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Forex Online
Capitolo 1 – Forex: il mercato finanziario più grande al mondo
1.1 – Come entrare nel Forex
1.2 – I principali meccanismi che regolano il Forex
1.3 – Il principio di Pareto
1.4 – Cosa sono le valute
1.4.1 – I cross Major
1.4.2 – I cross Minor
1.4.3 – Le coppie di valute esotiche
1.4.4 – Le criptovalute
1.5 – Osservare lo spread e il pip per ottenere profitti
1.6 – Il trading nel Forex al giorno d’oggi
Capitolo 2 – Come guadagnare nel Forex
2.1 – L’implementazione di una strategia valida
2.1.1 – Il Money Management
2.1.2 – Il Risk Management
2.2 – L’analisi dei trend
2.2.1 – L’Analisi Tecnica
2.2.2. – L’Analisi Fondamentale
2.3 – Lo studio della volatilità e le aspettative di mercato
2.4 – La ricezione dei segnali
Capitolo 3 – I broker
3.1 – Cosa sono i broker
3.2 – Quale ruolo hanno i broker all’interno del Forex
3.3 – Come investire con i broker
3.3.1 – CFD
3.3.2 – Opzioni binarie
3.3.3 – Forex
3.3.4 – Social Trading
3.3 – Le piattaforme per fare trading
Analisi Fondamentale
Capitolo 1 – Cosa è l’Analisi Fondamentale
1.1 – Principali differenze tra Analisi Fondamentale e l’Analisi Tecnica
1.2 – A cosa serve l’Analisi Fondamentale
1.3 – La raccolta e l’analisi dei dati
1.3.1 – Dati macroeconomici
1.3.2 – Dati microeconomici
1.4 – Difficoltà operative dell’applicazione dell’Analisi Fondamentale
Capitolo 2 – Il bilancio di esercizio e l’Analisi Fondamentale
2.1 – Struttura del bilancio
2.1.1 – Stato Patrimoniale
2.1.2 – Conto Economico
2.1.3 – Nota Integrativa e Rendiconto Finanziario
2.2 – L’analisi degli indicatori del bilancio utili all’Analisi Fondamentale
2.2.1 - Earning Before Interest, Taxes, Depreciation and Amortisation
2.2.2 – Return On Equity
2.2.3 – Return On Investment
Capitolo 3 – L’Analisi Fondamentale nel mercato azionario e nel Forex
3.1 – Il mercato azionario: analisi settoriale e valutazione delle società
3.2 – Il valore intrinseco dei titoli azionari
3.2.1 – Il modello di attualizzazione dei dividendi
3.2.2 – Il metodo dei multipli di mercato
3.3 – Il settore immobiliare
3.4 – L’Analisi Fondamentale nel Forex
3.4.1 – La Politica Monetaria delle Banche Centrali
3.4.2 – L’economia
3.4.3 – L’andamento dei commodities oro e petrolio
Conclusioni
Trading Operativo sul Forex
Capitolo 1 – Cosa è il Forex Trading
1.1 – Come nasce il Forex
1.2 – I principali vantaggi
1.3 – I soggetti nel mercato Forex
1.4 – La gestione del capitale
1.5 – Gli indici del Forex Trading
1.6 – Gli orari in cui effettuare trading
1.6.1 – Forex in America
1.6.2 – Forex in Europa
1.6.3 – Forex in Asia
Capitolo 2 – Gli ordini nel Forex Trading
2.1 – Stop Loss
2.2 – Take Profit
2.3 – Ordini a mercato
2.4 – Ordini limite
Capitolo 3 – Analisi Fondamentale e Analisi Tecnica
3.1 – L’Analisi Fondamentale: gli indicatori macroeconomici
3.2 – I tre pilastri dell’Analisi Tecnica
3.3 – La Teoria di Dow
3.4 – Il Momentum e i ritracciamenti di Fibonacci
3.5 – Ipercomprato e ipervenduto
Capitolo 4 - Gli indicatori e gli oscillatori
4.1 – Le medie mobili
4.2 – Le bande di Bollinger
4.3 – Il Relative Strenght Index
4.4 – L’Adverage Directional Index
4.5 – L’oscillatore stocastico
Conclusioni
Forex Online
Nella realtà entrambe le visioni sono errate. Il Forex infatti è un sistema che
consente di ottenere guadagni nel medio-lungo periodo, ma solamente a
coloro che decidono di implementare correttamente una strategia, dedicando
al mercato sia soldi che tempo. Il trading è infatti un’attività complicata e
difficile, ma non casuale. Questo concetto è importantissimo in quanto
significa che ogni oscillazione potrebbe essere anticipata in maniera corretta
dagli investitori. Esistono comunque una serie di teorie e di strumenti in
grado di semplificare le loro mansioni. Ma anche questi strumenti richiedono
tempo e denaro per poter funzionare correttamente e lanciare i giusti segnali
al trader.
È ovvio che ciascun trader dovrà implementare una strategia sulla base degli
obiettivi che si prefigge. Tutte le persone hanno una propensione al rischio
differente e questa caratteristica si ripercuote anche nel mondo del trading.
Questa differenza deriva dal fatto che, mentre gli indici dipendono dalla
volontà delle singole aziende di guadagnare, le valute sono degli strumenti
che rappresentano l’economia, ed in particolare i dati di import ed export di
una singola Nazione, e proprio per questo motivo tendono più a fluttuare
all’interno del mercato. Questa è da considerare una caratteristica molto
favorevole per i trader, in quanto rende il Forex molto più prevedibile rispetto
a tutti gli altri mercati finanziari.
Il principio di Pareto è una delle leggi che regola l’intero universo. Si tratta di
una legge non fisica, in quanto non ha alcuna tesi certa che la identifica, ma
che allo stesso tempo appare comunque molto valida. È possibile parlare di
una sorta di rapporto aureo tra elementi contrastanti, in completa antitesi tra
loro. Uno dei due elementi, infatti, sarà numericamente o volumetricamente
più grande o più ampio rispetto all’altro, in un rapporto che si aggira intorno
all’80% contro il 20%.
Le valute Major o cross Major sono le coppie di valute più scambiate in tutto
il mondo, considerando la generalità dei mercati finanziari. Esse sono
principalmente quattro e vedono come protagonista assoluto il Dollaro
statunitense, che appunto rientra in tutte le coppie Major.
Vi sono una serie di rapporti valutari che invece non si legano al Dollaro
statunitense, e che vengono considerati di importanza minore rispetto ai
primi, e proprio per questo motivo vengono definiti cross Minor. Questi
rapporti non devono comunque essere sottovalutati dai trader, sia perché in
qualche modo influenzano i cross Major, sia perché rappresentano una buona
parte dei volumi del Forex. Dunque gli investitori possono trarre molti
vantaggi investendo sull’andamento di queste coppie di valute.
I cross Minor riguardano i vari rapporti che intercorrono tra l’Euro, lo Yen
giapponese, la Sterlina inglese, il Franco svizzero, il Dollaro canadese, il
Dollaro australiano e il Dollaro neozelandese.
Per ottenere i tassi di cambi di ogni rapporto valutario Minor, negli anni
passati era necessario convertire la valuta di base in Dollaro statunitense per
poi convertirla nella valuta di quotazione. Oggi, proprio grazie alla presenza
di questi incroci secondari, il trader non è più tenuto ad effettuare questa
operazione e gli investimenti saranno dunque più rapidi e diretti.
Il rapporto tra una delle quattro valute cross Major con una valuta di Nazioni
economicamente giovani o piccole dà vita ad una coppia di valuta esotica.
Naturalmente questo genere di valute viene scambiato con meno frequenza
sui mercati finanziari e all’interno del Forex, e proprio per questo motivo i
costi di commissione legati alle singole operazioni sono generalmente più
elevati rispetto a quelli relativo alle altre coppie valutarie.
Tra le valute dei Paesi emergenti o di piccole dimensioni più note, spiccano
quelle di due città asiatiche molto importanti, ossia Singapore e Hong Kong,
ma anche valute di Paesi appartenenti al continente europeo non comprese
nell’Eurozona, come ad esempio la Lira turca e le Corone dei Paesi nordici e
scandinavi. Infine una valuta che sta assumendo sempre più importanza nel
mercato finanziario è rappresentata dal Rand sudafricano, anch’esso
compreso nelle coppie di valute esotiche.
1.4.4 – Le criptovalute
Il trading all’interno del Forex e in tutti gli altri mercati viene effettuato
tenendo in considerazione due elementi essenziali. Il primo è sicuramente il
prezzo al quale viene venduta una determinata operazione, e questo valore
prendo il nome di Bid. Il secondo elemento è invece il prezzo di acquisto
della medesima operazione, denominato in gergo tecnico Ask.
La differenza tra i due elementi, ossia tra Bid e Ask, fornisce al trader il
valore dello spread. Questa differenza altro non è che la commissione che
ogni broker riceve come guadagno per ogni singola operazione aperta sul
mercato. Il calcolo dello spread è fondamentale per un trader in quanto
consente di individuare quali siano le operazione veramente vantaggiose,
sulla base delle previsioni effettuate e della strategia che lo stesso investitore
ha deciso di adottare.
L’attività di trading ha subito nel corso degli anni profondi mutamenti. La più
importante tra queste trasformazioni si è verificata sicuramente con l’avvento
del web che ha praticamente liberalizzato il Forex, rendendolo accessibile a
tutti.
Il guadagno nel mondo del Forex è un concetto legato sia al rischio, sia al
management del capitale a disposizione. Proprio per questo motivo è
importante diversificare la strategia implementata su più matrici, seguendo in
questo modo strade diverse per raggiungere il medesimo scopo, ossia il
profitto.
Anche nel Forex dunque non esiste un guadagno facile. Il successo è infatti
frutto di un percorso lungo e tortuoso, che metterà i trader in difficoltà e che
richiedere oltreché tempo, anche molto denaro. Dunque gli investitori
dovranno trovare un metodo di azione che riduca al minimo il rischio, ma che
non faccia calare in modo eccessivo il rendimento. Il punto di equilibrio nel
rapporto di questi due fattori è da ricercare nella propria indole. Ogni persona
ha una propensione al rischio diversa rispetto all’altra, e questo si riflette in
strategie differenti nel mondo del Forex.
Inoltre ogni trader dovrà mettere da parte le proprie illusioni. Il Forex è infatti
un mondo unico, che offre possibilità che pochissime altre realtà sono in
grado di concedere. È però necessario fissare degli obiettivi che siano
realistici e soprattutto realizzabili. Per i trader inesperti e alle prime armi è
consigliato affidare i propri investimenti ad un conto demo, ossia un conto
che consente di utilizzare soldi virtuali fittizi per svolgere trading sul Forex.
2.1 – L’implementazione di una strategia valida
Dunque il primo vero passo che deve effettuare ogni trader, dopo aver
approfondito e studiato tutti i meccanismi che regolano il mercato, è quello di
implementare una vera e propria strategia che gli consenta di rimanere
all’interno del Forex nel lungo termine.
Non esiste un vero e proprio modello strategico che può essere considerato
migliore rispetto ad un altro, ma soprattutto non esiste una strategia perfetta
che sia in grado di evitare completamente le perdite. Naturalmente esistono
dei concetti fondamentali che durante la fase di implementazione il trader
deve cercare di rispettare, in modo tale da incrementare le probabilità di
successo. Molti esperti paragonano l’importanza per il trader di creare una
propria strategia che si adatti al proprio stile e ai propri obiettivi,
all’importanza di generare un ottimo business plan per le aziende che
intendono affermarsi sul mercato concorrenziale.
Una volta che il trader ha analizzato tutti i fattori interni ed esterni al mercato,
studiato gli eventi economici che potrebbero in qualche modo influenzare il
valore delle coppie di valute e implementato una strategia ipoteticamente
valida, allora può passare ad analizzare il trend o le fluttuazioni che
caratterizzano il Forex.
Come molti degli analisti del passato hanno dimostrato, l’evoluzione dei
trend non è assolutamente casuale, ma prevenibile mediante l’esame delle
serie storiche, del calendario economico e degli altri eventi sociali e politici
che potrebbero influenzare i mercati finanziari. L’analisi dei trend segue
comunque due direzioni teoriche differenti. La prima, improntata sullo studio
assiduo del mercato e dei trend, prende il nome di Analisi Tecnica; la
seconda, che invece focalizza l’attenzione sugli eventi segnati sul calendario
economico, viene definita Analisi Fondamentale.
2.2.1 – L’Analisi Tecnica
Per capire però l’effettivo andamento del trend, l’analista tecnico deve
necessariamente basarsi su tre principi fondamentali. Il primo afferma che i
prezzi scontano tutto. Ciò significa che, almeno teoricamente, il trader non è
tenuto a studiare approfonditamente tutti gli eventi e i fattori che possono
influenzare un trend, in quanto tali condizioni sono già insite all’interno della
tendenza. Per questo motivo è necessario analizzare solamente il trend,
essendo questo completo di tutte le informazioni necessarie per poter agire
correttamente sul mercato finanziario. Il secondo presupposto invece fa
riferimento ai comportamenti umani. Secondo la teoria dell’Analisi Tecnica,
infatti, i trader tendono a non controllare le proprie emozioni, avendo un
comportamento euforico nel momento in cui i prezzi seguono una tendenza
ed entrando in panico una volta che il trend pare aver esaurito la sua forza.
Per questo motivo ogni trend seguirà un andamento oscillatorio, al rialzo e al
ribasso, proprio dettato dal comportamento degli investitori. In questo senso è
dunque possibile per l’analista tecnico individuare la possibile evoluzione
futura del trend sulla base del suo andamento del passato. Ciò significa che
per l’Analisi Tecnica la storia si ripete e diventa fondamentale analizzare le
serie storiche di ogni trend per ottenere dei vantaggi in termini di guadagno
investendo su di essi. Il terzo presupposto fondamentale dell’Analisi Tecnica
riguarda invece il concetto di validità del trend. Infatti un trend viene
considerato valido fino a che il trader non osservi chiari segnali che ne
indichino l’avvenuta inversione. Una piccola correzione di prezzo al ribasso
su un trend al rialzo, dunque, non può essere scambiata per un’inversione, e
ciò significa che il trend è rimasto valido. Questo presupposto è seguito
specialmente dai cosiddetti trend following, ossia un genere di investitori che
inseguono in maniera ostinata il trend fino a che non avviene l’effettiva
inversione.
La Teoria di Dow, nonostante sia stata scritta agli inizi del XX Secolo, appare
tutt’oggi valida ed efficace. L’analista tecnico, dunque, è tenuto a seguire
fedelmente questi concetti o ad imporli ad un sistema di trading
automatizzato, per riuscire ad avere successo nel Forex.
Se l’analista tecnico fonda la sua azione sullo studio approfondito dei mercati
e delle sue serie storiche, l’analista fondamentale si concentra maggiormente
su tutti quegli eventi che possono provocare delle oscillazioni dei trend
all’interno del Forex. Questi eventi possono essere sia preventivati, come ad
esempio la pubblicazione di un bilancio di un’importante società attiva nel
mercato finanziario di interesse, oppure improvvisi, come ad esempio il
crollo di un governo politico. Gli effetti di questi eventi possono essere
molteplici e l’analista fondamentale deve essere in grado di capire se le
tendenze volgeranno al rialzo o al ribasso, a seconda della coppia di valute
osservata.
Il ruolo dei due analisti è dunque per certi versi opposto. L’analista tecnico è
tenuto ad impegnarsi nella fase precedente a quella dell’investimento, con
uno studio approfondito di tutte le serie storiche, dei fattori che circondano
l’ambiente Forex e con un monitoraggio costante delle posizioni aperte nel
mercato. Viceversa l’analista fondamentale focalizza il suo impegno nei
giorni che precedono un determinato evento economico che può influenzare
le fluttuazioni delle coppie valutarie, ipotizzando tutti i possibili scenari futuri
sulla base dei dati economico-finanziari di una o più società e dei risultati
ottenuti applicando gli indici di bilancio.
I grafici sono i primi strumenti utilizzati dai trader. Questi possono essere ad
inversione, quando hanno lo scopo di intuire un possibile capovolgimento
dell’orientamento tendenziale, o di continuazione. Le figure che gli
andamenti creano consentono ai trader di capire quale possa essere
l’evoluzione prossima del trend, aprendo e chiudendo posizioni a seconda del
momento del mercato.
La figura rilevante nel mondo del trading e degli investimenti è però quella
del broker finanziario, che svolge oggi anche la funzione di market maker,
ossia si occupa della gestione del mercato.
3.2 – Quale ruolo hanno i broker all’interno del Forex
Il trader deve inoltre definire in maniera chiara quali siano i propri obiettivi.
Infatti se per alcuni il trading rappresenta un momento di svago, per altri è
diventato ormai un vero e proprio lavoro. Per questo è meglio che ciascun
investitore si categorizzi ad una determinata classe, definendo così anche il
proprio ruolo nel Forex.
3.3.1 – CFD
Ogni broker mette a disposizione dei propri utenti una piattaforma che funge
da interfaccia tra il trader e il mercato finanziario. Generalmente all’interno di
queste piattaforme sono inclusi vari strumenti, quali grafici, oscillatori e
indicatori, in grado di lanciare dei segnali all’investitore, suggerendogli
l’apertura e la chiusura delle posizioni.
Molti individui hanno tentato più volte di affacciarsi nel mondo del trading
ma, non essendo in possesso di una vera e propria strategia di analisi del
mercato e di gestione del denaro, hanno terminato la loro esperienza con un
fallimento. Infatti osservare i dati forniti da enti e istituti di ricerca può
rivelarsi un’azione del tutto inutile, in quanto le statistiche sono
incomprensibili: il trader inesperto non è infatti in grado di valorizzare queste
informazioni, selezionandole e inserendole all’interno di uno schema logico.
L’intera Analisi Tecnica, infatti, si basa sul concetto che tutti gli uomini, ed
in particolare i soggetti che agiscono all’interno dei mercati finanziari,
compiono in maniera ripetitiva le proprie azioni. Questa idea si lega in
particolare al fatto che le azioni umane sono mosse dall’istinto: quando il
trend è favorevole l’euforia irrefrenabile porta i soggetti ad aprire sempre più
posizioni; viceversa, la depressione dovuta all’incapacità di anticipare
l’evoluzione del trend porta i trader a chiudere le posizioni. Queste due
emozioni, del tutto irrazionali, vengono messe in atto in maniera quasi
monotona, spingendo il trend verso l’alto o verso il basso. L’Analisi Tecnica
dunque tenta di capire quale sia lo stato d’animo dei trader, in modo tale da
anticipare l’evoluzione del trend.
Una delle strategie maggiormente adottate dai trader presenti sia nel Forex
che negli altri mercati finanziari, è quella di allocare una determinata quantità
di denaro sul mercato e utilizzarla seguendo le linee guida indicate
dall’Analisi Tecnica, mentre la restante parte deve essere investita secondo i
concetti insiti nell’Analisi Fondamentale. Si tratta di tentare indirettamente di
raggiungere il profitto nel breve termine, seguendo l’Analisi Tecnica, e nel
lungo termine, seguendo l’Analisi Fondamentale.
1.2 – A cosa serve l’Analisi Fondamentale
Per poter realizzare tutto questo però, l’Analisi Fondamentale deve essere
strutturata sulla base di alcuni passaggi, che se svolti correttamente ne
garantiscono la piena efficacia.
Uno dei primi passaggi che ogni trader o qualsiasi altro soggetto deve mettere
in atto riguarda la raccolta dei dati da sottoporre ad analisi, relativi ad un
determinato asset, ad un’azienda o ad un ente finanziario. Grazie all’avvento
di Internet, i soggetti al giorno d’oggi sono in grado di reperire con estrema
facilità i dati necessari a realizzare uno studio di questo genere, in particolare
navigando all’interno delle pagine web delle varie istituzioni governative
nazionali ed internazionali.
Una volta ottenuti i dati statistici e quelli visivi, l’analista fondamentale deve
organizzarli, suddividendoli in base alla natura finanziaria. Generalmente i
dati vengono assegnati a due categorie: quella macroeconomica e quella
microeconomica. Ogni soggetto però, può decidere di effettuare una
suddivisione differente a seconda delle proprie necessità. Per porre in essere
questo passaggio è necessario affidarsi a fogli di lavoro elettronici.
L’analista fondamentale deve però proseguire nel suo lavoro di raccolta dei
dati. Infatti è importante documentarsi su tutte le società concorrenti presenti
sugli asset, per verificare quale sia il loro reale stato di salute, ma soprattutto
il loro atteggiamento. Esistono infatti fasi di mercato durante le quali le
società appaiono agguerrite, e decidere di aprire determinate posizioni
finanziarie durante questi periodi può rivelarsi controproducente. I dati
raccolti dovranno essere utilizzati per realizzare dei confronti, noti agli
esperti con il termine di benchmark.
In realtà la fase di raccolta dei dati può considerarsi infinita per chi decide di
affidarsi all’Analisi Fondamentale. Naturalmente, una volta raccolti i dati
passati e presenti delle società, dei concorrenti e degli enti finanziari, si
tratterà solamente di un lavoro di aggiornamento, che comporta uno sforzo
minore rispetto a quello svolto nella fase iniziale dello studio.
Esistono infatti numerosi report, reperibili anche online, che offrono alcune
interpretazioni sugli andamenti degli asset: queste interpretazioni possono
però rivelarsi inesatte, ed è per questo motivo importante affidarsi alle proprie
competenze piuttosto che a quelle messe a disposizione da soggetti esterni.
Inoltre questi report possono fare riferimento ad orizzonti temporali differenti
rispetto a quelli prefissati dall’analista: in questo senso le interpretazioni
saranno differenti, essendo basate su logiche completamente diverse.
Gli analisti fondamentali possono utilizzare però dei sistemi che semplificano
i dati e la realtà economica. In particolare esistono due modelli che svolgono
questo compito con efficacia, ossia l’Investment Saving – Liquidity Money,
noto con l’acronimo IS-LM, e l’Aggregate Supply – Aggregate Demand,
noto più semplicemente come AD-AS. Il primo di questi due modelli ha il
compito di individuare quale sia il punto di equilibrio su un piano economico,
considerando tale livello il punto di partenza per poter effettuare le previsioni
nel medio periodo. Il secondo modello, invece, focalizza l’attenzione sui
singoli processi che portano il mercato in un determinato punto di equilibrio,
e tenta di capire il motivo per cui tali processi si verificano. È però errato
escludere completamente dall’analisi ottenuta con questi modelli le
oscillazioni che caratterizzano il mercato nel breve periodo. Queste infatti
sono molto importanti per riuscire a definire l’andamento nel mercato in
orizzonti più ampi.
Dunque l’analisi dei dati macroeconomici è fondamentale per capire quale sia
l’evoluzione di alcuni asset o di un intero mercato finanziario, ma anche di
realtà economiche molto più ampie. Un’analisi improntata su queste
informazioni può portare a dei risultati sorprendenti, che possono confermare
o contraddire gli esiti di un’analisi microeconomica, ma che comunque
offrono interpretazioni molto importanti per capire quale possa essere
l’andamento del mercato nel lungo periodo, considerati anche alcuni eventi
inattesi.
Nel mondo sono nati vari siti che forniscono gratuitamente una banca dati
utile a chi vuole effettuare operazioni di trading online in modo consapevole,
come ad esempio Financialweb, ma in Europa non esistono ancora siti di
questo genere.
Al fine di capire in maniera più rapida quale sia lo stato di salute di una
determinata realtà economica è utile concentrarsi su tre documenti del
bilancio di esercizio, ossia lo Stato Patrimoniale, il Conto Economico e gli
indici di bilancio.
2.1 – Struttura del bilancio
Il patrimonio netto sarà frutto della differenza tra gli elementi attivi e quelli
passivi. In questo modo il soggetto interessato potrà capire quale sia
l’effettivo valore aziendale una volta estinti tutti i debiti iscritti a bilancio.
Dunque il patrimonio netto manifesta quanto capitale proprio utilizza
l’azienda per la realizzazione di una fase produttiva e, per esclusione, a
quanto ammontano le fonti di finanziamento esterne possedute dall’azienda.
Naturalmente un’azienda sana deve agire contando solamente sul capitale già
in suo possesso, senza fare affidamento su prestiti o finanziamenti ricevuti da
enti di credito.
Proprio per questo motivo gli esperti in materia hanno tentato di creare
differenti modelli che aiutassero l’investitore a risalire più velocemente al
valore intrinseco. Alcuni modelli però implicano passaggi piuttosto
complessi, che possono indurre all’errore e far ottenere un risultato
completamente inesatto.
Gli stessi risultati ottenuti con il metodo di attualizzazione dei dividendi sono
raggiungibili anche con la metodologia dei multipli di mercato, uno dei
metodi più utilizzati dai trader per effettuare una corretta valutazione
aziendale. Questo sistema basa il suo approccio sulla valutazione dei prezzi
dei beni prodotti da società tra loro simili che appartengono al medesimo
settore. I prezzi analizzati vengono rapportati alle voci di bilancio, in
particolare all’utile, ma anche all’EBITDA, all’EBIT e al patrimonio netto.
Da questo rapporto scaturiscono differenti multipli.
Come per quasi ogni altro asset, anche nel settore immobiliare è possibile
effettuare investimenti a lungo termine, oppure investimenti di tipo
speculativo da convertire in profitti nel breve e medio periodo. In particolare
un investitore specula all’interno del comparto immobiliare acquistando una
proprietà ad un prezzo inferiore rispetto al suo reale valore, come può
avvenire ad esempio durante un’asta immobiliare, per poi rivendere lo stesso
immobile al prezzo corretto, nel minor tempo possibile.
A svolgere questo ruolo negli Stati Uniti è la S&P Case, mentre sul territorio
europeo a fornire i dati necessari è l’Eurostat. In Giappone lo studio messo a
disposizione di tutti i potenziali analisti, trader e investitori viene realizzato
direttamente dal Ministero che si occupa sia della situazione territoriale che
delle infrastrutture. Quest’ultimo ha suddiviso l’analisi del mercato
immobiliare in due differenti categorie: la prima dedicata esclusivamente alle
analisi approfondite realizzate sul mercato, ma anche alle interpretazioni
relative agli andamenti dei vari trend, mentre la seconda dedicata ai puri dati
statistici.
Anche nel Forex gli analisti fondamentali hanno l’obiettivo di capire quale
possa essere il futuro andamento dei prezzi degli strumenti finanziari presenti
nel mercato. Per poter raggiungere questo scopo è però necessario tenere in
considerazione diversi aspetti, che influiscono costantemente sul mercato e
che sanciscono la linea seguita dai trend finanziari.
Uno dei primi aspetti che ogni analista fondamentale deve necessariamente
studiare è il tasso di interesse. Il valore di questo elemento viene deciso dalle
Banche centrali di ogni Nazione, che agisce seguendo le logiche adottate dai
vari governi. Dunque è inevitabile che le scelte operate in questo ambito
influiscano in qualche modo sul mercato Forex, specialmente se si tratta di
uno Stato che ha una certa influenza a livello mondiale.
Naturalmente ogni analista fondamentale che agisce nel mercato Forex deve
necessariamente rapportarsi con il Prodotto Interno Lordo nazionale.
Analizzare questo elemento è infatti indispensabile per poter intuire quale sia
il livello di volatilità presente sul mercato. Inoltre, il PIL è considerato uno
dei più importanti indicatori dell’andamento economico di una Nazione. Gli
analisti fondamentali possono inoltre utilizzare i rapporti preliminari del PIL,
senza attendere il rapporto ufficiale, in modo tale da anticipare una possibile
inversione di trend, ottenendo cospicui profitti.
Ma il Forex affonda le sue radici anche nella società, e proprio per questo
motivo il tasso di disoccupazione è uno degli indicatori che più influiscono
sugli andamenti dei prezzi degli strumenti finanziari. Oltre a rappresentare un
altro importante indicatore dello stato di salute di una Nazione, infatti, il tasso
di disoccupazione delinea anche la ricchezza media detenuta dai singoli
cittadini, che incidono sul consumo nazionale e sul PIL.
Una Nazione con un ottimo welfare sociale ed economico mostra inoltre una
bilancia commerciale positiva, ottenuta dalla differenza tra importazioni ed
esportazioni effettuate in un determinato periodo. Se le importazioni superano
le esportazioni, inoltre, il valore della moneta si rafforza, mentre nel caso
contrario la moneta subirà un indebolimento.
Anche la stabilità dei governi rientra tra gli elementi principali che
determinano le oscillazioni all’interno del Forex. Naturalmente la fiducia
riposta dai singoli trader sui titoli finanziari nazionali determina l’oscillazione
dei prezzi.
Oltre a tutti questi indicatori e situazioni però ciascun trader dovrà focalizzare
la propria analisi finanziaria su altri tre elementi. Questi infatti influiscono in
maniera diretta e indiretta sul mercato, e necessitano di un esame dettagliato e
non trascurabile.
3.4.2 – L’economia
L’oro è infatti considerato il bene rifugio per eccellenza. Questo significa che
i trader, nel caso in cui i mercati attraversano alcune fasi negative, tentano di
investire sull’oro. Per questo motivo, dunque, mentre tutti gli strumenti
finanziari mostrano un andamento negativo, l’oro risulta essere l’unico
elemento a presentare un trend positivo. Viceversa, l’oro mostra un
andamento al ribasso quando il mercato è attraversato da momenti di euforia.
I principi cardine dell’Analisi Fondamentale sono utili anche per gli analisti
tecnici, come strumenti di supporto nelle decisioni di investimento, grazie
allo studio del calendario degli eventi macroeconomici per stabilire quale sia
il momento più opportuno per effettuare gli investimenti.
Il mercato del Forex, come anche quello del trading in generale, attira un
numero sempre maggiore di investitori. Tuttavia vi è una grande confusione
al riguardo, in quanto vi è una differenza sostanziale tra il Forex e il trading
azionario. Il Forex è un mercato che si basa sulla negoziazione delle valute,
mentre il trading si basa sulla negoziazione di titoli quali azioni o
obbligazioni nella Borsa Valori. Rispetto al trading azionario, il Forex ha
orari di apertura più flessibili, presenta commissioni ridotte per attirare
maggiori investitori, mette a disposizione un numero relativamente limitato di
coppie di valute per facilitare la scelta dei trader, inoltre non presenta alcuna
limitazione o restrizione. Altro punto a favore del mercato Forex è la totale
assenza di intermediari, con la conseguente riduzione dei costi di gestione
delle piattaforme, che servono soltanto per il collegamento con il mercato.
Il Forex è un mercato che comprende al suo interno tutti gli scambi di natura
finanziaria che avvengono tra i vari soggetti, in particolare tra enti
finanziatori e trader. Proprio per questo motivo il Forex, noto anche come
mercato delle valute, è considerato il più grande mercato finanziario
dell’intero pianeta. La sua denominazione deriva dall’unione di due parole: la
prima è Foreign che significa letteralmente “straniero”, mentre la seconda è
Exchange, ossia “scambio”. Dunque il Forex non è altro che un mercato
improntato sullo scambio delle valute straniere. I numeri relativi al mercato
del Forex sono veramente incredibili: ogni giorno, infatti, lo scambio di
denaro liquido realizzato al suo interno ammonta ad oltre 5 mila miliardi di
Dollari statunitensi.
Una delle sue caratteristiche principali, che lo distingue da ogni altro mercato
borsistico presente nel mondo, è la sua mancanza di limiti orari, in quanto è
possibile svolgere trading in qualsiasi momento durante l’intero arco della
giornata e della notte. Questo aspetto non è assolutamente da sottovalutare: i
trader possono infatti sfruttare in tempo reale le conseguenze generate da
eventi internazionali, siano essi relativi al mondo della politica, della società
o dell’economia.
La nascita del mercato Forex può essere fatta risalire al 1944, in seguito agli
accordi di Bretton Woods, nel New Hampshire, fra USA, Francia e Regno
Unito. Tale riunione aveva lo scopo di rafforzare le singole economie degli
Stati partecipanti, attraverso una politica monetaria internazionale, che
prevedeva l’inserimento di procedure e di regole ben definite. Il Forex è
dunque il primo mercato al mondo frutto di una negoziazione politica, creato
con l’obiettivo di regolare i rapporti economici tra le varie Nazioni mondiali.
Gli anni più significativi per il Forex sono stati però quelli intercorrenti tra il
1950 e il 1960: in questi anni un gran numero di operatori entrò nel mercato e
il volume degli scambi incrementò notevolmente.
L’improvviso aumento del numero degli aspiranti trader, che si affacciano sul
mondo del Forex spesso senza una base statistica e finanziaria sufficiente, ha
indotto i broker a creare delle demo gratuite che consentono di simulare
l’attività del trading utilizzando un saldo monetario virtuale, azzerando
dunque i rischi e permettendo allo stesso tempo di migliorare le propria
affinità con l’interfaccia proposta.
Ogni broker può ottenere diverse certificazioni, a garanzia della qualità del
servizio offerto e dell’onestà dell’attività. Ciò può essere tradotto come totale
sicurezza nell’investimento che andrà ad effettuare.
1.3 – I soggetti nel mercato Forex
Per poter capire a fondo il Forex è fondamentale sapere chi sono i soggetti
che, in maniera più o meno attiva, partecipano alla movimentazione dei
prezzi e alla definizione del punto di incontro tra domanda e offerta. Per molti
anni il mercato finanziario più grande al mondo però è stato aperto solamente
a pochi investitori, in possesso di determinati requisiti economici.
Ma le Merchant Bank non sono gli unici istituti bancari presenti all’interno
del Forex. Fondamentali sono infatti le Banche centrali, che amministrano la
politica monetaria nazionale e, sulla base delle decisioni intraprese,
influenzano i tassi di interesse presenti nel mercato Forex. Ma il potere
ipotetico delle Banche centrali è persino superiore a questo. Esse infatti
svolgono periodicamente delle previsioni in merito agli andamenti futuri di
mercato e sulla base di queste stime i trader effettueranno i loro investimenti.
Dunque si tratta di un’influenza indiretta, ma pur sempre determinante.
Diversi da questi ultimi sono invece i cosiddetti Hedge Fund, che agiscono
all’interno del Forex cercando di sfruttare operazioni con scadenza nel
brevissimo termine, allocando ingenti investimenti. I profitti vengono
garantiti, nel caso di operazione positiva, grazie all’effetto della leva
finanziaria, molto elevato in questo tipo di investimenti. Per poter accedere a
questi tipi di Fondi però sono necessari, oltre ad una elevata disponibilità
economica, anche una serie di requisiti che ne limitano le partecipazioni.
Uno dei concetti più importante del Money Management e dell’intero Forex è
quello di drawdown. Questo elemento altro non è che la riduzione del
capitale dovuta ad una serie di operazioni negative e indica, in termini
percentuali, il rischio presente nella posizione aperta. È fondamentale non
sottovalutare il drawdown, in quanto questo stabilisce quale sia il limite, sulla
base del capitale allocato e dell’ammontare delle perdite, oltre al quale
diviene impossibile continuare ad effettuare trading. Un’adeguata strategia di
Money Management dunque tende a definire quale sia tale limite, in modo
tale da tenersi più lontano possibile da esso. Come detto, anche se varie, tutte
le strategie di Money Management sono basate su alcuni aspetti
imprescindibili. Innanzitutto ogni trader deve possedere una quantità di
capitale iniziale adeguata all’attività di trading. Iniziare in uno stato di
sottocapitalizzazione, infatti, può indurre il trader, a seguito di una serie
iniziale di operazioni negative, ad uscire immediatamente dal Forex. Allo
stesso tempo è necessario definire quale sia il limite di capitale allocato
utilizzabile. Generalmente gli esperti consigliano di non oltrepassare i due
terzi del capitale totale. Anche per questo motivo è importante programmare
in modo intelligente le operazioni da svolgere. Aprire contemporaneamente
più posizioni può risultare vantaggioso, ma anche molto pericoloso. Anche in
questo caso il consiglio è quello di non investire mai oltre il 20% del capitale
nello stesso momento.
È importante tenere ben presenti quali siano gli obiettivi di ogni operazione.
Il trading deve essere svolto determinando già in anticipo un limite massimo
di perdita, ossia il cosiddetto stop loss, e un livello considerato ottimale di
profitto, ossia il take profit: una volta che il trend oltrepassa uno dei due
punti, per motivi differenti, è consigliato chiudere la posizione. Il motivo è
quello di tenere in considerazione un rapporto tra rendimento e rischio né
troppo alto, né eccessivamente basso. Talvolta è infatti rischioso e
controproducente tentare di lasciar correre eccessivamente un profitto,
specialmente nel caso in cui sia già stato superato il punto di take profit. Il
trend potrebbe infatti cambiare orientamento e iniziare a produrre perdita,
dilapidando il guadagno ottenuto. Per questo motivo è talvolta importante
anticipare la chiusura di una operazione positiva al fine di assicurarsi
comunque un profitto.
Dunque con questo strumento cresce sia il rendimento che il rischio. Per
questo motivo se si effettua trading utilizzando la leva finanziaria diviene
fondamentale stabilire con grande razionalità i punti di stop loss e di take
profit, che garantiranno un equilibrio all’investimento.
1.6 – Gli orari in cui effettuare trading
Una delle caratteristiche che spinge i trader ad investire nel mercato del Forex
è la possibilità di poter investire in qualsiasi orario, per ben cinque giorni alla
settimana. Nello specifico il Forex apre alle ore 23:00 della domenica,
tenendo in considerazione l’orario italiano, e chiude alla stessa ora del
venerdì. Vi sono degli orari che consentono ai trader di ottenere maggiori
profitti, e sono quelli durante i quali è presente sia un elevato volume di
scambi, sia un alto tasso di volatilità. L’unione di questi due fattori garantisce
infatti una tendenza ben più evidente, ma allo stesso tempo l’alta volatilità
induce un aumento nel tasso di rischio, causato dall’elevata imprevedibilità
insita nel movimento compiuto dai prezzi. Durante gli orari di apertura, il
Forex presenta però anche momenti in cui la volatilità e il volume degli
scambi assumono valori talmente bassi che appare inutile investire o aprire
posizioni: sono i momenti che susseguono all’apertura del mercato di
domenica, e quelli che precedono la chiusura di venerdì.
L’orario di apertura del Forex per ciò che concerne la sessione americana è
alle 14:00 ora italiana, mentre quello di chiusura è le 23:00. Il mercato
americano consente di movimentare un volume di scambi elevatissimo.
Inoltre la sovrapposizione e il contemporaneo trading tra sessione americana
e sessione europea garantisce una situazione agevolata e favorevole. Durante
questa sessione i trader devono tenere conto essenzialmente di due orari: il
primo è le 18:00, il secondo le 20:00, sempre sulla base dell’orario italiano.
Infatti quotidianamente a questi orari la FED, ossia la Banca centrale
statunitense, effettua degli annunci che potrebbero sconvolgere i trend.
Dunque il consiglio è quello di effettuare operazioni di trading solamente sul
Dollaro statunitense e su quello canadese una volta superato l’orario del
primo annuncio effettuato da parte della Federal Reserve System.
La sessione in Europa apre alle 8:00 ore italiane a chiude nel momento in cui
la FED effettua il suo primo annuncio, ossia alle 18:00. La caratteristica
principale di questo mercato è la presenza di movimenti decisi e importanti,
che avvengono principalmente a partire dalle ore 9:00. Infatti a partire da
questo orario, cominciano a raggiungere i mercati le notizie relative alle
variazioni nel tasso di cambio delle valute, modificando la tendenza dei trend
presenti. In questo mercato i vantaggi più grandi sono forniti dalle operazioni
effettuate sui trading relativi all’Euro e a quelli relativi al Franco svizzero.
La sessione asiatica ha orari per nulla coincidenti con quelli della sessione
americana e con quelli della sessione europea. Il Forex in Asia infatti apre
all’orario di chiusura del Forex americano, ossia alle 23:00 e chiude proprio
quando in Europa è l’orario di apertura, ossia alle 8:00. È forse la sessione
che movimenta meno volumi di scambi, ma presenta grosse piazze
fondamentali per l’intero Forex, come quelle di Tokyo e di Hong Kong.
Avendo un orario di attività poco influente a livello mondiale dal punto di
vista macroeconomico e da quello finanziario, il trend pare assumere una
tendenza lineare, che non presenta eccessive oscillazioni o veri e propri
shock, a meno che non vi siano eventi realmente eclatanti.
Capitolo 2 – Gli ordini nel Forex Trading
Nel mondo del Forex trading online, è possibile effettuare una consistente
varietà di ordini, selezionando gli strumenti con i quali si vogliono effettuare
le negoziazioni e studiando gli andamenti dei vari mercati in tempo reale
attraverso l’uso di prospetti grafici. Per operare in tali mercati, è dunque
necessario avere una conoscenza dei vari ordini che possono essere effettuati
nelle varie piattaforme di trading, per impartire al broker precise indicazioni
che consentano di ottenere risultati positivi.
Le principali tipologie sono gli stop loss, i take profit, gli ordini a mercato e
gli ordini limite.
2.1 – Stop Loss
Gli ordini stop loss rappresentano uno strumento fondamentale per i trader
per la gestione del rischio connesso al Forex, grazie al quale è possibile porre
un limite alle perdite che possono scaturire da una fase negativa del mercato.
Si tratta per tale motivo di un ordine di protezione, attraverso il quale verrà
impostato il valore massimo di perdita del capitale che il trader è disposto a
tollerare per singola posizione aperta. Tale ordine deve essere impostato dal
trader anticipatamente rispetto all’esecuzione delle varie operazioni di
apertura e sarà eseguito in modo totalmente automatico dalla piattaforma di
Forex utilizzata. Quando il trend raggiungerà il livello di stop loss fissato, la
posizione verrà automaticamente chiusa per evitare che le perdite possano
raggiungere un livello tale da erodere in modo irreparabile il capitale.
L’ordine di stop loss è dunque alla base della costruzione di una strategia di
trading efficiente. Per tale motivo verranno generati tre sistemi di valori di
stop, in base alla volatilità del trade: un sistema con uno stop elevato per i
casi di alta volatilità, un sistema con uno stop basso per i casi di scarsa
volatilità, un sistema intermedio. I sistemi automatici di trading analizzano i
segnali per valutare il livello al quale impostare lo stop loss.
Gli ordini a mercato devono essere concepiti come delle comunicazioni che
ciascun trader invia al proprio broker: la comunicazione riguarda la
disponibilità ad acquistare al prezzo di vendita presente in un determinato
momento, oppure a vendere al prezzo di domanda presente al momento di
apertura dell’operazione.
L’ordine a mercato non necessita di alcun requisito per poter essere eseguito,
se non la volontà del trader, e la sua apertura è immediata. È possibile
comunque distinguere due differenti tipologie di ordini a mercato,
innanzitutto i cosiddetti ordini long, oltre ai cosiddetti ordini short.
Se gli ordini a mercato non richiedono alcun particolare requisito per la loro
esecuzione, gli ordini limite necessitano il verificarsi di un determinato
evento per poter essere eseguiti. La piattaforma di trading utilizzata piazzerà
l’investimento immediatamente, ma lo stesso verrà eseguito solamente nel
caso in cui l’andamento dei prezzi supererà il limite che il trader ha fissato in
precedenza. È possibile eseguire quattro differenti tipologie di ordini limite.
Gli ordini di tipo Sell Limit invece vengono utilizzati nel caso in cui il trader
intenda aprire una posizione short, ma prima di aprire la posizione vuole
assicurarsi che il trend al ribasso raggiunga un determinato livello. Anche in
questo caso il requisito che determina l’effettiva realizzazione del trading è il
raggiungimento di una condizione impostata ad un valore inferiore rispetto a
quello posseduto dal prezzo al momento dell’ordine.
Infine, l’ultima tipologia di ordini è rappresentata dagli ordini Sell Stop. Il
trader prevede che il prezzo continui il suo trend al rialzo ma che, una volta
raggiunto un determinato limite, inverta il proprio andamento. Pertanto il
punto nel quale viene fissato il Sell Stop deve essere ad un livello superiore
rispetto al valore del prezzo nel momento in cui viene effettuato l’ordine.
Capitolo 3 – Analisi Fondamentale e Analisi Tecnica
Nel mondo del Forex lo studio di tutti gli eventi di natura macroeconomica
che sono in grado di manipolare, o perlomeno influenzare, l’andamento dei
prezzi e l’intero trend del mercato è molto importante. Questo tipo di esame
prende il nome di analisi macroeconomica, ma è nota a tutti i trader come
Analisi Fondamentale. Lo scopo dell’Analisi Fondamentale è quello di
individuare le notizie economiche relative ad un determinato Paese e cercare
di capire quanto gli annunci di tali notizie influenzino il valore della valuta
scambiata in quella Nazione. L’Analisi Fondamentale fa comunque
riferimento ad un calendario economico, contenente tutti gli eventi,
individuati sia secondo un criterio cronologico che secondo un criterio
nazionale, che potrebbero influenzare il livello delle diverse valute. Il web
ormai abbonda di calendari economici, più o meno dettagliati, e per i trader è
più semplice individuare e attendere le notizie economiche. I calendari
economici più completi consentono di rapportare i dati relativi ad un evento
economico con quelli presenti nel medesimo giorno negli anni precedenti, ma
anche con quelli attesi per l’anno in corso, in modo tale da fornire ai trader un
panorama chiaro e completo, in base al quale poter realizzare uno studio
approfondito di Analisi Fondamentale. Gli strumenti necessari per svolgere
una corretta Analisi Fondamentale sono gli indicatori macroeconomici. Il
venire a conoscenza della presenza o meno di una determinata notizia
economica è dunque il primo passo che ogni trader, professionista o meno,
deve compiere prima di fare trading.
Il primo presupposto indica che i prezzi presenti sul mercato riflettono tutte le
informazioni economiche disponibili, anche quelle conosciute soltanto da
pochi soggetti. Dunque non è necessario ricercare e analizzare tali
informazioni, in quanto già contenute nelle oscillazioni dei prezzi.
Il secondo presupposto indica che le oscillazioni dei prezzi non sono mai
casuali, ma frutto della combinazione di due o più tendenze. L’Analisi
Tecnica ha lo scopo di individuare questi trend e di prevederne l’evoluzione
nel tempo. Dunque il trader nell’ambito di tale analisi non dovrà pretendere
di vendere ai livelli massimi di prezzo o di acquistare ai livelli minimi, bensì
dovrà sfruttare la tendenza in atto in quel momento.
L’Analisi Tecnica moderna è frutto di una serie di studi portati avanti dallo
statunitense Charles Dow, un giornalista che nei primi anni del XX Secolo ha
pubblicato una serie di teorie relative all’analisi dei mercati finanziari sul
Wall Street Journal. Queste teorie sono state utilizzate come base per lo
studio e l’esame di ulteriori dottrine, proprio per l’efficacia e l’adattabilità
mostrata anche per i sistemi presenti nei moderni mercati.
La Teoria di Dow si fonda sull’idea che le oscillazioni dei prezzi non dipenda
da fattori puramente casuali, ma che queste dipendano da determinate
tendenze, più o meno prevedibili. Queste oscillazioni vengono inoltre
paragonate dal giornalista alle onde del mare, che periodicamente avanzano e
si ritraggono, a seconda delle maree. Solamente quando i trend giungeranno
ad esaurire quasi completamente la propria forza, allora si avrà un’inversione
di tendenza e la ciclicità riprenderà dal principio.
Il primo presupposto della teoria di Dow coincide anche con uno dei principi
basilari dell’Analisi Tecnica, ossia quello secondo cui i prezzi scontano tutto.
Dunque secondo Dow il prezzo contiene di per sé tutte le informazioni, anche
quelle difficilmente reperibili, ed è sufficiente analizzarlo per venire a
conoscenza degli eventi economici che lo hanno caratterizzato.
Nel terzo punto, Dow procede nella sua Teoria scomponendo ogni singola
tipologia di trend in ulteriori tre categorie, che prendono il nome di fasi, in
modo tale da facilitare la comprensione del mercato e l’individuazione delle
motivazioni che spingono i prezzi verso l’assunzione di un determinato trend.
La prima delle tre fasi viene definita da Dow come fase di Accumulazione, ed
è fondamentale in quanto durante questo intervallo il trend inizia a prendere
forma. Solamente pochi trader però riusciranno a venire a conoscenza delle
informazioni economiche e a sfruttare pienamente tale consapevolezza. Il
trend è ancora in una delle sue fasi laterali e non mostra alcuna intenzione di
variare la propria oscillazione: è dunque impossibile riconoscere
graficamente che si è in fase di accumulazione. La seconda fase, nota come
fase di Partecipazione, invece mostra i primi segni distinguibili anche
graficamente della formazione di un nuovo trend, in quanto si assiste ad un
iniziale incremento dei prezzi. L’ingresso sempre più consistente nel mercato
dei trader, anche di quelli non informati, spinge sempre più in alto il livello
del prezzo, fino a che questa influenza non va a scemare determinando un
rallentamento del trend. È sicuramente la fase del trend più favorevole per gli
investitori, durante la quale il mercato presenta volumi di scambio e un
livello di volatilità molto alti. La terza fase, infine, è definita da Dow come
fase di Distribuzione, e rappresenta l’intervallo temporale durante il quale il
prezzo ha raggiunto il suo massimo e gli investitori intuiscono che sia il
momento opportuno per chiudere le posizioni aperte nel Forex, decretando
l’inversione del trend. È una fase molto convulsa, in quanto i trader entrarono
in uno stato simile al panico, per riuscire a vendere la posizione al prezzo
migliore possibile, e si dà il via ad una frenetica corsa al ribasso.
Il sesto punto della Teoria di Dow è forse il più complicato. Egli infatti
afferma che ogni trend deve essere considerato tale fino a che nel grafico
osservato non appare un segnale lampante dell’avvenuta inversione. Fino ad
allora, soprattutto per coloro che adottano una strategia di tipo Trend
Following, è necessario inseguire il trend. Chiaramente è complicato
anticipare l’inversione del trend, specialmente quando si assiste ad un calo di
prezzo dovuto ad una correzione finanziaria.
3.4 – Il Momentum e i ritracciamenti di Fibonacci
Seguendo questo filo logico, i prezzi e i soggetti attivi del mercato possono
divenire i protagonisti delle tre leggi della dinamica. Secondo la prima legge,
dunque, i prezzi subiscono delle oscillazioni a seconda della notizia
economica annunciata, e sempre sulla base di essa, i soggetti entreranno nel
mercato. Per la seconda legge, invece, la spinta e l’intensità del trend saranno
proporzionali al numero di soggetti che decidono di acquistare le posizioni.
Infine, secondo la terza legge, una volta raggiunto il punto massimo, il trend
del prezzo subirà una spinta di uguale portata, completamente opposta, che
comporterà un’inversione di tendenza.
Le medie mobili sono l’indicatore più utilizzato dagli investitori nel Forex e
negli altri mercati finanziari. Grazie a questa tipologia di indicatori è infatti
possibile delineare quale sia la tendenza che andrà ad assumere il mercato,
ma anche generare alcuni segnali, in modo tale che il trader possa
tempestivamente aprire o chiudere una determinata posizione. Le medie
mobili possono essere suddivise in tre sotto-categorie: la media mobile
semplice, quella ponderata e quella esponenziale. Queste si differenziano tra
loro a seconda della modalità di calcolo, dando maggiore peso agli eventi del
passato più lontani, come avviene per la media mobile esponenziale, o più
recenti, come invece avviene per la media mobile ponderata.
L’ADX si compone di tre linee: la Linea +DI, calcolata sulla base della
differenza tra il massimo del giorno in corso e quello del giorno precedente;
la Linea –DI, calcolata sulla base della differenza tra il minimo del giorno in
corso e quello del giorno precedente; la Linea ADX, che è basata sulla
relazione intercorrente tra le due linee precedenti.
Sulla base dei valori assunti da queste tre linee il trader può intuire se il
mercato sia o meno in una fase tendenziale.
4.5 – L’oscillatore stocastico
Nel caso in cui il trader intenda individuare quali siano gli intervalli di tempo
caratterizzati da accumulazione oppure da distribuzione di prezzo allora è
necessario utilizzare l’oscillatore stocastico. Questo è uno degli strumenti più
potenti dell’intera analisi di mercato, in grado di capire quale sia il probabile
andamento futuro dei prezzi. L’oscillatore stocastico esamina la posizione
assunta dai prezzi di chiusura: se questi si avvicinano ai massimi livelli
giornalieri, allora il trend sarà probabilmente al rialzo, mentre se si
avvicinano ai minimi giornalieri il trend tenderà al ribasso. Anche in questo
caso il range assume valori che oscillano tra il valore 0 e il valore 100.
Naturalmente il rischio di subire delle perdite non può essere mai eliminato
totalmente, ma attuando una strategia efficiente, attraverso lo studio e
l’analisi dei vari indicatori, sarà possibile ridurne l’incidenza e tutelare il
capitale investito.