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FUT-001

AI MIEI SOLDI CI PENSO IO


I profitti costanti, reali e in diretta che il team di ALPHA4ALL ha ottenuto gestendo il proprio portafoglio grazie al

TRADING INTRADAY CON I FUTURE

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PREFAZIONE

Benvenuto!

Il tuo lavoro d’ufficio ti sta stretto? Non vuoi basarti solo su queste entrate
per il resto della tua vita? Vuoi iniziare a pensare tu ai tuoi soldi invece di
sprecarli in inutili commissioni?

Nel tempo, con il trading Intraday potrai costruirti, in autonomia, una


rendita extra costante.

Ho scritto questo e-book per darti le basi per l’operatività Intraday in


Futures, frutto di anni di esperienza miei e di tutto il team di Alpha4All.

Voglio mostrarti cosa facciamo quotidianamente, e qual è il sistema che


utilizziamo per fare trading Intraday in modo profittevole, ma soprattutto
continuativo.

Ho conosciuto tantissime persone che aspirano a fare di questa attività la


loro professione principale, così ho deciso di raccontarti semplicemente
cosa ho fatto personalmente per trasformare il mio sogno in realtà, ma
soprattutto riportarti l’esperienza di centinaia di trader che ho seguito in
questi anni.

Quando ho scritto questo breve e-book, l’ho fatto con la finalità di creare
l’ambiente tecnico e mentale corretto per chi desidera diventare un trader
Intraday. In queste pagine non ti illustrerò solo le dinamiche e le tecniche
per entrare a mercato, ma condividerò con te gli aspetti indispensabili per
rendere solida quella stessa decisione di entrata.

In questi ultimi anni, passati a stretto contatto con centinaia di trader,


prima da assistente, poi da broker, ho visto decine e decine di stili di trading

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diversi. Sai cosa ho capito?

Che gli elementi che accomunano tutti i trader di successo sono:


l’esperienza sui mercati, una fortissima disciplina, un money management
di ferro e, soprattutto, la creazione di un piano adatto alle proprie
esigenze. Ognuno è diverso, e il trading non fa eccezione.

Ecco, in questo e-book voglio condividere con te tutto questo. Voglio


mostrarti qualche tecnica, voglio fare una carrellata rapidissima
sull’utilizzo di certi strumenti ma, cosa più importante di tutte per me,
voglio mostrarti le basi fondamentali che caratterizzano l’operatività
di tutti i trader di successo.

Solo in questo modo, ho scoperto, ci possiamo costruire quel vantaggio


statistico che, insieme alle altre componenti del nostro portafoglio, ci
aiuterà a proteggere il nostro capitale e a farlo crescere con costanza
nel tempo.

Buona lettura,
Stefano – Trader Intraday e analista in Future

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INDICE

PREFAZIONE 3
INDICE 5
1 LA TEORIA 6
1.1 Quando e quanto si lavora? 7
1.2 Capitalizzazione 8
2 GLI ATTREZZI DEL MESTIERE 12
2.1 Che cos’è un Future? 12
2.2 Standard & Poor’s 500 14
2.3 Come si muove e quanto si guadagna o perde? 16
3 I VOLUMI, LA CHIAVE DEL MERCATO 18
4 ISTITUZIONALI E HFT 23
4.1 Come possiamo sfruttare gli HFT? 27
5 SI ANALIZZA! 29
5.1 Simulazione di un’analisi 30
5.2 News Macroeconomiche 33
6 SI TRADA! 36
6.1 Continuazione (Trend follower) 40
6.2 Inversione (Reversal) 41
7 LE SOGLIE PSICOLOGICHE 44
8 MONEY MANAGEMENT 50
8.1 Rapporto Rischio/Rendimento 52
8.2 La volatilità 53
8.3 Esempi di gestione della posizione 55
9 LA PSICOLOGIA NEL TRADING 57
9.1 La paura 58
9.2 L’avidità 59
9.3 Lo stress 59
9.4 Le qualità dei trader di successo 60
10 TRADING INTRADAY AVANZATO 62
10.1 Range Bars 63
10.2 Time and Sales 65
10.3 Market Depth 66
10.4 Book Trader 67
10.5 Griglia HFT 68
CONCLUSIONI 70
I TUOI PROSSIMI PASSI 73
BREVE BIOGRAFIA DELL’AUTORE 74

5
CAPITOLO

01

LA TEORIA

Il Trading in Intraday è una modalità di operare nel breve termine che


consiste nell’investire e disinvestire, comprare e rivendere il titolo, nella
stessa giornata in un arco temporale piuttosto ristretto.

Come tutti gli altri stili di trading presenta dei pregi e dei difetti che sono
importanti da conoscere prima di approcciarvisi.

Pregi Difetti

Accesso con basse capitalizzazioni


(anche con poco, ti toglierai delle belle Impegno quotidiano.
soddisfazioni).

Disciplina e psicologia, sono tra le


Al massimo 3 operazioni al giorno che
variabili chiave di questa tipologia
durano pochi minuti in fasce orarie
di trading, assolutamente da non
ben definite.
sottovalutare.

Non sarai mai esposto a movimenti


imprevisti del mercato.

Rendimenti esponenzialmente più


elevati rispetto ad altre tipologie di
investimento.imprevisti del mercato.

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1.1 QUANDO E QUANTO SI LAVORA?
Personalmente trado 4 giorni a settimana, 10 mesi all’anno, esclusi
insomma agosto, metà dicembre e metà gennaio.

Non è vero che per fare trading bisogna avere a disposizione tutto il
giorno. Non è vero che per fare bene in Intraday non si può avere un
altro lavoro.

Io ho un lavoro.

La differenza tra chi ce l’ha fatta e chi non ce l’ha fatta dipende da
una corretta pianificazione iniziale, da un corretto approccio e da una
costanza rafforzata dalla statistica, tutti punti che toccheremo nei
prossimi capitoli.

Quindi non preoccuparti se buona parte della tua giornata è dedicata al


lavoro o alla famiglia, uno spazio per il trading si riesce (quasi sempre) a
ritagliare. A tal proposito vediamo in dettaglio quale impegno è richiesto
per fare trading in Intraday con i Futures.

I mercati finanziari, tra Asia, Europa ed America, ci danno la possibilità


di tradare praticamente 24 ore al giorno, ma in questo e-book ci
concentreremo sul mercato americano, perché oggettivamente più facile
per chi vuole approcciarsi. Abbiamo anche la fortuna di circoscrivere
ulteriormente la nostra attività lavorativa nelle seguenti fasce orarie.

Prima fascia oraria: 15.30 – 16.30 >> fascia pomeridiana (apertura


mercato americano).

Seconda fascia oraria: 19.45 – 21.45 >> fascia serale (a ridosso della
chiusura del mercato).

Devi farle entrambe? No! Potrai scegliere se operare nella prima, nella
seconda o su entrambe: non conosco la tua vita privata, solo tu sai qual

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è quella più adatta a te.

L’osservazione rimane comunque una componente molto importante


per sviluppare l’occhio e fare esperienza, quindi soprattutto le prime
settimane è consigliato di dedicare al mercato almeno 1 ora al giorno.

Personalmente opero nella prima fascia, seguo il mercato e riesco a


conciliare lavoro e trading. La sera, preferisco staccare e godermi la
mia vita privata.

È scontato che, esattamente come nell’economia reale, se lavori


di più guadagni di più, infatti sfruttando entrambe le fasce orarie
potenzialmente potrai raddoppiare il rendimento.

1.2 CAPITALIZZAZIONE
Poco fa parlavamo di possibilità di lavorare anche con bassi capitali. Il
nostro concetto di bassa capitalizzazione corrisponde ad almeno 3000€.
Lo so che hai letto e visto che si può fare anche con 100€.

Potenzialmente è anche vero, ma economicamente ne vale davvero la


pena visti i rendimenti?

E qua nasce un’altra domanda, o meglio, le domande più comuni che


i nostri trader ci pongono.
Quanto rende questa professione? Quanto è lecito attendersi? Quanto
ci si può fare? Quanto posso portare a casa in un mese?

Partiamo dal presupposto che il mercato non ti regali i soldi.

Per certi aspetti è centinaia di volte meno impegnativo di tantissime


altre attività imprenditoriali. È estremamente flessibile e non richiede
sforzo fisico. Ma, come anticipato, i soldi non te li regala nessuno,

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tantomeno il mercato.

Possiamo ragionare in un’ottica di ritorno di un 10% mensile per ogni


seduta di trading, che quantificata in soldoni corrisponde a quanto segue:

Capitale investito Guadagno


3.000 € 300 € al mese
6.000 € 600 € al mese
20.000 € 2.000 € al mese

Con altrettanta semplicità è possibile stimare un ritorno per chi decide


di tradare su entrambe le fasce orarie.

È chiaro che per guadagnare di più, bisogna anche lavorare di più.

In questo caso l’obiettivo è di 600€ su un capitale di 3000€, 1200€ su


un capitale di 6000€ e 4000€ su un capitale di 20000€.

Si può guadagnare ancora di più?

Sì, sono stato e sono tutt’ora in contatto con trader che si portano a casa
tra i 15 e i 20 mila dollari al mese. Ma lì entrano in gioco dinamiche
diverse.

Inizia a portarti a casa le cifre che hai visto nell’esempio, arrivati a


quel punto saremo noi ad avere tutto l’interesse a farti vedere come
progredire ulteriormente o addirittura diventare parte del nostro Gold
Club che racchiude i migliori d’Europa.

Il secondo filone di domande più comune è:


quanto impiegherò a raggiungere questi risultati?

Anche qua, sfatiamo un bel mito. Lo so, tutti o quasi ci siamo cascati.

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Anche a me all’inizio avevano detto che in 48 ore sarei stato pronto a
guadagnare.

Ma pensaci un attimo, hai mai visto un’attività imprenditoriale che in


48 ore ti dà competenze/tecniche/esperienze per lavorare un’oretta al
giorno a portarti a casa uno stipendio?

È difficile fare una stima precisa, ci sono molte variabili tra cui eventuale
esperienza pregressa, attitudine, tempo a disposizione. Dalle statistiche
degli ultimi 5 anni raccolti dal team italiano di Assistenza Brokers
possiamo suddividere l’obiettivo come segue:

Prima di andare oltre, voglio però fare un paio di considerazioni su


queste tempistiche.
1. Per diventare trader professionisti bisogna passare prima dagli altri
2 steps, il percorso è il medesimo, man mano che raggiungerai i
primi traguardi starà a te decidere se vorrai spingerti oltre oppure
accontentarti del tuo livello e delle entrate raggiunte.
2. La maggior parte dei brokers ti permettono di lavorare su una
piattaforma simulata, per cui potrai effettuare tutte le tue prove
senza perdere un solo centesimo del tuo capitale. Questo più che
altro è un monito a non avere fretta: stiamo mettendo le basi per
una professione che ti darà soddisfazioni ed entrate per i prossimi
anni, in certi casi decenni. Non avere la fretta di bruciare le tappe
per qualche centinaio di euro, non sei qua per questo.

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Se puoi dedicare al mercato almeno 1 ora al giorno, in una nelle fasce
orarie indicate, hai una capitalizzazione di almeno 3000€ e ti sta bene
una rendita che può arrivare fino al 20% mensile… allora sei pronto
per proseguire in questa esperienza.

Diversamente, se è una questione di mancanza di tempo, allora ti consiglio


di dare un’occhiata ai nostri corsi di trading, basati su operazioni di più
lungo termine, che non richiedono un impegno quotidiano, ma da cui
potrai comunque ottenere un ritorno mensile.

Se è una questione di rendimenti troppo bassi rispetto alle tue aspettative,


se riesci a far meglio probabilmente non hai bisogno di noi!

Nei prossimi capitoli andremo a toccare diversi concetti a nostro avviso


degni di nota. Ti consiglio di continuare a leggere e conoscere meglio
la nostra realtà, siamo sicuri che ti lasceremo con un’ispirazione.

11
CAPITOLO

02

GLI ATTREZZI DEL MESTIERE

Nel corso degli ultimi decenni l’industria finanziaria ha reso disponibili


decine di migliaia di strumenti finanziari per soddisfare le necessità di
investimento di tutte le tipologie di trader, privati ed istituzionali. Conoscerli
tutti è praticamente impossibile, oltre che inutile. Noi ci concentreremo
sull’analisi e quindi sul trading con i Futures.

Questa particolare famiglia di strumenti si presta particolarmente bene


per esser tradata sia in Intraday sia per operazioni di più lungo termine.

Oltre ad una valenza operativa sono spesso utilizzati come hedging, ovvero
come una sorta di bilanciamento ad altri strumenti per ridurre il rischio.

2.1 CHE COS’È UN FUTURE?


Un Future è un contratto a termine standardizzato con il quale le parti si
impegnano a scambiare una certa attività (finanziaria o reale) a un prezzo
prefissato e con liquidazione differita a una data futura.

Ma non entriamo troppo nel teorico. E concentriamoci su ciò che veramente


ci occorre per fare trading Intraday in Futures.

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Il Future è uno strumento finanziario che compro con l’aspettativa che
il titolo aumenti la sua quotazione, oppure vendo con l’aspettativa che
il titolo riduca la sua quotazione.

In entrambi i casi avremo il nostro profitto, in caso contrario subiremo


una perdita.

Ne esistono di diversi tipi: Futures su commodities o materie prime,


Futures sulle valute, sulle azioni, sulle obbligazioni, oppure sugli indici,
che sono quelli su cui andremo ad operare.

E qua partiamo con le buone notizie: dovrai imparare un solo strumento!


Sì, uno solo!

In molti ci chiedono perché vendiamo un solo strumento invece che


diversificare.

La ragione è semplice: la diversificazione è importante, ma prima di


diversificare occorre concretizzare con uno strumento.

Un errore che tanti trader commettono è quello di provare a tradare


diversi titoli contemporaneamente, magari dopo aver preso un paio di
stop su quello precedente. Oppure perché ad un corso gli è stato detto
che quella tecnica è applicabile a tutti i sottostanti. Ma non è così.

Immagina se nel tuo primo mese di patente ogni giorno ti avessero


fatto guidare una macchina diversa. Come ti saresti sentito? Nemmeno
il tempo di regolare gli specchietti e magari ti facevano passare da una
500 ad un SUV.

Ecco, ci siamo capiti. Impara a guidare bene una macchina, poi quando
sarai bravo, guidarne un’altra sarà solo una formalità.

La seconda buona notizia è che l’impostazione che ti darà quest’esperienza

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sarà sì orientata al trading su un solo titolo, ma sarà facilmente riadattabile
a qualsiasi categoria di future. Perché non ti insegneremo un metodo, ti
insegneremo a leggere il mercato, la più grande arma di cui un trader può
disporre.

2.2 STANDARD & POOR’S 500


È l’indice azionario più influente al mondo. È un paniere che racchiude
le 500 società americane più importanti ed è visto come il principale
benchmark, ovvero come termine di paragone, sui rendimenti dei migliori
fondi di Wall Street.

A tal proposito ci concentriamo sul Future dello Standard & Poor’s 500,
il più grande indice americano, un paniere formato dalle 500 aziende
statunitensi a maggiore capitalizzazione, e il Future del Nasdaq 100,
che racchiude le 100 società americane più importanti legate al settore
tecnologico.

Non potendo tradare direttamente l’indice andremo a tradare il suo Future.

Vediamo insieme quali sono le principali caratteristiche così non ti ritroverai


mai impreparato nel tuo cammino da trader.

Nome o ticker: è il codice identificativo del titolo. Se lo cerchi sulla tua


piattaforma non lo troverai come “future dello standard and Poor’s 500”
ma come ES.

Il codice è seguito da un’ulteriore lettera e da un numero che identifica la


sua scadenza.

Una caratteristica che accumuna tutti i Future è proprio che hanno una
scadenza, ovvero li puoi comprare e vendere tutte le volte che vuoi a patto
che tu lo faccia prima che scadano. La scadenza su ES è trimestrale, quindi
ogni anno di trading ti troverai di fronte a 4 scadenze e quindi 4 Futures

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diversi su cui operare:
MARZO (H) - GIUGNO (M) - SETTEMBRE (U) - DICEMBRE (Z)

Per evitare confusione, visto che i Future possono essere anche quotati
anni in anticipo, oltre alla lettera che ne descrive la trimestralità, l’ultima
cifra ne descrive l’anno.

ES H 8
In questo esempio che stai vedendo siamo di fronte al FUTURE dell’S&P
scadenza MARZO 18.

Nel dettaglio il contratto scade il 3° venerdì del mese ma solitamente


non si opera fino all’ultimo giorno ma si fa il cambio circa una settimana
prima, quando la nuova scadenza ha più scambi di quella attuale, ma
questo è un aspetto che vedremo nel prossimo capitolo.

In ogni caso essendo un evento che capita ogni 3 mesi, all’interno del
nostro BLOG o sulla nostra pagina FACEBOOK andiamo sempre a
comunicare quando è il momento di cambiare.

Cauzione: in termini finanziari viene chiamata margine.


È la caparra che il tuo broker ti richiede per poter comprare e vendere
il tuo future.

Questo dipende dal broker a cui ti appoggi: i valori sono variabili tra i
1000€ e i 5000€. Ad esempio Interactive Brokers te ne richiede circa
3000€.

Questa cauzione serve al broker per tutelarsi. Devi sapere infatti che
come per la maggior parte degli strumenti finanziari, i titoli che stai
comprando o vendendo sono beni che valgono decine, e in certi casi,
anche centinaia di migliaia di euro.

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Il broker ti permette comunque di utilizzarli lasciando solo una piccola
cauzione grazie all’effetto leva. Trovi un approfondimento in merito
nella nostra Academy!

Orari: L’S&P, come praticamente tutti gli strumenti finanziari, è


scambiato ormai in maniera simbolica tra le mura di Wall Street, ma
il 99% degli scambi avviene in maniera elettronica gestita da computer.

La tecnologia rende quindi possibile la compravendita del titolo


praticamente 24 ore su 24 dal lunedì al venerdì (salvo 2 interruzioni
della durata di circa un’ora tra le 22.15 e le 23.15 ora italiana).

Gli orari ufficiali di negoziazione, per noi italiani, sono dalle 15.30 alle
22.15.

Potenzialmente lo potrai tradare anche al di fuori dai normali orari di


trading ma non è conveniente per 2 ragioni:
1. la cauzione che il broker ti richiede raddoppia perché il rischio
aumenta;
2. essendo in orari poco interessanti spesso siamo di fronte a movimenti
imprevisti che nella maggior parte dei casi ti porteranno risultati
non esaltanti.

Quindi rimane l’invito ad attenerti ad operare nelle fasce orarie che


abbiamo visto nel capitolo precedente.

2.3 COME SI MUOVE E QUANTO SI GUADAGNA O PERDE?


La quotazione dell’S&P è in punti, e il suo movimento minimo è di 0,25
ed è chiamato Tick. 4 ticks corrispondono ad 1 punto.

Ogni volta che la quotazione cambia di 1 tick (0.25) questo ti porterà


un guadagno/perdita di 12.50$, ovvero una decina di euro.

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Movimento (nome) Guadagno/perdita
0.25 (1 tick) 12.50$
0.50 (2 ticks) 25$
0.75 (3 ticks) 37.5$
1.00 (1 punto) 50$

Ora conosci le basi dello strumento finanziario che ti accompagnerà nel


trading Intraday e sai esattamente su cosa andrai ad operare, i requisiti,
gli orari, le caratteristiche e i movimenti del sottostante.

Nella prossima sezione parliamo di un’altra parte fondamentale nel


trading Intraday: i volumi.

17
CAPITOLO

03

I VOLUMI, LA CHIAVE DEL MERCATO

Questa è la Ferrari 250 GTO, la Ferrari più rara e costosa al mondo. 39


esemplari prodotti e una quotazione che alle rare aste in cui è presente
viene battuta tra i 30 e i 50 milioni di dollari.

Cosa centra questa splendida autovettura con il nostro percorso di


avvicinamento all’Intraday? La useremo come esempio.

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Simuliamo una compravendita tra 2 persone: quanto può valere un
bene così raro e appetibile ad una nicchia così limitata di interessati?

Definire un giusto prezzo può risultare difficile, con compratori e


venditori che offrono quello che vogliono. Siamo di fronte ad un mercato
molto illiquido.

Ma cosa succederebbe se i partecipanti si moltiplicassero fino a diventare


centinaia o addirittura migliaia?

Avremmo tanti potenziali acquirenti, disposti a comprare a diversi


prezzi, e altrettante controparti disposte a vendere il bene.

È questa moltitudine di partecipanti a portare liquidità al mercato.

Più il mercato sarà liquido più avremo possibilità di chiudere le nostre


operazioni con un profitto.

Gli effetti della liquidità sono:


• Prezzi più stabili;
• Compravendita garantita;
• Dinamiche più rispettate;
• Oscillazioni più contenute.

La scelta di lavorare sul Future dello Standard and Poor’s 500 è


basata sul fatto che si tratta di un titolo molto liquido, in quanto attira
milioni di investitori da tutto il mondo, con tutti i benefici che abbiamo
appena visto.

In realtà, il prezzo che vediamo è solo un’indicazione sul valore dello


strumento. A livello pratico, a prescindere dal broker che utilizzi, ogni
strumento è composto da un prezzo BID (oppure denaro) e un prezzo
ASK (lettera).

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Il prezzo BID è il miglior prezzo a cui quel titolo si può vendere
in quel momento, il prezzo ASK è il miglior prezzo a cui si
può comprare.

La differenza numerica tra Bid e Ask viene chiamata Spread.

Facciamo un esempio pratico.

Se volessi vendere l’S&P, lo venderei a 2462.00, se volessi comprarlo,


lo comprerei a 2462.25.

Anch’io all’inizio della mia carriera sono rimasto un po’ spaesato dalla
cosa, ma non preoccuparti, tempo qualche giorno e qualche prova e
diventerà parte di te.

Ma come cambia il prezzo? Questo cambiamento dipende dalla


corrispondenza tra DOMANDA e OFFERTA.

Se la domanda supera l’offerta, ovvero ci sono più investitori


disposti ad acquistare rispetto a coloro che in quel momento sono
disposti a vendere, il prezzo salirà.

Se l’offerta supera la domanda, in questo caso siamo di fronte


ad un eccesso di disponibilità, e di conseguenza il prezzo scenderà
fino a renderlo appetibile ai compratori.

Se domanda e offerta si equivalgono, il prezzo non subirà oscillazioni.


Quest’ultima casistica è praticamente impossibile da trovare sui mercati
finanziari in quanto, dato l’incredibile numero di investitori coinvolti,
ci sarà sempre una prevalenza di domanda o di offerta che farà salire
e scendere il titolo.

Il ruolo dei mercati finanziari è proprio quello di mettere in


contatto compratori e venditori per concludere la transazione.

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Ogni volta che una compravendita va a buon fine, l’Exchange segna un
+1 ad un contatore ai contratti scambiati.

Il mercato non è nient’altro che una fittissima rete di transazioni in


acquisto e vendita, fatta da milioni di investitori.

Per facilitare la lettura e l’andamento del titolo, queste transazioni


vengono impacchettate, suddivise in archi temporali e graficizzati con
i classici grafici che sicuramente conosci. Nel grafico sottostante vedi
raffigurato il future dell’S&P.

Le candele verdi rappresentano momenti in cui la domanda


ha prevalso sull’offerta, viceversa quelle rosse sono momenti
in cui l’offerta ha prevalso sulla domanda.

Le barre qui sotto invece rappresentano i volumi.


I volumi rappresentano la quantità di contratti comprati e venduti per
ogni prezzo, il famoso contatore di cui parlavamo poco fa.

Perché sono importanti?

Ci danno diverse informazioni utili a capire da che parte si sta muovendo


il mercato, chi lo sta muovendo e in che direzione.

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Sono importanti perché ci permettono di predire quello che è il
movimento del prezzo, andando alla fonte del mercato.

Sono importanti perché ci permettono di individuare a aggirare le tante


trappole presenti sul mercato.

E nei prossimi capitoli vedremo proprio come sfruttare gli sbilanciamenti


domanda/offerta e l’analisi dei volumi per effettuare le nostre operazioni
di trading con un vantaggio statistico.

Grazie ai volumi potremo monitorare potenzialmente tutti gli scambi


effettuati. L’obiettivo finale non sarà però andare a scovare altri trader
come noi che entreranno a mercato con 1 o comunque pochi contratti,
e che corrispondono ad una goccia nell’oceano del nostro S&P.

La lettura dei volumi ci permetterà di individuare le mani forti del


mercato, ovvero coloro che, grazie a capitali praticamente illimitati e
tecnologie all’avanguardia, muovono a loro piacimento interi mercati,
a discapito di noi piccoli risparmiatori.

Non sono squali, sono esseri umani quanto me e te, ma con una piccola
differenza. Volendo potrebbero comprarsi un intero stato. E ne parliamo
nel prossimo capitolo.

22
CAPITOLO

04

ISTITUZIONALI E HFT

“Se conosci il nemico e te stesso, la tua vittoria è sicura. Se conosci te


stesso ma non il nemico le tue probabilità di vincere e perdere sono
uguali. Se non conosci il nemico e nemmeno te stesso, soccomberai in
ogni battaglia!”
Sun Tzu

I suoi aforismi, raccolti nel libro L’arte della guerra sono spesso associati al
trading, perché in fondo anche noi ci stiamo approcciando ad un campo di
battaglia. La nostra vita non è certo in pericolo, ma il nostro capitale deve
prima essere protetto e poi ampliato. Giusto per darti un’idea di quanto
questi comandamenti mi siano di supporto nel trading di tutti i giorni, ti
svelerò che ne tengo una versione stampata a fianco della mia postazione.

Ma torniamo all’argomento di questo capitolo, ovvero istituzionali e


trading ad alta frequenza, perché è necessario conoscerli per il nostro
trading di tutti i giorni.

Brevissima cronistoria: il trading ad alta frequenza è nato in America circa


una decina di anni fa.

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In sostanza consiste in delle mega sale server con capacità di calcolo
spropositate che in tempo reale scandagliano qualsiasi contratto
scambiato sul mercato e grazie ad algoritmi di analisi riescono ad
entrare e uscire con operazioni della durata di pochi millisecondi.

Queste strutture sono gestite dalle più grandi banche d’investimento al


mondo ed i più famosi Hedge Funds, che oltre ai capitali ogni anno
investono decine di milioni di dollari per realizzare le infrastrutture
necessarie al mantenimento e aggiornamento degli algoritmi.

È l’investimento necessario per avere un vantaggio statistico costante sul


mercato, in altre parole profitti praticamente certi. Altro che supporti
e resistenze, o onde di Elliott.

Famoso è il caso della Spread Network, una società americana


specializzata nel fornire soluzioni internet ad altissima velocità. Grazie
ad una nuova tecnologia, gli abbonati potevano usufruire di una banda
per la trasmissione dati così veloce che permetteva di operare sulle borse
di Chicago e New York, prima ancora che queste 2 si scambiassero le
quotazioni. L’investitore in tal caso diventava una sorta di banco che
trovava in anticipo anomalie del prezzo e squilibri tra domanda e offerta,
in altre parole un vantaggio al limite della legalità. L’affitto della linea
veniva proposto per un modico canone mensile di 300.000$ oppure
si sborsavano 14 milioni e non ci si pensava più.

Michael Lewis nel suo libro Flash boys ha stimato che grazie a questa
tecnologia in un sistema pienamente operativo poteva corrispondere
un profitto pari a 20 miliardi di dollari all’anno. Sì, 20 miliardi!

Si è portati a pensare che solo una piccola élite possa permettersi


strutture simili, e che quindi la loro influenza sui mercati sarà minima,
ma non è proprio così.

Come rivela questo studio condotto nel 2014, l’incidenza degli HFT
rispetto a tutti i contratti scambiati sul mercato è notevole.

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La prima considerazione è che sono presenti su qualsiasi tipo di
strumento finanziario. Sui Futures il loro impatto supera il 60%, se
parliamo di azioni si va oltre l’80%.

Come fa la gente comune a guadagnare se ci sono queste realtà?

Ho una gran bella notizia per te: anche questi squali del mercato devono
sottostare alla legge della domanda e dell’offerta, quindi devono sempre
calibrarsi in modo da lasciare spazio anche a trader privati, controparti
che gli mettano a disposizione i contratti per chiudere la compravendita.
Inoltre i loro ingressi creano liquidità sul mercato, rendendo le dinamiche
più tradabili. Anche gli HFT, senza l’apporto di tutti noi non avrebbero
ragione di esistere.

Lasciamo che siano loro a fare i milioni, noi accontentiamoci delle


briciole, in cambio avremo un timing di ingresso con una grande
affidabilità rispetto a qualsiasi altro indicatore.

Vediamo in breve come sono strutturati gli HFT. Torneremo a parlarne


più in dettaglio nella parte più avanzata.

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A livello operativo esistono decine di tipi diversi, che utilizzano principi
diversi, ma sono tutti accomunati dall’identificare e trarre vantaggio da
rapidi sbilanciamenti di liquidità di domanda e offerta o da inefficienze
dei prezzi di brevissima durata.

La struttura più comune di un HFT settato per Intraday consiste in


una sorta di griglia, con diversi punti di controllo dove viene testata
la liquidità e altri punti dove il sistema va a mercato con le quantità
importanti.

Operano ovviamente solo nei normali orari di trading, quando c’è più
liquidità.

CANALE DI CONTROLLO: sono dei parametri che identificano


se una seduta ha tendenze positive o negative e la volatilità attesa,
quanti compratori/venditori sono presenti, da lì si attivano determinati
algoritmi.

HFT RICOGNITORI: sono dei punti di controllo dove vengono inserite


piccole quantità con ordini IOC (Immediate or Cancel), ordini che o si
eseguono subito o vengono cancellati. A seconda del numero di eseguiti
hanno una proiezione della liquidità attesa sul mercato. Fungono come
una sorta di scanner.

Immaginiamoli su un campo di battaglia: quelli che abbiamo appena


citato sono i ricognitori, i reparti quasi invisibili, che tastano il terreno
e trasmettono informazioni alla base prima che la battaglia abbia inizio.

La base elabora le informazioni, costruisce una strategia e schiera


l’artiglieria pesante.

L’HFT Primario agisce pochi istanti dopo l’apertura delle contrattazioni


e dà origine alla griglia dove la macchina andrà ad effettuare
le operazioni. Queste entrate rappresentano la polpa del sistema!

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A livello pratico cambiano momentaneamente il prezzo, spesso
causando il movimento opposto. Se il prezzo era in crescita causano
un abbassamento, diversamente in caso di prezzo in discesa, causano
un recupero delle quotazioni.

Questi scossoni vanno a creare nuovi trend che portano la formazione


di figure di analisi tecnica, che danno i dati per tutti gli indicatori e
oscillatori che puoi conoscere. Ma che riescono a segnalarti l’anomalia
quando oramai è troppo tardi.

4.1 COME POSSIAMO SFRUTTARE GLI HFT?


Non certo cercando di essere più veloci di loro. Non potendo
sconfiggerli, ci alleiamo a loro. Questo ci porterà un vantaggio
statistico, che non avrà certo la loro precisione. Quanto sfruttarli dipende
ovviamente da quello che sarà il tuo obiettivo.

Se deciderai di diventare un trader professionista avrai bisogno di


strumenti software più avanzati che ti permetteranno di individuarli
più facilmente.

Se invece punti ad una rendita secondaria, è giusto che tu sappia che


tutte le dinamiche di movimento del titolo dipendono in gran parte
da loro. Con l’esperienza e un po’ di occhio, nei casi più palesi potrai
indirettamente vedere i loro effetti anche da solo.

Conoscere queste dinamiche ti eviterà di effettuare operazioni


“trappola” create ad hoc per ingannare i trader privati in modo da
avere le controparti per operare.

Con queste informazioni, il tuo cammino verso una rendita extra del
10% mensile sarà molto più facile!

Prima di passare all’analisi, apro una piccola parentesi.

27
In precedenza accennavo come oltre all’ora al giorno che dedico al
trading Intraday, buona parte della mia giornata io faccia altro.

Ecco, assieme ad una parte della squadra di trader di Alpha4all mi


occupo del settaggio di un algoritmo Intraday per il mercato USA.
Grazie all’uso dei Big Data vado a settare il grado di sensibilità di una
porzione di un algoritmo che definisce la volatilità dell’S&P e di alcune
società che ne compongono il paniere.

Perché sì, sotto certi aspetti non possiamo minimamente competere con
la velocità e la potenza di calcolo delle macchine, ma dietro a qualsiasi
algoritmo c’è sempre il lavoro di esseri umani, altrimenti sarebbero
solo silicio e transistor.

In questo capitolo abbiamo conosciuto i veri padroni del mercato,


abbiamo visto come lavorano e come influenzano le contrattazioni.
Inoltre, abbiamo visto che, potenzialmente siamo spacciati contro di
loro ma se impariamo a sfruttarli, avremo un vantaggio operativo che
sarà più affidabile di qualsiasi altro indicatore che tu abbia mai provato.

Ora che hai conosciuto il tuo nemico continuiamo il nostro programma


e nel prossimo capitolo, finalmente, si passa ai grafici.

Inizieremo la routine che tutti i trader di successo seguono prima di


iniziare la loro oretta di lavoro, sarà un episodio chiave per il nostro
percorso di avvicinamento al Trading Intraday!

28
CAPITOLO

05

SI ANALIZZA!

Un errore che tanti trader commettono quando si approcciano al trading


è la convinzione che, dopo aver imparato una o più tecniche, siano pronti
per affrontare i mercati in maniera profittevole.
Il vero problema non è la tecnica in sé, ma applicarla a qualsiasi contesto
di mercato.
Negli scorsi capitoli abbiamo visto come domanda e offerta, e trader
istituzionali e HFT possono dare tante possibili sfaccettature al mercato.
Utilizziamo un paragone automobilistico per descrivere meglio il concetto.
La tecnica, ovvero le regole che vengono date quando andiamo in autostrada,
è che in autostrada il limite è di 130 e io automobilista devo rispettarlo e
tenere la destra o la corsia libera.
Ok, tu andresti a 130 all’ora con un’autostrada così solo perché te lo dice
la tecnica?

29
Andresti a 130 all’ora con un’autostrada ghiacciata?

Cosa voglio dire? Avere una tecnica è ovviamente importante, ma la tecnica


non ti porterà alcun risultato serio e duraturo se non saprai leggere il
contesto di mercato che ti circonda.

Analizzare il contesto di mercato è FONDAMENTALE nell’attività


di un trader e presenta solo benefici:
• Meno sorprese, meno imprevisti;
• Più consapevolezza, più freddezza nell’esecuzione;
• Nessuna esposizione al mercato, zero emotività.

L’analisi del contesto è il primo step necessario per approcciarti al mercato,


un rituale quotidiano che inizialmente ti richiederà una decina di minuti.
Una volta abituato l’occhio sarà questione di secondi.

5.1 SIMULAZIONE DI UN’ANALISI


QUANDO?
Se ti stai approcciando al trading nella fascia pomeridiana, ovvero quella
dalle 15.30 alle 16.30, inizia la tua analisi intorno alle 15.15!
Se invece ti stai preparando per il trading nella fascia serale, dalle
19.30 è un ottimo orario per iniziare.

30
L’analisi richiede concentrazione: da questo momento basta Facebook
o qualsiasi altra distrazione. Ascoltare musica è ok se ti aiuta a trovare la
concentrazione.

REQUISITI
• Grafico dell’ES scadenza corrente a candele giornaliere.
• Grafico ES, scadenza corrente, con candele a 5 minuti.
• Grafico ES, scadenza corrente, con candele a 1 minuto.
Ovviamente per tutti i grafici, è necessario che siano presenti i volumi.

FASCIA POMERIDIANA
• Analisi contesto;
• Analisi giornata precedente;
• News macro;
• Analisi pre-market.

FASCIA SERALE
Le prime 3 voci sono le medesime, l’ultima funziona leggermente diversa
ma la vedremo dopo.

Esempio di analisi

31
Passo 1
Analisi Contesto: [giornaliere] ES quota 2475: è sui massimi? È sui minimi?
È ricco di scambi? È in una fase di crescita? È in una fase di discesa? È in
un momento di lateralità? Si sta muovendo secondo la statistica?
In questo caso osserva il movimento delle ultime 15/20 sedute.

Passo 2
Quantifichiamo a livello numerico ciò che abbiamo imparato negli scorsi
episodi: possiamo suddividere i volumi giornalieri in bassi se < 1.5 milioni,
medi se in un range tra 1.5 a 2.5, elevati se superiori ai 2.5.

Scambi Volume giornaliero


BASSI Fino a 1.5 Milioni
MEDI Da 1.5 a 2.5 Milioni
ELEVATI Oltre 2.51 Milioni

Passo 3
Quantifichiamo l’escursione massima giornaliera (massimo – minimo) e
ne definiamo la volatilità. Anche in questo caso questa tabella ti darà un
grande aiuto.

Volatilità Max - Min


BASSA Fino a 12 punti
MEDIA Da 13 a 25 punti
ELEVATA Oltre 25 punti

C’è una correlazione diretta tra scambi e volatilità.

In linea di massima se siamo in una fase di mercato in cui entrambe le


voci sono BASSE, il titolo tenderà ad un movimento più lento.

Quando siamo di fronte a valori scambi/volatilità nella MEDIA siamo


nella situazione più bella e lineare per tradare.

32
In caso di ELEVATI scambi ed ELEVATA volatilità presta attenzione.
La strada è sgombra ma può essere molto scivolosa!

Ora che abbiamo definito un contesto mensile del nostro S&P, andiamo più
nel dettaglio, accantoniamo il grafico giornaliero e passiamo alle candele
a 5 minuti, concentrandoci sulla seduta del giorno precedente.

Le domande che devono trovare risposta sono le seguenti:


Che seduta è stata? Rialzista? Ribassista? Laterale? Che volumi? Che
ampiezza di movimento? Si sta muovendo secondo la statistica? È in linea
con il contesto generale?

In questo caso siamo di fronte ad una seduta da 1.4 milioni e 12 punti


di volatilità minimo/massimo.

5.2 NEWS MACROECONOMICHE


I mercati finanziari sono quotidianamente influenzati da news
macroeconomiche. Ogni giorno ne troverai una decina, alcune totalmente
trascurabili, perché riferite ad altre economie o non particolarmente
rilevanti, altre assolutamente da tenere in considerazione.

Per quanto riguarda il mercato americano le news importanti solitamente


sono schedulate alle 14,30 ora italiana, quindi a noi non interessano. Altre
alle 16, allora dovrai prestarci un po’ di attenzione.

In caso si tratti di conferenze, solitamente sono alle ore 20.00 e se stai


operando nella fascia serale devi assolutamente tenerlo a mente.

Come scelta operativa, a differenza di alcune realtà che promuovono il


trading a ridosso delle news macro, preferiamo che tu stia alla larga
dal mercato in questi frangenti. I movimenti che il titolo fa sono
spesso frutto della speculazione e non sempre correlati al dato emesso.

33
Anche in questo caso, ti mettiamo a disposizione un video con diverse
casistiche di news macroeconomiche, così da avere un risvolto pratico sul
loro impatto.

Tutti questi passaggi sono comuni che tu ti stia approcciando al trading


nella fascia pomeridiana oppure in quella serale.

Si parte dall’analisi pre-market, ovvero l’analisi del nostro S&P dalla


chiusura di ieri fino al presente. In questo caso, oltre a definire una tendenza
del titolo, positiva, negativa, laterale, dobbiamo trovare risposta anche su
come si è mosso durante lo svolgimento delle borse asiatiche (aperte quando
in Italia è notte) e l’incidenza portata da quelle europee (dalle 8 in poi) fino
ad arrivare al pre-open, ovvero l’ora prima che inizino le contrattazioni
(14.30 -15.30) dove già alcuni titoli azionari americani iniziano a scambiare
e quindi abbiamo le prime tendenze di mercato.

Il primo step sarà di utilizzare sempre un grafico con candele


a 1 minuto che parte dalla mezzanotte: individuiamo il prior close,
ovvero la quotazione di chiusura del giorno precedente e valutiamo se
il titolo si è mantenuto al di sopra o al di sotto del valore di
chiusura.

Se la maggior parte delle quotazioni sono state sopra al prior close, la


tendenza è POSITIVA.
Se la maggior parte delle quotazioni sono state al di sotto del prior close,
la tendenza è NEGATIVA.

Il secondo step è quello di analizzare l’impatto delle altre borse sul titolo,
nello specifico, durante lo svolgimento delle borse asiatiche (aperte quando
in Italia è notte) e l’incidenza portata da quelle europee (dalle 8 in poi).

L’ultimo step prevede invece l’analisi del pre open, ovvero dell’ora prima
che inizino le contrattazioni (14.30 - 15.30), dove già alcuni titoli azionari
americani iniziano a scambiare e abbiamo quindi i primi exit poll sul titolo.

34
Bene, siamo partiti con la sola informazione che l’ES quotava 2475,
effettuando le analisi citate sopra, possiamo arrivare a dire che:

«ES quota 2475, è in una fase rialzista del suo ciclo, con le ultime 9 sedute
chiuse sempre in positivo, anche se nell’ultimo periodo sia i volumi di
giornata che la volatilità sono bassi. Nella giornata di ieri il titolo ha
mantenuto la tendenza rialzista sempre con una volatilità e degli scambi
sotto la media, quindi con un lento movimento. Nella seduta di oggi non
saranno previste notizie macroeconomiche che potrebbero influenzare il
suo andamento, quindi potrò operare senza ostacoli. Durante la seduta
asiatica il titolo era in leggera sofferenza, in quanto leggermente al di
sotto della chiusura di ieri.
Spinto dall’apertura positiva delle borse Europee il titolo ha ritrovato
forza piazzandosi sopra la quotazione della chiusura di ieri e nonostante
in pre open abbia avuto un po’ di movimenti contrastanti, la tendenza
rimane positiva e rialzista.»

Tutta un’altra cosa vero?

In questo capitolo abbiamo visto quali sono tutti gli step da seguire per una
corretta analisi del tuo sottostante. Che tu intenda tradare l’ES o qualsiasi
altro titolo, questa routine migliorerà sensibilmente la tua sicurezza e
capacità di leggere il mercato, a prescindere dal suo contesto.

35
CAPITOLO

06

SI TRADA!

Quando dovevo elaborare questo capitolo mi sono confrontato anche con


il resto dei trader di Alpha4All per definire una metodologia di ingresso
semplice da utilizzare ma efficace, che portasse al raggiungimento dei
rendimenti di cui abbiamo parlato.
Le parole semplice ed efficace non sempre vanno di pari passo nel trading.

La tecnica che vedremo insieme è basata su uno squilibrio volumetrico


che, grazie ad un’attenta analisi del prezzo e dalla presenza di algoritmi
HFT, ti permetteranno di effettuare le tue operazioni con un vantaggio
statistico, dedicando al mercato il giusto tempo e tenendo il rischio sempre
sotto controllo.
L’obiettivo è quello di insegnarti a leggere il mercato, così che a prescindere
dal contesto che abbiamo analizzato nello scorso episodio, tu sarai sempre
in grado di effettuare le tue operazioni.

Requisiti:
• Aver fatto l’analisi contesto e pre-market;
• ES grafico a candele 1 minuto;
• Volumi;
• Concentrazione.

36
Per ora non valuteremo l’aspetto dei prezzi, prima devi abituare l’occhio
alle dinamiche di movimento più comuni.

Se stai operando nella fascia pomeridiana, tra le 15.30 e le 15.35, non


si trada.

In questi primi minuti il mercato è intasato da un sacco di compravendite,


che spesso portano le dinamiche a movimenti strani. Utilizza questi minuti
per confermare le analisi che hai fatto e capire se siano in linea con le
aspettative.

Non aver fretta di entrare a mercato, non temere di perdere l’occasione.


Di occasioni il mercato te ne darà tutti i giorni.

Se invece ti stai approcciando alla fascia serale, puoi tranquillamente


cercare l’opportunità già a partire dalle 19.45.

Il primo passo per poter effettuare l’operazione consiste


nell’individuare un trend, ovvero una tendenza di mercato. Il nostro
S&P si muove continuamente grazie alla prevalenza di domanda o offerta.
Questa prevalenza, se prolungata nel tempo, porta al formarsi di un trend
che può essere RIALZISTA, RIBASSISTA, oppure LATERALE.

Per trend laterale si intende un momento di mercato in cui domanda


e offerta sono pressoché uguali, solitamente a bassi scambi, e portano il
titolo ad oscillazioni molto contenute.

37
In questo momento di mercato, l’unica cosa da fare a livello operativo sarà
constatare la lateralità del mercato.

È però importante riconoscerlo, perché è dopo una fase laterale che inizia
un trend rialzista/ribassista. Inoltre, essere in un periodo di lateralità non
significa che non stia succedendo nulla. Potremmo, ad esempio, trovarci di
fronte ad un periodo di distribuzione da parte delle mani forti, ma questo
lo vedremo più avanti.

Ora che abbiamo definito come appare un trend laterale passiamo a quello
rialzista.

Un trend rialzista consiste in una serie di candele in cui prevale la


domanda all’offerta, modificando a rialzo le quotazioni. In questo caso
il colore delle candele sarà prevalentemente verde, ma non sempre la
tendenza sarà così netta e definita.

Una volta che avrai abituato l’occhio a riconoscere un trend rialzista potrai
portare la tua attenzione sui volumi.

Infatti un trend rialzista deve essere accompagnato anche da un incremento


dei volumi. Se questo non avviene siamo di fronte ad una possibile
divergenza sospetta, in altre parole qualcuno più grande di noi sta gonfiando
le contrattazioni per poi spazzare via tutti.

38
Siamo di fronte ad un trend ribassista quando vediamo una serie di
candele in cui prevale l’offerta alla domanda, modificando a ribasso le
quotazioni del titolo.

Un trend ribassista non deve necessariamente essere sostenuto da volumi


importanti. Il prezzo può scendere semplicemente perché in quel momento
non sono presenti molti compratori.

39
Definiti questi 3 possibili scenari, a livello pratico dove andremo ad effettuare
le nostre operazioni?
In concreto, sono solo 2 le modalità di ingresso a mercato: CONTINUAZIONE
o INVERSIONE.

6.1 CONTINUAZIONE (TREND FOLLOWER)


In questo caso andremo ad acquistare il titolo durante la formazione del
trend, con l’aspettativa che il titolo prosegua nella sua direzione portandoci
in profitto. Questa dinamica è sfruttabile sia durante trend rialzisti che nel
corso di trend ribassisti.

Il contesto che ti troverai sarà più o meno questo, ovvero una fuoriuscita
del titolo da fase laterale e l’innesco del trend.

In questo specifico caso di trend rialzista l’operazione da effettuare sarà


quindi un BUY, o long.

40
Speculare ma opposta, è la situazione in caso di movimento ribassista:
dopo una fuoriuscita del titolo da una situazione di lateralità andiamo a
sfruttare la discesa seguendo la direzione.

In questo caso l’operazione da effettuare sarà un SELL, o short.

Questa modalità di ingresso è da preferire in giornate in cui già il contesto


e il pre-market hanno una tendenza piuttosto definita che spesso prosegue
anche durante i normali orari di trading.

6.2 INVERSIONE (REVERSAL)


L’inversione è la seconda modalità di ingresso a mercato e consiste
nell’andare ad agire sul titolo nel momento in cui termina il trend.

41
Infatti, lo squilibrio tra domanda e offerta non può durare in eterno, e dopo
una certa escursione il titolo tende a tornare ad un valore più consono alla
sua quotazione. In questo caso andremo a venderlo al termine di un trend
rialzista, oppure ad acquistarlo a termine di un trend ribassista.

Esempio 1
In questo caso non dovremo cercare sul grafico situazioni di mercato
laterale, ma individuare trend che sono arrivati al termine del loro impulso
rialzista/ribassista e si approcciano ad invertire la direzione per riallineare
il prezzo. Solitamente nei punti di inversione abbiamo un visibile aumento
dei volumi, che fungono da conferma di un possibile inizio di inversione.

In questo primo esempio vediamo come il nostro ES, dopo un trend


rialzista supportato da discreti volumi, abbia avuto un buon incremento
volumetrico accompagnato da un inizio di cambio di direzione. In questo
caso, entreremo a mercato con un’operazione in vendita, oppure short.

42
Esempio 2
Stesso grafico dell’ES ma qualche minuto dopo: trend ribassista, incremento
volumetrico, inversione, entrata long, al rialzo.

Visto così sembra tutto molto semplice, vero? In realtà è proprio così!
Il problema, comune a tutti i corsi teorici, è che per illustrarti certe situazioni
si ricorre a situazioni passate, di cui si conosce già la conclusione.

Quando dovrai affrontare i mercati, con le candele verdi o rosse che si


formano pian piano, sarà meno immediato capire quando è il momento di
entrare, quando è in atto una continuazione o un’inversione, se i volumi
sono alti e bassi, ecc.

Ecco perché è importante abituare l’occhio a leggere i grafici per essere


sempre più in confidenza con il titolo e rimanere concentrato per effettuare
le tue entrate al momento opportuno.

In questo capitolo abbiamo visto in dettaglio le tipologie di trend e come


entrare a mercato.

Nel prossimo capitolo definiremo quanto può statisticamente durare un


trend e come esistano dei valori chiave di quotazione che ci permetteranno
di entrare a mercato con un vantaggio statistico.

43
CAPITOLO

07

LE SOGLIE PSICOLOGICHE

Torniamo a parlare di prezzi e quotazioni in modo da affiancare alla nostra


osservazione grafica anche dei parametri statisticamente utili nel nostro
trading di tutti i giorni.

Grazie al concetto di cavalcata e allo studio delle soglie psicologiche sarà più
semplice definire se entrare su continuazione, inversione, ma soprattutto,
quando uscire dalla nostra operazione.

Nel momento in cui si innesca un trend, rialzista o ribassista che sia, l’S&P
cambia la sua quotazione alterando il prezzo. Sì, ma di quanto?

È vero che un titolo può potenzialmente salire e scendere all’infinito, ma


non è così.

Ipotizziamo un rialzo del titolo. Arrivato ad una certa quotazione, il titolo


avrà necessariamente una flessione, dovuta a coloro che chiudono le loro
posizioni per prendere profitto.

Oppure l’eccessiva crescita del titolo ha portato chi aveva una visione
ribassista ad effettuare l’ingresso short.

44
Questi particolari momenti di mercato sono molto ricercati anche dagli
algoritmi degli HFT, soprattutto i primari, che per operare al meglio hanno
un continuo bisogno di controparti disposti a prendere i loro contratti.

Questa caratteristica accomuna qualsiasi strumento finanziario, ma


ovviamente varia da strumento a strumento a seconda di volatilità media,
volumi giornalieri e altri fattori.

Di seguito vediamo questi valori per il Future dell’S&P, ma con un po’ di


osservazione e la raccolta di dati storici potrai cercare questi parametri su
qualsiasi strumento tu voglia tradare.

Per cavalcata si intende il numero di punti che vengono fatti durante il


trend, prima che ci sia un riallineamento momentaneo delle dinamiche e
quindi un’inversione.

Il conteggio parte dall’inizio del trend, dopo una fase di lateralità.


Anche in questo caso i parametri devono essere rapportati alla volatilità
attesa del titolo, che sono direttamente correlati.

Volatilità Cavalcata
BASSA 5 punti
MEDIA 7.5 punti
ELEVATA 10 punti

45
L’inversione del trend può avvenire dopo 5, 7.5 o 10 punti, a seconda
che la volatilità attesa sia bassa, media o elevata.

In giornate estremamente fiacche, in cui il titolo si muove ad esempio di


9 punti tra minimo e massimo, è abbastanza utopico sperare di vedere
un’inversione dopo 10 punti. Anche se il nostro ES si muovesse in trend
per tutto il tempo non arriverebbe al termine dei 10 punti.

Facciamo un esempio inverso: in un contesto ad elevata volatilità, in


sedute in cui le aspettative di movimento sono intorno ai 25/30 punti,
risulterebbe rischioso tentare un’inversione dopo soli 5 punti, meglio optare
per un potenziale riallineamento delle dinamiche dopo 7.5 o addirittura
10 punti.

A questo punto ti starai ponendo un’altra domanda fondamentale: meglio


tradare su continuazione di trend o su inversione?

Non esiste una regola precisa. Per quanto mi riguarda, direi che mediamente
negli anni, 6 operazioni su 10 le faccio su continuazione e 4 su 10 su
inversione, a prescindere dal contesto di mercato.

In ogni caso, in giornate a bassa volatilità è preferibile un approccio di


trading su inversione, in quanto il mercato tende ad essere più tranquillo, a
non allontanarsi troppo dal prezzo e in caso di movimenti tende a rientrare.

In caso di mercato più volatile, è preferibile agire su continuazione, perché


ci sono più probabilità che il titolo mantenga il trend piuttosto che invertire
anche momentaneamente la sua cavalcata.

Volatilità Tipo di entrata


BASSA Inversione
MEDIA Continuazione
ELEVATA Continuazione

Dopo esserci soffermati sui trend, torniamo a parlare di prezzi e quotazioni

46
del nostro S&P. La quotazione di un titolo non è mai troppo o troppo poco,
quindi potenzialmente il range numerico è infinito.

Ma ci sono aree di prezzo, numeri ben precisi, in cui il titolo termina il


suo trend, e spesso inizia ad invertire, a prescindere da quanti punti di
cavalcata abbia fatto.

Magia? No, dietro come sempre ci sono dinamiche tecniche e un po’ di


psicologia umana.

Vengono chiamate soglie psicologiche e rappresentano un numero


più o meno tondo in cui solitamente si sceglie di acquistare o vendere il
nostro bene.

Quando andiamo al supermercato a comprare un telefono lo troveremo


a 349€ o 399€. Difficilmente troverai un telefono in vendita a 316.34€.

Lo stesso principio vale anche sui mercati finanziari, ed è riscontrabile


soprattutto in trader e investitori che operano su archi temporali più lunghi.
Infatti, tenderanno a comprare o vendere a ridosso di questi numeri tondi
che rappresentano le soglie psicologiche.

La motivazione, però, è anche di carattere tecnico. Ci sono diversi strumenti


derivati, come ad esempio le opzioni, che non presentano opportunità di
acquisto e vendita ad ogni prezzo, ma solo in coincidenza con alcuni valori,
che corrispondono proprio alle nostre soglie psicologiche.

47
Impatto Ogni quanto?
BASSO Ogni 2,5 punti (2450, 2452.5, 2455, 2457.5)
MEDIO Ogni zero e cinque (2120, 2125, 2130, 2135)
ELEVATO Soglie riferimento (2025, 2050, 2075, 2100)

Le soglie psicologiche a basso impatto sono micro flessioni di trend.


Può succedere che il trend subisca un riequilibrio Bid/Ask ma non ritracci,
dando origine a lateralità.
A livello operativo se il titolo arriva da un trend di soli 2 punti e mezzo, è
sconsigliato effettuare operazioni su queste aree di prezzo.

Le soglie psicologiche a medio impatto per quanto riguarda il nostro


ES vanno di 5 punti in 5 punti.

Secondo i nostri big data su ES, in questi prezzi nel 62% dei casi avviene
un’inversione del titolo di almeno 4 ticks. Se il titolo arriva da una cavalcata
di almeno 5 punti, le probabilità salgono al 66.3%.

Le soglie psicologiche ad elevato impatto rappresentano spesso delle


vere e proprie barriere che vanno ad agire sul titolo. Queste non impattano
solo l’operatività Intraday, ma definiscono un contesto che perdura per
più giorni interessando anche investitori di medio/lungo termine.

Maggior interesse + liquidità + azione degli HFT = dinamiche


più definite e un maggior vantaggio statistico.

Una buona operazione di trading è figlia di diverse variabili. Più fattori


avremo dalla nostra parte, più avremo possibilità che il titolo segua il
movimento che ci aspettiamo e quindi ci porti il profitto atteso. Meno
variabili avremo dalla nostra parte, più saremo di fronte ad un’operazione
rischiosa.
A seconda dei nostri obiettivi e della nostra propensione al rischio andremo
a concentrarci solo sulle operazioni che rispondono a determinati parametri,
tralasciando quelle che non ci occorrono.

48
In questo esempio vediamo un bel movimento del nostro S&P che dopo
una breve lateralità sull’area 2470 ha avuto un piccolo trend rialzista,
fino a raggiungere l’area psicologica successiva a 72.50. Ha poi iniziato
il suo trend ribassista, che dopo una cavalcata di 5 punti ha fatto la sua
inversione sull’area psicologica dei 67.50 per andarsi a riprendere in area
2470.

Un buon esercizio che potresti fare per abituare l’occhio è quello di andare
indietro nel tempo e vedere il movimento dell’S&P. Sarai sorpreso di quante
volte il titolo si fermi o inverta i suoi trend a ridosso delle aree psicologiche,
e sarà proprio in concomitanza di questi valori che anche noi
andremo ad effettuare le nostre operazioni.

Se dovessimo definire l’entrata perfetta sul nostro S&P, consiglierei un


contesto di medi scambi e volatilità, con un trend ben definito con cavalcata
di almeno 5 punti che combaci con una soglia psicologica.

In questo capitolo abbiamo visto quanto dura statisticamente un trend e


i punti necessari di cavalcata per definirlo tale, come cercare un’entrata
su continuazione o su inversione a seconda di come si sta evolvendo il
movimento del titolo, e come il titolo arrivato in certe aree di prezzo cambi
il trend con un vantaggio statistico.

Nel prossimo capitolo, dedicato al Money Management parleremo di come


capire quando uscire, quali siano la massima perdita e il massimo guadagno.
Insomma, le basi per amministrare il tuo capitale nel modo migliore.

49
CAPITOLO

08

MONEY MANAGEMENT

Il money management consiste in un insieme di regole di gestione del


denaro, mirate alla massimizzazione dei profitti e alla riduzione potenziale
delle perdite.
Torniamo al nostro obiettivo, ovvero di raggiungere un 10% al mese di
rendimento per ogni seduta di trading, basandoci sui criteri visti
nei capitoli precedenti.

Quantifichiamo il nostro obiettivo in chiave numerica, ipotizzando un


profitto su base mensile di 1000€:

50
Questi 1000€ teoricamente possono essere fatti con una sola operazione
chiusa con 1000€ di profitto, oppure 10 da 100€ cadauna, oppure 100
operazioni da 10€.

Qual è la formula vincente? La risposta è dipende!

Effettuare una sola operazione da 1000€ di profitto sarebbe un po’ utopico


da raggiungere in una sola seduta di trading sul nostro ES. Significherebbe
prendere un movimento di oltre 20 punti, vorrebbe dire comprare il titolo
sul minimo di giornata e venderlo sul massimo in una seduta a media
volatilità. Praticamente impossibile.

D’altro canto, anche fare 100 trades non è consigliabile. Si rischierebbe di


andare in over trading, ovvero di fare un sacco di operazioni trasformando
il trading in un videogioco e perdendo la giusta prospettiva.

Prima di definire un valore ideale sul numero di operazioni da effettuare


e il loro importo ci sono ancora 2 fattori da valutare, e questo ci richiama
al concetto di statistica.

Tieni a mente che non tutte le operazioni andranno a buon fine. Questo
succederà dal primo all’ultimo giorno della tua carriera da trader.

L’esperienza e il giusto approccio porteranno sempre di più le percentuali


dalla tua parte, ma la perfezione non esiste.

I migliori trader che ho conosciuto nella mia carriera hanno una percentuale
di operazioni chiuse in profitto che vanno dall’82% fino all’87%.

Un trader nei primi 12 mesi vanta circa il 62% di operazioni chiuse in


profitto.

Le percentuali però possono trarre in inganno. Immaginiamo un campione


di 10 operazioni: decido di chiudere quando ho un guadagno di 10€, ma

51
quando il trade mi va contro sono disposto a perderne 100€.

9 operazioni su 10 vanno a buon fine, una sola in perdita, significa chiudere


in profitto il 90% delle mie operazioni.

È vero, però mi ritroverò comunque ad aver perso dei soldi. È normale


che se sono disposto a chiudere le mie operazioni con guadagni esigui le
probabilità di avere un profitto siano elevate, ma basta un’operazione in
perdita per bruciare tutti i guadagni. Questo tipo di perdite sono dure da
affrontare sia economicamente che psicologicamente, in quanto è davvero
frustrante vedere il lavoro dei giorni precedenti andare in fumo in poco
tempo.

Per far in modo che questa situazione non si produca, dobbiamo


necessariamente introdurre il concetto di rischio/rendimento.

8.1 RAPPORTO RISCHIO/RENDIMENTO


Per RISCHIO/RENDIMENTO si intende il rapporto tra quanto sono
disposto a guadagnare e a perdere su una singola operazione. È una
decisione che va presa prima di entrare a mercato ed è indispensabile per
tenere la statistica dalla nostra parte e avere un bilancio positivo.

A livello operativo, ogni operazione messa a mercato, che sia su inversione


o su continuazione di trend, deve essere accompagnata da 2 paletti, che
rappresentano il massimo profitto e la massima perdita.

In questo caso la tecnologia ci viene in aiuto, in quanto potrai attivare


questi paletti in automatico sulla tua piattaforma di trading, così da poterti
preoccupare solo dell’acquisto o della vendita mantenendo l’attenzione sul
movimento del titolo.

Nell’esempio fatto in precedenza, siamo di fronte a un rapporto rischio/


rendimento di 10:1 e abbiamo visto che non è una situazione ideale.

52
Nel trading esistono diversi tipi di rapporti rischio/rendimento, che variano
in base agli obiettivi del trader e alla natura dell’operazione. Solitamente,
più un’operazione dura nel tempo, più la forbice si allarga.

Di seguito, un riepilogo dei rapporti più comuni per trader Intraday.

1:1 Rischio: 100$, massimo guadagno: 100$


1:2 Rischio: 100$, massimo guadagno: 200$
1:3 Rischio: 100$, massimo guadagno: 300$

In un mondo ideale il rapporto 1:3 è ovviamente il più appetibile, ma anche


il più difficile da ottenere, soprattutto in Intraday.

Partiamo dall’inizio, concentrandoci sul rapporto rischio rendimento 1:1.


Grazie a questo rapporto, anche di fronte ad una lettura non ottimale del
titolo sommata ad un po’ di inesperienza, da preventivare nei primi mesi
di attività, avrai buone probabilità di chiudere il mese in positivo senza
troppo stress e senza troppe illusioni.

Ora che abbiamo definito il rapporto, vediamo a livello numerico a quanto


equivale sul nostro S&P.
Anche in questo caso dobbiamo rapportare il numero di ticks di guadagno
e di perdita a seconda della volatilità del titolo.

Volatilità MAX Perdita MAX Profitto


BASSA -4 ticks +4 ticks
MEDIA -6 ticks +6 ticks
ELEVATA -8 ticks +8 ticks

8.2 LA VOLATILITÀ
Perché è importante tener conto della volatilità?
Riuscire a prendere 8 ticks (o 2 punti) sul nostro ES in una giornata in
cui si è mosso in tutto di 7-8 punti, significa prendere il 25% di tutto il

53
movimento di giornata, il che non è semplicissimo.

D’altro canto, usare un +4 -4 ticks (1 punto) in giornate con il titolo in


elevata volatilità, rischia di portarci a prendere uno stop, anche se l’analisi
era correttissima. Questo perché non abbiamo lasciato abbastanza spazio
al nostro titolo per tenere bilanciati domanda ed offerta.

Facciamo un paio di esempi pratici, validi sia che tu stia tradando su


continuazione o inversione di trend.

Giornata a bassa volatilità attesa


COMPRO ES a 2475
Max profitto: 2476 (+4 ticks/+50$)
Max perdita: 2474 (-4 ticks/-50$)

Giornata a media volatilità attesa


COMPRO ES a 2475
Max profitto: 2476 (+4 ticks/+50$)
Max perdita: 2474 (-4 ticks/-50$)

Definiti questi paletti è giusto che tu sappia che quando diventerai un buon
trader, potrai ottimizzare il rapporto rischio/rendimento anche in corsa.

Ma il consiglio per i primi tempi è di non toccare lo stop loss (massima


perdita) che hai impostato.

La gestione della posizione è un aspetto importante dell’operatività Intraday,


che concretamente consiste nel correggere il nostro Take profit (massimo
guadagno) e il nostro stop loss, adattandoli al contesto del mercato.

La gestione della posizione può essere fatta o avvicinando lo stop loss in


modo che in caso di perdita si perda meno, oppure allargando il take profit,
e quindi guadagnando di più rispetto al mio obiettivo iniziale.

54
8.3 ESEMPI DI GESTIONE DELLA POSIZIONE

IPOTESI INIZIALE: Ingresso Long in area 2460 su inversione dopo


cavalcata ribassista di 5 punti.
R/R 1:1 (-4 +4 ticks)
MAX PROFIT: 2461
MAX LOSS: 2459

EVOLUZIONE: Il titolo inizia un bel trend rialzista.


Lascio invariato il mio stop loss a 2459 ma alzo il mio take profit a 2462,
trasformando l’operazione come segue:
R/R 1:2 (-4 +8 ticks)
MAX PROFIT: 2462
MAX LOSS: 2459

La gestione della posizione richiede:


1. ESPERIENZA: certe dinamiche le osserverai nel corso dei mesi
2. FREDDEZZA: un errore che molti trader commettono è farsi prendere
dall’emotività del momento e modificare questi parametri in maniera
emotiva, piuttosto che tecnica.

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Nelle operazioni che mostro ogni giorno nell’Intraday Club spesso gestisco
la mia posizione e in certi casi questo mi porta un beneficio, in altri casi
era meglio lasciar tutto com’era.

Ogni mese creiamo un report con tutte le operazioni che abbiamo fatto,
per farti avere un’idea più chiara non solo di quanti trade facciamo, ma
anche di quante perdite subiamo, quanto dura in media un’operazione e
che profitti mensili otteniamo. Contattaci a info@assistenzabrokers.it e ti
invieremo un esempio!

In questo capitolo abbiamo visto quanto sia importante avere un money


management di ferro se non vogliamo farci trovare impreparati sul
mercato. Abbiamo visto l’importanza della statistica e di come il rapporto
rischio rendimento ci metta al sicuro da movimenti imprevisti del titolo
oltre ad assicurarci un vantaggio statistico nel lungo termine.

Nel prossimo capitolo approfondiremo invece l’aspetto psicologico legato


al trading Intraday.

56
CAPITOLO

09

LA PSICOLOGIA NEL TRADING

In questo capitolo andremo ad affrontare un argomento chiave per il nostro


trading di tutti i giorni, che esula dall’osservazione grafica o da qualsiasi
situazione operativa, ma che spesso farà la differenza tra l’avere un saldo
positivo o negativo sul nostro conto alla fine del mese. Sto parlando del
fattore psicologico.

Quando ho iniziato la mia carriera da trader, il mio approccio è stato


prettamente da autodidatta. Mio padre, trader Intraday ma su azioni
Italiane, mi ha spiegato un po’ come funzionava, e anch’io come tutti
all’inizio, mi ero concentrato solo sulla tecnica saltando a piè pari analisi di
contesto, liquidità, scelta del titolo. Insomma tutti gli aspetti che abbiamo
visto fino ad ora. Risultato?

Per oltre un anno ho tradato in maniera eccellente, il mercato seguiva i


movimenti che erano alla base della mia metodologia e i soldi arrivavano,
ben oltre le mie aspettative. Poi qualcosa si è rotto, il mercato è cambiato,
io mi sono trovato in un momento di debolezza personale e i risultati si
sono capovolti. Non è stato per niente un bel momento, il mio bancomat
che ogni mese mi dava lo stipendio non funzionava più ed io nella fretta
di aggiustarlo ho peggiorato le cose.

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Oltre al danno puramente economico (senza entrare nel dettaglio, ma
parliamo di una bella cifra) quello più grande è stato quello psicologico:
perdita della fiducia nelle mie capacità, rabbia, frustrazione, tutti elementi
negativi che hanno allungato di molto i miei tempi di recupero.

Fortunatamente ho trovato la mia strada, ma in questi anni ho visto tanti


trader, potenzialmente anche più bravi di me, alzare bandiera bianca a
causa di situazioni legate all’emotività più che ai risultati.

In questo capitolo non vogliamo certo sostituirci a Freud, ma non vogliamo


neanche che tu passi le brutte esperienze che abbiamo vissuto noi all’inizio
del nostro percorso da trader.

La nostra Silvia Pallavicini, che scrive di psicologia del trading sul Trading
Journal Blog, ha intervistato centinaia di trader e ha identificato le emozioni
più comuni che un trader vive durante il suo cammino e come riconoscerle
per affrontare il trading in modo consapevole. Abbiamo pensato di
condividerle con te.

La vita di un trader è un susseguirsi di emozioni contrastanti. Si passa


dall’eccitamento e l’euforia iniziali a momenti di ansia, rifiuto, paura e
rabbia. Emozioni che possono giocare brutti scherzi in una professione
tendenzialmente solitaria come il trading.

9.1 LA PAURA
Dopo l’euforia iniziale subentra la paura. Dopo i primi mesi di simulazione
diversi trader raccontano di aver paura ad effettuare il passaggio ed operare
con denaro vero. Questo per il timore di perdere il proprio capitale.

Come si può affrontare questa paura?


Con la consapevolezza che tradando in Intraday siamo di fronte ad una
professione in cui, anche a regime, avremo un livello di operazioni chiuse
in profitto del 70%.

58
Ciò significa che 3 operazioni su 10 ci porteranno una perdita. E prima
imparerai a convivere con degli stop piuttosto frequenti, prima ti sentirai
più sereno nel trading con denaro vero. Considera comunque che a fine
mese queste perdite non vanno ad incidere sul tuo capitale.

9.2 L’AVIDITÀ
Anche l’avidità è un’emozione che spesso prende il sopravvento nel trading.

Infatti, dopo una serie di operazioni chiuse in profitto c’è la tendenza a


sentirsi imbattibili con l’illusione di aver capito tutto dei mercati. Si cercano
guadagni sempre più elevati e si sognano yacht e case a Montecarlo. Inutile
dirlo, ma con questo approccio non si farà tanta strada.

Come si supera questo momento?


Con un piano di trading FERREO, dove nulla è lasciato al caso, e che ti
aiuteremo a strutturare. Questo piano è studiato per adattarsi a tutte
le tipologie di trading. Noi per primi vorremmo che tutti i nostri trader
diventassero ricchi velocemente ma ci sono dei tempi da rispettare.

9.3 LO STRESS
Lo stress è un altro fattore da non sottovalutare.

Non tanto lo stress legato al trading, ma quello legato alla vita privata.

Durante l’analisi contesto e premarket e nell’ora di trading giornaliera


occorre concentrazione e un approccio mentale disteso.

Può succedere anche a trader tecnicamente in gamba che per anni hanno
avuto ottimi risultati, di iniziare improvvisamente a perdere colpi.

La nostra ricerca ha dimostrato che nella maggior parte dei casi questi

59
trader stavano attraversando una fase delicata nella loro vita privata:
divorzi, traslochi, malattie. Tutte situazioni che possono renderci poco
lucidi nell’affrontare i mercati.

Come si affronta lo stress?


La soluzione in questi casi è molto semplice: prendersi una pausa.

Il mercato non va da nessuna parte e sarà lì al nostro ritorno.

Quindi se ti trovi in una situazione particolare, meglio allontanarsi


momentaneamente dai mercati finché non ti sentirai di nuovo in forma.

Non guardarlo come ad un mancato guadagno, ma come ad una scampata


perdita. Perché oltre a risultare in possibili perdite, tradare in questi
momenti può contribuire ulteriormente ad aumentare lo stress.

E tranquillo, fare trading è un po’ come andare in bicicletta: dopo una


pausa, anche lunga, nel giro di qualche ora riabituerai l’occhio ai mercati
e sarai pronto per partire alla grande.

9.4 LE QUALITÀ DEI TRADER DI SUCCESSO


Dopo aver preso in esame 3 delle emozioni che più possono ostacolare la
nostra attività di trading, ma soprattutto, aver scoperto come affrontarle,
vogliamo condividere con te anche quelle che abbiamo trovato essere le
caratteristiche che contraddistinguono i migliori trader.
La prima qualità che hanno in comune i trader che da anni raggiungono i
loro obiettivi e fanno del trading la loro professione, è la pazienza.

Capiteranno giorni in cui effettuerai l’operazione pochi minuti dopo aver


iniziato la tua attività, altre volte dovrai attendere. Questo non significa
che dovrai scendere a compromessi ed accontentarsi di un’operazione
mediocre, ma avere profitti graduali e crescenti.

60
I migliori trader ci hanno rivelato che questo gli permette di non perdere
mai il contatto con il concetto di denaro. Perché anche se ora ti sembra
strano, anche guadagnare 1000€ al giorno è una bella responsabilità, a
prescindere dall’aspetto tecnico.

Un’altra caratteristica comune è il LAVORO DI SQUADRA.

Come ben sai, il trading è una professione piuttosto solitaria, sia perché si
sta da soli di fronte al PC, sia perché spesso le persone intorno a noi non
capiscono di cosa si tratti.

Quindi, il confronto con trader come te è importante. Permette di avere


delle analisi più obiettive e neutre rispetto a quelle che potresti fare da solo.

Molti dei trader che abbiamo intervistato e che fanno parte della nostra
community, scelgono di starci vicino proprio perché attraverso lo scambio
continuo di idee possono migliorarsi costantemente. E ci hanno confidato
anche che il confronto li rende più sicuri delle loro scelte.

In questo capitolo abbiamo visto come gli aspetti emotivi rivestano un ruolo
chiave nel nostro trading di tutti i giorni e scoperto qualche “trucchetto”
per prevenire shock emozionali che vadano a pregiudicare i nostri ritorni
mensili.

Questo era l’ultimo tassello per completare una solida base che ti porterà
ad essere un trader Intraday.

Il prossimo capitolo invece è dedicato a coloro che non si accontentano


di una rendita secondaria ma puntano a far diventare il trading Intraday
un qualcosa in più.

61
CAPITOLO

10

TRADING INTRADAY AVANZATO

In questo capitolo vedremo come portare ad un altro livello tutti i concetti


appresi fino ad ora ed entrare così nella schiera dei trader professionisti.
Parleremo di Range Bar, Footprint, Market Depht e della griglia HFT,
in altre parole una serie di strumenti che ottimizzeranno le tue analisi e
miglioreranno i tuoi trade dandoti una visione oggettivamente più precisa
e professionale.

“Se fai le cose bene, falle meglio.


Sii il primo, fai la differenza, accetta le sfide.”
- Anita Roddick

Ricordati che alla base dell’Intraday ci sono sempre i volumi, la domanda


e l’offerta, gli HFT. In questo capitolo li portiamo ad un altro livello per
permetterti di prendere uno stop in meno o un take profit in più e cambiare
le tue entrate. Non ti preoccupare se inizialmente alcune cose non sono
chiare, lo diventeranno piano piano.

Fino ad ora per analizzare i trend del nostro S&P abbiamo sempre utilizzato
le classiche candele e le uniche informazioni che possiamo avere sono: il
colore della candela, il valore di apertura, chiusura, minimo e massimo.

62
10.1 RANGE BARS
Ora immagina di poter avere una radiografia che ti permetta di vedere tutti
gli scambi in acquisto e in vendita all’interno della candela.

In termini tecnici si chiamano Range Bars e sono una versione evoluta


della candela. Ti permetteranno di vedere, per ogni tick di movimento
dell’S&P, quanti contratti sono stati comprati e venduti.

Nella colonna di sinistra avrai tutti i contratti venduti, in quella di destra


tutti i contratti acquistati.

La graficizzazione in gruppo di queste range bars viene chiamata Footprint.

Un’altra caratteristica delle Range Bars è che al contrario delle candele


suddivise in archi temporali di 1 minuto, 5 minuti o giornaliere, non hanno
nessuna limitazione temporale.

Questa visualizzazione può in certi casi alterare la percezione di come il


mercato si stia effettivamente comportando: il prezzo dell’S&P è definito

63
dalla domanda e dall’offerta che si muovono senza criteri temporali.

Chi lo dice che si debba muovere solo perché è passato 1 minuto o 5 minuti?
Nessuno!

Le range bars ci permettono di scorrelarci dall’aspetto temporale e di


concentrarci sul reale movimento del titolo.

La loro durata non è mai uguale, infatti la formazione di una nuova barra
è subordinata al movimento, in questo caso di almeno 5 ticks, del nostro
S&P.

In fasi di mercato lento una barra può durare anche un’ora, in fasi di elevata
volatilità la barra durerà solo una manciata di secondi.

Questo è un ulteriore indicatore oggettivo di come il mercato si stia


effettivamente muovendo.

64
10.2 TIME AND SALES

Altro strumento utile a migliorare le nostre performance sono i Time


and Sales.

In un capitolo precedente abbiamo visto come funziona il dietro le quinte


del mercato, una fittissima rete di transazioni in acquisto e vendita, fatta da
milioni di investitori. Ecco, i time and sales rappresentano proprio questo.

Si tratta di un listato in tempo reale di tutte le transazioni presenti sull’S&P.

Attenzione, non dobbiamo osservarle per tutta l’ora di trading altrimenti


dopo 2 giorni ci ricoverano. Osserviamoli solo a ridosso della nostra
possibile entrata a mercato, per capire se c’è una prevalenza di compratori
o venditori ed avere un vantaggio nella nostra scelta.

Una volta abituato l’occhio all’interno dei time and sales, in certi casi potrai
vedere anche gli HFT primari in azione, che piazzano le loro raffiche di
contratti, solitamente a gruppi di 25 o 50 contratti alla volta.

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10.3 MARKET DEPTH
Un altro strumento che personalmente uso tantissimo è il Market Depth,
ovvero la profondità di mercato.

Fino ad ora abbiamo focalizzato la nostra osservazione sui volumi,


compravendite già effettuate che hanno portato un +1 agli scambi di
giornata.

In realtà la tecnologia ci permette di andare oltre dandoci la possibilità di


vedere anche quali sono le intenzioni degli investitori sia in acquisto che
in vendita.

Facciamo un esempio:
ES quota 2455. Attualmente la sua quotazione è alta e decido di comprarlo
solo se la sua quotazione scenderà a 2454.

Quindi a livello operativo prenoterò il mio acquisto a quel prezzo. Non è


ancora un eseguito ma è un ordine.

La profondità di mercato ci permette di vedere gli ordini in acquisto e in


vendita sul nostro S&P nei 10 livelli superiori ed inferiori al prezzo attuale.

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10.4 BOOK TRADER
Il book trader è uno strumento che, oltre a permetterti di comprare e
vendere l’S&P, ti mostra anche tutti gli ordini in attesa di diventare contratti.

Anche in questo caso i numeri cambiano molto velocemente, e senza il


giusto allenamento si rischia di andare in tilt.

Per fortuna esistono Software che ti permettono la graficizzazione del book,


ovvero convertono le quantità numeriche in colori, più o meno accesi a
seconda della quantità e mettono a disposizione anche i dati storici.

Questo ci permetterà di seguire il mercato in maniera molto più rilassata,


perché per l’occhio sarà molto più facile osservare un cambio di colorazione
piuttosto della modifica di un numero.

67
10.5 GRIGLIA HFT

Nei capitoli precedenti abbiamo parlato di HFT. E se ti dicessi che esistono


mezzi per individuare i loro ingressi a mercato?

È possibile certo, ma con l’ausilio di software specializzati nell’individuazione


di queste aree di prezzo. Anche se le informazioni non saranno perfette, ti
daranno una grande mano ad individuare possibili aree di prezzo che per
tutta una serie di ragioni hanno un vantaggio statistico, e potrai quindi
sfruttarle per i tuoi acquisti e vendite.

Se sceglierai di appoggiarti a queste tecnologie, tieni a mente questi consigli.


Innanzitutto, scegli con cura a chi affidarti, e diffida di gente che ti promette
ritorni mirabolanti, strategie infallibili, sistemi automatici in cui non devi
fare niente… Faccio questo lavoro da 10 anni, ne ho viste e sentite di tutti i
colori, pensi che se esistesse uno strumento simile sarei qua ad insegnarti
ad osservare il mercato?

Se hai poco tempo va bene lavorare con la griglia HFT, ma dedica comunque
qualche minuto all’osservazione del mercato. Questa consapevolezza ti
permetterà di fare le tue operazioni in maniera più tranquilla. Se ti allontani
troppo dalle dinamiche di movimento, il trading diventerà un concetto

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astratto, e appena avrai qualche operazione dall’esito non fantastico,
finirai in una delle trappole mentali che ti abbiamo descritto nel capitolo
precedente.

In questo capitolo abbiamo messo le basi per un trading Intraday più


professionale, fatto sia per incrementare i tuoi rendimenti mensili ma
anche per ottimizzare quelli esistenti migliorando la tua capacità di lettura
con l’affiancamento di strumenti avanzati.

69
CONCLUSIONI

Siamo partiti definendo obiettivi temporali ed economici per diventare un


vero trader, abbiamo visto come si forma e cambia il prezzo a seconda di
domanda e offerta.

Abbiamo constatato come grandi banche con tecnologie al limite


dell’incredibile riescano a manipolare a loro piacimento interi mercati
ma noi, invece di preoccuparcene abbiamo imparato a sfruttarli.

Ora conosci il Future dell’S&P come le tue tasche: lo sai analizzare,


tradare con dei criteri di money management ferrei così da non essere mai
esposto a mercato e con la statistica a tuo favore.

Abbiamo visto come l’aspetto psicologico sia importantissimo per la nostra


attività di tutti i giorni e abbiamo anche dato un’introduzione a situazioni
più tecniche per instradarti al meglio su quelli che saranno i tuoi prossimi
passi in questo mondo.

Prima di congedarmi ci tengo a darti 5 consigli utili, che esulano un po’


dall’operatività, ma sono figli di un’esperienza ormai decennale, non solo
personale ma vissuta sulla pelle di non so quante migliaia di traders italiani,
inglesi e tedeschi.

1) Non bruciare le tappe


Fare trading in maniera profittevole richiede tempo e osservazione. Il
fatto che a livello pratico sia estremamente semplice premere il pulsante
di acquisto/vendita spesso porta il trader ad agire con superficialità.

Rispetta i tempi fisiologici che qualsiasi professione richiede per essere


appresa.

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2) Datti degli obiettivi
Non pensare subito alla Ferrari o alla casa a Montecarlo.

Datti degli obiettivi realistici, che siano in linea con i rendimenti mensili:
pagarti il mutuo, la scuola se hai figli, una bella vacanza.

Vedere rispettati questi obiettivi ti darà grande gioia, ti farà capire che
è possibile e l’entusiasmo ti porterà pian piano ad alzare ulteriormente
l’asticella e farti migliorare.

3) Lavora in gruppo
Il trading è spesso una professione solitaria, dove tu sei l’imprenditore di
te stesso e sei responsabile del tuo ritorno a fine mese.

Non avere un capo, non avere gerarchie, è sicuramente una bella cosa ed
è uno dei motivi per cui in tanti lo hanno scelto come professione.

Soprattutto i primi mesi, quando è tutto più delicato, avere a fianco qualcuno
di più esperto con cui confrontarsi può risparmiarti spiacevoli grattacapi.

Hai un’intera community con cui confrontarti. Stacci vicino e i tempi di


apprendimento si ridurranno sensibilmente.

4) Teoria VS Pratica
Quando hai dato il tuo esame di teoria della patente, conoscevi ogni singolo
cartello, limite, approccio alle rotonde.

Se ben ricordi dovevi imparare anche come prestare il primo soccorso in


caso trovassi un autista in difficoltà.

La realtà dei fatti è che a livello pratico molto probabilmente non sapevi
nemmeno uscire dal tuo garage, e comunque eri assolutamente impreparato
ad affrontare un lungo viaggio o ad immergerti nella giungla del traffico

71
quotidiano, pieno di automobilisti non sempre rispettosi delle regole.

Mentre per l’auto ci sono i simulatori di guida, per il trading il tuo broker
mette a disposizione una piattaforma simulata per effettuare compravendite
senza utilizzare denaro reale.

Il consiglio è di restare in simulata fino a che non avrai raggiunto una


stabilità nei profitti mensili. Superato questo primo ostacolo, non ti fermerà
più nessuno.

5) Ricordati le prime 4
Si tratta di una citazione di un uomo che ha fatto strada nel mondo degli
investimenti ed è fonte costante di ispirazione: Warren Buffet.

Tornando a noi, ti consiglio almeno 2-3 settimane di osservazione del


titolo, dopodiché almeno 2-3 mesi in piattaforma simulata.

Non vedere questi mesi come mancati guadagni. Avrai i prossimi anni per
operare al meglio in reale. Inoltre, il rendimento che faresti in questi mesi
quando sarai a regime lo farai almeno ogni mese, quindi porta pazienza!

Spero che questo e-book ti abbia messo un po’ di ordine mentale o comunque
dato l’impronta giusta per approcciarti ai mercati in maniera seria ma
soprattutto profittevole nel tempo.

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I TUOI
PROSSIMI
PASSI

Prenditi il tempo di digerire tutte queste informazioni. Quando sarai pronto


a passare all’azione, come vuoi arrivare a generare la tua entrata extra?

Per cominciare, poniti queste domande:


• Vuoi ottenere un profitto dal 10 al 20%?
• Vuoi decidere tu quando dedicarti ai mercati?
• Vuoi partire con una bassa capitalizzazione?
• Pensi che il trading sia un percorso e non una vittoria facile?

Se la tua risposta a queste domande è sì, allora abbiamo quello che fa per te.

L’Intraday Club è un’esperienza reale sui mercati, che ti accompagna passo


passo per portarti al tuo massimo potenziale di trading.

Contattaci a info@assistenzabrokers.it per maggiori informazioni!

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BREVE BIOGRAFIA DELL’AUTORE

STEFANO CORVI
Analista e Trader in Future

Figlio di uno degli ultimi scalper che


operano sulla borsa italiana, è cresciuto
a pane e quotazioni. Una passione
sfegatata per l’economia e la finanza
lo conduce dritto dritto alla facoltà
di economia. Si affaccia al mondo
assicurativo per poi tornare al settore
finanziario come socio fondatore di
Assistenza Brokers.

TRADING & INVESTIMENTI


Anni sui mercati: 10
Mercati: Opera su Future Intraday
Tempo: Trading a breve termine –
Investimento sul lungo termine.

Lo possiamo definire un trader Yin e Yang.


Da una parte un Intraday che lo impegna pochi minuti al giorno, che ama
definire “un bancomat che ogni tanto si inceppa ma a fine mese butta
sempre fuori qualcosa” con profitti dilapidati alla velocità della luce con i
suoi mille hobbies.

Dall’altro lato, diversifica utilizzando strumenti finanziari a medio/lungo


termine come commodity spread e opzioni.

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