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subacuta)
Classe III Angina a riposo nelle ultime 48 ore (angina a riposo, subacuta) 10,8†
Circostanze cliniche
A (angina secondaria) Si sviluppa in presenza di condizioni extracardiache che intensificano l’ischemia 14,1
miocardica
B (angina primitiva) Si sviluppa in assenza di condizioni extracardiache 8,5
C (angina postinfartuale) Si sviluppa entro 2 settimane dopo un infarto miocardico acuto 18,5‡
Intensità del trattamento I pazienti con angina instabile possono anche essere distinti in tre gruppi in relazione al
verificarsi (1) dell’angina instabile in assenza di trattamento per angina cronica stabile,
(2) durante il trattamento per angina stabile o (3) nonostante una terapia farmacologica
antischemica massimale. I tre gruppi possono essere designati rispettivamente dai numeri
1, 2 e 3, come pedice.
Modificazioni I pazienti con angina instabile possono essere ulteriormente suddivisi in base alla presenza
elettrocardiografiche o meno di transitorie modificazioni del tratto ST e dell’onda T durante il dolore.
*Dati da TIMI III Registry: Scirica BM, Cannon CP, McCabe CH, et al, for the Thrombolysis In Myocardial Ischemia III Registry Investigators: Prognosis in the
Thrombolysis in Myocardial Ischemia III Registry according to the Braunwald unstable angina pectoris classification. Am J Cardiol 90:821, 2002.
†
p = 0,057.
‡
p <0,001.
Da Braunwald E: Unstable angina: A classification. Circulation 80:410, 1989.
Trombo Ostruzione
Necrosi miocitaria
non occlusivo meccanica
su placca progressiva Troponina
preesistente
Infiammazione Stress
emodinamico
Ostruzione UA secondaria hs-PCR, CD40L
dinamica ( MVO2) BNP, NT-proBNP
Infiammazione/Infezione
Aterosclerosi Danno vascolare
FIGURA 49–1 Rappresentazione schematica delle cause di angina insta- accelerata
bile (UA). MVO2 = consumo miocardico di O2. (Da Braunwald E: Unstable angina: ClCr
Hb A1c Microalbuminuria
An etiologic approach to management [editorial]. Circulation 98:2219, 1998.)
Glicemia
1 Adesione piastrinica
Piastrina
2 Attivazione piastrinica
Piastrina attivata
e recettore GP IIb/IIIa
FIGURA 49–3 Trombo coronarico in un paziente con angina instabile.
Un uomo di 60 anni si presentava con dolore prolungato a riposo e con un
temporaneo sopraslivellamento del tratto ST in sede anteriore. L’angiografia ASA,
coronarica mostra un difetto irregolare mal definito di riempimento nell’arte- Clopidogrel/Ticlopidina
ria interventricolare anteriore sinistra a livello del secondo ramo diagonale
(freccia). Il mezzo di contrasto circonda il trombo sferico, che si estende entro
il ramo diagonale.
piastrine, determinando una crescente aggregazione piastri- coronarico, o da entrambi. Condizioni che aumentano il fab-
nica. La terapia antiaggregante è uno dei capisaldi della terapia bisogno di ossigeno comprendono la tachicardia (p.
dell’UA/NSTEMI (vedi Terapia Medica) ed è volta a ridurre la es.,tachicardia sopraventricolare o fibrillazione atriale di
formazione di trombossano A2 (aspirina), a inibire l’attivazione recente insorgenza con rapida risposta ventricolare), la febbre,
delle piastrine tramite la componente P2Y12 della via del la tireotossicosi, gli stati iperadrenergici e l’aumento del
recettore per l’adenosindifosfato (ADP) (ticlopidina e clopido- postcarico ventricolare sinistro, come in caso di ipertensione
grel)24 e a inibire direttamente l’aggregazione piastrinica (ini- o di stenosi aortica. L’angina instabile secondaria può anche
bitori della GP IIb/IIIa) (Fig. 49-4). essere dovuta a ridotto apporto di ossigeno, come in caso di
EMOSTASI SECONDARIA. Contemporaneamente alla anemia, ipossiemia (p.es., correlata a polmonite o insufficienza
formazione del trombo piastrinico, si attiva il sistema della cardiaca congestizia) e negli stati di iperviscosità o ipoten-
coagulazione. La liberazione del fattore tissutale sembra sione. L’angina secondaria sembra avere una prognosi peggiore
essere il meccanismo predominante nell’attivazione del- dell’angina instabile primaria (Tab. 49-1).7
l’emostasi durante la rottura della placca e la trombosi coro-
narica (Cap. 80).25 Infine, il fattore X viene attivato a fattore
Xa portando alla generazione di trombina (fattore IIa), che Presentazione clinica
ha un ruolo centrale nella trombosi arteriosa: (1) la trombina
converte il fibrinogeno in fibrina, processo che rappresenta Il profilo clinico dei pazienti con UA/NSTEMI differisce da
la via finale comune per la formazione del coagulo, (2) costi- quello dei pazienti con STEMI. Le donne manifestano più
tuisce un potente stimolo per l’aggregazione piastrinica e (3) frequentemente un quadro clinico di angina instabile, costi-
attiva il fattore XIII, che determina la formazione di legami tuendo dal 30 al 45% dei pazienti con angina instabile in
crociati e la stabilizzazione del coagulo di fibrina. Le mole- numerosi studi,32-34 rispetto al 25-30% del totale dei pazienti
cole di trombina sono incorporate in trombi coronarici e pos- con NSTEMI e il 20% circa dei pazienti con STEMI.32,33 Rispetto
sono formare il substrato per la retrombosi (cioè, riocclusione a questi ultimi, i pazienti con angina instabile hanno inoltre
o reinfarto) quando il trombo va incontro a fibrinolisi spon- una frequenza più elevata di pregressi episodi di IM, angina,
tanea o farmacologicamente indotta. Pertanto, l’efficace ini- rivascolarizzazione coronarica e patologia vascolare extracar-
bizione della trombina e del fattore Xa è importante nella diaca.33,35 In effetti, circa l’80% dei pazienti con UA/NSTEMI
terapia dell’UA/NSTEMI. ha un’anamnesi positiva per patologie cardiovascolari e la
VASOCOSTRIZIONE CORONARICA. Vi sono tre differenti maggior parte di essi presenta evidenza di fattori di rischio
situazioni in cui è identificato il processo di ostruzione dina- coronarico precedenti.36
mica delle coronarie: ESAME OBIETTIVO. La descrizione del “dolore ischemico”
1. L’angina variante di Prinzmetal con un intenso spasmo è la caratteristica fondamentale dell’UA/NSTEMI (Cap. 45).
focale di un tratto di una coronaria epicardica, è l’esem- L’esame obiettivo può essere negativo oppure può fornire un
pio tipico.26 Può riscontrarsi in pazienti senza atero- supporto alla diagnosi di ischemia miocardica (Cap. 8). Segni
sclerosi coronarica o in quelli con una o più placche che suggeriscono che l’arteria responsabile dell’evento per-
ateromasiche non ostruttive. fonde un’ampia porzione del ventricolo sinistro comprendono
2. La vasocostrizione coronarica che causa “angina micro- sudorazione, cute pallida e fredda, tachicardia sinusale, un
circolatoria”, determinata dalla costrizione dei piccoli terzo o quarto tono cardiaco e rantoli basali all’auscultazione
vasi coronarici intramurali di resistenza, è la seconda del torace. Raramente, nell’UA/NSTEMI la gravità della disfun-
tipologia di vasocostrizione27 coronarica. Sebbene non zione ventricolare sinistra è tale da provocare ipotensione
si riscontrino stenosi delle arterie coronarie epicardiche, (cioè, shock cardiogeno).
il flusso coronarico è di solito ridotto (Cap. 44). ELETTROCARDIOGRAMMA. Nell’UA/NSTEMI, il sotto-
3. La terza condizione in cui si verifica vasocostrizione, slivellamento (o il transitorio sopraslivellamento) del tratto ST
e probabilmente la più comune, è quella legata alla e le modificazioni dell’onda T si verificano fino al 50% dei
presenza di placche coronariche aterosclerotiche.28 La pazienti.3,22,37 La presenza di modificazioni del tratto ST di
vasocostrizione può verificarsi come risultato del rila- nuova insorgenza (o presumibilmente tali) rappresenta una
scio locale di fattori ad azione vasocostrittrice da parte specifica e importante misura dell’ischemia e della prognosi.
delle piastrine, la serotonina e il trombossano A2, e dalle Tradizionalmente, il sottoslivellamento del tratto ST è stato
sostanza presenti nello trombo stesso, come la trom- considerato significativo solo se maggiore di 0,1 mV e si veri-
bina. Anche la presenza di disfunzione endoteliale nel fica nel 20-25% dei pazienti. Tuttavia, un ulteriore 20% dei
distretto coronarico, con ridotta produzione di ossido pazienti si presenta con sottoslivellamento del tratto ST di 0,05
nitrico e aumentato rilascio di endotelina, può indurre mV,3,37 ed è stato osservato che la prognosi è sfavorevole come
vasocostrizione. Anche stimoli adrenergici, l’immer- quella dei pazienti con sottoslivellamento di 0,1 mV.37,38 La
sione in acqua fredda, la cocaina29 o lo stress mentale30 prognosi peggiore si verifica tra pazienti con sopraslivella-
possono causare vasocostrizione coronarica. mento ST transitorio (cioè, <20 minuti), che compare nel 10%
OSTRUZIONE MECCANICA PROGRESSIVA. La quarta circa dei pazienti con UA/NSTEMI. Le modificazioni dell’onda
causa di UA/NSTEMI è il progressivo restringimento del T sono indici sensibili ma non specifici di ischemia acuta a
lume, osservato soprattutto in caso di restenosi dopo inter- meno che non siano particolarmente marcate (≥0,3 mV).22
venti coronarici percutanei (Percutaneous Coronary Interven- MONITORAGGIO ELETTROCARDIOGRAFICO CONTI-
tion, PCI) in cui non siano stati adoperati stent medicati (Cap. NUO. Il monitoraggio ECG continuo può essere usato per due
52). Studi angiografici e basati sull’aterectomia hanno dimo- scopi nell’UA/NSTEMI: per monitorare eventuali aritmie o
strato che molti pazienti che non avevano subito precedenti ricorrenti alterazioni del tratto ST indicative di ischemia. Nel
procedure presentavano un progressivo restringimento lumi- primo caso, la telemetria dei pazienti ricoverati in postazioni
Placche multiple
“vulnerabili” trovate in
segmenti non-colpevoli
1-7
Capitolo 49
Placche multiple
“vulnerabili”
trovate in segmenti
non-colpevoli
10-12
FIGURA 49–5 Evidenza di molteplici placche vulnerabili in un paziente con sindrome coronarica acuta. Vengono mostrate delle immagini angiografiche e
angioscopiche di un uomo di 58 anni con infarto miocardico anteriore. La lesione colpevole è visibile nel tratto prossimale dell’arteria interventricolare anteriore
sinistra accanto al numero 8. Tuttavia, altri tratti dell’arteria, che appaiono normali alla angiografia coronarica, all’angioscopia dimostrano la presenza di placche
vulnerabili (siti da 10 a 12 e 1, 3, 4, 7). (Adattato da Asakura M, Ueda Y, Yamaguchi O, et al: Extensive development of vulnerable plaques as a pan-coronary process
in patients with myocardial infarction: An angioscopic study. J Am Coll Cardiol 37:1284, 2001.)
80
6
Pazienti (%)
60
46,3
4
40
30,8
2
20
0
0
Basso (0,12–1,0) Medio (1,1–4,3) Alto (4,5–29,4) 0 30 60 90 120 150 180
PCR terzile (mg/l) Giorni
FIGURA 49–6 Il livello della proteina C reattiva (PCR) è correlato alla pre- FIGURA 49–7 Curve di Kaplan-Meier che mostrano la mortalità nei pazienti
valenza di molteplici placche contenenti trombi – in 228 pazienti con angina con sindrome coronarica acuta (SCA) nello studio Global Use of Strategies
instabile o infarto miocardico senza sopraslivellamento del tratto ST. (Dati da to Open Occluded Coronary Arteries (GUSTO) IIb, divisi in base al reperto
Zairis MN, Papadaki OA, Manousakis SJ, et al: C-reactive protein and multiple elettrocardiografico alla presentazione. (Adattato da Savonitto S, Ardissino D,
complex coronary artery plaques in patients with primary unstable angina. Granger CB, et al: Prognostic value of the admission electrocardiogram in acute
Atherosclerosis 164:355, 2002.) coronary syndromes. JAMA 281:707, 1999. Copyright 1999, American Medical
Association.)
appropriata in casi selezionati (p.es., la valutazione della fun- concetto emerso nel contesto del rischio a lungo termine in
zione tiroidea in un paziente che si presenta con UA/NSTEMI seguito a una SCA è che l’alto rischio di eventi ischemici ricor-
e tachicardia persistente). renti osservato è legato alla presenza di lesioni multifocali
diverse da quella responsabile dell’evento acuto. Lo studio
dell’anatomia coronarica attraverso l’angiografia,60-62 l’ecogra-
Stratificazione del rischio fia intravascolare coronarica63 o l’angioscopia64 ha dimostrato
la presenza di molteplici placche attive oltre alla lesione
FISIOPATOLOGIA DEL RISCHIO A LUNGO TERMINE responsabile dell’evento acuto (Fig. 49-5). Così, mentre un
DOPO SINDROME CORONARICA ACUTA. Un importante approccio interventistico aggressivo viene usato con successo
35 INV IC (0,33, 0,91) per la stratificazione del rischio attraverso una scala logarit-
30,6 mica, dal 4,7 al 40,9% (p <0,001) (Fig. 49-9A).67 Più importante
30
OR = 0,75 ancora, è stato riscontrato che questo punteggio di rischio pre-
25 IC (0,57, 1,00) diceva la risposta a diverse tra le terapie praticate in corso di
20,3 UA/NSTEMI: i pazienti con punteggio TIMI più alto avevano
19,5
20 una significativa riduzione degli eventi quando trattati con
16,1 enoxaparina rispetto all’UFH,67 con il ricorso agli inibitori della
15 GP IIb/IIIa rispetto al placebo,123 e con una strategia invasiva
12,8
11,8 rispetto a una conservativa (Fig. 49-9B).3 Con la costante cre-
10
scita del numero di nuovi indicatori cardiaci (vedi prima),
5 ci si attende che questi esaustivi punteggi di rischio possano
essere espansi a includere tali nuovi indicatori a mano a mano
0 che questi diventano sempre più diffusi nella pratica clinica,
Basso 0-2 Intermedio Alto 5-7 come mostrato in uno studio che utilizzava tre indicatori in
3-4 una “strategia multi-indicatore per la valutazione” (Fig. 49-10;
Score di rischio TIMI Fig. 49-2).
% di pazienti 25 60 15
B Terapia medica
FIGURA 49–9 A, Punteggio di rischio Thrombolysis in Myocardial Ischemia
(TIMI) per angina instabile o infarto miocardico senza sopraslivellamento del OBIETTIVI TERAPEUTICI. Gli obiettivi del trattamento dei
tratto ST (UA/NSTEMI). I fattori di rischio sono mostrati a destra e il rischio di pazienti con UA/NSTEMI sono concentrati sulla stabilizza-
morte (D), infarto miocardico (IM) o rivascolarizzazione urgente (RU) è mostrato zione e sulla “passivazione” della lesione coronarica acuta, sul
lungo l’asse verticale. B, Uso del TIMI risk score per UA/NSTEMI allo scopo trattamento dell’ischemia residua e sulla prevenzione secon-
di predire il vantaggio di una strategia invasiva precoce. In una analisi definita daria a lungo termine. La terapia antitrombotica (p.es., aspi-
prospetticamente, il TIMI risk score veniva utilizzato nello studio Treat Angina rina, clopidogrel UFH o LMWH e inibitori della GP IIb/IIIa) è
with Aggrastat and determine Cost of Therapy with an Invasive or Conservative stata utilizzata per prevenire ulteriori fenomeni di trombosi e
Strategy (TACTICS)-TIMI 18 trial. Come mostrato, il 75% dei pazienti aveva un consentire alla fibrinolisi endogena di dissolvere il trombo e
risk score di 3 o maggiore, e in questi pazienti era stato osservato un beneficio
significativo con la condotta invasiva. SCA = sindrome coronarica acuta; CAD =
ridurre il grado di stenosi coronarica. La terapia antitrombotica
coronaropatia; IC = intervallo di confidenza; CONS = conservativa; ECG = elet- va continuata a lungo termine per ridurre il rischio di svilup-
trocardiogramma; Inv = invasiva; OR = odds ratio. (A, Adattato da Antman EM, pare futuri eventi e/o per prevenire la progressione verso la
Cohen M, Bernink PJLM, et al: The TIMI risk score for unstable angina/non-ST completa occlusione della coronaria. Le terapie antischemiche
elevation MI: A method for prognostication and therapeutic decision making. (p.es., beta-bloccanti, nitrati e calcioantagonisti) sono utilizzate
JAMA 284:835, 2000; B, dati da Cannon CP, Weintraub WS, Demopoulos LA, et primariamente per ridurre la richiesta miocardica di ossigeno
al: Comparison of early invasive and conservative strategies in patients with ma sembra che abbiano anche effetti nel prevenire la rottura
unstable coronary syndromes treated with the glycoprotein IIb/IIIa inhibitor della placca, come mostrato dalle campagne di prevenzione
tirofiban. N Engl J Med 344:1879, 2001.) degli eventi clinici con beta-bloccanti e ACE-inibitori. La riva-
scolarizzazione coronarica è utilizzata frequentemente per
trattare la grave stenosi di una lesione incriminata, prevenendo
tre, questa associazione veniva osservata tanto nei pazienti con in tal modo l’ulteriore progressione del trombo e la conse-
STEMI quanto in quelli con UA/NSTEMI ed era indipendente guente ischemia ricorrente. Dopo la stabilizzazione dell’evento
da altri fattori di rischio basali.119,120 Una simile associazione acuto, i numerosi fattori responsabili devono essere antagoniz-
5 12
ma anche il suo effetto veno-
dilatatore può produrre bene-
10
Capitolo 49
8 10 10 Z; TIMI 21).158
6,2*
Lo studio Pravastatin or Ator-
5* 10
n = 178 n = 276 6,5* vastatin Evaluation and Infec-
n = 399 tion Therapy – Thrombolysis in
4 5 5 3,3*
n = 121
Myocardial Infarction (PROVE
5
IT-TIMI) 22 ha valutato il ruolo
di una terapia ipolipemizzante
0 0 0 0 aggressiva rispetto alla terapia
Lewis et al. Cairns et al. Theroux et al. RISC group standard in 4162 pazienti, ini-
ziando la stessa entro 10 giorni
Placebo ASA
dal ricovero per sindrome coro-
narica acuta.158a Il trattamento
FIGURA 49–13 Quattro studi randomizzati mostrano il beneficio dell’aspirina nell’UA/NSTEMI. In corso di UA/ con terapia standard (pravastati-
NSTEMI, l’incidenza di morte e infarto miocardico (IM) era ridotta di oltre il 50% in ognuno di questi quattro studi. na, 40 mg) determinava un valo-
Le dosi di aspirina nei quattro studi erano rispettivamente di 325, 1300 e 75 mg/d, indicando l’assenza di qualsiasi re medio di LDL di 95 mg/dl (li-
differenza nella efficacia dell’aspirina tra le suddette dosi. ASA = acido acetilsalicilico (aspirina). (Dati da Lewis HD, miti, 79-113 mg/dl), mentre con
et al: N Engl J Med 309:396, 1983; Cairns, et al: N Engl J Med 313:1499, 1985; Theroux P, et al: N Engl J Med 319:1105,
1988; RISC Group: Lancet 349:827, 1990.)
una terapia aggressiva (atorvasta-
tina, 80 mg) si otteneva una con-
centrazione media di LDL di 62
mg/dl (limiti interquartile, 50-79
<0,001), la necessità di ricorrere a rivascolarizzazione corona- mg/dl) (p <0,001). Il rischio di morte, infarto del miocardio
rica del 37% (p <0,0001), e la riospedalizzazione per eventi non fatale, episodi documentati di angina instabile, necessità
cardiovascolari acuti del 26% (p <0,001).146,150 Nello studio di rivascolarizzazione o ictus si riduceva del 16% (p = 0,005),
Long-term Intervention with Pravastatin in Ischemic Disease
(LIPID), coinvolgente un sottogruppo prestabilito di oltre 3200
pazienti con angina instabile, la terapia con pravastatina portò
a una significativa riduzione del 26% della mortalità totale
(p = 0,004).151 Tabella 49–3 Frequenza di sanguinamenti maggiori
Il National Cholesterol Education Program raccomanda una in base alla dose di aspirina
terapia con dieta e farmaci se le LDL superano il valore di 100 Dose di aspirina (mg) Aspirina + placebo Aspirina + clopidogrel
mg/dl, con un obiettivo di riduzione delle LDL a meno di 100
75-100 1,9% 3,0%
mg/dl.152 Il momento per eseguire il prelievo è teoricamente
nelle prime 24 ore dopo il ricovero, poiché i livelli di coleste- 100-199 2,8% 3,4%
rolo si riducono dopo un evento acuto. Dunque, il colesterolo
200-325 3,7% 4,9%
deve essere misurato in un certo momento durante la proce-
dura di ricovero, perché se fosse elevato sarebbe raccomanda- Dati da Peters RJ, Mehta SR, Fox KA, et al: Circulation 108:1682, 2003.
D’altra parte, tre o quattro studi con enoxaparina hanno riscontrato ridotta (8,3 versus 9,1%, p = 0,22).35
un significativo miglioramento degli esiti clinici. Negli studi Evaluation of Lo studio Organisation to Assess Strategies for Ischemic Syn-
the Safety and Efficacy of Enoxaparin in Non-ST Elevation Coronary Events dromes (OASIS-2)211 ha confrontato il trattamento con lepiru-
(ESSENCE)18 e TIMI 11B,19 l’enoxaparina dimostrava un beneficio significa-
tivo, del 20% circa, nel ridurre mortalità, incidenza di IM o ischemia ricor- dina, un farmaco analogo all’irudina, con UFH; la mortalità
rente rispetto all’UFH. In entrambi gli studi, i pazienti con slivellamento del cardiovascolare o l’incidenza di IM a 7 giorni erano tenden-
tratto ST presentavano una riduzione significativa degli eventi cardiaci con zialmente più bassi con lepirudina (3,6% e 4,2% rispettiva-
enoxaparina confrontata con UFH, assente in quelli senza slivellamento del mente, p = 0,08). I sanguinamenti maggiori, tali da rendere
tratto ST.18,19 Allo stesso modo, nel sottostudio TIMI 11B sulla troponina, necessaria una trasfusione, erano rari ma più frequenti con la
anche tra pazienti con CK-MB negativa, quelli con elevazione della tropo-
nina I traevano un maggior beneficio dall’enoxaparina, rispetto all’UFH,
lepirudina (1,2% contro 0,7% con eparina, p = 0,01). Una meta-
al contrario di quelli con troponina negativa.205 Usando il TIMI risk score nalisi di tutti gli studi con l’irudina ha mostrato un modesto
(Fig. 49-9A), il beneficio dell’enoxaparina rispetto all’UFH veniva osservato beneficio del 10% a favore dell’irudina, che non è statistica-
nei pazienti con uno score di 3 o maggiore (sia nell’ESSENCE che nel TIMI mente significativo nei pazienti con UA/NSTEMI. Anche altri
11B).67 Di conseguenza, i benefici clinici dell’enoxaparina si osservano nel inibitori diretti della trombina sintetici sono stati valutati in
gruppo di pazienti a maggior rischio. piccoli studi (p.es., argatroban e bivalirudina), con una ten-
In una formale analisi farmacoeconomica, l’uso di enoxaparina si è
dimostrato vantaggioso in termini di costo/efficacia. È stato rilevato un denza alla riduzione dell’incidenza di eventi cardiaci ricor-
piccolo aumento nel costo del farmaco (enoxaparina contro UFH con renti e dei sanguinamenti.212-214
misurazione dell’aPTT), ma questo veniva compensato da una frequenza BIVALIRUDINA. Questo inibitore diretto della trombina è
significativamente più bassa di cateterismi e procedure di rivascolariz- stato testato in corso di PCI ed è stata riscontrata una tendenza
zazione, e pertanto la terapia con enoxaparina porta a un risparmio di a esiti migliori rispetto all’UFH215 e risultati simili a quelli con
$1172 per ogni paziente trattato.206 Pertanto, sono stati osservati sia un associazione di UFH e inibitori delle GP IIb/IIIa.216 Nell’ultimo
miglioramento degli esiti che una riduzione dei costi con il trattamento
intraospedaliero con enoxaparina rispetto all’UFH. Non è stato osservato studio, solo il 40% dei pazienti era classificato come affetto da
alcun beneficio aggiuntivo con la continuazione della terapia con enoxapa- UA/NSTEMI, e la differenza nell’incidenza di eventi cardiaci
rina dopo la dimissione.19 D’altra parte, un più importante beneficio veniva ricorrenti era numericamente maggiore ma non statisticamente
osservato con l’enoxaparina nei pazienti sottoposti a PCI.207 significativa in questo sottogruppo ad alto rischio. Quindi, l’ef-
Tre studi hanno valutato i vantaggi dell’enoxaparina rispetto all’UFH ficacia della bivalirudina nell’UA/NSTEMI non è stata com-
in pazienti già trattati con aspirina e un inibitore della GP IIb/IIIa.40,158,208
In uno studio, in cui l’enoxaparina veniva somministrata approssimativa-
pletamente valutata, ma è in corso un ampio studio. Gli
mente per 4 giorni prima di qualunque intervento di rivascolarizzazione, inibitori diretti della trombina si sono dimostrati in grado di
tale trattamento conduceva a una riduzione significativa di decessi o IM e fornire un livello molto stabile di anticoagulazione, valutato
di ischemia ricorrente documentata da sottoslivellamento del tratto ST al mediante l’aPTT,35,217 senza che fosse segnalato alcun episodio
monitoraggio Holter.40 Nello studio A to Z, veniva osservata una tendenza di trombocitopenia per i farmaci del gruppo dell’irudina. Si
non significativa verso un miglioramento degli esiti.208 Un terzo studio deve rilevare che la lepirudina e l’argatoban sono approvati
(Superior Yield of the New strategy of Enoxaparin, Revascularization,
GlYcoprotein IIb/IIIa inhibitors [SYNERGY]) condotto su circa 10.000 dalla FDA statunitense come anticoagulanti in pazienti con
soggetti, non evidenziava nel contesto di una strategia invasiva precoce con trombocitopenia indotta dall’eparina e malattie tromboembo-
inibizione della GP IIb/IIIa alcuna differenza significativa nella mortalità liche associate.
o nell’incidenza di infarto miocardico tra trattamento con enoxaparina
e UFH, ma un aumento delle emorragie si riscontrava con l’utilizzo del- Anticoagulanti orali (vedi Cap. 80)
l’enoxaparina.208a La Figura 49-16 riassume i dati sull’uso dell’enoxapa-
rina nell’UA/NSTEMI: una riduzione significativa, approssimativamente del L’anticoagulazione orale con warfarin successiva a SCA è stata
15-20%, del rischio relativo di decesso o IM e dell’endpoint combinato di esaminata in molti studi, con il razionale che un trattamento
morte, IM o ischemia ricorrente a 7 giorni.208 prolungato può aumentare il vantaggio di una anticoagula-
Infine, uno studio di 438 pazienti con UA/NSTEMI ha confrontato diret- zione precoce con farmaco antitrombinico (p.es., eparina o
tamente due LMWH – enoxaparina e tinzaparina. L’endpoint primario com-
posito (morte, IM o ischemia ricorrente) a 7 giorni era significativamente
LMWH). Tre dei primi grandi studi non sono riusciti a dimo-
più basso nel gruppo dell’enoxaparina (12,3% versus 21,1% nel gruppo strare un beneficio significativo del warfarin più aspirina a
tinzaparina, p = 0,015).209 Questi dati, combinati con gli studi multipli lungo termine rispetto alla sola aspirina. Nello studio OASIS-2
sull’enoxaparina contro UFH, suggeriscono che la prima è di particolare su pazienti con UA/NSTEMI, il tasso di mortalità cardiovasco-
beneficio nei pazienti con UA/NSTEMI e, a meno che nuovi studi con altre lare, IM o ictus a 5 mesi era del 7,6% per quelli che ricevevano
LMWH non dimostrino un beneficio rispetto all’eparina non frazionata, warfarin più aspirina contro l’8,3% di quelli che ricevevano
l’enoxaparina sembra essere la LMWH (e, più in generale, il farmaco anti-
trombina) di scelta nell’UA/NSTEMI. la sola aspirina (p = NS).218 Similmente, nello studio Combi-
Poiché uno dei supposti vantaggi delle LMWH sull’UFH è la maggiore nation Hemotherapy and Mortality Prevention (CHAMP) sui
inibizione del fattore Xa, la ricerca sta proseguendo nella direzione degli sopravvissuti a IM, non era presente alcuna differenza nel tasso
inibitori puri del fattore Xa. Uno di questi è un pentasaccaride sintetico, che di mortalità per tutte le cause, su una media di 2,7 anni di
si è dimostrato più efficace dell’enoxaparina nella prevenzione della trom- follow-up, tra l’associazione di warfarin con aspirina rispetto
bosi venosa profonda;210 è attualmente in fase di valutazione nei pazienti alla sola aspirina, ma vi era una maggior frequenza di emorra-
con UA/NSTEMI e STEMI.
gie maggiori.219 Inoltre, una dose fissa di warfarin più aspirina
non era migliore rispetto a sola aspirina nel Coumadin Aspirin
Inibitori diretti della trombina (vedi Cap. 80) Reinfarction Study (CARS).220
Anche gli inibitori diretti della trombina sono stati sottoposti
Tuttavia, tre successivi studi, oltre a un’analisi post hoc dell’OASIS-2,
a estese valutazioni. Il prototipo è l’irudina, un anticoagulante hanno suggerito che se è raggiunto un grado sufficiente di anticoagula-
presente naturalmente nelle sanguisughe. L’irudina prodotta zione, si può osservare un beneficio con la combinazione di aspirina e
con le tecniche del DNA ricombinante è un polipeptide di 65 warfarin rispetto alla sola aspirina.221-224 In ciascuno di questi studi, l’Inter-
residui aminoacidici che lega direttamente la trombina, indi- national Normalized Ratio (INR) per il braccio di trattamento con warfarin
pendentemente dall’antitrombina. L’irudina desirudina è stata (più aspirina) era, in media, tra 2,3 e 2,4, indicando il raggiungimento di
Morte/IM (%)
molecole” inibitrici della GP IIb/IIIa, si è osservata una ridu-
Capitolo 49
Morte/IM/Reosp (%)
NSTEMI è stata riscontrata una riduzione del 26% della mor- 16
talità con l’inibizione della GP IIb/IIIa, mentre nessuna ridu-
zione veniva osservata nei non diabetici.69
Sottostudi che hanno utilizzato i livelli basali di troponina 12
(ed ora altri indicatori cardiaci) hanno riscontrato che il bene-
ficio dell’inibizione della GP IIb/IIIa sembra essere maggiore
8
in questi pazienti ad alto rischio. Tale osservazione veniva fatta
per la prima volta con il trial Chimeric c7E3 AntiPlatelet The-
P = 0,025
rapy in Unstable angina REfractory to standard treatment (CAP- 4
TURE): in pazienti con livelli basali di troponina T positivi, il Conservativa
trattamento con abciximab prima del PCI conduceva a una Invasiva
riduzione del 68% della mortalità o incidenza di IM a 6 mesi, 0
mentre nessun beneficio significativo veniva osservato nei sog- 0 1 2 3 4 5 6
getti con troponina T negativa (p <0,001).78 Questi risultati
sono stati di recente fondamentalmente riprodotti con il tiro- RITA 3
20
fiban contro eparina nello studio PRISM (Fig. 49-17)79 e in altri
Morte/IM/RA (%)
del tratto ST, si riteneva che potesse anche essere efficace nelle altre SCA del tratto ST al ricovero, con un beneficio assoluto del 10% per l’endpoint
in cui è implicata la trombosi. Nello studio TIMI IIIB, 1473 pazienti con primario nel TACTICS-TIMI 183 rispetto a nessun beneficio osservato nel
UA/NSTEMI sono stati trattati con aspirina, UFH e terapia antischemica e gruppo senza modificazioni del tratto ST al ricovero. Risultati simili sono
sono stati randomizzati a ricevere l’attivatore tissutale del plasminogeno (t- stati osservati nel FRISC II.252
PA) oppure placebo. Non è stata osservata alcuna differenza nell’incidenza Usando il TIMI risk score nel TACTICS, vi era un significativo beneficio
di morte, IM post-randomizzazione o ischemia ricorrente documentata con la strategia precoce invasiva nei pazienti a rischio intermedio (score
obiettivamente nel corso delle successive 6 settimane.251 Il meccanismo 3 a 4) e in quelli ad alto rischio (5 a 7), laddove nei pazienti a basso rischio
proposto per spiegare gli effetti sfavorevoli della trombolisi in corso di (0 a 2) si osservavano risultati simili con le varie strategie (Fig. 49-9B).3 I
UA/NSTEMI è un effetto protrombotico della trombolisi. gruppi a rischio intermedio e alto costituivano il 75% della popolazione
totale nello studio.
Coronarografia
PCI
Angiografia Statine, ACE Considerare
coronarica inibitori, Rx per diagnosi
pazienti alternativa
Dimettere con ASA, clopidogrel, statine, ACE- inibitori
ambulatoriali
Via ad alto rischio
FIGURA 49–21 Gestione dell’angina instabile/infarto miocardico senza
sopraslivellamento del tratto ST. ACE-inibitori = inibitori dell’enzima di con-
FIGURA 49–20 Pazienti con angina instabile o infarto miocardico senza versione dell’angiotensina; ASA = aspirina; LMCD = malattia della coronaria
sopraslivellamento del tratto ST. ACE-inibitori = inibitori dell’enzima di conver- principale sinistra; VS = disfunzione ventricolare sinistra; VD = malattia dei
sione dell’angiotensina. (Da Braunwald E: Application of current guidelines to vasi. (Da Braunwald E: Application of current guidelines to the management
the management of unstable angina and non-ST elevation myocardial infarc- of unstable angina and non-ST elevation myocardial infarction. Circulation 108:
tion. Circulation 108:III-28, 2003.) III-28, 2003.)
Tabella 49–6 Check list cardiologica per angina instabile/infarto miocardico senza sopraslivellamento del tratto ST*
Check list cardiologica — Ricovero Check list cardiologica — Dimissione
Nome del paziente: Ricovero Nome del paziente: Ricovero
_________________________________________ Data: _________________________________________ data:
(Nome) (iniziali) (Cognome) __________________ (Nome) (iniziale intermedia) (Cognome) __________________
Farmaci Farmaci
1. Aspirina 䊐 1. Aspirina 䊐
2. Clopidogrel 䊐 2. Clopidogrel 䊐
3. Eparina (o LMWH) 䊐 3. Statina 䊐
4. Inibitore della GP IIb/IIIa 䊐 4. ACE-inibitore 䊐
5. Beta-bloccante 䊐 5. Beta-bloccante 䊐
6. Nitrato 䊐
Procedure
7. ACE-inibitore 䊐
6. LDL controllato a bersaglio 䊐
Procedure 7. Pressione controllata 䊐
8. Cateterismo/rivascolarizzazione per ischemia ricorrente o in 8. Diabete controllato 䊐
pazienti a rischio intermedio o alto 䊐 9. Raccomandazioni per la sospensione del fumo (se indicato) 䊐
10. Modifiche dello stile di vita/riabilitazione cardiaca 䊐
Modificazione dei fattori di rischio
9. Colesterolo - controllare e trattare se necessario 䊐
10. Trattare altri fattori di rischio (p.es., fumo) 䊐
*Questa semplice lista funge da promemoria per le terapie raccomandate dalle linee guida, come l’aspirina, il clopidogrel, l’eparina o le eparine a basso peso
molecolare. Questa “check list cardiologica”può essere usata in due modi: i medici possono tenerne una copia in tasca su un cartoncino o sul proprio palmare
e visualizzare la lista al momento della prescrizione della terapia al ricovero o può essere usata per sviluppare schede di prescrizione standard per l’angina
instabile o infarto del miocardio senza elevazione dell’ST – su fogli di richiesta prestampati o computerizzati. Vedere il testo per i dettagli sulle specifiche
indicazioni e controindicazioni dei farmaci.
ACE = enzima di conversione dell’angiotensina; GP = glicoproteina; LDL = lipoproteine a bassa densità; LMWH = eparina a basso peso molecolare.
loro algoritmi: l’uso precoce di aspirina e di beta-bloccanti e zmetal è stata dimostrata la presenza di alterazioni della vasodilatazione
la misurazione del colesterolo LDL miglioravano tutti dopo endotelio-dipendente nell’arteria brachiale,284 e le fluttuazioni diurne della
l’applicazione del programma GAP per il miglioramento della dilatazione flusso-mediata ed endotelio-dipendente in questi vasi sono asso-
qualità.279 Di notevole interesse l’osservazione che i pazienti ciate alle variazioni della frequenza degli episodi ischemici.285 Fibroblasti
cutanei in coltura, ottenuti da pazienti con angina di Prinzmetal, hanno
per i quali c’era evidenza nelle cartelle cliniche che erano stati dimostrato un aumento dell’attività della fosfolipasi C (PhosphoLipase C,
utilizzati algoritmi e altri strumenti presentavano i maggiori PLC). Poiché la PLC (attraverso l’attivazione della via dell’inositolo trifo-
tassi di trattamento con le terapie raccomandate. Questo sfato) mobilizza Ca2+ dai depositi intracellulari, può aumentare la contrat-
reperto ha dimostrato che disporre di strumenti da usare come tilità delle cellule muscolari lisce;286
promemoria può realmente condurre a miglioramenti nell’uso Le sedi dello spasmo nell’angina di Prinzmetal possono essere vicine
delle varie terapie. a una placca ateromasica. È stato proposto che in questo sottogruppo di
pazienti, l’anomalia alla base dello spasmo coronarico sia un’ipercontratti-
Quindi, gli algoritmi critici hanno ormai dimostrato di deter-
lità della parete arteriosa associata allo stesso processo aterosclerotico.Altri
minare miglioramenti della qualità dell’assistenza e a essere meccanismi suggeriti comprendono un danno endoteliale (che inverte
associati a un miglioramento degli esiti. Il monitoraggio della la risposta dilatatrice a diversi stimoli, p.es., l’acetilcolina [Cap. 44]) e
performance è la chiave per garantire che gli sforzi nella for- l’ipercontrattilità del muscolo liscio vasale come risultato dell’azione di
mazione sull’implementazione delle linee guida e modifica- vasocostrittori mitogeni, leucotrieni, serotonina, endotelina, angiotensina
zioni nel sistema si traducano effettivamente in una miglior II, istamina287 ed elevate concentrazioni locali di vasocostrittori di deri-
assistenza. vazione plasmatica nelle aree adiacenti alla placca aterosclerotica neo-
vascolarizzata.
Le sequele dello spasmo coronarico possono accelerare il processo
aterosclerotico e predisporre a ulteriori spasmi. Un meccanismo può coin-
Angina di Prinzmetal (variante) volgere il rilascio di potenti vasocostrittori come i fattori di crescita pia-
strino-derivati, in aggiunta all’attivazione del sistema della coagulazione.288
La combinazione di una riduzione del flusso ematico e un aumento dell’atti-
Nel 1959, Prinzmetal e coll. hanno descritto una sindrome vazione piastrinica e trombosi localmente può accelerare l’aterosclerosi.288
insolita di dolore cardiaco secondario a ischemia miocar- Riscontri istologici nei pazienti sottoposti ad aterectomia coronarica sug-
geriscono che il vasospasmo coronarico ripetuto può provocare danno
dica che si verifica quasi esclusivamente in condizioni di vascolare e condurre alla formazione di una iperplasia neointimale in cor-
riposo, non è in genere precipitata dall’esercizio fisico o rispondenza della sede iniziale dello spasmo.A questo riguardo, lo spasmo
stress emotivo ed è associata a sopraslivellamento del tratto coronarico può avere un importante ruolo nella rapida progressione delle
ST all’ECG (Fig. 49-22).280 Questa sindrome, ora nota come stenosi coronariche in alcuni pazienti.289
angina di Prinzmetal, o variante (i termini sono equivalenti), La diagnostica per immagini con metaiodobenzilguanidina marcata con
può essere associata a IM acuto e ad aritmie cardiache gravi, iodio 123 (123I-MIBG) ha dimostrato la presenza di denervazione simpatica
regionale miocardica nell’area di distribuzione del vaso in cui si sviluppa
incluse la tachicardia e la fibrillazione ventricolare, così come
lo spasmo.290
alla morte improvvisa. Un’impressione clinica predominante Lo spasmo coronarico nei pazienti con angina variante può indurre
è che l’angina Prinzmetal sia divenuta meno frequente in stasi ed esitare nella conversione del fibrinogeno in fibrina nei vasi coro-
Nordamerica per ragioni non chiare, ma sembra rimanere narici, con elevati livelli plasmatici di fibrinogeno291 e fibrinopeptide A, un
diffusa in Giappone. indice di formazione della fibrina.292 È stato segnalato che l’ipomagnesie-
mia predispone all’angina variante,293 ed è stato dimostrato che il magnesio
solfato interrompe gli attacchi di angina.
Meccanismi
L’ipotesi originaria di Prinzmetal e coll., che l’angina variante
fosse il risultato di un temporaneo aumento del tono vaso-
Reperti clinici e strumentali
motorio coronario o di un vasospasmo, è stata convincente- I pazienti con angina variante sono tendenzialmente più
mente dimostrata all’angiografia coronarica. Il vasospasmo giovani di quelli con angina stabile o angina instabile secon-
determina una riduzione marcata, improvvisa, transitoria, daria ad aterosclerosi coronarica, e molti non presentano i clas-
del diametro di una arteria coronarica epicardica (o di una sici fattori di rischio coronarico tranne il fatto che spesso sono
grosso ramo settale) che esita in grave ischemia miocardica. forti fumatori.294 Il fastidio anginoso è spesso molto intenso e
Questo evento si verifica in assenza di qualsiasi preesistente può essere accompagnato da sincope. Elementi associati con
incremento della richiesta miocardica di O2, come denota un sincope includono il sottoslivellamento del tratto ST e gravi
aumento della frequenza cardiaca o della pressione arteriosa. aritmie, o blocco atrioventricolare e asistolia o tachiaritmie
La diminuzione del diametro luminale può essere solitamente ventricolari.295-297
invertita dalla nitroglicerina, e talora sono necessari dosaggi Gli attacchi di angina di Prinzmetal tendono a essere rag-
elevati. Sebbene le sedi del vasospasmo possano corrispon- gruppati tra la mezzanotte e le 8 del mattino292 e talvolta si
dere ad aree di grave stenosi focale, in alcuni pazienti con vasi presentano in gruppi di due o tre nel corso di 30-60 minuti. I
apparentemente normali all’angiografia, i segmenti interessati pazienti studiati per mezzo dell’ECG ambulatoriale, anche
dal vasospasmo sembrano essere sede di minime alterazioni quelli che non hanno angina pectoris clinicamente evidente,
di tipo aterosclerotico, come viene evidenziato allo studio mostrano alterazioni del tracciato più frequenti al mattino.
ecografico intravascolare.281 Questo grave vasospasmo focale Sebbene la capacità di compiere sforzi fisici sia in genere ben
non deve essere confuso con la vasocostrizione dei rami conservata nei pazienti con angina di Prinzmetal, alcuni
coronarici sia di grosso che di piccolo calibro, una risposta pazienti sviluppano il tipico dolore e un sopraslivellamento
normale a stimoli come l’esposizione al freddo. Quest’ultima del tratto ST non solo a riposo ma anche durante o dopo sforzo.
è molto meno intensa e si verifica in modo diffuso in tutto il L’induzione dell’angina spesso indica un vasospasmo indotto
letto vascolare coronarico. dallo sforzo oppure presenza di un’ostruzione fissa.
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Tabella 49L–2 Linee guida dell’American College of Cardiology/American Heart Association per la stratificazione
precoce del rischio
Classe Indicazione Livello di evidenza
Classe I (indicato) Una misurazione va fatta in tutti i pazienti con dolore toracico e probabilità alta, intermedia C
o bassa di ischemia acuta causata da CAD.
I pazienti che si presentano con dolore toracico devono sottoporsi alla stratificazione del rischio B
che si focalizza su sintomi anginosi, reperti obiettivi, segni ECG e bioindicatori di danno cardiaco.
Un ECG a 12 derivazioni deve essere registrato immediatamente (entro 10 minuti) nei pazienti C
con fastidio toracico in atto e quanto prima possibile nei pazienti con storia di fastidio toracico
compatibile con SCA, ma con risoluzione della sintomatologia al momento della valutazione.
I bioindicatori di danno cardiaco devono essere misurati in tutti i pazienti con fastidio toracico C
compatibile con SCA. Una troponina cardio-specifica è l’indicatore preferito e, se disponibile,
deve essere misurata nei pazienti con risultati negativi agli altri indicatori cardiaci entro 6 ore
dall’inizio del dolore; un’altra valutazione deve essere effettuata nell’arco di 6-12 ore (p.es., a 9 h
dall’esordio dei sintomi).
Classe IIa (buona Per pazienti che si presentano entro 6 ore dall’inizio dei sintomi, un indicatore precoce di danno C
evidenza a cardiaco (p.es., mioglobina o le isoforme del CK-MB) deve essere preso in considerazione in
supporto) aggiunta alla troponina cardiaca.
Classe IIb (debole La proteina C-reattiva (PCR) e altri indicatori dell’infiammazione devono essere misurati. B
evidenza a
supporto)
Classe III (non CK totale (senza MB), aspartato aminotransferasi (AST, SGOT), beta-idrossibutirrico deidrogenasi, C
indicato) e/o lattico deidrogenasi dovrebbero essere gli indicatori per l’identificazione del danno
miocardico nei pazienti con dolore toracico suggestivo di SCA.
SCA = sindrome coronarica acuta; AST = aspartato aminotransferasi; CAD = coronaropatia; CK-MB = isoforma muscolare/cerebrale della creatina chinasi; ECG =
elettrocardiogramma; SGOT = transaminasi sierica glutamica-ossaloacetica.
glicoproteina IIb/IIIa salvo controindicazioni (Fig. 49L–1). I medici a una valutazione della funzione ventricolare sinistra e un test provo-
devono scegliere tra una strategia invasiva precoce, inclusa la pronta cativo; essi devono inoltre essere sottoposti ad angiografia in caso di
angiografia con rivascolarizzazione qualora indicata, e una strategia frazione di eiezione inferiore al 40% oppure se hanno un profilo di
conservativa precoce, in cui pazienti vengono stabilizzati con terapia rischio intermedio o alto al test da sforzo.
medica e l’angiografia viene eseguita se i pazienti hanno sintomi ricor- I pazienti ricoverati per sindrome coronarica acuta devono essere
renti, ischemia, insufficienza cardiaca o aritmie gravi. I soggetti gestiti posti a riposo a letto con monitoraggio elettrocardiografico (Tab.
in base alla strategia conservativa precoce devono essere sottoposti 49L–3). Il supplemento di ossigeno non viene raccomandato per l’uso
Classe I (indicato) Riposo a letto con monitoraggio ECG continuo per l’identificazione di ischemia e aritmie in C
assenza di dolore a riposo.
NTG, compressa sublinguale o spray o EV, seguita dalla somministrazione endovenosa, per C
l’immediato sollievo dell’ischemia e dei sintomi associati.
Supplemento di ossigeno per i pazienti con cianosi o difficoltà respiratorie; ossimetria pulsata C
ACE-inibitori = inibitori dell’enzima di conversione dell’angiotensina; SCA = sindrome coronarica acuta; CHF = insufficienza cardiaca congestizia; ECG = elettro-
cardiografico, VS = ventricolare sinistro; NTG = nitroglicerina; SaO2 = saturazione dell’ossigeno nel sangue arterioso.
Tabella 49L–4 Linee guida dell’American College of Cardiology/American Heart Association per la terapia antiaggregante
e anticoagulante
Classe Indicazione Livello di evidenza
Classe I (indicato) La terapia antiaggregante deve essere iniziata rapidamente. L’ASA deve essere somministrato il A
più presto possibile possibilmente dopo la presentazione e proseguendo indefinitamente.
Il clopidogrel deve essere somministrato ai pazienti ospedalizzati che non possono assumere A
ASA a causa di ipersensibilità o intolleranza gastrointestinale maggiore.
Nei pazienti ospedalizzati in cui è programmato un approccio precoce non interventistico, il B
clopidogrel deve essere aggiunto all’ASA appena possibile al ricovero e somministrato per
almeno 1 mese e fino a 9 mesi.
Nei pazienti in cui un è programmato un PCI, deve essere iniziato il trattamento con clopidogrel B
e continuato per almeno 1 mese e fino a 9 mesi in pazienti che non sono ad alto rischio di
emorragie.
Nei pazienti che assumono clopidogrel per cui sia programmata una procedura elettiva di CABG, B
il farmaco deve essere sospeso per 5-7 giorni.
L’anticoagulazione con somministrazione sottocutanea di LMWH o UFH per via endovenosa deve A
essere aggiunta alla terapia antipiastrinica con ASA e/o clopidogrel.
Un antagonista del recettore piastrinico GP IIb-IIIa deve essere somministrato, in aggiunta A
all’ASA e all’eparina, ai pazienti in cui sono previsti il cateterismo e un PCI. Gli antagonisti
della GP IIb/IIIa possono anche essere somministrati subito prima di un PCI.
Classe IIa (buona L’eptifibatide o il tirofiban devono essere somministrati, oltre ad ASA e LMWH o UFH, ai A
evidenza pazienti con ischemia continua, troponina elevata o altre caratteristiche ad alto rischio in cui
a supporto) non è pianificata una strategia terapeutica invasiva.
L’enoxaparina è da preferire come anticoagulante all’UFH nei pazienti con UA/NSTEMI, a meno A
che non sia programmato un intervento per CABG nelle successive 24 ore.
Un antagonista della GP IIb/IIIa piastrinica deve essere somministrato ai pazienti che già B
ricevono eparina, ASA, e clopidogrel in cui sono pianificati un cateterismo e un PCI.
L’antagonista della GP IIb/IIIa può anche essere somministrato subito prima del PCI.
Classe IIb (debole Eptifibatide o tirofiban, in aggiunta ad ASA e LMWH o UFH, a pazienti senza continua ischemia
evidenza a sostegno) che non presentano altre caratteristiche di alto rischio e in cui non sia pianificato un PCI.
Classe III Terapia fibrinolitica endovenosa nei pazienti senza sopraslivellamento acuto del tratto ST, un A
(non indicato) vero IM posteriore oppure un blocco di branca sinistra, presumibilmente di nuova insorgenza.
Somministrazione di abciximab nei pazienti in cui non è programmato un PCI. A
ASA = acido acetilsalicilico (aspirina); CABG = bypass arterioso coronarico; GP = glicoproteina; LMWH = eparina a basso peso molecolare; IM = infarto mio-
cardico; PCI = intervento coronarico percutaneo; UA/NSTEMI = angina instabile o infarto miocardico senza sopraslivellamento dell’ST; UFH = eparina non
frazionata.
Classe I (indicato) Valutazione non invasiva dei pazienti a basso rischio (Tab. 49L–1) che sono stati liberi da ischemia a C
riposo o a basso carico di lavoro e da CHF per un minimo di 12-24 ore.
Test da sforzo non invasivi in pazienti a rischio intermedio che siano liberi da ischemia a riposo o C
a basso carico di lavoro e da CHF per un minimo di 2 o 3 gg.
Capitolo 49
La scelta del test da sforzo è basata sull’ECG a riposo, sull’abilità a eseguire lo sforzo, sul grado di C
esperienza locale e sulle tecnologie disponibili. Il test al treadmill è adatto ai pazienti in grado di
eseguire l’esercizio nei quali l’ECG di base è privo di anomalie basali del tratto ST, blocco di branca
sinistra, ipertrofia del ventricolo sinistro, alterata conduzione intraventricolare, preeccitazione o
effetti della digossina.
Una tecnica di diagnostica per immagini viene aggiunta nei pazienti con sottoslivellamento del tratto B
ST a riposo (maggiore di o uguale a 0,10 mV), ipertrofia del ventricolo sinistro, blocco di branca,
alterata conduzione intraventricolare, preeccitazione o digossina che siano capaci di compiere
l’esercizio. Nei pazienti sottoposti a bassi livelli di esercizio, la diagnostica per immagini può
aggiungere sensibilità.
Test da sforzo farmacologico con diagnostica per immagini quando le limitazioni fisiche (p.es., artrite, B
amputazione, gravi vasculopatie periferiche, grave BPCO, astenia generale) impediscono l’esercizio.
Angiografia rapida senza stratificazione di rischio non invasiva per insufficiente stabilizzazione con la B
terapia medica terapia medica massimale.
Classe IIa (buona Un test non invasivo (ecocardiogramma, angiogramma con radionuclidi) per valutare la funzione C
evidenza a supporto) del ventricolo sinistro nei pazienti con SCA definita non prenotati per arteriografia coronarica e
ventricolografia sinistra.
Classe IIb (debole Nessuna
evidenza a supporto)
Classe III Nessuna
(non indicato)
SCA = sindrome coronarica acuta; CHF = insufficienza cardiaca congestizia; BPCO = broncopneumopatia cronica ostruttiva; ECG = elettrocardiogramma.
Tabella 49L–6 Stratificazione non invasiva del rischio secondo l’American College of Cardiology/American Heart Association
49L–7). In assenza di tali indicatori di alto rischio, le linee guida principi da seguire nella scelta tra CABG e PCI sono simili a quelli usati
considerano ragionevole una strategia precoce conservativa o una nei pazienti con angina stabile cronica. Le linee guida raccomandano
strategia invasiva precoce. Le linee guida inoltre forniscono supporto il CABG rispetto al PCI nei pazienti con significativa malattia della
all’utilizzo di una strategia invasiva precoce nei pazienti con ripetuti coronaria principale sinistra e nei pazienti con patologia multivasale e
episodi di sospetta sindrome coronarica acuta senza una chiara evi- ridotta frazione di eiezione o diabete (Tabb. 49L–8 e 49L–9). Sia CABG
denza di ischemia. che PCI sono considerati indicati per i pazienti con malattia di un vaso
Per pazienti che necessitano di rivascolarizzazione coronarica, i non coinvolgente il tratto prossimale della discendente anteriore sini-
Classe I (indicato) Una strategia invasiva precoce nei pazienti con UA/NSTEMI e uno dei seguenti indicatori di A
alto rischio:
Angina ricorrente o ischemia a riposo o con attività di bassa intensità malgrado terapia
antischemica massimale
SCA = sindrome coronarica acuta; CABG = bypass arterioso coronarico; CHF = insufficienza cardiaca congestizia; FE = frazione di eiezione; VS = ventricolare
sinistro; MR (Mitral Regurgitation) = insufficienza mitralica; PCI = intervento coronarico percutaneo; TnI= troponina I; TnT = troponina T; UA/NSTEMI =
angina instabile o infarto miocardico senza sopraslivellamento del tratto ST.
Classe I (indicato) CABG nei pazienti con CAD significativa del tronco comune. A
CABG nei pazienti con malattia trivasale; il beneficio sulla sopravvivenza è maggiore nei pazienti A
con anomalie della funzione del VS (FE minore di 0,50).
CABG nei pazienti con malattia di due vasi coinvolgente in maniera significativa il tratto prossimale A
della discendente anteriore CAD con anomalie della funzione del VS (FE minore di 0,50) o
ischemia dimostrabile ai test non invasivi.
Sia CABG che PCI nei pazienti con CAD di uno o due vasi senza significativa ostruzione prossimale B
dell’anteriore sinistra CAD della discendente anteriore ma in presenza di un’ampia area di
miocardio vitale e criteri di alto rischio alle indagini non invasive.
PCI per i pazienti con malattia multivasale con adeguata anatomia coronarica, con normale funzione A
del VS e senza diabete.
Inibitori della GP IIb/IIIa piastrinica nei pazienti con UA/NSTEMI sottoposti a PCI. A
Classe IIa (buona Ripetere il CABG nei pazienti con stenosi multiple in diversi bypass venosi, in particolare se è C
evidenza presente una significativa stenosi di un innesto che irrora la LAD.
a supporto) PCI per occlusione focale o stenosi multiple in pazienti con scarsa indicazione al reintervento. C
CABG o PCI in pazienti con CAD di uno o due vasi senza significativa CAD della discendente B
anteriore prossimale con una moderata zona di miocardio vitale e ischemia agli esami non invasivi.
PCI o CABG per i pazienti con malattia di un singolo vaso con CAD significativa della discendente B
anteriore prossimale.
CABG con arteria mammaria interna nei pazienti con malattia multivasale e diabete mellito. B
Classe IIb (debole PCI nei pazienti con malattia di due o tre vasi con coinvolgimento significativo della discendente B
evidenza anteriore prossimale, con diabete in trattamento o alterata funzione ventricolare sinistra e con
a supporto) anatomia adatta alla terapia percutanea.
Classe III CABG o PCI in pazienti con CAD di uno o due vasi senza significativa malattia prossimale della C
(non indicato) discendente anteriore sinistra o con sintomi lievi o sintomi di non probabile origine ischemica o
che non hanno ricevuto una adeguata terapia medica e in cui non sia dimostrabile ischemia alle
indagini non invasive.
PCI o CABG nei pazienti con stenosi coronariche non significative (minori del 50% del diametro). C
PCI nei pazienti con lesione significativa del tronco comune della coronaria sinistra già candidati al B
CABG.
CABG = bypass aorto-coronarico; CAD = coronaropatia; FE = frazione di eiezione; GP = glicoproteina; LAD = discendente anteriore sinistra; VS = ventricolo sinistro;
PCI = intervento coronarico percutaneo; UA/NSTEMI = angina instabile o infarto miocardico senza sopraslivellamento del tratto ST.
stra (Left Anterior Descending, LAD) ma con grosse aree di miocardio Per i pazienti con diabete, in presenza di patologie multivascolari
in pericolo (Tab. 49L–9). Le linee supportano la rivascolarizzazione con che richiedano la rivascolarizzazione, le linee guida raccomandano il
CABG o PCI per i pazienti con malattia focale della LAD prossimale CABG con uso dell’arteria mammaria interna rispetto al PCI; in altre
(classe IIa) ma non raccomandano la rivascolarizzazione nei pazienti situazioni, le decisioni terapeutiche devono essere simili a quelle per
senza malattia della discendente anteriore sinistra prossimale o in i pazienti non diabetici. La task force ha riscontrato che l’uso di stent,
quelli che presentano un’ischemia di piccola estensione individuata in particolare con abciximab, può determinare risultati più favorevoli
in base a esami non invasivi. nei diabetici ma che ulteriori dati sono necessari prima che questo
approccio possa essere sistematicamente raccomandato.
Per i pazienti con sindromi coronariche precedentemente sotto-
DIMISSIONE OSPEDALIERA E posti a CABG, le linee guida raccomandano una soglia più bassa per
ASSISTENZA POST DIMISSIONE porre indicazione all’angiografia considerate le molteplici potenziali
cause di ischemia. Le linee guida sostengono l’uso di tecniche di dia-
Le linee guida ACC/AHA enfatizzano l’importanza della riduzione gnostica per immagini con stress test nei pazienti precedentemente
aggressiva dei fattori di rischio e dell’educazione dei pazienti sulla sottoposti a CABG (indicazione di classe IIa).
gestione degli episodi ischemici. Le indicazioni di classe I per il tratta- I calcioantagonisti e i nitrati sono raccomandati nei pazienti con
mento farmacologico includono: dolore toracico dopo l’uso di cocaina e nei pazienti con sindromi
Aspirina da 75 a 325 mg/die in assenza di controindicazioni cliniche compatibili con la presenza di spasmo coronarico. In pazienti
Clopidogrel 75 mg/die in assenza di controindicazioni nei casi in cui che hanno utilizzato cocaina, l’angiografia coronarica è raccomandata
l’aspirina non è tollerata nel caso in cui il tratto ST permanga sopraslivellato dopo il trattamento
L’associazione di aspirina e clopidogrel per 9 mesi dopo UA/ medico.
NSTEMI
Beta-bloccanti in assenza di controindicazioni
Gli interventi dietetici e la terapia farmacologia devono essere iniziati Bibliografia
solo se il colesterolo LDL è superiore a 130 mg/dl 1. Braunwald E, Antman EM, Beasley JW, et al: ACC/AHA guidelines for the
Farmaci ipolipemizzanti se il colesterolo LDL è maggiore di 100 mg/dl management of patients with unstable angina and non-ST-segment eleva-
dopo la dieta tion myocardial infarction: A report of the American College of Cardiology/
American Heart Association Task Force on Practice Guidelines (Committee
ACE-inibitori nei pazienti con insufficienza cardiaca, disfunzione ven-
on the Management of Patients with Unstable Angina). J Am Coll Cardiol
tricolare sinistra, ipertensione o diabete 36:970, 2000.
2. Braunwald E, Antman EM, Beasley JW, et al: ACC/AHA 2002 guideline update
GRUPPI PARTICOLARI for the management of patients with unstable angina and non-ST-segment
elevation myocardial infarction: Summary article: A report of the Ameri-
Le linee guida indicano che le donne con sindrome coronarica acuta can College of Cardiology/American Heart Association Task Force on Prac-
tice Guidelines (Committee on the Management of Patients with Unstable
devono essere trattate secondo gli stessi principi usati per gli uomini,
Angina). Circulation 106:1893, 2002.
utilizzando le stesse indicazioni per i test non invasivi e i trattamenti. 3. Smith SC Jr, Dove JT, Jacobs AK, et al: ACC/AHA guidelines for percutane-
Per i pazienti anziani, le linee guida raccomandano che il medico ous coronary intervention: A report of the American College of Cardiology/
consideri la percezione globale di salute del paziente, le comorbilità, le American Heart Association Task Force on Practice Guidelines (Committee to
condizioni cognitive e l’aspettativa di vita nello scegliere l’aggressività Revise the 1993 Guidelines for Percutaneous Transluminal Coronary Angio-
della terapia. plasty). J Am Coll Cardiol 37:2239i, 2001.