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FOCUS GROUP IN AZIONE Capitolo 1: focus group nella pratica Con il termine focus group si fa riferimento a dei gruppi

di discussione, letteralmente intesi come gruppi focali, nel senso di gruppi focalizzati su un determinato problema. Lo scopo di ricerca, cio ascoltare e raccogliere informazioni, punti di vista, opinioni su un determinato oggetto di interesse, di studio e di approfondimento. Sono un metodo di ricerca di tipo qualitativo e hanno come obiettivo quello di approfondire nel dettaglio gli aspetti trattati, piuttosto che raccogliere informazioni su una grande quantit di persone; con questo metodo si punta sulla qualit delle informazioni raccolte piuttosto che sulla quantit. Vengono attualmente condotti in svariati contesti e possono essere utilizzati per produrre informazioni su nuove tematiche, per spiegare risultati inaspettati emersi da indagini o ricerche quantitative; se utilizzati prima di una fase quantitativa possono servire per generare nuove ipotesi di ricerca; per valutare nuovi strumenti, nuove metodologie, o per spiegare, in maggior profondit atteggiamenti, opinioni, credenze e aspettative insite allinterno di una determinata popolazione. Essi per si distinguono dalle interviste di gruppo per il fatto che nei f.g. i partecipanti interagiscono tra loro mentre negli altri casi devono rispondere allintervistatore e interagire solo con lui e non con gli altri partecipanti. I f.g. rispetto ad altre tecniche di tipo qualitativo, presentano diversi vantaggi: possono essere utilizzati con persone di scarsa scolarizzazione o che non riescono a leggere o a scrivere; sono meno costosi a parit di tempi e possono essere relativamente facili da condurre, in quanto si basano su un processo naturale che quello della discussione/comunicazione in gruppo; dallaltro non servono per prendere decisioni, che possono essere prese successivamente dai ricercatori sulla base di quanto emerge dalla discussione in gruppi. I partecipanti devono sentirsi il pi possibile a proprio agio, sia dal punto di vista del setting sia del clima generale entro cui si svolge la discussione. Il moderatore ha la funzione di presentare il tema oggetto della discussione o di facilitare la comunicazione, senza interferire o commentare quello che viene detto, senza cio fornire il proprio punto di vista. Il principale svantaggio dei f.g. la loro inabilit a produrre distribuzioni di frequenze relativamente agli atteggiamenti e alle opinioni indagate. Il contesto di discussione in gruppo incrementa inoltre il rischio che i partecipanti rispondano in maniera socialmente desiderabile perch chiamati ad esprimere pubblicamente quello che pensano. Lutilizzo dei f.g. sconsigliabile anche quando bisogna indagare aspetti personali del s o quando devono essere intervistate alcune categorie di persone che per cultura o educazione possono essere in difficolt a parlare in gruppo, in questi casi preferibile utilizzare interviste in profondit o questionari autocompilati anonimi. Infine i f.g. non sono utilizzabili per lo studio sui comportamenti. Who? Chi? Uno dei primi utilizzatori del metodo dei f.g. stato Robert Merton per studiare il morale delle forze militari statunitensi che lavoravano nei dipartimenti bellici. Si sono oggi delineati 4 diversi stili di focus group che pur mantenendo identifica la finalit e i principi su cui si fondono, presentano alcune caratteristiche che li distinguono, riconducibili alluso e al contesto che di essi si fa: ricerca di mercato: a scopo di vendita e produzione, per conoscere le preferenze dei consumatori; lobiettivo incrementare le vendite puntando sulla qualit; ricerca nellambito accademico o negli istituti di ricerca, come metodo qualitativo precedente o successivo a quello quantitativo, per conoscere in maggior dettaglio un fenomeno oggetto di studio, o per
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comprendere risultati apparentemente contraddittori emersi con la ricerca di tipo quantitativo; ricerca nel settore pubblico sociale e dei non profit, dove i f.g. vengono utilizzati allo scopo di trovare risposte immediate e fruibili circa un determinato problema; la ricerca partecipante. In questo caso i f.g. vengono fatti da coloro che sono direttamente coinvolti nel processo da analizzare. What? Cosa? Prima di scegliere di utilizzare la tecnica dei f.g., indispensabile valutare effettivamente se questa la pi giusta ed efficace per raggiungere gli obiettivi prefissati e studiare quel determinato argomento. Per fare questo quindi indispensabile lavorare soprattutto sugli obiettivi; stabilire lobiettivo significa capire che cosa ci si aspetta dalla ricerca/studio che si sta per realizzare. Le persone coinvolte nel progetto devono incontrarsi e fissare gli obiettivi stabilendo: qual il problema da affrontare, perch stato deciso di fare tale studio/ricerca, quali obiettivi si vogliono raggiungere, quale informazioni si vogliono ottenere, chi le vuole e come verranno utilizzate, come analizzare i dati emersi e come riferirli alla committenza. Chi conduce la ricerca/studio pu coincidere o meno con la committenza. Where e when? Dove e quando? Una volta individuati gli obiettivi si procede alla pianificazione per bilanciare i costi con i benefici, per stabilire quanti gruppi condurre e dove farli, a chi farli condurre, se e quanto retribuire i partecipanti. Quanti gruppi condurre? Dipende dallo scopo dello studio. Una regola pratica quella di pianificare tre o quattro gruppi con tutte le tipologie di partecipanti previste dallo studio per trovare analogie e differenze tra loro. Dopo aver condotto questi gruppi bisogna stabilire se stata raggiunta la cosiddetta saturazione cio il livello oltre il quale non si raccolgono pi informazioni. Quanti partecipanti per ogni gruppo? Minimo 6 persone, massimo 12. anche in questo caso il numero di partecipanti in funzione dello scopo per cui si fa il focus, per ricerca o per marketing. Un numero di partecipanti inferiore a 6 unit non permetterebbe uno scambio di opinioni, non stimolerebbe la riflessione e la discussione. Un gruppo con pi di 12 persone dallaltra parte, rischia di vederne escluse almeno una o due dalla discussione. Che caratteristiche devono avere i partecipanti? Dipende spesso dal tema della discussione. Solitamente i partecipanti dvb essere estranei tra loro, per poter apportare un contributo indipendente e sentirsi liberi di esprimere il proprio pensiero. opportuno, invece, che tra i partecipanti ci sia un certo di grado di conoscenza se loggetto della discussione un problema che riguarda, ad esempio, i lavoratori che operano nella stessa ditta o servizio e che devono affrontare un problema che li riguarda come categoria. Sono preferibili i gruppi omogenei, che abbiano cio in comune una determinata caratteristica; lomogeneit va scelta sulla base dello scopo dello studio. I componenti del gruppo devono cmq mantenere al loro interno una certa variabilit per permettere la messa in campo di punti di vista differenti. Quando si parla di omogeneit fra i partecipanti si fa solitamente riferimento allambito professionale. Let deve essere omogenea nel caso in cui si affronti una tematica dove la variabilit et gioca un ruolo fondamentale. Per quanto riguarda il genere dei partecipanti, organizzare gruppi di sole donne o uomini dipende dal tema da trattare, ad esempio nei casi in cui la presenza mista potrebbe inibire la libera espressione dei partecipanti. In generale, lomogeneit del gruppo permette ai partecipanti di confrontarsi tra loro e di non sentirsi discriminati perch magari incapaci di discutere su un argomento che non conoscono o di cui si esprimerebbero con un linguaggio pi semplice. A tal proposito, particolare attenzione va dedicata al livello socioeconomico e al titolo di studio. Come avviene la selezione dei partecipanti? In questo caso non vanno osservate le procedure per un campione probabilistico casuale,
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ma cmq importante cercare di reclutare persone diverse per non rischiare unomologazione di idee e opinioni che inficerebbe la produttivit tipica della discussione di gruppo. Al fine di trovare i partecipanti al gruppo si possono adottare diverse strategie; in alcuni casi opportuno accertarsi se si dispone di una lista di tutti gli appartenenti ad una determinata comunit, organizzare e selezionare le persone di questa lista. Le persone possono essere reclutate anche dagli elenchi telefonici o per strada o attraverso annunci sul giornale. Si pu anche precedere con la tecnica dello snowball o campionamento a valanga: si tratta di contattare alcune persone che presentano le caratteristiche che vogliamo affrontare e si chiede loro se conoscono altre persone con quelle caratteristiche che potrebbero essere interessate a prendere parte al gruppo di discussione. Bisogna per fare attenzione a non reclutare un campione solo di convenienza, di persone motivate che probabilmente hanno caratteristiche troppo simili fra loro e darebbero dati e informazioni parziali circa il problema da affrontare. Quando si contattano i partecipanti bisogna illustrare loro, in termini generali, lo scopo della discussione di gruppo. tuttavia indispensabile non soffermarsi troppo sui dettagli dello studio e della tematica che verr affrontata, evitando di fornire elementi troppo precisi sugli obiettivi della discussione in quanto le persone potrebbero prepararsi sullargomento per fare bella figura. Non per questo bisogna fornire ai partecipanti informazioni false circa lo scopo della discussione, ma cmq importante rimanere nel generico. Bisogna dare un compenso o incentivo ai partecipanti? Le persone potenziali partecipanti andrebbero contattate personalmente sempre se prima per telefono (per stabilire un contatto personale) e poi una volta che hanno deciso di prendere parte ad un focus, bisogna scrivere loro una lettera per confermare luogo, data e ora. Uno degli aspetti fondamentali per il successo del reclutamento e della partecipazione la motivazione alla stessa. Linvito e la presentazione del focus devono essere stimolanti. Per facilitare il consenso alla partecipazione bene prevedere degli incentivi per i partecipanti. Nel caso di f.g. condotti da imprese o aziende, a scopo di marketing, i partecipanti vengono pagati per il loro tempo, ed in molti casi vengono loro rimborsate anche le spese. Nel caso invece di f.g. gestiti da organizzazioni non profit ma anche per quelli organizzati da studiosi delluni spesso non esistono risorse economiche per pagare i partecipanti. In alcuni casi possibile pensare a dei piccoli gadget omaggi (meglio se utili) per ringraziare della partecipazione e del tempo dedicato. Naturalmente la loro consistenza dipende dalle risorse a disposizione. importante cmq che i premi, le ricompense o rimborsi vengano dati a conclusione della discussione, soprattutto se si tratta di prodotti omaggio di una ditta o di unazienda. bene contattare le persone almeno un paio di settimane prima della data prevista per il focus, per dare loro il tempo necessario per organizzarsi e non prendere altri impegni. Per quanto riguarda il giorno e lorario preferibile suggerire ai potenziali partecipanti tre o quattro alternative chiedendo loro di indicare la loro preferenza. In prossimit della data bisogna contattare nuovamente i partecipanti per ricordare loro lappuntamento. Quali devono essere le caratteristiche del setting? I f.g. devono sempre essere organizzati in un luogo facilmente raggiungibile sia con i mezzi pubblici che con quelli privati. inoltre preferibile scegliere un posto dotato di parcheggio. consigliabile accogliere i partecipanti con un piccolo rinfresco. La stanza deve essere sobria, per non distrarre le persone, ma al contempo luminosa e allegra. preferibile che i partecipanti si siedano in circolo, in quanto tutti devono essere in grado di guardare in faccia i propri interlocutori senza alcuna gerarchia dettata dalla posizione in
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cui sono seduti. Il tavolo ha anche un significato simbolico: pone quella separazione fisica ma anche immaginaria tra le persone che serve a rassicurarle garantendo e mantenendo una distanza virtuale ma vitale. La presenza di eventuali strumenti di registrazione deve essere discreta e non invasiva. Quanto tempo deve durare? La durata del f.g. pu essere variabile e dipende sia dallapproccio che si sta usando sia dal contesto entro cui si opera e quindi dalla tipologia dei partecipanti. Un tempo medio di durata di unora e mezza, due ore al massimo. In particolare, bisogna tener presente che quando si organizzano i gruppi con adolescenti e preadolescenti, la loro capacit di concentrazione e di resistenza pi limitata, soprattutto se si ha a che fare con ragazzi sotto i 15 anni. In questi casi unora pi che sufficiente. Meglio prevedere pi gruppi per affrontare pi aspetti, che organizzare gruppi di discussione con ragazzini che stanno zitti o rispondono a caso perch si sono stancati o stufati. Why? Perch? I f.g. possono risultare un modo efficace nei seguenti casi: per conoscere quelle che sono le opinioni, i punti di vista che le persone hanno su un determinato argomento, oggetto di studio; per conoscere problemi e soddisfazioni dei lavoratori allinterno di unazienda che ha una struttura gerarchica e per trovare con loro soluzioni e proposte ai problemi senza che queste vengano imposte dallalto; per trattare tematiche complesse circa motivazioni comportamentali delle persone, che possono assumere varie sfumature a seconda delle circostanze; per ottenere ulteriori informazioni rispetto a quelle che si potrebbero ottenere dai singoli partecipanti; per testare la comprensione di domande o di parole scelte in una determinata tipologia di popolazione; per meglio interpretare alcuni risultati emersi dalla ricerca quantitativa in contrasto con le ipotesi del ricercatore o di non immediata deducibilit. invece sconsigliabile ricorre al metodo del f.g. nei seguenti casi: indispensabile giungere ad un accordo fra i partecipanti, quando bisogna prendere delle decisioni; si vogliono istruire, formare le persone/studenti facenti parte di un gruppo, come ad esempio una classe scolastica; si vogliono indagare aspetti personali che difficile comunicare in un contesto di gruppo, per esempio rilevare eventuali comportamenti devianti commessi; bisogna fare delle stime sulla popolazione e bisogna fare delle statistiche; quando la tematica da affrontare rischia di scatenare conflitti aperti, come quando si vuole condurre un gruppo di discussione di politici di partiti opposti; in generale se esistono altri metodi per raggiungere gli stessi obiettivi con costi e tempi migliori. Sono stati scelti due ambiti di applicazione dei f.g.: la famiglia e la scuola. Nel caso di f.g. effettuati con bambini o adolescenti preferibile organizzare gruppi pi piccoli con massimo 6 unit, per tener vivo il loro livello di attenzione. Lambito dove si svolgono i gruppi dvb essere sobrio, per non indurre distrazioni, ma non triste e troppo formale. Il linguaggio utilizzato per formulare le domande deve essere chiaro e semplice. Nel campo scolastico il f.g. risulta importante per affrontare tematiche che riguardano i ragazzi e la loro relazione con i compagni, con gli insegnanti, la famiglia o il tempo libero. Inoltre possono essere utilizzati per studiare la fattibilit di nuovi programmi che si vogliono introdurre a scuola o per affrontare tematiche che non riguardano prettamente la sfera didattica ma quella relazionale, come il problema del bullismo e della violenza a scuola. Anche lambito della famiglia rappresenta un luogo adatto per la realizzazione dei f.g. Temi difficili da trattare come la violenza in famiglia possono trovare nella discussione di gruppo un luogo di approfondimento. Capitolo 2: strutturazione e organizzazione dei focus group
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Il compito del ricercatore quello di analizzare il tema oggetto della ricerca e cercare di definirlo il pi chiaramente possibile. infatti indispensabile organizzare dei f.g. su delle tematiche ampie, perch altrimenti rischiano di diventare delle discussioni che portano le persone a rispondere sul senso comune delle cose senza fornire informazioni pi precise, circostanziate, dettate dallesperienza personale. Il ricercatore, o cmq chi conduce lo studio, ha pertanto il compito di pianificare le domande da formulare, identificare cio una sorta di scaletta che guider la conduzione del gruppo. Nel pianificare le domande da formulare e nel costruire la scaletta, il ricercatore ha due possibilit: individuare e creare il percorso delle domande (questioning route), scrivere, cio, per intero le domande da formulare durante la discussione, oppure creare una lista di tematiche da voler affrontare. La lista consiste in una serie di parole chiave/concetti che devono servire al moderatore per ricordargli i temi da affrontare. Questa alternativa viene utilizzata solitamente da parte di moderatori professionisti che operano in ambiti di ricerca di mercato. Il percorso delle domande viene, invece, maggiormente utilizzato nellambito delle ricerche nel settore pubblico e non profit e nellambito universitario. Questo permette di scrivere le domande usando una terminologia appropriata, facile da comprendere. Un buon percorso di domande da formulare durante il f.g. deve iniziare per prima cosa con domande semplici e chiare per tutti. Le domande devono avere fra loro una sequenza logica e devono riguardare prima aspetti specifici e poi entrare pi nel dettaglio e nel particolare. Il moderatore deve utilizzare il tempo a disposizione in maniera saggia e cercare di anticipare per ogni domanda quanto tempo pu essere dedicato alla sua riposta e stabilire anticipatamente una sorta di mappa dei chilometri, intesi come tempi. Stabilire, cio, per ogni domanda quanto tempo dedicare lasciando uno spazio maggiore alle domande centrali, rilevanti. Le varie categorie di domande sono: domande di apertura che hanno il solo obiettivo di far parlare tutti i partecipanti, servono per scaldare il gruppo e far sentire i partecipanti a proprio agio. preferibile che la domanda di apertura riguardi fatti e non opinioni (per esempio: ci potete dire cortesemente il vostro nome ed ambito lavorativo?). Sono comunque da evitare domande che porterebbero a svelare eventuali disparit tra le persone in termini di titoli di studio, et, tipo di occupazione, perch, se qualcuno si sente superiore a qualche altro componente del gruppo, potrebbe ignorarlo; domande introduttive che introducono il tema della discussione e hanno come obiettivo quello di far riflettere le persone su ci che dovranno dire. Si tratta di domande aperte in cui si chiede lopinione dei partecipanti circa un servizio, un prodotto, oggetto della discussione (se per esempio si sta conducendo un gruppo sul tema della violenza in famiglia con donne. Vi mai capitato di vedere film che parlano del tema della violenza in famiglia o sentire qualcuno che ha vissuto questi fatti?). le domande introduttive, tra laltro, servono anche al moderatore per cominciare a capire le opinioni dei partecipanti sul tema oggetto della discussione; domande di transizione che permettono il passaggio dalle domande introduttive a quelle centrali. Sono degli approfondimenti delle domande introduttive in cui si chiede alle persone di approfondire quanto precedentemente accennato e di esprimere le impressioni personali (che cosa vi ha suscitato vedere quei film?). Alle risposte delle domande introduttive e di transizione il ricercatore dvb dedicare pochi minuti; domande centrali o cruciali che costituiscono lobiettivo centrale del gruppo di discussione. Si tratta generalmente di 2-5 domande che affrontano direttamente gli aspetti che si vogliono indagare. Alle risposte a ognuna di queste domande il moderatore deve dedicare almeno 10 minuti (secondo voi quali
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forme di violenza pu subire una donna dal proprio partner? Come definireste la violenza psicologica, come si manifesta?); domande conclusive: una volta esaurita la discussione sulle domande centrali, il moderatore pu condurre la discussione verso la fase conclusiva. Queste domande possono essere poste in vario modo: ad esempio si pu chiedere ai partecipanti di dare una loro battuta finale su quanto detto fino a quel momento. Un altro tipo possibile di domande conclusive quello delle domande riassuntive. Il moderatore riassume in poche battute i concetti salienti che sono stati affrontati e chiede ai partecipanti se quella sintesi una descrizione accurata di come sono andate le cose. La domanda finale viene presenta ribadendo sinteticamente quelli che erano gli obiettivi della discussione e chiedendo ai partecipanti se c ancora qualcosa che vogliono aggiungere. importante non relegare questa domanda alla fine quando non c pi tempo. Caratteristiche delle domande: in generale bisogna prevedere un totale di circa 10-12 domande per un gruppo della durata di due ore. Le domande da formulare devono essere poste con un tono conversazionale, non essere quindi perentorie ma apparire informali. Nella lingua italiana consigliabile che il moderatore utilizzi il noi per non dare limpressione di estraniarsi dalla discussione ricoprendo una posizione esterna ed estranea a quella del gruppo. La scelta di usare il lei o il tu dipende dal contesto, dai partecipanti. Va cmq segnalato che i f.g. sono gruppi di discussione informali, anche se seguono regole ben precise. Le domande devono contenere parole semplici e chiare; sono assolutamente da evitare tecnicismi, termini gergali o parole forbite che creano solo distacco ed imbarazzo in chi non ne comprende il significato o non ne fa uso. Le domande quindi devono essere chiare, dirette, contenere un solo concetto al suo interni; devono essere pertanto brevi nella loro formulazione e preferibilmente essere aperte. Unaltra formulazione da evitare quella delle domande doppie. Da evitare domande retoriche. Fasi del f.g.: sono tutta la discussione e linterazione tra i partecipanti, la fase di riscaldamento, lapertura e la conclusione. Oltre alla fase di discussione orale, possibile introdurre una parte creativa, pratica, dove si richiede ai partecipanti di fare qualcosa (scrivere, disegnare, ritagliare). Soprattutto se si ha a che fare con bambini e adolescenti bene alternare la parte della discussione parlata con quella creativa per mantenere alta lattenzione e linteresse. Sarebbe opportuno che il moderatore fosse accompagnato da unassistente con il compito di occuparsi della registrazione (video/audio), dellaccoglienza dei partecipanti e, l dove previsto uno specchio unidirezionale, dellosservazione del gruppo da dietro lo specchio. Lassistente non dvb intervenire nella discussione a meno che non venga esplicitamente chiamato a farlo. Lassistente o il moderatore stesso accoglie i partecipanti invitandoli a servirsi delle bevande ed intraprendere con loro delle brevi conversazioni. Limportante che loggetto di questo tipo di conversazione non sia attinente a quello della discussione oggetto del focus e che non vadano trattati argomenti che possano suscitare controversie o posizioni contrastanti. Temi su cui poter conversare sono il tempo, i figli, il cinema; da evitare temi politici, religiosi o tematiche sensibili. Con questa discussione il moderatore pu iniziare a cogliere le varie tipologie di partecipanti e ci pu servire per predisporre i posti per far sedere le persone. bene prevedere delle targhe di cartoncino da mettere in vista intorno al tavolo come segnaposto. Il moderatore dvb prestare attenzione nel far sedere le persone pi taciturne di fronte a s per facilitare il pi possibile un contatto visivo che pu risultare utile per stimolare la persona ad intervenire a parlare. A conclusione della discussione lassistente del moderatore o lo stesso, oltre che ringraziare i partecipanti e
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presenziare al debriefing ha il compito di distribuire gli incentivi o gadget. Non deve circolare denaro; se lincentivo in contanti questi vanno messi in una busta sigillata arrecante il nome della persona a cui consegnarla. Vedi scheda 2.3 pag. 48-49. Ruolo e caratteristiche del moderatore: il moderatore pu o meno coincidere con la figura del ricercatore. Altre volte una persona selezionata ad hoc con il solo scopo di fargli gestire il gruppo. Non un quesito indispensabile quello di essere esperti dellargomento da trattare. Spesso, peraltro, lo stesso moderatore che conduce pi gruppi su uno stessa tema, acquisisce quelle conoscenze minime che gli permettono di comprendere quali siano gli aspetti salienti della discussione e decidere se soffermarsi su alcuni aspetti oppure se un argomento stato esaurito. In alcuni casi, moderatori esperti nella gestione dei gruppi utilizzano appositamente lo stile naif di chi poco conosce largomento al fine di fare in modo che i partecipanti si esprimano in maniera pi esaustiva sui contenuti trattati. Questa strategia, tuttavia, pu avere anche un effetto opposto, se i partecipanti molto esperti dellargomento si infastidiscono perch devono fornire spiegazioni e punti di vista su un argomento ignorato dal moderatore che viene quindi percepito come una persona inesperta e non autorizzato a far loro domande. Ci che caratterizza un buon moderatore deve essere, in primo luogo, la capacit di ascolto; un ascolto attivo, empatico per certi aspetti, di chi cio comprende il punto di vista delle varie persone a prescindere dal condividerne i principi. Il suo punto di vista personale assolutamente irrilevante e non solo non deve trasparire ma non deve neppure influenzare lo stesso moderatore che accoglie le varie opinioni. Il moderatore durante la discussione tiene sempre elevato il proprio livello di attenzione sia per registrare mentalmente quello che viene detto e poter cos rilanciare delle domande, o riprendere in un secondo momento alcuni aspetti non sufficientemente elaborati, sia per cogliere gli atteggiamenti di tutti i partecipanti e poter far riferimento a questi in un secondo momento. A tale proposito, il moderatore presta particolare attenzione anche al comportamento non verbale. Lo stesso quindi deve avere un ottimo controllo delle proprie emozioni ma non per questo essere rigido e asettico; un sorriso sinonimo di accoglienza e apprezzamento fa sentire i partecipanti a proprio agio. Il moderatore deve inoltre far pratica ed utilizzare altre due tecniche essenziali: la pausa ed il probing. Nel primo caso si tratta di lasciare passare sempre qualche secondo dopo che intervenuta una persona e non incalzare subito la fine di un intervento con unaltra domanda. Ci potrebbe infatti essere ancora qualcuno che vuole dire qualcosa e il breve silenzio pu permettergli di intervenire. La tecnica del probing invece consiste nel chiedere di fornire ulteriori informazioni rispetto a quello che ha detto un partecipante. Si chiede allinterlocutore di specificare meglio cosa intende, di formulare con altre parole il concetto, e cos via. Tale tecnica preferibile da utilizzare allinizio della discussione per far capire ai partecipanti che non si devono limitare a sono daccordo o io non la penso in questo modo. Il moderatore deve, sin dallinizio, precisare al gruppo che non ci sono riposte giuste o sbagliate; la discussione ha lo scopo di far esprimere tutti circa quello che pensano su un determinato argomento, senza giudicare o essere giudicati. Particolare attenzione va posta alla scelta del moderatore in funzione delle caratteristiche del gruppo: variabili come let, il genere, lestrazione culturale possono inibire il gruppo. Uno dei rischi maggiori quando si conducono dei gruppi di discussione il diverso livello di partecipazione delle persone invitate. Anche in questo contesto, infatti, si tende a creare la figura del leader, di chi vuole gestire (e a volte sopraffare) il gruppo, intervenendo in ogni momento e a volte
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togliendo lo spazio alle altre persone. Il leader viene inconsapevolmente eletto dal gruppo che lo lascia agire. Un moderatore che si imbatte in gruppi come questi ha il compito delicato di ripristinare lequit fra i partecipanti, ossia togliere un po di potere al leader e ridistribuirlo allinterno del gruppo, facilitando gli interventi di quelle persone che hanno parlato di meno e che il moderatore coglie essere in difficolt o semplicemente pi svogliate. Alcune piccole strategie possono aiutare il moderatore a dissuadere il leader nellintervenire in continuazione: togliergli lo sguardo e direzionarlo verso quelle persone che hanno parlato di meno. A volte il moderatore deve invitare esplicitamente uno o pi persone a esprimere la propria opinione e se necessario ricordare quelle che sono le regole minime del gruppo: ascoltare senza interrompere; prendere la parola solo quando laltra persona ha finito di parlare; non insultare; non alzare la voce; non giudicare le persone, eventualmente solo le idee; ascolta in maniera attiva per stimolare la conversazione, intervenendo commentando anche quello che hanno detto le altre persone. Vedi schede 2.4, 2.5. Debriefing e gestione degli imprevisti: tale termine significa letteralmente chiamata a rapporto, far cio prendere coscienza di quello che stato fatto e detto; nello specifico si tratta di dare la parola ai partecipanti e cercare di avere un feedback sullesperienza fatta. Lobiettivo quello, da una parte, cogliere eventuali difficolt riscontrate o vissute dagli stessi partecipanti, dallaltra di raccogliere suggerimenti, osservazioni utili sia per linterpretazione dei resoconti dei f.g. sia per correggere eventuali problemi emersi, per riformulare alcune domande, includerne di nuove o togliere quelle valutate inutili. Il debriefing non deve diventare unaltra discussione, quindi la sua durata deve essere limitata al massimo a 10 minuti. Inoltre ogni volta che si ha a che fare con le persone si incorre nel rischio che si verifichino degli imprevisti []. Analisi dei risultati: lanalisi dei dati pu essere basata sulla trascrizione integrale delle video o audio registrazioni. Il ricercatore legge la trascrizione e procede allindividuazione e costruzione di categorie ricorrenti in base anche alla griglia precedentemente redatta. Per ogni categoria individuata, raggruppa i concetti rilevanti per individuare la loro incidenza, cio quanto spesso si presentano e capire cos la salienza di quellaspetto. Altra modalit sono le trascrizioni condensate: si tratta di una strategia meno impegnativa e che richiede meno tempo ma non per questo meno attenzione. Si tratta di riascoltare le registrazioni e scrivere delle sintesi. Questo tipo di analisi dei dati per pu essere fatta solo da una persona che conosce la tematica oggetto della discussione, perch deve essere in grado di riportare solo le parti effettivamente rilevanti. Nella trascrizione bene che venga fatta distinzione fra quelle che sono le citazioni dirette e quando invece un concetto stato parafrasato. Lanalisi pu essere anche basata sugli appunti presi durante la discussione o sul ricordo/memoria. Capitolo 3: presentazione di focus group su tematiche sensibili: il bullismo a scuola e la violenza in famiglia Vedi libro.

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