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V CAPITOLO: L’OPINIONE PUBBLICA NEL NUOVO MILLENNIO

Nell’ultimo decennio la ricerca sull’opinione pubblica ha conosciuto numerosi sviluppi e in


particolare due tendenze: da un lato la grande crescita del sapere relativo alle opinioni, frutto dello
studio sulla natura delle risposte sollecitate dai sondaggi e dall’altro il nuovo interesse della ricerca
per la qualità dell’opinione pubblica odierna, e più in particolare per il suo fondarsi sulla
discussione e deliberazione pubblica. Concettualizzazione e misurazione dell’opinione pubblica
Negli ultimi, 15 anni la ricerca relativa al rapporto tra contesto e risposta si è sviluppata parecchio
sviluppando modelli teorici. Questo filone d’indagine è chiamato da alcuni movimento per gli
aspetti cognitivi della misurazione nel sondaggio e cerca di rilevare il modo in cui gli individui
rispondono alle domande di un sondaggio, guardando alle teorie sociopsicologiche e a quelle
cognitive sul trattamento dell’informazione. Effetti di contesto e effetti di risposta Il termine
“contesto” comprende diversi fenomeni: l’obiettivo del sondaggio, il clima d’opinione percepito al
momento dell’intervista, le caratteristiche dell’intervistatore, tutti fattori che contribuiscono a dar
forma alle risposte fornite. Mentre gli effetti di contesto derivano dalle caratteristiche dello
strumento o dall’intervista, gli effetti di risposta derivano dalle caratteristiche del rispondente.

Modelli interpretativi di modalità di risposta ai sondaggiRecentemente è stato proposto un certo


numero di modelli generali per organizzare ed interpretare teoricamente gli effetti documentati
relativi al contesto e alla risposta. I modelli più comuni sono:

 I modelli di campionamento per livello di conoscenza, secondo i quali gli intervistati


risponderanno alle domande di un sondaggio basandosi sulla disponibilità di informazioni
relative alla domanda posta. Il grado di accuratezza della risposta degli intervistati è in
relazione al tempo impiegato a selezionare un’opzione appropriata, e alla motivazione del
rispondente a fornire un giudizio plausibile.
 Modelli di campionamento per ricezione-accettazione: le opinioni dipenderanno:
dall’informazione iniziale ricevuta dall’intervistato, dal fatto che l’informazione venga
accettata o meno; dal fatto che in occasione della domanda, l’informazione riesca ad essere
trattata dalla memoria.

Questi modelli tuttavia implicano l’instabilità di molte opinioni monitorate, le quali si baseranno su
ciò che in prima battuta viene in mente all’intervistato, piuttosto che sull’insieme d’informazioni o
convinzioni rilevanti. Gli intervistati si accontenteranno di dare la risposta più facile alle domande
del sondaggio quando la domanda è difficile o la pressione sull’intervistato è forte, o quando egli
manchi della capacità o della motivazione necessaria a dare risposte accurate. Gli intervistati
tendono a usare scorciatoie cognitive e spunti euristici che condurranno alla scelta della prima o
dell’ultima opzione, all’acquiescenza o al dire sì, o a risposte del tipo non so o nessuna opinione.

Attenzione per la qualità dei dati del sondaggio A parte concentrarsi sull’analisi dei meccanismi
che sottostanno alle risposte, la ricerca si è concentrata anche sul fenomeno della NON –
RISPOSTA nei sondaggi basati su un campione probabilistico, vale a dire sull’insuccesso nel
completare le interviste con i soggetti selezionati dal campione; Si cercò di controllare la non-
risposta con una rigorosa formazione degli intervistatori affinché fossero in grado di convertire in
accettazione un iniziale rifiuto dell’intervistato e con degli incentivi per gli intervistati. L’avvento e
la rapida espansione di internet e del computer hanno introdotto nuovi modi di raccolta dei dati. La
posta elettronica e le indagini basate sulla rete hanno consentito una raccolta di dati veloce ed
economica, ma hanno comportato anche delle complicazioni che derivano dall’incompleta
diffusione del PC e dell’accesso a Internet. Nuove opportunità di ricercaL’evoluzione della
tecnologia digitale ha creato altre importanti opportunità per gli studiosi dell’opinione pubblica. Lo
stoccaggio elettronico dei dati e i sistemi per il reperimento delle informazioni hanno consentito la
raccolta e l’agevole diffusione di grandissimi volumi di dati analitici, statistiche governative e una
serie sempre più ampia di contenuti dei media. Questa disponibilità di dati ha permesso la
descrizione in chiave diacronica delle tendenze dell’opinione pubblica e la correlazione tra
opinione, politica di governo e copertura informativa dei media. Le tecnologie basate sul web
consentono, tra l’altro, di predisporre gruppi di discussione intervistato-con-intervistato a
composizione casuale. Price afferma che la tecnologia un giorno potrà rendere possibile il
monitoraggio elettronico parallelo del discorso dell’informazione e del discorso del pubblico, il
primo attraverso gli archivi dei media e il secondo attraverso i dati ricavati dalle discussioni
intrecciate sul web.

Punti deboli nell’opinione di massa Nell’età dell’informazione è ricomparsa la preoccupazione


circa la mancanza di basi informative che supportino l’opinione su molti temi di importanza
politica. Una ricerca dimostra che la conoscenza politica tende a collocarsi ad un livello medio
molto basso e ad essere caratterizzato da un’elevata variabilità. Ciò perché larghi segmenti della
popolazione sono interessati solo in modo marginale alla politica, hanno una scarsa comprensione
generale degli affari pubblici, e non acquisiscono molte informazioni nuove dai mass media dal
momento che occorre informazione per avere informazione. Al lato opposto, i pubblici attenti
possiedono una considerevole riserva di conoscenze e monitorano regolarmente la politica e le sue
vicende. Rispendo all’etnia e al genere c’è uno scarto modesto di distribuzione di informazione. La
conoscenza politica promuove le virtù civiche, stimola la partecipazione alla politica e aiuta a dar
vita a un’opinione informata, stabile e coerente. Più le persone sono informate e maggiore sarà la
loro coscienza civica.

Alcune soluzioni Alcuni ricercatori si sono dati il compito di ideare nuove tecniche per la
misurazione dell’opinione allo scopo di controbilanciare i sondaggi di massa che possono
raccogliere e diffondere pseudo-opinioni sviluppate al di fuori di qualunque significativo dibattito
pubblico. Fishkin ad esempio ha condotto numerosi sondaggi deliberativi su larga scala, sondaggi
preceduti da discussioni teletrasmesse tra gruppi di cittadini rappresentativi a livello nazionale.
Alcuni hanno proposto miglioramenti delle tecniche standard di sondaggio, compresi la
distribuzione di materiale informativo agli intervistati, domande pensate per porre l’intervistato di
fronte a difficili alternative in materia di politiche pubbliche, o l’utilizzo di strumenti che aiutino a
decidere, allo scopo di raccogliere misurazioni qualitativamente migliori che rappresentino
l’opinione pubblica. Tali modelli alternativi per la valutazione della opinione pubblica si sono
sviluppati parallelamente al “giornalismo pubblico”, un movimento interno ai circoli di produzione
dell’informazione che prende le distanze della posizione oggettiva del giornalista come osservatore
imparziale e disinteressato, si oppone alla mercificazione dell’opinione attraverso i sondaggi
standard e i consueti pastoni politici, e tenta di favorire la discussione pubblica e un maggior
impegno della gente comune nella vita pubblica. Altre iniziative cercano più in generale di
promuovere il senso di comunità e lo sviluppo di capitale sociale in modi innovativi, ad esempio
attraverso le mailing list delle comunità elettroniche e le bacheche a contenuto civico.
Teoria della democrazia deliberativa secondo questa teoria la discussione pubblica serve ad
ampliare i punti di vista sulla cosa pubblica, a promuovere la tolleranza e la comprensione tra
gruppi con interessi divergenti e in generale a incoraggiare un atteggiamento ispirato a senso civico.
Il principale assunto è che quando i cittadini o i loro rappresentanti sono eticamente in disaccordo,
dovrebbero continuare a riflettere insieme allo scopo di raggiungere soluzioni reciprocamente
accettabili. Il disaccordo è visto come uno stimolo critico per l’elaborazione di opinioni e
atteggiamenti politici più informati e ponderati. Si suppone inoltre che il dibattito popolare aumenti
l’indipendenza del pubblico attraverso l’accresciuta partecipazione e la minore propensione a
lasciare le decisioni politiche nelle mani delle élite. Uno degli aspetti distintivi della teoria è l’enfasi
posta sull’esercizio della discussione da parte del pubblico nell’ordinaria vita politica. Un altro è
l’impegno a enucleare le condizioni necessarie per un’effettiva deliberazione. Esse comprendono:
rispetto verso chi è in disaccordo, reciprocità tra chi discute, responsabilità, pubblicità del dibattito,
e un accordo tra gli avversari senza che vengano gravemente messi in discussione i principi di
ciascuno. Altra condizione è la parità di capacità di discussione e deliberazione tra i partecipanti.
Questa teoria tuttavia ha anche degli aspetti negativi: il disaccordo può infatti risultare intollerabile
per i cittadini, che detestano il confronto. In questi casi la discussione potrebbe interrompersi
conducendo o all’abbandono o all’accresciuto impegno e divenire così più negativa.

Futuro Oggi gli strumenti del dibattito pubblico vanno ricercati nel campionamento
probabilistico, nel giornalismo “pubblico”, nelle sofisticate tecnologie della comunicazione
interattiva. Le tecniche oggi utilizzate cederanno probabilmente il posto a più nuove.

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