Nel centro di cure primarie Cap Can Bou di Castedefeles, vicino a
Barcellona, che ha un bacino dutenza di circa 27000 persone, da circa dieci anni ogni cittadino registrato ha il proprio medico e il proprio infermiere assegnati: gli infermieri si occupano principalmente di prevenzione e di gestione della domanda, ma ricevono e trattano anche i pazienti che accedono spontaneamente al centro occupandosi di codificate patologie acute in cui sono risolutivi nel 74% dei casi; i MMG che si occupano del restante 26% possono concentrarsi sul proprio lavoro in modo appropriato e con maggiore soddisfazione. Criticit attuali e speranze future LOMS afferma che "In alcuni Paesi la pratica infermieristica limitata da requisiti inflessibili e inattuali che regolano le carriere e le modalit di impiego. I sistemi di regolamentazione devono essere flessibili e consentire agli infermieri di ridefinire la loro pratica per soddisfare i mutevoli bisogni di salute". In tal senso si spera che possa iniziare un cambiamento anche nel nostro Paese, perch il momento di guardare lontano: abbiamo gi oggi 7 famiglie su 10 che rinunciano alle cure perch troppo costose e un futuro prossimo di vecchi, cittadini e operatori sanitari, la cui unica speranza un SSN che rispetti larticolo 32 della Costituzione, innovato, sostenibile, equo e universale.
15 Maggio 2014 FRANCESCA SANTORIELL0 INFERMIERE PRESSO LU.O.C. DI MEDICINA INTERNA DEL P.O. G.FUCITO DI MERCATO SAN SEVERINO (SA) 01/01/2014 GIORNATA INTERNAZIONALE DELLA FAMIGLIA
LINFERMIERE DI FAMIGLIA E COMUNITA Linfermiere di famiglia e di comunit un Dottore in Infermieristica in possesso del Master di I livello, che lo rende Specialista in Cure Primarie e Territoriali. La sua formazione universitaria gli consente di progettare, valutare e attuare interventi di promozione, prevenzione, educazione e formazione; si occupa dellassistenza infermieristica allindividuo, alla famiglia e alla collettivit; sostiene interventi di ricerca, indagini epidemiologiche, in comunit e in ambito famigliare, favorendo azioni educative e preventive oltre che curative. Nella pratica linfermiere di famiglia e di comunit: aiuta gli individui ad adattarsi alla malattia, alla disabilit cronica, ai momenti di stress; trascorre buona parte del suo tempo a lavorare a domicilio dei pazienti e con le famiglie; fornisce consulenza sugli stili di vita e sui fattori comportamentali di rischio e assiste le famiglie in materia di salute; garantisce che i problemi sanitari delle famiglie siano curati al loro insorgere, attraverso la diagnosi precoce; identifica gli effetti dei fattori socio economici sulla salute della famiglia e richiede lintervento della rete dei servizi territoriali; promuove una dimissione precoce assicurando lassistenza domiciliare infermieristica e costituisce il punto di collegamento tra famiglia e MMG e si sostituisce a questultimo quando i bisogni identificati sono di carattere prevalentemente infermieristico. Da dove nasce? Tale figura ha iniziato a svilupparsi negli Stati Uniti a partire dagli anni '60 per rispondere ai bisogni di assistenza primaria delle zone rurali del paese e si subito configurato come profilo di competenze infermieristiche avanzate. In Italia ancora troppo poco conosciuto! Attualmente diffuso e riconosciuto in molte parti del mondo; infatti, lOMS ne ha ipotizzato lintroduzione in Europa nel documento programmatico Salute 21 del 1998, auspicando che i paesi membri formassero entro il 2010 un numero sufficiente di infermieri specializzati; tuttavia, nella realt italiana questa figura poliedrica non ancora stata percepita in tutta la sua totalit e potenzialit, ci visibile nella non appropriatezza di molti interventi del 118 e conseguenti ospedalizzazioni, tuttavia inevitabili, a causa della mancanza di un adeguato sistema di assistenza territoriale. In particolare i pazienti si trovano costretti a ricorrere erroneamente al 118 e al Pronto Soccorso per l'evolvere di situazioni che potrebbero essere facilmente prevenibili attraverso "semplici" interventi educativi in merito (per esempio, alla gestione delle terapie, mobilizzazione, attivazione di reti di supporto), ma soprattutto quello che risulta mancare la conoscenza/possibilit di accedere in modo corretto alla rete dei servizi. LInfermiere di Famiglia e di Comunit va a colmare un vuoto attuale in cui i cittadini, ricevuta diagnosi e cura della propria malattia, si ritrovano soli ad affrontarne la gestione, perdendosi in un labirinto di richieste di prestazioni in cui manca il quadro dinsieme e in cui non vi possibilit di lavorare nella prevenzione, soprattutto terziaria, indispensabile nel quadro di pluri-cronicit attuale. Inserire il ruolo dellInfermiere di Famiglia e di Comunit accanto al MMG, pu essere determinante per la sostenibilit del SSN, ma il presupposto affinch possa funzionare che tale figura sia correttamente compresa, con un chiara visione del ruolo e un chiaro mandato, adeguata formazione post-base e una motivazione personale sostenuta da opportuni meccanismi organizzativi e di riconoscimento professionale. Unire forze e saperi, riconoscere le aree transprofessionali e collaborare ognuno con le proprie conoscenze, superare la logica della prestazione, serve prima di tutto a generare benessere e poi a diminuire i costi; il documento dellOCSE sulle competenze infermieristiche avanzate riferisce quale criticit per lo sviluppo del ruolo i conflitti tra professioni, ma ha senso di parlare di conflitto su aspetti gestionali che non hanno nulla a che fare con il lavoro del MMG?
Mariadonata Bellentani, Responsabile Organizzazione Servizi Sanitari Di Agenas, Agenzia Nazionale Per I Servizi Sanitari Regionali (File Modelli Cure Primarie... )