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Se cʹè un dubbio, non cʹè dubbio .

Categoria: antifragile

Portafogli novembre 2022 FED pivot

SU 5 NOVEMBRE 20225 NOVEMBRE 2022 / DA TRENDMERCATI / IN ANTIFRAGILE, PORTAFOGLIO BENCHMARK, SENZA CATEGORIA, TRADING SYSTEM / LASCIA UN COMMENTO
Ancora una volta i mercati sperano nel rimbalzo, ed ancora una volta la FED raffredda gli animi con una politica di rialzi aggressiva sia nella manovra, più restri�iva del previsto, che nei toni, sempre molto hawkish. Uno dei mantra degli investitori è ‘don’t fight the FED’, non agire contro la politica monetria americana che ha risorse e tempi infiniti: risorse infinite da
applicare a volontà dato il dominio internazionale del dollaro, ma anche tempi di reazione infiniti, con lentezze operative che possono avere effe�i devastanti. Proprio la politica monetaria accomodante degli ultimi anni, diventata eccessiva per comba�ere la pandemia Covid, ha portato a rischi infla�ivi prima e inflazione effe�iva poi: e come la FED ha a�eso molto e
forse troppo per intervenire, così adesso prosegue la politica del rialzo dei tassi me�endo a rischio l’economia reale, sempre agendo in ritardo rispe�o ai segnali e mantendo la ro�a costante. E finchè il mercato americano non darà forti segni di rallentamento, proguirà la strategia di Powell: il 3,7% di unemployment rate, superiore al 3,5% a�eso ma inferiore al 4% che è
il limite ‘sostenibile’ per la banca centrale americana. E da aggiungere la considerazione che un dollaro forte, grazie agli alti tassi di interesse, è una strategia geopolitica che può soddisfare anche altri obie�ivi per gli USA, che avendo a disposizione internamente materie prime ma sopra�u�o energia, non subiscono come gli europei la doppia tenaglia di un aumento del
costo delle commodity e della valuta in cui pagarle. Finchè dura, naturalmente, il pivot arriva.

Tra i nostri benchmark, DMA7 chide le obbligazioni e punta sull’equity USA, sostenuto appunto dal dollaro e dal emrcato interno

A_CDM mantiene le obb,ligazioni a breve, come safe haven, e chiude l’oro per scegliere l’azionario USA: un -6% da inizio anno, in a�esa di tempi migliori

E la versione prudente di A_CDM, con una perdita ‘solo’ del 3% da inio anno, è adesso o�imista e va a pieno investimento, anzichè tenere una parte in liquidità come negli scorsi mesi

Marder1 è o�imista e investe il 35% in azionario USA, coperto, 20% in oro e 15% Nasdaq, chiudendo la posizione in obbligazioni USA: anche qui, -6% da inizio anno

Marder2 investe il 35% in azionario USA coperto, 15% oro, 15% Nasdaq e non investe in obbligazioni USA o Commodity; -2% da inizio anno, ma ora si espone proprio mentre le commodity non danno un segnale di ripresa dell’economia reale.

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i nostri indicatori di mercato sono però meno o�imisti dei portafogli benchmark, che rappresentano corre�amente il desiderio degli operatori di ca�urare un rimbalzo al più presto …. anche rischiando di essere troppo veloce e senza aspe�are che la FED arrivi al suo pivot !

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Portafogli maggio 2022: geopolitica + inflazione = volatilità^2 (Antifragile 2022)

SU 1 MAGGIO 2022 / DA TRENDMERCATI / IN AGGIORNAMENTI, ANTIFRAGILE, PORTAFOGLIO BENCHMARK, TRENDMERCATI / LASCIA UN COMMENTO
Tempi difficili e non solo per i mercati, ma anche per difficoltà personali: i portafogli benchmark sono rimasti aggiornati ma è mancato il tempo (e non il desiderio) di pubblicarli, ora riprendiamo con qualche piccola novità.

Come nel titolo, la volatilità ha preso il sopravvento sui mercati, alla prese con gli effe�i post-pandemici del tapering promesso e mantenuto dalla FED nonostante i timori per la ripresa economica, ed ora in balia delle incertezze sulla crisi politica Ucraina che rapidamente è diventata emergenza energetica. E non solo: da più parti si pensa alla fine del globalismo, già
provato dal COVID e ora messo alle stre�e dalla tenaglia russa e cinese sul libero scambio di merci e capitali. Vediamo i nostri portafogli benchmark nel 2022.

DMA7, sempre spinto sull’azionario, paga più di tu�i il momento sfavorevole, peggiorata dal fa�o che la scelta di ripiego, EU GOV BOND, è stata a sua volta molto penalizzata: e non ha scelta che confermarla per maggio

ACDM è più equilibrato e con più ETF tra cui scegliere si è difeso molto bene: conferma per maggio il 50% in bond EU a breve, e 25% a testa tra azionario USA non coperto e oro

1 di 5 27/01/2023, 15:31
antifragile – TrendMercati https://trendmercati.wordpress.com/category/antifragile/

ACDM pesato si mostra ancora più prudente, investito per maggio solo al 50% lasciando il resto in liquidità

MARDER_1, il portafoglio benchmark dual momentum con asset allocation equilibrata, perde in aprile ciò che aveva recuperato in marzo e resta investito solo in obbligazioni USA: e Marder diventa una piccola famiglia di algoritmi…

MARDER_2 canary ha una piccola valutazione di ‘opportunità’ risk-on risk-off per regolare l’esposizione: come vedete, era investito in gennaio ma da febbraio è praticamente tu�o in liquidità, a�endendo momenti migliori per tornare sul mercato

Molti mesi fa (anni, ormai) avevamo iniziato gli ‘Antifragile’ di cui Marder è uno spin-off: abbiamo elaborato l’idea iniziale. e nel grafico vedete i momenti risk-off dal 1994 per lo SP500 che potremmo definire la flagship dei mercati equity: in basso i ribbon colorati (verde=favorevole, rosso=sfavorevole giallo=a�enzione) sembrano abbastanza ben allocati per
definire le diverse fasi del mercato

qui sopra un esploso degli ultmi due anni, con le crisi del 2020 e del 2022 chiaramente colorate in rosso: meglio uscire dal mercato in queste fasi !!

E infeine MARDER_3 commodity che ha lo stesso algoritmo di marder_1 ma su cinque asset class, aggiungendo le commodity: anche lui ora punta solo su IBTM.MI obbligazionario GOV USA 7-10anni , e per ora si è difeso bene dalla volatilità, grazie appunto ai real asset aggiunti al portafoglio.

Ci rivediamo per giugno !!

Portafogli febbraio 2021: un pò di volatilità

SU 30 GENNAIO 2021 / DA TRENDMERCATI / IN AGGIORNAMENTI, ANTIFRAGILE, PORTAFOGLIO BENCHMARK, TRENDMERCATI / LASCIA UN COMMENTO
Le ultime giornate hanno portato un pò di volatilità sui mercati, con repentine discese dei corsi che si è voluto giustificare in molti modi: dalle incertezze politiche italiane, alle perturbazioni dei neotrader americani che hanno scoperto la loro forza d’urto e la loro velocità nel collegare e coordinare i loro movimenti. Sopra a tu�o restano i temi degli ultimi mesi: dai
timori del Covid, legati alla lentezza delle varie campagne vaccinali e alla comparsa di mutazioni forse anche più pericolose, alla ripresa orientale, so�olineata dai dati cinesi di un +3,2% del 2020, ai temi energetici e tecnologici. Oltre naturalmente agli assestamenti della politica USA con la nuova presidenza che si è installata senza i temuti a�riti, e che sta ora
risistemando la politica monetaria e fiscale degli USA.

DMA7 inizia bene ancora con gli Emergenti, e li conferma al 60% dell’investimento: aggiunge anche l’azionario USA al 40%, approfi�ando (ma l’algoritmo non lo sa) dei prezzi rido�i degli ultimi giorni.

A_CDM invece soffre per la diversificazione, che se da una parte protegge il portafoglio, dall’altra non perme�e di avere rendimenti elevati: anche qui, in febbraio si punta su azionario Emergenti e azionario USA.

A_CDM-r, la versione prudente che riduce l’esposizione se percepisce volatilità, si difende in febbraio riducendo il capitale investito, ovviamente sulle stesse asset class del portafoglio standard.

E infine il nuovo arrivato, Marder-1 , che riprende ad investire in obblgazioni e resta investito nelle asset class azionario e oro: chiude gennaio in piccola perdita, per il calo degli ultimi giorni che si è ripreso un interessante gain intramese.

Buona se�imana e a presto!

Portafogli gennaio 2021: ottimismo e cautele

SU 3 GENNAIO 202110 MARZO 2021 / DA TRENDMERCATI / IN ANTIFRAGILE, PORTAFOGLIO BENCHMARK, TRADING SYSTEM / LASCIA UN COMMENTO
Chiuso il 2020 che a buon diri�o si candida tra gli anni peggiori della nostra storia, si apre il 2021 con la speranza che il vaccino perme�a di contenere la diffusione del visrus e quindi di riprendere una vita più normale. Le borse, ancora so�o l’effe�o degli stimoli, sembrano ben impostate per una crescita anche nel 2021 con la coda delle azioni delle Banche Centrali e le
nuove iniziative già impostate, tra cui il Recovery Fund. Proprio da qui però dobbiamo iniziare a porre delle cautele: non è de�o che l’Italia riesca ad agganciarsi alla ripresa, e la crisi politica di questi giorni è legata anche a questa incertezza, oltre ad una valutazione sulla efficacia delle azioni passate che vedono purtroppo la nostra nazione in fondo alla classifica sia
sanitaria che economica. E anche la Brexit che sembra cominciare darà il suo contributo: tra l’altro BoJo ha un pò trascurato di elencare nel suo trionfale discorso di fine anno che molti accordi sono ancora da definire con la UE, tra cui quello importantissimo della circolazione dei capitali e dei servizi finanziari, vitale per Londra.

E tra pochi giorni si insedierà Biden, già in so�otono rispe�o alla precedente presidenza e impacciato dalla maggioranza repubblicana nelle due camere (salvo sorprese dalel prossime elezioni). Tra poco uscirà il nostro outlook 2021, a cui rimando gli approfondimenti, ma qui segnalo la buona performance asiatica: sono rimasto colpito ieri dai filmati di Seul che
festeggia il niovo anno con piazze gremite di persone, e di Parigi deserta: una icona che sintetizza una differenza che potrebbe anche aumentare.

Il portafoglio benchmark DMA7 con un balzo finale recupera tu�e le perdite grazie agli emergenti, e conferma l’allocazione anche per gennaio: ne parleremo nell’outlook, da qui si vede come i mercati stiano premiando le economie asiatiche che sembrano aver già lasciato alle spalle la pandemia. Interessante come il 40% resti in liquidità, come nel mese di dicembre.

Recupero anche di A_CDM ma la componemte prudentne degli ETF selezionati che ne ha rallentato la perdita ora rallenta il recupero, che quindi non arriva alla parità e conferma per gennaio la selezione precedente: obbligazioni a breve europee, HY, bond emergenti e azionario europeo

E la versione di A_CDM resta prudente e quindi meno performante: esposizioni sempre rido�e lasciando quasi metà in liquidità, un algoritmo prudente e quindi lento.

2 di 5 27/01/2023, 15:31
antifragile – TrendMercati https://trendmercati.wordpress.com/category/antifragile/

Altro discorso per Antifragile – Marder1, il portafoglio on-off che chiude in bellezza l’anno con un +12,5% e che per gennaio punta sull’azionario mentre riduce l’esposizione in obbligazioni e lascia in alterato l’oro.

I nostri auguri di buon anno !!

Antifragile 3: la forza delle scelte.

SU 16 GENNAIO 201916 GENNAIO 2019 / DA TRENDMERCATI / IN ANTIFRAGILE, INDICATORI, TRADING SYSTEM / LASCIA UN COMMENTO
Nei precedenti articoli della serie ‘Antifragile’ abbiamo ipotizzato un inserimento di una quota fissa del 20% d’oro nella asset allocation, con investimenti del 50-30-20 rispe�ivamente nel mercato azionario, obbligazionario e oro con ribilanciamento mensile. Una strategia tanto rigida quanto appunto per questo semplice, ma che dimostra la sua rigidità nella incapacità
di ada�arsi ai movimenti di mercato: sia che si tra�i di momenti toro o orso, resta sempre uguale l’esposizione del portafoglio, e si lasciano operare soltanto le diverse correlazioni tra le tre asset class scelte. Insomma si sacrifica alla semplicità una parte di possibile performance che si potrebbe o�enere con una analisi delle situazioni del mercato.

E nel secondo articolo abbiamo ge�ato le basi di una strategia semplicissima per ada�are gli investimenti alle circostanze del mercato: occorre definire in modo univoco cosa sia un momento di crisi, e di converso definire quando la crisi finisce. Se la nostra definizione fosse chiara ed efficace, avremmo un indicatore risk-on/ risk-off a cui affidare una scelta di
investimento che perme�e di ada�arsi alle circostanze del mercato: la flessibilità che manca alla 50-30-20. Fondamentale, per una strategia algoritmica, è proprio la scelta di una definizione precisa della fase mercato ci si trova: possibilmente, una definizione algebrica.

Ovviamente esistono moltissime possibilità, dalle più semplici (come la media mobile a 200 periodi, la MM200) a quelle più rigorose (ad esempio la discesa del PIL per due trimestri consecutivi). Nel Outlook di gennaio abbiamo ricordato il nostro indicatore Keplero (vedere h�ps://trendmercati.wordpress.com/2018/01/21/il-nostro-indicatore-intermarket/
(h�ps://trendmercati.wordpress.com/2018/01/21/il-nostro-indicatore-intermarket/ ) ), a cui presto aggiungeremo il dollaro per le considerazioni intermarket di cui abbiamo appunto de�o gli scorsi giorni: ma questo è un approccio ‘contingente’ e quindi più discrezionale, proprio quel ‘qualcosa in più’ che rende più efficace una strategia solo algoritmica ma che, al
tempo stesso, non la rende analizzabile nelle sue prestazioni storiche e quindi statistiche. Il nostro approccio è sempre quello di avere una base sistematica a cui sovrapporre le nostre analisi per fornire una extraprestazione e una significativa riduzione del rischio.

E se vogliamo scegliere alcune definizioni algebriche da utilizzare come segnali per uno switch risk-on/risk-off, possiamo tornare all’articolo ‘Antifragile 2′ per qualche esempio: la MM200, la discesa so�o il 5% (che simula una strategia sistematica di protezione, la PPUT h�p://www.cboe.com/products/strategy-benchmark-indexes/put-protection-index
(h�p://www.cboe.com/products/strategy-benchmark-indexes/put-protection-index) ), la discesa so�o i massimi dei 22 giorni precedenti …. c’è una ampia scelta, che perme�e di trovare la combinazione che più si ada�a alle cara�eristiche individuali dell’investitore in termini di propensione al rischio e di aspe�ative sul mercato. E’ persino possibile usare metodi
ada�ivi che cambiano il trigger in relazione alle condizioni di mercato (ad esempio, con mercati a bassa volatilità o se l’investitore ritiene che non ci siano rischi improvvisi nel breve periodo, si può scegliere la MM200 e al contrario privilegiare un approccio più rea�ivo come quello del MAX(22) discesa so�o i massimi se la volatilità fosse alta o le aspe�ative più
pessimistiche) .

Il nostro test me�e a confronto adesso le strategie 60-40 e la 50-30-20 con una strategia dinamica ada�iva, che chiameremo ’50-30-D’: di base, l’algoritmo investe con le proporzioni 50-30-20 già viste, così da tenere sempre presente una ‘protezione’ grazie al 20% in oro che si mantiene nel portafoglio. La differenza è che, dopo il segnale un risk-off, si azzera la quota in
azioni SP500 e si investe solo in oro e obbligazioni: e sopra�u�o, al segnale di risk-on, si ritorna subito alle proporzioni di 50-30-20, per sfru�are nuovamente il periodo positivo dei mercati. Un sistema ancora molto semplice, a ribilanciamento mensile, con solo un segnale in più per definire la fase di mercato. Vediamo i risultati, come prima calcolati senza imposte o
commissioni e con reinvestimento degli utili,

Una linea dei profi�i molto più regolare, che segnala subito le prestazioni costanti di un modello che può essere utilizzato senza che l’investitore abbia eccessiva emotività nel gestire fasi volatili ed oscillanti;

e infa�i la curva delle perdite, il DrawDown DD, è quasi sempre so�o il 10%, e le perdite superiori sono state rapidamente recuperate;

la tabella, che parte anche qui dal 1994 come per i precedenti articoli ‘Antifragile’, mostra che quasi tu�i gli anni sono stati in guadagno: ed anche nello scorso 2018 la performance è positiva, grazie al risultato di dicembre dove l’algoritmo aveva segnalato il risk-off e quindi evitato lo SP500 per investire in oro.

Qui vediamo il confronto dire�o tra le tre strategie, in forma analitica:

i profi�i sono inferiori alle altre strategie, ma tu�i gli altri parametri sono migliorati ne�amente: la massima perdita è dimezzata rispe�o al sistema-benchmark, il fa�ore di recupero dalla perdita è migliorato quasi del doppio, la volatilità dei risultati è dimezzata. Tu�e cara�eristiche di un sistema che può essere effe�ivamente utilizzato senza esporre ad eccessivi rischi
il portafoglio, e verificato con un test statistico dal 1994 ad oggi (anche se, ricordiamo, le passate performance non sono garanzia delle prestazioni future).

E per il 2019? il sistema non si fida della ripresa delle ultime se�imane e investe solo in obbligazioni ed oro: ed alla luce dei recenti avvenimenti (Brexit, shutdown in USA, …) è una prudenza del tu�o giustificata.

Alla fine, a chiave del profi�o, come sempre, è nella gestione del rischio. A presto !

Antifragile 2; test di fine 2018

SU 10 GENNAIO 201919 DICEMBRE 2019 / DA TRENDMERCATI / IN AGGIORNAMENTI, ANTIFRAGILE / 4 COMMENTI


Per coincidenza (per chi crede alle coincidenze, ovviamente) abbiamo iniziato a valutare i sistemi di copertura del portafoglio già da qualche mese, presentando il conce�o dell’Antifragile e proponendone una applicazione con l’inserimento di ‘un pizzico d’oro’ fra gli investimenti. E il mercato a fine 2018 ha mostrato proprio le turbolenze di cui avevamo discusso nei
precedenti articoli, dandoci occasione di fare una rapida valutazione della efficacia del metodo: vediamo i risultati.

il nostro benchmark è la 60-40, un portafoglio al 60% investito in azioni USA (SP500) e 40% in obbligazioni USA (Tbond decennali): e vediamo subito come i mesi di febbraio, o�obre e dicembre abbiano inciso sul valore investito, con una chiusura 2018 in negativo del 5%: si veda in de�aglio la tabella.

quindi è andato meglio il 50-30-20, ( 50% SP500, 30% Tbond 10anni, 20% oro) come si vede subito dalla linea dei profi�i più regolare, anche se come abbiamo scri�o negli scorsi articoli la percentuale in oro è troppo bassa per far risplendere l’utile di portafoglio; chiude con un -4,2% limando le perdite di fine anno, dopo aver avuto la stessa performance positiva del
2017. Quindi, una ‘protezione senza costo’, anche se per ora una protezione modesta dato che modesto è stato il nostro investimento nel metallo giallo a difesa del patrimonio.

Entrambi i metodi migliorano in questi primi giorni del 2019, grazie ad un rimbalzo ‘mean reversion’ che deve ancora consolidarsi, in a�esa che trade wars e brexit si risolvano in un modo o nell’altro. Proprio sulle logiche ‘mean reversion (di cui avevamo scri�o molti mesi fa qui nel blog, in un analogo momento di incertezze di mercato) sarà possibile fare delle scelte
di investimento di brevissimo, più ada�e a limitare i rischi in questa fase di tensioni geopolitiche.

E ora iniziamo a migliorare il nostro approccio: fino a qui, il modello utilizzato è stato semplicissimo, investimenti in percentuale fissa su tre asset class con ribilanciamento mensile. Nel prossimo articolo svilupperemo in modo dinamico le idee di protezione e di gestione del rischio nelle fasi ‘risk off’ in cui per altro Keplero mostra che ci troviamo. A presto!

3 di 5 27/01/2023, 15:31
antifragile – TrendMercati https://trendmercati.wordpress.com/category/antifragile/

Un pizzico d’oro – Antifragile 1

SU 18 NOVEMBRE 201821 NOVEMBRE 2018 / DA TRENDMERCATI / IN ANTIFRAGILE, TRADING SYSTEM, TRENDMERCATI / LASCIA UN COMMENTO

Dopo anni di crescita dei mercati, gli operatori iniziano a nutrire qualche preoccupazione sulla tenuta di alcune quotazioni, specie americane, i cui fondamentali sono ormai lontani dalla realtà: basti vedere i P/E dello SP500 per comprendere come i prezzi scontino un o�imismo davvero eccessivo. E tra le motivazioni a supporto di questo rialzo quasi continuo, dal 2009
c’è stata solo la ba�uta d’arresto del 2015, è da ricercare anche nelle politiche monetarie accomodanti, specie della FED con il ribasso dei tassi di riferimento e con l’immissione di liquidità tramite il QE. Ora però proprio la FED ha iniziato una politica di rientro e quindi di restrizione monetaria, contando sulla forza dell’economia interna USA che sembra avere
beneficiato delle manovre fiscali del presidente Trump e della sua ‘trade war’ a difesa della produzione interna. Prescindiamo qui dalle nostre valutazioni sulla situazione economica generale, le potete trovare negli articoli di approfondimento: questa analisi è dedicata alla costruzione di portafogli ‘resilienti’, capaci di affrontare una crisi senza comprome�ere il
capitale.

E sul tema della resilienza, ado�iamo il conce�o di ‘antifragile’ di Taleb, ben spiegato nel suo libro omonimo. Definiamo ‘antifragile’ non ciò che non si rompe, che in effe�i è neutrale alla crisi, ma ciò che beneficia e guadagna in caso di crisi: un asset che aumenta il suo valore se tu�i gli altri asset perdono di valore.

Il tema ovviamente non è nuovo, ed è stato risolto in passato con il conce�o della ‘correlazione negativa’ tra gli altri: ed anche noi, nei nostri convegni abbiamo analizzato ad esempio le strategie difensive, BXM , BXY e DXPP fra le altre. In altri termini, è antifragile la correlazione negativa e non la semplice de-correlazione o scorrelazione (rho=0). Quello che vogliamo
analizzare ora è come la presenza di elementi non semplicemente scorrelati, ma correlati inversamente, abbiano un effe�o positivo nella asset allocation di un portafoglio.

Il problema della applicazione pratica di questi conce�i è che le correlazioni sono elementi abbastanza volatili, e dipendono fortemente dal periodo in cui la correlazione stessa viene calcolata: vediamo qui so�o un esempio

il grafico mostra la correlazione tra lo SP500 e il TBOND20+Y, rappresentatati da due degli ETF più liquidi , due asset class tra le più tipiche: motivo della scelta di questi due elementi è la disponibilità di serie storiche ‘profonde’ e lunghe, tali da abbracciare più cicli economici. Lo SP500 rappresenta la borsa di riferimento per tu�i i mercati, il TBOND20+ è il titolo di
stato dell’economia principale del pianeta: due asset class molto solide e relativamente esenti dalle oscillazioni più convulse e volatili e ‘fragili’ delle altre economie. Osserviamo qui sopra la loro correlazione a breve, 22 giorni (un mese di borsa aperta) e 252 giorni, un anno di borsa aperta: è evidente che la correlazione oscilla fortemente tra un valore positivo ( i due
elementi si muovono in sincronia tra loro) e quella negativa ( se un elemento sale, l’altro scende, e viceversa). Sopra�u�o si nota perfe�amente come la correlazione di breve sia molto più instabile di quella di lungo periodo, con oscillazioni molto più frequenti e comunque comprese tra +1 e -1, tra una andamento sincrono e uno inverso tra i due elementi . Sembra
quindi un elemento troppo volatile ed instabile per essere effe�ivamente utile…. eppure, la correlazione è fondamentale nella nostra analisi, e vedremo più oltre come si può utilizzare con profi�o.

Useremo adesso SPY e TLT come nostro benchmark, nel più classico dei sistemi, il 60-40 : 60% equity e 40% bond , EFT americani replicabili con i nostri IUSA.MI e TLT.MI : le opzioni di calcolo sono

◦ niente slippage, niente costi di transazione, niente imposte


◦ ribilanciamento mensile per riportare l’allocation al 60% 40%
◦ reinvestimento degli utili mensili

Una buona equity line, senza strappi, che perde sopra�u�o nella crisi del 2008

buoni i rendimenti mensili, solo due anni chiudono in negativo

buoni anche i parametri fondamentali, con un +8% (ricordiamo: senza commissioni nè slippage o imposte, e con reinvestimento) e aggiungiamo un 60% circa di operazioni positive.

e buona anche l’analisi Montecarlo, con la linea peggiore che descrive una perdita del 50% nel caso stocastico peggiore: acce�abile per un sistema che è semplicissimo, addiri�ura automatico.

Il problema però è che il sistema è verificato con i dati dal 2003, e per molti di questi anni il mercato è stato sostenuto dalla politica monetaria espansiva delle banche centrali, FED per prima; se guardiamo la linea dei DD (Draw Down) si vede subito quale sia il nocciolo della questione.

Un MDD (Massimo Draw Down) del 31% è un po’ eccessivo per molti investitori, anche se sostenuti da un rendimento medio annuo composto sopra l’8% . É un elemento che mostra il rischio di un sistema automatico, troppo automatico e troppo semplice, che si è rivelato ada�o ad una situazione
di mercato molto favorevole ai due asset che lo compongono: e che potrebbe far perdere ancora molto, in circostanze meno favorevoli come appunto un restringimento della politica monetaria.

Soluzioni ? Abbiamo già mostrato, in uno dei nostri convegni, come inserite un filtro on/off sia una soluzione semplice ed efficace: il problema è che così però si esce dal mercato, rifugiandosi nella liquidità, e se si evitano le perdite, si manca anche di approfi�are dei rimbalzi dopo la crisi con un rientro nell’investimento che riduce il guadagno complessivo.

Una alternativa è una soluzione Antifragile, l’inserimento di un asset scorrelato che compensi con i suoi guadagni la parte di perdita del rimanente del portafoglio. L’idea di utilizzare l’oro, suggerita del ricercatore Michael Batnick, corrisponde alla nostra richiesta: in teoria, il metallo giallo è inversamente correlato con i mercati finanziari, e quindi è il bene-rifugio per
eccellenza. Ma è davvero così? E se è inversa,mente correlato, accumula perdite quando i mercati finanziari salgono? La risposta non è semplice.

Qui sopra vediamo la correlazione oro-SP500 a 22 giorni: e si nota come anche questo grafico sia molto oscillante, confermando che la correlazione non è un elemento su cui fare assoluto affidamento.

Ma stiamo cercando la cosa giusta? In o�ica ‘antifragile’ non interessa che un asset abbia correlazione negativa sempre, anzi non è assolutamente utile: occorre solo che la correlazione sia negativa quando serve, cioè in un momento di crisi, mentre è persino favorevole che nei momenti di crescita dei mercati finanziari l’asset sia correlato positivamente, cioè benefici
della crescita e non perda di valore. Cambiamo allora il nostro grafico e rifacciamo l’analisi.

Qui si sovrappone lo SP500 alla correlazione a 22gg con l’oro. Per identificare i momenti di crisi, il grafico dello SP500 diventa rosso quando lo SP500 è al di so�o della sua media a 200 giorni, un metodo abbastanza diffuso per definire un mercato ‘orso’. La correlazione con l’oro viene rappresentata solo quando è negativa ed inferiore allo -0,5, in giallo nei momenti
normali del mercato e in blu quando lo SP500 è so�o la sua media a 200 giorni. É evidente che nei momenti di crisi (SP500 in rosso) la correlazione con l’oro è negativa (indicato dal blu) e negli altri periodi è possibile che sia l’oro che le azioni crescano insieme. L’oro diventa quindi una copertura quando serve, in automatico: e quindi è utile per fornire una protezione
al portafoglio.

A conferma delle nostre conclusioni, utilizziamo un altro criterio per definire i momenti di criticità del mercato azionario: ipotizziamo che il portafoglio possa essere coperto con una put so�oscri�a all’inizio di ogni trimestre, con uno strike del 5% so�o il valore dello SP500 ad inizio trimestre. Definiamo ‘momento critico del mercato’ quando lo SP500 scende so�o il
livello dello strike.

Nel grafico, gli strike trimestrali sono indicati in verde e le fasi di mercato in cui i prezzo è inferiore allo strike sono indicate con una banda grigia. Anche qui è facile verificare che anche queste occorrenze, che in effe�i spesso coincidono con le ‘fasi in rosso’ della ipotesi
precedente, mostrano una presenza della correlazione negativa tra lo SP500 e l’oro. Oro che quindi si candida ad essere il nostro ‘anrifragile’, la copertura sempre presente che agisce in automatico quando serve, senza la necessità di fare previsioni sull’andamento del mercato.

Utilizziamo adesso il nostro software per verificare il rendimento di un portafoglio derivato dal 60-40 visto in precedenza, ma che adesso contiene anche una quota in oro, con un ETF americano ma replicabile con il nostro PHAU.MI. Stesse regole di prima, ma la composizione ora è 50 SP500, 30 TBONB20y+ e 20 GOLD : vediamo se un pizzico d’oro aiuta a sopportare
meglio le fasi negative.

La linea dei profi�i è più regolare, e il profi�o massimo persino un poco migliore

4 di 5 27/01/2023, 15:31
antifragile – TrendMercati https://trendmercati.wordpress.com/category/antifragile/

la Montecarlo è in ne�o miglioramento, il valore finale del worst case è circa pari all’investimento iniziale, mentre prima mostrava un capitale circa dimezzato: il rischio di rovina sembra quindi gestito molto meglio.

e i valori statistici sono tu�i migliorati, con una dispersione (standard error) inferiore, un Recovery Factor ( Profi�o tot / max Draw Down) molto migliorato e un Ulcer Index (che misura la ‘volatilità negativa’ , una relazione tra la perdita massima e il tempo necessario a recuperare la perdita stessa) che migliora sensibilmente.

il MDD massima perdita è rido�a all’25% circa, acce�abile per un sistema con il 50% in azioni e con un profi�o medio composto che migliora leggermente all’8,3% circa dal 2003: anche qui si nota, graficamente, come i periodi di Draw Down siano più brevi, cioè come il sistema recupera più velocemente le perdite. Infa�i, la lunghezza del Massimo Draw Down, il
periodo di perdita, scende dai 729 giorni del sistema 60-40, a 395 del 5-30-20 , quindi quasi dimezzandosi . Il piccolo peso della quota in oro non perme�e di fare miracoli, sopra�u�o con una regola assolutamente statica di allocazione, che si può facilmente ada�are ad una gestione più dinamica.

Dal confronto grafico tra le due linee dei profi�i si vede come l’oro abbia un effe�o positivo sopra�u�o nel 2008 evitando la perdita dovuta al crollo dell’azionario: un Antifragile, sempre presente nel portafoglio, che crea una correlazione negativa che agisce quando è necessario, e fornisce una protezione dell’investimento.

E tu�o con solo un pizzico d’oro ….

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5 di 5 27/01/2023, 15:31

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