Documenti di Didattica
Documenti di Professioni
Documenti di Cultura
Cap.2 L’intervista
Come nel colloqio, si pensa che non abbia rilevanza nella raccolta dati.
BEI: Behavioral Event Interview intervista strutturata per la valutazione delle competenze e del
potenziale di sviluppo dei lavoratori già assunti, usata anche per la selezione del personale. Si basa
sulla possibilità di chiedere agli individui di dire cos’hanno fatto e come si sono comportati.
AAI: Adult Attachment Interview descritta come intervista semi-strutturata, ma in realtà è
molto vicina al colloquio clinico.
L’Intervista è uno strumento psicometrico che si basa sull’approccio stimolo-risposta, concepita
come tecnica di ricerca
2.1 L’INTERVISTA COME COLLOQUIO
Tecnica di indagine psicosociale che prevede l’interazione tra due o più persone. Ci sono tre tipi:
2.1.3 L’intervista strutturata Domande ed alternative di risposta sono definite a priori e
determinate: l’intervistatore deve seguire esattamente il modulo di intervista che ha davanti
raccogliendo le risposte degli intervistati secondo modalità prestabilite. In pratica si tratta di un
questionario etero-somministrato. L’intervista strutturata è particolarmente attenta al
monitoraggio statistico di validità e attendibilità.
“La validità di uno strumento concerne ciò che viene misurato da esso e con quale precisione
esso riesce ad effettuare tale misurazione”.
“Il termine attendibilità fa riferimento alla coerenza o fedeltà dei punteggi ottenuti da uno stesso
soggetto quando questi venga sottoposto allo stesso strumento in occasioni diverse, o ad un
insieme di prove equivalenti, o in diverse condizioni di somministrazioni”.
Data l’attenzione ai concetti di validità ed attendibilità statistica nell’intervista strutturata, la
flessibilità è ridotta al minimo mentre la standardizzazione risulta molto elevata.
Essendo l’intervistatore una possibile variabile in grado di influenzare l’andamento dell’intervista
vi viene chiesto di adottare uno stile direttivo, per evitare di introdurre variabilità non utile alla
raccolta dati.
2.2.1 L’intervista semi strutturata Le domande non sono ancora definite a priori né
determinate (come invece avviene in quella strutturata) ma le aree di indagine si. L’intervistatore
ha a sua disposizione una griglia di intervista (traccia) dove sono delineati i punti da toccare, le
aree d’indagine ma non ancora le domande esatte da porre né l’ordine di somministrazione
(sequenza) oppure le domande sono definiti a priori quelle principali, ma le alternative di risposte
no. L’intervista semi strutturata cerca di avvalersi dei vantaggi di:
1. Flessibilità in caso di interazione non rigidamente guidata ed incanalata, la quel anzi si
dimostra sensibile all’andamento della conversazione e alla spontaneità e immediatezza con cui
temi di interesse vengono affrontati dall’intervistato;
2. standardizzazione e rigore metodologico offerto dall’impostazione psicometrica, secondo la
quale esistono stimoli selezionabili in base a qualche criterio e delle risposte che possono essere
date alla presentazione degli stimoli. È possibile avvalersi separatamente di due o più intervistatori
addestrati all’utilizzo della medesima griglia; massimizzando il rapporto costi/benefici nel
raggiungere il maggior numero possibile di partecipanti alla ricerca, minimizzando i rischi derivanti
dalla naturale variabilità introdotto da diverso stili di conduzione.
3.2.3 FG e ricerca psicosociale: un esempio Tecnica di FG e intervista VIS a VIS attuato a Verona
in cui il soggetto di indagine era il mobbing.
Quando l’ogg di studio è delicato i ricercatori devono scegliere la tecnica che consente ai
partecipanti di rispondere in modo valido ed attendibile senza errori di misura sistematici o casuali
o bias dovuti alla desiderabilità sociale o acquiescenza.
Desiderabilità sociale: “Tendenza a dare risposte non veritiere ma finalizzate ad apparire migliori
di quello che si è.
Acquiescenza: “è il fenomeno per cui si tende a dirsi d’accordo con tutto ciò che viene proposto.
Nella ricerca attuata a Verona le interviste vis a vis precedevano il FG e ne hanno influenzato la
struttura soprattutto dal PDV degli stimoli semantici da sottoporre al gruppo di discussione. In
base ai risultati delle interviste individuali sono stati progettati 3 diversi FG, uno con lavoratori,
uno con rappresentanti sindacali ed uno con i dirigenti. La scelta di questo modo di procedere è
stata dettata da 3 ordini di fattori:
1. La volontà di procedere passo passo alla costruzione di una griglia di intervista da somministrare
vis a vis alla somministrazione del FG in modo da raccogliere info che vanno progressivamente in
profondità
2. Opportunità di procedere a cascata dalle info in letteratura alle interviste vis a vis al FG in modo
che questi momenti si influenzassero
3. Volontà di accompagnare gli intervistati a parlare di un tema che tende ad indurre atteggiamenti
difensivi e resistenze a rispondere
I FG hanno permesso di stimolare nei partecipanti un percorso teso a saperne di più del fenomeno
preso in esame (mobbing) in modo da prevenirlo o affrontarlo in maniera efficace nelle loro realtà.
3.4 COCLUSIONI Il rischio principale che si corre quando si pensa di voler condurre una ricerca
attraverso il focus group è quello di credere che esso sia una semplice discussione di gruppo tra
persone che si incontrano in un posto; in realtà è un cfr con un gruppo che se condotto in modo
inappropriato tenderà a nascondere le esigenze di ricerca.
Un altro rischio è quello di credere che il focus group sia una tecnica poco potente in termini di
dati raccolti e sentirsi per ciò legittimati a non elaborare tali dati in modo statisticamente
elaborato.
6.2.3 la definizione degli indicatori Dal momento che il costrutto non è osservabile possiamo
pervenire ad una sua misurazione attraverso opportuni indicatori che siano in un certo rapporto
con il costrutto da rilevare. In caso di test gli indicatori coincidono con item. Vengono costruiti in
gran numero, selezionandone solo alcuni in base ai risultati ottenuti dopo averli sottoposti ad
analisi quantitative e qualitative. Gli item vengono messi a punto a partire dalla definizione messa
a punto dal costrutto.
6.2.4 la validità di facciata e la validità di contenuto Per validità di facciata si intende quanto
l’item risulta avere senso anche per chi se lo vede somministrare e non solo per chi lo ha costruito
e somministrato. Per validità di contenuto si intende quanto ciascun item rappresenta il
contenuto di rilevazione, quindi il costrutto così come è stato definito da un punto di vista
operativo e quanto l’insieme degli item di cui il test è sostituito esaurisce tutto il contenuto di
rilevazione, quindi il costrutto così come è stato costruito operativamente; la validità di contenuto
si riferisce alla rappresentatività di ciascun item e alla esaustività dell’intero test rispetto al
costrutto da misurare.
La verifica della validità di facciata e di contenuto viene condotta con operazioni qualitative: si
tratta di guardare gli item e decidere se centrano o meno con il tipo di misurazione che si quale
attuare con il test. Nel caso di val di facciata si chiederà a soggetti non esperti di valutare ciascun
item, per quella di contenuto si chiede a e esperti per deciderne la pertinenza.
6.2.5 la scala di risposta È necessario conoscere quanti e quali comportamenti può assumere
l’item, ovvero quante e quali rispose esso eliciti in un soggetto e per ciascuna di esse, capire qual è
lo specifico collegamento con il costrutto. Il metodo delle categorie successive o metodo di
valutazione con categorie è uno dei più usati allo scopo. Essa prevede la presentazione di una serie
di item che il soggetto valuta attribuendo ciascuno di essi ad una categoria prefissata. Per una
definizione precisa del rapporto tra item e costrutto è necessario sapere ogni specifico
comportamento dell’item che cosa indica a livello di costrutto e conseguentemente che cosa è
possibile inferire del costrutto per ogni risposta del soggetto all’item.
La prima cosa da stabilire è se a valori via via crescenti dell’item corrispondano valori altrettanto
crescenti nel costrutto e quindi se la maggiore presenza dell’item in un soggetto indichi maggiore
presenza nel costrutto. La seconda cosa da stabilire è la distanza tra i valori, ovvero se è possibile
stabilire rapporto tra item e costrutto, tale per cui se la differenza tra due valori consecutivi
dell’item indichi una differenza altrettanto ampia nel costrutto.
Attraverso la definizione semantica di ciascun punto della scala si cerca di rendere inequivocabile
ed uguale per tutti l’uso che se ne fa in modo da minimizzare il rischio che i numeri assumano
significati diversi per i soggetti. Una volta definita la scala di risposta, si passa a somministrare gli
item ad ampi gruppi di persone in modo da raccogliere dati numerici per ciascun item e passare
quindi al monitoraggio almeno della validità di costrutto, ma anche della validità di criterio.
6.2.6 la validità di costrutto e di criterio La validità di costrutto si riferisce all’idea che un test
debba misurare un costrutto per cui è stata costruita, non un altro costrutto. Un test psicologico
costituisce uno strumento di misura perchè è in grado di esplicitare a quanto ammonta un errore
di stima, nessun test è valido al 100%.
La validità di criterio invece è l’idea che un test valido dovrebbe essere strettamente in relazione
con altro costrutto teorico.
L’espressione validità concorrente è usata per descrivere uno strumento che è valido per misurare
un particolare evento presente (es. se test di intelligenza correla con profitto scolastico di un
bambino nel tempo in cui viene somministrato).
L’espressione validità predittiva si riferisce alla capacità di una misura di prevedere eventi futuri
(es. quanto il test di intelligenza è in grado di predire il futuro rendimento di un bambino).
7.1 la ricerca
Riportiamo di seguito i risultati congiunti di 3 ricerche al fine di verificare come le persone
profane/naif percepiscano i diversi tipi di test proiettivi e psicometrici. Campione composto da
circa 500 persone di cui 40% maschi e 60% femmine, età tra i 14 e i 71 anni, provenienti da tutta
Italia. La tabella mostra che:
1. I test di tipo proiettivo vengono descritti come belli, misteriosi, interessanti ed attraenti 2. I test
di tipo psicometrico vengono descritti come credibili, trasparenti, ripetibili, falsificabili e scientifici
3. Entrambi vengono descritti come validi, informativi ed efficaci
4. Nessuno dei test viene descritto banale
La dimensione efficacia è caratteristica dei test di tipo psicometrico. La dimensione estetica è tipica
delle tecniche proiettive.