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La contabilità nazionale
Enrico Saltari
Università Sapienza, Roma
AA 2007 — 2008
Capitolo 1
Elementi di contabilità
nazionale
Introduzione
In queste pagine ci occuperemo dei dati riguardanti l’economia italiana e delle
caratteristiche essenziali delle economie delle più importanti aree economi-
che del mondo, come l’insieme dei paesi che hanno adottato l’euro — l’area
dell’euro — gli Stati Uniti e il Giappone. Nella prima parte concentreremo
la nostra attenzione sui dati della contabilità nazionale italiana. L’intento è
di descrivere i tratti più rilevanti di un sistema economico utilizzando i dati
messi a disposizione dall’ufficio centrale di statistica, il cui nome in sigla in
Italia è ISTAT (l’indirizzo web relativo è http://www.istat.it/). Tutti i
dati riguardanti l’economia italiana che utilizzeremo in questo capitolo sono
tratti da questo sito, utilizzando i cosiddetti conti economici nazionali il cui
file compresso è prelevabile dal sito dell’ISTAT prima indicato. Nella secon-
da parte descriveremo brevemente i tratti essenziali dell’area dell’euro, degli
USA e del Giappone.
Abbiamo parlato di tratti rilevanti perché per forza di cose è necessario
limitarsi alle caratteristiche più importanti nel descrivere l’economia di un
certo paese. In effetti, una mappa 1:1 della struttura economica avrebbe poco
senso e non permetterebbe di fare astrazioni significative né di giungere a
conclusioni rilevanti. Dobbiamo perciò fare delle scelte e decidere prima quali
caratteristiche di un sistema economico sono essenziali per descriverlo. La
scelta è caduta su cinque grandezze: la produzione di beni e servizi, l’attività
lavorativa, l’andamento dei prezzi, i conti delle amministrazioni pubbliche, il
commercio con l’estero. Le descriviamo qui di seguito utilizzando i dati della
contabilità nazionale.
1
2 cap.1 - elementi di contabilita’ nazionale
1.1 La produzione
La più importante grandezza macroeconomica è il prodotto interno lordo
(PIL). Il PIL misura il valore di mercato dei beni e servizi finali prodotti
all’interno di un certo sistema economico in un anno. L’aggettivo finali
significa che nel calcolo del PIL si tiene conto soltanto del valore dei beni e
servizi che non vengono riutilizzati nel processo produttivo nel corso dell’anno
considerato, ma che vengono acquistati dagli operatori economici per fini di
consumo o investimento oppure vengono acquistati da operatori residenti
all’estero - vengono cioè esportati.
Esistono tre metodi di calcolo del PIL.
Y = C + I + G + NX
Y +Q=C +I +G+X
4 cap.1 - elementi di contabilita’ nazionale
RISORSE IMPIEGHI
Consumi delle famiglie(C) 869
PIL (Y ) 1 475 Consumi collettivi (G) 305
Importazioni (Q) 423 Investimenti (I) 313
Esportazioni (X) 411
Totale 1 898 Totale 1 898
Esercizio
Nel 2002 la somma dei consumi delle famiglie e di quelli collettivi è stata
pari a 994, il PIL a 1258 e gli investimenti a 250. Qual è stato il livello delle
esportazioni nette? Date un’interpretazione economica del risultato ottenuto.
Dal valore della produzione di ciascun bene viene sottratto il valore dei beni
intermedi, ossia dei beni che, pur essendo il risultato di processi produtti-
vi, servono da input per altre produzioni (come ad esempio i semilavorati),
ottenendo appunto il valore aggiunto. Si evita così di conteggiare nel PIL
due o più volte lo stesso bene, come avverrebbe se si sommasse il valore della
produzione di tutti i beni e servizi. La tabella 3 illustra la formazione del
valore aggiunto in Italia. La tabella 4 illustra il contributo dei vari settori
alla formazione del valore aggiunto e il nesso tra valore aggiunto al costo dei
fattori e PIL ai prezzi di mercato.
e. saltari - dispense di macroeconomia - cap.1 5
Esercizio
Supponete che l’economia sia costituita da tre imprese, una siderurgica, una
ittica e la terza automobilistica, che hanno la seguente struttura di costi e
ricavi.
Impresa automobilistica
Impresa siderurgica Impresa ittica
Ricavi 1000
Ricavi 400 Ricavi 200
Costi (salari) 500
Costi (salari) 340 Costi (salari) 160
Costi (acquisti acciaio) 400
Profitti 60 Profitti 40
Profitti 100
L’impresa siderurgica vende l’acciaio all’impresa automobilistica. Utilizzando
il metodo della spesa e quello del valore aggiunto, calcolate il livello del PIL
per questa economia.
6 cap.1 - elementi di contabilita’ nazionale
Inoltre, dal reddito nazionale occorre sottrarre due voci di spesa. Innanzitut-
to, l’ammortamento, che rappresenta le spese necessarie a tenere in efficienza
i mezzi di produzione impiegati. In secondo luogo, vanno sottratte le impo-
ste indirette (come l’IVA), che rappresentano la parte del valore del prodotto
incassata dallo Stato, e occorre aggiungere i contributi che lo Stato paga alle
imprese (i contributi alla produzione). La differenza tra imposte e contributi
alla produzione è denominata imposte nette.
In tal modo si passa dal RNL ai prezzi di mercato al reddito nazionale
netto (RNN) al costo dei fattori, così denominato perché rappresenta i
redditi dei fattori della produzione.
RNN al costo dei f att. = prof itti + salari + rendite + stipendi + ecc.
Esercizio
Utilizzando i dati del precedente esercizio, determinate il reddito nazionale
impiegando il metodo dei tipi di reddito.
RNN al costo dei fattori − prof itti non dist. − imposte sulle impr. =
= Reddito personale
Yd=Y −T
Infine, notiamo che il reddito delle famiglie può avere soltanto due de-
stinazioni: o viene speso nell’acquisto di beni di consumo oppure non viene
speso, viene cioè risparmiato. Questa relazione è sempre vera: è vero per
definizione che la somma di consumi e risparmi costituisce il reddito. La
destinazione del reddito disponibile è
Yd=C +S
1.2 L’inflazione
L’inflazione è definita come l’aumento che il livello generale dei prezzi del-
l’insieme dei beni e servizi. subisce da un anno all’altro. Per esempio, dire
che l’inflazione nell’ultimo anno è stata del 2% significa dire che i prezzi in
media sono aumentati del 2%. Si tratta di capire a quale insieme di prezzi si
fa riferimento. Per questo motivo può essere misurata in molti modi diversi.
Ne elenchiamo due.
Si tenga inoltre presente che da alcuni anni l’Istat pubblica tre indici dei
prezzi al consumo: per l’intera collettività nazionale (Nic); per le famiglie di
operai e impiegati (Foi); l’indice armonizzato (IPCA). Gli indici sono calcola-
ti, dal gennaio 1999, con il metodo del concatenamento. La “base di calcolo”
dell’indice (il periodo al quale sono riferiti i prezzi utilizzati al denominatore
delle medie semplici) è il dicembre dell’anno precedente; la “base di riferi-
mento dei pesi” (il periodo rispetto al quale si calcolano i pesi) è data dalla
struttura dei consumi delle famiglie nella media dell’anno precedente; infine,
la “base di riferimento dell’indice” (il periodo nel quale esso è posto pari a
100) è attualmente il 1995 per il Nic e il Foi e il 2005 per l’IPCA (indice
diffuso dall’Eurostat). Le differenze nella composizione dei panieri del Nic e
dell’IPCA — gli indici attualmente più utilizzati nell’analisi dell’inflazione —
sono molto contenute.
20%
15%
10%
5%
0%
1960 1965 1970 1975 1980 1985 1990 1995 2000 2005
Esercizio
In un’ipotetica economia vengono prodotti soltanto due beni, il bene A e il
bene B. Nella tabella successiva sono riportati i prezzi e le quantità prodotte
di questi due beni relativi a due diversi anni.
PA PB QA QB
Anno 2000 50 5 1000 5000
Anno 2001 55 5 1000 5500
Assumendo come anno base il 2000 e utilizzando l’indice dei prezzi al con-
sumo, calcolate il tasso di inflazione e il tasso di crescita reale e nominale
dell’economia.
P
Pt Q0
Risposta L’IP C è dato da P = 55∗1000+5∗5000
50∗1000+5∗5000
= 1. 066 7 , sicché
P0 Q0
il tasso di inflazione è pari al 6.7%. Il tasso di crescita
P reale è dato dal tasso di
P0 Qt
variazione del PIL reale tra il 2000 e il 2001, P = 50∗1000+5∗5500
50∗1000+5∗5000
−1=
P0 Q0
e. saltari - dispense di macroeconomia - cap.1 11
P
Pt Qt
3. 3%. Il tasso di crescita nominale del prodotto è P = 55∗1000+5∗5500
−
P0 Q0 50∗1000+5∗5000
1 = 10%.
1.3 La disoccupazione
10%
8%
6%
4%
2%
0%
1960 1964 1968 1972 1976 1980 1984 1988 1992 1996 2000 2004
Esercizio
Risposta La relazione che lega i tre indicatori del mercato del lavoro è
Abbiamo già visto alcune delle funzioni svolte dalle amministrazioni pub-
bliche, come il prelievo attraverso le imposte sia dirette che indirette o il
sostegno alla produzione tramite i contributi. Cominciamo qui col dire a
quali enti ci riferiamo parlando di pubbliche amministrazioni. Le pubbliche
amministrazioni (AP) comprendono: lo Stato, gli Enti territoriali (Regioni,
Province, Comuni) e altri Enti centrali e locali (ASL, Università, Enti pre-
videnziali, ecc.). Le funzioni da esse svolte sono essenzialmente due : (1)
producono servizi non destinabili alla vendita, vale a dire i consumi pubblici,
come giustizia, istruzione, difesa, ecc., il cui valore si ottiene sommando i
salari e gli stipendi pagati dalle AP e gli acquisti di beni e servizi effettuati
dalle AP; (2) trasferiscono redditi — trasferimenti in gran parte costituiti dal-
le prestazioni sociali, come sanità, previdenza e assistenza. Queste due voci
costituiscono le uscite delle AP. Si tenga presente che i consumi pubblici del-
le AP sono dati dalla differenza tra i consumi collettivi e i consumi di alcune
istituzioni sociali private (partiti, sindacati, fondazioni, ecc.). Per svolgere
queste due funzioni, le AP si finanziano prelevando imposte e contributi.
Il conto consolidato delle AP ha la forma semplificata della tabella 7. Nel
leggere la tabella, si tenga inoltre presente che i cosiddetti consumi collettivi
sono dati dalla somma dei consumi delle AP e di quelli di alcune istituzioni
sociali private (partiti, sindacati, fondazioni, ecc.).
14 cap.1 - elementi di contabilita’ nazionale
BD = G − T
Esercizio
Scrivete la definizione del deficit del bilancio pubblico. Utilizzando i dati
riportati nella tabella 7, calcolate il deficit di bilancio per il 2004.
Per verificare la coerenza con quanto abbiamo prima visto, facciamo qual-
che semplice passaggio algebrico. Si noti innanzitutto che la tabella 8 può
essere riscritta in formula nel modo seguente
Y = C + G + S − BD = C + G + S − (G − T ) =
= C +S+T
Y − T = Yd = C + S
spese. Dal punto di vista della collettività, l’impiego più importante del ri-
sparmio nazionale è quello effettuato dalle imprese per fini di accumulazione,
per finanziare cioè l’acquisto di beni strumentali da impiegare nel processo
produttivo come attrezzature, macchine utensili, capannoni industriali, ecc.
Ciò che rimane una volta finanziato l’investimento delle imprese può essere
pensato come un prestito che la collettività nazionale effettua nei confronti
del resto del mondo e che è pari alla differenza tra esportazioni e importa-
zioni. Per riassumere e rendere più preciso quanto abbiamo appena detto,
possiamo partire dall’identità tra PIL e spesa aggregata vista all’inizio
Y = C + I + G + NX
Y − T = C + I + G + NX − T
Si ricordi ora che il PIL differisce dal reddito disponibile perché vi sono
imposte dirette e trasferimenti e che perciò il reddito disponibile Y d è definito
come
Yd=Y −T
Y d = C + I + G − T + NX
= C + I + BD + NX
Yd=C +S
C + S = C + I + BD + NX
S = I + BD + NX
S − BD = I + NX
ENTRATE USCITE
Risparmio naz. lordo (S − BD) 296 Investimenti fissi lordi (I) 313
Esercizio
Scrivete l’identità della contabilità nazionale che collega il risparmio ai suoi
impieghi. Nel 2006 si sono avuti i seguenti dati per l’economia italiana ai
prezzi di mercato.
Risposta (i) Il prodotto interno netto è ottenuto sottraendo dal PIL gli
ammortamenti. Poiché gli ammortamenti possono ricavarsi dalla differenza
tra investimenti lordi e netti e risultano pari a 313 − 81 = 232, il prodotto
interno netto è pari a 1475 − 232 = 1243; (ii) le esportazioni nette sono date
dalla differenza tra prodotto interno lordo e domanda interna, ossia NX =
Y −(C + I + G) = 1475−(869 + 313 + 305) = −12; (iii) poiché BD = G−T,
le imposte al netto dei trasferimenti sono uguali a T = G − BD = 305 − 66 =
239; (iv) sottraendo al PIL le imposte al netto dei trasferimenti si ha Y −T =
1475 − 239 = 1236, che è il reddito disponibile; (v) sottraendo al reddito
disponibile i consumi otteniamo i risparmi, S = Y d − C = 1236 − 869 =
367. Per il lettore attento: la differenza con il risparmio riportato nel conto
della formazione di capitale, in cui il risparmio delle famiglie è pari a 362
(perché?), è dovuta ai redditi dall’estero: infatti, se sommiamo al risparmio
appena calcolato S = 367 i redditi dall’estero pari a −5, otteniamo appunto
362.
Figura 4
SERVIZI DEI
FATTORI
Y
RISPARMIO SISTEMA
FAMIGLIE FINANZIARIO IMPRESE
S
I
C BENI DI
BENI DI INVESTIM
CONSUMO