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Bruxelles
L’Idea di Europa
L’idea di Europa
• Molte origini mitologiche: Toro/Zeus
• Molto probablmente viene dal greco, εὐρύς: largo/ampio
Impero Romano
Europa come Continente
• Area: 10.180.000 km2 ; Popolazione:
742.452.000; 50 Stati
• 3.960.000 km2 (40% dello spazio) e
110.000.000 abitanti (16% della popolazione)
sono russi.
• Unione Europea: 4.324.376 km2 e 510.056.011
Popolazione, 28 Stati
Zone Climatiche
3000-2000 AC: popoli indoeuropei
Lingue Indoeuropee
- Esempi:
• Madre
• English: Father, Latin: Pater, German: Vader,
Ancient Greek: Pater, Sanskrit: Pitar,
Lithuanian: Patinas
• Padre
• English: Mother, Latin: Mater, German:
Mutter, Ancient Greek: Meter, Sanskrit: Matar,
Lithuanian: Moteris
Popoli indoeuropei verso l’Europa
I gruppi Indoeuropei (in Europa)
• Neo-Latine/Romanze
• Spanish, French, Italian, Romanian, Portuguese, etc…
• Germaniche:
• German, Dutch, English, Swedish, etc…
• Slaviche:
• Russian, Polish, Serbian, Czech, Crotian, etc…
• Greco:
• Albanese:
• Baltiche:
• Lithuanian, Latvian
• Celtiche
• Gaelic, Scottish, Welsh, etc…
Oggi le lingue indoeuropee
500 AC
tre guerre puniche (261-148 BC)
Rise of an Empire: 100 BC
Area of production of what?
Olive Trees!!!
Rise of an Empire (100 AD)
And this?
Vineyard!
Spread of Christianity
(Blue: 200 CE, light blue: 400 CE)
Division of the Empire (395 CE)
Barbarian Invasions – Great Migrations
600: Impero Bizantino
630-732: espansione Araba
Europa 800 AD –
Carlo Magno
Divisione dell’Impero Franco
1054: Scisma
Eat-Ovest /
Ortodossi-Cattolici
1555: Nuovo Scisma in Europa (Martin Lutero)
1648: Westfalia, confini religiosi certi
Mondo nel 1763
1789: Francia
1800: Demographic situation: Europe
• France: 28 Million
• Germany: 24.5
• Italy: 16
• England: 8.6 + 3.5 in Scotland, Wales,
Ireland
• Spain: 10
• BeNeLux: 6
Outside:
• USA: 5.2 Million
• Brazil: 3.3
1812: Impero Napoleonico
19esimo Secolo:
Crescita della Germania e Prima Guerra Mondiale
Situazione demografica (1910):
• Germany: 65 Million
• Austro-Hungary: 49.5
• United Kingdom: 45
• France: 40
• Italy: 34.5
• Spain: 20
• Russia: 110
• Outside:
• USA: 90
Mondo nel 1914
World War I (Great War)
1920: Europa
Seconda Guerra Mondiale
Deaths in
WWII
1946: Europe
Cap. 1: Il Processo di
Integrazione
• Definizioni
• Storia
Lezione 19
Chiarimenti Terminologici
POSTILLE:
1) integrazione politica consensuale: le entità (gli stati) trasferiscono autorità ad un
ente sovranazionale per loro volontà (es. UE)
integrazione politica imposta: il trasferimento e imposto coercitivamente dall'interno,
per esempio tramite una guerra interna o una rivoluzione, e dall'esterno, per esempio
tramite una guerra di conquista.
Tipi di integrazione 2/2
Integrazione Graduale e indefinita: l’integrazione avviene passo
passo, toccando alcune istituzioni e non altre, investendo alcune
politiche e non altre.
o Immediata e definita: nasce immediatamente una federazione
sovranazionale, mettendo in comune istituzioni e politiche.
Unidirezionale o irreversibile: a lungo la UE è stata interpretata
come un’esperienza irreversibile. Però alcuni casi (come
Jugoslavia o URSS ... o Brexit) dimostrano che i processi di
integrazione possono essere reversibili.
Caveat: l’Unione Europea rappresenta l’unico caso di studio
empirico sul quale gli studiosi hanno costruito teorie e
concettualizzazioni. Rischia di essere limitato o comunque un
ragionamento ad hoc.
• Ambito dell’Autorità
Aree (policies) sulle quali l’ente esercita la propria autorità, con maggiore o minore intensità.
• Livello di Autorità
Il grado in cui l’autorità su una certa policy viene trasferita all’ente sovranazionale
Regole del gioco che possono essere formali (trattati, statuti, protocolli) o informali
(consuetudini, prassi):
a) regole che definiscono i poteri dei vari organi dell'ente sovranazionale.
b) regole che definiscono la distribuzione di poteri tra ente sovranazionale e stati
membri.
c) regole che definiscono i processi decisionali dell'ente sovranazionale.
Contesto esterno e contesto interno.
L'Unione Europea e maggiormente aperta alle influenze esercitate dal contesto sul
sistema, essendo
un sistema in evoluzione in cui i confini tra sistema e contesto non sono ancora ben
delineati.
Inizio dell’Integrazione 1/2
Contesto Esterno:
La minaccia Sovietica:
Metà Europa sotto controllo sovietico, pressione militare sulla «cortina di
ferro», presenza di partiti comunisti forti nei paesi dell’Europa occidentale
Gi Usa e il sostegno all’Europa:
Europa divisa vista come pericolo e facile preda del comunismo
I regimi di cooperazione internazionale:
Bretton Woods, Onu, General Agreement on Tariffs and Trade (GATT), North
Atlantic Treaty Organization (NATO). GATT limitato: non volevano solo
commerciare tra loro ma anche proteggersi da concorrenza esterna.
Il contesto esterno.
Dopo la fine della seconda guerra mondiale l'Europa indebolita dal conflitto e dalla
divisione interne, non occupava più il ruolo di una volta nello scenario
internazionale. L'Europa era più affine ai principi americani, l'URSS veniva vista come
una minaccia; questo, insieme ad altri Fattori ,contribuì all'integrazione in quanto
l'unione avrebbe fatto la forza. Gli americani consideravano l'integrazione
dell'Europa occidentale come un modo di accelerarne la ripresa economica e un
mezzo per estendere i mercati dei propri prodotti. Subito dopo la seconda guerra
mondiale gli USA promossero l'istituzione di 3 principali regimi di cooperazione
internazionale del dopoguerra:
– Il sistema di BRETTON WOODS (1644) per gli scambi monetari che ovviava quindi
alla necessita di creare un sistema monetario europeo.
– Il GENERAL AGREEMENT ON TARIFFS AND TRADE (GATT) 1947 per eliminate le
barriere che ostacolavano il commercio internazionale ed evitare una sua
duplicazione a livello regionale.
– Il North Atlantic Treaty Organization (NATO) 1949 nell'ambito della sicurezza
collettiva, aveva come obiettivo essenzialmente la difesa dei paesi membri dalla
minaccia dell'URSS.
Inizio dell’Integrazione 2/2 Contesto interno:
Federalismo integralista: entità mondiale (Onu)
Federalismo unionista: entità europea (Spinelli)
Neofunzionalismo (Jean Monnet, Robert Schuman): integrazione graduale, area per area, a
partire dai mercati
Questione tedesca: paura francese per la ricrescita tedesca, paura USA per la crisi economica
tedesca. Necessità francese del carbone tedesco per acciaio francese.
Germania: necessità di esportare prodotti ma anche di normalizzare la sua situazione verso
l’esterno.
Evoluzione:
Unione economica BeNeLux
Trattato difensivo tra Uk, Francia e Benelux (1948, trattato di Bruxelles) Consiglio d’Europa
(1949)
Organizzazione Europea per la Cooperazione Economica (OECE), per piano Marshall (1948)
Il contesto interno.
Se il nazionalismo era uno dei fenomeni che avevano portato al conflitto, il
sovranazionalismo avrebbe potuto promuovere la pace in Europa. Nel dibattito tra
federalisti integralisti (a favore di un governo mondiale) e federalisti unionisti (unione
di stati a livello europeo) prevalse il neofunzionalismo che proponeva un'integrazione
graduale, fatta passo a passo a partire dai mercati, e senza predefinire un assetto
istituzionale finale.
Questione tedesca. Il futuro della Germania costituiva un problema per l'Europa, in
particolare per la Francia, in quanto una ripresa economica tedesca avrebbe creato un
competitore indesiderato, ma allo stesso tempo le riserve di carbone tedesche erano
necessarie all'industria dell'acciaio francese, dunque era conveniente avere libero
accesso a queste risorse. Il piano Monnet prevedeva la ricostruzione dell'industria
francese basata sulla subordinazione della Germania, ma gli USA, che intendevano
ricostruirla, fecero pressione sui francesi per far si che cambiassero idea. L'integrazione
avrebbe favorito entrambi, soddisfacendo da un lato il desiderio francese di usufruire
delle risorse tedesche, e dall'altro permetteva alla Germania di avere libero accesso ai
mercati degli altri paesi e di riacquistare legittimità e parità con gli altri stati dopo il
nazismo. Evoluzione:prime esperienze di cooperazione:
“Founding Fathers” dell’Unione Europea
Jean Monnet
Altiero Spinelli (1888-1979)
(1907-1986)
Robert
Schuman
(1886-1963)
Others “fathers” http://europa.eu/about-eu/eu-history/founding-fathers/index_it.htm
Anni cinquanta e sessanta 1/2
Contesto esterno:
Nascita del Comecon e del Patto di Varsavia. Cristallizzazione del
conflitto USA-URSS
Contesto interno:
Francia: negli anni ‘60 crisi economica. Necessità dell’integrazione ma
senza perdere sovranità (De Gaulle: no a UK)
Germania: crescita economica e necessità di immigrazione. Economia
sociale di mercato
Italia: integrazione come àncora democratica anche contro il
comunismo. Esportazioni verso paesi CEE. Crescita del PIL
Benelux: necessità di «contare di più». Sviluppo dei porti come sbocco
di tutta la CEE.
UK: anni 50: presenza di Commonwealth. Conservatori e Laburisti anti-
integrazione. Crisi degli anni ‘60. Richiesta di ingresso nella CEE:
rifiuto.
Contesto esterno.
Nella sfera orientale l'URSS impose agli stati satelliti un regime socialista basato
sull'economia pianificata. In termini di scambi commerciali emerse il COMECON
(Consiglio di mutua assistenza economica). In termini monetari l'URSS controllava i
tassi di cambio della propria zona di influenza. In termini di sicurezza l'URSS impose
il Patto di Varsavia, in cui essa aveva il comando delle forze armate dei paesi membri.
Evoluzione
CECA -> Il 9 maggio 1950 la dichiarazione Schuman propone la creazione di una Comunità
europea del carbone e dell'acciaio (CECA), che si concretizza con il trattato di Parigi del 18 aprile
1951. Creando un mercato comune del carbone e dell'acciaio, i sei paesi fondatori (Belgio,
Repubblica federale di Germania, Francia, Italia, Lussemburgo e Paesi Bassi) intendono anzitutto
garantire la pace fra i vincitori e i vinti della Seconda guerra mondiale, associandoli e
inducendoli a cooperare in un quadro istituzionale comune improntato al principio
dell'uguaglianza. Tra le principali competenze della CECA:
- l’abolizione delle tariffe doganali interne, dei sussidi di stato e delle pratiche restrittive.
- la fissazione dei prezzi.
- L’armonizzazione delle tariffe commerciali esterne.
- L’imposizione di prelievi per il finanziamento delle attività della CECA.
Continua x3
CEE -> Con il trattato di Roma del 25 marzo 1957 i sei Stati membri
decidono di dar vita a una Comunità economica europea (CEE) basata su
un mercato comune più ampio (libera circolazione merci capitali servizi
e persone). I dazi doganali tra i sei paesi sono definitivamente aboliti il
1° luglio 1968 e già negli anni Sessanta vengono istituite politiche
comuni, prime fra tutte la politica agricola (PAC) e quella commerciale.
EURATOM -> La Comunità europea dell'energia atomica (CEEA) o
EURATOM e un'organizzazione internazionale istituita,
contemporaneamente alla CEE, con i trattati di Roma del 25 marzo 1957
allo scopo di coordinare i programmi di ricerca degli stati membri relativi
all'energia nucleare ed assicurare un uso pacifico della stessa.
Avvio delle prima politiche -> nel 1968 viene completata l’unione
doganale insieme all’istituzione della politica commerciale comune,
mentre la politica agricola iniziato tra il 1962 e il 1964; poco viene fatto
per la politica sociale e per la politica dei trasporti fino agli anni ’70 la
prima e ’80 la seconda. Nel 1964 entra in vigore la Convenzione di
Yaounde tra la CE e 18 stati africani dando il via alla politica di sviluppo.
Crisi della sedia vuota -> de Gualle si oppone a ulteriori trasferimenti di potere alle
CEE e in particolare al passaggio dall’unanimità alla maggioranza qualificata per le
decisioni del Consiglio dei ministri; nel giugno del 1965 i rappresentanti francesi
boicottano le sedute del Consiglio -> Compromesso di Lussemburgo del 1966
posponeva indefinitamente l’adozione della maggioranza qualificata.
Conferenza dell’Aia 1969 -> alla fine del periodo transitorio dei dodici anni gli stai
avrebbero dovuto decidere sul da farsi per il futuro; nel 1969 segue Pompidou alla
presidenza francese che, alla Conferenza dei capi di governo, permise il primo
allargamento della CEE (GB, Irlanda, Danimarca, Norvegia);
gli accordi furono:
- finanziamento autonomo delle Comunità
- lancio di una politica comune estera
- regolamento per il finanziamento della PAC
- unione economica e monetaria da completarsi entro il 1980
- rafforzamento politica sociale
Bilancio anni 50 e 60
Dimensione territoriale -> con CECA. CEE ed EURATOM primo gruppo di sei
stati. Le organizzazioni internazionali riuniscono grandi numeri di stati perché
gli obblighi sono limitati e non comportano perdita di sovranità.
Ambito dell’autorità -> competenze dell’autorità vengono ampliate con CEE
ed EURATOM
Livello di autorità -> con CECA si ha sensibile aumento di autorità; con CEE ed
EURATOM si era timorosi eccessivo accentramento autorità nella
Commissione quindi gli stati ne limitarono l’autonomia.
Anni Settanta 1/3
Contesto esterno:
Fine di Bretton Woods (1971): fluttuazione dei cambi
Aumento del prezzo del greggio (1973): gli europei risposero in modo
frammentario
Contesto interno:
Francia: Senza De Gaulle accettazione dello UK
Germania: OstPolitik e politica più indipendente dagli Usa. Schmidt e SPD
molto europeisti
Italia: Crisi economia molto forte e aumento disoccupazione. Banca
Centrale mira a integrare Italia a monete forti.
Gran Bretagna: Richiesta di Fondo Europeo di sviluppo regionale
(FESR). Non adesione a SME perché scoperto il petrolio
Irlanda: Segue scelte britanniche, tranne che su SME
Danimarca: Segue scelte britanniche ma comincia a legarsi a Germania Altri:
Norvegia chiede di aderire, ma al referendum vince il No.
Spagna, Portogallo e Grecia: cambiamenti interni
Contesto esterno
Le ingenti spese per la guerra nel Vietnam inducono il presidente Nixon, nel 1971, a
porre fine alla convertibilità del dollaro in oro mettendo in crisi il sistema di Bretton
Woods.
A seguito del conflitto tra Israele e gli stati arabi confinanti (guerra dello Yom Kippur
1973), i paesi arabi produttori di petrolio riuniti nell’AOPEC (poi OPEC) decidono in
due momenti (1973 e 1979) di aumentare il prezzo del greggio per persuadere le
democrazie occidentali a non sostenere Israele.
I paese europei rispondono in modo frammentato dimostrando la scarsa capacita di
agire di comune accordo e la debolezza delle istituzioni comunitarie rispetto agli stati
membri.
Contesto interno
F -> Pompidou, dopo aver acconsentito all’allargamento della CEE, va contro
cancelliere tedesco Schmidt su quasi tutte le problematiche politiche e economiche
che non favori li integrazione; nel 1974 succede d’Estaing con il quale migliorano
rapporti tra i due paesi e permette l’istituzione del Sistema monetario europeo
(SME) nel 1979.
G -> nel 1969 potere passa a socialdemocratici con Brandt in coalizione con i liberali;
svolta politica estera tedesca aprendo ai paesi dell’Europa orientale (Ostpolitik) ed
allontanandosi dalla linea politica USA; tra 1974-1982 rimane in carica
socialdemocratico Schmidt; la G regge bene in tutti gli ambiti risentendo pero del
secondo shock petrolifero nel 1979 con una crescita della disoccupazione.
I -> continua l’aumento dell’inflazione pubblica e per questo il rialzo del prezzo del
petrolio ha in Italia effetti più devastanti rispetto agli altri paesi; per riportare la
situazione sotto controllo la Banca d’Italia insiste per l’entrata del paese nello SME e,
nonostante la resistenza di Schmidt,ci
riuscirà nel 1979.
GB -> nel 1973 con Heath entra nella CEE e in cambio dell’accettazione della PAC,
ottiene l’istituzione del Fondo Europeo di sviluppo regionale (FESR) per le sue aree
piu povere (Scozia e Galles meridionale); nel 1976 Wilson indice un referendum per
rimanere nella CEE con risultato positivo; nel 1979 Thatcher scettica riguardo alla
CEE decide di non partecipare allo SME perche, essendo esportatore netto di petrolio
che e pagato in dollari, non era interessata a mantenere alto il valore della sterlina
rispetto al dollaro tramite lo SME.
Irlanda -> segue la GB per i legami storici ed commerciali tra i due paesi;nel 1979
aderisce allo SME e trae notevoli benefici dalla politica regionale della Comunita.
Danimarca -> segue orme di GB per legami storici ed commerciali; negli anni 70
orienta il suo commercio anche verso il continente, specialmente con la G; per
interessi di natura commerciale nel 1979 entra nello SME ma non nell’UEM (Unione
economica e monetaria) nel 1998.
Vicini di casa -> nel 1972 referendum negativo per l’entrata della Norvegia nella CEE,
rinunciando quindi all’adesione; Grecia, Spagna e Portogallo, dopo la caduta dei
regimi (Grecia e Portogallo nel 1974 e Spagna 1975) e un periodo di transizione,
fanno domanda di adesione alla CEE (Grecia 1975, Portogallo e Spagna 1977).
1973 Enlargement
Evoluzione 1/2: Anni Settanta 2/3
Finanze comunitarie proprie (grazie a IVA), oltre alle entrate provenienti dai dazi
esterni
Cooperazione politica europea (1970): per politica estera Comitato monetario
(1964): una certa stabilità dei cambi a garanzia di stabilità dei prezzi, soprattutto
per PAC.
Politica regionale: su volontà UK, con sostegno Irlandese e Italiano. Opposizione
tedesca. Piano per un Fondo europeo di sviluppo regionale.
Primi passi di politica sociale. Approvazione del programma d’azione sociale (PAS).
Soprattutto iniziative in materia di parità salariale uomo-donna.
Finanze comunitarie e risorse proprie -> fino al 1970 il bilancio delle Comunita era
finanziato per lo piu dagli stati membri; una decisione del Consiglio nel 1970 marca l’inizio
dell’indipendenza finanziaria della Comunita, dotandola di risorse proprie tramite una
percentuale dell’iva riscossa dagli stati membri; nel 1970 e 1975 vengono firmati due trattati
per l’ampliamento poteri del Parlamento in ambito di bilancio e istituivano una Corte dei
conti per controllare la gestione delle finanze comunitarie.
Verso la cooperazione politica europea -> dopo il fallimento della Comunita europea di
difesa (CED) nel 1954 la questione riemerge alla Conferenza dell’Aia nel 1969; Davignon
(diplomatico belga) compito di elaborare un programma sulla Cooperazione politica europea
(CPE); 1970 Rapporto di Lussemburgo che prevedeva un debole apparato istituzionale
separato da quello della CEE, rafforzato poi dal Rapporto di Copenaghen nel 1973 e dal
secondo vertice di Parigi nel 1974.
La nascita della politica regionale -> GB insiste per una contropartita ai contributi che
avrebbe versato nel bilancio comunitario per la PAC; anche Irlanda e Italia molto interessate
a causa della presenza di aree povere sui loro territori tanto da condurre forte battaglia
contro resistenze tedesche; nel 1975 viene istituito il Fondo europeo per lo sviluppo
regionale.
Primi passi della politica sociale -> al vertice dell’Aia del 1969 Brandt insiste per
l’istituzione di una politica sociale, ma con l’emergere della crisi economica, viene vista
come un lusso; nonostante cio nel 1974 fu istituito un primo Programma d’azione sociale
(PAS).
Evoluzione 2/2:
Anni Settanta 3/3
Primi passi per ambiente: sull’onda della prima conferenza sul clima organizzata
dall’ONU nel 1972 a Stoccolma.
Comprensione della necessità di accordarsi su energia Accordi CEE-EFTA:
verso Spazio Economico Europeo
Sistema monetario europeo. European Currency Unit (1979) Elezione diretta del
parlamento (1979)
Bilancio: primo allargamento della CEE e chiusura della questione inglese. Allargamento
delle competenze CEE su molte aree (ambito di autorità). Meno importante la crescita
del livello di autorità (e, capiremo dopo, di legittimazione democratica).
Primi passi della politica dell’ambiente -> nel 1972 Conferenza delle Nazioni Unite a
Stoccolma con risultati allarmanti per l’ambiente; al vertice di Parigi del 1972 stati membri
invitano la Commissione ad elaborare un primo piano d’azione per l’ambiente per il 1973-
1976.
Primi passi della politica dell’energia -> Heath insiste per introdurre nell’agenda del vertice
di Parigi del 1972 una politica comune per l’energia; nel 1973 al vertice di Copenaghen i
governi non si accordano e varano solo misure di emergenza per l’accumulo e la gestione
delle scorte.
I primi accordi CEE-EFTA -> nel 1960 volendo instaurare un regime di libero scambio,
Austria, Danimarca, Gran Bretagna, Norvegia, Portogallo, Svezia, Svizzera Islanda,
Finlandia e Liechtenstein costituiscono l’Associazione europea di libero scambio (European
Free Trade Association, EFTA) con lo scopo limitato del commercio interno e priva di poteri
sovranazionali; nel 1972 vengono firmati accordi bilaterali di libero scambio tra i rimanenti
paeso dll’EFTA e la CEE-, nel 1977 entrambe eliminano le tariffe doganali;avendo i paesi
dell’EFTA sviluppato tra loro e principalmente con la GB ampi rapporti commerciali, ora
con l’uscita della GB e DAN dall’EFTA, intendevano mantenere quei rapporti; questi primi
accordi culmineranno poi con l’istituzione dello Spazio economico europeo (SEE) nel 1994.
Sistema monetario europeo -> passata come iniziativa franco-tedesca viene istituito nel 1979;
vi erano notevoli differenze col precedente tentativo di unione monetaria; non si intendeva
giungere ad una moneta unica, ma solo ad un sistema di parita quasi fisse tra le monete che
garantisse una certa stabilita ; si istituiva l’ECU (European Currency Unit) che non era una
vera moneta , ma un’unita di conto, un cocktail tra le monete partecipanti a cui ognuna
contribuiva un certo peso; il peso delle monete i tutti i valori costituivano la griglia del
meccanismo di cambio (Exchange Rate Mechanism, ERM); lo SME funzionera bene fino alla
crisi del 1992.
Elezione diretta del Parlamento -> con i trattati finanziari del 1970-1975 attribuzione di
maggiori poteri al Parlamento in materia di bilancio; nel giugno 1979 ci fu la prima elezione
del Parlamento europeo a suffragio universale diretto; l’investitura diretta del Parlamento
fara di questa istituzione l’unico organo elettivo della comunita.
Bilancio anni 70
Dimensione territoriale -> con il primo allargamento della CEE si chiude la
questione britannica e con l’ingresso della GB aumenta la statura della CEE
sulla scena internazionale.
Ambito territoriale -> da un lato le iniziative della CEE investono materie che
prima non erano incluse esplicitamente, dall’altro lo sviluppo concreto di
alcune di queste iniziative fu inibito dalla crisi economica e monetaria.
Livello di autorità -> fatta eccezione per l’istituzione delle risorse proprie di
bilancio, per l’elezione diretta del Parlamento e l’aumento dei suoi poteri con
riguardo al bilancio, non ci furono cambiamenti istituzionali, ne cessò la stasi
dovuta al Compromesso di Lussemburgo.
Contesto esterno: Anni Ottanta: il rilancio 1/3
Crisi dell’Unione Sovietica: Glasnost e Perestrojka Competizione tra Usa e
Urss accentuata da Reagan Vento Liberista in Usa e Uk. Poi in Europa.
Contesto interno:
Germania: Crescita economica, in particolare delle esportazioni, nonostante moneta forte.
Grande affidabilità economica sotto Kohl.
Francia: Mitterand presidente Europeista, crisi economica e disoccupazione.
Gran Bretagna: Thatcher: crescita economica grazie a liberismo e euroscetticismo. «rebate» di
quanto UK paga. Solo libero scambio con Europa. Non altro
Italia: Economia in recupero, ma crescita del debito pubblico.
Contesto esterno
URSS indebolita dalle ingenti spese per gli armamenti e per mantenere
legati gli stati satellite. Il premier Michail Gorbačev avvia un
cambiamento basato su apertura e ristrutturazione economica apprezzato
dal mondo occidentale; intanto il presidente Reagan inizia il costoso gioco
al rialzo per la potenza nucleare noto come lo scudo strategico (Strategic
Defense Initiative, SDI). L’URSS non può replicare e le riforme di
Gorbačev dividono l’opinione pubblica tra chi, come il Partito comunista,
lo vede come un traditore, e chi vuole porre fine al comunismo, vede le
riforme insufficienti e lo vede ancora un uomo dell’apparato comunista.
Intanto Reagan, convinto liberista, crede nella cosiddetta trickle down
economics, secondo cui l’arricchimento delle élite economiche e destinato
a ricadere sulle classi medie e su quelle meno agiate. Le leggi del mercato
e l’iniziativa privata provvederanno dunque al benessere di tutti, abbienti e
non.
Contesto interno
L’Europa risente ancora delle crisi petrolifere degli anni 70 anche se il terzo shock
petrolifero (1986) avrà segno positivo. I grandi industriali insieme alla Commissione
europea vedono nelle persistenti barriere commerciali il freno a quell’espansione
continentale che potrebbe essere la risposta alla sfida delle multinazionali americane e
le aggressive imprese giapponesi.
G -> nel 1982 coalizione di centrodestra con Kohl che avvia un cambiamento di natura
quasi liberista e permette il posizionamento della G tra il 1986 e il 1998 al primo posto
al mondo per volume di esportazioni; tra le monete dell’ECU il marco pesa di più delle
altre valute quindi permette una posizione privilegiata della G all’interno dello SME;
Kohl forte sostenitore dell’integrazione europea e accetta il riavvicinamento del nuovo
presidente francese Mitterrand.
F -> nel 1981 con Mitterrand i socialisti iniziano un radicale programma si ispirazione
socialista, con la nazionalizzazione delle industrie strategiche, l’aumento dei salari e
delle tasse sui redditi elevati; fallito l’esperimento dopo due anni si ritorna su posizioni
più moderate, prima con Fabius (1984-1986) poi con la coabitazione tra Mitterrand e
Chirac (1986-1998); con il franco che doveva seguire il marco nello SME, i governi
francesi non riuscirono a risolvere il gravoso problema di disoccupazione.
GB -> la Thatcher (1979-1990) per risanare l’economia inglese realizza una campagna di
liberalizzazione dei mercati e di privatizzazione delle imprese fino ad allora controllate
dallo stato; volendo esportare il modello liberista inglese la Thatcher non si opponeva
all’istituzione di un’area europea in cui i prodotti, servizi e capitali circolassero
liberamente -> 1992 piano di completamento del mercato interno; in più il premier
otterrà il (rebate) rimborso di quanto la GB pagava in più rispetto a quanto riceveva
dalla CEE, al vertice di Fontainebleau del 1984 accordo secondo il quale alla GB sarebbe
stato rimborsato il 66% dei propri contributi eccedenti.
I -> grazie al calo del prezzo del petrolio e alla svalutazione della lira che favoriva le
esportazioni, l’economia italiana inizio a riprendersi dalla crisi, portandolo anche a
chiedere la restrizione della banda di variazione della lira rispetto all’ECU; ma l’aumento
dei tassi di interesse tedeschi intorno al 1990 devio gli investimenti di capitale da altri
paesi (inclusa l’Italia) verso la G; intanto nel nostro paese aumentava il debito pubblico.
Evoluzione 1/2: Anni Ottanta: il rilancio 2/3
Impulso al cambiamento: Cooperazione politica tra Commissione, Confindustrie e Club di intellettuali
(Kangaroo, Coccodrillo) Allargamento meditteraneo: Spagna, Portogallo, Grecia
Comitato monetario (1964): una certa stabilità dei cambi a garanzia di stabilità dei prezzi, soprattutto
per PAC.
Assegno britannico: rimborso del 66% dell’eccedenza inglese (rebate). Accordo di
Fointanbleau nel 1984
Mercato Unico: libera circolazione delle merci estesa anche a servizi, capitali e persone (libro Bianco di
Delors) da entrare in vigore nel 1992. Atto Unico Europeo (1985): maggioranza qualificata in
Consiglio;
procedura di cooperazione e parere conforme; creazione Consiglio Europeo; Tribunale di primo
grado; Cooperazione politica europea (estero); alcune politiche (sviluppo tecnologico, politiche sociali,
coesione economica, ambiente)
L’impulso al cambiamento -> Davignon promosse un programma di ristrutturazione dell’industria
dell’acciaio e promosse lo sviluppo dell’alta tecnologia. La grande industria europea di organizza nella
European Round Table of Industrialists (ERT) per esercitare pressione sulla CEE per eliminare le
barriere nazionali al libero commercio. All’interno del Parlamento, a livello politico, il Kangaroo
Group, spingeva per il completamento del libero mercato; a livello politico, il Club del Coccodrillo,
guidato da Altiero Spinelli, premeva per una riforma istituzionale delle Comunita e nel 1984 giunse a
proporre una bozza di trattato sull’istituzione dell’Unione Europea. Nel 1983 il piano Genscher-
Colombo proponeva l’inclusione della difesa nella cooperazione politica europea e fu alla base della
Dichiarazione solenne di Stoccarda nel 1983.
Il mercato unico -> per completare il mercato unico europeo si dovevano eliminare le barriere della
libera circolazione; il presidente della Commissione Delors prese l’iniziativa nel 1985 assegnando il
compito di preparare un piano al commissario britannico Cockfield, che produsse il Libro Bianco del
1985 su completamento del mercato interno. Il piano venne approvato dal Consiglio dei ministri al
vertice di Milano nel 1985; esso prevedeva la libera circolazione delle merci, dei servizi, dei capitali e
delle persone e doveva essere attuato entro il 1992.
Atto unico europeo -> L'Atto unico europeo (AUE) procede ad una revisione dei trattati di Roma al
fine di rilanciare l'integrazione europea e portare a termine la realizzazione del mercato interno.
L'Atto modifica le regole di funzionamento delle istituzioni europee ed amplia le competenze
comunitarie, in particolare nel settore della ricerca e sviluppo, dell'ambiente e della politica estera
comune. L'Atto unico europeo (AUE), firmato nel 1986 costituisce la prima modifica sostanziale del
trattato che istituisce la Comunita economica europea (CEE). L'AUE e entrato in vigore il 1° luglio
1987. L'AUE ha consentito il passaggio, nel gennaio 1993, dal mercato comune al mercato unico. Con
la creazione di nuove competenze comunitarie e la riforma delle istituzioni, l'AUE ha preparato il
terreno per l'integrazione politica e l'unione economica e monetaria, le quali saranno istituite dal
trattato di Maastricht sull'Unione europea.
Anni Ottanta: il rilancio 3/3
Evoluzione 2/2:
Schengen: 1985, accordo tra Germania e Francia, esteso a
Benelux, formalizzato nel 1990.
Unione monetaria: viene posta come obiettivo, in base al
principio: one market, one currency
Carta dei diritti sociali dei lavoratori: non vincolante
Bilancio: avanzamento dell’integrazione su tutti i fronti.
Geograficamente: allargamento mediterraneo
Competenze: molte più aree (mercato unico, tecnologia,
ambiente, coesione, servizi, etc.)
Livello di autorità: Ritorno della maggioranza qualificata, dopo
compromesso di Lussemburgo del 1966 (crisi «sedia vuota»).
Spagna: richiesta del fondo di Coesione per paesi con PIL inferiore al 90% della media del PIL europeo. Si
oppone all’ingresso dei PECO in UE.
G -> nel 1990 riunificazione della G; la Repubblica democratica tedesca (RDT) aveva un
apparato industriale e infrastrutture obsolete, la produttivita molto bassa e il tasso di
disoccupazione piu del doppio della Repubblica federale tedesca (RFT) che peso molto
sull’economia tedesca; per l’impegno economico per la ricostruzione della G tra il 1994 e il 2003
la G mostra il piu basso PIL d’Europa; nel 1998 Schrőder deve concentrarsi piu sulla situazione
economica interna che su quella internazionale e ritoccare il modello socioeconomico tedesco e
fare i conti con le forze di lavoro che lo avevano sostenuto.
F -> Miterrand rimase in presidenza fino al 1995; i socialisti erano tornati al governo e vi
rimasero fino al 1993; nuova sconfitta dei socialisti e avvio a seconda coabitazione con il
conservatore Balladur (1993-1995); l’economia francese conosce una modesta ripresa; trovando
nell’integrazione europea la causa dei problemi di lavoro, nel 1992 referendum negativo sul
Trattato di Maastricht; nel 1995 torna Chirac ma il governo cade nel 1997 a causa delle misure di
austerita del primo ministro Juppe; coabitazione con Jospin il quale riusci a combattere la
disoccupazione.
GB -> nel 1990 entra nello SME ma nel 1992 uragano monetario che
costrinse sterlina e lira ad
uscire dallo SME; nel 1991 firma il Trattato dell’Unione europea con la
clausola di esenzione (optout) per l’UEM; non avendo aderito alla Carta
sociale nel 1989 viene creato apposito protocollo separato sulla politica
sociale; nel 1995 entrano Finlandia, Svezia e Austria con sostegno della GB;
nel 1997 sale il laburista Blair; la ripresa economica continua negli anni
novanta per cui Blair non vede motivo di entrare nella UEM; nel 1998 firma
la Carta sociale senza cedere sull’immigrazione e la libera circolazione delle
persone.
I -> con le gravi vicende giudiziarie si arriva alla quasi sparizione di DC e
Partito socialista per passare a un sistema bipolare con le coalizioni di destra e
sinistra; nel 1992 esce dalla SME per la tempesta monetaria, e inizia una fase
di risanamento economico forzato; la corse per rientrare nella UEM costringe
l’Italia a far rientrare le proprie finanze nei parametri di convergenza previsti
dal Trattato di Maastricht; lo smantellamento della rete di imprese pubbliche
che contribuiva all’indebitamento, permettono al governo di Romano Prodi
nel 1998 di portare l’Italia nell’euro.
S -> Gonzalez, sostenuto da Portogallo, Irlanda e Grecia, ottiene, in cambio
del sostegno al progetto UEM la creazione del Fondo di coesione, destinato
agli stati con un PIL inferiore al 90% della media UE indispensabile proprio ai
4 stati;nel 1996 il Partito popolare di centrodestra con Aznar supera il Partito
socialista; con Aznar il livello di disoccupazione cala e la S entra a far parte
della UEM; S e P si oppongono all’entrata dei paesi PECO nella UE che
avrebbero portato una deviazione dei fondi strutturali dai paesi occidentali
verso l’Est; in politica estera Gonzalez era allineato con F e G mentre Aznar
sara atlantista con GB e USA.
Evoluzione: Anni Novanta: Unione Europea e Euro 3/5
Il trattato sull’Unione Europea (Maastricht, 1992):
Tre pilastri: 1. pilastro comunitario (CE, Euratom, Ceca) e pilastri
intergovernativi 2. Politica Estera e di Sicurezza Comune (PESC), 3. Giustizia e
Affari Interni (GAI).
Possibilità di Opt-Out e accordi bilaterali. «Europa à la carte», «a più velocità», «a
geometria variabile», «a cerchi concentrici».
Stagione dei referendum: Francia (positivo) e Danimarca (negativo). Politiche
aggiunte: Unione Economica e Monetaria; Protocollo (non firmato da UK) e Politica
Sociale; Fondo di Coesione; PESC; GAI.
Altri risultati: Spazio Economico Europeo (SEE) con paesi EFTA (Islanda, Norvegia,
Svezia, Finlandia, Svizzera, Austria, Liechtenstein). Patto di stabilità e crescita: per
controllare disavanzo di ogni Paese.
Il trattato sull’Unione europea -> nel 1991 la presidenza lussemburghese propose una struttura a
tre pilastri per adattare l’apparato istituzionale comunitario dopo le trasformazioni politiche
internazionali; il primo di natura comunitaria (cioe sovranazionale), avrebbe riguardato le materie
coperte dalle tre Comunita (CECA, CEE ed EURATOM); gli altri due, di natura intergovernativa,
avrebbero coperto rispettivamente la Politica estera e di sicurezza comune (PESC) e la Giustizia e
affari interni (GAI). Il lavoro sarebbe stato svolto in tre fasi; la prima (1990-1993)
liberalizzazione dei flussi del capitale; seconda fase (1994-1996) si sarebbero dovuti rispettare i
criteri di convergenza: terza fase (dal 1997) istituita la Banca centrale europea e introdotta la
moneta unica.
Gli Stati membri aprono i negoziati per elaborare un nuovo trattato sull'Unione europea che il
Consiglio europeo, composto da capi di Stato e di governo, adotta a Maastricht nel dicembre
1991, ma firmato nel 1992. Il trattato entra in vigore il 1° novembre 1993. Integrando nel sistema
comunitario esistente un regime di cooperazione intergovernativa per alcuni settori, il nuovo
trattato crea l'Unione europea (UE).
Crescita, competitivita e occupazione -> l’economia dell’UE cresceva ma molto a rilento in
confronto a quella USA. Molti economisti vedono nella mancanza di competitivita, nell’elevata
disoccupazione, entrambe causate dalla rigidita del mercato del lavoro, la causa del
rallentamento.
Questi problemi sono gli argomenti principale del Libro Bianco di Delors del 1993, che indica
come soluzioni del problema la competitivita, la crescita e l’occupazione.
Anni Novanta: Unione Europea e Euro 4/5
Evoluzione:
Trattato di Amsterdam (1997):
a. Principi dell’Unione Europea b. Implementazione dei principi contro la discriminazione c.
Passaggio di visti, asilo, immigrazione, rifugiati, cooperazione giudiziaria da terzo a primo pilastro
(UK e Irlanda Opt-Out su libera circolazione); d. Schengen integrato nel TUE e. Azioni comuni e
posizioni comuni in ambito PESC, f. Astensione costruttiva g. Istituzione
«mister PESC», alto rappresentante per la politica estera e la sicurezza comune (Javier Solana,
ex-segretario NATO), h. Missioni Petersberg (per rapido intervento militare: mai attuate); i.
Aumento procedure di codecisione, l. Introduzione cooperazioni rafforzate (con maggioranza
di stati membri).
Agenda 2000, criteri ammissibilità in UE (preparazione «grande allargamento»): criteri politici
(democrazie e stabilità), criteri economici (economia di mercato e concorrenza), acquis
communautaire. In generale programmi pro-PECO per accompagnarli dentro UE.
Lo Spazio economico europeo (SEE) e l’allargamento ad altri paesi EFTA -> nel 1994 viene
istituito lo Spazio economico europeo (SEE) che inglobava la CEE e l’EFTA. Con alcune
restrizioni (no alla pesca e all’agricoltura) la SEE rappresentava un’estensione del mercato unico
dell’UE ai paesi dell’EFTA e permetteva ai suoi paesi di essere consultati sulle legislazioni CEE
ma non di partecipare alla formazione delle decisioni. I referendum in Svizzera (1992) e in
Norvegia (1994) bloccano la loro entrata nella UE, ma entrano Svezia, Finlandia e Austria. Il
SEE perde a questo punto importanza e nel 1995 i 3 paesi entrano nella UE con la Svezia che
pero non aderisce alla UEM:
Patto di stabilita e crescita -> fissate le tappe di attuazione per la UEM bisognava istituire una
vigilanza per le finanze pubbliche. Si pianifico di controllare di disavanzo di ciascuno poiche un
eccessivo disavanzo poteva penalizzare gli altri. Al Consiglio europeo di Dublino nel 1996si
raggiunse un accordo sul patto e si dette l’incarico all’ECOFIN (i ministri finanziari) di elaborare
una risoluzione che poi venne adottata nel Consiglio europeo di Amsterdam nel 1997.
Allargamento condizionale -> sembrava politicamente inevitabile e strategicamente rischioso che
gli stati orientali appena liberati dal comunismo potessero ricaderci, cosi il Consiglio europeo di
Copenaghen del 1993 defini alcuni criteri di ammissibilita per i nuovi stati membri; criteri
politici, criteri economici e il criterio classico ovvero l’adozione dell’acquis communautaire
(ovvero delle norme dei trattati e delle norme materiali trattati fino a quel punto dall’Unione.
Allargamento e prospettive finanziarie -> nel 1997 la Commissione promuove l’Agenda 2000,
una serie di proposte e riforme che adattavano il bilancio per il futuro allargamento a 27 stati
Al centro dell’Agenda vi erano tre punti: a) uan riforma della PAC che comprendesse
l’obiettivo di uno sviluppo agricolo nel rispetto dell’ambiente; b) una nuova riforma
della politica di coesione; c) l’adozione di dispositivi finanziari per assistere i futuri
membri dell’Unione.
Il Consiglio europeo di Lussemburgo del 1997 decise di procedere all’allargamento e
di incrementare il sostegno economico ai futuri stati membri. L’UE aveva iniziato a
sostenere i PECO nel 1989 con il programma PHARE che, originariamente istituito
per Ungheria e Polonia, dal 1994 fu esteso a tutti i PECO prima e agli stati balcanici
occidentali poi, e copriva la necessita dei PECO nell’adattamento dell’acquis
communautaire. Con l’Agenda 2000 e il Consiglio europeo di Berlino del 1999 furono
istituiti: l’ISPA, per la coesione economica e sociale in materia di ambiente e
trasporti, e il SAPARD per l’agricoltura sostenibile e lo sviluppo rurale
Contesto esterno
Economia -> il terremoto dei mercati finanziari del 2007 cogli i paesi gia in stato di crisi. Solo
nel 2010 appaiono i primi segni di ripresa. Nonostante la crisi USA le economie dei paesi
emergenti continuano a crescere.
Politica -> il terrorismo islamico e il nuovo nemico dell’Occidente. Nell’Europa continentale si
reagisce solo dopo gli attacchi in GB e S mettendo in atto politiche contro l’immigrazione illegale
e per la sicurezza interna. La guerra in Iraq divide in due schieramenti; chi favorevole (GB) e chi
no (F e G). Intanto Putin dimostra l’intenzione di rafforzare la sua posizione di grande potenze in
ambito internazionale quando il potere e minacciato (invasione delle Georgia; fonti energetiche).
Ambiente -> sempre piu minaccioso il disastro ambientale a livello globale gia annunciato dagli
scienziati tempo prima (scioglimento dei ghiacciai, inondazioni, aumento temperature delle acque
degli oceani). La risposta dei governanti del mondo non e unanime. I governanti delle economie
emergenti si oppongono ad ulteriori limitazioni delle emissioni di CO2. La debacle della
Conferenza sull’ambiente tenutasi a Copenaghen nel 2009 mostra quanto debole sia la coesione
della comunita internazionale nel rispondere alle minacce ai beni comuni.
Contesto interno:
Anni 2000
Germania: recupero economico della Germania. Agenda 2010 di Schroeder e poi crescita con Merkel.
Germania paese leader dell’Unione.
Francia: i governi francesi continuano a proteggere le aziende nazionali, stirando al limite le regole
europee. Dirigismo nazionale francese.
Italia: continuano liberalizzazioni e privatizzazioni bipartisan, ma il debito pubblico non smette di
crescere. Economia in difficoltà: stagnante.
Gran Bretagna: UK in ottime condizioni all’inizio dei 2000 con PIL procapite migliore di quello di
Germania e Francia. Crescono disugugaglianze, immigrazione e lavoro precario. Sconfitta dei Laburisti
all’inizio della crisi.
Spagna: Zapatero leader socialista della Terza Via. Crollo economico spagnolo alla fine del decennio: crisi
dell’edilizia e esplosione della disoccupazione (18%).
Benelux: Paesi Bassi paese ricco con crescente intolleranza e anti-islam. Belgio: crescita del separatismo tra
fiamminghi e valloni. Lussemburgo: a favore della libertà finanziaria, di fatto paradiso fiscale all’interno
dell’Unione.
Contesto interno
G -> nel 2003 Schrőder avvia una riforma, Agenda 2010, che taglia la spesa pubblica; la riforma
non produce risultati sperati; nel 2005 vincono i cristianodemocratici che non raggiungono pero
la maggioranza; si crea un esecutivo di grande coalizione CDU-SPD guidato dalla Merkel ; nel
2009 incremento dei liberaldemocratici (FPD) e ritorno alla tradizionale coalizione governativa di
centrodestra tra CDU/CSU e FPD; ormai l’economia tedesca viene considerata il perno
dell’economia europea.
F -> la Conferenza intergovernativa (CIG) di Nizza nel 2000 per decidere sull’adattamento delle
istituzioni UE all’allargamento finisce un una debacle; i governi pero trovano accordo; nel 2002
vince il conservatore Villepin; l’economia francese in questo periodo e una delle piu robuste
d’Europa; 2007 Sarkozy che e intervenuto piu sistematicamente nell’economia nel recente
periodo di crisi pianificando un Fondo strategico d’investimento (FSI) per aiutare direttamente le
aziende in crisi e dimostrando che l’era del dirigismo francese non era ancora finita.
I -> nonostante la liberalizzazione dei mercati e la privatizzazione di alcune imprese non si riesce
a sanare il debito pubblico; nel 2001 vince la coalizione di centrodestra di Berlusconi ma
l’economia stenta a migliorare e nel 2006 vince di nuovo Prodi,reduce della presidenza nella
Commissione europea; l’economia stenta a decollare e il debito pubblico rimane sopra il 100%
del Pil; nel 2008 all’esplodere della crisi dei mercati finanziari vince ancora Berlusconi.
GB -> 2005 Blair terzo e ultimo mandato e la GB si affaccia gli anni duemila in
ottime condizioni (PIL pro capite superiore a G e F, basso tasso
disoccupazione, sterlina forte) e questo per l’apertura dei mercati; l’incentivo
ad abbandonare autonomia monetaria ed entrare nella zona euro e minimo;
pero anche crescente immigrazione, lavoro precario e divario tra ceti sociali;
2007 vince Brown stenta a risolvere i problemi del predecessore e deve
vedersela con una crisi finanziaria internazionale; 2010 vincono i conservatori
che per governare devono pero allearsi con i liberali.
S -> 2004 vincono i socialisti di Zapatero che pero non cambia politica
economica; segue la terza via di Blair (tra liberismo e socialismo
tradizionalmente inteso); fino alla crisi finanziaria internazionale l’economia
spagnola era cresciuta, dovuta anche a un sistema di welfare meno costosa;
la crisi ha colpito la S dopo i suoi partner europei e con effetto sul PIL
inferiore alla media europea; la crisi ha colpito principalmente il settore
edilizio, settore trainante della crescita spagnola.
Benelux -> tutti e tre i paesi hanno sofferto della crisi tanto in termini di
crescita quanto di disoccupazione; PB inizio del decennio caratterizzato
dall’aumento della retorica euroscettica e anti-islamica; Bl recrudescenza dl
separatismo e una chiara domanda di separazione tra valloni (parte povera
del Belgio che parla francese) e fiamminghi (la parte ricca del Belgio che parla
fiammingo.tedesco); nel 2008 cristiano-democratico fiammingo Van
Rompuy; Lx centro della finanza internazionale ove i servizi bancari in
particolare contribuiscono sempre piu alla sua economia, forte sostenitore
della liberalizzazione dei servizi finanziari della UE.
Contesto interno:
Irlanda: Anni 2000
crescita economica fino al 2009 («Tigre Celtica»). Prima No e poi Sì irlandese al
trattato di Lisbona.
Portogallo: continua a essere il paese più povero dell’Europa15
Grecia: crescita economica fino al 2009 con crollo improvviso (conti
«truccati» da Nea Demokratia: deficit dal 6,7 al 12,7%). Richiesta di aiuto e finanziamenti speciali
da UE e FMI. Grande malato d’Europa.
Austria: situazione economica buona ma crescita dell’estrema destra anti-europea.
Paesi Scandinavi: Svezia: disoccupazione più alta di media europea. Finlandia: crescita continua,
forte sviluppo tecnologico, crisi del 2009 meno grave. Danimarca: opt-out su immigrazione, forte
euroscetticismo. Norvegia: importanza del petrolio e rimane fuori da UE.
Polonia: il paese non risente della crisi economica, ma ancora più povero della media europea.
Slovenia: il più ricco dei paesi ex-comunisti, aderisce per primo all’Euro.
Irlanda -> 2007 Fail in coalizione con i Green Party e i Progressive Democrats per la terza volta
ma in seguito alla crisi economica e finanziaria internazionale, economia irlandese ha subito una
forte contrazione.
P -> 2009 vince Socrates del centrosinistra; il problema centrale dei governi portoghesi e
l’economia; il PIL pre capita e da anni tra i piu bassi dell’Europa e in diminuzione, mentre il
tasso di crescita e abbastanza alto per far prevedere un arricchimento del paese.
Grecia -> 2009-2010 picco della crisi economica greca; nominata la piu spendacciona della zona
euro non riesce a risolvere i problemi in tempo per evitare una situazione di default; cio che ha
fatto infuriare la Commissione e il salto improvviso tra le previsioni diffuse dal governo di
centrosinistra nel 2009 e quelle del governo di centrodestra nel 2010; perdita di credibilita
rispetto agli investitori e rispetto alla UE e ai partner della zona euro; per salvare la Grecia nel
maggio 2010 prestito da 80 miliardi di euro in tre anni.
Austria -> 2008 vincono socialdemocratici ma la destra estreme e xenofoba ha raggiunto il 29%
dei voti; paese con alto Pil per capita, una tradizione protezionista e stato-interventista nei
mercati, propensione a investire nell’Est Europa.
Paesi Scandinavi -> Svezia governata dai socialdemocratici per tutto il dopoguerra, nota per il
suo esteso sistema di welfare, ma nei primi anni 90 entra in crisi economica e finanziaria, solo
nella seconda parte degli anni 90 e riuscita a riprendersi; problema emerso nella crisi e la
disoccupazione con il declino di SAAB e Volvo; dal 2006 governata dal centrodestra. Finlandia
prevale il settore dell’alta tecnologia; nelle elezioni del 2007 prevalgono centro e centrodestra;
gli investimenti nella ricerca scientifica superiori rispetto a quelli europei. Danimarca dal 2001
governata da coalizioni di centrodestra; da sempre persegue una politica di opt-out anche nel
campo dell’immigrazione. Norvegia centrosinistra fino al 2009; il possesso del petrolio nel Mar
del Nord e gas naturale non ha intaccato l’economia durante il periodo di crisi 2007-2009.
Anni 2000
Contesto interno:
Paesi Baltici: Estonia: la più veloce delle economie baltiche. Crescita
informatica. Lettonia: crollo economico. Questione della minoranza russa.
Lituania: più forte crollo dell’economia
Slovacchia: forte crescita sino al 2008. Rallentamento successivo.
Ungheria: la crisi del 2009 apre le porte a Fidesz: posizioni
euroscettiche.
Repubblica Ceca: euroscetticismo del presidente Klaus. Questione del
ritardo della ratifica di Lisbona.
Romania e Bulgaria: forte corruzione e ritardo nell’apertura
dell’economia di mercato. Paesi di gran lunga più poveri dell’Unione.
Cipro e Malta: divisione di Cipro. Referendum sulla riunificazione su
basi prioritarie tra Nord e Sud fallito per opposizione dei cittadini della
repubblica ufficiale.
Evoluzione 1/2: Anni 2000
Lisbon’s Strategy e agenda Europa 2020.
Al Consiglio Europeo di Lisbona del 2000: espansione società dell’informazione, ricerca e
innovazione; riforme economiche e miglioramento del mercato interno; integrazione dei
mercati finanziari; coordinamento politiche macroeconomiche; istruzione e formazione;
politica attiva dell’occupazione; modernizzazione della protezione sociale e della
promozione dell’inclusione sociale.
Introduzione dell’Euro (1998, 2002): costi: perdita di flessibilità; vantaggi:
eliminazione costi di cambio, riduzione incertezza del commercio, risposta europea
unica in momenti di crisi. Questione degli Opt-Out e dei paesi candidati.
A differenza della Costituzione Europea che aveva come obiettivo quello di unificare in un unico
trattato quello sullʼUnione Europea e quello sulla Comunità Europea, il Trattato di Lisbona
conserva la separazione in due distinti Trattati ma interviene per modificarli.
Il Trattato sulla Comunità Europea viene ridenominato “Trattato sul funzionamento dellʼUnione
Europea” (TFUE), in conformità all ʼ unificazione della Comunità
Europea e dellʼUnione Europea nella sola Unione europea (TUE). Va notato che la suddivisione
in due Trattati ha prodotto un quadro normativo spesso confuso e disordinato, in quanto la
disciplina di talune materie è contenuta in parte nel TUE in parte nel TFUE. Al Trattato di
Lisbona sopravvive comunque quello della CEEA (Euratom) anche se con delle modifiche per
raccordarlo a quelle introdotte dal TUE e dal TFUE. Contenuti del Trattato:
• Abolizione della struttura in 3 pilastri;
• Il settore della PESC rimane soggetto a regole specifiche che ne sottolineano il carattere
prettamente intergovernativo. Struttura del Trattato:
Istituzione di un Presidente dell’Unione eletto per un mandato di 2 anni e mezzo dal Consiglio
Europeo;
• Istituzione di un Alto rappresentante dell’Unione per gli affari esteri e la politica di sicurezza,
avente l’incarico di Presidente del consiglio degli “Affari estri” e di Vicepresidente della
Commissione;
• Vengono aumentati i poteri del Parlamento europeo in materia di bilancio e di adozione degli
atti dellʼUnione, diventando, la codecisione, la procedura legislativa ordinaria (accrescimento
della legittimità democratica); • Viene garantito il valore giuridico della Carta di Nizza dei diritti
fondamentali;
• Definitivo abbandono di un’ottica meramente economica e mercantile dellʼUnione.
Current Eurozone
Anni 2000
Evoluzione 1/2:
Trattato di Nizza:
Cambiamento dei voti nel consiglio dei ministri. Prima paesi
grandi 10 voti, più piccoli 2. Dopo Nizza 29 voti paesi più grandi,
4 quello più piccolo (Malta).
Estensione del voto di maggioranza a più materie.
Cooperazioni rafforzate: con 8 paesi (rispetto a maggioranza di
prima).
Anni 2000
Evoluzione 1/2:
Allargamento a 27.
2004: 10 paesi; 2007; Bulgaria e Romania. Nel 2013: 28 membri,
con ingresso della Croazia.
Islanda e Turchia come paesi candidati. Islanda: accelerazione
post-crisi del 2009 e poi rallentamento; Turchia: forti difficoltà
per questione kurda, ma anche religione e attivismo turco in
medio oriente, forse ormai disinteresse turco.
2004: “East Enlargement” or “Big Enlargement”:
Ten Countries
2007: Romania and Bulgaria
Croatia’s Accession
Anni 2000
Evoluzione 1/2:
Trattato Costituzionale:
Nel 2001 invece di una Conferenza Intergovernativa apertura di
una Convenzione sul futuro dell’Europa (Giscard d’Estaing,
Giuliano Amato, ecc...). Giugno 2004: firma del Trattato
istituente una Costituzione per l’Europa.
Caratteristiche: Molto lungo, forti passaggi simbolici (ministri,
leggi, ecc...), rafforzamento di assetto federale.
Bocciato da referendum popolari di Francia e Paesi Bassi.
Congelamento dei meccanismi di ratifica e nel giugno 2007
decisione per nuovo trattato: non più Costituzione.
Trattato di Lisbona, firmato nel dicembre 2007, entrato in vigore
nel dicembre 2009.
Anni 2000
Trattato di Lisbona:
Modifiche di natura istituzionale (nessun riferimento forte
simbolico):
Trattato sull’Unione Europea (TUE), Trattato sul Funzionamento
dell’Unione Europea (TFUE)
Fine struttura a tre pilastri: Unione Europea unica istituzione con personalità
giuridica (prima solo la CE la aveva).
Introduzione possibilità di recesso dall’Unione (art. 50).
Rafforzamento ruolo dei Parlamenti Nazionali su alcune politiche.
Competenza esclusiva UE: unione dogale, concorrenza, politica monetaria,
risorse marine e biologiche, politica commerciale
Competenza Concorrente: agricoltura e pesca, ambiente, trasporti,
consumatori, energia, ricerca, cooperazione e aiuto umanitario.
Procedura legislativa ordinaria per direttive, regolamenti, decisioni.
Iniziativa Popolare con un milione di firme.
Cooperazioni rafforzate in tutti gli ambiti tranne dove c’è competenza
esclusiva della UE.
Anni 2000
Trattato di Lisbona:
Modifiche riguardanti gli organi dell’UE:
Parlamento europeo: 750 membri, potere in procedura ordinaria.
Consiglio europeo: sua istituzionalizzazione e creazione del presidente
del Consiglio.
Alto rappresentante per gli affari esteri e la politica di sicurezza:
responsabile per la politica estera dell’Unione. Primo vicepresidente della
Commissione.
Consiglio dei ministri: due criteri (oltre a maggioranza dei voti) 55% dei
paesi, 62% della popolazione.
Commissione: non cambia molto. Riduzione dei commissari... 27 + 1.
Banca centrale europea: diviene Istituzione dell’Unione. Ruolo del
gruppo informale «Eurogruppo».
Anni 2000
Trattato di Lisbona:
Modifiche su politiche specifiche:
Inserimento della lotta ai cambiamenti climatici, spazio europeo della ricerca,
aiuto umanitario e cooperazione. Introduzione di sport, turismo, protezione
civile, cooperazione amministrativa (con UE in ruolo di «sostegno»).
Bilancio:
Geografico: ormai oltre 500 milioni uniti insieme.
Ambito di autorità: formalizzazione competenze «esclusiva» dell’Unione,
estensione della competenza ad altre materie.
Livello di autorità: autonomia del sovranazionale sull’intergovernativo
(Commissione e Parlamento). Altri segnali in contraddizione: formalizzazione del
Consiglio Europeo, metodo di scelta dell’Alto Rappresentanza (e sua presenza in
Commissione). In realtà, nell’applicazione concreta crescita degli aspetti
intergovernativi.
Nota conclusiva: in effetti, tentativo di recupero da parte degli Stati rispetto
ai poteri dell’Unione. In ogni caso avanzamento nelle tre dimensioni evolutive:
geografico, ambito e livello di autorità.
Non dimenticarsi che per 60 anni nessun paese europeo ha preso le armi contro
altro paese europeo, come invece era sempre successo in passato.
Il trattato di Maastricht del 1992 e la nascita dellʼUnione europea
La struttura portante dellʼodierna Unione europea è rappresentata dal
Trattato di Maastricht del 7 febbraio del 1992 ed entrato in vigore il
1°novembre 1993. Esso riunisce tutte le tre originarie Comunità europee
(CECA, CEE E CEEA) e si fonda su tre pilastri: il primo, rappresentato dalle
Comunità europee, il secondo consiste nella politica estera e di sicurezza
comune (PESC), il terzo è relativo alla giustizia e affari interni (GAI). Con
lʼentrata in vigore del Trattato di Maastricht convivono ben 4 trattati: il TUE
contenente la disciplina della PESC e della GAI; il Trattato della Comunità
Economica Europea poi ridenominata Comunità Europea; il Trattato
dellʼEuratom; il Trattato CECA.
Nel primo pilastro operano pienamente le istituzioni, i procedimenti, il
sistema delle fonti e il carattere sopranazionale proprio della Comunità. Negli
altri due pilastri prevale invece il carattere intergovernativo, nel quale
operano soprattutto gli Stati membri, rappresentati dai rispettivi governi.
Sviluppo fondamentale, con tale Trattato, è il passaggio a una moneta unica
europea, lʼEuro.
Tale trattato inoltre mostra una spiccata sensibilità per i diritti della persona
istituendo una cittadinanza europea, consistente in uno status giuridico
spettante ad ogni cittadino di uno Stato membro dellʼUnione.
Altre due innovazioni del Trattato sono: una nuova procedura di adozione
degli atti comunitari denominata ”codecisione”, la quale comporta che lʼatto
sia adottato solo se sul suo testo si registra la comune volontà sia del
Parlamento europeo che del Consiglio; lʼaccettazione di un modello di
integrazione europea non necessariamente uniforme per tutti gli Stati
membri denominato a “integrazione differenziata” o flessibile (per esempio il
Regno Unito ha scelto di rimanere fuori dallʼ accordo sulla politica sociale).
Teorie dell’integrazione europea
Lezione 21
Nozioni preliminari 1/2
Di tipo prescrittivo e di tipo esplicativo.
a) Come l’Europa «dovrebbe» essere. Tipicamente
approcci federalista e funzionalista.
b) Come l’Europa «è»: transazionisti, neofunzionalisti,
intergovernalisti, istituzionalisti, ecc.
c) Il problema sta nel capire quale è la variabile
dipendente. Cioè cosa è l’integrazione.
Ok per trasferimento di autorità da parte di più stati
nazionali ad un ente sovranazionale, il quale eserciterà
poi su di loro quella autorità
1 NOZIONI DI BASE
schema teorico di natura prescrittiva > come dovrebbe essere organizzata l'Europa o
il sistema internazionale
schema teorico esplicativo > spiegare l'integrazione come essa e in termini di
meccanismi che la fanno progredire o retrocedere.
Nozioni preliminari 2/2
Problema dell’integrazione e della disintegrazione (URSS,
Jugoslavia, ecc.). La maggior parte degli studi si è concentrata sul
primo processo (in realtà si troverebbero lungo un continuum).
Di fatto si studia solo l’Integrazione Europea, quindi non si può
parlare di vere e proprie teorie.
a. «Grand Theory» vs b. «Governance Europea»
a. Perchè prende avvio il processo di integrazione?
b.Cosa è l’Unione e come funziona effettivamente l’Unione
Europea?
Tre caratteristiche della Governance: 1. nessuna gerarchia e
interdipendenza tra decisori e attori pubblici e privati 2. policy
making differenziato a seconda dei settori. 3. ruolo dei governi
ma negoziato e contrattato con quello di altri attori
Grand Theory: prima generazione 1/3
Nel secondo dopoguerra forte spinta ideale (già presente dopo la prima guerra mondiale –
idealismo wilsoniano – per impedire il sorgere di nuove guerre)
Federalismo:
L’obiettivo è la costruzione di un ente formato da diversi attori gerarchicamente
sottoposti. Di tipo ideologico e politico (movimento federalista) e di tipo tecnico
giuridico (studiosi).
Diverse varianti: da confederazioni a stati federali.
Ideologico: quello tipico di Altiero Spinelli. Un’assemblea eletta dai cittadini europeoi guiderà e
traccerà la formazione della federazione europea.
Pragmatico: quello di Jean Monnet, la federazione si forma passo dopo passo. Gradualmente
(molto simile al neo-funzionalismo) Personalistico: va creata una società europea tramite la
crescita di
contatti tra gli individui europei.
2 LA PRIMA GENERAZIONE DELLA “GRAND THEORY”(dopoguerra)
Formule per raggiungere una pace piu duratura a livello internazionale nel dopoguerra:
FEDERALISMO(prescrittivo)>struttura politica da creare > formula per coniugare unita e
diversita
Unita: governo centrale
Diversita: serie di entita territoriali piu o meno autonome Si basa su un accordo costituzionale che
conterra la distribuzione di competenze tra governo centrale e governi degli stati membri o delle
entita sottonazionali.
M.Burgess: 3 filoni di federalismo emersi nel dopoguerra:
1 Ideologico (= federalismo democratico radicale di A.Spinelli)
Un'assemblea eletta direttamente dagli europei fungera da guida per la mobilitazione dei cittadini
e la susseguente istaurazione di una federazione europea.
=> soluzione immediata e di natura politico-istituzionale
2 Pragmatico (= federalismo pragmatico di J.Monnet)
Un processo graduale,a partire dall'economia,portera eventualmente ad una Unione Europea.
=> soluzione graduale e di natura politico-economica.
3 Filosofico-Personalistico (=federalismo personalistico integrale o proudhoniano di
Aron,Mounier e Ropes)
Fondato sul primato della persona per la creazione di una vera e propria societa europea.
C.Friedrich: federalismo dinamico e funzionale => processo evolutivo di relazioni federali.
Grand Theory: prima generazione 2/3
Funzionalismo:
Il federalismo si concentra sulla struttura, il funzionalismo sulle funzioni.
David Mitrany: la priorità non sono gli Stati o l’Ente Sovranazionale, ma gli
individui e la società.
a. Il funzionalismo ricerca lo svolgimento della funzione, il
federalismo pensa ad una struttura prima di tutto
b. Il funzionalismo non è interessato al territorio, nel senso che le funzioni si
possono svolgere «aterritorialmente», il federalismo è interessato a capire
quali territori rientrino nella «mappa» del nuovo ente.
c. Il federalismo mira a ricreare un modello statale a livello internazionale, basato
su regioni. Gli stati si trasformano in regioni dell’ente sovranazionale.
I funzionalisti predicano la nascita di uno Stato fondamentalmente nuovo, basato
sull’importanza dei tecnici, piuttosto che sui politici. I governi dovrebbero
delegare la gestione dei problemi ad «agenzie di tecnici».
1 IL QUADRO ISTITUZIONALE
Il quadro istituzionale e simile a quello degli stati membri.
Il sistema funziona mediante procedure di formulazione delle decisioni collettive che le
istituzioni devono osservare interagendo fra loro e con gli attori del sistema.
Struttura:
Le istituzioni esecutive e di «guida» 1
-ISTITUZIONI DI GUIDA ED ESECUTIVE: sono dotate dei poteri necessari ad esercitare le
funzioni di decisione politica,produzione legislativa ed esecuzione amministrativa.
Consiglio Europeo
Definisce le linee generali dell’Unione, indica le soluzioni ai problemi più importanti
dell’Unione (poi trasformati in proposte di atti legislativi dalla Commissione), indice
i processi di allargamento e di riforma, nomina cariche come Pres.
Commissione, Alto Rappresentante PESC, Pres. BCE.
Dopo Lisbona ha progressivamente staccato la sua struttura amministrativa da
quella del Consiglio dei Ministri.
Nacque dai vertici informali tra anni 60 e 70.
Composto da capi di Stato e di Governo (casi Francia e Finlandia). Prende le decisioni
per Consenso. Ha un presidente eletto per 2 anni e mezzo.
Si riunisce due volte per semestre più casi eccezionali.
Consiglio Europeo>esplica la piu alta funzione di guida perche definisce le linee generali della
politica dell'Unione; tramite il consiglio europeo I governi scelgono coloro che ricoprono
cariche importanti dell'Unione. E' composto da:
• Presidente
• Capi di governo degli stati membri
• Presidente della Commissione
Dopo essersi incontrati numerose volte in vertici dal 1961 al 1974, I capi di governo dei paesi
membri decisero di dare alle loro riunioni la forma di Consiglio europeo che e stata riconosciuta
giuridicamente prima dell'Atto unico europeo e poi dall'art.4 del Trattato di Unione Europe di
Maastricht. Alla fine delle riunioni del Consiglio europeo e emesso un documento, che porta il
nome di Conclusioni della Presidenza, approvato per consenso dai partecipanti e presentato al
Parlamento europeo. In questo documento sono contenute le linee-guida delle politiche
dell'Unione che saranno tradotte in proposte legislative della Commissione oppure in azioni e
programmi gestiti dalla stessa Commissione o dal Consiglio per quanto attiene la politica estera
e di difesa e la politica della giustizia e degli affari interni.
Il Consiglio e composto da un rappresentante di ogni stato membro. Nella Composizione detta
Consiglio affari generali, riunisce normalmente I ministri degli Affari esteri e si occupa di
questioni di politica generale. In tutti gli altri casi, riunisce I ministri competenti nella materia in
discussione.
Struttura Amministrativa: si e sviluppata nel corso degli anni; originariamente il suo
ruolo non richiedeva una grossa organizzazione. Al vertice dell'amministrazione e il
segretario generale, anche se il ruolo primario e svolto dal Comitato dei
rappresentanti permanenti (COREPER) che e composto dagli alti funzionari che
rappresentano I governi e dirigono gli uffici degli esperti all'interno
dell'amministrazione; inoltre esistono altri comitati permanenti di funzioni statali
(Comitato speciale per l'agricoltura, Comitato per la politica commerciale, ecc...).
Formulazione delle strategie politiche: sono formalmente emesse dal Consiglio. La
formulazione delle linee-guida e delle strategie politiche inizia con la raccolta di
informazioni e la formulazione di una posizione della Commissione che ha gia
consultato il Consiglio; a questa fa seguito la
richiesta del Consiglio alla Commissione di approfondire la conoscenza degli aspetti
della politica comune e di avviare azioni di portata ridotta.
Commissione: Promuove, conduce e sorveglia l'esecuzione del progetto di
integrazione europea, agendo nell'interesse generale (con l'esclusione della politica
estera e della politica interna);per questo scopo e dotata del potere di iniziativa
legislativa e di poteri di esecuzione, gestione e controllo delle politiche comuni.
Composizione: un presidente e 27 membri(uno per ogni stato membro) che durano
in carica cinque anni. Ogni commissario e responsabile di un portafoglio che
comprende alcuni settori.
Presidente: la sua posizione e stata consolidata dai trattati di riforma che hanno
posto fine alla condizione di primo tra I pari e gli hanno conferito una posizione
formale di leadership. Per espletare le loro funzioni il presidente e I commissari si
avvalgono dell'amministrazione della Commissione, che e organizzata in direzioni
generali per le politiche comuni e le relazioni esterne, e in servizi generali e servizi
interni che si occupano di questioni
amministrative, organizzative, informazione e analisi.
Esecuzione e Gestione delle politiche comunitarie: emana la legislazione di
esecuzione degli atti legislativi, che poi viene affidata all'amministrazione degli stati
membri.
Justus Lipsius Building (till 2017)
Europa Building (since 2017)
Donald Tusk (2014-2019)
Charles Michel
(since 1° of December 2019)
Le istituzioni esecutive e di «guida» 2
-ISTITUZIONI E COMITATI DI RAPPRESENTANZA:sono dotate di poteri con I quali possono
difendere gli interessi dei soggetti da esse rappresentati esplicando funzioni legislative,di
comunicazione e di controllo politico.
• Difesa degli interessi dei cittadini anche di fronte alle altre istituzioni. Viene
esercitato attraverso:
-la nomina di un MEDIATORE,che riceve e decide sulle querele dei cittadini relative al
malfunzionamento delle istituzioni e degli altri organi comunitari (ecc.corte di
giustizia e corte dei conti)
-COMMISSIONE PER LE PETIZIONI, riceve ed esamina le querele dei cittadini che si
ritengono colpiti nei loro interessi da una delle materie di competenza comunitaria.
Elezioni europee>valore secondario(che si ripercuote sulla partecipazione degli
elettori che e complessivamente bassa):
➢ Nell'Unione: giocano fattori come la scarsa informazione degli elettori sulla posta
in gioco,la distanza percepita dai cittadini tra il quadro politico comunitario e I loro
interessi primari, la differenza tra la competizione elettorale europea e quella
nazionale per la mancanza di effetti della prima sull'esecutivo,anche se si eleggono
rappresentanti e non governanti.
➢ Negli stati membri: le elezioni sono tenute in conto dai partiti e dai mezzi di
comunicazione solo quando I risultati possono avere conseguenze sui rapporti tra I
partiti di maggioranza e I partiti di opposizione nei parlamenti nazionali;sono assunte
inoltre come occasione di sanzione dei partiti di governo.
I candidati eletti formano gruppi politici del Parlamento europeo. Questi raggruppamenti
hanno orgine nell'ideologia e nei programmi dei partiti e delle liste che hanno concorso alle
elezioni.
Vengono formati anche gruppi minori per approfittare degli incentivi contenuti nel
Regolamento parlamentare che incentiva la formazione di gruppi come condizione necessaria
al buon funzionamento dell'istituzione. I requisiti per la costituzione di un gruppo sono il
numero minimo di 25 membri e la provenienza di questi da almeno . degli stati membri. Il
Parlamento finanziera I gruppi dal bilancio per il loro funzionamento e valutera se il gruppo sia
costituito in conformita al Regolamento solo in caso di contestazioni.
Tutti questi poteri sono cresciuti nel tempo, soprattutto da quando I membri(che erano
delegati dai parlamenti statali fino al 1979)sono eletti dai cittadini.
Comitato Economico e Sociale:raccoglie 3 gruppi:
1. rappresentanti dei produttori
2. rappresentanti dei dipendenti e lavoratori
3. rappresentanti di attivita diverse (agricoltura, artigianato, piccola e media impresa, libere
professioni, consumatori)
E' composto da 344 membri che restano in carica 4 anni e possono essere rinnovati.
La loro funzione e di rappresentanza degli interessi della loro categoria.
Il comitato partecipa al processo di formazione di quelle politiche per le quali il Parlamento, il
Consiglio o la Commissione sono obbligati dai trattati a consultarlo. La consultazione del
Comitato, pero, non si traduce in inluenza concreta, sia per I tempi che per le priorita.
Comitato delle Regioni: rappresenta I governi degli enti territoriali substatali.
E' composto da 344 membri che rappresentano organi regionali e locali ma devono agire
nell'interesse generale. Gli stati federali (Austria,Belgio,Germania,Spagna) inviano soprattutto
rappresentati degli stati federati e delle comunita nazionali ed autonome. Quelli di stati
unitari invece inviano rappresentanti di comuni ed altre comunita locali.
Il Comitato e stato creato nel 1992 in considerazione del rilievo assunto dai livelli substatali di
governo in alcuni paesi membri e sotto la pressione di un movimento di opinione favorevole
all'affermazione di un'Europa delle regioni accanto all'Europa degli altri stati. Queste
aspettative, pero si sono ridimensionate negli anni successivi di fronte a foti resistenze
contrarie. Il Parlamento si e opposto, vedendo nel Comitato una diminuzione del suo ruolo di
rappresentanza politica territoriale oltre che un'evidente complicazione del quadro
istituzionale.
Berlaymont building
News for the 2014 European Elections:
The “Spitzenkandidaten”
Martin Schulz
Guy Verhofstadt
News for the 2014 European Elections:
The “Spitzenkandidaten”
Alexis Tsipras
Jean-Claude Juncker
Presidente 2014-2019
2019 EP
elections:
ancora gli
spitzenkan
didaten
New Appointed President
Since 1st of December 2019
-ISTITUZIONI DI CONTROLLO LEGALE E DI BILANCIO: hanno la funzione di tutelare I
soggetti del sistema mediante poteri di esame degli atti formali e delle attività delle altre
istituzioni e degli stati membri e mediante poteri di sanzione possono essere esercitati nel caso
di violazione dei principi e delle regole stabilite.
Corte di Giustizia: E' composta da 27 giudici e 8 avvocati generali che rimangono in carica sei
anni, scelti dai governi tra giuristi ed esperti.
Gli è riconosciuto un ruolo decisivo all'interno dell'Unione:
• è artefice della costituzionalizzazione dei trattati
• ha sempre difeso il primato e l'applicabilità diretta del diritto dell'Unione
• controlla che gli atti delle istituzioni dell'Unione europea e dei governi membri siano
conformi ai trattati
• si pronuncia in via giurisdizionale sulle controversie riguardanti l'interpretazione e la
validità delle disposizioni del diritto dell'Unione
• Inoltre I giudici nazionali posso chiedere alla Corte l'interpretazione corretta delle norme
comunitarrie da applicare nei casi posti di fronte a tribunali internazionali
Corte dei Conti: E' composta da 27 giudici che rimangono In carica per 6 anni.
Garantisce la buona gestione delle risorse finanziarie dell'Unione controllando la legalità e la
regolarità delle entrate e delle uscite di bilancio. I giudici controllano I documenti ufficiali e negli
uffici delle istituzioni e degli stati membri che gestiscono le entrate e le spese dei fondi
comunitari.
CONTINUA..
Banca Centrale Europea (BCE): ha il compito di governare la politica monetaria del 16 paesi
dell'area dell'euro che partecipano all'Unione Economico-Monetaria (UEM).
Organi:dirigono il Sistema europeo delle banche centrali (SEBC)composto dalla BCE e dalle
banche centrali nazionali:
• Consiglio direttivo>composto dai governatori delle banche centrali dei paesi dell'UEM
• Comitato esecutivo>composto dal presidente,dal vicepresidente e da altri 4 membri
nominati dai governi degli stessi paesi sentito il Parlamento europeo
Presidente: agisce come organo tecnico non vincolato dalle strategie di politica economica e
finanziaria dei governi nè dalle politiche economiche e settoriali dell'Unione. Il suo mandato è di
otto anni e può interrompersi solo per decisione della Corte di giustizia.
Banca Europea per gli investimenti (BEI): contribuisce mediante capitali raccolti nel mercato
finanziario sio allo sviluppo e alla coesione economica e sociale degli stati mebri finanziando
progetti interni,sia alla politica di cooperazione e aiuto allo sviluppo dell'Unione finanziando
progetti internazionali.
Agenzie(Agenzie comunitarie, agenzie per la politica estera e la sicurezza, agenzie per la
cooperazione di polizia e giudiziaria in materia penale, agenzie esecutive, agenzie di EURATOM):
sono create con atti di diritto secondario che attribuiscono loro poteri inferiori a quelli che
hanno le agenzie statali. Tutte le agenzie comunque hanno personalità giuridica, autonomia
gestionale e finanziaria e un proprio organico di personale. Sono dirette da un direttore o
presidente e da un consiglio di amministrazione o altro organo collegale. La Commissione è
l'istituzione dell'Unione che maggiormente interagisce con le agenzie per compiere le sue
funzioni di iniziativa ed esecuzione legislativa.
Strasbourg’s Site
Istituzioni e comitati di rappresentanza 3
Comitato Economico e Sociale:
344 membri che rappresentano a. Datori di lavoro b. Dipendenti e c.
Autonomi. Scarsi poteri. Sono scelti dai governi e nominati dal
Consiglio dei Ministri. Parere obbligatorio richiesto da Consiglio e/o
Commissione su temi come agricoltura, ambiente, coesione
economica e sociale, ricerca. I pareri possono essere anche volontari.
Comitato delle Regioni:
344 membri rappresentanti degli organi subnazionali degli SM, scelti
per 4 anni. I paesi federali inviano rappresentanti dell’ente federale, gli
stati unitari anche quelli degli enti locali (province e città/comuni).
Natura consultiva obbligatoria su politica regionale, ambiente,
istruzine, trasporti e rapporti transfrontalieri. Creato nel 1992 nel
massimo dell’Idea dell’ «Europa delle Regioni». Opposizione di SM e
Parlamento ad un rafforzamento del Comitato.
Istituzioni di controllo e di bilancio
Corte di Giustizia
E’ composta da 27 giudici nominati dai governi nazionali, che NON
rappresentano gli interessi dello stato di provenienza ma dell’Unione
in generale.
Tutela la corretta applicazione dell’ordinamento giuridico dell’Unione.
Vigila sullo scarto tra il contenuto dei trattati e la legislazione vigente
negli SM. Valuta anche le controversie tra le istituzioni UE. Ha
affermato il principio che i giudici nazionali devono sempre
interpretare le norme nazionali conformemente a quelle dell’Unione.
Corte dei Conti
27 giudici che valutano la regolarità (e l’efficacia economica) delle
entrate e delle uscite in bilancio dell’Unione. Controllano anche la
regolarità della gestione dei fondi comunitari utilizzati dagli SM.
Istituzioni e organi regolativi e operativi
La Banca centrale Europea
Governa la politica monetaria all’interno dell’Eurozona (stabilità dei
prezzi, custodia delle riserve ufficiali, amministrazione della massa
monetaria, funzionamento dei sistemi di pagamento). Agisce come
organo tecnico indipendente dai Governi (Pellegrini 2003). Il presidente è
eletto per 8 anni e non può essere dimesso (se non per ragioni
disciplinari/giuridiche). Il Consiglio Direttivo racchiude i rappresentanti
delle BC nazionali.
Banca Europea per gli Investimenti (BEI): reperisce sul mercato
finanziario privato le risorse per progetti comuni. Emissione di bond.
Agenzie regolative: Ufficio armonizzazione mercato interno, ufficio
brevetti, agenzia del farmaco, centro monitoraggio su droghe e
dipendenze.
Agenzie operative: Centro per lo sviluppo della formazione
professionale, Agenzia per la sicurezza e la salute sul lavoro. EUROPOL,
EUROJUST, Agenzia Europea di Difesa.
Capitolo 3. Istituzioni e Attori
Gli Attori
IL SISTEMA PARTITICO
I partiti politici hanno un ruolo importante nel sistema politico europeo.
A livello europeo, il problema è del coordinamento tra i diversi partiti, perché ci sono oltre 160 partiti
nazionali presenti nel perimetro europeo.
Questioni importanti della contrapposizione partitica: destra/sinistra, ma anche
europeismo/antieuropeismo.
Due attori politici fondamentali nell’Unione Europea:
1. Gruppi Parlamentari (EPGs) Dentro le istituzioni;
2. Partiti Politici Europei (EuPPs) Fuori dalle istituzioni.
Negli ultimi anni c’è stato anche un ruolo crescente anche per le fondazioni.
NB: l’inscrizione al partito europeo avviene tramite l’iscrizione al partito nazionale
Lo scopo generale dei gruppi e quello di ottenere l'inclusione delle proprie domande nelle
decisioni dell'Unione che li riguardano direttamente o indirettamente,per questo esercitano la loro
attivita soprattutto verso:
1. il Consiglio
2. la Commissione > e sempre stata l'istituzione maggiormente oggetto dell'intervento dei
gruppi di interesse nel processo deisionale europeo a causa delle sue competenze di
iniziativa e di esecuzione delle politiche comuni. D'altra parte la commissione ha interesse
ad avere rapporti intensi e continui con I gruppi organizzati perhce riceve informazioni
importanti e sostegno ai suoi progetti.
3. Parlamento > le attivita dei gruppi di pressione in tal senso hanno le forme consuete della
pressione esercitata sui parlamenti: includono cioe la diffusione di informazioni,il sostegno a
una specifica richiesta e anche la ricerca di patronage degli interessi di un gruppo da parte di
settori parlamentari o di interi gruppi.
I gruppi di interesse che entrano in rapporto con le istituzioni europee hanno forme organizzative
diverse(federazioni di associazioni federative nazionali) e difendono interessi di diversa natura,
con la differenza principale tra gruppi che difendono gli interessi economici privati e gruppi che
difendono anche gli interessi diffusi,gli interessi dei consumatori o gli interessi riguardanti
l'ambiente; a questa categoria si fanno appartenere anche le associazioni di volontariato.
Come tutti I gruppi d'interesse, I gruppi europei hanno I loro fattori di forza nel possesso di
risorse utili a penetrare nel processo decisionale,che sono soprattutto la disponibilita di
informazioni e la rappreentativita del settore nel quale un gruppo opera.
DEFINIZIONI
Processo politico: produce atti politici del sisstema da parte dei soggetti,la cui partecipazioni
assume la forma di azioni e reazioni destinate a produrre un risultato. L'analisi del processo
politico rivela aspetti fondamentali della vita di un sistema politico,come il rendimento delle
sue istituzioni di governo e l'attaccamento dei cittadini. Il processo politico normale e quello
che e messo in atto nella maggior parte delle politiche pubbliche.
Procedura decisionale: è l'insieme degli atti formali finalizzati alla formazione di insiemi
omogenei di decisioni. Le forme,l'ordine temporale degli atti di ogni partecipante,le istituzioni
e gli organi che hanno il potere di compiere le diverse parti di una procedura sono stabiliti
dalle norme dell'ordinamento giuridico del sistema, ma a volte possono valere la
consuetudine e la prassi. Le procedure decisionali sono la parte formale e istituzionalizzata del
processo politico; esse strutturano la partecipazione degli attori istituzionali. Possono essere
influenzate e modificate dagli attori politici. Partecipando al processo politico gli attori del
sistema esercitano pressioni che si traducono nel consolidamento delle procedure decisionali.
Il processo politico e un flusso continuo di azioni, reazioni e comunicazioni tra I soggetti del
sistema-vale dire tra istituzioni, cittadini e attori politico-sociali collettivi. Nell'Unione
europea, quando le domande dei cittadini riguardano materie che sono state assegnate alla sfera
politica dell'Unione, il processo politico europeo si sostituisce a quello statale. I due processi
invece si compongono e fondono quando le domande riguardano le materie definite concorrenti
dai trattati, ovvero le materie comuni alla sfera statale e alla sfera europea.
Cittadini: sebbene I cittadini siano I soggetti primari del sistema politico dell'Unione,
normalmente sono attori del processo politico comune attraverso quattro attori collettivi:
-partiti politici
-gruppi di interesse
-governi
-pubbliche amministrazioni nazionali
I singoli cittadini che difendono I propri interessi, o vogliono individualmente promuovere
interessi pubblici, possono entrare direttamente in contatto con I soggetti istituzionali e non
istituzionali; la partecipazione individuale piu importante al processo politico e quella elettorale,
sia nelle consultazioni europee che in quelle nazionali. In secondo luogo I cittadini partecipano al
processo politico europeo quando sostengono le azioni di gruppi di interesse ai quali sono
associati.
Gruppi d'interesse: sono gli attori collettivi non istituzionali maggiormente presenti nel processo
politico comunitario e I loro strumenti sono destinati ad influenzare chi prende le decisioni.
Quando un gruppo di interesse vuole porre un suo membro nelle istituzioni di governo deve farlo
attraverso I partiti, ovvere deve candidarlo in una lista partitica e sostenerne l'elezione.
Il sistema partitico
I partiti politici hanno un ruolo importante nel sistema politico
europeo.
Problema del coordinamento tra i diversi partiti (oltre 170 partiti
nazionali presenti nel PE).
Questioni importanti: destra/sinistra, ma anche
europeismo/antieuropeismo.
Due attori politici fondamentali nella UE: Gruppi Parlamentari
(EPGs), e Partiti Politici Europei (EuPPs).
(ruolo crescente anche per le fondazioni).
Europarty Scheme
europei Partito in publico offici dentro le istituzioni fuori dalle istituzioni partito nazionale
Qualitative: Ogni Gruppo politico deve dichiarare di avere dei set di principi
condivisi. Ognuno di essi deve mantenerli nel tempo.
Quantitative: il Gruppo deve avere almeno 25 parlamentari provenienti da 7 paesi
diversi Se questo manca, il Gruppo si scioglie.
Evolution of EP Composition
Evolution of EP Composition
Composizione 2019
European Political Parties
Criteria to be recognised and funded
Reg. (CE) n. 2004/2003: Political Parties at the European Level
a) 7 parliamentarians (MEPs, Nat. or Reg.) or 3% of votes from ¼ of member
countries (7 countries) ;
b) Respect of fundamental values of the European Union (respect for human
dignity, freedom, democracy, equality, rule of law, human rights, including
rights of persons belonging to minorities).
c) Having its seat in a Member state (ASBL in Belgium, from 2014 also European
Status)
d) Having partecipated or having declared the intention to participate European
elections.
Reg. (CE) 1524/2007:
a) prohibition for EP groups to campaign European Elections. Only PPELs can
campaign
Reg. (CE) No 1141/2014
a) European Political Parties (EuPPs)
b) Authority for European Political Parties and European Foundations (APPF)
(since 2017)
Functions of European Political Parties
Christan
Dems
Socialist
Liberal
EGP-EFA
GUE-NGL
ECR
ID
Year of recognition
Full name European Political Party (EuPP) Acronym Closest EPPG
(dissolution)
Party of European Socialists PES 1974 S&D
European People's Party EPP 1976 EPP
Alliance of Liberals and Democrats in Europe ALDE 1976 ALDE
European Green Party EGP 1984 G-EFA
European Free Alliance EFA 1994 G-EFA
European Democratic Party EDP 2004 ALDE
Party of the European Left EL 2004 GUE-NGL
Alliance for Europe of the Nations AEN 2004 (2009)
Europeans United for Democracy EUD 2006 (2017) GUE-NGL
Alliance of Independent Democrats in Europe AIDE 2006 (2008)
Alliance of Conservatives and Reformists in Europe ACRE 2010 ECR
European Christian Political Movement ECPM 2010 ECR
European Alliance for Freedom EAF 2011 (2017) ENF
Movement for a Europe of Liberties and Democracy MELD 2012 (2016)
Alliance of European National Movements AENM 2012 (2017) ENF
Alliance of Direct Democracy in Europe ADDE 2015 (2017) EFD2
Mouvement pour une Europe des Nations et des
MENL 2015 ENF
Libertés
Alliance for Peace and Freedom APF 2016 (2017) None
Coalition pour la Vie et la Famille CVF 2017 (2017) None
Pro-EU parties
Eurosceptic or anti-EU parties
EU Funds to European Political Parties
100%
90%
80%
70%
60%
50%
40%
30%
20%
10%
0%
2004 2005 2006 2007 2008 2009 2010 2011 2012 2013 2014 2015 2016
?
Capitolo 4. Processo decisionale
e formazione delle politiche
Lezione 25
Il quadro generale: processo decisionale
Procedura decisionale: è l’insieme degli atti formali (forme, ordine
temporali, istituzioni e organi) finalizzati alla formazione di insiemi omogenei
di decisioni.
Due tipi di procedura:
a. Procedura legislativa ordinaria (sempre uguale) e b. procedura legislativa
speciale (variabile)
Il processo politico dell’Unione Europea
Processo politico è quindi un flusso continuo di azioni, reazioni e
comunicazioni tra cittadini, istituzioni, attori politico-sociali collettivi
intermedi.
Nelle democrazie «normali» statali: il Governo esercita la direzione
politica del sistema, legifera interagendo con il Parlamento, ed esegue le
decisioni tramite la pubblica amministrazione. Governo e Parlamento
interagiscono con i cittadini tramite i partiti e i gruppi di interesse.
Nell’Unione Europea: Su alcune politiche la UE si sostituisce ai governi
nazionali, in altre c’è un potere concorrente e condiviso. I cittadini fanno
arrivare i propri bisogni tramite partiti, gruppi di interesse, governi e
amministrazioni burocratiche nazionali. «Governo», funzione esecutiva
divisa tra Commissione (per «low politics») e Consiglio Europeo (per «high
politics»).
Il processo politico dell’Unione Europea
Le procedure decisionali
In passato: procedure decisionali del metodo comunitario e del
metodo intergovernativo.
Quelle «comunitarie» prevedono procedure fortemente
formalizzate con grande importanza per la Commissione
(monopolio dell’iniziativa legislativa), voto del Parlamento e voto
a maggioranza qualificata per il Consiglio dei Ministri.
Quelle «intergovernative» invece riconoscono la priorità del
ruolo dei governi nazionali, quindi del Consiglio Europeo, nessun
potere di iniziativa per la Commissione, decisioni all’unanimità
nel Consiglio dei Ministri, ruolo consultivo per il Parlamento.
Questo era ben chiarito dalla divisione tra i tre pilastri post-
Maastricht: Comunità Europee, PESC e GAI.
Oggi distinzione tra procedura legislativa ordinaria e procedure
speciali.
Per molto tempo si sono classificate le procedure decisionali dell'Unione in due grandi insiemi:
-Procedure del Metodo Comunitario > procedure formalizzate, prevedevano il monopolio della
Commissione nell'iniziativa legislativa.
-Procedure del Metodo Intergovernativo > caratterizzato dall'assenza d'iniziativa della
Commissione
salvo che in alcuni settori Oggi distinguiamo tra procedura legislativa ordinaria e tutte quelle
procedure (incluse le procedure legislative speciali) che danno a singole istituzioni o all'insieme
dei governi statali maggiore liberta di decisione.
Procedura legislativa ordinaria 1/2
precedentemente «codecisione»
Iniziativa della Commissione (su sollecitazione di Consiglio o Parlamento).
Dopo consultazione delle le parti interessate, la «proposta» viene inviata a CdM, Parlamento e
eventuali altri organi (comitato delle regioni e comitato economico e sociale).
Consiglio dei Ministri
I funzionari del CdM (COREPER e altri) discutono la proposta della Commissione, eventualmente integrandola
o emendandola. E provano a giungere a una decisione condivisa da tutti i ministri. Raramente si vota. Quando
avviene «sistema della doppia maggioranza»:
•in caso di proposta di un atto presentato dalla Commissione: 55% degli Stati membri (al 2018, 15 Stati su
28) che rappresentino il 65% della popolazione europea;
•in tutti gli altri casi, 72% degli Stati membri (al 2018, 20 Stati su 28) che rappresentino il 65% della
popolazione europea
Si applicano ad alcune decisioni riguardanti gli aspetti particolari di politiche comuni oppure ai
casi particolari del bilancio e degli accordi commerciali internazionali. Le procedure speciali
affidano la decisione all'iniziativa del Consiglio che deve deliberare all'unanimità previa
consultazione del Parlamento. La preventiva consultazione del Parlamento e necessaria perché il
Consiglio adotti disposizioni relative ad esempio a misure di sicurezza sociale o protezione
sociale.
Procedura di formazione e approvazione del bilancio> attribuisce ruoli e poteri di diversa natura a
Commissione, Consiglio e Parlamento nel determinare l'uso delle “risorse proprie” dell'Unione
ma che sono in realtà introiti fiscali degli statiche consistono nelle imposte e nei prelievi agricoli
sulle importazioni di prodotti da paesi extracomunitari, nei diritti di dogana sulle importazioni da
paesi terzi, in una percentuale dell'imposta sul valore aggiunto e nella “quarta risorsa” (aliquota
sul prodotto nazionale lordo di ciascuno stato membro non superiore al 55%)
Fasi della procedura:
1) preparazione del bilancio da parte della Commissione che redige e invia al Consiglio e al
Parlamento nel quale si tiene conto della prospettiva finanziaria
2) adozione di una posizione del Consiglio
3) convocazione del Comitato di conciliazione per emendare il progetto
4) il Comitato, entro tre settimane, può rigettare il progetto inducendo la Commissione a
proporre un nuovo progetto oppure approvarlo, in questo caso il progetto ritorna in
Parlamento e in Consiglio.
Il Parlamento e il Consiglio detengono, quindi il potere di rigettare in toto il bilancio.
Procedura per la formazione di accordi internazionali > prevede che il Consiglio autorizzi il
negoziato e la sua conclusione cosi come impartisca direttive al negoziatore. L'autorizzazione
all'apertura del negoziato avviene a seguito di una raccomandazione della Commissione o
dell'Alto rappresentante nel caso di accordi di politica estera e di sicurezza. La conclusione
dell'accordo e decisa dal Consiglio previa consultazione del Parlamento.
Aspetti comuni delle procedure legislative
Le decisioni rischiano di essere non coerenti. E’ il problema della mancanza di un «esecutivo»
europeo e della variabilità della composizione del Consiglio Europeo. La presidenza a rotazione
del CdM prova a supplire dando stimoli ai ministri. Inoltre la Commissione prepara un
«programma annuale di lavoro».
Tipi di atti: regolamenti (direttamente applicabili), direttive (che obbligano gli SM a trasporre
quegli obiettivi nella propria legislazione nazionale), decisioni (che vincolano l’organo che l’ha
adottato). Infine, raccomandazioni e pareri come atti non vincolanti.
Principi e meccanismi, soprattutto per il mercato comune: armonizzazione (fissazione di regole
comuni); mutuo riconoscimento (ciò che è buono in un paese lo è anche negli altri);
regolazione (fissazione di standard richiesti per i prodotti); coordinamento (con fissazione di
regole guida minime: indicatori di sviluppo di una politica, circolazione di best practices,
scambio regolare di informazioni, sistema di monitoraggio).
Si possono definire quattro livelli scalari mediante i quali si raggiungono gli obiettivi del
coordinamento aperto:
-formulazione di obiettivi e indicatori di sviluppo di una politica
-messa in comune delle pratiche più efficaci
-scambio regolare di informazioni tra le amministrazioni statali sulla realizzazione del
coordinamento
-allestimento di un sistema di monitoraggio e comparazione dei risultati raggiunti da tutti gli
stati e di valutazione dei progressi compiuti da ogni stato.
Capitolo 5. Europeizzazione
Europeizzazione Il quadro generale: l’Europeizzazione
«top-down»: Imposizione di regole e standard dai livelli europei verso i livelli nazionali
E «Bottom-up»: trasferimento di quote di sovranità dagli organi nazionali a
quelli europei.
I processi di europeizzazione cambiano da paese a paese. Esistono tradizioni nazionali
diverse. Inoltre l’europeizzazione si inserisce, come processo di convergenza, all’interno
di altri processi indipendenti dal processo di integrazione (informatizzazione,
liberalizzazione, globalizzazione, ecc...).
L’Europeizzazione può influenzare numerosi aspetti della vita politica dei paesi
membri:
A esempio: pubbliche amministrazioni e competizione politica.
Europeizzazione e Pubblica Amministrazione 1/2
Il processo di europeizzazione spesso avviene in modo graduale.
Anche i diversi organi dell’Unione hanno stili diversi con i quali influenzano
i livelli nazionali. Ad esempio:
Consiglio dei Ministri, stile burocratico altamente gerarchico e centralizzato
(tipico della amministrazioni centrali degli Stati moderni);
Commissione, approccio ispirato alla concertazione e al dialogo con le parti
sociali (metodo comunitario, ma anche attenzione alle lobbies) con logiche aperte
e decentralizzate.
L’impatto dell’Europeizzazione dall’alto avviene in modo diverso anche a seconda
del tipo di decisioni assunte:
a. Imposizione
b. Fissazione di obiettivi
c. Scambio di esperienze.
Europeizzazione e Pubblica Amministrazione 2/2
a.Imposizione: In alcuni casi la normativa comunitaria prefigura una
precisa (e unica) figura che debba implementare a livello nazionale la politica
decisa a livello comunitario. In questi casi, ad esempio, le amministrazioni
nazionali devono creare una precisa (e nuova) istituzione o ufficio che si
occupi del tema. La burocrazia nazionale si limita a eseguire il compito,
creando la nuova struttura e assegnando ad essa le funzioni previste dalla
norma europea. Il livello di europeizzazione della complessiva macchina
burocratica è quindi basso.
b.Fissazione di obiettivi: Quando la UE non impone precisi cambiamenti
ma fissa «obiettivi» stimola un cambiamento più profonda nelle strutture
burocratiche. Le amministrazioni degli SM entrano in una sorta di
competizione alla ricerca della migliore pratica organizzativa e di attuazione.
Chi non si adegua rimane indietro. Livello di europeizzazione alto.
c.Scambio di esperienze: La UE può fissare degli obiettivi e impone gli
SM a interagire con le altre amministrazioni. Il fine è quello di costruire Reti
per far circolare le «best practices». Si assiste ad uno scambio di esperienze e
di informazioni. Metodo del «coordinamento». Europeizzazione molto Alta.
Europeizzazione della competizione politica 1/3
Relativo a «bottom-up».
A questo si aggiunge il processo di crescita del ruolo degli esecutivi
nazionali (rappresentati nel CdM e nel Consiglio Europeo) che porta
ad una complessiva «deparlamentarizzazione» delle democrazie
europee. Reazioni dei Parlamenti con nascita della commissioni
parlamentari per «gli affari europei» e, con Lisbona, l’introduzione
del coinvolgimento dei parlamenti nazionali su alcuni pocessi
decisionali della UE (ciclo del semestre europeo sulla governance
economica).
La percezione della perdita di «democrazia» è uno dei fattori per la
nascita di partiti anti-comunitari (euro-scettici, anti-ue, anti-
europei, euro-critici, ecc...). Sulla UE i partiti hanno atteggiamenti di
diverso grado. In ogni caso si è assistito alla crescita della
dimensione anti/pro UE accanto a destra/sinistra
Europeizzazione della competizione politica 2/3
Europeizzazione della competizione politica 3/3
I PROCESSI DI EUROPEIZZAZIONE: SPAZIO POLITICO E STATI MEMBRI
I processi di europeizzazione all’interno degli stati membri possono essere sia volontari di
adeguamento alle politiche comuni, sia spontanei di risposta a sollecitazioni provenienti da altri
paesi dell’UE; allo stesso tempo questi processi possono accompagnarsi a processi spontanei di
cambiamento interno, come ad esempio nel caso di un paese che attraversa una fase di crisi
oppure sta completando un processo di transazione di regime (caso Grecia, Spagna, Portogallo).
Inoltre questi processi possono essere collegati a processi in atto nel mondo contemporaneo e
a pressioni provenienti da processi culturali, economici o tecnologici di livello mondiale, rispetto
ai quali l’integrazione europea è solo una conseguenza. Infine i processi di europeizzazione non
presentano le stesse caratteristiche in tutti gli stati dell’UE.
Convergenza: quanto più i requisiti amministrativi europei sono lontani dalle pratiche nazionali,
tanto più le burocrazie nazionali devono fare uno sforzo di conformazione, ma tanto più
tendono ad eseguire la legislazione europea con gradualità per minimizzare i costi
dell’adattamento. Il cambiamento e la convergenza istituzionale sono invece maggiori quando la
legislazione europea non li impone ma si limita a stimolarli fissando soltanto quei livelli di
ottimizzazione dell’azione amministrativa che sono indispensabili per conseguire i risultati attesi
dalla promulgazione della normativa europea. In questi casi la legislazione comunitaria fissa
alcuni obiettivi (es. realizzazione del mercato unico); quello che comunemente avviene è che le
amministrazioni degli stati membri entrano fra loro in una sorta di competizione ed anche di
emulazione nella ricerca della migliore pratica organizzativa e procedurale.
Questa tesi, in realtà semplifica eccessivamente la realtà perché non tiene conto di due dati:
1. nonostante la competizione destra-sinistra gli elettori continuano ad essere sensibili verso i
temi di politica economica e si aspettano che i partiti si pronunzino su tali temi
2. il trasferimento di competenza è realizzato con negoziati e con la firma di trattati che sono
oggetto di ratifica di ogni stato; in questa fase i partiti prendono posizione in coerenza con i
programmi che sei hanno presentato agli elettori. Spesso, quindi, le scelte di politiche
economiche dell’UE sono oggetto della competizione politica negli stati membri.
Alcuni studiosi arrivano subito alla conclusioni che i sistemi partitici nazionali conservano
indisturbate le loro forme e le loro strutture di competizione e sono le arene della competizione
partitica reale in Europa, mentre il sistema partitico europeo ha rilievo solo in questioni politiche
correnti. A un esame più attento però, l’Europa non appare irrilevante nei cambiamenti in corso
nel formato e nella meccanica dei sistemi partitici nazionali. L’europeizzazione, per esempio,
penetra nei sistemi partitici nazionali attraverso il tema dell’approfondimento dell’integrazione
europea, che è rilevante perché alcuni partiti e fazioni di partiti ormai stabilmente contestano
l’apertura di nuove politiche comuni che vanno oltre il livello dell’unione doganale.
Si possono infine segnalare altri processi di natura più modesta ma non secondari: sono quelli
prodotti da regole istituzionali e di funzionamento dell’Unione e quelli prodotti dall’agenda dei
lavori dell’Unione.
.
RELAZIONI FRA ESECUTIVO E PARLAMENTO
I processi decisionali dell’UE favoriscono l’allargamento del ruolo e della discrezionalità
decisionale degli esecutivi a discapito del ruolo e della podestà legislativa dei parlamenti.
Alcuni sostengono che nelle democrazie europee i parlamenti non hanno in genere svolto un
ruolo primario nella formazione delle politiche pubbliche ma si sono limitati ad esercitare
un’influenza sull’attività di produzione politica degli esecutivi.
Altri ritengono che la ridefinizione e concentrazione di poteri di formazione delle politiche
pubbliche da parte dei parlamentari europei è un fenomeno recente che chiamiamo
deparlamentarizzazione dei sistemi politici.
I parlamenti dal canto loro, hanno perfezionato la funzione di controllo degli esecutivi
acquisendo capacità di sorveglianza maggiori di quelle che possedevano in passato. Dal
momento che tutti i governi hanno l’obbligo di sottomettere ai propri parlamenti le proposte
legislative della Commissione europea che sono di competenza parlamentare, tutti i parlamenti
ricevono ormai ogni documento comunitario o preparatorio di decisioni comunitarie, anche
quelli riguardanti la politica estera e gli affari interni e giustizia.
L’informazione sugli affari comunitari, è entrata, anche per questa strada, nel circuito della
politica interna Scaricato da e i partiti (anche quelli di opposizione) ne fanno uso nella
competizione politica e nella redazione dei propri programmi elettorali.
ELEZIONI EUROPEE: tanto i partiti, quanto gli elettori sono interessati agli effetti delle elezioni
europee sul quadro politico nazionale piuttosto che su quello europeo; nelle elezioni europee,
che non hanno un effetto formale sulla formazione dei governi statali, si manifesta la protesta
degli elettori verso i partiti per i quali essi normalmente votano. Attraverso il voto alle elezioni
europee i cittadini segnalano la loro insoddisfazione per le strategie da essi seguite. Questa
condizione provoca da una parte cambiamenti nella strategia dei partiti di governo e dall’altra il
rafforzamento della strategia competitiva dei partiti che hanno ricevuto il voto di protesta.
CONCLUSIONI
I processi di europeizzazione in quanto processi di convergenza implicano cambiamenti nelle
istituzioni nazionali. Per questa ragione, sono processi lenti e graduali: le istituzioni, infatti,
evolvono attraverso un lento apprendimento sperimentale, per tentativi ed errori.
L’adeguamento agli standard europei resta in parte subordinato alle tradizioni nazionali e ai
vincoli del contesto politico di ogni stato. Piuttosto che a una omogeneizzazione dei sistemi
nazionali, siamo di fronte a processi istituzionali e anche non istituzionali che intanto rendono i
sistemi nazionali permeabili a pratiche e standard dell’ambiente europeo
Capitolo 6. Mercato Unico,
Concorrenza e Moneta
1. Zona di libero scambio: abbattimento delle tariffe di importazione e esportazione tra i paesi
membri della zona di libero scambio. L’integrazione economica a tapp
2. Unione doganale: tariffa unica verso l’esterno e i paesi terzi.
3. Mercato interno delle merci (MIM): riduzione delle barriere non tariffarie, come barriere fisiche
(controlli alle frontiere), tecniche (tutele consumatori, lingue diverse, sicurezza sanitaria o ambientale,
ecc...) o fiscali (IVA o altre imposte).
4. Mercato comune: estensione della libera circolazione anche a servizi, capitali e lavoratori (diverso
per le persone).
5. Unione Monetaria: Sistema di cambi fissi o quasi fissi per ridurre l’incertezza che il cambio della
moneta genera negli scambi. Ultimo stadio: moneta unica.
6. Unione economica: Messa in comune della politiche macroeconomiche tramite politiche (tassi di
interesse, conti pubblici, inflazione, occupazione, fisco, consumi, bilancia dei pagamenti, crescita,
ecc...). Accelerato dopo il «Fiscal Compact».
Trasporti su strada: la rete è quella autostradale, mentre i servizi sono quelli di trasporto di
merci e passeggeri a livello nazionale o transnazionale. Il processo di liberalizzazione dei servizi
di trasporto di merci su strada a livello di trasporti transnazionali iniziò nel 1984 e fu completato
nel 1993.
Trasporti ferroviari: la rete è composta di binari, stazioni, meccanismi di gestione e controllo del
traffico e del sistema di elettrificazione. La rete necessita di costante manutenzione e di
investimenti per la sua modernizzazione.
Trasporti marittimi: la rete consiste di una serie di tratte marine che congiungono una serie di
porti. I servizi consistono di mezzi di trasporto marittimo che utilizzano le tratte e i porti. Il
trasporto può essere di merci e passeggeri. I trasporti marittimi hanno sempre avuto una forte
connotazione internazionale.
Trasporti aerei: la rete è costituita da una serie di tratte aeree che collegano vari aeroporti. I
servizi consistono di aerei che collegano i vari aeroporti. Il trasporto è di persone o di merci e
può avvenire su base nazionale o transnazionale.
Energia
Diversamente da quanto avviene per i trasporti, i passaggi per la
gestione dell’energia sono molteplici, gestibili da aziende diverse:
approvvigionamento (forte dipendenza della UE da fonti esterne),
generazione/produzione (trasformazione delle fonti in energia),
trasmissione (grandi reti dorsali), distribuzione (reti locali),
fornitura/vendita (energia a utenti «civili» e «non civili»). Spesso
c’erano aziende integrate fra tutti questi passaggi.
La UE è intervenuta per garantire la nascita di un mercato
concorrenziale con diversi interventi.
Approvvigionamento: UE, politica di sicurezza delle scorte
Trasmissione e Distribuzione: libertà di accesso alle reti ai possibili
concorrenti. Imposizione della separazione tra gli operatori (quanto meno
giuridicamente). Tentativo di impedire che l’ex monopolista desse accesso
privilegiato ad aziende collegate.
Energia
Approvvigionamento energetico da fonti rinnovabili come quella eolica, solare, idrica, rifiuti
o biomasse e non rinnovabili, come il petrolio, il carbone, il gas
Generazione – produzione di energia, ovvero trasformazione delle fonti in energia,
elettricità e gas
Trasmissione, ovvero trasporto dell’energia lungo le grandi reti dorsali ai centri di
distribuzione
Distribuzione, ovvero trasporto capillare dell’energia lungo le reti locali
Fornitura – vendita
Dal momento che le grandi reti di trasmissione e distribuzione sono uniche, la CE ha imposto
alle società che le gestivano in regime di monopolio l’obbligo di garantire l’accesso a possibili
concorrenti.
Ha imposto alle aziende verticalmente integrate l’unbunding delle funzioni, cioè la
separazione della produzione dalla trasmissione e dalla distribuzione.
Telecomunicazioni
Ha avuto il cambiamento più rilevante. Fino agli anni ‘80 monopolio
pubblico (es. Rai).
Cambiamento iniziato negli anni ‘70 per miglioramento della
tecnologia e possibilità di differenziare l’offerta.
I governi, inizialmente gelosi del monopolio pubblico, cambiarono idea,
a causa di a. Divario tecnologico con Giappone e Usa; b. imprese
private desiderose di espandersi, c. Pressioni della Commissione
Europea.
1984-1990: Liberalizzazione, distinguendo tra «gestore» e
«regolatore»: nascita delle Autorities nazionali.
1998-2003: espansione di alcuni mercati (internet, telefonia mobile,
ecc.) e, dal punto di vista normativo, passaggio dalla regolazione ex-
ante ai controlli ex-post.
2007-2009: a. Autorità europea per il mercato delle comunicazioni b.
Separazione tra operatore di rete e fornitore di servizi, c. «portabilità
del numero», d. Fine dell’influenza politica sulle comunicazioni.
Roaming internazionale europeo
Telecomunicazioni
Fino ai primi anni 80 i servizi di telecomunicazione erano gestiti in regime di monopolio da
imprese pubbliche controllate dallo stato o da un’impresa privata.
Il cambiamento è avvenuto a partire dagli anni 70 con l’applicazione della tecnologia digitale
alle telecomunicazioni, che ha ridotto i costi e ampliato la gamma dei servizi.
La governance del mercato unico Nella formazione delle politiche hanno svolto un ruolo
fondamentale le reti di attori che sostengono o osteggiano determinate politiche.
La Commissione, le associazioni europee degli industriali e i governi liberisti hanno cooperato
al completamento del mercato unico.
Nel caso del mercato unico il processo decisionale è quello comunitario, la procedura
decisionale è quella della co-decisione e le decisioni del Consiglio si prendono a maggioranza
qualificata.
Problema delle Concentrazioni economiche e degli aiuti di stati. Politica di Concorrenza
a. Sulle concentrazioni, dal 1989 controllo sui grandi agglomerati, dal 2002 controllo decentrato
tramite agenzie nazionali di anti- trust (controllo ex-post). Modello dei Paesi Bassi (richiesta
di intervento preventivo e automatico da parte della Commissione)
b. Sugli aiuti di Stato, posizione rafforzata dopo il 2000 (problema dei «campioni nazionali»).
Proibiti se a. Conferiscono vantaggio economico al beneficiario, b. Sono selettivi, c. Falsano la
concorrenza, d. Incidono sugli scambi tra gli stati membri. In alcuni casi (aiuti sociali, disastri
naturali, casi eccezionali come riunificazione della Germania) gli aiuti sono consentiti.
11/05/2018
L’agricoltura è un settore speciale dell’economia:La Politica Agricola Comune (PAC)
1. Prodotti agricoli come beni irrinunciabili
2. Agricoltura influenzata dall’andamento dei fenomeni naturali
3. Gruppi di interesse coesi e ben organizzati.
Differenze tra paesi fondatori: Francia e Paesi Bassi: esportatori; Germania, Belgio e
Lussemburgo: importatori; Italia: produttrice inefficiente. Accordo tra Francia e Germania:
mercato unico per prodotti industriali e agricoli.
Obiettivi della PAC:
1. Incrementare la produzione
2. Salvaguardare il reddito degli agricoltori
3. Stabilizzare i mercati
4. Garantire gli approvvigionamenti
5. Prezzi ragionevoli per i consumatori
Non tutti e 6 gli stati fondatori della CEE volevano creare un mercato comune dell’agricoltura.
L’agricoltura trovò un posto nel trattato grazie a Francia e Paesi Bassi.
Risultato: mercato comune, ma non concorrenziale.
I prodotti agricoli sono beni irrinunciabili l’agricoltura è sempre presente nell’agenda
politica di ogni governo
L’andamento dell’agricoltura è strettamente legato ai fenomeni naturali i mercati
agricolo sono soggetti a repentini cambiamenti e i governi sono costretti a interventi di
sostegno del settore
L’agricoltura è caratterizzata da gruppi di interesse ben organizzati e coesi, che esercitano
pressione sui governi l’agricoltura è sempre stata un settore protetto
1958: decollo della CEE
Le differenze tra i paesi fondatori: nella CEE i 6 maggiori produttori agricoli
erano Francia, Italia e Paesi Bassi e i minori erano Germania, Belgio e
Lussemburgo. Le aziende più piccole erano in Italia e quelle più grandi in
Francia. La Francia era autosufficiente ed efficiente così come i Paesi Bassi.
La Germania non era né autosufficiente né efficiente. L’Italia aveva un vasto
settore agricolo, come Francia e Paesi Bassi.
Francia e Paesi Bassi, i produttori più efficienti, spingevano per l’apertura
dei mercati per esportare i propri prodotti, ma la Francia non gradiva la
concorrenza del resto del mondo (era aperta verso l’interno, ma chiusa verso
l’esterno della CEE)
La Germania voleva continuare ad importare da paesi lontani a prezzi
ragionevoli
L’Italia temeva l’apertura dei mercati dal momento che aveva protetto
come la Germania la propria agricoltura
Francia e Germania si accordarono soddisfacendo le loro rispettive priorità:
l’istituzione di un mercato comune nel settore industriale (interesse primario
della Germania) e nel settore agricolo (interesse primario della Francia)
Negli anni 90 le pressioni per una riduzione della crescente spesa per la PAC aumentarono sul
versante interno ed esterno. La Commissione rispose nel 1997 proponendo un modello
europeo per l’agricoltura basato su 2 pilastri:
1. La regolazione dei mercati
2. Lo sviluppo rurale
L’agricoltura era caratterizzata non solo dalla dimensione coltivativa, ma anche da quelle di
conservazione dell’ambiente e del turismo
Ulteriore riduzione dei prezzi
Si estendevano i contributi diretti agli agricoltori e gli incentivi a diversificare la produzione
2003: era stata prevista una revisione dell’attuazione dell’Agenda 2000 che si trasformò nella
riforma Fischler. Priorità:
L’adattamento dell’agricoltura europea ai mercati e la sua maggiore competitività
La promozione della qualità dei prodotti
La tutela dell’ambiente, della sicurezza alimentare e della salute degli animali
Lo sviluppo rurale
21 giugno 2005: Fondo europeo agricolo di garanzia – dedicato ai pagamenti
diretti agli agricoltori e alle misure che regolano i mercati agricoli (FEAGA) e
Fondo europeo agricolo per lo sviluppo rurale – per i programmi di sviluppo
rurale degli stati membri (FEASR).
Dicembre 2006: la Commissione proponeva lo smantellamento delle varie
organizzazioni comuni dei mercati (OMC) e la conversione ad una singola
OMC al posto delle 21 esistenti per ciascuna tipologia di prodotti agricoli.
19 ottobre 2005: semplificazione e miglior regolazione per la politica agricola
comune
18 marzo 2009: PAC semplificata per l’Europa
Trattato di Lisbona: la politica della pesca viene incorporata nella PAC.
La PAC viene inserita nella lista delle competenze concorrenti dell’Unione e
degli stati membri. I poteri del Parlamento in ambito PAC vengono rafforzati
per quanto riguarda la legislazione sulla struttura fondamentale della politica
e sulla legislazione sull’organizzazione comune dei mercati.
Politica di Coesione: gli inizi
E’ finalizzata alla riduzione delle differenze economiche tra le varie
«unità territoriali» dell’Unione: Stati ma anche regioni.
Ragione: l’istituzione di un mercato unico può creare situazioni di
sviluppo ineguale fra territori dell’Unione.
Assenza di una politica di ceresione (1957-1972): solo l’Italia era
intenzionato a creare una politica di sostegno alle zone meno
sviluppate (Mezzogiorno).
Sviluppo politica di coesione (1972-1974). Ragioni:
1. Rapporto Werner che riteneva necessaria la coesione economica
interna per affrontare l’unione monetaria prevista per il 1980 (in base
al «serpente monetario).
2. Nel ‘73 ingresso di Irlanda e UK (con zone arretrate: Scozia e Galles).
3. Politica di coesione per arginare l’attivismo della Commissione contro
gli aiuti di Stato (concorrenza).
1974: Fondo Europeo di Sviluppo Regionale.
LA POLITICA DI COESIONE
Una politica di coesione è finalizzata alla riduzione delle differenze economiche e sociali tra varie
unità territoriali. Nel caso dell’UE la politica della coesione è mirata a ridurre le differenze tra le
regioni e le differenze tra stati. I sei paesi fondatori non avevano al loro interno zone
sottosviluppate, anche includendo il Mezzogiorno d’Italia i sei avevano economie abbastanza
omogenee.
Evoluzione della politica di coesione:
1957 – 1972: le politiche di sostegno alle aree sottosviluppate venivano attuate dai rispettivi
governi a livello nazionale.
1972 – 1974: fin dagli anni 60, la Commissione aveva insistito per una politica di armonizzazione
socioeconomica tra le varie zone della CE – 6. Le sue proposte non vennero accolte.
Secondo il rapporto Werner occorreva una coesione economica interna per
affrontare l’unione economica e monetaria pianificata per il 1980 La GB
doveva essere ripagata per il forte contributo che essa doveva versare con
l’entrata nella CEE; aveva problemi di sottosviluppo regionale La direzione
generale per la concorrenza della Commissione insisteva nell’applicare in
modo rigoroso le norme che limitavano gli aiuti di stato alle regioni In questo
contesto i 9 paesi della CEE giunsero ad un compromesso con la creazione di
un Fondo europeo di sviluppo regionale istituito nel 1975.
1988: la politica di coesione fu inserita nel trattato CEE
I fondi venivano raddoppiati e venivano definiti gli strumenti per la loro
gestione
La politica veniva strutturata per la prima volta attorno a obiettivi e principi
specifici 1989: 5 obiettivi
La ripresa economica delle regioni in ritardo di sviluppo
Il sostegno alle regioni in declino industriale
La lotta alla disoccupazione
L’inserimento dei giovani nel mondo del lavoro
Il miglioramento delle strutture agrarie e lo sviluppo delle zone rurali
Consiglio di Edimburgo 1992: appoggiati dal Parlamento e dalla
Commissione, Spagna, Portogallo, Grecia e Irlanda ottennero l’istituzione del
Fondo di Coesione I risultati della politica di coesione:
I risultati indicano che stati precedentemente poveri si avvicinano
gradualmente alla media UE.
Lisbona e la coesione:
Lisbona non apporta molte modifiche alla politica della coesione. Si aggiunge
la dimensione territoriale alla coesione economica e sociale, per cui il nuovo
nome della politica è coesione economica, sociale e territoriale.
La governance della politica di coesione Le decisioni fondamentali sono il
frutto di accordi tra gli stati membri. Gli accordi vengono raggiunti in
occasione dei negoziati sull’ammissione di nuovi membri e sulle prospettive
finanziarie.
Storia della Politica di Coesione
Anni ’80, dopo ingresso di Spagna, Portogallo e Grecia, piano del 1989 con i seguenti
obiettivi:
1. Per le regioni in ritardo di sviluppo
2. Per le regioni in deindustrializzazione
3. Per lotta alla disoccupazione
4. Per inserimento giovani nel lavoro
5. Per miglioramento delle strutture agrarie e rurali.
Principi (invariati) per gestione dei fondi:
1. Concentrazione su obiettivi e non a pioggia
2. Programmazione con verifica degli obiettivi
3. Addizionalità dei finanziamenti nazionali
4. Partenariato tra autorità europee, nazionali e locali.
1992: Fondo di coesione per Paesi con PIL inferiore al 90% della media. Attualmente
(post-allargamento): Fondo Europeo di Sviluppo Regionale (FESR), Fondo Sociale
Europeo (FSE), Gruppo Europeo di Cooperazione
Territoriale, Fondo di Coesione, Strumento di Assistenza Pre-Adesione (IPA).
Risultati e Governance della Politica di Coesione
Risultati: Stati precedentemente poveri si sono avvicinati alla
media dell’Unione. I «paesi della coesione» (soprattutto Irlanda)
sono cresciuti molto. Ma sono aumentate le differenze tra le
regioni interne a questi paesi. Allargando lo sguardo a tutte le
regioni dell’UE-28 le differenze erano macroscopiche (diff. Zone
della Romania e Londra di 16 volte).
Governance: Anche qui le decisioni fondamentali sono frutto
degli Stati. La Commissione propone riforme e fornisce
un’agenda per i negoziati.
Una dimensione tipica della Politica di Coesione è l’esistenza di
una «multi level governance», nella quale si intrecciano il livello
europeo, quello nazionale e quello subnazionale/regionale.
Natura frammentata della materia.
Le Politiche Sociali
Il trattato CECA conteneva elementi contro la concorrenza basata sul salario. 1957: libera circolazione dei
lavoratori. Creazione del Fondo Sociale Europeo (per lavoratori di aziende in difficoltà).
1960: nessun interesse a causa del boom economico.
1974, obiettivi: piena occupazione, miglioramento condizioni di vita e di lavoro, coinvolgimento delle
parti sociali.
Negli anni 80, il completamento del mercato unico preoccupa i lavoratori: le aziende possono spostarsi in
paesi con salari più bassi. Approvazione della Carta Comunitara dei diritti sociali fondamentali dei lavoratori
(senza UK).
Ugualmente a Maastricht, «protocollo sociale», ancora senza UK.
1997: Strategia Europea per l’Occupazione, con quattro dimensioni:
1. Occupabilità della forza lavoro
2. Imprenditorialità
3. Adattabilità
4. Pari opportunità.
Strategia di Lisbona (2000) e Europa2020: creazione dell’economia della conoscenza più competitiva al
mondo, di una società inclusiva e di una economia verde.
Lavoro:
Il fine di questa politica è garantire che ogni cittadino possa liberamente cercare e mantenere
un lavoro e risiedere anche dopo la fine del periodo lavorativo in paesi membri dell’UE diversi
dal paese d’origine.
1968: attuazione di questo obiettivo insieme all’attuazione dell’unione doganale
1987: Atto unico europeo – eliminò ulteriori ostacoli alla libera circolazione dei lavoratori
Direttiva quadro 1989/391/CEE: identifica i principi da seguire per la salute e la sicurezza sul
posto di lavoro. Il coordinamento dei sistemi di sicurezza sociale dei vari paesi membri
consente alle persone che si trovano in un paese differente dal proprio di usufruire degli stessi
benefici di cui godono i cittadini di tale paese. A causa delle differenze tra le culture della
sicurezza sociale degli stati membri, la CE ha deciso di non armonizzare o ravvicinare i vari
sistemi nazionali, ma di: Stabilire alcuni principi generali cui essi si debbono attenere
Coordinare i vari sistemi Per sistemi di sicurezza sociale si intendono quelli che riguardano
malattia, maternità, incidenti sul lavoro, patologie professionali, invalidità, sussidi di
disoccupazione, benefici familiari, benefici pensionistici e prestazioni in caso di morte.
In tema di coordinamento dei sistemi di sicurezza sociale le decisioni del Consiglio richiedono
l’unanimità degli stati membri.
Occupazione:
La politica dell’occupazione ebbe il suo inizio concreto col Consiglio speciale
di Lussemburgo
sull’occupazione del 1997, in cui l’UE istituì una Strategia europea per
l’occupazione del 1997.
Quando fu istituito il trattato CEE si pensava che il raggiungimento del
mercato comune avrebbe portato con sé anche un aumento
dell’occupazione. Così non è stato e la disoccupazione è rimasta una piaga
aperta in buona parte dei paesi dell’UE.Pari opportunità, inclusione e
antidiscriminazione: Il trattato CEE affermava il principio di eguale
trattamento di uomini e donne. Tuttavia le grandi imprese europee, che
assumevano un gran numero di donne, non avevano alcun interesse
all’applicazione di questo principio. Le discriminazioni sopravvivevano anche
in aree come l’accesso al lavoro, la formazione professionale e le promozioni
sul lavoro, discriminazioni eliminate con la direttiva 1976/207/CEE.
2005: la Commissione ha preparato un documento – la Strategia quadro per
la non discriminazione e la parità di opportunità per tutti – con l’obiettivo di
garantire il rispetto delle norme CE tramite un programma di azione contro la
discriminazione denominato PROGRESS.
Educazione e formazione professionale:
La maggior parte delle attività dell’UE consiste in programmi di sostegno allo
sviluppo dell’educazione e della formazione finanziati dal Fondo sociale
europeo.
1975: la CEE istituì il Centro europeo per lo sviluppo della formazione
professionale (CEDEFOP)
Finanziamento e governance della politica sociale
Il Fondo Sociale Europeo (FSE) è un fondo strutturale europeo che ha il
compito di diminuire le disarmonie di ricchezza e le condizioni di vita. Ha come
obiettivo migliorare le capacità e le prospettiva di occupazione delle persone.
Fondo di adeguamento alla globalizzazione (EGF): per aiutare le
persone che hanno perso il lavoro come conseguenza di aziende delocalizzate.
Strumento europeo di microfinanziamento: per agevolare
l’accesso al credito.
La politica sociale è inserita tra le materie concorrenti. Da sempre c’è stata una
tendenza all’immobilismo. I governi sono legati alle troppe promesse fatte ai
cittadini. Spesso hanno utilizzato la scusa dell’Europa per far passare riforme
impopolari. La Corte di Giustizia ha avuto un ruolo importante, soprattuto per la
natura regolativa, piuttosto che distributiva e ridistributiva delle politiche sociali,
in quanto queste ultime non sono pagate dall’Unione, bensì dagli Stati membri.
1. LA POLITICA ESTERA
- la volontà di armonizzare le politiche estere dei paesi europei si manifesta per la prima volta negli anni
sessanta, quando il sistema mondiale mostrava segni di instabilità economica e politica (crollo del sistema di
Bretton Woods con la crisi petrolifera, guerra del Vietnam, distensione Est-Ovest ecc)
- Prima fase della formazione della politica estera comune: fase della Cooperazione politica europea (CPE)
ha inizio nel vertice dei capi di stato e di governo dell’Aia nel 1969. I sei paesi membri vogliono
promuovere la creazione di un soggetto politico unitario nel sistema mondiale (accanto a quello economico
già esistente), così viene creata una rete di comunicazione tra i servizi diplomatici nazionali;
nel 1973 i ministri degli Esteri pubblicano la Dichiarazione sull’identità europea nelle relazioni
internazionali che manifesta la volontà della Comunità europea di agire come soggetto
autonomo della politica internazionale
con Atto unico europeo (1986) si aggiunge anche la cooperazione sulla politica estera nel testo del
trattato, si riconosce la necessità di una politica di sicurezza comune e si istituì lo
strumento dell’azione congiunta.
- Fase attuale della formazione della politica estera europea: Fase della Politica estera e di sicurezza comune
(PESC) e della Politica europea di sicurezza e difesa (PESD)
Introdotte nel 1992, regolate dal Titolo V dell’Unione europea
Tre aspetti importanti degli obiettivi:
la sottolineatura dei caratteri identitari e della difesa dell’integrità territoriale e dei
confini
esteri; adesione al multilateralismo data dalla conformità alle attività delle Nazioni
Unite e
dell’Organizzazione per la sicurezza e la cooperazione in Europa (OSCE); rilevanza
assegnata alla sicurezza come promozione della stabilità interna
Strumenti formali di perseguimento di tali obiettivi:
definizione di orientamenti generali; decisioni che danno luogo ad azioni e posizioni
dell’Unione europea ; rafforzamento della cooperazione sistematica tra stati membri
nella politica estera
Il Consiglio è l’unità operativa della PESC che prepara le decisioni e nomina l’alto
rappresentante per gli affari esteri e la politica di sicurezza, il Consiglio europeo
invece definisce gli obiettivi e gli interessi strategici dell’Unione; il Comitato politico e
di sicurezza (CPS) partecipa sia al processo decisionale che a quello
esecutivo (natura intergovernativa delle procedure della PESC);
la Commissione e il Parlamento partecipano alla PESC in maniera collaterale: la
Commissione rappresenta Unione in sedi internazionali, sorveglia la coerenza delle
politiche esterne e ha capacità di proposta, il Parlamento può porre questioni e fare
raccomandazioni. Entrambi sono coinvolti nelle procedure di bilancio
PESC opera la convergenza delle politiche estere nazionali mediante accordi;
obbligo generale di tenersi informati reciprocamente sulle iniziative nazionali in
campo internazionale, ai membri permanenti del consiglio poi (Francia e Gran
Bretagna) è richiesto di difendere le posizioni e gli interessi dell’Unione
Contribuire con strumenti politici e diplomatici al rafforzamento della stabilità e al
contenimento della conflittualità in tutte le aree del mondo è un interesse condiviso
da tutti gli stati europei sia per garantire la sicurezza politica che per consolidare lo
sviluppo economico
La Politica di Difesa
Interdipendenza e Complementarietà tra UE e NATO. Di fronte al fallimento durante le crisi
jugoslave degli anni ‘90.
Unione Europea fa riferimento alla capacità della NATO («dichiarazione Berlino Plus»).
Agenzia Europea di Difesa: coordina aziende militari europee.
Decisioni prese dal Consiglio a unanimità.
Comitato Politico di Sicurezza (CPS): consulenza strategica Comitato Militare dell’Unione
Europea (CMUE): consulenza militare
Stato maggiore dell’Unione europea (SMUE): consulenza operativa, azione tramite i
battlegroups.
Gli ultimi cambiamenti nella sicurezza del sistema internazionale ha portato i governi europei a
sviluppare una politica comune anche nel settore militare
- Dopo caduta URSS, il sistema di sicurezza europeo ha preso forma di un sistema regionale di
partnership o cogestione. Due fasi della costruzione di questo sistema:
Anni sessanta, negoziati sul controllo e riduzione degli armamenti tra i due blocchi Anni
settanta-anni novanta con la firma del Trattato di Parigi nel 1990, creazione dell’Organizzazione
della sicurezza e della cooperazione in Europa (OSCE)
- progressiva denazionalizzazione delle politiche di difesa e sicurezza degli stati: la politica di
sicurezza degli stati diventa di competenza condivisa, non più soltanto nazionale
- (anche i conflitti di bassa intensità come la guerra jugoslava hanno in realtà grande potenzialità
destabilizzante per la sicurezza )
- Obiettivo della politica comune di difesa: costituzione di una capacità operativa, civile e
militare, da impiegare in operazioni di sicurezza internazionale e di gestione di crisi e delle
minacce di guerre locali
- La struttura di capacità militari e civili mette insieme le capacità degli stati membri
- Politica comune di difesa è interdipendente e complementare all’Unione europea e all’Alleanza
Atlantica
- Governi europei si impegnano a sviluppare progetti comuni nei settori del comando, trasporto
strategico e informazione
- Governance della politica comune di difesa:
Decisioni di intervento sono prese dal Consiglio all’unanimità su proposta dell’Alto
rappresentante o su iniziativa di un governo membro
Tre organismi dirigono l’organizzazione: il Comitato politico e di sicurezza (CPS) per la direzione
strategica delle operazioni di crisi, IL Comitato militare dell’Unione europea (CMUE) che fornisce
consulenza militare al CPS e dirige le azioni militari, e lo Stato maggiore dell’Unione europea
(SMUE) che fornisce conoscenze militari e tecniche, dirige operazioni e coordina la
partecipazione delle forze nazionali e multinazionali
1. La UE nel sistema mondiale e nell’economia
internazionale
L’Unione opera all’interno del WTO per difendere i suoi interessi:
liberalizzazione in alcuni casi e protezionismo in altri.
Convenzione di Lomè con paesi svantaggiati. Oggi rappresentato dal
programma ACP: con paesi africani, dei Caraibi e del Pacifico.
UE membro di FAO e sottoscrive accordi e convenzioni con ONU.
Finanzia il 50% del budget ONU.
Gli Stati che sono nel Consiglio di Sicurezza devono coordinarsi con
gli altri stati membri.
Multilateralismo al centro dello stile dell’UE: ruolo da leadership per
la UE nelle questioni ambientali.
Nei primi anni 2000 coesione di voto su 70% delle materie
all’interno di ONU. Specialmente su diritti umani e medio-oriente.
Differenze su temi come Sicurezza (Francia e UK da un lato, paesi
neutralisti e Paesi Bassi, dall’altro). Similitudini con Russia, America
Latina, Turchia, Australia, Canada, Giappone e Norvegia. Distanza da
Israele, terzo mondo, Cina. Crescente distanza da USA.
2. Le relazioni transatlantiche
1990: Dichiarazione Transatlantica e nel 1995 Nuova Agenda Transatlantica.
Nei due decenni post-WWII gli Usa hanno fortemente voluto e sostenuto l’integrazione
dell’Europa occidentale.
Insieme Usa e UE rappresentano 40% del commercio mondiale. Vertici annuali tra leader e
semestrali tra ministri degli esteri.
Distinzione forte nel 2003 sulla guerra in Iraq. In realtà spaccatura del fronte europeo con UK,
Portogallo, Spagna, Polonia a forte sostegno dei USA.
Differenza generale sul medio-oriente e specifica su Israele/Palestina: preferenza europea per
approccio multilaterale.
Gli USA considerano gli accordi regionali come soluzioni subordinate e meno importanti:
preferiscono accordi bilaterali con paesi singoli.
Differenze di atteggiamento tra Repubblicani e Democratici. Probabilmente in futuro aumento
della distinzione tra Europa e Usa dovuto alla fine del sistema bipolare bloccato.
Lezione 32
Gli Stati e lo Spazio Politico Europeo
Coinvolgimento formale degli Stati nell’implementazione delle politiche:
Partecipazione rigida o partecipazione flessibile da parte degli Stati: meri esecutori delle
decisioni assunte, oppure gli Stati hanno possibilità di interpretazione delle decisioni.
Concentrazione del potere decisionale:
Dal massimo del potere decisionale nelle istituzioni europee al massimo di concentrazione del
potere negli Stati.
Competenze sulle varie aree di policy:
Competenze affidate al solo livello comunitario (competenza esclusiva) oppure competenze
affidate anche al livello statale (competenze concorrenti)
Integrazione variabile:
Possibilità di non seguire alcune politiche (opt-out). Ad esempio: Schengen, Moneta
Unica
Integrazione flessibile:
Possibilità per un gruppo di Stati di rafforzare l’integrazione senza attendere gli altri
(cooperazioni rafforzate). Ex: PESCO.
2 DEMOCRATIZZAZIONE E PARLAMENTARIZZAZIONE.
Negli anni cinquanta I governi avevano formulato un quadro istituzionale comunitario che
rifletteva
I valori costituzionali degli stati membri. Quando il successo degli obiettivi economici comincio a
prendere forma vene in evidenza il problema delle procedure e degli equilibri istituzionali. I
governi percio proposero una revisione degli equilibri istituzionali con una riforma ad hoc del
quadro istituzionale e procedurale del livello comunitario.
A partire dagli anni sessanta furono fatte delle riforme:
-il compromesso di lussemburgo
-il rafforzamento del COREPER
-l'introduzione dei vertici dei capi di stato e di governo.
La prima democratizzazione dell'integrazione europea ha avuto la forma
della democrazia intergovernativa. Soddisfatta questa domanda di controllo
sul governo del sistema, questo e diventato abbastanza solido anche di
fronte alle turbolenze del sistema economico mondiale degli anni settanta e
ai suoi effetti sulle politiche interne degli stati membri. I valori costituzionali
europei imposero allora di dare voce sul bilancio comune al Parlamento e
nello stesso tempo di legittimare il Parlamento con l'elezione a suffragio
diretto. Queste riforme crearono le condizioni che hanno successivamente
prodotto la seconda domanda o ondata di democratizzazione che ha
riguardato il Parlamento introducendo forme di parlamentarizzazione del
sistema.
2. Ambito di autorità:
Numerose politiche comuni. Soprattutto di tipo regolativo. Ma
anche politiche redistributive/distributive (coesione, politiche
sociali e agricoltura). Competenze esclusive: mercato,
competitività, acciaio, carbone.
Aumento delle competenze condivise.
3. Livello di autorità:
Passaggio di molte materie dall’ambito intergovernativo a quello
comunitario (vedi Giustizia e Affari Interni). Crescita del ruolo del
Parlamento. Introduzione di elementi di democrazia «del
cittadino» (ex. Citizens initiative)
La questione democratica (1)
• Consenso Permissivo e sua crisi (Carrubba 2001)
9/16/10 17:49
La questione democratica (2)
Perché?
Motivi istituzionali
1. Il PE non è un Parlamento!
• E’ una delle due camere del sistema parlamentare (l’altra è il Consiglio
dei Ministri).
9/16/10 17:49
Il sistema politico dell'Unione europea ha raggiunto un alto grado di
istituzionalizzazione:e un insieme di pratiche formali ed informali di governo del quale
fanno costantemente uso I governi e gli altri soggetti politici e sociali dei paesi membri.
Prospettive: X
Partecipazione: l'istituzionalizzazione del sistema politico europeo e dimostrata
dall'inclusione degli stati europei nell'Unione che la riconoscono come sistema di valori
ed istituzioni piu appropriato sia per la formazione e conduzione di politiche
comuni,sia per dare continuita e rendimento agli stessi sistemi statali.
Politiche comuni: lo stato dell'istituzionalizzazione presenta caratteri differenti nelle
differenti aree politiche (politiche di regolazione del mercato e di stabilizzazione
macro-economica, politiche di redistribuzzione, ecc...). Il consolidamento del consenso
sulle competenze esclusive dell'Unione in questi ambiti di politiche e un indicatore
dell'istituzionalizzazione del sistema e del consolidamento della sua costituzione
materiale.
Gli internazionali politici sono nati nel milieu delle associazioni dei lavoratori e di
sinistra durante il 19 esimo secolo, nelle regioni industrializzate del mondo (l'Europa
occidentale e il Nord America). Le basi ideologiche si fondavano sulle teorie marxiste
e anarchiche (l’elemento principale è statola solidarietà internazionale tra i
lavoratori industriali). L'istituzione di queste organizzazioni transnazionali permise
agli esponenti socialisti e di sinistra di coordinare le loro attività con i partiti fratelli.
Con la WWII i partiti di sinistra subirono le conseguenze della rivoluzione russa,
dividendosi in due internazionali: i Labour and Socialist International (LSI) e il
Comintern (Comunist International), poi le divisioni all’interno della sinistra sono
proseguite (cioè delle sottofamiglie anarchiche e trotskiste)