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Misurare è il primo passo che porta alla gestione e al miglioramento; questo principio sottolinea lo stretto
collegamento che c’è tra management- raccolta dati-analisi dati
Il management e quindi il manager decidono sulla base di analisi dei dati.; ovviamente creare un sistema
raccolta dati richiede del tempo. Importante nel management è allargare la consapevolezza, la capacità di
leggere la realtà. Un fattore critico di successo per un manager è la capacità di leggere la realtà in maniera
accurata. Mamagement è anche azione
il comitato percorso nascita che coadiuva e supporta le regioni nella costruzione della nuova rete dei punti
nascita, ritiene utile promuovere linee di indirizzo di tipo organizzativo per l’offerta di modelli assistenziali
per la donna con gravidanza e travaglio/ parto a basso rischio. Questi modelli hanno l’obiettivo di
promuovere soluzioni organizzative che rispondano a criteri di qualità e sicurezza, ma che garantiscano una
maggiore continuità nell’assistenza in gravidanza, parto e puerperio offrendo alla donna debitamente
informata la possibilità di scelta del setting assistenziale, fermo restando la valutazione clinica delle
condizioni e dello specifico rischio
L’OMS ha individuato nel miglioramento della qualità della vita della madre e del bambino uno degli
obiettivi sanitari prioritari a livello mondiale raccomandando che l’assistenza al percorso nascita garantisca
una mamma e un bambino in perfetta salute con il livello di cure più basso possibile compatibilmente con la
sicurezza
Nonostante l’evento nascita rientri nella maggior parte dei casi nella fisiologia, nei paesi maggiormente
industrializzati negli ultimi decenni è stato promosso un modello clinico-organizzativo fondato
prevalentemente sul contrasto ai fattori di rischio e sull’approccio tecnologico alla patologia ostetrica.
Questo modello ha inciso positivamente sul tasso di morbosità e mortalità materno-infantile determinando
però nel tempo un approccio a volte eccessivamente medicalizzato al percorso gravidanza-travaglio-parto-
nascita. In tal modo si è perso parzialmente di vista il carattere fisiologico dell’evento nascita, con il rischio
di interventi assistenziali inappropriati rispetto all’evoluzione naturale del percorso. È necessario pertanto
che l’assistenza sia nell’accompagnamento alla gravidanza sia al parto che al post partum puerperio per
donne e neonati, venga modulata nel rispetto della sua natura fisiologica, sapendo eventualmente cogliere
e individuare la patologia da indirizzare a strutture adeguate.
È in tal senso che va intesa la promozione di modelli di tipo organizzativo-assistenziale in cui la gravidanza e
il parto a basso rischio siano gestiti in autonomia da personale ostetrico anche per quanto concerne
l’assistenza al neonato
In entrambe le tipologie di modelli organizzativi le donne sane con gravidanza a basso rischio ostetrico
possono essere seguite sul territorio dalla figura professionale dell’ostetrica che si avvale dell’integrazione
con il ginecologo sulla base di protocolli e griglie di definizione del rischio condivise. Lo stesso modello di
gestione autonoma può essere adottato anche al momento della presa in carico della donna da parte di
personale ostetrico sia presso il punto nascita di riferimento che l’area BRO
Dalla letteratura internazionale proviene l’indicazione alla gestione della gravidanza e del parto a basso
rischio da parte delle ostetriche quale modalità associata ad esiti di salute materni e neonatali non diversi
da quelli delle unità di ostetricia tradizionali, ad una riduzione degli interventi medici e ad una maggiore
soddisfazione delle donne
L’ostetrica è di fatto la figura professionale idonea a garantire le cure necessarie alle donne e ai neonati in
ambito di fisiologia e soprattutto a offrire un percorso di continuità assistenziale che si snoda attraverso la
gravidanza, il parto, il puerperio e le cure al neonato.
L’ultimo rapporto sullo stato della MIDWIFERY nel mondo conferma il ruolo cruciale delle
ostetriche come figure professionali chiave nell’assistenza materno-infantile
La rivista LANCET nel settembre 2014 ha pubblicato una serie di articoli e commenti sul ruolo delle
ostetriche e ha confermato che il modello che prevede l’assistenza delle donne con gravidanza a
basso rischio da parte delle ostetriche il modello organizzativo più appropriato
Nel regno unito il modello organizzativo per l’assistenza al parto a seguito di un’accurata analisi costo-
efficacia prevede l’offerta di strutture assistenziali in cui le ostetriche assistono in autonomia le donne sane
con gravidanza a basso rischio di complicazioni sia nello stesso edificio delle unità di ostetricia o adiacenti e
direttamente collegate a questa ( centri nascita alongside) sia in ambiente extra ospedaliero( centri nascita
freestanding)
In italia le linee guida gravidanza fisiologica prodotta da snlg dell iss attraverso una revisione sistematica
delle prove di efficacia raccomanda il modello organizzativo basato sulla presa in carico da parte
dell’ostetrica di donne senza rischi di complicazioni e afferma che il ssn deve mettere la donna in grado di
operare scelte informate basate sui propri bisogni e i propri valori dopo averne discusso con i professionisti
ai quali si è rivolta per l’assistenza alla gravidanza e al parto
Infine anche l’accordo stato regioni del 2010 raccomanda di promuovere il ruolo di tutti i professionisti
coinvolti nel percorso nascita anche tramite l’individuazione di strategie organizzative diversificate per
l’assistenza alla gravidanza ad alto rischio e a quella a basso rischio ostetrico
In italia il 99,7% delle donne partorisce nelle unità di ostetricia dei presidi sanitari pubblici o privati
accreditati, tuttavia l’offerta di percorsi assistenziali gestiti in autonomia dalle ostetriche per le gravidanze e
il parto a basso rischio è ancora molto limitata. Le esperienze più interessanti e consolidate al riguardo sono
concentrate essenzialmente nelle aree del centro nord.
In italia sono al momento operative in ambito intraospedaliero 3 aree funzionali BRO in cui le gravidanze a
basso rischio sono gestite in autonomia dalle ostetriche:
Questi 3 centri registrano su circa 7 mila parti delle donne ammesse in travaglio percentuali molto
contenute di interventi medici quale taglio cesareo, episotomie e lacerazioni perineali di 3 e 4 grado. Inoltre
abbastanza costante, circa il 20% degli ingressi, è il numero delle donne che sono state trasferite per
complicanze o potenziale rischio nel periodo peripartum dal Centro Nascita alla contigua Unità operativa di
ostetricia e ginecologia.
Decisamente più presente su tutto il territorio italiano è l’esperienza di modelli di Gestione auto noma BRO
in cui sono state attivate modalità assistenziali condivise tra ginecologi e ostetriche che permettono alle
partorienti di scegliere l’assistenza esclusiva da parte delle ostetriche. Allo scopo è adottata quale elemento
essenziale una check list per la valutazione del rischio e protocolli assistenziali dedicati.
STANDARD E REQUISITI DELLE AREE FUNZIONALI BRO
I primi dati italiani sugli esiti di salute rilevati presso i punti nascita in cui è stato realizzato un modello
organizzativo di gestione in autonomia da parte delle ostetriche in caso di gravidanza a basso rischio
appaiono promettenti e si allineano ai dati di altri paesi quali il Regno Unito. Ciò permette di guardare con
interesse a un tale modello assistenziale e di proporne l’implementazione
Ciascuna regione e provincia autonoma nell’espressione della propria autonomia potrà istituire e attivare
aree BRO previa valutazione costo-beneficio e costo-efficacia e possesso da parte del punto nascita di tutti i
requisiti e gli stanadard organizzaztivi, tecnologici e di sicurezza previsti dall’accordo stato-regioni del 2020.
In alternativa qualora ciò non fosse possibile si raccomanda l’implementazione di modelli organizzativi di
gestione autonoma BRO previa definizione di protocolli clinico-assistenziali e check list che possano offrire
alle partorienti l’assistenza esclusiva da parte delle ostetriche all’interno delle tradizionali unità operative di
ostetricia e ginecologia.
Collocazione delle aree funzionali BRO: situate all’interno di presidi ospedalieri sedi punta nascite e
di UU.OO di pediatria e neonatologia anche se non necessariamente in continuità o contiguità con
UU.OO di ostetricia, al fine di garantire qualora vi siano condizioni che si discostano dall’andamento
fisiologico o di situazioni di emergenza-urgenza, il rapido trasferimento della partoriente o del
neonato presso le aree dedicate alla gestione di tali situazioni
Percorsi assistenziali territorio-ospedale con predisposizione di specifici percorsi assistenziali per
l’individuazione di una appropriata e completa presa in carico della gravidanza da parte del
territorio. I consultori e le altre strutture territoriali nonché i medici di medicina generale e i
ginecologi libero-professionisti concorrono alla costruzione della rete integrata assistenziale alla
donna in gravidanza
Protocolli e check list: presso i punti nascita in cui sono attive sia le aree funzionali BRO che
modalità di Gestione autonoma BRO da parte delle ostetriche è necessaria la predisposizione di
protocolli e di specifiche check list condivise con tutti gli operatori coinvolti nell’assistenza materno-
neonatale finalizzati all’inquadramento del rischio della gravidanza in relazione sia alla madre che al
feto e al neonato. L’utilizzo di questi strumenti permette un corretto inquadramento del livello del
rischio in modo da selezionare le donne che possono accedere alle aree funzionali BRO o che
possono essere gestite in autonomia dalle ostetriche
Rivalutazione del rischio: al momento del travaglio deve essere effettuata una rivalutazione del
rischio materno e feto-neonatale da parte del medico e dell’ostetrica ai fini dell’ammissione all’area
funzionale BRO in questo caso mediante check-list condivise o alla gestione autonoma BRO.
Durante il travaglio la rivalutazione del rischio deve essere a cura dell’ostetrica che ha in carico la
donna.
Protocolli per lo screening neonatale e problematiche cliniche: per quanto concerne gli screening
neonatali previsti dai LEA e la definizione di protocolli inerenti le problematiche cliniche e gli aspetti
formativi
Esperienza e competenza dell’ostetrica: deve essere individuato e definito in base a esperienza e
volumi di attività effettivamente svolta in particolare l’ostetrica debba aver espletato nell’assistenza
travaglio parto in service, secondo il modello ONE TO ONE un volume di attività non meno di 50
parti. Le aziende devono promuovere affiancamento alle ostetriche con anzianeità e esperienza
maggiore con ostetriche di minore anzianità al fine di implementare l’autonomia gestionale nelle
aree funzionali BRO o di gestione autonoma BRO all’interno di UU.OO. di ostetricia
Le aziende sanitarie devono definire i livelli di responsabilità e di autonomia delle ostetriche e
adottare sistemi di monitoraggio annuale dei volumi di attività delle ostetriche sia all’interno delle
aree BRO che nella gestione autonoma delle gravidanze BRPO al fine di verificare il mantenimento
della necessaria expertise
Aggiornamento interdisciplinare: periodici percorsi di aggiornamento interdisciplinare che
comprendono anche la gestione delle condizioni di urgenza emergenza ostetrica e neonatale
Indicatori: le procedure e i protocolli di assistenza materna e neonatale devono essere oggetto di
valutazione mediante opportuni indicatori di processo, prodotto ed esiti definiti a livello regionale
per monitorare l’impatto dei nuovi modelli organizzativi
Audit clinici: è utile condurre con cadenza annuale audit clinici che coinvolgano le ostetriche che
operano nell’ambiti di questi modelli organizzativi e tutti i professionisti delle UU.OO di ostetricia e
neonatologia di riferimento. Questo consentirà di facilitare la rilevazione di eventuali scostamenti
dagli standard assistenziali di riferimento e l’attuazione degli opportuni miglioramenti e consentirà
il monitoraggio dell’impatto delle misure correttive introdotte. Quanto alla tematica si raccomanda
di dare priorità a quella dell’affidamento della gestione della gravidanza a basso rischio alle
ostetriche e della valutazione dell’outcome materno e neonatale in modo da rilevare gli eventuali
scostamenti delle procedure condivise e implementate e le cause che hanno condotto o le
condizioni che hanno richiesto un cambiamento di gestione del travaglio dal basso rischio a
condizione a gestione medica
Uno studio pubblicato su Lancet nel 2010 ha evidenziato come nei paesi a medio e basso reddito
l’ampliamento dei servizi offerti dalle ostetriche sarebbe in grado di ridurre in modo significativo i
tassi di mortalità materno-neonatale-di nati morti
Una revisione sistematica della Cochrane nel 2019 ha evidenziato che i modelli di assistenza a
conduzione ostetrica nei quali l’ostetrica rappresenta la figura di riferimento del percorso
assistenziale sono in grado di ridurre i tassi di mortalità e perdita fetale
Un’altra revisione della Cochrane del 2016 ha evidenziato che le donne che hanno ricevuto modelli
di continuità assistenziale guidati da ostetriche avevano minori probabilità di subire interventi e
maggiori probabilità di essere soddisfatte dell’assistenza ricevuta con esiti avversi comparabili a
quelle delle donne che avevano ricevuto altri modelli di assistenza
INIZIATIVE E PROGETTI
Per questo motivo è stato messo a punto il progetto RILEVAZIONE DEI PERCORSI PREVENTIVI E
ASSISTENZIALI OFFERTI ALLA DONNA , ALLA COPPIA E AI GENITORI PER PROMUOVERE I PRIMI 1000 GIORNI
DI VITA anche al fine di individuare le buone pratiche, i modelli organizzativi e gli interventi adeguati
Finanziato dal programma CCM 2018 del ministero della salute e coordinato dal ITOS ( italian obstetric
surveillance system) ; tra il 2019 e il 2021 il progetto MONITORAGGIO E VALUTAZIONE
DELL’IMPLEMENTAZIONE DELLE RACCOMANDAZIONI CLINICHE E ORGANIZZATIVE PER LA GESTIONE DELLE
EMERGENZE OSTETRTICHE EMORRAGICHE PERIPARTUM ( MOVIE) ha monitorato l’implementazione delle
raccomandazioni cliniche e organizzative per la gestione dell’emorragia del post-partum prodotte dall’ISS e
dall’Agenas nelle regioni Piemonte, Emilia-Romagna-Toscana-Lazio-Campania-Sicilia
A seguito di un webinair tenutosi il 31 marzo 2022 sono stati presentati i risultati che hanno evidenziato
come molte delle raccomandazioni siano adottate di routine dalla maggior parte dei punti nascita
partecipanti, anche se si registrano alcune criticità che riguardano prioritamente la parte organizzativa
dell’assistenza come la comunicazione dei professionisti sanitari con la donna e i familiari durante
l’emergenza e alla dimissione, l’adozione di check list e l’abitudine a simulazioni e attività di audit
multiprofessionali periodiche
OBIETTIVI SPECIFICI:
1. Individuare in collaborazione con un gruppo di esperti le raccomandazioni chiave della linea guida
ISS e delle raccomandazioni organizzative AGENAS per l’implementazione del progetto
2. Identificare e arruolare dei presidi sanitari con un’unità di ostetricia di 1 e 2 livello distribuiti nel
nord-centro-sud del paese, rappresentativi delle diverse realtà organizzative
3. Mettere a punto check list per valutare l’implementazione delle raccomandazioni cliniche e
organizzative per la gestione dell’emorragia post-partum al tempo zero pre-test e al termine del
progetto post-test
4. Testare le check list in un sottogruppo di presidi sanitari
5. Mettere a punto un sistema di raccolta dati per la trasmissione delle informazioni sugli aspetti
organizzativi e clinici di interesse dei casi incidenti di emergenza emoraggica peripartum nei presidi
partecipanti
6. Organizzare incontri di formazione residenziali per le direzioni sanitarie, i professionisti sanitari
coinvolti nell’assistenza alle emergenze emorragiche e i referenti della rete del rischio clinico nei
presidi partecipanti e compilare le check list sugli aspetti organizzativi
7. Implementare la raccolta dati sui casi incidenti di eventi emorragici peripartum rilevando variabili
disponibili nella raccolta dati del 2014-2016 e monitorare il tasso di partecipazione e la completezza
delle segnalazioni
8. Analizzare i dati raccolti
9. Realizzare un convegno di fine progetto per presentare e discutere i risultati ottenuti
Definizione di EPP: può essere minore in caso di perdita ematica stimata tra 500 e 1000ml; può essere
maggiore in caso di perdita ematica maggiore di 1000 ml
L’emoraggia maggiore a sua volta è distinta in 2 condizioni di diversa gravità che comportano un’allerta e
una prognosi diversa:
1. Maggiore-controllata in caso di perdita ematica con compromissione delle condizioni materne che
richiede monitoraggio attento
2. Persistente: segni di shock clinico con una compromissione delle condizioni materne che comporta
un periodo immediato per la vita della donna
Ritornando al progetto, prevede la segnalazione di tutti i casi incidenti di EEP con perdita stimata maggiore
o uguale a 1000
Variabili tenute in considerazione per la definizione di caso:
Materiali di lavoro:
Materiali stampati per i presidi partecipanti al progetto: PDTA su prevenzione e gestione della EPP,
Flow chart per la gestione della EPP, sistema di monitoraggio e allerta MEOWS, linee guida SNLG-
ISS sul’EPP , versione divulgativa della linea guida SNLG-ISS sull’EPP
Materiali on-line presidi partecipanti al progetto: piattaforma web per l’inserimento dei casi
incidenti EPP; questionario on line per il pre test e post test sulle caratteristiche organizzative dei
reparti ostetricia partecipanti
Materiali per il pacchetto formativo a cascata per i referenti di progetto: presentazioni in power
point scaricabili, materiali stampati per i presidi
Ogni parametro è graduato in livelli corrispondenti a diversi codici colore la cui somma indica lo
scostamento dalla normalità per facilitare l’allerta dei professionisti e l’attivazione di una risposta
In presenza di un singolo parametro di allerta marcatamente allertato( ROSSO) o di due parametri
allertati contemporaneamente ma in misura minore ( GIALLO) occorre chiamare aiuto medico al
fine di valutare le condizioni cliniche, identificare l’eziologia del deterioramento clinico e definire un
piano assistenziale
La frequenza del monitoraggio dei parametri vitali secondo MEOWS dipende dal momento
assistenziale, dalle condizioni cliniche della donna, e dal loro rischio evolutivo
Ogni reparto deve disporre, condividere e aggiornare periodicamente un protocollo locale che
definisca la frequenza di rilevazione dei parametri vitali in caso di basso rischio, nel post-operatorio
e nelle situazioni di emergenza. La scheda MEOWS non è validata per il suo utilizzo in travaglio di
parto durante il quae i parametri vitali devono essere riportati nel partogramma, nel rispetto dei
protocolli locali
VALORI FISIOLOGICI DEI PARAMETRI VITALI RIPORTATI NEL MEOWS:
FR: è uno dei piu sensibili indicatori di deterioramento delle condizioni cliniche. Valori fisiologici
riportati sono compresi tra 10 e 19 atti al minuto
SATURAZIONE OSSIGENO: deve essere rilevata in caso di FR alterata o segni di distress respiratorio
come dispnea, i valori riportati fisiologici sono compresi tra 96-100%
TC dovrebbe essere rilevata per via orale o timpanica, i valori fisiologici riportati sono compresi tra
36-37.4
FC i valori fisiologici riportati sono 60-99 btt
PA sistolica e diastolica vengono registrati separatamente per facilitare la rilevazione dei valori di
allerta. Ricordare che l’ipotensione è un segno tardivo di deterioramento nella paziente gravida; i
valori fisiologici sono 100-139 sistolica e 50-89 diastolica
DIURESI rilevata con o senza catetere vescicale in assenza di patologie renali o sistemiche che la
influenzano come diabete, è un buon indice della funzionalità renale: OLIGURIA: outpout inferiore a
400-500 cc ANURIA outpout minore 100 cc , il valore fisiologico riportato nel MEOWS è maggiore
30 cc ore
LIVELLO DI COSCIENZA attraverso scala AVPU: A vigile e orientataV risponde agli stimoli
verbaliPrisponde a stimoli dolorosi con movimenti volontari o involontari U non risponde ad alcun
tipo di stimolo. Qualsiasi cambiamento nel livello di coscienza rispetto allo stato di allerta vigile e
orientata viene considerato significativo e richiede allerta immediata
DOLORE deve essere sempre considerato nell’inquadramento clinico complessivo della donna
mediante la seguente scala: 0 nessun dolore 1 dolore lieve rilevabile al movimento 2 dolore
intermittente a riposo-moderato rilevabile al movimento. Il valore considerato normale nella
MEOWS è lo 0
La selezione di raccomandazioni riportate in blu nel documento sono estratte dalla Linea Guida SNLG-ISS
EMORAGGIA POST-PARTUM COME PREVENIRLA COME CURARALA, quelle riportate in rosso sono estratte
dal documento AGENAS LINEE DI INDIRIZZO PER LA PREVENZIONE DELLE COMPLICANZE LEGATE ALLA
GRAVIDANZA AL PARTO AL PUERPERIO
Le unità operative di ostetricia di primo e secondo livello che partecipano al progetto MOVIE dopo aver
verificato la corrispondenza delle raccomandazioni decidono in autonomia se adottare in toto o in parte il
presente documento o mantenere il PDTA per la prevenzione e gestione EPP già in uso nei loro presidi
sanitari
Vi sono valutazioni continue delle attività professionali con particolare attenzione alla qualità e alla
sicurezza dell’assistenza clinica fornita da ogni membro dello staff:
Esiste una modalità di registrazione delle attività delle pratiche assistenziali e delle eventuali
complicanze per tutte le figure professionali coinvolte nell’assistenza
La valutazione della qualità e sicurezza dell’assistenza è valutata in modo sistematico e continuo
per tutti i ruoli all’interno del punto nascita
Gli elementi raccolti vengono utilizzati nell’ambito di attività di valutazione e di percorsi di
miglioramento continuo.
IDENTIFICARE CORRETTAMENTE LA MADRE E IL NEONATO:
Modalità, strumenti e momenti di identificazione della madre e del neonato con nome –cognome e
data di nascita
Modalità di identificazione della coppia madre-neonato
Modalità di identificazione del neonato in sala parto nel caso in cui la madre non consenta di essere
nominata
Tutti gli operatori conoscono e applicano le modalità di identificazione definite e i loro
comportamenti vengono monitorati
Sono adottati criteri condivisi per l’accettazione e il trasferimento della madre e del neonato nel punto
nascita:
Sono definite formalizzate e condivise le procedure per l’accettazione della madre nel punto nascita
È individuato l’operatore responsabile dell’osservazione del neonato almeno nelle 2 h post partum
Sono definiti formalizzati e condivisi i criteri di trasferimento dalla sala parto al settore di degenza
Tutti gli operatori riconoscono e applicano quanto definito
Sono definiti, formalizzati e condivisi PDTA di riferimento per le prestazioni che per frequenza e gravità
sono individuate come prioritarie dal punto nascita:
Vengono esplicati i livelli di assistenza erogati e i PDTA adottati sono coerenti con tali livelli
Tutti gli operatori sono stati messi a conoscenza dei PDTA
K SET DI MISURE:
le misure effettuate devono essere contestualizzate nell’ambito di un progetto della realtà operativa che si
sta osservando finalizzato al miglioramento o al controllo di specifici obiettivi tramite la costruzione di
indicatori
un indicatore è il rapporto tra 2 entità misurabili ed omogenee in cui il numeratore è costituito dallo
specifico elemento da misurare in un’unità di tempo, il denominatore è il numero delle osservazioni
intercettate con una specifica caratteristica nella stessa unità di tempo
gli indicatori sono degli strumenti per individuare e monitorare quelle performance che necessitano di
parrticolare attenzione per interventi id riorganizzazione o miglioramento della qualitàvdei risultati. Il
risultato dovrà quindi essere valutato e confrontato con i dati di letteratura con altri ospedali della stessa
area e simili per tipologia di pazienti con altri ospedali della stessa regione o con una serie storica per
osservare il trend temporale
CARATTERISTICHE DI UN INDICATORE:
Facilità di raccolta e con scarso o nullo impiego di risorse aggiuntive degli elementi di misura
Affidabilità e riproducibilità: capacità di intercettare la variazione dell’elemento oggetto della
misura
Chiaro e comprensibile
In ambito delle attività della sala parto esistono 2 importanti sistemi di raccolta dati che possono essere
usati anche in ambito clinico : SCHEDE DI DIMISSIONE OSPEDALIERA SDO E IL CERTIFICATO DI ASSISTENZA
AL PARTO CEDAP
1. Nati mortalità
2. Mortalità intrapartum
3. Mortalità neonatale precoce
4. Mortalità neonatale totale
5. Mortalità neonatale precoce con EG inferiore a 20 settimane
Questi indicano complessivamente la capacità di assistenza di un’area di ampie dimensioni , utili come
elemento di trend temporale