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Trump ha annunciato delle nuove tariffe pari al 25% sull'acciaio e al 10% sull'alluminio in quanto considerate
entrambi le produzioni di interesse nazionali e quindi da difendere dalla competizione internazionale.
Al momento dalle nuove tariffe verranno esclusi Canada e Messico ma se con queste verrà raggiunto un nuovo
accordo di libero scambio in sostituzione del Nafta.
Ora se andiamo un po ad approfondire i dati riguardanti i due settori si evidenzia che sull'acciaio molti paesi sono già
stati colpiti in maniera selettiva da tariffe speciali sul loro export e che solo il Canada ne era escluso, tra l'altro il
paese che maggiormente esporta verso gli Stati Uniti.
Escludendo poi questi due paesi e tutti i paesi potenzialmente amici da un eventuale aggravio delle tariffe è evidente
che le nuove tariffe andrebbero a colpire produzioni che sono già fortemente tassate ed una quota limitata delle
importazioni complessive andando quindi a beneficiare una parte modesta dell'eventuale nuova produzione
americana sostitutiva.
Sull'alluminio dove il peso dell'export cinese verso gli USA è più rilevante c'è da dire che il 96% dei prodotti importati
dalla Cina sono già colpiti da dazi doganali.
Quindi se la Cina è colpita solo moderatamente da questi nuovi dazi, mentre ricerche di settore mostrano che un
aumento indiscriminato delle tariffe (cosa che al momento è scongiurata) potrebbe portare ad un rallentamento
economico e dell'occupazione, a cosa portano le recenti mosse di Trump sui dazi?
A nostro avviso questa recente manovra dei dazi non avrà effetti dirompenti sull'economia mondiale a meno che
questa non scateni una corsa ai dazi, ma la recente reazione della Cina che vuole ridurre invece i dazi su altri
mercati e settori sembra invece mostrare in contrario.
Riteniamo che questa manovra serva di più a consolidare il sentiment USA che sta cercando finalmente un ritmo di
crescita pari a quello del periodo pre recessione e che fine ad ora ha fallito nel suo compito.
Concentrare gli investimenti a livello domestico e rinfocolare l'ottimismo degli operatori con manovre di facciata ma
molto chiaccherate può essere una buona strategia per perseguire questi obiettivi.
Nel frattempo colpisce la dove l'economia cinese non può rispondere con la stessa efficacia in quanto ancora molto
dipendente dall'export di prodotti dalla bassa marginazione e con una forte componente di occupati . La rapida
trasformazione dell'economia cinese che sta scalando la propria presenza nei mercati a maggiore valore
aggiunto potrebbe non bastare per evitare la trappola della liquidità connessa ad un economia che attraversa il
passaggio da economia emergente ad economia avanzata.
Nonostante le parole rassicuranti la sfida è stata lanciata e i paesi europei e l'Italia dovranno in fretta ad adattarsi a
questi nuovi scenari globali per non ritrovarsi ad inseguire i sogni del passato senza i propulsori per la crescita
del futuro.