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CAPITOLO 49

Definizione e classificazione, 1243


Fisiopatologia, 1243
Angina instabile
Presentazione clinica, 1246 e infarto miocardico senza
Stratificazione del rischio, 1248
Terapia medica, 1251 sopraslivellamento del tratto ST
Terapia antitrombotica, 1255
Studi clinici, 1258 Christopher P. Cannon • Eugene Braunwald
Terapia trombolitica, 1262
Strategia invasiva contro
strategia conservativa, 1262
Studi clinici, 1262 Secondo le stime attuali sono 1,7 milioni i Poiché l’UA/NSTEMI è una sindrome cli-
pazienti con sindromi coronariche acute (SCA) nica più che una patologia specifica (cioè
Angina di Prinzmetal (variante), ricoverati ogni anno negli ospedali degli Stati come l’ipertensione più che la polmonite
1266 Uniti (Fig. 46-1).1 Soltanto un quarto di questi pneumococcica), è stato proposto un approc-
Test provocativi, 1267 pazienti presenta un infarto miocardico (IM) cio eziologico.8 Sono stati identificati cinque
Bibliografia, 1268 acuto associato a sopraslivellamento del tratto processi fisiopatologici che possono contri-
ST all’elettrocardiogramma (Capp. 46 e 47); i buire allo sviluppo dell’UA/NSTEMI (Fig. 49-
Linee guida: Angina instabile, 1274 restanti tre quarti, ovvero approssimativamente 1): (1) rottura di placca o presenza di erosioni
1,4 milioni di pazienti, hanno un’angina insta- cui si sovrappone una trombosi occlusiva (di
bile o un infarto miocardico senza sopraslivel- gran lunga la più comune causa di UA/
lamento del tratto ST (Unstable Angina/Non ST Elevation Myocardial Infarction, NSTEMI), (2) ostruzione dinamica (cioè, spa-
UA/NSTEMI).1 La prima condizione è più spesso causata dall’occlusione trom- smo di un’arteria coronarica epicardica, come
botica acuta completa di una coronaria e la riperfusione d’urgenza costituisce nell’angina di Prinzmetal [vedi angina di
il caposaldo della terapia, mentre UA/NSTEMI sono di solito associati a gravi Prinzmetal (variante)] o costrizione dei pic-
ostruzioni coronariche in assenza tuttavia dell’occlusione totale dell’arteria coli rami muscolari dell’albero arterioso coro-
responsabile.2 Tra i pazienti con UA/NSTEMI, il 40-60% presenta evidenza di narico), (3) ostruzione meccanica progressiva,
necrosi miocardica con troponina elevata.3 (4) infiammazione o infezione o compresenza
di entrambe e (5) angina instabile secondaria,
correlata a un aumento della richiesta mio-
Definizione e classificazione cardica o a una diminuzione dell’apporto di
ossigeno (p.es., anemia). Singoli pazienti pos-
DEFINIZIONE. La definizione dell’angina instabile è basata soprattutto sulla sono presentare uno o più di questi meccani-
modalità di presentazione clinica (Cap. 45). L’angina pectoris stabile è caratte- smi patologici come causa dell’episodio di
rizzata da un senso di fastidio (raramente descritto come dolore) profondo, mal UA/NSTEMI. L’uso di questa classificazione
localizzato al torace o al braccio, associato in maniera riproducibile all’esercizio eziologica può contribuire a perfezionare l’ap-
fisico o allo stress emotivo e che scompare entro 5-15 minuti con il riposo e/o proccio diagnostico e indirizzare le strategie
l’assunzione di nitroglicerina sublinguale, o con entrambi. Al contrario, l’angina terapeutiche verso il trattamento della pato-
instabile è definita come un’angina pectoris (o un tipo equivalente di fastidio logia di base, responsabile a sua volta dell’epi-
ischemico) con almeno uno dei seguenti segni: (1) compare a riposo (oppure per sodio acuto di UA/NSTEMI. Come riportato
sforzi minimi) e dura in genere più di 20 minuti (se non interrotta dalla nitro- di seguito (vedi Stratificazione del rischio),
glicerina), (2) è grave e descritta come dolore franco e di nuova insorgenza (cioè, diversi nuovi indicatori ematici si sono dimo-
da meno di 1 mese) e (3) si manifesta con una sintomatologia ingravescente (cioè, strati efficaci strumenti nell’identificazione di
più grave, di maggiore durata o più frequente che in precedenza).4 Alcuni pazienti questi processi fisiopatologici e nella valuta-
con questa tipologia di fastidio ischemico, soprattutto quelli con dolore a riposo zione prognostica; questo approccio sta evol-
di lunga durata, sviluppano segni di necrosi miocardica, valutabili in base al vendo verso una “strategia multi-indicatore”
rilascio degli indicatori cardiaci (come la frazione muscolare-cerebrale della per la valutazione e la stratificazione del
creatinchinasi chinasi [CK-MB] o la troponina T o I, o entrambe) che consentono rischio (Fig. 49-2; Fig. 49-10).9
di porre diagnosi di NSTEMI.
CLASSIFICAZIONE. Dal momento che la UA/NSTEMI comprende un gruppo
estremamente eterogeneo di pazienti, sono utili schemi di classificazione basati Fisiopatologia
sui segni clinici. Una classificazione clinica dell’UA/NSTEMI (Tab. 49-1)5,6 si è
dimostrata un utile mezzo per la stratificazione del rischio.7 I pazienti vengono La fisiopatologia dell’UA/NSTEMI implica
divisi in tre gruppi, in base alle caratteristiche cliniche dell’episodio ischemico un’evoluzione prolungata in tre fasi piuttosto
acuto: angina instabile primitiva, angina instabile secondaria (p.es., con angina che un evento ischemico isolato. Tradizio-
conseguente a evidenti fattori scatenanti non coronarici come anemia, infezioni nalmente, l’attenzione è stata posta esclusi-
o aritmie cardiache) e angina post-IM. vamente sulla fase acuta dell’UA/NSTEMI,
I pazienti sono inoltre classificati anche in base alla gravità dell’ischemia mentre la reale fisiopatologia abbraccia due
(dolore a riposo acuto, dolore a riposo subacuto o angina di nuova insorgenza). o più decenni prima dell’evento acuto e può
Tale classificazione si è dimostrata predittiva della presenza di trombosi intra- inoltre prolungarsi per oltre 20 anni dopo di
coronarica, alla coronarografia o in campioni di aterectomia, e nella determina- esso. L’evento acuto, che di solito coinvolge
zione della prognosi.6,7 la formazione di un trombo sul sito di rottura
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1244 Tabella 49–1 Classificazione clinica di Braunwald dell’angina instabile e dell’infarto miocardico senza slivellamento
del tratto ST
Morte o infarto miocardico
Classe Definizione ad 1 anno* (%)
Gravità
Classe I Angina grave di nuova insorgenza o angina ingravescente; assenza di dolore a riposo 7,3
Classe II Angina a riposo nell’ultimo mese ma non nelle precedenti 48 ore (angina a riposo, 10,3
Capitolo 49

subacuta)
Classe III Angina a riposo nelle ultime 48 ore (angina a riposo, subacuta) 10,8†
Circostanze cliniche
A (angina secondaria) Si sviluppa in presenza di condizioni extracardiache che intensificano l’ischemia 14,1
miocardica
B (angina primitiva) Si sviluppa in assenza di condizioni extracardiache 8,5
C (angina postinfartuale) Si sviluppa entro 2 settimane dopo un infarto miocardico acuto 18,5‡
Intensità del trattamento I pazienti con angina instabile possono anche essere distinti in tre gruppi in relazione al
verificarsi (1) dell’angina instabile in assenza di trattamento per angina cronica stabile,
(2) durante il trattamento per angina stabile o (3) nonostante una terapia farmacologica
antischemica massimale. I tre gruppi possono essere designati rispettivamente dai numeri
1, 2 e 3, come pedice.
Modificazioni I pazienti con angina instabile possono essere ulteriormente suddivisi in base alla presenza
elettrocardiografiche o meno di transitorie modificazioni del tratto ST e dell’onda T durante il dolore.

*Dati da TIMI III Registry: Scirica BM, Cannon CP, McCabe CH, et al, for the Thrombolysis In Myocardial Ischemia III Registry Investigators: Prognosis in the
Thrombolysis in Myocardial Ischemia III Registry according to the Braunwald unstable angina pectoris classification. Am J Cardiol 90:821, 2002.

p = 0,057.

p <0,001.
Da Braunwald E: Unstable angina: A classification. Circulation 80:410, 1989.

Trombo Ostruzione
Necrosi miocitaria
non occlusivo meccanica
su placca progressiva Troponina
preesistente

Infiammazione Stress
emodinamico
Ostruzione UA secondaria hs-PCR, CD40L
dinamica ( MVO2) BNP, NT-proBNP

Infiammazione/Infezione
Aterosclerosi Danno vascolare
FIGURA 49–1 Rappresentazione schematica delle cause di angina insta- accelerata
bile (UA). MVO2 = consumo miocardico di O2. (Da Braunwald E: Unstable angina: ClCr
Hb A1c Microalbuminuria
An etiologic approach to management [editorial]. Circulation 98:2219, 1998.)
Glicemia

FIGURA 49–2 Una strategia multi-indicatore per la valutazione dell’ezio-


o di ulcerazione di una placca aterosclerotica, è la manifesta- logia e della prognosi dell’angina instabile o dell’infarto miocardico senza
zione clinica di una malattia generalizzata e progressiva, attual- sopraslivellamento del tratto ST. Numerosi nuovi indicatori si sono dimostrati
mente definita aterotrombosi (Cap. 35). Questo nuovo termine indicatori indipendenti di una prognosi avversa. La troponina è un indicatore
ha preso il posto della dizione “aterosclerosi” poiché descrive di necrosi miocitaria; la proteina C reattiva a elevata sensibilità (hs-PCR) e il
in maniera più completa la fisiopatologia della malattia, inclu- CD40 ligando (CD40L) sono indicatori di infiammazione vascolare; la clearance
dendo sia la progressione dell’ateroma (p.es., sviluppo della della creatinina (CrCl) e la microalbuminuria sono indicatori di danno vascolare;
placca ateromasica) che il danneggiamento della placca con l’emoglobina (Hb) A1c e la glicemia sono indicatori di diabete e aterosclerosi
conseguente trombosi. Pertanto, la fisiopatologia completa di accelerata. (Adattato da Morrow DA, Braunwald E: Future of biomarkers in
acute coronary syndromes: Moving toward a multimarker strategy. Circulation
un evento di SCA può essere divisa in tre fasi: (1) sviluppo
108:250, 2003.)
della placca instabile che va incontro a rottura, (2) evento ische-
mico acuto e (3) rischio a lungo termine di eventi coronarici
ricorrenti dopo l’evento acuto. Come osservato nel Capitolo 35,
l’infiammazione può avere un ruolo di primo piano nel deter- L’ischemia acuta in corso di UA/NSTEMI può essere causata
minare l’instabilità della placca, in un contesto in cui le cellule da un aumento della domanda miocardica d’ossigeno (p.es.,
infiammatorie rilasciano citochine che, a loro volta, aumentano precipitata da tachicardia o ipertensione), più spesso da una
il rilascio delle metalloproteinasi, che rendono il cappuccio riduzione dell’apporto (p.es., associata alla riduzione del dia-
fibroso più sottile e maggiormente suscettibile alla rottura o metro del lume coronarico da parte di trombi ricchi in piastrine
all’erosione. Parallelamente, i processi infiammatori possono o da un vasospasmo), o da entrambi. In alcuni pazienti è stata
ridurre la sintesi del collagene, indebolendo ulteriormente la documentata anche la rapida progressione della sottostante
placca e aumentando la probabilità di rottura. patologia coronarica (Coronary Artery Disease, CAD). Nell’UA/

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GP lb 1245

1 Adesione piastrinica

Piastrina

Angina instabile e infarto miocardico senza sopraslivellamento del tratto ST


Rottura di placca

2 Attivazione piastrinica

Piastrina attivata
e recettore GP IIb/IIIa
FIGURA 49–3 Trombo coronarico in un paziente con angina instabile.
Un uomo di 60 anni si presentava con dolore prolungato a riposo e con un
temporaneo sopraslivellamento del tratto ST in sede anteriore. L’angiografia ASA,
coronarica mostra un difetto irregolare mal definito di riempimento nell’arte- Clopidogrel/Ticlopidina
ria interventricolare anteriore sinistra a livello del secondo ramo diagonale
(freccia). Il mezzo di contrasto circonda il trombo sferico, che si estende entro
il ramo diagonale.

NSTEMI è possibile identificare una sequenza di eventi in cui


vi è inizialmente una riduzione della saturazione d’ossigeno
del seno coronarico (indicativa di una riduzione del flusso 3 Aggregazione piastrinica
coronarico), poi sottoslivellamento del tratto ST seguito da
fastidio toracico.10 Talvolta segue un aumento della pressione
arteriosa e/o della frequenza cardiaca. Un paziente può pre-
sentare un lieve aumento della domanda miocardica di ossi-
geno e una riduzione del flusso coronarico, che determinano Inibitori GP IIb/IIIa
l’episodio ischemico. Le cinque principali cause che contri-
buiscono allo sviluppo di UA/NSTEMI sono passate in rasse-
gna qui di seguito.
TROMBOSI (vedi Cap. 80). Il ruolo centrale della trombosi
coronarica nella patogenesi dell’UA/NSTEMI è avvalorato da
sei osservazioni
1. All’autopsia, è abitualmente possibile riscontrare dei FIGURA 49–4 Emostasi primaria – processo di adesione (1), attivazione
trombi nel punto di rottura o di erosione della placca (2) e aggregazione (3) piastrinica e sito di azione di farmaci antipiastrinici. Le
coronarica.11 piastrine danno inizio alla trombosi nel sito di rottura della placca; il primo
2. I campioni ottenuti durante aterectomia coronarica da momento è l’adesione piastrinica (1) attraverso l’interazione tra il recettore
pazienti con UA/NSTEMI dimostrano un’elevata inci- della glicoproteina (GP) Ib e il fattore di von Willebrand. Questo processo è
denza di lesioni trombotiche in confronto a quelli otte- seguito dall’attivazione piastrinica (2), che porta a modificazione conforma-
nuti da pazienti con angina stabile.12 zionale delle piastrine, degranulazione dei granuli alfa e dei granuli densi e
3. I dati raccolti con l’angioscopia coronarica nell’UA/ aumento nell’espressione della GP IIb/IIIa sulla superficie delle piastrine, così
NSTEMI indicano che è spesso presente un trombo.13 che possa legare il fibrinogeno. Il momento finale è l’aggregazione piastrinica
(3), quando il fibrinogeno (o il fattore di von Willebrand) si lega ai recettori
4. L’angiografia coronarica ha evidenziato ulcerazioni o attivati per GP IIb/IIIa di due piastrine. L’aspirina (ASA) e il clopidogrel riducono
irregolarità che suggeriscono la rottura di placca e/o la l’attivazione piastrinica (vedi testo per i dettagli), mentre gli inibitori delle GP
presenza di un trombo in numerosi pazienti (Fig. 49- IIb/IIIa bloccano la parte finale dell’aggregazione piastrinica.
3).2 Nello studio Thrombolysis in Myocardial Ischemia
(TIMI) IIIA, coinvolgente pazienti con UA/NSTEMI, il
35% dei pazienti presentava all’angiografia un trombo
ben individuabile e un ulteriore 40% presentava segni ATTIVAZIONE E AGGREGAZIONE PIASTRINICA (vedi
compatibili con la presenza di un trombo.2 Cap. 80). Le piastrine svolgono un ruolo chiave nella trasfor-
5. Evidenze di una concomitante trombosi sono state osser- mazione di una placca aterosclerotica stabile in una lesione
vate in associazione all’elevazione di numerosi indi- instabile (Fig. 49-4). Con la rottura o l’ulcerazione di una placca
catori di attività delle piastrine e della formazione di aterosclerotica, la matrice subendoteliale (p.es., collagene e
fibrina.14,15 fattore tissutale) viene esposta al sangue circolante. Il primo
6. Gli esiti clinici dei pazienti con SCA sono stati migliorati momento è l’adesione piastrinica attraverso l’interazione del
dalla terapia antitrombotica con aspirina,16 eparina non recettore della GP Ib con il fattore di von Willebrand. Questo
frazionata (UnFractionated Heparin, UFH) o eparine a processo è seguito dall’attivazione piastrinica, che determina
basso peso molecolare (Low-Molecular-Weight Heparin, (1) una modificazione conformazionale delle piastrine (da una
LMWH),17-19 inibitori della glicoproteina piastrinica (GP) forma discoidale liscia a una forma spiculata che aumenta
IIb/IIIa,20-22 o clopidogrel.23 l’area della superficie su cui può realizzarsi la generazione di

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1246 trombina); (2) degranulazione dei granuli alfa e dei granuli nale del vaso colpevole dovuto alla proliferazione cellulare
densi, con rilascio di trombossano A2, serotonina e altri fattori nel periodo precedente all’insorgenza dell’UA/NSTEMI.31
piastrinici aggreganti e chemiotattici; (3) incremento del- ANGINA INSTABILE SECONDARIA. Questa forma di
l’espressione della GP IIb/IIIa sulla superficie delle piastrine angina instabile è scatenata da uno squilibrio tra la richiesta e
dove viene attivata così da potersi legare al fibrinogeno. Il ter- l’apporto miocardico di ossigeno causato da condizioni estrin-
mine di tale processo è l’aggregazione piastrinica, cioè, la for- seche alle coronarie in pazienti con preesistente stenosi coro-
mazione del trombo piastrinico. Il fibrinogeno (o il fattore di narica e angina cronica stabile.5-7 Può derivare da un’aumentata
von Willebrand) si lega alle GP IIb/IIIa attivate di due diverse domanda miocardica di ossigeno, da una riduzione del flusso
Capitolo 49

piastrine, determinando una crescente aggregazione piastri- coronarico, o da entrambi. Condizioni che aumentano il fab-
nica. La terapia antiaggregante è uno dei capisaldi della terapia bisogno di ossigeno comprendono la tachicardia (p.
dell’UA/NSTEMI (vedi Terapia Medica) ed è volta a ridurre la es.,tachicardia sopraventricolare o fibrillazione atriale di
formazione di trombossano A2 (aspirina), a inibire l’attivazione recente insorgenza con rapida risposta ventricolare), la febbre,
delle piastrine tramite la componente P2Y12 della via del la tireotossicosi, gli stati iperadrenergici e l’aumento del
recettore per l’adenosindifosfato (ADP) (ticlopidina e clopido- postcarico ventricolare sinistro, come in caso di ipertensione
grel)24 e a inibire direttamente l’aggregazione piastrinica (ini- o di stenosi aortica. L’angina instabile secondaria può anche
bitori della GP IIb/IIIa) (Fig. 49-4). essere dovuta a ridotto apporto di ossigeno, come in caso di
EMOSTASI SECONDARIA. Contemporaneamente alla anemia, ipossiemia (p.es., correlata a polmonite o insufficienza
formazione del trombo piastrinico, si attiva il sistema della cardiaca congestizia) e negli stati di iperviscosità o ipoten-
coagulazione. La liberazione del fattore tissutale sembra sione. L’angina secondaria sembra avere una prognosi peggiore
essere il meccanismo predominante nell’attivazione del- dell’angina instabile primaria (Tab. 49-1).7
l’emostasi durante la rottura della placca e la trombosi coro-
narica (Cap. 80).25 Infine, il fattore X viene attivato a fattore
Xa portando alla generazione di trombina (fattore IIa), che Presentazione clinica
ha un ruolo centrale nella trombosi arteriosa: (1) la trombina
converte il fibrinogeno in fibrina, processo che rappresenta Il profilo clinico dei pazienti con UA/NSTEMI differisce da
la via finale comune per la formazione del coagulo, (2) costi- quello dei pazienti con STEMI. Le donne manifestano più
tuisce un potente stimolo per l’aggregazione piastrinica e (3) frequentemente un quadro clinico di angina instabile, costi-
attiva il fattore XIII, che determina la formazione di legami tuendo dal 30 al 45% dei pazienti con angina instabile in
crociati e la stabilizzazione del coagulo di fibrina. Le mole- numerosi studi,32-34 rispetto al 25-30% del totale dei pazienti
cole di trombina sono incorporate in trombi coronarici e pos- con NSTEMI e il 20% circa dei pazienti con STEMI.32,33 Rispetto
sono formare il substrato per la retrombosi (cioè, riocclusione a questi ultimi, i pazienti con angina instabile hanno inoltre
o reinfarto) quando il trombo va incontro a fibrinolisi spon- una frequenza più elevata di pregressi episodi di IM, angina,
tanea o farmacologicamente indotta. Pertanto, l’efficace ini- rivascolarizzazione coronarica e patologia vascolare extracar-
bizione della trombina e del fattore Xa è importante nella diaca.33,35 In effetti, circa l’80% dei pazienti con UA/NSTEMI
terapia dell’UA/NSTEMI. ha un’anamnesi positiva per patologie cardiovascolari e la
VASOCOSTRIZIONE CORONARICA. Vi sono tre differenti maggior parte di essi presenta evidenza di fattori di rischio
situazioni in cui è identificato il processo di ostruzione dina- coronarico precedenti.36
mica delle coronarie: ESAME OBIETTIVO. La descrizione del “dolore ischemico”
1. L’angina variante di Prinzmetal con un intenso spasmo è la caratteristica fondamentale dell’UA/NSTEMI (Cap. 45).
focale di un tratto di una coronaria epicardica, è l’esem- L’esame obiettivo può essere negativo oppure può fornire un
pio tipico.26 Può riscontrarsi in pazienti senza atero- supporto alla diagnosi di ischemia miocardica (Cap. 8). Segni
sclerosi coronarica o in quelli con una o più placche che suggeriscono che l’arteria responsabile dell’evento per-
ateromasiche non ostruttive. fonde un’ampia porzione del ventricolo sinistro comprendono
2. La vasocostrizione coronarica che causa “angina micro- sudorazione, cute pallida e fredda, tachicardia sinusale, un
circolatoria”, determinata dalla costrizione dei piccoli terzo o quarto tono cardiaco e rantoli basali all’auscultazione
vasi coronarici intramurali di resistenza, è la seconda del torace. Raramente, nell’UA/NSTEMI la gravità della disfun-
tipologia di vasocostrizione27 coronarica. Sebbene non zione ventricolare sinistra è tale da provocare ipotensione
si riscontrino stenosi delle arterie coronarie epicardiche, (cioè, shock cardiogeno).
il flusso coronarico è di solito ridotto (Cap. 44). ELETTROCARDIOGRAMMA. Nell’UA/NSTEMI, il sotto-
3. La terza condizione in cui si verifica vasocostrizione, slivellamento (o il transitorio sopraslivellamento) del tratto ST
e probabilmente la più comune, è quella legata alla e le modificazioni dell’onda T si verificano fino al 50% dei
presenza di placche coronariche aterosclerotiche.28 La pazienti.3,22,37 La presenza di modificazioni del tratto ST di
vasocostrizione può verificarsi come risultato del rila- nuova insorgenza (o presumibilmente tali) rappresenta una
scio locale di fattori ad azione vasocostrittrice da parte specifica e importante misura dell’ischemia e della prognosi.
delle piastrine, la serotonina e il trombossano A2, e dalle Tradizionalmente, il sottoslivellamento del tratto ST è stato
sostanza presenti nello trombo stesso, come la trom- considerato significativo solo se maggiore di 0,1 mV e si veri-
bina. Anche la presenza di disfunzione endoteliale nel fica nel 20-25% dei pazienti. Tuttavia, un ulteriore 20% dei
distretto coronarico, con ridotta produzione di ossido pazienti si presenta con sottoslivellamento del tratto ST di 0,05
nitrico e aumentato rilascio di endotelina, può indurre mV,3,37 ed è stato osservato che la prognosi è sfavorevole come
vasocostrizione. Anche stimoli adrenergici, l’immer- quella dei pazienti con sottoslivellamento di 0,1 mV.37,38 La
sione in acqua fredda, la cocaina29 o lo stress mentale30 prognosi peggiore si verifica tra pazienti con sopraslivella-
possono causare vasocostrizione coronarica. mento ST transitorio (cioè, <20 minuti), che compare nel 10%
OSTRUZIONE MECCANICA PROGRESSIVA. La quarta circa dei pazienti con UA/NSTEMI. Le modificazioni dell’onda
causa di UA/NSTEMI è il progressivo restringimento del T sono indici sensibili ma non specifici di ischemia acuta a
lume, osservato soprattutto in caso di restenosi dopo inter- meno che non siano particolarmente marcate (≥0,3 mV).22
venti coronarici percutanei (Percutaneous Coronary Interven- MONITORAGGIO ELETTROCARDIOGRAFICO CONTI-
tion, PCI) in cui non siano stati adoperati stent medicati (Cap. NUO. Il monitoraggio ECG continuo può essere usato per due
52). Studi angiografici e basati sull’aterectomia hanno dimo- scopi nell’UA/NSTEMI: per monitorare eventuali aritmie o
strato che molti pazienti che non avevano subito precedenti ricorrenti alterazioni del tratto ST indicative di ischemia. Nel
procedure presentavano un progressivo restringimento lumi- primo caso, la telemetria dei pazienti ricoverati in postazioni

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monitorate può rilevare l’eventuale presenza di aritmie asso- di due vasi, il 26% malattia di un singolo vaso e nel 13% non 1247
ciate all’evento acuto. Per quanto aritmie potenzialmente letali vi era evidenza di stenosi coronariche superiori al 50%.3 Il 5-
siano rare nell’angina instabile, possono essere più comuni nei 10% circa presentava una stenosi del tronco comune maggiore
pazienti con NSTEMI. Per il secondo scopo, in studi clinici del 50%.3 Rilievi simili sono stati segnalati nei registri di casi
sono state utilizzate apparecchiature Holter ad alta fedeltà per di UA/NSTEMI non selezionati.37,52 I pazienti di sesso femmi-
evidenziare deviazioni del tratto ST come prova di ischemia nile e non bianchi con UA/NSTEMI presentano una coronaro-
ricorrente. In molti studi, il monitoraggio del tratto ST è apparso patia meno estesa delle rispettive controparti, e32,33,52,53 i
più sensibile della valutazione dei sintomi e ha identificato fino pazienti con NSTEMI una maggiore estensione della malattia

Angina instabile e infarto miocardico senza sopraslivellamento del tratto ST


al 25% dei pazienti con evidenza di ischemia nelle prime 24 rispetto a quelli con UA.33
ore dal ricovero.39,40 In aggiunta, la presenza di deviazione del Circa il 15% dei pazienti che si presentano con sintomi di
tratto ST costituisce un importante indicatore degli esiti a breve UA/NSTEMI non evidenzia stenosi significative alla corona-
e lungo termine,39,40 perfino quando usato in associazione alla rografia.32,33,37,52,53 Pazienti di sesso femminile e non bianchi
troponina e alla valutazione clinica.41 Come nel caso di episodi rappresentano una porzione più ampia dei pazienti senza coro-
ricorrenti di ischemia miocardica sintomatica e infarto miocar- naropatia dei vasi epicardici, suggerendo una maggiore diffi-
dico acuto, l’ischemia silente è più frequente e prolungata nei coltà di porre una diagnosi precisa di UA/NSTEMI in questi
pazienti con NSTEMI rispetto a quelli con angina instabile. gruppi e/o un differente meccanismo fisiopatologico per il loro
UTILIZZO DEGLI INDICATORI DI NECROSI CARDIACA quadro clinico.32-34,37,52,53 Circa un terzo dei pazienti con UA/
NELLA DIAGNOSI DI NSTEMI. Nei pazienti con sintomi com- NSTEMI senza ostruzione epicardica critica ha un flusso coro-
patibili con UA/NSTEMI, l’innalzamento degli indicatori di narico alterato, suggerendo un ruolo fisiopatologico della
necrosi miocardica (cioè, CK-MB, troponina T o I) è impiegato disfunzione del microcircolo coronarico.54 In questo gruppo
per identificare i pazienti con diagnosi di NSTEMI (rispetto di pazienti la prognosi a breve termine è eccellente.55
all’UA).42 Con l’uso delle troponine, entrambe più sensibili e La lesione colpevole di UA/NSTEMI si presenta solitamente
specifiche del CK-MB, una maggiore percentuale di pazienti come una stenosi eccentrica con margini debordanti o irrego-
viene classificata come affetta da NSTEMI. Nonostante le lari e collo ristretto.2 Questi reperti angiografici possono rap-
preoccupazioni circa le conseguenze dell’evidente cambia- presentare una rottura della placca aterosclerotica, un trombo
mento della definizione di IM, numerosi studi hanno suppor- o entrambi. Caratteristiche indicative della presenza di un
tato l’uso di questi indicatori più sensibili, che sono utili nella trombo comprendono masse globose intraluminali con forma
valutazione della prognosi.43 arrotondata o polipoide (Fig. 49-3).2 L’aspetto indistinto di una
lesione è stato considerato come un indicatore angiografico
La questione di quale debba essere il “cutoff” da usare per valutare la della possibile presenza di un trombo, ma tale reperto è meno
positività di un esame con la troponina è attualmente discussa. Un aspetto specifico. Pazienti con trombo visualizzato angiograficamente
importante è che il test discrimina livelli realmente elevati di troponina da
risultati falsi positivi correlati alla scarsa qualità analitica dell’esame. È stato presentano alterazioni del flusso coronarico ed esiti clinici
proposto che il limite superiore della norma per ogni specifico esame sia peggiori, rispetto a quelli senza trombi.56
definito come il 99° percentile di una popolazione di soggetti normali44 Anche il flusso coronario, misurato dal grado di flusso TIMI
con criteri accettabili di precisione nella valutazione di tali concentrazioni oppure come frame count e grado TIMI di perfusione miocar-
(definiti come un coefficiente di variazione del 10%, valutazione della ripro- dica, è risultato essere compromesso nei pazienti con UA/
ducibilità con ripetuti dosaggi di routine dello stesso campione). Clinici NSTEMI, specialmente quelli con un elevato livello di tropo-
e laboratoristi hanno discusso la rilevanza clinica di un modestissimo
aumento della troponina cardiaca.Tuttavia, alcuni studi hanno riscontrato nina.56,57 Inoltre, come è stato osservato in pazienti con STEMI,
che una elevazione di bassa entità della troponina cardiaca è associata a un anormale livello di perfusione tissutale è anche associato
un più elevato rischio di morte o eventi ischemici ricorrenti45,46 suppor- a esiti avversi nei pazienti con UA/NSTEMI, indipendente-
tando la proposta congiunta di European Society of Cardiology e American mente dalla presenza di trombosi e di compromissione del
College of Cardiology di assicurare una elevata accuratezza nel dosaggio flusso nelle arterie epicardiche.
di bassi livelli di troponina.47
ANGIOSCOPIA ED ECOGRAFIA INTRAVASCOLARE. La
Poiché ogni metodica è differente, ogni ospedale deve controllare i
cutoff specifici del relativo esame.48 I test al letto possono fornire sia un migliore definizione della lesione colpevole è stata resa possi-
risultato positivo che negativo o anche un risultato quantitativo, sebbene bile dal ricorso all’angioscopia, con cui si osservano più di
la sensibilità e l’accuratezza diagnostica di questi esami solo recentemente frequente trombi “bianchi” (ricchi di piastrine) al contrario dei
siano state in grado di eguagliare quelle degli esami di laboratorio dell’at- trombi“rossi”, più spesso riscontrati in pazienti con IM acuto
tuale generazione. con sopraslivellamento del tratto ST (Fig. 49-5).13 L’ecografia
Malgrado l’aumento dell’accuratezza dei dosaggi, sono stati riscontrati
innalzamenti della troponina apparentemente falsi positivi in pazienti in intravascolare individua più placche soffici “ecoriflettenti” e
cui l’angiografia coronarica non ha riscontrato stenosi epicardiche.49 meno lesioni calcificate nei pazienti con angina instabile
Queste elevazioni possono essere dovute a una diagnosi alternativa, come rispetto a quelli con angina stabile.58
la cardiopatia congestizia, in cui sono state osservate elevazioni in assenza ALTRI ESAMI DI LABORATORIO. Una radiografia del
di CAD, associate a una prognosi negativa.50 Un’analisi dello studio Treat torace può essere utile per identificare congestione polmonare
Angina with Aggrastat and Determine Cost of Therapy with Invasive or o edema, più frequenti in pazienti con NSTEMI coinvolgente
Conservative Strategy (TACTICS)-TIMI 18 trial ha sollevato una questione
di cautela suggerendo che i pazienti con questo tipo di elevazione della un’elevata porzione del ventricolo sinistro o in quelli con pre-
troponina non devono essere scartati semplicemente come falsi positivi. cedente e nota disfunzione del ventricolo sinistro. È stato
Pazienti che si erano presentati con UA/NSTEMI con un’elevazione della dimostrato che la presenza di congestione depone per una
troponina ma nessuna evidente CAD all’angiografia hanno avuto una pro- prognosi sfavorevole.59
gnosi significativamente peggiore rispetto a quelli con troponina negativa La misurazione dei livelli sierici di colesterolo e delle sue
in assenza di malattia coronarica, con un tasso di mortalità o di IM a sei
mesi del 5,3% contro lo 0%, rispettivamente.51 Questo gruppo aveva una
principali frazioni, lipoproteine a bassa densità (LDL) e lipo-
prognosi simile a quella dei pazienti con documentata malattia corona- proteine ad alta densità (HDL), è utile per identificare un
rica con troponina negativa all’esordio. Questi dati suggeriscono che gli importante e trattabile fattore di rischio di aterotrombosi coro-
aumenti della troponina possono essere segni di diagnosi alternative, come narica. Dal momento che i livelli sierici di colesterolo comin-
l’insufficienza cardiaca, che sono associate con prognosi avversa. ciano a ridursi 24 ore dopo STEMI o UA/NSTEMI, la misura-
zione va effettuata al momento del ricovero. Se si ha a dispo-
REPERTI CORONAROGRAFICI. I pazienti con UA/ sizione solo un prelievo tardivo, ma il risultato rientra nella
NSTEMI arruolati nel braccio a strategia invasiva dello studio fascia di valori che richiede una terapia a lungo termine (Cap.
TACTICS-TIMI 18 sono stati sistematicamente sottoposti ad 39), si può iniziare un’appropriata terapia. Altri indicatori cir-
angiografia. Il 34% di questi presentava ostruzione critica (ste- colanti di aumentato rischio sono discussi più avanti. La valu-
nosi del diametro luminale >50%) di tre vasi, il 28% malattia tazione di altre cause secondarie di UA/NSTEMI5 può risultare

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1248

Placche multiple
“vulnerabili” trovate in
segmenti non-colpevoli
1-7
Capitolo 49

Lesione colpevole (8)


trovata in un
trombo (rosso)

Placche multiple
“vulnerabili”
trovate in segmenti
non-colpevoli
10-12
FIGURA 49–5 Evidenza di molteplici placche vulnerabili in un paziente con sindrome coronarica acuta. Vengono mostrate delle immagini angiografiche e
angioscopiche di un uomo di 58 anni con infarto miocardico anteriore. La lesione colpevole è visibile nel tratto prossimale dell’arteria interventricolare anteriore
sinistra accanto al numero 8. Tuttavia, altri tratti dell’arteria, che appaiono normali alla angiografia coronarica, all’angioscopia dimostrano la presenza di placche
vulnerabili (siti da 10 a 12 e 1, 3, 4, 7). (Adattato da Asakura M, Ueda Y, Yamaguchi O, et al: Extensive development of vulnerable plaques as a pan-coronary process
in patients with myocardial infarction: An angioscopic study. J Am Coll Cardiol 37:1284, 2001.)

Pazienti con placche “attive” multiple 10


100 ST SCA
ST SCA con fibrinolitici
P <0,001 89,9 Inversione dell’onda T
8
Mortalità cumulativa (%)

80

6
Pazienti (%)

60

46,3
4
40
30,8

2
20

0
0
Basso (0,12–1,0) Medio (1,1–4,3) Alto (4,5–29,4) 0 30 60 90 120 150 180
PCR terzile (mg/l) Giorni

FIGURA 49–6 Il livello della proteina C reattiva (PCR) è correlato alla pre- FIGURA 49–7 Curve di Kaplan-Meier che mostrano la mortalità nei pazienti
valenza di molteplici placche contenenti trombi – in 228 pazienti con angina con sindrome coronarica acuta (SCA) nello studio Global Use of Strategies
instabile o infarto miocardico senza sopraslivellamento del tratto ST. (Dati da to Open Occluded Coronary Arteries (GUSTO) IIb, divisi in base al reperto
Zairis MN, Papadaki OA, Manousakis SJ, et al: C-reactive protein and multiple elettrocardiografico alla presentazione. (Adattato da Savonitto S, Ardissino D,
complex coronary artery plaques in patients with primary unstable angina. Granger CB, et al: Prognostic value of the admission electrocardiogram in acute
Atherosclerosis 164:355, 2002.) coronary syndromes. JAMA 281:707, 1999. Copyright 1999, American Medical
Association.)

appropriata in casi selezionati (p.es., la valutazione della fun- concetto emerso nel contesto del rischio a lungo termine in
zione tiroidea in un paziente che si presenta con UA/NSTEMI seguito a una SCA è che l’alto rischio di eventi ischemici ricor-
e tachicardia persistente). renti osservato è legato alla presenza di lesioni multifocali
diverse da quella responsabile dell’evento acuto. Lo studio
dell’anatomia coronarica attraverso l’angiografia,60-62 l’ecogra-
Stratificazione del rischio fia intravascolare coronarica63 o l’angioscopia64 ha dimostrato
la presenza di molteplici placche attive oltre alla lesione
FISIOPATOLOGIA DEL RISCHIO A LUNGO TERMINE responsabile dell’evento acuto (Fig. 49-5). Così, mentre un
DOPO SINDROME CORONARICA ACUTA. Un importante approccio interventistico aggressivo viene usato con successo

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Tabella 49–2 Indicatori clinici di aumentato rischio 10 1249
9,1
nell’angina instabile e nell’infarto 9 c2 P = 0,0003
miocardico senza sopraslivellamento

Mortalità a 14 giorni (%)


8
del tratto ST
7
Anamnesi
Età avanzata (>70 anni) 6
Diabete mellito 5 4,7
Angina post-infartuale

Angina instabile e infarto miocardico senza sopraslivellamento del tratto ST


4
Precedenti vasculopatie periferiche
Precedenti malattie cerebrovascolari 3
2
Presentazione clinica
Classe Braunwald II o III (dolore acuto o subacuto a riposo) 1 0,4
Classe B di Braunwald (angina instabile secondaria) 0
Insufficienza cardiaca o ipotensione; aritmie ventricolari Entrambi negativi Uno positivo Entrambi positivi
Elettrocardiogramma FIGURA 49–8 Uso sia di troponina T che di PCR per predire la mortalità.
Deviazione del tratto ST ≥0,05 mV Questi risultati dimostrano che un elevato livello di PCR valutata mediante
Inversione dell’onda T ≥0,3 mV dosaggio a elevata sensibilità (>15,5 mg/l in questo studio) e una precoce posi-
blocco di branca sinistra tività “al dosaggio rapido della troponina” eseguito al letto del paziente (definito
Indicatori cardiaci positivo <10 minuti) sono predittori indipendenti di aumentata mortalità. (Da
Aumento di troponina T o I o CK-MB Morrow DA, Rifai N, Antman EM, et al: C-reactive protein is a potent predictor
Aumento della concentrazione della proteina C-reattiva of mortality independently and in combination with troponin T in acute coronary
o della conta dei globuli bianchi syndromes: A TIMI 11A substudy. J Am Coll Cardiol 31:1460, 1998.)
Innalzamento del peptide natriuretico di tipo B
Elevato CD40L
Elevati livelli di glicemia o di emoglobina A1c;
cio interventistico, o entrambi (vedi oltre). I predittori clinici
elevata creatininemia
possono anche essere usati per aiutare il triage di pazienti con
Angiogramma angina instabile, per stabilire se inviarli nelle unità di terapia
Trombo; malattia trivasale; riduzione della frazione d’eiezione intensiva coronarica o semplicemente in un reparto con letti
monitorati. I pazienti considerati ad alto rischio devono essere
ricoverati nelle unità di terapia intensiva coronarica mentre
quelli con rischio intermedio o minore possono essere rico-
per trattare la lesione responsabile, le rimanenti placche, che verati in letti monitorati in un reparto cardiologico. A volte i
presentano spesso segni di instabilità all’angiografia o all’an- pazienti definiti a “basso rischio”, ma che sono meglio carat-
gioscopia, sono responsabili degli eventi ricorrenti. In uno di terizzati dalla loro “bassa probabilità” di sviluppare una SCA,
questi studi veniva inoltre riscontrato il legame con i processi sono valutati e trattati nelle unità di osservazione in pronto
infiammatori (Fig. 49-6): la presenza di molteplici placche soccorso o in centri per il dolore toracico (Cap. 45).
attive all’angiografia si verificava più frequentemente in asso-
ciazione con un aumento dei livelli di proteina C-reattiva Variabili cliniche
(PCR).63 Questo fornisce un importante legame fisiopatologico La classificazione di Braunwald dell’angina instabile5 (Tab. 49-
tra infiammazione, malattia coronarica attiva più diffusa ed 1) ha dimostrato in molti studi di essere clinicamente utile nel-
eventi cardiaci ricorrenti nel corso dei mesi o anni successivi l’identificazione dei pazienti ad alto rischio. Nel registro TIMI
a un evento clinico di SCA. III, che ha incluso 3318 pazienti consecutivi con UA/NSTEMI,
STORIA NATURALE. La mortalità a breve termine dei questa classificazione si è rivelata un importante fattore pre-
pazienti con angina instabile è risultata inferiore (1,7% a 30 dittivo del tasso di mortalità o di IM a un anno.7 I pazienti ad
giorni) rispetto a quella dei pazienti con NSTEMI o STEMI, alto rischio con angina instabile sono quelli con dolore toracico
mentre il rischio di mortalità nei due tipi di IM è simile (5,1% acuto a riposo, quelli con angina instabile post-IM e quelli con
per ciascun tipo).38 La mortalità precoce in caso di SCA è cor- angina instabile secondaria.
relata all’estensione del danno miocardico e alla compromis- SOTTOGRUPPI CLINICI A ELEVATO RISCHIO. È stato
sione emodinamica risultante.65 Viceversa, la prognosi a lungo dimostrato che l’aumento dell’età si associa a un significativo
termine – sia in termini di mortalità che di eventi non fatali aumento di esiti sfavorevoli in pazienti con UA/NSTEMI.66-68
– è effettivamente peggiore per i pazienti affetti da angina insta- I pazienti diabetici con UA/NSTEMI hanno un rischio del 50%
bile o NSTEMI, rispetto a quelli con STEMI (Fig. 49-7),38 pro- più elevato rispetto a quelli non diabetici.69 I pazienti con
babilmente a causa della maggiore estensione della malattia vasculopatia extracardiaca cioè, con malattia cerebrovascolare
coronarica e di un pregresso IM nell’anamnesi dei pazienti con o vasculopatia periferica, sembrano anch’essi avere una mor-
UA/NSTEMI, rispetto a quelli con STEMI. talità e una ricorrenza di eventi ischemici del 50% circa più
elevata rispetto ai pazienti senza preesistente vasculopatia
periferica o cerebrale, anche dopo controlli per altre differenze
Metodi per la stratificazione del rischio nelle caratteristiche basali.70
I pazienti con UA/NSTEMI rappresentano un gruppo eteroge- Come nel caso dello STEMI, i pazienti con UA/NSTEMI che
neo con una prognosi che va da un esito eccellente con minimi si presentano con evidenza di insufficienza cardiaca congesti-
aggiustamenti della terapia a uno in cui il rischio di morte zia (classe Killip >II) hanno un aumentato rischio di morte.71
o IM è elevato ed è necessario un trattamento intensivo. Di Inoltre, nei pazienti che dopo l’episodio iniziale presentano
conseguenza, la stratificazione del rischio ha attualmente un ricorrenti episodi di ischemia è stato riscontrato un aumento
ruolo rilevante nella valutazione e nella gestione di questa del rischio.72
condizione. Specifici sottogruppi di pazienti, identificati per
caratteristiche cliniche, reperti ECG o indicatori cardiaci (o Valutazione del rischio con l’ECG
vascolari) hanno un maggiore rischio di esito sfavorevole (Tab. L’esecuzione dell’ECG al momento del ricovero è molto utile
49-2). Inoltre, questi gruppi sembrano trarre maggiore benefi- per la previsione di esiti sfavorevoli a lungo termine. Nel regi-
cio da una terapia antitrombotica più aggressiva, un approc- stro TIMI III di pazienti con UA/NSTEMI, i fattori predittivi

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1250 indipendenti della mortalità o dello sviluppo di IM a un anno l’influenza dell’infiammazione sugli esiti sono racchiuse in un
includevano il blocco di branca sinistra (risk ratio 2,8) e la unico indicatore come la PCR.
presenza di alterazioni del tratto ST maggiori di 0,05 mV (risk LIGANDO DEL CD40. Un altro importante marcatore emer-
ratio 2,45), entrambi p minori di 0,001.37 Sembra che vi sia gente è il ligando del CD40 (CD40L), un membro della famiglia
un gradiente di rischio basato sull’entità delle alterazioni del di proteine cui appartiene il fattore di necrosi tumorale alfa.
tratto ST.73,74 Al contrario, la presenza di alterazioni dell’onda Il CD40L è espresso sulla superficie delle piastrine quando
T maggiori di 0,1 mV era associata a un modesto73 o assente queste si attivano e viene successivamente scisso, generando
incremento di decesso o IM successivi.37,38 un frammento idrolitico solubile denominato sCD40L. È stato
Capitolo 49

riscontrato che questa molecola può essere sia protrombotica99


Valutazione del rischio tramite indicatori cardiaci sia proinfiammatoria, oltre ad avere un ruolo nella progres-
CK-MB E TROPONINE. I pazienti con NSTEMI, definiti sione delle lesioni aterosclerotiche.100 Il CD40L è stato correlato
come quelli con elevati bioindicatori di necrosi, CK-MB o tro- con l’entità dell’attivazione piastrinica, misurata mediante la
ponina, hanno una prognosi a lungo termine peggiore rispetto valutazione della formazione di aggregati piastrine-monociti,
a quelli con angina instabile.45,75-79 Oltre alla positività del test, e pertanto è un nuovo indicatore di attivazione piastrinica.101
vi è un rapporto lineare tra i livelli sierici di troponina T o I e Vari studi hanno dimostrato che livelli aumentati di CD40L
il conseguente rischio di morte – quanto più alta è la troponina, sono associati a un aumentato rischio di morte, IM ed eventi
tanto più alta è la mortalità.75 D’altra parte, un maggiore rischio ischemici ricorrenti, indipendentemente dai livelli di tropo-
di IM è stato osservato con livelli più bassi di troponina in nina e PCR, in pazienti con SCA101,102 e nella popolazione di
molti studi, e pertanto la frequenza totale dei decessi o di IM pazienti più stabili,103 suggerendo che si tratta di un nuovo
è elevata anche nei pazienti con bassi o alti valori di tropo- indicatore di rischio.
nina.45,80 Risultati analoghi sono stati ottenuti con un rapido PEPTIDE NATRIURETICO DI TIPO B. Il peptide natriu-
esame eseguibile al letto del paziente per il dosaggio della retico di tipo B (B-type Natriuretic Peptide, BNP) è un neu-
troponina T, in cui il tempo necessario per raggiungere la posi- rormone sintetizzato nel miocardio ventricolare e rilasciato
tività è una misura semi-quantitativa della troponina T sierica in risposta a un aumento della tensione parietale.104 Possiede
ed è correlato all’aumento della mortalità.81 Quindi, le tropo- molte azioni come quella natriuretica, vasodilatatrice, di ini-
nine T e I sono utili nella diagnosi di infarto e anche nella bizione dell’attività del sistema nervoso simpatico e del
valutazione del rischio e nell’indirizzare le terapie in pazienti sistema renina-angiotensina-aldosterone. Il BNP si è dimo-
ad alto rischio. strato un utile indicatore diagnostico e prognostico in pazienti
PROTEINA C-REATTIVA. Nella crescente lista degli indi- con insufficienza cardiaca congestizia105 e con IM acuto.106 È
catori che sembrano utili nella valutazione dei pazienti con inoltre recentemente emerso come il BNP abbia un valore
UA/NSTEMI, la PCR è molto promettente. Elevati livelli di prognostico per tutto lo spettro di pazienti con SCA, compresi
PCR sono stati correlati a un aumento del rischio di morte, quelli con UA/NSTEMI. I pazienti che presentano aumentati
IM o a necessità di rivascolarizzazione urgente.80,82-84 Si deve livelli di BNP (>80 pg/ml) hanno un rischio di morte a 10
rilevare che, poiché la PCR è un reagente della fase acuta, mesi da due a tre volte maggiore.107 Questo dato è stato con-
essa si innalza in una SCA e i tassi sono approssimativamente fermato dagli studi TIMI 11 e TACTICS-TIMI 18.108,109 Insieme,
cinque volte quelli riscontrabili in pazienti stabili.82,85 Anche questi dati suggeriscono che la valutazione del BNP nei
fra i pazienti con troponina I basale negativa, che nel com- pazienti con UA/NSTEMI aggiunge un’importante informa-
plesso avevano una mortalità a 14 giorni dell’1,5%, la PCR zione al nostro attuale armamentario per la stratificazione del
era in grado di differenziare un gruppo ad alto e uno a basso rischio (Fig. 49-2).
rischio; la mortalità dei pazienti con elevata PCR era del 5,8% MIELOPEROSSIDASI. La mieloperossidasi (MPO) è una
contro lo 0,4% dei pazienti con normali livelli di PCR.82 emoproteina espressa dai neutrofili polimorfonucleati con
Quando si usano sia la PCR che la troponina T, la mortalità potenti proprietà proinfiammatorie che promuove l’ossida-
può essere stratificata nel seguente modo: 0,4% nei pazienti zione delle lipoproteine nell’ateroma vascolare. Uno studio
con entrambi gli indicatori negativi, 4,7% se l’uno o l’altro caso-controllo ha riscontrato un’associazione tra livelli di MPO
sono positivi, 9,1% se sono entrambi positivi (Fig. 49-8).82 e la presenza di CAD dimostrata angiograficamente, indipen-
Risultati simili sono stati osservati in altri studi.80,83,84,86-89 Tut- dentemente da altri fattori di rischio cardiovascolare e dalla
tavia, è interessante notare che, a differenza della troponina, conta leucocitaria.110 In pazienti con UA/NSTEMI, i livelli sie-
estremamente utile nella selezione dei pazienti da destinare rici di MPO sono risultati associati a un aumentato rischio di
a un trattamento più aggressivo, la PCR non si è dimostrata successiva morte o IM, indipendentemente dalla presenza di
in grado di predire i benefici derivanti da diverse terapie, in altri fattori di rischio e ulteriori indicatori cardiaci.111 Elevati
caso di UA/NSTEMI.90 La PCR misurata al momento della livelli di MPO sono stati riscontrati in tutto l’albero coronarico
dimissione ospedaliera si è dimostrata un forte fattore pre- nei pazienti con UA/NSTEMI.112 Pertanto, la MPO può essere
dittivo degli esiti tra 3 e 12 mesi.91 considerata un indicatore di flogosi e la sua presenza suggeri-
Altri indicatori di infiammazione hanno offerto consistenti sce un ruolo diretto dell’attivazione dei neutrofili nella fisio-
prove di una associazione tra l’infiammazione sistemica e la patologia dell’infiammazione vascolare e delle SCA.
ricorrenza di eventi sfavorevoli, comprese l’amiloide sierica CREATININA SIERICA. Un altro semplice strumento per
A,92 la proteina chemiotattica per i leucociti (Monocyte Che- la stratificazione del rischio è la valutazione della creatinina
moattractant Protein-1, MCP-1)93 e l’interleuchina-6.94 Inoltre, o il calcolo della sua clearance, o di entrambi i valori. Diversi
alcuni di questi indicatori di infiammazione rappresentano studi hanno riscontrato che elevati livelli di creatinina sono
potenziali bersagli terapeutici, come può essere il caso della associati a una prognosi negativa (Fig. 49-2).113-116 Il rischio
MCP-1.93 Questi studi indicano che l’entità dei processi infiam- sembra essere indipendente da altri fattori di rischio standard,
matori è in relazione all’instabilità dei pazienti e all’aumentato quali l’aumento della troponina. Questo fattore può avere
rischio di eventi cardiaci ricorrenti. anche un ruolo nella riduzione della clearance di alcuni far-
CONTA LEUCOCITARIA. Un ulteriore indicatore di flogosi, maci, per cui i dosaggi di farmaci come le LMWH devono
perfino più semplice e universalmente disponibile, è la conta essere aggiustati.117
dei leucociti. Diversi studi su pazienti con IM acuto95,96 e UA/ GLUCOSIO. È stata osservata una prognosi peggiore per i
NSTEMI96-98 hanno osservato che i pazienti con elevata conta pazienti diabetici con IM acuto con elevati livelli di glicemia
leucocitaria presentano un rischio maggiore di mortalità e al ricovero rispetto a quelli che non presentano iperglicemia.118
ricorrenza di IMA. Questa associazione è indipendente dai Vari studi hanno dimostrato che questa associazione è presente
valori di PCR,87,97 indicando che non tutte le informazioni circa anche nei pazienti senza precedente diagnosi di diabete. Inol-

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60 con uno scarso controllo glicemico, valutato attraverso il 1251
P <0,001 c2 per tendenza
dosaggio dell’emoglobina A1c, è stata osservata in altri studi.121
Quindi, in pazienti con UA/NSTEMI, una maggiore concen-
D/IM/UR in 14 giorni (%) 50 trazione basale di glucosio a digiuno al momento dell’esordio
è associata a una mortalità a lungo termine significativamente
40,9
40 più alta, indipendentemente dalla presenza di diabete, un fat-
tore di rischio modificabile con una terapia aggressiva.122
Valutazione combinata del rischio

Angina instabile e infarto miocardico senza sopraslivellamento del tratto ST


30
26,2
Integrando tutti i precedenti fattori, alcuni ricercatori hanno
20 19,9 sviluppato sistemi di valutazione del rischio che compren-
13,2
dono variabili cliniche, dati ECG e valutazione degli indicatori
cardiaci sierici.67,68 Nello studio Platelet Glycoprotein IIb/IIIa
10 8,3
in Unstable Angina: Receptor Suppression Using Integrilin
4,7 Therapy (PURSUIT), Boersma e coll. hanno identificato fattori
0 che, indipendentemente tra loro, erano associati a un’aumen-
0/1 2 3 4 5 6/7 tata mortalità e incidenza di IM. I più importanti determinanti
basali di una maggiore mortalità erano l’età avanzata, l’ele-
Score di rischio (numero di fattori di rischio TIMI)
vata frequenza cardiaca, bassi valori di pressione sistolica,
Fattori di rischio TIMI • Aspirina in precedenza la presenza di sottoslivellamento del tratto ST e dei segni di
• Età ≥65 anni • ≥2 episodi di angina nelle 24 ore
insufficienza cardiaca, l’aumento degli enzimi indicatori car-
• ≥3 fattori di rischio per CAD precedenti diaci. Il TIMI risk score ha identificato sette fattori di rischio
• CAD nota • Deviazione ST ≥0,5 mm all’ECG iniziale indipendenti: età maggiore di 65 anni, presenza contestuale
(stenosi >50%) • Marker cardiaci di più di tre fattori di rischio per CAD, CAD documentata al
A cateterismo, slivellamento del tratto ST maggiore di 0,5 mm,
più di due episodi di angina nelle ultime 24 ore, assunzione di
aspirina nel corso della settimana precedente, aumento degli
CONS OR = 0,55 indicatori cardiaci. Questo sistema di punteggio è stato usato
Morte/IM/SCA/Riospedalizzazione (%)

35 INV IC (0,33, 0,91) per la stratificazione del rischio attraverso una scala logarit-
30,6 mica, dal 4,7 al 40,9% (p <0,001) (Fig. 49-9A).67 Più importante
30
OR = 0,75 ancora, è stato riscontrato che questo punteggio di rischio pre-
25 IC (0,57, 1,00) diceva la risposta a diverse tra le terapie praticate in corso di
20,3 UA/NSTEMI: i pazienti con punteggio TIMI più alto avevano
19,5
20 una significativa riduzione degli eventi quando trattati con
16,1 enoxaparina rispetto all’UFH,67 con il ricorso agli inibitori della
15 GP IIb/IIIa rispetto al placebo,123 e con una strategia invasiva
12,8
11,8 rispetto a una conservativa (Fig. 49-9B).3 Con la costante cre-
10
scita del numero di nuovi indicatori cardiaci (vedi prima),
5 ci si attende che questi esaustivi punteggi di rischio possano
essere espansi a includere tali nuovi indicatori a mano a mano
0 che questi diventano sempre più diffusi nella pratica clinica,
Basso 0-2 Intermedio Alto 5-7 come mostrato in uno studio che utilizzava tre indicatori in
3-4 una “strategia multi-indicatore per la valutazione” (Fig. 49-10;
Score di rischio TIMI Fig. 49-2).

% di pazienti 25 60 15
B Terapia medica
FIGURA 49–9 A, Punteggio di rischio Thrombolysis in Myocardial Ischemia
(TIMI) per angina instabile o infarto miocardico senza sopraslivellamento del OBIETTIVI TERAPEUTICI. Gli obiettivi del trattamento dei
tratto ST (UA/NSTEMI). I fattori di rischio sono mostrati a destra e il rischio di pazienti con UA/NSTEMI sono concentrati sulla stabilizza-
morte (D), infarto miocardico (IM) o rivascolarizzazione urgente (RU) è mostrato zione e sulla “passivazione” della lesione coronarica acuta, sul
lungo l’asse verticale. B, Uso del TIMI risk score per UA/NSTEMI allo scopo trattamento dell’ischemia residua e sulla prevenzione secon-
di predire il vantaggio di una strategia invasiva precoce. In una analisi definita daria a lungo termine. La terapia antitrombotica (p.es., aspi-
prospetticamente, il TIMI risk score veniva utilizzato nello studio Treat Angina rina, clopidogrel UFH o LMWH e inibitori della GP IIb/IIIa) è
with Aggrastat and determine Cost of Therapy with an Invasive or Conservative stata utilizzata per prevenire ulteriori fenomeni di trombosi e
Strategy (TACTICS)-TIMI 18 trial. Come mostrato, il 75% dei pazienti aveva un consentire alla fibrinolisi endogena di dissolvere il trombo e
risk score di 3 o maggiore, e in questi pazienti era stato osservato un beneficio
significativo con la condotta invasiva. SCA = sindrome coronarica acuta; CAD =
ridurre il grado di stenosi coronarica. La terapia antitrombotica
coronaropatia; IC = intervallo di confidenza; CONS = conservativa; ECG = elet- va continuata a lungo termine per ridurre il rischio di svilup-
trocardiogramma; Inv = invasiva; OR = odds ratio. (A, Adattato da Antman EM, pare futuri eventi e/o per prevenire la progressione verso la
Cohen M, Bernink PJLM, et al: The TIMI risk score for unstable angina/non-ST completa occlusione della coronaria. Le terapie antischemiche
elevation MI: A method for prognostication and therapeutic decision making. (p.es., beta-bloccanti, nitrati e calcioantagonisti) sono utilizzate
JAMA 284:835, 2000; B, dati da Cannon CP, Weintraub WS, Demopoulos LA, et primariamente per ridurre la richiesta miocardica di ossigeno
al: Comparison of early invasive and conservative strategies in patients with ma sembra che abbiano anche effetti nel prevenire la rottura
unstable coronary syndromes treated with the glycoprotein IIb/IIIa inhibitor della placca, come mostrato dalle campagne di prevenzione
tirofiban. N Engl J Med 344:1879, 2001.) degli eventi clinici con beta-bloccanti e ACE-inibitori. La riva-
scolarizzazione coronarica è utilizzata frequentemente per
trattare la grave stenosi di una lesione incriminata, prevenendo
tre, questa associazione veniva osservata tanto nei pazienti con in tal modo l’ulteriore progressione del trombo e la conse-
STEMI quanto in quelli con UA/NSTEMI ed era indipendente guente ischemia ricorrente. Dopo la stabilizzazione dell’evento
da altri fattori di rischio basali.119,120 Una simile associazione acuto, i numerosi fattori responsabili devono essere antagoniz-

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1252 lida alternativa. Con un atten-
OPUS-TIMI 16 TACTICS-TIMI 18
to monitoraggio della pressio-
6 ne, possono essere sommini-
P = 0,014 P <0,0001
(n = 78) 13
6 14 strate ripetute dosi ogni 5-30
(n = 90)
minuti. La morfina può agire
come analgesico e ansiolitico,
Rischio relativo di mortalità

5 12
ma anche il suo effetto veno-
dilatatore può produrre bene-
10
Capitolo 49

4 3,5 fici effetti emodinamici ridu-


(n = 155) cendo il precarico. Ciò è par-
8
ticolarmente utile nel caso di
3 5,7 edema polmonare. Se insorge
6 (n = 324) ipotensione dopo la sommi-
1,8
2 (n = 150) nistrazione di morfina, la po-
4 sizione supina o la sommini-
1 2,1
(n = 67) (n = 717) strazione endovenosa di solu-
1 2 1 zione fisiologica devono
(n = 504)
essere in grado di ristabilire
0 0 la pressione sanguigna e di
0 1 2 3 0 1 2 3 rado sono necessari farmaci
Numero di marker biologici elevati Numero di marker biologici elevati pressori. Se si sviluppa de-
pressione respiratoria, si de-
FIGURA 49–10 Una strategia multi-indicatore per predire la mortalità nella sindrome coronarica acuta. Troponina ve somministrare naloxone
I, proteina C reattiva e peptide natriuretico di tipo B come determinanti della mortalità a 30 giorni nell’angina instabile (0,4-2,0 mg).
o nell’infarto miocardico senza sopraslivellamento del tratto ST. La mortalità è funzione del numero di bioindicatori
elevati nei due studi separati. OPUS-TIMI = Orbofiban in Patients with Unstable Coronary Syndromes - Thrombolysis in
Nitrati (vedi Cap. 50)
Myocardial Infarction; TACTICS-TIMI = Treat Angina with aggrastat and determine Cost of Therapy with an Invasive or I nitrati sono vasodilatatori
Conservative Strategy - TIMI. (Adattato da Sabatine MS, Morrow DA, de Lemos JA, et al: Multimarker approach to risk endotelio-indipendenti che
stratification in non-ST elevation acute coronary syndromes: Simultaneous assessment of troponin I, C-reactive protein, aumentano il flusso miocar-
and B-type natriuretic peptide. Circulation 105:1760, 2002.) dico mediante vasodilata-
zione del distretto coronarico
e riducono la richiesta mio-
zati cioè, trattamento dei fattori di rischio per l’aterosclerosi cardica di ossigeno. Quest’ultimo effetto è conseguenza della
come ipercolesterolemia, ipertensione e sospensione del fumo, dilatazione dei vasi venosi, con riduzione del precarico mio-
ciascuno dei quali contribuisce alla stabilizzazione della placca cardico e della tensione della parete ventricolare e conseguente
di colesterolo e alla guarigione dell’endotelio. riduzione della richiesta miocardica di ossigeno. I nitrati
devono essere somministrati inizialmente per via sublinguale
Misure generali oppure come spray orale (0,3-0,6 mg) se il paziente ha dolore
I pazienti con UA/NSTEMI devono essere ricoverati in una ischemico. Se il dolore persiste dopo l’assunzione di tre com-
unità con letti monitorati. Il monitoraggio ECG continuo (cioè, presse sublinguali (o spruzzi orali) a intervalli di 5 minuti e
telemetria) è utilizzato per rilevare aritmie cardiache. Trac- nonostante la somministrazione di beta-bloccanti (vedi oltre),
ciati ECG continui più fedeli possono essere ottenuti con un è consigliato l’uso di nitroglicerina endovenosa (5-10 mg/min
monitor Holter e possono identificare deviazioni asintomatiche utilizzando deflussori di materiale non assorbente). La velo-
del tratto ST come indicatori di ischemia. Negli studi clinici cità di infusione può essere incrementata di 10 mg/min ogni
questo approccio si è dimostrato utile nella stratificazione del 3-5 minuti fino alla scomparsa dei sintomi oppure fino alla
rischio in caso di elaborazione dei tracciati in un laboratorio discesa della pressione arteriosa sistolica a valori inferiori a
centrale,41 ma la sua utilità nella pratica “on line” non è stata 100 mmHg. Sebbene non vi sia alcuna certezza sulla massima
ben definita e merita ulteriore studio. dose somministrabile, una dose di 200 mg/min è generalmente
Inizialmente, nei pazienti con UA/NSTEMI è di solito pre- utilizzata come limite massimo. Controindicazioni all’uso dei
scritto il riposo a letto. La deambulazione, se tollerata, è con- nitrati sono l’ipotensione o l’uso di sildenafil o composti della
sentita se il paziente si è mantenuto stabile emodinamicamente stessa classe nelle precedenti 24-48 ore.124 Quando l’episodio
e in assenza di fastidio toracico per almeno 12-24 ore o dopo di dolore è risolto, possono essere usati nitrati transcutanei od
rivascolarizzazione. I mezzi per migliorare le condizioni fisi- orali, i quali possono sostituire la nitroglicerina per via endo-
che ed emotive del paziente, quali un ambiente tranquillo, venosa anche nel caso in cui il paziente resti asintomatico per
lontano da problemi che lo coinvolgano emotivamente e le 12-24 ore. La posologia dei nitrati dipende dalla formulazione,
rassicurazioni del medico e/o una lieve sedazione possono ma si deve cercare di lasciare un periodo finestra di 8-10 ore
ridurre l’attivazione del sistema nervoso simpatico e perciò per evitare lo sviluppo di tolleranza.
l’ischemia. È opportuno fornire ossigeno supplementare solo L’effetto dei nitrati sulla mortalità è stato valutato anche nei
ai pazienti con cianosi, rantoli diffusi o ipossiemia documen- pazienti con sospetto di IM (sia STEMI che NSTEMI) nello
tata. La determinazione della saturazione di ossigeno mediante studio Gruppo Italiano per lo Studio della Sopravvivenza nel-
l’ossimetria è utile, considerando che è indicata la sommini- l’Infarto Miocardico (GISSI) e nell’International Study of
strazione di ossigeno supplementare se la saturazione arteriosa Infarct Survival (ISIS) (ISIS-4).125,126 Non è stato osservato alcun
di O2 scende al di sotto del 92%. beneficio sulla mortalità nella popolazione complessiva o nel
Il miglioramento del dolore toracico è uno degli obiettivi sottogruppo di pazienti con NSTEMI. Di conseguenza, lo scopo
iniziali della terapia. Nei pazienti con dolore persistente no- della terapia con i nitrati è alleviare il dolore; la terapia cronica
nostante la terapia con nitrati e beta-bloccanti (vedi oltre), è con i nitrati può spesso essere ridotta nel trattamento a lungo
raccomandata la somministrazione endovenosa di 1-5 mg di termine, essendo la terapia principale rappresentata dall’uso
morfina solfato. Tra le controindicazioni a tale terapia sono di aspirina, clopidogrel, beta-bloccanti e così via, con nitrogli-
comprese l’ipotensione o pregresse allergie; in questi ultimi cerina sublinguale od orale somministrata al bisogno per nuovi
pazienti la meperidina idrocloruro può rappresentare una va- episodi di dolore.

Braun cap 49melior.indd 1252 19-02-2007 17:47:13


Beta-bloccanti (vedi Cap. 50) 20 1253
Molti studi controllati con placebo coinvolgenti pazienti con Pravastatina 40 mg (16,7%)
Atorvastatina 80 mg (12,9%)
UA/NSTEMI hanno dimostrato il beneficio dei beta-bloccanti
nel ridurre successivi episodi di IM e/o di ischemia ricor-

Percentuale con eventi


rente.127-129 Inoltre, l’analisi di sottogruppo dei pazienti con 15
IM non Q in almeno tre studi ha dimostrato i benefici dei
beta-bloccanti (endovenosi e poi orali).130 Di conseguenza, i
beta-bloccanti sono raccomandati in pazienti con UA/NSTEMI 10

Angina instabile e infarto miocardico senza sopraslivellamento del tratto ST


qualora non sussistano controindicazioni all’uso di questi
farmaci (bradicardia, blocco AV avanzato, ipotensione persi-
stente, disfunzione sistolica nota con edema polmonare acuto,
storia di broncospasmo). Se ischemia e dolore toracico sono in 5
corso, è indicato l’uso endovenoso precoce dei beta-bloccanti,
25% RR
seguito dalla terapia orale. La presenza di una ridotta frazione P = 0,0004
di eiezione, che era in passato una controindicazione, è ora 0
divenuta un’indicazione alla terapia cronica con beta-bloccanti
(Cap. 23), ma la dose va aumentata lentamente nei pazienti 0 3 6 9 12 15 18 21 24 27 30
con disfunzione ventricolare sinistra, e la somministrazione Follow-up (mesi)
per via endovenosa deve essere evitata.131
La scelta del beta-bloccante può essere individualizzata in FIGURA 49–11 Risultati dello studio PROVE-IT TIMI 22 che mostrano ridu-
base alla farmacocinetica del farmaco, al suo costo e alla fami- zione degli eventi avversi (morte, IM non fatale o rivascolarizzazione urgente)
liarità del medico con esso. Tuttavia, non devono essere scelti con terapia ipolipemizzante intensiva con atorvastatina 80 mg/die, rispetto alla
terapia standard con pravastatina 40 mg/die. I tassi tra parentesi sono valutati
quelli con attività simpaticomimetica intrinseca, come il pin- a 2 anni.
dololo. Esempi di dosi testate nelle grandi sperimentazioni
comprendono l’atenololo (bolo endovenoso di 5-10 mg seguito
da somministrazione orale quotidiana di 100 mg) e il metopro-
lolo (tre boli endovenosi da 5 mg, a distanza di 2-5 minuti, documentata disfunzione ventricolare sinistra e CAD, indi-
seguiti dalla somministrazione orale di 50 mg due volte al cando che questi calcioantagonisti vasoselettivi possono essere
giorno, da portare a 100 mg due volte al giorno).132 usati con sicurezza nei pazienti con UA/NSTEMI con disfun-
zione ventricolare sinistra.
Riassumendo, i calcioantagonisti devono essere usati nei
Calcioantagonisti (vedi Cap. 50) pazienti con UA/NSTEMI se necessario per la presenza di
I calcioantagonisti determinano vasodilatazione e riducono ischemia ricorrente nonostante l’utilizzo di beta-bloccanti o in
la pressione arteriosa e alcuni di essi (verapamil e diltiazem) quelli in cui i beta-bloccanti sono controindicati (p.es., bron-
abbassano anche la frequenza cardiaca. Possono essere utiliz- cospasmo); il diltiazem deve essere evitato nei pazienti con
zati nei pazienti con sintomi persistenti o ricorrenti, ma sono disfunzione ventricolare sinistra e/o insufficienza cardiaca
attualmente raccomandati solo in quelli con ischemia persi- congestizia.
stente dopo trattamento con nitrati a piena dose e beta-bloc-
ACE-inibitori
canti e nei pazienti con controindicazioni ai beta-bloccanti.
Tali pazienti devono essere trattati con calcioantagonisti che Per il trattamento acuto tre grandi studi hanno mostrato un
riducono la frequenza cardiaca (p.es., diltiazem o verapamil). beneficio dello 0,5% sulla mortalità assoluta in pazienti con
Le dosi orali di diltiazem e di verapamil vanno da 30 mg tre IM acuto che iniziavano precocemente (entro le 24 ore) la
volte per il primo e 80 mg tre volte al giorno per il secondo a terapia con ACE-inibitori.125,126,141 Tuttavia, nello studio ISIS-4,
480 mg una volta al giorno con le formulazioni a lunga durata sono stati osservati alcuni effetti sfavorevoli in pazienti senza
d’azione. sopraslivellamento del tratto ST. Quindi, l’inibizione a breve
Nello studio Diltiazem Reinfarction Study, che comprendeva termine dell’ACE non sembra dare beneficio nei pazienti con
pazienti con IM non-Q, la ricorrenza di IM veniva ridotta dal UA/NSTEMI.
9,3% con il placebo al 5,2% con il diltiazem.133 Un più recente D’altra parte, l’uso a lungo termine degli ACE-inibitori è utile
studio pilota che ha utilizzato il diltiazem per via endovenosa nel prevenire recidive ischemiche e sulla mortalità in un’am-
e un ampio studio clinico che ha usato il diltiazem134 a lunga pia parte della popolazione di pazienti, compresi quelli in cui
durata di azione nei pazienti dopo terapia trombolitica hanno vi sia una qualsiasi evidenza di CAD (Cap. 50).142,143 L’IM ricor-
dimostrato il beneficio del diltiazem rispetto al placebo. Nel rente e la necessità di rivascolarizzazione risultavano ridotti
Danish Verapamil Infarction Trial II (DAVIT II), su pazienti con con captopril ed enalapril negli studi Survival And Ventricu-
sospetto IM o angina instabile, dei quali circa la metà non aveva lar Enlargement (SAVE) e Studies Of Left Ventricular Dysfun-
IM confermato, il verapamil tendeva a ridurre l’incidenza di ction (SOLVD),144,145 dati confermati oggi dall’uso di ramipril
IM ricorrente o di morte.135 Tuttavia, diverse metanalisi non e perindopril nello studio Heart Outcomes Prevention Evalua-
hanno riscontrato alcun beneficio dei calcioantagonisti come tion (HOPE) e nello EURopean trial On reduction of cardiac
classe nella riduzione della mortalità o di infarti successivi.136 events with Perindopril in stable coronary Artery disease
Una rassegna aveva suggerito benefici del solo verapamil.137 (EUROPA),142,143 suggerendo un effetto antischemico di questa
È importante notare che nei pazienti con IM acuto con intera classe di farmaci.
disfunzione del ventricolo sinistro o insufficienza cardiaca
Terapia ipolipemizzante (vedi Cap. 39)
congestizia è stato osservato un effetto dannoso del diltia-
zem.138 La nifedipina, che non riduce la frequenza cardiaca, Il trattamento a lungo termine con ipolipemizzanti, soprattutto
ha dimostrato di aumentare l’incidenza di eventi sfavorevoli con le statine, ha dimostrato benefici rispetto al placebo nei
in pazienti con IM acuto quando non somministrata con un pazienti dopo IM acuto e angina instabile.146-149 Nello Scandi-
beta-bloccante. Al contrario, non sono stati osservati effetti navian Simvastatin Survival Study (4S), condotto in pazienti
sfavorevoli in uno studio su pazienti con insufficienza cardiaca ipercolesterolemici con storia di IM o angina instabile, la
congestizia trattati con ACE-inibitori.139 Allo stesso modo, non mortalità è risultata ridotta del 30% (p = 0,0003) e le morti
sono stati osservati effetti sfavorevoli con un trattamento a coronariche significativamente ridotte del 42%.146 Inoltre,
lungo termine con amlodipina o felodipina140 in pazienti con gli IM ricorrenti erano significativamente ridotti del 37% (p

Braun cap 49melior.indd 1253 19-02-2007 17:47:14


1254 ADP ta una terapia. Poiché la terapia
con le statine è associata ai bene-
fici precedentemente menziona-
Clopidogrel/ticlopidina ti sulla mortalità e sulla morbili-
ADP
tà cardiovascolare, queste rap-
presentano attualmente i farmaci
di prima scelta. Secondo il Na-
ADP
tional Cholesterol Education
Capitolo 49

Program è necessaria anche una


cAMP terapia aggiuntiva o alternativa
GP IIb/IIIa
Collagene (Cap. 39).153
(fibrinogeno/
Attivazione Trombina Diversi studi pilota e osserva-
recettore)
TXA2 zionali hanno tentato di determi-
nare se vi sia un beneficio clinico
COX precoce con l’inizio tempestivo
del trattamento con statine nelle
Antagonista GP IIb/IIIa SCA.154-157 Lo studio randomizza-
TXA2 to più ampio, Myocardial Ischae-
mia Reduction with Aggressive
Cholesterol Lowering (MIRACL)
Aspirina ha osservato che il trattamento a
breve termine (4 mesi) con ator-
FIGURA 49–12 Meccanismo d’azione della terapia antipiastrinica. Vedi testo e Capitolo 80 per i dettagli. ADP = vastatina ad alte dosi (80 mg/die)
adenosindifosfato; cAMP = adenosinmonofosfato ciclico; COX = ciclossigenasi; GP = glicoproteina; TXA2 = trombos- riduceva l’endpoint primario
sano A2. (Adattato da Schafer AI: Antiplatelet therapy. Am J Med 101:199, 1996.) combinato di morte cardiaca, in-
cidenza di IM non fatali, morte
improvvisa cardiaca sottoposta
a rianimazione o necessità di
Incidenza di morte o IM successivo
riospedalizzazione urgente del
*P = 0,0005 *P = 0,012 *P = 0,008 *P <0,0001 16% (p = 0,048). I potenziali be-
12 15 15 20 nefici della terapia precoce e ag-
12,9 17,1
10,1 n = 397
gressiva con statine rispetto al
n = 279
n = 155 11,9 placebo sono stati studiati nello
n = 118 15 studio Aggrastat to Zocor (A to
Pazienti (%)

8 10 10 Z; TIMI 21).158
6,2*
Lo studio Pravastatin or Ator-
5* 10
n = 178 n = 276 6,5* vastatin Evaluation and Infec-
n = 399 tion Therapy – Thrombolysis in
4 5 5 3,3*
n = 121
Myocardial Infarction (PROVE
5
IT-TIMI) 22 ha valutato il ruolo
di una terapia ipolipemizzante
0 0 0 0 aggressiva rispetto alla terapia
Lewis et al. Cairns et al. Theroux et al. RISC group standard in 4162 pazienti, ini-
ziando la stessa entro 10 giorni
Placebo ASA
dal ricovero per sindrome coro-
narica acuta.158a Il trattamento
FIGURA 49–13 Quattro studi randomizzati mostrano il beneficio dell’aspirina nell’UA/NSTEMI. In corso di UA/ con terapia standard (pravastati-
NSTEMI, l’incidenza di morte e infarto miocardico (IM) era ridotta di oltre il 50% in ognuno di questi quattro studi. na, 40 mg) determinava un valo-
Le dosi di aspirina nei quattro studi erano rispettivamente di 325, 1300 e 75 mg/d, indicando l’assenza di qualsiasi re medio di LDL di 95 mg/dl (li-
differenza nella efficacia dell’aspirina tra le suddette dosi. ASA = acido acetilsalicilico (aspirina). (Dati da Lewis HD, miti, 79-113 mg/dl), mentre con
et al: N Engl J Med 309:396, 1983; Cairns, et al: N Engl J Med 313:1499, 1985; Theroux P, et al: N Engl J Med 319:1105,
1988; RISC Group: Lancet 349:827, 1990.)
una terapia aggressiva (atorvasta-
tina, 80 mg) si otteneva una con-
centrazione media di LDL di 62
mg/dl (limiti interquartile, 50-79
<0,001), la necessità di ricorrere a rivascolarizzazione corona- mg/dl) (p <0,001). Il rischio di morte, infarto del miocardio
rica del 37% (p <0,0001), e la riospedalizzazione per eventi non fatale, episodi documentati di angina instabile, necessità
cardiovascolari acuti del 26% (p <0,001).146,150 Nello studio di rivascolarizzazione o ictus si riduceva del 16% (p = 0,005),
Long-term Intervention with Pravastatin in Ischemic Disease
(LIPID), coinvolgente un sottogruppo prestabilito di oltre 3200
pazienti con angina instabile, la terapia con pravastatina portò
a una significativa riduzione del 26% della mortalità totale
(p = 0,004).151 Tabella 49–3 Frequenza di sanguinamenti maggiori
Il National Cholesterol Education Program raccomanda una in base alla dose di aspirina
terapia con dieta e farmaci se le LDL superano il valore di 100 Dose di aspirina (mg) Aspirina + placebo Aspirina + clopidogrel
mg/dl, con un obiettivo di riduzione delle LDL a meno di 100
75-100 1,9% 3,0%
mg/dl.152 Il momento per eseguire il prelievo è teoricamente
nelle prime 24 ore dopo il ricovero, poiché i livelli di coleste- 100-199 2,8% 3,4%
rolo si riducono dopo un evento acuto. Dunque, il colesterolo
200-325 3,7% 4,9%
deve essere misurato in un certo momento durante la proce-
dura di ricovero, perché se fosse elevato sarebbe raccomanda- Dati da Peters RJ, Mehta SR, Fox KA, et al: Circulation 108:1682, 2003.

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con tassi di incidenza a 2 anni (tempo medio di follow-up) che 1255
1,00
scendevano dal 26,3 al 22,4% rispettivamente con la terapia
IM, ictus, morte CV: 0-30 giorni
standard e quella aggressiva. Il rischio di morte, infarto del
miocardio non fatale o necessità di rivascolarizzazione era ri-

Proporzione libera da eventi


0,98
dotto del 25% (p = 0,0004) (Fig. 49-11). Inoltre, la mortalità
per tutte le cause era ridotta del 28% (p = 0,07), con tassi di
mortalità a 2 anni del 32% col trattamento standard con stati-
0,96
ne rispetto al 2,2% col trattamento aggressivo. Il beneficio si

Angina instabile e infarto miocardico senza sopraslivellamento del tratto ST


manifestava già a 30 giorni dalla randomizzazione e si mante-
neva per tutta la durata del follow-up (2,5 anni). Questo studio
0,94
ha quindi dimostrato che (1) l’uso precoce delle statine ad RRR 21%
alte dosi dopo una sindrome coronarica acuta è efficace nel
IC 95%: 0,67–0,92
ridurre la mortalità e l’incidenza di eventi cardiaci ricorrenti P = 0,003
0,92
e che (2) terapie ipolipemizzanti più aggressive che hanno
ottenuto concentrazioni di colesterolo LDL notevolmente al di Clopidogrel + ASA
Placebo + ASA
sotto degli attuali livelli bersaglio determinano benefici.
0,90
Nonostante la questione dell’esistenza o meno di un bene-
ficio clinico precoce e del livello ottimale di abbassamento dei 0 1 2 3 4
lipidi, gli studi hanno riscontrato che il precoce inizio della Settimane
terapia dopo una SCA può migliorare la compliance a lungo
1,00
termine. Uno studio ha utilizzato prescrizioni standardizzate
31 giorni - 1 anno
per assicurarsi che tutti i pazienti ricevessero una terapia
appropriata, come raccomandato dalle linee guida, ed è emerso

Proporzione libera da eventi


0,98
un incremento dell’uso delle statine al momento della dimis-
sione e al follow-up a 1 anno, con il 91% dei pazienti che
riceveva terapia appropriata.159 Altri hanno osservato un
0,96
miglioramento della percentuale di trattamento a lungo ter-
mine con l’attuazione di programmi intraospedalieri di miglio-
ramento della qualità.160
0,94
RRR 18%

Terapia antitrombotica IC 95%: 0,70-0,95


0,92 P = 0,009
Aspirina (vedi Cap. 80) Clopidogrel + ASA
Placebo + ASA
L’aspirina acetila irreversibilmente la ciclossigenasi 1, bloc-
0,90
cando di conseguenza la sintesi di trombossano A2 da parte
delle piastrine (Fig. 49-12). Riducendo la quantità di trom- 1 4 6 8 10 12
bossano A2 rilasciato, che agirebbe stimolando altre piastrine, Mesi
viene ridotta l’aggregazione piastrinica complessiva nel sito di
trombosi. Tale inibizione della ciclossigenasi è permanente, e FIGURA 49–14 Beneficio dell’aggiunta del clopidogrel all’aspirina rispetto
così gli effetti antiaggreganti durano per la durata di vita delle ad aspirina più placebo durante i primi 30 giorni (in alto) e tra 31 giorni e 1
piastrine, dell’ordine di 7-10 giorni. Molti studi hanno dimo- anno (in basso). La seconda analisi è stata ristretta ai pazienti che erano
andati incontro a un evento maggiore durante i primi 31 giorni. ASA = acido
strato chiari effetti benefici dell’aspirina, con una riduzione acetilsalicilico (aspirina); IC = intervallo di confidenza; CV = cardiovascolare;
del rischio di mortalità e di IM superiore al 50% nei pazienti IM = infarto del miocardio. (Da Yusuf S, Mehta SR, Zhao F, et al: Early and late
con UA/NSTEMI (Fig. 49-13).16,161 Il beneficio si manifesta effects of clopidogrel in patients with acute coronary syndromes. Circulation
entro il primo giorno di trattamento.161 Quindi, l’aspirina ha 107:966, 2003.)
un importante effetto nella riduzione degli eventi clinici sfa-
vorevoli precoci nel corso del trattamento di UA/NSTEMI ed
è la principale terapia per questi pazienti. zione piastrinica durante il trattamento con aspirina. Questi
La dose di aspirina nei quattro studi randomizzati oscillava pazienti tendono ad avere un maggiore rischio di eventi car-
da 75 a 1300 mg/die ed ogni studio ha mostrato una riduzione diaci ricorrenti.169 Non è stata riscontrata alcuna relazione tra
del 50% circa della mortalità o dell’incidenza di IM.16,161-163 dose somministrata e tale forma di resistenza all’aspirina. Uno
Nell’ampia panoramica della totalità degli studi a breve e lungo studio più ampio ha correlato la prognosi a 5 anni alla quantità
termine, non sembra esistere un effetto dose-risposta nell’effi- di metaboliti del trombossano nell’urina.168 Quando i pazienti
cacia dell’aspirina.164 Nell’International Study of Infarct Sur- sono stati divisi in quartili in base alla quantità di trombossano
vival 2 (ISIS-2) una dose di 160 mg/die si dimostrava associata nell’urina, che poteva essere vista come una misura dell’atti-
a un beneficio sulla mortalità, così questa è la dose minima vità del trombossano nonostante la terapia con aspirina, sono
iniziale raccomandata.165 In termini di sicurezza (p.es., emor- state osservate percentuali di eventi cardiovascolari tanto più
ragie gastrointestinali), due studi osservazionali hanno riscon- elevate quanto maggiore era la concentrazione dei metaboliti
trato che la frequenza del sanguinamento sembra essere più del trombossano.168
bassa con l’aspirina a basse dosi che con un regime a medio Le controindicazioni assolute alla terapia con aspirina sono
dosaggio (cioè, 325 mg/die) (Tab. 49-3).166,167 Questo veniva poche ma comprendono l’allergia documentata all’aspirina
osservato tra pazienti trattati con terapia medica, PCI o inter- (p.es., l’asma), il sanguinamento in atto o una patologia pia-
vento di bypass coronarico (Coronary Artery Bypass Graft, strinica nota. In pazienti che riferiscono dispepsia o altri sin-
CABG). Così, dopo la dose iniziale di carico di 162-325 mg, tomi gastroenterici con la terapia a lungo termine con aspirina
una dose tra 75 e 81 mg/die sembra essere appropriata per la (cioè, intolleranza), non si ritiene che questo rappresenti un
terapia a breve e lungo termine. problema acuto per il trattamento intraospedaliero, e la terapia
Durante terapia cronica, è stata descritta una forma di resi- con aspirina è raccomandata, almeno a breve termine. Nei
stenza all’aspirina.168,169 Piccoli studi hanno evidenziato che il pazienti che hanno un’allergia o che non tollerano l’aspirina,
5-8% dei pazienti ha minimi livelli di inibizione dell’aggrega- è raccomandato l’uso del clopidogrel.4

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1256 0,025 vation (CREDO) e Clopidogrel
Placebo + ASA
versus Aspirin in Patients at Risk
Clopidogrel + ASA of Ischaemic Events (CAPRIE) che
hanno mostrano l’efficacia del clo-
0,020 34% di riduzione pidogrel attraverso follow-up di 1 e
Tassi di rischio cumulativo

del rischio relativo 3 anni, rispettivamente, nei pazienti


con precedente malattia aterotrom-
0,015 botica.174,178
Anche nello studio PCI-CURE,
Capitolo 49

veniva osservato un beneficio col


trattamento precoce con clopido-
0,010 grel prima di PCI con una riduzione
del 31% degli eventi cardiaci a 30
giorni e a 1 anno.179
0,005 STUDIO CREDO. Lo studio
CREDO ha coinvolto pazienti sotto-
posti a PCI pianificato o probabile
P = 0,003 (arruolando approssimativamente
0,0 due terzi dei pazienti con SCA). I
pazienti sono stati randomizzati alla
0 2 4 6 8 10 12 14 16 18 20 22 24
terapia con bolo iniziale di clopido-
Tempo dopo randomizzazione (ore) grel (300 mg) o placebo tra 3 e 24
ore prima del PCI. Dopo lo stenting,
FIGURA 49–15 Effetti del clopidogrel nelle prime 24 ore dello studio Clopidogrel in Unstable angina to prevent Recur- tutti i pazienti hanno ricevuto clopi-
rent Events (CURE). ASA = acido acetilsalicilico (aspirina). (Da Yusuf S, Mehta SR, Zhao F, et al: Early and late effects of dogrel per 28 giorni, indipendente-
clopidogrel in patients with acute coronary syndromes. Circulation 107:966, 2003.) mente dalla randomizzazione; dopo
28 giorni, i pazienti nel gruppo col
pretrattamento hanno continuato
la terapia con clopidogrel per 1
Clopidogrel e ticlopidina (vedi Cap. 80) anno, mentre l’altro gruppo è stato trattato con placebo. Questo studio
ha osservato un aumento piccolo ma non statisticamente significativo delle
Il clopidogrel e la ticlopidina sono derivati tienopiridinici che emorragie nei pazienti che ricevevano il clopidogrel rispetto al placebo, in
inibiscono l’aggregazione piastrinica, aumentano il tempo di aggiunta alla terapia con aspirina, eparina e inibitori della GP IIb/IIIa. Simili
sanguinamento e riducono la viscosità del sangue attraverso osservazioni in termini di sicurezza sono state fatte in altri studi.179-181
l’inibizione dell’azione dell’adenosindifosfato (ADP) sui recet- I risultati sull’efficacia derivati dallo studio CREDO forniscono un ulte-
24 riore sostegno all’uso del clopidogrel tanto nella terapia a breve termine
tori piastrinici. Essi esercitano la loro attività antiaggregante che in quella a lungo termine nei pazienti con UA/NSTEMI. Il pretrattamento
inibendo il legame dell’ADP al suo recettore piastrinico, in con il clopidogrel ha portato a una riduzione non significativa del 19% del
particolare la componente P2Y12 del recettore per l’ADP (Fig. rischio di eventi cardiovascolari; tuttavia, quelli trattati con clopidogrel
24 almeno 6 ore prima del PCI mostravano una riduzione del 38,6% del rischio
49-12). Il blocco di questi recettori non solo inibisce l’attiva-
zione piastrinica ADP-indotta e la conseguente aggregazione, relativo degli eventi maggiori a 28 giorni (p = 0,05) rispetto a nessuna
riduzione osservata nel caso il trattamento fosse stato avviato meno di 6
ma sembra diminuire anche l’attivazione piastrinica indotta da ore prima del PCI. Questo sottolinea la necessità di iniziare il clopidogrel
170
altri stimoli esterni (p.es., fattore di von Willebrand). Quindi, appena possibile al ricovero per UA/NSTEMI, prima ancora di pianificare
poiché il recettore P2Y12 è parte della catena di amplificazione un cateterismo con eventuale PCI. Complessivamente, il trattamento per 1
dell’attivazione piastrinica all’interno della piastrina stessa, anno con clopidogrel più aspirina ha portato a una riduzione relativa del
l’inibizione di questo recettore sembra avere un effetto più 26,9% della mortalità, dell’incidenza di IM o di ictus, rispetto alla terapia con
ampio di riduzione dell’attivazione piastrinica e non solo del- clopidogrel per un solo mese in seguito a PCI (8,5 versus 11,5% [placebo],
p = 0,02).Tale risultato includeva una ulteriore riduzione relativa del 37,4%
l’aggregazione ADP-indotta. degli eventi maggiori dal 29° giorno a 1 anno con il clopidogrel (p = 0,04).
In sintesi, i risultati del PCI-CURE e del CREDO sostengono il carico prepro-
La ticlopidina è stata confrontata con placebo (senza aspirina) in uno cedurale e la terapia a lungo termine con clopidogrel nei pazienti per cui sia
studio randomizzato su 652 pazienti con UA/NSTEMI, mostrando una signi- stato programmato o si prospetti un PCI. Benefici significativi erano presenti
ficativa riduzione del 46% della mortalità per cause vascolari o di IM non con o senza concomitante utilizzo degli inibitori della GP IIb/IIIa;
fatale.171 La ticlopidina ha anche dimostrato di essere efficace in combi-
nazione con l’aspirina per la prevenzione della trombosi e dell’ischemia
ricorrente nei pazienti sottoposti a impianto di stent coronarico, una parte
dei quali ha sofferto di UA/NSTEMI nell’ultimo periodo (Cap. 80).172 Tutta- Tabella 49–4 Nomogramma standardizzato
via, la ticlopidina è associata a neutropenia e trombocitopenia in circa l’1% per la titolazione dell’eparina
dei pazienti e raramente alla porpora trombotica trombocitopenica, che
173
può essere fatale nel 25-40% dei casi. Quindi, se si utilizza la ticlopidina, Dose iniziale: 60 U/kg in bolo ed infusione di 12 U/kg/h
sono generalmente raccomandati l’uso per brevi periodi (2-3 settimane) e il Il tempo di tromboplastina parziale attivata (aPTT) deve essere
monitoraggio bisettimanale dell’esame emocromocitometrico completo. controllato e l’infusione corretta conseguentemente a 6, 12 e 24 ore
Il clopidogrel è stato sviluppato allo scopo di evitare tali complicanze dopo l’inizio dell’eparina, poi quotidianamente, oltre a 4-6 ore dopo
ematologiche e negli studi clinici a oggi non è stato associato a un’aumen- ogni correzione della dose.
tata incidenza di neutropenia o di porpora trombotica trombocitopenica
rispetto al trattamento con sola aspirina. 23,174,175
Quando aggiunto all’aspi- aPTT Infusione endovenosa
rina, il clopidogrel sembra inoltre essere efficace quanto la ticlopidina nel (sec) Cambiamento (U/kg/ora)
176
prevenire la trombosi degli stent.
STUDIO CURE. L’aggiunta del clopidogrel all’aspirina è stata studiata <35 Bolo di 60 U/kg +3
nell’ampio studio Clopidogrel in Unstable angina to prevent Recurrent 35-49 Bolo di 30 U/kg +2
Events (CURE), nel quale i pazienti sono stati trattati con aspirina (75- 325
mg), eparina o LMWH e altre terapie standard e poi assegnati in maniera 50-70 0 0
random alla terapia con 300 mg di carico di clopidogrel seguiti da 75 mg/
die. La combinazione di clopidogrel e aspirina ha prodotto una riduzione 71-90 0 -2
del 20% della morte per cause cardiovascolari, IM o ictus rispetto alla sola
23
aspirina in entrambi i gruppi a basso e alto rischio (Fig. 49-14). Il beneficio >100 Continuare l’infusione per 30 min -3
veniva osservato già a 24 ore, con divergenza delle curve di Kaplan-Meier Adattato da Becker RC, Ball SP, Eisenberg P, et al: A randomized, multicenter
appena dopo 2 ore, indicando la presenza di un effetto antitrombotico e trial of weight-adjusted intravenous heparin dose titration and point-of-care
clinico molto precoce (Fig. 49-15).177 Inoltre, i benefici venivano mante- coagulation monitoring in hospitalized patients with active thromboembo-
nuti per tutta la durata del trattamento di 1 anno, coerentemente con i lic disease. Antithrombotic Therapy Consortium Investigators. Am Heart J
dati emersi dagli studi Clopidogrel for Recurrent Events During Obser- 137:59, 1999.

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In caso di UA/NSTEMI, la somministrazione di clopidogrel 1257
ESSENCE, TIMI 11B, INTERACT, A2Z
va fatta con una dose iniziale di carico di 300 mg, seguita da
75 mg/die. Iniziando con la dose di 75 mg/die si raggiunge un
livello adeguato di inibizione piastrinica solo dopo 3-5 giorni, Morte
mentre la dose di attacco di 300 mg determina un’efficace ini-
bizione piastrinica entro 4-6 ore.182 È stato dimostrato che l’uso
Morte/IM
di una dose iniziale di 600 mg determina il raggiungimento
dello stato stabile di inibizione piastrinica dopo appena 2

Angina instabile e infarto miocardico senza sopraslivellamento del tratto ST


ore.183 Questa dose è stata utilizzata in due ampi studi clinici Endpoint triplo
ed è stata ben tollerata.184,185 In uno studio, tutti i 2159 pazienti
ricevevano una dose iniziale di 600 mg almeno 2 ore prima
del PCI e venivano poi randomizzati a una delle seguenti tera- 0,25 0,5 1,0 2,0 4,0
pie: abciximab ed eparina a dosi ridotte oppure placebo ed Odds ratio per enoxaparina versus UFH
eparina a dosi standard. Non vi era alcuna differenza tra i due
gruppi negli esiti a 30 giorni.185 Questo dato è in contrasto con FIGURA 49–16 Metanalisi degli studi Thrombolysis in Myocardial Infarc-
la riduzione del rischio del 35-50% osservata con l’abciximab tion (TIMI 11B), Evaluation of the Safety and Efficacy of Enoxaparin in Non-ST
in altri studi controllati con placebo condotti prima della dif- elevation Coronary Events (ESSENCE), Interact, and Aggrastat to Zocor (A to
fusione del pretrattamento con tienopiridine,186-188 suggerendo Z) che confrontano l’enoxaparina con l’eparina non frazionata (UFH). Sussiste
che il raggiungimento di un efficace livello di inibizione pia- una significativa riduzione nel tasso di mortalità o di infarto del miocardio (IM)
strinica col clopidogrel prima di un PCI è efficace nel ridurre in pazienti trattati con enoxaparina. (Da Blazing MA: The A-to-Z Trial: Results of
gli eventi. Sono in corso ulteriori studi per valutare la dose di the A-Phase, investigating combined use of low-molecular-weight heparin with
carico di 600 mg. the glycoprotein IIb/IIIa inhibitor tirofiban. Presented at the American College of
Cardiology Scientific Sessions, New Orleans, LA, March 2003.)
Come per l’aspirina, in diversi studi sono stati identificati
“low responders” alla terapia con clopidogrel.189,190 Definire
cosa sia una bassa risposta e quanto questa rifletta la variabilità
nello stato di aggregazione piastrinica del paziente o la varia-
bilità della risposta delle piastrine al farmaco, è stato difficile DOSAGGI. Sulla base dei dati a disposizione,198 l’attuale
con gli esami attuali. Questi risultati hanno alimentato l’inte- regime ottimale sembra consistere nell’adattamento del dosag-
resse per lo sviluppo di nuovi farmaci di questa classe che gio dell’UFH al peso (bolo di 60 U/kg e infusione di 12 U/kg/
possono raggiungere livelli più elevati di inibizione piastri- ora), il frequente monitoraggio dell’aPTT (ogni 6 ore fino al
nica.24 Il bilancio dell’efficacia e della sicurezza dei livelli più raggiungimento dei valori terapeutici e ogni 12-24 ore in
alti di inibizione con questa classe di farmaci deve essere valu- seguito) e la titolazione dell’UFH utilizzando un nomogramma
tato in studi prospettici. standardizzato (Tab. 49-4) con un valore bersaglio dell’aPTT
pari a una volta e mezzo-due volte il controllo o, aprossimati-
Eparina (vedi Cap. 80) vamente, tra 50 e 70 secondi.
L’anticoagulazione con UFH è stata una pietra miliare della
terapia dei pazienti con UA/NSTEMI per oltre un decennio,
in base ai risultati di molti studi randomizzati che avevano Eparina a basso peso molecolare (vedi Cap. 80)
riscontrato una minore incidenza di morte o IM con la terapia Le LMWH sono state ampiamente testate come strumento per
con UFH e aspirina rispetto alla sola aspirina.16,161,191,192 Una migliorare l’anticoagulazione rispetto all’UFH. Questi farmaci
metanalisi ha mostrato una riduzione del 33% della mortalità associano l’inibizione del fattore IIa a quella del fattore Xa, e
o dell’incidenza di IM a 2-12 settimane di follow-up quando quindi impediscono sia l’azione che l’attivazione della trom-
si confrontava la terapia con UFH più aspirina con l’aspirina bina.199 Le LMWH sono ottenute dalla depolimerizzazione del-
da sola, sebbene tale riduzione fosse di significato statistico l’UFH standard e dalla selezione dei polimeri con più basso
marginale.17 peso molecolare. Rispetto all’UFH che ha quasi uguale attività
La variabilità nell’effetto anticoagulante dell’UFH, la cosid- anti-IIa (trombina) e anti-Xa, le LMWH hanno un aumentato
detta resistenza all’eparina, sembra dovuta all’eterogeneità rapporto tra l’attività anti-Xa e anti-IIa di 2:1 (p.es., come la
dell’eparina e alla sua neutralizzazione da parte di fattori cir- dalteparina) o di 3,8:1 (p.es.,come l’enoxaparina).
colanti nel plasma e di proteine rilasciate dalle piastrine atti- La LMWH offre molti vantaggi potenziali rispetto all’UFH.
vate.193 Clinicamente, è raccomandato il frequente monitorag- In primo luogo, la sua maggiore attività anti-fattore Xa inibisce
gio della risposta anticoagulante con l’uso del tempo di trom- in modo più efficace la generazione della trombina. La LMWH
boplastina parziale attivata (aPTT), con aggiustamento del può anche indurre un maggior rilascio dell’inibitore del fattore
dosaggio in relazione a un nomogramma standardizzato (Tab. tissutale rispetto all’UFH e non è neutralizzata dal fattore pia-
49-4). Quest’ultimo riduce al minimo la variabilità delle dosi strinico 4.199 È stato riscontrato che la LMWH induce trombo-
somministrate dai diversi medici e si è dimostrato un miglio- citopenia con minor frequenza rispetto all’UFH.200 La sua ele-
ramento nel raggiungimento di un aPTT bersaglio.194 vata biodisponibilità permette una somministrazione sottocu-
L’esatto livello di anticoagulazione che costituisce lo spet- tanea, che fornisce una lunga durata di anticoagulazione
tro terapeutico non è stato ancora chiaramente stabilito. Pic- sistemica, cosicché è possibile una somministrazione biquo-
coli studi hanno suggerito che valori inferiori di aPTT pos- tidiana. Inoltre, la LMWH si lega in minor misura alle proteine
sono essere correlati a eventi ischemici ricorrenti,195,196 sug- plasmatiche (tra cui le proteine della fase acuta) e pertanto ha
gerendo che il limite inferiore dello spettro terapeutico un più omogeneo effetto anticoagulante in rapporto alla dose
dell’aPTT sia almeno 1,5 volte il valore di controllo. Ai limiti somministrata. Pertanto, il monitoraggio dei livelli di anticoa-
superiori dello spettro terapeutico, i più elevati valori di aPTT gulazione (necessario utilizzando l’aPTT per l’UFH) non è
sono associati a un aumentato rischio di emorragia.196 La più necessario. Queste ultime due differenze rendono la LMWH
bassa frequenza di sanguinamento (e mortalità) nei pazienti un anticoagulante molto più semplice da somministrare
con STEMI trattati con terapia trombolitica si osservava rispetto all’UFH. Tuttavia, è necessario tenere conto che le
quando l’aPTT alle 12 ore era tra i 50 e i 70 secondi.196 Inoltre, LMWH risentono in maggior misura di eventuali disfunzioni
nel TIMI IIIB, non sembrava esserci un vantaggio in termini renali rispetto all’UFH, e si deve prendere in considerazione
di riduzione degli eventi ischemici con livelli più elevati di una riduzione della dose in pazienti con clearance della crea-
anticoagulazione.197 tinina inferiore a 30 ml/min.

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1258 STUDI CLINICI testata nello studio Global Use of Strategies to Open Occlu-
Vi sono stati più di 12 studi randomizzati che hanno confrontato le LMWH ded Coronary Arteries (GUSTO) IIb su 12.142 pazienti con
con placebo201 o con UFH18,202,203 e uno che ha confrontato due differenti UA/NSTEMI e STEMI. Nell’intera coorte, l’incidenza di morte
LMWH. La LMWH (aggiunta all’aspirina) si è dimostrata efficace rispetto o IM a 30 giorni tendeva a essere più bassa, 8,9% rispetto
alla sola aspirina, comportando una riduzione del 66% della probabilità al 9,8% (p = 0,06),35 con nessuna differenza nella mortalità e
di morte o IM.201,204
Nei confronti tra LMWH e UFH, è stata riscontrata eterogeneità fra le una modesta riduzione nel reinfarto (5,4% contro 6,3% con
diverse LMWH. A tutt’oggi, nessuna differenza è stata osservata tra dalte- l’eparina, p = 0,04). Negli 8011 pazienti con UA/NSTEMI, l’in-
parina202 o nadroparina rispetto all’UFH.202,203 cidenza di morte o IM a 30 giorni non era significativamente
Capitolo 49

D’altra parte, tre o quattro studi con enoxaparina hanno riscontrato ridotta (8,3 versus 9,1%, p = 0,22).35
un significativo miglioramento degli esiti clinici. Negli studi Evaluation of Lo studio Organisation to Assess Strategies for Ischemic Syn-
the Safety and Efficacy of Enoxaparin in Non-ST Elevation Coronary Events dromes (OASIS-2)211 ha confrontato il trattamento con lepiru-
(ESSENCE)18 e TIMI 11B,19 l’enoxaparina dimostrava un beneficio significa-
tivo, del 20% circa, nel ridurre mortalità, incidenza di IM o ischemia ricor- dina, un farmaco analogo all’irudina, con UFH; la mortalità
rente rispetto all’UFH. In entrambi gli studi, i pazienti con slivellamento del cardiovascolare o l’incidenza di IM a 7 giorni erano tenden-
tratto ST presentavano una riduzione significativa degli eventi cardiaci con zialmente più bassi con lepirudina (3,6% e 4,2% rispettiva-
enoxaparina confrontata con UFH, assente in quelli senza slivellamento del mente, p = 0,08). I sanguinamenti maggiori, tali da rendere
tratto ST.18,19 Allo stesso modo, nel sottostudio TIMI 11B sulla troponina, necessaria una trasfusione, erano rari ma più frequenti con la
anche tra pazienti con CK-MB negativa, quelli con elevazione della tropo-
nina I traevano un maggior beneficio dall’enoxaparina, rispetto all’UFH,
lepirudina (1,2% contro 0,7% con eparina, p = 0,01). Una meta-
al contrario di quelli con troponina negativa.205 Usando il TIMI risk score nalisi di tutti gli studi con l’irudina ha mostrato un modesto
(Fig. 49-9A), il beneficio dell’enoxaparina rispetto all’UFH veniva osservato beneficio del 10% a favore dell’irudina, che non è statistica-
nei pazienti con uno score di 3 o maggiore (sia nell’ESSENCE che nel TIMI mente significativo nei pazienti con UA/NSTEMI. Anche altri
11B).67 Di conseguenza, i benefici clinici dell’enoxaparina si osservano nel inibitori diretti della trombina sintetici sono stati valutati in
gruppo di pazienti a maggior rischio. piccoli studi (p.es., argatroban e bivalirudina), con una ten-
In una formale analisi farmacoeconomica, l’uso di enoxaparina si è
dimostrato vantaggioso in termini di costo/efficacia. È stato rilevato un denza alla riduzione dell’incidenza di eventi cardiaci ricor-
piccolo aumento nel costo del farmaco (enoxaparina contro UFH con renti e dei sanguinamenti.212-214
misurazione dell’aPTT), ma questo veniva compensato da una frequenza BIVALIRUDINA. Questo inibitore diretto della trombina è
significativamente più bassa di cateterismi e procedure di rivascolariz- stato testato in corso di PCI ed è stata riscontrata una tendenza
zazione, e pertanto la terapia con enoxaparina porta a un risparmio di a esiti migliori rispetto all’UFH215 e risultati simili a quelli con
$1172 per ogni paziente trattato.206 Pertanto, sono stati osservati sia un associazione di UFH e inibitori delle GP IIb/IIIa.216 Nell’ultimo
miglioramento degli esiti che una riduzione dei costi con il trattamento
intraospedaliero con enoxaparina rispetto all’UFH. Non è stato osservato studio, solo il 40% dei pazienti era classificato come affetto da
alcun beneficio aggiuntivo con la continuazione della terapia con enoxapa- UA/NSTEMI, e la differenza nell’incidenza di eventi cardiaci
rina dopo la dimissione.19 D’altra parte, un più importante beneficio veniva ricorrenti era numericamente maggiore ma non statisticamente
osservato con l’enoxaparina nei pazienti sottoposti a PCI.207 significativa in questo sottogruppo ad alto rischio. Quindi, l’ef-
Tre studi hanno valutato i vantaggi dell’enoxaparina rispetto all’UFH ficacia della bivalirudina nell’UA/NSTEMI non è stata com-
in pazienti già trattati con aspirina e un inibitore della GP IIb/IIIa.40,158,208
In uno studio, in cui l’enoxaparina veniva somministrata approssimativa-
pletamente valutata, ma è in corso un ampio studio. Gli
mente per 4 giorni prima di qualunque intervento di rivascolarizzazione, inibitori diretti della trombina si sono dimostrati in grado di
tale trattamento conduceva a una riduzione significativa di decessi o IM e fornire un livello molto stabile di anticoagulazione, valutato
di ischemia ricorrente documentata da sottoslivellamento del tratto ST al mediante l’aPTT,35,217 senza che fosse segnalato alcun episodio
monitoraggio Holter.40 Nello studio A to Z, veniva osservata una tendenza di trombocitopenia per i farmaci del gruppo dell’irudina. Si
non significativa verso un miglioramento degli esiti.208 Un terzo studio deve rilevare che la lepirudina e l’argatoban sono approvati
(Superior Yield of the New strategy of Enoxaparin, Revascularization,
GlYcoprotein IIb/IIIa inhibitors [SYNERGY]) condotto su circa 10.000 dalla FDA statunitense come anticoagulanti in pazienti con
soggetti, non evidenziava nel contesto di una strategia invasiva precoce con trombocitopenia indotta dall’eparina e malattie tromboembo-
inibizione della GP IIb/IIIa alcuna differenza significativa nella mortalità liche associate.
o nell’incidenza di infarto miocardico tra trattamento con enoxaparina
e UFH, ma un aumento delle emorragie si riscontrava con l’utilizzo del- Anticoagulanti orali (vedi Cap. 80)
l’enoxaparina.208a La Figura 49-16 riassume i dati sull’uso dell’enoxapa-
rina nell’UA/NSTEMI: una riduzione significativa, approssimativamente del L’anticoagulazione orale con warfarin successiva a SCA è stata
15-20%, del rischio relativo di decesso o IM e dell’endpoint combinato di esaminata in molti studi, con il razionale che un trattamento
morte, IM o ischemia ricorrente a 7 giorni.208 prolungato può aumentare il vantaggio di una anticoagula-
Infine, uno studio di 438 pazienti con UA/NSTEMI ha confrontato diret- zione precoce con farmaco antitrombinico (p.es., eparina o
tamente due LMWH – enoxaparina e tinzaparina. L’endpoint primario com-
posito (morte, IM o ischemia ricorrente) a 7 giorni era significativamente
LMWH). Tre dei primi grandi studi non sono riusciti a dimo-
più basso nel gruppo dell’enoxaparina (12,3% versus 21,1% nel gruppo strare un beneficio significativo del warfarin più aspirina a
tinzaparina, p = 0,015).209 Questi dati, combinati con gli studi multipli lungo termine rispetto alla sola aspirina. Nello studio OASIS-2
sull’enoxaparina contro UFH, suggeriscono che la prima è di particolare su pazienti con UA/NSTEMI, il tasso di mortalità cardiovasco-
beneficio nei pazienti con UA/NSTEMI e, a meno che nuovi studi con altre lare, IM o ictus a 5 mesi era del 7,6% per quelli che ricevevano
LMWH non dimostrino un beneficio rispetto all’eparina non frazionata, warfarin più aspirina contro l’8,3% di quelli che ricevevano
l’enoxaparina sembra essere la LMWH (e, più in generale, il farmaco anti-
trombina) di scelta nell’UA/NSTEMI. la sola aspirina (p = NS).218 Similmente, nello studio Combi-
Poiché uno dei supposti vantaggi delle LMWH sull’UFH è la maggiore nation Hemotherapy and Mortality Prevention (CHAMP) sui
inibizione del fattore Xa, la ricerca sta proseguendo nella direzione degli sopravvissuti a IM, non era presente alcuna differenza nel tasso
inibitori puri del fattore Xa. Uno di questi è un pentasaccaride sintetico, che di mortalità per tutte le cause, su una media di 2,7 anni di
si è dimostrato più efficace dell’enoxaparina nella prevenzione della trom- follow-up, tra l’associazione di warfarin con aspirina rispetto
bosi venosa profonda;210 è attualmente in fase di valutazione nei pazienti alla sola aspirina, ma vi era una maggior frequenza di emorra-
con UA/NSTEMI e STEMI.
gie maggiori.219 Inoltre, una dose fissa di warfarin più aspirina
non era migliore rispetto a sola aspirina nel Coumadin Aspirin
Inibitori diretti della trombina (vedi Cap. 80) Reinfarction Study (CARS).220
Anche gli inibitori diretti della trombina sono stati sottoposti
Tuttavia, tre successivi studi, oltre a un’analisi post hoc dell’OASIS-2,
a estese valutazioni. Il prototipo è l’irudina, un anticoagulante hanno suggerito che se è raggiunto un grado sufficiente di anticoagula-
presente naturalmente nelle sanguisughe. L’irudina prodotta zione, si può osservare un beneficio con la combinazione di aspirina e
con le tecniche del DNA ricombinante è un polipeptide di 65 warfarin rispetto alla sola aspirina.221-224 In ciascuno di questi studi, l’Inter-
residui aminoacidici che lega direttamente la trombina, indi- national Normalized Ratio (INR) per il braccio di trattamento con warfarin
pendentemente dall’antitrombina. L’irudina desirudina è stata (più aspirina) era, in media, tra 2,3 e 2,4, indicando il raggiungimento di

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una piena anticoagulazione, rispetto al
CAPTURE PRISM
1259
valore di 1,9 riscontrato nello studio
CHAMP, in cui non si riscontrava 25 20
alcun beneficio col warfarin. Nel più Eparina Abciximab + eparina Eparina Tirofiban
vasto studio,223 4930 pazienti con SCA
P <0,001 P < 0,001
nelle 8 settimane precedenti venivano 20 19,6

Morte o IM a 30 giorni (%)


casualmente assegnati al solo warfarin 15
(obiettivo di INR da 2,8 a 4,2), aspirina
(160 mg/d), o aspirina (75 mg/d) com- 12,2
15

Angina instabile e infarto miocardico senza sopraslivellamento del tratto ST


binata con warfarin, obiettivo di INR
da 2,0 a 2,5. Durante una media di 4
10
anni di follow-up, la morte, l’IM o l’ictus
cerebrale tromboembolico si verifica- 10
vano nel 20,0% dei pazienti trattati con
aspirina, contro il 16,7% dei pazienti 5,7
5,2 5,8 5,0
che ricevevano il warfarin (p = 0,03), 5
5 4,9 3,8
e il 15,0% dei pazienti che ricevevano
il warfarin e l’aspirina (p = 0,001). I
tassi di emorragie maggiori sono stati
dello 0,62% per anno di trattamento in 0 0
entrambi i gruppi che ricevano il war- TnT ≤0,1 mg/l TnT >0,1 mg/l Tnl ≤0,1 mg/l Tnl >0,1 mg/l
farin e dello 0,17% nei pazienti trattati
con aspirina (p <0,001). Quindi, l’asso-
ciazione di aspirina con warfarin è più FIGURA 49–17 Sinistra, Benefici dell’abciximab nello studio CAPTURE su pazienti con angina instabile refrattaria
efficace della sola aspirina per la pre- trattati con angioplastica, manifestati nei pazienti con troponina T positiva rispetto a quelli con troponina negativa al
venzione secondaria a lungo termine. momento dell’arruolamento; Destra, Un maggiore beneficio del tirofiban rispetto all’eparina nei pazienti con angina
Tuttavia, considerati l’efficacia instabile o con infarto miocardico senza sopraslivellamento del tratto ST è stato osservato anche in quelli con tropo-
simile riscontrata con l’associazione nina I positiva nello studio PRISM, con quasi il 70% di riduzione dei casi di morte o infarto miocardico (IM) a 30 giorni
clopidogrel più aspirina, la mancanza con gli inibitori della GP IIb/IIIa. (Sinistra, Dati da Hamm CW, Heeschen C, Goldmann B, et al: Benefit of abciximab
della necessità di monitorare l’INR e in patients with refractory unstable angina in relation to serum troponin T levels. C7E3 Fab antiplatelet therapy in
il frequente ricorso a PCI e stenting in unstable refractory angina [CAPTURE] study investigators. N Engl J Med 340:1623, 1999; destra, da Heeschen C,
una popolazione di pazienti in cui la Hamm CW, Goldmann B, et al: Troponin concentrations for stratification of patients with acute coronary syndromes
terapia con clopidogrel è ormai con- in relation to therapeutic efficacy of tirofiban. PRISM study investigators. Platelet Receptor Inhibition in Ischemic
solidata, l’utilizzo clinico dell’associa- Syndrome Management. Lancet 354:1757, 1999.)
zione aspirina più warfarin è limitato.
Tuttavia, tra i pazienti con altre indi-
cazioni per il warfarin, come la fibril-
lazione atriale cronica o la grave disfunzione ventricolare sinistra, che Numerosi studi hanno dimostrato un beneficio dell’inibi-
sono ad alto rischio di embolia sistemica, la combinazione di aspirina zione IIb/IIIa nell’UA/NSTEMI nei pazienti trattati preferen-
più warfarin deve essere la terapia antitrombotica di scelta per il lungo zialmente farmacologicamente,21 in quelli in cui si sceglieva
termine.225 La combinazione dei tre farmaci non è stata testata a tutt’oggi una precoce strategia interventistica227 e in quelli sottoposti a
ma può determinare un più alto rischio di emorragia durante la terapia a entrambe.20,22,228 Nello studio Platelet Receptor Inhibition for
lungo termine. L’uso di tutti e tre i farmaci insieme è a volte necessario nei
pazienti con fibrillazione atriale o altra forte indicazione per il warfarin a Ischemic Syndrome Management in Patients Limited by Unsta-
cui venga praticato lo stenting. In questi pazienti, un tipo di approccio è ble Signs and Symptoms (PRISM-PLUS) il regime con tirofiban
l’uso di aspirina (da 75 a 81 mg/d) e warfarin (INR da 2,0 a 2,5) e associare più eparina e aspirina riduceva significativamente il tasso di
il clopidogrel per un solo mese (il periodo durante il quali il rischio di morte, IM o ischemia refrattaria a 7 giorni nei confronti della
trombosi è massimo). terapia con eparina più aspirina.22 Anche l’incidenza di morte
È in corso la ricerca per identificare anticoagulanti orali alternativi. Uno e IM a 30 giorni si riduceva significativamente del 30%, dallo
solo di essi, lo ximelagatran, un inibitore diretto della trombina assumibile
per via orale, è stato valutato in pazienti in seguito a SCA in uno studio 11,9 all’8,7%. Anche nello studio PURSUIT, che ha arruolato
sulle posologie. Complessivamente, la combinazione di ximelagatran più 10.948 pazienti, l’eptifibatide ha significativamente ridotto la
aspirina ha ridotto la percentuale di morte, IM o grave ischemia ricorrente mortalità e l’incidenza di IM a 30 giorni.20
del 24% rispetto all’aspirina, dal 16,3% al 12,7% (p = 0,049).226 Nonostante Sembrava esservi un maggiore beneficio del trattamento
questo farmaco fosse associato a elevazione dei test di funzionalità epatica, quando somministrato precocemente rispetto all’insorgenza
esso viene somministrato a dose fissa e non richiede il monitoraggio del
livello di anticoagulazione, ma richiede il monitoraggio della funzionalità
di dolore, cioè, entro le prime 6-12 ore.229 Il beneficio osservato
epatica. Gli inibitori del fattore Xa sono ai primi stadi di sviluppo. può essere in parte correlato alla riduzione dell’entità della
230
necrosi miocardica in caso di trattamento precoce. Inoltre,
è stato osservato che gli inibitori della GP IIb/IIIa portano a
Inibitori della glicoproteina IIb/IIIa (vedi Cap. 80) una maggiore risoluzione del trombo e a un miglioramento del
Gli inibitori del recettore GP IIb/IIIa rappresentano una potente flusso coronarico rispetto al solo trattamento con aspirina ed
classe di farmaci antipiastrinici che agiscono prevenendo l’at- eparina.56,231 L’insieme di questi dati stabilisce il legame fisio-
tivazione della via finale comune dell’aggregazione piastrinica, patologico tra la potente inibizione piastrinica raggiunta con
cioè, la formazione dei ponti piastrinici trasversali mediata l’inibizione della GP IIb/IIIa, la riduzione dei trombi, il miglio-
dal fibrinogeno attraverso il legame alla GP IIb/IIIa (Fig. 49-4). ramento del flusso ematico coronarico e il conseguente miglio-
Queste sostanze sono potenti inibitori della aggregazione pia- ramento nell’esito clinico.
strinica indotta da tutti i tipi di stimoli (p.es., trombina, ADP, Tuttavia, il più recente studio, GUSTO-IV ACS, non ha evi-
collagene, serotonina). Tre farmaci sono attualmente disponi- denziato benefici bensì una maggiore mortalità precoce con
bili per l’uso in corso di UA/NSTEMI, l’abciximab, il tirofiban e l’uso dell’abciximab nei pazienti con UA/NSTEMI ad alto
l’eptifibatide, tra cui il primo è attualmente approvato solo nei rischio per i quali era stata pianificata una strategia conserva-
pazienti sottoposti a PCI. L’abciximab è un frammento Fab di tiva precoce (iniziale trattamento medico).232 È stato ipotizzato
un anticorpo monoclonale diretto contro il recettore della GP che la più alta mortalità osservata nel gruppo in cui veniva
IIb/IIIa. L’eptifibatide, un eptapeptide sintetico, e il tirofiban, praticata l’infusione per 48 ore sia dovuta al basso livello di
una molecola non peptidica, sono antagonisti del recettore inibizione dell’aggregazione piastrinica durante l’infusione di
della GP IIb/IIIa, la loro struttura simula la sequenza aminoa- abciximab alle dosi testate. Questa teoria è in parte basata sui
cidica arginina-glicina-acido aspartico (abbreviata RGD) attra- dati provenienti da altri studi che hanno mostrato che durante
verso cui il fibrinogeno si lega al recettore della GP IIb/IIIa. l’infusione di 12 ore il livello di inibizione piastrinica scende

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1260 stabilmente.233 È stato scoperto che bassi livelli di inibizione 20
piastrinica portano al rilascio di CD40L, una proteina protrom-
botica e proinfiammatoria. Quindi, il fallimento di questo far- FRISC II
maco nel migliorare la prognosi nei pazienti con UA/NSTEMI 16
in terapia medica può essere correlato alla farmacodinamica
del farmaco e alla dose testata. Nelle metanalisi che non com- 12
prendevano il GUSTO-IV ACS e che valutavano le “piccole

Morte/IM (%)
molecole” inibitrici della GP IIb/IIIa, si è osservata una ridu-
Capitolo 49

zione del 20% dei decessi o IM a 30 giorni.234 Tuttavia, se viene 8


incluso il GUSTO-IV ACS, il beneficio dell’inibizione della GP
IIb/IIIa nella riduzione della mortalità o IM a 30 giorni è solo P = 0,005
4
del 9% (p = 0,015).
Conservativa
STRATIFICAZIONE DEL RISCHIO E INIBIZIONE DELLA Invasiva
GLICOPROTEINA IIB/IIIA. L’inibizione della GP IIb/IIIa sem- 0
bra essere un trattamento da indirizzare ai pazienti a più alto 0 2 4 6 8 10 12
rischio. Negli studi iniziali, fu osservato che il sottogruppo di
pazienti con sottoslivellamento o transitorio sopraslivella- TACTICS–TIMI 18
mento del tratto ST aveva un beneficio assoluto maggiore di
due-tre volte rispetto a quello osservato per i pazienti senza 20
modificazioni del tratto ST.22 Nei pazienti diabetici con UA/

Morte/IM/Reosp (%)
NSTEMI è stata riscontrata una riduzione del 26% della mor- 16
talità con l’inibizione della GP IIb/IIIa, mentre nessuna ridu-
zione veniva osservata nei non diabetici.69
Sottostudi che hanno utilizzato i livelli basali di troponina 12
(ed ora altri indicatori cardiaci) hanno riscontrato che il bene-
ficio dell’inibizione della GP IIb/IIIa sembra essere maggiore
8
in questi pazienti ad alto rischio. Tale osservazione veniva fatta
per la prima volta con il trial Chimeric c7E3 AntiPlatelet The-
P = 0,025
rapy in Unstable angina REfractory to standard treatment (CAP- 4
TURE): in pazienti con livelli basali di troponina T positivi, il Conservativa
trattamento con abciximab prima del PCI conduceva a una Invasiva
riduzione del 68% della mortalità o incidenza di IM a 6 mesi, 0
mentre nessun beneficio significativo veniva osservato nei sog- 0 1 2 3 4 5 6
getti con troponina T negativa (p <0,001).78 Questi risultati
sono stati di recente fondamentalmente riprodotti con il tiro- RITA 3
20
fiban contro eparina nello studio PRISM (Fig. 49-17)79 e in altri
Morte/IM/RA (%)

due studi.235,236 Risultati simili sono stati osservati utilizzando


il TIMI risk score per identificare i soggetti ad alto rischio che
traessero beneficio dall’inibizione della GP IIb/IIIa.123 In questi 10
sottogruppi si è riscontrato al controllo angiografico una mag- P = 0,003
giore presenza di trombosi coronarica57,237 e pertanto tali Conservativa
pazienti sono a rischio di embolizzazione microvascolare238 e Invasiva
rappresentano i sottogruppi in cui questa potente classe di 0
farmaci antitrombotici può essere di gran beneficio. 0 2 4 6 8 10 12
Anche altri indicatori cardiaci sono stati in grado di iden- Mesi
tificare i pazienti ad alto rischio, che traggono beneficio dal-
l’inibizione dalla GP IIb/IIIa. Il CD40L sembra aggiungere FIGURA 49–18 Curve degli eventi di Kaplan-Meier relative a tre studi che
ulteriori informazioni a quelle fornite dalla troponina nel- hanno confrontato la strategia invasiva con quella conservativa nella SCA. In
l’identificare i pazienti che traggono beneficio; tra i soggetti alto, Probabilità di morte o infarto miocardico (IM) in base alla assegnazione
con troponina positiva, quelli con bassi livelli di CD40L non alla strategia invasiva o non invasiva nello studio FRagmin and Fast Revascu-
traevano alcun beneficio dalla terapia con abciximab. Al con- larisation during InStability in Coronary artery disease (FRISC) II. Al centro,
trario, tra i soggetti con troponina negativa, che nel com- Prognosi sfavorevole (morte, IM e riospedalizzazione) di entrambi i gruppi di
plesso non avevano alcun beneficio dalla terapia con abcixi- trattamento nel Treat Angina with aggrastat and determine Cost of Therapy
with an Invasive or Conservative Strategy – Studio Thrombolysis in Myocardial
mab nello studio originale,78 quelli con aumentati livelli di Infarction (TACTICS-TIMI) 18. In basso, Morte, IM o angina refrattaria (RA)
CD40L presentavano una significativa riduzione degli eventi nello studio Randomised Intervention Treatment of Angina-3 (RITA-3). (In alto,
con l’aggiunta dell’abciximab alla terapia. Questi dati sugge- Adattato da Wallentin L, Lagerqvist B, Husted S, et al: Outcome at 1 year after
riscono che una più accurata identificazione della trombosi an invasive compared with a non-invasive strategy in unstable coronary artery
coronarica e dell’attivazione piastrinica con questi nuovi disease: The FRISC II invasive randomized trial. Lancet 356:9, 2000; al centro,
indicatori cardiaci può aiutare a identificare i pazienti in cui da Cannon CP, Weintraub WS, Demopoulos LA, et al: Comparison of early inva-
gli inibitori della GP IIb/IIIa saranno di maggior beneficio. sive and conservative strategies in patients with unstable coronary syndromes
INIBIZIONE DELLA GLICOPROTEINA IIB/IIIA E INTER- treated with the glycoprotein IIb/IIIa inhibitor tirofiban. N Engl J Med 344:1879,
VENTI CORONARICI PERCUTANEI. Con il maggiore benefi- 2001; in basso, adattato da Fox KAA, Poole-Wilson PA, Henderson RA, et al:
Interventional versus conservative treatment for patients with unstable angina
cio relativo osservato negli studi clinici con gli inibitori della or non-ST-elevation myocardial infarction: The British Heart Foundation RITA 3
GP IIb/IIIa su pazienti sottoposti a PCI,186,188 confrontato con il randomised trial. Lancet 360:743, 2002.)
beneficio complessivo del 9% in tutti i pazienti con UA/
NSTEMI, molti hanno ritenuto che questa classe di farmaci
potesse essere riservata ai soggetti sottoposti a PCI. Due meta-
nalisi hanno riscontrato che la maggior parte del beneficio
osservato negli studi su UA/NSTEMI si osservava nei pazienti
sottoposti precocemente a PCI (o CABG).239 Tuttavia, un aspetto

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di cui non si teneva conto in queste analisi era la proporzione quelli trattati in ospedali in cui l’inibizione della GP IIb/IIIa 1261
di beneficio ottenuto prima dell’esecuzione del PCI. In un’ana- veniva usata meno frequentemente.244 Una quadro quasi iden-
lisi combinata dei tre studi, PRISM-PLUS, PURSUIT e CAP- tico è stato osservato in una simile analisi del registro CRU-
TURE, che hanno arruolato complessivamente 12.296 pazienti, SADE (Can Rapid Risk Stratification of Unstable Angina
c’era una riduzione relativa del 34% della mortalità o dell’in- Patients Suppress Adverse Outcomes with Early Implemen-
cidenza di IM durante un periodo di 24 ore di solo trattamento tation of the ACC/AHA Guidelines), con una maggiore effica-
medico (3,8 versus 2,5%, p = 0,001), con il mantenimento di cia nei pazienti con troponina positiva al momento della pre-
tali benefici fino al termine del PCI.240 Inoltre, c’è evidenza che sentazione.245 Questi dati supportano l’uso degli inibitori della

Angina instabile e infarto miocardico senza sopraslivellamento del tratto ST


l’iniziale trattamento medico con un inibitore della GP IIb/III GP IIb/IIIa nel trattamento dei pazienti con NSTEMI ad alto
di piccole dimensioni conduce a un beneficio clinico; nello rischio. Attualmente, sono in corso studi randomizzati per
studio PRISM si riscontrava una significativa riduzione del valutare quale sia il momento più appropriato per iniziare il
32% di mortalità, IM o ischemia refrattaria a 48 ore, suggerendo trattamento con inibitori della GP IIb/IIIa.
un significativo beneficio clinico durante il semplice tratta- SICUREZZA. La frequenza di emorragie importanti era
mento medico.21 leggermente più alta nei pazienti trattati con inibitori della
BYPASS AORTOCORONARICO. I pazienti sottoposti a GP IIb/IIIa rispetto a quelli che ricevevano solo aspirina o
CABG sembrano ottenere un particolare beneficio dalla terapia eparina. In una metanalisi dei grandi studi clinici controllati
precoce con l’inibizione della GP IIb/IIIa,241 riscontrato anche con placebo, un episodio di sanguinamento maggiore si veri-
nella metanalisi di pazienti sottoposti a CABG entro 5 giorni ficava nel 2,4% dei pazienti trattati con inibitori della GP
dalla randomizzazione.228 Come avviene per i pazienti sotto- IIb/IIIa contro l’1,4% del gruppo placebo, p minore di
posti a PCI, il beneficio degli inibitori della GP IIb/IIIa è stato 0,0001.228 La trombocitopenia è una complicanza poco
osservato sia prima del CABG che nella fase postoperatoria comune ma importante della terapia con inibitori della GP
precoce. L’ipotesi è che la terapia antipiastrinica precoce riduca IIb/IIIa. Per quanto riguarda il tirofiban, nello studio PRISM-
il trombo e stabilizzi preoperatoriamente il paziente, ridu- PLUS la frequenza di trombocitopenia grave (<50.000 cellule/
cendo quindi le complicanze perioperatorie. mm3) era dello 0,5% contro lo 0,3% con l’eparina (p = non
Pertanto, sembra che vi sia un beneficio dell’inibizione della significativo)22; nello studio PURSUIT, la trombocitopenia
GP IIb/IIIa durante la fase di trattamento medico nonché nei (<20.000 cellule/mm3) si verificava nello 0,2% rispetto a meno
pazienti sottoposti a PCI e CABG. Poiché i pazienti con UA/ dello 0,1% con l’eparina.20 La trombocitopenia è associata a
NSTEMI rappresentano un gruppo a rischio così alto, il bene- un aumentato sanguinamento e, in una minor percentuale di
ficio dell’inibizione della GP IIb/IIIa è stato piuttosto impres- pazienti, a eventi trombotici ricorrenti.246 Questa sindrome
sionante, con una riduzione dell’incidenza di morte o IM che sembra somigliare alla trombocitopenia indotta da eparina e
va dal 30 al 70%.242 Di conseguenza, i soggetti sottoposti a PCI indica il bisogno di controlli quotidiani della conta piastri-
devono essere stati trattati con un inibitore della GP IIb/IIIa nica durante la terapia con inibitori della GP IIb/IIIa.
al momento della presentazione o, in alternativa, durante la
procedura.
SCELTA DELLA CONDOTTA TERAPEUTICA BASATA
SULLA VALUTAZIONE DEL RISCHIO O SULL’IMPOSTA- Tabella 49–5 Test non invasivi predittivi di alto rischio
ZIONE STRATEGICA. La questione del beneficio relativo del- di eventi sfavorevoli
l’inibizione della GP IIb/IIIa scelta in base alla valutazione del
Test ergometrico
rischio rispetto a logiche di strategia terapeutica è stata affron- Sottoslivellamento orizzontale o discendente del tratto ST con
tata in numerosi studi. Nello studio PRISM, il beneficio del- Insorgenza a frequenza cardiaca <120 battiti/min o £6,5 MET
l’inibizione della GP IIb/IIIa in pazienti con troponina positiva Ampiezza ≥2,0 mm
è stato osservato con o senza rivascolarizzazione, 79 indicando Persistenza per oltre 6 minuti dopo l’esercizio ≥6 min
che una scelta terapeutica basata sul rischio piuttosto che sul Sottoslivellamento in derivazioni multiple
tipo di procedura scelta può essere ottimale. Risultati simili Alterazioni della risposta della pressione arteriosa sistolica
sono stati osservati nello studio PRISM-PLUS, usando un pun- Con prolungata riduzione di >10 mmHg o profilo pressorio piatto
£130 mmHg, associate ad alterazioni dell’elettrocardiogramma
teggio di rischio; tra i pazienti a maggior rischio, il grado di
Altro
beneficio dell’inibizione della GP IIb/IIIa era simile in quelli Sopraslivellamento del tratto ST indotto dall’esercizio
che avevano ricevuto un PCI e in quelli che non erano andati Tachicardia ventricolare
incontro a tale procedura.123,243 Siccome non è chiaro al
momento della presentazione se un determinato paziente verrà Scintigrafia di perfusione miocardica
Alterata distribuzione miocardica del tracciante in più di una
trattato con PCI, CABG o con la sola terapia medica, destinare
regione corrispondente alla singola arteria coronarica a riposo
l’inibizione della GP IIb/IIIa ai pazienti ad alto rischio appare o sotto sforzo o difetto antecedente di riperfusione
fortemente indicato. Anormalità nella distribuzione miocardica con aumento della
Nuovi dati derivati da due ampi studi osservazionali costi- captazione polmonare
tuiscono un ulteriore supporto per il trattamento precoce. Il Dilatazione cardiaca
National Registry of Myocardial Infarction (NRMI) ha arruo-
Diagnostica per immagini del ventricolo sinistro
lato 60.770 pazienti con NSTEMI. I pazienti in cui veniva Ventricolografia radioisotopica da stress
effettuata l’inibizione della GP IIb/IIIa entro 24 ore dalla pre- FE sotto sforzo £50%
sentazione sono stati confrontati con un secondo gruppo in FE a riposo £35%
cui questo non avveniva, e il cui 10% era rappresentato da Riduzione della FE del ≥10%
pazienti in cui gli inibitori della GP IIb/IIIa per il PCI venivano
Ecocardiografia da stress
somministrati più tardivamente nel corso del ricovero.244 Sola- FE a riposo £35%
mente il 25% dei pazienti potenzialmente candidati alla som- Valutazione della cinetica parietale >1
ministrazione precoce di GP IIb/IIIa riceveva tale terapia. I
pazienti trattati con inibizione precoce della GP IIb/IIIa pre- FE = frazione di eiezione; MET = equivalenti metabolici.
Adattato da Schlant RC, Blomqvist CG, Brandenburg RO, et al: Guidelines for
sentavano una mortalità aggiustata per gli altri fattori di rischio exercise testing. Circulation 74:653A, 1986; Guidelines for Clinical Use of
del 12% inferiore. Inoltre, i pazienti trattati in ospedali in cui Cardiac Radionuclide Imaging, December 1986. J Am Coll Cardiol 8:1471,
era più diffuso l’utilizzo precoce degli inibitori della GP IIb/ 1986; Cheitlin MD, Alpert JS, Armstrong WF, et al: ACC/AHA Guidelines for
IIIa presentavano un tasso di mortalità aggiustato inferiore a the Clinical Application of Echocardiography. Circulation 95:1686, 1997.

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1262 INIBIZIONE ORALE DELLA GP IIB/IIIA. Poiché il beneficio dell’uso rispetto a quelli con valori negativi.3 Nei pazienti con troponina T maggiore
degli inibitori della GP IIb/IIIa per via endovenosa si verifica solo durante di 0,01 ng/ml, si osservava una riduzione relativa del 39% dell’endpoint
l’infusione, è stato ipotizzato che la prolungata inibizione della GP IIb/IIIa primario con la strategia invasiva rispetto a quella conservativa (p <0,001),
utilizzando farmaci assumibili per via orale potesse migliorare ulterior- mentre nei pazienti con troponina negativa si osservavano esiti analoghi
mente la prognosi. Sfortunatamente, cinque ampi studi non hanno dimo- con entrambe le strategie. Anche l’incidenza di morte o IM non fatale era
strato i benefici di questo approccio.166,247-250 Inoltre, si è potuto osservare significativamente ridotta con la strategia invasiva in pazienti con tropo-
un aumento della mortalità del 35% in tutti gli studi. nina T maggiore di 0,01 ng/ml. Risultati simili sono stati ottenuti usando
TERAPIA TROMBOLITICA. Dal momento che la terapia trombolitica un cutoff di 0,1 ng/ml per la troponina T e con la troponina I.45
è utile nel trattamento dei pazienti con IM acuto con sopraslivellamento Gli stessi benefici sono stati osservati in pazienti con modificazioni
Capitolo 49

del tratto ST, si riteneva che potesse anche essere efficace nelle altre SCA del tratto ST al ricovero, con un beneficio assoluto del 10% per l’endpoint
in cui è implicata la trombosi. Nello studio TIMI IIIB, 1473 pazienti con primario nel TACTICS-TIMI 183 rispetto a nessun beneficio osservato nel
UA/NSTEMI sono stati trattati con aspirina, UFH e terapia antischemica e gruppo senza modificazioni del tratto ST al ricovero. Risultati simili sono
sono stati randomizzati a ricevere l’attivatore tissutale del plasminogeno (t- stati osservati nel FRISC II.252
PA) oppure placebo. Non è stata osservata alcuna differenza nell’incidenza Usando il TIMI risk score nel TACTICS, vi era un significativo beneficio
di morte, IM post-randomizzazione o ischemia ricorrente documentata con la strategia precoce invasiva nei pazienti a rischio intermedio (score
obiettivamente nel corso delle successive 6 settimane.251 Il meccanismo 3 a 4) e in quelli ad alto rischio (5 a 7), laddove nei pazienti a basso rischio
proposto per spiegare gli effetti sfavorevoli della trombolisi in corso di (0 a 2) si osservavano risultati simili con le varie strategie (Fig. 49-9B).3 I
UA/NSTEMI è un effetto protrombotico della trombolisi. gruppi a rischio intermedio e alto costituivano il 75% della popolazione
totale nello studio.

Strategia invasiva SCELTA DEL MOMENTO OPPORTUNO PER L’APPROC-


contro strategia conservativa CIO INVASIVO. Essendo ormai ben stabilito il beneficio di
una strategia invasiva precoce, la ricerca si è rivolta alla valu-
Esistono due approcci generali all’uso del cateterismo cardiaco tazione del momento ottimale in cui avviare tale terapia. Lo
e della rivascolarizzazione nell’UA/NSTEMI. Il primo è una studio Intracoronary Stenting with Antithrombotic Regimen
strategia “invasiva precoce”, che contempla il cateterismo COOLing-Off (ISAR-COOL) ha osservato il beneficio di una
cardiaco e la rivascolarizzazione con PCI o bypass chirur- strategia invasiva immediata con un tempo medio per il cate-
gico precoci di routine, in rapporto all’anatomia coronaria il terismo di 2 ore, rispetto a una strategia invasiva ritardata
secondo è una strategia più “conservativa” con iniziale tratta- (tempo medio per il cateterismo 4 giorni).184 Un’analisi del
mento medico con cateterismo e rivascolarizzazione solo per momento di esecuzione dell’angiografia nell’ambito del brac-
l’ischemia ricorrente o a riposo o documentata con un test da cio precoce invasivo del TACTICS-TIMI non è riuscita a riscon-
sforzo non invasivo. trare differenze significative tra i pazienti sottoposti a
cateterismo cardiaco nelle prime 12 ore rispetto a quelli in cui
la stessa procedura veniva effettuata entro 12-24 ore o entro
STUDI CLINICI
24-48 ore.255 Sono in corso ulteriori studi per valutare il
A tutt’oggi, nove studi randomizzati hanno valutato i vantaggi relativi di momento ottimale di un approccio invasivo, ma sulla base dei
una condotta invasiva, che preveda l’esecuzione routinaria del cateterismo
cardiaco con rivascolarizzazione laddove possibile, rispetto a una strategia dati disponibili il momento ottimale sembra essere entro le
conservativa in cui l’arteriografia e la rivascolarizzazione sono riservate a prime 48 ore dalla presentazione.
pazienti che abbiano evidenza di ischemia ricorrente a riposo o in corso
di test provocativo. I primi tre studi non sono riusciti a dimostrare un
beneficio significativo,251 tuttavia i successivi sei, inclusi il FRagmin and
Fast Revascularisation during InStability in Coronary artery disease (FRISC)
II e il TACTICS-TIMI 18 trials and the Randomized Intervention Trial of
unstable Angina (RITA), hanno tutti evidenziato un significativo beneficio
(Fig. 49-18).3,252,253
Nel FRISC II, 2457 pazienti con UA/NSTEMI sono stati randomizzati al
braccio che prevedeva una condotta invasiva con angiografia coronarica
UA/NSTEMI
effettuata in media 4 giorni dopo la randomizzazione cioè una strategia
invasiva ritardata oppure a una strategia conservativa. Quest’ultima adot-
tava dei rigidi criteri per porre l’indicazione al cateterismo, richiedendo la
presenza di angina refrattaria nonostante terapia medica massimale o test ASA, enoxaparina o eparina‡,
da sforzo positivo con depressione dell’ST maggiore di 0,3 mV. Con questa b-bloccanti, nitrati, clopidogrel*
strategia conservativa, solo il 9% dei pazienti è stato sottoposto a rivasco-
larizzazione durante i primi 7 giorni. Questo studio ha evidenziato che
la percentuale di mortalità o IM a 6 mesi era significativamente inferiore
nel gruppo trattato con strategia invasiva rispetto a quella conservativa, Stratificazione del rischio
rispettivamente 9,4% contro il 12,1%, p = 0,031. A un anno era presente
una riduzione significativa della mortalità nel gruppo invasivo rispetto a
quello conservativo (2,2 versus 3,9%, rispettivamente, p = 0,016).252
Nello studio TACTICS-TIMI 18, tutti i pazienti ricevevano aspirina, Rischio intermedio o elevato† Rischio basso
eparina e il tirofiban, inibitore della GP IIb/IIIa, al momento della rando-
mizzazione per almeno 48 ore, comprendenti le 12 ore successive a PCI. *Vedi testo per il tempo
L’incidenza di morte, IM o riospedalizzazione per SCA a 6 mesi era ridotta †Ischemia ricorrente; Trop; ST; insufficienza/disfunzione VS;
con la strategia precoce invasiva, dal 19,4% nel gruppo a strategia conser- instabilità emodinamica; TV, pregressa CABG
vativa rispetto al 15,9% nel gruppo precoce invasivo, p = 0,025.3 A 30 giorni ‡Enoxaparina preferita in caso di strategia conservativa;
l’incidenza di eventi maggiori era del 10,5% per la strategia conservativa e eparina preferita in caso di strategia invasiva precoce
del 7,4 % per quella invasiva, p = 0,009. L’incidenza di morte o IM non fatale
era significativamente ridotta a 30 giorni (da 7,0 a 4,7%, rispettivamente, p
FIGURA 49–19 Algoritmo per la gestione dei pazienti con angina insta-
= 0,02) e a 6 mesi (p = 0,0498). In un’analisi prospettica dei costi, il costo
stimato per anno di vita guadagnato con la strategia invasiva, basandosi bile o infarto miocardico con sopraslivellamento dal tratto ST (UA/NSTEMI). I
sull’aspettativa di vita, era di $12.739, confermando che la strategia invasiva pazienti in cui la diagnosi è confermata o sospettata sono trattati con aspirina
precoce ha un rapporto costo/efficacia migliore rispetto agli altri farmaci (ASA), eparina (enoxaparina preferita all’eparina non frazionata), beta-bloc-
cardiologici e alle altre tipologie di intervento.254 canti, nitrati e clopidogrel. Viene poi effettuata una stratificazione del rischio,
STRATIFICAZIONE DEL RISCHIO. I benefici della strategia precoce e la terapia viene conseguentemente orientata in base alla categoria di rischio.
invasiva sono stati osservati nei pazienti a più alto rischio, specialmente in CABG = bypass arterioso coronarico; VS = ventricolo sinistro; TV = tachicar-
quelli con modificazioni del tratto ST e troponina positiva al ricovero.3,45,252 dia ventricolare. (Da Braunwald E: Application of current guidelines to the
Nel TACTICS-TIMI 18, un’ipotesi prestabilita era l’osservazione di un bene- management of unstable angina and non-ST elevation myocardial infarction.
ficio significativamente maggiore nei pazienti con troponina positiva Circulation 108:III-28, 2003.)

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Riassunto: indicazioni per strategie invasive ATTUALE UTILIZZAZIONE. L’utilizzazione di procedure 1263
cardiache varia da una regione del mondo all’altra, tuttavia il
contro strategie conservative trattamento dei pazienti con UA/NSTEMI sta complessiva-
Sulla base di molti studi randomizzati, una strategia inva- mente spostandosi verso un approccio più invasivo in tutto il
siva precoce è fortemente raccomandata per i pazienti ad alto mondo. Nel corso del 2003, negli Stati Uniti, nel registro CRU-
rischio con UA/NSTEMI con modificazioni del tratto ST o SADE, che ha incluso pazienti con UA/NSTEMI ad alto rischio,
con troponina positiva (al momento del ricovero o che evolve il 62% è stato sottoposto a cateterismo cardiaco durante l’ospe-
nell’ambito delle successive 24 ore), o di entrambi. Inoltre, la dalizzazione, il 37% è andato incontro a un PCI e l’11% sotto-

Angina instabile e infarto miocardico senza sopraslivellamento del tratto ST


presenza di altri indicatori di rischio elevato, come l’ischemia posto a intervento chirurgico per la realizzazione di un bypass
ricorrente e l’evidenza di insufficienza cardiaca congestizia,
è un’indicazione a una strategia invasiva precoce.4 Un tratta-
mento invasivo precoce sembra raccomandato in pazienti con
instabilità emodinamica, in base agli studi sull’IM acuto.256
Inoltre, una strategia invasiva precoce è indicata in pazienti
con UA/NSTEMI entro 6 mesi da un precedente PCI o con Rischio intermedio/alto
pregressa rivascolarizzazione con CABG.257

Coronarografia

Rischio basso LMCD, 3VD + 1 o 2 VD, Normale


disfunzione VS adatto a PCI
o diabete mellito
Stress test
Considerare
CABG Inibitori diagnosi
llb/IIIa alternativa
+ Rischio alto + Non alto rischio Negativa

PCI
Angiografia Statine, ACE Considerare
coronarica inibitori, Rx per diagnosi
pazienti alternativa
Dimettere con ASA, clopidogrel, statine, ACE- inibitori
ambulatoriali
Via ad alto rischio
FIGURA 49–21 Gestione dell’angina instabile/infarto miocardico senza
sopraslivellamento del tratto ST. ACE-inibitori = inibitori dell’enzima di con-
FIGURA 49–20 Pazienti con angina instabile o infarto miocardico senza versione dell’angiotensina; ASA = aspirina; LMCD = malattia della coronaria
sopraslivellamento del tratto ST. ACE-inibitori = inibitori dell’enzima di conver- principale sinistra; VS = disfunzione ventricolare sinistra; VD = malattia dei
sione dell’angiotensina. (Da Braunwald E: Application of current guidelines to vasi. (Da Braunwald E: Application of current guidelines to the management
the management of unstable angina and non-ST elevation myocardial infarc- of unstable angina and non-ST elevation myocardial infarction. Circulation 108:
tion. Circulation 108:III-28, 2003.) III-28, 2003.)

Tabella 49–6 Check list cardiologica per angina instabile/infarto miocardico senza sopraslivellamento del tratto ST*
Check list cardiologica — Ricovero Check list cardiologica — Dimissione
Nome del paziente: Ricovero Nome del paziente: Ricovero
_________________________________________ Data: _________________________________________ data:
(Nome) (iniziali) (Cognome) __________________ (Nome) (iniziale intermedia) (Cognome) __________________

Breve anamnesi: Breve anamnesi:


_____________________________________________________________ _____________________________________________________________

Farmaci Farmaci
1. Aspirina 䊐 1. Aspirina 䊐
2. Clopidogrel 䊐 2. Clopidogrel 䊐
3. Eparina (o LMWH) 䊐 3. Statina 䊐
4. Inibitore della GP IIb/IIIa 䊐 4. ACE-inibitore 䊐
5. Beta-bloccante 䊐 5. Beta-bloccante 䊐
6. Nitrato 䊐
Procedure
7. ACE-inibitore 䊐
6. LDL controllato a bersaglio 䊐
Procedure 7. Pressione controllata 䊐
8. Cateterismo/rivascolarizzazione per ischemia ricorrente o in 8. Diabete controllato 䊐
pazienti a rischio intermedio o alto 䊐 9. Raccomandazioni per la sospensione del fumo (se indicato) 䊐
10. Modifiche dello stile di vita/riabilitazione cardiaca 䊐
Modificazione dei fattori di rischio
9. Colesterolo - controllare e trattare se necessario 䊐
10. Trattare altri fattori di rischio (p.es., fumo) 䊐
*Questa semplice lista funge da promemoria per le terapie raccomandate dalle linee guida, come l’aspirina, il clopidogrel, l’eparina o le eparine a basso peso
molecolare. Questa “check list cardiologica”può essere usata in due modi: i medici possono tenerne una copia in tasca su un cartoncino o sul proprio palmare
e visualizzare la lista al momento della prescrizione della terapia al ricovero o può essere usata per sviluppare schede di prescrizione standard per l’angina
instabile o infarto del miocardio senza elevazione dell’ST – su fogli di richiesta prestampati o computerizzati. Vedere il testo per i dettagli sulle specifiche
indicazioni e controindicazioni dei farmaci.
ACE = enzima di conversione dell’angiotensina; GP = glicoproteina; LDL = lipoproteine a bassa densità; LMWH = eparina a basso peso molecolare.

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1264 coronarico.258 Nel corso del 2002, stando ai dati dell’Euro Heart CONFRONTO TRA PCI E CABG. Quando in pazienti con
Survey of ACS, un registro con 10.484 pazienti ricoverati in UA/NSTEMI è necessaria la rivascolarizzazione, la scelta è tra
103 ospedali di 25 Paesi, le corrispondenti percentuali di tali PCI e CABG. Più di otto studi hanno confrontato PCI e CABG
procedure sono state 52,0, 25,4 e 5,4% nei soggetti con UA/ nei pazienti con cardiopatia ischemica, molti dei quali avevano
NSTEMI. Le procedure cardiache sono usate più frequente- UA/NSTEMI.267,268 I risultati di questi studi sono esaminati nel
mente nei pazienti a rischio inferiore, non in quelli ad alto Capitolo 50. Sulla base dei risultati di questi studi, il CABG è
rischio, come è invece raccomandato nelle linee guida.259 raccomandato per i pazienti con malattia del tronco comune
della coronaria sinistra, malattia multivasale e alterazione
Capitolo 49

della funzione ventricolare sinistra. Per gli altri pazienti, pos-


Indagini non invasive sono essere adatti sia il PCI che il CABG. Il PCI è associato a
Nel trattamento dell’UA/NSTEMI, i test non invasivi sono morbilità e mortalità lievemente più basse rispetto al CABG
utilizzati (1) all’inizio, spesso in Pronto Soccorso per diagno- ma a frequenza più alta di interventi ripetuti; il trattamento
sticare la presenza o meno di CAD (in pazienti con bassa pro- con CABG è associato a una più efficace risoluzione dell’an-
babilità di coronaropatia) (Cap. 45); (2) allo scopo di indirizzare gina.
la terapia nell’ambito di una strategia precoce conservativa; CONTROPULSATORE INTRA-AORTICO A PALLONCINO.
(3) dopo aver somministrato una terapia medica, allo scopo La contropulsazione intra-aortica mediante palloncino
di valutare l’estensione dell’ischemia residua; (4) per valutare (IntraAortic Balloon Counterpulsation, IABP) è un mezzo
la funzione ventricolare sinistra; e (5) per stimare la prognosi molto efficace per aumentare il flusso coronarico diastolico e
(cioè, stratificazione del rischio). ridurre il postcarico ventricolare sinistro, meccanismi che agi-
I risultati dei test non invasivi che prospettano un rischio scono insieme nel ridurre l’ischemia (Cap. 25). La IABP è di
elevato di futuri eventi cardiaci sono mostrati nella Tabella solito riservato ai pazienti con UA/NSTEMI refrattari alla tera-
49-5 (Capp. 10, 16 e 50). Tali dati sono derivati da studi che pia medica massimale, a coloro che presentano compromis-
coinvolgevano pazienti con angina instabile, IM e CAD stabile. sione emodinamica in attesa di cateterismo cardiaco o con
Gli indicatori di elevato rischio sono evidenza di ischemia al un’anatomia coronarica a rischio molto elevato (p.es., malattia
test da sforzo o di disfunzione del ventricolo sinistro (a riposo del tronco comune) come ponte per il PCI o il CABG. Benché
o sotto sforzo). L’esecuzione dell’angiografia e della rivascola- nessuno studio randomizzato abbia documentato il beneficio
rizzazione nei pazienti con prova da sforzo positiva (cioè con della IABP, questo metodo è efficace nello stabilizzare i pazienti
evidenza di ischemia) è stata accettata da lungo tempo e inclusa con ischemia refrattaria.
nell’approccio “conservativo”nella maggior parte degli studi
randomizzati.3,251,260 Il beneficio della rivascolarizzazione per
ischemia inducibile è stato documentato in pazienti con ECG Riassunto: trattamento acuto
da sforzo positivo in seguito a terapia trombolitica per dell’angina instabile o infarto miocardico
STEMI.261 senza sopraslivellamento del tratto ST
La sicurezza di un test da sforzo eseguito precocemente in
pazienti con UA/NSTEMI è oggetto di controversia, ma i dati La valutazione dei pazienti con UA/NSTEMI inizia con la
provenienti da vari studi hanno suggerito che un test da sforzo storia clinica, l’ECG e la misurazione dei bioindicatori cardiaci
farmacologico262 o limitato dai sintomi263 è sicuro dopo un allo scopo di valutare (1) la possibilità di coronaropatia e (2)
periodo di almeno 24-48 ore di stabilizzazione senza ischemia il tasso di rischio di morte o di eventi cardiaci ricorrenti (Fig.
ricorrente in pazienti con UA/NSTEMI.264 Controindicazioni 49-19). I pazienti con bassa probabilità di avere UA/NSTEMI
al test da sforzo sono una recente ricomparsa di dolore a riposo, devono essere sottoposti a un “iter diagnostico” attraverso
specialmente se associato ad alterazioni dell’ECG o ad altri ECG seriati, bioindicatori cardiaci e test da sforzo precoce per
segni di instabilità (emodinamica o aritmie significative). valutare l’eventuale presenza di coronaropatia (Fig. 49-20).
I meriti delle diverse modalità delle prove da sforzo sono Spesso questa valutazione può essere realizzata in osserva-
stati confrontati in un numero relativamente piccolo di pazienti zione nel dipartimento di emergenza – unità per la valutazione
(Capp. 10 e 16). Nella maggior parte dei pazienti, l’ECG da del dolore toracico. Per quanto riguarda i pazienti con una
sforzo è raccomandato se l’ECG a riposo non mostra significa- storia clinica fortemente sospetta per UA/NSTEMI, quelli a
tive anomalie del tratto ST. Se queste anomalie sono presenti, basso rischio devono essere trattati con terapia antitrombotica
sono raccomandate la scintigrafia e l’ecocardiogramma da con aspirina, clopidogrel, eparina o LMWH, beta-bloccanti e
sforzo. Il test da sforzo è generalmente raccomandato a meno nitrati. Una strategia conservativa precoce è adatta nei casi a
che il paziente non sia in grado di camminare sufficientemente basso rischio, benché una strategia invasiva porti agli stessi
per ottenere un significativo carico di lavoro, in tal caso si benefici clinici. Nell’ambito dei soggetti ad alto rischio (p.es.,
raccomanda la prova farmacologica da sforzo. quelli con troponina positiva, modificazioni del tratto ST, TIMI
risk score >3), ai precedenti farmaci deve essere aggiunta l’ini-
bizione della GP IIb/IIIa, e va preferita una strategia invasiva
Rivascolarizzazione precoce (Fig. 49-21).
INTERVENTO CORONARICO PERCUTANEO (Cap. 52). Il
PCI è un valido mezzo per ridurre l’ostruzione coronarica, Prevenzione secondaria a lungo termine in seguito
migliorando l’ischemia acuta e la funzione ventricolare sinistra ad angina instabile/infarto miocardico senza
regionale e globale nei pazienti con UA/NSTEMI. Attualmente sopraslivellamento del tratto ST
il tasso di successi è elevato, superiore al 95%, sebbene la Il momento della dimissione in seguito a UA/NSTEMI è risul-
presenza di UA/NSTEMI o la visualizzazione dei trombi sia tato essere un “momento educativo” per il paziente,269 laddove
associata a un aumentato rischio di complicanze acute quali il medico e il personale possono riesaminare e ottimizzare il
occlusione improvvisa o IM (se paragonati ai pazienti con regime terapeutico per il trattamento a lungo termine. La modi-
angina stabile o a quelli senza trombo visualizzabile).56,265 Così, ficazione dei fattori di rischio è critica e include la discussione
l’uso degli inibitori della GP IIb/IIIa, del clopidogrel, della con il paziente (a seconda dei fattori di rischio presenti) circa
bivalirudina o di altri farmaci antitrombotici in tali pazienti è l’importanza della cessazione del fumo, del raggiungere un
associato a un miglioramento degli esiti a breve e lungo termine peso ottimale, della pratica giornaliera di esercizio fisico, di
dopo un PCI. L’uso di stent medicati ha dimostrato di ridurre seguire una dieta appropriata, mantenere un buon controllo
il rischio di restenosi,266 incrementando ulteriormente il bene- della pressione arteriosa, uno stretto controllo dell’iperglicemia
ficio clinico di un approccio invasivo. nei pazienti diabetici e una gestione dei lipidi (Tab. 49-6).

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Cinque classi di farmaci 1265
che hanno mostrato, in ampi II Derivazione
studi randomizzati, di miglio-
rare la prognosi in seguito a 8:02:48
UA/NSTEMI sono attual-
mente consigliati per il tratta-
mento a lungo termine. Cia-
8:03:18
scun farmaco può contribuire

Angina instabile e infarto miocardico senza sopraslivellamento del tratto ST


alla stabilità clinica a lungo
termine in modi differenti. Le
statine149,270 e gli ACE-inibi- 8:03:48
tori143,144,271 sono raccoman-
dati in terapie a lungo ter-
8:04:18
mine potendo facilitare la
stabilizzazione della placca. I
beta-bloccanti sono indicati 8:04:48
per la terapia antische-
mica130,272 e possono contri-
buire a ridurre i “fattori sca- 8:05:18
tenanti” di IM durante il fol-
low-up. Per quanto riguarda A
la terapia antiaggregante, l’as-
sociazione di aspirina e clo-
pidogrel per almeno un anno
si è dimostrata benefica175,177
e dovrebbe prevenire o dimi-
nuire la gravità di qualunque
trombosi nel caso si verifichi
una rottura di placca. Quindi,
un approccio multifattoriale
alla terapia medica a lungo
termine è diretto alla preven-
zione delle diverse compo-
nenti dell’aterotrombosi.
Esperienze dei registri
Un problema rilevante iden-
tificato nella pratica clinica è
che una gran parte di pazienti B C
non riceve le terapie racco- FIGURA 49–22 Reperti in un uomo di 39 anni con angina di Prinzmetal. A, Durante un episodio di angina, veniva osser-
mandate dalle linee guida. vato un transitorio sopraslivellamento del tratto ST (nella derivazione II) alla telemetria continua. Continua registrazione
Cinque ampi registri, negli telemetrica che dimostra sopraslivellamento dinamico del tratto ST. B, Occlusione totale indotta dalla iperventilazione
Stati Uniti e nel mondo, della arteria circonflessa sinistra (visibile all’angiografia alla proiezione anteriore destra obliqua caudale). C, Spasmo
hanno documentato che solo risolto con la somministrazione intracoronarica di nitroglicerina e diltiazem. I sintomi del paziente sono stati controllati
l’80-85 % dei pazienti assu- con nitrati orali e calcio antagonisti nel corso di un follow-up di 2 anni. (Da Chen HSV, Pinto DS: Prinzmetal’s angina. N
meva aspirina.34,66,253,273,274 In Engl J Med 349:e1, 2003.)
aggiunta allo sviluppo delle
linee guida e all’educazione
del paziente, vi è la necessità di sviluppare strumenti speci- appropriate (Tab. 49-6). Il processo di implementazione degli
fici per assicurarsi che le raccomandazioni delle linee guida algoritmi comprende generalmente un’adeguata formazione
vengano implementate nel singolo paziente. Si è osservato del personale medico e infermieristico, comprendenti pre-
che l’aderenza alle linee guida è associata al miglioramento sentazioni in riunione plenaria, nel servizio corrente, e altri
degli esiti.269 Tale osservazione fu fatta per la prima volta incontri a finalità educativa in tutta l’istituzione coinvolgendo
per l’UA/NSTEMI, da Giugliano e coll., che hanno osser- le persone coinvolte nell’assistenza. Un altro elemento chiave
vato in uno studio basato sull’attività di un singolo centro per un progetto globale MCQ è la valutazione dell’impiego
che i pazienti trattati secondo le linee guida avevano una delle terapie raccomandate dalle linee guida.
sopravvivenza a un anno, aggiustata per gli altri fattori di
rischio, significativamente migliore rispetto ai soggetti con Gli algoritmi critici migliorano gli esiti
bassa compliance nei confronti delle raccomandazioni delle Attualmente ci sono molti studi ben condotti che mostrano che
linee guida.275 l’uso di algoritmi critici può condurre a una migliore qualità
dell’assistenza. Lo studio Cardiac Hospitalization Atheroscle-
Algoritmi critici e miglioramento continuo della qualità rosis Management Program (CHAMP) ha coinvolto il personale
Gli algoritmi critici e il processo di miglioramento continuo che assisteva i medici per assicurarsi che tutti i pazienti venis-
della qualità (MCQ) sono strumenti utili nel tentativo di sero trattati con terapie appropriate raccomandate dalle linee
migliorare la terapia.276,277 Gli algoritmi critici sono protocolli guida.269 Si è riusciti in tal modo a migliorare l’uso di terapie,
standardizzati per il trattamento di specifiche malattie (p.es., come l’aspirina, dal 78% prima che il programma venisse
SCA) che mirano a ottimizzare e orientare il trattamento dei avviato al 92% al momento della dimissione ospedaliera. In
pazienti.276,278 In genere, questi schemi comprendono il ricorso particolare, al follow-up a 1 anno il programma CHAMP pre-
a set codificati di procedure (anche su supporto informatico), sentava un ulteriore aumento dell’utilizzazione, fino al 94%
semplici cartoline tascabili, promemoria o liste di terapie dei pazienti, mentre prima del programma la compliance a

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1266 1 anno scendeva al 68%.159 Lo stesso veniva osservato per i Sebbene le risposte alle varie sostanze vasocostrittrici, compresi le
beta-bloccanti, gli ACE-inibitori e le statine. catecolamine, il trombossano A2, la serotonina, l’endotelina e l’arginina
Il Guideline Applied in Practice (GAP) Program supportato vasopressina, siano maggiori nei segmenti coronarici con spasmo, l’iper-
dell’American College of Cardiology ha fornito importanti dati sensibilità agli stimoli vasocostrittori si verifica anche nell’intero albero
attraverso uno studio multicentrico, avvalorando l’efficacia coronarico nei pazienti con angina di Prinzmetal, 282 forse come manife-
stazione di una risposta più generalizzata a stimoli vasoattivi. I meccanismi
degli algoritmi critici.279 I ricercatori hanno osservato un precisi non sono ancora definiti, ma è stato suggerito come evento causale
miglioramento nell’uso delle terapie e delle procedure racco- un’alterazione sistemica della produzione di NO o uno squilibrio tra fattori
mandate dalle linee guida in seguito all’implementazione dei vasodilatatori e vasocostrittori endotelio-derivati.282,283 Nell’angina di Prin-
Capitolo 49

loro algoritmi: l’uso precoce di aspirina e di beta-bloccanti e zmetal è stata dimostrata la presenza di alterazioni della vasodilatazione
la misurazione del colesterolo LDL miglioravano tutti dopo endotelio-dipendente nell’arteria brachiale,284 e le fluttuazioni diurne della
l’applicazione del programma GAP per il miglioramento della dilatazione flusso-mediata ed endotelio-dipendente in questi vasi sono asso-
qualità.279 Di notevole interesse l’osservazione che i pazienti ciate alle variazioni della frequenza degli episodi ischemici.285 Fibroblasti
cutanei in coltura, ottenuti da pazienti con angina di Prinzmetal, hanno
per i quali c’era evidenza nelle cartelle cliniche che erano stati dimostrato un aumento dell’attività della fosfolipasi C (PhosphoLipase C,
utilizzati algoritmi e altri strumenti presentavano i maggiori PLC). Poiché la PLC (attraverso l’attivazione della via dell’inositolo trifo-
tassi di trattamento con le terapie raccomandate. Questo sfato) mobilizza Ca2+ dai depositi intracellulari, può aumentare la contrat-
reperto ha dimostrato che disporre di strumenti da usare come tilità delle cellule muscolari lisce;286
promemoria può realmente condurre a miglioramenti nell’uso Le sedi dello spasmo nell’angina di Prinzmetal possono essere vicine
delle varie terapie. a una placca ateromasica. È stato proposto che in questo sottogruppo di
pazienti, l’anomalia alla base dello spasmo coronarico sia un’ipercontratti-
Quindi, gli algoritmi critici hanno ormai dimostrato di deter-
lità della parete arteriosa associata allo stesso processo aterosclerotico.Altri
minare miglioramenti della qualità dell’assistenza e a essere meccanismi suggeriti comprendono un danno endoteliale (che inverte
associati a un miglioramento degli esiti. Il monitoraggio della la risposta dilatatrice a diversi stimoli, p.es., l’acetilcolina [Cap. 44]) e
performance è la chiave per garantire che gli sforzi nella for- l’ipercontrattilità del muscolo liscio vasale come risultato dell’azione di
mazione sull’implementazione delle linee guida e modifica- vasocostrittori mitogeni, leucotrieni, serotonina, endotelina, angiotensina
zioni nel sistema si traducano effettivamente in una miglior II, istamina287 ed elevate concentrazioni locali di vasocostrittori di deri-
assistenza. vazione plasmatica nelle aree adiacenti alla placca aterosclerotica neo-
vascolarizzata.
Le sequele dello spasmo coronarico possono accelerare il processo
aterosclerotico e predisporre a ulteriori spasmi. Un meccanismo può coin-
Angina di Prinzmetal (variante) volgere il rilascio di potenti vasocostrittori come i fattori di crescita pia-
strino-derivati, in aggiunta all’attivazione del sistema della coagulazione.288
La combinazione di una riduzione del flusso ematico e un aumento dell’atti-
Nel 1959, Prinzmetal e coll. hanno descritto una sindrome vazione piastrinica e trombosi localmente può accelerare l’aterosclerosi.288
insolita di dolore cardiaco secondario a ischemia miocar- Riscontri istologici nei pazienti sottoposti ad aterectomia coronarica sug-
geriscono che il vasospasmo coronarico ripetuto può provocare danno
dica che si verifica quasi esclusivamente in condizioni di vascolare e condurre alla formazione di una iperplasia neointimale in cor-
riposo, non è in genere precipitata dall’esercizio fisico o rispondenza della sede iniziale dello spasmo.A questo riguardo, lo spasmo
stress emotivo ed è associata a sopraslivellamento del tratto coronarico può avere un importante ruolo nella rapida progressione delle
ST all’ECG (Fig. 49-22).280 Questa sindrome, ora nota come stenosi coronariche in alcuni pazienti.289
angina di Prinzmetal, o variante (i termini sono equivalenti), La diagnostica per immagini con metaiodobenzilguanidina marcata con
può essere associata a IM acuto e ad aritmie cardiache gravi, iodio 123 (123I-MIBG) ha dimostrato la presenza di denervazione simpatica
regionale miocardica nell’area di distribuzione del vaso in cui si sviluppa
incluse la tachicardia e la fibrillazione ventricolare, così come
lo spasmo.290
alla morte improvvisa. Un’impressione clinica predominante Lo spasmo coronarico nei pazienti con angina variante può indurre
è che l’angina Prinzmetal sia divenuta meno frequente in stasi ed esitare nella conversione del fibrinogeno in fibrina nei vasi coro-
Nordamerica per ragioni non chiare, ma sembra rimanere narici, con elevati livelli plasmatici di fibrinogeno291 e fibrinopeptide A, un
diffusa in Giappone. indice di formazione della fibrina.292 È stato segnalato che l’ipomagnesie-
mia predispone all’angina variante,293 ed è stato dimostrato che il magnesio
solfato interrompe gli attacchi di angina.
Meccanismi
L’ipotesi originaria di Prinzmetal e coll., che l’angina variante
fosse il risultato di un temporaneo aumento del tono vaso-
Reperti clinici e strumentali
motorio coronario o di un vasospasmo, è stata convincente- I pazienti con angina variante sono tendenzialmente più
mente dimostrata all’angiografia coronarica. Il vasospasmo giovani di quelli con angina stabile o angina instabile secon-
determina una riduzione marcata, improvvisa, transitoria, daria ad aterosclerosi coronarica, e molti non presentano i clas-
del diametro di una arteria coronarica epicardica (o di una sici fattori di rischio coronarico tranne il fatto che spesso sono
grosso ramo settale) che esita in grave ischemia miocardica. forti fumatori.294 Il fastidio anginoso è spesso molto intenso e
Questo evento si verifica in assenza di qualsiasi preesistente può essere accompagnato da sincope. Elementi associati con
incremento della richiesta miocardica di O2, come denota un sincope includono il sottoslivellamento del tratto ST e gravi
aumento della frequenza cardiaca o della pressione arteriosa. aritmie, o blocco atrioventricolare e asistolia o tachiaritmie
La diminuzione del diametro luminale può essere solitamente ventricolari.295-297
invertita dalla nitroglicerina, e talora sono necessari dosaggi Gli attacchi di angina di Prinzmetal tendono a essere rag-
elevati. Sebbene le sedi del vasospasmo possano corrispon- gruppati tra la mezzanotte e le 8 del mattino292 e talvolta si
dere ad aree di grave stenosi focale, in alcuni pazienti con vasi presentano in gruppi di due o tre nel corso di 30-60 minuti. I
apparentemente normali all’angiografia, i segmenti interessati pazienti studiati per mezzo dell’ECG ambulatoriale, anche
dal vasospasmo sembrano essere sede di minime alterazioni quelli che non hanno angina pectoris clinicamente evidente,
di tipo aterosclerotico, come viene evidenziato allo studio mostrano alterazioni del tracciato più frequenti al mattino.
ecografico intravascolare.281 Questo grave vasospasmo focale Sebbene la capacità di compiere sforzi fisici sia in genere ben
non deve essere confuso con la vasocostrizione dei rami conservata nei pazienti con angina di Prinzmetal, alcuni
coronarici sia di grosso che di piccolo calibro, una risposta pazienti sviluppano il tipico dolore e un sopraslivellamento
normale a stimoli come l’esposizione al freddo. Quest’ultima del tratto ST non solo a riposo ma anche durante o dopo sforzo.
è molto meno intensa e si verifica in modo diffuso in tutto il L’induzione dell’angina spesso indica un vasospasmo indotto
letto vascolare coronarico. dallo sforzo oppure presenza di un’ostruzione fissa.

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Pazienti con angina di Prinzmetal e grave ostruzione coro- 49-22). Nella maggior parte dei pazienti è presente una ostru- 1267
narica fissa possono presentare una associazione di angina zione coronarica prossimale fissa di almeno una delle arterie
indotta da sforzo a soglia fissa con sottoslivellamento del tratto maggiori e in essi lo spasmo solitamente si produce entro 1 cm
ST, così come episodi di angina a riposo con sopraslivella- da tale ostruzione. Gli altri hanno coronarie normali in assenza
mento del tratto ST. Sembra che in alcuni pazienti vi sia una di ischemia. I pazienti senza stenosi o con una lieve ostruzione
chiara relazione tra stress emotivi ed episodi di spasmo coro- coronarica fissa tendono ad avere un decorso più benigno
narico, il che è compatibile con gli studi che indicano in uno rispetto a quelli con associate lesioni ostruttive gravi.303 Il pro-
squilibrio simpatovagale la causa scatenante dello spasmo nei cesso vasospastico quasi sempre interessa ampi segmenti dei

Angina instabile e infarto miocardico senza sopraslivellamento del tratto ST


pazienti con angina variante. In rari casi, l’angina di Prinzme- vasi epicardici in una singola sede, ma in tempi diversi possono
tal si sviluppa dopo un intervento chirurgico di bypass, e occa- essere colpite altre aree. La coronaria destra è la sede più fre-
sionalmente sembra essere la manifestazione di un disordine quente, seguita dalla arteria discendente anteriore sinistra.302
vasospastico generalizzato associato ad attacchi di emicrania
e al fenomeno di Raynaud; è stata anche descritta in associa-
TEST PROVOCATIVI
zione all’asma indotto da aspirina298 e sono stati segnalati casi
provocati da 5-fluorouracile e da ciclofosfamide (Capp. 62 e TEST ALL’ERGONOVINA. Sono stati sviluppati molti test provocativi
per lo spasmo coronarico. Di questi, il test all’ergonovina è quello più sen-
83). La sospensione del consumo di alcool può scatenare l’an- sibile. L’ergonovina maleato, un alcaloide della segale cornuta che stimola
gina variante e, viceversa, l’ingestione di alcool può prevenire i recettori sia alfa-adrenergici che serotoninergici e quindi ha un effetto
lo spasmo coronarico.299 vasocostrittore diretto sulla muscolatura304 liscia vasale, è stata usata per
ELETTROCARDIOGRAMMA. La chiave per la diagnosi di indurre lo spasmo coronarico, che determina dolore toracico e soprasli-
angina variante poggia sull’individuazione di un sopraslivel- vellamento del tratto ST in pazienti con angina di Prinzmetal. Talvolta,
l’ergonovina può produrre una risposta simile nei pazienti con sintomi
lamento episodico del tratto ST con dolore (Fig. 49-22). In una più tipici di angina da sforzo.302 Quando somministrata per via endove-
casistica di pazienti con angina variante e arterie coronarie nosa in dosi variabili da 0,05 a 0,40 mg, l’ergonovina rappresenta un test
normali monitorati con una registrazione computerizzata di sensibile e specifico per l’induzione dello spasmo coronarico. La maggior
24 ore, dell’ECG a 12 canali e un sistema automatico di analisi, parte dei pazienti che presentano una risposta all’ergonovina, lo fa a una
il 90% circa degli episodi è risultato essere associato a un dose inferiore a 0,20 mg.302
sopraslivellamento del tratto ST, con associate aritmie nel A basso dosaggio e in situazioni cliniche ben controllate, l’ergonovina
è un farmaco relativamente sicuro, ma uno spasmo coronarico prolungato
19%, ma non sono state osservate aritmie nel piccolo gruppo indotto dall’ergonovina può scatenare un IM.Talvolta, si sviluppano disturbi
di pazienti con sottoslivellamento del tratto ST.295 In alcuni della conduzione (blocco cardiaco, asistolia o tachiaritmie gravi). A causa
pazienti, gli episodi di sottoslivellamento del tratto ST seguono di questi rischi, si raccomanda di somministrare l’ergonovina soltanto ai
episodi di sopraslivellamento del tratto ST e sono associati a pazienti con coronarografia normale o con arterie coronarie quasi normali
modificazioni dell’onda T. L’alternanza del tratto ST e del- utilizzando dosaggi gradualmente crescenti, iniziando con un dosaggio
l’onda T e l’aumentata dispersione del QT sono il risultato di molto basso. I nitrati e i calcioantagonisti sono di solito efficaci nel fornire
un pronto sollievo dallo spasmo indotto dal farmaco, e la via di sommini-
un ritardo di conduzione ischemico e possono associarsi ad strazione intracoronarica è solitamente la più rapida nei pazienti sottoposti
aritmie ventricolari potenzialmente letali. Molti pazienti mani- ad angiografia.
festano episodi multipli di sopraslivellamento asintomatico Il test all’ergonovina deve essere effettuato soltanto in un ambiente in
del tratto ST (ischemia silente). Gli slivellamenti del tratto ST cui siano prontamente disponibili apparecchiature, farmaci e personale
possono essere presenti in qualunque derivazione. adeguati per un’eventuale rianimazione, di solito nel laboratorio di cateteri-
smo cardiaco e con un catetere pronto per incannulare le arterie coronarie,
I disturbi transitori della conduzione possono verificarsi cosicché si possa porre diagnosi angiografica di spasmo e somministrare
duranti episodi ischemici.296 L’attività ectopica ventricolare è nitroglicerina intracoronarica per invertire lo spasmo stesso. Controindi-
più frequente durante prolungati episodi ischemici, ed è spesso cazioni assolute al test all’ergonovina includono gravidanza, grave iperten-
associata a tratto ST e onda T alternante ed è di significato sione, grave disfunzione ventricolare sinistra, stenosi aortica da moderata
prognostico negativo. Nei sopravvissuti ad arresti cardiaci a grave e stenosi di grado elevato del tronco principale della coronaria
extraospedalieri senza stenosi limitanti il flusso coronarico, è sinistra. Le controindicazioni relative comprendono l’angina instabile o
non controllata, le aritmie ventricolari non controllate, un recente IM e
stato osservato che lo spasmo coronarico focale spontaneo o CAD in fase avanzata. Benché il test provocativo con ergonovina rappre-
indotto era associato ad aritmie ventricolari potenzialmente senti un utile strumento, il farmaco non è più facilmente reperibile negli
letali. In alcuni pazienti, la riperfusione piuttosto che l’ische- Stati Uniti.
mia di per sé è correlata alla comparsa di aritmie ventricolari.300 IPERVENTILAZIONE. Questo stimolo si è dimostrato a rischio di pro-
Nei pazienti con attacchi prolungati di angina variante, può vocare alcuni episodi di intensa angina,305 sopraslivellamento del tratto ST
essere presente un danno delle cellule miocardiche, che si all’ECG, segni angiografici di spasmo coronarico e aritmie ventricolari. Una
casistica recente e ampia ha documentato la relativa specificità del test
riflette nel rilascio di piccole quantità di CK-MB anche in di iperventilazione nei pazienti con angina vasospastica.306 I pazienti con
assenza di modificazioni persistenti dell’ECG; è stata osservata test risultati positivi avevano un aumento statisticamente significativo della
una comparsa di onde Q transitorie, che può essere spiegata frequenza di elevata attività di malattia (cinque o più episodi a settimana),
da una transitoria perdita della normale attività elettrica della gravi aritmie durante gli attacchi e spasmi multivasali.
membrana cellulare durante lo spasmo. È stato ben documen- ACETILCOLINA. La stimolazione dei recettori dell’acetilcolina provoca
una dilatazione uniforme endotelio-dipendente dei vasi coronarici di tutte
tato un IM a onda Q causato da uno spasmo coronarico in le dimensioni che porta alla vasocostrizione se la funzione endoteliale è
assenza di CAD ostruttiva dimostrabile angiograficamente.301 ridotta.307 Nei pazienti con angina variante, la somministrazione intracoro-
Il test da sforzo nei pazienti con angina variante è di scarso narica di acetilcolina induce un intenso spasmo e riproduce la sindrome
valore poiché la risposta è variabile. Un numero quasi uguale clinica.308 Questo spasmo focale non deve essere confuso con la lieve
di pazienti mostra un sottoslivellamento del tratto ST, nessun costrizione diffusa provocata dall’acetilcolina nei pazienti con endotelio
cambiamento nel tratto ST durante sforzo o un sopraslivella- coronarico alterato. Poiché questo metodo permette l’induzione dello
spasmo separatamente nelle coronarie sinistra e destra, è utile nei pazienti
mento, fatto che riflette la presenza di CAD fissa in alcuni con malattia multivasale nota o con spasmo. L’acetilcolina viene infusa per
pazienti, l’assenza di significative lesioni negli altri e la pro- un tempo di 1 minuto in un’arteria coronaria a dosi crescenti di 10, 25, 50
vocazione di uno spasmo da parte dello sforzo nei rimanenti. e 100 mg, e le dosi devono essere separate da intervalli di 5 minuti.
Il monitoraggio ECG ambulatoriale o l’impiego di un trasmet- Anche l’istamina, la dopamina e la serotonina possono indurre uno
titore telefonico possono essere utili nel catturare il soprasli- spasmo coronarico. Come l’ergonovina e l’acetilcolina, queste sostanze
vellamento del tratto ST durante gli episodi sintomatici.302 sono in grado di provocare uno spasmo coronarico marcato sia nei pazienti
con angina variante che in quelli con una grave malattia ostruttiva arte-
CORONAROGRAFIA. Lo spasmo di un’arteria coronarica riosclerotica sottostante e in quelli senza tali stenosi persistenti. L’attività
nel suo tratto prossimale con conseguente ischemia transmu- fisica, il test al freddo e l’alcalosi indotta possono tutti provocare uno
rale e alterazioni della funzionalità ventricolare sinistra sono spasmo coronarico nei pazienti con angina variante, ma nessuno di questi
il segno diagnostico caratteristico di angina di Prinzmetal (Fig. test è sensibile quanto quello all’ergonovina o all’acetilcolina.

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1268 Trattamento prendono il troglitazone, un sensibilizzante all’insulina318
e, in un piccolo studio di pazienti nei quali l’angina vaso-
I pazienti con angina variante devono essere esortati a smettere spastica era indotta dall’iperventilazione, l’infusione di
di fumare. Il trattamento d’elezione per l’angina vasospastica è peptide natriuretico di tipo B (cerebrale) era altamente
un calcioantagonista da solo o in associazione a nitrati a lunga efficace.319 È stato descritto che la supplementazione con
durata d’azione. Vi sono numerose importanti differenze tra estradiolo sopprime il vasospasmo coronarico indotto da
il trattamento ottimale dell’angina variante di Prinzmetal e iperventilazione nelle donne con angina variante.320
quello dell’angina classica (stabile e instabile). 5. PCI e, occasionalmente, CABG possono essere utili nei
1. I pazienti con entrambe le forme di angina variante e clas-
Capitolo 49

pazienti con angina variante e lesioni ostruttive prossi-


sica di solito rispondono prontamente ai nitrati; la nitro- mali fisse definite.321,322 Tuttavia, lo spasmo si può svilup-
glicerina per via sublinguale o endovenosa spesso risolve pare a un sito differente da quello della stenosi iniziale. I
rapidamente gli attacchi di angina variante, e i nitrati a calcioantagonisti devono essere continuati per almeno 6
lunga durata d’azione sono utili per la prevenzione degli mesi dopo una rivascolarizzazione efficace. PCI e CABG
attacchi.309 Comunque, i meccanismi d’azione di questi sono controindicati nei pazienti con spasmo coronarico
farmaci possono differire nei due tipi d’angina. Come isolato in mancanza di una concomitante patologia ostrut-
descritto nel Capitolo 50, nell’angina stabile (indotta da tiva fissa.
sforzo) come pure in quella instabile, un importante effetto 6. I pazienti che hanno sperimentato fibrillazione ventrico-
dei nitrati è di ridurre il fabbisogno miocardico di O2 e un lare associata all’ischemia che continuano a manifestare
altro è legato alla vasodilatazione coronarica. Nell’angina ischemia nonostante il trattamento devono essere sotto-
di Prinzmetal, i nitrati risolvono o prevengono l’ischemia posti a posizionamento di defibrillatore impiantabile.323
miocardica esclusivamente esercitando un effetto vasodi-
latatorio diretto sulle arterie coronarie interessate dallo
spasmo. Prognosi
2. Nei pazienti con angina classica (stabile e instabile), si Molti pazienti con angina di Prinzmetal passano attraverso una
rivela solitamente efficace il blocco dei beta-recettori, ma fase acuta, attiva, con frequenti episodi di angina ed eventi
la risposta nei pazienti con angina di Prinzmetal a queste cardiaci nel corso dei primi mesi dalla diagnosi. In un’ampia
sostanze è variabile.310 Alcuni, particolarmente quelli con casistica di 277 pazienti con un follow-up mediano di 7,5 anni,
lesioni fisse associate, presentano una riduzione della fre- l’angina ricorrente era frequente (39%), ma la morte cardiaca e
quenza di attacchi di angina indotta da sforzo determinati l’IM erano relativamente rari e si verificavano rispettivamente
essenzialmente dall’aumento del fabbisogno miocardico nel 3,5 e nel 6,5% dei pazienti.324 L’entità e la gravità della
di O2. In altri, comunque, i beta-bloccanti non selettivi CAD sottostante e l’attività o la velocità di progressione della
possono essere in realtà dannosi poiché il blocco dei recet- sindrome hanno un importante effetto sull’incidenza della
tori beta2, che inducono la dilatazione coronarica, rende mortalità e dell’IM tardivi. I pazienti con angina variante nei
incontrastata la vasocostrizione coronarica mediata dai quali si sviluppano gravi aritmie (tachicardia ventricolare,
recettori alfa; in questi pazienti, la durata degli episodi fibrillazione ventricolare, blocco AV di grado elevato o asi-
di angina vasospastica può essere prolungata dal propra- stolia) durante episodi spontanei di dolore hanno un rischio
nololo. maggiore di morte improvvisa.325
3. Contrariamente alla variabile efficacia dei beta-bloccanti, Nella maggior parte dei pazienti che sopravvive a un infarto
i calcioantagonisti sono estremamente efficaci nel preve- o al periodo iniziale di 3-6 mesi in cui si verificano episodi
nire lo spasmo coronarico dell’angina variante311 e devono frequenti, le condizioni si stabilizzano e i sintomi e gli eventi
essere utilizzati di routine al massimo dosaggio tollerato cardiaci tendono a diminuire nel tempo. Nei pazienti che pre-
e in terapia a lungo termine. Questi farmaci, insieme ai sentano tali remissioni, è possibile tentare di ridurre cauta-
nitrati a lunga e a breve durata d’azione, rappresentano mente i calcioantagonisti. In una casistica, il 16% dei pazienti
la terapia principale. Poiché i calcioantagonisti agiscono presentava una remissione spontanea per 3 mesi dopo la
con meccanismi diversi dai nitrati, l’effetto vasodilata- sospensione della terapia, il 44% continuava ad avere sintomi
tore di queste due classi di farmaci può essere additivo. nonostante il trattamento con calcioantagonisti e nitrati e l’al-
Tutti i calcioantagonisti di prima e seconda generazione tro 40% risultava libero da angina ma assumeva la terapia. La
hanno efficacia simile (circa il 90%) nel miglioramento dei remissione si verificava più frequentemente nei pazienti senza
sintomi,282,312-314 e sopprimono inoltre l’ischemia asintoma- stenosi coronariche significative e in quelli che avevano smesso
tica. In rari casi, un paziente risponde soltanto a uno di di fumare.326
questi tre farmaci e, ancor meno frequentemente, si rende Per ragioni che non sono chiare, alcuni pazienti, dopo un
necessaria la somministrazione simultanea di due o anche periodo di relativa quiescenza di malattia di mesi o anche anni,
tre calcio-antagonisti. Alcuni pazienti richiedono dosi presentano una recrudescenza dell’attività vasospastica con
estremamente elevate, sebbene aumentino gli effetti col- frequenti e gravi attacchi ischemici. Fortunatamente, questi
laterali. Alcune pubblicazioni hanno segnalato la ricom- pazienti rispondono al reinserimento in terapia con calcioan-
parsa dei sintomi quando viene interrotta la terapia con tagonisti e nitrati.
calcioantagonisti.314 Può essere necessario un trattamento
a lungo termine, in alcuni casi per tutta la vita.
4. La prazosina, un bloccante selettivo dei recettori alfa- BIBLIOGRAFIA
adrenergici, si è dimostrata utile nei pazienti con angina
di Prinzmetal.315 Il nicorandil,* un vasodilatatore che 1. American Heart Association: 2004 Heart and Stroke Statistical Update (www. ameri-
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influenza il tono delle arterie coronarie mediante l’atti- 2. The TIMI IIIA Investigators: Early effects of tissue-type plasminogen activator added
vazione dei canali del potassio, sembra essere efficace to conventional therapy on the culprit lesion in patients presenting with ischemic
per il trattamento dell’angina vasospastica.316 L’aspirina, cardiac pain at rest. Results of the Thrombolysis in Myocardial Ischemia (TIMI IIIA)
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utile nell’angina instabile, può effettivamente aumentare 3. Cannon CP, Weintraub WS, Demopoulos LA, et al: Comparison of early invasive and
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Prinzmetal poiché inibisce la biosintesi della prostaci- glycoprotein IIb/IIIa inhibitor tirofiban. N Engl J Med 344:1879, 2001.
clina, vasodilatatore coronarico naturale. Gli ACE-inibitori
si sono dimostrati inefficaci.317 Altri nuovi ma promettenti *Il nicorandil non è disponibile negli Stati Uniti al momento della stesura
approcci per il trattamento dell’angina vasospastica com- di questo libro.

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LINEE GUIDA Thomas H. Lee


Angina instabile
Le linee guida per la gestione dell’angina instabile e dell’infarto mio- miocardico devono essere valutati entro 6 ore e poi nuovamente a
cardico senza sopraslivellamento del tratto ST (UA/NSTEMI) sono 6 e fino a 12 ore dall’inizio dei sintomi (Tab. 49L–2). Le linee guida
state pubblicate nel 20001 e aggiornate appena 2 anni dopo a causa considerano alquanto favorevoli (classe IIa) le evidenze per l’uso di
del rapido progresso nella ricerca clinica in quest’area.2 Il testo com- indicatori precoci di danno cardiaco come la mioglobina o le isoforme
pleto della versione aggiornata delle linee guida, incluse le variazioni, MB della creatinchinasi (CK-MB) nei pazienti che si presentino preco-
è disponibile su Internet (www.acc.org or www.americanheart.org). Le cemente dopo l’inizio della sintomatologia e in cui i risultati degli altri
raccomandazioni contenute in tali linee guida che sono utili per l’ini- esami siano meno dirimenti.
ziale valutazione del paziente con dolore toracico acuto sono incluse Le linee guida ACC/AHA raccomandano il ricovero ospedaliero
nel testo del Capitolo 45. Altre raccomandazioni di rilievo per questo nei pazienti con diagnosi di sindrome coronarica acuta e con ognuna
argomento sono state pubblicate nelle linee guida per l’uso degli inter- delle seguenti caratteristiche:
venti coronarici percutanei (PCI), riassunte nell’appendice al Capitolo
• Dolore in atto
52, e nelle linee guida per il trattamento dell’infarto miocardico acuto,
• Indicatori cardiaci positivi
riassunte nell’appendice al Capitolo 48.
• Alterazioni del tratto ST di nuova insorgenza
Queste linee guide continuano a usare la classificazione ACC/AHA
• Profonda inversione dell’onda T di nuova insorgenza
per le indicazioni (classe I per le indicazioni generalmente accettate,
• Alterazioni emodinamiche
classe IIa quando le indicazioni sono controverse ma il peso del-
• Risultato positivo del test da sforzo
l’evidenza è di sostegno, classe IIb quando l’utilità o l’efficacia non
siano ancora perfettamente stabilite, e classe III quando vi è consenso Per i pazienti con una possibile sindrome coronarica acuta e indi-
contro l’utilità dell’intervento). Le linee guida utilizzano anche una catori cardiaci negativi, è raccomandata l’esecuzione precoce di un test
convenzione per classificare i livelli di evidenza sui quali si basano le da sforzo; questo test può essere eseguito in contesto ambulatoriale
raccomandazioni. Le raccomandazioni di livello A sono derivate da per i pazienti a rischio inferiore.
dati provenienti da molteplici sperimentazioni cliniche randomizzate,
le raccomandazioni di livello B sono derivate da un singolo studio
randomizzato oppure da studi non randomizzati, e le raccomandazioni
CURE OSPEDALIERE
di livello C sono basate sul consenso di opinione degli esperti. Le linee guida raccomandano che i pazienti ricoverati per sindromi
coronariche acute con perdurare della sintomatologia o dell’instabi-
STRATIFICAZIONE PRECOCE DEL RISCHIO E GESTIONE lità emodinamica, o di entrambi, restino in ambiente ospedaliero per
almeno 24 ore in una unità coronarica caratterizzata da un rapporto
Le linee guida ACC/AHA forniscono una struttura per la classificazione infermieri/pazienti sufficiente a garantire il monitoraggio continuo del
dei pazienti in gruppi ad alto, intermedio e basso rischio di compli- ritmo e la rapida rianimazione con defibrillazione in caso di necessità.
canze in base ai primi dati clinici (Tab. 49L–1). (I dettagli sulle compo- I pazienti in cui non persistano sintomi o instabilità emodinamica
nenti dell’iniziale valutazione clinica e sul trattamento del paziente con possono essere ricoverati in unità non intensiva.
possibile malattia cardiaca ischemica acuta sono indicati nel Capitolo Quando viene ricoverato un paziente con sindrome coronarica
45.) Degna di nota è la raccomandazione che la troponina è il bioin- acuta ad alto rischio, deve essere iniziato il trattamento con aspirina,
dicatore preferito di danno miocardico e che i bioindicatori di danno un beta-bloccante, una terapia antitrombinica e un inibitore della

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Tabella 49L–1 Sistema raccomandato dall’American College of Cardiology/American Heart Association 1275
per la stratificazione del rischio in pazienti con angina instabile
Rischio intermedio Basso rischio
Alto rischio Senza caratteristiche di alto rischio Paziente non a rischio alto o intermedio
Almeno una delle seguenti ma con almeno una delle seguenti ma con una qualsiasi delle seguenti
Caratteristiche caratteristiche caratteristiche caratteristiche

Anamnesi Aumentata frequenza dei sintomi Pregresso IM, malattia periferica o

Angina instabile e infarto miocardico senza sopraslivellamento del tratto ST


ischemici nelle precedenti 48 ore cerebrovascolare, o CABG, pregresso
uso di aspirina
Caratteristiche Dolore a riposo di lunga durata Angina a riposo prolungata, poi risoltasi, Angina di Classe CCS III o IV
del dolore (>20 min) con moderata o alta probabilità di CAD di nuova insorgenza o progressiva
Angina a riposo <20 min o alleviato con nelle precedenti 2 settimane, assenza
il riposo o nitroglicerina sublinguale di dolore prolungato a riposo ma con
moderata o alta probabilità di CAD
Reperti clinici Edema polmonare probabilmente Età >70 anni
dovuto all’ischemia
Soffio da insufficienza mitralica di
nuova insorgenza o ingravescente
S3 o rantoli ingravescenti di nuova
insorgenza
Ipotensione, bradicardia, tachicardia
Età >75 anni
ECG Angina a riposo con transitorie Inversione dell’onda T >0,2 mV ECG normale o immodificato durante
alterazioni del tratto ST >0,05 mV Onde Q patologiche un episodio di fastidio toracico
Blocco di branca, di nuova
insorgenza o presunta tale
Tachicardia ventricolare sostenuta
Indicatori cardiaci Elevati Lievemente elevati Normali
CABG = bypass arterioso coronarico; CAD = coronaropatia; CCS = Canadian Cardiovascular Society; ECG = elettrocardiogramma; IM = infarto miocardico; MR
(Mitral Regurgitation) = insufficienza mitralica; NTG = nitroglicerina.

Tabella 49L–2 Linee guida dell’American College of Cardiology/American Heart Association per la stratificazione
precoce del rischio
Classe Indicazione Livello di evidenza

Classe I (indicato) Una misurazione va fatta in tutti i pazienti con dolore toracico e probabilità alta, intermedia C
o bassa di ischemia acuta causata da CAD.
I pazienti che si presentano con dolore toracico devono sottoporsi alla stratificazione del rischio B
che si focalizza su sintomi anginosi, reperti obiettivi, segni ECG e bioindicatori di danno cardiaco.
Un ECG a 12 derivazioni deve essere registrato immediatamente (entro 10 minuti) nei pazienti C
con fastidio toracico in atto e quanto prima possibile nei pazienti con storia di fastidio toracico
compatibile con SCA, ma con risoluzione della sintomatologia al momento della valutazione.
I bioindicatori di danno cardiaco devono essere misurati in tutti i pazienti con fastidio toracico C
compatibile con SCA. Una troponina cardio-specifica è l’indicatore preferito e, se disponibile,
deve essere misurata nei pazienti con risultati negativi agli altri indicatori cardiaci entro 6 ore
dall’inizio del dolore; un’altra valutazione deve essere effettuata nell’arco di 6-12 ore (p.es., a 9 h
dall’esordio dei sintomi).
Classe IIa (buona Per pazienti che si presentano entro 6 ore dall’inizio dei sintomi, un indicatore precoce di danno C
evidenza a cardiaco (p.es., mioglobina o le isoforme del CK-MB) deve essere preso in considerazione in
supporto) aggiunta alla troponina cardiaca.
Classe IIb (debole La proteina C-reattiva (PCR) e altri indicatori dell’infiammazione devono essere misurati. B
evidenza a
supporto)
Classe III (non CK totale (senza MB), aspartato aminotransferasi (AST, SGOT), beta-idrossibutirrico deidrogenasi, C
indicato) e/o lattico deidrogenasi dovrebbero essere gli indicatori per l’identificazione del danno
miocardico nei pazienti con dolore toracico suggestivo di SCA.

SCA = sindrome coronarica acuta; AST = aspartato aminotransferasi; CAD = coronaropatia; CK-MB = isoforma muscolare/cerebrale della creatina chinasi; ECG =
elettrocardiogramma; SGOT = transaminasi sierica glutamica-ossaloacetica.

glicoproteina IIb/IIIa salvo controindicazioni (Fig. 49L–1). I medici a una valutazione della funzione ventricolare sinistra e un test provo-
devono scegliere tra una strategia invasiva precoce, inclusa la pronta cativo; essi devono inoltre essere sottoposti ad angiografia in caso di
angiografia con rivascolarizzazione qualora indicata, e una strategia frazione di eiezione inferiore al 40% oppure se hanno un profilo di
conservativa precoce, in cui pazienti vengono stabilizzati con terapia rischio intermedio o alto al test da sforzo.
medica e l’angiografia viene eseguita se i pazienti hanno sintomi ricor- I pazienti ricoverati per sindrome coronarica acuta devono essere
renti, ischemia, insufficienza cardiaca o aritmie gravi. I soggetti gestiti posti a riposo a letto con monitoraggio elettrocardiografico (Tab.
in base alla strategia conservativa precoce devono essere sottoposti 49L–3). Il supplemento di ossigeno non viene raccomandato per l’uso

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1276 routinario dalle linee guida a cau-
sa della mancanza di evidenza di Ischemia ricorrente e/o
benefici; invece, deve essere usa- deviazione del tratto ST, o
to quando i pazienti presentano inversione profonda onda
cianosi o distress respiratorio. La T, o marker cardiaci positivi
terapia medica a lungo termine
deve includere i nitrati ed, in as-
senza di controindicazioni, i beta- Aspirina
Capitolo 49

bloccanti. Se esistono controin- Beta-bloccanti


dicazioni alla terapia con beta- Nitrati
bloccanti, i pazienti con ischemia Regime antitrombotico
ricorrente possono essere trattati Inibitore GP IIb/IIIa
con un calcioantagonista non Monitoraggio (ritmo e ischemia)
diidropiridinico (p.es., verapamil
o diltiazem). La morfina solfato
deve essere usata nei pazienti le Strategia Strategia conservativa
cui condizioni non risultano con- invasiva iniziale
trollate coi nitrati o quando pre- iniziale
sentino congestione polmonare
o un grave stato di agitazione, Angiografia Angiografia Sintomi/ischemia Il paziente
o entrambi. La terapia con ini- coronarica coronarica si stabilizza
ricorrenti
bitori dell’enzima di conversione immediata dopo 12–24 ore
dell’angiotensina (ACE) deve es- Insufficienza cardiaca
sere cominciata se l’ipertensione Aritmia grave
arteriosa persiste nonostante la
terapia antischemica o in caso di Valutare
disfunzione sistolica ventricola- funzione VS
re a riposo o diabete. Le linee
guida considerano inappropriato
FE <0,40 FE ≥0,40
l’uso dei calcioantagonisti dii-
dropiridinici a immediato rilascio
in assenza di un beta-bloccante
Test da sforzo
(Classe III).
Le raccomandazioni per l’uso
della terapia antitrombotica so-
no state modificate considere- Non basso rischio Basso rischio
volmente in base alle più recen-
ti ricerche nell’aggiornamento
Seguire
delle linee guida del 2002, con
con terapia
un’espansione del ruolo del clo- medica
pidogrel e strategie più comples-
se per l’uso degli inibitori della
glicoproteina IIb/IIIa.2 L’aspirina FIGURA 49L–1 Algoritmo per l’ischemia acuta. FE = frazione di eiezione; GP = glicoproteina. (Da Braunwald E,
Antman EM, Beasley JW, et al: ACC/AHA 2002 guideline update for the management of patients with unstable angina
continua a essere raccomandata
and non-ST-segment elevation myocardial infarction: Summary article: A report of the American College of Cardiology/
per la terapia iniziale, ma le linee American Heart Association Task Force on Practice Guidelines [Committee on the Management of Patients with Unstable
guida del 2002 considerano indi- Angina]. J Am Coll Cardiol 36:970, 2000).
cazione di classe I il trattamento
con clopidogrel per pazienti inca-
paci di prendere aspirina, per i pazienti nei quali sia programmata una STRATIFICAZIONE DEL RISCHIO
strategia precoce non interventistica e per quelli in cui invece venga
E GESTIONE TARDIVA
pianificato un intervento coronarico percutaneo (PCI) (Tab. 49L–4). Il
clopidogrel deve essere sospeso per 5-7 giorni prima dell’esecuzione
in elezione di un intervento di rivascolarizzazione mediante bypass Le linee guida dell’ACC/AHA supportano l’esecuzione precoce della
arterioso coronarico (CABG). Le linee guida inoltre raccomandano prova da sforzo nei pazienti a basso rischio (Tab. 49L–1 per la defini-
l’anticoagulazione con eparine a basso peso molecolare o eparina zione della categoria di rischio); per i pazienti a rischio intermedio, il
non frazionata oltre alla terapia antipiastrinica. test da sforzo può essere eseguito dopo un intervallo minimo di 2-3
Gli inibitori della glicoproteina IIb/IIIa sono chiaramente indicati giorni in assenza di ischemia o insufficienza cardiaca (Tab. 49L–5).
(classe I), secondo le linee guida del 2002, quando è programmato La prima scelta nell’ambito dei test non invasivi è l’elettrocardiografia
un PCI in pazienti che ricevono aspirina ed eparina. Se questi pazienti sotto sforzo. Le tecnologie di diagnostica per immagini e i test da
sono già trattati con eparina, aspirina, e clopidogrel, la task force ACC/ stress farmacologico devono essere utilizzati per quei sottogruppi di
AHA considera l’evidenza meno conclusiva ma comunque a sostegno pazienti per i quali vi è una elevata probabilità che l’elettrocardiografia
dell’aggiunta di un inibitore della glicoproteina IIb/IIIa (indicazione da sforzo fornisca dati inadeguati. I dati provenienti dai test non inva-
di classe IIa) (Tab. 49L–4). L’uso di questi farmaci riceveva supporto sivi possono essere usati per la stratificazione dei pazienti in gruppi a
anche nei sottogruppi di pazienti con sindromi coronariche acute ad rischio alto, intermedio o basso (Tab. 49L–6). Le linee guida approvano
alto rischio anche laddove non fosse programmata una condotta il ricorso tempestivo all’angiografia senza precedente stratificazione
invasiva (classe IIa), tuttavia la task force riteneva che l’evidenza fosse del rischio non invasiva per i pazienti che non sono facilmente stabi-
generalmente non favorevole all’impiego di tali farmaci nei pazienti lizzabili col trattamento medico.
senza evidenza di ischemia continua o altre caratteristiche di alto Le linee guida raccomandano una strategia invasiva precoce nei
rischio. L’abciximab era considerato inappropriato nei pazienti per i pazienti con sindromi coronariche acute e indicatori di alto rischio
quali non fosse programmato un PCI. provenienti sia da informazioni cliniche che da test non invasivi (Tab.

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Tabella 49L–3 Raccomandazioni dell’American College of Cardiology/American Heart Association per la terapia antischemica 1277
Classe Indicazione Livello di evidenza

Classe I (indicato) Riposo a letto con monitoraggio ECG continuo per l’identificazione di ischemia e aritmie in C
assenza di dolore a riposo.
NTG, compressa sublinguale o spray o EV, seguita dalla somministrazione endovenosa, per C
l’immediato sollievo dell’ischemia e dei sintomi associati.
Supplemento di ossigeno per i pazienti con cianosi o difficoltà respiratorie; ossimetria pulsata C

Angina instabile e infarto miocardico senza sopraslivellamento del tratto ST


o emogasanalisi per confermare l’adeguata saturazione arteriosa di ossigeno (SaO2 maggiore
del 90%) e l’esigenza continua di integrazione di ossigeno in presenza di ipossiemia.
Morfina solfato EV quando i sintomi non si riducono prontamente con NTG quando è presente C
edema polmonare acuto e/o grande stato d’ansia.
Un beta-bloccante, con somministrazione della prima dose per via endovenosa se è in atto una B
sintomatologia dolorosa, seguita da somministrazione orale, in assenza di controindicazioni.
Nei pazienti con ischemia persistente o frequentemente ricorrente quando i beta-bloccanti sono B
controindicati, un calcioantagonista non diidropiridinico (p.es., diltiazem o verapamil) orale
e/o EV, come terapia iniziale in assenza di grave disfunzione del ventricolo sinistro o di altre
controindicazioni.
Un ACE-inibitore quando l’ipertensione arteriosa persiste nonostante il trattamento con NTG e B
beta-bloccanti e nei pazienti con disfunzione sistolica del ventricolo sinistro con disfunzione
sistolica a riposo o insufficienza cardiaca congestizia in soggetti con SCA o diabetici.
Classe IIa (buona Calcioantagonisti a lunga durata d’azione per l’ischemia ricorrente in assenza di C
evidenza controindicazioni e se beta-bloccanti e nitrati sono già adoperati a dosi piene.
a supporto) Un ACE-inibitore in tutti i pazienti che abbiano avuto una SCA. B
Contropulsatore intra-aortico (IABP) in caso di grave ischemia in atto o frequentemente C
recidivante nonostante la terapia medica intensiva o per instabilità emodinamica in pazienti
prima o dopo un’angiografia coronarica.
Classe IIb (debole Un calcioantagonista a lunga durata d’azione non diidropiridinico anziché un beta-bloccante. B
evidenza Un calcioantagonista diidropiridinico a immediato rilascio in presenza di un beta-bloccante. B
a supporto)
Classe III NTG o altri nitrati entro 24 ore dall’assunzione di sildenafil. C
(non indicato) Un calcioantagonista diidropiridinico a immediato rilascio in assenza di un beta-bloccante. A

ACE-inibitori = inibitori dell’enzima di conversione dell’angiotensina; SCA = sindrome coronarica acuta; CHF = insufficienza cardiaca congestizia; ECG = elettro-
cardiografico, VS = ventricolare sinistro; NTG = nitroglicerina; SaO2 = saturazione dell’ossigeno nel sangue arterioso.

Tabella 49L–4 Linee guida dell’American College of Cardiology/American Heart Association per la terapia antiaggregante
e anticoagulante
Classe Indicazione Livello di evidenza

Classe I (indicato) La terapia antiaggregante deve essere iniziata rapidamente. L’ASA deve essere somministrato il A
più presto possibile possibilmente dopo la presentazione e proseguendo indefinitamente.
Il clopidogrel deve essere somministrato ai pazienti ospedalizzati che non possono assumere A
ASA a causa di ipersensibilità o intolleranza gastrointestinale maggiore.
Nei pazienti ospedalizzati in cui è programmato un approccio precoce non interventistico, il B
clopidogrel deve essere aggiunto all’ASA appena possibile al ricovero e somministrato per
almeno 1 mese e fino a 9 mesi.
Nei pazienti in cui un è programmato un PCI, deve essere iniziato il trattamento con clopidogrel B
e continuato per almeno 1 mese e fino a 9 mesi in pazienti che non sono ad alto rischio di
emorragie.
Nei pazienti che assumono clopidogrel per cui sia programmata una procedura elettiva di CABG, B
il farmaco deve essere sospeso per 5-7 giorni.
L’anticoagulazione con somministrazione sottocutanea di LMWH o UFH per via endovenosa deve A
essere aggiunta alla terapia antipiastrinica con ASA e/o clopidogrel.
Un antagonista del recettore piastrinico GP IIb-IIIa deve essere somministrato, in aggiunta A
all’ASA e all’eparina, ai pazienti in cui sono previsti il cateterismo e un PCI. Gli antagonisti
della GP IIb/IIIa possono anche essere somministrati subito prima di un PCI.
Classe IIa (buona L’eptifibatide o il tirofiban devono essere somministrati, oltre ad ASA e LMWH o UFH, ai A
evidenza pazienti con ischemia continua, troponina elevata o altre caratteristiche ad alto rischio in cui
a supporto) non è pianificata una strategia terapeutica invasiva.
L’enoxaparina è da preferire come anticoagulante all’UFH nei pazienti con UA/NSTEMI, a meno A
che non sia programmato un intervento per CABG nelle successive 24 ore.
Un antagonista della GP IIb/IIIa piastrinica deve essere somministrato ai pazienti che già B
ricevono eparina, ASA, e clopidogrel in cui sono pianificati un cateterismo e un PCI.
L’antagonista della GP IIb/IIIa può anche essere somministrato subito prima del PCI.
Classe IIb (debole Eptifibatide o tirofiban, in aggiunta ad ASA e LMWH o UFH, a pazienti senza continua ischemia
evidenza a sostegno) che non presentano altre caratteristiche di alto rischio e in cui non sia pianificato un PCI.
Classe III Terapia fibrinolitica endovenosa nei pazienti senza sopraslivellamento acuto del tratto ST, un A
(non indicato) vero IM posteriore oppure un blocco di branca sinistra, presumibilmente di nuova insorgenza.
Somministrazione di abciximab nei pazienti in cui non è programmato un PCI. A

ASA = acido acetilsalicilico (aspirina); CABG = bypass arterioso coronarico; GP = glicoproteina; LMWH = eparina a basso peso molecolare; IM = infarto mio-
cardico; PCI = intervento coronarico percutaneo; UA/NSTEMI = angina instabile o infarto miocardico senza sopraslivellamento dell’ST; UFH = eparina non
frazionata.

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1278 Tabella 49L–5 Linee guida dell’American College of Cardiology/American Heart Association per la stratificazione
del rischio nei pazienti con sindromi coronariche acute
Classe Indicazione Livello di evidenza

Classe I (indicato) Valutazione non invasiva dei pazienti a basso rischio (Tab. 49L–1) che sono stati liberi da ischemia a C
riposo o a basso carico di lavoro e da CHF per un minimo di 12-24 ore.
Test da sforzo non invasivi in pazienti a rischio intermedio che siano liberi da ischemia a riposo o C
a basso carico di lavoro e da CHF per un minimo di 2 o 3 gg.
Capitolo 49

La scelta del test da sforzo è basata sull’ECG a riposo, sull’abilità a eseguire lo sforzo, sul grado di C
esperienza locale e sulle tecnologie disponibili. Il test al treadmill è adatto ai pazienti in grado di
eseguire l’esercizio nei quali l’ECG di base è privo di anomalie basali del tratto ST, blocco di branca
sinistra, ipertrofia del ventricolo sinistro, alterata conduzione intraventricolare, preeccitazione o
effetti della digossina.
Una tecnica di diagnostica per immagini viene aggiunta nei pazienti con sottoslivellamento del tratto B
ST a riposo (maggiore di o uguale a 0,10 mV), ipertrofia del ventricolo sinistro, blocco di branca,
alterata conduzione intraventricolare, preeccitazione o digossina che siano capaci di compiere
l’esercizio. Nei pazienti sottoposti a bassi livelli di esercizio, la diagnostica per immagini può
aggiungere sensibilità.
Test da sforzo farmacologico con diagnostica per immagini quando le limitazioni fisiche (p.es., artrite, B
amputazione, gravi vasculopatie periferiche, grave BPCO, astenia generale) impediscono l’esercizio.
Angiografia rapida senza stratificazione di rischio non invasiva per insufficiente stabilizzazione con la B
terapia medica terapia medica massimale.
Classe IIa (buona Un test non invasivo (ecocardiogramma, angiogramma con radionuclidi) per valutare la funzione C
evidenza a supporto) del ventricolo sinistro nei pazienti con SCA definita non prenotati per arteriografia coronarica e
ventricolografia sinistra.
Classe IIb (debole Nessuna
evidenza a supporto)
Classe III Nessuna
(non indicato)
SCA = sindrome coronarica acuta; CHF = insufficienza cardiaca congestizia; BPCO = broncopneumopatia cronica ostruttiva; ECG = elettrocardiogramma.

Tabella 49L–6 Stratificazione non invasiva del rischio secondo l’American College of Cardiology/American Heart Association

Alto rischio (> tasso annuale di mortalità del 3%)


1. Grave disfunzione del VS (FEVS <0,35)
2. Indice di alto rischio al test al treadmill (punteggio £11)
3. Grave disfunzione del VS durante esercizio (FEVS durante l’esercizio <0,35)
4. Estesa alterazione della perfusione miocardica indotta da stress (particolarmente se anteriore)
5. Multipli difetti di perfusione di dimensioni moderate, indotti da stress
6. Ampio, fisso difetto di perfusione con dilatazione ventricolare sinistra o aumentata captazione polmonare (tallio 201)
7. Moderato difetto di perfusione con dilatazione ventricolare sinistra o aumentata captazione (tallio 201)
8. Anomalia della cinetica parietale all’ecocardiografia (che interessa >2 segmenti) che insorgono a basse dosi di dobutamina (£10 mg/kg/min)
oppure a una bassa frequenza cardiaca (<120 battiti/min)
9. Evidenza di ischemia estesa all’ecocardiografia da stress

Rischio medio (1 – tasso annuale di mortalità del 3%)


1. Disfunzione del VS lieve/moderata a riposo (FEVS 0,35-0,49)
2. Punteggio di rischio intermedio al test al tappeto rotante (-11< score <5)
3. Lieve difetto di perfusione indotto da stress senza dilatazione del ventricolo sinistro o aumentata captazione polmonare (tallio 201)
4. Lieve ischemia indotta all’ecocardiografia da stress con alterazione della cinesi parietale solo ad alte dosi di dobutamina, coinvolgente £ due
segmenti

Basso rischio (< tasso annuale di mortalità dell’1%)


1. Indice di basso rischio al test al tappeto rotante (score ≥5)
2. Risposta normale o piccolo difetto di perfusione miocardica a riposo o allo sforzo
3. Normale cinesi parietale all’ecocardiografia da stress o nessuna modifica durante lo stress di un’alterazione della cinesi parietale già presente
a riposo
FEVS = frazione di eiezione ventricolare sinistra.
Dalla Tabella 23 in Gibbons RJ, Chatterjee K, Daley J, et al: ACC/AHA/ACP-ASIM guidelines for the management of patients with chronic stable angina. J Am
Coll Cardiol 33:2092, 1999.

49L–7). In assenza di tali indicatori di alto rischio, le linee guida principi da seguire nella scelta tra CABG e PCI sono simili a quelli usati
considerano ragionevole una strategia precoce conservativa o una nei pazienti con angina stabile cronica. Le linee guida raccomandano
strategia invasiva precoce. Le linee guida inoltre forniscono supporto il CABG rispetto al PCI nei pazienti con significativa malattia della
all’utilizzo di una strategia invasiva precoce nei pazienti con ripetuti coronaria principale sinistra e nei pazienti con patologia multivasale e
episodi di sospetta sindrome coronarica acuta senza una chiara evi- ridotta frazione di eiezione o diabete (Tabb. 49L–8 e 49L–9). Sia CABG
denza di ischemia. che PCI sono considerati indicati per i pazienti con malattia di un vaso
Per pazienti che necessitano di rivascolarizzazione coronarica, i non coinvolgente il tratto prossimale della discendente anteriore sini-

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Tabella 49L–7 Linee guida dell’American College of Cardiology/American Heart Association per la scelta tra strategia 1279
precoce conservativa e precoce invasiva
Classe Indicazione Livello di evidenza

Classe I (indicato) Una strategia invasiva precoce nei pazienti con UA/NSTEMI e uno dei seguenti indicatori di A
alto rischio:
Angina ricorrente o ischemia a riposo o con attività di bassa intensità malgrado terapia
antischemica massimale

Angina instabile e infarto miocardico senza sopraslivellamento del tratto ST


Aumento di TnT o TnI
Sottoslivellamento del tratto ST di nuova insorgenza o presumibilmente tale
Angina ricorrente o ischemia con sintomi di CHF, un tono S3 di galoppo, edema polmonare,
rantoli ingravescenti, soffio da insufficienza mitralica di nuova insorgenza o ingravescente
Fattori di alto rischio ai test da sforzo non invasivi
Depressa funzione sistolica del VS (p.es., FE minore di 0,40 agli esami non invasivi)
Instabilità emodinamica
Tachicardia ventricolare sostenuta
PCI entro 6 mesi
Pregresso CABG
In assenza di questi risultati, possono essere seguite una strategia precoce conservativa B
o una strategia invasiva precoce nei pazienti ricoverati senza controindicazioni alla
rivascolarizzazione.
Classe IIa (buona Una strategia invasiva precoce nei pazienti con ripetuti ricoveri per SCA nonostante la terapia e C
evidenza a supporto) senza evidenza di ischemia in atto o ad alto rischio.
Classe IIb (debole
evidenza a supporto)
Classe III Angiografia coronarica in pazienti con estesa comorbilità (p.es., insufficienza epatica o C
(non indicato) polmonare, cancro) in cui i rischi della rivascolarizzazione non sembrano bilanciare i benefici.
Coronarografia in pazienti con dolore toracico acuto e una bassa probabilità di SCA. C
Coronarografia nei pazienti che non danno il consenso per la rivascolarizzazione C
indipendentemente dai reperti.

SCA = sindrome coronarica acuta; CABG = bypass arterioso coronarico; CHF = insufficienza cardiaca congestizia; FE = frazione di eiezione; VS = ventricolare
sinistro; MR (Mitral Regurgitation) = insufficienza mitralica; PCI = intervento coronarico percutaneo; TnI= troponina I; TnT = troponina T; UA/NSTEMI =
angina instabile o infarto miocardico senza sopraslivellamento del tratto ST.

Tabella 49L–8 Raccomandazioni dell’American College of Cardiology/American Heart Association


per la rivascolarizzazione con PCI e CABG in pazienti con angina instabile
o infarto miocardico senza sopraslivellamento del tratto ST
Classe Indicazione Livello di evidenza

Classe I (indicato) CABG nei pazienti con CAD significativa del tronco comune. A
CABG nei pazienti con malattia trivasale; il beneficio sulla sopravvivenza è maggiore nei pazienti A
con anomalie della funzione del VS (FE minore di 0,50).
CABG nei pazienti con malattia di due vasi coinvolgente in maniera significativa il tratto prossimale A
della discendente anteriore CAD con anomalie della funzione del VS (FE minore di 0,50) o
ischemia dimostrabile ai test non invasivi.
Sia CABG che PCI nei pazienti con CAD di uno o due vasi senza significativa ostruzione prossimale B
dell’anteriore sinistra CAD della discendente anteriore ma in presenza di un’ampia area di
miocardio vitale e criteri di alto rischio alle indagini non invasive.
PCI per i pazienti con malattia multivasale con adeguata anatomia coronarica, con normale funzione A
del VS e senza diabete.
Inibitori della GP IIb/IIIa piastrinica nei pazienti con UA/NSTEMI sottoposti a PCI. A
Classe IIa (buona Ripetere il CABG nei pazienti con stenosi multiple in diversi bypass venosi, in particolare se è C
evidenza presente una significativa stenosi di un innesto che irrora la LAD.
a supporto) PCI per occlusione focale o stenosi multiple in pazienti con scarsa indicazione al reintervento. C
CABG o PCI in pazienti con CAD di uno o due vasi senza significativa CAD della discendente B
anteriore prossimale con una moderata zona di miocardio vitale e ischemia agli esami non invasivi.
PCI o CABG per i pazienti con malattia di un singolo vaso con CAD significativa della discendente B
anteriore prossimale.
CABG con arteria mammaria interna nei pazienti con malattia multivasale e diabete mellito. B
Classe IIb (debole PCI nei pazienti con malattia di due o tre vasi con coinvolgimento significativo della discendente B
evidenza anteriore prossimale, con diabete in trattamento o alterata funzione ventricolare sinistra e con
a supporto) anatomia adatta alla terapia percutanea.
Classe III CABG o PCI in pazienti con CAD di uno o due vasi senza significativa malattia prossimale della C
(non indicato) discendente anteriore sinistra o con sintomi lievi o sintomi di non probabile origine ischemica o
che non hanno ricevuto una adeguata terapia medica e in cui non sia dimostrabile ischemia alle
indagini non invasive.
PCI o CABG nei pazienti con stenosi coronariche non significative (minori del 50% del diametro). C
PCI nei pazienti con lesione significativa del tronco comune della coronaria sinistra già candidati al B
CABG.

CABG = bypass aorto-coronarico; CAD = coronaropatia; FE = frazione di eiezione; GP = glicoproteina; LAD = discendente anteriore sinistra; VS = ventricolo sinistro;
PCI = intervento coronarico percutaneo; UA/NSTEMI = angina instabile o infarto miocardico senza sopraslivellamento del tratto ST.

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1280 Tabella 49L–9 Raccomandazioni dell’American College of Cardiology/American Heart Association per la scelta
della modalità di rivascolarizzazione in seguito ad angina instabile o infarto miocardico senza
sopraslivellamento del tratto ST
Estensione della malattia Trattamento Classe di appropriatezza Livello di evidenza

Malattia del tronco comune (stenosi ≥50%), candidata a CABG CABG I A


PCI III C
Capitolo 49

Malattia del tronco comune, non candidata a CABG PCI IIb C


Malattia di tre vasi con FE <0,50 CABG I A
Malattia multivasale coinvolgente la LAD prossimale, con FE <0,50 CABG I A
o diabete trattato PCI IIb B
Malattia multivasale con FE >0,50 e senza diabete PCI I A
Malattia di uno o due vasi coronarici non coinvolgente il tratto CABG o PCI I B
prossimale della LAD ampie zone di ischemia miocardica o criteri
di alto rischio indagini non invasive
Malattia di un vaso coinvolgente la LAD prossimale CABG o PCI IIa B
Malattia di uno o due vasi coronarici escluso il tratto prossimale CABG o PCI III* C
della LAD area di ischemia o assenza di ischemia ai test non invasivi
Stenosi coronarica non significativa CABG CABG o PCI IIIC
*Classe I = se persiste angina invalidante nonostante terapia medica massimale.
CABG = bypass arterioso coronarico; FE = frazione di eiezione; LAD = discendente anteriore sinistra; PCI = intervento coronarico percutaneo.

stra (Left Anterior Descending, LAD) ma con grosse aree di miocardio Per i pazienti con diabete, in presenza di patologie multivascolari
in pericolo (Tab. 49L–9). Le linee supportano la rivascolarizzazione con che richiedano la rivascolarizzazione, le linee guida raccomandano il
CABG o PCI per i pazienti con malattia focale della LAD prossimale CABG con uso dell’arteria mammaria interna rispetto al PCI; in altre
(classe IIa) ma non raccomandano la rivascolarizzazione nei pazienti situazioni, le decisioni terapeutiche devono essere simili a quelle per
senza malattia della discendente anteriore sinistra prossimale o in i pazienti non diabetici. La task force ha riscontrato che l’uso di stent,
quelli che presentano un’ischemia di piccola estensione individuata in particolare con abciximab, può determinare risultati più favorevoli
in base a esami non invasivi. nei diabetici ma che ulteriori dati sono necessari prima che questo
approccio possa essere sistematicamente raccomandato.
Per i pazienti con sindromi coronariche precedentemente sotto-
DIMISSIONE OSPEDALIERA E posti a CABG, le linee guida raccomandano una soglia più bassa per
ASSISTENZA POST DIMISSIONE porre indicazione all’angiografia considerate le molteplici potenziali
cause di ischemia. Le linee guida sostengono l’uso di tecniche di dia-
Le linee guida ACC/AHA enfatizzano l’importanza della riduzione gnostica per immagini con stress test nei pazienti precedentemente
aggressiva dei fattori di rischio e dell’educazione dei pazienti sulla sottoposti a CABG (indicazione di classe IIa).
gestione degli episodi ischemici. Le indicazioni di classe I per il tratta- I calcioantagonisti e i nitrati sono raccomandati nei pazienti con
mento farmacologico includono: dolore toracico dopo l’uso di cocaina e nei pazienti con sindromi
Aspirina da 75 a 325 mg/die in assenza di controindicazioni cliniche compatibili con la presenza di spasmo coronarico. In pazienti
Clopidogrel 75 mg/die in assenza di controindicazioni nei casi in cui che hanno utilizzato cocaina, l’angiografia coronarica è raccomandata
l’aspirina non è tollerata nel caso in cui il tratto ST permanga sopraslivellato dopo il trattamento
L’associazione di aspirina e clopidogrel per 9 mesi dopo UA/ medico.
NSTEMI
Beta-bloccanti in assenza di controindicazioni
Gli interventi dietetici e la terapia farmacologia devono essere iniziati Bibliografia
solo se il colesterolo LDL è superiore a 130 mg/dl 1. Braunwald E, Antman EM, Beasley JW, et al: ACC/AHA guidelines for the
Farmaci ipolipemizzanti se il colesterolo LDL è maggiore di 100 mg/dl management of patients with unstable angina and non-ST-segment eleva-
dopo la dieta tion myocardial infarction: A report of the American College of Cardiology/
American Heart Association Task Force on Practice Guidelines (Committee
ACE-inibitori nei pazienti con insufficienza cardiaca, disfunzione ven-
on the Management of Patients with Unstable Angina). J Am Coll Cardiol
tricolare sinistra, ipertensione o diabete 36:970, 2000.
2. Braunwald E, Antman EM, Beasley JW, et al: ACC/AHA 2002 guideline update
GRUPPI PARTICOLARI for the management of patients with unstable angina and non-ST-segment
elevation myocardial infarction: Summary article: A report of the Ameri-
Le linee guida indicano che le donne con sindrome coronarica acuta can College of Cardiology/American Heart Association Task Force on Prac-
tice Guidelines (Committee on the Management of Patients with Unstable
devono essere trattate secondo gli stessi principi usati per gli uomini,
Angina). Circulation 106:1893, 2002.
utilizzando le stesse indicazioni per i test non invasivi e i trattamenti. 3. Smith SC Jr, Dove JT, Jacobs AK, et al: ACC/AHA guidelines for percutane-
Per i pazienti anziani, le linee guida raccomandano che il medico ous coronary intervention: A report of the American College of Cardiology/
consideri la percezione globale di salute del paziente, le comorbilità, le American Heart Association Task Force on Practice Guidelines (Committee to
condizioni cognitive e l’aspettativa di vita nello scegliere l’aggressività Revise the 1993 Guidelines for Percutaneous Transluminal Coronary Angio-
della terapia. plasty). J Am Coll Cardiol 37:2239i, 2001.

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