento) 50.
(lato A) hAidRrunoronu | fAlAhAkhAiderAg | inArunARA-
rAgeu | hAerAmAlAusR | Alla denotazione di dissolutezza espressa dal termine ergi an-
utiARwelAdAude | sARAtbArutR | che riconducibile laggettivo ragr, variante metatetica di argr, nel-
(lato B) uArAbAsbA 46. laccezione negativa di pervertito, omosessuale passivo, e quin-
di vigliacco, codardo 51. Al riguardo J. Loewenthal ha avanza-
to, come possibile etimologia, lipotesi di una corrispondenza tra
Secondo T. Looijenga, se si legge liscrizione inserendo le due pa-
il nordico argr e il greco ajrcov ano 52. Un analogo significato
role del lato B a met del testo inciso sul lato A, la pietra presenta
stato proposto da Dag Strmbck per la resa dellhapax sei-
un incantesimo in versi:
berendr, attestato nel Canto di Hynla (Hyndlolj 33) e gene-
ralmente reso con mago 53. Secondo lo studioso svedese il secondo
haidz runoronu falah ak haidera elemento del composto sarebbe riconducibile a berendi, una pa-
(ra)ginarunaz arageu haeramalausz, rola derivata dal verbo bera (portare) per indicare i genitali di
uaraba spa utiaz weladaude un animale di sesso femminile, solitamente quelli della mucca;
saz at barutz 47 unipotesi che sembra essere confermata da forme dialettali sve-
desi e danesi. Di qui il carattere estremamente osceno del termi-
una fila splendente di rune io ho qui sepolto, ne sei-berendr per designare il mago alludendo allomosessuali-
rune che vengono dai numi; con perversa frenesia (arageu) t passiva implicita nei riti 54.
incessantemente, Nella Saga di lfr Tryggvason (lfs saga Tryggvasonar 103),
profezia di sventura fuori lontano una morte cau- Snorri riporta che il re norvegese rivolse un violento insulto a uno
sata da maleficio dei suoi uomini, durante la battaglia navale di Svold nellanno Mil-
(trovi) colui che rompe questo (monumento). le, chiamandolo bdi raur ok ragr (rosso e codardo) 55.

43 50
JACOBSEN - MOLTKE, op. cit. a nota 39, coll. 702; 712. DEL ZOTTO, op. cit. a nota 11, pp. 155-156.
44 51
MOLTKE, op. cit. a nota 38, pp. 232-234; JACOBSEN - MOLTKE, op. cit. a nota 39, coll. La metatesi di argr in ragr analoga a quella che si verifica in ars > rass, hors >
119-121. hross, cfr. J. FRITZNER, Ordbog over Det gamle norske Sprog, op. cit. a nota 19, I, pp.
45
Per la resa di sari (sodomizzati) cfr. M. MACLEOD - B. MEES, Runic Amulets and 71-72.
52
Magic Objects, Woodbridge 2006, p. 225. J. DE VRIES, Altnordisches Etymologisches Wrterbuch, 2. verb. Aufl., Leiden
46
JACOBSEN - MOLTKE, op. cit. a nota 39, coll. 410-414; sulle maledizioni formulari 1977, s.v.
53
nelle icrizioni runiche IID., ibidem, coll. 805-806. Ero vlor allar fr Vilfi, / vitcar allir fr Vilmeii, / enn seiberendr fr Svart-
47
T. LOOIJENGA, Texts &Contexts of the Oldest Runic Inscriptions, Leiden Boston hfa (Tutte le indovine discendono da Vilfr / tutti i maghi da Vilmeir, / ma
2003, pp. 178-179; DEL ZOTTO, Maleficia, op. cit. a nota 11, pp. 6-8. quelli che praticano il seir da Svarthfi), in Edda, op. cit. a nota 20, p. 293.
48 54
For Scrnis 36, in Edda, op. cit. a nota 20, p. 76. Cfr. inoltre DEL ZOTTO, op. cit. a D. STRMBCK, Sejd. Textstudier i nordisk religionshistoria, Stockholm 1935, pp.
nota 11, pp. 180-185. 29-31. Cfr. inoltre D. STRMBCK - B. ALMQVIST - G. GIDLUND, Sejd och andra
49
JACOBSEN - MOLTKE, op. cit. a nota 39, coll. 400-405; MOLTKE, op. cit. a nota 40, studier i nordisk sjlsuppfattning, Hedemora 2000.
55
pp. 139-140. SNORRI STURLUSON, op. cit. a nota 1, p. 356; F. STRM, N, op. cit. a nota 29, pp. 6-7.
SEIR E SEIKONUR NELLE SAGHE ISLANDESI 355

Nella Saga di Haraldr Bellachioma (Haralds saga ins hrfagra),
Snorri narra che Rgnvaldr rttilbeini (Rgnvaldr Gambadritta),
uno dei figli di re Haraldr 56, fu ucciso su ordine del padre dal
fratello Eirkr blx (Eirkr Ascia di sangue) 57 perch era de-
dito alle pratiche degradanti del seir:
Eirkr blx tlai at vera yfirkonungr allra brra sinna,
ok sv vildi ok Haraldr konungr vera lta. Vru eir fegar
lngum samt. Rgnvaldr rttilbeini tti Haaland. Hann
nam fjlkynngi ok gerisk seimar. Haraldi konungi ttu
illir seimenn. Hralandi var s seimar, er ht Vitgeirr.
Konungr sendi honum or ok ba hann htta sei. Hann sva-
rai ok kva:
ats v ltil,
at vr sim,
karla brn
ok kerlinga,
es Rgnvaldr sr
rttilbeini,
hrmgr Haralds,
Haalandi.
En er Haraldr konungr heyri etta sagt, me hans ri
fr Eirkr blx til Upplanda ok kom Haaland. Hann
brenndi inni Rgnvald, brur sinn, me tta tigu seiman-
na, ok var at verk lofat mjk 58.
Eirkr Ascia di sangue voleva essere il re supremo su tutti i
fratelli, e anche re Haraldr voleva che fosse cos. Padre e fi-
glio stettero insieme a lungo. Rgnvaldr rttilbeini aveva (la
regione) dellHadaland. Egli aveva imparato la magia ed era
diventato un mago (seimar). A re Haraldr non piacevano i
maghi. NellHordaland cera un mago di nome Vitgeirr. Il re
gli invi lordine di non praticare pi il seir. Egli rispose re-
citando questi versi:
poco male
se noi figli di contadini
e di umili donne
facciamo il seir,
se Rgnvaldr rttilbeini,
famoso rampollo di Haraldr,
pratica il seir
nellHadaland.
Quando re Haraldr ud questi versi, Eirkr Ascia di sangue si
rec dietro suo consiglio nellUppland e giunse nellHadaland.
Mise a fuoco la casa nella quale erano suo fratello Rgnvaldr
insieme a ottanta maghi e questa impresa fu molto lodata.
Lepisodio della morte di Rgnvaldr rttilbeini tramandato con
particolari diversi nella Historia Norwegiae. Nel testo latino luc-
cisione del figlio di Haraldr Bellachioma, colpevole di compiere
il seir, non avviene con una brenna (lincendio delledificio nel
quale si trovano le persone), bens per annegamento. E secondo
Dag Strmbck 59 possibile che lHistoria Norwegiae conservi la
versione originale dellepisodio delluccisione di Rgnvaldr rt-
tilbeini: Rognvaldus retilbein ob usitatam inertissimae artis igno-
miniam infamatus jussu patris in Hathalandia fertur ingurgitatus 60.
Gi in Tacito (Germania 12) si rinviene infatti la menzione di di-
versi generi di pena capitale a secondo dei crimini commessi, e la
morte per annegamento era decretata per i codardi e i colpevoli
di reati contro natura:
Licet apud concilium accusare quoque et discrimen capitis in-
tendere. Distinctio poenarum ex delicto. Proditores et transfu-
gas arboribus suspendunt, ignavos et imbelles et corpore infa-
mes caeno ac palude, iniecta insuper crate, mergunt. Diversitas
supplicii illuc respicit, tamquam scelera ostendi oporteat, dum
puniuntur, flagitia abscondi.
La valenza negativa di argr, quale emerge dai canti dellEdda e
dalle Saghe, non un dato esclusivamente nordico ma risulta am-
piamente diffusa in tutto il mondo germanico. Nel Canto di Il-
debrando (Hildebrandslied), in antico alto tedesco, Hadubrand re-
spinge con sdegno larmilla offertagli in dono dal padre, Hilde-
brand. Lanziano guerriero, che ha riconosciuto il figlio nel gio-
vane sfidante dellesercito nemico, vorrebbe scongiurare lo scon-
tro; tuttavia, di fronte allostinato rifiuto di Hadubrand, il padre
accetta il duello ed esclama:
der si doh nu argosto ostarliuto, / der dir nu wiges warne,
nu dih es so wel lustit 61.
sia il pi vile (argosto) delle genti dellEst, / colui che a te
rifiuta il combattimento, che cos tanto brami.
Un insulto analogo riferito da Paolo Diacono (Historia Lango-
bardorum 6, 24), nel descrivere la reazione del duca Ferdulfo ver-
so lo sculdahis Argait, colpevole di non aver fermato le scorrerie
di banditi slavi in Friuli:
Quem dum interrogaret, quid de illis latrunculis factum esset,
Argait ei sic enim nomen habebat eosdem fugisse respon-
dit. Tunc ei Ferdulfus indignans ita locutus est: Quando tu ali-
quid fortiter facere poteras, qui Argait ab arga nomen deduc-
tum habes ?. Cui ille maxime stimulatus ira, ut erat vir fortis,
ita respondit: Sic vellit Deus, ut non antea ego et tu, dux Fer-
dulfe, exeamus de hac vita, quam cognoscant alii, quis ex no-
bis magis est arga. Haec cum sibi invicem vulgaria verba lo-
cuti fuissent, contigit non post multos dies, ut exercitus
Sclavorum, pro quorum adventu dux Ferdulfus praemia dede-
rat, cum magnis viribus adventaret. [] Tunc Argait, de quo

56
Secondo lHistoria Norwegiae Haraldr Bellachioma aveva avuto 16 figli da mogli
diverse, mentre lgrip (cap. 2) ne menziona 20; tra questi, Rgnvaldr reykill, il ven-
tesimo figlio, sarebbe stato generato da Snjfrr, figlia del re dei lapponi. Cfr. grip
af Nregskonunga sgum (ed. B. EINARSSON), slenzk fornrit XXIX, Reykjavk
1985, pp. 4-5. Diversamente, nella Historia Norwegiae si legge: Nonus (filius)
Rognvaldus retilbein, qui a quadam fitonissa in provincia Hathalandia nutritus est et
in eadem arte mira ut nutrix operatus est, cfr. Monumenta historica Norvegiae (ed. G.
Storm), Kristiania 1880, pp. 104-105. Anche Snorri, nella sua storia dei re di Nor-
vegia, menziona la moglie lappone di re Haraldr Bellachioma, dotata di straordina-
ria bellezza, il cui corpo, dopo la morte, rimase intatto per tre anni, cfr. Haralds
saga ins hrfagra, cap. xxv, in SNORRI STURLUSON, op. cit. a nota 1, I, pp. 125-127.
57
Il soprannome blx (sanguinea securis) sembra essere stato attribuito a Eirkr per
i numerosi fratricidi commessi; Theodoricus Monachus nella Historia de Antiquitate
Regum Norwagiensium lo chiama infatti fratrum interfector, cfr. Monumenta historica
Norvegiae, op. cit. a nota precedente, p. 7.
58
Haralds saga ins hrfagra 34, in SNORRI STURLUSON, op. cit. a nota 1, pp. 138-9.
59
DAG STRMBCK, Sejd, op. cit. a nota 54, pp. 41-42.
60
Historia Norwegiae, op. cit. a nota 56, p. 109.
61
Hildebrandslied, 58-59, in W. BRAUNE, E. A. EBBINGHAUS, Althochdeutsches
Lesebuch, Tbingen 1994, p. 85.
356
praemisimus, ita Ferdulfo dixit: Memento, dux Ferdulf, quod
me esse inertem et inutilem dixeris et vulgari verbo arga voca-
veris. Nunc autem ira Dei veniat super illum, qui posterior e
nobis ad hos Sclavos accesserit.
In merito al seir e alla dissolutezza ad esso collegata le Saghe tut-
tavia non danno molti dettagli; quello che si riesce a evincere ri-
guardo alla realizzazione della cerimonia che si tratti di un ri-
tuale con implicazioni di tipo sciamanico, per compiere il quale
loperatore ha bisogno di un alto seggio, un abbigliamento parti-
colare e canti di accompagnamento 62.
Nella Saga di Gsli (Gsla saga Srssonar, cap. 18) un personag-
gio maschile, orgrmr nef (orgrmr ficcanaso), a compiere il
seir per nuocere a Gsli; tale arte magica consentiva infatti non
solo di conoscere il futuro e predire lavvenire ma anche di arre-
care danno o provocare la morte 63:
N er erfi drukkit eptir orgrm, ok gefr Brkr gar vin-
gjafar mrgum mnnum. at er nst til tenda, at Brkr kau-
pir at orgrmi nef, at hann seiddi sei, at eim manni yri
ekki at bjrg, er orgrm hefi vegit, at menn vildi duga
honum. Oxi nu vetra gamall var honum gefinn til ess. N
flytr orgrmr fram seiinn ok veitir sr umb eptir venju
sinni ok gerir sr hjall, ok fremr hann etta fjlkynngiliga me
allri ergi ok skelmiskap.Var ok s hlutr einn, er nnmum
tti gegna, at aldri festi sn tan ok sunnan haugi or-
grms ok eigi fraus; ok gtu menn ess til, at hann myndi Frey
sv varr fyrir bltin, at hann myndi eigi vilja, at frri mil-
li eira 64.
Allora si bevve in memoria di orgrmr e Brkr fa ricchi do-
ni a molta gente. C poi da dire che Brkr paga orgrmr
ficcanaso per fare il seir, in modo che nulla potesse giova-
re a quelluomo che aveva ucciso orgrmr anche se altri aves-
sero voluto aiutarlo. Cos gli fu dato un bue di nove anni. Ora
orgrmr si affretta per il seir e si prepara lequipaggiamen-
to secondo il suo solito modo; si costruisce unimpalcatura
(hjallr) e compie questa magia nera con ogni perversione (er-
gi) e malvagit. Accadde anche unaltra cosa che sembr es-
sere una novit: fuori la neve non si pos mai a sud sul tu-
mulo di orgrmr n gel. Gli uomini pensarono che orgrmr
doveva essere molto caro a Freyr per i sacrifici (compiuti) e
quindi il dio non voleva che tra loro ci fosse del gelo.
Nella Saga degli uomini di Vatnsdal, (Vatnsdla saga 10), Ingjaldr
organizza una festa per Ingimundr e invita una maga lappone
per compiere il seir affinch gli uomini possano conoscere il
futuro:
62
Si osservi che nelle fonti nordiche la tecnica del seir non comprende lintera
gamma delle abilit sciamaniche; sullo sciamanesimo nel mondo nordico si vedano
S.V. SCHNURBEIN, Shamanism in the Old Norse Tradition: A Theory between Ideo-
logical Camps, History of Religions XLIII, 2, 2003, pp. 116-38; J. BLAIN, Nine Worlds
of Seid-Magic. Ecstasy and neoshamanism in North European paganism, London-
New York 2002. Cfr. inoltre F.X. DILLMANN, Zauber, in J. HOOPS, Reallexikon der
Germanischen Altertumskunde, 2. Aufl. (H. BECK et al. hrsg.), Berlin-New York
2007, B. 35, pp. 858-866.
63
Sulla magia nel medioevo norreno cfr. R. BOYER, Le monde du double: la magie
chez les anciens Scandinaves, Paris 1986; C. LECOUTEUX, Fes, sorcires et loups-
garous au moyen-ge: histoire du double, Paris 2001; F.X. DILLMANN, Les magiciens
CARLA DEL ZOTTO
eir Ingjaldr efna ar sei eptir fornum si, til ess at menn
leitai eptir forlgum snum. ar var komin Finna ein fjl-
kunnig. Ingimundr og Grmr kmu til veizlunnar me miklu
fjlmenni. Finnan var sett htt ok bit um hana vegliga; an-
gat gengu menn til frtta, hverr r snu rmi, ok spuru at r-
lgum snum. Hon spi hverjum eptir v sem gekk, en at
var nkkut misjafnt, hversu hverjum lkai. eir fstbrr s-
tu rmum snum ok gengu eigi til frtta; eir lgu ok en-
gan hug spr hennar. Vlvan mlti: Hv spyrja eir inir un-
gu menn eigi at forlgum snum, v at mr ykkir eir mer-
kiligastir menn af eim, sem hr eru saman komnir? Ingi-
mundr svarar: Mr er eigi annara at vita mn forlg fyrr en
fram koma, ok tla ek mitt r eigi komit undir num tun-
gurtum. Hon svarar: Ek mun segja r fregit; munt
byggja land, er sland heitir; at er enn va byggt; ar muntu
gerask viringamar ok vera gamall; nir ttmenn munu ok
margir vera gtir v landi. Ingimundr svarar: etta er
af v vel sagt, at at hefi ek einhugsat, at koma aldri ann
sta, ok eigi ver ek gr kaupmar, ef ek sel ttjarir mnar
margar ok gar, en fara eyibyggir r. Finnan svarar:
etta mun fram koma, sem ek segi, ok at til marks, at hlutr
er horfinn r pssi num, s er Haraldr konungr gaf r
Hafrsfiri, ok er hann n kominn holt at, er munt byggja,
ok er hlutnum markar Freyr af silfri; ok er reisir b
inn, mun saga mn sannask 65.
Ingjaldr e i suoi organizzarono il seir secondo lantico co-
stume affinch gli uomini conoscessero i loro destini. L era
giunta una donna lappone esperta di stregoneria. Ingimundr
e Grmr arrivarono al banchetto con un grande seguito. La
lappone stava seduta in alto ed era vestita sfarzosamente. Gli
uomini andarono verso di lei, ciascuno dal proprio posto, a
fare domande e chiesero dei loro destini. Ella predisse a cia-
scuno quanto sarebbe successo ma il modo in cui essi reagi-
vano era alquanto diverso. I fratelli giurati 66 stavano seduti ai
loro posti e non andarono a fare domande. Non avevano al-
cun interesse nelle sue profezie. Chiese la veggente: Perch
non fanno domande sui loro destini quei giovani uomini che
mi sembrano i pi importanti tra quelli che si sono riuniti qui?
Ingimundr rispose: a me non interessa conoscere il mio de-
stino prima che si compia e penso che la mia sorte non stia
sotto la radice della tua lingua. Ella rispose: Io te lo dir
non richiesta; tu abiterai una terra che si chiama Islanda, che
largamente disabitata; l diventerai un uomo importante e
invecchierai; anche i tuoi discendenti saranno molti e impor-
tanti in quella terra. Ingimundr risponde: Dici davvero be-
ne, perch non ho proprio mai pensato di recarmi in quel luo-
go e non sarei nemmeno un buon mercante, se vendessi le
molte e buone terre che ho ereditato e andassi in quellisola
dans lIslande ancienne. tudes sur la reprsentation de la magie islandaise et de ses
agents dans les sources littraires norroises, Uppsala 2006.
64
Gsla saga Srssonar, in Vestfiringa sgur (ed. B.K. RLFSSON - G. JNSSON),
slenzk fornrit VI, Reykjavk 1943, pp. 56-57.
65
Vatnsdla saga (ed. E. l. SVEINSSON), slenzk fornrit VIII, Reykjavk 1939, pp.
28-30.
66
Si tratta di un giuramento di fratellanza realizzato mischiando gocce di sangue dei
contraenti, cfr. C. DEL ZOTTO, Il sangue nei testi germanici medievali, in Atti della
VI Settimana di Studi Sangue e antropologia nella teologia (a cura di F. Vattioni),
Roma 1989, III, pp. 1455-1522.
 SEIR E SEIKONUR NELLE SAGHE ISLANDESI
disabitata. La lappone risponde. Avverr come ho detto e
la prova lamuleto scomparso dalla tua borsa, quello che ti
diede re Haraldr a Hafrsfjrr, e che ora nel bosco dove an-
drai ad abitare e sullamuleto inciso Freyr in argento; e quan-
do costruirai la tua casa si avverer il mio detto.
Anche la Saga di Oddr larciere (rvar-Odds saga) menziona
unindovina che veniva invitata per predire il futuro ed era ac-
compagnata da un corteo di giovani con il compito dintonare il
canto rituale durante la cerimonia del seir:
Kona er nefnd Heir, hon var vlva ok seikona ok vissi fy-
rir orna hluti af frleik snum. Hon fr veizlur va um
landit, er bndr budu henni til; sagi hon mnnum forlg sn
ok vetrarfar ea ara hluti. Hon hafi me sr xxx manna, xv
sveina ok xv meyjar. at var raddli mikit, vat ar skyldi
vera kveandi mikil, sem hon var. Sv bar til um fer hennar,
at hon var veizlu skamt fr Ingjaldi. [] N ferr smundr
vi inn fimta mann ok br vlunni Berurjr; hon tk v
vel ok kvez koma mundu, ok ann sama aptan kemr hon ar
me llu lii snu. Ingjaldr gengr mt henni me fjlmenni
ok leiir hana skla, ok efnaz ar veizla fgr. Oddr var ltilli
stofu ok vildi ekki ganga sn vi Heii, v ek vil ei
samneyta henni. Ingjaldr ok vlvan tluu til seiar mikils
um nttina; gekk hon t me lii snu, er arir gengu til
svefns, ok efldi sei. Um morgininn eptir gekk Ingjaldr til
frtta vi Heii ok spuri, hversu seirinn hefi gengit 67.
Una donna di nome Heir 68 era unindovina e una maga e
con la sua conoscenza sapeva le cose che non erano ancora
accadute. Ella partecipava ai banchetti in giro per il paese se
i contadini la invitavano e prediceva agli uomini il destino,
come sarebbe stato linverno e altre cose. Aveva con s tren-
ta persone, quindici ragazzi e quindici ragazze. Era un gran
gruppo di voci poich doveva esserci un grande canto quan-
do cera lei. Durante uno dei suoi spostamenti avvenne che si
trov a un banchetto vicino la casa di Ingjaldr [] Ora
smundr con quattro uomini si reca a invitare lindovina a
Berurjr; ella accett e promise di andare e la sera stessa giun-
ge con tutta la sua compagnia. Ingjaldr le va incontro con i
suoi uomini e laccompagna nella sala dove si tiene un bel ban-
chetto. Oddr era nella stanza piccola e non voleva vedere
Heir perch non voglio averci niente a che fare. Ingjaldr
e lindovina si accordarono per un grande seir quella notte;
allora ella usc con la sua gente, quando gli altri andarono a
dormire, ed esegu il seir. Il mattino seguente Ingjaldr and
a interrogare Heir e le chiese come era andato il seir.
Una cerimonia analoga riportata nella Saga di Hrlfr la Pertica
(Hrlfs saga kraka, 3). Re Fri fa preparare una magnifica festa e
d ordine di costruire unapposita piattaforma (seihjallr) per la ma-
ga Heir, affinch possa andare in trance e fare le sue predizioni;
lindovina viene per volutamente interrotta da Sign con il dono
di un anello doro, affinch smetta di profetizzare ed eviti di rive-
lare il nascondiglio di Helgi e Hrarr, i due giovani fratelli di Sign 69.
67
Cfr. rvar-Odds saga, Sp vlu, (cap. 2. della redazione S), ed. R.C. BOER, Leiden
1888, pp. 11, 13.
68
Si noti che Heir anche un nome comune per strega, sinonimo di seikona, cfr.
supra, n. 23.
357
Maggiori particolari sui preparativi del rito e labbigliamento del-
la maga sono offerti dalla Saga di Erik il Rosso (Eriks saga raua),
che descrive un seir compiuto in Groenlandia:
enna tma var hallri mikit Grnlandi; hfu menn fen-
git ltit fang, eir er veiiferir hfu farit, en sumir ekki aptr
komnir. S kona var ar bygg, er orbjrg ht; hon var sp-
kona ok var kllu ltil-vlva. Hon hafi tt sr nu systr, ok
vru allar spkonur, en hon ein var lfi. at var httr or-
bjargar um vetrum, at hon fr at veizlum, ok buu eir menn
henni mest heim, er forvitni var at vita forlg sn ea rfer;
ok me v at orkell var ar mestr bndi, tti til hans
koma at vita, hv nr ltta myndi rani essu, sem yfir st.
Br orkell spkonunni heim, ok er henni ar vel fagnat, sem
sir var til, er vi ess httar konum skyldi taka. Var hen-
ni bit hsti ok lagt undir hana hgindi; ar skyldi vera
hnsafiri. En er hon kom um kveldit ok s mar, er mti hen-
ni var sendr, var hon sv bin, at hon hafi yfir sr tugla-
mttul bln, ok var settr steinum allt skaut ofan; hon hafi
hlsi sr glertlur, lambskinnskofra svartan hfi ok vi in-
nan kattskinn hvt; ok hon hafi staf hendi, ok var knappr;
hann var binn me messingu ok settr steinum ofan um knap-
pinn; hon hafi um sik hnjskulinda, ok var ar skjupungr
mikill, ok varveitti hon ar tfr sn, au er hon urfti til
frleiks at hafa. Hon hafi ftum klfskinnsska lona ok
vengi langa, ok tinknappar miklir endunum. Hon hafi
hndum sr kattskinnsglfa, ok vru hvtir innan ok lonir.
En er hon kom inn, tti llum mnnum skylt at velja henni
smiligar kvejur. Hon tk v sem henni vru menn gejair
til. Tk orkell bndi hnd henni ok leiddi hana til ess stis,
sem henni var bit. orkell ba hana renna ar augum yfir
hj ok hjr, ok sv hbli. Hon var fmlug um allt. Bor
vru upp tekin um kveldit, ok er fr v at segja, hvat spko-
nunni var matbit. Henni var grr grautr af kijamjlk, ok mat-
bin hjrtu r llum kykvendum, eim er ar vru til. Hon
hafi messingarspn ok hnf tannskeptan, tvhlkaan af eiri,
ok var brotinn af oddrinn. En er bor vru upp tekin, gengr
orkell bndi fyrir orbjrgu ok spyrr, hversu henni ykki ar
um at ltask, ea hversu skapfelld henni eru ar hbli ea ht-
tir manna, ea hversu fljtliga hon mun vs vera ess, er hann
hefir spurt hana ok mnnum er mest forvitni at vita. Hon kal-
lask ekki munu segja fyrr en um morgininn eptir, er hon hafi
r sofit um nttina. En um morgininn, at linum degi, var
henni veittr s umbningr, sem hon urfti at hafa til at frem-
ja seiinn. Hon ba ok f sr konur r, er kynni fri at,
sem til seisins arf ok Varlokur htu. En r konur fun-
dusk eigi. var leitat at um binn, ef nkkur kynni. se-
gir Gurr: Hvrki em ek fjlkunnig n vsindakona, en
kenndi Hallds, fstra mn, mr slandi at kvi, er hon
kallai Varlokur. orkell segir: ertu happfr. Hon
segir: etta er at eitt atferli, er ek tla engum atbeina at
vera, v at ek em kristin kona. orbjrg segir: Sv mtti
vera, at yrir mnnum at lii hr um, en vrir kona
ekki verri en r; en vi orkel mun ek meta at f hluti til,
69
Hrlfs saga kraka og Bjarkarmur (ed. F. JNSSON), Kbenhavn 1904, pp.
9-15.
 358
er hafa arf. orkell herir n at Guri, en hon kvezk gera
mundu sem hann vildi. Slgu konur hring um hjallinn, en
orbjrg sat uppi. Kva Gurr kvit sv fagrt ok vel, tettore, formula che protegge). Ma quelle donne non cerano; si
at engi ttisk heyrt hafa me fegri rdd kvi kveit, s er
ar var hj. Spkonan akkar henni kvit ok kva margar
r nttrur n til hafa stt ok ykkja fagrt at heyra, er kveit
var sv vel flutt er r vildu vi oss skiljask ok enga hlni
oss veita. En mr eru n margir eir hlutir ausnir, er r
var ek duli, ok margir arir 70.
Allepoca vi fu in Groenlandia una grande carestia; gli uomini
che erano partiti per la caccia avevano preso poca preda, e alcuni
non erano tornati indietro. Nella regione cera una donna, di no-
me orbjrg. Era unindovina e veniva chiamata la piccola veg-
gente. Aveva avuto nove sorelle e tutte erano state indovine, ma
lei sola era rimasta in vita. Dinverno orbjrg era solita parteci-
pare ai conviti e gli uomini per lo pi linvitavano a casa loro quan-
do desideravano sapere il loro destino e il corso dellanno. Poich
orkell era il contadino pi importante si riteneva che spettasse a
lui informarsi di quando sarebbe finita quella brutta annata che
incombeva. orkell invit a casa lindovina e fu bene accolta, co-
me era consuetudine, allorch si dovevano ricevere donne di tal
sorta. Per lei fu preparato un alto seggio e ci fu messo un cuscino
che doveva contenere piume di gallina. La sera, quando arriv con
luomo che le era stato mandato incontro, era cos vestita: aveva
un mantello blu con un nastro tutto ornato di pietre preziose; ave-
va una collana di perle di vetro, sul capo una cappa nera di pelle
di capretto guarnita con pelliccia bianca di gatto. In mano aveva
un bastone col manico: il bastone era rivestito di bronzo e il ma-
nico era adorno di pietre preziose. Aveva indosso una cintura dal-
la quale pendeva un grande sacco di pelle dove custodiva i tali-
smani, che le servivano per avere conoscenza (del futuro). Ai pie-
di aveva rozze scarpe di pelle di vitello con lunghe fibbie e grossi
bottoni di ottone alle estremit. Alle mani aveva guanti di pelle di
gatto, bianchi e villosi allinterno. Quando arriv parve conveniente
agli uomini salutarla con un saluto deferente. Ella ricambi il sa-
luto poich gli uomini le erano piaciuti. Il contadino orkell la pre-
se per mano e la condusse al posto che le era stato preparato. or-
kell la preg di esaminare il bestiame, il gregge e la casa. Ella di-
ceva poche parole di ogni cosa. La sera vennero messi dei tavoli e
bisogna ora narrare quali vivande furono imbandite per la veggente.
Per lei fu preparato un budino di latte di capra e furono presen-
tati tutti i cuori degli animali che cerano. Ella aveva un cucchia-
io dottone e un coltello con limpugnatura di denti di balena, con
due anelli di rame, spezzato in punta. Quando le mense furono
tolte, il contadino orkell and da orbjrg e le chiese che cosa
pensasse di quello che aveva visto e che opinione avesse sulla ca-
sa e sugli uomini e se era riuscita a sapere le cose che lui le aveva
chiesto e che gli uomini erano curiosi di conoscere. Ella rispose
che non poteva parlare prima del mattino seguente, dopo averci
dormito sopra una notte. Al mattino fu preparata ogni cosa per il
70
Eirks saga raua, cap. 4, (ed. E. l. SVEINSSON - M. RARSON), slenzk fornrit
IV, Reykjavk 1935, pp. 206-208.
71
Traduzione di M. SCOVAZZI, Antiche saghe islandesi, Varese 1963, pp. 151-153.
72
Nella Saga di Erik il Rosso viene menzionato un alto seggio (hsti) in luogo della
piattaforma o impalcatura per andare in trance denominata seihjallr. Si noti che in
antico nordico hjallr significa anche patibolo.
73
Lantico nordico varlok(k)ur, letteralmente carmina, canti magici, sopravvive
nello scozzese warlock, stregone, guerriero che non pu essere ferito.
CARLA DEL ZOTTO
seir. Lei chiese di avere alcune donne che conoscessero la formula
magica necessaria per il seir chiamata varlokur (scil. spirito pro-
cerc allora nelle fattorie per trovarne una che conoscesse la for-
mula. Allora Gurr disse: io non sono una maga n unindovi-
na, ma la mia nutrice Hallds in Islanda mi insegn quella formu-
la, che lei chiama varlokur. orkell dice: tu sei saggia al mo-
mento opportuno. Ella dice: Questo un rito, cui io penso di
non partecipare con alcun aiuto perch sono una donna cristia-
na. orbjrg dice: Deve avvenire che tu sia di aiuto agli uomi-
ni di qui, senza che tu divenga una donna peggiore di prima; ma
io mi rivolger a orkell per ottenere tutto quello di cui ho biso-
gno. orkell esort cos tanto Gurr che ella dice che avrebbe
fatto quello che egli voleva. Le donne si disposero intorno in cer-
chio e orbjrg stava seduta in alto sullimpalcatura del seir.
Gurr allora cant quella formula cos bene e armoniosamente
che a nessuno sembr di averne mai udito unaltra pi bella. La
veggente la ringrazi per il canto e disse che molti spiriti erano sta-
ti attratti per aver udito qualcosa di bello, poich la formula era
stata cantata molto bene, e aggiunse: gli spiriti prima volevano
piuttosto stare lontani da noi e nessuno voleva ubbidirmi. Ora ve-
do chiare molte cose che prima mi erano oscure e tante altre 71.
Dalla minuziosa descrizione della Saga di Erik il Rosso possibi-
le evincere i particolari essenziali della cerimonia del seir: lab-
bigliamento sfarzoso della seikona; lalto seggio sul quale siede
la maga 72 e il canto magico, detto seilti o varlok(k)ur, da in-
tonarsi per richiamare gli spiriti 73.
Fondamentale sembra essere la costruzione di unalta piattafor-
ma per andare in trance, poich il seimar o la seikona sono
sempre seduti in alto; nella Saga di Frijfr lAudace (Frijfs
saga ens frkna) due maghe utilizzano come seihjallr il dorso del-
le balene per provocare magicamente una tempesta e far naufra-
gare la nave di Frijfr 74. Nella Laxdla saga (Saga della gente
di Laxrdal), Kotkell e sua moglie Grma costruiscono unampia
piattaforma per realizzare i loro incantesimi e provocare una tem-
pesta; in unaltra occasione, di notte, salgono con i loro figli sul
tetto della casa dove abita Kri per compiere il maleficio contro
di lui. Kri, attirato dal dolce canto, esce dalla casa, e cammi-
nando tra gli incantesimi cadde morto allistante 75.
Nel Racconto di Nornagestr (Nornagests ttr 10) si legge che una
delle indovine, invitate a predire il futuro di Nornagestr, venne spin-
ta gi dal suo seggio e cadde a terra; la veggente, furiosa per lac-
caduto, lanci sul bambino una maledizione, decretando che la sua
vita durasse quanto la candela che ardeva vicino al suo letto 76.
A sostegno dell importanza di unimpalcatura o di unalta piat-
taforma per il rito sembra contribuire anche un passo della Risa-
la (Epistola) di Ibn Fadlan. Si tratta di un testo arabo del X se-
colo, nel quale lautore mussulmano descrive un gruppo di varia-
ghi incontrati nel corso di unambasceria, inviata dal califfo di Bag-
dad presso la popolazione turca dei Bulgari del Volga 77. Il grup-
74
Frijfs saga ens frkna, capp. V-VI, in Fornaldar sgur Norrlanda II (ed. C.C.
RAFN), Kaupmannahfn 1829, pp. 72; 78-79.
75
Laxdla saga, cit. a nota 12, capp. 35-37.
76
Cfr. Il racconto di Nornagestr (a cura di A. Cipolla), Verona 1996, pp. 164-167.
77
C. DEL ZOTTO, La scoperta del Nord tra etnografia ed evangelizzazione. Dal-
lOrosio alfrediano ai Gesta Pontificum di Adamo di Brema, Bollettino della Societ
Geografica Italiana, Roma, Serie XII, vol. X, 2005, pp. 783-807.
 SEIR E SEIKONUR NELLE SAGHE ISLANDESI
po di uomini scandinavi e di schiave slave attira lattenzione del
viaggiatore islamico soprattutto per limponenza e la crudelt del
rito funebre eseguito in occasione della morte di un capo nordi-
co. Di fatto, la cerimonia cui Ibn Fadlan assiste un suttee, in quan-
to sul rogo viene cremata insieme al morto anche una concubina,
che si era offerta spontaneamente di accompagnare il padrone nel-
laldil. Il rito peraltro gi noto a Erodoto, che lo presenta co-
me un costume dei Traci 78.
Nel resoconto di Ibn Fadlan, la schiava, prima di essere uccisa, vie-
ne affidata alle cure di una donna anziana, detta la regina della
morte, per i rituali preparatori. Dopo essere stata stordita con be-
vande inebrianti, la giovane donna ha una serie di rapporti carna-
li con i compagni del padrone morto, quasi una fattispecie di ma-
trimonio postumo secondo luso dei Mongoli; poi gli uomini la sol-
levano in aria tre volte, al di sopra di unimpalcatura simile allin-
telaiatura di una porta come se rappresentasse il confine tra due
mondi , e ogni volta le chiedono cosa veda nellaldil:
Il venerd, al momento della preghiera di mezzogiorno, con-
ducono la giovane schiava verso una specie di intelaiatura di
una porta che hanno costruito in precedenza. Ella poggia i
piedi sulle palme delle mani degli uomini per essere solleva-
ta al disopra della intelaiatura. Pronuncia qualche parola
quando scende; la sollevano di nuovo e fa come la prima vol-
ta. Loperazione viene ripetuta una terza volta. Le viene data
una gallina alla quale lei taglia la testa e la getta via. La galli-
na viene presa e lanciata nella barca. Chiesi allinterprete co-
sa avesse detto la schiava. Questa fu la risposta: la prima vol-
ta che stata sollevata ha detto: vedo mio padre e mia ma-
dre; la seconda, vedo seduti tutti i miei parenti che sono mor-
ti e la terza, vedo il mio signore seduto in paradiso che ver-
de e bello. Egli in compagnia di altri uomini e giovani e mi
chiama. Mandatemi da lui 79.
difficile che la descrizione di Ibn Fadlan possa
ricondursi alla pratica del seir; nondimeno, il
tentativo di vedere nellaldil richiede che la schia-
va analogamente alla seikona si trovi in alto
e in uno stato di stordimento, quale anche la con-
dizione dello sciamano per poter viaggiare fuori
dal corpo. Nel mondo nordico, un parallelo del
seihjallr si pu probabilmente ravvisare nel ular
stll, il seggio dellindovino, e la sua funzione
sembra equivalente allascesa di un tumulo al fine
di poter profetizzare, ovvero collocarsi tra terra e
cielo, mondo di mezzo e mondo degli inferi, per
ottenere la conoscenza 80.
Uninteressante testimonianza al riguardo offer-
ta dalliscrizione runica della Pietra di Snoldelev
(fig. 4), una delle pi antiche pietre runiche da-
nesi, databile al primo periodo vichingo, da rite- Fig. 4. Pietra di Snoldelev.
78
Hdt. Hist., V, 5; 8.
79
Ibn Fadlan, Risala, in P. CHARLES DOMINIQUE, Voyageurs arabes, Paris 1995,
p. 62.
80
DEL ZOTTO, op. cit. a nota 10, pp. 459-461; JACOBSEN - MOLTKE, op. cit. a nota 39,
coll. 298-302.
81
MOLTKE, op. cit. a nota 40, pp. 158, 272.
82
MOLTKE, supra, pp. 165-166; p. 183. Sul ruolo del goi secondo le saghe cfr. DEL
ZOTTO, La letteratura cristiana, op. cit. a nota 11, pp. 13-53.
359
nersi probabilmente una pietra sacra per la presenza di simboli
pagani come la svastica e la triskele:
kun : uAlstAin : sunaR :ruhalts : ulaR : asalhauku(m)
pietra di Gunvald, figlio di Roald, ulr sui tumuli di Sal 81.
Tuttavia, lambito semantico di ulr non stato ancora definito
con chiarezza; da un lato il termine appare impiegato come sino-
nimo di goi e sembra implicare funzioni pubbliche e sacerdota-
li; dallaltro risulta usato nellaccezione di indovino o in senso
pi lato di saggio 82. Nel canto gnomico Hvaml, Odino, il de-
tentore della sapienza runica, chiamato infatti fimbululr, po-
tente indovino 83.
Il giudizio negativo espresso dalle antiche saghe sul seir appare
dunque fondamentalmente motivato dal rifiuto della componen-
te sessuale implicita o comunque collegata al rito. Un rifiuto ascri-
vibile sia allaccettazione di una morale cristiana sia a un codice
di etica eroica. In epoca vichinga, il seir poteva facilmente ap-
parire una pratica esecrabile agli Scandinavi che avevano ricevu-
to il battesimo o la prima signatio durante i loro raid in Europa;
nondimeno, anche in unottica pagana, basata su valori di corag-
gio e forza virile, tale arte magica assumeva una valenza negativa.
Nella lingua nordica il termine seimar era considerato un in-
sulto alla stregua delletnico Finnr, che letteralmente vale Lap-
pone ma anche stregone, poich i Lapponi erano ritenuti dagli
Scandinavi assai versati nelle arti magiche. Lanonimo autore del-
la Historia Norwegiae, nel capitolo De Finnis, afferma che i lap-
poni erano ritenuti maghi, ovvero profeti, e attraverso uno spiri-
to impuro, detto gandus, potevano predire il futuro, attirare a s
oggetti remoti e portare alla luce tesori nascosti:
Sunt namque quidam ex ipsis, qui quasi prophetae
a stolido vulgo venerantur, quoniam per immundum
spiritum, quem gandum vocitant, multis multa prae-
sagia ut eveniunt quandoque percunctati praedi-
cent; et de longinquis provinciis res concupiscibiles
miro modo sibi alliciunt nec non absconditos the-
sauros longe remoti mirifice produnt 84.
I lapponi, inoltre, potevano far uscire la propria
anima dal corpo, farle assumere sembianze diver-
se e riportare in vita i morti tramite il gandus, co-
me descritto nellepisodio riportato dalla Historia
Norwegiae:
Quadam vero vice dum christiani causa commercii
apud Finnos ad mensam sedissent, illorum hospita
subito inclinata exspiravit; unde christianis multum
dolentibus non mortuam sed a gandis aemulorum
esse depraedatam, sese illam cito adepturos ipsi
83
Rnar munt finna oc rna stafi,/ mic stra stafi, / mic stinna stafi, /er fi
fimbululr /oc goro ginregin / oc reist hroptr rgna. (Devi trovare rune e valide
lettere / lettere molto potenti, / lettere molto forti, / che dipinse il potente indovino
/ e i numi fecero / e incise colui che evoca i numi), Hvaml 142, in Edda, op. cit.
a nota 20, p. 41.
84
Historia Norwegiae, op. cit. a nota 56, p. 85. Si noti che gandus comunque un ter-
mine nordico (gandr) e non finnico. Cfr. nota 19.
 360
Finni nihil contristati respondent. Tunc quidam magus exten-
so panno, super quo se ad profanas veneficas incantationes prae-
parat, quoddam vasculum ad modum taratantarorum sursum
erectis manibus extulit, cetinis atque cervinis formulis cum lo-
ris et ondriolis navicula etiam cum remis occupatum, quibus ve-
hiculis per alta nivium et devexa montium vel profunda sta-
gnorum ille diabolicus gandus uteretur. Cumque diutissime in-
cantando tali apparatu ibi saltasset, humo tandem prostratus to-
tusque niger ut thiops, spumans ora ut puta freneticus, prae-
ruptus ventrem vix aliquando cum maximo fremore emisit spi-
ritum. Tum alterum in magica arte peritissimum consuluerunt,
quid de utrisque actum sit. Qui simili modo sed non eodem even-
tu suum implevit officium, namque hospita sana surrexit et de-
functum magum tali eventu interisse eis intimavit: gandum vi-
delicet ejus in cetinam effigiem immaginatum ostico gando in
praeacutas sudes transformato, dum per quoddam stagnum ve-
locissime prosiliret, malo omine obviasse, quia in stagni ejusdem
profundo sudes latitantes exacti ventrem perforabant; quod et
in mago domi mortuo apparuit 85.
quindi verosimile che la tecnica del seir sia di derivazione lap-
pone, poich etimologicamente il termine nordico riconducibi-
le al finnico soida suonare, soittaa suonare uno strumento, ed
probabilmente entrato nel lessico indoeuropeo come prestito dal-
lugrofinnico 86.
Peraltro, nella mitologia nordica, il disonore che derivava dalla
magia era principalmente associato alluso di incantesimi per fini
amorosi. Saxo, nei Gesta Danorum (III, iv, 1-9), menziona la con-
danna di Odino allesilio per dieci anni, poich aveva usato la ma-
gia per sedurre Rinda, la figlia del re dei Ruteni, al fine di con-
cepire un figlio, Vli, che secondo la profezia di un mago lap-
pone avrebbe vendicato la morte di Baldr 87.
Di contro, la Landnmabk, il libro che narra la colonizzazione
dellIslanda, ricorda un risultato positivo ottenuto tramite la pra-
tica del seir. urr, una donna originaria della regione norve-
gese dello Hlogaland, riusc ad assicurare una pesca prodigiosa
con la magia durante un periodo di carestia 88. Lepisodio richia-
ma labbondante pesca dei lapponi grazie alle arti magiche, de-
scritta nella Historia Norwegiae:
Item dum Finni unacum christianis gregem squamigeram ha-
mo carpere attentassent, quos in casis fidelium pagani perspe-
xerant, sacculis fere plenis unco suo de abysso attractis scapham
cum piscibus impleverunt. Haec de Finnorum innumeris prae-
85
Historia Norwegiae, op. cit. a nota 56, pp. 85-86.
86
Cfr. il lituano satas vincolo, legame, e lappellativo Saitchamiae, che inibiscono
la magia (?), attribuito alle matronae in area renana; J. DE VRIES, Altnordisches Ety-
mologisches Wrterbuch, 2. verb. Aufl., Leiden 1977, s.v. sei, pp. 467-468; A.
NESHEIM, Samisk trolldom, in Kulturhistorisk leksikon for nordisk middelalder, 2.
oplag, Kbenhavn 1982, b. 15, coll. 7-14.
87
Un esilio di Odino menzionato da Saxo anche per il disonore causatogli dalla
moglie infedele, Frigg; cfr. Saxo Grammaticus, Gesta Danorum I, vii, 1 (ed. J. OLRIK,
H. RDER), Kbenhavn 1931. Per la magia usata da Odino con la figlia del re dei Ru-
teni (sei Yggr til Rindar) si veda la terza strofe del poema Sigurardrpa dello scaldo
Kormkr gmundarson, in F. JNSSON, Den norsk-islandske Skjaldedigtning, B 1,
Kbenhavn 1912-1915, rist. 1973, p. 69; STRMBCK, op. cit. a nota 54, p. 32.
88
Landnmabk S 145, H 116, in slendingabk, Landnmabk, op. cit. a nota 5, p. 186.
89
Historia Norwegiae, op. cit. a nota 56, pp. 86-87.
90
Cfr. Grettis saga, op. cit. a nota 33, pp. 249-250.
91
Vatnsdla saga, cap. 34, op. cit. a nota 65, p. 91.
CARLA DEL ZOTTO
stigiis carptim excerpsi et quasi quasdam notulas tam profanae
sectae plus remotis proposui 89.
Peraltro, i testi norreni menzionano una pluralit di incantesimi,
realizzati anche senza ricorrere al seir. Nella Saga di Grettir (Gret-
tis saga 79) la nutrice di orbjrn compie un sortilegio inciden-
do rune malefiche su un tronco dalbero; il ceppo stregato e poi
gettato in mare sar raccolto da Grettir che tagliandolo si procu-
rer la ferita mortale 90. La Saga di Gsli (Gsla saga 2) riporta la
descrizione di un palo dinfamia (nstng o trn), eretto per fi-
ni denigratori. Tale azione era punibile con lesilio, poich insie-
me al testo infamante (n) il palo veniva allestito con oscenit,
come si legge nella Saga della gente di Vatnsdal:
eir brr biu til nns, ok er sv var komit, fru eir
Jkull ok Faxa-Brandr til sauahss Finnboga, er ar var hj
garinum, ok tku slu eina ok bru undir garinn; ar vru
ok hross, er angat hfu farit til skjls hrinni. Jkull skar
karlshfu sluendanum ok reist rnar me llum eim
formla, sem fyrr var sagr. San drap Jkull meri eina, ok
opnuu hana hj brjstinu ok fru sluna ok ltu horfa
heim Borg; fru san heimleiis ok vru at Faxa-Brands
um nttina; vru n ktir mjk um kveldit 91.
I fratelli aspettarono fino alle tre del pomeriggio e allora J-
kull e Faxi-Brandr andarono fino allovile di Finnbogi che era
vicino alla fattoria; presero un palo e lo portarono alla fatto-
ria. Cerano l anche dei cavalli che avevano cercato riparo
durante la tempesta. Jkull intagli la testa di un uomo a
unestremit del palo e scrisse in rune tutto il preambolo di
cui si detto prima. Poi Jkull uccise una giumenta, la squar-
tarono e linfilarono sul palo, rivolta verso la casa a Borg. Poi
tornarono a casa, passarono la notte da Faxi-Brandr ed era-
no di ottimo umore.
Il palo dinfamia non riportava dunque solo maledizioni in ca-
ratteri runici ma esprimeva anche unevidente accusa di ergi, va-
le a dire di omosessualit passiva, poich la persona per la quale
era stato innalzato veniva paragonata a una giumenta, ovvero a
un essere femminile 92; la testa equina infilzata su unestremit del
palo, quasi a guardare laltra estremit con sopra raffigurata una
testa duomo, sembrava cos evocare il coinvolgimento in un at-
to osceno della giumenta e delluomo 93, per il quale era stato eret-
to il palo. Lusanza di infilzare una testa di cavallo sulla sommit
di un palo per fini malefici attestata anche in Saxo 94, mentre
92
Sullaccusa di essere simile a una donna, o a un essere di genere femminile, quale
massima offesa secondo il codice etico di epoca vichinga, cfr. supra, n. 29.
93
Una rassegna delle varie interpretazioni proposte in STRM, op. cit. a nota 29, pp.
10-11. Esempi analoghi si rinvengono nella Saga di Egil (Egils saga, cap. 57).
94
In Saxo lepisodio presentato per in una prospettiva cristiana come vana pratica
di superstizione. Nei Gesta si legge che Grep, non avendo ottenuto dal re il permesso
di vendicarsi con le armi, cerc di prevalere su Eric facendo ricorso alla magia nera.
Raggiunta la costa con un drappello di maghi, essi dapprima infilzarono su una lan-
cia la testa di un cavallo sacrificato agli di; poi gli tennero aperta la bocca infilandovi
pezzi di legno, credendo cos di riuscire a dissuadere Eric dallattraversare il fiume.
Questi, compreso il significato nefasto dellosceno apparato agitato dai maghi, intim
ai suoi uomini di non parlare per non attirare malefici, ma continu ad avanzare e
disse: questo carico di cattiva sorte ricada su coloro che lo innalzano e tocchi a noi
un destino migliore. Poco dopo coloro che continuavano a muovere la lancia sor-
montata dalla testa di cavallo furono travolti dalla stessa che cadde su di loro. Cfr.
Gesta Danorum, V, iii, 7, op. cit. a nota 87, p. 114.
 SEIR E SEIKONUR NELLE SAGHE ISLANDESI
nelle leggende popolari islandesi permane il ricordo del diavolo
che scrive sempre su un osso di cavallo 95.
Tuttavia, a differenza degli incantesimi realizzati con le rune sia
per uno scopo benefico, come ottenere la guarigione, la vittoria
sul nemico o la difesa dai pericoli, sia per fini malvagi , il seir
lunico tipo di magia che sembra richiedere unabilit sciama-
nica delloperatore tanto per predire il futuro, quanto per susci-
tare tempeste o nuocere fino alla morte influenzando negativa-
mente il corpo o la mente 96.
noto che lo sciamano raggiunge il suo stato di trance saltellan-
do, canterellando e tamburellando al fine di acquisire capacit che
vanno oltre le facolt umane ed essere cos in grado di compiere
un viaggio estatico nellaldil 97; similmente, anche il seimar o
la seikona mostrano di aver bisogno di particolari apparati e di
ricorrere a cerimonie di tipo orgiastico per acquistare facolt ex-
trasensoriali e ottenere la conoscenza (frleikr).
La condanna dellergi, la perversione sessuale legata al seir, se-
condo le testimonianze di Snorri, delle saghe e dei canti dellEd-
da, appare quindi riconducibile allassunzione di atteggiamenti ef-
feminati e a pratiche omosessuali, che rendevano loperatore di
seir, il mago (seiskratti), simile allo sciamano che si trasforma
in donna. Secondo una antica credenza, il cambiamento di sesso
era ritenuto utile per amplificare i poteri magici e favorire il viaggio
estatico; tra gli Iacuti, gli sciamani indossano infatti abiti femmi-
nili, mentre tra i Samoiedi sono soliti portare cappelli da donna 98.
E gi Erodoto spiega la presenza di indovini androgini tra gli Sci-
ti, i cosiddetti Enarei, facendo derivare da Afrodite il dono della
divinazione:
mavntie de; Skuqevwn eijsi; polloiv, o} manteuvontai rJavb-
doisi eijtei?nh/si pollh/`si [] oiJ de; jEnavree oiJ ajndrovgunoi
th;n jAfrodivthn sfivsi levgousi mantikh;n dou`nai: filuvrh
dw`Jn floiw/` manteuvontai 99.
molti sono gli indovini degli Sciti e praticano la divinazione
con molte bacchette di salice [] gli Enarei, androgini, af-
fermano invece che Afrodite diede loro larte della divina-
zione; perci la praticano con la corteccia di tiglio.
In precedenza, tuttavia, lo storico greco aveva offerto una spie-
gazione diversa. Nel descrivere linvasione scitica in Siria, avve-
nuta sembra intorno al 633 a.C., Erodoto presenta leffeminatez-
za degli Enarei come conseguenza di una punizione divina. Men-
tre lesercito degli Sciti, su preghiera di Psammetico, re dEgitto,
si ritirava, un gruppo aveva saccheggiato il santuario di Afrodite
Urania; a causa di quel crimine, Afrodite condann i colpevoli e
i loro discendenti a essere colpiti dal morbo femmineo:
95
Cfr. CLEASBY - VIGFSSON, op. cit. a nota 19, s. v. n.
96
La presenza dello sciamanesimo nel mondo nordico non per sufficientemente
dimostrata dalla pratica del seir, poich linsieme delle capacit sciamaniche, ov-
vero guarigione o recupero dellanima, guida dei defunti etc., non risultano attestate
nella letteratura nordica medievale. Sul seir come magia bianca e nera cfr. STRM-
BCK, op. cit. a nota 54, pp. 142-150.
97
M. ELIADE, Le Chamanisme, Paris 1951, pp. 338-348.
98
L. METZ, The King, The Champion and The Sorcerer, Wien 1996, p. 84.
99
Hdt., Hist., IV, 67.
361
oi} de; ejpeivte ajnacwrevonte ojpivsw ejgevnonto th` Su-
rivh ejn Askav
j lwni povli, tw`n pleovnwn Skuqevwn pare-
xelqovntwn ajsinevwn ojlivgoi tine; aujtw`n uJpoleifqevnte
ejsuvlhsan th` oujranivh Afrodiv
j th to; iJrovn [] toi`si
de; tw`n Skuqevwn sulhvsasi to; iJro;n to; ejn Askav
j lwni kai;
toi`si touvtwn aijei; ejkgovnoisi ejnevskhye hJ qeo; qhvlean
nou`son 100.
Quando, ritirandosi, giunsero in Siria nella citt di Ascalo-
na, mentre la maggior parte degli Sciti passarono oltre senza
fare alcun danno, alcuni di loro rimasti indietro saccheggia-
rono il santuario di Afrodite Urania [] a quegli Sciti che
saccheggiarono il tempio di Ascalona e a tutti i loro discen-
denti la divinit inflisse il morbo femmineo.
Peraltro, anche Tacito 101, menziona presso i Naharvali un lucus
nel quale il sacerdote con vesti e acconciatura femminili officia-
va divinit che ricordano il Castore e Polluce della tradizione ro-
mana.
In epoca medievale, Snorri Sturluson, nel tentativo di fornire una
spiegazione evemeristica degli antichi miti, introduce il topos del-
la migrazione di Odino e della sua gente dallAsia Minore, rein-
terpretando con una paretimologia il nome degli di Asi come
asiani 102. Quindi, quasi richiamando riti orgiastici di culti
orientali, lerudito islandese assegna a Freyja come Erodoto
ad Afrodite la responsabilit di aver concesso il dono della di-
vinazione; tale arte, nel medioevo nordico, si identifica con il
seir, una pratica prevalentemente di magia nera con implica-
zioni di tipo sciamanico. Di conseguenza, dato il valore negati-
vo attribuito allomosessualit passiva secondo un codice
maschile omofobo ampiamente attestato nel mondo germani-
co , lesercizio del seir divenne secondo Snorri una preroga-
tiva femminile.
Tale prerogativa, nelle saghe islandesi scritte in epoca successiva
allintroduzione e al consolidarsi del Cristianesimo 103, determin
un radicale mutamento di prospettiva nei confronti delle profe-
tesse. Al rispetto ricordato da Tacito, per quel qualcosa di sacro
che i Germani veneravano nelle vergini che profetizzavano, su-
bentr in epoca vichinga una manifesta diffidenza al limite del-
lostilit per le seikonur. Nelle saghe le indovine appaiono per
lo pi descritte come donne perverse, pericolose e malvagie e il
campo semantico di seikona, perduta ogni connotazione reve-
renziale per designare la veggente, fa coincidere limmagine del-
la profetessa con quella della strega (fjlkyngiskona), denotando
una figura femminile negativa, dedita a unarte deprecabile e
oscura.
100
Hdt., Hist., I, 105.
101
Tac., Germ., 43.
102
Lantico nordico sir (di) infatti il plurale di ss, che letteralmente vale trave,
asse di legno; la Risala di Ibn Fadlan, unitamente ai ritrovamenti archeologici di pali
di legno con valore cultuale, permette di avvalorare il significato di sir come assi,
pali, idoli di legno; cfr. C. DEL ZOTTO, Dalla religione allidentit nazionale, in Atti
del Convegno Religion in the History of European Culture, Messina 14-17
September 2009, 9th EASR Conference (in stampa).
103
DEL ZOTTO, La letteratura cristiana, op. cit. a nota 11, pp. 13-53.