Sei sulla pagina 1di 3

LE ORIGINI DELLA FILOSOFIA

Che cos'è la filosofia?


Filosofia: dal greco antico φιλοσοφία[filosofia] => φίλος[filos] (che ama, che si prende cura) +
σοφία[sofia] (sapienza, saggezza).
È difficile dare una definizione univoca di filosofia perché ogni filosofo ha dato la sua
interpretazione di che cosa sia la filosofia. Per cominciare però una prima definizione generale e
valida della filosofia può essere la seguente: indagine razionale sulla totalità delle cose.
Indagine significa che si cerca qualcosa (e quindi non si possiede già questo qualcosa).
Razionale significa che strumento della ricerca è la ragione umana, la facoltà di pensare e riflettere
traendo conseguenze da premesse.
Totalità delle cose significa che ciò che si cerca (ciò che si vuole sapere) è il senso del Tutto e non
solo il senso di questo o quell'aspetto del Tutto.

In altri termini fare filosofia significa riflettere secondo ragione al fine di trovare il senso del
mondo.

Filosofia e mito
Per il fatto che il contenuto della riflessione filosofica è il senso del Tutto essa è imparentata con il
mito e la religione. Anche il mito e la religione sono infatti tentativi di spiegare il senso del Tutto:
essi mostrano agli uomini quale sia l'origine del mondo, quale sia l'ordine del mondo e quale ne sia
lo scopo. La validità delle interpretazioni del mito e della religione però non dipende dalla validità
dei ragionamenti che ad esse hanno portato, ma da criteri imponderabili sottratti all'indagine della
ragione (consistenti essenzialmente in una rivelazione divina, che può essere unica e fissata in un
testo sacro considerato parola di Dio, come nel caso del monoteismo cristiano, o plurale e raccolta
in testi considerati ispirati dalla divinità ma pur sempre opera di umani poeti, come nel caso delle
opere di Omero1).

Il dibattito sull'origine della filosofia


Tradizionalmente si ritiene che la filosofia sia nata nell'antica Grecia, precisamente a Mileto (nella
Ionia2), all'inizio del VI secolo a.C.
Tuttavia esistono al riguardo due diverse linee di pensiero tra gli studiosi.
Gli orientalisti sottolineano che contemporaneamente o ben prima del VI secolo a.C le grandi civiltà
orientali hanno dato vita a raffinati sistemi filosofico-religiosi (induismo in India XIII secolo a.C.,
zoroastrismo in Persia VII secolo a.C., buddismo in India e taoismo e confucianesimo in Cina VI
secolo a.C) da cui sarebbe in seguito nata la filosofia greca grazie ai rapporti commerciali delle città
greche dell'Asia minore con i popoli mesopotamici.
Gli occidentalisti ritengono invece che l'idea tradizionale secondo cui la filosofia è nata in Grecia
nel VI secolo a.C. sia corretta. Essi affermano che la grande sapienza orientale è assimilabile al
sapere mitologico greco pre-filosofico piuttosto che alla filosofia greca. Si tratta infatti di una
sapienza di tipo religioso e tradizionalistico in cui non ha posto o ha un posto molto limitato la
ricerca razionale. Inoltre gli occidentalisti sottolineano che non esistono fonti storiche in grado di

1 VIII secolo a.C.


2 Nella attuale Turchia
mostrare che i primi filosofi greci avessero una conoscenza di rilievo delle dottrine orientali (il che
non implica che essi fossero del tutto all'oscuro dei sistemi di pensiero e anche delle scoperte
“scientifiche” orientali).

Fattori storico-culturali che hanno favorito la nascita della filosofia


Dal punto di vista politico la Grecia antica è organizzata in città-stato indipendenti governate in età
arcaica dal ceto aristocratico e, a partire dal V secolo a.C., rette in alcuni casi (Atene è il primo e più
importante caso) da regimi democratici. Ciò implica l'assenza di un'autorità politica unitaria che
imponga la propria verità sul senso del mondo. Tale situazione è dunque di per sé favorevole ad una
indagine razionale sul senso del mondo.
Dal punto di vista culturale la Grecia antica è priva di un testo sacro riconosciuto come unica fonte
della verità. L'insieme dei miti raccolti ed elaborati dai poeti è anzi un pullulare di tradizioni
differenti reciprocamente contraddittorie, condizione favorevole all'emergere dell'idea che il sapere
mitologico possa non essere l'unico sapere possibile.
Infine, importante è la proiezione marittima della civiltà ellenica. Essa implica una vocazione
commerciale che favorisce l'incontro con altre civiltà e dunque il sorgere di domande sulla propria
visione del mondo (la quale grazie all'incontro con altre è avvertita per la prima volta come non
ovvia). Inoltre intrecciata alla vocazione commerciale è la spinta alla colonizzazione che porta i
greci a fondare colonie in Asia minore e nel meridione italiano. La colonia alla nascita è una
comunità da costruire ex novo, quindi un luogo favorevole ad avviare una riflessione radicale sulla
giusta ripartizione degli oneri e dei benefici nella comunità e dunque un luogo favorevole a
riflettere su quale sia il senso generale del Tutto.

Il retroterra culturale della filosofia greca


Come già accennato, la filosofia greca nasce sul terreno mitologico elaborato dai poeti arcaici che
attraverso le vicende di dei ed eroi fornivano un'interpretazione dell'origine del mondo, del suo
ordine e del suo fine. La più antica cosmologia a noi nota è quella della Teogonia del poeta Esiodo,
vissuto in Beozia tra VIII e VII secolo a.C. Egli afferma: “primissimo fu il caos, poi fu la terra
dall'ampio seno...e l'amore che eccelle fra gli dei immortali”.
Al VI secolo a.C. risale la diffusione in Grecia dei culti misterici di Dioniso e di Demetra. Si tratta
di un insieme di credenze e riti riservati esclusivamente ad una ristretta cerchia di iniziati. Di
particolare importanza tra i misteri è l'orfismo legato al culto dionisiaco e alla figura del mitico
poeta Orfeo che, sceso nell'Ade, vi avrebbe ricevuto una rivelazione sul destino dell'anima. Gli
orfici sono i primi ad elaborare un'antropologia dualistica fondata sulla contrapposizione tra il
corpo, materiale e corruttibile, e l'anima, immortale scintilla divina imprigionata nel corpo. I riti
orfici avevano proprio lo scopo di purificare l'anima dalla negatività del corpo e sottrarla così alla
ruota delle nascite.
Ai poeti arcaici si deve anche una prima riflessione di tipo etico-politico. L'Odissea omerica
presenta l'idea di una giustizia divina custode dell'ordine del mondo. Esiodo personifica tale idea
nella dea Δίκη[Dike] (Giustizia), figlia di Zeus. L'ingiustizia è dunque concepita come
ὕβρις[hybris] (tracotanza) di chi oltrepassa la misura garantita dalla legge divina.
Concepisce la giustizia come misura anche Solone, uno dei leggendari sette savi 3 a cui la tradizione
3 Sapienti vissuti nel VII-VI secolo a.C. Esistono diverse liste dei sette savi, la più antica è di Platone: Talete, Biante,
Pìttaco, Solone, Cleobulo, Misone, Chilone.
attribuisce brevi sentenze morali come “Sappi cogliere l'opportunità” (Pìttaco), “Nulla di troppo”
(Solone), “Ottima è la misura” (Cleobulo), “Non desiderare l'impossibile” (Chilone), “Conosci te
stesso” (Talete). Tali sentenze preludono ad una effettiva indagine filosofica sull'agire umano e
forse non a caso Talete, uno dei sette, è considerato dalla tradizione il primo vero filosofo.

Potrebbero piacerti anche