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Snorri Sturluson

E D D A

Commento ed esercizi a cura del prof. Andrea Muraro


ad uso dei propri studenti

Traduzione e note a cura di G. Dolfini, Adelphi, Milano, 1975

1
L’Edda1
L'Edda in prosa (conosciuta anche come Edda di Snorri o Edda recente), è un
manuale di poetica islandese che contiene anche molte storie della mitologia norrena. Il
suo intento era di fare capire ai lettori e ai poeti islandesi le sottigliezze dei versi
allitterativi (versi che ripetono spesso gli stessi suoni), e di afferrare il significato celato di
molte kenningar2 di uso frequente nella poesia norrena. Fu scritta dal dotto storico
islandese Snorri Sturluson attorno al 1220. Sopravvive in sette manoscritti principali, scritti
circa dal 1300 al 1600.
I nomi con cui essa è nota hanno lo scopo di distinguerla da un altro componimento
norreno di contenuto simile, in versi, noto come Edda maggiore o Edda poetica.
L'Edda in prosa è composta da un prologo e tre parti:
1. Fyrirsögn ok Formáli (intestazione e prologo)
2. Gylfaginning (l'inganno di Gylfi) (20.000 parole circa)
3. Skáldskaparmál (dialogo sull'arte poetica) (50.000 parole circa)
4. Háttatal (trattato di metrica) (20.000 parole circa).
Nonostante abbia composto il suo libro in epoca cristiana, Snorri attinge con scrupolo
addirittura filologico alle fonti pagane. Parte della critica moderna imputa a Snorri di aver
omesso o adattato quanto riusciva utile al suo scopo, modificando in modo irrecuperabile i
miti che aveva deciso di tramandare. In realtà, per la maggior parte degli studiosi,
l'attentissimo approccio che Snorri ha con le sue fonti è piuttosto rassicurante. Inoltre è
possibile che Snorri abbia attinto a fonti più antiche e "pure" di quelle che ci sono arrivate
tramite l'Edda poetica.
Rimane irrisolto il problema posto dal nome stesso dell'opera, Edda, che non ha tuttora
una spiegazione convincente.
Questo titolo compare unicamente nell'intestazione del Codex Uppsaliensis, dove troviamo
scritto: «Questo libro si chiama Edda; lo ha composto Snorri Sturluson e qui si segue
l'ordine in cui egli lo dispose». Tra l'altro questa annotazione non solo ci permette di far
risalire il libro a Snorri, ma è anche una preziosa indicazione del fatto che questo titolo fu
probabilmente dato al libro da un erudito posteriore.
Ma che cosa significa la parola Edda?
Nel suo significato generale, il termine edda sembra avere il senso di «ava, antenata,
bisnonna». Secondo tale interpretazione, tuttora accettata da diversi studiosi, il titolo del
libro di Snorri avrebbe il senso di «storie raccontate dall'antenata, storie dei tempi della
bisnonna».
Tra le varie ipotesi fornite per spiegare questo titolo, non si può tacere quella fornita nel
1609 dal pastore islandese Magnús Ólafsson, il quale, nella breve prefazione anteposta
alla sua edizione manoscritta dell'Edda di Snorri, riteneva che la parola fosse un
adattamento al norreno del latino edo «io compongo» (edo librum «compongo un libro,
pubblico un libro»). Così come il termine religioso latino credo «io credo» era entrato in
norreno nella forma kredda, l'ingegnoso pastore propose che un qualche erudito avesse
usato a edo il medesimo trattamento e gli avesse dato la forma edda. Il titolo del libro
assumerebbe così il significato di «[manuale per] comporre». Si noti che questa etimologia
seicentesca ha i suoi difensori moderni.
Secondo una diversa ipotesi, il titolo del libro proverrebbe invece da Oddi, la cittadina nel
sud dell'Islanda dove Snorri fu allevato e dove ricevette la sua istruzione. Dunque Edda
1
Le nozioni contenute in questa introduzione sono tratte dalla relativa voce di Wikipedia
2
in lingua norrena significa “metafora”

2
significherebbe «libro di Oddi». Se tale ipotesi viene giudicata di scarso valore, non è
soltanto per le insormontabili difficoltà linguistiche, ma anche per il fatto che Snorri non
abitava più a Oddi quando compose la sua opera.
Un'altra possibile etimologia vuole accostare il titolo dell'opera al sostantivo norreno óðr
«ebbrezza poetica», il quale, come aggettivo, significa «furioso, pazzo, frenetico». È la
stessa radice che è alla base del nome stesso di Óðinn, il dio della poesia, della magia e
del furore estatico. La parola proviene dal protogermanico wođ-, che nei suoi esiti designa
l'ebbrezza, l'eccitazione, il furore, il genio poetico (cfr. gotico wôds «posseduto»,
anglosassone wōð «canto», tedesco Wut «furore»). Questa sembra essere, al momento,
l'ipotesi più accreditata e anche più pertinente al senso dell'opera, per quanto permangano
alcune difficoltà linguistiche.
Secondo un'ipotesi avanzata recentemente, l'origine del termine andrebbe forse cercato in
ambito anglosassone, dove le attività dello scōp (equivalente dello scaldo norreno) erano
designate con il verbo geddian/giddian «cantare» (se scōp geddode «il poeta cantò»).
In questo contesto ci occuperemo comunque solamente di Edda poetica, qui nominata
esclusivamente Edda.

Snorri Sturluson
È conosciuto per essere l'autore dell'Edda
in prosa, che comprende il Gylfaginning
("l'inganno di Gylfi"), un testo narrativo
della mitologia norrena, lo
Skáldskaparmál, un libro di lingua poetica,
e l'Háttatal, una lista di forme di versi. Egli
fu anche l'autore dell'Heimskringla, una
storia dei re nordici che comincia,
nell'Ynglinga saga, con la storia
leggendaria e prosegue attraverso la
prima storia scandinava medievale. Per
ragioni stilistiche e metodologiche gli si
attribuisce spesso l'Egils Saga, benché
molti studiosi siano ancora incerti.
Come storico e mitografo, Snorri è degno
di nota per aver proposto la teoria
(nell'Edda in prosa) che gli dei mitologici
nacquero quando si cominciarono a
venerare i capi militari caduti in battaglia
(evemerismo3). Così come le persone
chiedono la protezione dei loro capi
caduti, lentamente cominciarono ad
adorare la figura, divinizzandola.
Similmente quando una tribù andava in
battaglia contro un'altra e vinceva, si
credeva che la spiegazione fosse perché i

3
posizione della filosofia della religione asserita da Evemero, storico e filosofo di età ellenistica

3
capi militari caduti erano più forti di quelli degli avversari, come se si svolgesse una
battaglia parallela fra i morti.
Snorri fu cresciuto da Jón Loftsson a Oddi. Il suo matrimonio lo rese ricco, e nel 1206 si
trasferì a Reykholt. I resti della sua fattoria, incluso il suo bagno all'aperto (Snorralaug,
sono stati preservati per un certo verso. Egli divenne rapidamente noto come poeta, ma
era anche un legale affermato, e dal 1215 divenne lögsögumadur, quello che potremmo
chiamare una specie di "presidente" dell'assemblea legislativa islandese e della corte
suprema.
Nell'estate del 1218 Snorri navigò dall'Islanda alla Norvegia, su invito reale. Lì si ambientò
bene con il Re Hákon Hákonarson, visitò Skule Bårdsson durante l'inverno e nell'estate del
1219 incontrò il suo collega svedese, il lagman Eskil Magnusson (Bjälboätten) e sua moglie
Kristina Nilsdotter Blake a Skara. Entrambi erano parenti della famiglia reale e fornirono a
Snorri una sufficiente comprensione della storia svedese.
Snorri rimase coinvolto in una ribellione senza successo contro Hákon, il Re di Norvegia
che quindi poi fu a sua volta coinvolto nell'assassinio di Snorri stesso. Snorri Sturluson fu
ucciso in casa sua a Reykholt nel 1241 da Gissur Þorvaldsson, un agente del re norvegese.
La leggenda vuole che le ultime parole di Snorri siano state Eigi skal höggva! - "Non
colpirmi!."

L'inganno di Gylfi4
[Gylfaginning]

Il primo libro vero e proprio, L'Inganno di Gylfi è una narrazione completa e organica dei
miti nordici, oltre che la nostra fonte più importante per la conoscenza della religione degli
antichi Scandinavi. Cornice della narrazione è il viaggio compiuto da Gylfi, mitico re
svedese nonché grande conoscitore di magie, il quale, travestitosi da vecchio, si reca nel
paese degli Æsir per scoprire la fonte della loro sapienza e del loro potere. La materia del
libro viene svolta attraverso le domande di Gylfi sulla creazione e sul divenire dell'universo,
sulla natura degli dèi e sulla fine del mondo, a cui danno risposta tre misteriosi personaggi
nei quali si ravvisa – in forma triplice – lo stesso Óðinn. Alla fine del colloquio, la dimora
degli dèi scompare nel nulla. Grazie a questa rappresentazione, Snorri dà una visione
d'insieme delle credenze pagane, racconta i miti di creazione e svela la struttura
dell'universo e dei mondi che lo compongono, enumera gli dèi e per ciascuno ne fornisce
la fisionomia e narra i miti principali che lo riguardano.

4
Le informazioni contenute in questo paragrafo derivano dal sito www.bifrost.it

4
capitolo 1
Di re Gylfi e del suo inganno

Re Gylfì dominava in quelle terre che ora si chiamano


Svezia. Di lui si narra che diede a una giullaressa quale Lo stile
compenso per il suo intrattenimento tanta terra nel suo Nella formula sottolineata è presente la
regno quanta ne potessero arare in un giorno e una notte figura retorica chiamata endiadi, che
letteralmente significa una cosa per
quattro buoi. Ma questa donna era della stirpe degli Asi ed mezzo di due. Essa consiste nell’utilizzo
era chiamata Gefìun. Ella prese quattro buoi nel nord a di due termini ravvicinati, di solito
Iötunheimr, ma essi erano figli di lei e di un gigante, e li sinonimi, per indicare uno stesso
aggiogò tutt'e quattro a un aratro. Ma l'aratro penetrò tanto significato. L’endìadi ha l’obiettivo di
violentemente e profondo che quella terra si staccò e i buoi rafforzarlo.
la trassero sul mare verso occidente e si fermarono in uno
stretto. Là Gefìun pose la terra, le diede nome e la chiamò Selund. E là di dove questa terra s'era
staccata ci fu poi acqua, e ora in Svezia è chiamato il Lago5. E infatti in quel luogo si trovano
insenature che corrispondono alle penisole di Selund. Dice infatti lo scaldo Bragi il vecchio:

Felice trasse Gefiun


da Gylfi munifico d'oro
- fumavano in corsa gli armenti -
l'arricchimento della Danimarca6
recavano i buoi - otto lune
in fronte - là dove andavano
con l'ampio dell'isola
solco profondo7, ritte le quattro teste.

Re Gylfì era uomo saggio ed esperto di magia. Egli


si meravigliò di quanto il popolo degli Asi fosse
sapiente e capace, che ogni cosa procedesse
secondo la loro volontà. Ed egli meditò se questo
potesse derivare dalla loro propria natura oppure
dalla potenza degli dèi cui essi sacrificavano. Si
mise in cammino verso Asgardhr e viaggiò in
incognito e prese l'aspetto di un vecchio e in tal
modo si celò. Ma gli Asi erano ben più saggi,
poiché erano veggenti, e videro il suo viaggio
prima ch'egli venisse e gli apprestarono visioni
ingannevoli8. E quando egli entrò nella rocca vide
una sala tanto alta che quasi non riusciva a
scorgerne il culmine. Il suo tetto era coperto di
scudi dorati, disposti come fossero scandole. Dice
infatti Thiódhólfr da Hvinn che la Valhòll era
coperta di scudi:

Sul dorso fecero risplendere


- venivan colpiti da pietre -
le scandole della sala di Svàfnir9

5
Si tratta del lago Mälar
6
Secondo questo mito la Danimarca sarebbe proprio stata allargata di territorio a causa si questo distacco dalla Svezia
7
La terra staccata con il solco e fatta isola
8
si tratta appunto di quelle illusioni ottiche e dei sensi cui fa riferimento il titolo dell’opera
9
uno dei nomi di Ódhinn

5
i prudenti guerrieri.

Sulla porta della sala Gylfì vide un uomo che giocava con dei pugnali, in modo tale che ve n'erano
sempre sette contemporaneamente in aria. Questi gli domandò anzitutto il suo nome. Egli disse di
chiamarsi Gangleri e di venire da oscure contrade, e chiese ospitalità per la notte e chi fosse il
signore della sala. Quegli risponde che era il loro re. « Ti posso condurre da lui, così gli chiedi tu
stesso il suo nome », e quell'uomo gli fece strada nella sala. Egli lo seguì e subito la porta si chiuse
dietro i loro passi. Là egli vide molti locali e gran folla d'uomini, gli uni giocavano, gli altri
bevevano, altri ancora, con le armi, si battevano. Egli si guardava intorno e molto di quel che vide
gli parve incredibile.
Allora cantò:
A tutte le porte
prima di entrare
ci si deve guardar bene intorno
poiché non si sa con certezza
se, dietro, un nemico
stia in agguato.
Lo stile
Egli vide tre alti seggi uno al di sopra dell'altro e tre uomini Come si noterà, i verbi sottolineati sono
sedevano ognuno nel proprio. Allora egli chiese quale fosse al tempo “presente”, mentre tutti gli altri
il nome di quei signori. Colui che l'aveva condotto lì dentro verbi attorno sono al passato (ad
risponde che quello che sedeva sul seggio più basso era il re esempio chiese, aveva condotto,
e si chiamava Hàr [l'Alto], quello sul seggio vicino si sedeva…). Questo presente è detto
presente storico, appunto perché è
chiamava lafnhàr [l'Altrettanto alto] e quello sul seggio
tipico delle narrazioni storiche o
superiore si chiamava Thridhi [il Terzo]10. Allora Hàr chiede fiabesche (come in questo caso); i suoi
al sopraggiunto cosa ancora egli desiderasse e dice che nella primi esempi si trovano negli scritti
casa c'è da mangiare e da bere per lui, come per ogni altro degli storici antichi. La sua funzione è
nella sala di Hàr. Egli risponde che anzitutto vuol sapere se lì quella di rendere l’azione più immediata.
stia un uomo sapiente. Hàr risponde ch'egli non uscirà sano Rappresenta una violazione delle norme
di lì se non dimostrerà d'esser più sapiente e della sintassi, ma gli scrittori ne fanno
largo uso come licenza poetica.
« Rimani qui in piedi finché chiedi,
sedere deve colui che risponde ».

Esercizi

1. Dividi il testo in sequenze e dai a ciascuna di esse un titolo


2. Elenca i personaggi di questo capitolo e dai per ciascuno una piccola descrizione o
un breve riferimento sul luogo in cui si trovano.
3. Rintraccia una metafora all’interno del brano e spiegala.
4. Trova sul tuo dizionario il significato delle seguenti parole: giullaressa, aggiogare,
munifico, scandole.
5. Cosa significa l’espressione arricchimento della Danimarca?
6. Ed egli meditò se questo potesse derivare dalla loro propria natura oppure dalla
potenza degli dèi cui essi sacrificavano: spiega in cosa consiste il dubbio di Gylfi.
7. Metti a confronto la sala citata in questo brano con Heorot.

10
i tre nomi sono epiteti di Ódhinn

6
capitolo 2
DELLA cosmogonia norrena e di ymir
Gangleri domandò : « Quale fu l'inizio? e come ebbe principio ogni cosa? e prima che c'era? ».
Hàr risponde : « Come è detto nella Profezia della Veggente11:

Vi fu un tempo remoto
in cui nulla era:
non sabbia né mare
né gelide onde.
Non c'era la terra
né la volta del cielo;
ma voragine immane
e non c'era erba ».

Allora disse lafnhàr : « Fu molte ere prima che la terra fosse


Lo stile
creata che venne fatto Niflheimr12, e in mezzo a esso c'è una Le congiunzioni evidenziate uniscono fra
fonte che ha nome Hvergelmir e da essa scorrono fiumi13 loro proposizioni che vengono chiamate
che si chiamano: Svöl, Gunnthrà, Fiörm, Fimbulthul, Slìdhr e coordinate, appunto perché la e è una
Hrìdh, Sylgr e Ylgr, Vìdh, Leiptr; Giöll è il più vicino ai congiunzione coordinante.
cancelli di Hel14 ». Tale processo di accostamento di frasi
Poi parlò Thridhi : « Ma prima d'ogni cosa vi fu quel mondo, tramite una ripetizione di una congiunzione
coordinante è chiamato polisindeto e dà
a mezzogiorno, che si chiama Muspell15; esso è chiaro e
luogo a quella forma retorica di produzione
sereno, la regione è fiammeggiante e ardente, impervia a di un testo detta paratassi. Il polisindeto ha
chi è straniero e non vi è nato. Colui che ha nome Surtr16 là la funzione di conferire un ritmo incalzante
risiede, al confine di quella terra e ne è il custode17; alla narrazione, mentre la paratassi è una
brandisce una spada fiammeggiante e alla fine dei tempi forma di scrittura tipica della narrazione
verrà e porterà rovina e vincerà tutti gli dèi e brucerà col suo fiabesca e fanciullesca, tanto da permettere
fuoco tutto il mondo. Così infatti è detto nella Profezia della una facile comprensione della vicenda.
Veggente:
Surtr viene dal sud
con la rovina dei rami
rifulge dalla spada
il sole degli dèi guerrieri,
rovinano le rupi
cadono i mostri
gli eroi prendon la via di Hel
e il cielo scoppia ».

Gangleri disse: « Come avvenne che si formarono le stirpi? e come crebbe la schiatta umana? »

11
testo principe dell’Edda poetica, è stato composto nella prima metà del X secolo da autore sconosciuto; si tratta della
visione di una sinistra profetessa evocata da Ódhinn perché gli rivelasse per intero la sapienza nordica, i segreti delle
cose primordiali e i destini del mondo.
12
è la Casa della Nebbia; nella cosmologia norrena è uno dei Nove Mondi ed è rivolto a settentrione
13
sono i fiumi infernali, detti anche Élivàgar; attraversano l’universo, dalle dimore degli dei al regno dei morti,
stabilendo il flusso dell’esistenza in ogni livello dell’essere
14
è la regina dei morti, dal volto metà roseo e metà livido
15
è la Casa della Distruzione del Mondo; nella cosmologia norrena è uno dei Nove Mondi ed è rivolto al meridione; è
la sede dei giganti di fuoco
16
letteralmente Nero, è il guardiano di Muspell
17
in realtà si tratta di un vero e proprio signore dotato di un esercito e di mezzi cui è affidata la difesa e la cura dei
confini

7
Rispose Hàr : « Quelle acque che hanno nome Élivàgar, allorché furono tanto lontane dalla loro
sorgente che la schiuma velenosa ch'esse recavano s'indurì come la scoria che sprizza dal fuoco,
divennero ghiaccio e quando il ghiaccio si arrestò e non procedette oltre, le esalazioni che
s'alzavano dal veleno si fecero solide e gelarono in brina e la brina crebbe sopra ogni altra cosa nel
Ginnungagap18 ».
Allora parlò lafnhàr: «II Ginnungagap nella parte che volge a settentrione si riempì di ghiaccio
pesante e greve e di brina e da esso esalò gelido vapore; ma la parte meridionale del Ginnungagap
ne fu preservata dalle scintille e dalla materia incandescente che sprizza da Muspelisheimr ».
Poi parlò Thridhi: « E come il freddo e tutto ciò che è nemico proveniva da Niflheimr, così tutto
quanto era volto verso Muspelisheimr riceveva calore e luce; ma il resto del Ginnungagap era mite
come aria senza vento; e quando la brina fu investita dall'aria calda e cominciò a sciogliersi e a
gocciolare, in quelle gocce sorse la vita per la potenza di colui che aveva inviato il calore, e si
formò una figura d'uomo -- e questi si chiamò Ymir, ma i giganti della brina lo chiamano Aurgelmir,
e proprio da lui proviene la schiatta dei thursi19 della brina, come si dice nella Profezia della
Veggente:
Tutte le veggenti
discendono da Vidhólf,
tutti i maghi
da Vilmeidhr,
tutti gli incantatori
da Svarthòfdhi,
tutti i giganti
da Ymir provengono.

« E così dice il gigante Vafthrùdhnir20:

Di dove venne Aurgelmir,


tra i figli dei giganti
il primo saggio gigante:
Dagli Elivàgar
schizzarono gocce di veleno
e crebbero finché ne sorse un gigante,
di là le nostre stirpi
vennero tutte
e per questo la schiatta è terribile sempre ».

Allora Gangleri disse : « Ma da ciò come sorsero le


stirpi o in che modo avvenne che tanti uomini
nacquero all'esistenza? E tu ritieni un dio quello di cui
hai discorso? ».
E Hàr risponde : « Per nulla affatto lo consideriamo
un dio. Era malvagio con tutta la sua discendenza,
che chiamiamo dei giganti della brina. E così si racconta che egli dormisse e cominciasse a sudare,
e allora sotto il suo braccio sinistro crebbero un uomo e una donna, e che un suo piede concepisse
con l'altro un figlio. E così nacquero le stirpi dei thursi della brina. E quell'antico gigante della brina
noi lo chiamiamo Ymir».

18
è l’Abisso spalancato; nella cosmogonia scandinava è lo stato caotico precedente la creazione dell’universo
19
giganti
20
gigante sapiente che secondo la mitologia norrena venne sfidato da Ódhinn in una gara di sapienza e nonostante
avesse risposto bene a tutte le domande, venne vinto con l’astuzia e ucciso. Questo piccolo brano è tratto proprio dalla
disputa con il dio.

8
Esercizi

1. Surtr viene dal sud / con la rovina dei rami: cosa significa?
2. II Ginnungagap nella parte che volge a settentrione si riempì di ghiaccio pesante e
greve e di brina e da esso esalò gelido vapore; ma la parte meridionale del
Ginnungagap ne fu preservata dalle scintille e dalla materia incandescente che
sprizza da Muspelisheimr. A cosa si riferisce il ne della terza riga?
3. Trova almeno un esempio di inversione.
4. Trova un esempio di polisindeto, oltre a quello riportato dal box Lo stile.
5. Trova un esempio di endìadi.
6. Trova sul tuo dizionario il significato delle seguenti parole: mezzogiorno, impervio,
scoria, greve, stirpe.
7. Segna sul tuo quaderno una linea del tempo e prova a ricostruire, tramite le
informazioni contenute nel brano, la corretta sequenza storica degli avvenimenti.

capitolo 3
della creazione del cielo e della terra

Ymir si nutre del latte di una vacca nata dalla brina, la quale a sua volta si nutre del sale
delle pietre. Dalla sua saliva nacque una stirpe di uomini, tra i quali Borr e i suoi figli,
Ódhinn, Vìli e Vé. Tutti e quattro insieme uccisero Ymir…

Dice Gangleri: « E cosa fu fatto dai figli di Borr,


se tu credi che siano dèi? ».
Hàr dice: « A questo proposito non è poco quel
che c'è da raccontare. Essi presero Ymir e lo
posero in mezzo al Ginnungagap e fecero di lui
la terra, del suo sangue il mare e le acque; la
terra fu tratta dalla carne e i monti dalle ossa,
pietre e sassi li cavarono dai denti anteriori e da
quelli posteriori e da quelle ossa che furono
spezzate ».
Allora parlò lafnhàr : « Dal sangue che scorreva
dalle ferite e fluiva liberamente essi fecero il
mare
e poi che ebbero fatta e resa ferma la terra, le
posero tutt'intorno all'esterno il mare ad anello,
e a più d'un uomo sembrerà ch'esso sia
invalicabile ».
Poi parlò Thridhi : « Essi presero anche il suo
cranio e ne fecero il cielo e lo posero sopra la
terra poggiato alle sue quattro regioni e sotto
ogni angolo misero un nano21. Essi si
chiamavano Austri, Vestri, Nordhri, Sudhri22. Essi poi presero scintille e faville che turbinavano
libere, provenienti da Muspellsheimr e le posero in mezzo al Ginnungagap, in alto e in basso per

21
i nani, secondo alcuni, sono da intendersi come “esseri demoniaci”, secondo altri come “esseri piccoli”; non è
comunque chiaro cosa intendano i miti nordici con questi personaggi
22
si tratta di aggettivi sostantivati tratti dai nomi dei punti cardinali

9
illuminare il cielo e la terra. A ogni luce assegnarono la sua sede, ad alcune nel cielo23, mentre
altre si movevano libere al di sotto di esso; e diedero loro un luogo e definirono il loro corso. Così
si dice negli antichi detti di saggezza che in tal modo furono distinti i giorni e il computo degli anni;
così si dice nella Profezia della Veggente:
II sole non sapeva
dove fosse la sua sala,
la luna non sapeva
quale potenza ella avesse,
le stelle non sapevano
dove avevano le loro sedi.

Questo era prima che ci fosse la terra ».


Allora parlò Gangleri : « Quel che ora ho
udito è grande cosa. È un'opera
grandiosa e abilmente realizzata. Ma
come fu plasmata la terra? ».
Risponde Hàr : « Essa all'esterno è
tonda e tutt'intorno giace il mare
profondo e nella sua spiaggia esterna
essi assegnarono alle stirpi dei giganti
terre da abitare, ma all'interno, sulla
terra, costruirono un recinto intorno al
mondo per difenderlo dai giganti e per
far questa siepe usarono le ciglia del
gigante Ymir e chiamarono questa rocca
Midhgardhr24. Essi presero poi il suo
cervello e lo scagliarono nell'aria e ne
fecero nuvole, come è detto qui:

Dalla carne d'Ymir


fu fatta la terra,
e dal sangue il mare,
i monti dalle ossa,
gli alberi dai capelli
e dal cranio il cielo.
Ma dalle sue ciglia Lo stile
Tutte le nubi minacciose è una espressione
fecero gli dèi benevoli
che in questo caso è stata tagliata:
Midhgardhr per i figli degli uomini, l’aggettivo minacciose si trova in un punto
e dal suo cervello minacciose diverso e lontano dal sostantivo cui si
furono create le nubi tutte ». riferisce e solo la desinenza femminile
plurale ci suggerisce che il suo riferimento
è le nubi.
Esercizi Questa figura retorica, che consiste appunto
nello spezzare il normale ordine delle
1. Elenca tutte le parti del corpo di Ymir che sono parole, staccando fra loro nomi e aggettivi,
o nomi e complementi della medesima
state utilizzate per la creazione del cielo e della frase, si chiama ipèrbato. La sua funzione
terra e scrivi a fianco di esse cosa esattamente è esclusivamente metrica (per rispetto delle
ne è stato ricavato. rime, ad esempio), ma si tende a mantenere
2. Confronta questo mito cosmogonico con quello nelle traduzioni, come in questo caso.
della Bibbia (Genesi, 1, 1-24; 2, 1-4) e trascrivi
23
sono le stelle cosiddette fisse, che richiamano all’idea di un cielo solido, tipico non solo della cosmologia nordica, ma
anche mediterranea.
24
il Recinto di mezzo, ovvero il mondo centrale dei Nove Mondi, destinato ad accogliere le stirpi umane

10
tutte le differenze che trovi.
3. Trova sul tuo dizionario il significato delle seguenti parole: essere tratto, fluire,
turbinare, computo, plasmare.
4. In questo brano sono molto presenti sostantivi e verbi che si riferiscono al lavoro
manuale, che può essere quello dell’artigiano o dello scultore. Prova a trovare
costruire due insiemi lessicali, uno riferito ai nomi ed uno riferito ai verbi.

capitolo 4
di odhinn e del suo potere

Dopo aver posto altre domande sul cielo, sulla terra, sugli uomini e sugli eventi naturali,
Gylfi / Gangleri passa a chiedere informazioni sugli dei e sulle loro vicende…

Allora disse Gangleri: « Quali sono gli Asi25


nei quali gli uomini devono credere? ».
Hàr dice : « Dodici sono gli Asi di stirpe
divina ».
Poi disse lafnhàr : « Non meno sante sono
le Asinnie, ne possono meno ».
Poi disse Thridhi : « Ódhinn26 è il sommo e
il più vecchio degli Asi. Egli regge tutte le
cose e sebbene anche gli altri dèi siano
potenti, tutti lo servono come figli il padre.
Frigg è sua moglie, ella conosce i destini
degli uomini per quanto non sia veggente,
come viene detto qui dove Ódhinn stesso
dice all'Ase di nome Loki27:

Tu sei pazzo, Loki,


uscito di senno,
perché non la smetti, Loki?
Frigg conosce, penso,
tutti i destini,
sebbene lei stessa non lo dica.

Ódhinn è chiamato Allfödhr28 perché è il


padre di tutti fidi dèi. Si chiama anche
Vaifódhr29, poiché tutti coloro che cadono in
battaglia sono suoi figli adottivi cui egli
assegna Valhòll e Vingólf, e li chiama
‘einheriar'30. Altri suoi nomi sono

25
nella mitologia nordica, sono le divinità legate al cielo, alla sapienza e alla guerra
26
signore del pantheon germanico, dio della sapienza e della magia; in alcuni testi anglosassoni lo si trova con il nome
di Wotan o Wodan; italianizzato suona Odino
27
dio dalla grande astuzia, fu ora ingegnoso inventore di tecniche ora un diabolico ingannatore.
28
letteralmente Padre degli Uomini: questo epiteto, che è il primo fra i tanti, è chiaramente significativo del fatto che
Ódhinn è progenitore degli dei e creatore degli uomini
29
letteralmente Padre dei Caduti: questo epiteto è indice del fatto che è Ódhinn a stabilire chi debba morire in battaglia
e dunque entrare nella schiera di coloro che saranno al fianco degli dei nella battaglia finale
30
vedi la nota precedente

11
Hangagudh31 e Haptagudh32, Farmagudh33 e si chiamò ancora in vari altri modi quando andò dal re
Geirrödhr:

Mi chiamo Grimr,
e Gangleri,
Herian, Hiaimberi,
Thekkr, Thridhi,
Thudhr, Udhr,
Helblindi, Hàr,
Sadhr, Svipall,
Sanngetall,
Herteitr, Hnikarr,
Bileygr, Bàleygr,
Bótverkr, Fiólnir,
Grimnir, Glapsvidhr, Fióisvidhr,
Sidhhóttr, Sidhskeggr,
Sigfódhr, Hnikudhr,
Allfodhr, Atridhr, Farmatyr,
Óski, Orni,
lafnhàr, Biflindi,
Góndiir, Hàrbardhr,
Svidhurr, Svidhrir,
lalkr, Kialarr, Vidhurr,
Thrór, Yggr, Thundr,
Vakr, Skilvingr,
Vàfudhr, Hroptatyr,
Gautr, Veratyr ».

Gangleri disse allora : « Veramente un gran numero di nomi gli avete dato! In verità dev'essere
gran sapienza quella che conosce con sicurezza quali avvenimenti si riferiscono a ognuno di questi
nomi! ».
E Hàr dice : « È necessario grande sapere e intelligenza per poterli esplicare con precisione. Ma in
breve si può dire che la gran parte di questi nomi sono stati dati per il fatto che ci sono molte
lingue nel mondo e tutte le genti pensano di dover volgere il suo nome nella propria lingua per
l'invocazione e la preghiera a proprio vantaggio. Ma talvolta le condizioni perché nasca alcuno di
questi nomi sono date dal loro migrare, e ciò è tramandato nelle storie, e tu non ti puoi chiamare
uomo sapiente se non saprai narrare di questi grandi eventi ».

Esercizi

1. Cosa significa l’espressione le Asinnie, né possono meno?


2. Cosa c’è secondo te in comune tra Ódhinn e il personaggio di Hrothgar in Beowulf?
Motiva la risposta con riferimenti ai testi letti.
3. Fai una ricerca sulla simbologia del numero 12, presente in questo brano ma anche
nelle culture ebraica e cristiana.

31
letteralmente Dio degli Impiccati; l’epiteto si riferisce al fatto che a Ódhinn erano gradite le vittime uccise per
impiccagione
32
letteralmente Dio dei Legami; l’epiteto ha un significato non molto chiaro: può essere riferito al fatto che solo Ódhinn
aveva la facoltà di “legare” o vincolare la volontà altrui; oppure al fatto che solo lui poteva sciogliere i ceppi che
avvincevano i prigionieri
33
letteralmente Dio dei Carichi; l’epiteto è chiaramente riferito alla protezione che Ódhinn conferiva alle attività
commerciali

12
4. Rifletti sull’ultima frase detta da Hàr: quale idea della saggezza si esprime? Rispondi
con un breve testo di almeno 5 righe.

capitolo 5
di thorr e del suo potere
Poi domandò Gangleri: « Quali sono i nomi
degli Asi? e qual è il loro compito? e che
cosa hanno compiuto di notevole? ».
Hàr dice : « Thórr34 di loro è il primo, è
chiamato anche Asathórr oppure Òkuthórr35.
È il più forte di tutti gli dèi e gli uomini. Egli
ha il suo regno nella plaga chiamata
Thrùdhvangr e la sua sala si chiama
Bilskirnir. In questa residenza ci sono
cinquecento stanze e quaranta ancora, è la
casa più grande che sia mai stata costruita.
Così si dice nel Discosco di Grimnir36:

Cinquecento sale
ed ancora quaranta,
così vedo Bilskirnir al completo,
delle case
che io conosco la diinora
di mio figlio credo la più grande.

« Thórr ha due capri che hanno nome


Tanngnióstr37 e Tanngrisnir38 e un carro in
cui egli viaggia e che è tirato dai capri, e
per questa ragione è chiamato Òkuthórr.
Egli possiede pure tre oggetti molto
preziosi; il primo fra essi è il martello
Miòllnir, che ben conoscono i thursi della brina e i giganti Lo stile
della montagna, quand'esso giunge a volo nell'aria, e non Questi nomi propri, di difficile pronuncia in
c'è da meravigliarsene: esso ha spaccato il cranio a più italiano ma forse anche in lingua norrena,
d'uno dei loro padri e parenti. Un secondo oggetto richiamano in qualche modo il rumore dei
capri mentre ruminano. E’ chiaro quindi
prezioso egli possiede: la cintura della forza e quando la
che nel nomare le due bestie, Snorri
cinge la sua forza divina raddoppia. La terza cosa che Sturluson si è proposto di conferire a questi
possiede, in cui è gran virtù, sono i guanti di ferro; egli dei nomi significativi dal punto di vista
non può fare a meno di essi quando afferra il suo retorico: tale figura retorica è proprio
martello. Nessuno è tanto sapiente da poter enumerare l’onomatopea, che consiste nello scegliere
tutte le sue grandi imprese. E tuttavia posso narrarti dei suoni (e quindi delle lettere) per le
tante cose di lui che trascorrerebbe molto tempo prima parole adeguati a quelli della realtà. La
funzione è chiaramente quella di imitare il
che io potessi dar fondo a quanto so ». suono originale e di conferire maggiore
risalto agli aspetti sonori di quanto narrato.

34
figlio di Ódhinn. è il dio del Tuono; “thorr” infatti letteralmente in norreno significa proprio “tuono”
35
letteralmente, Tuono del Carro.
36
è la quarta composizione dell’Edda poetica; scritto circa attorno al X secolo, consiste in un monologo nel quale
Ódhinn, celato sotto il nome di Grimnir, svela a re Geirrödhr i misteri del mondo divino
37
letteralmente digrigna-denti
38
letteralmente trita-denti

13
Esercizi

1. Per quale motivo in realtà Hàr non intende narrare a Gylfi / Gangleri tutte le storie
legate a Thórr?
2. Nella frase È il più forte di tutti gli dèi e gli uomini, che funzione ha in analisi logica
l’elemento gli uomini?
3. Individua un dativo di possesso.
4. Trova sul tuo dizionario il significato delle seguenti parole: plaga, capri, enumerare.
5. Anche in questo episodio i numeri sono citati per volontà simbolica: rintraccia
dunque, per mezzo di una ricerca, quale potrebbe essere il significato nascosto nei
numeri 500 e 40.

capitolo 6
DEl RAGNAROEK

Allora disse Gangleri: « Che cosa c'è da narrare sulla fine Lo stile
degli dèi? Di ciò io non ho ancor udito nulla ». Si noterà che di questo elemento si trova
Hàr dice: « Cose grandi ci sono da narrare e molte. E per traccia in ognuno dei capitoli presentati e
prima che un inverno verrà, chiamato Fimbulvetr, il che si ripete nel medesimo modo, qui di
Hàr, altrove di qualcun altro.
grande inverno, allora turbinerà la neve da tutti i punti
La ripetizione delle medesime formule
cardinali, il gelo sarà grandissimo e aspri i venti. Il sole all’inizio di una frase o di un capoverso o di
non avrà più forza. Tre inverni si seguiranno e fra essi un paragrafo è chiamata anafora. Essa ha
non vi sarà estate. Ma a essi precederanno tre altri la funzione di contribuire al ritmo del
inverni in cui vi saranno per tutto il mondo grandi lotte: discorso e risulta essere un rimasuglio di
allora i fratelli si abbatteranno l'un l'altro per avidità e una genesi orale del testo, di quando cioè
nessuno risparmierà padri o figli nell'assassinio e queste storie venivano imparate a memoria
e raccontate a voce dai cantori presso le
nell'incesto. Così è detto nella Profezia della Veggente: corti medievali.

I fratelli combatteranno,
vicendevoli uccisori,
e figli di fratelli
distruggeranno le stirpi;
tempi duri fra gli uomini,
fornicare immane.
Età d'ascia, età di spada,
s'infrangeranno gli scudi,
età di venti, età di lupi,
prima che crolli il mondo.

« Accadrà poi qualcosa che può ben essere considerato immane: il lupo ingoierà il sole e ciò
apparirà agli uomini una grande sventura. Poi l'altro lupo carpirà la luna e pure recherà gran
rovina. Le stelle cadranno dal cielo. Avverrà poi che la terra intera tremerà e i monti, tanto che gli
alberi si sradicheranno dalla terra e i monti rovineranno e tutti i vincoli, e le catene si spezzeranno
e si infrangeranno. Allora il lupo Fenrir39 sarà libero. E il mare inonderà la terra, poiché in esso il
serpente di Midhgardhr40 si divincolerà nella sua furia iotunica per raggiungere la terra. E avverrà
che Naglfar, la nave di questo nome, si scioglierà dagli ormeggi: essa è fatta delle unghie dei
guerrieri morti, perciò bisogna fare attenzione che se un guerriero muore con le unghie non

39
Lupo, figlio di Loki e della gigantessa Angrbodha, che precedentemente era stato incatenato da un figlio di Òdhinn,
Tyr.
40
E’ il serpente, figlio di Loki, che, secondo la cosmologia norrena, circonda il mondo

14
tagliate, aggiunge parecchio materiale per la costruzione di Naglfar, la nave che dèi e uomini
s'augurano sia pronta il più tardi possibile. Ma su quelle grandi onde Naglfar galleggerà. Hrymr si
chiama il gigante che reggerà Naglfar. Il lupo Fenrir giungerà con le fauci spalancate, la mascella
superiore puntata contro il cielo e l'inferiore contro la terra, e le spalancherebbe ancor più se ci
fosse spazio bastante. Fuoco gli uscirà dagli occhi e dalle nari. Il serpente di Midhgardhr soffierà il
suo veleno da saturarne l'aria e l'acqua : sarà spaventoso e terribile e procederà a fianco del lupo.
« In questo tumulto il cielo si squarcia e giungono al galoppo i figli di Muspell, avanti a tutti
cavalca Surtr, e prima e dopo di lui divampa il fuoco. Ottima è la sua spada, essa sfolgora più che
il sole. Ma quand'essi passeranno su Bifröst41 esso crollerà, com'è stato detto. La schiatta di
Muspell correrà fino al campo ch'è chiamato Vigridhr, e là giungerà anche il lupo Fenrir e il
serpente di Midhgardhr, e là sarà giunto anche Loki e Hrymr e con lui tutti i thursi della brina, e
Loki seguiranno tutti gli uomini di Hel. Ma i figli di Muspell formeranno una loro schiera, ed essa
sarà molto lucente. Il campo di Vigridhr è ampio cento miglia in ogni direzione.
« E quando questi fatti accadranno, Heimdallr42 si leverà e suonerà potente il suo corno,
Giallarhorn, e avvertirà tutti gli dèi ed essi terranno consiglio. Allora Ódhinn cavalcherà fino al
fonte di Mìmir43 e prenderà consiglio da Mìmir per sé e le sue schiere. Allora il frassino Yggdrasill44
tremerà e più nulla sarà che non abbia paura nel cielo e nella terra. Gli Asi si armeranno e tutti i
loro guerrieri, gli einheriar, e avanzeranno verso il campo. Primo cavalca Ódhinn con l'elmo d'oro e
la bella armatura e la sua lancia ha nome Gungnir, egli punta contro il lupo Fenrir. Ma Thórr
procede accanto a lui, ma non gli sarà d'aiuto, poiché dev'essere pronto a lottare contro il serpente
di Midhgardhr. Freyr45 combatterà contro Surtr, e ci sarà un duro scontro prima che Freyr cada; la
sua rovina sarà di non aver più la sua buona spada, ch'egli ha dato a Skìrnir46. E sarà libero anche
il cane Garmr, legato davanti alla caverna di Gnipa, è il mostro più immane; combatterà contro
Tyr47, e accadrà che si
uccideranno a vicenda. Thórr sarà
l'uccisore del serpente di
Midhgardhr e s'allontanerà da quel
luogo di nove passi, poi cadrà a
terra ucciso dal veleno che il
serpente gli avrà soffiato addosso
durante la lotta. Il lupo ingoierà
Ódhinn, questa sarà la sua morte.
Ma subito dopo Vidharr48 si
volgerà e pianterà un piede sulla
mascella del lupo – questo piede
è calzato di una scarpa il cui
materiale è stato raccolto
attraverso tutti i tempi : sono i
ritagli di cuoio che gli uomini
taglian via dalle scarpe per l'alluce
e per il tacco, perciò colui che vuoi esser d'aiuto agli Asi deve gettar via questi ritagli. Con una
mano egli afferra l'altra mascella del lupo e gli lacera le fauci, e questa sarà la morte del lupo. Loki
si scontrerà con Heimdallr ed essi si uccideranno l'un l'altro. Poi Surtr appiccherà fuoco alla terra e
tutto il mondo brucerà. […]
41
letteralmente via tremula; nome del ponte, percorso dagli dei che si recano in assemblea, che unisce la terra al cielo e
che è identificato con l’arcobaleno.
42
guardiano di Asgardhr, la Fortezza degli dei, la città degli dei posta in mezzo al mondo o in cielo e collegata con la
terra per mezzo di Bifröst.
43
la fonte della sapienza
44
nella cosmologia norrena, è l’albero cosmico le cui radici ed i cui rami sostengono i Nove Mondi
45
dio della bellezza e della fecondità
46
servitore di Freyr
47
figlio di Òdhinn, dio guerriero, non adatto alle conciliazioni tra gli uomini
48
altro figlio di Òdhinn, dio silenzioso. A lui si riferisce l’immagine a lato

15
E subito Gangleri udì gran frastuono da ogni parte e si guardò intorno, e quando meglio vide, ecco
si trova all’aperto su un vasto piano e non vede né sala, né rocca. Allora riprende la sua strada e
torna nel suo regno e racconta i fatti che ha visto e udito. E dopo di lui ognuno ha rinarrato queste
storie.

Esercizi

1. Riassumi in cosa consiste il Ragnaroek.


2. Perché, secondo te, si insiste molto sulla figura del “lupo”?
3. Trova tre esempi di iperbato.
4. Trova un esempio di inversione.
5. Trova sul tuo dizionario il significato delle seguenti parole: turbinare, fornicare, nari.
6. Quale significato si può dare alla scena finale narrata dall’ultimo paragrafo?

Verifica conclusiva

1. Che descrizione viene fatta dagli dei? Che tipo di personaggio sono?
2. Qual è l’atteggiamento di Gangleri nel corso di tutti gli episodi letti?
3. Che rapporto c’è tra il mondo immaginato dalla narrazione epica e quello reale che
potevano trovare gli abitanti del Nord Europa? Aiutati con dei testi storici e rispondi
in almeno 10 righe.

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