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a. a. 2019/2020
ESERCIZI DI RIPASSO
Parte A: IRPEF
Considerando la scala delle aliquote IRPEF in vigore, si calcoli per ciascuno dei due casi sotto:
A1. Il signor Franco (persona fisica non in regime di impresa), celibe e senza figli, ha percepito i
seguenti redditi:
Fabio abita in un immobile di proprietà con rendita catastale (già rivalutata) pari a 2.500 euro. Egli ha
diritto a una deduzione pari a 1.000 euro per contributi a previdenza integrativa e, nel corso dell’anno,
ha corrisposto interessi sul mutuo per 1.400 euro e spese mediche per 829 euro.
A2. La signora Gaia (persona fisica in regime di impresa), sposata con Aldo e senza figli, ha percepito i
seguenti redditi:
Gaia abita in un immobile di proprietà con rendita catastale (già rivalutata) pari a 3.000 euro ed ha
diritto ad una deduzione pari a 1.500 euro, nonché ad una detrazione per coniuge a carico pari a 700
euro. Nel corso dell’anno ha sostenuto spese mediche per 1.129 euro.
B1. Una società di capitali ha la seguente funzione di profitto lordo P, in funzione del livello di
investimento I: P = loge(I) – δI – rI, dove δ = 0,05 (coefficiente di deprezzamento) e r indica il costo del
capitale, distinguendo due casi. In caso di finanziamento con debito, il costo del capitale corrisponde al
tasso di interesse, cioè r = 1%; in caso di finanziamento con capitale proprio, il costo è legato al
rendimento azionario, cioè r = 3%.
Si calcoli il livello ottimale degli investimenti e dei relativi profitti netti realizzabili, sia in caso di
finanziamento con debito che con capitale proprio, assumendo esista un’imposta sui profitti lordi con
aliquota pari a t = 25%, totale deducibilità degli interessi passivi e totale indeducibilità dei costi legati
al capitale proprio. Quale canale di finanziamento per la società di capitali non è neutrale rispetto alle
scelte di investimento? Perché?
In caso di finanziamento mediante capitale proprio, la totale indeducibilità degli annessi costi
comporta un effetto (oltre che sui profitti) sul livello di investimenti ottimale, riducendone
l’entità in presenza di un’imposta societaria. Di conseguenza, lo strumento non è neutrale.
B2. Nel Paese X vige un’imposta societaria con aliquota ts pari al 24% e un’imposta personale con
aliquota tp pari al 26%. L’impresa A, operante in X, ha prodotto utili U pari a 250.000, distribuendone
tra i soci una percentuale pari al 20%. Si calcolino il carico fiscale complessivo, sia in caso di
distribuzione degli utili che di loro ritenzione, nei seguenti regimi: sistema classico, integrazione
completa ed esenzione totale. Quale sistema fiscale non risulta neutrale rispetto alla scelta di
distribuzione degli utili da parte dell’impresa? Perché?
Sistema classico:
Imposta societaria sugli utili lordi = 24% di 250.000 = 60.000. Utili netti = 190.000. Dividendi = 20%
di 190.000 = 38.000.
Carico fiscale complessivo Distribuzione: 60.000 + 26% di 38.000 = 69.880. Ritenzione: 60.000.
Integrazione completa:
Esenzione totale:
Il sistema classico non è neutrale in quanto la scelta di distribuzione degli utili produce effetti
sul carico fiscale. Gli altri due regimi, essendo applicati agli utili lordi, non producono effetti e
sono neutrali.
B3. Un bene Y subisce tre fasi di produzione e distribuzione (produzione, vendita all’ingrosso, vendita
al dettaglio) e risulta oggetto di imposta plurifase sul valore aggiunto (IVA). Si considerino i seguenti
valori aggiunti (VA) nelle diverse fasi, con relative aliquote:
Applicando sia il metodo base da base che quello imposta da imposta, determinare il carico fiscale e il
prezzo finale del bene Y. Quale metodo garantisce trasparenza? Perché?
Valore del bene (somma dei VA): 100 + 0,20 x 100 + 0,40 x (1,20 x 100) = 100 + 20 + 48 = 168
Carico fiscale: 0,30 x 100 + 0,25 x 20 + 0,22 x 48 = 30 + 5 + 10,56 = 45,56
Prezzo finale del bene: 168 + 45,56 = 213,56.
Valore del bene (somma dei VA): 100 + 0,20 x 100 + 0,40 x (1,20 x 100) = 100 + 20 + 48 = 168
Carico fiscale: 0,30 x 100 + 0,25 x 120 - 0,30 x 100 + 0,22 x 168 - 0,25 x 120 = 0,22 x 168 = 36,96
Prezzo finale del bene: 168 + 36,96 = 204,96.
Solo il metodo imposta da imposta garantisce trasparenza nella determinazione del carico
fiscale, in quanto l’unica imposizione fiscale che incide sul prezzo finale è quella al dettaglio
(con aliquota nota). Nel caso base da base, conoscendo solo il valore del bene e il suo prezzo
finale, nessuna delle aliquote applicate nelle diverse fasi è agevolmente determinabile.
Parte C: Debito Pubblico
C1. Nel Paese X il rapporto debito/PIL, alla fine dell’anno t-2 è stato pari al 110%. L’obiettivo del
Governo è di ridurre tale rapporto al 108% alla fine dell’anno t, senza ricorrere a finanziamento
monetario.
Considerando un tasso di interesse (costante) pari a r = 1.5% e un tasso di crescita del PIL (costante)
pari a n = 2%, quale avanzo oppure disavanzo primario (% sul PIL), costante nei due anni, è necessario
per raggiungere l’obiettivo?
Risulta necessario un avanzo primario (o disavanzo negativo) pari allo 0.46% del PIL.
NOTA: per dettagli sui passaggi algebrici, fare riferimento alle slide della relativa esercitazione.
C2. In un dato anno, la situazione economica del Paese Y è caratterizzata da: PIL = 1500; debito
pubblico = 2000; tasso di crescita costante del PIL = 3%; tasso di interesse costante = 2%. Si determini
il disavanzo oppure avanzo primario (in % sul PIL) in grado di stabilizzare il rapporto debito/PIL
nell’anno successivo, in caso di assenza di finanziamento monetario.
NOTA: per dettagli sui passaggi algebrici, fare riferimento alle slide della relativa esercitazione.
C3. Le finanze pubbliche del Paese Z sono caratterizzate da: entrate nette da tassazione/PIL = 41%;
spesa pubblica/PIL = 43%; tasso di interesse costante = 2%. Determinare il tasso di crescita (costante)
del PIL che consenta di convergere ad un rapporto debito/PIL pari al 60%.
NOTA: per dettagli sui passaggi algebrici, fare riferimento alle slide della relativa esercitazione.
D1. Nel Paese X gli individui vivono in due periodi e, una volta in pensione, ricevono una prestazione
corrisposta con sistema a ripartizione. Considerare i seguenti dati: monte salari (percepito al tempo
t) = 1000; tasso di crescita della popolazione = 0.5%; tasso di crescita della produttività del lavoro
(salari) = 1.5%; rendimento delle attività sul mercato dei capitali = 3%, e rispondere alle seguenti
domande:
a) Ipotizzando il passaggio ad un sistema a capitalizzazione, tale scelta sarebbe conveniente per
gli attuali lavoratori (cioè, i futuri pensionati al tempo t+1)? Perché?
b) Supponendo un’aliquota contributiva a ripartizione pari al 30%, a quanto ammonterebbe il
monte pensioni percepito al tempo t+1?
c) Con l’obiettivo di garantire il monte pensioni derivato al punto b), quale aliquota contributiva
con sistema a capitalizzazione dovrebbe essere applicata ai lavoratori attuali? Risulta minore o
maggiore di quella con sistema a ripartizione? Perché?
b) Monte pensioni con sistema a ripartizione: 0.30 x 1000 x (1 + 0.005 + 0.015) = 306
c) Dato 306 = αC x 1000 x (1 + 0.03), l’aliquota contributiva con sistema a capitalizzazione che
garantisce lo stesso monte pensioni è pari a αC = 29.7%. Tale aliquota è minore rispetto al sistema a
ripartizione perché, a parità di monte pensioni, un maggiore rendimento implicito permette una
minore contribuzione da parte dei lavoratori attuali.
D2. Nel Paese Y, si considerino i seguenti dati: popolazione totale (POP) = 2,000,000; PIL =
15,000,000,000; numero di pensionati rispetto agli anziani = 50%; numero relativo di anziani
= 25%; prodotto medio per lavoratore = 15,000; spesa media per pensionato = 5,000.
a) Derivare l’incidenza della spesa pensionistica sul PIL, esplicitando tutte le componenti del
rapporto e specificare quali siano controllabili (in tutto o in parte da un Governo).
b) A parità di spesa media per pensionato, supponendo che il numero di pensionati rispetto agli
anziani diminuisca fino al 40%, quale sarebbe l’incidenza della spesa pensionistica sul PIL?
, , , ,
Inverso del tasso di attività (parziale controllo): = , , , = , ,
,
, ∙ , , , ,
, ,
Indicatore di sostenibilità (controllo mediante ): , , , = , , ,
, , , ,
1,250,000,000
𝑆 250,000 500,000 2,000,000 250,000 1,250,000,000
= ∙ ∙ ∙ = = 𝟖. 𝟑𝟑%
𝑃𝐼𝐿 500,000 2,000,000 1,000,000 15,000,000,000 15,000,000,000
1,000,000
b) Se = 40%, allora 𝑁 = 0.40 ∙ 500,000 = 200,000. A parità di spesa media per pensionato, 𝑆
, , ,
scende a 5,000 ∙ 200,000 = 1,000,000,000. Il nuovo rapporto è , , ,
= 𝟔. 𝟔𝟕%