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IN AMBITO SANITARIO
Docente Dr.ssa Alessandra Palma
Svantaggi
comunicazione con il personale ridotta e frammentaria;
impossibilità di seguire con sufficiente continuità e globalità il paziente;
estrema frammentazione delle cure;
approccio meccanicistico e impersonale;
lavoro ripetitivo, non si ha la soddisfazione di vedere qualcosa di fatto dell’inizio alla fine;
deresponsabilizzazione sull’assistenza complessivamente intesa
Vantaggi:
Migliore continuità assistenziale;
Migliore qualità delle informazioni cliniche ed assistenziale al malato ed ai familiari;
Migliore relazione infermiere-paziente-famiglia;
Maggiore possibilità di prendere decisioni;
Possibilità di applicare il piano di assistenza;
Personalizzazione dell’assistenza;
Migliore qualità dell’assistenza;
Aumento della motivazione e soddisfazione del personale:
Clima positivo e diminuzione dei conflitti all’interno dell’équipe;
Riduzione del numero di operatori che ruotano intorno al paziente;
Migliore coordinamento degli interventi;
Diminuzione degli errori.
Svantaggi
Applicazione del modello solo durante le ore diurne e prevalentemente nel turno del mattino;
Instabilità del capo équipe;
Instabilità nella composizione della équipe, a causa della rotazione degli operatori.
Vantaggi
Gli infermieri referenti, lavorano al massimo della loro capacità professionale, la responsabilità è
accentrata sull’infermiere responsabile;
Gli infermieri percepiscono un elevato grado di soddisfazione in quanto viene loro favorita autonomia
e indipendenza;
I pazienti sono soddisfatti per il fatto che sanno di avere un unico infermiere di riferimento;
Le cure sono erogate con continuità e in forma personalizzata, completa e globale.
Svantaggi
Richiede alti costi per il numero di infermieri rispetto al personale di supporto e per la maggiore
quantità di materiale necessario;
Richiede indipendenza, responsabilità ed esperienza per l’elaborazione di un piano di cure adatto a
ogni situazione;
Richiede un alto livello formativo;
Aumenta l’ansia e lo stress;
Può generare conflitti tra l’équipe infermieristica.
Caratteristiche:
Ogni paziente è assegnato alle cure di un gruppo ristretto di infermieri;
Ogni infermiere è responsabile di tutti i pazienti del proprio modulo, durante il proprio turno di servizio;
L’infermiere durante il turno si avvale del personale di supporto per l’erogazione dell’assistenza di
base ai pazienti del settore di cui è responsabile.
Vantaggi
Gli Infermieri lavorano per responsabilità di gruppi di pazienti anziché per mansioni e questo aumenta
la gratificazione e la responsabilità;
Questo tipo di modello favorisce lo sviluppo di autonomia nel programmare il piano di assistenza che
sarà portato avanti dai colleghi dei turni successivi;
Avendo un gruppo di pazienti ristretto da assistere gli infermieri conoscono meglio i malati di cui sono
responsabili.
Svantaggi
L’infermiere che stende il piano di assistenza può sentirsi valutato dai colleghi;
Può generare conflitti perché i colleghi del turno successivo possono non concordare sul piano di
assistenza identificato;
Può generare conflitti perché l’infermiere che stende il piano non concorda con le modifiche che
apportano i colleghi dei turni successivi;
Può generare frustrazione e senso di dipendenza al singolo infermiere che deve applicare un piano
di assistenza che altri hanno deciso.
In sintesi: Sistema di erogazione di servizi sanitari ad un paziente in cui un infermiere esperto, nel
ruolo di case manager, agisce come un patrocinante del paziente attraverso il coordinamento delle
cure sanitarie in una varietà di setting.
Caratteristiche:
è una logica – filosofia di approccio del sistema sanitario, che si è sviluppata in risposta alle necessità
di contenere i costi sanitari, ridurre la frammentazione nell’erogazione dei servizi e rispondere ai
bisogni sanitari del cittadino con efficienza ed efficacia.
Vantaggi:
Massima individualizzazione dell’assistenza;
Continuità assistenziale anche a domicilio o nel territorio;
Uso razionalizzato delle risorse sanitarie per ogni specifico caso;
Individuazione degli ostacoli nel coordinamento dei servizi;
L’infermiere case manager segue il paziente e la famiglia in tutto il percorso di esperienza di malattia;
Svantaggi:
Può generare conflitti tra l’infermiere case manager e i servizi che non sono in grado di garantire
l’efficienza;
L’infermiere case manager può essere visto dai colleghi infermieri e di medici come un elemento “di
controllo” sulla programmazione degli interventi sul paziente;
Richiede grande abilità gestionale ed esperienza clinica – organizzativa, oltre che relazionale.
In Italia non è ancora sviluppata una mentalità di “uso razionale delle risorse”, intesa come: “non dare
tutto a tutti, ma dare il massimo ed il meglio a chi ne ha realmente bisogno”.
PROCESSO DI NURSING e
PIANO ASSISTENZIALE INDIVIDUALIZZATO (PAI)
Il Processo di nursing (processo assistenziale) è una serie di fasi ben pianificate e in successione,
ognuna delle quali può avvalersi della metodologia del problem solving che è un processo di
ragionamento utilizzato da tutti coloro che nella loro attività si trovano alle prese con problemi da
risolvere.
IL PROBLEM SOLVING
metodo per la
Valutazione risoluzione dei Pianificazione
problemi
Attuazione
È composto da una serie di fasi che, il professionista esperto percorre mentalmente, per giungere a
definire esattamente qual è il problema che si trova ad affrontare e valutare quali azioni, tra le possibili
che si possono mettere in atto nella specifica situazione, potranno fornire la soluzione al problema
considerato. Utilizzare una strategia vuol dire seguire un procedimento logico e sistematico per
analizzare il problema e procedere all'acquisizione e all'organizzazione di tutte le informazioni
disponibili che portano poi alla decisione delle azioni per risolvere il problema.
Il processo di nursing è un metodo di risoluzione dei problemi, è sia mentale che scritto (il PAI -
piano di assistenza individualizzato è la progettualità espressa in forma scritta) e si articola in varie
fasi:
L’O.M.S. definisce il processo di nursing come: “un termine applicato ad un sistema di specifici
interventi assistenziali per la salute degli individui e delle famiglie e/o comunità. Comprende l’utilizzo
del metodo scientifico per il riconoscimento dei bisogni di salute del paziente/cliente/famiglia o
comunità e per selezionare tra questi quelli che possono essere realmente affrontati con le cure
infermieristiche; inoltre include la pianificazione del soddisfacimento di tali bisogni, l’erogazione
dell’assistenza e la valutazione dei risultati.”
Il termine processo indica una serie di azioni finalizzate ad ottenere un particolare risultato. È un
processo dinamico in quanto è costituito da una successione di fasi e presuppone l’adattamento
continuo in funzione dei bisogni dell’individuo, alla realtà in cui egli vive ed il momento in cui viene
preso in considerazione.
TIPI DI ACCERTAMENTO
Accertamento iniziale o globale (anamnesi infermieristica vedi a titolo esemplificativo scheda
specifica già fornita): consente di avere un quadro generale delle condizioni di salute del paziente
al momento della presa in carico. Solitamente si esegue al primo contatto con la persona.
Accertamento mirato: parte integrante delle quotidiane cure infermieristiche, questa metodologia di
accertamento si concentra su un aspetto specifico per definire e valutare l’insorgenza e/o l’evoluzione
di un problema (ad esempio la valutazione delle caratteristiche e dimensioni di una lesione da
pressione).
Accertamento d’urgenza o emergenza: viene eseguito durante l’insorgenza di una crisi fisica o
psichica di un paziente per evidenziare i problemi che possono minacciarne la vita. (es. TRIAGE)
Accertamento di follow up o di rivalutazione (accertamento sistematico vedi a titolo
esemplificativo scheda specifica già fornita): si attua per rivalutare un particolare aspetto o
problema del paziente (ad esempio la capacità motoria di un paziente colpito da ictus) dopo un
periodo di tempo e consiste nel confrontare le condizioni attuali con quelle basali accertate ad esempio
all’ingresso in reparto o alla dimissione dallo stesso se seguito a domicilio.
2° fase: individuazione del problema (Diagnosi Infermieristica o Problema Collaborativo?)
“Dia” e “Gnosis” ovvero conoscenza attraverso i segni.
Le Diagnosi Infermieristiche descrivono la risposta umana (segni), reale o potenziale, ad un
problema di salute per il quale l’infermiere ha la competenza di trattamento in autonomia.
È la considerazione che viene fatta sui dati analizzati e che identifica i bisogni insoddisfatti, i problemi
esistenti o potenziali. Costituisce la base sulla quale scegliere gli interventi infermieristici volti a
raggiungere dei risultati di cui l’infermiere è responsabile.
Nel marzo del 1990, nella nona conferenza della North American Nursing Diagnosis Association
(NANDA), l’assemblea generale ha approvato una definizione ufficiale di Diagnosi Infermieristica:
“Un giudizio clinico sulle risposte dell’individuo, della famiglia o della comunità ai problemi di
salute/processi della vita, reali o potenziali. Le diagnosi infermieristiche costituiscono il
fondamento per selezionare gli interventi infermieristici atti a realizzare gli obiettivi dei cui
risultati è responsabile l’infermiere.”
2. PROTOCOLLO (PRT)
Esempio:
Raccomandazione clinica: "tutti i pazienti con emorragia digestiva superiore dovrebbero eseguire una endoscopia
entro 24 ore".
Ostacolo: il servizio di endoscopia digestiva eroga le prestazioni dal lunedì al venerdì, nella fascia oraria 8.00 - 16.00.
Proposta: attivazione della reperibilità endoscopica da venerdì (ore 16.00) a domenica (ore 14.00).
Se l’organizzazione, per ragioni di varia natura, non può accettare la proposta e rimuovere l’ostacolo, il PA deve
prevedere che "i pazienti con emorragia digestiva superiore che arrivano dalle 16.00 di venerdì alle 14.00 di domenica,
devono essere trasferiti in altra struttura in grado di eseguire l’endoscopia entro 24 ore".
Le singole fasi del processo vengono considerate appropriate o inappropriate, in relazione al grado di
aderenza alle raccomandazioni cliniche delle LG: il tasso di appropriatezza degli interventi sanitari
viene misurato attraverso gli indicatori di processo.
Citando un raro esempio virtuoso, i requisiti specifici per l’accreditamento delle strutture sanitarie in
Emilia Romagna prevedono che per ciascuna procedura il professionista possa avere un differente
livello di competence:
Livello I. Necessita di training.
Livello II. Può eseguire la procedura solo sotto supervisione.
Livello III. Può eseguire la procedura in autonomia.
Livello IV. Può effettuare supervisione.
5. CHECK LIST
Le checklist ci mettono al riparo da due grandi difficoltà dei professionisti del mondo sanitario, quello
della fallacità della memoria e quello del deficit di attenzione quando si compiono azioni
routinarie.
L’utilizzo di checklist permette di:
- abbattere la discrezionalità standardizzanto i passaggi fondamentali di una attività o di un
processo
- migliorare la performance dell’èquipe favorendo la comunicazione tra professionisti.
Esempio:
6. LE SCALE DI VALUTAZIONE
Le scale di valutazione sono strumenti validati dal punto di vista scientifico apparentemente intuitivi
che permettono una valutazione oggettiva di una determinata situazione studiata/analizzata. Per
studiare un determinato “ambito/fenomeno” la scala di valutazione adottata è definita a livello
aziendale o di UO/servizio. Questo in quanto, ovviamente, è necessario che tutti gli operatori utilizzino
il medesimo “metro di valutazione”. Es. per la valutazione del rischio cadute si usa una stessa scala
all’interno del medesimo servizio/UO e non scale diverse.
https://www.infermieriattivi.it/tecniche-e-tecnologie/scale-valutazioni-infermieristiche/1484-scale-di-
valutazione-infermieristiche-e-mediche.html
Le più comuni scale di valutazione: