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15/4/2020 Accertamento infermieristico: Come si conduce il colloquio intervista al paziente

ACCERTAMENTO INFERMIERISTICO

Il colloquio e l'intervista all'assistito


Pubblicato il 05.04.18 di Giacomo Sebastiano Canova Aggiornato il 07.05.18

ACCERTAMENTO INFERMIERISTICO
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Il colloquio con il paziente e la sua intervista sono due tecniche strettamente connesse tra loro
finalizzate a completare l’osservazione. Lo scopo è quello di ottenere ulteriori informazioni circa
lo stato di salute e benessere del paziente.

Le caratteristiche del colloquio con il paziente per la raccolta dati

Perché il colloquio sia efficace l'infermiere


deve creare un clima di accoglienza e
riservatezza

La raccolta dati del paziente avviene anche mediante colloquio e intervista.

Questi due strumenti consistono nell’esplorare la condizione di salute della persona con l’utilizzo di domande
più o meno strutturate.

Da un punto di vista strutturale, il colloquio può essere:

1. Strutturato, quando richiede un percorso di indagine chiaro e preciso (per esempio le domande vengono
poste basandosi su una scheda)

2. Semi-strutturato, quando comporta un atteggiamento di invito attraverso il quale il paziente viene


stimolato ad esprimersi su argomenti proposti dall’interlocutore

3. Libero, quando prende la forma e la sostanza di una conversazione spontanea, ma non per questo meno
terapeutica.

Un’ulteriore decisione che l’infermiere dovrà prendere prima di procedere con l’intervista sarà quello dello
stile di conduzione da adottare. Esistono due metodologie di stile che possono essere utilizzati.

Intervista direttiva
Nell’intervista direttiva è il professionista che definisce la natura del problema del paziente e prescrive la
soluzione più adatta ad esso. In questa tipologia di rapporto il paziente guarda con fiducia l’esperienza e le
competenze del professionista.

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Questo approccio presenta molteplici vantaggi: anzitutto, il professionista può fare pieno uso delle sue
conoscenze e il paziente ne riceve beneficio. Inoltre, vengono fornite informazioni specifiche e concrete e non
viene perso tempo su questioni non attinenti al problema oggetto di indagine.

Naturalmente, però, questo metodo di conduzione presenta degli svantaggi: innanzi tutto, riconoscere che
solamente il professionista ha conoscenze e capacità sminuisce i pareri o le informazioni che il paziente può
fare. In secondo luogo, l’infermiere e il paziente potrebbero non pensarla allo stesso modo, limitando in
questo modo l’alleanza terapeutica che lega queste due figure.

Questo approccio, infine, pone in qualche modo il paziente in posizione passiva e di sottomissione col rischio
che questo mancato coinvolgimento dell’utente giochi un ruolo negativo nell’aderenza al regime terapeutico.

Intervista non direttiva


Altra metodologia è quella dell’intervista non direttiva dove, al contrario dell’approccio precedente, è il
paziente che guida l’interazione mentre il professionista riveste un ruolo di “facilitatore” in quanto si limita a
supportare le esplorazioni che il paziente compie rispetto all’oggetto dell’indagine.

Il vantaggio di questo tipo di approccio sta nel riconoscere l’innato potenziale del paziente ad indentificare e
risolvere i suoi problemi: in questo senso, non ci saranno mai difficoltà o errori nell’identificazione del
problema in quanto è il paziente stesso che è chiamato in prima persona ad identificarlo.
Questo approccio presenta però degli svantaggi. In primo luogo è richiesto al professionista un tempo molto
lungo per l’intervista; molti professionisti, inoltre, sostengono come vi siano delle situazioni in cui è
importante e necessario dirigere il paziente verso specifiche soluzioni già validate.

Le fasi del colloquio/intervista al paziente


Indipendentemente dallo stile di conduzione adottato, il processo del colloquio/intervista si può
suddividere in quattro fasi: preparazione, inizio, esplorazione (o mantenimento) e conclusione.

Preparazione
La preparazione o pianificazione dell’intervista è una fase molto importante e dipende dal contesto in cui
essa trova il suo svolgimento e dal tempo che si ha a disposizione. Durante questa fase l’infermiere esegue
le seguenti azioni:

Ricerca più informazioni possibili sul paziente


Decide quali dati sono necessari e quale tipo di modulo di raccolta dati userà

Se necessario, rivede la letteratura pertinente all’età del paziente, agli aspetti psicosociali e alle
considerazioni psicopatologiche
Accerta i propri sentimenti o reazioni verso i pazienti che potrebbero interferire nella relazione
infermiere-paziente
Richiede assistenza a infermieri più esperti, mentori o supervisori, se ha dei dubbi su come condurre
l’intervista

Ricerca un ambiente adeguato e tranquillo per l’intervista, programma un’ora del giorno che vada bene
a entrambi, determina il tempo necessario per la raccolta dei dati
Modifica l’ambiente per facilitare l’intervista. In questo senso, per creare un buon clima è importante
scegliere un luogo tranquillo e accogliente dove siano ridotte al minimo le distrazioni (telefono,
passaggio di altri operatori o di pazienti), lasciando alla persona il tempo di prendere coscienza del
luogo in cui si trova qualora si trattasse del momento del ricovero.

Inizio
La fase di inizio ha naturale origine non appena il paziente e l’infermiere hanno il primo contatto visivo.
Questo momento rappresenta un punto cruciale di tutto il processo dell’intervista/colloquio, in quanto è
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qui che si stabilisce il clima tra i due interagenti e la natura della loro relazione interpersonale.

In questa fase, inoltre, vengono subito verificate aspettative e preconcetti; in questo senso è giusto tenere
in considerazione come il paziente possegga delle aspettative realistiche, ma si rende anche necessario
che il professionista riesca ad eliminare dalla sua testa i propri preconcetti.
Data l’emozionalità del paziente è inoltre richiesto all’infermiere la creazione del miglior clima possibile per
l’ascolto, la comprensione e l’accettazione: se il professionista non stabilisce un clima supportivo ci
potrebbero essere lacune nelle informazioni, specialmente in quelle più “difficili” o personali.
Affinché il colloquio sia efficace l’infermiere dovrà dunque creare un clima di accoglienza e di riservatezza,
evitando tutti quegli atteggiamenti che possano dare l’impressione che stia svolgendo una mera pratica
burocratica.

Durante questa fase l’infermiere esegue le seguenti azioni:


Si presenta con nome e posizione, chiarendo lo scopo e il contenuto dell’intervista
Inizia a stabilire un rapporto col paziente che dimostri attitudine e desiderio di assistenza. Tale rapporto
è essenziale per una relazione infermiere-paziente utile e basata sulla fiducia

Osserva i comportamenti del paziente e lo ascolta attentamente per determinare le sue percezioni e il
modo in cui vede il suo problema di salute. Col progredire dell’intervista, conferma le percezioni del
paziente
Fa sapere al paziente quanto ci si aspetta che durerà la relazione infermiere-paziente

Informa il paziente sul modo in cui le informazioni raccolte saranno utilizzate


Inizia con domande specifiche e non minacciose e continua con domande aperte

Stabilisce un contratto verbale con il paziente in cui sia precisato lo scopo dell’intervista.

Esplorazione o mantenimento
La fase centrale dell’intervista è rappresentata dall’esplorazione in quanto in questa fase l’infermiere e il
paziente affrontano assieme l’analisi del problema oggetto di indagine, in modo tale da raggiungere gli
obiettivi preposti.
Man mano che il colloquio procede, i suoi scopi possono essere mutuamente rivisti dall’infermiere e dal
paziente.
Durante questa fase l’infermiere esegue le seguenti azioni:
Si concentra sui compiti o sugli obiettivi per assicurarsi di ottenere i dati necessari e raggiungere i
risultati prefissati
Incoraggia il paziente a esprimere i suoi sentimenti, problemi e domande
Usa tecniche che facilitano la comunicazione tra l’infermiere e il paziente (il silenzio, gli orientamenti
generali, la conferma, la riformulazione, ecc.)
Osserva i comportamenti non verbali che accompagnano le risposte verbali (per esempio, un paziente
può affermare di non essere nervoso, preoccupato o ansioso, ma mangiarsi le unghie, muoversi in
continuazione e fumare durante l’intervista)
Valuta la capacità del paziente di continuare l’intervista (per esempio, smorfie di dolore, mancanza di
respiro, fatica)
Facilita il raggiungimento degli obiettivi passando al successivo argomento di discussione, dopo che
sono stati raccolti i dati necessari.

Conclusione
In quest’ultima fase l’infermiere assiste il paziente nel trovare una chiusura ai problemi che sono stati
discussi durante l’intervista prendendo anche in considerazione eventuali incontri di follow-up.

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In questa fase l’infermiere esegue le seguenti azioni:

Rivede gli obiettivi e i compiti eseguiti. Tale revisione può favorire un senso di soddisfazione, sia
nell’infermiere sia nel paziente
Sintetizza i punti salienti dell’intervista e il loro significato per l’infermiere e per il paziente

Incoraggia il paziente a esprimere e condividere i suoi sentimenti sulla conclusione del rapporto
infermiere-paziente.
In quest’ultimo momento dell’intervista è importante che non vengano commessi errori comunicativi che
possono far sì che il paziente o l’infermiere perdano tutti i benefici cui si era giunti durante le precedenti
fasi.
In questo senso l’interazione tra le due parti non va terminata, perché il paziente non risponde a tono, per
mancanza di tempo oppure quando l’infermiere reputa di non essere stato di aiuto nei confronti del
paziente. Durante la chiusura del colloquio, inoltre, non vanno fatti emergere argomenti carichi di
emozionalità per il paziente che avrebbero dovuto essere discussi nelle fasi precedenti.

Bibliografia
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www.medicinaonline.co

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Giacomo Sebastiano Canova


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